Anno I. N. 1

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Capodistria, 25 Novembre 1922
Un numero ceni. 20, arretrati il dippio
L' ISTRI
Tfl Capodistria
M Hi s (II. Serie) :
Settimanale illustrato-politico-storico-geografico-sportivo diretto dal prof. Arturo Bondi
ABBONAMENTI: Italia e colonie annue lire 20; per sostenitori almeno lire 5 in più; per trimestre e semestre in proporzione. INSERZIONI : per ogni m/m di altezza su una colonna lire 1. In blocco, prezzi da convenirsi. — Avvisi commerciali nel corpo del giornale lire 2. — Mortuari, comunicati, Partecipazioni matrimoni lire 1.20. Finanziari lire 4. Cronaca Commerciale lire 2. Varia 2.50 - Vedi in ultima pagina: gli avvisi economici'
Esce ogni sabato cominciando dal 16 dicembre. - Conto corrente con la Posta. - Telefono N. 67. - Redazione ed Amministrazione: Tip. R. Pecchiari
E' arrivata veramente l'Età Nuova?
S/. Veramente e definitivamente ; a principiare da quel memorando recentissimo 30 ottobre in cui, caduto il Gabinetto Facta, il leader fascista on. Benito Mussolini compose il suo Gabinetto con A rmando Diaz alla guerra, Thaon de Revel alla marina, Luigi Federzoni alle colonie, e prestò giuramento al Re d'Italia, assicurando che assumeva il Governo per imporre a sè stesso e alla Nazione la disciplina che la trarrà a salvamento. «Porto a Vostra Maestà», egli a-vrebbe detto, «/' Italia di Vittorio Veneto riconsacrata da nuova vittoria, e sono fedele servitore di Vostra Maestà-»,
Parole molto significative con le quali i fascisti dimostrarono subito di voler esercitare il potere non già a scopi partigiani, ma per il bene della Nazione. E infatti nel nuovo Ministero accanto ai fascisti (15), sono rappresentanti del Partito Popolare (6), dei liberali di destra (3), dei nazionalisti (3) e dei demo-sociali (3). Gabinetto di concentrazione adunque, o meglio di conciliazione, composto da un socialista ferventLsi-mo, già compagno di Cesare Battisti, che espulso dal seno del Partito il 25 novembre 1914, gridò ai non sinceri compagni il terribile mònito: «vi dico fin da questo momento che non avrò remissione, non avrò pietà alcuna per tutti coloro che in questa tragica ora non dicono la loro parola ; aggiungendo che i compagni lo odiavano, perchè lo amavano ancora. Parve sùbito un uomo finito; ma cinque mesi più tardi, nel maggio 1915, la sua figura primeggiava non solo in Italia, ma anche fuori, dove la diplomazia belligerante, ne seguiva con attenzione la parole e le mosse.
E un' altra volta parve un naufrago ; alt indomani di Vittorio Veneto. Quante rovine, accanto a tanto conclamar di vittoria ! Che tremenda responsabilità per gli interventisti ! Povero Mussolini!
Ma risorge. Si raccolgono intorno a lui le falangi degli arditi per muover guerra alla tracotanza bolscevica.
Le elezioni politiche del '19 lo vedono clamorosamente sconfitto ; ma pochi mesi più tardi il fascismo è già una forza minacciosa e Mussolini è eletto deputato a Milano e a Ferrara, dove, dopo 30 anni di dominazione socialista le donne avrebbero disteso ai suoi piedi le vinte bandiere rosse perchè vi passasse sopra come un trionfatore.
Certo, lo stesso giorno 30 ottobre, il partito comunista fu dichiarato sciolto, qualche Camera del Lavoro devastata, il «Lavoratore» di Trieste impedito di continuare le pubblicazioni. Ma chi può arrestare improvvisamente l'infernale giuoco delle umane passioni scatenatesi durante la lunga guerra fratricida ? E non istituì sùbito il Comando generale dei Fasci giuliani un tribunale militare per giudicare tutte le infrazioni alla disciplina e gli eventuali reati commessi da principi e triari della Legione ?
La situazione è veramente e definitivamente mutata.
Oggi ci sentiamo più redenti di quel che ci sentissimo quattro anni or sono. E redenti soprattutto per le catastrofiche esperienze fatte durante il tragico quadriennio che va da Vittorio Veneto aW Ineipif aetas nova dell' attuale presidente dei ministri.
La storia si ripete eterna nelle sue immutabili leggi che non tollerano improvvisazioni. Pensate alle grandi promesse della Rivoluzione francese, alle grida di giubilo erompenti da tanìi poeti nostri e stranieri!
Ma vennero i massacri dei pa-triotti; gli oltraggi degli Heber-tisti alla religione e alle chiese, e finalmente, alla morte di Robespierre, di Saint-Iust e di altri giacobini che s ' erano illusi di fondare il regno della giustizia, dell'uguaglianza e della virtù usando la violenza, ecco svilupparsi /' offensiva dei figli, dei parenti e amici delle vittime del Terrore, che, rèduci dai campi di battaglia, dove s' erano bagnati di sangue per la difesa della patria, si danno a combattere energicamente i rivoluzionari.
Questi giovani - cos'i nel Bondi Storia moderna e contemporanea seconda edizione - derisi dagli avversari col nome di moscardini, perchè profumati di muschio, si presentano ovunque armati di nodosi randelli, per fare tutto /' opposto di quello che volevano i Giacobini.
Un fantoccio rappresentante Marat, /' idolo delle folle imbestialite, viene da essi bruciato il 21 gennaio 1795, e le ceneri, raccolte in un vaso da notte, gettate nella cloaca di Montmartre, destinata a Panteon di tutti gli uomini sanguinari.
Napoleone galvanizza per un po' la Francia; la solleva, conquistatore e incatenatore di popoli, all' apogeo. Ma ben presto tutti i prìncipi e tutti i popoli, rovinati dalle guerre, dalle leve dei soldati
e dal blocco continentale, lo maledicono. Egli vuole andare contro la coscienza nazionale de' suoi contemporanei, e questa, sollevandosi contro di lui, lo atterra.
Noi siamo disposti a conceder$ ai nostri social-rivoluzionari tutte le attenuanti possibili, non potendo, fra altro, dimenticare che anche noi fummo per molto tempo, Cesare Battisti e Pio Gambini compresi, tacciati di antipatriottismo.
