Abbuonamente annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi alVAmminis# Redazione . ed AmniinistrazTóne Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. ------------------------------------ i 11 periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi airAmministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior .... Istriani, all’opra! Il grado dell’ industria e de1 commercio indica il grado di coltura e d’incivilimento dei popoli; le industrie ed i commerci, questi fecondi portati d’un amplesso predestinato tra la forza produttiva dell’ uomo e quella della natura, se strettamente legati colla facilità delle comunicazioni — elementi come sono di ricchezza e di potenza nazionale — incoraggiano 1’ agricoltura e le arti, influiscono gagliardi sulle mercedi degli operai e promuovendo le associazioni e la beneficenza — monumenti di vita forte e civile — sono insieme segno sicuro di esuberante vitalità, di nazionale incremento. Così gli Economisti; ed a noi intanto, che ricordiamo i loro principj fondamentali, le loro immortali dottrine, sanguina, palpitante, il cuore in veggendo l’inerzia in che s’adagia, di fronte a casi recenti, come 1’ ignavo figlio di Aliali, apatica e fatalista, la gente pur svegliata della nostra costa occidentale. Noi non ne meniam vanto altero, ma anche la generosa insistenza di chi in mano oggi porta il nostro vessillo, ha validamente cooperato a che nell’Agosto decorso lo Stabilimento Tecnico Triestino attivasse una linea di navigazione a vapore dapprima tra Umago, poscia tra Parenzo, infine tra Eovigno e Trieste, con approdo ai maggiori luoghi intermedi. Questa linea destinata coraggiosamente a far energica concorrenza all’ altra preesistente di Cesare e Compagni, che da lungo avea suscitato lagni fondati, insistenti per il trattamento di bordo e l’elevatezza dei prezzi di passaggio, tendeva ad accrescere i mezzi di trasporto tra i paesi che toccava e, con un orario razionale, a rendere la via di mare maggiormente accessibile agli abitanti della costa, i quali dalla celerità dei viaggi di andata e ritorno, dall’ opportunità delle corse quotidiane e dalla conseguente facilità più larga dei cambi, potevano ripromettersi serj, inapprezzabili vantaggi. Ed ora invece, scorsi appena sei mesi, tutto è finito ; la Stabilimento Tecnico Triestino ha ornai ceduto 1’ esercizio della sua linea ai vecchi speculatori ed è di nuovo agli arbitri di questi, che dènno assoggettarsi i nostri piti intensi interessi, agricoli, industriali o commerciali che siano. Ma, se è vero che non siamo opulenti, siamo poi tanto poveri, da non tenere alcun conto della dignitosa, ferrea massima del Lessona, da dover rimanerci abbiosciati, avviliti, colle mani cadenti dinanzi a una immensa risorsa sfruttata da estrani? Gli arditi Lussignani coi loro svelti velieri, Capodistria colla sua fiorente Società cittadina di navigazione, Pirano ed Isola — quest’ultima sino a ieri umile e dimessa borgata — coi loro traghetti giornalieri a vapore orgogliosamente pavesati de’ municipali colori, non hanno dato benefico esempio di quanto possa fede, animo, intraprendenza, tenacità di propositi? Torre, Orsera, Cittanova, Umago, Ro-vigno, Pola, Parenzo, Barbana e forse insieme a loro le stesse tre consorelle, che abbiamo nomato testé, facendo uno sforzo non facile certo, ma certo neppur sovrumano, nelle attuali condizioni propizie, non potrebbero efficacemente sostituirsi a una concorrenza vinta solo coll’ oro, prova irrepugnabile del suo valore, della sua consistenza ? Tre vapori basterebbero all’ uopo e la linea litoranea sino al Quarnaro, sotto l’impulso di fraterna solidarietà, indubitabilmente diverrebbe in breve patrimonio de’suoi legiLlwi pvwroni. E all’ acquisto del materiale necessario sopperirebbe un capitale di centocinquantamila fiorini, un terzo, o meno, di più di quello che ha raccolto Capodistria, quattro quinti oltre a quanto ha fidato alle onde Pirano oppur Isola per munirsi di propri piroscafi. Coraggio, adunque, Istriani, e arditamente al-1’ opra. Se è vero che tutti i progressi favoriscono la libertà, se è vero che il progresso economico è causa del progresso morale, su, avanti e coraggio, chè libertà, economia e moralità, baluardi poderosi all’ insana protervia di agitatori stranieri, procederanno di conserva sul sentiero brillante dell’ antica nostra civiltà. L’ effetto immediato dell’impresa, che vi protende le braccia, che sperimentata vi sorride scevra di rischi rovinosi, sarà V accessione lenta ma continua di tutta la nostra marina e circostanti