ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI, LAVORATORI Anno VII. - No, 489 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 CONCLUSE DE TRATTATIVE JUGO-TEDESCHE SUGLI SCAMBI E LE RIPARAZIONI BELLICHE Un accordo di scambio firmato pure con la Birmania - Oggi ha inizio la VI sessione della Lega dei Comunisti - Il Segretario delle Nazioni Unite verrà prossimamente in Jugoslavia Ha avuto luogo venerdì scorso a Belgrado, nei corso di una seduta del Consiglio Esecutivo Federale, l’approvazione del progetto di piano sociale per il 1956. Nella stessa seduta sono stati pure approvati il progetto del bilancio federale di quest’anno e il bilancio consuntivo del 1954. Il Consiglio Esecutivo Federale ha quindi votato i progetti relativi alla legge fondamentale sul-l’amministrazione statale e alla legge sugli organi federali amministrativi. Oltre a ciò è stato accettato il progetto relativo all’ordinanza sugli introiti e ha ratificato alcuni accordi internazionali. Il fatto più importante della seduta è stato l’approvazione del progetto di piano sociale 1956, sulle cui caratteristiche trattiamo diffusamente in altra parte del giornale. v ■8 Sabato scorso è 3tato firmato a IL PIANO SOCIALE 1956 Il Consiglio Esecutivo Federale ha approvato lo schema del Piano Sociale federale per l’anno 1956, schema che ora verrà rimesso ai comitati parlamentari per l’economia di entrambe le camere e verso la fine del mese dovrebbe passare all’Assemblea Federale. Gli esperti economici dellTsli-tuto federale per la pianificazione, che hanno elaborato il piano, mettono in rilievo che tutte le misure comprese nello stesso sono fondamentalmente indirizzate al regolamento ed alla stabilizzazione graduale del mercato interno e di conseguenza al graduale miglioramento dello standard di vita, in primo luogo degli abitanti delle città e dei centri industriali. Le misure più importanti, come siamo riusciti a sapere, si riferiscono all’aumento generale della produzione e al miglioramento dei rifornimenti di beni di largo consumo, poi a determinate restrizioni di consumi sia produttivi che amministrativi, infine al regolamento del mercato e a certe variazioni nel sistema delle disposizioni economiche. Si ritiene che l’attuazione di queste misure nel corso del 1956 preparerà e consoliderà il terreno per la creazione di rapporti più stabili nell’economia e per un suo sviluppo più generale. Questi sono i compiti fondamentali dell’economia per i prossimi anni. Nello stesso tempo si sottolinea che questa è la continuazione di quella politica economica che negli ultimi anni ha contribuito all’aumento della produzione dei beni di consumo, a maggiori impieghi di capitale nell’agricoltura e nella costruzione di abitazioni, alla riduzione delle spese nell’amministrazione statale, ecc. Però le misure contenute nel piano sociale 1956 dovrebbero essere in questo senso ancora più radicali. * * La produzione industriale nel corso del corrente anno dovrebbe aumentare, secondo il piano; di ulteriori 10 % nei confronti del 1955, in conseguenza della messa in funzione di nuovi impianti, del maggiore sfruttamento di materie prime nazionali e della corrispondente importazione di materiali ri-produttivi. Gli investimenti nell’agricoltura, aumentati nel 1956, poi la creazione di fondi per l’incremento della stessa, il miglioramento dei servizi tecnici ed un’applicazione più vasta delle misure agrotecniche dovrebbero contribuire, sempre che le condizioni climatiche si mantengano normali, a un determinato aumento della produzione agricola nei confronti della produzione media degli ultimi tre anni. In conseguenza delle maggiori necessità della popolazione è previsto un aumento dell’importazione dei viveri, in particolare del frumento, grassi e zucchero. Parallelamente all’aumento della produzione dei beni di largo consumo, si procederebbe ad aumentare anche l’importazione di questi beni, raddoppiandola nei confronti del 1955. Con l’importazione verrebbero colmati i vuoti nell’assortimento nazionale dei prodotti. Una buona parte di questi prodotti dovrebbe servire alle necessità degli agricoltori, allo scopo di consolidare i rapporti tra la città e la campagna. Nello stesso tempo si prevede l’aumento delle esportazioni e in particolar modo dei prodotti dell'industria metallurgica, elettrica e metalmeccanica. Per quanto riguarda invece le restrizioni nei consumi interni, viene prevista una riduzione degli investimenti nella misura del 15%. Una riduzione di richieste dei materiali necessari agli investimenti dovrebbe contribuire alla riduzione dei prezzi, rendere possibile la creazione di normali riserve nella produzione, coprire in maggior misura il fabbisogno dell’agricoltura ed oltre a ciò, per ora, ridurre l’afflusso della mano d’opera delle campagne verso la città ed infine influire sull’aumento dell’esportazione. La struttura degli investimenti sarebbe indirizzata nel senso di maggiori impieghi nell’agricoltura, negli acquisti di mezzi di trasporto, nella meccanizzazione dell’edilizia e nel rinnovo dell’industria dei beni di consumo. Le spese di bilancio, che negli anni passati aumentavano più della produzione, verrebbero mantenute nei limiti del 1955, mentre una maggior severità nella concessione degli assegni f#miliari ai proprietari fondiari ridurrebbe le uscite per le assicurazioni sociali. In questo gruppo di misure appartiene anche l’aumento dell’imposta sul-l’entrate derivanti dall’agricoltura, che attraverso vari fondi, verrà reimpiegato nell’agricoltura stessa. Quale misura più importante per la sistemazione organizzativa del mercato interno viene messa in rilievo l’assegnazione dell’ammasso dei prodotti agricoli alle cooperative. Le stesse sono particolarmente interessate a questo lavoro poiché la differenza tra il prezzo d’acquisto e quello di vendita verrà impiegata per il miglioramento dell’attività cooperativistica. Oltre a ciò, lo schema del piano sociale prevede un miglioramento delle possibilità di trasporto nel commercio e ciò con una maggiore produzione nazionale e l’importazione dei mezzi di trasporto. Infine è previsto un maggiore perfezionamento professionale dei dipendenti dalle aziende commerciali. Le variazioni fondamentali nel sistema economico hanno per scopo il conseguimento di una maggiore armonia tra la produzione ed i consumi. Si ritiene che una delle misure più importanti in questo senso sia la"separazione dei consumi previsti con il bilancio dai fondi produttivi, il cui uso, sia riguardo alla destinazione che al tempo d’impiego, verrà regolato da speciali disposizioni e dipenderà dalla particolare situazione esistente sul mercato. I rapporti tra i comuni e le aziende verrano regolati da disposizioni federali, di modo che gli organi locali avranno minori diritti di ingerenza nella distribuzione degli utili delle organizzazioni economiche. Nello stesso modo sono previste variazioni nella distribuzione, uso e tassazione degli utili aziendali. Nell’ambito di tutte le misure previste dal Piano Sociale 1956 gli esperti sottolineano in particolar modo quelle riguardanti l’aumento della produzione e della produttività del lavoro, che rappresentano la base fondamentale per lo sviluppo e la stabilizzazione dell’economia nei prossimi anni. Poiché ciò non dipende solo dai fattori obiettivi ma anche dai fattori soggettivi, si mette in particolare rilievo la necessità di un maggior risparmio, di una organizzazione più razionale della produzione e del miglioramento del processo tecnologico. A differenza di questo, le misure — quali ad esempio la riduzione nel volume degli investimenti ed il freno all’afflusso della mano d’opera dalle campagne — vengono considerate provvisorie e non rappresentano parte integrante di una politica a lunga scadenza. Però in questo anno esse sono di enorme importanza e vengono caratterizzate come un respiro momentaneo che contribuirà ad uno sviluppo più intenso e generale negli anni successivi. (Jugopres) Bonn, dopo lunghe trattative, raccordo sui debiti tedeschi alla Jugoslavia. Hanno siglato il protocollo Hasan Brkič, segretario di Stato, per la Jugoslavia e rinviato straordinario dottor Zeliger' per la Germania. E’ stato quindi diramato un comunicato ufficiale sui risultati delle trattative. Con l’accordo in parola la Repubblica federale tedesca si obbliga a versare alla Jugoslavia 300 milioni di marchi, dei quali 70 in contanti e il resto quale credito per l’acquisto di merci in Germania per la durata di 99 anni. Il 20 per cerato di questo importo è destinato all’acquisto di articoli di consumo. E’ stato pure raggiunto fra i due Paesi un accordo in base al quale gli obblighi commerciali postbellici jugoslavi vengono prolungati fino al 1968 e ridotti, circa il tasso d’interesse, al 3 per cento. Gli accordi firmati contemplano pure la collaborazione economica fra i due Paesi e lo scambio di esper’i e di -pubblicazioni tecniche. E’ stato pure siglato fra i due Belgrado la VX sessione plenaria del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti della Jugoslavia. I lavori della VI sessione, che si tiene nell’edificio del Comitato Centrale della LCJ, si svolgono col seguente ordine del giorno: 1) Problemi relativi al lavoro della Lega dei Comunisti. Relatore Aleksander Ranko vie; 2) Lavoro e attività della gioventù. Relatore Petar Stambolič; 3) Varie. * Rappresentanti della Jugoslavia e della Birmania hanno firmato a Rangoon un accordo relativo all’acquisto, da parte jugoslava, di 50 mila tonnellate dt riso all’anno in cambio di attrezzature tecniche. L’accordo ha la durata di 5 anni. E’ stato pure siglato fra i due Paesi un protocollo sulla collabo-razione a lunga scadenza per lo sfruttamento delle fonti energetiche e le ricchezze naturali della Birmania. * Nella consueta conferenza stampa settimanale al Segretariato agli Esteri, Branko Drašković ha favorevolmente valutato gli scambi epistolari tra Eisenhower e Bulganin. Riferendosi all’ultima risposta del Presidente americano ai messaggi del Premier sovietico, Drašković ha dichiarato che ciò segna una continuazione della corrispondenza su una linea di scambi positivi e di avvicinamento dei punti di vista. Vi è pure compreso il problema del disarmo, che assume sempre più un posto di primo piano nella politica internazionale, ed accenna a una possibilità di utili soluzioni. Il portavoce della Segreteria di Stato agli Esteri ha detto poi che le dichiarazioni dei Ministro francese Pineau «contribuiscono a potenziare le aspirazioni costruttive manifestatesi anche altrove in questi ultimi tempi.» Rispondendo a una domanda sulla visita del Segretario generale dell’ONU, Hammarskjioeld, alla Jugoslavia Drašković ha detto che il suo arrivo è atteso con viva soddisfazione, ma che la data precisa non è ancora stata fissata. Ha concluso i suoi lavori la scorsa settimana a Zurigo la conferenza del Consiglio generale dell’internazionale socialista. Ai lavori hanno partecipato i delegati di Belgio, Olanda, Danimarca, Francia, Germania occidentale, Gran Bretagna, Italia Israele, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Svezia e Svizzera. La sessione di Zurigo dell’Internazionale Socialista deve la sua importanza soprattutto al modo in cui sono stati trattati il problema del disarmo e quello dei rapporti con l’Unione Sovietica e i partiti . comunisti. Sul problema del disarmo ha riferito il francese Jules Moch, delegato della Francia alla sottocommissione delle Nazioni Unite per il disarmo. La risoluzionè votata aU’unanimità, al termine della prima giornata dei lavori afferma tra l’altro che «il passaggio dall’era a-tomica all’era termonucleare rende più imperioso che mai un disarmo progressivo e controllato.» Da risoluzione chiede a tutti i partiti socialisti di agire sulle opinioni pubbliche e sui governi per far conoscere la fondamentale importanza dei problemi del disarmo, non soltanto per il mantenimento della pace, ma anche per la soluzione dei conflitti politici. I partiti socialisti vengono inoltre invitati ad intervenire presso i vari governi perchè questi elaborino un piano di disarmo fondato sui seguenti principi: nè controllo senza disarmo, nè disarmo senza controllo, ma progressivamente ogni disarmo controllabile. E’ evidente in questa impostazione del problema, l’influenza positiva dell’atteggiamento francese. Come si ricorderà Guy Mollet nel-l’esporre il programma di politica estera del proprio governo all’assemblea nazionale poneva al primo posto come premessa fonda-mentale della soluzione delie que- CIPRO APPENDICE DEL MEDIO ORIENTE UNA MARCIA SULLE SABBIE MOBILI la politica inglese nel Mediterraneo «Stiamo marciando sulle sabbie mobili». Casi ha scritto il londinese «Economist» riassumendo e sintetizzando la situazione della politica britannica nel Mediterraneo Orientale e nel Medio Oriente dopo la decisione del Governo inglese di confinare l'arcivescovo Makarios nelle isole Seychelles, nell’Oceano Indiano. Non si 'i>uó certo diire che il giudizio dell’importante foglio londinese sia favorevole alla diplomazia ed alla politica del Governo conservatore britannico. Nella sua scheler trinità la frase deH’«Economist» racchiude in se una cri : ica ancor più severa politicamente di quelle elevate diai laburisti. Ma tant’è le critiche maggiori al governo Eden per gli sviluppi della situazione a Cipro e nel Medio Oriente sembrano destinate a uscire dagli uomini, dai Paesi e dalla stampa più «amica» e più politicamente vicina al Govteav no britannico. Prescindendo naturalmente dalle prese di posizione e dalle proteste dei direttamente interessati e cioè,. Grecia, Staiti Arabi e popolazione cipriota. Il New York Herald Tribune» per esempio ricorda a Londra che le questioni di Cipro e della Giordania non possono considerarsi un interesse britannico puro e semplice in quanto riflettono