ANNO X Capodistria, 16 Maggio 1876 LA VINCI A DELL' ISTRIA N. IO Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3: semestre e qua-trimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Eedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ' La Giunta Prov. ba disposto, che a cominciare dall' anno 1875 in avanti fosse compilato dal Dipartimento contabile un inventario generale, il quale sommariamente comprenda non solo i risultati dei singoli dettagliati inventari, ma altresì il civanzo cassa ed indi tutte le attività e passività del fondo provinciale. Ecco 1' INVENTARIO GENERALE della facoltà stabile e mobile della provincia dell'Istria alla fine delV anno solare 1875. A. Slato Attivo. I, Danaro contante. 1 Civanzo contante per cassa nel fondo provinciale, appar prospetto di gestione, nel dì 31 Dicembre 1875 . , . fior. 699.79V2 2 Depositati a frutto presso la Banca commerciale triestina di esclusiva spettanza del fondo provinciale . . „ 6,243.34 Assieme fi. 6,943.13'/2 II. Realità ed annessi. 3 1 Stazione enologica e pomologica provinciale. a) Fondo arativo vitato ed olivato sotto la collina di San Marco, coli' attigua collina dello stesso nome, dell' estensione di jugeri 14 e klaf. □ 516, pari a 8 ettari, 2420 metri quadrati, cou annessavi casa colonica ad uso del predio agrario* provinciale valutato secondo il prezzo di acquisto, a . fior. 8,565.—• b) Aumento nel valore della casa in seguito a l'istauri praticativi . . „ 1,020.28 c) Piante di varie qualità nel predio agrario, valutate,' a........ 1,370.— d) Pianticelle di viti destinate, alla vendita........... 291.— e) Vini di varie qualità esistenti nella cantina sperimentale, nella quantità di 44 ettolitri ed 82 litri . . . „ 650.— f) Mobili e requisiti d'ufficio . . . „ 352.45 g) Attrezzi, utensili, recipienti ecc. ad uso della cantina sperimentale. . „ 3,341.43 li) dto. dto. ad uso del laboratorio chimico e sperimentale . . „ 383.03 i) dto. dto. ad uso del predio agrario............372.80 l) Biblioteca della stazione enologica provinciale........„ 290.45 l) Civanzo contante per cassa dalle autecipazioni erogate dal fondo provinciale alla Direzione della stazione verso resa di conto..........59.72 Assieme fi. 16,696.16 4 2 Istituto comprovinciale dei Sordo-muti Come da conto consuntivo, rimesso dalla Giunta provinciale di Gorizia per l'anno 1874, la facoltà' complessiva consisteva in fior. 99,713.20'/2 della quale spettano alla provincia d'Istria fior. 50,243.29'/a, suddivisi come segue, cioè: a) Realità.......... 21,665.95 b) Mobili ed utensili....... 2,423.981/i c) Capitali in fondi pubblici e presso privati........... 24,890.— d) Restanze attive....... 1,263.36 Assieme fi. 50,243.29 V, III. Mobili d'ufficio e Biblioteca. 5 Appar inventari speciali e dettagliati esistenti nell'ufficio contabile provinciale, cioè : a) della Giunta e Cancelleria provinciale............ 4,899.85 b) del Dipartimento contabile provinciale ............ 397.— c) della Cassa provinciale . . . . „ 792.60 d) della Biblioteca provinciale dell' approssimativo valore di...... 1,500.— Assieme fi. 7,589.45 IV. Obbligazioni di Stato. 6 Le obbligazioni di Stato del cessato fondo provinciale di coltura ora fuso nel fondo provine, propriamente detto, calcolate al prezzo corrente di borsa di Vienna del 31 Dicembre 1875, e precisamente : a) 1 obbligazione a fi. 1000, 5 a fi. 100, assieme fi 1500, con interessi in argento, a fi. 73.65 p.%....„ 1,10475 b) 3 dette a fi. 100,'assieme fi. 300, con interessi in carta a fi. 69.35 % „ 208. 5 c) 14 dette a fi. 100, assieme fi. 1400, del prestito dello Stato con lotteria del 1860 fi. 117.75 p. % . . . „ 1,648.50 Assieme fi. 2,961.30 V. Itestanze attive. 7 Le restanze attive col 31 Decembre 1875, come dal relativo prospetto di gestione del fondo prov., importano „ 226,280.421ji a) le obbligazioni di Stato contemplate ad IV. del presente inventario col loro valore nominale di . . fi. 3,200.— b) il denaro depositato presso la Banca commerciale triestina come ad 1-2, con . „ 6,243,64 Assieme quindi fi. 9,443.64 le quali due partite, per regolarità di conto, appariscono già fra le attività finali del prospetto di gestione alla rubrica d1 introito XVII tit. 2, per cui le restanze stesse si riducono a . . „ 216,836.78'/a Totale delle attività . . fi. 301,270.1272 15. Stato passivo. VI. Restanze passive. 8 Giusta il prospetto di gestione, le restanze passive del fondo provinciale ascendono colla chiusa di conto 31 Dicembre 1875 a........fi. 116,392.70'/» Totale delle passività „ 116.392.701/. C. Rilancio. Lo stato attivo importa.....fi. 301,270.12'/a Lo stato passivo importa . . . . „ 116,392.707» Col 31 Decembre 1875 lo stato attivo importa quindi.......