ANNO XXIV. Capodistria, 1 Febbraio 1890. N. 3 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Irimestre in proporzione. — Gli abbonamenti bì ricevono presso la Sedazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. IL PRINCIPE AMEDEO Anche qui abbiamo trepidato appena si diffuse la triste notizia della malattia di Amedeo ; con ansia erano attesi giornali, lettere, telegrammi ; alle speranze succedevano i profondi scoraggiamenti, finché la notizia fatale gettò il dolore negli animi, e si è pianta la perdita del Fratello del Re, come quella di un caro congiunto..... Sulla Sua tomba piange la Nazione intiera. DDa-11' iirca Sul TirrìsiTro (Continuazione vedi Num. 2) 11 suolo I. La geografia è studio d'occhi, di fantasia e di memoria ; per saperla è necessario vedere, rappresentarsi esattamente le immagini, rammentarle : percezione adunque, fantasia e memoria. Con le due prime facoltà abbiamo le cose, con 1' ultima il nome delle cose stesse. Sono verità alla portata di tutti, e per intenderle non occorre montare sui trampoli pedagogici. Ciò premesso, ha l'Istria nostra tali mezzi da rendere facili e pronte le percezioni ; è così da natura conformata, ha una fisonomia così propria, il suolo si presenta omogeneo e compatto in modo che uno possa subito stamparne la figura in mente, e vederla ad ogni momento a volo d'uccello? E in quanto alle rapide e pronte percezioni si può oggi facilmente e con rapidità viaggiare nell'Istria? In pochi anni si è fatto un rapido progresso, i vapori solcano il mare le strade ferrate scendono dall'Alpe ser- peggiano sui sassi, girano le valli giù giù fino all'ultima Pola. Molto rimane ancora a fare; ma non preoccupiamoci di ciò; se mai si vedrà più oltre. Tutti non possono viaggiare ; senza dire che molti viaggiano, e tornano a casa valige ; al difetto del viaggiare supplisce la carta geografica. Ben venga adunque la carta del mio paese. Ecco la piccola penisola che si stacca dall'Alpe, e scende bagnata da due golfi e si appunta a Capo Promontore ! La figura è chiara e netta ; e ognuno può stamparla nella sua fantasia. La direzione dal nord al sud; il golfo di Trieste all'ovest; il tempestoso" Quarnero all^est : è un triangolo a lati quasi eguali. E tale si potrebbe vedere a volo d'uccello da chi salisse a vertiginose altezze in pallone.1) L'Istria è uno di que' paesi di cui si può cogliere l'assieme, e di cui ognuno porta nella sua mente senza alcun sforzo l'immagine. Non c' è bisogno, scrive un francese, di un medium, per evocare l'immagine dell'Inghilterra, della Spagna, così dicasi dell' Istria. Non precipitiamo i giudizi. L'Istria è una penisola; co' suoi tre lati, il primo appoggiato ai monti, gli altri due frastagliati, divisi in seni, baje, di qua di là sui due golfi. Così pare a prima vista, ma non è così. Il lato a Levante non appartiene tutto all' Istria propriamente detta. Le Alpi Giulie spiccano dal Monte Nevoso un ramo che al Monte Maggiore si bipartisce, correndo con un braccio fino a San Giovanni di Duino nel golfo di Trieste, e con l'altro sino aFianona nel Quarnero. Nel lato a Levante c' è adunque un taglio, una brusca interruzione ; da Fianona in su fino a Fiume si stende la Liburnia, e la riva gira, e accenna a congiungersi alla Croazia. ') E fu veduta dal sig. Pasquale Anderwald di Trieste, noto meccanico, in una sua salita in pallone ; ne abbiamo sentita la descrizione dalla viva voce dell' ardito viaggiatore. (N. d. R.) Ad occhio e croce giudicando l'Istria pare una penisola co' suoi confini naturali e precisi ; ina la natura qui si è alquanto sbizzarrita, peggio aggiungete i capricci degli uomini. Andate a dirlo agli amatori delle situazioni nette, alla mezza scienza che vuole apprendere presto, e senza tante distinzioni ; ai viaggiatori che in fretta vi domanderanno : ma quest'Istria è o non è una penisola quale la si vede deliueata sulla carta geografica? Qui già cominciano ad abbujarsi le idee ; l'immagine non è più tanto precisa, convien distinguere : lato istriano lato liburnico, e una parte della penisola che non è penisola istriana; il viaggiatore lo studioso ci guardano a stracciasacco, o peggio mormorano a bassa voce: nè carne nè pesce. Non iibbiano paura i buoni patrioti, noto, ma non approvo, e aspettino a giudicare alle conclusioui. Quello mi sta a cuore notare fin d'ora si è che certi inni spavaldi del trionfo stuonano oggi; e che a molte insolenze non giova rispondere con altre insolenze, ma con la calma e lo studio. Quando un errore sotto varie forme vieu ripetuto, quando lo si sente quale parola d'ordine vociato a levante, e susurrato con aria di commiserazione a ponente, vuol dire che qualche fondo di vero c'è. No, non è facile raffigurare bene l'Istria ; ci vogliono due medium per evocarla al cuore ed alla niente: il sentimento e la scienza. Il suolo dell' Istria dall' Arsa al Timavo non si presta adunque alle rapide ed esatte percezioni. E vi ha peggio ancora. Dall' Arsa al Timavo s'intitola questo studio ; ma si badi bene di non prenderlo alla lettera, che dall' Istria rimarrebbe esclusa Albona, la quale tanti titoli vanta per essere senz1 altro ritenuta di famiglia. Duuque sul lato destro una parte del lato