ANNALES • Ser. hist, socio). • 10 • 2000 • 1 (20) saggio scierstifico originale UDC 72.071 "18" Grass! G. ricevuto: 1999-12-15 GRASS! BROTHERS & Co. L'ARCHITETTO CAPODISTRiANO GiOACHINO CRASS! E FRATELL1 NELLA BANGKOK Di FINE SECOLO XIX Lucio NALESIN! Université Chulaíongkorn di Bangkok, Facoltà di arti, Dipartimento di iingue occidental) - Sesione italiana, TH-10330 Bangkok, Phyathai Road SINTESi L'autore, pariendo dalia presenza nel Cimitero di Capodistria, di una tomba in stile siamese, rifà il percorso professionale in terra di Siam (oggi Tailandia) di una famiglia di capodistriani, che ha opéralo nel Sud-est asiatico alla fine del secoio XIX, aportando un notevole successo, anche economico, erígendo per conto délia famiglia Reate siamese e del suo governo, numéros! e importanti edifici. Parole chiave: archiletti, XIX sec., Gioachino Grassi, Tailandia GRASS! BROTHERS & Co. GIOACHINO GRASSI, THE KOPER ARCHITECT, & BROS. IN BANGKOK AT THE END OF THE 19th CENTURY ABSTRACT The background of the research carried out into the professional ascent of the Koper family working in Siam (the present-day Thailand) at the end of the 19th century was one of the Koper cemetery vaults made in Siamese style. Namely, the family of these Koper architects accomplished, by building numerous and important buildings for the Siamese royal family and its regime all over southeastern Asia, some great achievements and a great financial success. Key words: architects, 19th century, Gioachino Grassi, Thailand LA FAMIGtlA GRASSI Nella Capodistria di 150 anni fa, decennio più, decennio menu, viveva ed era attivo, in Piazza di Porta Maggiore (poi Piazzale Bennati, ora Piazza Stanic) un commerciale di granaglie, Antonio Grassi, che aveva sposato Anna Apollonio. Gli affari prosperavano motto bene (Piccolo, 9. 7. 1887, 1) e ia famiglia si ingrandiva com'era usuale in quel periodo.1 La famiglia Grassi abi-tava a! n. 1035, corrispondente al Palazzo Almerigogna, mentre nella casa accanto al numero 1034 (Gardina, 1994, 13) viveva la famiglia del pittore Gianelli. Oltre che amici erano anche parenti e i loro rapporti furono sempre stretti, fino a!fa fine, to possiamo dedurre an- 1 t.a famiglia era composta da 11 figli, cinque femmine e sei maschi (Piccolo, 9.7.1887, I ). 1 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio N'ALïSINI; CKASSl BROTHiRS A Co I'ARCHÍTJTTO CAPODI5ÏRIANO ClOACHSNO GRASSI E FRATH.il .... KM L'unica fotografía esístente di Gioachirto Grassi (Foto gentilmente concessa dal Sig. S ran Tongpan. Scatlata ncgli anni 1880). Edina obstoječa fotografija Gioachina Grassija (Fotografija je iz let okrog 1880. Objavo je omogočit g. Sran Tongpan). che da una leñera che Alberto Grassi, figiic» di Antonio, aveva scritto (ARC, Comune, 1887, 1550/XIV) al Po-destá di Capodistria in occasione dei íunerali del fvatello Antonio (ci fu roño tre Antoni nella famíglía). In essa Alberto scriveva che "Di parenti a Capodistria abiamo (sic) i¡ nostro Cugino Bortolo Gianelli Professore". Delia su a farniglia, in sen«) st.rerto, non era rimasto nessun altro a Capodistria. Giá, perché ad un certo punto gii affari per ¡I padre Antonio non andarono piü come prima; in seguí to a forti crisi, subí dei rovesci di fortuna (Piccolo, 9. 7- 1887, 1) e, con tulla !a numerosa farniglia, si trasferi a Trieste. Dopo la caduta della Re-pubblica di Venezia, la vicinanza di Trieste si era fatta sentire rielI'economía capodístriana, in special modo per la forza di attrazione di una cilla in pieno sviíuppo economico, grazíe al declino della rivale città lagunare ed agit impulsi che ia concessione del Porto Franco le aveva dato. Fu proprio in quegíi anni (1850) che f'lmperatore Francesco Giuseppe concesse alia città di Trieste il titolo di "città immediafa all'impero", con il quaie titolo i'lmperatore intendeva metiere in evidenza gli stretti rapporti che esistevano fra la Corona e la Città. Era logíco che i magri affari che oramai i Grassi erano in grado di fare a Capodistria, spingessero il capofamiglia a cercare migiior fortuna nelía grande città vicina, ma che fino a pochi anni prima, e per lunghissimo lempo, era stata sempre divisa da Capodistria da un confine di stato: di qua (fino al Î797) sventolava il gonfalone delia Repubblíca di San Marco, dall'altra parte la bandíera gialla e ñera degli Asburgo. Non è che Capodistria, originariamente un'isoia divisa dalla terraferma dallo Stagnone e dalle Saline, fosse stata mai troppo fedele alla Serenissíma; se ne ricordano, infatti, le frequertti ribellioni. La sua, diciamo, irrequieíezza era chiara-menie causata dalla coscienza delJa propria importanza neli'arnbito alto-adriatico Capodistria mirava soprattutto a primeggiare fra le altre cittadine istriane, magari con l'aiuto del Patriarca di Aquileia, piuttosto che supinamente assecondare le volontà délia sorella maggiore. Tanto fe vero che uno dei primí prowedimenti presi a Capodistria dalla Serenissíma, dopo che questa con la "pace di '¡"reviso" fra patriarchini e Jsgunari (1291, essendo Doge Pietro Gradenigo), si era definitivamente2 e giuridicamente smpossessata délia città ¡striana, fu: - la coslruzione def Castel Leone, una poderosa rocca3 a meta strada fra l'isola e ia terraferma, per contrallare la città dal punto di vista militare. - fa limifazione del traffico marittimo per controflarla dal punto di vista economico. Anche dopo che Venezia (suli'onda della vittoria sut Patriarchini), si era stabilmente impadronita di tutta ia costa occidentale istríana ed aveva sottomesso anche i Castropola, che difendevano l'autonomia di Pola e di tutta t'lstria centromeridionale, Capodistria non rinunciô ai suoi tentativi di ribellione. i::u nel 1348, mentre a Venezia Imperversava la peste, che Capodistria, anche a causa di uîteriori gabelle imposte alfa cittadinanza, sca-teno la sua ptù grossa ribellione, e autorità e milizie ve-neziane si salvarono soio perché riuscirono a rifugiarsi, armi e bagagli, nel citato caste! fo. Comunque si voglia interpretare Ja storia, cinque secoli di dominazione venez ¡ana, lasciarono il ioro segno sia nelf'aspetto urbanístico della città, sia nel modo di vita, neî carattere e nella parlata dei suoi cittadini. Fu nel periodo napoleonico che, dopo brevi 2 In prfcederiZd Capodistria era giá stata temporáneamente occupaía dai Veneziani, che ne avevano anche abbattuto le mura. 3 II Castel t.eone, ornriai cadente per secoli ¿'incuria, fu abbattuto poi, a quasi 500 anni ci'etá [nei 1819!, dal battaglione "Cacciatorí" dell'f.r. governo austríaco. 2 ANNALES • Ser. hist, socio). • 10 • 2000 • 1 (20) Lucir? MA! ESINI: aCASSI fí ROTHfKS & Co. l'AkCHirerrO CAPODISTRIA NO GIOACHINO GRASSI F F RATEE. LI..., 1-34 anni trascorsi nelí'orbila francese, Capodistria passô al-l'austriaca Casa d'Asburgo, aila quale la vicina Trieste già apparteneva, anche lei, da circa quattro secolí. Ma torniamo alia nostra famiglia Grassi: Abbiamo detto che Antonio ed Anna, nata Apollando, ebbero 11 fígli. Solo alcuní di loro hanno avuto un ruolo nella storia della Ditta che porta il loro nome e perianto a questí ci iimiteremo. Fra i figli delía coppia abbiamo: - Grassi Pietro, nato a Capodistria nel 1833 - Grassi joachim (Gíoacbino) nato a Capodistria il 26/12/1837 fsi tratta dell'architetto fondatore della socíetá "Grassi Brothers & Co." a Bangkok), morto a Trieste il 19 Agosto 1904. - Grassi Antonio nato a Capodistria nei 1839, ma certamente deceduto prima del 1841 - Grassi Antonio nato a Capodistria il 16/1/1341 e morto a Firenze il 28/6/1887, sepolto nella monumentale tomba in stiíe siamese a Capodistria, socio effettivo della Ditta "Grassi Brothers & Co." - Grassi Alberto nato a Capodistria l'S/1/1846 - Grassi Giacomo nato a Capodistria ¡I 10/4/1850, morto a Bang-Ta-Pan (Siam) il 13/10/1890 e sepolto a Bangkok Al momento della morte di Antonio (1887), sepolto nel cimitero di San Canziano a Capodistria, erano vi-venti ancora quattro fratellí, Gioachino e Giacomo a Bangkok, nonché Pietro ed Alberto a Trieste (Piccolo, 9. 7. 1887, 1). Joachim (Gioachino), Antonio e, marginalmente, Giacomo sono i tre fratellí che hanno operato con grande successo nel regno del Siam e dei quaíi paríeremo più difusamente, Alberto è il fratello che si è occupato più degli altri in occasions del fu ne ra le a Capodistria del fratello Antonio (1887) e fu anche i'ultimo della famiglia ad aver abbandonato per sempre Capodistria. Pietro invece, che prima di ritornare a Capodistria e poí andaré definitivamente a Trieste, aveva esercifato la sua attività di commerciante a Turnu Severin, in Romanía, va citato per uno dei suot lígli, di nome Gioachino anche lui, nato proprio a Turnu Severin if 16/10/1867. Quest'ultimo, assoit! glí studi di architettura presso ií Politécnico di Graz, ha iniziato ía sua professione di Architetto presso il Con une di Hume, per proseguirla, come insegnante presso una Scuola Industríale di Trieste (Via Giulia) e per culminarla con la progettazione del Sanatorio d¡ Vaídoltra (L'indipen-dente, 29. 3. 1910, 1), e della prima stesura dei progetto del Teatro di Pírano (1908-10), portato poi a termine dall'Archítetto triestino Giacomo Zammattio (Jenko, 1992). Per mettere in evidenza quanto popolare fosse stato nella famiglia Grassi ¡I nome Gioachino, evidentemente in onore del loro membro piü ¡Ilustre, dobbiamo ancora segnalare che anche una figlia di Alberto, nata a Trieste il 27/11/1881, fu chiamata appunto "Gioachina". Prima di entrare nella storia dei fratelíi emígratí a Bangkok, vogíiarno ancora citare come Alberto, dopo esserst trasferito a Trieste con ¡I padre, fosse nuevamente rítornato a Capodistria, dopo la morte del fratello Antonio. ¡Egli compero altres) una vecchia casa sulla "Rampa del Belvedere" (ARC, Cornune, 1893, 1842/XI) e vi eresse un nuovo edificio 4 Egli cessó pero ogni attivitá a Capodistria nel mese di ottobre 1894 (ARC, Comune, 1895, 994/Vlil), per ritrasl'erirsi a Trieste dove, assieme alia moglie, Eufemia Ahel, aprí il caffé "All'Arrnonia" (poi Caffé Goldoni) in Piazza della Legna {ora Píazza Goldoní), angolo Via Barriera Vecchia (poi Corso Garibaldi, ora Corso Umberto Saba). TRE FRATELLI CAPODISTRIANI IN SIAM a) Gli inizi di Gioachino a Bangkok Abbiamo visto come le ristrettezze finanzíarie della famiglia Grassi avessero indotto il padre a trasferírsi a Trieste nella seconda metá del secoio. Abbiamo visto un figlio, Pietro andaré a cercare lavoro addirittura in Romanía, dove nacquero alcuni dei suoi figlí. Ma non fu Túnico a cercare all'estero una vía d'uscíta. Antonio apr) a Budapest uno studio di sc.ultore (Piccolo, 9. 7. 