ANNO XXVII. Capodistria, 16 Novembre 1893. N. 22 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-iriraestre in proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso la Sedazione. XJrxa, patirla, d_i storia, Con questo titolo riportiamo dall' Istria del 11 corr., l'articolo „La caduta del Conte Taaffe", nel quale articolo è descritto con verità e con la riservatezza imposta dalla censura, un funesto periodo attraversato, per ciò che riguarda la nostra provincia. „II conte Taaffe durò tredici anni in carica, e quantunque più volte la maggioranza che lo sosteneva alla Cantera fosse, più che altro, irrisoria e persino talvolta gli si mostrasse contraria, tuttavia aveva messe si salde radici che nessuno fin qui fu capace di abbatterlo. E di fatti ebbe una straordinaria abilità, ad ogni minaccia di crisi, di attirare a sè, con più o meno opportune concessioni, dei gruppi di deputati quanti bastavano per ottenere il suo intento. Parecchi anche approffit-tarono di questo sistema, tutto proprio del conte Taaffe, in particolar modo i Galiziani e gli Slavi del sud, e fino ad un certo punto anche i Czechi. Ma tutto ciò avveniva a scatti, senza programma ; fisso e determinato, coli'unico intento di sbarcare, come suol dirsi, bene o mate, il lunario. Veramente era sorto il conte Taaffe con 1111 programma detto di conciliazione fra le varie nazionalità dell' Impero ; all' atto pratico, però, egli non solo 11011 raggiunse l'intento, ma suscitò tante passioni opposte, da trarne fuori una matassa ingarbugliata di esigenze, di contestazioni e di pretese che mai si è veduta P eguale. Per cui fu detto da qualche pubblicista, che egli il bene fece male, e il male fece bene. La cosa del resto la si spiega ben facilmente. Se è vero, come si dice da tutti, che l'Impero Articoli comunicati d'intere»»« generale si stampano g컫 tintamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Austro-Ungarico si trova sulla via d'una decisa trasformazione, anche nei rapporti del diritto pub-plico interno, per le esigenze sempre più accentuate delle singole popolazioni, conveniva, favorire questo graduale svolgimento sulla base del diritto storico di ogni singola regione o dominio, senza predilezioni, nè per l'uno nè per l'altro, ma in eguale misura per tutti. In quella vece è successo tutto all' opposto, e le concessioni fatte senza criterio e direttiva finirono coli' accontentare, momentaneamente, solo i più rumorosi. Dal che n' è avvenuto ancora, di provocare in parecchie provincie, come iiella nostra e nelle altre finitime, un pandemonio di incertezze, di contestazioni, di rivalità, di gelosie e di prepotenze. Onde il risultato effettivo del sistema Taaffe fu quale 1' abbiamo di sopra descritto, quello, cioè, di accrescere in modo straordinario le esigenze e le pretese di tutti, senza accontentare nessuno. Da ciò la grande confusione in ogni parte della Monarchia, e la preponderanza dei partiti estremi, di quei partiti, cioè, che sanno tutto osare pur di attingere la meta che ciascuno di loro si è proposta. Ma al fine lo stato delle cose giunse ad un punto che non si poteva più sostenere, e la stravagante legge sull' allargamento del voto elettorale prodotta inopinatamente dal conte Taaffe al Parlamento, nonché il fatto troppo precipitato della proclamazione del piccolo stato d'assedio a Praga, determinarono la sua caduta. Noi, certo, 11011 lo compiangiamo ; che nessuno dei Governi che si sono seguiti a Vienna, fino dall' epoca della proclamazione della costituzione, ci hanno recato tanti grattacapi come questo ultimo del conte Taaffe. Ed in vero, si fu appunto in quest' epoca che la nostra Dieta provinciale si è convertita senza pro, in una palestra quasi di pugilato, di violenze e di confusione. Ormai non si viene più in Dieta, per fare come un tempo, della buona amministrazione, ma per promuovere conflitti, suscitare scandali, eternare discordie, appunto da quei dedeputati slavi della minoranza che coi favori del nuovo sistema seppero farsi largo e venire a galla. E si osò fino all' incredibile, senza trovar maniera di porre un' argine a siffatte escandescenze. Nessuna meraviglia, quindi, che un tale contegno della Dieta portasse delle funeste e deleterie conseguenze sulle popolazioni e delle città e della campagna, le une irritate dall'impronto atteggiamento di chi osava sfidare i sentimenti più delicati del cuore e le secolari consuetudini ; le altre, imbaldanzite dal sentirsi sollecitate a rivendicare fantastici diritti, e lusingate di migliore avvenire economico, quando si staccassero da quelli che un dì chiamarono fratelli, e che ora son loro dipinti quali acerrimi nemici. Il che tutto produsse uno stato di intolleranza, di incompatibilità e di violenza che mai si è veduta 1' eguale. Basti dire che la ribellione e la persecuzione invasero persino i sacri templi. Fu appunto in quest'epoca che, non bastando lo stato caotico in cui era caduto il paese per gli antagonismi nazionali, artificialmente creati, si volle ancora portare la confusione delle lingue nel campo dei Tribunali e dei Giudizi. E qui non ripeteremo quello che