l'unione CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 !_ I Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore i V integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. — Nasce Ctfuseppe Giusti — V. Illustrazione. — li Re sancisce e promulga la legge sulle guarentigie papali — (F Illustr Soldi IO al numero. L'arretrato soldi SO Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia ANNI VERSAMI - }'Ì T? IGIENE (Cont. Vedi N. precedente) Da quanto abbiam veduto intorno al processo della nutrizione, ne risulta che il ben digerire dipende da due circostanze, cioè 1. dalla qualità dei cibi più o meno digeribili, 2. dallo stato dello stomaco, e in generale di tutti i visceri che concorrono alla digestione. 1. V' hanno alcuni, i quali credono ed insegnano che l'uomo, per vivere sano debba nutrirsi solamente di erbaggi ed astenersi assolutamente dalle carni. La è una opinione antichissima sostenuta da Pitagora, filosofo che visse ventidue secoli fa, e riprodotta il secolo scorso da G. G. Rousseau, ma nè l'uno, nè l'altro erano medici. Il primo la sosteneva perchè insegnando egli la trasmigrazione delle anime umane da un corpo all'altro, compreso il corpo delle bestie, c'era pericolo, che uccidendo, verbi grazia, un lepre si sprigionasse l'anima d'un qualche lacchè, condannata ad inabitarla; quanto fosse stravagante Rousseau, lo sanno tutti. Il fatto sta, che l'uomo perchè provveduto di tutte tre le qualità di denti (incisivi, canini e molari) e di budella che sono notevolmente più lunghe di quelle delle bestie carnivore, e notevolmente più corte di quelle degli erbivori, *) è destinato a mangiare di tutto ed a pascersi quindi di cibi tanto animali che vegetali. Mangiate dunque tutto quello che volete purché vi guardiate dai cibi indigesti; ed acciocché sappiate quai cibi sono indigesti, vi darò alcune regole generali, colle quali distinguerli. 1. Considerate come indigesti i cibi ai quali non siete abituati. Lo stomaco non agisce soltanto meccanicamente, ma per forza vitale, e la quotidiana esperienza c' insegna che *) La lunghezza degl'intestini misura nel capretto ventiotto volte quella del suo corpo, nell'uomo sette volte, nel leone tre volte e mezzo. _APPENDICE. LA VENDETTA DI GUY NEWTON racconto di Mary Cecil H a y Traduzione dall' inglese di ANNA P. I La mia amicizia con Guy Newton data dal primo giorno del nostro incontro nel collegio, e quando dopo l'ultimo semestre ci separammo, potemmo gettare con piacere uno sguardo sul corso, non mai nè interrotto nè turbato, de' nostri studi. L'ultima sera del nostro soggiorno colà la passammo tutta insieme nella mia stanza, il nostro usuale luogo di convegno, giacché la mia debolezza non mi permetteva di girar molto ; e Guy diceva sempre, che era più piacevole sedere in mezzo a' miei libri ed a' miei quadri, che in mezzo alle pipe ed agli speroni. Quella sera parlava egli quasi sempre, ed io sedeva ascoltandolo ed interrogandolo, scorgendo soltanto ad intervalli, attraverso le nubi di fumo, la sua faccia tutta intera. E la sua era una bella fac- le persone avvezze ad usare alimenti indigesti ed anche nocivi non ne provano alcun effetto. Mitridate, un antico re nell' Asia, per tema di venir avvelenato, s'era talmente abituato al veleno, che più non ne risentiva alcun danno. I Turchi prendono senza nocumento enormi dosi di oppio, mentre cinque o sei grani di questa sostanza bastano a far perire chi non u' è avvezzo, e, se avete letto il Bertoldo in ottava rima, saprete che questo pover' uomo morì fra duri stenti ed aspri duoli Per non poter mangiar rape e fagliteli. Or eccovi la prima regola d'igiene : Non cambiate mai sistema di vitto e meno poi nel caso, che serpeggiasse una qualche malattia contagiosa d' indole addominale come sarebbero le diarree, le coliche, e il colera; imperciocché l'alterato sistema d' alimentazione vi produrrebbe un' alterazione nel processo digestivo e potrebbe compromettere la vostra buona salute. 2. Come gli altri sensi, così anche il gusto ha le sue simpatie ed antipatie, e queste sono diverse come nelle diverse nazioni, co-ì nei singoli individui. I Persiani aborrono dallo storione e dal gambero, che sono negli Europei cibi ghiotti; i Tedeschi considerano le chiocciole come una pietanza squisita, e in molti luoghi della Francia le si hanno per nauseanti. Presso di noi sono le tartarughe per alcuni una vivanda eccellente, per altri un cibo che ributta al solo guardarlo. Qui non è il luogo di ricercare da che cause dipenda la diversità dei gusti nè come accada che vi sieno delle persone le quali soffrono delle idiosincrasie, cioè non possono assolutamente tollerare nello stomaco certi alimenti, che ad altre persone riescono molto graditi ; ma il fatto sta così, e chi ama la sua salute deve rispettarlo. Abbiatevi dunque una seconda regola: Quando desinate, o cenate, cibatevi di quegli alimenti che sono piacevoli al vostro gusto, se eia con quella barba bruna, ricciutella, e con quegli occhi grigi così intelligenti. Ho sentito dire alcuni vecchi, osservò Newton, che il tempo passato in collegio è stato il più felice della loro vita. Per noi è stato anche bello, ma pure, Hai, spero che un giorno non diremo come essi. — Lo spero. — Eppure per me c' è una prospettiva di doverlo rimpiangere durante questo lungo autunno, confinato a Rosslyn con nessuno da ciarlare, forchè il vecchio Sir Archibald, mia cugina Kate e il di lei fratello, capitano Eliot. — Ci sarà dessa? ci sarà