1887, 1), meníre a Gioachino (battezzato come Joachim íl 7/1/1838 a Capodistria) andavano strettí anche i confiní dell'Europa. Non si sa con esattezza quando egli si decise a partiré; sí sa pero che mise piede nell'allora Regno del Siam nel lontano 1870.5 Vi arrívó, a dir poco come un emigrante comune, senza presentazíoni, senza contratti, in profondo contrasto con glí archiiettí europei (e non solo archítettí ed ingegnerí) che lo seguírono, invitati addirittura d3Í governo siamese e che erano ac-coítí dalle autoritá locaíi, magari al suono di una banda. Anzi qualcuno di questí ultími (evidentemente arrívati in Siam ancora senza contratto) si appoggió proprio al nostro Gioachino per essere lanciato in quel paese, che proprio aflora comincíava ad aprirsí alia cultura europea. fDobbiamo, infatti, sapere che fino a pochí anni prima, il Paese era ermeticamente chiuso aglí stranieri e che solo l'apertura mentale dei re Rama IV e Rama V (quest'ultimo noto anche come Chulalongkorn), produssero quel cambiamento che rese possibíle il successo de! nostro Gioachino. fra le concomitanze che potreb-bero aver indotto Gioachino a muoversi verso l'Estremo 4 La casa, cívico n. 218, venne eretta sulla part, catas-tale 387/3 in Centrada del Porio. (ARC, Cornune, 1894, 15JO/VII3. 5 Vedi sua letrera autógrafa del 15/6/1893, dove luí stesso dice "during ihe 23 years of my residence in this Country", doé "durante Í 23 ar>ni della mia ressdenza in questo paese". 3 ANNALES • Ser. hist, socio). • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALESÍNI. GÜASSIBKOÏHCKS & Co. L'ARCHITETTO CAPODJSTRIANO OtOACHINO GRASS! E FRATFLl.l.... 1-34 Oriente, piuttosto che in altra direzione, potrebbe arinoverarsi í'apertura del Canaie di Suez, avvenuta l'anno prima, nel !869, e che aveva raccorciato sensi-bilmente la rotta. Comunque altri sudditi dell'ailora Repubblica di Venez ia lo avevano preceduto in queila direzione, per 10 più verso la Cina, il mítico Calai {Marco Polo, i! Beato Odorico da Pordenone, Mons. Giovanni Maria Percoto e meuiamoci pure anche Costantino lerakis - F'haulkon,6 che benché non fosse di queste parti, era pur sempre cittadino vcneziano, íigiio di una venez ¡an a). Questo Signor Castanzo fu anzi l'ultime straniero ad aver avuto un ruolo importante nel regno del Sïam, prima délia chíusura agli Europei. Con lui, assassinato, dopo la morte del re Narai, dal suo ministro, che usurpó poi il trono, finirono i tentativi europei di inserirsi in quel regno. Il Siam è, infatti, con la Cina e il Gîappone, l'unîco paese deli'Cstremo Oriente che non fini per diventare una colonia degli Europei (Inglesi, Francesi, Portoghesi ed Olandesi). Alcune correntí sostengono che i i Siam evito di diventare una colonia, per l'abilità dei suoi governanti, altri dicono che furono le c.ircostanze, e cioè il fatto che sía ai Francesi sía agli Inglesi facesse comodo l'esistenza di uno stato cuscinetto, che evitava pericolosi scontri fra le due Poterize, a rendere possibíle il mantenimento dell'indipendenza. Lo stesso Phaulkon cercava in tutti i modi di favorire la Francia e le correnti contrarie tenta-vano invano di ostacoiarlo. Aveva, infatti, l'incondi-zionato appoggio di re Narai. Ma fu proprio nei cortile del Palazzo estivo di quest'ultimo, a Lopburi,7 e a causa dei suoi aperti favoritismi verso la Francia che si svolse 11 fatto storico, di grande drammaticità, che portó alia conclusions délia carriera, e quindi della vita di Co-staritino Phaulkon. Approfittando di un período di ma-lattia di re Narai, ¡ suoi avversari, che mal sopportavano ¡'influenza che ['europeo aveva alia Corte del re, lo fecero chismare al palazzo di Lopburi e lo arrestarono, mentre entrava, appunto nel cortile. Era il mese di maggio dei 1688. Fu torturato e messo a morte nel mese successivo. Poco dopo, era l'11 l.ugiio del lo stesso anno, re Narai mori e sali al trono ii feroce rivale di Phaulkon, Phra Phetracha. Egli rtmosse ogní influenza europea dalla corte, che rímase quindi chiusa agli stra-nieri per i successivi 150 anni8 Fu solo col primo viaggio di re Chuialongkom in Europa, avvenuto nel 1897., che il Siam si riapri uf-ficialmente alie influenze straniere. L'amore del re e di suo padre per l'arte e la cultura d'Europa, condusse ¡I re ad un lungo viaggio per le corti eu ra pee; visitó città d'arte e musei e al ritorno in Siam, fece arrivare cola un notevole numero di artisti occidental!, alcuni valídí, altri molto meno. Questi ebbero una vita moito facile, trovando tutto predisposto per ¡I íoro arrivo, con in tasca anche favorevoli contratti, che non sempre onorarono píenamente. Ci furono alcuni che arrívarono subito dopo la conclusione degli studi, irnbottiti til teoría, ma con un bagaglio pratico di dimensioni moíto ristrette. Cs fu uno (italiano oitretutto) che si attiré fe critiche dei controliori thai. Questi ultími scrissero, in un rapport o, che quell'archftetto aveva imparato il mestiere dagli opérai cinesi a lui sottoposti. Non altrettanto facile fu per il nostro Cíoachino; egli tu un precursora, arrivo in Siam senza aiuti, senza mezzí, senza conoscere il paese e la iingisa. Lasciamo da parte lo stereotipo deíl'emigrante con la valigia legata con lo spago, ma insomma per Cioachíno, non fu certamente moíto diverso. E, so-prattutto, dovette íarsi strada da solo, Abbíamodetto che correva l'anno 1870.9 Entro neíle grazie della famiglia reale siamese, probabilmente attraverso la costruzione di due compíessi edifizi gemelli sul "Klong (Canaie} Bangkok Yai", per Sudjai e Thtii, i figli del Ministro degli esteri siame.se d'allora, Chao Phya Bhanuwongse. Fu ií primo passo di una rapida e travolgente ascesa che lo condusse ad edificare paJazzí e templi su incarico deüa famiglia reale, nonché chiese cattolíche, durante i 23 anni di permanenza in quel reame asiatico. Cíoachino, come abbiamo già detto, più conosciuto in Siam col nome di battesimo Joachim,10 aveva fon-dato a Bangkok una ditta di costruzioní, che ha lavorato per oltre venti anni al servízio, sía del governo siamese, sia della famiglia reale, due elementí che spesso si identificavano, essendo i piu important! membri del governo, pef !o più anche membri della Famiglia Reale. 0 Constantine lerakis, nacque a Cefalonia da padre greco e da madre veneziana nei 1 643. Sin da giovanissimo capitó nell'antico Siam dove, un po' per gli inlrighi di cui era maestro, un po' per la sua obieftiva capacitó, si guadagnó la stima deJI'allora sovrano del Siam, Narai, e finí col diventare, col nome di Phaulkon (ierakis in greco significa faicone) il suo consigíiere, l'uomo piü potente del Siam. 7 Lopburi si trova ad un centinaio di chilometri a nord di Ayuftlvtya, capitale del Siam fino ai 176?, quando fu conquístala e distrutta dai Birmani. Le due citta erano allora cómodamente coílegate per vía fluvial« e la corte di re Narai sí trovava piü spesso a Lopburi che ad Ayutthaya. 8 "In 1856, when Siam was first opened to European trade, ..." cioe "Nel 1856, quando ¡I Siam si apri per la prima volta al cornmercio europeo, ..." (Crassi, 1902, 3). 9 L'affermazione precedente (vedi ñola 8) é sostanziaimente confermata da un'alua sua letters datata 1882, in cui strive "...i am working for over ten years for the account of the Siamese Government..." e cioe "...sio lavorando da oltrc 10 anni per conto del Governo Siamese ..." (NAT, Leaere, vol. 17). If) Tutti i frateili erano stati battezzoti con ií loro nome nella forma italiana, íi primogénito, sebbene usasse, in famiglia, il suo nome nella forma italiana (Gioachino), era stato hattezzato con il nome nella forma tedesca (Joachim). 4 ANNALES Ser. hist, socio!. ÍO 2000 1 (20) (.urin WALfÍjtNl; CXASSI DKOTHiRS. L'ARCHITEl i O CAPOCHSTRIANOGIOACHINOCRASS) l ÍRATEU.I ..., !-3 sulla Montagna d'Oro, che è una collína artificíate, l'unica "montagna" di Bangkok. 28 ti Wat Arun si trova dall'allw parte dei fiume e quindi nella zona di Thonburi, piuttosto che di Bangkok. 29 Rima ne soltanto una foto del vecchio tribunale, eretto dal Grassi. 30 Ogni statua di Buddha ha un appellativo, un nome secondo il quale è conosciuta e riverita. 12 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) t .icio NALESINI: CMSSI BKOTHtfíi A Co. L'AP.CI UTETTO CArODISTRIA.NO ClOACHK'O CRASSI E FRA'gLtl.... ' -M La riorganizzazione deüa Giustizia fu invece atiidata a gmristi belgi cho Inviarono rte) Siam alcun: "Advisors1, Consiglieri. il capo di questi, Gustave Rolin-jaeque-myns, airivato a Bangkok il 27 Settembre 1892, descrive molto bene nelle sue lettere la situazione délia giustizia nel Siam di allora, nel Siam di Grassi. Ma in modo molto più orgánico questa situazione è stata descritta alcuni anni dopo anche da un altro belga, Charles BuSs, ex sindaco di Bruxelles, nei suoi "Croquis siamois' (pubblicati per la prima volta in francese nel 1901). Scrive il Buis (Buis, 1994, 61) "Il Siam possiede dei Co-dici e dette consuetudini molto elabórate, adalte a! paese, al costume degli abitanti ed al loro ideale religioso. Alcune di queste usanze possono sembrare barbare, ma esse sono cadute in disuso, o sono consideróte lettera morta dal presente Coverno. Non è, comunque, sufficiente per un paese, avere buone Leggi, è anche necessario, pcr applicade giustamcnte, avere giudici istruiti ed onesti. Ed è quesio quello che mancava Come avrebbe potuto essere diverso in un paese sema istruzione pubblica e sema scuole giuri-diche dove, corne in tutto l'Oriente, i contendcnti con-siderano una cosa naturale comprare la benevolenza dei giudici? Uno deve dire peró, a loro difesa, che spesso i giudici non hanno nessun altro mezzo di sussistenza, al di fuori di queste donazioni." Troviamo la conferma di queste circostanze in un volume délia Casa Editrice "White Lotus" dove si legge, dopo le lodi al nuovo Tribunale eretto dai Grassi: "È intéressante compararlo con la Corte Siamese di sol-tanto trent'anni fa, quando giudici, accusati, accusatori, testimoni, e spettatori si accosciavano in un cerchio, sul pavimento, mangiavano foglie di betel e fumavano. Coîui che pagava la cifra più alta invariabilmente vinceva la causa" (Wright A., 1994, 246). Í) Le Caserme (Royal Barracks • ora Ministero délia Guerra) Quando Chao Phya Surasakdi Montri (Jerm Saeng-Xuto) prese ía guida del Dipartimento dell'Esercito, che corrispondeva a quello che in Europa era chiamato Ministero délia Guerra, agli inizi degli anni ottanta deil'altro secolo, notó che allora c'era nel 5iam solo un piccolo numero di soldati sebbene il servizio militare fosse una cosa importante. C'era cioè un servizio fisso per la vigilanza délia città ed uno per il servizio del Re, mentre un esercito fisso, nel caso di una guerra, non c'era. Chao Phya Surasakdi Montri chiese allora ai Re Rama V, i) permesso di bandire una leva militare che sostituisse il vecchio sistema di arruolamento, offrendo varie specie di diritti ai coscritti. It risultato fu che si vennero ad arruolare molti giovani, secondo le sue previsioni e uso questi militari in diversi lavori pubblici, nei lavori per la cremazione di S.M. la regina Sunanda Kumarirattana (1881), per l'Esposizione fMázionalc e per il centenario della cittä (18821. Chao Phya Surasakdi scrisse ne! suo diario che i soldati erano molti, ¡na ancora non avevano un luogo dove abitare. Pensó quindi di andaré a cercare un silo adatto dove avrebbe potuto costruire la caserma. Noto che sul terreno fra il padiglione del "Lak Muang" e il ponte "Changrongsi", c'erano tre vecchi silos, completamente in rovina. Oltre a questi c'erano anche diversi palazzi, ma erano tutti in disfacimento, sicché riténne questo terreno adatto per costruirvi le caserme. Chiamo quindi il sig. Grassi e gii ordinö di fare il progetto per due tipt di caserme, uno a due piani ed uno a tre, unitarnente