ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI. LAVORATORI Anno Vili. - No. 437 Redazione e Amministrazione CAPODI STRIA Via Santorio 26 - tei. 128 MARTEDÌ’ 28 febbraio 1956 Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. c. p. ORIZZONTI dell’ USPLJ Si è svolta il 21 febbraio a Belgrado, sotto la presidènza del compagno Kardelj, la riunione del Comitato federale dell’Unione socialista dei lavoratori della Jugoslavia. All’ordine del giorno figuravano i problemi della politica economica alla luce del piano sociale di quest’anno, le misure per l’ulteriore miglioramento dell’amministrazione statale e alcune questioni organizzative. Sulla politica economica ha riferito il compagno Svetozar Vukma-novié, informando la presidenza delle misure intraprese per l’esecuzione dei nuovi indirizzi economici e della preparazione per la compilazione del piano sociale di quest’anno. Alla relazione del compagno Vukmanovié è seguita la discussione siill’applicazione dei principi adottati dal IV. plenum dell’Unione socialista dei lavoratori della Jugoslavia e sui risultati ottenuti nonché’ su alcune questioni che già si manifestano nell’esecuzione della nuova politica economica. La presidenza ha approvato le misure sin qui intraprese, confermando le basi sulle quali procede la compilazione del piano sociale di quest’anno. É stato sottolineato particolarmente al proposito che bisognerebbe sviluppare ulteriormente un intenso lavoro pblifico nelle organizzazioni dell’Unione socialista. Il compagno Kardelj ha parlato quindi delle misure per il miglioramento dell’amministrazione statale esponendo ciò che sarebbe necessario compiere per armonizzare il lavoro dell’amministrazione statale con i compiti che vengono posti dallo sviluppo del nostro sistema sociale, in particolare degli organi dell’autogestione e della gestione sociale in genere. £ stata rilevata al riguardo la necessità di alcuni mutamenti organizzativi nell’attività dell’amministrazione statale e riconfermata la giustezza dei principi esposti dai compagno Kardelj. Esaminando il preventivo di bilancio per il corrente anno, presentato dal compagno Osman Ka-rabegovié, sb è constatato che la raccolta delle quote non è stata finora regolare. Così, nello scorso anno, si è raggiunto meno del 50 % di quanto i- membri dell’Unione socialista avrebbero dovuto pagare. AI proposito è stata ventilata l’eventualità di' un aumento della quota, ma la presidenza ha ritenuto di non farlo, curando invece di più la regolare raccolta delle quote. Dopo esauriente discussione il preventivo, il cui ammontare è uguale a quello dello scorso anno, è stato approvato. Si è deciso, inoltre, di devolvere a favore dei sinistrati di Mavrovo la somma di un milione di dinari. Parlando sui problemi organizzativi, il compagno Aleksandar Rankovié ha sottolineato la necessità di apportare alcune modifiche nel lavoro e nella composizione della Segreteria politico-organizzativa e delle Commissioni dell’Unione socialista. Tali modifiche sono dettate dal fatto che un certo numero di membri della Segreteria politico-organizzativa e delle Commissioni erano sovraccarichi di lavoro. Si è deciso, inoltre, che la Segretaria politico-organizzativa funzioni in forma allargata e ristretta, per essere più operativa e per reagire più sollecitamente ed efficacemente ai problemi politici e organizzativi più attuali. Della composizione allargata della Segreteria politico-organizzativa sono entrati a far parte i segretari di tutti i Comitati repubblicani dell’Unione socialista e i presidenti delle Commissioni. In considerazione dell’importanza che stanno assumendo da noi l’autogestione e la ges'.ione sociale, nonché dei compiti dell’Unione socialista nello sviluppo di tutte queste nuove forme si è deciso la formazione di una Commissióne per l’autogestione e la gestione sociale. Siccome la Commissione per il lavoro parlamentare aveva quasi gli stessi compiti del Club dei deputati dell’Assemblea federale si è deciso di procedere al suo scioglimento. .......... Secondo queste decisioni si e proceduto poi alle modifiche nella composizione delle Commissioni. Il lavoro di queste sarà così, per 1 loro segretari, l’occupazione principale. Nell’ambito dell’Unione socialista e presso i Comitati federale e repubblicani, funzioneranno le seguenti commissioni: la Commissione per il lavoro ideologico-educa-tivo, la Commissione per la stampa, la Commissione per le campagne, la Commissione per le organizzazioni sociali, la Commissione per il lavoro fra la donne e la Commissione per l’autogestione e la gestione sociale. Dopo le elezioni in Grecia La situazione politica post-elet-irale in Grecia continua a man-mersi contusa. Grazie al com-lesso sistema elettorale, l’Unione adicale diretta dal primo mini-;ro Karamanlis si è aggiudicata i maggioranza dei seggi — 158 — el nuovo Parlamento. L’opposizio-e rappresentata dai vari parti-coalizzati nell’Unione Democra-ca ha ottenuto qualche voto in iù dei governativi e 16 seggi in iena! I leaders dell’opposizione enizelos e Kartalis hanno chiesto re Paolo la convocazione di nuo-e elezioni con un diverso sistema LA PRIMA CONFERENZA DISTRETTUALE DELLA LEGA DEI COMUNISMI DI CAPODISTRIA IL CONSOLIDAMENTO DELLA GESTIONE SOCIALE DIPENDERÀ' DAL GRADO DiSTRPZIOWE DEI LATORflTORI Attento esame della situazione nel campo giovanile PORTOROSE, 23 febbraio. — Dopo due giorni di intenso lavoro si è conclusa a .Portorose la I. Conferenza Distrettuale della Lega dei Comunisti del Litorale, alla quale hanno presenziato, fra gli altri, i membri del Comitato Esecutivo della Lega dei Comunisti della Slovenia Stane Kavčič e Boris Ziherl, il segretario della Lega del distretto goriziano Tine Remškar e Vanja Vranjican, in rappresentanza dei comunisti dellTstria. Dopo la relazione presentata dal compagno Jakopič Albert, i lavori della conferenza sono proseguiti in tre commissioni: per l’autogestione operaia e comunale, per Fattività politico-ideologica e per lo sviluppo dei rapporti socialisti nell’agricoltura. Nella relazione si mette in«rilie-co il nuovo indirizzo assunto da tutto il nostro sistema di vita con l’introduzione della gestione operaia. La data del 27 giugno 1950 ha segnato l’inizio di un costante consolidamento dei rapporti socialisti nel campo produttivo in genere, consolidamento registrato anche nei collettivi di lavoro del nostro territorio. La gestione operaia non ha però solo introdotto rapporti sostanzialmente diversi nel campo del lavoro, ma ha dato palpabili risultati economici e tecnicoorganizzativi, particolarmente là dove i lavoratori erano coscienti dei propri interessi. Questi anni di esperienza hanno dimostrato che, con la gestione operaia, si stimola in notevole misura l’interessamen- to delle maestranze per i problemi economici, produttivi ed organizzativi delle unità economiche a loro affidate. E’ interessante, a proposito della gestione operaia sottolineare ed analizzare il ruolo svolto dai comunisti nell’ambito dei vari organismi proposti alla direzione delle fabbriche e aziende. Nei Consigli operai e nei comitati di gestione del distretto di Capodistria vi sono 721 membri della Lega dei comunisti, rispettivamente il 14% della composizióne numerica totale di questi organismi. La partecipazione quantitativa dei comunisti è quindi tale da dover garantire un loro efficace lavoro. Non in tutti i casi, però, la quantità corrisponde alla qualità e, in una parte dei SETTIMANA POLITICA JUGOSLAVA IH BIlfilQ 1LFHESIDEHTE TITO H FM16I Annunciata la visita del cancelliere Raab alla Jugoslavia Il nuovo annuncio della visita del Presi., ente della. Repubblica air la Francia..ha suscitato il'piu. vivo interesse sia negli ambienti politici jugoslavi che quelli, francesi. Com’è noto la visita, era stata preannunciata’ già da tempo e poi rinviata in conseguenza delle note vicende politiche, seguite alla caduta del governo di Merides France! A proposito della visita del Maresciallo Tito alla Francia, il Ministro degli Esteri francese Christian Pineau ha dichiarato ad una conferenza stampa: «Il Governo Francese sarà particolarmente lieto di poter accogliere a Parigi il presidente della Jugoslavia Maresciallo Tito.» Alla stessa conferenza stampa il ministro Pineau ha detto che il programma della visita del nostro presidente alla Francia non è stato ancora definitivamente stabilito, ma che comunque si prevede che egli sarà a Parigi entro la fine di màggio. «Il presidente del governo Guy Mollet ed io personalmente — ha detto ancora Pineau — saremo lieti di conoscere e salutare a Parigi il maresciallo Tito». Anche a Belgrado si è avuta un’eco ufficiale all annuncio della visita del presidente della, repubblica alla Francia. Il portavoce' della Segreteria di Stato agli Esteri, Branko Drašković, ha confermato l’annuncio di Parigi. Ha detto di condividere pienamente i sentimenti esprèssi dal ministro degli esteri francese in merito alla prossima visita. Il portavoce ha quindi informato i giornalisti che il èancelliere austriaco Raab ha aderito all'invito del governo jugoslàvo di visitare il nostro paese durante la prossima primàvera. Questa visita — ha detto Drašković — éi offrirà l’occasione di approfondire i (già amichevoli rapporti tra Jugoslavia e Austria. Infine, il portavoce della segreteria di stato agli esteri ha informato i giornalisti che le trattative con l’Italia, per l’accordo finanziario e quello sulla pesca, si sono concluse e di ritenere prossima la loro firma. Secondo le più recenti notizie tale firma dovrebbe avve--nire nel corso di questa settimana,\ come lo fa presumere la partenza per Belgrado dell’ambasciatore Storoni. Per quanto riguarda le trattative jugoslavo-tedesche per i debiti bellici e prebellici tedeschi verso la Jugoslavia, in corso a Bonn, Drašković ha detto che alcune difficoltà non sono state superate, nonostante che, le trattative si. protraggano ormai da sei settimane. Nel corso della precedente settimana si è riunito a Belgrado il Comitato, di politica estera dell’Assemblea Popolare Federale che ha approvato .all’unanimità la proposta dì dichiarazione con la quale il nostro paese riconosce la neutralità permanente dell'Austria. La proposta verrà presentata all’Assemblea alla sua -prossima seduta. Concludendo un'ampia illu-.. strazione della proposta stessa, il sottosegretario di stato agli esteri Srdjan Prica "ha detto: «Tenendo-' con -.o. del- trattato di stato, ratifi--cat a dal nostro paese, e con il quale le grandi potenze si sono impegnale a garantire la neutralità e nhtegrità territoriale del-_ l’Austria, tenendo conto- delFesi-sf.s tu po rii . no de lo dei rapporti internazionali. Entrambi'hanno poi ricordato le ampie possibilità ci collaborazione esistenti tra il nostro paese e l’Austria. Il Comitato ha inoltre preso in esame la risposta della Segreteria di stato agli esteri ad un'interpellanza del deputato Vida , Tomšič sull applicazione dell’articolo 16 del Trattato di pace :on l’Italia. Si è discusso nell’occasione anche dello sviluppo dei rapporti italo- jugoslavi. Il Comitato-ha quindi designato la delegazione parlamentare che, su invito dell’Assemblea Popolare di Sofia, visiterà prossimamente la Bulgaria. La delegazione sarà diretta dal presidente dell'Assemblea Federale^Mosa Pijade. E’ rientrata dalla Cecoslovacchia la delegazione economica jugoslava che ha concluso le trattative economiche tra la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. Gli accordi firmati in tale occasione vengono definiti a Belgrado molto, utili. La delegazione jugoslava, oltre a regolare le questioni patrimoniali pendenti tra i due paesi, ha firmato alcuni accordi sulla concessione di crediti, uno dei quali, di 50 milioni di dollari, previsti per i nostri acquisti di impianti industriali e minerari. colletivi. bisogna registrare una partecipazione passiva e formale .dei comunisti all’attività, degli organismi di gestióne operaia, passività-e formalismo che poi intaccano tutto il consìglio operaio. E’ normale che ad un'esistenza puramente formale Begli organismi di gestione operaia venga a sostituirsi l’arbitrio burocratico del direttore e degli altri dirigenti tecnici ed amministrativi dell’azienda, fatto che, prima o poi, genera dissesti economici e finanziari ed altre difficoltà che si ripercuotono sulla situazione ' personale delle maestranze. Esempio tipico, a tal riguardo, è"quello della fabbrica di vetrerie di Herpel je, dove, di fatto, la gestione operaia non esisteva. Questo ed altri simili esempi dimostrano come la gestione operaia non esiste e non può esistere là dovè non si lotta con costanza per una partecipazione attiva dei lavoratori, .particolarmente del Consiglio operaio e del comitato di gestione, a tutta la vita politica, economica e sociale del collettivo e contro le tendenze burocratiche che in una forma o nell’altra inevitabilmente appaiono. D’altra pai :e la gestione operaia presuppone una determinata conoscenza delie cognizioni fondamentali tecnico-economiche inerenti l’azienda e il possesso di un’elevata coscienza socialista con una chiara visione dello sviluppo futuro di uno stato socialista. E’ normale attendersi che, a tal riguardo, siano i comunisti a dare l’esempio, ad essere i primi nello studio e nell’insegnamento, agendo sia nell’ambito dell’organizzazione stessa della Lega che nell’ambito di quella sindacale. Alla constatazione di questa necessità, fa riscontro la realtà: la maggior parte degli errori e delle lacune, registrati nella nostra gestione operaia, sono dovuti ad un’inadeguata conoscenza delle disposizioni-, .fondamentali che regolano la nostra vita economica, oltre a una scarsa educazione politico-ideologica. Quindi gli sforzi per un progresso economico e sociale delle nostre fabbriche e aziende devono avere una via indiretta, ma fondamentale, quella cioè di una sistematica e costante educazione economica e politica delle maestranze, compito affidato alle organizzazioni sindacali, entro le quali i comunisti devono farsi iniziatori e propagatori. (Continua in II pagina) I delegati alla Conferenza della L. C. durante la lettura della relazione [USO IL CONGRESSO DEL PCUS CON DECISIONI DI Al canto dell’internazionale e con inneggiamenti al nuovo Comitato Centrale leninista e al leninismo ha concluso a Mosca sabato scorso i suoi lavori il XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. I lavori della grande assise comunista sono trascorsi in uno spirito nuovo caratterizzato da uno studio critico del passato, da un ardito ripudio di alcuni atteggiamenti errati, da un fermo proposito1 di adeguare i punti di vista sul presente e sulle prospettive dello sviluppo sociale alla realtà odierna e di armonizzare quanto più possibile l’azione pratica con i mutamenti sopravvenuti nel mondo. Il Congresso ha fermamente condannato il culto della persona-“* lità come antimarxista e