ANNUARIO DELLA C1VICA SCUOLA REALE SUPERIORE DI SAN GIACOMO TRIESTE PUBBLICATO ALLA FINE DELL' ANNO SCOLASTICO 1911-1912 TRIESTE STAR. ARTISTICO TIPOORAFICO G. CAPRIN 1912. ANNUARIO DELLA CIVICA SCUOLA REALE SUPERIORE DI SAN GIACOMO TRIESTE PUBBLICATO ALLA FINE DELL’ANNO SCOLASTICO 1911-1912 TRIESTE STAR ARTISTICO TIPOGRAFICO G CAPRIN 1912. L’ANTIPETRARCHISMO IN NICOLÖ FRANCO Possiamo distinguere la lirica amorosa del secolo XVI in lirica ehe canta 1’amore pastorale e in quella che canta 1’amore platonico. L’amore pastorale e amore schietto, sciolto da ogni vincolo del decoro sociale, che ha per teatro 1’ aperta campagna o le live del mare, tia persone o colla maschera di persone su cui gli usi civili non hanno ancora fatto i loro guasti. In giusta anti-tesi all'amor pastorale e cantato 1’ amor platonico nelle sem-bian/.e tutt’ afifatto speciali sotto cui si preselita in qnesta etä, che imita, ma che imitando trasfoima il Petrarca1). I migliori, o perche disapprovano la corruzione dei costumi, o perche sentono il bisogno di vivere collo spirito in un’atmosfera di purezza o di častita nscendo dal lezzo della vita del giorno, o perche infine la raftinatezza del gusto li porta ad affet-tare, se non lo sentono realniente, un amor platonico, seguono nella loro lirica 1’ esempio del Petrarca e de’ suoi precursori di 1’rovenza. I piii dei poeti confessano 1’innaturalezza del plato-nismo, quando, volendo cantare platonicamente r’amore per una donna reale, escono dai limiti deli’amore platonico ed usano immagini e frasi piu atte a designare un amore reale. II linnovamento degli studi classici, 1’ onore al quäle era assurta per merito del Petrarca la dottrina platonica intorno ali’amore rinfocolarono l’ardore per le time del Petrarca. II male era poi accresciuto dal fatto che in questo secolo tutti senza distinzione di ceto, di coltura o d’ingegno si facevano del poe-tare una piacevole occupazione, un dolce sollievo alle loro piü gravi eure, sicche vediamo nobili e plebei, ecclesiastici e laici, uomini di ogni condizione, di ogni eta, d’ogni grado, i principi stessi, anzi ancora un numero grande di donne, persino operai U. A. Cancllo, Stori« delta leti er. it. nel secolo XVI, Milano, Vallardi l88o, diventar improvvisamente poeti. L’ idolo dinanzi a cui si inchi-nano i rimatori, il modello che studiano e il Petrarca. Ne stu-diano ed ammirano ogni voce, ogni sillaba usata da Inil) Fra 1’opera del Petrarca e la turba avida delle sue rime stanno come interpreti i commentatoii. Uno dei principali e dei piü accurati e Alessandro Vellutello da Lucca. Scrisse una biografia dei Petrarca, che fece epoca per le presunte notizie miove su Laura, con l’edizione dei Can/oniere commentato da lui, pubblicato a Venezia, presso i fratelli da Sabbio, 1535, e quindi ristampata parecchie volte in poclii anni. II Vellutello viaggiö in Francia, affine di raccogliere notizie intorno al Petrarca. AItri commenta-tori sarebbero ancora Sebastiano Fausto da Longiano, Silvano da Venafro, Aldo Manuzio il giovane, Francesco Alnnno, Francesco Sansovino, Antonio Brucioli, il Muzio, il Dolce, Bernardino Daniello, Gianandrea Gesualdo2). Ma se gli imitntori con l’assiduo studio del Petrarca otten-gono una forma elegante, 11110 stile, dove si ripetono fino al 1a sazietä le immagini, 1’artifiziositä, l'abuso de’ giuochi di parole, non infrequenti nel Petrarca, ci lasciano freddi, indifferenti, anno-iati, perche nel mare delle frasi e delle figure diluiscono il con-cetto, il pensiero povero e atrofizzato gia alla nascita. E nostro dovere perö di distinguere dalla turba ciecamente imitatrice quei lirici, che, per atteggiamenti nuovi e personali, dimostrano d’ essere veri poeti E qui basta citare la finitezza dello stile di Pietro Bembo, che piü di tutti s’avvicina al Petrarca, la castigatezza melanconica di Vitloria Colonna e di Gaspara Stampa, i lampi di licenziosita ribelle della famosa cortigiana Tullia d'Aragonri, la rude e maschia vigoria con cui sono foggiati i versi dei Buonarroti, la maestä dei Guidiccioni, la classica eleganza del Molža e dei Della Casa. Di fronte al Petrarchismo c’ b nel 500 1’ antipetrarchismo, „il quäle nasce ancor esso da molte cagioni, e assume varii aspetti, e, 11011 meno del suo