„ 184,877.42 Dal Dipartimento contabile «Iella Giunta prov., PABENZO, 31 Gennajo 1876. SUSSA, Direttore contabile COREISPOIDEIZE Pinguente, maggio 1876 Pubblichiamo 1' articolo seguente, inviatoci da gentile maestro istriano nel quale ci si appalesa caldissimo propugnatore dell' abolizione de' premii nelle scuole popolari. Noi, di vedute opposte a quelle emesse in proposito dall' articolista, perchè riteniamo che gli uomini in ogni tempo sieno stati mossi dall' idea di premio e di castigo, valgano questi un libretto di raccontini o uua medaglia d'oro, una verga o una prigione, noi ci permetteremo di fare al signor maestro una domanda, dedotta appunto dalla prima osservazione sopra cui si aggira tutto il suo articolo. E logico, assai logico che il fanciullo affamato non chiegga in aggiunta alla madre ricompensa per averlo sfamato ; ma crede forse il signor maestro che la scienza sia ancora uu bisoguo così sentito generalmente da reggere il paragone del pane che vien dato dalla madre al fanciullo per infamarlo? Se ciò fosse, perchè tanti milioni di analfabeti nel mondo, perchè tante leggi (spesso illusorie) sulla istruzione obbligatoria? Ecco l'articolo suaccennato: "Fra le innovazioni oggigiorno introdotte nella scuola popolare, quella dell'abolizione dei premi annuali credo sia una delle più utili per non dire necessarie. A giustificare tale mia asserzione mi si conceda una domanda. — Sarebbe ragionevole il pretendere ricompensa da chi ci fece ottenere una cosa di nostro desiderio ? -- E certo che ognuno risponderà negativamente. Non sarebbe ridicolo per esempio, che la madre nello apprestare al figlio affamato il pane da lui chiesto e desiderato, promettesse premio qualora lo mangiasse? Questa osservazione io la feci a persona di opinione diversa della mia in tale argomento. Per risposta mi disse che nel fanciullo il desiderio di cibo si fa sentire istintivamente, mentre quello di apprendere nella scuola non lo sente e che quindi conviene adescarlo colla promessa di ricompensa. Ciò che io soggiunsi mi si permetta qui rendere di pubblica ragione: Che il fanciullo non provi certo incentivo d'imparare prima di essere ammesso al/a scuola, ma che tale incentiyo iu lui non nasca, oso dire, subito dopo il primo mese che la frequenta, non v'ha il minimo dubbio; purché il maestro sia quale dev'essere, cioè fornito delle cognizioni necessarie e compreso della altezza della sua missione. Sì, dopo il primo mese il fanciullo di già desidera progredire nella conoscenza di una nuova lettera, per poter arrivare presto a saper leggere e scrivere; ed una prova di ciò l'abbiamo nel vederlo terminata la scuola, correre tutto festante alla madre onde metterla a parte del suo progresso. Concesso tale risultato non si può non concedere pure nel fanciullo il desiderio d'imparare. La brama di apprendere la lettura che si scorge in esso fin dal primo anno di scuola, gli si appalesa poi nelle classi superiori per 1' aritmetica e per le tante altre utili cose che gli vengono insegnate. Vedendo adunque nello scolare sì forte desiderio di appreudere, non sarebbe incompatibile che il maestro gli si rivolgesse con lusinghe di premio qualora imparasse? — Io credo che con ciò altro non si otterrebbe che di sviare il fanciullo dal nobile sentimento di arricchire la sua mente e condurlo a quello di credere lo studio quale un peso impostogli dal maestro per mero capriccio ed allora si abbatterebbe la meta cui tende la scuola. E l'invidia con ciò non verrebbe forse seminata con tutti i suoi perniciosi effetti? Come il fanciullo affamato, ottenuto il pane dalla madre, con mille vezzi le mostra la sua gratitudine, così lo scolaro, imparate cose nuove, si sentirà riconoscente al suo maestro e vieppiù lo amerà, senza che in lui nasca il minimo desiderio di premio. Eppoi che cosa s'intende sotto lajarola premio? — Secondo me, premio è l'espressione di riconoscenza a persona che per propria volontà e colle porprie forze arrecò un bene ad uu singolo, ovvero all' intera società. Andiamo noi dunque debitori di tanto anche al fanciullo, perchè studioso e diligente? Se per lo passato l'eccitare il fanciullo ad imparare, colla promessa di un elegante libriccino fosse stato compatibile, è facile il persuadersi quando si pensa che allora in molte scuole primarie s'istruiva torturando la memoria dello scolaro col fargli imparare una quantità di regole, delle quali egli non capiva un f acca; ma ora, grazie all'avanzamento della pedagogia e metodica e, conseguentemente, ai molti mezzi d'intuizione che da queste ne sono derivati, lo studio è divenuto pel fanciullo cosa dilettevole. Questa, comunque sia, è la mia opinione sull' abolizione dei premi annuali nella scuola popolare, opinione che mi sono permesso di pubblicare, coli' unico intendimento di poter giovare, per quanto le mie forze il concedono, all' istruzione nella nostra provincia, sapendo che in più luoghi di questa si sarebbe disposti ad accettare la riattivazione di quelli. c. it. Pisino, maggio 1876. (A. C.) Dappoiché gli studi sui tempi preistorici destano, l'attenzione di tutti gli uomini colti, e di quelli persino cui nou piacciono certe novità che vengono ad alterare gli assortimenti d'idee a sistema vecchio, sarebbe bene che anche le minime osservazioni fatte in proposito si rendessero di pubblica ragione. I castellieri così detti, com'è noto, non presentano altrimenti che una principale macìa di circonvallazione, con altre più o meno riconoscibili di scompartimenti interni od adiacenti. Neil' area interna, in ispe-cialità se v'è campo coltivato, non si riscontra di particolare più che pezzetti di vasellame di pasta ordinaria, dappertutto di qualità consimile, e talvolta in quantità sorprendente. Armi ed utensili di pietra non se ne trovano, perchè in paese che non offriva rocce adatte a cotesto, si avrà ben tenuto conto a non spenderne; e in seguito poi per tanti secoli, ogni singola pietra siffatta poteva essere scorta, e consumata come pietra focaia, tenuta per curiosità sinché com'ogni altra cosa andasse smarrita o distrutta. Di questi giorni ebbi a trovarmi in Coridico ; villaggio posto per entro il perimetro d'un castelliero. Da un lato v'è un campo arativo, nel quale, sebbene la regione d'intorno è terra rossa, vi si vede subito il solito terriccio; qui però non tanto nero e lucido, essendo il terreno da secolare