ANNAlES 12/'98 OCEN!' IN POROČILA/ RfCENSIONI E RHAZIONI /R[VIEWS AND R[PORTS, 203-214 zapisala, da je bilo delo zamisel moža Drag<1 Pahorja iz leta 1973, da bi se ob SO. obletnici Gentilejeve reforme zapisale in objavile usode pregnanih primorskih uči­ teljev, ki jih je ta reforma razgnala na vse strani. Preteklo je dvajset let od te zamisli, ko je bila knjiga napisana, objavljena in poklonjena tivim ter umrlim trpinom ter nj'ihovim otrokom, vnukom, učiteljem in vsem njihovim prijateljem. O knjigi je Ciril Zlobec zapisal, da avtorica v njej govori o najbolj rafiniranih in najbolj brutalnih metodah fašističnega raznarodovanja, ke1· so fašisf1 pri njem uporabili najbolj nemoralno orožje - prepoved in zati- ranje maternega jezika. To tragedijo je popisala Minka Lavrenčič Pahor. Zbrala je imena in vse pot1·ebne podatke o vseh primorskih učiteljih, ki jih je prizadela Genti!ejeva šolska reforma. Na slovenskem ozemlju, ki je po rapalski pogodbi pripadlo Italiji, je bilo 15. julija 1914 326 javnih šol s slovenskim učnim jezikom. Šole so bile enorazrednice z enim učiteljem ali z več razredi in z več učitelji. V Jugoslavijo je emigrirnlo 365 učiteljev. Pod fašizmom je bilo odpuščenih 168 ljudi in tudi 15 takih, ki so bili rojeni na k !ta!iji priključenem ozemlju in niso dobili italijanskega državljanstva. Predčasno je bilo upo- kojenih 20 učiteljev. Od učiteljev, ki so bili službeno premeščeni v notranjost Jtalije, jih je pozneje 87 emigriralo v Jugoslavijo, 64 pa jih je ostalo v Italiji. Na 403 straneh od skupnih 544 v knjigi so objavljeni po- datki o življenju in službovanju učiteljev. Pod nilslovom Križev pot primorskih učiteljev so na petdesetih straneh podani krajši biografski podatki o 180 učiteljih. Na začetku tega dela knjige avtorica navaja besede ·1z knjige Lava Čermelja Spomini na moja trlaška leta: Slovenci in Hrvati, ki bodo živeli pod Italijo, so slutili svojo težko usodo, toda njihovo trpljenje se je začelo že pred nastopom fašizma, od prvih dni, ko je italijanska vojska stopila na slovenska in hrvaška tla. Tiste dni se je vodila vojna za vsakega našega posameznika in upra- vičeno lahko govorimo o genocidni politiki fašističnega režima do Slovencev in Hrvatov. To je bil pravi križev pot primorskih in tako tudi i_strskih učiteljev in učiteljic. Knjigo je napisala dolgoletna sodelavka Narodne in študijske knjižnice v Trstu. Izdaja knjige je bil najlepši način, s katerim se je Knjižnica poslovila od svoje so- delavke, avto1'ica pa z njo ni mogla dati večjega pri- znanja svojim kolegom, ki so skupaj z njo pisali eno težkih obdobij zgodovine slovenskeg;, šolstva. Božo Jakovljevic Minka Lavrenčič Pahor. FOIBE E ESODO. A!legato a! n. 3 di Tempi & Cultura, rivista semestrale de/J' lstituto Regionale per la Cultura lstriana, anno I!, inverno 1997-primavera 1998. L' !stituto Regiona!e per la Cu!tura lstriana (IRCI) di Trieste, I' istituzione culturale e di ricerca delle orga- nizzazioni dei profughi istriani, ha pubblicato come allegato a! n. 3 della sua rivista un fascicofo ded·1cato afle foibe ed a!J' c.d. esodo. Come scrive nella sua introduzione i! presidente deli' IRCI Arturo Vigini, il fascico!o e indirizzato in primo luogo alle scuole e vuole riempire il vuolo che esisterebbe nel!a memoria storica deg!i ltaliani riguardo a tali fenomeni. II fascirnlo e diviso in tre sezioni: Profila storico, J fatti e Documenti. Tutti i singoli saggi sono anonimi, anche se in cope1tina vengono indicati come autori del fascicolo Conti, Ceccotti, De!bello, Donato, Pompei, Pupo, Spazzali e Vigini. Fa eccezione il primo con- tributo, che corrisponde a!la prima sezione, de! quale pero veniamo a sapere solo indirettamente che si tralta del testo riveduto