come fenomeno che b,a gravemente nociuto all’Unione Sovietica. Il relatore principale Hruščev, come del resto la maggior parte dei partecipanti alla discussione, hanno condannato il dogmatismo e le concezioni schematiche della società. Il Congresso ha respinto come assurda la tesi della inevitabilità di un conflitto armato tra il socialismo e il capitalismo. Il Congresso ha anzi posto in rilievo che la guerra non è inevitabile, che essa può essere evitata e deve esserlo. La concezione della coesistenza pacifica non è stata formulata nel senso di un'armistizio provvisorio o di una coesistenza parallela passiva di paesi con diverso ordinamento sociale. Al XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica alla coesistenza pacifica è stato attribuito il positivo significato di attiva e creativa collabo-razione.. Per la causa del socialismo e per- ii a delle Nazioni Unite e sopra-li degli attuali amichevoli rapiti tra la Jugoslàvia e l’Austria, . :.:i amo sia nelFinteresse del òro paese accogliere l’invito VAustria di riconoscere ad essa ' status di paese neutrale indi-pendente.» Hanno preso successivamente la parola i deputati Mijatović e Vlahovič i quali hanno posto in rilievo il particolare carattere della neutralità austriaca, diversa dalla neutralità classica, in quanto l’Austria, quale membro delle Nazioni Unite, ha tutte le possibilità di pari tecipare attivamente alla lotta per la pace e per il consolidamento NEL SEGNO DI UN CLIMA NUOVO il viaggio di Gronchi negli U.S.A. PROPOSTE AGEVOLAZIONI al pensionamento dei minatori In occasione dei preparativi per -la stesura della nuova legge sulle pensioni di vecchiaia, al Consiglio Centrale dell’tlnione dei Sindacati della Jugoslavia si stanno esaminando pure le proposte avanzate dalle varie unioni di categoria per la riduzione del periodo di anzianità di servizio necessario per il pensionamento dei lavoratori occupati in lavori di eccezionale fatica. Si tratta in particolare dei minatori, i quali chiedono che agli effetti del pensionamento, nove mesi di lavoro vengano loro equiparati a un anno di servizio prestato. La proposta della federazione minatori comprende tra i beneficiati di tali agevolazioni in primo luogo i picconieri e gli artificeri e quindi anche tutti gli altri operai occupati permanentemente nel sottosuolo. La legge sul pensionamento, emanata nel 1953, disponeva una anzianità di servizio ridotta ed alcune facilitazioni sul lavoro per gli operai occupati in determinati lavori i quali, a giudizio degli esperti, risultavano essere dannosi all’organismo. Elementi fondamentali nella valutazione sono stati la gravosità del lavoro e le condizioni di difficoltà in cui il lavoro stesso si svolge. Al grado di questi due elementi corrispondevano anche le agevolazioni disposte. In base a questi principi la legge del 1953, tuttora in vigore, prevede un’anzianità di servizio, ridotta per i piloti dell’aviazione civile ed i lavoratori occupati in costruzioni subacquee come anche per i palombari. Agli appartenenti a queste categorie otte mesi di lavere prestato vengono calcolati come un anno di servizio, a condizione che abbiano trascorso almeno cinque anni consecutivi sullo stesso lavoro. Oltre a ciò, dopo ogni tre anni di effettivo lavoro, il limite minimo per il diritto alla pensione vecchiaia viene diminuito di un anno. (In condizioni normali il limite per il diritto alla pensione vecchiaia è per gli uomini il 55-esimo anno di età). Dello stesso diritto di riduzione dell’anzianità di servizio necessaria al pensionamento godono anche alcune altre categorie. L’ordinanza speciale sull’assicurazione sociale dei dipendenti da enti militari prevede che alle persone che hanno lavorato per almeno un anno nei sottomarini, nel servizio aereo o confinario, nel calcolo complessivo dell’anzianità di servizio venga riconosciuto un periodo aggiuntivo pari alla metà degli anni effettivamente trascorsi in tale lavoro. Oltre alle disposizioni di legge relative all’anzianità di lavoro ridotta agli effetti del pensionamento, la legislazione jugoslava prevede ancora altre agevolazioni per gli occupati in lavori pesantissimi, ossia un orario di lavoro ridotto. Tali riduzioni, a seconda della categoria, variano da un minimo di un’ora a un massimo di sei ore giornaliere. Di tale beneficio godono gli addetti alla costruzione di pilastri subacquei i palombari, i minatori, i poligrafici e alcune categorie di lavoratori addetti a lavori pesantissimi nell’industria chimico farmaceutica, tessile e metallur-. gica nonché nelle industrie del tabacco, del vetro, dei pellami e della gemma. Quest'oggi hanno inizio a Wail presidente della repubblica ita-shington gli incontri ufficiali fra liana, Gronchi, ed il presidente Eisenhower. Agli incontri prenderanno parte anche il ministro degli e-steri italiano, onorevole Martino, ed il segretario del dipartimento di stato americano, Foster Dulles. Il che dimostra che non si tratterrà di semplici colloqui protocollari. A confermare l’ipotesi sta il fatto che Eisenhower ha ritenuto necessario, alla vigilia dell’incontro, di consultarsi direttamente con Foster Dulles. Segno che, anche se ufficialmente non apparirà (e ciò per evidenti ragioni costituzionali sulla funzione del capo di stato in Tt®-iia) il. viaggio di Gronchi in America va oltre la formale visita di cortesia per attìumere un chiaro valore politico. Sono interessanti le illazioni che da varie parti vengono fatte circa la linea di condotta che il presidente della repubblica italiana intenderebbe seguire nelle conversazioni con gli statisti americani. Fra queste rivieiste particolare interesse la voce secondo la quale Gronchi Solleciterebbe un’iniziativa degli Stati Uniti — quale potenza maggiore dell’alleanza occidentale — per l'applicazione dell’articolo duo del Patto Atlantico- il quale, come è noto, prevede una estensione al campo della collaborazione e degli aiuti e-conomici dei termini dell’alleanza che riunisce i paesi della Nato. Non che con ciò si attribuisca al presidente Gronchi l’idea di svalorizzare militarmente l’alleanza stessa per portarla s-ul realis.ico terreno della collaborazione integrativa delle varie economie. Questo nò, ma è indubitabile che mettere l’accento su questo aspetto della Nato (finora trascurato) equivale a ait'iua-liizzaire la stessa alleanza atlantica portandola sul terreno disila reale situazione internazionale. Sparite le cause principali che hanno dato alla Nato uno stretto carattere militare nel periodo più acuto della guerra fredda va — da sè che un attutimento del carattere s'trategico-mili are dell’alleanza atlantica rap-presenterebbe un contributo al miglioramento delle relazioni fra est ed ovest proprio mentre corri-spon-sociali che si sono fatte- qua e là derebbe alle esigenze economiche e pressanti nei paesi economicamente più deboli dello schieramento del Petto Atlantico. Infatti le intenzioni attribuite al presidente Gronchi circa 1 a.-tiva applicazione dell’articolo due diel-1 alleanza atlantica non rappresentano necessità od aspirazioni proprie soltanto dell'Italia. Bas i ricordare le recenti dichiarazioni del primo ministro edenico. Karamands, il quale (pur senza nominarlo) a tale articolo della Nato si è richiamato allorché si è impegnato a chiedere ai suoi alleati occidentali una più larga applicazione, in campo economico e sociale, degli impegni circa la coli.aborazione economica e l'aiuto reciproco nello sviluppo dei vari paesi aderenti all’alleanza atlantica. Si trat ia, dunque, di esigenze interne della stessa Nato che hanno potuto essere taciute fino ad oggi solo per il fatto che la tensione fra i blocchi contrapposti (e la stessa poli ica dei blocchi) metteva in primo piano il fattore militare relegando quello economico al campo sussidiario delle commesse per produzioni di carattere bellico. Il nuovo corso della politica internazionale, da Ginevra in poi, ha dato ai popoli una relativa sicurezza contro il pericolo di aggressioni o di guerre generali creando, indirettamente, un clima nuovo nel quale i fattori economici e sociali stanno risumend-o sempre maggior peso. Il che, per .logica conseguenza, svaluta ogni accordo ed ogni alleanza che metta alla sua base il solo element della strategia e della politica bellica. Un esempio valido lo si è avuto anche nel recente (e cri-ticatissimo) Patto di Bagdad per il Medio Oriente. Essendo nato in un periodo in cui le alleanze militori, anche in quel settore, appaiono più dannose che utili il Patto di Bagdad ha portato a turbamenti tali nel Medio Oriente da indurre la Gran Bretagna (propugnatrice dell'all-ean-za) a correre ai ripari e a dimostrare che ili Patto di Bagdad ha in sè elementi e scopi atti a promuovere la collaborazione economica e lo sviluppo sociale dei paesi ad esso aderenti. E gli esempi potrebbero non limitarsi a questi casi in quanto lie esigenze nuove esistono in ogni continente. Infatti in Asta la politica dici blocchi militari deve cedere il passo e, probabilmente, il mese prossimo al’a riunione del Patto per L’Asia Orientale verrà messo l’accento sulla collaborazione economica fera i paesi firmatari. Così ca- rne nell’America Latina non bastano più lie formule politiche-miii a-ri dell’Unione Pan Americana. In questo clima -nuovo- le conversazioni di Gronchi negli Stati Uniti pos'sono rappresentare un catalizzatore a torno ai quale operare il processo di revisione della politica dei blocchi mililari. Revisione che il corso degli avvenimenti rende sempre più urgente e necessaria. Certo non ci si può attendere che il frutto maturi solo per un’eventuale iniziativa di Gronchi ma certo la maturazione può venir accel-lerafca s:e il presidente della repubblica italiana vorrà farsi portavoce di esigenze che il siu-o paese sen'e come necessità sie di tali necessito non è il solo a rendersi conto. il consolidamento della pace nel mondo è di inestimabile valore anche tutto ciò che conduce ad una giusta comprensione dei diritti dei popoli e degli Stati tanto nel settore dei loro rapporti, reciproci quanto nel settore del loro sviluppo interno. Il XX Congresso ha dedicato grande attenzione a questo complesso di problemi ed ha respinto le vecchie tesi della obbligatorietà della identità delle vie e delle forme del socialismo. Questa tesi è stata definita quello che in sostanza essa è, cioè antimarxista. Il Congresso ha pienamente rivalutato il noto atteggiamento di Lenin per cui tutti i partiti operai sono volti al socialismo, ma non vi giungeranno tutti allo stesso modo, ognuno di essi aggiungerà qualcosa di proprio in questa o quella forma .di democrazia. Nella risoluzione del Congresso viene posto in rilievo che «le forme di passaggio al socialismo continueranno a rimanere diverse» e che «raffermarsi di queste forme non deve essere ineluttabilmente legato a guerre civili». Questo atteggiamento è molto importante per la causa del socialismo perchè indica proprio ciò che è essenziale per l’ulteriore sviluppo «tei socialismo nel mondo. Il XX Congresso ha dunque segnato un grande progresso nella politica interna ed estera dell’Unione sovietica, progresso che è di grande significato anche per la causa generale del socialismo, per il miglioramento dei rapporti internazionali e per il consolidamento della pace mondiale. Questo è il nostro giudizio su quello che Mi-kojan ha giustamente definito il più importante avvenimento per l’URSS dopo la morte di Lenin. Quale l’atteggiamento degli altri? . In Francia l’autorevole quotidiano parigino «Le Monde» ha scritto che il Congresso di Mosca «ha distrutto ufficialmente il mito del-l’infalibiiità di Stalin». Secondo il giornale ciò che è trionfato al Congresso di Mosca sono Te idee del Maresciallo Tito e del suo principale collaboratore Kardelj. Nella sua conclusione il MONDE rimane tuttavia prudente e non ammette nè nega la possibilità che l’attuale linea politica dell’Unione Sovietica possa avere delle incidenze sulla soluzione amichevole dei numerosi problemi in sospeso tanto in Europa quanto in Asia. Negli Stati Uniti il New York Herald Tribune non ha sorpreso per le sue interpretazioni del grande avvenimento sovietico. Ha scritto di cambiamento di tattica e di permanenza di obiettivi. Questo «leit-motive» è stato ripreso seppure in forma più blanda dal Capo dd Dipartimento di Stato Foster Dules, Sette giorni Isolati i democristiani nella Germania di Bonn Nella Repubblica Federale tedesca il passaggio all’opposizione dei liberali ha sanzionato ufficialmente il dissenso di questi con la politica estera del cancelliere Adenauer troppo rigidamente ancorata alle alleanze militari occidentali. Come si ricorderà, al tempo della conferenza ginevrina il leader liberale Dehler lamentò che i rappresentanti tedeschi non avessero cercato un contatto diretto con i sovietici per la soluzione del problema della riunificazione della Germania. Gli avvenimenti nella Renania—Velstfalia hanno pienamente indicato il grado di maturità del dissidio fra liberali e demo-cristiani. In quella importantissima regione tedesca, feudo finora dei clericali, i liberali sono usciti dalla coalizione con i democristiani, hanno rovesciato il governo del democristiano Arnold ed hanno dato vita ad una nuova compagine governativa assieme con i social-democratici. Il passaggio del gruppo liberale all’opposizione ha mutato la fisionomia politica del Bundestag, la Camera federale dei deputati. Dopo le elezioni del 1953 la coalizione governativa contava 334 deputati contro i 153 dell’opposizione. Oggi il rapporto è di 281 contro 206. Quale sarà il rapporto dopo le prossime -elezioni politiche generali? L’Agenzia atomica internazionale In conformità alla risoluzione approvata all’unanimità alla decima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si sono iniziati ieri a Washington i lavori della conferenza internazionale per la costituzione di un’agenzia mondiale per l’impiego pacifico dell’energia atomica. Vi partecipano i rappresentanti di Australia, Belgio, Brasile, Canadà, Cecoslovacchia, Francia, India, Portogallo, Unione sud-africana, Gran Bretagna, Unione sovietica e Stati U-niti. La costituzione di un’agenzia atomica internazionale è stata proposta dal presidente statunitense Eisenhower nel 1953 in un discorso alle Nazioni Unite. Alla conferenza che si è aperta ieri ed i cui lavori si protrarranno per circa due settimane si cercherà di raggiungere un’accordo sul progetto di statuto dell’agenzia. Un progetto di statuto è già stato elaborato lo scorso anno da esperti statunitensi e di alcuni altri paesi. Esso attribuisce all’agenzia i seguenti compiti: intensificare le ricerche per l’impiego pacifico dell'energia nucleare, favorire gli scambi di informazioni tecniche e scientifiche e provvedere alla soper-tura del fabbisogno di materiali a-tomici dei singoli paesi. I LAVORI DELLA I CONFERENZA DISTRETTUALE