! CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 _L Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio d« Favento è l'amministratore I V integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al ieri, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 28 dicembre 1538 — Muore Andrea OrlttI doge e capitano — (V. Illustrazione.) - ■• ■ ■ - ■ '■ - 1 "-■ - ■ . - , ____ _ GLI ALPINISTI ED I VIAGGI ALPINI 1 brani che seguono li abbiamo estratti dalla stupenda opera dell'illustre scienziato Antonio Stoppani, uscita da poco e intitolata: Il Bel Paese, conversazioni sulle bellesze naturali, la geologia e la geografia fisica d'Italia (Milano, Tipogr. edit. Giacomo Agnelli, via S. Margherita n. 2 — L. 4. 50). Ci parve di grande opportunità il riportarli ora che la Società alpina Istriana è appena costituita. Abbiamo pensato che forse potranno recarle vantaggio indiretto, invogliando molti dei nostri numerosi Alpinisti ad acquistare il libro dello Stoppini, ch'essi dovrebbero tenere a mano anche sotto il capezzale come Alessandro macedone teneva l'Iliade. Offriamo loro questi brani a titolo di presente per le feste del Natale............. "Il nome stesso di Club alpino già vi dice che c' entra qualcosa d'inglese. È impossibile che non abbiate letto o sentito parlar quanto basta per sapere che ci sono degli «omini di pasta così ferrigna che mettono ogni lor gusto nell' inerpicarsi su pei dirupi, come gli orsi e i camosci, e credono d' aver raggiunto lo scopo della loro vita quando possano mettersi sotto i piedi una cima, tenuta per inaccessibile prima di loro. Qnesta fatta di uomini, che ricorda in qualche modo gli antichi Ciclopi (I), s'è tanto moltiplicata in questi ultimi anni, che ormai non v'è forse una cima nelle Alpi che possa dirsi intatta; e se andiamo innanzi di questo passo, l'epiteto d'inaccessibile andrà cancellato, quanto ai monti, dal dizionario., «Se mi domandate a qual nazione appartengano questi Neinbrotti (2), vi dirò che non v' ha forse nazione, la quale non ne vanti alcuno ; ma credo che vadano distinti sopra tutti, per numero e per valore, gli Svizzeri e APPENDICE. IL CABECILLA NOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata dall' Alte und Nette Welt tradotta, da GIOVANNI de F. — Ebbene, continua. — Io sono Spà-gnuola e tu sei Francese; siete venuti in questo paese con carri e cavalli, e lo avete invaso senza ch'esso nulla vi avesse fatto, e mentre potrebbe trovarsi indipendente come la vostra Francia. Ora qual sentimento ti pare che possa nutrire una Spagnuola verso un Francese? Certamente quello cbe hai veduto all'assedio di Saragozza, dove donne e ragazze stavano sulle barricate, frammischiate ai difeusori! — Noi siamo venuti, interruppe Valliers, per porre fine alla tirannia signo-reggiante, e non come nemici del popolo spagnuolo; di esso siamo buoni amici, e facciamo guerra solo agli sgherri della tirannia, lasciando iu pace i pacifici cittadini, le don- gl'Inglesi. Gl'Inglesi hauno sopra gli Svizzeri il vanto dell'entusiasmo, di quell'entusiasmo che s'accende al pensiero della difficoltà e del pericolo. Vedete quell'uomo dai capelli biondi, dal mento raso e liscio come fosse di marmo, dalla pelle bianchissima, silenzioso, serio, stecchito, che interrogato vi risponde con certi monosillabi fra il sibilo ed il rantolo? Quello è un Inglese. Voi lo direste la negazione dell'entusiasmo, della poesia, dell'ardimento. Non è così. Tra noi e lui, tra la nostra poesia e la sua, c'è questa differenza : che noi ci mettiamo in orgasmo per nulla, men-tr' egli, per commuoversi ha bisogno di forti stimoli ; la nostra poesia è un pochino arcadica, la sua procellosa. Pendere dallo spigolo ghiacciato d'una rupe, sopra un abisso di mille metri, trovarsi a tu per tu colla tempesta, in mezzo all'oceano, le mille miglia lontano da ogni terra ; sentirsi preso come una paglia tra montagne di ghiaccio danzanti nell'immensa notte dei poli ; ecco le impressioni a cui agogna come noi desideriamo di assiderci sopra un tappeto d'erbe e di fiori, di cullarci in barchetta sul placido lago, di starci sdra-jati al rezzo d'una pianta quando fiammeggia il sole di luglio. ,,Perciò appunto gl'Inglesi s'invaghirono tanto delle Alpi e delle salite alpine, che essendo abituati ad associarsi per ogni menomo intento, istituirono un'apposita società anche per le salite sull'Alpi. Questa società si chiamò Alpiner-club, o Club alpino, che vuol dire associazione per le Alpi. I soci si chiamarono alpinisti, e in mezzo a loro avrebbe dovuto arrossire chiunque non potesse raccontare pericolose avventure, nè avrebbe potuto aspirare al grado di presidente (se mi fu detto il vero) chi non avesse piantato la bandiera del Club sopra una vetta non ancor tocca,,. "Ma a che pro?...„ interruppe una delle mamme, già paurosa che i figli si invaghissero di tali spedizioni. ne le ragazze. — E Maria ; Ah voi non guerreggiate il popolo spagnuolo; ma tutto il popolo spagnuolo sta in armi contro di voi; e gli "sgherri della tirannia, sono i figli di questo popolo. Non movete guerra alle donne e alle ragazze, ma le vostre palle uccidono ad esse i padri, i mariti, i fidanzati, i fratelli; abbrucciate le loro capanne, sterminate i loro campi; che cosa chiamate voi tutto ciò? Non è forse questo inveire anche contro le donne ? E gli Spagnuoli non dovrebbero difendersi!