Ma vedano se la loro sorte non sia stata meritata e facilmente prevedibile.
Capodistria, 21 novembre '22.
Arturo Bondi.
Il nostro programma
passato e presente.
11 primo numero dell' Istria Redenta uscì la mattina del 13 novembre 1918, in mezzo a enormi difficoltà, quali la mancanza di carta, di benzina, di h:ce elettrica e di mano d'opera, in un momento in cui tutti i capo-distriani, istriani e triestini erano completamente assorbiti da un'infinità di occupazioni e di emozioni.
11 gesto del suo direttore, assorbito da molte altre occupazioni, parve roba da matti, e poco mancò non lo si facesse impazzire davvero, dato la stato d' animo creato fra i suoi familiari da amici più o meno sinceri.
Cionondimeno, il primo numero, mercè l'opera di studenti improvvisatisi strilloni,— Scampicchio, Zetto.Favento e Brandolin mai sarà dimenticata l'opera vostra! — andò a ruba vendendosene un migliaio in poco più di un' ora, agli agricoltori, ai pescatori e agli operai cui il giornale era particolarmente rivolto. A Capodistria, Trieste, Pirano e fino a Buie, dove altri studenti, Sepich e Harf mann, lo portarono colla bicicletta.
Premesso ciò, è naturale, scrivemmo già allora, e ripetiamo oggi, che L'Istria Redenta non può seguire i criteri comunemente prevalenti nel mondo giornalistico. Essa vuol essere, almeno nella parte politica e sportiva, il giornale della povera gente, che deve essere educata e istruita in maniera facile e dilettevole. AI che non si prestano nè le molte e troppo numerose notizie di carattere puramente politico e militare, talvolta oscure e indecifrabili e contradicentisi, nè la cronaca giudiziaria, mondana, molte volte pervertitrice, bensì articoli di prò paganda, brevi, chiari, pacati, che scendano al cuore dei diseredati e ne riscaldino, per quanto è possibile, i cervelli.
Vuol essere questo nostro giornale, in un paese avvelenato da odi secolari di stirpe e di classe, in un paese prevalentemente agricolo e politicamente quindi, ed economicamente arretrato, vuol essere, dico, nell'ora grande che raccoglie i fratelli divisi intorno alle vesti della stessa Madre, vuol essere il simbolo vivente della ormai trionfante e sia pure transitoria unificazione politica e morale,
L'Istria redenta è un giornale socialista diretto da un socialista.
Il suo direttore però Io mette a disposizione di tutti coloro che vo. gliono approfittarne per la propaganda di idee buone e utili, oggettivamente e lealmente professate.
Indifferente quale sia la loro professione di fede politica e religiosa.
Esposto così il nostro programma, preghiamo tutti coloro che credono di poter collaborare con noi di farlo al più presto possibile e d'incoraggiarci con abbonamenti e sottoscrizioni.
a. b.
Il nostro programma
L'Istria redenta si propone i seguenti scopi :
Ma che diciamo noi ? — Non sentite che il nostro programma è nell' aria, nel fuoco che brucia i nostri cervelli, nella commozione che ci fa piangere per ogni nonnulla, nell' esultanza infinita della nostra piccola città, della nostra piccola provincia e del mondo intero? Commozione grande, spasmodica, stringente dolorosamente il petto a noi che buttiam giù alle ore quattro antimeridiane, dopo un mese di notti insonni, queste righe per il primo giornale che speriam cotidiano, consacrato alla Patria e all' Umanità nel giorno del suo fulgido trionfo. Consacrato a tutti gì' istriani, senza distinzione di partito, a tutte le età e professioni, ai nobili come ai plebei, ai maschi come alle donne, a tutti coloro insomma che, purificati dal ciclone devastatore dell' immane incendio guerresco stante per estinguersi, vedono il glorioso principio di una età nuova, sacra alla Pace, al libero reggimento di popolo, alla Lega delle Nazioni, a lean Iaures, a Guglielmo Liebknecht, a Federico Adler!
Programma nostro è l'amore, che troppo a lungo odiammo e soffrimmo ; programma nostro è l'oblio, che, se è giusto il castigo, santo è il perdono. Ardere di sacro fuoco per i più nobili ideali che riscaldaron, da Platone a Marx, da Budda a Cristo, l'umanità ; propagandare le idee buone, ispirar conforto agli sfiduciati, ai tementi dell' ira ventura, ecco quel che vogliamo. Sollevare gli umili e abbassare i superbi, non per insana propaganda d' odio, di diffidenza, d'insinuazione, che non è Socialismo, che non è lotta di classe, ma veleno, ma vergogna e vituperio di demagoghi ignoranti e cattivi.
Additare a chi sta male, a chi sta nel fango, ai gementi nelle viuzze, spelonche e lupanari delle grandi e delle piccole metropoli e borgate, additare, diciamo, i signori, ben vestiti, puliti, istruiti, educati, per dire ; Ecco, o lavoratori del campo, dell' officina, del mare, ecco ciò che dovrete esser pur voi ; tali e quali, e migliori e più sani ; sani e forti e pieni d' entusiasmo come le belle, le forti, le care fanciulle che in questi giorni si confondono col popolo per incoraggiarlo a salire, a salire, a salire ; ora per ora, giorno per giorno : colla riflessione, colla organizzazione, colla rinunzia all'alcool traditore, a vantaggio del pane vero e proprio, e di quell' altro pane eh' è 1' alfabeto, if giornale, l'ideale.
Salute, o martiri del lavoro, vittime dello sfruttamento capitalistico ; salute, donne, vecchi, bambini pallidi, denutriti, più simili alla morte che a viventi. Io mi accosto a voi nell' ora grande che passa, oggi come ieri e l'altr' ieri, con tutto il quadro dolorante della vostra interminabile passione, con tutta la visione di quel che foste durante i quattro anni di guerra mondiale; mi accosto e mi mescolo fra il Popolo buono e generoso, per dirgli che l'ora della redenzione è più vtcina che mai ; che il germanesimo, I' austriacantismo, la guerra son fugati per sempre; che i figlioli rivedranno i padri, le spose gli amanti e i vecchi la prole ; che tutti avranno il pane, il latte, la carne e il raggio di sole, e la gioia grande infinita cui abbiam ben diritto, buoni e cattivi, forti e vili, rossi-bianchi e giallo-neri, dopo tante sofferenze, commozioni, spaventi, ab battimenti !
