STUDI E TESTI - 103 -- GIUSEPPE YALE ITINERARIO DI PAOLO SANTONINO IN CABINTIA, jSTIEIA E CABNIOLA NIEQLI ANNI1485-1487 (CODICE VATIGANO LATINO 3795) CITTÀ DEL VATIOAÍTO BIBLIOTECA APOSTOUCA VATIOANA MDCCCCXLin STUDI E TESTI PUBBLIOATI PEE, OtJUA DBGLI SCKITTORI BELLA BIBLIOTBOA VATICANA E DEGLI AEOHIVISTI DELL'ARCHIVIO SEGBETO n formato normale dei volumi è di cm, 25x18 1. Vattasso, Marco. Antonio Flaminio e le prineipali poesie dell'autografo Vaticano 2870. 1900. pp. 66. Xire 12. 2. Vattasso, Marco, I^e due Bibbie di Bovino ora codici Vaticani latini 10510-10511 e le lore note storiche. 1900. pp. 44. Lire 10 3. Franchi de' Cavalierl, Pio. La Passio ^s. Ma riani et lacobi. 1900. pp. 71. 1 tav. (faos.) Lire 15. 4. Vattasso, Marco. Aneddoti in dialetto ro manesco del sec. xiv, tratti dal cod. Vat 7654. 1901. pp. 114. 1 tav. (facs.). Lire 25 5. Mercati, GÎOTanni. Note di letteratura bi blica e cristiana antica. 1901. pp. vin, 254, 3 tar. pieg. (faca.). Lire 60. 6. Franchi de' Cavalieri, Pio. I maxtirii di s. Teodoto e di s. Ariadně, con un'appen dice sul testo originale del majtirio di 8. Eleuterio. 1901. pp, 184 [3]. 1 tav. (facs.) Lire 50. 7. Mercati, Giovanni. Antiche reliquie Utur giche ambrosiane e romane; con un « ex cursus » sui frammenti dogmatici ariani del Mai. 1902. pp. 75 [2]. Lice 15. 8. Franchi de' Ca^valieri, Pio. Note agiografi-che. 1902. pp. 36 [3].. Lire 10. 9. Franchi de' Cavalieri, Pio. Nuovp note agio-grafiohe, 1902. pp. 75 [3]. Lire 15. 10. Vattasso, Marco. Per la storia, del dramma sacro in ItaUa. 1903. pp. 127. Lire 30. 11. Mercati, Giovanni. Varia sacra. 1903. pp. 112. 32 X 20 cm. Lire 25. 12. Mercati, Giovanni. I. Un frammento delle Ipotiposi di elemente Alëssandrino — II. Pa-ralipomena Ambrosiana. 1904. pp. [2], 46. Lire 15. 13. Catalogo sommario dclla Esposizione Gre-goriana. 2» ed. riveduta e aumentata. 1904. pp. 74. Lire 12. 14. Vattasso, Marco. Del Petrarca e di alcuni suoi amici. 1904. pp. 105 [3]. Lire 30. 15. Mercati, Giovanni, OpuscoU inediti del beato card. Giuseppe Tommasi tratti in luce. 1905. pp. 55. 1 tav. pieg. (facs.). Lire 15. 16. Vattosso, Marco. Liitia patrum aliorumque scriptorum ecclesiasticorum latinorum ex Mignei Patrologia, et ex compluribus aliis li-bris. Volumen I: A-M. 1906. pp. x, 695. Lire 150. 17:--Volumen II: N.Z. 1908. pp. [2], 650. Lire 150. 18. Vattasso, Marco. Frammenti d'un Livio del V secolo recentemente scoperti. Codice Vaticano latino 10695 (con tre tavole in foto-tipia). 1906. pp. 18. 3 tav, (facs.) 40 x 35 cm. Lire 35, 19. t^anchi de' Cavalieri, Pio. Hagiographica, 1908. pp. 185 [2]. Lire 35. J20. Vattasso, Marco, I codici Petrarcheschi délia Biblioteca Vaticana. 1908. pp. x, 250 [2]. 2 tav. pieg. (facs.). Lire 50. 21. Carusi, Enrico. Dispacci e lettere di Gia-como Gherardi, Nunzio pontificio a Firenze e Milano (11 settembre 1487-10 ottobre 1490) ora per la prima volta pubblicati e illustrati. 1909. pp. CŒ,xxn, 723. Lire 200. 22. Franchi de' Cavalieri, Pio. Note agiografl-che. Fascicolo 3û. 1909. pp. [3], 122. Lire 35, 23. Tisserant, Eugène. Codex Zuqninensis re-scriptus Veteris Testamenti. Texbe grec des manuscrits Vatican syriaque 162 ot Mus. Brit. additionel 14.665, édité avec introduction et notes. 1911. pp. [2], lxxxv, 275 [2]. 6. tav. (facs.). Lire 35. 24. Franchi de' Cavalieri, Pio. Note agiografi-che. Fascicolo 4Q. 1912. pp. [4], 194. Lire 35. 25. Patzes, M. M. Kpiroû tou Ila'rî^ti" Tmoú-xsiToç, sive Ubrorum LX Basilicorum sum-marium. Libros T-XII graece et latine edi-derunt Contardus Ferrini f Johannes Mercati. 1914. pp. xlvn, 203. 1 tav. (facs.). Lire 60. 26. Cerrati, Michele. Documenti e ricerche per la storia dell'aatica Basilica Vaticana. Tiberii Alpharani De Basilicae Vaticanae antiquis-sima et nova structura, pubblicato per la prima volta con introduzione e note. 1914. pp. lxi, 222. 7 tav. (2 pieg.). Lire 90. 27. Franchi de' Cavalieri, Pio. Note agiografi-che. Fascicolo 6o. 191'5. pp. [3], 135. Lire 35. 28. Vattasso, Marco. Rime inedite di Torquato Tasso raccolte e pul)blieate. 1915. pp. 92. 2 tav. (facs.). Lire 25. 29. Carusi,-Enrico. Lettere inedite di Gaetano Marini. I. Lettere a GuidAntonio Zanetti. 1916. pp. 59. Lire 15. 30. Mercati, Giovanni. Se la versione dall'ebraico del codice Veneto greco VII sia di Simone Atumano arcivescovo di Tebe. Ricerca sto-rica con notizie e documenti sulla vita del-l'Atumano. 1916. pp. 64, 3. 2 tav. (facs.). Lire 25. 31. Mercati, Giovanni. Notizie varie di antica letteratura medica e di bibliografia. 1917. pp. 74. Lire 20. 32. Vattasso, Marco. Hortus caelestium delicia-rum ex omnigena defloratione sanctorum patrum, moràlium philosopliorum et scriptorum spirituaUum summa cura compositus.... a D. loanne Bona.... Opera scoperta ed ora •per la prima volta pubblicata con un'am-pia introduzione. 1918. pp. ovn [2]. 158. 3 tav. (ritr., faos.). Lire 45. 33. Franchi de' Cavalieri, Pio. Note agiografiche. Fascicolo 60. 1920. pp. [2], 224. Lire 40. 34. Guidi, Pietro e Pellegrinetti, Ermenegildo, Inventari del Vescovato, della Oattedrale e di altre chiese di Lucca. Fascicolo I. 1921. pp. [2], 342. Lire 50. 35. Lanzoni, Francesco. Le origin! deUe dio-cesi antiche d'^talia; studio critico. 1923. pp. 3, 672. 1 c. geogr. pieg. Liré 70. Prima edlzioue dell'opora indlcata al numero seguente. 35 [bis]. Lanzoni, Francesco. Le diocesi d'Ita-lia dalle origini al principio del secolo vu STUDI E TESTI - 103-- GIUSEPPE YALE ITINERARIO DI PAOLO SANTONINO IN CABINTIA, STIBIA E CABNIOLA NEOLI Ami 1485-1487 (CODIGE VATICANO LATINO 3795) CITT DEL VATICAIÍO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA MDCCCCXLIII IMPRIMATUR: Datum in civ. Vat. die 1 Octobris 1912. t Ft. a. C. De Romanis, Ep. Porphyreonen., Vie. Gen. Givitatis Vatieanae. PIO xir POÍTTIPIOI • ÎIAXIMO AîrNVM - XXV • AB • INITO • EPISCOPATV FELICITEE • PERAGENTI BYBLIOTHEOAE • VATICANAE • OVEATOEES D. D. INDICE DEL VOLUME Inteoduzione...........................Pag. ix-s La diooesi di Aquileia vacante per la morte del patriarca Lodovico Trevisan..........1 Antonio Feleto vescovo di Concordia governatore . . . . ■....................3 II vescovo di Ferentino governatore e Paolo Santonino oanoelliere................6 Marco Barbo eletto patriarca. Suoi primi atti................................14 Marco Barbo prende possesso della diocesi..................................16 II patriarca Marco Barbo in diocesi di Aquileia..............................18 I Turchi nella diocesi di Aquileia..........................................22 Le conseguenze della guerra tra 1' imperatore Federico III ed il re d'Ungheria Mattia Corvino negli arcidiaconati orientali della diocesi di Aquileia..........34 La.vertenza coll' imperatore e col conte di Gorizia per il diritto di patronato sulle pievi dei loro domini............'..........................36 L'opéra dei vicarii del patriarca Marco Barbo, Angelo Pasolo vescovo di Peltre . . 47 Buzio de Palmulis........................................................55 Pietro Bocca vescovo di Bagnorea governatore ..........................60 Buzio de Palmulis di nuovo governatore....................................71 Cesare vescovo di Amelia..................................................77 Di nuovo Buzio de Palmulis................................................78 I governatori lacopo Valaresso e Pietro Carlo................................87 II patriarca Nicolô Donato ed il ritiro del Santonino dalla Cancelleria..............95 Paolo Santonino e la sua famiglia.....................103 Gli scritti di Paolo Santonino.......................116 Prima parte dell' Itinerario — 1485, 29 settembre-11 novembre .......121 Seconda parte — 1486, 25 agosto-1 ottobre................173 Terza parte — 1487, 7 maggio — 8 giugno ................223 Indice generale.............................271 lîITINEBARlO Dl PAOLO SANTONINO CODICE VATICANO LATINO 3795 L'Bminentissimo Signor Cardiuale Giovanni Mercati, nello studio su codici latini Pico, Grimani, Pio pervenuti alia BibUoteca Vaticana, no-taA^a « la preziosa relazione deUa visita pastorale allé cliiese Aquileiesi « d'Oltralpe compiuta negli anni 1485, 1486 e 1487 da Pietro Carlo ve« scovo di Oaorle », stesa dal canoeUiere, o, come allora si diceva «seriba», della Curia patriarcale di Aquileia Paolo Santonino i) ; ed in un àltro suo lavoro: «Una visita a CilU del 1487 segnalava I'importanza deU'opeia, presentava al pubblico degli studiosi I'autore rilevando « la « cui'iosità e impressionabilita grande del Santonino per ogni cosa straor-« dinaria, dagli usi e costumi esotici allebeUezze di natura ed arte ecc. »; e diceva ancora cbe A.&W Itinerario discorrera I'archivista arcivescovile di Udine neUa edizione â.Q\VIUnerarium che uscirà fra gU « Studi e Testi » della BibUoteca ApostoKca Vaticana. L'arcliivistas'èmesso all'opera;ma, per non ripetere quanto già disse con tanta sapienza ed acume il dottissimo Cardinale Bibliotecario di S. Eomana Chiesa per far risaltare i meriti letterari ed artistici del Santonino, ridurrà la sua fatica neUa sempUce presentazione di quanto gli arcbivi di TJdine e d'altri Inogbi della provincia conservano di re-lativo al periodo vissuto in Priuli dal Santonino, e delle persone, luo-ghi e fatti in relazione con lui. Occasione alla venuta del Santonino dall'Umbria a Udine fu la lunga vacanza della sede patriarcale di Aquileia dopo la morte del patriarca Lodovico Trevisan Cardinale Camerlengo ; ed il fatto, cbe il Papa Paolo II avocô a sè il regime di questa Cliiesa, prowedendo (come aveva fatto il defanto, sempre occupato negU affari della Curia Eomana) aUa cura diretta della diocesi per mezzo di vicarii o governatori; come poi per 1) G. cabd. Mbbcati, Codici Latini Pico Grimani Pio ecc. in a Studi e Testi », n. 75, Città del Vaticano, 1938, pag. 20. Scritti in onore di Bartolomeo Nogara, Città del Vaticano, 1937, pag. 253-268. i medesimi motivi continuerà a provvedere lo zelantissimo patriarca Marco Barbo (1471 f 1491) ed il sucoessore di questo Ermolao Barbaro (1491 11493), dai qtiali il Santonino fu confermato aelPuíficio, percbè servi sempře con vigile e diligente fedeltà tutti i vicarii clie succedet-tero a qiieUo che lo scelse e condusse in questa regione. Ool riferire quanto i documenti dicono delle persone conoscinte dal cancellLere, dei luogM per i quali passô e nei qnali visse, dei fatti dei quali fu parte o ne senti le conseguenze, 1'archivista conflda ďaver preparata una cornice non del tutto indegna del quadro « preizioso » clie il Santonino con tanta abilifcà compose e la BibUoteca Apostolica conserva. AYVENIMENTI NELLA DIOOESI Dl AQUILEIA MENTRE YISSE IN UDINE PAOLO SANTONINO 1. La điocesi đi Aquileia vacante per la morte del patriarca Lodovico Trevisan. La notizia uifloiale délia morte del patriarca di Aquileia Lodovico Trevisan 1) cardinale di Albano, avrenuta il 19 marzo 1465 in Eoma, venne communieata al Capitolo di Aquileia, per lettera, dal vescovo di Concordia Antonio Peleto, vicario e luogotenente generale del mede-simo patriarca per la diocesi aquileiese^). I canonici presenti in Aquileia, venuti a conoscenza del decesso, nel pomeriggio del sabbato 30 marzo, all'ora di Compléta, si radunarono nella sacrestia délia chiesa patriarcale®) e deliberarono di mandare un invito scritto sia ai canonici presenti in Aquileia, sia ai non residenti; — ma dimoranti nel territorio délia Patria del Priuli; — perché il prossimo mercoledi, 3 aprile, si trovassero in Aquileia « ad conveniendum invicem Quanti fino a questi ultimi tempi scrissero di questo patriarca di AquUeia gli attribuirono il cognome: Scarampo, oppure Scarampo-Mezzarota. Non risulta affatto che, egU vivente, abbia portati tali cognomi. (Ved. P. Paschini, Da medico a patriarca di Aquileia e cardinale di S. Romana Ghiesa, in « Memorie Storiche Forogiuliesi », vol. XXTTT (1927) p. 1 e seg.; - Paschini, Prelati e curiali di casa Scarampi, in « Ri-vista di storia, arte, archeologia boUettino délia sezione di Alessandria deUa R. De-putazione Subalpina di Storia patria », an. XLV (1935), quad. III-IV, estratto p. 10 e seg. - Paschini, Umanisti intomo a un cardinale, in « La Rinasoita », an. I (1938), n. 1 e 2, p. 52 e seg.). - L. Pastor {Storia dei Papi eoo. vol. II, p. 343) lo dice già morto il 22 marzo. 2) Il Feleto fu eletto vescovo di Concordia il 16 aprile 1455 e mori il 15 otto-bre 1488 (Degani, La diocesi di Concordia, 2» ediz., p. 241. - Eitbel, Hierarchia Ca-thol. M. M. vol. II, p. 133). - Successe nel vioariato, dopo l'agosto 1460, a Fortunate vescovo di Sarsina. Il 16 gennaio 1461 « Antonius Feleto Dei etc. episcopus Concor-diensis vicarius et locumtenens generalis in patriarchatu et diocesi Aquileiensi ecc. » nominava rettore deUa cappella di S. Giusto di Farla pre Giusto Alemanno (Arohivio Notarile, TJdine, Documenti storici, busta III, num. 278). ®) Erano presenti: Giaoomo da Conegliano vicedeoano, Giacomo da Udine, Agapito de la Pergula, Lorenzo da Venezia, Daniele di CoUoredo, Filippo da Venezia, Gian Francesco di Fontanabona, Andrea de Pithianis, Antonio de Susanis, Francesco del Tache, Dionisio di Spilimbergo e Martino da Trieste. {Acta Capituli Aquileiensis, vol. I, f. 200, ms. Archivie Capitolare, Udine, che in seguito sarà richiamato con la sigla A. C. A,). 1. — G. Vale, Itineraria Santonino. « et providenđum super regimen patriarchatus ». L' invito fu portato a tutti i cauonici il giorno appresso da prete Andrea di Brazacco mansio-nario e pubblico notaio Come era stato stabilito, il 3 aprile, aU'ora đella Messa đi mezzodi, il Capitolo si raccolse in sacrestia « pro electione « futuri patriarche aquíleiensis », ed il canonico Francesco (del Tacho) dottore in decreti, « exposuit eleganter » cbe sono tre vie per passare all'elezione, cioè « via sancti spiritus, compromissi, et scrutinij », e sug-geriva cbe in primo luogo scegliessero queUa cbe meglio loro piacesse. Tutti voUero lo scrutinio, eccettuato Michele de Zampis, che disse voler dare il suo voto in pieno Capitolo. Scelti tre scrutatori, più il de Zampis, si fece prestar loro il giura-mento « de fideliter vota singulorum scrutanda, in scriptis redigenda « et referenda ». Finito lo scrutinio, presenti tutti i canonici, furono letti i voti, e si constaté cbe ad unanimità di voti era riuscito eletto in patriarca il reverendo signore Marco Barbo vescovo di Yicenza Il vicedecano Leonardo de FontaneUis fece immediatamente la pro-clamazione, e quindi i canonici, pur tutti d'accordo, elessero procuratori del Capitolo il decano Ladislao di Porcia dottore in leggi ed i canonici Mcoló Lotb e Francesco da Bologna percbè si portassero a Vicenza, od in quel qualsiasi luogo dove l'avrebbero trovato, per supplicare U. vescovo Barbo a 'dare il suo assenso all'elezione a patriarca®). Gli atti del Capitolo di Aquileia non dicono se questa missione sia stata eiïettuata; queUo cbe è certo perô si è che tanto a Venezia quanto 1) « Notificato per litteras R.di in Christo patris et d.ni D. Antonij Feleto episcopî « Concordiensis quod R.mus ia Christo pater et d.nus Ludovious miseratione divina « tituli S. Laurentii in Damaso Sote R. E. presb. Cardinalis bone memorie patriarcha « AquUeiensis XVIIII die .dicti menais Martii diem vite sue clausit extremum. Deli« beratum fuit per dictos dnos Vioedecanum, Canonicos et Capitulum quod citentur « omnes et singuli Canonici residentiam facientes in přeťata ecclesia quam non faoientes « in Patria Forijulij existentes ad diem merourii proximam que erit teroia dies Mensis « AprUis ad conveniendum invicem hora Vesperorum et providendum super regimen « patriarchatus etc. Et facta fuit huiusmodi citatio per me Andreám de Brazaco presb. « dicte ecclesie AquUejen. Mansionarium Notarium publicum de mandato dictorum do-«minarum die ultima mensis Martij. (A.C.A. 1. c.). Marco Barbo non era persona sconosciuta in Eriuli, perché fino dal 31 otto-bre 1453 teneva in commenda l'abbazia di S. Pietro di Rosazzo. (Paschesti, Un se-colo di storia Rosacense ecc., in « Mem. St. Forog. » an. XXI, 1925, p. 122 e seg.). « In nomine Sancte et Individue Trinitatis. Die tercia Mensis Aprilis anno d.ni « MCCCCLXV. Ind. XIII. In sancte ecclesie Aquileg. sacristia ubi hora Misse meridiei « fuerunt ad sonum campane Capitulariter congregati V. et C. Viri dni Leonardus de « FontaneUis, lacobus de Conoglano, lacop de Utino, Andreas de Pithianis, Lauren-« tius, Daniel, Philippus, loannes Franciscus, Antonius de Susanis, Beltrandus de Gle« mona, Franciscus del Tacho, Michael de Zampis, Martinus et Dionisius omnes cano-« nici etc. Vocatis omnibus aliis canonicis in Patria Fori lulij existentibus ad diem « et locum huiusmodi pro electione futuri patriarche Aquilegen. congregatum etc. Ibidem d.nus d. Franciscus deoretorum doctor etc. (A. C. A. vol. I, c. 200^). - Girolamo de Rbnaldis, Memorie storiche dei tre ultimi secoli del Pairiarcato di Aquileia, pag. 142, mette quest'elezione sotto l'anno 1467. a Eoma si peixsava diversamente i). Di questo, se, eom'è probabile, sia venuta qualche notizia io, Friuli, non possiamo assicurare, perché se durante Paprile non consta che il Capitolo abbia preso prowedimenti di alcun genere per il governo délia diocesi, n 10 maggio si radunô « coram « populo » suUa piazza davanti alla cbiesa patriarcale di Aquileia, e quivi elesse « Vicario in ponti&calibus », riservandosi la facoltà di reyocarlo, Giovanni da Marostica vescovo di Caorle 2). 2. Antonio Feleto vescovo di Concordia governatore. La nomina del Marostica non «bbe effietto. Pocbi giorni appresso furono recapitate al Capitolo lettere del vescovo di Concordia « quibus « significabat se babuisse in mandatis per breve SS.mi D.ni ÏTostri quod « exercer e debeat ofScium Yicariatus ». Sappiamo questo dal verbale délia seduta capitolare, 18 maggio, neUa quale perô i canonici, constatato cbe il vescovo di Concordia « tunc « nec bactenus miserit breve originale nec eius copiam », pensarono di nulla mutare flnchè non sarà presentato il breve; anzi deliberarono « quod « mittatur ad Sanctis. D. ÎT. super provisione facienda circa of0.cium « Vicariatus buiusmodi, vacante sede, et ad petendum et supplicandum « aliquid pro fabrica buius ecclesie de Thesauro reperto in morte E.mi « D. Patriarche ». Di questa missione fu incaricato il canonico Giovanni Francesco di Pontanabona Il 25 maggio, i canonici, cbe frattanto a norma degli statuti e degli indulti pontificii avevano lasciata la residenza di Aquileia si raduna-rono nella sacrestia délia cbiesa di S. Maria ia TJdine, e quivi venne pre- P. Paschini, Storîa dél Friuli, vol. III, pag. 186. « Super platea penes Ecclesiam maiorem Aquilejen. », il vicedecano, canonici e capitolo « omnibus moribus, via, iure et forma quibus melius soivemnt ac potuerunt, « fecerunt, constituerunt et ordinavenint eorum Vioarium in PontLficalibus, Patriar-« chali sede vacante Reverendům in Christo patrem et d.um D. loannem de Marostiga « Episc. Capruliensem ad ordinandum Clericos ab ordine prime tonsure usque ad qua-« tuor minores, et deinceps ad omnia et singula que in patriarchatu ad pontificatus « pertinet officium exercenda iure et nomine prelibati Ven. CapituU Aquilegen. Reser-« vata tamen ipsi ~Ven. Capitule auctoritate dictum Vicarium revocandi ad omnem ■« prefati Capituli voluntatem et determinationem ». (A. O. A. vol. I, c. 202). - Giovanni da Marostica ebbe la chiesa di Caorle il 20 ottobre 1463 e la tenne sino al 1465 (Eubel, H. C. M. M. vol. no). Non lo i;joordano Ughblli (Italia sacra, vol. V) e Bottani (Sag-gio di storia délia città di Caorle, Venezia, Bernardi, 1811). ®) A. G. A. vol. I, f. 202'''. — Non risulta se il canonico Gian Francesco di Fonta-nabona abbia eseguita la missione affidatagli. - Delle ricchezze lasciate dal defunto patriarca parlarono molti. Ved. Pasohini, Lodovico Cardinal Camerlengo, — Latere-num, 1939, pag. 205 e seg. La malaria fu la causa precipua per la quale i canonici di Aquileia furono di-spensati dalla residenza da Pasqua alla festa d'Ognissanti. - P. Paschini, Fattori di de-cadenza neWAquileia dél quattrocento, in « Aquileia nostra » an. VU e VHI (1936-37), col. 103 e seg. - Gbllio Cassi, Delia rovina ďAquileia nel medio evo, ivi, an. II (1931), n. 1, col. 43 e seg.). sentata e letta una lettera del serenissimo dominio di Venezia, nella quale si partecipava al Oapitolo clie il SS. papa Paolo II « continuavit E.đm « in Christo patrem Autonium Peleto episcopum Concordieusem Vicarium « in Patriarcliatu Aquilegense sede vacante, dans sibi auctoritatem idem « officium exercendi ». I canonici unanimi allora deliberarono di obbedire in tutto allé dispo-sizioni date dal Papa, e di ringraziarlo per la scelta fatta nella persona del Peleto 1) obe nei pochi atti cbe ci restano si disse: «Dei et aposto-« lica sedis gratia episcopus Concordiensis et pro SS. D. K". Papa Paulo II « in Patriarcbatu et Diocesi AquUegen. Gubernator Generalis » Poicbè mancano le deliberazioni del Oapitolo di AquUeia dal 25 mag-gio 1465 al 21 maržo 1468, e non si banno i protocolU deUa curia patriarcale anteriori al 1472, nulla possiamo dire dell'attività del governatore Peleto in questi anni; ma siccome nelL'atrio del battistero della chiesa patriarcale di Aquileia si legge 1'iscrizione: « Antonius Pheleto concor- A. C. A., vol. I, £. 203^. - Non solo il Oapitolo di Aquileia, ma anche il Oapitolo deUa CoUegiata di S. Maria di Udine ringraziô il Papa con questa lettera: « Beatissime « et Olementissime Pater. Post osoula sacrorum pedum inflexis genibUs et supliei cer« vice libata. Obitum R.mi patris et d.ni nostri Domini Ludovici patriaroe aquileien. (c non possumus non egre tulisse Beatissime pater, pro eius nedum erga nos verum et « universum liuius patrie Clerum mirifioam benignitatem. Quem tamen cum in Deo « bene beateque vixisse recenseamus: sitque omnibus commune mori: et a natura per.... « eo aliquando redire: unde ventum est: Hec vehementer dolorem deliniimt, muloent-« que molestiam. Sed eo vehementius: quod hac patriarchali Sede Vacante ita huic « AquUeien. Olero consultum est atque prospectum: utsiei optandi libertasper S.tem V. « oblata fuisset quem interea voluisset pastorem ampleoti non alium, non inquàm alium « quam R.dum Patrem D. Antoniům Eelletum Episcopum Ooncordiensem delegisset; « Cuius integritatis, fidei atque constantie dum fuit hic modo Vicarius pro B.mo olim « patriarca Lodovico, cum eius immortali laude periculum factum est. NiHL enim Bea-«ti.me Pater quod in ecclesiastico prefecto desiderari possit: vel vite sanctimonie, vel « elegantie morum: vel etiam severitatis cum opus sit ab hoc viro abesse inteUigitur. « Quapropter factum est: ut ipsum etiam Venerandum Aquileien. Capi tulum: Cui fuerat « vacante sede hec patriarchalis potestas advoluta mirifice glorietur: atque exultet sese «per sanctitatem V. ab hoc non mediocri provincia exoneratum: et ita effectum esse, « ut simile his esse publice attestatur: quorum humeri cum incipiant gravi pondéré fati-« gari timeantque molem ferre diutius, repente post modum exempti atque liberati vehe« menter letantur. Bene igitur imo foeUciter per S. V. Beatissime Pater cum Aqui-« leiensi Clerc iam iam agi ceptum est : Quem si sede vacante non aberasse aut in « destitutum isse permiserit: faciUime sperandum est: opportune aliquando nobis solertis-« simum postorem electuram: cuius interim Creationem tanto tolerabilius feremus cum « Stas y. hune patrem et rectorem nostrum universis gratissimum per sacratissi-« mum breve suum refirmaverit Vicarium Sede vacante. Valeat faustissime Stas y. « Pater Beatissime. Ex Utino MCCOCLXV. Maij XXVITI. - Eiusdem S. V. Servuli « devotissimi Daniel de Strasoldo Decanus Canonici et Oapitulum Utinense ». {Archiv. €apit. mine: Eaccolta 1400-1499, vol. III, f. 240). Abbiamo due soli atti del governatore Felleto con questa intestazione: 1468, 24 aprile, investi pre Marco de Conegliano, pievano di ïolmezzo dell'arcidiaoono deUa Camia - 1468, 27 aprile, diede licenza al nobile Gianfrancesco di Montegnacco di co-struire una cappeUa da dedicarsi aU'Annunciazione di M. V. « in loco Chiassaci (= Cos-mcco) super quamdam ripam ronchi sui». (Bmi, Documenta Historica, voL XIV, num. 79 e 80; msc. Archiv. Capit. Udine). « diensis antistes sede vacante moderator intercessit Mil. CCOCLXVII », possiamo supporte col Sertoli i), che per intercessione sua siano stati eseguiti lavori di riparazioue al locale, lavori che possono benissimo essere stati pagati dal papa con quel qualche cosa del tesoro lasciato dal patriarca def unto e dato « pro fabrica huius ecclesie » a tenore della ricordata supplica. La délibéra capitolare del 21 marzo 1468 riguarda precisamente il Feleto, che avendo domandato ai canonici « quod darent operam ut « domům consuetam habere posset », quando sarebbe andato in Aquileia per le funzioni della settimana santa, si senti rispondere che « quoniam «hic nulla domus magis congrua sibi v'idetur, deliberatum fuit quod « ipsam domum habeat » DeUo stesso anno 1468 abbiamo notÍ2;ia che il Feleto, per mezzo del-I'arcidiacono di Aquileia Antonio de Pithianis, fece visitare alcune pievi della diocesi, e precisamente dal 1 ottobre Sacile ed altre contermini, compresa quella di San Poca 1'8 ottobre queUa di Moniego il 17 se-guente queUa di Venzone, ed il 18 passô a Gemona per comporre la pace tra le due comunità di G-emona e di Venzone®). Se il Capitolo di Aquileia abbia dimostrato al vescovo di Vicenza Marco JBarbo il suc compiacimento, quando fu creato cardinale (17 set-tembre 1467), non sappiamo ; ma ci sembra poter tenere per certo, che sempre si mantenessero buone le relazioni col patriarca designato, te-nendolo anche informato di quanto aweniva neUa diocesi, da questa lettera dal Barbo diretta: « Venerabilibus Viris Decano, Canoničis et « Capitulo Aquil. amicis nostris carissimis ». « Venerabiles Viri Amiei nostri carissimi Salutem. Vertente contro-« versia inter Vos ex una et dnum Pranciscum de Belluciis ®) confratrem « et concanonicum vestrum partibus ex altera super Vicedominatus 1) Bektoli G. D., Antichità ďAquileia, p. 401, n. DLXXXII. A.G.A.yoL III, c. 2. « Prima die octobris 1468 quando ivi missus ad visitandum plebes de Sacilo « et alias pro baroha transeundo ïulmentum {il Tagliamento) pro quatuor equis et peric sonis quatuor exposui sol. VIII. Item ea die in sancto advocato (San Foca) pro pran« dio et equis sol. XXXII ». (Note di spese di Andrea de Pithianis 1468-1469; Biblio-teoa Arciv. Udine, Msc. n. 463, c. 8). *) « Item die VIII in Tarvisio (Treviso) pro prandio quando ivimus ad visitandum « plebem de Mugnigo (Moniego) prope Anoal (Noale) ultra Tarvisium ad XII miliaria « exposui pro quinque personis et equis sol. LVI. - Item pro barberio pro me et prête sbitero laoobo sol. VIII ». (ivi, c. 8). « 1468 die XVII octobris quando visitavi plebem Venzoni exposui in hospicio -« pro prandio et cena sol. XLIIII. Et ego ideo exposui quare pbr Franciscus plebanus « paucis ante diebus de beneficio recesserat et ivit ad standum pro mansionario in Aqui-« legia: non erat etiam Vioarius apud quem potuissem hospitarí. Et duo Capellani videči lizet pbr. Guilielmus et unus alius monacus erant adeo Tenues propter décimas quas '.C oportebat solvere non cm'avi astringere ut solverent expensas, quas tenentur solvere (C sacerdotes, et siout solvere soliti sunt. - Die XVIII reversu^ sum ad Glemonam ubi c( nocte pemoctavi pro componenda pace inter comune Glemone et Venzoni qua nocte « exposui pro cena sol. XXIIII ». (ivi, c. 8^). 8) A. C. A., vol. Ill, f. 17V. « officio istius Ecclesie Aquileiensis. ííos qui et ipsi Ecclesie et Capitulo « vehementer afficimtir cupieutes controversiam Imiusmodi componi: ne «per varias impensas et ampliractus litigiorum duceremini: quod fieri « non posset sine displicentia cunctorum vestrorum et etiam eorum qui « vobis afficiuntur. Sauctissimo d.uo îiostro nobis vive vocis oraculo « mandante ut hano et quascumque controversias istius Oapituli nos « componeremus dedimus operam ut causa huiusmodi in B. patrem « d.num Bpiscopum Ferentin. prelátům doctum et integrum compro-« mitteretur: quod et factum est. îiunc vero relatum est vos tamquam « de dicto compromisso maie contentos veluti contra voluntatem vestram « facto, reddere vos difficiles ad satisfaciendum d.no Antonio de Susana « tune procuratore vestro ad ita faciendum per vos iaducto de expensis « per eum factis in dicta causa prosequenda. Quod si sic est miramur «primum: Deinde vos amice et benevole monemus et bortamur acquie-K scere velitis determinationi et laudo per ipsum d. Ferentinensem facto. «Item satisfacere ut par est ipsi d. Antonio de expensis: Demum ita « vos gerere in bac re, ut bac causa et controversia sopiatur. « Decet enim vos in similibus non tam sequi iuris apicem: quam pacem « vestram atque concordiam. Quod ut faciatis iterum atque iterum onmi .« studio vos monemus rogamus et obsecramus. Bene valete. Eome XVII Novembris 1468. Marcus tit. S.cti Marci ) r^ . ,. , „ _ Episcopus Vicentinus. presb. Oardmalis ) 3. Il vescovo di Ferentino Crovernatore e Paolo Santonino suo Cancelliere. Il papa adunque aveva incaricato il Barbo délia risoluzione delle vertenze cbe il Capitolo di AquHeia desiderava fossero decise a Eoma, fatto questo cbe dimostra l'interesse del Cardinale per le cose di Aqui-leia. L'avere perô affldata la trattazione al vescovo di Ferentiao, è motivo a far supporre cbe U. governo del Feleto non era bene accetto da tutti nella diocesi. Con bolla 21 novembre 1468 infatti il Papa nominava Gover-natore del Patriarcato di Aquileia Andrea vescovo di Ferentino Il Capitolo ebbe notizia' di questa elezione prima del 13 dicembre, nel quai giorno destiaô i canonici Ambrogio di Polcenigo e Francesco del Tacbo « ad eundum obviam E. D. Vicario venture et exbibendi eidem Il vicedomino a norma deUo Statuto capitolare aveva TufScio di amministrare tutti i beni del Capitolo (Cappellbtti, Chiese ďltalia, vol. VIII, p. 640 e seg.). Francesco de Belluoiis non era canonico prima del 1465, quindi 11 periodo del suo vicedo-minato dobbiamo assegnarlo tra il maggio 1467 ed il maggio 1468, mese nel quale si rinnovavano gli uf&ci dei capitolari. È Andrea Laurentii da Anagni, eletto al vescovato di Ferentino da Nicolô V, il 28 settembre 1453. (AeOhtv. Vatio. Ohligationes, vol. 72, f. 68; ed Introitus et Exitus^ vol. 635, f. 28). Mori nel 1498 (Eubel, H. C. M. E. vol. II, p. 153). ») Aechiv. Vatic. Eegist. Vat. 542, Pauli II, vol. 19, f. 541^-542. « đebitum hoiiorem »i). Di questo deve aver avuto qualche Sentore anche il vescovo di Concordia, che il 19 dicembre chiese al Capitolo « an d. «Ambrosias de Pulcinico habuisset commissionem ab eodem Oapitulo « male dicendi de eodem d.no Bpiscopo apud lUnstrissinram Dominimn^), « et qui fuissent eidem Capitulo présentes ». I canonici risposero di nulla sapere, e che gli avrebbero data esauriente risposta quando il canonico di Polcenigo fosse ritornato in Aquileia®). I canonici cb'erano an dati a Venezia ad incontrare il « Vicario venturo » tornarono in Aquileia insieme con il Vescovo diPerentino, (clie, come il Peleto, fu « pro SS. I>. ÎT. Papa Palo II in patriarcbatu et diocesi « Aquileiensi Gubernator et Vicarius generalis ») la vigilia del ÏTatale. Il Capitolo due giorni appresso — 26 dicembre — rispose al vescovo di Concordia, già governatore, cbe il canonico Ambrogio mai disse male di lui davanti alia Signoria di Venezia, ma obe pregô la medesima, per «ommissione avuta dal Capitolo, di non opporsi alia venuta in Priuli del novello vicario destinato dal sommo Pontefice Che cosa abbiafatto il nuovo governatore e dove sia andato dopo aver preso contatto col Capitolo di Aquileia, non ci venne dato di sapere; ma sappiamo che il 7 gennaio 1469, il vicedecano Nicotó Loth informô il Capitolo : « quod propter nonnullas differentias videlicet quod debeat « venire Potestas electus et datus per d. Episcopum ad urbem Aquileiam « armata manu cum pluribus stipendiariis et quod venerunt ad dietam « Civitatem stipendiarii et depredati sunt et damniflcaverunt quam « plures ex clericis ecclesie aquileiensis, et quod bonum esset facere aliquam « provisionem pro defensione dominorum canonicorum et ceterorum cleri-« corum » Di qual genere fossero le « differentiae » allé quali accennô il vicedecano, e perché « armata manu » dovesse presentarsi il podestà in Aquileia, e chi fosse il designato, per quanta licerche abbia fatte, è stato impossi-bile trovare; ma forse non potevano essere estranei a questi provvedi-menti i timori di Venezia per le sollevazioni seguite a Trieste nagli ultimi mesi dell'anno precedente ') A.C.A. vol. Ill, f. 5. ') Presso il Senate di Venezia. J.O.A. vol. Ill, f. 5. - Pasohini, Conti di Polcenigo al servizio della Curia Bo-mana nul quattrocento-, in « Memorie storiche forogiuKesi », an. XXIII (1927), p. 67 e seg. « Ipse d. Ambrosius numquam detraxit honori prefati d. Episcopi seu maJedixit « de eo apud Illm. superiorem, sed verum est quod de commissione Capituli rogavit « lU. Dominium Venetiarum ut iion veUet obviare adventui novi Vicarii deputati per « Sanctis. D. N. papam ». (A. C. A. vol. Ill, f. 7^). 6) A. 0. A., vol. II, f. 8v. CusiN, II confine orientale ďItalia nella folUica europea del XIV e XV secolo, cap. VIII, 7; pag. 138 e seg. Probabilmente si trattava di una Compagnia di Ventura mandata dal governo veneto ad alloggiare in Aquileia. Per farsi un'idea del timore che le popolazioni rurali avevano di tal gente, basta leggere la lettera mandata neU'aprile 1434 da Andrea Fiocchi a Paolo Barbo (Ved. oaed. G. Meecati, Ultimi contribua alla storia degli umanisti, fasc. 1°, pag. 127, Studi e Testi n. 90). I canonioi per difendersi da ulteriori pericoli decisero di chiamare iu Aquileia gli uomini delle ville soggette al Capitolo, di scrivere a TTdine al luogotenente veneto, Francesco Venier, « ut proliibeat adventům dicto-«rum. stipendiariorum, et idem scribatur d.- Bpiscopo ut provideat ue « patiantur dampnum propter adventům dictorum stipendiariorum, et « quod si opus erit scribatur ad Illustrissimum Dominům et Sanctissimo « D. iT. pape ». Per prowedere « ad omnes necessitates » furono incaricati il vicedecano ed i canonici Giacomo da Conegliano e Francesco del Tacbo,. e per andar a Eoma ad informare il papavenne delegato il canonico Ambrogio di Polcenigo Di questi awenimenti e del loro esito non si banuo altre notizie; come pure poco ci resta cbe ci informi intorno all'attività del uuovo governatore. Lo troviamo a TJdine dal 9 al 13 marzo 1469 2) ; poi una seconda volta il 9 maggio quando fu per esigere « pecunias sanctissimi domini «nostri»; ed anche l'8 agosso seguente 1) A. 0. A. vol. II, f. - Al f. lOv si legge la délibéra - 7 aprile 1469 - di ri-fondere ad Ambrogio di Polcenigo tutte le spese incontrate « eundo Romam usque ad « reversionem eius in Patriam que expense ascendunt ad summam duoatorum 52 lib. 4 « sol. 13, parv 4 ». Il Polcenigo aveva ormai esaurito il mandato; ma deU'esito nuUa sappiamo. Dapiferi CapituU Utinen. Busta 13, fascicolo 3, (Archiv. Capit. Udine, se-zione VI). « 1469 die 9 martii et 10. 11. 12. 13 postea recessit. - Expense facte de Man« dato Capituli in adventu dni Andree Epi. ferentini et Vioarii in spiritualibus per « quinque dies ut infra videlicet. - Et primo duobus hominibus qui conduxerunt lectos IH « cum plumaciis et IIII banchas a domo Augustini Cisilini usque ad domum prepa-« rationis vel preparatam et pro clericis coadiuvantibus in dicta domo et pro consola-« tione sol. XXXVI. - Item pro centum brochis s. III. - Item pro una cordula s. II. -« Item pro Oleo videlicet Lib. VII s. XXXVIII - Item pro V libris Risorum s. V. -« Item pro tribus libris Caperorum s. XII. - Frumenti quare defecit expend i datum « loanni pistori s. XXVIII. - Item pro mandiilis videlicet Lib. IIII s. XVI. - Item « pro confectionibus videlicet Lib. VI s. CIIII. - Item pro speciebus et zinzebro « s. XIII. - Item pro IIII Lib. uve passe s. XVI. - Item pro pomis s. XII. - Item « pro sallata s. XII. - Item pro Aseto s. XII. - Item pro Mele s. IIII. - Item pro « zuchero videlicet .oncie IIII s. XVI. - Item pro V Curribus lignorum s. LXXV. -« Item pro incisione dictprum lignorum s. V. - Item pro Malvaticho s. XIIII. - Item « pro Naranciis s. Villi. - Item pro piscibus dulcibus Marca 1% s. XV. - Item pro « Angulis sallatis s. XL. - Item pro IIII Lib. ficuum s. VIII. - Item pro faba fracta « s. XII. - Item pro saUina s. II. - Item pro uno Congio Vini. - Item pro saUario « Coqui due. 1. - Item pro feno equorum et pro camera famulorum staUe March. 1 « s. XX. - Item pro naulo lectum et aliarum Massariciarum s. XIX. - Item pro duo« bus libris Candelarum s. VIII. - Item pro VII CandeUottis s. XIIII. - Item pro una « fialla et pro VIII Ciatis s. VI. - Item pro exportatoribus leotuum et scannuum « s. Vin. - Item pro una Caretta s. XX videlicet Cividatum. - Item pro loanne Car« gnello videlicet servitore s. XIIII. - Item pro loanne de Ochije squatero s. XII. — « Item de mandato vestro dedi pro equis avene st. VI ». Dapiferi Capit. Uiin. ivi, foglio ultimo verso: « Expense suprascripti d. Episcopi «1469. Et primo die 9 Madij de mandato Capituli exposui pro adventu d. Episcopi « in utinum causa exigendi pecunias Sanctissimi D. D. Nostri. pro una Capretta et « cartiibus vitellinis s. LXXX. - Item pro IIII lib. confectionum s. LXXIIII. - Item Il 27 aprile 1469 era a San Daniele del Priuli, altra terra soggetta anche nel temporale al patriarca, e con lui si trovava come cancelliere Paolo Santonino, che appose la sua firma ad una lettera questuaria in favore della cappella di S. Mcolô in Obloc, che era stata distrutta da un fortuite inoenđio i). È la prima volta clie c'incontriamo nel nome del Santonino, autore dell'itinerario che da motivo a questo lavoro, e, mentre parleremo di lui in seguito, qui notiamo che probabilmente venne in Priuli col nuovo governatore; ma poi per qualche tempo crediamo abbia dovuto tornare in patria, perché nel maggio 1469, quando il vescovo di Perentino consacrô a Gemona alcuni altari non era con lui, ed il 20 luglio seguente, quando « pro Malvaticho s. XII. - Item pro biscottis s. X. - Item pro Vino s. XLV. - Item « pro pane s. XXIIII. - Item pro una libra spetienim et una piperata dubl. pro Croci « (sic) 3. VII. - Item pro Caseo s. XVI. - Item pro feno equorum s. XII. - Item «pro uno stario Avene ». - Dapiferi, ivi, fasc. 4: «Item quam habuit d. Episcopus « quando fuit hic die 8 augusti pro equis suis starium 1 Avene ». « Andreas dei et apostolice sedis gratia Episcopus Ferentini et pro S™o domino « nostro in Patriarchatu et dyocesi aquileiensi in Spiritualibus et temporalibus vicarius « et Gubernator generalis. UniversiB et singulis Abbatibus, Prioribus, Prepositis Archi-« dyaconis, plebanis, Vicariis, cappellanis, ceterisque presbiteris et ecclesiarum Kecto-« ribus per diocesem et patriarchatum Aquileien. ubilibet constitutis, ad quos he nostre « fuerint presentate: salutem in domino sempiternam. Quoniam ut ait apostolus omnes « stabimus ante tribunal x recepturi prout in corpore gessimus sive bonum fuerit sive « malum oportet nos diem messionis extreme misericordie operibus prevenire, ac etemo-« rum intuitu seminare in terris quod reddente dno cum multiplioato fructu recoUigere « valeamus in oehs firmam spem fiduciamque tenentes quoniam qui parce seminat parce « et metet: et qui seminat in benedictionibus de benedictionibus et metet vitam eter« nam: Cum igitur pro reparatione CappeUe Sancti Nicolai in Oblac que fortuito incen-« dio concremata est proprie non suppetant facultates, Universitatem vestram monemus •« et cohortamur in domino atque in remissionem vobis iniungimus peecatorum, qua-« tenus cum prius questuarius deputatus ad colligendum suffragia ad loca habitationis « vestre decUnaverit eum benigne suscipiatis: populoque vobis in spiritual! cura su« biecto, publice in ecclesiis vestris pro habendis helemosinis, commendetis: ut per « vestram et eorum subventionem inopie dicte capelle et eius reparationi facile consu-« latur, et vos cum eis per hec et alia bona que d.no inspirante feceritis ad etema pos-« sitis gaudia pervenire. Universis autem et singulis qui ad tam laudabile et pium opus, « manus porrexerint adiutrices, de omnipotentis dei misericordia et meritis et interces-« sione beatorum Petri et Pauli apostolorum eius confisi, auctoritate ordinaria et qua « fungimur in hac parte omnibus vere penitentibus et confessis quadraginta dies indiil-« gentiarum, de iniunctis sibi penitentiis misericorditer relaxamus. Concedentes pariter « rectori dicte cappelle ut intra spatium unius anni in quo présentes valere volumus « possit in ea quotiens sibi videbitur missas et alia divina oÉficia in archa portatili cele« brare. In quorum fldem et testimonium présentes fieri fecimus et nostri minoris sigilli « iussimus appensione muniri. Datum in oppido sancti daniehs: die XXVII. Aprilis « MCCCCLXVIII. L. S. P. de Sanctoninis. Cane, mandato scripsit. (Originale in Bini, Varia Patriarchália Aquïl. in particulari. II, vol. LXVIII, c. 252; msc. Archiv. Capit. Udine). 2) Parti del Consiglio Comunale di Oemona : « 1469, 16 mai]'.... Ad eundum pro « R. Episd. Ferentino venturo isto Pentecosten proximo (21 maggio) ad consacrandum « altaria in hac terra Glemone iuxta deliberationem alias factam pro honore huius Rei- emanô una sentenza riguardante il dovere della residenza del prepo' ito di S. Pietro di Carnia Andrea da Venzone, troYiamo la controriforma di « Mcolaus Canussius de Oivitate Austria pubblicus imperiali aucto-« ritate notarius prelibati E.di d. d. Gubernatoris scriba et càncellarius » Il 31 luglio, il vescovo di Ferentino si trovava a Cividale, e poichè dovevasi scegliere una persona alia quale affldare il governo della terra di San Vito al Tagliamento pur soggetta al patriarca, scelse il nobile cividalese lacopo del fu Federico della Torre, e in nome del Papa l'investi, ricordandogli i doveri del saggio amministratore, con questa lettera: « Andreas Dei et Apostolice sedis gratia ep.us Ferentinas et pro S.mo «Domino nostro in patriarchatu et diocesi Aquileien. In spiritualibus « et temporalibus Viearius et Gubernator generalis: Nobili víro Domino « lacobo quondam Pederici de Turri amico nostro carissimo salutem et « sincere caritatis affectum. — LaudabiUs viftutum tuarum fama, quibus « apud nos fide dignis testimonijs commendaris merite nos inducunt, ut « tibi reddamur ad gratiam liberales. Hac equidem consideratione moti: « ac de fide, legalitate et industria tua plurimum confidentes speran-« tesque indubie, quod que tibi committenda duxerimus prudenter et « fideliter exequeris: Iccirco te ad bonorem et statum sacro sancte romane « ecclesie et S.mi in Cbristo patris et Domini nostri D. Pauli divina « providentiaa pape secundiinpretorem et Capitaneum oppidi Sancti Viti « pro uno anno, die prima Augusti proxime futuri in Christi nomine «feliciter incobando, et ut sequitur finiendo: cum commodis, bonoribus, « oneribus et emolumentis tuis predecessoribus bactenus consuetis, tenore «presentium eligim,us, nominamus et deputamus: Mandantes ofilcialibus, «regimini, hominibus, universitatis et Gomuni dieti oppidi, quatenus te « ad dictum ofiicium recipiant et admittant, ac tuis et tuorum ofiB.cialium « iustis monitionibus et mandatis pareant, obediant et intendant : Eam « tibi anetoritatem concedentes ad dictum ofScium exereendum, ut quo-« cumque rite per te vel alium feceris contra inobedientes quoscumque « et errantes, faciemus (dante Domino) inviolabiliter observari: ÎTullum « igitur (tuo durante regimine) apud te odia, nullum favor indiscretus « inveniat, disctrictum mali cognoscant Insontem, apud te suggestio mala « non faciat pecantem gratia non excuset : Eemissmn te delinquentibus «non ostendas, ne quod ultus non fueris perpetrari permittas: sit in « te boni pastoris dulcedo, et iudicis severa districtio. TJnum sit quod « innocenter viventes foveat, aliud quod inquietos feriendo a pravitate «compescat: Iram iudicio refrena, et censura discipline sic utere, ut et « culpas ferias, et a dilectione personarum, quas corrigis non recedas: « oppressis defensio tua subveniat, opprimentibus modesta erectio con-«traddicat; Nullius faciem contra iustitiam accipias: Nullum querentem « iusta despicias : Custodia in te equitatis excellât, ut non divitem po- « publice elect) fuerant ser Bartholomeus ser Antonij et ser Antonius losephi notarius ». (Bini, Thesaurus iurium Glemonae, vol. Ill, f. 94^ ms. Archiv. Capit. Udine). Bmi, Documenta Historica, vol. XIV, n. 7 (ms. Arch. Capit. Udine). «tentia sua apud te extra viam rationis suadeat audire: uec pauperem « de re sua faciat humilitas desperare: sedd his omnibus uti salubrité « poteris, si magistrám Caritatem habueris. Quam qui secutus fuerit a « recto aliquando tramite non recedit. Denique offlcium ipsum taliter « prudentia tua ministrare studebis, quod post tui observantiam debiti, « a nobis merito venias commendandus, et ampliores honores et com-« moda a S.mi D. JST. liberalitate consequi merearis. In quorum fidem et «testimonium has patentes litteras scribi fecimus etc. Datum in Oivi-« tate Austrie ultima lulij Millesimo quadringentesimo sexagesimo nono. « Indictione secunda » i). Lettera, che présenta tutto un programma per un governo quale è stato sempre voluto ed insegnato dalla chiesa e dal suo capo che allora era il principe di questa Oomunità. Il Santonino era perô già ritornato in Friuli ed avea riassunto I'ufficio di cancelliere il 7 settembre 1469, quando si sottoscrisse « P. de Sancto-« ninis cancellarius » nel mandato che il Governatore, da Oividale, indi-rizzava a tutti i chierici e preti che fossero invitati da Nicolô de Pithiaris a deporre nella causa tra Leonardo Savii ed Antonio Danuletti da San Daniele, perché, sotto pena di scomunica, avessero a prestar giuramento davanti ad un sacerdote e dicessero la verità Per quest'anno non ci restano altre notizie del rescovo di Ferentino; ma abbiamo una lettera a lui diretta da Antonio d'Este, protonotario apostolico, datata da Ferrara, 18 novembre 1469, nella quale lo pregava di trovare una persona adatta per trattare a Padova una causa matrimoniale in luogo del conte Eizzardo di S. Bonifacio, ch'egli doveva trat-tenere in Ferrara alia sua corte per affari urgenti Solamente alcune lettere a lui dirette e poche altre notizie parlano della sua attività durante il 1470. Doimo di Valvasone « principis basiUcae « Apostolorum de TTrbe canonicus et SS. D. IŠT. Papae cubicularius » gli scrisse da Eoma, 8 gennaio, lamentandosi perché ad altri aveva conferito un canonicato vacante nella chiesa di Aquileia, mentre aveva promesso di darlo a lui^). 1) Archiv. Capit. Vdine, Sez. XIV, vol. 30, f. 25. Valentinblli, Dbcvmenta etc., (in « Notizienblat ecc. » an. 1857, n. 7, p. 106). Bihl. Naz. Marciana, Venezia, Cl. XIV, cod. 102, n. CLXXIII). Bini, Documenta varia, vol. II, 1400-1472 ad annum, (ms. Archiv. Capit. Udine). Biki, Docum. varia, vol. II eoc. - Doimo di Valvasone daU' imperatore Federico III era statq creato - 5 gennaio 1469 - conte Palatino {Acta Capit. U dinem. vol. Il, fascic. II, c. 39)'; il 25 agosto 1472 presentô, nella sacrestia della chiesa di Aquileia, al Capitolo le boUe apostoliche che gli conforivano il decanato, prestô giuramento e gli fu dato il possesso dall'arcidiacono Giacomo di Marano (Acta Capit. Aquil. vol. m, c. 37); nel sabbato di Pentecoste, 12 giugno 1473, fu ordinato sacerdote dal vioario patriarcale Angelo Fasolo {Acta Curiae Patriarc. Aquil. vol. Ill, Civil. Ill, c. 262); in un suo testamento fatto a Valvasone, 21 marzo 1479, lasciava aUa chiesa di Aquileia sei tazze d'argento per fare un calderino per I'acqua santa (Ioppi, Notariorum III, f. 80; ms. Bibl. Civ. TJdine); morendo, 4 maggio 1498, lasciô al Capitolo di Aquileia un reddito annuo di 4 ducati; ed il Capitolo deliberô di celebrate in perpetuo il suo anniversario (Necrologium Capit. Aquil. B; ms. Archiv. Capit. Udine). Il 6 febbraio, da San Vito in Carintia, « Slgismundus Krewtz miles « serenissimi đ.ni Imperatoris per Principatum Karinthie Inferioris Capi-<( taneatus locumtenens » gli scrisse pregandolo di risolvere una vertenza per alcuni immobili tra il rettore dell'ospedale di S. Spirito di Villacco ed un certo Andrea; i) ed il 17 seguente un'altra lettera gli veniva diretta. da Pietro Frazler pievano di Villacco, U quale a nome del clero gli cliiedeva> istruzioni intorno almodo didiportarsinelpagamento deUasťeMra (= tassa) imposta a tutti preti e laici nella dieta generale tenuta a San Vito in Carintia « quod pro patrie et terre defensione ex necessitate quamplures « stipendiarii equestres et pedestres pro stipendio sunt assumpti », e mandati a Windischgratz ed in Traberg « pro custodiá » 2). Di pochi giorni posteriore — 23 febbraio — è una lettera del cano-nico Ambrogio di Polcenigo, che partecipa la morte délia propria madré, e dice che non avrebbe per nessun motivo potuto lasciare la casa paterna prima del 20 marzo, giorno fissato per la celebrazione del trigesimo 3). Il 13 marzo 1470, neUa sacrestia délia cbiesa di Aquileia si raccolse il capitolo, e Paolo Santonino cancelliere del vescovo di Perentiao, pre-sentatosi davanti ai canonici, dicbiarô, per commissione e mandato del governatore, clie il canonico Francesco de Belluciis era incorso nella scomunica percbè non aveva data generale resa di conto dell'ammini-strazione dei redditi délia cbiesa di Aquileia entro il tempo stabilito Cosi Teliva risolta una delle question! di cui s'era occupato il cardinale Marco Barbo, e deUa cui soluzione era stato incaricato il vescovo di Ferentino, come daUa lettera 17 novembre 1468, già riportata. Tomaso abbate del monastero di S. Giorgio di Arnoldstein scrisse una lettera al « E.do in Christo patri d. Andrea episcopo Ferentin. S. Aqui-« leg. ecclesie in spirit, et tempor. vicario generali », — 1470, 3 aprile — nella quale, dopo essersi cou lui congratulato per la sua elezione in vicario (un po' in ritardo piuttosto !), gli presentô il diacono Waltifareno, monaco délia sua abbazia e già da lui esaminato ed approvato, perché nelle pros-sime ordinazioni generali lo ordinasse sacerdote, lo pregô di non confermare Arcidiaconato di Carintia, busta I, fasc. I, Villacco, ad diem (msc. Archiv. Arciv. Udine). Ivi, ad diem. Non si capisce se questi prowedimenti siano stati presi per difendersi dai Turchi (Cusm, Documenti 'per la storia del Confine orierdale ďItalia nei sec. XIV e XV,-p. 101, doc. LXXIII), oppure contro il re d'Ungheria. Quello che è certo si è che la dieta si terme a San Vito e non a Volkermarkt, come asseriscono alcmii storici (Ved. Cusm, Il confine orientale d'ltalia nella politica europea dei sec. XIV e XV, vol. II, p. 182). Bmi, Docum. varia, ad diem. «In sacristia S. Eccl. Aquileien. Congregate Capitulo etc. Ibique sapiens Vir « ser Paulus de Santoninis cancellarius R.mi d. Episcopi Ferentinii et in patria Fori « luUi Vicarii et Gubernatoris generalis de mandato et commissione prefati R.mi d. « Episcopi ut in mandato eiusdem R.mi d. Episcopi manu sapientis Viri ser Antonii « donne Bette, pronuntiavit d. Filippum et declaravit fore excomunicatum propter « eiusdem d. Pilippi inhobedientiam et contumaciam quia citatus sub pena excomuni-« cationis late sententie infra certum terminuiň ut faceret et calcularet suas rationes « et computa administrationis Camerarie Sancte Aquileien. Ecclesie in quo termino «non fecit nec adimplevit iuxta mandatum etc.» (A. C. A. vol. III, f. 19). al castellano di Strafrid il privilegio ottenuto dal vicario Peleto di celebrare i divini ufiaci nel castello, percliè ciô riusciva « in dampnum et preiudicium <( matricis ecclesie et parocliie », e concluse: « InteUeximus preterea V. « E. p. proponere nostras exteriores partes pro certis incunabenciis per-« sonali gratia visitare. Porro si V. P. nostrum preterire monasteriolum « ad ipsum, tarn humiLLter quam devote obsecramns personali perseve-« rantia venire, ibique de bis et aliis cum V. P. conversabimur » i). Si capisce da questa lettera cbe il vescovo di Perentino durante il suo primo anno di governo non aveva fatte visite pastorali; ma che pen-sava farla al più presto all'arcidiaconato deUa Carintia perché da molti anni non erano passati vescovi da quelle parti Per le feste di Pasqua, 1470, U. vescovo, com'era suo dovere, fu per le funzioni ad Aquileia, e quivi lo troviamo ancora nei giorni 27 e 28 aprile insieme col suo cancelliere Paolo Santonino, il quale in quei giorni, nella sua qualità di « Cancellarius E. D.ni Gubernatoris », stese un atto di enflteusi di una casa presso U ponte « Possulae » fatto dal Oapitolo a Giovanni Menici cittadino di Aquileia,, a condizione di restaurarla entro due anni e pagare I'affltto annuo di lire sei; ed un atto d'affitto di 40 campi (jugeri) di terreno « sito in villa PlumiceJli iuxta flumen Tigelli », dati pure dal Oapitolo al nobile Donato Bredano di Venezia ed eredi, coll'onere di pagare sei staia di frumento a misxira del Oapitolo ciascun anno II vescovo aveva fatto sapert alia comunità di Gemona U suo desiderio di portarsi per alcun tempo in queUa terra, ed i signoři del reggimento avevano deciso di preparargli una conveniente abitazione nella casa del pievano ed a tutte spese di questi, ch'era assente; ma non è certo se allora sia stato, mentre è certo che fu a Gemona nel settembre seguente e tenne le sacre ordinazioni neUa chiesa di S. Maria deUa pieve nel sabbato delle quattro tempora 1) Amoldstein, busta I, ad diem (ms. ArcMv. Arciv. Udine). II vescovo di Ferentino, nella domenica 28 aprile 1471. consacrô Bolennemente la chiesa di S. Egidio in Camporosso, « in villa Sapniz (= Saifnitz) de Camporubeo cum tribus in ea altaribus et oimiterio ». (Aechtv. Abciv. Udine, Arcidiaconato di Carintia, busta III, fasc. Camporosso); ma non possiamo nè asserire, nè negare che abbia compiuta aUora anche la visita pastorale desiderata daU'abate. La pieve di Camporosso confinava con la giurisdizione dell'abbazia di Arnoldstein. — Notiamo ancora che la chiesa di S. Egidio di Camporosso, fondata da Otto vescovo di Bamberga (1106-1139) [Iaksch, Docum. Hist. Diicatus Carinthiae, n. 537), era stata allora rifatta. ®) Abchiviô Capit. Udine, Sez. I, Locationes, f. 27 e 28. « 1470, 29 aprilis - In pleno Consilio.... Proposito quod R. D. Ep. Ferentin. « Gubernator et Vicarius in Patriarch. Aquil. est venturus ad residendum in hac Terra « Nostra per aliquot dies et quod necesse est pro honore huius ReipubUce providere de «una domo et habitatione idonea: determinatum fuit quod aptentur domus d.ni Ple-« bani sumpiibiis quartesij juxta ordinationem prefati D. Episcopi alias factam quavdo « non fuit in hac Terra ». (Archiv. Com. Oenwna - Consiolio, ad annum. - Bint, Thesaurus lur. Ohem., vol. Ill, c. 95, msc. Arch. Capit. Udine). ®) 1470, 16 septembris - In Consilio - Requiratur R. D. Comissarius Ecclesie Aqui- IŠTon è detto se il Santonino 1'abbia accompagnato a Gemona; ma sappiamo che esso si trovava col Tescovo nella casa del pievano in. San Oassiano del Meschio, il 15 gennaio 1471. II vescovo aveva ohiamato davanti a sè ed al pievano, přete Andrea de Sabatinis da Bacile, i camerari della cbiesa di S. Giorgio in Eegulo per la revisione dei conti della cbiesa stessa; ed avendo rilevato che avevano impegnati i beni deUa cbiesa a maestro Andrea pittore di Treviso i) per pitture da farsi ancora; ćomand6 elle il contratto con il pittore venisse annullato percbè la cbiesa era « pic-« tnris repleta », e percbè maestro Andrea sembrava tirasse m lungo il lavoro per godersi i redditi; cbe si cbiamassero due pittori per stimare l'opéra; cbe maestro Andrea fosse pagato fino all'nltimo centesimo (qua,-drantem) se risultasse creditore e nulla avesse se debitor e; e che i camerari, sotto pena di scomunica, nulla più disponessero dei redditi della obiesa « pro aliis picturis faciendis », e nulla in awenire avessero più a spen-dere senza sualicenza. A quést'atto Paolo Santonino si controfirmô: « P. de Santoninis Oanoellarius prefati E.mi D. Gubernatoris » 2). Il Go-vernatore, col suo cancelUere, era in TJdine il 21 gennaio, e « in domi-bus residentie nostre » concedeva un'indulgenza di 40 giorni a queUi cbe avessero, pentiti, confessati e communicati, visitata nelle principali so-lennità dell'anno la chiesa di S. Maria e la cappella d'Ognissanti nella vnia di Forni di sopra 3) ; ed il 30 gennaio, era a Cividale, e da qui indirizzô una lettera circolare a tutto il clero secolare e regolare della diocesi invitandolo all'osservanza fedele delle leggi disciplinari deUa Chiesa ed aUa riforma del costume . 4. Marco Barbe eletto patriarca. Suoi primi atti. CoD bolla 18 marzo 1471 il Papa Paolo II nominô patriarca di Aqui-leia il cardinale Marco Balbo vescovo di Vicenza ®). Il Governatore, dopo i vesperi del 24 marzo, attese i canonici neUa sacrestia deUa chiesa patriarcale e comunicô loro l'awenuta elezione del patriarca. Essi, senza discussione alcuna, immediatamente elessero il leien. ut faciat Ordinationes die Sabbati Quatuor Temporum in Glemona. (Jot, e Bini, 1. c. vol. III, c. 96). Ved. R. Maeisti, La scuola di Tolmezzo, pag. 12. Edit. « Le Tre Venezie », 1942. Erano presenti a quést'atto: D. Eilippino canonioo di Ceneda, M" Nicolô da. Giustinopoli (Capodistria) dottore in teologia e cappellano del vescovo di Eerentino, il nobile Lusio da Cividale ed altri. (Biki, D. H. vol. XV, n. 2). Pergamena originale con sigillo pendente del vescovo di Eerentino, néll'Archivio parrocchiale di Forni di Sopra. Carta volante inserita nel vol. IV degli Acta Curiae Patriarchalis Aquileien. Beg. Vat. 538, f. 4v. - 6; con la data-; « Anno ab incamatione d.ni MCCCCLXX (1471) quintodecimo kalendas aprilis, pontificatus anno septimo ». canonico Giacomo i) in loro oratore per visitare il novello patriarca e congratularsi con lui®). Al Capitolo i>iù tardi — 18 aprile — sembrô cosa piti onoriflca man-dare al patriarca due oratori, anzichè uno, per cui si decise di dar per compagno al canonico Giacomo anche il canonico Antonio de Susana, clie poi ÍU sostituito dal canonico Giovanni di Fontanabona II Gapitolo commise ai due oratori di ringraziare il Papa immensa-mente perché aveva dato loro un tanto pastore e di pregare umilmente il patriarca di voler confermare neU'ufficio di governatore n vescovo di Ferentino Se il cardinale Marco Barbo ancor prima d'essere nominato patriarca mosfcrô, come abbiamo vednto, intéressé per il bene della diocesi di Aqui- Non è questi certamente 11 canonico Giacomo da Marano, che già allora era a Roma (Paschini, Friulani alia corte di Paolo II, in « Mem. St. Forog. » an. XVII, 1921, p. 226) ; ma Giacomo da Conegliano pm'e canonico e residente in Aquileia. II 19 aprile, il Capitolo deliberô che: « D. lacobus in legatione sua ad R.um D. Patriar-« oLam possifc loco famiili quern seeum ducere debebat possit (sic) assumere et eligere « unum mansionarium dicte aquilegensis ecclesie quern ipse voluerit et secum duoere «in predicta legatione loco famuli». (A. C. A. vol. Ill, f. 32). - Questi oratori peró non partirono per Roma se non agli ultimi giomi di maggio, perché troviamo al 5 maggio le délibéré: « quod quOibet Canonicus seu Mansionarius velit visitare R.mum « D. Patriarcham habeat residentiam duorum mensium; et quod oratores ad R.mum « D. Patriarcham pro quatuor equis habeant pro singulo die pro eorum expensis duca-« turn auri unum et ultra non ». Queste délibéré furono cassate I'll maggio ed il 19 se-guente riconfermate. (A. G. A. vol. in, c. 33). 2) 1471. 25 mensis Martij Actum Aquileye in domo Ven. d. Ambrosii de Pulcinico Canon. Aquil. ubi ad presens R.dus in Christo pater et d. Episcopus Firintini Vicarius et Gubernator Generalis patriarchatus Aquileyen. suam facit residentiam. Ibique pre-fatus R.dus D. Episcopus retulit mihi Notario infrasoripto qualiter heri post Vespe-ros videlicet XXHŒ die suprasoripti mensis dum esset congregatum Capitulum in Sa-cristia loco et more solitis et idem R.dus D. Episcopus dicto Capitulo interesset, et omnes d.ni Canonici qui commode interesse poterant tractatum fuit per dictos d.nos et Capitulum eligere oratores sive legatos nominé dicti Capituli ad Romanam Curiam destinandos ad Congratulandum R.mo d.no Cardinal! Sancti Marci nuper creato et as-sumpto per S.mum d.num Nostrum in Patriarcham huius Aime ecclesie Aquileiensis. Et sic facta discussione de specialibus personis mittendis omnes d.ni Canonici tune dicto Capitulo interessentes unanimiter sine aliqua discrepatione concurrerunt ad eligendum Ven. d. lacobum eorum concanonicum ad prefatum R.um d. Patriarcham nomine dicti Capituli Visitandum et congratulandum ut supra dictum est. — Demum prefatis dnis et Capitulo visum fuit quod honorificentius esset ipsis d.nis Capitulo et ecclesie pre-dicte Aquil. mittere duos de prefatis dnis Canonicis quam unum solum decreverunt eligere ahum d.num Canonicum cum prefato d.no lacobo. Et per maiorem partem dicto-rum d.norum electus fuit d. Antonius de Susana consocius prefati d. lacobi etc. - No-tarius donne Bette. (A. C. vol. III, o. 30^). A. C. A. vol. III, c. 32. 1471. 19 aprile - « Attento quod R.dus d. Episcopus Ferentin. bene et huma-nissime se in suo officio Vieariatus gessit quod oratores dicti Ven. Capituli habeant expresaam commissionem agere immensaa gratias ss.mo D. N. et R.mo D. Patriarche qui talem nobis dederimt pastorem, insuper instare humilibus precibus cum prefato R.mo D. Patriarcha quateûus eundem D. Episcopum dignetur in dicto officio confirmare ». (A. O. A. vol. III, f. 32v). leia, awcDuta I'eleziono si đieđe subito all'opera di governo di tntto preoccupandosi. I conti col vescoTO di Ferentino fino al giugno 1471 furono chiusi il 27 di quel mese, quand'esso lasciô rieevuta a Nicolô de Pithianis di San Daniele per 33 ducati di moneta usuale avuti per la parte della so-luzione che gli spettava per I'afiitto dei frutti dovuti dalla terra di San Daniele alla curia patriarcale per I'anno 14701). II 2 luglio il novello patriarca mandava da Eoma al Capitolo di Udine una lettera confermante lo Statuto dato dal patriarca Bertrando per mezzo di Guide yescovo di Concordia, 2) e I'ordinamento fatto ai cano-nici della stessa collegiata per i servizi della chiesa e per I'ordine da te-nersi nelle sacre funzioni; ed csortava i canonici ed il clero ad esser d'esempio al popolo neH'adempimento del proprio dovere®). Di posteriori atti del vescovo di Ferentino, clie si chiamerà in se-guito Vicario e Luogoterente generale del patriarcato, abbiamo sola-mente una istanza presentatagU in TJdine, U 10 agosto, dal dottor Francesco de Filitinis e dai nobili Nieolô de CorbeUis e Girolamo da Perti-stagno in nome dei possidenti della villa, di Easagiiapenta, e dal pierano di Variano, P.re Daniele di G-iovanni cantore della collegiata di Udine, perché sia risolta giudizialmente la vertenza per il quartese del vino deUa detta villa, vertenza sorta da parecchio tempo tra essi possidenti ed il pievano^); e I'atto di presa di possesso della diocesi quale procu-ratore dell'eletto patriarca. 5. Marco Barbo prende possesso della diocesi. II Doge di Venezia Cristoforo Moro indirizzô, il 17 settembre 1471, lettere ducali a Bernardino Venerio luogotenente della Patria del FriuU e successori dove diceva: « .... DeUberavimus cum nostro ConsUio Eo-« gatorum et ita vobis mandamus: ut prefato E.mo D.no Cardinali seu « Xuncio sue, dari facere debeatis possessionem Ecclesie Patriarchalis « Aquileiensis: et responderi ei seu ííuncio suo providendo atque mandando « de omnibus fructibus, redditibus, et proventibus dicte Ecclesie Pate triarcal is iuxta solitum»®). 