che non è nostra, e poi un fiume che è e non è confine. Andiamo innanzi. Tra la Prealpe, la Vena, e l'Alpe Giulia a che regione appartiene la vallata che di qua si sprofonda e accoglie antri, acque e laghi misteriosi, là s'alza e si frastaglia in colli sassosi, in forre e burroni? Da quali genti è abitata ? L'Istria non le riconosce per sue ; ci mancherebbe altro che tirarci in casa anche i Cici del distretto di Castelnuovo. Pure all' Istria amministrativa appartengono ; e un' occhiata sulla carta geografica dovrebbe bastare a convincere chiunque che su quella regione si appoggia naturalmente, e va cercando un sostegno il lato settentrionale della penisola quasi temendo uno scoscendimento tra sassi e sassi. E il nome stesso di Prealpe non indica abbastanza che tra la catena minore e l'Alpe vera, è tutta una regione ? Se così non fosse, come spiegare i conati di quasi tutti i geografi che su per quei monti celebri per un nome glorioso e romano, si arrampicano alla ricerca di naturali confini? A tutte queste difficoltà aggiungete le vicende storiche. „L' unità naturale della provincia fu pur troppo più volte e per lunghi anni sconosciuta dalla politica, scrive l'indimenticabile Carlo Combi. (Porta Orientale anno II. pag. 68.) Una sotto il dominio di Roma, quale regione d'Italia, la penisola nostra ebbe a fiorire, così che torna a vera maraviglia di chiunque si faccia ad esaminare la storia di que' tempi." Una sì; ma non con le restrizioni che tutti ammettono oggi. I Romani piantarono le aquile sulla vetta delle Giulie ; e il confine dell' Arsa non era preso alla lettera, poiché anche sotto il posteriore dominio dei Goti e dei Greci la diocesi di Pola si estendeva infino a Fiume : divisione ecclesiastica indizio di antecedente amministrazione politica. E quanto all'Eldorado istriano cautato da Cassiodoro, parole non ci appulcro : altra volta ho detto il mio debole parere (Vedi Cause del decadimento dell'Istria.) Delle altre divisioni e vicende politiche si dirà poi; certo molta colpa ci hanno gli uomini, ma un po' anche la natura stessa. Un' occhiata adunque al suolo istriano sulla nostra penisola e in senso largo e ristretto ; come si presenta cioè a prima vista, e quale conviene studiarla nelle attuali contingenze. II. Bella l'Istria veduta dal mare! Già a Capo Promontore pare discenda festosa dalle ultime ondulazioni ed invitare il navigante, ed apra le bianche braccia ad accoglierlo nel suo intimo seno. Sono isolotti, scogli qua nudi puri nel lavacro dell' acque, la coperti di cangianti olivetti, più oltre canali, seni, baje, porti famosi. Quindi citta-dette, case aggiunte a case, anfiteatri di tetti sormontati da torri e da campanili ; e tutto pare giri si muova, e si agiti per ricevervi al molo dove più frequenti e pulite le abitazioni, più larghe le vie. Andiamo innanzi. Ricche spiaggie, campi fertili, cittaduzze e ville scivolanti nell'acque; tacite, pensose, direbbe il poeta, rive basse e monotone, che t'infondono nell' animo una dolce melanconia. Ma da tutte quelle spiaggie, da tutte quelle cittadelle muovono in vari sensi strade bianche, sentieruoli a zig zag che s'innoltrano per la pianura, si alzano gradatamente pei colli e pare t'invitino a visitare l'interno, aperto d'ogni lato, fin sopra a Daila, a Verteneglio, e a Buje la gentile guardiana dell'Istria. Più oltre la scena si cangia; la costa ferruginosa piomba sul mare con subite frane ; pure il monte si ritira ad un tratto, e concede un largo dilagamento al mare nei saliferi recessi di porto Rose, presso all' industre Pirano ; ancor rupi e balze a piombo sul mare, non senza nuovi seni e golfi, dove il monte scende lento lento al bacio delle acque e si rompe in scogli colline fresche, verdi, e boschi densi d'ulivi, oltre a Strugnano e alla seminascosa Isola. Ed ecco presso a Capo-podistria altro golfo intimo, placido, come un lago lombardo, girato dal monte che s' appunta di sotto a Muggia, per alzarsi di là torno torno alla rada della mia Trieste : anfiteatro stupendo coi verdi scaglioni di Servola di San' Andrea, sopra i quali s'alza ancora il monte, verde al basso, nudo alla cima, fino ai graniti di Miramar caro al poeta. Ecco l'Istria, ecco la vera penisola aperta a tutti, che ognuno può facilmente accogliere nella fantasia ; ecco la vera porta orientale ! Non più inni, e voltiamo un po' la prora a Levante, entriamo nel tempestoso Quarnero. Subito usciti di Pola vedesi un frastagliamento della riva bassa, morta, insalubre, in iscogli e nudi isolotti ; le isole dei Lussuri di Cherso e Veglia a destra ti mettono un' uggia nell' animo : terre, ville, citta-duzze deserte, che pajono divise dagli umani consorzi ; la vita istriana risorge però ancora sulle alture di Albona e di Fianona; poi rupi, rupi e rupi, e una montagna selvaggia che sorge a piombo sulle acque, sotto alla quale, quasi paurose di una subita frana veggonsi nere case aggruppate intorno ad un tozzo campanile. E le anomalie non sono ancora finite. La natura si risveglia negli intimi seni di Lovrana; la riva, prima di voltare verso la costa croata quasi timorosa di voltar le spalle al bel paese, si riveste a festa e inghirlandata il capo. Là un sorriso di cielo ; invece delle folate boreali un mite clima, ed un susurro di zeffiri nei boschi di lucidi allori. Questa l'Istria veduta dal mare ; la porta è bella, entriamo. Ora incomincian le dolenti note; l'Istria interna è un labirinto, qui occorre veramente al viaggiatore il filo d'Ariànna. Il regno delle favole è passato però; la geologia e la storia lo guideranno sicuro. Non vi ha forse altra regione che in così brevi confini contenga tanta varietà, e così bruschi e rapidi i passaggi. È un misto di grandioso e di bello, di orrido e di gentile, di monti, di rupi, di boschi e di paludi, di terreno fertile e coltivato, e di orridi sassi ; e non è facile a chi non c' è stato formarsene un'idea. Mano, mano, che ti scosti dal mare la vegetazione sembra languire; alle piante del mezzogiorno succedono quelle del settentrione; ancor qualche campo di frumento, qualche olivo aggayi- gnato alle rupi, poi sassi, sassi e sassi. Il Carso 1' orrido Carso come una piovra petrificata stende dovunque i suoi cento tentacoli, spesso penetra anche nei terreni coltivati ramifica da per tutto, quando meno te lo aspetti, ti comparisce sui colli sopra il mare, in mezzo a un bosco di olivi. Ma non così da per tutto, nè tale l'aspetto di tutta l'Istria interna. Spesso dopo aver camminato per ore e ore, su per monti deserti, in mezzo a una desolante solitudine, incontrando qualche raro viandante, dopo molti giri e rigiri della strada che s'inerpica su per la montagna ; giunto alla cima, vedi aprirsi di là una verde rigogliosa vallata popolata di ville con un colle nel mezzo e una bella cittadella che fa capolino tra gli olivi. Il viandante scende festoso e accellera il passo. La cittadella è sempre li in cima, e pare lo inviti al riposo. E va e va, e scende tra i filari del refosco, e i frutteti ; eccolo è nella valle. Non è una valle, è una palude, nuovi giri della strada per ischivare il terreno fangoso, e trovare il ponte sulla riviera pigra, limacciosa, un vero Acheronte, e per poco non si aspetta il nocchiero bianco per antico pelo. La palude è passata ; ancor due giri : Montona, l'ospitale Montona è sempre là che dopo Portole da due ore pare ti dia il buon viaggio. Nossignori, ancor sassi e forre e su su ; finalmente ci si arriva spossati. Altrove da una cittaduzza, Grisiguana. mettiamo prospetti in fondo a un burrone una solinga villetta che t'invita a scendere, a visitarla. Pajono due passi, la prospettiva t'inganna: si va si va a rompicollo per un' ora buona, ed ecco non un mìsero villaggio slavo ; ma una pulita villetta italiana : una sorpresa. Non ti fidar troppo ; quel gruppo di case di sopra è composto da quattro rozzi casolari di poveri slavi; la strada più oltre conduce in palude: alle anomalie del suolo aggiungi quelle delle razze. Perfino i colori ti tradiscono, e ti danno le traveggole agli occhi. Terreno bianco e sassoso sui monti ; nero cupo nelle valli; fatti in là, ed ecco ad uno svolto di via, in un altra valle la terra rossa, il calcare ferruginoso che tinge i muri delle case, gli usci, le scarpe dei contadini d'un rosso cupo, denso. Più brutta sensazione non potresti immaginare ; quel fango di color mattone pesto, fastidioso, uniforme, quei fossati limacciosi, quelle luride lame ti muovono lo stomaco ; si sente una smania di correre per cercare acqua limpida e chiara, i ruscelletti dai verdi colli ci tornano alla mente come ai dannati di Dante. Pure questa varietà finisce col recare piacere, nell'Istria la natura si compiace di una simpatica anarchia. (Continua) P. T. Archeologia L'iscrizione, scoperta in Val del Dente presso Cittanova, ed edita dal sig Gregorutti negli Atti e Memorie della società istriana di storia patria, Voi. IV p. 494, secondo quanto mi assicura il eh. avv. Amoroso*), va letta a questo modo: D • S • I • M • PRO • SALVTE • ET • VICTORIA • S • D • D • N • N PHILLIPORVM • AVGG ET • OTACILIAE ■ SEVERE • AVG C • HARITINVS • L • S PROC ET • SABINIANVS • L • AD IVT • TAB ■ D • N • M • Q • E cioè, a quanto mi sembra: D(eo) S(oli) I(nvicto) M(ithrae) prò salute et Victoria s. d(ominorum) n(ostrorum) Philliporum Aug(u-storum) et Otaciliae Severe (sic) Aug(ustae) Charitinus l(ibertus) s(ub) proc(urator) et Sabinianus l(ibertus) adiut{pr) tab(ulariorum) d(evoti) n(umini) m{aiestatì)-q(ue) e{orum). La lettura della lapide è facile, salvo, a giudicare dal calco, alla fine della terza e della quarta linea e in tutta la quinta: i complementi sono certi, eccetto quello della sigla S nella seconda linea che il eh. Gregorutti ha spiegato S{acratissimorum). L'iscrizione è stata già brevemente commentata dall' insigne illustratore delle antichità della provincia che l'ha edita pel primo: ma, poiché mi sembra, che a lui ne sia sfuggita la vera importanza, non credo inutile un nuovo esame, che per varie ragioni giunge un po' tardi, contrariamente al mio desiderio. Le iscrizioni trovate nell' Istria non permettono finora di credere che il culto di Mitra, il dio tanto o-norato in tutte le parti occidentali dell'impero romano, fosse quivi molto esteso. Una sola dedicazione al Sole Invitto si conosce ed è di Pola: ma non contiene che le sole lettere DM, cioè D(eo) M(ithrae) : nè molto di più ci dice