Vita Giovanile V. PERIODICO BIMENSILE v Si distribuisce gratis. Redazione e Direzione: Editrice 1' Unione Giov. d. c. „Fides". Via S. Pietro N. 594 11. p. Capodistria. L'ora che volge. Tessiamo, tessiamo o giovani la fibra della nuova era che si instaura. Siamo noi presuntuosi? Ci prefiggiamo uno scopo che le nostre forze non varranno a raggiungere? No. É vero. La via che sta dinanzi al nostro .sguardo cupido è irta di difficoltà, le quali ad un'anima piccola che non sa gli slanci ardenti, infrenabili verso l'ideale, potrebbero sembrare insuperabili; ma a noi no. A noi che abbiamo giurato sul colle di Spugnano di dare tutti noi stessi, tutti i fremiti dell'anima, tutti i sussulti del giovane cuore per il trionfo dell'ideale cristiano frammezzo a questa società infrollita nel vizio, le contrarietà, le derisioni, i disprezzi, le persecuzioni non incutono timore. Noi siamo figli di quelli eroi che al sorgere del Cristianesimo sapevano gettare ridenti a quindici, a diciotto, a vent'anni la giovane vita rigogliosa, in pasto alle belve col nome di Cristo sulle labbra, coli' amore di Cristo nel cuore. Ora che si tratta di formare una più salda ed integrale coscienza cristiana, facendo penetrare, attraverso le masse popolari, nel corpo della nazione lo spirito e la morale cristiana, sapremo mostrarci degni del nostro nome. Tessiamo, tessiamo o giovani la fibra della nuova era che s'instaura! É un'era di più accentuata spiritualità. Pure tra tanto materialismo che dilaga, avvelena e uccide i palpiti più subli- mi del cuore, che infrena i voli più arditi dell'anima, possiamo notare nella povera umanità una nostalgia acre e cocente di un ideale più puro che la sollevi al di sopra di questo mondo basso, saturo di egoismo, di freddezza e di odio. L'umanità sente che le manca la vita, che le manca l'amore, e apre le braccia supplichevoli a chi le porga la parola di conforto e di sollievo. E la parola di vita viene da Roma, viene dalla sorgente fatta sgorgare da Cristo stesso. E i popoli e le nazioni volgono le umide pupille stanche e già troppo deluse a quell'unico faro di luce che mai si spense. Giovani, la società traviata incomincia a ravvedersi, ma questo ravvedimento non avviene con quella celerità come vorrebbe il nostro cuore impaziente. Affrettiamolo adunque questo amplesso tanto desiderato con l'azione nostra intensa, con la nostra lotta accanita contro il male. Niente è impossibile a chi crede e ama. Iddio che consola e sorregge il nostro ardore giovanile è con noi: quindi avanti! La Chiesa ha fatto il suo tempo. Sono dicianove secoli che questa affermazione si ripete dai nemici della Chiesa e si mostrò sempre bugiarda. Ai giorni nostri sembra che le si voglia dare un accento più corrispondente alla verità. Non ce se ne cura e cadrà da sè; e come non esistesse, si comportano in realtà alcuni; ma quanti sono essi, per quanto ci tengano a dichiararsi indifferenti? La maggior parte direttamente o indirettamente la combatte e pretende minacciarla seriamente. La storia del passato però ci è di conforto, chè vene sono le loro furie; per quanto possano essere combattuti e perseguitati gl'individui, la istituzione non perisce, né perirà giammai. Le parole di Gesù Cristo: „Le porte d'inferno non prevarranno contro di essa" sono ancora efficaci e potenti, e la Chiesa sulla tomba degli odierni suoi persecutori, canterà ancora trionfatrice l'inno della vittoria. Ne celebrò l'estinzione con una colonna al nome cristiano distrutto, l'imperatore Diocleziano e pochi anni appresso il mondo tutto ricorse a Cristo. Volle seppellire la Chiesa Giuliano ['Apostata e morì vedendone