— Ma, soggiunse il Capitano, tu non, calcoli la libertà ed il progresso. Ogni passo fatto dalla storia lasciò striscio di sangue; tutti quelli che qui morirono, morirono martiri di un migliore avvenire. I nostri posteri godranno del sangue che noi spargiamo, nello stesso modo che noi godiamo del sangue sparso dai nostri predecessori. — La libertà ! replicò Maria con ironia ; non so bene che cosa sia. Mio padre ritiene che la libertà debba sorgere dallo stesso popolo : ogni popolo ha tanta libertà quanta ne può tollerare, e anche questo ne avrebbe la sua; ma a voi che cosa importa che noi siamo liberi o schiavi? "Per ora la storia; le riflessioni se vi I piace, le faremo poi. Il costituirsi in societài ossia il riunire ad un solo intento i lumi, le) esperienze, i mezzi di molti, per ripartirli di nuovo, più completi ed efficaci, sopra ciascuno agevola a tutti la via di raggiungere lo scopo comuue. Infatti dopo P istituzione del Club alpino inglese, le corse sulle Alpi si fecero così frequenti e con esiti così felici, che in breve nessuna vale rimase inesplorata, nessuna cima inaccessa. Il Monte Bianco, che fino a'dì nostri serbò nou disputato il vanto di segnarci! punto più culminante d'Europa (3) è ormai ridotto così domestico che il salirlo è per gli alpinisti una partita di piacere. La fierisssima Jungfrau (4) non è più da lungo tempo la vergine intemerata come suona il suo nome. Il Monte Rosa, che s'imporpora al primo raggio d'oriente, vide improntato di orme umane il suo candido cappuccio; e non potè, alla lunga, sottrarsi all' ardimento degli alpinisti nemmeno il Cervino, che rizza ignudo il suo corno dai campi delle nevi eterne, come le piramidi dalle sconfinate arene del deserto. "È singolare davvero che dalle isole dell'Oceano dovessero le Alpi attendersi i più caldi innamorati; ma è più singolare ancora che gli ultimi e i più pigri ad unirsi a quegli alpinisti fossimo noi, fortunati abitato r del bel paese che ......Il mar circonda e l'Alpe. Era una vergogna, n' è vero ? e la sentirono profondamente i pochi fra noi che s'invogliarono delle Alpi. Quintino Sella fu il primo a levare il grido della riscossa, e riuscì a fondare il Club alpino italiano, che gli valsa l'onore degli scarponi ferrati di cui lo vedete calzato sempre nei nostri giornali di caricature. Il Club alpino italiano ha la sua sede principale in Torino, e le secondarie ia Aosta, Varallo, Domodossola, Agordo e, stupite ! in Firenze ed in Napoli. Vanta a quest' ora Nou vi basta essere liberi a casa vostra)? E poi in quale modo vi credete autorizzati a portarci la vostra libertà sulle punte delle baionette? — A che mai tale analisi ! soggiunse prontamente Vittorio. Io seguo la bandiera del mio Imperatore, e porto sempre la fama della Francia là dove l'Acquila vola. Sono soldato e non mi arresto dinanzi agli ingegnosi ritrovati degli uomini di stato, dai quali tu hai ricevuto l'istruzione non senza effetto ; l'istruzione che ti abilitava a fingerti con me, a trappolare il mio cuore con una continua maschera. In me invece questa guerra spaventosa non ha mai offuscato il sentimento di gentiluomo: il mio cuore è rimasto aperto e sincero; io non ti ho ingannata nemmeno con una sillaba. Devi convenire che io sono il leone che irruppe in questo paese, e che tu sei la vipera che ingettò il veleno nelle sue vene. — E ancora mi disconosci Vittorio ! A maestro ebbi soltanto il cuore, ascoltai i suoi suggerimenti; ed esso era aperto sinceramente verso di te come il tuo . . . Si, Vittorio, aperto e sincero, ripetè Maria con forza, avendo scorto un gesto di diniego; e continuò; valorosi preselili, emuli dei più arditi Inglesi, e fra essi quell'ingegnere Giordano che fu ad un pelo di rapire agli Inglesi la palma della prima ascensione al Cervino. ...........i • i » - "Vi dirò anzi che il Club alpino italiano ha questo pregio suo proprio che non si propone tanto di promovere le ardue salite, quanto la cognizione e lo studio di tutto ciò che può utilizzare e sviluppare le innumerevoli riprese della regione alpina. Non è questo un ottimo intento? "Io mi contento dunque, ovunque io possa, di raccomandare ai giovani, ai parenti, agli educatori tutti, i viaggi in montagna, poiché sono convinto che fra i mezzi educativi siano dei migliori. Per me gli è già un alpinista il fanciullo che giunge a fatica sino al dorso dei colli ond'^ circondato il villaggio natio; è un alpinista il giovinetto che, infilate le cinghie di una valigia e armato deli' Alpcnstock (5), fa a piedi il suo primo viaggetto nelle Alpi svizzere ed italiane. "Mi fanno compassione qne' giovinetti che crescono appiccicati alle gonnelle della mamma oltre una certa età, e vengono su mingherlini, allampanti, cedevoli come i giunchi della palude. Poveri fiorellini scoloriti, cresciuti nell' ombra ! In corpo gracile e malescio alberga troppo sovente uno spirito fiacco, timido, ingnillito, senza energia di volontà. Fatelo rampicare quel meschinello, quattro o cinque giorni in montagna, che non sappia la mattina dove andrà a riposare la sera, e vedrete se non vi diventa un altr'uomo. È moda insegnare la ginnastica agli uomini, insegnarla alle donne ; ed è una moda assai buona perchè tende all'ideale della umana perfezione — menite sana in corpo sano. — Ma i salti, i Cavalletti, le corde, i trappesi e tutto l'arsenale della palestra ginnastica che vale a fronte di una ascensione su qualche cima elevata dell'Alpi? La sera, dopo una camminata di dieci o dodici ore, seduti sulla dura paucaccia d'un' o-steria di montagna, che vi parrà più soffice d'ogni sofà, divertitevi a passare in rassegna tutti i vostri muscoli, tutte le fibre del vostro corpo, e troverete che tutti saranno stati in moto, tutti avranno fatto l'ufficio loro, avranno veramente vissuto. Salite: la respirazione si fa più frequenterà circolazione del sangue si accelera, il calore si diffonde fino alle estremità, la carnagione rosseggia, il sudore gronda... pare una sofferenza, ma l'appetito formidabile vi fa somigliare squisito ogni più rozzo alimento, vi dice che il vostro organismo s'è avvantaggiato d'assai. "E la ginnastica dello spirito non è mille volte preferibile alla ginnastica del corpo ? Anche quella si apprende viaggiando in montagna; poiché ginnastica spirituale è