Ahbuoiiamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti ante pipati. Per un solo numero solili 20. Rivolgersi per gli annunzi allMmminis. Redazione «d Amministrazione Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi al rimili hi istruzione Si stampano gratuita mente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excclsior____ La notizia del sequestro, di cui diremo nelle ultime colonne, pervenutaci a giornale impaginato rese necessario, per poter uscire in giornata, d'in-vertirne V ordine. I Mille a Palermo dopo 25 ani (dal „Benaco“ di Biva) Il 26 del decorso mese, 25 anni dopo la famosa spedizione che è tramandata alla memoria dei posteri col nome dei mille, il Vapore „Amedeo" ancorava nel porto di Palermo. Tosto si recarono a bordo Grispi, Albanese, ed una rappresentanza del Municipio, e fra una folla immensa, commossa per entusiasmo indescrivibile, sbarcavano Cairoli, Menotti, Canzio colla moglie Teresita, Barattieri e la figlia di Lenini fra lo stuolo dei rimasti della leggendaria legione. È impossibile descrivere quella festa, e ripetere le acclamazioni e i discorsi che si lessero per l’inaugurazione del monumento che, assieme ai caduti del 1860 ricorda pur quelli del 1848. Vi assistevano oltre 100 società con musiche e bandiere. Alla sera vi fu illuminazione del corso Vittorio Emanuele con archi di fuoco, con fiaccolate per le principali vie della città, mentre a trasparenti col nome delle battaglie combattute, venivano portati in giro i ritratti coi nomi degli eroi principali defunti, e sopra un carro il busto di Garibaldi. Il monumento sorge dinanzi allo storico Tempio e consiste in una colonna a larga base finita da una clessidra. * * * Il 24 maggio 1860 i corpi dei generali Cataldo, Bosco e Florenz si stabilirono ad arco dinanzi a Piana dei greci, e Garibaldi, con felice mossa di fianco, disponevasi in battaglia. Quando scendeva la notte, un nuovo ed abile inganno doveva confondere ancora di più i comandanti delle truppe napolitane. Fatta prendere la strada di Corleone al colonnello Orsini con tutti i bagagli e cinque pezzi di artiglieria, scortati da 240 uomini, all’ annottare Garibaldi col suo esercito alleggerito si avviò sollecitamente sulla sinistra, marciando verso San Cristino e Marineo. Bosco credette i garibaldini fossero tutti in ritirata su Corleone e inseguendo Orsini, sicuro di tenere la vittoria in pugno, non si peritò di annunciarla. Orsini intanto, scaramucciando abilmente col-l’avanguardia nemica, la manteneva in riguardo, certo di avere dinanzi a sè la retroguardia garibaldina. Garibaldi, giunto a Marineo il 25, lasciò appena il tempo a suoi di prender cibo, ed a notte marciò su Misilmeri, a breve distanza da Palermo. Il piccolo esercito erasi cresciuto di nuovi volontari siciliani. Salì Garibaldi al convento di Gi-bilrossa ove tenne il celebre consiglio di guerra sul da farsi. Suo consiglio era, si dovesse immediatamente attaccare Palermo. Bixio solo si accordava con lui, la bilancia propendeva per mosse meno ardite. Fu allor che Garibaldi per troncare la dedizione, fissando lo sguardo in cielo, additante Arturo, la sua stella, esclamò : — Arturo brilla! A Palermo! La colonna d’attacco fu in tal modo ordinata : Tukery all’ avanguardia coi picciotti di La Masa, duemila uomini : Bixio col primo battaglione, trecento ; Garibaldi collo stato maggiore ; Carini col secondo battaglione quattrocento, e Sant’Anna con altri picciotti cinquecento. In tutto 3200 uomini. La colonna giungeva alle porte di Palermo all’alba del 27. Ordine era stato dato di non far fuoco ; diffami l’avamposto regio fu sbaragliato all’arma bianca: ma le urla dei picciotti accorrenti all’ attacco, resero vano il provvido divieto. Dirimpetto a Porta Termini sorgeva una barricata validamente difesa. I Garibaldini mitragliati di fianco, furono respinti. Al primo, seguì un secondo urto ; mentre Garibaldi mandava i dispersi sulla sinistra per impedire al nemico dì molestare gli assalitori di Porta Termini. Anche il secondo assalto venne respinto ; una ultima prova e tutto era perduto. Garibaldi, ricomposta la colonna, ordinò l’assalto supremo. Le barricate forono superate con immensa strage; il sole spuntava all’orizzonte e Garibaldi era in Palermo... lì generale Bosco inseguiva sempre per strade orribili la supposta avanguardia garibaldina, i 240 uomini del comandante Orsini!.. In Palermo la lotta s’impegnò per le vie. Dalla squadra, dal forte di Castallamare incominciò terribile il bombardamento della città. Dopo due giorni e due notti di bombardamento i garibaldini erano quasi completamente padroni di Palermo. Senza l’intervento della squadre inglese la città sarebbe stata ridotta un mucchio di rovine. Il solo forte di Castellamare in 24 ore gettò 2600 bombe. Una sospensione d’armi venne fatta dai realisti ma frattanto giungeva di ritorno il Bosco con 10,000 uomini, che non avea potuto raggiungere l’Orsini rifugiatosi felicemente a Sambucco ; dovette pur esso accettar l’armistizio. Il 6 giugno Garibaldi stipulava lo sgombro della città e l’imbarco delle truppe regie, la consegna dei forti e lo scambio dei prigionieri. Ventimila soldati regi s’imbarcarono pel continente. La Sicilia era quasi interamente in mano di Garibaldi un mese ed un giorno dopo l’imbarco sullo Scoglio di Quarto !... Miracolo simile non registra la storia !... ------------------—»-------------------------------- Saggio di Annali Istriani. Del secolo XIII — dall’ anno 1235 e seg. dell'Ab. Angelo Marsioh. (Gont. vedi N. 10) 1239. — Gregorio IX impegna il patriarca ad interdire alla città di Pola il trasporto delle truppe ungheresi nella Puglia ai servigi di Federico II, col quale era in rotta. Notizie di Pola, p. 30 1239. — Federico II, vista la intimità di Venezia col papa, eccita que’ di Ancona ad inquietare l’adriatico, Pola a ribellarsi ; ma Pola dovette piegarsi ben presto dinanzi alle armi di Giovanni Tiepolo figlio del doge, Ancona vide prese le sue navi da Marco Zorzano ed arse. Bomanin, St. di Ven. — II. p. 227. 1239. — Due fratelli della famiglia Dragomiri di Veglia donano ai Benedettini di S. Cipriano di Murano la chiesa di Sau Marco, situata sull’isola di Veglia, e beni a lei spettanti. Corner. Not. St. delle Cii. e Mon. di Venezia. — p. 633. 