i trionfi. Lutero insorse contro il papato e morendo disse : „Vivo, ero la tua peste, la mia morte ti ucciderà." L'opera sua invece si dissolve, il cattolicismo risorge e vince. Voltaire scriveva: „Venti anni ancora e poi la vedremo col cristianesimo." Passarono oltre 140 anni dalla sua profezia ed il cristianesimo è ancora. Secondo le profezie dei filosofi e dei settari della rivoluzione, Pio VI incarcerato e morente a Valence doveva essere l'ultimo papa; ma poco dopo a Venezia si eleggeva il nuovo papa: Pio VII. La religione, la Chiesa, il Papato resistettero alle più aspre lotte riuscendone sempre vincitori, talché il poeta La Harpe, convertito, scriveva dopo la rivoluzione francese: „Distruttori imbecilli, avete gridato vittoria, ma dov'è questa vittoria? Guar date che affluenza nelle nostre chiese. Non sono più ricche ma sono sempre consacrate, sono nude ma sono piene, è scomparsa la pompa ma il culto è rima sto." v Agli odierni profeti della sua rovina rispondiamo colla storia alla mano e con un attaccamento sincero e figliale a questa nostra santa religione avvezza a trionfi. La religione no, non ha fatto il suo tempo: i figli suoi, i gio vani in modo speciale, vogliono vivere ancora secondo le sue norme, la fiamma ne alimenti le loro opere e renda felice la loro vita, perchè solamente in lei veramente si vive. Lavoriamo. Se vogliamo che trionfino i nostri ideali è necessario che sì lavori, ma che si lavori fortemente e senza ritegno. Noi siamo giovani, le nostre energie, le nostre menti, i nostri cuori sono giovani, quindi abbiamo l'obligo di sfruttare, permettete la frase, tutta questa nostra gioventù per il bene di noi stessi, per il bene della società e sopratutto per il trionfo della dottrina che noi professiamo. Ormai non è più tempo di stare in ozio: basta guardare che cosa fanno i nostri avversari, per comprendere che se stiamo con le mani in tasca noi saremo sopraffatti, e forse allora non ci sarà più tempo di far valere i nostri diritti. È ora, amici cari, il momento di svegliarci, è ora il momento di farci conoscere per quel che siamo e vagliamo, è ora il momento di far molta ma molta propaganda. E questa propaganda noi la dobbiamo fare al campo, all'officina, nella scuola, ovunque. Quando saremo in un numero forte e potente stale pur certi che potremo dire al nostro nemico: cedi le armi, abbiamo vin- to ! La vittoria è nostra. All'opera dunque e si lavori: si lavori con tutto quello spirito e con tutto quel calore che ci provengono dalla santità della nostra causa e state pur certi che così si raccoglieranno molti ma molti frutti. Con ferma volontà quindi e con fede al lavoro! Chi furono i primi? Una delle accuse più comuni che i socialisti tanno ai cattolici è quella di avere da loro ricopiato il proprio programma. Ora ciò è falso e poche date bastano a dimostrarlo. Monsignor Ketteler, nato nel 181 le morto nel 1877, deputato alla dieta di Francoforte fin dal 1848, lamentò i molti mali, cui erano esposte le classi operaie e nel 18(54 propose un programma riguardante „il salario, le ore di „ lavoro, i giorni di riposo, il lavo-„ro delle donne e ilei fanciulli, ,,le cooperative di lavoro, ecc... Adolfo Kolping, nato nel 1813 morto nel 1865, da calzolaio diventato prete, fondò oltre 300 organizzazioni operaie in Germania, Austria, Svizzera e ad una di queste appartenne nella sua giovinezza il socialista BebeL Invece 1' Internazionale dei s .cialisti fondata da Marx nel 186(3 al Congresso di Ginevra e che tenne 1' ultimo congresso nel 1873, non accettò mai alcun programma di riforme, essendo movimento essenzialments rivoluzionario, che si