la pazienza con cui si tollera la fame, le sete, il caldo, il gelo, tutti i disagi inevitabili in un viaggio Ah, tu vuoi dire come c' entrano i nostri cuori nella guerra tra le due nazioni? Tu vuoi domandare perchè mescolo il sacro col profano? Ma credi forse che io sarei stata tanto gretta da sacrificare, fosse pure per uu solo i-stante, la mia patria all'amore? Io all'opposto non ti ho mai ritenuto capace di tradire la tua patria per l'amore d'una Spagnuola; anzi ti avrei disprezzato se tu l'avessi fatto. Perchè dunque hai da reputarmi da meno di te ? — — Ciò è ben altro, replicò Vittorio, facendo palese un certo stupore per le parole di Maria. Io appartengo all' esercito ; mi lega un giuramento ; tu sei libera . . . Con te viveva in pace, e tu mi portasti la guerra. —' Ti ho portato la guerra? domandò Maria. Non già a te la portai, ma alla tua nazione. Ciò Che poteva fare per danneggiare l'esercito francese l'ho fatto ; e quale Spagnuola ne vado orgogliosa. Tu però, Vittorio, mi eri sacro. Quante volte la tua libertà e la tua vita etano nelle mie mani, ma fosti protetto dal mio amore. Ora è il rovescio. Cont. sui monti. L'ilarità, il benessere dell'animo la poesia dell' intelletto e del cuore, vi faranno accorti che, se il corpo s'è avvantaggiato, lo spirito ci ha guadagnato ancor più. "Oh il piacere dei monti, non lo provate voi? Quante volte, nella solitudine della mia stanza, sento il richiamo a' miei monti, al S. Martino, alle Griglie, al mio Resegone, e parmi d' essere portato a volo su quelle cime ! È uu richiamo febbrile, una fantasia crudele, un fremito, una sensazione nervosa indefinita che vi ammala. La nostalgia dev'essere qualcosa di così fatto. Vorreste volare là.... là.... e spingete lo sguardo dalla finestra, e fate una corsa al bastione (6), a passare in rivista quelle cime, quelle nevi lontane. Il vostro sguardo si ferma con predilezione sulle vette da voi già salite, e aguzzate la pupilla come per iscoprire nell'ombre e nelle lumeggiature di que' rilievi la traccia invisibile dei sentieri percorsi. Oh le montagne! Che v'ha di più semplice e insieme di più attraente di quella linea che ascende, ascende che si perde nelle nubi o si disegna sul cielo ?„. "Essa si eleva, ; scrive il Rambert, "essa invita lo spirito a seguirla, e sembra dettargli uno scopo al disopra della vita comune e delle meschine realtà. Essa si eleva; essa vuol dunque ciò che vuole il genio, ciò che domandano l'amore, la religione, la poesia; essa è simbolo naturale di tutte le sublimi aspirazioni; è la negazione della mediocrità soddisfatta, la negazione della pesantezza (7)„. "Poveretti voi se non sentite il linguaggio dei monti così eloquente e fecondo! È uu linguaggio che s'intende, ma non s'interpreta nè si traduce. "Questa elevazione dell'anima, che par salita tanto più alta quanto più il corpo si è sollevato dalla pianura, è gran parte dell' allegrezza che regna nelle adunanze montane del Club alpino. Quella di Agordo era la seconda a cui assistevo, e ne fui proprio contento. Non temete che ve la descriva ; è troppo facile imaginarla. Accoglienze festose ; presentazioni e stretto di mano amichevoli ; seduta animatissima in una chiesuola disposta all'uopo; proposta d'un premio di 1000 lire offerte da Mister Buddeu all'autore della migliore Guida dell'Alpi; poi, dopo la seduta, pranzo, e brindisi, e musiche, ed allegrie fino a notte avanzata.,, 1) Giganti smisurati, con un sol occhio circolare in fronte, come indica il loro nome che iu greco . significa occhio rotondo. Essi abitavano i monti, ne passeggiava!) le vette, ne cercavano e ne lavoravano i | metalli nascosti. Talora erano rappresentati come pastori selvaggi; tal altra come fabbricatori di edifici, composti di grandi macigni, più o meno grezzi e chiamati tuttora mura ciclòpiche. 2) Nemrod, discendente di Cham, chiamato dalla Bibbia robusto cacciatore davanti a Dio, passato in proverbio per indicare un uomo robusto, violento, intraprenditore d'audaci imprese. (3) Le operazioni geodetiche (geodesia è l'arte di misurare le estensioni terrestri) intraprese in , questi ultimi anni dimostrarono che i due monti maggiori della Catena del Caucaso, l'Elbruz e il Kasbek, i quali appartengono al defluvio settentrionale della catena, sono anche le due cime più alte d' Europa. 11 Monte Bianco arriva :t 4810 metri d'altezza: il Kasbek a 5043; l'Elbruz a 5638. È dunque 1' Elbruz il più alto monte d'Europa. (4) Jungfrau (fanciulla), monte dell' Alpi bernesi fra il cantone di Berna e il Vallese, alto 4184 metri sul livellò del mare. (5) Alpcnstock (bastone alpino) chiamano i tedeschi un bastone alquanto più alto della persona, munito di una punta di ferro all'estremità inferiore, usato invariabilmente, o per bisogno o per vezzo, da tutti i viaggiatori e le viaggiatrici nelle Alpi. Sull'asta di esso sogliono stampare a ferro rovente I nomi dei luoghi più celebri visitati. (6) Bastioni si dicono a Milano gli avanzi delle antiche mura smantellate, clie cingono ancora la città, e che furono ridotti in forma di ombrosi ed ameni passeggi. Di là, riunite in una sola cerchia nevosa e deiitat;v, si prospettano le Alpi e le Prealpi. (7) Eugenio Rambert, Les Alpes Ùuisses, voi. I, 29' ______ DLSCIUITIOJIE della Provincia dell' Istria di Nicolò Manzuoli (V. » N.i 2, 3, 4 e 5) Valle è castello sette miglia fra terra in aria; popolato et murato, lontano da Pedena miglia X. da Rouigno miglia sette, da Dignano sette, et da Puola 14. Andò sotto Venetiani del 1331. insieme con Puola et Dignano. Al tempo che Aquileia hauea guerra con la Repu blica, Pagano Patriarca pigliò Valle, ma Venetiani mandorouo subito con i'essercito Giustiniano della famiglia Giustiniano* et per mare Andrea Michiel Conte d'Arbe con l'Armata, poi fatta la pace il Patriarca rendè il Castello alla Republica. due