la nostra lapide dalla quale non apprendiamo se i dedicanti sono stati della provincia o no. La dedicazione è fatta, come spesso, per la salute e la vittoria degli imperatori. Ambedue i Filippi e Otacilia Severa, portano il nome di Augusti. Il figlio s'ebbe quel titolo tra il 29 Agosto 246 e il 29 Agosto 247 : ma è noto, come pure essendo ancora soltanto Caesar, venisse detto Augusto per indicare il suo carattere di conreggente (Mommsen, Staatsrecht 23 p. 1164): onde non si può determinare più specialmente l'anno, cui l'iscrizione appartiene. Neil' Istria una sola lapide di Albona è posta al giovane Filippo (C.l.Lat. III 3049). Come spesso, ma non sempre è avvenuto, il nome dei Filippi e quello dell'Augusta è stato dopo la loro morte abraso. I due liberti che pongono i' iscrizione con nome completo dovrebbero dirsi : M. Julius Charitinus e M. Julius Sabinienus: ma l'uso di omettere il gentilizio si trova specialmente nei liberti imperiali. Il nome di Clia- *) Il calco, che debbo alla cortesia del eh. prof. Benussi, mi pare permetta di leggere l'iscrizione un po' diversamente ; comunque sia, si tratta di differenze di pochissimo conto. ritinus non è comune, ma si riscontra p. es. nella lapide C.l.Lat. Ili 1037. Il nome dell'altro, Sabinianus probabilmente indica, che proviene da compera o da legato d' un Sabinus. La parte più importante dell' iscrizione è P indicazione degli ufficii dei due liberti ; subprocurator e adiutor tabulariorum, vale a dire dei predii imperiali. La lapide, come ho notato, proviene da Val del Dente, dove già da lungo sapevano essere esistiti dei beni dell'imperatore. Nel V volume del Corpus Inscriptionum La-tinarum sotto Abrega ci sono le seguenti iscrizioni : i n.ri 368, 369 e 371 che danno degli adiutores tabulariorum, a cui si aggiunge ora il nostro, i n. 369 e 372 che danno dei dispensatores, tutti servi imperiali ed il n. 8190 che offre un colonus. Nuovo è invece il nostro subprocurator. I beni imperiali nell' Istria, è noto, avevano un'amministrazione particolare. Laddove nel resto dell' Italia tutti gli impiegati dipendevano dall' ufficio centrale di Roma, a Pola esisteva un officio speciale, certamente nel secondo secolo dell' Impero. Il Mommsen (C.l.Lat. V p. 3) dice: „nominantur passim procuratores Augusti liberti (n. 12, 37, 38, 39, 43), vel Augusti liberti ta-bularii a patrimonio (n. 41) vel tabularii simpliciter (n. 40, 41, 42) ut Augustus in territorio Polensi magna praedia habuisse rationesque eorum praediorum Polae putatas esse appareat." Lo Hirschfeld (Unters. p. 42 seg.) aggiunge che ivi certamente vi fu curata l'amministrazione patrimoniale di tutta l'Istria, e di questa istituzione, che si allontana dalle norme d'Italia crede ragione non solo la grande distanza da Roma, ma ancor più le condizioni particolari del paese, che noli' amministrazione appare spesso unito alla Dalmazia. II subprocurator di Abrega era probabilmente il capo di queir amministrazione locale, ma dobbiamo vedere in lui un intermediario tra i coloni di là ed il procuratore di Pola, come quegli intermediarii che ci fe conoscere la legge di Commodo del saltus Burunitanus ? Ad ogni modo aveva il proprio archivio, di cui conosciamo gli adiutores, e anche qui come altrove, sembra che i rapporti di questi col capo dell' ufficio sieuo stati intimi: nella nostra lapide almeno fauno insieme la dedicazione. Questa dell' amministrazione dei beni imperiali in Istria resta tuttora una questione in gran parte oscura ed una sua soluzione sarebbe desiderabile non solo per la storia provinciale, ma per quella generale amministrativa dell' Impero. Molto probabilmente delle scoperte future vi porteranno luce : sarebbe però, credo, bene, che esse non s'attendessero dalla sorte, ma si provocassero. Il luogo dove si possono fare, è tanto chiaramente indicato. Roma Dott. D. V. ------— Seminario o Collegio lì Capodistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Adì 23 Decem.e 1676 In Capod' Istria Nella Cancelleria Pretorea Constituita personalm.te Donna Cattarina . . . . uedoua Amoreuole, uenditrice nominata nel presente [nstromento, la quale instò notarsi, che hoggi hà effet-iuam.te riceuuto lire duecento uinti sette p. intiera, e lompita sodisfatione di quanto andaua creditrice in resto Iella Casa, uenduta p. benef.o del Coll.o ò seminario ii ouesta città, statigli sborsati dal Sig. Gio. Batta ìrau.e Marchese, Cassiere, e Deposito del Seminario sud.o chiamandosene p.ciò contenta et intieram.te sottostata, renontiando ecc, promettendo ecc, sott' obbligat.e tee. — Presenti II Clariss.mo Sig. Giovanni Frata Canc.e Pretoreo et m. Iseppo Fagher V. Comand.or Rizzardo Vida Nod.o soprad.o Nel Nome del Nostro Sig. Giesù Christo Amen, eorrendo gl' anni della sua Natiuità mille seicento settantasette, 1677, Inditione Romana Decimaquinta, giorno di Domenica 7 del mese di Febraro, in Capodistria nella Camera dell' Audienza di Palazzo Pretoreo ; Presenti Patron Antonio Maier, e m. Francesco Cercego testimoni rogati Alla presenza dell'lll.mo, et Ecc.mo Sig. Z. Gabriel Contarmi Podestà e Capitanio sotto li cui auspicii si spera ogni buon progresso al Collegio infrascritto. Miss. Antonio Zuppetto