ACTA H (STRIAE ♦ 10 • 2002 • 1 ricevuto: 2002-09-25 UDC <)4{497.1 Dubwivnifc)*05/. ,.":35L75 la legge come sopruso: le autorîtà municipali e la vita privata nella repubblica di dubrovnik a cavallo tra medioevo ed età moderna Zdenka JANEKOVIČ RÔMER Université di Zagabtia. Facoliàdi Filosofía, Zagabria, HR-10000 Zagreb, Uliea Ivana Ltièiéa 3 e-mail: zdcnica.janekovic-iocmcr@zg.hlnet.lir SINTESI L'autrice analizza la campagna condona dalle autorità legali di Dubrovnik confio i matrimoni clandestina,, il comporiainento sessuale e l'intraaeniinento giovanite durante il XV e il XVI secolo. Le pression i legali riguardo la vita privata dei cittadini vengono considérate come una forma di sopruso dato che limitano i diritti individual,i nell'ambito della sfera privara. L'autrice ha ¿Ilústralo il modo in cui il poiere della Repubblica di Dubrovnik ha témate di modellare la mentalttà e il comporta-mentó dei cittadini ben prima e coa maggiore efftcacia rispetto a più grandi e pin polenti stati europei contemporanei. Parole chiave: Repubblica di Dubrovnik, disciplina civile, moralità, sfera del prí-vato, sessualità. secc. XV-XVl THE VIOLENCE OF LAW: CIVIC AUTHORITY AND PRIVATE LIFE IN I,ATE MEDIEVAL AND EARLY MODERN DUBROVNIK ABSTRACT The authoress analyses the Dubrovnik authorities' legal campaign against clandestine marriages, sexual behaviour and youth entertainment in the 15"'' and 16'h century. Legal pressure over the private life of the citizens is regarded as a form of violence, because it restricted individual rights in private sphere. The authoress showed how the state power of the Republic of Dubrovnik endeavoured to shape the mentality and the behaviour of the people earlier and more efficaciously then much bigger and more powerful contemporary European states. Key words: Republic of Dubrovnik, civic discipline, morality, privacy, sexuality, 15th-16"'' centuries 265 ACTA HISTKIAE- 10 • 21)02 • I ?Mk* JANEKOVtC RÔMER LA LEGGE COMI SOPKUSO J.H AUTORITÁMUNICIPALE . 26J-2S4 INTROD UZIONE Le numeróse e varíe norme della legíslazione ragusea, in particolare quelle del XV e XVI secolo, rivelano, nel periodo di lempo succitato, la scmpre più massiccia penetrazione nella sfera privata da parie deile autorità della Repubblica di Dubrovnik. L'ampiezza di simili interventi è notevole, e comprende importan ti question! sociali come la stipulazione dei matrimoni, i contrató dotali o i! rapporto Lra lo Stato e la Chiesa, ma anche la vita famigitare e la sessualità, e cose apparentemenle marginal) quali i giochi. I'abbigl¡amento e i divertimenti giovanili. A seconda deile proprie necessità, il governo stabiliva quali matrimoni fossero. o non fossero, desiderabili, quantificandone la necessaria dote. Esso prescrive va i rití funerari e nuziali, e addirittura i cibi consentiti in simili occasion!. I consigli municipali discutevano, non di Tado, della lunghezza di un mantello o di una mantea. Gli occhi dei funzionari statali erano onnipresenti e controllavano la vita pubblica, privata e persino intima degii abitanti di Dubrovnik. Le nuove ümitazioni vengono spíegate come parte integrante della generalizzata tendenza dei poteri temporali a penetrare la sfera privata, ma esse sono anche manifestazione del peculiare aspetto che assumeva l'organizzazione statale ragusea nel tardo medioevo, e deli'assoluto predominio dello Stato sulla Chiesa. L'assetto giuridico era notcvolmente influenzato dalla morale cristiana, ma dietro alia facciata di devozione si celava sempre l'intéressé della Repubblica. I legislatori si adoperavano a definire Dubrovnik respttblica Christiana, ma il potere ecclesiastico vi veniva, più che in qualsiasi altro iuogo, represso. In vari rnodi le autorità eludevano il dirilto canonico e violavano i diritti del clero. Si potrebbe affèrmare che la autorità manipolassero la devozione e la morale cristiana utilizzando a fini politici la nuova ondata di religiosité. Nel XV secolo la Repubblica ragusea era uno stato amministrativo, concéntralo suH'ordiiie e sul contrallo deü'intera comunità. I-a pressione della legge, a tutela dell'ordine, sulla vita privata dei cittadini, puô essere considerata una forma di sopruso in quanto essa limitava i diritti degli individui nella sfera privata. Le deviazioni ed il disordine nel compon amento privato erano considerati dalle autorilà pericoloso segnale di una possibile ¡nquietudine sociale o politica. Si aprono, a tal proposito, interrogativi riguardanti le contemporanee idee politiche e le riflessioni della classe diligente sul potere e sull'assetto político. Le rinvigorite istituzioni municipali hanno portato a un ampliamento della giurisdizione. goverñativa, riconfermato dalle nuove leggi che raffor2ano, innanzitutto, il potere delíe autorità statali. H paternalistico discorso deile fonti rende evidente che è convinzione della classe dirigente che sia dovere dello stato mantenere ia disciplina dei cittadini nelia vita privata e pubblica. II materiale che conferma la penetrazione legislativa della Repubblica ragusea nella dimensione privata e intima dei propri cittadini è notevolmente ampio, e comprende sfere esistenziali estese e diversifícate. Per questa occasione ho ristretto i'argo- 266 ACTA HISTRiAE ♦ ¡O • 20U2 • l Zdcnk» MVHKOVIC ROWhK J.A ÍKiGF. COME SOfftUSO. LE AUTOI-'I i A MONK JPAI.I ... 