problemi politici (amicizie ed alleanze) e problemi strategici (basi militari) che .investono da vicino tutto lo schieramento occidentalla nel Medio Oriente e nel Medi terraneo Orientale. Una constatazione che, fatta in Amenità, ha tutta l’aria di venir direttamente dai comandi dalla Nato. A questo proposito il «New York Times» parla ancora più chiaro affermando che se per l’Inghilterra Cipro è una colonia ed una base militare, per l’alleanza atlantica essa è soltanto urna base che dstve venir conservata tranquilla ed invece di un punto di attrito fra alleati dovrebbe divenire un punto di incontro. Parole abbastanza chiare che diventano ancor più chiare all indirizzo di Londra quando l’influente organo statuni'emse lamenta che il Governo britannico abbia piteiso la grave misura contro Makarios' senza informarne preventivamente il Governo americano. A stare alle proteste ed alla direzione delle più aspre critiche sollevate, l’azione di forza inglese a Cipro porta- ik politica britannica a «marciare sulle sabbie mobili» non salo per quello che riguarda il tentativo di mantenere insostenibili «posizioni imperiali» ma anche per la più generale politica occidentale alla quale il Governo di Londra sempre si richiama e dalla quale nel suo viaggio in America Eden sollecitò una maggiore coesione. Coesione che, stando a ciò che avviene, non può deirtio uscire rafforzata dal colpo di forza di Cipro. Certo il problema ciprio’» è grave e complicato da fattori più diversi. Ma appunto per questo, si sastiene, esso deve essere affrontato con la massima calma e, siopra-tutto, dovrebbe venirne cercata una soluzione nel quadro degli stretti interessati. Ciprioti, minoranza tur- ca a Cipro, Grecia e Turchia. La soluzione dovrebbe partire, in sostanza, dai problemi politici e non da quelli strategici che, a parere del New York Times che incita a «salvare il salvabile», non sarebbero compromessi se Cipro passasse sotto sovranità greca o divenisse temporaneamente uno Stato autonomo ed indipendente. «La Nato — scrive Al quotidiano newyorchese — ha altre basi in territorio non britannico . . .» L’invito ad affrontare i problemi politici di Cipro innanzitutto sul terreno delle intese politicha è chiaro. Date questo prese di posizione degli «amici» Londra non si può certo attendere giudizi più benevoli dagli osservatori neutrali o, peggio, dagli avversari della politica disi Governo conservatore britannico nel Medio Oriente ed a- Cipro che, in un certo senso, del Medio Oriente viene ad essere conisidera- stioni internazionali controverse e del mantenimento della pace, gli sforzi per il raggiungimento di un accordo sul disarmo. Soltanto di alcuni giorni addietro sono poi le dichiarazioni del ministro degli e-steri francese Pineau, secondo cui ai fini dì un’intesa con l’Unione Sovietica il terreno del disarmo è molto più favorevole di quello di altri problemi come ad esempio la riunificazione tedesca, sulla quale l’occidente ha sinora sempre insistito, attribuendole un carattere di priorità assoluta. Non vi è dubbio infatti, che un accordo sul disarmo, accompagnato eventualmente da un accordo per la sicurezza collettiva, porterebbe ad un miglioramento dell’atmosfera internazionale tale da attenuare sino a renderlo insignificante il timore che una Germania riunificata passi a questo o quell’altro campo e potrebbe quindi le basi per la riunifìcazione tedesca. Nella risoluzione dell’internazionale socialista sul problema del disarmo trovano inoltre eco sia le dichiarazioni del presidente della repubblica italiana Gronchi a Washington ed a Ottawa, sulle gravi difficoltà economiche che per vari paesi crea il gravoso onere degli armamenti, — sia lo scambio di corrispondenza fra Eisenhower e Bulganin, scambio in cui trovano sempre maggiore accento 1 tentativi di combinare le proposte degli Stati Uniti e dell’Unione sovietica in merito al controllo, degli armamenti. Altro problema importante trattato dalla sessione di Zurigo è stato, come già dicemmo alTinizio, quello dei rapporti con l’Unione Sovietica e i partiti comunisti. Di particolare interesse in proposito Tintervento del delegato del partito laburista britannico Barbara Castle, la quale ha dichiarato che dati gli evidenti mutamenti nella politica sovietica rivelata dal ventesimo congresso del partito comunista, la reazione dei partiti socialisti occidentali alla proposta sovietica di più stretti contatti, deve essere positiva; Da parte sua il delegato svizzero Walter Bringolf, ha sostenuto la necessità di estendere i rapporti culturali, sportivi ed economici con l’Unione sovietica e i paesi dell’Europa orientale. I pareri tuttavia non sono stati unanimi. L’austriaco Pollak e il norvegese Lie hanno parlato di u-na minaccia che alla socialdemocrazia verrebbe dalle proposte comuniste di «fronti popolari». Per essi inoltre l’eventualità di conversazioni con i comunisti dovrebbe essere subordinata alla ricostituzione nell’EST europeo dei partiti politici. Questa posizione è in aperto contrasto con l’atteggiamento assunto dal partito socialista francese che su invito del partito comunista sovietico invierà a Mosca una propria delegazione, dopo la visita del presidente del consiglio Mollet e del ministro degli esteri Pineau. Del resto sulle possibilità di collaborazione fra il partita social-democratico ed il partito comunista in Francia vi è stato anche un accenno nelle conversazioni moscovite dell’ex presidente della repubblica francese Vincent Auriol. E’ ta Una, appendice nel gioco della . probabile che al suo ritorno in pa- inonovioilo Kvilbnnibo n. »O 01 _ . INGAGGIARE LA GIOVENTÙ’ nel concreto dei problemi A Novi Sad, alla conferenza distrettuale della Lega dei Camumisti, il compagno Eduard Kardlalj si è particolarmente intrattenuto sull’attività che i comunisti dovrebbero svolgere tra la gioventù, rivelando in primo luogo come molte organizzazioni della Lega e dell’Unione socialista limitano l’a’itività tré i giovani solo all’eduoazione politico-ieziologica e ad un sano divertimento. E’ fuor di dubbio che l’una e Tal-, tra cosa sono necessarie1, ma non sono però ne sufficienti nè determi-n£m'ii. La gioventù cresce oggi in un ambiente caratterizzato dall’edi-fioazionla socialista e proprio in questa edificazione risiede il suo presente ed il suo futuro. E’ qui perciò che vai ricercato il contatto con la gioventù, in questa edificazione nella quale essa ha il isuò interesse morale e materiale. Proprio qui la nostra attività è scarsa e non è indirizzata a far si che la gioventù non consideri il lavoro nella società socialista come un semplice atto materiale fatto con runico scopo di guadagnarsi il Dane quotidiano, invtece di considerarlo come uno sforzo cosciente e creativo del proprio migliore presente e futuro. Molto spesso la gioventù non trova spazio vitale per poter sviluppare in ques'o senso il pmprio spirito d’iniziativa ed- il proprio entusiasmo, con il quale trasformerebbe Al comune lavoro in efficace mezzo di lotta per un più rapido progresso del socialismo e per j rapporti ancor migliori tra gli uomini. Ad ostacolarla sono spesso cKTte nostre forme e metodi organizzativi fos’silìzzati. Oltre a ciò la gioventù è assai poco ingaggiata negli organismi di gestione operaia e sociale, entro i quali il suo spirito d iniziativa troverebbe l’ambiente più adatto per potersi manifestare. Nei consigli operai, nei consigli dei comitati popolari, nei comitati scolastici, in altri organismi della gestione sociale,, nedl’Unioine Socialista, nelle cooperative, ecc. la gioventù ha poca voce in capitolo. Si tratta invece di un campo nel quale la gioventù dovrebbe essere coscientemente legata al socialismo e all’edificazione socialista, poiché attraverso il meccanismo della gestione sociale essa può lottare anche per migliorare la propria posizione e la propria iniziativa, in tiha parola, può partecipare in modo efficace allo sviluppo dei rapporti socialisti. Non bisogna perciò condannare la .gioventù al solo di-. vertimento oppure al solo studio mnemonico dei vari ararti sul socialismo, nè alla posizione di un allievo a scuola. Bisogna attirarla alla soluzione concreta dei problemi, in alttei parole, la gioventù dovrebbe ottenere una responsabilità maggiore nella soluzione dei vari problemi sociali. Inoltre il compagno Kardelj ha parlato della lotta per l’aumento della produttività del lavoro e .del sistema .salariale ad asso collegato ed ha .rilevato come l’attuale sistema, nonostante le sue lacune, rappresenta un deltleirminato miglioramento nei confronti dei sistemi passati, pur non stimolando sufficientemente la produttività del lavoro. In tale situazione i miglioramenti dipendono dagli «forzi organizzati di tutti i lavoratori. strategia imperiale britànnica e nelle preoccupazioni dei Paesi membri dell'alleanza occidentale. Un’appendice al Medio Oriente perchè (perduta Suez, par ito Glubb Pascià da Amman, ridotto il Patto di Bagdan alla inerzia), Cipro per Londra è l’ultima base dalla quale far partire navi, paracadutisti e truppe verso le zone del Medio Oriente dove venissero messi in pericolo gli interessi petroliferi britannici o la sicurezza delle linee tradizionali del commercio del Commonwealth. Un concetto al quale Londra resta abbarbicata corrila nel primo dopo-guerra, .malgrado che gli interessi petroliferi la oppongano oggi ai suoi alleati invece di unirvela come 40 anni fà e malgrado che siano fondamentalmente mutati gli schemi del commercio internazionale e dello stesso Commonwealth. Mutamenti gli uni e -gli altri che tolgono à Londra quella solidarietà di «alleati» che era ieri un assioma perchè .nasceva dai fat i e dalla concomitanza di interessi. Concomitanza che ormai non esista più oltre la vernice Édella vetrina. E che perciò, se consente ancora di vedere Cipro come appendice del Medio Oriente, la veda quale appendice di interessi politici, strategici le finanziari che non sono più .soltanto, e nemmeno esclusivamente, britannici. Questo per rimanere sul discorso che i suoi allleaU occidentali rivolgono a Londra. Se si passasse inveqe ad altri «discorsi», allora si vedrebbe che per l’un caso e per l’altro «[’appendice Cipro» perde ogni valore nei confronti del Medio Oriente e ne assUmq .uno grandissimo per la tranquillità e la' collaborazione nel Mediterraneo Orientale. Tranquillità che, sia pure per motivi opposti, gli atessi alleati della Gran Bretagna vedono raggiungibile solo nella soluzione dei problemi politici di Cipro in una intesa Turco-ellenica-ci/priota nella quale l’in-ghilterra potrebbe avere una sola parto veramente importante: quella del mediatore». tria sia in Francia che presso i partiti socialisti di altri paesi occidentali le idee si facciano più chiare su quella che dev’essere la risposta della socialdemocrazia alla mano tesa del partito, comunista sovietico. MARTEDÌ’ 13 marco 1956 Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. c. p. L'Internazionale socialista e la qnesfione del disamo LA CONFERENZA DI KAEACK. Giovedì scorso si sono conclusi a Karachi i lavori della conferenza dei ministri degli Esteri del patto per il sud-est asiatico (SEATO) firmato 1’ 3 settembre del 1954 da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Siam e Pakistan. Il patto venne firmato immediatamente dopo il fruttuoso lavoro di quella conferenza di Ginevra che ristabilì la pace in Indocina ed è diretto contro la eventuale aggressione di Cina popolare è Viet Nam settentrionale, paesi che in realtà più di ogni altro si sono adoperati al convegno Ginevrino per il ristabilimento della pace nel sud-est asiatico. Vengono quindi spontanee le seguenti domande: Perchè creare un patto difensivo per salvaguardare l’Asia sud-orientale da quei paesi che maggiormente lottano per la pace? Perchè le grandi potenze extra asiatiche hanno per la difesa di quel settore un interesse molto maggiore di quello degli stessi paesi asiatici? Perchè a tale patto hanno aderito soltanto tre paesi asiatici e cioè proprio quelli che sono maggiormente legati agli Stati Uniti? Ed Infine perchè India, Birmania, Indonesia, Ceylon, Viet Nam settentrionale e Cina popolare condannano tale organizzazione? A tutte queste domande si può trovare una risposta nell’atteggiamento espresso dal presidente del governo indiano Nehru il quale ha definito il SEATO un «patto che trasforma una zona di pace In una zona di guerra». L’anacronismo di questa alleanza militare creata dalle potenze occidentali è oggi nelle mutate condizioni della situazione internazionale più evidente che mai. Primo dei paesi membri ad accorgersene sembra sia la Francia che alle recenti manovre militari del SEATO non ha inviato proprie forze armate. Lo stesso ministro degli esteri francese Pineau poi ha dichiarato che l’aiuto economico ai paesi del settore asiatico ha una importanza dì gran lunga superiore a quella di manovre militari svolte nelle loro acque. Questo atteggiamento della Francia è stato ribadito alla conferenza di Karachi. Pineau ha detto infatti che il peripdo delle aggressioni appartiene al passato, che la miseria è oggi il primo nemico della pace, che la Trancia č disposta ad offrire il suo contributo alle iniziative che esulano dall’organizzazione della sicurezza ed infine che la migliore garanzia per la stabilità della pace è l’elevamento materiale e culturale de: popoli. Sembra dunque che lo sviluppo degli avvenimenti da’!a creazione del SEATÓ ad oggi, in particolare dopo la conferenza d' Bandoeng e la visita dei dirigenti sovietici all’India e alla Birmania. , hanno convinto le potenze occidentali della necessità di adeguare il loro atteggiamento alla nuova situazione. Qui va appunto ricercata la ragione del «pellegrinaggio» di Sewiln Lloyd, Dulles e Pineau a Nuova Delhi. Sembra che ormai si attribuisca maggiore importanza ai colloqui con i leaders dei paesi che non fanno parte del SEATO che alla stessa conferenza di Karachi. * Al Cairo i capi di stato di Egitto, Siria e Arabia Saudita, hanno definitivamente deciso di sostituire con propri aiuti finanziari le sovvenzioni che sinora la Giordania riceveva dalla Gran bretagna per un’ammontare di 12 milioni si sterline all’anno. LO SVILUPPO E I SERVIZI DELLA FLOTTA JUGOSLAVA FIUME, marzo — La flotta mercantile transoceanica jugoslava ha raggiunito quest'anno iil tonnellaggio anteguerra (1938) con oltre 300 mila (tonnellate di stazza. Entro la fine die! 1957 il programma della marina mercantile prevede la messa in linea di altre 23 navi per 94.278 'tonnellate di stazza. Contemporaneamente 12 navi dovrebbero essere mescei An pensione, qualcosa come 39 mi.’