ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 213 received: 2022-01-07 DOI 10.19233/ASHS.2022.14 UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS Patrizia FARINELLI Università di Lubiana, Facoltà di Lettere e Filosofia, Aškerčeva 2, 1000 Lubiana, Slovenia e-mail: patrizia.farinelli@ff.uni-lj.si SINTESI Il contributo delinea i contenuti di uno scambio epistolare inedito e ancora mai studiato, risalente al periodo 1799−1801, fra Giuseppe Carlo Cernazai, esponente di una ricca famiglia udinese della borghesia commerciale e fondiaria, uomo appassionato di mineralogia e botanica, e l’erudito barone di Lubiana Sigismondo Zois, collezionista di minerali e studioso dagli ampi orizzonti culturali. L’analisi del carteggio lascia emergere quali fossero all’epoca i modi di circolazione del sapere e quale favore venisse accordato all’approccio empirico verso le scienze naturali; permette anche di conoscere qualche ulteriore dettaglio biografico sui due interlocutori nonché il tenore del loro dialogo; segnala inoltre dati utili eventualmente alla ricostruzione della storia delle rispettive raccolte minerarie; tra i due ebbe luogo infatti anche un fitto scambio di materiali da collezione. Parole chiave: Giuseppe Carlo Cernazai, Sigismondo Zois, Martin de Colerus, transfer culturale, mineralogia, collezionismo, carteggio THE CORRESPONDENCE BETWEEN TWO MINERALOGISTS: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI AND SIGISMUND ZOIS ABSTRACT The article outlines the contents of the unpublished and unresearched correspondence dating to the period 1799–1801 between Giuseppe Carlo Cernazai, a member of a rich trading and land-holding Udinese family, and the erudite baron of Ljubljana Sigismund Zois. Both men shared an interest in mineralogy: Cernazai was passionate about mineralogy and botany, while Zois was a mineral collector and scholar with broad cultural horizons. By examining these letters, we can gain an insight into how knowledge circulated at the time and in the burgeoning interest in the empirical study of natural sciences. The study of the correspondence also provides us with some further biographical details on the two correspondents as well as the substance of their communication. Finally, it provides information that could possibly be useful for the reconstruction of the history of the mineral collections of Cernazai and Zois, who also engaged in a significant exchange of materials. Keywords: Giuseppe Carlo Cernazai, Sigismund Zois, Martin de Colerus, cultural transfer, mineralogy, collecting, correspondence ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 214 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 INTRODUZIONE Fra i materiali che documentano fenomeni di transfer culturale avvenuti a fine Settecento e primo Ottocento tra le regioni slovene e le aree limitrofe, nello specifico il Friuli, rientra anche il carteggio tra l’erudito barone di Lubiana, Sigismon- do Zois (1747–1819), e Giuseppe Carlo Cernazai (1773–1849), uomo della ricca borghesia udinese, appassionato di botanica e mineralogia1. Qui si renderà conto di quanto emerge dallo scambio di lettere inedite, conservate a Lubiana presso la biblioteca del Museo nazionale della Slovenia. Si tratta in tutto di 19 lettere di Cernazai [Cernazaj] a Zois2 e di tre lettere di costui a Cernazai (ovvero di due minute, rispettivamente del 26. 12. 1800 e del 25. 01. 1801, e di una lettera del 29. 01. 1801)3. L’intero carteggio copre un periodo di due anni, dal 19 novembre del 1799 al 4 dicembre del 1801. Se fosse continuato negli anni successivi non ci è noto, in ogni caso i fondi Cernazai conservati a Udine non registrano altre testimonianze al propo- sito4. Poche quindi le lettere di Zois finora emerse, relative a questa corrispondenza, ma è evidente che egli rispondeva con regolarità all’interlocutore udinese; da quelle di Giuseppe Carlo Cernazai affiorano infatti indirettamente anche i contenuti delle lettere che riceveva dal barone. Lo scopo primario del presente resoconto non è tentare di ricostruire un pezzo di storia della rac- colta di fossili e di minerali di Cernazai o viceversa di Zois, ma semmai di essere da stimolo a chi vorrà farlo sulla base di competenze specifiche in materia di collezionismo mineralogico5. S’intende invece, da una prospettiva storico-culturale, attirare innan- zitutto l’attenzione sulle modalità in cui all’epoca circolava il sapere, evidenziando da quale approc- cio gli amanti delle scienze naturali seguivano le materie che li appassionavano, di quali canali di informazione si servivano e quali registri di comu- nicazione attivavano nelle loro relazioni. Ovvio che anche nel caso considerato, come è strutturale al genere epistolare, emergono degli apprezzabili 1 Il contributo rientra nel contesto del progetto bilaterale BI–FR/20–21–PROTEUS–009, cofinanziato dalla Pubblica Agenzia della Repub- blica Slovena per le attività di ricerca. Un vivo ringraziamento alla dr. Paola Visentini, direttrice del Museo Friulano di Storia Naturale, alla dott.ssa Carla Pederoda della Biblioteca del Seminario di Udine e alla dott.ssa Federica Pellini della Biblioteca Civica (Sez. Mano- scritti) della stessa città per averci reso possibile l’accesso ad alcuni materiali. 2 Fra quei fogli (NMS RAR M 5 P16) rientra anche una lettera del 4. [01]. 1801 indirizzata da Cernazai a Martin de Colerus, a Lubiana (persona nominata anche da Zois nella minuta del 26. 12. 1800): Cernazai chiede a costui un controllo sul materiale da collezione acquistato da un offerente. Funzionario responsabile delle tasse sui tabacchi a Trieste, anche de Colerus, infatti, era collezionista di mi- nerali; con lui ebbero dei contatti epistolari sia Zois (cfr. Klemun, 2000, 19) sia il giovane udinese. Uno scambio di lettere fra Martin de Colerus e Cernazai (1796–1800) è conservato a Udine (BSAU Fondo Cernazai b1). 3 Rispettivamente NMS RAR M 13 P8 e P9; M 5 P14. 4 La presenza di ulteriori lettere con Zois non è segnalata nemmeno da Ferino (2015). 5 Del contributo dell’udinese alla collezione mineralogica di Zois rende conto una scheda biografica sul barone approntata da Valenčič et al. in cui si nomina solo en passant Cernazai. 6 Cf. Acierno (1996); Rossi (2000). dettagli di vita sulle due personalità, il che può contribuire in particolare a tracciare un più detta- gliato profilo biografico di Cernazai, figura ancora poco studiata e di cui erano stati trascurati finora gli interessi per la mineralogia. Le pubblicazioni esistenti si concentrano infatti soprattutto sui beni della sua famiglia (case, libri, dipinti, antiquaria) e sulle attività di uno dei suoi figli, Pietro, collezio- nista di libri e opere d’arte6. A restituire notizie su Giuseppe Carlo ci sono invece pochi altri studi, fra cui una tesi di laurea (Ferino, 2015) che ne enumera i corrispondenti tenendo conto dei fondi Cernazai presenti rispettivamente nella Biblioteca Civica e in quella del Seminario di Udine: quell’elenco non esaurisce evidentemente il numero di rapporti epistolari avuti da quest’uomo, ne è una prova il carteggio qui presentato. Precisiamo che non ci troviamo di fronte alle let- tere di due studiosi specializzati e nemmeno di due accademici: a interloquire sono due facoltosi signo- ri − rappresentante della borghesia commerciale e fondiaria, l’uno, e della recente nobiltà imprendito- riale, l’altro –, i quali condividono la passione per le scienze naturali e il collezionismo, investendovi tempo e denaro. Entrambi dedicano ore delle loro giornate a letture, indagini e appunti per studiare il suolo e il restante mondo della natura: lo fanno in parte per il solo piacere di sapere, in parte per ac- quisire una più precisa conoscenza del territorio in cui vivono e per migliorarne lo sfruttamento. Non manca loro, e qui pensiamo specificamente a Zois, la volontà di collaborare con la propria collezione a un bene di pubblica utilità. Lo ricorda Cernazai stesso in una lettera del 16. 01. 