colline ai benefici di un più fervido e salutare svolgimento, sarà — son parole d’ un insigne publicista — una piramide, la cui base s’andrà lieta lieta allargando nel tempo stesso, che aumenterà visibilmente la mirabile, prodigiosa sua altezza. -------------------------------------------------- La ferrovia Lnpogkvo-lfiattuglie (Continuazione e fine. Vedi N. 1 e 2) Abborderemo ora il lato militare e stabiliremo anzitutto 1’ andamento topografico dell’ ideata ferrovia. Questa correrebbe da Lupoglavo verso Sudest sino a raggiungere il versante occidentale del Monte Maggiore e si volgerebbe poi verso Sud, mantenendo codesta direzione sino alla svolta presso „Osli Dol“ per avviarsi indi a Mattuglie in direzione Nordovest. Presso quella svolta la ferrovia disierebbe soli 7 chilometri dal mare, e nell’ ultima sua percorrenza lungo il Quaruero sarebbe di leggieri accessibile ad attacchi e sorprese. Epperò, non potendo venir difesa a monte, causa la topografia del terreno; rivelandosi esposta a pericoli per via di mare; non presentando, in forza della sua direzione predominante verso Sud e Nordest, in genere paralella alle linee Divaccia-Pola e S. Peter-Fiurne, il carattere di una linea di arroccamento *), — carattere di massima importanza per una ferrovia attraverso la penisola istriana — non varrebbe, è chiaro, a rispondere in alcun modo ai canoni più elementari di strategia. Riassumendo diremo, che la linea in questione non può tornare di vantaggio nè agli interessi generali dello Stato, nè agli interessi dell’ Istria, nè a quelli di Trieste. E la Dieta triestina 1’ ha compreso, e 1’ ha dimostrato la freddezza con cui ne ha accolto il progetto, il quale fu puramente e semplicemente passato agli studi di una Commissione. Se però cotesta linea si presenta cosi a coloro, che senza passione e senza interessi o vedute particolari si fanno a considerarla, i veri patriotti non debbono ancora disperare e tanto meno, in quanto che, venturatamente, puossi prenderne di mira un altra che onninamente ottemperi a tutte le esigenze, si presenti ben più modica e, giova sperarlo, trovi favorevole appoggio nelle sfere competenti. Intendiamo di parlare della linea Herpelje - Sapiane. La linea Herpelje - Sapiane, quasi paralella al-1’ esistente strada postale, passerebbe attraverso il *) È il passare armati e materiali da guerra da una linea ferroviaria all’ altra, senz’ ostacoli e per la via la più breve e diretta possibile. distretto di Castelnuovo, il quale, seminato da un buon numero di villaggi, conta una popolazione di circa 13 mila anime, ed in ogni modo offre maggiori probabilità di rendita, se non foss’ altro pel fatto che, lungo la sua percorrenza, si trova una non dispregevole produzione di carbone ligneo, che scala a Trieste. In linea tecnica poi la traccia da noi proposta si presenta ben più favorevole dell’ altra. In fatto non palesa veruna difficoltà, perchè scorrerebbe in massima parte lungo un altipiano ben poco accidentato. Anche le pendenze, sì influenti sulla spesa d’esercizio, tornerebbero di gran lunga migliori : sulla tratta Herpelje - Racize (22 chilometri) la massima pendenza importerebbe il 6 per mille; sulla tratta Racize - Starala (3 chilometri) quella non maggiore del 10 per mille e infine sull’ ultima tratta, Starada - Sapiane, ascenderebbe, visto il rilevante slivello di queste due ultime località, al massimo al 25 permille, limitato però in un’estesa di soli 8 chilometri. L’intera linea avrebbe una lunghezza di soli 33 chilometri, e di conseguenza sarebbe di 11 chilometri più breve dell’ altra. La distanza tra Trieste e Fiume verrebbe ridotta di 47 chilometri di fronte alla via di Nabresina, e di 33 chilometri via Herpelje, mentre si paleserebbe pur sempre una minore percorrenza di 32 chilometri per tutti gli Istriani, che s’instradassero via Cosina e Sapiane a Fiume, di fronte all’ attuale via di S. Peter. D’ altra parte, dal lato dell’ esercizio, oltre a migliori pendenze, sussisterebbe l’ulteriore favorevole fatto, che la stazione di ricambio di Herpelje fungerebbe in pari tempo e per il movimento verso Trieste - Fiume, e per quello verso Divaccia -Pola. La spesa complessiva della linea non dovrebbe superare gli ottanta mila fiorini per chilometro, cioè in complesso l’importo di 2,600.000 fiorini; sicché costerebbe la metà circa dell’ altra. Onde riflettendo che solo lo Stato potrebbe attivare il nostro o l’altro progetto, e ponendo mente alle ristrettezze finanziarie del peculio publico, è certo che la ben sensibile minore spesa della linea Herpelje - Sapiane, a non parlare del maggiore suo movimento, offrir dovrebbe maggiore probabilità che i fattori competenti s’ accingano a mandarla ad effetto. Finalmente anche gl’ interessi militari verrebbero più favoriti colla linea che noi suggeriamo. Ed invero, essa si troverebbe fuori d’ ogni colpo di mano dal lato di mare e, correndo senz’ interruzione da Occidente ad Oriente, si presenterebbe come una linea di arroccamento di primo ordine fra le due grandi linee Trieste - Vienna, e Fiume -Vienna ;' sottacendo la favorevolissima circostanza, che a tergo conterebbe una catena di monti e colline, dalle quali con tutta facilità la si potrebbe, nonché difendere, sostenere. Concorrendo tutti i momenti influenti in favore della nostra linea, amiamo sperare che tutti coloro che amano le due provincie consorelle, si adopereranno con ogni mezzo legale a che diventi in breve un fatto compiuto. E così Trieste e l’Istria aggiungeranno'un’altra gemma a quella corona d’ affetti, che ornai le lega nei comuni propositi, nelle comuni speranze. ------------------------KEXB<@©3><<—------------------ CORRISPONDENZE. Muggia, 23 Gennaio 1884. A sensi della legge Provinciale 3 decembre 1863 sull’indigenato, spetta alle nostre Rappresentanze Municipali 1’ aggregazione al Comune di coloro che la domandano. Le Rappresentanze comunali devono però prò- cedere assai rigorosamente in materia, imperocché naturalmente chi ottiene in un comune la pertinenza, ha diritto, assieme a tutti i suoi, alla non turbata dimora ed a quelli ajuti, in caso di bisogno, che la legge vigente gli concede. E fra tali aiuti figura principalmente in caso d’indigenza il soccorso materiale, e in caso di malattia la necessaria assistenza. Il primo va tutto a carico del comune, che ha accordato l’indigenato ; le spese della seconda, se 1’ aggregato ricorre a pubblico ospedale, stanno con un quinto a carico dello stesso, e con quattro quinti a peso dell’ intiera Provincia. Ora avviene che a Muggia, ove per acquisire la pertinenza si paga una tassa di f. 50, e talora quella illegale di f. 100 — per gola di consimili guadagni — venga essa assai facilmente accordata. Il nuovo pertinente si ammala — coni’ è ultimamente avvenuto — si ammalano i suoi figli ; questi vengono per un motivo o per 1’ altro alle volte anche sfrattati, e il comune paga ogni spesa relativa, all’ infuori dei dispendi ospitalizi, che per quattro^ quinti sono sostenuti dall’ intiera Provincia. La legge è bella e buona, i Rappresentanti Comunali di Muggia sono anche nel loro pieno diritto ; ma è giusto forse eh’ essi per un vantaggio transitorio e miserabile aggravino l’Erario Provinciale? Ci pensi la Dieta, e, se occorre, si faccia spedire da Muggia gli atti relativi alla pertinenza di certo Hartinger (e di molti altri) il quale, dopo essersi trattenuto nell’ anno decorso molto tempo nell’ospedale di Trieste, venne poi levato, per cronica infermità, e trasportato a Muggia ove da più mesi giace, come Dio vuole, nella casa di ricovero costando al comune la bagatella di f. 12 al mese. Addio tassa di f. 50; addio anche quella illegale di f. 100. E pensare che per un obolo così meschino i comunisti si vedono giornalmente aggravata la loro economia già tanto dissestata! Aveva ben ragione quel famoso nostro poeta quando ispirato cantava: „II popolo per sua natura è buono e pio" Straniero Pinguente, Gennaio 188A. Bravi! fosse una tipografia in ciascuna della nostre città, non sarebbe male se dappertutto si stampasse un quindicinale, o un mensile, o per lo meno un annuale. servirebbero di eccitamento agli studi letterari, e ci si formerebbe alla vita politica servirebbero, nella ipotesi più disperata, ai nepoti, se li tocchi il desiderio di sapere qualche cosa dei fatti nostri. Siamo un po’ fuori di mano ; ma la lingua di Dante, la lingua “Onde in Vaichiusa fu lodata e pianta Già la bella Francese, che sonò sì melodiosa sulle labbra del Ferrarese, sì patetica nel cigno di Sorrento, sì'forte nell’Astigiano, sì disperata nel Leopardi ; che si diffuse piana e soave nei melodrammi del Metastasio “Che tanti petti ha scossi e inebriati, la più musicale, la più colta, la più simpatica delle lingue, si parla anche qui. Per la qual cosa tutto che si presenta col nobile proposito di sostenere e di favorire la civiltà latina, due volte maestra del mondo, ci riesce simpatico. E ci piacque l’idea espressa da quel vostro corrispondente, che il nuovo periodico riesca istruttivo alle fanciulle istriane. Ci auguriamo che il desiderio si adempia. Son tanto care e tanto intelligenti