Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 Associazione anticipata pel I, li e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a benefìcio dell'Asilo d'infanzia CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il s;g. Giorgio de Favento è l'amministratore I L'integrità di un giornale consiste nell1 attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 9 Ag. 1675 - Giunge a Venezia 1111'ambaseerla capodistriana per ossequiare il Doge — ( VTllus.) S X VECCHIO LAffiSO Non è da oggi che s' agita fra noi la questione dell'ingiusta concorrenza mossa ai nostri operai dai lavori che si fanno per conto privato dai detenuti della I. R. Carcere. Questa stessa questione fu oggetto d'una rimostranza avanzata dall'inclito Municipio, a nome di molti operai, alla Direzione dell' 1. R. Carcere ancora nell'anno 1858: ed anzi in quell' incontrò, trovate giuste le ragioni dei ricorrenti, si sospesero i lavori per commissioni private; ma peraltro si ripresero gradatamente subito dopo nel 1860, per non essere più tralasciati. E mentre in questi ultimi tempi l'artiere cittadino si vedeva obbligato ad aumentare la mercede dell'opera sua ili proporzione degli aumentati valori delle cose e degli aggravii, che quale suddito e cittadino gli incombono, la Carcere accresceva il numero de' suoi lavoranti, accettando ordinazioni verso mite prezzo per tutti i lavori, particolarmente di sartorp, calzolaio, tessitore, tappezziere, falegname, carpentiere, tornitore, legatore di libri, orologiajo, fabbro-ferraio, segatore di legname per bastimenti, ecc. E che da parte delle autorità si sia studiato ogni mezzo per favorire l'incremento di questi lavori, lo prova un pubblico avviso di data 2 maggio 1867 emanato dall' I. R. Procura di Stato, nel quale s'accenna qualmente i carcerati si possono occupare di qualunque lavoro per conto privato. Il nostro Municipio non stette muto, ma subito in data 14 maggio chiese all' I. R. Amministrazione della Carcere le condizioni alle quali possono essere occupati i carcerati giusta l'avviso sopraccennato, e l'I. R. Amministrazione con Nota 16 dello stesso, diceva di non poter indicare le condizioni, non essendole pervenuto ancora 1' avviso nè il relativo capitolato d'appalto, per cui il Municipio potrà, volendo, rivolgersi alla I. R. Procura Superiore. Il Municipio, infatti chiedeva il giorno stesso a Trieste copia dell' avviso : si deve ritenere però che la posta, per uno di quei casi APPENDICE. DOLLY GEERTS EACCONTO DI Xavier E y ih a Traduzione dal francese di LUIGIA G. P. — Bene, fanciulla mia. — Eccoci alla porta di casa, disse la piccola fermandosi innanzi ad una specie di tugurio. — Io vi seguo, Dolly: ho bisogno di vedere vostra cugina. — Andrete a rischio di rompervi il collo sugli scalini o piuttosto luugo la scala a pi-uoli; per salirvi bisogna avere molta pratica; io non ci corro nessun pericolo. E poi voi trovereste probabilmente mia cugina addormentata e fors' anco ebbra. — Ebbra? ripetè William. — E non ci vuole, signore, eh' ella sia rari ma possibili, abbia smarrito o la lettera o l'avviso, perchè questo non fu mai recapitato. In seguito a ciò si videro e si vedono i detenuti, anche fuori della cerchia della Carcere, lavorare pubblicamente; e non solo nella evenienza di particolari circostanze, in cui per mancanza di braccia è necessario valersi di pronta opera da qualunque prestata, ma in lavori ordinari, quali p. e. pittore di stanze, muratore, falegname, ecc. ecc.; di modo che parecchi artieri, che nelle usuali coudizioni del paese avrebbero lavoro assicurato, sono costretti o all'ozio o all'emigrazione. Bastano i più elementari principi d'economia per convincersi che nel caso nostro trattasi non già di libera concorrenza, ma di una concorrenza che crea una particolare specie di monopolio, perchè fatto un ragguaglio dei prezzi del lavoro che si compiono ordinariamente dalla Carcere, abbiamo veduto corrispondere questi appena al terzo del prezzo corrente, ed è naturale che ciò possa farsi dove la mercede non è oggetto di contratto da ridursi al minimo possibile, e fra gente da cui il lavoro lo possono esigere perfino anche senza compensi. Forse che qualcuno troverebbe di giustificare questa concorrenza sotto il riflesso del vantaggio eh' essa può portare in città. Noi siamo però d'opinione contraria, e crediamo di non andare errati, perchè se puossi anche matematicamente provare che il committente risparmia nella spesa del lavoro, non è meu certo che l'importo devoluto a quest' opera, si riversa in un luogo, il quale su questo particolare non ha in città relazione alcuna di scambio. E difatti ognuno sa come la Carcere ritiri direttamente dal di fuori le materie prime per i suoi lavori, e riceva l'intero ap-provigionamento da un singolo arrendatore forestiero; nè sarà bisogno di dire che il suo personale d'impiegati e guardie non verrebbe certamente alterato (meno forse incalcolabili eccezioni) quand'anche non s'esercitassero più gli attuali lavori. in quello stato per infliggere le torture che mi fa subire ! Imperocché avendo sempre la sua ragione, io non potrei vedere ch'ella mi facesse soffrir un tal martirio. — Verrò a trovarvi domani mattina, Dolly. — Oh ! Grazie, signore. Grazie tanto pel bene che voi mi avete fatto. La piccola mendicante si svolse dal mantello di William, salutò il suo protettore e disparve in un corridojo sucido e bnjo, in fondo al quale ella trovò una specie di scala, e su questa arrampicandosi giunse in un' orrida soffitta o piuttosto in un šolajo sotto un tetto fesso per ogni dove. In cotesta tana vivevano agglomerati una ventina d'individui; una società di tutto ciò che New-York racchiude di più miserabile e vile; gente d'ogni professione: musici ambulanti, mostratori d'animali, cantanti di taverna, borsajuoli, ecc. Oltre al posto che vi occupava il suo cattivo lettuccio, la cugina Hartman aveva diritto ad un angolo di quel L'importo percepito invece quale mercede dall' operaio di città, questi certo non lo capitalizza, ma lo spende per i suoi bisogni fra la cerchia cittadina, e quindi l'intiero prezzo