1800, rimarcando evidentemente quanto gli aveva dichiarato il baro- ne al proposito: “Ella pensa da suo pari destinando la di lei grandiosa, e scelta (sic) Serie Mineralogica alla pubblica istruzione” (NMS RAR M5 P5). L’approccio di questi due uomini al sapere rispec- chia proprio quella fase di transizione caratteristica della loro epoca, fase segnata dal graduale supe- ramento di un sapere di tipo universale, coltivato in certa misura ancora da entrambi (a testimoniarlo ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 215 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 è la configurazione delle rispettive biblioteche)7 in direzione di un sapere più specialistico, trainato nel loro caso da un interesse predominante per la mineralogia e orientato di preferenza alla prassi. È proprio come tale, allora, che consideriamo questo scambio epistolare, come un documento di storia culturale e di mentalità capace di segnalare quan- to fosse urgente per costoro e gli appassionati di scienze naturali della loro generazione il bisogno di coltivare il sapere entro una di rete di rapporti interpersonali con altri cultori delle stesse materie, e altresì con quanto fervore cercassero di aggior- narsi, accordando particolare favore ai risultati di studi empirici. COORDINATE BIOGRAFICHE Chi fosse Sigismondo Zois è fin troppo noto; qui solo un paio di dati. Suo padre, di origine ber- gamasca, aveva investito del denaro nell’acquisto di miniere di ferro nell’alta Carniola e in Carinzia ed era diventato un importante fornitore di tale minerale. Nel frattempo aveva ottenuto anche il titolo nobiliare. Si curò che i figli ricevessero un’a- deguata formazione: Sigismondo, assieme ad altri suoi fratelli8, venne mandato a studiare al Collegio di Reggio Emilia (Kacin, 2001, 111). Alla morte del padre è lui a seguire gli affari delle miniere, ma al contempo coltiva vasti interessi culturali. Da giovane divide i suoi soggiorni fra la più mondana Trieste9, dove è nato e dove la famiglia possiede un palazzo, e Lubiana, città in cui stabilisce la pro- pria residenza. Nel corso della sua vita alimenta un particolare interesse per la mineralogia, cre- ando anche una ricca collezione di minerali, non trascura tuttavia di seguire gli sviluppi delle altre scienze naturali. Promuove anche il rifiorire delle lettere nella regione carniolana, lo studio e dello sloveno e di altre lingue slave, cimentandosi lui stesso con qualche prova di traduzione in sloveno. Gli inventari della sua biblioteca testimoniano bene i suoi interessi di uomo di scienza, conosci- tore di più lingue e uomo attento a non lasciarsi sfuggire quanto si andava pubblicando in quegli anni. Attorno alla sua figura di erudito nonché di sostenitore di giovani intellettuali si crea quel circolo culturale che avrebbe dato impulso alla nascita, nella regione, di una cultura laica d’impo- stazione moderna e al diffondersi dello sloveno an- 7 Sul patrimonio librario appartenuto a Zois cf. Svoljšak (2019) e Vidmar (2019); sui libri in italiano della biblioteca del barone cf. Farinelli (2020; 2022). Quanto a Cernazai, esiste un inventario dei libri della famiglia presso la BSAU; difficile distinguere quanti di quei libri fossero appartenuti specificamente a Giuseppe Carlo poiché ad ampliare la collezione fu, come spiega Pederoda (2021), soprattutto Pietro. I volumi più preziosi furono rivenduti dalla biblioteca agli inizi del Novecento. 8 Il fratello più giovane, Antonio, dopo aver frequentato il collegio reggiano, prosegue la sua formazione a Vienna al Theresianum per studiare Scienze politiche. Muore già nel 1776. Di lui si conoscono il testo della dissertazione e la traduzione in italiano di un’opera di Sonnenfels, Sull’amore della patria, che Sigismondo teneva fra i suoi libri. Cf. Farinelli (2022). 9 È fra l’altro a Trieste che Zois avrà modo di conoscere Casanova, cf. Trampus (1990) e Kacin (2019). che come lingua letteraria. Zois fu certamente una personalità di riferimento della capitale carniolana e con una nomea che andava oltrefrontiera. Non a caso fu proprio lui che Metternich e altri due fun- zionari dello Stato austriaco decisero di consultare per colloqui dai contenuti politici ed economici in occasione della visita dell’imperatore a Lubiana, nel 1816: il governo austriaco stava sondando la possibilità di istituire un Regno d’Illiria austriaco e Immagine 1: Sigismondo Zois (1747-1819) (Wikime- dia Commons). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 216 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 Immagine 2: Nota autografa di Cernazai con la descrizione di un saggio di minerale proveniente dai dintorni di Rheidenbach (Museo Friulano di Storia Naturale, Foto: P. Farinelli, autorizzata). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 217 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 Zois, da parte sua, cercava nello Stato un possibile acquirente delle sue miniere10. Quanto a Giuseppe Carlo Cernazai, costui era membro di una facoltosa famiglia di origine un- gherese stabilitasi in Friuli già due secoli addietro. Allʼepoca essa faceva parte della borghesia com- merciale e imprenditoriale udinese e possedeva case 10 “It is highly likely that Metternich wanted to hear Zoisʼs opinion on the matter” (Vidmar, 2020, 257). e terreni in diversi luoghi del Friuli. Ai Cernazai si legano anche collezioni di opere d’arte e una ricca biblioteca privata: Elena Rossi (2000, 5) parla di “do- dicimilatrecento volumi”. Tale raccolta libraria e altri oggetti da collezione furono donati alla Biblioteca del Seminario arcivescovile dal canonico Francesco Maria, uno dei figli di Giuseppe Carlo, ma i pezzi Immagine 3 (recto) e 4 (verso): Nota autografa di Cernazai con la descrizione di un saggio di “Scheellino calcareo” (Museo Friulano di Storia Naturale, Foto: P. Farinelli, autorizzata). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 218 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 più preziosi sarebbero stati rivenduti in seguito da quella stessa Istituzione. Fra i materiali del lascito c’era anche l’erbario approntato da Giuseppe Carlo, tuttora conservato presso la Biblioteca del Seminario ma ancora non consultabile fino a risistemazione. Quest’uomo coltivava infatti un vivo interesse per le scienze naturali, in particolare per la botanica, e lo faceva da un’ottica rivolta soprattutto alla conoscen- za della regione in cui viveva11. Pubblicò anche dei brevi contributi di agronomia che tenevano conto di osservazioni tratte da semplici esperienze e che mi- ravano a un migliore sfruttamento delle risorse12. Nel corso della sua vita ebbe fitti contatti epistolari con studiosi delle materie che gli stavano a cuore, uomini per lo più legati al territorio veneto e friulano13, come il naturalista Nicolò Contarini (1780–1849), che si era formato appunto a Udine, e lo studioso di botanica Leonardo Brumati, di Ronchi (BCU, f.p., m. 1504/c). In quel di Udine era in contatto anche con Girolamo Venerio, esperto di agronomia e meteorologia (Citta- della, 2016). Si sa inoltre che Cernazai fu membro di alcune società agricole e accademie tanto in regione quanto oltreconfine. La collezione mineralogica che egli stava confi- gurando negli anni in cui entrò in contatto con Zois si è in parte conservata; concessa solo di recente in comodato al Museo Friulano di Storia Naturale, è ora in fase di studio, catalogazione e risistema- zione. Una nota dell’inventario del fondo Cernazai presente alla Biblioteca del Seminario specifica che quella raccolta comprendeva il materiale di cinque armadi ed era stata ordinata secondo la sistemazio- ne suggerita da Abraham Gottlob Werner: parliamo di uno studioso di spicco della mineralogia sette- centesca, il cui nome emerge spesso, e con rispetto, nel carteggio fra Zois e Cernazai. Le minute scatole contenenti le pietre e i fossili di quella collezione sono ancora provviste di cartellini con la definizione del rispettivo pezzo e della provenienza geografica: sul retro di tali foglietti originali appaiono in certi casi anche degli appunti dello stesso Cernazai che, studiati da un esperto, potrebbero restituire dei tas- selli del sapere di questo cultore di mineralogia14. 11 Sulle ricerche svolte da Cernazai nell’ambito della botanica e sulle specificità del suo erbario è intervenuta Pederoda, 2021. Le note dell’erbario, osserva, mostrano un’attenzione specifica per il territorio friulano; nelle schede resta indicato talvolta il nome usato in re- gione per una data pianta e gli usi che se ne faceva. 