miss Eliot? — Sì. Sir Archibald mi promette con molta enfasi ch'ella ci sarà. — Oh! — Kate Eliot, la cugina di Guy, era stata parecchie volte ad Oxford, di modo che la conoscevo benissimo. I nostri compagni usavano scherzare sulla simpatia ch'ella dimostrava quasi senza nessun riguardo pel bel cugino. Benché io non avessi mai preso parte a questi motteggi, puro non la mi piaceva, nè io anche grossolani e di diffìcile digestione, purché ne siate avvezzi, e li digerirete assai meglio dei cibi più leggeri che non vi piacciono. Gli alimenti che più solleticano il palato o che si mangiano con senso di voluttà, si masticano meglio, vengono più intimamente mescolati colla saliva, più piacevolmente ricevuti dallo stomaco e più compiutamente disciolti dai sughi gastrici: essi riescono quindi più nutrienti e meno pesanti. (Cont.)_G. F.-A. Sull'utilità d'istituire fra noi UNA BANCA POPOLARE A quanto dissi in questo proposito nel N. 12 dell' Unione, mi piace aggiungere qui alcune parole per provare quanto prema di istituire una banca popolare basata sull'associazione e sul risparmio, ed a quest' uopo, sorpassando le teorie che stanno in favore di tali benefiche e moralissime istituzioni, ricorrerò colla scorta dei fatti a quelle considerazioni pratiche, che con la maggior possibile-evidenza ne facciano spiccare la somma utilità e la sicura garanzia di buona riescita. A sollevare i bisogni del popolo abbiamo qui il Civico Monte di Pietà, il qual» peraltro non può sviluppare la sua sfera di azione oltre la cerchia dei puri e minuti bisogni del vitto, ed ove lo volesse, non lo potrebbe per il disposto de' suoi regolamenti. Un capitale di circa venti mila fiorini impiegato in giro a pegni, subisce in quattordici mesi una continua e completa rotazione; e se pure nel trimestre agosto, settembre e ottobre si riscontra qualche giacenza di denaro, torna questa spesse volte opportuna a pareggiare quegl'imprestiti che quasi inevitabilmente il pio luogo incontra nello scabroso1 trimestre febbraio, marzo ed aprile. Senza temat di esagerare si può essere certi, che se si allargasse il prestito dell'importo a pegni, troverebbe sicuro e continuato impiego anche un poteva immaginare qual gusto potesse sentire Guy nella prospettiva di trovarsi secolei nel vecchio castello irlandese, che mi aveva descritto allor allora. — Mi pare impossibile, Guy, che Rosslyn sia un luogo tanto solitario come me lo descrivete. — Ma vi assicuro che lo è. Potrete a-desso farvi un' idea. Un tetro castello sulla sponda del più tetro lago d'Irlanda; metà dell'edilìzio in rovina; l'altra metà addobbata con lusso e sempre aperta come un albergo, riboccante di servitù e di animali, e di parassiti d'ogni specie. Stanze belle e splendide da una parte, ove i ceppi fiammeggiano nei camini come torcie; dall' altra parte camere oscure, che ripetono l'eco di suoni, di voci e di passi misteriosi. — A me piacerebbe. M'immagino la parte del soggiorno che non mi dipingete. Guy rise. Volete dire una vecchia e ricca biblioteca, buone caccie, una famosa scuderia, recessi pieni di sole presso il lago. Ecco il lato, che voi vedete, non è vero? Benone ! vorrei solamente che ci veniste, Harry. doppio capitale, con immenso vantaggio della i popolazione, e particolarmente della classe degli agricoltori. Il numero annuale di circa otto mila bollette, prova quanto sia il frastaglio degl'importi prestati, e quanta la falange dei bisognosi. Oltre a questa benefica istituzione abbiamo qui 1' altro Monte di fondazione Gri-soni, il quale può disporre d'un capitale pari al Monte Civico, ch'esso per altro, potendo allargare gli esborsi verso pegno in oggetti preziosi anche ad una cifra superiore a decine e centinaia di fiorini, esaurisce tanto sollecitamente, da non poter soddisfare per qualche mese dell'anno a molteplici domande di pegno. Sono quindi quaranta mila fiorini che circolano con modico interesse, e producono, oltre le spese d'amministrazione ed altre di obblighi pubblici e privati, un qualche civanzo. Non è piccolo beneficio per il nostro paese e luoghi del circondario l'avere un paio d'istituti di questa sorte, ma purtroppo questi non bastano, e lo prova l'esistenza e la crescente vitalità di certi mercati, che del povero menano scempio. Non tornerà inopportuno poi l'accennare a quelli, che realmente benefattori, soccorrono con ragionevole loro vantaggio ai maggiori bisogni delle pic-Gole economie, procurando così quel benessere, che dal primo beneficato s* espande a coloro che con esso lavorano alla produzione del capitale. È evidente che un istituto, quale una bianca popolare, nel diffondere il credito fra una popolazione come la nostra solerte e laboriosa, svilupperebbe le piccole industrie, e particolarmente nel ramo dell' agricoltura a-guzzerebbe vieppiù l'ingegno del nostro bravo popolano, beneficando nella trafila delle lunghe operazioni dei campi quei molti che vivono dejla giornata. Non ritengo difficile il raccogliere fra noi un millecinquecento o duemila azioni di fiorini trenta l'una, che tante basterebbero nei primordi delle operazioni, e tanto più facile sarebbe la riuscita, stabilendo, per esempio, il versamento d'un quinto all'atto della iscrizione, ed il rimanente in rate mensili di uii fiorino, od anche di pochi soldi settimanali. Non manca in una tale creazione, nè lo stimolo di un certo lucro, nè la soddisfazione morale d'un'opera buona; v'è quindi ragione di sperare che l'attuazione pratica fra noi non gi