FUBBLICITA (prezzl per mm d'altezza, larghezza 1 colonna): commerclall L. 1.50 — flnanziari. legall, cronaca L. 2.50 — Concessionarla escluslva UNIONE FUBBLICITA ITALIANA 8. A. LtJBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 6 marxo 1943-XXI SI PUBBLICA OGNl SABATO ABBONAMENTI: Amiuo L. 25 — Semestarale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedlzlone In abbonamento postale H" Gruppo — UN NUMERO CENT. 60 DIEIEZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2195 schiavisti la personalita dei popoli e delle classi sociali. Dopo di do (e per conse-guire questo e indispensabile la Vittoria incondizionata) I'Asse incoraggera e iavori-Tä tutti i popoli nello svi-luppo delle loio attivitä, nella salvaguardia dei loro reciproci interessi, entio i sicuri conlini del grande spazio euTOpeo. Pud darsi che in un gior- no non lontano I'inconlro di Roma assumera il name di natto di battesimo» (batte-simo di sangue) di quella so-lidarieta europea nella quale tutti i popoli si sentono ormai coinvolti, sia avver-lendo la ineluttabilita di un ultimo sfoTzo decisivo di li-berazione, sia ispirandosi alia bellezza di quell'ideale di giustizia al quale sono im-prontate le due grandi Rivo- luzioni; la italiana lascista e la germanica socialnaziona-listica, uniche fonti di pen-siero, le sole sorgenti della speranza del nostro secolo di lotte, speranza nata nel sa-crificio di un'altra guerra mondiale di cui questa e il completamento e come il mantenimento di una pro-messa fatta dagli eroi d'oggi agli eroi di ieri. A. i. IL PROBLEMA BALCANICO L'incontro del Duce e von Ribbentropp Lincontro di Roma L'incontro tra il Duce ed il Ministro degli Esteri ger-manico von Ribbentrop e stato detinito di «portata ec-cezionale». La terminologia diplomati-ca ha le sue linezze talora inesplicabili al profano; ma ora si pud dire che ben poche volte il significato di un incontro e balzato con tanta chiara evidenza dagli ambu-iacri della cronaca sugli al-tari della Storia come in questa occasions, tanto che Veco si e ripetuta immediata in tutte le capital! europee, da quelle che sono in diretta frizione col bolscevismo come nei paesi balcanici, fino a Stoccolma o a Madrid dove il pericolo rappresentato dalla barbarie rossa non e avvertito con meno viru-lenza. L'avvenimento reca i se-gni dell'antibolscevismo. La discussione di Roma si sara estesa necessariamente a tutti i problemi europei; ma uno e I'obbiettivo: distrug-gere la plutocrazia e il bolscevismo che sono, e meglio si sono palesati nel corso della guerra, due aspetti dello stesso mostruoso volto giudaico internazionale. Se negli animi di molti pa-vidi e passato un brivido di spavento nei mesi scorsi, al pensiero che davvero il do-minio della civile Europa potesse passare nelle mani di codesto mostro, l'incontro di Roma da la misura della consapevolezza dei paesi dell'Asse circa la responsa-bilita che essi si sono assunta in pieno di difendere I'Eu-ropa da una tale minaccia. Si tratta, ordunque, di con-tare, di mobilitare e poten- ziare le nostre riserve. I pokoli dell'Asse sono due vec-chi popoli tetragoni alle sventure; nessuno al mondo pud ignorare che le riserve spirituali del cosiddetto ( vecchio mOndo» sono ine-sauribili. I popoli dell'Asse sono, per di piu, popoli rin-giovaniti da due rivoluzioni; il che vuol dire che oltre che per le risorse della esperien-za e della saggezza lo spi-rito si sente armato dalla potenza del braccio; e per di pill ancora la iede nella rivoluzione anima i combat-tenti dell'Asse. Esiste una concezione po-litico-sociale che tiene ce-mentate le nazioni italiana e tedesca e a quests due nazioni, superbe per la nobilta del loro elemento umano, Here della loro cultura e della loro storia, guardano lidenti i piccoli popoli d'Eu-ropa. Non e un opportuni-smo suggerito dalla situa-zione militare, come accade per i nostri nemici, a deter-minare questa solidarieta, ma un assunto ben piii ele-vato e chiaramente enuncia-to anche in questa occasio-ne: «far sorgere in Europa un nuovo ordine che garan-tisca a tutti i popoli europei un'esistenza sicura in un'at-mosfera di giustizia e di col-laborazione.» E' detto pure, ancora una volta, il modo in cui una tale esistenza (sogno antico e sempre piii irresistibile di tutti i popoli) possa realiz-zarsi. Bisogna prima di tutto spazzar via dal suolo euro-peo le due concezioni pluto-cratica e sovietica, tanto af-iini nel sottoporre a metodi Un accurato esame della situazione balcanica non puo prescindere, oltre che dalle logiche premesse storiche, anche dalle sue premesse geo-grafiche e soprattutto etni-che. Un simile lavoro apri-rebbe pero la via ad infinite discussioni in quanto non v'e concomitanza di idee su quella porzione dell'Europa Orientale che possiamo chiamare balcanica; se cioe essa termini a sud del Danubio o rag-giunga i Carpazi, se si esten-da dal Nevoso al Nistro o termini alle Porte di ferro; perciö noi preferiamo far pošto ad un dato geopolitico dando, tra i confini assegna-ti, la massima estensiorie alia regione, includendo cioe in essa le terre a sud delle Ca-ravanche, dei Carpazi e del corso del Nistro. subito a prima vista un'entita compatta che ben si presta ad un soggetto sto-rico: fin dall'alba dei secoli e stata teatro delle piü inte-ressanti affermazioni umane, mteressanti non forse per gli apporti alia civilta ma per il complicato gioco di interessi che si sono intrecciati, e interessante continua tuttora ad esserlo in questa vicenda che giomalmente si svolge sotto i nostri occhi. ž indub-bio infatti che la penisola balcanica fu uno degli epicentri attorno al quale gennoglio la popolazione dell'Europa. Anni fa fu ampiamente il-lustrata anche in 'Italia la bella serie di ritrovamenti archeologici, awenuta nelle pianure della Boemia, che si voile riallacciare a quanto era stato a suo tempo qua e la segnalato un po' in tutti i Balcani, cioe ai resti di un'antica civilta, situata tra I'epoca della pietra e quella del ferro, the ha prodotto pregevoli lavori d'intarsio sull'avorio, e a lungo s'e par-lato di una continuita illiro-albanese e forse illiro-dalma-ta, come di una possibile su-tura illiro-dacica-romana che da Valona, attraverso la Macedonia, si estende ad occi-dente di Odessa. Ed e del resto dominio della storia il successivo stanziamento un-gherese e bulgaro, sia pure di cosi diversa origine ma di sostanziale identita di metodi di affeiTTiazione iniziale, come del resto agli albori della storia era stato I'avvento degli Achei, degli Joni e dei Dori impostisi con la forza alia preesistente popolazione micenea. Giä quindi in questo quadro generale abbiamo le trac-ce essenziali per renderci esatto conto di quanto sia av-venuto nei secoli scoi-si; ma riteniamo che piuttosto che ad una discussione pretta-mente razziale - scientifica il nostro esame deve rivolgersi ad una situazione storico-politica, 0, per meglio dire, dobbiamo approfondire lo sguardo per scoprire quali sono gli epicentri attorno a cui gravitano o hanno gravi-tato queste forze umane. Notiamo cosi che dopo la ri-gogliosa affermazione di Roma che portö con le sue armi e i suoi ordinamenti nuclei com-patti di coloni e di genti romane, le piü notevoli affermazioni razziali si sono avute coll'arrivo dei Bulgari e degli Ungheresi sul suolo balcani-co. Importante ai fini di un equilibrio e di un gioco di forze I'awento dei secondi, presentatisi agli albori del Äecolo IX in Europa con una forte personalita razzista e guerriera consplidata da una lunga convivenza con le tri-bu ugro-finniche e ugro-tur-che, cioe in grado di poter awicinare e comprendere gli Ultimi bagliori della civilta imperiale di Roma ed i primi della nuova romanita cristia-ria che si andava irradiando oltre i colli di Roma verso I'Oriente. Non vi e dubbio infatti che, se I'originaria educazione razzista e guerriera di questo popolo ha notevolmente con-tribuito a delimitarne la fiso-nomia storica, un definitivo tocco alia sua personalita gli e stato dato dalla romanita tcmpestivamente assunta dalla sua legge e dal suo costume per merito precipuo di Re Stefano. L'unione cioe del senso della misura e di equilibrio con lo spirito combat-tivo e I'orgoglio di crearsi una vita, che e senso di equilibrio e di misura indispensabile per vivere come e vis-suto