ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. - No. 436 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA VI« Santorin tt ■ tei. 1*8 Nella relazione di molti punti di vista Kruscev jugoslavi MOLLET FRA GLI EUFEMISMI E LA REALTA’ L'Algeria e l'Assemblea francese Il commento di Draskovic ai lavori del Congresso del IC sovietico Le cronache della settimana in Jugoslavia registrano alcuni importanti avvenimenti, fra i quali quello luttuoso di Mavrovo cui, dedichiamo un articolo in altra parte del giornale. Nell’ambito delle misure tendenti a equilibrare la nostra economia e a stabilizzare il mercato, il Consiglio esecutivo Federale ha esaminato anche la politica fiscale con particolare riguardo alla commmisurazione delle imposte ai produttori agricoli. Un intervento di Svetozar Vukma-nović, presidente del Comitato e-conomico, è servito, à puntualizzare la complessa materia dei nuovi tassi d’imposta agricola. Della cosa riferiremo ampiamente nel prossimo numero in considerazione del-l’nteresse che hat sollevato presso i numerosi contadini istriani. Nella consueta conferenza stampa al Sottosegretariato agli Esteri a Belgrado, il portavoce Branko Drašković ha dichiarato che nella relazione tenuta nel XX. Congresso del PC sovietico da Nikita Kru-ščev ci sono molte cose nuove e positive, alcune delle quali si avvicinano ai punti di vista jugoslavi. Egli ha poi aggiunto che la dichiarazione comune jugo-sovietica dell’anno scorso ha pure trovato la sua espressione nella relazione. La domanda posta a Drašković era la seguente: »KrUščev ha dichiarato nella sua relazione al XX. Congresso del PC sovietico che è molto probabile che le strade verso il socialismo saranno nel futuro varie, che la realizzazione del socialismo può avvenire anche fuori della guerra civile, che sarà invece possibile servirsi delle vie parlamentari e che infine è necessaria la collaborazione fra i vari movimenti socialisti che hanno differenti punti di vista circa l’affermazione della società socialista. Non vi sembra che ci siano delle modifiche nelle concezioni del PC sovietico? E in particolare non credete che queste nuove enunciazioni si avvicinino al punto di vista jugoslavo?» Branko Drašković ha così risposto: «oliamo ancora esaminando la relazione di Kruočev. Ma già adesso e chiaro che vi sono in essa molte cose nuove e positive. Io penso, secondo quanto ho potuto finora constatare, che si tratta di notevoli mutamenti e che esistano nel PC russo molti punti di vista simili ai nostri.» Il portavoce del- Segretariato agli Esteri ha quindi aggiunto che è da ritenere positiva pure quella parte della relazione Kruscev nella quale l’Unione Sovietica si dice disposta a sospendere gli esperimenti delle armi nucleari. «Qualora si giungesse — egli ha detto — a un accordo in proposito, potremmo ritenere di aver conseguito un grande successo. Ciò rallenterebbe la tensione che gli armamenti creano nel mondo e creerebbe una larga fiducia internazionale.» IL MESSAGGIO DI TITO Al XX. Congrèsso del partito comunista dell’Unione Sovietica è stata data lettura di un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica maresciallo Tito. L’annuncio del messaggio è stato accolto dai congressisti con applausi. «Cari compagni, — è detto nel messaggio — consentitemi a nome della Lega dei comunisti e dell’Unione Socialista del Popopolo Lavoratore della Jugoslavia di inviare al vostro Congresso saluti e auguri sinceri per un fruttuoso lavoro per il bene del vostro grande paese socialista e per il bene dell’ulteriore sviluppo pacifico delia collaborazione e. dei rapporti internazionali. Io credo che questo vostro Congreso avrà un grande significato non soltanto sul piano inter- CONSUNTIVI JUGOSLAVI IL COMMERCIO ESTERO nell'anno trascorso L’ampliamento costante dei rapporti economici che la Jugoslavia ha con oltre 60 nazioni, rientra nel quadro della politica di coesistenza attiva che il nostro Governo ha posto alla base della sua politica. La collaborazione economica rappresenta, in molti casi, l’inizio o il consolidamento dei rapporti di amicizia tra i vari paesi e, di conseguenza, la Jugoslavia si ripropone, nei limivi delle sue possibilità economiche, di aumentare anche il numero delle nazioni clienti o fornitrici del suo mercato. Nel quadro dei rapporti fra pae-, si, un posto importante spetta agli scambi commerciali, il volume del commercio estero jugoslavo ha registrato lo scorso anno un sensibile aumento, passando dai 174 miliardi di dinari del 1954 ai 203,5 miliardi del 1955. Quantunque la maggior parte di tale aumento sia dovuta all’incremento disile importazioni, particolarmente di generi alimentari provenien i dagli aiuti economici e dalle eccedenze agricole americane, registriamo anche un inatteso aumento delie esportazioni, passate dai 72 miliardi del 1954 ai 75 miliardi del 1955. E’ un aumento modesto, ma molto significativo, in ispecie se consideriamo che dalla lista delle merci esportate dal nostro paese sono stati quasi del tutto cancellati i prodotti agricoli. L’aumento è, quindi, dovuto a un incremento nell’esportazione di prodot i industriali e materie prime, fatto che indirettamente comprova i progressi fatti dalla nostra economia. Tale incremen o potrebbe essere maggiore se la qualità, l’as'sortimento e 1 imballaggio dei prodotti fossero oggetto di più attente cure. I generi alimentari, da un importante posizione avuta nel passato nella lista delle esportazioni, sono passati al primo posto nella lista delle nostre importazioni, con un importo di 35 milioni di dinari e costituiscono un fattore importante nella formazione disi passivo nella nostra bilancia pagamenti con l’estero, passivo che, fortunatamente, viene in gran parte coperto con gli aiuti economici e con le eccedenze agricole americane. A 25 miliardi è ammontato il valore dell importazione di materie prime, a 10 miliardi quello dei lubrificanti e carburanti. Per l’importazione di im-. pianti, macchinari, e mezzi di trasporto la spesa complessiva è stata di 30 miliardi di dinari. II primo posto fra i nostri esportatori era detenuto lo scorso anno dall’Italia con 11,5 miliardi di dinari e con il 16% delle esportazioni complessive. Al secondo posto era la Germania Occidentale con 10 miliardi di dinari, rispettivamente vi 13,5%. Al terzo posto venivano gli Stati Uniti con 8 mii'iardi di dinari, rispettivamente con l’8%. Le esportazioni verso la Turchia hanno registrato una sensibile riduzione passando dai 10 miliardi nel 1953 ai 3 miliardi nel 1955. D’importamiza notevole per l’indi-ri»o d«l nostro commercio ait»ro è sta a la normalizzazione dei rapporti con i paesi dell Europa Orientale. Esiste, al riguardo, un reciproco interessa, dimostrato dal fatto che gli accordi commerciali, conclusi nel 1955, non solo hanno avuto lin egrale realizzazione, ma hanno subito un notevole incremento. Gli accordi recentemente conclusi con l’Unione Sovietica, l’Albania e la Polonia prevedono quest anno un aumento del volume degli scambi. Le trait, a'tive con la Cecoslovacchia e la Bulgaria sono tuttora in corso. Bisogna sottolineare la struttura dene merci, par.icolairmenite sodd:-sfaceniie negli scambi con questi paesi ed in particular modo con l’Unione Sovietica. Lo scorso anno si è avuta, inoltre, una sensibile liberalizzazione delle importazioni, riconosciuti dalja maggioranza dei paesi dell’Europa Occidentale, benché la Jugoslavia non fosse membro dell’OE-CE. Dal grado di questa liberalizzazione è dipeso, in gran parte, il volume delle esportazioni. Se nel corso di quest’anno si troverà una corrispondente soluzione per il trasferimento dei mezzi disponibili sul «clearing» nell’ambito dei paesi del-l’OECE, .gli scambi commerciali con i paesi dell’Europa Occidental e a-vranno un nuovo e notevole incremento. L’attività economica della Jugoslavia con l’estieiro faciliterà la realizzazione dei compiti che si pongono dinanzi all nastro paes’e nel corso del 1956. Esistano condizioni favorevoli ad un aumento delle1 nostre esportazioni. Il piamo sociale prevede tale aumento per l’importo di 13 miliardi, rispettivamente del 17% nei confronti del 1955. La realizzazione di questa piano rappresenterà un fattore importante per la liquidazione definitiva del passivo nella bilancia pagamenti del nostro commercio estero. mb Ultime notizie Il maltempo ha accompagnato le elezioni parlamentari svoltesi domenica in Grecia. I risultati definitivi saranno noti domani. Comunque si prevede che la stragrande maggioranza dei seggi, dato il complicato sistema elettorale, andrà alla governativa unione radicale e all’alleanza democratica dell’opposizione. Il rimanente dei seggi sarà probabilmente appannaggio del partito popolare sociale di Stefanopu-los. Alle elezioni hanno partecipato per la prima volta anche le donne. Von Brentano a Pineau hanno dato inizio ieri a Parigi ai nuovi negoziati franco-tedeschi per la definitiva regolazione del problema saarrese. Negli ambienti politici della capitale francese si ritiene che i colloqui si protrarranno per alcune settimane e non si è certi che si concluderanno con un piene ao-cordo. no, non soltanto per l’ulteriore e-dificazione e consolidamento del-l’Unione Sovietica, ma anche su piano internazionale, nel senso del consolidamento della pace e della pacifica soluzione di vari problemi controversi che oggi ancora preoccupano il mondo per la loro gravità e attualità e che rendono necessario il raccogliersi e consolidarsi di tutte le forze progressiste nel mondo al fine di impedire nuove guerre e distruzioni come conseguenze terrificanti per l’intera umanità. Nel nostro paese oggi ben si sanno i grandiosi successi da voi conseguiti nell’industrializzazione del paese, e noi, che un tempo vedemmo l’arretratezza del vostro immenso paese, possiamo meglio di ogni altro valutare quanti sforzi i popoli dell’Unione Sovietica abbiano dovuto compiere e quanta sia stata la fermezza e la tenacia dei comunisti di coerenza leninista perchè potessero realizzarsi questi vostri grandi risultati. Le nostre esperienze, i nostri sforzi, le difficoltà e tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato nella nostra edificazione socialista ci insegnano giustamente a valutare tutte le difficoltà che voi siete stati costretti a superare per raggiungere l’attuale grado di sviluppo. Con la visita al nostro paese dei vostri dirigenti, i compagni Kruščev, Bulganin e Mikojan e con la pubblicazione della cosidetta dichiarazione di Belgrado, non solo un nuovo periodo è subentrato nello sviluppo dei rapporti fra i nostri due paesi e nei rapporti con gli altri paesi di democrazia popolare, ma si é avuta anche una notevole Influenza positiva sullo sviluppo delle relazioni internazionali sia nel senso del consolidamento delle forze a-manti della pace sia nel senso del graduale stabilirsi della comprensione reciproca fra i popoli e della diminuzione della tensione e del timore di una guerra. Ritengo che siamo ancora molto lontani dal poterci dichiarare soddisfatti dall’odierna situazione internazionale. Si può dire però con profonda fiducia che la voce della pace si fa sentire sempre più forte di certi gridi di guerra. Ritengo infine, compagni, che possiamo ritenerci soddisfatti del graduale ed ininterrotto miglioramento dei nostri rapporti e certi che proprio questa via -graduale sia la più efficace ai fini dello stabilirsi di una salda fiducia reciproca e della collaborazione. Questa via nello stesso tempo ci consente di eliminare nella prassi quotidiana tutti quegli elementi che possono ostacolare fi consolidamento della nostra fiducia reciproca.» Il Primo ministro francese, Guy Mollet, reduce dalla sua presa di contatti di Algeria ha puntualizzato al Parlamento parigino la situazione e gli addentellati psicologici in atto in quel territorio del Nord Africa. Fra non molto, con tutta probabilità, egli dovrà affrontare, sotto forma di interpellanze sul terreno parlamentare, quelle stesse forze che gli hanno preparato, ad Algeri, la ben nota accoglienza a base di urla e lancio di frutta marce. Ottenuto da Algeri, con la violenza e la minaccia, le dimissioni del generale Catroux da ministro residente, i colonialisti tenteranno, forse, di ottenere dai banchi dell’Assemblea Nazionale le demissioni di Mollet e del suo governo. In queste loro velleità i colonialisti potranno, magari, sentirsi incoraggiati dalla scarsa maggioranza (solo nove voti) che venerdì scorso all’Assemblèa ha deciso il rinvio sulla questione delle sovvenzioni alle scuole private. Certo il rinviò della discussione su tale problema e con una tale votazione rappresenta per Mollet un avvertimento, se non un monito, sulle maggioranze che potrebbero formarsi contro di lui sullo scottante problema algerino, che egli, giovedì scorso, si è nuovamente impegnato di risolvere sulle basi della democrazia e della giustizia sociale. Ciononostante il primo ministro francese, pensiamo, potrà superare lo scoglio e avviare a soluzione la questione se riuscirà, o vorrà, affrontare lo scottante problema, uscendo dagli eufemismi delle parole per guardare in viso la realtà quale gli si è certamente presentata nella sua visita ad Al- _ geri, e quale viene confermata ogni giorno dal sangue che scorre nel Nord-Africa. Ogni giorno, in Algeria, decine di uomini cadono in scontri armati con le forze francesi di repressione per affermare la loro nazionalità algerina, il loro diritto all’indipendenza e la loro impossibilità ad accettare il dominio coloniale che, in campo economico e sociale, porta, per esempio, ad un reddito medio per ogni francese residente in Algeria (compresi donne e bambini) di 208.000 franchi all’anno, mentre tale reddito (cifre ufficiali francesi) scende a soli 33.000 franchi per gli indigeni, a parte poi il fatto del milione di disoccupati su una popolazione di otto milioni di abitanti. Di fronte a queste cifre poco valgono gli eufemismi sulla «democrazia sociale» e gli aiuti alimentari con il contagocce. Per superare e risolvere il problema, Mollet dovrà tenere conto della realtà e della situazione creata in Algeria dal colonialismo, il solo e vero nemico della Francia In quel territorio. Altro eufemismo da abbandonare, pensiamo sia quello sulla «personalità algerina», termine vago usato da Mollet al posto di «nazionalità algerina». A dire il vero, il termine usato dal Primo ministro francese indica in lui, per lo meno, della buona volontà, in quanto, fino ad oggi, la legislazione e la politica ufficiale della Francia hanno soltanto parlato di «francesi e mussulmani di Algeria», preferendo usare il termine religioso per indicare un popolo, piuttosto che ammettere resistenza di «algerini»; esistenza che è reale e che nessun eufemismo può far sparire in un territorio dove vivono un milione e centomila «cittadini metropolita- PROFONDA ECO DI CORDOGLIO PER LE VITTIME DI MAVROVO Avviso ai lettori Come ripetutamente annunciato da Radio Capodistria, il giornale non è uscito la scorsa settimana causa la persistente carenza di energia elettrica. Preghiamo i lettori di scusarci e di considerare che ogni ritardo nella normale pubblicazione de! giornale dipende sempre dall e-rogazione dell’energia elettrica. Siamo, speriamolo, alla fine della terza ondata di maltempo e freddo che in Europa ha infuriato per tutto questo scorcio di febbraio con particolare crudezza. A centinaia si contano le vittime umane mietute dalle intemperie, mentre i danni causati all’economia in genere ammontano a somme ingentissime. La più colpita è stata l’agricoltura dei