iMr uhrì ftUrn . ''frvJxJk-Q'- . g^ TRATTA- TO VT ILISSIMO del benefìcio di Gicfli Chri-___ fio crocififlo, ucrfo i IN TVBINGA, M. D. LXV, AL Lì LETTOR?. ChriJhanL Eflcndoei ucnuta alle mani un'opera delle piu pie 8C dotte, che a no.firi té^ pi fiiiano fatte , il titolo della quale e, DcS benefìcio di Giefu Chrifto Croc.fido uer* fo i Chriftiani: ci e paruto a cor.lblatione ce utilità uoftra darla in ftampa, ÒC fen~a il nome dello fcrittore, accioche piu la cofi ui mova, che Fautorita dell' Autore. A* defiò nuovamente reftampata, i\us fìa &C corretta per Antonio Dalmatino, Stephas xT" no Iftriano. DEL BENE* FICIO DI IBS V CHRt jlo Croc fffo ve -fai Ckrifdani: Del peccato Origina!?, er della Ai/pria delthiwmo. CAP, L |J3"SÌ3!S A Scrittura fanta dice,^.^. pi 1SÌÌ che dio creo Fhuomo ad stato del S SlES! imaoine , ÒC fimilitudine rh"om1'' II» fc^^^^DU ir* ^ • j^wwcsjJ Tua, facendolo quanto al a"zl ^ corpo impaffibile.&T qto alFanimp ^Lta. oiuftOj verace, pio, mifericordijfo, et sato.Ma poiché egli vinto dalla cupidità del fapere magio di quel pomo prohibito da Dio, perdette qlaimagine ÒC hmilitudinediuina et diuentb fìmile alle beftie & al Demonio, che Fhauea ingannato ♦ Percioche inquanto aIFanimq,di^ A x uen> K A P. L «enne ingiufto 3 mendace 5<:crip dele, impio èC inimico di Dio, òC inquanto al corpo diuento pafsibi le, & fuggetto a mille in cornino di &infìrmita/, ne folamente limile, ma ancora inferiore a gli animali brutti. Et fi come,fé gli noflriprimi pa dri fuffèro /tati ubbidienti a Dio » ci hauerebbeno lafciato come co-* fa hereditaria, la loro iuftitia fantita: coli ellcndo flati difiibidie ti a Dio ci hanno lafciato per hcrc dita, lainiufh'tia, la impieta^Po' dio loro verfo Dio , di modo che e impofsibile,che con le forze ri olire pofsiamo amar Dio,et con> formarci con la fua volontà , and li iìamo inimici,come a quello, che per efler giufto giudice punifce li peccati nofh'i, ne ci pofsiamo mai fidar CAP. I 5 fidar della fua mifericordia. In fomrna quella noftra natura per lo peccato di Adamo tutta lì corruppe, Se lì come prima era fu* periore a tutte le creature , coli di-uenne fuggetta a tutte , fèrua del demonio, del peccato,et della mor te,& condonata alle miferic dello Infernonl giudicio del tutto fi per dette; et cominciofsi a dir il bene malc,&: il male bcncrfh'mandofì le cofe falfe per uere, Se le vere falfe» Onde ciò cofìderado il Propheta dice: Che oani huomo e mendace cu et clic no e alcuno,che operi bene: pf4.114. fignoreggiando il Demonio paci'PfC una me de (ima cola con lui, uole ShV^c^do tutto quello , che elio vuole,et vX.ux.- ristando parimente tutto quello, che a lui difpiace. Et per eflèr noi •cu^i. ^^^ preda a cofi maligno fpirito, none peccato tanto grane che ciafcun di noi non fia pronto a farlo , quando dalla oraria di Dio ■v i non lìamo impediti. Quefta priuationc di giuflitia, reato ori 8>C quella inclinatone oC protesta giiu'.s. ogni ingiufhtia, Scempietà , fi chiama peccato Originale, il quale portiamo con noi dal vetre delia madre, nafcendo figliuoli delPi- ra CAP, L >4 ra et ha hauuto origine dalli no' dri primi padri, e cagione , SC fonte di tutti li vitrj,et iniquità s chc comettiano, dalle quali fe vo^ oliamo e (Ter liberati, & ritornar a o quella prima mnocentia , ricupc^ rando laima?ine di Dio,eneceiTa rio,chc conosciamo prima la mife-rianoftra. Percioche fi come niuno mai ottima cerca il medico, fe non conofce di coparatto cffer infermo , ne conofce la eccel- ne. lentia del medico, ne fobligo ,che gli deuc hauere, fe no conofce che la fuainfirmita e pcflifcra Se mor^ tale : coli niun conofce Chrifìro,u" nico medico delle anime noftre.fe non conofce Fanima fua cfìèr infer ma, ne può conofccrela eccellctia di ChriflomeFobligo ,chc pli dee O C3 hauere , fe non difeende nella co^ C A R L gnitione delli fuoi grauifsimi pcc cari, Se della in firmi ta pefìifera » che habbiamo contratta per la co-Cagione de noftri primi parenti» Che U Leggefu data da Dio accioche noi conofcen-do il peccato, cr dijperando di po terci givfcificarc con le opere, ricorremmo alla mifcricordia di Dio W allagwjlitia della fide. CAP. IL Olendo Adunque il no-Uro Iddio per la Tua infìnta bontà, & mifericordia mandare il Tuo unige mto tìgliuolo a liberar i mifèri h-gliuoli di Adamo, & conofccndo, che bifognaua prima farli capaci della loro m;Teria,elefle Abraamo nel cui fèrne premile di benedire tutte le genti, &C accetto per Tuo popolo particolare li defcendenti lui, ali quali dopo che fumo par titi CAP» II. 5 tiri di Egitto : & liberati dalla fer-unti di i-'liaraonc diede per mezzo di Moife la legge,la quale prò-hibiflè la concupjfcentia , SC com-manda: che amiamo Dio con tutto il cuore, con tutta P anima «. èC con tutte le forze, di modo, chc tutta la noftra iperanza fia ripofla in Dioiche fìamo apparecchiati ad abandonar la noilra uita per lo no fero Dio,di patire ogni tormento nelle membra , di priuarfi di tutte le no/Ire facilità, dignità , ÒC bollori per honoraril nolìro Dio, c-legendo prima di morire , che di cometter cola, quantunque picola, chc non piaccia al noftro Iddio^a-cendo tutte quefte cofe con ogni allegrezza,& prontezza di cuore. Comanda poi la legge,che ami- n. r ■ &t> .Vrofiim amo il noltro prolsimo, come noi ^ j-l4i A v me CAP, II IL io medefimi,intédendo per prossimo ogni conditione de huom ni, cjiÌ amici, quanto nemici, volendo , che fìamo apparecchiati a fare ad o gnuno qucllo,che dcfiramochc ha fatto a noi, & amare tutte le cofe altrui:come le noftae proprie . L'huomo aduq? rifguardando : tome in un lucido fpecchio in que fì:a fanta legge tofto conofce Fintìr oS mita ltia, & impotenza di ubbidii re ali commandamcnti di Dio, rendere il douuto honorc, Se amo re al fuo Creatote ♦ Adunque il primo ufficio, che da la legge,e qflo,chc faconofeere frimo «/il peccato, come afferma fan Pau-fic'odeU lo Rom.3. èC altroue dice, io non ieZS>e- ho conofciuto il peccato,fe non Kom. j. 1 1 S'conio pcr'a'cggc- uficio: fecondo ufficio della legge e, ftó. 3 7. che CAP. IL ce le cofe che fono fcritte nel libro della legge, perccio dice fan Paulo CAP, II IL io lo che la legge e adminiftration di DO morte, OC ch'ella opera ira. Hauedo aduncj? la legge fcoper Otaria to il peccato , &£ accrelciutolo , 8>C ufficio, dimoftrato la ira, & furor di Dio a Cor.». cjie mfnaccia |a m0rte, fa il quarto ufficio fpauétado Fhuomo,il quale viene in defperatione, &voreb^ bc fatisfare alla Legge,ma uede chiaramente che non può, &nó potendo fi adira contro a Dio , 3C non vorrebbe, che egli fufle,teme do di edere cafìigato &C punito acerbamente da lui,come dice. S. Paulo.Che la prudetia della carne e inimica di Dio, perche no e fog* gietta alla legge di Dio, ne può. OSrnfo ^ quinto ufficio della lege , 8c il ufficiodef.t3ropio fuo fine, c più eccellente » fa Ugge & neceflario e, che da necesfìta alF huomo di andar a Chriflo:fi come CAP, IL ? li hebrei fpauentati furono sforza ti a dimandar Moifc dicendo, il Signor non parli a noi, accio che non moriamo,parla tu a noi^et ub-bideremo, 8c faremo ogni cofa, 8C il fìgnor rifpofe,hano parlato ottimamente òC non per altro furono exo.jo» lodati,fe non perche domandarono un mediatore tra efsi & Dio,il-quale era Moife, che rcprefentaua ledi Chrifto,che hauea ad cfler au-uocato, Se mediatore fra Fhuomo d£ Dio,& perciò Dio difle a Moi-fc:io gli fiifcitero un Propheta del mezzo de li li loro fratcli limili a tc,8i porro la mia parola nella fu a bocca,&Tparlera loro tutte le cofc, ch'io li comanderò,et punirò chiù que non ubbidirà alle parole mie, ìequali egli parlera a mio Nome. Che CAP, II IL io Cht U remifiion dettipcccdtuw Idgiifificaticuc: cr tutta id falutu nojìra depcnde dd Chrijh. Auendo adunque fi no-^ Uro Dio mandato quel | | granPropheta, che ci ha |Jg|J "cua prometto: che e Fu-nisenitofuo fio ho , accioche eflo ci liberi dalla maledittio della hg-gè; & ricocilrj colo noflro Dio, èc faccia habilelanoflrauolonta alle f bone opere:fanando il libero arbi-Co'°'}' trio:8d ci reflituifca quella diuina imagine , che perduta habbiamo per la colpa de noflri primi parenti: &C conofeendo noi : che fotto al cielo non e dato altro nome a gli M-4* huomini,ncl quale ci pofsiamo fai-uar,fuori che'l nome diGiefu Chri fio : corriamo con li pafsi della vi-*ut .11. p , , . M , r , , uareclc alm nelle braccia: nquale ci inuita gridando. Venite a me tut- CAP 11L 8 tuttiuoi, che fìete affannati,& ag-grauati,& io 111' recrearò. Qual confolatione, quale alle-gl'essa in quefla uita fi può asfimi-gliare a quella di colui, il qual fen* tendofi oppreflo dalla grauesza in tolerabile degli fùoi peccati, ode cofi dolci de iuaui parole del figli' uol di i3io , che li promette tanto benignamente di recrcarlo,et libe rarlo da cofi grauepefbfmail tutto confi/le, che conosciamo da doue-ro la infirmita, & mi feria noflra , per che non gufta il bene, chi non ha fentito limale, 8Cperciò dice Chrifto, fe alcuno ha fete uenga a me, 5C bcua, quafì uoglia dire,che fel Fhuomo no fi conofee peccato^ re, oC non ha la fete della giufritia, non può guftarc quanto dolce lì'a qiufto nolìro IefuChrifèo,quanto lìa CAP, II IL io Ha fuaue penfare:& parlar di lui, SC imitar la fua fantifima uita. Se adunq? conofcemo la infirmi tanoftra per Fufticio della legge: ecco che Gioan Batifta ci moftra col dito il benignifsimo medico , dicendo,Ecco Fagnelio di Dio, il-fofj t qual lieua li peccati del mondo,il^ qual dico ci libera dal grane gio-» co della legge,abrogando ÒC an-- Oo O Gdl.j. nicnilando le lue maledizioni òC afpre minaccie, {anando tutele no-{tre infirmita,riformando il libero toh,8. arbitrio,ritornandoci nella prifti-na innocentia, & inftaurandoin noi la imagine di dio . Perciò che fecondo fan Paulo, fi coinè per A-damo tutti monamo,cofì per Chri (lo tutti fiamo uiuificati. Non crediamo , che fia di maggior efficacia il peccato di Adamo, il CAP» IIL P il quale habbiamo hereditato, chc la giufh'tia di chrillo,la qual ' Cor' parimente habbiamo per fede hereditata pareua che fhuomo fi potette dolere,che fenza fua ca gione fofie nato & concetto )ii peccato , nella iniquità de 1 fuoi paréti, p i quali regnauala mor-te in tutti gu huomini, ma hora c tolto via ogni laméto, poi chc in quello iSteilj modo lènza no* jftra cagione e venuta la giulli-tia dij^hnfto a noi, Se la vita o terna per ChrilFo , & per elfo e (lata occi(a la marte : onde S„ Paulo fafopracioun bellifsima difcorfo,il qual uogliolottoferi-uere, Perciò fì come il peccato per un1 huomo entro nel mondo, ec per lo peccato la morte, & cofi a B tut- CAP. III. tutti oli huomini venne la mor-» o te, r ciò che tutti peccarono, co^ ciofia cofa che fino alla legge il ^cto era nelmodo;ma il peccato mon c imputato non ci eflèndo la legge ,ansi regno la morte da Adamo infino a Moife, ancho-< ra in queli,che non peccorno al» la fìmilitudine della prcuaricati-one di Adamo , il quale e figura del futuro, ma non come il peo-cato, e cofi il dono,percioche fe per lo peccato di uno molti fono morti, moltomaggiormcnte la gratia di dio,8d il dono che prò-cede dala gratia, la qual ci vie tv: da un huomo Iefu Chrifto » abondo in molti, non fi come peruno che pecco,uenne la mor te . collii dono: perdochelaco* ir B 3 gli CAP, II IL io gliuolo tuttele nrc colpe,tutte lè lire iniquità: & p cófegucte fece un pdò generale a tuttafhumana generatone, del quale gode o--omino,che crede alFEuanoelios X f fl cioè allafelicifsima nuoua,chc hanno publicata per il mondo gli Apoiioli dicendo, vi pregia^ mopcr ChriA'o ricociliatcui co-Dio.percioche colui,che non co nobbe mai peccato, ha fatto eP fer peccato per noi,a fine chc noi di u enti amo giuilitia i n lui. QuefU immenfa benignità di Dio preuedendo Efaia, fcriue quefle diuiniisime parole,le qua li dipingono tato bene la pafsio> ne de IefìiChrifto noflro figlio-re , la cagione di cila, che negli fcritti de gli Apofloli non fi troua meglio defcritta ♦ Chi ha ere* KAP. IIL >» «reduro a quello, che noi hsb-biamo udito, ÒC il braccio c ci Signore, a chi e fhto reuelato ? perciochee afcefo come un mio gulto nel colpetto di lui, & come una radice dalia terra deferta & non ha bellezza ne decoro , Fhabbiamo ueduto , ne lo a(pet> to fuo e tale che'l dclìderiamo s egli e defprezzato, & fchifrato da gli huomini, ehuomo pieno di dolori, &C che Fhaportato Fin firmita no/lre.