Vincenzo Orioles Universitá degli Studi di Udine* UDK 811.131.1'366 tra sicilianitá e sicilitudine 1. MARCHE LINGUISTICHE DELL'IDENTITÁ Il tema delYidentitá ha acquistato negli ultimi tempi una valenza simbólica ricca di implicazioni e suggestioni. Facendo astrazione da forme di rivendicazione basate sul fattore etnico e dai casi di costruzione mitica e di «invenzione della tradizione», vogliamo qui guardare al caso in cui l'identitá sia stata tematizzata come fattore di promozione delle appartenenze particolari, specie regionali, che si pensava fossero ormai assorbite da forme di aggregazione piu vaste e globalizzanti. Sotto questo aspetto una caratterizzazione identitaria si giova di elementi o contrassegni culturali che concorrano alla focalizzazione di questo o quell'ele-mento del quadro, mentre sul piano linguistico l'individuazione puo essere resa con strategie espressive sottili affidate non solo a unitá lessicali ma a volte anche a strutture morfologiche. Con questi presupposti vorrei soffermarmi sulle forme derivazionali che compendiano in sé il riferimento alla specificitá siciliana e in particolare sul tipo sicilitudine.1 2. CONCORRENZA DI SUFFISSI DERIVATIVI Per evocare l'identitá siciliana disponiamo di almeno due tipi formativi concorren-ti: da una parte sicilianitá, con cui si designa la «peculiaritá di quanto e propriamen-te siciliano o tradizionalmente attribuito ai siciliani nella lingua, nella cultura, nel costume, nella civiltá» (av. 1886, GRADIT s.v.), e dall'altra il piu recente sicilitudine, definito come l'«insieme delle consuetudini e degli atteggiamenti tradizionalmente attribuiti ai siciliani» (1983 s.v.) per non parlare dell'ulteriore derivato sici-lianismo che riveste volta per volta un ben definito valore di termine storico o di tratto linguistico.2 Questa coesistenza di per sé non sorprende: non e infrequente * Indirizzo dell'autore: Dipartimento di Glottologia e Filología classica, Universitá Via Mazzini 3, 33100 Udine, Italia. Email: orioles@uniud.it 1 Sono persuaso che Mitja Skubic non disdegnerá questo lavoro che evocherá le mie 'radici' sici-liane a lui del resto ben note. Allo studioso mi lega una pluriennale consuetudine sviluppatasi proficuamente nel periodo in cui egli ha svolto le funzioni di componente del Comitato Scientifico del Centro Internazionale sul Plurilinguismo presso l'Umversitá degli Studi di Udine. Da tale frequentazione e scaturito un sodalizio culturale e amicale che, a partire dalle singole esperienze di ricerca, unisce e affratella in una visione comune i due Atenei di Udine e Lubiana. 2 Nel senso di «movimento politico e atteggiamento intellettuale che rivendica l'autonomia culturale e politica della Sicilia rispetto alla restante Italia», sicilianismo e documentato a partire dal 1864; con il valore di «parola, locuzione o forma del dialetto siciliano entrata nell'uso di un altro nei processi di formazione della parola di una determinata lingua, la compresenza di due o piu affissi derivativi che si contendono uno stesso spazio semantico acqui-sendo ciascuno una specializzazione funzionale: accanto a un tipo non marcato, che rappresenta la polarita neutra, se ne puo affiancare uno caricato di valore aggiunto, regionale, stilistico o tecnico, che gli permette «di ritagliarsi una nicchia nella quale manifestare la sua produttivita».3 E questa in particolare la condizione dei suffissi -ita e -itudine (continuazioni rispettivamente delle basi latine -itate- e -itu-dine-) entrambi utilizzati per formare astratti ricavati da aggettivi per indicare una qualita, una capacita, una condizione che si attribuisce a qualcuno o qualcosa. 