ANNO XII Capodistria, 16 Novembre 1878 N. 22 LA NOVINCI A DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Effemeridi delia città di Trieste 7W5nv 16. 1371. 16. 1463. 16. 1547. 17. 1308. 17. 1463. 18. 1369. 18. 1369. 18. 1459. 19. 1377. e del suo Territorio Novembre — Il veneto senato delega il maggior consiglio a nominare i due castellani pel castello di San Giusto in Trieste, i quali abbiano non meno di 25 anni; vuole cbe i medesimi dipendano intieramente dal capitano locale, assegna a ciascuno per le loro prestazioni l'annua paga di lire 24 di grossi. -10, II, 273. — Si conchiude la pace in Venezia con Trieste in forza della mediazione di papa Pio II. - 42, 6* — Il vice capitano della città, Giovanni Latras, prende notizia, nelle sua camera in castello, delle deposizioni giurate intorno i diritti giurisdizionali della villa e del bosco di Lipizza. - 16. — Il decano di Treviso, don Bonaccorso, trovandosi in Cividale, scomunica il capitolo di Trieste, perchè restìo nel numerare la sua tangente al legato apostolico, il cardinale Napoleone del titolo di San Dam'aso. - 5. — Gli ambasciatori triestini mandati a Venezia per conchiudere la pace, ser Domenico de' Burlo e ser Antonio de' Leo, rinunciano alla Repubblica i castelli di Moccò e di Sau Servolo e quello di Castel Nuovo dei Carsi; le promettono di soprassedere al commercio del sale e di non dar ricetto ai ribelli del veneto governo. - 31, 162. — Ser Taddeo Giustiniani, capitano di mare, entra in Trieste con mille balestrieri e 400 cavalli, disarma i cittadini ed invia a Venezia 40 patrizi quali ostaggi. - 5. — Il doge And. Contarini garantisce a Trieste il suo'statuto, meno quelle leggi che contraddicono agli ordini generali della Repubblica. - 5. — Antonio del Goppo, vescovo di Trieste, viene ad un accordo col comune riguardo alle decime, al dazio della paglia e delle legna. - 5. — Il veneto senato accorda a Quagliettino del fu Paolo da Trieste il rimpatrio, quantunque avesse servito sotto i comandi di Astolfo Peloso, e ciò in riflesso della di lui giovanile età. - 10, II, 380. 19. 1545. — Pietro de' Bonomo, vescovo, incassa ducati dieci da Gian Maria Prospero de' Todeschiui, e questi qual annuo canone per la villa di Lipizza, affittatagli due anni addietro. - 16. 19. 1805. — Entrano in città 1680 francesi, comandati dal generale Solignac; questi impone alla città la taglia di sei milioni di franchi, ridotta dal Massena a 150 mila franchi. - 8. 20. 1682. — Il fuoco incenerisce il tetto della cappella maggiore della chiesa dei Padri Gesuiti. - 1, III, 323, e 23, II, 114. 20. 1845. — Muore Matteo Raunicker, vescovo di Trieste-Capodistria, viene sepolto nel cimitero comune di Sant'Anna. - 3, Vili, 743. 21. 1234. — Accettata la rinuncia del vescovo eletto Leonardo, Gregorio IX ordina al capitolo di Trieste di venirne ad una sollecita elezioue del successore. - 3, Vili, 691. 22. 1326. — Bertrando, legato e visitatore apostolico per l'Istria, accorda al capitolo triestino nonché le antiche decime, anche quella sull' olio, sul miglio e sui legumi. - 1, II, 50. 22. 1360. — Iudenburg. I duchi Alberto e Leopoldo inviano a Venezia Corrado d'Ingolstadt, famigliare di Giov. de Turnau, a incassare la somma convenuta per la cessione di Trieste, e a rilasciare alla Repubblica finale quietanza. - 6. 23. 1233. — Papa Gregorio IX delega il patriarca d'Aquileia, Bertoldo degli Andechs, ad accettare la rinuncia di Leonardo, vescovo eletto di Trieste, ove ne verificasse lo stato di malferma salute, e di sollecitare in questo caso il capitolo della cattedrale ad eleggere il successore. - 27, I, 73, e 5. 24. 1527. — U maggior consiglio vuole cbe il vicario ed il giudice del malefizio inquiriscano contro que' cittadini che portano armi. - 16. 24. 1615. — I sudditi veneti distruggono le saline di ser Benvenuto de' Petazzi, situate nella vallata di Moccò (Zaule); il Petazzi fa loro infruttuosa resistenza, ma sorretto da Daniele de' Francol, da Wolfango conte di Tersato e dal capitano di Trieste, li discaccia dopo due ore di combattimento e li obbliga a li- fuggirei in Muggia. - 23, II, 241, e 54 II, 166. 25. 1509. — Il maggior consiglio ordina agli ebrei Donato, Elia , Viola, Simone, e Mosè di dare ogn'uno entro un'ora due zecchini. - 5. 25. 1615. — Wolfango conte di Tersato parte con un corpo di Croati verso Monfalcone a vendicare i danni dati dai Veneziani alla villa di San Servolo ed alle saline situate nella valle di Mcccò e spettanti a ser Benvenuto de'Petazzi. - 1, III, 170. 26. 1289. — Il vescovo Brisa de' Toppo assiste ia Cividale alla conclusione della tregua di un anno fra diverse famiglie del Friuli. - 25. XXIV, 477. 26. 1397. — Antonio Caetani, patriarca di Aquileia, trovandosi a Muggia rilascia ai quattro ambasciatori Triestini e loro seguito uu salvo-condotto, perchè possano venirgli d'innanzi -5. 26. 1509. — Il civico maggior consiglio pone in non cale gli ordini dei commissari di guerra iu Gorizia, i quali gì'imponevano d'incarcerare gli ostieri che si rifiutano di dare il vino ai fanti a piedi e loro risponde obbligassero prima i fanti a soddisfare allo scotto dovuto. - 5. 26. 1735. — I Padri Gesuiti aprono al pubblico le loro scuole nella contrada di Rena Vecchia, - 11, II, 228: 27. 1749. — Ordine sovrano di smantellare le mura civiche per l'ingrandimento della città, e di demolire la Porta detta Portizza. - 8. 28. 