&i dolori noftri, elio hafoilcnuto5& noi habbi?.-1110 creduto eh' elio fiaftato piagato, Se pcrcoflo, afHitro da Dio,ma egli e flato ferito ner le ^ o i noltre iniquità, & percofìo per le noJdrc federila, egli e flato caligato per la pace nollra,Se per le battiture di lui (l'amo diuenu> B 4 ti CAP. III. ti farli, tutti noi come pecore cr-ramo,8dciafcuno di noi alla prò pria malì e riuoltò.SÉ il Signor hh fatto concorrere fopra di lui fi ni qui t a di tutti noi,egli e flato oppreflo &C ingiuriato,&rnondi meno no ha aperto la bocca faa, come agnello al macello s'era condotto, &C come pecora eh' i-nazi ali tonfori fuoi fla muta,coli egli non aprirà la bocca llia. ò grande ingratitudine,o co-fa abomineuole , fe facendo noi profefsione di chrifliani,& incedendo che'l figliuolo di Dio ha tolto fopra di fe tutti gli peccati noflri, i quali e Ho ha tutti fcacel-lati col fuo preciofifsimo fiigue,la fciandofi'cafligare per noi in ero ce, nondimeno pretendiamo di uolerci giuflifìcare, ÒC impetrare CAP. III. 15 re laremifsione de noferi peccati con le noltre opere,quali che i meriti, la giuilitia, il fangue di Chrifto a ciò far non balli/e nò ni aopionoemo le noftre fosse giuititie, & macchiate di amore proprio, di intcreflè, & di mille uanita,per le qual habbiamo più tofto da domandare a Dio perdono , che premio, &C non pentiamo alle minaccie che fa fan Paulo ali Calati, i qualiinganati dai fallì predicatori, non credè-do , che la giufìificatione per la fede fuflè ballate per fe ftefla pre tendeuano diuolcrfi giuftilìca-re anchora per la legge, al li quali fan Paulo dice.Chrifto nò gioita niente à uo'i che ui ginlufìca-ti pia legge , uoifete caduti dalla gratia,percioche noi conio B ? Spi- CAP/ III. Spirito per la fede appettiamo la fpcranza della giuftitia. e>ttlmd fe ^ ccrcarc giuilitia, 8C cop4ratio la rcmifsione de peccati per la o-ne dimo fe r u a t i on e della legge , la quale J1™'1' Iddio con tanta gloria, ÒC appaltato montc Sinai,e un j,Vrfc perder Chrifto ÒC la gratia iìia , che diremo noi di queli,che pre tendono di volerti giuftificare appreflo a dio con le loro leggi 8C oflèruantie C1 facciano cofloro il paragone,& diano poi lo giù-dicio fe Dio non vuol dare que-fio honorc , de quefla gloria alla legge fiia,vogliono quelli che la dia alle loro leggi conflitti-doni C quello honore fi da fola-mente al fuo unigenito figliuolo , e fio folo col lacrifitio della fila pafsionc ha fodisfatto per tue CAP, II IL io tutti noftri peccati pattati,prefe> ti & futuri, come dimoftra fan Paulo agii Heb. cap.vij.ix.x.8£ ian Gio. nella fua prima Epiflo--la cap. 1.&C2* Onde ogni uolta che noi per fede applichiamo quella fodisfa ttione diChriilo alf anima nof> tra,godemo indubitatamete del la remifsione de i peccati SC per la giuftitia di lui diuetiamo buo ni, òt giudi predo a Dio. Onde dice fan Paulo a gli Philip.haue^'T ?» do detto che fecódo lagiuilitia della legge era inuuto irrepre-Jienfìbiìe ,foggiongc,malc cofe che mi erano di guadagno io ho giudicato per rifpetto di Chriflo effcr dannofe, anzi giudico che ogni cofa fìa danno per la eccel-lentia della cognitionc diChri' CAP. III. Ho Giefu lìgnor mio , pc r lo cui amore ho giudicato ogni cofa clfere dannofà, oom colà ho in luogo di Herco Dcr guadagnar Ghnilo , per clT:re ntrouatoin lui, no hauédo la mia gi'u iti ti a , che cófìlle nclF opere della legge, ma quella che conlìllc nella fede di Chrilto,laquale giuilitia c dono 'di dio, dico la oiuflitia della fede , accioche io pertica-oa alla cognitione di lui. O parole notabilifsime,Icqua li ognichriftiano dourebbe fcol pire nel ftio cuore, pregàdo Dio che glie le facefle guftar perfetta mente. Ecco come fan Paolo dimo-{Ira chiaramente, che chiunque conofce veramente Chrijfto,giu<» dica le opere della legge danno- fe CAP, II IL io fe inquanto elle lìano lotane dal la fiducia in Chrillo, nel quale egli deuc condituire tutta la fallite fua Se il fàno confidare in fe Hello, & esagerando quella sé-tentia foggionge , che giudica ogni cofi un ffcrco, per guadagnare Chrilto, Se ritrouarfì incorporato in lui, dimonflrando che chiunque fi fida nelP opere, Se oretende di giudi ficarfi con \ O _ clT:, non guadagna Chrilto, ne fi trouamai incorporato in lui. Et perciochcin quella uerita confillc tutto lo millerio della fede, accioche meglio intédefsi- ZD mo quello,che egli uoleuadire, fogoionge Se in culca, ch'eoli rifarà ogni giuftihcatione ciré-riore , ogni giullitia , che fia fo" data nella ofleruatione dellaleg- o CAP, II IL io 5*e,abbracciandoli con la giufli-tia'che dona Dio perla fede a coloro che credono 5 che in chri-fio eoli ha cafligato tutti ipec-cari noi tri, & che chriico come elice lo fleflò [fan Paulo, e flato fatto da lui noftra fapientia: 8C noflra giuflitia, Santificati one & redentione: accioche , come e jfc'ritto,colui che fì gloria^fìglo ri") nel fìgnore,& non nelle ope> re proprie, 13 ben il vero , che fì trouano alcune-auttorica della (crittura fantasie quali fe fono male intefè pare che contradicono a quella dottrinafantadi fanPaulo,etche attribuifeano la giuflificatione &C remifsione de peccati alle ope re,& allacharita,ma quelle autorità fono Hate già dichiarate ottima- CAP, II IL io timamete da al cimi, i quali hanno dimostrato apertamente,che quelli che le hanno intefe inque-fta fenfo , non fhanno intefe. Noi adunque fratelli dilettici ini, non feguitiamo la itolra op-pinione delli Gallati infenfati 5 ma la verità che c'infcgna fan ZD Paulo , de diamo tutta la gloria della noftra giufhfìcatione alla mifericordia di dio, Se agli me-riti del fuo figliuolo, il quale col fuo fangue ci ha liberati dallo t-Cor.f. imperio della lcggc:& dalla tira Comc}hu nide del peccato, della morte,omc, !,' c 1 " 1 1 i- r>. rato dulia ix ci ha coclotti nel regnodi L>io m!cditi* per donarci eterna felicità, dico one dtUs che ci ha liberati dalF imperiose» della legge, perche ci ha donato lo fpirito fuo, che ci infegna ogni uerita, Se ha fodisfamo perfetta- CAP, II IL io tamente alla legge,& ha donato cotal fodisfattione a tutti i Tuoi membri, cioè,a tutti i ueri chri-{liani, di modo che polìòno co-parere fi'curamente al tribunale di Dio,ellendo uertiti della giù-» ftitia del fuo Chrillo , &T liberati per lui dalla maledizione della legge ♦ Adunq? la legge non ci può più acculare o condcnare, ne ci può più irritare gfaffetti, & gli appettiti, ne aumentare in noi il peccato , pero dice fan Paolo che'l Chirographo, il quale ci e-ra contrario , e dato fcanselato da Chrillo, annullato nel legno della croce , hauendoci il nollro Chrillo liberati daiFimperio della legge, per confequé-te ci ha liberati dalla tirannide del CAP. I IL 17 del peccato & della morte > la quale non ci può piu tener op-prefsi , fendo Hata fuperata da chriilo per la refurrcttione , 8c < per confeguente da noi chefia-mo membri fuoi 3 di modo che pofsiamo dire con fan Paolo; 5C con Ofea Propheta; la morte e Hata vinta, 8ù deflrutta. Oue e ofea.iy, il tuo aculeo o morte C" oue e la tua vittoria o Inferno ? Lo acu-le della morte e il peccato , dC la potcntia del peccato e la legge , ma lia ringratiato dio,il quale ci ha cocecìuto la viteria per Gielu Chriflro fìgnor nollro. Quello e quel felicifsimo fe-mecche ha per cofo il capo al ue-lenofo ferpente, cioè al Diauo-lo , percioche tutti quelli, che credono in Chriflo ponedo tur- C to CAP, 11L ta la loro fiducia nella gratia di lui,vincono con Chrillo il peccato, la morte , il Diauolo, d>C l'inferno,Quello e quel benedetto feme d' Abraamo, nel quale hauea prometto Dio benedire tutte le genti»Bifognaua5chc ci-afeuno leparatamente percotefc fe quel horribil fcrpete,8diberaf fe fe Hello dallamaìeditione.Ma quella imprefa era tanto graue, che le forze di tutto il mondo , raccolte infìeme,nó erano ballati afopportarla. Adunque il noflro Dio.patre delle mifericordie , mollo a co-pafsione delle nollre miferie, ci ha donato il fuo unigenito figli-. t nolo, che ci ha liberati dal veleno del ferpente, &C e fatta noflra beneditione, &C giullifìcatione, pur GAP, III. i8 pur chc Faccettiamo rmoncianr do a tutte le noftre giuitificatio-ni citeriori. Abbracciamo fratelli dilletif- EC del- * la terra,le ricchezze del mio marito,cioè , la fua fantita,ìa fua in-nocentia , la fua giuflitia, la fua diuinita con tutte le fue uirtu,& potentie fono in mia facilita,et g ciò fon fanta, innocente, giufta, ÒC diuina, alcuna macula non e in me, fon formofa,& bella, per cioche il mio dilettifsimo fpofo non e maculato, ma formofo,&£ bello, & fendo tutto mio, per confesuente tutte le fue cofe o fono mie,&£ perche quelle fono fante &C pure , io diuento fan ta & pura » Cominciando adunque dalla innocentifsima natiuita, egli ha con quella fantifìcato la natiuita imbrattata della fpofa fua,cócet- C 4 ta CAP. 11 IL tain peccato.La pueritia,& aio-uentu innocente dello fpofo ha giuftificato la vita puerile , 8C giouenile,&Popcrationi imperfette della fiia amata fpofa, per-cioche tanto e Pamore,& rumo-ne che hafanima del uero chriftiano con ilfiio fpofo Chrifto, chePopere di amenduefono comuni ad amandue. Onde quanto fi dice Chrifto ha digiunato, Chrifto ha orato, 8C e ftato eflàudito dal fuo padre ha fucitato 1 morti,liberato gli huomini dalli demoni-), fanato gli infermi, e morto,refiifcitato, afcefo in ciclo : medcfimamente fi dice che'1 chriftiano ha fatto quefte meclefìme opere, perche le opere di Chrifto fono opere del chriftiano, per luiPhafatte tut> CAP. Ili I. zi tutte.Veramete fi pub dire che1! chrifliano e flato tìflb in croce, de fepolto, de refucitato, de a {"cefo in cielo 3 de fatto figliuolo di Dio, Sfatto partecipe della diurna natura. DalP altro latotuttele opere , che fa il chriiliano fono opere di Chriflo, percioche le vuole come cole iiie:& perche fono impeferte,et egli e perfetto,etn5 voi cofa alcuna imperfetta , con la fliauirtu le fa perfette, a fine che la fua fpofa fliafempre allegra de contenta, de che no tema, perchioche quantunque le opere fuc fiano defettuofc,fono pero grate a DIO per rifpetto del fuo figliuolo, fopra il quale egli continuamente rifguarda. O immefa bontà di Dio,qua-C 5 ca CAP, II IL io ta obligatione hall chrift'iano a Dio. Non e amore humano tanto grande, che lì poflà comparaci^. re alFamor di Dio fpofo diletto delf anima di ogni iìdel chrifti-ano. Onde San Paolo dice che ChriHo ama la chiefa , cioè ciaf-cuna anima diletta fuafpofa,Scfì o fferfe per quella alla morte delia croce per falsificarla, purifica dola col lauacro delf acqua per Sa parola, per congiongerla a fe ftefio, gloriofa chiefa: che non liauefle macchia, ne crefpa alcuna, ne cofa alcuna limile, ma fof-fe fanta,& irreprehenfibile,cioe, fìmile a fe fletto in fantita, &in-nocentia, èC vera.