dell' opera sua passa per le mani del negoziante, dell'industriante, dell'agricoltore, del possidente, d'altri artigiani, e così via, lasciando nel lungo passaggio i beneficii inerenti alla sua circolazione. Non vogliamo con ciò consigliare che i detenuti si tengano oziosi, perchè sappiamo bene come l'inazione possa in quegli infelici scemare il vigore della vita, e produrre ancora effetti peggiori, ma vorremmo vederli occupati in altri lavori, p. e., per l'esercito, per la marina di guerra, e per l'erario in generale. In questo modo l'opera loro portata sopra vastissimo campo d'esercizio, non arrecherebbe un sensibile squilibrio economico, come purtroppo porta di fronte a un numero ristretto di poveri operai in un piccolo paese di provincia. Spinto dagli stessi riflessi il Municipio, nou solo nell'anno 1858 e 1867, ma in altri incontri ancora, alzò là sua voce instando presso le competenti Autorità affinchè i detenuti della Carcere non riescissero col loro lavoro di danno agli interessi degli operai cittadini; e ciò fece al primo sentore dei ripresi lavori e precisamente con Atto 21 agosto 1861, al quale dall' I. R. Pretura con Nota 5 settembre veniva risposto dicendo, che i lavori si riducono quasi esclusivamente ai calzolai ed anche questi per poche famiglie, e quindi non trovarsi di pronunciare un cambiamento nella disciplina interna della Carcere. Se nel 1861 le cose esistevano in questi limiti, giova credere però che così non fosse nel 1862, perchè i principali fra i nostri artieri in numero di trentanove comparivano nell' Ufficio Municipale ai 16 luglio 1862, dove in apposito protocollo supplicavano l'inclita Autorità cittadina affinchè avanzasse nuova rimostranza contro i lamentati lavori. Alle istanze del Municipio le I. R. Autorità fecero sempre orecchio da mercante. šolajo per depositare i cenci raccolti per le vie. Ed era là quel mucchio di lordura e d'immondizie che serviva di letto alla piccola Dolly, letto di sovente occupato da due o tre scimie, ospiti di quell' arca, e colle quali la povera fanciulla era famigliare. Dolly s' avvicinò al suo letto a tastoni, e vi si gettò precipitosamente, tenendo ben chiuso, nella saccoccia della sua sottana, il dollaro datole da William. In quel momento l'infelice fanciulla nulla avrebbe di meglio desiderato che d'addormentarsi, ed accarezzare coti dolci sogni quella fortuna così facilmente acquistata e la prospettiva dell' indomani ; ma < in mezzo ai primi torpori del sonno, nel momento in cui era lì per abbandonarsi in quel-1' ebbrezza dell' oblio, ove i più sventurati ed i più afflitti trovano talvolta la felicità, venne assalita da una idea. Cacciando da sè ben presto il sonno, Dolly spalancò gli occhi e si dirizzò. Pensava in allora che s'ella desse alla cugina la moneta d' oro del suo generoso protettore, dessa la terrebbe interamente per sè, E frattanto parecchi operai colle loro famiglie, furono costretti di recarsi altrove in cerca di lavoro; e gli altri qui a lamentarsi come si lamentano ancora. Di fronte a questi fatti, ed in seguito a ripetuti reclami, anche la Presidenza della Società Operaia in data 17 maggio 1870 convocava i membri dell' ufficio di collocamento, deliberando di avanzare un atto al Municipio, pregandolo d'interporre i suoi uffici affinchè venisse tolta l'ingiusta concorrenza della Carcere. E difatti s'inviava quest'Atto in data 18 maggio 1870, ed il Municipio il 28 dello stesso mese nuovamente rimostrava, ripetendo le valide ragioni degli atti anteriori. E le Autorità sempre: orecchio da mercante. Accenneremo ancora come in data 8 settembre dell'anno 1874 parecchi artieri presentavano al Municipio un'istanza, sempre per la ragione dei lamentati lavori, e come in seguito alla relativa rimostranza, rispondeva l'inclito Capitanato in data 14 aprile a. coir., domandando maggiori spiegazioni sui danni che il lavoro dei detenuti porta agli operai di città, e particolarmente nei particolari del numero e del nome degli artieri e famiglie che dovettero emigrare. Prescindendo dal valore di tutti questi rispettosissimi atti ufficiali, ci sembra che le I. R. Autorità dovrebbero di leggieri convincersi che, se è necessario procurare lavoro ai detenuti affinchè non poltriscano nell'ozio, è altresì d'immensa importanza l'evitare che questo lavoro non stia in diretta e spietatissima concorrenza con quello esercitato in un piccolo paese da onesti artigiani. Ci sembra che, se il legislatore può ragionevolmente essere spinto da sentimenti umanitari a migliorare in massima le condizioni del carcerato, procurando di favorire con ogni mezzo la sua redenzione morale, debba nelle possibili relazioni tra questi e la società evitare tutto ciò che in linea d'equo confronto risulti a danneggiarla, e sorvolando poi su tutte le questioni di sublime tendenza, bellissime e rispettabilissime ili teoria, pensare e convincersi che per l'onesto operaio padre di famiglia, il quale dal pane alla pigione deve tutto pagare col frutto de'suoi sudori, debba essere la gran dura cosa vedersi portato via il lavoro da uno che per colpe, più o meno gravi, subisce una condanna. Le I. R. Autorità, a cui dobb:amo certo ritenere interessi il bene del popolo perchè il benessere sociale è garanzia di moralità, non dovrebbero perdere di vista quel fatto qualunque, che soggiogando ed avvilendo l'onesta persona la potrebbe forse spingere sulla strada del male. Vogliamo credere che le pratiche tutt'o-ra pendenti tra le rispettive Autorità in oggetto per noi di tanta importanza, si condurranno sollecitamente a quel fine che in nome dell'equità è generalmente desiderato. c—l. senza calcolarle pei giorni seguenti il sopravanzo. In questo caso il benefizio di William andrebbe per sè perduto; e la sua intenzione non era quella certamente che la moneta passasse nelle mani della cugina, soprattutto sapendo 1' uso deplorevole eh' ella ne doveva fare. Lo straniero le aveva bensì promesso un sicuro avvenire; ma chi garantiva a Dolly che quella promessa non fosse stata fatta con leggerezza, e senz'idea d'adempimento, e che la notte ne avrebbe cancellato anche la minima traccia dal pensiero del giovane? Questa riflessione di Dolly era ispirata da istinti di previdenza che noi segnaliamo a lode sua. Neil' incertezza in cui si trovava, la piccola venditrice di granoturco prese una risoluzione suprema e disperata che nello sforzo dei sentimenti di coraggio, rivelava egualmente una specie di rassegnazione avvilita e di stupidità morale. — La moneta d'oro sarà mia, così pensò ella, e dirò a mia cugina di non avere già venduto il grano, sì invece che 1' urto d' una carrozza nella mia caldaja fece balzare il contenuto nel ruscello. Può darsi che iu pena io I Ci I E UT E (Cont. Vedi jV. 