abbiamo già detto le cento volte ; ognuno sa quanto abbia scapitato il prestigio della giustizia stessa sotto l'impero dei sistemi ingarbugliati e contradicenti, di utilità pratica per nessuno, e gra-vosissimi alle parti. Nè qui è finita la dolorosa istoria delle peripezie e dei disagi subiti dal nostro paese nei 13 anni sopra detti, tanto in ordine sociale, che politico, giudiziario e persino religioso ; basti dire che converrebbe riportarsi col pensiero a molti anni addietro, all' epoca più assoluta del sistema meternichiano, per trovare un periodo tanto convulso come fu il presente. Diremo anzi, che fra i due sistemi il secondo potrebbe avere la preferenza sul primo, se non altro perchè il principe Metternich sapeva quello che voleva ; mentre da) conte Taaffe, da tutto l'insieme dei suoi atti, non si potè mai comprendere che cosa volesse e quale meta intendesse raggiungere. Che se egli ebbe, a quando a quando, dei riguardi per P una o per l'altra delle varie nazionalità dell' Impero, per gli italiani non ne ebbe mai alcuna; intendiamo dire non per noi soltanto, ma anche per Trieste, per Gorizia, pel Trentino e per la Dalmazia. Su di che ci sarebbe da dire, veramente, delle cose molto gravi, se la libertà della stampa fosse, come tante altre, una cosa reale e non fittizia. Ed ora, caduto Taaffe, che cosa accadrà ? Veramente è da ripromettersi poco; ad ogni modo è prudente di aspettare. " --:---1 INDICE DELLE CARTE 1)1 RASPO (Archivio provinciale) Filza IO. (Continuazione vedi n. 8 anno XXIV e seg.) anni 1545, 1546 e 1547 c. 79-98 ; Capitano Giovanni Contarini Liber stipendiariorum Registro di quattro mostre fatte dal capitano Giovanni ■ Contarini dei soldati e cavalli componenti la Compagnia di Raspo, la prima il 23 gennaio 1546, la seconda il 30 maggio 1546, la terza il 16 febbraio 1547 e la quarta il 14 agosto 1547. I due contestabili della Compagnia sono messer Antonio Lugnani e messer Domenico de Castro. Quindi trentotto soldati, i nomi dei quali vogliamo qui trascrivere, e cioè : ser Almerigo Agresta : Valpoto, ser Francesco de Verzi, »er Zuandomenego Agresta, «er ; Ottaviano Lugnani, ser Hieronimo Benenatis, ser Hieronimo j Sottolich, ssr Iacomo Can, ser Zuan Can, »er Zuan Maria Vicich, ser Vicenzo Can, ser Nicolò Crotich, ser Pollo da Vicenza, »er Zuan Viscovich, ser Zanetto di Verzi, ser Matio de Battallis, ser Iurai Radolinich, ser Alvise dal Senuo, ser Philippe Sottolich, ser Iseppo de Cologna, ser Michiel Gherbazo, ser Zanetto Pamperga ser Nicolò de Germanis, ser Vincenzo dal Senno, ser Nicolò Cau, ] »er Michiel Padavin, ser Lunardo Lunardi, ser Domenego da Ponte, ser Achane Sottolich, ser Antonio Glavos, ser Iacomo de Germanis, ser Zuam Grando, ser Zuan Galasso, ser Mattio de Germanis, ser Zuan Andrea del Senno, ser Urbano Bosich, ser Polo del Contestabile, ser Polni Sottolich e ser Marco del Senno. — Registro quindi di ventidue paghe contate ai detti soldati a lire ottocentosei l'una. E cioè per ogni paga i contestabili ricevono ciascuno 1. 49, 12 e i soldati 1. 18 .12 per cadauno, il che im- ; porta appunto lire ottocentosei per paga a tutti insieme. La prima paga viene contata il 9 luglio 1545, la seconda il 25 agosto 1545, ; la terza il 17 ottobre 1545, la quarta il 21 novembre 1545, la quinta il 23 gennaio 1546, la sesta il 25 febbraio 1546, la set- • tima il 3 aprile 1546, l'ottava il 30 maggio 1536, la nona il 9 luglio 1546, la decima il 23 agosto 1546, la decimaprima il 7 ottobre 1546, la decimaseconda il 21 novembre 1546, la decimaterza il 2 gennaio 1547, la decimaquarta il 15 febbraio 1547, la decimaquinta il 3 aprile 1547, la decimasesta il 18 maggio 1547, la decimasettima il 1 luglio 1547, la decimottava il 14 agosto 1547, la decimanona il 27 settembre 1547, la ventesima il 2 novembre 1547, la ventesimaprima il 26 dicembre 1547, la ventesimosecnda il 10 febbraio 1548. E finalmente ancora lire 13 per saldo a cadauno di loro sino il 7 marzo 1548. anni 1545, 1546 e 1547 c, 99-120») Capitano Giovanni Contarini Inteationum cum testibus Registro di deposizioni testimoniale in processi civili e qualche sentenza relativa. anni 1545, 1546, 1547 e 1548 c. 133-148 Capitano Giovanni Contenni Instrumentorum fraternitatum et consolidationum Rendiconto sullo stato economico delle confraternite pin-guentine della S. S Trinità, S. Vito, S. Maria delle candele, S. Maria di strana, S. Giovanni, S. Giorgio, della chiesa maggiore, S. Sebastiano, S. Donato, S. Martino, S. Domenica e S. Giusto per gli anni su indicati. (Continua) G. V. — Portole 1) Il capitolo intitolato Vettiffalium, come è recato dall'indice che sta al principio della filza e che va dalle carte 121 sino alla 132, manca. 