Sabato )S50 n m. U. 103 la nostra lotta RIO IS TRI ANO . DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE Riva Castelleone 2 — CAPODISTRIA, telet 170 LMJJi>»«l;fT>M7TE^TO?oraitq 7LI uui i/v^arjrrar- le traccerà i compiti per il 1950 Spetta ai lavoratori democratici dei campi e delle fabbriche di portarli a termine ABBONAMENTI. Zona B e Jugoslavia anno: Dm. 180. semestre Din. 90 trimestre Din 50 7 n a anno L. 1400, semêstre L. 740, trimestre L 380 trimestre Din. 50. - Zona A: ______ ___________________ trimestre u. á«o Spedizione in abbonamento postale LA SCUOLA ITALIANA nel Circondario DENARI 3, — URE 15. I Conto con. nella Banca Isíriana Le scuole italiane nella zona Ju-goslava del TLT si sopo sviluppate anche nello scorso anno in piena libertá e in condizioni materiali assai favorevoli. II Potere Popolare, che ha fatto tutto per la popo-lazione italiana di questa zona non ha risparmiato né fatiche né mezzi finanziari per tenere le scuole italiane a quel livello di cultura che devono avere istituzioni cosí im-portanti per la cultura popolare. La cura che il Potere Popolare dimostra per le scuole italiane nel circondario istriano, a prescindere dalla multiforme assistenza mate-riale, si esprime nel fatto che le autoritá scolastiche si adoperano ad adeguare l’arretrata e superata con-cezione della missione cultúrale della scuo'a italiana e particolar-mente dei suoi insegnanti con le esigenze della realtá e del pensiero progressivo, che oggi avanza vitto-rioso in tutto il mondo. Bisogna sottolineare che il Potere Popolare ed i suoi organi scolastici nella zona Jugoslava del TLT incontrano in alcuni insegnanti italiani poca comprensione nel loro disinteres-sato lavoro svolto per il progres-so e a fioritura delle scuole italiane, ció che costituisce un freno appunto a questo progresso ed a questa fioritoura. Senza la buona volontá e la collaborazione onesta e sincera di tutti gli insegnanti italiani, piu d’un provvedimento del Potere Popolare destinato al mi-glio; amento di queste scuole non trova la sua piena applicazione appunto perché tentano di sabotarlo'' proprio coloro che insieme con gli altri dovrebbero realizzarlo, oppure 10 mettono in pratica iri modo tale che il suo contenuto si trasforma in un formalismo. Questi elementi, che portano oggi davanti a’ popolo italiano la responsabilitá dell’edu-cazione della gioventü italiana, dovrebbero pensare che tale loro comportamento non rappresenta al-tro che un grande danno per la scuola italiana, verso la quale essi talvolta assumono una posizione completamente errata in quanto la scüola italiana nella zona B non ha bisogno di difesa, bensl di insegnanti onesti, leali e fedeli al popolo. Queste mancanze si riscon-trano presso taluni insegnanti italiani del Capodistriano, mentre nel Buiese si nota una svolta sulla strada del pensiero e dell’attivitá progressivi. Ció presso gli insegnanti elcmentari che incomincia-non a ve dere quali sono le forze che forgiano all’umanitá un avve-nire migliore. Entrando p. es. nella scuola media di Capodistria, si riceve la sen-sazione di ritornare riel lontano passato, in un mondo fossilizzato, che ra piü di museo che non di vita. Bello é lo studio del passato, ma la vita si sviduppa rápidamente e la gioventü dev’essere educata nello spirito di questo svi-luppo, alimentata del contenuto della vita nuova che il popolo si crea, spinta nell’avvenire e non intral-ciata dal passato. 11 popolo é la forza irresistibile, giovane, che ha davanti a se l’avve-nire, malgrado tutte le illusioni del capitalismo conservatore ed po-pressore di potergli sbarrare il cammino. Quando questo popolo, com’ é il caso qui da noi, ha il potere nelle proprie mani, non puó permettere che i suoi figli conti-nuino a crescere nello spirito di fedeltá agli oppressori da esso spó-destati del potere. Chi alimenterá queste tendenze conservatrici e reazionarie nella scuola italiana della zona B, se non agenzie esterne alia zona stes-sa, dal momento che da noi i ne-mic¡ del popolo riescono ad agire solo fin tanto che sanno mascherare bene le proprie macchinazioni? E’ per questo che il «Giornale di Trieste» e compari organi dei nemici del popolo lavoratare tutto, dipingono a tinte fosche e presentano con termini allarmanti la situazione della scuola italiana nella zona B. Parlano nieritemeno che di snazio-nalizzazione della gioventü scola-stica italiana! Non occorre molta perspicacia per vedere tutta la ma-lafede di queste affermazioni. Quel-lo che dispiace a questi signori é la democratizzazione della scuola che il popolo attua in zona B. Come si puó parlare' di snazionalizza-zione quando il sistema scolastico italiano ó rimasto quasi intatto, gli insegnanti al loro posto, mentre i libri di testo vengono acquistati a Trieste ed in Italia, gli alunni ven-gorc sistemati in belle case dello studente o trasportati con le auto-corriere? Fá farse altrettanto il go-verno «democrático» italiano nei riguardi delle scuole slovene nel goriziano o il «democrático» G. M. A. a Trieste. Lasciamo parlare alie cifre? Nella zona Jugoslava del TLT gli italiani han.no il ginnasio Liceo clas- sico a Capodistria e quello scien-tifico a Pirano, sei scuole medie professionali inferiori nelle citta-dine costiere ed a Buie. Queste scuole sono frequentate da 849 alunni mentre i professori sono 91. Ognuno puó con un piccolo calcólo vedere quanti alunni ha in media ogni professore. Alcune scuole medie professionali hanno 29—30 alunni ,ma per questo a nessuno viene in mente di chiuderle, ció che per le scuole slovene, che a Gorizia ed a Trieste si trovassero nelle stesse condizioni, sarebbe giá avvenuto da un pezzo. Abbiamo addirittura nelle scuole medie superiori ed inferiori delle clasgi con 5—6 oppure 3ue — tre alunni. II Potere Popolare non ha ancora soppresso queste classi, né intende sopprimerle. Le scuole elementari sono in numero di 28, con 130 classi frequentate da 3384 allunni. Gli insegnanti sono 139, vale a dire meno di 25 alunni per insegnante. Una scuola elementare conta solo nove alunni e nessuno l’há chiusa né intende chiuderla. A Trieste ben 22 classi slovene sono state soppresse, pur contando piü di 10 alunni. Loro si dicono democratioi, chia-mano noi snazionalizzatori, sciovi-nisti, terroristi e chi piü ne ha piü ne metta. I fatti parlano. La IX sessione del Comitato Popolare Nei giiorni 15 e 16 gennaio cor si svolgerá, cno inizio alie ore 9 la IX sessione ordinaria del Comitato Popolare Circondariale del-l’Istria nei locali del Teatro a Ca-podistria. Con il seguente ordine del Gior-no: 1. Apertura della sessione, elezio-ne della presidenza di lavoro e dei verificatori del verbale; 2. Relazione della commisione per la verifica dei mandati; 3. Relazione dei verificatori del verbale delTVIII. sessione; 4. Relazione dei Comitato Esecu-tivo del CPC/; 5. Discussioni su tali relazioni; 6. Proposta del bilancio preventivo finanziario per l’anno 1950; 7. Discussione sui preventivo finanziario; 8. Accettazione del programma económico per l’anno 1950; 9. Approvazione delle ordinanze emanate; 10. Proposte di nuovi decreti; 11. Elezione, risp. conferma della coopzione di nuovi membri del Comitato Esecutivo del CPCjl; 12. Varié SEI OPERAI UCCISl A MODENA DAGLI SBIRRI DI SCELBA ANCORA SANGUE PROLETARIO BAGNA LE PIAZZE D' IT ALIA Dimissioncmo il governo De Gasperi - Scioperi di protesta in tutto il paese Commenti internazionali - Enorme folla presente ai funerali delle vittime ROMA — Mentre si svolgeveno i funerali dei sei opera i uccisi nel corso degli incidenti di ieri l’altro, il Consiglio dei ministri esaminava a Roma la situazione derivante da questi tragici avvenimenti di cul non si puo ancora prevedere tutte le conseguenze sul piano politico e sociale. E’ certo che il massacro di Modena ha fatto una profonda impressione non solo sulle masse lavoratrici ma pure nei circoli po-litici moderati dove si deplora a dire il vero che i rappresentanti delTordine non dispongono di altri mezzi che dei loro mitra per tener a bada i manifestanti. E’ certo che gli incidenti di Modena, che fanno seguito a degli incidenti dello stes-so tipo benche molto meno gravi in Calabria e nelle Puglie, costi-tuiscono per i partiti delTestrema sinistra un argomento molto solido contro il Governo dominato dai de- mocristiani e soprattutto contro il ministro agli interni Mario Scelba considerato come il nemico numero uno da parte dei social-comunisti italiani. Circa 200 parlamentari dell’estre-ma sinistra tengono attualmente a Modena una specie di consiglio di guerra straordinario con la parte-cipazione dei membri del Comitato I FUNERALI DELLE VITTIME MODENA — Alla presenza di circa 40 milla persone harino avuto luogo oggi i funerali delle sei vittime degli ipcidenti avvenuti lu-nedi a Modena. Giá alie prime ore della mattinata le arterie centrali della cittá erano nereggianti di folia che si riversava davanti al pa-lazzo dej musei dove era stata eret-ta la cappella ardente. Quindi é formato il corteo. Le sei bare sono state traspórtate dagli operai in abiti di lavoro e seguite dalle fa-miglie che precedevano le autoritá della cittá composte dal siridaco, dal consiglio comunale e dalle autoritá sindacali alia testa delle quali si trovava il segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio. Nel corteo erano puré presentí 170 parlamentari. Fra loro si potevano riconoscere tra gli altri Togliatti e Secchia; Rispettivamente segretario e vicesegretario del partito comunista italiano. Una folla imponente, composta soprattutto da operai, seguiva quindi il corteo su una lunghezza di circa 4 chilometri mentre numeróse persone ammas-sate sul marciapiedi hanno assistitto al passaggio del corteo che pren-deva la direzione del cimitero do-ve dei discorsi sono stati pronun-cisti da varié personalitá. esecutivo della Confederazione Generale del Lavoro e dei dirigenti delle varié organizzazioni centrali la provincia di Roma in seguito operaie. I manifesti del partito comunista proclamano che non si tratta di una semplice dimostrazione di so-lidarietá verso le vittime della re-azione ma di un’imziativa tendente a sottolineare che «il massacro» di Modena costituisce per la sua ecce-zionale gravita un evento cruciale che abbraccia tutta la vita della Nazione. Si prevede dunque in particolare una vasta azione di propaganda in tutto il paese a mezzo della stam-pa ed inumerose riunioni politi-che. Nel frattempo continuano i movimenti di sciopero. Nel pomeriggio i lavoratori delle fabbriche romane hanno sospeso in maggior parte il lavoro seguendo la parola d’ordine delle organizzazioni sindacali social-comuniste. Gli autobus ed i tramways sono rima-sti immobilizzati per diverse ore. LO SCIOPERO A ROMA I VITTORIA DEL LAVORO AI CANTIERI PIRANESI costitiite undici brigate Anche al cantiere di Pirano si. è proceduto alla costituzione delle brigate di lavoro per dare alla organizzazione generale della pro-duzione quelle caratteristica e quella forma che già porta nella nuova Jugoslavia la classe operaia alie più alte vette delta produ-zione socialista. In occasione di questa riorganiz-zazione abbiamo voluto portarci a Pirano per visitare il collettivo di lavoro. Appena entrati all’interno del cantiere, abbiamo notato delle grandi sCritte inneggianti all’au-mento . della produzione ed aile brigate di lavoro. Il segretario della filiale sindacale ed il vice diret-tore ci accolgono calorosamente e ci guidano nella visita ai vari reparti del cantiere. Abbiamo potuto cosí parlare con singoli operai i quali tutti hanno espresso parole di entusiasmo per nuovi metodi di lavoro in brigate. L’operaio Aprili Bruno di-chiaró che certamente ed in breve si avraimo ottimi risultati aggiun-gendo che la sua affermazione è awalorata dall’âumento nella pro- duzione che egli stesso ha consta-tato nella sha brigata. - Anche le altre brigate hanno re-gistrato dei superbi aumenti nella produzione che confermano la su-perioritá del nuovo sistema. Diamo qui di seguito alcuni dati molto eloquenti: La terza brigata, guidata dal compagno Jelicic Pietro, ha supe-rato la norma del 64 p. c. nella prima giornata, mentre nella se-conda la brigata ha raggiunto il 248 p. c. in piü della norma di