Abbuonamcnto annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi alVAmminis. Redazione ed Amministrazione Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro' devono dirigersi franchi all’Amministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generai Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior____ Al NOSTRI FRATELLI DI TRIESTE Fra pochi giorni avranno luogo a Trieste le elezioni generali per il Consiglio-Dieta di quella città-provincia. La lotta elettorale sarà questa volta ancor più acre che non sia stata per l’addietro, se riescirà alla ben nota „Società politica" che si dice triestina, coadiuvata da chi ha più interesse di lei, di far accogliere nelle liste elettorali gli ormai famosi 380 Consorti. Sarà lotta fra libertà e servilismo, fra italia-lianità e cosmopolitismo, fra progresso e reazione, fra entusiasmo e calcolo, fra patriottismo e denaro. Una ibrida coalizione di elementi forestieri tenta in tutti i modi di togliere 1’ amministrazione municipale di Trieste al grande partito liberale nazionale, che da molti anni, con sommo onore e grande vantaggio della città, la tiene in sue mani. Dacché il Comune di Trieste è in potere dei liberali, quella città è divenuta per gli istriani, anzi per tutti gli italiani del Litorale quasi faro luminoso donde raggia quella luce potente di civiltà che si spande per tutta la nostra regione. A Trieste volgiamo lo sguardo fiducioso negli istanti dello sconforto e del dubbio; a Trieste godiamo quel po’ di gioia che ci è consentita dal male avventurato presente. La maggioranza del Consiglio cittadino di Trieste è formata da uomini sacrati fino all" ultimo al culto della nostra nazionalità. Il Municipio triestino è divenuto il Palladio delle nostre libere aspirazioni ; ivi si raccoglie da parecchi anni quanto di meglio, quanto di più puro ha vita in queste nostre contrade. In quella patriottica e forte città noi ci sentiamo come in casa nostra. A chi parla il nostro linguaggio, a chi sente col nostro cuore non si chiede del luogo di nascita. A Trieste siamo tutti veramente fratelli. Ed è perciò che alla lotta elettorale imminente noi partecipiamo col più vivo interesse ; è perciò che noi facciamo ardentissimi voti affinchè gli avversari dell’ onore di Trieste, i seguaci del Dio Milione, nel volume già pesante delle loro disfatte segnino una sconfitta di più. Noi abbiamo ferma fiducia che la bandiera del progresso sventolerà anche una volta sulle torri del palazzo di città, a confusione ed a vergogna di chi vorrebbe Trieste ottentotta. Pure non bisogna dormire. Il pericolo è grave, la vittoria sarà tenacemente contrastata e i danni di una eventuale sconfitta sono incalcolabili. DOCCASTELLI I. 1885 A mezzo monte sorgi, tra la cinta de le verdi colline, e sotto un cielo di cobalto. Tu stai diruta e vinta ; perchè la man di Dio mandò il suo telo ? Ed alle tue macerie aspra s’ è avvinta 1’ edera, e le contende con lo stelo acuto il cardo, e dorme da la pinta pelle il ramarro sulle pietre. Io celo la faccia tra le mani e piango. Il sole manda i suoi raggi forti rallegrando con la speme di messe i contadini. All’ ombra de la chiesa, antica mole, io siedo stanco, e dormo, e sogno ... un blando ronzio mi molče d’ api e moscerini. Epperò noi esortiamo tutti gli istriani che si trovano a Trieste, e che per ragion d’ ufficio o di affari hanno diritto al voto, di schierarsi colla benemerita e patriottica Società del Progresso e di cooperare così alla vittoria dei fratelli triestini. Tengano fisso in mente, che la causa di Trieste è la causa dell’ Istria e che la sua sconfitta sarebbe la nostra, come la vittoria vantaggio comune. Che se per fatalità di eventi i presagi funesti di certe malaugurate Cassandre dovessero avverarsi, i nostri comprovinciali residenti in Trieste facciano in modo che possa dirsi di noi : A ricambio dei benefici ricevuti da Trieste gli istriani, nell’ istante del pericolo, non abbandonarono i loro fratelli. Ma se ognuno farà, come crediamo, il proprio dovere, non saranno poche centinaia di pensionati rancidi che ci faranno perdere la posizione di Trieste e, comunque sia, non basteranno a cancellar l’impronta nazionale ad una nobilissima e generosa città. I vincoli poi che ci legano alla nostra capitale naturale non seguiranno certamente le sorti della battaglia elettorale. L’ affetto degli istriani per Trieste durerà, ne siamo certi, fermo come le roccie delle nostre alpi, incrollabile come la nostra fede, indelebile come il carattere della nostra nazione. ----------------------------------------------------- All’„lstria“ di Parenzo. Piano, piano, per carità. Perchè affannarsi tanto, perchè guastarsi tanto il sangue? Vecchia e piena d’esperienza com’ è, non sa che la collera — il più pericoloso dei peccati capitali — potrebbe condurla a sconciarsi, con grave pregiudizio della sua salute e sperdimento dei nobili frutti che alberga nel seno ? ! Occorre proprio far tanto chiasso perchè, senza licenza dei superiori, abbiamo osato segnalare una sola delle sue tante „virate di bordo" ? ! Per Iddio — scusi ve’ se le rubiamo l’esclamazione — guai adunque a noi, se azzardassimo esercitare pienamente il diritto di libero esame che pur ci compete ! La ci accopperebbe addirittura. 0 forse ha perduto la bussola perchè fummo tanto increanti e senza tatto di spiattellare finalmente che lei ... . tira da una parte e noi dall’altra? Ma, e non sa, che è ornai il segreto.... di Pulcinella? E se le spiaceva che il facessimo, perchè tirarci per i capelli? In verità, noi ci appelliamo al puhlico, se si poteva da parte nostra trattare la questione con maggior dignità e serietà d’argomenti. Noi non abbiamo perduto un istante il nostro abituale sangue freddo ed abbiamo sostenute le nostre ragioni coll’appoggio dei fatti, confutando l’avversario colle stesse armi ch’egli ci avea poste in mano. E lo stesso nostro ultimo articolo, che, secondo V Istria, faceva una confusione di idee e di apprezzamenti diabolica era, e abbiamo la pretesa di sostenerlo, II. 12.. E la notte stellata. Al cimitero grida lugubre il gufo, e della Draga s’ ode il murmure basso, e lo sparviero silente cala sulla preda. 