gradivo UDK 929 Biasoletto B. BARTOLOMEO BIASOLETTO - UN DiCNANESE AL SERVIZIO DELLA SCIENZA Flavio FORLANI ricercatore e giornalista, Radio Koper-Capodistria, 66000 Capodistria, Via OF15 , SLO raziskovalec in novinar, Radio Koper-Capodistria, 66000 Koper, Ulica O F 15, SL O SINOSSI Bartolomeo Biasoletto (1793-1859), noto botánico e farmaceuta, originario di Dignano d'lstria, si affermó come profondo conoscitore della flora istriana, dalmata e montenegrina. Pubblicó numeróse opere di botanica tra le quali spicca un voluminoso Erbario, che all'epoca era certamente uno dei piú completi al mondo. Nel 1828 fondo !' Orto botánico di Trieste, al qua/e si dedicó con grande impegno, arricchendolo di un gran numero di specie vegetali, anche esotiche. Descrisse moke specie vegetali e i botanici europei intitolarono in suo onore numeróse piante. "\ ve gio' mostra' in íii Vartai attacco al fumo, a banda dritta zaendo zu, la casa duve ch'a zi nato quíl duttur cb'azi a Treigeste, ch'a gio' la speziaregia vultri dal ponto russo, ch'a zi tanto bravo da cugnussi doutte le peiante de sto mondo, ch'í favelía de lou da per doutto, anche in !e meriche." Cosí un suo compaesano, nel 1847, scriveva di lui al dottor Tommaso Ludan i, !nteilettuale di Albona, adope­rando il diaíetto dignanese. Queste poche righe scritte da uno sconosduto, dimostrano nel migíiore dei modi la notorietá del nostro personaggio a quelt'epoca. Essere conosciuto anche in America, rappresentava giá alíora un segno delia grandezza della persona e dell' importan­za del suo lavoro. Bartolomeo Biasoletto, dignanese e istriano, fu un insigne scienziato, botánico e farmacista (fig. 1). Purtroppo oggi sonó pochi quelli che ne hanno sentito parlare, eppure al suo tempo i! Biasoletto fu uno dei prü noti e riconosciuti botanici d'Europa, ma proprio per ía sua modestia e semplicitá , caratteristiche della gente istriana, rimase sempre in secondo piano rispetto ai colleghi itaíiani e austriaci, ai quali spesso aiuto e consiglió, facendoli diventari famosi. Andiamo quindi a conoscere questo personaggio, rendendogli il giusto mé­rito, considerando che é da poco passato il duecentesi­mo anniversario della nascita. Come la maggior parte degli uomini !llustri del passato, anche Bartolomeo pro­veniva da una famiglia povera. Nacque il 24 apriie del 1793 da Biasio, onesto agricoltore analfabeta e da Fosca Manzin, diligente casalinga. La casa era in contrada del Fomo Spinedo (nei "Vartai" oggi via Biasoletto in suo onore), in muratura di pietra, col teto a lastre, con porte ebalconi in pietra lavorata. Avevaduepiani, uno terreno' e uno superiore, divisi verticalmente in due per ricavarne di sopra una cucina ed una camera e di sotto due vani, uno per gli arnesi da campagna ed il carro, ed uno per gli animali. Bartolomeo passó gli anni dell'infanzia ad aiutare suo padre nel lavoro della vigna (una piccola "plantada" di dieci filari per cornpiessive 343 viti), ma dimostrando giá allora una spicata intelligenza, constrin­se il padre a mandarlo a scuola. Allora a Dignano non esistevano scuole pubbtiche e Bara Biaso, non potendo pagare gli studi privati, lo attidó ai preti del paese. Don Bortolo Volpi dovette pensare ai primi insegnamenti, mentre Don Martino Furiani gli insegnó l'abaco, la gra­mmatica ed i principi del latino, continuati poi con i! canonico Tommaso Belci. L'ultima "piallatura" la ebbe da! sacerdote Domenico Palin, allacui scuola rimase per tre anni imparando il latino, ortografía e gli elementi di retorica, A Dignano era tutto