coltura molto sfruttato. Havvi iufinità di cocci; chè quanto più tenne diventa lo strato di terriccio tanto più spessi e visibili si rimangono i medesimi. In un canto del campo trovavasi una chiesuola diroccata, come se ne vedono in molti castellieri, quasi che ne'tempi passati si avesse creduto per esse a riabilitare que'luoghi ne'quali jriconoscevasi l'opra arcana di tempi remoti, epperò di genti pagane in connivenza forse con fate o spiriti maligni. In grazia di questa chiesuola, l'area che ne occupava fu preservata da movimenti di terreno fino a che nel mese decorso il signor parroco, di cui è il campo, ne fece sgomberare le pietre e mettere in lavoro anche quel canto. Con ciò fu messo allo scoperto uno strato di terriccio nerissimo, di oltre mezzo metro di spessore, che venne dissodato. Nel medesimo si rinvennero oltre ai molti e vari frantumi di cotto, tra cui un vaso della tenuta di circa quattro litri, alquanto rotto ma di facile ristaurazione, di forma buona, anche cinque fusaiole diverse, una quantità di ossa d'animali non grandi, e molti pezzi di corna di cervo, maggior numero monconi della parte più grossa del corno, e che si conosce essere rifiuti di lavorazione. Di questi ultimi è poi rimarcabile la superficie risultante dalla separazione tra pezzo e pezzo, sulla quale si conoscono le linee di sezione fatte da tre o quattro punti d'intorno, e tanto da passare non bene il giro più compatto del corno, che poi veniva separato per rottura, da che si può dessumere il modo imperfetto e la fatica adoprati per tale operazione. Il terriccio sovrastava sulla base antica di terra rossa, in modo così distinto, come vi sta il sedimento di melma sul fondo impermeabile de'laghi rimasti a secco; e perciò si deve iuferire che il terriccio di cotesti castellieri non sia la terra in posto compenetrata da sostanze organiche, ma ben sì nè più nè meno che la massa d'ogni sorta d'avanzi e di rifiuti, calpestati e rasciuttati da formare uno strato, per tutto lo spessore del quale trovandosi ossa d'animali e rottami di vasellame. 11 signor parroco di Coridico tiene in serbo gli oggetti sopraccennati raccolti sul suo campo, e simili d' altre località del Comune. --- NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delle cose istriane Di ottanta Podestà-Capitani di Capodistria e delle loro Relazioni dall' anno 1525, all' anno 1795 (Contin. e fine V. pag. 1834) Cotesto Relazioni non restavano lettera morta, chè il Senato di solito ne comunicava copia con avvertenze e raccomandazioni al successore del Relazionante, e, secondo gli argomenti in esse trattati, ne mandava estratti all' una o all' altra delle Cariche e Magistrature preposte ai varii rami della pubblica amministrazione perchè vi provedessero. Dalle Deliberazioni del Senato, (serie Rettori), nelle cui filze se ne conservano non poche copie, risulta che se ne maudavauo estratti, secondo il bisogno, — all'Avvogaria del Comun, ai Revisori e Regolatori delle entrate pubbliche, — ai Proveditori sopra Camere. •— e sopra Conti — ai Deputati ed Aggiunti alla provision del danaro, — al Savio Cassier, — ai Proveditori, Revisori e Regolatori sopra i dazii, — ai Cinque Savii alla mercanzia. — ai Proveditori ai feudi, — e ai beni inculti, — ai Proveditori e Revisori sopra i beni comunali, — ai Proveditori e Sopraiutendenti alla Camera dei confini, — agli Officiali al fomento,— e al dazio del vin, — ai Proveditori e Sopraproveditori alle biave, — alle legne e boschi, — al sai, — agli olii, — alla sanità, — ai Proveditori all' armar, — alle artigliane, — alle fortezze, — ai Padroni, Proveditori e Inquisitori all'Arsenal, •— ai Consultori in Jure ecc. E così è che le varie parti del vastissimo Archivio si aiutano, si illustrano, si completano, e tutte assieme rappresentano quasi a dire in azione la complicata ma sapiente macchina governativa dalla quale è stata retta anche l'Istria pel corso di varii secoli. Dopo ciò importa avvertire che le Note aggiunte ai nomi dei Podestà-Capitani e alle date delle Relazioni, sono a rigore di termine note (appunti,) e non sum-marii; che oltre gli oggetti in esse note accennati, le Relazioni ne trattano o toccano ben molti altri. Ho fatto le brevi note coli'unico intendimento di stuzzicare la curiosità della colta gioventù istriana, ora che le Relazioni più dette non sono soltanto nell'Archivio di Stato qui in Venezia, ma trovansi anche nell'Archivio della nostra provincia in Parenzo. Le Relazioni sono una fonte alla quale lo storico futuro dell'Istria potrà largamente e utilmente attingere, che ci danno il colore del tempo non solo, ma ci fanno intravedere anche l'indole e l'umore di chi le dettava: direi quasi che ci famiglia-rizzano coi Magistrati che governarono la città e la provincia dal cinquecento all'ottocento, magistrati che, dopo le Leggi, (com'ebbi a notare nel principio della presente Memoria.) influirono grandemente sui costumi, e sugl'interessi della popolazione istriana. Fra le tante Relazioni ce ne sono di essenzialmen-to analitiche e di essenzialmente sintetiche, di ampollose e di modeste; di quelle che divagano iu particolari, e di quelle che, sorvolando a questi abbracciano sotto forma generale l'insieme; di quelle che, accennati appena i fatti, si diffondono in ragionamenti, e di quelle che riducono i fatti a prospetti ed a numeri, eloquenti nella loro nudità. Attraverso i concetti e lo stile si vedono, quasi in altrettanti profili, i benevoli, i malevoli, gì' indifferenti gli ottimisti ed i pessimisti, i diligenti ed i trascurati, i