& legittima figliuola di Dio ilqualc cofì amo si mondo , come dicc Chriflo , «he diede funigenito fuofìgliuo CAP, II IL io lo, affine che riafcuno , che crede in lui no perifca , ma habbia vita eterna, perche dio nomando il fuo figliuolo nel mondo, ioh.3* perche lo giudichi, ma per chi fi falui il modo per lui,colui che crede in lui! non e giudicato, . o Alcuno mipotrebbc dire, in come l'd* che maniera fi fa funione di que nima fi fa fio matrimonio diurno f come certa d'ef* fi fa quella copula del? anima MH* fpofa col fuofpofo ChriftoCche certezza potro hauer io,che fa-nima miafia unita con Chrilto de fatta fpofa fuaC" come potro fe-curamente gloriarmi delle ricchezze! fue come di fupraha fatto la Ipofa? facil cofa e a me credere, che gli altri riceuano que-fìo honore, & gloria, ma che io fia CAP IIIL Ha uno di' quei,a i quali Dio doni tante gratie,non m'el pofTo per-fuadere , io conofco la miferia, 8c inperfettione« Dilettiamo frattello ti rifpo- Marult ' c'ie tua certezza confitte " nella vera ÒC viua fede, con la quale,come dice fau Pictro,Dio purifica i cuori. Quella fede conile in dar credito alFEuangelio cioè,alla felice noua: che e fiata publicata da parte de Dio, per tutto il mondo, cioè che Dio ha tifato il rigore della fuagiullitia contro aChrifto: cailigando in lui tutti i peccati noflri. Chiunque accetta quella buo-Mdt.t. na noua, & la crede, veramente ha la vera fede,& gode la remifc fìone de peccati, & e riconciliato con Dio,& di figliuolo d'ira CAP. II IL. 2 . i & i p fi { nera una viua fperanza Se una collante fiducia della miièricor-r^mor del dia di Dio uerfo di noi:uiuendo pidregt* Se operando nel core,per ìaqual ne)ra(e^ noi del tutto fi ripofiamo in Dio {('^'Ij^ lafciando a lui la cura di noi : in j-r ,, modo che fendo fecuri della bc- dia: nitioientiadi dio non habbiamo paura ne del diauolo ne de i fuoi miniflri,nc della morte: & qlicita tanta ferma Se. animofa fidu-jD % eia CAP. 111 L da della mifericordia di dio dilata il core, lo incita:& con alcuni dolcifsimi affetti lo indrizza uerfo dio ÒC Fempie di ardentif Htb.4. omacharita, perciò S. Paulo ci eshorta che andiamo con Fiducia al trono della oraria,& ci confor O — ta a non gettar uia la noltra fidu eia , la quale ha grande retribu-tione di premio. Qefta fanta fiducia e generata fieb to. nel cuore dallo fpirito lanto,che ci e communicatoper la fede,ne mai e uacua delFamor diuino:& di qui procede,che da quefta ui uà efficatia fìamo incitati al bene operare, dC tanta potcntia,&rta-ta inclinatione accio confequia-mo, che fìamo paratifsimi a fare, 5C tolerare ogni cofa intolerabi-le per amor oC gloria del noftro CAP. IIII. benignifsimopatre dio, il quale per chrilto ci ha aricchiti di cofi abondante gratia 8C beniuolen-tia , & fattici de nemici chanfsi-mi fìghuoli.Queltaucrafede no e donata da dio cofi tolto alPhu-omo, ch'egli e Ipinto da un uio-lente amore alle buone opere,et à rendere frutti dolcilsimi a. dio 3C al prolsimo, come ottimo al-bcro:h corneo imponibile acceder un fafeio di legna ch'egli no mandi fuori la luce . Ucbr.n Queita e quella fanta fedc,se-za la quale e impofsibilc, che alcuno polla piacer a die; 8c per la quale tutti i fanti deF uecchio nouo tcltamento fi fono faluati: come teltifica S .Paulo di Abra-RoW ^ amo, del quale la fcrittura dice: Abraamo credette a dio:& gli fuGfB D 3 im- CAP. II IL. 2C quella confìlle nel credere , perche fé tu cofcflerai con la bocca tnail fìgnor Giefu Chn'iloj&crederai nel tuo cuore,che Dio Fha fufei-tato da morte , tu Ter ai falu o,per che nel cuore fi crede alla giufti-tia,& co !a bocca fi cofel'Ià alla fa-iute ♦ Ecco come chiaramente fin Paolo dimoftra che la fede fen-za alcuno aiuto ddJc opere fa X-huomo giù ilo-♦ Ne {blamente sS Paolo, ma gli dottori fanti, che D ff tiene-' CAP IIII. uennero dietro allui hanno con firmata 5C approuata quella fa-tifsima ueritk della giuflitì'ca -tione per la fede,tra quali e prin AgoJHno cipale Tanto Agoflino nel libro dice che lì della fede & delPopere, dC in P quello dello fpirito oC lettera, et di coio di quelli che fono giultifi - ve, , , }. t> ?.[64. cati da dio. Et CAP. I IIL 5o Et chi (ara colui, che fi pofia gloriare della Tua oiuflitia ude-do dire à Dio p il i ;rophcta:Og^ ni noflra oiuflitia e come un pano d'una femina menftruatar'A-dunque efolaméte giuita la glo-riatione nella fede della croce de Chrifto.S.Bafilio nella Homelia della humilita efprefiamete vuo le , che 1 chrifliano fi tenga ornilo (blamente per la fede in Chri fto. le parole fue fono quefletdi-ce FApoflolo,chi fi gloria fi glori] nel fìgnore,dicendo che Chri fio e flato fatto da Dio à noi fa- j-ili0]V0 picntia, giuilitia 3C fantificatio- gloriarfi ue,S^rcdcnLÌone:acciochc lieo- inDioper me e fcritto , chi fi gloria, fi glo-rri nel fionore. Percioche quella e la perfetta &C intiera glroriatione inDio , quàdo fhuomo non s'inalza per I CAP. II IL ìa propria giuftitia, ma conofce, che li manca la uera giuftitia, &C che perla fede fola in Chrifto e giuftifìcato, & Paolo fi gloria di difprczzare la dia giuftitia,& di cercare per la fede in Chrifto la giuftitia,cheuiene daDio3fanto Ti - Hilario fopra fan Mathco nel tìiwio. * ,, n . canone nono dice quclte parole iicribi fe perturbano che'l peccato fìa rimcffo d'un' huorao, percioche confìderauano Gielìi Chrifto folamcnte come huomo SC ch'egli hauea rimellò quello, che la legge remetterc non poterla , percioche la fede fola giù-ftifìca. Ambrofìo Santo Ambrofio ilponendo Rom. 4. qllc]ie parole di fan Paulo a colui che crede in quello , che giu-ftifìcafimpio, egli e imputata la fede cap. mi. 5t fede fua à giullitia, fecondo il propofìto della gratia di Dio , come ancora dice Dauid 3 la beatitudine delf huomo al quale Dio imputa la giuflitia lenza F-opere,S, Ambrofìo fcriuecofi fo pra quelle parole S. Paolo dice chc a colui che crede in Chrillo cioè al gentile e riputata la fede (Ita a giuflitia, fi come ad Abra-amo. In che maniera adunque i giù dei per le opere della legge pen-fauano oiultifìcarfì nella oiuflifì-catione di Abraamo , uedendo chc Abraamo non fu giullifìca-to per le opere della legge , ma folo perla fedeC adunque la legge non e neceffària, conciofìaco-la chc Fempioper la fede folae oiuHifìcato prelfo a Dio fccódo a CAP IIIL il propofìto della gratia di Dio» Cofì dice eilère (lato determina-to da Dio , che celiando la legge , Pingiufto per fallite fua dimanda folamente la fede della gratia di DioiCome dice ancora Dauid.FApoftolo co ferma que- 10 chc ha detto co Fellèmpio deC Prophcta, la beatitudine delfini omo, al quale Dio imputa giuftitia fenza Popere, intende Da* uid, chc coloro fono beati del- 11 quali dio ha determinato che fenza fatica, & fènza alcuna oflcr uatione,per la fede fola fìào giù-ftificati predò a Dio. Adunque egli predicalabea-titudine del tempo, nel quale e nato Chrifto,fi come dice elio lì-onorermolti oiufti &Prophetti Js s> ■ r hanno voluto ucdcre le cofe chc \ noi cap. iiii iil 5o noi uedete, Se non hano veduto 3C udir le cofe che uoi udite, ÒC nòleudirnoJlmedefimo, Am-brofìo elponcdo il primo Capi, della prima Epill. alii Coi\dke apertifsimaméte che chiuq? crede in Chrilto, e giultitìcato féza J o opere , &C lenza merito alcuno , riceuendo per la fede fola la re-anifsione de peccati. Quello ideilo afferma i n una Epidola ad Ireneo co quelle parole , niuno lì glorii dclP opere, per che ninno e giudifìcato per le fide opere , ma chi è giudo ha la oiultma in dono , per che è «itulifi'cato per C H RIS T CX Adunque la fede e quella che libera per lo Sangue di Chriflo , perche colui e Beato, alquale il pec- cap. 1iiu peccato e rimetto , &C donato il B^^perdono, Et fan Bernardo fopra la cantica nel fermone.lxxvrj.có ferma il medefìmo affermando che i meriti noitri non hanno parte alcuna nella giudi fìcatio-ne , la quale fi dee tutta attribuire alla gratia, la qual ci fa giudi gratis , & in quello modo ci libera dalla feruitìi del peccato, &foggionge chcChrido Ipofa Vanimai feco la unifce per la fe de , no interuenendo alcun merito delle opere nodre. Come ptr ]y[a pCr non c|]'cr molto lun- ^J"7»xgo,farb fine alle alleoationi,quà-Jhmodclli^ 3 . L1 1-r meriti di Cl° prima hauero detto una belìi chrift.sìifìma fententià di S. Ambrofio , gtdarfii* nel ^bro che lì intitola di Iacob5 M cam- ^ dcUa uim bcata dke partitone r . i r- t ccn. 27,huomo, che li come laco- bo 1 cap. ii il 35 bo no hauendo per fe fletto me-ritaco la prima genitura , lì occulto fotto fhabito del fratello , dC fì orno della uefre di lui, la-qual mandaua un fuauifsimo o-clore, 8£in quello modo s'appre fento al padre per riceuere con fua utilità la beneditione {òtto la altrui perfona, coli e necettario, chc noi ci vefliamo della aiufti-tia di Chnltopcr la fede, ÒCci occultiamo fotto la preciofapurità del nollro fratello primogenito , fe vogliamo edere riceiiu-ti per giulli nel colpetto di Dio, & certamente quello e il vero, percioche fe noi copariremo in-nazi a Dio non ve/liti della giu-ftitia di'Chrillo, fenza dubbio alcuno faremo giudicati tutti in-giuili, ÒC degni d'ogni fuppli- cap. ii il tio. Ma fc alF incontro, Dio ci vedera ornati della giuftitia di Chrifto , fenza dubbio ci accetterà per giufti, 5C fanti , Sdegni della uita eterna. Et certamente,e'grande temerità quella di coloro,che prete-dono di peruenire alla giuftifì-catione per Pofìeruaza de gli co-mandamenti di Dio, iquaii tut,ti tut.ii. fi comprendono nelfamar Dio con tutto il cuore, con tutta Pa-nima , &C con tutte le forze, Mo/ì può profsimo come fe medefìmo . ìkÌTdi Chi fara ^Iunque cofì arrooa-hauereof1te' ^ mctecatto ardifea dar ferudtdU credere, d'oflèruare intiera-Ugge di niente qucfti duoi precetti C & E/o. che no ueda chc la legge di Dio pft. «4». richiededo dall' huomo una per ijo.xo. dilettionc, condanna ogni im- cap. ini. 34 imperfettioneC'& confideri adu-que ogniuno le fue operationi, lequali in parte gli paiano buo> ne,trotterà ch'elle piu toflo 11 debbono chiamare tranfgrefsio-ni della legge Tanta , conciofia-cola che Tono operationi impure &C imperfette. Di qui rifonano quelle voci di Dauid, Non intrare in giti-ditio co'l feruo tuo, perche niun viuente fara giullificato nel co-fpetto tuo . Et Salamoile dice , chi può dire,il cuor mio e rtioiv hvr & Iob e {clama, chc cofa eF-l0&' omo, perche egli iì'a immacu-hto, &C appanfea giufto il nafei-Uto della femina-C Ecco che fra i Canti Tuoi niuno e immutabile , i cieli non fono mondi nel colpetto fuo,Quanto piu "e abo- E % mme- cap. iiil mineuole , & inutile Phuomo: il quale, beeeome Facqua Pini qui- todit-t ta.S.Gioan. dice/e noi diremo di eller fenza peccato , s'ingannalo,Et il fi'gnor infcgnorche di cefsimo ogni volta che noi ora-uamo,rimetti a noi i debiti no-ftr i. No hanno Oi qui lì può raccogliere la jfanti me ftaitiria fa coloro , che fanno narc'"*0* mercatantia delFopere loro prc-fumendo con elle di poter falua-re non pur fe medefìmi, ma eti-adio il ^pfsimo : come fe il fi'gnor non dicelle ♦ Quando hauerete fatte tutte le cofe , che vi fono luì. 17. Hate comandate: dite: noi fiamo ferui inutili. Quello che eraua-mo obligati fare,habbiamo fatto. Ecco che quantunque ofìer- uaf cap, iiii. 3jr uafsimo perfettamente la legge di Dio: ci dotteremo giudicare, ^chiamare ferui inutili.Hora ef fendo tutti li huomini lontanif-fimi da quella perfetta o {Temati-one,ardir non die alcuno di glo riarlì di hauere aggiunto tanto cumulo de meriti alla oiufta mi- O fura , che n'habbia da donare a gli altri . Ma ritornado al noftro pro-pofito , cofideri il peccatore arrogante: il quale facendo alcune opere nel confpctro del mondo laudeuoli, credette di giufl'ifì-carfì nel colpetto di Dio , confi- l*lir,u deri dico che tutte le opere, che vengono da impuro cuore &im mondo fono ancho elle immode & impure , et per confequc-te non pefìono efler ne grate a E ? " Dio cap. ii il Dio ne efficaci a giudificare. Bifogna adunque prima purificare il cuore ; fe voliamo che le nodre opere piacciano a Dio, &la purificarione cofi'de nella fe de: come afferma lo fpiritofanto per bocca di S. Paolo, non bi-iogna aduque dire che Phuomo ingiudo ÒC peccatore: per Pope-re fue diuenta giudo 8C buono, D &T grato a Dio: ma bifogna dire che la fede purifica li noftri cuori da tutti peccati, ci fa buoni giudi Se grati a dio. Er per confeguente , fa che le nodre opere quantunque impcr fette 5L defettuofe, piacciono a fua maieda, perche ellendo noi per la fede diuentati figliuoli di dio,egli cofìdera le nodre opere come padre mifericordiofo , et non cap. i il non come feuero giudice, hauc-do compafsione alla noilra fragilità, & confìdcrandoci come membro del fuo primogenito figliuolo , la cui giullitia S^per-fettione fopliflè alle noflre ini-mondicie & imperfetioni, lequali ftado coperte fotto la purità & la innocentia di chriflo no ci fono imputate,ne vengono a! giuditio di Dio. Di qui auuiene che le noftre come fe« opere procederi dalla vera fede P^edefi* quantunq? fìano per fe flcffe ini- ^[b^im» pure Se imperfette , tutta uia fa- pfcttipu* ranno lodate , 8C approvate da tiono i Chriflo nel giudi'tio uniuerfale; Dl°* in quanto faranno frutti & tcfti moni] della nolirà fede, per la-qualle ci faluiamorperchc hauc-do noi amato li fratelli di Chri- E g ilo cap. iill. ilo,dimollraremo chiaramente, che noi ancora fìamo ilari fìdeli Se fratelli di Chrilto,&T per la fede faremo introdotti nella perfetta poffcfsione del regno eterno, che ci ha apparecchiato il noflroDio infìno dalla creatio-nc del mondo, non già per i no-ilri meriti, ma per la fua miferi-cordia, per laqual ci ha eletti,Se chiamati alla grada dell' Euage-lio , Se ci hk giuflifìcati per gloriarci in fempiterno con il fuo unigenito figliuolo Gicfli Chri-fto