DELLA L. C. DI CAPODISTRIA La minoranza nazionale italiana nella relazione alla conferenza „Tra gli appartenenti alla minoranza nazionale italiana abbiamo esempi luminosi di dedizione alla causa del socialismo44 - rileva il compagno Jakopič (Continuazione dalla r pagina) Parlando della situazione, determinatasi in seguito all’esodo degli appartenenti alla minoranza nazionale italiana, esodo verificatosi su pressioni d’oltre confine tali che in molti casi gli appartenenti tecnici e qualificati della minoranza abbandonavano in modo organizzato, collettivamente e improvvisamente, dopo aver sabotato i macchinari, la nostra zona, il compagno Jakopič ha riconosciuto l’opera esemplare svolta dalle maestranze rimaste che hanno presto smentito le profezie sull’arresto della nostra produzione e sul càos economico nella nostra zona. I nostri lavoratori hanno impedito il realizzarsi di questi intenti, aumentando la produzione e il potenziale produttivo e ottenendo un lusinghiero riconoscimento della qualità dei nostri prodotti anche sul mercato mondiale, fatto mai verificatosi' dalla liberazione in poi. Parlando di alcune tare rimaste nella mentalità della nostra gente il compagno Jakopič ha rilevato come queste siano in realtà l’acqua al molino degli elementi irredentisti che ancora cercano di pescare nel torbido. La propaganda avversaria che ci giunge tramite radio, stampa, pulpiti, parentele, traffico di confine, ecc. ha uno dei moti più frequenti nelle pretese ed inesistenti persecuzioni della minoranza italiana in Jugoslavia. Da oltre confine è stata creata artificiosamente un’atmosfera e delle famiglie italiane che ad essa hanno soggiaciuto, esodando, il compagno Jakopič ha detto che sono state delle semplici vittime sull’ara della reazione irredentista DIECI MILIONI per 1L.K5KA Districa CAPODISTRIA — Venerdì scorso si sono riunite in seduta comune le due camere del Comitato Popolare Distret.uale. Il deputato all’assemblea popolare dana Slovenia., Aniton Ukmar, ha ritento sulla situazione negli ospedali del Distret-l to. Le due Camere hanno poi approvato una deliberazione per l’assegnazione di 10 milioni di dinari al Comitato Popolare Comunale di Ilirska Bistrica per lenire i danni arrecati dal terremoto. All’impresa edile «Sloga», pure di Ilirska Bistrica, è stata concessa la garanzia per un pres ito di 10 milioni di dinari, per iniziare immediatamente la riparazione delle case danneggiate dalla scossa tellurica. Le due cimere hanno approvato infine la concessione di garanzie disi Comitato Distrettuale per credi i d’investimento all’impresa cooperativistica «Fructusi» di Capodistria e aid altre aziende economiche. italiana, dei «corpus delicti», delle «prove» di tali «persecuzioni». Un’altra parte della popolazione italiana emigrata è stata influenzata dall’abolizione dei privilegi avuti da essa sotto tutti gli aspetti, durante il periodo fascista e anche più tardi, a danno dell’assoluta maggioranza etnica degli sloveni di questo territorio. Un ulteriore parte degli italiani è stata indotta all’esodo dall’introduzione dei rapporti socialisti, sia tra la minoranza nazionale italiana e nella stessa misura, si comprende, anche tra la popolazione slovena. Solo dei rapporti dì parità — come ci viene indicato dalla lotta per simili rapporti anche in campo internazionale — possono generare un amalgamento creativo delle genti qui da noi, indipendentemente dalla loro nazionalità. «Per noi è evidentemente giusta la posizione assunta dagli sloveni in America: vogliamo essere dei buoni cittadini degli Stati Uniti ma rimaniamo sempre sloveni. Tale loro posizione trova anche l’approvazione dei governo e degli organismi statunitensi. Sono però convinto che essi non approverebbero in nessun caso la posizione della minoranza nazionale slovena, quando tale posizione sarebbe analoga a quella , di alcuni appartenenti alla minoranza italiana da noi e secondo la quale per un operaio italiano presente in fabbrica centinaia di operai sloveni dovreb-"bero parlare con lui nella lingua della minoranza nazionale.» Il compagno Jakopič ha invitato i delegati a lottare per i giusti rapporti socialisti, da posizione di un sano orgoglio nazionale e di rispetto della parte positiva della minoranza nazionale italiana rimasta da noi: «Proprio tra gli appartenenti alla minoranza nazionale italiana abbiamo degli esempi luminosi di gente a cui sta sinceramente a cuore lo sviluppo statale jugoslavo, particolarmente perchè in esso vedono gli elementi più evidenti di sviluppo del socialismo. Questi italiani, di concezioni più vaste e progredite, hanno imparato ad esempio lo sloveno, poiché lo hanno ritenuto necessario nello spirito dei rapporti socialisti, ma in primo luogo sono rimasti degli italiani.» Con la scadenza del termine per le opzioni, in base alle disposizioni del Memorandum, possiamo infine dire che la parte rimasta della popolazione italiana è positiva-mente indirizzata ad un lavoro ed ad un guadagno onesto, che esegue e realizza tutti i diritti ed i doveri che ha verso lo sviluppo socialista ogni cittadino della nuova Jugoslavia. Per quanto riguarda i loro diritti ogni appartenente alla minoranza italiana può essere cer- to di usufruire degli stessi in piena misura, semprechè lo voglia e appoggi tale realizzazione. Gli italiani sobri, rimasti in Ju* goslavia nonostante la campagna di pressioni da oltre confine, hanno avuto già da per se stesso sufficienti motivi per rimanere dalla nostra parte. Tali motivi derivano in primo luogo dalla conoscenza che il rapporto jugoslavo nei confronti delle minoranze è effettivamente di parità, poiché concede uguali diritti agli appartenenti alla minoranza, come alla rimanente popolazione. Questi appartenenti alla minoranza nazionale italiana poi, sanno da soli che nessuno dei loro connazionali, emigrati oltre confine, ha lasciato la Jugoslavia su pressioni da parte jugoslava o a causa di ingiustizie commesse a loro danno. Voglio sottolineare ciò particolarmente in riferimento alle recenti dimostrazioni irreden-tiste del leader del Partito Socialista Italiano Nenni che, evidentemente per le sue necessità preelettorali, ha cercato il 15 gennaio a Trieste, di fomentare, con la sua demagogia distruttiva per il socialismo, i buoni rapporti di vicinato, in sviluppo tra ITtalia e la Jugoslavia. La relazione della segretaria organizzativa, distribuita ai delegati prima della conferenza, dedica particolare attenzione all’attività dei comunisti tra la gioventù studentesca ed operaia. Sul territorio del distretto agiscono 117 organizzazioni giovanili con 4.182 membri. Tali organizzazioni sono numericamente forti particolarmente nei comuni di Ilirska Bistrica, Postojna e Pirano, mentre, nonostante i progressi registrati negli ultimi tempi, bassa è la percentuale dei giovani organizzati nei comuni di Sesana, Erpelle ed Isola. E’ lusinghiero notare che quasi tutte le organizzazioni giovanili hanno conseguito una notevole autonomia nella propria attività e un certo spirito d’iniziativa che però sarebbero migliori se i comunisti prestassero maggiore attenzione sia al lavoro delle organizzazioni giovanili che all’influenza da esercitarsi nel contatto quotidiano ed individuale con i giovani. Durante lo svolgimento dei lavori delle tre commissioni, nella discussione sono intervenuti anche i compagni Stane Kavčič e Boris Ziherl. Il primo ha messo in particolare rilievo il soddisfacente sviluppo dei rapporti tra il nostro paese e l’Italia, mentre il compagno Ziherl ha rilevato la necessità di un più sistematico lavoro di educazione politico-ideologica tra i membri della Lega dei Comunisti. Alla conclusione dei lavori, ogni commissione ha presentato la propria relazione. Tutte le tre relazioni sono state approvate ad unanimità dalla Conferenza NELL’AGRICOLTURA UN' EQUA DISTRIBUZIONE DEGLI ONERI scopo principale deUa ritorna tributaria Capodistria, 24 — Le nuove imposizioni tributarie annunciato dalla stampa in questi giorni hanno, com’è comprensibile, sollevato i più svariati commenti, che ci sembrano molto siproporzionati nei confronti delle nuove misure tributarne. L’aumento delle taSiSe agricole è previsto, in campo nazionale, nella misura diel 10—15 per cento. Quale sarà l’aumento nei distretti istriani è, per ora, impossibile dirlo seppur approssimamen'e, sino a che gli uffici delle Imposte non a-Vramino raccolto tutte le denumcie dei contribuenti. La nuova imposta agricola, fissata nella percentuale del 10—44% sull’imponibile catastale, non subirà eccessivi aumenti nei distretti di Capodistiria e Buie anche perchè questi due distretti avevano un imponibile superiore a quello deigli altri distretti e che ora verrà parificato. Se aumenti vi saranno, essi colpiranno particolarmente gli agricoltori con piccole proprietà. Sembra questa una misura antisocial, ma in effetti non lo è, poiché la scala precedente, che andava da un 3 sino al 70% favoriva in modo sproporzionato i piccoli proprietari a danno dei proprietari medi. Ora anche in questo campo viene instauralo un regime di maggiore equità, del quale trarranno van aggio i proprietari medi sinora soggetti ad oneri troppo gravosi. Sino ad un imponibile catastale di 30 mila dinari l’imposta sarà dal 10 al 15 per cento, men're per un imponibile dai 30 ai 50 mila dinari tale percentuale andrà dall’ll al 17 ecc. In più, giti agricoltori che occupano mano d’opera pagheranno un 5% annuo dell’imponibile cata- stale per ogni operaio occupato. Sin qui vi sono soltanto muta-roicinti non 'essenziali. Le novità, invece, consistono nell’introduzione di alcuni nuovi tributi con i quali si vuole raggiungere, fra 1 atro, un criterio di maggiore equità nella distribuzione delle imposte agricole. Risulta, difatti, che non sono pochi gli agricoltori che abbandonavano Fattivi à fondamentale, cioè la coltivazione della terra soggetta alle imposte, per dedicarsi ad altre, e-senti da ogni imposizione tribù a-ria. Oppure, pur coltivando la terra, svolgevano anche altre attività, (trovandosi così in una posizione di gran lunga più favorevole degli altri agricoltori, impossibilitati a svolgerla. Nelle nostre contrade c’è il caso, ad esempio, dei proprietari di alambicchi per la distillazione della grappa. Da questa ricavano utili non indifferenti. I possessori degli alambicchi saranno d’ora in poi soggetti ad una impósta che andrà- da 2.000 ai 5.000 din. Dai 2.000 ai 10 000 din. andrà l’imposta sulle trebbiatrici, dai 10.000 ai 15.000 quel'a sui trattori ecc. Allo scopo di stimolare lo sviluppo della viticoltura è stata fissata un’imposta sulle vigne non innestate che sarà di 5 (din. per ogni vite. Infine vengono soggetti a tassazione anche gli animali da trasporto e precisamente 300 din. per -bue piccolo, 500 din. per bue grande e da 300 a 1.000 din. per cavallo. Con la riforma tributaria nel ramo agricolo, lo stato non persegue praticamente alcuna finalità finanziaria. Gli introiti derivanti dalla maggiorazione delle imposte verranno ridistribuiti nuovamente a Delegati e ospiti della Conferenza distrettuale della LC di Capodistria scopi agricoli. Con le imposte sul bestiame da tiro, ad esempio, Sarà costituito presso i Comitati popolari comunali uno speciale fondo a disposizione del servizio veterinario del rispet ivo Comune. Con le maggiorazioni si tende in effetti ad e-eercitare una pressione Sugli agricoltori per una piu elevata produzione dell’agricoltura per il mercato ed evitare che estese su-perfici di terre coltivabili restino in abbandono. In alcune conversazioni a-vute con agricoltori della fascia costiera istriana abbiamo constatato che gli stessi sono del tutto d'accordo con i mo'ivi che hanno spinto i malusimi organismi dello Stato a fare tali maggiorazioni. Osservano però che nelle nostre zone la produzione agricola è già quasi del tutto mercantile e che il fenomeno delle terre abbandonate, olire a non avere gravi proporzioni, è del tutto indipendente dalla volontà degli agricoltori rimasti a coltivare la terra. Le osservazioni degli agricoltori sono es'atte. Nella fascia cosuera di gran parte dellTstria occidentale quasi F»0% detla produzione agricola va sul mercato. Ma si tratta di un caso particolare, forse unico in tutta la Jugoslavia, che il legislatore non poteva prevedere e ancor meno con.emplare in una legge che ha validi, à in tutto il paese. Del resto, anche se degli aumenti ci saranno, questi non Saranno al disotto delle possibilità degli agricoltori, perchè le statistiche ci di-mas .rano che i prezzi dei prodotti-agricoli, quindi gli introiti, hanno avuto, negli ultimi due o tre anni, aumenti di gran lunga maggiori degli aumenti, praticamente inesistenti, delle imposte nell’agricoitura. D’altra parte, nessuna maggiorazione delie imposte nell agricoltura potrà portare ad una mislura di parità i contributi dati alla collettività dalla campagna e dalla città. Così, ad esempio, nel comune di Capodistria tutte le entrate derivanti dall’agricoltura s’aggiravano nel J955 sui 30 milioni di dinari, mentre un solo collettivo di Capodisitria, ad esempio quello della «Slavnik» ha dato allo stato circa 160 milioni. Dunque, se con la riforma in atto, si raggiunge una maggior equità nella distribuzione del peso tributario fra gli agricoltori, siamo ancora molto lontani dal raggiungimento dello stesso criterio nella distribuzione degli oneri tra città e campagna. Lo standard di vita del-l’agriooltore medio, confrontato a quello di un operaio medio, ne1 è ia migliore dimostrazione. MB riunita in assemblea. Si è proceduto infine all’elezione del nuovo Comitato Distrettuale della Lega dei Comunisti, che ad elezione avvenuta si è riunito per la propria prima seduta plenaria, eleggendo a segretario nuovamente il compagno Jakopič Albert-Kajtimir. I compagni Albert Jakopič, Stane Kavčič, Brsinko Babič Ukmar, in attesa de T inizio della conferenza Antonio Ifasti progetti urbanistici per Capodistria e dintorni CAPODISTRIA, 27 — Da Vario tempo si paria inisisitentemi&nte in citta di piani e progetti, più o meno a lunga scadenza, che dovrebbero -essere alia base di nuove imponenti opere pubbliche. Siccome si stanno elaborando i progetti, le voci che circolano non sono del tutto infondiate. Ci è successo di udire alcune persone discutere circa le innovazioni che verrebbero apporta e mel.a zona turistica di Valdoltra. Queste persone sostenevano che della coda andrebbero messi al corrente i membri delle varie basi del-l’USPL e si facevano le mille meraviglie perchè ancora non si è provveduto a un tanto. Una vol.a tanto è pienamente giu-stilicato che le cose stiano co-si e non altrimenti. Se infatti è logico che si discuta di nuovi lavori perchè essi saranno indubbiamente affronta i, è altrettanto logico che le ba-si deill’USPL mo-n siano sitate convocate poiché si è per ora allo stato disi progetti. Progetti tuitt’altro che finiti, ed invece sempre in gestazione. Questi sono pressa-poco i termini con i q-uali il presiidene del Camita» urbanistico dei Comune di Capodistria, compagno Kljun, ha voluto puntualizzane- la situazione nel cor» di un intervista gentilmente concessaci. 