ACTA MSTRÍAE • i« • 2(102 - i riccvuto: 2002-02-25 UDC 94(497.5 Di!brovnikV'05A..":343.8 la giustizia in scena: punizione e spazio pub buco nella repubblica di ragusa Nella L0N7A (stítuto di Scienze Sîoriehe dcSVAccademia Croata di Scicnze e Arti di Ra «usa, Croatia HR-20000 Dubrovnik. 1.a padska obala 6 e-mail: nelb.íonzaS'dti.httiet ht SINTESI Nel contrihuto si analizza il rapporta tra Varticolazione del linguaggio punitivo e lo spazio pubblieo a Ra gusa dal Medioevo atl'inizio dell'Ottocento. Si percorrona i luoghi della giuslizia e si tenta di coglieme la funzione netla vita cívica. È da notare come gui nel Quattrocento i rituali penali s'insedino nel tes s uto urbano e com'essi faccia.no setnpre d't pià riferímento al signifícalo simbólica dei luoghi dove. si ese-guono. Con il secolo successive comincia il lungo proccsso della fissazione del cei i-moniale punitivo e della riduzione delle scene di giustizia. Sulla sfondo di questi cambiamenti si scorge l'emergere dello Stato moderno, che mira a costruire un'iin-magme globale del suo potere. Parole chiave: Ragusct, rituale penóle, spazio pubblieo, cerimoniale, Medioevo, età moderna JUSTICE ON STAGE: PUNISHMENT AND PUBLIC SPACE IN THE REPUBLIC OF DUBROVNIK ABSTRACT The present article analyses the relationship between the language of punishment and the public space in Dubrovnik from the Middle Ages until the beginning of the XIX century. It overviews justice sites and tries to understand their function in civic life, it is remarkable how criminal rituals adapted to the urban setting already at the beginning of the XV century, increasingly referring to the symbolic meaning of the places where they are carried out. The following century the long process for the 16J ACTA H1STRIA1- • ¡0 • 2002 • I Nella LONZA; LA GIL'S'I'12!A IN SCENA: PINIZIONE E Sf'AZiO PUBBUCO NEL1.A REPUBtlLiCA Di RACUSA. Kil-iOO settlement, of the. punitive rituals and for the reduction of the stages of justice began. With these changes as a background, the birth of the modern state can be. discerned, a state that aims at. building a global, inutge of its power. Key words: Dubrovnik, criminal ritual, public space, ceremonial, Middle Ages, Modern Age I rituali penali - 3'uso della pena pubblica come mezzo per laudare un messaggio complesso sull'efficienza dello stato nella sua funzione repressiva, ma anche per restaurare l'ordine sociale turbato - sono senza dubhio una parte importante del ceri-moniale cívico e un'espressione concentrata dell'ideologia de! potere. L'analisi di tali pratiche a Ragusa (Dubrovnik) tra il Medioevo e i primi anni dell'Ottocento, ha lo scopo di aggiungere al quadro della vila pubblica un accento mancante. Per capire in profonditá i rituali di giustizia é essenziale concentrarsi sul significato dello spazio dove essi sono messi in scena ed esaminare il loro contesto sociale, político, iconográfico, ecc. Cogliendo la dimensione del tempo si delinea inoitre un'immagme diacronica e mutevole del rapporto política giudiziaria-ambiente cittadino. Infine, se le pratiche a Ragusa vengono messe a confronto con ció che é stato accertato per altre societá eu-ropee, si riscontrano delle somiglianze sostanziali, mñ vengono anche evidenziate al-cune particolaritá del 'caso raguseo'. Gli spazi pubblici dov'era messo in scena il teatro della giustizia a Ragusa sono giá stati studiati dal punto di vista dello svütippo urbanístico e nell'ambito di ricerche su altri aspetti della vita sociale. Le opere della storiografia generale e, in particolare, della storia dall arte sono state un punto di riferimento molto importante. Questi ri-sultati sono stati messi a confronto con le fonti sulle pratiche penali, traite dai registri dci proeessi criminali, dalle deliberazioni dei consigli di Ragusa, dai ¡ibri deiie spese pubbliche e altre fonti che forniscono informazioni sullo svoigimento delle punizioni. 1. L'articolazione dei centro cittadino e i luoghi dei rituali penali L'articolazione del centro urbano di Ragusa non e cambiara molto nel corso dei secoli tra il Basso Medioevo e la caduta della Repubblica agli inizí del Ottocento. Benché nella ricostruzione dopo il disastroso terremoto del 1667 molti edílici del centro abbíano cambiato aspetto, gli interventi urbanistici sono stati del i benitamente abbastahza limitati (fig. 1). .162 ACTA HI.STRI AE • 1» - 2002 • 1 NtJiuLON2A: LaC,ll.'SmiA in sciifta. PUNKti»«E SPAZfO PlUBUCO NELEA REPUBBLICA BI RACiOSA. !6J-(90 Fig. I: II centra storico detla citta di Ragusa. SI. /. Zgodovinsko mestno jedro Dubrovnika. 163 ACTA HISTKIAE • 10 ■ 2U02 • 1 Nella LQN7.A: U.OIUSTIZIA IN SCEKA: TON-ZIOM. LSfAZIO PUHßLlCO NÍ5LLA Rf.Pl ■BÖUOA DI KAGUSA. 101-19« La Piazza Comunale (platea communis), siíuata nelia zona dietro ai porto, era cir-condata dalle costruzioni piii importanti per la vita cittadina, seeolare e spirituale. Pino alia meta del Trecento questa piazza era piü piccola e compatta - fiancheggiata dall'edificio del Castello (sede del reggimento) e la Cattedrale; vi si trovavano anche l'antica ioggia comunale e la berlina. Nella seconda meta del Trecento c nel Quattrocento lo spazio della piazza verme aliungato e ristrutturato, e da al lora la sua articola-zione é mutata di poco (fig. 2). Sul flanco Orientale, (ra le due porte che davano sul porto, si estendeva la fila di edifici con funzione pubblica: il complesso del Palazzo del Retlore e del Palazzo dei Consigli con i magazzini per la conservazione dc.l grano, l'arsenale e la sede della guardia notturna, la torre deH'oroIogio (prima de! 1444) e la Ioggia delle campan« (dopo il 1463). La serie d'edifici pubblici faceva angolo con un complesso edile che includeva doga na. fondaco, cisterna, osteria e diverse botte-ghe di orelici; questi spazi furono all'inizio del Cinquecento trasformati in un palazzo - sempre plurifunzionale - chiamato appunto Divona (da 'do gana') o Sponza (da 'spongiaj. Su) lato opposto, la Piazza Comunale fu fiancheggiata dalla chiesa ti telare di S. Biagio (1348) e dalla nuova