paesi solitamente a clima più mite (Italia, Francia), dove le colture meridionali, investite dalla morsa di freddo e di gelo, sono deperite in gran numero. Sulla costa francese, ad esempio, l’ottanta per cento degli oli-veti è andato distrutto. Nell’Italia centrale e meridionale, particora-ment.e in Sicilia, i danni alle vaste piantagioni di olivi, aranci, mandarini e limoni, che, come noto, costituiscono una parte preponderante dell’economia agricola sono molto consistenti. Anche l’industria e il traffico hanno risentito grandemente delle condizioni di disagio generali delle strade e delle riserve d’acqua nei bacini delle centrali elettriche. Per mare il movimentò delle navi è stato quasi paralizzato e parecchie unità di minore tonnellaggio sono andate perdute con i loro equipaggi, tra le quali il mercantile italiano «A. Regolo» che, strappato dalla 'bora dagli ormeggi SULL’ESEMPIO DELLA FRANCIA? lu SCHIERIMI! POLITICO HULIMO Quest’ oggi, alla riapertura della Camera dopo la morte del Ministro del Tesoro, onorevole Vanoni, il Primo ministro italiano, Segni, presenterà il suo piccolo rimpasto di gabineito. Mancavano, infatti, due ministri: quello del Tesoro e quello del Bilancio, i due dicasteri chiave, che dopo le dimissioni del senatore Gava dal Tesoro erano passati sotto la direzione del defun-tq Vanoni. Per chi ha seguito le polemiche e le manovre che hanno preceduto, e seguito, le dimissioni di Gava è chiaro che il compito del Primo ministro era tutt’al-tro che facile. La destra economica, all’interno della Democrazia Cristiana ed alla testa del Partito liberale, ha dimostrato a sufficenza con il «caso Gava« che mal si rassegna ad una politica interna che' in Italia porti ad un maggiore intervento dello Stato nell’economia. Quella politica cioè che i conservatori italiani rimproverano al governo Segni di condurre attraverso spese di bilancio tendenti, con il noto Piano Vanoni, all’incremento della produttività attraverso stanziamenti e piani indicatori statali. In realtà, il «caso Gava» sta tutto qui. L’ex ministro del Tesoro, sotto l’egida di un «bilancio austero e sicuro, che eviti i pericoli di inflazione», ad altro non mirava che all’imbrigliamento del Piano Vanoni, in particolare, e della politica ećonomico-sociale di Segni in generale. Basti aver presente l’opposizione di Gava agli aumenti agli statali e le sue enunciazioni sulla • debolezza del bilancio finanziario, opposizione ed enunciazioni fatte proprie dalla Confindustria e dalla Confragricoltura attraverso la stampa dominata dalle due massime organizzazioni padronali. L’ultimo discorso tenuto da Vanoni al Senato pochi momenti prima della sua morte aveva un’evidente intenzione polemica. «Non si può seguitare — ha detto fra l’altro — a ricordarsi di certi cittadini solo quando c’è da richiamarli alle armi ed abbandonarli poi dimenticati ed isolati nel mondo». E’ chiaro che «certi cittadini», nelle parole di Vanoni, siano i due milioni di disoccupati italiani ed i tre milioni di sottoccupati, oltre ai vari milioni di contadini e braccianti i quali, nei loro villaggi, come in quello rioerdato da Vanoni, hanno soltanto «il monumento ai caduti in guerra come prova della sollecitudine dello Stato per i suoi cittadini». Un ministro in carica non pronuncia parole del genere, che sono un atto di accusa alla classe dirigente, se ad esse non deve ricorrere per rintuzzare le velleità della più cieca conservazione sociale. Sarebbe stato ingenuo credere che la destra economica, bollata indirettamente da Vanoni, avrebbe accettato con facilità la nomina, da parte di Segni, di due uomini troppo caratterizzati che. nei dicasteri del Bilancio e del Tesoro possono fare delle parole di Vanoni la loro regola nella politica economica ed interna dello Stato. Non è da escludere che le forze della conservazione mirassero alla crisi governativa con lo specioso pretesto che il cambio di uomini in due dicasteri chiave comporta un mutamento nella formula e nella sostanza della formazione governativa, manovra già tentata, e fallita, con l’abortito «caso Gava». Il monito delle elezioni francesi .del 2 gennaio non è stato di insegnamento per i conservatori ed anzi, in Italia, sembra averli stimolati a forzare aperture a destra per sbarrare le porte ad eventuali a-perture a sinistra. Nei loro sforzi hanno scoperto le proprie carte, giungendo ad accusare il governo Segni (sulla stampa e nello stesso parlamento) di «condurre la politica delle sinistre senza le sinistre». A questo proposito essi hanno accusato Segni, e la direzione D. C., di aver abbandonato al loro destino i «partitini» della coalizione governativa, abolendo gli apparentamenti. elettorali ed accettando il principio della proporzionale nei Comuni con più di diecimila abitanti. In realtà, il fatto che le elezioni amministrative si tengano a giugno, su base proporzionale e senza apparentamenti, spaventa i conservatori italiani perchè così non solo temono il responso immediato delle urne, ma paventano il fatto che con tali elezioni, svolte senza apparentamenti, si avrà l’assestamento dello schieramento politico italiano in movimento verso posizioni di centro sinistra. Infatti, gli apparentamenti avrebbero costretto i socialisti di Nenni a bloccare con i comunisti, come li »vr«bb« costretti anche un siste- ma elettorale maggioritario. La «conservazione» italiana teme dunque l’esempio della Francia. Teme che la convergenza in atto dà tempo delle sinistre su posizioni comuni a quelle del governo Segni e lo spostamento della sinistra democristiana su posizioni sociali possa portare, dopo le elezioni di giugno, a probabili elezioni politiche anticipate ed alla formazione di una nuova maggioranza governativa che, isolando i liberali con la destra, renda inevitabile una coalizione che vada dalla D. C. ai repubblicani ed ai socialdemocratici fino ai socialisti dì Nenni, con il benevolo atteggiamento di attesa dei comunisti che, in Italia come in Francia, sono disposti ad appoggiare un governo che presenti garanzie di un piano di riforme sociali e di sviluppo economico. Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220 trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. ni francesi» ed oltre otto milioni di «cittadini mussulmani francesi». Gli uni e gli altri, si dice con un altro eufemismo, «cittadini francesi di pieno e pari diritto». Ma anche qui la, realtà è un’altra. Otto milioni di algerini, per esempio, possono eleggere 15 deputati all’Assemblea nazionale francese mentre poco più di un milione di coloni francesi eleggono lo stesso numero di deputati. Una «parità» che suona ironia! Inoltre, non va dimenticato che, al di fuori degli eufemismi, in Francia, nove milioni di abitanti (quanti quelli di Algeria) sono rappresentati in parlamento da circa 150 e non da 30 deputati. Nella discussione all’ Assemblea Nazionale francese questa settimana sì riparlerà dell’Algeria. Se ne parlerà certo con abbondanza di eufemismi. Se alle parole Guy Mollet saprà infine contrapporre la realtà da lui constata ad Algeri, avrà fatto fare alla Francia un grande passo avanti nella stessa Algeria e nella stima dell’opinione pubblica mondiale. In caso contrario egli avrà gli applausi di coloro che ad Algeri lo hanno accolto con il grido di «Mollet alla forca!» e non avrà fatto un passo nemmeno come Primo ministro. 7 GIORNI nel porto dalmata di Senj è affondato al largo di Veglia. Ma la disgi’azia più raccapricciante è accaduta in Macedonia, e precisamente a Mavrovo, località dove si costruisce una delle nuove centrali idroelettriche più grandi del nostro paese. L’afflusso repentino di masse d’aria calda dal sud ha provocato un rapido disgelo, favorito dalla pioggia sopravvenuta. Dal fianchi delle montagne circostanti molte valaghe sono precipitate su alcuni cantieri di lavoro, sorprendendo nelle baracche gli o-perai, costretti dal maltempo a una forzata inattività. Le valanghe hanno spazzato via anche una caser-metta di guardie al confine, provocando morti e feriti gravi. Il terribile bilancio di Mavrovo ammonta, per ora, a 55 morti e 18 feriti gravi, mentre il destino di 29 operai, isolati in un cantiere più lontano, è ancora incerto. Le prime valanghe sono precipitate I’ll febbraio dalle falde del monte Korab, seppellendo 3 operai, che sono morti sull’istante. La seconda valanga ha investito un intero gruppo di operai, provocando vittime e feriti. La valanga che ha spazzato via la casermetta delle guardie di confine ha seppellito sotto l’enorme massa di neve e di detriti 19 soldati, 11 dei quali sono deceduti sul colpo e gli altri otto sono rimasti gravemente feriti. Le operazioni di soccorso, immediatamente avviate da parte della guarnigione di Gostivar, gruppi sanitari e alpinisti sciatori, sono ostacolate dal persistente maltempo e dalla continua minaccia di nuove valanghe. Una di queste, investendo in pieno il villaggio di Ribnica ha mietuto altre 13 vittime. Le valanghe hanno ostruito anche il letto del fiume Radika, raggiungendo in certi punti lo spessore di 100 metri, ciò che fa temere catastrofiche inondazioni durante il disgelo. Sul posto della sciagura sono giunte immediatamente le maggiori autorità civili e militari della R. P. di Macedonia, con in testa il Presidente dell’Assemblea popolare macedone, Lazar Koliševski e il comandante della zona militare dl Skopje, gen. Rado Hamović. Il Presidente della Repubblica, Maresciallo Tito, ha inviato alle famiglie delle vittime un messaggio nel quale esprime il suo più profondo cordoglio per il grave lutto che le ha colpite. TRA EST E OVEST Con le sue contraddizioni endogene, con l’intersecarsi in esso di e-normi contrastanti interessi economico - finanziari estranei, il Medio Oriente continua a rimanere quello che gli osservatori obiettivi hanno già acutamente definito un focolaio di conflitti, una minaccia per la sicurezza. Il patto di Bagdad prima e poi i colloqui anglo-americani di Washington in cui Gran Bretagna e Stati Uniti hanno riaffermato l’adesione alla dichiarazione stessa con la Francia nell’ormai lontano 1950, dichiarazione che impegna le tre grandi potenze occidentali ad un eventuale intervento diretto in Medio Oriente, hanno reinserito questo settore nella parte più vivace della polemica fra Oriente e Occidente, polemica che ha avuto un nuovo episodio nella dichiarazione del ministero degli esteri sovietico del 13 febbraio. La dichiarazione rappresenta un serio ammonimento alle potenze occidentali. Oggetto di particolare protesta sono nel documento sovietico le notizie sinora non smentite secondo le quali alcuni paesi intendono inviare proprie truppe nei territori del Medio Oriente in violazione della sovranità e in contraddizione con gli interessi del consolidamento della pace in quella parte del mondo. Il documento attacca quindi 1 recenti colloqui anglo-americani di Washington ed afferma che le previste misure comuni delle due grandi potenze occidentali nel Medio Oriente, benché non precisate, non sono state concordate nè con i paesi del settore interessato nè con le Nazioni Unite ed esse rappresentano quindi un’azione arbitraria, oltre che lina violazione dei principi dell’ONU. Francamente l’atteggiamento occidentale giustifica questa reazione dell’Unione Sovietica la quale, sino a prova contraria, ha negli ultimi tempi dimostrato di saper guardare in modo diverso, in modo più positivo, anche ai problemi di questo settore. Nessuna meraviglia quindi se l’opinione pubblica araba accoglie le proposte sovietiche di aiuti non soggetti ad alcuna condizione con molto maggior favore della creazione di patti militari del tipo di quello di Bagdad o dell’annuncio di eventuali interventi stranieri in casa propria. Troppo forti sono gli interessi petroliferi di Gran Bretagna e Stati Uniti in quei settore, troppo forte è l’influenza dell’elettorato e del capitale ebraici negli Stati Uniti perchè gli interventi di queste due grandi potenze possano essere scevri da mire particolaristiche in contrasto con le aspirazioni sia di Arabi che di Israeliani. L’EURO ATOM A Bruxelles i sei ministri degli e-steri del pool carbo-siderurgico europeo hanno esaminato il progetto dell’Euro-atom, l’organismo supernazionale europeo per la collaborazione nell’impiego pacifico dell’energia atomica. purtroppo il comunicato conclusivo dei lavori non reca alcun elemento che possa contribuire ad una ulteriore precisazione dei compiti e della struttura dell’Euro-atom. L'iniziativa, in via di massima, deve considerarsi positiva. Il fatto è però che i tentativi del sei paesi dell’Europa occidentale di dar vita al-l’Euro-atom prestano il fianco a due critiche fondamentali: la super-na-zionalità e la ristrettezza geografico-politica. Per quanto riguarda la super-nazionalità è sufficente rilevare la prematurità di questa concezione, la sua inattualità. Più lungo è invece il discorso per quanto riguarda i limiti geopolitici del progetto di Euro-atom. . Se l’Europa vuole unire i propri sforzi in un campo in cui come quello atomico, la collaborazione, dato il necessario impiego di ingenti mezzi e l’importanza dello scambio delle esperienze, è pressoché indispensabile, diviene allora esigenza inderogabile abbandonare nella trattazione di questo problema ogni concezione che si richiami alla politica bloccarda. LA RIFORMA DELL' AMMISI R AZIONE S1ATALE Istituite due nuove Segreterie di Stato -■ Tutto indica che nel 1956 l’orga-nizzazione ed il funzionamento del-i’amministrazdone statale sarannno un tema piuttosto frequente nelle discussioni di politica interna. La nuova politica economica è La causa dirètta delle preannunciate variazioni nel numero, nella s ruttura e nei limiti delle competenze degli organi direttivi federali e repubblicani. Naturalmente la nuova politica economica non è la sola causa che ha fatto risollevare tale discussione negli ambienti politici nazionali. Anche gli altri campi della vita sociale vengano negativamente influenzati dall’immaturità e dalla mancanza di collegamento dei singoli .servìzi amministrativi. Gli organi deiramminis'razione statale spesso non sono in grado di impedire la violazione delle leggi e delle disposizioni federali. I vuoti nel meccanismo statale sono evidenti particolarmente in questo campo, mentre la posizione sociale ed economica degli impiegati delilo sta’o non è tale da poter garantire l’efficacia della loro attività di organismi di controllo e di ispezione. Nel 19*4 r»tf«nzion« «ra eonoen- trata sull’attività politica e pratica dei massimi organismi dello stato, déirAssemblisa lederne, di quelle repubblicane e dei loro organi pollici, i Consigli esecutivi, mentre il 1955 è trascorso nel segno della riorganizzazione dell autoamministrazione locale. L’attività degli organi che determinano e dirigono l’aibtuazione di una specifica poli i-ca è stata chiarita in tutti i suoi a-spet’ù. E' però rimasto all’ombra il complesso dei problemi riguardanti Pamministrazione statale, di quelli cioè, che, nei limiti più ristretti, diremo tecnico-profes'sionali, garantiscano l’applicazione di tale politica. Tale constatazione non viene negata da nessuno come neanche i conseguenti casi di indisciplina sociale e di visuali localistiche sull’uso dei fondi materiali disponibili. D'altra paar’e, la posizione Socia-Ile dell’ammiistrazione statale e la misura della sua aulonomia e indipendenza hanno un aspetto politico importantissimo nel sistema dell’autogestione operaia e comunale. Con le disposizioni federali, a'tu!