E' venuta la Mamma, la buona, la cara mamma ; son giunti i fratelli, belli, forti, nobili. E' arrivata l'Italia, son spariti i tiranni ; si può parlar finalmente il linguaggio nostro, il dolce dolcissimo idioma de' nostri padri.
Evviva la Patria, evviva l'Italia, evviva noi tutti, amici e nemici !
a. b.
Gronaea eapodistriana
del 30 ottobre 1918
Il giorno 30 ottobre 1918 gli uomini eletti dai partiti della città si rac colsero per la loro costituzione defi nitiva nella sala comunale.
Il sindaco, avv. Nicolò Belli, tenne un discorso ispirato alla solennità del momento, che per brevità riassumiamo :
«Premesso che i rapidi e foitu nati avvenimenti politico-militari degli ultimi giorni determinarono lo sfacelo dell' esecrato dominio austriaco e la caduta delle autorità statali, così da schiudere ormai ai popoli oppressi la via della libertà, della giustizia e della pace ;
«premesso che, tosto sparsasi il 30 ottobre la voce che a Trieste la popolazione aveva preso nelle sue mani i destini della città, una massa di concittadini accorse in piazza del Duomo e con grandiosa e commovente manifestazione abbatté colà, e dovunque fossero, le insegne dell' a-quila grifagna ; i rappresentanti dei partiti politici locali come designati ancora giorni prima e postisi già d'accordo, s'impadronirono del Comune per amministrarlo durante il periodo di transizione, fino a nuovo provvedimento definitivo.»
Erano presenti i cittadini: avv. Nicolò Belli — Edoardo Michelich — e Francesco Vissich per il partito liberale-nazionale ; prof. Arturo Bondi — Mario Oregorich fu Domenico — e dott. Carlo Nobile per il partito socialista ; Francesco Fontanot fu Anto nio — prof. Ranieri Cossar e Giovanni Tòmasich per il partito popo lare cattolico; Franco Gerin Giuseppe Snaier fu Pietro e dott. Giuseppe Welvich per il partito mazziniano.
Acclamato sindaco l'avv. Belli, questi, accettando nell'ora storica e di gravissima responsabilità, il fiducioso mandato, espresse la convinzione che il Governo Provvisorio, il quale fedelmente rispecchia il consentimento nazionale e la salda volontà del popolo, conseguirà l'intento, per ora, di mantenere la quiete e 1' ordine, e di provvedere nel modo migliore alla cosa pubblica, pur rispettando sempre i principi dei vari partiti che saggiamente lo compongono.
L' adunanza, che deliberò di chiamarsi Consiglio Comunale Provvisorio, nominò una propria Delegazione, con poteri di Esecutivo Municipale composta del sindaco avv. Nicolò Belli e dei delegati dott. Carlo Nobile, prof. Ranieri Cossar e Franco Gerin.
Si stabilisce di publicare un manifesto informante i cittadini del cambiamento avvenuto nel potere comunale, esortandoli ad aver fiducia nel nuovo Governo e a mantenere la calma e 1' ordine.
Su proposta del Sindaco si deliberò la pubblicità delle sedute consi-gliari.
Su proposta del prof. Bondi si riconobbe ai cittadini il diritto di riunione con facoltà di servirsi all'uopo, previa richiesta, delle sale di edifici comunali ; si proclamò festa cittadina il giorno XXX ottobre, segnante il crollo ignominioso della tirannide, la fine dell' oppressione, e l'èra nuova di libertà. Bondi propose ancora di emettere, ove occorra, un «Prestito della libertà» per soccorrere i cittadini maggiormente colpiti dalla guerra e dall' epidemia della febbre spagnola ; e la nomina di un comitato di controllo sulla commissione d'approvvi gionamento.
Si prende poi nota dei desiderio manifestato da molte parti al prof. Bondi di fregiare col nome degli eroi concittadini Nazario Sauro ed Ernesto Gramaticopolo due vie o piazze della città, da determinarsi.
A garanzia dell'ordine pubblico si decretò l'immediata istituzione di una Guardia Nazionale sotto il comando dell'ing. Marcello Masutti e proponente il dott. Nobile la Delegazione fu autorizzata a provvedere, mediante prestiti presso cittadini privati al pagamento dei sussidi statali di sostentamento alle famiglie dei richiamati per la prima quindicina di novembre a. c.
Si accoglie infine la proposta del prof. Bondi di telegrafare mediante il Comitato di Salute Publica di Trieste ai deputati italiani partiti per il Regno perché chiedano aiuti economici a sollievo delle nostre regioni, ed in teressino il R. Governo a provvedere per 1' ulteriore pagamento regolare di detti sussidi di sostentamento.
Capodistria
(Det cap. Vittorio Bizzari)
Io tengo un fior che un cuore femminile Mi appuntò in petto in un impulso santo E lo terrò, quel fior, dono gentile Seniore tra le mie care cose accanto.
Mi fu donato allor che i Bersaglieri Che con me, tra il rumor di tanta guerra Sempre si son mostrati arditi e fieri, Giunsero, primi, in questa nostra terra.
O Capodistria ! Nel mattino chiaro Noi ti vedemmo, bella ! Noi sentimmo Nel cuore, quanto e quanto ci sia caro Questo tratto di suol per cui soffrimmo.
Sulla banchina, dolce nel ricordo Sventolava nel sole il tricolore La folla variopinta, in un accordo Puro, gridò, con voce ebbra d'amore.
Gridò il nome d'Italia generosa Acclamò i figli della madre stessa Della gran madre, attesa con ansiosa Speranza in cor dell'1 Austria invan
repressa !
Italia, Italia! Alla tua gran corona Mancava questa gemma e finalmente Virtù d'armi e d'amore te la dona In amplesso di gioia, fraternamente !