lìgnor noftro, & nollra fan-tificatione, de nollra giuilitia: ma non già di quelli che non uo liono confettare, ch'ella fia ballate per fe ftefla a far Fhuomo giti-Ilo Se grato a Dio: il quale per lafuapatcrna bencuolétiaci of- CAP, IIIL 37 ferifce Se dona Chrilto con la fua giuftitia fenz' alcuno merito delle noitre opere * Et che cofapuo opare Phuo- i«che mo> motehe «m meriti tanto dono,ct do la fide theforoquato e chriftoC'Queflo g«#«. theforo fida folamente per gra- ephe.j. tia , SC fauore Se mifericordia di Dio ; Se la fede fola e quella che riceue cotal dono , Se ci fa l T'm •i* godere dellaremifsione de peccati,^ perciò quando fan Paolo Se gli dottori dicono, che la fede loia giti Iti fica fenza le opere: intedono eh'ella fola ci fa erodere del perdono generale, & ci fa riceuere chrilto, il quale, come dice fan Paulo , habita ne i cuori per fede, il quale haluperato i terrori delle cofcientie , fatis-fatto alla giuftitia diuina per gli E ? pec- CAP. IIII. peccati notòri,efh'nto Pira di dio contro a noi & il fuoco delFin-ferno : nel qual ci prccipitaua la noftra deprauatione naturale fiC ferir-ture, &C imprcflà legierméte nelF animo per una certa ulànsa,& e limile alla fede de turchi : iquali per quelle medefime cagioni ere derb alle fauole delf Alcorano. Quella cofi fatta fede e una imaginatione humana, che non innoua niente il cuor delf huo-mo, ne lo rilcalda delf amor di> ui«[o,no feouendo alcuna buo- cap. iiil 4s na opera della fede ne nuoua vita , Se perciò dicono falfamente contro alla fcrittutafanta, Se a i fanti dottori della chiefa fanta, chela fede fola no oiuftifìca.ma- O che ci bifognano le opere. Alli-quali rilpondo,che quefta hifto-rica Se vanifsima fede con le o-pere, che gli fono aggionte, no pur non giuflifica , ma precipita nel profondo delfinfernolepcr Ione , come quelle,che non hanno olio nelli vafì loro, cioè viua fede ne 1 cuori : la fede chc giù-MC fa che egli habi-ta ne i cuori noftn\& vefte Fani-ma noftra di fe Hello , &per co-feguente lo fpirito fuo ci moue à quelle medefìmccofe allequali monella chrifto mentre ch'eoli conuerfaua conpli huomini.di-co alP humilita,alla man (li-e tu dine,alla ubbidictia di dio,allacha rita, alle altre perfettioni per le quali recuperiamo F imagine di dio, AduncB meritamente Chri- r Ito attribuiice la beatitudine a quefta fede in(pirata,laqual bea-titudine no può ftar fez a le buone opere , de la fantita. Et come può eilcr vero, ehc'l chriftiano non CAP. IIIL 4® non fìa Canto, fe per la fedeChri-fio diuenta fua fantificationer' Adirne? per la federiamo gi^Paoìochu Iti &Cfanti,&percio quali fempre ma S. Paolo chiama fanti quelli,che ti, chc noi noi chiamiamo chriftiani,i qualichiamu* fe non hano lo fpirito diChriftom°thr'P non fono diChriftoj&confegué4'"* temente non fono chrifliani, et fe hanno lo fpirito di Chrilto, che regge & gouerna , non do- Otj O ' _ uemo dubitare, che efsi quantu-que conolcano di effere giuftifì-catiper la fede fola , diucntinoinchemo* pigri nelle buone opere,pcrche^0C'"^ lo fpirito di Chrilto e fpirito di eharita, c la eharità non può cf cr le buone orc: Ansi fe vogliamo dire il vero, Phuomo non può mai fare buone opere . fe prima cap. hh- ma non fi conofce giudifica-to per la fede ♦ Per inansi ra le opere piti per g nidificar fi, che per amore cii dio et gloria di dio & coli le imbratta dello amore proprio,Sd di proprio intereflc: la douc colui che lì conofce gl'ulti ficato per li meriti, ÒC per la giuftitia di Chriftro , la quale fa fua per la fede,opera folamcnte per amore ÒC gloria diDio 3C di Chrido,& non per amore proprio, ne per giultificatione di fe dello. Di qui auicne,che'l vero chri ftiano , cioè colui, che li tiene giudo £ la giuditia di chrido,no domàda fe le buone opere fono di precetto o no: ma commollo 6C incitatto da una violentia di amor diuino,s oferifce pròtifsi- mo cap. mi. 4i mo ale opere fante & chrifliane, ne mai cella da bene operare, chi per la fua fede non fcnte i mi rabili effetti, c'habbiamo detto, M. fero ÒC miferabile, Se pouero &C cieco Sé nudo . loti perfuado'a comprare daDio oro affocato di fuoco, cioè la vera fede affocata di buone opere, accioche tu dilunghi ricco,3C ti vefti di vefti-nienti bianchi, cioè della inno-ccntia di Chrifto, accioche non appara la vergogna della tua nu dita, cioè la bruttura dclli tuoi peccati. oir./^.K*' Aduncp la fede chc giuftifica -tu- c come una hàmadifuoco,la qual no può fe no rifplcdcre, & come 1 HA v I c ve cap, un. e Vero che la fiamma fola abbui* fcia il legno lenza Faiuto della luce, 8C nondimeno la fiamma non può efler fènza luce : coli e nero chc la fede folaeflingue,ec abballina i peccaci lenza lo aiuto delle o};>e,et nò dimeno qilafcde nò può e (Ter féza le bnone opc, perche fi come vedendo noi una fiamma di foco,chc non luce co-noleiamo quella cHer dipinta SC vana,iSf cofi no vedendo noi in alcuno la luce delle buone opere , e fegno che quel tale non ha la vera fede inlpirata,la qual dio dona alli fuoi eletti per giufti-fìcarli SC glorificarli„ Lcfr.-t'' Et tengo per fermo che S^tìedis.'a* Giacomo intefe quello quando comodelC dicea,mollrami la tua fede dalle cPecomc' opere tue, & io ti moftrero dal-mtni" c no. r 3. le cap. mi. » le opere mie la fede mia : intendendo, che colui il qual attende all'ambinone & piaceri del modo, quantum^ dica di credere, non crede, poi che non moftra in fe gli effetti della fede. Pólsi-amo anchora afsimilare quella satifsima fede che giullifìca, alla diuinita, ch'era in lefu Chrilto, il qual elTendo vero huomo, ma fenza peccato, operaua cofe llu pende, fonando gfinfermi,illuminando i ciechi , caminando fopra alfacquc , &C fufcitandoi morti. MaV[uclle opere miraco-lofenon erano cagione,che chri fio fulle diotinansi che operalfe alcuna di quefte cofe,egf era dio cffisliuolo leogitimo, & unioc-nito di Dio, oC non gli erane-ceflàrio per eflfer Dio , operare co' cap un. 45 «rotali miracoli, ma per che egF era Dio gli opcraua: onde quelli miracoli non faceuano,che chrifto fullè Dio , ma dimoftra-uà?che egli era vero Dio . Cofì la vera fede uiua, è una diuinita nelf anima del chriftiano , il qual opera mirabilmente, ne mai fi trotta fianco dalle buone opere : ma quelle opere non fono cagione chel chriilianofia chriftiano, cioè giullo, buono, fanto, gratifsimo a Dio : & allui non era necefìario per diuentar tale , far cotali opere , ma egli £ che è chriftiano per la fede : co-' me chrifto huomo, per la diuinita era Dio,fa tutte quelle buone operationuOnde quelle bua ne operationino fano ch$l chri diano fìa smilo & buono, ma O _ ' cap. iiii. dimoflrano che egli e buono &T Criufto . Adunq? fi come la diuinita di chrilto era cagione di Tuoi miracoli, cofi la fede operando per dilettione, e cagione delle buone opere del chriftiano , & fi co me fi diceua di chrifto egli ha fatto quello, d>C queft1 altro miracolo, & tali miracoli,oltra che glorifìcauano Dio,furono acho-ra di grandifsimo honorc a chri fio com'huonio ,ilqualc eflendo ubbidiente infino alla morte,fu da dio premiato nella refurretri-one,clfendoli dato ogni potefla in ciclo & in terra, la qual inalici come Intorno non haucua, & quello meritò per la unione,che ha il nerbo diuino co fhumani-$a di elidilo ; cofi fa la fede nel chri-= CAP. II IL 44 chrifliano, laqual per Iaunione, che haconFanima, quello che'e delf uno s'attribuifce alf altro , Onde talhora la fcrittura fanta promette al chrifliano la vita e-terna per le buone opere fue cioche le buone opere fono frutti , &teflimonio della fede vi-ua , &C procedono da lei, come la luce dalla fiamma del fuoco, come habbiamo già detto di fo* pra . Et quella fantifsima fede abbraccia Chriflo, SC lo umfce co Fanima, Se tutte tre,cioè la fede, Chriflo , la anima , diventano una cofa iftefla, disnodo, che quello, che merita Chriflo,Fani-ma medefìmamente il mcrita:S£ pero dice fànto Agoflino,che Dio corona in noi i doni fuoi* / F 7 Di 'ixA-CS ft*rWf>' ft^l^x ^r^ki. 5t Uil Ntlts fr* hv He*. So** CeroHA^.. cap. illl. —- Di quelle unione delf anima co ►M..T.P ^Chrifto per la fede^rende tcfti-moiiianza il medefìmo Chrifto in fant<3~Gioanni facendo orati-one al padre per 1 fuoi apolloli, & per quelli che doueuano ere-etere in lui per le parole loro . Non priego.dice , folamente per efsi,ma ancora per quelli,che crederanno in me per lo parlar loro , accioche tutti fiano una cofa, come tu padre in me,& io in te, accioche elsi ancora in noi lìano »»na cofa , & il mondo creda , che tu mi habbi mandato,Si-io la gloria che turni delti, ho data a loro, affine che fìano una cofa, come noi fìamo una cofa. Adunqj credendo al parlare Rom.4? de gPapoftoli,i quali prcdicaua-»-*• *f no Chrifto morto per gli peccati cap. iiil 4$ ti nofì:ri,&rcfufcitato per la giù-llificatione nollra, cimentiamo una cola con Chrilto,!! qualle ci-- ^ fendo una cofafola conDio, fia- i-' mo ancora per Chnfto una cofa folaconDio . O gloria flupen-da del chriltiano,al qual perla fe de e conceduto di poileder quel le ineffabili cofe, le quali defide-rano gli Angeli di uedere. Da quclti ragionaméti fi può chiaramente conolcere la diffc-rentia , ch e tra noi &£ quelli che defédono la giuftificatione della fede Se delle opere:in quello lìamo conformi,chc noi anchora Stabiliamo le opere, affermando che la fede che giuftifica , non può ellere fensa buone opere, t Pff, dicono che gli giuftificati per la fede fono quelli, che fanno le o-F y pere cap. ilil pere , che veramente fi pollone chiamare buone. In quello fia-rao differenti, che noi diciamo, che la fede lènza lo aiuto delle opere giudi fica , la ragione e in pronto, perche noi perla fede ci vediamo di Chrido facendo nodra la giuditia & fantita dia ; &T efìendo vero , che per la fede Cai y, ciè donata la giuditia di Chrido no pofsiamo ellèr tanto ingrati, cicchi&T imprj,che crediamo,che ella fenzale nodre opere nonfia badante a farci grati Se ciudi O D nel cofpetto di Dio , & diciamo con P Apodolo, s'el fangue de i tori, &C de gli becchi;& la cenere della giuuenca fparfa/antifica tub.ff. «a gii maculati quanto alla purificatone della carne, quanto più il fangue di C H R IS T O cap. ii il 46 qual per lo fpirito eterno , ha offerto fe fteffo immaculato àDio, purgera la cófcicntia noftra dalie opere morte per feruire a. Dio uiucnte. Hora giudichi il pio chriftia- opi« no , qual di quelle due opinioni «Wk lìa più vera,più fanta, Se più de- f ^c4 * j'/r J- - t t:one- cna di ellere predicata o lano- ìtra che illuftra il Beneficio di Chrifto , Se abbaila l'arrogantia humana, che vuole efaltar le fue opere contra la gloria di Chri-jftofof altra la quale dicendo che la fede per fe ftelìà non giuftifica , ofcurala gloria, Se il beneficio di CH Rì STO, Se inalza la fuperbia humana, la quale n5 può patire di efière giuftificata gratis per Giefu Chrifto fignor noftro* Oh cap. iiil 4s dMie. Oh mi diranno e pur grande incitamento alle buone opere, il dire, che Phuomo pereffcr,lì-fa giuilo appretto a. Dio. Rifpo-dotche anchora noi cófefsiamo, che le buone opere fono grate a Dio,5^ch'egliper mera fua liberalità le remunera in paradifo: ma diciamo, che quelle fono neramente buone opere, come dice anchora fanto Agofta'no , le-quali fono fatte da gli giuftifìca-ti per la fede , pche fe Falbero no e buono,non può far frutti buo-mrni : oltre che i giuftificati per la fede conofcendofì giufti per la giullitia di Dio ( eh' e feguita in chriffco) no fanno mercantia c5 Dio delle buone opere, pretendendo co else di comprar da lui la giullificationejina infiammati delf- cap. 111l 47 delFamore di Dio, & defiderolì di glorificare Chrido, il qual gli ha giudificati donandogli tutti o D i llioi meriti, & tutte le lue ricchezze,attendono con ogni du> dio a fare la volofa di Dio,& co battono virilmente contro allo amor proprio,&fcontro al mondo , ÒC al diauolo:5£ quando ca- • dono per fragilità dela carne,ri-furgono tanto più difiofì di bene operare, & tanto più inamo-rati del fuo Dio, confiderando , p che li peccati non gli fono imputati dallui per la loro incorpo ratione in chrido,il quale ha fo-disfatto per tutti i membri jflioi lui legno della croce, &fempre intercede e efsi appreflo al padre eterno,il qual per amor del Ilio unigenito figliuolo gli nfguar-- Q ID O cap. ili l da Tempre con volto placidiisf-mo , 5C li regge 8c difende co- _ as me carifsirni rigliuolf&T alla fine eli donerà laherediVa del eie- O 10 , facendoli conformi alla glo-riofa imagine di Chriflo» Quelli incitamenti amorolì fono quelli, che raouono i neri dom.8. chriftiani alle buone opere,i qua 11 confìderando , che fono dittatati per la fede figliuoli di Dio , Se partecipi della natura diuina , fono incitati dallo fpirito fanto H.Vct.t. che habbita in efsi, a viuere come fi eonuiene à figliuoli d1 un tanto fignore, &C fi vergognano O CD O di nonferuareil decoro della lo ro celefte nobilita, pero mettono ogni ftudio nella imitatio-ne del loro primogenito fratello Gicfu Chr;iì:o3mucndo in fom- ma cap. iiil 4s ma humilita 8>C manfuetudine, ccrcado in ogni cofala gloria di « Dio, ponendo r anima per gli fratelli, facendo bene alli nemici , gloriandoli nelle ignominie Ornella croce del noluro fìgno* re Giefu Chrillo, èc dicono con Macaria: noi fi amo liberati dalle „, „ . , . n - • • • Gal.