Ioggia comunale (1356). Su! lato settentrionale di questa Piazza Comunale confluiva ¡a Piazza Grande (platea magna), ideata e co-struita a cavallo del Trecento su un banco di sabbia inteirato. La Piazza Grande, che collegava le due porte principali della cilla verso la terraferma, era diventata l'asse principale di comunicazione est-ovest.1 La sopraddetta Piazza Comunale, che puö essere percorsa tutta in qualche minuto a piedi, era il centro naturale della vita sociale, il luogo dove la gente confluiva per sbrigare le faccende, per incontrarsi e passeggiarc, per prendere l'acqua,2 per f'are compere al mercato," e per molti altri motivi legati alia vita quotidiana. D'allra parte, questo spazio aveva un chiaro valore simbolico, che proveniva dagli edifici che io circondano, dalla loro funzione e iconografía (cfr. I. Fiskovic, 1995, 154-160; Jane-kovic Römer, 1999, 381-382). Gli stessi messaggi sull'identitk e l'ordine político era-no poi trasmessi attraverso i¡ linguaggio cerimoniale, nei rituali del polere. Nel pe- 1 Tra le Opere Sullo sviluppo urbanístico del centro, si veda sopraítiilto Prelog. 1971-1972, 84-S7; Planic Loncaric, 1987, 34-36, 292-296; Manié-LonCarií, 1990, 164-i66; I. Frskovií, 1994, 117-123; Ï. Fiskovic, 1995, 153-162, 2 La Piccola Fontana, appnggjata all'Arseoale, come la Fontana Grande, vicina alia porta deile Pile, venne progettata da Onofrio della Cava, e scolpila da Pietro di Milano, suo 'collaboratore fisse', negli antii quaranta del Quattrocento (cfr. C. Fiskovic, 1947,23,25-26), 3 Nella sua descrizione di Ragusa de! 1440, Fílippo Diversi da Lucca, reítore della scuola a Kagtisa, sctisseclie intomo alla loggia si vendevano verdure (De Di ver sis. 23, 1879-1880, 46). II Minore Con-siglio nel 1449 temporáneamente victo la venditadi pesci salati, verdura e altra mcrce sulle due piazze e intomo alia Ioggia (Acta Mínoris Consitii, vol. 12, f. 75). Nel 1460 fu autorizzata solo la vendita di f'rutta e verdura (Acta M'moris Consilii, vol. 15, f. 7S). Dopo il terremoto del 1667, il mercato fu tra-sferito sulla nuova piazza (oggi Gnnduliceva pcljana), sorts al posto delle case demolite (Beritic, 1958, 21 ); tutt'oggi sullo stesso posto si tiene il mercato. 164 ACTA HI,STRIAE < iO - 2002 • 1 ,-Jiil;, LONZAJ !,A GIlittlZIA IH SCENA; PUNQUOKE £ SPAZIO rUBBUCO MELLA REPUBBUCA Dt ftAGUSA. (61090 -.i.-.,.-.-* ■• PLATEA MAGNA 1 □□ [ OCJt PLATEA aJMMUNIs} HIŠI C. di Orlando Palazzo del Rertore Fig. 2: La pianta della citta del 1607/1608 (Principe, 1990) con gli edifici pubblici pili importanti, SI. 2: Načrt mesta z najpomembnejšimi javnimi stavbami iz ¡Cta 1607/1608 (Principe, 1990). 165 ACTA HISTRIAF « id . 2002 • 1 Neto lÖNZA: LA ClUSnZIA IN SCILNA PtlNIZtOWil E SPA7JO ?L HßUCO N1VI.LA RITUBBLICA Di RAGUSA. 161-190 ríodo del dominio veneciano (fino al 1358) nella Piazza vemva celebra» l'arvivo del nuovo come, con una cerimonia che consisteva neH'inveslitura del reggitore della ciltà e nel giuramento di fedeltà dalla parte de¡ ragusei. Agli inizi della vita comunale qui si radunava il popolo (publica cunctio) per approvare le leggi (per es. Liber sta-tutorum Civitatis Ragusii, I, 23), come fece anche il Maggior Consiglio prima di tra-sferirsi definitivamente nella propria sala (per es. Liber statutorutn Civitatis Ragusii. VI, 3, redazione C, posteriore al 1358). Più tardi, quando Dubvovnik divenne un pae-se tributario dell'Impero Otomano, qui si svolgeva la cerimonia della partenza solenne degli ambasciatori di tributo per Costantinopoli (Krizman, 1951, 89-91). Per molti secoli a partiré dal Medioevo qui si ceiebrava la festa del santo protettore, con i suoi elementi sacri e profani (processione. con le reliquie, rassegna militare, balli, ecc.).4 Più volte l'anrio sulla piazza aveva luogo il tiro al bersaglio (patiuin) (Petrovic, 1971, 52-55). la corsa deU'anello, in cu i il giocatore doveva mforcare, cavalcando, un anello sospeso (Sundríca, 1981, 31-4ó)5 e altri giochi d'ispirazionc cavalleresca (gio-stra e quintana),6 si tenevano rappresenlazioni sceniche,7 balli (De Diversis, 24, 1880-1881, 42; Cerimoniaie 11, ff. Slv, 143; Demovic, 1989, 121-124; Petkovic, 1993, 29-31) e altri festeggiamenti pubblici negli ultimi giorni di Carnevale.8 In questa piazza, í lucighi prediletti per i rituali penali erano la loggia comunale, la Colonna di Orlando, e il Palazzo del Rettore con il suo portico, anche se a volte la scena veniva spostata in un'altra posizione vicina, p. es. allaPiccola Fontana.9 2. La loggia comunale, spazio del poterc La prima loggia comunale menzionata nelle fonti del Duecento era situata sulla platea communis.10 forse posta suo lato nord della Cattedraie.11 In seguito alia co- 4 Tra la copiosa lelteraiuro sulla fasta di S. liíagio, v. soprattulio Demovic, 198], 13-16; Demovic, 1989. 118-12Î; Janckovic Römer, 1999, 299-303. 5 La Iradizione era viva ancora nella seconda metà de! Seicento (Cerirrioaiale Î, f. 88v; Truhcläca, 1905, 417-418). 6 Qucsti giochi si praiicavarto nell'epoca rinascimenlaie (Peikovic, 1993, 26-27). 7 Par ¡I Seicento v. Cerimoniaie I, f. 87v 8 Símilmente, la festa per il Giovedï Grasso a Vetiezía si svolgeva alla Piazzetía (Mazzarotto Tamassia, 1961,31-39). 9 Alfa Piccola Fontana si eseguiva la pena della corda {Criminalia, vol. 20, f, 25v). 10 '... in publica pialen communis ante logiam communis', 'platea communis, que estante logiam' (Spisi dubrovacke kancelarije Ui, 23, 185). 