lavoro. La seconda brigata, guidata dal comp. Rossetti Italo, del reparto braccianti, ha superato la norma del 173 p. c. La terza brigata, guidata del comp. Radin Giuseppe, carpentlere e lavoratore d’assalto, ha superato la norma del 101 p. c. La brigata del comp. Trani Antonio, due volte lavoratore d’assalto, ha anche superato la norma previstá e per di piü si distingue dalle altre brigate per la disciplina, l’attaccamento al lavoro e per l’entusiasmo veramente socialista. In totale ai Cantieri di Pirano sono state eostituite 11 brigate che abbracciano tutti i reparti di lavoro. Ogni brigata é costituita dai 10 ai 12 elementi. Come conclusione della breve visita a questi bravi operai costrut-tori del socialismo, possiamo veramente essere orgogliosi del come la nostra classe lavoratrice si é decisamente posta su quella strada che apre nuovi e luminosi oriz-zonti al popolo del Circondario istriano. Per la maternifá e Tínfanzía Nel quadro delle manifestazioni della settimana della madre e del bambino, alia quali hanno parteci-pato tutte le donne lavoratrici con i loro figli, si é pure proceduto all’apertura del ristorante per i ragazzi. Ivi i figli dei lavoratori, stolari, študenti ecc. possono rice-vere cibarie ad un prezzo minimo e trascorreré le ore di svago dedicándole alio studio ed ai giochi. ROMA — Lo sciopero generale di quattro ore proclamato oggi nel-ai sanguinosi incidenti di Modena é stato osservato quasi esclusiva-mente dagli operai negli stabili-menti industrian e dagli addetti al servizio dei trasporti. Nella capitale, dove lo sciopero è stato sen-sibile soprattutto per gli utenti dei trams e degli autobus, la giornata é stata contrassegnata da una grande manifestazione in «Piazza del Popolo» alia quale hanno preso parte qualche decine di migliaia di persone. Dai vari settori della cittá i manifestanti precedent! dalle ban-diere rosse ornate in gran parte con la falce e il martello, si erano recati in corteo verso il luogo stabil ito per il comizio. Dei vibranti discorsi contro il Governo sorio stati pronunciati dal senatore comunista d’Onofrio e dal deputato socialista maggioritario Lizzadri, segretario della Camera del Lavoro di Roma. Nel quartiere della casa del popolo i negozi avevano abbassato le saracinesche all’inizio della manifestazione. Le autoritá incaricate dal mantenimento del-l’ordine avevano preso importanti misure di sicurezza. Numerosi di-staccamenti di agenti e carabinieri incanalavano i manifestanti mentre numeróse «jeeps» ed autocarri carichi di agenti erano stati concentrad nei pressi. La manifestazione si é svolta senza incidenti. In mezzo a questa incandescente situazione, De Gasperi si é intanto deciso a varare la crisi. AI termine della seduta pomeridiana del Consiglio dei Ministri durante la duale è stato approvato lo schema de di stati di previsione dei Ministen per l’esercizio 1950-51, pre-sentato dal Ministro Pella, i Ministri hanno infatti messo a disposi-z'one del Presidente del Consiglio i loro portafogli. L’on. De Gasperi si recherá domattina al Quirinale per rassegnare nelle mani de! Presidente della Repubblica le dimiss'ioni del Cabinet!o. Quindi la macchina delle consoltazioni entrerá in fen-zione se ondo la prassi cbstituziona. !e, che prevede la consultazione da parte dei Capo deilo Stato di tutti i precedenti Presidenti dei Consiglio. L’apertlra della cris'i nel clima in cui vive l’Itaha in questi giorni rappresenta un nuovo rischio, di fronte alla vivace azione delle sinistre, che hanno in pugno, corne raramente 1 hanno avuta la piazza. Commenti Polacchi VARSAVIA — Sotto al titolo «Massacro di sangue a Modena», il «Zycie Warszawy» ed altri giornali polacchi annunciano l’uccisione dei sei operai a Modena da parte della polizia. Il giornale «Rzezpospolita» scrive che il massacro ha assun'to «ia forma di una provocazione senza precedenti nella storia d’Italia». La «Tribuna Ludu» informa che «una nuova ondata di scioperi in Italia sarà la risposta al bestiale attacco della polizia». Il «Zycie Warszawy» scrive che i fatti di Modena possono essere considerati corne l’ultimo successo di Truman il quale nel suo messag-gio di capodanno ha dichiarato al congresso che gli Stati Uniti con-tinueranno a sostenere i governi «rappresentativi» in Europa. Il Governo «democristiano» italiano che ha vinto nelle elezioni grazie al-T°ro americano ha ordinato alla polizia di aprire il fuoco sugli opérai che protestavano contro la ehiusura delle officine «Maserati», il che significa l’eliminazione dal mercato di concorrenti agli indu-striali americani. Il sangue degli operai versatô a Modena sta eüo-quentemente a testimoniare cosa significa la «ricostruzione ecôno-mica europea di Marshall» ed a cosa essa mira. L’AGRICOLTURA NEL CIRCONDARIO ISTRIANO La nostra agricoltura è stata molto trascurata negli ultimi decenm, sopratutto durante la dominazione dellTtalia fascista, quando non è stata mai praticata una vantaggiosa política agraria rispondente alle particolari condizioni climatico-at-mosferiche e geologiche. Basti ri-cordare la «battaglia del grano» che ha imposto le colture delle grana glie in danno di altre, molto piü razionali, vantaggiose e confacenti per le nostre condizioni. Le colture tipiche, come la vitico,ltura e la frutticoltura, vivacchiavano, se non morivano addirittura, di fronte alia concorrenza di prodotti eguali delle regioni italiane, ottenuti a condizioni migliori. La bassa rendita agraria rendeva impossibile, spe-cialmente nelle Zone interne, son solo il progresso, ma anche una normale economia agrícola. Le piü importanti colture del circondario istriano sono la viticoltura e la frutticoltura. Quanto alia prima; la nostra vite dá un ottimó vino, contenente zucchero ed acido in giuste proporzioni. II gusto del Vino è ottimo, la gradazione normale va dai 10 ai 12 gradi, alcuni vini raggiungono addirittura i 14 gradi di alcool. Sono coltivate circa 20 milioni di viti, che danno circa 170 mila ettolitri di vino all’anno. La cohcorrenza dei vini italiani ha causato gravi danni all’eeonomia delle zone aventi per base la viticoltura. In questi ultimi due anni furono fatti i primi pass.i per l’introduzione delle migliori specie di vite, per la tipizzazione del vino, per la modernizzazione delle cantine ed in genere dell’in-dustria cantiniera. Nel possedimento statale Celega è stata aumentata l’estensione di terra adibita ai vi-vai di viti, mnetre a Capodistria ed Umago ha avuto inizio la co-struzione di due moderne cantine con una capacité di 20 mila ettolitri. La nostra frutticoltura cura parti-colarmente la produzione delle ei-lieg§, che prima della guerra mondiale 1914—18 erano esportate fino a Praga, Vienna e Leningrado, ol-tre alle pesche, alle pere, alie fra-gole, alle noci, ed alie noccioline, ecc. I prodotti ortofrutticoli del-l’Istria sono conosciuti in tutti i mercati vicini e lontani, perció il Potere Popolare tutto tenta e fa per elevare la produzione e portare la frutticoltura su basi moderne, mirando, anzitutto ad ottenere Ja dovüta cura delle piante da frutto ed un assortimento della migliori qualita. Si é principiato intanto ad orga-nizzare la produzione delle piante suddette, e si é disposto per la pro-tezione, in genere, delle piante esi-stenti, I frutteti del Circondario sono stati irrorati nello scorso invernó, con i mezzi di prevenzione contro le malattie e contro le in-vasioni degli insetti, nella misura del 65 p. c. Particolare cura é stata dedicata agli oliveti, perche nella nostra economía, l’olivo riveste un ruolo molto importante. Vent’anni fá l’Istria era rinomata in questo settore, senonché il grande freddo del 1929, del 1931 e in parte anche del 1946, ha colpito sensibilmente tale industria agricola. La coltivazione degli ortaggi e particolarmente intensiva nella fascia costiera, dove i prodotti si al-ternano piu volte all’anno. U circondario produce patate, pomodori, piselli, fagioli, spinaci, cipolle, ca-volfiori, cavoli-cappuccio, verze, zucchette ed altri ortaggi. Alcuni sono molto richiesti perchž matu-rano presto, sopratutto le patate ed i piselli. Purtroppo, non e stata mai ottenuta una soddisfacente meccanizzazione della nostra agri- coltura, e ció a causa della dipen-denza dal mercato capitalista. Quante ore di lavoro sono neces-sarie, ad esempio, per la sarchia-tura della terra che potrebbe, in-vece, essere fácilmente e in breve fatta con Tuso delle macchine agricole! Il Potere Popolare si sforza inoltre, ottenendo notevoli successi, di aumentare la produttività per ettaro nell’orticoltura, nonchè di estendere la superficie da semina. Questa superficie, l’anno scorso, è stata estesa più dei 20 per cento in confronto dell’anno precedente. Per la meccanizzazione, sono state impórtate varie macchine per un valore compilessivo di circa 10 milioni di dinari. Nelle serre sono state coltivate 250.000 piantine da semina, delle varie specie di verdure; sono state distribuite suffi-cienti quantité di concimi chimici e di prevenzione e repressione delle malattie pórtate dagli insetti, giac-chè l’orticoltura è uno dei settori più importanti nello sviluppo della nostra agricoltura. Il problema della selezione delle sementi e della meccanizzazione, si presenta da noi anche per la produzione dei cereali. Le autorité hanno distribuito grano di prima qualité agli agricoltori che non disponevano di sementi sane e se-lezionate; con ció è stata ümitata nello scorso anno la golpe che l’anno precedente aveva distrutto una buona parte del prodotto. Come giá accennato, si é imposta da noi, specialmente in alcune zone del Buiese, la semina dei cereali, a danno di altre colture piü razionali; oggi, invece, i cereali vengono seminati soltanto nelle zone adatte. Anche la coltivazione dei foraggi ha assunto per noi una grande importanza perché il nostro potere dedica una particolare cura alio sviluppo delVahlevamento del be-stiame, base di una agricoltura pro-gredita, poiché attraverso questo settore si superano parecchie diffi-coltá; si copre il fabisogno di con-cime e si rende indipendente la nostra economia dell’importazione del bestiame. E’ stata proibita la macellazione dei vitelli, é stato in-trodotto un nuovo sistema di li-cenze e di selezionamento dei tori, é stata disposta una giusta distri-buzione di foraggi ed é stato im-portato del bestiame bovino di raz-za. II numero del bestiame bovino ha superato il livello nórmale quasi del 20 per cento. La produzione del latte é aumentata del 30 p. c. Un noteyole progresso é stato raggiunto specialmente nell'allevamen-to dei suini, dove il numero dei capí é talmente auméntate che il (Continuazione in IV pagina) LE LAVORATRICI MIGLIORANO SEMPRE PIU LE LORO CONDIZIONI DI LAVORO L’ „ Arrigoni“ di Isola ed Omago in testa nel toro socialista Ogni reparto in gara per superare la produzione precedente e guadagnarsi la bandierina che viene assegnata ai migliori Alia Arrigoni di Isola é stata assegnata la bandierina transitoria alia brigata n.o 1 della sala fi-letti. Questa brigata ha superato tutte le altre segnando il 3 p. c. in piü della norma. La brigata é composta dalle se-guenti operaie che per prime si sono aggiudicate l’ambito onore di venire in possesso di quella ban-diera che nella nostra societá del lavora é il segno piü alto di ri-conoscimento: Dagri Rosalía, Ber-nardi Elvira, Crevatin Sofia, Gan-dusio-Musizza Vittoria, Crevatin María, Grisonich Jolanda. La dire-zione della fabbrica ha premiato le componenti della brigata vinei-trice con l’importo di 800 dinari. Ecco dunque come il collettivo di lavoro di una delle nostre mag-giori industrie si é decisamente or-ganizzato p(er procederé verso il raggiungimento di una maggiore produzione. La gala filetti della Arrigoni, ora, é divisa in 24 brigate di lavoro gareggianti l’una con l’altra. Le stesse componenti delle brigate si emulano l’una con l’altra aumentando ancor piü lo slancio socialista nel reparto. Su una párete un grande tabel-lone in legno riporta i nomi delle migliori operaie. II tabellone é diviso in due parti ben distinte. Su una, dove figura un operaio che batte l’incudine, spiccano i nomi delle compagne Berardi Olivia, Clobaz María, Coronica María, Crevatin Florida, Cerquenich Gloria e