0 maga, bianca maga fatai da V occhio nero, più d' una perla e d’ una stella vaga, io ti dono il mio core e il mio pensiero, io ti dono il nvio sangue e la mia daga per un tuo sguardo solo ed un sorriso de la tua bocca, o candida fanciulla: canta un bruno soldato sul liuto. Apre il balcon la bella e rossa in viso, mentre col vento il crine si trastulla, timidamente a lui manda un saluto. chiaro anche per chi non vuol capire; che se pure ha menato qualche colpo di spillo, si tenne assai, assai lontano da quel brago d’ingiurie, che sozzamente infiorano le ultime parole dell 'Istria al nostro indirizzo. Era tanto chiaro e corredato di prove così convincenti, che essa ha creduto bene di non dir più parola nell’ argomento discusso, conquisa dall’evidenza dei fatti. Ma venendo un po’ a quanto ella dice nel suo articolo „al" cioè no „alla Patria gentilissima", chi s’ è mai sognato, grande Iddio, di contenderle il primato nell’idea di costituire a Vienna un Club italiano ? Tutt’ altro ; noi abbiamo detto anzi, a parole di scatola, eh’ essa un tempo la caldeggiò con tutte le sue forze ! E si fu appunto la coscienza di ciò, che ci trasse a rilevare la sua solenne „virata di bordo;" fatto questo, che ce Vha scatenata contro con le sue frecce avvelenate. 0 se si vanta tuttodì d’esser stata la prima „a propugnare la convenienza di un Club italiano," perchè ino’ non l’ha sostenuta di fronte alla contraria condotta dei nostri Rappresentanti a Vienna? Forse, perchè i nostri deputati — che, a conti fatti, si riducono all’ on. Vidulich — le avevano chiesto ospitalità ? C’ era motivo, davvero ! Noi, veda, che siamo liberi di noi, e approfittiamo di questa libertà per sostenere le nostre libere opinioni anche a costo di perdere le simpatie di coloro che ne dissentono, noi, stimando una imprescindibile necessità, per le ragioni anteriormente esposte, la costituzione di un Club italiano, l’abbiamo perorata con franche e libere parole. Se V Istria se n’ è adontata, se 1’ on. Dr. Vidulich se n’ è risentito, ci duole, ma non perciò ritrattiamo una sola di quelle parole. Sopra gli individui sta l’interesse del paese ; e se avessimo un solo istante a perder di vista questo santo obbiettivo, tanto era meglio che non fossimo nati. Che poi l’Istria l’avesse a prendere con tanto calore e, dimenticando affatto la questione e le più elementari regole di convenienza e di buona creanza, dovesse trascendere alle insolenze più villane, no, per Iddio, non l’avremmo creduto mai. Avevamo maggior stima di lei, e credevamo sapesse discernere la differenza che corre tra noi ed i giornali con cui è solita polemizzare. Non creda però che noi ci adontiamo perchè disdegna esser dei nostri. Oibò, s’immagini! La è questione di gusti, e de gustibus, lo si sa, non est disputandum. Oh, se ci lasciassero libero lo scilinguagnolo e non dovessimo parar di scherma con certe quarte della rancida scuola del Vesta - Verde, oh, ce lo creda, i nostri campi sarebbero stati sempre lontani da quelli eh’ essa batte. Ma, con questi benedetti croati che si fan ballare dinanzi agli occhi degli ingenui, che sono i più, con questa benedettissima situazione nazionale, a cui, per l’utile del paese (bell’ utile invero !) bisogna, dicono, sacrificar tutto, anche i principi, con tutto ciò e col „ mare agghiac- III. 1380 Un nugolo di polvere lontano e suon d’ uomini in marcia. Oh che fatale giorno a te Doccastelli ! Vien dal piano il grido : i genovesi, ... e funerale suono dan le tue squille : all’ armi ! Vano non è ’l chiamar, chè su le mura sale una schiera di popolo, ma invano s’ oppone all’ inimico, ultimo male. E cede tra un cozzar d’ armi furente il popol contadino, e sugli spaldi cade contento per la patria ucciso. Entra 1’ oste e saccheggia, e alla demente madre sgozza i figliuoli, e sovra i caldi corpi 1’ opprime con feroce riso. ciato “ di Frigio, non è possibile far sempre quello che si vuole. Ecco perchè fummo talvolta costretti di metterci al suo fianco, far nostri i suoi dolori e la sua gioia, dire quello che dice lei, eh’ è un po’ più di noi nelle grazie della censura. — È, o meglio, fu cosa non nostra, del partito, e noi la subimmo, ma colle debite riserve, oneste, patriottiche, liberali. Oh, lo sappiamo benissimo che l’Istria non fu, non è e non sarà mai dei nostri!!! Però, adagio col tempo passato. Se la memoria non ci falla, ci fu un tempo, un giorno, un momento, in cui ella fu dei nostri. Fu allora, quando un famoso programma firmato da Costantini, da Amoroso, da Barsan circolava in Provincia, destando forti speranze nel cuore d’ogni buon patriota, e mettendo in noi la bizzarria... di nascere anche noi. Strana stranezza della sorte ! C’ è proprio da filosofare sulle doti fecondatrici degli spermatozoidi e sull’ibrida comunità dei germi fatali! Ma fu un istante. E d’allora in qua, s’ è tanto scostata da noi e dal nostro programma, s’è tanto persuasa di far tutto il compito suo colla guerricciola incessante che combatte cogli slavi, che arrivò ultimamente a inveire contro di noi perchè............... siamo rimasti fedeli. Vada pure, se crede, per la sua china; noi proseguiremo su per l’erta, appoggiati alla fede dei nostri amici. I quali, a dirglielo in un orecchio, li si conosce e molto bene ; e non sapremmo davvero come debbansi giudicare gli amici di lei, se non sono amici nostri. Vada pure ! — Con lei quelli che propinano, con noi quelli che protestano. A lei, predicatrice della politica alta, le gioie del presente, a noi, banditori della politica popolare, le speranze dell’ avvenire. -------------------------<*gi>------------------------- La lettera dell’On. Dr. Vidulich. In appendice al suo ultimo articolo al nostro indirizzo, V Istria publica una lettera dell’ on. deputato Dr. Vidulich del seguente tenore : Spettàbile Redazione Arrivatomi questa mattina il N. 21 del Patria di Capodistria ; l’articolo di fondo del detto giornale mi obbliga a dire alcune poche parole, perchè non son uso a far scontare da altri il fio delle mie azioni. L’Istria nel precedente suo numero ha pubblicato delle dichiarazioni relative alla, ormai anche troppo rifritta, questione del Club trentino, o del Club italiano al Parlamento di Vienna, e le ha pubblicate non sotto il manto di una pretesa autorizzazione, ma precisamente in base ad esplicita mia autorizzazione. Se il Patria di questo mio fatto si meraviglia assai, non io ci ho cosa a ridire, e non mi curo neppure a distoglierlo dal dare l’interpretazione che più gli aggrada alle mie asserzioni, che io mantengo nella loro integrità, riuscendomi affatto indifferente che il Patria le giudichi insufficienti, od anche men Veritiere, e tali da non poter essere state dette da me. Deplorando per tanto che per la