ANNO XX. Capodistria, 16 Febbrajo 1886. N. 4. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la lteilaziuue. I Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi.') L' opera già da me esaminata di volo, merita mia particolare recensione, specialmente nei punti di contatto con la storia istriana, e del vicino Friuli. La prima questione agitata dal chiarissimo autore si è quella dei Cimbri, i quali, secondo alcuni scrittori, battuti da Mario, avrebbero trovato un rifugio nei monti del Veronese e del Vicentino nei noti 7 e 13 comuni. Per l'origine cimbrica ha spezzato una lancia con la sua solita bravura anche il triestino Dr. Giusto Grion, attuale preside di Lodi. II professor Galanti però con la sua buona tabella nega assolutamente, e con validissime ragioni, questa storiella classica delle origini cimbriche. I campi Raudii per vero, dove furono battuti i Cimbri, da nessun autore contemporaneo sono posti vicino a Verona ; mentre ve ne sono moltissimi che li pongono precisamente presso Vercelli (pag. 24). Ma il Grion nella sua memoria — La disfatta dei Cimbri — stampata nella Rivista di filologìa (Torino 1875) credette di aver trovato nuovi e ingegnosi argomenti in favore della sua tesi. Egli suppone che.i Cimbri raccogliessero il loro bottino nel forte di Arcellae (Arcè) sulla riva sinistra dell' Adige, e che non lungi da quello avesse luogo la battaglia. Fu un amanuense che da ApxiXXat come aveva scritto Plutarco fece BspnÈXXa-, Se non che di Arcelle nessuno scrittore ha mai parlato ; nè è serio affermare averne fatto menzione Catullo e Siila nelle loro opere oggi perdute, come non è seria l'ipotesi dell' errore d'un copista, quantunque tanto comoda da essersene fin troppo abusato in certi casi, e questo è uno. (Pag. 27). Sono queste le gherminelle, sia detto qui tra parentesi, e le alzate d'ingegno di cui tanto abusò (!) Memorie storiche del Prof. Arturo Galanti. Roma 1885. Vedi il Numero 3 della „Provincia." Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. la scuola germanica nella nota questione su Dino Compagni; questione oggi risolta dall'illustre Isidoro Del Lungo. E così via il Galanti ribatte tutte le altre prove del Grion e di altri scrittori. E poi come credere che i Cimbri riuscissero a conservare per sei secoli di dominazione romana la loro favella natia ; e che Mario prima, e Cesare e Augusto poi, nei tempi della massima estensione e potenza dell'imperio, avessero lasciato in pace quell' avanzo, sia minimo, di così potenti nemici? Ma come è nata poi questa tradizione, domanderà taluno. Risponde l'autore che la fu un'invenzione degli umanisti e degli eruditi del niillequattroceiitÓ. Non si capisce però come i dotti abbiano potuto imporre le loro disquisizioni e ricerche storiche a quelle genti rozze, perdute lassù tra i monti : le tradizioni nascono nel popolo e non gli si impongono. Forse la questione è alquanto negletta dal Galanti; ma egli (e con lui, quasi tutti gli storici oggi) è così convinto della solidità degli argomenti, da non credere opportuno d'insistere più su questa discussione. Io mi spiego il fatto così. La tradizione letteraria nata a Vicenza tra il clero dotto fu poi trapiantata lassù e diffusa dai preti ; e così sarà probabilmente divenuta popolare, perchè la plebe è pronta a seguire i pareri ed i consigli de' suoi reggitori spirituali : e noi in Istria lo sappiamo pur troppo. L' autore continua quindi le sue dotte ricerche nei capitoli seguenti, e nelle varie trasmigrazioni barbariche studia tutti i possibili rifugi e ritirate su quei monti di genti d'origine germanica al sopravvenire di nuovi barbari. Così nel Capitolo V., accettando in parte l'origine dell' elemento germanico, di qua dalle Alpi, conchiude con validissimi argomenti che i Goti non da soli, ina insieme ad altre genti germaniche, che poi viene additando, diedero origine alle popolazioni teutoniche che dimorano oggidì e dimorarono per addietro alle falde delle nostre Alpi (pag. 55). E tra queste genti germaniche dopo i Goti in prima linea i Pratichi, vinti in una prima incursione dall' imperatore Giustiniano. Il re d'Austrasia difatti, indispettito delle vittorie ottenute dai generali di Giustiniano, non avendo rinunziato al disegno d'impadronirsi dell'Italia, spedì l'anno 548 un nuovo esercito, il quale con lieve fatica occupò stabilmente varii luoghi della Liguria, le Alpi Oozie, e la maggior parte del veneto: nonnulla Liguriae loca, Alpes Cottias, agrigne veneti partem maximam, cosicché Venetorum panca oppida Gothis supererant, nam Romam marittima, Franci coetera occuparant (Procopio L. IV). Questo periodo oscuro di storia è trattato maestrevolmente dall' autore, e contiene ottime notizie