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 20) V'ho promesso di parlarvi del vino, ed eccomi quà. Vino! che bella parola! lo celebrarono gli antichi come uno degli dei, lo cantarono i poeti, nè solamente lo cantarono, ma aggiungendo la pratica alla teoria, ne usarono come mezzo d'acquistarsi l'ispirazione delle Muse. Omero, così almeno dicono le vecchie storie, animava talvolta i suoi canti immortali coli' uso di questo prezioso liquore; Eschilo, tragico greco, non calzava il coturno, cioè non si metteva a comporre tragedie, se non quando era riscaldato dal vino ; ed Orazio arriva a d re essere impossibile che riescano piacevoli i poemi scritti da' bevitori di acqua. Da quest'esordio vi sarete accorti, ch'io non ho mica intenzione di parlar male del vino, e Dio me ne scampi, chè m'attirerei addosso le ire dei producenti e degli osti e di tutti gli appaltatori dei dazii-consumo civici ed erariali. Il viuo è adunque in sè cosa buona: vi dirò anzi col Pasto, che di tante belle cose, che natura al mortai dispensa e dona, una delle più belle è appunto questo generoso liquore. C' è però un proverbio che dice: Il vino è un buon servitore, ma un cattivo padrone, e, con buona licenza di quelli che sono a-manti od astemii del vino, mi farò a commentarvi il proverbio. Sapete, che i proverbi! sono la quiut'essenza, direi quasi il solfato, della sapienza popolare. Il vino è un buon servitore perchè presta utilissimi servigi. Se parliamo del fisico, il vino rimette le forze, accresce l'energia del principio vitale, accelera il moto progressivo del sangue e degli umori, determina l'azione dal centro alla circonferenza, e rende più attiva la traspirazione: insomma il vino possiede tutte le qualità atte a mantenere la salute e prevenire molte malattie. Se parliamo del morale, il vino esilara l'animo, rattempra la melanconia, infonde coraggio, ravviva la im-magin izione. Ben inteso però che io parlo del vino, come, direbbero i nostri agricoltori, lo lia fatto Domininedio. Tante maniere di surrogati al vino, sono vere porcherie e vi consiglio a bere piuttosto l'acqua fontis che mettervi nello stomaco certe brode, non poche delle quali contengono anche dei prinoipii venefici. L'annata promette bene e speriamo che per l'avvenire troveremo del vino puro e a prezzi convenienti. Meno nocivi, anche perchè se ne beve in piccola dose, ma non del tutto salubri, sono i vini da bottiglia, nei quali la parte colorante è unita al liquido per aziono meccanica. Vi sono dei producenti, i quali per dare ai loro vini da bottiglia un'apparenza di vecchiezza e quindi per poterli bere, o vendere più presto, versano il mosto sulla feccia vecchia. ne abbia ad essere bastonata un po' più forte dell'ordinario; ma la colazione di domani mi è assicurata, ed il mio incerto guadagno sarà garantito per parecchi giorni. Una menzog a, Dolly pensava che le a-vrebbe risparmiato in avvenire molte lagrime e patimenti. Ma sembra che il cielo volesse punita la menzogna della piccola Dolly e la scarsa confidenza nella generosità di William. Si fu iu mezzo ad una specie di battaglia tra quattro o cinque scimie, alle grida, agli urli, ad ogni sorte di bestemmie che Dolly si svegliò; mise la mano nella saccoccia per accarezzare il suo tesoro, e questo non vi era più. Ella guardò intorno a sè con un' inquietudine che si capisce . . . Nulla ! E in questo mentre le scimie, correndo attraverso la vasta soffitta, continuavano a battersi, ad inseguirsi, a gridare. Gli ospiti di quel triste luogo bestemmiavano, percuotevano le scimie, che i loro padroni cercavano di mettere in salvo. Dolly cogli occhi pieni di lagrime ed il cuore gonfio, frugava tutto intorno a lei il mucchio di cenci sui quali aveva dormito. Con questo metodo ottengono dopo un'anno un liquido che sembra averne almeno due, o tre, ma non è vino puro, nè vino assolutamente salubre, perchè la materia colorante propria del vino vecchio, e separatasi da esso per sedimento, è unita meccanicamente col vino nuovo e lo rende indigesto. Se volete convincervene fatene la prova, ed ecco il come. Prendete due fiaschette di vetro bianco a collo stretto e riempitene una di refosco puro e genuino, l'altra con vino da bottiglia confezionato come sopra. Otturate col dito indice il collo della prima, capovolgetela e tuffatela nell' acqua. Levate il dito e vedrete che il refosco resta tutto nella fiaschetta senza tingere minimamente l'acqua che resta limpida e chiara come se la fiaschetta fosse vuota. Fate la stessa operazione colla seconda fiasca ed osserverete, che appena levato il dito, incomincia ad uscire dalla medesima una nube che colora l'acqua e che piccole bollette di acqua salgono su pel collo a rimpiazzare la materia colorante che vi esce. Questo stesso esperimento potete farlo anche col vino da pasto' per rilevare se sia genuino o non sia forse stato tinto coli' amaranto, coll'anilina o con qualche altra sostanza. Se vedete che il viuo è puro, consideratelo come buon servitore, guardatevi però dal prenderlo come padrone. (Cont.) G. F.—A. li pubblico nei rapporti colle scuole medie Così s'intitola una memoria inserita nel primo programma della Scuola Reale Inferiore di Bruneck (pubblicato teste alla fine dell' anno scolastico) del sig. direttore Francesco Kraus, e che traduciamo dal tedesco, perchè la ci sembra interessante per qualunque città che abbia il vantaggio ed il vanto di possedere una scuola media. 