3. GENESI DEL DERIVATO SICILITUDINE Per la coniazione del tipo sicilitudine viene comunemente chiamato in causa il ruolo di Leonardo Sciascia (1969), la cui raccolta di saggi La corda pazza si apriva proprio con un intervento su Sicilia e similitudine. Attraverso tale espressione lo scrittore siciliano compendiava quella che egli riteneva la nota distintiva del carattere isolano, «il comportamento, il modo di essere, la visione della vita - paura, apprensione, diffi-denza, chiuse passioni, incapacita di stabilire rapporti al di fuori degli affetti, violen-za, pessimismo, fatalismo - della collettivita e dei singoli» (p. 13). Nei confronti di questo spietato profilo della sicilianita si sarebbero levati molti accenti critici tra cui mi piace annotare il netto giudizio di Andrea Camilleri, pronto a prendere decisa-mente le distanze da una categoria giudicata «impalpabile», carica com'e di «una connotazione affettiva, piu che razionale».4 Ma Sciascia, che alla sicilitudine ha sicuramente garantito ampia eco, non ne e l'onomaturgo tanto e vero che egli stesso, sia pur fugacemente, chiama in causa un non meglio precisato «scrittore siciliano di avanguardia» (p. 17 del saggio citato), al quale solo qualche anno dopo avrebbe reso giustizia menzionandone espressamente il nome. Alludo al palermitano Crescenzio Cane, che aveva gia fatto uso del termine in un racconto-saggio scritto nel 1959 e che ricordera le circostanze dell'atteso rico-noscimento con le parole qui riportate: Lo scrittore Leonardo Sciascia, nel suo libro «La corda pazza» edito dall'Editore Einaudi, nel saggio d'apertura titolato «Sicilia e Sicilitudine», parla della Sicilia e dei personaggi che hanno creato la cultura siciliana, sino ad usare il mio vocabolo «la sicilitudine»: «la dialetto o nell'italiano», e attestato dal 1891 (le datazioni sono tratte dal GRADIT s.v.). Per una densa analisi dell'ideologia sicilianista e della sua connessione con l'esaltazione esasperata del nazionalismo isolano rimando senz'altro a S. Trovato, in Ethnos e comunita lingüistica: un confronto metodologico interdisciplinare - Ethnicity and language community: an interdisciplinary and methodological comparison. Atti del Convegno organizzato dal Centro Internazionale sul Plurilinguismo (Udine 57 dicembre 1996). A cura di R. Bombi e G. Graffi. Udine: Forum, 1998, pp. 479-493. 3 La formulazione e tratta da A. M. Thornton, «Avampiede e il prefisso avan- in italiano». Lingua Nostra 59/3-4 (sett.-dic. 1998), p. 107. 4 Le citazioni sono attinte da alcuni passaggi testuali on line che ripropongono brani del libro intervista redatto da Marcello Sorgi, La testa ci fa dire. Dialogo con Andrea Camilleri. Palermo: Sellerio, 2000. sicilitudine dice uno scrittore siciliano d'avanguardia». Senza fare il mio nome e cognome, e questo suo saggio è datato 1969. Senza dubbio sono onorato dell'uso che ha fatto del mio «vocabolo», ma mi suono strano non sentirmi citato col mio nome e cognome e, senza dubbio, credo che Leonardo Sciascia l'abbia compreso, tanto è vero che nella mia prima Mostra di pittura, fatta alla galleria «Arte al Borgo» nel mese di dicembre 1972 a Palermo, presentandomi, nel catalogo, ha scritto: «Crescenzio Cane è l'inventore della parola «Sicilitudine» che lettori distratti e critici peggio che distratti ingiustamente e ingiustifi-catamente ritengono mia. Lo dicevo chiaramente, che era stata coniata da altro scrittore siciliano, e d'avanguardia; ma quasi nessuno ci ha fatto caso ...» (La Memoria collettiva, pp. 76-77). In realtà, a ben guardare, ci sono sottili differenze di caratterizzazione del termine da parte dei due intellettuali: se Cane puntava sulla negatività di una condizione di asser-vimento a un sistema di potere feudale e mafioso («vivere in Sicilia significa scontrarsi con una particolare realtà che è la condizione socio-politica culturale della nostra Isola che è l'occhio del ciclone della 'sicilitudine'»), Sciascia guardava all'identità siciliana come tensione irrisolta, carica di inquietudine e di tormento interiore. Qualsiasi inter-pretazione si voglia dare alle