Dimitri Brunetti1 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY Abstract Purpose: This article aims to reflect on useful tools for defining the identity of an area and to point to archives as primary sources for local communities. Method: After clarifying what is meant by local identity, the article defines the nature of municipal and parish archives, indicating their contents and providing numerous ex- amples of documentary types. Then, attention is drawn to some research paths that are particularly useful in consolidating a sense of community: local history, population, social and economic life, spiritual life, and artistic heritage. Finally, the article proposes three exemplary cases of the valorization of historical archives: the reorganization of the ar- chives of the municipality of Treppo Ligosullo, the census of the ANCI of Friuli Venezia Gi- ulia, and the activity of the Network of Archives of the Municipalities of the Chieri area. Conclusions: Through the presentation of many types of archival records and sources for the construction of local narratives and histories, historical archives turn out to be an in- credible tool in the formation of community memory and extraordinary cultural objects always capable of surprising us. Keywords: historical archive, local community, memory, municipality, parish church ARHIV SKUPNOSTI ZA OPREDELITEV LOKALNEGA KOLEKTIVNEGA SPOMIN Povzetek Namen: Ta članek želi razmisliti o uporabnih orodji za definiranje identitete območja in opozoriti na arhive kot primarne vire za lokalne skupnosti. Metoda: Po razjasnitvi, kaj pomeni lokalna identiteta, članek opredeli naravo občinske- ga in župnijskega arhivskega gradiva, navede njihovo vsebino in navede številne prime- re dokumentarnega gradiva. Nato avtor opozori na nekatere raziskovalne poti, ki so še posebej uporabne pri utrjevanju skupnosti: lokalna zgodovina, prebivalstvo, družbe- no in gospodarsko življenje, duhovno življenje in umetnostno zgodovniska dediščina. Članek na koncu predlaga tri primere valorizacije arhivskega gradiva: reorganizacijo arhiva občine Treppo Ligosullo, popis ANCI Furlanije Julijske krajine in dejavnost Mreže arhivov mestnih občin v območju Chieri. Sklepi: S predstavitvijo številnih vrst arhivskega gradivo in virov za izdelavo lokalnih zgodovinskih člankov, se zgodovinski arhivi izkažejo za dober vir pri oblikovanju spomi- na skupnosti in izjemnih kulturnih predmetov, ki nas lahko vedno presenetijo. Ključne besede: zgodovinski arhiv, krajevna skupnost, spomin, občina, župnijska cerkev 1 Dimitri Brunetti, Università degli Studi di Udine, Italy, dimitri.brunetti@uniud.it 74 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI GLI ARCHIVI DI COMUNITÀ PER DEFINIRE LA MEMORIA COLLETTIVA LOCALE Abstract Scopo: questo articolo si propone di riflettere sugli strumenti utili per definire l’identità di un territorio e di indicare gli archivi come fonti di primaria importanza per le comu- nità locali. Metodo: Dopo aver chiarito cosa si intende per identità locale, l’articolo definisce la na- tura dell’archivio comunale e dell’archivio parrocchiale, indicandone i contenuti e for- nendo numerosi esempi di tipologie documentarie. Poi, si pone l’attenzione su alcuni percorsi di ricerca particolarmente utili al consolidamento del senso di comunità: storia locale, popolazione, vita sociale ed economica, vita spirituale, beni artistici. Infine, l’ar- ticolo propone tre casi esemplari di valorizzazione di archivi storici: il riordino dell’ar- chivio del comune di Treppo Ligosullo, il censimento dell’ANCI del Friuli Venezia Giulia e l’attività della Rete degli archivi dei comuni del chierese. Conclusioni: Attraverso la presentazione di molte tipologie di documenti d’archivio e le fonti per la costruzione di narrazioni e storie locali, gli archivi storici risultano uno strumento incredibile nella formazione di una memoria di comunità e oggetti culturali straordinari sempre capaci di sorprenderci. Parole chiave: archivio storico, comunità locale, memoria, comune, parrocchia 75COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI 1. LA MEMORIA LOCALE COME VALORE IDENTITARIO DI COMUNITÀ Gli archivi sono un oggetto culturale straordinario perché sono capaci di sorprenderci ogni volta che gli dedichiamo un po’ del nostro tempo. Gli archivi sono testimoni della storia e quindi più di ogni altra cosa possono raccontarci quello che effettivamente è successo nel passato più lontano o recente. Gli archivi sono sempre disponibili ad offrirci quello che sanno, a raccontarci storie e a farci capire le cose, ad aiutarci nella nostra quotidianità e a renderci cittadini consapevoli e quindi più liberi. Gli archivi sono pazienti, perché sanno aspettare che qualcuno si rivolga a loro, ma non importa se questo accade oggi o fra molti anni, loro sono lì ad attenderci. Gli archivi sono dei vecchi amici, perché ci sono vicini nel momento del bisogno e anche quando cerchiamo solo un po’ di svago, quando abbiamo fretta e quando c’è la voglia di vagare fra le pagine, le parole, le immagini. Però qualche cosa in cambio bisogna pur darlo agli archivi, e, a dirla tutta, loro non sono neanche tanto esigenti: un luogo sicuro per invecchiare, una mano attenta che rimetta a posto il disordine, una mente lucida che faccia ordine nella complessità e ricucia tutti i legami, una persona curiosa che faccia emergere i racconti, così da affascinare i bambini e gli adulti nel ripercorrere le vicende della propria comunità e del territorio che gli appartiene. La comunità locale è un gruppo sociale, in genere di dimensioni ridotte, che vive in un territorio delimitato e riconosciuto come proprio, al cui interno sono presenti e attivi tutti gli aspetti della vita associata. Una comunità si riconosce quindi