1) valentrtîblli, 1. c. NoUzenblatt ecc., 1857, n. 9, p. 135; Nell'originale deUa rieevuta (Venezia, Bibl. Naz. Marciana, CI. Lat. XIV, 102, n. CXXXIX) si ha la con-trofirma: « P. de Sanctoninis cancell. ». G. B. CoEQiTALi, Ouido Guicci da Reggio Emilia vesœvo di Mantova e di Concordia (1318-1347). - (Udine, 1936). ») Archiv. Capit. Udine, Pergamene, vol. VI, n. 38. *) Bini, Docum. Historica, vol. XV, n. 3 (msc. Archiv. Capit. Udine). - La sen-tenza, che fu in favore dei proprietari, venne emanata il 23 settembre 1473 dal vicario patriarcale succeduto al vescovo di Ferentino (ivi, n. 23). ®) De Rubeis, Dissertationes variae eruditionis, tomo IV, c. 127. (ms. R. Bibl. Nazion. di S. Marco Venezia, CI. Lat. XIV, cod. 134 [4286]). Il Luogotenente esegiii, com'eragli stato imposto, il. siio mandate, eđ il 29 settembre, il vescovo di Ferentino si present6 nella sacrestia délia chiesa d'Aqiiileia ai canonici aUora iu retsidenza e rappresentanti l'intero Capitolo; e, mostrate le lettero, cMese d'esser messo ia possesso del patriarcato ia nome del patriarca. ï canonici gli diedero il bacio di pace, prestarono l'atto d'obbedienza e grati a Dio per il dono ricevnto, cantando il Te Deum, lo accompagnarono alla sedia patriarcale dietro l'altar maggiore e compirono tntte le cerimonie di rito. Erano jjresenti quali testimoni Nicolô di donna Fiore, Bernardino del nob. Odorico di Strasoldo, Pra.ncesco Sore, Lodovico Avanzo ed Ettare di ser Francesco da Venezia, Daniele di Savorgnano ed altri molti^). Il vescovo di Ferentino contimiô nel sno nfflcio anche nei mesi se-gnenti ; ma se non ci restano, corne abbiamo detto, degli atti suoi, sappia-irio che era a Cividale nel dicembre 1471 e durante il gennaio 1472 che mentre era a Udine il patriarca Barbo, nel marzo 1472, era a TTdine an-cbe il cuoco de! vescovo di Ferentino e ciicinô il pesce e préparé la ge-latina per il patriarca ®), e quando qnesti, a Pontebba, fece scrivere « 1471, die penultima septembris. - Possessio Patriarchatus Aquileiensis ecclesie « pro Emo Dno Marco Barbo Cardinali S. Maroi. - Actum in saoristia S.cte Aqmleien. « Ecclesie. In Capitulo in quo interfuerunt inirascripti d.ni Nicolaus Lotk Vicedecanus. « lacobus de Utino. Agapitus. Laurentius. Daniel de Coloreto. FiUppus de Venetiis. « loannes de Fontebono. Pranciscus del Tacho. Daniel de Puppis. Sebastianus de Bru-« gnera, et Andreolus de Sancto Vito paduane diocesis omnes Canonici prebendati in « dicta Ecclesia etc. Ibique B.dus in Christo pater et d.nus d. Andreas dei gratia episc. « Ferentinas et Vicarius in diocesi et patriarchatu Aquileien. procurator et procuratorio « nomine R.mi in Christo patris et d.ni d.ni Marci Cardinalis S.cti Maroi et patriarche « Aquileien. prout de mandato presenti manu Miohaelis de Pratis clerici atrebatensis dioc. « sul) MCCCCLXXI. die 1 mensis apriUs presentavit quasdam litteras Sanctissimi in « Christo patris et d.ni nostri d.ni Pauli pape secundi etc. in quibus continetur translatio « ab ecclesia Vincentina eiusdem R.mi dni Cardinalis Scti Marci ad eandem ecclesiam « Aquilejensem in Patriarcham dicte Sancte Aquileiensis Instituti etc. petens et instans « prefatus B.dus pater et dnus Episcopus Ferentinas sibi nomine quo supra assignaxi « possessionem dieti patriarchatus etc. Qui d.ni Capitulantes omnes unanimiter leto « animo et devoto flexis genibus osculo pacis interveniente primo prestitemnt filialem « et devotam obedientiam gratias deo agentes de tanto dono eis et dicte S.cte Aquil. « Ecclesie divinitus coUato Te Deum laudamus cantando, prefatum R.dum p. d. Epi« scopum ad patriarchalem sedem deduxerunt retro altare maius eiusdem Ecclesie et « in eadem sede ut moris est Introniaant&s eundem d.um Episcopum nomine quo supra « iuxta ritum aKas in similibiis observatum coram populi multitudine dederunt et assi-« gnaverunt eidem Corporalem realem et actualem possessionem dieti patriarchatus « secundum vim et tenorem dictarum litterarum apostolicarum et mandatorum in eisdem « contentorum etc. Presentibus Nobilibus et circumspectis viris d.nis Niçolao d.ne Floris « et Baptista nobilis ser Odorici his de Strasoldo, ser Francisco sore, ser Ludovico « Avanzo, ser Hectore ser Francisci his de Venetiis, ser Daniele de Savorgnano et « aHis pluribus testibus vocatis et rogatis ». (A. C. A. vol. III, f. 35). 2) Dapiferi Capit. Vlinen., busta 14, fasc. 1; 1471-72; f. 83v. « Eadem die (21 marzo 1472) Choco d. Episcopi Ferentini et pro duabus Coqui-« nariis que frixerunt pisces et fecerunt Zeletinam et cetera alia inclusis Exbursavit « L. 1 s. 16 ». (Elenco di spese faite dal Capitolo durante la permanenza del Patr. Marco Barbo in Udine mso. Archiv. Capit. Udine. Raocolta 1400-1499, vol. III, f. 252 (3)). 2. — G. Valb, Itmerario Santonino. il decreto, che nominava Angelo Pasolo vescoyo di Peltre in suo Vicario Generale, e dispose, che per tutto Panno corrente U vescovo di Fe-rentiao continaasse a tenere il governo del patriarcato e dell'Abbazia d i Eosazzo, i) questi doveva certamente trovarsi in Frinli, perché tal governo richiedeva la residenza. 6. II patriarca Marco Barbo in diocesi di Aquiieia. ÏTel concistoro del 23 dicembre 1471 il cardinale patriarca Marc» Barbo era stato nomiaato dal papa Sisto IV Legato a latere uei terri-torii soggetti all'Imperatore, « in Germama tota » e nei regni di Unghe-ria, Boemia e Polonia^); ed il 22 febbraio 1472 lasciô Eoma per inco-minciare la missione aflftdatagli®). II Capitolo di Aquiieia venne a sapere della partenza del patriarca da. Roma, del di lui pensiero di passare per la diocesi prima di raggiun-gere la Germania, ed anche che si sarebbe fermato qualche giorno a Ve-nezia. Per questo il 7 marzo deliberô di mandare a Venezia a fargli visita d'omaggio i due canonici Giacomo da Conegliauo ed Ambrogio di Polcenigo ; ed incaricè il canonico Michele Lorenzi e prete FrancescO' Zisot di preparargli un conveniente ricevimento alia sua venuta in Aquiieia^). In qual giorno sia arrivato e per quanto tempo si sia fermato il patriarca in Aquiieia, e come sia stato ricevuto e trattato, non è detto-negli atti capitolari; per6 si sa che la casa nella quale abitô non era ab-bastanza conveniente, che durante la permanenza andô perduto un piatto di peltro ed il proprietario di esse venne rifuso con soldi 42 dal dapi-fero capitolare, che il Capitolo per ricevere e provvedere il patriarca. « .... anno present! effluxo se (il vescovo di Ferentino) de htiiiismodi gubernationis « seu conductionis officio se amplius intromittere possit neque valeat neo de prefato « monasterio (di Rosazzo) impedire présumât. » (Acta Curie Patriarch, vol. II, f. iv).^ Probabilmente durante tutto I'anno si fermô a Cividale. Era stato eletto governatore deU'abbazia di Rosazzo daUo stesso cardinale Marco Barbo durante il 1470. (Registri Vaticani, 34» t. 12, f. 73, Archiv. Vatic.). Pastor, Storia dei Papi, vol. II, p. 405. La data ci è fomita da Raiïaele da Volterra (Raynaldi, Annal. Eccl. X, p. 526) che dice : « discesserant etiam in provincias suas duo ahi Cardinales, sancti Marci Marcus « nomine ex familia Barba ad diem vigesimam secundam februarii ecc. ». (Pastor, 1. c. p. 408). *) « Deputaverunt in adventu R.mi D.ni patriarche eorum oratores ad visitandum « eundem D.num Patriarcham mittendos Venetiis videlicet Venerandos viros d. lacobum « et Ambrosium de Pulcinico. Oui quidem determinationi d. Antonius de Susanis non « consensit cum sit quod quando visitaverunt eundem patriarcham Rome nullam rela-« tionem de sibi iniunctis dominis fecerunt d. lacobus et d. loannes Franciscus qui tune « fiierunt oratores dicti Capituli. - Item prefati d.ni deputaverunt d. Michaelem Lauren-« tium et preabiterum Franciscum Zisot ad preparanda omnia necessaria pro adventu «R.mi d.ni Patriarche». (A. O. A. vol. III, c. 35v). «d il Slio seguito di quanto era conveuiente ed opportune sosteiine in quei giorni una spesa di 28 marclie e niezza, 42 denari e 12 piccoli i). A TJdine il patriarca dev'essere arrivato o il 16 o n 17 maržo e si fermô šino al 21, Prese alloggio nel convento dei Domenicani di S. Pie-tro Martire a spese dei canonici délia Collegiata, che per l'occasione fecero fare una pulizia generale del locale e fornirono la camera da letto e la sala da pranzo con speciali addobbi presi a prestito dal canonico di Cividale Daniele de Carlevariis. Le persone del seguito furono a.ccolte nella casa dei conti délia Torre poco discoste dalla cliiesa, ed i servi-tori ed i cavalli nelle osterie di Polonia all'insegna délia Croce in Po-scolle, di Martino di san Giorgio, di Giorgio Barbadoro, di Maria de Vi-lano, di Pietro Printe, di Giovanni a S^ata. Per la mensa del patriarca fu prowisto il vino a Rosazzo (3 conzi e mezzo, al prezzo di soldi 140 il conKo); per gli altri si acquistarono dieci conzi di vino di pianura (a soldi 80 al conzo). Dieci staia e mezzo di frumento furono prorveduti per il pane, ed il pesce per i pasti di magro, dato che s'era in tempo quaresimale, si mandô a prendere fresco ad Aquileia, a Građo ed a Ma-rano. Le carni, le lingue, il formaggio, le droghe, l'olio e quant'altro doveva servire per la tavola, nonchè la cera ed il sego per l'niumina-zione degli ambienti vennero acquistati in diverse botteghe délia città. La spesa « pro adA^ntu ut supra incluso frumbuio et avena » fu di lire 530 ed un soldo, che fanno in tutto ducati 84 soldi 25 Il 18 marzo, nel convento clie l'ospitava, il patriarca concedeva un indulgenza di cento giorni a tutti quelli che avessero visitata la chiesa di S. Pietro Martire di TJdiae nelle feste del titolare, di S. Tomaso d'Aquino, di S. Ca-terina da Siena, di S. Domenico e délia dedicazione®). Era a Cividale il 22 marzo, e rilasciava per la chiesa del mona-stero delle Domenicane di quella città una indulgenza simUe alla precedente^). Certamente visitô anche le terre patriarcali di S. Vito al Tagliamento e di San Daniele del FriuH, ma di queste visite non ci restano notizie. Il Capitolo di Aquileia destinô — 29 marzo, — i canonici Mcoli> Loth, Giovanni di Pontanabona ed Ambrogio di Polcenigo ad accom- 1) « Exposui 1 aprilis datis d; Franuisoo del Tacho pro Trageto citra et ultra Yso-« ncium dum missus fuerat antedictus cum presb. Vito Montisfalconi ad dominos Provi« sores dominii Venetiarum ad notificandum eis qualiter domus ubi habitavit R.mus-« D. Patriarcha non erat parata habitandi sol. VII ». - « Item satisfeci loharmes dominioi de Aquileia plateUum unum peltri qui fuit dispersum in adventione d. patriarche sol. XLII ». - « Item pro expensis factis in adventu d. patriarche Marchas XXVIII % den. XLII p. Xn ». (Dapiferi di Aquileia, 1471-72, busta II, fasc. VIT, msc. Arch. Cap. Udine). La specifica generale è conservata neU'Archivio Capit. Udine: EaccoUa 1400-1499 vol. III, c. 260-253, msc. - Le spese incontrate daUa comunità di Udine si leggono in: Makzano, Annali dél Friuli, vol. VII, pag. 78-79. Pergamene di S. Pietro M. n. 39 (originale Bibl. Arciv. Udine). «) Schede de Rubeis, vol. V e VI, c. 172 (ms. deUa B. Bibl. Naz. di S. Marco, Ve-•nezia. Cl. IX, vol. 3282-3285). pagnare il patriarca per il Friuli^); ma solamente questi due iiltimi furono fino a Pontebba per dove s'awiô il 31 maržo. Di questo iti-nerario era stata informata la Comunita di Gemona flno dal 22 marzo ed aveva anche saputo clie il patriarca avrebbe oenato e pernottato nel luogo, per ciii incaricô di prowedere quanto era neeessario quattro dei suoi cittadini®). II 4 aprile il patriarca era a Pontebba^); e nel domani, alia pre-senza di Francesco de Baufremes canonico di Tournay, di Giovanni de Pelegrina chierico della diocesi di Cordova e di Tomaso da Polcenigo cbierico della diocesi di Oeneda, suoi famigliari e compagni di viaggio, faceva stendere dal suo canceUiere Corrado Altbamer, chierico > deUa diocesi di Biobstatt, I'atto col quale nominava Governatore e vicario speciále e generale « in spiritualibus et- temporaUbus » del suo patriar-cato di AquHeia Angelo Pasolo vescovo di Peltre®), con tutte le facoltà e poteri giudiziarii,. amministrativi e pontifical! anehe nei beneficii oh'egli aveva in commenda, clie erano: il Monastero di S. Pietro di Eosazzo dell'Ordine di S. Benedetto nella diocesi di Aquileia ®), il monastero dei santi Sergio e Bacco nelLa diocesi di Scutari, il monastero dei Santi Severo e Martirio neUa diocesi di Orvieto, il monastero di S. Spirito « extra muros » di Palermo, il monastero di S. ÎTicolô dei Oamaldolesi « del Montebectano » in diocesi di Orvieto; e di riscuotere anche i frutti del priorato di S. Giovanni di Gerusalemme in Eoma, e la pensione di 500 ducati d'oro dalla chiesa di Oostanza riservatagli daUa Sede Apo-stolica. In fine lo autorizzava spendere qualsiasi somma necessaria per le riparazioni dei beneficii suddetti, di trattare tutti i suoi affari con « 1472. 29 martii. Deputati fuerunt d.ni Nicolaus Loth, loannes de Fontebono et Ambrosiiis de Puloinico ad comitandum E..111 D. Patriarcham in Patria ». (A. C. A. vol. Ill, c. 35V). Exposui de mandate Capituli datum d. lofrancisoo de Fontebono et d. Ambrosio de puloinicho pro expenais factis ad sociandum E.m D. Patriaroliam usque ad Pultebam Jib. XII. (Đapijeri Aquil. busta II, fasc. VII,' 1471-72, msc. Arch. Capit. Udine). «1472. 22 martii: R.musD. Patriarcha Aquileiénsis venturus est Glemonam die <( martis ultima mensis ad Cenam, determinatum fuit quod deputentur quatuor cives ■« qui habeant providere et deputati sunt: ser Nicolaus de Montegnaco, ser lo: Franciscus •« de Abate, ser Bianchinus de Brugnis, et ser Hieronimus Francesohinis ». (Bini, Thesaurus lurium Glemone, vol. Ill, 0. OBV; ms. Archiv. Capit. Udine). Con questa data il patriarca rilasciô un mandato ad Angelo vescovo di Feltre, col quale, constatato che il pievano di Gemona (pieve che dava un reddito annuo di 70 ducati) non osservava la residenza, gli ordinava di eleggere un sacerdote, che faccia la cura d'anime, abiti neUa casa abbandonata dal pievamo, ed assegni a questi per il suo sostentamento 40 dei 70 ducati di rendita. (A. C. P. vol. II, c. 121). - II vescovo di Feltre diede esecuzione al mandato il 17 aprUe, partecipando ai preti beneficiati, ai cappellani ed al popolo di Gemona d'aver eletto vicario deUa pieve pre Luciano da Trieste, mansionario di Udine, {ivi, f. 122). Angelo Fasolo o Faseolo venae traslato dal vescovado di Modone a queUo di Feltre dal papa Paolo II, 17 settembre 1464, ed il 17 dicembre seguente pagô I'obbligazione di fiorini 900. Mori nel 1484. Ved. nota 1, pag. 18. la Curia Eomana, e di convenire con la Comunità đi Cividale del Friuli per le đifferenze e liti che aveva con la međesima per čerti terreni e con-flni che il monastère di Eosazzo aveva nel territorio di Cividale^). Il patriarca era a Frisach il 9 aprile, e qui confermô aUa pieve di S. Giacomo di Eas le concessioni fatte dal suo antecessore Gregorio di Montelongo lion possiamo dire deUe tappe seguite dal patriarca Barbo durante i tre anni della sua legazione. Si sa che era a Vienna il 19 maggio 1473, e da questa citta concedeva al nob. Matteo di Salvarolo e figlL della diocesi di Concordia di tenere I'altare portatile nei loro castelli e luogbi di residenza, e di poter far celebrare la messa « et alia divina oiïïoia » nei medesitni da un sacerdote a loro scelta e per comodità delle mogli, figU, famUiari, domestici ecc. ») ; ch'era pure a Vienna I'll dicembre se-guente e consacr6 in, quel giorno la chiesa dei canonici regolari di S. Do-rotea*); e ote da Augusta,, 10 giugno 1474, mandô al governatore del patriarcato una lettera riguardante il diritto di patronato deU'impera-tore nelle pievi già di patronato dei Conti'dL CilU®). II patriarca non ritornô più a rivedere la sua diocesi; ma non cessô per questo di prowedere sapientemente e con gran zelo, per mezzo dei vicarii, al bene delle anime affldategli, percliè propriamente era estremo bisogno ; bisogno che s'acui durante tutti gli anni del suo governo, e per le invasioni dei Turchi, e per la lunga guerra tra I'imperatore Federico III ed il re d'tTngheria Mattia Corvino; ed ancora perché ur-geva richiamare il clero all'osservanza deUe leggi della Chiesa; i reLL-giosi alia pratica dei voti e delle regole; il popólo alla pratica deUa vita cristiana. Mentre I'opera di riforma morale e spirituále la constateremo attraverso 1'attivitá dei vicarii che per suo mandate si succedettero nel governo della diocesi vastissinia; crediamo opportune presentare subito il quadro dei maU portati dalle invasioni turche e dalle guerre combattute nei territorio deUe diocesi. 1) A. C. P. vol. II, c. 1 a 3. 2) Db Etjbbis, Dissert, variae eruditionis, vol. IV, c. 206. (Mac. R. Bibl. Naz. S. Marco, Venezia, CI. Lat. XIV, 4285). Bini, Doc- Hist. vol. XV, n. 20 (ms. Arch. Capit. Udine ). *) « 1473. 11 decembris - Marcus T. S. Marci Presb. Card. Patriarcha Aqviileien. « Tunc in his partibus Sedi s Apostolicae Legatus Viennensem Ecclesiam Canonicorum « Regularium S. Doroteae consecrat. Pontif. Sixti IV, anno III. (Ex archivio Metropol. « Viennensis) ». Questo regesto con altri furono comunicati al P. Bernardo de Rubeis dal gesuita Mattia Riberer in lettera da Vienna 24 gennaio 1767. (De Rubeis, Dissert, variae eruditionis, 1 c.). A. G. P. vol. V, c. 112v-113 - Ved. Pasohtni, Signoři d'oUralpe in rdazione col Friuli, in « Memorie storiche Forogiuliesi », vol. XXXII, p. 101, e seg. «) Paschini, Storia del Friuli, vol. HI, p. 186. - De Renaldis, Memorie an. p. 148. 7. I Turclii nella diocesi di Aquilcia. Dalla seconda metá del secolo XIV fino a tutto il secolo XV i paesi della diocesi di Aquileia furono o sotto I'incubo del timore per possi-bili iuvasioni da parte dei Turcii, o ne subirono le dolorose conseguenze. Parecchi studiosi si occuparono di questo argomeiito e lo trattarono più 0 meno ampiamente i), per questo sara riferito qui solo quel tanto, che potrà ser\?ire a completare i precedenti studi e cbe direttamente fa al caso nostro. Dopo un periodo di relativa calma (1430-1468), il timore d'un inva-sione turca divenne dolorosa realtà per i territori orientali délia diocesi di Aquileia (Carniola e Saunia) nel giugno del 14G9; e nei terri-torii occidentali (Carso, detto allora lapigia, e Friuli) crebbe, perché, secondo le voci correnti, il terribile nemico era sentito vieino 2). Feamz Lbvec, Die Einfâlle der Turhen in Erain mul Istrien ; in « lahresberioht der K. K. Staats-Oberrealsoliule in Laibaoh, 1890-1891, pp. 1-58. - Musoni Fe., Sulle incursioni dei Turchi in Friuli, I (Udinc, 1890); II (Udine, 1892, nel quale rende di pubblioa ragione: Heecitlis Pabtenopbi, De gvatuor incursionihus Turcliorwm 'per Forum lulium); III (Udine, 1892). - Giuseppe Losom, Le incursioni dei Turchi nella Carniola e nell Istria in « Archeografo Triestino », Nuova Serie, vol. XVIII, pag. 487-503). -Wladimiro Levec, Die ersten TurkeneinfiiUe in Krain und Steiermark, nei « Mitteilun-gen des Musealvereines fiir Krain », 1903, pag. 159 e seg. - P. Paschini, Primi timori d'un' invasione turca in Friuli, in « Memorie storiche Forogiuliesi », An. VIII (1912) pag. 65 e seg. - De. Iosip Geuden, in « Zgodovina slovenskega naroda » - 3 Zv. 1913 -cap. 16 Turški navali ob Koncu srednjega veka, pag. 338-352. - Dr. losip Geuden, Cerkvene razmere med slovenci v XV, stolatiu in ustanovitev ljubljanske škofije, pag. 65 e seg. (Ljubljana, 1908). - Milko Kos, Zgodovina Slovencev, pag. 222 e seg. (Ljubljana, 1933). - G. Geion, Ouida storica di Gividale e del suo distretto. Cap. X, I Turchi nel ter-ritoriu di Gividale, pag. 191 e seg. (Gividale, 1899). - B. Ziliotto, Epištola di Fra Michèle Pacis Triestino stdla minaccia turca, -1472. (« Miscellanea Hortis », p. 581-593, Trieste, 1910). - Medin A., Un carme latino contro i Turchi, 1472 (c Nuovo Arobiv. Veneto », V, 1893, p. 453 e seg.); è il oarme « Fr. Antonii heremite ex Padua nato.... quo quasi » futuri p-resoius eomposuit oompositumque dédit Florentiae V Kal. Februarii MCCCCLXXI », che è una faoitura di qualobe rettore del sec. XVT, perehè non ha altre notizie aU' infuori di queUe date dal Sabellico nel euo carme « Oarnioum incendium -che si riferisoe aU' invasione turca del 1477. - A. A. Klein, Zut GeschicMe der Turken einfâlle in Steiermark wârend der Regierung Friedricks III. (« Zeitschrift des Histo-rischen Vereins fur Steiermark », Graz, 1924). - A. De Pbllegeini, Le incursioni tur-chesche in Friuli e i caMelli di Porcia e Bruguera. - Note e documenti 1470-1499; Udine, 1911.— Clelia Gallina, Una pagina di storia friulana ndVopera di un umanista, in « Annuario » 1927-28 del R. Istituto Magistrale « Oatterina Percoto », Udine, p. 7-19: dice del contemito nei tre poemetti di M. A. Coccio Sabelhco: m munitionem Sontiacam; in caedem Sontiacam; in Carnicum incendium. F. CusiN, Documenti per la storia del confine orientale d'Italia nei. sec. XIV e XV (Trieste, 1936). p. 91, doc. LXIII e LXW. Sono due lettere date a Venezia 24 giugno 1469 e 3 luglio 1469 a Galeazzo Maria Visconti duoa di Milano, la prima di Antonio da Marliano, l'altra di Michele de Collis, che riferiscono deU'avanzarsi dei Turchi verso Trieste. In relazione con questi parlari possiamo mettere questa nota di Andrea Pittiani arcidiacono di Aquileia (1. c. f. 14^) « 1469, Die XXII lunii, quando ivi ad Aquileiam « pro oonducendis rebus meis timore Teucrorum doneo fui Aqiiileie pro diversis rebus, « lib. III Va. - Item pro uno laboratoře ad spaltum sol. VII ». Il luogotenente veueto nel Priuli, Francesco Verier, aveva imposta la taglia dei cavalieri e fauti armati ai prelati, ai castellani, aile comu-nitàp ed ai feadatari di qualsiasi grado « propter adventům Ttirchorum « ad partes proximiores huius Patriae », ed aveva dato l'ordine di pre-isentarsi alla rassegna monstra) in Udine per il 5 settembre^). Poichè a questo invito non tutti risposero, come avrebbero dovuto, il luogotenente rinnovô il precetto il 22 dicembre seguente minacciando jene ai ritardatarii, e ricbiamando il numero dei cavalli e pedoni, che dovevano essere allestiti. Per la difesa non solo dovevano pensare il governo ed i feudatari; ma ogni singola località si sentiva tenuta al dovere délia propria difesa. Quanta fosse la preoccupazione per ció lo sappiamo dal verbale — 22 otfcobre 1469, — del eonsiglio comunale di San Daniele del Priuli, clie essendo stato informato del possible pericolo da lettere del luogotenente e di Andrea vescovo di Perentino « pro SS. "N. D. Paulo divina « dementia papa II in patriarchatu aquileiensi in spiritualibus et tem« poralibus vicario, ac Aquilegie, S. Danielis et S. Viti Gubernatore ge-•<( nerali », ed ancLe « ex publica divulgatione et assertione, quod maxima <( Turcborum turma et multitude invaderat Austriam et partes Bossine « et Oroacie, terras, villas, et loca comburendo, et devastando, viros, « mulieres, senes, iuvenes et parvulos capiendo, et educendo ct necando <( et alia crudelia et impia perpetrando, conabanturque ipsa impia Tur« Chorum multitudo ItaUam et presertim banc Patriam Pori lulii inva-<( dere et etiam devastare»; decisero d'imporre una speciále tassa e di (C Taka Prelatorum : Episcopus Concordiensis eum equis 6 - Abbatia Belliniensis « cum equis 4 - Capitulum Utini cum oquis 3. « Tedea Nobilium Castellanorum : Poroileis oum equis 10 - Pulcinicum. efc Fana « eq. 12 - Spilimbergura eq. 18 - Maniaoum eq. 5- Sbroiavacha eq. 6-Turns eq. 1« Salvarolum eq. 3 - Prodolonum eq. 3 - Zopola eq. 3 - Toppum eq. 2 - Cuoanea, soprascripta pena abbia luogo « da esser scossa per li Avogadori senza alcun Conseio k. (Libro 6 d&i Rogati di terra ferma ^ n, 166; H. Ai'chiv. di Stato, Venezia. ^ A. 0. P. vol. X, f. 108v). 2) 1482, 8 giugno, Roma. - Buzio de Palmulis pagô alla Camera Apostolica per le annate défia sua pieve di S. Daniele duc. 45. (Arch. Vat. Quit. 1479-1483, f. 211. -Staezeb, Regesti per la storia ecclesiastica del FriuU, in « Pagine Priulane », an. VII (1894), p. 14). Buzio era anche pievano di San Stefeno di Comelico ed a questa pieve rinun-ziô nel 1482. — (1481, 9 aprile - Utini in dome episcopatus Ooncordiensis - Buzio de Palmulis canonico di Aquileia e pievano di S. Stefano di Comelico nomina suo prociura-tore generale Silvestre de Sanctis canonico di Udine. (A. G. P. vol. X, f. 27). Per successore neUa pieve gli fu dato « presb. Alovisius », corne risulta dal seguente: « Ven. « viro p. Alberto Vicario in ecclesia s.cti Stefani de Comelico. 1483 Die lovis, XXIX Mai jřfon consta, come abbiamo già accenuato, che il vescovo di Bagnorea durante gli aniii di goveruo della diocesi, — probabilmente a cagione della sua debole salute i), — abbia oompite altre visite, aU'iniuori di queUe fatte alia cattedrale e capitolo di Aquileia dal 1° al 13 genuaio 1484, e la visita aUa pieve di Tarcento il 13 maggio seguente. Sappiamo che U 3 gennaio, fece pubblicare dal canoelliere Paolo Sautonino ueUa sacrestia deUa cliiesa maggiore, davauti a tutti i canoiuci espressamente iavitati le nuove costituzioni capitolari. Ai canonici non garbarono alcune delle costituzioni riguardanti I'amministrazione, e I'll febbraio interposero appeUo. II governatore rispose, clie avrebbbe limesso I'affare al patriarca, e cosi fece 2). II patriarca prese a cuore I'aft'are, e dopo maturo esame, il 19 gennaio 1486, emanô il decreto, clie toglieva ogni disordine od ingiustizia neU'amministrazione deUe rendite del Capitolo, e minacciava la sco-munica a quei canonici, che costumavano «fructus mense capitularis « propria auctoritate capere et in proprios usus convertere etiam contra « voluntatem officialium et nostram », se entro sei giorni non avessero data resa di conto e restituito quanto dovevano alia cassa 3). Delia visita alla pieve di Tarcento sappiamo solamente, che minac-ciô la scomunica a tutti i debitori verso la chiesa di San Pietro se entro « in domibus infrasoripti R.di d. Alovisij presente Nobili Viro d. luliano de Senza, ser « Manfredo de Civitate Austria et aliis. Ibique R.dus d. Alovisius promisit Leonardo « catrer de villa s.ci Stefani de Comelioo, sindico et procuratore Ecclesie et Comunis « eiusdem viUe nihil innovare in dicta plebe immo potius augere et augmentare omnia « iura tarn ecclesie dicte plebis quam prediete ville etc. - Eisdem die et loco et testibus « R.dus d. Episcopus Balneoregiensia vocavit se confessum et contentum habuisse et récépissé a ven. d. p. Alberto (cancéllato ed in margine scritto ; Roberto) Vicario su« prascripto ducatos auri XX, nomine predicti d. Alovisii: quos eidem d. Alovisio dedit, « et de eis fecit finem et remissionem de amplius diotos XX ducatos non petendo: et <1 hoc super afBctu plebis Comelici de anno 1482 ». {Acta. Capit Utinen. vol. Il, fasc. 2, -1483-1492, fogHo di mostra). - A Buzio fu conferito anche TufScio di Sœlastico nel Capitolo di Aquileia il 26 settembre 1483; ma lo rinunciô il 16 novembre seguente, ed in sua vece fu eletto il canonico Pietro Bodegano. {Acta Capit. Aquil. vol. V, f. 15). Dal 7 settembre fino agli ultimi di novembre 1481 fu « ad balnea Patavina » {= bagni di Abano), il che mostra che era tormentato da reumatismi (Bmi, Avveni-menti ecc. dal 1400 al 1500, ms. Archiv. Capit. Udine. ad annum). Nel 1482 fu assente dal 10 luglio all'8 agosto (A. C. P. vol. X, f. 485 e seg.). Fu assente inoltre durante l'ultima metà di luglio e fino agli ultimi giorni d'agosto 1484, ed allora per certe fun-zioni fu sostituito da « D. Sante Venerio archiepiscopo Corptiense, a.lias delegato se« dis patriarchalis Aquileiensis ». (A. G. P. vol. X, f. 698-30 agosto 1484). Brsi, Docum. Hist. vol. XV, n. 29, dove si legge anche, che il 27 febbraio si present6 in Udine nella Canoelleria patriarcale, il procuratore del Capitolo, Pietro Mi-neto e domandô copia dei decreti di riforma. Il Santonino si disse pronto a dargliela « dummodo sibi fieret satis de labore et mercede scripturarum Visitationis, Reformaci tionis et apostolorum predictorum simul et semel, et aliter dixit noUe aliquid dare, « quia non tenebatur: ofEerens se stare taxationi ouiuscumque boni et periti viri de ■« premissis facienda ». - Il Capitolo perô in questa circostanza diede al vescovo, « pro sua procuratione », dieoi ducati. (Acta Capit. Aquil. vol. V, f. IĐ''"). Cappellbtti, Le Ghiese ďItalia, vol. 8, p. 510 e seg. tre anni non avessero soddisfatto al loro dovere, e lasoio ordine ai ca-merari, che col denaro raccolto «flat nnnm baldacliimim sericum pro «SS. Corpore Ohristi sociando; reUqua convertantur in fabrica novi « campanilis ipsius ecclesie de quo plurimum indiget; et de pecuniis fra-(cternitatis convertantur in fabricanda nova palla et ponenda altero « altari eiusdem fundatum in dieta ecclesia S. Petri » i). Grande cura pose il governatore Bocca nel prowedere alla retta am-ministrazione dei beni delle chiese e dei redditi dei beneiici, nel volere osservati i doveri di giustizia e curata la retta ammiaistrazione sia dai sacerdoti cbe dai laici e nel salvaguardare sia i diritti del patriarca, cbe queUi degli arcidiaconi e delle pievi. A d. Giacomo Zoblsperger pie- 1) A. G. P. vol. X, f. 276. 1481, 30 giugno - Ordina al pievano di Biliana e monaco di Rosazzo d. Pietro Saxo di chiamaie a dar lesa di conto tutti i oamarari delle chiese soggette aU'Abbazia di Rosazzo, perché da più anni nonlofanno. (4. G. P. vol, X, f. SZO'^). - 1481,23feb-braio - Sorive a Giovanni Snob capitano di Gorizia perché sequestri i beni lasciati da Ci'istoforo pievano di Comen debitore di 22 ducati verso il Patriarca Marco Barbo, abbate di Rosazzo {ivi, f. 339^). - 1481; 31 maggio - Invita pre Clemente Skerbella vicario di S. Nicolô di Budolfswert e P. Gulielmo Pemischer, che ebbero la oiira della pieve di Honigstayn di reatituire i redditi usurpati al pievano {ivi, f. 372'^). - 1481, 16 giugno, agli uomini delle viUe di Brazzano, Rutars, S. Andrat, Visinale e Villanova del ludrio ordina di riparare la casa del loro curato P. Nicolô. {ivi, f. 380). - 1481, 7 lu-glio, informato dal Conte di Gorizia, che il nobile Leonardo Horberger usui'pô un feudo spettante al pievano « S. Michaelis VaUis Gille », Leonardo, incarica d. Giorgio Le-becher arcidiacono, di sentire le parti ed i testimoni e riferire (im, f. 384). - 1481, 18 agosto, agli uomini di Gorno e Noax oomanda di oostruire la casa di d. Paolo « plebanus abbatie Rosacensis ». {Ivi, f. 397). - 1481, 14 settembre, a tutti i debitori per decime di novali verso il vescovo di Bamberga, l'abbazia di Arnoldstein, ed i pie-vani di S. Maria in Gail e di S. Martino presso Villacço, di risarcire entro 15 giomi, pena la scomunica {Ivi, f. 405). - 1481, 9 ottobre, ai canonici della GoUegiata di S. Ste-fano « extra muros Aquileie », Nicolô Pacis, Andreolo dottore, Giacomo da Udine, Lu-dovico de Luvisinis, Daniele de Garlevaris ed altri di pagare la terza parte deUe spese di riparazione « nunc incepta » della chiesa, giusta le disposizioni date da Portunato « vescovo di Sarsina governatore del patriarcato » {Ivi, f. 410). - 1481, 3 dicembre, D. Nicolô Scipech pievano di S. Martino « in VaUe Vindisgrecz », lasciô morendo molti beni, parte dei quali spettavano alla chiesa d'Aquileia, il governatore inoaricô il pievano di Gonobicz, ď interessarsi (Ivi, f. 423) ; ed avendo saputo che « pecunias, clenodia et alia mobilia ac pretiosa bona» per ordine dell'imperatore erano state sequestrate da Egidio Scuiltanziner prefetto di Vindisograz; scrisse - 1482, 19 gennaio - a Sua Mae-stà « xristianissima et a bonis ecclesiasticis abstinentissima », pregandolo di comandare a quel prefetto di restituire, « quod spolia predicta reparationi et ornatui prefate S. ec-« clesie aquileien. (quibus plurimum indiget) applicentur ». (Ivi, f. 438). Fu esaudito, e la restituzione fu eseguita il 4 maggio seguente neUe mani deU'arcidiacono deUa Sau-nia (Ivi, f. 468'^). - 1483, 31 maggio, ordina al nobile Giovanni de Gerách castellano in Freidaun (= Federaun) di restituire al vicario deUa pieve di S. Daniele in vaUe Gail una decima che egli detiene, mentre spetta alia chiesa (Ivi, f. 580). - 1483, 27 novembre, ordina a d. Giovanni Cabai vicario « ad S. Danielem vaUis Gile » di soddi-sfare entro nove giorni a maestro « loanni Gyroico », abitánte in Udine, 17 ducati, « in « quibus te sibi asserit legitime obligari pro labore et mercede sua temporis positi in « curandis occulis jUustris D. Comitis Goritie, in quo opere faciendo tu eum (ut di« citur) oonduxisti et salarium debitum spopondisti ». (Ivi, f. 634^). - Credo oppor- 6. — &. VAMy Itinerario Santonino. vano đi Eayffinicz, clie aveva rioevuta I'investitiira della pieve da chi non aveva diritto alonno di conferirgliela, scrisse invitandolo a Udine a riceverla dal rappresentante del patriarca, che solo aveva il diritto d'investire Ai rettori delle cliiese parroccliiali « SS. Hermachore et Fortunati, « S. Georgii in, Tropolach, S. Marie in Goriach., necnon S. Georgii in Monte « valUs Gile », Che per concessione patriarcale erano stati assoggettati alia cura dell'abbate di Arnolstein, Tomaso, comandô di riconoscere per loro areidiacono d'aUora in poi d. Giorgio Lebecher arcidiacono della Carintia superiore 2). A d. lacopo Ausperger pievano « ad S. Eupertum» ed arcidiacono della Marcliia, che aveva usurpata la pieve di Hormin-land (?) sottoposta alia giurisdizione deU'arcidiacono della Oarniola, comandô — 1481, 17 aprile — di rispettare i diritti del suo confra-' tello 3). Quando Giacomo pievano « S. loannis in Tubis super Oarsis » (= S. Giovanni di Duino) ed il Oapitolo di Aquileia, al quale questa pieve era unita si querelarono contro il vescovo di Trieste, non ebbe riguardo di fargli présenté l'accusa d'aver data licenza « hominibus de Proseckch « (= Prosecco) plebisani plebis S. loannis in Oarsis, que censuaUs est pre-« fate ecclesie aquileien. fundandi et erigendi infra limites eiusdem plebis « cappeUam quamdam sub vocabulo beate marie virginis ipsamque con« secrastis absque auctoritate prefati E.mi D. patriarcbe aut sui pro ternie pore Gubernatoris et in ea ulterius missam celebrari fecistis et facitis « per presbiteros diocesis vestre in damnum et preiudicium iurium pre-« fati Capituli et ipsius d. plebani, necnon in detrimentum jurisdictionis « patriarcbaUs : quam eo modo ut asseritur vobis usurpatam contendi-« tis »; e di invitarlo — 1481, 21 aprile — a presentarsi entro otto giorni tuno aggiungere, per sempre meglio conoscere i tempi e gli uomini, che essendo stato accusato d. Emeramo pievano in Nichelsdorf di aver rubati calici d'argento in parec-chie cMese deU'aroidiaconato della Carintia superiore, U govematore scrisse — 30 gen-naio 1483 - all'arcidiacono incaricandolo deU' inohiesta, e, se risulteranno indizi, gU or-dina di chiamare il reo, « eumque ad vos vocatum, si inditia ad torturam sufficientia « habeantur, etiam per eculei tormentum examinetis: et si dictus inquisitus de eiusmodi « crimine confessus extiterit », lo obblighi a restituire colle relative multe, « ita ut ani« madversio sua tarn sibi quam ceteris huiusmodi transeat in exemplum ». {Ivi, f. 662v). 1484, 18 maggio, informato da d. Valentino Fabri pievano di Gonobiez e da d. Martino pievano in Weittenstain, che d. Simone, vicario perpetuo nella chiesa di S. Michele in Schiltarin, lasciô incolti i terreni delta chiesa, non riparô la casa presbiterale che rovinava, non si curô di esigere le decime ed i crediti deUa chiesa, per più mesi stette lontano daUa cura, senza lasciare un sostituto, per cui parecchi morirono senza sacramenti, abbruoió per suo uso 50 travi preparate per la fabbrica deUa chiesa, consumé per proprio conto il denaro destinato alla fabbrica deUa cMesa, celebrava su altare portatile in luogo non sacro e senza licenza, e commise altri eccessi; lo invitô in Cui'ia per sentira la sentenza di privazione del benefioio. {Ivi, f. 680). 1) A. O. P. vol. X, f. 360V, _ 1481, 24 marzo. A. G. P. vol. X, f. 354. 3) A. G. P. vol. X, f. 361. davauti a sè in Udiae, altrimeixti avrebbe proceduto (( in, contumacia » Venuto a sapere clie ixelle parti đi ViIla«co e di Ajnoldsteia erano dei preti e frati di altre diooesi, clie tenevauo beneûciL e celebravaao senza 1'autorizzazione della Curia patriarcale, scrisse — 1481, 14 settembre — a frate Enrico priore di Arnoldstein iacaricandolo di cbiamarli a sè, farsi mostrare i documenti e sospendere tutti quelli clie non fossero in re-gola 2). Siccome d. Giovanni Sinapis, pievano « ad S. Martinům in Valle Vin-(c disgracz », quando fu a Padova per. farsi conferire la parroccbia (nel settembre od ottobre precedenti) 1'aveva ingannato riferendogli fal-samente circa i redditi e la dignitá ďessa pieve, cbe invece era una deUe più ricche ed iUustri della provincia, percbè al pievano della medesima spettava la provisione di altre cinque chiese parrocchiali « et sic se ba-« bet quasi jus prelature »; per lettera, consegnata al pievano di S. Pan-crazio in Vindisgraz, 12 dicembre 1481, lo invitô, pena la privazione, a presentarsi in Curia ad esporre tutta la verità - Il 17 gennaio 1481, ad istanza di Antonio vescovo di Trieste e pievano di Tiver, diocesi di Aquileia, Uberô questa pieve ed i sacerdoti in essa servienti dalla giurisdizione dell'arcidiacono della Carniola e li sotjtomise direttamente per un triennio aUa giurisdizione dir'etta della Curia patriarcale dando facoltà ai vicari, cappellani e cooperatori di assolvere dai casi riservati al patriarca Il 20 novembre 1483, mandô una lettera a D. Baldassarre pievano « ad 8. Mariam Magdalenam in littore, ac provincie Saxmie Arcbidia-« cono », đicendogU ďaver saputo « quod vos tamquam Arcbidiaconus « licentiam absentie pluribus plebanis concessistis, litteras coUecture multis « dedistis, et quod detestabUius est Episcoporum ofiScium in reconcilia-« tione certarum ecclesiarum vobis usuq)astis et alia multa fecistis et « facitis, quorum nullam facultatem babetis, nec tamquam simplex (( sacerdos habere potestis », e lo invitô in Curia per senttre questi ed altri motivi per cui lo privava dell'arcidiaconato II 28 novembre seguente poi incaricava d. Giovanni Perprost pievano di Gboze di inquisire in tutto il territorio della diocesi di Aquileia « con« tra falsos questores elemosinarum », e trovandoLi non prowisti di let-tere scritte dal cancelliere della Curia o non boUate col sigiUo del patriarca gli ordinava di sequestrarle e di sequestrare il denaro raccolto e devolerlo « ad usum fabrice ecclesie aquUeiensis » Altri prowedimçnti prese ancora il governatore per correggere gli A. G. P. vol. X, f. 361'^. - Un richiamo per questo motivo era stato fatto ai pievano dal governatore Fasolo nel 1472. Ved. pag. 32. A. G. P. vol. X, f. 403. A. G. P. vol. X, f. 424. *) A. G. P. vol. X, f. 437a. 8) A. G. P. vol. X, £. 636. «) A. G. P. vol. X, f. 636. abusi del clero i), per salvare i diritti della giustizia e per provvedere al bene delle anime, che lungo sarebbe ricordare 2). II governo di Venezia nella nuova fortezza di Gradišča sull'Isonzo (difesa, come abbiamo veduto, del dominio coutro I'invasioni turche) aveva costruita una chiesa dedicata al SS. Salvatore, ed aveva ottenuto dal papa Sisto IV, una speciále indulgenza per i fedeU cbe con le limo-sine avessero concorso alia conservazione della medesima. Per prowe-dere all'assistenza spirituále, il doge Giovanni Mocenigo ottenne dallo stesso papa, die i servi di Maria ne avessero la cura ii Governatore ri-cevette il breve apostoUco dalla mani di due frati di quell' Ordine in Udine — 21 febbraio 1482, — e si disse pronto a metterlo in esecu- I) 1Í81, 24 marzo - Minacciô d. Giorgio pievano di Polano di privarlo del beneficio perché viveva in concubinato ed aveva calunniato la serva del nobile Enrico Plueger oastellano del luogo per I' imperatore. (A. G. P. X, f. 350). - 1483, 30 gennaio, impose a Cristoforo abbate di Amoldstein di cacciare entro nove giomi, pena la scomu-nica ecc. dal monastero « quamdam iuvenem de incontinentia suspectam nomine Iiilia-ic nam, cimi qua et vixistis et vivitis lascive et impudioe », e di comandare ai monaoi e chierici soggetti al monastero di cacciare le loro concubine, {lvi, f. 552). - Perché l'abbate non ubbidi, fu scomunicato con decreto 18 agosto 1484 {Ivi, f. 702t). Tra i tanti nofciamo il precetto fatto a d. Leonardo preposito del monastero di Eberndorf — 25 gennaio 1483 - di non impedire al cappellano.« Capelle situate in Castro Solveoh » presso il monastero, di assistere aile confessioni e conservare neUa medesima il Santissimo, perché « antiquitus dicti nobiles castri tenuerunt Corpus Domini cum « iHuminatione ». {A. C. P. vol. X, f. 550). ®) « Sixtus Papa IIII^is Devote filii salutem et apostoKoam benedictionem. Cum « alias certam plenariam Indulgentiam Bcolesie S. Salvatoris oppidi Gradišče in pro-«vincia Aquileien. dioc. pro conservatione, manutentione et augumento ilUus: ac ut « per dei ministros divina inibi officia celebrarentur concessimus, dantes tibi faculta-« tem deputandi confessores idoneos in ipsa eeclesia ad audiendas Christi fideKum con-«fluentium Confessiones, ad effectum Indulgentie memorate: Et sic nuper nobis fecit (I exponi dilectus filius nobilis vir loannes Mocenigo dux Venetiarum, cupiat pro con« solatione populi dicti oppidi poni professores Ordinis beate Marie servorum regularis « observantie iuxta ecclesiam predictam in aliqua domo erigenda ad id decenti et hone-« sta in Opido predicto: ao propterea velit ipsos professores pro confessionibus pre-« dictis audiendis deputari: Nos prefati Duois in hac parte supplicationibus inclinati; (fVolumus ac tibi per présentes mandamus, quod de cetero vigore tibi concesse fa-« cultatis deputandi et eligendi Confessores huiusmodi, non eligas nec deputes alios « quam ipsius Ordinis et regularis observantie professores: iuxta ipsius Ducis volonta-« tem per generálem tamen sive provincialem provincie partium iUarum, ordinis eiusdem « presentandos. qui tamen absolvere noii possint nisi in Casibus apostoUce sedi non re-« servatis. In contrarium facientibus non obstantibus quibuscumque. Datum Rome « apud S. Petrum sub annulo piscatoris, die VII lanuarii MCCCCLXXXII. Pon-■) A. C. P. vol. XII, f. 410. - Probabilmente non era stato eseguito, daU'arcidia-cono délia Saunia dimesso, il mandata del vescovo di Bagnorea, 1482, 25 giugno. (Vedi sopra p. 48). «fate d. Priorisse inconeusse pareaut et flđeliter intendant»; clie đeb-bano prender i pasti ad una sola mensa con la priora e nel medesimo luogo; che la clausura sia rigorosamente osservata, e nessun maschio abbia accesso al monastère senza espressa licenza đell'arcidiacono; die pnnisca tutte le renitenti alla riforma con forza « ita nt bona et sancta « in tantis delictis et erroribus emendatio habeatur »; e la maggiormente oolpevole, se tale risulterà, sia messa ta carcere a far penitenza per nn anno i). Ma anche qnesta visita non giovô, ed il governatore — 6 feb-braio 1489 — « quia ipsas in tarn manifesto perditionis statu ampUus « manere non volumus », scrisse al medesimo arcidiacono dicendogU di comandar lore di presentarsi in Udine al tribunále patriarcale, entro 15 giorni, per mezzo d'un procuratore, per sentirsi pronunciare quella sentenza ch.e giustamente meritavano I monasteri mascbili non diedero motivo di prowedimenti da parte dei governatori se Si eccettua il monito fatto dal vescovo di Bagnorea^ aU'abbate e monaci di Arnoldsteia imputati di incontinenza, — 1483, 30 gennaio, — al quale segui U ravredimento, a conferma del quale, n 23 gennaio 1488, Buzio pubblicava la bolla del patriarca Marco Barbo, data ad OtricoU, diocesi di ISTarni il 12 dicembre 1487, cbe confermava all'abbazia: « omnes et singulas B. Marie in Goriacb, sancti Hermacore « et S. Georgii in Monte valUs Gille ecclesias necnon libertates ao quarum-« cumque parocbialium ecclesiarum aliarum incorporationes, gracias, im-(t munitates a quibuscumque patriarcbis predecessoribus nostris aut aliis « quibuscumque, privilegia seu indulgentias vobis ac dicto Monasterio « actenus factas et concessas »; e concedeva cbe tanto I'abbate ed il monastero quanto le cbiese incorporate fossero esenti daUe visite degli arcidiaconi, ma non da quelle del vicario patriarcale, e che I'abbate avesse facoltà di visitare le chiese soggette e eorreggere i sacerdoti^). A. G. P. vol. XIII, f. 275. A. C. P. vol. XIII, f. 382; ma il testo đella sentenza non ci resta. 3) A. 0. P. vol. IX, f. 552. A. C. P. vol. Xni, f. 213. — Il « Cathalogus omnium Ecclesiaium Monasterio « Arnoldstein in spiritualibus siibiectarum », compilato nel sec. XVI {Arch, Arciv. Udine, busta Arnoldstein, n. 1), elenoa le seguenti chiese parrocohiali con le rispettive fiUali: « I. Ecclesia parochialis S. Lamherti E.pi et Martyris in oppido Arnoldstein. - Filiae sunt : « 1. Ad tres clavos Passionis Dominicae in Arnoldstein, - 2. B. M. Virginis in Gai-« litz; - 3. S. Servatii Episcopi in Seltschach; - 4. S, Ruperti Episcopi in Peggau; -« 6. S. Stephani Prothomartyris in Lindt; - 7. SS. loannis Baptistae et Mariae Magda« lenae in Roggau; - 8. S. Oswaldi Regis et Martyris in Tschau. - II. Ecclesia paroli chialis B. M. Virginis in Gôriach. Piliae sunt: 1. S. Andreae Apostoli in Thôrel; -« 2. SS. C3n:iaoi et Smaragdi in Hohenthurn; - 3. S. Nicolai in Gookau. - III. Ecclesia « parochialis S. Georgij Martyris anie Vallem plwmbeam. Filiae sunt: 1. S. Bartholomei «in Emersdorfi; - 2. S. Canciani in Sack; - 3. S. Pauli apostoli in S. Paulum; -« 4. S. Luciae in Tratta; - 6. S. Nicolai in RenschdorfE. - IV. Ecclesia parochialis mSS. Hermachorae et Fortunati ad S. Hermacharam. Filiae sunt: 1. S.Martini in Wei-« sensee; - 2. S. loannis in Weispriach: - 3. S. Laurentij Martyris in Gisthaal; -(c 4. B. M. Virginis apud Turrim; - 6. S. Catbarinae in Rading; - 6. S. lacobi in Pôre-« lach; - 7. S. Ruperti iuxta Pressing; - 8. S. Martini in ModerndorfE: - 9. S. Mariae 15. Cesare vescovo di Amelia. Il patriarca, dal monastero di S, Giaeomo in Pontida, diocesi di Bergamo, il 6 settembre 1487, iudirizzava ai decani e canonici, ai vicarii, agli ofiSciali, agli ecclesiastici della chiesa patriarcale di Aquileia e delle collegiate di TJdine.e di Cividale, nonchè a tntti gli « habitatores totius dio« cesis Aquileiensis » una lettera nella quale diceva: « Cogitantibus nobis (C quaUa et quanta onera incumbant pastorali officio, quamque multi-« pliciter qui Ecclesiis Catjiedralibus presunt precipue insignibus et « metropolitanis obligentur studiosissime animarum saluti assidue in-«vigilare et incumbere sua presentia et non vicaria vel substituta: conic siderantibusque quam ex diuturna proprii pastoris absentia quam « multa negligentia ne dicamus contemptu aliquorum qui prefuerunt « in sancta patriarcbaU ecclesia Aquileiensi et diocesi neglecta faeriat, « quamque Dominicus ager ille inoultus ex omni parte, vepres et arbusta « vestiant, quantum religiosi mores, eoclesiastica disciplina, exemplaris « vita in populo et clero, nedum refrixerint, sed pene congelata siat. Qui-« bus omnibus vigil presul assistens et mederi posset et uberiores fructus « afferre, nonnisi institute nostro et menti propense animarum credita-« rum saluti molestum et grave onus debiti nostri representant, dum po« tissimum cognoscimus per licentiam S. D. K. a Eomana Curia non «licere nobis diutius abesse, dum negotiis patriarebalibus immorari (clongiori temporis spatio opus esset, dum et plura canonica et legit-it tima que Utteris deolarari non possunt impedimento sint: propterea « ut quo ad liceat de opportune remedio in tanta necessitate et difificul-(ctate provideatur: Oonvertimus nos ad probitatem, integritatem, doctri-(c i],am, experientiam et ceteras virtutes longo usu cognitas et perspectas « E. in Christo patris D. Cesaris Episcopi Ameriensis i) domus et face milie no stre Gubernatoris »; e lo nomina suo vicario e governatore del patriarcato di Aquileia con tutte le facoltà cbe aveva date ai pre-cedenti suoi vicarii e governatori^). II vescovo di Amelia era già a Udine U 22 settembre, ed cc in camera sua cubiculari domus S. Antonii sue re-cc sidentie », consegnava al cancelliere Paolo Santonino la lettera e si dichiarava cc paratům esse omnibus lustitiam ministraturum et servare cc omnia sibi commissa equa lance et iusto libramine ». DelFopera del « Magdalenae in Mitschig; - 10. S. Athanasij in Khiebig; - 11. S. Nicolai in Gros-c( saoh; - 12. S. Urbani ia monte prope Modemdorff. - V. Ecclesia parochialLi S. Oeor-« gij in Tropelach. Filiae sunt: 1. S. Maroi in EodendorfE; - 2. S. Leonardi in Monte ». 1) Cesare Naoci fu vescovo d'Amelia dal 31 marzo 1484 al 1504. (Etjbbl, H. Ch. M. AB. vol. II, p. 16. - P. Paschtni, II frioraio duniacense di Pontida nella seconda imtà dél '400 secondo i documenti vaticani in c< Archivio Veneta », vol. V, 1929, pag. 134 6 seg.). A. 0. P. vol. Xn, f. 180. vescovo di Amelia nou restauo traccie; era già partito da Udine U 23 ot-tobre 1487, e Buzio de Palmulis contiauava nel sub ufflcio di Vicario geuerale e governatore 16. Di nuovo Buzio de Palmulis. lutraprese Buzio la visita della parte veneta della (pocesi uel lá88, e di questa sappiamo, che la domenica, 8 giuguo visitava la pieve di S. .Maria di Codroipo della quale era pievauo Leonello de Leonellis udi-nese cauonico di TJdiue e .di Cividale^); e nei giorui seguenti le figliali di questa. II 9 S. Michele di Eivolto dov'era cappellano pre Francesco; il 10 ad castrum Belgradi visito la chiesa dei SS. Mcolô ed Antonio^); ad villam S. Pauli prope Belgradum (S. Paolo al Tagliamento, 1) A. C. P. vol. xn, f. 186. Fu nominato pievano nel 1463 essendo ancora diacono, e perché proseguisse gli studi, gli venne dato un vicario. Mori nel 1501 (,A. G. P. vol. XXIII, f. 23). Gli at.ti della visita sono nel « Visitationum liber 1488, ms. Arch. Axciv. Udine, f. 1 e sag.). Nel cortile di Glaoomo decano di Rivolto, il pievano di Codroipo ohiese al governatore d'essere rimesso nel pacifico possesso del suo diritto di istituire e confermare i cappellani delle ville soggette aUa sua pieve, in virtil della sentenza del vescovo di Fe-rentino deU'anno 1472, e lo pregô di annullare tutte le collazioni fatte dall'ufficio patriarcale. Il. governatore gli rispose invitandolo a portare le sue ragioni ed a sentire la sentenza il 17 giugno seguente in Udine. Ora è dette Belgrado di. Varmo {Velgradiim era detto nel sec. XII e XHI). Cat-terina figlia di Giorgio despota della Serbia e vedova di Uhico 11 conte di Cilli I'acqui-stô col consenso della Repubblica di Venezia nel 1472 da Leonardo conte di Gorizia, e lo destinó a suo frateUo Stefano, spodestato ed accecato dai ïurchi, ed alia moglie di lui Angelina Commeno che I'abitava nel 1479, quando la troviamo chiamata coi titoli di « Ill.nia D.na Comitissa o Dispotissa Belgradi » e rioeveva una pensione daUa Repubblica. (loppi, Notariorum, vol. I, f. 86, ms. Bibl. Civ. di Udine). Morta questa signora, « HI. D. Catharina comitissa CyUi degens in partibus Turchorum, reperiensque « se in Urbe Costantinopolis », il 9 dicembre 1488, donô « Castrum Belgradi situatum « in Patria Fori lulii sub iurisdictione Ducalis Dominii Venetorum », al nobile Matteo Spandognini cavaliere e conte palatino, figlio del fu d. Teodoro patrizio di Costanti-nopoU, aUora abitante in Venezia, che aveva sposata una sua nipote. Testimoni a que-st'atto furono d. Leonardo q. Pietro Bembo Bailo a Costantinopoli, d. Andrea q. Francesco Gritti, ser Giacomo q. Aimibale de Rimano interprete del signor Bailo; e no-taio: Sebastiano Nascimbene vicepievano della chiesa di S. Biagio, « Notarius Imp. Auctor. necnon praefati D. Bayli CanceUarius ». (Bmi, Doc. Hist. vol. XVI, n. 76). Di questo Sebastiano Nascimbeno sappiamo, cho fu eletto vescovo Conoviense, non si sa quando, e che il patriarca Nicolô Donato lo voUe suo vicario in spiritualibus nel 1495 {A. C. P. vol. Xni, p. 196v), uf&cio che continô ad esercitare anche dopo l'elezione a patriarca del Card. Domenico Grimani, fino a quando il vicario generale Francesco Mazone scrisse a d. Valentino Fabri arcidiacono deUa Saunia, a d. Michele Sterlecher areidiacono « Marchie Sclavonice », ad. Leonardo Saidel arcidiacono della Camiola, a d. Giovanni Frohch commissario dell'arcidiaconato della Carintia superiore, a d. Mat-tia Stem arcidiacono in Rayfiniez in questi termini: « Noveritis quod R.dus D. D. Car« dinalis et Patriarcha certis rationabilibus causis animum suum moventibus in presen« tiarum amovit et revocavit ab ofBcio suffraganeatus R.dum patrem D. Sebastianům (> episcopum Conoviensem in partibus istis Alemanie et precipue provincie Camiole che allora era situata salla riva sinistra del fiume, mentre dopo l'innon-dazione del 1491 passô suUa destra i) ; e la chiesa di S. Redegonda nella^ viUa di Madrisio di Varmo. L'11 giugno yisitó le chiese di S. Lorenzo neUa villa di Varmo-, di S. Stefauo di Muscletto, dove «videns imnaiaentem « rninam ecelesie predicte, et cupiens ipsam reedificari facere, mandavit « Comuni et hominibus Muscleti ut in termino annorum 3 proxime fu-«turorum debeant ecclesiam ipsam reediacaxe»; di S. Michele «loci Chianussij » (= Ganussio)-, e dei santi Ermacora e Fortunato « de villar « Eovereti Muscleti » (= Boveredo di Varmo). Il 12 visitô le cbiese di S. G-iustina di Poszo, dei SS. Stefane e Giorgio di Oradisca di Sedegliano, e di S. Lorenzo neUa villa di S. Lorenzo di Sedegliano-, dove, nellacasa del sacerdote, convocô tutti i preti e cappeUani della pieve di Godroipo cioè il pievano LeoneUo, P. Francesco Morentino vicario ùx Eivolto, «P. Ermacora beneficiato ia Godroipo, P. Bernardiao beneficiato in. « Varmo, P. Pietro beneficiato in Muscleto, P. Mattia beneficiato in 8. Lorenzo, P. Pietro di Balanzano cappellano ia Madrisio di Varmo, P. Orazio beneficiato in Belgrado e P. Agostino cappeUano ia Godroipo e pubblicô le seguenti costituzioni « ut cum eis modům ponerent et ad «bene vivendum viam reducerent, et primo: 1. « Quod iucedant tonsurati et secent sibi capillos ita ut pateat « extremitas aurium, et non, siat longiores a parte posteriori quam usque « ad medium collum: et hoc iofra triduum: sub pena librarum quinque « incurenda quociescumque contrafecisse reperirentur, ac patentem co-«ronam deferre debeant, ut decet presbiterum. 2. « Quod de cetero sub. pena solidorum XL tenere debeant corpo-« raHa et paramenia uitida et munda nec confecta aUqua macula, et « quotiescumque contrafeceriat penam suprascriptam incurrant. 3. « Quod babeant casus reservatos et eos qui conceduntur, quos te« neantur accipere a sede patriarcbali. 4. « Quod quilibet eorum babeat Antoniaam 2) propriam emendam « infra mensem per quemLibet eorum sub pena librarum quiaque. Quam « moram trahentem »; peroiô comanda a tutti i preti sotto pena di scomunica e pri-vazione dei beneficii: « Quatenus deinceps eundem D. Sebastianům non admittant et. « vos non admittatis ad consacrandum, visitandum et reformandutn, aut aliqua iuris-« diotionalia sive pontificalia et ordini episcopali, seu ad officium suiîraganeatus, quoquo « modo speotantia exeroendum: Nec clerici Aquileiensis diocesis sacramenta aliqua aut « ordines aUquos ecclesiastioos ab ipso episcopo recipiant etiam sub pretextu alicuius-(t licentie de reoipiendis ordinibus a quocumque antistite: Et de omnibus per vos exe« cutis nos per vestras certiores reddatis. Ex Utino, die 28 novembris 1499 ». {A. 0. P. vol. XXn, f. 238). 1) V. loPPl, Note storiche gemoned di Bernardino Codorosso, ] 491-1499; p. 7 (Nozze. Rubini-Elti-Zignoni, Udine, 1885) : 1491, « 22 novembre :... H Taiainento crescette in tal (t sorte ohe.... menô mezza la villa di Rosa sotto Blauzzo.... » cioè la parte orientale deUa villa, mentre la parte occidentale, a mezzodi della quale sta la villa di S. Paolo, rima-Bero poi sulla riva destra. 2) La Sumrm di S. Antonino, deUa quale era usoita un'edizione anche a Venezia. nel 1481. « studeant, ita quod sciant peccata mortalia et veuialia, et mtelligere «Tim cuiuslibet sacramenti necessarii. 5. « Quod de cetero sub peua umus Marche, amplius non ludant ad <( taxillos, ad aléas, Tel ad cartlias in tabernis sive aliis locis cura laycis, « et ad eos evitandum. Quam penam incurrant quandocumque contra-<( fecerint. 6. « Quod de cetero sub pena librarum viginti quinque et standi in « carcerem per dies X in pane et aqua, ipso facto incurrenda quotien-« scumque contrafecerint, non teneant ullam mulierem absque Ucentia « sedis patriarcbaUs, nisi sit mater, avia, et que de iure conceduntur, et « babeant terminům tridui ad eiciendum eas, vel presentandum si su-. H 15 luglia 1489, è chiamato « cle-« ricus oancellarie patriarchalis coadiutor, Imperiali auctoritate Notarius » (A. C. P. vol. XITl, f. 438). II vescovo Valaresso, nel venerdi 21 dicembre 1492, extra tamen « llissarnm solemnia, in ecclesia S. Antonii de Utino, promovit Bertrandum Rundu« lum clericum tonsuratum, Utini habitantem, Mansionarium Utinensem, primo ad ofS-« cium hostiariorum, 2° ad ofSoium Lectorum, 3° ad offi.oium exorcistarum, 4° ad offi-« cium accolitorum: que officia quatuor minores Ordines nuncupantur »; e nel domani, sabbato delle quattro tempora d'awento, neUa medesima chiesa, << Bertrandus Run« dulus Mansionarius collegiate ecclesie Utinensis presentatus per R.dos patre» I>.nos « Marquardum de Anđieottis vicedecanum, D. Alovisiura Luviainum, D. Paulum de « Venetiiâ et D. Nicolaum Masarata canonicos dicte eoplesie totum Capitulum repre-« sentantes ad tit^ilum dicte sue Mausionarie et dioti Oapituli mense », fu ordinato suddiaoono. Lo stesso vescovo gli conferl U diaconato nel sabbato delle quattro tempora di quaresima, 2 marzo 1493, ed il presbiterato nel successivo sabbato « sitientes », 23 marzo (Ordinat, liber edc. f. 2lv-22-23v e 24v). II Capitolo di Aquileia deliberava: « - 1493, 4 maggio, quod offeratuT una Marca soldorum ad Missam novam presb. Ber-« trando Rundulo qui de proximo ipsam est celebratuTus ». (Acta Gwpit. Aquil. vol. V, f. 204v). All'uifioiO di Cancelliefe patriarcale fu chiamato dal patriarca Nicolô Donate, come si vedra (A. G. P. Vol. XVII, f. 137), é fu confemato dal patriarca Domenico Grimani o dal suo vicario. Prima del 22 marzo 1501 ottenne nn canonicato nella cat-tedrale di Caorle (A. G. P. vol. XXV, f. 20v), e « Ganonicus Caprulanus » è sempfe detto negli atti da quest'anno in poi. II 6 febbraio 1509 fece dono alla CoUegiata di Udine di un breviario per il ooro (Acta Gapit. D linen, vol. V, f. 73); ed il 30 marzo 1510 « Bertrandus Btmdnlus deeretotum doctor et ad presens Vicarius Generalis in Patriarcđtu et dioc. Aqnileien. » prese possesso di im canonicato nella; medesima con-feritôgli dal patriarca; (ř«i, f. 84 e seg.). Del 30 aprile 1510" đbbiatno un invito ai cano- 7. — G. Vale, Uvnerwňo Santonvno. «. et hođie pluries petiit et instanter supplicavit, quod prelibatus reveren-« dissimus dominus daret sibi audieutiam, quia intendebat rationes et « iuxa sua humiliter esponere, et ipse reverendissimus domiaus fecit ei « dare responsum nolle ipsum audire nisi prius reponeret scripturas ad (( locum in quo erant, efc quod idem ser Paulus replicavit semper quod (cpropterea cupiebat habere audieutiam et iura sua aUegare, quod non K tenebatur dictas scripturas extra manus suas dare de iure, et sic de « novo instabat et suppUcabat milies et milies quod sua E. D. dignaretux « sibi in propria persona prestare audieutiam: et in tantum quod veUet « sibi hoc denegare, quod non denegaretur a Deo qui est Dominus celi « efc terre etiam diabolo, quod ipse non intendebat habere aHquos alios « auditores neque aliter. consentire in eos: et demum obtulit se Ubenter « pariturum iuri quantum pertiuet ad negooium de quo agitur coram suo « indice compétente quandocumque placuerit sue Eeverendissime Do« nunationi, cum sit civis Utinensis et non fugitivus » i). II patriarca in seguito emanô un editto di scomunica, cbe fu pubblicato nella cMesa di S. Maria di Udiae, non sappiamo in qual giorno, contro i detentori del libro cbiamato Thesaurum e di documenti e scritture d'ogni sorta pertiuenti al patriarcato di Aqmleia, e dei Tetti e sigillo d'argento del patriarca Marco Barbo, e di beni mobili ed immobUi del patriarcato stesso, se entro trenta giorni non avessero restituito, o denunziati i detentori dei medesimi se li conoscevano.- L'editto era evidentemente contro il Santonino, ed egU U 22 novembre seguente presentó al patriarca, per mezzo del suo procuratore îsTi-colô de Monticulis 2), questo iuteressantissimo memoriále, cbe contiene tante notizie relative al destino occorso a molti documenti di grande interesse per la storia della diocesi di Aqaileia: « 1494, 22 novembris. Coram vobis E.mo ia X° patre, et Dno Dno « ÎTicolao Donato, miseratione divina patriarcha aquil. dignissimo. Com-« paret Paulus Sanctoninus. Oivis et incola Utiuen. per se, vel per lete gitimam personam, humiliter exponens ad eius notitiam miper deve- nici di Udine di partecipare ad una seduta « pro deliberando super absentia R. D. Ber-« trandi Runduli detenti curis Vicariatus Generalis quo prefulget munare insignitus » (ivi, f. 88); ed ottenuta la dispensa mai parteoipô agli atti capitolari, ed tma volta sola - H giugno 1616 - delegô il suo voto al decano (ivi, f. 181). II 29 novembre 1519, il notaio Antonio Belloni, cancelliere del Capitolo di Udine, sorisse nel vol. VI degli atti (f. 42) : « J). Bertrandi Eunduli oorum ooncanonici cadaver heri traditum fuit « ecclesiastioQ sepulturç ». Il 2 dicembre seguente, « ex arce nostra Cenetensi », il patriarca Domenico Grimani, allora anche vesoovo di Ceneda, conferiva íl canonicato, vacante in Udine per morte di Bertrando Bundulo, a Francesco de Nordis « canonico « aquileiensi familiari a secretis Oamerario nostro domestico continuo commensali », (ivi, vol. VI, f. 43). 