L' ASSOCIAZIONE per un anno anticipati f. 4. m ril III. ANNO. Sabato 15 Aprile 1848. M »t. Discorsi del giorno. Lo studio delle antiche cose e di quelle del medio evo, fu nel tempo prossimamente decorso, studio se non iste-rile per la conoscenza delle preesistenti condizioni po-litiche, sterile almeno di ulilita pratica nelle condizioni poliliche recenti; perche al diritto storico, ai patti solenni erasi sostituito una volonta imperiosa di qualche ordina-tore di provincie, novellamente acquistate, la quale non prese a calcolo quelle condizioni che frutto di bella e- [ sperienza erano pervenute a noi dai nostri maggiori, vi si vollero sostituite altre, risultato piu di principi di quel-lo che di sapienza. Oggidi che la liberta apre la via ali' intelligenza per giungere a valutazione delle condizioni civili od imposte, od additate da naturali condizioni pel notro inigliore benessere; oggidi lo studio delle cose antiche diviene per noi necessita, dacche la storia deve esserci maestra, e la storia deve additare i mez-zi per porre Trieste in quella posizione che e di miglior convenienza non solo, ma di debito. Le societa come gli individui hanno obblighi, hanno diritti di legge e di morale, il mancare ai quali sarebbe indecoroso e peggio ancora. Dal 1382 e Trieste suddita alla Časa d'Austria, per volontaria dedizione il di cui atto abbiamo pubblicato nel precedente numero, ed abbiamo altresi accennato che non da questo solo documento puossi rilevare la condizione ! politica ne interna del Municipio, ne esterna per rispetto ad altri municipi o provincie, o stati. Onesta condizione deve attingersi al diritto pubblico di Trieste, interno ed esterno, al diritto amministrativo, al diritto storico, diritti questi non sempre scritti, non raccolti a corpo, non disposti a sistema; ed anche cio che e di diritto devesi attingere alla scienza non fissa, ma progrediente, come progredisce lo sviluppo della intelligenza. Ouelle condizioni di pubblico diritto interno ed esterno venivano chiamate dai vecchi privilegi e fran-cliigie, perche la societa di allora mirava a sottrarsi alla legge generale di eguaglianza civile degli uomini, for-mando caste, e corpi ed ordini, e fraglie, e compagnie, e societa; e le condizioni di ciascheduno di questi corpi si eonsideravano per eccezioni alla legge generale, per affrancazioni da un debito che naturalmente era comune, e questi privilegi e queste affrancazioni supplivano al difetto di forza morale nel pubblico reggimento. Cio deli' interno, ma anche per 1' esterno chiamavano privilegi e franchigie cio che era diritto vero; non gia perche pensassero che una legge piu alta ordinasse diver-samente ed i diritti fossero eccezioni; ma perche 1'uso frequente della voce pririlegio faceva si che non altra comunemente usassero; e prova ne sia che nel farsi a chiedere la manutenzione dei privilegi si usavano le ar-gomentazioni proprie dei diritti. Pure quest' uso di voci improprie, innocuo nei tempi piu addietro, fu pregiudizie-vole nel secolo presente, nel quale le nozioni di diritto furono ben diverse perche forse avvenne che chi udiva chiedere privilegi, ascoltava la domanda come di persona che prega eccezioni, quantunque usi tuono piu che di pregante. E da questo confondere diritti con privilegi avvenne talvolta che sconosciuti o dimenticati i primi, si tenne fermo sui secondi; ed il non vedere esaudita la domanda in tempi in cui le eccezioni divenivano malgradite, fu causa di dispiacenza quasi fosse mancata giustizia, siccome d' altra parte il vedere chiedere privilegi fu mal-gradito in chi riteneva debito il togliere le eccezioni, fu argomento di malumore e di biasimo in quelli che non avevano ne tilolo di chiedere altrettanto, ne spe-ranza di conseguire menoma parte. Parliamo delle condizioni pubbliche ed ainministrative, non delle mercantili. Dali' atto di dedizione pubblicato si vede che il Municipio di Trieste non volle rinunciare alla sua condizione di Municipalita perfetla, e che volle bensi essere unito al titolo del Ducato d'Austria, non pero incorpo-rato, a modo di formare col Ducato, poi Arciducato deli'Austria inferiore, una stessa provincia sotto la stessa legge sociale. La quale dichiarazione del Comune di Trieste, in termini