1239, 3 luglio. — Mainardo conte di Gorizia, eletto arbitro dal patriarca Bertoldo e dal comune di Capodistria, delibera in Dividale, che Capodistria possa eleggersi a podestà genti del Friuli o dell’ Istria, e col permesso del patriarca, anche di altre parti, previa sempre la conferma patriarcale ; che il solo gastal-dione possa esercitare in essa città la procedura criminale ; che il patriarca entrando in Capodistria possa esaminare il civico statuto, cassarvi ciò che contraria ai diritti del marchesato od aggiungervi ciò che fosse consentaneo. All’atto assistevano Volrico vescovo di Trieste, Beagnino signore di Mondano e Senisio de Bernardi, Bicario in Istria. loppi. Aggiunte al Cod. Dipi. Istr. p. 29-33,— Carli. Antich. Italich. v. V. p, 184 e 213. 124.. — Venezia elegge Giovanni Tiepolo, figlio del doge e uomo che diè saggi di valore in vari incontri co’ nemici della Bepublica, a conte di Ossero. Romanin. St. di Yen. — II, 236. 124.. — Venezia conferisce a Lorenzo Tiepolo, figlio del Doge, la contea di Veglia, togliendola al conte Bartolomeo, perchè parteggiante peli’ Ungheria. Bomanin. St. di Verezia. — II, 236. 1240. — Si trasportano in Ossero ai tempi del vescovo G... le ossa di San Gaudenzio che riposavano da secoli nel convento di Porto Novo _ presso Ancona. D. Farlati: Illyr. Sacr. To. V, 197. 1240, 24 gennaio. — Adolfo vescovo ed il capitolo di Parenzo donano ai cavalieri ospitalieri di S. Giovanni, Manfredo e Gerardo, il monastero di S. Giovanni di Prato, posto nei suburbi di Parenzo, verso l’annua contribuzione di un castrato, venti pani ed un congìum di vino al capitolo li 21 novembre, rispettando al capitolo il diritto di funzionare nel dì di S. Mauro. Nel 1447 i parenzani donarono al detto ospitale ducati dicci per famiglia; sul principio del secolo XVIII il colonello Du-pile legava all’ospitale la ricca sua sostanza; l’istituto prosperò sì ma non allungo; le sue presenti reudite (1864) ammontano a soli fior. 450. (*) Kandler. „L’ Istria“ An. IV, p. 109. — Mado-nizza. „Almanaco Istr.“ Anno 1864 p. 101, — Cappelletti, le chiese d’Italia v. Vili p. 790 e loppi. Aggiunte ai Cod. Dipi. Istr. p. 33. *) Assistevano alla donazione il prevosto - diacono di Bovigno, Giovanni; i canonici di Parenzo Don Giovanni arciprete, Don Cadolo arcidiacono, Don Vitichino e Don Moscardo, Bernardo ed Almerico diaconi. 1240. 31 maggio.-—Muore il vescovo di Cittanova Can- ciano, già canonico d’Aquileia ; lascia con suo testamento al capitolo aquileiese un calice. Kandler. „L’Istria“. Anno VI, p. 71. 1241. — Pola, approfittando delle discordie tra Venezia e l’Italia, si libera dagli obblighi che la vincolavano alla Repubblica, discaccia il veneto podestà e si mette sotto la protezione del-1’Ungheria; Venezia arma alcune galee per ridurla a buon senno. Ersch Gruber Allg. Enciclop. XXVI 232. 1242. — Michele Morosini, conte di Zara, invita que’ di Arhe, Cherso e Veglia a spedirgli de’ soccorsi per punire 1’ audacia de’ fuorusciti za-ratini che molestavano con le loro barche i Veneziani. Bomanin. St. di Ven. — X, 235. 1242, ottobre — Pola parteggia novellamente per i Genovesi; i Veneziani guidati da Giacomo Tiepolo e Leonardo Quiriti, la occupano, la castigano crudelmente, la rovinano, la incendiano. Notizie Storiche di Pola, p. 32 - 74. 284 1242, 22 dicembre. —11 patriarca Bertoldo, eletto giudice arbitro, vuole che il vescovo di Pola prò tempore dia un pranzo al capitolo proprio nelle feste di Pasqua, di S. Tomaso e di Natale; nella festa di S. Mauro {21 nov.) • gli passi 12 pani, 6 carnes, 6 pesci congruos e 4 congi di vino, nella festa di S. Grisogono {24 nov.) 6 pani, 3 carnes, tre pesci e due congi di vino, in quella di S. Andrea (30 novembre) pani 24, carnes 12, 12 pesci e due congi di vino, ecc. ecc., che non possa ordinare alcuno senza aver consultato il capitolo ; ecc. ecc. (Atti del notaio Baimondo.) Kandler. Cod. Istr. pubi. an. 1334, 30 giugno. 1242, 24 dicembre. — Il comune di Pola delega i ca- nonici Ugone sacerdote, e Giovanni de Spago suddiacono per impetrare perdono e grazia dal doge di Venezia. Not. stor. di Pola, p. 285. 1243. — Il patriarca Bertrando dona alcune terre al- 1’ abbazia di S. Giovanni di Tuba (di Duino). Kandler. Indicaz. per le cose storiche del litorale p. 29. 1243. —• L’ eletto vescovo di Parenzo, Pagano, investe Leone Vetrame e successori del feudo della magia o riviera di Teoio coll’obbligo di passare la metà della pesca al vescovo de tempore. All’ investitura assistevano : Giovanti arciprete, Cadolo arcidiacono, Mauro e Giovanni sacerdoti, Bernardo e Tomaso diaconi, e Vicardo accolito, tutti canonici di Parenzo. Kandler. Cod. dipi, Istr. 1243, 26 genn. — Bertoldo, patriarca di Aquileia e marchese d’Istria, conferma la fondazione ed i doni fatti dai propri fratelli, Arrigo già marchese d’Istria (morto li 17 luglio 1228) e Ottone del fu Bertoldo duca di Merania. Àrchiv flir Kunde sesterr. G. Q. to. XXXII, p. 206 1243, 4 febbraio. — Nas sinvera, potestas regalie polensis. Marici delle porte di Fola erano Giovanni de Honorata, Ugulino del fu Adelgerio e Michele di donna Benna. Kandler. Cod. Dipi Isti'. — e Not. Stor. di I’ola p. 282 e 285. 1243, 4 febbraio. — I rettori ed il popolo di Fola giurano di voler osservare il trattato di pace e di dipendenza conchiuso dai procuratori di quel comune, i canonici Ugone e Giovanni de Spago, ai 21 gennaio in Venezia. Not. Stor. di Pola, p. 282, — Kandler. Cod. Dipi. Istr. 1244. — 11 doge Iacopo Tiepolo dichiara decaduta la famiglia Frangipani della contea di Veglia, perchè ribelle, e vi sostituisce il proprio figlio Lorenzo. Archivio Veneto, To. Ili, Par. I,pag. 11. 1244. — Il doge Giacomo Tiepolo elegge a Conte d1 Os-sero il proprio figlio Giovanni, il quale passa nel 1263 a Podestà di Treviso e muore nel 1279. Archivio Veneto. To. Ili, Par. I, p. 11. 1244, 3 dicembre. — Vellico, vescovo di Trieste, trovandosi in Moccò, promette di voler investire Mainardo conte di Gorizia del primo feudo vacaturo, fruttante almeno otto marche, in ■ ogni caso vuole che frattanto riceva dalla camera vescovile tre marche all’ anno. Notizienblatt. Beilage zum. etc. Ann. VII, p. 329 1244, 21 dicembre. — Volrico de Portis, vescovo di Trieste, assiste nella chiesa di S. Giorgio presso Villaco alla transazione conchiusa tra Bertoldo patriarca d’ Aquile)a ed Arrigo, e-letto vescovo di Bamberga. Cappelletti. Le Chiese ecc. To. Vili, 692. 