pertinaci, ed i deboli, i perspicaci e sapienti, e gli uomini di scarso sapere, e di corta veduta. L'uno espone senza commenti, l'altro esponendo giudica e consiglia; l'uno esalta ed esagera i pregi, l'altro colpisce severamente i difetti, l'uno si occupa del solo presente, l'altro batte la sveglia sui danni e i pericoli dell'avvenire. — Questa varietà di vedute e di forme non nuoce allo scopo quando si sappia leggere lo scritto ed il sottointeso, e quando si sappia depurare col confronto gli errori di fatto e di apprezzamento, di cognizione, di pratica, di volontà. Già le note suddette lasciano vedere incertezze e contraddizioni, particolarmente sul numero degli abitanti; ma coteste sono difficoltà che diminuiscono e quasi spariscono, se si rifletta che mentre gli uni davano la popolazione della città strettamente presa, (entro le mura,) gli altri abbracciavano sotto il nome di città anche i suburbi, e se si pensa alle pesti, e alla introduzione di abitanti nuovi che da un anno all'altro alteravano effettivamente in più ed in meno il numero della popolazione. In generale i più diligenti ed esatti si manifestano col dichiarare di aver fatto fare la numerazione e la descrittione delle anime, mentre gli altri si tradiscono facendosi scudo colle frasi troppo elastiche di più, meno, circa. In questo saggio io mi sono limitato a presentare indicazioni appunto sulla popolazione, sui prezzi di alcune derrate più necessarie alla vita, su alcuni sconcerti sanitari e atmosferici che furono veri flagelli, e su pochi altri oggetti; ma le Relazioni diligentemente per- scrutate darebbero dati abbastanza positivi e copiosi e per cogliere alcuni momenti importanti nella vita agricola, commerciale, economica, finanziaria della provincia, e per trarne quadri sul prodotto, sul consumo, sul cambio, e quindi sul particolare dei Fondachi, dei Monti di pietà, dHUe Scuole laiche, sulle rendite dei Comuni, sui proventi dello Stato ecc. ecc. Esse inoltre somministrauo notizie particolareggiate sulle scuole o compagnie dei Bombardieri, sulle milizie territoriali, (Ordinanze, Cer-nido,) e di Capodistria e di tutta la provincia, nonché sui molti altri argomenti già di sopra accennati (p.1813). Chiudo con una correzione e due giunte. — Il Sansovino parlando di Piero Gradenigo non lo disse corto ma accorto huomo. (pag. 1812, lin. 19.) — Il Dandolo, differendo dal Sanudo (p. 1812) circa il numero delle galere mandate a Capodistria, ci conservò i nomi dei dodici Nunzii che furono inviati colà iu solenne deputazione per dargli la lieta novella e accompagnarlo in Venezia. Ecco le sue precise parole : „ Petrus Gradouico......existens . . . Po- „ testas Justinopolis, ab Electoribus die Sanctae Ca-„ therinae 25 novembris Dui pronunciatus est. — „ Post triduum Pancratius Barbo. Hieremias Ghi-„ si, Rogerius Mauroceno, Marcus Baseglio, Andreas „ Zeno, et Nicolaus Quirino Consiliarii et Rectores „ Ducatus, et Marcus Baduario, Petrus Teupulo, et „ Andreas Grimani Capita de quadraginta, decreto sum-„ mi Consilii, XII solemnes Nuutios, qui iu crastinum „ Justinopolim prò Duce ipso Venetias honorifice asso-„ ciando cuna galèis V et ligno uno armatis accederent, „ elegerunt, videlicet: „ Marinimi Mauroceno, „ Paulum Quirino, „ Marinum Gabrielem, „ Michaelem Teupulo, „ Leodardum Bembo, „ Leonardum Venerio, „ Marcum Faletro, „ Leonardum Ghisi, „ Marinum Baseglio, „ Leonardum Justiniano, „ Joannem Cornario Procuratorem, „ Joannem Zeno, „ Regimen igitur Ducatus die tertio Decembris fe-liciter est ingressus.„ ( V. Dandolo Cronaca nel Muratori Ber. Ital. Script, tomo XII col: 401.) — Esseudo Francesco Dandolo (p. 1811 e 12) podestà e Capitano di Capodistria la seconda volta, nel 1325 e certo per sua influenza, sono state fatte alcune aggiunte al vecchio Statuto tendenti a guarentire sempre più i proprietà™, (signori fondali,) delle terre contro le malizie, le frodi e le trufferie dei rustici che, trasmigrando da una villa all'altra, vendevano, impegnavano, donavano, o lasciavano pignorare per loro conto beni immobili dei quali erano semplici depositari (utilitari,) non mai padroni. L'inerzia dei padroni però favoriva e lasciava ingigantire 1' abuso. Intorno a ciò vedansi che sono interessanti i cap. 25, 26 e seguenti del libro IV degli Statuti di Capodistria, vecchi nella loro origine, ma rifatti più volte e stampati soltanto nel 1668. Venezia 1876. T. L. Poscritto Cadutami oggi sott' occhio una parte del Maggior Consiglio, posta e presa nel dì 17 Aprile del 1375, ne dò qui a piedi l'estratto, perchè serve mirabilmente a confermare e completare fatti ed asserti contenuti nella presente Memoria. Premesso che, giusta le publiche commissioni, tutti i Rettori sono tenuti, entro 15 giorni dal ritorno del reggimento, a proporre in iscritto al ducale dominio quanto essi stimano possa contribuire al bene del paese d'onde vengono, e all'onore e stato della republica, e premesso che i Rettori adempiono quasi sempre a que-st'obbligo; ma considerato d'altronde che per la grande affluenza degli affari non si dà sempre corso come si dovrebbe alle loro proposte, e che da ciò, ove non si provveda, ne potrebbero derivare danni notabili, si propone (e delibera,) che d'ora in poi qualunque Rettore ritornato di reggimento pos^a, volendo, chiedere di essere ammesso per tre mesi nel consiglio de' Pregadi (Senato), anche quando si radunano colla Zonta (Giuuta), con diritto di proporre quei provvedimenti che in sua coscienza trovasse opportuni al bene del paese già da lui retto, e insieme al bene