-memte in fase di elaborazione, aumenterà il numero degli organi amministrativi ‘•comomicd federali e repubblicani. Oltre a due nuove Segreterie di stato, quella per le finanze ed il mercato, verranno (Lsitiiuias alcune segreterie per i singoli Consigli del/As-emblea Federale, ma come organismi amministrativi con determinate compe.en-ze. Analoga organizzazione sarà attuata anche nelle repubbliche, mentre presso i comi ati popolari verranno costituiti nuovi consigli per i vari affari inerenti l’economia. Prendendo in considerazione le attuali lacune dell’ammiiniis'trazionte statale è molto probabile che gli organi federali e repubblicani ricevano competenze più vaste. Le loro funzioni e ampiezza saranno precisate con maggior chiarezza, mentre sarà aumentata la loro responsabilità. Maggior chiarezza sarà in-frodo'ta nei rapporti reciproci tra questi organi, come nei rapporti tra loro ed i Consigli Esecutivi federale e repubblicani. Io base a questi fatti si può concludere che la riforma degli organi amministrativi verrà realizzai nei limiti della Legge costituzionale e dei suoi principi. Si perfezionerà co'ì l’organizzazione di un servizio che agisce in un delicato settarie della vita pubblica. TURISMO L flUMEHTO DEILE PENSIONI Influirà poco sull' afflassi) tei Unisti Il 44Palace,, di Portorose, oltre alle terme, sarà dotato anche di una piscina natatoria olimpionica? -^Trattative con un’agenzia francese per l’apertura di una casa-da gioco PORTOROSE, 16 — E' giornata quasi primaverile, questa di oggi per cui l’assurdo di parlane del turismo quando sulla piazzetta di Por-torose la fontana fa un magnifico arabesco di stalagmiti ghiacciate, è meno marcato. A scrivere del turismo ci hanno comunque spinto alcuni timoni, espressi da più parti, riguardo i nuovi prezzi che quest’anno ein reranno in vigore mille nostre località turistiche, prezzi che sono aumentati rispetto 10 scorso anno in media del 25— 30 per cento. Concretamente, al «Palace» presso la cui direzione ci siamo informati, le rette giornali«, re andranno da un minimo di 1.350 a un massimo di 2.680 dinari giornalieri, a seconda della categoria, con riduzione ante-stagione e post-stagione del circa 20—30 per cento. Dalla direzione del più grande albergo di Pocrtorose abbiamo voluto sentire le reazioni della clientela estera a tali nuovi prezzi, ed anche quali misure i nostri organismi turis'ici intendessero adottare qualora tali reazioni dovessero dimostrarsi del tutto sfavorevoli. I prezzi stabiliti per quest’anno poggiamo, comunque, su una base economica con qualche tendenza al rialzo, poiché gli alberghi, privati della compartecipazione alla valuta estera realizzata, non possono più coprire le perdite, derivanti dai prezzi sotto costo con la vendita della valuta al mercato libero. Le riduzioni, quindi* * artiche -in caao di reazioni negative, _ potrebbero essere di un’entità minima a memo che da altre parti non si adottino misure atte a posisibilitare riduzioni maggiori. Riteniamo però che ciò mora sarà necessario. Difatti in Inghilterra, Francia, Svizzera e particolarmente nei Paesi -scandinavi i nuovi prezzi sono stati accolliti con la massima indifferenza dal che si può desumere che non rappresentano un problema mentre è aumentato l’inte-insisamento delle agenzie turistiche di questi paesi per la villeggiatura in Jugoslavia. Sul tavolo del direttore del «Palace», abbiamo visto un telegramma proveniente da S occoima con ili quale si chiede l’urgente invio idi un migliaio di prospetti turistici riguardanti Portorose. Dunque, nessun timore per quanto riguarda i paesi già indicati. C’è qualche riserva da parte delle agenzie turistiche germaniche, risèrve che però non sono di tale natura da poter -sollevare preoccupazioni. Mancherà invec-e il turismo austriaco, almeno a Portorose, poiché i turisti di questo paesisi non sono in grado di sostenere la nuova spesa. Stando coisì le cose, le direzioni degli alberghi intendono mantenere i prezzi già fissati, provvedendo a qualche lieve riduzione, nel limite delle loro possibilità, verso la seconda metà di aprile, semprechè dovesse prospettarsi un insuccesso della ,stagione turistica. Le possibilità di eventuali maggiori riduzioni sorgerebbero qualora si risolvesse 11 prohlema dell’acqua, sollevato dagli organi turistici. Anche a noi sembra impassibile, e ingiusto, che gli alberghi debbano corrispondere la tariffa massima di 60 din. al metro c-ubo per tutto il quantitativo consumato, e che tale spesa non sia indifferente lo dimostra il fatto che nel 1955 il solo «Palace» di Portorose ha dovuto corrislpon-dere per l'acqua un importo aggirantesi sui 2 milioni di dinari. Riteniamo che, anche per gli alberghi, dovrebbe essere fissate una noma di tanti metri cubi per un posto letto da pagarsi con la tariffa di 16 din., mentre -il resto potrebbe essere paga- to anche a 60 din. Ai «Palace» abbiamo voluto vedere a che pnuto stia il noto progetto di cas,nozione degli annessi bagni termali, che già a suo tempo dettero lustro a Portorose. Il progetto è completo in tutti i suoi punti è prevede una serie di costruzioni con bagni elioterapici (di fanghi e acqua madre) e una piscina 9x9 m con acqua calda marina. A questo p-unto è -sorta una nuova idea che ha fatto sospendere l’inoltro del progetto, idea che riteniamo degna della massima considerazione. Si tratta della piscina che invece dei 9x9 potrebbe avere misure olimpiche in modo da fare del «Palacie», oltreché un luogo di cura, anche un centro sportivo invernale di notevole importanza, in considerazione che in tutta la Jugoslavia non esiste una piscina coperta per allenamenti e incontri di nuoto invernali. La presenza stessa degli sportivi farebbe in un certo -senso perdere quel caraterò quasi esclusivamente ospedaliero che il «Palace» eventualmente potrebbe assumere con la costruzione delle sole terme ed è ciò che si terne. La pisciina sportiva (e per costruirla non serve rifare il progetto) potrebbe rappresentare anche un prolungamento CAPODISTRIA, 18 — Le organizzazioni di base dell’Unione socialista del distretto sono ormai quasi alla vigilia delle elezioni dei nuovi Comitati e dei delegati alle Conferenze comunali. Tali elezioni sono del tutto normali, come previsto dallo Statuto. Tuttavia esse non rivestono minore importanza di altre precedenti, quando la lotta politica in questo territorio attorno al problema di Trieste era molto acuta. Non sarà male perciò se, in questa occasione, ci soffermeremo alquanto su alcuni problemi delle organizzazioni nel Capodistriano. Innanzitutto dobbiamo rilevare il considerevole progresso compiuto in o-gni senso nel corso dell’anno passato. Le organizzazioni di base si sono rafforzate politicamente e organizzativamente, in particolare nelle campagne, dove il loro ruolo s’è fat to efficacemente sentire nella vita sociale. Un pò meno nelle città, dove la situazione politica più fluida ha inciso sulla consistenza numerica dei membri, senza tuttavia portarla a diminuzioni sostanziali, peraltro presto colmate dall’inclusione di nuovi cittadini, prima alquanto passivi e di altri qui trasferitisi da altre parti. In genere, quindi, rapporto dei membri dell’Unione socialista alla affermazione di questa nella vita sociale è stato soddisfacente. Un bilancio preelettorale attivo, benché, come in ogni organizzazione di questo mondo, si siano lamentate, e si lamentino tuttora, deficenze, peraltro non molto gravi. Sarà bene pertanto guardare alle nostre deficenze con occhio critico e grande attenzione. Vi sono ancora problemi insoluti o la cui soluzione non è stata intrapresa con la dovuta energia e costanza, da quello principale dell’iniziativa dal basso, ancora titubante, a quelli più larginali del funzionamento organizzativo interno. Il dilungarci su tutto questo complesso di questioni richiederebbe molto più spazio, e ciò potrebbe, se tirato troppo e comprendente tutto quanto vorremmo dire, far perdere la chiarez- della stagione turìstica. Ad esempio, per le feste pasquali di questo arano è previsto l’arrivo di circa 300 turisti esteri, dei quali im centinaio da Basiliea. E’ certo che se questi turisti avessero a disposizione una grande piscina con acqua calda marina prolungherebbero il loro soggiorno. Comunque per l’attua zione dell’idea, caldamente appoggiata anche dagli ambienti natatori sloveni, è stata formata una commissione, presieduta dal Presidente del Comitato Popolare di Pipano, con il compito dii pronunciarsi in merito. Veniamo, infine, aill’ullima novità che dovrebbe apparire già quest ,-anno al «Palace» se da parte nostra non vi fossero ideile inspiegabili e ingiustificate riluttanze. Una società parigina, gestitrice di parecchie case da gioco, ha proposte ai nostri organismi l’istituzione al «Palace» dii un («casinò» per turisti e-steri. La società, secondo ile prime proposte, farebbe tutti i lavori d’investimento is darebbe il proprio personale, mentre il ricavato verrebbe diviso a metà tra l’albergo e dette (Società. La direzione del «Fallacie» ha chiesto particolari più dettagliati però a giudicare da queste condizioni generali esse ci Sembrano accettabili. M. B. za d’idee. Ci limiteremo perciò stavolta al problema primo — tralasciando l’esame di quelli organizzativi correnti, o che almeno dovrebbero essere tali (evidenza dei membri, pagamento delle quote organizzazione dell’attività e ricerca delle forme più adatte ecc.), ai più direttamente interessati, ossia ai membri delle singole organizzazioni, che a-vranno campo e possibilità di parlarne alle assemblee annuali che precederanno la consultazione elettorale. Riteniamo sia essenziale il problema dell’iniziativa dal basso. Parecchi nostri Comitati base non riescono ancora a svincolarsi dalla ormai strapassata prassi dell’attesa delle direttive. Succede così che moltissimi problemi di carattere politico, economico, sociale o altri non meno importanti, passano inosservati, o vengono appena sfiorati. E’ evidente che, avendo i fori superiori già fatto piazza pulita del vecchiume, una simile prassi al basso diminuisce, quando addirittura non paralizza, il ruolo dell’Unione socialista come tale e la vita organizzativa della stessa base, che è poi definitiva quella che prima di ogni altra dovrebbe, e deve, reagire ad o-gni evenienza. E’ logico e perfettamente comprensibile perciò che il danno politico, morale o, se così vogliamo dire, di prestigio che ne deriva all’Unione socialista è enorme, togliendo agli occhi dei suoi membri e di tutti i cittadini onesti la prospettiva giusta nonché passiviz-zandone l’attività. E’ estremamente importante perciò (ci limitiamo stavolta a questa sola questione) che le candidature dei nuovi compagni per le elezioni nei Comitati vengano passate al setaccio di una radicale discussione, con l’impegno da parte loro, in presenza dell’assemblea annuale, di a-doperarsi per una continuità ininterrotta e un fervore d’attività che consegna finalmente — poiché da ciò appunto dipende — l’iniziativa della base, condizione essenziale di ogni buon risultato. L’UNIONE SOCIì LISTA dinanzi alle elezioni Mirko'Lenac Domenica pomeriggio hanno avuto luogo a Zamet — Fiume — le e-sequie di Mirko Lenac, già comandante dell’Amministrazione Militare di Capodistria, membro del Consiglio Esecutivo Federale e deputato all’assemblea popolare. Deceduto dopo lunga malattia, Mirko Lenac, nacque nel 1919 a Fiume e partecipò alla lotta di liberazione dal 1911. Ricoprì durante la lotta popolare importanti cariche politico-militari. Dopo la liberazione venne nominato comandante dell’Amministrazione Militare dell’Armata Popolare Jugoslava a Capodistria. La prematura scomparsa di Mirko Lenac lascia profondo rimpianto particolarmente fra le popolazioni dei distretti di Capodistria e Buie Pola in veste bianca ALL’INSEGNA DELLA BORA E DELLA NEVE VESTITA DI BIANCO I/ ARENA (Dal nostro corrispondente) POLA, febbraio. — Il mese più corto del 1956 ha fatto quello che dicembre e gennaio educatamente si sono rifiutati di commettere. Con la sua bora e con siberiane tormente di neve, febbraio ha preso di mira anche noi polesi, che vantiamo orgogliosamente un clima meraviglioso. 11 vento ha portato nubi di neve dentro ad ogni fessura, infrangendo finestre e porte, rendendo impraticabile la riva a scanso bagni fuori stagione, abbassando il mercurio del termometro sino ai 9 e 10 sotto zero. Anche l’Arena si è vestita di bianco, sembrando allibire alla vista del mare che si alzava in ondate paurose di quattro metri, mentre sulle strade una coltre alta in certi punti anche un metro, ha fatto bloccare ogni traffico. Qualche autocarro con le catene alle gomme è riuscito a transitare, ma gli autobus sono mancati in pieno alle necessità della popolazione. Qua e là sono comparsi sciatori, slitte per andare a far le compere e cramponi da ghiacciaio (!). Per noi, che avezzi a passare tutto l’inverno senza pedanti cappotti, questi sono brutti records. PRESI ALLA SPROVVISTA Pola, che non è una città di tradizioni . . . nordiche, è stata presa alla sprovvista da una stagione che fa strage in tutta l’Europa. Quanta gente è stata colta senza riserve di legna e carbone da ardere, correndo poi ad ammassarsi dinanzi ai magazzini, sotto l’infuriare della tormenta? Oltre a tremare, come hanno fatto commesse e commessi nei negozi, cameriere e clienti nei ritrovi pubblici, sovraccarichi di lavoro sono stati gli installatori, il cui capo Pericin ha dovuto farsi in quattro per rispondere alle richieste di riparazione a moltissime tubature d’acqua. Questo perchè gli impianti non sono protetti contro i freddi e gli utenti non sanno prendere le dovute precauzioni in caso d’indiavolati inverni come questo. Il Cantiere Navale ha chiuso i battenti per quasi una settimana e le scuole altrettanto; cinema e lo- NUOVI 700 QUARTIERI in progetto a Semedella CAPODISTRIA. — Si è riunito giovedì scorso il Consiglio urbanistico del Comitato Popolare Distrettuale. E’ stata discussa, fra l'altro, la sistemazione della zona tra Ancarano e Punta Grossa, dove sorgeranno alcune case di riposo ed il convalescenziario della Croce Rossa Slovena. L’architetto Bežek ha poi illustrato il progetto del secondo lotto di edifici per abitazioni a Semedella. Tale progetto prevede la costruzione di 514 nuovi alloggi e 144 «garconnières». E’ stato trattato anche il problema delle aree fabbricabili a Capodistria ed è stata decisa la locazione della nuova Casa comunale della sanità, che sorgerà in prossimità del Dispensario antitubercolare. cali, oltre alla popolazione, sono rimasti spesso al buio, costringendo gli elettricisti a continui interventi d’emergenza. I vigili del fuoco sono entrati in azione per qualche incendio ai comignoli, ma anche nell’incendio che ha quasi distrutto il grande laboratorio di calzature DES, situato in corso. Dove il persistere delle nevicate ci ha trovati completamente impreparati è nel problema del traffico cittadino, e qui si deve dire che si tratta di una deficienza. Invece di lasciare a quei pochi vecchietti — spazzini il difficile compito di liberare le strade da grossi strati di neve pressata e ghiaccio, si doveva provvedere a mobilitare magari quella manodopera lasciata libera da alcuni obiettivi industriali e per rimunerarla il comune do- PISINO — In un vilaggio del comune di Sottopedena il 28.enne Edo Benió ha commesso un bestiale delitto, uccidendo la propria madre, adoperando da prima una forca e quindi una scure. Il Berne, datosi dopo il delitto alla latitanza, veniva ben presto arrestato. Egli era appena da una settimana dimesso dalla Sezione psichiatrica dell'O-s,pedale polese. VISIGNANO.