1245. — Papa Innocenzo IV elegge in Lione a vescovo di Capodistria, il canonico di Aquileia, Corrado. Naldini. Corografia ... pag 85. 1245, 3 giugno *) — R . . . . decano di Capodistria delegato da Volrico vescovo di Trieste (che era stato tassato a 100 marche d’ argento per prestolazioni papali), offre all’ eletto patriarca gradense che trovavasi in Venezia a saldo delle 100 marche lire 300 di piccoli, in caso diverso dice di volersi appellare al papa. *) Re] codice Dipi- Istr. è notato erratament l’anno 1240. Kandler. Cod. Dipi. Istr. 1245, 21 giugno. — Papa Innocenzo IV conferma a dieci il numero dei canonici in Capodistria, permettendone però 1’ aumento ove aumentassero i beni della mensa capitolare. Naldini. Coroglafia ... pag. 122. 1245, 21 giugno —Papa Innocenzo IV fulmina la scomunica contro l’imper. Federico II e lo dice decaduto dell’impero; tra i 140 prelati presenti al consilio di Lione figura il vesc. di Trieste, Ulrico de Portis, detto anche Volrico ed Ulvino Kandler. Ind. p. 29. — Bandelli. Not. Stor. di Trieste 37. — Cappelletti. Le Chiese d’Italia v. Vili p. 692. — Scussa. St. Gronogr. di Trieste. Pag. 60. (Continua) --------------- —~«>ea-DaK»——----------------- . Il maestro in qualità di medico La società Viennese promotrice della pubblicazione di scritti volanti per il progresso inorale, intellettuale e fisico del popolo, or sono circa nove anni, venne nella determinazione di assegnare un maggior premio a chi meglio svolgesse il tema : „II maestro in qualità di medicoL Presi in esame i vari manoscritti dei concorrenti, pregevole sovra tutti fu giudicato quello portante il motto : Semplice e vero. Il lavoro, rivisto con la massima accuratezza da distinti medici di corte, d’ università e d’altri istituti, da specialisti, da pratici e da egregi naturalisti, venne pubblicato a Vienna nel 1876 dal Dr. C. W. Adler. Il chiarissimo Vittorio Castiglioni, desideroso di contribuire al bene della scuola, previa licenza ottenuta dall’ egregio proprietario, tradusse e stampò a proprie spese quest’operetta in lingua italiana, osservandone scrupolosamente la chiarezza, la grazia e la purità. — Trieste. 1878. Stabilimento tipografico B. Appolonio. E così la sullodata società, 1’ autore e il traduttore dell’ opuscolo in discorso, presentarono col medesimo ai genitori, ai maestri e specialmente a quelli di campagna, ai proprietari dei conservatori e dei giardini infantili un libretto di grande utilità pratica. Il detto lavoro illustrato da trenta immagini nitidamente incise è quanto basti voluminoso, non oltrepassando i cinque fogli di stampa. Tratta in modo assai popolare, accessibile a tutti della conformazione del corpo umano ; delle cause delle malattie degli scolari; delle norme precauzionali per impedire fra loro lo sviluppo e la diffusione delle malattie ; dei soccorsi da prestarsi loro nei malori improvisi e nelle lesioni corporali, d’indole traumatica, che si producono giuocando, durante gli esercizi ginnastici, nei lavori di giardinaggio ; dei mezzi che il maestro può adoperare contro i difetti prodotti da cattive abitudini dei fanciulli ecc. ecc. Argomento sicuro del merito dell’ operetta è il fatto, che nel giro di pochi mesi 1’ originale ebbe 1’ onore di ben quattro edizioni tra gli insegnanti tedeschi. Non ci è dato di poter dire che la traduzione sia stata ristampata. Convinti essendo di promuovere una buona causa •— unitamente alla debita osservanza della Notificazione dell’ i. r. Consiglio scolastico provinciale dell’Istria dei 3 Gennaio 1885 concernente i provvedimenti contro la propagazione di malattie contagiose — raccomandiamo con ogni calore agli educatori popolari, ai padri di famiglia 1’ attenta lettura dell’ operetta di cui è parola. Tra i maestri dell’ Istria noi abbiamo, la Dio mercè, molti filantropi, molti e molti amanti dello studio ; ci lusinghiamo quindi, che accoglieranno di buon grado la nostra raccomandazione, e trarranno da quest’ aureo libretto tutta la possibile utilità in vantaggio del pubblico bene.. ---------------—---------------------------------- Manditi! ! Chi è costui ? Vuole una presa ? mi disse un giorno un amico. Sporgo la mano, e di sotto al tabacco mi scatta un Pulcinella. Quasi che le risa non mi strapparono i precordi. Ma un pulcinella che si rispetta, annuncia la sua venuta con un manifesto ; e così ha fatto questo Mandich. Seuonchè un manifesto dev’ essere fatto a modo, altrimenti gli affari saranno magri. Vediamo pertanto che ne sia del manifesto di questa compagnia di mimi e ne potremo presagire il successo. Onorevoli elettori! (To’! aveva inteso che questo Mandich fosse sordo. Vedo in quella vece che ha capito a meraviglia che la lingua che si parla qui è l’italiana. Mondo bugiardo ! Ma se non è sordo che cosa è allora? Imperocché bisogna pur trovare una spiegazione a questa sortita di uu croato che si fa a dire agli italiani : Io sono più onesto e più intelligente di tutti i vostri ; fatemi deputato. Che i clienti di questo medico Mandich pensino un po’ che non abbia affittato 1’ ultimo piano). Dunque, Onorevoli elettori ! Alcuni comprovinciali mi pregarono (è un cane grosso costui ? Mi pregarono! E dire che fino ad oggi nessuno lo conosceva !) di voler candidare nelle città istriane (istriane ! Che abbia voluto dire stiriane ? Ma la sarebbe del pari una bestialità, perchè là sono tedeschi) a deputato del Consiglio dell'Impero. Abben-chc conscio delle grandi difficoltà (secondo le teste, secondo le teste) che vanno congiunte con tale incarico (leggi : Abbenchè conscio che non è possibile che io riesca) non ho potuto declinare una tale offerta (offerta ? Diavolo/ Si può offrire ciò che non istà in noi di dare ? Dovevi dire sollecitazione. — Diciamosela qui tra noi, caro Mandich : ti raccomandi assai male. Come farti deputato, se nel tuo programma dimostri così evidentemente di non avere il senso comune ?) Ritengo dunque ora mio dovere di dirigervi alcune parole facendovi conoscere in essenza i principi (reali o imperiali?) dei quali sarò animato (sarò ? Ma dunque era certo della riuscita! Per carità, ci badino i suoi clienti !) nel propugnare i nostri interessi. Lo scopo e l'obligo di ogni stato è di promuovere il benessere intellettuale e morale dei propri amministrati (bella novità da venircela a