26Í-3S4 mentazione alie norme giuridiche che colpiscono nel modo piu diretío e profondo l'intimiiá deü'tndi viduo, influerizandone ¡n modo sostan/safe l'esisfenza: le norme sulla stipulazione del matrimonio in segreto e quelle sulla sessualita. Nell'analisi mi son o servita delle seguenti raccolte di leggi ragtisee; lo statuto dell'anno 1272 (Líber sta-tulorum civitaiis Ragusii). il libro delle rifarme (Líber omnium reformationiun civitaris Ragusii), nonché ie raccolte Líber viridis (leggi emanaíe tra il 1358 ed il 1460) e Líber croceus (leggi emanate tra il 1460 ed il 1803). Mi sono, inoltre, servita, di una serie di altre fonti pubbltcate e non, tracui i verbali di tre consigli municipal!, verbali giudiziari e fonti naiTative. Ho fatto uso di statuti e di altre fonti provenienti dalle citta sulla costa adriatica oriéntale, e mi sono avvalsa di materiale bibliográfico comparativo. II crimiue del matrimonio segreto Per i governanti, una minaccia parlicolare era costituita dal matrimonio stipulato senza la conoscenza, la volontá ed il consenso della famiglia. 11 timóte del matrimonio per amore rappresentava, nel medioevo e nei primi decenni del! etá moderna, una sorfa di fissazione, tanto che molti autori arrivavano a ritenere I'amore - amor - un senti-mento indesiderabíle nel matrimonio, un peccato simile all'adulterio, La spontaneitá dell'amore spavenlava la classe dirigente in quanto fonte di un disordine che sfuggiva la possíbilitá di controlio. Tale problema costituiva il nodo céntrale deííintreccio di molte opere letterarie rinascimentalí, a testimonianza della preoccupazione dei contemporanei per íenomeni di questo tipo (Aries, 1995, 130-139; Kotruljevic, 1989. 423-425; Martines, 1998, 255-290; Ferrante, 1994, 923-925). Per le leggi ecclesi-astiche un simile accordo .segreto era va levóle, e perianto le autoritá laiche e famigliari si adoperavano a impediré la stipulazione di matrimoni segreti mediante un severo controlio, leggi e minacce. Ció era particolarmente evidente neüa fase antecedente al Concilio tridentíno, che sottopose il rito matrimoniad a una serie di norme prescrittive, rendendo in questo modo piü difficíle la stipulazione dei matrimoni in segreto. Particolarmente severe suü'argomento erano le ieggí degli slati proíestanti. La legislazione protestante poneva, infatti, suilo síes so piano i beni materiali e Ja piole: ne conseguiva l'illegalita delle decisioni riguardanti ¡3 stipulazione del matrimonio prese indipende-ntemente. II libero accordo non costituiva condizione suficiente per un matrimonio valido, il benestare dei genitori era indispensabile. La Controriforma introdusse an-ch'essa norme piu severe sull'argomento, pur rimanendo íedele, pero, alia definizione sacraméntale del matrimonio come atto libero ed individúale. Ció risulta evidente dallo stesso decreto Tametsi (emanato dal Concilio di Trento nel 1563), il quale insiste sulla dimensione pubblica del matrimonio e sulla presenza dei sacerdote, ma non sul consenso parentale (Harrington, 1992, 59-60; Prodi. 19S9. 18-20). Perianto, con le disposizioni del Concilio tridenlino la Chiesa caftolica non fece altro che defmire la dimensione normativa, fornendo in questo modo una base al processo di discipli- 267 ACTA HISTfUAE • JO • 2002 • 1 Zdcnka IANIEHOV !C ROMER; L A Lf< >til >'OMI SOPRUSO. LE AUTORITA MUNICIPAL] .... 265 -384 narnento degli individu] partato avant i dalle autorità stataii. Nonosiante la resisíenza della chiesa alla cessions délia giurisdizione nelle queslioni matrimonial!, le autorità stataii riuscirono ben presto ad ottenere i! pieno contrallo e ad attuare un processo di secoiarizzazíone delle stesse. Sia negli stati protestanti che cattolici i governi ini-ziarono a tenere registri matrimoniali. Durante il seco!o XVI si giunse a un connubio ira l'autorità famigliare. paterna e. stntaie. Questo porto alia formazione di un nuovo, único modello di matrimonio, m opposizione alla varietà dei legami famigliari e parentali típica del Medioevo (Prodi. 1989, 16-17,20). Leitmotiv del periodo dívenne, da un lato, la famiglia come fondamento dell'ordine sociale e, dall'altro, il libero arbitrio dei gíovani che si sposavano contro la volontà dei genitori. La tvagica fine degli adolescenti shakespeariani Romeo e Giulietta è soltanto un esempio della sum-menzionata tendenza. come afferma J. Harrington (Harrington, 1992.55-58). Nella Repubblica di Dubrovnik l'intervento dello Stato sull'argomento è evidente fin dal XV secolo. 