ó, mani de 1 nolrri nemici, accio - LH(a> chafenza timore feruiamo a dio in fantita,& in giuftitia nel con-fpetto di lui tutti i giorni della vita noilra.Dicono con S. Paolo la gratia del fìgnore e apparita accioche abnegata ogni impiera bCi mondani delìderrj,con fobri-età , fantita , pietà viuamo in quello fecolo,afpctando la beata fperaza,&Papparitione della pio - a i j [jj. o,n ° Titum.a, ria del grande Iddio oC laluato- re noftro Giefu ChriHo. Quelli^ altri limili péfìeri Sù de- cap. mi. 4i de fi de ni: Sé affetti o^a la fede in fpiratanelli animi de fuoi giufti Hcati, Sé chi non lente nel fuo cuore in tutto , o in parte quelli diuini alletti Sé eftettirma è dedito alla carne Sé al mondo:téoa per fermo ch'egli non ha ancho-ra la fede che giuftifica ne è mc-bro di chrifto,per che non ha lo fjpirito di chrifto , Sé per conle-guente non è di chrifto , Sé chi non e di chrifto, non è chriftia-Kom.p. no.Adunq? cefsi hormailapru-dentia humana dall' oppugnare la giuftitia della fantiisima fede, Sé diamo tutta la gloria della no lira giuftificati one ai menti di Galj. chrifto delqual ci veftiamo perla fede. CAP. V. Come il CbrilHcino fi vcfk di Chrijb. ET cap. v. 4s> T benche per le cole dette di fopra fipofla af fai chiaramente intendere , come il chriftia" no a veite di chrilto, non dimeno ne vogliamo parlare alquato Capendo che'l ragionar di chri-delli doni Tuoi alpiochri-ffciano non può mai parer ne lu-go , ne molefto, quantunqj fuf-fe replicato mille volte „ Dico che'l chriltiano conofce chrilto efière fuo pfede con tucta la fua giuftitia,satità,Sò'nocétia,&fi co me alcuo fi velte d'una behTsmia et pretiofa uefte,quado vuole ap prefentarfi al còfpettc di un fig-nore, coli il chrifìiano ornato & coperto delF innoccntia di chrilto 3 & di tutte le Tue perfe-tioni 3 s'aprefenta innanzi a dio g a- p a p. v. può acculare ne maledire, efien-dofatta lamia giuilitia del mio chrifto. Quella fede e quella fola, che fa denominare Fhuomo chriftia no,&il uefte di chrifto,c5e hab-biamo detto, 3C quello li può chiamare propriamente mille-rio grande , fotto al quale lì contengono le cofe marauigliofe,S£ inaudite del grande Dio, lequa-linó poHono penetrare nel cuor delFhuomo , fe Dio non lo rao-lifica con la fua gratia.come promette di fare per bocca di E sechici dicendo ♦ Daroui uncuo' e*e.$<5. re nuouo, ÒC uno fpirito nuouo porro nel mezzo di uoi,6d leua-i o uiail cuor di pietra dalla carne uoflra , 6C daroui un cuor di carne, Colui adunqj, il qual no ere p a p. v. crede inqlto modo,cioè che chri (lo fia fuo có tutti i beni che egli pofsiede, cofhii dico,non fi può chiamare uerochriftiano,nemai potrà hauere la confcientia allegra Se pacifica, ne mente buona 8C feruente al bene operare , ÒC mancherà facilmente dalle buo* ne operationi, anzi non le pò* tra mai fare veramente buone. Quefta fola fede, 8C fidutia che habbiamo nelli meriti di chrifto:fagli huomini veri chri-ftiani, forti, allegri,giocódi, innamorati di Dio, proti alle buone opere,poflèflbri del regno di Dio, & fuoi canfsimi figliuoli, nelli quali veramente lolpirito fanto habbita. Qual animo è co- -fi abietto,uile 8c freddo , che co-fi clcrando PinelL'mabile gran-G 3 dez- c a r v. dczza. del dono , che ci ha fatto diojdonadoci il fuo dilettifsimo figliuolo con tutte le fue perfet-tioni, nons'infiami d'uno arde -tiiiimo defìderio di ellcre fìmile chrijbef* alni nelle buone op erati o niC ef-fempiodU fendo egli flato dato a noi dal pa shrijhd.no jre ^ ancllora per eflèmpio , nel qual dobbiamo fempre rifguar-a.Pei; i. dare formando di maniera la vi ta noflra, che ella fia un rctratto dalla vita di chrido , percioche, come dice Santo pictroiChriflo ha patito per noijalciandoci ef-fempio3acciochefeguitamo i ve-llioij fuoi. Da quella confìderatrone na-f;e faltro modo del ueflirfì di CHRIS TO, il qual possiamo chiamar cflèmplarc, perche il Chriiliano dee regolare tut* cap. v. yi. fa la vita Tua alFeflèmpio di' chrifto còformandoci con lui in tutti i peniìeri , le parole,Sé le ope-rationi, lafciando la mala vita pallata, Sé veftendofì dalla nuo-uà,cioè di quelle di chrifto.Oli- Epk.4, de fan Paolo dice,gettiamo le o- Ro"1-1* pere delle tenebre,SÉveftiamoci delie armi della luce, non in ba-chetti, Sé ebrietà, non ne letti, $Énellc lafciuie,non nelle conte-tioni,ma ucftiteui nel fi'gnor le-fu chrifto, Sé non fatte cóto del--la carnc nelle concupifcentie,on de il vero chriftiano innamorato di chrifto dice Fra feftcf!o,poi che chrifto non haucndo bifog-no di me,m1ià ricuperato colfuo proprio {àngue,Sfè diuenuto po uero g arrichir me,medefimamé-te io uop-Iio dare la robaSÉla uita Lr 4 pio- cap. v il propria per amore fallite del profsimo , & fi come io mi fono uefh'to di chrilto per lo amore , che mi hh portatoceli voglio io che 1 mio profsimo in chrillo per lo amore che io li porto per amore di chrilto fi nella di me, 8C delle mie facilita , &T fc non fa in quella maniera, anchora non e vero eh ridiano, percioche no bifogna,che alcuno dica,io amo chrilto, fe non ama i membri,8C gli fratelli di chriflo:fe noi amia ino il profsimo noltro,perlo cui amore chrilto ha fparfo il fuo faglie proprio, non pofsiamo con ueritadire, che amiamo chrilto, il quale cflendo eguale à Dio, fu ubbidiente al Padre infino alla morte della croce,&C ci ha amati dC redenti, donando fe medfi- mo cap. v. mo a noi con tutte le lue opere, & co tutto quello chepofsiede. In quello medefìmo modo « noiricchi,&abondantidei beni di chrilto, debbiamo cllerc ubbidienti a dio, de offerire, de donare le noltre opere, de ogni cofanoltra, de noi medefi'mi al-li profsimi&: fratelli noltri in chrilto, feruendoli in tutti i loro bifogni, Snellendoli qualì'un' altro chrilto, fìcome chrilto fu humile, manfucto , de remotifsi-mo dalle contentioni, coli noi debbiamo metter tutto il no -Itro itudio nella humilita,&T nel lamanfuetudine, fuggendo te le rifte de le contcntioni . de non meno quelle, che confilo-no nelle parole , de nelle difpu-te,che quelle che conlìltano ne j G j fatti cap. v il fatti, fi come cimilo tolcrb tut> tz le perfecutioni le confusioni del mondo per la gloria di Dio, coO noi allegramente deb-biao follenere Fi anonimie , &Tle perfecutioni , che fanno i fallì chrifliani a tutti coloro,chc uog liono uiucre piamétc in chrillo. Chrillo puofe Fanima flia p li nimicifuoi d£ oro per loro in croce, 8c noi dobbiamo lèmpre orare per li nemici nollr!^ po-nere volcticri la tiita noltra per la falute loro, quello e fegui-tar le uelligie di chrillo, come dice S. Pietro , perche quando conofciamo. chrillo come cofa nollracon tutte le fue ricchezze (il che e vellirci di chrillo,&di-uentar puri Se netti d'ogni macula) altro non cirella a fare , cap, vi, e;* fe no glorificar dio,co la imitati-©ne di chrifto,ÒCfar qllomedefi-ftio alli nri fratelli,che chrifto ha fatto a noi,mafsimaméie fapédo jple parole d'elio,chc tutto quello, che facciamo alli fratelli fuoi & noftri,egli lo accetta come be nefìcio fatto a lui, & fcnsa dub-bio,eflèndo li ueri chriftianime-bri dichrifto,non pofsiamo fare bene ne male alli veri chriftia-ni, che no facciamo benco male a chrifto, in quanto eh' egli gode ,&patifce nielli membri fuoi « Aduncpcome chrifto cnoftra uefte p fede, cofì noi debbiamo elTer ueftep.dilettione anri fi atei lf&qlla medefìma cura, eh habbiamo delcorpo tiro, debbiamo Iiauer di loro, quali fono membri veri del corpo nro; delqual Gi e fu cap. v il Rm GieluChriftoèil capo.Queflo e ' quello diuino amore , 3c eharita che nalce dalla fede non fìnta , che infpira Dio alli fuoi eletti : della quale dice S, Paulo,che o> pera per eharita , t.Tftn.«. Ma perche la vita di Chrilto della cui imitatione lì debbiamo veltire , fu una gpetua croce piena di tribolationi ignominie & perfecutioni: fe vogliamo co-Gdf- formarci con la vita fua: ci bifo-L«c.p. gna pQrtare Cotinuo la croce: come eflb diflé, fe alcuno vorrà venire dopo me,difprezzi fe Hello, &T tolga ogni giorno la ero* r o r t Lacafd ce fua OC leguita me „ Lacagio--della no* ne principale di quella croce, e fiutone, che'l nollro Dio, co quello efer-citio vuol mortificare in noi gP- % O alletti dell' animo, & gPappetiti del- CAP. V. ^ della carne, accioche compren- u diamo in noi medefimi quella perfettione , nella quale fiamo ilati coprefì da chrillo per la in-eorporationeinlui,&: vuole che la fede noltra affinata, come foro nella fornace delle tribulatio „ . IL ni , rifplende a laude lùa,& oltre accio vuole, che co le noltre in-fìrmita illuftriamo la potetialua laqual il mondo al fuo difpctto vede in noi, quando la fragilità nollra per le tribulationi,& perfecutioni diuene robufta, 8>C qua to più e abbattuta S>C opprellà, tanto più lì fa forte SC coliate. Onde fan Paolo dice,habbia- l.c mo quello theforo in vali di ter- i;Cor: ra, affine che lafublimita della potentia fìa da Dio & no da noi, in tutte le cofc patiamo tri bui adoni cap. v. oni,ma no damo fo fio cari, fìamo biTognofì,ma non fìamo deftitu-ti, pariamoperTecutioni,mano fìamo abbandonati,fìamo itili-pcfì , ma non periamo, Tempre portando atorno la mortificatio ne del fìgnore ledi nel corpo,ac-eioche ancora la vita di lefu nel corpo nofèro fì manifclli♦ Adunque vedendo che crinito & gli cari Tuoi Difcepoli ha-no glorificato DIO con le lo -ro tribulationi, abbracciamole ancora noi allegramente dicen-G+1- f do con Tanto Paolo , D1 O mi guardi eh' io mi pioni, (e non -ì ' ' nella croce del Signore IES V CHR1STO. & faciamo di maniera,che'l mondo a mal Tuo prado conoTca, Se ueoga con n T gli occhi i ìcupendi erretti, che O A ope- cap. v. opera IDDIO in coloro chc lìnceramente abbracciano la ora O tia dello Euangelio, vcgg-;amo ( dico ) gli huomini del mondo con quanta tranquillita d'animo i ueri chrilliani fopportono la perdita della roba, la morte de i figliuoli, le ignominie , le infirmata del corpo,&le perfecutioni dei falli chrilliani ueooano, co- O D _ _ me efsi foli adorano DIO in fpirito Se uerita, accettando delle mani di lui tutto quello, che gli auuiene, Se tenendo per bollo , per gl'ulto , Se per Santo tutto quello, eh1 egli fa, Se in o-gni cofa profpera, Se aduerfa lodandolo, SC ringratiandolo, co-me ottimo Se benignifsimo Padre,^ riconofcendo per gran dono di I D D I O , il patir prin- gap. v. pricipalmente per lo Euangelio &per laimitatione di Chrilto, maximamente fapendo , che la tribulatione opera la patientia » la patientia la proua , la proua la fperansa , Se la Iperansa non co-fonde . Dico che la patientia operala Ro^/i prona,perche hauendoDio pro-luZmeK* d' aiutarcnclle tribulatio-entiagene ni C°^OTO chc fi CÓlklano in lui,il ralapro= conolciamo per proua, mentre va. che ftiamo forti 5C collanti, fomentati da la mano di Dio, ilche fare con le noflre forse non po-1 an.p. trcmo . Adunqj per la patientia elperimentiamo, che'l Signore porge Paiuto , che ha promelTo nelli bifogni,donde lì conferma la nollraIperansa, perciochefa-rebbe troppo grande ingratitudine C A P. V. w ne, non afpcttar per lo innazi quello aiuto, 8C quel fauore,ehe habbiamo per la elperientiatro- ^ ^ uaro tanto certo & collante. Ma per chetante parolef aliai ci deue ballare di fapcrc che li neri chriftiani perle tribulationi fì veftono della imagine di chrifto crocifìffo, laqual Te portare-mouolinticri, ci ueftiremo poi della imagine de Chrifto glorio fo, percioche lì come abondano le pafsioni di Chrifto , coli per Chrifto abondarà ancora la con-folatione noftra,&fe fopportia-- s:Tim.i mo, inficine regnaremo. w Alcuni remedij contri U diffidentia. CAP. VI. H MA Rem. 4- Quarto rcwcdio contra la tctatione velia diffi' dsntia. c a p* vl A perche il demonios & laprudentia huma na sépremai cercano di fpcgliarci di quella fantifsima fede, per la qual crediamo 3 che in Chrillo fìano flati cafligati tutti gli nolèri peccai ti, & che per lo fuo preciofsifì-mo fangue fìamo reconciliati co Dio,bisogna chel chrifliano hab bia fcmpre apparecchiate Farmi da difendcrfi da quella pefsima tentatione, la qual cerca di prillar Fanima della fua ulta. Fra quelli armi giudico , che fìano potentifsime le orationi, & l'ufo frequente della fantifsma eommunione,&la memoria del battefmo , &C della predeflinati-one .Nelle orationi diremo col Padre del lunatico,Signore aiu- ta cap. vi il tala noltra incredulità , Se diremo con gli Apoiloli,(l'onore aù- !"Ur 9* •i c J q / r • ■ Luci?