11 suddetto Comitato ha fra 1’aii.ro 1 incarico di elaborare i piani dell futuro sviluppo urbanistico. Poiché questo -sviluppo è intimamente legato1 a quello economico, ne consegue che è praticamente impossibile ia stesura di un piano organico generale. E’ stato pertanto convenuto di elaborare via via dei piani minori, co-me a dire singole parti che potranno poi nel futuro venire riunite in alcunché di organico e di molto più vasto. In altri termini, vengono affrontale singole zone non -perdendo di vista il quadro generale. I piani tuttora in gestazione si riferiscono a tre precise zone: Caipo-d-istria .città, Semedella e Valdoitra-A-mcarano. Per quanto riguarda Capodistria, Finitemo principale consiste nel risamamenlto deiia città vecchia. La Socie' à per la tutela dei monumenti -storici ha porto al Cornitiatio urbanismo un valido contributo e sono stati ciré oscri iti quegli edifici della città vecchia che nop vanno asisoilutamieinte abbattuta Da eliminare sono invece catapecchie e abituri secolari e quanto insemina fa a pugni con i moderni dettami dell’urbaniistica. I vari archi etti interessati -sono unanimi nel considerarne necessario, fornire i nuovi edifici, che sostituiranno la cittavecchia, di spazio fi' sole. E’ inoltre tendenza generale considerare necessario che a queijli nuovi edifici segua la costruzione di parchi, giardini e campi da gioco per i ragazzi, e ciò a costo di dover guadagnare in altezza lo spazio edilizio che si perderebbe in es ensiome. Sempre per quanto concerne la città, si sta compilando un programma di adeguamento delle vie e delle strade al traffico notevolmente aumentato in questi ultimi anni. L’arteria alt jualm ente più sovraccarica è via dell’Armata Jugoslava. Si considera che essa, già adesso abbastanza. ingolfata, non potrà in futuro sopperire all’intenso traffico da e per Capodistria. Si pensa di alleggerirla con l’aperlura di una nuova strada ad essa parallela e precisamente di un’arteria che par endo dallo Stadio sboccasse in lincia retta a mezza via circa fra il Triglav e Semedellla. Proprio qui, cioè all’altezza delFattuale idrovora, dovrebbe sorgere la nuova stazione autocorriere. Non poche sono state lie discussioni circa la possibilità di trasformare il terreno cosidetto della bonifica in zona da costruire in. quanto è arciino.o che il suolo difficiumen-te offre salda presa alle fondamenta. E” tuttavia parere dei tecnici che vi si possano tranquillamente adagiare edifici a un piano. La nuova stazione autocorriere avrebbe appunto un piano solo e in più sarebbe costruita con materiale leggero. Ci sembra quindi che il ' progetto sia -senz’altro realizzabile e anche felice per quanto riguarda la scelta. La stessa strada che congiumge Semedella a Capodistria verrebbe fatta oggetto di ampliamento. Lungo il mare verrebbe steso uin nuovo nastro d'asfalto che porterebbe ia larghezza dell’attuale istrada a 9 metri -ed avrebbe po-i un passiag- 1 miliardo e 100 milioni 'per gii impianti minerari ARSIÀ — Per un’ulteriore meccanizzazione degli impianti delle miniere carbonifere istriane verranno investiti quest’anno un miliardo è 100 milioni di dinari. Fra l’altro verranno completamente ricostruiti gli impianti della separazione di Stallie, la segheria, i bagni e le officine. A Pedana verranno costruiti un tronco ferroviario, le stazioni di pompe un magazzino ed. alcune officine. Verranno ampliate le officine meccaniche di Carpano ed oltre mezzo miliardo verrà speso per l’acquisto di macchinari. Ad Albon-a e Pedana verranno costruiti 5 edifici di abitazione per minatori. gio «pieidonale e una fila di panchine. Ad impedire infine cha il traffico pesami,e si svolga per vie interne, verrebbe riaperta la s rada di circonvallazione che partendo dalia Fructus sbocca al bagno estivo. A proposito di qu-esto ultimo prevale il parere che dovrà essere spostato altrove in quanto col tempo non potrà più servire adeguatamente la città. E' pure prevista la costruzione di un nuovo cinema, che dovrebbe sorgere, ove i sondaggi del terreno n-on dovu.-.ero consigliare al ,ra ubicazione, subito dietro ai -giardini pro-spicenti il Triglav. Si ventila anche la ^possibilità di risolvere il problema della canalizzazione cittadina facendo affluire le acque nere in mezzo alla bonifica, da dove un opportuno impianto di decantazione e purificazione le pomperebbe quindi in mare. Benché dal la o igienico e funzionale l'idea si predenti ottima, l’elevato casto dell’opera fa si che i pareri in proposito siano discordi. Passando a parlare dei progetti di sistemazione di Ancarano-Validoitra, il compagno Kljun ha valuto ricordare che in una recente riunione del Comitato urbanistico, cui partecipavamo gili agricoltori e 1 rappresentanti degli istitu i di cura del luogo, è stato esaminato un progetto dell ’archileito Stirnetski. Poiché questo progetto, secondo le osservazioni dei convenuti, era troppo esteso e cioè prevedeva l’usto di terreni già adesso sfratati, esso è [tato respinto. Il progettista si è im- pegnato di rivederlo dopo di che verrà nuovamente esaminato e quindi reso di pubblica ragione. La preoccupazione di preservare il terreno, e a pron.to aeil’agnco.-fcura e del tipico paesaggio aeila zona, prevale pure per quanto riguarda re costruzioni di Semeoeila. Agli edifici attualmente in lase di ulnimaziome, che riscuotono sorto cigni punto di vista unanimi consensi, va unicamente rimproverato di aver fatto appunto un grande spreco di terreno. Da no.iare tuttavia che nella -scorsa primavera, essendosi rivelata grave la carenza ae-gli alloggi ed esistendo una certa • disponibilità di mezzi, la decisione di costruire a Semedella venne presa quasi su due piedi; e bisogna pertanto congratularci con i tecnici i quali, pur nella fretta, hanno fatto si che i nuovi editici possano inserirsi senza stonature, nè ceeni-cne, ne estetiche, in un piano più vasto che allora non era stato neppure ventilato e che adesso può esser pensato come realizzabile. A Semedella infatti sono sorti con i nuovi edifici la rete stradale, la canalizzazione, Filluminazione pubblica e la rete idrica, che possono considerarsi parte della futura sistemazione della città. Ripetiamo che ci -slamo riferiti a dei p-ijoìgetti, alcuni dei quali già e-laborati e altri appena sbozzati. Foniti competenti ci assicurano che appena j piani stessi saranno mai-turati verranno senz’altro sottoposti alla discussione della cittadinanza. Profumo di lavanda per le ragazze di Buie BUIE, 24 — Buie oggi è avvolta nella -nebbia. Ciò nonostante, sarebbe un pò difficile confonderla con Londra. Messa di buon umore da questo pensiero, infilo la porla che deve condurmi dall ingegnere Sego-ta, direttore della Stazione agricola del -territorio di Buie. Questi, dopo essersi fatto un pò attendere, s'i sottopone di buon grado alile mie domande, -dalle quali intendo ricavare qualcosa per II mio giornale. «Sì» — dice Fingegmere Segota — «ci sono novità. Ul.imamente stiamo lavorando alla preparazione della coltura di una pianta aromatica, la lavanda. E’ questa una pianta che prospera particolarmente bene in Italia e, da noi, in Dalmazia. L’isola di Hvar (Lesina) deve alla lavanda il riasset -amento delle proprie finanze. In condizioni economiche piuttosto critiche, infatti, l'isola di Hvar riuscì a rimettersi in piedi grazie a questa pianto tipicamente mediterranea, dalla quale -s'i ricava l’essenza che viene usata nell’industria del sapone e dei profumi. Per l’estrazione dell’essenza si usa un procedimento- u- . gual-e a quello adoperato per la preparazione dell’acquavite, ci si serve cioè delFalambiceo. «E’ ia prima volto» — chiedo io — «che la lavanda viene piantata da noi?». «A dire il vero — risponde l’ingegnere — «in Istria, particolax-, mente verso Pola, si possono trovare parecchie tracce di questa pianta. Si tratta però, più che altro, di crescita spontanea e, anche dove è dovuta alla mano del. contadino, Futile che ne deriva è quasi nullo a causa della scarsa conoscenza che se n-e ha, e quindi delle insufficienti cure che ad eiss-a vengono prestate. Sarebbe un vero peccato non tentarne la coltivazione razionale (e quindi praticarla su larga scala se i risultati dovessero rivelarsi buoni) in quanto il valore della lavanda è considerevole. Basti dire che un litro d'essenza di lavanda costa circa 6.500 dinari, mentre il reddito di un ettaro' di terreno (se ben coltivato) -si aggira slu un milione di. dinari. A questo punto Fingeigniere Segosa mi invita a seguirlo per portarmi in una stanza dove, in numero notevole, si trovano accostate cassette contenenti delle tenere piantine color oliva. «Queste isono le piantine di lavanda» — spiega il mio improvvisato istruttore. «Le abbiamo fatte venire da Hvar e tra poco inizieremo la loro piantagione». Ne piglio una tra le mani. Ha, come già detto, un colore simile a 'quello -dell'olivo, mentre le foglieli-ne sono sottili e l-un-ghe circa tire centimetri. Un noin so che di amarognolo mi fa pensare al popolarissimo «pelin» istriano. I fiori che dà, sono piccoli e posso constatarlo grazie a un collaboratore dell’inge-gniere che ne -estrae uno, disseccato, dal portafoglio. «La Stazione agricola» — dice il mio Virgilio — «ha in piano la coltivazione di altre piante aromatiche, quali -ad esèmpio il rosmarino. Verrà piantato inoltre un vigneto sperimentale, presso la cooperativa agricola di Daila, al fine di individuare le qualità d’uva maggiormente prosperose da noi. A questo proposito sono già state acquistate varie viti, sempre nell’isola di Hvar. Stiamo raccogliendo pure i dati e’ il materiale necessario per la ste- sura di un piano decennale, che si divederà a -sua volta in due quinquennali. Tale pia-n-o permetterà u- n.a giusta localizzazione di impianti e laboratori, impiega di mezzi ece. Gli effetti finanziari non saranno visibili ohe a lunga scadenza, ma quelli materiali -saranno immediati. Non è raro il caso, -per esempio, di laboratori piantati lontano dalla fonte -di materie prime. Inconvenienti del genere e altri di n-at-ura diversa, ver-anno ora eliminati. Prima di andarmene azzardo ancora una domanda: «Il maltempo ha causato danni agli olivi?». «Naturalment,e» — mi viene risposto. «Ad ogni modo non ci troviamo nelle condizioni del 1929 e 1947. Il freddo ha influito particolarmente sugli albe-ri che, nella scorsa stagione, hanno dato molte olive (-e quindi indeboliti) e sulle piante più giovani. I danni comunque saranno visibili appena sul frutto, mentre gli alberi non sono stati colpiti come negli anni sopra citati. Allora [ contadini avevano commesso lo sbaglio di Sradicare le piante, anziché limitarsi a tagliarle, in quanto j tronchi avrebbero ben presto messo nuovi rami. Spetta ora agli 'agricoltori fare il possibile, allontanando dalle piante quanto hanno di guasto. Anche per quanto riguarda i cereali bisognerà prendere le misure del caso, subito in primavera, concimando il terreno con s'ale di Cile e simili per rimediare all’indebolimento sopravvenuto durante il periodo di freddo. «Dimenticavo di dirle» — aggiunge l’ingegnere Segota — «che la nostra Stazione sta progettando la creazione di un campo per la coilti-vazione delle noccioline. Abbiamo acquistato recentemente numerosi trattori, per la precisione 20 «Ferguson» con gli accessori. E-ssi sono già arrivati e non attendono che di essere impiegati. a. c. Il Tribunale Circondariale di Buie ha condannato recentemente certo Škrinjar Marko a quattro mesi di carcere. Il Škrinjar era imputato di aver rubato, nel dicembre scorso; 2.000 dinari, sottraendoli alla signora Petoklip Maria di Verteneglio e di aver ripetuto l’impresa alcuni giorni dopo. Egli dovrà inoltre sostenere le spese processuali e restituire il mal tolto alla derubata. * A Capodistria, ha avuto luogo il processo ai danni di Zonta Ernesto, da Prade, il quale si era reso colpevole di non essersi attenuto alle regole del traffico stradale, provocando cosi, mentre andava in bicicletta, uno scontro con un’automobile. Due mesi di carcere, con la condizionale per due anni, più il pagamento delle spese processuali, rappresentano la pena che gli è stata inflitta. * Sempre a Capodistria, sono apparsi davanti al Tribunale quattro operai della «Slovenija ceste». I quattro . . . moschettieri hanno dovuto rispondere all’accusa di aggressione nei confronti di Šenka Giuseppe, il quale ha riportato gravi lesioni, essendo stato colpito pure con un pezzo di legno. Contro gli imputati sono state emesse le seguenti sentenze: due mesi e 15 giorni di prigione per Orešković Stjepan; 1 mese a Maras Antonio; 1 mese e 10 giorni a Ribič Pietro; 20 giorni a Mezga Augusto. * Per aver provocato lesioni lievi alla vicina di casa Božič Maria, Božič Matteo, da Ancarano, è stato condannato alla pena pecunaria di dinari 1.500 più il pagamento delle spese processuali. MARTEDÌ’, 28 — Öre 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Ritratti musicali: Giuseppe Tartini — 16.35: Palcoscenico musicale — 17: Nostro Paese — 17.15: Suona il violinista Francescani — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona l’orchestra Stanley Black — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie serali — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 29 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 11: L’angolo dei ragazzi — 12.10: Canzoni popolari — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunzi — 13: Mezz’ora con il tenore Mario Del Monaco — 16: Ritmi e canzoni — 16.30: Radioscena — 17: Mosaico musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi dell’America latina — 22.30: Notiziario — 22.45: Piccolo concerto notturno — 23^15: Musica da ballo — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 1 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 1-6: Musica leggera — 16.10: Concerto del giovedì — 17: Dal mondo del lavoro — 17.15: Musica leggera — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona il sestetto Benny Goodman — 22. 30: Notiziario — 22.45: Melodie al chiaro di luna — 23.15: Musica da ballo — 23.45 Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 2 — Ore 6: Musica del mattino 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Composizioni piacevoli di Jerome Kem — 16.25: Arie e duetti in microsolco — 17: Corrispondenza — 17.10: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni — 22.3Ö: Notiziario — 22.45: Suona la pianista Pina Bonomo — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. SABATO, 3 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Notiziario po-lese — 16.10: Canzoni di tutti i giorni — 16.30: Gioielli musicali — 17: La comune — 17.20: Musica leggera — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: 15 minuti con Dixiland — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. ipa^e:L^Pü8Bi=l.