1369. — Gli ambasciatori Triestini, giunti a Ve- nezia, depongono nelle mani del doge il giarameuto di fedeltà; il senato assegna loro ser Saraceno Dandolo in podestà, ser Andrea Zeno in capitanio di Trieste. - 39, XXII, 1052. 28. 1486. — La città manda i fratelli Stefano e Giorgio Renk a Lubiana per impedire 1' imposta di nuovi balzelli sopra que' di Trieste che si recano nella Carniolia. - 8. 29. 1441. — Il capitolo di Trieste si rielegge a ve- scovo don Nicolò de Aldegardis, nomina cassata altra volta dal pontefice Martino V. - I, II, 257. 29. 1692. — Il consiglio minore delibera di sovvenire il Padre Ireneo della Croce per vedere stampata la storia patria. - 10, IV, 346. 29. 1842. — Muore il patrizio triestinoDomenico dottor de Rossetti alle ore quattro e mezzo pom. nell' età di anni 69; fu sepolto colla divisa di patrizio. - 8. 30. 1376. — Il veneto senato accorda il rimpatrio a ser Omobono de' Burlo in riflesso dei molti servigi prestati dal di lui nipote Giacomo alla Repubblica, per la quale moriva in quest' anno nella battaglia presso Feltre. - 10, II, 284. 30. 1419. Il maggior consiglio vuole, che tra i cittadini amnistiati nel giorno 30 settembre del 1382, siano compresi anche i colpevoli di delitti comuni, che niuno possa d'ora innauzi procedere contro di essi e di dover sospendere anche i processi incoati. - 13, 24.a COREISPOUDEIZE Pirano, IO Novembre (n.) Ricevo e leggo il periodico mensile della Società agraria di Gorizia, effemeride assai bene diretta e che può tenere il confronto con le migliori nazionali di a-gronomia. Ma non è di questa eccellente pubblicazione che io intendo scrivervi, solamente desidero richiamare l'attenzione sulla tabella mercuriale inserita in fine di ogni numero del sunnominato periodico. Credo che sia la sola tabella mensile che faccia conoscere i prezzi mercuriali, rilasciati dai rispettivi uffici comunali, delle varie derrate dei principali mercati dell'Istria, del Goriziano e dei paesi limitrofi del Regno. È una raccolta di dati statistici che può essere di molto giovamento e che per conseguenza esige la massima esattezza; di questa esattezza io dubito nel riscontrare ogni volta una tale enorme differenza di prezzi tra i mercati di Parenzo e di Pola e gli altri mercati, per cui devo supporre un qualche errore di calcolo, forse nella riduzione delle misure locali alla metrica, ripetuto periodicamente dall'apposito incaricato dei rispettivi uffici comunali. A prova di quanto espongo, vi trascrivo le differenze: ( nel meso di Marzo, per esempio, il prezzo del frummto per ettolitro è segnato per Capodistria fior. 9.70; per Parenzo invece 15.75!!! Pola 12!? tutte le altre piazze variano fra i 9 e gli 11; — il prezzo del granoturco, nello stesso mese, per Capodistria sempre per ettolitro, è di fior. 7.10, per Parenzo 10!!? Pola 11!?? _tutte le altre piazze variano fra i 7 e gli 8; — l'avena per Capodistria fior. 4.20, per Parenzo 8.75!! Nel mese di Aprile: frumento, a Capodistria fior. 10.20, Parenzo 15.75!!? Pola 15.80!!? tutte le altre piazze dai 9 ai 12: granoturco; Capodistria 7.30; Parenzo 9.25!, Pola 9.75 ! ! e tutte le altre piazze dai 7 agli 8 ; avena Capodistria 4.20, Parenzo 9.50!!......impossibile! Vi ho presentati i confronti di due mesi, assicurandovi che nei mesi successivi si mantengono le stesse differenze, le quali non hanno spiegazione, come penso, altro che in un errore di calcolo. Spero che, richiamata l'attenzione delle inclite autorità municipali di Parenzo e Pola, l'errore sarà verificato, od almeno sarà data una dimostrazione delle cause, per me ignote fin'ora, dell'enorme superiorità di prezzo dei grani in quei mercati. Già che sono in vena non faccio a meno di esprimere il desiderio che anche il bollettino della nostra società agraria, che si stampa nientemeno che sotto gli occhi della nostra Camera di commercio, riempisca mensilmente l'ultima pagina colla tabella dei prezzi mercuriali dei mercati del litorale. L'istruzione primaria nella Svizzera (#.) Esistono in Isvizzera paese di 2I|2 milioni di abitanti circa, 7000 scuole primarie : in media, una scuola su 380 abitanti. Il numero degli sco- lari che frequentano quelle scuole è di 400,000, circa 57 per ogni scnola e circa 1 per 6 abitanti. L'organizzazione delle scuole svizzere è sva-riatissima ; ogni Comune ha la sua scuola; ma ve ne sono alcune con intiero insegnamento scolastico ogni giorno, altre per mezza giornata, altre sono soltanto aperte in inverno, altre ancora soltanto in estate. Alcuni Cantoni hanno scuole di ripetizione. Le scuole primarie sono o miste o separate, secondo i sessi, l'età e il grado d'istruzione degli scolari. La scuola è obbligatoria per tutti i ragazzi * liberi di malattia contagiosa in tutti i Cantoni, all'eccezione di Uri e di Ginevra ; in questo Cantone verrà introdotto probabilmente fra poco il principio dell'istruzione obbligatoria. Sono obbligati alla scuola i ragazzi nell'età di 6 a 15 anni, nei Cantoni di Zurigo, Turgovia e Berna; nell'età da 6 a 14 anni, nel Cantone di Sciaffusa; da 6 a 13 anni, nei Cantoni di Glarona, Lucerna, Ticino, Zug e nei due Appen-zell ; da 6 a 12 anni, nell'Obwal e Basilea campagna,; da 7 a 15, in Argovia, Friburgo, Neu-chàtel ; Vaud, Vallese, Soletta, Basilea città, San Gallo e Grigioni ; da 7 a 12 anni, nei Cantoni ' di Unterwald e Schwyz. La gratuità dell'insegnamento scolastico esiste secondo le costituzioni nei j Cantoni di Zurigo, Argovia, Soletta, Neuchàtel, j Ginevra e Friburgo ; in questo Cantone l'istruzione di ogni grado del tutto gratuita. Di fatto poi, la gratuità