q.m. Gerolamo furiano habitante molt' anni sono in questa Città da questo giorno in poi per se, heredi, e successori lia uenduto, et alienato alli SS. Cau.e Olimpo Gauardo, e Cau.e Oratio Fini Sindici, et alli Sig. Gou. Antonio Brutti, Dottor Andrea Tarsia Deputati, qui presenti et a nome del Collegio, the si deue fabricare a beneficio publico per Decreto dell'Ecc.mo Senato acquistanti un Casale di ragione iel medesimo da lui acquistato dalla Veneranda Scola fi Sant' Antonio di questa Città, nella Contrà di Porta Busterla. siue Santa Maria Noua, confinante da due lati la Chiesa pur di Santa Maria Noua, e la Casa della medesima Scola, acquistata già per seruitio di detto Collegio, dal terzo la Casa di (carte 59) ragione di Pre Bastian Sardi, e dal quarto lato strada publica, come per Instrum.to d' acquisto de dì 31 De-cembre 1673 negl' atti del Sig. Antonio Belgramoni publico Nodaro da me infrascritto Nodaro ueduto, e letto, al quale . . . estimato detto Casale nel tempo della indetta Vendita lire quattrocento settantasette de piccoli, ma rimasti d' accordo à ragion di tre per cento, sopra quali si hà obligato esso Zuppetto di corrispondere alla detta Veneranda scola lire quattordese, soldi sei all'anno, e questo per l'iscritto, et in ragione sudetta, così che ditti SS. Sindici, e Deputati per nome del sudetto Collegio assumano obligazioue di corrispondere il sudetto annuo liuello, e liberano 1' autenominato Zuppetto d'esso aggrauio così che non habbia d'hauere per l'auenire alcuna molestia, mà anzi donerà sempre mantenerlo immune, e libero dell' aggrauio sudetto. Stante la qual cessione, et obligazione assente come sopra potranno detti SS. Sindici, e Deputati per nome, come sopra iisponere dell'antedetto Casale a benefitio, e prò del detto Colleggio ; e tanto promettono le Parti, cioè esso Znpetto in propriis benis, e li SS. Sindici, e Deputati nei beni, et effetti del Collegio di tanto mantenere, et osseruare, e giurorno. Et Io Francesco Vecelli per la Veneta autorità publico Nodaro richiesto hò registrato il Sudetto lustramento autentico per me pubblicato ; et in fidem ecc. ItST otizio Ricordiamo con dolore la morte di Francesco Vidulicli, avvenuta il 23 gennajo dell'anno decorso; e nel turbine degli avvenimenti che ci incalza, ripensando con 1' occhio fisso sull' imagine dell' egregio estinto, rimpiangiamo tanta bontà, tanta sapienza, tanta forza perdute prima del tempo, in quest' epoca fortunosa in cui anche ogni minima forza dev' essere raccolta e tenuta ferma, stretta al fascio non grosso che adoperiamo a difesa del nostro supremo bene, la nazionalità nostra. La quale non si difende soltanto coi brillanti discorsi, tra gli applausi del pubblico, nei consessi, e negli articoli dei giornali ; ma, e più assai, con 1' autorità che s'impone nelle sfere governative, e con 1' onestà e sapienza nelle amministrazioni, col lavoro perseverante in ogni ramo della pubblica cosa, con la concordia ottenuta a costo di sacrifizio. E tale fu 1' opera di Francesco Vidulicli, il di cui frutto perdura ; spetta ai nuovi uomini che stanno al governo della provincia conservarlo, e inspirandosi al suo esempio, secondo le mutate circostanze continuare per la via da lui tracciata, che ci dovrà condurre a buon porto. La giunta provinciale ha diramato il seguente avviso: ^Ricorrendo 1' anniversario della morte del compianto Capitano provinciale Comm. Francesco clott, Vidulicli domani 23 corrente alle ore 10 e mezza antim. verrà celebrato a suffragio di Lui un ufficio divino in questa Basilica Eufrasiana. Leggiamo nell' Istria del 23 p. d. : Alla mesta cerimonia di giovedì sono intervenuti: tutta la giunta provinciale, le autorità politiche, amministrative, giudiziarie e scolastiche locali, il signor podestà colla deputazione e parecchi rappresentanti, deputati provinciali qui residenti, e signore e signori delle più distinte famiglie. Sul cenotafio in mezzo la chiesa la giunta provinciale ha deposto una corona funeraria colla seguente scritta : La Giunta provinciale a Francesco Vidulicli. — L' on. signor podestà di Rovigno — associandosi alle onoranze rese al defunto — si fece rappresentare all'ufficio funebre dall'on. sig. Podestà di Parenzo. Durante la giornata sulla torre dell' edilìzio provinciale sventolava il vessillo della provincia abbrunato. In seguito al divieto della I. R. Luogotenenza per il trasporto delle ceneri di Giuseppe Revere, il consiglio della città di Trieste, nella seduta del 16 gennaio pp. ha deliberato : Il consiglio della città : 1. Delibera siano da trasportarsi a Trieste le ceneri di Giuseppe Revere; 2. dà incarico all' Esecutivo di provvedere con pratiche opportune e con rimedii di legge affinchè sia sollecitamente conseguita la revoca del divieto di passaggio oltre i confini austriaci delle ceneri di Giuseppe Revere ; 3. dà mandato alla Presidenza Municipale di scrivere all' Inclita Rappresentanza della città di Roma perchè sappia che per sopraggiunta proibizione dell' imperiale Governo austriaco, non si possono — per ora - qui trasportare le ceneri di Giuseppe Revere e perchè la si preghi di accordare a quelle ceneri — a spese del comune di Trieste — convenevole custodia fino a tanto