Gregoretti Francesca con i dati della loro alta produzione o-raria. Sull’alltra parte del tabellone, dove una tartaruga sta ad indicare la lentezza e l’incapacitá verranno segnati i nomi di quelle lavoratrici che notoriamente lavo-rano di malavoglia, cercando di speculare sul lavoro delle compagne. Anche alia fabbrica Arrigoni di Umago il giorno 3 gennaio sono state organizzate, nel reparto filet-ti e pulitura scatole, 12 brigate di lavoro con 8 componenti ciascuna. Giá dal primo giorno si nota un miglioramento della disciplina e nella pulizia del prodotto lavora-to. Ogni brigata ha la sua briga-diera, scelta tra le migliori lavoratrici. La bandierina transitoria verré consegnata ogni quindicina del mese. La volontá lavorativa, che per-vade i lavoratori tutti della Arrigoni di Umago, non «tupiré giac-ché proprio in questi ultimi giorñi come in precedenza abbiamo an-nunciato, la direzione, grazle a centinaia e centinaia di ore volon-tarie date da tutte le maestranze, aprirá la mensa della fabbrica. E’ da segnalare, a questo proposito, il lavoro compiuto da 4 ope-rai della fabbrica e dal direttore della stessa il 30 dicembre s. a. i quali hanno ultimato una parte deU’aliestimento della sala che viene adibita a mensa. Anche in questo caso la direzione ha premiato i quattro operai con un importo di 1000 dinari ciascuno. IL POPOLO COLPISCE I S U O I N E M I C I Mentre nel nostro circondario tutte le forze lavorative sono im-pegnate nel lavoro per la ricostru-zone e per 1’aumento della produzione, e nel mentre giornalmente vengono raggiunti successi lavora-tivi ehe testificano 1’alto rendi-mento della operosita delle nostre masse operaie, ci sono elementi sa-botatori, i quali su direttive di a-genti reazionari e cominformisti, tentano di sabotare, tale slancio, di frenare il progressivo sviluppo della nostra economia. La loro arma varia dal terrorismo, alla insinua-zione ed alla calunnia, contro il Potere Popolare e contro le organizzazioni democratiche. Fra co-storo è da menzionare certa Stur-man Angela ed il di lei marito, en-trambi da Scoffie, facoltosi conta-dini ehe propalano notizie false e tendenziöse, insultano i rappresen-tanti del PP e cosi via. Il degno figlio di cotali genitori appartie-ne alla schiera degli esuli istriani nel mentre il padre difonde Ja propaganda cominformista fornendo una ennesima proya che reazione e oominformismo vanno a braccet-to. Segue certo Garzien Giuseppe da Ancarano il quale non vuole pa-gare le tasse, sebbene ne abbia la possibilité e svolge propaganda in favore degli imperialisti ehe vor-rebbe qui da noi, affermando aper-tamente ehe presto verranno gli Coperta la casa del cooperatore a Pobeghi Con il primo giorno dell'anno 1950 la bandiera rossa, simbole del socialismo, sventola sul tetto della casa del cooperatore di Cesari-Po-beghi. I lavori di copertura del tetto erano stati accelerati, negli Ultimi giorni si lavorava a turno, giorno e notte, per la reaiizzazions di questo obiettivo ehe, costituirà il centro della vita eeonomico-politi-ca e culturale dei due paesi. Infine il lavoro è 3tato compiuto, la copertura dellimponente edificio è stata realizzata. La co-struzione ha avuto un impulsa ri-levantissimo dagli abitanti delle due localité, basti dire che som state effettuate finora 14.058 ore lavorative delle quali ben 8575 date dalla popolazione di Pobeghi. Anche le offerte volontarie in denare per la casa del cooperatore sono state rilevanti, cosl da raggiunge-re 1’importo di 340.000 dinari. Molti paesani si sono fatti un do-vere di sottoserivere somme varie corne prestito. Citiamo ad esempio la famiglia del comp. Pečarič Sre-čkoi, ehe ha sottoseritto obbllga-zioni per 6000 din. e quella di Pečarič August per 3000 dinari. Fra i compagni ehe si sono di-stinti maggiormente sul lavoro, per il loro slancio lavorativo meritano rioordati: Medica Giacomo, Vatovec Narciso, Silvestro Zidarič, E-milio ed Augusto Pečarič e la comp. Kocjančič Valeria respon-“ sabile delle donne antifasciste. Per celebrare con maggiore solennité questa vittoria del lavoro socialista, la; popolazione di Cesa-ri-Pobeghi si prepara a festeggiare il 22 del corrente mese la copertura della casa del cooperatore ehe segna 1’inizio di una nuova vita. angloamericani e che perció é grave errore entrare nelle cooperative agricole di produzione data il prossimo ritorno dei vecchi padroni ecc. Questi elementa tentano inútilmente di frenare lo slancio lavorativo delle nostre masse democratiche, che consapevoli della loro forza e loro unita; marciano verso la conquista di nuove vittorie per il benessere futuro. Condannato a i3 anni L’UXORICIDA di Kmeti La scorsa settimana si é svolto a Capodistria il process'o a carico di tale Romic Rodolfo da Kmeti (Buie), il quäle in data 31 maggio u. s. ha assass'inato la moglie di no-me Emilia, sparandole nella schie-na con un fucile da caccia. L’uxori-cida era stato arréstalo ¡inmediatamente dalla DP. Durante l’istrutto-ria aveva dichiarato di aver com-messo il fatto perché spinto da ge-losia, e da un folie impulso, quan-do apprese che la moglie voleva abbandonarlo. Era notorio che il Romic era di carattere piuttosto collerico ed impulsivo e che basto-nava la moglie per un nonnulla. Da qui la decisione della Emilia Romic di abbandonare il marito. Tale decisione per altro le costó la vita. II Romic ha dovuto rispondere del suo crimine ai giudici popolari del tribunale Popolare Circondaria. le. II Tribunale previo attento e-same della causa e vagliate le circo-stanze, ha condannato il Romic alia pena di anni 13 di restrizione della liberté personale con il lavoro obbligatorio. SPETTACOLI cinematográfica CAPODISTRIA — NOVO CINE 13—15 gennaio «La sirena» 16—17 gennaio «II monastero di S. Chiara» 20—22 gennaio «Fuga in Francia» 23—24 gennaio «II cavaliere in ñero» 27—29 gennaio «Maledetti» 30—31 gennaio «Cagliostro» ISOLA — CINE ARRIGONI 13—15 gennaio «Emigranti» 20—22 gennaio «II cavaliere in ñero» 27—29 gennaio «La valle dei forti» 13- 25- CINE ODEON -15 gennaio «II monastero di S. Chiara» -26 gennaio «Maledetti» PIRANO — TEATRO TARTINI 13—15 gennaio «I pompieri di Viggiù» 16—17 gennaio «Fuga in Francia» 20—22 gennaio «Il Monastero di S. Chiara» 25—26 gennaio «Il cavaliere in nero» 27—29 gennaio «Cagliostro» La mensa potré soddisfare 150 persone, avré un allevamento di 10 maiali e tutti i servizi di cuei-na saranno svolti dalle stesse operaie a turno rotativo. Questo quando la classe operaia ha il potere nelle mani, quando i vampiri capitalisti vengono spaz-zati dalla société, dalla giustizia popolare. CON L’ALLESTIMENTO DELLA NUOVA MENSA QUESTE OPE-RAIE ORA NON SARANNO PIU’ COSTRETTE A CONSUMARE I PASTI ALL’APERTO Ringraziamento Il Comitato Circondariale per il Capodanno del Bambino, ringrazia tutti coloro che hanno voluto contribuiré finanaiarmente od in altri modi alia riuscita di questa^ grande festa di bimbi. Per il buon esito di questa benéfica iniziativa del Capodanno del Bambino hanno collaborato tutte le organizzazioni di massa; ma la responsabilité ed il peso di portare al successo taie iniziativa in-combevano sulla organizzazione delle donne antifasciste, che prodi-gandosi con tutte le loro forze e capacité, hanno raggiunto e superato ogni aspettativé. A nome di tutti i bambini che hanno ricevuto il dono e dei loro genitori il Comitato Circondariale per il Capodanno del Bambino por-ge il suo rlngraziamento a tutti coloro che hanno aderito e contri-buito al suo successo. Un particolare ringraziamento invia alTAmministrazione Militare dell’Armata Jugoslava, nonchè al Comitato Circondariale del PC TLT ed ai comitati distrettuaii dell’UAIS, corne pure a tutti gli insegnanti, professori ecc. che con la loro piena collaborazione in un modo o nell’altro hanno contribui-to al buon esito del Capodanno del Bambino del 1950. Il Comitato circondariale del Capodanno del bambino IL POTERE POPOLARE PER L’ELEVAZIONE CULTURALE DELLE MASSE Vasto e interessante programma Elaborato dal Centro della Cultura Popolare di Capodistria Nel nostro circondario, il Potere Popolare dé tutti gli aiuti mate-riali occorrenti per lo sviluppo e-conomico e culturale del nostro popolo lavoratore, il quaie si è incamminato su una nuova via di progresso in tutti i senti. Taie proigresso si è estrinsecate purd nel campo culturale. Dopo la lotta di liberazione vittoriosa le masse lavoratrici hanno iniziato l’opéra costruttiva non solo económica ma anche culturale, poichè il ncstio popolo non ha mai avuto la possibilité di formare o di elevare la propria cultura. Tramontati ora i tempi dell’o-scurantdsmo, nuova ed intensa e la attivité per educare, per elevare culturalmente la classe lavoratrice. Le scuole costruite, i nurnerosis-simi circoli di cultura popolare, le rappresentazioni date dai gruppi filodrammatici ecc. tutto sta ad indicare quali progressi sono stati raggiunti in questi ultimi anni. La ricostruzione e il rimodernamento del teatro di Capodistria sono ün’al-tra ciara dimostrazione di quale cura abhia il PP per la cultura del Popolo. Le recenti manifestazioni artisti-che (opere, drammi, commedie, spettacoli di arte varia, mostré ar-tistiche, conferenze e carattere culturale) sono State accolte con entusiástico favore dalla nostra popolazione che, intervenendo numerosa si immedesima nella vita culturale della nuova société progressi-sta. Per il futuro si prevede un maggiore sviluppo di questa attivité culturale popolare. Ospiteremo nu-ovamente la compagnia drammati-ca del teatro popolare sloveno di Trieste, la compagnia drammatica e Topera di Lubianá, il gruppo fi-lodrammatico di Postumia, il gruppo filodrammatico degli študenti di Zagabria, il complesšo dei fis-armonieisti di Isola, i gruppi filodrammatici di Cittanova ed Umago, il complesso del....gruppo filo-, drammatico giovanile dell’istituto magistrale di Portorose ecc. L’opera di Lubiana daré «Don Pasquale» di Donizetti, la compagnia drammatica daré invece «La dama folletto» di Calderón. La drammatica del SNG di Trieste prasenteré «Biancaneve» di P. Go-lia e «Sono profonde le radici» di Galsworthi. Fresenteré inoltre una noyité e cioé: la commedia di Nu-sic: «Persona sospetta.» La filo-drammatica di Postumia daré «La rosa della montagna» di R. Gobec. Questa serie di manifestazioni sa-ré aecolta senz’altro con il massimo favore dal nostro popolo che vive una intensa vita cultúrale, come la possono vivere solamente popoli li-beri nella parola e nello spirito. MENTRE LE SALINE SUBISCONO LA PAUSA SI PREPARA IL TERRENO Con lavori di assestamento per la nuova annata Durante i lunghi mesi invernali, quando cioé la produzione del sale viene sospesa, i nostri lavoratori delle saline stanno effettuando i lavori preparatori per la prossi-ma estáte curando anche le ripara-zioni dei bacini danneggiati dalle pioggie e dalle alte maree dell’aut-unno e dell’inverno. Attuamente nelle nostre saline prestano la loro opera in tali la-vori oltre 200 operai (salinaroli) cui compete la manutenzione di ben 220.000 m quadrati di bacini. II loro principale lavoro consiste nella sistemazione degli argini dei canali di scolo. A tal uopo devono trasportare migliaia di metri cubi di argilla, che serve per ripa-rare ed elevare gli argini dei bacini che sono stati gravemente danneggiati dalle piogge e dalle inon-dazioni yerifi catesi nel novembre dello scorso anno. Con'temporanea-mento nelle officine si procede alia coníezione degli arnesi ed at-trezzi accorenti ai salinaroli, quali carriuole, rastrelli, pompe a vento ecc.) La filiale sindacale dei lavoratori delle saline, in accordo con la direzione, ha disposto la moderniz. zazione dei locali della attuale mensa operai. I lavori per tale bi-sogna sono gié in corso. Verra ri-attata anche la Casa del Popolo di S. Bortolo, ora un pó trascurata al-l’interno dato che gli attuali affit-tuari se ne disinteressano. Con il lavoro yolontario è stato sistemato il campo sportivo, sul quale gioca la squadra delle saline militante nel campeonato di calcio per la zona dell’Istria. Entro la prossima estáte verré inoltre effettuata la costruzione della pista per le corse ciclistiche. Pista che saré un vanto non solamente dell’collettivo di lavoro delle saline, ma bensi di tutto