esiste in San Gallo (nella maggioranza dei distretti), Appenzell, Rhodi esteri, Lucerna, Ticino, Uri, Unterwald, Yalese. Negli altri Cantoni viene pagata una tassa scolastica : nel Cantone di Yaud (3 fr. ogni anno per scolaro) Turgovia (3 fr.) Glarona 2-3 fr. dai cittadini borghesi, (4-8 fr. dai non borghesi), Basilea campagna (3 fr.60), Basilea città (4 fr. 80), Sciaffusa (3-7 fr.) ecc. In generale l'istruzione viene data da laici; i Cantoni, nei quali si trovano i maestri ecclesiastici o suore, sono il Vallese, l'Unterwald, Zug, i Grigioni, ed il Ticino. Le spese annue per le scuole primarie cono come segue: 1. Da rendite di fondi scolastici, comunali e cantonali circa......f. 1,000,000 2. Da sussidi dello Stato . „ 2,100,000 3. Da sussidi comunali . „ 3,800,000 4. Dalle tasse scolastiche e doni volontari.....„ 700,000 Totale f. 7,600,000 Giudizi! di Mommsen stille ANTICHITÀ DI AQUILEJA (Continuazione e fine vedi N. 18 e 19) Le copie del Gregorutti sono esattissime; errori come quello a p. 250, dove nell'inscrizione n. 254, C.I.L., V., 8361 (secondo un calco da me veduto) l'autore legge TROPHIMES invece di SORORI SVAE, sono assai rari. Specialmente deve lodarsi che facciano vedere con queir esattezza di cui è capace la tipografia, dove la pietra è mancante e quante lettere si possono ammettere pel supplemento. Secondo lo scopo della pubblicazione, quasi tutte le iscrizioni sono copiate dall' autore sui marmi. Però è uno de' più grandi pregi di questa raccolta, che l'autore non trascura le raccolte antiche, e che non fa come fanno tanti nella medesima posizione, quasi se l'epigrafia aquilejese cominciasse da lui, ma che esattamente combina le sue ricerche alle anteriori e che si giova delle copie rimasteci, dovunque i marmi sono smarriti. Nè si ristringe ai materiali forniti dal Corpus, ma raccogliendo anch' esso le carte de' suoi precursori ha potuto correggerli ed aumentarli in parecchi punti importanti; cito per esempio, il frammento antichissimo ed importantissimo e sventuratamente pure oscurissimo C.I.L., V., 8270, che io non avevo voluto, nè credo potuto ammettere sulla testimonianza sospetta dell' Asquini, ma di cui ora la sincerità è fuori di questione, dopoché il Gregorutti l'ha trovato nelle carte non sospette dello Zanini. Ma siccome l'autore si propone nel secondo volume dell' opera di ripubblicare anche le iscrizioni aqui-leiesi già edite e formare così una raccolta compita di tutte, possiamo sperare che farà ancora molta e buona messe sopra questo campo, quantunque già e-splorato. Le note, che sono brevissime ed in generale si ristringono all'indicazione de'fatti materiali; quindi gl'indici assai abbondanti mostrano abbastanza, che l'autore non pubblica soltanto le iscrizioni, ma pure le capisce ed al bisogno le supplisce e spiega. S' intende che non sempre ha colto nel segno. Così nel N. 84 = C.I.L., V., 8281, il MIL... harus PICIS 7 S.S è inammissibile tanto per la carica inaudita, quanto perchè almeno dovrebb'essere messa nel dativo; senza dubbio si ha da leggere e da supplire, come ho fatto nel Corpus, MIL cohortis... praetoriae piae vinDl-CIS-7"S S (centuria supra scripta), tanto più che poco dopo segue coE• T.PR'PIAEVIN... — Il seviro seniore, che ricava l'autore dal suo n. 170 = C.I.L., V., 8259, sarebbe, infatti, importantissimo, essendo questo sacerdozio, a ciò che pare, esclusivamente milanese: ma nella pietra è L-TITIYS'ONE. SIMVS'SENIOR'lvVIR-AVG, e siccome l'inversione delle parole in istile epigrafico è vietato affatto, così s' intende che non Onesimo fu seviro seniore, ma Onesimo, senior? ha avuto il se-virato comune. — L'importante frammento N. 768= C.I.L., V., 8269, è stato da me supplito così (Imp. Caes. Flavio Costantino Maximo p) IOFEI/AVG-(inde) ABINITIO FEL (icissimi) IMPERIISVI HO (sti-nm) SEDIBVSBELLIS IN (latio r) E PORTATISQVE" SVA (vir) TVTE ET DIVINA (direc) TIONE VICTORIA (d FI. CI. Const) ANTINO (et FI. Mio Constantio nobb. Caes). Il Gregorutti supplisce PIO FEL" AVG... IMPCONSTANTINO, ma è del tutto impossibile, che il nome dell' Imperatore sia posposto al pio felice Augusto ed agli elogi speciali. I supplementi di questi elogi proposti dal Gregorutti : (depulsis) ab initio fel(icissimi) imperii sui ìio(stibus hit) sedibus bellis iìi' festis r) eportatisque sua (vir)tute et divina (intuì) tione victoriis, pure non troppo appagano; Aquileja vien detta sedis bellis infesta, e sarebbo merito di Costantino averne scacciato i nemici, ciò che non può sussistere. All' incontro tutto è chiaro, se sedibus si prende come dativo retto da inferre. Intuitione anche non si guadagna la vittoria; ho messo directi0, perchè è ben noto, che Costantino Magno non comandava in persona nelle guerre sarmatiche e gotiche, a cui qui si accenna. La raccolta generale delle iscrizioni latine, se è frutto de' lavori di tanti e tanti uomini durante più di quattro secoli, è pure semenza, e semenza non gettata fra le spine. So bene, che non è dessa che ha dato l'impulso al Gregorutti d'intraprendere le sue ricerche cominciate già prima; anche senza questa egli avrebbe potuto fare il suo lavoro. Ma egli stesso lo riconosce, che avendo nel Corpus a sua disposizione tutto il materiale che forniscono i Musei e le Biblioteche per A-quileja, in questo ha trovato molti materiali che ai Aquileja si cercherebbero indarno, ed ha potuto evitare molti errori, che senza il Corpris avrebbero ingombrato la sua strada. Se è lecito a me di dirlo, 1' utilità principale