ed ouore generale della republica. Si propone in pari tempo, (e delibera), che tale ammissione, chiesta che sia, non possa esser negata, sotto pena di lire IO a ciascun consigliere o capo che vi si opponesse; che anzi, se al termine dei tre mesi non fosse pienamente esaurita la relativa pertrattazione, possa il Rettore continuare il suo intervento fino ad affare concluso. Coli'ulteriore dichiarazione ch'esso Rettore avrà, al pari dei Savi, facoltà di proporre parti relative ai provvedimenti che in sua coscienza stimerà utili ed opportuni E perchè la bisogna proceda oi dinatamente viene stabilito che, ogni volta che si tratterà di simili fatti, saranno chiamati in consiglio altri due Rettori fra gli ultimi ritornati da quel luogo, nonché i Savi eventualmente deputati a tali faccende, i quali tutti avranno diritto di dire e sostenere le loro opinioni, riservato però il voto finale a quei soli che fossero effettivamente del con-iglio. Tale deliberazione fu tosto aggiunta e nelle Commissioni dei Rettori, e nei Capitolari dei Cousigli e della Quarautia. I primi ammessi ad esercitare il nuovo diritto furono il nobil uomo Paulo Morosini allora ritornato di Podestà e Capitano di Capodistria, e il nobil uomo Marco Giustiniano allora ritornato di Capitano di Trieste, due nomi da aggiungersi agli' elenchi dati dal dott. Kandler nelle Indicazioni ecc. pag: 145. La parte, scritta nel solito latino curiale dell'epoca, è registrata nei volumi del Maggior Consiglio, e precisamente nel volume intitolato Novella, a pag. 149. — Essa fu presa prima nel Consiglio dei quaranta con un solo voto non sincero, e nessuno contrario, e poi nel Maggior Consiglio con 14 non sinceri, 57 contrari, e tutti gli altri, che è a dire parecchie centinaia, favorevoli. Mi astengo da commenti, perchè la rettitudine, la previdenza, il senno pratico, la sapienza benefica di tale deliberazione si appalesano da se e giustificano una volta di più l'enteute cordiale che s' era formato nei migliori tempi della veneta republica, tra governo e sudditi, capitale e provincie, entente che resistette poi a molte disgraziate vicende e durò quasi inalterato fino al 1797. Venezia 2 Maggio 1876. Dove alitassero Eli antichi limi. Neil' epoca anteriore al dominio romano i principali popoli stanziati intorno al bacino adriatico furono : Veneti o Eneti sulla costa inferiore. Pelasgi alle foci del Po e lungo i lidi occidentali fino all'Arsa; posteriormente gli Umbro-Etruschi e i Grecanici. Liburni su gran parte delle isole, (che perciò presero il nome di liburniche), e in buon tratto dei lidi sinuosi del Quaruaro, dall'Arsa fino al Drilone. Illirici dal confine liburnico fin presso agli Acrocerauni. Abitatori dunque dei lidi occidentali fino all'Arsa furono prima i Pelasgi, poi gli Umbro — Etruschi, in fine i Grecanici, non mai i liburni. E questo per riguardo all' epoca anteriore del dominio romano. All'epoca della occupazione dell'Istria per opera de'Romani, la Liburnia componevasi di due spiaggie continentali, e di tutte le isole frapposte; La prima spiaggia era confinata : Dal Quarnaro (Sidus Flanaticus) Dall' Arsa (Arsia) Dal Monte Maggiore. La seconda spiaggia stava fra La Zermagna e La Kerka. La parte insulare succedevasi dalla penisola di Zara (Jadera) fino ad abbracciare tutte le isole del Quarnaro. Una distinzione dei Liburni dagl' Istriani in generale la veggiamo perfino registrata ne' geografi più antichi ed accreditati. Leggesi, a ino' d'esempio, in Scilace Carian-dese: — Post Istros Liburnorum gens est. — Periplus c. 21; nel voi. I dei,, Geographi Graeci minores,, di C. Miiller. Parigi 1855. — In Pomponio Mela — De situ orbis libri tres : Tum Pyrei et Liburni et His-tria. •— In C. Plinio II0: Japydes, Histri, Liburni. Altrettanto dicono e Tolomeo, e Lucio, e Plinio, e Floro. Quanto poi, anche ne' tempi andati, male suonasse all' orecchio 1' appellativo di liburni, applicato agl'istriani della nostra costa occidentale, lo dimostra il seguente Sonetto, composto da un erudito membro dell' antica Accademia de' Risorti di Capodistria, e che inedito, fili' ora, conservasi in privata biblioteca di questa città. Contro l'opinione di chi volle Capodistria nella Liburnia. Egida mia che ascolto ? Ahi qual rubelle, Ardito genio a farti guerra intende? Vedi come a tue luci oneste e belle, Benda d' orror, nemica man ti stende ! Dunque tu ne'Liburni? E a queste e a quelle Piaggie comuni un dì fur le vicende? Dunque genti in te furo inique e felle, Vaghe sol di rapine e morti orrende? Ah no! che mai d'avido ingiusto ardore Figlie non fur le tue voglie innocenti; Nè tu barbaro stil, tuo prisco onore! Tu sei qual fosti ! E benché sorte avara Madre ti fosse, alle vicine genti E al Ciel però fosti diletta e cara! Il disegno fra gli operai Togliamo da una circolare dell'ex ministro Bonghi le seguenti idee intorno la fondazione nel Regno delle scuole di diseguo per gli operai : Il corso troppo breve e manchevole delle nostre scuole elementari deve essere allungato ed accompagnato ad un ordine d'esercizii di disegno nei quali l'occhio e la mano si avvezzino a cogliere e ritrarre le forme geometriche, a riprodurre in diseguo e iu rilievo gli elementi ed i modelli delle diverse costruzioni di legname, di ferro e di muramento, e la parte decorativa d'ogni genere di lavoro fabbrile. E questi esercizii vogliono essere condotti con regola sicura, divisi in varii periodi e congiunti con i dettami elementari della geometria nelle sue differenti applicazioni alla pratica. Considerati come il compimento