il circondario. L’attivitá della filiale sindacale delle saline non si chiude qui ma si estende anche al lavoro realiz-zato per la collettivité. Oltre 4000 ore lavorative volontarie sono il bilancio del 1949 e per il 1950 il collettivo si è impegnato di superare quei successi. Durante l’anno scorso i nostri salinaroli hanno dimostrato di es- sere veramente coscienti dando il massimo contribuito al potenzia-mento económico del circondario. La produzione del sale é aumenta-ta in rapporto al 1948 nella misura del 400 p. c. Per questi successi sono stati nominati parecchi lavoratori d’assalto nella gara d’emula-zione precongressuale e nei prossi-mi giorni si procederé alia pre-miazione dei migliori produttori di sale. La commisione che fissa i premi ha gié concluso i suoi lavori. Cosí attraverso i giusti rapporti fra filíale sindacale, operai e direzione, sí possono raggiungere gran-di successi. Lo dimostra l’esempio delle saline. A Pnce sari celebrato il III aniliversario del collettivo Il giorno 22 gennaio gli abitanti dei paesi di Puce-Costabona festeg-gerranno il III anniversario della costituzione del collettivo agricolo di produzione locale. Questa mani-festazione avré un alto significato, poichè essa servirá di spinta a tutti gli increduli, a tutti coloro che ancora non hanno compreso e valutato, quale importanza abbiano il lavoro collettivo e la produzione pianificata per la nostra economia, per il benessere comune. A Puce il 22 gennaio verré dato il reso-conto dell’attivité triennale di questo collettivo di produzione, verranno dimostrati i grandi successi ottenuti da questa comunité che contava linizialmente 8 membri, otto partigiani, 1 quali superarono vía via le difficolté iniziali, nel men-tro si accresceva e si sviluppava il collettivo sino a contare ora ben 61 famiglie con 308 membri. II 22 gennaio converranno a Puce le delegazioni di tutte le cooperative agricole di produzione e le delegazioni delle organizzazioni de-mocratiche del circondario, le quali potranno constatare i successi e le vittorie ottenute con il lavoro collettivo pianificato. OTTIMO IL BILANCIO DEL LAVORO AD UMAGO Il Fronte Popolare di Umago puó registrare un ottimo successo nel campo de lavoro volontario giacchè il numero di ore effettuate durante il 1949 dalla popolazione lavoratrice é veramente imponente. Infatti solamente nella citté il totale delle ore di lavoro volontario assomma o 9000. Sono tsati ri-parati: le rive ed il molo, il campo sportivo, alcune strade, i locali dell’asilo infantile, e moite mace-rie sono State traspórtate fuori citté. Oltre a tutti questi lavori, le maestranze della Arrigoni hanno eseguito ben 2000 ore di lavoro volontario per la riparazione della scuola italiana e croata e per il riattamento della piazza cittadina. I lavoratori di Umago hanno anche contribuito con 1000 ore di lavoro alia costruzione della s'cuola di Morno. RADIO TRIESTE Zona jugoslavá del TLT Lunghezza fronda m’ 240 SABATO 14 GENNAIO ore 13,45 «Rassegna económica» 18.30 «II mondo dei piccoli» DOMENICA 15 GENNAIO ore 9,30 «Per l’agricoltore» 13,15 «Música a piacere» 20.30 «Commento político» 21.00 «Per il nostro scénario» 22.00 «Rassegna sportiva» LUNEDI 16 GENNAIO ore 18,45 «La vita dei popoli Jugo, slavi» MARTEDI 17 GENNAIO ore 13,45 «Panorama culturale» 17.30 «Attualité politiche» MERCOLEDI 18 GENNAIO 19.45 «Col nostro popolo» GIOVEDI 18 GENNAIO ore 13,45 «Per voi donne» 17.30 «Attualité politiche» 22.00 «La vita dei popoli Jugo-slavi» VENERDI 19 GENNAIO ore 17,30 «Attualité politiche» 8.00 «Rassegna sportiva» 18.45 «Orizzonti perduti» 19.45 «Rassegna sindacale» di B. Petronio Questi i lavori effettuati dagli abitanti del capoluogo di Umago ai quali soono da aggiungere le 200Ö ore di lavoro volontario degli abi-tanii di Seghetto per l’elettrifica-zione. A Villinia sono da registrar-si altre 2000 ore di lavoro volontario per la pulizia degli stagni. QuestO quadro del lavoro volontario dimostra come la popolazione di Umago ha assolto gli impe-gni assunti all’inizio dell’anno 1949 superandoli anche in qualche caso. Maestro improvvisato Il comp. Markezic Vittorio, da Dugo Brdo (Cucibreg), giovane altivo, permeato di quella metalité che distingue la gioventü nuova uscita dalla lotta di Liberazione e che ha ultimato la sua educazione negli anni del dopoguerra in cui tutti i lavoratori devono prodigare le loro forze per le ricostruzione, offre oggi un fulgido esempio del come devono agire tutti i coscienti lavoratori nei riquardi deU’anal-fabetismo. Egli spontaneamente e di propria iniziativa, sté impar-tendo i primi elementi della cultura a 7 compagni analfabeti di Crasizza. L’esempio del comp. Markezic dovrebbe essere imitato dalla gioventü per cancellare anche questa vergogna lascia'taci dal fascismo che per rinsaldare lo sfruttamento del-l’uomo sull’uomo nelle nostre ter-re abbandonava nell’oscurantismo le nostre masse lavoratrici. ESEMPIO da imitare Si é distinto nel campo delle or-nizzazioni giovanili :1 comp. Buz-zai Guerrino da Cra dzza per il suo spirito organizzativo, per la sua volonté e dediz'one al lavor;;. Egli é di esempio ai giovani nel lavoro d’assalto e nelle varié azio-ni giovanili meritando l’encomio delle organizzazioni di massa di-strettuali. NELLA COOPERATIVA AGRICOLA DI S. LUCIA Con ritmo accelerato viene fatta la nuova raccolta delle olive Nella economia di produzione della cooperativa agricola di S. Lucia non era stata effettuata ancora la raccolta delle olive, data la man- canza di braccia per effettuarla. Considerato ció le organizzazioni locali di massa sono intervenute per dare il loro contributo, invitando i loro organizzati al lavoro volontario per la raccolta delle olive. Cosí nei giorni scorsi 25 compagni hanno effetuato oltre 100 ore di lavoro volontario che hanno frut-tato la raccolta di parecchie centinaia di kg. di olive che sono uno fra i prodotti piü preziosi per la nostra economia, in crescente sviluppo. Analoghe iniziative sono state assunte anche in altre localita del circondario. I cittadini che sentono il dovere di contribuiré alia costruzione di una miglior vita, lavorano volontariamente e dann con la loro attivité un notevole apporto per il consol idamento del nostro Potere Popolare. Nel contempo essi condannano la ristretta cerchia dei sabotatori, tipo Predonzani, Pitacco ecc. i quali E’ finita Tera dello sfruttamento tutto fanno per intralciare ogni iniziativa del Potere Popolare e sabotare cosl Teconomia collettiva. per questi signori, nel nostro circondario si lavora e sodo per la realizzazione degli obbiettivi pre-fissi per la ricostruzione. Ogni col-po di piccone sulle fondamenta di nuovi edifici, ogni pietra sulle pa-reti delle case cooperativistiche, stanno a dimostrare che le masse lavoratrici vogliono compattamente costruire il socialismo. Corso per maestri di música Dal mese di dicembre dello scor-so anno si è aperto a Portorose un corso di maestri di coro. Tale corso è frequentato da una ventina di allievi ed è diretto dal prof. Vassili Mirko e dal maestro Gustin Mirko. Esso comprende lo studio delía música, la scuola di canto con la teoría elementare ed il sol-feggio secondo i metodi funzionali. Comprende inoltre la conoscenza degli strumenti, dell’armonia, lo studio della fonética e nozioni di cultura generale. Agli allievi sono addetti 8 insegnanti i quali prodi-gano tutto il loro sapere per ben assolvere il loro compito cioé quel- 10 di creare nuovi quadri per la cultura del nostro popolo. II corso si svolge ordinato e con profitto, dopo alcune iniziali defi-cenze dovute alia poca disciplina dei corsisti che poi hanno saputo organizzarsi. Ad essi infatti compete la organizzazione interna fra corsisti, la disciplina, l’ordine, ecc. 11 tempo libero dalle lezioni lo de-dicano, oltre che, alie quotidiane nécessité, alio studio organizzato secondo il método dei gruppi di studio. Superato con il dovuto profitto il corso, questi nuovi istruttori, dif-fonderanno quanto hanno appreso in mezzo al popolo, in ogni localité del circondlario. Verré cosl compiuto un altro passo in avanti per lo sviluppo della cultura popolare. “bTmTT da correggere Nella macelleria cooperativa in Piazza I Maggio a Pirano giorni fé venne consumato un furto. I ladri, entrati da una porta retrostante la macelleria si sono impossessati di 22.000 dinari per poi dileguarsi. La DP alia quale era stato denun-ciato il furto, si mise immediata-mente all’opera riuscendo in breve a fermare gli autori che risultano essere tre ragazzi di Pirano, e precisamente: Gregorovic Gilberto, Piccoli Umberto e Vardabasso Giulio. I tre ragazzi hanno confessato il furto commesso. Maggiormente col-pevoli s'ono i primi due che hanno trascinato l’inconscio Vardabasso perché partecipasse alia azione criminosa. 11 Piccoli ed il Gregorovic si so-no inoltre confessati autori del bor-seggio ai danni di un ubriaco e del furto di 1500 dinari in danno della custode delle scuole medie di Pira-no, nell’abitazione della quale era-no penetrati ed avevano sforzato un cassette rubandone il contenuto. La gravité di tali atti dovrebbe dar da pensare ai genitori dei men-zionati ragazzi, specialmente a quel-li del Piccoli il cui padre é ripa-rato a Trieste per sfuggire alia giustizia del Popolo mettendosi nelle file della CP e del Gregorovic i quali contrabbandano da Trieste i principi della morale borghese che mettono su una pessima strada i loro figli. Inutile dire che se i genitori di questi traviati avessero in-dotto i loro figli a far parte delle organizzazioni giovanili della zona dove avrebbero ricevuto una educazione del tutto diversa tali fatti non si sarebbero verificati. Questa lezione dovrebbe s'ervire per tutte le famiglie ancora legate con il mondo borghese e che perció con-servano preconcetti ed avversione contro il sistema educativo introdot-to dal Potere Popolare dopo la liberazione di questa terra. ATTIVITA' DELLA SEZIONE FILODRAMMATICA del Circolo di Cultura Italiana di Capodlstria NICCOLO’ COPERNICO HA SQÜARCiÄTÖ le tenebre che avvolgevano I'un ¡verso ~—.**—**. , a f jnn'm i il 1111111 m i urn ji i! i - --nrinffr^nmiimr n r -nm un rr .. m» n . |,, Tutto esaurito venerdi sera al Ri-stori di Capodistria per la première de «L’avvocato difensore». Il pubblico capodistriano stipava ogni ordine di posti per assistere al debutto délia nuova compagma filodrammatica del Circolo di Cultura Italiana. La commedia brillante è piaciuta e, nei punti più salienti, ha veramente commosso gli spettatori gra-zie all’ottima interpretazione délia Favento — nella parte délia dome, stica sedotta — e grazie al maestro, Ospiti del gli alunni délia Si è tenuta martedi al teatro Ri-stori la tanto attesa rappresenta-zione culturale degli alunni délia scuola elementare di Capodistria. Il teatro era gremito di studenti di tutte le scuole accompagnati dai rispettivi genitori. Notata la presenta ira i bambini delle scuole elementan degli insegnanti che avevano valuto essere vicini di loro scolari per godere assieme i frutti del loro lavoro di preparazione. Le recitazioni e le commediole, prepárate con gusto dalle insegnanti e dall’interessamento della dirigente Birsa Giovanna hanno rivelato le grandi possibilité di sviluppo nel campo culturale anche nelle scuole elementan. La Oommediola «La scuola del’villaggio», ben diretta e preparata dal maestro Milossi, che accompagnava al pianoforte, ha grande importanza e valore per ñ fatto che mette a nudo il vecchlo sistema usato nelle scuole durante l’esecrato regime, specialmente nel-le scuole elementari dei villaggi, trascurate da tutti, in cui l’inse-gnante trattava gti scolari proprio come nella commediola da «dis-graziati» «degenerati» «malcreati» ed altri epiteti consimili che certo non dovevano essere usati da una persona colta ed istruita. Tutto ció oggi, nella nuova société, viene elimínalo, estirpando tutti i mali che provengono dalla vecchia société e colmando l’enarme abisso di un tempo tra scuola di villaggio e scuola di citté. Azione ovvia que-sta per un potere popolare jl quale tutto fa affinché anche i figli dei contadini e degli opérai abbiano la Fra i «pastori dell’Anticristo» — ossia fra i vescovi che hanno esal-tato, attuato e diffuso con grande