in un luogo, ha una memoria comune e una propria identità. Il luogo di cui si parla è certamente un luo- go fisico, un ambiente geografico caratterizzato da strade ed edifici, negozi e insegne, da pianure e montagne, da corsi d’acqua e ferrovie, fontane e chiese. Ma è anche uno spazio astratto, un luogo dell’esperienza, costruito e immaginato che pervade la nostra coscienza e la percezione della realtà. Il luogo è sempre un luogo della memoria, uno spazio vissuto incurvato dal tempo e quindi uno spazio storico. Una storia che si poggia sulla registrazione di una serie di fatti avvenuti nel passato, che attraverso un processo di autocostruzione personale e collettivo assumono un valore identitario. Un processo di continua rielaborazione e sintesi del passato che si fa nel presente in vista di esigenze che il futuro solleva (Ronchi, 2019). L’identità di un territorio, quindi, si poggia sulla me- moria ed è concretamente qualcosa di vivo e in continuo cambiamento. Ogni comunità locale è un luogo della memoria con una propria identità che si evolve e si consolida, e allarga o restringe la sua influenza in rapporto alla forma del messaggio che sa trasmettere e alle basi su cui poggia. Le basi, appunto, ovvero gli elementi iden- titari fondanti di una comunità. Certamente il paesaggio, con i suoi colori e suoni e odori particolari, i luoghi fatti di palazzi, monumenti e strade campestri, la memoria orale, i visi delle persone, e poi altro ancora, certo, e naturalmente i suoi archivi. Ed ecco che gli archivi tornano e si confermano come elementi imprescindibili su cui fondare una co- munità locale, perché ne scrivono e preservano la memoria offrendo storie ed elementi da ricordare e confrontare con il presente. Fra i tanti archivi presenti su di un territorio ho scelto di parlare di quelli a mio avviso più importanti, cioè le raccolte municipali e parrocchiali, indicando anche alcuni possibili temi di approfondimento e, per i soli co- muni, qualche esperienza di valorizzazione. 2. GLI ARCHIVI COMUNALI E GLI ARCHIVI PARROCCHIALI La costruzione della memoria individuale e collettiva di una comunità è un percorso complesso che coinvolge molti elementi: la storia generale nei suoi riflessi locali, il ri- cordo delle vicende sensazionali, dolorose o felici, delle persone e dei gruppi familiari, 76 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI un edificio, un evento particolare, una data memorabile, un brutto incontro, un incen- dio, la tettoia delle corriere, la maestra delle scuole elementari e il compagno di banco, un battesimo, il funerale del vicino di casa, la bicicletta vinta alla lotteria della parroc- chia, la comunione del fratello maggiore, l’abbattimento dell’ultimo tratto delle mura del paese, la nuova fontana, l’intitolazione di una via ad una persona che papà conosce- va da bambino. Insomma, la memoria si costruisce sui piccoli e grandi fatti che si impri- mono nella nostra mente o che segnano la vita di un paese. In questo senso gli elementi che possono contribuire al consolidarsi di un ricordo singolo, come di un avvenimento complesso, ma anche di un periodo più o meno ampio o una fase della vita sono molti. Fra gli strumenti della memoria l’archivio gioca un ruolo da protagonista, anche se la maggior parte delle persone, se interrogata, sulle prime attribuirebbe questo primato ad altre fonti apparentemente “più vicine” al quotidiano. In realtà l’archivio è formato di documenti che sono contemporanei ai fatti che raccontano e quindi sono testimoni abbastanza sinceri. Inoltre, i documenti scritti raccontano la complessità della vicenda, in modo meno evocativo di una fotografia, certo, ma molto più articolato e preciso. E poi i documenti non si fermano al nostro passato prossimo, ma vanno indietro nel tempo, al secolo scorso, al Settecento, al Seicento e, se siamo fortunati, magari ci permettono di guardare anche più lontano. Fra i molti archivi che sono disposti a raccontarci le loro storie, quelli di prossimità sono i più importanti per formare e consolidare una memoria di una comunità. Gli archivi dei comuni e gli archivi delle parrocchie sono raccolte dall’incredibile potenza evocativa. Distinti, ma complementari l’uno verso l’altro, insieme ci restituiscono il nostro passato. Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. La sua azione è molteplice e le funzioni di cui è titolare o che gli vengono conferite dalle norme si realizzano mediante azioni che incidono in modo sensibile sul territorio e sulla vita dei cittadini. Svolge un’attività variegata e si occupa di ogni aspetto che ha un qualche interesse per il territorio che lo caratterizza e per le persone che lo abitano. Naturalmente l’attività del comune si manifesta con la produ- zione e la gestione di documenti di carattere eterogeneo che riguardano i diversi settori di intervento dell’ente e comprendono documenti importanti, atti interlocutori e carte di scarsa rilevanza. Infatti, l’azione amministrativa, come le relazioni interpersonali di carattere giuridico non sarebbero possibili senza la produzione di documenti archivi- stici. Si tratta della raccolta dei documenti che mantengono memoria delle scelte del- le Amministrazioni che si sono succedute, della gestione del territorio, dei rapporti fra le famiglie, dello sviluppo dell’economia cittadina e di molteplici altri ambiti. I comuni conservano un patrimonio documentario di straordinaria importanza, una raccolta viva che testimonia il fluire del tempo e la vita delle comunità fin dai secoli più lontani (Bru- netti, 2003; Arioti e Bonella, 2006; Bonfiglio-Dosio, 2011; Desolei, 2011). Un archivio comunale è realmente una miniera inesauribile perché al suo interno trova- no posto i documenti delle persone e delle famiglie (ad esempio la