odierni sarebbesi espressa — I principi i quali avranno laSovranita deli'Austria inferiore, saranno altresi Sovrani di Trieste; sieno poi eredi, oppure successori del Duca Leopoldo d'Austria, al quale si diede la citta di Trieste. — Allorquando la linea di Absburgo si estinse in Carlo VI, Trieste per atto solenne accetto la cosi detta Prammatica Sanzione riconoscendo la Časa di Lorena. Parve a qualcuno che i nostri maggiori nel chiedere la unione col Ducato poi Arciducato d'Austria nella persona dello stesso principe, pensassero ad un' unione mercantile fra Vienna e Trieste, per cui la seconda do-vesse divenire porto marittimo della prima. Ouesto pen-siero non fu depositato in carte che fossero giunte fino a noi, bensi s' ebbe pensiero di fare che Trieste assicu-rasse colle condizioni politiche, Ia naturale sua vocazio-ne ad essere emporio dei paesi cisdanubiani ed intorno il Danubio; al di la il movimento naturale e verso il mare del Nord. E che non si tenne molto inallora su d' uno stretto legame fra Vienna e Trieste lo prova che, allorquando gli Stati della Časa d'Austria si ripartirono entro la famiglia regnante, 1'Arciduca Carlo, cui non venne assegnata 1'Austria inferiore, bensi la Stiria, la Carintia, il Carnio, 1* Istria, Gorizia, fu senza reclamo alcu-no Signore di Trieste (nel 1564) e dopo di luiFerdinando (nel 1589) salito poi alfiinpero; dalche venne quella provincia detta deli'Austria interiore, che e ancor oggi provincia giudiziaria e militare, come lo fu lungo tempo provincia politica e provincia camerale. Nel primo anno di questo foglio, a pag. 49, 57, 64, abbiamo svolto i nostri pensamenti sulle provincie-Stati, e sulle provincie-governo, ci siamo provati di dare un saagio della legge sociale pel Municipio di Trieste, pen-sando che fosse veramente provincia - Stat o ad onta dei cangiamenti portativi dal sistema amministrativo allora in corso, e dalle nuove leggi generali e parziali che vi por-tarono modificazione. Abbiamo allora spiegato lo stato delle cose, non quale era prima, non quale avrebbe po-tuto essere poi. Non furono quelli articoli piu che cose da giornale, quali i tempi d' allora potevano richiedere. Ouesto Municipio - Stato ha mantenuto in tutti i tempi la propria separazione da altre provincie - Stati della Časa d'Austria; nessuna vi fece pretese ali'infuori del Ducato del Carnio, che volle chiamato Trieste a se-dere nel parlamento o dieta del Carnio. e propriamente nel braccio o scanno delle citta; ma le pretese cessaro-no per sentenza di Imperatore, ne piu si rinnovarono. La condizione di Stato fu mantenuta religiosamente fino alla seconda meta del secolo passato, e propriamente non venne appannata se non dal sistema di fusione deli' Imperatore Giuseppe II; diciamo appannata, perche se Trieste dovette allora anziche essere provincia ammini-strativa da se, fare parte di provincia amministrativa maggiore, le condizioni si mantennero, quantunque venute in dimenticanza edisistima; ne cangio la cosa per le resti-tuzioni deli'Imperatore Leopoldo, perche 1'antico edifizio era gia scosso, ne deli' antico si vollero sinceramente piu che le forme; la monarchia assoluta, il reggimento centrale prendevano sempre piu piede e durarono nello spirito se non sempre nelle forme. L' aggregazione di Trieste alla Francia dal 1809 al 1813 pianto la societa su altri elementi, Trieste fu un semplice comune del grande impero, frazione minima della gigantesca famiglia. Rientrata Trieste in dominio deli'Austria fu primo atto quel!o di restituirla alle condizioni del 1809, ma questa restituzione fu piuttosto atto di impero militare, di quello che di governo civile; la restituzione della condizione di stato fu nome inserto in atti internazio-nali, o diplomatici, in araldica, ed in titolature, non cosa; la creazione di un regno illirico, del quale Trieste e parte, fu appena di nome; il reggimento mirava ad altro, ridusse tutta questa spiaggia deli' Adriatico a vera provincia, senza comuni, senza parlamenti provin-ciali, senza alcuna rappresentanza parziale o generale; forse con cio volevasi disporre 1'impero tutto a fusione in una sola famiglia, il che era poi impresa impossibile. Ed anco le apparenze diplomatiche furono nulie; imperciocche le