le nostre bambine, che meritano in verità che l’intelligenza della provincia si occupi di loro. E sapranno retribuirla, stieno certi. Quanto è gentile, diranno, come è caro oppure dotto chi ha dettato queste linee! e faranno in vedendovi gli occhi della maraviglia, o, se più vi piace, che sta in voi, dell’affetto. Badate soltanto, se aveste da pubblicare poesie, che non e’ entrino soverchio chiari di luna, mormorio di ruscelli, pianto di ro-signuoli per i silenzi diffusi, nè tremolìo di stelle solitarie, specie “Del bel pianeta che ad amar conforta, nè tampoco durante la procella la voce appassionata del trovatore, che si sposi alle patetiche corde dell’arpa sotto i balconi della bella castellana. Sapete com’ è fatto il cuore delle giovani: raccolto come un bocciuolo di rosa, se un momento lo tocchi la brezza dell’ alba, si apre in tutta la pompa de’ suoi colori, in tutta 1’ abbondanza de’ suoi profumi. Capirete bene, che, col tempo che fa, potrebbe avvenire assai di leggeri, che il profumo si consumi, senza che un passeggero ne aspiri la fragranza ; e, ciò che non è della rosa, il danno sarebbe tutto della fanciulla. E però è meglio che il bocciuolo stia chiuso. Gl’ inni a Satana, le pornografie e le procacità di moda so che le lascerete da parte. Che se proprio è vero che 1’ arte vera, 1’ arte grande non la si può avere (povero Dante, poveri quasi tutti i nostri grandi) che sagrificando il buon costume, passiamoci piuttosto dell’arte: sarà tanto di guadagno per la salute, per la tranquillità, per 1’ onore e per la saccoccia. Guarda un po’ dove son giunto ! Quando ho preso in mano la penna, non intendeva che di plaudire alla vostra fatica, e mi trovo a parlare nientemeno che della questione palpitante di attualità nelle scuole letterarie! Non si sa mai dove si vada a finire. E per non riuscire, continuando, chi sa dove, mi affretto a salutarvi con quell’ affetto che sapete. Vanto Draguch, 22 Gennajo 1884. Hanno voluto imporcela, nella nostra scuola popolare, la lingua croata e mal per loro. Ma male anche per noi. Dacché fu ordinato d’ insegnare in iscuola una lingua, che noi non comprendiamo, nessun genitore vi mandò più i suoi figliuoli e questi quindi crescon su senza 1’ ombra d’ un istruzione. A tentar di catechizzarci s’inerpicò, è vero, maestosamente, sui nostri monti l’ispettore Klodich, ma gli toccò la famosa storia del piffero. Tentò anzitutto di farci parlare 1’ estrano idioma, ma vedendosi ridere in faccia, cambiò tattica ed in pretto italiano c’ invitò a mandare a scuola i figli nostri, colla promessa di provocare dal Consilio Scolatico Provinciale un’ ordinanza che togliesse la croata e stabilisse l’insegnamento nella nostra lingua materna. Nel laccio non cademmo però e la prole nostra restò come prima a casa. E ben ci apponemmo, chè in luogo del provvedimento promesso, dopo mesi e mesi giunse 1’ ordine al maestro di persistere ad insegnare solo in croato. Ed egli, insegna si, ma alle panche. Fidiamo nel nostro Municipio e nella benemerita nostra Giunta Provinciale, affinchè cessi alfine uno stato di cose tanto capriccioso, quanto altamente deplorabile. Varia. Al teatro Argentina di Roma deve essere stato dato „Tito Vezio“ nuova opera del nostro illustre concittadino Alberto Giovannini, professore al Conservatorio di Milano. Sappiamo, che le prove generali dell’ opera riuscirono egregiamente. * * * Corre voce, che si pensi seriamente in provincia alla costituzione di una Società la quale, in tanta rabbia di utopie ultramontane, riuscirebbe di non lieve vantaggio, di sommo lustro e decoro. La Società dovrebbe appellarsi „archeologica e di storia patria* ed occuparsi di questa e delle età preistoriche, antiche e medioevali. Se la voce che corre è vera, le nostre congratulazioni al valente che promosse e tende a porre in atto la nobilissima idea. * * * I nostri buoni amici di Zagabria e Lubiana fanno chiasso con certo documento riprodotto dal Kandler nel Codice diplomatico italiano ; per cui rileviamo soddi-sfatissimi, come la penna maestra di un chiarissimo nostro comprovinciale si accinga ad illustrarlo ammodo. * * * L’ Alabarda Triestina parlò con sentito affetto del-1’ abate Don Angelo Marsich, il quale, _ dopo 40 anni d’ assenza, è ritornato tra noi in stato di riposo. Certi d’interpretare i sentimenti dei nostri concittadini, tributiamo all’Alabarda i migliori ringraziamenti. * * * II chiaro nostro comprovinciale Ingegnere Domenico Pulgher ha presentato a S. M. il Re d’ Italia, un suo lavoro dal titolo „Les anciennes Eglises byzantines de