1) A. O. P. vol. VIII, X f. 265. Filicia seeunda actorum Capituli Utinensis etc. ah anno 1490 ad annum 1496. (Ms. Arch.. Capit. Udine, senza numerazione dei fogli). Nel margine superiore deUa quarta pagina del memoriále, si legge di mano diversa: « produ eta per ser Nicolaum « de monticulis procuratoris (sic) ser Pauli de Sanotoninis die 22 Novembris 1494 ». « njsse, quoddam monitorium a B.ma D. V. emanatum et publicafcum « in. ecclesia Utinen, per quod monetur quicumque habet, tenet, et oc-« cupat librum Thesaunim iiuD,cupatum, instrumenta, cartas, scriptu-« ras et libres alios omneš, tam pubUcos, pubUcas et publica quam pri« vatos, privatas et privata, qua vis causa, modo, iure et forma, ad pa« triarcbatum, et iura patriarch alia, nec non ad CanceUarias, et ofilcia (( quecumque patriarcbatus et quorumcumque locorum subiectorum pact triarohatui: Lectosque, sigillum argenteum patriarch ale, olim bone me« morie D. ni Marci Barbo, patriarche Aquil. et alla quecumque bona spec-« tantia, et pertinentia dieto patriarcbatui nostro, tam mobilia quam « immobilia, uniuscuiusque condictionis, qualitatis, et valoris existant « debeant bona ipsa restituisse: et scientes a quo vel quibus detiaeantur, « et occupentur debeant superinde scientiam revelasse, in termine et « inter terminům dierum XXX^®' sub pena excomunicationis latç sen« tentiç etc., ut in dieto monitorio dicitur latins contineri. Et quamvis « Paulus antedictus putet et indubitanter teneat causa et occasione inter « dicendorum, so nuUatenus arctari, ad alicuius scripture restitutionem, « virtute dicti monitoru: Attamen ad toUendum omnem scrupulum noti« ficat prefatQ D. V. E.me quod tamquam tabeUio publicus assumptus ad « ofBlcium OanceUariepatriarclialis curiç aquileien. Primo gubernij tempore « E. in X patris D. Audrey. Epi[scopi] Perentinatis. Aquileiensi Sede va« cante: Deinde tempore Becolend^ memoriç Emi Dni Marci S. Eomanç « ecclesiç OardinaUs patriarchy Aquil. Predecessoris V. E.mç D. Et succes-« sive vacante Sede eadem per eius obitum, usque ad diem adeptç posses-« sionis eiusdem sedis, per eandem E.mam D. Y. Et demum ab inde, usque (( ad foeUcem personálem ingressum eiusdem ad s. aquH. ecclesiam, in « dicto officio canceUariç perseverans, scripsit per seipsum, CoUegas, et « Ooadiutores sucs, acta, et gesta, iudicialia et extraiudiciaUa, ordinaria, « et extraordinaria, ad officium et ratione dicti officii spectantia. De qui-« bus ipse Paulus, OoUegç, sen Ooadiutores eius rogati fuerunt. Quorum « omnium actorum, et gestorům, scriptuiammque notç, sive Eegistra « originalia sunt apud eundem Paulum exceptis quibusdam, quç ex inad-«vertentia remanserunt in Cancellaria domus S. Antonij de TJtino: et « quç idem Paulus loco et tempore congruis, iuje medio repetere intendit. « Et ea omnia tamquam sua propria, ac iusto manuum suarum su dore « parta, et ad se proprie spectantia, tam de iure communi, quam de hacte-«nus inconcussa servata consuetudine, prelibatç S. Sedis Aquil. Vestre, « licite tenet et possidet i). Verum si eadem E. D. V. putat dictas notas, « scripturas, et registra^ ad se ipsam sive ad officium canceUariç su§ « patriarchalis curiç predict? pertinere: Quod omnino negatur, offert se «idem Paulus ad standum iuri coram suo Indice competenti, offerens « se prçterea ad omnem requisitionem, tam E. D. V. cui in cunctis, a Ved. Constifutionès Patrie Fori lulii deliberate a Generali Parlamenta édité et jn-o-mulgate a R. D. D. Marqvardo 'patriarcha Aquileiensi annis MGGCLXVI-MCOCLXVIII, a cura di Vincenzo loppi, Udine, 1900, p. 10, rubriche Xni e XIV. « iusto, et honesto n.ou deviantibus, ut verus obedientiç films et parere « et deferre desiderat. Quam cuiuscumque alterius iateresse habentis, (( ubi, quaudo, et quotiens opus fuerit, dictas notas publicare, et ex eis (t fidem facere, cum solutione tameu suç debitç, et honesty mercedis. Quod « si prçmissis non obstautibus, quç tamen de iure obstant, E. D. V. in« tendit, aut intendet, Paulum antedictum virtute dicti monitorij arctari, « sub excomunicationis poena, in eodem contenta, ad restituendum, « sive dandum dictas notas, scriptuxas, et Eegistra, prelibatae E. D. V. « ommisso remedio ordinario. S. (scilicet ?) agendi coram iudice compe-(c tenti ipsius Pauli; Tunc, et eo casu, sentiens se indebite pergavari (sic), « rationibus et causis supradictis, et inferius exprimendis: Ex nunc, prout « ex tunc, et e contra, a dicto monitorio, et gravaniine, et a V. E. D. «ad S. Sedem Apostolicam, ia bis scriptis provocat, et appellat: Petens « apostolos semel, bis, et tertio, Instanter, Instantius, et iastantissime: « Summittens se protectioni prelibatç S. apostolic? Sedis; Protestaturque, « quod hac sua oppellatione indeciea pendente, nUii]. contra ipsum Pau-« lum debeat innovari. « Causae vero gravaminum, quibus se dictus Paulus laesum reputat « et propterea appellat: hç sunt, Videlizet. Quia quum diet? scripturç, « notç, et Eegistra sint propriç et propria ipsius Pauli, ac labore, et suit dore vultus sui acquisita, non debet de iure compelli, ad dandum iUos, K et ilia ^licui person? eo invito. Item quia eadem ratione ipse Paulus « non comprelienditur in dicto monitorio, utpote non tenens, aut occu-« pans tales scripturas tamquam spectantes ad E. D. V. sive eius Pact triarchatum. Et ideo eadem D. V. E. non debet dictum monitorium « extendere contra eundem Paulum ultra quod sonet eius tenor. Item « et tertio, quia staňte propalatione, et oblatione facta ut supra de stando « iuri coram suo Iudice competenti, E. D. V. non debet recurrere ad rete medium extraordinarium, scilicet excomunicationis in genere cum sibi (t pateat remedium ordinarium, agendi scilicet contra eundem Paulum tt coram suo Iudice: Ea etiam potissima ratione, quia eodem Paulo in« vito non licet E. D. V. sibi ipsi, et in causa propria, ius dicere, contra (I eundem Paulum. Et insuper quia eiusmodi monitorium, de iure fieri •tt conceditur contra niicitos, et occultos detentores, de quorum numero tt non est ipse paulus, quum nihil contra iuris dispositionem detineat. tt Et ea, quç legitime babet, clara, et manifesta sint eidem D, V. E. quum tt ea sibi dari, ab ipso Paulo, non semel, sed pluries petierit: et idem « Paulus, ilia penes se, iusto titulo, habere inficiatus non fuerit: Et pre-« dicta omnia, et singula, exponit, notificat, offert, appellat, summittit, « ac protestatur, omni meliori modo, via, causa, ordiae, et forma, quibus tt de iure potest etc. tt Preterea idem Paulus Sanctoninus, ad tollendam omnem ambigui-i lui abbiamo un «mandatum spectabilis d. Hierontmi Sanctonini luris doct. uti delegati E. Capituli utinensis . [Filicia Secunda Gapituli Uiin. 1490-1496; msc. Arch. Gapit. Udine). Barbari, cioè non romani, nel senso classico e possiamo dire anche umanistico della parola. maximum defectum tonsorum, cum nulibi fere bonus tonsor imo nec malus qui publicam tabernam babeat inveniatur. Prestant tamen sibi invicem, qualia possunt et sciunt ea in re mutua ofiScia: quorum exhibitio numquam [c. 57'] est sine dolore, sanguine, et lacbrimis, nec aliter con-tingere posset, cum sint admodum in arte tonsoria rudes et inexercitati: habeantque novaculas non acutas, sed omnino retusas et imparatas, que etiam bubalis graves essent. Et qui Tidit et expertus est testimonium perbibet: et crédité quia testimonium meum verum est: sum namqiie pluries eiusmodi martyrium passus, et plures etiam cicatrices in corpore meo porto i). Anche al presente nei paesi di campagna del Friuli, e nelle ville sparse suUe montagne dalla Carnia e della Slavla si riscontra questo fatto; i rasoi perô sono migliori. [č. 58] Prosecutio Itinerari] couscripti ab eodem Paulo Sanctonino: Anno quo idem E. in cliristo pater D. P[etrus] Antistes Coprularum in Carniolei) et Superioris Carinthie provinoias Aquileiensis diocesis se contulit, suffraganei munus gestuxus alias impensurus omnibus eius operam petentibus. OctaYo Kalendas septembris 1486. E. Bominus Butius de PalmuUs, in patriarcbatu aqnileiensi Yiearius generaUs, existens in borto domus sancti Antonij®): commisit et delegavit omnes vices suas, in omnibus Le località đella Carniola visitate in questa ocoasione sono solamente quelle della parte superiore della provineia a nord-est. Questa domm S. Antonii, era il già Ospeđale di S. Antonio abbate, fondato in Udine da frate Francesco dette Giotto de Abbatibus di Firenze dell'Ordine di S. Antonio di Vienna, in un terreno donato dal Comune di Udine, fuori porta Cividale (ora por-tone di S. Bartolomio); e del quale pose la prima pietra - 24 ottobre 1354 - il patriarca Nicoló di Lussembiu-go assieme ai vescovi Antonio di Trieste, Giovanni di Emona, e Pro-tino di Segna, che celebrô la Messa, alia presenza di Michele abbate di Sesto, di Gam-bino preposito di S. Pietro di Oamia, di molti nobili e di una copiosa moltitudine di po-polo. (Mormstero di S. Antonio, msc. Arch. Capit. Udine, Sez. Ill, busta 21, f. 1). Questo terreno ora è occupato dalla chieaa di S. Antonio, dal palazzo arcivescoYile, coi cortili, giardino e case annesse. Rimasto vacante il priorato dell'Ospedale di S. Antonio di Udine, per promozione del priore Michele Orsini a vescovo di Pola, il papa Sisto IV, considerato che questo priorato non era conventuale, ma dipendeva dai Monastero di S. Antonio di Vienna, e che i suoi redditi non superavano 50 fiorini d'oro di camera, di motu-pro-prio lo confer! al cardinale Marco Barbo patriarca di Aquileia. (Registr. Vatic, to. 567, f. 99). n patriarca espose al papa, che la chiesa di Aquileia non aveva in Udine « opido in quo utpote popoloso et insigni patriarcha aquUegen. pro tempore existens et illius ■locumtenens seu vicarius ut plurimum residere consueverant », tma propria casa di abi-tazione, per questo motivo rinunciava alia commanda stessa. e suppUcava il papa ad unire in perpetuo alia mensa patriarcale di Aquileia il predetto priorato, aiBnchè la casa del medesimo «posset commode reformari pro decenti habitatione patriarche et locum te-tentis seu vicarii eiusdem absque gravi incommodo ». H papa I'esaudi e con breve 21 di-cembre 1475 decretô la desiderata unione. {Begistr. Lateran. to. 766, f. 12). I lavori di restauro e di adattamento devono essere incominciati I'anno appresso, perché dal 1477 in poi il Vicario patriarcale passô ad abitare «in domo S. Antonii»; mentre dal 1461 in poi aveva abitato e tenuto il tribunále e la cancelleria « in domo episcopatus Goncor^ diensis » (4. C. P. vol. II, a VII), che era situata in via Eauscedo (G. Dbli.a Pobta, Topmormstica del Comune di Udine, p. 187). I terreni annessi alia chiesa ed alia casa et quo ad omnia, sibi in offtcio vicarij commissa, E. in Christo patri Domino Petro episcopo Coprnlano predicto, absenti, extra patriam Forijnlij ituro, ad consacrandimi ecclesiaa, et presbiteros visitandum: presenti-bus Tenerabilibus sacerdotibns Bernardino de Eeathe beneficiato in Vi-sconoi), et Mcolao Molitoris de TJtino^): testibns. YIIo Kalendas septembris idem E. Dominns Antistes [c. SS'^] ante prandium discessit e Oivitate Austria 3) et venit iuxta alvenm ÎTatisse flimiinis^) ad villam S. Petri®), et descendit in domum domini Clementis di S. Antonio vennero dal 1475 in poi affittati dai govematori al miglior oSerente: il vescovo di Feltre nel 1476, 16 settembre, l'afattô « ÏVatri Guilielmo Franoigene Priori S. Gervasii de Utino » (A. 0. P. vol. VI, f. 220^), che è quel medesimo « D. Gulielmus « de Brabantia ordinis Celestinorum », al quale la riaffittô per 30 ducati all'anno Buzio de Palmulis, il 26 novembre 1476 (Ivi, vol. VIT, f. 243). La chiesa era ofSciata in que-st'anno da Prate Leonardo, che il 7 novembre dicliiarô di aver ricevuto d'elemosina, dal 17 settembre precedente fino a quel giomo: 8 porci di due o tre mesi, 7 pesenali di biade diverse, tra cui una quarta di framento, che seminô « in braida ipsius loci », 60 soldi, uno staio di miglio ed altri tre porci {ivi, f. 230"«'). Soppressi i Celestini nel monastero di S. Gervasio, e sucoeduti nel 1479 i Servi di Maria, la braida di S. Aatonio fu affittata ad altri, percui nel 1483, 28 aprile, troviamo la dichiarazione di « presb. Ber-« nardinus de Malvicinis de Viterbio cappellanus R.di D. Gubematoris conductor fructuum « ecclesie S. Antonii de Utiao », che pagherà al patriarca tanto quanto pagava D. Silve-stro de Sanctis « conductor alias dictorum fructuum ». (Ivi, vol. X, f. 199'''). Il papa Innocenzo VllI, 28 giugno, 1488, riconfermb l'imione alla mensa patriarcale del prio-rato di S. Antonio, « qui in suis structuris et edificiis reparatione non modica indiget ». {Beg. Vatic, t. 733, f. 204). L'ultima opera di restauro compiuta nel 1491, ci è cosi de-scritta: « 1491, 2 augusti. Magister Aatonius Tucitinus et magister Gregorius de Capri-« leis carpentarii extimaverunt mercedem magistri loannis Dominici Marangoni de struc-« tura per ipsum facta in fabrica OanceUerie Tiove in domo S. Antonii de Utino computata « etiam mercede servitorum et preparandi calcem. In totum in libris sol. XVm et si. XII. « Item pro quinque asseribus, in ratione sol. 6 pro quolibet in totum in libra una sol. « decern. Item pro imo quadrello si. 6. Item pro .clavis centum de uno obulo si. 6. -« Summa L. XX si. Xmi ». {A. C. P. vol. XIV, £. 168v). 1484, 25 ottobre - P. Bernardino de Reate venne investito del beneficio di S.'Maria di Viscone dal vescovo di Bagnorea (Titvli Beneficiorum, 1498, f. 7, msc. 280, Bibl. Arciv. Udine). - 1486, 6 maggio, P. Bernardino de Reate curato delle ville di Viscone, loanicz (= loannes), Campolongo e Calvenzano s'era lamentato di non avere una casa sufficiente, ed il govematore Buzio ordinó agli uomini delle dette ville di costruirla entre trenta giomi, pena I'interdetto. (A. C. P. vol. 'XI, f. 168). 2) « Nicolaus Molitoris clericus utinensis », I'abbiamo veduto tra i testimoni alla so-stituzione dei vicarii, 23 ottobre 1484. (A. C. P. vol. X, f. 305^). n vescovo di Gaorle si trovava a Gividale, dove probabilmente abitava la « domus « abbatie S. Petri de Rosatio posita in Givitate Austrie iuxta ecclesiam S. Prancisci ». {A. C, P. vol. IX, f. 217V). È il fiume Natisom. {Ouida delle Prealpi Oiulie, p. 56 e sg.). 5) 8an Pietro al Natisone (slov. Spietar), nei documenti anche: S. Petms sclaborum (A. di Peampeeo, Qlossario ecc. pag. 134), in itaHano: 8. Pietro degli Slavi, fino al 1867, in Mulano: San Pieri dai Sclâs. {Quida delle Prealpi ecc. pag. 622 e seg.). Pp. Celestino III, neUa boUa - 24 novembre, 1192 - con la quale conferma i diritti del Gapitolo di Gividale, la chiama « Ecclesia S. Petri de Alzida cum capeUis suis ». (Schumi, Urkunden und Regesteribuch des Herzogtums Krain, n. 160, p. 141). H patriarca Erancesco Barbaro neUa visita al distre'tto di Gividale nel 1594 lasciô scritto, che la chiesa parrocchiale di S. Pietro « nella villa di S. Pietro degli slavi ha assaissime filiali senza Sacramento Ion- Vicarij ibidem 1): ubi pranđium cum comitiva sumpsit: in quo (quia sabbatum erat) babuimus de optimis piscibus, et inter. alios temulum appendentem libras duas. Ipso die sumpta refectione, ascendit eadem via, et pervenit in Cretam, villam iurisdictionis temporalis abbatie Eosaciensis 2) ; ibique noeteia peregit. VI" Kalendas septembris, idem E. dominus antistes, consecravit ultra dietam TiUam Crete, ecclesiam positam in monticulo saxoso, ad cuius radices labitur fluvlus IŠTatisse, inbonorem S. Helari M. et prope dietam ecclesiam pransus est, et plura in prandio fercula apposita sunt, et inter alia siuUa assa: post prandium munus confirmationis exhibuit multis, et ad vesperum eiusdem diei [0. 59] repetivimus villam Crete, abi tenuem cenam ex reliquijs prandij babuimus. Hie, Sanctoninus, noctem pene insomnem egit, super stramineo lecto, pulicibus non carente. Y° Kalendas septembris surreximus mane, ascendimusque Cavore-timi^), non sine frigore immatuxo, quia nebula concreta regionem operue-rat. Hie B. dominus episcopus cimiterium et ecclesiam parrocMalem, Piscis boni pon-đ«ris. et saporis melioris. Tffla Crete CapeUa S. Helari. Cena prandio dissiroilis. Prima voluptas Sanotonini. OaToretvm. « tane sopra quel monti disooste da essa cura assai miglie »; e di queste ricorda solamente 1, S. Oiacomo nella villa di Alzida (= Azzida), con un solo altare consacrato, tabemacolo col SS. SacramentoeCimitero;-2. S. Quirico in Piano-, - 3. S. Qiovanni d'Antro; — 4. Bri-schis. {Visite Barbaro, 1. o.)..- In un fasoicolo intitolato « Carte usate sopra il libère đi-« ritto Capitolare di Cividale sopra le chiese pleno iure unite e soggette al R.mo Capitolo di Cividale del Friuli e sua Capitolare Mensa - 1766 », (msc. Arch. Aroiv. Udine), oltre le quattro chiese rioordate troviamo le seguenti: 1. S. Giorgio detto Sanzuarzo sacramen-tale; 2. S. Giacomo di Biacis; 3. S. Silvestre d'Antre sacramentale; 4. S. Nioolô di Pe-gliano; 5. S. AndreadiErbezzo; 6. S.DonatediLasiz; 7. S.îiicolô diSorzento; 8. S.Maria di Boda (= Eodda); 9. SS. Gervasie e Protasio di Montemaggiore; 10. S. Gio Battista di Terzimente (= Tercimonte); 11. SS. Ermacora e Fortunate di Savogna; 12. S. Antonio Ab. di Clenia; 13. S. Lorenzo di Meraino. La chiesa di Brischis è dedicata a S. Flo-reano. Questi è prete Clemente q. Bernardo de Lech, che venne nominate dal Capitolo di Cividale « ad beneplacitum », vicario di S. Pietre « prope Natisenem in Sclavenibus », il 7 maizo 1480; ed il 18 settembre 1484, da Pietro vescovo di Bagnerea, govematore del patriarcato, venne nominato anohe pievano di S. Giorgio in Kectsch. {Tituli bene-ficionim eoc. 1. c. f. 10^). Slov. Kred (Prano. Kos, Gradivo zm zgodovino slovenscev srednjem vehu, vol. m, n. 385). Eu cemune fino al 1928; da quesťanno venne aggregate al cemune di Caperetto, (Gtjida del Eeiuu, vol. V, Oorizia con le vallate deU'Isonzo e dél Vipacco, p. 413). NeUo spirituále la viUa di Creda, con la sua chiesa di S. Nicelô (eretta in Curazia nel 1809), era seggetta al Capitolo di Cividale, che l'assisteva per mezzo del vicario di Caporetto. ') È situata su une sperone del monte Mia (= Meja). SuUe carte è detta San Vo-lario (m. 315). (Guida del Eeittli, vol. V, p. 413 e vol. IV, p. 646). Caporetto, slov. Kobarid, ted. Karjreit (Gtjida del Ertoli, vol. V, p. 406, e vol. VI, p. 648). È ricordata nel 1184 (A. di Pbampbko, Saggio d'un ghssario geografico friulano dal VI al XIII seœlo, p. 34). Si tratta di quella nebbia fitta e ûedda cen vente ohe spesso démina neUa valle alta del Natisone e suUe prealpi Giulie nord erientali, che gli abitanti sleveni del luego chiamano: Mahunich. Eeeiesia beat® beate Marie 1) spurcitiis infidelium coinquinatam pm-gavit. Pransi sumus CappeUa pietis. (absoluta re diyina) in domo domini Andree ibidem Vioarii qni inter Anser assus. cetera ferciila anserem jnvenem prebnit. Tulminvm. Ipsa die ad meridiem equos ascendimus applicuimusque Tulmimim sole iam ad occasum Tergente, distantia X miliarinm: nbi, cum non esset locus in diversorio publico, excepti fuimus a nobilibus loci perhumane, qui nee obulum quidem in recompensam accepere roluerunt. 1) Sono licordati nel 1306: « Sacerdotes plebium Volzane.... Chiavoret eoc. » (Di Peampbbo, 1. c. p. 37). « CoUatio eoclesie S. Marie de Cg,voreto spectat ad d. Patriar-cham», è.detto nel Thesaurus Ecclesiae AqmUiensis, n. 2. (Udine, 1847, p. 5). Q.uesto dooumento dev'essere anteriore al sec. XIV, perohè la pieve di Tolmino con le sue figliali fii Tinita aUa mensa del Capitolo di Ciyidale nel 1297. Nel 1594, il patriaroa Franoeseo Barbaro notava, che la vicaria di Caporetto « ha assai chiese sopra quei monti senza Sacramento». {Barbaro Visite ecc. 1. c.). - 1477, 30 agosto, Cividale: D. Nicolô Loth vicedecano, i canonici ed il Capitolo concessero agli uomini deUe ville : « Sfine, Suziti, «Hidrische, Mhsohe, et Cavoreti facere unam eappellam ad titulum S. Andree Ap. in « medio viUe Sfine et oelebrandi in ipsa die dominico 12 ootobria proxime futuro ». {Ere-zimi di Ohiese, f. 8 e 9, mso. Arch. Capit. di Cividale); 1495, 25 febbraio, Cividale: Crli uomini di Caporetto, Idrischa e Suzito, chiesero al Capitolo I'autorizzazione di co-struire una chiesa in onore di S. Dorotea nella viEa di Suzito, promettendo d'iUuminarla e di far celebrare in essa 12 Messe aU'anno. (Ivi, f. 13). - Stava dipingendo nella chiesa di S. Maria di Caporetto - 1495, 8 dicembre - maestro Tomaso pittore di Cividale (A. G. P. vol. XVII, f. 160). Pranzô in Caporetto anche il vescovo di Caorle, Daniele de Rubeis, 1 settembre 1523, quando per mandato di Giovanni Angelo da S. Severino, vicario del Patriarca Domenico Grimani andava in Carniola per la visita e fino a Loch {Bischoflach) tenne la medesima strada (6. B. Coegnali, Posvečevanje in Potrditev Kapel o Sloveniji eoc. in «Glasnik Muzejskega Društva za Slovenje», XVII, 1936, p. 143). « Presb. Andreas beneficiatus in Cavoreto ». lo troviamo nel 1473,16 giugno (A. C. P. vol. IV, f. 265v). n 29 agosto 1492 ospitô il governatore della diocesi lacopo Valaresso che passava per la visita aUa.Carintia e Camiola (Visitationum liber eoc. f. 21). Mori nel 1493, ed il Capitolo di Cividale gli diede per successore - 31 ottobre 1493 - pre Daniele (Acta Capit. Civit. ad annum, f. 170, mso. R. Museo di Cividale). Di anteoessori suoi possiamo rioordare : « presb. Simon Damiani », eletto 9 maržo 1436 ; « presb. loannes », eletto 3 novembre 1440; ed un altro «presb. loannes», il 15 settembre 1445. {Ivi, ad annum, f. 84, f. 143, f. 18^). Tolmina, si. Tomin e Tolmin, ted. Tolmein (GriDA del Eeiuli, vol. IV, p. 749, e vol. V, p. 377 e seg. - Milko Kos, Tolminska gastaldia leta 1377, in « Camiola », 1917, num. 3 e 4. - Materiali per lo studio deWamministrazione del patriarcato d'Aqui-leia durante il Medio evo - Ganipa di Tolmino, p. 4 (Udine, 1936), dove si ha l'elenoo di tutte le viUe soggette alla Ganipa. - La pieve di Tolmino fii unita alla mensa del Capitolo di Cividale dal patriaica Raimondo deUa Torre nel 1297. (Bun, Eepertorium ecc.). n patriarca Francesco Barbaro nel 1594 notava di questa pieve: «Ha assai filiali senza Sacramento nei monti» {Visita Barbaro 1. c.). Un elenco di locaUtà deUa pieve di Tolmino aile quali assisteva un prete curato nel sec. XVI, che si conserva nell'archivio oapitolare di Cividale, ha: « In plebanatu Tulmini: Tulminum, Wolzana, Nemški Eut, Mons S. Viti, Sabreglia, Podmer, Circhina, Plez, Cavoret, Idria Inferior ». Per le ohiese di Volzana e Sabreglia abbiamo queste notizie: « 1493, 6 marzo. Gli uomini di Volzana, « contrate Tulmini », chiesero licenza di erigere una chiesa in onore della B. V. Maria e dei santi Pietro, Giovanni e Giacomo; ed il Capitolo, udito il nob. Leonardo di Manzano, che rap-presentava i Consorti di Tolmino, permise {Erezione di chiese ecc. f. 12, Arch. Capit. Cividale). - 1495, 29 giugno, poichè gli uomini deUa viUa « de Subrigl contrate Tulmini » costruirono una cappella senza domandare il consenso del Capitolo; i canonici di Cividale [c. 59^] Quarto Kalendas septembris, iu ortu solis recessimus de Tulmino, ascendimusque montes asperos et pene învios, dirigente iter nostrum Daniele Alio optimi viri D. Virgilij de Tulmino, clerico: perveni- virgjms đe musqué distantia mUiarium X, admodum fameUoi ad vUlam Bracliii): Eus Brachi. et domum quamdam humilem et fumosam intravimus, ubi nihil paratům invenimus, Incepimus tamen prandium a nucibus recentibus, deinde a leiimus raro T . .J stomachus Tul- caseo caprino cum pane siligineo admodum nigro, sed pro fame sapido, garia temnit, tercio loco babuimus ova, aqua elixa, quarto truttas salitas, quinto et ultimo puUos assos. Bpisoopus vero noster Glirem assum in itinere a Episoopi^ en-familiaribus captum, avide comedit, et solus. medit. Sumpta refectione, prosecuti fulmus jter nostrum acolive et declive ac pluritnum laboriosum, et distantia X miliarium pervenimus Oirchinioz alias Oiroam^), ubi [c. 60] residet dominus Caspar Vicarius®). Hie, est Locus ecclesia parrocbiaUs S. Bartbolomei, que est de collatione Capituli beate Biebs s. Bar-Marie Oivitatis Austrie^). ViUa ipsa de Oirobinicz est in piano posita deliberarono di oomandare a přete Primosio vicario di S. Vito presso Tolmino di non celebrare per quelli di Sabrigl (= Sabregla), «don.ec non destruerint dietam eooleaiam» {Ivi, f. 14). 1) Probabilmente è I'attuale Bacoia (Guida del Ebiuli, vol. V, p. 537). 2) Oirchina ital. Cerkno slov. Kircheim ted. Circhiniz o Girchinicz, ed anehe Cyrchnicz nei dooumenti della Curia di AquUeia. (Guida del Frittli, vol. V, p. 569). 5) 1477, 20 settembre. Pre Leonardo de Las, « alias vicarins in Cireknioli », domandb di essere pagato da Giorgio Sneperger pievano in Cirekinicz, dai parrocohiani e dallo spettabile milite d. Giorgio de Tskernomel per il beneficio da esso milite fondato neUa pieve di Cyrcknicz {A. G. P. vol. VIEt, f. 191V-192). Troviamo sucoeduto al pievano Sneparger pre Gaspare GaJlo il 4 aprile 1481 (Ad. Gap. Civit. f. 31). 1485, 13 settembre, ebbe l'incarico dal govematore patriarcale Buzio de Palmulis di combinare fra loro H magnifico Gaspare Stranf, « CasteUanus pro Cesarea Maiestate in Castro Polani », e prete Giorgio pievano in Polano (A. O. P. vol. XI, f. 227). II 30 dicembre 1485, pre Gaspare, pievano di CiroMna, è citato al tribunále patriarcale per aver ferito il nobile Leonardo de Herbenstain, capitano per I'imperatore in Adelsperch. e due suoi famigliari (A. G. P. vol. Xn, f. 2227). *) La chiesa di S. Bartolomeo di Circhina fino al sec. XTV fu filiale deUa pieve di San Vito (= San Vito sopra il monte di 8. Vito, neUa Visita Barbaro 1594; — St. Veitsberg nelle carte), pieve questa unita al Capitolo di Cividale, e ricordata neUa boUa del papa Celestino III, 24 novembre 1192. (Schxtmi, 1. c.): «Ecclesia S. Viti cum capeUis suis». - Nella Visita del 1594 è detto che la « Vicaria di S. Bartolomeo di Circhiniz è discosta da Cividale miglia 60 circa, ed ha assai chiese sopra altissimi monti discosta daUa cura per assai miglia ». II Biïri [Bepertorium eco.) ricorda: « 1295, D. Marinus plebanus in Circhniz. - 1296 « magister Rudulphus pleb. in Circhniz. - 1318 Presb. lacobus de Orsara promotus a « Legato Apostolico plebanus de Circhniz - 1319 P. Thadeus pleb. de Circhnis promotus « a Castono patriarca (= Gastone deUa Torre), vivente anche nel 1339. » Lo stesso Bisi [Miscellanea, vol. IV, msc. Archiv. Capit. Udine), ci dà i nomi e titoli delle seguenti fihali di Circhina: 1. Martin potoc, S. Vito e S. Helia; - 2. Oraœv, la Madonna, S. Marco e S. Nicolô; - 3. Schirounizza, S. Paolo; - 4. Blecizza, SS. Primo e Felioiano; - 5. Logo S. Pietro; - 6. Niderdorf, S. Lorenzo; - 7. Selva, S. Giacomo; - 8. Bachac, S. Uldarico; -9. Unaz, S. Martino, S. Canciano, S. Pietro; - 10. Inagesella, B. V. Maria e S. Giacomo; - 11. Dolaz, S. Leonardo; - 12. Basmilac, la Madonna; -13. Beghina SS. Bartolomeo ed Ubaldo; - 14. Selschiac, S. Croce; - 15. Topot, S. Tomaso; - 16. Turran.... 12. — G. Vale, Itmerario Santonino. D. Caspar Vi-carius p]ebis. Mons Oslize. Caciunen huius mentis dirimit fines Ditionis Venete 'a terminis ditionis oppidi Loch. Polanuni D. loannes ple-banus in Poláno. Plebs S. Martini: d© CoUatio-ne B.mi d.ni patriarche. Fluentum. Sounre. et habet Eivum indeficientis aqiie hinc inde^), et domos duas et qua-draginta. Hospitati siimus ipsa nocte in domo ipsius domini Caspa-ris, qui et si ex improviso repertus fuit, nos tamen gratanter et benigne suscepit. XXXa Augusti mane recessimus de Oircliinicz, et ascendimus mon-tem Oslize, id est Asine, sive Asinarium 2), et ex eo descendimus: qui est utroque modo laboriosissimus, et ideo ita cognominatus est: in cuius summitate, sunt fines ditionis Venetorum, et ab inde infra, Dominium oppidi Loch, et ad meridiem applicuimus Polanum laborantes gravi fame: qui locus distat a Circhinicz miliaria XII. Suscepit nos bumanis-sime dominus [c. 60"^] loannes plebanus ibidem^), qui lautissimum pran-dium cum trutis recentibus et optimis paraverat. Est ibi parrocbialis ecclesia sancti Martini, que alias XIIII habet filiales et est de colla-tione E.mi domini Patriarcbe. Habet locus ipse parvam viUam, sed pul-cherrimo fluvio, piscibus abundante, pliirimum exornatur: qui vocatur Sounra®), et est in piano. Superata refectione intravimus ecclesiam, ubi Er. dominus presul visitavit sacramenta, que mundissime et devote tenta repperit: postea iter nostrum prosecuti, secus decursum aquarum, Ora è detto: Sio di Circhina, slov. Cirknica. 2) Esiste la chiesa di Nova Oslica (m. 722), anche Stara Oslica (Gttida del Fbittli, Tol. V, p. 586), poco disoosta dal confine d'allora tra il Dominio Veneto ed il dominio imperiále di Loch, che varia di qualche oentinaio di metri daU'attuale confine Italia-lugoslavia. -r « Per montem DosUze alias Asinarium aUquantulum difiB.cilem » passô anche il vescovo di Caorle, Daniele de Bubeis, nel settembre 1523, per portarsi in visita alla Camiola. (Corgnali, Posvečevanje eco. p. 144). Poljane slov. Pôlland ted. « ad locum dictum Pogliana » pernottô dal 3 al 4 settembre 1523 il vescovo Daniele de Rubeis « cum familia sua », (Coegnali, 1. c.). - Valvasor, Die Ehre dass Hertzogthums Krain, Laibach, 1689, e Rudolfswerth, 1877, vol. II, p. 790, e vol. III, p. 449. Di questo prete Giovanni pievano di S. Martino di Polano sappiamo ch'era morto il 24 marzo 1490, nel quai giorno fu investito délia pieve il successore pre Urbano Klobo-ciziz {A. C. P. vol. XW, f. 291V). 5) Le filiali di Polano le troviamo indicate solamente col nome del santo titolare, senza indicazione del luogo dove erano situate nella visita deU'arcidiacono délia Car-■niola superiore, Giovanni Andrea de Elachenfeld, nel 1704, che ne numera quindici: 1. S. Giovanni Evangelista (in Betece ?) neUa quale era la Confraternita di S. Antonio di Padova ed aveva due altari, uno del santo titolare e I'altro del santo di Padova; - 2. S. Urbano (in Gorenja Dobrava); - 3. S. Uldarico; - 4. S. Paolo apostolo (in Stara Oslica); - 5. S. Vito; - 6. S. Gertrude (in Čabrače); -7. S. Lorenzo (in Hortwlje); -8. B. V. Maria (in Malenski vrh = Mûhlberg); - 9. S. Valentino (in larčje brdo); -10. SS. Primo e Feliciano (in Gahrslca gora); - 11. S. Volfango (in Log); - 12. B. V. Addolorata [la Bukov vrh = Sv. Sabota, Sabatberg);-!^. S. Egidio (in lavorie = Afriach); - 14. S. Bricio (in Četemx); - 15. S. Giorgio (in VoUa); - DeUa parroochia dice che era la prima dopo la Locopolitana (= Skofia Loka), e quasi a questa subordinata, perché era solita ricevere ogni anno gli olii santi da quel parroco; {Visite ecc.). Delle fiMali dice, che in tutte c'erano due o tre altari, che erano prowiste di censi ed elemosine, erano decentemente omate; ma situate sulla sommità dei monti, per cui era difficile la condi-zione del parroco e dei due cooperatori. ®) Poljanska Sora. via planai) pervenimus ad oppidum Loch, et paiilo intra habuimus obviam Oppidvm.ioct. nobilem ac venerandum dominům Pancracium Ecolier plebanum ipsius loci 2), virum profecto pulclierimum, liberalem et magnanimum, qui nos d. pangratius Mlari Tultu et leta fronte introduxit in Domům suam, et ptoibus ac pie^us m diversis ferculis refecit. Habet [c. 61] ecclesiam parrocMalem S. Georgij g que est extra oppidum, oui aedi subsunt ecclesie XX.ti^). Est patro- gij. cui sutsunt &C&ÍGS16 1) Anohe ora la strada è piana e va lungo la riva sinistra del Poljanska Sora, eke sbocca nella Sava presso Škofja Loka. Si trova anche: Hecher negli atti della Curia. D. Panorazio era già pievano di Loch quando govemava la diocesi il vescovo di Ferentino (1468-1472), che gli aveve, imposte di versare 80 ducati d'cro per la fondazione di un anniversario nella chiesa di S. Giorgio in Loch; ordine rinnovatogli dal vescovo di Feltre, 9 marzo 1473 (A. C. P. vol. IV, f. 216), a cui rispose, 4 giugno 1473, che avrebbe obbedito appena gh fosse dato trovare neUe vicinanze terreni da acquistare. {Ivi, f. 259v). Era oriundo di Krainburg dove godeva del beneficio di «rector cappelle Carnarii de Cramburga» (Ivi, vol. X, f. 190^, 1483, 8 marzo), ed il « nobihs d. Henrious Echer di Cramburga », col quale, 1484, 1 marzo, aveva questioni per interessi, era suo fratello. (Ivi, vol. X, f. 652^). Nel 1488, 6 settembre, si trattô pure in Curia una vertenza tra lui e pre Wulfgango cappellano « Castri de Looh » (Ivi, vol. XIII, f. 323); e nel 1493, 10 settembre, troviamo ricordato il suo sucoessore: «D. Fabianus plebanus ad S. Georgium prope Loch». (Ivi, vol.-XV, f. 549). 3) Decimationes Pontificiae an. 1296 (Arch. Vat. CoUect. 131, f. 100, col. 2). Questa chiesa è I'attuale pieve di Altlack (Stara Loka, Mati Eara). Nella visita del 1704 è detto che aveva otto altari ed era bene proweduta. , <) II vicario patriarcale Paolo Bisanzio vescovo di Cattaro, che la visitô nel 1581, dice che le filiali di S. Giorgio erano 19: 1. S. TJldarioo nella villa di Carcizperg distante dalla pieve migUa 2%; - 2. S. Gabriele in Glaniz, distante m. 5; - 3. S. Vito in Mettin dist. m. 234; - S. Uldarico in Scabinza dist. m. 2%; - 6. Spirito Santo in Suetti diK, dist. m. 2%; - 6. B. V. Maria in Borfarice dist. m. - 7. SanťOrsola in Peum dist. m. 5; - 8. S. Giov. Battista in Succa dist. m. 5; - 9. S. Nicolô in Ovdesiz dist. m. 2%; - 10. S. Giovanni in Urebetstac dist. m. 5; - 11. S. Barbara nei monti dist. m. 234; - 12. S. Tomaso in Ubrodec dist. m. 2%; - 13- S. Giacomo nei monti dist. m. 5; - 14. S. TJbaldo nei monti dist. m. 5; - 15. S. Andrea in Naconci dist. m. 2%; - 16. S. Pietro in Bólouli dist. m. I14; - 17. S. Lorenzo nei monti dist. m. 234; -18. S. Floreano nei monti dist. m. 234; - 19. S. Giacomo nella Terra di Loch, poco lontana dalla pieve. (Visita Bisanzio, busta Visite e parte Imperii, Arch. Arciv. TJduie). Meglio descritte troviamo queste 19 filiali nella visita del 1704: I. Chiesa vicariate di 8. Oia-eomo nella città di Locopoli, (Bischoflach o Škofia Loka) con quattro altari, 1. S. Giacomo, 2. SS. Corpo di Cristo, 3. B. V. Maria, 4. S. Catterina; - II. La cekbre chiesa deUa B. V. Maria in Fhrugrunherg, (in Cmgrob ted. Ehrengruben) alla quale durante I'anno era gran concorso di peUegrini da tutta la Camiola superiore, era consaorata, con otto altari e ben proweduta per le elemosine (n. 19); - HI. S. Vito in FeicUing (Lučině) con un altare. Nel medesinio viUaggio era un'altra chiesa più grande di S. Nicolô con tre altari: 1 S. Nicolô, 2 SS. Innocenti, 3 S. Paolo. Queste due chiese erano ben prowiste e si consideravano come una sola, (n. 3) ; - IV. S. Uldarico vesc. in Saffniz (Zabnica-Safnitz) con tre altari: 1 S. Uldarico V., 2 S. Antonio Ab., 3 S. Sebastiano, (n. 4); -V. 8. 8pirito (ora figliale di 8. Oiorgio in 8tara Loka) con tre altari: 1 Titolare, 2 S. Gertrude, 3 B. V. Maria (n. 5) ; - VI. S. Gabriele arcan^elo sul monte (in Planica) con due altari: 1 S. Gabriele, 2 S. Catterina, (n. 2); - VEI. 8. Wolrico in Ertizburg (Leskovica) non molto distante da S. Gabriele, con due altari (n. 1); - VUE. S. Orsola nella villa di Pepen (in Pevno) con due altari: 1 S. Orsola, 2 S. Apollonia (n. 7); - IX. 8. Giovanni Battista in Zeuchen, (in 8uha o Zauchen), con tre altari: 1 S. Gio Battista, nus eius presentandi quando vacat E. Dominus Frisingensis episcopus D. Episc. Fri- Dominus oppidi temporalis et eius confirmatio spectat E.mo D. Pa- singensis . ■___-, patroaus dicte triarCûe. oSptio. Oppidum ipsum LocL. situm est in piano sed ad radioes non asperi oppidi.Loch. montis: habetque super se duplicem arcem, diverso loco positam et bene munitam, pulckríor tamen est inferior, in qua residet magniflous Dominus D. laoobus lacobus Lamberger prefectus oppidi et arcis, habet et tertiam maioris jte^rger pre- aijq^a>ntulum distantie: sunt in ipso oppido domus ducente. L^' muro <3wpeua extructe sed tabulis operte: babet intus eccleaiam S. lacobi, que est cheritail^' cappella plebis, miro et pulcliro artificio ediiicatam Labitur ad latus Srorile. oppidi Tcrsus septentrionem flumen appellatum Sovuriza®), quod non tanta aquarum copia gaudet quanta Soura ®) : gingit bonos pisces, inter quos trute [e. 61"^] meUores habentur. Est iuxta portam pons lapideus ipsi fluvio impositus, et ab ea parte super muris oppidi, posita est Domus domini plebani, que ab eo noviter propria impensa erigitur satis alte, ex ea pulcher prospectus babetur in ipsum fluvium et pontem, ac in plani-piebs de Loch tiem laetam agrorum. TJbi fundata est ipsa parrocbialis ecclesia, que V mmnmos au- olim fuit insignior quam esset alia in tota Oarniola '), et babebat de introi-totroitíb^^^*^ tibus supra mille et quingentos ducatos: sed iam multum est adnihilata: Gaudet tamen adbuc privilegio presentandi idoneos sacerdotes ad eccle- 2 B. V. Maria, 3 SS. Pietro e Paolo, (n. 8) ; - X.' 8. Nicolà in Naugatsch (in Sorica ? = Zarz) con tre altari: 1 S. Nicolô, 2 S. Valentino, 3 S. Dorotea (n. 9); - XI. S, Gio-mnni Evangelista (in Eeteca) con tre altari: 1 S. Giovanni Ev., 2 S. Anna, 3 S. Marghe-rita (n. 10); - XII. S. Pietro Apost. (in Bodovlje) con due altari: 1 S. Pietro, 2 S. Agnese (n. 16); - Xin. 8. Barbara, con nn solo altare (n. 11); - XIV. 8. Osvaldo, con un solo altare (n. 14); - XV. 8. Andrea apostolo con due altari: 1 S. Andrea, 2 Ascensione di N. S. (n. 15); -XVI. 88. Filippo e Oiacomo sui monti (in monte), con un solo altare (n. 13); - XVII. 8. Tomaso Apoat. (in. Brode) con tre altari: 1 S. Tomaso, 2 S. Giuseppe, 3 B. V. Maria (n. 12); - XVIIE. 8. Fhreano (in 8opotnica) con I'altar maggiore nuovo ed altri due, SS. Innocenti, e S. Acaoio (n. 18); - XIX. 8. Lorenzo mart, (in Breznica) con un altare (n. 17). Anche neUe visite del 1581 e del 1704 è detto che patrone era il vescovo di Fri-singa, - « 1319 Einohanus de Alzeia plebanus in Lok institutus a Pagano electo Aquile-«genše, presentatus a Chunrado Episoopo Frisinghense ». (BrNi, Bepertorium eco.). 2) Loka o Looc, slov. Škofia Loka, ted. Bischoflach. Nel secolo XVI incominciamo a trovarle affibiato il nome Locopolis datole forse da qualche umanista del luogo. - 1493, 16 dicembre, D. Gaspare Marolt pievano in Piainfloch. (A. C. P. vol. XV, f. 549) - Valvasor, o. c. vol. III, p. 34 e seg. =) Per i Conti di Lamberg ved. Schmtttz, Historisch topograph lexicon von Steyer-mark, vol. II, p.. 322; e Zahn, Des familienbmh eco. n. 84 e 177. *) È I'attuale chiesa parroccMale di Škofja Loka (= Bischoflack), descritta nella visita del 1704 (ved. nota 4 a p. 179). ®) Ora è detto 8ora. È il Poljanska 8ora. ') Nella visita del 1704 è detto: « Questa è un'Arciparrocch.ia perché contiene nel « suo distretto altre quattro parrocchie ». sias in Polano i), S. Petri in Oelgacho 2), S. Martini in Siraco et S. Mi- PiebannB in chaelis in Linghenfeld : qni postmodmn per sedem patriarchalem con- a^^qn^X^ec-firmantur : Ita rettdit idem dominns Pancracins Echer. Ultima augnsti binas audivimns missas in Loch., primam in eoclesia S. lacobi®): secundam vero, et in cantn, in ecclesia monialinm dicti Monasteriuin loci ordinis S. Clare''), que optime [c. 62] caniint; posteapresulipse redijt L'abbiamo illustrata sopra. Nel 1485 abbiamo un « presb. loannes plebanus in Celsaco » (= Selca, Seelzach e Selezach) - {A. C. P. vol. XI, f. 153). Nel 1488, 18 aprile era pievano pre Giovanni Chiczpugil, al quale ed a Gaspare cappeUano in Circhiniz, il vicario patriarcale ordinô di consegnare a Leonardo Premer, cappeUano dell'altare dei SS. Apostoli nella chiesa di S. Giorgio in Loch, i cento ducati lasciati a queUa cappeUa da D. Giorgio Chiezpugil. (A. C. P. vol. XIII, f. 273). Restata vacante la « perpetua vicaria parochiaUs ecclesie « S. Petri in Selezach. » per morte di D. Giovanni Chiezpugil, il vicario patriarcale, lacopo Veleresso, ammise ed investi -18 aprile 1492 - pre Giacomo Ventinger, presentato da D. Gaspare pievano di S. Giorgio in Loch, ed incaricô il medesimo di dargli U possesso temporale (A. C. P. vol. XV, f. 337). NeUa Visita del 1704 è detto ohe patrono era il ve-scovo principe di Erisinga, e che questa parrocchia aveva dieci filiali: 1. S. Luoia (in Draž-gok) v. m.; - 2. S. Groce (in Kolišče)-, - 3. S. Gertrude (in Lajse)-, - 4. SS. Prime e Peliciano (in lannik); - 5. SS. Ermacora e Ěortunato (in Zahrekve); - 6. S. Clemente con un saceUo separato dedicato alia SS. Trinità; - 7. S. Floreano M. (in Bukovica); -8. S. Tomaso apostolo (presso Praprotnim); - 9. S. Leonardo {Sent Lenart ora parrocchia); 10. S. Nicolô (in Oolica). Di queste chiese dice solamente che erano ben prowiste e ben ordinate. Saieaoh ted. Zdsi slov. Anche di questa è detto nella visita del 1704 ob'era patrono il vescovo di Erisinga, ed aveva undici filiali: 1. S. Anna (in Ledinica); - 2. S. Leonardo (in Dobraceva); - 3 SS. Tre Re Magi; - 4. S. Nicolô; - 5. S. Catterina v. m.; -6. S. Giovanni Battista (in Goropeke); - 1. S. Uldaricp vesc. (in Zavratec, ora parrocchia); - 8. S. Tomaso apost. (in Vrsnik); - 9. S. Giacomo ap. (in Ledine parrocchia); -10. SS. Acacio e compagni martiri; - 11. SS. Canzio e compagni martiri (in Breznica); tutte consaorate e ben prowedute ed onorate con le elemosine dei fedeli. {Visite ecc.). ý) Lengenfeld ted. Dovje slov. Questa chiesa è solamente ricordata nella visita de 1 1704. ®) Questo diritto del pievano di Loch, lo troviamo esercitato, e riconosciuto dal governatore patriarcale Jacopo Velaresco, al pievano Gaspare Marolt, 1492, 18 aprile. {A. C. P. vol. XV, f. 337). 1490, 29 agosto - Buzio de Palmulis vicario generale ordinô al « magnifico lacobo « Lamberger oppidi Laag capitaneo » di rilasciare neUe mani dell'arcidiacono di Cram-burga l'accolito Giacomo Fenchost arrestato da lui « in eoclesia S. lacobi de Laag », neUa quale si era rifugiato. {A. O. P. vol. XIV, f. 351 v). ') Questa chiesa delle Clarisse era « dedicata alla B. V. Maria sotto il titolo », è detto nella visita del 1704, « de la Immacolata Concezione », aveva cinque altari: 1. deirimmacolata; - 2. S. Anna; - 3. S. Antonio; - 4. S. Giuseppe; - 5. S. Valentino. Del Monastero dice: « Eondato dalla Casa d'Austria per trenta monache con red« diti fîssi e suf&cienti. CoU'andar del tempo a cagione degli incendii frequenti, e spe« oiahnente al tempo dei luterani, dagli ufficiali Reggenti la città di Locopoli, tutti « luterani, tutti i beni deUa fondazione furono sottratti e le monache vennero ridotte « ad uno stato taie di povertà (anche perché i luterani per odio alla Religione Cattohca « impedivano fossero ricevute nuove religiose) che appena quattro suore potevano mise» ramente mantenersi ». « Estinto il luteranesimo, il Monastero (per nuove investiture, « per le doti portate daUe nuove religiose e pér opera di privati, specialmente i Conti « di Lemberg) ritomô quasi alla primiera floridezza, e manteneva allora ben 22 mo- in ecclesiam sanoti lacobi, ubi confirmationis mtiniis contulit aliquibus. Oppidvm. Sumpto prandio in domo einsdem plebani eqnitavimns Kramburgam i), Krambvrge. ^^^ plana, dlstantia quinque miliarium de nostris, et . in medio itinere Tiua Payttín invenimus viUam longissimam nominatam Faitin ab ecclesia S. Yiti mfrnwesetfe- qn® ibi est, in qua magna tele copia reperitur. Aiunt quod biemali tem-rahdant"'™ pore, hic, tam viri quam mulieres colum baiulant et nent. Superavitnus nent. fluvium Save, lembo, destructo ponte ex vi et excrescentia amnis : flumen Save fluentirm boc magno aquarum impetu trabitur et subtus oppidum ipsum Kraim-De situ oppidi burge labitur, Sontioque amni®) comparari potest. Biotum oppidum situm Kramburge. « nache ». La origine di questo monastero è tutt'altra della sopra riferita. II 3 feb-braio 1368 il patriarca Nicolô di Lussemburgo, informato da Ottokaro de Glowitz pie-vano in Stayn, diocesi di Aquileia, che intendeva per rimedio deU'anima sua e dei suoi parenti erigere unum Monasterium Ordinis S. Clare in oppido Lok nostre Aqiiilegensis diocesis, e di dotarlo, cosi che le monache possano vivere commodamente « cum aliquibus Capellanis seu fratribus », e che già aveva lo stesso Ottokaro stipiilata una convenzione col pievano di Lok, approvô I'erezione del Monastero e oonfermô la con-venzione « hoc adiecto quod anniversarium nostrum, Predecessorum ac suocessorum no« strorum Patriarcharum Aquilegensium annis singulis tertia die post octavam festi « Besurreotionis Domini per prediotum Oonventum solemniter cantari et celebrari fa cere « perpetuo tenearis ». II concordio, interessantissimo per il costume ecclesiastioo d'allora, era stato concluso il 30 gennaio precedente - in civitate Lok, - presenti: « D. loannes « archidiaconus Camiole et Marchie plebanus in Mangespuroh et honorabilis vir OrtolEus « de Povmech burgravius in Lok ». - Tra « Hilbrandus Hak plebanus in Lok », che voile prima il consiglio di Hamrico suo vicario e di tutti i suoi cappeUani, ed esso Ottokaro, che voleva fondare un Monastero deU'Ordine di S. Chiara « pro divino cultu celebrando « in dicta nostra plebe in civitate Lok inferius prope castrum ». Le condizioni poste ed accettate erano: 1° che la quarta parte di tutte le oSerte, che saranno fatte neUa chiesa del monastero per qualsiasi motivo o circostanza, debba essere consegnata al pievano od al vicario di Lok; - 2° che non si celebrino Messe neUa chiesa del Monastero prima che sia celebrata la Messa « in capella S. lacobi in civitate Lok », e si diano i segni dopo suonata I'elevazione deUa Messa in S. Giacomo; - 3. i cappellani del Monastero nei giorni feriali predichino allé monache a porte chiuse, e nei giorni festivi predicheranno a porte aperte dopo Nona, quando il pievano ed il vicario non predi-cassero. In quaresima e neUe feste potranno predicare, ma avuto il consenso del pievano o del vicBjio; - 4. I cappellani, senza il consenso del pievano o del vicario non possano ascoltare le confession!, amministrare gli altri saoramenti e fare le sepolture se non aUe Monache o Religiose; se altre persone domanderanno di essere sepolte nella chiesa del Monastero, il funerale di queste sara sempře fatto o nella chiesa di S. Giacomo o neUa pieve, e neUa pieve dovranno farsi il terzo, settimo e trigesimo; -5. i cappellani neUe domeniche e feste reciteranno i nomi dei defunti e dei benefattori del Monastero. - Ottokaro per tutto questo diede aUa Pieve 76 Marche di moneta usuale « ad recompensandam et pro emendis redditibus; item agellum in plebe prope « parochialem domum; item pro libro Missali decem Marchas ad ecclesie usum »; e dichiarô, che, mancando a questo concordio, sarà il Monastero tenuto dare 100 marche al patriarca di Aquileia ed altre 100 marche al vescovo di Prisinga patrono deUa chiesa di Lok. (Bianchi, Documenti, n. 4091; msc. Bibl. Givica di Udine). Clanhurga, Chreinburg, Crainburg nei documenti deUa Curia di Aquileia; - Kranj slov. - Kraiňburg ted. - Valvasor, Die Ehre ecc. vol. II, p. 735; e vol. Ill, p. 109 e seg. Feichting, è la filiale di Lok, n. 3 della Visita del 1581. L'Isonzo, che qui viene paragonato al Sava. est in colle, qui ineius summitate planus est: et inter duo flumina: Save scilicet, et Chonolier quoà ab altera parte Tersus montes labitur et infra oppidum, Save copulatur, ex qua re, oppidum ipsum munitissimum redditur [c. 62]. Habet, ut aiunt, Domos 400 ex muro constructas, satis j pulcbras: non tamen omnes. Habet preterea parrochialem ecclesiam S. Canoiani perpulcbre edificatam^) in qua nullum reperies Ugnum sed alta testudine ubique ûrmantur: deserviunt in ea continue XI presbiteri et ab optimis cantoribus, et novis organis, cura et impensa E.di decre-torum doctoris I>. Matbie Operta, positis, plurimum ornatur Inspicies in ea calices argenteos supra 3,6. tabernaculum ex argento deaurato mire magnitudinis, et gravis ponderis, valoris septingentorum Bucatorum. Item cruces et reUquias plures sanctorum, argento munitas: Libros quoque diversos, et multa paramenia boni pretij, ex quibus omnibus que vis catbedralis ecclesia ad suf0,cientiam esset decorata Excepit nos idem Dominus Matthias, plebanus ibidem, in domum suam bona bospitalitate, et abundantem, et non minus lautam prebuit cenam. Domus ipsa est pro loci condictione [c. 63] et more patrie, commode structa, quam etiam dominus plebanus in multis italico ritu reformavit. Dictum Oramburgensem oppidum ditioni imperiali subiacet, et plebanus ecclesie per Oesarem consuevit presentari, et a patriarchali sede confirmari®). Qui ultra XXX.ta filiales babet ecclesias®: babet introi-tus pingues, et si annus fertilis fuerit, supra COC.tos aureos nummos valent: percipiunturque pro maiori fere summa ex decimis frugum: quibus regio ipsa abundat, inter quas multum babetur milij. Ajnnis Concher. Domus quadringente. řlebs S. Ganciani. In dicta plèbe resident Xl.oim Sacerdotes. Organa. De vasis libris relicivtijs et aUis ornamentis ecclesie. D. Matliias Operta plebanus. Subsunt plebi 'Krambmgensi ultra XXX.a ecclesias iiliales. De valore introituum eiusdem. Kokra sIoy. ed affluisce qui presso nel Sava. È rioordato nel 1226 « magister Petrus plebanus de Krainburg ». (Iaksch, 1. c. n. 1905-1906). Decimationes Pontif. an. 1296 {Arch. Vat., Collect. 131, f. 101^, col. 1) ta: Craynburch. Era oriundo di Nova Štifta (1474, 10 ottobre, presb. Mathias Operta de Nova Civitate fu riohiamato dal vicario patriarcale perché aveva insultato prete Giovanni di quel luogo. A. C. P. vol. V, f. 107). Ottenne la pieve dopo la morte di D. Can-ciano in una forma non regolare (V. Introduziom p. 59). - 1477, 28 dicembre, D. Can-ciano scriveva al vicario patriarcale per la confisca dei beni di pre Aoacio Fulgenriter di Lubiana coadiutore a Kraimburg condannato per un delitto (Arch. Arciv. Uđine, busta: Arcidiac. di Kamnich, fascio. 9, n. 1). Viveva ancora nel 1506, ed il 30 luglio veniva incaricato dal vicario patriarcale Marco de MaSeis di trattare una causa matrimoniale, deU'esito deUa quale diede relazione il 19 agosto se.guente. {A. O. P. col. XXV, f. 753 e 766). *} Di questo ricco tesoro deUa cMesa non si hanno notizie neUe visite posteriori. 5) n Bini (Repertorium ecc.) ha questa nota: « Plebs juiispatronatus dominorum « Archiducum Austriae, concessa Alberto archiduci a Nicolao patriarca Aquilegense » (Nicolô di Lussembuxgo, 13501 30 luglio 1358; l'arciduca Alberto è il II" f 16 agosto 1358). ») Nella Visita del 1581 sono eleneate 18 chiese filiali soggette aUa pieve di S. Can-ciano di Cramburga; ma dobbiamo ricordare che allora erano già state staccate da easa le parrocchie di S. Croce (= Križe) e di Podbressiao (= Pođhrezje ted. Birken-dorf) aile quaU veimero pure unite parte deUe filiali che qui elenchiamo coi lore nomi e titoli. Monasterivm-de Michelstetim. D. Dorothea Eccher priorissa. Pingue monasteriuin. Prima septembris, missam in parrocliiali ecclesia auđivimus: quam organa et suavissime cantorum voces iucundiorem prebuere: peracto misse ofilcio oppidum cnm ipso domino Matbia perlustravimns, deinde seditmis in prandio, in quo trutis ac temulis non caruimus, ipsoque die ibi ocyosi remansimus. ini° nonas septembris recessimus de Kramburga et pluvia defluente, ascendimus ad mo [c. 63"^] nasterium beate Virginis in Micbelstetin ordi-nis predicatorum suppositum sedi patriarcbali aquileiensi via plana, distantia quinque miliarium. In ipso monasterio duodecim sunt moniales professe regulam beati Dominici: quibus preest domina Dorotea Ecolier priorissa mulier quinquagenaria et prudens, que babet de annuls redditibus super ducatos mille. Piliali di San Canoiano di Cramburgo: 1. Cappella deUa Madonna e SS. Fabiano e Sebastiane (in Pungert = Baumgarten) ; - 2. Eflain (= Ho-ffein slov. Preddvor, par-rocchia) SS. Pietro e Paolo; - 3. Cancara {Kokra = Ranker, parroccMa ora) B. V. Maria; - 4. locosperg (S. lacobi in monte F. fil. di Hôflein) S. Giacomo; - 5. Cozzidonfr (Gojzd) S. Nicolô; - 6. Nei monti (= 8. Laurentii in monte fil. di Hôflein) S. Lorenzo; - 7. Róbách, S. Martino; 8. Tenetisti (Zgornje Tenetise) S. Domenico; - 9. Fe-doc (Srednja Béla, fil. di Hôflein) S. Egidio; - 10. Oman (in Breg ? fil. di Hôflein) S. Leonardo; - 11. Tupaziz (Tupaliče) S. Clemente; - 12. Tauun {Suha, fil. di Predo-slje) S. Lorenzo e S. Stefano; - 13. Prerassil {Predoslje, parroochia) S. Sisto; - 14. Fraitof {Britof) S. Tomaso; - 15. Cocarz {Kokrica) S. Lorenzo; - 16. Rup (in Rupa) S. Maria Maddalena; - 17. Prenscori (in Primskovo) B. V. Maria; - 18. Circiz (= Čirčiče), S. Osvaldo. Filiali di S. Croce (Križe pri Tržiču parroochia): 1. Staisnin {Seničnó) S. Bartolo-meo; - 2. Lagosdam, S. Spirito e S. Nicolô; - 3. Veluplac {Duplje, parroochia) SS. Vito e Modesto; - 4. Sigisdorf (Siegersdorf = Žiganja vas) S. Uldarico; - 6. Bistrizza, S. Giorgio; - 6. Villa di S. Agnese, (in Brezie? fil. di Eovor) S. Agnese. FiUali di Podbressiac: 1. Leiben, S. Lorenzo; - 2. Votosac, S. Antonio. Comprendendo le due chiese parroochiali, la pieve di Cramburga avrebbe dovuto avere nel 1486 non più di trenta, ma solamente ventotto filiali. 1) Michelstetten ted. - Velesovo slov. - (I. Geudbn, Zgodovina Slovenskaga Naroda, 1913, pag. 491). Tra il 1147 e 1164 sono ricordati Meinalmo e Gerlaoo frateUi di Michelstetten nipoti del nobile milite Meinardo Schabubh, che al tempo deUa Crociata armata dal conte Bernardo di Carintia (1154), lasciô molti beni per la fondazione del Monastero Victoriense (= Wiktring) al monaoo Engelberto. (Jaksch, 1. c. n. 1377, I ell). n monastero deUa Domenicana di Michelstetten fu eretto nei primi anni del pa-triarcato di Bertoldo di Merania (1218-1250); nel 1238, 11 dicembre - neUa chiesa di S. Margherita in Michelstetten confermava la donazione fatta da Alberto abbate di Obemburg di 13 mansi presso Velde, acquistati per il prezzo di 60 marche, più altre 40 marche « in usum eiusdem ecolesie convertendas ». (Zahn, Steiermark Urchunden etc. vol. n, n. 365); ed il 6 agosto 1241, il successore del donatore, Enrico, abbate eletto di Obrenburg, confermava la donazione fatta « nove plantation! dominarum de VaUe « Sancte Marie in Camiola sub regula S. Augustini Domino famulantium ». (Zahk, ivi, n. 398, e num. 411 e 1242). Nel settembre 1239, il patriarca, ad istanza deUa priora Matilde, uni al monastero la cappella di S. Tomaso fondata dal defimto Bertoldo decano di Camiola e da suc nipote Enrico. (Sohumi, U. B. Krain, EC, n. 104. -Paschini, Bertoldo di Merania ecc. in « Mem. Stor. Forog. » an. XVI (1920), pag. 38). 2) 1475, 31 maggio - Buzio de Pahnulis vicario sostituto incaricô Canciano pievano di Circlaoh, arcidiacono délia Camiola di mettere nel possesso del monastero « Vallis Beate Marie Virginis in Michelstetim » la nuova priora donna Gertrude de Plaslin (Plast) Est dictum monasterium situm in piano, et in angulo sive in sinu aliquorum montium constructum quod habet arcem iuxta (o luxter ?) in De situ mona-monticulo novam, ad quam moniales se recipiunt tempore incursionis liostium Suscepti fuimus a domina priorissa et suo conventu cum domino Mathia Operta et domino Georgio Lebecher archidiacliono Oarin- D, Georgfius tliie, satis Miniane, et data ac accepta mutua salutatione, sedimus in Arohidiacomis prandio : in quo tamen nihil dignum quod presenti Mstorie inseri debeat appositum fuit : quo expedite intravimus refectorium, ubi omnis dictarum moniaUum [c. 64] cetus sive collegium affuit: fuit a E. domino presule habitus sermo de multis erga D. priorissam et alias, et comperto quod una eidem D. priorisse erat inobediens iussa erroris sui culpam dicere, paruit: et sic ipsi D. priorisse, reconciliata est. Deinde examinate circa observantiam regule, et gubernationem spi-ritualLum et temporalium, dispensationemque introituum, ac celebra-tionem divini oiïïcij : et huiusmodi, cum confesse essent consuevisse inter- eletta dalle monache in luogo della defunta priora Anna, Gallembergerin (von Ga-lemberg). (Aech. Ascry. Udine, Begistrum Gollationum 1472-1475, f. 45^ e 46). - Della priora Dorotea Eccher non abbiamo notizie anteriori a qnesta. II 5 agosto 1487. Buzio, governatore del patriaroato, le faoeva sapere che l'arcidiacono di Camiola non poteva imporre « steuram (= tassa o contributo) de introitibus vestri monasterii » per la obiesa di Circlach, unita al monastero, quando tale onere era già stato imposte dal Capitano de la Camiola {A. 0. P. vol. XII, f. 411). AUa priora Dorotea era già suooeduta - 30 maggio 1491 - « D. Barbara Mandorfíerin (Mindorfer) priorissa » (A. C. P. vol. XIV, f. 455. - Ved. Wladimie Milko-wicz, Die Eloster in Krain, in « Archiv fur Osterrei-cbische Gesohichte », b. 74, p. 423; Wien, 1889). - Nel gennaio 1505, il vloario patriarcale Bertrando Rundulo, ad istanza di « tota militia et nobilitatus provintie Car« niole », concesse: a) che la priora del monastero di Micbelstetten, donna Barbara Man-dorfferin, persona che fu sempre « laudabiliter honesta et religiosissima et nobilibus orta parentibus », non venga rimossa daU'ufficio; 6) che i parenti possano visitare le suore e parlare alia presenza deUa priora o di chi per essa; c) che le matrone parenti deUe suore possano pemottare nel monastero due e più notti; d) che le suore biso-gn'evoli di cura possano andare ai bagni e passeggiare neU'orto del monastero; e) che prooessionahnente, secondo 11 costume, possano visitare la chiesa deUa pieve, e final-mente tener scuola per le ragazze entro il monastero (A. G. P. vol. XXIII, f. 494^ e 495). 1) Prancesco Barbaro, coadiutore del patriarca Giovanni Grimani, visitô il monastero nel 1593, e concesse, a cagione deU'umidità dei looali, aUa priora ed alle suore di fare in primavera ed in estate una passeggiata « per aliquam horam usque in Prête stau proximum, quod distat a Monasterio per quartum Milliaris Itallici; item usque (t ad oastrum, in quo servantur praetiosa mobilia Monasterii propter exoursionea Tur« carum, et est penes ipsum Monasterium constructum; ita tamen, ut numquam extra « Monasterium pemoctetur ab Abbatissa seu a Monialibus ipsis sub poenis excomuni-« cationis, et aliis arbitrij nostri excepto casu excursionis Turcaram, quo casu mandavit « Priorissae sub poena excomunicationis, ut statím in castrum se recipiat cum omnibus « Monialibus, muniendo Castrum et prospiciendo saluti, incolumitati, ac integritati suae « et suarum ». (Arch. Arciv. Udine, busta « Camiola Superiore », fasc. Michelstetten, ad an.). - L'arcidiacono Flachenfeld, che visitô il monastero nel 1704, dice che aUora il Monastero era quasi tutto costniito con legname e non accenna al castrum. (Visite, ecc.). dum extra claustrum et septa monasterij vagari, et aliquando ad domos consanguineorum, et fere omnes proprietarias esse, ac simul prandium et cenam in refeotorio non sumere: Bonis et humanis verbis fuit inM- bitiim, lit a premissis deinceps abstinerent, et simnl ab introductione De CappeUanis marium in monasterium. Habent ipse domine moniales 1111°' Capellanos monasteru. ^^ servicia sue ecclesle^): et quidem juvenes [c. 64"^] qui domum babent extra, sed multum prope ipsum monasterium. Eligitur ipsa 1>. priorissa vacationis tempore a suo oonventu, et a sede patriarcbali confirmatur: que habet sub se, tres parrocbiales ecclesias, Ecclesiam S. Marie in Oir- rie'dn'cS^^r Georgium prope Kramburgam®), et S. Margarite in M- piebs ■ cbelstetim^). Ad primas duas présentât sacerdotes, qui deinde per ofiB,- liefeT"'^®^' cium patriarcbale conûrmantur : in tertia ponit Vicarium ad nutum amoS. Margarite. Delia chiesa, dedicata alia B. V. Maria, è detto neUa visita del 1704, che era ben prowista ed aveva quattro altari; del cappellani conosoiamo 11 nome di due « presb. Georgius Nimer », e « presb. Rupertus Ausenich. » {A. G. P. vol. XI, f. 158 6 159; 28 e 30 marzo 1485); e dei titoH delle cappeUe conosoiamo solamente quello di S. Giovanni Battista, che fu conferito a prete Tomaso Subecz, 25 maggio 1491 (A. C. P. vol. XIV, f. 451). ") Anobe Czirklach e Circla negli atti della Curia; (fced. Zirhlach slov. Cerklje pri Kranju). Era pievano da prima del 1475 pre Canciano, che mori prima del 22 feb-braio 1494 {A. 0. P. vol. XVII, f. 162). La chiesa parrocohiale « intitolata alia Madonna », dice Paolo Bisanzio, vesoovo di Cattaro, che la visitô nel 1581, aveva 12 figliali: 1. Moisesperg (Mozjanica), S. Matteo (ora S. Nicolô); - 2. San Stefano (Stephanaberg); -3. Ustiscavaz {Stiska vas = Sittichdorf), S. Crooe; - 4. Navisnizze (in monte), S. Ambro-gio; - 5. Nasintursegore, S. Uldarico; - 6. San Leonardo; - 7. San Martino-. - 8. Na-sputgnerabemec [Spodnji Brnik = Unterfernik) SS. Simone e Giuda; - 9. Nargumem-bemeze (Zgornji Brnik = Oberfernik) S. Giovanni Battista; - 10. Oregnevize (Gesnje-vek, = KerschsteUen) Spirito Santo; - 11. Utvariac (Dvorje) S. Nicolô; - 12. Ugrade (Qrad) S. Elena. (Visite ecc.) Al présenté questa pieve ha 13 chiese filiaU. (Ved. Oatalogus Gleri et Beneficiorum eccksiasticorum Dioecesis Labacensis, 1916, p. 57 e 58). Anche S. Qeorgius in Gampis e S. Oeorgiiis in Gampestrïbus. Slov. Šant lurij pri Kranju e Šenčur. - Era pievano, dal 1476, pre Acaoio Hysenawsen (A. C. P. vol. VII, f. 229). NeUa visita del 1581 è detto ohe aveva soggette nove chiese figliali: 1. Hilhen (slov. Voklo = Hulben), S. Bartolomeo; - 2. Binder (slov. Voglje = Wûnklern), SS. Simone e Giuda; - 3. Prihoz (slov. Prebočevo = Prebozh), S. Croce; - 4. Slestia (slov. Hro-stje = Hrastiach), S. Matteo apost.; - 5. Baisooc (slov. Visoko = Waisach), SS. Vito e Modesto [neUa visita del 1704, era in questa chiesa il « Sepulchrum Domini ex parte looatum », con annessa confratemita dell'Agonia del Signore] ; - 6. Hotemas (slov. Hoté-maže = Eottenasch), S. Uldarico; -7. Vlsevec (Olševek) S. Michele arcangelo; - 8. Lantoc ( = slov. Luže = Lausach), S. Giovanni Battista; - 9. Mitterdorf (slov. Srednja vas — Miit-tendorf), S. Eedegonda. Erano tutte consacrate, e ben prowiste. (Visite ecc.). Oggi sono le medesime. Probabilmente era già pievano pre Leonardo Sax ricordato, 6 agosto 1487 (A. G. P. vol. XII, f. 410). - La visita del 1581 la dice « Pieve intitolata S. Margherita, la quale « è vioina alia chiesa deUa Madonna deUe Monache di esso loco », e che aveva una filiale « Polizza con la chiesa di S. Nicolô ». NeUa visita del 1704, è detto che non aveva figliali, che o'erano in essa tre altari: S. Margherita - S. Anna, - S. Nicolô; ch'era ben prowista, e che i divini uifici venivano celebrati altemativamente in essa e nella chiesa del Mo-nastero distante appena 40 passi (Visite ecc.). Ora è figliale della chiesa della B. V. An-nunciata di Velesovo, ed è chiamata: S. Margaritae in Trata; annesso ha il Cimitero. vibilemi). Pernoetavimus ea die in domo ipsorum. cappellanorum extra monasterium. III^ septembris surreximus et repetivimus monasterium ad andien-dam missam, que celebrata fuit per unum ex cappellanis: et ipse moniales in choro altius posito of&oium cantorum peregerunt, dulcissimis ac sua- ctorus vissimis vooibus, et secundum artem: que res omnibus nobis magne fuit voluptati. Discessum est postmodum de ecclesia, et itum ad prandium psaJientium. in super[c. 65]iore oenaculo monasterij, ducente per manum D. prio-rissa presulem nostrum ad locum ipsum. Fuit ipsum prandium mtro ordine et lautissime paratům, in quo non defuerunt plura et diversa fercula optimi saporis: Trute etiam venerunt ad visitationem pontifiicis et discumbentium: et besterni diei, (quo avide expectabantur) moram, temporis malitia et itineris longitudine excusarunt: Surreximus post plenám refectionem et novissime revisimus ipsas Dominas moniales, descensum nostrum in suo cenaculo prestolantes. Quibus gratie primo cumulatim habite sunt de bona bospitalitate exbibita: 2° non nulla salu-taria monita data: 111° valete in Christo dicto, ac repetito: deoscula- Discessu^ e taque episcopi dextera, equos consceadimus cum venerabilibus dominis SSstetim. arcMdiacbonis Carniole et Cliarintliie^), qui nobiscum in praudio fuere, et suscepto itiňere ad radices montium ambula[c. GS'^Jvimus rersus Oa- ner^^aïuioia rinthiam via, que ducit Villacum^), dimisso subtus monasteriimi d. pie- ' bano Kramburgense ad propria: et tandem ex pluvia madidi, appli-cuimus ad ÎTovum-Forulum^) in vespera, et ex vie maUtia plurimum Novum fessi, descendimus in domum venerandi domini Casparis Eansacb. plebani n'i^c^ar ecclesie S. Marie prope dictum ÎTovum Forum®), cum fido nostro comité iiane domino Archidiacono Carinthiense, et scriba B. domini abbatis Victo- ^)Tl496, 3 giugno. - H vescovo di Caorle era di nuovo in visita nel monastero di Michelstetten, e, ad istanza délia priora e convento, concesse, che, quando resterà vacante la chiesa di S. Margherita « Mense Capitulari vestri Monasterii incorporata », per risparmiaxe tempo e spese, possano presentare il saoerdote da esse eletto aU'Arcidiacono délia Carniola per la conferma, anzichè alla Curia patriarcale. (Visitationum liber 1488 ecc. f. 41, Aroh. Aroiv. Udine). Giorgio Lebeclier arcidiaoono délia Carintia Superiore, e Leonardo Saydel aroi-diaoono deUa Oamiola. ') È, corne vedremo, la strada per il monte Loibl, che s'unisce con l'antica strada sulla riva del Drava, che porta a VUlaoco, presse Kapel. *) Neurmrktl ted. Tréič slov. - Maestro « Alberto de Niwenmarket » è ricordato nel 1220 (Zahn, Stayermark U. B. vol. II, n. 186); e «Tymo de Novo foro civis Eri-sacensis», il 6 giugno 1249 (Iaksch, 1. c. n. 2419). S) Non ai hanno notizie di questa pieve anteriori al 1476, 18 gennaio, nel quai giorno Angelo vescovo di Feltre incaricô pre Martino pievano « in Novo Foro » di dare il possesso délia chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in Kewren (slov. Kovor, ted. Kaier) « prope oastrum Gutenberg », vacante per morte di pre Gregorio, a pre Simone Suorsina, presentato dall'abbate e convento « Fontis S. Marie prope Landestrost (slov. Kostanjevica, ted. Landstrast) Cisterciensis Ordinis». (Registrum GoUationum 1472-1475, f. 41 e 90, msc. Arch. Aroiv. Udine). Questa parrocchia di Kewer è ricordata anche neUe De-cimationes Pontificiae del 1296 (Arch. Vat. CoUat. 131, f. ICI, col. 2). - « D. Gaspar plebanus in Novoforulo prope Guettemberck », lo troviamo ricordato U 25 marzo 1483, Novum Castram. D. Laurentius Peradayrer. Ainnes Paystricz et Moscenich. D. loannes Lamberger. riensis Habuimus hie cenam pro loci asperitate et angustia, abundan-tem, et non carentem bonis piscibus, et post gratiarum actionem, aliqui ex nostris ad cMtaram (que ipsius D. Casparis erat) cecinerunt, recrea-tionis gratia, et ut mestum presulem consolarentur. Sunt in ipso Novo Porulo domus complures ex assidibus structe, et in montioulo ipsi ville predominanti, situm est castrum satis pulchrum, sed non magni ambitus, quod appellatur ]!S"ovum Castrum®). Do[c. 66]minus eius est magniflcus vir d. Laurencius Peradayrer Fluunt a superiore et inferiore parte viUe duo fluvij precipiti quidem aqua et perenni, tructas optimas producente [sic] (ut experti fuimus) : denominatur primus amnis Faystriz secundus qui inferius labitur, Moscenicli : prefata ecclesia S. Marie babet sub se alias tres filiales: et rector (dum vacat) presentatur ex consuetudine per dictum dominům Laurentium et dominům loannem Lamberger'), qui dominium ipsius loci temporale habent. Est preterea ibi altare unumpropriumbabens cappelLanum, qui presentatur per ipsum dominům loannem ®), et confirmatur per oflficium patriarcliale, ut etiam plebanus. Quarta septembris, abivimus ex domo dotis domini Casparis de quando il vescovo di Bagnorea, govematore del patriarcato, accogliendo una sua querela scrisse « capellanis et presbiteris. beneficiatis sub plebe D. Gasparis in Novo forulo.... « qui quotidie fere aufertis sibi partem iurium suorum parroohialium.... » oomandando « restituere omnia ut supra iniuste a vobis ablata et auferta, cum expensis et ampUus » pena la scomunioa (A. G. P. vol. X, f. 538). - 1484, 12 novembre, « Presb. Gaspar ple-« banus in Novo Foro » è invitato restituire o pagare « nobili ser Benedioto Cosiza mer-catore de Laybaoo duo CipM argentei valoris ducatorum 14 ». (A. 0. P. vol. X, f. 722). La visita del 1701, 29 maggio, informa che il campanile della pieve minacciava rovina, e s'era ordinato I'immediato restauro; e la visita del 1704 dice essere questa parrocchia ai confini deUa Carintia coHa Camiola, e che patroni deUa chiesa erano i possessori del Dominio Novoforulense; che la chiesa deUa pieve, dedicata aUa B. V. Assunta, era ben prowista ed in essa eranvi quattro altari: 1. B. V. Assunta, 2. S. Giorgio, con annesso un beneficio fondato dai conti di Somberg, 3. S. Floreano, 4. S. Maria Maddalena; - che nel Cimitero era una cappeUa dedicata a S. Michele Arcangelo, il oui titolo era stato cambiato in quello deUa B. V. del Carmine; - che la pieve aveva soggette quattro chiese flgliaU: 1. S. Andrea nel castello; - 2. S. Oatterina, non ricordata in documenti posteriori, ma potrebbe essere: S. Giorgio in Bistrica-, - 3. 8. Anna soUo il monte Loyban (= Loibl-pass); - 4. S. Giuseppe, che da due anni si stava costruendo sopra il castello, e si spe-rava terminarla in breve perché era grande devozione nei popoU vicini e le limosine af-fluivano {Visite a parte Imperii ecc.). - Le prime tre esistevano invece nel I486; WiKTBiNG = Monasterium 8. Marie Victoriense, soppresso nel 1783 (Kbhb, Germania Pontificia, vol. I, p. 109). Abbate del monastero era aUora Giovanni, del quale si dirà in seguito (nota 5 a c. 51). Chi sia lo scriha è impossibUe indovinare. 2) Deve trattarsi proprio della chitarra e non della cetra. ") Dev'essere Guettemberg (1483, 25 marzo, A. 0. P. vol. X, f. 538). Delia famiglia Paradayrer non trovai notizie. ®) Slov. Bistrica. ®) Slov. Mošcenik. ') Zahn, FamilievhucJi eco. n. 84 e 177. ') Potrebbe essere I'altare di S. Giorgio, se aUa famiglia Lamberger sono succeduti i conti di Somberg, oppure se i Lamberger, più tardi, ebbero questo titolo. ISTovo Porulo superatis pro collatione duobus ferculis, quia alibi refeotio- Ai^ - síve nem habere non poteramus, et venimns ad Oapellam sub arce HoUem-burg 1), agri Carintbiensis citra fluvium [o. 66'^] Trabe, distantia XX mi-liarium a Novo Porulo. Peregimus iter per montem LeubeP), qui ascensu Mons Leubei.. est diffioilis, et descensu laboriosissimus, et discriminosus, postquam ad Dictus mons ima ipsius ventum est, non sine magno et nostro et equorum sudore, ^ríiS^' obtulit se fessis in levamen, fluvius Paistriz, qui ex altissimis descendit vWeňtia montibus, et tanta aquarum violentia fertur ad inferiora, ut non modo inventa et avnlsa ligna pèUat ante se, verum etiam' saxa quodamodo comminuere videatur. Ooacti sumus super quinquagies, eius alveum et impetum modo a dextris, et modo a sinistris adversis et oppositis equis transvadare, quod non est factum absque gravi equorum incommodo et De difficuitate . , , . . . 