sulla guerra gotico - greca. Uopo i Goti ed i Franchi, i Longobardi, e di nuovo vincitori i Franchi, e ogui volta alcuni del popolo vinto cercavano rifugio sulle nostre Alpi e formavano così uno strano miscuglio, trovando liei popoli anteriori la forza di resistere all' elemento latino indigeno. Ma a questo strano miscuglio nessuna stirpe potè imporre il proprio nome, e nel medio evo prevalsero gli appellativi di Theutonici o Theotisci, finché a sollecitare 1' amor proprio di quei montanari non sorse la leggenda dell' origine tìmbrica (pag. 67). Fondato poi l'Impero Germanico i Tedeschi ebbero ferma sede, e si esclude affatto l'idea che i signorotti germanici abbiano essi popolato i comuni Tedeschi della plaga alpina, tirandosi dietro gente armata ed intere famiglie (pag. 97). Il fatto delle isole germaniche di qua delle Alpi è dunque un fatto complesso risultante da varie cause : questa la conclusione dell' autore. Nè qui è luogo esaminare particolarmente la prima parte di questo eruditissimo lavoro ; il lettore farà i suoi raffronti da sè, e ne trarrà molto lume a meglio intendere per analogia molti punti oscuri anche della nostra storia istriana. Sola una cosa mi piace qui rilevare. I Trentini designano il dialetto familiare dei Tedeschi di Folghereit col nome Slambrot (nome che accenna ai Longobardi, secondo lo Schneller, come il friulano Shmbarda (pag, 103). Aggiungo che anche i Friulani designano i Tedeschi per disprezzo col nome di Slaperi; e se la memoria non m'inganna, usano di questo sopranome anche gl'Istriani. — Ed ora alla parte seconda, cioè all' esame speciale e alla confutazione di una moderna scuola austro - tedesca. Gli storici di questa scuola, fondati sul fatto di quelle poche migliaja di Tedeschi abitanti di qua delle Alpi, non dubitarono di asserire che durante la prima età del medio evo deve aver dimorato all'est dei piani Lombardi, da Trento a Padova, da Padova a Treviso ed a Cividale, non solo nelle campagne, ma persino nelle città una popolazione tedesca, della quale le isole di lingua germanica., del Friuli, del Veneto, del Trentino, rappresentarono fino ai nostri giorni gli ultimi avanzi. E scusate se è poco. Di questi sognatori capobanda è il tirolese Cristiano Schneller. Ed il perchè di questa alzata d'ingegno, che in fondo è una rappresaglia bella e buona, si capisce subito. Fu come se ci dicessero: Voi Trentini, Triestini ed Istriani combattete per la nazionalità, indietro, indietro ; migliori armi abbiamo noi per combattervi iu casa vostra, nelle vostre terre, e più in là ancora. Le continue immigrazioni germaniche, così lo Schneller,, colmarono a poco a poco i vuoti lasciati dall'elemento latino quasi estinto nel Veneto e nel Friuli, e vi costituirono una compatta popolazione tedesca che occupò città e borgate, valli e pianure ; e solo più tardi, dopo il secolo X cominciò a soggiacere all' influenza latina, e preferì di ritirarsi sulle montagne, dove ancora sopravive (pag. 172). Lo Schneller prende le mosse dalla lotta fra i Greci ed i Goti, e richiama il noto passo di Procopio — „Histria, deinde regio Venetorum ad Ravennani urbem porrecta. Atque hie sunt mari accolae supra quos Sissii et Suabi. Riferendo ai Veneti la frase „atque Mi sunt maris accolae" è chiaro egli dice che i Sissii e i Suabi, posti sopra i Veneti abitavano appunto nel Friuli, e nella regione montuosa del Veneto. Se non che il filologo tirolese ebbe il torto di fare i conti senza l'oste; e 1' oste è appunto Procopio stesso. Di fatti lo Schneller ebbe il torto di non riferire tutto il passo dello storico bizantino. Se lo avesse fatto, avrebbe scorto d'i leggieri che lo storico nella espressione „atque lui sunt maris accolae" comprende pure i Dalmati, e tutti gli altri popoli del lido adriatico. „ S equi tur cui Dalmati a nomen est, et... proxima Liburnia, huic Histria, deinde regio Venetorum etc. „Maris accolae" erano gli abitanti del Veneto, dell' Istria, della Liburnia e della Dalmazia; e sopra quest' ultima regione, e precisamente tra la Dalmazia e il Norico vanno collocati gli Svevi. Ed ecco altri passi di Procopio dai quali appare evidentemente che la Suabia era sopra la Dalmazia, e non sopra il Veneto. — Asinarium et Ulgisalum magno cum exercitu in Dalmatiam expedit.... jubetque, cum ex Suabia barbarorum indigenarum copias adsciverint reda Dalmaüas ac Salonas petere". E più oltre: „Dum apud Suabìum exercitum conseri-bit, solus Uligisalus Gothas in Liburniam ducit Quanto ai Sissii, soggiunge il Galanti, basti (lire che Siscia, oggi Sissek, era una città della Panno-nia superiore sulla Sava (pag. 17B). Hanno capito il latino i signori di Zagabria? Quanto meglio farebbero di lasciare noi in pace, e