motivazioni ispiratrici dei due autori, resta il fatto che, a partire da quell'uso letterario, la sicilitudine si presta a diventare uno tra «i più logori cliché ... concetto degradatosi a stereotipo falsamente etnografico»5 anche perché «sot-tintende (o postula) un sentimento, una cognizione di diversità».6 4. NASCITA E FORTUNA DI UN NUOVO PARADIGMA DERIVAZIONALE Va detto che sicilitudine merita l'attenzione del linguista non solo per le sue valen-ze semantiche e connotative ma anche per la prerogativa di rialimentare, attraver-so l'estrapolazione del suffisso -itudine, un fortunato modello derivazionale la cui produttività sembrava bloccata.7 5 M. Di Gesu, «Per una contro-storia letteraria e civile della Sicilia moderna». Gli Apoti [Pubblicazione quadrimestrale di letteratura, storia, arte e política], II/1 (ott.-genn. 2006), pp. 11-16. 6 Sono parole di Andrea Camilleri, tratte dall'intervista rilasciata a Simona De Montis, La grotta della vipera, XXV/88 (inverno 1999). Accanto a sicilitudine appare occasionalmente anche la variante sicu-litudine registrata da Marri 2008 con retrodatazione al 1979 rispetto al 1999 fatto valere da G. Adamo/V. Della Valle, Neologismi quotidiani: Un dizionario a cavallo del millennio (1998-2003) (Firenze: Olschki, 2003) e che possiede una valenza semanticamente diversa da quella identitaria di sicilitudine «e piuttosto connessa allo stereotipo folcloristico del maschio siciliano (o meglio, siculo)». 7 Se Rohlfs (1969: 459) caratterizzava ancora -(i)tudine come «suffisso latineggiante limitato alla lingua dei ceti superiori» (adibito alla formazione di astratti, con citazione di attitudine, altitudi-ne, gioventudine, gratitudine, consuetudine, quietudine, vicissitudine), Grossmann/Rainer (2004: 243; e si veda anche p. 310) rilevano l'avvenuta inversione di tendenza e la riacquisita capacita del suffisso di formare nomi di status. A sua volta (Frenguelli 2008: 139-140) osserva come «non sono pochi i neologismi apparsi nel periodo 1998-2006 alcuni dei quali hanno raggiunto una discreta diffusione: asinitudine, casalinghitudine, gaytudine, pigritudine, sicilitudine, singletudine ... Come spesso succede (lo hanno fatto notare Bruno Migliorini8 e poi Pietro Janni 1990 e 1995) anche una singola espressione e suscettibile di trasformarsi in 'forma pilota' che intercetta un immediato consenso per il fatto di rispondere a un nuovo bisogno espressivo e di delimitare un ben preciso e originale spazio semantico. Sicilitudine in definitiva si presta a fungere da 'collo di bottiglia', incentivo alla conia-zione di formazioni affini ricavate da etnici:9 sarditudine 1977;10 romagnolitudine 1983; russitudine 1998 e il recente suissitudine 2008.11A partire dalla caratterizzazio-ne territoriale, l'elemento -itudine finisce con l'acquistare la funzionalita di una marca di identita socioculturale e come tale ben si presta ad essere aggiunto, con una progressiva estensione funzionale, a forme nominali che evocano stili di vita (punkitudine 1977), condizioni esistenziali (casalinghitudine 1987,12 singletudine e sin-glitudine 1991, gaytudine 2000), o anche propensioni e idiosincrasie (asinitudine 1999, gaffitudine 200813). Si assiste in definitiva ad uno «spostamento del significato verso un piano sociale ed identitario ... [con il risultato che] le piu diffuse neoformazioni ... designano una categoria di soggetti vista come portatrice di specificita e rivendi-catrice della propria identita».14 Questo derivato appare di un certo intéressé in quanto mostra la capacità del suffisso di legarsi a una base allogena (anche se ormai ricorrente nel nostro lessico). Capacità che è del tutto incompatibile con un suffisso improduttivo». 8 Ripercorre questo aspetto della ricerca miglioriniana il saggio introduttivo di G. Ghinassi anteposto a B. Migliorini, La lingua italiana nel Novecento. A cura di M. L. Fanfani. Firenze: Le Lettere, 1990, pp. XLVII-XLVIII. 