dire il signor Mandich ! Ma dove mai ha lasciato il benessere materiale ?) Ed e per questo che vediamo nell'ultimo tempo (misericordia ! È la fine del mondo) svolgersi in tutti i paesi una febbrile attività per procurare ai propri sudditi (sudditi dei paesi ! Finora i paesi avevano abitanti, cittadini, e sudditii Sovrani. È nella lingua dell’avvenire che si dice così?) nuovi campì ove possano svolgere il loro benessere materiale. (Non sappiamo se a far il medico sia necessaria un po’ di logica, ma certo anche a fare lo spazzacamini. Vede, la logica di questi due ultimi periodi, trasferita nelle cose di medicina, suonerebbe così : L’ammalato ha bisogno di aria e di luce e per questo gli si dia da mangiare. Ed è con tale corredo di buon senso, che vuol fare il nostro deputato?) Anche il nostro governo ha incominciato a incamminarsi (non mica a camminare) per tale via, ci resta ancora molto a fare (lo farà lei non è vero ?) avendoci gli altri sorpassato. Specialmente la nostra Istria trovandosi al confini dello stato rimase negletta non essendo conosciuti a fondo i bisogni della medesima (come sta bene quel medesima). E' dovere dei deputati di far conoscere i nostri bisogni al governo, (questa virgola è nell’originale) pur troppo per lo passato essi non hanno spiegato un' attività corrispondente ai molteplici bisogni della provincia (neanche Vitezich l) ed in ispecialità delle città nostre, la maggior parte delle quali vivono in un abbandono che fa pietà ai viaggiatori stranieri abituati altrove a veder dappertutto fiorenti le città marittime, centri di commercio e d'industrie. Bisogna dunque scuotersi da questo letargo, lasciare a parte le eiancie e la politica di campanile e mettersi ad operare (siamo al punto culminante della eloquente orazione e tosto co-minceremo la discesa. Non si vedono più campanili tranne si sa quello di Zagreb) Sempre animato da sentimenti di vero e disinteressato affetto (che cuor d’ oro perdio) per i miei comprovinciali, sento in me la forza dopo avermi negli anni scorsi occupato collo studio dei bisogni della nostra provincia, a farmi valido interprete dei medesimi presso V alto Governo, il quale è sempre disposto a soccorrere, quando si sa dimostrargli la necessità ed opportunità dei chiesti provvedimenti. (Se dopo la lettura di questo periodo non vi gira il capo, fermatevi a considerare la modestia del Mandich. Noi ci faremo intanto alla finestra, che ci manca il respiro). Io Vi interesso dunque, onorevoli elettori, di accordarmi la Vostra fiducia e siatene antecipatamente persuasi che sarà V unico mio orgoglio e I' unica mia cura di soddisfare le vostre esigenze. Nel caso che la Vostra fiducia mi verrebbe accordata (proprio qui dove domanda la nostra fiducia) non tralascierò di prender ancor migliori notizie dei speciali bisogni delle Vostre città ed a tale scopo mi porrò in diretta relazione con Voi intraprendendo una gita in tutte le città allo scopo di udire dalla Vostra stessa bocca i molteplici nostri bisogni. (Senta, sig. Mandich, le nostre città, come lei dice, sono molto povere ; ma per mostrare la loro riconoscenza per tanta degnazione le voteranno una candela di sego al giorno e una pagnotta di pane bigio) Mi starà specialmente a cuore lo sviluppo della nostra marina e mercantile e di guerra, e cercherò di influire presso le autorità competenti onde siano regolati certi inconvenienti che molestano i nostri armatori. Essendo molti dei nostri comprovinciali costretti ad abbandonare la patria in cerca di guadagno, interesserò il Governo onde a mezzo dei nostri rappresentanti all' estero vengano loro addatati nuovi luoghi e nuove fonti dì lucro (si capisce che anche i nostri rappresentanti all’ estero dormirono finora della grossa, come i nostri deputati) mi adoprerò onde siano sviluppate in modo ragionato le nostre industrie i di cui prodotti (delle nostre ?) vengono finora importati. Possedendo la nostra provincia anche delle saline (cospetto anche le saline ! Non lo diresti uu ciarlatano che magnifìchi sul sommo di una botte la sua merce?) di cui alcune sono purtroppo in decadenza studierò il modo di propugnare anche i loro interessi pregando il Governo di interessarsi a trovare scalo al nostro side anche all' estero. In generale rivolgerò tutta la mia attenzione ai diversi rami di produzione e commercio. Molti dei miei comprovinciali mi conoscono già e sono persuasi della serietà dei miei proponimenti. (Noi siamo persuasi della serietà di questo appello agli elettori delle città e delle borgate istriane). Quelli poi che non mi conoscono, sia arra (che costruzione è questa? Sarà certo croata) per la serietà delle mie intenzioni, il carattere (Non conoscendo la persona, come conoscerne il carattere ? 0 è della sua qualità di medico che vuol parlare ? In tal caso grazie della garanzia) di cui sono rivestito e questa mia franca dichiarazione, — assicurando gli uni e gli altri che il benessere dell'Istria lo saprò sempre collegare alla grandezza della nostra Austria, alla magnanimità del nostro Augustissimo Imperatore! (come il benessere dell’Istria si possa mai trovare in opposizione colla magnanimità del Monarca, non arriviamo a capirlo) Trieste li 26 Maggio 1885. Francesco dr. Mandich Medico in Trieste Questo il manifesto. Le splendide conseguenze ne sono ornai note. Le città e borgate istriane diedero su 3008 voti 2545 voti al Dr. Vidulich, proposto dalla Società politica istriana. Il Dr. Mandich il candidato del-l’„Edinost“ ne raccolse 409 tra i preti, gli impiegati che sono apostoli della propaganda croata e certi contadini slavi fidi al prete, da cui lor viene la benedizione di Strossmajer e l’assicurazione di beni ad uffa. Poveri ciuchi, il promessovi denaro di Agrarn lo aspetterete a lungo. CORRISPONDENZE. Pola, Giugno '85 Volevo mandarvi una poesia, ma la Musa ricalcitrò e mi convenne acconciarmi alla prosa. A dirvela schietta, questa Musa benedetta mi ha fatto sempre il viso dell’ armi. Mi ci sono messo più volte, ma son caduto sull’ orme prime. E inutile ; con Apollo non ce la diciamo. „Mi son provato cinque volte e sex A salir Pindo e Berni era il il mio dux ; Ma sempre fiero delle Muse il rex M’ha giù respinto con aspetto trux.