* mentaci la lede, oC le in noi reo- * ZJ nera un continuo defìderio di crefccre in fede, fperansa & ca- r i.T rita, di continuo oraremo come ci ordina fan Paulo,p che la ora- orat one rione non e altro che un ferii e n- quaifu* te defìderio fondato in Dio , Co la memoria del battclimo ci confermeremo d'ellèr parili- ljjft- ** caci con dio, perche fan Pietro dice che Fare a di Noe fu figura del battclimo , adunqj fì come Noe credendo alle promette di Dio, fì fillio nelF arca dal dilu-uio,cofìnoi per la fede ci fa Infamo nel batte fimo dclfira di dio, laqual fede e fondata nella parola diChriito,il qual dice,chi crederà & fara battezzato, farà fai- m«jj\i£ H 2, uo cap. vl ',9 uo, 8Éragioneuolmete gchenel battefìmo ci veftiamo di Chrifto 5 come afferma fan Paolo, Sé per-confeguente fìamo fatti partecipi delafua giuftitia,Sé de tue* tj fuoi beni,Sé fotto quefta pre ciofìfsima vefte li peccati che co mette la noftra fragilità, ftanno coperti, ne ci fono imputati da Dio : Sé come dice fan Paolo, à Rpm.4. noi tocca quella beatitudine del Salmo ,c.he dice : Beati coloro "a quali fono remefle le iniquità,et Ppd-i1' ^ peccati de quali fono coperti, Beato rhuomo alquale il Signor non imputa il peccato» Ma guardali il chriftiano di non pigliare perquefte parole la licentia del peccare, perche quefta dottrina non appartiene à coloro, iquali honorandofì del nome cap. vl ',9 nome chrifliano , con le parole confeflàno Chrillo, Se con i fattili negano, ma tocca alli ueri chriltiani iquali con tutto quello che cobattino virilmente co la carne , Se co'l mondo, Se co'I diauolo, pur cadono ogni giorno , dC fono conllretti a dire di continuo, remetti a noi gli debi-ti nollri. A cofloro noi parliamo per confolarli, Se follentar-li,accioche non cadono in delpe ratione , quali che'l Sangue di Chrillo non ci mondi da ooni peccato, Se che egli non fìa Fad-uocato, Se la propiciatione de i membri fuoi. Adunqj quado faremo {ollici-tati a dubitare della remifsione de nollri peccati, Se che la no-lira cofcientiaficomincicraà per H ? tur- cap, vi, e;* turbare, ricoriamo {libicamente di fede ornati al preciofofangue di Giefu Chrifto per noi fparfo fi/F altare della croce , 8l a fideli diftribuito nclP ultima cena fot-jotUdccna j-q ji vciame del fantifsimo Sacra £W°:mento,il quale fu da Chrifto in-ftituito, perche cclebrafsimo la memoria della morte fua, & co cjuefto facramento vifibile ren-defsimo le noftrc afflitte conici-* cntie fteure della noftra reconci-liatione con Dio .Chrilto benedetto fece teftamento, quando difle. QncftocilCorpomiojl-quale e dato per voi ,ìx quelto e il fanone mio,il quale è del nuo-uo Teftamento , ilquale 0 fpar-ge per molti in rcmifsione dei peccati : Noi Pappiamo, che'l teftamento , come dice fan Paolo quan- p ap. vl 6o quantuncp lìa di l i uomo, nondi-meno fe Tara autenticato, neflù-G no il difprezzao fopragionge al cuna cofa : &C nelUino tedamen-to è valido innanzi la morte,ma dopo la morte è vali difsimo. 11 tedamento adunqj di chri-{lo nel qual promette la rcmif-lì'one de peccati, la gratia, &C la beniuolentia fua, & del Padre 9 & promette mifericordia &fvita eterna. Quello tellamento dico accioche fullè valido , l'ha confirmato col fuo fangue preciofo &C con la propria morte!. Onde S. Paolo dice che Chrido per éjdo è mediatore del nuouo te-{lamento, accioche interuenen-dola morte alla redentione di quelle preuaricationi, le quali errano fotto il primo tedamento „ H 4 co- cap. vi il coloro , che fono chiamati, rice-nano la promifsionc della ctcr naheredita, percioche do.uee'il teframeiito , e neccflàrio che vi interuenga la morte del tellato-re,pcr chc il celiarne nto ne morti e confirmato, poi che non itale mentre viuc il teflatore . Adunqs per la morte di Chrillo fìamo fecuri , & certifsimi che'l teflamento vale, nclqualc ci fono remeflè tutte le noltrc i-niquita,& damo fatti hercdi della vita eterna,& in fegno &fedc di ciò, ci ha lafciato in luoco di figlilo quello diuinifsimo Sacra mento , ilqualle non folamente da certa fiducia alle anime no-lire della falute eterna, ma ancora ci fa fecuri della immortalità della noltra carne,perche infino cap. vl ',9 da hora ella e uiuifìcatadaquel-la carne immortale, & incerto modo della immortalità di ella diuennc participe, chi participa di quella diuina carne per quella fede, non perirà in eterno, ma chi ne partecipa fensa quella federila fe gli conuerte in mortifero ueleno , perche fi come il cibo corporale, quando truoua 10 Itomaco occupato da humori uitiofi.efiò ancora lì' corrompe^ nuoce:cofi qllo cibo fpirituale fe truoua una anima uitiofa di ma-litia &Td'rnfidelita,la precipita in maggior mina,no pcolpa fua, ma perche a gli immondi &C infide- 11 niuna cofa e monda , benche fia fantificata per la beneditionc del fignore:pcrche come dice S. Paolo, colui che mangia di qfto H 5 pane cap. vi il palie.&beue di quello calice in* degnamente Tara reo del corpo &del (àngue del Signore,&ma- O tD J già 8cbec la dannatione propria non difeernendo il corpo del Ci* gnore. Et colui nó difeerne il corpo %nori' 'd quale fenza fede, cl'ncre il charita ufurpa la cena Corpo del del fignore, perche in quello n5 Signor. crede,che quel corpo tìa la vita, & la purgation di tutti i peccati fuoi, fa cbrillo bugiardo, con-Utb.6. eulca il figliuolo di Dio il sa-guc del testamento tiene come cola profana , per lo qual e flato fantificato , ÒC fa ingiuria allo fpirito della gratia,ÒC fara punito accerbifsimamente da Dio di Prometti quefta infidelità, 8C di quella fee r°mif°M *crara bippocrifìa, perche no ha- ucn- c a p. vl. Uendo cgii polla la fiducia della ^ . . fua giulhtìcatione nella pafsion pJ.^-J* di chriflo, nondimeno rieeuen- dforame do quello fantifsimo fàcramcto, toddfuo fa profefsione di non metter la f^-chi fiducia fua nella pafsion di chri- j™^ ilo . Onde accula fe medefimo, ^ S- da teflimonio della pròpria i- dxnomt niquita,&Tper fe medefimo fi co- tclafiduci danna a morte eterna, rifutando la vita eterna, la qual Dio li prò-tro c£c tn mete in qflosàtifsimo fàcramcto t0,"^ Aduq? quado il chrifliano fé- * 'r' te,clic li fuoi nemici il uogliono fouerchiare.cioè quando dubita di no hauere cofeguita la remif-fìone delli fuoi peccatiti chriflo, èCdi no poter fbpportaril diauo-lo cóle fue tétationi, &Tche Faccu fatióe della cofcietia dubbia predale corra di lui, di maniera,che coni cap. vr. comincia dubitare che Finferno no'l habbia ingiotire & che la morte j> Fira di Dio, eternalméte no Fhabbia uinccre &C uccidere : quado dico,séte qlti affarìi,uada co buo animo,ÒCco fiducia a que ilo fantifsimo facramento , &ri-ceualo dinotamele dicendo nel fuo core,& rifpondendo alli nemici Tuoi. Io confetto,che io merito mille inferni, &t la morte eterna p li peccati mei,ma quello diuinifsi-mo S A C R A M E N T 0,il qual-le horariceuo,mi fa ficuro,8dcer to dela Remifsione di tutte le mie iniquità & della reconcilia-tione con Dio . Se io rifguardo alle mie operationi, non e dubbio , che io non mi conolcapec-catore ^condannato, ne mai la mia cap, vi, e;* mia còfcientia Fara quieta,crede-do, che perle opere , che io fo ? gli mei peccati mi lìano perdo-nati,ma fe io riiguardo nelle prò mefìè,8É nel patto di Dio, ilcjual mi promette p il fanguc di chrifto la remifsione de peccati,tanto fono certifsimo di hauerla im petrata; SÉdi hauere la gratia Tua quanto fono fìcurifsimo, Sé certo che colui che ha promello, &C fatto il patto , non può mentire ne ingannare,Sé per quefta con-ftante fede io diuento giufto:S£ quefta è la giuftitia di chrifto per la quale io fon faluo , Sé la mia confa ernia li traquilla: non R far noi imortali, e difccffj in ter ra,perche noi afeendiamo in cielo,^ diuenuto fi olinolo delfinio mo infieme con noi per farci fe> co figliuoli di Dio. o Aduncpchi fata colui, che ci Kom.S. accufiCDio e quello che ci giù-ftifica,chi fara colui che ci conda ni CChrifto e morto per noi,ansi cap. vl ',9 Ei erifufcitato, il quale fiedc alla deftra di Dio ,Sé interciede per noi.Lafcia adunque o ammanila ». i pianti Sé li folpiri : Benedifei a- ' ' ' ni ma mia il fionore, tutti li mici intcriori benedicano il nome saio fuo, benedifei anima mia il fìonore , Se non ti (cordare mai di tutti i Tuoi doni, ìlqualcè .ppitio a tutte le iniquità, il quale Tana tintele infirmila, il quale ricupera dalla morte la vita tua,il-quale ti coronadi mifericordia, Se di compafsione, Mifericor-diofo Sé clemente il Signore, tardo nel P ira, Sé grande di mifericordia. Non in eterno contende ne in eterno ferua Fodi-o : N O N fecondo i peccati Noftri ha fatto , ne Secondo le p a p. vl le iniquità noftre ha retribuito a noi,perciochc fecondo Paltitu-dine del cielo fopra la terra ha notificata la mifericordia fua fopra quelli che lo temono , feco-dola dillantia dalforioente alf ocidente,hà fatto lontane da noi le noftre tranigrefsioni. Come ha mifericordia il padre del figli uolo,ha hauuta mifericordia il fi gnor di noi, donandoci il Ilio u-nigenito figliuolo ♦ Con quella fede , con quelli ringratiamenti, con quelli & limili penfìeri debbiamo riceuere il facramento del corpo &fan-gue di Giefu Chrilto noflro fignore. In quello modo fi fcaccia fuori delf anima il timore,fi aumenta la charita , fi conferma la fede, li rafercnala confcientia, de cap. vl ',9 &la lingua non lì vede mai ftan-ca di lodarDio,&di rédcrgli infinite gratie di tanto beneficio . Quella è la virtù, Pefficatia, 8C Tunica fiducia delFanima noflra» Quella è la pietra , fopra la quale la confcientia edificata non teme alcuna tempella , ne pur le porte delFinferno,ne Pira di dio, ne la legge , ne il peccato, ne la morte, ne i demoni) ne alcuna altra cola : Se per che tutta la ef-fentia della mela confifle in quello diuinifsimo Tacramento,qua-do il chriltiano lì ui ritroiia^lo* uerebbc tenere Tempre gli occhi della mente, fifsi nella paTsione di queflo noflro benigniTsimo lìgnore,contemplando da un lato lui in croce , carico di tutti li peccati noflri, Sc'da Faltro Dio, I chs cap. vl ',9 che oli caltiga flagellando intie> o O ce di noi il fuo dilettifsimo figlia uolo. O felice colui,che chiude gli occhi a tutti gli altri (pettacoli „ ne vole vedere, ne intendere altroché Giefu chriftocrorififlo , nel quale tntte le gratie , ÒC tutti gli thefori della fapientia, ideila fcientia fono repolì:!: Felice dico colui, chc fempre pafce la-mente di coli diurno cibo,&c5 fi dolce &falutifero liquore ine.