deputazioni mandate in solenni occasio-ni non si vollero rappresentanza del Municipio come Stato, sebbene come persone rappresentanti gli ordini vari, quindi del clero, della nobilta, dei possidenti, dei nego- zianli, ed altre classi avrebbonsi potuto aggiungere. Per tale fatto non era piu lo Stato che si presentava al cospetto del Principe, non la rappresentanza della persona politica; ma alcuni individui sudditi che si manda-vano non potendo andare tutti, ed i quali parlavano per gli interessi di varie classi di persone che accidental-mente abitavano su d' una terra segnata da colori sulle carte geografiehe e sul terreno marcata da limiti. E que-ste deputazioni venivano accolte non gia collo splendore del trono, ne cogli onori aulici, ma come qualunque pri-vata persona nelle stanze private del Principe. E quando il regnante Imperatore doveva venire in-chinato da deputazione di Trieste, si dovette ricorrere a finzione legale, supporsi cioe che non deputati di ordini ma deputati di uno Stato, fossero quelli inviati; dovette supporsi che il Vescovo di Trieste fosse il capo di questa rappresentanza, e quelli che avrebbero rappre-sentato i nobili, i possidenti, i commercianti di Trieste dovettero unirsi ai deputati di Gorizia e deli' Istria fin-gendo di essere deputati del Litorale intero, che sifinse essere tutto una provincia-Stato; e cosi unicamente ebbero gli onori di corte. Le quali cose comeche di niun conto per se, sono di importanza per la ricognizione della condizione politica nella quale e tenuto uno Stato od una provincia, e sono un segno del rango che ha. Oueste incertezze e queste finzioni legali proveni-vano dal sistema amministrativo attivato nel 1814; a cor-reggere il quale 1' Imperatore dava al Comune di Trieste nel 1838 propria ed unica rappresentanza, affatto speciale, — le altre provincie - Stati: il Marchesato d' Istria, la Contea di Gorizia non 1' ebbero. Ed era desiderio che ali'Imperatore mentre nel 1844 visitava Trieste, venisse dal Consiglio in nome del Municipio intero prestato a lui solennemente 1' omaggio siccome a Signore, ma noi com-portarono le circostanze di quel viaggio e dovette limi-tarsi a manifestazione, senza aulico apparato. Altri im-peratori siccome Federico, Leopoldo I, Carlo VI 1' aggra-dirono in questa citta e ne fu tramandata la memoria. Oueste cose diciamo per saggio di altre che comprovano la durata costante di Stato da se. Ma oggidi che pel principio costituzionale procla-mato, andra a cessare il sistema di provinoialita gover-nativa, Trieste ritorna nelle condizioni complete che a lei spettano secondo il proprio diritto pubblico, e deve com-parire come Stato nella convocazione generale che avra luogo per consultare le basi della futura Costituzione; questa e necessita perche gli organi amministrativi o pro-vinciali o locali non sono rappresentanza del popolo. Lo stato legale deve essere mantenuto per evitare anarchia e pregiudizio, il corpo che costituira lo stato intero dara ordinamento anche ai singoli stati che lo compongono, fonnando quelle combinazioni od amalgamazioni che le convenienze della terra e del popolo esigeranno, o man-tenendo la condizione degli Stati singoli come attual-mente sono, cangiata soltanto la legge sociale o dei singoli Stati novelli, dando novella legge al novello Stato complessivo che potrebbe formarsi. E siccome il popolo medesimo sara chiamato ad esporre e le proprie ragioni e le proprie necessita ed i propri desideri, e conveniente che si prendano a consi-derazione non gia le viete idee del medio evo, o di po- vero municipalismo quale sarebbe di meschina citta; ma clie si ponderi la condizione di citta di 60,000 abitpnti e di emporio^ mercantile di primo rango di citta che e la prima per ogni conto della spiaggia orientale deli'A-driatico, nella quale come si concentrano gli interessi materiali di tanta spiaggia, si concentrano pure altri interessi a benefizio della spiaggia tutta, a soddisfazione del debito che ha Trieste come citta di maggior conto. Anche le citta come gli individui hanno non solo doveri di patti, ma doveri di posizione nella grande famiglia, ai quali non potrebbe irfancare senza proprio ed altrui pre-giudizio, e dai doveri nascono i diritti. Trieste e chiamata