* Proprio così. Oggi p. e. avevo incominciato in tal modo : Suona la tromba, annunzia ai quattro venti L’ alta vittoria onde l’Istria esulta ; ed ecco la navicella del mio ingegno dar nelle secche. Nessuna meraviglia del resto, se alla prima remata ci si sentiva la melma sotto. Diffatti, vi par bello il verso ? E quale originalità o qual poesia nel concetto ? E tanta solennità si addiceva alla nomina di un deputato ? Imperocché gli era di questo che volevo cantare. — Ho stracciato il foglio e sono andato a fare una passeggiata. „E si udivan gli uccelli al primo albore E gli asini cantar versi d’amore.* L’ ebbi per un avvertimento ; e non potendo gareggiare con Filomela e nè tampoco con Progne, ho capito che del canto della disadatta bestia dalle lunghe orecchie il puhlico ne avrebbe fatto volentieri di meno. Le mie strofe le ho buttate giù in prosa e ve le mando. * * * Non c’è male : lavorato sei anni coll’arco della schiena, secondati da ogni maniera di favori, sono riusciti, quasi noi dissi, a farci guadagnar terreno ! Chi l’avrebbe indovinato ? Dico chi di loro, chè noi lo sapevamo da un pezzo. * * * Decisamente questi ispettori scolastici non hanno 1’ abilità necessaria . . . Che anzi mi si dice che questo qui di Pola non abbia neanche 1’ esame di abilitazione. 0 come avviene allora che si ingerisce di votazioni, se non è professore, o provvisorio soltanto, come del pari non è che provvisorio come ispettore? * * * Chi mai le pensa tutte? Ma ora che ci penso, voglio far notare che sei anni fa candidava l’ispettore scolastico Klodich ed ora l’ispettore scolastico Spincicli. Vedremo qual altro ispettore scolastico quest’altra volta. Al puhlico rispettabile e canzonarle i commenti. * * * Compiute le elezioni per la Dieta provinciale gli agitatori slavi braveggiavano che ci si aspettava per quest’ altra volta. Ora ci si rimetterà senza meno ad una terza. E dire che ce 1’ avevano da far vedere anche nel collegio delle città e borgate! Via, questa la è proprio da stenterelli ; tant’ era che anche nel grande possesso. •— E se non ridi di che rider suoli? * * * Ma loro, è l’amore per i contadini che li fa operare. Fortunatamente non ci credono alle loro tenerezze nemmeno i contadini. Quelli che ci hanno creduto, o si ricrederanno, o è da disperare della loro intelligenza. Per Bacco, 1’ argomentazione è tanto facile ! Sapete che non si riesce, e ci mettete in lite cogli italiani! Se ci amate e da senno, non vi ci dovreste mettere nemmeno se certi del successo. Per l’utile che ci fa un deputato! * * * Trentaquattro voti di più ! E vi comincia mancare il terreno anche nei foresi dell’ Istria orientale ! Potete andarvi a riporre — Che giova nella fata dar di cozzo! * * *r Fiero del fermento immesso nelle vene dei contadini del distretto politico di Capodistria, e del giudiziario di Pisino, un tale pronunziò sentenzioso : E non siamo che al principio ! Bravo ! Dalle minacce di tagliar le viti e di metter fuoco ai boschi e alle case, si passerebbe ai fatti ? * * * E qui vi faccio grazia della tinaie che doveva esser uno sviluppo del motto dantesco : ...............un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene. ------------------- -.-'-------------------- UN PO’ D" IGIENE (Cont. V. N. 10) Slattamento 23. In generale non devesi cominciar a pensare allo slattamento se non dopo il primo anno d’ età. Quantunque torni sempre utile il prolungarlo, segnalatamente durante il lavoro della dentigione, si è alcune volte costretti ad abbreviarlo. Ciò accade quando il latte della madre o della nutrice diviene insufficiente o perde delle sue qualità nutritive, sotto l’influenza di fatiche o malattie, del ritorno delle regole eec., e quand’ anche il bambino non ha più tolleranza pel latte, od è preso da accidenti delle vie digestive. 24. In generale non si deve divezzare il bambino nè innanzi che metta i dieci o dodici primi denti, nè durante un periodo attivo _di dentigione, nè al momento in cui trovasi indisposto. È nell’ intervallo di calma che separa i vari periodi di dentigione, che lo slattamento può venire incominciato. 25. È meglio divezzare il bambino durante le stagioni a temperatura mite, primavera ed autunno, e fa d’uopo astenersene affatto durante i calori della state o i grandi freddi del verno. 26 Non si deve slattare il bambino che a gradi, cioè a dire che, dopo averlo progressivamente abituato ad alimenti supplementari, come zuppe leggere col latte o brodo (V. art. 21), si aggiungerà delle uova fresche, del pane ammollito nel succo di carne, dei legumi farinacei ; ma non devesi permettere 1’ uso della carne innanzi che metta i primi molari. Parimenti si dovrà vietare nell’ alimentazione del bambino, infino a tanto che non sarà divezzato, l’uso di paste e dolciumi di ogni specie, il vino puro e i liquori. Se il bambino prendesse ancora il seno, si faranno, a poco a poco, più rade le poppate, soprattutto di notte, e le si sopprimerà affatto quando si sarà sicuri che il bambino sopporta bene una nuova alimentazione. 27 Lo slattamento progressivo non esige per la madre o la nutrice che certe precauzioni ed un leggiero trattamento medico nel momento in cui cessano affatto dall’ allattare ; qualche purgamento, delle bevande diuretiche acidulate, infusi di peduncoli di ciliegie, gramigna, vinca, canna di Provenza eec. Cure igieniche ed abbigliamento 28. Il bambino dev’ essere allevato in una stanza ben ventilata, ma sufficientemente riscaldata nel verno. 29. Non lo si porterà fuori di casa innanzi al quindicesimo giorno, a meno che la temperatura esterna non sia molto mite e secca. 30. Ogni mattina la teletta del bambino dev’ essere fatta innanzi che lo si accosti alla mammella o gli si porga altro cibo. Questa teletta deve consistere: 1. di un bagno di alcuni minuti o di un lavacro del corpo e soprattutto degli organi genitali che devono sempre essere tenuti colla maggior proprietà; 2. nel tener pulita la testa, sulla quale non devesi lasciar accumulare il grasso o le croste ;*) nel cambiamento dei pannilini ; la fasciatura al ventre, per mantenere l’ombelico, dev’ essere mantenuta durante il primo mese. 31. Convien rinunziare apertamente a quelle fasciature complete che inviluppano e stringono insieme le membra e il corpo, imperciocché, quanto più il bambino è libero ne’ movimenti, più diviene robusto e conformato. Anche ogni acconciatura che comprima la testa, dev’ essere rigettata. 