registrazione delle nascite, dei matrimoni e dei morti, delle vicende scolastiche e lavorative di ciascuno, delle fortune e delle cadute, delle proprietà e dei contenziosi, degli incarichi pubblici e dei riconoscimenti, del servizio militare, dell’espatrio e dei fatti notevoli), del territorio e delle costruzioni (le registrazioni catastali dei terreni e degli edifici, i piani regolatori, le pratiche edilizie, gli elenchi delle vie e dei corsi d’acqua, la costruzione e la manuten- zione degli edifici pubblici, la gestione dei servizi per le acque, la luce, i combustibili), della vita sociale (le pro-loco, associazioni, società fra lavoratori o militari, i luoghi di aggregazione, il lavatoio, la biblioteca, il museo, le feste e le ricorrenze, i lutti), dell’e- ducazione (i maestri e le maestre, i registri di classe, gli elenchi dei bambini, gli edifici 77COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI scolastici e l’arredo, gli istituti superiori, i concorsi e i premi), della sanità e dell’igiene pubblico (il monitoraggio della qualità dell’acqua e dell’aria, l’assistenza alle famiglie, ai bambini, ai vecchi e ai malati, i servizi farmaceutici, le tumulazioni, i servizi cimiteria- li e gli elenchi dei morti, il controllo sugli animali e sulla macellazione), delle attività agricole, commerciali e industriali (gli elenchi dei terreni e delle coltivazioni, il rimbo- schimento e la rete di fossi e canali, la sorveglianza dei raccolti, gli elenchi dei negozi, il mercato in piazza, le licenze commerciali, la verifica dei pesi e delle misure, le attività industriali, la forza motrice, i prodotti in esposizione, le fiere, il lavoro, il lavoro minori- le), della sicurezza (in città e in campagna, sui furti, sulle persone pericolose, sulle ma- terie esplodenti, sulle associazioni, le feste e le processioni, la vigilanza sugli incendi, la circolazione stradale), dei soldati e delle guerre (le liste di leva, i renitenti e i disertori, le azioni di guerra, le spogliazioni, l’assistenza alle famiglie, le notizie dal fronte, i lutti, i festeggiamenti, le decorazioni, i monumenti). Ecco una carrellata veloce, mancante di tante voci, ma ricca di sollecitazioni. Un comune si occupa di tutto questo e anche di più, variandone l’attenzione nel corso dei secoli, naturalmente, e un archivio comunale custodisce i documenti che sono stati testimoni di quanto è accaduto e ce lo raccontano. Un archivio crea comunità, basta mettersi in ascolto. La parrocchia è la più piccola circoscrizione territoriale compresa in una diocesi, dotata di personalità giuridica, che comprende un numero più o meno grande di fedeli affidati alle cure pastorali di un parroco nominato dal vescovo. Anche la parrocchia, così come il comune, svolge svariate funzioni e nel corso della sua azione produce documenti. L’ar- chivio parrocchiale conserva la documentazione prodotta nell’ambito delle attività di culto, pastorali e amministrative, testimoniando sia l’operosità della Chiesa che le vi- cende di un territorio con la sua popolazione (Turchini, 2006; Badini, 2005; BeWeB, n.d.). L’archivio di una parrocchia è un giacimento inesauribile di documenti e di storie e al suo interno si trovano materiali che ci permettono di riscoprire il nostro passato attraver- so le registrazioni anagrafiche (battesimi, cresime, matrimoni e funerali, gli stati delle anime e dei fuochi, il carteggio per lo stato libero), la documentazione delle visite pa- storali e i rapporti con la curia diocesana (le relazioni di vista con la contabilità e lo stato della parrocchia, i beni, la cronaca e le disposizioni, il carteggio con il vicario, il vescovo e la curia, le lettere e le circolari vescovili e la loro applicazione), l’amministrazione dei beni e del patrimonio (gli elenchi dei beni mobili e immobili, delle opere d’arte, degli edifici di culto, degli immobili derivanti da testamento, l’elenco degli arredi, della li- breria e dei registri d’archivio, i fascicoli dei lavori di costruzione e di manutenzione, il carteggio con l’autorità civile), le suppliche e le liti (le richieste inviate e ricevute, gli atti giudiziari, i documenti a supporto delle ragioni della parrocchia, i ricorsi), i lasciti e i testamenti (i registri, gli atti dei notai, le carte, gli impegni per l’acquisizione dei beni, i legati e le cappellanie, la riduzione di legati), la predicazione e le funzioni religiose (i registri delle messe, gli elenchi delle messe perpetue e non, la contabilità, gli appunti per le omelie e la risoluzione di casi), la contabilità e la fabbriceria (i libri dei conti, la documentazione contabile, fitti, licenze, registri delle offerte, i verbali, l’elenco degli ori offerti alla Madonna), la documentazione depositata delle confraternite e delle as- sociazioni (i registri e le carte delle confraternite non più attive o amministrate dalla parrocchia, gli elenchi dei confratelli e dei beni, la gestione degli oratori e dei luoghi di culto), le molte attività gestite nel corso del tempo (l’oratorio, l’asilo infantile, il cinema parrocchiale, la società mutualistica). Anche in questo caso un archivio con tanti docu- menti, tanti percorsi di ricerca e tante vicende da ricordare. Carte dialoganti con quelle del comune per rafforzare il senso identitario di un piccolo mondo. 