pubblicità data a mie, e non a sue asserzioni ed opinioni, l’Istria venga a subire degli attacchi non giustificati, e perchè almeno per causa mia non abbia ulteriormente a subirne in questo argomento, io mi permetto di osservare al Patria — libero poi restandogli di farne a me degli appunti od anche rinfacciamenti — che io non sono andato a Vienna con una tacita promessa di realizzare un voto degli elettori liberali qual esso lo espone, voto che non fu mai di tal modo precisato in alcun convegno elettorale, voto che io, senza aspirare ad infallibilità politica avrei subito dichiarato per lo meno molto difficile a realizzarsi ; e che non avrei accettato di andare a Vienna con un mandato imperativo nel senso suddetto, e men che meno sotto alle condizioni che potrebbero trarsi dalle forme dubitative colle quali il Patria illustra il suo obbiettivo. E ci aggiungo, che io riconosco e rispetto il Patria bensì come V organo pubblico di una opinione professata da un numero qualunque di persone, ma non IV. 1380 Tra T corrusco baglior de la favilla e T crepitìo dei travi rovinanti, e le fiamme no centi a le pupille, s’ alzano grida disperate e pianti. Scompigliate i capelli, e de le stille del duolo asperse ai cari agonizzanti ritornano le spose, e là con mille grida imprecando vanno ai trucidanti. Questi parton contenti de la preda calpestando gli uccisi, ed ai nemici lascian lo sprezzo, la vergogna, il danno. Forza è che il gramo al più potente ceda, Tuona una voce, ma queste pendici i figli a la vendetta cresceranno ! già come l’opinione pubblica degli elettori della Provincia, i cui dettati soltanto mi avrebbero servito e mi serviranno per regolare in tutti i casi il mio contegno. Colla massima stima Dr. F. Vidulich Deputato al Consiglio dell’Impero Da questa lettera apprendiamo in primo luogo, che le dichiarazioni relative alla questione del „Club italiano" al Parlamento di Vienna, publicate d al -V Istria nei suoi ultimi numeri, provennero da una esplicita autorizzazione dell’ on. Dr. Vidulich (mia autorizzazione) e non furono adunque publicate „per autorizzazione avuta dai nostri deputati." E la stessa lettera odierna apparisce scritta e firmata dal solo on. Dr. Vidulich! Apprendiamo poi, che l’on. Dr. Vidulich, il candidato e l’eletto della nostra Società politica, „non è andato a Vienna con una tacita promessa di realizzare un voto degli elettori liberali nei sensi da noi esposti" e che „non avrebbe accettato di andar a Vienna con un mandato imperativo in questi sensi e men che meno sotto alle condizioni che potrebbero trarsi dalle forme dubitative colle quali il Patria illustra il suo obbiettivo.„ Intelligenti pauca. ----------------------------------------------------- Echi della Stampa La Scolta, periodico liberale di Ro vigno, portava nel suo ultimo N. sotto il titolo La questione dei deputati: „Ultimi venuti nel campo del giornalismo paesano, noi non possiamo pretendere ad avere una qualche autorità nella discussione delle cose proprovinciali ; in ispecie in questi nostri luoghi dove la vecchiaia pare requisito indispensabile per parlare di pubbliche faccende. Ad onta di tutto ciò, noi vogliamo ritornare sopra una questione che ci sembra di grande importanza per la nostra provincia, sull’ argomento cioè del contegno dei nostri deputati a Vienna. Chiediamo venia alle due consorelle di Parenzo e di Capodistria se, non chiamati, scendiamo noi pure sul terreno scottante della loro disputa. In fondo la questione P abbiamo posta noi, or fa un mese, nei suoi veri termini, sebbene quelle poche righe fossero comparse quando la faccenda non era giunta per anco allo stadio, che chiameremo acuto, in cui oggi si trova. Infatti sembra apparire ognor più evidente che del torto ce n’ è stato da ambe le parti. I deputati del Trentino, hanno fatto male, se realmente desideravano, come affermano, la formazione di un club italiano, d’ agire con tanta fretta e potevano bene attender una formale risposta dai nostri; questi poi avrebbero dovuto esser più decisi e più recisi, ed in ogni caso non prender nessun impegno che fosse per ostacolare V accordo cogli altri deputati italiani. Delle lettere dei due onorevoli deputati Ber-tolini e Vidulich, dobbiam dirlo, la più chiara ci sembra quella del primo e moltissimo ci rincresce che il nostro deputato siasi limitato a negare talune incolpazioni od apposizioni che sieno, men-trechè avrebbe potuto in quell’ occasione render noti agli elettori i suoi intendimenti. A parer nostro, da tutto questo affare risulta chiaro, che i deputati istriani sono troppo legati a uomini di altre nazionalità e di differenti principi, stretti da troppe relazioni personali per poter muoversi liberamente. È questo il motivo principale per cui è abortita l’idea di costituire un club italiano al parlamento austriaco ; è questa, senza fallo, la ragione per cui i tre nostri deputati si son lasciati legare al carro del conte Coronini. V. 14.. Pur da le tue ruine un’ altra volta t’innalzi, o Doccastelli, e le tue mura si fanno nuove e forti, e della scolta s’ ode la voce ne la notte oscura. Ancor allegro al dì de la ricolta il contadino canta, più sicura si pascola la greggia sull’ incolta landa, u’ crescono i fior che dà natura. Sorride il cielo azzurro alle colline e si rifrange il sol su le tue case, non più su le macerie atre e fumanti. Squillan le voci allegre ed argentine de le tue donne dal furor rimase e non più grida di terrore e pianti. Noi confessiamo di non essere molto addentro nei misteri parlamentari, nè di saperne gran fatto della opportunità di stringersi ad *un partito piuttosto che ad un altro ; pure, da quel po’ che ci è dato arguire col nostro sano criterio, crediamo la miglior cosa sarebbe stata, se i deputati istriani fossero rimasti indipendenti da ogni influenza estranea e sciolti da ogni vincolo di club, poscia, andata a vuoto la formazione di un gruppo italiano, avessero tentato almeno la formazione di un nucleo che racchiudesse i deputati italiani del Litorale. E ci stupisce assai che quest’ ultima proposta, da noi fatta tempo addietro, non abbia trovato alcuna eco. Sappiamo quanto difficile sia dimenticare antichi dissapori e abbandonare vecchie amicizie, ma ci sembra che di fronte al supremo interesse della patria nostra, tutte le ire dovrebbero tacere e gli uomini di tutti i partiti dovrebbero trovarsi uniti e concordi alla difesa della nostra nazionalità ora tanto minacciata. Noi vorremmo