ANNO XX. Capodistria, 16 Giugno 1886. N. 12. LÀ PROVINCIA ^K ■ '1 Qi) - * fì' 'OijL/- ' J O DELL'ISTRIA Al' * - 4.4.*« : - o. > ntJ: f r _> Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Sedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. DIGRESSIONI*) Dello stemma di Capodistria. 8) Dico direi. E certo di quanto ò fatto congetture si parrà questa a chi legge la più originale : che lo stemma di Capodistria sia stato la Luna. Come prima ebbi veduto questa figura sulla Colonna Giustiniana, pensai alle insegne medievali. Però che ne' trattati d' araldica stia scritto che il sole si dee sempre mettere nelle armi radioso, eh' è quanto dire con dodici, sedici o ventiquattro punte o raggi, la metà diritti e la metà ondeggianti, alternati, e il disco dee rappresentar faccia umana. E il sole indica grazia divina, provvidenza, fede, benignità, cortesia, chiarezza di sangue7 sapienza e magnificenza. Similmente radiosa di egual numero di raggi e con faccia umana si mette nelle armi la luna, oltre che crescente voltata e che so io, anche piena. La quale ed è simbolo di benignanza e di buona amicizia e ricorda guerre sostenute per la fede in Ispa-gna contro i mori o in Levante contro i turchi. Ora il nostro monumento, pensava, fu eretto appunto a ricordo d'una di queste imprese. Ma poi altra simile figura osservai sulla Colonna della Giustizia nel Brolo maggiore — v. digressione 3 —, solo che qui il nnmero de' raggi non si può ben determinare, perchè il bassorilievo à molto sofferto e dal tempo e dai sassi gettatigli contro, nè se vi sieno i capelli e le orecchie o non vi sieno. E ne vidi altre due simili alla prima, ma più grandi e con il capo tutto calvo, meno le tempia ricoperte da due ciuffetti, e con i raggi un po' più corti in proporzione della faccia e più possi, sebbene in egual numero e disposti similmente intorno a lei, eh' è in posizione un po' obliqua — queste due vidi dall'una e dall'altra parte di fuori sopra l'arco della Porta della Muda, principale della città — v. di-pssione or c. —. E una quinta simil figura, ma senza lirecchie nè capelli, con dodici soli raggi attorno alla [faccia alternati ancor essi diritti a ondeggianti e simme-ricamente disposti, ma così che quello al sommo del *) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna di Santa Giustina ; 22, 23, 24 an. XVIII; 2, 3, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 14, 15, 16, 20, 22, 24 in. XIX; 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 an. XX — Digressioni. guj: ù», A: . .i- . • -7,r ■•> capq e 1' opposto di sotto al mento sieno. diritti, e ondeggianti però i due opposti ai lati — vidi di dentro della porta stessa della Muda, sur uno scudo pure di pietra appeso a sinistra dell' arco ; mentre Io scudo a destra è spaccato con una croce patente nel c^'po. Il quale noli saprei dire che arma sia. E però, letto quel che soggiunge il Naldini nell'op. c. a pg. 5, dopo avere accennato stemma di Capodistria 1' orrido scudo di Pallade col capo di Medusa anguicri-nita: Insegna, che tutta via mirasi scolpita in marmo, e fregiata d'oro su le Porte maggiori della Città rivolte P una al Mare, e l'altra alla Terra, — già cominciai a dubitare di quella prima idea concepita. j Scartabellando i Libri de' Consigli, sul verso della "priräü' cavia hnmmerata, precedente acL.altia bianca pure innumerata, proprio di quello Q, nel quale v' è menzione della Colonna Giustiniana — v. digressione 6, la notizia da questo Libro cc. 109 v. e 110 r. e v. e 111 r. — mi si presenta uno, dirò, acquerello. Nel quale è colore predominante il giallo. Ei copre tutta la pagina e di sotto reca la data MDLXXIII . PRIMO MAII . ed è senza dubbio lavoro, non molto finito, se vogliamo, ma abbastanza accurato, del diligentissimo Cristln Na-vilio, allora cancelliere del siudicato. Il disegno, tra fronde verdi e nastri azzurri insieme intrecciati allo ingiro, mostra un grande scudo accartocciato di color violaceo e orlato di giallo, il cui campo ovale è girato-attorno da un fregio rosso ed è quadripartito da una croce decussata e rossa ella pure. Nel centro della quale è posto uno scudo piccolo incavato dai due lati del capo, che porta spaccato, di vermiglio al capo e d'oro e d' azzurro paleggiato di sei pezzi in punta, arma della famiglia Priuli, a cui apparteneva il podestà d'allora Alvise. E nella partizione laterale sinistra su fondo bianco v' è la sverza verde, arma, come s' è visto, dei Vergerio, cioè della casa del sindico d' allora Colmano, fratello a Pietro nostro — v. digressione 6, la notizia del Libro Q c. 57 r. —. Ma nell' altra partitone laterale, su fondo medesimamente bianco, un nodo formato da varie ovali nere intrecciate a croce, il quale mi par si dica nodo di Salomone. Questa non è certo la insegna dell'altro sindico d'allora Giovanni Vittorio o Vettori, che nel libro, descritto nella digressione seguente, trovo essere in campo d'oro un'aquila bicipite nera con ovato d'argento dal lembo rosso in petto. E tale è disegnata, con trentacinque altre — una n' è tagliata fuori ■—, su di un foglietto staccato, che porta scrìtto di dietro : Blasoni di alcune famiglie GiustinopolHane e, come sembra, non à da che fare col manoscritto stesso delle Memorie di Prospero Petronio, di cui ò parlato da principio della Lettera e nella digressione 3; ma vi si trova fra le carte che contengono un lungo prospetto, cominciato e non compiuto, delle famiglie nobili di Capodistria — v. nella Provincia V articolo citato dal Luciani e la digressione seguente —. Se non che iu questo disegno che dico porta 1' aquila in petto uno scudetto con una rosa nel mezzo di quattro foglie, e lo smalto sì dello scudo come dello scudetto o non è indicato o sarebbe d' argento. Può darsi chi fece l'acquerello, non conoscendo o non ricordando 1' arma dei Vettori qual si fosse, vi abbia sostituito quel ghirigoro qualunque. Nella partizione inferiore sul mare azzurro e nel cielo azzurro rischiarato da una stella d'oro a otto raggi v' è dipinta una galera, che, spiegata la vela maggiore e gonfia, segue la stella a buon porto. E, finalmente, nella superiore partizione, gialla in campo azzurro una figura simile nel complesso alle descrìtte di sopra e più specialmente a quelle sulla Porta della Muda. Ne differisce solo per i capelli che ricoprono tutta la fronte e le tempia e per il numero e per la disposizione de' raggi : perchè qui gli ondeggianti in numero di otto, simmetricamente disposti, sicché n'esca uno di sopra dalla fronte ed un altro di sotto dal mento e tre di qua tre di là gli altri sei, proprio come in quelle, alternansi non già con altrettanti diritti, ma questi vi sono frammessi a fascetti di tre, di cui quel di mezzo è un po' più lungo degli altri due. La faccia è senza orecchie come quelle. (iContinua) Appendice alla recensione sul Venerio del Ferrai1} SECONDO ELENCO delle famiglie Capodistriane, parenti, amiche ed avverse del vescovo Pietro Paolo Vergerio, i di cui membri, rilevati negli archivi comunali e parrochiali, vivevano nel secolo XVI con brevi cenni; compilato da Andrea Tommasich Bressan (Marsicli) Antonio, Istriana, Giuseppe. Vivono varie famiglie. Ne esistevano ad Isola ed a S. Elpidio (Boste). Brutti Giovanni Battista, Michele, Anselmo, Giacomo, Almerico, Ascanio, Bradamante. Ebbe due vescovi, Dr. Giacomo di Cittanova, ed Agostino della patria, ed era divisa in due rami, cioè in quello del Brolo, che si estinse colla decessione dei fratelli Bartolom-meo, canonico, Agostino, senatore del Regno italo-francese, e Barnaba, Podestà nel 1816, figli del qm. Cav. Marco i quali possedevano le case sulla piazza del Brolo N. 309 del Cav. Giuseppe Pallina, e N. 311 dei fratelli !) Continuazione. Vedi n. 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10 a. c. Giovanni e Gregorio conti de Totto fu Gregorio qm. Cav. Giovanni del fu Michele, — e nell'altro del Piaggio, erede degli Ingaldei del quale vivono i figli del conte Barnaba fu Agostino, che abitava nella casa fu Mo-rosini in contrada Bracciuolo (Grerna) N. 105, ora degli eredi di Giuseppe Almerigotti qm. Francesco. Canciani Natale, Prudenza, Francesco, Agostino, Petrina. Estinta. Esiste una famiglia di questo nome a Parenzo, proveniente da Montona. Carestia Francesco, Istriana, Giuseppe. — Estinta. Carli Domenico, vescovo, — Bartolommeo, Andrea, Domenico. Estinta colla morte del conte Agostino. Possedeva una vasta possessione nel territorio di questa città, che estendevasi sulle contrade Faranzano, Folla e Oerè, passata in proprietà, la frazione in Faranzano ed alla Folla, dei fratelli Angelo e Francesco Cada-muro-Morgante fu Bartolommeo qm. Marco, e 1' altra iu Cere, detta Carliborgo, pria di Pinot, Cociancich, Grandis, Perco Francesco, Corretti Stefano, Timon di Lucinico, Zigoi, Morisan, Dr. Delfin, Dr. Rabl, ed ora di Giuseppe Iurizza di Trieste. Sono dieciotto lustri che un nostro concittadino, lontano dalla patria, premiato dai Principi, ammirato e invidiato da' contemporanei, esalava la sua beli' anima lasciando in chiunque lo conobbe vivo desiderio di conversare colle preziose sue opere. Alla veneranda chiesa di S. Francesco, ora ad uso di esercizi ginnici degli studenti dell' Istituto Magistrale, cittadini e provinciali, affranti dal più acerbo dolore, si portavano nel 1795, onde assistere mestamente alle solenni esequie, che volonterosi i Minori Conventuali, erigendo magnifico cenotafio, attorniato da centinaja di faci e doppieri, e vestendo il tempio a gramaglia, celebravano ; per onoranza e propiziazione del benemerito concittadino, del celebre letterato, dell'esimio economista, del chiarissimo Giovanni Rinaldo conte Carli ! Tra gli eletti che illustrarono questa classica città, il Carli va annoverato pel primo ; — tra i magnanimi, che impiegarono talenti e sostanze a pro della patria, Gian Rinaldo è innanzi a tutti ; — tra i cittadini, che da lungi religiosamente osservarono il culto dei patri lari, Carli-Rubbi si è il degnissimo campione ; — tra i grandi della patria, Carli è il maggiore ; — e tra le glorie di Capo. d'Istria, il commendatore Carli è la somma! Il cavaliere Gian Rinaldo era giustinopo-litano, — era istriano, — ed era italiano ; e come tale egli fu e sarà mai sempre celebrato. La venerata effigie in miniatura di quel Grande è posseduta dallo scrìvente. Il conte Giov. Stefano, poliglotto, fratello del prelodato, ripieno di disgusto co' suoi concittadini, pel sopranome che gli avevano affibbiato di negoziante di prepuzi, e per T oltraggio fattogli nella sollevazione popolai^ di entrare i caporioni nella sua casa ora del sacerdote Don Angelo Marsich N. 1102, sforzando il portone d'entrata a colpi di mazzapicchio, applicati dal fabbro - ferrajo Ca-maulo (Verzier), di sospingerlo fuori di casa in veste di camera e condurlo alla Cattedrale per la prestazione del giuramento di fedeltà al governo di S. Marco, emettendo gridi assordanti e minaccie di morte ai traditori, — lasciò la sua cospicua sostanza al comune di Parenzo. Se perdonando le oifese egli avesse beneficata la