12 In un articolo egli suggerisce, ad esempio, di sfamare i vitelli con una poltiglia di patate bollite, il che permetterebbe di trattenere per altri usi un terzo del latte destinato alle loro alimentazione, mentre in un altro insegna a risparmiare caffè mescolandolo a castagne tostate con il vantaggio che la bibita comporterebbe anche un minore consumo di zucchero (cf. rispettivamente Cernazai, 1811 e 1812). Per lʼelenco completo dei suoi articoli di agronomia cf. Ferino (2015, 99). 13 L’epistolario conservato a Udine conta oltre mille lettere, comprese quelle scambiate con i familiari, cf. Ferino (2015, 8). 14 Nella nota relativa a un saggio di minerale proveniente da “Reidenbach [Rheidenbach?] presso di Collonia (sic)” Cernazai scrive: “[…] benché corrisponda nelle caratteristiche di q. predetta, pure è rimarcabile che si vede questa miniera essere composta da sfrange ben diverse e di cui una si confessa negra anche alla raschiatura.” 15 L’indicazione “Broch” si riferisce alla classificazione proposta da un allievo di Werner, André Jean François Marie Brochant de Villiers, autore del Traité élémentaire de minéralogie, Paris, 1800–1801. Nelle collezioni compare il nome abbreviato, cf. Jameson (1820, 13). 16 Fra i suoi corrispondenti dalla penisola: Niccolò da Rio e Scipione Breislak, cf. Faganel (1999). In uno di tali appunti, relativo a un pezzo di “Scheellino calcareo”, classificato con l’indicazio- ne “Broch II 453”15, Cernazai specificava: “prove- niente da [s.l.] in Sassonia (e da Zois col Nr. 77). Veddi lʼannalisi (sic) in altro saggio.” Una prova, questa, che, di fronte a problemi di descrizione e catalogazione dei pezzi, egli consultava evidente- mente anche un catalogo fornitogli dall’interlocu- tore lubianese. DIFFERENZE E COMUNANZE Prima di passare in rassegna i contenuti prin- cipali del carteggio occorre precisare che fra Zois e Cernazai intercorrevano delle differenze non trascurabili di età, esperienza e prestigio; ciò non precluse tuttavia un dialogo. Nel momento in cui iniziò quella comunicazione epistolare, Zois aveva superato la cinquantina, era in rapporto con diversi studiosi europei e aveva una reputazione di ampio raggio come erudito16. Giuseppe Carlo Cernazai era invece all’epoca ventiseienne, si era cimentato fino a quel punto in maniera un po’ disordinata, da au- todidatta, con più materie di studio (come lui stesso dichiara in una di queste lettere) e non aveva quella ampia rete di relazioni di cui godeva Zois. Se tale disquilibrio non ostacolò il loro dialogo, lo si deve forse, per una parte, al fatto che Cernazai tentò di portare la comunicazione sul piano di uno scambio intellettuale fra pari (riferiva infatti i contenuti delle proprie letture e mostrava interesse per quanto il suo interlocutore constatava, prendendone le osser- vazioni come agganci per un proseguo del dialogo). Per un’altra parte, il superamento di tali differenze dipese invece verosimilmente dalla capacità di Zois di non far pesare il suo sapere e il suo prestigio, o per lo meno ciò non è visibile nelle poche lettere di sua mano, ancora conservate, che rientrano in quel carteggio. A favorire il loro rapporto fu certamente il piacere di scambiarsi delle informazioni su una materia che li appassionava e di esprimere le pro- prie posizioni al proposito, fra cui quella in difesa della ricerca empirica: si comprino i mineralogisti ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 219 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 “molte scarpe per visitare le Montagne”, scriveva Cernazai in una lettera (NMS RAR M5 P19). Ma a mantenere viva la comunicazione contribuì di certo anche una comune attitudine pragmatica: attraverso quel contatto avrebbero potuto ampliare entrambi le rispettive raccolte. IL TENORE DEL DISCORSO Dalla ventina di lettere di Cernazai indirizzate a Zois emerge un profilo abbastanza netto di questo ricco udinese che si appassiona al mondo delle scienze naturali e non ha remore a cercare il dialogo con chi si muove nello stesso ambito di interessi. Già nella prima lettera inviata al barone (da Udine, il 19. 11. 1799) appare ben determinato nelle sue richieste e perfino un poʼ irruente (NMS RAR M5 P1). Delinea i propri interessi mineralogici formulando in modo diretto ciò che si aspetta da lui. Si badi che Cernazai addotta un simile approc- cio, cortese ma ben orientato allo scopo, anche nel 1803, quando contatta per la prima volta l’abate Brumati per questioni di botanica: gli chiede infatti delle informazioni su una pianta da questi scoperta e quindi aggiunge: “Ella mi donerà compatimento se, abbenché io solamente la conosca per fama, pure io mi sia preso la confidenza di arrecarle tanti disturbi” (BCU, f. p., m. 1504). Nella comunicazione con Zois le richieste avanzate – essenzialmente la possibilità di dialogo con un cultore di mineralogia e lo scambio di pezzi per le reciproche collezioni – sono espresse senza sfoggi di retorica, con evidente senso pratico e in un italiano in verità non dei più corretti per quanto concerne l’ortografia. Il barone risponderà a quel primo contatto e alle lettere suc- cessive nel rispetto della politesse, e anche lui con un’attenzione ai vantaggi concreti di uno scambio; le sue lettere a Cernazai sono formulate in modo più sintetico e con accuratezza espressiva. Via via che lʼinvio di missive prosegue è visibile il tentativo del giovane udinese di alzare il livello del dialogo: nomina, infatti, studiosi di mineralogia, parla delle proprie letture scientifiche e avvisa il barone di imminenti pubblicazioni che potrebbero interessarlo: in breve, cerca di valorizzare agli occhi del destinatario il proprio profilo di studioso, anche se non manca, in un paio di casi, di sottolineare le proprie lacune e il fatto che avrebbe solo potuto trar- re giovamento dalla frequentazione dell’altro. Nelle ultime lettere conservate, quando la conoscenza fra i due si sarà nel frattempo rafforzata anche da un in- contro di persona, il tenore della loro conversazione appare segnato da maggiore confidenza. Cernazai esprime parole di affettuosa stima verso Zois; ad esempio nella lettera del 30. 07. 1801 scrive: “Di sovente godo il piacere di risovenirmi l’avvantaggio ch’io ho avuto, sebbene breve, di godere la di Lei affabile persona, e di ritrarne utili cognizioni. Oh se mi fosse dato di essere a Lei vicino quanto mi terrei fortunato!” (NMS RAR M5 P20). Nel carteggio entrambi attivano le formule di cor- tesia tipiche della comunicazione settecentesca, ma non ne abusano. Cernazai le inserisce dove è atteso per passare poi a questioni concrete, accertandosi, Immagine 5: Indirizzo di destinatario e mittente; lettera di Cernazai del 19. 11. 1799 inviata in data 21.11.1799 (NMS RAR M5 P1, Foto: P. Farinelli, autorizzata). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 220 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 al più, della salute del suo interlocutore o esprimen- dogli parole adatte alla circostanza, ad esempio di cordoglio in caso di lutto o di augurio in prossimità di un nuovo anno. Nell’intestazione appella il desti- natario “Illustrissimo Signor Barone Padrone” o usa formule analoghe, come “Colendissimo”. Da parte sua, Zois si rivolge all’udinese con l’espressione di “Amico e Padrone stimatissimo”. Entrambi concludo- no le lettere con una formula altrettanto ossequiosa ma del resto all’epoca piuttosto diffusa: si dichiarano cioè reciprocamente obbligati servitori17. PRIMI CONTATTI Al primo contatto epistolare con Zois, Cernazai ne tasta la disponibilità a interloquire. Ci tiene a informarlo che già da tempo desiderava conoscerlo. E spiega subito le motivazioni per cui gli scrive: Perciò sebbene io sia ignoto a V.S. Ill.ma pure con l’occasione che mi sono proposto di accrescere la mia corrispondenza con qual- che rispettabile sogetto (sic), così prendo la confidenza si scrivere a Lei in primo luogo per pregarla di permettermi di mandarle per ora un paio di copie di saggi de Fossili del Friuli, in particolare di Roccie (sic); e quando li medesimi Le saranno arrivati attenderò dalla gentilezza di V. S. Ill.ma il contraccambio. Il giovane udinese pensa dunque fin da subito a instaurare uno scambio di pietre e fossili con l’erudito mineralogista di Lubiana. Intanto lo prega di informarlo circa i pezzi da collezione già in suo possesso provenienti dal territorio friulano. Solo undici giorni dopo gli scrive di nuovo, e in questa lettera (del 30. 