al preventivo per fondazioni che fossero suf-ficienti a sostenere edifici di diversi piani. Chao Phya Surasakdi presento al Re Rama V il progetto dell'edificio a due piani con il preventivo di 400.000 baht, nelíe forme previste dal cerimoniale, e lo informo di tutto quanto era necessario fare. Dopo aver esaminato il progetto e il preventivo, il re disse che in quel tempo il reddito che il terreno poíeva daré, era basso e quindi, se c'era veramente la necessitá di costruire questi edifici, che si facesse pure. Pochi giorni dopo, Chao Phya Surasakdi presento al re il progetto dell'edificio a tre piani e lo informo che in clttá, terreni di tali dimensioni era difficile trovarli e che quando, in futuro, il numero delle case in cittä fosse aumentato, anche il valore dei terreni sarebbe auméntate in proporzione, per cui si era permesso di ordinäre a Mr. Grassi di preparare il progetto per un edificio a tre piani; contava cosí di farci stare piü soldati. Nel primo preventivo, Mr. Grassi aveva comunque gia previsto di fare fondazioni robuste, tali da sopportare il peso di una costruzione di 3 o 4 piani. Se si fosse sopraelevato ¡'edificio di un piano, il costo aggíuntivo non sarebbe stato eccessivo. Chao Phya Surasakdi seppe presentare cosí bene al re il progetto, che il re, esaminato il preventivo ed il progetto stesso, si disse completamente d'accordo. Per cui sí diede inizio alia costruzione deíla caserma a tre piani. Poi, nell'anno 1884, quando i lavori erano vicíni alia conciusione, il Re Rama V chiamo le nuove caserme "Royal Barracks", e cosí vengono comunemente. chia-mate anche oggi, nonostante I'enorme edificio sia stato trasformato, rna con pochissime modífiche strutturali, nel Ministero delia Guerra. Possiamo controllare ció da una foto, che rappre-senta la parata militare eseguita, proprio davanti al palazzo stesso, in occ.asione dei festeggiamenti per i! ritorno di re Chulalongkorn dal suo primo viaggio in Europa (1898). É praticamente uguale al suo stato attuale, almeno nefla facciata e nei ti anchi. 13 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALESINI: GRASSI BROTHERS & Ca L'ARCHITETTO CAPODISTRIANO CIOACHINO CRASSI E FRATELLI .... Facciata del Ministero della Difesa, costruito dal Crassi nel 1884 come Royal Barrack (Caserme) (Foto: L. Nalesini, 1998).. Pročelje Ministrstva za obrambo, ki ga je Crassi zgradil leta 1884 kot Royal Barrack (vojašnica) (Foto: L. Nalesini, 1998). g) Gioachino diventa francese Abbiamo già visto a suo tempo come l'eclettico Gioachino non si fosse interessato solo a lavori di edilizia pura. Il suo fiuto lo portava sempre dove c'era la possibilità di onori e di guadagni, e non solo in Siam. In quei tempi la Francia facendo concorrenza alla Gran Bretagna, cercava di insediarsi quanto più saldamente possibile nella penisola indocinese. Aveva cominciato a metterci piede nel 1862 con Pannessione della parte orientale della Cocincina ed aveva rafforzato la sua presenza nel 1863, quando la Cambogia, ufficialmente proprío per difendersi dal Siam, aveva chiesto ed ot-tenuto il protettorato francese. Quasi tutto il Viet Nam passô sotto il dominio francese durante la presenza a Bangkok dei fratelli Grassi, e Gioachino vide aprirsi una prospettiva per l'allargamento dei suoi affari. Brigà al punto di riuscire ad ottenere nel 1883 la cittadinanza francese concessagli, su proposta del consolato francese di Bangkok, per non meglio identificati servigi31 prestati dal Grassi alla Francia. Ottenne anche l'onorificenza di "Ufficiale dei Dragoni dell'Annam" e brigó anche in altre direzioni tanto che su proposta del Ministero degli Esteri italiano in data 9/9/1889, venne anche insignito del Cavalierato della "Corona d'ltalia". Non risulta che abbia fatto lavori o reso dei particolari servigi al Go-verno Italiano, del quale, oltretutto, non fu mai suddito, essendo nato e morto quando sia Capodistria, sia Trieste erano soggette all'lmpero Austríaco. Non sonó ancora riuscito a trovare la motivazione del conferimento di questa onorificenza italiana a Gioachino Grassi, ma non c'é dubbio che egli sia stato effettivamente insignito di tale onorificenza [Ordine Mauriziano, 1998, 18387). II guaio fu per lui, che in quel periodo, i rapporti fra Francia e Siam stessero diventando sempre piú tesi. L'ingerenza francese negli affari interni siamesi, diven-tava sempre piü sfacciata ed il Siam si sentiva minac-ciato (Tuck P., 1995). Ma questo é argomento di un capitolo successivo. In ogni caso, possiamo anticipare che, rientrato a Capodistria e poi a Trieste, gli fu re-stituita, nel 1897, la cittadinanza austríaca (Orasa, 1987, 272). 31 Quale servigio aveva fatto Gioachino al Coverno Francese per ottenere un riconoscimento, che difícilmente veniva concesso, in quel periodo, ad uno slraniero? O dipendeva solo dalle dimensioni del suo patrimonio? 14 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NAIESINI: GRASSI BROTHERS & Co. L'ARCHITETTO CAPODISTRIANO CIOACHINO CRASSI E FRATELU .... 1 -34 h) Il ritorno e la morte di Antonio Nel frattempo, uno dei fratelli Grassi, l'Antonio, forse per ragioni di salute, forse per una comprensibile nostalgia (i soldi li aveva comunque già fatti), decise di tornare ai suoi paesi. I suoi genitori e i suoi fratelli si erano, come abbiamo visto, già trasferiti a Trieste, e proprio a Trieste l'Antonio decise di stabilirsi, con la moglie Giovanna Ciampi ed il figlio Aurelio. Il suo sog-giorno a Trieste non fu comunque lungo, malfermo in salute (probabilmente tisi), pensó che il clima dolce di Firenze avrebbe potuto giovargli e vi si trasferi. Ma a Firenze fu coito dalla bronchite e mon in pochi giorni. Era il 28 Giugno del 1887. Fu il fratello Alberto che si occupé di tutto quanto concerneva le sue esequie. Fu trasportato col treno a Trieste, da dove alie 8 antimeridiane del 7 luglio, con un lungo corteo di carrozze, fu portato a Capodistria. Ma lasciamo la parola alio stesso Alberto (ARC, Comune, 1887, 1550/XIV). "Alio Spettabile Municipio di Capo d'lstria Annunzio io sottoscritto Alberto Grassi domicigliato (sic) a Trieste, a questo Spett.le Municipio e Inclito Con-siglio la morte del mió fratello Antonio del fù (sic) Antonio Grassi nativo di Capod'lstria e domicigliato a Firenze d'anni 47, morto il di 28 Giugno a.c. quale corpo fu imbalsamato al miglior sistema per essere trasportato di qui posto in cassa di piombo poi la seconda di noce e la terza cassa d'lmballaggio e tutto conforme le prescrizioni volute dalla nuova legge d'lgene (sic) e portato al Cimitero di Capod'lstria sua Patria. Ove si provvederà un posto per costruirgli una Cripta ed erigere a suo tempo un Monumento in stile Orientale Siamese fratanto ci vorebbe un posto provisorio in qualche tomba di qualche famiglia che avrebbe la bontà d'accettarlo per un favore di famiglia in tale circostanza, ¡o con uniti i miei altri fratelli ne saressimo i più ob-bligatissimi, per tale opera di mérito giachè si potrebbe far tutto con solecitudine. Il funerale si farà qui*2 e col medesimo Carro lo si portera a questa stazione ferroviaria e arivato a Trieste si trasporterà da quella stazione a Capod'lstria ove lascio alia loro bontà di dirigere se prima in una Chiesa e poi a Campo Santo o come meglio si crederà per regolarità, e questo trasporto si farà con un Carro d'lmpresa fune-breii con dovuto Onore alla salma cioè di I classe. Alla partenza di qui farô un telegramma34 per av- visare questo Spett.le Municipio, che fratanto per loro bontà e cortesía vorebbe inviarmi una risposta relativa per mia buona norma e per contenermi ai loro voleri Di parenti a Capod'lstria abiamo ¡I nostro Cugino Bortolo Gianelli3 3 Professore. Col cuore esternato mi segno con tutto rispetto L 'obbligatissimo Alb Grassi" Il giorno 4 il Podestà, Giorgio Cobol, annotava che "...si attende l'arrivo del sig. Alberto Grassi per disporre l'opportuno per la tumulazione." Il giorno 5, il Municipio ancora annotava "concertate le opportune disposizioni per l'arrivo e deposito prov-visorio del feretro nella celia mortuaria in costruzione ..." F.to il Podestà Cobol. In quel tempo non esisteva ancora la linea ferroviaria Venezia - Trieste, quindi il trasporto per ferrovia délia salma di Antonio, da Firenze a Trieste dovette avvenire via Udine e Gorizia. In effetti, abbiamo una lettera délia Polizia di frontiera di Cormôns, diretta al Municipio di Capodistria e datata 7 Luglio 1887 (ARC, Comune, 1887, 1631/XIV), del seguente tenore: "Si ha l'onore di significare a codesto Spettabile Municipio che oggi proveniente dall'ltalia parte alla volta di Trieste resp. Capodistria la salma di Antonio Grassi di costà. I.r Commissariato di Polizia di confine. Cormôns 7 Luglio 1887 Firmato Falseï" Naturalmente i giornali locali si occuparono del funerale ed il Piccolo di Trieste scrisse: "leri aile 10 arrivé a Capodistria proveniente da Trieste la salma di Antonio Grassi. I parenti in varie carrozze seguivano il carro mortuario, addobbato da ricche corone. All'in-gresso délia cittadina, aile Porte délia Muda, al corteo si unirono il Podestà e le altre persone ragguardevoli del luogo e passando per la strada suburbana e Via Eugenia,36 giunsero nella Cattedrale dove si celebró la messa fúnebre. Aile 11 la salma venne trasportata al Cimitero. Il Podestà di Capodistria con brevi ma toccanti parole ricevette in consegna le chiavi délia doppia cassa in cui fu chiusa. Il cadavere venne provisoriamente de-posto in una stanza délia celia mortuaria, ancora in costruzione."(Piccolo, 9. 7. 1887, 1). Era ritornato da morto a Capodistria dove era nato 46 anni prima, ma dove poco aveva vissuto, avendo 32 A Firenze (n. a.). 33 II trasporto da Trieste a Capodistria fu effettuato dalla Ditta Zimolo d¡ Trieste, vedi telegramma della Ditta al Comune in data 7/7/87, ore 7.35. "Salma Grassi arriva Capodistria ore 10 1/2 antimeridiane con Documenti. F.to Zimolo (ARC, Comune, 1887, 1550AIV). 34 II telegramma é partito da Firenze il giorno successivo, 2/7/87 alie ore 1.25 pomeridiane ed arrivato a Capodistria alie 2.45. "Domani dopopranzo arivo solo per concludere preparativi Salma arriverá mercoledl. Alberto Grassi. (ARC, Comune, 1887, 1543/XIV). 35 II cugino Bortolo Gianelli faceva parte dell'Inclito Consiglio Comunale. 36 Ora Via Cankar, chiamata via Eugenia perché íatta aprire dal barone Calafati durante la breve occupazione francese in onore di Eugenio di Beauharnais. 15 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NAUSINI- GRASSI BROTHERS A Co. l'ARCHITETTO CAPOO ISTMIANO ClOACHINO CRASSI € FKATELII ... 