1 ■ , itineris insidentium pavore: vis enim aquarum ubique magnam saxorum molem in se traxerat, et multotiens equi nullibi pedem iirmare poterant. Supe-rata buiusmodi tandem fluvij difficuitate, cepimus ascendere alium montem, ubi repperimus [c. 67] aliam aquam se per vastas riipes et invia saxa precipitem dantem, cuius tantus est strepitus, murmur et coUisio, ut magnum iteragentibus timorem ineutiat: ipsius tamen violentiam ligneo ponte superavimus. Quid amplius dicam ? Tanta fuit malitia itineris presentis diei, tantaque angustia, ut nullibi maiorem in banc usque boram expertus sim. Accessit et alijs difflcultatibus iovis indignatio, qui indeûcientem pluviam in nos superinduxit: dimisere etiam aKqui ex nostris equis pedum munimenta, paulo ante congrue firmata. Applicui-mus semivivi ad ipsum locum Cappelle ex ante acto labore et bora re- Locus CappeUe. fectionis plus equo dilata: ubi deficiente triticeo pane, panem ex pura] Panis siligine et admisto saraceno, avide sumpsimus. Dicet forte aliquis, '' Oaprulanus presul et Sanctoninus secretarius, vadunt ad gaudia et ad tbesauros comparandos libentissime: vere si,recte considerabit [0. 67"^] liquido cognoscet alemanicis ferculis, plus feUis quam dulcedinis admixtum esse, et si aliquid auri vel argenti comparatur, non sine sudore, non absque periculo et gravi incomodo coUigitur. Pernoctavimus ipso die apud dictum locum Oappelle cum domino Arcbidiacbono Vilacense^) Loeus Cappelle sub arœ Hollemburg; ted. Kappel a. d. Drau (Witte, 1. c. p. 83, n. 70) è ricordato nel marzo 1169, quando da Villacco il patriaca Ulderico, col consenso di Volrioo pievano di Cappella, distacoô da questa pieve la chiesa di S. Giovanni Bat-tista neUa villa di Gansdorf (= Gostinsdorf) e la uni al monastero di Viktring. (Iaksch, 1. c. n. 1123). - Del oastello di HoUenburg (Wîttb, 1. c. p. 25) si ha notizia nel 1142, quando Bernardo conte di Carintia e sua moglie Cunegonda, fondatori del monastero di Viktring, donarono a questo « apud S. Donatum in prefata vaUe Vitringen.... quatuor cubas que, quia fuerunt Swikeri de Holenburch, pro ipsis dédit ei iuxla ecclesiam « Sanati Oangolf, Castro suo vicinam curtem stabulariam unam etc. ». (Taksch, 1. c. n. 749). Di questa chiesa di S. Gangolfo non trovai altre notizie. - Vedi: Ostem. Kunst Topograph. I band. pag. 123 e 476. Ted. Loibl Pass m. 1349, nei documenti Loibl, Lowel, Leuuel, Livbel. (Iaksch, 1. c. Osterd. Kunst Topograph, ecc. I, p. 183). ®)^Dev'essere il Loibl affluente del Drava. *) Era Oiorgio Lebecher. Plebs S. Zenonis : Censualis Monasterij Victoriensis A,q.ml©ieiiai điocesi. in Ins Capituli Oivitatis Austria indebite đistractum. Pulchra ecdesia D. loannes abbas V"ictoriensis. Ceti pisces. Descriptio provincie Oamiole. duce et bono comité itineris nostri, in. domo venerabilis I>. Petri Hoffman i) perpetui vicarij in ecclesia panochiali S. Zenonis einsdem loci, qui erga nos pium sei et liberalem exhibtiit, et nobis qnantnm de sua paupertate potuit, humanissime comunioavit: absque omni precio et remuneratione. Ecclesia ipsa S. Zenonis satis pinguis est: et in aquilegense dioecesi sita, sed censualis monasterij Victoriensis ei proximi, a XL annis citra alienata pro certa summa pecuniarum per Capitulum Civitatensem, cui tunc erat adnexa: ad qtiam ecclesiam B. dominus abbas dicti monasterij quando datur vacatio plenam babet collationem [c. 68] ex indulto (ut aiunt) apostolico 2) : bio locus est in plena ralle situs et paululum distat a flumine Trabe®), que ecclesia singularis est pulcbritudinis. Hie E. I>. Abbas Victoriensis loannes nomine^) vir in omni virtute probatus et liberalitate conspicuus 11® noctis bora, comperto de adventu presulis nostri familiarem suum ad nos cum cetis optimis misit. Superest iam ut de provincia Carniole (ex cuius finibus bodie ces-simus) aliquid dicatuj®). Provincia ipsa ad quinquaginta miUiaria pro- I486, 6 settembre. Ad istanza di pre Pietro vioario in Cappella, il vescovo di Caorle invitô Elena figlia di Clemente di Sireohach a presentarsi a lui in. VUlacco U giorno 9 settembre, per sentir pronunciare la sentenza d'invalidità del suo matrimonio (A.C.P. vol. XII, f. 299). 2) La pieve di S. Zenone in Kappel fino al 1448 era unita al Capitolo di Cividale del Friuli {Oster. Kunst-TopograpTi. I, p. 135). NeUe Definitiones Capituli Civitatensis (1439-1449) si legge: « MCCCCŠLVIII, 2 maij, post Vesperas. Super concordando factum « Capelle S. Zenonis in chapel. Auditis d.nis loanne de CapeUa, Camuoio, Antonio Andri « canonicis et D. Antonio de Nordijs deputatis dicentibus et referentibus devenisse ad « prestitum videlicet quod parte d.ni abbatis de Victoria est contentus dare ducatos VII « centos et duc. XXXVI quos portavit nunc pro pensione. Et ipsos ducatus VII cen« turn vult dare videlicet III centos ducatos expeditis bullis, 11 centos ducat, in S. Geor-« gio future et residuum videlicet duo. II centos in alio S. Géorgie proximo futuro, et « nunc puntualiter vult dare ducatos Ulos XXXVI. Definitum fuit per capitulum consi-« deratum quod a XXXta annis citra nichil receptům fuerat et quod Capitulum plurea « expensas tam in Curia Romana quam apud D. Imperatorem quam Venetijs et alibi « fecerat. Item multis aliis racionibus et presertim ista racione quod cum ipsis pecu-« niis potuerint cum statim eini redditus in Patria (cioè in Friuli) qui utiliores erant, « et satis plus, cum sit et foret dicta possessio in dicto loco si ipsa omni anno daretur ». (B. Museo di Cividale, mscr. n. 270 A, f. 79). 3) Trahe = Drava, ted. Drau. Per il monastero dei Cisterciensi in Viktring (= Victoria). V. Kehe, Germania Pontificia, vol. I, p. 109. - Hohenatjeb,, 1. o. p. 311, n. 1. - Oster. Kunst-Topogra/ph. I, p. 362 ecc. - L'abbate Giovanni è detto « abbas intrusus » dal 1 aprile 1482 (Lindner, Monasticon Metrop. Salisburgensis antiquae, p. 97; - Ianausohbk, Originum Cistercien-sium, I, p. 68); è detto invece « abbas Victoriensis », il 21 novembre seguente, quando U vescovo di Bagnorea lo incaricô di assumere i testimoni nella causa tra l'abbate di Ar-noldstain e Giovanni Radel pievano di Hermagor. (A. O. P. vol. X, f. 626). ») Descrive solamente la Carniola superiore, perché questa sola visitô, « in qua flu-« men Savus ortum habet et Naupontus, qui Ladatus hodie appellatur, et aUi plures «fluvii». (Enea Silvio, De Europa, c. XIX; Opera omnia, ediz. Basilea, p. 409). II Naupontus di Bnea Silvio credo sia il Naii-TtopToç di Strabone (G. I. L. III, p. 473 e 1729), e, siccome era allora chiamato Ladatua, corrisponde al fiume Laïbach. Il Santonino, a tenditur, et in decern miliaribus latitudo eius terminatur: ipsius princi-pium habetur in vertice montis Lenbel et desinit inxta Laybacum: habet pnlcliram planitiem et frugum feracem, sed discontinuam, interdum enim per earn surgunt colles qui ad pasena et prata Ugnorumqne nsum non sunt inutiles: Abundat preterea piris et malis diverse spetiei super modum, nucibtis autem [c. 68"^] non multum: reperiuntur etiam persica coloris et saporis non aspernendi, sed non multa, vinee quoque sed De Tineis. rare acerbam uvam ferentes. Servatur fere ubique sclavum idioma: sunt De Sdiomate fere omnes utriusque sexus formosi albique coloris, et est sciendum ^rn^o'am™™ quod ipsa Carniola montium obice a CbaTintliia separatur, que a ver- ae^re™™ tice dieti montis Leubel infra, se offert. Eeperitur etiam paulo post principium descensus ipsius montis Leubel ecclesia S. Leonardi de Carintbiai), ad quam magnus fidelium concuxsus Ecdesia s. Leo-babetur propter multa et varia miracbula que omnipotens Deus ope- ^ ratus est, et in dies operatur, ex meritis et intercessione eiusdem S.sui Leonardi, et innumerabilia quodamodo ferrea impedimenta, manice, com-pedes, et alia vincula in ipsa cernuntur ecclesia, per solutos et liberates iUata. Quinta ipsius mensis, audita missa [c. 69] recessimus e loco predicto, piebs et profecti sumus via plana distantia miliarium XII. ad parrocMalem ecclesiam S. Micbaelis prope arcem Eosecb^), transitumque habuimus Castram per vallem Eosarum, que perpulcbra est et plana®): fluitque per medium, vaius Řosarum. amnis Drave sive Trabe. Eo in loco nobilis et magnificus dominus Andreas fiuvíus Dra^e. Eaynocber prefectus arcis de Eosech, nostrum visitavit episcopum, d. Andreas qui post salutationis verbum, videns nos nondum habere paratům pran-dium, cum iam bora esset meridiei, propere duos famulos (qui secum descenderant) ad arcem remisit: qui paulo pošt redeuntes: alter vas omcipn -riri ligneum plenum natantibus rutinis, alter vasa bina vini albi optimi ex Oormono delati, attulit: quibus idem nobilis prompto animo, et sereno Eaynocher. nobilis. quanto pare, da qui il nome di Carniola solo al territorio comprendente le valU del /Sam e dello Zeier o Polander. 1239, 2 novembre - Sittieh - Bertoldo patriaroa di Aquileia donô questa chiesa al Monastero di Viktring, con tutte le decime dei novati ed anche il giuspatronato che era stato di suo fratello Enrico marchese d'lstria (Líksch, 1. o. n. 2184 a 2789. - Pa-saHiNi, Bertoldo di Merania eco. in « Memorie storiohe Forog. » an. XVI, p. 40). - L'ospe-dale annesso alia chiesa, e voluto dal patriaroa, è detto nel 1251, 10 aprUe: «hospitale S. Antonii in Bokesruke ». (Iaksch, ivi, n. 2461; - Hohbnatjbk, o. c. p. 314, n. 16; -OsTEEE. Kunst Topogr. I Band. p. 170, St. Lemharl am Loibl). Bosegg, ted. Bozèk slov. (Witte, p. 89 e seg. n. 85). - Alia donazione del reddito di 10 marche nella villa di Zwenkach (= Suetschach ?) all'abbazia di Viktring fatta da Swikero di Holenburch - 4 giugno 1238 - era testimonio anche « dilectus avunculus meus Swikerus de Easeke ». (Iaksch, o. o. n. 2163). - 1474, 9 aprile, è ricordato «P. Petrus B-aybniczer plebanus ad S. Michaelem in castro Eosech» {A. C. P. vol. V, f. 48), ed anche 1475, 28 novembre (Ivi, f. 262). ') Bosental ted. *) Raynocher Andrea. Per la famiglia Baunach vedi nota 2 a p. 208. ') È il vino del Coglio (dei colli ad oriente di Cormons) celebre anche ai giomi nostri. D. Achatiua Lavinger plebanus. D. Udclricus Comes de Sciaburg. vultu, ipsiim donavit episcopum, et quod non minus fuit, coquinam ingressus, pisces eiusmodi optime disponi fecit, et demum ad mensam, in, qua oum domino G-eorgio Lebeclier At[c. dQ'^Jch.idiacono vUaoense sedebamus suis manibus protulit: sedit et ipse nobiscum et dulcibus et liumanis verbis prandium nostrum prosecutus est, ex quo parum quid non nisi rogatus sumpsit: Admirati sumus profeoto omnes ipsius viri humamfcatem, qui optimis moribus institutus veram nobilitatem suam, et vultu, sermone et opere plurimum exornat, atque ostendit. Ecclesia ipsa beati Mickaelis.pulchro edificio surgit i): est in ea plebanus d. Aeba-tius Lavinger ex nobiU genere ortus : et vioarius I>. presbiter Simon perpinguis sacerdos, qui nos plana fronte excepit. Habet ius patronatus in dicta ecclesia nobUis dominus TJdolricus comes de Sciaburg et sui, quorum auctores (ut relatum est) arcem et plebaniam, propria impensa fundarunt: confirmatio vero plebani pertinet B.mo D. meo®). Eecessi-mus hinc sumpto prandio, venimusque Villacum^) distantia "VII vel circa miliarium, via facili: occurrerunt Antistiti nostro complures pre-sbiteri ex oppido [c. 70] Villaceuse ad pontem fluminis GUe, qui per miliarium iuxta locum ipsum labitur: descendimusque in domum plebani 1) L'arcidiacono di Villacoo, Ernesto Cuneto, che la visitô nel 1659, c'informa ch'era lunga passi 33, larga 12, oh'era tutta deoorata e dipinta con immagini di santi, aveva tre altari, il battistero di pietra presso la porta maggiore a cornu evœngéUi-, e presso la chiesa era il campanile di pietra, alto, con tre campane sonore. ( Visite ecc. 1. c. - Osterr. Kunst Topograph. 1° band. p. 297). D. Acacio Lavinger (o Leininger) successe al pievano Raybniczer dopo il 16 gen-naio 1476 (Arcid. Carint. busta 1, Bosech, n. 1). Dal vicario del patriarca di Aquileia Domenico Grimani, Francesco Mazone, il 25 aprile 1498, « presb. Acacius Leininger « decretorum doctor et artium magister, plebanus S. -Marie vaUis Gail, S. Michaelis val-c< lis Rosarum sive in Rosech, S. Stephani apud Vinchenstain », venne nominate arcidia-cono e giudice foraneo delle pievi medesime (A. C. P. vol. XX, f. 171). Di questi conti di Sciaburg non trovai notizie; il visitatore del 1659 dice che al-lora patrono deUa chiesa era il conte RodoHb Annibale di Raittenauh, buono e zelante cattoUco. NeEa visita del 1670 è detto che il conte Rodolfo Annibale de Raittenauh, patrono della chiesa, era morto senza prole, a BasUea in Svizzera, e s'aspettava quale sarebbe stata la mutatio dominii de Rossegg. È detto, che era ancora incerta ed ambi-gua la successione nel dominio di Rossegg, nella visita del 1673; mentre il visitatore del 1680 dice, che patrono era il sigr. Giorgio Nicolô conte di Rosemberg ed Ursini. Nel 1695, l'arcidiacono di Garintia Filippo Giacomo Reischl asseriva che: «lus presentandi K et advooatie in plebe S. Michaelis prope arcem Rosech est penes Ulust. et Excel. D. Co-«mitem Fridericum ab Ursinis et Rosemberg». (Visite 1. c.). ") Villacco, ted. Villach (WrrTB, 1. c. p. 56, n. 16), e la sua chiesa dedicata a San Giacomo sono ricordati nel 1136, 27 febbraio (Iíksch, 1. o. n. 673), ed i diritti dei vescovi di Bamberga sulle chiese di S. Giacomo e di S. Martino di VUlacco « et eas que « in Canali sunt », li troviamo confermati dai papi Celestino III, - 1197, 1 febbraio, ed Innocenzo III, - 1203, 24 dicembre - (Iaksch, ivi, n. 1472-1658). H célébré mercato che si teneva in Villacco per quattordici giorni prima della festa di S. Giacomo di Luglio - 25 - ed altrettanti dopo fu confermato daU'imperatore Federico II neU'agosto 1225. (Iaksch, ivi, n. 1822). - Per l'arte in ViUacco, vedi: Kunst-Topographie des Herzogthums Kamten, pag. 370-387, I, band. residentie deputatam i), ubi a venerabili domino Michaele Tenghier mo- d. michael demi plebani vicario quam immane suseepti fuimus, et ad sufflcien-tiam recreati. VIII. Idus septembri» surreximus et ecclesiam sancti lacobi dicti BasUica s. la-oppidi (que in locum parrochialis eeclesie sancte Marie extra id oppidum ^^ posite successisse videtur) iutraTimus, jbique plures Missas et uuam in cantu optime celebratam audivimus. Est ecclesia ipsa magna, et alte/ elevata, totaque et in navi et in alis firma testudine perpetuatur Sunt in ea capeUani oeto ordinarij ultra vicarium, qui domini plebani Quatuordedm supplet absentiam: sunt et alij sex extraordinarij qui aUquibus nobilibus ecdešlf®^ et confraternitatibus deserviunt, et ab utrisque quotidie fere in prefata ""^„""^^trl®^®"^" ecclesia celebratur cum magna profecto devotione vicarium. La casa del pievano era in Villacco allora, ma la chiesa délia pieve era queUa d i Santa Maria in Gila (= Maria Gail) deUa quale parleremo. S. Giaoomo di ViUacco era una filiale, e fu taie fino al 1526 quando fu oocupata dai protestanti. In quest'anno - 1526, 10 agosto - i magistrati di Villaooo in nome deUa Comvuiità, feoero una convenzione coi signoři di Dietrectstain, asserti patroni délia pieve di S. Maria in Gail, per la quale la filiale di S. Giacomo veniva staooata dalla pieve, ed aUa Comunità di ViUacco veniva ceduto dai signoři il diritto di patronato deUa filiale, che chiamarono parrocchia. Ai primi di novembre del 1594 il patriarca Francesco Barbaro, sotto la protezione del vescovo di Bamberga, signore di ViUacco, potè visitare la città, e non ostaňte le proteste del Conte Giorgio di Diectrestain, che diceva avere i suoi maggiori ottenuto il diritto dell'impera-tore Sigismondo, e del Console e Giudici di Villacco, che sostenevano doverla essi in que-sto caso consegnare al Conte, il 4 novembre entrô neUa chiesa, ne ammirè 4a struttura ed avendo trovati tutti gli altari violati eccettuato uno, stabili di riconciliarla il seguente giorno 6 e di consecrare l'altar maggiore. Il 5 novembre, considerato, che i signoři di Dietractstain ed i reggitori di Villacco erano eretici e fautori di eretici, il patriarca de-cretb di togliere aUa comunità il diritto di eleggere e presentare il parroco, e lo diede al vescovo pro tempore di Bamberga, riservandosi il diritto di esaminarlo e confermarlo. 11 7 novembre, il vescovo di Bamberga, per mezzo del suo Vicedomino presentava al patriarca par la cura di Villacco P. Gregorio Colar da Gorizia ed il patriarca lo approvô e lo investi. {Visita Barbaro ecc). È descritta nella visita del 1659, ed è detta: « ampia, magnifica, lunga passi 70 e larga 30, a tre navate divise da dieoi colonne, con sei eJtari (dei quali.ci occuperemo) e l'organo in fondo aUa Chiesa». - Il visitatore del 1672, dice: « È situata nella parte superiore délia città in luogo amenissimo, fu restaurata da poco tempo (1670) aU'esterno daU'alto in basso cosi che sembra nuova; e nell'interno furono poste le nuove pile del-l'aoqua santa in pietra. Negli atti délia visita del 1686 leggiamo: «Anne 1679 in festo « S. Mariae Magdalenae in inferiori suburbio grave incendium ortum est in domo aHcuius « lanionis, negligentia unius vetulae, quod breviter totam Urbem comprehendit, ubi « et teota Turris et Ecclesiae a flamma exusta sunt, et nihil nisi domus parochialis et «scholaris mirabiliter conservatae sunt, reparatio constabit 2000 fiorenorum ». E la visita del 1695 soggiimge questa nota: «Ecclesia parrochialis S. lacobi per terribilem « terremotum anno 1690, quaita decembris in festo S. Barbarae totaliter destructa est; « sed (Deo sint laudes) totaliter restaurata, itaut pulchrior Ecclesia per totam Carinthiam « non sit videnda-, et in omnibus paramentis noviter ad splendorem provisa. Turris etiam « per terremotum est totaliter destructa, et necdum in integrum restaurata, saltem iterum « sunt afíixae Campanae et auditur horologium noviter per 500 libellas emptum ». ( Visite ecc. 1. c.). Per l'occupazione délia chiesa da parte degli eretici (1526-1594), tutti i benefici 13. — &. Vale, Itmerario Santonino. D. pie-banus vio- Ipsi Ordinarij capellani suos cubienlos habent in dieta domo plebani, ^swteîis! omnibus ab eo cibi [c. 70^] potusque impensa đatm-. Quando dominas De introitibus plebanus suo in loco facit residentiam i) ultra ducentos quinquaginta De^ftesauro'i* ^ucatus peroipit 6x ipsa ecclesia: que est multis paramentis perpulchris oruamentis et XX et amplius callcibus nec non crucibus tabernaculis et alijs argen- 6ccí6si6. teis vasis, et statuis S. lacobi et S. Andree ex solido et puro argento ornata; missalia quoque et libres alios in cantu in magna copia baben-De jiumero aî- tur 2). Connumerantur in ea altaria XIIII pulcberrimas palas sive anconas orgaSa magna, babentia sunt inibi etiam organa magnam dulcem et consonam vocem Torris babeutia: est et turris in inferiori parte basilice, ab ea tamen a principio campanarum. geiuncta, quadrato lapide a summo usque deorsum optimo et pulobro De numero artificlo consumatai que campanas quinque sonum congruum babentes campanarum. gubstiueut Quid dicam amplius ? Talis est turris, qualem nec Venetijs memini conspexisse. Habentur insuper ultra diotos sacerdotes in dicta Schoiasticns et ecclesia, scolasticus cum cantore subventore et locato, qui multos pueros Sitor! "" t®- ill cantu exercent, et qui dietim maiori misse cum suis discipulis et alijs cantoribus intersunt, a quibus omnibus, cborus profecto angelicus eifîcitur et representatur, cum in eo dulcissime voces armoniam quam-dam facientes audiantur : de quo quidem cboro, nec ordinarij nec extra-ordinarij cappellani se impediunt, sed tantum missas celebrare tenentur De stipendio ©t vcsperos loco sacerdotis, qui prelátům ad altare representat. Habet Cantor''"t suo scbolasticus ipse pro suo annuo stipendie ducatus L^® ultra expensas prebenda^^t' cautor vcro et succentor prebendas, et singuUs diebus in domo fercula. soomparvero. Le visite dal 16H al 1676 informano, che alla cura di Villacco assiate-vano solo il parrooo ed un cooperatore, e dal 1686 in poi, il parroco e due cappellani. (Visite ecc.). Pievano allora era D. Leonardo de Ernaun o Hemauer, sucoeduto dope il 12 maržo 1478, a d. Giovanni Kraus. (A. C. P. vol. VIII, f. 273v). Negli atti deUa Curia è ricordato la prima volta il 19 maržo 1479, quando il vicario patriarcale gli con-cesse di star lontano dalla pieve fino all'aprile 1480; e delegô come suo vicario «ad « curam animarum dicte plebis et parochie tam in Gila (S. Maria) quam in ViUaco », pre Giovanni Grebmer (A. G. P. vol. IX, f. 271). Lo troviamo ricordato nel 1489, 4 novembre (Ivi, vol. XIII, f. 484) ; ma il suo successore D. Aoacio Leynninger ci compare solamente U 10 aprile 1494 (Ivi, vol. XVII, f. 182t). 2) Di tutto questo tesoro il visitatore Francesco Franco nel 1611, 4 giugno, trovô neUa sacrestia, situata a cornu epištole deU'altar maggiore, decente ed ampia, solamente cinque calici, 30 pianete di varii colori ed in una cassa calici e cose preziose « quae insere-bantur olim paramentis ecclesiasticis ». Ernesto Cuneto neUa visita del 1659 notb che nella sacrestia si conservavano 31 pianete, 4 piviali e 4 dalmatiche, 7 calici d'argento dorato, un grande e belUssimo ostensorio d'argento dorato, un grande ciborio pure d'argento dorato. DeUe statue di S. Giaoomo e di S. Andrea non si parla più. 3) La visita del 1611 e 1626 notava otto altari, quelle del 1665 e 1667 sei soli; quella del 1676 e le seguenti ne notano pure otto; ma deUe bellissime ancone non si parla più. La visita del 1626, 4 maggio, informa che aUora si stava facendo la cupola del campanile; la visita del 1659 fa sapere che il campanile era aderente alla chiesa, che era alto, con cinque campane e l'orologio; il visitatore del 1676 riporta la tradizione, che la parte inferiore del campanile sia il resto di vm castello edifîcato dai Pagani (dai Romani ?) e soggiimge che era alto, con cinque campane abbastanza grandi e l'orologio (Visite ecc.). plebani quinque fercula, tria in pranđio et duo in cena: cermintur Magister Tho-preterea in ipsa ecolesia tabule due que apud nos ancone dicuntur, to?. " ® manu magistri Thome insignis ao singularis pictoris (qui est alter ApeUes) composite i) : in quibus iudicares vivas et non colore simulatas ymagines: Est pictor ipse oppidanus vUlaoensis, ibique artem suam [c. Tl'^] didicit et consenuit: Est vir humilis stature, placidi vultus, et recte conscientie, tenuisque fortune, quia sepius (ut aiunt) labores suos gratis impendit, cum debitum solvere de piano récusantes iudicialiter non conveniat. VII Idus septembris, post exactam noctem, Sanctoninus mane sur-rexit et in prefatam ecclesiam se recepit, ubi solemnis missa per scbo-lasticum et collegas decantata est, in bonorem sacratissimi Corporis Christi: ad quam audiendam, omnis populus Villacensis confluxit 2). Missa De missa soiem-eiusmodi qualibet quinta feria decantari cum omni solemnitate consue- Sa^feriT^d^efS"-vit: sed ante misse introitum celebrata fuit devotissima processio in ^'"c^îp^™"' ambitu ecclesie, in qua precedebant scholasticus cantores et pueri psal- ^^^ pg^^^ intra 1). Conspioiuntui ex dicto monasterio vasti et asperi Gravissima. Ex. montes positi e regione, quorum magna pars, ex terremotu qui emersit de anno Domini 1338. in die conversionis S. Pauli, miserabilem ruinám [c. 79"^] dedit, et novem parrocbiales ecclesias et XVII villas ipsi monasterio subditas, oppressit: quarum nullum amplius vestigium visum est. De eversione Hoc etiam terremotu, totum Villacensem oppidum collapsum est, et oppidi ViUaci. jj^uiiu^Q^ edificium super terram remansit, excepta cappella Carnarij in cuius cripta mortuorum ossa servantur. De his antiquissimas vidi scrip-turas, quibus plena fides est adbibenda, ne me fabulas aut somnia scrip-Castrum Bos- sisse putes : aiunt preterea ex ipsorum montium ruina, castrum dictum serlennburg ip- ^ , , , . ■sa montium rui- Bosserleunburg apud eos situm corruisse'^). na oppressum. Degli oggetti ed arredi sacri della chiesa abbaziale di S. Giorgio di Amoldstein, non troviamo cenno nelle visite posteriori. Nella visita fatta dal 28 febbraio al 3 marzo 1588 del vescovo di Trieste all'Abbazia, si dice che il SS. Sacramento si conservava « in annadio in muro struoto, serico veluto rabeo obducto honorifice, in vase argenteo »; che nella chiesa eranvi sei altari, nella cripta I'altare di S. Benedetto, violato, e due altri altari violati nelle due sacrestie; che le reliquie erano mal tenute in vasi di vetro e di stagno, e pur mal tenute erano le soritture e privilegi del monastero; che la chiesa era spoglia ed i locali del monastero male in ordine. Non si cantava I'uf&oio divino perché manoavano i libri ed i monaci erano solamente due oltre I'abbate Giovanni Beeleijn, nominato dal vescovo di Bamberga nel 1580. Nel monastero oltre i due monaci vivevano anche il parroco di S. Lambcrto, 11 maestro di souola, che oltre il vitto riceveva I'annuo compenso di 26 fiorini, e due servi. L'organista, che riceveva I'annuo compenso di 200 fiorini e sua moglie erano luterani. (Visita ecc. - Kumt-Torographie des Herzogihums Kamten, I", pag. 11). Questo disastroso terremoto non awenne nel 1338, come afferma il nostro, ma il 25 gennaio 1348 (De Rubbis, Mon. Eccl. Aquil. appendix p. 42). Giovanni Villani (Historie florentine, lib. XU, c. CXXII, in « ii./. S. vol. XIII, 1001-1002») riferisce: Di grandi tremuoti, die furono in Frioli, e in Baviera, e in Chiarentana (= Garintia), e per quest'ultima regione informa:... « Uno monte grandissimo dov'era la via, ch'andava « al logo d'Orestagno ( = Amolstein), si fesse e parti per mezzo con grande rovina, rom« pendo il detto camino. E Ragni e Vendrone (Bain e Federaun ?) due castella con più di 4 « ville che sono sotto il contado di Gorizia (cioè possessi del conte di Oorizia) intorno al « fiume Glieglia (= Ctaïl), sono rovinaté e coperte da due monti, e quasi tutte le genti di « quelle perite. La città di Villaco in Frioli (sic), vi rovinarono tutte le case, se non « fil una d'un buono huomo, e giusto e caritatevole per Dio. E poi del suo Contado « più di LX sue tra CasteUa e viUe sopra il flume ďOtri, per simile modo detto di sopra « sono tutte rovinaté e sommerse da due montagne, et piena la valle, onde correa il « detto fiume per più di 10 miglia, e '1 Monistero di Restagno (Amoldstein) rovinato e « sommerso, e mortavi molta gente. E '1 detto fiume non avendo sua usoita e corso usato, « al di sopra ha fatto uno nuovo e grande Lago (ora non esiste e non è segnato neppure nel Theatrum Orbis Terrarum dei Blaeu [Amsterdam, 1645, vol. I, 56] un lago in questi dintomi). « NeUa detta città di ViUacco molte meraviglie v'apparvono, che la gran piazza « di queUa terra si fece a modo di croce, deUa quale fessura prima usci sangue, e poi acqua « in grande quantità. Et nella chiesa di S. lacopo di quella città vi si trovarono morti « 500 huomini, che v'erano fuggiti, sanza gli altri morti della terra, che furono più delle « tre parti degli abitanti. Gli altri scamparono per divino miracolo, i latini, e forestieri, « e poveri.... ». Il fiume Otri non lo saprei identificare. ') Wasserleonhurg mv. Arnoldstein (Iaxsoh, 1. c. n. 2541-2). II Villani (1. c.) dice: Sunt preterea vinee due non longe £b monastcrio in aprico posit g, yínce Monaste-romano vallo (ut ita dicam) munite, ex quibns (ut dominus abbas retnlit) preterite anno percepit et collegit tantum uvarum quod ex eis pressa sunt ad quinquaginta congia acetosi vini: uve enim ipse ante quam ad debitam maturitatem perveniant frigida hieme preverduntur [c. 80]. Huius diei in dicto monasterio insomnem duxi noctem ob pulices et Sonctoninus cimices qui adversum me inmimerabilem excitarunt exercitum, cum quo SaSerij continue pugnare coactus sum, et tandem victus et fessus mane surrexi, maledicendo abbati et suis indiscretis animalibus. Idibus septembris E. dominus Antistes recessit ex domo venerabilis 1>. Urbanus domini Urbani Bramiez i) plebani S. Steptani vallis Gille, in qua pre- nus s', stepha-teritam noctem peregerat et paulo post solis ortum ascendit ad novam eoclesiam positam in monticulo satis eminenti prope arcem Yincben-stain^), quam dedicavit cum maiore altari in honorem S. Canciani et cum aliis duobus quorum unum a dextris positum consecravit in Capi>eiia bonorem S. Crucis, aliud a sinistris in memoriam S. Ursule et Anne, ' "" in quibus reclusit reliquias S. Protbi, Hyerionis et sociorum ac Ane-stasie et aliorum multorum. [c. SO'^] Ecclesia ipsa íilialis est eoclesie Ecciesie s. ste-S. Stepbani, que alias XIII babet sub se Absolutis sacris descendimus xiiiî fiîia™" de monte et fuimus in prandio in domo dicti presbiteri Urbani, in quo non pauciora 8 ferculis apposita sunt: sederunt cum pontifice in mensa (t II castello di Lamborgo, ohe era in montagna, si scommosse, rovinando fu trasportato « per lo tremuoto da 10 miglia del luogo dov'era prima, tutto diafatto ». Dev'essere stato poi ricostruito e nel 1481, 14 novembre, Leonardo Plager era « prefectus castri in Lum-« berg », e « manus violentas iniecit » su prete Enrico Haman priore del monastero di Arnoldstein {A. C. P. vol. X, f. 403 - Zahn, Familienbuch eco. Lamberg n. 84 e 177). È questi quel pre Urbano « plebanus s. Stepbani sub Finohenstain », oontro il quale Paolo Santonino, procuratore di pre Giovanni Premin vicario in Villaoco, pre-sentô querela al vioario patriarcale, 1481, 29 marzo, per obbligarlo a pagare un debito {A. G. P. vol. X, f. 108v). Lo troviamo poi rioordato il 13 maggio 1489 col cognome Bramiez {Visitaiionum liber eoc. f. 12) ed in seguito - 1492, 17 gennaio - col cognome Vrawicz (A. C. P. vol. XV, f. 302), Wrainicz {Visitaiionum liber ecc. f. 25 - 1492, 15 settembre) e Wraynicz {Ivi, f. 39 - 1494, 4 maggio). 2) Finckenstsin (Witte, 1. c. p. 88, n. 82, e p. 104, n. 118) è ricordato nel 1180 (Iaksch, 1. c. n. 1269). St. Kanzian am Berge = St. Cantian in Oëraut = Kanzianiberg. La visita del 1659 dice : ohiesa bella, ampia, a tre navate, con torre alta di pietra e tre oampane, e con tre altari. Nella visita del 1667 è detta « valde pulchra », situata sul monte e con l'atrio sul davanti, ed in varii tempi deU'anno era grande e devote concorso di pellegrini. Il visita-tore del 1673 s'accontenta di ammirare la posizione, « sita est in sat praecelso et iucundo monte». {Visite ecc. - Osterr. Kunst. topogr. I, p. 17 e 135). Si chiamava anche «plebs S. Stepbani sub Castro Vincbenstain » (.4. C. P. vol. II, f. 56v), oppure « plebs ad S. Stepbanum prope Villacum » {Ivi, vol. IX, f. 432), ed anche «ad S. Stephanum in Vincbenstain n {Visitât, liber ecc. f. 39). n visitatore Francesco Franco - 1611, 11 giugno - nota che aveva tre altari ed il battistero in pietra nel mezzo. Nella visita del 1657 si dice, ohe era lunga 35 passi, larga 18, aveva tre altari, il campanile grande e massiccio con tre buone campane, e ch'era patrono il conte di Dietrech-stain; e nel 1659 è detto ch'era stata ampliata con l'aggiunta di ima cappella. Delle 14 chiese figliali di oui parla il Santonino, la visita del 1659 ne ricorda solo sette: 1. S. Mar- D. Sigismunđus Schodel. D. Mathias a Turre Civis Vil-laci. Cappella S. Ludovicî. Rus Lrozachi. Cappella S. Udalrici. Piscis optimiia. domimis Georgius Arehidiaconus : Magniflcus dominus Sigismundus Scliodel, prefectus arcis Yincenstain, cmn quo post prandium recon-ciliavimiis dictum dominům Urbanům, qui antea ad invicem dissidebant, occasione unius misse, qualibet quinta feria in dieta arce celebranda, gratis (ut idem dominus prefectus) et pro una libra denariorum alema-norum (ut plebanus) afi0,rmabant. Postmodum inunctis per dominům episcopum aliquibus, equos ascendimus: et Villacense oppidum repe-tivioius. XIIII mensis E. dominus pontifex dedicavit et benedisit capellam cum altari nobilis domini Matbie a Turre civis villacensis positam in ecolesia S. Margarite, loci [c. 81] tratrum min-orum predicti oppidi, in titulum et memoriam sanctorum Ludovici, Valentini, Bulfgangi, Eocbi, et omnium sanctorum, et in altari recondidit Eeliquias S. Mathie et Andree apostolorum et iiii sanctorum, XI IVIillium Virginum, S. Crucis et S. Agnetis, et ultra ipsas reposuit capsulam veterem reliquiarum acceptam ex altari S. Ludovici antiquo, quod situm erat in introitu claustri dicti loci et conventus, et post meridiem contulit sacramentum conflrmationis numerosissimo populo: in ecclesia S. lacobi de Villaco. Quintadecima ipsius mensis E. dominus presul equitavit ex Villaco ad villam de Lozacho sub castro Vincbenstain, distantia miliarium 6. ubi in ecclesia S. Udalrici que fllialis est plebis S. Marie valis Gile i), consecravit altare maius in bonorem sanctorum Udolrici, Osualdi, Viti et Martini, et aliud altare dicavit in titulum sanctarum Marie Magdalene [c. 81"^] et Ursule, in quibus altaribus recondidit de sacris reliquijs S. Prothi martiris, Hierionis et sociorum, ac S. Anestasie, quam etiam ecclesiam violatam prius reconciliavit, et babita prandij refectione, redijt ViUacum. Hoc die, Sanctoninus equum non ascendit sed domi remansit, scri-bendi ofiScium pro E. D. Georgio Arcbidiaoono in suis negocijs impen-surus^): a quo in levamen laboris, ad cenam unius trute appendentis libras quinque, cum domino loanne Preylicb optimo sacerdote et iiii aliis gherita nella villa di Makstitz con due altari (Witte, 1. c. p. 88, n. 82b; - Oaterr. Kunst. Topogr. I, p. 188); - 2. S. Lorenzo in Gedensdorf (= Oodersdorf), aveva tre altari ed il campanile, « more italico », sul frontone della facciata con una campana; - 3. S. Rede-gonda in Tegtin (ora S. Floreano in Tochenting) ; - 4. 8. Gregorio in Ooritschach con tre altari (Witte, 1. c. p. 8); - 5. S. Canciano in monte-, - 6. Ga/ppella di 8. Maria MaMa-lena, deserta; -1.8. Oregorio nel castello di Finchenstein. (Visite ecc. - Hohbnatjee, 1. c. p. 320, n. 11. - Osterr. Kunst. top. I, p. 40). St. Ulrich in Latschack (Hohenaubb, o. c. p. 321, n. 12. - Wuttb, 1. c. p. 21). Giorgio Lebecher dottore in decreti e pievano di S. Nicolô di Saldenhofen, il 19 maggio 1478 fu nominate arciadiaconb « Superioris Carinthie Totiusque vallis Gile », dal govematore Buzio de Pabnulis, il quale, il giorno appresso : « te dominům Georgium « antedictum cum ipsa tua parochiali ecclesia, neenon vicaria in Reyfinich, capella beate « Virginis in lapide in Saldenhofen, ac capella S. Sigismondi sita ibidem, cum suis Vi« cario et capeUanis, membrisque et partibus omnibus adnexis, ab omni potestate, do« minio et iurisdictione d. Archidiaconi districtus Saunie tam presentis quam eius qui sibi non dissimilibus, voeatus accessit-: apud quern de multis alijs fer-culis sTimere licuisset, si eiusdem Sanctonini stomaclius adhuc: giimptuna prandium digessisset: sed ipsius defectum, conyive alij congrue supple-verunt. XVI mensis abivimus ex Villaco ad vUlam de Pogumfeld distancia viUa Pogumfew 4 miliarium: ubi přesul noster reconciliavit ecclesiam S. Mcolai que cappeiia iilialis est ecclesie beate [c. 82] Marie in GiUa per turcos exustam, et de novo consecravit altare in honorem S. Nicolai per ipsos tuxcos exe-cratum, in quo reclusit de nostris reliquijs consuetis. Peractis sacris, petivimus villam propinquam in qua pransi sumus de uobiUs đ. Mag-multis ferculis seditque nobiscum in mensa Magnifica et generosa D. Mag- ^e!?^. dalena Eannecherin relicta quondam magniflcentissimi equitis auxati domini Sigismundi Orauter cum magniflco domino Ludovico eius filio d. luđovkus adolescente nobiLL et ingenuo : qui ex sua indole magna promittit. Venit ipsa M.ca D. Magdalena ad locum ipsum cum pluribus famdliaribus, pedissequis et anciUis, inter quas tres erant virgines moribus et forma bonestissime, causa dumtaxat deyotionis, et ut aliquas puellas ad con-firmationem duceret et teneret. Est femina pudicissima, magnique animi De lauditas ip-et consilij, statura procera, corpore optime compaginato [c. et leta et pulcbra sane, que adhuc juvenis, absque consorte suo dulcissimo remansit, superstitibus duobus fllijs: quorum castrum Berembmg pa- castmm . Be-terne hereditatis ac dominium avitum, resque et bona alia tanta mode-ratione et providentia gubernavit, ut nihil unquam perierit per annos XV anteactos, aut imminutum fuerit. Heo est matrona iUa, que ad plures annos sub propria disciplina et custodia tenuit Ounigundem Austrie gosti filia. « erit pro tempore; sub quo sita sunt et vos residetis, quoadusque dicti arehidiaconatus « superioris Carinthie officio perfrueris eximimus etc. » e lo assoggetta direttamente alia Curia patriarcale. {A. C. P. vol. VIII, f. 303). S'era soelto il Lebecher nel 1489 un vice-gerente neU'aroidiaconato, nella persona di D. Giovanni IVolioh (= Freylich); ma Buzio con decreto dato in Aquileia - 9 novembre 1489 - privô il Lebecher dell'ufficio di arci-diacono perché non poteva risiedere in Villaoco e perché a cagione deUa sua assenza erano stati commessi molti errori, e dichiarô invaUdi tutti gli atti del vicearcidiacono D. Giovanni Frolioh perché il delegate non poteva suddelegare (A. C. P. vol. XTTT, f. 485). II 4 maggio 1490 nominava arcidiacono D. Pietro Feustinch o Fleustling abi-tante in Villacoo (Ivi, vol. XIV, f. 304-305 e 315). Tanto D. Giovanni Frolioh, che D. Pie-tro Feustinch erano nel 1486 cappellani in Villacco. II Frolich nel 1492 era pievano di S. Martino presse Villacco. (Visitationum liber eoc. f. 27). Di Sigismondo Schodel prefetto del casteUo di Finchenstein e di Mattia a Turre cittadino di Villacco non trovai notizie. Di questa villa e chiesa figliale di S. Maria in Gail non sono notizie nelle visite successive. La viUa é detta ora Bogenfeld. II « transitus apud Pobenvelt » è ricordato nella donazione del conte Caoehno aU'abbazia di Moggio, 1090 (Iaksch, 1. c. n. 495), ed un « Bernardus de Bogenfelt et ftater eius Regenhardus » erano testimoni nel castello di Federuan - 1174 - ad un atto del vescovo Ermanno II di Bamberg in favore dell'ab-bazia di Arnoldstein (Ivi, n. 1177). Zahn, Familienbuch ecc. pag. 78, n. 118', ricorda Maddalena von Raunach, il ma-rito Sigismondo Kreutzer, ed il figlio Lodovico. D, lacobus líaunecher. Častnim Rosech. D. Andreas prefeotu«. D. Regina Mor-daxim prefectissa. D. Antistes be-nedixit dietam d. Reginám in puerperio. De situ Castri. principissam Seren.mi Domini Cesaris charissitnam genitam^): ex quo quilibet sane mentis animadvertere potest quanta fide, castitate, pru-dentia, honestate ac ceteris virtutibus prefata domina Magdalena sit predita. Ducit ipsa originem a Mag.co quondam domino lacobo Eau-neclier cuius germanus est dominus laoobus Eaunecher, qui ad plures annos Tergeste Capitaneatum juste ac munde administravit Post refectionem: sumpta ab ipsa D. Magdalena licentia [c. 83] recessimus ad castrum de Eosecb: ubi nobilis dominus Andreas Eaymocher prefectus, de quo in superioribus memini intra arcem nos liumanissime suscepit, et omnes in cena (excepto Sanctonino, qui propter sabbatum ieiunium servabat) bonis et preciosis piscibus abundantissime saturavit: sed ante cenam, antistes noster ductus precibus 'eiusdem Magnifici domini Andree ingressus cubiculum Magniflce domine Eegine Mordaxim^) contlioralis ipsius, moram adhuc anteacti puerperij ex patrie more servantem, eam cum nato puero solemniter benedixit, parrocMani sacerdotis (in boc) ofElcium executus: et ingressus ad illam, salutem ei non dixit, sed habita benedictione salutem saluti et manům manui mutno iunxerunt: ita enim ex provincie ritu servatur, ut aiunt. Castrum vero Eosecb positum est in colle saxoso et trinam babet arcem, in triangulo positam, [c. 83"^] habuit et aliquando quartam, que bac tempestate ad dimidiam usque 1) Il vescovo di Bagnorea ooncesse - 1483, 23 novembre - « D. Georgio Modling «reotori parroochialis ecolesie S. Bartholomei in Lynd, illustris D. Kunigvmdis íilie se« renissimi D. Imperatoris ao Ducissa Austrie cappellano benemerito », di stare assente dalla pieve per alcuni anni, purohè si faccia sostituire da un idoneo vioario e « dummodo ad servitia prelibate illustris D. Kunigundis continue steteris ». (A. O. P. vol. X, f. 633). 2) Per la famiglia Raunach ved. Zahn, Familienbuch ecc. e Coeonini, Fastorum Oori-tiensium, p. 108 e seg. - Di lacopo Raunacher capitano di Trieste eco. scrissero G. Koblee {Memorie per la storia della liburnica città di Fiume, vol. II, p. 69 e seg.), A. Tamaro (Storia di Trieste, vol. I, p. 364-380), F. CusiN (II confine orientale ecc. vol. II, p. 131 ecc.). Fu aecusato con altri al Papa per aver incarcerato pre Giorgio Philipich, di avergli messe ai piedi catene del peso di 160 libbre, ďaverlo spogliato dei beni per piíi di 100 ducati, ďavergli cavati gli occhi e dati da mangiare ai porci, e ďaver detto ch'essi erano in quei paesi piii del papa, dei cardinali e del vescovo. II papa Sisto IV, con breve 29 maggio 1476, incaricô Micbele Orsino vescovo di Pola (1475 f 1497) di trattare la causa perché o. Maximiuiauus Eex Eomanorum et d. Cunigundis ducissa Austrie nus et a. Uuni- ^ gundis, impera- eiusdem sereuissimi D. Cesaris fllij, dum adbuc adolescentes essent: to Castro par- quod ibi quam alibi factum potius fuisse crediderim, ob loci pulcbri-transegerunt. tudinem et amenitatem, ut adolescentes ipsi tedium abstracte vagandi licentie, facilius tolerarent: Donatus fuit preterea idem dominus Sigis-nau^'s'S" ab t®" mundus cum prefata consorte sua dulcissima ab ipso Imperatore augusto. ob amoris perpetui pignus multis et varijs pretiosis vestibus: quitus uterque libentissime utitur et ornatux. XXI. mensis circa solis adventům descendimus ex castro predicto comitemque habuimus eundem dominům prefectum cum quatuor ex suis familiaribus : et venimus ad ecclesiam S. Georgij inFac^) que filialis est cappeua plebis S. Marie in Gila distantia duorum miliarium: ubi in die S. Mathei Ikch!^'"^'' "" E. dominus antistes consecravit altaria duo posita inter mains altare, quorum alterum dicavit S. Mathie, Matheo, Sebastiano, et Ploriano, alteram vero in bonorem sanctarum Catherine, Barbare, Anestašie et Eochi et in eis reclusit de saoris ossibus S. Hieronis et sociorum, Anestasie et Felicitatis. Finito consecrationis ofi&cio pransi sumus [c. 93] in proxima villa cum predicto magniíico domino prefecto Sigismundo et babuimus plura edulia, inter que recentes non defuere pisces: Postmodum idem dominus antistes coníirmationis munus impendit multis: et demum petita ab eodem domino Sigismundo abeundi licentia, Villacimi repetivimus, divertimusque ad šolitum venerabilis D. Micbaelis vicarij bospitium: non sine pavore et vebementi suspitione quod ab IJngaris per provinciam Metus đe unga-vagantibus interciperemur in via. '''^^"«»'us. XXTI eiusdem R. dominus přesul consecravit in ecclesia S. Catherine Ecdesia cade suburbio Villaoi^) duo altaria posita a dextris et a sinistris ipsius lae""^ ° ecclesie: dextruin in bonorem sanctorum loannis baptiste et evangeliste et Marie Magdalene: sinistrum in memoriam sanotoram Osualdi, Valentini et Ursule virginis, et [c. 93"^] martiris®), et in eis reclusit de consuetis reliquijs. Ecclesia ipsa est annexa ordini fratrum Premonstratensium : Fratres Ordlnis et est in ipsa Vicedominus frater loannes qui est religiosus satis bonestus et industrius Prandium "ive cenam in jeiunio sumpsimus in domo domini Micbaelis antiqui bospitis nostri: et babuimus bonos pisces et plura et sapida fercula. Osterr. Kunsl. topogr. I, p. 36. ■') Fondato nel 1233 dal vescovo Eckbert di Bamberga, col consenso del patriarca di Aquileia Pertoldo di Merania, che esentô I'ospedale deUa giurisdizione parrooohiale. (Iaksch, 1. c. n. 2079). II patriaroa Fraiioesco Barbaro visito questa chiesa - 14 novembre 1594 - e poichè l'ofSoiante, frate Aadrea Cramaro, vestiva da prete secolare, scrisse a Martino preposito del Premonstratensi in Griventhal dioendogli che dichiarava vacante la chiesa di S. Catterina e la vicina parrocchia di S. Martino, retta pure dai premonstratensi, e che ritirasse il Cramaro e présentasse altra persona idonea. {Visite Barbaro ecc.). Anche la visita del 1611, dice che la chiesa aveva tre altari; ma, mentre il maggiore e queUo a destra conservavano il lore titolo, quello a sinistra era dedicato alia B. V. Maria. (Visita Franco ecc.). Non è notizia di questa annessione (Raphael Van Waefelghem, Repertoire des surces.... a l'histoire.... de l'Ordre de Premontre, Bruxelles, 1930).-Nel 1611 la chiesa e I'ospedale erano stati tolti ai premonstratensi ed uniti all'abbazia di Arnoldstein (Visita Franco ecc.). Probabilmente questo è quello stesso «Prater loannes rector ecclesie et hospl-talis S. Catherine de suburbio Villaci », ohe lu accusato - 1491, 9 dicembre - d'ingiurie contro frate Andrea priore dl Arnoldstein (A. C. P. vol. XIV, f. 636). XXIII. eiusđem mensis E. dominas autistes consecravit altare beate Virginis situm. in ecclesia S. lacobi de Villaco in honorem ipsius gloriose Virginis et sancte Balpurgis i), et in eo sepeUivit de sacratissimo lacte ipsius beate Virginis ac de reliquijs sanctorum Hieronis et sociorum Ane-stasie et Felicitatis et aliorum multorima sanctorum, quorum nomina ignorantur: dedicationem vero ipsius quot annis posuit eelebrandam Dominioa quatuor temporum de mense [c. 9á] septembris. D. Daniel ab- Hoc die ieiunium sohimiis cum E.do domino Daniele Abbate Mona-bas Osseacensis. Hosseaceusis 2), Eeligioso probo, docto, eloquente ac in cantu aiïa- tim perito, qui juvenis est etate, sensu canus. Habuimus apud eum pro temporis conditione prandium satis lautum piscibusque habuudans. XXIIII. Dominica quatuor temporum E. dominus presul consecravit aliud novum altare in basilica ecclesie S. lacobi fundatum in honorem sanctorum loannis apostoli et evangeliste, Georgij, Eochi, Acliatij et socionmi in quo reclusit sacras reliquias S. loannis baptiste, Andree apostoli, Georgij, Achatij, Hierionis, Anestasie, Felicitatis, Marthe etc. Pransi sumus in domo dotis sumptibus patronorum altaris: quo peracto pontifex quatuor lioras laboravit in crismando populo. [c. 94"^] XXV. ipsius mensis equitavimus ex Villaco ad parrocchialem ecclesiam beate Marie in Gila ubi idem dominus episcopus consecravit de novo altare S. Michaelis positum in capella carnarij per Turcos alias execratum: in cuius sepulcbro recondidit de sacris reliquijs Sanctorum Hierionis. et sociorum, sanctarumque Anestasie et Felicitatis, et in domo dotis refectionem habuimus impensa victricorum ®) ipsius ecclesie beate Marie in Gila. Caspar XXVI. praudium habuimus in domo Casparis civis Villaci, qui cogno- D. presul cum minatur Merendech: quod parari fecerunt venerabiles domini loannes Ss^vDkd^^n''' Frolich, Petrus Frustling, Osvaldus Spetller, loannes Hurerber, Capel-prandio suscep- jj^ ecclcsia S. lacobi de Villaco, et Uldaricus Chuern«) scolasticus, in reverentia domini presulis et sue comitive, in quo apposita fuerunt X fer-cula, quorum aliud alio semper melius et dignius fuit: preparavit ea D. Ursula doc- [c. 95] domina Ursula coniux ipsius Casparis matrona formosa et pudica, ^ssima jn popi- ^g^jj^^g^ munditia, ut ex media Florentia allata fuisse putasses, jnter que Nella visita del 1626 è detto che quest'altare di S. Walburga era situato nella navata destra della chiesa, ed era unita ad esso la Gonfratemita dei jnstori {Visite eco.). 2) Ossiach ted. Osoje slov. (V. Caeinthia, an. XXIX (1839), n. Austria Sacra, vol. V, p. 338-358. - T. de Rbnesse, L'ahbaye de. Ossiach en Garinthie, in «Revue generale », LUI (1891), p. 284. - Cottineau, Repertoire etc. vol. II, 2152 - Ost&rr. Kunst. topogr. I, p. 252). NeUe visite posteriori non si parla più di questo altare. Le visite posteriori non accennano a questa cMesa, mentre dicono « Coemiterium muro ciroumductum » {Visite 1659-1665 ecc.). I victricii erano gli amministratori deUa chiesa; in Priiili erano detti camerari. ®) Di Gaspare Merendech e di pre Giovanni Hureber non sono notizie, dei preti Giovanni Frolich, Pietro Frustling, Osvaldo Spetler, Uldarico Chuem sono state date notizie nelJ'introduzione. tria apposita sunt, alibi non habita, pisces ex lacté, ovis, et amigđalis formati, operti in patina amigđalis alijs decoriatis, passulis et anisis zaccaratis: secundum edulium optimum subtilissimum et restaurativum, ex carnibus pullorum contusis expressům, cum admixtione cinnamomi et zinziberis: tercium turdi assi, ultra aliam pullorum et oarnium assa-turam. Puit proferto prandium opulentissimum: ex quo ad tres ut ita dixerim dies optime refecti siimus. Post gratiarum actionem venit ipsa domina Ursula veniam petitura, in eo, in quo defecisset, in paratis edu-lijs; que cum optimum presfcitisset ofi0.cium et in nullo deKquisset, facilem ab omnibus cxma [c. QS*'] laude et comendatione veniam reportavit: Postea habitis bonis gratijs eisdem dominis cappellanis de exbibita liberaUtate ac repetito solito hospitio, paulo deinde recessimus ex Villaco, ampUus pro tunc non redititri, venimusqae cum fidissimo itineris nostri comité domino archidiacono carinfihiense, ad ecclesiam S. Stephani, sub Vinchen-stain, ubi alias fuimug, et bospitati sumus in domo domini Urbani ibidem plebani: qui quantum vires sue se extenderunt bonam nobis hospitali-tatem ostendit. Huius diei noctem peregi cum E. domino Georgio Lebecber Archidiacono Carinthiense absque somno: causa fuit quod lectus adeo erat angustus quare stricti et alter alteri inmissi (ut ita dicam) jaeebamus: jtem inmimerabiles pulices, ex longo ieiunio macilente, et propterea extrema fame laborantes, nos adorte, nullum nobis quietis locimi diml-sere: quo [c. 96] factum est ut uterque nostrum tristis et somnolentus surrexerit mane. XXVII septembris exivimus,- et ascendimus ad ecclesiam S. Marie Magdalene sub eeclesia S. Cantiani^) ubi dominus presul consecravit ecclesiam S. Marie Magdalene, idest. chorům cum uno altari: et his abso-lutis, iterum venimus ad ecclesiam S. Georgij fllialem ecclesie S. Stephani 2), ubi de novo consecravit altaremaius per turcos execratum. Po-stmodum ad prandium redivimus ad hesternum hospicium ubi supra quod satis esset refecti sumus pluralitate ferculonmi, sumptoque prandio ascendimus equos venimasque ad viUam Ohreynuockh per distantiam 4 miUarium ubi bonam etiam habuimus cenam. XXVIII mensis dominus episcopus consecravit novam ecclesiam 8. Mauriti] prope Ohreynnockh cum tribus altaribus, quorum primum in honorem sanctorum Mau [c. ricij Briczii et Othilie: secundum in laudem sanctorum Valentini, Barbare et Agathe: tercixmi in memoriam sanctorum Thome Oantuariensis, Egidij et Gertrudis, in quibus reposuit de suis consuetis reliquijs: peractis sacris repetitum est ipsum rus: ubi pransi sumus abunde. Post prandium equitavimus versus Tarvisiam Pisces aqnaticis meliores. Novum edulium. Ultimus ex Villaco recessus. Nove Sanctoni-ni vigilie ob pulices causate CappeJla beate Marie Magdalene. Cappella S. Georgij. Villa Chreynnock. Cappella S. Mauritlj. Tarvlsla. È la cappella di S. Maria Maddalena, figliale délia pieve di S. Stefano in Fin-chenstein (Ved. c. 61, n. 7). La visita del 1665 dice: « Capella S. Mariae Magdalenae erat olim plane deserta, modo in multis restaurata atque exornata». {Visite ecc.). 2) Dev'essere la chiesa di S. Giorgio in Ooritschacft, che nelle visite del 1659 e 1665, è detto per errore di S. Oregorio. Krainegg ted. Ved. Hohbnauee. repetendo Italiam i), ad quern locuni prima noctis hora applicuimus piebs distantia XII miliarinm ciun venerabiJi domino presbitero Osualdo villacense, duce itineris nostri. de Tarvisia XXVIIII scptemLris B. Bominus episcopus reconciliavit ecclesiam et Cimiterinm parroehialis ecclesie sanctorum apostolorum Petri etPa\úi eiusdem loci, ac in ea consecravit altare noviim fundatmn versus septeu-trionem infra dimidium ecclesie, in memoriam sanctorum Sebastiani et EocLi: et post prandium officium confirmationis exercuit erga multos. 1) Ora Tarvisio, ted. Tarvis (Wuttb, 1. c. p. 46, n. 12 e p. 74, n. 43 6. Maki-nelli, Quida della Carnia e del Canal del Ferro, ediz. 1924-25, p. 340 e seg. - M. v. Plat-zee, Val Ganale e val FeUa sotto la signoria del vescovado di Bamhergd in Framconia (1007-1759), versione di Gr. Lorenzoni, in « Annuatio per l'aimo scolastioo 1926-27 della R. Scuola Complementare di Tarvisio», Udine, 1927; - Battistella, Tarvisio e la Val Ganale, Udine, 1924; - Osterr. Kunst. topogr. I, p. 332 e seg.). Eesta il documento d'erezione e fondazione della chiesa rilasciato dal signore temporale del luogo, 1399, 30 giugno: « Albertus Dai gratia eleotus et confirmatus Eoole-« sie Bambergensis. Presentium inspecturis Universis, salutem et synceram in Domino « charitatem. Cum iuxta pastoralis officii nostri debitum totis nisibus ferventius tenea-(( mur nostriš tempoiibus insudare, ut oultus divimis in nostro presertim dominio feli-« citer augeatur, cum igitur fldeles nostri dileoti incole communis ville Tarvisiensis Aqui-« leiensis diocesis pia intentione moti de licentia ordinarij sui, quamdam capellam in « honore S. Petri ApostoU consecratam de novo fundaverunt, construxerunt, erexerunt « et conseorare fecerunt et ordinaverunt; cum propter longam distantiam ab ecolesia ma« trice {S. Egidio di Camporosso = Sai&iitz), in qua distantia pluvies, torrentes et nives « redundare, et transitům consueverunt prenominate ville incolis ad parochialem eocle-« siam proMbere; turn quia in parochiali ipsorum Eoclesia Slavice tantummodo ad pote pulum sermo fiat, et omnes predicte viUe incole parvi cum magnis soUummodo loquan-« tur GaUicum idioma (friulano). Quare nobis humiliter supplicaverunt, quatenus huius-« modi fundationem, erectionem, constructionem et consecrationem sic rationabiliter « factam, authoritate dominij nostri super illam terram, approbate, confirmare et rati-« ficare dignaremur. His itaque piis ac iustis predicte communitatis precibus inclinati, « predictam fundationem, erectionem, constructionem et consecrationem, auotoritate « dominij nostri super iUam terram approbamus et ratificamus, Dei nomine in his soriptis, « Volentes et disertius inhibentes, ne quis de nostris predictos fundatores, propter huius-« modi fundationem et consacrationem aliqúaliter turbare présumât. Insuper volumus « et predicte communitati concedimus, authoritate prescripta, quod presbyterům ido-«neum sui idiomatis ad predictam capellam sibi eligere debent et possunt, quoties et « quando fuerit oportunum, nihilominus decementes, quod prefata capella sic de novo « creata, et per nos, ut premittitur confirmata, ea immvmitate perpetuo gaudere debeat, (c quibus aUe oapeUe in prefate oapelle de novo fundate matrice Ecclesia site gaudent « specialiter et tuentur. Bt sic cum suis iuribus ad matricem sicut et cetere oapelle Ec-« clesiam referantur. In cuius rei testimonium présentes litteras scribi iussimus et nostri « appensi sigilli robore communiri. Datum in oppido nostro Villach proximo Tervisia post « Petri et Pauli apostoloram diem. Anno D.ni MiUesimo trigentesimo nonagesimo nono ». {Arcid. Carinth. busta III, Tarvisia, n. 1, msc. Archiv. Arciv. Udine). - Gittsbppb Bnsri in una lettera da Gemona, 1 marzo 1763, al conte Avogadro di Treviso, che I'aveva do-mandato se a Tarvisio fossero indizi di antiohita romane, rispose che a Saijnitz se ne tro-varono molti, che a Solfeld (la Flavium Solvense di Plinio) era una stazione di mUizie romane; « ma della Trevisa nulla trovasi prima del 1401, 7 dicembre, in oui il Priore « deirOspedale di S. Spirito dei Colli di Gemona, Pietro di Roma, aUa giurisdizione spilt rituale del quale era soggetta aUora la pieve di Camporosso, concede a quel Comune « di poter edificare una cappella dipendente dalla matrice di S. Egidio di Camporosso marL[o. 97]siimisque eo die ibidem, quia recedere ad aliud hospici-um non potuimns, cuni inclinata esset dies. Ecclesia Tarvisie de qua supra, tota est in testudine disposita, habetqne fossam, murrnn, turriones, et propugnacula ad defensionem hostilem: turrimque campanarum in medio fere spatio, que ex crasso muro fabricata est, que locum ipsum magis munitum reddit i) : ubi magnus populus ex adiaoentibus ruribus cum ipso de Tarvisia, salvum se reddidit contra exercitum XV Millium Turcorum, qui alias ex citadella GradiscMe Patrie Fori lulij ad vallem Gile ascen-dens inde transitům habuit. Tarvisia ipsa, rus est, ad septu.aginta domos habens, situmque in amphiteatro (ut ita dixerim) montium, cum uno fluvio et altero perennis aque rivo, qui iuxta labuntur 2) : sunt eo in loco in montibus sibi proximis vastis et asperrimis vene i'erri et vitrioli, ex quibus magnus provenit usus, et omnes fere mercaturam aut [c. fodinas exercent 3); cum agros non habeant ad culturam dispositos: De situ dicte ecclesie. Magnus fideiliuin populus coatra numerosum Turcoi-um exercitum hic serva-tus est. Descriptio Tarvisie. Fođiiie ferri ao vitrioli. « e di proYvedersi. d'un sacerdote ». (Lettere di erudizione, vol. IV, f. 28, msc. Archiv. Capit. Udine). Questa conoessione venne a cose imite, cioè dopo il consenso del giuri-sdioente temporale, che segui quello del patriarca di Aquileia e lo stesso fatto délia con-saorazione délia ohiesa. Il Santonino non rioordailsaoerdôte ofiBciante allora alla Tarvisia; forse era ancora quel prete Giorgio, che il 14 settembre 1481 fu querelato perché cacciô dalla ohiesa Leonardo Telonario perché lo diceva scomunicato. {A. C. P. vol. X, f. 403v), Durante il secolo XVI Tarvisio fu un centro di concionatori eretici; ma il patriarca Francesco Barbaro, giunto sul luogo alla sera delI'S novembre 1694, ùel domani riconciliô la ohiesa, oelebrô la Messa ed affidô la oura a Giorgio Patrolo ourato di Malburghetto, oomandandogli di celebrare « nella ohiesa délia Tarvisa » una volta ogni quindici giorni (VisitaBarbaro eoo.). Il vicario Franco la visitô il 30 giugno 1611, dice, oh'era consaorata, che il SS. Sacramento si conservava nel tabemaoolo suU'altar maggiore dedioato a S. Pie-tro Ap., che eranvi altri quattro altari: 1. B. V. Maria; - 2. S. Crooe, a destra: - 3. S. Egi-dio a sinistra; - 4. sotto l'organo, che sarà distrutto. Il battistero di pietra era nel mezzo della ohiesa, ed ordinô il trasporto al solito posto. (Visita Franco ecc. - Hohenaubb, g. 0. p. 329, n. 2). La visita del 1659 o'informa ohe questa ohiesa era ampia, ornata, « desuper con« nexa arcuum fornicibus », lunga passi 34, larga 18, con quattro altari belli, organo « oum « bona mušica », sacrestia piccola, campanile in pietra con quattro oampane sonorissime e oon l'orologio, e che il cimitero era munito « turribus, muro et fossa instar fortilitii ». Anche nella visita del 1670 è detto, che il cimitero ha tre terri e muro forte e alto oome un fortilizio. (Visite eoo.). Il fiume è la Slizza o Gailizza, il rusceUo è il Bio Bianco. ') Qui si acoenna aile miniere del monte Re, ricordate nel 1458, ed ora dette Cave del Predli, ted. Ràïbl. (G. Mamnelli, Guida ecc. p. 352). L'abitato sorse per dare allog-gio agii opérai, e si formô in oomunità che si costrui e dotô durante il sec. XVI, una ohiesa dedioata a S. Enrico, che si chiamô « S. Henricus in monte Plumbeo », e si prowe-deva il sacerdote, che dal giudice e dalla oomunità dei lavoratori ed esoavatori neUe miniere veniva ogni anno nominato e presentato per la oonferma al patriarca, oiô che usavano fare tutte le ville deUa Val Canale. Questa ohiesa di S. Enrico, ohe troviamo visitata la prima volta nel 1659, era lontana un'ora di cammino da tutti i luoghi abitati, di difficile accesso durante l'invemo, lunga 20 passi, larga 11, con tre altari e torre di legno con due oampane. Soggiunse il visitatore che questa ohiesa era stata a lungo in possesso degli eretici, ma che allora, eranvi ciroa 400 anime, di oommunione, non tutti perô eran fermi nella fede. - Nel viUaggio di Baibl poi, col consenso del patriarca, si stava costruendo nel 1659 una ohiesa in onore di S. Floreano. Fu benedetta nel 1665 quo fit ut omni fere frugum genere careant. Habentur ibi duo vie, quarum altera ad canale Mosacense sive Malburgiecti i), altera Plecium, ducunt sed Plecij iter asperius, laboriosius efc arctias est altero. Cernitur hinc dall'arcidiacono Tomaso Girmayr, pievano di Villacoo, ed aveva tre altari dorati: 1. S. Floreano; -2. S. Valentino; - 3. S. Barbara. Nel 1686 si stava costruendo il campanile per le due campane, coi contributi degli abitanti. (Visite eoo.). 1) n canale Mosacense (Canal di Moggio sive Malburgiecti = Malburghetto) corri-sponde agli odiemi Canal del Ferro e Val Canale (ted. Kanaltal) da Camporosso aUa stazione per la Camia. Nel sec. XII questa strada era detta semplioemente Chanal (Iaksch, 1. c. n. 537), o Chanoles {ivi, n. 571), o Canalis (ivi, n. 900 e 975), ed anohe via Canalis que ducit Villacum (ivi, n. 1248)1 Nel 1234 il tratto da Pontebba a Villacco era detto per Canales ed il tratto da Pontebba alia confluenza del Fella oon il Tagliamento per Clausam (oggi CMusaforte). (Iaksch, 1. c. n. 2094). Quando soriveva il Santonino ormai eran segnati al fiume Pontebbana i confini tra la repubblioa di Venezia ed il possesso del vesoovo di Bamberga e la denominazione da lui usata era allora la comune. (G. Maei-nelli, Guida della Camia e del Canal del Ferro, ediz. 1924-25, p. 225-368). Per Malbiir-ghetto Ted. Osterr. Kunst.-topogr. eoo. I, p. 187. Paschini, Le vie commerciali alpine del FriuU nel medio evo (Mem. Star. Forog. vol. XX (1924) p. 126), riguardo alia strada da Cividale per Caporetto, Plezzo e Raibl, a Tarvisio, dice che non ebbe una vera importanza intemazionale nel medio-evo; ma nel tratto da Caporetto a Tarvisio non doveva esistere strada carrozzabile, sibbene un sentiero od al più una mulattiera, come anohe oggidi sono le stradě che uniscono i vil-laggi della Slavia sia in provincia di Udine che in provincia di Gorizia, fino alla fine del sec. XIV. n dooumento che si riporta, steso non prima del 4 settembre 1398 e non dopo il 16 gennaio 1399, durante il quai tempo Francesco Checo da Venezia fu Gastaldo della Comunità di Cividale (Geion, Guida storica della Città di Cividale e sua distretto, p. 95), ci fa capire chiaramente ohe prima d'allora non c'era strada che da Plezzo ed oltre portasse a Cividale comodamente. Se si potesse identificare I'aoqua Latarinsa, si potrebbe sapere per quanto tratto la strada ohe per val Trenta va a Kianiska Gora, seguendo il corso dellTsonzo, fu allora resa carreggiabile. II vesoovo di Caorle da Tarvisio ooi suoi compagni passô a Fusine in Val romana (Waisenfels), Radaoe, a Kraniska Gora, e giù per la Val Trenta a Plezzo, battendo questa nuova strada. Per questo il Santonino dice che il viaggio da Tarvisio a Plezzo fu di 20 miglia. La strada Tarvisio-Plezzo per Raibl (Cave del Predil) è appena di 20 ohilometri e fu oostruita solo quando Venezia senti il bisogno di costruire le fortificazioni del Predil durante i primi decenni del secolo XVI. edetentiin ad pedes pontificis se constitue[c. 102'^]runt ut nullum penltus fastidium sibi intulerint aut pressuram fecerint, quod alibi servatum fuisse in hanc usque diem, non vidi, nec audivi: quo factum est, ut ipse dominus episcopus ob id bonas gratias egerit ipsi domino Arcliidiacono. Expedita eonflrmatione, prefatus dominus Petrus sufraganeus recon-ciliavit ecolesiam ipsam S. loaniiis baptiste solemniter, et demum com-modam domum dotis D. plebani in Gonobicz repetivimus cum hogpite nostro humanissimo domino Valentino, multisque probis et honestis sa-cerdotibus subsequentibus : et ne quis dioat me non omnia que ad hunc locum attinent fuisse compressum, ecolesiam ipsam beati loannis baptiste Plebs de Gone- filialem esse dico, prefate plebis de Gonobicz, et una ex viginti quinque, taptiSnaiM'^ha- <1® quibus supra actum est: quarum X sunt baptismales et habent propria Cimiteria et alia sacramental). Habuimus ea die cenam optimam oum multis bonis ferculis [c. 103] et lepore cum cane leporario eiusdem optimus domini archidiaconi capto : Canis ipse singularis cursus et velocita.tis est : Leporarius. ^^^^^^ festo Martini citra ut vera relatione didici lepores octo et viginti ac vulpes XATEI interceperit : In cena ipsa iucundiore reddenda affuerunt tibicines duo qui interdum tibijs aliquando diversis fistulis maioribus scilicet et minoribus cecinerunt XIIII dicti mensis ante ortum solem discessom est ex Gonobicz cappeUa ventumque ad ecclesiam S. Crucis in Pelciok®) que est filiaUs plebis ™ S. lacobi in Lapriach distantia octo miliarium : quo in loco dominus ta^řapriací""''^ presul ecclcsiam ipsam a turcis profanatam reconciliavit : et altare maius per dictos turcos ruptum in bonorem S. Crucis et beate Marie virginis reconsecravit. Ecclesia ipsa est de presentatione conventus monasterij Come abbiamo veduto (nota 2 p. 226), nel 1672 erano solamente cinque le chieae sacramentali soggette alia, pieve di Gonobiz; le altre cinque quindi prima di quest'anno erano state definitivamente staocate dalla pieve ed erette in parrocohie. La tibia, gr. avlds, deve corrispondere al clarinetto; la fistula maior al flauto, la fistula minor all'ottavino. I dizionari, anche musicali, oh'ebbi a mano non parlan ohiaro al proposito. ') Pelciok è PôUschach, si. Poljčane oppure Sfodnje Poljčane (Schmittz, 1. c. vol. Ill, p. 189; Ianisch, 1. c. vol. m, p. 539; Kovačič, o. c. p. 81). Lapt-iach = Leporie o Laporie (Schmittz, 1. e. vol. 11, p. 370; Ianisoh, 1. c. vol. II, p. 30; Kovačič, o. c. p. 81). Pietro pievano di Gonobiz, in obbedienza al pre-cetto del defiinto Pertoldo patriarca di Aquileia, nel -1251 permutô con Suor Sofia di Studenitz le chiese di Polschach e di Laporie ricevendo in cambio le chiese di S. Ven-ceslao e di Teinach, cosi che i confini tra la pieve e la giurisdizione del monastero resta-rono segnati dai fiumi Veustriz, Chestenpach e Leyseniz (Zahn, Steiermarlcecc. vol. Ill, n. 102). « Est iurispatronatus Studenizensis monasterii, iUius et paroohianorum succursu « pulchre exomata et illuminata » è detto neUa Visita del 1672. Fu ordinata la costru-zione del battistero in pietra nel 1676; e nella visita del 16 luglio 1686, si dice che la chiesa di S. Giacomo in Leporie aveva tre altari: 1. S. Giacomo; - 2. B. V. Maria; - 3. S. Cat-terina. {Visite ecc.). monialiiun S. Sophie in Studeniz: quod [c. 103'^] aliter dicitur mona- Ađ îpsam cap-steriiim beate Virginis Fontis gratiarum in Studenicz i) : cnius prima tant^™ mS™ fundatrix fuit nobilis et inagniflca domina Sophia relicta quondam domini Nowf.