a grandi destini, ne Dio che la protesse finora permct-tera che čada, nei presenti sommovimenti di popoli se la sapienza guidera quelli che sono chiamati a regolarne i destini. Ripeteremo cio che altra volta dissimo; la sapienza del Principe die vita e prosperita a Trieste, oggidi la sapienza del popolo deve mantenerla e farla progre-dire; quella sapienza che non deve sgomentare alla mir naccia di pericoli, ne deporsi per Umori, che non deve essere superba nelle prosperita, ma tranquilla e costante, e che se tale non fosse mostrerebbe che il popolo non e maturo a liberta. V' ebbero e vi hanno di quelli nella mente dei quali Trieste parve citta libera, sotto la protezione deli'Au-stria; v'ebbero e vi hanno di quelli che hanno desiderio di cio; trassero i primi argomento da alcune appariscenze che nei tempi del medio evo significavano ben altro di quello che oggidi vi si attribuisce; trassero i secondi argomento da speranza di migliori condizioni economiche. Ma dominio non e patronato, dominio di principe con liberta di popolo, segnato da limiti ove cominci i'uno, ove termini 1'altra, e cosa ben diversa da protezione indeffinibile, indeter-minata, di forestiero che proprio interesse od ainbizione di impero possono facilmente muovere. Ed i desiderl di miglior condizione economica dipenderebbero dal facile quesito se convenga meglio essere membro di famiglia sedendo a mensa comune, con proprio piatto, o piuttosto straniero tapino che col cappello in mano fuor della porta implora aiuto confessando colla voce e cogli atti la propria nullita, ed il bisogno deli' assistenza altrui, e prega i domestici che portino la preghiera al padrone di časa menlre questi siede a convito giocando. Tale non era mai il patto fra il Signore ed il Comune di Trieste, ne tale la condizione, anche quando P agro suo per le antiche sottrazioni e per quelle in sul linire del medio evo, si ridusse a piccola cosa; impercioche la poverta di territorio veniva compensata dalle condizioni marittime siccome avviene delle citta al mare che abbiano attitudini al commercio. Nuove combinazioni di territori certamente avranno luogo, e per queste P an-tico diritto potrebbe facilmente combinarsi coi desideri di chi vuole unirsi ali' agro triestino, e colle naturali esi-genze di fisica configurazione, esigenze che come in an-tico diedero nrigine al diritto, cosi in tempi recenti diedero origine a desiderio. L' esistenza di una citta di 60,000 abitanti e piu, e un fatto, il movimento di concentrazione deli' agro naturale ed economico e una necessita, quand'anche la si ritenga spontaneita; la sapienza civile dee venire in sussidio per regolare siffatte condizioni, troppo finora dimenticate; con quale subordi- nazione, con quale coordinazione, in quale estensionelo dira la saggezza di quelli che saranno chiamati a prov-vedere pei nostri interessi civili. Autore innominato in recente articolo pensava che la montagna circostante a Trieste potesse non soltanto dominarla, ma cacciarne a piacimento gli abitanti in mare; ma 1'autore non ha cal-colato che oggidi non la forza fisica mossa da mente sconsiderata puo fare sifTalte spedizioni, che prevale ali' incontro P intelligenza delle proprie condizioni, e che la montagna quar.d' anche fosse assai producente ha bisogno di una citta consumente; che la natura del suolo costringe quelle popolazioni ad unirsi con citta per al-zarsi alcun poco sulla condizione di montanari poveri. E prova ne sia che perfino negli odierni subbugli, nei desideri di un regno slavo amplissimo, 1'agro intorno Trieste non si mostro ne ostile, ne avverso alla citta, bensi trepidante che la citta non fosse per dechinare. L'autore di quell'articolo applico teorie generali di altre regioni, a questa nostra che forse vide soltanto sulle carte geografiche, con confini segnati a colori per le giu-risdizioni, confini che egli credette essere di regione. L'atto di dedizione del 1382 segna gli elementi e le basi del governo interno del Comune; del principe erano la finanza che diremmo oggidi doganale, la fondia-ria allora fissata in cento orne di ribolla, la nomina del Capitano, il presidio militare; erano del popolo 1' arma-mento, P elezione degli officiali civili, la finanza comu-nale, gli