11. 1799) si rammarica prima di tutto di sapere Zois malato18: “Mi rincre- sce rilevando il gentilissimo foglio di V. S. Ill.ma la podagra che sofre (sic) e [ritengo] che perciò ne sofra anche la mineralogia, in cui Ella n’è tanto benemerito” (NMS RAR M5 P2). Nel seguito gli descrive una trentina di pezzi di minerali della propria collezione in sostituzione a un catalogo ragionato “giacché tale mia raccolta non lo ha, e in questo punto non si può formarlo da me”. Segnala al contempo un interesse per una secon- da materia che avrebbe forse potuto sfociare in un’altra forma di scambio: “Avendo io udito che V. S. Ill.ma ha una serie d’Insetti, così mi prendo la confidenza di nominargliene alquanti, che mi vengono alla memoria, e pei quali mi terrei ben fortunato di poterla servire io, giacché li conservo 17 Cf. ad es. la chiusura della lettera di Zois del 29.1.1800 “Intanto ho l’onore di essere suo obbligato servitore” NMS RAR M5 P14. 18 Lo stato di salute costringeva Zois già da un paio d’anni a una sedia a rotelle. 19 BSAU Fondo Cernazai, Archivio, VI/4, Biblioteca e lasciti. 20 Non ci è chiaro di chi possa trattarsi. su delli spilli conficcatti (sic) tra il torace” (NMS RAR M5 P2). Ne elenca cinque, indicando nome e classificazione secondo il sistema di Linneo. Il 22. 12. 1799 lamenta di non aver avuto anco- ra notizie da Zois e presume che siano intervenuti nuovi problemi di salute. In quella occasione gli esprime particolare stima (NMS RAR M5 P3): […] sebbene io senza verso tutti i Mineralo- gisti un sentimento di stima, e di amore, pure verso di V. S. Ill.ma mi sia permesso il dirlo, che ne provo un maggiore, proveniente dalle ottime qualità che lo circondano e dalla benignità non ordinaria, la quale riscontrai nel di Lei foglio. Si augura al contempo che l’assenza di un ri- scontro non sia dovuta a eventuali errori presenti nella nota ai fossili inviatigli, ma si dichiara certo che, se anche così fosse, Zois avrebbe tenuto conto dei suoi limiti: “[…] mi avrà compatito in riflesso del tottale (sic) isolamento, ch’io mi trovo delli studj, in cui s’insegni tale scienza, come anche di persone che ne siano dilettanti.” Gli propone quindi lʼinvio di una “Zeolite bianca cristallizzata che sarà quella detta dura dal Dolomieu”: un pez- zo che faceva parte, aggiunge, dei saggi raccolti e fattigli avere dal “comune amico” Fortis. Notia- mo che, nei modi della captatio benevolentiae, Cernazai non nasconde a Zois la propria carente formazione e l’assenza di interlocutori vicini; allo stesso tempo ci tiene a segnalargli che segue le nuove pubblicazioni e intrattiene delle relazioni di amicizia con personaggi dell’ambiente scienti- fico italiano di spicco, nello specifico con Alberto Fortis. En passant: a testimoniare lo scambio di idee e informazioni avutosi tra il giovane udinese e il Fortis resta a Udine pure un nutrito carteggio19. DONI, ACQUISTI E MEDIAZIONI Nella lettera inviata a Zois in data 29. 12. 1799 Cernazai fa riferimento alla morte di un certo baro- ne Sigismondo20. Dal discorso sviluppatovi emerge che costui aveva approntato una collezione di minerali, e il giovane fa sapere al suo interlocutore di Lubiana che sarebbe interessato all’acquisto. Poche persone, osserva, investirebbero del de- naro per un tale sorta di oggetti, considerata la “presente penuria”. Coglie quindi ogni occasione possibile “da dilettante e raccoglitore di quel genere di cose”, come si definisce, per ampliare la propria raccolta, anche sfruttando a suo favore ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 221 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 un contesto economico di crisi, e chiede quindi a Zois di fornirgli il nome dell’erede per entrarvi in contatto. Nella lettera successiva, del 16. 01. 1800, si rammarica del recente lutto di Zois e commette una gaffe immaginando che si tratti della scompar- sa del “degnissimo di Lei figlio”; evidentemente si riferiva, invece, alla morte del fratello, Karel, da poco scomparso. Lo informa quindi che stava per spedirgli il pacco di pietre richiestegli e lo prega poi di prestarsi a una mediazione in merito a un acquisto di pietre da un mercante di Vienna, specializzato in quel settore. Vorrebbe infatti evi- tare una truffa: “[…] conviene sempre di coprire l’affare in modo che il mercante giudichi che li esemplari abbiano a passare al di Lei sindicato” (NMS RAR M5 P5). Gli chiede perfino di mentire, se necessario, presentandolo come un esperto della materia: “favorisca d’indicarli ch’Ella è per fare un cambio rimarcabile con un Mineralogista istrutto (il Signore le perdonerà questa buggia (sic)), e che perciò attende un Cattalogo (sic.) di quelle cose caratteristiche per la sistematica, le quali esso si trovasse avere, ed a fronte di ogni pezzo il prezzo deffinitivo (sic) […]” (NMS RAR M5 P5). È manifesto anche in questo caso che il giovane ha il senso degli affari e non si fa remore a chiedere a Zois un aiuto pratico. Il 15. 03. 1800 Cernazai riprende la comunica- zione da Venezia. Fa sapere a Zois che, una volta rimessosi in salute, avrebbe voluto fare con degli amici di Padova una “scorsa sui colli Euganei per raccogliere ed esaminare la posizione di alcuni prodotti minerari”, escursione che poi non avreb- be affatto compiuto, temendo una ricaduta (cf. la lettera del 24. 05. 1801). Nella stessa occasione gli chiede di fornirgli dei collegamenti con stu- diosi tedeschi di mineralogia per avviare ulteriori scambi: “oso pregarla d’un favore, quale si è di graziarmi alquanti addrizzi di persone onorate della Germania, che facciano raccolta di Minera- logia, e bramerei uno verso Freyberg; a dir il vero in Germania ne ho 3, 4 ma desidero d’accrescere il numero […]” (NMS RAR M5 P6). Aggiunge che nel mese di aprile si sarebbe trattenuto a Padova.21 Il settembre seguente (il 4. 9. 1800) Cernazai scrive a Zois di non aver ricevuto sue notizie da tre mesi e lo informa di avergli inviato dei campioni di minerale, fra cui delle “Lave Picee del Pado- 21 Specifica che la posta avrebbe dovuto essere inviata presso il “P.e Mandruzzato”. È presumibile che si tratti di Antonio Man- druzzato, con cui Cernazai ebbe uno scambio di lettere anche in anni successivi: se ne conservano a Udine un paio risalenti al 1811 e al 1818 il cui contenuto riguarda lʼinvio di pezzi di minerali e di semenze (BSAU Fondo Cernazai). 22 Cernazai nella lettera del 6. 02. 1801 prega inoltre Zois, di fargli avere “il sicuro recapito” del conte “Emanuele Schärfenberg Consigliere Mineralogico del nostro Sovrano” nel caso ne fosse a conoscenza. 23 Gian Giacomo Spada commise degli errori di descrizione di alcuni minerali, mentre l’abate Terzi si permise di criticare le osservazioni di un altro mineralogista, il Dandi, avviando così una vivace polemica. Cf. De Renzi (1845, 95–97); analoghe informazioni sono riportate da Cantù (1856, 280). vano” che viene descrivendo più nel dettaglio. Gli rinnova quindi la richiesta, già espressagli, di nuovi contatti in Germania22. Il mese di ottobre (il 23. 10. 1800) lo informa che le cassette di minerali speditegli a Trieste non avevano potuto essere sdoganate perché prive della descrizione del contenuto e gli chiede gentilmente di far in modo che passino senza controlli: teme, infatti, che ne vengano rubati i pezzi migliori; gli pro- mette poi dei saggi dai colli Euganei e Berici. Zois si presterà a rimuovere quei piccoli ostacoli. Nella lettera del 12. 11. 