^^^o^^^^so-Eicherij de Smnekg 2) : que multis iuribus et mansis dotavit monaste- "" rium ipsum: Bxpeditis sacris hora XV descendiímis ad prandimn studeniz. distantia duorum miliariiim ad dictum monasterium: ubi in porticu superioři intra tamen claustrum, refectionem sumpsúnus, superabundantem et delicate paratam in qua sederunt dominus archidiaconus, dominus Martinus Molitoris plebanus in Batemstaim dominus Clemens vicarius ad S. Petrům iuxta Natissam: et alij complures. Freest dieti nionasterij congregationi veneranda domina Anna Lilin- d. Anna LiUne-bergherin matrona nobilis et singulari modestia predita : que aintisti- rissa dicti mo* tem nostrum cum ceteris sue comitive humanissime excepit. Monaste-rium ipsum situm est ad ra [c. 104] dices triům montium: estque adeo vetustum ut exteriores muri ambitus eius ruinám minantur, quod factum 1) Anche Stvdmiz e 8tvdenitz, sl. Stvdenice (Ianisoh, I. o. vol. III, p. 1031 e seg. -SoHMUTZ, 1. c. vol. IV, p. 132 e sg.). Dell'appeUativo Fons Gratim è autore il patraica di Aquileia Pertoldo, ohe il 27 ottobre 1249, mentre confenna le donazioni fatte fino allora al nasoente monastero dice: «et imponentes ai nomen celebre Fons Gratiae ob reveren-« tiam beatae Virginis Mariae Patronae dioti claustri quae angelo testante plena gratia, « plena de planitudine sua indigentibus gratiam administrât ». (Zahn, Steiermarh eoc. vol. in, n. 59). Sumekg non è altro se non Sanneck o Saneck (Sohmtjtz, vol. III, p. 443; Ianisoh, 1. o. vol. III, p. 771). Vivevano nel 1220 Gebardo e Corrado suo figlio di Sanneck (Iaksch, 1. c. n. 1812 ecc.). ma in un Richerio de Sanneoh mai o'incontriamo. Sofia era figlia di Alberto di Rohitsoh e perciô soreUa di Richza o Riza moglie di Otto di Cunge-sperg o Khungsperch, di Gertrude madre di Enrico, Alberto, Diemota e Cunegonda di Wilthvosen, e di Enrico di Rohitsch benefattori della novella fondazione (Zahn, Steier-mark ecc. vol. ELI, n. 49). Alberto di Rohitsch già mořte 1249 _^__ I I II Sofia ved. Riza Gertrude Enrico di Richerio di Sanneoh in Otto di Khungsperch in N. de Wilthvosen III I Enrico Alberto Diemota Cunegonda La fondazione del monastero di Studeniz coi beni di Sofia e di Riza e con le donazioni dei loro nipoti e sorella di Wilthvosen, del firatello Enrico e del patriaica non dev'essere anteriore al 1237 (Zahn, Steiermarch ecc. vol. II, n. 363 e 461; e vol. III, num. 3, 49, 59, 61, 86; - Kovačio, o. c. p. 142-147). Ved. Archiv. Arciv. Udine, busta: Stu-deniz-Domenicane. 3) Weitenstein, sl. Vitanje, località ricordata il primo maggio 1140 (Zahk, SUier-march ecc. vol. I, n. 182; - Iaotsch, 1. c. vol. III, p. 1279 e seg. - 1. c. vol. IV, p. 332). Negh atti deUa Curia patriarcale di Aquileia non è ricordata questa priora, mentre si trovano: Dorotea, 16 gennaio 1477 (A. G. P. vol. IV, f. 55) e Cristina Suthicz, 22 settembre 1495 (vol. XVII, f. 140). - II cognome ci fa pensare alla località Lilien-berg (Ianisch, 1. c. vol. II, p. 112). Moiua^es^^^se esso credideiim aliarmn priorissarum incuria^): Habet pingaes redditus, predicatorum : et est ordinis sancti Dominici et sedi patriarcliaH immediate subest cLiř^subsunt'^^' Subsunt quoque ipsi monasterio seu annexe sunt qiiinque parrocliialeS Prefato mona- que censuales ipsius existunt: quarmii sacerdotes per dominam priorissam ^TOchia^S'"'™- pro tempore ad eas presentantur et per sedem patriarclialem coniir-n!xe. mantur : Puerunt alias superioribus annis in dicto monasterio turd, D^đamnis per qui etiam omnem provinciam Saunie miserabili clade afflixerunt, et nul-cie Saunie ilia- lam aliam iacturam incendij commiserunt nisi quod ecclesiam calicibiis spoiiatio eccie- et crucibus spoliaverunt. Aufugerunt manus eormn domina priorissa et sie per turcos. jxioniales, per posticum etiam post ipsorum irruptionem et in montem nemorosum ibi proximum tute confugerunt: Eoc]esia[c. 104"^] dicti mona-sterij est satis ampla et tota in testudine fabricata et simul ipsum Ceno-bium bospitia habet percommoda secundum ritnm gentis et regionis: Cenavimus ipsa die, ubi et prandium suinpsimus, carniimi pluribus, sed piscium duobus cena ipsa ferculis, parata fuit: in qua ad lioras duas et ultra sessum est: demum ivimus dormitum ex claustro in domum cappellanorom monasterij, extra muros eius fundatam. XV suprascripti mensis dominus Autistes ecclesiam eiusdem monasterij cum cimiterio turcaica labe violatam mundavit per aque benedicte aspërsionem: et altare S. Anne et Ohristopbori in quo Turci ipsi sepulcbrum reseraverant, officio consecrationis in pristimmi restituit: 1) Le monaohe di Studeniz già nel 1480, 25 novembre, avevano avanzate le loro la-mentele al vicario patriarcale Buzio de Palmulis, perché I'abbadessa e la priora dilapida-vano i redditi mentre il monastero abbisognava di restauri, « ex quo tecta et alie habi-tiones et membra defectum non modicum patiuntur » (A. C. P. vol. IX, f. 464). II patriaroa Bertoldo, da Windischgraz, - 1251, 24 aprile - fece sapere al priore ed al convento dei frati Predicatori di Petovia, che, ad istanza di suor Sofia e delle altre monache di Studenitz, aveva concesso loro di seguire la regola dei frati Predicatori, come avevano già fatto altri monasteri della Lombardia, e le aveva autorizzate obbe-dire neUo spirituále al detto priore dei Domenicani di Petovia (Zahn, Sieiermarch eco. vol. ni, n. 87). ') Erano le chiese di: 1. Schleinitz (si. Slivnica), donata dal patriarca Bertoldo con diploma 23 ottobre 1245 (Zahn, Sieiermarch etc. vol. II, n. 461, e vol. Ill, n. 59; -Ianisce, 1. c. vol. Ill, p. 829): - 2. Lapwie, 1251 (Zahn, 1. c. vol. IH, n. 102; -Ianisch, 1. c. vol. II, p. 31); - 3. 8. Michèle in Cherspach (t. Kerschhach, si. Črešnovec), (Ianisoh, 1. c. vol. I, p. 713); - 4. 8. Bartolomeo in Feistriz (t. Windischfeistritz, si. Slovenska Bistrica), (Ianisoe, 1. c. vol. HI, p. 1346 e seg.); - 5. S. Martino in Pocher (t. Packdorf, si. Packa ves), (Iaotsch, 1. c. vol. II, p. 421). « Die mensis Maij anno 1684 visitata est Ecclesia ConventuaKs sanctimonialium « studenizensium, in qua reperta sunt Altaria 4. Maius est honori trium Regum dicatum « et consecratum, ad cuius utrumque latus stant columnae, quae cum putrescant, prae-« cipitur, ut aut firmentur aut novae parentur. Ad partem sinistram sunt duo alia late« ralia non consecrata, quorum unum est Sacratissimi Rosarii, alteram S. Antonii, utrique « paramentis requiri solitis bene provisum. Quartum quod est ad dexteram partem, est « S. Nicolai, ad celebrationem Missae etiam bene accomodatum ». DeU'altare di S. Anna e S. Cristoforo non si parla. L'arcidiacono piu sotto nota: «Altaria sunt modo.... omnia « consacrata a Celsissimo Principe et Episcopo Labacensi die nona septembris 1686 ». {Visite eoc. Andreas Graff, archid. Vallis Savinae et Campi Dravi). ipsum etiam per sacrarum reliquiamin sanctoriim Christopliori et Silvestri, ac victoriosissime Cracis impositionem, sanctificayit. Eo die pransi siimus in ipso etiam monasterio [c. 105] cum magna ednliormu opalentia: et absolnto prandio intravit dominns antistes ad . . . choram ipsarmn monialium: et cum eo ingressi sunt dominus Valen- liùnî. tinus archidiaconus dominus plebanus in Vaittenstain i) et Sanetoninus : ubi et D. priorissam et alia moniales existentes idem dominus přesul congrua exhortatione et paterna monitione ex aliquali discordia que prius inter ipsas viguit, ad unionem et pacem bonám reduxit: deinde ad lione-stam et laudabUem vitam sectandam quantum potuit animavit: et sic tandem ab eis post meridiem disoessum est: equitavimusque cum plu-ribus sacerdotibus et alijs quia locus a predonibus quibus ipsa ob bellum et dissensionem- inter dominima Cesarem et Ungarie regem repleta est, tuta non erant: et primo applicuimus ad ecclesiam S. Andree in Moxau 2), que filialis est plebis S. Michaelis in Cherspacli et censualis cappeiia s. An-dicti monasterij: [c. 105'*'] quam. ecclesiam a turcis exustam et propha-natam antistes noster congrue mundavit. Post roconcDiationem ipsam descendimus in quandam proximo ville domum: in qua qoinque ferculis et carnium et bonorum piscium jussu. Magniftci domini Guilielmi Tatempekcb castellani castri Statemberg^) ibi ' T^tfembeci!!"^ proximi paratis pro merenda, refecti fuimxis: Oastrum ipsum Statemberg, est illustrium dominorum Sigismundi et Henrici Priuscinch qui barones Donúni impériales existunt: et idem D. Sigismundus apud d. Cesarem optinét Heiiricus Priu-primum lociun: enm sit magnus et supremus Mareschalcus Habent ij seni'^'aicus dm-duo fratres, ultra ipsum, quod avitum et primordiale est, alia XIIII pre^^' domini Castra, quibus a Cesarea liberalitate et munificentia, pro suis in earn ^^ È Weitenstein. Mamu, si. Makole (Schmutz, 1. c. vol. II, p. 526; - Ianisoh, 1. c. vol. II, p. 252; Kovaoič, o. c. p. 81). Un Federico di Kersbaoh, il 20 ottobre 1164, si trovava a Marburg come testi-monio ad una donazione di Ottocaro IV duca di Stiria al monastère di S. Paolo di Lavant (Zahn, Steiermark eec. vol. I, n. 482); ed Enrico pievano di Cherspaeh, 26 ago-sto 1252, era testimonio ad un atto in favore del monastero di Studeniz fatto da Corrado arcidiacono della Saunia. (Ivi, vol. Ill, n. 115). Anche Stetemperch = Stattemherg (Ianisch, 1. c. vol. Ill, p. 959 e seg. - Schmutz, I. c. vol. IV, p. 60 e peg.). - 1489, 25 febbraio; il vicario patriarcale, ad istanza dei frati « Novi monasterii ordinis predicatorum in valle Saunie », invitô il nobile Guglielmo Tetemperch (= Tattembech ? Ianisch, 1. c. vol. Ill, p. 960) prefetto del castello di Statemperch, a restituire ai medesimi quanto aveva loro usurpato (A. C. P. vol. XIII, f. 390^). - Di questo monastero di Domenicani non ci restano altre notizie se non che era situato « in valle Saunie prope Schiltarim » (4. G. P. vol. XIV, f. 280; 1490, 1 marzo) Ved. Kovačič, o. c. p. 133-134. Ianech (1. c. p. 960) si parla dei due fratelli Sigismondo ed Enrico di Prueschenk, e dice obe nel 1494 vendettero queato castello aU'imperatore Massimiliano per 10000 fio-rini. Credo sia questo Sigismondo quel « Sigismundus comes de Schwaber dioc. Passa-viensis de lure hereditaria Marescbalcus in Austria et Stiria», patrono della pieve di S. Michele in Frenitz, che presentô al patriarca Nicolô Donato - 29 luglio 1497 - pre Sigismondo Lamparter in pievano (A. C. P. vol. XVUI, f. 246). De ipsornm in- fide et non vulgaribiis meritis, donati sunt: quorum annui proventus troitibus. g^jj Millium aureorum numerum ascendunt : Fuit alias idem domimis D.^^emňcus Henricus a tuxcis interceptus et in viiiculis ductus Bisantium, cum dicto turconun 8 an- [c. 106] nobili viro D. Guilielmo: ubi ad. annos VIII» in carcerem nos pertttut. coniectus Temansit: quibus decorsis Imperatoris cura et opere, datis Quatuor miUi- nihilominus plus 1111''° Millibus aureis nummis in patriam redijt: Coming a^capthriS- tatus est nos idem D. Gruilielmus, cum ex familiaribus ab ipsa te redemptus. ^^^ Andrce, usque ad castrum Monsperch, deinde ad castrum Sta-castrum temberch regressus est: Occurrit nobis ex ipso castro Monspercb i) Ma-Magnificus gniiicus eques auxatus D. Hertmandus de Ornecli vir profecto huma-Xndus^ďa^or- uissimus, corpore procerus cum pluribus famulis, vasa et pocula vino nech. Optimo plona, ferentibus : ubi nostrum aliqui sitim extinxerunt : Castrum De situ Castri. ipsum Monsperch situm est in loco peroportuno, cui subiacet pulchra et leta vallis, non minus pomormn quam frugum ferax, habetque binam arcem bene munitam, muro quoque antemurali, fossa et vallo cingitur. D. omeiia mi- Miles ipse, etsi nobilis et dives sit, non tamen in coniuge sua Omelia utissa. fortunatus dici potest, [c. lOfi'^] eum sterilitatis vitio laboret; et non ex toto (ut aiunt) probate sit vite. Honoravit idem dominus eques pontificem nostrum et comités grandi et recenti Lucio, quem die sequenti Ecclesla beate avide comedimus, Applicuimus ipso die iuxta solis occasum ad eccle-tefratTaram^ro- sï^m beate Marie in Monte Gratiarum prope Petovium X milia-pe PetoTium. piuni a predicto Monasterio distantem, ibique post cenam et bonos pisce,s D. Martinus quibus abundavimus, declinavimus dormitum in domum D. Martini Vin-cler suppremi cappeUani ipsius ecclesie : qui dominus Martinus est niï'^s^^ren- rectoi parrochialis ecclesie S. Laurentij in Cam])o Brave, sub tii in Campis Drave. - Momberg (Smutz, 1. c. vol. II, p. 563; Ianisch, I. c. vol. II, p. 285). Homekk (A. Lang, die Leben des bistums Seckau, n. 162, p. 128), Homegg (Iauisoh, 1. c. vol. I, p. 611). - Il «nobilis miles Hermannus Olnecher de Monsperch» aveva una lite con d. Piètre Eglasperger pievano in Slaynicz e cappellano di Monsberg, e deUa risoluzione fu incaricato 14 ottobre e 9 novembre 1486 - dal vicario Buzio de Palmulis -l'aroidiaoono deUa Saunia d. Baldassarre Ratmanstorfer (A. G. P. vol. XI, f. 235 e 242). Lo stesso « magnifions eques auratus d. Hartmanus de Hokiehk in Monsperg » nel settem-bre 1486 aveva per forza sequestrati due vasi di vino del cappellano di S. Sigismondo « in monte Gratiarum », e li aveva portati nel suo castello (A. 0. P. vol. XII, f. 301). ®) Non si puô indovinare da quale famiglia sia uscita questa signora, sebbene il San-tonino dica a f. lllv che aveva in feudo un castello dal patriarca, perché dai docu-menti ohe si conosoono non risulta che i patriarchi abbiano date investiture di feudi dopo perduto il dominie temporale. Maria Neustift t. = si. Maria na gori (Schmtjtz, 1. c. vol. m, p, 33; - Ianisch, 1. c. vol. II, p. 220 e seg.). È detta anche in Trafeldt o TraveU (A. O. P. vol. X, f. 659, 1483, 5 aprile). ®) 1473, 18 maggio. Il governatore patriarcale Angelo vescovo di Feltre investi délia cappella « beate virginis Marie de et in monte Gratiarum » vacante per morte di pre Paolo, «Itev. presb. Martinům de Neunstarter alemannum» (Register. CoUation. 1472-1475, f. IST e 67, msc. Archiv. Arciv. Udine); e questo è lo stesso « presb. Martinus plebanus ad S. Laurentium in Campis Drave » al quale il governatore Buzio de Palumbis, 23 ottobre 1489, ordinô di risiedere neUa pieve dalla quale da piti tempo era assente, minaccian-dolo délia privazione del bénéficié; mentre 7 dicembre seguente gli concesse l'assenza Monte gratiarum i) : et habet sub se ecclesias duas filiales Dicte ecclesie S. Lanrentij cnidain nobili (ut aiunt) spectat presentatio 3). Ecclesia ipsa sive Basilica beate Marie sub Monte gratiarum, sita est in colle satis De situ Ecoie-eminenti, ex quo optime perspicitur omnis campanea Petoviensis, ac ipsius Petovie oppidum^), ac castrum et oppidum Marpurge®) quod in Petovie et Mai- superiore ipsius campanee porte sitimi est: [c. 107]. pm-ge oppida. Fuit ecclesia ipsa beate Marie per dominos petovienses fundata, Pundatores •J • • ■ J 1 -j-x. • ■ ecclesie magna qmdem jmpensa, cum ex vms quadratisque lapidibus, miro quo- beate virginis. dam et perpulcliro artiflcio laboratis, intrinsecus et extrinsecus, structa sit: pluribusque lapideis columnis testudo eius solida admodum alte levetur: Sunt in ea are X."®"^ et unaqueque ipsarimi, eius, in cuius titulum erecta est, sancti, statuam lapideam habet ®) : que omnes, sacri- Lapiđee statue legis turcorum manibus e suis locis ad terram deiecte aniiis superioribus turcœ prostrate. per due aimi (A. O. P. vol. XIII, f. 474 e f. 496). «D. Martinus Vinder» rinunciô alla pajrocchia nelle mani del governatore lacopo Vallaresso, per mezzo del procm-atore. Paolo Santonino, I'll settembre 1492 (Visitationum liber 1488 etc., f. 24, msc. Arch. Arciv. Udine). 1) Era ohiamata anche: pkbs S. Laurentii in Trafeld; - pkbs S. Laurentii prope Petoveam, (ved. p. 235); ted. Lorenzen, si. Lorenschka (Schmttz, 1. c. vol. II, p. 459) o Sveli Lovrenc (Ianisch, 1. c. vol. II, p. 128; - Kovačič, o. c. p. 78; Slekoveo Mat. Župnija Sv. Lovrenc na Dravskem polin, Maribor, 1885). 2) Quando scriveva 11 Santonino le due figliali erano S. Giovanni in Napostiricum, e S. Maria in Monte Oratiarum; invece nel 1599 raroidiacono PoUidoro Montagnana notava che S. Lorenzo aveva «Filiales duas simpHces: 1. S. loannis; - 2. S. Leonardi» (Visite ecc.) e nulla dice délia chiesa di Monte Gratiarum. ') n successore di D. Martino Vinder fu presentato al vesoovo Valaresso, 11 settembre 1492, dal magnifico « Willekûo de Awesperg duoatus Camiole Capitaneo ( Visita-tionum liber etc. f. 24). Nella visita del 1599 si legge: «Parochia S. Laurentii prope Pe-« toveam sub iurisdiotione aquileiense. CoUatores sunt incerti et lite pendente domini «a Stubenberg et domina Indispurgarim». {Visite ecc. Per i signoři di Stubenberg ved. Lang, o. o. n. 318, p. 215; Ianisch, 1. c. vol. HI, p. 1024). Durante il sec. XVII, ma non si puô precisare l'anno, questa pieve venne unita al CoUegio dei Gesuiti di Leoben (?) e l'H maggio 1687 « Christophorus Staellmayr e Societate lesu, CoUegii «Leobiensis Eector..., te Reverendům Dominům loannem Bap. Schivez pro Vicario «nostro ad nutum amovibili in parochia Santi Laurentii infra montem Gratiaorum Di« vae V. NeistifEitensis in Traafeldt sita, ao CoUegio Leobiensi incorporata eligo, et con« stituo » etc. Anche la chiesa « in Monte Gratiarum » prima del 1731 era stata eretta in Vicaria unita pure al Collegio Leobiense. {Archiv. Arciv. Udine, busta: Stiria, n. 18). t. Pettau, si. Ptuj (Davoein Trstenjak, Petovio, in « Kres poučen in znanstven list » an. V (1885), p. 434; - Schmutz, 1. o. vol. Ill, p. 121 e seg.; Ianisch, 1. c. vol. IH, p. 451 sag.). t. Marburg, si. Maribor (Schmtttz, 1. c. vol. II, p. 487 seg. - Ianisch, 1. c. vol. II, p. 163 seg.). «) Poiohè qui non sono indicati i titoli dei dieci altari, possiamo solamente riferire quanto I'arcidiacono Andrea Graff, pievano di Cilli, rLferl al patriarca Giovanni Delfino nella relazione della visita compiuta nel 1685: « Pariter visitata est Ecclesia in Neystifit « habens octo altaria, unum S. Henrici, alterum S. Sebastiani, reliqua omnia sunt Divae « Mariae Virgini conseorata » (Visite ecc.). - Fino dal 1477, 30 settembre, abbiamo notizia d'un aJtare dedicato a S. Sigismondo Re del quale era cappellano preTomaso Klasser (A. C. P. vol. VTTT, f. 197). Questo altare era stato dotato dai progenitor! del nobile milite aurato WoHgango Newunhaus (A. 0. P. vol. XII, f. 369v; 1487, 27 aprile), fuere, et in suis mémbris impie comminute, que hodie cura et studio ipsius D. Martini, meliori quo fieri potuit modo instaurate sunt: Habet CappeUani ecclesia ipsa Capellanos quinque continuis eidem temporibus deseryien-ecclesie deser- teS I quibus de opulentis et firmis redditibus provisutn est i) : Habet et vniam adiacentem, in qua ad XX et ultra domus cernuntur: cuius incole ecclesiam et locima post acceptam cladem, fossa, aggere et vallo munie-runt: ita ut hostiles deinceps trruptiones timere non debeant: Habentur [c. 107'^] etiam ibi per diem et noctem vigiles et custodes ne incauti repe-campanea . Pe- riantuT. Oampanca ipsa petoviensis plana, admodum est et amplitu-dine Foro luliensi agTO similis est: Habetur frugimi et segetum fera-cissima: sed aliquibus in locis palus impedit agricolis: Fuit olim ante XX" annos viUis et habitatoribus satis refercta, hodie vero fere omni Antiqui et mar- in loco deserta ex inimicorum crebris incursionibus Eeperiuntar in ea morei api es. pg^gg^j^^ gf statuo et marmorei lapides mire magnitudinis, ex quibus arguitur quod in ea, antiquis illis temporibus, et ante Salvatoris adventům, pagani sedes suas habuerint: vidi et ego complures et inter ceteïa coiumna apud cimiterium dicte ecclesie S. Laurentij columnam marmoream lon-marmorea. gitudinis pedum quindecim Labitur a latere ipsius campanee, fluvius Drave iuxta colles et monticulos ad quorum radices situm est oppidum Meta diocesis Petovia, altis aquis, per quem Aquileiensis [c. 108] diocesis a Salzebur-gense dividitur: et ab ipso oppido Petovie super citra fluvium, ecclesie Aquileiensis spiritualis iurisdictio ad quinque et quinquaginta miliaria protenditur: ab oppido vero infra ad decern®). De . situ . Pe- Oppiđum predictum in piano fundatum est, et in eminentiori loco castrum et arcem habet inexpugnabilem : paruit olim I>. Archiepiscopo Salzepurgensi : sed a paucis annis citra D. Eegi Ungarie: prout et alia multa oppida et loca que salzepurgensis ecclesie fuerant: ab ipso rege ex deditione iniqua et fraudulenta domini predecessoris moderni Arcbie- aquileiensis. tovlae. e nel 1491, 22 aprile, godeva questo benefioio pre Simone Isineusen {A. G. P. vol. XIV, f. 439), montre nel 1495, 5 settembre, gli succedeva d. Pancrazio da Windisgraz (Bin-disgracz) A. C. P. vol. XVH, f. 122). 1) Dei cinque cappeUani officianti non trovai altre notizie. Nel 1490, 21 giugno, « D. Uldaricus Metlinger cappeUanus in ecolesia B. M. V. Montis Gratiarum » doveva pagare un censo al pievano di S. Lorenzo (A. C. P. vol. XIV, f. 32-5). - 1495, 27 gennaio, è ricordato « P. Thomas de Herberg supremus capellanus capeUe B. Marie virginis Montis Gratiarum de Trafeld» (A. C. P. vol. XVII, f. 48). 2) t. Oheres Pettauer Feld. Le condizioni di questo territorio risentono anche oggidi le conseguenze notate dal Santonino. Le notizie di ritrovamenti di monumenti romani in questo territorio, che ci sono qui fomite del Santonino, sono piii ampie di quelle ohe fomisce il C. I. L. vol. III, p. 645 e seg. Il fiimie Drava segnava il confine a nord tra la diocesi di Aquileia e la diocesi di Salisburgo. La diocesi di Gurk piccola, restava chiusa tra la diocesi di Salisburgo e la diocesi di Aquileia, le diocesi di Seoau e di Lavant, pure piccole, erano chiuse dal territorio délia sola diocesi di Salisburgo, il confine délia quale ad oriente di Petovia era con la diocesi ungherese di Sabaria. piscopi (ut asserunt) occupata i). Fuit đudum terra ipsa petoviensis, quam magnitudini Civitatis Austrie 2) esse crediderim, satis pinguis et habundans, hođie vero non sic, quod ex status mutatione et generali provincie afflictione provenisse ferunt: Gaudet nUiilominus adhuc panis, De panis, vini vini et carnium abundantia, si fortilis fuerifc [c. lOS'^] annus: cum hoc fbunXÏtS tempore duo boves iuvenes et pingues ducatis quatuor emantur, panes quoque duo leves spongiosi et albissimi, quibus melioros numquam alibi bos đuobus vidi, pro solido dentur. Ultra Petoviam parva distantia succedit vera vencíitur. Ungaria et nullus alius mons qui surgat in altům amplius inspicitur. Discurrunt preterea dietitn per ipsam campaneam Petovie sive Drave, De Datronibus et alia vicina looa multi et varij latrones, qui itinerantibus insidiantur, insiStîbuI eosque et vestibus et pecunijs (ut levius faciliusque gTadiantur) exonérant 3) : sed in vitam alicuius nequaquam machinantur, aut in sangiiinem seviunt humanum: quod eos ad hunc iinem facere putaverim, ut vivos a se dimissos, iterum data occasione spoliare valeant: Exercetur et id rapine genus alijs pluribus in locis districtus Saunie, non per ungaros (ut dicant) sed ab ipsis provincialibus : nec modus [c. 109] aliquis aut remedium dari potest ob dissensionem imperiálem cum rege Ungarie: et quod detestabilius est et maxime improbandum, dicuntur non nulli ex familiaribus prefectorum arcium, in predas buiusmodi exire et ex spolijs postmodum dominis suis porrigere portionem. Fuit dominus autistes noster sepius pavidus, fuerunt et ceteri comités in timore, propter| tam scelestos et nefandos predones, qui nobis interdum dum provinciam occursus . La-lustravimus occurrerunt: quos tamen industria, sapientia et auctoritate B,di patris domini arcbidiaconi nostri de cuius magnanimitate et alijs animi dotibus in saperioribus sepius memini, vacuos et illusos dimisi-mus: Nunc vero ad itinerarij prosecutionem post longum diverticubim redeamus. XVI. mensis eiusdem, descendimus de Monte gratiarum ad parro- piebs s. Lau-cbialem ecclesiam S. Laureutij in Trafeld distantia duorum miliarium, Sd!'^ 1) Questa occupazione era seguita nel 1479 (CrsiN, II confine orientale ďltalia eoc. vol. II, p. 214; - F. M. Mayee, Tiber die ahdenkwng des Erzbischofs Bemhard von Salzburg und den Ausbruch des Dritten Krieges zwischen Kaiser Friedrich und Konig Ma-thias von Vngarn, 1477-1481-, in « Archiv fiir Osterreichische Geschichte », vol. LV, p. 207 e seg.). Dal gennaio 1482 era arcivescovo di Salisburgo Giovanni Peokensohlager, fino allora arcivescovo di Strigonia, succeduto, non è chiaro il come, nella sede salisburghese a Bernardo de Ehor (1464 f 1487), che era stato obbligato rinunciare, non senza le arti dello Strigoniense, daH'imperatore Federico III. Bernardo, accortosi del giuoco, s'alleô col re ďUngberia Mattia Corvine, al quale cedette i castelli dei quali qui si parla, men-tre I'imperatore aveva occupati i castelli dell'arcivescovo di Salisburgo in Austria ed in Carintia. (Mezgeb, Historia Salisburgensis, p. 499 e seg. ediz. 1692; - Eitbel, Hier. Cath. M. CB., II, p. 228). 2) Gividale del Friuli. Aveva presi prowedimenti confcro i ladroni il re d'Ungheria fino dal 16 maržo 1458 (Tkaloic, Monumenta Hist. Lib. Beg. Civitatis Zagabriae, vol. II, Diplomata, n. 202, p. 264). Valentino Fabri arcidiacono della Saunia. Lucii: quam in Italia meliores. Hragra redolentia. Cappella B. Virginis in Standocli. Plebs S. Marie in Slaynicz. Cappella S. loaainis in Napostlricura. que sita est in ipsa campanea [c. .109"^] Petovie: quam Tuxcorum labe infectam cum suo cimiterio dominus antistes condigne per aquo sancti-ficate infiisionem mundavit et ad candorem pristinum restituit: ac in ea post reconciliationem aram beate Virginis per sepnlcliri efEraotionem execratam, donuo benedixit, inxta sanctorum patrum sanctiones. Qnibus peractis regressi fuimus ad ipsum Montem gratiarum ad prandinm, ubi pluxa fercula apposita fuere discumbentibus: et aliqua ex optiinis lucijs, qui in ea regione adeo sapidi sunt, habito respectu ad eos quos in Italia expiscantur bomines, ac si comparationem feceris de cefalis ad variolos. In prima autem mensa comedimus fragra i), primo recenti aqua in patina refrigerata: et deinde vino in mensa, que ut novi fructus, grata fiierunt omnibus, pontiflce excepto, qui salubrioribus fer-culis animum intenderat. [c. 110] Eo die ad XX®'"^ horam descensum est etiam ad ecclesiam beate Virginis in Standoch que est filialis piebis Beate Marie in Slaynicz : quam K. dominus episcopus simili modo reconciliavit cum esset turcormn rabie violata. Sita est et bee in ipsa campanea vallis Petovie et tribus mUiaribus distat a Monte gratiarum: ad qiiem pro cena sumenda iterum ventum est. XVII ipsius menais petivimus novam ecclesiam S. loannis Baptiste Fragok preparate e servite come s'usa in. Priuli anche oggidi. L'arcidiaoono PoUidoro Montagnana, nella relazione della visita del 1599, dice ohe la pieve di S. Maria in Sohleinitz « duas tantum habet filiales eoclesias, quae non « sunt nominatae. Habet adhuc aUam ecclesiam fllialem B. Virginis in Standen (= Stan« doch) cum sepultura (= cimitero) et administratione sacramentorum. Vicarius eius «est presb. Georgius Kluker qui vivit ex sola collectura parochialium». {Visite ecc.; «SoHMTJTZ, 1. c. vol. IV, p. 41). La pieve di S. Maria in Sohleinitz (si. Slivnica; - Kovaoio, o. c. p. 79-81, Ianisch, 1. c. vol. Ill, p. 828 6 seg.) è ricordata nel 1146, quando il patriarca Pellegrino I con-cesse due parti della decima della medesima al conte Bernardo di Spanheim in cambio del castello di Artegna (Zahn, Steiermarch ecc. vol. I, n. 253). Guntero pievano di Sohleinitz era a Rietz nel 1173 testimonio all'atio del patriarca Volrico II, che dava al monastero di Seitz la pieve di Gonobitz {ivi, n. 551). Morto Bernardo di Spanheim, il patriarca Bertoldo - 1237, 29 maggio - concesse la decima al monastero di Seitz {ivi, vol. II, n. 357); ma nel 1245, 23 ottobre, donô la pieve di Sohleinitz, (ved. c. 80, nota 9) al monastero di Studenitz, al quale rimase poi sempře unita. - NeUa visita del 1599 si dice: «Parochus B. Mariae Virg. in Schlainiz sub coUatione et investitura santimo-«niaUum in Studeniz est presb. Simon Unger»; - nel 1672 I'arcidiacono Bernardo Ma-(crusigh notô: «Haec parochia B. V. Mariae Assumptae est collationis Studenizensis « quae adeo bene est exomata, ut vix aliquid in ea desiderari possit ulterius. Hoc unicum « miserabUe, quod cum subinde tempestas segetes vel uvas destruat, mox parocho « causam attribuere soient parochiani, iUumque expeUere minantur ». II medesimo vi-sitatore nel 1675 ricorda la chiesa figUale deUa SS. Trinità, e non dice dove fosse. -L'arcid. Andrea Graff - 1685, 13 luglio - dice che nella chiesa erano sei altari: 1. B. V. Maria; - 2. Caenae Domini: - 3. S. Andrea; - 4. SS. Apostoli FUippo e Giacomo; -5. S. Barbara in una cappella nella quale era anche I'altare; - 6. dei SS. Fabiane e Se-bastiano; e nel cimitero eravi la cappella di S. Michele arcangelo bisognevole di restaur» {Visite ecc. - ScmnrTZ, 1. c. vol. Ill, p. 489 e seg.). in IfTapostiricum distantia miliarium quinque a Monte ipso Gratiarum, que filialis est plebis S. Laurentij in Trafeld: Dedicavit earn dominus episcopus cnm uno altari, et ad dedicationem ipsam eqnitavit post nos Magnificns dominus Hermannus de Ornecli cum sua pulclierrima Omelia d. Hertmandus. et compluribus famulis eqaestribus, qui omneš devote admodum sacris ' ipsis interfuerunt : eisque absolutis idem Magnifious [c. 110"^] dominus Miles et comis ac venusta eonthoralis sua E. dominům přesul em, dominům Arcliidiacommi Saunie et alios nostri comités itineris, ad ligneam quamdam aram iuxta ipsam ecclesiam positam®) accedere petierunt: ibique pullos assos, et optimos pisces, in sapido et croceo iure eburneis optimum prán-manibns ipsius domine Omelie decoetos, ut sumeremus, benigne insti-terunt. Implevimus omnes quam libentissime ipsorum instantiam, ne tam lautus et insperatus apparatus rusticis famelicis qui ciroumstabant, remaneret. Comederunt etiam nobiscum ipsi magniflci jugales: ac si omnes simul fratres fuissemus: ex quo bumanitatis officio, omnes et in primis Sanctoninus (qui frustrum pulli et deinde piacis ab ipsa domina Omelia porrectum accepit) obnoxij remansimus : babuimus quoque vimmi optimum, et candidum panem, a fami[c. ]ll]liaribus eiusdem domini Hertmanni ex oastro Monsperg allatum. Sampta huiusmodi grata refectione ascendimus equos, cum prefatis doniinis milite ac militissa, qui omnes 30 eramus et ad domum domini Martini suppremi cappellani in Monte gratiarum redivimus: qui dominus miles totus hilaris et benignus per omnem fere viam cmn uno ex suis domiceUis, plures sui ydiomatis cantilenas cecinit, ut maius ac jocundius eidem d. přesuli et suis: humanitatis offlcitmi exbiberet. Sedimus postea in secundo prandio, ubi Sanctoninum de mandate prefati domini militis sensi iiic auam locum dicte Omelie contiguum tenere oportuit, que sibi pluries poculum tam in. membris cum quo ipsa et maritus optimus baustimi faciebant, manu propria pu^ànfem^' porrexit ut biberet: quod mandatum cum leve esset, Sanctoninus ipse facile [c. lll"^] exeeutus est : Habefc ipsa domina Omelia castrum quoddam Do. omeiia pheudale a patriarchali sede: ideo patriarcbaLL scribe benignam se, ac ïÎmi'^a^fm perhumanam exhibuit Est profecto formosissima et in flore inventutis De^uauius sue, facetaque et jucunda. Induebatur eo die veste nigra multo auro^ multisque unionibus et preciosis lapillis ad collum et manicas repleta: pendebat ex pectore cathena aurea cum lapide jacincto magno ac pre-tioso: cingebatur balteo longo sive cingulo auro intexto cuius capita ex De corporis im- Mi pare si debba identificare con Neudorf, si. Novovess; ma non trovai documenti posteriori che parlino di questa chiesa aU'infiiori della visita del 1599, die alia « Paroohia « S. Laurentii prope Petoveam», attribuisce «Filiales duae simplices: 1. S. loannis, et 2. S. Leonardi» {Visite eco. - Schmutz, 1. c. vol. m, p. 18 e seg. - Iavisch, 1. c. vol. II, p. 354). 2. 2) Ved. p. /32, note 2 e 3. La refezione fa fatta all'aperto; e quest'uso eome tutte le altre particolarità di costumi, che verrà il Santonino esponendo in seguito, mostrano il suo anime e le sue preferenze. Ved. p. 132, nota 3. Baitheus aureus auTO soliđo et purissimo eraut: caput eius pulcherrimo ornamento rosis De ornatu capi- ^^ . 7 . - j , , tis. et muscis aiireis mirabiliter đistmcto luxta patrium morem tegebatur: quid plura ? tota formosa, tota fulgiens amabilisque et splenđida appa-De jnduniento rebat. Ipse vero đomimis Hertmaniis brevibus inđutus inceđebat, gerebat přetiosum cle- íh capíte íufulam fericeam et [c. 112] fuscam et in ea clenodium pu]-Aure'^ckthene. cherrlmum ex lapidibus pretiosis: a collo demisse eraut oatbene due auree, ad quarum alteram crux aurea pendebat cum iinionibus et lapillis preciosis magni admodum valoris et pretij : ut magnificum et generosujn De Apro, arte equitem auratum decebat. Aluib ipsa D. Homelia aprum quemdam a sueto"effïct"!'"' teneris, lam annum liabeutem, qui adeo mansuetus a mansueta domina eťEectus est, ut nulli noceat et in domo ac si esset domesticus cards semper versetur, nisi quando ijise Magniíicus dominus eques foras castrum proflciscitur : tunc enim eum sequitur ad pedes equorum quocumque ierit, secimiqiie domum regreditur: quod ego falsum esse putassem, nisi proprijs vidissem oculis: hodie enim aper ipse dominům suum ex ipsa ecclesia beati loannis usque ad Montem gratiarum predictum, spacio quinque miliariimi per sllvas aquas et nemora secutus est, non [c. 112'^] sine magna omnium nostrima admiratione. Habet ultra hoc idem aper aliud mansuetudinis signum mirabile, quod si quis eum manibus scalpat seu fricet statim ruat in terram volens, ibique immobiUs manet, quam diu sic fricetur: in quibus omnibus miris eťferenda laudibus est preiata domina Omolia: que industria et dexte-ritate sua atrocem et silvestrem bestiam mansuetam effecit ao mitem: Quid ergo de hominibus sperandum esset si eius discipline traduceren-tur 1 profecto ex crudelibus et impiis, humanissimos ac pios rederet. Habet preterea ipsa domina Omelia pedissequas plures perpulchras, juvenes et recentes : calletque tam germanum quam sclabonicum ydioma. Ipso die dominus antistes post meridiem contulit multis confirma-tionis munus in dicta ecclesia beate Marie [c. 113] Montis gratiarum, deinde ecclesiam ipsam inlîdelium labe infectam optime purgavit: post-modum invitati immo compulsi precibus et instantia prefatorum domini Accessus d. pre- Hertmani et Omelie cum eis pro sumenda cena et dormitione ad eorum ad'c\stTOm°d""' castrum ibidem propinquum descendlmus: ubi cum singulari quadam Hertmanđi. humanitate excepti fuimus omneš, cum equis, qui eramus ultra 16. lussit statim idem magnificus miles afferri pluxa argentea pociila, calices et Frs^uens vasa deaurata et pulcberrime celata et sculpta, optimo et diverso ad summum usque repleta mero, quo calefactum ex calore spiritum refo-cillavimus: nec de uno tantum sed de omnibus poculis (ita volente et per se ipsum porrigente hospite ipso nostro geheroso ac plurimum liberali) Cena singularis bibere oportuit: Ventum est deinde ad cenam: quam non paucioribus munS. "" I octo ferculis grandi cura [c. 113'^] et pompa paratam ab ipsa I>. Omelia Dura: ccntinen- peregimus. Sedit ipsa media inter dominům arcliidiaconum nostrum et Sanctoninum Cancellarium : et sepius in mensa vimun miscuit et por-rexit utrique: oculos tamen crebrius in ipsum dominmň arcliidiaconum quam in Paulum coniecit, quod an factum sit, quia familiarior erat, vel quia junior, maior et robustior ipso Sanctonino, et ceteris circum- stantibus, ad defensionem castri, ignoro: Surreximiis tandem a cena quam ad dnas protraximus lioras: Et tunc tibicines aut fistulatores (ut aiunt) canere ceperunt ad choreám : ubi idem dominug miles rogavit primo Sanctoninum, ut cum domina Omelia tripudium faceret, qui cum se de imperitia in re huiusmodi excusasset, respondit quod eum libenter edocere vellet et sic carissime coniugis manxun comprehensa coream duxit absque mora: qua expedita iterum Sanctoninum liortatus est; ut [c. 114] tripudixmi faceret cum dicta pulcLerrima femina, que ante ipsum et Sanctoninum expedite se obtulit: cumque cancellarius dignitatem officij, et inseitiam pariter excusaret, et omnino renueret, matrona eadem id satis egre ferre visa est, quia contemptam se fuisse existimavit. Venit post aliquas alias choreas alia singularis potiuncula cum optimis confectionibus mellitis: et dulci vino. Ivimus deinde dormitum, quia ij^' noctis hora exacta erat, dimissis prefatis D. Milite et Omelia cum suis domesticis in superiore cenaculo, qui post nostrum descensum, choreas renovarunt easque ad alias duas protraxerunt horas. Aiïuit coram B. presule apud mensam inter cenandum bubulcus quidam Vincentius nomine charinthiensis, senex, ac naturalibus deficiens: qui in episcopum creari postulavit [c. 114^] cum reservatione officij pa-scendi vaccas et porcos ad biennium futurum: Fuit eiresponsum, eundem D. presulem id non facturum, nisi in crastinum Bubulcus ipse, ante solis ortum, rubiginem rusticanam, quam ex longo officio, corpore contraxe-rat, in flumine proximo ablueret, atque purgaret: annuit simplex homo response, et sequenti luce, jussa ex toto implevit, ita ut totus aduch madidus et sufEusus nobis recedentibus occurrerit: quam ob rem maximum omnes ex eo gaudium habuimus. ÎTon obmittam hoc in loco rem miram et absentibus pene incredibilem de homine ipso: qui etsi simplex et in rusticate natus educatus et ad senium usque deductus sit absque ullarum litterarum cognitione: tamen gnarissimus est festorum mobilium et immobilium totius anni, ac etiam bissextilis, ita ut ex tempore de omnibus interrogatus : de certis [c. 115] et preflxis diebus quibus premissa futura sunt nuUaque interposita mora pronunciet: sic omnes ipsius regionis sacerdotes qui eum in huiusmodi sunt pluries experti, hominem in ea scientia peritissimum predicant: sic et ipse media experientia verum esse cognovi. XVIII. eiusdem menais descendimus de castro prefati domini Hert-manni: et nos insecuta est ipsa domina Omelia rosea sen scarlatti (ut dicunt) induta veste, maioris satis pulchritudinis et precij quam hesterna: dextra enim manicha per totimi pulcherrimo ac subtili opfficio ex unio-nibus et margaritis et quidem maioribus, figuras quasdam in se habente confecta erat atque ornata, quod etiam opus ad scapulas niveas et sin-gularis candoris protendebatur et collum: Gerebat quoque in redimito et compto capite ornamentům alium, a precedenti dissimilem, [c. 13 5^] herebat insaper corpori venusto Balteus ex solido et mundo auro dispo-situs per totum, absque alterius rei admixtione, quo pulchriorem vidisse non memini: in eo multi pretiosi lapilli per ordinem infixi videbantur: Chorea. Sanctouinus récusât ■n-ipudlum facere. Mili tisse jiidignatio. Nova potiuncula. BuMcus absque litteris in ratione pa-sehatis et in fe-stis moliUibus perdoctus. Bubulcus petit se in Episcopum creari : cum reservatione sui officij. Abluit rusticanam rubiginem in proximo ilu-mine. De novo habitu et ornatu do. Omelie. Balteus ex solido auro totus. Pretiosi lapilli. jnerat eidem vesti cauda longitudinis ulnarum triiim, quam unus ex earioribus familiaribus post dominam sinistro brachio gerebat: Vestis De^aiore vestis ipga et balteu3, ut periti dixerunt valore quingentorum aureorum et supra transcendebant : recessit tandem eadem domina Omelia in castrum babitig bine inde gratijs et boni disoessus sermonibus, sed miles ipse nobiscum cum IIII'"^ ex seryitoribus ivit, ad tria miliaria: et ulterius processisset, ni equus quo vectas erat, pedis munimentum in cursu dimotum, in terram misisset: qui deosculata Pontifiois dextra, dictoque A^alete ad propria reversus est: ovans efc damans more germanico. Appli-cuimus ad ecclesiam S. Micba [c. 136] elis in Schiltarin que est par-rocliialis et censualis plebis de Kotscb, et sacerdos per plebanam de Kostsck presentatur 2) : quam ecclesiam S. Michaelis d. episcopus recon-ciUavit, et in ea reconsecravit altaria tria per turcos dirupta^), et distat a Castro predicto miliaria 6. Est in ea plebanus D. Simon Vinder qui ab ea iam diu abest, et domos ac vineas sua (ut aiunt) damnatis-sima negligentia in ruinam et desolationem redegit, aliosque multiplices oommisit defectus in curam animarum: contra quem commissum fuit procedi per d. arcbidiaconum, super premissis. Eo die post longam pausam recessimus inde et ventmus ad oppidum Oppidum Eobacz distantia miliarium V. comitante nos nobili vire d. Andrea Eohacz. ' PJebs S, Miehaelis in Schlltarin. D. Simon Vinder. 1) t. ScUldem, si. Setate o Schitate (Schmutz, 1. c. vol. Ill, p. 481), anche St. Michael zu Schildem (Ianisch, 1. c. vol. Ill, p. 817). ") La pieve di S. Oiorgio in Kâtsch (si. Qome-Kotsche e Dolnie, Hočje) [Schmutz, 1. c. vol. n, p. 268; Ianisch, vol. I, p. 762 e seg.), informava il visistatore nel 1699 (Visite eoc.); «habet quatuor eoclesiaa curatas cum sepultura sub eius oollatione et in-«vestitura: > S. Iacobi in Lembach (si. Limbus-, Ianisch, vol. II, p. 52 e seg.) quae «habet tres filiales: 1. B. Kunigundis (t. 8t. Kunegund, si. Sveta langerta; Ianisch, vol. I, p. 811), 2. B. Virginia; 3. S. Wolfgangi in Packer (t. Pachem, si. Pohorsko-, « Iavisch, 11, p. 419); - 11» B. Maeiae vieginis in East (t. Maria Bast-, Ianisch, II, « p. 653); - m» S. Mabtini in Gandin (t. Haidin-, Ianisch, I, p. 517); - IV» S. Mitt CHAELis in sithaul (sl. Setale) habet filiam eeolesiam SS. Fabiani et Sebastiani « (Ianisch, HI, p. 818) ». ») L'arcidiacono Andrea Graff, ohe la visito il 18 settembre 1685 (Visite ecc. p. 6t) dice: « Haec Ecclesia duo habet altaria a dextris eat B. M. V.... alterum est S. Catherinae » ma doveva essere anche il terzo, il maggiore, dedicato a S. Michele aroangelo. Ricorda pure una seconda chiesa figliale dedicata ai SS. Ermaoora e Fortunato, non ricordata nella visita del 1599; ma edifioata certamente prima del 1507, perché il Ianisoh (1. c. Ill, p. 817) dice che il Pp. Giulio II ad istanza del Cardinale Domenico Grimani pa-triarca di Aquileia e cardinale di Ostia ecc. concesse a questa chiesa una particolare in-dulgenza. Avendo « plebisani S, Michaelis in Schiltarin » presentate accuse contro pre Simone loro vicario al govematore del patriarcato Pietro vescovo di Bagnorea, questi con decreto, 5 luglio 1484, incaricô pre Valentino Pabri pievano di Gonobiz di assumere i testimoni delle due parti (A. G. P. vol. X, f. 287v). U 20 agosto 1485, «presb. Simon vicarius « perpetuus in Schiltarin subditus paroohialis ecclesie S. Georgii in Kotsch », era a Udine nei locali deUa Curia, ma non è detto il perché. (A. O. P. vol. XI, f. 216). 5 ) Rohatsc e Bohitsch, sl. Bogateč (Schmutz, 1. c. vol. Ill, p. 380 e seg.; Ianisch, vol. II, p. 715 e seg.; KevacIO, o. c. p. 87); il castello era daU'imperatore succeduto ai Conti di Cilli, Galemberger 1) prefecto castri Eohacz,'cum đuobus ex suis famulis: fue- rant nobiscum. D. Sixtus Prainstamer plebanus in Pulscka D. Mar- tïs. " tinus plebanus in Baytenstayn et d. Clemens plebanus in Kotscb consaeti itineris nostri' Comi [c. llô"^] tes et alij plures sacerdo- tes: ita quod omnes fuinius equestres XVII. et omni fere die equita- tus noster auctus est numero, quia loca non erant a rapinis et violen- tijs tut a. Oppidum ipsum Eobacz, orbicularem formam babet, murisque anti- Descriptio oppi-quis et incendio decrustatis, atqiie interrnptis cingitur : Fuit olim satis ' bonum et munitum, boc vero tempore, totimi in ruina positum, et paucos babet bâbitatores, ita ut Aquileie spetiem referat ®) : Fuit ab XJnnis, sive Miserandum va-Ungaris prede ao direptioni et postmodum vaUdis flammis expositum: jminet ei, ex proximo colle castrum, eodem quo et oppidum nomine appeUatum, binam babens arcem invicem iunctam. Est et tertia, infe- ^^„ppf^J rius aliquantulum a castro que binas alias in suppositimi oppidum demittit, bine et inde, jta ut subsidia ex castro ad oppidimi et e contra, confugiaque, (cum opus fuerit) mutuo prestari et baberi possint. Ten-taverunt etiam dicti TJnni castrum expugnare, sed in vanum labora-[c. 117] verunt: ÎTon est mira res si locus ipse ita adnibilafcus est, cum Trhmm ipsius oppidi incen-diura, in annos ----xvi. 1) Gallettiberg si. Orad Qamberk (Schmutz, 1. c. vol. I, p. 442). Ad Andrea Gallem-berg successe nella prefettura il nobile Giovanni Lamberger de Guttemberg, che il 25 feb-braio 1489 fu invitato presentarsi a Udine davanti al vicario Buzio de Pahnulis perché aoousato d'aver usurpato un colono e due vasi di vino al nuovo monastero dei frati predi-catori « in valle Saunia », ed il seguente 2 aprile ebbe I'ordine di restituire tutto, pena la soomunica (A. 0. P. vol. XIII, f. 390 e 403). « In castro Gallimperch » - 1523, 12 set-tembre - il vescovo di Caorle, Daniele de Rubeis, consacré un altare (Cobgnaij:, 1. c. p. 146). - Del nuovo monastero de' Domenicani nella vaUe Saunia ved. pag. 231, nota 4. 2) Pulscka, Pulska, Pulsgau, si. Pulskava (Schmutz, 1. c. vol. Ill, p. 229) ; - Ianisch, vol. II, p. 577 e seg.). D. Sisto Freinsteiner, - 1482, 4 maggio - venne autorizzato dal vicario patriarcale di assentarsi dalla sua pieve di Pulska « ob quandam inimicitiam et « capitalem odium quod quidam Boemi in partibus iUis degentes in vos habent », a con-dizione perô che I'affidi ad un vicario da esaminarsi dall'arcidiacono {A. C. P. vol. X, f. 468). 3) Veittenstein, ved. piii avanti. È il medesimo d. Clemens vicario di S. Pietro al Natisone (Vedi sopra p. 175 nota 1). Il 13 dicembre 1485, il govematore Buzio de Pabnulis fece un mandato « contra magistrům Michaelem Preprost de Tiver » perché non molesti d. Clemente pievano in Kôtsch in bonis stabilibus sibi tamquam plebano spectantibus » {A. C. P. vol. X, f. 733V). La forma circolare délia cittadeUa dimostra che fu eretta come fortezza neU'alto medio-evo. (Ianisch, II, p. 717). ®) Aquileia era allora quasi priva d'abitatori (G. Vale, OU ordinamenti ecc. cit.; P. Pa-schini, Fattori di decadenza neWAquileia del quattrocento; in « Aquileia nostra », an. IV-V (1934-35) - e an. VII e VIII (1936-37) col. 103 e seg.). ') Avrebbe dovuto aggiungere anche a Turcis, perché se è vero, come dice più sotto, che in sedioi anni pati tre incendi, dobbiamo riportarci al 1472 come primo anno délia rovina, ed allora non era guerra con l'Ungheria, essendo awenuta la rottura tra Federico III e Mattia Corvino solamente nel 1480. IG . — G. Vale, Itmerario Santonino. trivies (ut oppidam dolenter referunt). XVI. annoruin spatio hostili incenđio fuerit vastatus. thoiomef' ^^ castri ecclesia parrocliialis S. Bartho- Do. Gregorius lomei 1) cuius xectop est D. Gregorius antiquus pater et coatinens p e anus. gaoerdos: que alias duas liabet filiales sub ea®). Oonsuevit E. d. epi-scopus Guercensis ad ipsam ecclesiam presentare, sed a paucis annis citra locum eius serenissimus d. Imperator subintravit qui castrum et oppidum ab eo etiam recepit Habet extra dictum oppidum in oolliculo, ex adverso domum altam et amplam nobilis dominus lacobus, qui paulo ante pulolierrime. co-niunctus est uxori: is bonitate et pradentia, quam divitijs magis abundat ®). XVÏIII. prescripti mensis ex oppido ipso Eohacz, petiyimus eccle-CappeUa s. Mo- siam S. Ploriani martyris ®), distantia 3 miUarium, quam dominus Ca-prulanus turcorum spurcitijs et incendio contaminatam, iuxta ritum sacrorum Canonum [c. 117"^] mundavit: et in ea aras duas execratas denuo dicavit: primam S. Moriano, beatis martyribus loanni et Paulo. Est ipsa ecclesia sita in loco, qui Suino dicitm' ''), et filiali im'e, parrocliiali ecclesie S. Eartholomei in Eohacz subicitur. Expeditis sacris dictum oppidum repetivimus pro sumendo prandio, quod satis ternie fuit: ibique nocturnas tenebras peregimus. XX. dicti mensis. E. d. Caprulanus reconciliavit in ipso oppido Eohacz, ecclesiam S. Bartholomei cum suo Oioaiterio TJngarorum violentia contaminatam: in qua etiam tria consecravit altaria: primimi quod in È memoria di « presb. Antonius plebanus in Roatz » nel 1322. (Bini, Bepertorium, Stiria). Anteriori rioordi di questa pieve, che pur doveva essere molto antica non ne ho. Prete Gregorio vicario perpetuo nella pieve di S. Bartolomeo in Sohatseh e P. Gi-rolamo oappellano nella medesima compaiono il 31 ottobre 1484 {A. O. P. vol. XII, f. 309). - 1487, 31 marzo: «Pbr. Gregorius assertus rector plebis S. Bartbolomei in Rohatscb. {Ivi, f. 359). - Nell'aprile 1490 P. Gregorio è chiamato « plebanus S. Bartholomei in Robatsoh». {Ivi, vol. XIV, f. 295 e 304). L'arcidiacono PoUidoro Montagnana - 1599 - dice che il cappellano di Rohitsch « praeest divinis solus in ecclesia parochiali quam duabus filiaHbus capeUis, statutis « temporibus S. Floriáni et S. Georgii ». Il pievano Giovanni Nardino canonico di Za-gabria non risiedeva. {Visite Stiria ecc.). Rohitsch era uno tra i cinque feudi principali délia chiesa di Gurk (Iaksoh, Die Gurker geschicMsquellen, n. 602), confermato da re Lotario con diploma 18 ottobre 1130 (Zahn, Stejermarch, I, n. 121); ma per quale motivo sia stato ceduto aU'imperatore non lo sappiamo. Il visitatore Pollidoro Montagnana, 1599, nota: « Parochia in Rohatsch « S. Bartholomei, sub collatione Archiducis Stirie et confirmatione patriarohali aqui-«leiens. existit»; e l'arcidiacono Marusigh, 24 settembre 1672, scriveva: «Caesarea « est parochia sub invocatione S. Bartholomei supra oppidum. lus advocatiae praetendit (c d. Petrus Martir Gurti tamquam modemus possessor Ulius dominii, res, tamen per «amicabilem compositionem reducta est ad suum ordinem» {Visite, Stiria ecc.). Di questo nobile Giacomo non si hanno altre notizie. «) t. St. Florian, si. Sveti Florian (Ianisoh, 1. c. vol. I, p. 204). ') La località di S. Floreano coU'indicazione : Suino, non si trova in altri documenti (SoHMTJTZ, 1. c. vol. I, p. 381 e seg.). media ecctesia situin, in honorem beate Virginis, secundum a dextris in. titulum sanctorum Petri apostoli, Catherine et ÎTicolai: tertium a sini-stris in. laudem sanctorum Georgii Floriáni et Margarite^), nec inde eo die recessimus. XXI. eiusdem, ex dicto oppido Eoliaoz profecti sumus ad parro- Piebs cMalem ecclesiam S. Crucis [c. 118] prope Eoliatsch^): via cenosa et perdifficili in qua pluTiam indeficientem habuimus: ubi dominus episco-pus noster ecclesiam ipsam exustam et spurcitijs paganorum inquinatam benedictione solemni reconcHiavit atque mundavit: et postmodum solem-niter dedioavit aras duas, quarum sepulclira a turcis reserata fuerant videlicet aram principálem S. Crucis et aram beate Marie virginis®): et absoluta huiusmodi consecratione veniraus ad tugurium dotis, prope ipsam ecclesiam situm: ubi uberius prandium exMbitum est quam do-muncule facies futurum ostenderat : Habuimus eo die transitům iuxta sotia niiyus ' dioceslm Aqnile- ripam fluvij Sotle, qui ab oppido ipso Eohatscli per jactum baliste distat: ienaem a saga- La visita del 27 giugno 1684 dell'aicidiacono Ándiea Grafi c'informa che nella chiesa erano quattro altari: 1. il maggiore dedioato a S. Bartolomeo; - 2. Beata Verg. del Eosario, ma non dice se fosse ancora nel mezzo deUa chiesa; - 3. S. Catterina; - 4. S. Antonio, che probabiïmente corrisponde a quello dei santi Giorgio, Floreano e Margherita, ma non possiamo asserirlo perché è detto « portatUis ». Soggimige poi che nel cimitero era la cappella di S. Michele, bisognevole di totale restauro, e che nei castelU eranvi delle cappelle, che non visitô (Visite ecc.). -) t. Kreuz, si. Sveti Križ o Swet Krisch (Iamsoh, 1. c. vol. I, p. 794; - Sohmtjtz, 1. c. vol. II, p. 282; - Kovaoic, o. c. p. 86-88, 338, 411). ') La visita dell'arcidiacono Graff - 28 giugno 1684 - nota: «In hac Ecclesia sunt « altaria 4; Mains sub titulo S. Grucis.... ad partem dexteram est altare B. M. V.... « ad eandem partem est capella S. Rochi.... ad partem sinistram est altare S. Erasmi... » e poi «Capella S. Michaelis in coemiterio». (Visite ecc.). Non parla del pievano. Gli atti della Curia patriarcale ricordano nel 1474 e 1476 « presb. Valentinus plebanus ad S. Crucem prope Rohaoz », oppure « ad S. Crucem in districtu Saunie» (A. G. P. vol. V, f. 58 e 84^; e vol. VII, f. 84). - 1479, 26 novembre, « presb. Laurentius de Tiver plebanus ad S. Crucem prope Bohacz » (ivi, vol. IX, f. 338). - 1484, 11 aprile, U govematore Pietro vescovo di Bagnorea incarica d. Leonardo Seydel vicario in Stein, di trattare la causa vertente tra pre Primo cappellano « Fra-ternitatis beate Virginis in Cilia » e d. Lorenzo pievano « ad S. Crucem prope Rohatsch » (ivi, vol. X, f. 667^). - 1484, 18 giugno, il medesimo govematore ordina a d. Leonardo Seydel d'informaisi se quel prete Lorenzo, « qui se actenus gessit pro plebano « ecclesie S. Crucis prope Rohatsch », è ordinato sacerdote, se ha la nomina a pievano daUa S. Sede apostolica ecc. e se è vero che ha rinimciato alla pieve (ivi, vol. X, f. 691). -- 1486, 23 febbraio, il govematore Buzio da licenza di stare assente dalla pieve per un anno a d. Primo de Tiver pievano di S. Croce «prope Rohatsch quia iuxta dietam « tuam ecclesiam fréquentes hostium mensiones habentur et ideo ibidem tute pro nunc « usque ad quieciora tempora personaliter residere non valeas dummodo eam provideas « de idoneo vicario plebisanis tuis grato » (ivi, vol. XII, f. 248). - 1486, 25 agosto, d. Primo cappellano della B. V. Maria in Cilli venne accusato d'essersi intruso nel beneficio parroc-chiale di S. Croce del quale è pievano d. Lorenzo de Tiver (ivi, f. 292). - 1486, 7 dicem-bre, il govematore Buzio venne a sapere che d. Primo de Tiver (investito i passati mesi della pieve di S. Croce, vacante per morte di d. Lorenzo) vorrebbe togliere all'auto-rità patriarcale il dirittp di nominare i sacerdoti in due chiese già fighali di S. Croce et exilibus fluit aquis: Me, ab ea parte aquLleiemem diocesim a Sagabriense s^JrieMis distermiuat que provincia Sagabriensis cum comitatu Sagoriense et orapina. ' Orapiua sub ditione vera Ungarorum regis existunt 2) : quia ibi [c. 118"^] incipit Ungaria: Ad ipsam ecclesiam S. Crucis serenissimus D. Imperator, dum Tacat, sacerdotem presentare consuevit : que ecclesia habet sub se alias iii filiales : et olim fuit satis pinguis in redditibiis : hoc vero tempore minus liabet, ex superioribus calamitatibus. XXII. dieti meiisis equitavimus tempestive cum solitis comitibus nostris dominis scilicet Valentino, Sixto, Martino et €lemente: et via ttSe dfiiS^' P®^® invia et paludosa pervenimus ad ecclesiam S. Catherine de inferiori riori Nesbisch. iTesbiscli que fiUali iure subest dicte plebi S. Crucis: et in ea D. Autistes aram unam consecravit in bonorem S. Chatberine. Deinde ascendimus in proximum montem: non meliori itinere ibique OTciesm idem domiùus přesul dicavit novum sacellum sive Capellam in honorem ni'ontiouio satis S. Heme Vidue ad quam magnus fidelium concursus babetur: conse- pulchio. ed ora dismembrate dalla medesima dall'autorità patriarcale col consenso dei patroni (non è detto quali chiese siano ma potrebbero essere S. Catterina in Nesbisoh e S. Leonardo in Kastreinitz; e comandô all'arcidiacono dalla Saunia, Valentino Pabri, di imporgli silenzio (ivi, f. 220^). - Forse per questo motivo fu privato de! beneficio, ed il 3 maxzo 1487, gli era sucoeduto d. Vincenzo Khuen (ivi, f. 359), il quale govemava la pieve anche nel 1492 (ivi, vol. XV, f. 419). 1) Sotla o Sottla o Sottel segnô ab immemorabili il confine tra le diocesi di Aqui-leia e di Zagabria (Zagrehg = Agram), (Schmutz, 1. o. vol. IV, p. 31 ; Iaitesch, 1. c. vol. III, p. 931). 2) La provincia Sagabriensis 'ê Zagreb; la contea Sagoriense è t. Sagorie si. Zagorje (Ianisch, 1. c. vol. III, p. 759), la contea di Grapina è t. Kra/ping si. Krapje (ivi, vol. I, p. 785). « Parochia S. Crucis sub coUatione Archiducis et confirmatione patriarchae Aqui-« leiensis » è detto nella visita del 1599; e la visita del 24 settembre 1672: « Ecclesia haeo (tS. Crucis est coUationis Caesareae pulchre et accomode cum suis filialibus exornata « et iUuminata, per diuturnam modemi paroohi loannis Baptistae Schobellij diUgen-« tiam, viri probi et docti, qui priori anno a praedonibus Croatis in propria domo « graviter vulneratus et meliori substantia quam habuit totaliter spoliatus ». ( Visite Stiria ecc.). Le tre figliali a detta del Santonino erano: 1. S. Catterina in Nesbisch;.- 2. S. Emma presso il castello di Landsber, - 3. S. Leonardo in Kastreinitz. Di queste tre figliali la visita del 1599 attribuisce alla pieve di S. Croce solo queUa di S. Emma, perché le altre due dovevano essere ormai staccate ed erette in parrocohie, e ne ricorda altre quattro ancora, cioè: 1. S. Brmacora, t. St. Hermagoras, s). Sveti Mohw (Ianisch, 1. c. vol. I, p. 568); - 2. S. Pietro; - 3. B. V. Maria-, - 4, S. Margherita; ma non dice dove fossero situate. (Visite Stiria ecc.). ®) si. Nesvische (Ianisch, 1. c. vol. II, p. 342), ed anche t. St. Katharina, si. Sveta Katarina (Iaihsch, vol. I, p. 707). La chiesa era situata suUa strada che da S. Croce portava a S. Emma. S. Emma vedova è « Hamma comitissa fundatrix eccJesiae Gurckensis » (Sohboll, Necrologium des ehemaligen henedictinerstiltes Ossiach in Kârnten, in « Archiv. « fur Oster-reichische Geschichte» vol. 73 (1888), p. 296; e Necrologium.... von Gurk, ivi, vol. 75, p. 275;-Acta Sanctor. Junii, vol. V, p. 499 e seg.).; -1. St. Hema, si. Sveta Hemma (Ianisch, I. c. vol. I, p. 556; Schmtjtz, 1. c. vol. II, p. 84; - Valvasob, Die Ehre dess Hertzogthums Krain, Laybach, 1689, vol. II, p. 505 e seg.; Kovačič, o. c. p. 87). eravit etiam in ipsa altaria quatuor, ijrimuin super titulo cappelle, [c. 119] secundum in lionorem beate Virginis: tercium in laudem beati loannis baptiste et quartum in nomen ac memoriam S. Petri apostoli: in quibus pientissime locavit de sacris ossibus sanctorum Bonati Afre et sodalium necnon Felicitatis et Annestasie. Est et liée ecclesia S. Heme filialis dicte ecclesie S. Crucis prope Eobatsch, et locus in quo fundata est, sub iuri-sdictione E. D. episcopi Gurchcensis in temporalibus continetur: appel- Dominium laturque ecclesia S. Heme prope castrum Lonsperg i), quod inde cernitur, GurSiceSIs""''' spectans prefato E. D. Gurchcensi. Absolutis sacris pransi ťuimus in Castrum domuncula quadam capellani dicte ecclesie deservientis, quia pluvia pXfa"quercus. locum sub ])atula quercu ad id ofBlcium paratům, habere prohibuit. Post refectionem dominus presul denuo intravit ecclesiam et turbam magnam que ad sacra conliuxerat per sacri Crismatis unxionem in fidem [c. 119'*'] confirmavit: quibus ad sua dimissis, equos conscendimus et ad solitum oppidum Eohatscli regressi sumus, distans ab ipsa cappella miliaria sex: sed in media via fluvium Sotla ligneo ponte superavimus, limitesque sotia auvíus. Ungarie fuimus ingressi, et ad domum Martini dicti in Sotla ungarice Limity nationis divertimus, ut quosdain venales equos inspiceremus : qui equos ipsos libenter ostendit et omnom comitivam triplici vini genere ex unga-ricis uvis expressi, optime refecit. XXIII. mensis recessimus mane ex oppido ipso Eohatscb ampLlus pro tunc ad ipsum non reddituri: venimusque distantia VII miliarium via quidem admodum luto impedita ad filialem ecclesiam S. ZSTicolai oappeiia s. min Lemburg^); quam ecclesiam idem E. D. episcopus dedicavit cum Sm^. tribus altaribus primum in bonorem S. Mcolai, secundum in titulům beate Virginis, tertium in laudem S. lacobi apostoli et [c. 120] Hieronimi. Est ipsa ecclesia in piano sita inter duos colles: in quorum altero ab ea scilicet p.arte que meridiem respicit fundata est ecclesia S. Mi-chaelis idem cognomen babens a castro sic denominato quod sibi casti-um alias iminebat, nunc vero ob incursionem Ungarorum-, imperiali de- tím.''^'^® creto destructum. Postquam dominus presul functus est s no officio, jn locq Cabal-sedimus in prandio in proxima villula cum dulci comitiva nostra. S. 1) Lartdsberg e Vindischlandsberg, si. Podcetertek (Schmutz, 1. c. vol. II, p. 352; -Ianisch, I. c. vol. Ill, p. 1358). Già apparteneva ai vesoovi di Gurk nel sec. XIII; Die-trico vescovo di Giork, 1267, 4 gennaio, ha un atto « datum in castro nostro Lansperch ». (Iaksch, Die Qurker etc. n. 680). 