di attendere ai loro interessi, per combattere uniti il comune nemico, il filologo tirolese. Sissek un tempo tedesca! Quanto sono contento di aver messo loro questa pulce nel!' orecchio. (Continua) P- T. DIGRESSIONI*) Pietro Tergerlo Favonio, Giuseppe Verona, giustinopolitaui. c. 153 v. — Leggesi la nota seguente: Die 26 N.bris 1585. "Const.do dinanzi la pesa alla pre.ntia „delli M.ci ss.ri Sind.i et de s.r lod.o polla scontro ecc.te M.r P.ro Ver.o Fauonio il qual si constituisce „piezo, et principal per il tempo della administration „ha da far nel fontico di farina di questa Città M.r „Alesandro Tarsia suo cog.to pre.nti s.r Borth.o ma-„iord (?) et s.r Michiel criolador tt.ij. cc. 157 v. e 158 r. — Die 2 Alartij 1586, podestà Tomaso Contarmi. Altro ambasciatore è creato V ecc.te D.r Zaroti — Giacomo di sopra? —, "il qual „si transferisca quanto prima ai piedi del Ser.mo nostro „Principe, et insieme con l'ecc.te D.r Verona medie „Amb.r nostro debba unitam.te esponer a Sua Ser.tà „la pre.ta noua iust.a fatta da li Cl.mi SS.ri Cons.i di „ueder il Datio della muda — già da loro intromesso „con il quale si paga il medico il m.o di scola, il ce-„roico, T aconciar della fontana, et altri neccessarij salariati — per il credito loro, suplicando con quel „maggior affetto, et con quella maggior effic.a che serà „possib.e Sua Ser.tà che uoglia con la sua potentiss.a „mano proued.r al sai.o di questo Cl.mo Mag.to tanto „necess.o et di tanto beueff.o à tutta la prouintia del' ,Istria . . . douendo il d.o amb.r immediate fatta la „pre.ta espositione à Sua Ser.tà prender licentia, et „uenir uia restando l'ecc.te Verona à procurar l'esped.ne „di questo cosi importante negotio da lui fin hora à „quest 'bora trattato fino ad altro ord.e nostro. La „qual parte Ball.ta liane in fau. Ball, n.o 141, contra .Ball, n.o 10, ideo capta. „ cc. 159 r. e v. e 160 r. — Die 8 Aprilis 1586. — "Ma essendosi differita la sua — dello Zarotti — ancata per 1' auiso hauuto che quanto p.a si douea far „questa esped.re et essendosi poi inteso per l.re di esso „nostro Amb.r — del Verona — che la parte non è stata „presa nell' ecc.mo Senato et per ciò essendo uenuti *) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna di Santa Giustina e i nnin. 22, 23, 24 an. XVIII, 2, 3, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 14, 15, 16, 20, 22, 24 an. XIX. — Digressioni. „essi Cl.mi SS.ri Conseglieri alla nend.ne di esso datio „della muda per Due.ti cinquecento in cc.a che uanno „cred.ri dal tempo passato fin à quest 'hora il che ridonda in total rouina di questa miserabil Città, dolendo da questo inconueniente nascerne infiniti altri, „uè douendo Noi in occas.e tanto importante doue si „tratta 1' esterminio nostro, restar di far palese al nostro „Ser.mo et. pietosiss.o Principe le nostre piaghe. Però „L'andara parte di mandar à piedi di Sua Ser.tà l'ecc.te „D.r Verg.o Fau.o V ecc.te D.r Vida il s.r Bernard.o „Barbo et il s.r Michiel de Zuanne, i quali insieme con „V ecc.te D.r Verona à sue proprie spese, non liauendo „noi per la uendita del Datio pre.to niente in pub.o ne „potendosi se non con grand.ma dilattion di tempo et „molte lacrime di questo populo metter imposition alc.a „rispetto al ' estrema pouertà nostra si transferiscano „quanto p.a ai piedi di sua Ser.tà esponendole con „quel meglior modo che serà possibile l'incredibile, et „quasi iueuarabile miserie nostre, et l'interesse insieme „delle cose di Sua Ser.tà dimostrando che se continuando questa insoportabil grauezza saria impossibel che „questa città che in caso de'bisogni sana sicuro ricetto, „et propugnacolo di tutta l'Istria si potesse mantenere „anzi che sariano constretti gli habitatìti di abbandonarla „supplicando la medesma che per la sua paterna carità „verso di noi non permetta che questo suo antiquiss.o „oblato populo dopò trecento et più anni d'incorotta „fede, et obedienza uerso sua Ser.tà et dopo perduto „il commercio insieme con il modo di uiuere sia reduto „in cosi abbomineuole stato ; ma che da sua Ser.tà con „la sua potentiss.a mano ò sia prouisto al salario di „detti Cl.mi SS.ri quando le para che stia per benef.o „de gli altri luochi dell'Istria et prouisto anco alli cin-„que cento due.ti decorsi per li quali è stato al pub.o „incanto deliberato il datio della muda tanto necessario „à questa pouera, et miserabil anzi poueriss.a et mise-„rabiliss.a Città; ò non le parendo di prouedere che sia „del tutto leuato, et rimosso esso Magistrato, et ridutta „la»Città nel stato suo pristino, à fine che per questa „insoportabel grauezza non uada questa sua fideliss.a „Città in total rouina; douendo li detti Amb.ri fatta la „pre.ta espositione, et racc.ti Flexis