che siano rimossi gli ostacoli che si frappongono a quel trasferimento ; 4. decreta a memoria di Giuseppe Revere l'erezione di un monumento da collocarsi nel Civico lapidario ; 5. nomina una commissione di tre membri perchè abbia prontamente a presentare le proposte di esecuzione del decretato monumento. Nella seduta del consiglio municipale di Roma, tenutasi la sera del 27 gennaio, l'on. Ferrari raccomandò che Roma ospiti degnamente le ceneri di Giuseppe Revere; il sindaco lo promise solennemente. Le ceneri saranno collocate in un sarcofago del municipio di Roma in Campo Varrano ; vi sarà apposta una lapide commemorativa per cura del municipio stesso. Il ministro del commercio confermò la rielezione dei Sigg. Domenico Candussi-Giardo a presidente e di Tommaso Sottocorona a vice-presidente della camera di commercio e d'industria di Rovigno pel 1890. La Giunta provinciale ha diretto alla presidenza del ministero ed alla camera dei deputati in Vienna il seguente Memoriale : N. 79G0. Eccelsa Presidenza dei Ministri! Eccella Camera dei Deputati! Se la facilità delle comunicazioni fu sempre il mezzo più potente per la vita economica dei rispettivi paesi pei quali strade, fiumi e canali costituiscono, può dirsi, l'arterie che ne alimentano la vitalità, ciò è maggiormente negli attuali tempi nei quali dall'estensione, rapidità, agevolezza e tenuità di costo dei trasporti dipende quasi esclusivamente il prosperare del commercio, delle industrie e della produzione stessa naturale dei singoli paesi e nazioni. Gli è perciò che nella ferrovia dello Stato Pola-Rovigno-Divaccia che l'univa al centro della Monarchia, vide l'Istria con sommo beneficio accresciuto sensibilmente dalla Trieste-Herpelie, che l'univa inoltre all'emporio austriaco che è il suo mercato naturale e la sua capitale economica. Senonchè il beneficio è incompleto, nè ponno le dette ferrovie dello Stato riescire a questa Provincia di tutto il vantaggio atteso e che le è necessario fino a che non sieno direttamente unite alle maggiori ferrovie di Stato dell' interno e fino a che fra queste e quelle vi sia interposta la Sudbahn. Nè vale che pel tratto Divaccia-S. Peter-Lubiana v' esista un contratto di pedaggio fra lo Stato e la Meridionale ; giacché anche migliorato, per quanto pur lo si possa immaginare, il contratto per 1' uso promiscuo del detto tratto, non potrebbe mai rimpiazzare i van- taggi di una congiunzione diretta, che s'otterrebbe solo colla costruzione del tratto complementare indipendente Divaccia-Prewald-Laak. L'attuale stato di cose, pel quale la rete ferroviaria dello Stato è intersecata dalla linea di una società privata e non è corrisposto ai bisogni del traffico locale e di quello di transito nella misura richiesta, non può assolutamente servire ai rispettivi interessati. D' altronde lo Stato dev' essere assolutamente padrone delle linee che fanno capo al confine e che perciò-hanno carattere internazionale, e tali sono quelle che fanno capo al mare, e precisamente a Trieste, Pola e Rovigno ; ma perchè ciò sia s'esige assolutamente la costruzione del detto tratto, che interrompe le dette linee e toglie perciò alle medesime la loro importanza scemando con ciò potenza allo Stato medesimo. Infine senza la costruzione del proposto tratto non si può raggiungere mai lo scoppo cui tender deve lo Stato, vale a dire promuovere il commercio dell' interno col mare e rispettivamente 1' esercizio delle ferrovie dello Stato, prescindendo eziandio dal fatto che la proposta nuova linea ferroviaria rimuoverebbe la calamità, "ripetutamente avveratasi, della temporaria interruzione totale del transito. Epperò nel fermo convincimento che colla costruzione del tratto ferroviario proposto verrebbero a promuoversi in grado eminente gl'interessi politico-economico-commerciali dell' Istria, di Trieste e della maggior parte della Cisleitania nonché gli interessi della marina nazionale, completando così l'esistenti ferrovie dello Stato Istriana e Trieste-Herpelie da una parte e Ru-dolfiana dall'altra, la sottoscritta Giunta fa voto che i venga al più presto possibile costruito il tratto ferroviario complementare Divaccia-Prewald-Laak e prega Essa Eccelsa Presidenza dei Ministri (Eccelsa Camera dei Deputati) a volerlo benevolmente accogliere ed esaudire. La Giunta Provinciale dell'Istria. Parenzo, 17 decembre 1889. Il Capitano provinciale D.r Campitelli. La commissione sussidiatrice per gli studenti ita- . liani di Graz ci ha inviato il resoconto della sua gestione 1888-89, dal quale rileviamo che il saldo ascende a fior. 1704.63, importo questo che consiste nella somma di fior. 1404.63 posta all'interesse presso la civica cassa di risparmio di Graz, e delle obligazioni della ferrovia Leopoli-Ceruovitz-Giassi, del valore di fior. 300. Lo scopo di questa società, come noto, è di venire in soccorso degli studenti italiani della detta università che sono privi di mezzi, affine di agevolarne la via allo studio. L'intento apparisce così buono e nobile che non è a dubitarsi troverà numerose adesioni e contribuzioni anche fra i nostri comprovinciali. Nella seduta che tenne il 29 novembre a. d. la commissione centrale pei monumenti storici ed