di questa nostra opera consiste in ciò, che spiana la strada pei lavori locali, da cui dipende interamente 1' epigrafia, ma che finora erano inceppati, perchè nessuno sapeva cosa possedeva. Questa pubblicazione prova qual vantaggio risulta dalle vires nnitae dell' epigrafia universale e dell' epigrafia localizzata ; e sarà un saggio de' progressi futuri della nostra scienza. „ " Teodoro Mommsen. „ vqqgIIÌ® Dsthrijpift® ANDREA ANTICO DA MONTONA SECOLO XVI.0 Ad illustrazione biografica di questo nostro istriano, pubblichiamo un brano di lettera inedita del marchese Gio. Paolo Sereno de Polesini da Montona (morto nel 1829 d'anni 90) diretta al marchese Girolamo Gravisi da Capodistria (morto nel 1812 d'anni 92). Eccolo: Signor marchese Padrone ed Amico stimatissimo, Disturbi di salute, e di affari mi hanno fatto ritardare, e non mai negligere una dovuta risposta alla sua pregiatissima lettera. Non mi aspettava tanta erudizione in un argomento così sterile, e in un punto, tanto subordinato, delia Storia Letteraria. Se mancano lumi di Andrea Antioo di Montona, Ella ha però molto bene illustrato il suo Libretto di musica (*). La invenzione di Ini adunque non consiste nell'Arte Tipografica (**); ma nella Scrittura della musica i strumentale del^ l'organo. La impressione deve essere stata fatta con lamine di rame inciso ; arte che era già scoperta, e non con caratteri di stampa, che ancora non sono stati trovati. Lo stampatore De Castro già alcuni anni in Venezia ne fece una prova, che non ebbe successo, nè progresso. Ancora dunque la scoperta del nostro Antico non è meccanica, ma liberale, e nella storia potrebbe tener dietro al celebre Tartini. Ma perchè possedendo Ella tante belle memorie, non risolve di renderle pubbliche ? Starebbero molto bene accompagnate con quelle del nostro signor Cavaliere Carli, per un naturai legame della materia, e per quello dell'animo coll'ingegno degli autori....... Montona, 5 novembre 1789 (*) Un libretto dell'Antico fu veduto dallo Stancovich presso lo stesso marchese GiamPaolo Polesini in Parenzo. Esso porta nel frontispizio un'incisione in legno con donzella che sta seduta e suona il piano, mentre altra donzella al sinistro lato tiaao ua libro di mtu>tea e s«mnUv& cantare. Sopra questa incisione è scritto : Frottole intabulate da sonare organi, libro primo; di sotto è scritto : Impresso in Roma da Andrea Anticho de Montcna, chierico. Con privileggi di P. P. Leone X. MDXVII. Seguono poscia delle ariette, colle rispettive uote di musica, precedendovi l'indice delle stesse per alfabeto, e sono iu numero di 26. Alcune incominciano, pag. 2 : Amor quando fioriva ; pag. 5 : Chi non crede che al mondo el sol nutrisca; pag. 7: Vergine bella ; pag. 27: Per dolor me? n bagno el viso; pag. 35: Crudel fuggi se sai; e finisce alla pagina 39 con un breve di Leone papa X che incomincia colle parole : Industria tua et honestas labor. n. a. r. (**) Lo Stancovich (Biografie) dice che Anticho Andrea, chierico da Montona, fu il primo che inventò ed eseguì la stampa in legno delle note musicali, n, a. r, Notizie storielle di Barcana ISCRIZIONI VENETE Sopra il muro del Palazzo medievale, di fronte alla scala sinistra, havvi l'Arma dei Loredani (famiglia ch'ebbe tre dogi a Venezia: Leonardo a. 1501, Pietro a. 1567, Francesco a. 1752) sormontata dal corno ducale, con sei rose nello scudo, e sotto: léonard ' ant ' lavrent ' andrae * lav retani • hier ' et * leonar * amplis ' principi veneti ' castrinovi ' et ' barbanae d. d. p. c. m.d.xxx. Sotto la Loggia comunale di 3arbana sta acolpito in pietra il veneto Leone, in origine dorato, con l'Arma dei Loredani a sinistra, a destra altra Arma, e sotto una terza. Entro la cornice si legge: CLARIS.1" LA VRED ANI ' DD " IMPERANTI ' BARBA NESSI • POPVLO ' PORTICVS ERECTA ' DIVI MARCI ' TVTELARIS ' FORTISS ' SIMVLACRO PRAEMVNITA ' MANET ' IOHANNE . PETRO RAVENOLDO ' LINIACENSE ' REGIONIS ' PRAEFEC-TO • PROCVRANTE ' M.D.L.V. Sopra 1' aguglia del campanile della Collegiata di Barbana evvi l'Arma dei Loredani in mezzo a due altre di differente impresa, ai lati e sotto si legge; v h HE B A C MDLXXXV Sopra la porta superiore dell' ala interna del palazzo medievale di Barbana, havvi l'Arma dei Loredani soprastante quella dei Capéllo, con la seguente epigrafe: EX • VETERI ' LAPIDVM ' DIRVTA ' CONGERIE SVB • FELICIBVS ' AVSPICIIS * ILL.MI DNI ' LEONARDI LAVRETANI ' BARBANAE ' CASTRINOVI ' DOMINI ' PRÒNI • ANTONIVS 1 CAPELLO ' PRAEF ' RESTAVRARE ' CVRAVIT ' M'DC'VI Sopra le mura esterne del Castello a ponente si legge: ILi,.111 ET ECCEL.3" DD. IOANNI LAVKEDANO ' ET NEPOTIBVS ' BARBANAE ' ET ' RACHELIS 1 DD ' ET . PP • ANTONIVS - D.k FRANCOV ' PRAEFEC-TYS ' DIRVTA ' MOENIA " RIEDIFICARE ' CVRAVIT A ' D ' M DCC'XXVI • Sopra la porta massima del Castello a ponente ewi l'Arma dei Loredani con questa epigrafe: D • o ■ M • SIT • LAVREDANIS ' DOMINIS ' SIT - GRATIA ' PLENA SIT ' FRANCOV • GRATA ' CVRA ' ET ' OPVS A ' D 1 M"DCCXVIirXX'AP.LIS Intorno la cisterna comunale v' hanno tre Armi con questa epigrafe: M'D'LX'VII ' ADI • I • DECEMBRIO La qnal cisterna si ha per tradizione che sia stata eretta sotto la direzione di un Campitelli da Rovigno. Sopra la porta orientale di Barbana: 1720 A • F • G ' Sopra la porta del fu fondo Stancovich: PIER • REBIC ' FF * Q.TA FABRICA • IN • TEMPO DE LA • GRAN " GUERA *) ANO ' DNI • 1617 • DIE • 19 ' AG • Sopra la porta della casa curaziale della Porgnana: *) La guerra dei trentanni n. d. r, cl.