basava sulla famosa concezione ,,marxista" che si dovesse spingere agli estremi lo squilibrio tra operai e capitalisti, perché i primi fossero ineluttabilmente spinti alla rivoluzione. Si diceva allora che non si poteva ottenere nessuna riforma, perchè questa avrebbe ad addormentare lo spirito socialista rivoluzionario. Fu soltanto dopo molti anni che i socialisti adattandosi un po' più alla realtà e passando sopra parecchie idee di Carlo Marx ricopiarono dai cattolici quel programma di riforme che chia- marono programma minimo. Ora chi furono i primi? 1 cattolici o ì socialisti?.. La coerenza dai socialisti. Non avete mai fatto caso come i socialisti si mostrano sempre rigorosamente coerenti ai loro principi... bolscevichi? Io me ne accorsi anche ultimamente giorni or sono sfogliando, per necessità di professione, alcuni giornali ,,rossi" tipo ,.Avanti", ..Lavoratore" e simile... lordura. _ Ho constatato un dato fatto comune a tutti. Questi organi „rossi", che fanno i bolscevichi arrabbiati, in prima e seconda pagina divorano i ricchi borghesi, i pescicani, gli sfondolati capitalisti, gli sfruttatori del popolo eccetera. Ma ecco in quarta pagina che si adattano a fare la „reclame" più schifosa all'odiato capitalismo borghese, e pubblicano, con tanto di caratteri cubitali, grandi annunzi della Società X, della Banca Y e di altre società anonime che sfruttano i) povero proletariato. Vedete? Coerenza da socialisti. E il popolo minchione che tutto vede, eppur... ci crede ! Le baia dei preti. Un operaio cattolico non vuole lavorare di domenica. 11 padrone glielo comanda e soggiunge : — La santificazione della festa è una baia dei preti. — Davvero signor padrone? 10 credevo che fosse un comandamento di Dio e precisamente 11 terzo: son contento! — Perchè? — Perchè se è una baia dei preti il terza comandamento, sarà una baia dei preti anche il" settimo „non rubare" e quindi... — Ma c'è il codice. — Cercherò di farla franca. Avrei potuto rubare tante volte nel suo stabilimento, sicuro di non essere scoperto ! tna me ne sono guardato bene perchè il settimo comandamento di Dio dice di non rubare; ma giacché Dio non c è ed i comandamenti sono una baia dei preti... 11 padrone rimase confuso e meditabondo, poi mettendo una mano sulla spalla dell'operaio disse: — Hai ragione!... Credi in Dio e continua pure a santificare la festa perchè è Dio che te lo ordina. IL PADRE FRA 1 FIGLI Al ricordo della gioia soave, che riempi l'animo nostro in occasione della presa di possesso della diocesi di Capodistria da parte del nostro novello vescovo uua ressa di idee ci si affollano alla mente e ci impediscono di descrivere con quella lucidezza, che sarebbe necessaria, quanto si svolse dinanzi ai nostri occhi. Una fama singolare aveva preceduto il suo arrivo, c'era stato descritto coi più rosei colori, però la reatà ha superato ogni più ottimistica previsione. Non si cancellerà si presto dalla nostra memoria la sua affabilità, il suo paterno cuore; a somiglianza del Maestro divino non disdegnava d'inchinarsi fino ai più umili fanciulli, godeva di trovarsi in mezzo a loro e colla sua semplice e persuasiva parola cercava di ecciiare nei loro innocenti cuori i più teneri affetti per Gesù e. per la Vergine. Tre giorni soli abbiamo avuto la fortuna di averlo ospite, ma furono sufficenti perché si potesse acquistare le simpatie e gli affetti di tutti. La cerimonia sacra della presa di possesso non poteva riuscire più imponente. Fra due ali di popolo giubilante, il solenne corteo moveva lentamente dal Ponte per la C'allegaria verso la Cattedrale. Alcune Confraternite, i soci delle nostre