78 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI 3. PERCORSI DI RICERCA NEGLI ARCHIVI DEI COMUNI E DELLE PARROCCHIE La parrocchia e il comune sono caratterizzati da un territorio (che coincide almeno in parte), da organi (che si rapportano spesso fra loro avendo interessi comuni), da compe- tenze (in alcuni casi assimilabili) e da una certa autonomia che prevede di confrontarsi con soggetti esterni. Entrambi conservano un archivio storico che contiene al proprio in- terno informazioni indispensabili per la ricostruzione delle vicende locali, per ricordare le decisioni adottate negli anni e nei secoli passati, per testimoniare lo sviluppo dell’e- conomia e del territorio, degli edifici e della struttura urbana e per indicare i rapporti fra gli individui e le famiglie. L’archivio del comune e l’archivio della parrocchia offrono allo studioso la possibilità di svolgere, quindi, una ricerca ad ampio raggio. E una ricerca svolta su entrambi i fondi permette di ottenere una visione differenziata e articolata rivolta al medesimo tema, con l’integrazione di dati e informazioni e il relativo svilup- po di specifici elementi di indagine. Possono essere affrontate, ad esempio, ricerche di carattere sociale, economico, architettonico, artistico, giuridico, biografico, politico e ovviamente indagini di carattere genealogico e di demografia storica. Gli esempi po- trebbero essere davvero moltissimi e, quindi, se ne propone qui di seguito una selezio- ne orientata a differenti ambiti di ricerca. 3.1. STORIA LOCALE E TERRITORIO La lettura dei diari dei parroci, della cronaca parrocchiale e del bollettino parrocchia- le, ma anche delle relazioni economico-morali che le Amministrazioni comunali alle- gavano al bilancio, delle note compilate dal sindaco o dal segretario per rispondere a specifiche istanze di organi gerarchicamente sovraordinati e, infine, delle ultime pa- gine dei registri di classe, dove i maestri e le maestre scrivevano delle attività svolte in classe, di come venivano celebrate le ricorrenze religiose, militari o dello Stato, dell’abbandono scolastico, dello stato degli edifici e dei problemi della didattica, del- la disciplina e dell’ambiente permettono di ripercorrere gli avvenimenti locali e di in- terpretare in chiave comunale e parrocchiale quelli di maggiore risonanza e nazionali. Si tratta di materiali di estremo interesse, affascinanti nella loro capacità di evocare situazioni e personaggi lontani, o ancora tramandati dalla memoria collettiva. Anche la suddivisione del territorio e le catastazioni dei beni di proprietà della Chiesa e dei privati definite a partire dal Cinquecento offrono percorsi di ricerca interessanti che permettono di comprendere l’origine e la natura di confini e proprietà, in quale modo le campagne e il concentrico sono suddivisi, di intuire i rapporti economici e di alleanza esistiti, di ripercorrere le motivazioni di lunghe liti e l’origine di alcune fortune. Inoltre, l’analisi di questi documenti dà modo di studiare il radicamento di un insediamento monastico nel tessuto comunale e il formarsi di grandi concentrazioni di terreno o, al contrario, il frammentarsi di estesi possedimenti prima unitari. Poi, è sempre di estremo interesse confrontare le carte riferite alla celebrazione delle ricorrenze presenti nei due archivi. Il Santo patrono, le principali festività religiose e laiche con la descrizione di aspetti differenti riguardanti il medesimo accadimento. Ad esempio, per una processione troveremo nell’archivio comunale l’indicazione della data, dell’ora e probabilmente del percorso, in parrocchia l’elenco delle organizza- zioni che partecipano, magari con i nomi dei confratelli, dei sacerdoti, delle donne, dei bambini. E poi, forse, una relazione sulla presenza del vescovo (qui testimoniata anche in comune da altre carte) e il menù del pranzo e altro ancora. 79COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI 3.2. STRUTTURE DEMOGRAFICHE DELLA POPOLAZIONE E RICERCHE GENEALOGICHE La registrazione della popolazione costituisce un elemento caratteristico del rapporto di dipendenza, complementarietà e alternanza fra la Chiesa e lo Stato, fra le parrocchie e i comuni. La disponibilità dei dati essenziali sui nati e sui battesimi celebrati, sui ma- trimoni e sui funerali (e quindi della molteplicità di dati aggregati e disaggregati desu- mibili dalle registrazioni che spesso contenevano anche informazioni circa i genitori, i padrini, le residenze, le professioni svolte dagli adulti, le cause di morte) ha permesso, e garantisce tutt’ora, lo svolgimento di studi di carattere demografico, sociale, sociolo- gico, economico, geografico, sanitario e culturale. Il 18 luglio 1564 il pontefice Pio IV dispone l’osservanza dei decreti del Concilio di Trento, stabilendo così l’obbligo dell’istituzione e della custodia dei registri degli atti di battesi- mo, di matrimonio e dell’estrema unzione negli archivi parrocchiali sotto la responsabi- lità dei parroci. Nel 1614 papa Paolo V porta a cinque i libri parrocchiali, e in seguito altri pontefici dettano regolamentazioni in merito. Dai primi anni del Seicento, quindi, ogni parrocchia aveva il registro dei battesimi, quello dei matrimoni, il libro dei defunti, lo stato delle anime e il registro delle cresime. La registrazione della popolazione da parte dei comuni deve invece attendere l’unificazione italiana quando si realizza una netta separazione tra la funzione civile e la funzione religiosa del servizio di anagrafe e di sta- to civile. Nel 1864, con R.D. 2105 del 31 dicembre, viene imposto ai comuni di formare e tenere aggiornato un registro della popolazione, composto da fogli di famiglia com- pilati per ogni nucleo familiare. Nel 1865, sulla base del R.D. n. 2602 del 15 novembre dello stesso anno, ogni comune del Regno d’Italia provvede a istituire un proprio Ufficio di stato civile e dal primo gennaio 1866 si inizia ad utilizzare i registri dello stato civile italiano che ancora oggi vengono compilati e costituiscono uno strumento indispensa- bile per identificare ogni cittadino. Un discorso a parte deve essere dedicato agli stati delle anime, veri e propri censimen- ti realizzati a cura dei parroci a partire dal Seicento in occasione della Pasqua, e fonti