— Con decisione del Comitato Popolare Comunale è stata istituita a Visignano la prima stazione sanitaria. Il nuovo ente dovrebbe enitrare in funzione il primo marzo. POLA. — L’incendio scoppiato nel laboratorio di calzoleria «DES» in via 1 Maggio (Corso) ha provocato un danno di circa 100.000 dinari, fortunatamente esiguo grazie al pronto intervento disi vigili del fuoco. L’incendio è stato provocato da una stufa rimasta accesa durante la notte. o o o Alla fine del 1955, nella Cassa di Risparmio aperta per j cittadini presso, la Banca Comunale, si trovano depositati 56 milioni di dinari, divisi tra 2.500 risparmiatori. Rispetto al 1954 tale cifra è aumentata di 20 milioni. o o o Giorni fa il pescatore Mario Angelini ha raccolto uno strano tipo di uccello, simile al gabbiano, con grande apertura d’ali e le membrane ai piedi, mentre si abbatteva sulla roccia sfinito. Sulla zampetta portava la scritta: «Varsavia - Polonija». Probabilmente il volatile veniva in cerca di tepon? sullo Adriatico e trovando la tempeste di neve anche qui, è perito. E’ sta- vrebbe avere a disposizione un fondo per eventuali emergenze. E allora non succederebbe che i polesi abbiano le autocorriere con il bel tempo, quando si può andare anche a piedi, e non potersi muovere quando infuria il maltempo. Tra le note di colore, vanno messe le eterne battaglie a palle di neve e gli sfollagente della Difesa popolare, intervenuta a difendere il. . . gentil sesso dagli attacchi di gruppi di giovanotti troppo pericolosi e sfacciati. Tra tossi e raucedini, raffreddori ed influenze, scivoloni con fratture, piedi gelati e continue spalate auguriamoci che l’ondata siberiana si congedi presto da noi. Forse sarà di buon augurio uno stormo di rondini transitato questi giorni nel cielo di Pola? to spedito allTstituto ornitologico di Zagabria. * Si è conclusa ieri sera a Pola la XI. rassegna artistico-culturale dei marinai del Presidio di Pola. Nel corso di sei serate si sono presentati al pubblico centinaia di membri dei complessi corali, filodrammatici, folcloristici e musicali delle varie unità. * La grande casa che una volta ospitava gli uffici della ex-questura, dinanzi all’Arena, verrà tra poco adibita a sede delle Assicurazioni sociali distrettuali. Nella stessa casa verranno trasferiti gli impianti della Tipografia cittadina «O. Keršovani». I locali che sino ad ora servivano a queste due istituzioni, e cioè 17 quartieri, verranno adibiti ad abitazioni. Oltre a questi verrà resa abitabile un’altra ventina di quartieri in diversi luoghi della città. * L’ex-direttore dell’Impresa commerciale «Izvor» di Pola, Ettore Poropat è stato designato a segretario della Camera di Commercio comunale, mentre il compagno Mate Bogdanió, sino ad ora direttore della «Porer», è stato nominato segretario della Cam-mera distrettuale. * ROVIGNO. — In questi giorni saranno abbattute 16 case pericolanti. Con il ricavato dalla vendita del materiale ricuperato e con uno stanziamento di 1.600.000 din. da parte del Comitato Comunale, verranno coperte le spese di abbellimento della cittadina. * BUIE. — Sono giunti a destinazione gli impianti meccanici per la fabbrica di laterizi, che occuperà inizialmente circa 30 operai. In fase di ultimazione si trova anche il reparto per la lavorazione del latte, che inizierà la produzione con il primo maggio. LA CITTÌ' CHE NON DORME all' appunt'amento col vento Qua e là per l'istria ANCHE DOPO L’ABOLIZIONE DEL REGRESSO SUI PREZZI CONVIENE ALL’AGRICOLTORE I’ uso dei oonolmi artificiali li recente aramiembo dei prezzi dei concimi chimici ha sollevato fra gli agricoli.ori un certo malumore, trasmessosi anche fra i cooperatori. Si è giunti al .punto che alcune cooperative, che già avevano ordinato : quantitativi per quest’anrao, li hanno successivamente stornati. La cosa presenta, quindi, un fenomeno per nulla trascurabile. Senza spingerci in considerazioni sulle ragioni determinanti raramente (prima fra tutte e la più importali e u’eiinii,nazione dei miliardi di regresso pagati prima dallo State sui prezzi normali) e trascurando aitretì il fatto se questo malumore sia giustificato o meno, vog ia-mo esaminare se agli agricoltori tomi o nò canto fair usto dei concimi chimici, anche ad prezzi ora in vigore. Ad introduzione vogliamo precisare ancora che le nostre deduzioni non possono essere prese per assolutamente. esatte, in quanto l'efficacia, e quindi il tornaconto dell’uso dei concimi in parola, dipendono innanzitutto dalla struttura fisica e chimico-biologica della terra. Ciò significa cihe, in avvenire, per un redditizio uso dei concimi artificiali ali agricoltori faranno bene a consigliarsi con gli esperti in materia pneisso le istituzioni e gli organismi più competenti. Parecchi sono i casi in cui si usa in superfici, sleminate a erba Spagna. e prati concimi a base di a-zoto e calcio persino in quanti'à di 600—800 kg ad ettaro, logicamente senza frutto. Altro esempio. Benché gli esperti in materia abbiano più volti? consigliato l"uis’o dei nitrofosfati nella misura di ai massimo 400—500 kg ad ettaro, parecchi agricoltori ne hanno abusiate, adoperandone in certi casi il dopipio, o più ancora e ottenendo glj stessi risultati di quelli raggiranti con i quantitativi consigliati. Prendiamo ad esempio l’uso dei concimi cròmici per le colture di frumento. Unità d orientamento sia costituita da un minimo di 300 kg di superfosfato e 200 kg di concimi azotati per ettaro. Con Jtele quanitaitivo la resa per ettaro aumenta da 15 a 22 quintali. Se, dunque, questi concimi chimici vengono a cositaire 8.600 din (invece dei 5.300 din precedentemente al rialzo dei prezzi) possiamo facilmente constatare che, tenuto conto di questa, differenza, 1 kg di prodotto verrà a costare 1,5 din in più. Se, invece, non si fa uso-di concime chimico la perdita nella resa per ettaro Sarà di 700 kg. Calcolando ora il prezzo di vendite del frumento in 30 din al kg, vedremo che, non u-sando concimi chimici, si viene a perdere 21 mila din ad ettaro. Sottraendo ora a questa cifra il costo dei concimi chimici (8.600 din) si viside chiaramente che la perdita rimane sempre rilevante (12.400 din). Perdita dovuta, beninteso al non aver fatto uso del concime chimico. In base ad un altro calcolo, con un maggiore uso di concime chimico (oltre cioè gli 800 kg circa normali in Istria) la resa per ettaro, in condizioni climatiche ordinarie salirà dai 15 ai 25 quintali. In queste caso la spesa petr i concimi chimici eleva il costo del prodotto di 2,3 din al kg. Se, invece, sempre partendo da questo calcolo, mora si usano concimi chimici — tenendo anche conto della spesa per il loro spargimento, più che compensata dalla maggiore resa di paglia, ossia di un prodotto foraggierò e ad uso stallatico — la perdita ammonta a 20.210 din netti ad ettaro! Con il medesimo calcolo si traggono le stesse conclusioni anche per le patate. Se, infatti, le concimiamo con 500 kg di superfosfati, 200 kg di sulfamidici e 200 kg di salnitro (costo attuale 15.600 din, costo precedente 8.300 din) otterremo una resa per ettaro minima di 60 quintali. La spesa per i concimi suddetti viene ad elevare il costo1 di 1 kg di patate di soli 0,34 din (in complesso per resa ad ettaro 2.040 din), rimanendo sempre, detratte le spese di concime e calcolato in 12 din il prezzo di vendita per kg, un introito di 56.400 dira. Sempre per le patate, con un altro calcolo, riguardante in particolare le condizioni climateriche e di terreno del Capodistriano, si può aumentare la resa da 50 a 80 quintali per ettaro, impiegando 1.025 kg di concimi chimici (senza stallatico). Il costo dei concimi chimici ammonta in tal caso a 17.700 din complessivi (ossia 1,02 din al kg), ma l’introito netto — tenendo conto che, trattadonsi di prodotto primaticcio, è pagato a una media di 20 din al kg — ammonterà a complessivi 56.400 din. Potremmo continuare così peir un pezzo a fare esempi anche per altre colture, ma riteniamo sufficen-te quanto esposto j far comprendere meglio agli agricoltori che non biaogna lasciarti impressionare dal- l’aumento dei prezzi dei concimi chimici — considerato anche il fatto che, in realtà1, la spesa sostenuta prima dallo Stato per il regresso sui prezzi d’acquisto veniva a ricadere su loro stessi sotto altre forme — e a usarne nella misura sufficente, secondo i consigli degli esperti. AGRICOLTORI ATTENZIONE Il gelo Fa causato parecchi danni alla nostra oampagna. Fra l’altro sono andati perduti molti olivi e fichi. Consigliamo però di non intraprendere por ora alcun provvedimento personale. I mezzi atti a prevenire ulteriori danni, come ad esempio il taglio dei rami deperiti, le irrorazioni con poltiglia bordolese (verderame ,aHT,5°/o) ecc. dovranno essere attuali più tardi, quando cioè il tempo Io permetterà. Opportune istruzioni in merito saranno date a suo tempo tramite i giornali e la radio. Pare che anche una certa quantità di patate da semina sia andata persa nei ripostigli di fortuna. Si invita pertanto le Cooperative agricole di separare immediatamente i tuberi congelati da quelli sani e di comunicare alla Federazione cooperativistica le quantità necessarie alla semina primaverile. Avvertiamo poi i coltivatori del Capodistriano, che abbiamo a disposizione notevoli quantitativi di patate da semina della specie «Bern precoce». Le cooperative però blocchino i quantitativi di patate «Albona prococe» in ■deposito, per l’eventualità di doverle u-sare da seme. Le Cooperative sono tenute altresì a comunicare l’entità dei danni causati dal freddo, per tendere più agevole, nei limiti del possibile, un aiuto concreto agli agricoltori che ne hanno bisogno. LA FEDERAZIONE COOPERATIVISTICA (Nostro servizio) POLA, febbraio — Nessuna città dorme completamente d.i notte, e neppure Pola. Veglia coin le sue istituzioni di pronto soccorso, postali, di sicurezza. Ma ira compenso è una veglia silenziosa. O almeno 10 era finora. In questi giorni, ad un firatto, il silenzio si è rotto con le raffiche di bora, con il baccano dei vetri rotti, con il fragore del maria. Appena adesso comincia rinviamo vero. E credete che tutto ciò metta nella gente melanconici pensieri? Affa'to. Anzi ci pare che sia alle porte la primavera e l’estate. L’appuntamento di Pola col vento è un convegno dal quale sorgono le promesse per la bella stagione. Una di ‘queste l’hanno fatta quelli della Società turistica: promettono per l’estate spettacoli teatrali all’aper-to pretesto il Tempo d’Augusto, all'ombra dell’Arco dei Sergi, sulle discese del Teatro del Castello; un giardinetto zoologico nel boschetto di Diana; la luce elettrica nelle catacombe dle'11’Arena. Nonostante la bora, ed il freddo, si darà mamo fra breve alla costruzione della strada asfaltata che porta da Veruda alla romantica 'baia della Capanna del Pescatore. Intanto ci si prepara per la terza edizione del Festival cinematografico e s'i penisa al campeggio sotto ila pineta di Stola. Un corrai'ato apposito si è riunito per avvivare 11 volto esterno della città. Si dice che Pola è bella con il suo mare, le sue baie, d suoi giardini, ma si è detto anche che Pola non grida troppo forte il suo nome. Perciò s’è pensato anche a questo: si co-minoerà col mettere grosse targhe alla Stazione ferroviaria, a quella delle autocorriere, megli s’tedi sportivi e presso gli stabilimenti balneari. Grideranno, queste targhe, i segreti della toponomastica cittadina, faranno «reclame» ai prodotti, ai pubblici ritrovi ed alle bellezze di madre natura. Scompariranno le mura grige e si ilium,iineranno di colori. * I pescatori dii Pola non si arrischiano, in questi giorni, a prende- re il largo. Se ne stanno a casa anche i dilettanti del circolo «Delfino». TI maire non promette nulla di buono. Non vediamo i lavoratori del mare accovacciati a riva, come vorrebbero i descrittori dei panorami marini. Es’si si sono tuttavia riuniti .per discutere dei problemi che ci stanino a cuore. Dicono di avere dato a Pola venti vagoni di pesce l’anno passato. Noi diciamo che è troppo poco. In compenso ci promettono la prosperità del vivaio di mitili al Maradracchio, presso Vallel’unga ed il rinnovo della chiusa di Porer. Quest’anno — fanno una, cifra — Vallelranga ci darà più di 100.000 saporite ostriche. * Novità, tante piccole novità porta seco il vento giunto allo appuntamento a Pola, fra l’altro una bella innovazione nel campo deila scuola: quella òtteininale di Fasana è stata proclamata Istituto sperimentale per la riforma deil’insegmamento. Si fanno qui gli esperimenti pedagogici per ge ttare, le basii della scuola di domani: niente più lezioni spiegate dal maestro, niente più votazioni numerate, nessuna paura della bocciatura. Alunni e malestro, insieme, tengono lezione. Il voto consiste soltanto in una caratteristica generale delle attitudini dello scolaro. La somma delle atti Udini. per ciascuno in particolare, dà1 la promozione. * Raccogliamo in una giornata di bora fra gli asterischi di Pala anche una novità sportiva: nella sala della Casa disigli Italiani, c’è stata una is:ingoiare competizione fra i ciclisti polesi e quelli della Slavonia: la corsa sui rulli. Malto interesse e molti spettatori. Ad offrire uno svago a coloro che il vento mette ira fuga dalle strade ci ha pensato ancora urna volta il Circolo Italiano di Cultura: Gennaio si è chiuso con il veglione dal dilettante. A febbraio ha lasciato una consegna precisa: realizzare l’atteso spettacolo di scherzi, poesie e canzoni. G. SCOTTI POLA — L’autista Vittorio Barbaro, 30-nne, rovignese, dipendente dell’Impresa Edile «A. Rismondo», durante un suo viaggio di servizio con un autocarro «Pionir» da Uma-go a Rovigno alcuni mesi fa, si è ubriacato, ben sapendo di avere a bordo una decina di operai, quattro dei qualli sono sbarcati dal mezzo meccanico a S. Lorenzo del Pasena-tico, vedendo che il Barbaro non si reggeva più in piedi. Dopo neanche 2 km., infatti, il camion finiva in un fossato, fortunamente prima di giungere alla Val di Leme, e quindi senza lamentare vittime. Sei mesi di carcere sono stati comminati al Barbaro per questa sua incoscienza in servizio. * * Il 35. nne Amedeo Pepoli, nel periodo in cui si trovava alle dipendenze della Fabbrica lucchetti in qualità di guardiano notturno, ha commesso varie sottrazioni di materiali dalle officine dell’impresa per un valore di 11.500 din. Qualche tempo dopo veniva trasferito all’impresa autotrasporti, nuovamente come guardiano, ed anche là s’impossessava abusivamente di materiali vari per 12.000 dinari. E’ stato condannato a 11 mesi di reclusione. * A 3 mesi di carcere è stato condannato l’agricoltore Ivan Rabar, di 29 anni, da Fasana. Dopo aver ricevuto in consegna un trattore dalla Cooperativa agricola locale «Progres» per effettuare certi trasporti di sabbia il Rabar ha provocato per disattenzione grossi danni alla macchina, per un valore di 100.000 dinari. Il danno é scaturito da un ri-fornimento di benzina, mentre il motore era ancora in moto. I * Sui ricorsi presentati dal Pubblico Accusatore circa certi verdetti del Tribunale polese, le pene sono state aumentate d’entità: Jerak Francesco e Tomo Zulin e-rano stati condannati a 5.000 din. di penale per aver pescato di frodo. Ora pagheranno 12.000 din. ciascuno. Benulié Giuseppe ex-gerente di Buie, per aver imbrogliato alla bilancia, aveva subito 20 giorni di reclusione con la condizionale. La nuova condanna è di 15 giorni di carcere effettivo. Il parroco di Caroiba, Josip Roj-nié aveva a suo tempo offeso in pubblico due funzionari del locale