Genibus noi tutti „fideliss.i all' instessa Ser.ma Sua gratia, pigliar buona „lic.a et ritornar immediate, non essendo più ne in pub.co „ne in priuato modo alc.no di mantener Ambasciatori, „non douendosi esso ecc.te D.r Verona partir da Ven.a „senza altro nostro ordine. Que pars Bali.ta habuit in „fau. Ball, n.o 92, contra Ball, n.o 26, ideo capta. „ (Continua) Una lettera inedita li Bes&mhi Selli ügM Il prof. Oscarre de Hassek, nel mandarci la lettera del Besenghi, che più sotto pubblichiamo, ci scrisse quanto segue : Trieste, 24 gennaio 1886. Onorevole Direzione della Provincia. Disse l'illustre Tommaseo, che non c' erano scritti eh' ei più desiderasse vedere stampati delle lettere degli uomini chiari per le doti dell' animo e dell' ingegno, che quivi s' apre il campo allo studio de' tempi e a quello del cuore umano. Ora, degli uomini, che nacquero e vissero in Istria, chi più illustre per nobiltà di stirpe, chi più ricco d'ingegno e di dottrina, chi più singolare per indole e per casi della vita, chi più meritevole di riverenza e d' affetto per rettitudine di carattere e per amor patrio, del Itesenghi degli Ughi? Poco s' è ancor fatto per onorare convenientemente la memoria di quest' uomo illustre. Anzi Trieste, dove pur visse e morì, attende ancor sempre uu marmo, che ne ricordi l'ingegno e le virtù ! A rinfrescarne la memoria ed a ricordare che abbiamo ancora questo debito verso il povero Besenghi, mi permetto d' inviarle una lettera inedita dell' illustre Istriano, pregandola di pubblicarla in un prossimo numero del pregiato suo periodico. Essa sarebbe stata inserita nel volume di Poesie e Prose besengliiane, da me pubblicato, nel 1884, a Trieste, co' tipi di Giovanni Balestra, se P avessi ricevuta a tempo. Questa lettera del Besenghi è scritta di suo pugno sopra la parte interna della copertina (verde) d'un opuscoletto di 8 pagine, stampato a Trieste, nel 1824, coi tipi Weis. L' opuscoletto è intitolato così : A Luigi Vestri, ode di Besenghi degli Ughi. Nella terz' ultima strofa (pag. 6) di quest'ode v' ha una correzione, di mano del Besenghi, che qui riporto. Invece di: Tu che appieno dell' itala, come leggesi in tutte le edizioni dell' ode, compresa la mia del 1884, il Besenghi corresse: Tu che solo dell'itala, Della vita di Filippo Bonavia, a cui accenna il Besenghi nella lettera, che ora le mando, dirò qualche cosa in altra occasione. Intanto mi segno con perfetta osservanza Oscarre de Hassek. Besenghi degli Ughi al Dottor Giacomo de Angelini ^ impiegato politico a Koviguo. Mio signore. Questo Dr. Piccoli mi fa credere che Le sia venuta curiosità di leggere certo opuscoletto, che s'intitola Novelle Orientali. Potendola fornir io di una copia, non è caro (e sena' alcuna cerimonia di ringraziamento) vederla servita. A questo Le aggiungo due mie coserelle, che hanno sofferto, grazie a domineddio, l'evirazione e l'anatema dalla Censura, comechè un giornale di letteratura italiana (quello delle Prov. Tenete) le abbia lodate più di quello che forse meritavano. Per altra occasione Le manderò alcunaltra mia cosa. Io non detto che rado assai (e sono le più volte tentato di gettare sul fuoco tutti que' pochi libracci eh' io mi tengo), perchè quando questa benedetta faccenda dello scrivere non può tornare a vantaggio della patria, a lume dei contemporanei e ad ammaestramento a' posteri, liberamente persuadendo grandi ed utili verità, ritengo che meglio sia bere e fumare dattorno al domestico focolare, che contaminare il santo officio degli studi e il prostrare ad un tempo la dignità d' uomo e di cittadino in ciance ispirate dalla vigliaccheria, o d' oziosa erudizione e di nullissimo conto. Sono altri, o mio signore, i subbietti, che al cuore ed alle penne degl' italiani scrittori dovrebbe oggidì offrire la carità del natio loco. — Ma non più di questo. Io La franco d' ogni disagio di risposta. Non amo i complimenti, nè posso veder peggio di una lettera senza soggetto e sparsa di buffonerie e di cerimouie, che pur ne è tutto lo stesso. E se Le ho schiccherato tutta questa tantafera, 1' ho fatto spontaneamente (e senza dover di continuare), acciocché la Signoria Vostra si persuada come sappia e amare e stimare le persone gentili e dabbene, e come d' altra parte io sia fermo fermissimo di romper guerra a tutti i gaglioffi, a' quali la mia cattiva sorte vorrà farmi avvenire. Le unisco anche la Bicciarda *), col patto però di farmela riavere, perchè non ve ne ha più in commercio. E sono a' Suoi comandi. Besenghi degli Ughi. Di Trieste, a' 20 di giugno 1827. P.S. Sono sullo stampare alcuni sciolti, che saranno preceduti da una prosa, in morte del più caro de' miei amici : Filippo Bonavia. La prosa, che