infine che cessassero una volta le inutili polemiche giornalistiche fra periodici che militano sotto la stessa bandiera e che i nostri rappresentanti al Parlamento austriaco prendessero alfine una posizione netta. Pensino i deputati istriani che pesa su loro una grande responsabilità ed almeno facciano sì che dalla loro equivoca situazione al Parlamento non siano per derivare al nostro povero paese maggiori guai ed alla nostra combattuta nazionalità nuove ingiurie." Ed il Corriere di Gorizia in data 18 Nov. ’85: . . . . „la questione se i deputati istriani sieno o no stati nel vero, accusando i trentini di non a-verli chiamati a tempo a far parte del Club, è una questione che si combatte fra VIstria la quale difende il contegno dei deputati istriani, e il Patria che in base alla lettera del Berto lini capo del Club trentino mette le cose sotto tutto un altro punto di vista, e dimostra che, volendo, i deputati istriani sarebbero stati benissimo in grado di far parte di quel Club ed aggiungervi forza. Ciò porta il Vidulich, Capitano provinciale del-l’Istria, ad inserire una lettera risentita nell 'Istria contro il Patria; e per quanto possiamo dedurne, le parole risentite e altere di quel deputato non bastano a mettere in chiarissima luce la determinazione dei deputati istriani, di entrare nel Club Coronini anziché in quello dei Trentini." E un corrispondente dell’ Alabarda. „Abbiamo letto la polemica tra il Patria e VIstria, e, ad essere franchi, ci pare nell’ Istria un’ acredine veramente soverchia ; ma quello che ci dispiace si è che per dirsi parole ingiuriose si dimentica di discuter la questione principale." -- --------------------—-4C3£}E3t>-- ----------—-------- La Società politica Istriana convoca gli elettori del grande possesso fondiario a comizio addì 27 cori-, nella città di Parenzo, allo scopo di discutere e fissare la candidatura per l'elezione suppletoria di un deputato alla Dieta, indetta pel giorno 5 Dicembre p. v. Trattandosi di un Collegio che racchiude in sè il fiore del censo e dell’intelligenza provinciale, noi non facciamo che una sola raccomandazione ai chiamati alle urne, quella di scegliere persona, che abbia voglia di dedicarsi a tutt’ anima agli interessi del paese e porti seco guarentigia sicura di fermi principi ed elevati sentimenti patriottici. VI. 1616 Ma Dio ti maledisse ! Or preme forte un’ altra schiera le tue mura, e vuole le tue rovine. Tu, chiuse le porte, aspetti il tato insiem col nuovo sole. Ma T nuovo sol apporterà la morte, o Doccastelli, e 1’ inclita tua prole cadrà rossa di sangue, o tra ritorte invano aspetterà dolci parole. E 1’ Àustro irrompe ... e qui bestemmie e gridi, e qui il sangue e la strage, e qui il tumulto de la pugna ineguale, e qui il saccheggio. Fama imbocca la tromba e per i lidi vicini dice la sciagura : inulto il colpito si resta ed ha dileggio. In breve giro di giorni quanti pianti, quanti lutti! Lutti e pianti di famiglie amate, Peco funebre dei quali si ripercosse tristamente da un capo al-1’ altro della provincia ! Gigi de’ Franceschi l’anziano di quella famiglia di patrioti che sono gli amici nostri di Seghetto — Edoardo Strudhoff l’anima dello Stabilimento S. Rocco, il fratello degli operai, la benedizione di Muggia — Francesco Tamaro l’onesto cittadino, il padre affettuoso che ha dato al paese i figli Dr. Marco, I)r. Giovanni e Dr. Domenico — Maria Quarantotto, la sposa ventenne del Dr. Lodovico Rizzi, ahi! non son più. Travolti nelle onde fatali del destino, sparirono e per sempre, accompagnati dalle lacrime e dall’ affetto di tutti coloro che li conobbero. Una nostra parola di pietoso conforto è ben poco; ma se può mitigare il dolore de’ parenti dei trapassati, la accolgano essi coni' esce dal commosso nostro core e la serbino a memoria di una partecipazione eh’ è vivissima e profondamente sentita. CORRISPONDENZE Trento, 22 novembre 1885. Non ho mai fatto il corrispondente di giornali, ma oggi ho assistito ad uno spettacolo nuovo per me, e che mi ha straordinariamente commosso. Dico commosso sotto il riguardo del patriottismo, ed è perciò che io volai col pensiero al simpatico nostro giornale il Patria, che tanto degnamente rappresenta il nome che porta. Abbenchè forestiero in questa bella e antica città di Trento, non potei a meno di rimarcare un movimento che non mi parve dovesse essere abituale in un centro per quanto importante, pur sempre di provincia. Mi venne detto che si trattava di una assemblea generale degli elettori di tutto il Trentino, fatta dai deputati alla Dieta e al consiglio dell’ Impero. Dovete sapere che il Trentino, per le piogge fortissime dello s orso mese ebbe a subire dei danni, danni enormi per innondazioni che in certi punti allagarono, in altri copersero di ghiaja, e in molti portarono via le campagne, distruggendo qua e là anche edifici, fabbricati ed altro con gravissima rovina della popolazione agricola in special modo. Dovete sapere che nel 1882 un’ altra innondazione ha fatto presso a poco lo stesso danno, ed in certi siti anche peggio. Il governo e la provincia concorsero con somme se vogliamo anche generose, ma che, a quanto pare, vennero sciupate in commissioni ed in opere che, per l’indirizzo troppo burocratico al quale si informarono, riescirono inutili, e in molti casi anche dannose, come si è verificato nella terribile prova di quest’ anno. L’adunanza d’oggi doveva servire a far conoscere ai deputati, i lagni ed i desideri dei loro elettori; e bisogna dire che tutto il paese fosse rappresentato, perchè la grande Sala del palazzo Municipale di Trento, che può capire oltre 500 persone, era tutta gremita di intervenuti. Sedevano al banco della presidenza tutti o quasi tutti i deputati e fra questi uno di mia conoscenza, e vi erano rappresentati tutti i partiti e liberali e clericali e conservativi, giacche, anche qui come da voi, vi è purtroppo la miseria di dividersi in partiti. Ma oggi le differenze erano assopite dalla importanza dell’ atto che li chiamava ad unirsi, e tutti convennero in un conchiuso che presso a poco suonava così : «Insufficenza nei mezzi e nel personale adoperati dal governo e dalla provincia per regolare fiumi e torrenti ed imboscare monti, onde prevenire nuovi disastri ; urgente bisogno di istituire commissioni tecniche in loco per salvare il poco rimasto; impotenza del paese a sostenere ulteriori sacrifici, che si domandassero superiori alle ordinarie imposte.» Il conchiuso fu