indispensabili per la storia della popolazione. Gli elenchi delle famiglie, suddivise per contrada, via o frazione, spesso contengono a fianco dei nomi dei componenti di ciascun fuoco, anche l’età degli adulti e dei bambini, l’indicazione dei rapporti di parentela e la professione degli occupati. Tale materiale di natura religiosa si completa, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con i censimenti laici, con i fogli di famiglia, le schede di immigrazione e di emigrazione. Accanto ai documenti comunali di natura strutturata, occorre rilevare che negli archivi dei comuni possono essere presenti rilevazioni del- la popolazione realizzate per censire specifiche categorie professionali, o gli abitanti di un territorio definito in funzione dell’imposizione di una imposta o di altri fini. Tali materiali, a cui spesso però non può essere attribuita valenza generale, possono esse- re presenti fin dal Cinquecento, integrando in modo sostanziale la documentazione di matrice religiosa. 3.3. VITA SPIRITUALE E ASSISTENZA Una particolare attenzione deve essere riservata alla presenza e all’attività delle con- fraternite e delle congregazioni, i cui archivi, solitamente non di facile accesso, sono spesso confluiti nelle parrocchie o, in casi più rari, nelle raccolte dei comuni. In ogni caso negli archivi comunali rimangono almeno gli elenchi delle associazioni laiche di matri- ce religiosa compilati in occasione di rilevazioni o controlli. Per quanto riguarda l’assistenza alle persone in difficoltà, agli anziani, ai bambini, nes- suna ricerca può limitarsi alle sole fonti parrocchiali o alle sole comunali. Ci basti riper- correre l’istituzione di cappellanie, di lasciti di privati finalizzati all’assistenza e di letti 80 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI nei ricoveri e negli ospedali, l’attività delle opere pie, delle confraternite e poi l’assi- stenza minuta offerta dai parroci e dai singoli. Vanno ricordate inoltre le sottoscrizioni popolari, i banchi di beneficenza, la Congregazione di carità, l’Ente comunale di assi- stenza, le spese ospedaliere passando dal pauperismo all’assistenza dello Stato. 3.4. ASPETTI ECONOMICI E PROFESSIONALI Gli stati delle anime, di cui si è detto, comprendono in molti casi l’indicazione della pro- fessione esercitata dal capofamiglia e a volte anche di tutti gli altri occupati. Si tratta di un’informazione preziosissima che permette al ricercatore di comporre un quadro della situazione economica e professionale a partire dal Seicento. A fianco di questi do- cumenti di natura religiosa, possiamo ricordare le antiche rilevazioni censuarie della popolazione, o di una parte di essa, in cui, in alcuni casi, viene riportata l’indicazione dell’appartenenza a specifiche categorie professionali, fino a giungere alle più recenti registrazioni effettuate a fini fiscali, di rilascio di licenze, di controllo o di assistenza dei lavoratori quali, ad esempio, commercianti, commercianti ambulanti, allevatori, conta- dini, operai, osti, barbieri, giostrai e molti altri ancora. A volte la documentazione catastale, le mappe e le relazioni sullo stato del territorio comprendono l’indicazione delle principali colture e di quelle tipiche di una determina- ta zona, permettendo allo studioso di disporre dei dati necessari per sviluppare un qua- dro storico dello sfruttamento delle campagne e dell’economia del territorio. Accanto a questi materiali di natura catastale possono essere accostati i documenti riferiti allo sfruttamento dei boschi, delle cave e dei terreni. Infine, documenti apparentemente lontani dal contesto economico, possono riservare sorprese come, ad esempio i già ricordati registri scolastici o quelli del catechismo che sovente comprendono annotazioni che raccontano di situazioni socio-economiche. Così, in primavera una maestra può giustificare l’abbandono scolastico con l’inizio dei lavori nei campi, o la scarsa presenza di bambine in classe dopo l’apertura di una nuova filanda. 3.5. BENI ARTISTICI E ARCHITETTONICI In ultimo, il documento di carattere parrocchiale forse più importante e prezioso per la ricerca di ambito storico, architettonico e artistico, ma anche nel settore sociale ed eco- nomico, è certamente da identificarsi nelle relazioni di visita pastorale, ossia in quegli scritti in cui in occasione della visita del vescovo (ma talvolta anche in caso di visite vi- cariali) si dettagliava lo stato della parrocchia indicandone con precisione i beni mobili e immobili di pertinenza e descrivendo gli altari, le cappelle, le opere d’arte e gli arre- di. Inoltre, nell’illustrazione dello stato della parrocchia possiamo individuare ulteriori elementi informativi di estremo interesse di carattere pastorale, sociale ed economico. Le informazioni presenti nelle relazioni di visita possono essere integrate con i dati ca- tastali, la documentazione contabile, le carte delle fabbricerie e delle corporazioni re- ligiose, gli elenchi dei beni mobili e immobili riferiti alle prime alienazioni e alla nazio- nalizzazione dei patrimoni ecclesiastici, con i cataloghi «delle cose d’arte e d’antichità» previsti dalle prime norme novecentesche sui beni culturali, i fondi fotografici e ancora da altro carteggio. 