11 sig. Kraus, dopo di avere dimostrato l'utilità in generale della scuola, il di lei diritto alla stima, il dovere di tutti i cittadini di caldeggiarla per quanto sta in loro, e dopo di avere accennati i danni originati dalla spensieratezza con cui alcuni, per lo più senza cognizione di causa, si fanno a censurarne l'interna amministrazione ed i regolamenti, continua come appresso. " Sarebbe da attendersi grande utile qualora il pubblico rispettasse quello che l'istituto esige dagli scolari, e n'avesse a cuore l'adempimento. Prima di tutto il pubblico deve concorrere colla scuola a mantenere fra i giovani la moralità e l'obbedienza alle leggi. In presenza degli scolari si eviti, sia colle parole che colle azioni, tutto quello che potrebbe avere un'influenza dannosa sul loro delicato sentimento ; e sopra tutto guardisi bene di proferire giudizio di disapprovazione 0 di disprezzo sopra le ^istituzioni della scuola, sui rami d'insegnamento, sui maestri: ciò può indurre alla disobbedienza e alla negligenza. „ " Spesso avviene che alcuni scolari non sieno sotto la sorveglianza dei maestri o dei parenti : in tale caso si conviene a ciascuno di procedere contro la lesione del decoro e delle leggi scolastiche, eia coli'ammonire personalmente e coll'iinpedire, sia col farne rapporto al direttore o ad uno dei maestri dell' istituto. Il pubblico non deve loro permettere le sconvenevolezze per le strade e sulle piazze, il frequentare le osterie, ed il fumar tanto dannoso alla gioventù. È nell'interesse del giovanetto, se egli viene ammonito ogni qualvolta contravviene alle discipline: il modo con — Dunque non fu altro che un sogno! disse le povera fanciulla lasciandosi cadere disperata colla testa nascosta nelle sue mani. Ma ìio, riprese ella ad un tratto, io non ho punto sognato ; sono sicura d' essere stata qui condotta da uno "straniero, sono sicura eh' e-gli mi diede una moneta d' oro, sono sicura eli' egli ha gettato sulla strada la mia caldaja! Oh! mio Dio ! mio Dio! Il tacito pianto della povera piccola si cangiò ben tosto in grida strazianti, allorquando la cugina Hartman fu chiamata a constatare, non soltanto il manco del conto, ma la perdita della caldaja e di tutto il granoturco, alla qual cosa bisognava naturalmente supplire con una nuova provvista per la sera. Dolly cadde sfinita dai colpi, i capelli strappati a manate, le spalle e le guance gonfie dalle percosse e dagli schiaffi. In mezzo ai suoi gridi disperati ed alle lagrime invano ella tentava di confessare la verità a sua cugina. Questa nel trasporto della sua collera nulla a-scoltava; e d' altronde non avrebbe creduto al racconto di Dolly. 1 (Continua) cui è fatta l'ammonizione deve far comprendere allo scolaro che si tratta solo del suo meglio e del mantenimento della legge, che sta sopra di lui. I cenni sui giornali concernenti sgarbatezze o trascorsi de' scolari non giovano punto ad essi: ed invece ne risente l'istituto, poiché nasce il sospetto che non vi venga mantenuta convenientemente la disciplina, mentre invece i maestri non possono trovarsi dappertutto, nè possono impedire ogni mancamento. „ "Quando si tratta del proprio vantaggio, il pubblico suole essere molto indulgente coi giovani nelle contravvenzioni alle leggi. I mercanti non temono di vendere loro tabacco e zigari ; gli osti non li vedono malvolentieri a frequentare le osterie, anche se la frequentazione è clandestina; tutto il possibile e l'impossibile si vende agli scolari senza farsi alcun scrupolo sul modo col quale viene sprecato il danaro, e senza riflettere alla sua derivazione. Sieno quindi i genitori molto prudenti nel dar denaro ai loro figli, ed anche i mercanti sieno in questo riguardo più coscienziosi „ "Ma gli scolari possono ledere i doveri anche nelle loro camerette, e per mezzo di persone che in apparenza non hanno parte. La lettura amena viene diretta dalla scuola stessa : questa dà loro i libri a-dattati della sua biblioteca, e invigila affinchè la lettura riesca di vantaggio all' intelligenza ed agli studi. Per questo motivo è proibito severamente agli scolari di leggere i libri delle biblioteche circolant, e ai proprietari delle biblioteche circolanti ne deriva il dovere morale di non appagare le domande agli scolari; egli è diritto intangibile della scuola quello di scegliere la lettura per i suoi giovanetti.„ "Tra i singoli mezzi speciali che possono avere un' influenza benefica o dannosa sopra una scuola superiore, vanno nominati anche i maestri delle scuole popolari: questi, parlando coi genitori, possono procurare ad una scuola m^dia molti scolari capaci, e cooperare assai alla sua frequentazione collo spiegare i molti rapporti, in ispecialità tra le popolazioni della campagna.,, (Continua). L'acqua ai Vergaluccio Acqua, acqua, gridano i proprietari i e i mezzaiuoli di terre nella valle del nostro territorio detta Vergaluccio, i quali, per inaffiare i loro campi, si servono, in ispecialità durante la stagione estiva, di quella sorgente, che scaturisce sul foudo campestre di proprietà dei signori Marsich eredi Domenico e dopo breve corso fra i campi vicini,» si riversa nel fosso che lambe la strada dei Talponi, per scaricarsi nel Cornalunga, e viene adoperata nei tempi di siccità dalla popolazione tutta di questo Comune. E perchè appuuto la popolazione se ne possa servire pei bisogni domestici, il Municipio impedisce che da quei possidenti si svii il suo corso ordinario ; ma essi naturalmente cercano ogni mezzo di assicurare il loro utile particolare, e deviano perciò quando loro torni necessario il corso dell' acqua medesima, lasciando affatto asciutta la vasca di deposito appositamente costruita dal Connine, il quale, nella mira di tutelare gli interessi de' più, vuole assicurata alla popolazione l'acqua indispensabile pei suoi giornalieri bisogni, suppliti i quali, abbandona quella che sovrabbonda a beneficio dei possidenti per l'iiiaffiamento de' loro campi. E il guajo sta in ciò che i possidenti, auzicchè servirsi di quell'acqua con scambievole vantaggio, ne fanno qualche volta sperpero a danno del vicino e dello stesso Comune; si bisticciano tra