patria, che aveva pressanti bisogni, i posteri benedirebbero la sua memoria, e l'atto di sua generosità servirebbe d'esempio. Questa famiglia possedeva la sepoltura N. 41 nel primo chiostro del convento di San Francesco, a sinistra della porta d'entrata uella quale era stata riposta la salma del generale Filippo Arcelli. Sul coperchio stava distesa la statua in marmo d'un guerriero. (Continua) Il nostro egregio filologo prof. Antonio Ive, ci inviò una cara lettera, della quale togliamo i seguenti brani : Onorevoli signori, Rovereto, 22 maggio 1886. Al presente, sebbene non del tutto scevro da cure fastidiose, pure trovandomi a respirar un po' più liberamente del passato, mi prendo la libertà di offrire a Loro — debole contributo invero, ma a cui, spero, Essi vorranno fare benigna accoglienza — due lettere del nostro Strafico, che assieme all' estesissima corrispondenza epistolare del Casanova, ebbi a copiare or fa qualche anno a Dux, in Boemia. Insieme con questa, invio Loro un esemplare del mio studiolo sull'„Antico dialetto di Veglia" uscito parte nella puntata 1 del vol. IX dell' „Archivio glottologico dell'Ascoli" e parte uscirà nella 2, di prossima pu-blicazione. Con questo lavoretto intendo por fine ai miei studi ed alle ricerche sui dialetti della nostra provincia ; non riuscendomi, nella situazione in cui mi trovo qui, di poterli condurre innanzi con quella sodezza e validità di prove che esige la scienza odierna. Fo voti perchè nella nostra Istria qualcuno sorga, il quale, con maggior fortuna e migliori forze delle mie, si faccia iniziatore e fondatore d'una Biblioteca delle tradizioni popolari istriane, che, simile a quella siciliana del Pitrè, ! raccolga in un corpo quel vasto materiale dialettale e jdemopsicologico, che giace ancora inesplorato nelle città e borgate del nostro paese, e che costituisce la prova più luculenta della nostra nazionalità. Se ciò si avvererà, io sarò ben lieto di mettere a dispòsizione del futuro Pitrè istriano quel poco che ho potuto raccogliere, oltre che nella mia città natia, a Valle, a Dignano, Galesano e Pirano. Vedano loro se la »Provincia" non si possa far iniziatrice di questa biblioteca, l'idea della quale so essere condivisa da altri. Loro obbligai ° e devot.0 Antonio Ive Ecco le lettere dello Strafico : VIII. Gentiliss(imo) Pne, ed Amico E un nuovo attestato della sua amicizia eh' ella si prende di favorirmi nello smercio de' nri Libri, della qual cosa le rendo molte grazie, essendomi assai a carico il timore di non restar debitore ai Librai, in sì fallita mercanzia. Il prezzo di lire venti otto, mi parebbe il più ragionevole, atteso che io ho avuto, un aumento di cinque o sei lire, per esemplare in trasporti, gravezza etc., onde il Libro costa libero un' Zecchino. Oltre di che non importa, colla facilità del prezzo, screditare la mercanzia. Ma mi rimetto in tutto alla sua cognizione : La prego far passare il denaro di due esemplari in mano del Conte Simon mio f.llo per il mezzo di Paolina, così se altro ve n' è di detta ragione. Io concorrerò volentieri a fornire il nuovo giornale Periodico eh' ella medita insieme col n. u. Balbi, e che non dubito sarà cosa bella e spiritosa, sotto la sua direzione. Principierò all' Anno nuovo. Intanto 1' avrò in parola di farmi conoscere alla mia venuta in Venezia del Cavaliere di cui Ella mi fa un ritratto, che invoglia. La prego di fare un mio ossequio alla Dama Cattina Loredana. Sone immerso in cure di Padre di famiglia, e di Vescovo, onde tacciono in me affatto le Muse briose, che in altra circostanza mi farebbero essere più prolisso cou lei : ma non mi tolgono però, quel sincero sentimento di stima con cui sono di V. S. IUS Città Nuova 14 ottobre 1778 off." Pne Amico Gio. B. Strafico Vesc.° di Città Nuova. IX. Amico, e Pne Stimatis.0 Al mio ritorno da Spalatro, ricevo dal Sig. Grimaldi il libro da V. S. publicato, e la sua cortesissima lettera, che lo accompagnava. Le rendo grazie dell' uno e dell'altra e le chiedo scusa, se non rispondo in Francese. Ciò costerebbe a me più riflessione, di quello, che mi permetta lo strepito delle officiosità degli Amici, e la fretta in cui scrivo per non differirle la risposta. Ella mi chiede il mio ingenuo giudizio sulla sua brillante brochure. Oh Dio ! che devo dirle ? L' oscurare la confermata fama o meritata, o nò, d'un uomo, che hà saputo per 60 Anni tener occupata 1' ammirazione e 1' emulazione dell' Europa, è impresa che chiede più eh1 una brochure. Il nome il titolo del suo poema est sont despeti-tesses à amuser l' infinit nombre des sots. Ma ella mi hà detto tutto, dicendomi la cagione, che l'hà determinata. Chi scrive al maggior numero, dee far cosà, ed ella hà spirito per capire le verità prattiche, ed'utili della vita. 11 libro eh' ella mi chiede s'intitola Farfalloni de Storici Antichi del P. 13 : Secondo Laucellotti Olivetano. Di questo è anche un' altra opera intitolata l'Aogeidi. Questi due libri cattivi e sconosciuti sono un tesoro per un Uomo di spirito, che voglia far l'Autore. Ma brio, vivacità precisione, e scelta nell' immenso Materiale, che somministrano. Se ella, che sà e può meglio d'ogni altro, vorrà prestarmi la debita attenzione, non dubito che faremo pulito. Anch' io potrò mandarle una brochure de ma fagon : ma il faut pardonner au noni de V Auteur. M'ami, mi scriva qualche volta e mi creda sempre Zara, 25 Gen.° 1779: Suo Aff'.' obi." Pnl ed Am.