Costantinople* — Il lavoro è stato tanto gradito, che S. M. il Re ha, di moto proprio, nominato il Pulgher Cavaliere della Corona d’ Italia e gli ha fatto inviare le insegne dell’ alta onorificenza. * * * L’ Esposizione Permanente dell’ Arte e dell’ Industria a Trieste, sì a lungo vagheggiata, verrà senza meno aperta nel venturo mese di Maggio. Ne dà avviso il Consiglio direttivo, fidando nella intelligenza della classe operaia, affinché l’Esposizione sorta quell’ esito felice, che sta nell’ animo di quanti amano il paese. * * * Il Corriere di Gorizia scrive : „Sentiamo con piacere che, ad esempio delle altre provincie della Cisleitania, la nostra Giunta si occupa d’ un progetto di legge, col quale verrebbero tassate con un tanto per cento le entrate complessive delle Società d’ assicurazioni contro i danni del fuoco, per poscia con tale entrata sovvenzionare i corpi dei pompieri già esistenti nella nostra provincia o quelli che si costituirebbero in avvenire. Tale progetto dovrà venir presentato per l’approvazione nella prossima sessione della Dieta., E appo noi non si potrebbe fare lo stesso ? * * * I Triestini e gli Istriani residenti a Fiume, hanno messe colà le basi di una associazione di mutuo soccorso ed hanno già compilato lo Statuto relativo, che venne inoltrato al Governo per 1’ approvazione. * * * II Narod giornale dalmate, a scagionare 1’ amministrazione comunale di Spalato dalla taccia datale dalla stampa italiana di avversare i cittadini del vicino Regno, scrisse un lungo articolo all’ indirizzo del Diritto e della Tribuna di Roma. Affermando pienamente corretto l’agire di quelFamministraziene di fronte al doloroso caso della morte del chioggiotto Padovani e dichiarando di non voler prendere per nulla le difese dell’agente consolare italiano, il Narod conchiude dicendo: Nò, noi non abbiamo nessun motivo di avere rancori coll’Italia o cogli Italiani. Noi amiamo ed ammi- riamo l’Italia, che possiamo chiamare la nostra nutrice; amiamo e studiamo la sua letteratura ; alla sua storia cerchiamo di ispirarci, ed il movimento italiano fu quello che ispirò molti dei nostri uomini, che in Italia hanno studiato. Nessuno più di noi desidera, che fra le due sponde dell’ Adriatico regni la migliore armonia ; nessuno più di noi sa apprezzare, ed apprezza la grandezza e la potenza d’Italia. Noi vorremmo che agli Italiani fosse noto come si sia espresso nel 1880 al parlamento di Vienna il nostro deputato dr. Klaié, allorché si tentava di istituire a Zara una scuola pubblica tedesca. Noi non abbiamo in questo istante presenti le sue precise parole, ma il concetto era questo ; concetto che ha un doppio valore, quando si riflette al luogo, dove è stato esposto : Noi Slavi di Dalmazia abbiamo la nostra lingua di coltura, l’italiana, — che ha una letteratura ricca, nobile, atta ad ispirare sentimenti patriottici ed un culto profondo per tutto ciò che è bello e grande. * * * Se non c’inganniamo, nel congresso generale della nostra Società Operaia, ch’ebbe luogo due anni circa or sono, la Presidenza prometteva di tener conto dei voti esternati dai soci, affinchè annualmente venisse dato qualche trattenimento o festa sociale. L’anno decorso gravi motivi distolsero pur troppo la Società dal pensare a divertimenti, ma quest’ anno si potrebbe forse attuare un’ idea, che sta nel desiderio di quasi tutti i membri del simpatico sodalizio. Siamo in pieno carnovale ed un ballo dato a beneficio del fondo pensioni farebbe ottima impressione. Si avrebbe assieme al dilettevole l’utile e, accontentando i soci, si comincerebbe a creare un santo provvedimento. *' * * 11 volume Poesie e Prose dell’ illustre isolano Be-senghi Degli Ughi, che si stampa a Trieste, verrà pubblicato entro il corr. mese, il ritratto del Besenghi, onde sarà adorno il volume, è lavoro di quell’ illustrazione artistica, eli’ è il valente pittore triestino Lonza. La tipografia G. Balestra <& Gomp. di Trieste (Via St. Antonio N. 5), presso la quale stampasi il libro, assume anche le associazioni allo stesso al prezzo di fior, uno e mezzo all’ esemplare. Per i non associati il volume costerà due fiorini. ------------------——----------------------------- CRONACA LOCALE Il nostro Podestà ha ricevuto, assieme al dipinto cui si riferisce, la seguente lettera: „Mi onoro di trasmettere a V. S. lll.ma, per incarico dei soscrittori, la tela, che ritrae le care sembianze dell’ altamente compianto nostro concittadino, Giannandrea dei Marchesi Gravisi, colla preghiera di volerla destinare a ornamento perpetuo della sala municipale. Il