® tonnellate di rottami. Negli anni 'Seguenti, dal 1958 al 1961, altre 17 navi chiuderanno il cielo delle loro [scorribande sugli oceani. Il loro posto sarà preso da navi di nuova costruzione per un totale di 65.000 tonnellate di stazza. Piar fare una cifra che ha del sensazionale diremo che ili valore della flotta mercan ile jugoslava fra due anni sarà di 70 miliardi di dinari. * Alla liberazione del Paese la flottiglia di navigazione costiera contava appena 17 unità per un totale di 6.000 tonnellate di stozza. I palombari della «Brodaspas» Etmo riusciti ad estrarre dalla tomba del mare 28 navi -affondate, e fino al 'termine del 1955 sono state costruite 13 nuove unità, sicché oggi disponiamo, per la navigazione costiera, di 21.332 tonnellate di naviglio, d; cui 20.219 in possesso della «J-i-drolinija» di Fiume la quale mantiene 64 delle 78 linee di navigazione. Le nostre navi hanno trasportato nel 1955 4.831.000 passaggeri. mentre nel 1938, su '85 linee furono trasportati 174.700 passeggeri. Que- ste cifre indicano anche quanto si sta sviluppato, nel dopoguerra, il turismo.. * Entro il 1957 — fra un anno dunque — 1® flotta costiera avrà altre 8 unì là. Ciò significa ohe nel prossimo anno nelle acque dell’Adriatico navigheranno 86 navi per 30.593 tonnellate di stozza, con una capacità di 33.176 posti e 1.242 cabine letto. * Nel dopoguerra so.no stali ricostruiti per 180 per ceraio gli impianti portuali jugoslavi. Mettendo a confronto le capaci à dei 5 maggiori porti nel 1938 e nel 1954 abbiamo rilevanti difflsirenze. Prima avevamo 11.748 metri di moli operativi, oggi ne disponiamo di 9.673. In costruzione Sono ancora 670 metri di rive é bisogna rinnovarne 1.450 (metri. La guerra ha distrutto motti magazzini, Aincora non abbiamo raggiunto Al numero delle gru esistenti prima dalla guerra. La lotta picT la ricostruzione, in quesito settore, è tiuittora in corso. Eppure, nohoatian e tutto, mentre ne) 1938 nei nostri porti (compreso Fiume) si registrò un carico, scarico c transito di circa 2.600.000 tonnellate dì merce, nel 1955 l'indice è salito a 4.400.000 tonnellate. Interessante è sol lolineare il fatto che nel 1938 il porto di Fiume regnltrò 700.000 tonnellate di marce in arrivo e partenza, mentre nel 1955 ne ha registrato 3.500.000. G. S. LA CONFERENZA COMUNALE DELLA LEGA DEI COMUNISTI VERSO IL CONSOLIDAMENTO del cooperativismo buiese BUIE — marzo. La parte preponderante dei lavori alla conferenza comunale della Lega dei comunisti di Buie, svoltasi recentemente, è stata dedicata ai problemi dell’agricoltura. Cosa logica, se si considera che l’agricoltura rappresenta il ramo più importante dell’economia buiese, con una partecipazione dei 77,1 per cento al reddito complessivo del comune. Siccome nel nostro sistema sociale non è concepibile il progresso dell’agricoltura solo attraverso lo sviluppo delle economie agricole individuali, senza la graduale introduzione di quei rapporti e di quei metodi di lavoro che sono in armonia con il rimanente sviluppo sociale, una particolare attenzione è stata dedicata alle attività e al ruolo delle cooperative agricole che rappresentano, per ora, l’unica via e l’unica forma per una graduale introduzione dei rapporti socialisti nell’agricoltura. Le cooperative agricole del Comune di Buie, pur dedicandosi nel passato quasi esclusivamente al commercio hanno ugualmente rappresentato una base socialista nelle campagne, mentre la costruzione ha cominciato a svilupparsi più tardi, in seguito alle decisioni dell’Unione Socialista, che ha impresso a tutto il movimento cooperativistico jugoslavo un orientamento marcatamente produttivistico, più vicino e maggiormente sentito dalla massa contadina. Seguendo questo indirizzo, uno dei primi compiti che le cooperative buiesi hanno dovuto affrontare era quello della meccanizzazione del processo produttivo nell’agricoltura. Tale compito veniva imposto dalla situazione del vecchio parco di macchine agricole, ormai i-nutilizzabile, appartenente agli ex latifondisti. Oggi la situazione, consistente in sei trattori ed altrettante trebbiatrici, è ancora precaria per cui si è proceduto all’acquisto di altri sei trattori con i quali si coprirà il fabbisogno. Ma più che nell’introduzione materiale, o meglio nel rinnovo delle macchine a- I primi turisti ABBAZIA — Pei- la fine del mese è atteso l’arrivo di un primo gruppo di turisti stranieri. Giungeranno dalla Germania Occidentale, dall’Austria e dalla Svizzera. La stagione turistica sulla Riviera del Quamero viene così inaugurata con notevole anticipo in confronto agli anni precedenti. gricole, i meriti maggiori delle cooperative consistono nell’opera di propaganda svolta e tesa a far sentire vivo il bisogno delle macchine agricole anche a quella parte dei contadini medi e poveri che, liberi dal colonato, ne avevano fatto scarso o nessun uso nel passato a causa delle loro mediocri condizioni finanziarie. Qui però si fermano i meriti delle cooperative agricole di tipo generale. tia loro iniziativa non è andata più in là del servizio tecnico a disposizione degli agricoltori, salvo la costituzione di qualche economia agricola, attorno alia quale, però, le direzioni cooperativistiche non hanno saputo accentrare l’interessamento fattivo ed efficace dei propri associati. E’ vero che le sei cooperative del comune di Buie si sono trovate dinanzi a difficoltà obiettive rappresentate da un cumulo non indifferente di terre, appartenenti agli optanti che, venuto a cadere sulle loro spalle in un lasso troppo breve di tempo, ha richiesto un’infinità di lavoro pratico, impedendo ogni cura per i problemi di carattere generale ed organizzativo. Ma proprio questa terra, che fino ad oggi ha funzionato da disturbo alla normale attività cooperativistica, con la conclusione dell’emigrazione potrà rappresentare la base per una più rapida soluzione delle questioni di principio nell’agricoltura del Buiese. E’ noto come una delie cause principali che impediscono l’introduzione di misure agrotecniche su vasta scala nella nostra agricoltura, sia rappresentata dallo spezzettamento della proprietà fondiaria. Con un’opportuna politica di ridistribuzione della proprietà si potrebbero creare complessi unici a costante avvicendamento delle colture e aperti a tutte le misure previste dalla moderna " agricoltura. Oltre a ciò questi complessi con una adatta politica di premiazione, che dovrebbe essere decisa dagli stessi cooperatori, potrebbero rappresentare un centro d’attrazione per quei contadini che oggi sono al di fuori del movimento cooperativistico. E non sono pochi, se consideriamo che alla cooperativa di Buie è associato il 30 per cento degli agricoltori, a quella di Verteil 26 %, a quella di Grisignana il 32 % e infine a quella di Portole neglio il 35 %, a quella di Momiano il 27 %. E’ naturale che oltre a questi complessi, dovrebbe esistere una più oculata politica e dei prez- Maestosità della rocca di Socerb DOVUTI Al GIOVANI i successi alla «Delanglade» CAPODISTRIA, 8. marzo. — C’è nella prima pagina di questo numero del nostro giornale un articolo nel quale vengono riportate le parole del compagno Kardelj sulla gioventù. Che queste parole siano giuste ne abbiamo avuto chiara conferma oggi al conservi-fico capodistriano «De Langlade» che, primo collettivo nel distretto capodistriano, ha proceduto alle elezioni del proprio consiglio operaio. Le domande che ci siamo posti per chiarire in qualche modo le cause dei cospicui risultati ottenuti da questo collettivo nelle due recenti annate hanno avuto la più logica e naturale risposta nell’entusiasmo giovanile che anima dirigenti e maestranze. Il contabile Vran è l’unica persona che fra un centinaio e passa di dipendenti dà l’impressione di essere un padre tra una nidiata di figli, e pòi, salvo un operaio e due o tre operaie, tutto il resto, direttore Santin compreso, appartiene alla giovane generazione. Si comprende come, volens nolens, anche il consiglio operaio ed il comitato di gestione siano composti da persone che non oltrepassano il quarto di secolo. Qui il motto di Kardelj «posto ai giovani» è stato attuato in pieno. E T inesperienza giovanile, ammettendo che esista, è stata egregiamente sopperita da quell’entusiasmo e spirito d’iniziativa, caratteristici per i giovani che hanno uno scopo ed un ideale. Quanto a disciplina e serietà con la quale concepiscono il lavoro, l’organizzazione aziendale e tutto quel complesso di problemi inerenti il funzionamento della fabbrica, questi giovani possono dare dei punti a molti collettivi di lavoro composti da persone con decenni di servizio. Dal tavolo della presidenza dei lavori, durante la discussione, s’era alzato un giovane, quasi ragazzo ancora, che ha sollevato il nostro stupore quando ci hanno detto trattarsi del capotecnico e ancora di più quando lo abbiamo sentito parlare con la competenza e la serietà di un uomo anziano dei macchinari, ammortizzati per il 75 e oltre per cento, e della cura che ogni operaia deve avere pep gli stessi, se si vuole che la fabbrica continui con immutato progresso il suo lavoro, senza dover bussare allo tasche della collettività per nuovi e cospicui investimenti, tra l’altro, a nostro parere, necessari. Altre ragazze e giovani hanno, con altrettanta serietà, discusso delle norme di lavoro, in fase di applicazone nella fabbrica. E l’elevata coscienza si manifestava nel fatto che non lamentavano, come spesso succede in altri collettivi, che nelle fabbriche consorelle di Isola le norme di lavoro sono di gran lunga inferiori. Anzi abbiamo sentito parlare con un certo orgoglio, al quale non mancava ne’ spirito emulativo ne’ puntiglio, di 14 scatole all’Ampelea e di 21 alla «De Langlade», di 25 milioni di utile creati da poco più di 100 operai alla «De Langlade» e dei 75 milioni creati da 700 operai e dalle macchine nuove dell’Ampelea. Ma il puntiglio, che è stato in parte il motore dei risultati raggiunti, si è manifestato soprattuto nei confronti di coloro che hanno abbandonato la fabbrica, emigrando oltre confine. E questi emigrati non sono stati pochi. Quasi l’ottanta per cento dei dipendenti ha abbandonato, entro un breve periodo di tempo, la fabbrica. Essi poi non hanno mancato, talvolta, di deridere, le nuove giovani forze che venivano a sostituirli. Ed avviene oggi che, incontrando qualche ex dipendente a Trieste, questi chiede se la fabbrica lavora ancora. Duecentocinquantadue tonnellate di conservati, prodotti nel 1955, una delle massime produzioni raggiunte dalla fabbrica, è la risposta migliore ai pii desideri di queste persone. E i giovani non hanno mancato di rilevarlo. Il nuovo consiglio operaio che alla De Langlade si è voluto eleggere oggi, per abbinare questo spiccato atto della nostra vita politico-sociale alla Giornata delle donne, che formano la grossa parte del collettivo, ha dinanzi compiti non indifferenti. MB. zi e degli acquisti di prodotti agricoli, come anche un rifornimento più tempestivo degli agricoliferi con le merci necessarie allo sviluppo dell’agricoltura. Solo attuando una simile politica, la Cantina Sociale, unica cooperativa del Comune, è riuscita a portare a oltre 500 il numero dei propri associati. Infine nel Comune di Buie funzionano due coperative di produzione: la «Primo Maggio» e quella di Krašica. Ridotte di poco dopo la riorganizzazione, hanno continuato a funzionare in linea dì massima abbastanza bene. Riteniamo che alla conferenza avrebbero meritato maggiore attenzione, poiché con un buon lavoro dei comunisti, esse potrebbero ingrandirsi e consolidarsi maggiormente. Il duetto "Vino Export,, - "Istra Vino, Prossima la fusione delle due imprese ■ - >: X'to'.. -K;’V:^/ -V.? > • ■ «XXvXX; ' ■ XXXXXv: 3mrwj<* • ----- La quiete dei tramonti adriatìci è stata spesso turbata dalle furie di questo insolito inverno POLA, 3 marzo — La fusione in una sola impresa commerciale della «Vinoexport» di Umago ed «Istra-vino» di Fiume è una proposte a-vairezate dia tempo, per iniziativa dell’Unione distrettuale delle cooperative agricole dell'Istria e sostenuta dal Comitarbo Popolare Distrettuale stesso. Le ragioni della proposta di fusione sano giustificate per vari motivi ohe a suo tempo abbiamo esposto; tendono alla creazione di una solida impresa per l’acquisto, l’elaborazione, la tipizzazione ed esportazione dei vini i-striani, sanando palio stesso tempo certe dannose rivalità e sleali concorrenze .nel nostro territorio e sullo stesso mercato estero, unificando le capacità produttive ed i quadri dirigenti. Venute a conostìsnza della propo- INTERESSI L0CALISTICI MINACCIANO DI ELIMINARE IL VIVAIO Dl CELEGA L’esistenza del vivaio di Celega, del quale abbiamo avuto occasione di parlare altre volte, è messa in forse da un progetto che vorrebbe creare un vivaio centrale per IT-stria intera a Pisino. Prima di esaminare questo progetto, che suscita non poche perplessità, sarà bene dire cosa di preciso rappresenta il vivaio di Celega. Esso venne aperto già prima della guerra coi preciso compito di fornire i rinnovi allo sviluppo della viticoltura. Era allora un ente parastatale al quale venivano accordati notevoli mezzi finanziari. Dopo la liberazione il vivaio di Celega venne potenziato e si rivelò veramente utile agli agricoltori. In questi ultimi tempi, tuttavia, cominciarono a circolare voci di disapprovazione non ben precisate. Ora, è possibile che gli addetti al vavaio non sempre siano all’altezza del loro compito ed anzi è certo che hanno avuto una pessima idea quando si sono assunti la conduzione di certe terre abbondona-te dagli optanti. Infatti il vivaio si è così trasformato in azienda agricola, trascurando di conseguenza la funzione cui era specificatamente destinato. Ma tutto ciò può mettere in discussione il modo col quale il vivaio è condotto e non l’utilità dello stesso. I contadini del Buiese e di altre località non hanno difficoltà ad ammettere che l’operato del vivaio è stato prezioso per la viticultura. Inoltre il vivaio, stando a una proposta della stazione agricola di Buie, era destinato ad abbracciare altre culture. In considerazione Cento anni di vita POLA. Il Cantiere Scoglio Olivi si appresta a festeggiare il 100-es.i-mo anniversario della sua esistenza con tutta una serie di vittorie dii lavoro. Verso la; fidila dell'aiiino dovrebbe essere ultimato il primo dei tre grandi motori Dies'el da 5700 HP, in costruzione presso l’apposito reparto del Cantiere. Questi motori di tipo turbo-soffiante si fabbricano per la prima volta in Jugoslavia. Saranno montati due sui tramper di 10.000 tonnellate attualmente in »trazione ai Cantieri di Pola e uno sulla terza motonave eia 10 Mila tonnellate costruita dai Caci.