associazioni colla bandiera e colla banda, il clero secolare e regolare precedevano Sua ^Eccellenza, che vestito degli abiti pontificali procedeva benedi- cendo sotto il baldacchino port'to da quattro nostri giovani. Nella Cattedrale attendevano le autorità: il Sindaco D.r Belli col segretario e consiglieri, il D.r Scampicchio per il Commissariato civile, il Cons. Tuiach, i Camerlenghi e un plotone di soldati con alcuni ufficiali e moltissimi cittadini. Dopo il Te Deum Mons. Mecchia rivolse una forbita allocuzione in latino a cui rispose il nuovo Vescovo pure in latino. Dopo il vangelo il Vescovo con forza e persuasione, commosso e commovente talvolta sino alle lagrime, disse l'Omilia. I copiosi avanzi della civiltà latina conservati gelosamente nelle nostre terre, le dolci cadenze del dialetto veneto colte a volo nel percorso della processione, gli offrono motivo di ricordare il cumulo immenso di tradizioni gloriose trasmessegli in eredità di secolo in secolo, dai Pastori che illustrarono la sede di S. Nazario. ,,Depositimi custodi'' ode egli ripersi continuamente, conserva il deposito di fede di cui è animato il popolo, impedisci che questo deposito venga disperso, profanato. La fede, ecco, esclama, ecco ciò che deve animare il nostro popolo, ecco ciò che è assolutamente necessario ad ogni ceto di persone. Conservare questa fede, eccitarla in coloro nei quali forse s'è già «penta, questo é il compito che egli spera di poter a-dempiere, aiutato dal clero e dai fedeli tutti. Dopo il Pontificale Sua Eccellenza fu accompagnato all'Istituto Grisoni, dove ricevette parecchie visite. Da Lui si recò anche la Federazione delle associazioni cattoliche. Il Vescovo volle essere informato sul movimento cattolico della città, espresse tutto il suo incoraggiamento e da ulti-timo impartì a tutti la pastorale benedizione. Vero Angelo di pace e conforto visitò due sacerdoti ammalati, l'Ospitale civico e la Casa di pena rivolgendo a tutti parole di conforto e di speranza. Ad mullos annosi Dopo el Comissio, Biasio - Bon giorno compare. Còssa voi dir che no ve sa visto ieri sera al comissio dei socialisti ? Lasario - Cile volé che vado far ia, sentir fiabe ? Che volé chi sappi lori cossa che iera, cossa che xe e co sa che sarà el partito popolar; prima de dato no '1 iera mai prima e donca mi digo che ilo xe possibile saver come che iera una roba che no iera mai. Podè vu parlarme delle ferrovie che iera nel I800? B - No perché no le iera ancora inven-tsde. L - E alora cossa i poi dir lori de un partito che no iera ancora forma? B - Ecco lori à ditto che xe el partito dei preti, che i preti xe una manega de figure porche, che ghe ne xe de quei che i va per i teatri, che la ciesa xe una bottega, che quei del partito popolar ga volli la guerra, che i xe strossini, vigliacchi perchè i podeva andar là e metterse in contradito-rio con lori e zo de sto passo fina che in ultima i à dito che el comportamento dei preti offendi el biondo Nazzareno che iera el primo socialista del mondo, e che lu stesso voleva el Comunismo. I. - Sicché colla fiacca speremo de farli cristiani anca lori? B - Come? L - E si! perchè caro compare gavè de saver ben che io- 15 anni fa l',,Aseno" (no quel che canta sotto la scala, ma el sfoio che ga i socialisti) ga cantà per un pezzo per dimostrar c e Cristo no xe mai esisti, e adesso inveze vedemo che i ameti l'esistenza de Cristo e anzi i dixs che el iera un bon socialista; vignaremo donca a quella che anca lori vignarà con nialtri socialisti cristiani No ve par? B - Se i vjsssi un poco de sentimento i dovria far cossi, ma a mi inveze me par che lori se servi