1 -34 lavoralo come scultore a Budapest, prima ancora ciel suo trasferimento nel Siam. Che dire deila sua personalità? A leggere (e cronache ufficiali sembra che fosse staîo molto benvoluto ed ammirato, ma una sottíle ironía presente nell'articolo commémorât!vo che gli aveva dedicato per l'occasione il giornale "La Provincia", datato Capodistria 16/7/1887, fa sorgere qualche dubbio, in particolare sulla sua generosità. Dopo aver messo in evidenza la "cospicua fortuna" accumulata, il giornale si rammarica che fosse morto troppo presto, "prima torse che í'animo suo potesse mostrarsi benefico verso il paese che gli diede i natali". Ciô non ostante, lascio al patrio municipio lire italiane cinquc-cento (in corsivo nel testo originale), perché venissero distribuite ai poveri, e voile che la sua salma fosse composta nella pace di questo cimitero e che un sontuoso monumento (del valore di lire 35.000) allogato ad arteíici fiorentini, lo ri cordasse". Si traüa del meraviglioso monumento in stile siamese che ancora colpisce i! visitatore, proprio di fronte ai-I'ingresso principafe del cimitero di Capodistria e del quale parleremo nel capitofo ad esso dedicato. í) Edificio della Dogana Verso il 1888, Gioachino Grassi ricevette í'incarico di costruire un nuovo edificio per il Dipartimento delle Dogane, sulla riva del fiume Chao Phya in un sito nel quale, in quel período, c'era un notevole traffico commerciale e che era abitato da molti stranieri. L'edificio, una simpatica costruzione occidentalizzante era, se-condo la Cuida del Bangkok Times (Cuida, 1890, 85) Sulla bocca di tutti come un edificio amrnírevole che "è uno degli ediíici più belli Ira quelli che sono stati costruiti a Bangkok negli ultimi 10 anni e si trova sulla riva del fiume ed ha un aspetto maestoso ... quel grande e beii'edificio ha tre pian i..." Il tçrzo piano fu usato come sala da bailo degli slranieri nel giorno del Compleanno del re e per i festeggiamenti in occasione del ritorno dal re dal-PEuropa nel 1898. Quando ¡I Dipartimento delle Dogane si trasferí al-trove, questo edificio divenne la sede della Polizia di Bangrak37 e della Polizia Fluviale. j) Ospedale Sirirat - Padiglione Victoria - PadigHone Sawapak A quell'epoca, a Bangkok, non c'erano ancora ospe-dali, nel senso moderno della parola. Esistevano soltanto degli ambulatori medici aperti, per lo piü, da missionari, ma er3 gíá stata presa in considerazione la necessitá di dísporre di un ospedale di tipo occidentale. Nell'anno 1886, ¡I re Rama V rece costituire un Comítato per I'ere-zione di ospedali, composto di Parenti del re e Funzio-nari Statali. Pero cí si rese súbito conto che l'idea del-¡'ospedale era un'idea troppo nuova e che difícilmente la popolazione avrebbe capito i vantaggi. Sarebbe stato meglio cominciare con edifici di piccole dímensioni ed ampliarli successivamente, quando l'idea deli'ospedale losse entrata nelle abitudini della popolazione. Sí dectse di usare ¡i terreno del Palazzo "Wang Lang", un terreno reale abbandonato nella zona di Thonburi. Alcune circostanze favorevoli, fra cui l'interes-samento dei residenti inglesi che volé vano festeggiare i cínquanta anni di regno della loro Regina Vittoria, indusse il re a promuovere e finanziare (oítre ai pochi baht raccolti dagli Inglesi) fa costruzione di due padi-glioni, uno dei quali fu chiamato Victoria (in onore della regina inglese), da adibire ad ospedaíe. Questo Comí-tato stava lavorando solo da poco píü dt due mes i, quando S.A.R. il Principe Sirirat Kakudhabhandba (figlio del Re Rama V) si ammaló e morí. II re ordinó allora che fosse eseguita la sua Cremazione, nel recinto del Sanam Luang,ífi contemporáneamente alia cremazione della regina e di altrí suoi due fígli.39 Finita la cerímonia della cremazione, il re dedico alie strutture dell'Ospedale che si stava costruendo, tutto quanto era stato usato per. la cerímonia di cremazione, assieme ai suoi beni personali e a quelli del príncipe Sirirat Kakudhabhandha, Oltre a cib, la regina, Sawapak Narirath (cioé colei che era stata cremata) mentí e era ancora ammaíata, aveva stabilito di offrire un aiuto di 2400 baht, all'ospedale. Alia sua morte, il re Rama V, dispose di costruire un padigliooe per gli ammalati, da dedicare alia regina, ma per questo edificio ¡'impresa fissó ¡'importo di 7200 baht, troppí in relacione ai denaro raccolto, per cui.il re aggiunse di tasca sua l'importo mancante. Questo edificio venne chiamato, in onore della regina, "Sawapak". 37 Bangrak è ora una delle zone con ta massima condensazione di grosse ditte, per lo più cinest verso il fiume e that verso ¡"interno, lungo !a vin Silom, lungo la quaíe si trova ancora i¡ Cimitero dov'è la tomba di Giacomo Grassi. In quel tempo pei6 la zona abítala era soto quella lungo il ti urne dove ancora oggi si trova no gli alberghi più prestigios! é la Posta Centrale. La vía Silom in vece non esisteva, si era in piena campagna (Silom vuol dire muíino a vento) e vi si trovavano moitié pilerie di riso che ulilizzavano ¡I vento come forza motrice. 38 Sanam Luang (prato reafe) & uñ granrfissimo prato, dove si svolgevano e si svolgono tuttora le cremazioni dei membri della famrglia reaíe. La gente comune veniva bruciata nel Wat Saket, sulla cosiddetta Montagna d'Oro, che pur essetido addossaia alie prime mura cittadine, si trovava ai suo estemo. La zona si chisma ancora oggi Pham Fa, "Passaggio per il Cielo" 39 La cerímonia della cremazione non avviene subito dopo la morte, ma nel giorno più propizio slabilito dai rnonaci buddisti. Ruó quindi capitare che la cremazione avveriga anche più di un anno clopo la morte. La cremazione avvenuta contemporáneamente di più persone, non significa quíndi che esse siano morte neIJo siesSo periodo. 16 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) lucio NALE5IM: CPA5SI8Kf>'IXKS A Ca . A8CHIT6TTO CAPODISTRIaNO GIOACHINO CRASS1 i FRATD.ll... 1-34 Padiglione Sawapak, deli'ospedale Sirirat (Foto gentilmente con cessa dal Sig. Sran Tongpan. Scattata nel 1888). Paviljon Sawapak bonišnice Sirirat (Fotografija je iz leta 1888. Objavo je omogočil g. Sran Tongpan). Ambedue questi edifici, il padiglione Sawapak ed il padiglione Victoria vennero progettati dal sig. Grassi. Complétalo l'ospedale, si inizió a curarvi i malati il giorno 26 Aprile del 1838 e quindi il giorno 25 Di-cembre delio stesso anno 1888, il re Rama V lo fece chiamare in onore del figlio morto, "Ospedale Sirirat", nome che l'ospedale porta luttera. Ora quei padiglioni non esistono più, ma l'Ospedale in questione, oltre ad essere l'Ospedale più antico di Bangkok, è anche il più prestigioso, essendo quello cui ricorrono i mernbri délia Famiglia Reale. k) Le Carceri Nuove. Abbiamo già detto corne l'amministrazione délia Ciustizia fosse nel Siam di allora moito complicata. Bi-sogna considerare che ogni Dipartimento, ogni Autorità aveva la sua propria amministrazione délia Ciustizia. Soltanto in occasions del primo centenario di Bangkok, nel 1882, in corr spondenza con l'erezione del Palazzo di Giustizia eretto sempre dal Grassi, s: pensó a mettere in attü una centralizzazione del sistema giudiziario e quindi anche di quello penitenziario. Si dovette quindi porre mano alia costruzione di edifici adatti anche alfa custodia deí condannaíi, e l'incarico fu ancora una volta atfidato alia ditta dei írátelli capodistriáni Ñon ci fu nes-sun accordo sul modo migliore di esegüire |'opera, per cui furono fatti studi vari e vari sopralluoghi al sistema carcerario di altri paesi, in párticolare di Singapore. Fin dagli inizi, Bangkok aveva due tipi di edifici di detenzione, Kuk e Tarang. Nel "Kuk" erano detenufe ie persone che dovevano scontare pene superiori a sei mesi. Originariamente si trovava davanti al Wat Po. Per quanto riguarda ¡I "Tarang", vi erano detenute le persone che dovevano scontare pene interior! a sei mesi e co-munque non assassini. C'erano diversi "Tarang" secondo i vari Dipartimenti che amministravano la Giustizia. Giá agli inizi del suo regno, nel 1870,40 il Re Rama V chíese al Capo del Dipartimento di Polizia, di andaré a vedere i progetti delle prigioni e degli ospedali di Singapore, per ricavarne qualche ¡dea su come edifici analoghi avrebbero potuto essere costruiti nel Siam. Al rítorno da Singapore del Capo del Dipartimento, si co-minció soltanto a preparare il terreno per costrutrví le carceri, fungo la Via Maha Chai. Ma il lavoro si fermó I), per un lunghíssímo periodo, finché nel 1889 si diede 40 Re Rama V (Clniblongkom) era salito al trono re! 1868, ma durante la sua minore ct5, gli affari di stato vennero curati da uri Consigliodi Reggenza 17 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALESINI: CRASSI BROTHERS g, Co. L'ARCI IITETTO CAPODISTRIANO CIOACHINO CRASSI E FRATELLI..., 1-34 Foto attuale delle Carceri Nuove, inaugúrate nel 1891. (Foto: L Nalesini, 1998). Sodobna fotografija Novih zaporov, otvorjenih leta 1891. (Foto: L. Nalesini, 1998). incarico alla ditta del Sig. Crassi di iniziare la effettiva costruzione di questi edifici e già nell'anno successivo i lavori furono ultimati tanto che si iniziô a trasferirvi i prigionieri dal carcere vecchio, prima ancora dell'aper-tura ufficiale, avvenuta agli inizi del 1891. Le prigioni che erano appena state costruite, vennero familiarmente chiamate "Prigioni nuove", perché, come abbiamo già accennato esistevano ancora, davanti al Wat Po, le vecchie prigioni (Kuk). All'interno delle "carceri nuove", c'erano tre sezioni. Una sezione custodiva i prigionieri ed era costituita da quattro edifici, due edifici a tre piani e due a due piani. In un'altra sezione vi erano le cucine per preparare il cibo per i prigionieri. La terza sezione era riservata ai prigionieri che lavoravano all'interno del carcere stesso. Ogni sezione era divisa dalle altre da mura. La sezione dove c'era il portone principale aveva due edifici allineati, a fianco dell'ingresso, colle-gati fra loro da un ponte, coperto da un tetto in tegole; in-oltre c'erano sette torri di guardia lungo il muro esterno. Anche successivamente alla sua inaugurazione si procédé con modifiche d'ogni tipo, nonostante che il Dipartimento Correzionale avesse deciso di trasferire al-trove i prigionieri. Nel 1992 II Ministero degli Interni annunció di volerlo trasformare in Parco Pubblico per onorare la Regina, in occasione del suo sessantesimo compleanno. L'Amministrazione Metropolitana di Bangkok provvide al progetto ed alla realizzazione, ultimata il giorno 15 Luglio del 1993.4' La Regina stessa gli impose il nome di "Parco Rammaninat". Gli edifici eretti dalla Ditta Crassi sono perô ancora II a testimonianza del tempo passato. I) Il Collegio dell'Assomption. Una delle ultime opere che Crassi esegul per i religiosi francesi fu l'edificio che costitul il núcleo de "Le Collège de 'Assomption". In occasione del primo centenario dell'apertura dei corsi presso questo collegio, apertura avvenuta il 16/1/1885,42 fu edito un opuscolo che racconta le vicissitudini del Collegio e viene citato il fatto che, dopo Papertura del secondo anno regolare di studi, il 26/1/1886, che aveva visto già ben 130 iscritti, Padre Emile Colombet decise di provvedere alla costruzione di un moderno edificio che ospitasse degna-mente i suoi studenti e diede l'incarico délia costruzione alla ditta di Gioachino Grassi, "architetto che aveva, allora, la fama maggiore nel Siam" per I'importo di 50.000 baht. Dato che il collegio era dedicato al-l'Assunzione della Madonna, fu proprio nel giorno dell'Assunta dell'anno dopo, e cioè il 15 Agosto 1887, che fu posta solennemente la prima pietra. m) La Cattedrale di San Giuseppe ad Ayutthaya. Si tratta della costruzione di una chiesa nuova sul sito di una antica, della quale rimaneva soltanto il ricordo. La prima chiesa era già stata consacrata, una prima volta, il 25 marzo 1685 (all'epoca del citato Phaulkon, vedi nota n.6), con le strutture in mattoni e di cui abbiamo avuto notizia dal libro "Au Pays des Pagodes". La chiesa, come del resto tutta la città di Ayutthaya,43 fu distrutta in occasione dell'invasione birmana nel 1767. Dopo varie vicende e la ricostituzione dello stato siamese arrivô in Siam nel 1866 Padre Perraux, che divenne il quinto párroco di Ayutthaya nel 1872 e colà vi rimase fino al 1893, lo stesso anno della partenza di Grassi. Ma fu solo nel 1883 che Padre Perraux diede incarico alia ditta Fratelli Grassi di iniziare la costruzione di una nuova chiesa, nello stesso luogo della precedente e, come l'altra, dedicata a San Giuseppe. La costruzione della chiesa duro a lungo, principalmente per motivi finanziari. Non si tratta di una grande chiesa, evidentemente il contrasto con il Wat Nivet Dhamma Prawat della vicina Bang-Pa-ln è notevole, ma è ovvio, dato che i mezzi finanziari a disposizione erano diversi. Dobbiamo ve- 41 II compleanno della regina è il 12 Agosto. 