accenno, conterrà la sua vita. E sarà breve, e libera quante più si potrà. Appendice alla recensione sul Vergerio del Ferrai. PRIMO ELENCO*) delle famiglie capodistriane, parenti, amiche e nemiche del vescovo Pietro Paolo Tergerlo, i di cui membri, rilevati negli archivi comunale e parrochiale, vissero nel secolo XVI, con brevi cenni, compilato da Andrea Tommasich. _ Salò Virginio » Gavardo » Zannetto » Salò » Giovannella *) La nota tragedia di Ugo Foscolo. ') Continuazione. Vedi n. 1 e 2 a. c. Salò Vincenzo Vergerio Dr. Pietro-Favonio » Andrea » Cataruzza » Fiordespina » Francesco detto Slavina Sereni Zarotto » Filippo » Sereno » Giovanni » Africa » Giov. Andrea » Cristoforo » Comodo-Favonio » Zoja » Vergerio » Antonio » Vergerio-Favonio » Pietro » Chiara » Paolo Verona Francesco » Agostino » Andrea » Celio » Don Angelo » Serena » Dr. Giuseppe » Tarsia-Riccarda » Antonio * Fabio » Caterina » Margherita » Vincenzo » Ottavio » Samaritana » Paolina-Zarotta » Pietro » Lelio » Daria Sforza Matteo » Pellegrino » Francesco Vida Giovanni » Giacomo » Girolamo » Franceschina » Dr. Ottonello » Gasparo » Francesco » Luca » Nicolò » Stefano » Ettore » Margherita » Don Mario » Sforza » Compostella Siena Vincenzo » Chiaretta » Pietro » Ottonello » Don Giovanni Zarotti Girolamo » Girolamo » Giov. Andrea » ......arcidiacono Spatari Donato, Decano capitolare » » o0^ T> 1 Giov. Paolo » » Lorenzo Carlo » » Nicolò Giov. Maria » Donato » Laura » Pellegrino 7 r.ift>imi:t li Al tli j i q liliali )-'-.'< » Antonio Tarsia F/j/.'o • » D. GioV. Battista, decano » D< n" '. no » Pietro-Paolo » Don Francesco, decano » Lodovico » Sabina monti lati ;.'n > •> > IM » Leandro » Eugenio » Giacomo » Giacomo r> . ' i ' i r » Francesco » Camilla » Oliviero » Adriana » Zarotto » Giov. Domenico » Ottavio Vergerio Dr. Pietro » Favonio-Callisto :>hsqi • ii. oni iIoss'«i7 » » Sereni Cristoforo » Alvise if» «»-.}«'• 'v. G io v. Battista Domenico Giacomo hoT^C » » > » Colomano » Aurelio » D. Giov. Batta, vescovo » D. Pietro Paolo, vescovo » Girolamo » Colomano » Don Domenico » Doii Comodo-Favonio (Continua) Riceviamo da Cittanova la seguente : Il nome di Giovanni Oplanich è fra noi popolare ad anche quello dell' arciprete canonico Pietro Radoico-vich di cui tessè una biografia il caro e melanconico nostro poeta Michele Fachinetti da Yisinada. Ma gii scritti loro non credo siano ancora troppo conosciuti, perchè si sappia con che valentìa scrivessero quei due bravi istriani. Io so, per esempio, che il canonico Ra-doicovich fu amico oltre ai più distinti compaesani anche ad illustri confratelli delle altre provincie, tra i quali Giuseppe Barbieri e 1' abate Placido Talia, qu- [ est' ultimo morto nell' ospizio di Paila, e che reputava Radoicovich fecondo ingegno' e dottissimo. 11 simpatico sacerdote istriano mantenne col Barbieri e col Talia lunga corrispondenza epistolare, la quale, certo interessante, non so in che mani può essere caduta. Io ho la fortuna di possedere due lettere che voglio sperare codesta redazione della Provincia accoglierà nel suo periodico, quale memoria del poeta parenzano e dell'egregio canonico. Una delle lettere è diretta dall' Oplanich al Radoicovich, P altra è del Radoicovich all' Oplanich ; il loro originale si trova nell' uffizio parrocchiale di questa città, e n'ebbi copia dalla squisita gentilezza del M. R. Arciprete M. Druscovich. Ecco la prima : Al Molto Reverendo Monsignor Pietro Radoicovich Emerito Vicario di Gittanova Monsignor Reverendissimo. Dal Conte Onti, celebre Archeologo, il quale a solo oggetto di studio percorre l'Istria venni interessato a dargli positiva informazione dei vescovi, cioè del num. di essi, che dopo la descrizione specificata dell'U-ghelli ressero Cittanova, e Giustinopoli. Per agevolarle di compiacermi trovo esser l'ultimo di codesta diocesi il celebre Jacopo Filippo Tommasini. Ella Monsignore saprà perdonarmi la licenza che panni giustificata, quando so non aver il prelodato Onti altro scopo che quello di togliere ad una sinistra impressione la virilizzazione della mia Istria, dando alle stampe alcuni cenni. Alla sua memoria di preghiera, raccomando i miei defunti, e senza dubitare della di Lei sollecitudine in questa gentilezza mi pregio di essere Parenzo li 27 7bre 1835 di Lei Monsignore obb. aff. ' Giovanni Oplauicli qu. Girolamo Ed ecco la lettera del Radoicovich : Nella scorsa settimana mi fu consegnata in Torre la di Lei lettera 27 7bre. Ritornato in città mi occupai tosto a stendere l'indice dei vescovi di questa ond.a Catted.le dall' epoca del celebre M.r Tommasini in poi a norma delle di Lei ricerche: eccolo nell' unito foglio. (E quello pubblicato dal Kandier e da altri. D. V.) Dopo P