Comune. Pagherà 5.000 din. invece di 2.000 din., come precedentemente sentenziato. * CAPODISTRIA. — A 3.000 din. di multa é stato condannato per diffamazione dal locale Tribunale Distrettuale un certo Deferri Bruno di Krevatini-Norbedi per aver sparso voci false, secondo le quali dall’ex-referente per gli alloggi Ple-šec Alojz avrebbe ricevuto un quartiere verso il versamento di un corrispondente importo di denaro. LETTERE ALLA REDAZIONE Tre anni per un quartiere Spett. Redazione più di tre anni di tribolazioni e di ricerche, conclusesi sempre senza esito alcuno, mi costringono di rivolgermi a te e alla voce pubblica nella speranza di risolvere il mio angoscioso problema dell’alloggio e contemporaneamente sollevare il problema del criterio di equità, giustizia e di precedenza che non sempre viene perseguito dall’Ufficio capodistriano degli alloggi, con notevole danno sulla situazione politica e sociale locale, fatto da me sentito personalmente. Abito con la moglie e due figli in un oscuro quartierino di Bossedraga dotato nient’altro che di una cucina, senza finestre, e di una stanza. Il quartiere, come tale, è stato più volte dichiarato inabitale dall’Ispezione Sanitaria e tale dato di fatto viene messo ancór più in rilievo se si considera che io ero già affetto di tbc polmonare. Come dicevo, è da più di tre anni che l’Ufficio Alloggi registra le mie domande ed i miei innumerevoli interventi, ma ha fatto sempre orecchie da mercante. In questi tre anni ho visto centinaia di quartieri vuoti e, costretto dalla disperazione, ho occupato uno di questi senz’alcun permesso. Sono stato sloggiato di forza dietro ordine dell’Ufficio Alloggi, ritornando nel tugurio nel quale abito. Comprendo che il problema degli alloggi è grave, comunque meno grave di quello che si vuole presentarlo e lo dimostra il fatto che in questo momento a Capodistria vi sono alcune decine di quartieri vuoti e vuoti da parecchio tempo. Ne elenco alcuni: le due casette ex Madonizza in via Verdi, una casetta all’angolo di Belvedere con la stessa via, e potrei continuare. Ma il problema non consiste forse tanto in questo, quanto in quello della precedenza. Decine di persone, dopo solo qualche giorno, hanno ricevuto il quartiere mentre io, con oltre tre anni di attesa, sono ancora alla vana ricerca. Ritengo che l’Ufficio Alloggi di Capodistria, come fanno nelle altre città, dovrebbe affiggere in pubblica visione e discussione l’albo degli aventi diritto al quartiere con l’ordine di precedenza, mentre le organizzazioni di base dell’Unione Socialista e le riunioni degli elettori dovrebbero maggiormente interessarsi della questione, senza passarvi di sopra, come questione insolvibile, poiché proprio sui loro territori esistono vuoti abitabili, o abitabili con piccole riparazioni, e che aspettano non so quali protetti di ferro, mentre c’è gente che attende con l’acqua alla gola e con dinanzi la paurosa visione della malattia propria e dei propri cari. Vi ringrazio dell’ospitalità, nella speranza che qualcuno prenda con la dovuta serietà questo problema. Capodistria, 17 febbraio 1956 f. to MAZZELLI Vittorio Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN* Capodistria IN ITALIA MORALE E CENSURA MADE IN VATICANO La parola «censura» è probabilmente nota a tutti gli appassionati di cinema e spettacoli in genere. Essa, sia pure soltanto nel settore dello spettacolo, e non in quello più grave della stampa, sussiste in varie forme. Persino in Inghilterra, dove formalmente non esiste una censura cinematografica statale, il «British Board of Films Censor», organo creato e finanziato dall’industria cinematografica, ha assunto col passar del tempo un carattere sempre più ufficioso, tanto che oggi le sue decisioni sono vincolative al pari di una legge parlamentare. In Italia poi, la censura arriva ormai dappertutto in barba ai cittadini per i quali tale parola appare come simbolo di odiosa costrizione. Il primo intervento ufficiale dello Stato nel mondo del cinema risale al 1913. L’industria cinematografica era nata da pochi anni, ma già allora rappresentava un traffico attivo di esportazione ed importazione. Comprensibile quindi l’interesse suscitato nel Ministero, interesse che si manifestò con l’istituzione di una nuova tassa e con la necessità di controllare questa nuova attività. Dal 1913 in poi sono state emanate in merito leggi a iosa. Durante la seconda guerra mondiale, la vigilanza sui film si fece più stretta con l’istituzione di una speciale commissione di revisione cinematografica. Dopo la Liberazione il mondo cinematografico italiano sembrò modificato da un’aria nuova, senonchè nel 1947 si senti il bisogno di riordinare per l’ennesima volta l’industria cinematografica del paese. In base alla nuova legge le commissioni di censura vennero a trovarsi completamente in mano al potere esecutivo, senza contare che i componenti le commissioni non hanno nessuna competenza cinematografica. Non bisogna pensare però che questa fosse stata l’ultima legge emanata in proposito. Ad ogni modo, disposizione più disposizione meno, le cose in sostanza non mutarono molto. Citeremo soltanto il regolamento emanato nel 1914, essendo esso la base sulla quale si sono sviluppati in seguito gli ulteriori provvedimenti L’art. 1 disponeva: «La vigilanza sulle pellicole cinematografiche ha per scopo di impedire la rappresentazione al pubblico: a) di spettacoli offensivi della morale, del buon costume, della pubblica decenza e dei cittadini privati; b) di spettacoli contrari alla reputazione ed al decoro nazionale e all’ordine pubblico; c) di spettacoli offensivi del decoro e del prestigio delle istituzioni ed autorità pubbliche, dei funzionari e degli agenti della forza pubblica; d) di scene truci, ripugnanti o di crudeltà anche se a danno di animali; di delitti o di suicidi impressionanti ed in genere di azioni perverse o di fatti che possano essere scuola od incentivo al delitto, ovvero turbare gli animi o eccitare al male». Si capirà come, in questo modo, pochi sono i film che non abbiano qualche scena che non urti contro le disposizioni suddette: sarà sempre questione delicata e controversa stabilire ad esempio se un film è rappresentazione di un delitto oppure «scuola od incentivo al delitto»: la «Giungla d’asfalto» di Huston rischierebbe cosi di non sfuggire ai provvedimenti più severi. E’ triste constatare come l’interesse precipuo della censura non è di indole morale, ma piuttosto di protezione di determinate istituzioni politiche economiche e sociali e dei loro rappresentanti. La censura non ha mai svolto azione positiva, si è sempre limitata ad agire negativa-mente, togliendo e modificando, ma mai trasformando. In nessun Paese essa è servita a migliorare la produzione artistica o ad elevare la pubblica moralità. Vien fatto di chiedersi a un certo punto, come mai lo Stato, che si occupa della salute etica dei suoi cittadini, permette la circolazione di quei film di carattere fumettistico e semipornografico che inondano il mercato italiano, sfruttando i più bassi istinti del pubblico. Sebbene una legge emanata nel 1949 sopprimesse la censura preventiva, essa in realtà continua ad esistere attraverso la facoltà data a! produttore di sottoporre la sceneggiatura alla preventiva approvazione di funzionari della presidenza del Consiglio. Superare questa prova non è facile, essendo numerosi gli argomenti tabù della censura i-taliana. Lubitsch ha dovuto così mutare il finale al suo «Il cielo può attendere» in quanto guai a fare qualche riferimento men che severamente ortodosso all’aldilà. Niente critiche ad uomini o metodi della polizia per cui mea culpa pubblica del regista e produttore di «Pane amore e fantasia» e «Pane amore e gelosia». Medesimo rispetto è dovuto a tutto ciò che tocca sacerdoti ed esercito. Per questo motivo nel film «Il sole sorge ancora» di Vergano viene tagliata la sequenza in cui un soldato fugge dalla casa di tolleranza vestito dell’abito talare, ed è proibita la realizzazione di un film dal racconto di Biasion «S’aga-pò» perchè vi si parla di «un casino per militari». Sono note pure le traversie passate dal più bel film italiano del 1945 «Senso», di Viscon- PAOLO VERONESE: Venere e Adone LUBIANA, febbraio — Ha luogo attualmente nella capitale slovena una esposizione di opere di pittura 'e scultura dei maggiori esponenti dell’arte del XVI., XVII. e XVIII. secolo. La mostra, allestita nella Galleria Popolare di Lubiana, reca il titolo «Da Tiziano a Tiepolo». La commissione jugoslava per gli scambi culturali com l’estero, dopo averci procurato la mostra dei mosaici di Ravenna, ha permie&'so ora al nostro pubblico in accordo col museo viennese Kunsthistorische di vedere questa bellissima serie di o-pere che solo a Zagabria e a Belgrado è stata ammirata da oltre 70 mila ptersone. La mostra, del resto, ha avuto enorme successo in tutte Ile principali città europee ed ame- dia un aititelo-1 l'alilo L'attore Charles Boyer, trovandosi a Cinecittà, ha avuto occasione di assistere al corteggiamento di una bella comparsa da parte di un risoluto segretario di produzione. La ragazza si difendeva sempre più debolmente. Contemplando le ultime scene di questo spettacolo, Charles Boyer ha detto: «E’ troppo ben fatta per non essere sopraffatta». * Il linaguaggio tenuto dal comico Red Skelton durante le prove del suo spettacolo televisivo settimanale è così triviale che 1 direttori del programma hanno dovuto mettere un avviso all’ingresso dello studio per mettere In guardia le donne che vi si avventurassero da sole che qualsiasi cosa ti, semplicemente perchè la presentazione della battaglia di Custoza non rispondeva a quanto i testi elementari del ventennio andavano insegnando. La censura è sempre pronta a disapprovare qualsiasi soggetto rifen-rentesi ad uno dei problemi vivi della società italiana o dell’uomo moderno, dalla politica al costume, dalla famiglia agli studi. «Le due verità» di Leon Viola ha subito ben trentasettc tagli importanti, più altri di minore entità fino a risultare incomprensibile. Interessante notare come tanta preoccupazione cade non appena i film devono varcare il confine. Cosi, mentre in Italia «La donna che inventò l’amore» di Coletti e «O. K. Nerone» di Soldati apparvero tagliati e censurati di alcune scene piccanti, all’estero vennero esportate le pellicole originali. Del resto a Cinecittà non si fanno scrupolo di girare appositamente, per soddisfare le richieste dei mercati del Medio Oriente, alcune sequenze licenziose con donne nude ed amplessi al naturale da inserire in determinati film che vanno colà esportati! VITA LETTERARIA JUGOSLAVA L’ATTUALE GENERAZIONE SECONDO IL PARERE DI M. BOŽIĆ Ecco una tipica «sistemazione» degli esuli istriani a Trieste Da alcuni masi a questa parte si registra in Jugoslavia una serie di iniziative intese a valorizzare l’opera letteraria di nomi illustri, noti e del tutto ignorati. Qua e là nei centri maggiori e minori si è assistito al moltiplicarsi dei premi destinati alla prosa, alla poesia e al teatro. Com’è logico, la gestazione e l’assegnazione dei premi è stata accompagnata da discussioni e polemiche, col risultato di richiamare l’attenzione e di svegliare l’interesse di larghi strati di persone quasi assolutamente disinformate sulle vicende letterarie. E’ quindi accertato che certo ghiaccio tradizionale è rotto e si può facilmente prevedere che seguiranno altre fruttuose iniziative. Il premio che ha maggiormente polarizzato l’attenzione é quello che la relazione del settimanale belgradese «NIN» ha destinato al romanzo. Questo premio è diventato ormai tradizionale, classificandosi come una specie di «Goncourt» .iugoslavo. Esso è anche fra i più rilevanti di quelli messi in palio: 590 mila dinari. Recentemente il premio «NIN» è andato al roman- SECCA VIRATA DE «IL PICCOLO» CONDIZIONI DRAMMATICHE PER GLI ESULI ISTRIANI «Sperano da 10 anni e vivono in condizioni che annullano praticamente i valori umani e della famiglia,, Il febbraio è incominciato male e sta andando avanti peggio. Dapprima furano alcune scosse telluriche a gettare il panico fra La popolazione del Litorale e delle zone limitrofe; poi, fra le scoss'ette di terremoto che ogni tanto si avvertivano, sono venute la bora, la neve, il gelo e insamma un freddo raccapricciante. Da ogni regione e Paese il bollettino del freddo portava notizie sensazionali: le città jugoslave imbacuccate di neve; a Praga la colonna di mercurio toccava, dopo 170 anni, i —37; le banchine del porto di Trieste si trasformavano in un «pack» ghiacciato al quale manicavano scili i pinguini per farlo creder»: un angolo del Polo; la Conta d'oro palle rimi tana era diventata u:n campo di sci. Tempeste di neve e inconvenienti vari si registravano in ogni parte d’Europa. E pensare che pochi giorni prima le Olimpiadi di Cartina avevano rischiato di svolgersi sulle pietre! Agili inizi delia scorsa settimana, infine, pareva che il tempo si facesse più ragionevole e avemmo, con due giornate meno cruciali, un pò di respiro. Ma ecco che altri «retali» polari piombavano a rincarare la dose di freddo. Mentre scriviamo, la bora scuote l’edificio che ci ospita e fa mulinare la neve per le vie. Speriamo bene. In questo gelido quadro si sono inserite la scorsa settimana le voci di alcuni giornali della vicina penisola, richiamando 1 attenzione sulle precarie-condizioni degli esuli istriani che si trovano, nelle baracche dei vari campi di raccolta. «Le condizioni di questa gente sono drammatiche» scrive l’Unità, «in quain o il freddo, che per esempio a Opiciina ha raggiunto una media di 10 gradi sotto zeror rende la vita estremamente difficile, specie per i più deboli. Malgrado il continuo abbassarsi della temperatura, non consta ancora che nelle baracche di Opicina si siano ins" aliate delle stufe, eppure in quelle baracche vivono centinaia e centinaia di persone, tra le q-ualf numerosi bambini e vecchi, che soffrano maggiormente del freddo e per i quali il Clima di oggi potrebbe essere letale. Disgraziatamente oltre alla man- canza di mezzi di combustione 'e baracche sono alquanto mal messe, ciò che aumenta il disagio per chi abita. Ma oltre il problema del freddo ve n’è anche un altro, quello del vitto, che durante Tiinvemo dovrebbe essere sostanzioso ed invece è peggiorato. Bas'd pensare che si continua ancora a dare alila dome-niioa sera, con una temperatura di 10 sotto zero, una cena composta da un -uovo sodo, un pò di mortadella o salame con qualche oliva, 11 tiut!q__conjdito . . . con un tozzo di pane. A qualsiasi persona sensata risulta con estrema chiarezza che un vitto .simile non dà affatto le necessàrie càlori.e per combattere il freddo. Per queste ragioni il malcontento aumenta giorno per giorno, anche se non assume, come tempo fa, aspetti clamorosi». Dal canto suo, il «Piccolo» di Trieste pubblicava un ampio articolo apparso su «Il Tempo» e dedicato fra l’altro alia dura esistenza 'degli esuli. Ancora il «Piccolo» tornava sull’argomento' sabato 4 febbraio, iscrivendo; «Per i profughi alloggiati nei vari, campi delia città e dell’altipiano questi giorni sono staiti sempilicemen"e tremendi. Hanno un misero tetto, una coperta (quando c’è) e di grazila ricevono un piatto di minestra a mezzogiorno e alla sera; vivono promìscui in abitazioni collettive dove sono raggruppate tal vol' a trecento persone. Non hanno un focolare per riscaldarsi, non hanno denaro per Autori classici In un salòtto milanese frequentato da intellettuali, si accende una discussione sul valori letterari. Ad