unanime, come unanime uu voto di fiducia ai deputati; ed io pensai un momento alla vostra Istria che ha pure le sue piaghe come i suoi bisogni, non meno di questi vostri fratelli delle Alpi Tridentine. VII. 1630 Su le tue quattro case ultiimi pesa la peste, pallido malanno. È fato ! Invau ti prostri o madre nella chiesa ad implorar pietade pel tuo nato. Membri già morta, o Doccastelli, offesa da la mano di Dio, soltanto il pianto de la vedova sposa, ne 1’ accesa porpora del tramonto, T agghiacciato silenzio rompe sepolcrale. Macro, • con li occhi fuor dell’ orbita, deliro, nel canto d’ una via sta un moribondo. L’ unge pietoso intanto con il sacro olio pio sacerdote, ei volge in giro T estrema volta lo sguardo profondo. Pensai a quella non ultima delle nostre miserie, che ci divide malamente in due campi ed alle volte per motivi futili e non troppo scusabili. Quello p. e. che fa dividere, il Patria dall’ I-stria, e specialmente quello che riguarda il noto incidente del Club Trentino, e dei nostri deputati italiani. — Avrei voluto conoscere il valente deputato Bertolini del quale V Istria, giornale, non ha addimostrato quei riguardo, che consuona colla simpatia che gode generale nel Trentino. Per mia disgrazia egli non vi era, perchè, giunto da Vienna da pochi giorni, ebbe a soffrire nella salute e dovette rimanersene a casa. Qui però ha fatto poco buona impressione il contegno dell’ Istria verso di lui e degli altri deputati trentini; giacché, se essa pretende che nessuno abbia a credere i deputati istriani capaci a mentire, non deve perciò essere troppo sollecita a gettare verso altri quella pietra, che, bene riflettendo ai fatti successi ed a documenti pubblicati, potrebbe ricadere sul suo capo. Le asserzioni che l’Istria, con poca grazia e poca cortesia si piace chiamare bertoliniane, qui non v’ha nessuno che le inetta in dubbio, e perciò io credo, essa farebbe molto meglio addimostrare per altri quel rispetto che giustamente si è meritato, e persuadersi che non è carità patria quella che ispira le frasi poco cortesi ed irose di cui essa va ingemmando 1’ articolo del suo numero 205 del 14 corrente diretto al Patria, a cui raccomando la solita calma e moderazione, come le. sole che possano vincere avversari che gridano molto ed alle volte troppo. Graz 20 novembre 1885. Non sarà discaro ai giovani nostri lettori, nè del tutto fuor di proposito, il dire due parole d’un’ ordinanza del Ministero del culto riguardante gli esami di stato. Quest’ ordinanza, emanata in sui primi d’ Agosto a. c. e diretta a togliere quelle facilitazioni che fin’ ora godevano gli studenti di diritto, entrò in vigore già col principio del corrente anno scolastico. Quali principi abbiano determinato S. E. il Signor Ministro deli’ istruzione pubblica a rilasciare una simile ordinanza, noi non sappiamo ; nè a priori potremmo indovinarlo, se pur la grande affluenza della studiosa gioventù agli studi di legge possa, a detta della N. F. P., essere un mottivo a tale rigarosa misura ; motivo che del resto noi noi ravvisiamo, nè tampoco ci si presenta quale legittimo e giusto. Tanto meno che, pur volendo introdurre un riparo, avrebbesi potuto e insiem dovuto seguire, a mio senno, un’ altra via che ci dispensiamo per ora dall’ additare. Quello che a priori potremmo dedurre si è, che l’ordinanza in parola, in vista delle ragioni qui appresso, non tarderà ad apportare dannosi effètti per coloro che si daranno agli studi politico - legali. È su quest’ ordinanza dunque eli’ io mi permetto oggi alcune osservazioni. E noto come per quegli studenti che, o rimessi a fare 1’ esame di maturità dopo 6 mesi, o che per altri motivi non avessero potuto iscriversi al principio dell’anno scolastico, provvedeva l’O. M. del 1. Giugno 1880, in forza di cui essi, quando avessero frequentato la facoltà per quattro semestri venivano, senz’ altro, ammessi al primo di Stato nel cosiadetto termine di Pasqua (§ 2); e 1’ esame giudiziario lo potevano sostenere dopo altri quatro semestri di frequentazione a datare dall’ ultimo semestre del 11 anno (§ 4). L’ordinanza Ministeriale invece dell’ Agosto a. c. non solo abolisce il termine di Pasqua (§ 3), ina prescrive di più, die coloro che per qualsiasi motivo incominciano gli studi politico - legali col semestre d’ estate, siano, rispetto all" ammissione agli esami, da trattarsi come se li avessero cominciati al principio d’Ottobreb (§ 4). Quanto all’esame giudiziario che, in forza del Regolamento sugli studi giuridici del 2 Ottobre 1855, poteva-si sostenere, senz’ aver bisogno dell’ assolutorio, entro le ultime sei settimane dell’ Vili ed ultimo semestre, colla nuova legge non può esser fatto prima di aver ottenuto l’assolutorio e dell’espiro del quadriennio (fi 5). Quando poi il candidato sostenesse l’esame storico - giuridico con esito sfavorevole, allora, contrariamente alle norme vigenti prima della presente ordinanza, dovrà rimettersi a ripeterlo, senz’ eccezióne, entro un’ anno (§ 1), nel qual caso gli è interdetta T iscrizione nelle materie del III anno (§ 2). Non fa d’uopo, io reputo, di molte parole, per far emergere le dannose conseguenze congiunte a quest’ or- VIII. 16.. Or nulla più. Fugge la gente in fretta e te lascia iu rovina, o Doccastelli ! Salve, dicon partendo, dalla vetta d’ un colle soprastante, e i dì novelli ti sian di pace dì, non di vendetta ! Or le tue case arieggialo ad avelli, e vi stride di notte la civetta .... cimitero e silenzio son fratelli. Vernano i contadini dal lavoro quando fui desto, e su le stanche fronti serpeggiava una ruga come un angue. 