e vive il popolo unghe-rese in una comunita vastis-sima di popoli a volte piii nu-merosi delle sue poche tribü, sempre in disordinata e spae-sata vita, fatta di audaci pensamenti, piü spesso di sogni, ma quasi sempre pro-dotti da una specie di inca-pacita organica unita ad una indiscussa capacita intellet-tiva. E noi riteniamo che questa particolare attitudine sia venuta alia gente ungherese proprio dalla sua precedente vita di raccoglimento e di preparazione trascorsa prima nelle pianure a nord del Cau-caso, nelle fertili terre di Ucraina poi, prima di giun-gere come ondata razziale, attraverso i passi dei Carpazi settentrionali, nelle allora acquitrinose pianure del Ma-ras. Ed a questa nostra tesi e appunto di conforto I'esame della diversita di atteggia-mento e di evoluzione storica degli altri popoli che vivono nella pianura balcanica, sul-le sue montagne, lungo i cor-si dei suoi fiumi. E giä lo notiamo nel popolo bulgaro, che pure dopo I'ungherese e il popolo piü compatto ed organizzato che si sia presentato alia ri-balta della storia balcanica. I bulgari infatti, gente di razza turanica, affini a quelli ugro-turchi presso i quali vissero nei primi tempi gli ungheresi, si presentarono ai confini dell'Impero Romano con una non disprezzabile quadratura mentale ed una notevole organ izzazione militare se non politica che ebbe il duplice effetto di incutere timore alia giä vacillante potenza imperiale e di ispirare fiducia alle popolazioni sotto-messe. Non solo; ma la forza organizzativa di cui si mostrarono capaci ed il rispetto che dimostrarono per la su-periore civilta delle genti ro-manizzate che essi incontra-rono, ci spiegano in massima parte le ragioni del loro suc-cesso e la rapida fusione dei bulgari coll'elemento slavo awenuta secondo premesse di ordine razziale tali che an-cor oggi questo popolo si pre-senta sotto I'aspetto lingui-stico e culturale perfettamen-te individuate, non solo fra le genti slave, ma fra gli stes-si slavi del Sud. Le cose si complicano in-vece quando I'indagine si spinge verso le popolazioni che vivono nel grande qua-drilatero formato dalle Cara-vanche al nord, il corso Dra-va-Danubio a nord-est, la li-nea Turnu-Severin-Uscub a sud-est e I'Adriatico a sud-ovest. Non vi e dubbio che ad identica provenienza dobbiamo ascrivere I'origine dei Serbi, dei Croati e degli Slo-veni tra popoli a cui le vi-cende storiche hanno traccia- to tanto diverse il coreo della vita da separarli con abissi tuttora all'apparenza incol-mabili. 11 livello culturale dei Serbi prima di Kossovo, cioe alia fine del XII secolo non era certo inferiore a quello degli altri popoli balcanici, ma quattrocento anni di sog-gezione ai turchi e I'influen-za della religione ortodossa li hanno profondamente diffe-renziati dai Croati e dagli Sloveni, venuti piü a duratu-ro contatto con la civilta oc-. cidentale e la religione di Roma sia attraverso I'opera della Duplice Monarchia sia at-travei-so le influenze che dalla costa dalmata, per il continue apporte di energie venete, risalivano le valli sas-sose della costa adriatica. Sono elementi, questi, da non teuere in secondarie cento nella valutazione della situazione etnogi-afica e geografica balcanica nella piü equa distri-buzione di cempetenze e di responsabilita che porterä la pace dell'Asse su queste terre: ed e con questi intenti e Icon questa certezza che noi ' affrontiamo lo studio dei problemi balcanici. Oltre al fattore geografico e storico, questo altro fattore, che possiamo dire biopsi-chico razziale, deve trovare, accante a quello economico, il posto che gli compete. Gian Lu'gi Gatti Esami di maturitd I giornali sloveni hanno dato notizia in questi giorni di un sordine di servizio-» in-viato da un battaglione pa/r-tigiano a un reparto dipen-dente, nel quale si emanano istruzioni per gli esami ... di maturita da farsi ai nuovi arruolati, cioe a coloro che nottetempo vengono prelevati con la forza dalle loro case per essere incorporati nei re-parti partigiani. L'esame verte sulla cono-scenza del comunismo, dei suoi fini e dei nomi dei capi-banditi. Coloro che rispon-deranno perfettamente alle domande avranno... la lode e I'incorporazione, i bocciati saranno ^Uquidati* poiche costoro — dice I'ordine — hanno la cattiva abitudine di fuggire e chiedere la prote-zione italiana. E sono molti questi ultimi: il novantacin-que per cento. L'idea degli esami non b malva{jia. Un'altra domanda ancora hanno dimenticato i partigiani di inserire fra le altre da sottoporre agli esa-minandi e doe: quale e stato I'apporto del comunismo alia civilta e quale quello del Fa-scismo. L'imbarazzo sarebbe stato troppo grande per la mentalita degli esaminandi e degli esaminatori e la «liquidazio-ne» necessaria, giusto I'ordine. I soldati d'ltalia, le Cami-cie Nere ed anche i nostri Balilla sono pero sempre pronti ad eseguire la saggia «liquidazione* degli esaminatori. II Duca di ferro iLa battaglia di Cheren, l'eroi-cd dllesa dell'Amba Alagl, locon-aacrano alia gloria della Patiia e lo addilano quale esempio alle present! e lulure geneiazlonl». Mussolini Ricorre un anno da quan-do la notizia della moite di Amedeo d'Aosta, avvenuta a Nairobi il 3 maržo 1942, empiva il cuore degli Italia-ni di proiondo cordoglio. II popolo iialiano senti forlemenle la scomparsa di uno del suoi piü valorosi Principi che, seguendo le gloriose tradizioni degli avl, aveva dato lutto se slesso per le fortune d'ltalia. Quel profondo seno di umanitä, di gentilezza, di generositä che appariva nei suoi atli, Amedeo d'Aosta derivd non soltanto dalla nota bonta del padre che, quasi di esempio al figlio morto anch'esso fra i suoi soldati, riposa nel sacrario di Redipuglia fra gli invitti fanti della III Armata, ma dai diretti contatti col pch polo che Egli ebbe modo di l avvenire delle nostre terre africane. Ample e sicure strade fu-rono aperte, audaci arcate di ponti furono gettate, eßte-se äree di terreni incolti furono dissodate e cof metodi-co affluire di rurali ed ope-rai italiani il soffio vivifica-tore della civiltä romana rigenerö quelle terre. La diffidenza degli indigeni fu vinta, ancor prima che dalle armi, dall'irresistibile at-trazione che la nuova civiltä esercitö sul loro animo. Le lontane e misteriose re-gionl del Gimma, come le vaste pianure somale, le lus-sureggianti regioni del lago Tana come i vecchi territori eritrei, videro spesso sorvo-lare l'apparecchio del Duca di ferro, che personalmente si recava a rendersi conto del lavori, a incitare con la sua presenza contadini ed operai affinche presto quelle terre potessero fornire maggiori ricchezze alla ma-drepatriä. Alio scoppio della guerra nel 1940, Egli assunse il Co-mando generale delle Forze Armate in Etiopia e durante l'aspra campagna, condotta c ontro un nemico soverchian-te per uomini e per mezzi e che tuttavia dovette spe-rimentare le cocenti giorna-te di Kartum, dell'avanzata sino a Berbera e Zella, della tenace resistenza a Cheren, diede ovunque segno di valore degno della gloriosa tradlzione della sua Casa. II suo eroismo culminö nella difesa dell'Amba Alagi da Lui sintetizzata neU'epico messaggiq al Duce che cosi terminava «Non e finita la guerra. In queste terre, an-cora una volta irrorate dal sangue italiano, per la mag-giore grandezza della nostra Patria, presto ritorneremo». Noi ritorneremo! Ed e con questo grido, o Principe sa-baudo, che noi Ti ricordia-mo e insieme Ti celebriamo, perche e il grido della nostra comune fede nei desti-ni d'ltalia, di quell'ltalia che Tu tanto amasti e per cui il Tuo sacrificio in terra afri-cana e la sicura garanzia che lä noi ritorneremo, per la maggiore e imperitura grandezza della nostra Patiia. Lic. COMMENTANDO LA CARTA DELLA SCUOLA UNIVERSITA E GUF conoscere ben da presso sin da quando, semplice solda-to di una batteria a cavallo, non ancora diciassettenne, partecipava volontariamen-te alla prima guerra mon-diale. Ma la sua figura d e ri-marrä sempre viva, nel cuore soprattutto delle nuove generazioni, come quelladel Principe coloniale. Conchiusa la pace nel 1918, Egli infatti segui il suo grande zio, il Duca degli Abruz-zi, nella Somalia. Intrapre-se poi un lungo viaggio nel Congo belga, risali il miste-rioso fiume africano e per-corse fa regione dei laghi equatorial!. Promosso maggiore, fu