Il primo numero dell' Istria Redenta recava, fra altro, alati versi di Nino de Petris e il seguente
Messaggio di Mèi D'Annunzio
a Capodistria
nunziante la prossima venuta, poi man caia, dell'et oico aviatore:
«. . . quando i fuoruscili adriatici offerirono alla Squadra di San Marco nel nome del tuo Nazario Sauro que-st' ala di guerra che oggi fende il ino cielo felice, io dissi tremando : «A noi mortali voi date un compagno immortale. Chi potrà più dormire?»
Il compagno immortale è oggi venuto con noi, ritto, a prua come nelle grandi ore dei suoi miracoli notturni.
Ecco, scende nella sua piazza comunale, torna al suo popolo libero che non cessò mai di aspettarlo. E ci resta.
Italia e San Marco !
San Marco e San Nazario !
GABRIELE D'ANNUNZIO.
Come fu liberata Capodistria
Mandano dà Trieste al Corriere della Sera in data 6 novembre 1918:
Capodistria, la patria di Nazario Sauro, è stata liberata la mattina del 4. Due torpediniere italiane presentatesi nel piccolo porto vi sbarcarono pattuglie di bersaglieri e di carabinieri. La graziosa cittadina fieramente italiana salutò i liberatori con feste affettuose. Il porto, le strade, le piazze, le case erano tutto un palpito tricolore e le banchine e le strade erano affollate di popolo plaudente.
Il podestà avvocato Nicolò Belli col Consiglio andò incontro ai soldati. Si formò un corteo che si recò al Palazzo del Comune dove il capitano di vascello Dentice, che aveva comandato lo sbarco, celebrò il patriottismo di Capodistria, le grandi vittorie d' I-talia e dei nostri Alleati, ed esaltò il valore degli eroici figli di Capodistria : Nazario Sauro, Ernesto Grammatico-polo, Pio Riego Gambini. La folla e-lettrizzata proruppe in grida di evviva all'Italia, all'esercito, al Re.
Il podestà rispose esprimendo la riconoscenza senza limiti della gente di Capodistria versò 1' Esercito e la Marina italiana che hanno saputo farla ritornare nella famiglia italiana. Questa riconoscenza venne poi espressa anche in telegrammi all'ammiraglioThaon di Revel e al ministro della Guerra, Zupelli, che è nativo di Capodistria.
Il ilio IÈ BiH WM,
(dal 5 al 12 dicembre)
La rivoluzione incominciata il 5 corr. a Kiel è già dilagata in tutta la Germania. Gli ufficiali sono disarmati e i socialisti indipendenti assumono il potere. 1 socialisti maggioritari ne approfittano per minacciare di uscire dal Governo nel caso i responsabili della conflagrazione non si ritirino immediatamente a vita privata e così il 9 corr., ossia nello stesso giorno in cui i primi mandano P ultimatum al cancelliere, Guglielmo e il principe eredi tario Federico Guglielmo abdicano, e in Baviera si proclama la repubblica.
Truppe italiane accolte ovunque col massimo entusiasmo, proseguendo i movimenti derivanti dalle clausole dell' armistizio, occuparono già il passo di Reschen (Resia).
I	serbi marciano su Saraievo. -Centomila austro-ungarici sono stati sbaragliati fra Mostar e il confine montenegrino.
GÌ' inglesi, su domanda del governo ucraino sono entrati a Odessa.
II	governo ungher. permise bensì ai 200.000 uomini di Mackensen, che si trovavano su! Danubio, di attraversare 1' Ungheria, però senza armi.
Una grande parte della flotta da guerra austriaca e precisamente due dreadnought, una corazzata, tre incrociatori, 10 cacciatorpediniere, 12 caccia torpediniere d'altro tipo, un posamine e 15 sottomarini, è passata, giusta le condizioni dell'armistizio all'Intesa, che vi ammainò la bandiera iugoslava issando la bandiera italiana a poppa e P inglese sull' albero di maestro.
La città di Pola col porto e fortezza fu occupata da una squadra italiana comandata dall'ammiraglio Cagni.
li Re e il generale Diaz arrivarono a Trento e a Trieste (10 nov.).
L'ex re di Baviera, Lodovico, dopo la proclamazione della repub blica, è fuggito in Svizzera. Anche a Berlino è scoppiata la rivoluzione.
Le truppe italiane avanzano verso il Brennero; i Rumeni occupano la Transilvania.
L' Ungheria riconosce lo Stato jugoslavo e conchiude l'armistizio.
(Fino alle ore 20 non ci giunsero altre notizie).
Che cosa farà ora l'imperatore per grazia di Dio? dove fuggirà? Dice bene Passigli I nemici gli si serrano contro come un'ondata travolgente di ira. E' la marea di tutti i morii che egli à immolato, di tutti i vivi che ha indignato, di tutte le peccate che egli à accumulato. Nella notte terribile in cui tutto gli vacilla intorno di tra i rugghi della tempesta, arde fatale la fiaccola della rivoluzione, segnando nei cieli una sola parola: Vendetta!»
Così finisce l'uomo che alla sua sfrenata ambizione immolò milioni di uomini e miriadi di valori materiali e morali. Così la Germania non potrà più minacciare i popoli e le civiltà più superbe del mondo.
Sconfitta irreparabilmente essa ha dovuto firmare (10 c.)T armistizio alle condizioni volute dall'Intesa, e adagiarsi all'occupazione dell'Alsazia Lorena da parte di truppe dell' Intesa. E poiché le sconfitte dei re briganti, incorreggibili dèspoti all'interno e barbari assalitori all'esterno, sono vittorie deipopoli, ecco infrante definitivamente in Germania, come in Austria, le infami catene del servaggio..
Abbassati gli stendardi dei tiranni, i cittadini inalzano i propri vermigli orifiamma; la Marsigliese risuona tremenda, solenne, incantatrice ; i fratelli, i compagni convenuti in fitte schiere portano in trionfo Liebknecht e Adler. E Garibaldi sorride dal cielo, giacché vede compiersi il santo vaticinio. «Sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir».
Sbarazzato il terreno dalle odiose ingiustizie nazionali, riprenderà il suo corso naturale la lotta per la reden zione sociale.