42 Già in precedenza la scuola aveva funzionato, con pochi studenti, ma solo per l'insegnamento della lingua inglese. 43 Poiché ¡I tailandese si scrive con caratteri propri che raramente corrispondono, come suono, ai caratteri che usiamo noi (e che i Thai chiamano "inglesi"), le traslitterazioni dei vari autori non sono sempre uguali. È un fatto normale, vedere lo stesso nome scritto in forme diverse. Nel libro citato alla nota precedente, nella stessa pagina, la località viene scritta, una volta come "Ayuthya" e una volta come "Juthia". 18 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALESINI: CRASSI BROTHERS & Co. L'ARCHITETTO CAPODISTRIANO GIOACHINO GKASSI E FRATELII .... 1-34 Cattedrale di San Ciuseppe ad Ayutthaya (1883-1892). Campanile. (Foto: L. Nalesini, 1998).. Stolnica Sv. Jožefa v Ayutthayu (1883-1892). Zvonik. (Foto: L. Nalesini, 1998). derla in quest'ottica. Non è un edificio commissionato dal re, ma un edificio eretto con il contributo dei fedeli (pochi e poveri altresl) e per il quale si erano perfino utilizzati anche 120.000 vecchi mattoni, raccolti dai fedeli stessi fra le rovine délia città antica, ed acquistati da Padre Perraux il 1 Novembre del 1882, mentre il legname era stato comperato dallo stesso Padre Perraux, che aveva approfittato di un'occasione. Si trattava di 20 enormi tronchi di teck e di 200 tronchi piccoli per le fondazioni. Particolari questi che mettono in risalto la povertà di mezzi con cui si era incominciato a costruire. Non per niente passarono ben otto anni, prima che la chiesa potesse essere inaugurata, con i suoi marmi (forse resto di quelli che non erano stati utilizzati a Bang-PaIn), i suoi stucchi e le finestre colorate, parte delle quali danneggiate in passato dalle fionde dei ragazzini a cac-cia di uccelletti. Fu appena nel marzo del 1891 che Padre Perraux poté indirizzare una lettera circolare a tutti i Cristiani della Missione, per invitarli alia solenne benedizione della Chiesa di San Ciuseppe e per la consacrazione del suo altare maggiore, la domenica 19 Aprile. Cià il 17 Aprile il vescovo Vey si imbarca a Bangkok per Ayutthaya con la fanfara del Piccolo Seminario accom-pagnato da undici confratelli e da alcune barche piene di Cristiani. Arrivarono durante la notte. Solo il tempo per riposarsi un po' e nella mattinata di sabato 18 Aprile ¡I párroco Padre Perraux riceve una sedia episcopale offerta, per l'occasione, dall'architetto, il signor Joachim Crassi. Senza dubbio l'architetto ha voluto, in questo modo, ringraziare Padre Perraux di aver messo il suo nome nell'iscrizione commemorativa dell'erezione della chiesa. L'iscrizione esiste tuttora e si trova all'interno del pórtale principale. In essa sta scritto: D OM HANC SACRAM /EDEM IN HON S. JOSEPH LOCO ALTERIUS IN PRIMORDIES A SOCIETATE MISSIONUM AD EXTEROS SUMPTU REGIO AN MDCLXXXV EREXT/E ET A BIRMANIS DIRUT/E AN MDCCLXVII TANDEM IN NOVAM FORMAM OPERA JOACHIM GRASSI ARCHITECT/E EXTRUCTAM BENEDIXIT RR DD J L VEY EPIS GERASEN AN MDCCCXCI XIII KAL MAM Siamo nel 1891 e dei fratelli Grassi, si cita solo Joachim. Ma dopo il ritorno in Europa di Antonio, e la sua morte, non era rimasto a Bangkok anche il fratello Giacomo? n) La morte di Giacomo Partito solo da Capodistria per Bangkok, Gioachino Grassi, dopo essere stato raggiunto da altri due fratelli minori, Antonio e Giacomo, si ritrova nuovamente senza i fratelli e proprio nel momento più difficile, quello cioè dei rapporti deteriorati con lo stato siamese a causa della sua cittadinanza francese, per la quale aveva optato nel 1883; esattamente come lo fu agli inizi, quando aveva dovuto farsi strada fra la diffidenza dei locali e la rivalità delle altre imprese occidentali, attive in loco. Infatti, sulla seconda pagina del "Bangkok Times" del 15 Ottobre 1890, appare un annuncio mortuario: Morte A Bantapan, di febbre, il 13 di Ottobre, James Grassi di 39 anni, profondamente rimpianto. 19 ANNALES - Ser. hisi. socio!. 10 • 2000 • I (20) Lucio K'ALESINI: CRASSt 8ROTH£K$ & Ce. l'ARCNITFTTOCAPODRÏftlANOÛfOACHINOGRASSf F FflATFI.il.... " -3M Bantapan (û Bang-Ta-Pan), oggi Bang Saphan44 si trova aícune centinaia di chilometri a sud di Bangkok; oggi è un paese avvíato sulla strada delPindustría-iizzazione con ferriere Italo-tailandesi in piena attività e fa parte delia provincia di Prachuap Kiri Khan, ma al-I'época délia morte di Giacomo dava il nome alla Provincia e vi erano in loco miniere di zinco, in par-ticolare, ma anche d'oro. Che cosa faceva Giacomo a Bang-Ta-Pan? Per ora possiamo fare solíanlo delíe ipotesi, in quanto mancano i documenti, nel modo píu assoluto. D'altra parte era meccanico di professione ed è difficile che sia stata annotata nei pochi documenti rimasti, l'attivita di un meccanico. Arrivaío nel Siam nel 1881, egli rimase nell'organico della ditta dei fratelli solo per pochi anni, con la quaiifica di assistente. Nell'organico de! 1884 non c'era più. In compenso è stato írovato un certifícato d'lndi-genato rilasciato a suo nome dal Comune di Capo-distria, il 15 Maggio dello stesso armo 1S84 (ARC, Comune, 1884, 1257). F slato qualcuno che lo ha richiesto per ¡ui o si trovava lui stesso a Capodistria? Tutte le ricerche tendenti a trovare una ptova della sua presenza in quel periodo nella città istriana, sono cadute nel nulla. Ma non c'è nemmerto, una traccia della sua aîtività in Siam per il periodo che V3 dall'abbandono della ditta Grassi alla sua morte. Se era laggiù, cosa stava facendo? Sappiamo per certo che nel 1887 si trovava in Siam. Lo dedudamo, in occasione dei funeral! di Antonio, da "II Piccolo" che scrive: "Ai superstiti fratelli, due dorniciliati a Trieste (Pietro ed Alberto) e due a Bangkok (Gioachino e Giacomo), una parola di conforto e compianto" (Piccolo, 9. 7. 1887, 1). F. da adesso solo ipotesi, anche se tutt'altro che campate in aria. Ci deve essere una lógica tra i fatti che narreremo e la sua morte a Bang-Ta-Pan. Premetto che nei 1886, ha lavorato, per alcuni mes¡, nella Ditta Grassi un certo Cerolamo Emilio Gerini, un Ligure, nato nel 1860 a Cisano sul Neva, in provincia di Savona. Finiti gli studi all'Accademia Militare di Mo-dena e dopo un breve periodo di servizio militare, lasció l'esercito e l'ltalia e si recô, a 23 anni d'età, nel regno del Siam, sapendo che il re Chulalongkorn stava alie-stendo un esercito di tipo europeo e che abbisognava di istruttori europei. Strinse ottime relazioni con i! Ministro per il Nord, e approfittô della sua posizione al servi2io del Governo siamese, per viaggiare ¡I Siam in lungo e in largo. Fece defle interessanti relazioni dei suoi viaggi, si recó nel Sud, dove trovo che i giacimentí auriferi di Bang-Ta-Pan, sarebbero potuti essere proficuamente sfruttati. Ne parió con l'lngegner Luzzatti (forse trie-stino). Notiamo che questo avvenne nei primi anni della sua presenza in Siam, quando Giacomo Grassi, ancora lavorava nella ditta del fratello. luzzatti ne e entusiasta ed, assieme a soci anglo-thai, fonda "The Gold Field of Siam Ltd.", per lo sfruttamento dei giacimentí. Ma nel 1886 ií Ministro per ¡i Nord, protettore del Gerini, muore e Gerini si trova in qualche difficoltá, sia puré temporánea. II suo rífugio é. per l'occastone, la ditta Grassi, nella quale Gerini entra come dísegnatore técnico, rimanendovi fino a! 1 gennaio del 1887, quando rientra nell'esercito thaí per farvi una luminosa C3rriera. Conosceva quindi Luzzatti e conosceva puré, indubbiamente, Giacomo Grassi.45 Una conferma che nel 1887, questa impresa era giá al íavoro a Bang-Ta-Pan, l'abbiamo da una reiazione deil'Ufficio Storic.o delia R. Marina Italiana (Leva F., voi. Ií). Si tratta delia nave "Rápido", che aveva condotto una deíegazione a Bangkok e che durante il soggiorno di detta deíegazione nella capitale siamese, sí era recata a Bang-Ta-Pan "per visitare una concessione di terreni auriferi ottenuta dall'ingegner Luzzatti, italiano, e da alcuni suoi compagni." Questa visita avvenne fra ¡'8 e !'11 marzo del 1887. Poi píü niente, salvo che, parecchi anni dopo (7-8 anni), un certo Warrington Smyth (Warrington, 1994, vol. II, 41-50) si era recato a Bang-Ta-Pan e aveva trovato le miniere completamente abbandonate, in quanto si erano rívelate prive di quei risultati che l'ingegner Luzzatti aveva, evidentemente, sperato. Ave-va anche scritto, con dovízia di partícolari, della "feb-bre" che imperversava colá.4fe Anche la citata relazíone della R. Marina (pag. 150), annotava "... che ai nostro arrivo aite miniere trovammo tutti in ottima satute, sebberie que! soggiorno sia considérate pericoloso per le febbri." E come vedemmo suii'annuncio de! giomaie "Bangkok Times" del 15/10/890, anche ¡í nostro Giacomo mori di febbre Sulla sua tomba che si trova nei cimitero cristiano di Silom Road, a Bangkok, erettagli dal fratello Gioachino, trovíamo la lapide con la seguente scrítía: 44 Le diverse grafie dei nomi tailandesi sono caúsate dai diversi modi adottati per traslitterare ¡'alfabeto thai. I Tailandesi adoperano un alfabeto deriva» dalle scritture indiane, a tt ra verso ¡'alfabeto Khmer. F.sso comprende 44 consonanti e 32 suoni vocalici, oltre a 4 segni diacritici che rappresentano i "toni". Queste vengono variamente te spesso arbitrariamente) ¡raslitterate nel!'alfabeto latino, i noli re ríobbíamo considerare che ií sistema di traslitterazione é cambiato nel tempo Per cui lo stesso nome, íraslitterato in t poete diverse, puó assumere forme diverse. 45 Da una Settera di Luciano Gerini, ñipóte di G. E. Gerini, al Sig. Sran Tongpan, ricercatore tailandese, daiata Maggio 1999 46 Anche il padre di re Chulalongkorn, re Mongkuí (Rama IV), mori il 1/10/1868 di "febbre" contralla proprio a Bang-Ta-Pan, dove una Commissione Francese si era recata per osservare un'eclissi di solé ill6/08/1868. (Fournereáu., 1999). ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALEStNI: CKASStBROTHERS & Ca t ARCH1TFTTQ CAPODISTRIAMO GIOACHINO CRASSI E FRATELII.., [-34 GIACOMO DE GRASSI47 nato a Capodistria ¡t 10 Aprile 1850 morto a Bang Tha Pan i! 13 Ottobre 1890 il doiente fratelio Gíoachíno pose R.