movente di questa soscrizione, pel grande slancio dei primi richiesti finita in tempo sì breve da togliere a moltissimi il piacere di parteciparvi, si fu il comune desiderio di dare, incominciando da oggi, giorno in cui si compiono otto anni dalla dolorosa perdita, condegno tributo di stima e di affettuosa riconoscenza alla memoria di colui, che per la beneficenza larghissima e per la dolce, costante e sincera affabilità veniva amato dal popolo di Capodistria tino all’ entusiasmo — di colui, che, usando saggiamente della sua popolarità, seppe recare alla cittadina convivenza vantaggi d’importanza, il cui ricordo, come quello di parecchi suoi meriti patriottici, è ora affievolito dalla scomparsa di quasi tutti i testimoni — di colui, che nell’ età virile concorse validamente e colla parola e coll’ esempio a migliorare 1’ agricoltura delle nostre campagne — di colui, che in tempi più difficili e di minore conforto degli attuali, fu uno degli eccellenti per fermezza e pei quotidiani e fruttuosi eccitamenti — di colui infine, che, invecchiato, seppe pure rendersi utile cogli esperimenti e cogli scritti sulla malattia del prezioso filugello, tanto da tenerne carteggio con parecchi scienziati della Penisola e da essere chiamato al primo congresso bacologico. Il ritratto è opera del nostro valente artista Bartolomeo Gianelli. Compiuto per tale modo l’incarico a me oltremodo gradito, rassegno a V. 'S. lll.ma il mio profondo rispetto. Capodistria li 3 Febbraio 1884 Domenico Manzoni m. p. Rappresentante Comunale“ Così ad opera di generosi patrioti, ai quali non mancherà la più viva riconoscenza cittadina, il nostro Municipio, in meno di due anni, fu regalato de’ ritratti ad olio di Francesco Dr. de Combi, di Andrea Dr. de Manzoni e del marchese Giannandrea Gravisi. Ora attendiamo fiduciosi vi si aggiungano quelli di Antonio Dr. de Madonizza, di Cristoforo Dr. de Belli e di Giovanni Dr. de Manzini. * * X Sulle scene del teatrino all’“Armonia, i nostri dilettanti filodrammatici si produssero, due sere di seguito, rappresentando la prima sera Le mosche bianche di Teobaldo Cicconi, 1’ altra La trovatella di Santa Maria di Paolo Giacometti. — Il Pubblico intervenuto numeroso, fu generalmente soddisfatto nell’ aspettativa. Quei bravi giovanotti fecero del loro meglio e ci riuscirono assai bene. Ebbero applausi e chiamate, e le attrici furono presentate di bei mazzi di fiori. È con vera gioia che constatiamo il progresso fatto dai bravi dilettanti in sì poco tempo mercè il loro buon volere e 1’ opera solerte del valente istruttore. Ci piace però sperare che, lungi dall1 illudersi nell’ idea di una perfezione per quanto relativa, continueranno con pari zelo 1’ opera loro. — Solo, se ci promettono di non averselo a male, suggeriremo loro un buon consiglio. Nella scelta delle produzioni, non s’attengano a quelle di molti personaggi, di forte intreccio, di troppa estensione. Queste sono le più difficili ad eseguirsi : le controscene e i frequenti dialoghi simultanei mettono in imbarazzo anche gli attori di professione. Nel caso nostro poi, oltre all’ inesperienza, c’ è la ristrettezza della scena, che impaccia i movimenti degli attori e rende tarda quando non renda ridicola 1’ azione. — Curino poi sopratutto il colorito nella dicitura ed il sentimento nell’ azione : pregi questi, da far perdonare tutte le altre mancanze, che son lievi al paragone. E se, accettando il nostro consiglio, sapranno perseverare con quell’ amore col quale si accinsero all’ ardua impresa, noi avremo in breve la compiacenza di sentirli, già provetti nell’ arte, sulle scene del teatro Sociale ed essi avranno la soddisfazione di raccogliere da un pubblico più numeroso il plauso che si saran meritato. * * * Il Sig. Edoardo Dragoyina continuando le pie tradizioni del compianto suo fratello Carlo, ha devoluto anche quest’ anno a beneficio dei poveri l’importo di f. 25. — Il Municipio, cui li rimise, gli ha tributato i dovuti ringraziamenti. * * * Nel giorno 25 Gennaio p. p. è qui mancato a’ vivi Giuseppe Czatska nativo di Brùnn in Moravia. Trasferitosi da Parenzo nel 1867 tra noi ed avuto dapprima l’ufficio comunale di maestro di musica, come tale il Czatska passò poi nel locale Istituto magistrale e sino alle ultime giornate di sua vita fu instancabile istruttore altresì di piano e di violino nelle migliori nostre case. La sua morte venne accompagnata da generale compianto e ne fecero testimonianza gli estremi onori, che gli furono resi. Al cuore de’ nostri concittadini raccomandiamo la desolata famiglia del defunto, che versa in ristrettissime condizioni economiche. -------------------------------------------------- Protocollo di seduta d’urgenza della Rappresentanza Comunale dì Capodistria, addì 31 Dicembre 1883, ore 12 mer. sotto la presidenza dell’ Ill.mo Sig. Podestà Avv. Pier’’ Antonio Dr. Gambini. ORDINE DEL GIORNO 1. Comunicazioni officiose. 