€B E’ stata smarrita presso il blocco di Škofije la carta d’idenrità nr. 0411710/18100 infestata a Zarotti Vittoria di Sicciole. Il rinvenitore è pregato di darne avviso alla redazione, o restituirla alla proprietaria. NUOVO ORARIO DELLE LINEE CAPODISTRIA—TRIESTE E BUIE— TRIESTE IN VIGORE DAL 26 FEBBRAIO 1956 Partenze da Capodistria pei Trieste. Si effettuano GIORNALMENTE alle ore , . . Partenze da Trieste per Capodistria. Si effettuano GIORNALMENTE alle ore . . Partenze da Buie a Trieste. Si effettuano ogni martedì, giovedì e venerdì alle ore . e ogni seconda domenica, come pure ogni lunedi, mercoledì e sabato alle ore . . . e ogni seconda dalle ore .... domenica Partenze da Trieste per Buie. Si effettuano ogni martedì, giovedi e venerdì e ogni seconda domenica alle ore . . come pure ogni lunedi, mercoledì e sabato ed ogni seconda domenica alle ore 7.00 10.20 15.00 18.00 7.30 13.00 15.30 19.00 7.30 17.00 16.00 16.00 7.15 PAGINA 3 -2________ PREMI LETTERARI Concluso il concorso della «Narodna Prosvjeta» «Ho incominciato a scrivere il romanzo «Bihorei» nell’autunno del 1954. Quando seppi del concorso della «Prosvjeta» ho forzato il lavoro e sono riuscito a consegnarlo entro lo scadere del termine. Il premio mi ha reso contento soprattutto perchè lo devo al giudizio di letterati competenti». Questa la dichiarazione che lo scrittore Čarrvil Sijarić, vincitore del primo premio del concorso che la Casa editrice «Narodna prosvjeta» di Sarajevo ha indetto alcuni mesi fa, ha voluto fare all’atto della premiazione. Numerosi furono i partecipanti al concorso basti dire che ben 150 romanzi pervennero alla giuria composta da Milan Bogdanovič, scrittore belgradese, Gustav Krk-lec, scrittore di Zagabria e Nika Miličevič, scrittore di Sarajevo. Dopo che i lavori, giunti anonimi alla «Narodna prosvjeta», furono vagliati dai giudici, risultarono vincitori i seguenti concorrenti: Čamil Sijarić, primo premio di 1.000.000 di dinari per il romanzo «Bihorci»; Mikica Renovčić, secondo premio di dinari 500.000 per il romanzo «Simela Šolaj a»; Drago-slav Grbič, terzo premio di dinari 300.000 per il romanzo «Vodo, oda-zovi se». La giuria ha proposto inoltre alla Casa editrice l’acquisto dei romanzi «Vjetrovi su gora», «Teleći odresci», «Umorno stoljeće», e «Hronika o zaboravljenom selu». Lo scrittore Milan Bogdanovič, ebbe a dichiarare, in merito al grande concorso letterario: «Questo concorso rappresenta una vittora in più sensi: vittoria della letteratura, vittòria degli scrittori e vittoria dell’azienda. li concorso si è indubbiamente affermato giustificando se stesso. Ci ha entusiasmato molto il fatto che le opere premiate sono d’alto livello e, penso, opere di giovani scrittori. Il numero dei romanzi presentati fece sorgere in noi all’inizio un certo timore. Arrivarono per primi dei manoscritti che da anni se ne .stavano rinchiusi nei cassetti e che i loro autori ci avevano inviato solo per prender parte al concorso. Verso lo scadere del termine, però, romanzi più seri ci capitarono tra le mani. Il primo premio rappresenta per me una vera scoperta. E’ questo un romanzo che in un modo nuovo, letterariamente fresco, sia per quanto riguarda lo stile che il metodo, introduce nella nostra letteratura il Sangiaccato, cosa che finora non era mai avvenuta.» Mustafà Zirić, direttore della Casa editrice «Narodna Prosvjeta» ha dichiarato: «... I romanzi premiati saranno tradotti in sloveno macedone, ungherese. Per il romanzo che ha ottenuto il primo premio si interessa anche una Casa di Saarbrücken». Il romanzo «Bihorci» è uscito dalle stampe LA PROTESTA DEL SUD SOTTO LA COLTRE DI NEVE La scena culminante del film «Il Cagliostro del ventesimo secolo» che rievoca le vicende del famoso medium Erik Jan Hanussen. Il tedesco era stata fucilato perché aveva predetto a Hitler la fine sanguinosa della Germania. Il febbraio ha fatto un pessimo regalo all’intera Europa. Bufere di vento e di neve, porti gelati, vie di comunicazióne inceppate, difficoltà d’ogni ordine: questo il bilancio di due settimane veramente polari. Questi «doni» ha avuto pure l’Italia, specificatamente la bassa Italia e le isole. Durame la quindicina, che abbiamo detto polare, le cronache della penisola registravano i disagi e le situazioni veramente drammatiche di intere popolazioni. E riferendo dei casi pietosi di oggi non mancavano, e non potevano mancare, in queste cronache, gli accenni a situazioni precarie molto più vecchie, quasi croniche. Rispuntava insomma sulle raffiche gelide di questo febbraio la «Questione Meridionale». E’ arcinoto ormai che il Meridione d’Italia rha; sempre fatto al desco della ricchezza nazionale italiana la figura del parente povero. Ad esso, per ragioni varie che qui è inutile analizzare, son sempre toccate le briciole, mentre le punte più alte del benessere erapo segnate dalle regioni settentrionali. Quando, alla caduta del fascismo, l’Italia si dava in regime parlamentare e molti seggi al Parlamento vennero a dipendere dai voti del Meridione, si cominciò a trattare diffusamente della «Questione Meridionale». Ed ogni volta che si approssimava una consulta-/ zione elettorale rispuntava sul tappeto tutta l’arretrattezza del Sud italiano. Un vigoroso quanto sincero richiamo alle condizioni del Meridione fu rappresentato alcuni anni fa dagli scritti di numerosi uomini di cultura che chiedevano un maggior interessamento dello stato. Primo fra tutti Carlo Levi con il suo «Cristo s’è fermato a Eboli» volle chiedere a piena voce miglior giustizia per il Sud. Qualcosa è stato invero fatto per il Sud. La Regione siciliana autonoma e la Cassa del Mezzogiorno furono create in vista all’applicazione di un progetto organico di riabilitazione delle regioni meridionali. Ora, la Regione siciliana, pur non toccando risultati sperati, può vantare un fecondo bilancio in questi suoi anni di attività. La Cassa del Mezzogiorno invece, pur dotata di mezzi che si esprimono in cifre astronomiche, non ha sempre saputo affron- LA RIFORMA DEL SISTEMA CARCERARIO IN ITALIA Il lavoro ofo&llgatorlo alla delia riabilitazione del detenuto Le cifre statistiche denunciano il protrarsi di gravi lacune nelle attrezzature delie officine carcerarie - Loschi speculatori guadagnano milioni sfruttando il lavoro dei prigionieri - Positivi sono i risultati delie “colonie agricole,, Una recente statistica pubblicata da «Documenti di Vita italiana» porta dati conlortanü sullo sforzo che la giovane democrazia sta compiendo in Italia in un campo oscuro, ma di capitale importanza per la qualifica di un paese civile. Parliamo della riforma carceraria, che è stato uno dei più scottanti problemi dei vari regimi italiani dall’unità d’Italia in poi. Partendo dal concetto che la «Riforma» incomincia nelle carceri e nei penitenziari la Repubblica italiana sta cercando di rendere attuale il principio della legislazione penale e del regolamento carcerario, secondo il quale «il lavoro è obbligatorio in quanto è uno dei mezzi più importanti per la riabilitazione morale e sociale del detenuto». Certo, agli sforzi che si stanno compiendo in questo campo in Italia non sono estranei i democratici che, durante 1' fascismo, ebbero modo di constatare «de visu» quanto controproducenti fossero, per la rieducazione del detenuto, l’ozio delle carceri giudiziarie o lo sfruttamento inumano ed assurdo de lavoro carcerario, come in alcuni pe-niienziari (ad e:empio le colonie a-gricole di Civitavecchia, Castelfranco Emilia, Fossano) e pochi altri, dove i! «precetto» del lavoro obbligatorio era un’irrisione per il 98% dei detenuti. La statistica citata ci dice che, nel 1S55, su una popolazione carceraria di 38.620 detenuti i! 45% era dedito a lavoro retribuito. Percentuale che, se non raggiunge l’optimun, è però abbastanza buona, tenendo conto del fatto che fra la popolazione carceraria predominano gli inquisiti in attesa di giudizio (e perciò non tenuti a! lavoro obbligato-rio) ed i condannati a pene minime e perciò difficilmente collocabili in un lavoro stabile. La percentuale, invece, raggiunge l’opti-mun per quello che riguarda i minori condannati (85% al lavoro). La ragione c facilmente comprensi- RICORDI DI GUERRA PAGINE INEDITE de! diario poioso Bombe e tiri di contraeteci in una meravigliosa domenica di sole POLA, febbraio —- Circa dodici anni orsöno, e precisamente il 9 gennaio 1944, Verso le ore 11, mi godevo un b.el isole primaverile — dopo una passeggia,ia domenicale proprio in cima a uno dei sette colli su cui poggia Rola, il Monte Paradiso. L’allarme, aereo era stato ■ dato da tempo, ma i cittadini non se ne curavano mai. Credevano, e così anch’io, che Polla non avesse importanza alcuna e che, perciò, non c’era da parie degli alleati ragione di bombardare la città. Quando però mi voìsi verso sud, •attratto da un rumore assai noto, ebbi di colpo ila sensazione che l’ultima ora .stava per scoccare per molti, e forse anche per me. Il cielo era in buona parie coperto da grossi bombardieri, mentre più sù incrociavano centinaia di punti scuri: erano i cacciatori, pronti a difendere le «fortezze volanti» ed a picchiare vers'o terra per eventuali mitragliamenti. E’ facile immaginare il rombo assordante di 120 «Liberator», oltre ai caccia, il -sibilare agghiacciante delle bombe, misto agli spari della contraerea. Riparatomi alla meglio dietro un muricciolo assistei così al primo bombardamen'o di Pola. Due ore di martellamento, a varie ondate, con immani esplosioni e fiammate accecanti. Il Monte Paradiso tremò quel giorno in modo spaventoso. Finalmente ritornò il silenzio, rotto dal crepito di un grande incendio. Dall’alto del colle Fola appariva avvolta in un impenetrabile ed enorme nube di polvere e di fumo. 1 Da qualche magazzino di munizioni arrivava lo scoppiettare continuo delle capsule. Un enorme pontone-gru, il più grande d Europa, non si sbracciava più nel cielo per settanta me’.’ri: giaceva sulla riva in un grande cumulo di ferraglie contorte, allo stesso modo in cui erano ridotti quasi tutti i macchinari e gli impianti dell’Arsenale e dello Scoglio Olivi. Interi rioni furono sfracellati da quel primo bombardamento, che doveva essere seguito da altri undici, ma tutti di minore entità. Quando, a cessato pericolo, ridiscesi verso città scosso da un segno di nausea, constatai che i crateri delle bombe non distavano dal mio improvvisato rifugio più di cinquanta passi. Lungo le vie Muzio e Tartini la pioggia delle bombe aveva cambiato volto e configurazione a tutto. La terra rossa degli orti si trovava al posto delle case e le macerie di queste si sparpagliavano dove due o tre ore prima mi ero soffermalo ad ammirare grossi cavolfiori. Travi, fili elettrici 'e frammteriti d'i mobilio chiudevano le strade, mentre attorno a mucchi di macerie squadre di soccorso si davano da fare per estrarre i feriti, gemen.i e sepolti vivi. Ed ancor oggi ho dinanzi agli occhi la visione dei cadavere di un ragazzo appeso ai fili di un palo telefonico, a quattro metri da terra. In centro cit.à, ai Giardini, ai posto di una rivendita di tabacchi trovai un gran buco rotondo. Anche nei rioni più lontani, dal centro del bombardamento, le strade erano ricoperte di terriccio rSsoO, piovuto dalle campagne situate alla parte opposta della città. Di casi curiosi, creati dalla fatalità sinistra del disastro, se ne registrarono molti il 9 gennaio. Curioso quello di un tale che, coricatosi alla sera del sabato nella sua camera di via Tartini, fu svegliato da un vigile del fuoco che, da una scala a piuòli, gli raccomandava: «Non muovetevi, il vostro letto si trova in bilico su dì una trave»! Infatti l’intera facciata della casa era crollata ed il suddetto amico non si era svegliato, rimanendo sospeso sull'unica trave del II piano rimasta a posto giacché anche il pavimento se n’e-ra andato. Altro caso che oggi, a distanza di tempo, può anche apparire curioso, quello di una famiglia della via Muzio che, appéna dopo un mese si accorse di avere una bomba inesplosa conficcata nel pavimento e fu inutile tentare di capire come Si fosse messa in quella po- -sizìone. Io stesso, una sera, rincasando, trovai nel pia.to, sul tavolo apparecchiato, una grossa scheggia senza che nè le linestre, ne il tetto presentassero forature. Un uomo in mezzo alla -strada fu com-pletamen.e denudato dallo spostamento d’aria senza venire nemmeno sicalfitto. * Nella sua furia devastatrice, le cui tracce sono ancor oggi visibili a Pola, il bombardamento del 9 gennaio ha mietuto novanta vittime; te maggior parte di queste è stata .sorpresa nelle proprie case, dato che, fortunaitamen e, era domenica e quindi gli obbiettivi di lavoro, maggiormente presi di mira dai bombardieri, erano vuoti. Nella disgrazia Si è avuta perciò anche un pò di fortuna. Quasi un intero rione, quello delle «Baracche», posò in prossimità dell’Arsenale, spari assieme a mezza Cittavecchia, mentre l’Arsenale e lo Scoglio Olivi — allora al loro 88.es‘imo anno di esistenza — furono resi inutilizzabili. Solo piò tardi si seppe che quel primo e tragico bombardamento di Pola venne effettua' o perchè al cantiere navale «Scoglio Olivi» v.sc nivano riparati i sommergibili delil’Asse. E’ a quei sommergibili, dunque, che i polesi debbono un triste e pauroso ricordo. Romano Farina bile sia perchè, naturalmente, le maggiori cure della società debbono andai e alla redenzione dei minori traviati in particolari situazioni sociali e di ambiente, sia perchè, nella prassi degli studi penitenziari, le carceri per minori sono quelle che più attirano l’attenzione e le visite di studiosi stranieri. purtroppo, malgrado la buona volontà e te esperienze dirette di numerosi uomini politici italiani, anche in questo campo la mancanza di fondi (.quelli richiesti sarebbero ingeiui) fà si che gli inizi delia Riforma carceraria in Italia lascino sussistere — al fianco degli esempi di mentalità moderila — i chiaroscuri che hanno rappresentato in passato una macchia indelebile nel sistema carcerario italiano. Data la particolare situazione di bilancio e. di ambiente, l aria novatrice introdotta nelle carceri italiane dalla Repubblica è più facilmente concretizzabile in cifre che in risultati reati; sia per il permanere di mentalità arretrate in vecchi direttori e nel personale carcerario in [.euere, che per il persistere, nelle base penali più importanti, del camorristico «sistema degli appalti», destinato più a traviare i! detenu o che a redimerlo, inoltre, le stesse cifre della statistica ufficiale di «Documenti di Vita Laliana», denunciano il trarsi di una grave lacuna nelle attrezzature delie officine carcerarie e nella stessa organizzazione dei lavoro. Infatti, chi abbia esperienza di detenuto in Italia, sà che nessuno (salvo elementi psichicamente * moralmente tarati) accetta, o vi si sottomeSte con riluttanza, I asse_ nazione ai cosidetti» servizi interni di pulizia». Menile i detenuti addetti alle cucine, magazzini, uffici, matricola, amministrazione fanno parte di quella «elite» che tanto peso ha nei reclusori italiani, ma che non si può certo tenere in considerazione dal punto di vista della rieducazione, in quanto i posti che occupa in questi «servizi domestici» sono solo scuola di traffici, di camorre e di delazioni. Parliamo di quella «elite» di scri-vanelli, fatta di vecchi arnesi da galera plurirecidivi, che ottiene il posto per la «pratica» fatta di «arrangiamenti» e di piccole e grandi complicità con gli agenti di custodia, con detenuti ricchi e con i funzionari dell’amministrazione. Per non parlare degli «aristocratici» e dei ricchi borghesi, incorsi nelle maglie del codice per truffe e bancarotte fraudolente, i quali ottengono il «posticino» in quanto le loro aderenze esterne sono un capitale che non pochi funzionari non esitavano a sfruttare per la loro carriera o per i loro piccoli incassi. Per questa ren*e la vita carceraria è fatta di favoritismi, camorre e facilitazioni che, nei casi estremi, creano praticamente i «detenuti sulla parola», in quando svincolati da ogni regolamento e da ogni disciplina interna. Il loro esempio di privilegiati e di compiici delle camorre dei funzionari e degli appaltatori, a danno dei detenuti, non si può certo annoverare tra i fattori positivi per una vera opera di rieducazione dei condannati. Anzi, porta a conclusioni anarcoidi ed allo scetticismo persino quegli elementi che — alla loro prima condanna — si rendono conto che, per l'ambiente carcerario, la volontà di riabilitazione non ha valore se non accompagnata da . . . situazioni sociali ò carcerarie di privilegio. Altra categoria di «detenuti lavoranti», la cui occupazione non e certo utile alla formazione della co-scenza morale (base per ogni rieducazione sociale) è formata dagli «scopini» e dagli altri poveri diavoli adibiti ai lavori più umilianti (vuotatura dei «boioli» e dei pozzi neri, «attendenti» delle guardie carcerarie ecc.) che venivano anni fà retribuiti con poche decine di centesimi al giorno, e perciò costretti ad arrotondare le loro entrate con furtarelli in cucina, in magazzino, ecc. Oggi, purtroppo, le cifre di «Documenti di Vita Italiana» ci dicono che sui detenuti «al lavoro» ancora un buon 4.% sono appunto adibiti a tuli «servizi domestici» con paghe che, dalle poche decine di centesimi, non sono ancora salite alle decine di lire. Cerio, per ovvi re a tali inconvenienti, l’ammi-nistrazione carceraria avrebbe bisogno di fondi, e di fondi non da impiegarsi come alla Città penitenziaria di Roma o alla Casa pet minori di Nisida, ma da profondere nella costruzione di nuovi e moderni edili i carcerari (sui 201 esistenti in Italia nel 1S50 se ne contavano solo una diecina,, la cui data non andasse oltre il 1920) per sostituire i vecchi conventi, deprimenti i! morale dei detenuti ed inadatti al-rinstallazionie di moderni laboratori ed officine destinate sia pure, in un primo tempo, alla sola proporzione dei generi di casermaggio per le carceri e di vestiario per i detenuti, oggi accentrata in 13 teleiiici, 76 sartorie, 81 officine meccaniche. 74 falegnamerie, una filanda, 3 maglifici, un lanificio, 35 calzifìci, 5 legatorie di libri, uno spazzolificio, 7 tipografie, 2 lavanderie e 18 laboratori vari. In tutto, quindi 386 «laboratori» con 10.570 detenuti al lavoro. Tenuto conto di alcune officine attrezzare nei granai penitenziari è chiaro che cosa siano, nella cruda realtà, questi «laboratori» se la media dà per ciascuno 28 detenuti, troppo bassa perchè il lavoro possa essere redditizio e non mortifi, chi con la bassa mercede, la coscienza diel detenuto, invece di elevarla, infatti, «i detenuti al lavoro in economia od in appalto» non percepiscono in media che l’S o 10% dì quello che guadagna il lavoratore Ubero per uguale lavoro. In questo campo và dato atto alla democrazia italiana di compiere ogni sforzo per allontanare dai penitenziari i loschi specula ori i quali guadagnano decine e centinaia di milioni all’anno solo accaparrandosi all’asta eli appalti carcerari che, poi, cedono in gran parte (tenendosi solo quelli lucrosi) e con buon margine di guadagno, a piccoli appaltatori : quali, per rifarsi non possono che addestrare il detenuto arila «camorra contro lo stato» e sfruttare, oltre ogni limite, il lavoro carcerario. Un campo proficuo per l’opera di rieducazione dei detenuti in Italia è invece quello delle «colonie agricole», amministrate dallo Stato, dove la soddisfazione per un lavoro socialmente utile e una vita umana danno a. detenuto la coscienza di poter essere ancora qualcuno nella vita che lo attende allo scadere della pena. Ril Iff r mi ir-i Veduta aerea del massiccio reclusorio di Gaeta tare radicalmente e togliere dall’ordine del giorno dei problemi che cercavano proprio questa soluzione, possibilissima del resto. La Cassa ha troppo spesso disperso i suoi mezzi in cento rivoli così che il suo operato si è limitato alle volte ad essere un’altra delle tante forme di pubblico soccorso, più semplicemente di carità, con le quali nel passato si preferiva risolvere le questioni meridionali. Pare anzi che la Cassa del Mezzogiorno abbia partorito tutta una serie di enti grandi e piccoli i quali assorbono, per la loro manutenzione, parte dei mezzi destinati agli investimenti e non sono altro che parassitari. Tutto considerato, si è ben lungi dall’aver avviato a una augurabile soluzione la «Questione Meridionale». Le Puglie, la Lucania, la Calabria, gli Abbruzzi, il Molise e la Sicilia rimangono tuttora regioni depresse nelle quali la disoccupazione è alta, il reddito bassissimo. Quelli delle comunicazioni, della canalizzazione e delle scuole, ad esempio, sono per così dire problemi di lusso. Prima di tutto và assicurata a buona parte della popolazione di che vivere. Tutt’altro che strano quindi se di tanto in tanto, nei paesi del sud, i disoccupati inscenano manifestazioni più o meno tumultuose chiedendo lavoro. Qualcosa del genere accadde di recente a Partinico, dove un migliaio di persone si radunò, dapprima sulla spiaggia per un digiuno di ventiquattro ore e dopo sfilò per le vie della città esigendo maggior attenzione dalle autorità governative. Non a caso s’era messo alla testa dei manifestanti un uomo di cultura e per di più cattolico: lo scrittore triestino Danilo Dolci. Come Carlo Levi ed altri uomini di cultura italiani, Danilo Dolci non ha potuto non rimanere esacerbato nel vedere la miseria della gente di Partinico e la sordità del governo ad ogni legittima richiesta. Egli si trova ora nelle carceri del Lucciardone a Palermo, accusato di sobillazione e resistenza alla forza pubblica. La cosa ha sollevato una caterva di proteste nella starripa italiana e provocato alcune interrogazioni in Parlamento. Il tragico sta nel fatto che, mentre la grandissima parte dei 33 mila abitanti di Partinico vive in condizioni disagiate, si spendono ben cinque miliardi di lire all’anno per mantenere nella stessa zona un effi-cente corpo di polizia. E’ vero che la località è tristemente legata al nome del bandito Giuliano, ma va da sè che, se alla gente del luogo si fosse fornita la necessaria fonte di vita, il «re di Montelepre», non vi avrebbe trovato tanti collaboratori e favoreggiatori. Lavoro e non polizia, questo ci vuole nel Meridione. r,e tempeste ai neve, dì vento che hanno colpito le regioni meridionali hanno trovato la popolazione impreparata ad affrontare i rigori invernali, mancante spesso di cibo e di vestiario. La solidarietà ed il soccórso prestatole dalle altre dell’Italia sono state commoventi. Anche gli errilo prestatole dalle altre zone dell’Italia sono state comoventi. Anche gii Uljani governativi hanno di soccorso è stata svolta con la mobilitazione di tutti i mezzi disponibili. E’ giusto. Non vogliamo insinuare che cosi facendo si siano voluti creare i presupposti per una fruttuosa impostazione • della prossima campagna elettorale, ciò significherebbe seguire i metodi di sempre, accorgersi cioè del Meridione quando si ha bisogno di voti. E d’altra parte non è affatto rassicurante che si sia lanciata la polizia contro i lavoratori di molte località del Meridione che chiedevano, durante la quindicina polare, del lavoro. In tal modo non si risolve la «Questione Meridionale». L' etica e la pratica Silvana Pampanini, la bella attrice italiana, oltre che essere già nota come astro del firmamento cinematografico italiano, sembra sia religiosissima. Le più diffuse riviste in rotocalco hanno già pubblicato delle foto in cui viene raffigurata in atteggiamento di mistica preghiera. Sembra però che queste non siano le sole virtù della Pampanini. Recentemente si è fatta notare anche per un certo affarino di gioielli, del valore di parecchie decine di milioni, ricevuti dal fidanzato che, andato poi a monte il matrimonio con lei, ne pretende la restituzione. Naturalmente, l’attrice sta facendo orecchie di mercante. Pare che, sempre in questi giorni, il padre della Pampanini sia stato anche lui citato in tribunale per un grosso debito non restituito, non contribuisce certo al prestigio della «star» italiana che, a giudicare dai fatti, sa ben conciliare le esigenze dell’ «etica cristiana» con quelle della vita pratica! IL CERCHIO DI E. WALLACE — E’ inutile nascondere che noi siamo tutt’altro che soddisfatti della piega che hanno preso le investigazioni da* lei compiute — continuò il Primo Ministro. — Sebbene ella abbia avuto poteri straordinari, facilitazioni, privilegi e tutto quello che ha domandato, lei non è riuscito a mettere la giustizia in grado di poter arrestare il vero colpevole. L’ispettore fece un parco cenno di consenso. —L Ora, noi ci eravamo proposti — proseguì il Primo Ministro — di affidare ogni cosa al signor Leonardo Yale, il quale evidentemente è stato più fortunato, se ha saputo almeno mettere le mani sopra due degli assassini . . . Ma il signor Yale (rifiuta di accettare qualsiasi incarico, se lei non ne ha la direzione; egli ha espresso cortesemente la sua volontà di iservire sotto di lei, e noi non abbiamo più nulla da obbiettare. Ho poi sentito dire che lei avrebbe già presentato al signor Intendente di polizia le sue dimissioni le quali sarebbero già state accettate: va da se che, durante questo suo1 riconfermato incarico, l’accettazione di esse è sospesa. Ma ricordi, signor ;Parr — aggiunse rafforzando la voce — ricordi le mie parole: è assolutamente impossibile che noi possiamo accedere alle richieste del «Cerchio Rosso»; una tale iattura implicherebbe la negazione di ogni legge, la resa a discrezione di ogni autorità; perciò contiamo su di lei perchè, ad ogni membro del Governo che è stato così minacciato, sia accordata quella protezione alla quale ha diritto ogni cittadino. Ne va della sua carriera. L’ispettore si alzò lentamente. — Se il «Cerchio Rosso» mantiene la sua parola — disse gravemente — garantisco a Vostra Eccellenza che nessun membro del suo Governo, in .Londra, avrà torto un capello. Se io poi riuscirò, o non riuscirò, a catturare il «Cerchio Rosso», è un’altra questione. — E’ proprio vero che quel povero Heggitt è stato ucciso? — domandò ancora il Primo Ministro. Questa volta rispose Yale. — Sì, purtroppo, Eccellenza — disse; — il cadavere è già stato trovàto questa mattina per tempo. * Quando entrò nello studio il suo principale, Anna Drummond alzò la testa. Ella aveva dirjanzi un giornale della sera e leggeva attentamente ogni linea, parola per parola. Yale si accorse di questo interesse, ed anche della sua (momentanea confusione, nell’atto che piegava il giornale e lo metteva da parte. — Ebbene signorina: che cosa ne pensa di tutti questi fattacci? — le domandò. — Straordinari — rispose ella. — Sono straordinari, e, sotto un certo punto di vista, meravigliosi! Egli la guardò severamente. — Confesso che non vi vedo gran che da ammirare — disse. — Lei ha un modo tanto storto, anormale) di (considerane» le cose! — Davvero? — ribattè lei con freddezza. — Lei non dovrebbe dimenticare che anche la mia mente è storta e punto normale. Dalla soglia del proprio studio, egli le rivolse un’occhiata lunga e scrutatrice, che ella sostenne impassibile, come al solito. — Probabilmente andrò a piantare le mie tende alla Direzione di polizia — disse poi il detective — e poiché mi rendo conto che in un ambiente come quello lei difficilmente potrebbe . . . lavorare, ho pensato che la lascerò qui a sorvegliare gli altri miei affari. — Lei si prende la responsabilità della cattura del «Cerchio Rosso»? — domandò Anna, sorpresa. Yale fece un gesto di diniego. — Chi dirige tutto è Parr— spiegò -- io vado solo ad aiutarlo. Era appena uscito, che il campanello del telefono squillò, e al suono della voce all’altro capo del filo, ài ricevitore quasi sfuggì dalla mano di Anna. — Sì, sono io. Buon giorno, signor Beardmore — rispose turbata . . . — C’è Yale — domandò Sandro. — E’ uscito in questo momento; per oggi non ritorna più. Ma se ha qualche,, cosa di urgente da dirgli, posso vedere di trovarlo — soggiunse ella cercando di raffermare la voce. — Non so nemmeno io se sia cosa proprio urgente — riprese Sandro. — Le dico subito di che si tratta: questa mattina, mentre riordinavo qualche carta di mio padre, mi è capitato in mano tutto un incartamento riguardante Marel. — Mardi? — Sì. A quanto pare, il mio povero padre conosceva vits e miracoli di questo Marel . . . delle cose di cui non ci saremmo nemmeno sognati. — Avrei potuto immaginarmelo — disse Anna. — Papà aveva l’abitudine di fare tutta un’inchfesta sulle persone colle quali doveva trattare affari — continuò Sandro — e, a quanto ho visto, in questo incartamento ci sono molte /notizie, che si riferiscono a Marel quando era giovane, raccolte da un’agenzia di informazioni francese. Si direbbe che sia stato un poco di buono, e mi meraviglio che mio padre abbia potuto fare degli affari con lui. Nell’incartamento, poi, c’è una 'busta chiusa e sigillata, sulla quale è scritto «Fotografia dell'esecuzione», proveniente dalla Francia. A quanto pare mio padre non l’ha nemmeno aperta; ed io me lo spiego, perchè egli aveva una particolare ripugnanza per i soggetti lugubri. — E lei l’ha aperta? — domandò ella ansiosamente. — No, — rispose Sandro, sorpreso. — Ma perchè se ne commuove tanto? — Vuole farmi un favore, Sandro?. Era la prima volta che lo chiamava per nome: e quasi le pareva di vederlo arrossire dal piacere. — E me lo domanda, Anna, Per lei non so che cosa non farei — disse egli vivacemente. — Non apra quella busta — continuò ella con calore — e metta in un luogo sicuro tutte le carte che riguardano Marel Me lo promette? — Ma si figuri! Stia certa che lo farò. Non vuole