2>T o tizi e Con generale soddisfazione sabato 11 corrente è uscito il nostro periodico provinciale "L'Istria, in Parenzo, con la lieta notizia, tanto attesa dai buoni pa-triotti, che „la nota vertenza "venue„ eliminata con reciproca soddisfazione." E non se ne parli più; ma con le file serrate attendiamo gli eventi in questo momento di incertezza creato dal mutamento del ministero, pronti a far valere i nostri diritti e parare i colpi del nemico avveduto e forte. Ci viene partecipato che nell' assemblea generale dell' Unione accademica italiana di Graz del 28 ottobre furono eletti a comporre la Direzione i signori : Renato Jellersitz st. di dir. Presidente, Enrico Poda stud. di filos. Vicepresidente, Carlo Pepangher-Manzini stud. med. Segretario, Renato Saversich stud. di diritto Cassiere, Raimondo Scabar stud. di med. Bibliotecario, ed a loro sostituti Valentino Lucas stud. di med. — Emanuele Lanzerotti stud. tee. — Giovanni Petronio stud. di med. A Revisori : Umberto Albertini stud. tecn. — Antonio Perco stud. tecn. Giuria d'onore : Ettore Gentilomo stud. tecn. — Giuseppe Manzutto stud. med. — Mario Novak stud. di dir. — Antonio Pontoni stud. di filos. — Asterio Visintini stud. di med. Sostituti : Ettore Luzzato stud. tecn. — Gino Sartori stud. di med. - Gius. Stella stud. di med. Dopo la nomina l'assemblea ha pure votato ad unanimità un atto di ringraziamento alla stampa liberale per il valido appoggio in ogni tempo accordato all' Unione. I nostri studenti all' Università di Graz hanno spedito fiorini 65 alla Direzione centrale della "Lega Nazionale, raccolti nella festa delle "matricole,. -- G o s e locali Bollett. stat. municipali pei mesi di Luglio. Agosto e Settembre 18 9 3 Anagrafe: Nati — battezzati 28, maschi 11, femmine 17. Morti 18 uomini 6, dei quali 4 carcerati 1, donne 4, fanciulli 5, fanciulle 3. . sotto i sette anni; nonché maschi 0 . . femmine 0 . . nati morti — Trapassati: 9 Brussich Giorgio di Giulio d'anni 15. — 12, Gavinel Maria nata Bensich Ved. Antonio d'anni 70. — 13, Busan Domenica nata Degrassi d'anni 36, — 16, Pizzamus Antonio fu Giovanni d'anni 67. — Poli Maria — Teresa di Francesco d'anni 16. — V. C. (carcerato) da Treviso d'anni 63, — 22 S. G. (carcerato) da Knin, Dalmazia, d'anni 50, — 23, M. G. (carcerato) da Gemona, Italia, d'anni 57, 25 B. A. (carcerato) da Nona, Dalmazia, d'anni 31. — Gallo Caterina fu Giovanni d'anni 27 — Matrimoni 3. — 15 Giani Sebastiano con Nicolina Marsich. - 16 Giuseppini Giseppe con Antonia Bertoch — Chersa Stefano con Naria Kosir. — Polizia : usciti dall' i. r. Casa di pena 6, dei quali 2 dalmati. — 2 goriziani — 1 istriano — 1 italiano. — sfrattati 5. — rilascio di nulla osta per estra-dazione di permesso di viaggio marittimo 4 — rilascio di libretto di servizio 2. di lavoro 7. — infirmazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 3 per Ett. 19 di vino nero a sol. 32 il litro, certificati di sardelle salate 4 per barili 135 del peso comp, di chil. 5940, con tre barili di sala-moja del peso di chil. 300 — di sardoni salati 1 per mastelle ! 100 del di chil. 1900, con un barile di salamoja del peso di chil. 70 — d'olio di oliva 3 per caratelli 5 del peso comp, di chil. 2373 — di pomi d'oro 4, riposti in 49 casse, del peso comp di chil. 15000. — Licenze industriali: 21 per pistoria, — 1 per vendita erbaggi, frutta fresche e secche. — Animali macellati : buoi 32 del peso di chil. 8074 con 390 chil. di sego. —armente 27 del poso di chil. 4011 con 159 chil. di sego — vitelli 26. castrati 130. Bollettino delle malattie zimotiche. Capodistria : Angina difterica 3 casi, dei quali 1 seguito da esito letale, 2 si trovano tuttora in cura. — Varicella 1 caso guarito, Vajoloide 1 caso guarito. — Anagrafe: Nati — battezzati 22, maschi 14 femmine 8 — Morti 18, uomini 6, donne 4, fanciulli 5, fanciulle 3 sotto i sette anni. — Trapassati 2, Urlini Domenico fu Pietro d'anni 42 — 3 Bencich Antonio fu Antonio d'anni 55, — 6 Apollonio Pietro di Giovanni d'anni 17, — 9 (Jtel Luigia di Andrea d'anni 22, — 11, Deponte Francesco fu ? d'anni 73, 14 Cecconi Orsola fu Giovanni d'anni 58 — Benedetti Antonia fi Natale d'anni 55, — 23 Fontanot Giuseppe fu Giov. Batt. d'anni 70, — 28 Bencich Augusto fu Augusto d'anni 49, — Lonzar Anna nata Padovan fu Simone d'anni 72 — Più fanciulli 5, fanciulle 3 al di sotto di sette anni. Matrimoni 5. — 5 Steffè Antonio con Teresa Riccobon. — Schaffenhauer Odilo con Pia Radoicovich: 13 Piz-zamei Giuseppe con Maria Minca. — 19 Jurman Giacomo con Maria Parovel, — 27 Domenico Enrico con Elena de Baronio — Polizia: usciti dall'i, r. Casa di pena 9, dei quali 6 dalmati, 1 istriano, 1 triestino, 1 suddito italiano. — rilascio di "nulla ostan per l'estradaziona di permessi di viaggio marittimo 2, — rilascio di libretti di servizio 2, — di lavoro 2, — licenze per porto d'armi 2. — Certificati per spedizione di vino 12 per Ett. complessivi 102, Lit. 92 — di sardelle salate 8, per barili 157 del peso di chil. 6937, con 6 barili di salamoja del peso comp, di chil. 430, — di sardoni salati 3, per mastelle 150 del peso comp, di chil. 2850, con 3 barili di salamoja del di chil. 160; — di olio d'oliva 2 per botti 4 del peso di chil. 1236. — 1 per una cassetta di zingo del peso di chil. 85. — Licenze industriali 0. — Animali macellati, buoi 25 del peso di chil. 8420 con 350 chil. di .sego, — armente 24. del peso di chil. 3705 con 161 chil. di sego, — vitelli 28, castrati 106. Bollettino delle malattie zimotiche. Capodistria: Vajuolo casi 2 tuttora in cura, Angina difterica 