assegnato al co-mando di reparti meharisti nei punti piii avanzati del Sahara tripolino e con 1'eser-cito coloniale partecipava, sempre sulle prime linee, ai pili importanti fatti d'arme che furono compiuti per la riconquista della Libia. Veniva in seguito trasfe-rito nei ruoli naviganti della R. Aeronautlca, finche nel 1937 il Re Imperatore, su proposta del Capo del Go-verno, lo nominava Vicere d'Etiopia. Era ancora un Principe tabaudo, sulVesempio dei suoi predecessori che ave-vano lottato per l'unitä d'ltalia, che guidava gli Italiani sulle nuove vie della loro espansione coloniale. L'alta carica fu da lui ri-coperta con vivo senso di responsabilitä e nella sua attivita rispecchiö la volon-iä tenace di rendere presto le nuove terre africane degne della nostra civiltä. Dal contadino aU'operaio, dal soldato all'ufficiale, in tutti egli trasfuse la sua energia st che le ardue opere della incipiente coloniz-xazione furono, malgrado le grandi difficoltä, iniziate e continuate con indefessoar-dore, con sicura fede nel- L'argomento che ci siamo proposti non e affatto originale: puö dirsi, tuttavia, di immediata attualitä, tanto se ne e trattato per esteso in questi Ultimi mesi sulla stam-pa universitaria e, in modo complesso e definitivo, nelle laboriose giornate del recen-te convegno di Ferrara, alla presenza del creatore della nuova scuola, Giuseppe Bot-tai. II rapporto tra Universitä e Guf e quello stesso che si puö ricercare tra cultura e politica, mente e cuore, libro e moschetto: rapporto, come si vede, che sta alla base del processo educativo. Proponiamoci, per maggior chiarezza e semplicitä, un esempio attinto direttamen-te dalla vita. II giovane, ap-pena uscito dalla scuola media —■ lontana, apparente-mente superata, e l'esperien-za della scuola elementare — si presenta all'Universitä con la sua infarinatura cul-turale, la sua inesperienza, il suo entusiasmo. Fino a questo momento egli e stato condotto per mano, spalleg-giato, formato, sul piano cul-turale-politico-militare, dalle due grandi istituzioni giova-nili: la Scuola e la Gil. Li-mitato nella propria espe-rienza di vita, incapace di decisa autodeterminazione, egli s'e limitato sinora ad ascoltare e ad accumulare: SU di lui hanno fatto presa molteplici, infiniti influssi. Ad un tratto gli viene aperta dinanzi una vita nuova, ricca di responsabilitä, impegnativa, legata per gran parte alla sua volontä: rUniversitä lo introduce nel campo deU'alta cultura, gli accenna problemi impensati e affascinanti abbandonando a lui l'alternativa di svisce-rarli a fondo o di sfiorarli alla superficie; il Guf gli si presenta come un'istituzione politico - militare dove, in ogni campo, gli viene offer-ta la possibilitä di mettere a profitto le sue attitudini, di acutizzare ed affinare la sua sensibilitä politica, di mi-gliorare e completare la for-mazione fisica e spirituale in attesa di imbracciare le armi. Egli assiste, insomma, a quello schiudersi di un'im-prowisa, attraente libertä che un poco tutti abbiamo avvertito nell'etä giovanile. A questo punto si sotto-pongono al vaglio decisivo le possibilitä delle Universitä e dei Guf. Poniamoci, sempre per ne-ressitä di chiarezza, due in-terrogativi: quali compiti specifici sono attribuiti alle prime ed ai secondi? Sotto quali termini puö sviluppar-si la loro indispensabile, re-ciproca collaborazione? Rifacciamoci come sempre alle dichiarazioni della Car ta, la cui lapidaria semplici tä permette una comprensio- ne ben maggiore di quella che puö essere offerta da qualsiasi tortuoso ed arido gioco verbale, A proposito dell'ordine universitario si legge, alla diciannovesima dichiarazio-ne: «L'Universitä ha per fine di promuovere, in un or-dine di alta responsabilitä politica e morale, il progres-so della scienza e di fornire la cultura scientifica neces-saria per l'esercizio degli uffici e delle professioni. I corsi e le scuole di perfezio-namento hanno caratteri e fini prettamente scientifici; i corsi e le scuole di specia-lizzazione hanno finalitä pre-valentemente pratiche in rapporto a determinati rami di attivitä professionale. Ad-destramento sportivo - militare e pratica del lavoro concorrono alla formazione spirituale dei giovani.» Relativamente ai Guf si afferma — alla seconda di-chiarazione — che, insieme alla Scuola ed alla Gil, essi vengono considerati uno «striunento unitario di edu-cazione fascista» mentre — alla quarta dichiarazione — si insiste sulla loro funzione caratteristica: l'addestramen-to sportivo e militare. Questi, dunque, i compiti specifici che si risolvono nel riconoscimento di una pre-parazione tecnico - culturale da un lato e politicohmili-tare dall'altro. Ma, — ecco l'argomento sensibile, che ha attratto gran parte del recente inte-ressamento — essendo il fatto educativo unitario indi-rizzato verso un fine ben de-finito, non e pensabile, e tanto meno accettabile, que-sta determinazione di compiti che si presenta sotto l'apparenza di un dissidio tra le due istituzioni, questa ripartizione schematica di metodi e di indirizzi, questo parallelismo prolungato al-l'infinito. Non si puö ammet-tere — ed e naturale — che il giovane, frequentando rUniversitä ed il Guf abbia la sensazione di muoversi in L'AEDO DELL'ITALIA NUOVA diverse atmosfere, di fram-mentare la propria condotta, di servire separatamente ai bisogni della cultura e della politica, della professione e della preparazione militare. Dissidio inaccettabile, di^ cevamo, e teoricamente as-surdo: dissidio che impor-rebbe contrapposizione dove necessita cooperazione, dif-ferenziazione anziehe — come e logico — sintesi uni-taria. Tuttavia, e l'esperienza quotidiana lo conferma, questo dissidio permane sul piano della realtä e richiederä appunto un impegno decisivo prima che si possa eli-minarlo. Dal momento che sarebbe puerile voler astrarsi ad ogni costo dalla realtä, ricono-sciamo come essa ci con-fermi che una fattiva, intelligente, costante collaborazione tra Universitä e Guf non esiste ancora. Vi sono, e vero, gruppi di giovani entusiasti e preparati, sani culturalmente politicamente e moralmente che, mentre impegnano nello studio le energie della loro giovinezza, non lasciano in seconda linea la preparazione politica e l'addestramen-to fisico. Vi sono, lo ripe-tiamo, e sono i migliori, co-loro ai quali si poträ affi-dare domani, senza timore, il destino della nazione. Ma gli altri, i molti altri? Vivono ai margini, rispon-dono ad un certo, esiguo numero di appelli e di chia-mate e, fermi Ii, adempiono al minimo di dovere, tengo-no perennemente — quasi morbosamente — l'animo ri-volto all'interesse, alla car-riera, al beneficio immedia-to. Per costoro la frequenza deirUniversitä e del Guf co-stituisce un fenomeno, oltre che sporadico, anche distin-tamente separato, se non ad-dirittura in contrasto. A chi si debba far risalire la colpa non e il caso di trattare: non ci si raccapezzerebbe Nel quinto annuale della sua morte Gabriele D'Annun-zio e piü vivo che mai nel cuore e nella mente degli Italiani. II suo ricordo infatti susci-ta in noi la fierezza per il gener OSO combattente, che ^ rischio della lotta Seppe affrontare con Serena coscien-za e insieme con spregiudica-to coraggio: il volo su Vienna, compiuto malgrado ogni contrario par ere, e la beffa di Buccari, ove il nevfiico rin-tanato fu scovato e colpito a morte, sono due degli episo-di piü luminosi della sua vita guerriera che, se da un lato provano il suo indomito coraggio, attraverso il loro suc-cesso. stanno peraltro a di-mostrare che Egli seppe ac-compagnare I'audacia non alia cieca temerarieta, ma, alla cosciente e ragionata volontä di vittoria. L'olocausto della citta di Fiume, conservata all'Italia contro i nemici estemi e con-tro lo stesso Governo romano d'altora, consacrano D'An-nunzio alla memore rico-noscenza della Nazione. Ma, se questi sono gli epi-sodi principali della vita guerriera di quest'uomo, che dalVappassionato amore alia Patria fu sempre guidato nelle sue azioni, possiamo ben affermare che tutta la vita di Gabriele D'Annunzio e un episodio che si identifica nel continuo, incessante, operoso assillo della ricerca di se stesso attraverso Ventusiasti-co e sconfinato amore verso la Natura, che lo condusse a rinnovare giomo per giomo I'ansia per il domani, la