>. i. È pubblicato dal partito agrario popolare istriano Il Comizio elettorale d'Umago per la candidatura dell'onorevole Bennati ed il Partito agrario popolare Abbiamo detto ier 1' altro che, in coda alla relazione sul comizio d'Umago, avremmo fatto seguire un'esposizione delle cause che diedero origine alla formazione del Partito agrario popolare in quanto le stesse non risultassero già evidenti dall'andamento di quel comizio. Rileggendo ora quanto abbiamo scritto, ci accorgiamo che chiunque voglia intendere e non s'ostini a chiudere per progetto occhi ed o-recchie, dalla relazione del comizio sarà già rilevato due punti priiicipalissimi, sui quali a noi giova insistere : anzitutto che noi negli ultimi anni abbiamo attinta la certezza che la nostra politica nazionale non viene retta con criteri atti ad esserci caparra d' un' efficace difesa, e meno ancora di un progressivo sviluppo dei nostri diritti nazionali ; in secondo luogo poi, che la nostra lotta contro la Società politica istriana è lotta non solamente di sistema, come chiaramente emerge dalle parole dette dai nostri oratori, i quali esposero non già soltanto vedute personali, ma parlarono in nome di tutto il Partito a-grario popolare. E che noi non si possa nutrire fiducia in efri reggo oggi le uostre-SColL-nazionali, è. on c'era punto bisogno lo noi quasi in ogni ma talvolta sono di elementare domanda non ne Conseguiva logicamente il passo che si doveva fard ? Conosciamo bene la risposta a queste domande : 1 che ci movessimo tutti, aven luogo i nostri informatori. Si quelli che se ne infischiano dplla nazionalità e della patria, e s'avviano ad un importantissimo convegno colla deliberazione già in antecedenza presa di riferire.... tutta la verità. 11 Partito agrario popolale, che è partito democratico è sorto quindi a protesta contro una serie di gravi errori, coi quali vieitje diretta la nostra politica nazionale, errori che npn vanno cercati soltanto nel l'atto, che non tutte* le informazioni affluenti dalle singole città e boriate al capo della Società politica istriana, sono informate a verità, ma principalmente nell'altro che la sua direzione di «libito fa licito in sua leggo, qualunque ne sia o possa essere la conseguenza fatale. 11 Partito, come disse uno dei nostri oratori, vuole abbattere questo sistema pericoloso, non distruggere il principio della difesa nazionale : vuole abbatterlo colla speranza di vedere ricostruito l'edilizio più corrippondente alla santa idea che deve albergare. Il Partito agrario popolale doveva affermarsi in un nome, e dal cuore di tutti sorse spontaneo quello dell'oli. Gambini. E' questo il massimo torto che ci viene rinfacciato e che,come ci fu detto, mai ci si perdonerà. Perchè tanto cjdio contro l'on. Gnm- giudicate prima d'avere ben riflettuto su quanto abbiamo scritto, ed anche su quanto abbiamo dovuto o voluto tacere. ('mago, 11 maggio 1907. Per il Partito agrario popolare Dott. G. de Franceschi Festi Giovanni Fragiacomo Riccardo Balanza Leopoldo Mitrovich Antonio Dott. D. Vardabasso cosa tanto naturale che per trovarla giustificata basta ripensare al sacrifizio di Pola in omaggio ad un solo uomo, il quale nel campo politico nazionale non aveva fatto fino allora, non ha fatto neppure fino ad oggi e non farà mai gesta di tanta patriottica elevatezza da costringere moralmente la Società politica istriana a sacrificargli la città maggiore dell'Istria. Anzi perfino in quella, per noi tanto enigmatica circostanza, 1' uomo dinanzi al quale tutta Pola aveva dovuto ritirarsi non si addimostrò all'altezza del più elementare patriottismo, il quale a-vrebbe dovuto imporgli l'idea di rinunziare categoricamente all'offertogli mandato dietale, ben sapendo che la sua candidatura aveva sollevato un non indifferente dissidio nel campo del partito. E ciò che vale per questo tristissimo fatto di Pola, vale anche per l'episodio della candidatura Gambini nel gran possesso e per tanti altri fatti, che tralasciamo di scrivere ma siamo pronti di esporre a chi avesse interesse di udirli. Italiani non certo inferiori a nessun altro, gelosi della difesa del nostro tesoro nazionale, noi non possiamo seguire le orme finora calcate dal presidente della Società politica istriana ; noi non possiamo nel campo della politica nazionale saperci guidati dall' odierno suo vice presidente, il quale non si perita di asserire che, pur di riportare una vittoria personale, la Società politica istriana se ne infischia della nazionalità e della patria ; e quando apprende che al convegno di Pirano, nel quale doveva stabilirsi la candidatura per il primo collegio elettorale, non sarebbero rappresentati da alcun fiduciario i Comuni di Umago e di Buie, che formano pure la terza parte degli elettori di tutto ii collegio, parte dicendo : « bisognerà pure che dia (la bere qualcosa a quei signori » : va quindi a Pirano col-1' idea preconcetta d'infinocchiare in qualche modo i suoi stessi amici politici e colleglli di direzione. Ma, ci si disse, noi tutte queste cose non le sapevamo fino ad oggi. Dovevate venire qui e le avreste sapute. C' era forse bisogno di grande accorgimento per notare nel citato convegno di Pirano l'assenza di fiduciari da Umago e Buie'?.E, notata tale astensione, era forse necessario un grande genio poljtico onde sorgesse spontanea la domanda : perchè quei Signori non sono