11 È ceno che la loggia era sitúala in queíl'area, pero non £ conosciuta la sua collocazione esatta Serondo Z Pekovie (1998, 104-105), l'arnica loggia sacebbe da identifícale sulla pianta della cirtà dell'inizio del Seicento (cfr. la nota seguenie) ncU'edificio disegnato all'aogolo sud del Pnlazzo del Retlore. di-rimpetto all'absidc delta Caltedrale. La sua lesi mi sembra poco probabile: quello dovrebbt essere il palazzo di Sandalj Hranic (cons. Beritic, 1958, 72 e la psantu); ne! Seicento poi non poteva esserci nessun intéressé di disegnare sulla pianta l'arnica loggia, che era ormai da tempo abbandonata. Invcce, in una fonte del 1468 è menzionata logia alia nd portant eccíesie Sánete Marie' Maions (Acta Minons 166 ACTA HISTKÍAE • iO • 2002 • I •Vila 1.0NZA" LA OK'STIZIA IN 5CCNA PUNI2I0NE ß SPAZIO PUBOUCO NGLLA REPUBBUCA Ol RAG USA. 161.190 struzione délia chiesa di S. Biagio (iniziata nel 1348) (Pekovic, 1998, 142-143), nel 1356 fu eretta una nuova loggia adiacente (Planic-Loncíaric, 1990a, 93-94),'2 chia-mata talvolta anche logia S.h Blaxii (Acta Minoris Consilii, vol. 11, f. 79v.). Per un certo tempo ambedue le logge erano in funzione,'"' poi lentamente la prima vemte abbandonata, mentre la nuova rimase in uso fino all'incendio del 1706. Siccome la chiesa di $. Biagio eretta nuovamente nel Settecento venne ampliata notevo!mente, la loggia verme alla fine spostata sul lato opposto della Piazza, vicino al complesso del-l'Arseuale (C. Ftskovic, 1983,212). La loggia e i suoi dintorni erano utilizzati Soprattutto per proclamare i bandi e le sentenze penali, ma qualche volta anche per l'esecuzione delle pene infamanti (per es. Criminalia, vol. 7, f. 176v, 273; Detla, vol. 84, f. 51). Nella loggia di sólito si radu-navano i patrizi per discutere degli affari di stato e di questioni attuaü, per trattare af-fari commercial!, ma anche per passare il teinpo nell'ozio e nei giochi (De Diversis, 23, 1879-1880, 47).14 Sotto il pórtico erano esposte le insegne dei visitatori illustri della Repubblica (De Diversis, 23, 1879-1880, 46).15 Nel Quattrocento qui avevano luogo le prediche della Quaresima (per es. Acta Minoris Consilii, vo!. 12, f. 139; De Diversis, 25, 1881-1882, 5), mentre neglí ultimi secoli della Repubblica vi si teneva il discorso annuale sulle questioni politiche (Cerimoniale I, f. 58). Come posto riser-valo ai ceto patrizio che governava lo stato, ia loggia era 'la corte dei nobili',10 ma anche - nelle parole di De Diversis - thcatnan commuais}1 La loggia aveva, dun-que, una chiara impronta del potere político, cosicché i messaggi punitivi vi trovava-no una colíocazione naturale. 3. Sotto gli occhi di Orlando: la colonna infame Alcuni riiuali penali si svolgevano alia berlina. AU'inizio aveva ta forma di un palo (palus) (Liber statutorum Civilatis Ragusii VI. 14), ed era sitúala sulla Piazza Consilii, vol. 17. f. 116). Mi sembra abbastanza probabiie che la porta riel documento sia quería laterale, al lato nord della C'attcdrale e affacciata sulla Piaz/a Comuna le (v. i piani della Caítcdralc rapportall m Pekovic, 1998, 93. 117). 12 La loggia è bene visibile sulla pianta di Ragusa, confezionata nel 1007/löOS. È pubblicata in appendice atl'articolo: Principe, ¡990.191-202. per la dalazione v. Čosič-Vekatic, 2001, 312. 13 Nelle foiut sono chiamate logia nova e loçia vêtus (per es. Libri reformationum. III, 193; Lamenta de inlus et foris, vol. I, ff. 284v c 287: Odluke veča Dubrovacke Republike, I, 75). 14 Nel corso del Quattrocento le autorità cercarono, a più riprese, di snidtcare iS gjoco d'azzardo sotto la loggia (dadi e scacchi esclusi), perô la ripetizionc delle leggi e dei bandí testimonia che quesía campa-gna non ebbe mollo succcsso (per. es. Acia Minons Consilii, vol. 6. f. 210v; vol. 14, f. 116; vol. 15. f. 40. vol. 17. f- 14). 15 Nel 1456 alcune di queste insegne erano state rubate {Acta Minoris Consilii, vol. 14, f. 113). 16 l.'espressione, che deriva da una legge detla fine del Trecento, è stata segnalata da Janekovic Römer, 1999,338 17 De Diversis. 23. 1879-1880.40 167 ACTA HÏSTRIAIÏ • 1« • 2002 • 1 Neila LONZA: LA Glt'.STIZÎA IN SÍT-NA: Pt:NIZJONF. F.SPA/.IO l'l-BBUCO NTÎLLA REPUBBUCA DI RAGtSA. lít-ilil Comunalc. nclle vicinanze della sede del reggimento e la prima loggia.1*5 Alia fine del Trecento verme trasferita verso nord. nel punto di confluetiza delle due piazze principali, infine prese l'aspetto della colon na con la figura del giovane cavaliere Orlando.11-1 Quella che tutt'oggi si trova sulla piazza, fu scolpita nel 1419 da Bonino da Milano (Prelog, 1962, 36-48), rimpiazzando una «tatúa lignea di qualche decennio an-teriore (figg. 3, 4 e 5). La statua ragusea di Orlando/Rolando menta un'attenzione par-ticolare perché é la sola del genere neU'area mediterránea, mentre fu eretta in non rneno di 40 piazze centro- e nordeuropee. Infatti, il motivo di Rolando, che simboleggia la legge irnperiale e la giustizia, faceva parte de! culto di Carlomagno, che nel Trecento fu rilanciato da Cario IV di Lusseraburgo (Munzel-Everhng, 1997). A Ragusa fu in-trodotto probabilmente alia fine del secoler0 da suo figlio Sigismondo, all'epoca gíít re d'Ungheria, Croazia e Boemia. I! re confermó a Dubrovnik l'autonomia completa e garantí la proteziotie, il che era particolarmente importante nel período d'accresciuta pressione veneziana sulla Dalmazía, íntorno al personaggio d'Orlando si era formata una Icggenda ragusea, che attribuiva a Orlando un ruoio importante ríe;(a difesa delía cilla dai Saraceni nel VIII secolo.21 Orlando, con una spada in mano che rappresenta la giurisdizione,22 diventó il símbolo dello Sialo. cosicché ia sua colonna era chiamata anche columna regiminis (Mitic, 1966, 246, n. 42).23 Era utilizzata principalmente come pietra di bando, cioéda ii venivano proclaman i nuovi decreti, i mandati di cattu-ra, ccc. (per es. Acta Minoris Consilii, vol. 8, f. 245v; vol 14, f. 113). Per le festívitá principali (le due feste di S. Biagio ) sulla colonna veniva innalzato lo stendardo di S. Biagio, che garantiva rimmunitá temporánea ai delinquenti e debitori (Mitic, 1966, 246), offrendo una buona occasione per le parti di contrallare e cercare un conipromes-so,24 cosa che era d'interesse generale per Fordine e la pace sociale. Nei ritual! punitivi ia colonna era utilizzata come berlina, cioé per !a pubbíica esposizione dei condannati e per l'applicazione delie pene corporal! e infamanti, quali la fustigazione.25 18 ín un documenlodel 1327 si iegge 'in platea ante berlinam' (Libri reformationum, V, 244). 