«ri Sp-datini. In cooperazionia con questi cantieri si stanno costruendo i motori «Alfa», particolarmente adatti per pescherecci. In costruzione sono pure quattro motori di minore cilindrata da 450 HP, che verranno installati su unità di piccolo cabotaggio. A fine giugno verrà varata la prima unità di 10 mila tonnellate fabbricata allo Scoglio Olivi dopo la liberazione. Una sua gemella scenderà in mare nel prossimo dicembre. del fatto che questo rigido inverno ha notevolmente danneggiato gli ulivi (ed è la terza volta che accade, dopo il 1929 e il 1947) era stato suggerito ai comuni di Buie, Umago e Cittanova di prevedere nel bilancio 1956 la spesa per dotare il vivaio di Celega di 900 mila rinnovi, cioè 300 mila per comune. L’idea aveva incontrato in linea di massima l’approvazione dei tre comuni e sembrava così che il vivaio avrebbe giocato in futuro un ruolo ancora più importante nell’economia agricola della zona. Poi è venuta da parte degli organi distrettuali di Pola l’idea di un vivaio centrale a Pisino: qualcosa dunque come un fulmine a ciel sereno. Ora si fa notare, anche in ambienti competenti, che simile idea ha degli aspetti assurdi. Infatti Pisino per la natura delle sue culture, già in parte di clima continentale, non può rappresentare alcuna autorità in fatto di viticultura ed ulivicultura, almeno come sono condotte in questa parte dell’Istria. Altre considerazioni ugualmente importanti fanno scartare l’idea di un vivaio centrale a Pisino. Anzitutto i contadini del Buiese e delie altre località vicine sono troppo abituati a servirsi dell’opera del vivaio di Celega per accettarne tranquillamente l’eliminazione. C’è poi, abbastanza urgente, Il problema degli oliveti colpiti dal gelo. Le misure volte a riparare ai dan- IL METODO D'INSEGNAMENTO VEBRA' TOTALMENTE CAMBIATO I voti non avranno regione d’esistere - Buoni i risultati di un primo esperimento fatto in una scuola di Fasana In tutto il Distretto di Pola esistono 240 scuole, e cioè 80 elementari, 102 s'eienniali, 37 ot’.ennali «A», 18 ottenali «B» e 3 ginnasi, frequentate in tutto da 22.127 alunni. In esse insegnano 623 maestri, 93 insegnanti e 43 professori: in media uno per ogni trenta scolari. La società ha devoluto lo scorso anno per le scuole 205 milioni di dinari, ovvero oltre 10.000 dinari per alunno. Lo sforzo per assicurare un’istruzio-nla quanto migliore ‘alia giovane generazione, è evidente, Ma esso non dà i frutti voluti, che tutti si augurano, perchè quello che non va è il sistema d’insegnamento. E questo, per l’appunto, è stato l’argomento di una proficua ed interessante consultazione che si è svolta a Pala |e/d ha radunato circa 250 tra insegnanti e lavoratori culturali di tutto il distretto. Una relazione particolareggiata ed una tréntina di interventi tutti mantenutisi ad un livello di molto superiori alla media, hanno permesso di chiudere i lavori, durante due giorni, con un bilancio assolutamente positivo. Innanzitutto gli insegnanti istriani si sono avuti quel ricionoscimento che meritano per i successi conseguiti nella lodevole intenzione di tradurre in vita, sie non il nuovo sistema scolastico, per lo meno alcune forme molto progressive che lo precorrono e che ne saranno comprese. Un riconoscimento tanto più valido e lusinghiero, in quanto espresso da compagni che seguono questo movimento per la riforma scolastica nel quadro generale di tutta la Repubblica: il compagno Ivan Leko, direttore dell’Istituto repubblicano per il progresso deH’msleignamento, e la compagna Danica Nola, membro della commissione federale per la riforma della scuola. Quest’ulti-ma ha detto pure, senza scendere nlei particolari tuttavia, come dovrebbe presentarsi la nuova scuola ottennale che, per il momento tutti desiderano ma sulla quale nessuno ha delle idee ben chiare in proposito. La nuova scuola dovrebbe partire dal principio che l’educazione delTindiviiduo, del futuro membro della società, dell’uomo di domani, è un c.ompito iche non può essere Incendio a Črni Kal CAPODISTRIA — Un incendio è scoppiato nel tardo pomeriggio di venerdì nelle campagnlei tra le k>-caltà di Cemotiči e Loka ne pressi di Orni Kal. L’incendio si è esteso su una superficie di due ettari e mezzo di terreno in parte1 boschivo. Il pronto intervento dei vigili del fuoco di Capodistria, coadiuvati dalle popolazioni locali ha impedito ì’ulteriore dilagarsi delle fiamme. scisso in un determinato numero di materie la quali comportano di conseguenza dei giudizi parziali che 'non tengono conto della sua personalità nel suo complesso. Le materie, perciò, come sono finora, verrebbero a scomparine e sarebbero sostituite da gruppi di materie strettamente connessi tra loro e farebbero parte dell’educazione generale, dlelFediucazione fisico-sanitaria, deH’educiazione estetica, dell’educazione tecnica, come, per l’appunto, sarebbero denominati questi gruppi. I programmi scolastici, di conseguenza, verrebbero modificati ed adeguati al principio su esposto. E le attenuali, che dovrebbero assicurare un’istruzione basilare, anche se non complete nel siens’o accademico della parola, non tanto à coloro che continuano le scuole quanto agli scolari che promossi dall’ottava vanno ad occuparsi nell’economia, verrebbero considerate un tutto unico. Non otto gradini chle bisogna superare facendo attenzione a non inciampare negli «uni», ma un periodo, dai 7 ai 15 anni, durante il quale ci si prepara ad affrontare la vita, a conoscerla, a parteciparvi. I voti, logicamente, con un programma così impostato non avrebbero nemmeno ragione d’esistere. E c’è bisogno che continuino a vivere? Ne dubitiamo fortemente. E per dimostrarlo accampiamo il caso deH’ottennale di Fas’ama, dove l’uno, i due, il tre e così via, sono stati posti ad acta, a titolo sperimentale, e ne è risultata una percentuale di «insufficienze» — secondo il vecchio sistema — che è minore della metà di quella media distrettuale. E non è tutto: gli scolari sono riusciti a capire che la scuola non è uno spauracchio, che la maestra non è stata posta in cattedra per farli studiare ed ap-piopppare «uni» a destra e a sinistra, che se imparavano lo facevano per sè e più avrebbero saputo meglio sarebbe stato per loro. L’insegnante a Fasana è riuscita a stabilire dei rapporti basati sulla assoluta fiducia reciproca, tra lei e gli alunni, ai quali legge di volta in volta i giudizi scritti òhe dà loro invece dei voti d’un tempo. Si capisce che un tale sistema d’insegnamento comporterà due problemi molto grossi, che bisognerà risolvere con energia e prontezza: intanto bisognerà ridurre i programmi, cioè sfrondarli del superfluo che esiste ed abbonda. A questo ci penserà la riforma, di cui s’è accennato prima, che sta ormai maturando e che, probabilmente, non verrà introdotta con un decreto di punto in bianco, perchè in alcune scuole essa è già cominciate; ad entrare, se non completamente, per lo meno in alcuni suoi aspetti. 11 saoondo problema è quello degli in- segnanti: per far fronte agli impegni che imporrà loro la nuova scuola, i maestri dovranno essere ben più preparati e capaci di quanto non Io consenta l’attuale grado di sviluppo delle varie scuole magistrali. In relazione a ciò è stata ventilata la proposte di costituire un’Accademia magistrale che avrebbe soprattutto carattere di perfezionamento degli attuali quadri insegnanti. Per ora essa dovrebbe durare due anni, in seguito la s’ua durata potrebbe salire a tre, e forsie a quattro anni, se lo richiederebbe la situazione che si verrebbe a creare allora nelle ottennali. Infine, ci sarebbe un altro problema specifico per lTstria: quello della esistenza di scuole «nane», con poche classi e pochi allievi che impegnano un forte numero di maestri senza soverchi risultati. Pedagogicamente e psicologicamente, infatti, è stato assodato che il miglior successo si ottiene nell’inségnamen-to quando nelle classi vi sono in media trenta alunni;. Perciò si tratterebbe di isciogiilsre alcune di queste Scuole ed inviarne gli alunni in altre, vicine. Alila consultazione summenzionata è stato detto che lTstria, nel movimento per la scuola nuova occupa uno dei primi posti in; Croazia, e la discussione che. si è sviluppata nei due giorni dei lavori sta a testimoniare che continuerà ad essere in prima linea pure in avvenire. ni vanno prese principalmente «in loco», e pertanto il vivaio di Celega può essere veramente utile. . E’ vero che da qualche parte si è propensi a considerare la coltura dell’ulivo improduttiva o comunque non redditizia come le altre, ma queste sono considerazioni fuori posto e tali appaiono a prima vista anche all’ultimo profano. Là dove l’ulivo è ben curato ripaga a sufficienza la fatica. Nostro parere è che in gioco ci siano interessi locaiistici più o meno cammuffati. E questo complica ancora di più la situazione. Non è infatti concepibile che in seno a un nostro distretto prevalgono questi o quegli interessi a danno dell’economia generale. Pertanto l’unica cosa da fare è impedire che questi interessi particolaristici abbiano la meglio. ASSEMBLEE DELLE COOPERATIVE Ha avuto luogo alla fine dello scorso mese l’assemblea annuale della cooperativa agricola dì lavoro «Iskra» di Daila. Rispetto all’anno scorso, la cooperativa ha aumentato notevolmente i mezzi meccanici di lavoro e la terra a disposizione assumendosi la conduzione dei poderi abbandonati dagli optanti. Senza questa cooperativa il problema delle terre abbandonate sarebbe ancora insoluto L’utile lordo della cooperativa è stato di 38 milioni di dinari, dei quali 22 milioni sono stati divisi fra i membri e il resto assegnato ai vari fondi, alle spese e all’ammortamento. Le spese di produzione sono scese al disotto del 31 %. Presenziavano all’assemblea della «Iskra» alcuni tecnici della stazione agricola di Buie e un gruppo di alunni del ginnasio accompagnati dai rispettivi insegnanti. Anche la cooperativa, agricola di lavoro di Babici ha tenuto recentemente la propria assemblea annuale. Questa cooperativa si trova ad essere in una situazione meno felice dell’«Iskra» per vari motivi, principalmente perchè molti suoi membri — in seguito all’ordinanza sulla riorganizzazione delle cooperative — avevano preferito condurre la terra in proprio. Ora però la cooperativa ha potuto stabilizzarsi e nuovi nuclei familiari sono venuti a farne parte. Il quarantasettenne Ivan Kliman di Pola, mentre stava riscuotendo la bolletta del consumo dell’energia elettrica nella casa della signora Nerina Butković, intascò di nascosto un orologio marca «Mentor» del valore di dinari 7 mila. Accortasi del furto, la signora denunciò il fatto alla polizia che provvide all’Interrogatorio del Kliman. Questi, naturalmente, negò di aver visto l’orologio e, quando gli organi della milizia popolare lo pregarono dì attendere un momento nel corridoio, corse in fretta a casa a nascondere la refurtiva. La polizia si accorse della manovra e, messo alle strette il Kliman, riuscì ad ottenere la di lui confessione. Il Tribunale di Pola ha condannato l’imputato a tre mesi di prigione. sia e elei motivi della suggerita fusione, le due imprese si sono trovate perfettamente d’accordo di pro-aadiare alla reciproca integrazione. Richieste di presentare al Comitato Popolare Distrettuale di Fola i progetti sul modo .in cui ciascuna delle due imprese intende procedere alla fusione, sia ila «Vinoexport» di Umago che la «Istravino» di Fiume sono giunte a conclusioni quasi identiche sull’op.portuniità di ridurre l’apparato amministrativo, di unificare i mezzi di produzione, organizzare una comune rete di stazioni d’.ammasso, ecc. Ma non si accordano pu di un punto: la sede dell’impresa. Dovi? sarà la Direzione? A Fiume o ad Umago? E’ citata formate una commissione comune peir trovare un accordo in merito. Non si è ottenuto nulla: ciascuno ha difeso a denti Stretti la propria posizione. La «Istravino» vuole che la Direzione resti a Fiume; la «Vinioexporb) non vuol saperne di trasferirsi da Umago. A chi dare ragione? Ciascuna dolile parti mette in campo argomentazioni solide per difendere la propria tasi. Gli uni dicono che Fiume è più adatta ad ospitane la sede direzionale da ta l'esistenza del porto (leggi: esportazione) e degli impianti per la fabbricazione