altro? — Ha già parlato di queste cose con qualcuno? — Ho mandato un biglietto all’ispettore Parr — disse Sandro. Egli udì un’esclamazione di contrarietà. — Ho fatto male? — soggiunse. — Vuole promettermi che non ne parlerà con nessun altro . . . specialmente della fotografia? — Volentieri — rispose Sandro. — Anzi, se vuole, mande ogni cosa a lei. Va bene? — No, no, non lo faccia — esclamò la ragazza risolutamente. Poi, bruscamente troncò la comunicazione. Stette per qualche minuto ansando e premendosi il cuore; poi si alzò, mise il capptllino, chiuse l'ufficio e andò a cola* zàone anche led/ * Il quarto giorno del mese era trascorso e Yale era ancora vivo. Entrando ftell’ufficio che ora occupava in comunione coll’ispettore Parr, egli commentava il fatto piacevolmente: — Per intanto ho perduto l’occasione di andare un pò alla pesca — diceva. Parr rimase serio. — Chè non sia andato alla pesca è poco male; l’essenziale è che non l’abbiamo perduto di vista — disse. — Dia retta a me: se lei avesse fatto quella gita, non ne sarebbe più tornato. Yale rise. — E in Francia che cosa è riuscito a scoprirà? — domandò Yale aH’improvViso PAGINA 4 LASCIO O questo è RADDOPPIO? il problema! Periodicamente l’America elargisce alla vecchia Europa delle «trovate». Così, al «modo di vivere americano» caratterizzato dalla cheewing-goom, è seguita via via la mania delle varie miss, delle bionde incendiarie e infine dei AMORE E MORTE OEjl, CIGNO Il sorgere di numerose specie di animali potrebbe far supporre che ne.ie epoche primordiali vi sia stato un ’incrociarsi caotico di animali, diversi 'tra di loro, per dar luogo alla creazione di nuovi tipi, a-vieinti qualche cara fieristica dei genitori. L esempio de.l'asmo e del cavallo, esistente tut ’oggi, potrebbe avvalorare tale supposizione, che fondamem'alimente à errata, poiché l’animale tende aid accoppiarsi con quelli della sua stessa specie. A questo punto è .necessario fare una differenziazione tra la specie cui al-lude in genere il profano e la specie cui si riferisce lo scienziato. Il profano tende ad allargare i limiti fisiologici di un tipo di animale, men re lo scienziato lo restringe. A volte il profano parla di un animate, credendo che si tratta di una sona specie: in realtà, ce ne sono diverse. L’animale tende a con-giungensi con la propria specie perche e abitudinario, ama gii stes-si odori, Suoni e sensazioni. Vi è il cigno, ad esempio, che non solo ama la stessa specie, ma si unisce nel corso della sua vi. a ad un solo a-nimade, e accade che se muore il maschio a breve distanza muore anche la femmina. E un raro esempio di «abitudinarietà» o se preferite di fede.ità che è poco conosciuta in mammiferi più evoluti, come ad esempio l’uomo. Spesso ci si domanda come mai ie spseie si diversificano così nettamente. Le trasformazione è ovviamente lentissima, e non avviene mediante 1 incrocio di una specie con un’altra, ma attraverso influenze ambientali. Forse, milioni le milioni di anni fa, i mammiferi non erano così diiferenzia-ti. Poi, tanto per fare un esempio, una specie di mammiferi fu divisa da barriere naturali (fiumi, montagne, laghi). Col passare dei millenni i vari blocchi di animali, si differenziarono completamente uno daci attro, al punto di non potersi più riconoscere ne accoppiare. Mone sono le ragioni per le quali i primi mam-mileri si accoppiavano e si accoppiamo con la loro stessa specie. La principale, forse, è la «paura dell’altro animale», la «paura dell’animale diverso». L’accoppiamen o incute sempre una certa paura all’animale, in alcuni casi esso si accompagna alla lotta della femmina contro il maschio. La «fedeltà della specie», dunque, per certi animali, è iin fondo una tendenza alla sicurezza. Ogni maschio che si avvicina alla femmina ha Sempre una vaga, ancestrale paura. Questa paura esiste anche nell’uomo, per ragioni che qui sarebbe troppo lungo elencare. quiz televisivi o radiofonici che sia. Com'è naturale, le «trovate» americane hanno nell’Inghilterra il ponte ideale di passaggio nel.vecchio continente. Infatti, è in Gran Bretagna che attecchirono per prima i cosidetti quiz. Cosa di preciso il termine significhi non si sa: nessuno ha saputo dircelo finora. Fra le varie versioni che della parola quiz si danno abbiamo tegame, gatta spelacchiata ecc. Fatto è, comunque, che i quiz hanno registrato in Inghilterra un successo tale che, un poco alla volta, anche gli altri paesi hanno inaugurato questo nuovo giuoco. Nei vari paesi europei si ha quasi ovunque una doppia serie di quiz cioè gli enti della radiotelevisione effettuano questo giuoco con periodicità, settimanale e per gli ascoltatori della rete radiofonica e per i telespettatori. Inutile dire che i quiz televisivi incontrano il maggior favore in quanto, fornendo agli abbonati anche il «visivo» e non solo «l’audio», fanno uno spettacolo vero e proprio. Anzi, che di spettacolo si tratti è fuori dubbio poiché le teletrasmissioni sono riprese da comuni teatri nei quali converge un pubblico debitamente pagante. C’è tutto insomma quanto occorre — organizzazione, spettacolo, reclame industriale e posta in palio — per fare dei quiz un giuoco appassionante che le folle dei vari paesi europei seguono molto più entusiasticamente di un campionato dèi calcio o di un festival canzonettistico. In Italia, ad esempio, le due copie di quiz sono: «Il motivo senza maschera», che viene irradiato al martedì, «Lascia o raddoppia . teletrasmesso ogni giovedì sera. Mentre il quiz radiofonico ha una cerchia più o meno vasta di ascoltatori, quello televisivo conta appassionati a non finire. Dacché è stata istituita la rubrica «Lascia o raddoppia», cioè da. alcuni mesi, sono stati traiti dàlia massa anonima decine di nomi e resi celebri come famosi assi del pedale o divi delio schermo. I telespettatori italiani ricordano fra i primissimi «campioni» di «Lascia o raddoppia» il professor Landò Degoli di Carpi. Anch’egli, come il calzolaio italiano Gino Prato che rispondendo sull’opera lirica vinse il maggior premio della TV americana, si cimentò nella musica operistica. Di settimana in settimana cresceva la sua popolarità e il batticuore dei suoi numerosi tifosi. A Carpi, suo luogo di residenza, venne addirittura rimandata la premiere di un’opera lirica al locale teatro per consentire al pubblico di assistere alla trasmissione di «Lascia o raddoppia». Caduto su un’insidiosa domanda ormai celebre (in quale opera Verdi usò per la prima volta il contro-fagotto) e riammesso in seguito al verdetto di una speciale giuria che proclamò il quesito non pertinente, Landò Degoli ha preferito intascare la somma del penultimo gradino rinunciando così a conquistare la vetta dei cinque milioni. Un altro dilettante del «quiz» che ha raggiunto una quasi cele- brità tramite questa trasmissione televisiva è il ballerino Dossena. Per sere e sere continuò a rispondere di geografia con una sicurezza sconcertante. Vinse anche la penultima tappa rispondenda con prontezza 'alla domanda dove fosse l’Isola della Solitudine. .Fece seguite la risposta, a mo’ di commento, con l’esclamazione: «Ma l è mele.'!attamente piccola!» Difatti lTso’a della Solitudine è appena visibile sugli atlanti geografici ed è situila nel Mare Glaciale Artico. Giunto alili, lima tappa, cioè ad u~ na quota di ò milioni e 803 mila lire gli fu. fatta la domanda: «Ci dica ■a città de! Camerun Francese al , quale arriva una ferrovia lunga 75 chilometri». Il Dossena non seppe rispondere. La città si chiama Can-Can. home strettamente attinente alla •professione deh? Dossena il quale al posto dei cinque 'milioncini e passa si ebbe, a premio di consolazione, un automobile FIAT 600. La popolarità che raggiunse con questa trasmissione' è stata però tale che il Dossena non può accogliere tutte l'enorme cumulo di offerte che gli vengono fatte nella sua qualità di ballerino. Un industriale, a scopi evidentemente' reclamistici gii ha regalato un appartamento a Milano. Un altra ditta gli ha offerto un viaggio con soggiorno in una nota stazione balneare. Insomma per lui meritava studiare geografia! IL CAGLIOSTRO DEL XX SEGOLO Un po’ fresco ai piedi nell’assolata California, mentre da noi bora e gelo fanno rabbrividire a simili spettacoli Sta riscuotendo successo attualmente in Germania il film «Il Cagliostro del ventesimo secolo» che rievoca le vicende del viennese Hannssen. Erik Jan Hanussen deve il soprannome di Cagliostro alle straordinarie doti di medium rivelate per la prima volta quando aveva appena tre anni. In quell’epoca egli, una sera, mentre i suoi genitori si trovavano a teatro, si svegliò nel suo lettino e si precipitò sulla strada. Passarono solo pochi minuti e l’edificio che lo aveva visto nascere esplose a causa di un deposito sotterraneo di benzina, improvvisamente incendiatosi. Divenuto adulto, Hanussen si dedicò alla carriera del medium illusionista, spinto a ciò dalle numerose prove dì chiaroveggenza date nel corso della prima guerra mondiale. I teatri di Vienna’e Berlino erano sempre affollati durante le sue esibizioni, e quando poi riuscì a' compiere guarigioni miracolose ed a scoprire gii autori di furti sensazionali, la sua fama si accrebbe talmente che lo stesso Hitler volle conoscerlo per sapere da lui le sorti della Germania. Le sue sedute davano sempre come frutto degli esperimenti strabilianti. Eminenti scienziati di parapsicologia riconobbero l’autenticità delle sue doti medianiche. Nel 1927 gli fu intentato contro un clamoroso processo nel quale veniva accusato di carpire la buona fede della gente, ma i suoi numerosi beneficiati vennero a testimoniare in suo favore e Hanussen venne assolto. La conoscenza col Führer gli fu fatale. Abbiamo già detto che il dittatore tedesco voleva sapere da lui l’avvenire della Germania. Allorché però, Hanussen, caduto in trance, descrisse la fine sanguinosa del paese, il Fuehrer, che . non poteva sopportare accenni a una qualsiasi sconfitta, lo prese tuttlaltro che in simpatia. Egli decise di non perdonare a questo profeta di sventure il suo coraggio e, alla prima occasione lo fece uccidere? Erik Hanussen morì in una giornata, di primavera del 1933, dopo esser stato coinvolto in una serie di intrighi. Prima di morire egli pronunciò le . sibilline parole: «É buio qui, ma in fondo alla mia strada si sta facendo chiaro. La luce tornerà». Il film è stato ottimamente diretto ed interpretato da O. W. Fischer , ed ha incontrato la piena approvazione del pubblico tedesco. TELESCRIVENTE Jean Cocteau ha avuto modo di far conoscere in questi giorni un’altra delle sue «pelose» definizioni: «La verità è troppo nuda, perciò non eccita». • Fra ì libri americani registrati su dischi a lunga durata, figura negli Stati Uniti al primo posto il rapporto Kinsey sul comportamento sessuale. o o NEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO I GOLIARDI SUI CAMPI DI NEVE H Genova la maimior sorpresa Sui campo laziale la Triestina guadagna ancora un bel punto LA PARTE DEL LEONE all'Università di Lubiana LA CLASSIFICA Fiorentina 19 12 7 0 37:13 31 Milan 19 11 4 4 48:25 26 Spal 20 8 6 6 26:23 22 Inter 19 9 3 7 33:21 21 Torino 19 8 5 6 27:22 21 Vicenza 19 6 9 4 19:17 21 Sampdoria 19 8 5 6 28:26 21 Juventus 20 6 9 5 18:23 21 Roma 20 6 8 6 28:27 20 Atalanta 19 9 1 9 39:38 19 Napoli 20 6 7 7 31:30 19 Lazio 19 6 6 7 21:23 18 Padova 19 8 2 9 26:29 18 Novara 20 5 8 7 25:26 18 Genoa 20 8 2 10 32:35 18 Triestina 20 5 7 8 12:27 17 Bologna 19 5 2 12 28:37 12 Pro Patria 20 1 5 14 17:60 7 L EINSTEINDELLO SCASSO Il recente furto, avvenuto a Ginevra, di un camioncino con a bordo 250 chilogrami di lingo ti d’oro, rinvenuto poi abbandonato in un boiico nei presisi della città, naturalmente senza il suo prezioso carico, ha fatto rìsponvLrare (diagli archivi della stampa mondiale alcuni racconti sui furti più famosi registrati nella storia della crimi-nalogia. Ne riprendiamo uno, quello che senza possibili à di discussione è stato chiamato «il furto del secolo» e nel corso del quale sono stati rubati alla Brink’s Inc. di Boston ben 2.775.395 dollari, pari a circa un miliardo e settecento milioni di dinari Per scoprire gli. autori del furto, avvenuto nel 1950, ci sono voluti quasi sei anni. Si tratta della famosa ed imprendibile «banda degli undici» guidata da Antony Pino. Gli undici vivevano sino a qualche mese fa una vita apparentemente ineccepibile come gerenti di negozi di generi alimena-tri, o commessi viaggiatori. Antony Pino, un oriundo sicilia» no, è stato definito dai gangs’ers americani. l’Einstein dell’attaeco alle banche. Il sùo piano d’attacco alla Brink’s Ine., preparato per 18 mesi è più perfetto di una sceneggiatura cinematografica. E’ un meccanismo senza precedenti che ha lasciato per anni senza fiato i «detectives» di Bottom. La «banda degli undici» ha osservato con il telescopio, $er mesi interi, il viavai degli impiegati della Brink. A un mese dal giorno fissato per l'azione, gli «undici» fecero le «prove generali» d'eU’impresa g percorsero tutto l’itinerario, sino alla cassaforte, con le maschere sul viso, i guanti, ia pistola e le scarpe di gomma. Si presume che l’azione non sia durata più di cinque minuti, ma per eliminare tutti gli incovenienti, la banda ha dovuto «farsi strada» in precedenza Ad esempio, sono state fabbrica e le chiavi di tutte le porte che conducevano alla cassaforte centrale, chiavi che non potevano rifarsi con la sagoma di cera per cui un gangster ha svitato, una alia volta, tut.ie le serrature, le ha portato all officina della banda, perchè si facesse la chiave, e la sera dopo le ha riavvitate dove stavano. Nessuno si era mai accorto di alcunché di anormale. Antony Pino ha poi volu io studiare il sistema di allarme. Cinque elementi della banda sono penetrati nelle officine della fabbrica che aveva costruito il sistema di allarme per la Brink ed ì «gangsters», provvisti di una non indifferente preparazione meccanica, hanno càrpi io il segreto per non far suonare il dispositivo. Si comprende perchè hanno «lavorato» indisturbati. Il furto alla Brink fu ritenuto perfetto, sino a. che uno degli undici, Joseph O’Keefe, raccon ò tutto alla polizia. O Keefe aveva delle ragioni per essere scontento deila banda. Innanzi tutto Pino gli aveva dato 62 mila dollari in meno di quanto ' gli spettava. In secondo luogo, qualcuno della banda gli aveva spara o due volte per la strada, per il semplicissimo motivo che egli continuava a protestare. Quando O’Keefe subì il primo attentato, i «defectives» capirono che prima o dopo egli avrebbe «cantato». L'abilità dei poi iziotti consistette nel far capire a O'Keefe che gli conveniva «chiedere protezione». Fu così svelato il mistero dei furto «perfetto». Pino è stato arrestato con otto membri della banda. Due sono ancora latitanti, men-re il terzo è morto, da persona onorata, ancora quando la polizia era al buio più cotnpleo. Come