32. Il bambino dev’ essere vestito più o meno grevemente secondo il paese in cui abita, e a norma delle stagioni. Ma è necessario preservarlo sempre con cura dal freddo, come dal calore eccessivo, sia fuori come nell’interno delle abitazioui, nelle quali, peraltro, 1’ aria dev’ essere sufficientemente rinovata come 1’ abbiamo detto più sopra. 33. Non si si affretti a far camminare il bambino ; lo si deve lasciare a terra a trascinarsi e rialzarsi da solo mediante le proprie forze, rigettando quindi il carretto e il panierino costruiti a quest’ uso. 34. Non si lascino inosservate le più leggiere indisposizioni del bambino (tosse, coliche, diarree, vomiti frequenti); contro quest’ultime si può tosto impiegare, pel taglio del latte, la soluzione di gomma, la decozione di riso, V acqua di calce, 1’ acqua di Vichy, o, in caso di costipazione, 1’ acqua col miele. Ma per poco che le accennate indisposizioni si prolunghino oltre le ventiquattro ore, convien chiamare il medico. 35. È indispensabile il far vaccinare il bambino nei tre primi mesi che seguono alla nascita, ed anche più presto se regna un’ epidemia di vaiolo ; il vaccino è 1’ unico preservativo sicuro di questa malattia. *) Presso di noi, non so se if 5% 4*4 bambini vada immune di questa sconcezza dovuta al pregiudizio die quello strato di lordura, fermato dalla secrezione sebacea dell’ epidermide che si stacca, nonché dalla polvere che vi si deposita, fortifichi il cervello dei bambini, e che se lo si toglie apprendono tardi a parlare. Vedete un pò dove vanno a cacciarsi le elucubrazioni fisiologiche ! -----------------il --------------------- IN MORTE D’ UNA GIOVINETTA POPOLANA. Candida verginella, allor che il raggio s'indorava nel ciel di primavera, danzavi là sui prati, e grato oltraggio facevan l’aure alla tua chioma nera. Fiore più vago mai non pinse maggio del tuo viso gentil ; e di Neera t’ allietava il caudor, quando il linguaggio mesto del canto aprivi in su la sera. Ma di Ciprigna sul suo labbro aliava il divin bacio, se a festiva danza 10 snelletto suo piè si disfrenava. Or la chiude una fossa. Ecco, o speranza, 11 sogni tuoi: ecco una pietra cava di squallida putredo orribil stanza. a c. ------------------------g_SSS-<-—•--------------------- Sunto dei Verbali delle sedute della Giunta provinciale dell'Istria in Paremo. Seduta 74 — Parendo, Il aprile 1885. Si trasmette all’i. r. Luogotenenza il resoconto domandato sull’ impiego della sovvenzione erariale di fior. 500, accordata dall’ eccelso I. R. Ministero d’agricoltura polla tenuta del Corso agronomico primaverile. Viene assegnato alla podestaria di Fianona, a titolo di sovvenzione l’importo di fior. 200 pella esecuzione dei lavori di continuazione della strada Vossilla-Susgnevizza. In base ai relativi atti di concorso, ed uniformandosi alla conforme proposta dell’i. r. Consiglio scolastico distrettuale di Volosca e della Rappresentanza comunale di Castelnuovo, viene nominato al vacante posto di maestro di HI classe nella scuola mista di Castelnuovo, l’unico concorrente Enrico Persoglia attualmente maestro provvisorio nella scuola medesima. Si prende a notizia, senza altre disposizioni, che pel giorno 11 corrente avrà luogo a Maresego la pertrattazione commissionale per l’istituzione colà d’una scuola regolare. Si prende atto del prospetto sommario, rassegnato dalla Direzione dell’Istituto di credito fondiario istriano sulla sua gestione durante il primo trimestre a. c. S’invita la Rappresentanza comunale di Cherso a voler ottemperare alle prescrizioni del § 11 della legge prov. 3 novembre 1874, riguardo alla presentazione d’ una terna completa dei concorrenti al posto di maestro superiore in quella scuola popolare maschile. In riscontro alla Nota 11 marzo a. c. N.o 3889 si comunica all’i. r. Luogotenenza che nell’anno prossimo venturo la Stazione eno-pomologica assumerà gratuitamente il controllo dei campioni di zolfo pelle viti, che le verranno presentati dai viticoltori, dai venditori al minuto ed all’ ingrosso, e dalle direzioni delle miniere di zolfo, pubblicando in tempo utile analogo avviso. Si accorda alla podestaria di Muggia la sovvenzione di fior. 300 dal fondo provinciale per sopperire alla spesa causata dall’epidemia del vajuolo. Trattenuta la debitoriale, si accorda l’estrada-zione del mutuo in fior. 4000 in obbligazioni di Stato dal fondo delle Confraterne, accordato ai comuni censuari di Momiano, Marischie con Oscurus e Berda, colla garanzia solidale del comune locale di Buje. Sopra domanda della podestaria di Bogliuno si delibera di accordare che nell’anno 1885 vengano attivate in quel Comune locale le addizionali necessarie al coprimento del disavanzo risultante dai singoli conti di previsione. Si comunicano alla Giunta provinciale di Trieste le chieste informazioni sulla pertrattazione relativa all’impianto dei nuovi libri fondiari nell’Istria. S’incarica il Presidente contabile M. G. di recarsi a Verteneglio e Villanova di Buje, allo scopo di praticare una revisione sommaria di quelle amministrazioni, con riguardo ai ricorsi presentati. Si comunica all’i. r. Luogotenenza il prospetto di dettaglio sull’introito delle competenze d’esonero verificatesi presso gli i. r. Uffici delle imposte della provincia nell’anno 1884. Si prende atto della comunicazione 20 marzo p. p. dell’ i. r. concepista luogotenenziale Sorli di avere assunto l’amministrazione del comune locale di Castua. Si rimette alla deliberazione della futura rappresentanza comunale di Castua, la domanda di F. D. per l’assegno di rimunerazione pei lavori di liquidazione del 1 gennaio al 10 marzo a. c. Vengono accolte due istanze per dilazione al pagamento di debiti d’esonero. Non si fa luogo, per incompetenza, al ricorso di G. R. da Pola contro il deliberato 17 decembre 1884 di quella rappresentanza comunale, in punto manutenzione di contratto e risarcimento di danni dipendentemente al convegno stipulato col Comune per la somministrazione degli alloggi militari transennali. In riscontro della Nota 29 marzo a. c. N.o 3994 si dichiara all’i. r. Luogotenenza di aderire bensì alla proposta di scioglimento tanto della vecchia quanto della neoeletta rappresentanza comunale di Pinguente, ma di escludere la proposta gerenza provvisoria a mezzo della persona da Essa proposta, verso la rimunerazione di mensili fiorini 