Giudici di Valle giudicano in ciuile con il Podestà, et 1' opinione dei più preuale. Nella, Chiesa di S. Giuliano sono le sue ossa in vn'Arca et un braccio di S. Andrea: sotto questo Castello sono due Ville Moncalvo et S. Pietro. I>ni Cantelli è castello murato lontano da Valle miglia sette. Ha rfue ville soggette Barato et Caufanaro. Il Podestà et Capitano di Capo d'Istria manda vn nobile del consiglio di detta città ogni anno à quel comando con titolo di Podestà, il quale giudica in ciuile et in criminale coli' istessa autorità che giudicano tutti gli altri Rettori dell' Istria. S. Sofia è sua protetrice. Nella chiesa maggiore in due calici sono alquante R-liquie con i suoi bollettini, ma si fattamente rodati, che non si possono leggere, S. Viceuti Castello della Serenissima Mo-resina Grimani, è posto in piano con belle strade distante da due Castelli miglia 5. la sua Giuriditioue è in ciuile et in Criminale inapellabile. Il coufalone e S. Vincenzo, et nella sua chiesa è vn dedo della sua Santa mano. Questo Castello fù dei Castropola ià Sig. di Puola, che hora stano come o detto, à reuiso. Nel suo territorio sono alquanti belli boschi et sotto di se hà due ville, Radigosa et S. Brizzi. liarbana della Casa Loredana è lontana da S. Viceuti miglia quattro. La (iiurisditione è simile à quella di S. Viceuti, et ha sotto di se Castelli uovo sopra l'Arsa et Pontera. S. Lorenzo vicino à Dui Castelli Jiniglia cinque, l' anno 1271. 10 Nouembre volontariamente andò alla prottetione della Republica: sotto di se ha tre ville S. Lucia detta Villanoua, S. Michiel di Leine et Mompaderno et il bosco bidorno. Nella Chiesa maggiore è la Testa di S. Vittore, et le membra di S. Corona. 13 i4. 21. Agosto dopo vna lunga guerra tra Alberto Conte di Goritia, del 'l'irol. et Patron delli luochi'circouuicini à S. Lorenzo da vua et il Prencipe di Venetia dell' altra fu fatto rn instromento di pace, con còndition che occorrendo alcuna difficoltà de confini, il Nostro Prencipe solo douesse quella vedere, conoscer, et decider. Poi per più quiete 1448. p Piero Valier Sindico et commissario del nostro Serenissimo con i Commissarij deputati dalla Maestà di Federico Rè de' Romani furono posti i confini i detti luochi. Montona distante da S. Lorenzo miglia 8. è Terra nobile sopra vn alto monte et in buon aria posta. Per l'innanzi si gouernaua da se rendendo al Patriarca d'Aquile! marche 35. di tributo. Poi del 1276. 11. Marzo si diede all'obedientia de' Venetiani. Il giorno di S. Margarita lì 20. Luglio è la sua fiera. Nella Chiesa maggiore è vna Spina di N. S. vn osso di Spalla et ateune alfce ossa di S. Stefano Papa et Martire. Alcune poche ossa et altre Reliquie di S. Gregorio Papa, altre ossa delle XI mille Ver. gini compagne di S. Orsola. Hà soggiette ville 14 et di notabile ha il bosco detto la Valle lungo miglia 15. per mezzo del quale passa il fiume Quieto. La Casa Barba hà prodotto a giorni nostri tre Dottori in legge compitissimi, et la casa de Viaco vn Cancelliere honoratissimo. Portole è vn bel Castello murato, da Montona distante miglia quattro. Di questo luoco fù Pietro Percico Vescouo di Socouia, i suoi furono di Bagnaluca, et vennero per le guerre ad habitar in Portole. Paulo Caualliero suo fratello s'elesse vicinamente C.tpo d'Istria per patria, doue fabricò vn bel palazo, et due fuori, l'vno à Risano ét l'altro in Peraruolo. Al tempo della guerra Nauale 1571. contro Turchi esso Paulo menò noli' Armata Venetiana 400. Alemani. Nella Chiesa maggiore sono dell' Ossa di S. Helia. Piemonte era circondato di mura, et hauea vna Rocca entro, la quale fù gettata à Terra insieme con le mura. Hauea sotto di se Visinà, ma hora hà Castagna solamente et è lontano da Portole miglia 4. Questo Castello s'affittò per molto tempo con la sua Villa di Visinà per 300.ducati all'anno, et in quel tempo il Consiglio di Capo d'Istria man-daua il Cancelliere in detto luoco. Poi 1530 7. Luglio per li signori Gouernatori dell'entrate in esecu-tion della parte di Pregadi et del Consiglio di X. con la gionta fù venduto all'incanto Piemonte con le sue ville, cioè Visinà, Castagna, S. Maria de Campo. Ber-cenegla, Medolin, et Rosara con lo giurisdittioni et sue entrate, da esser scosso nel modo che le scodeua il coudutore che liauea ad affitto li detti luochi della camera predetta di Capo d'Istria, ..non compreso in questa vendita il molino, del Battigan, con questo che le cause criminali fossero giudicate dal Podestà et CapitanodiCapo d'Istria, et che le ciuili da Lire 20. in suso andassero in appellatione al detto Podestà et Capitano, et furono deliberati es3i luochi alli nobili liuomini Giustiniano Contarmi fù de p. Zorzi Caualliero et Gierolamo Grimani fù de sìer Marin' perdu-cati 7500. Dopo questi luochi furono diuisi et posti alla sorte, et così Piemonte toccò al Contarmi, et Visinà al Grimani. VisinA, delli Clarissimi Grimani e lontana da Piemonte miglia 4. Il suo territorio è piano, fertile popolato in bonissimo aere, è vicino alla marina et al Quieto. Sotto Visinà sono due ville ; Vragnascel-lo et Cerclada. Gristgnana discosta da Visinà miglia 4. lià Villanoua soggetta, et nel territorio il bosco Sterpe. Rute Castello popolato et serrato, distante da Grisignana miglia 4. hà sotto di se Tribali et Casset. Fuori delle mura è vna Chiesa della Madonna doue è un' imagine sua miracolosa et per ciò molto visitata, et nella chiesa maggiore sono molte reliquie, ma fra l'altre è vn dedo di S. Seruolo suo Gonfalone, ossa di S. Andrea Apostolo di S. Eufemia et di S. Hermacora. Nel territorio è di notabile il bosco Fernè. Moiniano vicino à Buie miglia 4. era di Bernardino Raunicar nobile Aleinano et nelle guerre fù acquistato et dato sotto il Regimento di Tirano,'per che Piranesi furono all' acqn^to. Per il qual castello essi da Pirano damano alla Signoria 60. mozza di sale all' anno, et poi 1' aftittauano all' incanto. Ma per la sentenza di Trento si restituì detto castello al Paunicar che lo tenue per alquanto tempo et poi lo vendè alli Rota per ducati 5555. Sotto Molliamo è vna villa detta Berda, Questo castello è sopra vna grotta per batteria di mano fortissima. Nella Chies maggiore è il corpo di S. Ruffo, trinato nella Chesa campestre di S. Nicolò in detta Pie-ue sotto 1' anno 1567. 