• Gio. B. Stratico Dal chiarissimo prof. B. Dr. Benussi riceviamo la seguente : Il Signore P. T., nei due uitimi numeri di questo periodico, assoggettava a minuziosa critica la publica-zioue del canonico Caenazzo „Süll1 approdo di S. Eufemia in Rovigno" mostrando come il tentativo da lui fatto di ridurre la tradizione a verità storica fosse in gran parte fallito. Nè poteva essere altrimenti : è questa la sorte di tutte le tradizioni. Quanto non fu scritto e non si scriverà su Troja, su Romolo e sulla miriade di Santi? Facile opera è il demolire, ardua e troppo spesso infruttuosa il ricostruire. Ad ipotesi si oppose ipotesi, contro un altare s'innalzò altro altare. Che se poi gli uni ci tengono a mostrarsi credenti e gli altri scettici, la investigazione storica non è certamente affidata alle migliori mani. Ma lo studio del can. Caenazzo si limita soltanto a ricercare una base storica alla tradizione di S. Eufemia? Sta forse tutto nella questione se si debba leggere Decij o Diocletiani, tempore Caroli Magni o tempore Ottonis, questioni così sottilmente cribrate dal Signor P. T. ? Questa non è che la prima parte dello studio, e si chiude a pag. 16. Da pag. 16 a 27 ne segue una seconda, mediante la quale, con un' accurata disquisizione, appoggiata sempre ai documenti, il can. Caenazzo viene a dimostrare come l'approdo dell' Arca avesse luogo al Monte di Rovigno e non in Val saline, come voleva il Dr. Kandier, e ci spiega, sempre coi documenti alla mano, cosa sia la cosiddetta „basilica" di Val saline, cosa i resti d'abitazione ed i pozzi là esistenti, affinchè altri, seguendo 1' opinione del Dr. Kandier non conchiudesse all'esistenza d'una grossa borgata ove mai esistette. Di più, da pag. 28-41, havvi un' Appendice, ove ai n.i 2, 3, 4 sta condensata una serie di notizie riguardanti la topografia, la chiesa, e vari riti speciali di Rovigno, cose tutte che il can. Caenazzo con grande pazienza ed amore raccolse, comprovò, e col publicarle le tolse alla dimenticanza in cui caddero tante notizie preziose che riguardano le nostre cittadette. Ed il Signor critico, il quale spende undici colonne a dimostrare una cosa del resto evidente, cioè che l'Autore invano si sforza ad inalzare la tradizione di S. Eufemia al grado di verità storica, non trova poi una sola paroia per ricordare al cortese lettore che nello studio del can. Caenazzo vi è un' altra parte che contiene molte verità storiche degne di nota ! E perchè ciò ? Forse perchè allora sarebbe mancata la ragione a quell'enfatica chiusa, in cui non fanno difetto neppure le fanciulle isteriche tanto in moda oggidì ? La Direzione della Società storica istriana, pur rispettando nella prima parte dello scritto il tentativo d'uu sacerdote di ricercare anche nella scienza le ragioni della sua fede, ha pubblicato nei suoi Atti lo studio del can. Caenazzo a motivo appunto delle interessanti notizie su Rovigno contenute nella seconda parte e nell' appendice del medesimo. Se poi io ho preso la penna in tale argomento, lo feci, non perchè il can. Caenazzo abbia bisogno di chi lo difenda, ma perchè sono stato io che 1' ho persuaso a consegnarmi il manoscritto, ed io l'ho proposto per la pubblicazione alla Direzione della Società storica. Finisco, facendo voti che nell' Istria si trovino molti dei Caenazzo, sicuro che si saprà sempre applaudire allo studioso patriota se anche vestito da prete. 2ST o tizi e Il giornale ufficiale Osservatore Triestino del 4 Giugno, ha pubblicato la Notificazione del Luogotenente che fissa il giorno 10 luglio p. v. per l'elezione suppletoria di un deputato alla dieta provinciale nel distretto elettorale delle città, borghi e luoghi industriali di Pinguente con Isola e Muggia col luogo elettorale di Capodistria. AVVISO Il Comitato promotore della Società di navigazione a vapore Istria - Trieste avendo ottenuto dall' Eccelsa I. R. Luogotenenza del Litorale col suo rescritto d. d. 18 Maggio a. corr. N. 7335 la definitiva approvazione dello statuto sociale, ed avendo raccolto il necessario numero di 4000 azioni (art. 8), ed essendo stato versato a sensi dell' articolo 6 siili' importo sottoscritto il 40 % nei termini dell' articolo 46, si fa dovere d'invitare tutti i sottoscrittori d' azioni alla prima seduta generale nella città di Rovigno*) nel giorno 20 Giugno a. corr. alle ore 4 pom. nella sala del Teatro, gentilmente concessa, col seguente : Ordine del giorno I. Comunicazioni del comitato promotore sull'approvazione governativa del progetto di statuto, sulla sottoscrizione di 4000 azioni e sul versamento del 40 % del loro ammontare, e prelettura del nome degli azionisti e delle azioni da questi sottoscritte. II. Lettura e discussione del progetto di statuto e costituzione definitiva della Società. III. Sanatoria delle spese incontrate dal comitato promotore. IV. Elezione del Consiglio di amministrazione composto di 11 azionisti (art. 11). V. Elezione di tre revisori e due sostituti per l'esame e revisione del bilancio (art. 30 b). VI. Discussione sulla proposta del Comitato sul-l'impegno contratto dagli azionisti, che primi aderirono alla formazione della Società, per l'acquisto del piroscafo „Adriana." VII. Eventuali proposte a sensi dell' articolo 238 del Cod. di Com. Parenzo, 2 Giugno 1886. Pel Comitato promotore della Società di navigazione a vapore Istria - Trieste Il Presidente II Segretario Francesco Sbisà Dr. Felice Glezer *) Vengono pregati tutti i Sig. Azionisti che prenderanno parte alla riunione di comparire muniti delle quietanze interinali loro rilasciate per comprovare il diritto alla votazione. Sono di più interessati i