faccia attendere a lungo. E che una simile istituzione prenda più larghe proporzioni della cerchia cittadina, è molto probabile quando si riflette alle miserande condizioni del credito nell'Istria nostra. Fatta eccezione d' uno o due paesi, tutto jl resto della provincia difetta d'istituzioni a sollievo dei bisogni materiali del popolo. Da qualche tempo nelle borgate di cam- La vostra faccia così calma ed intelligente e le vostre saggie rimostranze mi mancheranno di molto, ila ecco che ho dimenticato un tratto di questo tetro paesaggio. Sulla sponda del Jago s'innalza una solitaria rovina la di cui raison cT ètre la storia non ha mai spiegato. Racchiude una scala brutta e rotta, che conduce ad una stanza superiore, una parte della quale, là ove il tetto di pietra è sfondato, è scoperta e lascia vedere il cielo. Bah ! è un luogo da fantasmi. In tutta liosslyn, caro Hai, non c' è un luogo così bello e graziosetto come questa vostra stanzetta, e nessuno c' è che possa tenermi luogo di voi. — Aspettate e vedrete. E non ci volle molto tempo. Malgrado questa confidenza di Guy, non ebbi molto da ^spettare per accorgermi, che il mio posto era meglio che occupato. La prima lettera di Newton da Rosslyn non conteneva che un breve racconto della sua vita colà e di quella degli 3,ltri ospiti, accompagnato da cenni alle memorie umoristiche ed affettuose dei nostri giorni di collegio. Ma appena ricevuta la seconda m'avvidi subito della differenza. pagna e centri vicini, dove per solito i bisogni volgono alle munizioni da bocca, s'è immaginato un' operazione di prestito a scambio di derrate, che in apparenza lusinga assai il povero agricoltore, Si tratta del prestito d'uno staio di formentone, ordinariamente fatto nella stagione invernale, verso restituzione d' uno staio di frumento al tempo della sua raccolta, e su questa stregua si procede nel resto. Ove trattisi poi di danaro, le richieste dei prestatori sono ancor più vagamente delineate. Per dar un esempio della specie, mi basti citare un umanissimo benefattore che felicita di sua presenza la città di Parenzo, il quale ne' suoi prestiti s'accontenta, poveretto, d'un solo soldo per fiorino al giorno. Di monti e monticelli di tal sorte poi nessun luogo difetta, e fortunato quel sito dove il privato massaro s'accontenti di far semplicemente un buon affare. Dopo questi fatti mi sembra inutile l'aggiungere parole. Chi può, faccia ; non conta il il sito: in provincia siamo in famiglia. Miglioriamo, senza far danno ad alcuno, le condizioni materiali del popolo, e vedremo mutar fisonomia, cou vantaggio scambievole, anche lo stato morale. . G. Cobol. SOM/ITI I. Non diventar di porpora, o modesta, Se ti stendo con enfasi la mano; Non vuoi si s mostri il v'iatore in festa, Se nel deserto incontra un volto umano ? Oh! meco sii pietosa! Ispida e mesta Traggo la vita, m'ange un fato arcano; E il volgo poi, che solo l'occhio arresta All' incerto parer, mi chiama insano. Lascia eh' io guardi nella tua pupilla : Vado cercando che m'imfiammi l'alma D'un santo amor la mistica scintilla; Vado cercando 1'angel che mi dica: T'incora, avrai da me dolcezza e calma Fin che ritorni alla gran madre antica. II. M' odi ! O stupenda dalla chioma bionda, Al cui sorriso ognuno s'innamora, Ovunque muovi il piede, a te s'infiora D' amor, di fède, quanto ti circonda. T'illudi : nell' etade tua gioconda Il doloroso vero ancor s'ignora, Chè la ragion com'ebra, dall'aurora Al vespero di sogni sol s'innonda Non ti fidare: il mondo è un mar di gelo Che al navigbier giammai l'ansie perdona. Cerchiamo in noi, cerchiamo il nostro cielo ! Mite qui dentro è 1' aer, ma su la via Senti come il natio borea frastuona, Alle vetrate quanta neve invia. Aprile 1875. Dr. Fragiacomo. Per la prima volta in vita sua Guy eia innamorato. Amava profondamente e di tutte le sue forze, come ritenevo sempre che amerebbe un giorno. Mi mandò un giorno il di lei ritratto, e da questo e dalle lettere di lei mi pareva conoscere benissimo Rosa Kavauagh. Ella era piccola, bionda, di una bellezza delicata. Di salute sempre gracile, era stata custodita ed assistiti con cura incessante, di modo che il suo spirito aveva serbato una certa dipendenza infantile. Dalle domande alle quali Guy evitava di rispondermi, quanto da quelle alle quali mi rispondeva, venni a risapere due cose, ed erano l'antipatia di miss Eliot per Rosa ed il fatto che il capitano Eliot era esso pure un caldo pretendente alla mano di miss Kavanagh. Guy ne parlava pochissimo, ma mi pareva di comprendere molto bene la doppia rivalità. Conoscevo Guy abbastanza da riuscirmi lieve cosa il leggere tutto ciò nelle poche parole, che forse quasi inconscio mi scriveva. Finalmente ebbi una lettera, nella quale mi confidava che prima ch'io la ricevessi ancor^, egli saprebbe se Rosa l'amasse o no. Alessandro «le' Medici, Tragedia del prof. Gualberto Le Marzo. — Trieste, G. Balestra e C.i 1875. Se è vero che il dramma moderno, a differenza dell'antico tutto ideale, rappresenti nell' atto 1' umana società agitata dalle passioni, non anderebbe, credo, errato chi dicesse che l'egregio prof. De Marzo aggiunse al tesoro dell'arte un nuovo gioiello col suo lavoro tragico eh' egli diede poco fa in luce dedicandolo con un gentil sonetto alla bella Trieste. Qual sia l'intenzione dell'arte in generale e tispettivamente del poeta sul lavoro in discorso, inutile è il soffermarvisi, inquautochè chiaro egli appare dal passo di Cicerone che ci mise