della lezione tenuta da Raoul Pupo ne!I' autunno 1997 a Rovereto nell' ambito del ciclo di !ezioni "La Patria contesa. Trieste, I' Jstria, le foibe, 1' esodo". Nel suo saggio !' autore cerca di inquadrare foibe ed esodo in un contesto p!U ampio e di in- dividuare cause e motivi di tali fenomeni. La seconda sezione comprende vari scritti che riguardano aspetti e momenti particolari della storia della Venezia Giu!ia dal 19'!8 al 1 960 circa. Neli' ultima sezione vengono pre- sentati una serie di documenti, in gran parte gia noti, provenienti da archivi italiani, sloveni e croatl, nonche una serie di testimonianze e di artlcoli del!a stampa del dopoguerra, tutti accompagnati da brevi testi intro- duttivi, II fasc·1colo si condude con una cronologia del periodo 1918-1956 ne!la Venezia Giulia e una biblio- grafia tematica. 212 ANNALES 12/'98 OCF.NE IN POROČILA/ RfCENSIONI f. RElAZIONI / REVH'WS ,\ND REPORTS, 203-214 Gib l' accostamento nel tiwlo del fascico!o di foibe ed esodo riprende la nota interpretazione, propria al!e organizzazioni degli esuli fin dalla loro nascita, che presenta il c.d. esodo come conseguenza delle foibe (presentate a toro volta come tentativo di genocidio degli italiani in !stda). Un' inizio per niente promettente quindi. II denominatore comune di tutti i saggi e I' ottica esdusivamente nazionale, di scontro tra nazionalismi, con cui vengono interpretati gli avvenimenti, cosa estremamente limitante per la comprensione detle cause delle vicende storiche della Venezia Giulia. AI lettore viene offe1to un quadro semplicistico e defo1rnante, che non riflette la complessita dei fattori che influirono sugli accadimenf1. JI legame quasi inestricabile nelh Venezia Giulia tra sconto nazionale e scontro di dasse e del tutto ignorato. Tutto e ridotto a scontro nazionale, anche per quel che riguarda il periodo immediatamente se- guente la prima guerra mondiale, quando anche nella Venezia Giulia a dominare la vita politica e sociale fu in primo luogo lo scontro di classe. lo scontro nazionale, un fattore indubbiamente presente e importante, viene presentato inoltre come qua!cosa di inevitabile, come un dato di fatto, senza che vengano ce1·cate Je ragioni del!a politica "antislava" del fascismo. La storia del movimento nazionale sloveno e croato nella Venezia Giulia e i motivi del suo confliggere coni! nazionalismo ·1ta!iano sono del tutto assenti e rimangono cosl ignor1 a! lettore, Lo stesso fascismo e presentato come quakosa di indefinito, quasi una spede di depravazione del!' animo, senza motivi e cause. Deli' ltalia prefascista si afferma che era disposta a riconoscere agli "slavi" tutti ·1 loro diritti naziona!i, ma si tacciono i fatti, che sap~ piamo essere del tutto diversi. La responsabilita per aver portato ali' estremo le tensioni nazionali sarebbe cosl unicamente del fascismo, de! quale pero, come gia det- to, non sappiamo da dove provenga, ne perche sia nato e si sia affermato. E' cosl anche la massiccia en1i- grazione di istriani e dalmati nel dopoguerra viene ridot- ta sostanzialmente a motivi nazionali, tra!asciando le ragioni sociali ed economiche della scelta migratoria. Ne si fa cenno a!I' enorme arrelratezza deli' lstria e alle dure condizioni di vita della sua popolazione che indubbiamente influirono sulla scel!a di partire. Ancora una cosa. In alcuni dei saggi vengono ado- perati termini come "italianit3.", "di sentimenti italiani", ecc:., malto cari a storici come Pupo e Spazza!i. Sarebbe ormai tempo di dare un contenuto chiaro a questi termini. Sono da considerarsi "di sentimenti italiani" anche queg!i italiani (e non furono pochi), che si con- sideravano tali ma combatterono dalla pa1te dei partigiani sloveni