9 Sotto questo aspetto, tra l'altro, va fatto rilevare che la forma archetipica sicilitudine denuncia una certa anomalía poiché la sua base lessicale non è un vero e proprio etnico come per sarditudine da sardo, romagnolitudine da romagnolo, russitudine da russo ecc. ma semmai il corrispondente toponimo sicilia, forse in quanto sicilitudine si reggeva su un gioco di contrasti con sicilianità, Non a caso del resto qualcuno avrebbe ideato l'alternativa sicilitudine (v. nota 6), meglio allineata con la serie derivativa; ma ormai la circolazione e la pregnanza di sicilitudine erano tali da assicurare stabilité all'espressione. 10 Quando non diversamente indicato le datazioni delle varie forme, che qui documentiamo in ordine cronologico di attestazione, sono tratte dal GRADIT. 11 Entrambe le forme sono ricavabili dall'archivio del corriere della sera on line e sono datate rispettivamente al 19 aprile 1998 e al 26 aprile 2008; per suissitudine devo in particolare la segnalazione alla collega Raffaella Bombi. 12 Menzionato da F. Marri, lingua nostra 67 (2006), p. 116. 13 Appare utilizzato in riferimento all'esponente politica Ségolène Royal in un articolo a firma di Maria Laura Rodotà dal titolo ségolène, tutta chiacchiere e gonnella. Meglio seguire la lezione di Angela, «Corriere della Sera» 11 luglio 2008, p. 13; nell'occhiello si dice: «La sindrome tradita da suggestioni noir, voce stridula e 'gaffitudine'» mentre nel testo ricorre il diretto antecedente fr. gaffitude: «Come la ' gaffitude ' (cosí la chiama Libération) rischia di penalizzare Royal nella sua battaglia per la segreteria». 14 Sono parole di Mioni (2008: 133-134). 5. LA SINERGIA CON IL TIPO NEGRITUDINE Lungo la strada che conduce all'estrapolazione e alla riconoscibilità del suffisso, sici-litudine tuttavia non agisce isolatamente ma stabilisce una importante sinergia con la formazione di origine francese negritudine, le cui vicende giustificano un adeguato excursus proprio in virtù dell'azione di rinforzo svolta dall'espressione ai fini della diffusione del nuovo schema formativo. Anzi, se stiamo all'accenno che si puo leggere presso Grossmann/Rainer (2004: 243; e si veda anche p. 310): «L'uso di -itudine come suffisso per formare nomi di status» avrebbe preso le mosse proprio da negritudine (a. 1972) a sua volta calcato sul fr. négritude». È sulla scia di questa forma, puntualizza il repertorio, che si sarebbe generata la serie formativa comprensiva appunto del tipo sicilitudine (per il quale in particolare si rinvia a Giorgio Bocca, Italiani strana gente. Milano: Mondadori, 1997, p. 90). Rispetto a questo quadro siamo in grado di fornire tutta una serie di integrazioni avvalendoci anche della puntuale scheda lessicografica di Marri (2008: 54-55). Innanzitutto possiamo decisamente migliorare il quadro cronologico della ricezione di negritudine che il GRADIT riporta al 1960 con rimando ad uno scritto di Alberto Moravia del quale riportiamo il pertinente passaggio testuale: In altri termini, anche il visitatore più inclinato all'estetismo e all'evasione, non puo sottrar-si alla sensazione che a Bahia ci sia un nesso molto stretto benché difficilmente definibile tra la «negritudine» e l'abbondanza delle chiese tra l'antica prosperità (oggi scomparsa), della società coloniale e il carattere della sua religione».15 A sua volta negritudine è inseparable dal fr. négritude, espressione usualmente riferita a Léopold Sédar Senghor (1906-2001) noto poeta africano, ex presidente del Senegal, che la fa propria almeno dal 193916 anche se la paternità del neologismo viene attri-buita dallo stesso leader senegalese17 ad Aimé Césaire (1913-2008), scrittore impe-gnato originario della Martinica che lo aveva usato per la prima volta nel numero del marzo della rivista «L'Etudiant Noir» (Journal de l'Association