dei «desserts» presso la Stazione ferroviaria. Gli altri (Vinoexport») dicono che Umago si trova nel centro del 'territorio di produzione, ha anche il porto, possiede la più grande e moderna cantina vinicola della Croazia (capacità circa 500 vagoni di vino) e può partecipare con beneficio al piccolo traffico di confine; è favorita poi dal fatto che può avere diitettie relazioni con le cooperative agricole di lavoro per TammasBo dell’uva e del vino. Il problema è stato trattato dal Consiglio per l’economia del CPD di Pola nella riunione del 22 c. m. Il Consiglio, dopo una vasta discussione ha formulato una proposta così: unificare le dub imprese, stabilire la sede direzionale della nuova .impresa ad Umago ove si trova anche il reparto produzione, mentre a Fiume avrebbe sedie il reparto " commerciale-esportazione. Comunque anche questa proposta non è ,definitiva. Per chiarire ie posizioni verrà convocata una riu-niotìe fra i rappresentanti dei Conitati Popolari Distrettuali di Fiume e di Pola. Da quanto abbiamo potuto comprendere, dalle discussioni Svoltesi al di fuori degli organi cosiddetti ufficiali, in particolare fra i diretti intarelslsafti (Vinoexport e Istravi-nio) ci dà l’impressione che gli uni e gli altri guardano al problema da un punto di vista troppo particolaristico e si lasciano guidare da interessi ristretti. Nostra opinione è che, a parte Ile ragioni dell’uno o dell’altro, bisogna fare la somma dei pro e dei contro, superare gli interessisi Idealistici ed analizzare la situazione nel suo complesso di finalità economiche e di utilità per la colleiitività. Perchè in fin dei conti crediamo che non sarà difficile ai Comitati Popolari Distrettuali di Fiume e di Pola, mettersi d’accordo per regolane i reciproci rapporti nel sieitore della suddivisione delle entrate della nuova impresa. Perchè qui, ci parie, sta il nocciolo dèli’accordo e . . • del disaccordo. Esse Paesaggi« istriano MARTEDÌ’, 13 —- Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Ritratti musicali: Hugo Wolf — 16.45: Ritmi allegri — 17: Nostro paese — 17,15: Palcoscenico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona per voi il quintetto Art van Damme — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie serali — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 14 —• Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 11: L’angolo dei ragazzi — 12.10: Canzoni friulane — 12.30: Notiziario — 12.40 Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunci — 13: Trenta minuti con i cantanti d’opera cechi e russi — 16: Ritmi e canzoni — 16.20: Radioscena — 17.20: Mosaico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi per pianoforte — 22.30 Notiziario — 22.45: Bedrih Smetan: Quintetto n. 1 in Mi minore — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 15 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30 Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Canzoni hawaiane, canta Bing Crosby — 16.15: Concerto del giovedì — 17: Dal mondo del lavoro — 17.15: Melodie ballabili con l'orchestra Werner Müller — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona per voi Tony Pastor — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie dalle operette «Vittoria ed il suo ussero» di Abraham, e «Geisha» di, Jones Sidney — 23.15: Musica da ballo — 23,45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 16 — Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Musica leggera — 16.25: Arie, duetti e cori in microsolco — 17: Corrispondenza — 17.10: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni — 22.30: Notiziario — 22.45: Canta il soprano Jo Vincent — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. SABATO, 17: Ore 6: Musica del mattino e calendarietto — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Canzoni di tutti i giorni — 16.36: Gioielli musicali FARINA 3 • — NELLA VOJVODINA Aspetti del cooperativismo Quando nella primavera del 1953 venne emanata la legge sulla riorganizzazione delle cooperative, molti pensarono chi; per il cooperativismo jugoslavo fosse giunta la fine. A credere qiuesito erano quegli elementi che desideravano, ed ancor oggi desiderano, che qualcosa die! genere possa accadere. Essi non si curavano delle fatiche e degli sforzi compiuti in questo campo e si prodigavano al fine di liquidare ìe cooperativi.“ e a fare in modo che il numero delle riorganizzate fosse il più piccolo possibile. Questi elementi (-esistenti nelle stesse cooperative) s'i Servivamo di argomenti quali la mancanza di mezzi materiali, e di singole deficenze di natura aggettiva e soggettiva. Si potevano sentire persino frasi del genere: -»Ecco, anche lo s iato abbandona -le cooperative. Cosa volete fare voi nel loro ambito?». L’ordinanza sulla riorganizzazione delle cooperative, invece, giunse a proposito e permisi l’assesito di varie cooperative e l’epurazioine rii quegli elementi che s’i preoccupavamo soltanto di ostacolre il normale sviluppo dell’attività cooperativistica, gettando le basi di una solida economia. Tutto ciò era di particolare importanza per la Vojvodina, regione prevalentemente pianeggiante e ricca, nella quale le cooperative contadine di lavoro occupano uno spazio non indifferente. Nella Vojvodina, più che in ogni altra regione d-ell-a Jugoslavia, esistono le condizioni per lo'sviluppo del cooperativismo. L’interminabile pianura è quanto mai adatta alla trasformazione delle piccole proprietà in una unica e vasta superficie coltivabile, ad essere meccanizzata modernamente e ad appli-causi tutte le misure aerotecniche contemporanee. Le prime cooperative contadine di lavoro furono formate ancora nel 1945, prima della fine della guerra, però la maggior parte di essi? sorse negli anni che seguirono. Il lavoro procedeva dando risultati diversi, spesso cattivi a causa delle difficoltà e delle deficienze c-hiei non si mancava di riscontrare un pò dappertutto. Come già detto, inoltre, c’erano tra i cooperatori anche di quelli che sabotavano l’attività generale in attesa dell’occasione di uscire dalla cooperativa stessa. LA RIORGANIZZAZIONE Ravno Selo è uno dei tanti villàggi della Vojvodina. Conta circa 5.000 abitanti, 3 cooperative contadine di- lavoro e una di tipo generale. Tutte e tre le cooperative contadine lavoravano allo stes-s’o modo e i risultati erano dubbi. Esse risentivamo delle difficoltà interne, provocate dall’attività degli scontenti e dei marnici del cooperativismo. L’ordinanza sulla riorganizzazione fu dapprima sfruttata da codesti elementi reazionari nel senso da essi voluto. Tentarono cioè, di far liquidare le cooperative e non fu facile par gli onesti e convinti cooperatori combattere il nemico. Que-st’ultimi però, sapendo, che il loro avvenire era nel cooperativismo contadino, non tralasciarono nulla per riorganizzare e mantenere in vita le cooperative. Dei 200 cooperatori della C.C.L. «Nova Vojvodina» šolo 40 non presentarono la domanda di uscita dalla cooperativa. Coloro che rimasero erano uomini coscienti delle fatiche a cui andavamo incontro, ma pronti a tutto. Il numero di coloro che uscirono dalla cooperativa era così grande perchè i singoli contadini pensato . no che. lavorando in proprio, a-vrabbero ottenuto migliori risultati nella vendita dei prodot i, non esistendo più in quel periodo la legge obbligatoria sull’ammasso. Il numero dei cooperatori rimasti 'era comunque sufficiente per la riorganizzazione e, entro l’inizio dell’autunno, la cooperativa riorganizzata cominciò il suo nuovo anno economico. La stessa cosa, su per giù avvenne anche nelle altre cooperative. «SIAMO RIMASTI NELLE COOPERATIVE PER LAVORARE . . .» La prima riunione della «Nova Vojvodina» dopo la riorganizzazione fu piuttosto vivatela. I cooperatori non sembravano più gli stessi uomini che negli anni passati sedevano silenziosi senza prender parte alla discussione, come se quamto si stava dicendo non fosse affare loro. Ognuno aveva qualcosa da dire, ora, ed era evidente il desiderio di ognuno di contribuire allo sviluppo della loro cooperativa. Bisognava, tra l’altro, decidere dei mezzi fondamentali della cooperativa perchè ques.i costituiscono poi la base per i crediti e gli obblighi da assumere. Si temeva che i mezzi fondamentali potessero «ingoiare» la cooperativa e così via. Chiese ia parola allora uno dei più giovani cooperatori. A lui i milioni non facevano tanta impressione come ai vecchi e disse: «Noi siamo rimasti niella cooperativa per lavorare. Tra noi non c’è più nessuno che potrà dire di trovarvisi per forza. Noi possediamo poca terra, ma il nastro patrimonio fondiario si arricchirà con i terreni che lo stato ci darà in usufrutto. I nostri terreni non vanno trascurati e noi dobbiamo fare in modo da non ritardare nemmeno di un giorno con i singoli lavori. Dovremo usare le macchine e per questo dobbiamo acquistarle se vogliamo ohe la nostra cooperativa progredisca». E i macchinari furano acquistati: 4 trattori, 2 trebbiatrici e tante altre macchine agricole. Il primo anno economico 1953—54 portò pure i primi risultati e le prime esperienze. Presi parte alla prima assemblea generale della cooperativa, assemblea che ebbe luogo appunto alla fine dell’anno economico 1953-54. Si elencarono i risultati e si criticarono le debolezze. 11 valore di una giornata di lavoro, che doveva essere pagata ad ogni cooperatore in contanti o in natura, era di 420 dinari. Certi fecero il paragone con altre cooperative contadine e dissero che il salario di queste era maggiore. Dalla spiegazione del contabile risultò che la «Nova Vojvodina» aveva prestato particolarie attenzione al fondo di riserva e ad altri fondi. Nessuno ebbe da obbiettare. L’anno futuro avrebbe potuto dare un cattivo raccolto e allora le riserve sarebbero state utilissime. Prima della fine dell’assemblea, uno dei cooperatori ebbe a dire: «Nei tutti siamo abbastanza soddisfatti del lavoro e del risultato otisnuto nello scorso anno economico, in quanto il valore di una giornata lavorativa è abbastanza alto. Però avremmo potuto fare di più. Solo perchè abbiamo ritardato di alcuni giorni nell’eseguire certi lavori, il rendimento di singole colture è diminuito. Con ciò è diminuito pure il valore della nostra giornata lavorativa. Dovremmo ternär conto di questo nel prossimo anno.» (Continua) C. VIDAKOV TRA I BANCHI DI SCUOLA 1 BAMBINI EUROPEI in gara con gli americani Nei campi di caucciù della Malacca si provvede alla raccolta del latte Nel corso di un’inchiesta condotta recentemente dalla rivista «U. S. News & World Report» è risultato che i ragazzi europei ricevono nelle scuole un’istruzione assa piu pri fonda di q .ella eh-, si impari noe nelle scuole americane. Infatti, mentre nei Paesi europei è stato ultimamente deciso di semplificare i programmi scolastici, negli Sjati Uniti si è sollevata la questione contraria. In Europa i ragazzi sono .già in grado di risolvere problemi matematici abbastanza complessi quando i ragazzi americani stanno ancora imparando a leggere, mentre a 16 anni possiedono una cultura che i laureati americani acquistano a 20—22 anni. Del resto, per convincersi di quanto stiamo dicendo basta confrontare i compiti ohe vengono dati da svolgere ai ragazzi dei due con-tinlsinti. In una scuola di Washington, un ragazzo di o to anni deve risolvere problemi del genere: «Un quaderno costa 6 centesimi. Quanto costano 5 quaderni?». Il francese di 7 anni trova sul libro di testo problemi come questo: «Quanto s'i spende per recingere con uno steccato un campo rettangolare lun- go 145 metri e largo 38, se io steccato costa 30 franchi il metro?». In Italia un ragazzo della terza lalementare (8 anni, quindi) ha da risolvere problemi simili: «Il perimetro del cortile della cuoia misura decametri 1,71. Vi si piantano alcune pianticelle alla distanza di 9 decìmetri una dall’altra. Quanto si spende se ciascuna pianticella cosca L. 87? All’età di 9 anni un ragazzo germanico si trova di fronte a questo quesito: «Una scatola con 750 uova pesa 52 chilogrammi. Qual’è il peso medio di. ciuscun uovo? Quanto pesano dieci uova? e quanto pesano 100 uova?». Per i bambini americani, inoltre, i compi i da fare a casa quasi non esistono, mentre per gli europei quesiti aumentano proporzionalmente tanto che, all’età di dieci anni i ragazzi si trovano, a dover risolvere compi i che richiedono tre o quattro ore di applicazioni ex ra-, clastiche Un ragazzo italiano di quinta elementare possiede spesso una cultura più vasta di un alunno a-mericano delle secondarie. Interessane a questo proposito citare uno dei problemi posti all’esame di Sta- Nella persona di Glubb Pascià molte leve di comando della politica Inglese Ultimamente molte: cose sono cambiate e a decidere del destino del paese non è piu’ solo la corte le masse popolari sono entrate nella scena politica d Ila Giordania In questi ultimi mesi in Giordania c’era un’atmosfera di grandi novità. Ferveva la lotta per ingaggiare questo Paese in seno al Patto di Bagdad tamto caldeggiato dalla Gran Bretagna. Ma alia fine ha prevalso .la corrente contraria al Batto di Bagdad, cioè la solidarietà1 fra i Paesi arabi. Il giovane re della Giordania, Husiseim si è volto a questa corrente. Conseguenza della nuova posizione dell sovrano giordano è stato un avvenimento che a Londra ha avuto un’eco vastissima: la destinazione del generale inglese Glubb Po-scià dal comando della Legione Ara- ba. Gli è subentrato il generale Radi Inab, Suo sostituto fino a ieri. La Legione Araba è una speciale milizia in qualche modo distinta dal vero e proprio esercito giordano. L’Inghilterra finanziava la Legione, formata da arabi, ma comandata in massima parte da ufficiali britannici. Accando a Glubb Pascià c’erano altri 30 alti ufficiali inglesi e si ritiene che anch’easi, in dispregio al fatto che la Gran Bretagna finanzia La Legione con 3 milioni . :,eni dell’alta e della bassa marea». E’ evidente quindi la differenza esistente tra le scuole del Vecchio e, quelle del Nuovo Mondo. In A-merica si procede molto più lentamente e i programmi sono più facili. Gran parte del tempo è dedicato allo sport, alle danze e cosi via, con la piena approvazione dei genitori. Molto diffusi sono, inoltre, negli Staiti Uniti gli incon ri inter-scolastici che sono quasi sconosciuti al cisterna d’insegnamento europio. Si può quindi dedurre che, mentre un sistema è vol o a formare prima di tutto il cittadino, l’essere sociale, l’altro tende ad arricchire culturalmente l’individuo e ad educarne lo spirto. Non essendo nè l’uno nè l’altro completamente sufficiente, l’ideale sarebbe trovare un,a via di mezzo, un compromesso cioè tra le due tendenze. Da notare pure che, mentre negli Siati Uniti l’80 per cento degli a-iunni delle elementari passa a frequentare le scuole secondarie e il 22 per cento de^a popolazione frequenta ì collegi universitari, in Europa tali percentuali sono assai più basse. Del 15 plsr cento di alunni che in Inghilterra passa a frequentare le secondarie, solo il 3 percento và poi all’Università. In Fran-cias'olo il 47 per cento frequenta le secondarie e il 10 per cento prosegue quindi airUnivèrsiità. In Germania il 2 per cento della gioventù frequenta le Università, mentre in Italia il 14 per cento di giovani si iscrive alle s|ioondarie e il 5 per cento all’Università. Ne deriva per tanto che gli americani, in un secondo tempo, si rifanno del tempo perduto. Qualcuno si è chiesto se i ragazzi europei siano più in elligenti di quelli americani. Non s'i può dare una risposta generale. Chiaro è che la maggior parte dei bambini delle elementari europee conosce cons che sbalordirebttero i loro coetanei americani. Però la maggioranza di essi non va al di là delle elementari, mentre i bambini americani compiono in gran parie anche gli studi secondari. CALEIDOSCOPI LA FUGA DELL’ANTI-PAPA Una delle tre maggiori sette religiose del Viet-Nam Meridionale, quella dei Kao Daj, ha nella persona di (E'am Kong Tag il proprio papa. Costui è il capo supremo, dunque, di una strana religione, che ha una colleziine di santi piu -tosto originale: Cristo, Budda, Giovanna d’Qrleans, Victor Hugo, Pasteur e un mucchio d’altri. La se'ita in parola ha poi un proprio esercito con tanto di generali e di stati maggiori. Il guaio è che nononitanite tutte queste belle coste, il papa del Kao'dajismo non incontrava il favore del primo ministro Vietnamese, , Dijem, che è cattolico e riconosce pertanto solo l’au’oirità religiosa — via Spellman — del papa di Roma. In omaggio a quest’ultimo, Dijen ha puntato l’indice, e le forze armate, contro Fanti-papa Fam Kong Tag e cotanto personaggio è stato costretto ad alzare i tacchi riparando nel Kambogia, calcolato, anche per quanto riguarda la possibile opposizione di «certe» correnti. Inutile dire che gli altri Paesi arabi hanno accolto con grande soddisfazione il defenes.ramento di Glubb Pastela. IL CERCHIO — Volevo appunto dire . . . qualcosa di simile. — rispose lei. — E sta bene: prenderò il mio congedo. Egli troncò questa conversazione non altrimenti che se si fosse trattato di una proposta di affari fatta e non accettata. Ma per Anna questo licenziamento era una cosa veramente preoccupante. Significava indubbiamente, o che Yale sospettava seriamente di lei o che quel licenziamento era parte di un piano più vasto, per spingerla più sicuramente alla sua rovina . . . A casa trovò, come la sera precedente, una lettera che l’attendeva. Ella non poteva lagnarsi che il «Cerchio Rosso» la trascurasse. Quando fu al sicuro nella sua camera, stroppò la busta e lesse: Bravissima, vi siete attenuta puntalmente alle mie istruzioni. La presentazione a Willings è riuscita a meraviglia; come vi avevo detto, non vi dovevano essere difficoltà. Fate in modo di conoscere intimamente e completamente quest’uomo, e di scoprirne i lati deboli. Desidero sapere soprattutto come egli la pensi e come il Gabinetto la pensa a proposito della mia proposta. L’abito che portavate stamane a colazione non era affatto all’altezza della Situazione. Non fate economia nel vostro abbigliamento. Questa sera voi pranzate con Willings. Egli è molto suscettibile ai vezzi femminili. Se possibile, fatevi invitare a casa sua; ha una collezione di lame antiche della quale è molto orgoglioso. Cosi avrete anche l’occasione di potermi abbozzare un piano della casa. Anna guardò nella busta. Vi erano due sdruscite banconote da cento sterline, che ella con una strana con-'traziome del suo bel visino cacciò nervosamente nella sua borsetta. Quella sera Anna Drummond si presentò all’entrata del «Merros Club», gaia di luci e di fiori, come una visione deliziosa e rara. Deliziosa e rara . . . tale sembrò appunto a Sandro Beardmore, il quale la vide entrare nella sala dove stava cenando con alcuni amici. Egli squadrò con un'occhiata gelosa l’elegante gentiluomo che accompagnava la fanciulla, e domandò all’amico che gli sedeva vicino: — chi è quel signore? L'altro diede uno sguardo distratto alla coppia: — Lei non la conosco — disse — ma l'uomo è Raffaele Willings, un prezzo grosso del Governo. Anna aveva scorto Sandro prima ancora che egli la vedesse: non riusciva più a comprendere quello che il suo compagno le diceva. A un tratto, una frase del Ministro risvegliò la sua attenzione: — Antiche spade? — disse ella, trasalendo. — Mi hanno detto che lei, singor Willings, ne ha una meravigliosa collezione. — Le interessa? — Un poco . . . anzi, molto, moltissimo ... — rispose impacciata. E non era facile che ad Anna facesse difetto la risposta giusta. — E perchè non mi userebbe la gentilezza di venire, in un pomeriggio, a prendere il tè in casa mia? — disse Willings. — Vogliamo fissare per domani senz’altro? „ — Domani no — rispose Anna — posdomani forse. La giovane vide che Sandro lasciò il circolo senza nemmeno dare uno sguardo verso il luogo dove ella stava, e si senti di nuovo mancare il cuore. * Un lampo di luce, riflesso nello specchio della toeletta, svegliò Sandro. Era una luce che era stata spenta proprio nel momento in cui egli si era messo a sedere sul letto anche così, mezzo addormentato, egli aveva sorpreso come il bagliore di un lampo nella sua camera ... e quella non era la stagione dei lampi. — Chi è? domandò?; e allungò la mano per accendere la lampada sul comodino. Ma la lampada non c’era più; qualcuno l’aveva portata via. Immediatamente egli si rese conto della situazione c balzò fuori del lette. Udì un lieve fruscio presso la porta, e si laneiò in quella direzione. Le sue mani afferrarono qualohe qualcuno che si dibatteva e cercava di divinoo-Allora, soffocando un grido di sgomento, rallentò la cosa . . larsi . . stretta. Era una donna; e ^istinto già ptvev a detto che era Anna. Stese lentamente la mano alla chiavetta di un interruttore, ci la camera si 'illuminò. Era Anna. Anna, pallida come una morta e tutta tremante; Anna colle mani dietro il dorso che nascondevano qualche cosa, e che sosteneva con uno sforzo penoso lo sguardo addolorato del giovinotto. — Anna — gemette egli. E si lasciò cadere sopra un* sedia. — Perchè è venuta qui? — Perchè ha portato queste carte nella su* camera? —• domandò ella di rimando. — Se le avesse lasciato nella cassaforte . . . Oh, perchè non le ha lasciate di là? Egli vide ad un tratto che ella teneva in mano il plico sigillato contenente ila fotografia. — Ma . . . ma . » •— balbettò — io non la comprendo. Perchè non mi ha detto ... — Le ho detto di non guardare quel ritratto. Non avrri mai pensato che lei lo avrebbe portato nella sua camera da letto. Essi . . . essi, comprende? . . . sono stati qui questa notte a cercarlo. Ella era ansante, e faceva ogni sforzo per non piangere; ma le sue lacrime non erano tutte di collera. — Sono stati qui? • . • Questa notte? ... E chi mai? . . . — Il «Cerchio Rosso». Essi sapevano che lei aveva questa fotografia, sono venuti qui, hanno messo a soqquadro tutta la sua biblioteca. Io ero già qui, quando essi sono giunti ... ed ho pregato ... ho pregato . . . Ella si torceva le mani, ed egli le lesse negli occhi tutta la sua ambascia. — ... ho pregato che la trovassero intatta, nella sua busta sigillata. Ed ora, invece, pensarono che lei ha veduto quel ritratto! Oh, perchè ha fatto questo? Solo a questo punto egli si accorse che, per un colloquio di questo genere, il suo abbigliamento era piuttosto succinto; allungò la m*no a una veste da camera lì presso, e tra le calde pieghe di essa egli ritrovò qualche padronanza di sè. —- Io non riesco ancora a comprenderla, Anna disse. — Ho capito solo che ho avuto i ladri in casa, non è così? . . .• E ora, vuole oh# andiamo a vedere che cosa hanno fatto? La giovane lo segui. Discesero le scale, entrarono nella biblioteca. Ella aveva detto il vero: lo sportello aperto della cassaforte oscillava sui cardini; vi avevano praticato un buco e lo avevano poi divelto; tutto il contenuto delia cassaforte giaoeva confusamente a terra. Anche i cassetti dello scrittoio erano stati forzati per poter frugare tra le carte ed i registri; persino il cestino delle carte inutili era stato rovistato e capovolto. — Questo non lo posso capire ... — mormorava il giovanotto mentre riuniva le pesanti tende delle finestre. — Lo capirà meglio in seguito, sebbene io speri ancora che non l’abbia a comprendere troppo ... — disse Anna con tristezza. — Ma ora, per favore, prenda un foglio di carta da lettere e scriva ciò che le detterò. — A chi debbo scrivere? — domandò egli, sorpreso. All’ispettore Parr. Scriva: Caro ispettore, eccole la fotografia che mio padre ha ricevuto il giorno prima della sua morte. Io non ho nemmeno aperto la busta, ma penso che forse a lei può interessare. Sandro scrisse dolcimente tutto quanto gli dettò e vi appose la sua firma; ella prese la lettera, la piegò e la chiuse in una larga busta, insieme col plico della fotografia. — Ed ora, scriva l’indirizzo — proseguì. •— Poi, sopra, nell’angolo a sinistra, metta «Da parte di Sandro Beardmore» e sotto «Fotografie, molto urgente». Con la busta in mano, si diresse alla porta. — La rivedrò domani, signor Beardmore ■4— disse — se sarà ancora vivo. Egli avrebbe voluto ridere: ma gli occhi stanchi, le labbra tremanti di lei erano tanto imploranti, che egli si sentì all’improvviso penetrato della realtà e della gravità delle ap-presioni da cui ella era oppressa. * Al suo giungere, Anna fu accolta da un cameriere dall’«-’ spetto forestiero, e si ricordò che in casa del giovane Ministro Willings non v’erano che domestici spagnoli. (Fu introdotta in una vasta galleria illuminata da alte invetriate. Raffaele Willings non si fece attendere, e la salutò calo osamente. — Mangiamo, beviamo e stiamo allegri, perchè demani, c forse quest’oggi, possiamo morire — egli declamò melodrammaticamente. — Ha già udite le notizie? Anna non aveva udito nulla. SPIGOLATURE Curiosità omicida Lo strillone americano Richard Dean Swink, di diciannove anni, si è ucciso dopo aver letto un libro che trattava della reicarnazione. Egli ha lasciato bene in vista un biglietto così concepito: «Dicono che la curiosità sia capace di uccidere un gatto. Io sono curioso come un gatto. Voglio sapere se tutta questa storia della reincarnazione è vera. E per saperlo vado a vedere di persona». SirWiston e la pittura La Principessa Margaret ha domandato a Sir Wiston Churchiil perchè mai egli non dipinga altro che paesaggi e rifugga decisamente dalla figura umana. «Ma è semplice», ha risposto l’ex Primo Ministro, «perchè nè gli alberi,! nè le pietre pretendono la rassomiglianza.» Birra a spina Ili Duca di Edimburgo ha inaugurato a Regent Park un bar modernissimo, nel quale tuttavia si distribuisce ancora birra alla spina. Filippo si è avvicinato al barista.e con fare esperto ha manovrato la chiavetta che regola Remissione della bevanda. «Ho sempre desiderato di poterlo fare», ha detto soddisfatto al, proprietario che ha risposto impassibile: «Mi spiace di nph poterle permettere di berla: siamo fuori dell’orario per la vendita degli alcoolici». Il Duca ha sorriso ed è uscito a bocca asciutta. DUE SCIENZIATI INGLESI ED IL LORO ROBOT VITA CON GLI AUTOMI Lo studio del cervello è stato doppiamente beneficiato dai recenti progressi dell’elettronica. In primo luogo bisogna menzionare l’applicazione di principi sviluppati per il radar e poi la televisione, al problema della registrazione delle modificazioni elettriche che accompagnano l’attività cerebrale sia negli stati normali che patologici. E’ nata da qui la scienza detta encefalografia. In secondo luogo, vi è la costruzione di modelli operanti, destinati a provare la varie teorie della funzione cerebrale. Alcuni di questi modelli sono semplicissimi e assomigliano al cervello per uno o due punti. Essi hanno un interesse puramente accademico. Altri sono più elaborati, e vennero creati allo scopo di raggruppare alcune delle più note proprietà del sistema nervoso, per vedere quale, fra più cose misteriose, emerge in seguito all’attività combinata dei processi elementari. In seguito a questi esperimenti venne creata una razza di automi elettromeccanici, che potrebbero chiamarsi anche «animali sintetici». La prima coppia, chiamata «Macchina speculatrix», è stata progettata da due studiosi inglesi, moglie e marito. UN CERVELLO IN MINIATURA Queste creature sono lunghe 46 centimetri e si muovono su tre ruote. Sono azionate da motori elettrici in miniatura, e sotto la loro corazza portano delle batterie. Come per gli animali (e per l’uomo), la maggior parte del loro peso è dato dallo scheletro (in telato), dalla muscolatura (i motori) e dallo stomaco (le batterie), ma il loro organo essenziale è il cervello in miniatura, che contiene solo due valvole radio, due soccorritori elettrici