e croati, si dichiararono per I' annes- sione de/la Primorska e deli' lstria alla )ugoslavia e rin- negarono la "naturale" dominazione di una pretesa superiore civilta ita!ian;i su que!Ja "slava"? Oppure 1' "ita!ianiti'I" viene riconosciuta solo a coloro che difesero "la tradizionale egemonia degli italiani" ed e inestri- cabilmente legata al cattolicesimo e al rispetto degli equilibri sociali e nc1zionali consoildati? Anche riguardo acl una del-le questioni piU importanti del c.d. esoclo, quella deli' appa1tenenza nazionale dei profughi, gli autori fanno propria la verslone del!e organizzazioni dei pmfughi, che pMla di incontestabi!e italianita· clei profughi e deli' emigrazione di massa dal!' !stria e 'dal la Dalmazia come "plebiscita d' ita!ianiti'I". L' introduzione di una pretesa distinzione tra la con- cezione ita!iana del!' appa1tenenza nazionale, che sa- rebbe basata sulla libera decis!one del singolo (e che suona implicitamente superiore e pili civi!e) e quella "slava", che si baserebbe invece sulla nascita ed il "sangue", sva!uta completamente anche I' accenno al fatto che oltre agli italiani lasciarono 1' !stria anche numerosi croati (ma ci si dimentica degli sloveni). G!i autori dimenticano pero alcuni dati che mettono gran- demente in dubbio tale interpretazione de! problema deli' appa1tenenza naziona!e dei profughi. E' farse segno d' "ita!ianil.'i" i! fatto che nel brano tratto dal romanzo Verde Acqua cli Maria Madieri Magris citata tra i documenti la madre del protagonista si lamenti usando I' intercalare "Oj me meni, oj me meni"? Non mette in cliscussione I' "italianitZI" dei profughi il fatto che in un' articolo del 16.1.1959 de! settimanale degli ambienti profughi La Voce Giuliana (Preziosa opera del/' E.1.5.E. in favore deg/i studenti pmfughi) si dica che !' Ente incremento studi educativi aveva organizzato nel 1955 dei corsi a Trieste per bambini profughi che nei loro luoghi d' origine avevano frequentato scuole slovene o croate per "recuperarli a!la cu!tura italiana"( E ben i! 41 % di questi bambini aveva enormi difficolta ad esprimersi in italiano! E I' assicurazione, contenuta in un' editoriale del quotidiano filoitaliano di Pola L' Arena di Pola del 4.7.1946, che il governo italiano avrebbe aiutato coloro che avessero deciso di abbandonare Pola in ogni modo possibilc al loro arrivo in ltalia, non mette farse fortemente in dubbio la spontaneita delle partenze e la )oro non sol!ecitazione da parte della fazione filoitaliana? Nei singoli contl"ibuti troviamo anche altre perle. Pupo afferma cosl che la stragrande maggioranza dei c.d. infoibati erano innocenti, senza che sia peraltro possibile sapere su cosa basi tale opinione. Nei saggi sulle misure snazionalizzatrid del fascismo si afferma che a! numero di circa 100.000 sloveni e croati che avrebbero abbandonato I' !stria e !a Primorska durante il fascismo, riportato dalla storiografia slovena e croata, debba essere imhofico e mi/itaole". Contemporaneamente si sostiene pero che nella pubb!icazione L' esodo da/le terre adriatiche. Rilevazioni statistiche, che riporta I' elaborazione dei dati de! censimento dei profughi realizzato dalla p!U im- portante organizzazione assistenziale per i profughi, I' Opera assistenza profughi Giuliani e Da/mati, usdta ne) 213 ANNAlES 12/'98 OCEN!' IN POROČILA/ RfCENSIONI E RHAZIONI /R[VIEWS AND R[PORTS, 203-214 zapisala, da je bilo delo zamisel moža Drag<1 Pahorja iz leta 1973, da bi se ob SO. obletnici Gentilejeve reforme zapisale in objavile usode pregnanih primorskih uči­ teljev, ki jih je ta reforma razgnala na vse strani. Preteklo je dvajset let od te zamisli, ko je bila knjiga napisana, objavljena in poklonjena tivim ter umrlim