ANNALES 2/'92 OCENE IN POROČILA Istri", Arhivski vjesnik, XXXII, 33, Zagreb 1990. (Sum- mary); "Književno djelo Mata Bastiana", Fluminensia 2/1988-1-2/1990. (Zusammenfassung), itd. 7. Za slovensku kulturnu javnost vrijedno je istači, da se u svojim radovima prof. dr. Mirjana Strčič dotiče i slo- venskog dijela Istre, kao i drugih susjednih slovenskih krajeva. Riječ je, dakako, o radovim što se odnose na 19. i početak 20. stolječa, kada su sudbine hrvatskoga i slovenskog stanovništva Istre u mnogočem bile poveza­ ne, i to ne samo jedinstvenom borbom protiv vladajuče- ga političkog protivnika nego i neposrednim kulturnim i književnim vezama. Preporodni istarski djelatnici nisu pred sobom ¡mali samo primjer ilirskog pokreta i hrva­ tskoga narodnog preporoda u Banskoj Hrvatskoj nego i živa nacionalna i kulturna kretanja medu Slovencima. Govoreči o radu biskupa Dobrile i Mata Bastiana na pokretanju prvih hrvatskih istarskih glasila, M. Strčič ¡mala je u vidu i njihov oslon na slična slovenska iskustva (npr. Bleivveisove "Novice"), ukazivala je na suradnju istarskih Hrvata sa slovenskom "Edinosti", na značenje goričke bogoslovije za formiranje cijelog niza hrvatskih istarskih svečenika, isto tako i Trsta kao značajnoga političkog i kulturnogsredišta istarskih Hrvata i Slovena- ca, na sudjelovanje nekolicine Slovenaca u životu hrva- tske Istre u preporodnoj epohi - Frana Ravnika, Jakoba Volčiča, krčkog biskupa dr. Antona Mahniča itd. 8. Gledajuči uže, s aspekta istarsko-kvarnerske regije, prof. dr. Mirjana Strčič, redovni profesor i znanstveni savjetnik Pedagoškog fakulteta u Rijeci, danas je vodeči književni povjesničar na tom prostoru, a u okviru hrva- tske znanosti o književnosti opčenito, po značenju rada kojim se bavi, takoder treba imati u vidu njezine dopri­ nose. Od nje se, u zreloj fazi rada, mogu očekivati i dalji, novi rezultati proučavanja i vrednovanja književnogstva- ralaštva u Istri; ato, u ovom momentu, potvrduje i veliki znanstveni projekt "Hrvatska književnost Istre u 19. i na početku 20. st.", na kojem radi od 1991. godine. Riječ je o projektima Ministarstva znanosti, tehnologije i infor­ matike Republike Hrvatske, a znanstvena ekipa, kojom rukovodi prof. dr. Mirjana Strčič, nastavlja sustavno istra- živati i proučavati područje, koje - zbog svoje ranije nedovoljne istraženosti - pruža i danas široko polje rada za književne povjesnike. Marijan Grakalič Convegno: L'INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA IN UNA PROSPETTIVA INTERCULTURALE. Capodistria, 20 maggio 1992 Si e tenuto il giorno 20 maggio 1992 a Capodistria (presso il Teatro Comunale) un convegno organizzato dall'Università di Lubiana (Facoltà di Pedagogía) e Insti­ tuto di ricerca di Milano IARD dedicato all'"lnsegnamen- to della lingua italiana in una prospettiva interculturale", con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano. Hanno aperto ¡I simposio personalitá quali ¡I Preside della Facoltà dell'Educazione di Lubiana Vinko Skalar, ¡I Console Generale d'ltalia a Capodistria, dott. Luigi Sola- ri, il rappresentante del Ministero dell'Educazione e dello Sport della Slovenia Silvo Fatur, il Vicepresidente della repubblica di Slovenia Ciril Zlobec, il ministro Lucio Pallotta, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri italiano, ¡I direttore del Centro italiano di Zagabria, prof. Gritzko Mascioni, ¡I sindaco di Capodistria Aurelio Juri e Franco Brambilla, presidente dello IARD. Si tratta di un progetto che lo IARD, ¡stituto milanese, ha iniziato nel 1987, calato nel programma specifico di L2. Appre- ndere l'italiano giocando: è questa la formula che lo IARD, ha sperimentato con successo nei tre comuni costieri di Capodistria, Isola, Pirano, coinvolgendo circa tremila raggazzi che frequentano le scuole slovene. Se- condo la prof. ssa Lucija Cok, dell'Unitá capodistriana della Facoltà di Pedagogía lubianese e anima del proget­ to, i risultati sonostati soddisfacenti, sia pergli alunni che per gli insegnanti, che si sono distinti per un alto livello professionale. Questa sperimentazione sará allargata all'Istria croata ed alia zona confinaría del Goriziano, come anticípate e desiderato dal Console Generale d'ltalia a Capodistria, dott. Luigi Solari, che nel discorso di apertura del convegno, con la sensibilité e profonda conoscenza delle problematiche di frontiera che ha sempre dimostrato, ha ricordato la metáfora di Gino Brazzoduro, pubblicista di Fiume, recentemente sco- mparso: le culture sono isole di un arcipelago e gli individui bilingui sono i traghetti che vanno verso queste isole. Il Console generale ha auspicato che in futuro ci siano sempre più traghetti e che le isole siano sempre meno isolate tra di loro. Gli ¡llustri relatori, sopraccitati, hanno tutti posto l'accento sul fatto che il plurilinguismo è un fattore ¡nevitabile: è l'idea centrale dell'Europa del XXI secolo. Particolarmente significativo l'intervento di Ciril Zlobec che ha ¡Ilústrate la sua personale esperienza ed ha raccontato come a lui, ragazzo nativo del Carso, sia stata imposta la cultura italiana e negata la sua, quella slovena. Questa imposizione creo in un primo tempo ¡I rifiuto per la cultura italiana, ma col passare degli anni ha affermato Zlobec di essere riuscito a mediare questa posizione, vivendo tra due culture, la sua e quella adot- tata. "Il paragone tra due culture offre l'analogia al contatto con altre culture. Vivere tra due culture significa percio vivere in uno spazio aperto, essere e rimanere disposti ad accettare le idee e le opere altrui, dei singoli e delle intere realtá. Chi sceglie di chiudersi in una sola di esse vive, che ne sia consapevole o meno, una vita riduttiva. Presso le nazioni minori succédé di regola (concetto messo in evidenza anche da Silvo Fatur) che 376 ANNALES 2/'92 OCENE IN POROCILA la lingua venga minacciata, continuamente esposta al pericolo di venir emarginata, persino nei territori ove viene parlata. La nazione è consapevole che con la scomparsa délia sua lingua essa perderá la propria iden­ tité nazionale ed individúale. Da qui l'attaccamento alla lingua che rappresenta più dell'economia, délia scienza, il segno di riconoscimento dei piccoli popoli". Nella relazione su "La política di promozione della lingua italianaall'estero" il ministro Lucio Pallotta, del Ministero degli Affari Esteri italiano, ha messo subito in luce che l'Europa è una testimonianza di lingue minori; pariendo anche lui dalla sua esperienza, ha fatto l'esempio del maltese, che è un legametra l'Europa ed il mondo arabo, l'inglese e ('italiano a Malta sono veicoli; la lingua locale, ¡I maltese va rispettata. Anche il lussemburghese è una lingua minoritaria; nel centro del Molise c'è il croato, le lingue minoritarie sono un patrimonio che deve essere tutélate. Il ministro Pallotta ha continúate ¡Ilustrando i traguardi più importanti nella política della diffusione della lingua italiana all'estero. Ha r¡cordato come l'esodo migratorio negli USA, in Argentina, di fine secolo stimolo la costituzione nel 1889 della Société Dante Alighieri; la prima política cultúrale nacque, quindi, spontaneamen- te per difendere la propria lingua e la propria cultura. Negli anni 20 ¡I fascismo si pose il problema del naziona- lismo cultúrale: non si possono imporre lingue a popoli che hanno retaggi diversi. Una tappa importante è stata l'istituzione degli Istituti Italiani di Cultura all'estero, le scuole ¡taliane all'estero ed i corsi previsti dalla legge 3 marzo 1971 N. 153. Le classi colte in Europa conoscono l'italiano; le classi medie, invece, sono più restie alia conoscenza dell'italiano; i giovani di 2,3 e 4 generazione nei paesi di forte ¡mmigrazione come il Canada, USA ed Argentina desiderano ritornare alie proprie radici, alia propria lingua e cultura. Nella política di