entusiasmo le dottrine predícate e volute imporre alTumanité dal messia di Predappio, il quale, in contrapposto a Cristo, aveva fon-dato la religione dalla potenza, della conquista, del dominio e del-l’odio, aprendo una nuova era nel mondo, quelila fascista di esecranda memoria — un posto preminente e di «onore» dev’essere senz’altro riservato a mons. Santin. Infatti questo pastore, dal tic facciale, seppe talmente attenersi ai principii ed applicare le dottrine mussoliniane (compendíate nel «sacri testi» della mística fascista) sia nel governo della diócesi di Fiume come in quello della diócesi di Trieste e Capodistria, da meri-tarsi prima la nomina «motu pro-prio» a «Gran Ufficiale delía Corona d’Italia», poi l’ambito onore di essere pubblicamente elogiato, per taü suoi meriti, davanti alia Cattedrale di S. Giusto dalla viva voce del duce, quando questi — d’accordo col suo camerata di Ber-lino — suonava in Trieste nel setiembre del 1938 Ja diana di una nuova guerra, la cui prima tappa doveva essere quella di Monaco, col sacrificio della Cecoslovacchia «lo stato mosaico». Se al vescovo Santin che — dimentico degli insegnamenti del Vangelo, alie cui basi sté l’amore del prossimo e. l’uguaglianza fra gli uomini — ha pretérito seguiré ed attuare i concetti di colui che, usando un frasario triviale, scor-retto e grossolano, lanciava dalle colonne dei giornali furibondi attac chi contro la Chiesa, contro i suoi dogmi ed i suoi ministri, firman-dosi «II Vero Erético», di colui che volle sostituirsi a Cristo financo nel calendario — se perianto al vescovo Santin viene attribuiita la qualifica di «pastare dell’Anticri-sto», questa |é quanto mai giusta, doverosa ed appropriata. Ora monsg. Santin che dopo il crollo del «suo sommo maestro» e la sconfitta del fascismo, gode la fiducia e fruisce dei favori dei nu-ovi padroni ,gli angloamericani, co-glie ogni anno l’occasione delle feste natalizie per sfogare la pie-nezza del suo animo fascista, scagli-andosi con il furaré ed il frasario di un invasato contro i nemici del fascismo e causa della sua sconfitta. Lanza che interpretava il difficile personaggio del padre di famiglia brontolone, ma dal cuore d’oro. Questo per quanto riguarda il Lanza e la Favento giô noti ed ap. prezzati dal pubblico capodistriano, ma gradita sorpresa di tutti sono le due rivelazioni che per la prima volta calcano le scene: Intendiamo riferirci alla Pecchiari ed alla Martongelli. La Pecchiari nella parte della padrona di casa, un po’ bisbetica, ma, in fondo, simile nel carattere al marito, ha interpretato „Ristori" scuola elementare possibilité di istruirsi per poter cosi esser utili alla societa. Buono l’esito anche della commediola delle maschere, rappresen-tanti le regioni dell’Italia, in cui si è distinta particolarmente la figura di Arleochino per la sempli-cità e disinvoltura nell’interpretare la parte principale, Indovinata è stata la scelta dei costumi e so-pratutto ben preparati gli scolari nei vari dialetti delle regioni d’Ita-lia, grazie aile costanti cure del-l’insegnante Kolosimo. Anche i mo-nologhi sono riusciti a perfezione. Sarebbe desiderio dei genitori che sono rimasti soddisfatti di assistere quanto prima ad un altro programma culturale del genere che risulteré istru'ttivo. CONCERTO A PIRANO Domenica scorsa il complesso or-chestrale dell’A.J. di Portorose ha eseguito a Pirano in piazza Tartini un concertó di música da opere scelte di autori italiani «Rossini, Puccini, Bellini» ecc. La po-polazione, che é intervenuta numerosa, ha apprezzato I’eseeuz ione perfetta del complesso orehe-strale. Dato il successo ottenuto, le po-polazione si ripromette di poter assistere quanto prima ad altri concerti dell’ottima orchiihvi del-l’A. J. II fenómeno che egli attenda la ricorrenza delle festivité natalisie per dare libero sfogo a tali suoi sentimenti puó spiegarsi forse col fatto che, per la ricorrenza della nascita in una mangiatoia del Salvatore del mondo, i piatti delle »mense vescovili« sono più numéros! abbondanti e succudenti e chè i calici delle mense stesse sono più colmi e ben variati. E poichè, come ognun sé, quando la mente è eccitata dai fumi del vino, più facili ed arden-ti sono le effusioni dei sentimen-talismi nonchè lo sfogo delle passion! è lecito credere che altret-tonto succéda a mons. Santin, dato che, sotto i serioi paludamenti, conserva pure lui una individualité umana. Premesso un tanto e considerati i precedenti in materia di mons. Santin, non presenta difficolté il dedurre quali possanos esere i suoi sentimenti e le sue passioni che cercano ed abbisognano di un sfogo in simili condizioni di mente e di corpo. In occasione delle recenti feste natalizie mons. Santin, sfoganao il suo livore accanito con le sue con-suete mistificazioni, falsitè e ca-lunnie contro i peggiori nemici del fascismo annidati nella zona B, ha parlato tra l’altro di «cacciata dei frati da Strugnano». Un patrocinatore più indicato ed adatto di mons. Sanitn, i frati di Strugnano non potevano certamen-te scegliere ed affinché i nostri lettori possano convincersi di questa realté, ne precisiamo subito i motivi e le ragioni. DA DOVE PROVENGDNO IFRATI DI STRUGNANO I frati della guardia del Santuario di Strugnano appartengono a quella famiglia di francescan! calati dalle vallate del Trentino per e-vangelizzare le genti della Regio-ne Giulia nel «verbo» mussolinia-no e nella mística fascista». Gli.episodi, le gesta e le imprese di violenza e di malvagité fascista, sopratutto contro gli sloveni, in cui hanno figurato quali ispiratori, fautori, strumenti o complici i i framcescani in argomento, non si contano. Per brévité ci limitiamo a citare ed illustrare il comportamiento ed alcune gesta dei francescani della stessa famiglia, gié ins“ediati nei due conventi di maggiore impor- la sua parte con disinvoltura e maestria tanto da ricevere diversi applausi. La Martongelli ha della stoffa, una bella dizione e siamo certi che la sua carriera sulle scene è promettente. Trebez e Stibili, nelle parti del figlio seduttore e rispettivamente del nobile amico di famiglia, hanno forse un po’ troppo, lasciato comprendere di essere dei dilettanti, ma nel complesso hanno assqlto il loro ruolo. Un elogio a Marsi nella parte di Anzolin, il vecchio amico del padrone di casa, che si è dimostrato capace di soste-nere la sua parte. Lo scherzo comico «La consegna è di russare» che è seguito ha messo in evidenza le doti di attrice della dilettante Steffè la quale ha tanza régionale, ossia in quelli del santuario di Montesanto e 'della Castagnevizza di Gorizia. Arrivât! i predetti francescani sulla vetta di Montesanto — dove il fascismo affidé loro le funzioni di «fari della italianité di Mussolini» . per prima cosa si preoccupa-rono di «onorare e serviré la Madonna», irnpiegando i iondi desti-nati alla ricostruzione della basílica .distrutta dalla primé guerra mondiale, nel procurarsi ogni agio e comoditè entro i locali del loro convento, con installazioni di termosifón! ,con refettori di diversa grandezza e variamente orientât! da utilizzarsi a seconda delle stagion! con verande e terrazze panqramiche e cosí yié. Questa malversazione di fondi porté al fallimento l’assuntore dei lavori di ricostruzione del santuario e, se non ci fosse stato il «mi-racoio» operato con penzie supplétive dall’ing. del genio civile, più devoto della Madonna e di manica larga per i fralti, di quanto risul-tasse ligio ai suoi doveri di fun-zionario dello stato, la basílica di Montesanto non sarebbe risorra dalle rovine accanto al convento dotato di ogni comfort e comodi-té. i I FRANCESCANI ALTERATORI DI PESI La moralité e la correttezza di questi frati sono dimostrate anche dali’aver essi denunciato e preteso in chili — 1000 grammi — quello che originariamente era in «funti» 560 gr. — (vecchia unité di peso austriaca) ossia il peso delle cam-pane di Montesanto, requisite durante la prima guerra. Tale falso ha fruttato l’assegna-zione di 110 q. di bronzo in conto «danni di guerra» per la rifusione delle campane in luogo di 61 q. che era il peso effettivo delle campane requisite. Tale falso ha fruttato 4 grosse campane le cui di-mensioni superavano di gran lun-ga la capacité della celia campa-naria, cosicchè fú giocoforza inca-stellarne una entro il chiuso del fusto del cémpanile, da dove il suo suono non si espande. Come i francescani «fari dell’ita-lianité sulla vetta di Montesanto» onorassero e servissero' la Madonna entro la basílica ed ai piedi del suo quadro «miracoloso» lo ha dimostrato ad evidenza l’episodio ac-caduto nell’autunno 1927, la capacité di sostenere partí anche piü impegnative. II Trebez e lo Stibili, dato il carattere umoristico della scenetta, si trovavano piü a loro agio ed hanno divertito il pubblico. Pero tegano presente, che l’umorismo sottile e raffinato dello soherzo comico, e cié va riferito specialmente alio Stibili, poteva essere ancor meglio valorizzato con una maggiore sem-plicité d’interpretazione dato che questo é il yero segreto dell’umo-rismo. Per finiré dobbiamo ancora osser-vare che il pubblico ha bisogno di abituarsi a questo genere di inter-pretazioni il che verra ottenuto con il ripetersi piü frequente di lavori gustosi della eompagnia filodrammatica del circolo di Cultura diretta dal maestro Lanza. I FRANCESCANI CONTRO L’ARCIVESCOVO In quell’epoca ¡nfuriava la feroce campagna di calunnie, di menzo-gne ed insulti, sferrata dalle ge-rarchie fasciste contro msr. Sedej il cui único e «gran torto», era quello di essere sloveno per nascita e sentimenti. A juella ignobile campagna, che causó tante sofferenze al vecchio arciivescovo, morto poi di crepa-cuore, portó il suo grande contributo il guardiano dei francescani del convento della Castagnevizza. padre Valentino Pasquali. Egli, ri-volgendosi dal pergamo della basílica di Montesanto a un uditorio di ex combattenti fascisti, usó parole e frasi talmente veilenose ed infuocate, da indurre una orda di questi, ubriachi di alcool e da lui infiammati, a calare súbito dal santuario con urla di morte a mons. Sedej ed a irrompere fu-renti nelTarcivescovado che venne stercorato. Un gruppo dei piü fe-roci e scalmanati raggiunse le stanze di mons. Sedej che venne offeso ed insultato atrocemente, poco mancando le percosse da parte del famigerato squadrista Pompi-lio Candela, il moneo di un brac-cio. Al medesimo padre guardiano ri-sale la «geniale» iniziativa di in-trodurre, sia nella basílica di Montesanto, come nella chiesa della Castagnevizza, della recita del Rosario con le «Ave», con i «Pa-ter noster» e con le «Litanie» in italiano. L’iniziativa, assunta nel 1928, fallí miseramente poiché i fedeli di lingua italiana rispondevano al fra-te — «celebrante il Rosario in italiano» — esprimendosi in latino, ossia recitando le preghiere come le avevano apprese, nella loro fan-ciullezza, dalle amorevoli labbra della mamma. ATTI INNOMINABILI DEI FRANCESCANI Come brillassero per «ausiterité di vita e di costumi» i francescani tridentini del santuario di Monte-santo, lo possono attestare tutti coloro che, transitando nei pressi dei comandi di stazione dei CC. RR in Salcano ed in Gárgaro nel giu-gno del 1931, incontrarono ivi alcu-ni ragazzotti in attesa di essere interrogati dai rispettivi brigadie-ri della «benemérita» sul fatto Niccolé Coperico nacque il 19 febbraio 1473 nella citté di Torunj. Di origine era slavo occidentale. Il padre, commerciante, gli venne presto a mancare e la tutela del giovane venne assunta dallo zio Vacelrod, vescovo di Ermeland:a o di Varmia, come si chiamava allora quel naese. II ricco zio vescovo era per i suoi tempi un nomo molto coito. Egli rese possi-bile al suo parente il consegui-mento di un notevole grado di istruzione. Condusse anzitutto il Copernico all’Université di Cracovia. Tale scuola superiore era assai conosciuta e celebrata, e a essa convenivano anche giovani di altri paesi, della Germania e della Sve-zia. La maggior parte delle université europee nel XV secolo era ancora completamente sotto l’influ-enza della teología medioevale, ne-gava la scienza e Tarte e assume-va un atteggiamento ostile nei con-fronti dello studio delle opere íilo-sofiche del vecchio mondo greco. NeH’Université di Cracovia invece alitava gié lo spirito delle idee del Rinascimento e riprendeva nuova vita la scienza dei popoli antichi. Oltre alia teología e al diritto ecclesiastico, che continuavano a ri-manere le materie fondamental! nelle université venivano insegna-te la grammatica, Tarte oratoria, la matemática e Tastronomia. Si leg-gevano pure versi latini e le opere filosofiche degli autori latini e greci. . 