Quando vi sarà dato, o lavoratori dei campi, del mare e delle fabbriche, di redimervi dallo sfruttamento capitalistico? A quando la soluzione definitiva della gran causa del riscatto ? Dipenderà molto da ciò che voi stessi farete. Protestare che non si vuol abbandonare un Governo per passare sotto di un altro è da sciocchi. Scusate, compagni; non ò alcuna intenzione di offendervi. Non sta nella mia indole. Affermare come voi faceste, o isolani, è come dire che non passa nessuna differenza sensibile fra il Governo di Guglielmo e quello di Wilson ; che vi è indifferente dover trattare con un connazionale o con un forestiero, con un tedesco, o con un italiano. La repubblica verrà quando sarà matura ; come la ciliegia nel mese di maggio, e 1' uva nel mese di settembre. Perchè non in gennaio la prima e in maggio la seconda ? E' facile negare, distruggere ; il difficile sta nel fare e fare bene. Che cosa facevan gli anarchici, mentre l'avv. Liebknecht tumultuava sulle piazze, e Federico Adler ammazzava lo Sturgh ? Perché se ne sono stati mogi mogi, anziché far le b arri-cate per il trionfo della repubblica?
Ma una bella notizia ci giunge da Isola: appena i fratelli ebber vtsto i fratelli, molti pregiudizi e molte apprensioni si dileguaron come nebbia al vento, non poche lagrime inumi diron le ciglia degli avversari più indomiti. Non ve l'avevo detto, amici, in quel comizio sotto il Palazzo municipale ?	a. b.
ITlomcnfo nostalgico
L' Astico scorre in mezzo alla vallata Rumoreggiante e palpitante come Di rondinelle allegre una volala. La Posìna, vogliosa del suo nome In lui si getta come una donna amante Con le sue brame dell' amor non dome. O Vallata dell'Astico smagliante! Coi tuoi colori, con la tua poesia Tu mi fai ricordar tutte le sante Belle campagne della Patria mia E mi sei cara e nel mio cuore ispiri Una sottile, acuta nostalgia. Il Monte Cengio, alpestre, sopra a Schiri Con i suoi fianchi ripidi, franosi, Melanconia risveglia in chi Io miri. Con sentimenti in cor tumultuosi A me ricorda il dolce Pratomagno Della Toscana mia. Fianchi boscosi, Abeti dritti che ascoltate il canto Dell'usignolo amante, allor che il sole Getta l'ultimo raggio e come un manto Tutti vi avvolge in tinta di viole, Oh!, quante volte vi guardai, bambino Come, al ricordo, il cuore mio ne duole E gli altri monti intorno, il Casentino Mi ricordano, verde e f caseggiati. Ridenti aiuole in mezzo ad un giardino Mi fan pensare ai non dimenticati Paesetti lungo 1' Arno ove ho trascorso Della mia vita gli anni soleggiati. Per quei paesi, per il lor soccorso Per la mia patria bella minacciata Coi giovani d'Italia anch' io son corso Col cuore pien d'orgoglio, a mano armata Sulla frontiera. O Italia, benedetta! Mai come adesso tu sei stata amata ! L'urto nemico sarà tua vendetta:
Giugno 1918. - In una trincea di Val d'A-stico in attesa dell' offensiva austriaca.
Turismo Scolastico Capodistriano
Appena istituita la Commissione del Turismo Scolastico nella provincia di Capodistria, il che avvenne il 12 febbraio p. p.. il suo presidente, console del Touring Club prof. Arturo Bondi, pensò non solo a intensificare le e-scursioni, ma a fornire alla Commissione i mezzi necessari a render possibile la massima attività turistica col minor dispendio possibile per le famiglie. Giacché camminare vuol dire rompere stivali, ed è facile pensare con quanta ripugnanza genitori anche abbienti esporrebbero i loro figlioli a gite dalle quali riportassero, come taluni fanno, le scarpe, magari nuove, completamente rovinate.
D'altra parte agli escursionisti occorrono calze .e maglie di lana, tutte cose che mancano anche ai figli di persone agiate. Come fare? Ricorrere per tanti bisogni alla carità pubblica ? Sfruttare lo Stato, vantando il proprio patriottismo? Assolutamente no! Dunque lavorare e produrre. Raccogliere carta vecchia, per cederla in parte alla Croce Rossa, in parte ai negozianti. Fu scritto anche alle altre Commissioni. Ma parve cosa da non prendersi sul serio. E intanto a Capodistria si raccoglieva carta, faticosamente, con grande spirito di sacrificio, con lavoro quasi giornaliero e molte volte ributtante, ed ecco pagato con circa. 200 lire il magnifico nostro gagliardetto, che donne triestine dichiararono il più bello di tutta la Venezia Giulia. La Navigazione capodistriana ci concede il passaggio di andata e ritorno per una sola lira, e così quasi ogni domenica numerose schiere di escursionisti capodistriani sbarcano a Trieste per spingersi sull'altipiano alle Gioite delle Gallerie, a Gabrovizza, al Castel-laro Maggióre, e, nei dintorni di Ca podisti ia, a Paugnano, Maresego, Mug-gia Vecchia, Elleri, Ospo.
Dopo due soli mesi di esistenza la sezione capodistriana dei Turismo Scolastico Nazionale, condusse in vetta al Monte Re 52 fra studenti e insegnanti, e precisamente 6 delie Scuole Cittadine, 21 del R. Istituto Magistrale e 25 del R. Ginnasio Liceo : squadra ben equipaggiata che giunse fra le pri me a Prevallo, e prima nel ritorno, a Trieste, dopo aver inaugurato su quella vetta eccelsa, fra la neve e il vento e le acclamazioni della miglior gioventù della Venezia Giuiia, il suo gagliardetto.
Successivamente si*fanno parecchie visite alla conca di Orleg e parecchie squadre nostre assistono, così alla mattina come alla sera, alle feste in onore dei Reali, al Convegno ginnastico e alla Fiera campionaria dove si venne ben cinque volte, spendendo di volta in volta, per viaggio ed ingresso, molto meno di quanto sogliono sprecare tanti ragazzi viziati in dolciumi, gelati e spettacoli più o meno corrompitori.
Vanto nostro è anche l'aver partecipato in dieci, su trenta in tutto, della Venezia Giulia, alla grande a-scensione del Mangart, (2678 m.), nei giorni 12, 13 e 14 agosto, e di aver creato, coli'aiuto del console Devescovi, un'ottima squadra di escursionisti nella vicina Isola. Onde il 20 settembre si potè assistere insieme, in bel numero, alle onoranze rese al pa-triotta Domenico Lovisato, come molto tempo prima a quelle di Orsera per Egidio Grego, ex studente del nostro Istituto Magistrale Nazario Sauro.