10 Sulla Colonna di Orlando v. in particolate Mitic, 1966, 233-253 e (in versione abbreviaU) m tedesco) 1965, 306-316; JanckoviC-ROmcr, 1959, 382-383 20 £ ]>robabilc chc la decisione di eonfezionaie la prima statua lignea di Orlando fu presa durante il sog-giomodel re Sigismondo a Ragusa nel 1396 (Janekovic-ROmer. 1999,382). 21 La Icggenda. riportata neilc crottache, è un collage di ek-ment; slortci del periodo Carolingio con aí-cune realtà storiche della fine del Trecento (due statue successive, collocazione vicino alla chiesa di S. Biagio, della loggia & della sede del reggimento), il tuno, naturalícenle, fiorito di particolari immagi-nari. II punto in cui le due storie sono fuse sembrano le campagne contro i Sataceni e i Turchi (Annali della nobilissima República di Ragusa, 11. 22). 22 La spada di Orlando come símbolo di giustizia è menzionata anche da De Diversis 24, 1880-1881, 43. 23 Sulle colonne che simboleggiano la giurisdizione v. anche Maise!, 1987. 24 Su queste pratiche v. (a testimonianza di De Diversis 24, 1SS0-1881.43. 25 Per i paiticoiañ v. tonza, 1997, 151-152, 160-164 168 ACTA H ISTRIA K • 10 • 2002 • I Neil» L0N7A: LA CiiuSTlZIA !N SCENA: PUNK10NC E SPAZIO PUBBUCO NFJXA RJF.W MUCA Ol RAGUSA. I«|.|» Fig. 3: Im Cobnm di Orlando. Si 3: Orlandov Steber. 16 9 ACTA HISTRIAE - 10 - 20«! • i rfcB, LOMZA' LACH.ÎSTKÏA IN SCENA: PUNIZlONfc V. SPAZtO PUBBUCO Kl-Xt.A REFUBBUCA Dl RAGl'SA. IM- —IS /;V M ffi; v ■:■ . i Vež i";1! fig. 4: S. Biagio col mndello délia città in mano. statua ar geni ea della fine del Quattrocento. Si. 4: Sv. Blaž (sv. Vlaha) z modelom mesta v roki. srebrni kip .r konca 15. stoletja. 170 ACTA tnslRIAE • 10 • 2002 • 1 Nella LONZA: LA C.lli.STIZIA IN' SCENA. PMN'IZIONE E SP.AZIO PUBBLICO N'EI.LA REPUBBEK A 01 RAGUSA. ICl-IVO Fig. 5: Il modello délia città (particolare délia figura precedente) con la Colonna di Orlando (Gelcich. I8S4). Si 5: Model mesta (detajl prejšnje slike) z Orlandovim stebrom ( Gelcich, J884). 4. 'Sotto i volti': la loggia esterna del Palazzo del Rettore Del Palazzo del Rettore (all'epoea spesso chiamato anche palatium regiminis), per i rituali penali era utilizzata soprattutto la loggia esterna, volta verso la piazza principale (figg. 6 e 7). Questa era anche la 'tribuna ufficiale' per diverse festività e altri avvenimenti pubblici, già rnenzionati, che si svolgevano sulla Piazza. Tra le cerimo-nie propriamente civiche vanno ricordati anche il rituale del mutamenio del Rettore all'inizio d'ogni mese (Cerimoniale II, ff. 25-28v) e il giuramemo pubblico prestato dai giudici che entravano in carica con l'anno nuovo (Cerimoniale L f. 98). Fino aî 1477 sotlo questo portico sedeva ancora il iribunale pénale (per es. Di versa notariae. 171 ACTA mSTRlAfc ♦ 10 • 2602 • 1 Nílí.) LOSZA; LA GUiSTIZtA IX SCENA: FUNIZIONE E SPAZIO Pl'BBLICO NELLA REPUMsUCA D! RACUSA 161 -190 vol. 2L f. 23v; Lamenta de intus, vol. 21. f. 19'2v; Diversa canccllariae, vol. 59, f. 22v.); da allora in poi i processi si svolgevano in una sala interna, ma le sentenze erano sempre pronuncíate fuori, sul luogo usuale (Liber Croceus, c. 84/43 (numera-zione non originale)). Comunque, fino al 1734 li era messa in scena la proclamazione rituale délia sentenza capitale:-*5 il condannato doveva mettersi in ginocchio, confes-sare il suo crimine e ringraziare giudici e consíglieri per la giustizia, dopodiché vcni-va solennemente pronuncíala la condanna (per es. Criminalia, vol. 20 tergo, ff. 142v-143). Siccome il verdetto non solo era già stato scritto, ma anche notifícalo al reo, il rituale non era altro che una rappresentazíone moraJística destinata al grande pubbli-co sul tema del crimine, délia penitenza e délia giustizia. Fig. 6: l/i Piazza comunale (platea communis) con a destra il Palazzo del Reitore. SI. 6: Mestni trg (platea communis) z rektorjevo palačo na desni. 26 Lina prima proposia d'abolizionc di quesfo rituale del 1687 e slala rigettata per dei motivi procedurali & riproposta soltamo nel 1734 (Acta Cotwilii Rogatorum, voL 128, f. 200; voi 156, f. 129 rv). 172 ACTA HISTRIAfc • J0 • 2«t»2 * 1 NcllaLONZA !.A OIl'STlZJA IK SCENA PUNtZIONE L5PA&IO PUBRUC'O NBLLA RiiPOBBUCA Of RaGUSA. I«)-190 Fig. 7: La loggia esterna del Palazzo del Rettore. SI. 7: Zunanja loža rektorjeve palače. 173 ACTA IHSTRIA.il • ¡O * 201)2 • 1 Helia LON'ZA. LA ClUSlUlA íN SCENA PL'NIZIONÊ E SPAZIO i'UBBLtCO NELLA RETUBBMCA PI RACWSA. 16M90 Lo stesso Palazzo dei Rettoie estbiva il programma iconográfico del Buon Go-verno (I. Fiskovic, 1993. 92-96; Kokole, 1996, 231-233; Janekovic Rômer, 1999, 385-387), presenle in moite città italiane. Il tutîo non fu frutto d'un unico progetto político e artístico, ma fu sviluppato durante il Quattrocento, nei successivi interventi neU'edificio dei Palazzo. Tali lavori di ricostruzione t'urono necessari in seguito a due esplosioni dei deposito delle armi (1435, 1463), ma se ne colse l'occasione per ese-guire sul Palazzo alcuni cambiamenti strutturali, funzionali e iconografici.27 Tra i motivi che raffí gura vano il potere e la socieià ideale, vi erano anche quelli che sim-boleggiavano la giustizia: il Giudizto di Salomone (T. Fiskovic. 1993, 94)28 il Rettore che uscolta le accuse,39 ¡a Giustizia,30 ecc. Sembra che il capiteüo con la figura di Esculapio - il solo che si trova ancora nella sua posizione quattrocentesca - abbia pure un signifícalo giuridico, délia nuova legge (scritta) che alla comunità garantisce la salute sociale (Ktthn, 1974, 266). 5, Le prigioni nel Palazzo del Retlore: una pena pubblica Tuttavia, non solo le pietre scolpite dovevano ricordare î'ideà dell'ordine e délia giusta punizione. 1 prigionierí, che nello stesso Palazzo aspettavano il processo o scontavano la condanna, erano viví testimoní délia prassi punitiva.31 Il coliocamento dei prigionieri nei palazzo che era sede delle istiíuzioni di Stato aveva dei vaníaggi pratici (la presenza delle guardie, p.es.), ma era anche un chiaro messaggio ai sudditi che le autorità veglíano che la giustizia venga effeítuata, Dal Quattrocento in poi ¡a presenza dei prigionieri era diventata più notevole, di parí passo con la trasformazio- 27 Fino al Qualtrocenlo rediticio avev3 conservato l'aspetto azio mttbuco nfilla repubbuca d! racusa. 