Ughellio il dottiss. M.r Negri avea tentato a diradare le oscurità che involgono la storia di qu.ta antichiss. sede vescovile con quanta fortuna non so. Costì dovrebbero rinvenirsi traceie dell' opera dell' erudito Prelato essendo egli morto nel 1738, reggendo codesta Diocesi. Co' miei ossequi offro al nob. S.r conte la mia buona volontà di prestarmi in tutto ciò, che potesse essergli opportuno nella sua plausibile impresa. Alla religiosa memoria verso i suoi defunti, miei amorevoli, unisco le proteste di quella verace stima con cui mi pregio di essere di Lei Nobile Signore Umil.mo Dev.mo Obbl.mo Pietro Cau. Radoicoyicli. Nel cimitero di Cittanova l'are. Radoicovich ha la seguente epigrafe : PIET1ÌO CANONICO RADOICOVICH NATO IN TORRE NEL MDCCLXVI MORTO IN CITTANOVA NEL MDCCCL SACERDOTE PIO ZELANTE INTEGERRIMO APPRESE ED INSEGNÒ CON LODE LETTERE E SCIENZE PER AMORE PATERNO CARO ALLE ANIME CHE RESSE NEGLI ONORI ED UFFICI OPEROSO VISSUTO IN MODESTA FORTUNA CON ESEMPIO IMITABILE FONDAVA IN MORTE A' SUOI CONTERRANEI BENEFICENZA PERENNE AL MAESTRO ALL' AMICO VENERATO GIROLAMO VIEZZ0L1 —■ NICOLÒ DE FILIPPINI RICONOSCENTI POSERO QUESTA MEMORIA Anche l'abate Talia, che scrisse di estetica, riposa presso l'amico Radoicovich in questo cimitero di Sant' Agata, e lo si trova fra gli altri monaci benedettini di Daila ricordato colla seguente epigrafe : Placidus Talia Abbas Ann. Nat. 82 obiit K. Dee. 1862. Ora trovo opportuno di fare alcune annotazioni: L' epigrafe al Radoicovich è composta dallo stesso Girolamo Viezzoli in essa ricordato. 11 Viezzoli nacque in Cittanova da Nicolò e da... di antica famiglia cittanovese, che coprì cariche municipali. Fu educato in Venezia sotto gli auspici dell' interveniente avvocato N. Testa, suo zio (sposato con la sorella di suo padre, la quale riposa in Santa Maria Formosa ed è ricordata da epigrafe). Da Venezia passò a Padova ove abbracciò la carriera legale ; ritornato dallo zio si sposò con Ernesta Manin, sorella, nientemeno, di Daniele Manin, del quale basta il nome. La gracile costituzione della Manin e le fortunose vicende del grande fratello 1' accorarono così che si spense ancor giovane, dicesi a Padova. La famiglia Viezzoli, benché decaduta, fece educare nella pittura il secondo figlio Nicolò nell' Accademia di Belle Arti in Venezia. Che abbia approfittato dell'istruzione avuta, lo attesta una sua pala che si conserva nel Duomo di Cittanova, rappresentante S. Pietro Apostolo. S. Agata e S. Nicolò. A detta degli intelligenti la testa di S. Pietro è opera di provetto artista. A piedi della pala è scritto Nicolò Viezzoli ||||; vi seguiva forse la data, ora sparita. Se questo pittore cittanovese abbia eseguito altri lavori in provincia non ra' è dato di saperlo. Tanto Girolamo che il fratello Nicolò Viezzoli morirono nel Veneto, quindi questa secolare famiglia di Cittanova come quella dei conti Rigo si estinse. D. V. UST otizie Nella seduta eh' ebbe luogo per le ultime elezioni della Società del Progresso, presieduta dall'on. avvocato Antonio Vidacovich, il relatore Dr. Guido Angeli diede lettura su quanto fece il comitato, della quale rechiamo la conclusione, per essere già pubblicata l'intera relazione da altri giornali che ci precedettero. ,Grazia a voi adunque, grazia alla stampa conscia Julia propria missione e grazia sopratutto ai principi pei quali combattiamo, si è vinto e le sorti ammiuistrative della città nostra alle quali tanto intimamente sta collegato il principio nazionale, sono affidate agli uomini nostri. — Bene sia per la patria nostra e possa l'opera di questi suoi figli schiuderle prospero e lieto l'avvenire ! Noi vi andiamo fiduciosi, poiché la vittoria ne fa lieto presagio — ma al vaticinio aggiungiamo 1' augurio che se nuove lotte pei nostri priucipii si apprestano, sia la uostra bandiera affidata alle maui rispettate ed amate di chi ci è duce : 1' avvocato Autonio Vidacovich. E sia lieto 1' augurio e rinfrancandoci nella uostra fede ci avvii a trionfi migliori." Un applauso fragoroso, prolungato, frenetico irrompe nella sala e 1' egregio avv. Vidacovich, preso da vivissima commozione per sì imponente dimostrazione d'affetto e di stima, ringrazia vivamente gli astanti. L'assemblea accoglie quindi, senza discussione, il voto del sig. Marinaz che la Società del Progresso costituisca un Comitato elettorale permanente ; la proposta del sig. M ali orsi oh che il Comitato dirigente della Società deponga una corona sulla tomba di Francesco Hermet, il 16 corrente, anniversario della sua morte; la proposta del signor Ugo Liebman di votare un atto di ringraziamento al Comitato che con tanto senno seppe dirigere P azione elettorale. La seduta è quindi levata alle