21. Ottobre. IMiigneiite castello è sopra un monte di bella vista, et cinto d' vna bella campagna. Qui in regimento si sta 32. mesi, come si sta à Montona, à Buie, à S. Lorenzo 'et in Albona. Sotto Pinguente sono 13 ville et sette Castelli. Dalli monti superiori à questo luoco nasce il Quieto, \nel quale entra l'ac-qua della inarzana, et sopra queste acque sono moti moìini. Nella Chiesa maggiore di S. Giouanni Battista suo Confalone è vna testa delle compagne di S. Orsola et dell' oglio di S. Nicolò di Bari. Et sopra ma porta del castello verso mezogiorno è vna Chiesa dedicata ai S. Niceforo fu Vescoo di Pedena, et questo perchè esso Santo fece miracolosamente nascer vna fontana abondantissima, d'acqua, come si legge nella vita di esso Santo. Fra il castello di Lupoglauo Arciducale et il castello di Rozzo furono formati lunghissimi processi per causa delli confini, finalmente l'anno 1439. 4. Zugno dalli commissari j di Federico Imperator et dalli commissarij delli Signori Venetiaui fù terminato et ultimato il tutto in bene. Similmente tra le ville del contado di Pisino et il Castello di Draguch furono per queste occasioni molte liti, le quali sono state anco sopite dalli commissarij dell'uno e dell'altro Pren-cipe 1542. finalmente per certa lite sopra la patronia della Montagna Valbona fu concluso et pattuito tra Marin da Pesaro Capitanio di Raspo, et Paulo di Zara Capitano di Fiume che detta Montagna si godesse come per il passato fù goduta, 11 Capitano di Pinguente staua prima à Raspo, ma poi distrutto venne a Pinguente. Raspo nel principio delle ultime guerre, che hebbe la Republica con la casa d'Austria fù coinè dissi dal Frangipani acquistato, ma immediate dal Triuisano cou l'aiuto delli nostri di Capo d'Istria fù ricuperato. Di questo luoco fù il Vecchioni prudente et stimato Cancelliere ; sopra Pinguente miglia 5. è Lupoglauo castello Arciducale. l'ietrapellosa Marchesato è castello posto sopra vna grotta, lontano da Pinguete miglia 5. Al gouerno del quale soleua andare un nobile di Capo d'Istria col titolo di Marchese. Poi per vna congiura che da Vanto Gravise fu scoperta, essendo alla guardia d' una porta di Paiioua, per la quale si trattaua di dar Padi'ua all' Imperatore, fu donato ad esso Vanto questo catello cou le sue Ville, entrate et giuri-sditioni, et fù l'anno 1440. Vicino a questo castello è Sdregna patria secondo molti di S. Gieronimo, et in particolare secondo il Biondo, il quale per far credere questo suo pensiero tra l'altre ragioni dice questa. Che ritrouandosi S. Gieronimo in Betlem et intesa la crudel rouina, che fecero i Visigotti nell' I-stria scrisse sopra Abacuch, et disse che le Profecie di detto Abacuch, che prediceuano la dissolatione di molte Città et Prouincie erano all'hora veramente nel suo Paese adempite. Si hà anco fra noi per tra-dittione questa esser la sua Patria,, et nella Chiesa maggiore di Sdregna è una sepoltura vicina all'aitar grande, che vien detto esser del Padre di esso Santo. A piè d'un monte di questo luoco è un'acqua (che sbocca nella Valle di Montona) che bolle sempre et sà grandemente di Solfere, et risana con meraviglia doglie, rogne et simili infermità. Vu simile bagno è à Moli-falcone discosto da Capo d'Istria miglia 20. IMsino contado è nel mezzo dell'Istria, et confina con il sudetto Marchesato. 11 Serenissimo Arciduca affitta Pisino per 17. mille fiorini all'anno, dal che si comprende quanto sia di stima esso Contado. (continua) Algebra elementare di Domenico Lovisato. — Stamperia reale di Torino di G. B. Paravia e C. 1876, in 8", pag. 408. D' Oltre Judri, dicembre Abbiamo con piacere letta l'algebra elementare edita coi tipi della stamperia Reale di Torino di G. Batta Paravia opera del nostro chiarissimo compatriotta D.r Domenico Lovisato, , Il Lovisato assolse i suoi studi presso 1' università Patavina, ove si mostrò cosi in- telligente ed operoso che il professore di calcolo sublime Raffaele Minich lo scelse a suo assistente, posto nel quale seppe accaparrarsi la stima di tutti. Nella stessa università fu per alquanto tempo assistente dell' illustre Bellavitis e dettò durante uua malattia di quest'ultimo alcune lezioni di introduzione al calcolo. Nominato professore nei regi licei del Regno, veramente non venne fino ad ora tenuto in quella considerazione che ei merita dal ministero della Pubblica Istruzione; poiché naturalmente nou è negli ultimi licei che si destina ad insegnante un uomo del merito del Lovisato, i arlando del quale facciamo astrazione ad altri Suoi titoli di benemerenza. I libri ai giorni nostri spuntano siccome funghi ; ma i buoiii e completi sono rari. Lo scrivere adunque un buon libro, destinato ad incamminare la gioventù studiosa sulla bella e spinosa via tracciata dalle scienze esatte, è opera incontestabilmente superiore ad ogni elogio. L'algebra del Lovisato secondo il nostro debole giudizio è uno di tali libri. Prima di discorrere del suo valore in-triii seco diremo che essa è scritta in bello e buono italiano, cosa coinmendevolissima se si rifletta rhe non pochi scienziati per darsi un'aria troppo scientifica scrivono iu turco, lingua oggidì alla moda. Le doti principali, che si scorgono in tutta l'opera del giovane professore, oltre 1' accennata, sono la chiarezza non mai disgiunta dalla precisione, che richiedono le scienze matematiche, e la buona