loro, passano molte volte alle vie di fatto, e creano imbarazzi all'Autorità che pur vorrebbe vedere tutti coutenti, non defraudata cioè la popolazione dell'acqua che le abbisogna, e salvati gl'interessi agricoli. Gli accennati disordini ci fecero più volte pensare al modo di mettervi riparo senza bisogno di ricorrere alla legge, e le riflessioni che siamo andati facendo fra noi ci Suggerirono un mezzo semplicissimo, con cui evitare ogni motivo di screzio tra que' possidenti, e le scene di violenza delle quali siamo stati spettatori. Diciamo noi : i possidenti di quella valle che possono usufruire dell'acqua sono quaranta, cinquanta al più. Perchè, domandiamo, questi quaranta o cinquanta possidenti non potrebbero mettersi d'accordo e fissare tra loro il modo di adoperare quell' acqua a vicenda, in ore determinate, senza reciproco pregiudizio, appagati sempre i bisogni della popolazione? Perchè non potrebbero questi possidenti eleggere tra loro un ristretto comitato di sorveglianza, acciocché l'uso dell'aqua servir dovesse dietro le re- golo stabilite, fissando una multa per quelli che contravvenissero all' impegno assunto ? Ci si opporrà che difficilmente può conseguirsi 1' accordo tra quei possidenti ; ma si può tosto soggiungere, che dovrebbe essere impegno esclusivo del patrio Municipio di farsi i-niziatore e sostenitore del progetto, coi mezzi che ha a sua disposizione. Prescindendo anche dalla circostanza delle ripetute violenze, che pur dovrebbe fermare 1' attenzione dell'Autorità Comunale, e deciderla a fare qualche cosa nel proposito, noi siamo sicuri d'altra parte che l'attuazione di tale progetto tornerebbe di somma utilità all'agricoltura, che in quella valle e da quej possidenti è curata con lodevole emulazione, e prospererebbe oguor più quando fossero rimosse le cause dei ricordati dissidi, e fosse fatta equa distribuzione dell' acqua, della quale allora non ne audrebbe perduta tanta parte. Espressa con questo breve cenno la nostra idea, ora la abbandoniamo al giudizio di chi potrebbe metterla in pratica, ripromettendoci i più utili risultati. X. 1B LIO G R A FI A I.ii lirica italiana nel XIII seeni« di Oscarre de Hasselc prof. eff. alla scuola reale dello Stato in Pirano. — Trieste Appolonio e Caprili 1875. L'opuscolo pubblicato sotto questo titolo ci fu gentilmente spedito dall' egregio autore; ingiustizia sarebbe il non parlarne. Brevi cenni sull' origine e scopo della lirica antica servono d'introduzione all'autore, il quale passando subito al suo assunto distingue i tre centri o scuole in cui nacque contemporaneamente la lirica italiana, respingendo con critica sana e giusta 1' errore del Settembrini e del Giudici, che alla Sicilia diedero il vanto di aver posseduto i primi m oli irnienti di letteratura. Questi egli gli attribuì ce a Folcachiero da Fol-cachieri ed a Ciullo d'Alcamo. La critica moderna letteraria, smaniosa di distruggere, accanto ai nomi di Matteo Spinelli e Dino Compagni, mette fin d'ora quello di Ciullo; e dai filologi moderni la canzone "Rosa fresca anientissima, trovata nel codice "Reale, del secolo XIII senza indicazione d'autore si suppone nata dal popolo e tramandata per bocca sua sotto falso nome d'autore. È naturale che la, forma ne riesci del tutto adulterata e presenta, anche dopo gli infruttuosi tentativi del prof. Grion per ridurla siciliana, un mosaico di tutte le parlate dell' Italia inferiore e della Sicilia. Di Ciullo 1' A. parla per esteso e non accenna a tali dubbi, da noi espressi e condivisi da autorità competenti. Trattando i poeti che fanno corona a Federigo II, gli vien fatto di presentarci con molta erudizione e veiità gli elementi varii e confusi che diedero impronta e fisonoinia fin dalla culla alla nostra letteratura balbettante. La vediamo inceppata nelle pastoje francesi, provenzali e latine, e quindi da schiava emanciparsi vieppiù per diventare infine libera e nazionale In tale incontro l'A. cita di passaggio una scuola poco distinta dalle altre e confusa spesso con quella dell' Umbria. Questa scuola detta dialettale, sorta nella Lombardia e nel Veneto e messa in luce dall' 0-zanam conta varii poeti lirici popolari, perchè religiosi dimenticati dall'Autore, tra cui Fr. Giacomino da Verona, Bernardo Biondelli, Pietro Bescabè e primo fra tutti Fr. Bonvicino da Riva. Ben dipinte sono le figure di Francesco d' Assisi, di Jacopoue da Todi e del Guinicelli, capi i primi della scuola religiosa umbra, il terzo della dotta bolognese. A pag. 4'J troviamo altri tre centri da cui prende le mosse il I periodo della vera letteratura, cioè il provenzale di forma antica, quello di transizione, barcollante fra la nuova e la vecchia; ed il popolare che s'avvicina alla nuova. Nessuno scrittore di quei tempi rappresenta assolutamente una delle tre maniere e riesce impossibile il classificarli per scuole perchè 1' una conta poeti che si avvicina all' altra e così viceversa. — Perciò l'autore nell'assumersi il difficile compito di classificazione contro il nostro parere, annovera nella scuola di transizione Bonaggiunta Urbicciani, che ci sembra invece il prototipo della provenzale e 1' Alighieri stesso tale lo dice, mettendogli in bocca questa eloquente confessione : Issa vegg' io .... il nodo Che il Notaro e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch'i'odo. (Purg. XXIV). Nella scuola di transizione invano vi cercammo il nome di Guittone d' Arezzo del quale l'autore stesso dice a pag. 53: "Chi esprime meglio ancora 1' altalena in cui si trovano i poeti toscani di questo gruppo è Guittone d' Arezzo.,, Adunque perchè non metterlo nel primo posto vicino a Pannuccio dal Bagno? — Da un lato rozzo e prosaico, dall'altro elegante all' eccesso coi suoi inni di genere politico, religioso ed amoroso, Guittone è il vero simbolo dell' incertezza e bramosia di tentare vie nuove, è il precursore lontano di 'quell'aurea età che vide sorgere l'astro più luminoso della nostra letteratura. Dei pari al terzo gruppo popolare noi ascriveremmo anche Folgore da S. Gemiuiano e Pucciarello da Firenze, poeti popolari per eccellenza. Con Guittone di cui parla diffusamente 1' autore esaurisce il suo compito, veramente dettato da lungo studio e grande amore. Il suo stilo c piano, semplice e forbito senza essere disadorno, chè anzi di tratto in tratto in qualche descrizione ti rapisce, come ti affascina la prosa veramente poetica del Carducci. Gli esempi di composizioni poetiche da lui esposti mostrano il tatto di saper scegliere le dizioni più corrette, come le frequenti e copiose citazioni, la estesa e profonda cognizione della materia. 