1 iegislatori ragusei, in misura addirittura ma gg i ore rispetto a un gran numero di contemporánea di altra provcnicnza, temevarto il matrimonio segreto, stipulato per amore, senza il consenso e contro la volontà della famiglia. Agli occhi della nobjltà ragusea tale posibilita rappresentava uno de-i più grandi spauracchi, una delle più temibili minacce contro l'ordine terreno e celeste delie cose. Se ne discuteva, perianto, corne di una importante questione di política statale. L'idea di una libera stipulazione. del matrimonio, senza la conoscenza ed il permesso parentale, è preséntala in una sanzione di legge del 1429 come un peccato contro la volontà del Creatore, che già nel Paradiso terrestre ístitul il matrimonio tra i progenitori degli uomini come qualcosa di sacro, puro e imrnacolato. Contro sif'fatta sacralità inter-vengono "uomini malvagi di bassa estrazione che convincono gíovani fanciulle delle migiiorí famiglie a contrarre matrimonio con essi senza i! consenso dei genitori, il che è inviso a Dio, contrario ai buoni costurni e costituisce perianto un pericolo per la città". Le pene inílitle a tutti coloro che, in un modo o neU'altro, prendevano parte alia stipulazione di un siffatlo matrimonio erano estremamente pesant!lo sposo perdeva ogltí diritto ai beni della sposa, mentre i coropartecipi, incluso il sacerdote, erano puniti con il carcere o l'esilio. Va osservato che neü'argomentazione non trova spazío l'eventualità che la sposa si fosse decisa a un simile passo dopo averio ben pondérate e di spontanea volontà, motivata da un amore che incontrava il disaccordo della famiglia. Evidentemente, i Iegislatori ritenevano che le donne in simili circostanze fossero sernpre vittime di uomini. che cmbivar.o a ottenere con l'inganno i loro beni. Essi stabilivano, perianto, che tutti i beni della donna, che contraesse in tal modo matrimonio. fossero sottoposti al contrallo del Consiglio minore, fintanto che gli eredi non raggiungessero l'età per poterli rilevare. Lo sposo non aveva alcun diritto di succes-síone né di usufrutto, nemmeno in assenza di figli (PAD, Cons. Maius. vol. 4, ff. 22'-30; Liber viridis, 237; Janekovic Rômer, 1996. 143-146). La sutnmenzionata sanzione non permise al governo raguseo di svadicare il matrimonio segreto - e non vi 268 ACTA H t STRIAE • 10 • 2002 • I Zifcnk.1 IANEK.GVIC RÔMtiR. LA UCCECOMB SOPRUSO U: M TnRlTA MUNtCIPAU • . 165-284 riuscirono nemmeno moite amministrazioni successive - ma porto a compimento il processo di seeoiúrizzazione del la questione sul piano deila competenza giurisdi-zionale. La disperazíone di fronte al peccato e finvocazione deila giustizia divina celavano l'appropriamento da parte dclle autorité statali deila sfera di competenza dei tribunal) ecclesiastici e la derogazione del diritto canónica. Va sottolineato che cid accadeva ben prima del Concilio trídentino, il quale riconcilié almeno parzíalmente la posizione délia Chiesa e dello Stato in materia di matrimonio segreto, devolvendo parte deila competenza giurísdizionale ai tribunal! laici (Harrington, 1992,61-65). La sempre maggiore importanza attribuita ai fidanzamento. ai riti religiosi e alia stipulazione pubblica del matrimonio era, ira l'alfro, segnale deila volontít di impedire i matrimom segreti. L'assemblea ed il consiglio deila comunità delt'isoLi di Lastovo, appartenente al territorio deila Repubblica di Dubrovnik, emanavano nel 1449 una norma di legge secondo la quale il fidanzamento cío ve va avvenire pubblicamente, in chiesa, in presenza del sacerdote. A questo aggiungevano anche due leggi sul matrimonio segreto, La contraddittorietà delle summenzionate norme testimonia la dif-ficolta o l'impossibilità di concillare la concezione ecclesiastica del matrimonio come libero accordo tra gli sposi e le esigenze délia sociefà laica. La comunità laica vietava il matrimonio segreto, pur non potendone contestare la validità. Era slabílito che ta donna - che si fidanzasse in segreto o consentisse al matrimonio - perdesse, in questo modo, ogni bene paterno e materno, "in quanto un simile fidanzamento, ovvero un siffatto contralto, non viene considéralo matrimonio onesio. pur essendo valido secondo le norme ecclesíatíche". La comunità laica non poteva derogare le leggi deila Chiesa, áncheseesseerano nettamente contrapposte ai suoi interessi (Lastovski statut, cc. 74, 75» 76). Soíto l'inílusso delle leggi deila Repubblica di Venezia. che trattavano la questione in modo simile a quelle ragusee, gli statuti di alcune cilla deila Repubblica di Dubrovnik emanavano. neli'arco del XVI secolo, severe leggi contro il matrimonio segreto. Lo statuto di Korcuia (KorCulanski statut) dell'anno 1430, oltre ad ammende, prescriveva anche una pena corporale - l'amputazione dell'orecchio dello sposo (Korculanski statut. Réf. c. 151). Lo statuto di Zara (Zadarski statut) constata va esplicitamente che i figli di entrarnbi i sessi dovessero essere, in eonformità alie norme di legge, sottomessí alla volontà dei genitor! La fíglia o il figlio che privasse i genitori deila summenzionata ubbidienza veniva diseredata/o, a meno che il padre e la madre non perdonasse, in forma di documento, "la pesante