disposizione delle materie in essa trattate. Di quando in quando s'incontrano con sommo piacere iu tal opera alcune notizie storiche interessanti, che indarno si cercherebbero nei testi più in uso di tal scienza ; e delle teoriche peregrine svolte sempre con precisione e chiarezza, che o non le trovate anco nei migliori trattati d' algebra elementare oppure sono e-sposte in essi o troppo superficialmente (e quindi perdono la precisione scientifica,) o troppo sublimemente (e quiudi non adatte ad uu trattato elementare). Dell' interesse di certe notizie storiche e del modo veramente attraente di esporre alcune belle teoriche potranno persuadersi i colleglli del nostro compatriotta ed i giovani studiosi, leggendo tutti i primi capitoli, che trattano delle nozioni elementari sull'algebra delle quattro operazioni etc ; le teoriche sulle combinazioni, dalle quali prende la via per dimostrare nel modo il più naturale il Binomio di Newton, cioè la legge con cui si formano le potenze (tanto iutere positive o negative quanto frazionarie di un binomio.) Nei capitoli che riguardano le equazioni il Lovisato ha ammassato le principali gemme della sua opera. Troverete ivi per risolvere le equazioni di primo grado a più incognite il metodo del Bezout, ingiustamente dimenticato da alcuni moderni compendisi di algebre elementari e quello brillante (come lo chiama il nostro professore), dei determinanti : troverete una nota molto succinta e molto chiara nello stesso tempo sulle radici immaginarsi e delle equazioni di secondo grado, nella qual nota l'autore, compendiando la teorica delle eguipollenze, (che sola basterebbe per collocare il Bellavitis fra i più illustri matematici del nostro secolo, ma che pur troppo anco da valenti professori di matematica non è conósciuta,) vi fa vedere come le quantità immaginate dell' algebra possono benissimo essere rappresentate da quantità geometriche reali : troverete finalmente, dopo una breve esposizione delle 'proprietà generali delle equazioni e delle trasformazioni delle equazioni, la risoluzione delle equazioni di 3.° ed 4. ".grado. Trascuriamo di invitare a leggere gli altri capitoli, che riguardano proporzioni, pro-progivssioni, logaritmi e frazioni continue, non perchè . sieno privi di notizie storiche interessanti e di teoriche ben trattate; ma perchè, volendo far ceuno di tutto il buono dell' opera in questione. 1' articolo diverrebbe troppo lungo per le colonne del nostro periodico; e perchè siamo certi, che chi avrà avuto la fortuna di incominciare a leggere 1' opera del Lovisato non la lascerà che quando sarà giunto al fine. Il nostro compatriotta (non vogliamo tralasciare di fare quest' ultima osservazione) nella sua Algebra cita sempre le fonti, alle quali egli attinse. Tali citazioni, secondo il nostro avviso, hanno un doppio merito : in primo luogo vi fanno vedere chiaramente che egli audò in cerca del buono e lo pigliò dappertutto dove lo trovò; in secondo luogo eccitano lo studioso a rovistare dei libri che probabilmente non avrebbe mai conosciuto. Terminiamo col raccomandare caldamente a tutti gli studiosi italiani e specialmente a quelli della nostra provincia di provvedersi dell' algebra del Lovisato, ed a questo di regalarci qualche altro buon libro che sappiamo egli tiene già abbozzato. A. P. Manuale per gii Asili e per le Scuole infantili Il prof. Agabiti, regio direttore scolastico a Palermo e autore di parecchi libri scolastici approvati, ci ha inviato il suo "Manuale per gli asili e per le scuole infantili,, (Palermo, Stab. Tipogr. Lao, via Gelso 31 — L. 2.50). È un libretto di 150 pagine con alcune tavole, in cui è compreso tutto il sistema necessario (non escluso il regolamento e l'orario) per rendere proficuo ai bambini il tempo che passano nell' Asilo. Coila scorta di questo Manuale, frutto di lunga esprienza. si può tramutare in Giardino d'infanzia qualunque Asilo con spesa modicissima, tale che il più povero Comune può sopperirvi senza disagio. Epperciò grande ne è la sua utilità pratica, poiché è accertato che il cuore umano segue per lo più quella via di probità sulla quale venne diretto fino dai primi anni a mezzo di acconcie impressioni ; e bene trascurati sono quindi, e mancano ad uno di loro precipui doveri, quei Comuni che lasciano i propri Asili in mano di chi, o per indolenza o per caparbietà, non dà retta alla voce del progresso, e limita i mezzi di educazione alla minestra e al sillabario. Anche il nostro Asilo sarà in breve tramutato in Civico Giardino d'infanzia: a tale uopo sono già bene avviate le pratiche di coloro a cui ne venne affidata la cura. Ogni cittadino deve desiderare vivamente che sollecita possa riuscire la loro opera, acciocché Capodistria, la quale, come attestò Tommaseo, ebbe l'onore di essere tra le prime città d'Italia a fondare l"Asilo d'infanzia, non sia l'ultima a modificarlo secondo i nuovi sistemi che si vanno diffondendo rapidamente. i vigili sommai Dal Diritto del 17 corr. riportiamo il seguente articolo del prof. Luigi Chierici, il rinomato igienista e vecchio patriotta, che i nostri concittadini ebbero occasiono gradita di conoscere nel febbraio dell'anno decorso, quando egli era venuto anche qui a tenere uno dei suoi utilissimi discorsi. Si rileva dall' esposto del prof. Chierici come l'organamento dei vigili romani meriti di essere i-mitato da tutte quelle città, a cui il cospicuo erario permette di istituire un corpo regolare di vigili. Ai vigili di Roma, oltre che spegnere gl'incendii e vegliare dove c'è folla (mansioni comuni a. quelli di tutte le città) spetta per di più l'ufficio umanitario di accorrere per impedire qualsisia disgrazia imminente o per scemare le tristi conseguenze dell'accaduto; ma egli è certo che di gran lunga crescerebbe 1' efficacia della loro opera se al celere trasporto