delle scuole elementari superiori maschili, questi esercizii danno alle medesime un carattere proprio e pratico, che fin'ora loro è mancato. Sì che non temesi d'asserire che per siffatto compimento si accrescerà di molto il pregio ed il frutto delle scuole popolari, e si stima di dover fare ogni opera, perchè ue'luoghi ove sono numerosi gli alunni della quarta classe elementare, abbiano modo di congiungere alla coltura della mente la pratica abilità della mano nello improntare il bozzetto di un lavoro relativo alla professione loro, e condurne le parti essenziali cou rigore geometrico e con vaghezza di forma. Il disegno è il linguaggio di cui ogni artefice ha bisogno, il linguaggio col quale egli rappresenta esattamente ciò che vedo e ciò che immagina, e dal quale attigue forza e facilità ad eseguire qualunque opera di lima, o di scalpello, di tornio o di plastica, qualunque costruzione di muramento, di legname, di ferro o di altro materiale. Per questo appunto tutte quante le maestranze hanno bisogno di ritrovare congiuntamente ed a compimento delle elementari discipline, l'insegnamento del disegno ; ed è intendimento del ministro che compimento siffatto si aggiunga alle scuole del Regno. Occorrerà perciò un esercizio di tre o quattro anni di disegno, ed allungare di altrettanto gli studii elementari; ma ciò farà appunto che non siano dimenticati gli ammaestramenti che si danno nelle scuole, e sia congiunta alla cultura della mente la maestria nel disegnare e nel modellare. NOTIZIE Essendo trascorso il termine di 21 giorni prescritto dalla legge senza che siasi verificato alcun nuovo caso di peste bovina nel distretto contumaciale di Santa Maria Maddalena inferiore, eseguita la disinfezione degli stallaggi infetti e constatato commissional-mente lo stato sanitario dell'animalia, il Magistrato civico ha dichiarato estinta l'epizoozia, anche nella ifrazione di Santa Maria Maddalena inferiore. Il Raccoglitore di Rovereto scrive: "Come è noto, gli uffici delle imposte sogliono corrispondere in lingua tedesca colle autorità superiori e, per adempiere a questa disposizione, ad ogni ufficio venne addetto un impiegato tedesco in qualità di ufficiale o controllore, od anche ricevitore, i quali sono ignari della nostra lingua. "Ora quasiché la suddetta anomalia non fosse abbastanza deplorevole, veniamo informati che qualche ufficio delle imposte non si fa scrupolo di corrispondere in lingua tedesca anche con altre autorità del nostro paese!. Leggesi nell' Isonzo : "Sentiamo con v>ro piacere che, mercè la valida iniziativa presa da parecchie egregie persone cui sta a cuore il prosperamento di questa città e provincia, verrà quanto prima fondata in Gorizia una società enologica industriale avente lo scopo di rialzare il valore dei nostri vini nonché di facilitarne lo smercio. I promotori di quest' utilissimo sodalizio, fra cui figurano parecchie notabilità per sapere e per censo, terranno quest'oggi la prima loro riunione ed è a sperarsi che sì bella iniziativa non rimarrà questa volta sterile di effetto, come lo fu pur troppo circa dieci anni fa quando la progettata società enologica non pntè essere attivata causa l'apatia dei possidenti e del pubblico in generale, e non si potè riunire la somma richiesta per dar vita alla società.. Bibliografia Memoriale ginnastico ad uso dei capisquadra, dettato da Gregorio Draghicchio, professore di Ginnastica, e direttore del pteriodico "Mente sana in corpo sano,,. Trieste, stabilimento tipografico e calcografico di G. Balestra e C. 1876. È un ottimo lavoro di saggio scritto dal bravo parenzano Draghicchio pei capisquadra che suppliscono il maestro nello insegnamento della ginnastica. L'egregio autore ha dovuto creare nella descrizione degli esercizii iu mancanza della ginnica terminologia nuove denominazioni, talune delle quali, die'egli, sembreranno forse bizzarre, ma ov« si pensi doversi una volta principiare a gittar le basi della tecnologia nostra, ei nutre speranza non gli si farà rimprovero di aver fatto un vano tentativo. Questo Memoriale in elegante formato di pagine 60 contiene le seguenti materie: I esercizii ordinativi: li esercizii a corpo libero; III passi semplici e ritmici ; IV esercizii colla bacchetta; V esercizii coi manubri (alteri); VI esercizii di salto col cerchio; VII esercizii di salto colla funicella; Vili esercizii collo stirabraccia; IX salti liberi; X salto coli'asta; XI salto in profondità; XII ponte d' assalto; XIII cavallina; XIV cavallo; XV tavolo di volteggio; XVI parallele; XVII sbarra; XVIII anelli; XIX trapezio; XX scala orizzontale; XXI palco di salita; XXII trave di equilibrio; XXIII passo a volo; XXIV giochi ginnastici. Il Memoriale sullodato è in vendita al prezzo di soldi 30 presso i librai C. Coen e G. Dase in Trieste; nonché presso l'autore in via S. Michiele N. 3. IOre (li vita, — versi di Jacopo Cabianca; quarta e-dizione (1833-1843). Milano, coi tipi di G. Ber-nardoni, 1879. Uu romanziere francese di molto grido definì la I poesia : stilla aromatica stemperata in un fiasco d' acqua. Secondo questa definizione la poesia starebbe assai più nello allargare cbe nel restringere l'espressione de'sentimenti ; — ma la vera poesia non diffusione è conceutramento ; quindi concisione (non disgiunta a chiarezza) e parsimonia sono dati indispensabili a chi vuol essere vero poeta. Quanto poi alla struttura de'componimenti poetici ciò che dà ad essi il vero andamento, sono, per parlare in arte, i rapidi trapassi, le giudiziose ammissioni, le subite entrate. 