11 sole tramontava in tinte d’ oro : Rosseggiavano i raggi ultimi i monti e le macerie, quasi fuoco e sangue. Histrio dinanza. Sappiamo infatti che spesse volte all’ esame di maturità, per quanto diligente sia stato il candidato, pure, sotto l’impressione di tanta solennità, può, per titubanza od anche per quella certa cosa che .volgarmente si addimanda pegola, rispondere in maniera da esser rimesso alla ripetizione dopo 6 mesi. Ma siccome egli, ove desiderasse batter la carriera legale, non potrebbe a dettame dell’ ordinanza ministeriale di cui sopra, iscriversi favorevolmente col semestre d’estate, così certa improbabile, sarei anzi per dire desiderabile, che la commissione esaminatrice lo rimetta anch’ essa addirittura per un anno. Che fare infatti per 6 mesi dopo assolto il ginnasio ?... Nè credo che, stante la dura disposizione portata dal § 4 del decreto ministeriale in parola, a nessuno salterebbe il ticchio di iscriversi infruttosaniente nel semestre d’estate, ove appena nel termine di Pasqua avesse subito l’esame di maturità, o, per qualsivoglia motivo, non avesse potuto o voluto matricolarsi col semestre d’inverno. E qui chiudo. Credetti opportuno far cenno dell’ ordinanza ministeriale suddetta per invitare, se non altro e s’ altro non potessi ottenere, la nostra studiosa gioventù a prepararsi per bene all’esame di maturità (e rispettivamente al I. di stato) allo scopo di sostenerlo con esito felice o almeno di maniera tale da non esser rimessi per sei mesi, evitando in tal modo 1’ incontro doloroso di quello scoglio che, nell’ulteriore procedimento de’ loro studi, sarebbe loro creato daH’ordinanza Ministeriale in discorso. Culleo di Leme, Novembre 1885. Allorquando si andava ancora su per 1’ erta maliarda di questa antivita, e si vedea quindi brillare tutto, e dovunque, dei più smaglianti colori poetici, non era possibile tampoco l’immaginarsi, nonché il credere, la esistenza di certe orride cosaccie, dinanzi alle quali, un po’ più tardi, si fu costretti inchinare la fronte terrorizzata e strabiliante ! — Così e’ panni di dover certamente ripetere rimuginandomi quelle due classiche parolone, che il celebratissimo Pontefie di Roma, Pio VII, non esitava un bel giorno, lanciare in faccia alla inebbriata maestà di un Napoleone Bonaparte, allorché questi gli andava ingenuamente (?) proponendo, insino alla noia, che egli volesse alfine trasferire la sua Sede Pontificale nella magna metropoli della Francia, ciaramellandogli che con questo se ne acquisterebbe un lustro sempre maggiore !... Quii’ austero Pontefice però, che sentivasi veracemente Grande, meglio del suo stesso interlocutore, a tante ciarlatanesche proposte ed ampollosità di lui, opponeva solo un sapiente silenzio, e come ne fu ristucco, non gli diede in risposta se non che questa sola parola : Commediante!! Codesta sintesi meravigliosa peraltro fece — naturalmente — montare tale una bizza nell’ anima orgogliosa del conquistatore d’ Arcole e delle Piramidi, eli’ egli diede ad irrompere nelle più smaniose e furibonde invettive, minacciando di voler mettere a soqquadro il mondo tutto nei quattro venti ! — Il Pontefice stette di bel nuovo paziente, assistendo imperturbato allo scatenamento di quest’ altro uragano psicologico ... e come gli parve che tendesse alfine al rabbo-uacoiameuto, si permise di scagliare incontro a quella curiosa Maestà scombussolata quest’ altra rugida ed incisiva sintesi : „ Tragediante !“ E questa appunto, almeno per il momento, sembra avere avuto la efficacia di una doccia fredda ! — Ora di tali due parolone a me (nel mio piccolo modo) parrebbe di aver occasione di poterne far uso, pur troppe le volte, rimirando bene all’ andazzo col quale il malmondo suole nelle cose più importanti sciaguratamente procedere. — Se non che ben mi avvedo iu antecedenza, che non otterrei, alla fine delle somme, un frutto migliore di quello che avesse saputo cogliere quel venerabile Servo dei servi. Non io disserno, troppo spesso, e per ognidove, altro che un desolante arrabattarsi quinci di saltimbanchi mascheratissimi, e quindi di inconvertibili tirami olii, i quali si pascono delle giullarita più smaccate, per guisa che il fatai giuoco si è reso a loro come un articolo di prammatica... e malcapitato si è quindi quel figliuolo di Adamo il quale da uu cielo affatto diverso abbia sortito tal vocazione cui ripugni fare la parte del mimo o-rosio ! — Ne conseguita da codeste due correnti inorali che il mondo tutto si attrova spartito nelle due grandi categorie delli sofferenti e dei gongolanti, ossia dei crocifìssi e dei crocifissori, dei martiri e dei carnefici !... — Ben anco è vero che questa' grande commedia adesso ha tante maschere e tanti apparati di macchine umane, e di feline trappolerie, che non sono oggimai molti gli spettatori o gli attori, i quali possono giungere ad apparare la verità delle varie cose . . . specie perchè li meglio interessati nel Iaido; giuoco hanno dei Briarei e degli Arghi quanti mai ne sanno bramare a fine di ingenerare uu buio pesto attorno di tutti, e per consegnare legnate, disgrazie proteiformi, catene, iusquiami e beUedone, o simili gingilli ai malaccorti i quali si sognassero di at-trovarsi tuttora nel diritto di appellare le cose sottolunali col loro nome battesimale ;... ma vero è, non meno, che una simile baraonda la sembrerebbe più presto degna dell’Inferno dell’Allighieri, che non della gentil patria di lui .... qualora non fosse vero ancora quanto dice il Poeta : „Vuoisi così colà dove si puote!* ovvero : „State contenti, umana gente, ai quia : Che se potuto aveste veder tutto, Mesti.:r non era partorir Maria!*... abbenchè altrove declami : „Uomini siate, e non pecore mate, che vanno, e lo imperché non sanno.* — Che se alcuno, per avventura, amasse meglio di opinare che tutte quste ed altre consimili pensate le non sieno se non che portati di ippocondria, e d'isterismo e clorosi, noi candidamente confesseremo di non averci proprio nulla a ridire. Ih! Ih! Muggia, 24 novembre 1885. Seduta della Rappresentanza Comunale addì 18 novembre 1885, presenti: Bernardo Vallon, Podestà e Presidente Consiglieri Comunali Antonio Novello - Teodoro Bortolotti - Giuseppe Frau-sin - Bernardo Ubaldini. Rappresentanti Comunali Paolo Frausin - Pasquale Marchiò - Carlo Runtich -Stefano Negrisin - Demarchi Giov. Maria - Antonio Sabbaz - Don Carlo Mecchia - Giuseppe Stener - Matteo Marchio - Sebastiano Frausin - Francesco Crucia-ni - Bonomo Apostoli - Pietro Zaccaria - Floriano U-baldini - Giacomo Postogna - Pietro Deiucca - Giovanni Ubaldini. Giacomo Zaccaria - Secretano Constatato il N.