Sig. Azionisti iuori di Rovigno, che desiderano di prendere parte alla riunione, d'insinuarsi presso il Sig. Domenico Candussi - Giardo in Rovigno, perchè abbia a provedere pel loro alloggio in quella città. Cose locali Rappresentanza comunale, seduta dei 21 Maggio p. d. — presidenza del podestà G. Cobol, presenti 21 rappresentanti, 4 sostituti ; commissario governativo sig. Guido Pennello. Ordine del giorno : 1. Offerta per l'alienazione delle case ex Grisoni di ragione comunale ad uso Convitto diocesano di Parenzo-Pola. — 2. Presentazione del conto consuntivo del Civico ospitale per 1' anno 1885. Approvato il protocollo dell' antecedente seduta, il podestà presenta la domanda di S. S. Rev.ma Möns. Dr. G. Flapp Vescovo di Parenzo e Pola, fatta a mezzo di Möns. prep. Don F. Petronio, con lettera da Parenzo 17 Maggio, per l'acquisto delle case ex Grisoni verso pronti contanti di fior. 10000, a condizione che il comune ottenga lo svincolo dell' ipoteca che gravita su quegli stabili a favore dell' Istituto di credito fondiario istriano. Lo stesso podestà a nome della deputazione comunale, premesso, che la spett. Rappresentanza ancora nella tornata 24 - 25 giugno a. d. sopra proposta della deputazione, accolse unanime la massima di alienare le case di ragione comunale ex Grisoni e di destinare il prezzo realizzato in diffalco del debito verso l'Istituto di credito fondiario istriano, e che invano fu esperita all' uopo l'asta volontaria addì 18 Novembre, 17 Dicembre 1885, e 18 Gennaio a. c.; — considerato che gli stabili costarono al Comune fior. 9000 e fior. 500 circa per successive innovazioni, e che la rendita depurata non raggiunge quello del capitale ricavabile, — verificato anche di recente, mediante rilievi tecnici, che dette case per nulla corrispondono all' originario scopo d' acquisto, vale a dire, come edilìzio scolastico, bensì che il loro stato attuale reclama non lieve dispendio, causa la negletta manutenzione ordinaria, — constatati per prova gli o-stacoli e le difficoltà da parte di un corpo morale, quale il comune di attendere accuratamente alla stretta eco- nomia di un' amministrazione materiale congiunta a rischi ed a molte brighe e faccende ; — apprezzati altamente i preziosi vantaggi morali che presenta l'offerta per la provincia in generale, e per la città in ispecie col consolidare due nobilissime e provvide istituzioni, quali il convitto diocesano ed il nostro ginnasio, — la deputazione si compiace proporre il seguente Ordine del giorno: „La rappresentanza comunale delibera di vendere „ed alienare le case ex Grisoni di ragione comunale per ,uso del convitto diocesano di Parenzo - Pola al prezzo „offerto di fiorini diecimille, autorizzando la deputazione „a stipulare il contratto di compravendita ed a regolare „di conseguenza i rapporti fra il comune e 1' istituto „di credito fondiario nei sensi del deliberato 24 - 25 „Giugno 1885 od altrimenti nel miglior preciso interesse „del comune." Aperta la discussione, l'on. Babuder, si fa caldo propugnatore della proposta ; fa presente che il convitto diocesano fu istituito anni sono da Möns. Vescovo Gla-yina per raccogliere fanciulli della diocesi Parenzo-Pola con lo scopo di allevare sacerdoti che conoscano le coudizioni della provincia portino affetto al paese in cui nacquero. Che il convitto è molto frequentato, e per questa frequentazione che promette di aumentare, viene assicurata la frequentazione del ginnasio locale, in tempi in cui il governo è deciso di far cessare quei ginnasi che non avessero un sufficiente numero di scolari ; come recentemente abbiamo veduto. Esprime il desiderio che la deputazione si faccia interprete presso la Rev.ma Curia vescovile di Parenzo-Pola, della riconoscenza del paese, per la scelta fatta della nostra città a sede del convitto. 11 podestà accoglie il desiderio dell' on. Babuder, e porta a voti la proposta della deputazione, viene accolta a unanimità. Al secondo punto dell' ordine del giorno la rappresentanza rimette al comitato di revisione il conto consuntivo del Civico ospitale, per esame e riferta. Esaurito 1' ordine del giorno viene sciolta 1' adunanza. — Il giorno 3 giugno ebbe luogo il congresso generale della società di mutuo soccorso fra gli artieri ed operai ; la convocazione era stata fatta per il 30 Maggio, ma in quel giorno mancava il numero legale ; e neppure nella seconda convocazione si è potuto raccogliere la metà dei soci, numero necessario per deliberare sulle modificazioni dello statuto. Le quali sono di grande importanza, perchè si domanda la limitazione dell' età da 50 a 40 anni per l'ingresso nella società, limitazione dimostrata necessaria con esatti calcoli, onde conseguire in avvenire il pareggio del bilancio e rendere possibile la formazione del tondo pensioni. Abbiamo sentito lamentare dalla presidenza la poca puntualità nei pagamenti settimanali, causa di perdita di tempo del cassiere, ed abitudine poco buona dei soci, i quali a parer nostro meno assai rare eccezioni, pos-. sono disporre sempre dei 20 soldi al sabato se anche per ciò dovessero una volta fare il sacrifizio di un mezzo litro alla domenica. Furono approvati tutti i resoconti dai quali rias-I sumiamo che durante l'anno 1885, sedicesimo di fon- dazione, furono spesi per sussidi di malattie a 74 soci per giornate 1613, fiorini 1581, 32 cioè una media di 28, 79 ammalati per cento dei 254 soci effettivi; ed una media del sussidio per ogni giorno di malattia di soldi 98. — Furono capitalizzati durante 1' anno fior. 1002. 