Al principio di ottobre si fa una grande escursione nella valle della Rosandra e dal 23 dello stesso mese al 4 novembre si organizza una doppia mostra turistica e di prodotti nazionali nei due negozi Giovanni Poli e Zanella gentilmente messi a nostra disposizione.
Mostra preparata a cominciare dal maggio p. p. e tendente a guadagnar simpatie al Touring Club e all' Enit e insieme a mostrare alla cittadinanza i migliori prodotti delle nostre ditte nazionali, specialmente di quelle ai cui prodotti fanno tuttora un' ingiustificata concorrenza le merci austriache. Risposero al nostro appello oltre al T. C. I. e all' Enit le librerie G. B. Paravia di Torino, Antonio Vallardi di
Milano, Zanichelli di Bologna, Bar bera di Firenze, De Agostini di Novara, la Scena Illustrata, la Gazzetta del Turismo di Trento, le fabbriche di cioccolato Bonatti, Perugina e Tal-mone, le ditte milanesi Pirelli, Presbitero e Majno, la fabbrica di saponi De Bernardi Genova-Torino, la distilleria friulana Canciani- Cremese di U-dine e munificamente il commendatore Luigi Rossi di Concesio, il quale pregato di dirci il prezzo dei magnifici sacchi di montagna da lui esposti alla Fiera di Trieste, rispose con le testuali parole: «Allo scopo pel quale ci viene richiesto ci sentiamo onorati di poterne fare offerta quale nostro concorso alla lotteria che viene organizzata ad uno scopo così utile e simpatico», concludendo così: «Al nome del Touring Italiano si unisce ad elevarne il merito la. Sacra Patria di un grande eroe e V affetto alla consorella Italia. Invidinole quindi due sacchi da montagna come V esposto alla Fiera di Trieste». Due superbi sacchi che formano I' orgoglio della nostra Commissione, sacchi che non sospettammo mai si fabbricassero così belli nelle vecchie provincie del Regno.
Intanto la gente guarda e ammira le due magnifiche mostre, di cui causa il cattivo tempo potemmo farne riprodurre soltanto una, a merito del valente concittadino Orazio Scampicchio.
Attraverso i grandi quadri policromi e le belle fotografie dell' Enit, tutta la bellezza panoramica e artistica dell'Italia si rivela agli occhi meravigliati dei riguardanti. Il palazzo comunale di Siena! il capitano Biagio Cobol grida che vuol averlo ad ogni costo per decorarne la sede dell' Anita Garibaldi ; e poi... lo cede generosamente a un soldato meridionale pur egli conquiso da tanta bellezza !
Taormina, Firenze, Milano, Riviera Ligure, Abbazia, Lago di Garda, Merano, Pola ecc. ecc. Quanti occhi a vidi contemplano questi quadri, destinati a decorare le pareti delle case redente, sostituendo magari produzioni dell' antico regime.
Per far poi intendere anche ai più retrivi e diffidenti le ragioni che raccomandano il Turismo Scolastico, si espone e si distribuisce il seguente bollettino recante la firma del ministro clericale Anile.
Ai RR. Provveditori agli Studi, Ai Capi degli Istituti di Istruzione media e normale.
Il Comitato Nazionale di Turismo Scolastico, costituitosi ad iniziativa del Touring Club Italiano fin dal 1913, ha ripreso - dopo il forzato periodo di stasi subito durante la guerra - la piena attività e, confortato anche dalla istruttiva esperienza del periodo iniziale, ha dato e conta di dare un sempre più largo e più fattivo sviluppo al proprio programma, che oggi - più che mai - apppare consono a quello spirito di rinnovamento che anima la
scuola e che tende, rendendola campo di osservazioni e di diretta esperienza, ed avvicinarla alla vita reale.
Scopo precipuo di questa benemerita Istituzione, la cui opera si inquadra in quella più vasta del Touring Club, da cui ha origine e al quale è intimamente legata, è di coltivare nel-P anima degli adolescenti 1' amore per la montagna e per le bellezze naturali, artistiche e storiche del nostro paese e di guidare i giovani studenti alla conquista di un così ricco patrimonio intellettuale con i mezzi e le forme meglio accetti alla nostra gioventù e, cioè, mediante bene organizzate escursioni, di cui ha già saputo dare ripetuti e riuscitissimi saggi.
Ho ferma convinzione che dal diffondersi del Turismo Scolastico, così come viene inteso e praticato dal Comitato Nazionale, possa derivare un grande bene per la nostra gioventù scolastica, e che convenga facilitarne ed appoggiarne l'opera di propaganda, specialmente dove già esistono le sue Commissioni Provinciali.
Ritengo pertanto opportuno che, come già si pratica per altre consimili Istituzioni, sia consentita la pubblicazione, negli atrii degli Istituti, dei programmi di escursioni e delle fotografie di paesaggi che saranno inviati dal Comitato e di facilitarne la diffu-
sione e la illustrazione tra le scolaresche, specialmente ad opera degli insegnanti di educazione fisica, tenendo, sopra tutto presente che i fini del Comitato non vanno già intesi in senso antagonistico con quelli delle altre istituzioni del genere, ma piuttosto in concorso di essi, per infondere nella scuola un nuovo e più largo soffio di vita.
Roma, 14 M irzo 1922
Il Ministro ANILE
Intanto della mostra si parla con entusiasmo in tutti i ritrovi ed ecco piovere doni da tutte le parti, dai più ricchi come dai più poveri concittadini, comprese le fruttivendole di Piazza cui esprimiamo speciali ringraziamenti.
E una gara interminabile ; tutte le scuole offrono i loro doni e in ogni classse al dono collettivo s'aggiungono cospicui doni individuali. L'«A-nita Garibaldi» e la «Libertas» e uomini appartenenti ai più opposti partiti politici si affratellano in quest' o-pera di beneficenza a favore del Turismo che vuol educare buoni e forti italiani al di sopra di ogni competizione partigiana.