2) t. Lemberg, si. Lemberk (Ianisoh, vol. II, p. 65 e seg.; Kovaoič, o. o. p. 85). Non saprei dire perché il Santonino chiami chiesa figliale, senza dire di quale pieve, que-sta chiesa. Poppo pievano di Lengenburg (= Lemberg) nel 1251 era testimonio ad una permuta tra il pievano di Gonobitz e suor Sofia di Studenitz (Zahn, Steierrmrk ecc. vol. HI, n. 102). L'arcidiacono Pollidoro Montagnana nel 1599 scriveva: « Parcchus S. Nicolai « in Lemberg est presb. loannes Milanovich cuius investitura in spiritualibus et tempo« ralibus pertinet ad Capitulum RudoHswerdt, et filiales ecclesias simplcies quatuor: « 1. S. Pangratii; - 2. S. Michaelis; - 3. S. Margarethae; - 4. S. Benedicti ». (Visite Stiria ecc.). ') S. Michele in Lemberg, t, St. Michael, si. Sveti Mihal (Schmutz, I. c. vol. II, p. 399; - Iaotsch, 1. c. vol. II, p. 263). fteđiti^ ad mo- Die quo supra recessimus ex loco predicto petivimusque denao mona-Staden'ir sterium in Studeniz: ubi cenam habuimus bonorum piscium: dormÍTi-musque in dome cappellar.orum extra cenobium: sed in media fere via B. D. episcopus reconcHiavit Oimiterium curate ecclesie S. Leonardi Cappella S. Leo- in Castrainiz 1) que filialis est ecclesie S. Crucis prope Eohatscli 2). Basi-y^L. ™ ]ica hec pulchrior est ceteris hactenns in Saunia visis: cum tota testudinea Difflciiis 6t pro- sit et varie depicta®): Ante [c, 120^1 autem quam ad ipsum monaste- lixus descensus . ,. . , , . in t j «t ascensus. Tium applicuerimus nabuunus ascensum admodum aoclivem per montem BotsoKmons: Botscb et dcinde quoque in maiori difî0.cultate deolivem, in cuius de- ex cuius vertice T . ; . J 1 -J. Buda regia Ci- scensu, aliqui ex nostris per casum maltos- ceperunt lepores, mter quos tur «i. Sanct.oninus, ceteris velocior, duos cepit, quos libentius, alijs dimisisset. Excepti fuimus omnes a D. priorissa et suis consororibus tanta humani-SíiriSt^^ta^^^o ^^ ^^ possit: et in primis dominus antistes, qui ex sudore ^um presuiem dcsceusus montis madidus totus, statim paratam habuit camisiam talárem, ad Golliim auro et serico intextam, quam libenter induit: Eepresen-tabat in ea unum ex geTmanis primatibus sed cmn propriam super induis-set vestem et ex iugulo ornamentům interule appareret, vix eum a come-stabile peditum dignovisses. Ductus deinde fuit presni ipse in secretiorem claustri locum, ibique in pleno monialium capitulo, iunior [c. 121] et moniales. t.' Kostreinitz, si. Kostrivnica (Schmtjtz, 1. c. vol. II, p. 197; - Iaotsch, 1. c. vol. I, p. 778; - Kovaoič, o. c. p. 87, 293, 338). ") Negli atti della Curia aroiv. di Udine per questa cura troviamo i seguenti atti: 1476, 30 ottobre, « presb. Andreas Stupiel assertus plebanus in Castrainicz, oocupô la pieve di S. Leonardo senza lioenza, ed il govematore Angelo Fasolo vesc. di Feltre l'invitô a comparire in Udine (A. C. P. vol. V, f. 235). - 1480, 22 gemiaio, « presb. Andreas Stupel plebanus ad S. Leonardum in Castraynicz » {ivi, vol. IX, f. 369). -1486, 6 dicembre, d. Giovanni Selecher di Cilli pievano di Kachstraynitz e pre Simone Reach vicario temporaneo nella stessa pieve erano £ra loro in questione, e dal gover-natore Buzio venne inoaricato il pievano di Gonobicz di metterli d'aooordo {ivi, vol. XII, f. 320). - 1488, 30 aprile, pr. Giovanni Selecher già vicario perpetuo in Ca-strainioz era passato cooperatore a Gorizia {ivi, vol. XIII, f. 276v). - 1490, 20 feb-braio, pr. Gaspare Swab, « rector parrochialis ecclesie S. Leonardi in Castreinicz », informé il vicario patriarcale che « domus dotia est adeo ex vetustate ruinosa quod « tute et comode nisi et intégré restituatur residentiam in ea habere non possit »; e Buzio gli permise di restar assente dalla cura per due anni, affinchè coi redditi del beneficio i villici la possano restaurare, a condizione perô che I'arcidiacono deUa Saunia proweda d'un idoneo vicario {ivi, vol. XTV, f. 279v). - La visita del 1599 nota: « Pa« lochia S. Leonardi de Costrainiz sub coUatione Axchiducis et eonfirmatione patriarche « aquileiensis.... habet filiales ecclesias simplices tres: 1. S. Margarethae; - 2. S. Ni« colai; - 3. S. Mariae Magdalenae »; e quella del 24 giugno 1674: « Haec parochia « sub iavocatione S. Leonardi est coUationis caesareae. Verum cum sit exigua pro-« ventuum, et inter montes et rupes situata, vix bonus pro ea haberi potest curatus. « Sic per modum provisionis deputatur de tempore in tempus ab officio archidiaconali « iUius administrator ». E nel 1674 è dette che nella chiesa eranvi quattro altari: 1. S. Leonardo; - 2. SS. Rosario; - 3, Coenae Domini; - 4. S. Sebastiano {Visite Stiria, ece.). ') In nessuna visita posteriore si parla dell'architettura e bellezza di questa chiesa. «) t. Wotsche, o Wotsch, o WotscKberg, si. Boč (Sohmttz, 1. c. vol. IV, p. 403; -Ianisch, 1. c. vol. Ill, p. 1389), è situato tra Windischfeistriz e Bohitsch. Buda capitale deU'Ungheria. formosior ex ipsis ei lavit caput, altera capitergium calefaetum impo-suit et circumdedit: et procurator monasterij aquam ex poM infađit: toleravit episcopus noster omnia hec oflcia quam patienter, et qnis respnisset eiusmodi, a virginibus et quidem speciosis : niliil tamen inho-nesti in Ms ab aliqilo admigsum, saltem opere, animo autem et volun-tate, tíx forte intra continentie limites perseveratum. Habuerunt et alij varia servitia, sed non nisi bonesta, excepto Sancto-nino 1), qui ea non admisit. XXIII. predicti mensis recessimus ex ipso claustro sive vérins domo Piebs . , . .,T . , , . , , S. Michaelis in cappellanormn : vemmusque distantia 6 miliarium ad parrocnialem eccle- ciierspacii. siam S. Micbaelis in Cberspacb qae est de iure patronatus dominarurn De Jure patro' ^ natus domina- monialium de Studenicz®), ubi D. přesul noster eoclesiam ipsam per mm Moniaimm turcos violatam reconciliavit, et altaria tria rupta scilicet S. Micbaelis, S. Marie et beats Marie Magdalene reconsecravit'i) : apud quam [c. 121"^] multi marmorei lapides cimi pulcherrimis figuris et antiquis litteris repe- i^pi^'^®' piebs riuntnr®^ a. IStephani in rmniUT ) Pulacha unllam Post prandium spatio quinque miliarium, venimus ad plebem S. Ste- I'ai^t fiMaiem. pbani in Pulsha"), ubi est plebanus dominus Sixtus Fraystainer conies ^j^is^ua Ei-ay-nostri itineris et que est de iure patronatus D. Guilielmi Ausperger nuT d. GuiUeT- mns Ansperger patronus. L'etichetta del tempo portava cosi. Il Santonino ne fa nota; ma non obbedisee. t. Kerschhach, si. Črešnovec e Črešnjevec (Schmtjtz, vol. Il, p. 209; - lâirisoH, 1. c. vol. I», p. 713; - Kovačič, o. o. p. 81). L'arcidiaoono Bernardo Marusich scriveva nel 1672: « Haec etiam parochia de « Kerspach est collationis studenizensis, xina ex antiquioribus iUanun partium eccle-« siis ». {Visite Stiria ecc.). Gli atti deUa Ouria di Aquileia per quest'epooa hanno: 1476, 6 novembre, il governatore patriarcale Angelo vesoovo di Feltre incaricô l'aroi-diacono dalla Saunia d'informarsi se sia vero che le monaohe di Studeniz presentarono « ad perpetuam vicariam parochialis ecclesie S. Michaelis in Kerspag », vacante per rinuncia di pre Giaoomo de Rudolfsverd, il saoerdote Mattia MawerH, senza la con-ferma del vicario perpetuo deUa B. V. Maria in Glewnicz, che gode taie diritto (A. C. P. vol. VII, f. 229T-230). - 1477, 27 gennaioi, il Mawerli venne approvato {ivi, vol. VIII, f. 63). - 1478, 22 settembre, « D. lacobus Guetefener plebanus ad S. Michaelem in «Cherspach» {ivi, vol. VIII, f. 348). Ved. p. 230, nota 3 e p. 231, nota 3. *) L'arcidiaoono Andrea GrafE, 14 lugUo 1684, ricorda due soli altari: il maggiore dedicato a S. Michele arcang. e quello di S. Maria Maddalena {Visite Stiria ecc.). S) C. I. L. vol. III, p. 690. «) t. Pulska, Pulsgau, si. Pulsgava (Schmtjtz, 1. c. vol. HI, p. 299). - 1249, 27 ot-tobre, SofEumbergo; Pertoldo di Merania patriarca di Aquileia riservô a sè e successori l'investitura délia chiesa di Pulska smembrata, col consenso del pievano Richero daUa pieve di Schleiniz, e lasciô il diritto di presentazione del titolare ai signoři di Rohitsch (Zahn, Steiermark etc. vol. III, n. 59). ') Di d. Sisto Praistainer sappiamo che nel 1477, 31 marzo, era « archidiaconus provincie Saunie » {A. C. P. vol. VIII, f. 88), ed il 30 settembre seguente fu inca-ricato dal governatore Angelo vescovo di Peltre di esaminare e riferire su una vertenza tra il pievano di Pulska P. Bernardo e Piètre Eclasperger vicario di Peustricz {ivi, f. 194). Era ancora arcidiacono il 9 aprile 1479, quajido fu invitato a pagare il debito che aveva verso il nobile Lodovico Lindeger di Lindech {ivi, vol. IX, f. 273); mentre il 29 marzo 1480 gli era succeduto neU'arcidiaconato d. Baldassarre Ratmonstorfer {ivi, f. 387). Probabilmente allora ottenne n beneficio di Pulska, ma come tale è ricor- iam capitanei laibacensis i), quam ecclesiam D. episcopus cum cimiterio reoonciliavit. Sita est in piano, et nullam aliam sub se filialem habet : fecit ibi dictus dominus Sixtus parari pisces optimos in collauionem, inter quos rutliini erant: et magnos cambaros, quos viventes'adhuc decoximus, et coniedimus festinanter. Eodem die, bora iam XX» et ultra, jnde discessimus et descendimus iterum in Taliem Petovie et profecti sumus versus principium vallis, iti-piebs s. Geor- nerc miliaiium X. usque ad parrocLialem ecclesiam S. Georgij in Kotscb 1st de"me?a°S- cui olim prefult carissimus frater meus D. loannes Preprost de [o. 122] laHone patriar- rjj^^j. g, Studeniz XX distat mUiaribus. Sita est ipsa ecclesia in planitie et loco satis pulchro et percommodo: cum a Petovia XV. et dato negli A. C. P. (vol. XH, f. 246v) solamente 11 22 febbraio 1486. Nel 1487, 7 mag-gio, era vicario in Pulska pře Simone Nunc (ivi, 373). ''■) Di questo Guglielmo Ausperger e del perché e quando sla pasaato a questa fa-miglia 11 dlrltto dl patronato suUa chiesa di Pulska non si ha notlzla. Un « nobilis miles Georglus Ausperger » fu accusato dl aver sequestrati 1 redditl di přete Canclano ple-vano in Dovemich, ed 11 govematore Incarlcô dl far giustlzia - lugllo 1480, -« d. lacobus Ausperger archldiaoonus Marchle Solavonle » (A. G. P. vol. IX, f. 426v). Non posslamo dire se quesťarcldiacono, che nel marzo 1482 era plevano « ad S. Ru-pertum in Marchla » (sl. Sent Rupert) {A. C. P. vol. X, f. 450), sla délia stessa famiglia. L'arcldlacono Montagnana nel 1599 scrisse: « Parochla S. Stephanl in Pulska habet « coUatorem dominos ab Heberstein, conSrmatorem vero patrlaroham aqullegensem ». {Visite Stiria eco.). Nel 1663, 1 settembre, Anna contessa dl Dletrlchstain, nata con-tessa di Meggaun, curatrice del flgll mmorennl, presentô al patriarca Giovanni Delfino, per la parrocchla dl S. Stefano il Pulscha, vacante per morte dl d. Nicolô Roglevltsch, U rev. maestro Giorgio Kerskin; e dopo la morte di questo « Franciscus Adamus S. R. I. « Comes a Dletrlchstain, Liber Baro in HoUemburg et Finkhenstain, domlnus in Ra« ben, Fralenstain, Londscron, Velden superiorl, Pulscka et Grienberg_ etc » presentô - 1668, 9 settembre, - d. Paolo Andrea Rainer; ed avendo questl rlnunclato per aver ottenuta la pleve dl Marburg (sl. Maribor), Sigismondo Alfredo conte dl Dletrlchstain ecc. presentô - 1671, 21 novembre - d. Blagio PfeifEer. (Archiv. Arciv. Vdine, busta: Aroid. di CHU, n. 25, Pulslca). - Nella relazione délia Visita, 1672, 24 settembre, è dette semplicemente; a Haec parochla est lurispatronatus DD. Comltum de Dletrlchstain ». [Visite Stiria ecc.). 2) L'arcldlacono Marussigh, nel 1674 Informava che sl stava rlfabbrloando la chiesa di S. Stefano in Pulska. L'arcldlacono GrafE, 14 lugllo 1684, faceva sapere, che nella chiesa sl lavorava ancora, ma era officiata e proweduta dl tre altarl: il maggiore dedicate a S. Stefano, a destra S. Catterlna, a sinistra B. V. Maria. La chiesa ed 1 tre altarl furono consacrati dal vescovo dl Lubiana Sigismondo Crlstoforo conte dl Her-berstaln, I'll settembre 1686. (Visite Stiria ecc.). t. Kôtsch, sl. Kotsche o Dolnje Hočje o Hoče (Schmttz, 1. c. vol. n, p. 268;-Ianisch, 1. c. vol. I, p. 762 e seg. - Kovačič, o. c. p. 76-79). È ricordata questa chiesa nel 1146 (Zabn, Bt^iermarh ecc. vol. I, n. 253). - Enrico era pievano di Kôtsch nel 1181 (ivi, n. 612). - 1214, ottobre, 11 patriarca Wolfger staccô dalla pleve dl Kôtsch la chiesa dl S. Lorenzo dl Radmilach e la uni al monastero dl S. Paolo dl Lavant (ivi, vol. n, n. 131 e 132, e vol. III, n. 217). D. Giovanni Perprost era cappeUano « ad S. Marlam de Monte supra Glvitatem Austrle 11 9 febbraio ed U 24 lugUo 1482 (A. C. P. vol. X, f. 442v e 486t). Il 14 mag-gio 1483, « d. loannes Preprost plebanus S. Georgil in Chotz » era testlmonlo a Udlne «in Cancelleria Patriarchali alla coHazlone d'una cappella a Clvldale (ivi, f. 200); ed il 28 novembre il govematore Incarlcava Valentino Fabrl pievano di Gonobiez e Mar- a Marpurga quinque miliaria sit remota: et super se castrum habeat Haw^): distantia unius miliarii: est insuper ecclesia ipsa de coUatione sedis patriarchalis et satis pulchra^), habetque subterraneam criptam c^piuSě in qua est capella beate Virginis devotissima®). Fuit ante puacos annos, Silti"^ crueibus, calicibus, libris et alijs pluribus ornamentis a tureis spoliata: Prefatam eccie-quo efciam tempore quondam D. Caspar tunc plebanus, vix eorum manus ita^nt""' efřugit, similiter et dominus Valentinus ad presens arcMdiaconns provincie*). Hospitati fuimus hac vespera in domo dotis domini plebani, a dicto quondam D. loanne Preprost structa: ubi intra Tiridarium sub pomiferis arboribus bonam et lautam babuimus cenam. XXV. mensis surrexerunt aliqui ex nostra [c. 323"^] comitiva valde _mane, quia per totam noctem eos acriter pugnare oportuit cum cimicibus, pulicibus et alijs diris animalibus, que ex omni genere musicorum adversus eos concurrerant : qui tandem victi et debellati e cubili précipités (ut ita dixerim) fugieťunt: ostendebat unus quisque varios in proprio corpore ittus et vulnera, in bello accepta, de quibus vivus adhuc pene manabat cruor: primi autem ex profugis fuere dominus Arcbidiaconus, D. Sixtus et dominus Martinus, de quibus supra pluries mentionem fecimus: Sancto-ninus vero futuram jugnam cum liostil)us previdens in ligneo scamno dormivit, duro quidem et angusto, super quo, si aliquando laterum vices mutare voluit, id non nisi prius staret pedibus, efflcere potuit : alias omnino casum dedisset et forte gravem: de bis satis. tino Molitoris pievano in Veittenstein di esaminare e riferire intorno alia querela pre-sentatagli da d. Giovanni Perprost pievano di S. Giorgio in Kotsch contro alcuni vi-carii della sua pieve, i quaU da qualohe tempo andavano usurpando i suoi diritti, {ivi, f. 636V). - Era succeduto a « magister Gaspar Sigesterfer », che troviamo « plebanus in Ghecz », il 29 marzo 1480 {ivi, vol. IX, f. 387), e del quale si dice - 1485, 5 marzo : « D. Gaspar Sigisdorfer alias plebanus in Kocsoh egrotatur » {ivi, vol. XI, f. 153). - II 20 novembre 1483, il Perprost ebbe l'incarico di inquisitore per tutta la diocesi di Aquileia « contra falsos questores elemosinarum » {ivi, vol. X, f. 636). II sue successore d. Glemente ottenne la pieve, come abbiamo veduto, il 18 ottobre 1484, e la godeva ancora, insieme aUa Vicaria di S. Pietro al Natisone, il 31 luglio 1498 (Tituli Beneficiorum f. 10^, msc. 280 deUa Bibl. Arciv. di Udine). U 13 dicembre 1484, il govematore Buzio rilasciava un mandato contro maestro Michele Preprost de Tiver perché non desse molestie a d. Clemente pievano in Kôtsch « in bonis stabilibus sibi tamquam plebano spectantibus » {A. C. P. vol. X, f. 732). 1) Di questo eastello non trovai notizie, quindi non posso dire se sia stato cliia-mato Naw, oppure Hau\ 2) L'arcidiacono Montagnana, 1599, scriveva: « Plebs S. Georgii in Kôtsch est sub « coUatione archiducis Stiriae et confirmatione patriarchae aquileiensis »; ed il Marus-sig, 24 settembre 1674: « Parochia S. Georgii in Kôtsch iuris est Ca«sarei, una ex « praecipuis Gampi Dravae: bene exornata et administrata » {Visite Stiria ecc.). Le Visite posteriori non parlano della cripta e del suc altare. La visita del 1674 ricorda « altare S. Catharinae et sacellum S. Antonii»; e queUa del 12 luglio 1684 ha: « altare S. Georgii solum est consecratum, ideo ad caetera altaria omnia adhibendum «est portatile » {Visite Stiria ecc.). Deve riferirsi questo fatto aU'invasione turca del 1477, perché d. Valentino Fabri era già vicario a Gonobicz I'll marzo 1478 {A. C) P. vol. VIII, f. 272), e d. Gaspare Sigesterfer poteva essere benissimo pievano da parecohi anni nel 1480 (ved. nota 4, p. 248). Plete S. Geor- ReconcUiavit antistes noster hoc in loco dietam ecclesiam S. Georgij gij m Kotsch. ^^^ J-^^ ^23] miterio labe corruptum, deinde post celebrationem misse pransi sumus in umbra. Cappella Eo die, post meridiem inde discessimus, et venimus ad. ecclesiam S. Anne in Fraimihain^) que est fllialis parrocbialis ecclesie S. Marie in Slainiz in qua est plebanus I>. Stepbanus Pabri^): est plebs ipsa de iure patronatus, domine priorisse de Studenicz. Ecclesia ipsa S. Marie castrum parva est, sed pulcbra, babet supra se castrum munitissimum Fraimabain, Comités .de et infra villam eiusdem nominis, que sunt ditionis dominorum comitum Schaiimberg. Scbaumberg 3) : labitur per ipsam villam magnus et perennis aque rivus, qui ex proximis montibus precipiti cur&u descendit. Distat hie locus a Koescb mUiaria qoinqiie. TJbi preterito anno, tantus aquarum Horrendnm đi- concursus ab ipsis montibus deiiuxit, ut borrendum diluvium repente ta^um particu- g-^ gecutum: per quod in ipsa villa [c. 123"^] multe domus subverse sunt et de suis locis longius deportate aquarum impetu et violentia, ita ut alias numquam tale quid ibidem acciderit: perierunt eo tunc multa Septem et vigin- dictorum viUicorum bona et persone septem et viginti submerse, quarum ti persone aqua f . .„ , . -r^ - • . ^ submerse. alique ultra miliaria duo sub ipsa viUa reperte sunt: Fmt inter ceteras vi aquarum sublatas, mulier quedam, binos fiUos ad utrumque bracbium gestans, que ad arborem quamdam depulsa minorem natum liberare Mulier cum non potuit, cum ex aqua efferre caput ignoraret, maiore vero a matre vTrgkiis^^ai^iUo monitus, interdum cervicem extollebat, et beatam Virginem in auxUium saivata. vocabat, et sic factum est, ut mulier ipsa rammn dicte arboris fortiter apprebensum, sic per sex et ultra boras se cum altero filio vivente tenuerit, donee decrescentibus aquis, a vicinis fuit a manifesto periculo liberata, meritis tamen [c. 124] et intercessione celorum regine, cui se et íilium pientissime voverat. Eeconciliavit E. D. episcopus dietam ecclesiam sancte Anne cum suo cimiterio, deinde collationem fectmus cum bonis piscibus et gambaris magnis et bonis, et demum ex loco ipso recessimus venimusque ad oppidum Faystriz spatio 5 miliarium, in cuius medio uberrima pluvia nos agressa est, nee dimisit usque ad ipsum locum: ubi in publico bospitio fuimus suscepti: in quo plura piscium et aliorum eduliorum fercula babuimus in cena. t. Frariheim, si. Frajham e Fram e la sua chiesa di S. Anna non si trovano ricordati nelle visite posteriori (ScmirTZ, 1. c. vol. I, p. 400; Ianisch, 1. c. vol. I, p. 223). - Kovačič, o. c. p. 81). Ved. sopra, pag. 236, nota 3. - 1487, 20 aprile, « D. Stephanus plebanus in Scleu-niz » (A. C. P. vol. XII, f. 363v). - 1480, 14 novembre, « D. Luohas Sumer plebanus « ecclesie S. Marie in « Slevonicz » doveva pagare la decima del vino alia priora e mo-nastero « S. Marie Fontis Gratie in Studenitz » (ivi, vol. IX, f. 459). - 1482, 24 luglio,' D. Petrus Eglasperger plebanus in Slainicz (ivi, vol. X, f. 488). - 1486, 22 aprile, «presb. lacobus vicaiius plebis Sleunicz » (ivi, vol. XII, f. 246v). ScHMTTZ, 1. c. vol. m, p. 468. - 1473, 27 marzo, « Ulustris d. Comes Uldaricus « de Schaumberg supremus Mareschalcus Stirie, presb. Petrum de Ratsohach plebanum « ecclesie S. Viti in Traan prope Petoviam in preceptorem filii sui advocavit » (A. C. P. vol. IV, f. 225V). Oppidum Faistriz^) situm est in piano: habet quam plures portas Oppiđum penes quas sunt turres ample et antique et est cinctum muns undique, oppidi ac fossa, et binis vallis munitum, est fere magnitudinis cuius et Eohatscli: * subditumque serenissimo domino Imperatori: sed ante paucos annos casuali igne ex toto oonsumptum [c. cuius incendii, adliuc magna Oppiđum causa® . . t- L ® U Sgne crema- apparent vestigia 2). tum. XXVI mensis, abivimus ex oppido Fs,ystricz et disfcantia duorum miliarium venimua ad ecclesiam S. Vincislai®), que est filialis parrocbialis cappeiia ecclesie S. Petri in Taynoch, quam violatam cum cimiterio, antistes piete^sf "petri noster purgavit: jnde postmodum expediti, simili etiam distantia ascen- ^"ara^'pteton^ dimus, ad ipsam ecclesiam S. Petri <1): cui dominus presul idem reoon- ciliationis ofScium impertitus est: Habet ad ipsam presentai-e (dmn vacat) «entât, dominus plebanus in Gonabicz®), ad cuius optimum bospitium, qaia 1) t. Windischfeistritz, sL Wisterza Niisia e Slovenska Bistrica (Schmtxtz, 1. o. vol. I, p. 353; Iaitisch, 1. c. vol. Ill, p. 1346 e seg.). È chiamata Voustriz nel 1093 e situata fra i torrenti Wodmunt e Gemnitz (Iaksch, M. H. Due. CKarintiae, II, n. 498-IV). Nulla dice il Santonlno deUa cliiesa parroochiale di S. Bartolomeo, ohe forse era distrutta daU'inoendio. D. Valentino pievano in Teustrioz, 1477, 16 gennalo, era in questione con la ven. Dorotea priora del monastero di Studeniz {A. O. P. vol. VIII, f. 55). Un d. Luca Sumer, al quale i parrocchiani si rifiutavano di pagare 11 quartese si diceva pievano di Faistricz nel settembre 1485 {ivi, vol. XI, f. 330); ma il 2 gennalo 1486, il govematore dichiara che d. Valentino Pabri è vero e canonieo rettore della chiesa di Faystriz (ivi, rol^XII, f. 223). - Di pievani anteriori non si hanno no-tizie. In Feistriz era anohe un ospitale govemato daUa « Magna Fratemitas S. Marie Vir-ginis », del quale era cappeUano dal 1473 al 1478, 10 aprile, pre Giovanni Tandler {ivi, vol. IV, f. 280, e vol. VIII, f. 286). La « Fraternitas » aveva il diritto di pre-sentare il cappeUano per la « eoclesia S. Anne in Fawstriz », e fu presentato pre Paolo, 14 luglio, 1473, oh'ebbe I'investitma dal govematore Angelo Fasolo {ivi, vol. IV, f. 280), ed il 5 aprile 1483 fu presentato d. Giorgio Sdrauye in luogo del riaunciatario d. Bal-dassarre Radmansdorfer {ivi, vol. X, f. 559). Nella visita del 1599 è detto: «Benefi-« cium sive Altare S. Annae in ecclesia parochiali conférant Fratres B. Virginia in Campo « Dravae ». Che sia stato trasportato nella chiesa di S. Bartolomeo il beneficio a cagione dell'incendio della chiesa ? lo possiamo credere per il fatto che questa visita stessa nota che la parrocchia « habet unam filialem simplicem S. Fortunati et S. Margarethae ». {Visite Stiria ecc.) - 1672, 24 settembre, è ricordata: «Capella S. Michaelis in. Goeme-terio », che « cum ob vetustatem minetur ruinam, ordinatum est ut omni possibili di« ligentia et christifidelium succursu reparetur ». - 1684, 10 luglio, è detto che la chiesa di S. Bartolomeo era dotata di sei altari, ed era « lurispatronatus Monialium Studeni« zensium et bene exomata». {Visite ecc.). 3) si. St. Wenzel (Ianisoh, 1. c. vol. Ill, p. 1309; Kovačič, o. c. p. 81). La visita del 16 maggio 1685 informa che la chiesa di S. Venceslao aveva tre altari: 1. S. Ven-<;eslao, sul quale si conservava il SS. Sacramento; - 2. B. V. Maria; - S. Martiao. Fuori della chiesa era un quarto altare bisognevole di riparazioni. {Visite Stiria ecc.). «) Anche Teinach e Taineeh, t. Tairmch, si. Tinje (Schmutz, 1. c. vol. IV, p. 157; Ianisch, 1. c. vol. m, p. 1346 e seg.). La località è ricordata nel 1130, «Teinach», (Zahn, Steiemuirck ecc. vol. I, n. 138). - Nel 1685 erano neUa chiesa del SS. Pietro. e Paolo di Tainach tre altari: 1. dei santi titolari; - 2. della B. V. Maria; - 3. di S. M-colô. {Visite eoc.). ®) 1251, Pietro pievano di Gonobiz ricevette da suor Sofia di Studeniz le chiese di S. Venceslao e di Tainach in cambio delle chiese di Polzaài e di Lapriach, che cedette al monastero col consenso del patriarca di Aquileia Pertoldo (Zahn, 1. c. vol. III, n. 102). sabbatinn erat redivimus ipso die, in crastimim a tot laboribus pauluni qideturi. iXXVII. ipsius mensis, tardiori hora surrexiinus, quia nihil laboris agenduin incunabebat, et paulo post intravimns ecclesiam plebis S. Georgij in Gonabicz, in qua missam, ab optiinis musicis decantari audivimus, deinde, domiim regressi pran [c. 125] diiun lantissimnm et sumptnosnm siunpsiinus, in quo sedit nobiscnm Magnifteus dominus Fridericus pre-fectus castri Gonabicz i): Ipso etiam die qnievimns ex toto cenamqne prandio non inferiorem habnimus eiusdem D. Valentini impensa. Cappella XXVTII. mensis predicti B. Antistes exivit de Gonabicz, ad eccle- MaiTOheřS!^ siam S. Barbare in Malocherin^), distantia duornm miliarinm, que est una ex ûlialibus ecclesie S. Georgij in Gonabicz: hanc turcorum labe corruptam idem dominus presul purgavit, et altaria duo beate Virginis et S. Anne sacriLegis eorumden turcorum manibus exeerata, ex integTO restituit. Ventum est deinde iterum Gonabicz: castrumque superius Pranddum in asceuđlmus, invitati cum charis itineris nostri comitibus ad prandium c^teo đe Gona- ^ j^Q^jjjj g^ magnifico D. Friderico Holnecher prefecto pro serenissimo Imperatore augusto ipsius castri, quod, ut alias diximus in loco muni-tissimo et inexpugnabHi situm est, ac pulchre structum: [c. 125'^] ad cuius radices dicitur alias dux quidam Austrie annos duos obsidionem cum valido exercitu habuisse, et obtinere ant aliter expugnare minime potuisse. Sunt intra eius ambitům, mansiones percommode, puteus inde-ficientis aque: et cappella quedam optime ornata et disposita: Occurre-occursus mateo- runt in III^i porta (nam anteillam aUe due cum ferratis hostijs ingressum sto™ ^ ^ prohibent suspectis) nobilis et generosa D.^ Eegina carissima coniux- doDo. Begina pre- mini prefecti : ciun unica sorore virgine iam viro matura, et alia matrona, fectissa. aspectu venorabili, ac binis puellis: que omnes nostri manum pontificis deosculate sunt, eumque venerate, ut decuit. Ascendimus deinde in triclinium, in quo non unica tantum, sed plures mense parate erant, rosis Di pievani di Tainach trovai pre Oiorgio Sdranie negli anni 1473, 74 e 75 (A. C. P. Vol. rV, f. 235, vol. V, f. 46 e 17^8), e pre Martino Plessecz, ch'era deoano della Con-fratemita di S. Maria degli Esuli in Tatďeld quando, nel 1498, 5 aprile, i confrateUi ottennero dal govematore Biizio de Pabnulis, la faooltà di erigere e dotare due cap-pelle neUa « basilica parochialis S. Georgii in Gonobicz », una in onore dello Spirito Santo e I'altra dei SS. Sebastiano ed Erasmo {ivi, vol. XX, f. 169^). 1) Ved. p. 226, nota 1. 1475, 10 febbraio. II govematore Angelo Fasolo investi deUa cappeUa di 8. Barbara nella pieve di Gonobiz, « superioribus annis construota sine cura animanim », pre Luca di Gonobicz ed incaricô Enrico Regis pievano di Gonobicz d'immetterlo nel pos-sesso (Registrum Collationum 1472-1476, f. 44t, msc. Arch. Arciv. Udine). II « beneficium S. Barbarae » (del quale, si dice, è patrono il pievano di Gonobicz) è ricordato nella visita del 1599; e nella visita del 1685,16 maggio, S. Barbara in Malocherin è detta fi-gliale della vicaria di S. Giovanni (S. Maria) in Tschadra; aveva due altari dedicati uno a S. Barbara, I'altro a S. Vito, possedeva una bella croce d'argento, ed aveva annessa la confraternita di S. Barbara .(Visite Stiria ecc.). ') È Regina Mordaxin (= Mordasch o Mordax). (A Mell, 1. c. n. 425, p. 100). onuste ac fíoribus lierbisque olentibus: ubi điscumbentibus primo allata Pompa fercuio-eat recentiori lactis pinguedo in cumu [c. 126] lum vermiculorum dispo- ™ prajidio. sita, saccaroque conspérsa per totum: quod profecto edulium dulce fuit atque suave: secundo saginàtus capo, et plures pulli^ elixi et in suo iuxe appositi: tertio venerunt truté diu expectate, et in valle Eobacz, (ubi quadragesimam habuimus^) plurimnm desyderate: que et si visui grate, gustui autem gratiores fuere: quarto caules comminute cum lariđi sive succidie frusto: ab boe ferculo, omnes fere abstinuimus, ut cocho reser-varemus: quinto edus assus, tribus et amplius comitatus puUis: sexto applicuerunt pisces alij maiores in iure appositi, quos ipsi carpones dixe- carpones pisces. runt, sunt boni saporis, sed non ut carpiones nostre Italie: septimo edine carnes in croceo iure natantes: octavo, bucelle, ex contusis cambaris Novum confecte, deinde butiro in irixorio decocte, ac demum cepe de fruto í®»'™'^™-aromatibusque admixte: de buiusmodi [c. 126'*'] ferculo, quia novum erat, parum quid superfuit: servavimus enim proverbium illud dicens: Omnia nova placent: nono loco appositum fuit aliud cibarium carnium in sanguine ut puto decottum, quod alias dicitur, caro in tenebris. Decinio affuerunt fritule salviate, et plures fungi, quos primo intuitu silvestres Boieti lúivestri-putasses, sed sapore optimo se domesticos esse profitebantur: ex ijs meiioxes. millus superfuit qui aUja, acceptum infortunium nunciare posset: unde-cimo allatum fuit ordeum expUatum in pingui iure decoctum, panes etiam leves et albi: vinaque plura et optima apposita sunt et ferculorum dignitate non degenerantia : quid ultra dicam ? omnes abundantissime refecti fuimus : ita ut alibi non melius aut latins post nostram in vallem Saunie descensum: ex quo timeo quod proxima etiam et secunda quadragesima nobis imineat: cum supra niodum hoc in loco excessum fuit. Intraverunt post refectionem triclinium, prefata D. Eegina et [c. 127] alie nobiles secum: que ad bonum tempus nobiscum fuerunt in comuni et iucundo sermone: Est certe prefate B. Eegina et pulcliritudine et honestate, ceterisque vixtutibus, eo nomine digna. Fuernnt etiam nobi- pominus Prior scum in mensa, venerandi patres D. Michael prior, et B. Clemens procu- "ig cha^'tusien-rator Monasterij de Saitz, ordinis Oarthusiensis et religione, et vite sanctimonia probati. sis. >) Non ebbero cioè trattamenti di lusso. Questo listino si puô volgarizzare cosi: 1. burro a vermicelli inzuccherato; 2. ca-pone grasse e polli al brodo; 3. trote alesse; 4. crauti con lardo e petto di maiale; 5. ca-pretto e polli arrosti; 6. carpioni in umido; 7. capretto al sugo; 8. polpette di gam-beri fritte e dorate; 9. came bollita nel sangue; 10. frittole di salvia e funghi; 11. minestra d'orzo pilato. - Pane bianco e leggero, vini prelibati vari. Il priore Michele successe a Gaspare, morto il 12 gennaio 1480, prima del 29 marzo 1480, nel quai giorno lo troviamo ricordato, ma senza il nome (forse perché non ancora «onosciuto dalla Curia patriarcale) insieme al vicario di Gonobioz, aU'arcidiacono délia Saunia, ed al pievano di Kôtsch (A. C. P. vol. IX, f. 387), e governô la certosa fin a Ua morte awenuta il 18 gennaio 1489 (PirscH-]?EOELl0H, Diplomataria sacra dvcatus Styriae, vol. II, p. 115). Nel 1485, 3 marzo, d. Valentino Fabri pievano di Gonobiez p ortô davanti alla Curia patriarcale una vertenza contro il priore e convento « S. loannis Eeeessitmis -tandem de castro, habitis bonis gratiis eidem D. prefecto, de honore et lautissimo convivio nobis exMbito: et ad prefatam parrocliia-lem ecclesiam de Gonabicz descendimus : nbi E. D. přesul munus conflr-mationis prebiiit multis: et tandem Tentum est ad cenam, in domo D. Arcliidiaconi, in qua miilta et varia fercùla, et quidem delicata fue-Boni Cantores runt apposita: Cenam ipsam, iuoundiorem reddidere, scbolasticus et cra^i*^™*^" cantores ecolesie predicto de Gonabicz qui diversas laudes et ymnos, flgvi-ratis notis cecinerunt i), sedit cum d. presùle [c. 127"^] et suis comitibus in mensa sapradictus dominus Pridericus prefectus. piebs . XXVIIII menais, defluente pluvia recessimus de Gonabicz, ascen- et^pSi^ ^ dimusque ad plebem Sanctorum Petri et Pauli de Veyttenstain ^ distantia miliarium quinque: ubi in domum Ven. patris D. Martini Molitoris ibidem piebauus. plebani et comitis nostri itineris desoendimus, que ab eo noviter structa est: Eecepit nos idem D. Martinus anime prompto, vultu hilari, manuque liberali, apud quem prandium habuimus abundans et bonis non carens trutis. Cappella Hoc die E. D. přesul in medio itinere dedicavit in ecolesia S. Laurentij ItrMMpeîg.' in Strenczperg altare novum in bonorem eiusdem sancti et altaria duo in honorem scilicet beate Marie et S. Bedegundis, a turcis execrata de novo benedixit, Ecolesiamque ipsam et Oimiterium labe et immun-ditijs infldelium deturpatam, congrue mundavit. Sita est dicta ecclesia in Seyez cartusiensis ordinis », ed il governatore Buzio de Palmulis inoarioô di dirimerla d. Pietro Knaiir preposito di Lubiana {A. C. P. vol. XI, f. 152v). Corne neUe pievi délia Carintia, anche in queste deUa Stiria, c'era la « schola can-toram », e qui troviamo già in uso il canto figurato, corne nelle pievi e ohiese délia dioceai di Aquileia soggette al Dominio Veneto. Weitenslein, Veyttenstain, Veitenstain, Bwttenstain sono le forme con le quaU la looalità (si. Vitanje) è chiamata negli atti deUa Curia e dal Santonino. E « castrum Wi-tenstain» è ricordato nel 1140, 1 maggio (Iajtsoh, 1. c. vol. I, n. 111; - Zahn, Steier-mark ecc. vol. I, n. 182; - Sohmtttz, 1. c. vol. IV, p. 331; - Ianisoh, 1. c. vol. III, p. 1279 e seg. - Kovačič, o. o. p. 36, 87 e 88). ') 1474, 2 aprilis - presb. Martinus perpetuus vicarius in Biittenstain » {A. 0. P. • vol. V, f. 46t). - 1477, 16 gennaio - d. Martino è detto « plebanus in Weittenstain {ivi, vol. Vni, f. 55). - 1486, 19 settembre, dal casteUo di Finkenstein, Pietro vesoovo di Caorle scrisse a d. Martino pievano in Weitenstein raocomandandogU di fare in modo che U « Magniiicus eques auratus D. Hartmanus de Hokieobk in Monsperg » restituisca al cappellano deU'altare di S. Sigismondo « in Monte Gratiarum » due vasi di vino « vi eiccepti » e portati « in Castrum suum », non ostaňte il richiano fattogli dall'arcidiacono deUa Saunia (A. 0. P. vol. XH, f. 301). - 1493, 12 febbraio; la « curata ecclesia «S. Petri et Pauli in Weyttenstain », è vacante per morte di d. Martino Molitoris, ed il governatore del patriarcato lacopo Valaresso investe deUa medesima il cliierico Stefano Possel, jncarieando l'arcidiacono délia Saimia di prowedere d'un vicario idoneo fino a quando l'investito riceverà l'ordinazione sacerdotale (A. G. P. vol. XV, f. 453v). Anche Strencperg, t. Stranitzen, si. Stranica oppure: Sveti Lovrenc (Sohmtjtz, 1. c. vol. IV, p. 98; Ianisch, 1. c. vol. III, p. 1008). Questa chiesa di S. Lorenzo, in-sieme aUe quattro chiese di S. Bartolomeo, di S. Lamberto, di S. Vito e di S. Nicolô-(che non è detto in quali vUle fossero) nella visita del 1599 sono dette fighali délia pa-rocchia dei SS. Pietro e Paolo di Veittenstein (Visite Stiria eoc.). sanctorum Petri et Pauli de [c. 128] Weyttenstain i) in piano, et ad immn duortun coUimn, ubi est etiam villa satis bona, quam peremnis aqne rirus influit. Oernuntur bine bina castra, novum scilicet et vêtus Weytten- Castrum Veyt- stain, ab ipsa plebe vix ad iactum arcus distantia, quorum novum in 'eHehS. altère ex dictis collibus, vêtus vero in saxo prerupto alto et minime pervio e regione, fundatum est. Sunt admodum pulcbra, et obsideri nec a longe non possent: subsunt E. domino Episcopo Gurchcensi temporaliter, spiritualiter vero sedi patriarcliali. Labitur ad radices eorum rivus qui dietam Ecclesiam et viUam a superiore parte sitam preterlabitur, in quo trutas optimas expiscantur vicini et accole, et via, que Ciliam ducit media iacet intra ipsa duo castra. Venit ad nos post prandium nobilis domina Veronica Liectenbergerim cum filia sua Catberina militari genere ex d.. Veronioa utroque orta parente, uxor quondam Magniflci domini Balthassaris Wa- Catherin« eius gern®) prefecti in Weyttenstain, et nobiscum ad longum tempus sedit D. Balthasar in solatio: Lusit dieta Catberina [c. 128"^] eius filia, ad cartbulas, cum "^sem. domino Daniele cappellano pontificis nostri, pro inferendis alapis, que dum vincebat audacter percutiebat victum. Facta et parata deinde cena, preiate domine sederunt cum presule et alijs ad mensám: Sancto- ninus vero tanto capitis dolore cruciabatur, ut nee mense, nec cene inter- ™ fuerit. Habet ad dietam ecclesiam parrocbialem de Weyttenstain, dum présentât pieba- -, • -, •■ • T >iiim in Veyt- vacat, presentare, dominus plebanus in Vmdisgrecz tenstain. XX-Xa ipsius mensis, abivimus ex Vuayttenstain, venimusque distantia miliariíma quinque ad ecclesiam beate Virginis in Chersteten que cappeiia ïeate etiam filialis est plebis de Gonabicz: quam cimi cimiterio B. Autistes Chersten. Delia chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Veittenstein dobbiamo aggiungere, che nel 1319 è detta figUale della pieve di Wingretz (= Windischgraz), (Bnn, Repertorium, Stiria), cosa che troviamo confermata dalla visita dal 1599: « Eoclesiíie SS. Petri et Pauli in Waitenstaia coUatio et confirmatio pertinet parooho S. Martini penes Windischgraz ». L'arcidiacono Andrea Graf, 16 luglio 1685, vide in questa chiesa sette altari: SS. Pietro e Paolo, B. V. Maria, SS. Trinità, S. Giovanni Battista, Tutti i Santi, SS. Fabiane e Sebastianů, S. Michele arcangelo. {Visite ecc.). Lichtenherg (Sohmtttz, 1. c. vol. Il, p. 401). Probabihnente apparteneva a questa famiglia « D. Andreas Liechtenberger decretoram doctor, vicarius in Gonobiz », nell'anno 1474, 1 aprile (A. C. P. vol. V, f. 46). ») è la famiglia Wagensberg (Schmtjtz, 1. c. vol. IV, p. 292). Per il nob. Balthas-sar Wagern trovo: 1486, 6 dicembre; «nobilis Walthassar Wagner» usurpé diritti e beni della chiesa di S. Pancrazio presso lamnikg, corne asseriva il cappellano del luogo pre Cri-stoforo; ed il govematore lo invitô a presentarsi airarcidiacono d. Valentino Fabri {A. 0. P. vol. XII, f. 320). «) Ved. c. 100, nota 5. t. Kerschstetten ed anche Kirchstdtten, si. Čresenče ed anche Zirknitza (Schmutz, vol. II, p. 223; Ianisoh, vol. I, p. 728), era uno dei feudi lasciati morendo - 1228, 3 novembre - da Enrico IV marchese d'Istria aUa chiesa di Gurk (Iaksch, 1. c. vol. I, n. 520). La chiesa, chiamata nella visita del 1599: « B. V. Mariae miraoulosae in Kirchenstetten », erâ « cum cura animarum et sepultura sub parochia de Gonobiz investitura », ed aveva soggette delle « simplices fihales, quarum nomina et patronos non habeo », L'arcidiacono Andrea Graff, nel 1685, 14 maggio, dice che era dedicata a S. Mma Assunta ed aveva tre altari: S. Maria, consacrato; - S. Anna, e S. Marco non consacrati. {Visite Stiria ecc.). D. Eegina. D. Gíburgis. D. Margarita Trucburcherin i). Bonum malvaticum. Monasteriirm. S. loannis Baptiste ordinis car-thusiensis. Occursus Mona-chorum. De sita Mona-sterij. De pulchrituđine ecdesie. De đormitorijs. Quomodo (listincta sunt loca. - Hortuli. Pontes. Pratum. reconciliavit, et roconsecravit de novo altare beate Virginis et aram sancte Catherine, a turcis profanatam. Biscubuimus deinde in proxima ecclesie domo, et nobiscum Magni&ca domina Eegina uxor Magnifici domini prefecti in Gonabicz, ae Giburgis soror eius virgo modestissima ei; intacta, nobilisque domina [c. 129] Margarita Trncbuecherin eius consanguinea i) : seditqne nobiscum ipse d. Fridericus et prandium ipsum tanta iuciinditate peregimns: ut scri-bendi laborem calamus reformidet: Attulerunt eedem probatissime matrone fercula tria ex castro Gonabicz, quorum primum fuit ex optimis trutis: secundum ex boletis pulcherrimis et sapidissimis: tercium de latis, tenuibns ac non acerrimis frictulis melle perfusis: aJlatnm fuit preterea malvaticum non respuendum, de longinquis, quod prandentium animos, letiores effecit: sed postquam surreximus, prefata domina Eegina cum charis sorore et affine, abeundijicentiam impetrarunt: nosque ad cenobium devotissimum S. loannis baptiste ordinis Oartbusiensium invitati, descendimus: sed precursor noster extitit idem Magnilicus domi-nus prefectus de Gonabicz, vir certe summa preditus humanitate. Cum ad Monasterium ipsum devenimus occurrerunt ad ianuam omnes monacbi numero [c. 120'^] XII. bumiles admodum et devoti: qui et pre-sulem et comités perbenigne susceperunt, et primo ad ecclesiam, deinde ad forensium diversorium, quod extra claustrum fundatum est duxerunt: in quo diversorio plures servitores, optimum porrigentes vinum paratos invenimus. Monasterium hoc ®) situm est in centro sive sinu plurium monticu-lorum, et fere in piano, ita ut a nulla parte seu via appareat, nisi cum ad muros perveneris: Habet pulchram ubique structuram, muroque altiori et fossa cingitur, in similitudinem castri, nec id absque ratione factum, cum alias in tot turcorum incursionibas a preda et incendio servari non potuisset: Est in eo pulcherrima admodumi, et devota ecclesia, divo loanni baptiste dicata, totaqué in alta testudine levatur: Habet quoque locus ipse dormitoria bina, cum cellis hinc et inde positis, ad magnum numeram, in quibus quilibet ex fratribus separatim habet suum cabiculum, cenaculum, locum ad operandům [c. 130] manibus, et hortulum multiplicibus arbustis, herbis et plantis consitum, insuper et fontem indeficientis aque. In medio spatio inter utrumque dormito- Non trovai notizie della famiglia Trudnech; ma questa « nobilis domina Margarita», credo sia la «nobilis domina Margarita Gradnekkerin» residente a Raycbem-hirg, che, il 2 maggio 1478, del govematore patriarcale fu investita di una decima « in plebe Pischacz » (A. C. P. vol. VIII, f. 294t). k 2) È il monastero dei Certosini in Seitz (si. Žiče) ricordato nel 1147 (Iaksoh, 1. c. vol. n, n. 858), soppresso nel 1783, e poi riacquistato dai Trappisti. (ICehr, Oermania pontificia, vol. I, p. 134 e seg. - Pusoh-Froblioh, 1. c. vol. 11, p. 57 a 132; - Kovačič o. c. p. 119-125, 449 e particolarmente Stegenšbk, Konjiška decanija, p. 177-289). 3) Le Wassetjb, Ephemerides Ordinis Gartusiensis, vol. I, p. 60 e seg.; Le Contetils, Annaks Ordinis Gartusiensis, vol. II, p. 213 e seg. - vol. VII, p. 63. rium pratum virentibus herbis enutritum est: et in eiusdem prati medio sacellum sive oratorium omnium sanctorum pulchro ac mirabili edificio structum: omnes etiam partes inferiores ipsius monaste/ij, sunt in firma et solida testudine erecte atque disposite: Habent preterea ijdem religiosi canipas vinarias plures, amplas: in quibus \asta et admiranda vasa cernuntur capientia ad 40 et 50 congia pro singulo: liabundant etiam hoc tempore plus ipsi soli vino, quam fere reliqua omnis provincia, servant regulam, et quidem ex amussim; cum cilicia aspera sub alba tunica induant: cum numquam nisi certis diebus sibi ipsis vel alijs loquantur, cum car [c. ISC^] nes etiam in gravi et extrema infkmitate positi, non gustent: cum non nisi semel ant bis in anno monasterio egrediantur: Non tamen carent bonis ferculis piscium et aliarum rerum: gerunt in cunotis bonam modestiam et quamdam vite sanetimoniam pre se ferunt. Post vesperos eiusdem diei, ducti fuimus a domino vice priore mo-nasterij in sacrarium: quod ex testudine crassoque pariete fabricatmn est: in qno multa et diversa paramenta boni valoris vidimus: deinde per seeratas schalas, ad bibliotece locum, et ad aliud sacrarium, quod supra testudinem ecclesie et inferioris sacrarij edificatum est. Cernuntur in ipsa biblioteca ad duomilia et ultra, librorum volumina, in omni scientià, et pro maiori parte in pergameno descripta: antiqua etiam, et calamo exarata, non [c. 131] ut iam moris est impressa: et in superiore sacrario {quod testudineum opus est, prout et bibliotbeca) idem dominus sub-prior ostendit primo Cruoem magnam argenteam et tabernaculum, in quo dominicum corpus defertur pulcherrimum et gravis ponderis : secundo paramenta complura, XIT scilicet numero panno serico diversorum colorum auro intexto, confecta, quorum aliqua figuras beate virginis et aliorum sanctorum: ex multis ac varijs lapidibus, pretiosis unionibus ac margaritis pretiosissimis, formatas, et artificiosissime ornatas, annexas habebant: que omnia peritorum iudicio super trium milium aureorum pretium ascendunt: et ex legatis pijs eidem monasterio quesita. Inspexi etiam crucem non magne altitudinis, sed mirabilis pretij, ex purissimo solidoque auro laboratam: lon[c. 131"^] gos carbunciilos et alios com-plures pretiosos lapides annexos babentem: et ut brevibus agam pul-cliriora aut maioris precij in Italia vel alibi vidisse non memini. Habuimus eo in loco plura fercula ex bonis trutis, diversimode decoctis, gammarosque et optima olera: et in ultima mensa poma vetera, et pul-cherrima: queitarecentia videbantur, quod a novis differre baud putasses. Surreximus inde mane, et cum solitis comitibus nostris spacio miliarium q^uinque venimus versus vallem Cilié, ad ecclesiam parroccMalem S. Bar-tholomei, in Hoeunnecb i), que oensualis est ecclesie S. Leonardi, que Saoellum pulcherrimum. Celle vinarie. Vasa mire ma-gnitudiuis. Vlni copia. De habitu et vita monjachorum. De Sacrario. Paramenta pre-tiosa. Bibliotheca supra sacrarium. Codices in omni facultate. Crux argentea : Tabernaculum gravis ponderis, Paramenta pul-cherrima et op-timi precij. Crux non magna sed pretio-sissima ex puro solidoque auro. Vetera poma optima, etiam Iioc tempore. Plebs S. Bartholomei in Hoennech. t. Hocheneck od Hoihenegg, sl. Woinsky Terg e Vojnik trg (Schmxttz, 1. c. vol. II, p. 73 e seg.; Ianisch, 1. c. vol. I, p. 583-584; Kovačič, o. o. p. 99 e 425J. - Liupoldo di Hohenek e suo figlio Wergendo, nel 1166, furono testimoni alla donazione fatta da Ottocaro duoa di Stiria di un predio nella villa di Gonobitz, diocesi di Aquileia, a Basilio priore ed ai certosini deU'eremo di Seitz, situato sopra alti monti ed addetto 17. ■—■ G. Vale, Itinerario Santonmo. dicitur ad novam ecclesiam'), ubi dominus episcopus ecclesiam ipsam cum suo cimiterio et quiuque altaribus ab immanissimis turcis violatam, oppiduiTim a qiú in ea noete integram exegerunt [C. .132] et postmoduni earn incende-^tnm runt per aque benediote infusionem, purgaTit. Erat prope dietam eccle- siam oppidum, pulchras domos alias babens, ut ex ruinis apparet, quod inceudio per ipsos torcos imnisso comminutum est^). Nova ecciesia Asceuđimus dciudc ipso die ad dietam novam ecclesiam, in qua (ut fóižnató'^''' ^ ° ™ superioribus memini) rector est dominus Adam bonus et antiquius sa-cerdos : qui etiam, ne deficeret genus suum, posteritatem sibi procreavit. Exbibuit nobis opulentum prandium : in quo capis et trutis non carui-mus: apposuit et cambaros mire magnitudinis, quos ego maioris etatis quam ipse qui septuagenarius est/ esse putaverim:. Miscuit preterea Pretiuens potiis discumbentibus, sepius malvaticum idtra bonum vinom: quo factum maivatici. ^^^^ ^^ aliqui ex uostris meliora querere bospitia abnuerit : Ecciesia [c. 132"^] ipsa S. Leonardi insignia et pinguis est, et olim fuit de coUatione I>omini Aiia patriarcha- Hiei, et scdis patriarchalis, sed a XVT annis citra unita est et annexa lis seđis iactura. j^gQgg capitulari straspurgensi (quod est in CharintMa) ut dicitur per sedem apostolicam, et forte per non veram et canonicam viam^). Ecclesiam banc jdem dominus antistes turcorum labe corruptam mundavit. Piebs Eecessimus inde bora fere XX^ venimusque distantia X. miliarium S. Georgi). all'ordine (Zahn, Steiermark ecc. vol. I, n. 485); e nel 1173 lo stesso Liupoldo era te-stimonio- all'atto ool quale Ulrioo patriarca di Aquileia approvava un cambio di campi tra Sigehardo pievano di Gonobitz e I'abate di Seitz (ivi, n. 551). - 1371, « D. P. Fri-dericus de Saxenweld vioarius perpetuus eoclesie S. Bartholomei de Hoheneoh » (Bini, Jtepertorium, Stiria). La ohiesa di S. Bartolomeo fu poi visitata nel 1599; è detta: « Fi-lialis ecciesia curata », cKe perô aveva soggette tre chiese figliaU semplici: S. Tomaso, S. Mcolô, S. Margherita. Non dice in quali looalità fosaero, ma che venivano uffioiate dal vicario curato di Hochenegg, prePietro Textore (Visite, 8tiria). 1) Ved. p. 225, nota 1. Troviamo un « Otto plebanus de Nova Ecciesia » nel 1236 testimonio ad un arbitrato tra I'abate di Obernburg ed il priore di Geirach (Zahn, Steiermark ecc., vol. II, n. 344), e nel giugno 1241, testimonio al teatamento di Wi-lelmo di Hochenegg (ivi, n. 397). ") II caateUo di Hochenegg fu id seguito ricostruito, e nella relazione della visita del 1599 si dice, che aUa cappella del castello era annesso il beneficio di S. Floreano, il cui diritto di patronato spettava aU'arciduca di Stiria e la conferma al patriarca di Aquileia (Visite Stiria ecc.). - 1484, 9 lugUo, trovo che «D. Sigismundua Waxenstayner « vicarius Conventus ecclesie S. Bartholomei in Hoenneck » si lamentô col govematore del patriarcato perché non gli venivano pagate le decime (A. C. P. vol. X, f. 694v). Che in Hochenegg sia stato un convento. di religiosi non consta da altri documenti. Ved. p. 225, nota 3. Il pievano non era asaente, Anche il visitatore Montagnana nel 1599 disse, che questa pieve « est sub col« latione et confirmatione Capituli S. Nicolai de Stasburg: ius spirituále est patriarchae « aquileiensis » (Visite, Stiria). Ianisch (1. c. vol. II p. 362) dice, che Corrado di Gallem-berg parroco di « Nova Ecciesia » ottenne nel 1460 o dal papa Pio II, o dal papa Paolo II (ed allora la data dovrebbe essere portata al 1470, e quindi s'accorderebbe con la data ,del Santonino), che la chiesa venisse unita al Capitolo di Strassburg in Carintia. - Nel 1489, 8 ottobre, il governatore Buzio de Pahnulis, per premiare la fedeltà e devozione verso la sedé patriarcale del venerabile d. Giorgio Stampoch, preposito deUa CoUegiata di S. Nicolô di Strassburg, diocesi di Gurk, e pievano di Vipacco, lo nominô « GappeUa-« num- familiarem domesticum et continuum comensalem ac etiam curialem dicte Sedis ad parrocliialem ecclesiam S. Georgij prope častnim Eayclinecli i), que est lîlialis plebis S. Martini in PontkeP): plebs ipsa, est satis digna: et Castrum liabet sub se ecclesias XVIlI., inter quas sex sunt baptismales Est pi^^s'^^.^Maru- rector ipsius dominus lacobus de Eudolsverdt qui est satis bonus rute"unt°"cdesil socius, et fuit lerosolimis, licet adhuc [c. 133] iuvenis homo sit, magnamque š^J^ćobus de cognitonem liabet de locis illis sacris, in quibus Dominus nosfcer passionis sue misteria consumavit. Attulit quoque ex ilia peregrinatione plura et Jerosoiimis. diversa ipsorum locorum frusta lapidum, que etiam liabet in magna ve-neratione. Subsunt ei apud ipsam ecclesiam B. Martini vicarij quinque, « patriarolialis aquileiensis » (A. G. P. vol. XIII, f. 469). - La visita del 1599 aggiunge inoltre, che questa pleve aveva soggette quattro figHali semplici, cioè senza Sacramento, iifficiate dai cooperatori della pieve, cioè: 1. S. Martino; - 2. S. Giovanni; - 3. S. To-maso; - 4. S. Catterina (queste ultime tre furono demolite nel 1787; Ianisoh, 1. c. vol. II, p. 362); e due figliali curate, cioè: 1. S. Bartolomeo in Hoohenegg; - 2. S. Maria in Do-bema (Ianisoh, ivi,.Yo\. I, p. 103, dice S. Nioolô titolaie délia chiesa di Dobema (si. Đobma) Kovaôiô, o. c. p. 100). t. Seichenegg e Reicheneck, si. Beifnig e Eilnik (Schmutz, 1. c. vol. III, p. 300; Ianisch, 1. c. vol. II, p. 563; Kovaoič, o. c. p. 85). 2) Ponikl, Ponigl, Ponikil, si. Ponkva e Ponikva (Schmutz, 1. c. vol. III, p. 192; -Ianisch, vol. II, p. 547; Kovačič, o. c. p. 84). Durante gli anni 1236-1245 pievano di Ponikil era Enrico (Zahn, Steiermark eco. vol. II, num. 344 e 397). - 1311, « D. Otto-bonus patriarcha per mortem Dietmari plebani in Ponikel diu- vacantem, earn concessit presb. Georgio de Weustritz » (Brsi, Bepertorium). Le 18 chiese figliali deUa pieve di S. Martino in Ponikil ce le fa conoscere il vi-sitatore Montagnana, 1599, cosi: « Parochus S. Maxtini in Ponikl presb. Melchior Crai-.« zar, cuius investitura in spiritualibus et temporalibus spectat Gapitido in Neapolim « (= Rudolphswerd) habet unum collaboratorem presb. Martinům Crispianum: et habet « sequentes filiales ecclesias quinque: 1. Beatae Mariae Virginis; - 2. S. Mariae Magda« lenae; - 3. 8. Egidij habet sepiilturam; - 4. S. Viti habèt sepulturam; - 5. S. Maria e « Virg. in Saimrsch. - 6. Parochus S. Oeorgii sub Baichenegh, presb. Adamus Apparnik, « cuius investitura in temporalibus et spiritualibus legitime spectat Capitulo in Ru-« dolfswert, habet duos Cappellanos presb. Danielem Boemum et presb.'Michaelem Pas« serum: habent mensam cum parooho et coUecturam a parochianis, et figliales sequen-« tes: 7. S. Michaelis in Ooemeterio; 8. 8. Mariae Virginia-, - 9. 8. Primi; - 10. 8. Acha-« tii; - 11. 8. Urbani-, - 12. 8. Helenae; - 13. 8. Nicolai; - 14. 8. loannis; - 15. 8. Ma« riae Magdalenae, habet sepulturam; 16. 8. Mariae virginis in Galobiae-, - 17. 8. Mardi garetae; - 18. 8. laœbi ». {Visite ecc.). - 1495, 20 novembre, il patriarca Nicolô Donato concesse 40 giomi d'indulgenza a chi visitava ed aiutava la chiesa « S. Marie virginis M sub plebe Ponigkil sita dotata venerabOibus reliquiis », e centro di frequenti pellegri-naggi (A. G. P. vol. XVII, f. 201); ma non possiamo dire se questa sia la prima dell'elenco oppure la ottava. 1479, 10 aprile; « D. lacobus de Rudolphsuert, plebanus S. Martini in Ponigohil », venne dispensato dalla residenza per un anno dovendtí servire I'imperatore; ed il go-vernatore partriarcale concede tutte le facoltà al vicario suo Giovanni, {A. G. P. vol. IX, f. 282V). - 1489, 12 maggio, è detto: «D. loannes Nicolai rector parrocchialis ecclesie .S. Martini in Ponicl ». {Ivi, vol. XIII, f. 412). - 1493, 20 dicembre; il vicario sostituto, Girolamo de Zendatis, gli sorisse; «Nuper ad nostram pervenit audientiam quod tu « errigere attentas quamdam CoUegiatam ecclesiam, que habere debeat unum preposi-« turn et duodecim canonicos in oppido Rudolffsverd, districtu Marohie, dicte aqui-« leiensis diocesis. čum gravi iactura et preiuditio iurium huius sancte sedis aquileiensis, « cum eidem ecclesie sic erigende uniri et incorporari queras et studeas fructus, redditus «et proventus.trium parroccliialium ecolesiarum ac etiam cappeUarum omnium in pre- sed residentiam suam habent apud dietam basilicam S. Georgij ut in loco tutiori positam i) : villici enim (opem etiam ferente ipso d. lacobo) cimiterium ipsius ecclesie, et fossa et muro lapideo circiim circa munie-xunt, cum pinnis seu propugnaculis desuper dispositis. Habentur insuper hoe loco in tnrri ecclesie et ad portám per diem et noctem custodes, qui in presenti temporum eonditione nee in inimicis, nee amicis conii-dunt. Subiecta est ipsi eeelesie S. Georgij in declivi loco site, vallis que-dam, leta frugum, ad occidentem et orientem versa. [c. 133^] Prima mensis lunij E. D. episcopus reconciliavit ipsam eeclesiam S. Georgij cum Oimiterio, altariaque S. Georgij Floriáni Meolai et Catherine in ecclesia et S. Michaelis in cappella carnari^) posita, dedicavit. Post prandium descendimus ad oppidmn OUie via plana sed admodum cenosa distantia miliarium 6. ubi domum dotis domini plebani intravi-mus in qua ad libitum pausavimus. ■Oppidum Oppidum ipsum Cilie quod olim Oeleia vocabatur S), at in antiquis De situ eiusđem lapidibus scriptum repperi: situm est in piano et quasi in capite vaUis, oppidi. « dicto oppido existentium, cum ipsis etiam ecclesiis et cappellis, quaram quidem eocle-« siajum et cappellarum provisio et institutio prefate sedi aquileiensi per elapsum speo-« tavit ac de presenti spectat et pertinet: et quod non minus detestandum est, tu cum « quibusdam aliis tibi in tam temerario ausu adherentibus, boo tempore horas canonicas « in ipsa ecclesia erigenda decantari; finictusque redditus et proventus ecclesiarum parti rocoliialiim et dictarum cappellarum uniendarum in communem distributionem ipso-«rum prepositi et canonicorum creandorum congregari et comportari nulla habita vel « obtenta super his a S. Sede Apostolioa, vel ab hac patriarchali sede lioentia et ancto-« ritate instituisti ». Sotto pena di scomunica gli comandô di sospendere qualunque atto in proposito senza aver prima ottenuta l'approvazione della S. Sede Apostolica, e di presentarsi in Curia a Udine, sotto pena di privazione del beneficio, per esporre i motivi di questa sua azione. (A. C. P. vol. XV, f. 563v). Abbiamo portato quest'atto, per spie-gaie il perché le chiese di S. Martino in Ponichil e di S. Giorgio in Reichenegg, nel 1599 erano unite alia prepositura di Rudolfswerd, e per mostrare chi sia stato l'origine di questa istituzione ecclesiastica, che, ■ come lasciô scritto PoUidoro Montagnana (ch'era appunto preposito di Budolfswerdt nel 1599) la si veleva fondata da Rodolfo I d'Asburgo {1273-1291) « imperatore Eomanorum », ed allora veniva conferita dal Duea, di Carniola con la susseguente conferma del Patriarca d'Aquileia, mentre il decano ed i canonici « eliguntur a Praeposito et canonicis et praesentatur Ill.mo Patriarchae Aquileiensi tam-«quam Ordinario legitime huius loci». (Visite ecc.). La chiesa di S. Nicolô di Rudolfswerd fu eretta in propositura, con decano e canonici del Pp. Alessandro VI, (Hbb-OENEOETEB. Begesta Leonis X, vol. II, p. 33-34, n. 14231). S. Giorgio « sub » Raichenegh. Questa cappella di S. Michele « in coemeterio » è ricordata anche nella visita del 1599 (1. c. - Mabolt, Dekanija Celje, Maribor, 1931, p. 108). 3) am, si. Celje (ScHMTJTZ, 1. c. vol. I, p. 198 a 219; - Iaiíisch, 1. c. vol. I, p. 80-92). Non dovrei aggiungere altro alle diligentissime note apposte ad illustrazione di queste atesse pagine AeWItinerario di Paolo Santonino dal dottissimo Bibliotecario di S. Romana Chiesa, il cardinale Giovanni Mercati, nel suo: Una visita a Cilli del 1487 (in « Scritti in onore di Bartolomeo Nogara», Eoma, 1937, p. 263-273) ; ardirô solamente aggiungere quanto per owie ragioni I'Bminentissimo annotatore non poté avere a mano. - (Ved. A. Fekonia, Celje in okolica, edito in «Dom in Swet», an. VIII, 1895, num. 11 a -Maeolt, o. c. p. 1 a 116; Kovačio, o. c. p. 7 ecc.). ad occasum: juxta quod, versus meridiem, labitur flurlus Saunie i), a quo Amnàs saunie. omnia provincia denominata est: liabet ab ea parte pontem ligneum, Pons owongus. longitudinis centum quinquaginta passuum et ultra: sunt in ipso oppido domus CXXX. vel circa lapideis parietibus structe, sed tabulis operte iDomus cxxx. quariim aUque pulchre [c. 134] sunt satis. Est etiam in eo parrochialis ecclesia S. DanieUs pulchra admodum et tam in eorpore quam in alis piebs s. Da- testudinem habet: cuius lus presentandi post mortem dominorum Comi- tum, ad Serenissimum Dominům Imperatorem devolutum est Deser- viunt ei vioarius et quataor cappeUani Est quoque in ipso loco Conven- Monasterium fratiTUm minorum. Sava, Save, Sau, che diede il nome aU'arcidiaconato (Schmtttz, o. c. vol. III, p. 449; - Ianisch, 1. c. vol. III, p. 796). 2) « 1229, 4 martii, Ruppertus plebanus Cilié » (Zahn, Steiermark ecc. vol. II, n. 262); « 1262, 26 augusti, Wlvingus plebanus Cilié » (Ivi, vol. III, n. 115; - Fbkonia, I. c. n. 21, p. 665 « Celjska župnija », e n, 23, p. 712 « Opatijsca in mestno-župna cerkev Sv. Danijela). La visita del 1599 dice: « Parochia Ciliensis S. Danielis prophetae est sub coUatione « Duois Stiriae, et confirmatione patriarchae aquileiensis »; e la visita del 1672, 24 set-tembre: «nunc coUationis Caesareae» {Visite, Stiria eoo.). Negli atti della Curia patriarcale è memoria per questi anni dei seguenti sacer-doti ofBcianti in Cilli: « 1474, 9 luglio, presb. Martinus benefioiatus in Cilia (A. G. P. vol. V, p. Sá''^). - « 1474, 10 ottobre, presb. Georgius Rosenhauer benefioiatus in Cilia « et presb. loannes Chlescher cappeUanus Vicedomini de Cilia » {ivi, f. 107 ; era aUora vi-cedomino deUa Contea e Dominio di Cilli U nob. Gregorio Dreustel, ved. p. 265 nota 1); - 1479, 27 marzo, sono ricordati « presb. Paulus assertus plebanus in Cilia et presb. Andreas cappeUanus castri swperioris in Cilia {ivi, vol. IX, f. 27^1); - 1479, 10 aprile, «D. loannes Strobel cappeUanus ad B. Virginem in Cilan (ivi, f. 273^); - 1479, 25 novembre, «presb. Martinus cappeUanus dltaris S. Margarithe in Cilia» (Ivi, f. 338); -1480, 21 gennaio, « d. Sixtus Fraystainer rector altaris 8. Andree fundati in swperiori Castro Cilie » (ivi, f. 368); - 1481, 13 ottobre, pre Martino cappellano delVallare di S. Mar-gherita in Cilli s'era lamentato ohe Ploreano Aricher abitante in CiUi, « occasione in« ductionis certorum stipendiariorum » I'aveva spogliato di quanto aveva, ed il vicario sostituto ordinô all'arcidiacono della Saunia di obbligarlo alia restituzione (ivi, vol. X, f. 411v); - 1482, 22 gennaio, presb. Georgius Rosnaur n cappeUanus 8. Spiritus in suti burbio civitatis Cilie, presb. Andreas Cesneuar altarista 8. Nicolai fundati in ecclesia « parochiali 8. Danielis in Cilia, presb. Paiilus assertus plebanus in Cilia, presb. loannes « Strabel altarista ad B. Virginera in ecclesia 8. Danielis in Cilia » (ivi, vol. IX, f. 368) ; - 1483, 5 aprile, viveva ancora il cappellano pre Martino ed aveva il credito di un du-cato da d. Andrea Cufigoi vicario a S. Giacomo di Vipacco (ivi, vol. X, f. 559 e 577); - 1484, 14 aprile, «presb. Primus Wasserhoiîer cappeUanus Fratemitatis B. Virginis in Cilia era in questione con d. Lorenzo pievano « ad S. Crucem prope Rohatsch », e la soluzione è domandata a d. Leonardo Saydel vicario deUa pieve di Stain (ivi, vol. X, f. 667); e godeva il beneficio anche nel 1487 (ivi, vol. XII, f. 414); - 1484, 14 aprile, U vescovo di Bagnorea, governatore del patriarcato, autorizzô d. Giorgio Rosenauer « vicarius plebis S. DanieKs in Cilia » ad assumere le funzioni di vicario per un anno a condizione che si faccia esaminare ed approvare daU'arcidiacono deUa Saunia (ivi, vol. X, f. 667v). - I486, 23 febbraio, U governatore Buzio de Palmulis dispensé dalla residenza d. Giorgio Rosenawer « vicarius ecclesie parocMalis S. Danielis in Cilia », e con-cesse-a pre Giovanni de Wasch, vicario perpetuo nella chiesa parrocchiale della B. V. Maria in Thiechern unita al monastero di Sittioh, di passare per un triennio alla cura di S. Daniele in CiUi (ivi, vol. XII, f. 247-248); - 1486, 9 giugno, Frate Martino deU'Ordine dei Minori « Conventus prenominati Oppidi (Cilli) predicator bumilis » mandô una let-tera al governatore Buzio informandolo che « elapsa quadragesima quoddam scandalum tus fratrum minoruin cum ecclesia pulclire structure i): sunt et alie Forma oppidi. due cappelle dicte parochialis ecclesie filiales Plebs ipsa hoc tempore nou multiun opulenta est Forma oppidi quadrangularis est, noTOsque muros habet, qui et lata et alta fossa et deinde vallo et aggere posito mu-niuntur: et reperiuntur in eo varij lapides, antiquis lifcteris inscripti, multeque ymagines sive statue, subtili artiflcio sculte et romanorum Minor Troia. municipium fuit: et ab oppidaiiis minor Troia dicitur^). Subnectam jam epitaphia aliqua ex ipsis lapidibus sumpta, ultra alia [c. 134^] que vetu-state exesa, legi non possunt. Penes portam meridionalem in lapide marmoreo habente supra epyta-pMum capita duo humana: et a latere dextro femine sculturam pulcher- (( inter me efc ipsum Vicarium Oppidi Cilli (il Rosenawer) vestre iurisdictionis, quod non-« nuUos laicos soandalizat et signanter Capitaneum ibidem et suam conthoralem qui sem-(1 per insistit ut debeam citare prenominatum d.num Vicarium preteriti anni cum iam « depositus sit », (originale nell'AKCHiv. Aeoiv. di Udote, busta, Arcidiaconato di Stiria, Cilli 1, n. 4); - 1487, 9 giugno, in seguito alia visita del vesoovo di Caorle, il governatore Buzio informé d. Leonardo Maridech pievano di 8. Daniele in Cilli, ohe il magnifico milite Andrea Hohenbarter « superioris Cilie capitaneus » s'era lamentato che i cappel-lani della chiesa parroochiale di Cilli erano negligenti nel celebrare la Messa sui loro al-tari e negli altri divini uffici, e lo invitô a riohiamarli al dovere {A. C. P. vol. XII, f. 383). È la prima volta cbe troviamo il nome di questo pievano; ma non sappiamo quando sia stato nominato. Lo troviamo poi - 1492, 8 ottobre - a Villaooo davanti al governatore lacopo Valaresso, » ibique in iuditio comparet Ven. d. Leonardus Mandech « plebanus in Cilia dixit atque exposuit qualiter iam Biennio decurso Villaci defunotus « est Martinus Bumpier avunculus ipsius, qui per suum ultimum testamentům eundem « d. Leonardum, et fratres sues heredes instituit in bonis eius, tamquam proximiores « in Parentela, et nihilominus D. Petrus Feustling (era arcidiaoono deUa Carintia superiore) vigore cuiusdam asserte commissionis curie patriarchalis occupavit, et de presenti «detinet, et occupât de ipsa hereditate nonaginta septem ducatos » (Visitationum liber 1488, ecc. f. 27; msc. Archiv. Arciv. Udine). - Non si puô dimenticare «presb. loannes «vicarius ad presens - 1490, 3 settembre - plebis Cilié» (A. C. P. vol. XIV, f. 356). 1348, 4 luglio: il patriarca Bertrando concesse ad UMco vescovo di Gurk la facoltà di consacrare la cappella costruita da Pederico conte di Cilli in onore di Tutti i Santi nel chiostro dei Prati Minori in GiUi. (Bianchi, Documenti, n. 3438, msc. Bibl. Civica, Udine. - Bini, Bepertorium-Stiria, Regesto dalle note di Gubertino da Novate. - Ved. A. Pbkonia, 1. c. pag. 723. Mabolt, 1. c. p. 60-74; Kovačič, o. o. p. 124-134). 2) Erano queste le cappelle di S. Andrea « in Superioři Castro Cilie », e di San Spirito «in suburbio civitatis Cilie». - La visita del 1599 invece nota oltre le chiese: «S. An-dreae in arce Ciliensi, sub collatione Ducis », e mad S. Spiritum extra Gileiam cum sepul-tura », cioè col cimitero; anche la « Cappella S. Nicolai in Monte extra civitatem », e « S. An-dreae extra civitatem d. (Visite ecc. - Mabolt, 1. c. p. 84). La visita del 1699 ci informa che nonostante « nel tempo di Lutherani, delli quali « vi erano nell'istesso Magistrato di questa Città, si smembrarono qualche Ecclesiastici «beni»; pure neUa chiesa di S. Daniele v'erano 12 beneficii, serviti e goduti dal pievano e da altri sacerdoti, per oui il visitatore concludeva: « Adiuncta aliqua Parochia ex vi« cinis praefatis omnibus Beneficiis posset vivere honorifice Episcopus vel SuSraganeus « Patriarchalis ». (Visite ecc. - Maeolt, 1. c. p. 8-55). A. Fekonia, 1. c. n. 11, p. 338; n. 12, p. 371 e seg. e la bibliografia ivi citata. -Anche Eîtba Silvig Piccolomini, De Europa, cap. XXI, ricorda queste antichità: « Multae « ibi (a Cilli) vetustatis reliquiae visuntur, et Romanorum nomina, principimi sepulohralia «marmora referunt». (Opera omnia, ed. Basilea, p. 411). Timam tenentis ad mentum mamim sinistram et dextera vasctilum quod-dam gestantis. ti . clavdivs . mvnicipii. celeiajv . lib . pavob, v'. f. šibi . et . ivliae . pvsillae . coniugi . svab . et . svis^) : In marmoreo lapide superposito porte Cimiterij ecclesie maioris: et sub epytapliio sunt Aquile Binae: poňpeivs . agilis . v . f . sibl. ET POMPEIAE . PEmiGENIAE . CON . ANN . XXXY . ET . POMPEIAE . SPECTATAE '!'fIL -. ANN . xvn . ET . COVBIAE . PIL . ANN '. XVI . ET . SEXTIAE . SVPVTAE . ANN . XXX . ET . VÍTALI . F . ANN XX ■. [c. 135] Ad portam septentrionalem; . D . ^ . M. D . CASTBICIO . VERO . ANTONIO . DEC . CL . GEL . ANN . XX-xvn . IVLIA . Q . FIL . VERA . MATER . V . F . ET . SIBI . In domo cuiusdam privati civis: d . m . flava . et . ab . adivto- ri . civi . afro . negot . 