° dno • verzi ' ANIBALI ' p ' haec ' est • cvra p • ecclesia ' svmpfvs * subdita ' gens ' operas pensit • hvic ' domvi ' *) Fu Annibale Verzi pronipote di quell'Annibale che succedette nel comando della compagnia ordinaria dei Fanti Italiani ad Onofrio, Rinaldo e Rizzardo Verzi, figlio dell' illustre capitano Scipione. 17na lettera del provveditore Bembo loda l'abilità, il coraggio e l'esperienza di Annibale Verzi in parecchi incontri, ed un'altra del provveditore Battaglia dice che il capitano Annibale Verzi nell'occasione del Serissimo attacco impreso dai Turchi contro Cattare si dimostrò non meno esperimentato capitano nell'arte militare, che soldato valorosissimo. (N. della K.) Giuseppe B. NOTIZIE La città di Pirano ha allogato allo scultore Depaul di Trieste un grandioso gruppo allegorico pel nuovo palazzo comunale, il qual gruppo sopra disegno dell' ingegnere Dottor Righetti si sta ora ultimando. Il cimitero cattolico di Trieste si è quest'anno arricchito di un nuovo e grandioso monumento d'autore italiano, il più maestoso che s'erga in quel muto recesso. Il monumento è della famiglia Currò ed è insigne lavoro del commendatore Sante Varili, professore di scultura in Genova, celebrato artista a cui Vittorio Emanuele commise di fregiare di statue marmoree i sepolcri de' suoi avi a Superga. Esso monumento è innalzato all'aperto ed è ricco di tre statue colossali: Fede, Speranza e Carità. La lede troneggia sopra un doppio piedestallo ed ha ai lati la Speranza e la Carità ; questa simboleggiata in formosa donna che disseta uu pargoletto dall' espressione angelica, dalla posa naturalissima. Fregia il lato principale del piedestallo un bassorilievo nel quale sono effigiati i congiunti del comittente. Intorno al discorso tenuto sul nostro poeta istriano Pasquale Besenghi dal Dottor Pierviviano Zecchini al Gabinetto di Minerva leggesi nel Cittadino : "Domenica, a mezzodì, lo Zecchini parlò di Besenghi degli Ughi, e fece cosa che a tutta prima parrà strana, un parallelo tra questo illustre istriano e Nicolò Tommaseo. La ristrettezza dello spazio nou ci permette, per ora, di parlare come noi vorremmo di questo discorso, ascoltato, ci si passi la frase troppo alla mano, in religioso silenzio.....Al valente Dottor Zecchini una stretta di mano e l'augurio ch'ei viva ancora per molti anni all'onore delle lettere italiane e all'affetto de' suoi innumerevoli amici, tra i quali siamo noi pure.* È morto a Trieste, in età d'anni 61, Girolamo Fanti, l'amico di Tommaseo, ed uno dei collaboratori della Favilla, giornale che annoverava fra i suoi fondatori Dall'Ongaró, Vaiassi, Orlandini, Madonizza, e Besenghi. Nel Congresso per la Filossera tenutosi in Berna il 17 settembre conchiudevasi una convenzione, di cui il § 2 suona così: "Vino, uve di tavola senza foglie e steli, acini (semi), prodotti della coltura di vivaje, sementi d'ogni sorta e frutta, sono permessi nei trasporti internazionali. AVVISO La sottofirmata presidenza, di concerto col Comitato sociale, in vista alle condizioni in cui versa attualmente questa Provincia, ritenne opportuno di rimandare ad epoca indeterminata il Congresso generale, che si doveva tenere in quasta città entro il corrente mese. Eovigno, 17 Ottobre 1878 Dalla Società Agraria istriana La Presidenza EDITTO ì Dall'I. E. Tribunale d'Appello in Trieste si pubblica in conformità alla legge 25 luglio 1871 N. 96 B. L. I. che avendo l'I. E. Giudizio distrettuale di Pirano compiuto il progetto del libro fondiario per il comune catastale di Castelvenere questo progetto sarà da trattarsi dal IO ottobre 1878 come libro fondiario, e che da quel giorno impoi nuovi diritti tavolari di proprietà, di pegno e di altro genere sugli stabili iscritti nel libro fondiario potranno acquistarsi, limitarsi, trasferirsi ad altri od estinguersi soltanto coll'iscrizione nel libro fondiario. Per la regolazione di questo libro fondiario, che ognuno potrà ispezionare presso l'I. E. Giudizio distrettuale di Pirano, si avvia in pari tempo la procedura secondo il § 5 della citata legge e si diffidano tutte le persone, a) che in base ad un diritto acquistato prima del predetto giorno di aprimento del nuovo libro fondiario pretendono una modificazione delle iscrizioni in esso contenute e risguardanti i rapporti di proprietà o di possesso, senza distinzione se la modificazione debba seguire mediante distacco, aggiunta o trascrizione, mediante rettifica dell'indicazione degli immobili o della costituzione di corpi tavolari od in altra guisa, b) che già prima del predetto giorno d'aprimento del nuovo libro fondiario hanno acquistato sopra gli immobili iscritti nello stesso o sopra parte dei medesimi diritti di pegno, di servitù o di altro genere atti all'iscrizione tavolare, in quanto questi diritti sieno da iscriversi come appartenenti al vecchio stato degli aggravi ed all'impianto del nuovo libro fondiario non fossero già stati iscritti nel medesimo, a produrre le loro insinuazioni all'I. E. Giudizio distrettuale di Pirano fino al 30 novembre 1879, a scanso della perdita del diritto di far valere le pretese, che si intendessero insinuare, in confronto di terzi, i quali in buona fede acquistano diritti tavolari in base delle iscrizioni contenute nel nuovo libro fondiario e non impugnate. L'obbligo all'insinuazione non si altera per la circostanza che il diritto da insinuarsi risulti da un libro pubblico, che viene posto fuori di uso o da una decisione giudiziale o che penda in Giudizio una