* bri a Fanima fua delF Amor di Dio. Ma manzi che io metta fine a qucftoragionameto.vogliopri-ma auerrirc il chriftiano che S« Agoftino coftuma di chiamare quello diuinifsimo facramento, vincolo di charita, &C milterio del- c a p. v i; C |no có-ferua il uincolo dela pace , non riceueil millerio per fe , mala tellimonianza contro a fe . Aduqj habbiamo a fapere,che Percf)e & il Signore ordino quello Sacra- ordinato mento non folo per renderci fi'il Sacra* curi della remilsione de peccati;, mento del' maanchora per infiammarci al-'" altar€y la pace,alf unione,&charità fraterna , percioche il fignore in q-(lo Sacramento di tal manieraci fa participar del corpo fuo , che diuenta una medcfima cofa con noi, &C noi con lui. Aclunq; non hauendo egli altro , che uno corpo , del qual ci fa tutti partecipi, e necellario > che anchora tutti noi per cotale participatione diuentiamo un l % cor- cap. vl ',9 corposa qual unita rapprcfenta il pane del Sacramento;il qual fi come e fatto di molti grani me- CD (colati, Se confufì di modo, che Funo non fi può difcernere dalF £< Cionelia aclimpitainnoi, hama^fj)f(Mjio ciato il fuo figliuolo dilettifsimogc/,0 e-cer il quale e pegno fi'curifsimo, cheto diefjir noi che habbiao accetatto la gra tia delFEuangelio, fìamo delli fi-^Jj^ gliuoli di Dio eletti avita eter-g(lIt,^£cC lo ftudio delle buone o* pere ne gFanimi ueraméte chri- ftiani. Et Chrifto benedetto per lamcdefi'ma cagione parlaua in publico di quefta Tanta predefti- natione,fapendo quanto impor- ta la cognicione di ella alla edili- catione de gli eletti» Dubitati* Maforfe- mi dirai- io conoc mcbnmu . n. < . . r co, che quelli, 1 cui nomi lono fcrittiin cielo, hanno cagione di viuere in perpetua allegrezza, 5£di glorificar Dio con le parole èC opere, ma io non so s'io mi fia in quefto numero, perciò tritio in perpetuo timore,malsima-mente conofccndomi molto debole^ frale al peccare, dalla cui Dubitati* violentia non mi pollo tanto di-mfccoda fendere,che ogni giorno non ri- ma- cap. vl ',9 manga uinto,&:à queflo fì aggi' onge , che uedcndomi fpcflo af-flitto& ueflàto da diuerfe tribu-lationi, ueggo quafì con gli oc-chi fira di Dio, chc mi flagella. A quelli tuoi dubbrj rifponde Riftcfa, do:Dico fratello chanTsimo,che ru tengi per fermo , che quefte fono tentationi del diauolo , il-quale per ogni uia cerca di fpoli-arci della fede , 3C della fiducia che nafce dalla fede, &C che ci fa fìcuri dellabeniuolentiadiDio. Di quella preciofa velie s'inge- — gna di fpoliare il diauolo Fani-ma del chrifliano, percioche fa, chc mimo e ueramente fìdelc fe non crede alle parole di Dio,iI-quale promette la remifsione di tuttii peccati,8da pace fua a chiunque accetta la gratia dello Eua cap. vi. gelio, dico che chiuncp per que« Ite promette di Dio non fi per-fuade certamente chcDio gli fia propitio, Se indulgente Padre , Se da lui conferma fiducia non afpctta la hcredira del regno ce-Ielle, no è neramente fedele, SC. fi fa del tutto indegno della grada di Dio, onde dice fan Paolo che noi (i'arao la cafa di Dio, pur chemantegniamo ferma la fiducia, 8>C gloriatione della fperan-zainfìno al fine: Se altroue ci cf-horta a non gettar uia la fiducia noltra la qual ha gran premio di retributione. Adunq? fratello dilettifsimo attendiamo co ogni ftudio à far la volontà di Dio , come buoni Hc&.4o figliuoli, ^guardiamoci da i pcc cari , quanto piupofsiamo, Se fc pur Hefc.J. cap. vi. pur peccamo per la no/Ira fragi- f )o?, ìità,non per queflo crediamo di' Le amitia efière uafì d'ira , o d'eflerc aba-nino fono donati dalio fpirito Tanto , per 'foni dire che habbiamo Faduocato nofli o appretto del padre GieTu Clm-f A.' ■ CL • 1 1 ' 1 - H<"1''■',t0 cuori quelleproWlfe dittine , la /7ofie°. certezza delle quali innanzi ci ha mi' pap. vx 74 imprcffé nelle menti/: Se a ltabi* ìirle S£confirmarle,ci e dato da Dio in uece d'arra♦ Dopo che cjtxv-hauctc creduto dice FApoftolo, fete figgillati in lo fpirito Tanto della promifsioneilquale cFarra della noftra heredita* Ecco come inoltra, che gli cuori delli iideli Tono impreTsi da lo Ipirito Tanto come da un Hggillo , di maniera che chiama ioìpirito Tanto, lo Tpitito della promilsione, per che autentica ja promifsione dell'Euangelio, àlqual (come habbiamo detto piuvolte)è ima felice nuoua che promette la remifsione de i pec-cati:&C la vita eterna a quelli, che credono, che in Chrifto frano fhti caftigati tutti i peccati loro. Tutti noi, che crediamo in K x le- cap. vi. IefuChriflo,fiao figliuoli di dio, fecondo che dice fan Paolo, &C perche fiamo figliuoli, ha mandato dio lo fpirito del figliuolo A _ O ne i cuori noftri, che grida, Ab-ba Pater. Et alli Rom. Quelli che fono giudicati dallo fpirto di Dio,fono figliuoli di Dio:per che uoi nonhauete riceuuto lo fpirito della feruitu un' altra uol ta in timore, ma hauete riceuu> to lo fpirito della adottione, per la qual gridiamo Abba Paterrg cioche il medefimo fpirito réde tellimoniansa inficine con lofpi rito noflro, che noi fiamo figli" uoli di Dio, & fe fiamo figliuoli, fiamo anchora heredi. Et e da notare , che in quelli due luochi fan Paolo chiarifsima mente parla non di reuelatione al - CAP. VI. 75 alcuna ipeciale, ma della tefli-monianza, che fa lo fpirito fan-to communamente a tutti quelli che accettano la gratia dello E-uangelio. Se adunq? lo (pirico fanto ci fa certi,che lìamo figliuoli & here-di di Dio,perche debbiamo noi dubitare della noftra «pdeflin rione C Lo flellbdice nella me- prefcfind defìma Epillola. Quelli che dio to. ha predellinati, ha anchora chi-amati, ÒC quelli, che ha chiamati , ha giullificati, & quelli che ha piuflificati, ha anchora glori- O O ficati, che diremo adunq? a quelle cofe C fe Dio è per noi, chi faracontra noi? fe aducp io cono feo chiaramente, che Dio mi ha chiamato , donandomi la fede, & gli effetti della fede, cioè, la K 5 pace p a p. vl pace della confcicntia , la morti-hcatione della carne, 6C la vinificati one dello fpirito o in tutto b in parte , perche debbo 10 dubitare di no elfer predeftinato ? Appreffb,noi diciamo con fan Paolo , chc tutti 1 veri chriftiani cioè quelli, che credono alP E-uangelio, riceuono non lo fpirito di qucfto mondo , ma lo fpirito, che uienc da Dio, per la cui infpiratione fanno le cofe , che «.Con. *oro fono fiate donate da Dio s chc marauiglia è adunq? fe fapia-rao , che Dio ab eterno li habia donato uifa eterna C' Ma alcuni dicono che niuno debba cfTere cofì arrogante chc lì glori) di ha-uer lo fpirito di Chrifto. Qiicfto dicono quefti tallio* me fe'l chriftiano fi gloriaflè d » ha - cap, vi, e;* hauerlo hauuto peri meriti Tuoi SC non per mera mifericordia di Dio, Se come fe folle arrogantia il confettare d'efier chrifhano,ct che alcuno polla elTère chriftia-no , non hauendo lo Ipirito di Chrifto, o che fenza mera lupo-cri iìapofsi amo dire Chrilto Signore,© chiamare Dio padre,fe lo fpirito non ci muoue il cuoreRom s' Se la lingua a proferire coli dolce voce ♦ Et non dimeno cofìro-ro,che ci tégono arroganti, perche diciamo , che Dio ci donna con la fede lo fpirito fanto, non 1C0r.11. folaméte n5 ci prohibifeono che diciamo ogni giorno, Pater no-(ter , ma celo comandano. Ma dicami come è pofsibile fe- pararelafede da lo Ipirito fanto, ellèndo ella opera di elio Ipirito _ r rr r r i.Cor.ij. K. 4 lan- cap. vi il „. y. Tanto propria, Te è arrogantia il frano chi' credere che lofpirito di Chrifto nonfiglo-- fìa in noi, perche comanda fan riddi tav Paolo alli Corinti che tentino Te uerlojpi- hanno ja fec}e , affirmando che ri ojdtto. £"ono reprobi, Te non conolcono che Chrifto e in loro ? Ma certamente è gran cecità incolpare d'arrogantia 1 chriftiani chc olio no gloriarli de la prcTentia de lo Tpitito Tanto Tenza la quale glo-riatione,il chriftianeTmo no può confìftere. Ma Chrifto non può mentire ìodn. 14. il quale diceche lo Ipiritoliioè incognito al mondo, & che Tola mente da coloro è conolciuto, apprcllb i quali egli dimora. Di uentino aduq; coftoroueri chriftiani, depongano gli animi he-brei, abbraccino da douero la ora" & c a r vi. 77 gratia delFEuagelio}&conofce-= ranno che i chriftiani hanno lo fpirito Tanto , 8C che conoTcono di hauerlo. Ma potrebbe forTe alcuno obiettio» dire , che'l ehriltiano fensapar- nc* ticolare reuelatione non può fa-pere d'elìèr in gratia di Dio , &C per confeguente non può fapere d'ellèr predeltinato , &T potreb- Eccfe.C di hauer c5-feguito appreflò Dio in ciò laude di giuftitia,come perfona chc habbia fatto tutto quello , che è 2Ìufto,& fi conuiene ad un fedel difpenfatore ( li come un giufto &di{crctto maggior domo)par-lando del fuo officio no ofereb-be giuftificarfi & affermare, che cap. vl ',9 hauefle fodisfatto interamente al debito luo,& alla volontà del Tuo fìgnore3ma rimetterebe cut-to quello giudieio à lui. Che quello fìa il fenfo delle parole di fan Paolo, non dubita-ra alcuno, che legga 3C confìde*-ri con qualche giudieio le parole precedenti, Se le feguenti, So --bene che alcuni efponendo le pa role di fan Paolo dicono, che quantunqjeflo nonconolcette in fe alcuno peccato , non per tanto fapeua ettèr giulfo appretto Dio, conciofia cofa , chc niuno come3affermaDauidpuo conof cere perfettamente i peccati, ma colloro n5 aduertifeono, che S. Paolo non collituiua la oiullitia O nelle opere , ma ncla fede,&che cglirifutaua ogni propria giu> cap. vi il ililìcatione, abbracciandoli {bla-mete alla giuftitia chc dona dio per Chriftoine confiderano, che eoli era cercilsimo d'ellèr giulti-jicato,conleruando riniera&pu ra fede chriftiana, fapeua che in cielo gli era apparichiato la corona eli quella giullitia, SCzra certo che niuna creatura ne cele-ile,ne terellene infernale,era ba {tante àfepararlo dallo amore di Dio, &defìderaua di morire, fa-pendo certo di doucr'eflère con Chrifto,lc quali cofe tutte farcb-bono falfe,fe egli non fufle flato certo dieflére giulto,dico: per la fede, de non per Fopcre. Ce (siamo adunque fratelli dilettisfi'mi di far dire à S. Paolo qllo che eg li nonpensbmai,anzi quello che egli fempre oppugno acerrima mente cap. vl ',9 inerite, rilpodendo coloro, che mifurauano la giuilificatione con le opere &nonconlaFede di CHRITO noftroSignore. Ma oltra a quelle due aneto- Le autori rita di Salomone, Se di fan Pao- td(hene lo, fipotrebbono allegare alcu-^^0 ni altri luoghi della fcrittura fan ^ dio non ta,i quali eshortanoFhuomo ai leuanoU timore ,ilquale pare chc lìa con- predcjftn* trario alla certezza della prede-t,one Due fh'nationc : S'io volefsi di chi*-'0"1, . , n . morejer* rare particolarmente tutti quel ci m/c ^^ luoghi, làrei troppo longo. lialc. Ma dico in géerale che'l timore penale, è ^prio del tellameto vecchio, £>C Famore filiale è proprio del nuouo,fì come teftifìca S. Paolo,quado dice alli Roma. Voi nohauete riceuuto lo {pirico cap. vl ',9 to della feruitu nouaméte nel ti-more:ma haucte riceuuto lo fpi-Rom'8' rito delPadottione dell'i figliuoli per lo quale gridiamo Abba pa-a.T/mi. c,rr€* Et aTimotheo dice, che dio non ci ha dato lo fpirito del timore:ma quello della potentia èC dello amore, il quale fecondo le promette fatte per la bocca dell! fui Prophcti ci ha donato Chrilto, 8C fatto che noi lenza j- timore liberati dalla mano de noltri nimici ..Seruiamo a lui in fantita, & co giuftitia in prefen-tia fua tutti li giorni della vita noltra. Da quelli5cc!a molti altri luoghi limili della fanta fcrittura lì raccoglie apertaméte,ch'l timore penale Scferuile non conuie-ne al chrifuano,5<:quelto ci con- cap. vl ',9 ferma ancora, pcrcioche quefuo timore e contrario alla alegrcz-za fpirituale, la quale e proprio del chrilfiano fecódo che dimo-lira chiarméte S. Paolo alli Ro. r0m. 14. dicendo che'l Regno di Dio e giullitia&rpace35d allegrezza nel lo fpirito fanto, cioè che chiun-q? entra nelreguo della gratia Euangelica e giullificato per la fede, 6 debbano intendere che par- ferutle mi la alli chriftiani licentiofi,liquaIi Maiali no feruando il decoro dclli figli trijh,cr ll0ii Ji } deenoelfer trattati co! filiale come feruj gremiti in timore,in esborta U ., , n . , r elettj hn che giurino , quanto e loaue il fignore,&C che la fede faccia in loro gli effetti llioi,5d che habbi- no tanto di amore filiale , che fia ballanti a contentarli nel decoro della pietà chriltiana, ÒC nelle i- mitationi di Chrifto. Quado la medefima fcrittura eshorta i ueri chriftiani al timore , non intende che debbiano temere il giuditioSd la ira di dio quali che egli fìa per condonarli: perche come habbiamo già detto, per la teftimonianza che rende cap. vl ',9 de lo fpirito Tanto allo fpirito lo.* ro, Tanno s che Dio gli ha chia> «iati dC eletti, Se ciò per Tua mera mifcricordia,& non perii meriti loro ♦ Onde non dubitano punto, che per lamedefima mi» fericordia egli non fìa per mantenerli nella felicita, nella quale gli ha collocati. Si che la Tcrittura no eshorta colloro al timore Temile, ma liliale , cioè,che come buoni figliuoli guardiamoci di noollédere la pietà chriftiana Se di comctte-re coTa alcua cotra il decoro del-li figliuoli diDio,&di cotriflaré lo Spirito S. chc dimora in noi, de che conofcedo la deprauati - ci-.'