4. ESPERIENZE DI VALORIZZAZIONE NEI COMUNI Che un’amministrazione comunale si mobiliti per la salvaguardia e la valorizzazione del proprio patrimonio archivistico non è scontato, benché ci sia un preciso obbligo norma- tivo. In effetti, la maggior parte dei sindaci trova difficile impegnare voci di bilancio nel riordino e nell’inventariazione dell’archivio storico, nel restauro dei registri in condi- 81COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI zioni peggiori o delle antiche mappe del territorio, nell’allestimento di locali adeguati a custodire materiali tanto preziosi. Perché di preziosità si tratta: gli archivi comunali sono fonti insostituibili per conservare la memoria recente e la storia lontana delle co- munità locali, e contribuiscono in modo rilevante a rafforzare il senso identitario di un paese, di un territorio, di un gruppo di persone che condividono tratti comuni. Anche le aziende lo hanno capito, e infatti ormai il brand si appoggia sempre più alla storia d’impresa definendo la reputazione aziendale nei confronti dei clienti. Ma se alcuni comuni non si sentono di impegnarsi sul fronte della storia, altri, invece, tenacemente realizzano splendidi progetti: mettono al sicuro scritti e fotografie, descrivono e digita- lizzano i materiali, condividono i patrimoni conservati mostrandoli ai propri cittadini e ad un pubblico ampio, fanno in modo che i documenti ci raccontino infinite storie coin- volgendoci e facendoci immedesimare nella quotidianità delle generazioni che ci han- no preceduto. Sono tanti i percorsi realizzati negli anni, in Friuli Venezia Giulia, in ogni luogo d’Italia, nel mondo. Ne voglio raccontare tre: il riordino dell’archivio del comune di Treppo Ligosullo, il censimento dell’ANCI FVG e l’attività della Rete di archivi della col- lina torinese e del chierese. 4.1. IL RIORDINO DELL’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI TREPPO LIGOSULLO Il 16 ottobre 2021 il Comune di Treppo Ligosullo ha presentato la conclusione dell’in- tervento di inventariazione e parziale digitalizzazione del proprio archivio storico in occasione di un convegno dal titolo «Giacimenti nascosti» (ilfriuli.it, 2021; Udinenews, 2021; Treppocarnico.org, 2021; Studio nord news, 2021). A seguito della fusione dei due comuni di Treppo Carnico e Ligosullo, avvenuta nel febbraio 2018, l’amministrazione comunale ha deciso di avviare un riordino complessivo del materiale. Mentre per Treppo Carnico l’archivio storico aveva visto un primo intervento sulla documentazione fino al 1950, realizzato nel 2008 da Gabriella Cruciatti (Cruciatti, 2007), per le carte di Ligosullo si disponeva solo di un elenco di consistenza degli anni Settanta. Il lavoro, coordinato dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, è stato portato a termine da Luca Marin che ha redatto un completo inventario della documentazione a partire dal 1661. La rilevanza dell’intervento va cercata in due ele- menti distinti, benché collegati. La comunità di Treppo ha ora a disposizione il proprio archivio a seguito di un lavoro voluto fortemente dalla propria amministrazione sia per valorizzare le vicende dei due comuni soppressi, sia come contributo per creare unità fra le persone del nuovo municipio. Inoltre, questo riordino è stato l’occasione per riflette- re insieme – alla presenza di numerosi amministratori e rappresentanti della Regione, della Comunità di Montagna della Carnia, della Soprintendenza archivistica, dell’ANCI e dell’Università di Udine – sul valore degli archivi comunali, che tramandano la memoria delle persone e dei luoghi, rafforzano il senso di comunità e concorrono ad avvicinare le istituzioni ai cittadini. Il 16 ottobre, infatti, sono stati molti gli interventi che hanno rimarcato l’importanza degli archivi locali, la necessità di intervenire per il loro recupe- ro complessivo e l’esigenza di una specifica norma regionale di sostegno e promozione. Parole, certo, che vanno sostenute nel tempo in funzione di un’azione d’insieme per raf- forzare la memoria collettiva locale. In questa direzione va senz’altro la presentazione fatta dal presidente dell’ANCI Friuli Venezia Giulia dei primi risultati di un questionario inviato nelle settimane precedenti ai 215 comuni della regione con l’obiettivo di racco- gliere informazioni circa le condizioni di conservazione e gestione degli archivi storici, nonché alcuni indicatori sul percorso di trasformazione in senso digitale. 82 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI 4.2. IL CENSIMENTO DEL 2021 SUGLI ARCHIVI DEI COMUNI Il Censimento dell’ANCI regionale, realizzato con la collaborazione della cattedra di Ar- chivistica del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, proponeva un questionario suddiviso in sei aree, per complessive 24 doman- de, suddivise in sei sezioni, oltre ad uno spazio per osservazioni libere. 2 In sintesi, tutti i comuni hanno un archivio storico, ben conservato e abbastanza ordina- to, ma non dispongono quasi mai di un inventario che ne permetta la reale consultazio- ne. Inoltre, i comuni sono interessati a collaborazioni per il riordino dell’archivio storico e per avviare progetti di digitalizzazione, ma soprattutto per lo scarto della documen- tazione inutile. Alcuni auspicano anche attività di valorizzazione del patrimonio storico con le scuole e con le comunità locali. Di seguito una prima analisi delle le risposte. – Sezione 1 (Dati statistici di contesto). Al questionario anonimo ha risposto il 10% dei comuni del Friuli Venezia Giulia, distribuiti in modo omogeneo rispetto alla loro nu- merosità fra le provincie. La popolazione dei comuni che hanno partecipato al’indagi- ne è inferiore ai 1.000 residenti nel 30% dei casi, fino a 5.000 per il 43%, fino a 20.000 nel restante 27% del totale. – Sezione 2 (Archivio storico). I comuni conservano un archivio storico che per la metà dei casi custodisce solo carte del Novecento, Nel 40% dei casi ci sono anche documen- ti dell’Ottocento e solo nella restante parte gli archivi conservano carte più antiche (principalmente deliberazioni, stato civile, leva). In un caso viene dichiarata una per- gamena del XVII secolo e in un altro, da verificare, una pergamena del 1213. Le carte, che si trovano quasi sempre nella sede municipale o in edifici di pertinenza, hanno