pas-sione per il fascino misterio-80 del futuro che Vattirava come I'orizzonte marino atti-ra il navigante verso nuove niete. Passd 'dai salotti romani alle furiose cavalcate in ma-remma, dagli amplessi fi'o-rentini alia dura esistenza in Francia con la disinvolta si-curezza di chi sente nella propria vita e nei propri atti, di esprimere qualcosa di nuo-vo, per cui dalla rammollita vita borghese di allora Egli trasse alimento verso nuove e diverse aspirazioni. D'Annunzio esprimeva ve-ramente lo spirito della na-scente generazione che accet-ta la lotta e il sacrificio come il premio piü hello per saggiare le proprie forze, le proprie capacita, la propria dignita di vivere e insieme di elevarsi, la propria volontä per superare I'ostacolo che, spesso e non sempre di facile aggiramento, si oppone alia scalata verso le eccelse vette del successo. Naturalmente i critici non sono mancati, non hanno sa-puto tacere gli animi di parte, che hanno voluto intra-'vedere nelVopera del poeta-i soldato unicamente un in-degno ed eccessivo senso d'erotismo. Se talune parti dei frutti dannunziani possono dare questo sapore, ben altre sono quelle che noi dobbiamo mirare, comprendere ed anche affermare necessaria-mente nostri, come quelli doe che ci spingono, al di la d'ogni senso di rammollito raccoglimento, verso la vita intesa come combattimento, come incessante anelito al perfezionamento ed al supe-ramento di se stessi. ž questo I'insegnamento che noi raccogliamo dall'arte dannunziana per ciii I'Aedo dell'Italia, risorta nel mon-do con nuovo volto e protesa nella volontä dei suoi figli verso V imperitura grandezza, sarä etemamente presen-te nell'animo delle nuove generazioni che da Vittorio Ve-neto all'adunata di Ronchi, dalla Marcia su Roma alia riconquista libica, dalla im-presa etiopica alia lotta contro il bolscevismo in Spagna, all'attuale guerra di libera-zione, e protesa alla conqui-sta di quell'Impero nel mon-do di cui il poeta vaticind la certezza ponendone a primo fondamento la libertä e il do-minio nel Mare Nostrum. I. L. I. Študenti al lavoro piü, senza contare che si sarebbe portati inevitabilmen-te ad accumulare corbelle-rie. Si cerchino, piuttosto, i ri-medi: rimedi attuabili, inten-diamoci, non assurdamente draconiani, facilmente sca-turenti dall'esame della realtä. Ed a nostro awiso — come giä in altra occasione avemmo a dichiarare — elementi di una cooperazione tra Universitä e Guf, primo decisivo passo per ogni ulteriore sviluppo, possono ritrovarsi nella realizzazione metodica e completa di un regolare servizio del lavoro tra gli universitari, da un lato, e nella istituzione di cattedre di cultura politica presso tutte le facoltä, dal-laltro. Accanto al richiamo alia realtä provocato dalla pratica del lavoro — inteso in quel significato sociale eco-nomico morale che indicam-mo su queste colonne — si verrä formando una preparazione culturale-politica sufficiente a dare ad ogni universitario una chiara vi-sione del suo tempo e dei problemi che lo agitano. (Ed ecco conciliarsi cultura politica, teoria e pratica, ad-destramento fisico ed orien-tamento professionale.) Si organizzino, per le masse d' študenti, seri e gravosi turni di lavoro; si richieda da loro uno sforzo fisico ed una tensione intellettuale; si con-sideri questa attivitä come banco di prova decisivo della personalitä e della sensibilitä di ognuno nel momento stesso in cui ci si impogni a tenere, d'altro lato, corsi di essenziale viva attuale cultura politica, dove siano dimostrati e giustificati gli eventi storici e le imprescin-dibili necessitä dei popoli. Allora soltanto si sarä pre-parato — nelle coscienze soprattutto— il terreno adatto per una collaborazione che si svilupperä per gsrmina-zione spontanea e nella quale saranno superati i dissidi e troveranno completamen-to le opposte esigenze. Le nostre non vosfliorvo essere, s'intende, altro che annotazioni generiche, ma ci sembrano bastevo.'i ad offri-re uno spunto, ad ur.pegnare le volontä, ad aprire uno spiraglio verso I'inevitabile soluzione, V. B- ii Nel quinto anniversario del-la morte, soprag^unta sommes-sa e liberatrice al poeta che da tempo Tinvocava nelle claustra-li nieditazioni del Vittoriale, ricordare D'Anniuixio equivale non soltanto a un doveroso omaggio nazionale ma anche e sopraltutto all'lmpegno di un esame rivalutativo della sua vita, approfoiidita secondo quei crileri di valorizzazione elica suggeriti dall'atmosfera atluale. Prescindendo da un esame esclusivamente critico della sua produzione letteraria che risulterebbe qui forzatamente inadeguato, ci soffermeremo eoltanto isuH'aaalisi di quella peculiaritä del carattere dan-iiunziaiio — I'anelito all'eroi-smo — che, lungi dal sussistere in lui con valore di semplice acoessorio estetizzante, si mo-strö costantemente generato da un'iiitima torza morale, fulcro d'i (juel superomismo eroico che trovö la sua consacrazione nel-la maturila puerriera. Aiiche senza voler approfon-uire I'aiisia pereniie di un su-peraniento di posizioni spiri-tuali statiche e imbelli che s'agi-to — ancora informe e limitato al solo ambito artistico — nel-I'adolescenza pratese (e iiella giovinezza e virilitü romane, appare manifesta in D'Annun-zio, sin dall'esilio di Arcachon, una poäizione etica chiarita da un travaglio piü che decennale. Che altro potrebbe infatti si-gnificare il volontario abbandono della palria e dei ricordi affascinanti di Roma e di Fi-renze, per la votazione ad un esilio doloroso, se non la per-eezione travagliata di una sta-bilizzazione spirituale che pre-ludeva a piii libere affermaaio-ni? Nella clanda desolata», nei muti colloqiii inevitabili con un passato ripudiato e un presa-gio d'avveuire ancora nebuloso ma avvertito per risonanze mi-steriose, si puo davvero fissare 11 punto di svincolo di quel-Tanelito all'eroismo che, final-mente concretato in un dato d'esperienza, portera 11 Poeta prima a (Juarto, poi a Flume. Quell'ansia agitata da passlo-ni insonnl verso un tentatlvo di liberazlone personale, che individuammo piü sopra nella gtiovlnezza canora (si pensi alle deH"83), si di-scioglie appunto e vlbra, dopo Arcaclion, nelle «Canzonl d'ol-tremare>, atto ulficiale di na-scita del D'Annunzio eroico. Da questo momento il susse-guirsi delle gesta gloriose e del canti epici assume il ritmo preordinato, inevitabile, dl una rivoluzioue interiore che, nella eonseguenzialita dei risultati patenti, rimane a testimoniaza dl im'impresa volitiva, senza che questa scada in uu'ammis-sione di fatalitii estrenea alia potenza del soggetto. Vogliamo dire cioe che se facile e oggi, per noi rlesamiuatori altenti ed imparziali, scoprire una oon-catenazioue di siiitomi inequi-vocabili nel processo dell'uomo D'Annunzio, dimodoche si puo dire con sufficiente tranquilli-tä che lo sviluppo della sua vita doveva inevitabilmente jjor-tare ad un superamento qual-siasi che gli permettesse una sorlsi d i rinascita in s6 e per gli altri, gratuito e tendenzioso sarebbe perö I'affermare 11 battito di una tatalita incontrasta-ta nel giro delsuodesitino, chedi oonseguenza verrebbe ad essere spogliato di quegli attributi dl volonta corraggio e consapevo-lezza — costituenti dell'eroismo — che gli rivendichiamo. Abbianio usato la parola ri-veudicare non a caso, perche nei termini di una rivendica-zione ideale si puö tar rientra-re la valutazione attuale di D'Annunzio da parte di noi giovani. Infatti noi, che per primi — nei limiti di un'esperienza ALLA GLASBFNA MATICA II millesimo concerto vocale e strumenfale Bencio Obrechkoff — Paesaggio Ricorrendo I'aimiversario del sue millesimo concerto dal 1921 ad oggi, I'Associa-zione musicale della Glasbena Matica ha Offerte un grande concerto vocale e strumentale in cui, alia minuziositä della scelta del programma, e cor-risposto un diligente impegno da parte degli artisti e un entusiastico consenso da parte degli amatori. Naturalmente il programma ha assunto piü il tono di un erudito zibaldone musicale, costretto ai policroni gusti del pubblico, che di una casti-gata rassegna, (nel senso di un'economica distribuzione del materiale eleggibile a prototipo di particolari ten-denze e scuole). Ma le ragioni di questa ric-chezza espositiva — necessitä di adeguarsi al desiderio mul- PITTURA BULGARA I motivi della pittura bul-gara