quello che si poteva fare in materia di istruzione e per il giovane era giunto il mo­mento di scegliere una carriera. I genitori, consigliati da tutti quei preti lo awiarono al sacerdozio mandándolo ai corsi filosofici di Niccol Zach di Veglia, professore di sacra teología, canonico e prepósito alia catedrale di queila cittá. In quella scuola, Bartolomeo apprese nel primo anno lógica, matematica, metafísica e religione e nel secondo storia universale, física teórica, estetica e religione. La sua attrazíone per la natura e l'indagine scientifica gli impedí di diventare un prete. Rítornato a Dignano, i genitori lo affidarono alio speziale Pasqualin Cozzetti che lo assunse come "tirone" (apprendista) nell'unica farmacia del paese, "All' insegna del cervo". Affascinato dai misteri della chimicaapprese con velocíta incredibile aconfezionare ricette e medicine fermandosi Fíavio FO R LAN!: 8ARTOLOMÉ O BIASOLETT O - U N DiCNANES E AL 5ERVIZIO DELI A SC1ENZA, 219-222 Bartolomeo Bíasoletto. spesso nella retrobottega a leggere !ibri vecchi e tarlati e ricoperti di polvere, tra i quali il "Lessico farmaceutico­chimico" di Giambattista Capello e la famosa "Particola" di Saladino da Ascoíi. Presto per sentí il bisogno di respirare aria di cittá e si trasferi a Trieste dove entró nella spezieria "Dell'Orso Negro" di proprietá del farmacista Bartolomeo Giovanni Marchiz. Per quel suo carattere irrequieto, ansioso di sapere e di vedere, non rimase a lungo dietro al banco della farmacia, volendo a tutti i costi procurarsi una migliore istruzione. Scelse quindi di recarsi a Vienna purnon parlando una parolad! tedesco. Si iscrisse alie lezioni pubbliche di farmacia dell' Alma Mater e un anno dopo, nel mese di agosto del 1814 sosteneva I' esame di rigore prendendo I' approvazione farmacéutica. Il suo maestro di chimica e botanica era stato I' !Ilustre barone Giuseppe Francesco de jaquin, considérate aliora il maggiore rappresentante dei natu­ralisti austriaci ed europei. Nella casa del professore, che allora era il ritrovo dei scienziati viennesi, fece molte conoscenze che mantenne in seguito accompagnando spesso questi scienziati in spedizioni botaniche in Istria e Dalmazia. Ritornato a Trieste sposó la figlia dei Marchiz e ne rilevó la farmacia. II Bíasoletto pero non era ancora sodisfatto. Voleva a tutti i costi un' istruzione maggiore e nel 1823 prese la decisione di recarsi a Padova per laurearsi in filosofía. Sei mesi dopo, il 13 luglio alie 12,30 di domenica ricevette il diploma dalle mani del decano della Faccolta prof. Luigi Configliachi. Pago del titolo di dottore, il Bíasoletto iniziô a frequentare tutti i congressi di scienziati e naturalisti di quel tempo per tenersi cos­tantemente aggiornato e per presentare al giudizio dei colleghi le sue ricerche e scoperte. Nel 1832, al Congre­sso di Vienna presentó ii suo primo lavoro: "Sulle alghe mícroscopiche" che lo rese definitivamente famoso. Si trattava di uno studio su una nuova specie di alghe rinvenute a Veruda (preso Pola) appartenenti al genere Hydrodiction. Durante tutte queste presenze a congressi e simposi il Bíasoletto conobbe i piu rinomati naturalisti e botanici d ' Europa che poi accompagné spesso nelle loro escur­sioni scientifiche. Tra questi c' erano per esempio io dottor Davide Hoppe della Societa Botanica di Ratisbo­na, il dottor Guglielmo Schede di Assia CasseI, il dottor Giuseppe Sadler di Pest, I' abate Brumati, il dottor Cario Adolfo Agard di Warmeland, il dottor lllmoni di Elsingsfor in Finlandia e il dottor