1 ' . ¡ j All’Université di Cracovia il Copernico nuda poté sentiré che pro-vocasse in lui il dubbio sull’auto-revolezza delle concezioni scienti-fiche di Aristotile e di Tolomeo. A scuola gli veniva inculcato Tarn ore verso la scienza degli astri, l’interessamento per l’ordine del-l’universo. Prima che il Copernico terminasse gli studi aH’universitá, lo zio lo chiamó a se con Tintenziione di nominarlo quale uno dei suoi coa-diutori. A tale posto si. poteva giungere pero soltanto per elezio-ne e i rivali di Niccolé ebbero più fortuna di lui. Su consiglio dello zio, il giovane parti aliara per TItalia, il vivaio della scienza e dell’erudizione di quel tempo, per completare gli studi. In Italia esistevano allora moite université. Il futuro rivoluzionario della scienza dei corpi celesta studio presso varie di esse, trascor-rendo dieci anni in questo paese, nel quale tutto esercitava su di lu; una grande attrazione. La na- risultato certo, provato e confer-mato — delle proposte di atti in-nominabili ad essi fatte da uno dei menzionati padri francescani, nel mentre, per guadagnarsi un tozzo di pane, ricercavano, lungo le bal-zíe del monte, ro'ttami ferrosi e residuati di guerra. Lo possono testificare anche i preti sloveni che, portando il loro aiuto ai predetti francescani nei confessionari in occasione delle grandi affluenze di pellegrini al santuario, i sentivano dichiarare dal guardiano, padre Inama, dopo cene e pranzi iuculliani: «Si hoc non est satis, mementote pauper-tatis.» (Se quanto mangiato non vi basta, ricordatevi dei poveri)». í FRANCESCANI FORTANO «ESULE» LA MADONNA Tuttoció spiega il perché i francescani della guardia di Montesanto (accositumati a largamente beneficiare e impinguarsi con la «protezione» della Madonna) ces-sando le funzioni di «fari dell’ita-lianité» sul monte che, per effeíto del «confine iniquo» sarebbe stato chiamato «Syeta Gora» dai com-paesani e discendenti della slovena María Ferligoj di Gárgaro, alia quale, secondo la tradízione, sarebbe apparsa la Madonna raffigu-ra'ta nel quadro di Montesanto, si affrettarono a trasferire tale quadro prima nella chiesa della Castagnevizza e poi nel duomo di Gorizia da dove «misteriosamente» é scomparso nella estáte del 1947 per ricomparire un anno dopo a Roma, entro le soglie del Vaticano. La presenza di quel quadro nel duomo ha fornito la bella oppor-tunité al cappucino padre Dionisio «quaresimalista 1947» di proclamare dal pergamo del Duomo stes-so: «Quei delinquenti ed assassini — riferendosi naturalmente ai Partigiani — volevano condannare il vostro amato e venerato arcive-scovo (mons. Margotti di cui av-remo accasione di parlare in seguito) a morte e la vostra citté avrebbe avuto l’obbrobrio di vede-re il suo pastore impiccato n piazza della Vittoria. Ma la Provyiden-z non ha permesso tale nefando crimine. E’ stato un miracolo della Madonna.» 1 su non lodati fra’ti francescani si sono guardati bene dal rivelare e far comprendere che loro, ab-Continua in IV.a pagina tura magica dello stupendo paesag. gio meridionale, il cielo stellato sempre sgombro e sereno e la ri-nata vita spirituale che fíoriva all’université. Presso questi istituti superiori (a Bologna, a Roma, a Padova, a Ferrara) la scienza veniva impartita ancor sempre secondo Aristotile e Tolomeo. Ció nono-stante vi si aveva modo di sentiré anche dei pensieri piü arditi. Nei corso delle lezioni, alcuni profes-sori indicavano addirittura gli er-rori e le contraddizioni della teoría di Tolomeo. Oltre alio studio cieco, ma talvolta anche critico dell’eredité spirituale dell’evo an-tico, in Italia si eseguivano anche delle osservazioni dei fenomeni ce-lesti. Ció destó in Copernico grande interesse. Fu in Itala che nacquero proba-bilmente in lui i primi dubbi circa la verité del sistema tolemaico. Nata dalla lettura di alcuni igno-rati scritti dei filosofi greci, eo-minció a svilupparsi in lui l’idea che anche la Terra fosse mobile. Nel 1506 il trentatreenne Copernico dovette tornare in patria, do-ve in sua assenza gié da alcuni anni l’avevano nominato canónico, a quello steisso posto dal quale prima era stato respinto. I canonici formavano allora un consiglio speciéle che governava la diócesi accanto al vescovo di Varmia, il quale non si occupava sol-ténto di affari ecclesiastici. Egli era puré il signore effettivo della sua provincia. Fissava imposte e contributi da riscuotere, teneva un esercito, esercitava ij commercio, istituiva tribunali — in. Una parola la Varmia aveva l’aspetto di un principato nel quale il principe era il vescovo. Sebbene di profes-sione ecclesiastici, i canonici erano in primo luogo degli amministra-tori-governatori. Pur appartenendo quindi alie alte sfere ecclesiasti-che, il Copernico né fu sacerdote,' né esercitó il culto. Assolta in Italia la facolté di medicina, egli tornó in Polonia, di cui la Armia era provincia autónoma. Come medico egli curó spesso degli ammalati. Occorre ricordare che in quel tempo tale professione era una grande rarité. Trascorse i primi sei anni del suo ritorno in patria presso lo ziu. Relativamente non aveva molto da fare e si giovaya del tempo libero per occuparsi di scienza. Gié allora compóse la brutta copia del libro nel quale esponeva la sua importante scoperta sul moto della Terra. Fu in quel tempo che il Copernico cómprese chiarameñte come la premessa di una Terra immobile fosse inesatta, e come, partendo da tale concezione errónea, saldamen-te radicata presso gli uomini. Tolomeo avesse formulato una rap-preísentazione deil’universo pari-menti sbagliata. I calcoli sulla po-sizione dei pianeti nel cielo, ese-guiti in base alia teoría di Tolo-meo, erano quindi sbagliati. Era perció che il sistema tolemaico non collimava con la pratica e tanto meno soddisfaceva alie esigenze della navigazione. II Copernico intuí le grandi di-stanze fra i corpi cele&ti, e le gi-gantesche dimensioni di essi. Egli intuí l’infinita vastité dell’unlver-so e 1 assurditá del postulato secondo cui questo infinito avrebbe do-vuto girare giornalmente a veloci-té pazza intorno alia nostra Terra. II Copernico era altresi a cono-noscenza di quei fenomeni celesti che avrebbero potuto fornire la prova irrefutabile dell’esattezza della sua scoperta. Né lui né alcun altro pero erano in grado di polter-li osservare. Egli attribui giusta-mente la causa di questa appa-rente contraddizione alie enormi distanze dei corpi celesti dalla Terra. Quando piü tardi venne scoperto il telescopio e per mezzo di esso resa possibile la osserva-zione dei fenomeni non visibili a occhio nudo, la tesi del Copernico venne pienamente confermata. Per molto tempo Copernico non comunicó a nessuno le sue idee. Egli meditava in solitudine e fissava segretamente le sue idee sulla carta, Nemmeno il vescovo so-spettava la grandiosa scoperta fat-ta dal ñipóte, con il quale viveva sotto lo stesso tetto. Perché Copernico non si affrettó ad annunciare al mondo le sue sco-perte, come farebbe oggi ogni scienzato? Perché non puhlicó súbito il suo libro, ma vi si decise apperia dopo trentasei anni, quando era gié al limite della sua vita e anche aliora molto maivolentieri? La causa é chiara: Copernico te-meva che la sua scoperta non sarebbe stata compresa dagli scien-ziati del suo tempo, che l’avreb-bero derisa o accolta con grande ostilité e avyersione. j fondatori della chiesa conoscevano soltanto i libri sacra e un piccolo numero di libri laici simili alie opere di Aristotile, che da principio inclusero maivolentieri fra quelli ecclesiastici. A loro giudizio qui incomin-ciava e finiva tutta la saggezza divina e umana. Copernico temeva quindi a ía-gione di venire attaccato e forse perseguitato dagli organi direttivi della chiesa. La chiesa cattolica, di cui Copernico era un fedele, si distin gueva nel dimostrare una particc-lare insofferenza verso chiunque manifestasse dei pareri discor fi i con i suoi dogmi, Chi divergeva, anche di poco, dalle vedute rígidamente cattoiiche, era considéralo un erético, vale a dire un pecea-■tore pericoloso. E Copernico sape-va bene che, se la chiesa cattolica si fosse abbaittuta su di lui, nem-meno il fatto di farvi parte gli avrebbe giovató. Egli scriveva per-ció in segretezza il suo lavoro, cercando di corrobórame la esattezza con le prove piü schiaccianti. Si occupava con perseyeranza deil’os-servazione dei corpi celesti e di calcoli vari. La notízia della scoperta di Copernico cominció pero gradatamen-te a difíondersi. Lutero, il fonda-tore delia chiesa protestante, si ab-batté per primo su di lui. Melantone, il piü stretto collabo-ratore di Lutero, che i Tedeschi chiamarono «il maestro della Germania», attaccó ancor piü aspra-mente la scoperta di Copernico e pretese che le autorité statali «do-massero» l’astronomo «sarmatico» (cioé slavo) ,predicatore di tali insolenti idee eretiche. Ma i capi della chiesa luterana non eserci-tavano adora troppa influenza sulla Varmia e i loro attacchi non noequero soverchiamente a Copernico; la chiesa cattolica fermó la sua attenzione su di lui appena piü tardi. I libro di Copernico si diffuse in un primo tempo senza ostacoli; peccato che l’autore stesso non ab-bia potuto essere testimonio dei-1 accoglienza che i contemporanei fecero alia sua scoperta. La situazione mutó quando cóm-parvero degli uomini che compre sero il carattere nettamente rívo-luzionario della scoperta sul movimiento della Terra, scoperta che demoliva alie bas,i la concezione di una Terra, avente neli’universo una posizione speciale. Ispirandosi alie nuove idee, essi trassero dalla scoperta di Coperico un insieme di nuove e ardite conclusioui che sta-vano ancor piü in opposizione cc;n il punto di vista della chiesa e lo confutavano. Fra di essi posizione di primo piano ebbero Giordano Bruno e Galileo Galilei. (ANTO HI HOLUAHI MOHIi Lé nel paese nostro il nostro grano matura; lé messe e canti di fanciulle a sera, mesti e dolci ci attendono. E noi siam caduti, compagno. Caduto é il grano giovane, caduto ancor verde a primavera; tristezze veíate, col murmure della pioggia, sui canti morti volano. Le mani son morte, e i fucili. E noi, morti compagni formiamo un nuovo stuolo. Eran dieci.... eran dieci .... Dieci contr’uno in quella notte geiida; e noi stanchi, affamati, bagnati. Dieci belve su ognuno. Uno contro dieci. Una solo contro dieci avversari. E’ possibile? Certo: noi siamo projetari! Quando da casa partimmo, ci acc mpagnaron Jamenti, e i monti natii normorarono: «Ritorneranno i partenti?» Le vecchie madri ci attendono lung0 ]a v¡a (jei villaggio; stillan le notti insonni. Verré un nostro messaggio! La giovinezza nuova e nuovi giorni verranno, e gli interrotti canti nostri continueranno: canti dal fuoco nati. Oh! questi canti da noi comincia Con essi noi parliamo da lontano ü in essi riconoscono la sorella il fratello, la fanciulla lo sposo, la triste madre il suo figlio amoroso, Verré il di della gloria, e nostra saré la vittoria, spariranno le belve cruenti. E coi soldati della liberté marceranno, risorti, i proletari morti. Branko Copié LETTORI!!! NEI PROSSIMI NUMERI IN-COMINCEREMO XA PUBBLICA-ZIONE A PUNTAJE DI UN ROMANZO MERITATA RISPOSTA ALLE CALUNNIE DI MONS. SANJIN I FARI DELL’ITALIANITA’ NELLA REGIONE GIULIA Da quale famiglia provengono e a quali principi si ispirano i francescani di Strugnano REGOLAMENTO DELLA Io CORSA CICLO CAMPESTRE D'APERTURA DOPO LA PAUSA I CAMPIONATI DI CALCIO RIPRENDONO IL CAMMINO IN TANDEM ARRIGONlT"AURORA Prima prova di campionato ciclo-campestre del TLT REGOLAMENTO II C.C. Istria indice ed organizza per domenica 15 gennaio il Ciclo-Cross d’apertura, valevole quale prima prova del campionato di ci-clocampestre del TLT, col seguente regolamento: 1. La corsa avrá luogo a Capodi-stria il 15. I. 1950. con partenza ed arrivo al campo sportivo. Ritrovo alie ore 10 presso la UCEF e partenza alie ore 11. 