un certo punto si pone il problema: quando, un autore comincia ad essere classico? Ognuno si sforza di dare u-na definizione originale, senza peraltro riuscirci. Stanco di tanti sforzi i-nutili, Mario Missiroli chiude il piccolo dibattito con questa definizione che tutti, giudicano esauriente: «Un autore diventa classico nel momento in cui la gente desidera conoscerlo senza preoccuparsi di leggezio.» un caffè o un tozzo di pane. In più c’è la presenza di numerosi bambini, già costretti a vivere fra gli stenti e a conoscere privazioni di ogni sorta . . . L’inverno per questa gen e rappresenta raggravarsi di una situazione, già precaria. In quesiti giorni la bora a 180 e con il termometro a meno dieci il disagio è stato avvertito come poche citre volte. In moltissimi alloggi durante la notte sii sano registrate temperature di 4 o 5 gradi sotto zero; l’acqua si gelava nei recipien i; le raffiche più violente hanno danneggiato le coperture. I vari enti assistenziali hanno cercato di portare un pò di aiuto e conforto; poca casa — purtroppo — rispetto alr le reali necessità». Il «Piccolo» così prosegue: «Hanno già perduto (gli esuli) il conforto di una propria casa, della terra e del posto di lavoro e vivono con un modestissimo sussidio, si accontentano di un'assistenza di mensa e sperano soltanto in un avvenire migliore. Molti «sperano» da dieci anni e — ormai rassegnati — vivono in condizioni che annullano praticamente i valori umani e della famiglia». L’insolita prosa del «Piccolo» deve aver sollevato un certo scalpore, e anche stupore, negli ambienti che si sono elètti protettori degli esuli. Per riparare alla brutta ■iimpiressiiòihe suscitata dagii articoli citati, gli ambienti in parola hain-no imbeccato u:n esule, un certo Carlo Veechiet, il quale ha indirizzato al giornale una lettera sostenendo ohe gli esuli stanno benissimo d press'apoco. Ma il «Piccolo» ha tenuto duro ed è rimasto sulle proprie posizioni, «Non possiamo pensane — ha ribadito il giornale — che il signor Veechiet sia veramente convinto di tutte le cose che ci hanno scritto. Chi vive in esililo è un infelice, e lo sarebbe anche iste abitasse in palazzi dorati e non nelle sconquassato baracche dei profughi istriani». Dunque quelli del «Piccolo» si sono accorti che per gli esuli istriani è finita l’ilhusione fatta di rose e fiori. Dopo osisene stati per molti anni .i cor.iferi della propaganda irredentista che invitava gli Istria- IL CERCHIO DI E. WALLACE ricane nel corso di una lunga tournée. Se è giunta anche da noi, lo dobbiamo all’approvazione riscossa da una mastra di riproduzione di affreschi jugoslavi tenuta recentemente in Austria. Nella Galleria Popolare di Lubiana sono esposte in questi giorni o-pere di grandi autori. Tra i pittori ricodenemo il Veronese (1531—1588) del quale si espone fra l’altro «Venere e Adone», lo Zanchi (1631—1722) la cui «Peste a Venezia» è molto ammirata, il Tintoretto, Tiziano, Tiepolo ecc. Tra le undici sculture si incontrano opere di di Bonalcosi, Tatti, Vittori, Cattaneo e di altri autori veneziani e padovani. MAVIL odano è a loro rischio e pericolo e in nessun modo potranno lamentarsene con la direzione. * Il torero Dominguin, marito di Lucia Bosè, è tornato alle corride dopo circa due anni di riposo. Il suo ritorno è stato confortato da un contratto molto vantaggioso. Egli è impegnato a scendere nell’arena per tre soli pomeriggi, durante ciascuno dei quali parteciperà a due corride: in totale sei tori da uccidere. Le sei prove che gli frutteranno complessivamente 24 milioni di franchi, cioè 4 milioni a mattazione. E’ stato calcolato che, poiché il toro dvee esesre ucciso entro 25 minuti, Dominguin guadagnerà 200 mila franchi al minuto. E gli raccontò la conversazione che aveva avuto con Marei, pochi giorni prima deila sua morte. — Io avrei potuto smentirlo facilmente — disse Sandro. — Quella mattina mio padre stette sempre nel suo studio, e non uscì sul terrazzo se non quando noi stavamo già salendone la gradinata. Parr fece sul suo taccuino un rapido schizzo della località, poi disse soddisfatto: — Ho veduto tutto quello che c’era da vedere. Vuole che rientriamo? Mentre ritornavano, ripresero il discorso del visitatore notturno, e, con sorpresa di Sandro, Parr disse: — Ecco come debbono essere andate le cose, signor Beardmore: quell’uomo veniva qui per ricattarla della somma che non ha potuto estorcere a suo padre; ma poi, per istrada, gli è venuto in mente il progetto al quale accenna nella postilla ai suo scritto; direi che si è deciso a un gran colpo, alla riuscita del quale non vuole che siano di ostacolo nè io nè Yale. Ed è per questo che le fa quella proposta, che potrebbe benissimo essere sincera, per quanto, a meno che non sia divenuto pazzo, non debba contar molto sulla probabilità di vederla accolta. Mi lasci vedere ancora una volta quel foglio. Sandro glielo diede, ed egli lo distese sul pavimento della terrazza. — Sì — disse — questo è stato scritto in fretta e furia. Ma che cosa sarà mai questo nuovo progetto? E mentre si fregava vigorosamente il mento, glt venne la spiegazione dell’enigma. Il maggiordomo arrivò correndo per avvertire che il telefono nello studio di Sandro stava suonando già da cinque minuti. Parr accorse, prese il ricevitore in mano e riconobbe immediatamente la voce dèi colonnello Morton. — Ritorni subito a Londra, Parr — disse questi — nel pomeriggio deve assistere a una riunione del Gabinetto. Parr depose il ricevitore, e un largo sorriso gli illuminò la faccia. — Che vuol dire questo? — domandò Sandro. — Mi chiamano ai Ministero — fece Parr con comica importanza. E rise, rise come Sandro non lo aveva mai veduto ridere in vita sua. Quando essi giunsero a Londra, trovarono che i giornali della sera non parlavano d’altro che di una notizia incredibile: il «Cerchio Rosso» aveva deciso un colpo di estrema audacia. Ecco il sunto dei comunicati ufficiali alla stampa: ni ad emigrare, a fuggire dalil’«in-ferno tifino», i redattori del «Piccolo» ammettono che «gì li emuli hanno perduto il conforto di uria propria casa, della terra e del posto di lavoro». Ciò significa che tutte queste cose gli Istriani, prima di farsi esuli, ce l’avevanio. Quel che ora hanno in cambio, invece, è solo la speranza: «Sperano da dieci anni e vivono in condizioni che annullano praticamente i valori umani e della famiglia». Cosa significa questa secca virata del giornale-, che è poi ili portavoce di ben identificati circoli reazionari? Non sapremmo dirlo in poche parole. Dal canto suo, l’Uni-ità è convinta si tratti delle prime avvisaglie per creare il clima adatto alla campagna elettorale. In altri termini, il «Piccolo» e gli ambienti ai quali esso è legato cominciano a far intendere che si interessano della situazione dl'glii/ esuli con l’evidente scopo di accaparrarsene i voti. Dopo la beffa il danno, ins’omma! zo «Neisplakani» di Mirko Božić. L’autore di questo romanzo, il cui titolo non si può rendere in italiano con una sola parola, é nato a Sinj in seno a una famiglia di impiegati. L’assegnazione del premio lo ha un pò sorpreso: ci sperava, ma con cautela «per non rischiare una delusione». Sorpreso com’era, Božić si è fatto «tirare per la lingua» dai giornalisti. Riportiamo qui alcune delle sue dichiarazioni in quanto ci pare che puntualizzano gli • interessi e le aspirazioni della attuale generazione letteraria. «Ho trascorso tutta l’infanzia — ha detto lo scrittore — a Sinj, questo piccolo luogo pieno di antiche abitudini e di uomini simpatici, di contrasti sociali e di selvaggia natura. Per l’appunto tutto questo io l’ho descritto nei «Neisplakani». Si tratta di impressioni dell’infanzia, ma non solo della mia infanzia: ci sono déntro tutti quegli studenti provinciali che trovarono la propria Università nella guerra . . . Cominciai a scrivere nelle scuole medie, ma si trattava di esperienze della pubertà, della solitudine giovanile. Fra i partigiani ho scritto all’occorrenza drammi e scenette. Ho incominciato a dedicarmi seriamente alla letteratura nel 1946, e questo perchè vivevo male e speravo di cavarmela meglio scrivendo». Richiesto di esprimere un giudizio circa la più volte affermata divisione della letteratura jugoslava in «giovani» e «vecchi» scrittori, Mirko Božić ha risposto che, secondo lui, c’é una letteratura buona e un’altrettanto pessima esercitazione letteraria. «Leggo volentieri — ha aggiunto — i vecchi scrittori che sanno essere giovani; non posso sopportare i giovanotti «invecchiati». La generazione di guerra, la mia generazione, esperimento una giovinezza già vecchia di esperienza . . . Per quanto personalmente mi riguarda, debbo dire che la guerra, i partigiani e il Partito comunista hanno radicalmente cambiato il corso’ della mia vita e il mio modo di considerare la stessa. Questa è stata una scuola dura, ma buona.» . Mirko Božić non è soltanto l’autore dei «Neisplakani»; ha anche scritto i «Kurlani» e «Povlačenje». Egli apprezza di più l’ultimo lavoro, cioè i «Neisplakani». Interrogato circa le opere letterarie jugoslave che ritiene più significative, Božić ha indicato senza esitazione quelle della sua gerazione presa in blocco. Si tratta cioè delle opere uscite nel dopoguerra. Dopo aver detto che delle opere straniere apprezza soprattutto «La famiglia Thibault» di Martin du Gard e che attualmente sta leggendo i classici russi e i contemporanei americani, Marko Božić esauriva la serie delle sue confidenze. PRIME CINEMATOGRAFICHE Al mattino, ciascun membro del Governo aveva ricevuto un monito dattilografato, senza data nè indirizzo nè alcun segno d. provenienza, con un cerchio rosso impresso in testa a ogni pagina, e redatto in questa! forma: Tutti gli sforzi della vostra polizia ufficiale e privata non sono riusciti ad arrestare la nostra attività. Disgraziatamente siamo stati costretti a togliere dal mondo un certo numero di persone, non tanto per spirito di vendetta, quanto per dare un salutare avvertimento alle altre; e ancora questa mattina ci siamo indotti a fare altrettanto con un certo signor Giacomo Heggitt, un procuratore incaricato di uno speciale lavoro dal fu signor Froyant, in quale nell’eseguire il suo mandato ha avuto l’imprudenza di spingersi troppo innanzi nella ricerca della nostra identità. Il suo cadavere si troverà lungo la ferrovia da Brixton a Marsden. Visto, dunque, che !a polizia è impotente ad arrestarci, e perfettamente d’accordo con le autorità che affermano, a giusta ragione, che noi siamo la più pericolosa minaccia della società cne mi sia esìstita, noi ci proponiamo di desistere volontariamente dalia nostra attività, a condizione che sia posta a nostra disposizione la somma di un milione di sterline. Le modalità del trasferimento di questa somma in nostro possesso saranno oggetto di un’ulteriore nostra comunicazione. Questo pagamento deve essere accompagnato da un regolare salvacondotto in bianco, di cui possiamo valerci nel caso che fosse scoperta la nostra indentità, o in qualunque altro caso di bisogno. Il rifiuto, anche solo di una delle condizioni delia nostra proposta, avrà le più spiacevoli conseguenze. Qui sotto elenchiamo i nomi di dodici eminenti parlamentari da noi designati come ostaggi a rispondere dell’esecuzione delle nostre richieste. Se a capo di una settimana il Governo non avrà accettato interamente le nostre condizioni, incomin-eeremo col sopprimere uno di questi signori. Alia Whitehall, la prima persona che Parr incontrò fu il signor Leonardo Yale, e, per una volta tanto, il famoso psico-,metra gli apparve abbattuto. La riunione dei Ministri aveva luogo nell’ufficio del Segretario di Stato; tutti coloro che avevano ricevuto il monito del «Cerchio Rosso» già erano al Ioto posto all’ora fissata, ma c. volle qualche tempo prima che gli estranei al Gabinetto vi fossero chiamati. Prima fu introdotto Yale; poi, un quarto d’ora dopo, un inserviente chiamò anche l’ispettore Mettendo piede nella sala, egli avvertì subito una certa aria di ostilità, sottolineata dal freddo cenno di saluto col quale il Primo Ministro, barbuto come un Caronte, rispose vi suo inchino. — Signor Parr — gli disse subito questi in tono glaciale ■— ■noi stiamo discutendo della questione del «Cerchio Rosso», la quale, come lei ben può sapere, ormai ha quasi assunto l’importanza di un problema nazionale. Il pericolo sociale costitui-/to da questa banda infame è messo un’altra volta in evidenza dalla minaccia indirizzata a vari membri dell'attuale Gabinetto ir. uno scritto che, non dubito, ella avrà già letto sui giornali. — Sì, Eccellenza — mormorò Parr. Nella trattazione dei temi sulla L. P. L., la cinematografia jugoslava ha iniziato una produzione metodica, ' già da alcuni anni, secondo una via nuova. In «Solaja», film per il quale ha lavorato Mihajlo Renovčević sono rimaste due caratteristiche: la cronaca (dettata dal fatto che si tratta di una biografia dell’eroe leggendario) ed il dramma (dovuta alla personalità dell’interprete e alla tensione dell’autore). Forse per questo il film ha effetti di «segnare il passo» o addirittua ritorno al vecchio. E per questo forse reca alcune deficienze che sarebbero state eliminate con uno scheletro drammatico più solido. Nonostante la sua ben marcata personalità e la forza delle sue espressioni artistiche, Živanović, nella veste di interprete principale, è rimasto per tutta la durata del film sullo stesso livello, quasi piatto, anche se gli episodi emotivi del film dettavano il contrario. Effettivamente Živanović agisce sugli spettatori con la sua «massa» creativa, ma tutto il resto riesce incomprensibile e poco convincente, sia come rivoluzione di popolo che come personalità ed aspetti di vita partigiana, ed in special modo come vicissitudini dell’eroe stesso. Qualcosa di grigio pallido, dal quale sì può elevare solamente l’espressività delle crisi morali del capitano Drenko, nient’altro. Si può dire veramente che il regista Nanović non è riuscito a creare artisticamente un’autentica atmosfera, nè l’evoluzione psicologica del testo dettata dallo scritto. Egli, senza concezioni creative proprie ed interventi necessari in punti vitali e delicati del tema ha tentato di creare qualcosa di inappuntabile solo dal lafo «professionale». Anche se ciò gli è riuscito in pieno, è mancato un successo completo della pellicola. Perciò riteniamo che dispendiose creazioni non dovrebbero esser affidate a registi sconosciuti, e senza precedenti prove. Altrimenti i già enormi «deficit» della nostra cinematografia raggiungeranno cifre astronomiche. Romano Farina OALEIdOSCOPIO ATTENZIONE! '•'^^4'Il ÉS ' i : i"!. L-' MOGLIE E MARITI, UNO STRUMENTO per la misurazione . . . dell’amore è stato messo in visione a Bristol in Gran Bretagna linanzi ai membri dell’associazione per lo sviluppo delle scienze. L’apparato è in grado di determinare esattamente se l’uomo e la donna che stiano per contrarre matrimonio siano fatti l’uno per l’altra e viceversa. Si tratta di un apparato elettronico che registra le reazioni del cervello, per cui è in grado di mostrare se la persona oggetto dell’indagine sia| intelligente, industriosa, coraggiosa, forte di carattere ecc., o viceversa. Il famoso neurologo britannico, Grey Walter, che ha sperimentato il misuratore in parola sui propri clienti ha dichiarato al proposito: «Se le reazioni del cervello di due persone sono eguali, è chiaro che esse an-1 dranno d’accordo nel comprendersi a vicenda, nell’affrontare i problemi della vita e nell’armonizzare vicendevolmente i propri caratteri». IL RETTORE FILANTROPO ABDEL RAHMAN, rettore dell’Università de El Cairo sta conducendo un’intensa campagna a favore della) poligamia. Egli si ripropone, infatti, di convincere l’opinione pubblica sull’utilità sociale della poligamia nei ( tempi moderni. Egli afferma — a sostegno deila sua tesi — che le due ul-l time guerre mondiali hanno fatto diminuire sensibilmente il numero dei maschi per cui moltissime donne,) in soprannumero, non possono crearsi una famiglia, E’ interessante notare che molte sono le donne egiziane a sostenere) il rettore nella sua battaglia. Esse sono d’accordo persino che sia permesso al marito di battere le mogli che «porteranno con orgoglio i segni! dell’autorità maritale, che le differenzierà dalle nubili»! Quanti mariti \ ae sarebbero contenti, ma . . . COGNIZIONI SPICCIOLE DI STAGIONE ESQUIMESI E LAPPONI fanno del folclore solo per i turisti «Tempo da esquimesi . . .» Un'amico reso quasi irriconoscibile da un’ampia sciarpa, trasformata in passamontagna, bofonchia al mio indirizzo queste frasi a mò di saluto. Lo invito a far quattro chiac-chere ed a prendere un caffè nel nuovo locale capodistriano «Galeb». Il mio invito, è anche dovuto alla voglia di una bibita calda con qua.