de Cristo quando che ghe par e piase e se se tratta de parlar mal de i so ministri, che xe i preti, i xe pronti a farlo; donca vedè ben che el socialismo 110 ga idea de vicinarse a nialtri. I. - Ma compare credè vu che 110 senio anca noialtri socialisti? Altro che lo senio, ma a modo nostro: che no volemo ingiù-stisie, che volemo paga el lavor come se merita, che volemo viver e morir come i nostri veci, 110 miga per lavorar 8 ore al giorno e crepar de fame; dixeme la verità se vu vessi lavorà 8 ore al giorno vessi a-desso quel fià de vin in cantina? B - E no perchè xe delle giornade che bia darghe drio e lavorar magari acca la notte. L - Ben vedè? Ala lori voi lavorar 8 ore sole perchè i dixe che '1 resto della zornada ghe occori per coltivarse...; ghe xe po dei socialisti che dopo aver strossinà de dute le parte sa cumula un pochi de soldi, i ga comprà case, ville e cossa soio mi; ghe ne xe de quei che impresta soldi al 6 p. c. e anca meio; altri (sempre col strossinesco sudor della... lengua) compra del vin che dopo vendarà chissà a che prezzi guadagnando el 100 per 100, e dopo vara cuor de darghe la colpa ai paolani che se ten su coi prezzi del vin come se el vin ghe vignissi in canovs solo. Ma per ancuó basta caro Biasio e se no crepo tornaremo ancora su l'argomento e su i altri punti del Comissió, che no volendo m'ò desmentegà. CRONACA. In occasione della venuta a Capodistria di Sua Ecc. Rev.ma il nostro novello Vescovo, c stalo pubblicato per cura di tutte le Associazioni cattoliche locali un mimerò unico di circostanza, che servi pure da supplemento alla „Vita Giovanile" che doveva uscire il 1 febbraio. S. E. Mons. Vescovo. Sabato 31 gennaio é giunto tra noi, riverito dalle autorità ecclesiastiche, civili e militari, S. E. Mons. Vescovo. Colla sua affabilità si acquistò subito l'affetto dei presenti che 1' accompagnarono in Duomo e poi al Pio Istituto Grisoni, dove à la sua abitazione Quivi erano pronti ad attenderlo tutti i ricoverati colla direzione. L' atrio era parato a festa con fiori e piante che facevano bella mostra di sè. Una bambina diede il benvenuto a S. E., il quale rispose benevolmente, visibilmente commosso, gradendo i saluti e gli auguri. La serata. — Gli alunni e le a-luune del Pio Istituto Grisoni ol-frirono alla sera un modesto trattenimento dinanzi a scelto e numeroso pubblico in onore di S. Eccelenza Mons, Vescovo, dopo aver ringraziato, parlò dell' obbedienza e della gratitudine che i ragazzi devono aver per i loro superiori e rievocando cari ricordi famigliari strappò le lagrime a più d' un ciglio. Alia Rotonda. — Doménica 1 febbraio 3. E. intervenne al trattenimento che la nostra Federazione delle Associazioni Cattoliche locali Gli offerse alla Rotonda. Musici e attori, giovani e vecchi fecero del loro meglio per mostrare la loro affezione, il loro attaccamento alla causa personificata in S. Eccelenza. Il Coro e ' la Banda eseguirono insieme due inni, quello della Democrazia cristiana in principio e quello dell' Istria in chiusa. La sezione filodrammatica rappresentò: „Satana" e ,,Lagrime di vinti" due bozzetti drammatici, che il pubblico gustò grandemente. Il M.o Fu-gazzola e il giovane Coniediz eseguirono, scelti pezzi di musica per piano e violino. Mons. Proposito parroco espresse in un intermezzo con belle parole a S. E. 1' omaggio della Federazione e i più fervidi auguri, A nome degli antichi frequentai ori del Ricreatorio parrocchiale parlò pure un ragazzo, benevolmente ascoltato e applaudito. S. E. chiamatosi sodisfatto della bella serata prese lo spunto dei diversi numeri del programma per ringraziare quanti concorsero