11 soggetto però apparisce troppo vasto per esser capito nelle 58 pagine di un opuscolo; e ben 1' autore lo comprese promettendo un lavoro più esteso sullo stesso argomento qualificando per "abbozzo, il libretto in discorso. Di tale abbozzo siamo soddisfatti perchè vi rileviamo i tratti decisi e maestri, i contorni e profili ben definiti : qualche leggera menda, se pur tale si può chiamare, scomparirà nel quadro compito che si ripromette di riescile quale lo desidera la critica forse troppo.....esigente dei nostri tempi. E. L. Il libro rosso «li (»ililictta di Regina Laudi — Trieste tip. Appolonio e Caprili 1875. E questo, cortesi lettori, il titolo di un bel li-bricciuolo uscito di fresco a Trieste ad opera di una gentile triestina. — Fino a pochi giorni fà non conosceva nè il nome della egregia autrice nò il titolo del libro: gli è perciò che mi p si a leggerlo ignaro di tutto che potesse esserne stato parlato, ergo senza buone o cattive prevenzioni. Ma già le prime pagine che scorsi, se volete, anche un po' sbadatamente, mi fecero capire come non si trattasse di una raccolta di poesie ad uso dei fanciulli, quali se ne vedono tante e nei libri di lettura ed in fondo alle grammatiche; poesie le quali quand' anche possano dirsi incensurabili dal lato della forma s'aggirano pur sempre sui soliti argomenti: l'augurio al pappa pel capo d'anno, alla mamina per il giorno del suo nome, al nonno, alla nonna, agli zii. alle zie, col lusso fors' anco della terza generazione. E le poesie stesse mancano il più delle volte di quella spontaneità e chiarezza che, bella e m cessaria dovunque, riesce però ess«nziale quando si scriva per bambini. Rifeci perciò la strada, e mi dovetti nuovamente persuadere come fosse di ben altro genere il libro della signorina Laudi,la quale omettendo del tutto gli augurii ed i salamelecchi, si studiò, riuscendovi a mio credere mirabilmente, di insegnare ai fanciulli in bellissimi versi, precetti di morale, regole di creanza, di sviluppare i pensieri e gli affetti. Mi fo lecito ancora quattro parole di critica, quando vogliate ascoltarle.: Il libro della signorina Laudi è libro di diletto e d'istruzione morale ed intellettuale per bambini e fanciulli, libro che ogni buona mamma dovrebbe far leggere ai suoi figlioletti, e che dovrebbe figurare al paro e più forse ancora del " Fior di memoria, di Cantù e di altri libri lodevolissimi di tal genere, nella piccola biblioteca di casa. Gli argomenti trattati dall'autrice, sono, per quanto io ini sappia, per la massima parte originali, molti ve ne sono di vecchi, ma esposti sotto una forma tanto bella, tanto attraente, e, quello che è più, tanto persuasiva, che concedete volentieri il merito della novità alla graziosità della esposizione. E sarebbe ingiustizia il non parlare che di questi meriti della gentile autrice: la spontaneità del verso e della prosa, la facilità della locuzione, la naturalezza che adorna ogni più comune concetto, sono pregi che si riscontrano a profusione nella graziosa e gentile operetta, e devono essere ricordati come tali che possano servire d'esempio non soltanto ai bambini per cui fu scritta, ma anche per molti attempati, che molto sovente son soliti di cercare l'effetto in gran parte nella pienezza e turgidità della locuzione. Se volassi parlarvi della facilità del dialogo, della grazia delle espressioni, di certi tocchi maestri che ci dipingano nettamente il fanciullo ed il ragazzo, a-vrei troppa materia a svolgere e dovrei ricorrere a citazioni ed a confronti. — Ciò non ho in mente: nè a ciò d'altronde avrei forze sufficienti. Mi limito a deplorare la prematura morte della egregia autrice, che avea troppo buone disposizioni per 11011 progredire sempre più nell'arte da lei prescelta, e v' invito a persuadetene voi stessi. C. E. K. Illustrazione dell' anniversario (Trasunto del Libro Consigli FF, esistente nell'Archivio Municipale). Afflita la Dominante per la morte del Serenissimo Doge Domenico Contarini rinvenni al suo dolore la pace, col chiamare dell' Imperio alla successione il Cav., e Proc. Nicolò Sagredo, che dichiarato da felicissime sorti Serenissimo li 7. Febraro 1674. M. V. decretò l'Eccell. Senato di solennizzare promotione così gloriosa, coli'intervento delle sudite acclamationi, per dimostrar forse, quanto al Principe sia delizioso il conversar da vicino co'suoi Vassalli, e figli; onde partecipata con speciosi caratteri l'Assonzione al Trono Ducale, chiamò con reggio invito alle publiche allegrezze fra le altre suddite principali Città, sola nella Provincia tutta la sua fedelissima Capodistria con le seguenti sviscerate espressioni. Nicolaus Sagredo dux venetìarum Nobili, et Sap. Viro Laurentio Donato de suo Mandato Pot., et Cap. Justinopolis fideli dilecto salutem, et dilectionis affectuin. La grave perdita che ha con molta afflit» \ tione risentita il Senato nella morte del Ser. Principe Domenico Contarini ha voluto il Signor Dio compensarci con la gratia molto speciosa della destinatione in Capo Supremo della Bepublica Nostra della (Persona degnissima del Serenissimo Nicolò Sagredo Cav. Proc., qualificato................ . . . Vi resta dunque significata con le presenti tali' eletione, perchè comunicata da Voi a codesti amatissimi Popoli, venghino a partecipare del nostro sommo contento che si accertiamo riuscirà pari nei loro animi sempre sviscerati e divoti verso la Signoria Nostra. Dat. in Nostro Ducali Palatio die 7 Februarii Ind. XIII. 1674. Lodovico Franceschi segr. (Segue la Parte presa in Consiglio li 16 Aprile 1675 con la quale furono eletti Ambasciatori li Sigg. Dottori Olimpo Gavardo, ed Orazio Fino ) Nicolaus Sagredo dux venet. etc. Resta aggradita dal Senato la divota, et affettuosa rimostranza di cotesta Città nell'eletione da essa fatta dei due Ambasciatori, che intendemo dalle vostre Littere due del corrente; Però potrete consegnarle le solite credentiali, acciò eseguiscano l'incombenza addossatali. Dat. in N. Due. Pai. die 9. Maii Ind. XIII 1675. Antonio Grattariol segr. Arrivati in Venezia alli 9 d'Agosto dichiararono la loro Puhlica Rappresentanza, e fecero porre sopra la Porta della Riva di Casa il solito Scudo ben grande, ed ovato con l'Arma di Sua Sen nità tenuta dal Leone fra l'unghie di sopra, ed al disotto quella della Città, e quelle d'essi Sigg. Ambasciatori l'una per parte; situato era il loro Palazzo con nobile prospetta sopra il Canal Grande con Gondole a due Remi alla riva. Li Gentiluomini Camerate erano li Sigg. Gio. Antonio Bruti, e Pietro Gavardo, Almerigotto Al-merigotti, Dottor Andrea Tarsia,Dottor Pietro Vittori, Dottor Agostin Vida, Dottor Bortolo Petronio, Zuanne Vej'zi, Capitan Marco Bruti. Co: Marc'Antonio Borisi, M. Dottor Dionisio Gravisi, Zuanne Malizino Dottor Francesco Petronio, Co : Francesco Borisi, Dottor Mattio Barbabianca, Dottor Bortolo Manzioli, Conte Francesco Sabini, Francesco del Tacco, Francesco Grifoni, e Niccolò del Tacco tutti partiti da Capodistria a tal'effetto ; Il Sig. Niccolò Spelati da Pordenone, il Sig. Ottavio, e Dottor Antonio Fratelli del Bello da Padova, et il Sig. Kav. Giulio Cesare Beatiano pur Cittadino Nobile di questo Cons., che ha il suo Domicilio in Venezia. Li due Capellani furono li Sigg. Don Santo Gri-soni Canonico, e Giacomo Contarini......... . . . Cinque furono in numero li Paggi d'età d'Anni dieci, sino li dodici, cioè li Sigg. Alessandro Verzi Figlio del Sig. Zuanne, Pietro Borisi Figlio del Sig. Marc'Antonio, Francesco Gravisi Figlio del Dottor Dionisio, Cesare Barbabianca Figlio del Sig. Mario, e Zuanne Tarsia Figlio del signor Dottor Andrea. Nel giorno stesso fu dal Sign. Governator Antonio Bruti in nome de Sigg. Ambasciatori partecipato a Sua Serenità il loro arrivo, e spiegata l'ardenza che nodrivano d'umiliarsi personalmente alla Serenità Sua, che con Maestoso tratto di affabilità, e gentilezza le prefìsse l'audienza privata fra le diecinove, e le venti di quel giorno ; onde presi seco all' ora assegnata sei Gentiluomini, di Corteggio, due Camerieri, e due staffieri con livrea de Gentiluomini, serviti da due Gondole, sbarcarono alla Riva del Serenissimo, e halite le scale furono ricevuti, e preceduti dai Scudieri fino alla Camera di Sua Serenità, nella quale levata immediate la Portiera, s'introdussero essi soli, incontrati fino a mezza la Camera dal Serenissimo, in Abito cremesino, ove con Portiera calata espressero il Voto della Patria, ed il loro arrivo all'effettuatione dell'ambasciata in occasione della quale divotamente invocavano il suo Serenisimo Nome. L'accoglierli, il farli coprire, il sentirli in piedi ed il risponderle, fu un delicatissimo misto della più cordial tenerezza, indubitato preludio di felice riuscita ; dopo di che humiliatisi presero con auspicio così gratioso licenza, ed uscendo dalla Camera si vidde il Serenissimo giolito al sito ove li aveva accolti di prima.................. . . .Nell'ora destinata s'incaminarono fuori della Porta maggiore della Chiesa di S. Salvadore per av-vanzarsi giù per la Marziaria al Oolleggio. Precedevano due Trombetti con livrea de Sigg. Ambasciatori, indi seguivano quattordici Staffieri de Gentiluomini con vaghe, e diverse livree; s'univano poi dodici Staffieri con livrea de Sigg. Ambasciatori, ed appresso andavano seguendo dieciotto Camerieri con abiti neri di seta, dietro a' quali caminavano li quattro Paggi col seguito d'altro Giovinetto della loro età in abito nero in qualità di Coppiere, e poi li due Cappellani. Gì adita al segno maggiore dagl'Eoe. Senatori quella comparsa meritò dalla voce del Signor Cav. Alvise Sagredo, che fosse vanità l'andar mendicare dalla Francia bizzaria di divise, mentre dalla città di Capodistria se ne poteva ricevere il più ben inteso esemplare. Furono graziati li Sigg. Ambasciatori, e Gentiluomini in così solenne fontione della mano dritta dalla bontà degl' Ecc. Senatori, onde proseguendo l'inca-minamento, era tale la disposizione. Il Sig. Ambasciatore Olimpo Gavardo con l'Ecc. Sig. Gio: Francesco Sagredo Fratello del Serenissimo. Il Sig. Ambasciatore Orazio Fino coli'Ecc. Sig Kav. Alvise Sagredo Fratello del Serenissimo. Il Sig. Governatore Antonio Bruti Maggiordomo dell'Ambasciata con l'Ecc. Sig. Alessandro Morosini fu Pod. Cap. Il Sig. Governatore Pietro Gavardo con l'Ecc. Sig. Paolo Loredan fu Podestà Capitano. 11 Sig. Almerigotto Al-merigotti con l'Ecc. Sig. Andrea Corner fu Capitano General. Il Sig. Dottor Pietro Vittori con l'Ecc. Sig. Girolamo Corner fu Podestà e Capitano. Il Sig. dottor Bortolo Petronio con l'Ecc. Sig. Gasparo Soranzo fu Podestà Capitanio. 11 Sig. Dottor Andrea Tarsia con l'Ecc. Sig. Andrea Vallier fu General alle tre Isole. Il Sig. Kav. Giulio Cesare Bea-ziano coll'Ecc. Sig. Steffano Sagredo Fratello del Serenissimo. Il Sig. Nicolò Spelati con l'Ecc. Sig. Almorò Grimani. Il Sig. Dottor Agostin Vida coll'Ecc. Sig. Lu-nardo Marcello fu Capitanio a Raspo. Il Sig. Zuane Versi con l'Ecc. Sig. Bernardo Gradenigo fu Prove-ditor alla Sanità in Istria. Il Sig. Co: Marc'Antonio Borisi coll'Ecc. Sig. Anzolo Zusto fu Podestà Capitanio. Il Sig. Capitan Marco Bruti con l'Ecc. Sig. Andrea Erizzo fu Podestà, e Capitanio. Il Sig. Ottavio del Bello con l'Ecc. Sig. Pietro Barbarigo. Il Sig. Dottor Dionisio Gravisi, Secretario dell'Ambasciata coii l'Ecc. Sig. Antonio Querini fu Podestà Capitanio. Il Sig. Zuane Manzin con l'Ecc. Sig. Baldissera Zen fu Capitanio. 11 Sig. Dottor Francesco Petronio con l'Ecc. Sig. Pietro Loredan fu Podestà Capitanio. Il Sig. Conte Francesco Borisi con l'Ecc. Sig. Agostin Barbarigo fu Podestà Capitanio. 