-fro chiacchere che dimostrano la mia erudizione (di freschissima data) su quel popolo del Polo. L argomento, condito da qualche barzelletta, mi procurerà un pò di «reclame», il che non fa mai male anche ai. più modesti. Appena seduto, in attesa del caffè, attacco discorso. L'amico, con fare gentile, ma con una evidente punta di maligni.à, mi fa osservare che gli Esquimesi, seppure abi.aiuti del circolo palare artico, non possono essere defini.i propriamente «popolo del Polo». «Non fosse altro» aggiunge «per il fatto che una popolazione ben più numerosa degli esquimesi vive nei limiti disi circolo polare ed avrebbe perciò altrettanto diritto, se non più, ad autodefinirsi «polare». Tento subito, di riprendere l’ini-zi'ativa e con aria di sufficiente modestia osservo a mia volta che i .«Lapponi» (la popolazione alla quale egli si è voluto richiamare) vivono in case di legno, sono cacciatori, pescatori ed artigiani mentre gli es'quimesi sono da considerarsi il «popolo del Polo» nel senso che vivano ancora nelle condizioni dell’età della pietra, o quasi. L’’argomento, affrettato, si rivela debole. L’amico ne approfitta per far sfoggio delle sue cognizioni sui Lapponi commercianti ecc. Per tagliar corto., dopo aver ponzato mentre lui chiaceherava, osservo che i Lapponi sono semi ignoranti, si confondono spesso' con i Norvegesi e gli Svedetei le non hanno un proprio folclore che li contraddistingua eoe. Lui riparte all’at-tacco (quasi mi pento di aver promesso di pagargli il caffè) e mi sciorina una serie di dati ed esempi sulla «civiltà» degli Esquimesi della Groenlandia e deü’astrema punta deU’Alaska che, a suo dire, stanno perdendo (o hanno perdu’o) il proprio folclore .nei contatti con i componenti delle basi americane, stabiliti;' in quelle zone. «Nel 1944, ossia poco più di .nove anni fa — pontifica Lamico — la colonia esquimese di Punta Barrow, all’estremo nord dell’Alaska, pose fine alla sua e à della pietra per il solo fatto che nella località giunsero numerose navi americane per sondare le possibilità dei giacimenti petrolife- TELESCRIVENTE IL DALAI LAMA (capo religioso supremo del Tibet) si sta modernizzando assieme al suo paese. Apparecchi radio e telefonici hanno fatto recentemente la loro comparsa nella regione, ora unita alla Cina popolare. La notizia è stata portata nel Nepal da un mercante proveniente da Lassa, la capitale del Tibet, il quale ha riferito pure che per telefonare al Dalai Lama basta chiamare il n. 1. DALLA BARA IN PRIGIONE è finito certo Orlando Zapata, da Mendoza (Argentina) per aver finto di essere morto. La polizia, fatta irruzione nella camera ardente mentre attorno alla bara contenente il morto-vivo alcune persone stavano a vegliare, ha tratto in arresto il. . . cadavere, improvvisamente risvegliatosi da una psicosi melanconica da cui era stato colpito per dispiaceri amorosi. Egli era ricorso al trucco per ristabilirsi dietro consiglio di un «guaritore» im-provlsato, senonchè lo «choc» che l’ha riportato alla ragione era dovuto all’irruzione poliziesca, senza alcun merito del cattivo consigliere, anch’egli associato alle carceri a far compagnia alio sfortunato protagonista. ri sotto i ghiacci. Bastò quello — mi avverte — perchè gli Esquimesi si rivelassero- altrettanto industriosi ed intelligenti dei Lapponi. In. quattro e quattro'.to si trasformarono in meccanici, trattoristi ecc., abbandonando le capanne di ghiaccio per stabilirsi in confortevoli case prefabbricate. Oggi, a soli nove anni di distanza, fallite le ricerche petrolifere americane, gli Esquimesi di Punta Barrow sono diventati, praticamente, degli impiegati di una società turistica americana e della società aerea dell’Alaska che convogliano verso Punta Barrow migliaia di ricchi turisti desiderasi di ammirare «la vita genuina degli Esquimesi ancora all’età della pietra». Questi si prestano, dietro pagamento, a fingere di condurre ancora la loro vecchia vita: si slanciano in mare can le canoe di pelle di foc.a, cacciano con archi e frecci«, arpionano foche e . . . offrono ai turisti, in segno di ospitalità, finti; mogli . . .» A questo punto arriva il caffè ed 10 non ne posso più. A cois'to di farmi accorgere che la mia erudizione sugli Esquimesi è di fresca data tiro fuori dalLinseparaibìle borsa porta atti il volume «Il paese delle ombre lunghe» di Hans Ruesch. Spero che questo petulante amico non vaglia togliere la parola anche al Ruesch, o darsi l’aria di Saperne più di lui sugli, E-squimesi! Apro con indifferenza il libro (la pagina era già segnala perchè letta e riletta nei crocchi di amici) e, con indifferenza ancor maggiore, faccio osservare all’ami-oo ingrato (beve il caffè pagato da me senza avermi fatto dire quattro parole . . .) che la storia delle magli finte non regge. Ecco cosa scrive Ruesch: «Vistomi sorpreso per l’offerta fattami di usare della maglie del mio ospite, una esquimese mi chiede con stupore: Forse che voi non prendete a prestito le mogli degli altri?» Il mio amico sbotta a ridere. Io quasi mi offendo, ma lui precisa: — «Forse quella esquimese conosce la vita dei paesi civili più di quel ohe si creda ...» — «Perchè» — faccio incredulo. — «Semplice» — risponde quella faccia di bronzo — «i esquimese di Ruesch ha parlato del prendere a prestito,... e se non ci fossero uomini che «prendono a prestito» le mogli degli airi a questo mondo non ci sarebbero.. . beh, lasciamo perdere». Gli faccio osservare che la casa è piuttosto differente, e proseguo la lettura del Ruesch. — «Interviene di rincalzo il mar rito, il quale osserva che rifiutare 11 prestito della moglie non sta bene! Dimmi un solo motivo — aggiunge — per cui non dovrei prestare mia maglie. Do in prestito la mia slitta e mi viene restituita sconquais’ata, presto j mici com è mi vengono resi stanchi, presto la sega e me la rendono con i denti spezzati, ma ogni volta che presto la moglie mi ritorna a casa come nuova!» L’argomentazione «esquimese» mi .sembra convincente, però non sembra altrettanto per l’amico pignolo, il quale trova che «l’usanza» è dovuta alla scarsità delle donne in quelle regioni inospitali. Inoltre, mi dice con un sorrisino maligno, che lui di mogli esquimesi in prestito non ne vorrebbe. Anzi, arrischierebbe piuttosto di far la fine di quell’inglese che rifiutandosi sollevò tanto le ire dei coniugi esquimesi che lo uccisero e ne mangiarono un pezzetto per scongiurare il pericolo che il morto si presentasse loro di natte sotto le spoglie di fantasma. Per gli Esquimesi un fantasma che si rispetti, pare, non va in giro, -se non completo in tutte le sue parti! A malincuore ammetto anch’io che eviterò con cura, di frequentare famiglie esquimesi melle loro re- NUOVO CASO MONTESI IN ITALIA? UCCISA DAL PARROCO la domestica di Cortona? Ai primi di febbraio veniva scoperto fra le siepi di un viottolo nei pressi di Cortona, in quel d’Arez-zo, il cadavere della ventiseienne Celestina Palustri,' domestica del parrocco don Caloni. Il giorno dopo il sacerdote veniva arrestato e tradotto malie carceri di Arezzo. Da allora prendeva fuoco intorno alla vicenda tutta una girandola di supposizioni che la stampa italiana riprendeva e presentava come un nuovo «caso.» Montesi. Dai fatti finora emersi sembra accertato che l’autore diel delitto sia don Caiani. Anzitutto l'autorità inquirente ha potuto appurare che fra il parroco e la sua domestica esisteva da lungo tempo una relazione fin troppo intima. La ragazza aveva lasciato alcuni anni fa Napoli, dove viveva con la madre, per prendere servizio in casa di una famiglia consòrte. Già allora don Caiani si accompagnava alla Palustri in lunghe passeggiate pelle boscaglie vicine a Cortona. Dopo un anno la ragazza si allontanava per un certo tempo e al suo ritorno aveva un bambino che diceva frutto del suo matrimonio con un certo Antonio, un polacco dell’iesercito del generale Anders che si era fermato a guerra finita a Cortona. Le indagini svolte in questi giorni hanno appurato che quando il polacco conobbe la Palustri, essa aveva già una relazione col parroco. Pai, il polacco lasciò Cortona e dii lui non si senti più parlare. Nell’archivio parrocchiale del luogo è sitato rinvenuto l’atto di matrimonio fra la Palustri e il pola«, co, ma il documento, compilato irregolarmente da don Caloni, è falso. E’ .stato quindi trovato un testamento dello stesso parroco nel quale il figlio della Palustri era nominato erede universale del sa- cerdote. Tutto questo fa supporre che il figlio della Palustri siia anche figlio di don Caloni. Ma nuovi elementi, gravemente pregiudiziali per il parroco, sono venuti alla luce. La ragazza era nuovamente incinta: l’autopsia ha, infatti, stabilito che essa si trovava in stato di avanzata gravidanza. Questo suo .stato, come pure la sua relazione con don Caloni, non era sfuggito alla gente del luogo e circolavano insistenti, le voci di una prossima rinuncia del prete al sacerdozio per contrarre matrimonio con la domestica. Questi voci e-raino giunte anche al vescovo di A-rezzo, il quale aveva convocato la ragazza a fornirgli spiegazioni. La Palustri sarebbe dovuta andare dal prelato un sabato pomeriggio, ma al mattino fu rinvenuta cadavere. Mentre supposizioni ed illazioni si incrociano intorno al delitto, l’autorità inquirente, tratandosi di un sacerdote, preferisce mantenere il riserbo. Ufficialmente don Caloni si trova in carcere per falso in atto pubblico, commesso con la registrazione del matrimonio apocrifo. Il Vaticano ha intanto inviato sul posto, a tacitare le troppe voci ac-cuisatrici, un alito prelato. Non s’i può per ora dire di quale reato si faccia carico al sacerdote, in quanto non si sa con certezza come sia morta Celestina Palustri. L’imputazione potrebbe essere di carattere colposo, preteritenzio naie, o volontario, a seconda del come si siano svolte le cose e a seconda della partecipazione avuta da don Caloni al fatto. Permangono, per graziosa ed interessata premura di certi circoli, dei dubbi di oscura natura che, tuttavia, non scagionano affatto il parroco dalle sue terribili responsabilità. gioni natali. Non mi sarebbe facile dover accettare in prestito una vezzosa donnina che non conosca ’uso dell’acqua come detersivo e che si... lavi raschiandosi lì croste dal corpo ogni giorno (la giornata a! circolo polare dura sei mesi!!!) L’amico, per spirito di contraddizione, difende queste tendenze coiti poco igieniche degli Es'quimesi e mi fa osservare che, alle temperature artiche, il ten aitivo di fare il bagno trasformerebbe in ghiacciolo il disgraziato privo di termofori, asciugamani di spugna a riscaldamento elettrico ecc. Atta mia abiezione che, secondo Hans Ruesch, a diciolt o sotto zero gli Esquimesi sudano e perciò, a mio parere, potrebbero anche lavarsi, egli risponde citando una caterva di dati a dimostrazione del fato che temperature di meno 25° sono rare in quelle zone . .. Poi parte in quarta con altri dati sullo sviluppo degli Esquimesi della Groenlandia, circa 20.000, che hanno ormai abbandonato gran parte del loro folclore per andare a vivere nelle vi.ci.nan-zì della ba.se americana di Thule o a Godthaab, Hols'.einbarg e Eges-minda, le tre città industriali che stanno sorgendo nella Groenlandia sotto l’impulso del piano economico del governo danes’e ... Ospedali, scuole, caccia industriale alla foca, alla balena, ai merluzzi . .. miniere di criolite, allevamento di bovini ed ovini. .. Non ne posso più! Secondo lui anche gli Esquimesi si trasformano in groenlandesi. Accampo un pre-Eitesto, chiudo il libro del Ruecsh, divenuto arretrato nel tempo, pago . -, ■ ■ v;: mrr - Il 1 mSmm DONNE, DONNE ... PREGI O DIFETTI? IL SALTO DEI CANGURI il caffè e lascio l’amico, rimuginar!- lerò di ... vedremo .. . Ho a casa do idee di vendetta. Chissà perchè non si possa mai trovare consensi alla propria erudizione . .. nemmeno pagando il caffè! Bene, sarà per un’altra volt,a, gli parlerò, gli par- parecchi volumi disi genere, ma anche se gli parlerò dei Lapponi il caffè non glielo pago più. Questo è certo. Parola di ETNOGRAFO ■■■■uinniHHiniu Perchè le donne sono fatte così? — è un interrogativo che più volte ci siamo posti, lamentando quelli che — a nos.ro parere — s.areD-bero suoi diletti, o lodandone — sempre a ngstro parere — i pregi. Una risposta abbastanza esauriente, scientiticamente documentata, ci viene fornita da un gruppo di s.udi osi. Jnanziitutto alcuni quesiti riguardanti il fisico, o meglio i difetti più appariscenti di questo. E’ notorio che le donne sono molto maldes.re nella corsa e nei lanci. Ciò dipende dalla particolare struttura ossea, più precisamente daha conforma-zione delle gambe e delle braccia. Le gambe femminili sono, in genere, più curvate al ginocchio (ad X come si dice volgarmente) per cui le donne corrono goffamente, gettando le gambe in qua e il là, facendo grande difficoltà a mantenere 1 equilibrio. Anche le braccia delle donine sono più curvate al gomito, provocando nel lancio un movimento rigido verso il basso, apparentemente tanto ridicolo. D'altra parte meraviglia invece la maggiore resistenza della donna al freddo, per cui può portare vesti.i molto più leggeri dell’uomo. Le ragioni sono due. Innanzitutto, la natura ha ovatta.o . il corpo femminile di un più spesso strato sot ocutameo di grasso., che agisce come isolante dal freddo. In secondo luogo, i! metabolismo della donna è molto superiore a quello dell'uomo, facendo aumentare, d'inverno, la produzione del calore, e rallentandola d’estate. Detto questo del fisico, passiamo alla psiche. E’ proverbiale ormai, ad esempio, che la donna mentisca con disinvoltura. Questa, come l’intuito, è una vecchia arma del sesso debole chi., per compensare la minore forza fisica nei confronti di quello «forte», ha dovuto ricorrere ad armi più sottili, abituandosi a una più fina percezione e rinvigorendo le capacità di osservazione e deduzione, madri del facile scilinguagnolo. Del pari è aremoto che la donna è malto più volubile degli uomini, ma ciò in verità non è esatto. Tale impressione dipende dai fatto che la donna è molto più tarda a decidersi, per cui nicchia a lungo, ma una volta presa una decisione tiene molto più duro dell’uomo. Infatti, se all’uomo piace' talvolta spingersi aU’awen-itura extraconiugale ritornando però nella slragrande maggioranza dei casi all’«ovile», la donna, invece, uscita