ingiusttzia arrecata" (Zadarski stalut, libro III. c. 90). E' di particolare intéressé un'altra norma dello statuto di Zara che riguarda il matrimonio contralto in segreto, dalla quale si evince quanto la more fosse rilenuto fenomeno pericoloso e, addirittura, peccaminoso. Si afferma, infatti, che la figlia la quale contraesse matrimonio "pervasa, come una baccante, da follia amorosa" ;"'... fitrore forte (¡morís bachata...") venisse disereditata senza possibilité di grazia. La stessa cosa valeva anche per il figlio (Zadarski statut, libro III, c. 92). La severità delle norme cítate è espressione del timoré suscítalo dal libero arbitrio 269 ACTA H1STK1AE • 1« • 2002 • 1 Xdtrkit .lANÎÎKÛVlC ROMÈK: LA LF.GG1: COMÍ: SOl'RUSO LF ALTORITÀ MUNICHVUJ íf---2SW individúale nelle questioni matvimoniaü. percepito come potenziale rnitiaecia non solo verso i i núcleo famigiiare, ma contro la stessa comunità sociale. Le autorità e l'alcova La sessualità degli uomini nel Medioevo nentrava, dal punto di vista inórale, neila sfera di competenza della Chiesa. i penitenziali stabilivano i cornporiamenli sessuali consentiti e quelli peccaminosi, prescrivendo le. pene per i peccatori. Senz'ombra di dubbio, taii codici influenzavano ta vita degli individu» e la loro sfera emozionale appesantendole con limitazioni e con il complesso di colpa. Le pene erano di tipo spiritualee non troppo severe, m quanto la Chiesa romana era "contraria al peccato, ma non ai peccatori". Quando il poterc temporale iniziô a interessarsi alia sfera intima degli individui. lo fece in modo ben píu efficace, grazie alf'apparato di controllo e di repressione di cui era in possesso. Le amraimstrazioni comunali íardomedievali dedicavano un'attenzione sempre maggiore alie trasgressioni inerenti la morale sessuale, ovvero alla prostituzione, all'adulterio e alia sodomía. Le autorità cittadine consídcravano tali trasgressioni ¡norali lino dei generatori del disordme, e ritenevano che la fermezza del loro potere e dell'oi diñe sociale esigesse timítazioni in tale campo. Alcuni legislatori sentivano fa nccessità di apportare giustificazioni per la violazione della sfera di competenza ecclesiastica, e spiegavano che ¡'adulterio, ad esempio, avesse important! conseguenze sulla societa laica, e che, perianto, lo Stato se ne do-vesse occupare. Nell'arco del XV e XVI secolo vcniva attuata anche una istituzio-nalizzazione della prostituzione, al fine di permetterne un controllo più efficace (Lansing, 1997, 33-34). A Dubrovnik, fino al XV secolo, il "mestiere più antico del mondo" non era sottoposto a limitazioni di legge. E' noio che esistesse una specie di casa chiusa. e che le prostitute non si premurassero di naseondere la loro ailivita. Le limitazioni législative e la condanna pubblica apparivano nel XV secolo. All'iniziodel secolo, nel 1409, il governo raguseo assegnava alie prostitute una casa in vicinanza dell'ospedale, nella quale dovevano soggiornare, e vietava loro di abitare in qualsiasi altro luogo a Dubrovnik. Esse ottennero un mese di tempo per trasferirsi nella casa succitata (PAD. Reformatâmes, vol. 33, í. 88; Jeremic, Tadic, 1940, 119). Era sollamo l'inizio delle future persecuzioní. Se prima ¡e prostituie si potevano incontrare in tribunale, ma per altre trasgressioni o crimini, dalla meta del secolo si susseguirono processi e persecuzioní contro la loro professione. La retorica delle sentenze giudiziarie assomigliava a quella emergente dalle ieggi a regolamentazione della sfera privata dei cittadini - si menzionava la loro vita disonorevole e la corruzione della gioventù. Questa è un'ulteriore testimoniarían del fatto che il governo della Repubbüca di Dubrovnik iniziasse ad accollarsi le questioni inerenti la morale, il che rese più efficace il controllo e più severe le pene rispetto ai secoîi precedenti, quando la morale apparteneva alla giurisdizione délia Chiesa (Ravancic, 1998, 124, 128). Le autorità 270 ACTA H (STRIAE ♦ 10 • 2002 • 1 Zdciifca JANEKOVlt R0MER. LA LEGCE COME SOI'RUSO: LE AUT0RITÀ MUNÎCU'AU .... 26.1-244 ragusee anche in questa sfera del prívalo, owero délia sessualità, precedeltero l'Europa, in cui i processi contro la prostituzione imziarono durante la "crisi del Rinascimemo", owero nel XVI secolo. Certamente, la nuova época acuí anche a Dubrovnik la preoccupazione per la morale dei cittadini, c porto, conseguentemente, anche molte disposizioni contro la prostituzione (PAD, Acta Cons Minus, vol. 20, f. 89'; ff. 3'-4; PAD, Ostavstína dum Nika Gjivanovica, voi. 18). A differenza di molte città europee (Carbasse. 