ogni anno, anche durante i recenti geli il belgradese Petrovič ha voluto fare il suo tradizionale bagno nelle parte della Sava, libera dal ghiaceio INTER — PRO PATRIA 4:0 (2:0). — La c-oatante supremazia dell’Inter ha stroncato alla fine l’energia dei bustesi, invano prodigatisi prima per contenere il risultato e poi per raggiungere il meritato gol della bandierina. Giornata di vena di Lorenzi che ha portato scompiglio nella difesa bustese ben coadiuvato da Skoglund, Frasichini ed Armano. Il primo gol dell Inter si è avuto al 19’ su azione di Skoglund che ha segnalo da cinque metri. La seconda rete viene realizzata da Lorenzi verso lo scader dei trenta minuti. Al 3’ minuto della ripresa Fra-schini in «relitta un passaggio di Armano e aumenta il van faggio. .L’ultima rete dellTnter viene segnato al 31’ da Armano su calcio di rigore. GENOA — NAPOLI 3:1 (2:0). — Facile s-ucces'so di un Genoa pieno di vitalità ed intraprendenza ben guidato da Green, Carappeliese e Larsen, contiro un Napoli disordinalo e inconcludente e debole sopratutto in dilesa. L’incontro è stato ricco di fasi interessanti perchè le due squadre hanno giocato aperto senza badare troppo alla copertura. Il Genoa è andato in vantaggio al 14’ su irresistibile azione di Caraippis'ìlese conclusa da un bel colpo di testa di Green. Due minuti dopo un’azione di Frizzi provocava un uscita troppo avventata di Bugatti, la palla giungeva saltellando sulla linea della porta, dove Carappeliese le dava il colpo finale. A11’8’ della .ripresa terza rete rosso-nera segnata dà Frizzi. Al 41’ il Napoli ha trovato la difesa ge-noana scoperta e con Vitali ha ottenuto il punto della bandierina. FIORENTINA — JUVENTUS 2:0 (0:0). — A tre minuti dalla lihe la Fiorentina è riusci a a spezzare la difesa della Juventus ed a volgere a suo favore la partita. La Fiorentina ha tenuto con maggior autorità il catnpo. e specialmente nella ripresa ha assedia.o continuamente la rete tenuta da Viola. La Juventus, con una tattica fortemente difensiva, ha. saputo reagire agli attacchi viola, che, impostati egregiamente da Montuori, non sono stati condotti con aitre.tanta autorità dai compagni di linea. Solo a tre minuti dalla fine, su una manovra di Montuori, Bizzarri ha- potuto mettere in rete da pochi passi, rendendo vano il ten ativo di Viola. Sulla spinta la Fiorentina ha raddoppiato subito con Prini LAZIO — TRIESTINA 1:1 (0:0). — Par. ita equilibrata per ottanta minuti e dominata dalla Lazio nel finale, durante il quale un doppio tiro di Vivolo e Olivieri è stato respinto sulla linea della porta. Nella ripresa i bianco-celes’ti sono andati in vantaggio al 17’ con Sel-mosson che con un tiro preciso segna sulla destra di Soldan. Dieci minuti dopo pareggio per la Triestina. Antonazzi commette un fallo su Lucentini. Batte la punizione il terzino Belloni. Lovatti respinge a terra a mani aperte e Brighenti riprende da due passi e mette in refe. MILAN — PADOVA 4:1 (3:0). — Solo otto minuti di gioco sono b*~ staiti al Milan per far saltare il catenaccio patavino ad opera di Nordahl. Al 26' Bergamaschi ottiene la seconda refe calciando da venti metri. Al 38’ terza, rete roseo-nera su rigore, concesso per fallo di mano commesso da un difensore padovano, e chi viene trasformato da Dal Monte. Nella ripresa al 24’ punito della bandierina patavino ad opera di Buomistalli subito ripreso al 27’ da Riccagni che concludeva il punteggio milanista. NOVARA — BOLOGNA 2:0 (0:0). In entrambi i tempi i novaresi hanno , man emuto una netta superiorità territoriale. La prima rete però si è avuta a soli sette minuti dalla fine, autore Bromèe, di "està. Gli azzurri hanno raddoppiato cinque minuti dopo, al 43’, con Formentin. ATALANTA — TORINO 3:1 (1:1). — Gli azzurri bergamaschi hanno ottenuto- una bella vittoria in virtù di un gioco più pra.ico e sbrigativo svolto nonostante le cattive condizioni del fondo campo. L’Ata-llamitia è andata in vaneggio già al 9’ con un’azióne iniziata da Bassetto sulla sinistra e conclusa dall’ala sinistra Sabatella. I granata sono pervenuti al pareggio al 15’ con Pellis che ha segnato con un tiro naso terra. Ritornano in vantaggio gli atalantini al 4’ della ripresa con un gol di Rozzon su passaggio di Lenuzza. Pochi minuti dopo, ail’8’, Annovazzi si è esibì .o in una azione personale, segnando l’ultima rete. SPAL — ROMA 1:0 (1:0). — La Spai è stata veramente superiore alla squadra giallo-rossa per almeno due terzi del rincontro. Al 27’ rete1 spalma con Di Giacomo che ha spiazzato Panetti, insaccando. LANEROSSI — SAMPDORIA 0:0. Convince il Podizan vince la Dinamo L’inizio dellfjncontro ha vis o una superiorità netta del Partizan, il quale ha dominato in campo per un quarto d’ara, senza però riuscire a Superara’ il forte sbarramento difensivo <|elia Dinamo, imperniato su un Horvat, sempre superbo. A poco a poco la Dinamo prendeva confidenza con il campo e passava a sua voi ta alil’attaico. La pressione dei blu di Zagabria si è fatta particolarmente sentire verso la fine del primo tempo, quando sono riusciti pure a concretizzare con l'ala sinistra Kolonie, che, con un tiro al volo molto forte, batteva imparabilmente il pur bravo Stojanovič. Nella ripresa le due squadre si presentavano in campo mutate nei ranghi, senza cambiare il corso dei-rincontro. Era sempre la Dinamo ad essere più pericolosa ed al 4’ passava per la seconda volta. La palla perveniva a Cane, smarcalo in area del Partizan. Senza indugiare Cene indirizzava forte versò la porta. La palla incontrava il piede del difensore Borozan, ma finiva lo stes--s o itn rete. Punti nel vivo i belgradesi tentavano di reagire, ma la difesa delia Dinamo ha saputo con enere con decisione tutti gli attacchi. Nella giornata di domenica si sono svolti vari incontri amichevoli di calcio. A Skoplje, dove era di scena ili BSK contro il locale Vardar, il risul ato è stato di 7:1 a favore dei belgradesi. A Fiume lo Zagreb si è imposto facilmente sui Rijeka per 4:1. Con domenica scorsa . il periodo di riposo è terminato. Domenica prossima 4. marzo il campionato ri-: tornerà a dominare le scene sportive sino a estate ino! rata. Mercoledì scorso si sono iniziati nel noto centro invernale di Kranjska Gora, i campionati jugoslavi internazionali universitari della Jugoslavia, ai quali, oltre ai rappresentanti di tutte le università jugoslave, hanno preso parte universitari austriaci e polacchi. Nella formazione polacca sì trovava pure il noto Ray Gasienica, medaglia di bronzo delle olimpiadi di Cortina, nella combinata nordica. Anche quest’anno, come nelle precedenti occasioni, la parte del leone se la son presa gli universitari lubianesi impostisi in ben sei gare su sette. L’unica vittoria loro sfuggita è stata quella dello slalom speciale maschile, vinta dal polacco Jasievich davanti al rappresentante di Lubiana Budinek. Nel fondo maschile i lubianesi hanno vinto sia il fondo dei 15 km, che la staffetta 4x7 km. Nella prima gara, elettrizzante è stato il confronto dei due lubianesi Jeršič e Svet con il polacco Gasienica. Per tutto il percorso i tre si trovavano appaiati. Nell’ùltimo chilometro pero Jeršič, con un’allungo magnifico, riusciva a staccare di prepotenza i colleghi e giungere al traguardo con un buon margine di vantaggio sul polacco, secondo clas-sficato, e sul collega Svet. Nella staffetta 4 x 7 km. nessuno ha potuto competere con la forte formazione lubianese, impostasi senza difficoltà. Nel salto, riconferma di Albin Rogelj, dallo stile perfetto e dal coraggio ineguagliabile,' il quale è riuscito ad» imporsi sulla pericolosa e forte coppia dei saltatori polacchi Lapkomski e Gasienica, terminati nelle posizioni di onore. Quest’anno hanno deluso non poco i rappresentanti delle università austriache, i quali non sono riusciti mai a minacciare da vicino i migliori, in nessuna specialità. Il loro migliore rappresentante è stato Klaura, il quale ha conquistato rispettivamente il quarto ed il quinto posto nello slalom speciale ed in quello gigante. IL VIA A TUTTI I CAMPIONATI sui campi Jugoslavi Dopo il fungo e meritato riposo invernale, durato due mesi e mezzo, domenica prossima, 4 marzo negli stadi iugoslavi ritorneranno le folle per l'inizio del girone di ritorno di 'tutti i campionari, oveross’ia dal campionato di prima lega e de. quattro zonali. Prima di presentare gli incontri della prima giornata, vogliamo dare uno sguardo retrospettivo agli avvenimenti più salienti del girone di andata. Prendendo in maino la classifica finale del, girone di andata, un fatto balza evidente1 agli occhi: il solito quartetto delle «quattro .grandi» nbn è più quello che fa il bello ed il brutto tempo in campionato perchè scompigliato da squadre parite con il minimo dei programmi, quello della salvezza. Infatti, dopo la Crvena Zvezda, campicela d’inverno, ed il Partizan, entrambe in testa alla classifica con 20 punti, seguono la rivelazione Radnički con 19 punti, Velež e Sarajevo con i’4. La Dinamo, appaiata in classifica con la Budućnost a quota 13, si trova appena al sesto posto. Peggio ancora sta l’Hajduk a quota 12 assieme alla Vojvodina e ottavo in classifica. Seguono ancora BSK, Spartak e Železničar a quota 10, Zagreb a quota 8 ed il Prole'er di Osijek, il quale con i suoi 7 punti comanda la classifica a tergo. Il campionato è quindi dominato dalle squadre belgradesi, occupanti i primi tre posti in classifica. Fra queste, bisogna cercare il possibi-Üe candida o alla vittoria finale, dato che tutte le altre, Dinamo e Hajd,uk comprese, sono ormai troppo staccate per poter ancora aspirare alla conquista del massimo titolo. I pronastici si fermano su due nomi sodi: Crvena Zvezda e Partizan, con una lieve preferenza per quest’ultima. che pare trovarsi già ■nella sua forma migliore. Non bisogna però sottovalutare la Crvena Zvezda, che potrà ora contare pure sul portiere Beara e sul centroattacco Toplak. Sono quieis’te due pedine che da sole-possono decidere sull’esito di un'incontro. Il Radnički, anche se si trova ad un sol punto dalle vedet e, non può certo aspirare al titolo.. Quello che ha fatto sinora ha già sorpassato ile sue possibilità e se nel girone di ritorno po’rà mantenere il terzo posto, avrà fatto meglio di tutti. Grandi innovazioni presenterà invece la squadra campione Hajduk, che disputerà il girone di ritorno senza i quattro anziani Ma ošič, Broketa ed i fratelli Grkič, messi a riposo per aver superato i limiti ... di età. Accanto a Vuka®, Vi-doševič e Rebac l’Hajduk schiererà tutta una serie di giovani, reclutati fra le riserve e la squadra juniores. Matošič, passato da giocatore a direttore tecnico della società, si attende grandi" cos« dai pi- velli. Aspettiamo un paio di settimane e vedremo ae le sue previsioni si avvereranno, tenendo nella debita considerazione che Spalato è s'empre stata la fucina di numerosi e grandi campioni del nostro calcio. Vediamo ora gli incontri della prima giornata di ritorno. La capolista Zvezda ospiterà sul proprio campo la Budućnost, già sconfitta nella prima giornata di campionato a Titograd per 3 : 1. Due punti sicuri per la capolista. Il Partizan si porterà a Zagabria per incontrarvi lo Zagreb dal fiato grosso, per l’incombente pericolo della retrocessione. Dovrà stare molto attento, il Partizan se vorrà portarsi a Belgrado i due punti. Il Radnički si porterà a Mostar per incontrarvi il Velež. Disco rosso e pronostico per i padroni di casa. Dura si presenta pure la trasferta della Dinamo a Belgrado contro il BSK, il quale sui proprio campo è sempre un avversario scorbutico. Se la Dinamo riuscirà a portarsi a casa un punto potrà ritenersi soddisfatta. Sarajevo — Hajduk e Vojvodina — Železničar dovrebbero vedere la vittoria delle padrone di casa. Aperto invece a tutti i pro-nostici l’incontro Proleter — Spartak. A domenica prossima dunque, per fare un primo esame dei risultati della prima giornata del girone di ritorno. Ma ecco i nomi ed i tempi dei vincitori delle singole gare: Fondo maschile 15 km: 1) Jeršič, Ljubljana, 58’18”. 2) Gasienica, Polonia, 3) Svet, Ljubljana. Slalom gigante maschile: 1) Pestor, Ljubljana, l’55”3. 2) Vojteh, Ljubljana, 3) Banaš Jerzi, Polonia. Slalom speciale maschile: 1) Jasievich, Polonia, 2’12”2. 2) Budinek, Ljubljana, 3) Pogačnik, Ljubljana. Slalom speciale femminile: 1) Lenardon, Ljubljana, 2’29”4. 2) Kind, Zagabria, 3) Furlan, Ljubljana. Discesa libera maschile: 1) Budinek, Ljubljana, l’45”. 2) Šarec, Ljubljana, 3) Jasievich, Polonia. Salto speciale: 1) Albin Rogelj, Ljubljana, punti 206,5 con salti di 32 e 32,5 metri. 2) Lapkomski, 3) Gasienica, ambedue Polonia. Staffetta maschile 4x7 km: 1) Ljubljana, 1 ora 57’5”. 2) Staffetta mista, 3) Sarajevo. AMICHEVOLI DI CALCIO GLI ISOLANI battuti dalT.Odred ISOLA, 26 febbraio — Con i segnalinee incappottati e i portieri :e rarbi.ro in pantaloni lunghi, per il vento gelido che (Spazzava il campo, si è iniziata la stagione calcistica s'emiuificiale sui nostri campi. Per la prima partita i dirigenti isolani hanno preteso un boccone troppo grosso, invi.andò il massimo squadrone della Slovenia. Non è esciuso, per quante considerazioni si tacciano sul valore degli avversàri, che it secco 7:0 non abbia imlluenze psicologiche deleterie sulle future prestazioni dell’undici alienato da Moimas. Ne da questa partita i dirìgenti isolani po.ran-no trarre un elemento preciso di valutazione sul grado di preparazione dei propri atleti, in considerazione detta grandissima differenza di valori presenti in campo. La parti »a, nei suo insieme, è stalla mediocre, priva Jnii mordente agonistico e di spunti tecnici. Gii unici fatti di rilievo per risola sono due salvataggi in extremis, uno effettuato da Karačič e l’altro da Breščak nel secondo tempo. All inizio de lia ripresa l’Isola, con una buona combinazioni» del suo quintetto, conclusa da Cernè, aveva realizzato fa rete della bandierina, ma ■il segnalinee Janoys’ki ha ritenuto di ravvisare il luori gioco per cui l'arbitro annullava. L’Odred non si è impegnato trop* po. Ha dimostrato però di possedere un quintetto di valore che darà del filo da torcere alle squadre delia sua serie. Le reti sono state segnale quattro da Kranjc, due da Hočevar e una da Brglez. Le squadre sono scese in campo nelle seguenti formazioni: ISOLA: Stojanovič, Breščak, Ka-iračič, Hrvatin, Borojevié, Cernè, Lenardič, Norčič, Marchesan, Sosič, Karbič. ODRED: Slave, Medved, Piskar, Resati, (Žižek) Èrgine, Klančišar, Žižek, (Virant), Hočevar, Kranjc, Zdravkovič, Brglez. VITTORIA P0LESE a Nuova Gorizia Anche nell’incon’iro amichevole di ritorno svoltosi questa volta sul campo goriziano i cantierini di Po-ia sono riusciti a battere i loro avversari, questa volita con un 3:2 dopo che l’incon’ro della domenica precedente, disputato sul campo di Fola, séra concluso con un 2:1. Direttore LEO FUSILI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf-«JADRAN» Capodistria