1 caso, guarito. — Tifo addominale casi 9, dei quali 5 guariti, 1 morto e 3 tuttora in cura. — Anagrafe Nati — battezzati 14, maschi 5, — femmine 9, Morti 30, uomini 6 (dei quali 2 carcerati), donne 6, fanciulli 7. fanciulle 10 sotto i sette anni, nonché 1 maschio nato morto. — Trapassati: 4 Vascon Filippo di Luigi d'anni 32, — 5 Muslavich Brigida del fu Giacomo d'anni 76, — 6, Sossich Marianna nata Boccasini d'anni 70, — 7, Apollonio Antonio fu Antonio d'anni 22, — Bertoch Giovnna fu Giovanni d'anni 70, — 18, Tomma-sich Pellegrina di Francese d'anni 18, — 20, B. G. (carcerato) di Njegus, Montenero, d'anui 25, — 23, M. A. (careerato) da Dobrigno, isola di Veglia, d'anni 62. — 24 Fabian Maria fu Giacomo d'anni 63, — 28, Collovini Pietro d'anni 58. — 29 Sanzin Maria Ved. Antonio nata Corrente d'anui 70, — più fanciulli 7, fanciulle 10, al di sotto di sette anni 1 maschio nato morto. — Matrimoni 4, 2. Demori Giovanni Battista con Maria Zanella, 3, Lonzar Biagio con Cornelia Marsich, — 16 Depangher Michele con Orsola Gallo, — Krammer Augusto — Luigi con Maria Albertini. — Polizia, usciti dall' i. r. Casa di pena 4, dei quali 3 dalmati 1 trièstino, sfratati 3, — rilascio di nulla osta per estradazione di permesso di viaggio marittimo 3, per passaporto all' estero 2, per porto d'armi 2, — rilascio di libretti di lavoro 4 — informazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 4, per Ett. 64 di vino nero a sol. 32 — 36 al iitro - ■ Certificati per spedizione di vino 2, per Ett. 2 L. 39. — di sardelle salate 7, per barili 210 del peso comp, di Chil. 9220, con 9 barili di salamoja del peso di chil. 600. — di sardoni salati 1 per mastelle 150 del peso di chil. 2850, eon un barile di salmoja del peso di chil. 100. — Licenze industriali 3,1 di sarte, 1 per venditore chincaglie e manifatture, e 1 per vendita terraglie, vetrami e manifatture. — A-! nimali macellati, buoi 33 del peso di chil. 8088 con 447 chil. di sego. — Armente 14 del peso di chil. 2014 con 97 chil. di sego. — vitelli 26, castrati 112 — Bollettino delle malattie zimotiche Capodistria. : Tifo addominale, colpiti 11, dei quali 5 guariti, morti 1, e 5 si ritrovano tuttora in cura — Yajuolo casi 2 rimasti in cura ancora dal mese di Agosto decorso, — guariti. --—WS—---- Appunti bibliografici M. Tamaro. Le città e le castella dell'Istria. Rovigno - Dignano. Volume secondo. Parenzo. Coana. 1893. (Un grosso volume in sedicesimo di pagine 740). Prezzo corone 7, pari a lire italiane 7). Gli uomini colti vogliono essere giudicati nella vita e negli scritti. Nella vita prima. Pur troppo è vero quanto scrisse testé il Fogazzaro nella Miranda .... Di rado s' accompagna Dell'arte il magistero a spirto eletto, A proba vita..... Con questa sentenza il Fogazzaro ha di mira specialmente i poeti; nondimeno le sue parole convengono anche agli scrittori in generale. Libri ne abbiamo tanti, ed uomini pochi. E quanto ai libri qui torna a capello quell' altro detto del Giusti : "Il fare un libro è meno che niente Se il libro fatto non rifa la gente.. Anche questa è però sentenza da ripetersi con discrezione ; chè non si ha già a credere dover ogni opera produrre un qualche nuovo miracolone, e raddrizzare le gambe a tutti i cani che le hanno storte. Certo è però che tanto più produrrà qualche buon effetto il libro di un autore, quanto più egli è animato dal desiderio del bene e di trasfondere i suoi buoni sentimenti negli altri. Appena ricevuto questo nuovo volume di storia della città e castella dell' Istria, io ho detto subito : Ecco qui un galantuomo, un vero istriano, che sopraffatto da tante cure, da tanti fastidi, trova ancora il tempo da dedicarsi tutto al suo paese, e imprende a scrivere un'opera per raccogliere quanto si è detto dell' Istria, per trasfondere nei comprovinciali la sua fede nelle sorti della patria, e ravvivare nei lontani le assopite memorie. E ciò in un tempo di gravi pericoli, in faccia ai quali non tutti sentono il bisogno di serrare le file ; tra piccinerie e pettegolezzi d' ogni sorta, o tra profonde sfiducie giustamente cagionate anche nei migliori dalle arti dei soliti trimpelline che pur di tenere il banco, e vincere la partita accennano in coppe e danno in bastoni. Ho detto un galantuomo ed un vero istriano, perchè solo uno squisito sentimento di amor patrio può persuadere ad un uomo che ha la coscienza di sè e di saper fare qualche cosa di meglio, ed è da famigliari esempi eccitato a pigliare il volo, per respirare più al largo, può persuadere, dico, di rimanere al suo umile posto. Dell'Istrianità, dirò così, di Marco Tamaro e della bontà delle sue intenzioni ne fa fede come il primo, questo secondo volume. L'Istrianità è P anima del libro e ne costituisce come la fisonomia, 1' espressione del carattere nostro, dei nostri difetti e delle nostre virtù. Perchè in qualunque altra regione italiana, un autore, o ci avrebbe dato diffusamente la monografia della città principale, o meglio tutta la storia della regione stessa. Qui invece della aspettata storia dell'Istria abbiamo un voluminoso seguito di monografie di tutte le cit-tadette e borgate