1987, 86-87) e daîmate (Statut grada Splita, libro 4, c. 38; libro 3, c. 36; Inchiostri, 1930, libro 2, cc. 12, 13; Statut grada Poreca, libro 3, cc. 17, 18; Statut grada Trogira, libro 3, c. 14; Knjiga statuts grada Sibenika, libro 5, c. 50),1 lo statuto di Dubrovnik e le successive raccoite législative non emanano leggi suH'adulteno. La questione era regó lata dal diritto consuetudinario, con norme diverse per gíi uomini e per le donne. A parole, la società ragusea era a favore delta morale matrimoniale caldeggiata dalla Chiesa, ma nella vita quotidiana le cose stavano, di fatto, diversamente. Gli uomini potevano compensare le frustrazioni caúsate da un matrimonio indesiderato o da un rapporte coniugale insoddisfacente con il lavoro. ma anche con legami extraconiugali, che erario tácitamente permessi. Moltj nobili vivevano apertamente con le loro amanti, riconoscevauo e allevavano i figli nati da simili relazioni. Per quanto riguarda le donne, casi di questo tipo, quando si veri-ficavano, venivano attentamente cetati e taciuti. II severo coritrollo sulle donne, specialmente delle classi elevate, dirninuiva di certo le occasioni per qualcosa di simile. Nei verbali processuali non appaiono casi si adulterio compiuto da donne, non ci è perianto possibile documentare te reazioni delle famigiie e delle atitorità. A esemplificazione della pubblica opinione suli'adulterio compiuto dalle donne, basti menzionare il fatto che la legge considerava adulteri i legami amorosi delle vedove, che perdevano i bem e le comodità fruité in base ai diritti di vedovanza. L'intervento dello stato sulla questione delt'adulterio puô essere analizzato sulla base di un caso accaduto a Dubrovnik il 24 luglio del 1471. In breve, il rnuratore Vlahusa sorprese la moglie con il giovane nobiluomo Frano Dimitri de Ragnina e uccise quest'ultimo. Lo scioglimento dello scandaloso caso non fu portato avanti presse un regolare tribunale, ma, trattandosi di un nobiluomo. al Senato. Tuttavia, i senatori non si ersero in difesa di quella nobiltà a cui essi stessi appartenevano, ma a tutela della morale e del matrimonio legittimo, Decisero di prosciogliere il muratore dall'accusa, in quanto Tucciso causó da se la propria morte". Perdipiù, per proteggere Vlaho, intirnarono ai eugini e agi i amicï del giovane nobile di non osare farsi giustizía da sé ("Et sine ullo impedimento reati aut personali sibi inferendo causa dicti homicida, attenta conditione casus et quod occisas dédit causatn monis suae ") (PAD, Cons. Rogatorum, Libro 21,117'). Da questo caso si évincé il contrasto tra l'abituaie tacita tolleranza nei confronîi del i'adulterio maschile e la severità in caso di adulterio femminile, si 1 Lo statuto di Verbeiuco (VTbnik) prevedeva addirittura la pena di morte per !e adultere (Statuts lingua croatica conscripta, 1890, 154) 271 A< TA niSTRIAK • lft • 2002 • 1 Zdctika JANEX.OVIC ROMER. LA i EGtíE COME SOPRUSO. LE AUTORITA MDMICU'ALI .. ¿(Í5-2S4 tratlasse anche di una donna di umili origini. Le donne dovevano dtfendere il proprio onore, concepito come contenimenlo sessuaie, chiusc in casa, solio il controllo maschile. Secondo I'opinione dei coniemporanei, questo era l'unico modo per man-lenere il buon nome délia famiglia e la purezza délia discendenza (Janekovic Römer. 1999, 193-192,202). Nell'anno 1474 il Consiglio maggiore giunse, in forma di legge, a una conclusione esemplificativa dell'ormai avanzato processo di arbiiraggio statale in campo morale. I membri del consiglio si scagliaiono con indignazione contro t sodomiti, ovvero gli omosessuali. 11 concetlodi sodomía si riferiva a ogni (vicíalo) comporiamenlo "contro natura", e cioè a ogrii comportameato sessuaie non avente come fine la procreazione, e perianto anche a quello tra partner eterosessua)i. Nelle font) mcdíevali, comunque, taie termine indicava perlopiù l'omosessualità. I penitenziali condannavano l'omosessua-lità deftnendola peccato mortale, paragonabile al rapporto sessuaie con animali. Taie abominabiie crimen passava gradualmente, in alcuni ambienti fin dall'inizio del XIV secolo, dalla sfera di compctenza ccclcsiastica a quelta dello Stato. In moite città venivano, neîl'arco di tempo sopraindicato. emanate severe leggi contro la sodomía e prescritte severe pene, che includevano l'umiliazione in pubblica parata, il marchio d'infamia, la caslrazione e la morte per combustione (Lansing, 1997, 39-40). La sub-cultura omosessuale era parlicolármenle presente a Firenze, ove il governo adottava, daila fine del Xffl alla metà del XVI secolo, misure sempre più severe per tentare di sradicarc questo vizio. che cotisideravano uno de i più pesanti problemi morali e sociali délia città. Venne addirittura introdolto un servizio speciale, gli ufficiali di noire, il cui compito consisteva esclusivamente nella persecuzione dei sodomilî.2 Anche nelle fonti veneziane si incontra vano lamenti su) fatto che la città si andava trasformando in Sodoma. Venivano pure emanate leggi contro la sodomía, ma il matenale giuridico non era. nemmeno lontanamente, paragonabile per quantilà a quello florentino, es-sendo privati gli interrogatorj e molto meno dettagliatí i verbali. Le misure di legge contro la sodomía erano drastiche, e i document! d archivio ne testimoniavano i'ef-f'ettiva applicazione (Ruggiero, 1985, 109-110). In modo simile al modello veneziano, i consiglieri ragusei decisero di adoperarsi affmché il "peggiore, dannato crimine délia sodomía" non ponesse radici nella loro città, in modo che questa non diventasse "albergo di démon) invece che dímora del Sígnore". Chmnque fosse coito in flagrante, "tarn agens quam paiiens", sarebbe stato punito con l'amputazione del capo, e il suo cadavere sarebbe stato bruciato. E'inleressanie notare che in simili casi veniva adottato 2 E' interessante notare che le persecuzjoni del sesso "confronatura" scemarono a Firen/e con I'avvento dei Mediei. Nel nuovo stato ducale ronriosessualitä non rappresentava piü un problema di primaria importanza e äa questione cadde nel dsmenlicatoio: il nuovo dominio si basa va. infatti. su un sistema di potere completamente diverso dal precedente regime repubblicano. 