° legale degli intervenuti, il Podestà dichiara aperta la seduta, e prima di passare alle pertrattazioni degli oggetti posti all’ordine del giorno espone quanto segue. Mi si permettano, Onorevoli Sig., due sole parole dettatemi dalla mesta cerimonia cui tutti noi jeri abbiamo assistito con profonda costernazione. Nessuno avrebbe mai immaginato, otto mesi or sono, che la mano inesorabile della sventura avrebbe voluto fatalmente ed irreparabilmente colpire uno dei nostri più cari amici, il nostro affettuosissimo collega, quegli che per lunga serie d’anni ha diviso con noi e lieti e tristissimi eventi. Edoardo Cav. Strudthoff è morto, e morendo lasciava in preda a inesorabile dolore la sua nobile famiglia e tutta la nostra città, la quale oggi non trova lacrime per piangerlo degnamente. Egli era buono, affabile, gentile, affettuoso e caritatevole verso tutti coloro i quali ricorrevano a lui nella sventura, onde il popolo che ne conosceva il core lo amava come carissimo padre. Vogliate Egregi Signori sospendere in segno di profondo lutto l’odierna adunanza, incaricando la deputazione di voler tosto far ritrarre in effìgie l’Egregio defunto in un quadro, da collocarsi in quest’ aula Municipale, perchè in ogni tempo sia ricordata la Sua venerata memoria. La proposta venne accolta ad unanimità. Il Presidente leva la seduta. —-----------------■ ■ -0-E=3-0- --------- Varia. Udiamo con vero dolore, essere probabile che T impresa Poli rinunci alla concorrenza che fa alla Società Cesare e C. nella navigazione costiera della provincia, non potendo essa più, senza propria rovina, portarne le spese ed attendere la costituzione dell’ i-deata società istriana, abbandonata com’ è alle sole sue forze e postergata dalle migliori ditte di Umago, Cittanova e Pola. Le quali, anzicchè ricorrere all’ impresa rivale per risparmio di pochi soldi, pur dovrebbero nel loro stesso interesse, come fanno Parenzo e Rovigno, sostenerla ad oltranza. Sarà dunque fatale che noi istriani non si sappia far altro che ciarle ? * * * Colla Sovrana Patente dei 14 Novembre a. c., la nostra Dieta Provinciale fu convocata pel dì 25 corr. Novembre, per 1’ ordinaria sua annua sessione. * * * Ire parentine. Noi, lo confessiamo candidamente, non giungiamo a raccappezzarci. Dapprima era il Cav. Bradamante contro cui si scagliavano da una parte strali avvelenati ; oggi è la personalità spiccatissima per vero patriottismo dell’ on. Francesco Sbisà, che pare sia fatta segno dall’ altra ad apprezzamenti vituperevoli. Ci perdonino gli amici nostri di Parenzo, ma ci sembra che in causa delle rabbiose fazioni che dilaniano la gentile loro città, e guelfi e ghibellini abbiano tutti perduto la testa. * * * Rileviamo dai giornali italiani, che 1’ antico Andes, poi Pietole, frazione di Quattro Ville nel Mantovano, patria del sommo autore dell’Eneide, porterà quind’innanzi il nome di „Virgilio/ Sunto dei Verbali delle sedute della Giunta provinciale dell'Istria in Parenzo. (Continuazione della seduta 87) Viene accordata alla podestaria di Matteria la sovvenzione di fiorini 200 dal fondo provinciale, per la costruzione del progettato stagno. Viene disposto per la pubblicazione dell’ avviso di concorso a 10 sussidi a fiorini 30 per ciascheduno da conferirsi ad altrettanti maestri delle scuole popolari che intendono d’intervenire al Corso agronomico temporaneo, che verrà tenuto presso questa Stazione eno-pomologica provinciale durante il mese di ottobre, cioè dal 1 al 16. Si trasmette al Municipio di Pola per le sue dichiarazioni, con riguardo al disposto del §. 4 della legge provinciale 25 ottobre 1868, 1’ istanza dei comunisti di Gallnsano, tendente ad ottenere 1’ istituzione d’ un Consiglio d’ amministrazione. Viene deliberato di pubblicare 1’ avviso di concorso a due stipendi provinciali maggiori a fiorini 200 l’uno, ed a otto stipendi a fiorini 100. Vengono eccettete trenta istanze per frazionamento di'debito di esonero, verso pagamento della quota di debito corrispondente alle particelle obnoxie da svincolarsi. Viene presa a notizia la relazione del Direttore contabile sull’ esito della sua missione a Pinguente, di cui il decreto N. 3082. Si approva il deliberato 4 agosto a. c. della Rappresentanza comunale di Verteneglio, relativo alla contrazione d’un mutuo di fior. 800 per pagare le imposte erariali, per sopperire alle spese occorrenti alla liquidazione ed assicurazione del patrimonio comunale, e per soddisfare la restanza degli interessi ancora dovuti sul debito capitale, già estinto, verso G. Non si fa luogo alla rimostranza di M. Ved. M* di Portole contro il deliberato 10 gennaio a. c. della Rappresentanza comunale, colla quale le fu levato il sussidio da più anni goduto di fior. 12 all’anno per indennizzo dell’alloggio. Si accorda alla Giunta comunale di Pinguente un’ antecipazione di fior. 500, per far fronte ai più urgenti bisogni d’amministrazione ed alle spese per riscuotere in via giudiziaria: i crediti arretrati verso privati. Tenuto fermo alla decisione giuntale 28 luglio 1885 N. 2874 relativamente all’ ordine dato dalla podesteria di Verbenico della demolizzazione di due case di P. O. ed annullato in seguito a ricorso dell’O. stesso per irregolarità ed inattendibilità della relativa perizia tecnica, si dichiara alla podesteria restarle libero di far assumere un nuovo e regolare sopra luogo coll’ intervento di periti autorizzati, allo scopo di decidere sulla necessità della demolizzazione in linea di sicurezza pubblica, o di eventuali ristaimi dei caseggiati. Vengono liquidati ed assegnati: alla podesteria di Pola fiorini 1563:60 a pagamento di dozzine ospitalizie del II trimestre a. c. ; ed al magistrato civico di Trieste fiorini 1413:72 a pagamento di dozzine ospitalizie per ammalati istriani poveri, curati e mantenuti durante il mese di luglio a. c. Seduta 88 — 5 Settembre 1885. Non concorrendo riguardo a Lavariga nessuno degli estremi fissati dal §, 2 della legge provinciale 30 marzo 1870 pei quali debba essere colà istituita un’ apposita stazione esposta della scuola popolare di Gallesano, e non potendo pertanto ritenersi obbligato il fondo provinciale ad assumersi la spesa relativa, s’insinua il ricorso all’ i. r. Ministero della pubblica Istruzione contro il relativo conchiuso 26 giugno a. c. dell’i. r. Consiglio scolastico provinciale. Viene accolta in prenotazione la domanda di M. Ved. M. per un posto gratuito nell’ Istituto dei sordomuti in Gorizia pel figlio Gaspero. Si aderisce all’ annullamento proposto dall’ i. r. Guogotenenza del liberato preso dalla Rappresentanza comunale di Verteneglio nella seduta dei 4 agosto p. p. siccome lesivo il disposto del §.17 della legge provinciale 28 maggio 1876, che rende di regola obbligatorio nei comuni l’istituto dei guardiani campestri. Si prende a notizia la comuunicazione 30 agosto a, c. N. 12874 dell’ i. r. Luogotenenza relativa alle sovvenzioni prò 1885 accordata dall’ eccelso ministero d’ agricoltura per provvedimenti d’ acqua in questa provincia. — Si aderisce alle modificazioni introdotte dalla Commissione sanitaria di Pola al proprio regolamento interno. Si trasmette all’ i. r. Luogotenenza