del soggetto in luogo di cura, fossero, capaci di accoppiare i primi soccorsi » suggeriti dall'aite salutare, la cui mancanza, quando l'accidente ritarda 1'assistenza medica, toma spesso fatale, come ad esempio in • caso di sommersione o di emorragia. Ecco 1' articolo del prof Chierici: Io era giovanetto appena, quando da una fantesca di casa mia, che era romaua, udiva narrare con entusiasmo le prodezze dei suoi Vigili. Non mossomi fino allora dal perimetro delle torri Asinelli e Garisenda, io non vedeva e Don ammetteva cose più belle e più buone di quelle della mia Bologna, ed a proposito ne citava a raffronto il benemerito Corpo dei Pompieri. Oh come, Maria (che questo era il nome della fantesca di cui parlo) iuquietavasi ; e ricusava il raffronto dicendolo insostenibile! Equi veniva tessendomi alla meglio la storia dei Yigili; sicché, fin da quell' epoca, io ne eoucepii idea molto grande, che divenne prova di giustezza, quando ebbi a conoscere cotesto Corpo direttamente, allorché nel 1849, fui qua in missione straordinaria, medico militare, mag- , giore. Conosceva quindi cotesto rispettabile1 Corpo iu azione diretta, ma non l'aveva veduto ' mai in un servizio d'ordine, come ammirar lo < dovetti nella circostanza del meeting del 3 | settembre p. p. al teatro Apollo, dove il Corpo dei Vigili, in tenuta di gala, contribuiva alla solenne dignità dì quella imponente riunione popolare. Quelli non erano militi comuni, erano tante guardie d'onore che, con occhio degno del titolo di Vigili, tutto osservavano, tutto prevenivano e a tutto provvedevano, avvisando con cortesia squisita, ammonendo con nobile urbanità, e trattando tutti di qualsiasi classe cou premura e con dolcezza. Se ciò si debba iu gran parte al sistema di educazione disciplinare cui vengono abituati mercè il principio cui si informano e l'esempio che ne danno il loro colonnello cav. Vincenzo Gigli (benemerito patriotta di vecchio stampo) e gli altri egregi ufficiali tutti, si deve per altra parte alla fedeltà verso una tradizione, che la storia ne presta fino dai tempi più antichi della romana grandezza, ed alla quale tradizione i Vigili s'inspirano. Bello è imitare gli antenati nei pregi e nelle virtù ! I Vigili infatti sono istituzione di Augusto fin dall' anno sesto dell' èra nostra. Divisi in sette coorti, erano destinati all'estinzione degli incendii. Ne fanno fede tuttora seulti marmi antichi, come quelli nella Villa Celi-montana ed altri all' imperatore Caracalla intitolati ; e nei quali leggousi tuttavia i nomi dei militi e degli ufficiali Vigili dell'augusta Soma di quei tempi. Se lo spazio mei consentisse ripeterei un cenno storico di codesto Corpo eletto e provideute; ma debbo contentarmi di ricordare ai lettori miei i numeri 41 e 42 (9 e 16 agosto 1874) del periodico Roma, Antologia Illustrata, nei quali leggesi un compendio storico di codesta celebre istituzione, ricavato esso da una dissertazione dottissima sui Vigili fatta (e letta nella Arcadia), dal comm. Luigi Grifi. Ivi si apprenderà in quale altissimo concetto fosse tenuto il Corpo dei Pigili e dal governo e dal popolo, per i molti ed eminenti servigi che rendeva. E siccome ogni cosa che si pubblica deve proporsi uu fiue, ad un fine infatti tendouo le mie parole. II Corpo dei Vigili di Kouia non è come il Corpo dei Pompieri delle altre città d'Italia i quali sono destinati soltanto a prestare l'opera loro nei casi d'incendio. I Vigili di Roma (e questo è ciò che generalmente ignorasi, che rende il corpo di essi corpo modello per civile ed umanitaria benemerenza e per cui debba esser conosciuto da tutti per imitarsene l'istituzione provvi-dentissima) sparsi in diversi quartieri dei vari rioni urbani, corrono ovunque là, ove una disgrazia minacci o sia accaduta; quindi a soccorso di sommersi, di feriti e di qualsiasi altra sventura. Iu una parola i Vigili di Roma sono conforto, difesa, salvezza popolare, sono gli angeli del bene, i quali vegliano a tutte l'ore iu prò del proprio simile e della città. II rispetto in cui a buon diritto è te- nuto cotesto corpo fa sì che sia gara comune tra li operni ad entrarvi, a tal fine assoggettandosi ad una speeie di volontariato. Esso corpo, fra ordinari e straordinari, composto di parecchie centinaia d'individui maestosamente uniformati è uno dei decori di Roma, è un corpo che ne prova la civiltà e la onora. Luigi Chierici. Illustrazione dell' anniversario Giunta la Repubblica di Teneiia, all'aprirsi del secolo decimo sesto, all'apice di sua opulente possanza, destò gelosia e timore ai vicini, i quali per iniziativa di Papa Giulio II decisero di allearsi contro di essa; ed i patti di questa formidabile alleanza, con-cbiusa tra il Pontefice, Massimiliano I di Germania, Luigi XII di Franeia, e Ferdinando il cattolico d'Aragona, Tennero stretti a Cambray nel dicembre 1508. I Venejiani, troppo presumendo delle loro forze, non ■i erano curati fino dalle prime di scongiurare tanta rovina, come forse lo avrebbero potuto fare con buon esito; ma riuniti i loro eserciti sotto il supremo comando di Andrea Gritti fecero giornate, e rimasero debellati. Il Papa potè impadronirsi delle città che i Veneziani possedevano negli Stati Ecclesiastici, Ferdinando restituire a Napoli le città della costa occupata dagli stessi ; e frattanto le armi francesi e alemanne s'andavano avvicinando alla laguna, unico centro di ssserragliainento. Ma sorta discordia tra gli alleati, Venezia, rifattasi dalla sciagura e dallo sgomento, ne seppe approfittare; mandò Andrea Gritti, destro negoziatore, al re Luigi per farselo amico. Riuscì compiutamente il bravo capitano nella sua missione, e nei 1513 fu stipulato a Parigi un trattato di alleanza. Quindi la Repubblica, parte in [seguito ad alcuni successi campali e parte dietro a «oncesiiom fatte al Papa e al re