1800 Cernazai comunica al barone che gradirebbe una nota descrittiva dei saggi speditigli, sia pure in tedesco purché a lette- re latine. Lo avvisa quindi che le promesse rocce dai colli Euganei e dai monti Berici sarebbero ar- rivate a breve a Venezia. Lui stesso attendeva con curiosità e impazienza quei nuovi reperti: “[…] io non so che le medesime siano state finora definite completamente, mentre il Dolomieu non ne parla che in generale, e molto meno lo Spallanzani, e che le osservazioni di qualche uno de’ scolari del Werner, che le hanno pure trascorse in fretta. Io per tanto non oserò per ora di azzardarmi a ciò per non essere considerato come uno Spada o un Terzi” (NMS RAR M5 P9). Anche senza sapere chi fossero costoro (pubblicazioni ottocentesche c’informano che erano entrambi raccoglitori di fossili)23, il contesto del discorso chiarisce il senso di quell’affermazione: Cernazai non intende ar- rischiarsi a fare critiche o errori di valutazione. E merita rilevare che si esprime come se avesse una certa competenza in materia: si mostra per lo meno informato che mancavano ancora degli studi capaci di chiarire la specificità dei nuovi reperti. IL CONTESTO: TURBOLENZE DI GUERRA ED ESPLORAZIONI RIMANDATE Nella stessa lettera del 12. 11. 1800 lʼudinese assi- cura al barone un piccolo aiuto. È un mio piacere, scri- ve, “secondare le di Lei belle intraprese Mineralogiche nell’esame che si risolve di fare eseguire tra costì e Bolzano” (NMS RAR M5 P10). Chiede quindi maggiori precisazioni sull’itinerario che avrebbe preso la spedi- zione voluta da Zois: se passando per il Canale di San Pietro (la valle del But) o per San Candido. In un mes- saggio successivo (lettera del 7. 12. 1880) lo informa di aver ricevuto i materiali inviatigli: “In questa settimana ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 222 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 mi è pervenuta da Trieste la serie de’ Minerali che con tanta bontà Ella ha voluto fornirmi. Ciascuno mi è stato sommamente accetto; e sopra modo la Grafite-falso carbone, ed il Diaspro Porcellanite, con le Argille adu- ste, perché non poteva aspettarmeli.” Confronta alcuni di quei nuovi pezzi con altri già in suo possesso e in quel contesto dichiara di conoscere gli studi svolti da Vauquelin. Gradirebbe ancora una serie di altri pezzi, nel caso che l’altro ne avesse in sovrabbondanza, e viene elencandoli. Nella minuta di lettera del 26. 12. 1800 Zois rin- grazia l’udinese delle indicazioni ricevute sul percorso che avrebbe potuto seguire l’esperto che mandava in spedizione sulle Alpi venete e tirolesi, ma gli fa anche sapere di aver rinunciato nel frattempo al progetto. “Continuando la guerra non ho il coraggio d’impegna- re il mio esploratore nelle montagne del Tirolo, e dello Stato Veneto, La ringrazio intanto della traccia […].” Offre quindi a Cernazai la possibilità di acquistare una collezione che gli era stata proposta da “un amatore di Conchigliologia di qui, 600 circa pezzi di Minerali, di cui vorrebbe disfarsi, o in baratto verso Conchiglie, o in vendita verso contanti al prezzo di f. 260.” Nello stesso foglio prega Cernazai di fagli pervenire delle specie di tufo vulcanico, essendosene impegnato “con amici di distinzione”. In quella sorta di partita a ping pong fatta di scambi ma anche di proposte di vendita e segnalazioni di inte- resse all’acquisto di determinati oggetti da collezione, Cernazai chiederà a Zois (il 4. 1. 1801) se quel colle- zionista di conchiglie, di cui gli aveva parlato, non vo- lesse forse acquistare la bella raccolta di conchiglie di un certo Zanussi di Bassano da poco scomparso (presu- miamo Francesco Zanussi), in tal caso avrebbe potuto lui stesso metterlo “in trattativa.” Nel frattempo si era già accordato sull’acquisto, per la propria collezione, di quei 600 pezzi propostigli. Lo testimonia la lettera a Martin de Colerus, già ricordata in apertura24. Zois gli risponde mostrando invece interesse alla collezione di Zanussi e verosimilmente a nome di un terzo25, come si desume da una lettera di Cernazai del 28. 5. 1801, in cui si legge: “Se il di Lei amico volesse in tal modo trattare non ha che di graziarmi di un cenno perché ordini il Catalogo26.” 24 “Amico carissimo, la gentilezza del S. Baron Zois mi cede l’offerta adesso fatta da un Conchiologgista di così per circa 600 saggi di Minerali, ch’esso per altro non ha veduti. Ricorro alla sua amicizia ed intelligenza nella scienza affinché faccia un esame e se ritroverà che in gran parte li pezzi scieno scielti (sic), e caratteristici per la Sistematica vedda (sic) di accordarmeli, purché ciò sia con molt’av- vantaggio nel prezzo […]. Effettuandosi l’accordo, tosto Ella assisterà all’impacchettamento delle casse da trasportarsi presso del med. mo S. de Zois: ed una copia del Cattalogo (sic) […] mi spedirà; se potesse amerei che facesse un segno pei pezzi migliori, e l’originale sarà riposto nelle casse. Di ogni piccola spesa mi avviserà […]. Lo accerti poi [il proprietario] che se io resterò della compera soddisfatto, voglio dimostrarglielo con un regalo di Conchiglie, che le manderei a scielta (sic.)” (NMS RAR M 5 P16). 25 Il seguito della corrispondenza fa capire che l’interessato doveva essere Hochenwart. 26 Già in precedenza (minuta del 25. 01. 1801) Zois aveva chiesto dei ragguagli sul contenuto della collezione del bassanese: se contenesse cioè solo saggi dei mari locali o anche dell’altro emisfero. 27 Donazzolo Cristante (1983) segnala che Mario Cortenovis (1735–1798) “trascorse […] buona parte della vita a Udine, insegnando presso il seminario retorica, lingua greca e filosofia (1770–1780) e matematica (1774 c.–1793)”; aggiunge che, oltre ai suoi interessi di matematico e architetto, coltivò anche quelli per le scienze naturali “e collezionò una raccolta di minerali”. Un ruolo importante nell’ambiente erudito friulano lo ebbe anche il fratello, Angelo Maria Cortenovis. CRESCITA DI UNA PASSIONE: IL “BILDUNGSROMAN” DI CERNAZAI In una lettera dell’anno precedente a quella cui si è appena fatto riferimento, quella del 16. 01. 1800, Cernazai manifesta particolare riconoscenza nei con- fronti di Zois: “[…] sì grande è la persuasione che io ho della sua benignità, che io considero V. S. Ill.ma come un principale promotore del mio studio mineralogico” (NMS RAR M5 P5). Tale dichiarazione conferma in fon- do il ruolo che Zois aveva anche a Lubiana come men- tore di giovani studiosi. Nello stesso foglio il giovane ringrazia il barone di avergli riservato un esemplare “di una nuova roccia del Perger da Lei fatta scoprire” e nel seguito, sollecitato evidentemente da una domanda postagli in una lettera precedente, gli illustra i suoi tiepidi approcci con altre discipline fino alla felice scoperta della mineralogia. Quanto corrisponda al vero tale frammento autobiografico, e quanto invece un simile ritratto non sia pensato invece in funzione di quel preciso lettore, resta ovviamente questione aperta in assenza di altri dati, ma in ogni caso è di interesse leggere che cosa Cernazai raccontasse di sé e della propria formazione (NMS RAR M5 P5): V.s. Ill:ma si compiace di sapere a quale fine io mi aplichi (sic) nella Mineralogia, con piacere io le significo, che tale scienza, e la Chimica sono gli ‘unici piaceri, che io gusti. Da fanciullo voleva attendere alla Botanica, nei rapporti, che generalmente udiva al sommo decantarsi pell’arte della Medicina, ma grazie [a] Dio dopo poco venni a comprendere il mio abbaglio. Indi l’intrinsichezza con il fu P.e Cortenovis, il Matematico27, mi fece prendere diletto alle pietre belle d’aspetto: ma il viaggio che col me- desimo io anni fa intrapresi a Pavia, col minuto esame, che ebbi l’opportunità di fare a quel’ I.e Museo di Mineralogia mi svilupò (sic) all’affetto ai rapporti dell’utile, e vero dilettevole in tale scienza, sebbene abbia potuto acquistare po- che cognizioni, mancandomi quella della teoria corelativa (sic). Dopo molte pene mi riuscì di ottenere 200 pezzi e più dal Pini, in essi poi ad ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 223 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 onta delle mie ricerche vi mancavano diversi pezzi principali, e siccome fino d’allora mi era proposto di esaminare, e fare conoscere tal genere di prodotti del Friuli, così io con varie corrispondenze ho cercato di procurarmene alquanti; ma avendo trovato de’ sbagli […] in altri pezzi provenienti dalli stessi amici, mi ha posto in difidenza (sic) per quelli, che io non arrivo a conoscere; e la guerra indi sopraggiun- ta mi tolse di fare qualche viaggio in Germania alfine di istruirmi, mentre non ho il ros[s]ore di confessare che sono