2. Nomina d’ una Commissione da munirsi di pieni poteri per la definizione degli affari comunali tavolali. 3. Appalto delle addizionali e tasse comunali. 4. Relazione della Deputazione sul mandato ricevuto nell’ ultima seduta, riguardo al referente tavolare. 5. Istanza del Tecnico Comunale per reintegrazione di stipendio prò anno decorso. 6. Istanza per condono di spese ospitaiizie. 7. Donazione a prò del Civico Ospedale. 8. Conto di previsione del Civico Monte prò 1884. L’appello nominale dimostra illegale il numero degli Gnor. Rappresentanti intervenuti, per cui il Podestà-Presidente rimette la seduta alle ore 5 poni, della sera odierna, esortando i presenti a prendervi parte ed a sollecitare gli altri membri del Consiglio, perchè vi partecipino in vista dell’importanza dei-fi ordine del giorno. Continuazione ore 5 pomeridiane. Presente il Capitano Distrettuale cav. de Bosizio-Thurnberg. Alla chiama fatta dal Podestà - Presidente rispondono N. 20 Rappresentanti e sostituti, onde si dichiara aperta la seduta e, prima di passare all’ ordine del giorno, viene preletto dal Segretario il P. V. della tornata 15 corrente. Indi al primo punto dell’ ordine del giorno il Podestà comunica : — Un dispaccio del Municipio di Parenzo al N. 3406 de a. c. ci annunciava la perdita di quell’ egregio patriota, che fu il Conte Stefano Recidi ; e la Deputazione Comunale delegava apposito rappresentante ai di lui funerali, esprimendo alla città consorella i sentimenti di viva condoglianza. — Con atto al N. 136 Pres. de a. c. lo Spettabile Comitato Stradale in loco partecipava la seguita nomina del suo presidente, per il venturo sessennio, nella persona dell’ Gnor. Consigliere Anziano Signor Marco Cadamuro-Morgaute. In seguito a disposizione testamentaria del fu Conte Giuseppe Borisi, nostro concittadino, gli eredi di lui rimisero al Podestà l’importo di fior. 50, da distribuirsi ai poveri della città, d’accordo col locale Ufficio parrochiale. II. Punto dell’ Ordine del giorno. Il relatore del Comitato finanziario — dice il Podestà - Presidente — propose nell’ anteriore seduta la nomina di una Commissione per la definizione degli affari tavolati comunali ancora pendenti, onde la Deputazione, aderendovi, ne fissa il numero a tre membri. Adottata la massima ed accolta pure l’emenda dell’ Gnor. Dr. Pio Gambini, che quattro ne siano i componenti, si procede alla nomina per ischede fungendo da scrutatori per conto del Consiglio gli Gnor. Rappresentanti Nicolò Dandruzzi e Pietro Debellici! e per la Presidenza 1’ Gnor. Consigliere Giovanni Martissa-Carbonajo. In seguito allo spoglio restano proclamati a membri della Commissione, gli Gnor. Rappresentanti : Gambini Dr. Pio __ con voti 18 Bratti Ing. Alessandro „ „ 17 Zette Dr. Antonio „ „16 Marsich Andrea fu Giammaria „ „ 15 Al III Punto dell’ Ordine del Giorno il Podestà - Presidente espone dettagliatamente le pratiche attivate in seguito ad incarico avuto nel-ultima tornata, coll’ attuale arrendatore Sig. Francesco Vicich, coll’Inclito Magistrato civico di Trieste e con terzi, per allogare alle migliori condizioni possibili 1’ esazione delle addizionali e tasse indi-pendenti del Comune. Ricorda la già comunicata offerta del Signor Francesco Vicich di fior. 43200, per il prossimo venturo triennio sub N. 3301 alla quale tenne dietro l’altra sub N. 3411 de a. c. che prelegge, in seguito ai migliori uffici interposti dal Consigliere Anziano, Gnor. Marco Cadamuro-Morgante. Il Magistrato di Trieste sub N. 3343 limitava la propria offerta alle addizionali sulla birra e spiriti. Nel frattempo sub N. 140 pres. veniva prodotta altra proposta, ascendente a fior. 44,000 per il prossimo triennio. La Deputazione di fronte alla medesima riteneva suo dovere di invitare il Signor Vicich ad aumentare la propria, se pur non voleva perdere l’arrenda. Il Signor Vicich udendo la comunicazione fattagli dalla Deputazione Comunale a mezzo dei Consiglieri Gnor. Signori Marco Cadamuro-Morgante e Giovanni Martissa-Carbonajo, aumentava oggi la sua prima offerta di fior. 300 portandola per gli anni 1884, 1885 e 1886 al complessivo importo di fior. 43500. L’ offerta maggiore è la seguente : (legge) Illustrissimo Signor Podestà Maggia 22 dicembre 1883. In seguito alle aperture di trattative decretate da codesta Spettabile Rappresentanza per 1’ appalto dell’ esazione delle addizionali pel triennio 1884- 1885 e 1886, mi pregio di offrire pei Comuni Censuarì di Capodistria e Lazzaretto nelle proporzioni adottate 1’ anno decorso peli’ incasso delle addizionali al dazio consumo delle carni e vino, affitto macello e pascolo, tasse indipendenti vigenti sullo smercio degli spiriti e della birra, venduti al minuto, nelle misure preliminate dal relativo conto di previsione prò 1884 da mantenersi nel 1885 e 1886 ............................fior. 14150.