161-190 Fig. S: II percor.%0 delto processione infamante. SI. 8: Potek proge sramotnega sprevoda. J 76 ACI A HI.STRIAF ■ 10 • 2002 • t Ntlij I.ONZA: I.A OlllSTtZIA IN SCÊNA- Pl'^CJÛNL C 5PAZIO PUB BUCO NELLA KEPUB0I..ICA DI RAGUSA. 161-l«l teratura.38 Nondimeno, il 'caso raguseo' é interessante per ¡t fatto che í! percorso della processione infamante corrispondeva per tutto a quello deíia processione per S. Biagio, il protetlore delia citta (almeno nell'itinerario del Settecento).39 In buona parte i! percorso coincideva puré con quelio per la festivitá di Corpus Christi, I'altra processione cittadina molto solenne.40 Con cid non intendo affermare che questo motivo della festivitá sia stato deüberatamente 'copiato' nel rituale punitivo: vista la situazio-ne topográfica, quello era anche il percorso circolare piü logico, per le vie relativamente larghe e senza salite.4' Pero, pur trattandosi d'una coincidenza dettata dallo spazio, mi sembla naturaíe che sia gli spettatori che quelli che partecipavano al rituale infamante percepissero che questo percorso aveva un significato particolare neüa vita della comunitá. 7, Fuori della città: i luoghi della pena capitale La pena capitale a Dubrovnik era quasi sempre pubblica, prendendo forma di un rituale cívico. Tuttavia, talvolta i rei erano privati di vita nello stesso Paíazzo del Rettore: decapitan nel cortile (Annali dellanobiiissima República di Ragusa, 74 e 75; Ragnina, 269; Criminalia, vol. 6, ff. 45v, 156v), oppure strangolati nella prigíone,42 avvelenati (Sundrica, 2000, 17-48) o ammazzati con un ferro.43 In alcuni casi, sempre rari ed eccezionali, il rituale pubblico era abolito per paura dell'intensificarsi delle tensioni sociali, soprattutto se si sospettava una congiura.44 In altri casi si voleva na- 38 Si veda soprattutio Burkc, 1991, 158-159: Cohén. 1993, 173. 39 Dalie íomí risutla che nel Quattro-Cinquecento la processione per S. Biagio si svolgeva tra la Catte-dralc e ía chiesa del santo protettore (Jswekovié Reí me r 1999, 302). Pero, in un esempio del 1740, ri-portato nel Libro del Cerinurntak, ¡a processione si avvíava dalla Caltedralc per la Via dei Calzolai, girava per la Via Larga, e tomava per la Pia//a sino a S, Biagio (Cerímoniale II, 79v). 40 11 percorso delta processione di Corpus Christi nel Quattrocento é riportato da De Díversis (11, 48): uscito dalla cattedrale, il corteo perconeva tutta ¡a Via dei Calzolai, girava vicino al monastero di Santa Cliiara e la Fontana Maggiore. tomando poi per la Piazza Grande. L'itínerario deüa processione infamante, invece, era piü corto. Su alcuni elementi che collegano le processioui infamanti con quellc per le festivitá v. anche Sohneider, 1995,82- 41 Secondo B. Maz/.arotío Tamassia, proprio ía topografía della citta di Venezia, cioc le strade strette, era ¡a ragione principaíc perché tutte le processioni piü importanti si svolgesscro sulla Piazza S. Marco (1961, 164). 42 Taii senlenze sono sute eseguitc, per esempio, nel 1474, 1483, 1602, 1641 (Annali della nobiiissima República di Ragusa, 68-69; 74. 140-141; Acta Consilii Rogatorum, voí. 97, ff. 92v-93). Per il s. XVfll v. Acta Consilii Rogatorum, vol. 144, ff. 1 v-2v- 43 Nel 1529 quest3 era la fine di Francesco Silvano di Maccia ta, segretario della RepubhKca, condannato per aver tradito i segreti di stato ai veneziani (Ragnina, 282). ¡-a stessa pena fu pronuncíala nel 1567 per un caso di furto dalla dogana (Sundrica, 2000, 30). 44 Per Venezia v. Ruggieto, 1978. 252; per Firenze v. Zorzi, 1993, 200-201. ACTA Hi.STR IAE • H» - 2002 ■ 1 Krila UWZA. 1-AClt'STIZIA is SCENA. PUNKIOM: E SPA7.IO Pt.iBBUCO NE1XA REPUB3UCA Df RAOCSA. 161-150 Fig 9: / luoghi dove si cseguivano le pene capitalt. SI. 9: Kraji kjer so se izvajale usmrtitve. scondere la sopprcssione di uno straniero, per non mettere in pericoio i rapporn cu-plornatici con le rispettive aulorità.45 Le sentenze capitali a Ragusa erano di regola eseguite in due località fuori della cerchia delle mura (fig. 9). Lo stesso bando simbolice dalla comunità era praiicato in moite altre citià europee nel Medioevo e nella prima età moderna.46 Solo in qualche 45 Era il caso, per esempio» del Turco Mustaj Celebi. che nel 1644 fu elimínalo con un veleno ad azione prolungaia (Šundrica, 2000,31 >32). Si veda anche Miovié-Peric, 1990,170 46 Per le cilti i la liane v. Zoni, 1993, 197-200, Zora. 1994, 153. Ix- prati che francesi erano alquanto dis-simiü (cfr. Cohen. 1993,189). 178 ACTA HI STR I At. • 10 ♦ 2002 • 3 f.'clt.« LOiNZA; LAOIUSTIZIA IN SCEKA. Pt'HIZIQNE RSPAZIO PIIBBUCO NELLA REPUBBUCA 01 KAGU5A. 141-190 caso particoíare i] patibolo era eretto nel centro urbano:47 a Venezia, per esempio, per via della struttura specifica del tessuto urbano, la disposizione della scena a S. Marco (Piazzetta) o Rialto era necessaria per la chiara aiticolazione del rituale civi-co.dS II corteo che accompagnava ij sentenziato al luogo della giustizia percoireva prima rilinerario infamante nelía citta (per es. Libri maleficiorum, voJ. 4. fí. 159v, 161 v-162), uscenclo poi da una delle porte principáis. Sulla processione al patibolo nel Medioevo si sa solo che era accompagnata dal suono dei pifferi (Deinovic, 1981, 20, 81, 100), mentre per quelle dell'epoca posteriora si possono ricostruire alcuni tratti caratteristici. Diversamente dalle fonti inglesi, i documenti ragusei non confer-mano la presenza nel rituale di elementi carnevaleschi (Laqueur, 1989, 339). Anzi, almeno dai Cinquecento, l'idea della buona /norte e I'influenza dell'a/í bene morien-di, avevano profondamente segnato l'esecuzione capitale (Merback, 1999, 144-145): l'ideale diventó che 'ü delincuente muoia contrito e contento quanto sia possibitc' (Matricola della confraternita di S. Rocco, c. 5). Con l'oggettivo di 'confortare al ben morir'., la confraternita di S. Rocco49 assisteva il condannaio nei suoi ultimi giomi di vita e lo accompagnava al patibolo con le preghiere e litanie. Una messa da Requiem doveva portare alia sua anima la pace elerna e alia comunitá la soddisfazione d'aver-ne provveduto.50 Alie soglie dell'etá moderna, questo rituale punitivo di Stato ave va assunto, dunque. degli elementi di penitenza, redenzione e pietá cattohca, che mira-vano anche a una postuma reintegrazione uella comunitá cristiana.51 La piü antica conosciuta localita del patibolo a Ragusa e quella alie Place,circa cinque minuti fuori delle mura ali'angolo orientale. 