2. II percorso é di circa 15 chi-lometri, partendo dal campo sportivo di Capodistria attraverso la campagna sino alia casetta ross'a sul ponte di Semedella, da qui circa un chilometro di strada as-faltata f:no a meta rettilineo della strada per Trieste; di nuovo attraverso la campagna ed un fos'sa-to, su per cento metri di rampa e poi discesa sino a sbucare di nuovo sulla strada e da qui al campo sportivo sul quale si percorrerá tre quarti di giro di pista. Detlo periorso é da ripetersi tre volte per un totale di 15 chilometri circa. II percorso sará perfettamente segnato con frecce, bandierine e da persone desígnate. 3. La gara é libera a tutte le ca-tegorie, e con qualsiasi tipo di bi-cicletta, sono invitatí puré gli esor. dienti per i quali c’é la classifica con premi a parte. 4. La gara é valevole come prima delle quattro prove del campionato di ciclocampestre del TLT; verran-no assegnati 10 punti al primo, 9 al s'econdo e cosí via fino al décimo, in piü un punto ad ogni cor-ridore arrivato in tempo massimo. Al corridore che avrá sommato piü punti nelle quattro prove verrá assegnata la maglia di campione 1950. AURORA 6 Montebello 0 Aurora: Dobrigna, Perini, Vatto-vani, Castellani, Scher, Apollonio, Luglio, Grio, Fantini, Favento, Zetto. — Montebello: Montería, Mandanici, Ballaben, Derossi, Carli, Ziberna I, Scrot, Ziberna II, Pizziga, Morselli, Debelli. — Arbitro: Blasón. — Partita facile per i campioni del-l’Aurora, contro un Montebello po-vero sia di técnica che di gioco di squadra. Come entitá esso si e rivelato nei primi minuti di gioco, nei quali per poco non realizzava su errore della difesa Aurorina. Ma i suoi avanti non hanno saputo approfittare di questa occasione. Puré I’Aurora non ha forzato troppo, ritenendó questa partita un galoppo d’allenamento. — Degli un-dici scudettati, solamente Grio, Fantini, Scher e Luglio hanno ani-mato il gioco, mentre gli altri com-ponenti si godevano il tepido solé. La partita si inizia con un attac-co del Montebello e la palla per-viene a Pizziga il quale, solo per un errore del terzino Perini, si lascia sfuggire banalmente una occasione d’oro per segnare. Indi il gioco cambia vento. E’ l’Aurora che attacca e, mercé i sullodati avanti, realizza una larga messe di reti. Le prime due sono segnate da Fantini al 10 e rispettivamente al 12 minuto. Al trentisimo, Scher porta ■ a tre le reti per l’Aurora con un j tiro da vecchia scuola. Al quaran-tesimo, bella azione degli avanti capodistriani, azione combinata tra Luglio e Favento il quale segna la quarta rete con una staffilata al volo. Indi la fine del I tempo. Nella ripresa, il gioco riassume la medesima fisonomía del I tempo. Continua la sarabanda degli attac-canti dell’Aurora nell’area di Montería il quale subisce altre due reti; una segnata al 18 da Luglio e l’altra da Grio al 31, il quale corona la sua attivitá veramente encomiabile di gioco. Della squadra del Montebello si sono salvati Debelli e Scrot. Sciatori Jugoslavi in allenamento colleggiale BELGRADO. — Le squadre sele-zionate di soiatori, saltatori e alpi-nisti jugoslavi partiranno il 20 corrente per partecipare ai campiona-nati mondiali di sci a Lake Pia-cid e Apsen negli Stati Uniti. Attualmente gli atleti jugoslavi selezionati si stanno alienando in Slovenia, a Planica, sotto la dire-zione deH’allenatore norvegese Heu-setter. 5. Da parte degli organizzatori viene assicurato il pranzo per il giorno della gara a tutti i parte-cipanti. 6. I premi in palio sono dieci per la classifica generale. Per ogni ca-tegoria come per i corridori con macchine da passeggio ci saranno altri tre premi speciali. 7. Per quanto non contemplato nei presente, vige il regolamento Bassanese Silvio vince l’elimina-toria del Cross-Coppa Trieste-Sport Domenica scorsa si é svolta a Verteneglio la gara eliminatoria di corsa campestre denominata coppa Trieste-Sport. La gara era stata indetta per selezionare gli állievi che partaciperanno alie finali che avranno luogo a Trieste il giorno 29 corr. mese. La gara é stata vivace, e nei corso d¡ essa si sono messi in luce elementi che opportunamente cu-rati potranno daré molta soddisfa-zione ai loro dirigenti. Alia gara hanno partecipato una ottantina di atleti che si sono presentati al via. Nei corso della stessá gli atleti hanno dimostrato una ottimi pre-parazione ed una tenace volontá di vittoria, conducendo una gara serrata per la aggiudicazione delle piazze d’onore. II mérito di aver saputo allevare CITTANOVA - PONZIANINA 1-0 Sain II realizza Tánica rete CITT ANOVA: Sain III, Cordova-ro, Santin, Sain II, Urbaz III, Prodan, Filipaz, Urbaz I, Cociancich, Urbaz II, Sain. PONZIANINA: Brun, Uva, De-vit, Cantori, Velussi, Dibitonto, E-ra, Alessio, Ros, Cappello, Tedesco. MARCATORI: al 34’ del primo tempo Sain III. ARBITRO: Soave Mario di Trieste. TRIESTE — II Cittanova era calato a Trieste co poche speranze, e tutte le sue velleità consistevano nei poter tirare fuori un pareggio. Invece ha trovato una Ponziañi-na in veste dimessa priva dei suoi migliori atleti e del suo padre putativo Giorgi. I ponzianini si sono presentati in campo col morale basso. Tutti giovanissimi, si sono un po’ sgomentati della mole física superiore dei loro avversari. MEDUSA S. GIOVANNI 1 - 8 MEDUSA: Mondo; Mora, Lonzar; Corte, Parenzan, Busani; Sabadin I, Vascotto, Deparigher, Sabadin II, Valenti. S. GIOVANNI: Corsi; Giorgetti, Misich; Cosma, Neppi, Pacor; Gri-mani, Dalino, Fatto, Vatta, Fabbro. Marcatori: Valente al 35’ del se-condo tempo. Arbitro: Cravagna di Capodistria. CAPODISTRIA — Decisamente il S. Giovanni dimostra di attraver-sare, particolarmente di attraver-sare, particolarmente in quest’ulti-mo periodo di tempo, un grado di forma non propriamente dei più brillanti. Anche oggi, infatti, è in-capato in una nuova sconfitta ad opera dei giallo-azzurri capodistriani che pur non avendo eccelso, si sono dimostraii maggiormente omo-genei e consistenti nella linea mediana che a avuto nei capitano Pa- dell’Unione Ciclis'tica Internazio-nale. Ai corridori di Trieste rendiamo noto a scanso di equivoci, che da parte della polizia civile non é piü permesso il trasporto delle bi-ciclette sul vaporetto di Capodistria come l’anno passato. Pereió é op-portuno trovare un altro mezzo di trasporto oppure venire diretta-mente in bicicletta. atleti che posseggorio un si elevato spirito angonistico vä al comp. Piol di Verteneglio che ha lavorato in profonditä ed e doveroso dirlo, con successo. La gara svolta su di un percorso di 1400 metri, con ostacoli naturali ha messo in evidenza le ottime qualitä atletiche di Bassanese Silvio il quale tenendo un compor-tamento giudizioso, ha saputo poi nei finale staccare di forza gli im-mediati inseguitori, e cioe Spitz e Paoluzzi. L’ordine d’arrivo e il seguente: 1) Bassanese Silvio 14000 m. in 4’56 šečondi e 4 decimi. 2) Spitz Mario 5T0 secondi e 6 decimi. Se-guono indi classificati Paoluzzi Ro mano, Barnaba Bruno, Barnaba Aldo, Vattovaz Bruno, Sternizza Antonio, Giuressic Gugiielmo, Ba-los Aldo, Delbello Silvio, ed aitri atleti. Sembravano tanti ragazzini della prima elementare, incerti sul da färe, e la foro maggior técnica che li portava per lunghi periodi sotto la porta avversaria si risolvevano in un balbettio incoricludente. Si capi subito che non avrebbero segnato, Codenaro, Visintin e Sani I per loro erano la muraglia citta-novese. Il Cittanova visto con chi aveva da fare tiró fuori una gara testar-da fatta di duelli sull’uomo. E il suo gioco fu tutto difesa e contrat-tacchi, e fu appunto in uno di questi che al 34’ del primo tempo Sain II realizzö Túnica rete della partita, altre due poi le sbaglio per precipitazione Filipaz. Ma che importava ai cittanovesi? Erano sicuri del risultato ormai, con Co-derano e Piero che rigettavano tutti i palloni, che Velussi e Alessio continuamente danno ai loro atta-canti Manco azzuri i quali non sa-pevano risolvere. I cittanovesi ave-vano addqso il diavolo e facevano scudo con tutto il corpo a una vittoria che a loro non poteva sfuggire piü. E niente poteva batterli. renzan l’uomo di punta, l’instan-cabile artefice di un gioco preciso e corretto e l’applaudito ricama-tore di ricche trame d’azione che hanno portato piü volte la compagine capodistriana sul punto di battere i rivali triestini. I quali, in piü di qualche occasione, hanno palesato delle incomprensibili defi-cienze nei reparto attaccante, mentre la difesa, composta di un agile e scattante portiere e di due validi e coriacei terzini, ha saputo tenere onorevolmente testa ai reiterati pericolosi attacchi avversari. Nulla di particolarmente interes-sante nei primi 45 minuti che non hanno potuto offrirci, sia dal lato spettacolare che da quello técnico ed agonístico, quelle emozioni che sin dalla vigilia era lecito aspet-tarsi da due squadre che cercano nulla altro che di consolidare maggiormente le proprie posizioni. A Bassanese la campestre di Verteneglio [ Dopo un primo tempo incolore la ripresa porta la vittoria Riflessi della partita Un tale uscendo domenica dal campo di S. Lucia di Pirano ha det-to: il PIRANO é una squadra ma-schia e l’ARRIGONI una squadra femmina: ecoo tutto. S¡ puó esprimere questo concet-to in termini meno crudi e peren-tori, ma, dovendo confrontare le due squadre a questo punto del Campionato, hisogna convenire che in sostanza la differenza appare quella. Essa spiega quasi tutto. Spiega la volubilitá azzurra nei cambiare continuamente formazione, e spiega la fermezza bianco-rossa nei cercare di non cambiarla mai; spiega la saldezza piranese anche quando, dovendo cambiare un uo-mo essenziale in campo come MAN-ZIN, non perdette. Spiega tutto ció e spiega quest’ultima partita stes-sa. Esaminiamola in ordine cronológico: non cadiamo nel’errore, tal-volta comodo, di cercare di spie-garla con un episodio avvenuto dopo, od in fine di gara. E’ sempre ció che é accaduto prima che spiega ció che é successo poi. All’ini-zio della partita il PIRANO ha at-taccato. Ha attaccato cosí efficace-mente che per due volte la difesa azzurra in 7 minuti é capitolata. Si puó discutere se l’attacco pírane-se fosse elegante o meno, ma non si puó escludere che sarebbe di-ventato elegante dopo se l’arbitro avesse intanto fatto il suo dovere concedendo . . . almeno quel calcio di rigore per netto fallo di mano in area isolana. In quel momento pero, non era elegante nemmeno l’ARRIGONI; diversa é la mano-vra che si puó trovare goicando sul velluto di un pericolo superato, che sul piano di un primo gol súbito. L’arbitro — e dovrebbe ri-cordarlo chi ha parlato poi addi-rittura di partito preso contro il Pirano — non ha iccordato alcun rigore. Ebbene i giocatori piranesi non si sono scomposti a protestare, la velocitá del gioco in quel momento importava di piü. Solo -Fonda, dopo una ennesima «gaffe» Pirano continuava nell’attacco splendidamente, l’ARRIGONI no. M anessuno ha rilevato che l’at-afhitrale, ha cereato di spiegare con la mimica il sopruso ricevuto. Andiamo avanti: Vi é stato un calcio di punizione dato per rove-scio. Venier carica Colomban, i’ar-bitro fischia, Colomban pero ri-cambia la «carezza». L’arbitro da la punizione in favore del Pirano, anziché deU’Arrigoni come doveva, perché era il primo fallo dei due quello a stabilire la precédenza della punizione; l’arbitro aveva visto e fischiato e gli isolani non protestarono. Da quel tiro di punizione avviene la prima rete piranese, poiché Dapretto, raccolto il I RISULTATI Pirano — Arrigoni 2-2 Medusa — S. Giovani 1-0 Cittanova — Ponzianina 1-0 S. Anna — Opicina 7-1 Aurora — Montebello 6-0 N. Gorizia — Verteneglio 2-1 Gorizia — Umago n.p. tiro oltre la metà campo, ma in netta posizione di fuori gioco, se-gnava. Subito dopo ayveniva la seconda rete: l’ARRIGONl perdeva per 2 a 0 e non batteva ciglio. Il splendidamente, l’ARRIGONI no. Ma nessuno ha rilevato che l’at-tacco dei PIRANO, fatto di uomi-ni di gran classe, gioca assieme da oltre un anno e quello dell’ARRI-GONI da pochi mesi, o addirittu-ra dal solo inizio di partita, per le variazioni continue più sopra accennate. Nessuno ha det’to che l’eleganza v.ien bene col vantaggio nei punteggio, mentre a risalire„ coi propri mediani turbati, impos-sibile è ritrovare lo stile. Comun-que in tutto questo periodo avver-so, che ha grande importanza, la squadra isolana non ha dato che ben pochi segni di nervosismo. E visto ciô, chi corne noi la conosce quest’ARRIGONI, non la dava af-fatto per spacciata; tanto più in e-poca di rimonte spettacolose. Se essa si fosse irritata con l’arbitro, questi si sarebbe irritato e poi ir-rigidito. China-ndo il capo diseipli-natamente agli errori dell’arbitro stesso (cosa poi fatta anche dai piranesi) TARRIGONI ha potuto ri-salire, la corrente. Gli arbitri sono uomini, ed hanno sempre ten- Risposta a mons. Santin hr»7T,-y.