1) Ora si chiederà: e quante, secondo questi severi principii sono oggigiorno le vere poesie? Poche, pochissime, ed è antico il proverbio che sono i poeti come i cigni rari. — Arrestiamoci, che gli è tempo, sul libretto Ore di vita del carissimo nostro amico Cabianca. Dal frontispizio Ore di vita potrebbe credersi che fosse una delle solite astuzie letterarie per adescare i leggitori. Ma chi apre il libretto non tarda ad accorgersi che le poesie contenutevi (il Cabianca sempre modestissimo le dice semplicemente versi) non vanno confuse colle ordinarie, consigliate da presunzione, ed eseguite da ignoranza. L'autore che le dettò dal 1833 al 1843 riproducendole oggi, comprese di far cosa degnissima di gio-vanetta buona, bella, colta, soavissima (così la dedica dei Versi) per le cui nozze gioconde vennero ristampate quest'anno, e son già alla quarta edizione. Varii sono i temi che si pose a trattare il gentile poeta vicentino in queste Ore di vita, ma tutti concorrono colle regole espresse nel nostro preambolo nella più nobile passione: l'amore. Il metro però, e diremo anche il colore dello stile, variauo a seconda del soggetto. La prima del libretto Un voto ispira al Cabianca frasi tutta soavità di sentimento, come ad e-sempio queste sestine: Nell'ardore del primo desìo Una patria io voleva e un' amica, Questo solo pregava da Dio, Che il mio voto tornasse un dì ver : Ogni studio, ogni tempo e fatica Venian grati con questo pensier. Il bel voto che allora formai, Non è più, non è più fantasia; L'amorosa, che tanto cercai, L'ho trovata, ella vive per me! a Parte cara dell'anima mia, Tu la patria e l'amica mi se'? Tu l'adori l'Italia, tu vuoi Per l'Italia esser bella soltanto; E tu vivi, tu speri con noi, Le allegrezze dividi e i dolor .... Benedetta! nell'ora del pianto Non mentisti nè patria, ne amor . , . . Le quali sestine non sono il meglio che si contenga nel libretto annunciato, chè avremmo potuto qui recare altri frammenti più belli tratti dalle poesie : Venia meco — V abbandono — io Vho vista — la viola del pensiero e la reseda — a ventanni infede- le—o mia vergine — la voce ignota — il waltzer — il mio segreto, — il sabato degli amanti — amore e fiori, se non avessimo temuto di mettere in diffidenza il lettore sulla parte che sarebbe rimasta ommessa, quasi il ^giornalista faccia da giocoliere che presenta il mazzo delle carte per modo, che altri sia obbligato di scegliere quella che fa meglio al caso. Concludiamo: — senza farci più a lodare un libro, la cui ristampa per ben quattro volte è già altissima lode, diremo che chi per avventura il leggesse troverà da esso confermata l'opinione che Jacopo Cabianca gode da più anni in Italia — di eccellente poeta 2) non ultimo pregio del quale è la somma chiarezza, requisito indispensabile nel poetare; perchè, a detta di Foscolo, "quando la fantasia pone in opera i pomposi suoi fregi non rimane così adulterata o impedita l'espressione de'sentimenti.,, (') Gianrinaldo Carli - Epistole letterarie inedite (autografe). (2) Del Cabianca ci sono noti ancora una stupenda canzone epitalamica ed i canti e le ballate intitolati a Venezia cbe furono stampati nel 18fc>7 dallo stab. tip. Antonelli, quale offerta pel monumento di Daniele Manin. Ne rammendano qui i principali : La guerra di Chioggia — la madre dei Bandiera — San Marcq — la scuola di pittura veneziana — Nina nana— canto di una madre veneziana nel 1849 — il grido di guerra [dei veneziani alla battaglia di Agnadello — la regata — il volontario — l'ultima bandiera veneta a Perasto. Sonetto inedito del padre Antonio Cesari. Fu questa poesia pubblicata con lettera dedicatoria dal professore del nostro ginnasio, il signor abate Lorenzo Schiavi, nel dì che monsignor Francesco Petronio prese possesso di questa prepositura capitolare. Al vecchio costume di sforzare le Muse a calarsi dall' inaccessibil Parnaso per venire a canticchiare monotone felicitazioni, successe quello di trarre .dagli scaffali polverosi qualche prosa o qualche poesia. Ed il cambiamento è assai lodevole, quando, come fece il professore Schiavi, il lavoro offerto è di autore celebrato, inedito, ed in qualche connessione colla circostanza. — Il Cesari veronese (1760-1828) fu tra quei letterati italiani, assai benemeriti, che rimisero in onore gli studii danteschi tra noi, e fecero colle grazie di lingua e di stile assaggiare e conoscere una buona parte del bello maraviglioso del nostro idioma dolcissimo. Sue opere principali sono: le Bellezze della Divina Commedia—• il Dialogo delle Grazie — la Vita di Cristo — il Volgarizzamento dell' imitazione di Cristo, delle Odi di Orazio, delle Lettere di Cicerone, delle Commedie di Terenzio. — Un autografo di tant' uomo potrebbe abbellire la più pregevole raccolta di qualsiasi paese ! Enrico Pestalozzi diretto da Vincenzo De Castro. — Giudizio su questo periodico dell'illustre Jacopo Bernardi. Con questo titolo, sotto la direzione di queir infaticabile, eruditissimo ed ottimo uomo, che è il prof. Vincenzo De Castro, esce un giornale che ha per iscopo di mostrare come convenga, anzi urgentemente richiedasi una giusta riforma delle maniere educative fin qui tenute coi bambini raccolti negli Asili d'Infanzia. La necessità che hanno di togliersi dalla quiete sedentaria dei loro banchi, per cui non bastano i soliti esercizi, e quell' altra di non applicare soverchio la tenerella loro mente con grave scapito delle forze fisiche e del rinvigorimento delle intellettive e morali, imposero ai veri amici della educazione infantile l'obbligo di