— eli più a favore del solo Comune Gens. di Lazzaretto, in aumento esazione addizionali al dazio consumo, annualmente „ 500.— Assieme per 1’ anno 1884 fini 14650.— per l’anno 1885 poi „ 14675.— e per l’anno 1886 egualmente „ 14675.— quindi pel triennio, di cui sopra, fini 44000.— diconsi fiorini Quarantaquattromila di V. A. A cauzione degli impegni, che andrei ad assumere, offro fini 10000.— dico diecimila. Colla maggior considerazione Obb.mo F. Cruciani m. p. Letta tale offerta, il Podestà-Presidente sospende per un quarto d’ ora la seduta, affinchè i membri del Consiglio possano intendersi nell’ importantissimo argomento. Pone a loro disposizione tutti gli atti relativi ai N.i 140 Pres.le 3301, 3343 e 3411 Proto Gen.le Esib. de c. a. Riaperta dopo un quarto d’ ora la seduta, dietro mozione della Deputazione si adotta ad unanimità, di non prendere in considerazione le proposte ai N.r 3411 e 3343, mentre s’apre la discus- sione sulle due rimanenti, cioè, su quella N. 140 Pres.le e sull’ altra d. d. 30 dicembre corrente al N. 3301. L’ Gnor. Rappresentante Nazario De Mori desidera si consideri i lunghi anni, in cui il Signor Vicich tenne 1’ arrenda senza mai venir meno agli oblighi assunti, rileva la di lui condiscendenza con che spesse volte venne incontro ai bisogni del Comune antecipando le rate mensili e facendo de’graziosi prestiti. Parla ancora della solidità, che presenta la ditta Vicich e conclude proponendo si accetti la di lui offerta. La proposta è legalmente appoggiata. L’ Gnor. Rappresentante Andrea Marsich fu Giammaria non trova consulto deliberare in omaggio a riguardi personali, ma soltanto avendo di mira il generale interesse; perciò non può che raccomandare vivamente le condizioni migliori fatte dal Signor Cruciani che a priori si raccomandano da sè. Anche la proposta Marsich trova il prescritto appoggio. L’ Gnor. Pio Dr. Gambini combatte le vedute del preopinante De Mori rispetto alla correntezza del Signor Vicich ed alla garanzia che questi presenta. Desidera sapere come si potrebbe giustificare il proprio voto dinanzi il paese, ove oggi si respingesse 1’ offerta migliore. Il Comune ben regolato non deve ricorrere a prestiti ed antecipazioni. Per il prossimo triennio, non vi è d’altronde timore di averne di bisogno, possedendo il Comune f. 40.000, nè d’ uopo vi è di scemare il prestigio collo squilibrare l’economia civica. Ricorda come la città di Trieste abbia fatto sempre il proprio tornaconto colla concorrenza degli imprenditori. — Se il Signor Vicich ha aumentato la sua offerta, fu merito della proposta Cruciani, che l’incalzava e se questa verrà, come devesi supporre, accettata, alla fine del triennio avremo e l’aumento oggi in vista e la lotta tra il vecchio ed il nuovo appaltatore, che certo sarà di vantaggio non lieve al Comune. Il Signor Vicich del resto fa prima i propri e poi i nostri interessi. D’altra parte è pur troppo evidente, che, malgrado i più diligenti studi, il bilancio preventivo comunale di Lazzaretto si chiuse quest’ anno con fior. 800 di deficit, tmde l’offerta Cruciani giunge propizia per cassarlo per due terzi circa. Accettando invece la proposta Vicich sussisterà per un triennio l’ammanco di fior. 800 annui nel Comune di Lazzaretto e sarà d’ uopo aumentare le addizionali alle dirette, che già in giornata appaiono gravosissime.— Conclude coll’ appoggiare la proposta Marsich, la quale leverà il Consiglio da grave responsabilità morale dinanzi alla popolazione e lo salverà da maggiori imposizioni. (Continua) SOCIETÀ CITTADINA NAVIGAZIONE A VAPORE fra Capodistria e Trieste ---------■»(ggD**---;- Col giorno 5 novembre p. v. i piroscafi cnu i wmm faranno (tempo permettendo) le gite giornaliere, fino a nuovo avviso, col seguente ORARIO NEI GIORNI FERIALI: da Capodistria per Trieste da Trieste per Capodistria I. Corsa . . . ore 7’/2 ant. IL „ . . . . „ 2*/2 poni. I. 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