in fronte l'autore stesso; „Nulla no- bis cum tyrannis societas.....hoc omne genus pestiferum atque impium ex hominum communitate exterminandum est" ed è come la musa ispiratrice della mente del poeta. Ci sia lecito ora col debito riguardo alla fama letteraria del celebre professore, dire come da lui sia stato asseguito lo scopo dell' arte sotto il triplice rispetto della scelta dell'argomento, del modo di svolgerlo e della forma esterna. La bontà del soggetto vale a ringagliardire le ali del poeta, se l'ingegno sa mantenere la forza dello slanci» che da esso gli viene comunicato. La storia ricca di soggetti tragediabili non potrebbe, per dipingere l'opera di tiranni vili, sfrenati e rotti ad ogni vizio, offrirci un tipo meglio adatto a renderci odiosa la tirannide di Alessandro soprannominato il mulatto. Egli, come gli storici di quel tempo ce lo dipingono, e fu ritratto da quell' ingegno sovrano che fu l'Alfieri nella sua " Etruria liberata „ sostiene la parte di protagonista, e dal principio al fine dell'azione con linea a-scendente riepiloga i tratti salienti del suo carattere che rendono inevitabile una catastrofe ed è il frutto, niente più, dell'educazione politica avuta dal genitore; ambizione di regnare armata de' più scaltri accorgimenti, che a sè tutto sacrifica, diritti, doveri e perfino l'onore de' suoi più cari. Anime allevate a questa scuola, quando sono al potere e si trovano all'apogeo della loro gloria, le diresti d'una tempra ferrea, e non suscettibili ad accogliere sentimento che svilisca la loro natura. Così è d'Alessandro che appunto nel momento in cui parrebbe più sicuro che mai per la fiducia di chi lo circonda e le potenti attinenze cou altri sovrani, egli si turba, teme, vede fantasmi che lo perseguono, la sua creduta potenza vacilla, e l'ambizione stessa gli prepara la caduta, quanto meritata, altrettanto ignominiosa. Tale il De Marzo seppe ritraici Alessandro nel processo psicologico de' suoi atti uma- „ La prossima volta dunque che vi scriverò, vi dirò che sono l'uomo il più felice o il più miserabile della terra. " Non sentivo nessun timore pel mio amico. Ma la lettera non mi giunse mai. Gli scrissi, e gli scrissi di nuovo; ma mai una parola di risposta ; e finalmente rinunziai alla speranza di aver più nuove del mio vecchio amico di collegio, e di più rivederlo. II. Era passato più di un anno dal giorno nel quale, Guy Newton ed io, ci eravamo separati In un dopopranzo del mese di ottobre stavo appunto pensando a lui, mentre fumavo uno zigaro sulla finestra del mio albergo a Roma; e guardando nella piazza di Spagna, vidi un signore traversarla e raggiungere un gruppo di persone, fermate sotto la mia finestra. Trasalii e guardai più attentamente. Certo quegli era Guy. Ma lo era davvero? La faccia e la figura erano di Guy; ma non aveva la sua folta barba bruna. Era forse la mancanza di questa che mi ni, che danno infamia alla sua malaugurata tirannide. Figura interessante è Alamanno Salvia-ti confidente del tiranno, tipo di quegli uomini patriotici che con la saviezza de' loro consigli sanno distemprare l'ire de' tiranni e giovare, non potendo meglio, la patria affine di farle sentire meno pesante il giogo della servitù. Quanta virtù non iscorgi in quest' uomo che è costretto vivere accanto ad un ribaldo, che soffre, tace per rimuovere al suo paese nuove stragi senza romper fede al delicato uffizio! Ci desta ammirazione. Ma ben diverso dall' Alamanni, benché ammesso anch'egli a partecipare dei secreti dello stato, è Lorenzo congiunto del tiranno. Dello stesso sangue interessi di famiglia e commercio di libidini, lo stringono ad Alessandro, di cui ci appare stromento alle più laide sfrenatezze, finché un' onta di famiglia fa sì ch'egli vi ripari con l'onta e diventi assassino. Così per legge provvidenziale il ribaldo è vinto dal ribaldo, e la colpa vendica la virtù. — Tremenda ad un tempo e salutare lezione! Qual parte vi fa donna Margherita sposa ad Alessandro per un buon gruzzolo di fiorini d'oro? Essa circondata da tutte le attrattive della potenza, ignara delle scaltrite arti del regnare, buona, sente i sospiri del popolo oppresso e cerca di persuadere il suo signore a più miti consigli, credendolo umano, affezionato a sé; ma quando ella scopre la sterminata ambizione, l'animo crudele e quel eh'è più la infedeltà di lui, punta nel suo onore di donna, dà in atti disperati, e cerca di rompere un legame che oramai abbonisce, il suo amore si muta in furore, ed aspira a vendetta. Il carattere più bello, più generoso e più simpatico si è quello di Caterina Soderini donna di magnanimi spiriti e d'un amore di patria ardentissimo. La vedi impavida sfidar l'ire del tiranno, rinfacciargli francamente la sua crudeltà, aprirgli dignitosa l'aborrimento de' suoi concittadini, sprezzarne i patti codardi, sfavillare d'un sorriso divino quand' egli prono a lei davanti tentava oltraggiare vilmente la sua virtù. Grandiosa figura, ben delineata, a tinte forti e sfavillanti di bella luce, la sintesi di tutto un popolo che geme fremendo sotto l'oppressione più tirannica che immaginare si possa. L'azione che svolgesi col concorso dei personaggi or ora toccati, va gradatamente e con effetto sempre crescente incontro alla catastrofe che per ragione di effetto consegue naturalmente da una situazione provocata dal protagonista principale. L'intreccio degli atti, pose dell'azione stessa e delle scene, passaggi teneva incerto nel riconoscerlo ? Mandai a