ordinamenti interni; il giudice civile e il giu-dice dei malefici sebbene nominati dal Capitano, erano considerati .offici popolari, tanto e vero che poi passarono pel diritto di elezione nel Consiglio Municipale. Gli ordinamenti interni del Comune erano del popolo, le leggi civili e penali spettavano essenzialmente al principe, pero insieme al popolo con partecipazione di questo non sempre eguale, per la varieta dei pensamenti nei vari tempi sull' indole del principato. Lo ristabilimento di tutte queste condizioni sarebbe oggidi contrario ai tempi, il dettare leggi civili e penali e divenuto ormai e meritamente incompatibile colla municipalita; questo ramo di sapere e di interesse generale, le menti inclinano a considerare di ragione del principe 1' esercizio diretto della giustizia civile e penale, 1' eser-cizio diretto deli' amministrazione politica; diciamo diretto perche nei tempi passati si ritenne questo potere parte essenziale del principato; nel medio evo si ritenne affi-dato questo potere ai Comuni per feuclo, in tempi piu vicini lo si disse per delegazione. Se non che la condizione politica del Municipio di Trieste, 1' ordinamento suo interno, dovrebbe essere mezzo per giungere alla Salute come altra volta si diceva della patria, a fare si che i suoi destini abbino felice compimento, che le condizioni naturali sieno messe a pro-fitto sempre migliore per fare si che questa citta e que-sto emporio giungano a grandezza che giovi a noi e giovi alle nazioni; che Trieste prenda quel pošto che Dio le ha fatto possibile per naturale posizione di mare e di terra, che sorga a civilta sempre migliore, e sia argomento di pace e di fratellanza, anzi che di guerra e di discordia fra le nazioni. Come ogni uomo ha propria missione nella sociela, cosi 1' hanno anche le citta per rispetto alle nazioni; la nostra missione non puo essere posta in dubbio ned e ignorata: il modo verra suggerito da chi vi e chiamato dal popolo, ed e a sperare che postergate quelie cose che sarebbero o futili od oziose, sappia trarre vantaggio da cio che esiste di positivo per annodarvi cio che e di necessita odierna, e di condizione futura. La sapienza civile al pari deli' arte di guerra ha le sue conquiste, forma provincie; conquiste non mac-chiate di sangue, provincie non formate coll' impero e colla forza; ha le sue glorie, migliori e piu durevoli che quelle venute dal romore delle anni; ha i suoi trofei, non di spoglie altrui, ma di propria ed altrui prosperita e ricchezza. E nell' agire ad opera si bella di pace, non ci si tolga. la liberta di essere fedeli e grati al Principe; che se cio ci si volesse rimproverare non sarebbe il peggio che dire si possa di noi. e non ci farebbe sca-pitare nell' estimazione di quei medesimi che potessero pensare diversamente, e che se desiderano la liberta del pensiero e deli' azione per se, devono lasciarla anche agli altri. II di in cui cessa il troppo potere di principe, non sia il di che nasca tirannia di popolo sopra popolo, di parte contro il piu, del piu contro la parte. (continuera Cronaca municipale. i Aprile. Abbiamo diferito la continuazione della Cronaca Municipale, a motivo che venuti a conoscenza j essere intenzione della Commissione Municipale di pub-blicare direttamente gli atti suoi, ci siamo creduti in de- [ bito di usare silenzio, tanto piu che non essendo pub-bliche le sedute, non avremmo potuto avere che noti-zie vaghe ed imprecise. Un articolo inserito nel Giornale deli' Osservatore (e noto ed e segnato nell' Osservatore medesimo che desso si divide in tre parti: Giornale od Ejfemeride — foglio Officiale — foglio di Annunci, del tutto distinte) annuncia che la Commissione Municipale si e costituita ed installata (!?) nelle proprie funzioni la sera del 1 aprile. La seduta fu incompleta per rifiuto di prendervi parte dato da parecchi degli eletti, nonostante vennero adottate le forme interne onde riunire la Commissione (?) e fu stabilito di pubblicare le deliberazioni di maggior momento, nell' Osservatore triestino, qual foglio officiale della Provincia del Litorale, o piuttosto come il fatto lo mostra nel giornale del Governo del Litorale, essendo 1' Osservatore proprieta del Governo. Spiace che non essendovi annunciata ir j