trpinom ter nj'ihovim otrokom, vnukom, učiteljem in vsem njihovim prijateljem. O knjigi je Ciril Zlobec zapisal, da avtorica v njej govori o najbolj rafiniranih in najbolj brutalnih metodah fašističnega raznarodovanja, ke1· so fašisf1 pri njem uporabili najbolj nemoralno orožje - prepoved in zati- ranje maternega jezika. To tragedijo je popisala Minka Lavrenčič Pahor. Zbrala je imena in vse pot1·ebne podatke o vseh primorskih učiteljih, ki jih je prizadela Genti!ejeva šolska reforma. Na slovenskem ozemlju, ki je po rapalski pogodbi pripadlo Italiji, je bilo 15. julija 1914 326 javnih šol s slovenskim učnim jezikom. Šole so bile enorazrednice z enim učiteljem ali z več razredi in z več učitelji. V Jugoslavijo je emigrirnlo 365 učiteljev. Pod fašizmom je bilo odpuščenih 168 ljudi in tudi 15 takih, ki so bili rojeni na k !ta!iji priključenem ozemlju in niso dobili italijanskega državljanstva. Predčasno je bilo upo- kojenih 20 učiteljev. Od učiteljev, ki so bili službeno premeščeni v notranjost Jtalije, jih je pozneje 87 emigriralo v Jugoslavijo, 64 pa jih je ostalo v Italiji. Na 403 straneh od skupnih 544 v knjigi so objavljeni po- datki o življenju in službovanju učiteljev. Pod nilslovom Križev pot primorskih učiteljev so na petdesetih straneh podani krajši biografski podatki o 180 učiteljih. Na začetku tega dela knjige avtorica navaja besede ·1z knjige Lava Čermelja Spomini na moja trlaška leta: Slovenci in Hrvati, ki bodo živeli pod Italijo, so slutili svojo težko usodo, toda njihovo trpljenje se je začelo že pred nastopom fašizma, od prvih dni, ko je italijanska vojska stopila na slovenska in hrvaška tla. Tiste dni se je vodila vojna za vsakega našega posameznika in upra- vičeno lahko govorimo o genocidni politiki fašističnega režima do Slovencev in Hrvatov. To je bil pravi križev pot primorskih in tako tudi i_strskih učiteljev in učiteljic. Knjigo je napisala dolgoletna sodelavka Narodne in študijske knjižnice v Trstu. Izdaja knjige je bil najlepši način, s katerim se je Knjižnica poslovila od svoje so- delavke, avto1'ica pa z njo ni mogla dati večjega pri- znanja svojim kolegom, ki so skupaj z njo pisali eno težkih obdobij zgodovine slovenskeg;, šolstva. Božo Jakovljevic Minka Lavrenčič Pahor. FOIBE E ESODO. A!legato a! n. 3 di Tempi & Cultura, rivista semestrale de/J' lstituto Regionale per la Cultura lstriana, anno I!, inverno 1997-primavera 1998. L' !stituto Regiona!e per la Cu!tura lstriana (IRCI) di Trieste, I' istituzione culturale e di ricerca delle orga- nizzazioni dei profughi istriani, ha pubblicato come allegato a! n. 3 della sua rivista un fascicofo ded·1cato afle foibe ed a!J' c.d. esodo. Come scrive nella sua introduzione i! presidente deli' IRCI Arturo Vigini, il fascico!o e indirizzato in primo luogo alle scuole e vuole riempire il vuolo che esisterebbe nel!a memoria storica deg!i ltaliani riguardo a tali fenomeni. II fascirnlo e diviso in tre sezioni: Profila storico, J fatti e Documenti. Tutti i singoli saggi sono anonimi, anche se in cope1tina vengono indicati come autori del fascicolo Conti, Ceccotti, De!bello, Donato, Pompei, Pupo, Spazzali e Vigini. Fa eccezione il primo con- tributo, che corrisponde a!la prima sezione, de! quale pero veniamo a sapere solo indirettamente che si tralta del testo riveduto della lezione tenuta da Raoul Pupo ne!I' autunno 1997 a Rovereto nell' ambito del ciclo di !ezioni "La Patria contesa. Trieste, I' Jstria, le foibe, 1' esodo". Nel suo saggio !' autore cerca di inquadrare foibe ed esodo in un contesto p!U ampio e di in- dividuare cause e motivi di tali fenomeni. La seconda sezione comprende vari scritti che riguardano aspetti e momenti particolari della storia della Venezia Giu!ia dal 19'!8 al 1 960 circa. Neli' ultima sezione vengono pre- sentati una serie di documenti, in gran parte gia noti, provenienti da archivi italiani, sloveni e croatl, nonche una serie di testimonianze e di artlcoli del!a stampa del dopoguerra, tutti accompagnati da brevi testi intro- duttivi, II fasc·1colo si condude con una cronologia del periodo 1918-1956 ne!la Venezia Giulia e una biblio- grafia tematica. 