diffusione della lingua italiana rivestono particolare ¡mportanza i corsi di aggiornamento per ¡nsegnanti, la promozione dell'ed¡to­ na, ma bisogna fare di più. Lodevole l'iniziativa che ha visto lanciare l'anno del barocco che ha contribuito notevolmente a sviluppare i circuid turistici, come pure ¡I Festival dedicate a Kafka. Nell'area centro-danubiana l'Europa è in via di allargamento, da tener presente infine che le frontière uniscono, sono una fonte di coopera- zione. Molto intéressante anche il concetto di cultura espresso dal professor Griztko Mascioni, direttore dell'Is- tituto italiano di cultura di Zagabria: la cultura è qualcosa che tocca tutto, inoltre non va vista ¡n senso unidire- zionale, bisogna far conoscere le altre culture in Italia. Tra gli ¡nterventi tecnici da ricordare in particolar modo quello di Silvana Schiavi Fachin sulla situazione di trilin- guismo nel Friuli, quello di Fabrizio Radin sulla scuola italiana in Istria e a Fiume. Fabrizio Radin nella sua relazione ha sottolineato come negli ultimi anni ci sia una domanda sempre piu'imperiosadi lingua italiana, come L2 o dell'ambiente sociale sul territorio; come si stia vivendo un'espansione nelle localité di Albona e Pisino; anche nell'alto buiese e nel pinguentino c'é una crescente domanda di corsi di lingua italiana per adulti. Le scuole italiane, ha rilevato Radin, espletano sia una funzione di formazione e di tutela, sia una funzione di diffusione della lingua e cultura italiana nel territorio istro-quarnerino. I ragazzi della maggioranza, slavofoni, attraverso ¡I confronto con la minoranza italofona, hanno una percezione positiva dell'italiano. Le nostre scuole hanno ottemperato ad una funzione europea, ha proseguito Fabrizio Radin; la nos- tra scuola non vuole né snazionalizzare, né farsi sna- zionalizzare, ma vuole essere una scuola aperta con una funzione di europeizzazione del territorio. Molto coin- volgente l'intervento di Pietro Modini, l'anima del pro- getto ELLE, che ha parlato della "Dimensione intercultu- rale del Progetto ELLE." Le culture si devono integrare, senza nessuna forma di colonialismo cultúrale. Questo particolare ed innovativo método messo a punto dallo IARD che facilita l'apprendimento della lingua attraverso ¡I gioco contribuirá sicuramente, secon- do ¡I preside della Facoltá di Pedagogía di Lubiana Vinko Skalar, alio sviluppo della multicultura ¡n questi territori che é l'unica forma di sopravvivenza. Al Convegno, inserito nelle celebrazioni per la festa comunale, sono ¡ntervenuti inoltre Alberto Malutta che ha parlato del "Contributo dell'Universitá popolare di Trieste alia formazione degli ¡nsegnanti di L2," Srda Orbanic, che ha fatto una relazione sulla situazione lingüistica dell'istro-quarnerino, Edda Serra che ha es­ posto i "Programmi e la programmazione: realté e pro- spettive." Lucija Cok ha riferito sull'esperienza vissuta e la competenza acquisita dall'insegnante. Irena Lipovec ha fatto un hilando finale sull'esperienza istriana. Al termine le ¡nsegnanti Viviana Vran e Dolores Bressan hanno preséntate i risultati delle sperimentazioni del progetto ELLE ¡n alcune scuole istriane. In questo con­ vegno éemersal'importanza del bilinguismoadue livelli, ¡I primo come crescita dell'identitá, cioé entrare in con- tatto con il diverso porta ad una crescita reale, il secondo I i ve lio é, per cosí dire, político: abbiamo vissuto nell'Europa delle patrie per far crescere una cultura comune. E auspicabile che ¡I progetto IARD sia sperimentato nell'lstria croata e nel territorio confinado del Goriziano, zone di estremo interesse a detta del presidente dello IARD Franco Brambilla; ció consolideré sia la diffusione della lingua e cultura italiana in quest'area sia rinfonzerá la cultura della convivenza, única possibile e único autentico rimedio contro i demoni dei nazionalismi e gli spettri della non tolleranza. Elide Riccobon 377