prendere informazione. Appena rnezz' ora dopo, mentre stavo aspettando i ragguagli sull' Inglese che avevo veduto entrare in casa, una carrozza da viaggio si arrestò innanzi alla porta, e ne scese un signore che entrò nell'albergo. Non 1* aveva veduto che un momento, eppure non ci fu più dubbio nel mio animo: quegli era Guy Newton ; 1' aveva riconosciuto sull' i-stante e con tale certezza come se ci fossimo lasciati ieri soltanto a Oxford. Mi meravigliai allora di avere potuto, sia pure per un solo istante, prendere un altro per lui. Era proprio lui, grande, forte, vivace come altre volte, colla sua bella faccia e la sua barba riccio tella. Gli corsi incontro, lo condussi nella mia stanza e non mi stancava di dirgli quanto fossi lieto di vederlo e quanto piacere provavo nello stringergli colà la mano. Ma fui dolorosamente colpito del suo cambiamento. Era grave e taciturno, inquieto, e nello stesso tempo apatico, un uomo vecchio ed indurito prima del tempo. Credo che fosse contento di rivedermi : il lampeggiare subitaneo dei suoi occhi, la stretta prolungata della sua mano non potevano essere fiuti; ma non aveva nulla a dirmi e lasciava che gli parlassi di continuo. E così fra le altre dal noto all'ignoto, è combinato così che l'interesse viene sempre aumentando, mentre il viluppo dramatico, senza imbrogliarsi, diventa vie più complicato, non potendosi nascondere però che qualche tratto smette dell'altezza predominante nelle parti principali e langue alquanto. Per quanto poi concerne la lingua, lo stile ed il verso, questo vi è sempre robusto, quale s'addice al genere tragico, se non che qua e là suona troppo; lo stile energico e colorito, in qualche parte però offre delle inversioni uu po' contorte; la lingua splende per eleganza e politezza ed è informata a quella austerità di cui tanto s'onora il buon secolo di Virgilio e quello di Dante. Il bel lavoro tragico del professore De Marzo possa invogliare la gioventù studiosa ad imitarlo, specialmente nel ricorrere a quelle fonti, senza lo studio delle quali, simili produzioni letterarie sono impossibili. c. M. G I R A R D O (frammento). Appoggiato ad un inasso sporgente, Affranto da cruda battaglia, E di mezzo alla spenta sua gente, Coperto dall'aspra sua maglia, Disperato dall'ira insaziata Ordelaffo penso o si sta. Tutto il campo di sangue è bagnato, Seminato di prodi guerrieri ; Chi leggiero, chi a morte piagato ; E quei volti, già un tempo sì fieri, Or convulsi, spumosi, sanguigni Si contorcon fra acerbi dolor. S' ode un gemito lungo, doglioso ; Ordelaffo si scuote, vacilla . . . Quella voce gli è nota . . . a' è ansioso ; Un ghiacciato sudore gli stilla; Poi, gettando il troncone dell' asta, Corre presso il morente guerrier. Colle livide labbra tremanti, Collo sguardo feroce ed il crine Rabbuffato, stracciato davanti, E sepnlto fra bronchi fra spine, Col corsetto di sangue bagnato, Ordelaffo, Girardo scoprì. Dio ! Girardo tu quivi ! ... e ferito ! Clu mi chiama? . . . lasciate che mora, I)i morire ne ho pieno diritto; Non venite a guastarmi quest' ora Che rimango sospeso qui in terra. Fra la vita e il desiato mio avel ! Ma chi veggio . . . Ordelaffo! Gran Dio? Non negarmi quest'ultima speme, Non lasciarmi col crudo desìo Che ini strazia in quest'ore supreme; Col desìo di vendetta incompiuta, Non lasciarmi Ordelaffo morir! Alessandro Calogiorgio. cose gli raccontai come era stato colpito poco prima dalla strana rassomiglianza con lui di un signore, che aveva traversato la piazza di Spagna, ed intorno al quale avevo mandato a prendere informazioni. Non è vero che curiosa combinazione ! Taluni vogliono sapere spiegare il caso che succede sì di frequente, che vedendo qualcuno che ci ricorda un amico, ci pare vedere lo stesso amico: non vi è mai.....Avevo alzato all' improvviso lo sguardo sopra Guy e le parole mi morirono sulle labbra. La sua faccia era pallida come la morte; i suoi occhi lanciavano uno sguardo mai prima veduto da me, uno sguardo di odio Serissimo ed implacabile. Questo sguardo era stato un lampo, giacché in quel punto si aperse la porta per dare adito al mio servo che veniva a riferirmi chi il signore, il di cui nome desideravo sapere, era il capitano di marina Eliot. Guy al sentile ciò si alzò come di scatto, mi volse le spalle, e guardò colla fronte corrugata fuori dalla finestra. Sortito che fu il servo, domandai a Newton, se questo capitano Eliot non fosse suo cugino, fratello della miss Eliot, della quale mi sovvenivo bene. Ma mi rispose con un gesto di tale corruccio, che fui lieto di passare ad altro argomento. (Gont) Illustrazione del primo anniversario A Monsummano, nella valle di Nievole, circondario di Lucca, nacque Giuseppe Giusti la mattina del 13 *) maggio 1809, da Domenico, valente nelle scienze d'amministrazione, e da Ester Chiti. Un autografo (e. V Epistolario ordinato da G. Frassi — Le Mounier 1859) posseduto da Gino Capponi, in cui si leggono frammenti di autobiografia, ci fa sapere che il Giusti fu fanciullo vispo e vivace quanto mai, monello nei collegi, scioperone al caffè dell'Ussero a Pisa, mentre avrebbe dovuto attendere alle discipline giuridiche ; ma pure in mezzo alle protervie, ai dispettucci, alle buffonerie, alle baldorie, vi trovate sempre un fondo di buono, sprazzi di non connine ingegno, ore di riflessione, carte scombiccherate : accenni insomma interpolati della futura grandezza. Infatti, dopo di essere stato alla inen peggio approvato negli esami finali