e due condensatori. Questo cervello, collegato ad una cellula fotoelettrica, od occhio, e ad un contatto sensibile contenuto nella corazza, dà a questi modelli di animali la proprietà di girare per tutta la casa evitando tavole e sedie, cercando la luce di notte e gli angoli ombrosi di giorno. I «genitori» di questi automi, che ne hanno studiato il comporta- mento per oltre un anno, non sono ancora in grado di dire con esattezza come essi si comporteranno in una certa situazione speciale, sebbene le abitudini dei due automi siano determinate dal modo secondo il quale sono stati costruiti. A differenza di altre macchine, essi non aspettano che venga dato loro un compito, ma cercano la luce, che per essi significa l’energia di cui necessitano per caricare le loro batterie. Essi sono ben lungi dall’apprezzare la luce del sole. Essi preferiscono la piccola lampada della loro cuccia dove trovano i provvidenziali contati da; quali affluisce la corrente continua di alimentazione che essi tanto desiderano. Pertanto, quando le loro batterie sono ben caricate, anche i,I rifugio e l’energia incandescente della loro cuccia li respinge, e di sera essi si vedono girare, visitando successivamente tutte le luci e le superfici brillanti che si trovano nella casa. Spesso urtano in qualche ostacolo della casa, ed allora borbottano, retrocedendo, poi avanzano di nuovo con paziente destrezza, andando di fianco e spostandosi rapidamente fintantoché non sono di. nuovo liberi. Quando si trovano in questi impicci, non si danno peni della luce, ma si occupano solo del problema in corso, e per un secondo circa dopo che si sono liberati, la loro corta memoria conserva un’impressione dell’incidente cosi che si possono allontanare senza difficolta prima d’inseguire un qualche altro fuoco fatuo. Ogni modello è munito di una lampadina da pila tascabile, che si accende solo al buio. Quando gli automi vedono un’altra luce, la loro si spegne. Ciò produce due effetti curiosi: quando essi vedono la loro stessa luce, riflessa in uno specchiò, ci vanno incontro come se si trattasse di una luce qualsiasi. Ma nell’istante che essi cosi fanno, la luce si spegne, cosi che si volgono altrove, ma essa ricompare improvvisamente. Così la luce vacilla come in un segnale di soccorso. La cosa ancora più curiosa è che, quando i due modelli si trovano vicini l’uno all’altro, ognuno di essi è attirato CHIRURGIA PLANETARIA Nello scorso numero del nostro giornale pubblicavamo un articolo riguardante la chirurgia planetaria nel quaile si leisponeva uno dei più grandiosi progetti in questo campo: quello della chiusura dello stretto di Bering. Sempre nello stesso campo sarà interessante ora esaminare il präget o dial tedesco Herman Soergel, al quale non plaudiamo punto, poiché la sua realizzazione equìvarebbe ad allontanare di circa 600 km. il mare da quello che cono oggi le nostre coste. E noi al maie ci siamo abituati . . . Il suo progetto, tritolato «La ri-duziO’Ua del Mediterraneo» si basa su un concetto semplicissimo: 50.000 anni fa il livello del Mediter-ìaneo era più basto di circa 1.000 metri rispetto a quello attuale. Poiché il 40% del fondo attuale giace a profondità minore di 1000 metri, nautico mare era assai più piccolo di quello odierno. Se si riuisciislse a guadagnare quel chitoni ebro/d ’altezza. ben. 650.000 kmq. di terra verrebbero sottrati alle acque. Meglio ancora: l’Europa, 50.000 anni fa, era collegata con l’Africa da tre larghi istmi: uno in coirri-: pendenza dello sfratto di Gibilterra, un altro tra la Sicilia e la Tunisia. il terzo che partiva dalla Grecia ed attraversava l’attuale Mediterraneo orientale. Più tardi con Le stendersi della zona glaciale verso Sud, vaste distese di terre vennero sommerse, invece dei due laghi prima esistenti si ebbe un solo Mediterraneo, aperto sull’A'Ilantico. Se si potesse quindi ridurre il Mediterraneo alle antiche dimensioni, si aprirebbero tre vie terrestri tra 1 Europa e l’Africa. Come raggiungere uno scopo cosi granidicpo? Anzi utrto secondo il Soergel, sbarrando lo Stretto di Gibilterra (14 km.) con una diga monumentale. Essendo il Mediterraneo un marie caldo, l’evaporazione vi è assai intensa: si valuta in 4.144 mi-'iioni di metri cubi il volume totale dell’acqua evaporata in un anno dalla superficie del Mediterraneo. Se quest’acqua non venisse sostituita, il liveMo del mare calerebbe di un metro all’anno. Ora essa è at-/ualmente restituita dalla pioggia (per V«), dai fiumi (per 1/12), e so-pratuto dall tributo dell’Atlantico, che compensa i due terzi dall’evaporazione. Ogni £)S!Comdo l’Atlantico versa infatti nel Mediterraneo 80.000 me. di acqua: intercalata questa sorgente, il solo calore solare basterebbe a far scendere progressivamente il liveMo del mare. Dal punto di vista tecnico l’operazione sarebbe tutt’al'.ro che sem-p’ice. Lo stretto di Gibilterra è largo solamente 14 km. ma la sua profondità raggiunge in alcuni punti #uasi 500 metri; non converebbe quindi scegliere il tracciato più breve. La migliore soluzione, sempre secondo il Soergel, sarebbe d’innalzare la diga lungo una linea di bassi fondi (mora, superiori a 300 metri), con la concavità rivolta verso il Mediterraneo. Lo sbarramento sarebbe lungo dai 25 ai 30 km., e alla sommità avrebbe una larghezza di 50 m.; alla base lo spessore dovrebbe essere dieci volte maggiore piar resistere alla pressione dell’Oceano. Dieci anni dopo il compimento della diga, il liveMo sarebbe sceso di 10 m. e in un secolo ol re 250.000 kmq. di nuove terre emergerebbe modificando radicalmente la configurazione dell Mediterraneo. Alle foci dell’Ebro, del Rodano, dei Po si stenderebbero vaste pianure; buona parte delFAdriatico e del golfo del Ltione sarebbe emersa. Maiorca e Minorca formerebbero un’isola sola. L’Italia non avrebbe più la caratteristica forma di uno stivale: da Bari si raggiungerebbe per via terra le antiche isole della Dalmazia, amchlsEse saldate al continente. La Sicilia sdì sarebbe enor-'memente estesa, al pari della Tunisia, ma le due terre non sarebbero ancora a contatto, sussistendo ancora fra esste un braccio di mare. Sarebbe emerso il fondo dell’attuale Golfo di Gabes e davanti alla Libia correrebbe una larga fascia di terre fertilissime. Ma Soergel prevede una seconda tappa. Si costruirebbero due dighe: una tra la Sicilia e la penisola italiana, l’altra fra la Tunisia e la Sicilia. Insieme con la stabilizzazione del lago occidentale (mediante le acque deM’Atlantico) continuerebbe a diminuire il livello del lago orientale, fino a raggiùngere un centinaio di metri nel corso del secolo successivo. Poi il lago orientale verrebbe stabilizzato a Elua volta, mediante le acque del Mar Nero. Al termine di questa seconda fase, il Mar Mediterameo, avrebbe perduto 350.000 km. cubi d’acqua e sarebbero emersi oltre 650.000 kmq. di nuove terre. Si sarebbero resi disponibili sorgenti dlsnergia di portata praticamente illimitata, per esempio a Gibilterra, alle foci del Po, dell’Ebro, del Rodano e del Nilo, presso gli sbarramenti tra la Sicilia e la Tunisia e l’Italia continentale. ai Dardanelli, ecc. Questi sbarde, di canali e di conche, allo s’copo ramanti sarebbero provvisti, ’sintendi mantenere le comunicazioni ma-' rit ime. Tutti gli attuali grandi porti delle coste mediterranee, fra i quali Trieste e Piume, sarebbero collegati al mare da canali hrevi o lunghi a seconda dell’emersione dei fondali dinanzi alle l'oro banchine. Quello che collegherebbe Trieste e Fiume dovrebbe sfociare in marie circa a sud di Bari. dalla luce dell’altro,ma nell'atto di rispondere al richiamo dell’altro, la fonte d’attrazione si spegne. Così, sebbene siano reciprocamente attratti, non si possono mai incontrare. Si può proprio dire che la delusione segue molto da vicino l’impulso. Con queste creature si possono fare dei giochi veramente eccianti. Si possono far correre in gare, sia in casa che fuori: quando si trovano più vicino alla meta, cominciano a interferire fra di loro, battendo o cozzando come calciatori in porta. UTILI ESPERIENZE «Eimer» o «Elsie» sono giocattoli affascinanti sebbene i ragazzi li trovino troppo ìndipendenti per costituire dei giuochi soddisfacenti. Quale lezione tuttavia ci viene da lorq? Anzitutto, essi contengono solo due elementi attivi in confranto con i 10.000 milioni di elementi del cervello umano. Eppure, semplicemente con '.’unire queste umili unità in un circuito elettrico adatto, essi vengono dogati di un qualcosa assai simile al libero arbitrio, ed il loro comportamento non è diverso dal nostro. Cinematografia cecoslovacca La bomba atomica non è più sufficiente. E stato costruito anche il cannone atomico che potete vedere qui in piena funzione. La cinematografia cecaslovacca celebra in questi giorni i dieci anni di attività post-bellica. In questo decennio sono stati fatti negli studi della Gottwaildov alcuni film di indubbio valore e altri che i paesi occidentali preferivamo- non rappresentare per il loro carattere propagandistico. Specialmente negli ultimi festival cinematografici, il pùbblico europeo ha avuto l’occajsione di vedere alcuni dei migliori films cecoslovacchi. Non tutti sanino però che la censura italiana, o per meglio dire, del papa, ha impedito la proiezione di uno dei più discussi films’ cecoslovacchi che doveva essere rappresentalo al Festiva! di Venezia. La prémtere del film ebbe luogo al Festival di Edimburgo e costituì l’unica opera d’arte di quella manifestazione. «Jan Bussa è la prima parte della 'trilogìa di Huss e narra la vita e le geste del Lutero cecaslovacco. La seconda parte della trilogia parla della latta dei discepoli di Huss che, guidati da Jan Ziško, si battano per l’indipendenza delia loro terra dal Valicano e per liberarsi dai feudatari che li opprimevano. Questo secondo film è quasi ultimato e verrà proiettato in breve. Lo dirige Otokar Vavra e lo interpreta Zdenek Stepanek. La pellicola è a colori e rappresenta in ma- niera superlativa 1’epoca e le idee che tratta. La cinematografia cecaslovacca registra 'inoltre vari altri films buoni girati prima di «Jan Huss». Nel 1946 Vavra diresse il dramma storico «Lo studente mendicante)), nel 1947 un film sulla psicologia dei giovani, «Il dubbio». Il romanzo di Karel Capek gli offri nel 1948 Io-spunto per la lavorazione del film «La barricata del silenzio» che tratta della rivolta di Praga durante la seconda, guerra mondiale. Dopo Vavra, bisogna ricordare il regista Krški ed il suo film «Della mia vita». Il film fa la biografia del compositore cecoslovacco Bedrih Smetana. La musica, naturalmente, ha una parte predornin ante. I registi cechi attingono volentieri il materiale per i loro lavori dal passato politico e culturale del loro Paese. Lo dimostra pure Karel Stekly con i‘1 suo film sociale «Si-nana», (premiato nel 1947 al Festival di Venezia) e con «Il Gajdaš di Sirakonica». Per quanto riguarda l'odierna problematica, non si può dire che ìa cinematografia cecoslovacca non ne tenga conto. Il realismo però non ha ancora conquistato il pubblico che preferisce i lavori umoristici e non nlaga le sue simpatie per i cartoni animati e marionette. CAMPIONATO JUQOSLAVO DI CALCIO H NnEWCB U 6KEH DEQSIIKE SORPRENDE "CAPODISTRIA" per il bel gioco con l'Umago LA CLASSIFICA TRIESTE E FIUME a 600 km. dal mare Crvena zvezda 15 9 6 0 29:10 24 Partizan 15 11 2 2 45:17 24 Radnički 15 8 3 4 37:26 19 Dinamo 15 7 3 4 26:26 17 Velež 15 6 4 5 28:25 16 Sarajevo 15 7 2 6 23:28 1.8 Vojvodina 15 4 6 5 31:25 14 Spartak 15 5 4 6 25:27 14 Hajouk 15 5 3 7 28:27 13 Budućnost 15 5 3 7 23:37 13 BSK 15 4 4 7 26:28 12 Željezničar 15 4 4 7 15:26 12 Zagreb 15 4 1 10 28:30 9 Proleter 15 3 1 11 19:56 7 La 15. giornata del massimo cam- Automobile ultimo modello pionato ba fatto sparire molti punti interrogativi riguardanti le squadre di tèsta. Infatti, sia la Crvena Zvezda quanto il Partizan, hanno dimostrato di attraversare un periodo di forma particolarmente felice superando ambedue di slancio i propri avversari. Però è piaciuto di più il Partizan, che ha travolto la Budućnost, con il punteggio record di 9:0. Da notare che ben sei dei nove gol sono stati realizzati da Milutinovič, Tirnanič presente e soddisfatto. Il capitano federale si è così levato una grossa preoccupazione sul conto del nostro più classico e nello stesso tempo più estroso giocatore. La Zvezda è passata con autorità a Mostar, infliggendo al pur ottimo Velež una lezione di tecnica calcistica e sistema dì gioco. Ormai tutti non aspettano che il grande derby di doménica prossima, nel quale Zvezda e Partizan si giocheranno il titolo allo stadio dell’Armata Popolare a Belgrado. Il Radnički sta scendendo dal piedistallo. Anche domenica è stato severamente punito dai cugini del BSK. Incomprensibile invece il comportamento dell’Hajduk, il quale, dopo essersi fatto infilare per ben tre volte sul proprio campo dallo Zagreb, ha trovato la forza morale necessaria ed è riuscito a pareggiare e sfiorare la vittoria in un’incontro apparso ormai compromesso. L’incontro più importante della giornata Dinamo — Vojvodina si è concluso con un’immeritata vittoria della Dinamo in zona Cesafi-ni, dopo che la Vojvodina aveva sbagliato almeno quattro occasioni d’oro per aggiudicarsi, e meritata-mente, 1 due punti. Più netta del previsto la vittoria dello Spartak sul Sarajevo e scontato in partenza il forfait dei Proleter con il Železničar. Ecovi ora dei brevi cenni cK cronaca sui singoli incontri: PARTIZAN — BUDUĆNOST 9:0 (4:0). Pioggia di reti allo stadio belgradese e vittoria a grosso punteggio del Partizan, nel quale ha eccelso Milutinovič autore di ben sei gol, uno più bello dell’altro. La serie delle reti è stata completata da un gol di Mihajlovié, da uno di Kalaperovié, e da uno di Joćić. Il reparto migliore del Partizan non è stato però l’attacco, ma la mediana, che ha