Í.P. o) Aspett» della Bangkok di fine Secolo XIX. Dobbiamo anche chíarire qualche idea sulla vita che ¡ nostri concittadini hanno affrontato in quel lontano paese. Bangkok, ia favolosa Venezia d'Oriente Beh, "favoloso" deriva con estrema evidenza da "favola" e la "favola" & per lo piü "immaginazione". Bangkok aveva in comune, con Venezia, esclusivamente i canafi sui quali gl¡ abítanti si muovevano. Ma lungo i canaíi, non c'erano palazzi come la Ca1 D'Oro o ii Palazzo Ducale; c'erano, salvo rarissimi edifici in rnuraíura, soltanto capanne, coperte di paglia, sulla térra ferma e barche abítate, suil'acqua. A Venezia c'erano ponti, a Bangkok, ponti non c'erano, nei primi anni, ed i canal! venivano attra-versati o a guado o su traghetto. C'erano i grandí palazzi con fe grandí feste anche a Bangkok, ma erano riservate ai notabili e non erano accessibili ai comuni mortal i. Per daré una certa idea della vita che il nostro Gíoachíno deve aver condotto durante il período di permanenza a Bangkok, riportiamo alcuni passaggi di un libro di Luden Fournereau, "Bangkok in 1892", tenendo pero conto che l'arrivo di Gioachino risaliva ad oltre vent'anní prima. Bangkok aveva alíora circa mezzo milione di persone (contro i 10 attuaíi) e lo straniero vi poteva arrivare solo per mare, risalendo poí, per una trentina di chiiometri, i! íiume Chao Phya. Al viaggia-tore, che sbarcava a Bangkok, come si presentava la dttá? A pag. 17 si legge: "Se il viaggiatore era rimasto un po' deluso al suo arrivo per la ¡unga sosta (alia dogana), cosa avrebbe detto dopo aver attraversato le poche stradine che lo separavano dalla New Road (Strada Nuova, ma per molto tempo l'unica vera via di Bangkok)? Le strade, se uno puó dargíi questo nome, sono sporche e puzzolenti; i passi solievano una densa polvere che ti prende alia gola; i canaii "veneziani" (ah, la magia deíle parole!! sono il rtcettacoio di ogní rifiuto; sin dall'ínizio i nervi ottici e olfattivi del turista sono messi a dura prova." A pag. 31: "Strade e viali sono un fusso recente a Bangkok; pochi artni fa, non si vedevano veicolí ¡n cittá, dato che non c'erano strade, tranne alcuni sentjeri impraticabili. ...II re e gli a|ti dignilari erano portati su portantine; oggi questo tipo di veicoli non esistono piti salvo che durante i riti civili e relígiosi." A pag. 21 : "Quasi un quarto della popolazione passa la sua vita su una barca. Questi sono piccoli mercanti cinesi, siamesi, annamiti, che a bordo di una barca, cbiamata rua pet sostano in cittá o sono occupati nd portare le merci da un luogo ail'altro. Una specie di spazio aperto, coperto da un tetto di paglia, occupa oltre la meta della coperta e serve come negozio. La cucina ë sul retro. Molti di queste persone formano parte integrante della barca. Le fiancate di essa sono il limite del loro mondo; sono nati qui, vivono qui, moriranno qui. Essi amano veramente la ¡oro barca e devono succedere fatti straordinari per indurli a scen-dere sulla terra ferma. Razza particolare di commercial! ambuíanti, essi ignorano totalmente i luoghi ed i viliaggi che non síano bagnati dal fiume..." A pag. 49 sul riposo notturno deí íocali: "Abban-donando ¡'interno delle case neile quali soffocano, i Iocali escono per stendersi, alcuni su sedie, altri su stuoie, altri ancora su assi o anche sul duro terreno e dormono in posizíoni bizzarre. Uomini, dorme e bambini, ¡nsieme agii animali, si abbandonano ad un sonno profondo... Qualcuno che vi venisse trasportato improv-vlsamente, potrebbe credere che fosse il giorno dopo un cataclismo terribile o una specie di rnostruosa car-neficina." Questo per i Iocali, ma gli Europei, come si diver-tlvano? A pag. 29 la risposta: "üistrazioni? Nessuna! ... Nessun caffè, alcuni più o meno íoschi locaíi; nessun teatro, nessun concerto, ...nemmeno zingari; non c'è un quartiere europeo, percío nessuna visita da fare: mió Dio, quanto è noioso! Cosa c'è che possa rendere la vita tolíerabiie all'Hotel Oriental? Níente! Sono stati apeiti a Bangkok due club, uno inglese ed uno tedesco; ma uno non pu à entrant se non è presentatû. Ognuno vive a casa sua: gli ammogiiati con le loro mogü, gli scapolí con la loro noia. Ma allora tutti i palazzi eretti dal Grassí, a chi servivano? C'era il più grande degü abissi ira la gente comune e la nobiltà. Due mondi assofutamente separati. II Siam era allora una monarchia assoluta (lo fu fino ai 1932) e la voiontà del re era fegge. Ogni arbitrio det nobili era permesso e il re, in persona... Ma vediamo a pag. 91 : "A parte le regine legittime che il re ha onorato con la sua unione, egíí intrattiene nel palazzo una specie di harem, abbondantemente rifornito e che costi-tulsce la casa reale; cosí non sarebbe senza motivo, se qualcuno pensando all'innumerevole discendenza, che è ti risultato delle un ion i multiple di Sua Maestà, d¡-cesse, come quafche volta è stato maliziosamente detto; Lui è il padre di quelíi che lui stesso amministra! Le mogli legittime del re sono sempre o quasi sempre sceite fra ¡e sue soreílastre. 47 fi nome ufficiaie della famiglia era Grassí e non de Grassí- Solo successivamente Gíoachíno riusci ad ottenere dal Tribunale di Trieste, ¡I cambiamento de! cognome, da Grassí in de Grassí. 21 ANNALES • Ser. Uist. sociol, • 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NALfSINf: CMS» BROTHERS & Co. LARCHITETTO CAPOOISTRIANO GlGACI-HNO CRASSI £ FRATÍLtl.... !-3<¡ ... Queste donne, come puré le principesse, le favorite, le donne offerte ai re, vivono riel palazzo, con-dannate all'isolamento, senza aícuna eccezione, nessun uomo puó entrarvi. ...Non c'é un numero físso per le donne delía Casa reale, egli puo prendeme quante vuole ed in generale non deve fare alcun sforzo per averie. Esse gü si offrono spontaneamente in cos"í gran numero che egli puo destinare un certo numero di esse per aíutare le schiave." p) II Progetto per í'lrrigazione della Piaría del Chao Phya Fu di gran langa il piú importante progetto fatto da Cioachino nel Siam, quello cui egli ci teneva di piú e quello che gli avrebbe potuto daré, fra í'altro, l'utiie maggiore. Gioachino, che a ve va íondalo assieme ad alcuni notabili siamesi, nel 1889 (17 Gennaio), un'aitra societa, !a "Siam Lands, Canal and ¡rrigation Co.", finalizzata alio scavo di canal¡ d'irrigazione, riusci ad ottenere dal Governo Siamese un contratto particolar-mente favorevole. I soci siamesi crano il principe Sai Sanitwong (che nel 1889 aveva portato all'lmperatore Francesco Giuseppe la decorazione Siamese dell'orcJine Maha Chakri ed era anche stato ricevuto dal Monarca) e Phra Nana Pithpasí. Di quali condizioni favorevoli sí trattava? La nuova ditta del Grassi, di cui il Grassi stesso era il Direttore ed il maggior azionista, sí impegnava a scavare i cana!i d'irrigazione, ovunque fosse necessario, ottenendo páticamente il monopolio degli scavi per un cinquantennio, e come compenso si riservava il terreno ai due latí di ogni canale scavato, per la larghezza di un chilometro. Questa concessione fece sol levare una marea di criliche da parte degli strati piú conservatori, che non vedevano di buon occhio che una cosí grossa parte della pianura del fiume Chao Phya,48 diventasse proprietá di uno straniero, per di piü uno che era, quale suddito francese, un potenziale nemico. Non é questo i! luogo per parlare con maggiori dettagli del progetto stesso, ne parliamo solo per quarito si riferisce alie implicazioni "politiche", che hanno poi determinato la partenza di Grassi da! Siam ed il suo rientro in Europa. Fu perció inserito nel contratto l'articolo 3, che prevedeva l'obbligo da parte del Grassi, di diventare cittadino siamese, ti che avrebbe, naturalmente, tagliato la testa al toro. Ma il Grassi non fece quanto esplicitamente previsto dall'artico 3 e quindi il governo intervenne (1892) per disporre la vendita delle quote del Grassi. a persona maggiormente grata alio stato siamese. Nella fattispecie si trattó di un altro cittadino Austro-ungarico, un certo Etwin Müüer, che aveva in precedenza giá fondato la societá "B. Grimm", attiva ancora oggi a Bangkok, e che era fratello di quell'altro Müller, che per circa un anno era stato socio dei Grassi. Intanto. sotto la direzione di Grassi, tra ¡I 1891 ed il 1893, furono iniziati, con l'aiuto di un'escavatrice e di operai Cinesi, i lavori di scavo, di brevi canati e del CanaJe principale "Rangsit Pravoonsakdi". Da un opuscolo scritto su questo argomento da Joachim Grassí e datato Trieste, marzo 1900, ma edito soltanto il 20 Agosto 1902 {Grassi, 1902), evínciamo che detto opuscolo era stato preparato per essere esposto alia sezíone siamese dell'Esposizíone üniversale di Parigi (1900), ma che a vendo l'autore appreso che l'esecuzione dei lavori era stata sospesa, aveva preferito sop ras sede re. Successivamente, pero scrive: "sono stato moíto felice di apprendere, últimamente, che S.M. il Re, aveva dato ordini di levare tutíi gfi ostacoli che sí frappo-nevano alia continuazione deil'impresa, Perianto ho ritenuto di completare le spiegazioní che non avevo avuto ií lempo di daré prima della mía partenza dal Siam. Spero che esse saranno di qualche utilitá per coloro che hanno deciso di portare a compimenío i la-vori d'irrigazione, e di rispondere alie obíezíoní erronee di certi detrattori deil'impresa" (Grassi, 1902, 15). CÍ teneva molío ¡i nostro Gioachino af completa-mento dei suo progetto, e lo notiamo anche dall'ama-rezza con la quale si accomiata da que! paese che egii ríteneva ormai i! suo paese. Egii scrive ancora nello stesso opuscolo: "Personalmente sarei stato molto felice di poter completare i lavori che avevo comino sato, e realizzare una parte del mió programma. Maíaugurata-meníe la sorte é stata contraria, ed io mi accontento, oggi, di essere stato il promotore di questa grande impresa, destínata a produrre grandi risultati e d'aver lavorato per il bene del Paese, che mi ha dato ospitalitá e mi ha permesso di fare opera utile durante i rmigliorí anni della mia esistenza" (Grassi, 1902, 15). íl Grassi fece anche una traduzione inglese di detto fascicolo dal titolo "Scheme of irrigation in Siam" e la invíb af Ministro degli Interni siamese, il principe Dam-rong Rachanuphab, accompagnata da una lettera, datata Trieste 26 Novembre 1902, nella quale ribadísce íl suo dispiacere sia per non aver portato a compimento l'opera, sia per aver dovuto lasciare il paese: "... per dimostrare che io non porto alcun raneare per essere stato ¡a vittima di un trattamento ingiusto creato da falsi suggerimenti da parte di persone interessate che per evitare ií mió severo controlh su! progetto ed avere le maní libere, hanno inveníalo il prelesto degli intrighi politici di queli'epoca (1893) e mi ci hanno immischiato con lo scopo di Irarre vanlaggio spingendomi fuori dalla condicione di questa impresa, ..."e "... sperando anche di arrivare ancora in lempo per essere utile al paese che 48 La parte delía pianura del Chao Phya, oggetío dei iavorí di ifrigazione, si ostendeva per ben 240.000 ettari. 