e cinto d'alloro, mutò la vita balorda, triste effetto dei tempi d'allora, che a certuni forse non dispiaceva ; si rifece del tempo miseramente sciupato, e divenne studiosissimo dei c assici latini, italiani e francesi, in mezzo peraltro ad inquietudini e travagli di malattie che lo trassero al sepolcro anzi tempo, cioè nel vespero del 31 maggio 1850. Parlare delle opere del Giusti, del creatore della satira politica, ai nostri lettori sarebbe davvero opera sprecata, chè essi tutti limino letto, riletto e centellato le poesie, l'epistolario ed i proverbii illustrati, essendo egli in Italia il più popolare degli scrittori contemporanei. Fu deputato di Pe-scia alla Costituente toscana, in cui non s'intese mai la sua voce, e votò sempre coi moderati ; e se molti de' suoi versi^ ispiravano malcontento e sdegno contro i governanti, n'era il motivo la missione impostasi, lo scopo a cui mirava: egli fu il poeta della rivoluzione che era la culla infelice dell'attuale unità nazionale, perchè le sue poesie venivano di soppiatto stampate e con avidità lette, e di soppiatto moltiplicavansi le copie, per quanto le polizie bracassero, infervorando gli a-nimi degli italiani. Oltre che nel sopra accennato e-pistolario, si trovano ancora notizie particolareggiate sulla di lui vita nel 40.o fascicolo dei Contemporanei italiani, esposte da Enrico Montazio Torino, (Unione tipografico-editrice, 1862). *) La data della nascita. 9 maggio, che si legge sulla tomba a Firenze, è sbagliata. Illustrazione del secondo anniversario In questi giorni, in cui i giornali di tutte lo lingue s'occupano della legge accennata, deve riuscire interessante ai nostri lettori l'averla sottocchio nella sua originale interezza, come è uscita dalla stamperia reale. Questo riflesso ci mosse a riportarla. VITTORIO EMANUELE II. per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d'Italia Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato : Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: TITOLO I. Prerogative del sommo pontefice e della santa sede Art. 1. — La persona del Sommo Pontefice è sacra ed inviolabile. Art. S. — L'attentato contro la persona del Sommo Pontefice e la provocazione a commetterlo sono puniti colle stesse pene stabilite per l'attentato e per la provocazione a commetterlo contro la persona del Re. Le offese e le ingiurie pubbliche commesse direttamente contro la persona del Pontefice con discorsi, con fatti, o coi mezzi indicati nell'articolo t della legge sulla stampa sono puniti colle pene stabilite all'articolo 19 della legge stessa. I detti reati sono d'azione pubblica e di competenza della Corte d'Assisie. La discussione sulle materie religiose è pienamente libera. Art. 3. — Il Governo italiano rende al Sommo Pontefice, nel territorio del Regno, gli onori Sovrani. e gli mantiene le preminenze d' onore riconosciutegli dai Sovrani cattolici. II Sommo Pontefice ha facoltà di tenere il consueto numero di Guardie addette alla sua persona e alla custodia dei palazzi, senza pregiudizio degli obblighi e doveri risultanti per tali Guardie dalle Leggi vigenti del Regno. Art. 4. — E conservata a favore della Santa Sede la dotazione dell'annua rendita di L. 3,225,000; Con questa somma pari a quella inscritta nel bilancio romano sotto il titolo : Sacri palazzi apostolici, Sacro Collegio. Congregazioni eceletiasticlie, Segreteria di Stato ed Ordine diplomatico all'estero, s'intenderà provveduto al trattamento del Sommo Pontefice e ai vari bisogni ecclesiastici della Santa Sede, alla manutenzione ordinaria e straordinaria, h alla custodia dei palazzi apostolici e loro dipendenze; agli assegnamenti, giubilazioni e pensioni dello Guardie, di cui nell'articolo precedente, e degli addetti alla Corte pontificia, ed alle spese eventuali; non elio alla manutenzione ordinaria e alla custodia degli annessi Musei e Biblioteca, e agli assegnamenti, stipendi e pensioni di quelli che sono a ciò impiegati. La dotazione, di cui sopra, sarà inscritta nel Gran Libro del Debito pubblico, in forma di rendita perpetua ed inalienabile nel nome della Santa Sede ; e durante la vacanza della Sede si continuerà a pagarla per supplire a tutte le occorrenze proprie della Chiesa, romana in questo intervallo. Essa resterà esente da ogni specie di tassa od onere governativo, comunale o provinciale; e non potrà essere diminuita neanche nel caso che il Governo italiano risolvesse posteriormente di assumere a suo carico la spesa concernente i Musei e la Biblioteca. Art. 5. - Il Sommo Pontefice, oltre la dotazione stabilita nell' articolo precedente, continua a godere dei palazzi apostolici Vaticano e Lateranense, con tutti gli edilìzi, giardini e terreni annessi e dipendenti, non che della villa di Castel Gandolfo con tutte le sue attinenze e dipendenze. I detti palazzi, villa ed annessi, come pure i Musei la Biblioteca e le collezioni d'arte e d' archeologia ivi esistenti, sono inalienabili, esenti da ogni tassa o peso e da espropriazione per causa di utilità pubblica. Art. A. — Durante la vacanza della Sede Pontificia, nessuna Autorità giudiziaria o politica potrà, per qualsiasi causa, porre impedimento o limitazione alla libertà personale dei Cardinali. II Governo provvede a che le adunanze del Conclave e dei Concili ecumenici non siano turbate da alcuna esterna violenza. Art. 7. — Nessun Ufficiale della pubblica Autorità od Agente della forza pubblica può, per esercitare atti del proprio ufficio, introdursi