des Étudiants Martiniquais en France) in un articolo intitolato Jeunesse noire et assimilation. A Parigi, dove aveva frequentato l'università, Aimé Césaire, incontra Léopold Sédar Senghor, e insieme a lui e al guyanese Léon-Gontran Damas fonda la rivista L'Étudiant Noir, «punto di riferimento fondamentale per gli studenti neri della capi- 15 Si tratta di una corrispondenza dal Brasile apparsa sul corriere della sera del 1° settembre 1960 e ripresa in viaggi, p. 949, con il titolo Bahia di tutti i santi, pp. 954-951, nella sezione dedicata agli articoli «Brasile 1960»). 16 La datazione è quella del TLF s.v. fatta valere sulla base di M. Riffaterre, «Datations de mots et néologismes», le français moderne 22 (1954), p. 66. 17 l'Année francophone internationale 1997; cfr. http://www.ville-verson.fr/fr/negritude.htm . tale francese, nonché tribuna per rifiutare i valori coloniali e promuovere il concetto di negritudine, termine inventato dallo stesso Césaire».18 Al di là dell'uso occasionale che ne fa Aimé Césaire, è in ogni caso per impulso di Senghor che la négritude si identifica nell'insieme dei tratti culturali e dei valori veicolati dalle civiltà che traggono la loro origine dall'Africa nera. 6. VALUTAZIONI CONCLUSIVE C'è a questo punto da chiedersi quale sia stata, tra sicilitudine e negritudine, la forma più incisiva nel favorire l'isolamento del morfema. Se la cronologia qui illustrata parla a favore di sicilitudine (Crescenzio Cane 1959), c'è da dire che nella prima fase della sua apparizione la sua vitalità è ancora esile e bisognerà aspettare Leonardo Sciascia (1969) perché venga alla ribalta. D'altra parte negritudine da solo ben difficilmente sarebbe stato produttivo perché la base lessicale era isolata e soprattutto troppo lonta-na dalle pratiche comunicative politically correct perché si potesse replicarne il principio formativo. A mio modo di vedere sono le due espressioni a sorreggersi a vicenda in una sorta di rinforzo reciproco, che le rende produttive nel loro insieme. Passo dopo passo si è venuto in ogni caso a creare un paradigma derivazionale suscet-tibile di ulteriore implementazione. Sarà il tempo a giudicare se ci troviamo di fronte a creazioni effimere, ennesimo prodotto 'teratologico' della formazione della parola (prendo a prestito il modulo locutivo da Cesare Segre 2003) o se invece il consenso arriso a -itudine sia destinato a diventare tratto consolidato della Wortbildung italiana. Al di là di ogni previsione (le vicende della lingua non sono facilmente pronosticabili) rimane la particolarità di un caso che si discosta da altri affini per il fatto di investire un elemento formativo 'patrimoniale'. Altre risemantizzazioni toccano infatti di norma i confissi di origine greca e latina (sulla composizione neoclassica, rinvio a Orioles 2006a e 2006b); una reinterpretazione per certi versi comparabile è quella che prende di mira il suffisso -eria che amplia e rivede il suo universo delle forme-base a partire da cafeteria, cui puo essere attribuito un ruolo comparabile a quello di negritudine come modello per una ridefinizione dei contorni delle forme cui il suffisso puo essere correlato. Bibliografía Fonti primarie Cane, Crescenzio (1959) «Sicilitudine.» [Ripreso in: Cane (1974), pp. 85-88, con il titolo esteso La sicilitudine (la struttura della sicilitudine) e con le date 1959-1973. Riproposto anche in: Cane (1987), § XXXII, pp. 77-80, con l'aggiunta di una premessa (§ XXXI, pp. 76-77), di un com-mento (§ XXXIII, p. 81-82) e di una precisazione apposta in nota: «La struttura della Sicilitudine /questo sarebbe il titolo/, nata come racconto nel 1959, e stata poi strutturata come saggio /nel 1973/»]. 