0 . ai m con . k . tjlvm . posvf • In ipsa domo: genio . avgvsto . et . laribvs ; p . VESINIVS . MATVRVS . ET . CASSIA . CENSORIN Secunda mensis lunij: in vigilia pentechostes D. přesul exivit ad cappeua consecrationem altaris S. Andree et Floriáni siti in antiqua cappeUa dree et Floriáni, 1) Meecati, caed. G., 1. c. p. 269, nota 5; - Schmtjtz, 1. c. p. 207, n. 22. Meecati, 1. c. p. 270, nota 1; - Schmtjtz, 1. c. p. 208, n. 25. Meecati, 1. c. p. 270, nota 2; - Schmutz, 1. c. p. 205, n. 14. Meecati, 1. c. p. 271, nota 1; - Schmutz, 1. c. p. 206, n. 18. Questa iscrizione ■con altre di Cilli, corrispondenti ai numeri 5201, 5218, 5223,'5240, 5243 del O. I. L. la trovai riprodotta in questo modo: N. XVI Ibidem Celeiae in domo D. A. Dieuerschberg D. M. FIAVA ET AVR. ADIVTORi cm A RO IVEGOT 0 AN ííf CON . KA TTWM. POSV © nel vol. XIII, f. 72, dei manoscritti di Giusto Pontanini, nell'arcldvio capitolarè di Udine. H Fontanini non dice il nome di ehi glielé comunicô; ma in fine deHa rac-colta, tutta scritta dalla medesima mano, ohe sta nei fogli 71, 72, 75, e 76, aggiunse di suo pugno: ctSingiilae inscriptiones hoc in folio exaratae, diligenter conferantjir « cum ipsi archetypis ab homine perito, qui accurate óbservet ductiim linearum, scrip-. Martino plebano in Weyttenstain: que domus speciem habet arcis: et sita est in oppido a parte fluminia, ubi ad sex et ultra bonorujn piscium fercula diversimode parata, idem d. Andreas apponi fecit: et cum eis de duplici vini genere ultra dulce rebolium. Est idem dominus eapitaneus, vir comis et sapiens et magne apud Cesarem auctoritatis: ita ut ab eo in litteris, consiliarius eius appelletur Tertia lunij dominus pontifex conse[c. 136]cravit in cappella Car- pitaneus. ') È la cappella di S. Andrea « extra civitatem » della visita 1599. - Fekonia, 1. c. n. 23, p. 726. Fíkonia, 1. c. n. 17, p. 634 e seg. II « magnificus milea Andreas Hohenborter (= Hohenbarter ed Hohenwart) de Gerlakstain » sucoesse nel Capitanato o Vicedominato deUa Contea di CiUi al nob. Gre-gorio Drenstel dopo I'ottobre 1474 (A. 0. P. vol. V, f. 108^). A lui, « serenissimi d. Im-peratoris CasteUano Cilie inferioris, » il vioario patriarcale indirizzô una lettera - 1475, 8 novembre - per chiedergli prendesse prowediementi contre Nicolô Londer « casteUa-num vestrum in Polano », il quale, coi suoi satelliti « armata manu », aveva aggredito Giorgio pievano in Polano (ivi, f. 240^). - Nel 1477, 7 dicembre, Andrea Hohenbarter, non è detto se come patrono o come vicedomino di Cilli, presentô al vicario patriarcale il přete Giovanni Krapp per cappeUano deU'altare di S. Anna « in parochiali ecclesia B. Virginis in Stain » {ivi, vol. VIII, f. 232)/ In data 21 gennaio 1480, Andrea Hohenborter, si lamentó col govematore Buzio de Palmulis, che « d. Sixtus Fraystainer rector altaris S. Andree fundati in superioři Castro Gillie » non faceva il suo dovere e mandava altri preti a celebrare (ivi, vol. IX, f. 368); e coUa stessa data, il govematore, avuto il consenso del pievano, confermô la fondazione e dotazione deU'altare di S. Giovanni neUa chiesa di S. Daniele in Cilli fatte dal generoso e magnifico cavaliere aurato « Andrea Hohenbarter pro serenissimo D. Imperatore Capitaneo et Vicedomino in oppido CQie » (ivi). - Vidi due sue lettere autografe, una in tedesco, 1491, e I'altra in latino, 1492, firmate rispettivamente: « Andrea Hohenwartter Herobtmann auf ober Cilj », ed « Andreas Hoohenwartter eapitaneus in superiori Cilia », tutte e due dirette al govematore patriarcale per informarlo che « In registro Imperialis maiestatis per ofi&ciales sue maiestatis « D.num lorium plebanum in Polano debere Mai.ti imp.li de officio quod habuit et tenuit «ibidem LXXVII marchas et XXIII soldos et ducentas ranas novi vini quae peto «super imperiali maiestate commissione » (sic).... (Archiv. Arotv. Uddtb, busta: Arcid. Stiria, Cilli, fasc. 2, num. 4 e 5). - Mori I'Hohenbarter nel 1493, e non nel 1503, come vogliono gl'interpreti della sua lapide sepolcrale (Mabolt, 1. c. p. 31 ecc.); perché il 26 maržo 1494, donna Agnese, «rehcta (= vedova) nob. d. Andree Hohenworter », s'era lamentata col vicario patriarcale sostituto, Girolamo a Zendatis, perché preMattia, rettore deUa cappeUa di S. Orsola « in oppido Cilie », fondata e dotata dal marito, non faceva il suo dovere (A. G. P. vol. XVII, f. 178v). *) I. Gruden, Zgodovine slovenskega naroda, capitoli 15, 16, 17. - Fekonia, 1. c. n. 17, p. 536 e seg. - Valvasoe, Die Ehre des Hertzgthums Krain, vol. III, p. 21. narij diete maioris ecelesie altare novum in lionorem sanctorum Udalrici et Bulfgangi. Habetur insuper in ipso oppido paulo supra domum residentie ipsius Paiati^ in domini capitanei pallatium pulcherrimtim alte admoduin struetum cum co^nites ciiie turribus et propugnaculis, cui alta et lata fossa adiacet a tribus partibus: et a quarta flumen et mûri celeiani: Habitabant in eo Illustres domini comités dum erant inferius in oppido, in presentiorum vero, quidam mUes residere consuevit, qui pro D. Imperatore negotia aUqua gerit. Est preterea intra oppidum, per iaotum bone baliste: mons quidam, çastnun super quo aliud fortissimum et munitissimum castrum ediflcatum est: et ab ea parte, que oppidum respicit, nullus omnino est accessus: cum rupem altissimam habeat: Cernuntur in eo ultra alia pulchra et accomo-datissima ediiicia, arces tres, que [c. 136"^] castrum ipsum ab omni etiam parte inexpugnabile reddunt. Residebant olim in eo prefati domini Comités quorum iam nullus superest : liodie vero pro residentia Oapitaneorum deputatum Eo die cum magnificus dominus Capitaneus celeiensis percepisset Sanctoninus a , domino Capita- Sanctoninum non cenasse cum alus, misit ei ad vesperam vas stanneum, neo donatur altum, plenum optimo malvatico : ut sui amore cum sociis austum faceret. Admisit munus Sanctoninus libenter, et pro eo cumulatas gratias egit. Quarta dicti mensis post sumptum prandium, in quo domino přesuli et Sanctonino (sic enim huntius retulit) prefatus dominus capitaneus misit vas dulcissimi rebolij, et patinam cum cervinis carnibus in cervinee cames piperato, ac calatum immo argenteam scutellam cum pulcbris et bonis Oerasa pulchra cerasis, e CiUa discessimus ut patriam repeteremus: venimusque distan-[c. 137] tia XXV rcdliarium.. ad castrum Glogobicz : ibique pernocta-vimus : cum D. Sixto Ereinstayner et uno ex famuHs domini capita- ^ ^^ nei: datum nobis in securitatem. La cappella Camarii maioris ecclesie è la cappella di S. Michek. Il nobile Gre-gorio Dreustel, vicedomino deUa contea e dominio di CiUi, chiese - 1474, 11 ottobre -al govematore Angelo vescovo di Feltre « largire auctoritatem alicui přesuli a casu « venienti eligendo ad consaorandam novam capellam S. Michaelis sitam super cimiterio « ecclesie parrocchialis de Cilia et quoddam altare situm et de novo edifioatum super ba-« silica eiusdem et capella cum certa peoia cimiterij seu sepulture addita et attribuita « ipsi antiquo cimiterio, vel si hoc fieri non potest quod tamen detur auctoritas cele« brandi super eisdem altaribus in ara portatili ». H govematore concesse la sola facoltà di celebrare suU'altare portatile. (A. G. P. vol. V, f, 108v). 2) Fbkonia, 1. c. n. 14, p. 438; n. 15, p. 470; n. 16, p. 495; n. 17, p. 533 e seg. 3) t. Ologowitz, si. Blagovica. La viUa è ricordata 1253, 15 marzo (Iaksc, o. c. n. 2699). Troviamo visitata questa looalità nel 1581 dal vescovo di Cattaro Paolo Bisanzio, che vide la chiesa dedicata a S. Pietro apostolo, ufficiata allora dal vicario di S. Tomaso in Crassan (si. Krašnja) figliale délia pieve di S. Martino in Aach (t. Aich, si. Ddb), e la chiama Olobovez. (Descrittione delle Pieve, Piovani et CappeUani, filiale et comuni-canti de esse Pieve deUa Provincia del Cragno fatta dal R.mo Sig. Paolo Bisantio suffra-ganeo et Vicario deU'Ill.mo et R.mo Sig. Patriarca di Aquileîa; Archiv. Aroiv. Udin., busta: Visite, fasc. 1 - 1581-1594). «) Ved. pag. 247, nota 7. îîotabilia de provineia Saunie. Pascua pinguia. Abuodantia fru-^m vini et oar-nium. "Vinee. Castella. Mares et Jemine déformés et immundi. Sclavum ubique idioma. Ajiseres et Ana-tes. îretia rerum. "Lajgissimus Tictus. Oppidum Stain. Hoc loco, non ab re fore duxi, aliqua, et de magnituđine proTÍncie Saunie, et alijs que in ea sunt: et habentur: subieere. Provineia ipsa, tam in longitudinení quàm latituđinem, ad 60 et ultra miliaria protenditur: babet multas valles, colles et montes, non asperos: silvas quoque et lucos plurimos: in quibus lapides raro inve-niiintur: abundât pascuis pinguissimis, et ex consequenti magna dome-sticorum animalium liabetur copia: Est frugum, pomorum, ac vini ex se feracissima, nisi iratus luppiter dedescènderit, ut sepe contingit: vinee tamen non nisi in dorso collium-'et in apricis locis plantate cer-nuntur: que crebre sunt, et ligneis romano [c. 137"^] more palis vites, innixe, et firmate. Oastella quoque et arces magno numero per totum districtum Saunie reperiuntur, ita ut vix de XX*' unum scilicet, specialí déscriptione complexus fuerim, que pro màiori parte imperialis sunt ditionis i). Incole et provinciales, et mares et femine déformés sunt, et immunde vivunt, magis quam Oilenses, non tamen babent tumentia gutura: pro-fitentur fere omnes sclavima idionia, licet etiam germanam linguam norint: tantusque ubique et ansermn et anatum numerus cernitur: ut plures alibi non viderim. Datur anser pro soldis quinque, anax pro tribus, gallina pro duobus et tribus ad maximtun, capo pro qnatuor, vitulus pro XX*', XXV, et ad summum pro XXX*® etiam si sit optime sagi-natus: edus de melioribus pro X, lepus pro quinque, columbus silvester pro duo: porcus perpinguis et magnus, pro ducato: bos pinguis [c, 138] et bonus pro am-eis duobus: castratus pro soldis XX*': quo fit ut copio-sissime vivant et carnibus mirum in modiim repleantur. Narravit mihi [dominus Valentinus archidiaconiis, quod etiam de eo, alij plures retu-'lerunt: quolibet anno consumere in domo sua boves XX*', castratos et oves ultra centum, porcos XXV, anseres 60, et supra, gallinas, capones et pullos ad 400"®, sextaria frumenti 200*^, congia vini 300*®', nec est ex toto mirum, cum omni fere tempore domi babeat inter clericos et laicos, homines LXX*® quorum opera et ad divina et ad diversa officia utitur. VI^ eiusdem ante lucem solvimus ex castro Glogobiz, et prandium habuimus iuxta oppidum Stain®), in rure, in quo nihil preter caseum et ova habuimus: ad vesper am vero huius diei. applicuimus ad oppidum Lo ScHMUTZ (1. c. vol. I, p. 219-220) ha un elenoo del castelli ohe 1 conti di Cilli possedevano nella Stiria. Qui 11 Santonino avrebbe dovuto segnare il giorno 5 giugno e non il 6, perché il mercoledi delle quattro tempora di Pentecoste nel 1487 cadde il 6 e non il 7 giugno, nel quai giorno mangiarono le buone trote a Cirohina. Il 7 giugno perció e non l'S da Tolmino, per Caporetto e Cividale il Santonino giunse a Udine. ted. Kamnik, si. Stari grad. Nel secolo XVII quésta cittadella nei documenti deUa Curia patriarcale è chiamata col nome latino di Lytopolis. - Stain era una deUe più important! pievi deUa Camiola. Nel 1279 era pievano in Stain Manfredo deUa Torro arciprete di Monza, nipote del patriaroa Raimondo. Gli successe Enrico conte di Wer- Loch: ubi in [c. ISS'^] publicum hospitium descendimusi): distantia XL. miliarium a dicto oppido Glogobiz. VII menais ex Locli venimus ad prandium ad plebem Chircam ubi in domo d. Oasparis vicarij cum bonis trutis jeiunium quatuor tem- •demberch, e nel 1311, « post diutumam vacationem per obitum d. Henrici comitis de Werdemberch ultimi illius reotoris », il patriarca Ottobono la conferi « Magistro U]rico de Stayn », che costitui arcidiaoono della Camiola. Nel 1323 ad UMco suocesse « D. loan-nes de Garisendis canonious Perrariensis »; a questo, nel 1341, «D. Ottocarus oappellanus « Beltrandi patriarche », il quale nel 1349 « praesentat presb. Nicolaum natiim Artiilfi de Stain ad cappellam Camarii S. Miohaelis sitae in coemeterio plebis S. Mariae in Stain, vaoantem per obitum presb. loannis de Stain ». (Bmi, Repertorium, Carniola). II 10 ago-sto 1453, da Graz, Enea Silvio Piccolomini scriveva al patriarca di Aquileia, chiedendogli di conoedere faooltà di assolvere dai casi riservati e di conferire beneficii a Giacomo pievano di Stain, il quale, ad istanza deU'imperatore Federico III, era state eletto arci-diacono deUa Oamiola (Opera omnia, ed. Basilea, p. 693, lettera 142). L'imperatore I'ederico presentô alla pieve di Stain, nel 1479, Giorgio Hertenfelser, figlio del nobUe Acacio vicedomino della Carniola, il quale informô il governatore Buzio de Palmulis, 24 aprile, che il suo figliuolo era stato autorizzato percepire i frutti della pieve di Stain « ut ad futurum triennium quo proposuit studio litterarum in Viennensem Uni« versitatem dare operam et vacare possit », e che aveva sostituito come suo vicario nella cura pre Uldarico Sniger. II governatore rispose di non poter ciô concedere perché I'eletto non fu « ad ipsam ecclesiam B. Virginis per Sedem hano patriarcalem institus », sebbene l'imperatore asserisse d'avere il «ius presentandi» (.á. C. P. vol. IX, f. 277); ma la vertenza dev'esserai presto risolta, con dare per vicario, in luogo dello Sniger, d. Leonardo Seydel « artium magister » ed arcidiacono della Camiola (ivi, vol. X, f. 353^). n pievano Giorgio Hertenfelser concesse ai cittadini di Stain, che avevano l'intenzione ■di erigere un cenobio per i Frati Minori dell'Osservanza, « ecclesiam suam filialem sub titulo S. lacobi apostoli in dioto oppido Stain situatam.... si et in quantum ad hoc « accederet consensus » del vicario patriarcale, che fu ohiesto con lettera 18 agosto 1494, del «ludex et tota Communitas opidi Stain » (Aechiv. Aecítv. Udihe, busta: Arcid. di Kamnih, Stain, faso. 1, n. 4). Reggeva la pieve ancora il 25 ottobre 1507, quando con-tro di lui fu presentata al vicario patriarcale Marco de Maiïeis una querela da parte del nob. Bartolomeo Stetuer cittadino di Stain, perché l'ingiuriô, quando invitato « a magici stro Vito pictore pro extimari videndo unam pallam sive iconam per dictum magistrům « Vitum factam ad requisitionem quorundam massariorum seu gubernatorum cuiusdam « ecclesie gloriosissime Virginis Marie in Turchina », (si. Zgornji Tuhinj) si era recato in casa dell'artista (ivi, n. 11). - II pievano di Stain era di solito anche arcidiacono della Camiola superiore; ma Giovanni Andrea de Flachenfeld pievano di Monsburg in ■una relazione data il 20 aprile 1704 al patriarca Dionisio Delfino, nota che « patronus « temporalis » di questa pieve « est modo Episcopus Labacensis, oui tale ius a Ferdi« nando 2° (1578-1637) est clementissime concessum. Residebant in hac Parochia plures •« consequenter per plurimos annos Archidiaconi Superioris Camioliae, quod officium « per antecessorem meum hue Monspurgum est translatum ». Della chiesa della pieve dice : « Ecclesie aedificium est valde ruinosum et conoussum, partim iniuria temporis, •« partim terraemotibus ». Delia chiesa e del convento dei frati Minori sorive: «Mona-« sterium ante duos annos una cum Ecclesia novum ex fimdamentis, cum antiquum « ruinam minabatur, constructum est, qua de causa nova Ecclesia nondum est consa-«crata». (Visite, Camiola sup.). Presso Stain, «a porta Civitatis Camnicensis, tam pro-« culdistans, ut tormenti globo facili negotio attingi possit », era « S. Clarae Monasterium «Monialium in MinkendorfE ». (Ivi, Plank,elius). 1) Ved. pag. 180, nota 2. 2) Ved. pag. 177. pormn solvimus : sumpto yero prandio profecti fuimus Tulmintim distantia ab oppido Locli miliarium XL i). VIII predict! mensis de Tulmino venimus ad prandium Cavoretum ubi in domo, domini Andree vicarij pansavimns et ipso die: B.dus D. presni Civitate Anstrie et Sanctoninus in títino ab itineris peracti te-dio conquievit A. M. D. G. 1) Ved. pag. 176, n. 3. 2) Ved. pag. 176, n. 2. ') Per andare nei luogM della Camiola e Stiria visitati dal vescovo Pietro Carlo in compagnia col Santonino, non era. questa la sola strada (tenuta probabilmente perché il vescovo doveva fermarsi a Cividale) per venire in Italia; ma ne era tin'altra, che troviamo Ulustrata circa cento cinquanť anni dopo (1629-1639), daU'arcidiaoono Cri-stoforo Plamkel, pievano di Kamnick (= Stein), per deaiderio del patriarca Marco Gra-denigo. Eiportiamo la descrizione da Udine a Kamnik nelle parti essenziali per l'intéresse topografico che presenta: «.... Sumemus huius descriptionis initium ab ipsa « Civitats utinensi ( Udine) Residentia scilicet Patriarohali, qua salva et incolumi relicta, « a Prandio, venitur primo omnium Vesperi, in Cromons (Cormàns), villam diocesis c( Aquileiensis, ubi residet periUustris et reverendissimus Archidiaconus Baro Lucas de «Mestri, distans Utino decem miHaribus Italiois. « mine, venitur Gorioiam Terram, (= Gorizia), quae distat quinque miliaribus Ita-« licis a Cromon, et oportet satis magnum fluvium Terrae vicinum, cui nomen Sozha « (= Isonzo] vel tranafretare vel ipsum pontem, nonnihil a regia via deviantem, tran-« scendere. Diocaesis Aquileiensis. « Postmodum ex Goricia attingitur Parochia S. Pasch (= Sampasso) diocaesis Aqml. « sunt quinque miliaria Ital. « A S. Pasch decem miliaria in Aidouschina (Aidussina) diocaesis Aquil. ubi ali« quando fluvius nomine Lyach valde intumescit et excrescit. « Ex Aidouschina, prominet statím altissimus mons a manu sinistra, quem nolens « volens, et quidem non in curru, vel lectica mulis adhibitis, media bona sursum gra-« diendo die consumpta, transire necessario omnia aliéna spe seposita, et decem magna « Italica miliaria, per rupes et cautes hinc et hine acuta, et saxosa quoque loca, con« ficere debes, usque ad medium sylvae, vel magis ut dixi Montis illius terminům, ubi « habetur diversorium cum Ecclesiola S. Gertrudis, sine uUa alia domo, quasi medio « in Bosco lama inscrire qualche 'parola italiana il huon arcidiacono /] vel Nemore. Dio« coesis Aquileiensis. « Iter hoc perarduum durât quindecim miliaribus Italiois, licet absque alio fluvio « molestiam aliquam viatori afferente. Sylva haec vocatxir Hrusezha {Selva di Piro), « sed nondum finis. « Statim enim, necessum est aliquando sursum, (sed non tam graviter sicut hue « usque) aliquando deorsum pedes ire, donec finiatur benedicta, horrenda et terribilis «haec Hrusezha, qua relicta, arridet in radice eius planities quaedam, usque ad Loïc gatezh (si. Logatec, ted. Oher e XJnter Loitsch), quae est villa diocoesis Labacensis quin-«que- miliaria Jtalica ab hoc post a» relicto loco,-praese£erens.. Nulla tamen quod ego « sciam aqua impediente. « Postmodum ab illo loco usque Verhnicam (si. Vrhnika, ted. Oberlaibach) viUam « diocoesis Labacensis, necessum est confieere octo miliaria Ital. per saxa per ignes. « Hie iam sumus in tuto positi et fluvium satis profundum, minimum tamen mur- « mur, reboantem, oportet, si placet (quia etiam per terram hoc iter confloi potest) « transmeare, usque ad Civitatem Labaoensem, quae est Metropolis Camioliae, itineris «eousque miliarium 20 Italicorum, fluyij nomen est Lublanza (ted. Laibach, si. Ljub« Ijanica). « Labaoo discedendo, usque ad maximum quendam fluvium satis profundum, cui « nomen Sava, oonsumuntur quinque miliaria Italioa ad paroohiam quandam, oui nomen «Monspurg (t. Mannsbmg, si. Menges) diocoesis nostrae Aqvil. subiecta. « Ex Monspurg Regia via ducit hominem per maximam planitiem in Camnik (t. 8Uin, « si. Kamnik), terram distantem ilUnc quinque miliaribus Italicis. « Relioto Camnik conficiuntur quinque miliaria ItaUca, usque ad S. Petram Ordinis « Teutonici (= Komenda, della qual parrocchia è oggidi patrono I'Ordine dei Cavalieri «di Malta). « Post quinque miliaria ab illo loco pervenitiu" ad villam Cirklensem (t. Oirklach, « si. Cerklje pri Kranju), cui inest parochia coUatione spectans Monasterio Monialium « in Michelstetin (Michetstetten, si. Velesovo) Ordinis S. Dominici, confirmatione Ulu-« strissimo Patriarchae, tuto per pianura. « Ex Cirkla profioiscitur in iam dictum Monasterium Monialium Mihelstetin, quod « distat uno iUinc ItaKco miliari, tuto per pianura. « Ex Michelstetin itur tribus italicis miliaribus distantibus ad Villam S. Georgij (si. «Sent lurij pri Kranju, o Šenčur), ubi est Parochia etiam sub Mihelstetin, confirma-« tio vero ad forum Patriarchale spectans. « Ex S. Georgio tuto per pinura absque iillius fluvii impedimento itur in Noimarkel « (t. N&umarUl, si. Tržič), quo in itinere conficiuntur quindeoim miliaria italioa. « Inde sunt quinque miliaria italica in Parochiam Gouuar (t. Kaier, si. Kovor). « Collatio huius beneficij dependet a quodam Abbate in Landshtras, (t. Landstras, si. « Kostanjevica), sed nescio a quo confirmatio, sen cura animarum. « Postmodum sunt decern miliaria ital. per montes eundo in Selzah (= Selca), illino « decern in Pelang, rursus Ulinc deoem in Syrch (t. Zarz, si. Sorica). « Ex Syrch in Shelesnik quinque italioa miliaria. « Ex bine, in terram Loka (si, Skofja Loka) conficiuntur decem miliaria italica, nuUo «fiuvio impediente. Ibidem est S. Clarae Monasterium. Spectat tamen ad Episcopum « Frisigensem collatio eiusdem Parochiae, sed confirmatio ad Illustrissimum Aquileiensem. « Ex Lak recta et regia plana via 24 italicis miliaribus ducentibus venitur in Pace roohiam, et collatione et conflrmatione lUustrissimo Patriarchae subditam nomine « lauhen (t. Jauchen, si. Ihan). « Postmodum ad S. Margarethae Vicariam quamdam Ecolesiam sub Monspurg specte tantem, sunt ex lauhen quinque miliaria italioa. « IUinc conficiuntur decem miliaria in Paroohiam Botz, ex Boz in paroohiam Sagor « (si. Zagorje ob Savi) decem miliaria italica. «Ex Sagor in Cemsenik (= Čemšenik) decem mOiaria. « E Cemsenik in Moreitz (t. Morautsch, si. Moravče,) deoem miliaria conficiendo. « Ex Moreitz iterum in Camnik revertendo 10 miharia conficiuntur. Cui Camnik, « sunt in Vioinio, hoc est quinque Miliaribus italicis distantibus, duo Vicariatua. Primus « S. Martini (= Spodnji Tuhinj), secundus Beatae Virginia (si. Zgornji Tuhinj) in Tuhein, « accedit etiam et tertium ante Civitatem ipsam nomine Neulam (t. Neul. si. Nevije). « Et S. Clarae Monasterium Moniahum in MinkendorfE (= Miinkendorf) a porta Civi-« tatis Camnicensis, tam procul distans, ut tormenti globo facih negocio attingi possit ». (Abch. Ancrv. Udinb, busta: Visite, Camiola Superiore). AGGiraTE E COEEEZIONI Pag. 22 e aeg. — La nota che rlporto dal Necrologio del Capitolo di Vdine, f. 65v informa che i TuroM nel 1471 si spinsero flno al conflni della Eeput)t)lica đ.1 Venezia ed è dimoetra-zione del terrore susoitato nelle popolazionl: «Nota quod 1471 in mense novembrls Teucrl « invaserunt Ystriam Tidelicet Tergestum, Muglani, Instlnopolim seu Caput Ystrie combur-« rentes villas et viros et mtilieres captivos dueentes, parvTilos decrepitosque necantes ». Pag. 131, nota 6. — Přete Michele alemanno, 11 30 novembre 1486, era testimonio al testamento di přete Nucio de Balleo « provincie Basilicate Utmi restdens Nello stesso testamente, che sta alfoglio 6lv del Necrologio succitato, è indicata la di lni paternità ed il luogo d'origine, cosi: « presentilnis Ven. presb. Michaele flolo Georgii de Stimburg » ecc. Pag. 144, linea 27. — II vescovo visitatore consacrû nella nuova chiesa di S. Crisanto, distante un miglio dal castello di Lemberg, un altare dedicato beatis quaiuordccim advocatis. Nè i martirologi, nè i calendarl della chiesa e della diocesi ďActnllcia fanno menzione di auestl santi, e neppure trovai cenno dei medesimi nelle raccolte liturgiche che aveva a disposizione. Per oaso trovai nel Missale AguiUier.^ Ecclesie, edito nel 1517 da Pietro Lieotenstein, e nel simile edito da Gregorio de Gregoriis nel 1519, la Missa de quatvordecim sanctis auxiliatoribiis ai íogli 192 e 296. La trovai ancora nel Missale secundum ritům ecclesie Brixincnsis stampata a BasUea nel 1511 « per magistrům lacobiim de Pfortzheim », al f. CCXXIX. Le due Messe si preàentano in struttura diversa, ma hanno quasi simili le orazioni, nelle q.uali sono nommati i guatordici santi, cioè: S. Giorgio, S. Biagio, S. Brasmo, S. Vito, S. Pantaleone, S. Cristo-foro, S. Dionisio, S. Ciriaco, S. Acacio, S. Eustachio, S. Egidio, e le sante Catterina, Mar-gherita e Barbara. Nel Messale di Bcessanone dopo S. Egidlo è aggiunto S. Magno; ma non per queato è mutato il guatuordecim m quindecim nel titolo della Messa. La devozione proba-bilmente passo dalla Germania nei paesi alpini della diocesi di Aquileia e per questo motivo-dev'essere stata iaserita nel messale aquileiese. Questa Messa fu eliminata col Messale dl S. Pio V. INDICE GENERALE A Afcano (bagni), 64. Abate o Abbatibus — de) Ciotto, 173. » Francesco, 20-173. Abruzzo, 110. Acatio piev. di S. Giorgio in. Campis, 95. Acumus vie. pleb. Faganeae, 101. Adam pleb. Novae Ecclesiae, 225-258. Adegliacco, 141. Adeisperch, 177. Admont, 129. Afriach = lavorie -v. S. Egidio, 178. Agapitich Dominicus aroidiacono d i Fiume, 227. Agapitus canonicus v. Pergula (de la), 17. Agatio frate eercatore, 94. Agellum v. Aiello. Agolean laoobus, 131. Agonia del Signore, confratemita, 186. Agostino přete, 79-142. Agram — v. Zagabria, 244. Agunto, p. 124. Aich pieve 38, 39, 41, 71. Aichelberg = Aichlburg, 36, 92. » (de) Richerus, 165. Aicher Alessio, 202. Aidussina = Aidouschina, 268. Aiello, 28, 104, 109, 114. » Odorico, prête, (da), 114. Alba Graeca = Belgrado, 36. Alba Regalis in Ungaria, 221. Albania (di) Marino prete — vedi Alexio (da). Alberto duca d'Austria, 183, 220. Alberto vicario di S. Stefano di Comelico, 63. Albertus Franciscus, 27. Albertus episc. Bambergensis ved. Bamber- ga, 218. Alemania, 78, 131, 208. Alemanno o Alemano. » Cornélio v. Fiandra e Flambro. Alemanno Erasmo, 132. » Giusto, 1. » Osvaldo, 96. » Michele, 131, 136, 138. Alessandro III papa. 111, 133. » VI papa, 42, 72, 87, 105, 148, 203, 260. Alexio (de) Marino prete, 44, 46, 84. Alovisio piev. di S. Stefano di Comelico, 63, 64. Alpi Carniche, 125, 165. Althaner Corrado, 20. .Altlach = Stara Loka = Mati Fara. Alzeia (de) Einchanus, 180. Alzida = Azzida, 175. Amaseo Gregorio, 106. Amelia 77, 78. » (de) Giorgio, 58. Amlach ed Amiech, 103. Anoona, 57, 59. Andechs (di) v. Pertoldo patr. di Aquileia, 123. Andrea = Andreas priore di Amoldstein, 203, 215. » prete di Biliana, 45. » vicario di Caporstto, 90, 176, 268. Lanrenti vesc. di Ferentino, 8, 9, 12, 24, 99, 101, 197. » prete 26, 150, 158. » rettore dell'Ospedale di S. Spirito di ViUaoco, 12. Andreolo dottore, 65. Andreottis (de) Marquardo, 43, 97. Andreych, 131. Andri Antonio, 190. Angelo vescovo di Feltre ved: Fasolo, 101187, 199, 232. Annunciata cappella in Cassacco, 4. Anoal ved. Noale, 5. Antonini Prospero, 105. Antonino-Itinerario, 124. Antonio beneíiciato in Ciconicco, 28. Antonio prete di Gonars, 70. » piev. di Rohitsch, 242. » piev. di Socchieve, 113. » piev. in Valle di Cadore, 71. » vie. di Salcano, 44. Antonio vescovo di Trieste, 67, 172. Antonius Josephi nat., 10. Antonius piotor florentinus, 71. Aper mansuefactus, 238. Apostolorum basilica de Urbe, 11. Appamich. Adamus, 259. Apulea (de) Clemente, 81. Aquileia, 3, 5, 11, 13, 18, 19, 22, 48, 49, 50, 71, 72, 74, 75, 77, 80, 81, 83, 84, 85 a 89, 91 a 98, 101, 105, 110 a 115, 121 a 124, 130, 131, 134 a 137, 140 a 150, 153, 155, 157, 161 a 165, 173, 177, 182, 191, 192, 195, 196, 201, 207, 212, 215, 218, 220, 234, 241. Aquileia-Borgo in Udine, 104. Aquileia-Capitolo, 1, 7, 54, 64, 66. Aquileia Chiesa, 11, 12, 49, 53, 65, 225. Aquileia diooesi, 20, 67, 130, 132, 234, 244, 249, 258. Aquileia, sacristia, 12. Aquileia, patriarchi, v. Barbare Ermolao, Barbaro Francesco, Barbo Marco, Ber-trando, Delfino Daniele, Delfino Dioni-sio, Donato Nicolô, Godebaldo, Gradenigo Maco, Grimani Domenioo, Grimani Giovanni, Grimani Marino, Lussemburgo (di) Nicolô, Marquardo, Mazovia (di) Alessandro, Merania (di) Pertoldo, Moravia (di) Giovanni, Ottobono, Pellegri-no I, Tech (di) Lodovico, Torre (délia) Gastone, Torre (délia) Pagano, Torre (délia) Raimondo, Trevisan Lodovico, Vodolrico I e II, Wolfger. Aragona (ď) Alfonso, 36, 221. Arcano (ď), 23. » Rizzardo, 105. Arcidiacono v. Aquileia, v. Andrea Pittiani, » Giacomo di Marano. » Cadore. » Carniola. » Carintia. » Marchia. » Saunia. Aricher JFloreano, 261. Ariete, 70. Amoldstein = Arnolstain = Podklbster, 12, 13, 56, 65 a 68, 76, 91, 131, 155, 156, 157, 162, 190, 201, 202, 205, 207, 215. Aromatario Francesco, 47. Artegna = Artenea, 23, 131, 169, 225, 236. Asburgo (ď) Rodolfo I, 260. Ascensione di N. S. altare, 180. Asquini Girolamo, 124. Augusta, 21, 37. Ausenioh Rupertus presb. 186. Ausperger Giacomo 37, 57, 60, 66, 73, 248. » Georgio, 248. » Guglielmo = Willelmus, 233, 247, 248. Austria, 22, 80, 101, 103, 131, 132, 134, 181, 183, 252. Austriae Ci vitas = Cividale del Friuli, 174, 177. Atemps (ď) = Attemps = Attimis, 23, 96. » Francesco, 135. Avanzo Lodovico, 17. Aviano = Aviani Communitas, 23, 93. Avogadro = Avogaro degli Azzoni Ram- baldo, 218. Avosacco, 140. Aych v. Aich. Aychelberg, 165. Azzida v. Alzida. B Baccia, 177. Bagnorea = Balneoregia = Balneoregien-sis, 35, 38, 42, 46, 58, 60, 62, 64, 69, 70, 71, 75, 76, 94, 97, 126, 135, 142, 143, 174, 175, 188, 190, 208, 210, 212, 240, 243, 261, v. Bocca Pietro di. ' Baisooc = Waisach = Visoko, 186. Balanzano (di) p. Pietro, 79. Baldassarre piev. di S. Maria in littore, 67, 223. Baldissera Giacomo, 170. » Valentino, 70, 80, 105, 122. Balnea Patavina v. Abano, 64. » Romana v. Romerbad, 36. Bamberga, 13, 34, 65, 91, 130, 148, 157, 161, 163, 164, 192, 193, 201, 202, 204, 220. Banfi di Losonz G., 34. Baracetto, 53. Barbadoro Giorgio oste, 19. Barbana (di) S. Maria, 48. » (de) Francesco, 32, 33. Barbaro Ermolao = Hermolaus patriarca d'Aquileia, 83, 84, 87, 88, 95. » Francesco patriarca d'Aquileia, 135, 146, 150, 151, 154, 161, 174, 176, 185, 193, 198, 215, 218. » Zaccarias, 83. Barbarossa Federico imp., 202. Barbo Marco vescovo di Vicenza, abbate di Rosazzo, patriarca di Aquileia, 2, 5, 6, 12, 14, 15, 16, 17,' 18, 21, 26, 47, 49, 62, 63, 65, 76, 82, 83, 84, 86, 88, 92, 98, 99, 105, 109, 111, 118, 121, 132, 137, 173. Barbo Paolo = Pp. Paolo II, 7, 85, 88. Barozzi Pietro, 106, 113. Bartholomeus ser Antonii, 10. Baxtolomeo oarpentario, 28. » pievano di Buttrio, 28. » přete, 29, 98. » abbate di Arnoldstein, 162; Basagliapenta, 16, 28. Basech (nobili de), 162. Basilea, 192. Basilio priore di Seitz v. Seitz, 258. Basuulac, 177. Batemstain ved. Weittenstain, 229. Battistella Antonio, 125, 151, 153, 218. Baufrenes (de) Francesco, 20. Baumgarten, 184. Baviera (di) Ortolfo, 42, 204. Beata Virgo Maria, 86, 93, 146, 151, 154, 160, 161, 163, 165, 166, 168, 176, 184, 186, 196, 240, 244, 259. Beata Verg. Armunziata in Velesovo vedi Michelstetten, 186. B. V. Maria in Gailitz, 76. » 1) » in Glewnicz, 247. » » » in Goriach,- 76. » 1) » in Rast, 240. » » » in Scheinifcz, 236. » » » in Standoch, 236. » » » in Tuhein, 269. » » » Fraternitas, 94. » » » imago depicta, 202. Beata Vittoria, 162. Beeleyn Giovanni ab. di Arnoldstein, 204. Beghina, 177. Belgrade (di) Varmo, 78, 79. » (di) Giacomo Melchiorre, 44. » (di) "Giovanni piev. di Cormons, 45. Belligna = Belliniensis Abbatia e Bellu- nensis ab., 22, 24. Belloni Antonio, 98, 102. » Germano, 106, 110. Belluoiis Filippo, 12, 27, 30, 18. » Francesco, 6, 12, 49. >1 Giacomo, 49. » Giovanni, 49. Bellunello Andrea pittore, 14. Beltramis (de) Hieronimus, 73. Bembo Leonardo, 78. » Pietro, 78. ■Benedetto medico di Udine, 70. Berchtesgaden, 139. Beremburg castrum, 207. Bergamo, 77. » (da) Francesco, 92. Bergerii Domenico, 87; Bernardino prete, 79. Bernardo conte di Gorizia, 189. » pievano di Pulska, 26, 247. » prete, 24. Bernacher Giorgio, 26. Bertoldo decano di Camiola, 184. Bertoldo vedi Pertoldo patr. d'Aquileia, 163, 201, 230. Bertoli Gian Domenico, 5, 81. Bertrando patriarca d'Aquileia, 16,43, 153, 262, 267. Bertrandus de Glemona, 2. Biacis, 175. Biauzzo, 28. Bianchi Giuseppe, 126, 182, 262. Bicinicco = Bitinicum, 170. ' Bigliana = Begliana-Biliana, 44, 45, 46, 55, 65, 82. Billiani Luigi, 135. Billo Luisa, 134. Binder ved. Wiinklern, 186. Bini Giuseppe, 4, 10, 11, 12, 14, 16, 20, 21, 24, 43, 44, 51, 64, 71, 78, 82, 96, 106, 108, 110, 146, 151, 153, 157, 164, 176, 177, 180, 183, 218, 242, 256, 258, 259, 262. Birbaum, 124. Bisanzio Paolo vesc. di Gattaro, 179, 186, 265. Bisantium, 232. Bistrica, Bistriza, Bisterza v. Faistriz, 60, 146, 184, 188, 232. Blaen, 204. Blagovica ved. Glogowitz, 265. Blasich Fsrdinando, 143. Biauzzo = Biauzzo, 79. Blessano, 28. Blecizza, 177. Bocca Pietro vescovo di Bagnorea, 58, 60, 65, 70, 126, 143, ved. Bagnorea. Boč ved. Wotsohe, 246. Bodegano Pietro can., 64, 97, 104,105, 113. Bodovi je, 180. Boemia-Boemi, 18, 241. Boemus Daniel, 259. Boganigch. Giovanni, 35. Bogenfelt (de) Bernardus-Regenhardus, 207. Bokesruhe ospedale, 191. Bologna (da) Francesco, 2. Bolouli, 179. Bolsena, 129. Boise ved. Walsee. Bolzano, 27. 18. ■— G. vale, Itmerario Scmtonino. Bombai Giovanni piev. di Aich, 38, 39, 41. Bonaparte Napoleone, 50. Bonatus plebanus Selcani, 44. Bonifacio VIII papa, 146. Bonelli Maddalena, 110. Bono Nicolô, 105. Bprfarice, 179. Borgia Cesare, 105. Borgogna, 167. Borgo di Ponte-Cividale, 53. Bosnia, Bossina, Bostina, 22, 25, 31. Bosserbeumburg castrum Wasserbeunburg, 204. Bottani, 3. Bottistagno = Bottenstain, Boltenstain, Boldemstayn, Botenstaina, Bottenstaj'n, Boltenstanum, 140. Botto contadino, 104. Botsch mons, 246. Botz e Boz, 269. Brachi villa, 177. Bramiez Urbano, 205. Brandis (de) Thomas, 32. Brazzacco = Brazaohum, 23. » (di) p. Andrea, 2. » (di) Ermacora, 104. Brazzano, 65. Bredano Donato, 13. Bressanone, 133, 149, 166. Breviarium Aquileiense, 61. Briesnich v. Briesnigk = Breznica, 153, 157, 160, 163, 164, 165, 166, 181. Brisehis, 175. Britof = Fraitoif, 184. Brode, 180. Brugnera (de) Sebastianus, 17. Bruni Agnese, 122. » Leonardo, 122, 123. » Matteo, 122. Bukovica, 181. Bukowrk = Sabatberg = Sv. Sabota, 178. Bulfgangus .= Volfango, 37, 127. Burchard, 105. Burgundia, 167. Buttenstain ved. Weittenstain, 254. Buttrio, 29.. C Cabai Giacomo, 152. » Giovanni, 65. Caballario Luca, 55. Cacelino, conte, 207. Cadore, 51, 73, 140. Cadram v. Tsohadram, 227. Caesar Julius, 123. Calbo Antonio, 108. Calefinis (de) Taddeo, 96. Calzaie, 178. Galvario monte, 200. Calvenzano, 174. Calzolai confratemita, 196. Camen = Camena, 32. Gamerino (da) Bartolomeo, 35, 75. Gaminach v. Ghaminach. Gamino (da) Geraido, 140. Gamnik v. Kamnik, 269. Gampana Pietro, 151. Campegio Giovanni, 107. Gampesii Giovanni e Girolamo, 93. Gampolongo, 25, 174. » (di) Michele, 114. Gampo Marzio, 108. Gamporosso = Gampusrubeus, 13, 218. Ganale (val.), 219. Ganal ď Inchiaroi-Incaroio, 33. » del Judrio, 33. » del Ferro, 33. » ď Isonzo V. Roncina, 31, 32, 69. Canal di Grivô, 53. Ganali (de) Herasmus, 32. Canoara ved. Kokra = Kanker, 184. Canciano, 110, 186. » piev. di Circlach, 184. » » » Dovemich, 57, 248. Candia, 110. Ganipa di Tolmino, 176. Canussio = Ghianussium (de) Nicolô, 10, 57, 79, 103, 190. Gaorle, 3, 72, 74, 75, 81, 82, 83, 84, 93, 95, 96, 97, 104, 108, 109, 116, 176, 187, 190, 220, 241, 254. Capella (de) Joannes, 190. Capello Andrea, 84. Capitolo di Aquileia, 1, 2, 5, 11, 18, 19, 24, 27, 47, 147. » di Gividale, 29. » di Strassburg (S. Nicolô), 258. » di Udine, 4, 8, 16, 28, 52. Gapodagli Giuseppe, 51, 81, 85, 97, 113. Gapodistria, 83, 85. Caporetto = Cavoretum, Kobarid, Karfreit, 31, 32, 33, 90, 175, 220, 222, 266, 268. Gaporiacco = Cavoriacum, 23, 28, 70. Gappelletti Giuseppe, 6, 64. Gaprileis (da) Gregorio, 174. Carcizperg, 179. Cargna v. Garnia. Gargnello Joannes, 8. Garnia, 4, 33, 110, 124, 147, 171, 196, 220. Cargnaoco, 28. Carintia e Carinthia, 13, 32, 56, 66, 72, 74, 78, 80, 89, 91, 107, 126, 127, 130, 131, 132, 133, 137, 139, 145, 149, 156, 163, 166, 170, 173, 176, 184, 185, 188, 189, 192, 193, 206, 207, 209, 210, 211, 212, 217. Carlevariis (de) Daniele, 19, 65. Carlo Magno, 130. Carlo Pietro vescovo di Caorle = Capru-lanus, 72, 74, 82, 84, 87, 90, 93, 104, 107, 116, 121, 135, 144, 173, 174, 189, 225, 242, 254, 261, 268, v. Caorle. Carmelitani = Carmelitae, 133, 134. Carnarii cappella = Cernarius v. S. Michele al Cimitero, 162, 204. Carnat, 150. Carniola, 22, 25, 26, 32, 35, 55, 56, 59, 67, 71, 78, 80, 89, 90, 91, 95, 107, 109, 173, 176, 178, 180, 182, 184, 185, 187, 188, 190, 191, 267, 268. Carpeneto, 28. Carso, 22, 24, 31. Carfcusiensis = Carthusiensis ordo, 197, 253. Carvajal Giovanni cardin. di S. Angelo, 37. Cason di Lancia = Gason di Lanza, 33. Casotis, 170. Caspar = Gaspare, 177, 178, 249. Cassaooo = Ghiassacum, 4. Cassi Gellio, 3, 49. Castello = Castellum, 23. » (di) Cristoforo, 87. » Giovanni, 81. » Odorico, 81. Castelnuovo, 43, 110. Castions di Strada = Castiglionum, 24, 28, 30. Castrovillari (de), Antonius, 53. » Carolus, 30. Castua, 208, 227. Castaldis (de) Franciscus, 95. » » Marinus, 95. Cataldo, 102. Cathesium = Catesio v. Kotschaoh, 124, 125, 126, 145. Catrer Leonardo, 64. Cattaro, 178, 186, 265, v. Bisanzio Paolo. Catterina palatina di Carintia, 127, 196. Cedram, v. Zhadron, 226. Celeia = Celje v. CiUi, 260, 263. Celestini convento, 69. Celestino III papa, 174, 177, 192, 221. Celestinorum ordo, 174. Celienses Comités v. Conti di Cilli, 264. Celsaoh = Celsaco Calsacho, Selca, Selczach, Seelzach, 181, 224. Cemšenik, 269. Ceneda, 20, 98, 114. Cergneu = Cergneum, 23. Cerklje pri - Kraniu = Cirkla v. Zirklach, 296. Cerniza (di) Justo pleb., 35. Cernotií} (de) Marinus, 157. Cesare = Cesar, 123, 157. Cesnenár Andrea, 261. Chaminaoh S. Pietro, pieve, 47. Chanal = Chanales = Canales v. Val Ca- nale, 220. Charinthia v. Carintia, 187, 191, 258. Cheoo Francesco, 220. Chersteten = Chersten v. Kerchstatten, 255. Cherubino p. Battista da Orvieto v. Orvieto, 58. Chestempach, 228. Chiars v. Carso, 24. Chiavoret v. Caporetto, 176. Chiavris, 28. Chicz pugil Giorgio, 181. » Giovanni přete, 181. Chiemburg Chyemburg, 157, 161, 165. » (de) Condulfus, 164, 202. Chieneob = Chieneh, 164, 166. Chieregato Leonardo, 87. Cbierentana v. Carintia, 204. Chiflailer, 196. Chiopris, 45. Ghiusa = Cbiusaforte, 33. Cbirpaoli = Gherpach, 153, 154. Chlescher Joannes přete, 261. Chonoher = Kokra, 183. Gboz pieve, 67. Chregl Ambrogio monaco, 26. Chreynnockh ved. Bjainegg, 217. Christophorus ab. Arnoldstein, 203. Chuern Uldarico, 201, 216. Chuohana = Cucana, 170. Chuntadus ep. Frisinghensis, 180. Chus mons., 209. Chyamburg, 163. Cknich Cristoforo, 90. Cicogna G., 110. Ciconicco, 28. Cilie oppidum, 260. » vaUis v. Cilli, 257. Ciliensis parochia S. Danielis, 261. CiUi (di) Conti, 21, 36, 42, 125, 220, 221, 241. » Elisabetta, 36. » Federico Co., 221, 262. » UMco I, 221. » UMco II, 78. » Catharina, 78. CiUi, 91, 94, 127, 166, 167, 223, 227, 23 3, 243, 255, 262, 263, 264. Cirohina = Circhinioz = Cerkno = Kircheim, 176, 177, 178, 181. Circiz = Ciroiče, 184. Cirkalstain Martino, 147. Circlaoli, 185. Circlensis viUa = Zirklach, 269. Ciroioo Giovanni di Udine, 65. Cisilini Augustinus, 8. Cisteroiensi = Cisteroensis ordo, 187, 190. Cividale = Cividale del Friuli = Civitas Austriae, 8, 10, 14, 17, 18, 19, 21, 28, 33, 62, 74, 77, 78, 81, 84, 92, 96, 102, 103, 111, 112, 113, 143, 167, 168, 174, 175, 176, 190, 202, 220, 221, 235, 248, 266. Cividale, duomo, 60. » (porta S. Bartolomio in Udine, 163. Civitas Austriae = Cividale, 10, 11, 23, 27, 60, 190, 203, 220, 221, 235, 268, Civitate (de) Manfredo, 64. Clapiz Matteo notaio, 109, 114. Clarisse, 181. Clausa V. Chiusaforte, 220. Clauviano, 28. elemente = Clemens, vicario di S. Pietro al Natisone e pievano di Kôtsch, 90, 174, 224, 241, 244, 249. elemente monaco in Seitz, 253. » pievano in Raifinicz, 57. Clenia, 175. Coccau = Gogau, 76. Cooaz = Kokrica, 184. Coeus ep. Ferentini, 17. Coderno, 80. Codroipo, 30, 57, 78, 79, 151. Coglio, 191. Colar Giorgio prete, 193. Collis (de) Michele, 22. CoUoredo di Prato, 28. CoUoredo = CoUoredo di Montalbano, 23, 27. » (di) Asquino, 105, 106. » Daniele, 1, 17. » Federico, 105, 106. » Lodovico, 105. » Marino, 84. » Tomaso, 84. Colo, 151. Colobiae d. Maria, 259. Colonia (di) Andrea prete. Colopis = Kulpa, fiume, 34. Colugna, 28. Comen pieve, 46, 63. Comerzo, 108. Commeno Angelina, 78. CompeUi ved. Konoplie. Concordia-Concordiensis Episcopus, 1, 3, 7, 16, 21, 23, 87, 122. Conegliano (de) Giaoomo, 1, 8, 15, 18. » » Marco, 4, 123. Confraternita Corpo di Cristo, 25. » degli Esuli in Taufeld, 152. Cono, 151. Conoglano (de) Jacobus. Constantiensis diocesis, 162. Conventuali frati, 198. Corbellis (de) Nicolô, 16. Cordova, 20. Corgnali G. Battista, 16, 109, 122, 123, 147, 176, 178, 241. Cormons = Cormoni castrum, 32, 44, 45, 108, 140, 191, 268. Cormôns (di) Beatrice, 92. Corno di Rosazzo, 50. Coronini Marino, 157. » Rodolfo, 127, 157, 167, 208, 221. Corot Nicol6, 203. Corrado III imp. 136. » arcidiac. délia Saunia, 231. » abbate di Laudestrost, 29. » preposto deirOsservanza, 80. Cortale, 28. Cortiz, 144. Corvino Mattia, re d'Ungheria, 21, 25, 34, 235, 241. Cosiza Benedetto, 188. Cosmet Andrea, 164. Cossar R. M., 134, 144. Costantinopoli, 78, 93. Costel pieve, 56. Cotheiness, 95. Cottineau, 130, 201, 206. Cottis (de) Philippus, 22. Counar v. Kaier, 269. Cozzidonfc = Gojza, 184. Cragno = Carniola, 33. Cramaro fr. Andrea, 215. Craizar Melchior piev. in Ponikil, 259. Cramburga v. Kranj, 59, 71, 90, 91, 92, 93, 95, 179, 181, 183. Crancer = Kreutzer Lodovico, 207. » » Sigismondo, 207. Crapina comitatus v. Kraping, 244. Crauglio, 28. Cranter = Kreutzer Sigismondo, 207. Creda = Creta villa = Krad, 175. Crel Simon, 129. Crescence v. Kerschstetten, 255. Crešnovec = Cresnievec v. Kerschbach, 230, 247. Cristoforo piev. di Comen, 46, 65. » abbate di Arnoldstein, 68, 166. Crivina, 130. Croazia, 22. Croce di Poscolle, osteria, 19. Crooiferi, 89. Crollalanza G., 105, 106. Cromer Jo. Bapta, 110. Cromon = Cromons v. Cormôns. Crucibus (a) Benedictûs pleb., 49. Cucanea = Cucagna, 23. » (de) Miohelus pleb. Saloani, 44. Cufigoi Andrea, 261. Cumano Costantino, 108. Cumini Pietro pr., 132. Cuneto Ernesto arcidiacono, 124, 129, 135, .137, 193, 194, 200. Cunigunda duchessa d'Austria, 207, 214. Cunquer Martino, 56. Cupa v. Kulpa (fluroe), 33. Curti Pietro M. signore di Rohitsoh, 242. Cusin Fabio, 7, 12, 22, 25, 27, 28, 31, 32, 34, 134, 167, 208, 235. Cussignacco, 28. Custodis Giovanni, 84. Czeil = Czeilsel, 153. T) Daas, 125. Dalmazia, 110. Damiani Simone prete, 176. Damtschacli, 165. Dandolo Lorenzo, 108. » Pietro, 82. Danubium (fiume), 149. Daniele cappellano del vesoovo di Caorle, 84, 104, 121, 159, 213, 224, 255. Daniele abbate di Ossiaoh, 216. » canonico di Aquileia, 2. » di Colloredo, 1. » di Strassoldo, 4. » di Giovanni piev. di Variamo, 16. » prete di Caporetto, 176. » di Vergilio da Tolmezzo, 177. Darfus D. Giovanni, 164. Dario Giovanni, 34. Degani Ernesto, 1, 197. Deifobo S., 25. Delfino Daniele patr. ďAquileia, 121. » Dionisio patr. d'Aquileia, 267. Delia Porta Giovanni, 96, 104, 173. DeirOste Pietro, 69. Dellach = Delach = Deloch, 146, 151, 165. Dierico = Dierium, 124, 152. Diechprant Jacobus presb. 210. Dietrectstain = Dietrichstain, 193, 192. » (conti) Anna, Francesco, Sigi-smondo, 248. Dieversperg D. A., 263. Dionisio canonico di Aquileia, 2. DivizeUo Giovanni, 97. Dob v. Aich, 265. Dobbiaco, 149. Doberna S. Maria, 259. Doblinger Max, 227. Dobropolia = Dobropolie v. Tropolach, 153. Docham Giacomo piev. di S. Giorgio di Guttendorf, 25. Doffi Giovanni, 106. Dolaz S. Leonardo, 177. Dollach = Doulach, 138, 151. » (di) Pietro, 153. Dolnie Hoôje v. Kotsch, 240. Dolsach = Dolsachum = Delsachum, 139^ 140, 142, 144, 145. Domenicani = Predibatori, 75, 230, 23 241. » convento a Cividale, 19. » » a Marano, 57. Domenioo prete di Chiopris v. Chio-pris. Dominici Culauto, 24. » loannes, 19. Dominicis (de) Girolamo, 108. Dominio-Venéto, 7, 19. Donate Francesco, 106. » Nicolô patr. d'Aquileia, 78, 95, 96, 97, 98, 111, 223, 231, 259. Donna Honesta (di) Bartolomeo, 103. Donne Bette Antonius, 1?. Dorotea priora di Studenitz, 164, 229, 251. Dovernicli, 57, 248. Drava = T)ravum = Trahe (fiume), 129, 130, 132, 133, 134, 136, 137, 138. 139, 145, 149, 155, 187, 189, 191, 197, 198, 209, 234, 235. Drave campi, 94, 249. » vallis, 43, 129, 134, 147, 167, 168. Drazgose, chiesa, 181. Drendesima, torrente, 170. Dreulach, 153. Dreustel Gregorio, vicedomino di Cilli, 261, 265. Dropolach v. Tropolach, 42, 153, 155. Duino conti, 227. Duriga Paolo, 71. Dûrrer Giorgio arcidiacono délia Marcbia, 56. E Eberardo II conte di Gorizia, 140. Eberardus presb., 134. Eberndorf = Ebrendorf = Oberndorf, 62, 68, 72, 89, 94, 223, 224. Ebriano Domenico, 48. Ecoher = Echer, Dorotea, 184, 185 — Henricus, 179 — Panoratius, 179, 181. Eckbert vesc. di Bamberga, 215. Eckemberg = Eggemberg odEkemburg, 224. Eclasperger Pietro, 26, 247. Eflain = Hôflein = Preddvor, 184. Egg = Egk = Ehg, 163, 164, 165. Egger R., 199. Eglasperger Petrus pleb. in Glainioz, 213, 232, 250. Ekke, 163. Eiohstatt, 20. EUaoher Wolfango, 132. Elpaoher Andrea preposito di Ebrendorf, 223. Emerano piev. di Nichelsdorf, 62. » prete, 133, 142. Emloch, 133. Emo Giovanni, luogotenente del Friuli, 69. » lacopo, Luogotenente o., 34. Enemonzo pieve, 69. Engelberto o Enkelberto conte di Gorizia, 129, 133. » monaco, 184. Enrico III conte di Gorizia, 137. IV » » » 127, 144. » , IV imperatore, 197. 11 marchese ď Istria, 191, 255. » nipote di Pertoldo, 184. » piev. in Kôtsch, 248. » priore di Arnoldstein, 67. » piev. di Kersbach. » vescovo di Bamberga, 163, 201. Eremitani di S. Agostino, 109, 169. Ermacora piev. di Tropolach, 70, 79. Ermanno II vesoovo di Bamberga, 207. Emaun (de) = Hernauen Leonardo, 194. Eubel, 1, 3, 6, 58, 72, 77, 83, 140, 146, 161, 168, 213, 224, 235. Este (ď) Antonio, 11. Bugenio IV Papa, 11. F Faaker, see, 199. Fabianus pleb. ad S. Georgium de Loch, 179. Fabri Giovanni, 94. » Stefane piev. in Slainioz, 250. » Valentino piev. di Gonobicz ed arcid. délia Saunia, 35, 39, 66, 73, 75, 78, 213, 224, 225, 226, 235, 240, 244, 248, 249, 251, 252, 253, 255, 266. Fabrik = Fabricae, 153. Fabris Luigi, 69. Faedis, 53. Fagagna = Faganea, 28, 101, 110. » (di) Antonio, 28. Faistriz, fiume, 189. Faitin = Feiting, 182. Fana = Fanna, 23. Farla, 1. Farra ď Isonzo, 28, 68. Faseolo Pietro, 116. Fasolo (= Faselo) Angelo vescovo di Feltre, governatore, 11, 18, 20, 31, 37, 38, 45, 47, 51, 52, 53, 67, 103, 196, 246, 251, 252. Fassati Giuseppe, 110. Fauglis, 70, 81. Faystricz v. Windischfeistritz = Wisterza Nusta = Slovenska Bistrica = Bisterza, 60, 188, 189, 250, 251. Fazatus Franciscus, 27. Feastlinch = Feustling Pietro arcidiacono di Carintia, 89, 262. Fecloc = Sreduja Bela, 184. Federaun, castello = Fridann, 65, 164, 207. Federico II imperatore, 226. Federico III, 11, 21, 34, 36, 82, 94, 127, 192, 208, 221, 235, 241, 267. Fegungast Michele, 55. Fekonia A., 223, 260, 261, 262, 264. Feichting = Luoine, 179. Feistriz im Drautal, 146. Fella, finme, valle del, 198, 220. Feletis (de) Beltram, 170. Feleto Antonio vesc. di Concordia, 1, 2, 4, 5, 6, 7, 13, 28. Felice (di San) Claudia, 110. Feltre, 18, 26, 49, 54, 55, 58, 59, 74, 110, 174, 179, 247, 265, v. Fasolo Angelo. Fenchost Giacomo, 181. Fencost Andrea, 224. Ferariense Cesare, 71. Ferdinando II imp., 267. Ferentino 6, 7, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 16, 17, 22, 74, 78, 103, 110, 179. Forrara, 11. Ferris (de) Girolamo, 114. » Paolo, 106. Feustinch = Feustling Pietro, 207. Feustricz v. Eclasperger Pietro, 26. Ferosticz Andrea prete, 91. Fhrugrunberg = Crngrob = Ehrengruben, 77, 179. Fiandra (di) Cornelio, 46, 143. Fidranchi Pietro, 92. Eilitinis (de) Francesco, 16, 68. Filomuso Francesco, 116. Finchenstain = Finkenstein, castello, 64, 207, 213, 254. Fioochi Andrea, 7. Fiore (di donna) Nicolô, 17. Firenze = Florentia, 159, 173, 216. Fiume ď Italia = Fluminis oppidum, 227. Fiumicello = Flumicellum viUa, 13, 101. Flachenfeld, arcidiacono, 185. » (de) Giovanni Andrea piev. di Monsburg, 178, 267. Flaipano, 31. Flambro = Flambrum, 28, 46, 58, 143. Flaschberg Flosperg, castello, 129, 132, 160. » (de) Oholo, 129. Flech Bulfangus, 126, 146, 147, 152, 164. Flosperger Barbara, 160, 162, 163. » Joannes, 129, 133. Florentino Francesco prete, 79, 81. Foca (di San) Giovanni, prete, 85, 86, Fodina Argenti, 122. Fogliano, 31. Fons Gratiae o Gratiarum ved. Studenitz, 69, 299. Fontanabona = Fons Bonus, 23. » (di) Gian Francesco canonico, 1, 3, 16, 17, 19, 20, 30. Fontana bona (di) Antonio, 110. » Giulia, 110. .» Riccardo, 86, 110. Fontanellis (de) Leonardo, 2. Fontanini Giusto, 263. Foramiti Andrea, 202. Fôrhelach e Forolaoh, 161. Forlivium, 85. Formentini Elisabetta, 92. Forni di Sopra, 14. Forojuliensis ager, 234. Fortebraccio Carlo, 29. Fortunato veso. di Sarsina, 1, 65, 147. Forumiulium ved. Friuli, 61, 78, 106, 130, • 174, 219. Fossulae, ponte, 13. Foscari Francesco, doge di Venezia, 144. Freystainer Sisto arcid. della Saunia e piev. di Pulska, 26, 58, 241, 2.44, 247, 248, 249, 261, 264, 265. Fram = Franheim e Frajam, 250. Franceschinis Antonio, 51. » Hieronimus, 20. Francesco da Bologna, 2. » di ser Ettore, 17. » piev. di Venzone, 5. » di Udine, 113. » prete, 78. Francia (di) Pettorio Giovanni, 50. Francigena GuiUelmo, 174. Franciscis (de) Girolamo, 108. Franciscus loannis cerdonis, 109. Franco Francesco vicario patriarcale, 124, 125, 135, 146, 150, 151, 154, 155, 162, 163, 194, 197, 198, 200, 203, 205, 210, 219. Francz = Franz = Kranjsko, 224, 227. Franehim, 250. Frangipane Luigi, 104, 115. Fraternitas B. V. in Ciili, 261. Frati Minori, 261, 267. Fratres B. Mariae V. in campo Dravae, 251. Fraschsperg, 151. Frazler Pietro piev. in ViUacco, 12. Frelich = Freylich = Frolich. Pietro piev. di S. Martino di ViUacco, 35, 78, 200, 201, 206, 207, 216. Fridancbo Pietro, 72. Frinte Pietro, oste, 19. Frisach = Frisacum, 21, 187. Frisinga, 93, 130, 180, 181, 182. Friuli = Forumjulij = Frioli, 3, 20, 26, 61, 71, 83, 85, 87, 95, 103, 107, 108, 109, 113, 118, 124, 130, 134, 136, 139, 141, 142, 145, 166, 170, 171, 190, 196, 197, 204, 216. Friziler Pietro arcid. di ViUacco, 51. Frolich Giovanni, 92. Frostel Melchior piev. di Ricch, 56. Frusperger Leonardo, 140. Frustling Petrus, 216. Fuggerau, 202. Fulchenmart, 94. Fulgenriter Acacio, prete, 183. Furlero Valentino prete, 154. Fusine in Val Romana = Weissenfels = Waisenfels, 220. G Gaetano Nicolô ? 116. Gail = Gailitz = Zilia = Gila = Giela (fiume), 124, 148, 192, 197, 199, 202. Gail = Gila = GiUa = Gilia = Gaithal-Geglia (vaUe), 43, 74, 76, 87, 91, 123, 124, 125, 126, 127, 129, 132, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 151, 152, 153, 155, 156, 159, 162, 164, 165, 166, 167, 170, 198, 202, 206, 209, 219. GaUberg (monte), 125, 129. Galignana (di) Pascasio veso. di Pedena, 57. GaU e Gai BuUgango = Volfango = Wulf-gangus, 38, 39, 71. GaUemberg = GaUimperoh. Gallemberg Andrea, 241. » Corrado, 258. Gallembergerim Anna, 185. GaUenstein, 26. Galleriano, 28. GaUina Clelia, 22. Gallo Gaspare prete, 177. Gambino preposito di S. Pietro di Carnia, 173. Gamund, 131. Gansdorf = Gostinsdorf, 137, 189. Garisendis (de) Giovanni piev. in Stein, 267. Gatterer Osvaldo, 162. Gauntader, 135. Gay Giulio, 137. Geirach = Giers = Gerio, 60, 94, 258. Geamitz (torrente), 251. Gemona = Glemona = Clemun, 2, 5, 9, 13, 14, 20, 23, 27, 31, 47, 62, 70, 80, 81, 95, 121, 122, 123, 131, 169, 170, 218, 221.. Georgius Archidiaoonus, 206. » prefectus, 166. Gera (de) Giorgio, 56. Gerach (de) Giovanni, 65. Gerardiûis (de) Bortolo, 131. Gerbekstein v. Hohenborter, 264. Gerber Gian Giaoomo, 148. Germaier, 195. Germania, 18, 112, 121, 131, 132, 137, 149, 156, 161, 198. Geroldus, 156. Gertza = Greuze, monte, 227. Gerusalemme, 157. Geschur Girolamo, 94. Gesiiiti, collegio di Leoben, 233. Geysellus Hermachoras, 153. Giaoomo piev. di S. Giov. di Duitio, 46, 48. •» piev. di Stayn, 95, 267. » » di Plezzo, 201. » » di Rosech, 60. » decano di Rivolto, 78. Giers = Gerium, monastero, 188. Giorgio piev. di Polano, 68, 117, 264. » prete, 94, 219. •» despota di Serbia, 78. Giovaxmi Abbate di Wichtring, 188. » campanaro délia Chiesa di Raif- finicz, 25. » cardinale di S. Marcello, 105. » conte di Gorizia v. Gorizia. » prefetto del castello di Gruenberg, 166. » prete di Cormôns, 45. » prete in Nova Civitate, 59, 183. Giovanni priore dell'Ospedale di ViUacco, 92, prete in Nová Civitate, 59, 183. » priore dell'Ospedale di Villacco, 92. » vesc. di Emona., 173. » vesc. di Strigonia, 140. » vicario in Geriach, 60. Girach (de) Gugliebno, 56, 125. Gijrmaijr = Gijrmaier Tomaso, 133, 135, 200, 220. Girolamo patriarca di Costantinopoli, 93. Giselbertus, 157. Gislecher Giorgio prete, 91. Gistbaal = Gitschthal, 159. Giuliano Andrea, 112. Giulie prealpi, 175. Giulio II papa, 72, 240. Glaniz chiesa, 179. Glauditium, 28. Glaunicco, 28. Glemona v. Gemona. Glewnicz, 56. Glieglia v. Gail. Glighel Egidio prete, 94. Glogobiz = Glogowitz, 265, 266. Glowitz (de) Ottokaro, 182. Gmiind, 155. Gobbo (de) Antonio vescovo di Trieste, 56. Godebaldo patr. di Aquileia, 137. Godia, 28. Goldestaijn = Goldesteui, castello, 126, 127, 164. Golica, 181. Gonars, 28, 70, 81. Gondiez, 91. Gonobicz = Gonovitz, pieve, 25, 65, 66, 73, 213, 223, 225, 227, 228, 236, 246, 251, 252, 253, 254, 255, 256, 258. Gonzaga Francesco card., 45. » Paola, 44, 45. Goriach, 66, 76, 211. Gordino Jacopo, 88, 95, 96. Gorizia = Goritia, 28, 55, 89, 123, 126, 127, 132, 134, 135, 139, 140, 142, 143, 144, 166, 193, 202, 204, 220, 246, 268. Gorizia (conte di), 30, 42, 65. » Engelberto, 129. » Enrico VI, 43, 44. » Giovanni, 43, 44, 127, 144, 166, 167. » Leonardo, 27, 36, 44, 46, 47. » » 78, Mainardo, 123, 134. » (de) Miohele, 32. » (de) Rizardus, 44. » chiesa dei SS. Ellero e Tatiano, 44. Gorne =Kot8che, v. Kotsch, 240. Goropeke, chiesa, 181. Gortani G., 122. Gorto = Guartum, 23. Gortschach, 163. Gotsohee = Cocevia, 56. Gottendorf pieve, 37. Gottolengo Giovanni prete, 81. Grabarnicz (de) Mertige, 33. Grabin Giovanni, 199. Graoov, 177. Graohi villa = Grehovo = Serravalle, 224. Gradenigo Marco patr. d'Aquileia, 162, 268. Gradišča ď Isonzo, 25, 27, 29, 31, 68, 219. » di Sedegliano, 28, 57, 79. Gradnekkerin Margherita, 255. Grado, 19, 48. GrafE Andrea, piev. di Cilli, 230, 533, 236, 240, 243, 247, 248, 255. Grafendorf e Gravendorf, 151, 152. Grassi Nicolô, 34, 122, 123. Graz, 130, 221, 267. Greben (de) = Groben Virgilio, 45, 89, 132, 139, 144, 145, 146. Grebmer Glemente, 38. » Giovanni prete, 194. Gregorio Calcifice, 123. » piev. di S. Piètre di Gorizia, 46. » » di Rohistach, 35, 242. » prete, 187. Greiffenberg = Griffenberg = GreLSenburg, 167, 168. Grezan (de) Antonio prete, 28. Griffus, L., 34. Grimani Domenico patr. d'Aquileia, 78, 97, 98, 106, 108, 111, 118, 156, 192, 203, 240. » Giovanni patr. di Aquileia, 123, 185, 202, 203. » Marino card. patr. d'Aquileia, 118, 134, 162. Grion Giusto, 22, 34, 215, 220. Grions di Sedegliano = Griglonum, 80. Gritti Andrea q. Francesco, 78. Grossaeh, 77, 157. Gruden Josip., 22, 90, 93, 184, 213, 225. Grueber Giovanni frate, 203. Gruenberg = Grumburg, 157, 160, 162, 166. Grumech Gregorio prête, 94. Grumes Giovanni piev. in Costel, 56. Gucztall, 159. Gudesiz, 178. Guerra Gian Domenico, 27. Guetefener Jacobus piev. in Kerschbach, 247. Guettenstain v. We.ittenstain, 224. Guggenberg bei Hermagor, 166. Guicci Guido vesc. di Concordia, 16. Guidi Pietro, 225. Guidicoioni Marco, 108. Guilelmus dux Austriae, 220. Guilielmus cappel. di Venzone, 5. Guliola Nicolô, 40, 51, 81, 84, 86, 104, 111. Guntero piev. di Schleinitz, 236. Gurk = Gurcensis episcopus, diocesis, 130, 167, 234, 242, 245, 255, 258. Guikfeld, 56. Gutenberg = Guttemberg castrum, 187, 241. Gutisperch, 156. Guttendorf, 25. H Hak Hilprandus, 182. Haioh. v. Aich. Hailbrun (de) Francesco, 61. Hainricus, 164. Hallensis collegiata, 135. Haman Enrico, 205. Hamma comitissa, 244, v. S. Emma. Hamrico, vicario in Lok, 182.- Hans de Ungispacb. Federico, 89. Haselpach, 56. Hausfrau, 164. Hauter Leonardo, 151, 152. Haw, 249. Hayer Federico, piev. in Tropolacb, 42. Hayerer loannes, 164. Hec = Hech = Heke, 163, 164. Hemel Acaoio, 196. » Antonio, 196. » Enrico, 196. » Pancrazio, 196. Henneberg (de) Filippo, 161. Henricus pleb. S. Danielis vallis Gail, 146. Herasmus, 156. Herbenstain (de) Leonardo, 177. Herberg (de) = Herberch Thomas, 39, 40, 234. Herberstain Sigismondo Gristoforo, vescovo di Lubiana, 248. Herbipolensis diocesis, 146. Hergenroeter, card. 260. Hermacoras, presbiter, 154, 155. Hermagor = S. Hermacborae plebs, 66, 131, 153, 155, 156, 159, 161, 162, 163, 166, 190, 203. Hernaum (de) = Ernaun = Ernauer Leonardo, 199, 212. Hemido piev. di Gonobicz, 226. Hertenfelser Acaoio, 38, 267. » Giorgio, 38, 267. Hidrische = Idrisha (villa), 176. Hilben = Hulben = Voklo, 186. Hisenhausin Hysenausen = Ysenhausin. Hisenausin Acaoio, 186. » loannes, 212. Histria = Istria, 227. Hôflein = Praddvor, 184. Hoffman Petrus, 190. Hohenauer F. L., 124, 130, 145, 146, 149 a 154, 156, 167, 159, 160, 161, 163, 165, 167, 168, 190, 191, 199, 201, 206, 210, 217, 219. Hohenbarter = Hohenborter = Hohen-worter = Hohenwart, Andrea, 262, 263. Hohenbarter, Agnese, 264. Hohenek (de) = Hochenech = Hochenegg, » Liupoldo, 257, 258. » Wergondo, 257, 258. Hohenthurn, 76. HoUembuig = Kappel a. d. Dran, Swikerus, 189, 191. Holneoher = Holleneoher = Hollunvegh-chner, Pederioo, 225, 226, 252, 254, 256. — Eegina, 252. Horberger = Horumberger Leonardo, 65, 126, 127. Hornech, (de) = Holnechk = Hornegg, » Hermannus, 213, 232, 237, 238, 254. » Omelia, 232, 237 a 240. Hotemas = Hotémaže = Hottenach, 186. Hrastiach = Hrostje, 186. Hugo, piev. di GriSemberg, 167. Hungari, 200. Hunrest I., 127, 221. Hurerber loannes, 216. Hutar Leonardo, 147. K Kadloch, 157. Kaier = Kewren = Kovor, 187, 269. Kamnich, r. Stain, 71, 91, 94, 268. Kampelach, 165. Kanoplie, 224. Kapel = Kappel, 187, 190. Karfreit = Kobarid v. Caporetto. Karinthia v. Carintia, 44, 147. Kartisch, 149. Kastat (de) Conradus, 153. Kastreinitz = Kachstraynitz = Kostreinitz, 244, 246. Kehr P. F. 188, 190, 201, 256. Keller, 124. Kersbaoh (di) Federico, 231. Kerachbach = Kerspach, 56, 230, 247. Kerskim Giorgio, piev. di Pulska, 248. Kerschstetten = Gesnjeroh = Oreghevize, 186, 255. Ketner Mattia, piev. d i Chámi nach, 47. Kewer, pieve, 187. Khiebig, 163. Khuen Vinoenzo, piev. a Kreuz, 244. Khunburg-Vellach, 157. » bei Hermagor, 161, 163, 164. Kienegg = Kieneg, 164, 166. Kirohbach = Kirchpaoh, 36, 153, 154. Kirchstatten = Kerohstetten, 226, 255. ' Klagenfurt, 130, 1.67. Klasser Tomaso, 233. Klebel Ernesto, 43, 146. Klein A. A., 22. Klobociziz Urbano, prete, 178. Kluker Giorgio, prete, 236. Knaur Paolo, preposito di Lubiana, 254. Kobler G., 208, 227. Kokenboter, v. Hohenbarter, Kokra = Chaucher, 183. Kokrica = Cocarz, 184. Konjice, v. Govobicz. Kos Francesco, 175. » Milko, 22, 176. Kostanivioa v. Landstras. Kostreinitz = Kostreiniz = Kostrivnica, 246. Kotsoh = Kostsch =. Koesoh = Dolnie Hočje, pieve, 52, 90, 240, 248, 249, 250, 253. Kotschach, 124, 125, 128, 145. Kottellaoh, 94. Kovačič, 223 a 228, 231, 233, 236, 241, 243, 244, 247, 248, 250, 251, 256, 257, 259, 262. ' Krainburg = Kranj = Kramburge = Crain-burg = Clanburga = Ghi-einburg, 59, 179, 182, 184, 187. Krainegg = Chreynoch, 217. Kraniska Gora, 220. Krapp Giovanni, prete. Kraping = Krapie = Crapina, 244. Krašnja = Cressau, 265. Kraus Giovanni, piev. di Villaooo, 37, 194, 199, 200. Kravatini Gregorio-Francesco, 47. Krethof = Kreithof (monte), 136,' 137. Kreuz, v. S. Croce presso Roitsch. Krewtz = Kreutz Sigismondo, capitano della Carintia, 12, 197. Kruebeg, 163. Krytschach Leonardo, 89. Kumpheola Leonardo, piev. in Widerdries, 224. Kunigundis filia Imperatoris, v. Cunegonda, 208. lacoba, ballerina, 170. laoosperg, 184. lacobellus, hospes, 169. laoobus, 81, 84. lacobns presbiter, 5, 133, 152, 221, 222. » pleb. S. Danielis vallis Gilae, 125, 147. » dominus in Rohitsoh, 242. Iaksch, 13, 123, 124, 126, 129, 130, 131, 133, 134, 137, 139, 140, 141, 151, 1.53, 157, 163, 168, 183, 184, 189, 191, 192, 198 a 207, 215, 220, 226, 245, 251, 255, 265. lalmicco = lalnicus, 170. lamnikg, 255. lanauscKek N., 190. lanco Nicolaus, 166. lankenberg (monte), 125. lanisch, 224 a 229, 231, 232, 233, 236, 237, 240 a 248, 250, 251, 255, 257, 260. lansilo, 123. lapides, 112. lapigia, 22, v. Carso. Idria Inferior, 176. Idrisca (de) Urbanus, 33. lahuchen = Ihan, 269. leronomitani, 154. lerosolima, 259. leslecher Tomaso, 90. Inagesella, 177. . Incaroi = Incaroio, 124. Inoaroio (de) Giovanni, 122. Indardus clericus, 157. Indicenais oollegiata = Inniken, 130. Indispurgerim, 233. Innocenzo III, papa, 133, 192. » VIII, papa, 47, 73, 83, 87, 105, 168, 174. Intihka, 130. loannes = loannicz (villa), 174. » abbas Viotoriensis, 190. 1) aroMep.'Strigoniensis, 168. » archid. Carniolae, 182, » Franciscus can. Aqiiileien, 2. » mutarius, 124. >1 pleb. in Celsako, 181. » pleb. in Poláno, 178. » presbiter, 159, 175. » vioedominus, 215. loppi Vincenzo, 11, 49, 61, 71, 78, 79, 96. 106, 122. loseph Luca, prete, 153. Isel = Isl, 134. Isineusen Simone, prete, 234. Isonzo = Soncium = Ysoncinm, 19, 27, 29, 30, 130, 182, 220, 268. Istria = Histria, 24. » (ď) Enrico, mareliese, 255. Italia, 142, 169, 178, 195, 198, 202, 208, 218, 236. Itto, 130. lursin, 130, 144. ludardus, clericus de Mediolano, 157. lugoslavia, 178. Iulia vallis = Gail, 124. Iulia Augusta, via, 121. Iulium Carnicum = ZugUo, 124. luna = lunensis vallis = luntall, 95, 223, 224. lustis (de) Giacomo, veso. Coronense, 57. lusto, piev. di Cerniza, 35. luvanum = Salisburgo, 198. L Laag = Loch, 181. Laas = Zais, 125. Laoh. (de) Gregorio, prete, 29. Labacensis civitas = Lubiana, 269. » diocesis, 268. » episcopus, 230, 267, 268. Labacum = Laybacum, v. Lubiana. Lackh, 93. Lago, 177. Lagosdam, 184. Lainer (de) nobili, 196, 201. Laipacco di ïricesimo, 28. Lajse, 181. Lamberg (di) conti, 180. Lamberger Cristoforo, 94. » lacobus, 180, 18L. » loannes, 188, 241. » Sigismondo, 91, 213. Lamparter Sigismondo piev. in Frenitz, 231. Lampeloch. = Lampolach, 165. Landsberg, 245. Landstras, monastero, = Landestrost, 29, 187, 269, v. Kostanjevica. Lang A., 232. Lanza (colle di), 33. Lanzano d'Abruzzo, 51. Lapeschega Nicolô, piev. di Lucinicco, 44. Laporie = Lapriach, 228, ,230, 251. Laos = Los (villa), 145. Las (de) Leonardo, prete, 177. Lasar Leonardo, prete, 93. Lasis (villa), 175. Latarinsa (torrente), 220. Latisana, 132, 140. » (de) Bartolomeo, 102. Latschach = Latschagh, 165, 206. Laurenti Andrea, vesc. di Ferentino, 6, v. Ferentino. Laurenti Michele can., 18. Laurentius can. Aquil., 2, 17. Lausach = Luže, 186. Lauzacco (villa), 28. Lavantina (valle), 134. Lavant = Lowant, 130, 133, 135, 136, 137, 138, 142, 234. Lavariano, 106. Lebecher Giorgio, arcid. di Carintia, 56, 66, 66, 74, 126, 185, 187, 189, 192, 206, 207, 217. Lechsgamiind (di) Enrico, 140. Le Conteulx, 257. Ledine, parrocchia, 181. Leiben, 184. Leicht P. S., 123. Leitner, 149. Lemberg = Lemberk = Lengenburg, 140 a 142, 144, 145, 205, 245. Lengenfeld = Linghenfeld = Dovje, 181. Lengholzer Stefano, 168. Leo, přete, 151. Leoben, Gesuiti, 233. Leone IV, papa, 137. » IX, papa, 137. LeoneUis (de) Alessandro, 80. » (de) Leonello, 78, 79. Leonardo, oste = hospes, 122, 123, 125, 126, 127, 129, 146, 147, 151, 169. » conte di<3orizia,136,143,144,167. 