22 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NMESINI: Ç.RASSI BHOTMíRS & Co. l'ARCHITEITO CAPOPISTRIANO GiOACHINOCRASSI 0 f RATtLLI..., 1-34 amo e dove ho passato i migliori anni della mía vita." Lo stesso rimpianío per dover lasciare il Siam, lo esprime in una lettera iridirizzata il 13 Maggio 1893 al principe Devawongse, Ministro per gli Affari esteri, quanrfo la sua decisione di rítornare ín Europa era già diventata definitiva: "... vedendo che non ci sono moite possibilité per la mía Société di ottenere lavorí da! Governo, ho deciso di andaré in Europa. ... Sarei síaío molto felice di impiegare il resto della mía esistenza al servizio di questo mió paese adottivo, ma le circostanze hanno deciso altrimenti e sono molto spiacente di essere costretto a t,asciare questo paese in circostanze simili...". In altre parole, il fatto di essere d¡ ven tato suddito francese, gli aveva aliénalo i favori del governo e della famigiia reale e divenne per lui irnpossibiie sostenere ulteriormente la sua posizione. Gli avvenimenti, co-munque, stavano precipitando. Il 13 Luglio del 1893 í Francesi fecero entrare due navi da guerra sul fiume Chao Pliya. Ci fu uno scontro a fuoco, ¡I cosiddetto "incidente di Paknam", che provocó le sue vittime, ma anche l'ingiustifícata reazione francese (dopotutto erano stati i Francesi a penetrare, armati e minacciosí, in territorio siamese). Oiîre a dover daré una forte somma di denaro al/a Francia, come indennizzo, il Siam dovette cedere grossi territori al Laos ed alia Cambogia, quindi praticamente alia Francia, che proíeggeva questi stati. Ma Gioachino Grassí era già partito, ai primi üello stesso mese di luglio, per tornare in Europa. GLI ULTIMI ANNI, IN EUROPA, DI GIOACHINO Partito dal Siam, ai primi di Luglio del 1893, Gioachino, delusa anche dal comportamento dejía Casa reale siamese, alia quale era stato devoto per tanfi anni, rieotra in Europa e, dopo un breve soggiorno a Capo-distria, probabilmente ospíte del fratelio Aibeito, che aveva costruito una casa sufla rampa del Belvedere, si stabilises, anche lui come già prima i suoi genitori e poi i suoi fratelli, a Trieste in via Stadion 14 (ora via Cesare Battisti). Capodistria, infatti, con la sparizione de! confine di stato che la divideva da Trieste, aveva perso moita délia sua importanza e il contemporáneo sviiuppo della città di San Giusto49 attraeva in que! periodo una grande quantità di persone in cerca di un miglioramento sociale ed economico. Dopo il breve soggiorno a Capodistria, si congedô dalla sua città natale il giorno 21/9/1893 consegnando ai Podestà l'importe di 200 fiorini, da utilizzare in beneficenza. Ecco la risposta de! Podestà: "Onorevole Signore, Con animo riconoscente ed ammirato mi p regio accusarLe ¡'importo di fiorini 200 tduecento), che V.S. jeri mi corisegnava, perché a mío beneplácito lo devolvessi a scopo di beneficenza. Non saprei in r..,s!ior rr^io secondare il sentimento pietoso e gentile della z>.V. né altrimenti serba re memoria del-i'affetto figlíale ch'Ella nutre per puesta Sua cittá nativa, che destinando la generosa oblazione a capi ta le truttifero del Civico Spedale. Ora adempio a preciso e gratissimo dovere col-i'esprímere a V.S. in nome della Deputazione Comunale i piü sentiti ringraziamenti per alto si cospicuo di filantropía; e mi compíaceró ohremodo di dame pubblica notizia al Consiglio Cittadíno nella prossima tomata. Accolga frattanto, Onorev. Signore, f'espressione della perfetta mia stima e parí considerazione. Li 22/9/93 II Podesté" (ARC, Cornune, 1893, 2514/V). La sua delusione, cui abbiamo accennato nei paragrafi precedenti ía deduciamo claramente dalla letlera che Gioachino ha indirizzato a S.A.R. il Príncipe Krom tuang Devawongse Varoprakar, prima della partenza da Bangkok, il 22 Giugno 1893. tn una precedente missiva inviata al Segretario Prívalo del Re, S.A.R. if Príncipe Krom Mun Sommot Amorabandhu da Bangkok il 15 Giugno 1893, Gioachino praticamente sollecita dal Re un tangibile rico-noscimento alia sua opera in 23 anni di permanenza nel Siam. Egli serive: "...I shouid also consider a great fortune if His Majesty the King shouid think ta bestow on me some descernements if I deserve it..."so Nella successiva lettera giá in precedenza citata, Gioachino fa capire di avere, ne/ frattempo, ricevuto dal Re un riconoscímento, che pero egli non ritiene suficiente, piü che altro per la motivazione, e lo restituisce al míttente. Si tratta defl'Ordine di ouinta^1 classe della Corona del Siam, ma in particolare Gioachino lamenta che essa gfi sia stata "conferita in considerazione della mia lunga residenza in questo Paese, e nulla é detto nella citata lettera se io mi sono meritato o meno dei riconosciment.i per il mío servizio dato al Governo, durante piú di vent'anni." E píii avanti nella stessa lettera egli "...ed é in questa considerazione che ¡o oso restituiré l'acclusa decorazione sperando che S.A.R. vorrá sottoporre a S.M. il Re le míe umiti osservazioni....", "Sono fiducioso che S.M. il Re vorra accordarmi le usuaíi gentHezze e concedermi oriori adeguati ai miei meriti ed agí i Ordíni di Ufficiale dei Dragoni del-l'Annam e della Corona d'ltalia di cui ho l'onore di es-seme stato investito da lungo tempo." 49 San Giusto é ¡I santo protettore di Trieste. 50 "... considererei anche una grande fortuna se Sua MaesUk it Rü pensasse, se ne sono degno, di conferirmi dei riconoscimenti..." 51 Sottolineato nel testó defl'autore. 23 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NAlíSINi: GRASSI BROTHERS & Co. l'ARCMITETTO CAFOOfSTRWNO CIOACMINO GRASSI í FRAlilLi.... 1-J4 il fatto di aver osato restituiré una onorificenza da-tagií dal Re, era un fatto senza precedenti e quindi giustifícato solo dalla sua enorme delusíone, o forse, chlssa, dalla sopravvalutazione dei propri mentí. II í 5 Ciugno 1893 eglí scriveva che "¡o desidero approfittare di questo tempo ¡ibero per andaré in Europa per breve tempo.....", ma invece fu per sempre. Rimase in Via Stadion fino al 1897, quando sí trasferi nella non molto distante via Carinzia, ai primo piano del íabbricato N. 20. Sí fermó in quella casa giusto il tempo di acquistare un bel fabbrícato a cinque piani ¡n Piazza San Francesco (oggi Piazza Ciotti} n. 2 (ora n. 8), proprío di fren te alia Sinagoga, che pero allora ancora non c'era.52 Fu in quella casa che, nel 1900, Gioachino preparó l'opuscolo sull'lrrigazione nel Siam, del quale abbiamo giá parlato e sempre da quella casa lo spedi il 26 Novembre 1902 accompagnato da quella presumibil-mente ultima lettera a membri della Famiglia reale siamese, nella quale evidenziava tutto il suo dispiacere, pur premettendo di non serbare alcun rancore. Fu in un grande appartamento che comprendeva tutto il secondo piano di quella casa di Piazza San Francesco,3-1 assieme alia moglie Amalia nata Stolker, che Gioachino passó gli ultimi anni della sua esistenza, tascisndo questo mondo il 19 Agosto 1904. Riposa nella tomba di Famiglia ai Cimitero di Sant'Anna a Trieste, proprio su! vialone centrale, in prossirnitá dell'ingresso principale. La moglie Amalia, si risposo con il Luogotenente Imperial-regio Emilio Lasciac, di Trieste, dopo quasi otto anni. LA TOMBA DI ANTONIO DE CRASSI A CAPODISTRIA La Tomba di Antonio de Grassi54 é stata, indub-biamente, il punto dal quale ha tratto origine l'imeresse per i tre fralelli capodistriani. Da sempre, andando al cimitero, dolcemente adagiato sui pendii della collina di San Canziano,55 la mía attenzione era attratta dalla presenza di questa tomba, che b gente defintva, con molta semplicité, la "tomba indiana". Diciamo che la presenza di questa lomba era oramai divertíala una presenza cosí naturale, che molti avevano finito per non fares piu caso, nonostante la sua stranezza. Solo pochi sí domandavano cosa significassero quelle strane torri con íe loro punte metalliche, quale fosse l'origine di quelle eleganti e slanciate stilizzazioni che si trovavano sopra i timpani. Quando ero ancora bambino, si potevano contare sulla punta deíle dita coloro che avevano ancora un ricordo delfa sua erezione. Oggi non lo sa piü nessuno. La tomba é accettata, fa parte, diciamo, deí panorama; ormai si puó diré da sempre, perché non esiste piü nessuno che abbia visto il cimitero senza la presenza di quel monumento. Pochi si rendono conto che si trovano davanti all'unico esempio in Europa di un monumento costruito in puro stile siamese, eseguito con un accurato amore dei dettagli. Chi ha visto i meravigliosi "Prang" del Wat Phra Keo, a Bangkok, non puó non riandare alia perfetta corrispondenza di questi, con i Prang eretti sopra la tomba di Antonio de Grassi. Chi ha visto, magari al-l'alba, i Prang deí Wat Arun, non puo non fare un pa-rallelo con ¡'idéntica disposizsone dei Prang di Capo-distria. Chi ha visto i terribíü giganteschi Yaksha, dai denti digrignanti, che difendono fe porte del cítato Wat Phra Keo, non puó non ravvisarlí fra ie sculture di uno dei timpani; chi ha preso dimestichezza con le varié statue che rappresentano il Buddha nelle varíe posízioni che si ha occasione di veriere ín gran numero a Bangkok, non tarderá a riconoscere la posízione del Buddha raffigurato su di un aítro tímpano deila lomba stessa. Quando é stata eretta? Abbiamo giá abbondante-mente parlato del funerale e. di come la salma fosse stata deposítala, prowisoriamente nella cappella mortuaria de! Cimitero allora ancora in costruzíone. Sappiamo che ta lomba era stata commissionata ad artígianí fíorentini, ma ancora non sappiamo quando sía stata effettiva-mente eretta. íl fratello Alberto che si é interessato delle esequie ha inoltraio domanda al Municipio di Capo-distria per ottenere la tumulazíone del fratello in una tomba di grandezza tale da contenere il monumento progettato. Questa la sua richíesta presenlata davanti al Podestá Giorgío Cobol di Capodistria: "In esecuzione alie disposizioni testamentario del compianto mío fratello Antonio, comunícate in copia all'lll.mo Sig. Podestá addi 7 luglio A.D. (n.35 P del 87) mi onoro rassegnare sub% a questo spettabile Municipio per la voluta approvazione il disegno del monumento di stile siamese, da erigen! in marmo blanco di Carra ra e bronzi dora ti nel Cívico Cimitero, e mi riservo 3 suo tempo di presentaras la epígrafe. Conforme alie ¡ntelligenze precorse coH'lü.mo Sig. Podestá e col Sig. Ing. Francesco De Rin, ancora Panno decorso, porgo istanza alio Spett.e Municipio affinché mi sia ceduto il diritto di tumulazíone nel fondo posto nell'uhimo scompartimento a levante del Civ. Camposanto precisamente a! Pango lo di fianco al vecchio ingresso principale, onde costruirvi il mausoleo, e mi sia concesso puré il fondo sottostante nel nuovo scompartimento su/ quale verrá costruita l'annessa cripta (ARC, Comune, 1888, 1720/XIV). 52 ta Sinagoga é stata eretta nei J910 dagli architetti Frateili Beriarn 53 Nel corso del 1903 cambió ií numero delia sua casa, che da allora, e ancora oggi, porta il numero 8. 54 Vedi nota nr. 47. 55 San Canziano é il nomo della collina sulla quale. dal 1811, é sitúate il cimitero di Capodistria. 24 ANNALES • Ser. híst. sociol. -10 2000 1 (20) lucio NALESINI; GRASSI BROTHERS & Co L'ARCHITFTTO CAPODISTRIANOCIOACH1NOORASSI li fRATütU .... 