una volta dai binari della fedeltà coniugale quasi mai vi ritorna. La gelosia come la diffidenza è perciò un fenomeno malto più frequente fra le donne che non fra gli uomini. La donna va soggetta ad altre manifestazioni, stranissime in apparenza. E’ comune, infa ti, che 'e donne abbiano accessi periodici, in cui si danno a pulire la casa e spostare mobili con meraviglioso accanimento. Non è il caso di prendersela: ciò dipende soltanto dal fatto che la loro glandola tiroide è più sviluppata e più attiva, conferendo ad esse maggiore energia ed emotivi à. Inoltre, la donna è sospinta da un periodico «istinto a nidfi.fiieare». Le donine sono, poi, malto più sensibili per cui si commuovono facilmente, e non è'raro il caso che credano di sentire, o me gito sentano, suoni e odori che l’uomo nemmeno avverte. Ciò è dovuto al fatto che i sensi della donna sono molto più sviluppati. SPORT INVERNALI Burrascosa assemblea MOLTE LE SORPRESE della sottolega istriana AI CAMPIONATI NAZIONALI DI SCI Gli atleti di Idrija e Črni vrh vittoriosi ai Campionati del Litorale La settimana scorsa Delnice e Tržič sono stati teatro degli XI. campionati federali degli sport invernali. A Delnice si sono dati ritrovo i partecipanti alle gare nordiche, a Tržič quelli delle specialità alpine. . I pronastici, che anche quest’an-mo puntavano sul dominio degli sciatori della Slovenia, sono stati più di una volta sovvertiti, specialmente nelle gare juniores maschili, dove gli atleti di Delnice hanno dimostrato di essere sulla buona strada per contrastare il dominio sloveno nelle specialità alpine. La prima sorpresa è avvenuta già nella prima giornata, nel fondo maschile dei 15 km; il grande favorito Kordež è stato preceduto al traguardo dal giovane e promettente Zdravko Hlebanja. Kordež, .scottato per lo smacco subito, si è ripreso prontamente, vicendo il titolo della cosidetta maratona, cioè il fondo dei 30 km, nel quale il solo Pavčič ha potuto tenergli testa per 10 km, dopo i quali anche lui è caduto, cedendo il passo al vincitore arrivato primo con oltre due minuti di vantaggio. Carne Kordež in campo maschile, cosi la Vodehlič, detentrice del titolo, è sitata .spodestata nel fondo femminile. La sua sconfitta è sitata ancora più .netta, perchè non è andata oltre il quarto podio in classifica. In questa specialità ha vinto la Belaj, che ha cosi riportato il titolo in Slovenia. Nelle staffette della jumiones schile 3x5 chilometri ha vinto per la prima voìta una staffetta non slovena. Autori della prodezza i giovani sciatori di Delnice, i quali sono riusciti a superare con uno Stupendo ed irresistibile finale la staffetta di Mojstrana. Le sciatrici di Delnice non sono state da meno dei loro colleghi maschi ed hanno vinto con autorità la staffetta femminile. Tutto normale invece nella staffetta seniores. Le società slovene Enotnost, Triglav e Jesenice hanno fatto man bassa in classifica. Nelle gare nordiche Delnice ha conquistato un terzo titolo nel fondo juniores maschile, piazzando al primo posto il giovane Petronovič, che isi è dimostrato fondista di sicuro avvenire. Le più grandi sorprese dei campionati si .sono avute però a Tržič, dove i nostri rappresentanti a Cortina hanno fatto una magra figura nei confronti degli esclusi, i quali si .sono dimostrati superiori tanto nello slalom gigante quanto in quello speciale. Nello slalom gigante, inaspettato ma autoritario il ritorno di Lukane, il grande escluso di Cortina. L’anziano, ma sempre valido campione, vittima di una frattura all’inizio di stagione in Austria, era ritenuto da tutti come spacciato, tanto che il capitano federale non aveva ritenuto oportuno convocarlo nemmeno per gli allenamenti preolimpionici. Colpito nell’amor proprio, Lukane ha .lanciato il tradizionale «ci rivedremo a Filippi!» ed a Tržič non è venuto meno alla promessa. Con due discese folgoranti ed arditissime egli ha sgominato gli olimpionici, vincendo meritatamente il titolo davanti a Kunšič, pure lui e-s’cluiso dalle Olimpiadi. Cvenkelj e Dornik hanno dovuto accontentarsi del terzo e quarto posto. L’episodio si ripeteva nello slalom speciale, nel quale, al posto di Lukane, sì imponeva Kun&ič da- vanti a Stefe, mentre il primo olimpionico era Cvenkelj,. terzo classificato. In campo juniores doppia e meritata vittoria del giovane Tomaž Jamnik del Triglav di Kranj, il quale con le sue prodezze ha conquistato un grande numero di punti, che isono valsi al Triglav il titolo a squadre. In campo femminile dominio assoluto della Slava Zupančič, la quale ha dimostrato di non temere ancora le sue avversarie, che sono finite tutte molto lontane, sia nello slalom gigante che in quello speciale. Nel salto speciale lotta fra giovani. Polda, il numero uno del salto .dell’ultimo quinquiemnio, ha mantenuto la parala data prima di partire per Cortina. Egli aveva infatti affermato che con l’ultimo salto dal trampolino Italia di Cortina porrà fine alla sua lunga carriera. E non presentandosi a Tržič ha mantenuto la parola, lasciando via libera ai giovani, che del resto già a Cortina hanno dimostrato di aver raggiunto, se non superato, l’anzia-sì al migliore allievo di Polda. Il no campione. Il titolo è andato co* giovane Zidar, il quale con il suo 21. posto conquistato a Cortina ha dimostrato di avere buona stoffa per progredire in questa difficile specialità. Sabato e domenica si sono svolti nel noto centro sciatorio di Crni vrh presso Idria i campionati di sci del Litorale, cui hanno preso parte oltre 100 atleti. . A Crni vrh non si sono avute grandi sorprèse, almeno per le gare maschili, nelle quali hanno dominato, come era nelle previsioni, gli sciatori di Idria e Crni vrh, fa- cendo man bassa su tutti i titoli a disposizione. L’unica lieta sorpresa si è avuta in campo femminile, nel quale Alma Prijon, del «Partizan» di Nuova Gorica, ha vinto due titoli nel fondo e nello slalom gigante. Ecco i risultati tecnici: Slalom gigante maschile: 1) Miklavčič (Rudar) Idria. Slalom gigante femminile: 1) Prijon Alma (Partizan) Nuova Gorica. Slalom gigante juniores maschile: 1) Crno-brnja (Idria). Slalom gigante juniores femminile: 1) Skok Anica (Idria). Fondo maschile 15 km: 1) Podobnik (Partizan) Idria. Fondo femminile 5 km: 1) Prijon Alma (Partizan) Nuova Gorica). Fondon juniores 5 km: 1) Šuligoj (Idria). Fondo juniores femminile 5 km: 1) Ludo-vika Skok (Idria). Salto speciale seniores: 1) Mrak (Idria). Salto speciale juniores: 1. Crnobrnja (Idria). Brevi spori Il francese André Dufraisse ha ribadito la sua superiorità nel ciclo-cross domenica scorsa a Lussemburgo, dove ha vinto per la terza volta consecutiva il campionato mondiale della specialità. Dufraisse ha percorso i 14 km in 1 ora 25’2”. Il lussemburghese Charles Gaul è terminato quinto. * A Bonn la Germania ha battuto la nazionale francese di pallanuoto per 3:1 * La Commissione di disciplina del FSJ ha deciso di non doversi procedere nei confronti di Beara e della Stella Rossa di Belgrado per inesistenza di infrazioni ai regolamenti. ' Un’assemoiea. abbastanza burrascosa quella della Sottolega calcistica istriana. Critiche su critiche sono state rivolte al Comitato della Sottolega agli arbitri e alle società, in special modo al Rudar di Arista pisr l’animosità 'dimostrata dai suoi dirigenti nei confronti dello Scoglio Olivi, da essi ingiustamente accusato di aver allettato con somme di denaro i giocatori Poldrugo e Miletič, ora facenti parte del maggiore polese. Sopratutto severa è suonata la critica rivolta a tutto il lavoro della Sottolega dal segretario della Federazione calcistica della Croazia, Mirko Oklobdija, il quale ha ammonito giustamente che se i metodi di lavoro della Sottolega e l’indisciplina regnante nel s'uo seno non muteranno radicalmente in meglio, si procederà allo scioglimento deH’organizzaztone e alla sua ricostruzione su nuove basi. Fra le decisioni adattate da segnalare ancora che l’inizio del girane dii ritorno è sitato fissato per il 17 o 25 marzo, a seconda delle condizioni atmosferiche. Si è deciso anche che il Rudar di Arsia, dopo la fine del campionato, passerà nella Sottolega di Fiume, mentre verrà proposito ai competenti organismi sportivi che le società di Bude e Umago vengano incorporate alla zona di Capodistria. f. «SCOGLIO OLIVI I cantierini hanno riconfermato in carica quasi tutti i membri della vecchia direzione. Nel corso dei lavori si è ribadita l’intenzione di tentare già quest’anno la scalata alla categoria superiore, ossia al Campionato di I. Zona, nel quale già militano il Rijeka, l’Odred, la Lokomotiva di Zagabria ecc. Il trasferimento del terzino Poldrugo e dell’ala Miiletič dal Rudar (Arsia) e della promettente mezz’ala Malivu-kovič dal concittadino «Trgovački» nelle file del sodalizio polese fa sperare in una riuscita dell’impre- sa, sempre ammesso che lo Scoglio Olivi V|inca iii Campionato della Sottolega istriana, co,;,a che si presta a ben pochi dubbi, visto appunto l’iindeboiimento del più serio contendente, ii Rudar di Arsia. Comunque, auguri e in bocca al lupo! «TRGOVAČKI» L’assemblea annuale del «Trgovački» è Stata brevissima, sopra-tutto ooncreta. I membri della giovane società hanno riconosciuto pienamente e dato atto al merito dei dirigenti, che sono stati tutti rieletti all’unanimità. Da segnalare fra le conclusioni il Compito assuntosi dalla società di curare specialmente il vivaio dei giovani e dei giovanissimi. Per quanto riguarda il campionato della Sottolega istriana, il sodalizio si ripropone di fare ogni sforzo per ben figurare nei primi positi della classifica. CALCIO INTERNAZIONALE Turchia-Ungheria 3:1 (2:U) CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A QUATTRO SOLE PARTITE PER L’IMPRA TICABILir NOVARA — NAPOLI 2:0 (0:0). Nel primo tempo prevalenza offensiva del Napoli. Nella prima mezz’ora i novaresi sono stati costretti a chiudersi in difesa, lasciando oltre la meta campo i soli Arce e Sayioni. Poi i piemontesi hanno abbandonato la difesa sfiorando il successo al 42’ e al 43’. Al 43’, anzi, su punizione di seconda Bronèe ha segnato, ma l’arbitro ha annullato perchè nessun giocatore aveva toccato la palla» Il primo goal del Novara è statò segnato al primo minuto della ripresa ad opera di Eide-fiäll. Bronèe calciava una punizione da 30 metri, respingeva corto Bugatti, raccoglieva Eidefiäll che mandava in rete. Ancora da punizione è scaturito al 13’ ili secondo punto novarese: batteva da 30 Bronèe, deviava Ciccarelli sul piede dii Formentin che realizzava. La reazioni© del Napoli non ha fruttato che calci d’angolo a conclusione dì mischie s'errate. Al disorientamento sempre maggiore del Napoli ha fatto riscontro la calma e la bravura dei novaresi fra i quali si è distinto Corghi, autore di splendide parate. ROMA — GENOA 2:0 (1:0). Nonostante la spalatura della neve in mattinata il campo eira in diversi punti pressoché impraticabile, ma non tale da, far sospendere rincontro. N«1 primo tampo 1» Roma ha attaccato in prevalenza, pervenendo ai successo all’ll’ su calcio d’angolo bat juto da Nyers con passaggio radente a Cavazzutti: pronto centro e Ghiggia, portatosi nella posizione di centroavanti, ha scartato l’avversario e infilato in rete con un tiro dal basso in alto da una decina di metri. Dopo altri attacchi della Roma il Gianoa per poco falliva il pareggio s’u azione di Green, al 31’, e corta centrata dii Carapellese, che da due metri tirava alzando la pallia sulla traversa. Nella ripresa, peggiorate le, condizioni del terreno, il gioco risultava ancora più spezzettato. Il Genoa ha attaccato in prevalenza, ma non è riuscito a pareggiare. Al 7’ l’arbitro, ha annullato per fuori gioco un gol segnato da Green su passaggio di Carapellese. Al 36’ il secondo e l’ultimo gol della partita su calcio di punizione. Ghiggia passava a Costa, che rovesciava mandando .sul piede di Pandolfini a due passi sulla destra: il tiro della mezz’ala giallo-rossa superava Gan-dolfi. TRIESTINA — JUVENTUS 1:0 (0:0). — Le condizioni del terreno non hanno permesso alle due squadre di svolgere un gioco apprezzabile. Ha nevicato per tutto rincontro e il fondo del campo ha reso difficile l’equilibrio dei giocatori. I giovani biancewnarj, malgrado la buona volontà, hanno rivelato molte manchevolezze. La Triestina, che ha .giocato in tono minore, ha segnato al 27’ della ripresa: Passa-rin inviava il pallone a Zairo sulla sinistra; il rosso-alabardato tirava a rete con forza, Viola arrestava a terra, lanciandosi in tuffo lateralmente, ma il pallone gli sfuggiva alla presa e Lucentini, intervenuto da destra, non avtava difficahà a mettere in rete. Fino alla fine dei-rincontro è stato un continuo attaccare dei bianco-neri in cerca del pareggio. SPAL — PRO PATRIA 2:1 (0:0). — Incontro scialbo e privo di qual-isias'i .spunto tecnico. La Spai perveniva per prima al successo al sesto minuto della ripresa. Azione Broc-cini — Dal Pas — Braccini e tiro finale di quest’ultimo: la palla incontra il corpo di Toros e schizza in refe. La Pro Patria pareggia al 26’ con Toras, su passàggio di Bene,Ili. La rete della vittoria spallina viene al 43’ con un tiro imparabile di Novelli. L’airfcitro Pieri di Trieste, a mezz’ora dalla conclusione della partita è stato colto da paralisi. Le partite Atalanta — Lazio, Bologna — Torino, Inter — Lanerossl, Padova — Fiorentina e Sampdorla — Milan sono state sospese per l’in-praticabilità dei rispettivi campi. L.:; ISTAMBUL, 19 — Anche l’Ungheria, che a ragione era da tutti ritenuta come la migliore squadra di calcio al mondo, è .caduia malamente contro una squadra di models,ta levatura: battuta nettamente e merlatamente dalla Turchia per 3:1. Da notare che la squadra di Puškaš si è schierata nella sua formazione abituale, priva del solo Kocsis, escluso per indisciplina. L’Ungheria ha perduto l’incontro nel primo tempo, quando, credendo di potersi imporre a proprio piacimento, si è lasciata prendere dalla foga e dalla decisione dei turchi, i quali riuscivano a segnare due reti con l’ala sinistra Kuciuk An-donaidis. Sul 2:0 i compagni di Pu-škaš si innervosivano e non riuscivano a combinare più nulla di buono. Il terzo gol dei turchi, segnato da Metin nel primo minuto della ripresa, è stato la vera doccia gelata, ovvero il k.o. per gli avversari. Sfuocati, privi di idee, scossi nel morale, gli ungheresi non riuscivano più a rimettere in piedi le sorti dell’incontro. L’unica loro soddisfazione è stata quella di aver potuto segnare il gol della bandierina a nove minuti dalla fine con Puskas. All’incantro, che è stato arbitrato dal nostro Stefanovič, hanno assistito 35.000 entusiasti tifosi. L’Ungheria era imbattuta dal lontano 4 luglio 1954, quando fu sconfitta nella finalissima dei campionati mondiali dalla Germania per 3:2. ivi - Nova Corica 2:1 (2:1) POLA, 19 — Lo Scoglio Olivi ha affrontato in amichevole i goriziani, militanti nella I. zona. Nè l’una nò l’altra squadra hanno saputo dimostrare appieno le proprie capacità a causa del terreno pantanoso. In ogni modo i palesi sono stati superiori, nel corso della partita combattutissima ed alle volte dura. I locali andavano in vantaggio al 22’ con Malivukovič che riusciva a battere il bravissimo ex quarnerino Gabrič. Su contropiede Križaj, in mischia, pareggiava al 30’ mentre al 42’ Ninčevič Segnava da una ventina di, metri il pallone della vittoria. Nel complesso modesto l’undici o-spite, ma attimi il portiere Gabrič ed il mediano Zivkovič, ambedue ex-fiumani. Dello Scoglio Olivi salvi i terzini Poldrugo e Tarticchio, ottimo Malivukovič • Ninčevič. I« ombra gli altri.