contemporanea sono ancora legati — ne puö molto \ stupire, in veritä, questa con-dizione preponderante — ad una ristrettezza di soggetti ed uniformita di stili (anche se il limite del primo sinto-mo non implica il secondo evolversi in linee generiche ed eguali) cui si deve con-cedere un significato assai piü etico, spesso, che esteti-co: ed anche, in sostanza, il simbolo di un comune indi-rizzo orientato alle adegua-zioni di individuali persona-litä SU un terreno uniforme, nel senso di un amore (Skit-nik, Starkeloff, Obrechkoff) alla natura viva del luogo sociale in cui essi vivono ed agiscono. Non pare, nel numero pure non grande degli artisti bulgari, esservi intesa e tantomeno approfondita una urgenza pittorica che abbia possibilitä e materia onde evadere dai confini giä definiti (nature morte, pae-saggi) fino alia determina-zione di mondi particolari, astratti o comunque surreali. I canoni (le ragioni, meglio) della pittura bulgara — come, pertanto, della scultura — sussistono per foi-me, quasi, di immutabilitä espressi-va: il tono di una gi-an parte dei quadri ha il sintomo uniforme di una pacatezza e di una serenitä quale, proprio eticamente, sembra di scor-gere nei limiti stessi geogra-fici (non che si voglia, qui, ritornare alle concezioni di influenze climatiche sull'ar-te): una somma di valori pre-ponderanti e di coscienza, at-ti a chiarificare la condizio-ne contenutistica traspare pa- letteraria — abbiamo compre-so la necessilii d i sganciarci da un predominio dannunziano rasentante i limiti dell'imperia-lismo, siamo pure i primi — oggi che vediamo impegnata sul campo della guerra la mol-teplicitä di problemi e di esi-genze che ci assillano — a schierarci dalla parte della ri-valutazione obbiettiva contro i troppo facili detrattori o i cri-tiri spietati. Riconoscendo a D'Annunzio, uonio e poeta, la responsabilitti avvertila e sofferta di un im-l)egno eroico, quindi morale, che ce lo fa ricordare con com-mozione, credianio di assolvere con lealtä i doveri di quella sincerity critica che si attende da noi e che talvoltä ci si misco-nosce. A. lesemente da ogni opera. La stessa esposizione ultima alla Biennale veneziana indica con chiarezza concettuale i possibili motivi di un giudi-zio critico. Si vedano, oltre i citati autori, Saikoff e Ales-sandroff Sdravko, oppure le «nature morte» di Uzunoff Deciko, cui il paesaggio vuo-le essere presente almeno come sfondo: e, da una osser-vazione reiterata (ma anche generica, -di primo punto di vista) nasce concretamente il senso di accordi inconfondi-bili SU un piano di equivalen-za nei soggetti. Lo stile me-desimo dei singoli, pur con le sue logiche ed ineluttabili differenze, non colpisce per contrasti netti e valichi deci-si. Un'armonia, spesso molto incisiva, di bianchi e neri distesi a interi piani di luce, da la misura di una valida pluralitä di intuizioni, anzi che delineare forti e circo-scritti ämbiti stilistici. Bianchi caldi, quasi bruciati e ra-ramente interrotti da spunti descrittivi del costume (i berretti scuri dei contadini in cerchio nel «Rondonello» di Bencio Obrechkoff) e neri di contrasto ma concepiti a masse di contorni (ancöra, hei «Rondonello» e nel «Paesaggio» dello stesso autore, so-prattutto, dove la divisione dei piani si appoggia ottima-mente alio scurissimo enun-ciarsi degli alberi sfuocati al margine nel grigio dei muri) : intuizioni e motivi, que-sti, appunto abbastanza co-muni, dai quali solo si di-stacca — ad esempio — il «Paesaggio» di Sirak Skit-nik dipinto al modo di un Cascella, per quanto meno deciso e precisato. Ma, anche in tali foi-me diverse, si man-tiene il nucleo costante di una aderenza sentimentale all'aspetto limitato, mosso nei confini di un suolo partico-lare; i bianchi e i neri val-gono come ripresentazioni ed elaboi'azioni attente, piü che come originali proiezioni di mondo pittorico, e girano in un cerchio di luci eguali, il cui solo mutamento e nell'at-timo intuito della prospetti-va. La pittura bulgara espri-me intensamente — e forse troppo uniformemente — una nazionalitä: cade perciö nel folclorismo e nell'apprezza-mento etico sereno del proprio paesaggio. Le note esterne e le correnti, se si eccettui l'accostamento, de- nunciato prima, di Skitnik a Cascella, non hanno penetra-to gli strati sentimentali e stilistici dell'ambiente pittorico bulgaro: esso si muove chiuso nei suoi orizzonti, dai quali pure un giorno dovrä uscire alla ricerca di sfere ideali nuove. Non grandi pit-tori, insomma, ma una cer-chia — quasi una famiglia — cui preme di manifestare la sensibilitä nei riguardi della terra insieme desolata fe-stosa e triste, rianimata dal-l'orgia lineare dei costumi e dalle figure raggruppate dei contadini. La stessa scultura (la «Seduta» di Jvan Funeff, esposta alla ultima Biennale) procede in armonia incondi-zionata con le forme pittori-che (soprattutto, nella sua sconderei la nostra felicitä> di Strauss) o addirittura nuovi ( di Gerbič, quest'ultimo tipico esempio di rielaborazione di un tema folkloristico locale, accostato perö con tecnica scevra di facili compiacenze). II violinista Rupel, che rie-sce a contemperare ammire-volmente l'acquisito virtuo-sismo con un innato calore partecipe degli sviluppi, ose-remmo dire, sentimentali della musica interpretata, ha dimo-strato di essere in possesso di una maturitä stilistica che, oltre che nel Valzer Opera 64 n. 2 di Chopin (invero troppo sfruttato), si e imposta in un Preludio c Allegro di Pugnani e soprattutto neH'Andante di Kogoj. Di Trost non vorremmo ri-petere le enunciazioni lauda- tiforme degli ascoltatori e dif- tive giä altre volte riportate ficoltä non indifferenti di scel- su queste colonne, nella tema ta, non ignote neppure al piü scaltrito compilatore di queste antologie minime da sfo-gliarsi nello spazio di due ore — sono state elegantemente convalidate dal raro senso di r. sponsabilitä individuale e collettiva degli interpreti. II Maestro Škerjanc ha amalgamate la compagine orchestrale mirabilmente, gui-dandola con chiarezza in-terpretativa tra gli scogli di una raccolta eterogenea di personalitä musicali: c'e pia-ciuto soprattutto, oltre che in Vivaldi, nel Concerto da chie-sa in la minore di Dall'Abba-co, e nella sua Ciaccona su un tema popolare Slovene che ci ha lasciati ammirati anche delle sue doti creative. II soprano Heybai e il basso Betetto hanno assolto dignito-samente il cömpito di erudire Mosire a Milano caratteristica di una condotta il pubblico su alcuni brani etica riportata plasticamente vocali poco noti («Dove na-al gusto estetico) ed enuncia un tipo femminile sostanzial-mente non diverso da quello posto come limite ultimo dal-l'arte germanica recente: in cui si tenta una astrazione volumetrica attraverso uno sforzo concomitante di aderenza alla realta. Una specie di compromesso, in sostanza, che perö i bulgari spesso evi-tano e awiano ad un mag-giore svincplamento per co-stringeme le ragioni in termini piü originali. Dinanzi alla pittura, come alla scultura di questo paese, vien fatto — e intimamente — di pensai-e ad una reticenza di concetti di motivi di forme suscettibili d'un futuro sviluppo. ž pittura e scultura di un gruppo artistico vergine d i scosse astratte o metafisi-che: che, nella infanzia — si puö dire — di una attivitä, difende le proprie ragioni tra-dizionali (contenuto) con senso — e ciö non giova, forse di una ricaduta in schemi or-mai consacrati al suo ricono-scimento di interprete d'ec-cezione. Giova tuttavia sotto-lineare ancora una volta la nostra piü entusiastica ade-sione, rinnovata dall'audizio-ne dei quattro pezzi per pianoforte di Škerjanc, della Danza fantastica di Sancinova e di quella mirabile Aria con variazioni dalla suite in stile antico di Longo che Trost ha reso con sommesso inteneri-mento. Pubblico eletto di critici, competenti, amatori, nobili-tato dalla presenza dell'Eccel-lenza l'Alto Commissario e della sua Signora, che ci hanno offerto il piacere di rico-noscere ancora una volta la validita di un interessamento culturale e artistico avvertito e approfondito nell'ämbito della nostra comimitä colta. Minia Aniossi ACQUARELU DISEGNI E GUAZZI A Milano, un gruppo di sei artisti ha organizzato una mo-stra di acquarelli, disegni e guazzi. L'iniziativa b importante per-chfe tende a