11 luogo dell'eseiuzione era in 47 Per es. a Toulouse (Schneider, 1995. 87-88); per altn esenipi v. Spiercnbur», 1984. 4-1-45, 57; Spie ten burg. ¡995.57. 48 Si puô sosteuere che le due colonne a S. Marco, luogo delle esecuzioni capiiati. segnasseto I'entraia Simbólica nella cíttá (Muir, Weissman, 1989. 86-8?; Crouzet-Pavaii, ¡992. 9Í3-9I9) Si veda anche Ruggiero. 1994. 178. 49 La confraternita di S. Rocco fu fondata a Ragusa nel 1542, dopo un'epideinia dt peste; seconde alcunc indicazioni. i condannati etano precederiiemenie confortad dalla confraternita di S. Giovanni Decollate (Matricola della ccnfrateniita di 5. Rocco, c. 5, XXt-XXH). Nel Seltecento i giustiziati erano as-sistiti pure dai francescani e gesuiti (Ljetopis dubrovačfcog kolegija 1559-1764, 121, 139) 50 St usava celebrare la messa timcbre ncllc chicse vicme ai patiboli; a S. Antonio aile Ploie oppure alla Madonna delle Danie (per cs. Detta, vol. 19 tcrgo. f. 4v; vol 24 tergo, f. 4v; vat. 40 (ergo, fol. 1 ; vol. 77, f. 9). Nellc vicinanzc si trovavano anche i sepolcri collettivi dci giustiziati (Detta, vol. 41, f. 8. Gjivaiiovič, 1935, 5). 51 Peí i dali comparative v. Prosper«, 1982,959-999; Zorzi, 1993, 237-249; Zorzi, 1994, 147. 153-155. 52 Un abitante di Canali (Krnwvte) in un processo del 1401 ha raccontato che, tomando a casa, passô extra Ragusium prape Jùretuix (Libri maleficionim, vol. I, f. 7v); la strada per Canali passava, difatti. per Ploie Nel 1425 t roenzionala utia via comunate che va dal ponte viciuo alla clúesa di s. Luca fmo alie forche (Acta Minoris Consihi, vol. 3, i. 232), che è l'ínizio della stessa strada del documento supc-riore. 179 ACTA HJSTRIAF - fO • 20(12 • I KíK.i U3NZA- LA I.IÍSTIZIA IN SCCMA. PUNLZlOîsE E SPAZIO PUBBÍ.ICO NBLL.A REPUBBLICA Di RAGUSA loi- ¡90 Fig. 10: Particolare délia veduta dl Ragusa (anieriore al 1667), coti il patibolo aile Dance (Musei di Dubrovnik, 169/S). SI. 10: Podroben pogted na Dubrovnik fpred letom 1667) : vislicami Dance (Dubrovniski muzeji, 169/S). prossimità délia chiesa di S. Antonio (Libri maleficiorum, vol. 4, f. 327v), ma non si riconosce più, in quanto nel XIX e XX s. la zona è stata densamente costruita. La seconda posizione menzionata nei document! - Dance — si trovava su una collina un po' più lontana, al lato ovest dalla cîttà.53 Nel corso del tempo i due palcoscenici per l'esecuzione si sono 'specializzati': quello di Dance si è imposto corne il principale luogo per l'impiccagione, rnentre aile Ploie si eseguivano soltanto delle (poco numerose) decapitazioni.54 Ambedue i posti erano facilmente raggiungibili dal pubblico e bene in vista sia dal mare sia dalle porte délia citta, in prossimità delle due strade principali che portavano a Ragusa. In questa maniera l'efficienza délia giustizia era inostrata a tutti quelli che accedevano alla città: gli stranieri, ma anche gli abitanti del paese che venivano al mcrcato o per le festività, per sbrigare faccende amministrative e per va ri al tri motivi. Con queste caratteristiche, i luoghi di esecuzione prescelti a Ragusa rispondevano ai criteri richiesti ovunque in Europa nel Medioevo e nella prima elà modema: i pati- 53 ti paiibolo di Dance e rappieserualQ su una pittura anónima di qualitá molió mediocre, confezkmata prima del lfif¡7 (Musei di Dubrovnik. 16WS, fig. 10). Ancora netl'Oltocenlo larca contigua era cono-sciuta sotto il nome Vjesola ('Se Porche'; VuCetié, 1925, 1). 54 Nei S'etteceuto solo arca il 5% di condanne a mone si eseguiva per decapitazione. mentrc fa grande maggioranza di giusiiziati veniva impiccata (cfr. Lonza. 1097. 142-143). 180 A< r A H1STK1AE • 10 • 2002 ■ I Ncll.i LOiVZA l.A GRISTIZIA IN scena. PI NI/.IONF. F. SPAZIO PUBBLICONELLa RHPI.IBBI.ICa Di RAGUSA. I6Í-I90 boli dovevano essere fuori délia città, bene visibili, vicini aile vie pubbliche.-5-5 Vorreí tuttavia sotte i meare alcuni pumi piu particolari délia prassi ragusea. Il primo è che senza dubbio i luoghi deU'esecuzione erano sentiti corne estranei alla cit-tà/comimità.56 Benché la zona che si estendeva verso Danče fosse ne! corso dei se-coli già abbastanza urbanizzata,57 l'idea medievale délia città, legata al perímetro delle mura, era sempre viva. L'area di Place, poi, era una zona sentita come 'limina-le'.5S Questo è dimostrato da un altro cerimoniale pubblico - la partenza degli amba-sciatorí per Costantinopoli (Cerimoniale I, ff. i-6v). Dopo una solenne cerimonia sulla Piazza Comunale, che coinvolgeva gli ambasciatori e il loro corteo, il governo di Ragusa e molti spettatori, gli mviati uscivano dalla città, ma non partivano subito per la loro destinazione. Per un paio di giorni restavano isoiati in una casa a Plače, dove si vestivano con abiti più comodi e finalmente ricevevano le vere commission! e credenziali (quelle consegnate con grande pompa non erano che fogti bianchi), in-sieme con il denaro per la loro mission«. Benché i motivi per quesla sosta fossero di natura pratica, mi sembra che la doppia partenza si possa interpretare pure nella chía-ve del 'rito di passaggio'. Aspettando la vera partenza, che seguiva di qualche giorno quelîa rituale, gli inviati dimoravano a Plače - né più in città. né ancora in viaggio. Per analogía, il condannato era espulso dalla città, ma era consegnaio alla morte in quelle zone limítrofe, giusto di quaiche simbolico passo fuori dalla comunità.59 L'altro punto, forse più intéressante, è che a Ragusa ambedue le località per l'ese-cuzione erano contigue alie aree abítate da contagiati/>0 Aile Place, non lontano dal luogo del pati bolo, nel XIV e XV secolo erano confinatí i lebbrosi,e! Dall'altra parte délia città, sulla collina di Dance nel s. XV venne costruito tutto un complesso, cir-condato da mura, riservato agii appestati (Jeremic-Tadič, 1938, 1Í2-113; 1940, 9395). Dunque, andando a Plače oppure Danče il corteo giudiziario che accompagnava i condannati si dirigeva verso la zona degli espulsi dalla comunità per la loro malat-tia, 'condannati' alla marginalità, dove la morte era già molto presente. In un certo 55 Per le cil ta tedesche v. Wegert, 1994, 100 56 Alcune fonti todiœno in maniera espficita, p. es. Criminaiia, vol 20. f- 17v; Testamenta nolariae, vol. 20. f. 164v: 'S. Antonio., fora délia terra'. 