11 sostegno clientelare e l'ap-poggio dell'esercito sostituirono il bisogno di ordine sociale che assicurava stabilitá al govemo precedente (Rocke, 19%, 7, 23-24,32,45-86, 195-226; 1987,701-723). 272 ACTA HISTRIAE • 10 • 20n2 ♦ i Zdsnka JAK'LKOVlí RÓMER LA LEGGECOME SOl'RUSO L L VUTOR1TÁ MUNICIPAL! .... 2É3-2Í4 ¡1 procedimento in uso per gli omicidi. Come sempre, ÍI governo incentivava i de-nunzianti: il colpevole veniva libéralo dalla terribile pena e premíalo con 300 perperi, mentre i testimoni rieevevano falto compenso di 100 perperi. Gli accusati andavano sottoposti a tortura afñnché la veritá, a tutti i costi. emergesse. La grazia era concessa soltanto in caso di volazione pubblica dei membri di tutti e tre i consigli. La nuova legge fu volata con la schiacciante maggioranza di 104 voti su 108 (Liber croceus, 72; PAD, Cons. Rogatorum, vol. 41,264). Non é stato dimostrato se i consiglieri ragusei fossero stati spinti da un caso concreto ad emanare la summenzionata legge. Nel preambolo si afferma esplicita-mente che si tratta di una misura preventiva, e si puó pertanto concludere che tale norma venne emanata sulla scia di un'anlica prassi di severe minacce o sporadiche pene, che dovevano servire da esempio. 1 documenti contemporanei, giui idici e non, non danno alcun indizio sull'esistenza deü'omosessualitá nella cittá. II governo ra-guseo non di rado rnetteva a tacere gli scandali, e addiruttura distruggeva i libri contenenti i dati segreti, ma di tracce ne rimanevano sempre: ben poco si poteva nascondere in una cittá cosi piccoia (Janekovic Romcr, 1999, 101-102; PAD, Cons. Maius, vol. 7, f. 88'; Liber viridis, c, 342). E', perianto, possibiie concludere che le disposizioni contra la sodomía, anche quelle successive a questa, stavano perlopiü ad indicare un tentativo di costituzione e giustificazione dell'autoritá, piuttosto che un'effettiva minaccia. E' possibiie che i governi di Firenze e Venezia fossero preoccupati per ti futuro demográfico delle ciltá (Crouzet-Pavan, 1984, 275-276; Ruggiero, 1985, 109-110), ma questa ipotesi non é valida per Dubrovnik, non essendoci dati sulla diffusíotte deiI'omosessualita e su un'eventuale diminuzione di matrimoni ad essa connessa. BariSa Krekic venne alia conclusione che queste ed altre leggi legate alia morale individúale sono la conseguenza dell'azione di alcuni fattori: la minaccia turca, il platonismo, il sistema dótale, l'ínflusso dell'etica cattolica e, soprattutto. l'avanzato processo di urbanizzazione durante il XV ed il XVI secolo (Krekic, 1987, 344-345). In questa intricata concatenazione di fattori sí celano le motívazioni del governo raguseo, che, oppresso da minacce esterne, cercava di batiere sul tempo i pericoli in agguato sul fronte interno, e cioe quelli legati alia bóllente societá cittadina. Le morigérate disposizioni governative rivelavano direttive di política interna congruenti alia generale intensiñeazione della repressione sessuale in Europa aü'aiba deíl'etá moderna, pur in un contesto, quello raguseo, ín cui le summenzionate misure risultavano piü efficaci (Flandrin, 1978,196). La gioventü maschile ragusea era, comunque, oggetto di preoccupazione e di ri-flessione per i servizi e gli organi governati vi. Non va dimentícato che a Dubrovnik era predominante la forma mediterránea di matrimonio, chepermetteva ai gíovani di sesso maschile lina prolungata giovínezza. Ci si riferísce soprattutto ai nobilí, in quanto i popolani contraevano di norma matrimonio in etá piü gíovane, dopo essere diventati professionalmente indipendenti. 1 figli dei nobili potevano stabilirsi in societá soltanto 273 ACTA H t STRIAE • 10 • 2002 • I ZdciA» IANEKOVIC RÖMER- LA LEGGE COME SOS'RUSO LEAUTOHITA MUNICIPAU ... 