Ferdinando, giunse a ricuperare non po«he terre, ed a sciogliere la lega. Andre» Gritti, fatto Doge nel 1523, ritornò Venezia alla su» pristina floridezia, che poi and* gr»d«tame«te perdendo. — Cambra/, città forte ancora dei Romani, giace nel dipartimento Nord della Francia. Ha 20.000 ab. Fabbrica telerie. Vi mori il celebre vescovo Féndlon nel 1715. Nel 1529 fu conchiusa in questa città la pace tra Francesco I e Carlo V. Beneficenza pel capo d'anno: N* 232 AVVISO Si porta a pubblica notizia che i fogli di soscrizione per le offerte in danaro a beneficio del Civico Ospedéle, onde esimersi secondo il consueto dalle visite pel capo d' anno e dall' invio dei biglietti, verranno esposti in questa Cancelleria, alla Cassa Municipale, ed al Caffè della Loggia. Capodistria, 10 dicembre 1876. La Direzione del Civico Ospedale Banda cittadina e Società Filarmonica. — Tra parecchi concorrenti all'ufficio di maestro fu preferito al unanimità il sig. Pietro Bianchini di Venezia. Gode nome di va-leute e zelatore. Trieste e Roma (Dal Mente Sana in corpo satto di Trieste 7 dicembre). — Il Municipio di Trieste e quindi le civiche istituzioni ginnastiche furono rappreseutate al VII Congresso ginnastico di Roma dal sig. Lorenzo de Reya, direttore comunale di ginnastica. All'esposizione didattico-ginuastica, abbinata a quel Congresso, spedirono oggetti: l'Associazione Triestina di Ginnastica, il Municipio di Trieste, il loro rappresentante e il direttore del Mente Sana. La Giuria aggiudicò la medaglia d'argento 1 sig. L. de Reya, quella di bronzo a Dragbicchio, alla Società ed al Municipio di Trieste. La Deputazione Veneta di storia patria nominò a socii corrispondeuti i signori Dr. Paolo de Bizzarro di Gorizia, Carlo Kunz e il cav. Dr. Attilio Hortis di Trieste, e 1' a-bate Angelo Marsich nostro concittadino. Società operaia di Trieste. — Abbiamo ricevuto il Resoconto del VII anuo (1 luglio 75 — 30 giugno 76). Durante l' anno furono spesi iu complesso tra ammalati, soccorsi a famiglie povere, e sovveuzioni alle famiglie dei morti fior. 22, 413. 32. Il patrimonio sociale ammonta a flor. 51.432,41. Oltre ai progressi ecouoiaiei ne fece anche di morali, avendo scuola di disegno, biblioteca, scaola gratuita di ginnastica, e l'apposito giornale che diffonde tra gli operai massime di soda morale. Gli esami dei carcerati. — Da alcuni anni fu adottato nell'i, r. Carcere locale il commendevole sistema di impedire l'abbrutimento del carcerato coli' istruzione, di lenire con essa le ambasce degli animi non ancora induriti,* inducendo tutti a godere del bene, per spianare loro la via a sincero raf«>du»en-to ; e il 15 corr. la solita festicciola degli esami e dei premii, chiudeva l'anno scolastico abbellita dalla presenza di Autorità e d'invitati. A due maestri e a due sacerdoti è affidata l'opera umanitaria. Ambedue le sezioni, la dalmata e l'italiana attestarono ad esuberanza la buona volontà degli scolari e l'eccellenza degli istruttori. Il sig. maestro Vascotti lesse nn bellissimo discorso, il cui tema suonava: Il lavor la previdenza, la moralità, la religione ; un caroerato slavo pronunciò un ragionamento morale ai sioi condiscepoli eoanazion»li ; e interpolatamente furono cantate canzo»i con accompagnameuto di armonium. In fine l'onorevole Procuratore di Stato e Commissario carcerario D.r Schrott parlò facondo sui bene-flcii dell'educazione, e rese meritato tributo d'encomio ai quattro docenti. Avviso ai bachicultori Presso il iotto»eritt* trovasi in vendita seme bachi, selezionato al microscopio, cellulari ed industriale dell» più bella razza nostrana a bozzolo giallo. Prezii f. 6.v.a il cellulare —f. 4 l'industriale, per ogni oncia da 25 grammi. Capodistria, decembre 1876. Giuseppe Gravisi direttore dell'Osservatorio bacologico Trapassati nel mese di Novembre 1 Leporini Maria Angiola, d'anni 16 ; — 2 1. G. (carcerato) d'anni 45 da Karcine (Dalmazia) ; Mar-tissa Angelo fi Giovanni d'anni 28. — 3 I. B. (carcerato) d'anni 21 da Rumovió (Dalmazia). — S Lonzar Antonia V». di Stefano nata Roitz d'anni 70. — IO Sircelj Giovanni da Prem Distretto di Adelsberg d'anni 65; Kauzko Tommaso d'anni 76 da Bagdatito (Moravia). — 11 Millieh Giuseppe d'anni 53; — 13 Dalpez Luigia nata Schiavon Ved» Francesco d'anni 64; Lonzar Maddalena Ved», di Biagio d'anni 75. - 15 Dezman Maria d'anni 52 da Rad-mandorf (Carniolal. — IO Tamplenizza Francesca moglie di Biagio d'anni 67. — —1 Degiusto Maria moglie di Francesco d'anni 71. — 33 P. L. (carcerato) d'anni 35 da Valle-Rovigno; Vouch Maria Anna moglie di Antonio d'anni 43 da Medea. — 24 Lonzar Ann» moglie di Nazario. d'anni 66. — 25 Parovel Antonio d'anni 53. — 26 Regancin Giovanni d'anni 73. — 27 Pagan Maria moglie di Antonio d'anni 39; B. P. (carcerato) d'anni 26 da Gorizza (Dalmazia) 2» T. D. (carcerato) d'anni 35 da Musi di Vigo (Trentino). Più Ventuno fanciulli al di sotto di sette anni Matrimoni! celebrati nel mese di Novembre 4 Arcangelo Dinello con Pasqua Zamarin. — 5 Giovanni Cliitter con Maria Manto. — O Francesco Pascal con Maddalena Donajo. — li Filippo Klanscek c >n Francesca Oblach ; Giovanni Cercego con Antonia Bertoch. — 15 Antonio Bertoch eo. Giovanna Auber. — 18 Giuseppe Alessio cou Marii Mondo. — 19 Andrea Lonzar con Michel» Basman, Giacomo Apollonio con Maria Dagnelluti; Giovanni Saversek con Brigida Pavisich. 23 Giuseppe Pecchia« rich con Antonia Macovaz. — 25 Pietro Leoncelli» con Marina Soldà; Giovanni Seteffè con Maria Steffè. — 20 Nazario Zetto con Caterina Sehipizz». Corriere dell'Amministrazione (d»l 6 » tutto il 33 corr.) Cherso. Inclito Municipio (li anno) — P»n-guente. Pietro Rozzo (Il seni, del II anno) — Tritile. Prof. Edoardo Viseutini (I sam. del III anno) — Ventila, Cav. Tommaso Lueiani (III »nno). II "Cilnwtlnopoli. continua l'orarlo del 1 Kovemhre (V. il N. 3.)