grida di viva il Progresso, viva Vidacovich ! Corre voce che la nomina del podestà di Trieste e della presidenoa municipale avrà luogo il giorno 17 cor. A podestà di Parenzo venne riconfermato con soddisfazione di tutta la provincia l'egregio patriotta Francesco Sbisà. I nostri mirallegro ai parenzani ed al distinto loro capo. Il capitano provinciale Dottor Francesco Vidu-lich venne rimosso dal posto di consigliere di amministrazione del Lloyd austro-ungarico, che con molta intelligenza e perizia copriva da lunghissimi anni. La rimozione fece tra noi penosa impressione, tanto più che a suo sostituto venne eletto un Tonkli, che ci si dice affatto inesperto in affari di mare. ______ Da quanto ci fu riferto vennero approvati gli statuti della progettata Società istriana di navigazione a vapore. In questi giorni fu scoperto con solennità in Brera il busto di Giulio Carcano, il geniale autore di Angiola Maria. L'epigrafe che si legge sotto il busto è questa: A Giulio Carcano — Intelletto d' amore — Poeta intemerato — Pittore efficace — Della vita popolana — Degno interprete — Di Shakespeare — Nato in Milano il 7 agosto 1812 — IH casa illustre — Morto a Lesa — Il 30 agosto 1884 — Nelle sue speranze — Invitto. Gaetano Chierici, prete liberale e distiuto scienziato, morì a Reggio d' Emilia. Coltivò sopra tutto gli .studi paleontologici e s'interessò molto di quelli che riguardano la nostra provincia. Scrisse parecchie memorie preziose e lascia a Reggio un museo di storia patria da lui fondato. Un altro prete liberale è morto : Giuseppe Brambilla di Como. Fu scrittore distinto e tra suoi lavori primeggia la traduzione delle Metamorfosi d'Ovidio che è ritenuta la migliore. La Direzione della Società degli alpinisti triestini invita i signori soci al III congresso generale ordinario che avrà luogo la sera di giovedì 18 febbraio alle ore 7 y„ nella sala della Società Operaja triestina, gentilmente concessa, col seguente ordine del giorno : 1. Lettura del P. V. del Congresso precedente. — 2. Comunicazioni della Presidenza. — 3. Lettura del resoconto virtuale dell'anno trascorso. — 4. Presentazione del bilancio sociale per l'anno 1885. — 5. Proposta di istituzione di un fondo di beneficenza. — 6. Proposta di istituzione di un Osservatorio meteorologico in Istria. — 7. Elezione della Rappresentanza sociale. Fra i delegati scelti dall' Italia a rappresentarla nella conferenza internazionale tenuta a Vienna collo scopo di scegliere un diapason (corista) unico per la musica notammo con compiacenza sentita il professore Pietro Blaserna di Gorizia, dottissimo uomo, vera illustrazione della sua patria. Contro eli noi. Il periodico Patria nel suo ultimo numero del 12 febbraio pubblica una corrispondenza „dall'Istria" di quasi due colonne, piene zeppe di contumelie contro di noi, parafrasando quasi tutto il no-stry articolo pubblicato nella Provincia del 1° febbraio „Le elezioni comunali di Trieste." Quel signor corrispondente fa la sua brava professione di fede, e trovata ospitalità cordiale e gradita nel Patria, prende posto tra tutti quei poveri galantuomini che abborriscono di arruolarsi tra la svergognata nostra consorteria. Ebbene sì, noi (qui sotto ci sono nomi e cognomi) apparteniamo alla consorteria della quale intende parlare quel signor corrispondente ; cioè a quella grande maggioranza di patriotti, da molti dei quali anche testé abbiamo avuto un attestato di benevolenza carissima e preziosa. Quel signor corrispondente è, invece, uno di quei poveri galantuomini che abborriscono ecc. ecc. È necessario mettere subito le cose in chiaro e ciascuno al suo posto. Ed ora ripigliamo il nostro lavoro, che non abbiamo tempo da perdere. Cos© locali La locale filarmonica diede la sera del 3 febbrajo un terzo trattenimento musicale con lotteria e ballo che si protrasse fino alle quattro dopo mezzanotte. Domenica p. p. la compagnia drammatica diretta dall' artista Icilio Brunetti aperse il suo corso di rappresentazioni colla commedia di Libero Pilotto — 11 tiranno di San Giusto e colla farsa Chi non prova non crede. Se si può giudicare da una prima audizione, dobbiamo dire che il giudizio del pubblico fu buono, avendo trovato intelligenza, premura ed affiatamento nella recita dei due lavori ; ciò che lascia sperare della riuscita delle ventitre produzioni che si daranno ancora in questa metà di carnevale. Anche la banda aumentata di nuovi suonatori piacque per gli scelti pezzi bene eseguiti e perchè sa intonarsi all'angusto ambiente del troppo microscopico teatro. PUBBLICAZIONI No te rei le di geografìa e storia istriana proposte ai maestri e alle famiglie da Lorenzo Gonan, maestro superiore in Orsera. Parenzo, G. Coana, 1885. E