™ °re one di quella noftra natura,ftia- t^f.4. mo fempre attenti Se vigilanti^ mai no ci fidiamo di noi medefi- L z rois cap. vl ',9 mi, perche habitano nella carne noltra,&: nel animo noltro gli appetiti, & gli effetti, iquali come nimici mortali dello Ipirito fempre ci fanno infìdie, & s'ingegnano di farci fuperbi,ambi-tiolì, auari ÒC fenfuali. Quello è il timore al quale ef-horta lalcritturai neri chrifriani i quali già hanno guidato quanto e foaue il Signore , 8>C attendono con ogni ffcudio all'imita-tione di Chrilto, & di quello timore fanto fi vanno veltendo quando fi fpoliamo delf huomo vecchio. Non decnomaii buo--ni chriltiani fpogliarci del tutto di quello timore filiale, ilquale è amicifsimo della eharita chri^ Itiana, fij,come il feritile,nimico, ne con lei può Ilare . Per cap. vl ',9 Per le eofe dette fi può intendere chiaramente che'l pio ehri-ìtiano non hai da dubitare della reminone de fuoi peccati, ne della gratia di Dio, nondimeno per piti ìodisfattione del lettore voglio fotto fèriuere alcune aut- *_- torità de dottori fanti, li quali . confermano quella verità. San-to Hilario fopra S, Matheo nel cridcttori Canone quinto dice , che Dio poiiòri* vuole, che noi fenza alcuna dub Jfanotjfi» bicta d'incerta voluntà, jfperia- |Jc"rfom. mojpcr che altrimenti la piufli- / l tessa pia & Tanta, mormori di-ce quato vuole la flolta cogita-tione dicedo.&chi Tei tuC&qua-ta è quella gloriar con quali meriti Tpcri tu di douerla ottenere? Io confidatamente rifpondo:Sb a cui ho creduto : sb ch'egli p la fua gran eharita mi ha fatto Ilio o figliuolo: so che è verace nella promilsione: poflènte nel dare ciochc emette : può fare quel sh'egli ««ole, la moltitudine di miei cap. vl ',9 filici peccati no mi può fare pan ra.s'iopéfo alla morte del lìgno-re: tuttala fpcransa mia è nella morte fua.La morte Tua e il meri to mio : il refuaio mio, lafalute, la vita 8C larefurrcttione mia. Il merito mio è la mifericordia del Signore . Non fon pouero di merito mentre che quel Signo -re delle mifericordie non man-cera. Et fe le Mifericordie del Signore fono molte, io so molto ne 1 meriti , quanto eoli e piti potente a Saluare , 1 auto fon io più ficuro. Il medefi'mo Agofh'no parla-do altrove con Dio dice,che s'-hauerebbe potuto diiperare per i gra peccati fuoi,Saperle infinite negligentie fue , s'il verbo non cap. vi. fi fulle incarnato. Et poi foggi-ofe qfte parolcttutta la mia (pera za,tutta la certezza della fiducia mia e polla nel pciofo sague fuo, il quale è ftato fparfo pnoi ,&j> la noftra fallite . In lui refpiro: In lui confidandomi defidero ue nire a te padre , non haueudo la mia giuftitia,ma quella che e del tuo figliuolo Gielu Chrifto. - Santo Agoftinoin quelli due luoghi dimoftra chiaramente che'l chriftiano non dee temere, ma efiere certo della fua giufti> h'eatione, fondando quello non nelF opere fue , ma nel prcciofo fangue di Chrifto,il quale ci mo da da tutti li peccati noftri,& ci B.fìwfo pacifica con Dio .San Bernardo della annuciatioe del fignore al Sermone primo, dice apertif- fima cap. vl ',9 imamente, che non bada credere che tu non puoi hauere la re-mifsione delli peccati fe non per laindulgentiadi Dio: nebada credere che tu non puoi hauere alcuno buono defiderio , ne al- Non foto cuna buona operatone , s'egli non la dona : ne bada credere Z^u'ru , . . , . pcbrijb che tu non puoi meritare la vi- fonorime ta eterna con le tue opere, s'ari-fi laccati che ella non ti è data in dono, mbifog» ma oltreàquede cole ( dice fan-to Bernardo ) le quali più todoc fi debb ono giudicare un certo re j"0)I0rc principio &C fondamento della me fi. F E D E/c nccelìàrio che tu creda, che per lui anchora ti fono remefsi i peccati. Ecco come quedo fanto huo-mo cofellà che no bada credere i géeral la rcmifsióc de i peccati: L 5 Ma cap. vi il Ma bifbgna , che tu crcda in par ticolare,chea te fono remeiìèle tue iniquità per Chrillo: & la ragione e in pronto,perche prò mettendoti Dio la giuftificario-tie per 1 meriti di Chrillo, fe tu non credi di efière giuflificato per i meriti di Chriflo,tufai dio bugiardo,&per confeguente fai te indigniamo della grada & li beralitafua . Dubbio. dirai,io credo bene la re- mifsione de peccati, 8c sòche Dio e vjerace, ma dubito di non Riftojk. e fiere degno di tanto dono . Ti rifpondo, che la remifsione de peccati non farebbe dono&Tgra* tia , ma mercede, fe Dio te la co* cedcffe per la dignità delfopere tue, ma ti replico, che Dio ti accetta per giufto, & non ti imputa CAP. VI. ta il pccccato r i meriti di Chri-ito, 1 quali ti fono donati, de di uentano tuoi perla fede * Adunque feguendo il fanto confilio di fanto Bernardo, non creder folamenteingenerale la remifsione di peccati, ma applica qlto credere al tuo particola* re , credendo indubitatamente che per C H RIT O ti fono per donate tutte le tue iniquità, & in quello modo darai gloria à Dio,cofeflàndolo mifericordio-fo Se verace, & cimenterai giu-ilo Se fanto nel cofpctto di Dio, cllendoti comunicata per que-ila fede Se confezione la oiufti-ria de la fantità di GIESG Chri-Ho. t. Hora tornado al ragionami te CAP. Vito della predeftinatione dico, che per le cofe dette di fopra,s'in tende chiaramente che la certezza della predeftinatione alli veri chriftiani non nuoce, ma gioita fommamcnte ♦ A gli reprobi Se fallì chriftiani a me non pare che la polla giouare,perche qua-tunq? quelli cofi fatti huominifì sforzallcro di darli à credere di cllcre nel numero 'dei predefti-nati non lo potrebbono mai per fuadere alla loro confcicntia, la-quale fempre riclamarcbbe, Ma parche la dottrina della predeftinatione polla nuocere a coloro,per che fogliono dire,fe io fono deli reprobati, a che mi giouano le buone opere C S'io fono de predeftinatò, fenza che io mi affatichi nelle buone opere cap. vl ',9 re mi faluerb. Io breuemcntcri rifpondo, chc con quei loro argomenti Diabolici aumentano contra di fe Fira di Dio, il quale ha riuelato alli chriltiani la noti-eia della predcflinatióe, per farli feruenti 5C non freddi nelFa-more di Dio, pronti S>C non lenti nelle buone opere. Onde il uero chrifliano da un lato tiene g fermo di ellèrc pre-dcllinato alla vita eterna, &C di douerfi fàluare, non già per gli fuoi meriti, ma per la elettione di Dio , ilquale nonperFopere noflre ma per moflrare la fua mi fericordia ci ha predeflinati : 8>C dalFaltro lato coli attéde alle buo ne orc & alla inu'tatione di Chri fio, eoe fe la fallite fua depedeffe dalla induftri a5£ diligentia pro^ pria. Ma cap. vl ',9 Ma colui il quale perla dotti ! m dellapredcftinatione rimane di operar bene ( dicendo s'io fo> no predclh'nato mi falucro fen-■sa la fatica delle buone opere ) coitili dico dimoltra chiarame> teche operaua non per l'amore di Dio , ma per amor proprio « Onde le fue opere erano buone forfè S>C fante nel cofpctto de gli ri huomini, ma nel cofpetto di dio che guarda la ìntenrionc, erano maluagie & abomineuoln Di qui fi potrà cogliere, che 1°<•> *[a dottrina della predeftinatio-' buoni, ma , n ■ 1 ■ ancora \ ne più tolto giouache nocciaal- falfi chri= li falfi chriflriani, perche dilco- famgià-- pre la loro hipocrifia,la quale me tuUcog*tYC nafcofa fotto il mato delle «titioiteQl' n r- r lapredc* °Pcrc eltenon,non li può lana-ftin.it ioni. re » Ma cap. vl ',9 Ma uorci che colloro, che dicono , io no voglio operare bene, perche s'io fon predcflinato fenza che io mi affatichi faro fai-uo, uorrei dico che mi diceffero gche qndo fono amalat^no dico© io no voglio ne medico ne medi cine? Perche auello che ha determinato DI O di me non può mancare : perche mangiano C Perche benone C perche arrano la terra, piantano le vigne, &C fanno con tanta diligenza le co-fe opportune alla follcntatione del corpo K perche non dicono tutte quelle noltre fatiche , induftrie lono fouerchie , percioche quello che ha anteuedu-to,& deliberato Dio della vita &C morte noftra , non e polsi-bile chc non attenga - Adwn- cap. vi. Adunque fc la prouidentia di Dio non li fa nepliaenti Se oci - olì nelle eofe pertinenti al corpo perche li douerafare ignaui&o- ciofi nelle cofe pertinenti alias-1 ÌT fettione chriltianaCLa quale se-zacoparationeè piti nobile che'l corpo . Ma pche veggiamo che ne Giefu Chrifto , ne fan Paolo p lo feandalo de reprobi no re -ftorno di predicare la uerita opportuna alla edificatione de gli ellettijclTcndo il figliuolo di dio per amor loro fatto huomo &£ morto in croce : ne noi per lo feandalo de fallì chriftiani debbiamo reftare di predicare la prc deftinatione à veri Chriftiani, poi che habbiamo veduto che ella è di tanta edificatione. Noi fiamo giunti al fine di que- cap. vl ',9 quelli noflri ragionamenti, ne li quali il noflro principale inte-to e flato di celebrare 8C magnificare fecondo le noflre picciole forze il Beneficio flupendo che hariceuoto il chrifliano daGie-fuChrillo crocifitto , ÒC dimo-flrare che la fede g fe fletta giù-llifica, cioè che Dio riceue per giufli tutti quelli, che neramente credono Giefu Chriflo haue re fodisfatto alli lor peccati", bc-che fì come la luce non e fcpara-bile dalla fiamma , chc per fe fola abbrufcia,cofi le buone opere-non fi poffono feparare dalla fede , che per fe fola giuflifica ♦ Quefla fantifsima dottrina, la quale eflàlta Giefu Chriflo,8cab-baflà la fuperbia humana,fu 8C fera sepre oppugnata da gli'chri M ftia- cap. vl ',9 ftiani, che hanno gli animi he-farei. Ma beato colui, il quale imitando fan Paolo, fi fpolia di tutte le Tue proprie giuftifìcatio« ni, ne vuole altra giuftitia che quella di Chrifto: della qual ue-ftito potrà comparerèftcurifsi-ma^ien^néFcolpetto di Dio, SCriceuera da lui la benedizione & la heredita del cielo 8>C della terra infìeme co'l fuo unigenito figliuolo Giefu Chrifto noftro Signore , al quale fìa gloria in fcmpiterno AMEN, y 9 lijhiù. tnarihk*)fj n^&r in^c. chtce, A e huJ TUiJtvtL : Te pWKjOfrC™hSTvt-W tv TK.fcrx.nt' 'V^fmm^i^ Mni t*. CStoC&iU. "Vii/ivi AntaÀ-tL- 'ÙMrj : Cn^AUi Ti CHR€ fAT£5L. I^A'cct trv>t>TP C3«MV5 fVU htx- Me-ptJrtL/foicfyLf TAVOLA DI LVO- ghi della preferite opera. STATO delPhuomo innanzi, dopo il peccato. Car.x Peccato Originale, qua! fia. Car .5 Profsimo qual fia Car.$ Cinque uffici) della Legge. Car3Ì-La gradezza del peccatolo debbe tU fèr caulà di diffidenza . Car.i? Comparatione a dimoftrare Pinfuffici=* enza delP opere. Car.t? Come Phuomo e liberato dalla maledir tione della legge > Car.ts Esortatone a diuetar giuftipxpo.Ca.ig Cóericeueo la fimilitudine di dio. OiS Comparatione a dimolrrare come 1 no-Uri peccati fono tolti. Car.ig Come Panfma fi fa certa edere Ipofà di Chrifto. Car. La fede genera certa fperanza deila mi-lericordiadi Dio. Career La fede e fignacolo della giuftifìcatioc . Car.19 La vera gloria delP haomo e gloriarli in Dio £ Chrifto. Car-.jo M . Pef Per la fede fi uefti'amo dellx meriti di Chrifto. Car.3? Non li può gloriare alcuno di hauer ofe fèruatalalcggedidio. Car .33 L'opere de fedeli anchor che l'mperfet * tepiaciano a dio. Car .,36 Inche modo lafedegiuftifìca. Car .57 Paolo chiama quelli fanti, che noi chias marno chrifhani. Car.40 In che modo chi ha fede non può Ilare lenza operare. Car.40 Le fèntètie di S.Iacomo dell'operare co me s'intendono. Car.41 Due opinioni della giufl:ificatióe.Ca.46 Chriflo c(Tempiodel chrifliano. Car.^i La caulà della croce noftra. Car.54 In chc modo la patienza genera la prò* ua, Car. ytf Quatro remedi} contra la temanone nel la diffidenza. Car ..57 La vera oratfone qual fia . Car.jS Che cofa fia non difccrncrc il corpo del fignore. Car.64 Perche fu ordinatoli lattamento dell'ai" tare. Car-66- la La pace, dC unione e diinoftrata per la códitióe del panc,8^del vino- Carati Chi offèndi: un fratello mebro di' Clini fto,offènde Chrifto. Car.ó7 Chi fi c5ica e obligato a tutti gli uffici) della charita al profilino. Car.68 La predeftinatione . Car.69 Dubitationi. Car,7i Le afffittioni non fono légni di reproba tione. Car.7J. Hauerriceuuta la gratia dcl'euangeIios fi^delcttarfi die paroIe5e imitatione di Chrifto, c legno che liamo figliuoli di Dio • Car7i I fegni del predeftinato. Gir.7* Non e chnftiano chi non fi gloria di ha* uer lo ipirito fanto. Car.76 La remilsione di peccati « Car.8? IL FINE-