1) frate, 174. » prete di Zagabria, 80, 81. » preposito di Ebrendorf, 26, 68. » preposito di Veraun, 52. » pievano, 91, 126, 152. Lesach = Lessaoh. = Liessaoh, 56, 125, 148, 150, 151. Leubel = Loib = Lowel, 189, 191. Leopoldo, piev. di Gonobitz, 226. Levec Franz, 22. » Wladimiro, 22. Leyninger Acacio, 192, 194. » (di) nobili, 201. Leyseniz, 228. Le Wasseur, 257. Liectenberger Andrea, 255. Liectembergerim Veronica, 255. Lindech, 247. Lienz = Lienez, 46, 129, 132, 133, 134, 135, 138, 139, 140, 146. » (de) Sigismondo, 87. Liessing = Liessing in Lessachthale, 148, 149, 150. Liliani Giov. Battista, 108. Lilienberg, 229. Lilinbergherin Anna, priora di Studenitz, 229. Limbus, 240. Limsak Pietro, abate di Sitticb, 227. Lindner, 190. Lindt, chiesa, 76. Linz, 42. Liruti Gian Giuseppe, 102, 103, 108, 116, 117. Lisonzo = Isonzo, 31. Littore (in) S. Maria, 67. Liubljanica = Laibaob (fiume), 269. Loch = Looc = Locka = Biscboflach. = Sokoiia Loka = Locopolis, 55, 95, 164, 176, 178, 17.9, 180, 181, 182, 224, 267, 268, 269. Loch (di) Giorgio piev. di Canal di Bon-cina, 69. » elemente (prete), 175. Lodin = Ludin (monte), 124, 152. Lodovico, conte di Gorizia, 144. Logatec = Logatezh, 268. Loibl (monte), 187. » (fiume), 189. Lombardia, 230. Loncio, 124. Londer Nicolô, 264. Lonsperg, castrum = Landsberg, 245. Lopotnica, 180. Lorentzen = Lôrenschka = S. Lorenzo in Campo Drava, 233. Lorenzo, piev. in Kreuz, 216. Loreto = Lauretum, S. Maria, 59. Los (di) Giorgio, 91. » (di) Valentino, 95, 145. Loschach = Loce = Loze = Lozachum, 206, 225, 226. Loschi Giuseppe, 22. Lotario, re, 242. Loth Nicolô, can. d'Aquileia, 2, 7, 17, 19, 20, 105, 176. Lovaria (de) lanzigl, 28. » (de) Bernardino, 102. » (de) Simone, 102. Lubiana = Laibach, 26, 27, 37, 73, 82, 125, 143, 183, 188, 191, 212, 213, 225, 248. Lubianza (fiume) = Laibach, 269. Lucianis (de) Giandomenico, 81. Lucinico, pieve, 28, 44. Lucio IH, papa, 166. Luens = Lienz = Luongus, 130, 131 a 136, 139, 140, 144, 146, 168. Luessing = Luesich, 148, 149, 150. Lufceisen Gaspar, 146. Iiuggau = Luchavia, 149. Xiuiclio, 33. liumbus = S. Maria in Littore, 67, 223. Lumignaoco, 28. Luseriacco, 28. Lusevera, 69. Lussemburgo (di) Nicolô, patriarca di Aqui- leia, 173, 182, 183. Luvisinis (de) = Luvisino, Alvisio, 97. » (de) Bartolomeo, 104. » (de) Francesco, 87. » (de) Ludovico, 62, 65. Litopolis = Kamnich = Stein, 266. M Maohefoglis (de) Francesco, 48. Madonna delle Grazie, 69. » altare, 213. Madrisio dî Varmo, 28, 57, 79. » (da) Giuliano, prete, 28. Maffeis (de) Marco, vie. patr. 114, 183, 223, 267. » (de) Matteo, 109. Magna Fraternitas S. Mariae, 251. Magredis, 28. Makole v. Maxau. Maijerus Andreas, 134. Maijr Wolfgango, 162. Mainardi Odorico, 32. Mainardo, conte di Gorizia, 123, 134. Mainizza, 31. Malacrea, 29. Malazumpica = Zompicchia di Godroipo, 28. Malburghetto = Malburgietum, 51, 52, 125, 154, 219, 220. Malignolo (fiume), 48. Malocherin Barbara, 251, 252. Malta (Cavalieri di), 269. Malvicinis (de) Bernardino (prete), 58, 174. Mandecli Leonardo, piev. di Gilli, 91, 262. Mandorfer Giorgio, 212. Mandorferin Barbara, 185. Mangespurch. = Mannsbiirg, 182. Maniagla = Maniaglia (de) lacum, 82. Maniago = Maniacum, 23, 123. Manin (via), 81. Mannsburg, 91, 267, 269. Manzano (di) Francesco, 19, 102, 103. » (di) Leonardo, 176. Maraoco laoopo, 123. Marangoni loannés Dominicus, 174. Marano, 19, 57. » (de) Doymus, 83. » (de) Giacomo = lacobus, 11, 15, 61, 83, 85, 86, 88, 126. Marburg = Marpurg = Maribor, 130, 196, 224, 231, 233, 248, 249. Marchia = Marca Sclabonica, arcidiaconato, 35, 55 a 60, 73, 182, 248, 259. Marco da Gonegliano piev. di Tolmezzo, 4, 53. Marcuzzi Giacomo, 112. Margarita, 163. Maria di Borgogna, 167. Maria-na Gori, ved. Mons. Gratiarum. MarineUi Giovanni, 122, 123, 218 a 221. Marinus, pleb. in Circhiniz, 177. Marliano (de) Antonio, 22. Marolt Gaspare, 181, 260, 262, 264. Marostica = Marostiga (de) Giovanni, ve-scovo di Caorle, 3. Marquardo, patr. d'Aquileia, 140. Marti gnacco, 28. Martin Gristoforo, prete, 148. Martine, canonico d'Aquileia, 2. » frate Minore, 261. » officiante in CiUi, 261. » V, papa, 43. » di S. Giorgio, este, 19. » di Pellegrino da Udine, 106. » piev. di Novo Foro, 187. » » di Weittenstein, 66, 91, 241, 254. » » • di Windischgraz, 52, 91, 213. » preposito dei Premonstratensi, 215. Martin Potoc, 177. Marussigh Bernardo, arcid. di Gilli, 226, 236, 242, 247. Masera (de) Andrea, 90. Maserata Nicolaus, 97. Masiis (de) Gregorio = Amaseo, 106. Massimiliano I, imperatore, 42, 148, 167, 214, 231. Mataiur = Montemaggiore, 33. Mathias juratus villae S. Thomae, 31. Matilde, priora di Michelstetten, 184. Matteo, ab. di Wichtring, 53. Mattia, piev. in Schiltarin, 91. » prête, 79, 153. Mauro Gristoforo, doge di Venezia, 16. Mauten = Mauthen = Muda, v. Muta. Mawerli Mattia, 247. Maxau, 230. Mayer F. M., 168, 235. Mazoni = Mazoni Francesco, vic. patr. d'Aquileia, 68, 78, 112, 113, 114, 148, 156, 192, 200, 203, 223. Mazovia (di) Alessandro, patr. d'Aquileia, 136. MazzucheUi, 84, 113. Medea, 28, 45. Medea (di) Ermacora, 45. Medin A., 22. Mediolano (de) Ebbi Morae, 157. Meduna, 81. Medimo (di) Antonio, prete, 28. Meinalmo di Michelstetten, 184. Meischner Andrea, 157. Melbech = Melweg, 165. Melchiorre, prete, 125, 154. Mell A., 226, 252. Mels, 23. Menges v. Mannsburg. Menici Giovanni, 13. Merania (di) Pertoldo, patr. d'Aquileia, 184, 215. Mercati Giovanni, cardinale, 7, 117, 118, 123, 170, 260, 263. Merendech Gaspar, 216. » Ursula, 212, 216. Mereto di Gapitolo, villa, 28. Meriano, 28, 45. Mestri (del) Luca, aroid. di Gorizia, 268. Metlinger Uldarico, 234. Mezger,.168, 235. Mia = Meja (monte), 175. Mioheal frater guardiano, 198. » prior in Seitz, 253. » vicarius in Villaoo, 215. Michele, Alemanno, prete, 126, 131, 132, 136, 138, 142, 152, 156. Michele, abbate di Sesto, 173. Micheltsetten = Michelstetin = Velesovo, 75, 94, 173, 184, 185, 187, 269. Micheli Benedetto, 50. Michiel Giovanni, 105. Milanovich loannes, pleb. in Lemberg, 245. Milkowicz Wladimir, 185. Mimus comitis Goritiae, 125. Minchendorf = Mûnchendorf, monastero, 267, 269. Mineto Pietro, 64. Minori Osservanti, 94. Minotti Vinoenzo, 108. Mischla, 33. Mitsching, 157. Mitterdorf= Muttendorf= Srednja vas, 186. Mlisohe, villa, 176. Mocenigo Giovanni, 34, 68. » Maria, 110. Mocruz, 26. Moderndorf bei-Hermagor = Mederndorf = Mudendorf, 69, 163. Modling Giorgio, 208. Moggio, 151, 153, 163, 166, 207, 220. Moggio = Motio (de) Bernardo, 164. Moisesperg = Možjanica, 186. Molitoris Martino, piev. in Weittenstein, 42, 156, 229, 249, 254. Molitoris Nicolô, 70, 174. Moltinteiner Giorgio, 133. Molzbiohl, 141. Mondorf, 125. Monfalcone = Monsfaloonus, 19, 24, 25, 31, 55. Moniego = Mugnigo, 5. Monsberg = Monsperch, 232, 237. Mons Gratiarum S. Mariae, 39, 40, 232 a 238, 254. Monspurg v. Monsburg. Mons sanoti Viti, 176. Montagnana PoUidoro, arcid. délia Saunia, 226, 236, 242, 245, 248, 249, 258, 259, 260. Monteaperta, 90. Montebectano, 20. Monte Grooe = Mons Cruois = Mont di Gros, 123, 124, 129, 169, 198. Monte Fiascone, 129. Montegnaoco (di) Francesco, 170. » >1 ■ Gianfrancesco, 4. » » Giacomo, 86. » Giovanni, 88. » Nicolè, 20. » Tomaso, 86. Montenars, 96. Montesanus lacobus, 60. Monticoli Nicolô, 98, 109. Montone (di) Carlo, 31. Monza, 266. Morassi Bsnigno, 122. Morassius teutonicus, 123, 131. Morautsch = Moreitz = Morawče, 269. Moravia (di) Giovanni, patr. d'Aquileia, 203. Mordax = Mordasch, 252. Mordaxin Regina, 208, 210, 252, 253, 256. Morsanum = Morsano di Strada, 24. Mortegliano, 28. Moruzzo, 28. Mossa, 28. Moschenich = Moschenitze, 188, 227. Moysis (de) Filippo, 113. Muggia = Mugla, 24. Mullione Sebastiano, 27. Munich, 131. Muratori L. A., 102. Muscletto, 53, 79. Musoni Francesco, 22, 28, 34. Mutardorf, 131. Muta = Mauten = Muda ecc., 87, 94, 123, 124, 125, 126, 129, 131, 145 a 148, 151, 157, 169, 198. Nacoi Cesare, veso. di Amelia, 77. Nait Giacomo, 122. Napoli, 203. » (da) Paolo, prete, 96. Napostiricum = Neudorf = Novoves, 237. Nardino Giovanni, piev. di Rohitsch, 241. Narni, 78,-103. Nasinturse gore, 186. Nasput guerabernech = Oberfemik = Spodnji Brnik, 186. Nassenfues, 200. Nassimbeno Sebastiano, 78, 112. Natissa = Natisone (fiume), 174, 175. Naugatsoh, 180. Nauportus = Ladatus = Laibach. (fiume), 190. Navisnizze, 186. Naw castrum, v. Haw. Neapolis, t. Rudolptswerd, 259. Nemški Rut, 176. Neoburg, 152. Nesbisoh = Nesvische, 244. Neul = Nevije = Neulam,. 269. Neukirchen = Nova Ecclesia = Nova Zirko, 94, 224, 225, 233, 258. Neumarktl = Tržič = Novum Forulum, 187, 188, 189, 269. Neuner (monte), 130. Neunhausen, 94. Neunstarter Martino, 232. Neustift = NeystifEt, v. Mons. Gratiarum. Newuuhans Wolfango, milite, 233. Nibiu, villa, 71. Nichelsdorf, pieve, 66. Nicolai Giovanni piev. in Govikil, 259. Nicolô benefîciato in Villalta, 29. » cancelliere, 144. » canonico di Cividale, 60. » curato di Brazzano, 65. » prete, 153. » V, papa, 6. Niderdorf, 177. Niderleg, 221. Nigro Stefane, 107. Nissa, 72. Niwenmarkct (de) Alberto, 187. Noale = Anoa], 5. Noax = Koaz, 28, 65. Nochel (de) Primo, 223. Nogaredo di Prato, 28. Nogaro = Noiarium, 24. Nordijs (de) Antonio, 190. Nordis (de) Francesco, 98. Nôrsach, 145. Nova Oslica = Stara Oslica, 178. Nova Civitas = Nova Štifta, 48, 52, 59, 94, 183. Novate (da) Gubertino, notaio, 43. Novum Oastrum = Guettemberg, 188. Nunc Simone, 248. Nuner Giorgio, prete, 186. Nussdorf = Nustorf, 138, 144, 145. Nnatorfer Cimstophorus, 139. » laoobus, 139. Nuzdorf (de) Hartman, 139. O Obereš Pettauer Feld = Campaaea Peto- viensis, 233, 234. Ober Drauburg, 125, 127, 129, 130, 132, 144, 145, 168, 169. Ober Laibach = Vrhnica, 268. Ober Loitsch = Logatec, 268. Ober Nussdorf, 138. Ober Tilliach, 149. Oblac = Obloc, 9. Obremburg = Obernburg, 82, 258. » (di) Alberto, abbate. » (di) Enrico, abbate. Ochije (de) loannes, 8. Ognissanti di Forni di Sopra, 14. Okke, 163. Onrau, 184. Ontagnano = Ontaegnanum, 170. Operta Mattia, piev. di Cramburga, 38, 59, 71, 90, 91, 92, 93, 183, 184, 185. Orazio, 79, 117. Orestagno, v. Arnoldstein, 204. Orimberg Thomas, 32. Ornech, v. Hornech. Orozen Ig., 223. Orsara (de) lacobus, pleb. in Circhiniz, 177. Orsini Michele, vesc. di Pola, 173, 227. Ortemburg = Ortemburgo (di) Gabriele, 33, 125, 146, 148, 149, 151, 154, 162, 227. Orvieto = Urbs vetus, 58. Oslize = Asinarius = Asinae mons =--- Doslize, 178. Osoppo, 121. Ospedal piccolo, 122. Ospedale di S. Maria di Lubiana, 22, 27. Ospedaletto di Gemona, 121. Ossiach = Osoje, monastero, 56, 216. Oswaldo, prete di Villaoco, 146, 218. Ottaoo Francesco, 88. Otting = Oetting, 129, 133, 162. Otto, piev. di Neukirchen, 225, 258. » vesc; di Bamberga, 13, 201, 202. Ottobono, patriarca di Aquileia, 267. Ottocaro, cappellano patr. 267. Ottooaro, duca di Stiria, 231, 258. Otri (fiume ď), 204. Otricoli, 76. P Pachem = Pohorska, 240. Packdorf = Pačka vas, 230. Pads = Pace, Nicoló, piev, di Gorizia, 44, 65, 136, 142. Padova = Patavium = Padua, 11, 38, 67, 96, 106, 107, 110, 113, 152. Padova (da) Giovanni, 90, 92. Padua (ex) Antonio, frate, 22. Paduana Ursula, 170. Pagnacoo, 97. Palan Ot de Mutardorf, 131. Palchzer Leonardus, prete, 165. Palmada, 28. Palatino Taddeo, 69. Palmulis (de) Buzio, 26, 35, 36, 38, 40, 42, 46, 46, 49,' 51,. 56, 57, 59, 60, 62, 63, 64, 70 a 78, 81 a 87, 101, 105, 110, 121, 122, 123, 126, 143, 147, 152, 153, 155, 156, 165, 173, 177, 181, 184, 185, 199, 206, 207, 212, 222, 230, 232, 241, 243, 249, 252, 254, 258, 261, 262, 264. Paluzza = Palucia = Palutia, 122, 123, 169. Paludo di Gemona, 97. Panorazio, oste, 169. » piev. in Finohenstain, 60, 146. » piev. in Tschates, 35. Paolo II, papa, 4, 7, 10, 14, 72, 258. » piev. in Cilli, 261. » piev. in Bosazzo, 65. » prete, 232. » oste in Tolmezzo, 122. Partenopeo Ercole, 22. Partling Andreas, 150. Pasoasio Giovanni, vesc. di Pedena, 57, 224, 259. Paschini Pio, 1, 3, 7, 15, 21, 22, 43 a 47, 82, 83, 87, 111, 121, 122, 134, 137, 140, 141, 169, 184, 191, 195, 197^ 220, 225, 241. Pasriach = Posrich, 161, 165. Passerino Pietro, iiotaio, 102. Pastor Lodovico, 1, 18, 34. Patria ForijuUi = FriuU, -2, 27. Patuna Ettore, 25. Pautli Lodovico, prete, 162. Pavia, 202.- Pavia d'Udine, 28. Paystooh = Poistoch Urbano, piev. in Chirpach, 147, 153, 154, 209. Peckenschlager Giovanni, arciv. di Salisbur- go, 168, 235. Pedena, città, 57, 59. » (di) Pietro, vesc. 43, v. Pascasio G. Pelang, 269. Pelegrina (de) Giovanni, 20. Pellegrini (de) Antonio, 22. Pellegrino da San Daniele, 105. Pellegrino I, patr. d'Aquileia, 225, 236. Pemperger P. 132. Peradayrer Laurentius, 188. Perchtoldus, pleb. Hermagor, 157. Percotto, 28, 57. Perg, 168. Pergula (de la) Agapito, 1, 51. Perniscber Guglielmo, vie. in Honigstayn, 65. Perot Martino, prete, 153. Perprost Giovanni, piev. in Ghoz, 67, Pers, 23. Persereano, 28. Perten Volricus, 131. Peitistagno = Pertiatagnvim (de) Girolamo, 16, 23. Pertoldo di Merania. patr. d'Aquileia, 228, 229, 247, 251. Perugia = Perusia, 109. Petrolo Giorgio, 219. Petronij castrum = Pederaun, 202. Petrus, gubernator abbatiae Rosacensis, 82. » murator, 32. » pleb. in Krainburg, 183. » Gaprulensis episc. = pontifex-suf-fraganeus, v. Carlo Pietro. Petovia = Petovium = Petau = Ptui, 39, 75, 230, 232 a 237, 248, 250. Petoviensis campanea, v. Obérés Petauer Feld. PfeifEer Biagio, piev. in Pulska, 248. Philipich Giorgio, prete, 208. Philippus can. Aquil. 2, v. Belluciis. » vie. S. M. in Gail, 209. Pbilitinis (de) Franoiscus, 102. » (de) Valerius, 101. Phoca (de Sancto) Adrianus, 106. Piccolomini Enea Silvio = Pio II, papa, 36, 139, 152, 190, 203, 221, 258, 262, 267. Pietro Antonio, ab. di S. Quirico di Rieti, 43. » prete, 79. » guardiano dei Minori in CiUi, 94. Pietro cappellano di Gradišča di Sedegliano, 58. » piev. di Gonobitz, 226, 228. » vicario in Cappella, 190. » di Roma, priore dell'Osp. dei Colli, 218. Pieve di Cadore, 51. Piligrinus, piev. di Lawant, 137. Pinta Catterina, 80. Pic II, papa, v. Piocolomini E. S. Pirano, 31. Pirona lacopo, 131. Pirpaun, 124. Pischaz, 256. Pisino = Pisinum, 208. Pistori (dei) confraternita, 197, 216. Pithianis (de) Andrea, 1, 2, 22, 122. » Antonio, 5. » Francesco, 102. » lacobus, 102. » loannes, 102. » Nicolô, 16. Pitton lacopo, 104. Pittori = Pictoribus (de) Tomaso, 102. Placentia (de) Simon, 146. Placer Leonardo, 60. Plager Leonardo, 205. Plamkel Cristoforo, piev. in Kamnik, 268. Planica, 179. Plasencis (di) Bertino, 115. » Vito, 115. Plaslin (de) = Plast, Gertrude, 184. Plassecz Martino, 252. Platzer M. V., 218. Pleiberch, 203. Plezzo = Plecium = Plaz = Flitsch = Bovec, 33, 176, 201, 220, 221, 222. Plinio, 218. Plochen = Plochenpas = Plechen, 123. Ploczer Giovanni, 92, 152. Plueger Enrico, 68. Podbressiaoh = Podbrezje = Birkendorf, 183, 184. Podoetertek = Landsberg, 245. Podgora = Pogoretum, 28. Podlavig, 150. Podmer, 176. Pofrisach Rupertus, 150. Pogunfeid = Pobemfeld = Boghenfeid, 207. Pola, 173, 208. Poláno = Polanum = PóUand = Poljane = Pogliana, 68, 95, 177, 178, 181, 264. Polcenigo Pulcinicum, 23. » (de) Ambrogio, 6, 7, 8, 12, 15, 18, 19, 20, 30. » (de) Andrea, 23, 24. Polcenigo (di) Giovanni, 92. » (di) Girolamo, 92. » (di) Tomaso, 20, 83. Polonia, 18, 137. » ostessa, 19. Polizza, 186. Poljanska sora (fiume), 179, 180. Polzaoh = Poltschach = Poljčane, 228, 251. Ponikel = Ponikil,-259, 260. Pontebba = Pulteba, 17, 20, 32, 33, 47, 220. Pontebbana (torrente), 33, 220. Pontida, 77. Poppo, piev. di Lemberg, 245. Poroia = Porzileae = Purzileae, 23, 125, 149, 151, 154. Porcia (di) Girolamo, 83. » Ladislao, 2, 48. Pordenone = Portusnaonis, 28, 134, 197. Porpetto, 28, 81. Portis (de) lacobus, 131. Portogruaro = Portusgruarii comunitas, 23. Portonerio Elena, 106. Posch Andrea, 142, 143. Potlavig = Pothlavig, 150. Povmech (de) Ortulfus, 182. Pozzo di Codroipo, 57, 79. Pozzuolo = Pozzo, 28. Prager Ladislao, 89. Praittennauer Andrea, 46. Prampero (di) Antoníne, 122, 123, 131, 174, 175, 176. » (di) Giovanni Antonio, 80. Prantner Giovanni, 154. Praprotnim, villa, 181. Praschniker C., 122. Prata (di) Pileo, card. 113. Pratiš (de) Michael, 17. Pray Georgius S. 1. 221. Predicatori, frati, 230. Predil (Cave del) = Raibl, 219, 220. Premer Leopoldo, 181. Premin Giovanni, přete, 205. Premonstratensis Ordo, 215. Prenscori = Primskovo, 184. Preprost loannes pleb. in Kotsch, 248, 249. » Michele, 241, 249. Prerassil = Predoslje, 184. Presseger see, 161. Pressnigh = Pressing, 157, 161, 164. Prestau, 185. Pribor = Prebočevo = Prebozh, 186. Primo, piev. in Gurkfeld, 56. » piev. in S. Croce = Kriz, 35. Pfimosio, přete, 177. 19. — G. Vale, Itinerario Sanlmxino. Priuscinch = Pruesohenk Henricus, 231, 232. » » Sigismundus, 231 Prodolone = Pïodolomim, 23. » (di) Lodovioo, 106. Proger Ladislao, 94. Prosecco = Proseckoh, 47, 66. řrotino, veso. di Segna, 173. Pruoh, 134. Prutisberg = Prutisperch, oastello, 56, 124, 125, 127, 129, 145, 146. » (de) Leonardo, 146. Pulscke = Pulska = Pulsgau, 241, 247, 248. Puppi = Puppis (de) Antonio, 92. » » Bernardino, 92. » Daniel, 17. » » Piètre, 92. Purgesimo (de) Zanisus, 32. Pusch-Froelicli = Frohelich, 253, 256. Q Quadruvium = Codroipo, 151. Quaternum = Coderno, 80. Quirini Angelo M. Cardinale, 116, 117. E Rachac, 177. Radace, 220. Radel Giovanni, piev. di Hermagor, 42, 69, 70, 131, 132, 156, 158, 168, 190. Radnig-bei Hermagor = Rading = Rand- nigk, 160. Ragni, 204. Ragni Federico D., 110. Ragusa = Ragusium, 28. Raibl, 220. Raichenegh, 259. Raimondo délia Torre, patr. d'Aquileia, 266. Rainer Giovanni, piev. di Stain, 37. » Paolo Andrea, piev. di Pulska, 248. Rajnerus Teutonicus, 131. Raittenauh = Raitenau (de), conte Rodolfo Annibale, 192, 208. Rainoldi = Raynoldis (de) Allegrezza = Lucrezia, 104, 115. Rainoldi (de) Angela, 115. » Anna, 115. » Elisabetta, 113. » Francesco, 113. » Giovanni, 104, 115. » Nicolô, 104, 113. » Vincenzo, 113. Rampelach, 165. Rampler Martino, 91. Ras, pieve, 21. Rascke (de) Swikerus, 191. Rasech, 162. Ratendorf = Rattendorf, 70, 153, 154. Ratisbona, 144, 164. Ratischer, monte, 202. Rattmansdorf, 44. Ratmansdorfer = Ratmanstorfer Baldas-sarre, aroid. délia Saunia, 58, 232, 247, 251. Raunach, famiglia, 191, 208. Raunecher Andrea, 191, 208, 209, 210. » lacobus, 208. Rannecherin = von Raunach Magdalena, 207, 208. Ratschach, 226. » (de) Petrus, pleb. in Traan, 250. Rausach Gaspar, 187, 188. Rauscedo (via), 173. Ravenna, 112, 114. Raybniozer Petrus, 191, 192. Raychemburg, 256. Raynaldus, 18. Re (monte), 219. Reate (de) Bernardino, prete, 174. Rechperg, 89. Regis Enrico, piev. di Gonobicz, 14, 25, 223, 252. Regulo, chiesa, 14. Reiohenegg = Reicheneck, 259, 260. ReifEemberg, 46. Reifienstein, 127. Reifinicz, 57. Reisach = Reissach = Reysach, 124, 153. Reischl Filippo Giacomo, 192. Reisskofel, 156. Reliquie di Santi, 24. » di S. Acatio, 216. » S. Agapito, 53. » S. Agata, 200. » S. Agnese, 200, 206. » S. Anastasia; = Anestasia, 190, 200, 205, 206, 210, 211, 215, 216. » S. Andrea ap. 137, 206, 216. » S. Anestasio, 137. » S. Barbara, 53, 201. » S. Bartolomeo ap. 69, 198. » S. Biagio, 69. » S. Bulfgango, 199. » S. Bunignosa v. 137. » S. Caterina d'Alessandria (del se- poloro di), 136, 137. » S. Cecilia, 137. » S. Cristoforo, 201. Reliquie S. Croce, 206. » S. Felice conf., 69. » S. Félicita, 210, 211, 215, 216. » S. Félicita e Sette Fratelli, 125, 133, 140, 152, 155. » SS. Fratelli Sette, 160. » S. Georgio, 141, 201, 216. » S. Gregorio, 200. » S. Herardi, 199. » S. Herasmae, 131. » S. Herasmi, 131, 201. » S. Hermacore, 53. )) S. Herionis et sociorum, 199, 200, 205, 206, 210, 211, 215, 216. » S. laoobi, 200. » SS. Innocentium, 136, 137. » S. loannis Baptistae, 200, 216. » SS. loannis et Pauli, 137. » S. Lamperti, 137. » de lapide presepis Domini, 140. » de lapide sepulchri B. V., 200. » S. Marthae, 216. » S. Martini, 131, 198. » S. Mattiae, 206. » S. Nicolai, ep., 131, 141. » S. Petri ap. 137, 200. » S. Prothi M., 199, 200, 205, 206. » Quatuor Sanctorum, 206. » S. Sebastiani, 141, 200, 201. » S. Stephani protom., 200. )i Terra (de) Assumptione B. V., 140. » Terra (de) Montis Oliveti, 136, 137. » S. Ursulae, 141. » Veste (de) S. Stephani, 136, 137. » Virginum Undecim. Millium, 160, 206. Remanzacco, 28. Renaldis = Rinaldis (de) Girolamo, 21, 25, 50, 84, 95, 96, 121, 127, 167. Renesse (de) T., 216. Resach, 153. Restagno, v. Arnoldstein, 204. Reuschdorff, 76. Reyfinich, 206. Rhor (de) Bernardo, arciv. di Salisburgo, 140, 236. . Rialto (via), 109. Riberer Mattia, gesuita, 21. Ribis di Reana, 53, 153. Riccardus presbiter, 125. Richero, piev. in Schleiniz, 247. Richisotus, 32. Rieh, pieve, 56. Rieti (de) Bernardino, prete, 97. Rietz, 236. Rigiis (de) Gian Francesco, 96. Rim Ulderico, 501. Rimano (de) Annibale, 78. » » Giacomo, 78. Rio Bianco, 219. Rio di Circhina = Cirknica, 178. Risach, 124. Risano, 28. Rivoli Bianchi, 121. Rivolto, 69, 78, 79. Rizzolo, 28. Robách, 184. Rodda = Roda, 175. Rodendorf, 153. Rodolfo II d'Asburgo, 260. Roggia, 121.- Rogathcz Giacomo (piev. di), 35. Rohacz = Rohatsoh = Rohitsch = Rogatec, 241, 243, 245, 253. Rohitsch, famiglia di, 229, 247. Romans ď Isonzo, 28, 44. Romans di Varmo, 53. Roma, 3, 15, 16, 18, 83, 84, 95, 105, 123. Romane iscrizioni, 138, 263. Romani, 194. Romerbai = Balnea Romana, 36. Romiz lovis, 131. » Meynardus, 131. Roncina = Ronzina = Canal di Roncina = CanaL ď Isonzo, 31, 32, 69. Ronchiettis, 28. Rosa, villa di, 79. Rosarum vallis = Rosental, 191, 209. Rosazzo, abbazia, 2, 18, 19, 20, 21, 28, 29, 65, 81, 142. Rosech = Rossegg = Rozek, 60, 191, 192, 208, 210, 211. Rosemberg (de) Giorgio Nicoló, 192. Rosenhauer = Rosnaur Giorgio, 161. Rosiach (de) Primo, 36. Rosiacher Lodovico, 143. Rovereto = Roveredo di Varmo = Rovere- tum Muscleti, 28, 53, 79. Rubeis (de) Bernardo, 16, 21, 43, 72, 96, 204. Rubeis (de) Daniele, vesc. di Caorle, 108, 176, 178, 241. Rubini Cecilia, 110. Rudolfswerd = RudoUswert = Rudolphs- werd, 48, 52, 65, 245, 259, 260. Rudolphswerd = Rudolfsverdl lacobus, 56, 247, 259, 260. Rudulphus, pleb. in Circhniz, 177. Rumpler Martino, 262. Rundulo Antonia, 97. Rundulo = Rondolo Bertrando, 61, 97, 98, 103, 108, 114, 118, 185, 200, 223, 224. Rundulo Cristoforo, 97. Rup = Rupa, 184. Ruperto, prete, 153. Rutars, villa, 66. Santi e Sante. S. Acacio = AchatiuS, 180, 181, 259. S. Adalberto t. Cormôns, 44, 108. S. Advooatus, v. S. Foca, 5. S. Advocati quatuordecim, 144. S. Aira e comp., 246. S. Agnese v. Bregie, 180, 184. S. Agostino (eremitani), 1, 94. S. Ambrogio chiesa, 186. S. Anastasio, 137. S. Anastasia v. Faedis, 63. S. Anoia m. 86. S. Anestasia, 213, 216, 246. S. Andrea, S. Andreas, 25, 66, 76, 80, 94, 125, 134, 145, 153, 154, 157, 162, 165, 169, 175, 176, 179, 180, 188, 194, 199, 231, 232, 236, 261, 263, ved. CiUi, Er-bezzo. Egg, Naconci, Móxau, Venzone, Windischgraz, Thorel, Zeis. S. Adrat del ludri o = S. Andrato, 32, 66. S. Angelo, 105. S. Anna, 230, 252, 256. S. Anna, 93, 124, 125, 180, 181, 186, 188, 196, 197, 200, 201, 260, 251, vedi: Eranheim-Loibl. pass, Ledinice, Villaooo, Windischfeistriz. S. Antonino, 79. S. Antonio Ab. — S. Antonius, 49, 70, 77, 88, 89, 91, 92, 93, 97, 99, 101, 104, 114, 131, 173, 174, 175, 179, 181, 184, 191, 196, ved. Bokesruhe, Aquileie, Clenia. S. Antonio di Padova, confraternita, 178, 243 altare. S. Apollonia, 179. S.S. Apostoli, 151, 181. S. Attanasius in Khielig, 77. S. Augustini regula = 184. S. Balpurgis = Walburga, 216. S. Barbara, 160, 155, 179, 180, 193, 215, 220, 236, 261, 262, v. Malooherin. S. Bartolomeo, 66, 71, 76, 81, 150, 177, 184, 186, 198, 208, 210, 230, 242, 243, 251, 254, 267, 259, ved. St. Bartima zu Sb. Martin, Circhiniz, Emersdorff, Fei-stritz, Gotschee, Hocheneck, Lynd, Nibiu, Rohitsoh, Windisohfaistritz. S. Beata Vergine = Virgo, 188, 198, 199; 200, 215, 216, 219. S. Benedetto = S. Benedictus, 204, 245. S. Bernardus, 122. S. Biagio, S. Blasius, 78, 97, 199. S. Bolfgangus = Bulfgangus, 165, 168. S. Bonifacio (di) Rizzardo, 11. S. Bricio in Ceteaa, 178. S. Canoiano, S. Cantianus, 59, 76, 81, 90, 150, 183, 205, 206, 217, vedi: Kraim-burg. St. Cantiani am-Berge iu Gëraut, Kanzianiberg. S. Candido v. Inniken, 130. S. Canzio e oomp. mart, in Breznica, 181. S. Cassiano del Meschio, 14. S. Clarae ordo, monasterium, 181, 182. S. Gatterina = Catharina o Catherina, 76, S. 92, 104, 125, 135, 146, 149, 160, 154, 160, 163,' 179, 181, 188, 196, 215, 228, 240, 243, 244, 248, 256, 269, 260, ved. Neslich, Vetzenau, ViUacco. S. Gatterina da Siena, 19, 170. S. Gecilia, 69, v. Rivolto. S. Glemente, 181, 184, 209. S. Ghrysanthus = S. Grisanto = Grisanctus, 144. SS. Gorpo di Gristo, 179 altare. S. Gristoforo = Ghristophorus = Xristo-phorus, 131, 167, 209, 210, 230, ved. St. Kristoph. zu Kuhn. S. Groce = Križe = Kreuz = S. Crux, 35, 146, 149, 151, 154, 162, 181, 183, 184, 186, 196, 205, 213, 219, 228, 243, 244, 245, 246, vedi: Kreuz, Pôltsoha-oh. Rohatsch. S. Gunegonda = Gunigundia, 165, 211. S.S. Cyriaous et Smeragdus in Hoenthurn, 76. S. Daniele pieve di Gilli, 261, v. CiUi. . S. Daniele del Friuli, 9, 16, 19, 22, 23, 24, 48, 60, 52, 64, 55, 57, 61, 62, 63, 70, 71, 83, 87, 88, 96, 102, Antonius (de) 108, 112, 121, 124, 126, 126, 127, 145, 146, 147, 148, 149, 160, 153, 165, 169, 170. S. Daniele in valle Gail, 56, 65, 124. S. Dionisius, 71. S. Domenico = S. Dominici ordo, regula, 19, 184, 230, 269, v. Tenetisti = Zgornje Tenetise. S. Donato (di Lasiz), 176, 189, 245. S. Dorotea = S. Dorothea, 21, 161, 165, 176, 180, v. Vienna, Suzito. S. Egidio, S. Egidius abb., 13, 93, 94, 151, 165, 178, 184, 200, 219, 259 vedi: Gampo-rosso, Afriach = lavorie Windischgrez. S. Ellaro, 143. S. Elena, 53, 96, 186. S. Eleuterius m., 86. S. Elisabetta, 123. S. Emma v. S. Hema, 244, 245. S. Emrico v. S. Henricus in Monte Plumb eo, 198, 203, 219, 233. S. Erasmo, 243. S. Ermacora, Confraternita, 54. S. Ermacora = vedi Hermagor, 43, 153, 155, 162, 244. SS. Ermacora e Fortunato, 79, 175, 181, 227, 240, v. Sv. Mohor, Savogna, Za-brekve. Euphemia, 155. Eustaohius, 83. Eabiano, 159, 162, 168. . Fabiano e Sebastiano, 210, 236, 240, 255. Félicitas et septem Fratres m. 125, 245. . Filippo e Giacomo, 80, 180, 236. Floreano = Floriano, 124, 125, 150, 151, 155, 159, 160, 162, 168, 175, 179, 180, 181, 188, 206, 219, 220, 242, 243, 258, 260, Y. Brischis, Buttovica, Hochenegg, Sopotnica, Tochenting. Foca, 5, 70. Fortunatus, 161, 163, 251. Franciscus, copventus, 80, 112, Ecclesia, 174, 198. Gabriele in Planica, 179. Gabriele in Glaniz, 179. Gallus, 145. Gangulfus, 189. Gertraud zu Mellweg, 165. Gertrude = Gelotrudis, Gertrutis, 122, 123, 133, 165, 178, 179, 181, 268, v. Ce-kraôe, Lapse. i. Gervasio e Protasio, 69, 174, 175. Giacomo, 21, -53, 77, 175, 179, 181, 182, 184, 192, 195, 196, 201, 228, 261, ved. Alzida, Biacis, Ledine, Laporie, Lapriach, Loch, Ras, Villacco, Vipaoco. Giorgio, S. Georgius, 89, 90, 91, 129, 146, 153, 155, 179, 184, 188,'190, 201, 202,_243, 248, 260. » in Arnoldstain v. Arnoldstein, 12, 201, 204. » in Bistrica v. Bistrica, 188. » in Bleiberg v. Bleiberg, 203. » in Campis, 95. » in Gomen., 46. » in Fach, 199, 215. » in Finchenstein, 206. » in Gonobicz, v. Gonobicz, 94, 223, 260. » in Goritschach, 217. S. S. S. SS s. SS s. s. s. s. s. s. s. s. st. s. SS s. s. s. s. St, s. s. s. s. s. s. SS s. S. s. Giorgio in Gottendorf, 37. » di Kôtsch, 175, 240, 248, 250. » in Luserera, 69. » in Loch, 181. » in Monte vallis Gile, 66, 76. » di Nogaro, 24, 28. » in Voice, 178. » in Tropolach, 42, 66, 77, 175, 203. » presso Eaichenech v. Rayche- nech, 258. » in Regulo, 14. Georgius apud Viliam Plumbeam, 76. » prope Kramburgam. » = in Campis = in Gampetribus. v. Senour, 186, 269. Giovanni Battista 81, 129, 137, 165, 175, 179, 181, 186, 187, 189, 255. » » in Riech, 56. » Evangelista, 178,180, v. Reteoa. » 81, 150, 169, 259. » d'Antro, 175. )i del Carso o di Duino, 48, 66, » e Paolo, 242. ;> di Gerusalemme, priorato, 20. » in Napostiricum, 233. » in Tschadra, 252. » in Urebestac, 179. » in VaUe Gail, 203. » presso Villacco, 115. Girolamo presso Tolmezzo, 53. Giuseppe, 86, 180, 181, 188. Giustina V. M. Pozzo di Godroipo, 79. Giusto M. ved. Far la, 1. Gregorio in Ferulach v. Ferlach = si. Borovi je, 199. » in Goritschach, 206. Helarius M., 175. Helena, 139, 213, 259. . Helenaberg o S. Elena in Monte, 152. Helisabet regina, 209. Hema vidua = Sveta Hemma v. S. Emma, 244. Hermagoras, 132, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 166, 168. Hermagoras vallis Gillae plebs ved. Hermagor, 42, 66, 70, 76, 203. Henricus v. S. Enrico, 163. Herasma v. S. Erasma, 155. . Hieronimus, 201. Hierion et soc. 213. Honofrius, 165. lacobus, 150, 161, 180, 182, 194, 259. » in Fôrelach, 76. » de Lang, 181. » in Lapriach v. Leporie, 228. S S S S. lacobus in Lessaohthale, 150. » in Lembaoh. v. Limbus, 240. » in Loch, 181. » de Villacoo, 193, 199, 200, 201, 204, 206, 216. SS. Ilario e Taziano ved. Enemonzo, 69. S. loannes apost. 216. » Baptista, 73, 94, 133, 140, 150, 152, 159, 160, 200. » Baptista et Maria Magdalena, 76, 215. » de Aquileia, 49. » 152, 259. » in Seyez v. Seitz, 254. » in Trafeld, 237. » de Tubis super Carsis, v. S. Giov. di Duino, 66. » de Tschadra v. Tschadram, 227. » de valle Vindiscbgrez, 35. » in Wespriach, 76. St. Johan in Walde, 133. S. Joseph, 86. S. Immacolata Conoezione, 181. SS. Innocenti 179, 180. S. Katharina zu Radweg, 160. S. Kunigundis = Hunegund, 240. S. Lamberto, 76, 202, 203, 204, 254, v. Ar-noldstein. S. Leonardo = S. Leonardus, 77, 94, 124, 125, 153, 155, 165, 181, 191, 225, 237, 244, 246. S. Lorenzo = S. Laurentius, 79, 133, 135, 137, 150, 151, 1.59, 184. » in Breznioa, 180. » di Caporiacco, 70. » in Gisthaal, 76, 159. » in Gôdersdorf, 206. » in Hortwlje, 178. » in Lesaoh, Thaïe, 150. » in Mersino, 175. » in monte, 179, 184. » in Radmilach, 248. » di Sedegliano, 28, 57, 79. » di Soleschiano, 28. » di Sottoselva = Subzilba, 170. » in Strisach, 46. » in Strenozperg, 254. » in Trafeld = v. Lorenzen = Prope Petoveam e in Cam-pis Drave, 91, 232, 233, 234, 237. S. Lucas, 72. S. Lucia, 32, 76, 155, 181, v. Drasgoge, Tolmino, Tratta. S. Ludovicus, 150, 206. S. Marco = S. Marcus, 28, 126, 153, 255. S. Marco cardinale v. Barbo Marco, 41, 110, 113. » di Muda, 125, v. Muta. » in Rôdendorff, 77. » di Venezia, v. Venezia, 82. S. Marcus Romimusoli, 72. S. Margarita = S. Margherita, 95, 133, 180, 186, 187, 195, 199, 206, 243, 244, 245, 246, 258, 259, 261, 269, v. Malestita, Michelstetten, Monsburg, Trata. S. Maria apud Turrim = zu Thurn, 163. » o B. V. Maria, 53, 98, 108, 124, 125, 130, 132, 133, 135, 144, 145, 180, 184, 188, 228, 236, 240, 243, 245. 247, 248, 251, 2ř)2, 254, 255, 256, 261. 1) degli Angeli, 95, 96. » degli esuU v. Traveld, 223. » in Borfarice, 179. » Addolorata in Bukowch v. sv. Sabota, Sabatberg, 178. » di Aquileia, monastero, 74. » di Campo Marzio v. Campo Marzio, 108. » di Codroipo v. Codroipo, 78, 108. » in Circlach v. Czirklach, J.86. » in Doberna v. Doberna, 259. » di Ebendorf v. Ebrendorf, 89. » di Forni di Sopra v. Forni di So-pra, 14. » di Gemona v. Gemona, 13, 80. » in Glewnicz, 56. » in Goriach, 66. » in Haselpach v. Haselpach, 56. » la longa, 28, 114, 170. » di Landestrost, 29, 187.. » (ospedale) di Lubiana, 26. » in Malenski vrh v. Mtillerg, 178. » in Marano, 57. » in Monte Gratiarum v. Mons Gra- tiarum, 233. » prope Novum Forum, 187. » in Portico, 93. » de Rio, 72. » di Roda v. Rodda, 175. » in Slainiz v.'Slainiz, 250. » in Stain v. Kamnick, 37, 267. » de Suvatina, 56. » in Turchina v. Zgorni Tuchinj, 267. » di Udine (collegiata), 84, 85, 89, 104, 114. » in valle Gail = Gila o plebs Vil-laci, 65, 192, 193, 194, 199, 206, 207, 209, 211, 212, 213, 215, 216. .» in Vis. Lata, 105. s. Maria di Visoone, 174. » e SS. Pietro, Giovanni e Giaoomo in Volzana, 176. » Maddalena = Magdalena, 67, 69, 76, 157, 184, 188, 193, 196, 198, 206, 217, 223, 224, 246. 247, 259, v. Littore, Lumbus, Mitscliig, Samnich. S. Marizza, 28. S. Martino = S. Martinus, 91, 94, 140, 150, 153, 154, 160, 163, 167, 169, 178, 184, 186, 201, 211. » in Aach v. Aich, 38, 265. » in Betsohiza = St. Martin in Petsohnitzen, 210. » di Codroipo, 53. » in Gandin v. Haidin, 248. » in Mederndorf = Modendorf, 69, 76, 163. » in Paoher v. Pakdorf, 230. » in Polano, 95. » in Ponikel v. Ponikil, 259. » in Siraco v. Sairach. = Ziri, 181. » in Tiifer v. Tiifer, 36. » in Tuhein v. Spodnj i Tiihinj, 269. » presso Villaoco = St. Martin ob ViUach, 25, 65, 115, 190, 192, 200, 207. » in Weissensee o-zu Gatschaoh, 76, 167. » presso Windisohgraz, 255. » e Lamberto di Virmulach, 125. S. Martinus de Velle, 71. S. Matteo, 186, 214, 215. S. Mattia, 201, 215. S. Mauritii prope Clireynnockh, 217. S. Maurizio in Gerio (monastero), 94. S. Michels Arcangelo = St. Michael, 79, 80, 110, 121, 126, 130, 147, 151, 152, 159, 162, 163, 164, 165, 186, 188, 192, 216, 247, 255. » in Coemeterio, cappella, 236, 242, 243, 251, 259, 260, 265, 267. » in Egg, 163. )) in Frenitz, 235. » in Kerspaoh, 56, 230, 231, 247. » in Lemberg, 245. • » in Linghenfeld = Lengenfeld = s. Dovje, 181. » di Rivolto, 78. » in Rosech, 191, 192, 209, 210. » in Schiltarin v. Schildem, 240. » in Sithaul v. Setole, 240. » in Valle Gail, 65. S. Nicolô = S. Nicolaus, 78, 108, 135, 146. 149, 150, 157, 167, 180, 181, 184, 186, 207, 243, 246, 254, 258, 259, 260, 261. S. Nicolô dei Camaldolesi in Montebectano, 20. » in Creda, 175. » in Gookau v. Goccau, 76. » in Golica, 181. » in Grossach, 77. » in Gudesiz, 179. » in Lemburg v. Lemberg, 245. » sub Castro Monsperch v. Monsberg, 213. » in Naugatsch v. Sorica, 180. » in Obloc, 9. » in Pegliano, 175. » in ReusohdorfE, 76. » in Seldenhofen v. Soldenhofen, 206, 223. » di Sorzento, 175. » di Strasburg, 258. » in Travo v. Drava = Drau, 199. » in Widerdries, 224. S. Nonoso = S. Nonnosius, 163, 168. S. Odilia = S. Ottilia, 155. S. Odorico al Tagliamento, 31. S. Orsola = S. Úrsula, 91, 124, 125, 179, 215. S. Osvaldo, 53, 76, 130, 131, 144, 163, 180, 184, 215, v. Tachau, Wiktring. S. Pancrazio, v. Windischgratz, Jamnikg, 67, 245, 255. S. Pantaleone, chiesa in Cividale, 53. S. Paolo al Tagliamento = S. Paulua prope Belgradum, 78, 79. S. Paolo di Lavant monastero e chiesa, 56, 76, 203, 231, 248. S. Paolo in Stara Olica, 178. S. Paolo (festa délia Conversione), 204. S. Pasch v. Sampasso, 268. SS. Peter zu Vorderberg, 165. S. Petrus Ordinis Teutonici v. Komenda, 269. S. Pietro apost. 130, 136, 138, 153, 163, 180, 219, 243, 244, 245. » ap. in Bodovlje, 180. » in Bolauli, 179. » di Camia, 10, 23, 53 (gismani). » in Celsaco, 95, 181, v. Seelzach, Selsa. » in Glogowitz, 265. » di Gorizia, 46. » al Natisone = degli Slavi = de Alzida = in Sclabourbus, 90, 174, 175, 224, 229. » di Rosazzo = de Rosatio, 2, 174. » di Tarcento v. Tarcento, 64. S. Pietro e Paolo, 80, 123, 135, 180, 184, 218, 251, 254, v. Tainach, Taxvisio, Weittenstein. » in Eoma, piazza, 106. » Martire, chiesa e monastero dei Domenicani in Udine, 19, 112. SS. Primo e Feliciano in Gabrska Gora, 178. SS. » » » in Jannik, 181. S. Primus, 259. S. Quirico in Piano, 175. S. Radegonda = Radegunda, 79, 125, 150, 186, 206, 254. Mondorf, Tegtin. S. Rooco, 215. S. Rupertos = Riidbertus, 29, 37, 66, 76, 161, 168, 200, v. Nasseufues, Peggau, Pressing. Sent Rupert = S. Rupertus in Marchia, 248. SS. Sacramento, 195, 196. S. Salvatore di Gradišća, 68. S. Sebastianů, 124, 125, 141, 155, 159, 160, 162, 165, 167, 168, 179, 233, 246, 252. SS. Sebastiano ed Erasmo, 223. » » Rocco, 96, 218. SS. Sergio e Bacco monastero, 20. S. Servatius in Seltschach, 76. S. Severino (da) Gian Angelo, 176. SS. Severo e Marterio, 20. S. Sigismundus, 206, 233. S. Silvestre d'Antro, 175. S. Sisto chiesa, 184. S. Sophia in Studenitz, 229. S. Spirito, S. Spiritus, 126, 162, 179, 186, 201, 252, 261. S. Spirito dei Colli di Gemona (ospedale), 51, 218. S. Spirito di Villaoco (ospedale), 12, 197, 198. S. Spirito e S. Nioolô, 184. S. Stefane = S. Stephanus, 71, 79, 91, 162, 248 S. Stefano = S. Stephanus extra muros Aquileiae, 48, 58, 65. » di Comelico, 63, 64. » in Finchenstain v. Vinchenstein, 192, 205, 217. » in Lindt, 76. » di Nimis, 71. » di Palma o del Friuli, 28. » in Pulzka o Pulsoha v. Puska, 26, 247, 248. » di Saloano, 44. » di Susans, 108. » 6 Giorgio, 79. S. Stephanus Vallis Gille, 205. S. Tatiano, 143. S. Teda, 155. S. Tomaso apostole, S. Thomas, 154, 180, 184, 199, 200, 201, 258, 259. » ap. in Brode v. Brode, 180. » » in Crascau, v. Krasnja, 265. » » in Fellaoh ved. Vellaoh, 200. » » presso Praprotnim, 181. » » in Ubrodec, 179. » » in Vrsnik, 181. » d'Aquino, 19. » di Canterbery, 217. S. Tre Re Magi, 181, 196, 199, 213. SS. Trinità, 124, 181, 196, 199, 211, 236, 255. S. Ubalde, 179. S. TJldarico = Uhioo = Uldaricus, 52, 133, 135, 137, 178, 179, 181, 184, 186, 199, 206, 265, v. Carcizperg^ Latschach, Sca-binza, Zavratec. S. Urbano = St. Urban = St. Urbanus, 77, 163, 178, 205, 259 ved. Gosenja Dol-zana, Moderndorff. S. Ursula et Anna, 205. S. Utilia, 133, 155. S. Valentino = S. Valentinus, 165, 178, 180, 181, 217, 220. S. Vdakious = Uldarico, 150. S. Venceslao = Vincislaus v. St. Wenzel, 228, 251. S. Vincenze, 81. S. Virgilius, 168. S. Vite, 88, 101, 131, 161, 177, 178, 182, 227, 252, 254, 259. » in Carintia, 12, 197. » (da, di) Andreolus, 17 » Rizzardo, 50. » Tano, 50. » di Fagagna, 28. » in Mettin, 179. » al Tagliamento, 10, 19, 23, 29, 30, 50, 96, 112. » al Torre, 28. » e Modesto, 184, 186. S. Vitus in Traan, 250. S. Volario, v. Helarius, 175. S. Volfango in Log, 178. S. Vuelfangusep. oonf. Welfgangus, 144,240. St. Wenzel = Venceslao, 251. S. Welrico in Ertizburg, v. Leskovice, 179. S. Zenonis ecclesia, 190. S Sabaria, 234. Sabatberg = Sveta Sabota, 178. Sabatinis (de) Andrea, 14. Sabellico Coccio Marcantonio, 22, 24, 29, 31, 106, 107, 111 a 116, 123. Sabreglia = Subrigl, 176, 177. Sacile = Sacilum = Sacili comunitas, 5, 14, 23, 73. SaoLel = Sâokl = Sachkel, Georgius, 158. » loannes, 158. » Margarita, 158. Sagabriensis provincia = Zagreb, 244. » Leonardus, 80. Sagor = Sagorie = Sagoriensis comitatns = Zagorie ob Savi, 244, 269. Saidel = Saydel = Seidel = Seydel Leonardo, 37, 38, 59 71, 75, 78, 91, 95, 187, 243, 261, 267. Saifnitz = Saffniz = Sapniz = Zabnioa, V. Camporosso, 13, 103, 115, 179, 218. Sairach = Siraco = Ziri, 181. Salcano = Seloano, 27, 32, 44. Saldenhofen = Seldenhofen, 94, 223. Saldoneriis (de) Pinzano, 62. Salisburgensis = Salzeburgensis diooesis, ] 30, 135, 139, 140, 141, 143, 145, 153, 167, 168, 224, 234. Salisburgo, 129, 130, 132, 134, 140, 141, 155, 167, 168, 234. Salisperoh, 131. Salit.... la Reoohia, 110. Sait, 28. » ,(de) Radia, 131. » (de) Regnardus, 131. Salvarolo, Salvarolum, 23. » (de) Matteo, 21. Sammardenchia di Pozzuolo, 28. Sampasso, 268. Sanctis (de) Silvestro, can. di Udine, 23, 63, 70, 174. Sanneoh = Saneck, v. Sumekg. Santonino = Santoninus = Santonini = Sanotoninis (de). » Agostino, 93, 95, 104, 105 a 110, 115. » Aurelio, 104, 105, 109. » Cesare, 110. » Claudio, 110. » Francesco, 110. » Germano, 110. » Giacoma, 104. » Giacomo = lacobus, 110. » Gioacohino, 105. » Giovanni = loannes (padre), 103. » Giovanni Battista = loannes, figlio, 103, 104, 105, 106, 115. » Girolamo = Hieronimiis, 104,106 109, 110, 115. » Giulio Agostino, 110. » Giulio Antonio, 110. » Luoillo, 110. Santonino Lucrezia = Allegrezza, 113. » Paolo, 6, 9, 11, 12, 13, 14, 38, 43, 50, 51, 60, 64, 72, 74, 77, 80, 82, 84, 87, 89, 90, 92 a 103, 105, 106, 109 a 118, 121, 123, 124, 126 a 133, 136, 138, 139, 140, 143, 144, 146, 149, 151, 152, 156, 159, 160, 161, 166, 167, 168, 173, 175, 189, 190, 195, 205 a 211, 213, 217, 219, 220, 224, 231, 233, 237, 238, 239, 245, 246, 247, 251, 254, 255, 260. 265, 266, 268. » Pietro, 110. » Pompilio, 108. » Santonino, 110. » Teofilo, 104, 109. Sarphemberch Albertus, piev. di Gonobicz, 228. Sarsina 1, 43, 65, 147. » v. Fortunato, vesc. di Sauersoh = Sauritsch, 259. Saunia, arcidiaoonato, provincia, 22, 26, 36, 37, 39, 52, 55. 58, 67, 73, 74, 75, 78, 82, 94, 206, 213, 223, a 227, 230, 235, 237, 241, 243, 244, 246, 247, 2.54, 261, 266. . Saunia, fluvius = Saus, v. Sava. Sava = Savum = Save (fiume-valle), 25, 179, 182, 183, 190, 191, 223, 260, 269. Savina vallis = Saunia, 224. Savogna, 175. Savorgnan, 106. » Girolamo, 43. » Giulio, 43. Savorgnano (de) domini, 23, 112. » (di) Daniele, 17. » (di) Nicolô, 24. Sax Leonardo, prete, 186. Saxenfeld = Saxenweld (de) Fridericus, 258. Saxo Pietro, monaco di Rosazzo, 29, 44, 46, 65, 82., Sbroiavacca = Sbroiavacha, 23. Scabinza, 179. Scarampo-Mezzarota, v. Trevisan Lodovico patr. d'Aquileia, 1. Schabubh. Meinardo,-184. Scharfenstein Giorgio, piev. di Lucinico, 44. Schaumberg comités (de), 250. » (de) Uldaricus, 250. Scheremberg (de) Rodolfo, 146. Schiaburg (de) Udokicus, 192. Schilmacker Pertoldus, 157. Schiltarin = SchUtarim = Schildern = Sohitale, 66, 91,.213, 240. Schironizza, 177. Schleinitz = Slivnica, 230. Sohlos Bruch, 134. Schmutz, 180, 224, 225, 227, 228, 229, 231, 232, 233, 236, 237, 240, 242 a 248, 250, 251, 255, 257, 259, 260, 263, 266. Schobellij I. B. pleb. in ICreuz, 244. Sohodel = Schkodel Sigismundus, 206, 207, 211 a 215. Schofia Looa = Škofja Loca, v. Biskoflaoh, 93, 95, 179. Schon, 149. Schonberg, 151. Schruch Giovanni, prete, 156. Schumi, 174, 177, 221. Schwaber Sigismundus (cornes de), 231. Soipeoh Nicolô, piev. di S. Martino in Valle Windischgrez, 65. Solesnich Antonio, 224. Scutari, diooesi, 20. Scutanziner Egidio, 65. Scutulinus Andreas, 32. Sdranie = Sdranye = Sdraye Giorgio, 93, 94, 213, 251. Sebastianus episc. Conoviensis, v. Nassim-beno. Sebastianus, 79, 122. Sebrioclier Sigismondo, 26. Seccau = Secau = Segovia, 130, 212, 234. Sedegliano, 57, 80. Sedraoh (de) Aoaoio, piev. in Tiver, 36. Segna, 173. Seiez = Seitz, monastero, 75, 223, 236, 256, 258. Seleoher Giovanni, piev. in S. Leonardo di Kastreinioz, 246. Sella Pietro, 142. Selsohiac, 177. Selva, 177. Selva di Piro, 268. Selzaoh = Selca, 269. Semnioh, 69. Šenčur = Sent luri pri Kranju, 269. Senično = Staisvin, 184. Senosechia, 208. Serbia (despota di) Giorgio, 78. » (di) Stefano, 78. Serravalle = Grahovo, 224. Servi di Maria, 68, 69, 125, 174. Setale = Schildern, 240. SeufEt Eberardo, prete, 148. Seuza (de) Giuliano, 64. Seytten Giovanni, prete, 93. Sfine, villa, 176. Shelesnik, 269. Shentai Primo, 38. Skerbella Clemente, vio. in Rudolfswerd, 65. Sicca Tiliaventi, 121. Siechinterbérger Andrea, 223. Sigeardo, piev. di Gonobicz, 226, 258. Sigesdorfer = Sigesterfer Giorgio, 249. Sigisdorf = Siegesdorf = Ziganja vas, 184. Sigismondo, imperatore, 193. Silva, 133. Simone, prete a Farra, 68. » vie. in Schiltarin, 66, 192, 209. Simonsfeld, 131. Sinapis Giovanni, piev. di S. Martino in valle Windischgrez, 67, 94. Sindico Bernardino, prete, 90. Sipech Pietro, prete, 90, 91. Sirelach (de) Clemente, 190. » (de) Elena, 190. Siraco = Ziri, 181. Sirleto Guglielmo, card., 118. Sisto IV papa, 18, 21, 25, 34, 43, 46, 49, 68, 173, 208, 223. Sisto, vesoovo di Frisinga, 93. Sittich = Siticina, abbazia, 191, 227, 261. Slaynicz = Schleinitz = Slewnicz = Slivnica, 230, 232, 236, 250. Slavia, 171, 196, 220. Slegel Conradus, 164. Slekovec M., 233. Slietemburg Giovanni, 157. Slizza = Gailizza, 219. Slovenska Bistrica, v. Windischfeistritz, 230, 251. Snepeger Giorgio, 177. Sniger Uldarico, prete, 267. Snob Giovanni capitano di Gorizia, 65. Socchieve = Soclevum, 23, 113, 122. Sofíumbergo. Sofia, fondatrice di Studenitz, 228, 245, 251. Solfeld = Flavium Solvense, 218. Solimbergo = Solumbergum (de) Paulus, 32. Solvech, castello, 68. Somberg (conti di), 188. Soncino = Soncinum, 108. Sontius = Isonzo = Sozha, 130, 182, 268. Sore Francesco, 17. Sorica = Zarz, 269. Sorzento, 175. Sotla = Sottla = Sottel, fiume, 243,244, 245. » (de) Martinus, 245. Sottoselva, 28. Soursina Simone, prete, 187. Soura flumen = Souura = Poljanska Sora, 178, 180. Spandognini Matteo, 78. Spanheim (di) Bernardo, 225, 236. Spata (a) Giovanni, oste, 19. Spetler = Spitler Osvaldo, prete, 96, 210. 216, 222. Spietar = San Pietro al Natisone, 174. Spilimbergo = Spilimbergum, 23. » (di) Dionisio, 1. » (di) Ottaviano, 87. Spindler Cristoforo, 133. Spirito Santo, 162, 179, 223. Špital, 141. Spitzegel, 156. Spodnje Polj cane = Pôltsohaoh, 228. Spodnji Tuhini, 269. Spoleto (de) loannes Petrus, 70, 111. StaeUmayr Christophorus S. I., 233. Staffberg, 156. Stali = Stavolo = Ploohenpas, 123. Stampcch Giorgio, piev. in Strassburg, 258. Stain = Stein = Staj'n = Stari grad = Kamnich, 71, 91, 94, 95, 182, 243, 261, 266. Stain (de) Martinus, 35. » (de) Ulrico, 267. Staisvin = Seniono, 184. Standen, Standoch, 236i Starigrad, v. Stain-Kamnich. Starzer Alberto, 63-87. Statemberg, Stetemperch, 231. Stefanus pleb. in Sleunicz, 250. Stefanus pref. oastri Aichelberg, 165. Stephansberg = San Stefano, 186. Sterlecher Michale, prete, 78. Stern Mattia, 78. Stetuer Bartolomeo, 267. Stiootti Pietro, 122. Stiria, 35, 242, 268. Stocrat Tomaso, prete, 91. Stradalta, 30. Stranica = Stranitzen, 254. Strafrid = Strasfrid, 13, 56. Stranig = Straynich, 152, 153. Strassburg in Carintia, 258. Strassoldo = Strasoldum, 23, 28. » (di) Bernardino, 17. » (di) Daniele, decano di Udine, 4. )) (di) Francesco, 45, 46. » (di) Giovanni, 106. » (di) Giulio, 110. » (di) Odorico, 17. Straiif Gaspare, 177. Strigonia, 140, 168, 235. Strisach, 46. Strobel Giovanni, prete, 261. Stroncone = Stronconium, 103, 115. Stubenberg (de) baro, domini, 39, 233. Studenicz (de) Michele, prete, 213. Studeniz = Studenicz = Studenice, mo-nastero di Domenicane, 56, 58, 69, 74, 75, 90, 94, 228, 229-, 231 a 236, 246, 247, 248, 250, 251. Stuorat Tomaso, prete, 90. Stupel = Stupiel Andreas, piev., 245. Subecz Tomaso, prete, 186. Subrigl = Sabreglia, 176. Suoca, 179. Suoher Giacomo, arcid. della Saunia, 52. Suetti duc, 179. Sugun, 33. Suino, 242. Sumekg = Sauneoh = Saneck Richerius, 124, 129. Siimer Luca, piev. in Feistricz, 251. Susana = Susanna = Susannis (de) Antonio, 1, 2, 15, 18, 30, 85. » Bertrando, 88, 109. » Giulio, 109. » Marquardo, 50. » Odorico, 102. » Pagano, 109. Susano = Susans (di) Daniele, 31. Suthicz Cristina, priore in Studenitz, 229. Suvetina, 56. Suziti = Suzito, 176. Sveta Sabota = Sabatsberg, 178. Sveti Florian = St. Florean, 242. Sveta langerta = St. Kunegund, 240. Sveti = Svet Kriz = Krisch = ICreuz, 242, 243". Sveti Lorenc = Lorenzen = Stranitzen, 233, 254. Sveti Michel = St. Michael, 245. Sveti Mohor = S. Ermacora, 227. Sviger Ulrico, 38. Svizzera, 192. Swab Gaspare, 246. Sylva Hrusezka = Selva di Piro, 268. Syrch = Zarz, 269. T Tacho (del) Francesco, can. d'Aquileia, 1. 2, 6, 8, 17, 19, 48. Tagliamento = Taiamento = Tulmentum, fiume, 5, 28, 30, 79, 121, 220. Tainach = Teinach = Tinje, 226, 251, 252. » (di) Paolo, 251. Talmassons, 28, 58. Tamaro A., 208. Tamau, v. Timau, 122. Tarcento = Tarcentum, 23, 28, 64, 69. Targestum, v. Trieste, 81. Tarvisio = Tarvis = Tarvisa = Tarvisia, 32, 33, 217, 218, 219, 220, 221. Tarvisium, v. Treviso, 5. Tattembecli = Tattempekch = Tatempekch, Guilielmus, 231, 262. Taufeld, 252. Tauun, 184. Tebaldis = Tibaldis (de) Tebaldo, 38, 91. Tech (di) Lodovioo patr. d'Aquileia, 44, 126, 136, 227. Tegtin, 206. Teinaoli, v. Tainaoh. Telonario Leonardo, 219. Temerario (il) Carlo, imp. 167. Templer Miohele, prêta, 74. Tenca-Montini Nino, 102, 109. Tenetise = Tenetisti = Zgornje Tenetise, 184. TengMer Michael, 193. Teodoro patrizio, 78. Terenzano, 28. Tergestum, v. Trieste, 159, 208. Terzimonte = Tercimonte, 175. Textore Pietro cur. in Hochenegg, 268. Thadeus, pleb. in Circhiniz, 177. Theiner, A. 25, 34, .168. Theuffimpach = Thaufembaoh, 56, 149. Thomas becarius, 32. . .» pictor, 195, 198, 201. Thwrocz M. loh., 36. Tkaloio, 235. Tigelli, flumen, 13. Tilliach = Tilia, 149. Timavus = Tischalwag = Timau = Tho- mau, 122, 123. Tingis (de) Bonsignore, 58. » Tomaso, 23. Tinghi Angela, 104. » Antonio, 104. Tiraboschi G. G., 84, 106, 113. Tissano, 28. Tiver, 56, 57. » (de) Laurentius, 242. » (de) Primo, 243. Toblaoh, 149. Tocheting, 206. Tolmezzo = Tolmetium = Tulmetium, 4, 23, 33, 58, 122, 123, 169. » (de) Bianchino, 53. » (da) Giovanni, prete, 114. » Marco da Conegliano, piev. di, 4, 57. Tolmino = Tulmimim = Tomin = Tolmein = Tolmin, 32, 33, 176, 177, 266, 268. Tolschaoh (de) Eberhardus, 139. Tomasiis (de) Felice, 104. Tomaso ab. di Amoldstein, 12, 66, 166, 201, 203. Tomaso, pittore di Cividale, 176. Tomaso, pittore di Villecco, v. Thomas, piotor. Tonutti Angelo, 110. Toplica, v. Tuťfer, 36. Topot, 177. Toppo = Toppum, 23. Tornielli Bonaventura 0. S. M., 86. Torre (della) conti, 19. » » Gastone patr. d'Aquileia, 177. » » Tacopo, 10. » » Manfredo, 266. » » Pagano, patr. d'Aquileia, 180. » » Raimondo patr. d'Aquileia, 176. Torso (del) Enrico, 26, 110. » Nicolô, 106, 115. » Zanina, 106. Tournay, '20. Traber, 12. Traburga, v. Ober Drauburg. Trahe, fiume, v. Drava, 190. Trappisti, 256. Trasfigurazione di N. S. G. C., 162. Trata = Tratta, 76, 186. Trauttenstarfarin Omelia, 212, 213, 214. Trautmansdorf (de) Cristoforo, 212. Travesio, 43. Traweld = Trafeldt = Traafeldt = Tra- veld, 94, 213, 223, 232, 233. Trenta, valle, 220. Trevisan Lodovico, patr. d'Aquileia, 1, 2, 4, 43, 121, 136, 203. Trevisani Baldassar, 108. TreviEO, 5, 14, 105. Tribil di sopra = Tribilum superius, 33. Tricesimo, 26, 27, 70, 110. Trieste, 7, 48, 66, 66, 67, 157, 203, 204. Trieste (da) Luciano, prete, 20. » » Martino, 1. Tristach = Tristachum, 132, 133, 136 a 138. Tristanus, 32. Tropolach — Troppolach = Troppelach, 42, 43, 66, 70, 153, 154, 166, 156'. Troia minor, v. Cilli. Trostenheim, 211. Trstenjan Davorin, 233. Trucbucherin Margarita, 266. Trudnech, famiglia, 266. Truhsna, 130. Tržič = Neumarktl, 269. Tschadram = Ďádram, 227. Tschates Pancrazio, 36. Tshau, 76. Tskernomel (de) Giorgio, 177. Tuchain = Tuchina, 91. Tucitinua Antonius, 174. TûfEer = TifEer, 36. Tulmetii comunitas, v. Tolmezzo. Tupaniz = Tupaliče, 184. Turrim (apud) S. Maria, 163. Tvirrau, 177. Turchi = Turoi = Teucri, 12, 21 a 27, 29, 30, 74, 78, 89, 90, 93, 126, 146, 149, 162, 154, 1.57, 164, 166, 185, 199, 202, 207, 208, 211, 216, 217, 219, 224, 225, 230, 236, 240, 241, 242, 249, 258. 'Turre (de la) Aquilinus, 157. » (de la) Gregorius, 146. » (a) Mattia, 206, 207. Turris = Torre, 23. » ser Luisio, 32. Tymo de Novo Foro, 187. Tyrolim = Tirolo, 134. U "Ubrodao, 179. Udine = Utinum, 2, 17, 19, 24, 27, 28, 45, 50, 53, 58, 60, 61, 64, 66, 67, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 76 a 85, 87 a 93, 95, 96, 98, 99, 101, 102, 103, 104, 106 a 116, 128, 131, 132, 134, 135, 156, 167, 169, 173, 174, 196, 197, 203, 212, 220, 222, 241, 246, 248, 260, 263, 266, 268. TTdine, capitolo, 23, collegiata di S. Maria, 3, 4, 44, comunitas, 23. Udine (di) Adriano, chierico, 93. » (da) Giaoomo, can. d'Aquileia, 1, 48, 65. » (da) Giovanni, pittore, 162. » (da) Odorico, benef. in Talmassons, 28. Ughelli Perdinando, 3. Ugone, frate, 94. Ugrade = Grad, 186. Uldarico, prete, 39, 115. ULrico, conte di Cilli, 36, 127. » = Ulderico, patr. d'Aqiùleia, 189, 258. Ulsevec = Olševeck, 186. Unaz, 177. Ungaresca (strada) v. Stradalta, 30. TJngari = Unni, 215, 241, 242. Ungaria = Ungheria, 12, 18, 27, 34, 130, 137, 149, 234, 235, 241, 244, 245. Unger Simon, prete, 236. Ungnaz Giovanni, barone di Sunek, 224. Unniade Lad i slao, 221. Unter Loitscli = Logatec, 268. TJnter Nussdorf, 138, 139. Urbano prete, 95, 123, 124. » vicario, 125, 169; Urbano monaco 0. S. Bernardi, 122. » plebanus, 206, 217. Urbs vetus = Orvieto, 58. Uriz, 131. Ursini Fridericus, 192. Ustiscavaz = Stiska vas = Sittichdorf, 186. Utin (contrada), 109. Utino (de) Francisons pleb. Selcani, 44. » (de) lacobus, 17. Utvariac = Dvorje, 186. V Vaoheuner Giacomo, piev. in Gottendorf, 37. Vagbern Catterina, 255. Vak = Faak, 211. Vaidech, 154. Vaidenverg = Vaydenverg ~ Vaidenbiirg, 127, 129, 146. » (de) Leonardus, 146. Wattunstain, v. Weittenstain, 231. Valaresso lacopo, vesc. di Capodistria, 82, 83, 85, 86, 87, 89, 90, 92, 93, 97, 156, 166, 176, 181, 233, 254, 262. Val Ganale, 32, 51. Vale G., 97, 101, 103, 135. Valentinelli G., 16. Valentino, arcidiacono, v. Fabri, 91, 94, 223, 231. » piev. di Feistricz, 251. » pleb. adS.Crucem, v.Kreuz, 243. Valle Gail = Gaithal, 32. Valsperch (de) Henricus, 151. Valter, frate 0. Predicatori, 203. Valvasone = Valvasonum, 11, 23. )' (di) Aloisio = Lodovico, 52, 61. » (di) Cristoforo, 46, 143. » (di) Doimo, 11, 53, 85, 95, 105. » (di) lacopo, 28, 29, 31, 123. Valvasor, 178, 180, 182, 244, 264. Variano, 16, 28. Variis (a) Gian Leonardo, 113. » (a) Pietro, 102. Varmo = Varmum inferius et superius, 23, 25, 78. Varmo (de) Candido, 164. Vegla (de) Antonio, prete, 122. Veichslberg (de) Ermanno, 37. Veinsenfels = Weissenfels = Fusine in Val Eomana, 220, 221. Veissensee, v. Weissensee. Veittenstein = Weittenstain, 91, 241, 254. Velach = Vellach = Velachum = Fellach, 163, 200, 201. Velde, 184. Velesovo, v. Michelstetten. Velgradum, v. Belgrade di Varmo, 78. Veluplao = Duplje, 184. Vend Giorgio, 153, 157, 160, 163. Vendramino Andrea, doge di Venezia, 64. Vendrone = Veterona, v. Pederaun, 202, 204,. Venerio, Benedetto, 25. » Bernardino, 16. » Giacomo, 34. » loannes, 73. » Sante, 64. Veneti, 178. Venetiis (de) Filippo, 1. » (de) Paulus, 97. Venezia (da) Lorenzo, 1, 48. » = Venetiae, 2, 7, 13, 16, 18, 24, 27. 55, 68, 73, 78, 79, 82 a 89, 93, 96, 106, • 107, 110, 12i; 133, 144, 190, 194, 220. Venier Francesco, luogotenente, 8, 23. Venzone = Venzonum, 5, 23, 25, 121, 122, 169. 1) (da) Andrea, 10. Veprinaz, 227. Veraun, 52. Verhnica = Vrhnika, 268. Vergnacco, 28. Verona, 105. Veronensis Apollonius, 60. Versa, 28. Vetzenau, 125. Veustriz, 228. Veutinger Giacomo, prete, 181. Veydelberch, 165. Vicenza, 2, 5, 14. Victor, nuncius patriarchalis, 82. Victoria = Victorieuse monasterium, v. Viktring. Vienna, 21. Vilelmo, preposito di S. Uldarico, 52. Villacco = Villacum = Villaoh, 12, 37, 51, 67, 74, 89, 91, 92, 94, 96, 97, 115, 124, 126, 129, 130, 137, 148, 149, 151, 153, 157, 163, 164, 165, 166, 170, 187, 189, 190, 192 a 202, 204 a 207, 215 a 218, 220, 222, 262. Villacco (di) Tomaso, pittore, 131. Villalta, 23, 28. VUlani Giovanni, 204. Villano (di) Maria, ostessa, 19. Villanova del ludrio, 65. Villaorba, 28. Villari v., 105. Villa S. Thomae = S. Tomaso di Susans, 31. Vinoentius bubulcus, 239. Vinchenstain = Vincenstein = Pincken-stein, 205, 206, 211, 212, 213, 214. Vinchinse, 116. Vinder Martinus, 232, 233, 234. » Simon, 240. Vindischgrecz = Vindisgraz = Windisch- graz, 52, 67, 94, 254, 255. Vindischlandsberg = Landsberg, 245. Vipacco, 258. Virgilio Marone, 117. Virgilius eques, v. Greben (de). Virgo beata, 149, 151. » gloriosa, 134, 169. » sanctissima, 135. Virumlach, 125. Virunum, 198. Visandone, 28, 96. Viscone = Visconum, 28, 174. Visconti Galeazzo, 22. Visinale del ludrio, 65. Visoko = Waisach, 186. Vitanie, Weittenstein, 229, 254. Viterbo = Viterbium, 58, 95, 174. Vito, pittore, 267. » ' frate, 94. Vitorolano (de) Michelangelo, 58. Vitus, presb., 19, 24. Vodokico I patr. d'Aquileia, 63. » II patr. d'Aquileia, 137, 157, 236> Voglje = Wunklern, 186. Vogt Henricus, 91. Voj nik-trg = Hocheneok, 257. Vôlchenmarckt, 12. Volchero di Flasberg, 151. Volrico, pievano, 189, 226. Volterra (da) Raffaele, 18. Volzana, 176. Vorderberg = Vordernberg, = Veidelberg,. 165. Votosach, 184. Veustriz = Windischfeistriz, 261. Vranjsko = Vranskem = Kravisko, v., Francz. Vrsnik, 181. Vueissensee, 159. Vueyttenstain = Wettenstein, 255. Vuolchenstaner = Vuolchenstatrer, loannes,. 167, 166, 167. Vueyspriach, 159. W-T Waddingus, 198. Waefelghem (van) Raphael, 215. Wagensberg = Wagern = Wagner Bal- thassar, 255. Waidagg = Weidack = Weidech, 154. Waisach = Wisoko, 186. Walde, 133. Walsee (di) = Boise, Volfango, 227. Waltifaxeno, nionaco, 12. .Wasch (de) Giovanni, 261. WasserhofEer Primo, prete, 261. Wasserleauburg, 204. Waxensteiner Sigismundus. Waydenuerg = Weidenberg. Weidsnburg, 126. Weisbriach = Weispriach = Weissbriach, 159. Weissensee = Wisensee = Weissen See, 155, 159, 163, 166. Weittenstein = Vitanie = Weittenstain, 66, 213, 229, 231, 244, 255. Werdemberch (di) Enrico, 267. Wernero Paolo, 134. Wiokh Severus, 162. Widerdries, 224. Wiesen, 150. Wilberga, 140. Wilthoven, famiglia, 229. Wiktring = Victoria eoc., 52, 53, 56, 137, 184, 188, 189, 190, 191. Windisohfeistriz = Windisch-Feistrioz = Wisterza Nusta = Sloveska Bistrica, 25, 93, 94, 230, 251. Windischgraz = Windisgraz, 12, 52, 91, 93, 230, 234, 255. Witté = Wûtte D. M., 124, 126, 129, 133, 136, 146, 151, 153, 154, 156, 157, 159, 161, 163, 165, 166, 189, 191, 192, 199, 200, 201, 202, 205, 206, 218. Wodmund, torrente, 251. Wodolrico II, v. Vodokico II patr. d'Aqui-leia. Woisky Terg t. Hoheneck. Wolchenstayn loannes, 157. Wolchensteinerus Vitus, 157. Wolfger, patr. d'Aquileia, 140, 248. Wolzane = Volzana, 176. Wotsche-Wotsch = Wotsberg, 246. Wrainioz Leonardo, 90, 91. Wrainicz Urbano, 92. Wulfgango, prete, 179. Wulvingus, piev. di Cilli, 261. Wûnklem = Voglje, 186. Wûrzburg, 146. Ypsa (de) laoobus, 164. Z Zabrekve, 181. Zagabria = Zagreb, 244. Zagorie ob Savi = Sagorie, 24, 269. Zais = Zeis, 125. Zahn I, 130, 158, 184, 188, 205, 207, 208, 225, 226, 228, 229, 230, 231, 236, 242, 245 a 248, 251, 258, 259, 261. Zampis (de) Michele, 2, 24. Zarz, 269. Zavrateo, 181. Zegliacco = Zegliacum, 23. Zeglia = Zeila = Zee, v. Gaithal, 33, 124. Zeier = Polander (valle), 191. Zeis = Zeiser Ermacora, piev. in Tropolaoh, 42, 153, 156. Zelsnich Michele, prete, 90. Zendatis (de) Girolamo, vicario patriarcale, 61, 89, 92, 93, 95, 96, 170, 259, 264. Zeno Apostolo, 106, 114. Zeuchen = Zauchen = Suha, 179. Zyornij Tuhinj, 267, 269. Zhadron = Cedram, 226. Žiče = Seitz, 256. Ziliotto Bacio, 22. Zirklach, 269. Zirknitza = Keyohstetten, 255. Zisot Francesco, prete, 18. Zoblsperger Giacomo, piev. in Reyf&nicz, 65. Zompicchia di Codroipo = Malazumpica, 28. Zopola = Zoppola, 23. Zucco, oastello, 53. » (di) Federico, 96. » (di) Giovanni, 53. Zussio Bertrando, 104. Zwenkach = Suetschach, 191. Finito di štampare nelle Officine Oraflclie FratelU SHanti Sancasciano Val di Pesa (Firenze) FelVraio 1943-XXI (an. 604); studio oritioo. Faenza, F. Lega. 1927. pp. xn, 1122. Lire 125. 36. Schiaparelli, Luigi. II codice 490 della Bi-blioteoa capitolare di Lucca e la scuola scrittoria lucchese (sec. vm-ix), Contributi alio studio della minuscola precarolina in, Italia. 1924. pp. [3], 115. 8 tav. (faes.). Lire 40. 37-42. Miscellanea Francesco Ehrle. Scritti di storia e paleografia pubblioati sotto gli auspioi di S. S. Pio XT, in ocoasione de-I'ottantesimo natalizio dell'E.mo cardinale Francesco Ehrio.... 1924. 5 vol. e 1 album, ill., tav., facs. Lire 450. 43. Lanzoni, Francesco. Genesi, svolgimento e tramonto delle leggende storiche; studio critico. 1925. pp. [2], vm, 304. Lire 40. 44. Mercati, Giovanni. Per la oronologia della vita e degli scritti di Niccoló Perotti arci-vescovo di Siponto; ricerche. 1925. pp. xni, 170, 9. 5 tav. (facs.). Lire 50. 45. Sussidi per la consultazione dell'ArcMviO Va-tieano, a cura della direzione e degli archi-visti. Volume I. gchedario Garampi. Registri vaticani. Registri lateranensi. Rationes Ca-merae. Inventario del fondo concistoriale. 1926. pp. ix, 222. 8 tav. (facs.). Lire 80. 46. Mercati, Giovanni. Scritti d'lsidoro il Cardinale Ruteno e codici a lui appartenuti che si conservano neUa Biblioteca aposto-lica Vaticana, 1926. pp. xn, 176, 6, 9. 6 tav. (facs.). Lire 50. 47. Schiaparelli, Lnigi. Influenze straniere nella scrittjjra itaUana dei secoli vm e ix; note paleografiche. 1927. pp. 72. 4 tav. (facs.). Lire 35. 48. Nogara, Bartolomeo. Scritti inediti e rari di Biondo Flavio, con introduzione. 1927. pp. oxom, 282. 4 tav. (facs.). Lire 110. 49. liancM de' Cavalieri, Pio. Note agiografiche. Fascicolo 7°. 1928. pp. [3], 253. Lire 50. 50. Boïgliezio, Gino e Vattassó, Marco. Giovanni di M.o Pedrino depintore, Cronica del suo témpo édita.... con note storiche di Adamo Pasini. Vol. I (1411-1436). 1929. pp. vn, 664. Lire 80. 51. Patzes, M. M. KptTou tou IlaT^ií' Tmoii-xeiToç librorum LX BasUicorum summa-rium. Libros XIII-XXIII edidit Franciscus Boelger. Í929. pp. xvnr [2], 226. Lire 40. 62. Vattasso, Marco. Statuto di Rocca de' Baldi deU'anno mccccxlvm pubblicato.... con indice e glossario di Pietro Sella. 1930. pp. 55. Lire 15. 53. Norsa, Medea e Vitelli, Girolamo. II papiro Vaticano greco 11. 1. ®apcopivou Tiepl 9uyY)ç 2. Registri fondiari della Marmarica. 1931. pp. xxm, 70. 15 tav. in parte pieg. (facs.) 43,5 X 32 cm. Lire 100. 64. Rome, Adolphe. Commentaires de Pappus et de Théon d'Alexandrie sur l'Almageste; texte établi et annoté.... Tome I. Pappus d'Alexandrie, Commentaire sur les livres 6 et 6 de l'Almageste. 1931. pp. Lxx, 314. iU., dis. Lire 50. 55. Sussidi per la consultazione dell'ArcliiTio Vaticano. Volume II. Katterbach, Bruno. Referendarii utriusque Signaturae a Martino V ad elementem IX et praelati Signaturae supplicationum a Martino V ad Leonem Xni.a931. pp. xlv, 408. Lire 80. 56. Metcati, Giovanni. Notizie di Procoro e De-metrio Cidone, Manuele Caleca e Teodoro Meliteniota ed altri appunti per la storia della teologia e deDa letteratura bizantina del secolo xiv. 1931. pp. xn, 548. 12 tav. in parte pieg. (facs.). Lire 130. 57. Devreesse, Robert. Pelagii diaconi Ecclesiae romanae In defensione Trium Capitulorum. Texte latin du manuscrit Aurelianensis 73 (70), édité avec introduction et notes. 1933, pp. ini, 76. Lire 30. 58. Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV, Tuscia: I. La décima degli anni 1274-1280, a cura di Pietro Guidi; con carta topografica delle diocesi nel sec. xm. 1932. pp. Liv, 367. 4 p. geogr. -pieg. (in busta). Lire 100. 69. Wilmart, André. Analecta Reginensia. Extraits des manuscrits latins de la reine Christine conservés au Vatican. 1933. pp. 377. Lire 76. 60. Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XrV. Aemilia. Le decime nei secoli xm-xiv, a cura di ,VngeIo Mercati, Emilio Nasalli-Rocca, Pietro Sella. Con carta topografica deUe diocesi nei sec. xni-xrv. 1933. pp. vm, 514. 1 c. geogr. pieg. (in busta). Lire 126. 61. Savio, Pietro. Statuti comunali di Villanova d'Asti; introduzione, testo, franchigie, document!, indici e glossario. 1934. pp. xci, 446. 5 tav. (facs.).'Lire 90. . 62. Borghezio, Gino e Vattasso, Marco. Giovanni di M.0 Pedrino depintore, Cronica del suo tempo édita.... con note storiche di Adamo Pasini. Vol. II (1437-1464) ed appendice (1347-1396) 1934. pp. 525. 2 tav. (facs.). Lire 80. 63. Graî, Georg. Catalogue de manuscrits arabes chrétiens conservés au Caire. 1934. pp. x [2], 319. Lire 100. 64. Kuttner, Steplian. Kanonistische Schuldlehre von Gratian bis auf die Dekretalen Gre-gors IX. systematisch auf Grand der hand-schriftlichen QueUen dargestellt. 1935. pp. xxn, 429. Lire 80. 65. Franchi de' Cavalieri, Pio. Note agiografiche. Fascicolo 80. 1936. pp. [3], 409 [2]. Lire 70. 66. Cassuto, Umberto. I manoscritti Palatini ebraici deUa Biblioteca Apostolica Vaticana e la loro storia. 1936. pp. vin, 183. 2 tav. (facs.). Lire 45. 67. levi Della Vida, Giorgio. Elenco dei manoscritti arabi islamici della Biblioteca Vaticana, Vaticani Barberiniani Borgiani Ros-siani. 1936. pp. xxix. 347, 41*. Lire 110. 68. Mercati, Giovanni. Per la storia dei manoscritti greci di Genova, di varie badie basi-liane d'italia e di Patmo. 1936. pp. xn, 360. 6 tav. (facs.). Lire 80. 69. Rationes decimarum Italiae. Apratium-Mo-lisium. Le decime dei secoli xm-xiv, a cura di Pietro Sella. Con carta topografica deUe diocesi. 1936. pp. xn. 458. 1 c. geogr. pieg. (in busta). Lire 120. 70. Mercati, Angelo. La provenienza di alcuni oggetti delle coUezioni vaticane. 1936. pp. 48. 17 ill., 2 tav. Lire 12. 71. Kuttner, Stephan. Repertorium der Kano-nistik (1140-1234). Prodromus Corporis glos-sarum I. 1937. pp. xx, 536. Lire 120. 72. Rome, Adolphe. Commentaires de Pappus et de Théoa d'Alexandrie sur l'Almageate; texte établi et annoté.... Tome II. Théon d'Alexandrie, Commentaire sur les livres 1 et 2 de l'Almageste. 1936. pp. [Lxxxiri:]-ovi [315]-805. iU., dis. Lire 100. 73. FasoU, Gina e Sella, Pietro. Statuti di Bologna dell'anno 1288. 1937. pp. xxxvi, 698. Lire 100. 74. Sella, Pietro. Glossario latino emUiano. 1937. pp. XXIV, 407. Lire 75. 76. Mercati, Giovanni. Codici latini Pico Gri-mani Pio e di altra biblioteca ignota del secolo XVI esistenti nell'Ottoboniana e I codici greci Pic di Modena, con una dipes-sione per la storia dei codici di S. Pietro in Vaticano. 1938. pp. x [2], 326. 8 tav. (facs.). Lire 100. 76. Mercati, Giovanni. Opere minori raocolte in ocoasione del settantesimo natalizio, sotto gU auspici di S. S. Pio XI. Vol. I (18911896). 1937. pp. vni, 662. 77 .--Vol. n (1897-1906). 1937. pp. 640. 78 .--Vol. ni (1907-1916). 1937. jp. 629. 79 .--VoL IV (1917-1936). 1937 Jp. 660, 80 .--Vol. V. Indice dei nomine delle cose notevoli. Indice dei manoscritti citati. Bi-bliografia degli scritti. Notizie biografiche. 1941. pp. 220. 1 ritr. I 6 vol.: Lire 450. 81. Todesco, Venanzio—Vaccari, Alberto—Vat-tasso, Marco. Il Diatessaron in volgare ita-liano; testi inediti dei secoli xm-xiv. 1938. pp. xn, 382. Lire 100. 82. Carusi, Enrico. Lettere inedite di Gaetancj Marini. II. Lettere a Giovanni ¥antuzzi. 1938, pp. [2]; 392. Lire 90. 83 .--III. Appendici: Due lettere a G. A. Zanetti. Lettere di Giovanni Fantuzzi a Gaetano Marini. Prefazione e indici. 1940. pp. xxxvm, 168. Lire 70. 84. Rationes decimarum Italiae. Apulia. Le decime nel sec. xrv. A cura di Domenico Vendola. 1939. pp. 463. 3 grandi c. geogr. pieg. Lire 260. 86. Fasoli, Gina e Sella, Pietro. Statuti di Bologna deU'anno 1288. Tomo II. 1939. pp. 303. Lire 70. 86. Andrieu, Michel. Le Pontifical romain au moyen âge. Tome I, Le Pontifical romain du Xlle siècle. 1938. pp. xx, 308. 87 .--Tome 11,1 Le Pontifical de la Curie romaine au XIII siècle. 1940. pp. iv, 688. 88 .--Tome III. Le Pontifical de Guillaume Durand. 2940. pp. xx, 691. 13 volunii oostltuenti l'opéra e le tavole délia medesima (num. 99) : L. 600. Non sj vendono separatamente. 89. Friedlander, Paul. Spâtantiker Gemalde-zyklus in Gaza, des Prokopios von Gaza "Exçpadtç eUôvoç. 1939. pp. vn, 122, 12 tav. Lire 60. 90. Mercati, Giovanni. TJltimi contributi alla storia degli umanisti. Fasc. I.: Traversa-riana. 1939. pp. vra, 143. Lire 60. 91. Mercati, Giovanni. Fasc. Il: Note sopra A. Bonfini, M. A. SabeUico, A. Sabino, Pescennio Francesco Negro, Pietro Sum-monte e altri. 1939. pp. xn, 128, 86». 1 tav. Lire 80. 92. Levi Delia Vida, Giorgio. Ricercbe suUa formazione del più antico fondo dei manoscritti orientali délia Biblioteca Vati-cana. 1939. pp. vm, 628. 21 tav. Lire 160. 93. Devxeesse, Robert. Commentaire de Théodore deMopsiieste sur les Psaumes (I-LXXX) 1939. pp. xxxn, 572. Lire 220. 94. Tannery, Paul. Quadrivium de Georges Pach,ynière, ou Siivrayt^a rSiv Teotrapwv p.a9r](jtáT(av àpiOjjtTjTix^ç, [iouawt^^ YECO(J,£-rpiaç yicà àaTpovofjiiaç. Texte revisé et établi par le R. P. E. Stéphanou A. A. 1940. ppi en, 468. tav.'pieg. a colori, facs., dis. Lire 250. 96. Mercati, Giovanni. Nuove note di lette-ratura bibHoa e eristiana antica. 1941. pp. VI, 160. 4 tav. (faes.). Lire 80. 96. Eationes decimarum Italiae nei secoli XIJI e XIV. Venetiae-Histria-Dalmatia, a cura di Pietro Sella e Giuseppe Vale. 1941. pp. xlvra, 572. L. 130. Le due-oaifce geograflche oorredanti il volume si pubbUclieranno a parte. 97. Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Campania, a cura di Mauro In-guanez, Leone Mattei-Cerasoli, Pietro Sella. 1942. pp. vin, 644. Lire 160. La carta geografloa ai pubbliolierà a parte. 98. Rationes decimarum Itajiae nei secoli XlH e XIV. Tuscia, II. Le decime degli anni 1296-1304, a oura di Martino Giusti e Pietro Guidi, 1942. pp. XXXI, 428. 1 c. geogr. pieg. lire 300. 99. Andrieu Michel. Le Pontifical romain au moyen-âge. Tome IV. Tables alphabéti-qij.es. 1941. pp. xi, 446. Queste tavole e 1 3 vol., costituentl l'opéra (num. 81, 87 e-88): L. 600. 100. Tavole e indici generali dei primi cento vo' lumi di « Studi e Testi ». 1942. pp. xxin, 183. Lire 50. 101. Mercati, j^gelo. II Sommario del pro-cesso di Giordano Bruno con appendice di document! sull'eresia e l'Inquisizione a Modena nel secolo XVI. 1942. pp. 155. Lire 65. 102. Almagià, Roberto. L'opéra geografica di Luoa Holstenio. 1942. pp. x, 172. Lire 75. 103. Vale, Giuseppe, Itinerario di Paolo San-tonino in Carintia, Stiria e Carniola ne-gli anni 1485-1487 (codice Vaticano latino 3795). 1943. 104. Fragmentům Vaticanum l)e eligendis ma-gistratibus, e codice bis rescripto Vat. gr. 2306 edidit Wolfgangus Aly. Acce-dunt tabula® III. 1943. pp. 63. 3 tav. (1 pieg.). Si trovano yendibili presso la Biblioteca Apostolica Yaticana ~ Città del Yaticano