artistici, il consigliere di sezione Limi comunicò avere S. M. l'Imperatore — con riserva dell' approvazione costituzionale pei mezzi necessari — acconsentito alla prosecuzione del ristauro dei mosaici nel duomo di Parenzo e di accordare a tal uopo la somma di fior. 20,000 dai mezzi dello stato, in quattro rate annuali. Venne poi preso a grata notizia l1 annunzio che si cercherà di affidare al rinomato mosaicista Pietro Bornia di Eoma tale lavoro di ristauro. La società delle regate ha pubblicato un manifesto con cui bandisco una Regata locale privata a remi con due gare internazionali. La giornata fissata all' uopo è la domenica del 6 luglio p. v., lungo la riviera di Barcola, l'ora le 5 pom. —-—----- Cose locali Rappresentanza comunale. Seduta XI, 17 luglio 1889, presidenza del podestà, presenti il sig. Adolfo Schaftenhauer Neys i. r. capitano distrettuale, quale commissario governativo, 18 signori rappresentanti, due signori sostituti. Ordine del giorno: Approvazione del P. V. della X seduta 22-24 giugno ; comunicazioni ufficiose. 1. I-stanza della società generale francese di conserve alimentari d'Isola per avere la concessione dell' uso di passaggio attraverso il muretto del giardino del Belvedere. — 2. Deliberazione relativa al concorso per il posto di sottomaestro della scuola popolare maschile. Il podestà presenta il commissario governativo, il [quale porge il suo cordiale saluto alla rappresentanza. Il podestà legge un rescritto del 14 luglio col quale il capitano distrettuale partecipa la sua assunzione dell' uffizio ; — legge altro rescritto del r.mo monsignore preposito Francesco Petronio, col quale partecipa di aver ceduto, per ragioni di salute, la gestione dell'ufficio parrochiale e le altre mansioni di parroco al r.mo decano del capitolo D. Carlo Mecchia, il quale fu con decreto vescovile 4 luglio' nominato parroco di Capodistria. In pari tempo rivolge parole gentili di ringraziamento al Municipio per l'aiuto prestatogli nel corrispondere alle sue mansioni di parroco per 20 anni. — A questa partecipazione il podestà a nome della deputa-lione comunale, ha risposto col manifestare il più vivo rammarico, condiviso da tutta la popolazione, per l'avvenuta sua rinunzia; e con la speranza che rimesso in salute possa riprendere le sue mansioni di parroco. Il podestà partecipa inoltre che le scuole popolari furono chiuse conforme il desiderio espresso della rappresentanza, con una modesta solennità, e distribuzione di premi agli allievi più meritevoli; —■ che la impresa del caffè della Loggia dopo tentata e perduta una lite, rinunziò alla locazione e conduzione del caffè col 24 agosto p. v. Gambini, dolorosamente sorpreso dalla comunicazione della rinunzia all' ufficio di parroco, di monsignore r.mo Francesco Petronio, propone che la rappresentanza a mezzo della deputazione esprima a monsignore, il suo rincrescimento e la sua gratitudine. La rappresentanza accoglie la proposta a pieni voti. Primo punto. Il podestà comunica l'istanza della società francese, e presenta i relativi piani di situazione e propone: „La deputazione comunale in armonia al deliberato preso dalla spettabile rappresentanza cittadina nella IV seduta 19 luglio 1888 all'intento precipuo di assicurare alla città i molteplici vantaggi inerenti ad una grande industria : considerato il largo sviluppo dato in un anno alle basi di quest' industria : persuasa di fare il preciso interesse del comune, e di procurare in avvenire, mediante i favori largiti alla presente impresa il compenso di segnalati vantaggi a publica utilità e decoro : convinta che il domandato diritto di passaggio non pregiudica i publici riguardi : s' onora di proporvi il seguente ordine del giorno : ,La rappresentanza comunale, coerente al proprio deliberato 19 luglio 1888, accorda alla società generale francese di conserve alimentari d'Isola, il diritto d'uso di passaggio attraverso il muretto a tramontana del giardino del belvedere, limitato al marciapiede sottostante fra il filare d'alberi e la banchina, e ciò fin tanto che durerà l'esercizio continuato dell' industria enologica, d'industrie affini, e di altre non contemplate dal § 27 della legge 15 marzo 1883." Gambini, dimostra che anteriormente la rappresentanza aveva limitato la concessione dei fondi alla società francese, con la condizione non doversi alzare le costruzioni oltre la banchina del belvedere acciocché rimanesse libero il luogo di pubblico passeggio ; dimostra i gravi inconvenienti derivanti dalla concessione, e propone di non accordarla. Podestà offre dilucidazioni sulle ragioni che hanno mosso la deputazione a favorire la domanda della società, e quindi la grande industria intrapresa nella città. Belli, propone un' emenda, che si accordi il passaggio limitato a sole persone. Parlano Gerosa, Radoicovicli, Gambini e Calo-giorgio ; chiusa la discussione e posta a voti la proposta Gambini di passare all' ordine del giorno, viene accolta con voti 12 di maggioranza. Secondo punto. La deputazione presenta il solo concorrente al posto di sottomaestro, sig. Marino Gi-rardelli ora in Umago, ma considerata la prossima chiusura della scuola, e la speranza di avere in seguito migliore aspirante, propone