dell' Istria. Il difetto non è del libro, ma dell'ambiente; effetti del campanilismo. Bisogna contentare tutti, e tutti saranno ben grati all' autore, se per opera sua, in Istria e fuori, si saprà che a Rovigno per esempio ci sono tre campane, quali pesano quintali tanti, e in Sant'Eu» femia si ammirano undici altari tutti di marmo, mentre il Duomo di Milano, che è il Duomo, non ne conta che quattordici, solo quattro di più. Bisogna ben legare l'asino dove vuole il padrone e F amico Marco ne ha tanti ; di padroni s'intende. Ma l'amore al patrio luogo, e sia pur piccolo, è sempre fonte di grandi virtù ; ed ecco così l'istrianità causa di moltissimi pregi del libro stesso, della somma cura, dei molti studi, della pazienza nel raccogliere che ci ha posto 1' autore. La sua diligenza fu grande e buona 1' arte di cementare l'altrui per dare una forma unica, per tentare di ridurre tutto ad unità. Ancora di un difetto del nostro carattere ; l'istriano ha una tendenza spiccata alla megalomania: difetto del resto naturale e scusabile fino ad un certo punto in chi si vede trascurato, e per la posizione della piccola penisola, tagliata fuori dalla strada ai grandi centri, ha di raro occasione di fare dei raffronti. Io non so per esempio che cosa si dirà altrove, dopo il giudizio, un po' duro, di uno scienziato di primo ordine, di un libro in cui 418 pagine sono dedicate a Rovigno, che non ha che 9000 abitanti, e in Lombardia non sarebbe che una senplice borgata. Ast contra reputando, poiché alla megalomania è sottentrata oggi la micromania, ed è di moda dire corna del proprio paese, ben venga anche il professus granàio, del buon istriano, il quale viceversa in questa opera non turget ; ma dice le cose con certa piacevolezza e semplicità. Detto così del volume in generale, passiamo alle particolarità. Mano mano mi si presenterà l'occasione, rileverò i pensieri e gl' intendimenti dell' autore senza una dettagliata recensione. Un volume di settecento e più pagine non si compendia, si legge e si studia. Presa P aire, con un fare spigliato, il Tamaro entra subito in medias res, e nei tre primi capitoli compendia il Benussi, dandoci però una propria impronta; e nelle questioni arcaiche taglia corto, e salta con disinvoltura il fosso. Così nelle origini del nome. A proposito, io non so perchè i nostri scienziati non si decidano una buona volta di smettere da certe pedanterie classiche greco - latine. Oh che ! gli Aborigeni ed i Celti non ci hanno ad entrare proprio per nulla in Istria? 0 almeno di fianco ad una città antichissima sprofondata perchè non pensare anche a ruina? E in ogni modo Rovigo e Buvo nel Veneto e in Puglia, potrebbero metterci sulla buona via. Leggendo poi dell' Aquarium (pag. 29) stabilito dalla dotta Società di Berlino in Valdibora, mi sono tenuto i fianchi per non iscoppiar dalle risa. Da buon istriano, per non essere da meno dei Rovignesi, che in fatto di motti arguti sono maestri, ho rilevato subito l'ironia. Diavolo ! In una citta dove i cristiani comperano l'acqua delle putride lame, beati i pesci! Nel capitolo quarto, poi parlando della costituzione dei comuni il Tamaro si è trovato nella sua beva ed ha detto cose buone, ed utili a sapersi da chi non sa o finge di non sapere P antico sviluppo del comune nell' Istria, e l'istituzione dei consoli negli ultimi anni del secolo undecimo. Salto a pie' pari altri capitoli di storia rovi-gnese, e ben nota per altri lavori di comprovinciali tra i quali l'illustre Benussi, e mi trattengo ai capitoli 8 e 10, dove il Tamaro tratta con molta erudizione, e con larghe vedute degli statuti municipali in generale, dello Statuto di Rovigno in particolare, del Fondaco, del Monte di pietà e delle Confraternite. E per vero qui la megalomania non c' entra ed è con legittimo orgoglio che possiamo additare tante nobilissime istituzioni in una umile cittadetta, abitata in gran parte da pescatori e agricoltori; e andar superbi dell'antica civiltà, alla quale si vorrebbe ora da pochi ma arditi mestatori anteporre altre istituzioni ed altri possibili frutti di una civiltà che è sempre di là da venire. Se altro non avesse fatto il Tamaro che questo ; cioè messo bene in chiaro i nostri legittimi vanti in faccia alle recenti petulanze croate, avrebbe già fatto opera degna di lode, e da buon patriotta. Da quanto poi ci dice negli antecedenti capitoli sugli scatti d'eroismo (pag. 92), sugli arditi navigatori (96), sulle frequenti baruffe e sollevazioni di popolo (127); se da un lato dobbiamo sarcasticamente esclamare — altro che reposso nei deserti! ammiriamo dall'altro negli uomini e nelle donne di Rovigno il tipo vecchio dell' Istriano, che si conservò come nel dialetto, così anche nei costumi integro, fiero, vero sangue di Re Epulo, e. senza mistura di sangue dell'aristocrazia snervata dalla dominante fìaccona negli ultimi tempi, come pur troppo avvenne in qualche altra città della costa. A questa temperanza ed equanimità di giudizi, conseguenza del buon metodo di udire in ogni questione tutte due le campane, ci dà frequenti esempi il bravo Tamaro. Così ad esempio, lodate le leggi