mettere nel giusto valore questi tre modi oon i quali gli artisti talvolta si ospri-mcno meglio che sulla tela. £; costume dare poca impor-tanza al disegno, da parte degli amatori dell'arte; 6 invece un errore perchö il segno, nella sua sensibilitä, esprime, a volte, molto piü che non I'ag-giunta del colore. Per questa ragione vogliamo richiamare I'attenzione su questa mostra che riteniamo una delle piü importanti dell'annata artistica milanese. Facendo un giro per le sale ci troviamo subito a contatto con le acqueforti di Mario Ma— di concreto provincialismo, ' rioni il quale a una perfetta ma awerte al tempo stesso urgenze ed esperienze inusi-tate (foi-ma); queste, ancöra inespresse e solo abbozzate, possono comunque prorompe-re subitamente. Anche i ri-volgimenti artistici, in quanto direttamente collegati alia umanita sensibile, subiscono spesso i destini improwisi delle catastrofi o delle reden-zioni; e la lentezza di procedi-menti spirituali (che si vuole ascrivere, per solito, a un giro di molti anni o secoli) vie-ne spesso, e storicamente, sfatata o compromessa dalle inquietudini improwise. Promeieo tecnica aggiunge un felice estro inventivo, riuscendo uno dei migliori acquafortisti moderni. II suo segno arriva talvolta ad una esasperazione profonda- bianco e nero limpidi, tran-quilli, pur essendo tratteggiati da un segno nervoso. Le sue figure sono invece piü pensose. Ci 6 piaciuto molto il ritratto di Giulia. Eccoci ora a Franco Rognoni. Quella del Rognoni 6 una personalitä complessa, dotata d'in-gegno ma forse non ancora del tutto coordinata (d'altronde ö giovane ed ž giusto che sia oo-si). II suo tormento 5 visibile in tutte le opere. L'. L'Orsetti, ne siamo si-curi, non ci farä mai vedere cose graziöse; non le ama perchž sono contro il suo tempera-mento. Una cosa sola vorremmo perö mente umana. (Vedasi <11 men-1 consigliargU e cioš di accalo- dicante loquace>.) Umberto Ravazzi ha esposto acquarelli e disegni. In lui vediamo sempre I'artista dotato di qualita superiori, ma vorremmo vedere qualche cosa di recente, perchö i lavori esposti sono tutti di parecchi anni fa. Comunque segnaleremo il disegno <11 carnevale del vedo-vo>. Dopo Ravazzi ci troviamo di fronte a Giovanni Fumagalli il quale espone parecchi disegni in cui vibra la serenitä, la gioia di vivere. Paesaggi In rarsi un po' di piü perchč il suo disegno a tutt'oggi, troppo matematico e perciö privo, in parte, di anima. Ci dimenticavamo di aggiun-gere il sesto; che b il sotto-scritto. Con j suoi otto acquarelli (quattro dei quali appar-tengono alia serie de ) abbiamo finito il pellegrinaggio in questa mostra allestita con gusto, sia pure un po' scapigliato, ma sempre squisito. WaUer Pozzi JjovoM' t ^atada Si e molto scritlo su que-slo gioinale e su altri in tema di salario corporativo e si e anche aifermato che e oimai matura la considera-zione del salario paiieci-pante agli utili dell'azienda. Questa comparlecipazione, che coslitui la delizia degli economisti e degli agitatori sociali di lulti i tempi, e sta-ta regolata dal legislatore fascista nel nuovo libro del iavoro entrato in vigore il 21 aprile XX. Pero la comparlecipazione e stata rego-iala solamente estre, su un tratto di nove chilometri. La gara era riservata ai gio-vani del Littorio nati tra il lo gennaio 1922 ed il 31 di-cembre 1928. Ogni Comando Federate, quello di Lubiana compreso, vi ha partecipato con un con-corrente. II Comando Federate di Lubiana si Ö piazzato onorevol-mente. IN PROVINCIA II Segretario Federate fra i combattenti a Ribnica A Brezovica Ii 25 febbraio nel teatrino del Dopolavoro 6 stato dato uno spettacolo marionettisti-co cui hanno assistito gli or-ganizzati della G. I. L. L., ac-compagnati da maestri e genitori. La rappresentazione 6 stata lietamente accolta. A Grosuplje II 26 febbraio, proveniente da Lubiana, con treno speciale recante pacchi-dono, č giunto a Grosuplje il Federate di Perugia, prof. Camillo Giaiuiantoni, con la Fiduciaria dei Fasci FemminUi V. L. Donzetta ed altri Gerarchi della Federaziooie stessa oltre al Segretario del Dopolavoro Provinciate di Lubiana. I Gerarchi, che erano ac-compagnati dal Generale Per-ni, sono stati ricevuti alia stazione dal Col. Morandl, dal Segretario del Centro del P. N. F. e da numerosii ufficiali del Presidio. Ai combattenti, appartenenti a reparti di una valo-rosa Divisione umbra, aduna-ti in un ampio locate degli accantonamenti, il Federate ha parlato esaltando la fer-ma fiducia della nazione nella Vittoria e suscitando l'entusiasmo dei present! che hanno etevato fervide accla-mazioni all'indirizzo del Re Imperatore e del Duce. Dopo aver visitato i feriti nel locate Ospedale da campo, ai qua!! sono stati distribuiti personalmente ! pacchi-dono, i Gerarchi harmo proseguito il loro viaggio per Stična, dove hanno pure distribuito generi di conforto ai combattenti del luogo, Che non hanno mancato di esprimere an-cora la loro riconoiscenza al Partito per la continua assi-stenza cui sono fatti segno. A Kočevska Reka II 26 febbraio ha avuto ini-zlo la gara di tiro a segno or-ganizzata dal locale Centro del P. N. F., con I'ausilio delle Autoritä militari local!. II Centro ha destinato tre premi in denaro da assegnare lile tre Oompagnie che avran-no totalizzato il maggior pun-teggio. II 24 febbraio, alia presenza deUe Autoritä militari, č stato distribuito U terzo con-tingente della Befana del Sol-dato, consistente in generi di conforto per i combattenti. La distribuzione 6 avvenuta in un'atmosfera di entusiasmo per U Duce e per il Partito. A Longafico Nello scorso mese in Lon-gatico si ä tenuto un corso sciatori per gli organizzati e le organizzate del paese e vi-cine frazioni. L'esito del corso 6 stato soddisfacente, poi-chč i due migliori alliev! so- no Stat! scelti a far parte della squadra Balilla sciatori che il Comando Federale ha in-viato ad Asiago per ! campionati nazionali, ove si sono fatti onore. Pure per gli organizzati e te loro famiglie si sono tenute durante il mese di febbraio tre rappresentazioni cinema-tografiche, ripetute po! alia sera per i militari del Presidio. Si inizia col corrente mese un corso serate per I'insegna-mento della lingua italiana, cui hanno giä aderito oltre quaranta civil! del luogo. A Ribnica II22 febbraio, nel salone del Dopolavoro, si sono svolte due rappresentazioni marionetti-stiche date dal Carro di Tespi. Hanno assistito complessi-vamente 1.200 bambini accom-pagnati da maestri e da genitori. Lo spettacolo ha ri-soosso vivo successo. CINENATOGRAFI I. U B I A M A Rappresentazioni: glorni festivi alle ore 10.00, 13.30. 15.30 e 17.30 - giorni feriall alle ore 14.00 e 17.30 SLOGA Se non conoscctc le uUime avvenfure di George Formby, andate a vedere ..IN CERCA DI GUAI" e riderete fino alle lacrimc. Interpretl: George Formby-Googio ^ Withers. Segue: .LA LUNA DI MIELE Ii MATICA I migliori asai del cincmalografo nell'in-dimenlicabile film: „PRIMA MOGLIE" Segue il film che ha oltcnuto l'unanime consenso di pubblico o di crilica alia Mo-stra di Venezia: „Sangue Vieanese" con Willy Fritsoh, Hans Moser, Theo Lingen, Maria Hoist. Rappresentazioni: giomi feriali t4'30 .Prima moglle', IS.bO e 18.30 ,Sangue Viennese'; giorni festivi 10.30 ,,Prima moglie'; pomeriggio: ,SangueViennese" U i I 0 i Una trama appasslonata e gentile in cui emergono le eccellenti doti degli interpretl: „VIOLETTE NEi CAPELLI" Attori princlpaii: Ulla Silvi, Roberto Villa, Irasema Dilian e Carla del Pogsio. E'un film pleno di fantasia, brio, situa-zioni impreviste. Rappreientazlonl: giorni feriali alle ore 16 e 1S.15 — giorni festlvl alle ore 10.30, 14.30, 16.30 e 18.30 MOSTE Una tragedia umana nel vero senso della parola: „IL TRAPEZIO DELLA MORTE" con Lena Norma e Rene Delgten. Segue un film storico: „LA REGINA DI NAVARRA" con Elsa Merlini e Gino Cerri. KODELJEVO n piü bel film di un piccolo demonio: LILIA SILVI In „LA BISBETICA DONATA" Altri attori: Amedeo Nazzari e P. Stoppa. Segue un film avventuroso: „L'ULTIMO COMBATTIMENTO". Refezione scolastica della GILL a Ribnica CONCORSO ficoHastiu Ecco la classifica dei parteci-panti al coneorso prcaiostici del girone di ritorno, dopo i risul-tati della 6» giomata: Punti 25: Art. Palmier! Attilio. Pun ti 23: Cap. Magg. Perott! Emidio. Punti 22: Art. Bovo Virginio, Art. Lorenzini