100 — proponendosi invece l’istitutuzione d’una Giunta comunale di governo scelta fra i principali elettori del Comune. Viene liquidato ed assegnato al Magistrato civico di Trieste l’importo di fior. 1765.68 a saldo del conto per dozzine ospitalizie del mese di febbraio a. c. Seduta 75 — 21 aprile 1885. Si dispone per l’incasso della somma di fior. 2100, assegnata dai fondi dello Stato a saldo della dotazione erariale per la locale Stazione eno-pomologica provinciale e scuola agraria; — prendendosi in pari tempo a notizia che 1’ Eccelso i. r. Ministero d’Agricoltura ha prenotato l’importo di fior. 500 per la continuazione dei Corsi agronomici pei maestri. Si prende atto del prospetto generale delle strade e vie campestri comunali, presentato dalla podesteria di Paugnano, e così pure del prospetto comunicato dalla podestaria di Canfanaro. Si comunica alla podesteria di Castua il deliberato del Comitato stradale di Volosca, relativamente alla concorrenza di manutenzione della strada Clana-Peaka. Si prende a notizia il prospetto comunicato per incarico dell’ i. r. Ministero dell’ interno dall’ i. r. Luogotenenza, sul notiziario che verrà pubblicato dai 15 aprile a. c. in poi da parte dell’i. r. Ministero del Commercio, contenente le disposizioni circa il trasporto di bestiame sulle ferrovie, nonché la regolazione dello stesso in occasione di epizoozie. Viene accolta l’istanza del Parroco di Rozzo per la restituzione degli importi pagati negli anni | 1862-84 a titolo di addizionali non erariali alle imposte dirette sugli stabili di ragione del benefizio parrochiale, limitatamente però alle addizionali comunali. Viene omologata la dichiarazione 12 aprile a. c. della podesteria di Veglia, colla quale viene autorizzata l’i. r. Amministrazione marittima a far cancellare nel libro di Veglia l’erronea intavolaziene a titolo di proprietà del molo d’ approdo e del molo „Porporella" a nome del comune di Veglia. Si prende atto della costituzione della nuova rappresentanza comunale di Barbana. Sopra istanza della podesteria di Lovrana si accorda l’attivazione prò 1885 in quel comune locale dell’ addizionale occorrente a coprire il disavanzo risultante dai rispettivi bilanci comunali. Si ringrazia il maestro in Trieste Giuseppe Vassilicli del dono fatto alla biblioteca provinciale di 2 esemplari dello studio da esso pubblicato col titolo „Due tributi delle Isole del Quarnero". Vengono accolte venticinque istanze per frazionamento di debito d’ esonero. ------------------»crz3-^T>f>cV^er=3-c---------- Varia. È morta jeri a 78 anni Maria Vedova D’Andri, madre a quel chiaro ingegno a quel prode soldato che fu Leonardo D’Andri il discepolo prediletto di Carlo Combi caduto nel 1866 a Custozza. Ai parenti della donna valorosa, che seppe educare i figli ai più puri ed elevati sensi di patriottismo, le vive nostre condoglianze. Il 28 decorso avevamo occasione di vedere il nostro carissimo Prof. Hugues, Direttore della Stazione eno-pomologica provinciale, qui venuto per poche ore a rilevare de visu i danni arrecati dalla grandinata del 12 maggio. Il distinto professore desiderava tenere una conferenza, allo scopo di suggerire i mezzi per paralizzarne i danni ; ma il suo e nostro desiderio, causa la brevissima fermata e l'ora non troppo propizia, non potè essere appagato, e solamente in una stretta cerchia di persone svolse egregiamente il suo tema che potrà servir di base certa in una futura sciagura consimile, che Dio tenga pur sempre lontana da noi. Egli ci lasciò, esternandoci la speranza di poter in breve ritornare ; e noi gli esterniamo la nostra, che venga presto il giorno in cui i nostri agricoltori possano udire la sua autorevole parola in argomento di sì vitale interesse non solo, ma pur anco in quello della enologìa, la quale, pur troppo, anche qui si conserva fedele seguace del sistema inventato dal buon Noè. G. .1'. C. * * * Società Operaia Dignanese con Mutuo Soccorso I nostri migliori ringraziamenti alla Spettabile Presidenza Sociale pel favoritoci Resoconto de 1884, anno VI dall’istituzione di cotesto benemerito sodalizio, le risultanze del cui bilancio volentieri publichiamo, come segue: Civanzo cassa alla fine del 1883 f. 358.11 Contribuzioni de’ socj . . . „ 1005.40 Capitali realizzati e prestiti restituiti.......................„ 548.07 Interessi di eapitali attivi . . „ 143.72 Diversi............................„ 12.33 Somma degli Introiti f. 2067.63 Sovvenzioni ai socj, medico, medicinali e spese mortuarie . f. 9S3.19 Prestanze e Capitali reinvestiti „ 517.68 Spese di ordinaria amministraz. „ 105.20 Somma degli Esiti „ 1606.07 Civanzo Cassa alla fine del 1884 f. 461.56 Come si vede dalle cifre sopra riportate, le contribuzioni sociali nel 1884 — f. 1005.40 — venivano quasi interamente assorbite dalle elargizioni f. 983.19 — mercè le quali si esplica lo scopo sociale del mutuo soccorso. Ciò non pertanto rileviamo, che alla fine del-l’anno citato, il patrimonio sociale netto era rappresentato dalla somma di fini 3167.41. Come a dire, la Mutua Dignanese, ne’ testé decorsi 6 anni di sua esistenza, potè mettere a parte, in media, oltre mezzo miglia] o di fiorini all’anno e far fronte contemporaneamente a tutte le esigenze sociali ! Bravi. * * * Nella sala dell’ Istituto Stampa in Milano, addi 13 del corrente, il professore Vincenzo De Castro commemorò l’immatura perdita dell’illustre nostro comprovinciale Carlo Corribi. * * * La Società Corale di Milano, di cui è direttore il nostro concittadino Allerto Giovannini, solennizzò nei giorni scorsi il bicentenario dei due insigni musicisti G. S. Bach e G. E. Haendel. La stampa Milanese, parlando del nostro bravo istriano, dice, che anche in questa occasione egli diede prova di un finissimo senso del bello musicale, e mostrò di conoscere lo stile interpretativo, spettante ai lavori del secolo della regina delle arti. * * * * La direzione della Società istriana di archeologia e storia patria, in seguito alla domanda avanzata dal direttore del Museo Storico di Trieste, se la prefata direzione fosse disposta di fare degli scambi coll’ anzidetto Museo di oggetti doppi che esistessero in quello di Parenzo e là mancassero, o viceversa, accettò lo scambio in quanto la domanda si riferisca a monete; per tutto il resto rimise la decisione di volta in volta. Capodistria, IO