57 Una provvisionedel 1434 parla già del bttrgirs extra portam PiUanim (Acta Minoris Consilli, vol. 6, f. 185). 58 Sul conccltodi limitiafità c î riti di passaggio v. van Gennep. 1981, sopraitutto p. 27. 59 Pcr un'intcrpreuuione delle esecuzioni penali conte 'rites de passage' v. Blofc, 1984, 470 481. 60 Anche a Firenze nel Quattrocento fu coslruito un lazzaretto per ammorbati nella zona dove si esegui-vano le sentenze capitali (S. Croce) (Zorzi, 1993.19£). 61 Una legge del 1386 proibiva ai lebbrosi d'abilare tra la chiesa di S. Antonio e la porta délia città (O-dluke veca Dubrovaike Republike, II, 26! ), cio che indica il luogo délia loro dimora. Nel 1435 è jnenzionafci una tomba extra portant Pioziarum penes leprosos Saneti Lazari (Acta Minoris Consilii, vol. 6, f. 228) 181 ACTA MISTRIA E * !() • 201)2 • 1 NelJ.l UWZA: LAGIUSTIZÍA IX S C.ENA: PUVIZiON'E E SrAZIO PUUUUCO vfcLLA REPUEUJUCA Di RAGUSA. 161-HD senso i condannati a morte, come i malati ivi confinan, subi vano una doppia espul sione' - dalla soeietà e dalla comunità dei vivi/'2 8, L'eslensione della pena neílo spazio: esposizioue dei corpi dei giustiziali Siccome un buon messaggio punitivo cerca di spostare i lirniti di tempo t spazio, anche a Ragusa si praticava í'esposizione dei cadaveri squartati dei criminali più odiosi.^ Qualche voka la scelta del luogo sí rifen va al crimine commesso (per es. luogo del delitto (cfr. Criminalia, vol. 20, ff. 37, 42), abitazione del reo (cfr. Crimi-nalia, vol. 20, ff. 48-49v), per accentuare il taglio símbolíco che rislabilisce i'equüi-brio sociale turbato dal delinquente. Le parü dei cadaveri squartati erano qualche volta esposte ncllc zone vicine alie frontière dello Stato, come per demarcare la giu-nsdizione.64 Tuttavia, il criterio piíi importante nella prassi ragusea era che si nattasse di luoghi ben visibili e prossiini a vic di comunicazione di mare e terra: scogli Crebeni vicini alla principale rotta di navigazione (per es. Criminalia, vol. 20, ff. 37, 48),65 colline che dominavano le strade e i sentieri (Criminalia, vol. 20, ff. 37,42), In questa maniera la pena pubblic.a era trasferita al di fuori dell'ambiente urbano per lanciare un segnale di monito chiaro e piti duraturo anche al resto degli abítanti della regione e ai viaggiatori che entravano il territorio sotto gitirisdizione ragusea.66 9. L'Europa e il 'caso raguseo' tí a vartazioni e uniformità Come si è visto, il cenmoniale penale di Ragusa ha molti punti in comune con quello di altri centri europei, soprattutto mediterranei. Siccome il tradizionalismo era uno dei tratti più pronunciati della soeietà ragtisea, non è sorprendente che il rituale giudiziario, svolgendosi senza cambiamenti sostanziali dal Medioevo fino alia fine della Repubblica di Ragusa (1808), lasci una prima immagine piuttosto statica. Pero, percorrendo un intervallo di alcuni secoli. si scorgono alcuni cambiamenti interdi-pendenti nell artícolazione dello spazio cittadino e nel sistema penale. Í1 primo const- 62 L'abbatidono del mondo dei viví nel caso dei condannali era soitolineato dalla 'campana di morte' che suonava durante il percotso ai paíiboto (Gelcicb, 1884,28). 63 Nel Settecenio ció era eseguito in circa un décimo delle sentenze capital: (per i particolari v. Lonza, 1997, 145-146). Per i dati relativj ad aletme altre societá, olire la lelteratura citara nelle un seguenti, v. Foucauli, {975.48; Burke, (991, 159; Ruggiero, 1982, 358; Pike, 1984. 47; Spierenburg, ¡984. 57: Pánico, 1985.43; BerlöSa, }989,49; per la ConstUmio Cnminalte Carotina: Wegen, 1994.97. 64 P es. locaiitä Príjevar in Konavle (Criminalia, vo!. 20, f. 42). Per la Francia medievale v. Ciauvard. 1994, 198; per Venezia v. Ruggiero. ¡994,178. 65 Sugli stessi scogli nel Quattrocento furono impiccati i (re sicihani condannati per piratería (Acta Con-silii Rogatorum vol. 25, ff. 180v-l8I e 193v, Annali della tiobiiissima República di Ragusa, 76; Ragnina, 269). 66 Cfr. per Venezia Crouzct-Pavan. 1992, 918-919; Ruggiero, 1994, 178 182 ACTA HISTRJAE • !0 • 3002 « 1 NH1¿ 1 < >N2At LA GkSTtZIA IN SCENA. PUNIZIOW- íi SPAZIO in.IBBl.lCO NELLA REPUB8UCA Rl «ACUSA. 161-190 ste neílo spostamcrtto dei luoghi di giuslizia (colonna ¡rífame, loggia) dovuto alio sviluppo del centro cittadino (meta Treccntomizia Quattrocento). If secondo si nota in un periodo più lungo e consiste nelia riduzione sia deíle scene. sia delle modalità punitive. Per esempio, nel Quattrocento la processione infamante era spesso 'perso-nalizzata' daii obbligo al condannato di portare al eolio un oggetto che simboleggiava il suo reato;67 nello stesso periodo era praticaía la pena delia pubblica combustione della barba e dei capelli (per es. Libri maleficiorum, voí. 4, f. 18 rv; Acta Minoris Consilii, vol 6, f. 20v; Jire¿ek, 1923, 156, n. i)e dell'amputazione del naso (Jeremía-Tadic, 1938, 127-128), che più tardi sono cadute in disuso; lo stesso avenne con il rogo, meuzionato ancora per il Quattro- e Cinquecento nelle cronache cittadine (Annali della nobiiissima República di Ragusa, 88 (1502), Ragnina, 245 (1400); 273 (1502)) ecc/,s Una tale riduzione deíle tipologie punitive aveva delle conseguenze su una più netta relazione penalità-spazio e sulla più forte definizione di alcune località come luoghi della giustizia.69 Per esempio. il rito dcll'csecuzione capitale si è stabi-iitci di prevalenza in un posto (Dance), lasciando una íraccia anche nella toponomástica. NeU'evoluzíone de) rituale pénale di Ragusa si possono distinguere tre fas i.