Fox Strangvays di Londra, ecc. Per la sua validissíma attivita sclentlfica fu membro onorato e corrispondente di 67 Accademie e Associazioni natu­raliste d' Europa. Non ricevette onorificenze particolari, visto che non era nella sua Índole modesta il mettersi in mostra, ma ciononostante moltissimi suoi colleghi ac­compagnati da lui in escursioni botaniche dettero il suo nome a molte piante che scoprivano in !striano e Dal­mazia. II suo maggiore riconosclmento pero fu quando vene invitato ufficialmente dal Re Federico Augusto di Sassonia a fargii da cicerone in una spedizione botanica in istria, Dalmazia e Montenegro, nella primavera del 1838. Tre anni dopo pubblicô il "Viaggio fatto nella primavera del 1838 dalla Maesta del Re Federico Augus­to di Sassonia nell' Istria, Dalmazia e Montenegro" che presentó ai Congresso di Padova I' anno seguente e che lo rese celebre in tutto il mondo. L' opera fu anche tradotta in tedesco. In questo diario il Bíasoletto inizia subito la presentazione delle piante che attiravano mag­giormente I' attenzione e la curiosita del Re e del suo seguito. Il suo compito era appunto quello di erudire il Principe all' identificazione delle piante, al !oro colloca­mento nelle classificazioni. II Bíasoletto pero, aliastesura del libro, non pensa solamente al lato scientifico e sue­ltamente botánico, conscio che un' opera eos) non potrebbe esser letta che dagli scienziati di quel campo. All' ellencazione delle piante quindi !Ilustrando ogni localita visitata del Re, soffermandosi anche sugli usi e costumi della gente, sulle considerazioni a volte scherzo-se del Re o sulla descrizione geográfica della zona, tanto da rendere I' opera ancora piíi interesante e sopratutto di scorrevole lettura. La terza sua opera di riconosciuta fama fu: "Escursioni botaniche sullo Schneeberg (Monte Nevoso) nella Carniola", scritta anche questa sulla falsa­ ftavîo PORLANÍ: 8ARTOLOME O 81ASOLETTO -D1CNANES E ALSERVIZI O O ELLA SCIENZA , 219-22 2 ANN O 1846 COI.LEt'TOfttJM . ÇUAE rru ) SItr'rUA COMAIDIVl'fîONË ílOitTUS SUTaSiCMS m m liullâWIfSlî I 98MS8QIBI 1 0' K f I! Il t . N.U. A'cüísm íycctóríiít así Nwncnclî.!«re Butorclno siSt 2,% pfitrínw.m ^eprtmpto. riga deüa precedente, con teggere modifiche. Al fine di rendere 1' opera piu accessibile anche al cornune îettore, ommeíte di segnalare le piante che via via i quattro espioratori trovavano lungo il cammino, etencandole in vece per ultime in un' appendice segnalata ed in ordi ne alfabético. Ladescrizionedel viaggio inveceviene arricchita con delle dissertazioni e consideraziont sul sole e la sua influenza sui mondo vegetale, sul!' atmosfera, su! suoio, sulla formazione délia crosta terrestre, sull' influ­enza dei venti nellaseminazione, ecc. dando cosí dimos­trazione del suo grande sapere anche in altri campi délia scienza che non fossero quelli délia botanica e délia farmacéutica. Scrisse ancora un volumetto, "Intorno alla vegeta­zione sul globo", tema con il quale apr't il 15 aprile del 1854 il corso delle lezioni di botanica ail' Universita di Trieste. In questa dissertazione il Siasoletto afferma la formazione del globo alio stato fluido, senza forme di vita. La Terra quindi si solidificó con I' awento delle pioggie (questa teoria espressa per prima dal Biasoletto viene studiata approssimativamente ancora oggi nelle scuole). Su invito del Cornune di Capodistria nei luglio 1852 afare delle osservazioni sulla malattia dell' uva che aveva annientato un intero raccolto, il Biasoletto compie accurate analisi sul posto