per render bella la festa. Il Suo splendido discorso commosse vivamente tutti gli uditori. Dalle Figlie di Maria. — Anche questa pia istituzione volle dimostrare a S. E. il proprio affetto e invitò molti amici alla bella ed applaudita recita che lunedì 2 febbraio preparò al nostro amato Pastore. S. E. rispose anche qui con evidente commozione alle parole di omaggio, ripromettendosi dal fiorire dell'istituzione lieto avvenire per le affigliate. A S. Biagio — Martedì la Chiesa di S. Biagio festeggiò il suo Patrono. Alle 7 celebrò la S. Messa S. E. Mons. Vescovo, che alla Comunione tenne un caldo fervorino ai numerosi fedeli che si accostarono alla S. Mensa. Partenza — S. E. è partito da Capodistria martedì 3 corr. alle ore 1G. riverito, dal Clero locale e da veri cattolici. Per i bambini di Vienna. La Federazione delle associazioni cattoliche s'è fatta promotrice di una scuola per i bambini di Vienna. Gentilmente e gratuitamente si presta già dal t febbraio il prof. Federico Simzig. Le lezioiji adatte allo stato d'animo dei poveri fanciulli si tengono nei nostri locali - Piazzale Ognissanti - il lunedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 10 alle 11. Al martedì dalle 10 alle 11 si tiene un' ora di istruzione religiosa impartita da un Padre francescano. Per le fanciulle poi la Signorina Kuhassevicli al martedì e venerdì dopo pranzo tiene un po' di scuola di lavoro. I risultati sono stati finora assai consolanti. Partito popolare italiano. La Direzione del P. P. I. ha inviato nelle nostre terre per la propaganda l'avv. Mario Gianturco, il quale s' è già recato nell' Istria dove ha tenuto anche dei ben riusciti contradditori. Qui a Capodistria assieme al nostro comprovinciale Conte Tonetti tenne una conferenza molto ben frequentata martedì 3 febbraio. In essa illustrò i caposaldi del programma nostro dimostrandone 1'utilità specialmente di fronte alle teorie riyoluzionarie del socialismo odierno. Teatralia. La stagione carnevalesca ci offrì parecchie occasioni di svago onesto ed istruttivo. Sabato 7 corr. recitarono le orfanello dell'Istituto Grisoni dinanzi a parecchi invitati. Domenica 8 la sezione filodrammatica della ,,Fides" ripetè il programma svolto la domenica prima, aggiungendovi una farsa che fece sbellicar dalle risa. Negli intermezzi suonò una distinta orchestra. Giovedì 1*2 le Figlie di Maria die-_ dero uno scelto trattenimento dram matico - musicale, il cui netto ricavato fu devoluto per i bisogni del duomo per le quarant'ore d'adorazione, scopo che Mons. Fonda volle svelare solo durante la serata. Domenica 15 i filodrammatici di Isola daranno nella ,,Rotonda" il dramma storico in cinque atti „U tributo delle cento fanciulle" seguito da una esilarantissima farsa. FIORI D' ARANCIO Sabato 14 corr. il nostro assiduo socio Erminio Bais celebrò il suo matrimonio con la signorina Anna-Clobas. Oggi poi 15 corr. il nostro carissimo Costantino Luglio sposa la signorina Rina Parovel. Ad ambidue vadano i più fervidi auguri della ,,Fides" e della ,,Vita Giovanile" uniti all'augurio che il nuovo stato da essi solennemente abbracciato ai piedi dell'altare sia ad essi fonte d'ogni felicità. Il Signore li conservi per molti anni felici. ringraziamento. Porgiamo dalle colonne del nostro piccolo periodico i più sentiti ringraziamen ti agli Egregi Signori p.Mreule e E.Apollonio, che benignamente ci procurarono molte cose indispensabili per la nostra piccola lipogratia. Per mancanza di spazio dobbiamo rimandare al prossimo numer® del 7 marzo, lo ,,Spunto letterario" e l'elenco delle offsrte abbondanti elargiteci per l'incremento del nostro giornale.