giugno 1885. Le nostre previsioni si sono avverate. Nel collegio dei comuni foresi occidentali della provincia, Giambattista de Franceschi, il candidato della nostra Società politica conseguiva su 202 votanti 113 voti. Benché sieno andati perduti i suffragi dei 24 elettori eletti di Pinguente, anche nella campagna abbiamo dunque guadagnato sensibilmente terreno. Di confronto al candidato sloveno Klodich, sei anni or sono, riusciva eletto il de Franceschi con soli 7 voti di maggioranza, mentre oggi ebbe a contarne quasi cinque volte tanti, cioè trentaquattro. La defezione de’ Pinguentini fu dolorosa assai, ma amiamo crederla effimera, momentanea, passeggera. Se questa volta screzi insorti nel campo amministrativo comunale e recati con deplorabile confusione in quello politico poterono essere abilmente sfruttati da agitatori stranieri, se le lusinghe, le promesse, le min acci e di preti incoraggiati dal vescovo Glavina, che quantunque gravemente ammalato alla vigilia delle elezioni correva ad animarli e sospingerli alla lotta imminente pel trionfo della grande idea slava, la quale per lui, ornai fervente seguace di Dobrilla, sta ben al di sopra della fede religiosa, giunsero ad indurre la maggioranza di quel contado a portare sugli scudi il reverendo Spiucich, che in Istria ha un unico interesse, lo stipendio d’ispettore scolastico che percepisce, un’ unico obiettivo, quello di giungere in alto a mezzo della propaganda croata, non accadrà speriamo così in avvenire, se pur l’intelligenza, ed il patriotismo a tutta prova del capo luogo saprà approfittare dell’esperienza del passato e valersene per raccogliere nuovamente in sé con saggezza di propositi e previdente operosità la direzione della publica cosa. Le città, borgate e camera di commercio diedero, come attendevamo, splendide prove di esemplare concordia. Il Vidulich riuscì eletto a deputato con voti 2545 su 3008 votanti. Oltre a 50 voti andarono dispersi e 409 toccarono a una creatura dell’esotica famiglia dell 'Edinost, ad un x qualunque, che si firma „Dr. Mandich medico" e che per mostrare tutta la sua attitudine a rappresentare la provincia al Parlamento, si è volto agli elettori stupidamente racchiuso in una pelle di camaleonte in forma di appello bilingue. Da chi sieno partiti quei 409 voti è facile indovinarlo. Li diedero alcuni docenti del locale istituto magistrale, i puhlici funzionari che devono il loro ufficio ad influenze della destra defunta, i sacerdoti affigliati alle Citaonize, i loro arnesi di sacrestia ed i seguaci dello Starcevich in Liburnia. I voti del grande possesso furono tutti per Milevoi. In questo collegio, che raccoglie il fiore dell’ intelligenza istriana, i fautori del regno trino, ad onta delle loro millanterie, non osarono farsi innanzi con altri ic. A1P ultimo momento misero giudizio e fu invero provvidenza, chè altrimenti chi sa che sorte sinistra avrebbero corso i fidi loro agenti elettorali. Nei comuni rurali orientali i nostri, rimasti in minoranza, per non venire a disgustosi contatti non presero parte alla votazione, onde Vitezich rie-derà tronfio e stecchito a Vienna alla conquista d’ un portafoglio. Dunaiewski non attende certo il degno successore destinato a cangiar l’Istria in un paradiso terrestre ed a salvare lo stato dalla bancarotta. Per 1’ esito felice delle elezioni vi fu festa in provincia e la Presidenza della nostra Società politica publicava il seguente manifesto : (Siamo costretti di ometterlo perche al momento di tirare il giornale c’è giunta sicura notizia che fu sequestrato per ordine del Capitanato di Pisino, confermato dalla Luogotenenza). Noi dividiamo la soddisfazione generale pel trionfo del principio nazionale uscito più forte, più vigoroso dal cimento delle urne, ma divider non possiamo la smoderata gioia e gli eccessivi entusiasmi scuscitati dalla conseguita vittoria. Ci sembra pur troppo che nella foga dell'animo commosso ed esultante la mente tenda a traviare ed a perdere di vista quei santi ideali, dai quali la lotta, astutamente provocata e mantenuta con doppiezza di misure e d’intenti da chi non può essere con noi, non dee distrarre l’Istria giammai, se pur la fede degli avi nostri non è destinata a miseramente perire. Noi non vogliamo atteggiarci a profeti di mal augurio, ma non possiamo dissimulare i fatti, la viva realtà. Purtroppo i sintomi d’un morbo estrema-in ento pericoloso, il quale sinora serpeggiava solo in germe tra noi, si sono qui e là, in seno a centri autorevoli in modo allarmante manifestati, e indarno tentiamo sottrarci al pensiero delle conseguenze fatali che col tempo pònno produrre. Noi vorremmo sciamare con Francesco primo di Francia tutto è perduto fuorché l’onore, piuttosto che vincere quando che sia ad un prezzo che può salvare per un’ istante ma non assicurare la vita d’un popolo. In ogni modo vedano e provvedano coloro che non s’illudono; veda e provveda la nostra Società Politica che ha tanto a cuore il bene del paese, quando non voglia venir meno all’alto scopo per cui fu costituita. ESPOSIZIONE PERMANENTE dell’Arte e dell’Industria TRIESTE Corsia Stadion N°. 29 I fratelli Falzari di Cortnons si fanno obbligo di avvisare cotesto rispettabile pubblico, che nei locali di questa Esposizione essi tengono un copioso assortimento di mobili a lustro d’ ogni genere di propria fabbrica a prezzi da non temere alcuna concorrenza. Franco di Dazio in tutta la Monarchia. <> SOCIETÀ CITTADINA NAVIGAZIONE A VAPORE fra Capotta e Trieste -------------------- Col giorno 16 Maggio coir, mese i piroscafi liti» 1 flint» faranno (tempo permettendo) le gite giornaliere, fino a nuovo avviso, col seguente ORARIO NEI GIORNI FERIALI: da Capodistria per Trieste da Trieste per Capodistria 1. Corsa ... ore 8 ant. I. Corsa . . ore 5 3/4 ant. ------ 9’A „ • . ■ „ 5 poni. II. „ . in. „ I. Corsa. II. „ . . IH. „ . . II. III. NEI GIORNI FESTIVI: ore 5 3/4 ant. » »7« * „ 6 pom. I. Corsa II. „ . III. „ . . „ 12 mer. • n 6l/2 pom. ore 8 ant. „ 12 mer. „ 7 Y4 pom. Prezzo di passaggio soldi 30 indistintamente; per fanciulli sotto ai 12 anni soldi 20. Nolo delle merci da convenirsi col capitano. Il punto d’approdo a Capodistria è il Porto, a Trieste la Riva della Sanità Capodistria, 11 Maggio 18S5. §Ìa ©iSeglanc. 4------------------------------------------------------i