e le ottime istituzioni marittime nei bei tempi della Repubblica Veneta, biasima poi col Benussi le gravezze e i freni che incepparono il libero commercio, quando sull' adriatico stesso era dichiarata libera la navigazione e porti - franchi Trieste e Fiume. Di qui i frequenti contrabandi le arditezze extra-legali dei ricchi mercanti rovignesi e le baruffe dei popolani e delle popolane di Sant'Eufemia (pag. 178). Santa Eufemia! Ci siamo. Tanto per non compromettersi il Tamaro ha dato un colpo alla botte ed uno al cerchio. Pure per essere sinceri parmi che sulla questione, già altre volte agitata, l'autore si sia studiato di dare una toccatina sul piatto della bilancia dalla parte dei pesi, come fanno gli esercenti. Fisime, diranno molti ; nel caso concreto però è questione di buon naso, e certe cose le capisco a volo. Bene argomenti, Marco mio ; siamo d' accordo nel rispettare le tradizioni ; e tu ripeti benissimo come ho detto io stesso altre volte : Tutto giova alla scienza, e sarebbe opera tutt' altro che "spregevole se qualcuno dei nostri studiosi si consigliasse di raccogliere tutte le tradizioni sacre e profane del popolo istriano, (pag. 209). D'accordo in massima. Ma altro è rispettare le traduzioni e studiarle; ed altro accogliere per documenti autentici, vecchie carte apocrife che non resistono alla critica più elementare e già con piena competenza demolite del Kandier. *) Sotto questo aspetto non si può paragonare la tradizione di Sant'Eufemia di Rovigno con quella di San Giusto a Trieste, di Sant'Ambrogio a Milano e di San Giovanni a Firenze. Per quest'ultimo c'è il Vangelo, e bacia lì; di Sant'Ambrogio ci sono storie autentiche e non favole, e la leggenda del mite santo flagellante i tedeschi a Parabiago non fu mai accolta dalla chiesa ambrosiana; di San Giusto sono certi gli atti del martirio, senza troppe frange. Ed il tempo è galantuomo ; e verrà forse il giorno, in cui come i recenti sterri demolirono la leggenda di San Mauro africano, così si porrà in sodo il trasporto in modo naturale di una santa Eufemia, probabilmente istriana. Perchè in questa faccenda è avvenuto qualche cosa di simile alle indagini per venire in chiaro della fuga della conversa di Meda. "Forse se ne sarebbe potuto sapere di più, se invece di cercar lontano, si fosse scavato vicino.Ä (Promessi Sposi. Capitolo X.) Il fatto poi delle quattro feste che si celebrano a Rovigno, dimostra sì la devozione commendevole del popolo alla sua santa protettrice ; ma niente affatto P autenticità del codice membranaceo centone di spropositi. Se mai, prova anzi tutto il contrario ; cioè è testimonio del buon senso e dell'arrendevolezza in tempi illuminati del popolo, che fu ben contento di ricevere la santa venuta da Chioggia in un prosaico trabacolo, e implicitamente così ha condannato le antiche leggende, senza perciò perdere la fede nell'intercessione dei santi, ciò che è solo articolo del credo cattolico. Passiamo ad altro. I capitoli 15, 16, 18, 18, 19 sono trattati con ispeciale cura, e contengono pagine vive di storia, che verranno lette, spero con profitto, anche dai lontani per formarsi un giusto concetto delle nostre vicende negli ultimi tempi. Parlando del dialetto e dei canti popolari l'autore dà prova di una larga coltura, di essere bene informato degli uitimi studi si fecero in Italia; e istituisce raffronti tra i canti rovignesi e le varianti di altre regioni italiane. Sfidiamo i famosi filologi preadamitici a fare altrettanto con le nenie su Cralovicio Marco, belate negli ultimi tempi della Repubblica sui nostri monti, tra una coltellata e l'altra. Alle corte; tutto è in Istria di provenienza italiana. La modesta dichiarazione dell'autore di non poter fare di più "perchè non sarebbe materia di libro popolare, (pag. 281) è fuor di luogo, anche perchè potrebbe ') Vedi anche Provincia XX num. IO e 11. dare appiglio a qualche ipercritico di appuntare che in questo caso avrebbe dovuto astenersi dal trattare con tanta erudizione dell' origine dei comuni nel sopraccitato capitolo. Se non che il livellare un libro, e aver occhio a tutto, in opera-così voluminosa, non è facile ; e ci si può in se- j guito portare rimedio. Intanto, in questo secondo volume, messo I sull' avviso, P autore ha saputo sfuggire le inutili ripetizioni, e concatenare il nuovo al già detto ; e j questa è lode non poca. Particolare interesse destano da ultimo i capitoli ove tratta della caduta della Repubblica, della dominazione prima austriaca, poi francese, austriaca da ultimo. Ci sono fatti ed aneddoti, che ' ogni storia generale italiana vorrà quindi innanzi raccogliere; e ne rilevo subito due. Il francese colonnello Spring che teneva la piazza, voleva ad j ogni costo che la guardia nazionale rovignese, già I segnalatasi nella difesa della città contro gl'In« glesi, lo seguisse fino a Trieste in difesa di quel I castello. Ma i Rovignesi se erano pronti a combat-1 tere pro aris et focis, non si sentivano disposti ] a mestare nei fatti altrui; e il capitano della guardia Giovanni Costantini vi si rifiutò decisa- I mente. E allo Spring che, montato in