e nel suo laboratorio conclu­dendo che si trattava del parassita noto col nome di Oidium tuckeri di Bercheiey, e ne pubblicô in seguito i risultati in un libricino. Il Biasoletto fu uno dei primi propugnatori délia scienza evolutiva anticipando alcune scoperte nel campo délia botanica che un decennio piu tardi avrebbero permesso un ulteriore sviluppo delle scienze naturali dando alla teoria sulla formazione un' interpretazione basata sulla ricerca scientifica. Per la scienza avrebbe potuto scrivere la sua opera maggiore ed inserirsi cosí definitivamente nel firmamento degli scienziati piu illustri se avesse raccolto e pubblicato tutti i suoi lavori. Magli mancó il tempo, spesso spesotroppo generosamente nei suoi impegni di cittadino e di filan­tropo e sacrificato a far da guida in escursioni botaniche ai suoi numerosi amici e colleghi. Avrebbe voluto pub­blicare un' opera compietta sulla Flora istriana, e nessuno piü di lui ne avrebbe avuto il diritto. Invece non ebbe mai il tempo di riunire in un' opera tutte le sue incursioni nella penisola e le numeróse piante che aveva scoperto, alcune fino allora del tutto sconosciute. Con la sua sólita modestia invece si premuró di farle conoscere alio Ste­ndel, all' Agardh, al De Visiani, a! Meneghini, al Koch, al Reichenbach, al Kunze ead altri ancora permettendone addirittura la pubblicazione. Oltre alie pubblicazioni uno dei suoi maggiori successi fu anche la fondazione, awe­nuta nel 1828 del giardino botánico di Trieste, che a que! tempo fu uno dei piíi completi ed invidiati d' Europa. Per moltissimi anni ne assunse la responsabilita e la cura, tenendo anche numeróse lezioni di botanica agli studen­ti della Facoltá di Trieste. Sfruttando la conoscenza e I' amicizía di numerosi botanici, arricchi I' Orto Botánico di numeróse piante, molte giunte addirittura da oltre océano e dapaesi esotici e che con particolare cura riusci a far prosperare anche con questo clima. Ogni anno pubblicava un catalogo "Selectus semini" (fig. 2) com­predente I' Índice alfabético di tutte le piante compresse nell' Orto Botánico. La fama di questo giardino era cosí grande che anche il Re Federico Augusto di Sassonia lo volle visitare quando giunse a Trieste. Purtroppo la morte del Biasoletto (1859) fu anche la morte delP Orto Botánico, e solo molto tempo dopo il consigirere del governo Tommasini, suo amico ed esti­matore, pensó di far rivivere I' istituzione spostandola sul collediS. Luigi. Nel 1878 la socíetá agraria di Trieste fece erigere un monumento che si trova ancor oggi all'interno di questo giardino, ormai trascurato e chiuso ai visítatori. Fiavio FORLANI : 8ARTOLOME O BiASOLETT O - U N DIGNANESE AL SERVIZI O DELLA SCIENZA , 219-222 L' opera piu importante e di valore inestimabile che e giunta fino a noi e perô ii suo Erbario, custodito presso ií Museo di Storia Naturaie di Trieste. Esenzadubbiouno dei piu complet! del mondo, se non addirittura i! piu completo al mondo. Sítrattadi un' opera di uncentinaio di voiumi comprendenti ognuno centofoglí con !e pian­te, la loro descrizione, l'appartenenza geográfica. All' Istria ha dedicato un terzo del!' opera intitolandolo Erbario Istriano. Neíla sua assidua attivita di ricercatore !i Biasoletto scopri moltissime piante nuove alie quali dette il suo nome. Altrefurono scoperte dascienziati che lui accompagnava in escursioni botaniche e che in segno di gratitudine denominarono il suo nome. Cosi durante un viaggio con il Re Federico Augusto di Sassonia, trovo sopra la citta di Cetigne (Montenegro) un