—fr«* »■«affa, iggaf*”'1 Continuazione dalla Ill.a pag. bandonando i due centri di irra-diazione e di mística fascista, da essi costituiti nei due menzionati conventi, (centri resi inerti e malsicuri dalla marcia trionfan-te della democrazia e della liberta) traevano al seguito il qu-adtro della Madonna per continuare a godere i proventi che, dalla venerazione e dagli omaggi dei devoti alia Madonna, derivavano ad essi. Anzi hanno dato f.iato alie trombe affinché diffondessero ai quattro venti il loro mérito di a-ver «sottratto il miracoloso qua-dro della venerata Vergine di Montesanto alia profanazione degli slavocomunisti, i quali avrebbero trasformata la sua saora Basilica, meta dei pellegrinaggi dei fedeli cattolici italiani in una stalla, op-pure in sala da bailo.» Come e quanto fossero apprez-zati i servizi resi dai francescani tridentini — cui appartengorio puré quelli Strugnano — alia causa fascista, lo dichiara e lo dimostra il prefetto di Qorizia, Sergio Dompieri, giá menzionato in precedenii articoli. Egli, nella sua relazione N.o 10 di prot. Ris. del 29-3-1930 anno VIII. inviata a Mussolini, cosí ficio per conquistare i due semi-scriveva: «B. Clero. Ho suggerito un arti-nari di Gorizia, baluardo sloveno, e mi adopero per con’trapporre i frati francescani ai preti. Bisogna erigere il convento di Idria, quale centro reilgioso italiano in confur-mitá di proposte fatte al Ministro per la Giustizia e per il Culto, si quale ho ampiamente ri'erito in argomento.» Con successiva relazione, N.o 31 di prot. ris. del 9-10-1930, lo stesso prefetto scriveva: «B. Clero. II Ministro della Giu-stizia ha aderito pienarnente a tutte le mié richieste. Si avrá a Idria un cintro di irrKliazione france-scana, prettamente italiano o si in-irodurrá un forte núcleo italiano nei seminari di Gorizia. E’ rima-sto invece senza risposta Tallarme da me dato sul pericoloso nido di monaci jugoslavi appollaiati a Montegrado sopra Merna.» Esposto, chiarito e documentato quanto sopra, riteniamo che i no-stri lettori concordino nei giudi-zio da noi espresso, ossia che i pa-dri Francescani di Strugnano non potevano scegliere un patrocinato-re piü indicato ed adatto di mons. Santin, il «Pastore dell’Anticristo». L’ A6RIC0LTURA ISTRIANA Continuazione dalla I.a pag. nostro territorio non ha piü bi-sogno di impórtame. II Comitato Popolare Circonda-riale ha una propria economía per l’allevamento del bestiame nella valle del Quieto, dove vengono al-levati sopratutto bovini e suini di razza. In questo possedimento si trovano finora 100 capi di bovim e 115 suini di razza; con un’accorta scelta, si vuole raggiungere il mi-glioramento delle razze e un po-tenziamento generale nell’alleva-mento del bestiame nei nostro cir-condario. Uno speciale rilievo meritano I lavori di miglioramento nella valle del Quieto. Si puliscono canali ri-masti in abbadono durante la guerra, ed in breve si potra usu-fruiire dell’acqua proveniente dalla sorgente del GRADOLE, che servirá ad irrigare la térra nei periodi di siccitá. Con le opere di irrigazione, aumenterá sensibil-mente la coltivazione degli ortaggi e di altri prodotti; sará, inoltre, avvantaggiata la produzione agrícola della fertile vallata. Sono pure in corso lavori alia foce della Dragogna, la quale, dopo ogni grande pioggia straripa, causando in-genti danni alia produzione. Con lo scavo di un canale lungo 1500 metri e con le opere di miglioramento, il pericolo di inondazioni sará eli-minato, a tutto vantaggio della pro-duttivitá. Questi, nei loro tratti essenziali, i provvedimenti presi dal Potere Popolare per Faumento della produzione agrícola, la quale rieeve anche un costante e fecondo impulso dall’attivitá cooperativistica, di cui ci occuperemo in seguito. — di S. Lucia denza a considerare chi sopporta in silenzio i loro errori, piuttosto di chi si ribella. La partita continua e TARRIGONI risale faticosamente. Che sia visibilmente salda è provato da questo: sa di non essere in gran giornata ed ostenta una sicura fi-ducia nella sua forza; è in svantag-gio e non cerca di strafare: trova infine il suo ritmo e riesce ad im-porlo all avversario che comincia a temere, non avendo piü nullu da guadagnare e tutto da perders, t sente d aver a che i are con un’av-versaria allenata, dura a cuocere tenacissima. Con una sempT -e azione su calcio d’angolo (II.) arriva alla sua prima segnatura ed attacca ancora. La difesa bianco-rossa traballa, su un calcio piaz-zato perde la testa; in due si butta-no su Gordini, e DE GRASSI si alza e colpisce la sfera di testa gettandola alie spalle di Manzin. Questa è la veritá. Ma l’altra vérité vera, è quella dei nervi che si rompono per la lunga tensione; è Taccorgersi della sconfitta dopo la vittoria; è il ricordare il premio che sfuma . . . Come il gesto antisportivo (ed anche antipático) di quel giocatore piranese che, ri. cevuta la palla di riserva da un dirigente dell’Arrigoni perché l’altra uscita di campo, ributta anche guesta oltre campo, per guadagnar tempo, cioé poter presto giungere al 90. minuto. Questa è un’altia erità dei nervi rotti! . . . E continuiamo: Un segnalinee ha bandierato, se n’é accorto Paoli he accorre. Sempre abbiamo detto he i segnalinee servono solo a regare l’arbitro. Hanno una ban-iera e sventolano, vogliono arbi-rare anch’essi. II loro sventolio è rrampente, non attende Taccerta-mento. Per due volte 'abbiamo visto, per esempio, un segnalinee sventolare per segnare una palla fuori, che era ancora dentro o sulla linea Manca (mentre deve essere tutta fuori, lo ricordino anche i colleghi giornalisti. . .) Paoii dunque arriva a dar fuoco alie polvera, lo asseconda subito Pugliese, si montano gli altri e fanno massa sulTarbitro per indurlo a ritorhare sulla sua decisione. Metá squadra piranese e metá squadra isolana si disinteressa della questione ... In ultima analisi, è questo dunque ció che due squadre maschio e femmina possono fare? Dov’é andato il bel gioco fluido, scintillante, armonioso di queste due ammi-ratissime compagini? Si dice ancora che il Pirano è forte e che ha fortuna. Se cosí fosse, se cioé avesse solo fortuna, ció vorrebbe dire che è proprio il piü forte, perché sempre abbiamo visto la fortuna accompagnare i piü forti. Quanto al non giocare bene, (e domenica é stata cosí) anche se é troppo presto pretendere da una squadra che ha trovato il suo estro, il resto del Campionato lo dirá. E’ sempre stato difficile catalogare la Pirano. Ma è nella sua tradizione la saldezza d’animo; questa freddezza emotiva che le ha sovente permesso di sal-varsi in partite compromesse sfrut-tando il mínimo errore altrui e di salvare il suo prestigio. Quella di domenica era ancora la vecchia Pirano, ed é questa serenitá che noi vorremmo conservasse, al di sopra di ogni vicenda contingente. Presto e tardi perderá anch’essa, ma è questo carattere, che puó sembrare enigmático, che vorremo avesse PARTENZE - ARR1VI piroscafi e corriere PIROSCAFI partenze da Capodistria — giorni íeriali alie ore: 5,20 — 6,45 — 7,30 - 8,30 — 12,15 -- 13,15 — 15 e ore 17 Partenze da Trieste per Capodistria — ore 6,20 — 10,15 — 11 — 12,30 — 15 — 17 — 17,30 — 18,15 Giorni festivi — partenze da Capodistria alie ore: 6,30 —9,10 — 12.45 — 17,15. Partenze da Trieste alie ore: 7,45 — 11 14 18,30 AUTOCORRIERE della Autotra-sporti «ADRIA»: Partenza da Capodistria alie ore 7 ed alie ore 11, da Bivio Decani alle ore 7,15 e 11,15 — arrivo a Trieste alie ore 8 e 12. Partenze da Trieste alie ore 15 e alie 18, da Bivio Decani alle ore 15.45 e 18,45 arrivi a Capodistria alie ore 16 e ore 19. N. B. Gli autobus hanno la coin-cidenza a Capodistria con le linee per Portorose, Buie, Cittanova, U-mago e Grisignana. sempre. E’ una squadra insomma muscolare, celébrale, ben di rado nervosa. Nell’ARRIGONI le condizioni so-no diverse e diversa la tradizione. L’azzurra squadra isolana, é sempre stata squadra d’attacco, sempre è stata sensibile ai risultati, nervosa alie avversitá. Essa puó e deve tuttavia migliorare nei senso del carattere. Se fosise impossibile dominafrsi, nessuno potrebbe pro-gredire. L’Arrigoni ha l’attacco piü spettacoloso che si possa vedere attualmente nei T. L. T. Stranamente questo attacco peró è stato di continuo ritoccato, ben-ché quasi tutti i suoi uomini gio-chíno insieme da molto tempo. Con la calma, che è una forza che si diffonde anche -nelle proprie retrovie, con il nervosismo, puó diventare una debolezza. But-tandosi perdutamente nei gioco corre il rischio di stancarsi presto e di spegnersi dopo aver fatto scintille; distribuendo le sue energie puó far fuoco continuo e bruciare qualsiasi ostacolo. Ai giocatori oc-corre volontá costante; sarigue fred-do, testa a posto; un giocatore perde un mucchio di energie nervose cercando di innervosire gli avversari coi dispetti, e riuscendo ad innervosire i compagni con l’indi-sciplina di gioco; un giocatore conduce la squadra alie esplosioni se le fá perdere per strada dei punti LA CLASSIFICA Arrigoni 13 9 2 2 59 10 20 Aurora 13 10 0 3 42 9 20 Pirano 12 8 3 1 30 9 19 S. Anna 13 8 2 3 36 18 18 Ponzianina 13 7 1 5 34 21 15 Cittanova 12 5 2 5 26 1|6 12 S.Giovanni 13 4 4 5 15 25 12 N. Gorizia 11 5 1 5 28 25 11 Umago 12 4 1 7 27 33 9 Verteneglio 13 2 3 8 8 38 7 Opicina 13 3 0 10 17 54 6 Gorizia 8 2 1 5 12 29 5 Montebello 12 1 0 11 10 50 2 non giocando iri tutte le partite con lo stesso impegno; un giocatore fa il danno massimo se dá in escandescenze trascinando i compagni a gesti inconsulti. Non Si precücherñ mal abbastan-za la calma e la continuitá di la-voro in un campionato. Lo stile non nasce solo dall’arte di giocare, ma dall’arte di contenersi, perché nulla, piü della forma, si traduce in sostanza a lungo andaré. Ma bando agli inutili predicozzi. Il tipo delle squadre difficilmente cambia. Resta, per esempio, squadra d’attacco e sempre capace di squillanti imprese l’Arrigoni sebbe-ne ancora nenomata. Ha g,iá segnato 59 goals. Come negare l’elo-gio «dono la ramanziana», a questa squadra? Quindici giorni prima essa aveva dovuto chinare il capo di fronte alia piü forte Aurora: ha ac-cettato il verdetto sportivamente e lo ha riscattato sul proprio campo batiendo l’Opicina con sette reti. Ai margini di questo incontro, dunque, molto da imparare per tutti. Gino Volpato CAMPIONATO DI CALCIO Zona Asiriana Risultati degli incontri disputati domenica 8 gennaio. Villanova — Verteneglio 0-2 Partizan — Pirano B 1-3 Aurora B — Stella Rossa 2-2 Adria — Saline G-o Arrigoni — Olimpia 9-0 Villanía — Buie 2-3 Umago B — Matterada 5-1 Cittanova B — Salvore 2-0 (Fr.) Daila — Seghetto 2-0 (Fr.) Partite del campionato di calcio della zona istriana del girone A e B in programma per do uerii-ca 15 c. m. GIRONE A Medusa — Partizan, campo Capodistria, ore 10. Aurora B — Strugnano, campo Capodistria, ore 14 Pirano B Stella Rossa, campo Pirano, ore 12. Olimpia Portorose, campo De-cani, ore 14. Adría Arrigoni B, campo Isoia, ore 14. Segheto Umago B, campo Seghetto, ore 14. Buie Villanova, campo Buie, ore 14. Salvore Maiierada, campo Salvore, ore 14. Cittanova, ore 12. CROSS-COUNTRV Domenica 15 c. m. avranno luogo a Capodistria ed a Buie le gare di corsa campestre valevoli per Ja se-lezione «Coppa Trieste-Sport» che si térra a Trieste il giorno 29. c. m. II percorso é di 2000 metri. Sono ammessi alie eliminatorie solamente gli atleti non classificati. Gli altri potranno partecipare a dette competizioni, fuori gara. PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA — STAMPATA PRESSO LO ST A BILI MENTO TIPOGRAFICO «JADRAN» — CAPODISTRIA — DIRETTORE RESPONSABILE: CLEMENTE SABATI