La sera del 4 novembre, quarto anniversario della nostra redenzione, la vasta sala di Santa Chiara si riempie da c?po a fondo di studenti, di familiari e di ospiti illustri e son rari coloro che non ricevono tanti doni da ritrarne un utile rilevante in confronto con le spese per l'acquisto dei biglietti
di lotteria. L'orchestra del M.o Vittorio Cherincich e i cori istruiti dal M.o Marcello Bombig suscitano grandi applausi con l'Inno degli Alpini, l'Inno a Nazario Sauro, la «Muta dei Portici» e i Puritani».
Infine il generale Pezzana, fervido e benemerito sostenitore della nostra Commissione, ci usa la squisita cortesia di premiare gli studenti più meritevoli per profitto, disciplina e meriti turistici coi seguenti doni :
1. L' Orlando Furioso di Lodovico Ariosto, munifico dono dell'avv. Paolo Sardos alla studentessa del secondo corso liceale Margherita Pre-donzani, eccellente negli studi, sempre prima e generosa nelle opere di beneficenza, e appassionata turista che durante i mest di luglio e agosto p. p., visitò i monti sorgenti alle rive dell'A-visio, salendo ripetutamente a 2617, 2740 m. e toccando anche il Cauriel (2495), la più dolorosamente nota nella guerra 1916-17.
2) Medaglia d'argento del Touring Club alla signorina Nerina Rabusin, fervente escursionista.
A quattro studenti del Ginnasio-Liceo si consegna una parte del magnifico dono fattoci dalla Libertas e precisamente :
3.	Una gavetta cucina da campo allo studente Zanella Francesco del I. Corso liceale.
4.	Una boraccia a Ottorino Pre-donzani della V. ginnasiale.
5 Un' altra all' isolano Dudine Virgilio della III. ginnasiale.
6. Medaglia di bronzo a Giuseppe Orbani, pure della II. classe ginnasiale, fervente propagandista del Touring Club.
Con una gavetta cucina da campo e rispettivamente con una boraccia si premiano poi gli studenti del R. Istituto Magistrale :
1. Minutti Luciano del III. corso con la gavetta e Decarli Antonio del IV. corso con la boraccia.
Una gavetta-cucina si consegnò a Giovanni Poli, appassionato presidente della Sezione escursionisti del Ricreatorio, e una boraccia al piccolo Can-dusio Ermenegildo che prese parte a tutte le gite del Ricreatorio e della Commissione, eccettuata quella del Nanos.
Il dono della Commissione e degli studenti della V. ginnasiale e della III. liceale al fante toccò al soldato Francesco Cadiddu del distretto di Oci-gliano, classe 1902, 4. Compagnia.
Infine si passò alla distribuzione dei doni riservati agli studenti, toccando:
1.	la maglia e il berretto per la reginetta del R. Istituto Magistrale, del valore complessivo di L. 128, alla studentessa del II. Corso Maria Bondi di Arturo, ch'ebbe 126 voti.
2.	la maglia e il berretto per la reginetta del R. Ginnasio-Liceo a Margherita Predonzani con 186 voti.
3.	il servizio d'alluminio per la seconda reginetta dell' uno o dell'altro dei due istituti medi a Nerina Rabusin con 122 voti.
4.	il sacco alpino donato dal commenda Luigi Rossi e assegnato a quello fra gli studenti dei du» istituti che a-vesse ricevuto il maggior numero di cartoline toccò allo studente liceale Almerigo Fragiacomo con 27 voti.
5.	gli stivali sport per il secondo studente medio ecc. ecc. furono assegnati, se anche con soli 4 voti, ad Andrea Fontanot del R. Istituto Magistrale.
Un altro paio di stivali da montagna toccò poi all'escursionista del Ricreatorio, Norbedo.
Faceva gli onori di casa il direttore Giuseppe Relli, che fungeva pure da presidente della Commissione di scrutinio composta dal vicepreside Piero Castro del R. Ginnasio Liceo e dello studente Mario Mamolo.
Finita questa festa, si dovette pensar sùbito a quella indetta a Trieste da quella Commissione di Turismo Scolastico per 1' 11 novembre, genetliaco del Re. Per noi turisti la cosa sarebbe stata molto facile. Si sarebbe andati a Trieste col vapore nelle prime ore antimeridiane e dopo aver
Piccolo saggio della mostra turistica capodistriana organizzata dal console prof. Bondi.
passata la giornata sul Carso, ed assistito più tardi alla conferenza del comm. Mario Tedeschi, si avrebbe fatto ritorno a Capodistria a piedi. Ma da Trieste ci si scrisse: «potete intervenire alla conferenza in cento fra studenti e invitati; tra i quali il Comando della Brigata Casale, il senatore Bennati, il viceprefetto Di Suni, e rappresentanze dell'«Anita Garibaldi», della «Libertas» e del «Circolo Italia» ; i quali tutti potrebbero, a risparmio di spese, viaggiare sull'tOltra» della Ca-podistriana». Il nostro console si con vinse sùbito che tale idea era inattuabile; anzitutto perché il numero degli studenti desiderosi di muovere incontro al segretario generale del Touring Club era stragrande; secondariamente perchè anche il più lieve turbamento atmosferico avrebbe reso impossibile il tragitto. E adatta un provvedimento eroico : noleggia il grande piroscafo «Tergeste» per cui gli si chiedono novecento lire; e perché un gran numero di studenti non può pagare più di una o due lire e moltissimi biglietti gratuiti si distribuiscono a genitori poveri ; nè d'altra parte si può tenere •questi ospiti e le squadre fuori della •sala, così egli avvisa gli studenti paganti l'intero importo del tragitto — cinque lire a testa — che dovranno rinunziare ad entrare in sala a van faggio degli ospiti e dei più piccoli. E fu veramente unàmine il consenso studentesco : tutte le ragazze che frequentano l'Istituto Magistrale e il Ginnasio-Liceo e tutti i giovani di questi istituti accettarono con entusiasmo la proposta del console : paghiamo e ri-nunziamo ad entrare ! Bravi, bravissimi. Così il «Tergeste» recherà alla conferenza quanti vogliono udire la parola del Tedeschi, ospiti illustri, familiari e operai. Anche il sacrifizio finanziario cui si esponeva il prof. Bondi fornì a parecchi concittadini il pretesto per farlo apparire come nn matto e portargli l'inferno in casa. Ma i fatti diedero loro una solenne smentita, e grazie alle garanzie ottenute dalla Commissione triestina, tutte le squadre turistiche capodistriane poterono attra versare trionfalmente Trieste ed entrare nella Palestra di via della Valle !