92. e rimase un civanzo di cassa di fior. 1229. 81. — Furouo incassati fior. 16, 44 di arretrati, e f. 2497, 68 di contribuzioei settimanali ; a fior. 667, 42 interessi di capitali parte collocati ad interesse con ipoteca, parte in lettere di pegno dell'Istituto di credito fondiario istriano, e obbligazioni del prestito nazionale austriaco ed un deposito di fior. 4041. 43 alla Cassa di risparmio di Trieste. Di più la società ha un fondo di f.353, 80 per sussidi a vedove e pupilli, e fior. 131.80.fondo della bandiera sociale. La facoltà mobile meno il 4% di deperimento viene valutata a fior. 282.06. — Totale della facoltà fior. 16357.59, conteggiate le carte pubbliche al prezzo di borsa del 31 dicembre 1885. Fu approvato il couto preventivo per 1'auuo 1886, con facoltà accordata alla direzione di sovvenire nelle proporzioni permesse dai fondi disponibili, il cursore Giuseppe Gennaro sempre zelante ne' suoi servigi e colpito da ripetute disgrazie domestiche. Venne anche deliberato di facoltizzare la direzione ed il consiglio di amministrazione di nominare un impiegato pagato perchè assista il cassiere ed il segretario nelle loro incombenze. Riuscirono eletti a voti unanimi a consiglieri i signori Pietro Presacco e Giusto Lazzari ed a revisori i signori Luigi Costantini, Pietro Debellich e Andrea Marsich fu Domenico. Maucaudo il numero legale per discutere le proposte di modificazioni dello statuto, il presidente presenta ai soci gli studii del chiarissimo sig. Dr. Vitale Laudi, direttore del ramo vita delle Assicurazioni Generali in Trieste, intorno alle questioni della proporzione dei contributi e dei sussidi, dell' età di ammissione, e dei calcoli di previdenza in generale che si riferiscono alla nostra società, e considerato il grande valore di questi studi, e le generose prestazioni, ispirate a nobili sentimenti, del chiarissimo autore propone a nome della direzione e viene accolto per acclamazione che gli sia indirizzato un atto di ringraziamento. Quindi il vicepresidente sig. Giorgio Cobol, con paziente e lucida parola dimostra ai consoci il bilancio di competenza da lui compilato sulla base delle indicazioni del Dr. Landi, e prende occasione per dimostrare con le cifre la necessità delle riforme dello statuto ed in cosa consistano. Sopra proposta del socio Dr. Antonio Vidacovich viene votato uu atto di ringraziamento alla direzione. Un atto di speciale ringraziamento viene diretto per acclamazione all' egregio cassiere sociale, il sig. Leonardo Venuti, il quale per ben dodici anni prestò la sua opera disinteressata con una puntualità ed una perizia, mosso da vero e beninteso patriottismo e quindi degno dei migliori encomi. Il congresso della sezione femminile ebbe luogo il giorno 23 Maggio; ci dispiace dover rilevare le misere condizioni di questa società; non bastarono le zelanti cure della dirigenza, nè l'esempio di quelle socie che con lodevole perseveranza persistono a tenersi unite, per richiamare a loro un maggier numero di donne. Non vale neppure 1' esempio tanto splendido della sezione maschile! — Pur troppo le nostre operaie non sanno comprendere ancora i vantaggi del mutuo soccorso, e non vedouo che gli obblighi per loro ahi troppo gravosi! perchè sottraggono loro i mezzi di adornarsi e sfoggiare lussi, che soltanto ai meno avveduti nascondono la squallida miseria. Da 44 socie, delle quali 19 contribuenti, si incassarono fior. 292.68, e ne furono spesi per sussidi di malattia fior. 109.80. Il patrimonio sociale era alla chiusa del 31 Dicembre 1885 di fior. 1027.60. Bollettino statistico municipale (li Maggio 1886. Anagrafe. — Nati (battezzati) 34; fanciulli 14, fanciulle 20; — Morti 22; maschi 10 (dei quali 5 carcerati), femmine 2, fanciulli 5, fanciulle 4 al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio nato morto. — Trapassati. 1. Sossich Giuseppe fu Luca d'anni 82 — 7. C. A. (carcerato) da Zara, d'anni 24 — 8. Schimonek Maria fu Giovanni, d'anni 76; D. P. (carcerato) da Capodistria, d'anni 41 — 9. Degiusto Luigi di Luigi, d'anni 18 — 11. M. S. (carcerato) da Zara, d'anni 18 — 14. Tremul Elisabetta fu Francesco, d' anni 76 — 16. V. G. (carcerato) da Trieste, d' anni 19 — 22. Basa Ugo di Lino, d'anni 8 — 25. Klose Augusto di Enrico d'anni 37 — 28. D. G. (carcerato) da Miola nel Trentino,, d'anni 62 — 31. — Rabaz Luigi fu Melchiorre, d'anni 13. Più fanciulli 5, fanciulle 4 al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio nato morto. — Matrimonii : 26. Simeoni Isidoro fu Antonio — Ba-cich Maria fu Giorgio. — Polizia. Denunzie di polizia sanitaria 2 ; di polizia agraria 1; per contravvenzione al regolamento sul possesso di cani 1 ; per contravvenzione all'ora di polizia 2 ; per contravvenzione al regolamento sui publici balli 1. — Sfrattati 9. — Usciti dall'i, r. carcere 10, dei quali 3 dalmati, 2 istriani, 2 triestini, 1 goriziano, 1 croato, 1 regnicolo. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 13; per ettolitri 69 y, prezzo al litro soldi 44. — Certificati per spedizione di vino, 5 per ettolitri 2 litri 17. — Animali macellati. Buoi 50 del peso di chil. 10934 con chil. 774 di sego; vacche 5 del peso di chil. 770 con chil. 57 di sego; vitelli 25 ; agnelli 62. — Licenze di fabbrica 1. — Licenze industriali : 0. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria 0 — Lazzaretto 0. Appunti bibliografici Appunti per un parallelo fra Manzoni e Walter Scott. — Memoria letta alla Reale Accademia di Scienze morali e politiche dal socio Francesco D' Ovidio. Napoli. Tipografia e Stereotipia della R. Università 1886. Gli studi frammentari, le analisi minute, la smania di ricerche delle fonti, fontane, ruscelli e rivoletti, sono una tendenza della letteratura contemporanea che si adatta alle esigenze giornalistiche, e si disperde negli articolucci delle gazzette festa-jole. Anche i migliori seguono la corrente : dopo tutto si ha pure a legare l'asino dove vuole il padrona; tra questi l'egregio D'Ovidio Professore all' Università di Napoli. Negli studi del D' Ovidio però, m'affretto a dirlo, questi raffronti e paralleli. tra le opere dei grandi scrittori, non sono ricerche oziose, e con 1' acuto ingegno egli sa sempre trovare osservazioni nuove ed opportune che gettano lume sull'autore esaminato, e ne affermano la personalità, anche quando lo studio sembri a prima vista solo condotto per additare nuove fonti od istituire paralleli con altro autore. Ai lettori della Provincia poi il nome del D'Ovidio non deve riuscir nuovo: nel Num. 1 del 1879 c'è un appunto bibliografico sui — Saggi critici — del medesimo autore. Anche con questo scritto intendo di richiamare P attenzione degli ammiratori del Manzoni a quanto si scrive in Italia sull'immortale autore dei Promessi Sposi, e completare così quanto fu detto in altro mio lavoro — Letteratura Manzoniana (N. 16, 17, 18, 1879) in questo foglio. Ed ecco ora di che si tratta. In altra occasione il Prof. D'Ovidio avea istituito un paragone tra i Promessi Sposi e il Don Quijote, con molte riserve, restrizioni e dubbiezze, s'intende, ed irresoluto egli stesso se „si tratti tanto quanto ci' i-mitazione o di spontanee rassomiglianzeIl Professor Borgognoni, in un suo articolo su — Don Ferrante — nella Domenica Letteraria e nella Cronaca Bizantina (17 Maggio 1855) prende troppo quei raffronti alla lettera, e troppo, per così dire di punta e conchiude: non è a Don Quijote che guardò il Manzoni, ma a Walter Scott. Gli risponde il D' Ovidio. Una cosa non esclude 1' altra. Io ho studiato i rapporti del Manzoni col Cervantes; ma non perciò escludo tutti i possibili raffronti con altri autori, chè certo il Manzoni non avea letto solo il Cervantes. E per far toccare con mano al contradditore il suo torto, egli con molta disinvoltura gli voga, come si dice da noi, sul remo, ed aggiunge: Di questi raffronti se ne possono fare molti; volete lo Scott? eccovi servito. Sarei buono anche io di trovare relazioni tra i due scrittori, ma ci vorrebbe tempo che non ho ; si avrebbero a leggere tutti i quarantotto volumi de' romanzi dello Scott ; ma perchè questa pazienza io non abbo, mi basterà cavare questi raffronti da tre romanzi dello Scott: Il Monastero, l'Abate e l'Antiquario, rettificando se occorre e dando il giusto valore alle a-nalogie notate dal prof. Borgognoni, e colla speranza 1 che altri faccia meglio, e che poca favilla gran I fiamma secondi. Il D' Ovidio ha non una ma cento ragioni ; j solo in questa faccenda della gran fiamma non sono idei suo parere, e spero invece che la favilla ri-! marra sempre favilla. A che giovano poi all'arte, alla vera, alla grande arte tutte queste benedette disquisizioni? Che si facciano in un opuscolo, in un articolo, passi, e come ho già detto quando sono condotte da uomo d'ingegno (e tale è il caso del D'Ovidio) possono dare luogo a della buona critica, e a rilevare la robusta originalità dell' autore esaminato. Ma tutto un libro — Le Fonti dei Promessi Sposi! — il cielo ce ne liberi. La strada che mena a Bisanzio non è poi tutta ancora tracciata in Italia, e c'è da sperare che non si traccerà mai. Perchè questo si hanno a fìggere bene in niente i critici della scuola storica. Uno scrittore realista (nel buono e vero senso della pprola) cerca i tipi de' suoi personaggi nelle varie persone che vede e conosce (nei burattini che gli vengono a ballare dinanzi direbbe il Giusti) e un po' anche nei personaggi che si trovano nei libri. Ma di questi in uno scrittore originale, la somiglianza è quasi sempre accidentale; sono fantasmi passati un momento per la sua niente, sono imitazioni spesso non volute, ma presentatesi spontanee alla fantasia o meglio alla immaginazione che di varie percezioni compone un nuovo tutto e crea. E come poco o nulla giova all' arte sepere chi sia stato il prete vero e vivo donde il Manzoni trasse il suo don Abbondio, o la contadinella brianzola, studiata per cavarne Lucia, sempre con quella certa idea che avea in mente, così meno che meno ci desta interesse conoscere da quali libri e da quali autori derivino i personaggi del Manzoni; perchè dei tanti libri letti a diletto ed a studio più sbiadite e fuggevoli, e meno volute e cercate sono le immagini. Ma io pesto 1' acqua nel mortajo ; l'egregio D' Ovidio è di ciò persuaso. Dopo molti raffronti tra il Manzoni e lo Scott egli conchiude: — Ma tali analogie, è inutile dirlo, si riducono quasi sempre a conformità di situazioni, e l'imitazione non va quasi mai al di là del concetto fondamentale — (pag. 13). Ed altrove aggiunge — che possono anche essere incontri affatto fortuiti. — In quelli poi che non sono tali, il D'Ovidio vede sempre bene le differenze, scopre nuove bellezze e conchiude riconoscendo la robusta originalità del Manzoni. Così nel parallelo tra Padre Cristoforo e il Warden nel Monastero di Walter Scott. „Ma il Warden, nota il D'Ovidio, non ha alcun affetto per la infelice donna di Giuliano la quale egli vede per la prima volta; ed a favore di lei insiste per mero scrupolo religioso, e senza mai perdere la sua mistica impassibilità ; laddove Cristoforo ha vera ed antica tenerezza per la buona Lucia, e oltreché zelo di missionario, ha sentimento di uomo e perde la pazienza, e s'infiamma e grida sdegnato" (pag. 14). A rincalzare questo argomento mi compiaccio di richiamare l'attenzione del D'Ovidio ad un altro brano del Romanzo. Quando Renzo nel lazzeretto monta sulle furie contro don Rodrigo e manifesta sentimenti di vendetta, il Padre Cristoforo tira in campo Lucia, l'uomo vecchio si trova daccordo col nuovo ed esclama : „ . . . Va, sciagurato, vattene! 