tutt’ora ignorante in tale scienza. Ora sono ammogliato, e ad onta delle mie occupazioni comerciali (sic) continuo a fare delle osservazioni corellative (sic) al mio intento, ed a procurarmi degl’esemplari al fine di poterle eseguire in modo da essere inteso dagl’altri. La Entimologia la coltivo malvolen- tieri, e iterinalmente ad oggetto solamente di facilitarmi il possesso di qualche cosa di Mine- ralogia. […]. Restando a tale dichiarazione, a un certo punto della sua giovinezza Cernazai avrebbe quindi vissuto, a fianco di Cortenovis, un’esperienza decisiva che lo avrebbe stimolato a dedicarsi a quella materia. Nello stesso contesto parla anche dei suoi approcci alla botanica, che liquida stra- namente come un abbaglio fanciullesco, forse per enfatizzare la passione che condivide con Zois e rendersi meglio accetto da costui. Sarà invece proprio la botanica a costituire un grande interesse della sua vita: è su tale materia, tra l’altro, che verte la maggior parte della sua corrispondenza (cf. Ferino, 2015). Di questo profilo autobiografico e intellettuale merita rilevare un paio di aspetti che delineano le posizioni di Cernazai: in primo luogo la definizione di utile e dilettevole a proposito della scienza mineralogica, espressione che, per quanto logora reminiscenza oraziana, conferma il suo tipo di approccio alle scienze naturali, e poi la confessione di voler esaminare e far conoscere […] prodotti del Friuli, intento che egli perseguirà anche nelle indagini svolte in altri ambiti. POSIZIONI CONDIVISE: “LA NATURA SI RIDE DI TUTTI I SISTEMI” Nel parlare di sé, Cernazai si presenta ignorante nella scienza mineralogica, e però ne aveva già ben appreso i rudimenti e li metteva pure in pratica, come testimonia il carteggio che ebbe con il già menzionato Martin de Colerus. Di questʼultimo 28 BSAU Fondo Cernazai b1 (Colerus a Cernazai; lettera del 28. 11. 1796). 29 Evidentemente Giovanni Battista Coronini conte di Cronberg (1761–1847), appassionato di mineralogia. 30 BSAU Fondo Cernazai b1 (Colerus a Cernazai; lettera del 25. 01. 1797). sono conservate ancora sei lettere inviategli negli anni 1796–1800.28 De Colerus era collezionista ed esperto di minerali (fa sapere di possedere una col- lezione di ottocento-novecento pezzi) e da quanto scrive a Cernazai si capisce che aveva relazioni con altri collezionisti, fra cui Coronini29 e, in quel di Trieste, il barone Bareaux (Cernazai entra in contatto con entrambi). È evidente che de Colerus intende fare da guida al giovane nello studio della materia che lo appassiona. Nella lettera del 28. 11. 1796 gli spiega che cosa dovrebbe leggere, sottolineando l’importanza della conoscenza del tedesco per accedere alla migliore trattatistica sulla mineralogia; in quella occasione loda senza mezzi termini il trattato dellʼ“immortale” Cronstedt. In una lettera successiva, del 25. 01. 1797, gli impartisce invece una lezione di metodo: “Caro signore, a un mineralogo non è sufficiente de dire ho dei sospetti […] subito ch’Ella ha de sospetti si dovrà spiega- re, da dove e da qual fondamento gli viene quel sospetto30.” Altre sue lettere (fra cui quella del 14. 10. 1796) fanno riferimento all’invio a Cernazai di uno chalumeau, strumento usato per l’analisi delle sostanze minerali attraverso l’impiego del calore. Allʼepoca del dialogo con Zois, come emerge del resto dall’intero carteggio con lui, Cernazai doveva avere quindi già dei discreti orientamenti su tale scienza; in quegli scambi di idee e informa- zioni mostra di fatto di conoscere in certa misura il contemporaneo dibattito in materia. Ne rende atto anche una sua lettera del 4. 01. 1801 in risposta a un’altra del 26. 12. 1800 ricevuta da Lubiana, in cui Zois esprimeva il suo parere sullo stato degli studi e rimarcava la relativa durata delle teorie nel tempo. Ne resta la minuta che riprendiamo qui sotto. Zois scriveva (NMS RAR M 13 P8): Li volcanisti hanno ormai persi i loro maggiori corifei. Li Nettunisti all’incontrario conservano tuttora il Capo di Scola Werner, ed i suoi scolari. Io che fui iniziato nella vecchia scola di Stahl, e de Svedesi, muoio ora convinto da Lavoisier e dai Lapponi. Ma la natura si ride di tutti i Sistemi e non accorda che parco premio alle fatiche di chi osserva de’ fatti, e non precipita sentenze. Nel passo citato il barone menziona dunque due casi di superamento di teorie scientifiche che egli stes- so aveva potuto seguire nel corso della sua vita: uno in merito all’origine delle rocce con la viva disputa fra nettunisti e plutonisti, e l’altro in merito ai fenomeni di combustione. In relazione a questo secondo caso supponiamo che si riferisse a un capitolo rilevante ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 224 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 della storia settecentesca della chimica ovvero al superamento da parte di Lavoisier e di altri scienziati contemporanei (fra cui il chimico e mineralogista fin- landese Gadolin) della teoria flogistica lanciata da uno dei pionieri della chimica moderna, Georg Ernst Stahl e poi ripresa da diversi studiosi della materia fra cui lo svedese Carl Wilhelm Scheele31. Nella lettera del 4. 01. 1801 Cernazai ritorna dunque su quanto constatato dal suo interlocutore lubianese e conferma di condividerne le posizioni. Ella molto saggiamente riflette che la Natura ride de’ Sistemi; ed io sono di parere che ben presto vedremo dominare una nuova scuola di Geologia a spese de’ due partiti combattenti, cioè quella delli veri Naturalisti osservatori semplici della Natura, li quali renderano (sic) giustizia a quei che di già battono tale strada. I professori di Mineralogia in luogo di perdere soverchio tempo nell’inniziar (sic.) li scolari in uno de’ partiti, dovrebbero esortarli (a somi- glianza dell’immortale Wallerio) di comperare molte scarpe per visitare le Montagne scevri di sistema Geologico; e dovrebbero apportargli per esempio il detto di Saussure, che conviene di andare dieci volte nello stesso sito […]. (NMS RAR M5 P12) 31 Per una sintesi del ruolo della teoria flogistica cf. Salvemini & Benigno (2015, 13). 32 Dolomieu, al rientro dall’Egitto, dove si recato al seguito della spedizione napoleonica per svolgervi degli studi geologici, fece naufragio e venne imprigionato per ragioni politiche. A Messina fu tenuto in carcere per 21 mesi tra il 1799 e il 1801. Zois, in una lettera qui ri- portata, lo definisce “Maltese” con riferimento al fatto che fino al 1790, prima di essere espulso dallʼordine, era stato Cavaliere di Malta. Cf. Millosevich (1932). Come esempio di successo raggiunto dai ricer- catori attraverso l’osservazione diretta, il giovane adduce il caso di Dolomieu, che trovò la torma- lina “dove non si sarebbe reputato ci fosse, cioè fra la Dolomite.” Nella lettera successiva, del 25. 01. 1801, ricorda a Zois le disgraziate vicende di questo “Letterato Naturalista”32 e aggiunge che in- tende trarre profitto dalle ricerche svolte da costui in Egitto e dall’articolo di mineralogia che aveva scritto “per la Classe dell’Enciclopedia”, necessario soprattutto a chi, come lui, non comprendeva il tedesco (NMS RAR M5 P13). Nella minuta di lettera stilata il 25. 1. 1801 anche Zois aggiorna Cernazai sulle proprie letture: “Stiamo leggendo con mio cugino la Nuova Mine- ralogia di Lenz, ch’è un compendio del sistema di Werner il più recente, e contiene ogni cosa, ma in succinto, aggiungendovi però anche la nomencla- tura italiana nonché l'ongherese, che fa uno strano contrasto di parole, che spaventano” (NMS RAR M13 P9). Gli conferma pure l’imminente invio dei pezzi già promessigli, oltre ad altri aggiunti di sua iniziativa e chiede a sua volta se l’altro possa fargli pervenire certi saggi di minerali, fra cui la calcarea compatta del Pulo di Molfetta e un duplicato della dolomite semplice o di quella contenente del tor- malino incolore. Immagine 6: Stralcio della lettera di Cernazai a Zois del 4. 1. 1801 (NMS RAR M5 P12, Foto: P. Farinelli, autorizzata). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 225 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 Di pochi giorni dopo è un'altra lettera di Zois, quella del 29. 1. 