una consistenza variabile rispetto alla grandezza del comune: dai pochi metri lineari dichiarati da un comune, ai 750 ml di un altro. Nell’80% dei casi l’archivio storico è or- dinato, ma in un solo caso su quattro sembra che si disponga di un inventario descrit- tivo. L’archivio storico è sempre affidato al personale interno, che talvolta si avvale di professionisti esterni. L’archivio è quasi sempre in buone condizioni di conservazione, ma in un caso il compilatore dichiara che lo stato di tenuta delle carte è pessimo. Quasi tutti i comuni sono interessati ad una collaborazione per le attività di selezione della documentazione inutile, per la digitalizzazione, per il riordino e anche per valutare lo spostamento dei materiali in archivi esterni. Alcuni comuni segnalano ulteriormente la necessità di procedere allo scarto, altri l’esigenza di locali idonei, talvolta la man- canza di personale adeguatamente formato e la necessità di specifici finanziamenti. 2 Di seguito le domande del questionario. Sezione 1. Dati statistici di contesto: 1.1 Provincia; 1.2 Residenti – Sezione 2. Archivio storico: 2.1 Il comune conserva documentazione storica? 2.2 Quali sono i documenti più antichi? e con quale data? 2.3 Dove sono conservate le carte? 2.4 Qual è la consistenza dell’archivio storico? 2.5 L’archivio è ordinato? 2.6 Qual è lo stato di conservazione? 2.7 Sono stati fatti interventi di restauro o ce ne sono in programma? 2.8 Il comune sarebbe interessato ad una collaborazione per le seguenti attività? 2.9 Ci sono problemi, esigenze o particolarità da segnalare? – Sezione 3. Valorizzazi- one dell’Archivio storico: 3.1 L’archivio storico è a disposizione dei cittadini, delle scuole e degli storici per ricerche? 3.2 Il comune organizza attività di promozione? 3.3 Il comune affida o collabora con al- tri soggetti per la promozione dell’archivio storico? 3.4 Il comune digitalizza i documenti dell’archivio storico? 3.5 Il comune ha in corso progetti per far conoscere il proprio patrimonio archivistico? 3.6 Ci sono problemi, esigenze o particolarità da segnalare? – Sezione 4. Archivio di deposito: 4.1 Riguardo ai documenti che non sono considerati “storici”, ma che non vengono utilizzati per l’attività corrente 4.2 Il comune sarebbe interessato ad una collaborazione per le seguenti attività? – Sezione 5. Gestione documentale e Archivio corrente: 5.1 Quali strumenti della trasformazione digitale della PA ha adottato il comune? 5.2 Il comune produce abitualmente documenti digitali a norma? 5.3 Il comune ha nominato un Responsabile della trasformazione digitale? 5.4 Il comune ha un proprio piano di sviluppo digitale? 5.5 Come valuta il percorso di trasformazione digitale del comune, segnalando gli obiettivi – Sezione 6. Spazio disponibile per il compilatore. 83COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI – Sezione 3 (Valorizzazione dell’Archivio storico). Solo nel 35% dei casi l’archivio viene messo a disposizione per le ricerche degli storici locali e del pubblico o per attività di valorizzazione con le scuole. Un dato piuttosto basso spiegabile con il fatto che gli archivi storici probabilmente non sono ordinati, non sono collocati in locali idonei e non c’è personale formato. Solo nel 17% dei casi il comune organizza attività riferite all’archivio con le scuole o la biblioteca, anche affidandosi a collaboratori esterni. Solo un comune sta digitalizzando il patrimonio documentario con un progetto specifico, mentre in qualche altro caso i documenti vengono digitalizzati solo su richiesta degli utenti. Infine, riguardo alla valorizzazione vengono indicate problematiche riguar- danti le risorse economiche, di personale e di spazi adeguati, ma in alcuni casi sembra che non si faccia promozione perché si ritiene il patrimonio archivistico troppo recente o di scarso interesse. – Sezione 4 (Archivio di deposito). L’archivio di deposito ha una dimensione significativa e talvolta è collocato in spazi dedicati, altre volte stipato dove si può. Anche in questo caso il comune dimostra interesse per una collaborazione esterna, ma principalmente per la selezione e lo scarto dei documenti, o per la loro digitalizzazione. – Sezione 5 (Gestione documentale e Archivio corrente). La trasformazione digitale sembra essere ancora ad una fase iniziale per la maggior parte dei comuni. Nella metà dei casi si dichiara la sola introduzione del protocollo informatico, nel 26% dei comuni, però, sembrano essere stati sviluppati sistemi avanzati con l’adozione di molti degli strumenti della Pubblica Amministrazione digitale. Negli altri casi, pari al 22%, si di- chiarano livelli intermedi. Comunque, quasi tutti i comuni del campione rilevato af- fermano di produrre documenti digitali a norma. Il percorso di transizione digitale è sostenuto nel 60% dei casi dalla presenza di un responsabile digitale e nel 40% dei casi da un documento progettuale. – Sezione 6 (Spazio disponibile per il compilatore). Purtroppo solo in due questionari i compilatori hanno aggiunto una propria impressione. Nel primo caso, di un comu- ne con popolazione fra i 500 e i mille abitanti, si ritiene opportuno intervenire sulle questioni riferite all’archivio. Nel secondo questionario, di un ente locale con popo- lazione fra i mille e i 2.500 abitanti, si chiede se sia un bene abbandonare la carta e adottare il documento elettronico quando c’è ancora tanto lavoro da fare? 4.3. LA RETE DI ARCHIVI DELLA COLLINA TORINESE E DEL CHIERESE Il 2 aprile 2022 presso la biblioteca civica del comune di Chieri è stato presentato il por- tale web della Rete di archivi della collina torinese e del Chierese, che si propone condi- videre le banche dati archivistiche dei comuni del territorio coinvolti e di contribuire al consolidamento di un’idea