Lindo, Art. Pal-mieri Giuseppe, Cap.le Strado-lini Odero. Punti 21: Cap. Magg. Benve-nuti Valter. Sold. Cicerone Eu-de, Sold. Baraccani Artemlsio, Art. Saluzzo Rocco. Punti 20: Gen. Ligabue Rosaline, Cap. Magg. Cautero Espe-dito, Art. Bruno Tosato. Punti 19: Vcsq. Borgnia Ezio, Serg. De Simone Antonio, Fin. Monaco Ettore, Art. Cesetti Nicola, Vcsq. Bemln! Vitaliano, Cap.le AngeUott! Giuseppe, Serg. Bei-nini Giustino, Cap.le Sabo-delli Luigi, Gen. Dalla RivaEml-lio, Art. Tavema Giuseppe, Art. Pompeo Domenico. Punti 18: Art. Eesaresi Luigi, Aut. Ballanti Dante, Serg. Umana Antonio, S. Ten. Fuoco Francesco, Gen. Goldoni Imer, Serg. Pecorari Geo, Maresc. Scaglioni Salvatore, Sold. Del Mese Giorgio, Sold. Poiesi Giovanni, Art. Piva Giovanni, Gen. Bonfant! Luigi, 'Gen. Veronesi Idalgo, Cap.le Pan! Antonio, Art. Tomei Tommaso, Art. Vettwrato Adel-mo, Art. Testolin! Lindo, Cap.le Di Cosimo Umberto, Serg. Magg. Sciott! Vittorino. Punti 17: Cap. Magg. Mauri Emilio, Capie MonüceU! Plaml-nio, Gen. Savio Primo, Gen. Ba-siolo Gino, Art. Biscont! Pompi-Uo, Serg. Magg. Fomaciari Tul-lio, Gen. Piccial! Giuseppe, Conf. Puzzedaz Valentino, Art. Cola Armando, C. N. Cometti Sera-fino, Gen. Tramontana Silvio, Cap. Magg. Vallsi Armando, CapJe Donati Nicola, Sold. Sartori Aldo, Car. Paoletti Onofrio, Art. Bellotto Gino, Cap. Magg. Cuoghi Ezäo, Gen. Vittadello Armando, Art. Paolorossi Giuseppe. Punti 16: Cap.le Fräs! Palmiro, Gen. Badiali Lsmeno, Serg. Zanellato Umberto, Sold. Mon-tagnani Aldo, Vcsq. Bagnato Mi-chele, Vcsq. Bert! Osvaldo, CapJe Berard! Primo, Art. Volta Azzo, CapJe Paoletta Onofrio, Serg. Ramondelli Umberto, Gen. Ferrari Renato, Cap. Magg. Tenan Gibeardo, Cap. Magg. Grigolato Giuseppe, Conf. Silenz! Stani-slao, Gen. Padovan Mario, C.N. Novell! Mai-io, Gen. Gallerani Paolo, Carab. Ortelli Antimo, Cap.le Di Stasio Gaetano, Cap. Magg. Ferri Ugo, C. N. Dalla Libera Giuseppe, .Cap. Magg. Bastianuto Gino, Sold. lapoce Pietro, Gen. Paulin Firminio, Cap.le Massaccesi Greste, Cap. Magg. Rem! Remigio, Art. Cic-coni Nello. Punti 15: Art. Grass! Alessan-dro. Gen. Berger Aristide, Marc. Scataglini Antonio, Cap. Magg. Bolognin! Ugo, Sold. Sommacal Giovanni, Gen. Ortalda Giovanni, Sold. Gobess! Diego, Cap.le Dalla Costa Igino, Cap.le Moschella Filippo, Cap.le Basanin! Antonio, Fante Raggin! Guer-rino, Sold. Medeott! Elvio, Sold. Ferri Paolo, Cap. Magg. Vescovi Giuseppe, Art. Fabbri Enzo, Cap. Revelant Giuseppe, Sold. Barone Umberto, Gen. Ciccocioppi Pa-squale. Punti 14: Gen. Malorana Giuseppe, Cap. Pez Giovanni, Cap. Magg. De Metr! Algideo, Sold. Morandini Rino, Cap. Magg. Modalo Carlo, Serg. Magg. Mu-nar! Domenico, Cap. Magg. Riz-zato Luigi, Gen. Zanchetta Armando, Cap. Magg. Passalacqua Angelo, Sold. Gallina Antonio, Art. Ceccacci Dino, Cap. Beme-col! Gino, Gen. Zunaro Bruno, Mitr. Rovognalo Carlo, Cap. Frattale Mario, C. N. Pisani Guido. Punti 13: Cap. Schiavon Ugo, Gen. Gardini Ivo, Cap. Corra-dini Benito, Gen. Gaudenz! Giovanni, Cap. Magg. Genardi Silvio, Cap. Canciani Canciano. Punti 12: Sold. Buttitto Gaetano, Maresc. Manett! Luigi, Cap. Magg. D'Altobrando Angelo, Cap. Magg. Briunat Renato, Sold. Olmeda Claudio, Sold. Bo-nazzi Gino, Gen. Fontana Mario, Art. Mericco Carlo, Serg. Pietro Cossetüni, Cap. Magg. Pesce Celestino, Gen. Mlvella Angelo, Serg. Gussetti Giobatta. Punti 11: Art. Orlandini Enrico, Gen. Lanzon! Gino, Art. Sciabon! Bernardino, Fante Fio-ravant! Rosa, Serg. Revoloni Vittorio, Cap. Magg. Stanl Antonio, Cap. Gerla Mario, Cap. Magg. Obad Rodolfo, Carab. Pa-gnoni Giorgio, Gen. Pamügiani Giuseppe, Sold. Vitrugno Vin-cenzo. Punti 10: Cap. Magg. Casati Francesco, Cap. Magg. Petrosini Francesco, Sold. FinitLF emando, Cap. Magg. Klaniscek Edoardo, Sold. ParimbeU! Guido, Cap. Be-nedetti Emilio, Gen. Schettinl Mario, Art. Medici Ezio, Art. Ramundo Rocco. Punti 9: Geniere Valentini Giovanni, Cap. Pinch! Renato, Sold. Dionig! Elio, Serg. Magg. Romagnoli Ezio, Sold. Rubboli Alberto, Sold. Brand! Franco, Art. Basso Mirco, Cap. Bartoli GetuUio, Art. Gallett! Vanlni, Car. Torrisi Antonino. Punti 8: Conf. Trevisan Adel-chi. Sold. Minoccheri Rodolfo, Gen. ZlgUotto Luigi, Cap. An-dreotti Guido, Gen. Giarali Marino, Art. Sborlin! Giustino, Cap. Magg. Calcaterra Bruno. Punti 7: Art. Gallucci Remo, Gen. Benzon! Emilio. I Punti 6: Brig. Lucin! Sisto, Cap. Magg. Martin! Carlo, Art. Chiavaroli Alfonso, Sold. Stmio-ni Albino, Cent. Serrett! Leo-poldo. Art. Mümit! Andrea, Cap. Baldin Tarquinio, G.a F. Ma-rangoni William. Punti 5: Cap. Benedetti August©, Cap. Maurizi Giuseppe, Art. Pelat! Enzo, Art. Vettorato Adelmo, Art. Fraghin! Antonio, Carab. Paoletti Onofrio, Autista Cap. Morett! Luigi, Cap. Cioatto Egidio, Art. Bertani Anio, Art. Ferrarini Brimo, S. Ten. Spinell! Rosario, Sold. ZuUato SUvio. Punti 4: Cap. De Carta Antonio, Art. Cilli PasquEile, Art. Verneiii Marino, Art. Sacchi Pietro, Mitr. Venturini Mario, Gen. Spa-don! Nello, Cap. Ravazzin! Remo, Cap. Magg. Piccinini Ulde-rico. Gen. Giacchetti Ugo, Cap. Magg. Klraz Venceslao, Art. Medici Ezio. Punti 3: Cap. Magg. Buldorini Amelio, Metr. Bisan Nandino, Art. Gandini Regis, Serg. Magg. Ramagnol! Elio, Cap. Dovatel Ugo, Art. Pirozzi Antonio, Gen. Come Giovanni, Cap. Magg. Ter-sin Alessio. Punti 2: Art. Golett! Vanini, Art. Aldo Moglie, Cap. Magg. Urdini Umberto. Concorrent! sono pregati di indicare chiaramente nelle car-toline !1 loro cognome, nome, indirizzo e grado. I mUitari che hanno conse-gnato la coUezione delle figurine possono ritirare il premio loro spettante presso I'Ufficio Combattenti. II premio puo essere conse-gnato anche ad un incaricato, purche autorizzato per iscritto dal premlato. CORRISPOiDEMZA dd fniJUiaci C. N. Lazzarino Edoardo — P„M. 110: Abblamo interessato la Fede-razione di Alessandria per quan-to ci ha! richiesto. C. N. Ferrantini Santi — P. M. 59: Comunica a quale sede del-I'lstituto di Previdenza Sociale ed in quale data ha! tnoltrato la donianda per il premio di nu-zialita, dopodiche ci potremo interessare deUa tua pratica. Serg. Casimiro Sandrin P. M.: Ai militari non spetta la tessera deirabbigllamento. Se la tua famiglia vuole acquistare per tuo conto maglie, calze e fazzoletti, puo pero fare richie-sta al Consiglio Provinclale delle Corporazioni di 60 punti straordinari. Mort. ZuUato Silvio P.M. 59: Abblamo interessato U Federale di Padova, al quale tua moglie puo rivolgersi. Fante Casari Dante P. M. 46: Perche ci si possa interessare della tua famiglia, occorre che tu ci comunich! U nome, cognome, patemitä, ed etä d! tuo padre ed il suo dcmlcillo. Mimo ^intci SABATO. 6 MAHZO 19i3-XXl Juori sacco da Uoma Uno del Tiburtinc Cinque medaglie d'argento, una di bronzo, il nastrino di una ricompensa germanica: ecoo il suo petto. II petto di Franco Lucchini, nato a Roma il 24 di-cembre del 1914, nel Tiburtino, figlio di un funzionario delle Ferrovie. Un petto scintillante; Franw Lucchini h un asso della caccia italiana: 28 anni, 78 combatti-menti, 7 ricompense. Ha studia-to nella Capitale, poi, ad un certo momento, gli ž venuta la passione del volo. Entra come allievo ufticiale d i complemento nella nostra aviazione e subito la p rova lo attends. C'6 la Spagna, lä si combatte, Franco non puö man-care. II primo scontro; lo chia-merä «II combattimento delle valigie>. Deve recarsi da Guadalajara a Saragozza, con tanto di bagagli a bordo. Ed ecco che sopra gli si butta una forma-zione di Rata. Qualche minuto di carosello: Lucchini ha la sua prima vittoria. La Serie della guerra e co-minciata. Lo buttano giii tre volte e tre volte si salva con il paracadute. Ma l'uHima volta il vento lo porta nella zona occu-])ata dai ros§i e Lucchini viene catturato. P'assa di prigione in prigione sottoposto alle piü sva-riate torture; non vuol parlare e non parla, ma ha sul capo, ogni mattina che si alza il sole, la fucilazione. In fondo, la fu-cilazione a vita non h una bar-zelletta senza senso. Ma in un momento di soompiglio delle linee nemiche — i nostri avan-zano — riesce ad evadere. E sconfina in Francia donde potra tornare in Italia. fi anoora sottotenente quando comincia la guerra, che lo trova a Gorizia. In tre giorni si tra-sferisce da Gorizia a Tobruk; da allora il carosello dei com-battimenti diventa vorticoso. Durante la nostra avanzata e durante il nostro