1801, in cui questi rin- grazia il giovane udinese dei fossili ricevuti. E aggiunge: “Non mancherò di dirle a suo tempo il mio sentimento sopra i fossili da lei raccolti, tanto più che ormai sono in me estinti i volcani che in passato ci facevano prendere lucciole per lanterne, massime in Italia” (NMS RAR M5 P14). Ci sfugge il senso di quella dichiarazione: se il barone intendesse esprimere gratitudine per i fossili inviatigli, oggetti verso cui in passato aveva provato una passione tale da arrivare a prendere degli abbagli (“lucciole per lanter- ne”)33, o volesse semmai far capire con eleganza al suo interlocutore che su quei pezzi era stato commesso, per troppo entusiasmo, qualche erro- re di valutazione. La lettera prosegue con un riferimento a notizie recenti relative alle collezioni del Dolomieu34, e anche in quel caso Zois osserva quanto galoppasse veloce la scienza (MNHN ms. 1994/ 902, 903): 33 Né è da escludere che Zois facesse riferimento, in quel contesto, al fatto di aver parteggiato un tempo per una delle due teorie in voga sulla origine di rocce e fossili, per superarla in seguito. 34 Come emerge pure da alcune lettere di Zois a Picot de La Peyrouse (MNHN ms. 1994/ 902, 903) in un carteggio pubblicato da Šumrada nel 2000, il barone seguiva già da molto tempo le attività di Dolomieu; lo studioso nel 1784 gli aveva anche fatto visita a Lubiana. Sul rapporto Zois-Dolomieu si veda nello specifico Šumrada (2001). Le Gazzette pubbliche hanno dato ultima- mente l’arrivo a Salvamento delle Coll.i Mineralogiche del dotto esc. Maltese. La rivoluzione ci ha privati di molti frutti dello studio di grandi uomini, da Lavoisier in poi. Ma intanto la Scienza se ne va facendo de’ progressi, che 30 anni fa nissuno avrebbe sognati. Segnala quindi l’arrivo di un recente acquisto, da Vienna, di nuovi fossili e altri pezzi “bene scielti, e bene conservati”; lui stesso non avrebbe saputo va- lutare se il loro costo fosse adeguato; riporta allora il prezzo di alcuni perché l’altro possa farsene un’idea. Come si può constatare, un’attenzione per le questio- ni economiche non mancava a nessuno dei due. L’INCONTRO A LUBIANA In una lettera del 19. 04. 1801 Cernazai annuncia a Zois che da lì a un mese avrebbe intrapreso un viaggio Immagine 7: Stralcio della lettera di Zois a Cernazai del 29. 1. 1801 (NMS RAR M5 P14, Foto: P. Farinelli, autorizzata). ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 226 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 per Vienna in compagnia di alcuni amici: se lʼaltro lo avesse gradito, sarebbe passato da Lubiana per incon- trarlo personalmente e vedere la sua collezione (NMS RAR M5 P18). Nella lettera successiva del 28. 05. 1801, da Villaco, gli comunica un cambiamento di itinerario: “Avrò per altro l’avvantaggio di riverirla personalmente al mio ritorno” (NMS RAR M5 P19). A Lubiana avrebbe anche ritirato i pezzi di un nuovo acquisto. Chiede quindi a Zois informazioni su mineralogisti di Vienna e anche il nome del migliore “mercadante di consimile genere.” Il contenuto della missiva successiva, del 30. 7. 1801, inviata a conclusione del viaggio, rende noto che passò di fatto a far visita a Zois. Tale incon- tro dovette quindi aver luogo tra il giugno e il luglio del 1801. In quello stesso foglio, dopo una calorosa espressione di gratitudine verso il suo interlocutore, lo aggiorna sulle sue nuove letture (“Nel N. 54 del Journal des Mines trovo che il cit. Pontier nel Dipartimento del Varo ha scoperto il Ferro-Chromato”) (NMS RAR M5 P20) e menziona ancora una volta Dolomieu a propo- sito di un articolo di questʼultimo apparso sul Journal de physique nel marzo del 1798 dove si parlava del “Cölestin” della Sicilia. Nella stessa lettera nomina il barone de Hochenwart35, studioso della cerchia zoi- siana, appassionato di scienze naturali e mineralogia (Jaršek, 2019), e prega Zois di informare costui che il “Museo Zanussi” era ancora invenduto. In un post- scriptum Cernazai chiede infine delle precisazioni su un saggio di zinco epatico ricevuto presumibilmente proprio a Lubiana e avanza un’ulteriore richiesta: “Mi manca per la mia raccolta il Koralenertz, onde a lei mi raccomando” (NMS RAR M5 P20). Nella lettera seguente del 4. 10. 1801, ultima di questo scambio di notizie, pareri e favori, lʼudinese suggerisce a Zois l’opportunità di un acquisto: “Ella mi parlò anche d’un certo Gabinetto di Mi- nerali della Transilvania, che le fu offerto. Che se mai fosse quello del Barone de Bruchental, questo secondo l’opinione dell’Esmark è il più perfetto in cristallizzazioni d’Oro di quel paese sia in cubi che piramidi […] sicché l’acquisto non potrà che essere interessante.” (NMS RAR M5 P21).36 Ancora una volta si può cogliere lo sforzo del giovane d’impostare il dialogo su un livello paritario: è lui, ora, a stimare il valore di un affare. Tra le notizie che invia al barone vʼè quella del nuovo trattato che il Fortis “sta dando alle stampe a Parigi37” e dell’imminente rientro in patria di questo amico, occasione in cui lui stesso vede qualche vantaggio: “siché (sic) avrei un nuovo mezzo per fornire al di lei Museo di oggetti interessanti pe’ quali di già al medesimo mi sono rivolto” (NMS RAR M5 P21). 35 Il titolo nobiliare qui usato è forse una svista: presumiamo trattarsi del conte Franc Hohenwart/Hochenwart (1771–1844). 36 Cernazai si riferisce a Jens Esmark (1763–1839). 37 Si richiama verosimilmente allo studio Mémoires pour servir à lʼhistoire naturelle de lʼItalie, che sarebbe uscito solo nel 1802. UN BILANCIO Ci si è soffermati su molti dettagli che mostrano il tipo di interessi capaci di tenere in vita la corri- spondenza fra Zois e Cernazai. Volendo stringere il discorso, quanto emerge dal carteggio conferma che entrambi seguono le materie scientifiche d’interesse all'interno di una rete di relazioni interpersonali, consci dell’utilità pratica dello scambio; riconosco- no, inoltre, la velocità con cui si evolvono le scienze naturali e ne prendono atto mantenendosi aggior- nati; difendono infine una evidente posizione di sostegno all’approccio empirico. Zois, con maggiori orientamenti in materia rispetto al giovane udinese, segnala anche quanto siano di breve durata i sistemi orientati alla descrizione dei fenomeni naturali e ne riporta due esempi. Da queste lettere emerge anche qualche dato interessante sulla biografia di Cernazai: le sue prime passioni scientifiche (compresa quella per la entomologia), una serie di letture legate alla mineralogia (articoli da le Journal des Mines, dal Journal de Physique, studi di Vauquelin, Pontier, Horace-Bénédict de Saussure, Dolomieu, Spallan- zani, Wallerius, Werner, Esmark), la frequentazione di alcuni uomini di scienza (il matematico Corte- novis, il Pini, il Fortis) nonché attività legate al suo interesse per la mineralogia (il rapporto con altri collezionisti, l’allestimento di una raccolta di pezzi e il loro studio, la progettata spedizione sui colli Euganei e sui monti Berici, il viaggio a Vienna per nuovi contatti e acquisti). Vi si profila poi, come evidenziato, la sua posizione di sostegno a indagini sul campo. Di Zois passano nel carteggio solo delle scarse notizie; si comprende comunque che si prestava con sollecitudine a soddisfare le richieste avanzate dal giovane e che mostrava interesse verso quanto questi gli inviava. Si può inoltre constatare che continuava ad aggiornarsi in mineralogia e che seguiva attenta- mente i dibattiti in corso. Non da ultimo, queste lettere rendono conto di parecchi esemplari da collezione che i due s’invia- rono negli anni in cui durò quel dialogo nonché di acquisti effettuati grazie alla reciproca mediazione. La lettura di tale carteggio permette così di ricostru- ire i percorsi di alcuni pezzi che andarono ad arric- chire le rispettive raccolte, fornisce cioè dei tasselli relativi alla storia delle due collezioni, una storia fatta di analisi, letture, ipotesi, confronti, abbagli ed entusiasmi, non solo di acquisti, scambi, doni e mediazioni. ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 227 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 IZMENJAVA PISEM MED DVEMA LJUBITELJEMA MINERALOGIJE: GIUSEPPEJEM CARLOM CERNAZAIJEM IN ŽIGO ZOISOM Patrizia FARINELLI Univerza v Ljubljani, Filozofska fakulteta, Aškerčeva 2, 1000 Ljubljana, Slovenija e-mail: patrizia.farinelli@ff.uni-lj.si POVZETEK Članek obravnava doslej še neobjavljeno in neraziskano dopisovanje med Žigo Zoisom in Josephom Karlom (Giuseppe Carlo) Cernazaijem iz Vidma, članom družine bogatih trgovcev in posestnikov madžar- skega porekla, ki se je v mladih letih zanimal za mineralogijo, pozneje pa tudi za botaniko in agronomijo. Izmenjavo pisem je mogoče ʽbratiʼ z metodološke in interpretativne zgodovinsko-kulturne perspektive, ki obravnava preučevanje predmetov v povezavi s kroženjem znanja ter medosebnimi in medkulturnimi odnosi, ki so se razvili ob njih. Posebno pozornost smo najprej usmerili na načine in razloge, ki so vodili obe osebnosti k preučevanju naravoslovja. Njuna miselnost je dejansko odražala paradigmo razmišljanja generacije, ki se je ukvarjala z opisnim raziskovanjem in klasifikacijo ter pri tem želela spoznati značilnosti svojega ozemlja. Ob tem je na pridobljeno znanje gledala kot na uporabno vrednost. Nato smo pokazali vrsto odnosa, ki se je razvila med dopisovanjem. Zagotovo ni šlo za dialog med enakovrednima sogovorni- koma glede na njuno razliko v znanju in ugledu. Kljub temu pa je po Zoisovi zaslugi dialog potekal tako, da razlika ni bila poudarjena. Za ohranitev živahnega dopisovanja je očitno obstajala tudi pragmatična perspektiva, ki jo je usmerjala obojestranska korist, saj sta si tako oba dopisovalca lahko izmenjevala zbirateljske predmete. Vsebina pisem na eni strani kaže, kako zelo je Cernazai cenil dopisovanje s Zoisom o mineraloških vsebinah in kako mu je ta stik pomagal dopolniti njegovo zbirko: z baronom si je začel izmenjevati fosile in minerale ter ga prosil za posredovanje pri novih nakupih. Obstaja tudi nekaj podatkov o njegovem študiju, ki ga je opravil kot samouk, ter o člankih in knjigah s področja mineralogije, ki jih je prebral v tistih letih. O teh podatkih je bilo doslej znanega malo ali nič. Po drugi strani pa je mogoče spoznati še druge vidike, ki potrjujejo Zoisov intelektualni profil, njegovo odprtost za dialog in široko znanje, pa tudi stališče, ki ga je zagovarjal glede razvoja naravoslovja in zlasti mineralogije. Mnenja, ki sta jih sogovornika izrazila v tej izmenjavi pisem, potrjujeta, da sta se oba zavedala pomena neposrednega opazovanja pojavov in obenem kratkotrajnosti rezultatov, ki so jih dosegli znanstveniki na področju nara- voslovja ter relativnosti sistemizacije, ki so jo predlagali med raziskovanjem. Poleg opisovanja njunih stališč do vsebine, ki sta jo proučevala in ki ju je navduševala, nam dopisovanje omogoča pridobiti podatke glede zgodovine obeh zbirk, vključno z izvorom nekaterih predmetov in okoliščinami, v katerih so prišli v roke zbirateljev. Ti podatki bi bili zato lahko koristni za videmsko zbirko, ki do zdaj še nikoli ni bila raziskana z zgodovinskega vidika in ki še čaka na strokovno obravnavo. Ključne besede: Giuseppe Carlo Cernazai, Žiga Zois, Martin de Colerus, kulturni transfer, mineralogija, zbiranje, izmenjava pisem ANNALES · Ser. hist. sociol. · 32 · 2022 · 2 228 Patrizia FARINELLI: UNO SCAMBIO DI LETTERE TRA DUE CULTORI DI MINERALOGIA: GIUSEPPE CARLO CERNAZAI E SIGISMONDO ZOIS, 213–228 FONTI E BIBLIOGRAFIA Acierno, Rosanna (1996): La collezione Cernazai nel museo archeologico di Cividale. Forum Julii: annuario del museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, 13–27. BCU m. 1504/c – Biblioteca civica “Vincenzo Joppi” di Udine, Fondi principali, lettere di Giuseppe Cernazai a Leonardo Brumati. BSAU b1 e b2 – Biblioteca del seminario arcivescov- ile di Udine, Fondo Cernazai, b1 e b2, Archivio, VI/4, Biblioteca e lasciti. Cantù, Cesare (1856): Storia degli italiani. Torino, UTET, t. 6. Cernazai, Giuseppe Carlo (1811): Metodo di nutrire i vitelli colle patate e pomi di terra. Annali di agricoltura del Regno d’Italia, 29, 154–156. Cernazai, Giuseppe Carlo (1812): Delle castagne impiegate qual succedaneo al caffè. Annali di agricoltura del Regno dʼItalia, 13, 239–244. Cittadella, Alex (2016): Girolamo Venerio, Agrono- mia Meteorologia e in Friuli fra Settecento e Ottocento. Trieste, Edizioni Università di Trieste. De Renzi, Salvatore (1845): Storia della medicina in Italia, v. 5. Napoli, Filiatre Sebezio. Donazzolo Cristante, Cristina (1983): Cortenovis, Mario. In: Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 29. https://www. treccani.it/enciclopedia/mario-cortenovis_(Dizionario- Biografico)/ (ultima consultazione: 2022-03-18). Faganel, Jože (1999): Zoisovi rokopisi. Ljubljana, ZRC SAZU. Farinelli, Patrizia (2020): Da Dante a Casanova: Libri in italiano nella biblioteca di Zois. Kronika, 68, 2, 181–190. Farinelli, Patrizia (2022): Od naravoslovja do književnosti: knjige v italijanščini v knjižnici barona Zoisa. In: Vidmar, Luka (ed.): Zois. Študije. Ljubljana, Založba ZRC. Ferino, Giovanni (2015): Una rete di saperi che su- pera i confini. Giuseppe Carlo Cernazai (1773–1849) ed i suoi corrispondenti. Tesi di laurea. Università degli studi di Udine, Dipartimento di studi umanistici e patrimonio culturale, corso in Studi storici dal Medioevo all’età contemporanea. Jameson, Robert (1820): A System of Mineralogy in Which Minerals are Arranged According to the Natural History Method. 3rd Edition. Edinburg, A. Constable & co. Jeršek, Miha (2019): Zbirka mineralov barona Sigis- monda (Žige) Zoisa / Baron Sigismondo Zois Mineral Collection. Scopolia, 97, 37–90. Kacin, Marija (2001): Žiga Zois in italijanska kultura / Sigismondo Zois e la cultura italiana. Ljubljana, ZRC SAZU. Kacin, Marija (2019): Žiga Zois, Casanova in Trst. Ljubljana – Trst – Benetke. Trieste, Bogataj. Klemun, Marianne (2000): Internationale Kontakte und Funktionen des Mineraliensammelns am Beispiel von Sigmund Zois (1747–1819). Berichte der Geologis- chen Bundesanstalt, 51, 13–20. Millosevich, Federico (1932): Dolomieum, Déodat- guy-Silvain-Tancrède Gratet de https://www.treccani.it/ enciclopedia/dieudonne-sylvain-guy-tancrede-de-gratet- de-dolomieu_%28Enciclopedia-Italiana%29/ (ultima consultazione: 2022-03-18). MNHN ms 1994/ 900-903 – Bibliothèque centrale du Musée de l’histoire naturelle, Paris, ms 1994/ 900-903. NMS RAR M13 P8–P9 – Narodni muzej Slovenije, Zoisovi rokopisi. NMS RAR M5 P1–P21 – Narodni muzej Slovenije, Zoisovi rokopisi. Pederoda, Carla (2021): Un botanico udinese dellʼOttocento, Giuseppe Carlo Cernazai e il suo erbario. In: Cultura in Friuli 5: settimana della cultura friulana = setemane de culture furlane, 6–16 maggio 2021. Udine, Società filologica friulana (in corso di stampa); conferenza videoregistrata (2021-05-09) https://www.setemane.it/? s=Cernazai&taxonomy=anno&term=2021&anno=2021 (ultima consultazione: 2022-03-18). Rossi, Elena (2000): Alle origini della collezione libraria dell’udinese Pietro Cernazai. Amici dei musei: bollettino dellʼAssociazione udinese Amici dei musei e dellʼarte, 10, 6, 5. Salvemini, Biagio & Francesco Benigno (2015): Pro- getto storia – Percorsi interdisciplinari. Scienza, tecnica e società, vol. II., 1650–1900. Bari, Laterza. Šumrada, Janez (2000): Hacquet, Žiga Zois in fran- coski naravoslovec Picot de La Peyrouse. Scopolia, 44, 1–34. Šumrada, Janez (2001): Žiga Zois in Déodat de Dolo- mieu. Kronika, 49, 1/2, 65–72. Svoljšak, Sonja (2019): Knjižnica Žige Zoisa: med osebnimi in javnimi razsvetljenskimi agendami. In: Svoljšak, Sonja & Luka Vidmar (ed.): Knjižnica barona Žige Zoisa. Ljubljana, NUK, 9–82. Svoljšak, Sonja & Luka Vidmar (ed.) (2019): Knjižnica barona Žige Zoisa: središče razsvetljenske kulture na Slovenskem = Baron Sigismund Zoisʼs Library: the Centre of Enlightenment Culture in Slovenia. Ljubljana, NUK. Trampus, Antonio (1990): Talent et erudition: Casanova nelle lettere del barone Sigismondo Zois. LʼIntermediaire des casanovistes. Etudes et informations casanoviennes,7, 25–35. Valenčič, Vlado, Faninger, Ernest & Nada Gspan- Prašelj (2013): Zois pl. Edelstein, Žiga (1747–1819). Slov- enska biografija. Ljubljana, SAZU. http://www. slovenska-biografija.si/oseba/sbi872726/#slovenski- biografski-leksikon (ultima consultazione: 2022-03-18). Vidmar, Luka (2020): Grandi speranze di bene: Met- ternich, Wrbna and Lažanský at the Zois Palace in May 1816. Acta Histriae, 28, 2, 243–265.