di non presentare il concorrente per la nomina. Gerosa parla in favore della proposta, che viene accolta a voti unanimi. Nominati Gambini e De Mori per la firma del protocollo la seduta viene chiusa alle ore 9 pom. Abbiamo avuto il piacere di risalutare la brava compagnia drammatica Micheletti-Pezzaglia arrivata qui per dare un corso di rappresentazioni nel teatro sociale. — Lunedì prossimo avrà luogo la beneficiata dell' ospitale civico, e non dubitiamo che il pubblico vi accorrerà numeroso, e terrà conto delle strettezze in cui si trova quest' anno di mancato raccolto, la cassa del pio luogo. La brava compagnia dimostra con zelo degno di nota il più vivo desiderio di compiacere i frequentatori, ed è ammirabile la gentile signora Miche-letti, ancora convalescente della subita influenza, esporsi alle fatiche della scena, e riscuotere meritati applausi. Appunti bibliografici Ada Negri. Versi. (Nell'Illustrazione popolare, nella Margherita e in altri giornali di Lombardia.) Se molti seguono le novità carducciane, non le donne però che hanno orecchio musicale e vivo il sentimento della libera melodia italiana. Tale Ada Negri da Lodi giovinetta a vent'anni, maestra a Motta Visconti nel Milanese, già mia scolara e da me educata nel culto del bello. Nuova alla vita, sulla scena del mondo, canta come un usignuolo, e non si preoccupa d'altro e tal volta con tanto impeto di passione, accolta nella fantasia, speriamo, da far temere per lei; e allora i suoi versi sono coltellate. Io stringo i freni, e un po' lascio correre, sicuro della bontà del suo cuore. Pure ogni tanto le raccomando di udire tranquillamente le voci della natura, senz' altre preoccupazioni. Testé si è accomodata alla battuta del maestro, e mi regalò una poesia — Nevicata, — che giro ai buongustai della Provincia. Vedrà il lettore la trovata del bisillabo, la proprietà della frase, e ammirerà la nota dominante malinconica e che invita davvero a pensare. E senz'altro ecco i versi. Nevicata Sui campi e su le strade Silenziosa e lieve, Volteggiando la neve Cade. Danza la falda bianca Ne 1' ampio ciel scherzosa, Poi sul terren si posa Stanca In mille immote forme Sui tetti e sui camini, Sui cippi e nei giardini Dorme. E tutto intorno è pace ; Chiuso in obblio profondo Indifferente il mondo Tace . . . E ne la calma immensa Torna ai ricordi il core, E ad un sepolto amore Pensa. Ada Negri Motta Visconti 30 Dicembre 1889. P. T. PUBBLICAZIONI Paleontologia degli animali domestici, del prof. Martino Wilckens, riassunta sull' edizione tedesca per opera del prof. Dr. Domenico Tamaro. — Pubblicazione estratta dalla Clinica Veterinaria, rivista di medicina e chirurgia pratica degli animali domestici. Milano, tip. Pietro Agnelli, 1889. Nel N. 10 del Corriere della sera di Milano è finito il bellissimo romanzo — Sempre, Storie vecchie del secolo XIX —- del carissimo amico prof. Paolo Tedeschi. E un romanzo voluminoso, avvegnaché riempisse ben 95 appendici di quel giornale. Noi l'abbiamo letto con attenzione e con crescente interesse. Il bravo Tedeschi cerca disposare, in quanto a condotta, se ben ci apponiamo, la vecchia scuola romantica col romanzo intimo inglese, ed anche coli' intingolo del suo bel processo alla foggia di Gaboriau. Ci parve soltanto un po' troppo tirata la storia d'un trabocchetto nello scrigno d'un avvocato; ma ciò non toglie che il racconto fila sempre diritto allacciando la curiosità del lettore ; il quale, se tocca particolarmente la quarantina, o su di lì, trova una parte, se non sempre di sé stesso, certo dei suoi tempi, che la favola e la viva descrizione del romanzo gli va rammemorando. Non accade poi di dire che nella lingua e nello stile trovi sempre quel simpaticone di Prete Pero, il quale sa conservare ancora sempre l'arte invidiabilissima di ammaliarvi . . . anche quando scrivesse delle futilità. Ma il romanzo Sempre non è un libro futile e di mero passatempo ; ma un libro in cui è concentrata molta sapienza derivata da una lunga esperienza della vita e da acuti dolori sofferti. Sotto questo aspetto, sono assai pochi i libri di amena lettura che escono oggi dai torchi e che possono gareggiare con questo romanzo di Paolo Tedeschi. Al quale ancora .resta l'ideale, la fresca gioventù del cuore, l'eterno femminino di Gòthe, che le Gervasie e le Nanà non hanno cancellato e non cancelleranno mai mai." Bravo, amico, davvero bravo ! Speriamo che Sempre verrà raccolto in un volume, così che molti dei nostri comprovinciali possano leggerlo e conservarlo. (L'Istria) Trautwein Th. — Zeitschrift des Deutschen und Oesterreichisclien Alpenvereins. — Monaco, Lindauer 1888. — Contiene una descrizione dell'isola di Arbe, del dott. G. Frischhauf. Nella rivista scientifica Das Ausland, di Stoccarda, fu pubblicato un articolo descrittivo "Abbazia d'Istria, di K. Bergner. Il codice penale generale del 27 maggio 1852, corredato di tutte le leggi ed ordinanze relative alla giurisdizione in affari penali ;' compilato per cura di Matteo Boscarolli i. r. procuratore di stato in Trento. Edizione seconda intieramente rifusa con speciale riguardo alla pratica forense. — Prezzo fior. 3. Innsbruck, libreria accademica Wagneriana 1889.