domanda di parte che si riferisce a questo diritto. Restituzione in intiero contro la trascuranza del termine edittale non è ammissibile, come nemmeno la proroga del termine stesso a favore di singole parti. Dall'i, r. Tribunale d'Appello Trieste, addì 26 settembre 1878. Cose locali Anche quest'anno,cioè alla seconda metà del carnevale, avremo ona distinta compagnia drammatica, e a tutto merito dell'infaticabile nostra direzione teatrale, di cui è preside isolantissimo il sig. Giuseppe Pellegrini. Attualmente ella dà un corso di recite nella vicina Gorizia; sul qual proposito leggiamo m\\'Isonzo quanto segue: "Possiamo con nostra soddisfazione dare la buona notizia che nella prima settimana di novembre avremo a Gorizia la brava compagnia drammatica condotta da Amato Lazzeri. Eli' ha tre gradite nostre conoscenze nella bravissima prima donna siguora Leontina Papà — Giovagnoli, nel brillante signor Achille Leighéb, e nel caratterista signor Giorgio Kodermann, uno proprio dei buoni, e che fu a Gorizia, se non c' inganniamo, colla compagnia Morolin. Per noi, che abbiamo teatro di prosa un'unica volta all'anno, non è poco importante l'affare del repertorio. Certo riudiremo alcune produzioni anche dell'anno scorso, e con piacere, ma occorre pure che ci vengano date novità parecchie e delle migliori, tanto del teatio italiano quanto dello straniero, perchè possiamo formarcene un criterio nostro, e non solo giudicarne da quello che ne abbiamo letto sn pei giornali, perchè di un' opera d'arte scenica non basta nemmeno leggere l'opera stessa, e il più del suo pregio sta nell'effetto che ci produce vedendola messa in iscena. Or dunque, colla preghiera all'egregia direzione teatrale di ben vegliare a che vengano in tutto appagati i modesti quanto giusti desideri del pubblico, passiamo a dare qui l'elenco della compagnia: Attrici: Signore — Leontina Papà - Giovagnoli, — Vittorina Seran, — Virginia Lazzeri, — G. Dominici Scalpellini, — Merope Servida, — Giuditta Onorato, — Ida Colombo, — Rosina FerranK — XtTeTe JTiiffei, — Enrica Meritanti. Attori: Adolfo Colonello, — Achille Leigheb, — Giorgio Kodermann, — Libero Pilotto, — Dario Ferrarese, — Michele Ferrante, — Enrico Onorato, -- Natale Servida, — Achille Scalpellini, — Pietro Tarra, — Iìoberto Eipamonti, — Giuseppe Colombo, — Filippo Meritanti, — Ernesto Maffei, — Carlo Borghi. Per ciò che riguarda il teatro di Capodistria è ormai sicuro che la sullodata compagnia ha un eccellente repertorio, composto per la massima parte di produzioni nuovissime, trale quali otto italiane, per nuove di zecca. A giudicarne basti il seguente elenco che per cortesia ci fu mostrato dalla spett. direzione : Speroni d' oro di Marenco. — Il fratello d'armi di Giacosa. — Esopo di Castel Vecchio. — Cesarina di Eipamonti. — La pianella d'oro di Saraceni. — Babbo cattivo di Piccioli. — Il teatro di Cuciniello. — Dopo la colpa di Salvestri. — I dispetti amorosi di Moliere. — I Borghesi di Pontarcy di Sardou. — I vecchi celibi di Sar-dou. — Gente nervosa di Sardou. — Le donne emancipate di Sardou. — I DaniKeff di Dumas e Nieski. — Il marito della vedova di Dumas. — Il divorzio di Augier. — L' articolo 47 di Belot. — Una pagina dell'archivio segreto di Cormon. — I giorni d'assedio di Verne. — Il supplizio d'un uomo dal francese. — Un qui prò quo dal francese. I nostri concittadini ne prendano nota e si preparino a serate piacevolissime. Il pubblico mercato delle uve fu aperto qui il 25 del mese di settembre e fu chiuso il 12 dello scorso. Furono complessivamente pesati chilogrammi 147,879 T uve, divisi in chilogrammi 85,599 l\t di refosco, e 12,279 '|2 d'uva, per uu valore corrispondente di fior. .9,688.25. Risultò il prezzo medio di fior. 16 e s. 25 ier quintale di refosco, e fior. 9 e s. 42 per quintale l'uva. Dal confronto dell'anno scorso, risultarono pelati in più 15,229 chilogrammi di refosco, e 9,512 d' ava per un valore superiore di fior. 2,474,31. La media iel refosco si parificò quasi a quella dell'anno scorso, jssendo l'attuale inferiore di soli 4/,0 di soldo per chilo, e quella dell'uva di lsli0 circa. Appunti Bibliografici Carlo Baravalle. La Leggenda della Pellagrosa. Milano Carrara 1878. Ventisei Racconti di Catterina Percoto. Milano Carrara 1878. Ho veduto la settimana scorsa a Milano molti nuovi libri, che fanno bella mostra negli .eleganti cartoncini a vari colori, e pare invitino i passeggeri alla nojosa operazione del taglio dei fogli con l'elegante .stecca dal manico d'osso, e l'impugnatura a muso di cane bouldog, che è iu genere ninnoli l'ultima novità della moda barocca. Ho scorso tra gli altri — Stecchetti. Nuova Polemica, e vi trovai dopo la lunga prefazione, in mezzo a molte stranezze, qualche ottimo verso che potrebbe anche accennare a conversione vicina. Mi vennero sott'occhio — Monotonie. Versi di Ottone de Bangole ossia Alfredo Oriani. Bene il titolo; l'orgia infatti è monotona per sua natura; il mondo dei bordelli è sempre lo stesso. Il signor Alfredo Oriani, che ha un nome .romantico, ed un cognome tanto sidereo e famoso, ha fatto molto bene ad assumere il pseudonimo di Ottone de Bangole. E ci vuol di vero uua faccia di ottone per manifestare in versi al rispettabile pubblico il desiderio di essere morsicato dalle belle, di ricevere baci che mordono, di bazzicare le donne marcie dai baci della gente. Anche Orazio a proposito di baci di donne, così di volo, da quell' amabile epicureo che egli era, scrisse: Impressit memorem