nei palazzi e luoghi di abituale residenza o teinporaria dimora del Sommo Pontefice, o nei quali si trovi radunato un Conclave o un Concilio ecumenico, se non autorizzato dal Sommo Pontefice, dal Conclave o dal Concilio. Art. 8. — È vietato di procedere a visite, perquisizioni o sequestri di carte, d' cumenti, libri o registri negli Uffizi e Congregazioni pontificie, rivestiti di attribuzioni meramente spirituali. Art. 9. — Il Sommo Pontefice è pienamente libero di compiere tutte le funzioni del suo ministero spirituale, e di fare affiggere alle porte delle basiliche e chiese di Roma tutti gli atti del suddetto suo ministero. Art. IO. — Gli ecclesiastici che per ragione d' ufficio partecipano in Roma all' emanazione degli atti del ministero spirituale della Santa Sede, non sono soggetti per cagione di essi, a nessuna molestia, investigazione o sindacato dell' autorità pubblica. Ogni persona straniera investita di ufficio ecclesiastico in Roma gode delle guarentigie personali competenti ai cittadini italiani in virtù delle Leggi del Regno. Art. 11. — Gli inviati dei Governi esteri presso Sua Santità godono nel Regno di tutte le prerogative ed immunità che spettano agli Agenti diplomatici secondo il diritto internazionale. Alle offese contro di essi sono estese le sanzioni penali per le offese agli Inviati delle Potenze estere presso il Governo italiano. Agli Inviati di Sua Santità presso i Governi e-steri sono assicurate, nel territorio del Regno, le prerogative ed immunita d'uso, secondo lo stesso diritto, nel recarsi al luogo di loro missione e nel ritornare. Art. 12. — Il Sommo Pontefice corrisponde liberamente coli' Episcopato e con tutto il mondo cattolico, senza veruna ingerenza del Governo italiano. A tal fine gli è data facoltà di stabilire nel Vaticano o in altra sua residenza Uffizi di Posta e di Telegrafo serviti da impiegati di sua scelta. L'Uffizio postale pontificio potrà corrispondere direttamente in pacco chiuso cogli Uffizi postali di cambio delle estere Amministrazioni, o rimettere le proprie corrispondenze agli Uffici italiani. In ambo i casi, il trasporto dei dispacci o delle corrispondenza munite del bollo dell' Uffìzio pontificio sarà esente de ogni tassa o spesa pel territorio italiano. I corrieri spediti in nome del Sommo Pontefice sono pareggiati nel Regno ai corrieri di Gabinetto dei Governi esteri. L'Uffìzio telegrafico pontificio sarà collegato colla rete telegrafica del Regno a spese dello Stato. I telegrammi trasmessi dal detto Uffizio con la qualifica autentica di pontifici saranno ricevuti e s1 e-diti con le prerogative stabilite pei telegrammi di Stato, e con esenzione da ogni tassa nel Regno. Gli stessi vantaggi godranno i telegrammi del Sommo Pontefice, o firmati d'ordine suo, che, muniti del bollo della Santa Sede, verranno presentati a qualunque Ufficio telegrafico del Regno. I telegrammi diretti al Sommo Pontefice saranno esenti dalle tasse messe a carico ilei destinatari. Art. lJt. — Nella città di Roma e nelle sei Sedi suburbicarie i Seminari, le Accademie, i Collegi e gli altri Istituti cattolici, fondati per la educazione e coltura degli Ecclesiastici, continueranno a dipendere unicamente dalla Santa Sede, senza alcuna ingerenza delle Autorità scolastiche del Regno. TITOLO II. Relazione dello Stato colla Chiesa. Art. 14. — É abolita ogni restrizione speciale all'esercizio del diritto di riunione dei membri del clero cattolico. Art. 15. — E fatta rinuncia dal Governo al diritto di legazia apostolica in Sicilia, ed iu tutto il Regno al diritto di nomina o proposta nella collazione dei benefizi maggiori. I Vescovi non saranno richiesti di prestare giuramento al Re. I benefizi maggiori e minori non possono essere conferiti se non a cittadini del Regno, eccettochè nella città di Roma e nelle Sedi suburbicarie. Nella collazione dei benefizi di patronato Regio nulla è innovato. Art. 16. — Sono aboliti Vexequatur e placet regio ed ogni altra forma di assenso governativo per la pubblicazione ed esecuzione degli atti delle Autorità ecclesiastiche. Però, fino a quando non sia altrimenti provveduto nella Legge speciale di cui all'articolo 18, rimangono soggetti all' exequatur e placet regio gli atti di esse Autorità che riguardano la destinazione dei beni ecclesiastici e la provvista dei benefici maggiori e minori, eccetto quelli della città di Roma delle Sedi suburbicarie. Restano ferme le disposizioni delle Leggi civili rispetto alla creazione e ai modi di esistenza degli I-stituti ecclesiastici ed alienazione dei loro beni. Art. 17. — In materia spirituale e disciplinare non è ammesso richiamo od appello contro gli atti delle Autorità ecclesiastiche, nè è loro riconosciuta od accordata alcuna esecuzione coatta. La condizione degli effetti giuridici, così di questi come d'ogni altro atto di esse Autorità, appartiene alla giurisdizione civile. Però tali atti sono privi di effetto se contrari alle Leggi dello Stato od all'ordine pubblico, o lesivi pei diritti dei privati, e vanno soggetti alle Leggi penali se costituiscono reato. Art. 18. -- Con Legge ulteriore sarà provveduto al riordinamento, alla conserva ione ed alla amministrazione delle proprietà ecclesiastiche nel Regno. Art. 19. - In tutte le materie che formano oggetto della presente Legge, cessa di avere effetto qualunque disposizione ora vigente in quanto sia contraria alla Legge medesima. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come Legge dello Stato. Dato a Torino addì 13 maggio 1871. VITTORIO EMANUELE (Luogo del sigillo) V. Il Guardasigilli De Falco G. Lanza. — E. Visconti-Venosta — G. De Falco. — Quintino Sella. — C. Correnti. — E. Ricotti. — G. Acton. — T. Castagnola. — G. Gadda Bacologia. *) — Il sig. Bolle tenne l'annunciata lezione la mattina del 18 pross. p. nella sala municipale. Descrisse le varie malattie dei bachi, accennando alle cautele opportune per poterle possibilmente scansare, tra cui particolareggiò quella della separazione cellulare quale più proficua; e chiuse invitando gli astanti ad osservare i preparati microscopici. La lezione fu chiarissima e popolare. Notizie naturali e storiche sull'isola ili Veglia. — L'inclito Municipio ha ricevuto la seguente circolare : P. T. Signore! Sotto il titolo Notizie naturali e storiche sull' isola di Veglia va pubblicandosi coi tipi del premiato Stabilimento tipografico Ap-polonio & Caprin di Trieste, un interessantissimo lavoro — soggetto di lunghi e profondi studi — dettato con somma erudizione e bellezza di stile dal chiarissimo Dr. Giambattista Cubich, fisico di Veglia. Condizioni d' associazione : 1. L' opera si pubblica a fascicoli di 48 pagine, del presente formato, **) al prezzo di soldi 50 V. A. ciascuno. 2. Souo pubblicati cinque fascicoli, che formano la prima parte delle Notizie naturali —cosicché entro Aprile, sortirà la seconda parte, cioè la Storia con gli annessi documenti. 3. Per rendere accessibile l'acquisto — chi bramasse potrà ottenere una o l'altra parte separatamente — purché ne faccia dichiarazione, restando in tal caso il prezzo aumentato di soli soldi 10 V. A. per fascicolo. 4. Le associazioni si ricevono verso scheda firmata, da dirigersi all'indirizzo: Marcant. Lnpastari in Veglia. Secondo Foutenelle (1657- 1757, centenario), Senofonte e Quintiliano danno del l'educazione alla gioventù ; Platone riempie l'anima di alte idee ; Aristotele insegna a ragionare ; Cicerone a be.,e parlare e a bene *) Righe ommesse del N. precedente. **) Iu ottavo grande. scrivere ; Seneca a bene filosofare ; Plinio il vecchio apre lo spirito a vasta estensione di sapere e di erudizione ; Esopo e Fedro formano i costumi, Socrate ed Epitetto li ingentiliscono; Plutarco somministra argomenti di conversazione e porge grandi esempii; Omero rappresenta con ingenuità le diverse condizioni della vita umana, e fa vedere l'uomo in tutte le situazioni in cui si può mai ritrovare ; Sallustio fa conoscere appieno i caratteri dei grandi ; Plauto e Terenzio notano i caratteri dei privati e del popolo ; Ovidio mostra come mai bisogna intenerirsi e dolersi; Orazio e Plinio il giovane fan vedere il tornio delicato che convien dare alla lusinga lecita, perchè compaia giusta e ragionevole ; Tacito inspira la più sopraffina politica; Tucidide forma gli oratori di stato ; Cesare e Quinto Curzio modellano gli eroi. Nuova grammatichetta. — Il sig. maestro S. Vascotti si è proposto di pubblicare, coi tipi della locale tipografia, una gramma-tichetta ad uso della seconda classe delle scuole popolari maschili e femminili, così sistemata: precedono le nozioni alfabetiche, indiT data la definizione, segue ogni volta un raccontino, nel quale viene applicato di continuo l'ammaestramento, e dopo questo uno specchio d' analisi da completarsi: e nel raccontino c' è sempre o un pregiudizio dissipato o una massima morale brevemente illustrata. Questa grammatichetta, ebe è tenuta in pregio da autorevoli, uscirà quando saranno raccolte 200 firme d'acquirenti, e costerà 30 soldi. Bollettino statistico municipale di aprile Anagrafe. Nati (battezzati) 27 ; maschi 11 ; femmine 16. — Trapassati 25 ; maschi 12 (dei quali 7 carcerati); femmine 3, fanciulli 7, fanciulle 3. — Matrimonii 2. Polizia. Arresti per minaccie 3 ; per offese reali 1. - Denunzie per offese alle Guardie Municipali 1; per calunnie alle Guardie Municipali 1; per furto 2; per offese verbali 1; per danni recati a pubblio: monumenti 1. — Usciti dall'i, r. carcere 13, dei quali 5 dalmati, 2 tirolesi, 2 carniolici, 2 croati, 1 triestino, 1 regnicolo. — Sfrattati 12. — Permessi per concerti musicali 1. — Permessi di ballo nel territorio 1. — Permessi di ballo in città 1. — Permessi di tei.ere aperti caffè e trattorie oltre l'or» prescritta 2. — Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti 20. — per Em. 219 — Prezzo al boccale soldi 48 e 52. Certificati per spedizione di vino 71, Emeri 173 Boc. 1 lj2 — di pesce Salato 2, barili 7, U. 510 (peso lordo) — di olio 22, recipienti 65, ti. 33998 1[2 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 53 del peso di il 2314» con fi. 2268 di sego — Vacche 5 del peso di funti 1249 con U. 130 di sego — Vitelli 38 — Agnelli 358 — Castrati 8. Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) I seguenti signori associati hauno pagato l'associazione come segue : Antignana. Felice Depiera (II trim. 75) — Isola. Domenico Ravasini (idem) — Trieste. Orsola Bontempelli (IV trim. 74, 1 e II 75); Dr. Pietro Gor-zalini (idem); Giuseppe Pellegrini, Uff. d'Appello (II trim. 75) — Visinada. Giacomo de Fachinetti, Podestà (idem). È» VENDITA una tenuta campestre con casa domenicale e colonica, cou viti, olivi, prato, orto, ed acqua, dell'estensione di 20 jugeri. Dista dalla città un' ora di cammino per strada carrozzabile fino alla casa. Chi desidera più ampie informazioni, si rivolga all'Ammiuistrazione dell' Unione. RIS. "L'Egida, continua l'orarlo «lei 1. aprile (Vedi il Num. 13).