18 http://www.martinicaonline.it/aime_cesaire.htm Cane, Crescenzio (1974) La bomba proletaria. Palermo: Movimento-Anti. Cane, Crescenzio (1987) La Memoria Collettiva. Presentazione di N. Lo Bianco. Palermo: Centro Jatino di Studi e Promozione Sociale «Nicolo Barbato» Partinico. Moravia, Alberto (1994) Viaggi. Articoli 1930-1990. A cura e con introduzione di Enzo Siciliano; postfazione di Tonino Tornitore. Milano: Bompiani. Sciascia, Leonardo (1969) «Sicilia e sicilitudine.» In: id., La corda pazza. Scrittori e cose della Sicilia. Milano: Adelphi, 1991, 11-18. [Ediz. orig.: Torino: Einaudi, 1970]. 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Janni, Pietro (1995) «Rifondazione semantica di elementi formativi greci e latini.» In: R. Bombi (a cura di), Lingue speciali e interferenza. Atti del Convegno Seminariale (Udine, 16-17 maggio 1994). Roma: Il Calamo, 23-38. Marri, Fabio (2008) «Parole nuove, meno nuove, troppo nuove. (II.3).» Lingua Nostra 69, 51-60. Mioni, Giovanni (2008) «Avventura di affissi.» In: S. Carlucci/T. Giudice (a cura di), Comprensione e malinteso. Tra Babele e Pentecoste. Bari: Edizioni Giuseppe Laterza, 130-146. Orioles, Vincenzo (22006a) Percorsi di parole. Roma: Il Calamo. (Lingue, culture e testi, 5). Orioles, Vincenzo (2006b) «La confissazione e le sue implicazioni interlinguistiche.» In: R. Bombi et al. (a cura di), Studi linguistici in onore di Roberto Gusmani. Vol. III. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1341-1349. Rohlfs, Gerhard (1969) Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti III: Sintassi e formazione delle parole. Torino: Einaudi. 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A partire dalla caratterizzazione territoriale, -itudine finisce con l'ac-quistare la funzionalita di una marca di identita socioculturale e come tale ben si presta ad essere aggiunto, con una progressiva estensione funzionale, a forme nominali che evocano stili di vita (punkitudine), condizioni esistenziali (casalinghitudine, singletudine), o anche propensioni e idio-sincrasie (gaffitudine). Alla base di tale nuova fortuna del modulo formativo possono essere collocate due espressioni pilota e cioe da una parte negritudine, che su sollecitazione del francese négritude si identifica con i valori delle civilta dell'Africa nera, e dall'altra sicilitudine a cui ha garantito ampia risonanza la valenza pregnante propria dell'uso di Leonardo Sciascia. Il contributo mira ad approfondire in particolare la genesi dell'espressione sicilitudine individuandone l'onomaturgo in realta nello scrittore Crescenzio Cane (1959) e cercando di delimitarne lo statuto rispetto alla forma concorrente sicilianita. Povzetek MED SICILIJANSTVOM (SICILIANITÀ) IN SICILIJANSKOSTJO (SICILITUDINE) Med tako imenovanimi identitetnimi priponami, ki izražajo neko določeno pripadnost in jo tudi konotirajo, se v italijanskem prostoru zadnje čase čedalje bolj širi tip -itudine, ki ga najdemo na primer v sarditudine, russitudine, romagnolitudine in v drugih podobnih tvorbah: gre za deriva-cijsko paradigmo, ki jo lahko imamo za »ponovno aktivirano«, potem ko se je zdelo, da je povsem neproduktivna. Pripona -itudine, ki je najprej označevala ozemeljsko pripadnost, je na koncu dobila vlogo označevalca in kot takšna se - ob postopnem širjenju funkcije - zlahka uporablja s samostaniškimi oblikami, ki se nanašajo na življenjski slog (punkitudine), eksistencialni položaj (casalinghitudine, singletudine) ali tudi na tendence in posebnosti (gaffitudine). Na začetek takšne vnovične rabe besedotvornega vzorca lahko postavimo dva izraza, in sicer na eni strani negritudine, ki se pod vplivom francoskega négritude nanaša na črne afriške kulture, na drugi pa sicilitudine, ki se je trdno uveljavil spričo nabitosti pomena, s katerim ga je uporabljal Leonardo Sciascia. Prispevek ima namen osvetliti posebej genezo izraza sicilitudine, katerega dejanski avtor naj bi bil pisatelj Crescenzio Cane (1959), in obenem skuša raziskati odnos med tem izrazom in med konkurenčno obliko sicilianità.