Le ragioni del grande successo ottenuto dal prof. Bondi verranno e-sposte nel primo numero della Rivista lì Turismo Scolastico della Venezia Giulia, che uscirà verso la metà di dicembre, da un altro studente.
Qui basti ricordare che la mattina dell'11 novembre le squaore capodistriane organizzate militarmente furono passate in rassegna dal generale Pez-zana il quale espresse al prof. Bmdi la sua piena sodisfazione, e che dopo la conferenza del comm. Mario Tedeschi il secondo presentò a nome della Commissione del Turismo Scolastico per la provincia di Capodistria il seguente bollettino di premiazione:
Medaglia d' argento, dono del console, alla Sezione escursionisti del Ricreatorio comunale, che diretta dal maestro Giovanni Visintini, fece 22 gite in meno di due anni con una media di 20 partecipanti, di cui 7 salirono il Monte Re e 36 il Monte Taiano ;
a Gina Deltin, della IL liceale, socia del Touring Club e della Sorgente, caposquadra della S. F. «Anita Garibaldi», attivissima collaboratrice di tutte le opere patriottiche, la medaglia d'argento.
al buiese Ferruccio Argentini della I. liceale, socio del T. C. I., della «Sorgente» e del Circolo «Donato Ragosa», premiato con medaglia del Corso premilitare, premiato come ciclista su un percorso di 35 km. ; nostro alfiere del Mangart e attuale comandante di tutte le squadre turistiche capodistriane costituitesi a milizia nazionale, la medaglia di argento.
Medaglia d'argento allo studente Andrea Apollonio della III. liceale, premiato premilitare, che toccò la vetta del Monte del Re, Monte Maggiore, del Monte Grosso (m. 1350, Appennino Pistoiese), Sasso del Ferro (m. 1062, Lavena-Lago Maggiore), Pian Luaggiè m.950 (Intra - Lago Maggiore); ora primo aiutante del comandante in capo delle squadre turistiche capodistriane.
Medaglia d'argento a Mario Mà-molo, della IL liceale abbonato alla Sorgente, socio del Club Canottieri
«Libertas», caporale del Corpo Premilitari, eh' ebbe due diplomi d' onore nella corsa di 100 m., due nella gara staffette e fu premiato alla gara reale (percorso di 100 ni.). Prese parte al primo convegno regionale sul Monte Re, raggiunse la vetta del Mangart con altri 9 istriani ed una ventina di triestini del Ricreatorio ed ora è secondo aiutante del comandante in capo.
Medaglia di bronzo agli studenti
Goriziano e del T. C., che salì per ben tre volte il Monte Nero e tentò la salita del Tricorno, rinunziandovi solo a cagione del maltempo che l'arrestò alle falde. A lei l'onorevole incarico di recare al comm. Tedeschi l'obolo della Commissione del Turismo Scolastico capodistriano al «Villaggio alpino per orfani di guerra» pari a 200 lire.
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La Palestra di via della Valle
della I. liceale Almerigo Fragiacomo di Isola, Bruno Sambo di Pirano, Pietro Rabusin di Montona, Paolo Marsich di Capodistria tutti e quattro appassionati escursionisti e soci del T. C. I.
Particolare lode va data a due studentesse del R. Istituto Magistrale, e precisamente : Margherita Fragiacomo di Isola, socia del Club Alpino
Rita Magos, fervente escursionista. A lei come alla Fragiacomo, il console prof. Arturo Bondi fissò ieri al petto due medaglie d'argento da lui assegnate ad altri che all' ultimo momento mancarono al dovere imposto dalla nostra organizzazione. Per lo stesso motivo non fu conferita la medaglia d'argento destinata alla Sezione escursionisti del Ricreatorio Comunale.
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Per cura del prof. Bondi uscirà a Capodistria, una volta al mese, cominciando dal prossimo dicembre, una rivista illustrata intitolata „11 Turismo Scolastico ed extrascolastico della Ve-nezia Giulia.
Costerà sei Lire annue.
E' desiderata la collaborazione di tutti gli amanti del Turismo, che sono pregati di mettersi sùbito in contatto col direttore e proprietario della Rivista, prof. Bondi.
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La scrupolosa diligenza nell'attingere alle fonti la conoscenza degli avvenimenti, con uno studio accurato ed imparziale dei documenti, iscrizioni, cronache, annali, e di tutto il materiale sussidiario della Storia, l'esperienza intelligente della natura umana e della Società contemporanea (non essendo il fondamento delle umane passioni sostanzialmente mutato, e quasi identiche in tutti i tempi, le leggi che regolano ogni specie di conflitti), e quel complesso di dottrine che sono ornamento e decoro per l'autore di una Storia universale, hanno concorso a dare una narrazione animata da un
senso di realtà, e veramente interessante per osservazioni profonde, sensatissime, e talvolta argute su uomini, partiti, situazioni e fatti culminanti, che presso altri storici appaiono oscure o contradditorie.
Tali pregi sono stati ben riconosciuti dagli insegnanti e dagli studiosi di storia, e valsero a dare larga diffu sione ai primi volumi, la pubblicazione dei quali incominciò nel 1912, e in breve tempo tre edizioni si esaurirono.
Illustrazioni originali e poco note abbelliscono l'edizione e accrescono per il lettore l'interesse allo svoigi-mento dei fatti e alle descrizioni di luoghi e di personaggi.
Tutta P opera si divide in cinque volumi come segue :
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Ciascun volume si vende separatamente.
Unanime fu la critica nell'apprezzare l'opera coscienziosa del Bondi che nel lungo e laborioso cammino non venne meno all'arduo ufficio di storico, nè alla gravità dell'argomento, e riuscì ad accrescere la nostra letteratura di un lavoro veramente degno di encomio.
Ora che P opera è completa, ne diamo l'annunzio ai Professori di Storia dei Ginnasi e Licei, pregandoli di tenerla in considerazione e dare il loro appoggio per divulgarla, e qualora fosse loro desiderio di prenderne ad esame uno o più volumi, tale desiderio ci affretteremo ad appagare con l'invio sollecito di essi.
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