26S-2S4 dopo essere di ven tat i membrí del Consiglio maggiore, fatto che segnava l'inizio del loro cursits bonorum, La spiccata domínazione del pater familias impedí va loro di dispone dei beni famigliari e di operare líberamente fino alia movte dello stesso. Essi contraevano matrimonio dopo il trentesimo anno d'etá e per volonta del padre. Prima che questo avvenisse, essi trascorrevano un discreto numero di anni tra un diverii-mento e l'altro, adoperandosi in una sorta di inversione delle norme esistenziali per compensare le proprie frustrazioni. II governo doveva tenerne conto ed infatti per-metteva, almeno tácitamente, il comportamento subculturale della gioventü maschile, il loro riunirsi in gruppi. i loro rapporti con le prostitute ecc. ín questo modo il governo controllava, e in parte regoíava, la deviazione dalle norme sociaü, alio scopo di atttiare, infme, una riconciliazione tía i giovani e le norme suddeite (Janekovic Römer, 1999, 183-192; 1995, 100-111). Durante i! Medioevo le autoritä erano índulgenti con la gioventü: reagivano severamente soltanto nei casi in cui la salute. la vita o i beni dei cittadini fossero messi in pericolo (Janekovic Römer, 1995). Nel XV secólo, pero, i governanti iniziarono a sottoporre i giovani a un severo controllo c a minacciarü con pesanti pene per le trasgressiom morali. in modo da calmarli preventivamente. La cautela nei cotifronti della giovani le ansia di liberta, spinse i consiglieri a rifiutare, nel 1424, l'offerta. falta dal famoso concittadino Ivan Stojkovic, di fondare un'universitä a Dubrovnik (Sanjek, 1990, 275). Luccese Filippo de Díversi, insegnante della detta gioveníü (1434-1440), sí mostrava soddisfatto delle misure prese dal governo per dislogliere i giovani "dalle cose verso le quali sono attratti per istinto, da ció che ferisce. rovina e distrugge l'ordine cittadino" (de Diversis, 1983, libro 4, c. 8). Eppure, sembra che queste misure non fossero troppo efficací, in quanto, verso la fine del XV e nel XVI secolo, si osservano modifíche nello stile di vita dei giovani, presumibílmente condizionate dalla ricchezza della cittá e dai distacco dalla se veri la mora le del medioevo. I contemporanei si lamentavano che i giovani avessero sostituito i valon d'un tempo, quali la dedita operositä e lo studio, con i divertimenti di una vita piacevole e dissoluta. Benedetto (Benedikt, Benko) Kotruijevíc si lamentava dei giovani "inetti e scemi, che sí danno ai balli, al corteggiamento, ai banchetti e ad altri diletti, e non si cura no di studiare la grammatica, ¡'oratoria ed altre onorevoli discipline. Incontrercte mol ti mercantí delle nostre terre che sanno giücare molto benc a scacclu e a dama, che sono esperti di carte e gioco d azzardo, che sono abili con ta spada, riella lotta, che sanno suonare, cacciare, pescare ecc., ma la scienza é loro sconosciutacome lo é la lira all'asino" (Kotruljevic, 19S9, 75-77,315). Descrivendo la vita ¡icenzíosa dei giovani ragusei del XVI secolo, il frate domenicano Seraphino Razzi annotava la diffusa massima "Dalle mosche di Zarra e dai putti di Raugia cara liberici il Signare" (Razzi, 1595, 131-132). Anche la disposizione contro il vizio. aggiunta nel 1534 alia legge contro la sodomía, riportava una simile lamentazione. Nel piuttosto lungo preambolo, influenzato dalla nuovo vampata di religíosíta, si affer-mava che Dio avrebbe colpito i ragusei con i! "flagello della peste", avendo essi 274 ACTA H t STRIAE • 10 • 2002 • I ZAnka JAKfJCOVK; RriMER. Í.ALEGCE COME SOPRUSO: LE: AUIORITÁ MllNICIPAU .... Í6J-2Í4 provoca lo la sua ¡ra con i propri mcorreggíbUi vizi. ! governanti consideravano ti comportamenlo giovanile focolare del vizio, ragion per cui le misure, proposte dagli amministratori ragusei al Consiglio maggiore, riguardavano solíanlo i giovani. Vo-lendo sradicare alia radice il vizio dalla ciltá, i legislatori si servjvano di niezzi, tali da daré prova della profonda penetrazione della regolamentazione statale nella vita dell'individuo. La legge presen ve va che i giovani clovessero essere assorbiti da studi di vario tipo, "affinché nessun cattivo pensiero potesse farsi spazio nei loro oziosi cuori". Fu, pertanto, stabihta l'apertura di scuole pubbliche, atte ad educare convenientemente e decorosamente i giovani. Gii insegnanti dovevano leggere loro, due volte al giorno, massime tratte dai classici, ed essi dovevano, poi, compone temi suH'argomento. Massima era l'attenzione préstala aifistruzione e al comportamenlo degü insegnanti, affinché gli studenli, mfluenzabili data la giovane etá, acquisissevo sane abitudini e una buona istruzione. Tale norma di iegge assomiglia notevolmente al contemporáneo modello gesuitico di disciplinamento dei giovani (Knox, 1994, 73-85). Lo scopo della norma non era, comunque, soltanto quello di stitnolare la razionalita e la devozione, ma anche di educare i sudditi obbedienti. Anche se queste scuole "di morale" non erano obbligatorie, specie per i píü piccoli, le misure pedagogiche introdotte dalla legge testimoniano a sufficienza la nuova posizione dello stato, uno stato che inizia a sentirsi responsabile della morale dcll'individuo, a contrallarlo ed educarlo in funzione di una "relia" esístenza ed azione alfinterno della Repubblica. I consiglieri non ritenevano, pero, che una buona istruzione potesse essere sufficientemente efficace, e pertanto aggiungevano alie misure di cui sopra una serie di dsvieti. Ad esempio, sta-bilivano che i giovani non poíessero riunirsi in case o negozi e giocare a carte o altro, oppure