212 ANNALES 12/'98 OCF.NE IN POROČILA/ RfCENSIONI f. RElAZIONI / REVH'WS ,\ND REPORTS, 203-214 Gib l' accostamento nel tiwlo del fascico!o di foibe ed esodo riprende la nota interpretazione, propria al!e organizzazioni degli esuli fin dalla loro nascita, che presenta il c.d. esodo come conseguenza delle foibe (presentate a toro volta come tentativo di genocidio degli italiani in !stda). Un' inizio per niente promettente quindi. II denominatore comune di tutti i saggi e I' ottica esdusivamente nazionale, di scontro tra nazionalismi, con cui vengono interpretati gli avvenimenti, cosa estremamente limitante per la comprensione detle cause delle vicende storiche della Venezia Giulia. AI lettore viene offe1to un quadro semplicistico e defo1rnante, che non riflette la complessita dei fattori che influirono sugli accadimenf1. JI legame quasi inestricabile nelh Venezia Giulia tra sconto nazionale e scontro di dasse e del tutto ignorato. Tutto e ridotto a scontro nazionale, anche per quel che riguarda il periodo immediatamente se- guente la prima guerra mondiale, quando anche nella Venezia Giulia a dominare la vita politica e sociale fu in primo luogo lo scontro di classe. lo scontro nazionale, un fattore indubbiamente presente e importante, viene presentato inoltre come qua!cosa di inevitabile, come un dato di fatto, senza che vengano ce1·cate Je ragioni del!a politica "antislava" del fascismo. La storia del movimento nazionale sloveno e croato nella Venezia Giulia e i motivi del suo confliggere coni! nazionalismo ·1ta!iano sono del tutto assenti e rimangono cosl ignor1 a! lettore, Lo stesso fascismo e presentato come quakosa di indefinito, quasi una spede di depravazione del!' animo, senza motivi e cause. Deli' ltalia prefascista si afferma che era disposta a riconoscere agli "slavi" tutti ·1 loro diritti naziona!i, ma si tacciono i fatti, che sap~ piamo essere del tutto diversi. La responsabilita per aver portato ali' estremo le tensioni nazionali sarebbe cosl unicamente del fascismo, de! quale pero, come gia det- to, non sappiamo da dove provenga, ne perche sia nato e si sia affermato. E' cosl anche la massiccia en1i- grazione di istriani e dalmati nel dopoguerra viene ridot- ta sostanzialmente a motivi nazionali, tra!asciando le ragioni sociali ed economiche della scelta migratoria. Ne si fa cenno a!I' enorme arrelratezza deli' lstria e alle dure condizioni di vita della sua popolazione che indubbiamente influirono sulla scel!a di partire. Ancora una cosa. In alcuni dei saggi vengono ado- perati termini come "italianit3.", "di sentimenti italiani", ecc:., malto cari a storici come Pupo e Spazza!i. Sarebbe ormai tempo di dare un contenuto chiaro a questi termini. Sono da considerarsi "di sentimenti italiani" anche queg!i italiani (e non furono pochi), che si con- sideravano tali ma combatterono dalla pa1te dei partigiani sloveni e croati, si dichiararono per I' annes- sione de/la Primorska e deli' lstria alla )ugoslavia e rin- negarono la "naturale" dominazione di una pretesa superiore civilta ita!ian;i su que!Ja "slava"? Oppure 1' "ita!ianiti'I" viene riconosciuta solo a coloro che difesero "la tradizionale egemonia degli italiani" ed e inestri- cabilmente legata al cattolicesimo e al rispetto degli equilibri sociali e nc1zionali