11 Sig. Dottor Bortolo Manzioli con l'Ecc. Sig. Girolamo Caottorta fu Podestà Capitanio. Il Sig. Dottor Mattio Barbabianca con l'Ecc. Sig. Anzolo Morosini Podestà eletto. Il Sig. Francesco Grisoni con l'Ecc. Sig. Gio: Mattio Zen. U Sig. Gio: Francesco del Tacco con 1' Ecc. Sig. Antonio Grimani. Il Sig. Co : Francesco Sabini con l'Ecc. Sig. Pietro Giustin Grimani. Il Sig. Nicolò del Tacco con l'Ecc. Sig. Paulo Caottorta. 11 Sig. Dottor Antonio del Bello con l'Ecc. Sig. Alvise Zusto. L'IUustr. Sig. Gio : Batt. Vanassel con l'Ecc. Sig. Giulio Bembo. L' Illustr. Sig. Nicoletto Bembo con 1' Ecc. Sig. Francesco Zusto. Trascorsa la Marzaria riccamente addobbata, si progredì per la Piazza di S. Marco agi' ocelli d'un Mondo di genti, col girare vicino al Broglio, per passare dentro al Palazzo, nel quale salite le scale de' Giganti, giunse il Corteggio tutto alle Porte del Colleggio, dove entrati, previa la più ossequiosa umiliazione, fu recitata dall' Ambasciatore Fini 1 Orazione pubblicata con le Stampe nell' Anno 1680. Le scuole magistrali. — Per provvedere di for ze insegnanti le scuole popolari del Litorale, venne ordinato, con dispaccio ministeriale 10 luglio p. p. N. 7252, che d'ora innanzi, incominciando coli'anno scolastico 1875-76, debba essere a Capodistria il solo Istituto Magistrale maschile pubblico, ed a Gorizia il solo Istituto Magistrale femminile. I cannottieri triestini a Genova. — Fino ad ora, non essendo ancora uscito il promesso supplemento del giornale ufficiale della Ginnastica Triestina, nuli'altro ne sappiamo di positivo tranne che i caunottieri presero parte, dietro il cortese invito, a quella gara nazionale effettuata ai 25 del mese testé decorso; che riportarono tre bandiere; e che furono fatti segno a particolari dimostrazioni di simpatia. Nel prossimo numero speriamo di poterne parlare p ù a lungo. La prima esposizione stenografica italiana a Roma. — Tra le undici Società che vi prendono parte c' è anche V Unione stenografica triestina, ed il presidente dell' esposizione sarà il giovane avvocato Luciano Mor-purgo di Trieste. S. E. il siguor Ministro della pubblica istruzione ha conceduto a tale liso i locali del r. Museo d'istruzione. Comincerà 1' esposizione ai 15 di ottobre p. v. e durerà 8 giorni: consta di sette sezioni, cioè: insegnamento, pratica, periodici, storia e statistica, opere in caratteri stenografici, atti e documenti, varietà. Al 31 agosto corr. spira il tempo utile per chiedere spazii di tavolo o di parete, e al primo di ottobre per l'invio degli oggetti ; e quelli insinuati o pervenuti dopo i termini sopraindicati, verranno esposti solo in caso di spazio ancora disponibile, ma non potranno concorrere ad alcun premio. Vi saranno i seguenti premii: 3 grandi diplomi d'onore, 15 diplomi di merito e 30 menzioni onorevoli ; ed un membro di ciascuna delle undici società costituirà il Giurì. La società operaia di Jiovigno prospera: a tenore del secondo bilancio (30 giugno 187tre —31 maggio 187ciuque) la sua sostanza somma a fior. 1856.77, ed i sussidii durante questo periodo sociale ammontarono a fiorini 2084.20. Le auguriamo sempre maggiore incremento. L'ottavo congresso generale della Società Agraria si raccoglierà nei giorni 6 e 7 settembre p. v. (lunedì e martedì tra due feste) a Montona. I telegrammi, dal 1.° corrente in poi, possono essere spediti dai privati anche in cifra, tanto per l'interno quanto per l'estero. Bollettino statistico municipale di luglio. Anagrafe. Nati (battezzati) 25 ; maschi 15 ; femmine 10. — Trapassati 24; maschi 10 (dei quali 5 carcerati) ; femmine 4, fanciulli 6, fanciulle 4 ; — Matrimonii nessuno. Polizia. Arresti per schiamazzi notturni 4; per vagabondaggio e questua 1. — Denunzie per apertura d' osteria oltre 1' ora prescritta 2 ; per furto 2; per furto campestre 2; per insulti 1; per schiamazzi notturni 5; per violenza 1; per maliziosi danni ad alberi ornamentali 1; per manomissione d'acqua di uso pubblico 7; per ferimento 2; per guasti arrecati alle campagne dai soldati del presidio 1 ; per fabbrica senza permesso 1; in linea sanitaria 8. — Multe per contravvenzione di caccia 2; per) metodo abusivo di pesca 2. — Sfrattati 20. — Usciti dall' i. r. Carcere 15, dei quali 4 istriani, 1 triestino, 5 dalmati, 2 trentini, 1 carniolico, 2 regnicoli. Permessi ili fabbrica 13 — Permessi per concerti musicali 1. — Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti 14 — per Em. 397. - Prezzo al boccale soldi 52. Cerficati per spedizione di vino 70, — Emeri 142 hoc. 15; — di pesce salato 10.—barili 44, ti. 3498 (pesolordo); — (li olio 15, recipienti33, ti. 8119 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 68 del peso di ti. 25977, con ti. 2237 di sego — Vacche 10 del peso di ti. 2829 con ti. 246 di sego — Vitelli 48 - Castrati 196. _ Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazione come segue : Cormons. Lorenzo Seller (III trim. 75) — Di-gnano. Giovanili Vidali (II, III trim. 75) — Fogliano. Harbarina nob. Porcia Cosolo (I, II, III trim. 75) — Genova. Luigi Damiani (III trim. 75) — Milano. Avv. Giorgio cav. de Baseggio (III, IV trim. 75); D.r Andrea Marsich (II trim. 75); Prof. Giovanni Riosa (idem) - Maggia. Antonio Negri (I, II, III trim. 75). Trieste. Pietro de Almerigotti (IV trim. 74 e I, II, III 75); D.r Ilario Baxa (I, II, III trim. 75); Agostino Bencicli (li trim. 75); Annetta Depase (II, III, trim. 75); Luigi Giaschi (I, II, IH trim. 75); Dr. Federico de Verneda (I, II, III trim. 75). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FBA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprendèrà il Piroscafo celere ad elice EGIDA, Incominciando col giorno 1. Agosto 1875 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) inseguente: ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. 1 n «/* » » » v » lyJ » » » » „ 5 po«1- Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » » „ 12 mer. » « » „ „ tì'/apom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. 101/' » « » » n 2 » „ „ 7 pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » » » » 12 mer. » » »'/«pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. Nb. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, 28 Luglio 1875. _L' Impresa.