un libro eccellente che mostra la sana coltura di chi lo scrisse e la rettissima intenzione per cui venne scritto. Facciamo voti che sia letto da quanti hanno a cuore 1' educazione dei nostri figli e che venga divulgato non solo per le cittadelle ma anche per le campagne dell' Istria. Un ignorante di meno è un italiano di più sentenziò 1' Azeglio ; e molti libri che tendessero allo scopo che si è prefisso il maestro di Orsera aprirebbero gli occhi a chi li tien chiusi per colpa propria o non li può aprire per colpa d' altri. Le Note-relle del Gonàn vengono spedite a chi gli manda in Orsera il tenue importo di soldi 80. • A proposito del qual libro, togliamo il seguente brano, da una lettera che ci venne inviata da Pisino : ..........Ho trascorso, a dir vero, fuggevolmente, le Noter elle dello studioso signor Gonàn, e mi paiono scritte iu buona lingua e con ottimi intendimenti, perchè possano essere lette con profitto dai maestri e dalle famiglie istriane. Ma, quanto ai maestri, porto opinione, che essi sapranno qualcosa più di ciò che è raccolto nelle Noterelle; purché lo scopo del signor Gonàn non sia quello di propor loro uno schema di geografia e storia paesana che serva di guida iniziatrice all' insegnamente dellp scuole primarie. L'Istria, com' è noto, difetta, anzi non possiede finora libri siffatti, e sotto questo riguardo il maestro di Orsera ha fatto opera meritoria coli' aprire la strada a tanti giovani maestri istriani che devono avere in cima de' loro pensieri il progresso degli studi geografici e storici di questa importantissima provincia. E perchè ho scorso il libro con troppa fretta, non ho potuto notare che poche inesattezze, certo che trattandosi di un lavoro nuovo non sarà privo di mende. Non è vero, per esempio che il Municipio di Capodistria possieda un ritratto su tela di G. R. Carli. In tutta l'Istria, per quanto mi constar ce n1 è uno nella Biografia dello Stancovich, e un altro nell' Elogio biografico del Bossi. Eorse, e si potrebbe indagare, oltre il busto marmoreo presso Monza (nell'ex villa del cardinale Durini) esisteranno altri ritratti nella stessa Lombardia, nel Veneto ed anche in Toscana ; cioè in que'luoghi dove il Carli ebbe più lunga dimora. Non è vero, (almeno fino a prova contraria), che la tintoria di porpora fosse stata a Cissa presso Rovigno, ma si è sempre ritenuto a Cissa o punta Cissana presso Pola. Su ciò il signor Gonàn può dare un' occhiata al vol. III delle Antichità Italiche del Carli, p. XIV-XIII, dove troverà una Ietterà intorno al sito di Cissa coli' illustrazione delle relative lapidi. Anche il signor Tomaso Luciani disse qualcosa di Cissa e della punta Cissana nel n. 18 dell' Unione cron. cap. an. VI, n. n. 18 *)....... *) Ritardata, per mancanza di spazio. Red. Sopra il granito a sferoidi di Ghistorrai presso Fonni in Sardegna, Nota lì, di Domenico Lovisato. Questa nuova pubblicazione inviataci dal distinto nostro comprovinciale, accolta nei rendiconti dell' illustre Accademia dei Lincei, di cui il Lovisato è membro, fa seguito ad altra Nota sui famosi inclusi nel granito di Ghistorrai, che il dotto autore inviò a parecchie Università italiane ed all' Istituto di Francia. I nostri mirallegro al Lovisato per la instancabile sua attività e per la profonda sua dottrina scientifica, che da tanto tempo fa palese anche ai profani. Periodico di matematica per l'insegnamento secondario. Sarà compilato da un triestino, il cav. Davide Besco, professore del Reale Istituto di Roma. Prezzo di associazione per gli stati dell' Unieue postale lire 7. L'Eco di Pola è uu nuovo periodico che si pubblica in quella città ogni sabbato. 11 suo programma è ricco di buone intenzioni, e ciò che promette fra altre cose si è di essere alieno da ogui prepotenza e di abolire la gravità cattedratica dello stile. Spera inoltre di farsi giornaliero ; ciò che ritiene sarà un vero ed esclusivo trionfo per Pola e per tutta l'Istria. Glielo auguriamo di buon cuore e salutiamo il suo apparire, facendo voti che la sua esistenza sia lunga, serena, felicissima. Concorso internazionale di apparecchi anticrittogamici ed insetticidi in Conegliano L'apertura del Concorso intemazionale a premi per apparecchi anticrittogamici ed insetticidi da tenersi a Conegliano (Venezia) presso la R. Scuola di Viticol-coltura ed Enologia è stata rimandata dal giorno 2 al giorno 12 Marzo prossimo ; di conseguenza il termine-utile per le domande d' ammissione viene a scadere col giorno ultimo del presente mese e quello pel collocamento degli apparecchi nel locale a tal uopo destinato, col giorno 9 di mano. LAPUDIolKlA, Tipogratia di Carlo Priora. Pietro Madouizza — Anteo Uravìsi edit. e redat. responsabili