consoildati? Anche riguardo acl una del-le questioni piU importanti del c.d. esoclo, quella deli' appa1tenenza nazionale dei profughi, gli autori fanno propria la verslone del!e organizzazioni dei pmfughi, che pMla di incontestabi!e italianita· clei profughi e deli' emigrazione di massa dal!' !stria e 'dal la Dalmazia come "plebiscita d' ita!ianiti'I". L' introduzione di una pretesa distinzione tra la con- cezione ita!iana del!' appa1tenenza nazionale, che sa- rebbe basata sulla libera decis!one del singolo (e che suona implicitamente superiore e pili civi!e) e quella "slava", che si baserebbe invece sulla nascita ed il "sangue", sva!uta completamente anche I' accenno al fatto che oltre agli italiani lasciarono 1' !stria anche numerosi croati (ma ci si dimentica degli sloveni). G!i autori dimenticano pero alcuni dati che mettono gran- demente in dubbio tale interpretazione de! problema deli' appa1tenenza naziona!e dei profughi. E' farse segno d' "ita!ianil.'i" i! fatto che nel brano tratto dal romanzo Verde Acqua cli Maria Madieri Magris citata tra i documenti la madre del protagonista si lamenti usando I' intercalare "Oj me meni, oj me meni"? Non mette in cliscussione I' "italianitZI" dei profughi il fatto che in un' articolo del 16.1.1959 de! settimanale degli ambienti profughi La Voce Giuliana (Preziosa opera del/' E.1.5.E. in favore deg/i studenti pmfughi) si dica che !' Ente incremento studi educativi aveva organizzato nel 1955 dei corsi a Trieste per bambini profughi che nei loro luoghi d' origine avevano frequentato scuole slovene o croate per "recuperarli a!la cu!tura italiana"( E ben i! 41 % di questi bambini aveva enormi difficolta ad esprimersi in italiano! E I' assicurazione, contenuta in un' editoriale del quotidiano filoitaliano di Pola L' Arena di Pola del 4.7.1946, che il governo italiano avrebbe aiutato coloro che avessero deciso di abbandonare Pola in ogni modo possibilc al loro arrivo in ltalia, non mette farse fortemente in dubbio la spontaneita delle partenze e la )oro non sol!ecitazione da parte della fazione filoitaliana? Nei singoli contl"ibuti troviamo anche altre perle. Pupo afferma cosl che la stragrande maggioranza dei c.d. infoibati erano innocenti, senza che sia peraltro possibile sapere su cosa basi tale opinione. Nei saggi sulle misure snazionalizzatrid del fascismo si afferma che a! numero di circa 100.000 sloveni e croati che avrebbero abbandonato I' !stria e !a Primorska durante il fascismo, riportato dalla storiografia slovena e croata, debba essere imhofico e mi/itaole". Contemporaneamente si sostiene pero che nella pubb!icazione L' esodo da/le terre adriatiche. Rilevazioni statistiche, che riporta I' elaborazione dei dati de! censimento dei profughi realizzato dalla p!U im- portante organizzazione assistenziale per i profughi, I' Opera assistenza profughi Giuliani e Da/mati, usdta ne) 213 ANNALES 12/198 OCENf. IN l'OROČ:ILA / RECf'NSIONI E RfLAllONI /RfVllWS AND REPORTS, ).03-Zi .J. 1958 a cura di Amedeo Colel!a, il rn1mero minimo di profughi riportato sia di 201.440 unita, mcntre in realta in tale pubblicazione ci sono ben due cifre inferiori: que!la di 190,905 persone alle qua/i sarebbe stato l"iconosciuto lo status di pmfughi ai sensi de)la legi- slazione in materia, e il numem c.li 150.627 profughi effettivamente rintracciati dai censitori. Anche riguardo al numero dei c,d. infoibati, ovvero deporlati e/o /i- quiclati, non stiamo malto meglio, in quanto vengono riportate cifre provenienti da!le fanti pil! disparate, senza alcuna loro analisi oitica. Con iJ risultato finale di ingenerare nel letto1·e so/amente una gran confusione. Anche per i documenti pubblicati e assente qualsiasi analisi critica. Cosl p. es. i testi tr·atti dag!i opuscoli ecliti dalla pili importante organizzaz.ione dei prnfughi, i/ Comitato di liberazione nazionale deli' Jstri,1, vengono presen!ati al lettore senza akun commento sul urattere propc1gandistico de/le pubblicazioni stesse. la crono/ogia e mo/to incompfeta, cosl per quel che riguarda la repressione deg!i sloveni e dei croati da par- te dello stalo ita!iano ne! periodo prececlente e durante la seconda guerra mondiale, corne anche per quel che riguarda g/i avvenimenti de! dopoguerra. Vengono in- fatti citate le misure repressive adottate dal!e autorita jugosktve in Jstria, mentre non vengono citate le attivita di tipo squadrista contro sloveni e militanti della sinistra (riprese gi3 a partire dalla fine del 1945) a Trieste, Gorizia e nella Beneda ed i processi intentati contro ex partigiani ed antifascisti di orientamento filo jugoslavo dalla magistratura ita!iana ed angloameriecrna. La bib!iografia, che cornprende so!o testi in /ingua italiana, e ampia e abbastanza completa. Va peraltro valutJto malto Cl"iticamente il fatto che vi sia stalo insedlo il libro Albo d' aro dl luigi Papo, lavoro privo di valme scientifico di quello che C un precursore e ispiratore deli' attuale pseudostorico "foibo!ogo" di estre-, ma clestra, Marca Pirina. Contemporaneamente g!i autori si s0110 dimenticati di uno dei pil! seri contrib~ti in fingua italiana su/ problema detle foibe, Foibe e fobie di Giacomo Scotti, come pure della minuzioso verifica clegli elenchi di Pirina cli "vittime innocenti degli s/avocomunisli" di Trieste, i! libro Operazione foihe a Trieste cli Claudia Cemigoj. Sul tema del!e foibe 1' unico studio innovativo, che non si accontenta di 1•einter- pretarn di!ti gia noti, ma riporta fatti e conoscenze nuov'i di basilare import;inza, ad essere presente (ma non citata esplicitamente) C il saggio di Nevenka Troha nel vol ume Foibe. II peso del passatocurato da G. Valdevit. In conclusione vorrei riprendere un' interessante af- fermazione presente in uno clei contributi del fascicolo. Quella seconclo cui il ceto dirigente ita!iano in !stria non si rese conto fino alla fine de!la guerra del!' odio che g!i strati pil! bassi, soprattutto sloveni e croati, avevano accumulctto verso di esso a causa dei suoi compor- tamenti. Dopo la !ettura di questa pubblicazione del/' IRCJ polremmo dire che mo!to probabi!mente il ceto dirigente clei pmfughi non se ne rende conto nemmeno oggi, in quanto continua a riproporre gli stessi vecchi argomenti e tesi. I! che non sa1·ebbe trna cosa di per se a!lam1ante, se non fosse che la pubb!icazione e in- dirizzata al!e giovani generazioni di italiani ecl ai lom eclucatori e non avesse trava.to tanto spazio nei media triestini. Sandi Volk 214 ANNALES 12/'98 KAZALO K SUKAM NA OVITKU/ INDEX TO PICTURES ON THE COVER SLIKA NA NASLOVN!CI Pr'1kaz u1·editve ornitološkega rezervata (Foto: r'v1. PLnar Mlaka;) fRONT C O VER: Arrangement scheme of the omilho/ogical rescrve (Photo. M. Plazar /V/1aka1) 1. Koper (Foto/ Photo: O. Podgornik} 2 Izola (Foto/ Photo: D. Podgornik) 3 Piran (Foto/ Photo: D. Podgornik) . . _ . . . C JTe } __ 6. Izdelki študentov smeri "Pomoč z umetnostjo na Pedagoški fokulte~1 v_ L1ublJ 1 : 11_1 (Fo_to. ~,, ·~ .. ; !: 6. Products made by the Pedagogical Facully s/udents in Ljubljana wrthin the A1d WJth ari oassc5 (Photo. /"!. Carrcy) POPRAVEK K 10. ŠTEVILKI ANNALF.S V 1 O. številki Annales je 1xišlo do neljube pomote pl"i imenu enega od avtor!~v članka Dencli·okro'.1ološka a;1a/izte strešne konstrukcije 1.upnijske cedwe Sv. Jurija v Piranu (občina Pircrn, SloverHJa). Namesto Bet:i Be1nik-Maec 1t g · irne pi"avilno glasi: Beta Benko-Maechtig. Za napako se opravit.ujemo. 215