cenare insieme. La pena pecuniaria per simiii riunioni a scopo di divertimento era di 100 perperi al padrone di casa, e di 10-20 perperi a tutti gli altri. La pena per i recidivi era Tesilio, per una durata di 5 anni. 11 consiglio condannava. inoltre. anche il gergo giovanile, ritenendo l'allerazione del le parole un vizio spudorato. Anche Kolru-Ijevic face va commenti di questo tipo, inonidendo per i) fatto che alcuni addirittura recitasscro in chiesa le preghiere "senza devozione, senza buon gusto né rispetto, balbettando, storpiando il testo, oppure parlando d'altro, rispondendo non devotamente e in modo sconvenjentemente intempestivo, ammiccando, ridendo e impegnandosi in atti insulsi e disonorevolí... direi quasi bestemmiando" (Kotruljevic, 1989. 243-244). La legge stabiliva che chiunque fosse eolio negli atteggiamenti di cui sopra, o nell'alto di raccontare barzellelte poco serie, sarebbe stato punito con un esilio di 5 anni e con una multa di 100 perperi, in quanto simili "misen atti rovinano le buone abitudiní". L'esecuzione delle nuove disposizioni era garantita dalla nomina di una commissione costituita da tre inquisitori, scelti tra i senaiori. Essi erano autorizzati a verificare in segreto le informazioni.e a sottoporre i trasgressori a processo al Consiglio dei pregatí. I nuovi decreti morali terminavano affermando che la vita delle persone sarebbe cambiata in meglio, se non per onore individúale, almeno per límore delta pena (Líber 275 ACTA H t STRIAE • 10 • 2002 • I Zdcuka JANEKOVIÍ RÜMKR: LA LEOOECOMt SOCRüSO: LE ALTORITÁ MONlCtPAU .... 2zg.htnet.hr POVZETEK Dubrovniška republika se je začela vmešavati v zasebno življenje svojih državljanov že dolgo pred dramatičnimi pravnimi omejitvami v življenju Dubrovčanov v obdobju reformacije in protireformacije, in sicer z gonjo proti skrivnim porokam, sodomiji, prešuštvu, hazarderstvu, potratništvu, nadzorom nad dotalnimi in zakonskimi pogodbami, godnostjo za poroko in celo nad hišnimi prepiri. Vlada je v skladu s svojimi koristmi in potrebami prepovedovala določene poroke, druge pa dovoljevala ter tU in tam ljudi celo silila v poroko. Hkrati je omejevala dotalne nagrade, prepovedovala nekatere poročne in pogrebne obrede in se celo vmešavala v menuje 280 ACTA Hi.STRIAF, • 10 • 2002 • 1 Zdenk« JANEKOVIČ ROMER: LA LEOOtCOME SOPUUSO. LE AUTOKITÁ MUNICIPAL! .... Í6J-234 za goste ob takšnih priložnostih. Me tako poredkoma so mestni občinski možje celo razpravljali o primernosti dolžine plašča ali rokavov kakega občana. Toda zakon se je razen v zakonske stanove, poroke, pogrebe in laične pobožnosii vmešaval tudi v igre, ples, spalno vedenje in mladinsko zabavo. Oblast je imela posebne uradnike, katerih naloga je bita obiskovati najbolj priljubljene kraje dubrovniike mladine in nadzirati njeno vedenje. Oči teh uradnikov so bile povsod, v javnosti, zasebnosti Ditbrovčanov in celo v njihovem intimnem življenju. Te nove omejitve bi lahko pojasnili s pozno srednjeveško državno ureditvijo Dubrovniške republike in s prevlado civilnih, oblasti nad Cerkvijo. Na pravni dishtrz je močno vplivala krščanska etika, vendar pa so se pod tem pobožnim površjem vedno skrivali interesi države. Tako so zakonodajalci prav rade. volje poimenovali Dubrovnik "respublica Christiana", pa čeprav je bila moč Cerkve v bistvu zatrta bolj kot kjer koli. Država je na mnoge načine in ob mnogih priložnostih prekoračila kanonsko pra\>o in se vmešavala v pntvice duhovščine. Da bi dosegla svoj namen, je celo manipulirala s pobožnostjo in krščansko etiko. Plemeniti vladarji Republike so v svoje politično dobro izkoriščali pojav nove religioznosti zelo zgodaj, že v 15. stoletju. Takrat je bila Dubrovmška republika institucionalizirana, kar je rodilo politiko, ki se je osredotočala na red in nadzor nad vso skupnostjo. Pravni pritiski na zasebno življenje meščanov so bili namenjeni ohranjanju reda, vendar pa lahko nanje gledamo tudi kot na obliko nasilja, saj so omejevali individualne pravice v zasebni sferi. Na nered in zasebno vedenje so gledali kot na nevarno znamenje mogočega družbenega in političnega nereda. Ob takšnem odnosu se zastavlja vprašanje o sodobnih političnih idejah in načinih, na katere je vladajoča elita pojmovala oblast in politični red. Očetovski ton in je~ik različnih virov razkrivata njihovo prepričanje v dolžnost države, da svojim državljanom zagotovi disciplino tako v zasebnem kot javnem življenju. Republiška oblast, je tako oblikovala miselnost in vedenje ljudi z izkoriščanjem krščanske moralne doktrine in prisvajanjem pristojnosti nad Cerkvijo v teh zadevah. Ključne besede: Dubrovniška republika, državljanska disciplina, morala, privatnost, seksualnost:, XV-XV! stoletje FONTI E BIBLIOGRAFÍA PAD - Archívio storico di Dubrovnik - Ragusa (Povijesni Arhiv u Dubrovniku -PAD). PAD, Cons. Maius - PAD, Acia Consiiii Maioris, serie 8, voi. 7. PAD, Cons. Minus - PAD, Acta Consiiii Minoris, serie 5, voll. 20, 79. PAD, Cons. 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