venuti ? Formulata questa -bini? Da hui-o trmpu imi ri o tri a Trn rami) a destra ed a sinistra, ad amici e nemici d'illuminarci sulle cause per le quali alla Direzione della Società politica sembrò opportuno o necessario d' allontanare dalla vita pubblica, usando ed abusando d'ogni mezzo, l'on. Gambini: mai ci fu data risposta che non suonasse alta stima e rispetto verso quel nome. Non sono passate che poche settimane dal giorno in cui abbiamo udito il vice-presidente della Società politica istriana in una da lui promossa conferenza di natura politico-elettorale dire all'on. Gambini: io dottore, personalmente nutro roso di i.ei. Iti massima stima e La considero come /' uomo più intelligente ed a/Uro della provincia. E' vero che sono parole del dott. Apollonio il quale... ma via lasciamo andare. All'onorevole Gambini, che fu per quasi trenta anni nella vita pubblica, toccò la sorte di tanti altri esposti, per la loro posizione, a critiche giuste ed ingiuste, oneste e sleali. Se noi si dovesse dare ascolto ai tanti si dice e si vocifera, quanti uomini in posizione eminente non dovrebbero sparire dalla vita pubblica. A carico dell' on. Gambini portate accuse provate di lesa patria ed onestà e noi saremo i primi a pronunciare il nostro verdetto : ma le accuse non basta mormorarle con parole equivoche, a fior di labbra, dietro le spalle, poiché tutti sappiamo tale essere da secoli l'arma favorita della calunnia. Avanti a visiera scoperta e senza riguardo verso nessuno! Avanti a dimostrare che l'on. Gambini 11011 è l'uomo che meriti la nostra stima e con essa il nostro suffragio, e noi vi saremo, con animo dolente, grati della vostra dimostrazione. Fino allora però abbiamo non soltanto il diritto, ma anche il dovere sacrosanto di fare quanto sta nelle nostre forze per riacquistare al popolo nostro l'intelligenza e l'attività eccezionali dell'on. Gambini. In una provincia che, come l'Istria, conta appena trecento e cinquantamila abitanti circa, le mente d'intelligenza elevata e geniale non sbucciano purtroppo a dozzine, e sarebbe un sacrilegio verso la patria il perderne una sola, ove gravissimi motivi non ci forzassero a farlo. Esposte così le ragioni che diedero origine al Partito agrario popolare e con esso alla candidatura dell'oli. Gambini, abbiamo esaurito il nostro compito. Agli italiani che con cuore italiano hanno letto questo foglio rivolgiamo infine una preghiera: non Di certa stampa 11 «Piccolo» di Trieste con manifesta mala fede dà da bere ai citrulli che gli credono un ammasso di corbellerie, le quali vengono ripetute e ingrandite dagli altri libelli prezzolati dal sedicente partito libe-berale-nazionale e però allo stesso asserviti corpo ed anima. E vero che la gente non presta soverchia fede a tutte le frottole stampate dal «Piccolo», dall'«Indipendente» e compagnia bella ; ciò non toglie però che la cosa faccia nausea a tutti gli onesti e che un' onda di sprezzo salga su tutta questa stampa venduta. E 11011 son chiacchiere le nostre, ma fatti, che furono comprovati ad esuberanza e che possiamo tuttora- cuiiipiTjvare. Leggete a ino' d'esempio la relazione sul Comizio a § 2 tenuto a Buje dai sedicenti liberali-nazionali, che fortunatamente colà 11011 allignano ; leggete la relazione sul Comizio socialista di Capo-distria e quella sul nostro Comizio di Buje o sia pure di quello cristiano-sociale di Cittanova. Non arguireste che il morituro partito liberale-nazionale sia riuscito dovunque vittorioso, mentre invece battè dappertutto vigliaccamente in ritirata ? E non sono portati ai sette cieli come martiri ed eroi individui qua incoscienti, là provocatori, altrove addirittura monelli tristanzuoli ? Ma perchè rievocare questi avvenimenti, sui quali gli onesti tutti si sono fatti un esatto concetto? Chi oserebbe mettere oggi in dubbio che i sedicenti liberali-nazionali pochi in verità) si sono recati al Comizio socialista di Capodistria ed al nostro all' unico scopo di provocare disordini e che invece .... raccolsero la palma del martirio? Non è forse vero che anche domenica 28 aprile, come tutte le altre volte, fu una battaglia perduta per i bennatiani-a Cittanova? E che diremo di Vertenegiio, di Momiano, di Pirano, d'Isola, Salvore, Grisignana? Gli applausi e le vittorie loro non sono forse soltanto sulla carta della stampa mercenaria? Dove però questa lascia ogni pudore si è nella relazione degli avvenimenti di domenica 28 aprile. Secondo lei i nostri publici comizi andarono deserti, mentre quelli indetti dai sedicenti liberali-nazionali in forma semiclandestina riuscirono imponenti ! ! Che la stampa venduta tralasci di fare propaganda in nostro favore e che scriva per esempio che al nostro Comizio publico ad Umago la sala era zeppa di elettori (non arruolati s'intende nelle varie città del distretto), che a quello di Matterada intervennero oltre 300 persone e che a Vertenegiio fummo accolti a siion di musica, comprendiamo benissimo. Ma che si voglia far passare pei- buona merce la battosta subita dalla Società Politica ad Umago nel Comizio da lei indetto e del quale abbiamo dato ampia relazione nel primo numero del giornale, è un po' troppo e sorpassa ogni misura. E lo deve convenire anche il signor Francesco Salata, segretario della Società Politica Istriana, che fu presente ai fatti e che condivise i fischi col benemerito presidente