10 speravo ... si, ho sperato che, prima della mia morte, Dio m' avrebbe data questa consolazione di sentire la mia povera Lucia fosse viva; forse di vederla e di sentirmi promettere da lei che rivolgerebbe là verso quella fossa dove io sarò. Va, tu ni' hai levata la mia speranza. Dio non l'ha lasciata in terra per te; e tu certo non hai l'ardire di crederti degno che Dio pensi a consolarti. Avrà pensato a lei ; perchè lei è ima di quelle anime a cui son riservate le consolazioni eterne. Va ! non ho più tempo di darti retta." (Cap. XXXV) Ecco una stupenda rivelazione dell' umano ; uno scoppio di santa gelosia, fra Cristoforo è fra Cristoforo. Ottime tutte le altre conclusioni del D'Ovidio, e specialmente la seguente: „E chi tra il grosso mucchio dello Scott e 1' unico libro del Manzoni credesse maggior ricchezza il mucchio, sarebbe paragonabile a chi, invitato a scegliere tra una moneta d'oro e una manciata di soldi, preferisse quest'ultima. 11 critico deve invece rammentarsi che sono appunto le opere mediocri quelle che si possono confezionare a decine secondo un modulo che una volta fatto serve indefinitamente ; laddove è proprio delle opere grandi che la natura quando ne ha fatta una ne rompa subito la stampa" (pag. 27). „È stato narrato, scrive nella pagina seguente il D'Ovidio, che lo Scott capitasse nell'ultimo anno di sua vita a Milano, e recatosi dal Manzoni, ed entrati tutti e due nei complimenti, il Manzoni dicesse: i Promessi Sposi sono opera vostra; e lo Scott di rimando : i Promessi Sposi dunque sono il mio migliore romanzo." (pag. 28) Questi non sono che meri complimenti, osservò un critico illustre ; il Carducci poi, l'Ami!carelli, e forse anche altri, notarono come il romanzo dello Scott — La bella fanciulla di Perth — abbia grande conformità coi Promessi Sposi. Il professor Fene-roli e il professor Toracca dimostrarono invece come due e due fanno quattro che i Promessi Sposi u-scirono nella primavera del 1825, e la Bella fanciulla di Perth nel marzo del 1828. Questo poi non si può proprio dire che fosse un mero complimento! Uno studio rimane a fare sempre sul grande milanese : — Del Sentimento della natura del Manzoni — come ha fatto lo Zumbini pel Petrarca; TjATODISTBIA, Tipografia di farlo Priora. studio che mi permetto di additare al D'Ovidio. II sentimento della natura entra nell' arte manzoniana non pure come immagine, ma anche come affetto, non è solo elemento oggettivo, ma è un pensiero del poeta che vede la natura in relazione col vario stato de' suoi personaggi. Anche qui il Manzoni è grande. E per vero queste relazioni sono spesso in molti scrittori assai facili ; sono descrizioni bellissime, e rispondono anche allo stato dell'animo, ma al critico appariscono spesso superficiali. Descrivere per esempio un bel mattino e vederci il riflesso d'un' anima contenta o viceversa è un luogo comune. Non così nel Manzoni. Recherò un solo esempio: Veggasi la stupenda descrizione del temporale al capitolo XXXVII. Renzo è contento perchè ha trovato Lucia che sarà sua finalmente ; ii temporale infuria; ma il giovane „in quel susurrio, in quel brulichio dell' erbe e delle foglie, tremolanti, gocciolanti, rinverdite, lustre metteva certi respironi larghi e pieni, e in quel risolvimento della natura-sentiva come più liberamente e più vivamente quello che s'era fatto nel suo destinoE quei sgambetti nell'acqua, e quelle fregatine di mani ! Dalle stucchevoli descrizioni della primamera e del verziere nei trovatori provenzali, dai ruscelletti arcadici, e da molti luoghi comuni anche nei moderni, a questo temporale manzoniano, quale ardito passo dell'arte ! Non fonti e fontane adunque ; ma studi in questo senso come li sa fare P egregio D' Ovidio, sulP opera immortale del Manzoni. Così, scoperta una fonte benefica d'acque termali e minerali sorge sul luogo un magnifico edilìzio a comodo dei bagnanti e dei viaggiatori. Ma torno a questo s' alzano col tempo altri alberghi per le fortune minori, e casette e villini; e tutti qual più qual meno si rispecchiano nella circostante scena, e si allietano di quel sorriso di cielo, d' acque e di fronde. P. T. PUBBLICAZIONI Manuale delle leggi e regolamenti comunali e provinciali nonché delle varie altre leggi ed ordinanze ai medesimi attinenti, valevoli per la contea principesca di Gorizia e Gradisca e pel margraviato d'Istria, elaborato da Giovanni Waller. Innsbruck —■ Libreria accademica Wagneriana editrice. 1886. — Il titolo dell' opera ci dispensa dalla descrizione del contenuto, ma crediamo far cosa utile raccomandandone 1' acquisto a tutte le amministrazioni comunali, ed aziende di qualche importanza. Questo manuale ha un registro del contenuto, e un indice alfabetico, assai ben fatto, in modo che prontamente si può avere sottocchio tutto ciò che si riferisce a qualsiasi questione. — Per l'acquisto rivolgersi alla Stamperia Wagner Innsbruck. Pietro Madonizza — Anteo üraYisi edit. e rudit. respouaaDili