1-34 Siccome al monumento ahhisogns per base una superficie in quadraio di m. 4,70 per lato, superiore alio spazio ordinario dei íondi privati, domando a lires! mi sis ceduto 1 metro di superficie in larghezza accanío ad ambedue i fondi piü innanzi ríchiesti. " A questa richiesta i! Municipio acconsentiva, previo pagamento di 150 fiorini, quaie tassa comunale di tu-mulazione (è stata considerata í'ampiezza di tre fondi), "5'ub% Le si restituisce il disegno de! monumento debi-tamente approvato... " (ARC, Comune, 1888,1720/XIV). Detto pagamento di 150 fiorini è stato effettuato da Alberto a mezzo vaglia Postale da Trieste, ií giomo 25 Agosto del 1888 {ARC, Comune, 1888, 2110/XIV). È evidente che ¡i termine post quem5<> per í'erezione del monumento debba essere il 26/8/88. Moito meno sicuro il termine ante quem.57 Abbíamo soltanto un rapporto del Comando delle Guardie Municipaii di Capodistria che su denuncia della vedova del pittore Gianelli, Anna deí Beíío, costatava la perpetrazione di un furto awenuto la notte successiva at funerale dei marito (notte fra ií 12 e 13 Dicembre 1894). Neli'elenco degli oggetti rubati, figurano due quadri del pittore, uno raffigurante un crocifisso e uno, il monumento Grassi. Se ci fosse consentito di vedere quel quadro (ammesso che sia stato ricuperato), si potrebbe affermare con maggíor sicurezza che alla data dei 12 Dicembre 1894 ti monumento era già stato eretío. Anzi si potrebbe anche supporre che la sua costruzione fosse di parecchio antecedente alla morte deí pittore in quanto negli ultimi anni di vita la sua produzione pittorica fu molto scarsa. Esiste, inoitre, soltanto appoggiata sulla base del monumento, una ghirlanda di ferro con ia dedica della moglie Giovanna e del figlio Aurelio, datata 8 Novembre 1908, ovviamente a monumento già eretto. La tomba di Antonio de Grassi è costituita da un basamento in pietra grigia, preceduto da un recinto dentro í! quale c'è una botola in pietra che dà accesso alia cripta, do ve è stato deposto il defunto Agí i angoli de! basamento troviamo quattro colonnine, che non sono state messe a caso, né a caso è stata scelta la loro forma, che corrísponde perfettamente ai più ciassici dei lt8ai Sema". Che cosa sono i "Bai Sema"? Sono pilastrini, che possono essere molto sempíici o molto complessi, fino ad essere allocati in padiglioni, e che si trovano ai quattro angoli, ma in Tailandia anche alia meta deí quattro lati, che delimitano Carea sacra dove sorge il Bot, o Ubosot, che è ('edificio sacro per ecceílenza del Wat. Entro quest'area sacra, tutti gli uomini sono uguali e nemmeno ¡I Re puô darvi ordini. Qui a Capodistria ce ne sono 4, mentre nei Wat tailandesi ne troviamo 8, ma la forma é idéntica.58 La presenza dei Bai Sema, attorno al monumento del de Grassi, vuo] essere solo una riproduzsone di elementi dello stile thai, o piutíosto una esagerata considerazione di sé stesso? Sui basamento, ed internamente alio spazio deli-mitato dalle quattro colonnine, si trova il piedistallo del monumento in marmo di Carrara, su cui poggiano, ai suoi angoli, quattro pilastri tripli, ed al centro la statua del defunto. La base di ogni püastro ha una caratteristica de-corazione, che troviamo spesso nella tradizione tailan-dese, e cioé il "Nak Cansón", che vuole rappresentare Parco del Naga. La sua forma deriva indubbiamente dalle foglie che avviluppano i nodí del tronco di bambü.5<) Disegno í : Bai Sema. Skica 1: Bai Sema. 56 il termine post quem indica la data dopo ia quale íl monumento sarebbe síato eretto. 57 il termine ante quem indica la data piima della quale il monumento sarebbe stato eretto. 58 Vedi Disegno n. 1. 59 Vedi disegno n. 2. 25 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NAlESIhlt: GRAS5IBROTHíRlS & Co l'ARCHITETTO CAPOD»STRIANO OOACHINO CRASSI E FRATOU .... 104 5ul centro del piedistallo quaíi si legge: si erge la base della statua di Antonio coperta ai quattro lati da quatt.ro lapidi, sulle A Sud Ad Ovest ANord Ad Est Alia memoria di Antonio de1 Grassi capodistriano, che nell'amore di Dio e della Patria visse e morí MDCCCLXXXVIÍ. Antonio piu che nel sasso doíce e indelebile sta nel petto dei tuoi il nome tuo diletto e la tua memoria La Tua costanza nella vírtü ímmobile e nel Lavoro sulle spiagge del Siam per lunghi anni prediletto il sasso e l'arte ricordino La Tua desolata consorte Giovanna nata Ciampí ed il figlio Aurelio ti piangono amaramente Il fratello Gioachino questo monumento fece. Fulo: D. Darovec (2000) 26 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) LuctoNALESINI: GKASSI BROTHERS & Co. IVWCHITETTOCAPOOIS7RIA.NO CiOACHINO CRA5S1 5 fRATEUI.. . 10 co! tempo as?umere i'aspetto di un folto boschetto come risultato dell'intrico di radici e tronchi. (E. B., voce Banyan). 64 l'er comoditá dei lettore, lo abbiamo chiamato Buddha (l'llluminatoj, anche se, in que! momento, ancor« non a ve va rícevuto l'lliuminazione. 28 ANNALES • Ser. hist. socio!. - 10 • 2000 • 1 (20) Lucio NAIEHNI: CKAS5IBROTHFRS& Co l'ARCHITCTTO CAFOOiSTRIANO CIOACHINO ORAS» £ fRATELLl.... 1-34 La Tomba del fratelh di Gioachino Antonio de' Grassi sul cimitero di Capodistria (foto: D. Darovec, 2000). Grobnica brata Gioachina Antonija de' Grassija na koprskem pokopališču (foto: D. Darovec; 2000). Le tre signore sono tre sorelle dijulius Stoefker, la prima a sinistra, Amalia Stoclker, é diventata la moglie dellarcbitetto Grassi (retaggio dei parenti del Grassi). Tri gospe so sestre Juliusa Stoelkerja, prva na levif, Amalia Stoelker, je postala žena arhitekta Grassija (zapuščina sorodnikov Grassija). 29 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) Lacio NALKÍIMI: CtiASSIBROTtICKS £ Co. L'ARCHITETTÛ CAPOOiSTRIAMOGIOACWNO GRASSI E fRAIELLI.... I -34 altre, corne questa délia tomba di Capodistria, dove le dita del Buddha si limitano ad indicare la terra. Con questo egii ne richiamo l'attenzione. La dea délia terra accorse ed avendo i capelli intrisi d'acqua per le continue libagioni che le venivano offerte, strizzô ben bene i capelli causando un'alluvione che si portó via le figlie di Mara. In effetti, Buddha non aveva bisogno dell'aiuto délia dea, in quanto aveva già sconfitto le figlie di Mara, rimanendo absolutamente impassibile ai ríchiami délie loro tentazioni. Ma il Buddismo ha voluto spesso inseriré la figura femminile, durante il processo dell'llluminazione, forse in contrasto aü'inrfuismo, dove la figura femminile era assolutarnente insignificante. Già in precedenza una donna, Wisakha, aveva portato I'ultimo cibo al Buddha prima dell'llluminazione, consistente in riso non ancora maturo (khao thîp) cotto nel latte di cocco. In mezzo, superiormente ai frontoni, abbiamo ancora un piedistallo su! quale si ergono i cinque Prang. I quattro Prang piccoli direttamente agii angoJi del piedistallo, quelle grande centrale su di un basamento s gradoni. Cos'è un Prang? Il Prang è una costruzione in pietra, a forma di torre che ebbe origine, col nome di "Prasat", nell'lmpero dei Khmer (f'attuale Cambogia) e poi ar-rivato in Siam con forme simili, ma molto più snelle, quasi fallicho. Il "Prasat" originale aveva fondation i ret-tangolari, un alto basamento ed una celia, sopra luí posava la torre vera e propria. Attraverso questa torre, ricca di decorazioni, si ma-terializzava il collegamento fra i! cielo con le sue divînità, e il defunto, rappresentato nella celia délia torre da una sua statua o da un suo simbolo (p.e. il lirtga). Per effetto del sincretismo proprio delle po-polazionî del Suriest asiatico che hanrio recepito ed amalgamato nelle loro c.redenze, aspetti di religioni diverse, la torre centrale rappresenfa, secondo la cosmogonía buddista, che si collega strettamente al bra-manesimo, il Monte Me ru, la sede degli dei, mentre gli altri quattro Prang più piccoli, rappresentano le montagne che segnano i quattro punti cardinal! e sulle quali risiedono il sole, la luna e le stelle. Giunto in Tailandia, il Prasat si trasformo, come abbiamo detto, in forme molto più eleganti ed aggiunse alcune caratteristiche, fra le quali un tridente65 sulla sua sommità, e delle nicchie sulla parte alta délia torre che rappresentavano la dimora dei dio Jndra, spesso raffigurato sul suo elefante bianco Erawan. Anche nella tomba di Antonio, a Capodistria, questa nicchia non manca, anche se solo accennata, e si trova al di sopra dei tre gradoni, sui quali siedono allineate, in ordine decrescente, rispettivamente cinque, quattro e tre figure di angelí adoranti (Thçppanom), che recano sulla testa dei lunghi coprícapi a c.ono66 e che tengono le mani giunte in segno, appunto, di adorazione. La nicchia è, a sua volta, sormontata da piccoli frontoni triangoiari, ornati, come i frontoni sottostanti, dai "chofa". Sopra svetta la parte finale del Prang, e sopra il tutto, cosa certamente non conforme al canone buddista, ma in linea col cimitero cattoiico in cui il monumento si trova, troneggia la croce cristiana. CONCLUSION! Vorrei anzitutlo precisare che siamo ancora beri iurtgi daîl'essere arrivati ad una vera conciusione. Ci sono altre vie ed altre situazioni che meritano di essere esplorate. Sappiamo di preciso che i Grassi aveva no stretti rapportí di amieizia oltre che di parentela (erario cugini} con il pítlore capodistriano Bartolomeo Gianelli. Sappiamo che in data 7 gennaio del 1883 Gioachino Grassi scrisse una lettera al Gianelli, con l'incarico di eseguire i ritratti deila famiglia reale siamese, Questi ritratti sono stati eseguiti? Sarebbe intéressante che chi sapesse qualcosa sull'argomento, volesse farsi vivo. Saranno state probabilmente inviate delie fotografié dei Real i del Siam. Dove sono finite? Dove è conservata questa lettera, che dopo una brave apparizione si è dileguata nel nulla? Sono inoltre personalmente convinto che il radicale e definitivo restauro operato nel 1890 alia Chiesa del Rosario a Bangkok (popolarmente chiamata Chiesa del Calvario), sia opera sua. Le stesse strutture e ie stesse decorazioni de! Wat Nivet Dhamma Prawatdi Bang-PaIn, finestre con vetri colorati dello stesso tipo ed in più era stata fatta costruire dai Francesi in una zona che era quasi una zona "francese" (vi era í'Ambasciata, "Le Collège de l'Assomption", il cui primo edificio era. anche síato eretto dal Grassi, e non dimentichiamo che in quel periodo Grassi era cittadino francese). Ma nonostante ie ricerche non è emersa finora aicuna evidenza círca l'autore dei restau ri. E le ricerche richiedono sempre un attento control lo deile notizie. Ho trovato, infatti, un altro personaggio, che sembra collegato ai Grassi, e ritenuto il Grassi da qualcuno, ma non puô esserlo. È una conferma che anche a quelle latitudini ci sono degli scrittori un po' superficiali. Neila "introduzione" alla ristampa délia già citata "The 1894 Directory for Bangkok", l'autore (Walter Tips) scrive intanto che in queiia Directory non ci sono "réclames" délia ditta Grassi, in quanto la ditta Grassi non ne aveva bisogno essendo molto bene introdotta presso le più nobili famiglie thai. Dimentica che in quell'anno il Grassi era già partito da Bangkok e 65 II tridente (trishtila in sánscrito) rappresenta l'arrna di Shiva. f>6 L'alto coprieapo é segno di potenza, come parallelo all'ombrello cite accornpagna ¡l Re e che ha 9 piani (7 per il principe). 30 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. • 10 • 2000 • 1 (20) ; LJC10 NAl fSlM: