UDK 821.131.1.09 Alamanni L. LA PERFEZIONE CAVALLERESCA E CORTIGIANA IN GYRONE IL CORTESE DI LUIGI ALAMANNI Irena Prosenc Seguía Abstract Il poema Gyrone il Córtese di Luigi Alamanni risente tanto delFinflusso delle discussioni teoriche letterarie tardorinascimentali quanto del modello castiglionesco del perfetto cortigiano. L'autore si prefigge di scrivere un poema «regolare» ponendo al centro del suo poema Girone, un eroe perfetto che è un modello morale, cristiano, cavalleresco, e nel contempo un abile conoscitore di norme sociali. Pertanto, l'eroe di Alamanni oscilla tra l'essere un perfetto cavaliere e l'essere un perfetto cortigiano. Nel poema, l'amore ha una funzione duplice - nobilitante e al contempo degradante - típica dei poemi cavallereschi rinascimentali italiani. In mancanza di una sintesi delle due tendenze contrastanti, la concezione dell'amore risulta incoerente, riflettendo una profonda incoerenza del concetto alamanniano dell'eroe, che esita tra i valori del cavaliere medievale, quelli del cortigiano rinascimentale e quelli dell'etica cristiana. Il poema Gyrone il Córtese di Luigi Alamanni, pubblicato nel 1548, è un'opera rappresentativa del suo tempo almeno sotto due aspetti. In primo luogo, reca 1'impronta delle discussioni teoriche che permeavano la letteratura rinascimentale; in secondo luogo, risente del modello del perfetto cortigiano concepito da Baldassarre Castiglione nel Libro del cortegiano. Sotto la spinta delle discussioni teoriche, Alamanni si propone di uniré la tradi-zionale materia cavalleresca alla forma classica per cosí creare un poema épico che raggiunga la perfezione dei poemi eroici classici. Inevitabilmente, un tale proposito pone il problema della fusione dell'unità classica di un'opera letteraria con la varietà del poema cavalleresco. Alamanni cerca di risolvere questo problema pariendo dal presupposto che il racconto di molteplici azioni di un solo eroe sia sufficiente a garantiré l'unità dell'opera.1 Di conseguenza, Alamanni pone al centro del suo poema Girone, il perfetto eroe che è il protagonista della maggior parte delle vicende. Gli episodi che non fanno parte della sequenza cronologica vengono inseriti nel poema come parte della narrazione di altri personaggi. Naturalmente, questi espedienti non creano l'unità che Alamanni si è proposto. 1 Questo, pero, contrasta vistosamente con il precetto aristotélico secondo il quale «il racconto della vicenda non è unitario quando riguarda una sola persona, come credono alcuni: difatti possono concorrere insieme molti e interminabili accadimenti, senza che dai singoli si ricavi unità. Cosí anche le azioni di un singolo sono moite, ma non ne risulta per niente un'azione unitaria.» (Aristotele: Dell'arte poética. Roma: Fondazione Lorenzo Valla - Milano: Mondadori, 1974, 29). 115 Per elevare la sua opera a livello del poema classico, Alamanni ne eselude quasi completamente il meraviglioso2 e l'ironia. Pertanto, gli eroi cavallereschi nel Gyrone non sono mai messi in ridicolo, a differenza di quelli nell' Orlando innamorato e nell' Orlando furioso. L'único bersaglio di canzonature sono personaggi vili e discortesi, cioé gli antieroi, il che, nelle intenzioni deH'Alamanni, avrebbe uno scopo edificante. Alamanni si prefigge per obiettivo del suo poema di prodesse et delectare, il che concorda con la tendenza dominante della teoría letteraria tardorinascimentale. Se 1'obiettivo di un'opera letteraria é quello di edificare o educare in modo piacevole, il suo protagonista deve essere un modello morale per i lettori. Di conseguenza, i personaggi del Gyrone, soprattutto il suo protagonista, personificano la perfezione cavalleresca. Alamanni esplicita la sua visione moraleggiante del poema cavalleresco nella prefazione al Gyrone, nonché in numeróse dichiarazioni del protagonista all'interno del poema stesso. In questo luogo ci pare opportuno citare il passo nel quale Alamanni espone la funzione didattica del suo poema: in esso essendo descritto Gyrone il Córtese per la perfection della cavalleria (...) potranno i giovini Cavalieri apprender' anco di formar l'animo al valor vero, et adattar' il corpo a i militari essercizi et lodevoli in maniere assai: Considerato primieramente che nulla ci sia di malvagio essempio mention fatta: se non per mostrar quanto si debbano schifare, et come emendar si: Dalle opre egregie di lui apertamente si mostra, con quanta tolleranza di digiuni, di freddo, di Solé, di vigilie, et di fatiche si haggian l'arme ad essercitarse, et con quanto ardire et fortezza nell'honorate imprese sprezzar la vita: et con quanto bel fregio al valor si accompagni la relligione, et la fidanza in Dio: da lui solo et le vittorie, et le lodi guadagniate et non da sestesso riconoscendo: Esser verso ciascun colmo di lealtá, di pietá, et di charitá, et piu verso gli afflitti, ó, da malvagia fortuna, ó, da gli ingiusti: che verso altri: II perdonar l'ingiurie á gli humili volentieri, di ció piu rallegrandosi che d'altra vendetta assai: non cercar sopra gli adversan vantaggio fuor del devere, esser con ognihuom córtese anchor del sangue proprio, haver' i falsi honori in dispregio, non biasmar' alcuno ne lodar se stesso: mostrar' il dritto cammin di virtü á chi smarrito l'havesse riprendendo planamente et senza ingiuria: havendo il medesimo nella lingua sempre che nel cuore: negli amori et fra le Donne esser' honesto, piacevole et festoso, desiderando piu di honorarle et ahitarle che cercar cosa la qual con breve dolce servi l'amaro lungamente: la fierezza et l'altrui spaventar servando á miglior uso nelle necessitadi et nella guerra.3 Secondo Alamanni, lo scopo del suo poema é dunque quello di mostrare «la perfection della cavalleria» del protagonista Girone, cosi offrendo un modello di 2 L'unico tipo di meraviglioso che è ammesso nel poema è il meraviglioso «cavalleresco» (Hauvette, Henri: «Gyrone il Córtese.» In: Id.: Un exilé florentin à la cour de France au XVI.me siècle: Luigi Alamanni (1495-1556), sa vie et son œuvre. Parigi: Hachette, 1903, 327). 3 Gyrone il Córtese di Luigi Alamanni al christianissimo, et invittissimo reArrigo Secondo. Stampato in Parigi da Rinaldo Calderio, & Claudio suo figliolo, 1548, XII-XIII. 116 comportamento ai contemporanei. Girone è un modello di virtù cavalleresche quali la «tolleranza di digiuni, di freddo», la «lealtà», il «valor», la modestia («non biasmar' alcuno ne lodar se stesso») e la cortesía che comprende varie norme del códice cavalleresco (come, ad esempio, il «non cercar sopra gli adversari vantaggio fuor del devere»). Aile virtù cavalleresche si uniscono, perô, le virtù cristiane quali «la relligione, et la fídanza in Dio», la «pietà», la «charità» e «il perdonar l'ingiurie à gli humili». L'obiettivo di Alamanni è dunque di creare una figura che impersoni sia gli ideali cavallereschi che quelli cristiani. Il suo progetto, comunque, rimane irrealizzato dal momento che la motivazione religiosa di Girone e degli altri personaggi nel poema stesso è alquanto debole. La concezione dell'eroe perfetto esposta da Alamanni comprende anche un principio che puô essere definito semplicemente come una norma di buone maniere. Secondo Alamanni, l'eroe perfetto deve «negli amori et fra le Donne esser' honesto, piacevole et festoso, (...) la fierezza et l'altrui spaventar servando à miglior uso nelle necessitadi et nella guerra». L'eroe perfetto deve dunque comportarsi in modo confacente alia situazione, ossia conoscere perfettamente le norme sociali. Abbiamo qui una forte reminiscenza del precetto castiglionesco secondo il quale il perfetto cortigiano deve sapere quando gli si addice il valore militaresco e quando invece la cortesia e la discrezione: Sia adunque quello che noi cerchiamo, dove si veggon gli inimici, fierissimo, acerbo e sempre tra i primi; in ogni altro loco, umano, modesto e ritenuto, fuggendo sopra tutto la ostentazione e lo impudente laudar se stesso, per lo quale l'uomo sempre si concita odio e stomaco da chi ode.4 Questi principi prendono spunto da un fenomeno rinascimentale che è una novità storica. Difatti, nelF Italia cinquecentesca le donne (naturalmente soltanto quelle appartenenti alie più alte classi sociali) diventano il sinonimo délia società colta.5 Questo cambiamento è rispecchiato anche nel Cortegiano che tratta e «difende» diffusamente la posizione delle donne nella società. Per Castiglione le donne sono essenziali all'esistenza del perfetto cortigiano dal momento che nobilitano la società che «senza esse saria rustica e priva d'ogni dolcezzae più aspera che quella dell'alpestre fiere».6 Nel suo dialogo immaginario nel quale viene formato l'ideale del perfetto cortigiano, le donne contribuiscono in modo fondamentale alla sua definizione. Difatti, nella spensierata società di corte le donne sono fonte di numeróse attività sociali come la danza, la música e la poesia che offrono al cortigiano la possibilità di esprimere la sua eleganza.7 Secondo Castiglione, le donne sono essenziali non solo all'esistenza del cortigiano bensí all'esistenza dell'intera società di corte: come corte alcuna, per grande che ella sia, non po aver ornamento o splendore in sé, né allegria senza donne, né cortegiano alcun essere aggraziato, piacevole o ardito, né far mai opera leggiadra di cavalleria, se non mosso dalla pratica e dall'amore e piacer di donne, cosí ancora il 4 Castiglione, Baldassarre: II libro del Cortegiano. Milano: Mursia, 1972-1984,1, XVII, 52. 5 Cfr. Burckhardt, Jacob: La civiltà del Rinascimento in Italia. Firenze: Sansoni, 1968, 361. 6 Castiglione, Baldassarre: op. cit., III, LI, 258. 117 ragionar del cortegiano è sempre imperfettissimo, se le donne, interponendovisi, non danno lor parte di quella grazia, con la quale fanno perfetta ed adornano la cortegiania.8 I precetti castiglioneschi si accordano perfettamente con il comportamento di Girone. Infatti, in presenza di donne, Girone dà prova di virtù che sono proprie del perfetto cortigiano: Tutte saluta con gentil sermone, Et corne in guerra Marte esser solea Là si fece un figliuol di Cytherea: Che sa quanto conviensi à gentil core Tra delicate Donne esser' humano, Parlar discreto, ragionar d'amore, In semblante gioioso, amico, et piano, L'alta severità, l'ira, e '1 furore Riservar' ove armata ha poi la mano, Altrove andar come il bisognio sproni Dolce ai dolci, aspro à gli aspri, buono à i buoni9 Inoltre, il comportamento di Girone non è perfetto solo nella colta società femminile bensî anche al cospetto di principi, il che rispecchia i precetti castiglioneschi sul comportamento del perfetto cortigiano verso il suo principe:10 Quando si truova à i principi in presenza Non fù piu costumata mai Donzella, Poco ragiona, et da grata udienza, Loda ciascun, di se mai non favella, Nulla offende egli, et porta à sofferenza La gente igniara, et di virtù rubella11 Girone dunque non possiede soltanto le qualité del perfetto cavaliere (visto che è forte, valoroso e senza paura, che non cerca avventure per interesse materiale bensî per onore personale, che aiuta i deboli e le donne, che combatte secondo le rególe del códice cavalleresco, eccelle nei combattimenti contro avversari più numerosi, adempie le promesse fatte, è leale e córtese). Difatti, Girone si distingue anche per virtù che sono proprie del perfetto cortigiano rinascimentale, in modo da diventare un modello di comportamento délia società di corte. Nella sua prefazione, Alamanni precisa che l'eroe perfetto non deve servire soltanto da esempio morale, bensî «mostrar' il dritto cammin di virtù à chi smarrito l'havesse riprendendo pianamente et senza ingiuria». Nella formazione del suo eroe, 7 Ibid. III, LH, 259. 8 Ibid. III, III, 210. 9 Gyrone il Córtese I, 95-96. Cfr. anche: «la vera cortesia / Che con mille virtudi io metto al paro, / Non vuol che Chavalier perfetto sia / Se infra le Donne é di dolcezza avaro» (Ibid. I, 140); «Quanto fu dolce in pace, in arme fero / Era» (Ibid. X, 133). 10 Cfr. Castiglione, Baldassarre: op. cit., II, XVII-XX. " Gyrone il Córtese XIII, 31. 118 l'autore si attiene scrupolosamente a questo precetto.12 Per Girone, l'etica e la morale si riducono ad un atteggiamento moralistico, dal momento che non perde nessuna occasione di ammaestrare e ammonire gli altri, atteggiandosi spesso a predicatore: (...) mentre Cortesia regniö con voi Tutto honor, tutto ben v'era incontrato, Ma come abbandonaste quella, e' i suoi Vostra sorte miglior vi havea lassato13 Et vi supplico sol, ch'un di vi piaccia Di provar quanto é dolce il bene oprare, Come contento, anzi beato faccia Chi vuol del cibo suo Talma adescare, Et fa veder che stolto é chi procaccia Dannaggio altrui per se mai non posare14 I discorsi di Girone sono impersonali poiché lui stesso é impersonale. Difatti, il protagonista del Gyrone non é interessante in quanto individuo, bensl in quanto funge da modello esemplare. Di conseguenza, i suoi discorsi sono spesso formulad come rigide norme di buone maniere: Et piu sempre ch'altrui nuoce ä se stesso Chi dir mal si diletta ä torto, e spesso15 Ogni virtuoso huom di pregio et vanto Dritto cammina al glorioso chiostro, Ne si dee vendicar 1'altrui peccato Con peccato maggior di quel ch'é stato16 La natura didattica di Gyrone il Córtese si manifesta anche nell'entusiasmo dei suoi protagonisti per i racconti delle imprese di altri cavalieri (soprattutto quelli vissuti nel passato).17 Sembra spesso che le avventure e le azioni di Girone non siano importanti di per sé e che possano essere riassunte nella semplice osservazione che Girone é un esempio del perfetto cavaliere. Lo spazio nell'ottava che dovrebbe contenere la descrizione di singóle azioni é riempito con frasi stereotipate e intercambiabili che si ripetono monótonamente. Ne é un esempio la seguente descrizione di un duello che é tipica di Alamanni e presenta un forte contrasto con le vivaci e spettacolari descrizioni di duelli e battaglie nell 'Orlando innamorato e nel 1' Orlando furioso: 12 Cfr. Hauvette, Henri: op. cit., 321; Fóffano, Francesco: II poema cavalleresco. Milano: Vallardi, 1904, 151. 13 Gyrone il Córtese X, 110. 14 Ibid. XXIII, 7. 15 Ibid. II, 53. 16 Ibid. IX, 52. 17 Per ben quindici giorni, Girone racconta le imprese di cavalieri eroici al giovane Febo che «non vorria mai dall'un' aH'altro Sole / Ch'ei si tacesse pur' una sol volta» (Ibid. XVII, 55). Cfr. anche: «Quando Gyron gli antichi esaltar' ode / In se medesmo sene allegra, et gode» (Ibid. IV, 65). Sono caratteristiche anche le intense reazioni emotive dei cavalieri allorché sentono menzionare un eroe che ammirano (Ibid. XVI, 126-128; XIX, 10). 119 Et sopra il scudo gli da incontro tale Che tutto come carta l'ha diviso, Et sopra il capo va il colpo mortale Si che di veder fiamme gli era avviso, Cadde stordito: che non sente il male Et di sangue ha rigato intorno il viso18 Nelle intenzioni di Alamanni, un elemento importante del concetto dell'eroe perfetto dovrebbero essere le virtü cristiane, che pero all'interno del poema hanno un legame molto debole con i valori cavallereschi impersonati da Girone. La religiositá di Girone é del tutto verbale e si limita a prediche che consistono di frasi fatte e non esprimono un autentico sentimento religioso.19 La funzione dei valori cristiani si manifesta in modo estremo nel totale cambiamento del contenuto della conversione. Difatti, Girone non converte altri cavalieri alia fede cristiana bensi agli ideali cavallereschi.20 La conversione tradizionale dal paganesimo al cristianesimo cambia radicalmente: il ruolo del paganesimo é assunto dalla discortesia o villanía, mentre quello del cristianesimo é assunto dalla cortesía. Questo dimostra l'assoluta marginalitá dei valori cristiani in Gyrone il Córtese, nonostante l'importanza attribuita loro nella prefazione: Che fusse cortesía non sapea prima Tutto il tempo allevato in vili imprese Hor la térro d'ogni altra cosa in cima Essendo quella c'hoggi mi difese Dunque á voi sta ch'io l'haggia in somma stima Et ch'io d'empio et villan torni córtese: Che se scampato son di questo inferno Mi faro nobilissimo in eterno21 La concezione dell'eroe cavalleresco é legata al concetto dell'amore cavalleresco. Nel Gyrone, il concetto dell'amore non é coerente dal momento che ha una funzione duplice, come del resto avviene anche in altri poemi cavallereschi rinascimentali 0Orlando innamorato, Orlando furioso, Rinaldó). Inoltre, la funzione dell'amore nel Gyrone é alquanto piú limitata in confronto agli altri poemi cavallereschi. Da una parte, l'amore é una forza che nobilita l'eroe, stimolandolo a compiere azioni valorose: «Amore é quel che all'honorate imprese / Accinge l'huomo».22 Dall'amore scaturisce la cortesía: «Amor fa divenir' ottimi i rei, / Gli avari, e'i vili, generosi, et larghi».23 Dalí'altra parte, pero, l'amore é una passione cieca che prevale sulla razionalitá e degrada l'eroe.24 Questo secondo tipo di amore é l'oggetto di critiche moralistiche. La duplice concezione dell'amore é evidente soprattutto nella relazione tra l'amore e la 18 Ibid. XV, 67. 19 Ibid. XVI, 109-110. 20 Ibid. IX, 48-49, 67-85; XI, 35-40; XXII, 18-19; 23-27, 58-63. 21 Ibid. IX, 49. 22 Ibid. V, 79. 23 Ibid. XVII, 93. Cfr. anche Ibid. V, 13; XII, 36-37; XVII, 91-94. 24 Ibid. V, 39,115; X, 138, 142; XVII, 88-89. 120 cortesía. Per un verso, l'amore spinge alia cortesía che è il più alto ideale cavalleresco; per un altro, in quanto «désir», è il contrario delle virtù quali 1'«honor», la «gratia» e la «pietade»: Ma l'alto cor d'ogni viltà nemico C'hà con chiara bontà virtude impressa Caccia amore et desir per altre strade, Et sol riceve honor, gratia, et pietade25 La duplice funzione dell'amore in Gyrone il Córtese deriva dall'indecisione tra due concezioni contrastanti: il concetto platonico dell'amore (soprattutto nell'interpretazione bembiana)26 e 1'ascético rifiuto medievale délia sensualité («desir rei»27) legato ad una visione negativa délia donna come scaltra peccatrice che spinge l'uomo alia dannazione. Questa discordanza deriva anche dal fatto che Gyrone il Córtese non ha un contenuto originale bensî riassume la materia di alcune fonti medievali: per la maggior parte segue il romanzo córtese medievale Guiron le Courtois, mentre nella conclusione prende lo spunto dai romanzi Méliadus e Tristan. La concezione incoerente dell'amore rende problemática l'inclusione delle emozioni nel concetto dell'eroe perfetto. Difatti, Girone non sa esattamente che cosa fare con le sue emozioni. Quando è preso d'amore per la moglie del suo amico (è caratteristico che l'istigatrice di questo sentimento illecito sia la donna), le sue emozioni sono fonte di confusione e vergogna: «de i nuovi pensier si maraviglia»;28 «Di vergognia, di duol, d'ira s'accese / Contro à se stesso»;29 «in se stesso / Maraviglia assai n'hebbe, et piu vergognia».30 Attraverso le emozioni, l'eroe perfetto si aliena dalla sua natura ideale. L'alienazione finisce quando Girone legge la scritta sulla sua spada che lo esorta alie virtù cavalleresche quali la lealtà e l'onore, cosí diventando consapevole délia sua alienazione: lo non son piu quel già fedel Gyrone Che solo in dritto e 'n cortesía s'affanna 10 son' un scelerato: ch'ho ingannato 11 miglior Cavalier che vada armato.31 Girone reagisce in modo estremo all'alienazione dalla propria visione di sé e cerca di suicidarsi, il che gli è impedito dalla dama che è stata la causa délia sua alienazione (V, 108-124). Questo è anche l'estremo effetto negativo dell'amore. Per Alamanni, da una parte l'amore è incompatibile con la concezione dell'eroe come un perfetto cavaliere,32 mentre dall ' altra parte è essenziale alia concezione dell' eroe come un perfetto cortigiano. Dato che l'autore non opera una sintesi delle due tendenze 25 Ibid. VIII, 64. 26 Cfr. Battaglia, Roberto: «Note sul dissolversi della forma rinascimentale. Dalí'Ariosto al Tasso.» -Cultura neolatina, II (1942), 176. 27 Gyrone il Córtese X, 139. 28 Ibid. III, 4. 29 Ibid. III, 8. 30 Ibid. III, 11. 31 Ibid. V, 115. 32 Cfr.: «Perch'io lettor ti prego et ti consiglio / Che s'haver vuoi pregiata, et lunga vita, / Fuggi lontan l'amoroso periglio / Che con inganni a i propri danni invita» (Ibid. XII, 130). 121 contrastanti, la sua concezione dell'amore finisce con l'essere incoerente e riflette una ancor più profonda incoerenza del suo concetto dell'eroe, che esita tra i valori del cavaliere medievale, quelli del cortigiano rinascimentale e quelli dell'etica cristiana. Université degli Studi di Ljubljana BIBLIOGRAFIA Aristotele: Dell'arte poética. Roma: Fondazione Lorenzo Valla - Milano: Mondadori, 1974. Battaglia, Roberto: «Note sul dissolversi della forma rinascimentale. Dalí'Ariosto al Tasso.» - Cultura neolatina, II (1942), 174-190. Burckhardt, Jacob: La civiltà del Rinascimento in Italia. Firenze: Sansoni, 1968. Castiglione, Baldassarre: II libro del Cortegiano. Milano: Mursia, 1972-1984. Fôffano, Francesco: II poema cavalleresco. Milano: Vallardi, 1904. Gyrone il Córtese di Luigi Alamanni al christianissimo, et invittissimo re Arrigo Secondo. Stampato in Parigi da Rinaldo Calderio, & Claudio suo fígliolo, 1548. Hauvette, Henri: «Gyrone il Córtese.» In: Id.: Un exilé florentin à la cour de France au XVI.me siècle: Luigi Alamanni (1495-1556), sa vie et son œuvre. Parigi: Hachette, 1903, 303-332). 122