nuovo tipo di sasstfraga che in onore dell' augusto personaggio deno­mino Saxífraga federid augusti. A Ve ruda, presso Pola scopri un tipo di alga che non trovo in nessunaaitra parte della costa e le dette il nome di Ceramium spinulosum. Sempre presso Veruda ne trovo un' altra, in uno stagno di acqua dolce, che chiam Conferva echirius. Sull' arci­pelago delle Isole Brioni invece trovo un tipo particolare di trifoglio che descrisse suila gazzetta botanica "Flora" come Trifolium prostratum. L' Unione Itineraria di Wurtemberg perô, come pre­mio dei servigi da lui resi alla scienza, ribatezzô la nuova specie con il nome di Trifolium hiasoietti. Nel 1835, accompagnando !I dott. Federico Traugott Kutzing il Biasoletto gli dedicó una delle piu belle alghe rinvenute suli' isola di San Giovanni presso Rovigno chiamandoia Dasya kutzingiana. Per contacambiare I' onore il Kutzing battezzô con i! nome di Drapardiana biasolettiana un' altra alga che il Biasoletto aveva rinvenuto presso Trieste. ÜdottorAgardh invece gli dedico un' altra alga rinvenuta presso Trieste, ia Hutchinsia biasolettiana. Portano i! suo nome inoítre aitre piante istriane come la Biasolettia tuberosa, Artemisia biasolettiana, Malva biasolettiana e Juniperus biasoletti. Questa, molto brevemente la sua attivit, che oggi purtroppo pochi conoscono. Ma per renderci conto di come fosse apprezzato ai suo tempo concludo con un passo dei discorso del dottor Marche­setti alia cerimonia dello scoprimento del busto iS 18 maggio 1878:.... Allorche il Biasoletto da Dignano, sua citta natale venne a stabilirsi a Trieste, che altro era mai lo studio deîla botanica della nostra citta, se non un campo ancora totalmente incoíto, cui pochi naturaüsti peregrinando ad altre terre avevano appena appena degnato uno sguardo? Chi erasalito sulie vette de' nostrí monti, chi aveva esplorato le nostre valli, chi aveva percorso i pianori del Careo, chi era sceso nelí' onde de! nostro mare a spiarvi queila vaga, multiforme, infinita progenie che fluttua nelle selve, che s' espande pe' clivi, che s' al legra su i pratí? Chi aveva rivelato al mondo scientifico i reconditi tesori, onde Natura fu si larga ai nostro Paese?".. POVZETEK Bartolomeo Biasoletto (1793-1859), sloviti botanik in farmacevt, doma iz Vodnjana v Istri, je zaslovel kot izjemen poznavalec flore Istre, Dalmacije in Èrne Core. Objavil je veliko, pretežno botaniènih publikacij, njegovo najpomem­bnejše delo pa je obsežen herbarij, kije bil med najpomembnejšimi na svetu. Leta 1828 je ustanovil Tržaški Botanièni vrt, ki mu je posvetil veliko èasa in skrbi terga obogatil s številnimi, tudi eksotiènimi vrstami. Opisa! je mnogo rastlinskih vrst. in v njegovo èast so evropski botaniki poimenovali številne rastline. BIBLIOGRAFIA: Biasoletto, B. (1832) Di aicune alghe microscopiche. Trieste. Biasoletto, B. (1841) Viaggio fatto neüa primavera del 1838 dalla Maest del Re Federico Augusto di Sassonia neSÍ' Istria, Dalmazia e Montenegro. Trieste. Biasoletto, B. (1846) "Escursioni botaniche suüo Schne­eberg (Monte Nevoso) nella Carniola. Trieste. Biasoletto, 8. (1849) Cen ni sull'economía ru rale. Trieste. Biasoletto, B. (1852) Studi intorno alia maíattia deíí' uva. Trieste. Biasoletto, B. (1852) Considerazioni sull' atmosfera in discorso di apertura delle lezioni di botanica. Universit di Trieste. Biasoletto, B, (1854) intorno aila prima vegetazione sut globo. Trieste. Marchesetti, C. (1878) Discorso in occasione dello sco­priomento de! busto di bartolomeo Biasoletto. 18. mag­gio 1878.