rintracciare un metodo, che valesse ad impedire o scemare gl'inconvenienti accennati. A ciò provvedono i Giardini d'Infanzia. E siccome anche in essi si può peccare di eccesso ; così il De Castro, uomo competentissimo, e che si può dire il creatore di questa nuova maniera di educa-cazione infantile tra noi, tolse a dimostrare nel giornale che annunciamo, come l'antico metodo e il nuovo possano sortire un giusto temperamento, e correggere quelle esagerazioni dell' antico, che dal medesimo Aporti scrivendo e parlando a parecchi degli amici suoi, erano vivamente lamentate. L'abbonamento annuo è di lire CINQUE anticipate. — L'Ufficio del giornale e in Milano, via Durini, 18. — L'Associato è dichiarato benemerito dell'educazione infantile, annoverato fra i patroni della Società cooperativa d'educazione popolare promotrice dei Giardini d'Iufauzia, e riceve in dono sei Canti ginnastici, premiati dalla Società stessa, musicati dai maestri Cautù, Zucchelli, Sineo, Negri, Mariotti e Redocchi. Il prezzo dei doni supera il prezzo d' associazione, per cui questo giornale è dato gratuitamente nell' interesse della propaganda educativa. Esso, alla fine dell'anno, forma un volume di materie coordinate fra loro giovaudo in par-ticolar modo alle madri di famiglia e alle educatrici dell'infanzia e della puerizia. — Il doppio fascicolo bimensile uscirà il 15 febbraio. Grande Atlante antico e moderno geografico, storico e statistico di Vincenzo De Castro autore del Dizionario Corografico dell'Europa, della Geografia storica universale, della Guida geografica, storica ed estetica d'Italia ; ecc. Corredata da sessantaquattro carte di geografia, matematica, fisica e politica, e di storia antica, medievale e moderna. Quest' opera, compilata sulle migliori di questo genere, onde sono sì ricche la Germania, la Francia e l'Inghilterra, ed eseguita da distinti cartografi italiani, riesce di somma utilità ai cultori delle scienze storiche, geografiche e statistiche, riassumendo iu quadri sinottici la geografia antica, del medio evo e moderna, la storia universale, e i dati statistici più importanti, che illustrano la vita dei popoli ; onde fu detto che la storia è una statistica che si muove, e la statistica una storia che sta ferma. Queste discipline non possono andare disgiunte, ma devono procedere parallele per formarsi un concetto di quell'ente, che chiamasi Umanità. I pochi esemplari, che ancora rimangono, si danno alla metà prezzo di quello che costarono in via d'associazione, cioè a lire cinquanta, e anch' esse divise in rate da lire dieci al mese, a comodo di quelle Scuole ed istituti, che per avventura ne abbisognassero. Quasi tutte le biblioteche del regno ne sono già provvedute, come pure il Museo di Educazione ed Istruzione di Roma, ove potrà essere consultato da coloro, che intendessero farne acquisto. Chi in luogo di rate mensili manderà un vaglia postale di lire cinquanta al sottoscritto, riceverà in dono l'Album storico ed artistico di Ferrara, magnificamente legato con trentatre incisioni illustrative la patria del Savonarola e dell'Ariosto. Vincenzo De Castro Milano, (data del timbro postale) Via Durini, 18. Varietà Il più antico giornale del mondo. — Leggiamo nel China Mail: Constatiamo ognor più che il padre dei giornali (perchè non havvi più dubbio che la Gazz. di Pechino non sia attualmente il più antico giornale del mondo, dacché comparve tutti i giorni quasi senza interruzione da più di mille anni) giustifica il vecchio adagio : Les grandes routes n' ont pas de détours. Infatti il giornale ufficiale della China può, in gra/ia della sua lunga esistenza, paragonarsi a una via d'infinita lunghezza. Dopo la sua fondazione, sorsero e disparvero Imperi, furono scoperti vasti continenti, si stabilirono, fiorirono e caddero dinastie: la guerra, la peste, la carestia, le inondazioni e le insurrezioni devastarono il suo territorio; il cristianesimo vi fu introdotto e poi sterminato ; i visitatori della barbara Europa hanno, non solamente trovato la strada della capitale, ma si portarono fino ai gradini del Trono dello stesso Figlio del Cielo. Egli è veramente incredibile che in mezzo alle cadute dei Regni circostanti, ed ai grandi cangiamenti avvenuti in questo paese dove Confucio visse e insegnò, un piccolo foglio, sì modesto di apparenza, abbia potuto comunicare giorno per giorno al pubblico la volontà del misterioso sovrano assiso sul trono del Dragone. Malgrado la sua modesta apparenza, bisogna confessare che noi dobbiamo una certa dose di rispetto al nostro singolare confratello. Questo giornale fu letto da Kublai Kan, nominato il terrore dell'Occidente, e le sue coione riportarono il suicidio rfrrtV-tAtoeav dei Ming. Sarebbe curioso di conoscere a quanti milioni di esseri quel giornale ha procurato qualche gioia. Pel corso di molti secoli le promozioni ufficiali e le destituzioni furono notificate nelle sue colonne. Non è esso in verità il Nestore delle pubblicazioni del globo ? Navigazione a vapore istriana giornaliera fra TRIESTE E POLA Partenza da Trieste e da Pola ogni giorno alle ore 7 a. PARTENZA DA TRIESTE PARTENZA DA POLA CELERE ORDINARIO CELERE ORDINARIO Lunedì Domenica Domenica Lunedì Giovedì Martedì Martedì Mercoledì Sabato Mercoledì Venerdì Giovedì Venerdì Sabato I viglietti si vendono a bordo dei suddetti piroscafi. — Ogni giorno sarà un piroscafo sotto carico per ricevere merci durante tutta la giornata. — Riguardo ai noli per le merci, da convenirsi a bordo coi rispettivi capitani. Arrivi e partenze alla Riva della Sanità.