dente labris notam (Carm. I. 13.) ma fino alle morsicature di libidine furibonda, e alle donne marcie, l'arte greco-latina non è mai discesa, e tra la licenza e la corruzione ci corre un bel tratto. Dunque intesi, signor De Bangole ; lei sa benissimo che a proposito di monotonie il babbo Orazio ha scritto eccitare le risa il suonatore che ci rompe il timpano toccando sempre la stessa corda. Badi, veh, le morsicature sono pericolose, specie con tanti cani idrofobi che girano per le vie: adunque il rispettabile pubblico potrebbe pigliar paura di queste morsicatine monotone, e rompere anche la chitarra per non si sentire a seccare. Ma leviamo le gambe da questa pozzanghera. Avea giurato di non parlare più di versi a' miei comprovinciali, visto il vento che tira, quando mi venne un caro dono di un modesto libriccino — Carlo Baravalle. La leggenda della Pellagrosa. I componimenti di questo poeta hanno sempre un alto concettò morale; con Vora Serena, e Belle lettere e Scuola ha già combattuto il realismo moderno; lo commovono ora le miserie dei poveri villici angariati dai mercanti di carne umana che sono i grassi ed obesi affittajuoli della Bassa ; la citazione che precede i versi dice tutto. — La redenzione delle masse diseredate e sofferenti, che è una fase successiva del progresso sociale e della redenzione della patria, è dovere di chi ha per l'una e per l'altra combattuto fin qui. (Dall' Opuscolo: La Pellagra nella provincia di Mantova, relazione della Commissione Provinciale). Questa è vera poesia, degna dei tempi, che addita le miserie sociali, e rende popolari col sentimento le disquisizioni della scienza. Ma qui nasce spontanea la domanda: Si ha a permettere questa invasione di zoppi, di gobbi, di mostri in letteratura? — No, rispose teste il critico della Nuova Antologia, condannando una novella del bravo Castelnuovo — Il Professor Romualdo. Gli si può rispondere, che tocca all' artista di rendere simpatico anche il brutto, correggendo il disaggradevole fisico con la bellezza morale. Così la povera Giovanna è uno de' più bei romanzi del Bersezio; quella povera fanciulla deforme ci diventa per la bellezza dell'animo e il sentimento squisito cara e simpatica, mentre tante Taidi, tante Frini bellissime, di quelle che mordono la gente, ci muovono oggi in letteratura lo stomaco. E tutto ciò a patto di non calcare la penna, di non esagerare. Non vogliamo no sulle pareti del tempio sereno dell'arte le danze macabre dell' Holbeiu ; ma tra i visi ridenti e i colmi seni non istuoua uua vecchierella dell'acuta bazzina, o qualche tisica giovinetta, che ha tutta l'anima nel lampo degli occhi: la rupe Taigete se era una crudeltà a Sparta, non sarebbe colpa minore in Parnaso. Il Baravalle si è tenuto nei giusti limiti ed ha vinto da maestro la difficoltà, temperando l'orrido del ritratto con la viva descrizione della vita felice passata dalla povera donna nella sua casetta prima dell' inondazione fatale: la deforme pellagrosa è scomparsa, rimane la giovanetta che racconta con tanta evidenza le gioje di un primo suo amore, il buon tempo passato, e le tranquille feste della natura. Che soave idillio nei versi seguenti! ......Un bel garzon ventenne Che più e più volte già m'avea guardato, Sospirando, negli occhi, a me dappresso Che mi stava seduta in sulla soglia Della mia casa in un mattin d'estate, Tremante venne, rapido mi scinse Il grembialino, mi fissò negli occhi, Poi fuggì via, ma nel fuggir si volse Indietro, e vide che io faceva un nodo Del grembialin col lembo, e come "io t'amo,, Discingendolo ei disse, "t'amo io pure* Rannodando! risposi........ Così dal confronto nasce la pietà ; ed il lettore rimane profondamente commosso. Forse si potrebbe appuntare quell' - ahi quanto è cosa dura e qualche altro accenno classico inconveniente in bocca a semplice donna. Anche parrà forse troppo rapido il passaggio dal quieto racconto alla fuga, e quel che è più alla morte; ma si può rispondere la leggenda essere infine una leggenda, e che lo scopo dell'arte è raggiunto. Come i Parti ferivano fuggendo, così l'autore ha lanciato alla chiusa uno strale al mondo frivolo ed elegante, ed accennato alle conseguenze del vizio. Forse qualche giovanotto scapato, qualche dama elegante, leggendo questi versi sentirà come una spina nel cuore: ben venuti i libri, benedetti gli autori che mantengono vivo il sentimento morale, e si guardano dal seguire la moda. Sono pochi, sono poco noti; ma il tempo scoverà via molte laidezze; cogli elzeviriani le signore faranno i tafazzoli per gonfiare i licci ed alzare i capelli; i Tersi, come questi del bravo Baravalle si daranno a leggere ai figli e rimarranno nella biblioteca di famiglia: e dalle biblioteche di famiglia passano i libri in Brera a vita lunga e nazionale. Ed ecco un altro libro che vuol essere raccomandato alle famiglie ed alle scuole. "Racconti nuovi e vecchi di Catterina Percoto,, Chi non conosce i suoi volumi di novelle stampati, anni sono, a Genova? La Percoto è il modello della donna letterata senza affettazione; vive modesta; sulle rive dell' .... Iudri; non si dà un'aria; non si fa mai trovare in libreria a concepire sola; e potete incontrarla benissimo per istrada e domandare se quella, proprio quella è la Percoto. Ha cominciato fino da giovinetta la carriera letteraria, scrivendo novelle per la Favilla di Trieste, incoraggiata, lodata dal Dell' Ongaro, dal Tommaseo. Anche in queste novelle per fanciulli l'egregia donna va diritta al