furia, gri-1 dava: Farò battere la generale, rispose: Ed io 1 farò suonare campana a martello. I Rovignesi ri- ] masero a casa. Anche nell'Istria adunque tra le I avellane e gli olivi allignano le piante, in cui "ri- ] vive la semente santa, dei Capponi, (pag. 336). E che dire della somarata dei Reali di Napoli a Rovigno nel 1816 ? O ombre del Settembrini e degli illustri martiri negli ergastoli napoletani, 1 perchè non avete potuto assistere alla rivoluzione 1 degli asini di Rovigno reluttanti dall'offrire il I groppone ai postergali di Re Ferdinando? (pa-gina 351) Finisco con un tributo all' amicizia. Il Ta- I maro dice che a Rovigno esistettero sempre delle I brave persone, specie sacerdoti, che istruivano I dei giovani in privato nella grammatica, nella ret-torica, nel latino... (pag. 365). Fra quelle brave J persone rammento con vivo affetto il prete Don I Antonio Sponza, a cui molti oggi alto locati devono ! la loro educazione. E lo Sponza, allora giovane I modesto, colto, simpaticissimo fu nel 1S18 mio 1 compagno di speranze e di dolori, ed amico raro, ! unico nella teologica caserma goriziana. Dovrei dire anche di qualche svarione, del proto probabilmente, come Pola per Pirano nell'ultima linea a pag. 27: errore che fa perdere la tramontana al lettore. E così, benedisce per benedice, (pag. 266) e qualche altro, specie nei capitoli di stile spigliato. Sarà utile quindi attaccare in fondo un cartellino col-l'errata corrige. Ma, non ego paucis offendar ma-cuìis dove tante buone ed utili cose risplendono. Avrei a dire della seconda metà del libro. Dignano ecc. Se non che le cose lunge diventano serpi; e questo mio appunto minaccia a dirittura di diventare un serpente a sonagli, un po' causa il critico che vuol mettere bocca in tutto, e un po' anche l'editore che, a risparmio di spago e di rontespizio ha voluto invece di due, regalarci un unico volume. A rivederci adunque la prossima Tolta. P. T. Ecco il sommario di questo secondo volume dell' opera : Le città e le castella dell'Istria ROVIGNO Cap, I. Quando vidi la prima volta Rovigno — Posizione geografica della città — Leggenda popolare — I due porti con le isole — Come si andò estendendo la città. Massimo suo sviluppo e nuovi provvedimenti — Abbellimento della città negli ultimi tempi — Altri progressi e l'Ospizio marino di S. Pelagio — Condizioni climatiche e 1' "Aquarium, — Lo stemma. „ II. Il territorio di Rovigno prima e durante la dominazione romana — La torre di Boraso — Le isole di Sant' Andrea, con le fabbriche di vetro, e Cissa — La tintoria di porpora. ! „ III. Origine di Rovigno — Primi abitatori e raugo della città — Irruzione degli Slavi. Contese per le decime — Relazioni con Venezia — Guerra con Capodistria e Pirano, pace separata con quest' ultima — Altalena dispiegata dal Comune fra Venezia ed Aqui-leja — Dedizione definitiva a Venezia. „ IV. Costituzione delle epoche fin qui trascorse — Lento costituirsi dei Comuni — Consiglio maggiore, Arrengo del popolo — Consoli, Giudici, Sindacò e Podestà — Subordinazione reiigiosa. „ V. Prime conseguenze del dominio veneto — Scorrerie degli Uscocchi. Rovigno si fortifica — Stato della città durante la guerra tra Venezia e 1' Austria — Sacrifizi di Rovigno per le guerre contro il Turco - Molestie dei Dulcignoti — Altre vicende fino alla caduta della Repubblica — Valentia e prodezza dei marinai rovignesi. „ VI. Costituzione all' epoca veneta. Il Podestà — Consiglio dei cittadini. Aggregazione di "Vicini, — Elezione dei cittadini — Elezione dei vari Magistrati, Collegetto, il Comune — Magistrato ed altre cariche minori municipali. Cap. VII. Malcontento dei popolani verso il Consiglio — Istituzione dei Sindici — Un battesimo dimostrativo — Lotte fra popolani e cittadini — Debolezza del Governo, corruzione nella società — Giustizia esemplare. , VIII. Degli Statuti municipali in generale — Lo Statuto di Rovigno. „ IX. Oneri pubblici — Cause dell'aumento della popolazione — Pastorizia, agricoltura e pesca — Industria e commercio. , X. Il palazzo pretorio — Il Fondaco — Il Monte di pietà — Confraternita della Madonna di Campo — Delle Confraternite in generale, e di alcune speciali di Rovigno. , XI. Il tempio maggiore di Rovigno — La leggenda di Sant' Eufemia — Dispute e conseguenze — Se questa chiesa sia stata sede episcopale — Quale sia stato il duomo prima dell'attuale — Quando e come venne costruito il tempio presente — Come si amministrasse la chiesa — Abbellimenti seguiti di poi — L'interno del tempio — Il campanile e il cimitero. , XII. Il Capitolo collegiale curato — Cura di anime. Cariche capitolari — La Villa di Rovigno e la sua subordinazione ecclesiastica — Mutamenti nel Capitolo — Dignitari di questa Chiesa. , XIII. La chiesa dei Minori Riformati di S. Francesco — Il convento rispettivo — L' ospizio dei Benedettini e l'isola di Sera — L' ospizio dei padri Serviti e Pisola S. Caterina — S. Giovanni in Pelago — L' ordine dei Giovanniti. , XIV. Usi e costumi del secolo XVII e seguente — Lusso e corruzione — Feste private e pubbliche — Le Rogazioni — Il Perdon d'Assisi — Spirito riformatore. — Stregherie — Pubblica igiene. , XV. Dialetto rovignese — Canti popolari — Confronti con altre provincie d'Italia. „ XVI. Rovigno al tempo delia rivoluzione francese — S'istituisce il governo democratico — Entrata degli Austriaci: nuova organizzazione — Reclami. Nuovi sacrifici dei Rovignesi — Ancora riforme dopo la pace di Luneville. , XVII. Dominazione francese — Fatti che ne seguirono — Partito austriaco. Tumulti — Mala accoglienza al ritorno dei francesi — Conseguenze disastrose — Nuove istituzioni — Brigantaggio ed altri fatti provocati dagli Inglesi. „XVIII. Mutamenti al ritorno degli Austriaci — Spigolature storiche — Un grande convegno di Principi — Il rovescio della medaglia — Fatti diversi. „ XIX. Condizioni culturali in genere — Scuole ed altri mezzi d'istruzione — Uomini illustri di Rovigno — Artisti. Cap. XX. Pittura dei Rovignesi fatta dal Caver — Loro spirito di intraprendenza — Agricoltura e agricoltori — Abitudini cittadinesche. „ XXI. Una gita al canale di Lerne — La grotta di S Romualdo — Il castelliere di San Martino. Valle „ I. Da Rovigno a Valle. „ II. "Castrum Vallis, — La strada consolare romana — Antichità romane — Barbariga — Degli Agri colonici in genere — Determinazione dell'Agro polese. „ III. Valle sotto i patriarchi — Dedizione a Venezia — Vicende politiche al principio del periodo veneto — Contribuzioni pubbliche e modo di soddisfarle — Ultime peripezie guerresche. „ IV. Antica costituzione di Valle — Statuto. Cariche pubbliche — Successive disposizioni legali. „ V. Edifizì pubblici. Il duomo e la nuova basilica — Ordine gerarchico della chiesa di Valle — Il Monastero della Madonna alta e la visita di papa Alessandro 111 — Il Monastero di S. Michele — Beato Giuliano di Valle — Ultime vicende del convento di S. Michele. „ VI. I Bembo — Brevi notizie di statistica — Natura dei Vallesi. Canfanaro „ I. Canfanaro — Sua recente fondazione. „ II. Posizione di Due Castelli — Prime notizie — Quello che resta di Due Castelli — Spigolature storiche — Una leggenda di M. Pachinetti. „ III. Un bravo frate e un prode soldato. DIGNANO „ I. Posizione di Dignano — Pianta topografica della città — La piazza e 1' antico castello — I fondaci e la rispettiva trasformazione — Altre innovazioni introdotte col tempo — Dignano comune locale e distretto giudiziario. „ II. Antichità romane — Briciole di storia — Un conflitto di competenza — Lo Statuto. „ III. La chiesa parrocchiale — La sacrestia; una famosa custodia — Il campanile e il cimitero. „ IV. Collegio di canonici — Chiese minori. „ V. Usi, costumi e canti del popolo dignanese — La popolazione della campagna. „ VI. 11 dialetto dignaneso e Giov. And. Dalla Zonca — Il naturalista B. Biasoletto. „ VII. Stabilimento bacologico Sotto Corona — Influenza da questo esercitata sulla bacologia istriana — Produzione agricola ed altre industrie. Sanvincenti „ I. Da Gimiuo a Sanvincenti — Topografia della borgata — Descrizione esterna del castello — Un matrimonio di contadini Morlacchi — Loro danze nazionali. Cap. II. L'interno della Chiesa e sue precedenze storiche — La giostra nel giorno di S. Giov. Battista — Famiglie antiche e nomi delle contrade — Una visita all'interno del castello. , III. Notizie del Castello — Come sia venuto alla mensa vescovile di Parenzo — Capitani del Pasenatico e avventure con gli Uscocchi — Un generale e un canonico — Note statistiche. Barbana , I. Il canale d'Arsa — Ricordi storici di questa regione — Un'ara votiva al nume Melesoco. „ II. Il castello di Barbana — Quello che resta di antico — La chiesa di S. Nicolò ed altre minori. „ III. Precedenti storici di Barbana — Come sia. venuta in potere dei Veneziani — I feudatari — Gravezze, esenzioni e rendite — Vicende dei feudatari. „ IV. Di che natura fosse il feudalismo a Barbana — Legislazione — I capitani — Consiglio comunale e civico — Zupani e Pozupi — Cariche inferiori — Diritti del Capitolo — Provvedimenti diversi. „ V. Barbanesi distinti — Pietro Stancovich. --■—---1 PUBBLICAZIONI È uscito dalla tipografia di Gaetano Coana in Parenzo il fascicolo 1 e 2 del volume IX degli «Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia patria». Il presente volume, che conta quasi 300 pagine, esce con tipi nuovi e carta molto fina, così che anche dal lato della forma esterna si presenta molto bene. Eccone il sommario: Direzione. —- Commissione al Podestà di Umago. — i Documenta ad Forumjulii, Istriani, Goritiam, Ter-gestum spectantia {continua). — Senato Mare — Cose dell' Istria {continua). Benussi dott. Bernardo. — La liturgia slava nel-l'Istria. Direzione. — Varietà — Carlo De Franceschi (cenno necrologico). Come si vede, abbiamo un nuovo studio sulla questione tanto dibattuta negli ultimi tempi fra noi sulla liturgia slava, e fatta da penna maestra. Ce ne occuperemo al più presto, e con quell' interesse reclamato dall' entità della questione. La liturgia slava nell' Istria, studio dell'illustre dottor B. Benussi pubblicato nell'annunziato volume IX, degli "Atti e Memorie, della Società istriana di archeologia e storia patria, è uscito in separato volume. Parenzo tipografia di Gaetano Coana.