ripiegamento Tapparecchiodi Lucchini e sem-pre presente per collezionare, con i dieci di Spagna altri 68 i combattimenti. Torna a Gorizia per appren-dere il pilotaggio del Macchi 200. Partecipa alla guerra con-tro la Jugoslavia poi va in Si-cilia. Eccolo su Malta nell'azio-ne dell'11 Luglio del '41, citata dal Bollettino 402. Rimano die-tro i compagni e da solo viene attaccato dagli apparecchi in-glesi. £ quello che ci viiole per un grande pilota; buttä giü un Hurricane e si libera impecca-bilmente dagli altri. Una notte, rimasto con I'ae-reo avariato, deve compiere un at»erraggio di fortuna nell'isola di Ustica. II contatto con la terra h brusco ed il viso di Lucchini ne riporta la prima cicatrice. Va all'ospedale e sapete Chi incontra? Una ragazza che diverrä in breve sua moglie e dalla quale avrä una bimba, Loredana. A chiudere la parentesi gentile lo aspetta il Macchi 202, al cui pilotaggio dev© addestrarsi. Padrone dell'appareccbio ritor-na in Africa. Durante I'ultima nostra offensiva fe impiegato in cento voli. Su El Alamein gli succede di fare sette combattimenti in tre giorni. Una volta una granata gl i porta via il mu-so dell'apparecchio; un'altra volta Ö oolpito in volo e nell'at-terraggio picchia con violenza. Ma il cuore h sempre fermo, I'occhio sempre vigile. Aspetta, nel suo campo, I'ordine di at-tacco. Vuol compiere cento combattimenti per dedicarli a sua moglie. Ricomincerä poi con il centunesimo per farne una col-lezione per la piccola Loredana. UaC n cippo eretto su una bas e atlantica, a ricordo delle eroiche imprese del «Barbarigo» ODI ARE IL MEMICO Questa ö la consegna del no-stro Duce. Ma il fatti di tutti 1 giorni di-mostrano che tanti di noi agi-scono in senso inverse: non importa se neH'ambito della vita politica, familiare o culturale. II nemico si deve odiare in quanto fe nemico sia della Patria nostra, sia del nostro Regime, sia delle nostra famiglie come pure della nostra civilta. Non ž vero che gli anglosas-soni combattano solo la forma di governo deU'Italia; sappiamo bene che essi vogliono la distru-Eione del popolo italiano, di tutti noi. Per noi la distruzione materiale, per i morti quella spirituale. A questo loro odio per tutlo ciö che fu ed fe italiano dobbia-mo contrapporre un ancor piü saldo odio per tutto ciö che fu ed b britannico, statunitense e russo. Poiche i poeti sono il frutto niiglioro di uji popolo, I'ospres. sione della sua cultura, del suo spirito, del suo valore, dobbia-mo vedere nel poeta la sua Patria e dietro a lui tutti coloro che parlano la sua lingua. Onde e chiaro che, acclaman-do un lavoro teatrale, si vuol rendere omaggio al suo autore e quindi al popolo al quale ap-partiene. E che cos'e I'omaggio se non simpatia? Tenue amore? E allora quando il successo e grande, e grande pure I'ammi-razione, la simpatia, I'amore nostro per colui al quale h de-dicato il successo. Cosi pian piano arriviamo al punto di maledire gli inglesi a mezzog-iorno e di benedirli do-ipo cena, oppure di incensarli appena finita la commedia e di dispreazarli men.tr© suona la sirena d'aUarmi©. Od ancora — e ciö mi sembra ancor piü anti Odio per il nenii^ vuol dire .patico - ci cäpita di dare il benvenuto nel teatro ad un au-tore americano nello stesso tem- MOPIAKO .E CARTE DA GIUOCO DI FAMA" M O M D I A L E fede, amore per la Patria e natu ralmente da buoni fascisti non dobbiamo usare le meaze mi-sure: odiare per esempio gli esponenti politici ©d amare coloro che militano nel campo del-I'arte. No! Come boicottammo per I'autarchia i prodotti industriali stranieri, boicottiamo ora, ed b tempo, i prodotti culturali nemici. Forse qualche ben pensante si scandalizza a questa proposta? Forse qualche altro pseudo-intellettuale vuol farmi presente che «nell'arte non esistono frontiere>? Ma via! Sono idee vecchie, trasi tatte, luoghi comuni come l'immunitä delle popolazioni ci-vili da'lle offese belliche: oggi noi stessi esperimentiamo di persona le tragiche conseguen-ze della guerra totale. Perciö come si puö conibatte-re im nemiico senza odiarlo? E come odiare il nemico amando-lo? Perchfe godere di una let-tura significa ammirare lo scrit-tore, gustar&i una pittura vuol dire stimare l'artista, applaudi-le un dramma e amare l'autore. Ora come si possono conciliare due azioni antitetiche come l'amare e l'odiare? po in cui in prima linea un soldato pur© americano uccide un nostro fratello. Questa b la situazione odier-na, scarnificata di ogni senti-mentalismo, di ogni pseudo-sen-&o artistico universale. E noi — come dico Ezio Maria Gray nel suo oorsivo «Ra-mazza> — noi stiamo levando in palma di mano due autori (0' Nein e T. WUder) che nel-l'ottobre scorso inviarono lui messaggio di plauso all'Inghil-terra! Ma guardate im po'a fondo in questo argomento teatral© e per-mettetemidi esternare du© riuei dubbi che spero siano anche i vostri: 1°) o sdamo proprio fessi integrali ad onorare ufficial-niente i nostri nemici; 2o) o esi-ste una cricca certamente anti^ fascista, certamente ebraica, in-caricata di fare in Italia propaganda a favore del nemico, nascondendosi dietro U velo condiscendent© dell'arte. E allora? Allora la soluziorie ö una sola: epurazione radical©. Furo Orciani IHTRANSiGENZA In molti discorsi, in parec-chi scritti, in piü giomali e in svariate conversazioni viene usato, fino alia nausea, il vo-cabolo intransigenza, e spesso le persona che Tesprimono sono certo le meno indicate a pronunciarlo. Da fastidio e fa prüdere le mani riudire in tutte le salse, nel giro di poche ore di una giomata, questo significativo vocabolo che potrebbe essere senz'altro maggiormente ap-plicato e meno detto. J] perfettamente idiota e grottesco che certa gente si trinceri dietro un vocabolo per ceiare una sporca transi-genza. Intransigenza h una parola che prima di essere detta va ponderata seriamente e co-scientemente, altrimenti fini-sce per subire la sorte della moneta quando e emessa in abbondante caiiacea quantitä: rinfiazione. Ci fu un tempo, forse era di moda, in cui venne usato a iosa il vocabolo rivoluzione o rivoluzionario: vi fu, da parte di Chi aveva intimamente intesa la rivoluzione e l'ave-va squadri&ticamente vissuta, rimmediata reazione verso questi amanti della moda, per-che la lasciassero al suo de-gno posto e si sbizzarissero meno nel pronunciarla se non depo aver compiuto un ade-guato e severe esame di co-scienza. Oggi e il turno deH'intransi-genza. Come rivoluzione e parola seria, severa, austera, grande e Santa, cosi Tintransigenza |non animette deviazioni quando si tratta di interpretarla. O^i deviazione in propo-sito ^ dannosa ed ammette la mala fede.. L'intransigenza non e di tutti ma di pochi. L'intransigenza e di coloro che sono educatamente e di-sciplinamente onesti. Sono esciusi pertanto tutti coloro che in buona o mala fede, questo poco importa, I'usano per scudo cartaceo o verbale e mai l'applicano. J] tem^ che si eomprenda l'intimo significato di cosi pro-fonda parola e perciö non se ne abusi per condire tutte le salse. L'intransigenza presuppo-ne, come giä h stato detto, un'educazione, tma disciplina ed un'onestä. Sull'educazione molto si e parlato e tutti i si-stemijsono buoni purche giun-gano alio scopo. I giovani debbono persua-dersi che, senza una seria educazione, ogni aspirazione e vana: educazione dell'intel-letto, ma soprattutto del cuore, deH'animo e dello spirito che sono le molle prime e sensitive sulle quali dieve pog-giare l'educazione. Educazione non digerita per förza, ma permeata di una costante vo-lontä di crearsi un carattere sinceramente e profondamen-te a posto sul piano culturale, politico e sociale. Rodollo Libanoro linea fieihta SETTIMANALE DELLA FEDERAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO DI LUBIANA DIrettore retponutaila LUIGI PIETRANTONIO Tlpogratla «Merkur» S. A. Lubians COLORI asciutti - ad olio - smalti - vernici a smalto - pennelli e tutti gli utensili per pittori - stucco per vetrai - ece. — polete acqui-stare a prezzi vantaggiosi presso: Fr. MEDIC FABBRICA OLII - SMALTI - COLORI Resljeva cesfa 1 - LUBIANA ioravanii TRIESTE FABBRICÄ PRODOni DOLCIARI VIAGAMBINI29 FABIANI & JURJOVEC Manilaüure LUBIANA - STRITARJEVA 5 CARTOLERIA LCLd-tj* foc. a. VIA SiLEhffiURGOVA 1 — VIA S. 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