unitaria di comunità attraverso la conoscenza delle vicende storiche (Chierese, 2023; Chieri, 2023). Il progetto di valorizzazione è di grande interes- se perché si avvale di una rete fra amministrazioni locali vicine e ha il duplice obiettivo di preservare il patrimonio documentario e nel contempo elaborare una narrazione del chierese fondata sulla reale conoscenza della sua storia anche ai fini dello sviluppo del turismo di prossimità. La rete collinare degli archivi del chierese vede attualmente coinvolti dieci comuni: Ari- gnano, Baldissero Torinese, Chieri come capofila, Gassino Torinese, Mombello di Torino, Pecetto Torinese, Riva presso Chieri, Trofarello, San Raffaele Cimena, Santena.3 Si vuole provvedere alla schedatura, al riordino e all’inventariazione degli archivi comunali e 3 La tranche di progetto per il 2023 prevede il coinvolgimento dei seguenti comuni: Buttigliera d’Asti, Cam- biano, Pavarolo, Pino Torinese, Poirino come capofila, Santena, Sciolze, Villanova d’Asti e Villastellone. 84 COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI poi promuoverne la conoscenza attraverso un portale accattivante per il visitatore e so- lido da un punto di vista scientifico. Un portale ricco di funzioni di ricerca e di proposte, con una scheda di presentazione per ogni comune e una mappa georeferenziata inte- rattiva, con numerose storie da leggere e percorsi coinvolgenti per conoscere le vicende dei luoghi e delle persone, con molti documenti riprodotti e tanti oggetti digitali da guardare e scaricare. Naturalmente il portale cresce di anno in anno, sia con l’aggiunta di contenuti che con l’ampliarsi del numero dei comuni aderenti alla rete (Collina tori- nese, 2023). Inoltre, oltre al portale generale vengono di volta in volta costruite pagine dedicate all’archivio storico di ogni comune connesse ai siti istituzionali (Gassino Tori- nese, 2023; Pecetto, 2023). Il progetto è finanziato dalla Fondazione cassa di Risparmio di Torino e dai singoli comuni, che investono risorse proprie per i riordini d’archivio, per revisionare i vecchi interventi e per far conoscere ai propri cittadini la bellezza della loro storia e della memoria locale. Il lavoro è realizzato da Acta Progetti snc. Questa idea progettuale, avviata nel 2020, riprende il grande lavoro fatto a partire dal 2008 quando, grazie a una convenzione tra il Comune di Chieri e la Regione Piemonte, è stato realizzato il Polo Archivistico Torino Sud, che nel giro di qualche anno ha portato alla sistemazione degli archivi storici di dodici comuni. La spinta propulsiva iniziale del Polo archivistico si è poi esaurita, ma tutto il lavoro realizzato nella prima fase è stato recuperato e le banche dati migrate su una nuova piattaforma. SUMMARY Archives are an extraordinary cultural object because they are capable of surprising us every time we dedicate a little of our time to them. They are witnesses to history and thus, more than any other source, can tell us what actually happened in the distant or recent past. And so, in bringing out the stories they guard, they always manage to fasci- nate adults and children alike. Thanks to them, we can retrace the events of our family, our community and the territory that belongs to us. Every local community is a place of memory with its own nature that is constantly being consolidated and transformed. Identity elements are the landscape, with its colours and sounds, they are the buildings, monuments and streets, identity is made up of sto- ries passed down orally, it is concentrated in people‘s faces. Then there are the archives, which are confirmed as indispensable elements on which to base a community. The documentary collections of municipalities are among the proximity archives those that most easily tell us their stories and that more than any other archive form and con- solidate the memory of a country. The municipality is the local authority that represents its community, looks after its interests and promotes its development. Its action is ma- nifested in the production and management of documents of a heterogeneous nature covering different areas. It is the collection of documents that keep track of the choices made by successive administrations, the management of the territory, relations betwe- en families, the development of the city‘s economy and many other areas. It is an extra- ordinarily important documentary heritage, a living collection that bears witness to the passage of time and the life of communities from the most distant centuries. The contribution focuses on listing the main documentary typologies present in munici- pal archives and proposes some paths: local history, population, social and economic life, spiritual life, artistic heritage. Finally, the article presents three exemplary cases of the valorisation of historical archives: the reorganisation of the archives of the municipality of Treppo Ligosullo reordered in 2021, the census of the ANCI of Friuli Venezia Giulia, which made it possible to identify important archival fonds, and the activity of the Network of the archives of the municipalities of the Chieri area in Piedmont inaugurated in April 2022. 85COMMUNITY ARCHIVES TO DEFINE THE LOCAL COLLECTIVE MEMORY DIMITRI BRUNETTI REFERENCE LIST Arioti, E. e Bonella, A.L. (2006), Gli archivi degli enti locali, in Storia d’Italia nel secolo ven- tesimo. Strumenti e fonti, a cura di C. Pavone. Roma: MiBAC, III, 272-322 (in partico- lare: Gli archivi dei comuni, 282-298). Badini, G. (2005). Archivi e chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa. Bolo- gna: Patron, 144-170. BeWeB (Beni ecclesiastici in web). n.d. Home page. Ultimo accesso il 25 feb. 2023. https:// beweb.chiesacattolica.it. 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