dominato per tutta la durata dell’incontro, rifornendo l’attacco incessantemente, special-mente con Mihajlovié e Borozan, che sono stati i migliori in campo. La Budućnost avrebbe potuto evitare il gravoso punteggio, se, invece di tenere il gioco aperto, si fosse chiusa in difesa. Arbitro Stanjušić di Sarajevo. Spettatori 10.000. HAJDUK — ZAGREB 3:3 (0:2). Sono bastati 15 minuti di riscossa spalatina, per rimettere in sesto le sorti di un’incontro dato per tutti già scontato. Al 2’ della ripresa il Zagreb ha segnato il terzo gol su tiro di punizione di Firm. Due gol il Zagreb li aveva segnati nel primo tempo, al 7’ con Medved ed al 42’ con Firm. Scossi dallo smacco i compagni di Vukas hanno reagito rabbiosamente e nel giro di un quarto d’ora hanno segnato due reti, al 10’ con Vukas ed al 12’ con dueKrstulović. Sul 3:2 gli spalatini hanno insistito all’attacco ed a tre minuti dalla fine sono riusciti a raggiungere ^il sospirato pareggio con un gol di Vidošević. Arbitro Petrič di Fiume. Spettatori 6.000. CRVENA ZVEZDA — VELEŽ 3:1 (1:0). I leader della classifica hanno dato una lezione di bel gioco agli ambiziosi ragazzi del Velež, i quali hanno dovuto capitolare davanti al maestri con un severo risultato. I belgradesi hanno mirato al sodo in tutte le azioni. Tre volte hanno fatto centro, due volte con Toplak al 7’ del primo tempo èd al 5’ della ripresa ed una volta con Kostié al 3’ della ripresa. Il Velež ha segnato il punto dell’onore al 151 della ripresa con il solito Mujič. Arbitro Epert di Zagabria. Spettatori 12,000. DINAMO — VOJVODINA 3:2 (2:1). Ad un primo tempo di predominio zagabrese è seguito una ripresa di netta marca Vojvodina. La Vojvodina ha sprecato però numerose occasioni favorevoli, permettendo, in tal modo, ai padroni di casa, di giungere ad un’ insperata affermazione allo scadere del tempo con tìn gol di testa di Lipu-. sinovie. Nel primo tempo la Dinamo ha segnato al 22’ con Sai ed al 40’ con Prelčec. La Vojvodina è passata invece al 35’ con Milovanov ed al 14’ della ripresa con Rajkov. Arbitro Boòina di Slavonski Brod. Spettatori 16.000. SPARTAK — SARAJEVO 4:0 (1:0). Lo Spartak ha attaccato dal principio alla fine, senza lasciare agli avversari nemmeno un momento di respiro, ma ha dovuto aspettare sino al 40’ per passare in vantaggio con una rete di Novo. Nella ripresa i locali segnavano ancora al 18’ con Ognjanov, al 27’ con Tomašević ed al 30’ con Tadič. Il migliore dello Spartak è stato 11 "giovane Leskov. Ottimo pure il portiere degli ospiti, Ančič. Arbitro Rakovič di Belgrado. Spettatori 10.000. BSK — RADNIČKI 4:1 (1:0). Nulla da fare per il Radnički contro il BSK scatenato e deciso a conquistare a tutti, i. costi i due preziosi punti in palio. Tutto l’incontro è stato un monologo degli attaccanti del BSK, i quali, delle numerose occasioni avute, hanno fatto centro quattro volte, contro una dei loro avversari. La marcatura delle reti è stata aperta al 5’ da Sénauer. Lo stesso giocatore concludeva pure la marcatura al 41’ della ripresa. Per il BSK segnavano ancora nella ripresa Antič al 29’ e Stojanovič al 36’ su calcio di rigore. La rete dell’onore per il Radnički è stata realizzata da Pe-takovié. All’incontro hanno assistito 12.000 spettatori. CAPODISTRIA — UMAGO 2 : 0 Capodistria, 11 marzo. Un vento , gelido ha fatto che la partita non assumesse un tono ancor più elevato di quello che abbiamo visto domenica sul campo capodistriano e che ha sorpreso non poco il centinaio di tifosi recatisi allo Stadio Primo Maggio con parecchio scetticismo. A sorprendere sono stati particolarmente i Capodistriani per il bel gioco individuale del primo tempo, accompagnato nella ripresa da azioni che hanno avuto un indubbio pregio tecnico e forza di penetrazione che però non sempre veniva concretizzata, per indecisione nel tiro rete. Tale indecisione accompagnata da un po’ di confusione si è manifestata specie nel primo tempo, quando il quintetto, guidato da Camillo, ha mancato tre facili occasioni, mentre altrettanti pericoli ha corso la porta di Kravos. Concluso a reti inviolate il primo tempo, e dopo alcuni minuti di leggero predominio dei militari umaghesi nella ripresa, i nero-verdi capodistriani cominciano a in-tessare la trama di continue azioni sotto la porta di Mungia, e concludono la prima volta all’undicesimo. Vattovec tira fortissimo, Mungia respinge corto e Pobrsnel non ha difficoltà a realizare. La LA CLASSIFICA Fiorentina 22 14 8 0 41:12 36 Milan 22 11 5 6 51:3)3 27 Inter 22 11 3 8 37:25 25 Spal 22 9 6 7 29:26 24 Sampdoria 22 8 8 6 33:31 24 Torino 21 9 5 7 29:23 23 Lane Rossi 22 7 9 6 20:21 23 Napoli 22 7 8 7 33:30 22 Roma 21 7 8 6 30:28 22 Atalanta 22 9 4 9 42:42 22 Juventus 22 6 10 6 21:26 22 Padova 22 9 3 10 28:31 21 Lazio 21 6 8 7 29:27 20 Genoa 22 8 4 10 34:37 20 Triestina 22 6 8 8 15:28 20 Novara 22 5 8 9 26:30 18 Bologna 21 6 3 12 34:38 15 Pro Patria 22 1 6 15 18:65 8 FIORENTINA BOLOGNA 0:0. - partita disturbata da un gelido vento di tramontana che ha impedito alle -squadre di svolgere un gioco tecnico. Il Bologna si è affidato .principalmente alle sue qualità difensive e alla giornata di gran vena dei suoi mediani laterali che hanno costituito un quadrilatero assai efficiente. La Fiorentina nel primo tempo, pur avendo il vento a favore, non si è mai scoperta nella retroguardia limitando le sue azioni offensive a tre uomini: Julinho, Montuori e Virgili, Nel secondo tempo il Bologna ha mancato due occasioni favorevoli: una neutralizzata dal portiere fiorentino e l’altra sciupata da La Forgia. Nell’ultima parte della gara solo una grande parata di Torros ha impedito a Pivatelli di segnare. GENOA — PADOVA 0:0. — Contro il Padova, che ha applicalp il catiemoiccio rigoroso, il Genoa, in cattiva giornata, non è riuscito a passare, pur avendo dominato a lungo, specie nel secondo tempo. La partita è riuscita animata ma di scarso interesse tecnico. Si è giocato solo a distruggere e non a costruire. Nel primo tempo il Genoa- ha complessivamente attaccato di più ma senza ordine- e senza idee. Nel secando tempo ha attaccato con maggiore insistenza, costringendo il Padova a giocare nella sua metà campo. LANE ROSSI — TORINO 1:0 (1:0). — Il Lane Rossi è riuscito a fatica ad aver ragione del Torino che si è dimostrato assai forte e meritevole di u-n risultato di parità. Infatti la rete della vittoria è stata conseguita su calcio d’angolo al 43’ di gioco. Il pallone, battuto da Boscolo, è spiovuto davanti la porta, Rigamonti è uscito a vuoto LA COPPA CALDIROLA DI CICLISMO Valčić tra i primi Domenica scorsa si é svolta sulle' strade della Lombardia la tradizionale Coppa Caldirola, la q-uale raccoglie ogni anno alla partenza i migliori ciclisti dilettanti italiani e stranieri. Quest’anno alla nata gara hanno preso parte pure quattro ciclisti jugoslavi. Valčič, Vuksan, Bajto e Cvejin. La velocissima gara (la media ha superato i 40 km all’ora) si è risolta nel vorticoso finale, quando un gruppo di 14 ciclisti, fra i quali figurava pure Valčič, è riuscito a prendere un leggero vantaggio sul grosso del gruppo e mantenerlo sino alla fine. Nella volata finale Valčić, conosciuto più come -scalatore che velocista, non ha potuto- figurare, ma ha dovuto accontentarsi dell’ottavo posto. La gara è stata vinta da Sabadin, che ha percorso i 105 km in 2 ore 36’ alla media oraria di km 40,640. Secando si è classificato Tamagni. Terzo Carnia-ti. I rimanenti corridori jugoslavi sono giunti al traguardo con il grosso dal gruppo ad oltre 1’ dal vised tare. FERDI KÜBLER TORNA A VINCERE Ferdy Kuebl-er, l’amziiano e noto corridore svizzero, il quale aveva e-spresso più volte l’intenzione di abbandonare definitivamente lo sport attivo, è riuscito a ritornare nuovamente alla vittoria domenica scarsa, quando ha vinto in volata la ,3!}. edizione della Milano — Torino. La vittoria di Ku-ebler, anche -se imprevista, è stata più che meritata, frutto di una condotta di gara intelligente e coraggiosa. Lo svizzero ha infatti partecipato attivamente alla caccia del gruppetto, che si era involato dal gruppo di testa dòpo appena 5 km dalla partenza. Ecco l’ordine di ahrivo: 1) Ferdy Kuebler, Svizzera* 'che compie i 210 km del percorso in 5 ore 48’45’’ alla media oraria di km 38,661. 2) Dericke, Belgio, 3) Fallaschi, 4) Coletto, 5) Fabbri, tutti Italia. Con il 'vincitore -siano giunti al traguardo 12 corridori. Il gruppo, regolato in volata dallo spagnolo Fablet, è giunta «topo 3’57”. seconda rete avviene al 24’ quando Kavalič II raccoglie di testa un dosato passaggio di Benčič. I migliori in campo del Capodistria sono stati i due Kavalič, San-tin e Pobrsnel. Del presidio militare umaghese Paho e Markovič. Hockey sul ghiaccio JuoosM-Gerniania 6 5:5 Sabato scorso si è svolto allo stadio del ghiaccio di Jesenice l’atteso incontro intemazionale di ho- ' ckey su ghiaccio, fra la nazionale jugoslava e quella B della Germania Occidentale. Contro ogni aspettativa l’incontro terminava alla pari 5:5. Questo risultato rappresene a una grande affermazione del nastro hockey, appena ai primi passi -in ca-mpo internazionale. Alla pari sono terminati butte e ins i tempi: 1:1, 2:2, 2:2. Mercoledì e giovedì la stagione jugoslava di hockey su ghiaccio si chiuderà a Belgrado con un doppio incontro inter-nazionale: Stella Rossa — Cortina e Partizan — Cortina. VENTO E RET! INVIOLA TE e pronto Campana, di slancio e col petto, ha spinto la sfera nella rete indifesa. INTERNAZIONALE — MILAN 2:1 (0:0). — L’Internazionale ha vinto il derby nell’ultimo quarto d’ora, Infatti d rosso-neri, andati in vantaggio per merito di Nordahì n-el giro di tire minuti, sono stati raggiunti e -superati dagli avversari con. due reti di Massei. L’incontro, assai disturbato da un vento gelido, nella sua prima parte è stato piuttosto scarso di contenuto tecnico. N-ella ripresa il Milan ha assunto l’iniziativa insistendo però troppo nei passaiggi ripetuti, sicché a coronamento della s'ua superiorità ha ottenuto soltanto una rete al 22’ per merito di Nordahl. Col tempo gli attaccanti nero-azzurri si sono resi' sempre più pericolosi ed hanno segnato due reti mancando peirsino qualche occasione favorevole. I due gol sono stati realizzati al 33’ e al 35’ da Massei. . PRO PATRIA — NAPOLI 0:0. — Partita mediocre, guastate da un vento impetuoso e freddo. N-el primo tempo la Pro Patria, col vento a favore ha attaccato in prevalenza, ma non è riuscita a concludere per llimprecisione dei suoi attaccanti. Nel secondo tempo il Napoli ha tentato inutilmente di portarsi din vantaggio. A un quarto dalla fine, per evitare sorprese, si è rinchiuso in difesa, contento del punteggio di parità. SPAL — NOVARA 2:0 (1:0). — Con una accorta condotta di gioco, la Spai ha superato nettamente gli azzurri novaresi, Salvati anche dai- pali che due volte hanno . annullato tiri di Di Giacomo e di Macor. I novaresi hanno giocato sempre- con grande ardore e aggressività spingendosi di tanto in tanto in azioni di contropiede. La prima rete è stata segnata al 20’ di gioco -da Da-lpos che ha ripreso il pallone respinto da Corti-, Al 36’ della ripresa dopo che la traversa a-veva respinto un tiro di Macor, Broccini ha risolto una mischia sotto porta, mandando in rete. TRIESTINA — ATALANTA 0:0. — La Triestina ha prodotto troppo tardi lo sforzo decisivo e così, pur correndo qualche pericolo, la difesa atalan-tina dopo tutto ha potuto sostenere sino alla fine la pressione alabardata peraltro più confusa che ordinata. Soldan ha corso nel primo tempo seri rischi ed ha deviato in angolo due forti tiri di Basetto. La bora ha ostacolato sensibilmente il gioco. JUVENTUS — SAMPDORIA 2:2. LAZIO — ROMA soapeaa per la nev*. Nelle gare a Sestriere SEILER SECONDO Una grossa sorpresa si è avuta all’edizione della Alberg-Kanda-har, che si è svolta quest’anno sulle nevi del Sestriere in Italia. Infatti, tanto il triplice campione olimpionico Toni Seiler quanto il grande asso del discesismo austriaco Christian Prawda, sono stati battuti rrìolto nettamente da tutta una schiera di aiteti, anche mediocri. Questa sconfitta ha ribadito un’altra volta che anche un grande campione non può presentarsi a gare impegnative senza aver portato a termine un coscienzioso allenamento. Toni Seiler, invece di allenarsi, ha preferito correre da un banchetto all’altro per festeggiare le grandi vittorie di Cortina, compromettendo così le sue possibilità per la Kandahar. Nel complesso però gli austriaci hanno dominato il campo lo stesso, vincendo l’importante gara con Molterer, già vincitore delle edizioni 1953 e 1954, e piazzando ben sei propri atleti entro i primi dieci classificati. Molterer ha vinto meritatamente e nettamente, perchè si è imposto in ambedue le prove, in quella della discesa libera ed ih quella dello slalom speciale. In classifica generale, dopo Molterer, si sono classificati l’austriaco Oberajgner, il francese Viarnè, lo svizzero Forre ed il tedesco Lanig. Prawda si è classificato 20, Seiler 34. IL TEDESCO LESSER DAVANTI A HEINONEN A KULM Sabato e domenica Scorsa si sono svolte a Kulm le tanto' atte® gare di salto speciale dal trampolino gigante che consente salti oltre i 130 metri. Peccato che l’ultima giornate di gare sia stata ostacolata dal mltempo, che non ha permesso ai concorrenti di raggiungerla le maggiori distanze. La grande sorpresa della gara ha nome Vemer Lesser, un tedesco della Germania Orientate', il quale è riuscito a superare gli specialisti nordici, ritenuti sino ad oggi insuperabili in queste specialità. Lesser ha preceduto di poco (in classifica il filandole Veikko Heinonian e il norvegese Olof Bier-nstadt. I giovani saltatori jugoslavi hanno disputato’ una prova onesta, classificandosi al 21. posto con Jože Zidar, al 24, con Altoin Rogelj, al 25. con Langus ed al 31. con Saksida. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. »JADRAN« Capodistria