il raporto N. 280 della Podesteria di Pirano relativo all’ istituzione colà di una scuola di perfezionamento, colla ricerca di voler incaricare l’i. r. Capitanato distrettuale in Capodistria di avviare le necessarie pratiche preliminari per l’istituzione della medesima a sensi del dispaccio ministeriale 5 aprile 1883 N. 6945. Vengono accolte quattordici istanze per frazionamento di debito d’ esonero verso pagamento della quota di debito norrispordente alla rendita catastale delle par-ticellle svincolate. Si prosegue all’ eccelso i. r. Tribunale d’ appello, appoggiandola, la proposta dell’ i. r. Giudizio distrettuale di Cherso per la prolungazione del termine edittale relativamente al libro fondiario di Orlez. Si prende a notizia che con decreto 25 agsto p. p. N. 12424 l’i. r. Luogotenenza ha accordato ad I. T. da Portole il permesso di prendere ed uccidere nel territorio di questa provincia tutte le specie di uccelli selvatici, ad eccezione delle specie elencate nel §. 1 punto 5 6 7 8 della legge prov. 18 novembre 1882, e ciò a scopi scientifici e ppr tutta la durata dell’ anno. Viene presa a notizia la comunicazione del Preside del Consiglio agrario provinciale che nel giorno d’ oggi seguirà la costituzione del Consiglio stesso. Vengono liquidati ed assegnati: al Magistrato civico di. Trieste fiorini 204:12 a saldo del conto per gestanti istriani ricoverati in questo Stabilimento di maternità durante il II trimestre a. c. ; alla Giunta provinciale di Lubiana fiorini 321:90 a saldo spese per corrigendi istriani reclusi in qulla caca di lavori sforzati durante il II trimestre a. c. Seduta 89 — 12 Settembre 1885. Si acconsente alla proposta dell’ i. r. Consiglio scoi. prov. che sia attivata in via eccezionale una scuola popolare mista di terza classe a Lusignano, con lingua slava d’istruzione, e la lingua italiana quale materia d’ obbligo per tutti gli scolari indistintamente, da insegnarsi dal secondo corso in avanti. Non si fa luogo al ricorso di A. e G. fr.lli M. e di G. de G. contro i decisi 12 maggio a. c. e 24 luglio a. c. della Direzione dell’Istituto di credito fondiario istriano, coi quali non venne fatto luogo alle rispettive domande di mutuo. Rimettendo alla Podesteria di Muggia il piano ed il preventivo di spesa per 1’ esecuzione dei lavori occorrenti alla costruzione della chiusa murata dell’ apertura del ponte sul torrente Stramare, la s’incarica di voler sentire la Rappresentanza comunale sull’ammontare della concorrenza comunale nella spesa di esecuzione del predetto lavoro, nonché di adoperarsi frattanto al toglimento di ogni eventuale ostacolo da parte degli eredi T. all’esecuzione dell’ opera suddetta. Informando sulla rimostranza del Comitato stradale di Pinguente, si avanza all’ eccelsa i. r. Luogotenenza l’alternativa proposta : che al suddetto Comitato stradale venga anche da sua parte ingiunto di redigere i suoi conti preventivi e consuntivi, in entrambe le lingue parlate nel distretto, onde rendere possibile ed efficace la disposizione del §. 13 della legge provinciale 21 settembre 1875, o che altrimenti, rifiutandosi esso di ottemperare a questa ingiunzione, ne venga pronunciato 10 scioglimento, a sensi della legge stessa e della precedente 18 ottobre 1868. S’ incarica il Dipartimento tecnico provinciale di voler disporre pel ristauro della strada Lupoglao-Vragna, per potersi poscia consegnare la strada stessa ai rispettivi Comitati stadali. Si assegna dal fondo provinciale al Comitato stradale di Pisino la sovvenzione di fiorini 1000, a titolo di concorrenza nella maggiore spesa di fiorini 1439.10 sostenuta da quel fondo stradale pella ricostruzione del ponte sulla Bogliunschizza. Si rimette la Podesteria di Paugnano a riassoggettare alla deliberazioni della rappresentanza comunale 11 progetto di costruzione della strada di Laura, allo scopo di determinare la concorrenza comunale all’ esecuzione dell’ opera, dopo di che la Giunta provinciale si riserva di decidere sul concorso del fondo provinciale nella spesa mediante una sovvenzione. Si aderisce alla proposta del direttore Bolle, comunicata dall’i. r. Luogotenenza, intorno all’ applicazione del sistema estintivo nei vigneti filosserati di Salvore ed in quelli di Pizzudo, comune censuario di Matterada, di proprietà di A. R. sopra 2698 ceppi, di A. M. e di A. G. complessivamente sopra altri 2167 ceppi. Vengono accolte ventiquatto istanze per frazionamento di debito d’ esonero, verso pagamento del rispettivo quoto di debito, calcolato sulla base della rendita netta catastale delle particelle svincolate, Presa a gradita notizia la comunicazione fatta dal Rev. Ordinariato vescovile di Parenzo - Pola di alcune copie della relazione a stampa sul Convito diocesano in Capodistria, viene assegnato a favore del Convito suddetto la sovvenzione di fiorini 600 per 1’ anno scolastico 1885 - 86. Non si fa luogo alla domanda della Podesteria di Cimino per l’invio colà d’un impiegato contabile, coll’ incarico di passare alla revisione generale della gestione delle cessate amministrazioni comunali. Si comunica a tutte le Podesterie ed alle Direzioni degli Ospitali la nuova tariffa pel trasporto dei maniaci e loro scorte sulla ferrovia dello Stato. Vengono liquidati ed assegnati: ÀI Magistrato civico di Trieste fiorini 2747:24 a pagamento delle spese per maniaci istriani durante il IL trimestre a. c. ; ed all’ Amministrazione dell’ Opitale civico di Trieste per sussidi dati a puerpere istriane, uscite da quello Stabilimento di maternità nel II trimestre a. c. ►4----------------------------------------------------4* SOCIETÀ CITTADINA NAVIGAZIONE A VAPORE fra Capodistria e Trieste --------«IM-—.—— Col giorno 3 Novembre corr. mese i piroscafi iàiti I filili» faranno (tempo permettendo) le gite giornaliere, fino a nuovo avviso, col seguente ORARIO NEI GIORNI FERIALI: da Capodistria per Trieste da Trieste per Capodistria I. Corsa ... ore 11 ant. IL »••••• » 33/4 pom. I. Corsa . . ore 7 */2 ant. IL „ . . . „ 2 Vi pom. NEI GIORNI FESTIVI: I. Corsa. . . ore 7 */2 ant. j I. Corsa ... ore 11 ant. II. „ . „ 3'/2 pom. II. „ . „ 43/4pom. Prezzo di passaggio soldi 30 indistintamente; per fanciulli sotto ai 12 anni soldi 20. Nolo delle merci da convenirsi col capitano. Il punto d’approdo a Capodistria è il Porto, a Trieste la gjflp Riva della Sanità Capodistria, 1 Novembre 1895. 92 a ÌDifrictanc. Lte> VJlS 'U ---------------------------------------------------------1