cuore, educa nel vero senso della parola; la morale non vi è predicata, ma dirò così innestata. Anzi non la morale, come la s'intende nelle scuole oggidì, non la definizione, il precetto; ma il sentimento, la poesia della morale che traspira da tutti i suoi scritti, nei quali di più è diffusa una cara malinconia, una delicatezza rara di sentimenti, di affetti. E quello è più ammirabile certe manifestazioni della vita intima, certi segreti del cuore sono rivelati al fanciullo con un linguaggio così semplice e insieme profondo che lo obbligano piacevolmente e senza sforzo a pensare e gli fanno presentire le gioie e i dolori della vita. Così si parla al fanciullo : abbassarsi ma non isdra-iarsi, frangere il pane e non biascicarlo: ecco il segreto che pochi conoscono ; tra questi in capo di pagina la signora Percoto. E il segreto sta in questo, che ella scrive per inspirazione, e non per commissione. Onde non dubito di asserire che questo della Percoto è uno dei migliori libri di lettura da raccomandarsi nelle scuole e nei collegi, migliore certo di tanti altri abborracciati da gente che va per la maggiore, e di molte checcherellate, aridi dizionari di lingua più o meno parlata, che se pur giovano ad istruire, nulla valgono per l'educazione del cuore. Certo i pedanti troveranno a che dire; certo dindia per tacchina o bilia in lingua viva, Luvigia per Luigia e molti altri idiotismi si hanno a condannare; anche si potrà dire che qualche fiorentinismo accanto alle locuzioni friulane stuona qua e là in queste novelle; ma pochi nei non scemano il merito intrinseco e il grande valore educativo dell'aureo libretto. Un stretta di mano all'egregia autrice, e un bravo all'editore Carrara. P. T. Bollettino bibliografico Memorie d'un maestro di scnola, pubblicato da Alberto Anselmi. Milano, Tipografia Agnelli, 1878. (Libro di lettura pel popolo, premiato dal Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.) Ecco uu libro che istruisce e ingentilisce l'animo. Per chi è scritto ? Se si badasse al titolo modesto, sembrerebbe pei soli maestri elementari. Ma è questo un libro veramente popolare, cioè scritto per tutti, e ognuno infatti vi trova la sua pagina piena di utili ammaestramenti da seguire e di virtuosi esempi da imitare. Chè se il protagonista sarà nobile guida ai maestri di scuola, non lo saranno meno gli altri personaggi di questo semplice racconto per gli agricoltori, per gl'industriali, pel popolo insomma. Potrà forse qualche purista trovarvi da ridire sulla lingua, e qualche ammiratore del realismo d' oggidì, ridere ironicamente delle ideali figure di D. Sebastiano, di Dolores, di miss Mary e della mamma d'Alberto; ma nessuno potrà impedire che il libro si diffonda e ch'esso trovi il suo posticino sul banco dell'operajo come sulla cattedra del maestro, sul tavolino della madre di famiglia, come sull'etère della signora elegante . . . posticino da molti invidiato ma non conteso, p. II Consigliere delle famiglie.Giornale della vita casalinga. Bergamo,presso lo Stabilimento Gaffuri e Gatti. Abbiamo sottocchio il 1° numero, gentilmente inviatoci dalla direzione, dal quale apprendiamo come lo scopo che ella si prefigge sia di consigliare le famiglie su tutto quello che può essere loro utile, in quanto può j concorrere a far vivere un po' più contenti e felici, a dare un po' più d'onesta agiatezza e di vero benessere. E tutto ciò senza pretensioni, senza ciarlatanismo, senza pedanteria, alia buona, col cuore alla mano. Perchè poi la spesa non faccia paura ad alcuno, i direttori ne fissarono il prezzo a sole Due lire all' anno, da pagarsi all'atto dell'associazione, o direttamente all'uff. del giorn. in Bergamo, oppure per vaglia postale alla direzione, o per biglietti in lettera raccomandata. Il Consigliere delle famiglie esce il giorno 25 d'ogni mese, in 16 fitte, colonne, eoa supplemento ad ogni numero. Si occupa esclusivamente di quanto può concorrere al benessere morale e materiale delle famiglie: economia, igiene e medicina domestica, tenuta della casa, cucina, cantina, corte e giardino, liquori e profumeria, lavori casalinghi e cognizioni utili d'ogni maniera, abbellimenti della casa, utili esercizii, giuochi e divertimenti. X Studii critici sulla Buccolica di Virgilio per A. Agresti, Napoli tip. dell'Università. Lo scopo del critico, che è giovanissimo, si è di mostrare contro le asserzioni dei tedeschi, che le Pastorali di Virgilio non sono una slavata imitazione di quelle di Teocrito, ma che serbino un carattere proprio ed hanno originali bellezze derivanti dall' animo affettuoso del sommo Poeta e dai concetti della vita romana a que' tempi. L'Agresti ne ricerca ed esamina con molto amore la tessitura e ne indaga con acume i miti e l'allegorie. X. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA TRlESTE-«JAPOI>ISTRIA col piroscafo g1ustinopoli Col giorno 4 Novembre 1878 fino a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: ORARIO partenze nei giorni feriali : Da Trieste per Capodistria 1 Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 8 ant II. „ „ „ 4 pom I IL „ „ „ 2>/2 pom partenze nei giorni festivi: Da Trieste per Capodistria Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 8 ant. II. „ ,, „ 43/4pom._II. „ „ „ 3i|2 pom. Prezzo di passaggio Per ogni persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi 30. Il punto d'arrivo e partenza in Trieste è il JIolo S. Carlo, e< in Capodistria il Porto. Trieste, nell'Ottobre 1878 l'IMPRESA