™ La prima, con grande diversità di luoghi e forme punitive, più esplicitamente rispecchia-va i! crimine e promuoveva l'tdea di retribuzione. Nella seconda fase, che comincia con il Quattrocento - periodo decisivo per la formazione delle istituztoni di Stato e per la definizione del ¡oro linguaggio simbolico • • i rituali punitivi si stabiüzzano e si insediano nel tessuto urbano. La trasparenza del messaggio non si crea più tanto con Tuso e la trasposizione di elementi del crimine concreto; ínvece, la pena si nutre sempre di più dal signifícalo simbolico dello spazio. Con il Seicento, le vaiiazioni nella scelta delle penalità e dei luoghi di giuslizia diventano più rade e inizia il periodo di tendenza aii'umformità. Si nota una certa fossilizzazione dei rituali penali, pa-rallela al processo di 'codificazíone' del cerimoniale di Stato.71 La scarsa inventivité del linguaggio punitivo nel Sei- e Settecento testimonia anche il declino creativo deiio Stato ragú seo deU'Amíco Regi me.72 67 Per es. la serva che gettd i riíiuti fuori dei posti coitsueti fu condannata afta processione infamante portando sopra di sé le immondizie (Acia Minoris Consilii, vo!. 3, f. 69v); il contraffattore deíle chíavi dovette portarle al eolio (Mític, 1966, 246. n. 42) 6? Sel diradarsi della pena del rogo a F'irenze v. Zorzi, 1994, 152. 69 Sulla rendettTa della concentrazíonc dei luoglii di giustizia nette società italiane v. Zorzí, 1995, 174; Zorzi, 1994, 148-155- 70 Per la periodizzazionc in due fasi. proposta per ('ambiente italiano medieval« v. Zorzi, 1994. 148-149. In confronto con lo sviluppo dei rituali penali in Italia, Fcvoluztorte a Ragusa segue lo stesso tnodello. ma con un lieve n tardo 71 La fonte principale è il Cerimoniale I-lf. con moltí esempi deli'epoca Sul rapporto Sra ÍI 'cerimoniale genérale' e quello pénale v. anche Spierenburg, 59?4.45-46: Zorzi, 1994, 155-156. 7 2 l.o stesso si puñ accertare esaminando la tegislazioue, che sempre di più si concentra va su dettagü di poca importan». 183 ACTA HISTKIAK • il» • 2002 • I Nd!» I-ONZA: LA CIL'STIZIA IN SCENA: PONI7.IONE F SPAZtO PUDRI.ICO MlilXA RKPUBBLÍCA DI IIAG'JSA. 161-iVO Nell'arco dei secoli tía il Medioevo e la prima età moderna il passaggio più rile-vante fu quello dalla pena individuaJizzata', che si riferiva al crimine concreto, verso quella unifórmala e ripetitiva, frutto della 'contabilità punitiva' ed espressione della giurisdizione impersonale. Dietro questa evoluzione non c'è solo l'mfluenza delle idee di retribuzione ed esemplarità, della repressionc e azione sociale preventiva, tutte presentí neU'ideoíogia della repressíone. II cambíamento che si scorge è molto piii complesso: si íratla dellemergere dello Stato moderno, che non cerca più una ri-sposta propria a ogni occasione particolare, ma che mira a costruire ua'immagine globale del suo potere. Ringraziainento Ringrazio la mía amica Elisabetta Battisiel per il suo aiuto nella redaztone del testo in italiano. PRAVICA NA DELU: KAZEN iN JAVNI PROSTOR V DUBROVNIŠK1 REPUBLIKI Nella LONZA Zavod m povijesne /nanosii Hrvatske Akademije Znanosti i Umjctnosti u Dnbrovniku, HR-20000 Dubrovnik, Lapadska obala 6 e-mail: nella.lonsa @du.htnet.hr POVZETEK Najbolj priljubljena mesta za. izvajanje obrednih kazni v Dubrovniku od srednjega veka do konca Dubrovniške republike (i SOS), postavljena na Mestni trg - Orlan-dov steberj mestna loža in zunanja loža rektorjeve palače - so bila večpomenska in izrazito simbolična za mestno življenje. Sramotilna pot je vodila po stopinjah najbolj svečanih procesij in se poigravala s pojmom "na g!as,-o postavljenega reda". Smrtne kaztii so izvajali na dveh mestih zunaj obzidja, vendar na javnosti dobro vidnih in lahko dostopnih točkah. Obe mesti sta bili blizu krajev, naseljenih z gobavci ali kužnimi bolniki, zaradi česar lahko govorimo o "dvojni izključenosti" na smrt obsojenih. Z razkazovanjem razčetverjenih trupel zunaj mestnega okolja pa so sporočilo kazni razširili v čas in prostor. Razvoj kazenskih obredov v Dubrovniku lahko razdelimo v tri faze. Piva je S svojo raznolikostjo krajev in kaznovalnih oblik jasno odsevala zločin in širila idejo 184 ACTA HISXftíAE • 1(¡ • 2002 • 1 Mella LÛN7.A: LA GIUSTIZIA IN SCEKA. Pl IN'IZIONE ESPAZIO PITUCO N EU. A RJEPUBBLICA DI RAGUSA, («[-190 plačila. V drugi fazi, ki se začenja s 15. stoletjem - obdobjem, ki je bih odločilno za oblikovanje državnih institucij in določitvijo njihovega simbolnega jezika - pa so se kaznovalni obredi ustalili in se vpeli v mestno tkivo. Represivno sporočilo se vse bolj napaja iz sporočilnosti kraja, kjer se odvija kazen. S 17. stoletjem se vedno redkeje spreminjajo izbor kazni in kraji njihovega izvajanja, medtem ko je pri. kazenskih obredih opazili določeno mero okorelosti. V ozadju teh sprememb je zaznati proces nastajanja modeme države, ki želi izoblikovati globalno podobo svoje oblasti. Ključne besede: Dubrovnik, kazenski obred, javni prostor, ceremonial, srednji vek, moderna doba FONTIE BIBLIOGRAFÍA Acta Consilii Rogatortim - Archivio di Stato di Dubrovnik (ASD) - (Državni arhiv u Dubrovniku), Acta Consilii Rogatorum, ser. III, vol. 25, 97, L2S, 144, 156. Acta Minoris Consilii - ASD, Acta Minoris Consilii, ser. V, vol. 3, 4, 6, 8, 11, 12, 14, 15, 17. Annalí della nohilissinia República di Ragusa - Nodilo, N. (ed.)(1883): Annali délia nobilissima República dt Ragusa. Scriptores L Monumenta spectanúa historian! Slavorum Meridionalium. XIV. Zagreb, 1-163. Beritic, L. (1958): Urbanistički razvitak Dubrovnika. Zagreb. Bertoša, M. (1989): Zlikovci i prognanici: Soc ij al no razbojmštvo u Istri u XVII. i XVIII, stolječu. Pula. Blok, A. (1984): Openbare strafvoltrekkingen ais riles de passage. Tijdschrift voor Geschiedenis. 97. Groningen, 470-481. Burke, P. 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