contrario e significativo di ten-denze, di costumanze, di energie proprie di quello spirito e di quella vita. In parte e semplice resibtenza ed opposizione *) Dal 1470 al 1525 si ebbero ben sesaantotto eclizioni canzomere petrarcliesco; c dal 1525 alla line del secolo non mcno di centotrentacinqu«*, nicntre dal 1600 al 1711 se ne contano solo diciasette. Cfr. (Jiroiamo Tiraboschi, Storia della lutt., Milano 1824» l omo VIF, Vol, XII pag 1646*1647. all'andazzo comune; in parte e espressione di concetti e dl ideali nuovi nella vita e nell’arte*'). Conlro 1' immens» falange dei petrarchisti, che si fanno scudo del nome e dell1 autoritä del Petrarca, si schiera un pic-colo manipolo di risoluti, poco rispettosi deli’autoritä, punto teneri della tradizione, ribelli alla regola, vaghi di novitä, pieni d’ audacia, taluni anzi di sfrontatez/.a. Mentre i primi, il servum pecus, imitano ciecamente, e quindi male, I’opera del poeta, senza comprendere che poco va'gono le parole, se non rivestono dei pensieri originali, degli affetti veramente sentiti; gli ultimi vogliono fare da se, vogliono seguire la ragione, il buon senso, vogliono improntare i loro scritti del proprio carattere, consci di 11011 esser affatto privi d ingegno per poter pensare da se. L’antipetrarchismo, salvo in alcuni casi, 11011 include neces-sariamente avversione contro il Petrarca, „ma piü spesso semplice avversione alle dottrine, agli intendimenti e alla pratica lette-raria degl’imitatori“2). Gli antipetrarchisti 11011 sono avversi al cantore di madonna Laura, al suo Stile, ma bensi all' imitazione di lui, qualchevolta non solo sfacciata ed irriverente, ma pure in sommo grado ridicola. Ecco il lato debole, il punto vulne-rabile degli imitatori pedissequi : il ridicolo, del quäle appro-fittano argutamente gli antipetrarchisti per combatterli. Purtroppo com’ebbi a dire piü sopra, anche i petrarchisti, sempre parlando delle mediocritä, commettono il grave errore di tntti gli imitatori privi d ingegno, d’imitare cioe le espressioni artifiziose, gonfie e ricercate, i diffctti e 11011 le bellez/.e della liiica petrarchesca. E ’) Cos\ Arturo Graf nel suo lavoro „L\trarchismo ed antipetrarchismo nel cinquecento“ in Nuova Antologia, lö genn. e 16 febbr. 1886; pag. 621. II Graf e il primo che si sia occupato di questo argomento piü. difTusnmente. Ornzio Jiacci nel suo studio sulle „Considerazioni sopra le rime dd Petrarca di Alessandro Tassoni„ Firenze, Loescher e Seeber 1887 png. 53» nota 6, pur attribuendo grande valore allo studio del Graf gli muove 1’appunto di non aver detto abbastanza ordina-tainente le diversitä delle forme antipetrarchistiche e le loro ragioni. 2) Graf, art. cit. Antipetrarchismo etc. pag. 622. Come paralleli agli imitatori del Petrarca saiebbero da studiare i boccaccisli e in quanto in qualche maniera si oppongono ad essi anche i dautisti ; cosi parallclamente agli antipetrarchisti sarebbero da studiare le forme di opposizione al boccaccismo. V. anche Graf, ibidem, pag. 628 634. Sono da osservare anche certi ropporti che passano tra 1’ anti-petrnrchismo e 1’antipedantismo (se cosi puo dirsi) per ragione di alcune affinita dei petrarchisti con i pedanti (Clraf, „I pedanti nel ciiujuecento“, 1. die 1886, Nuova Antologia, p >g. 401, 415» 4!8, 460). Cosi pure i nessi del petrarchismo coli’aristote-listno (cfr. Ciraf, ibidem, 41^)* di qucste frasi, di queste circonlocuzioni rivestono dei concettuzzi meschini, dove manca affatto 1’ispirazione. Ma s’ accontentano i petrarchisti d’imitare soltanto il loro modello, e d’imitarlo male? No e forza rispondere, quando si osservi che non sono capaci di fare, o meglio di raffazzotiare un sonetto senza rubare qualche verso. Ne con segne che da un’ imitazione cosi servile la lingua debba apparire imp.'.verita, esile, umile ed oscura, ed Annibal Caro osserva giustamente essere una superstizione il fatto ehe non si debba serivere con altre parole che quelle usate dal Petrarca1). Quei poeti iiivtce, che per il loro ingegno 11011 s’ac-contentavano deli’imitazione, ma volevano addiiittura mettersi sur una via nuova non per anco calcata, costoro, dico, erano nemici naturah dei petrarchisti, competitori, sl, spesšo, indegni nell’agone letterario, ma pur avidi d’aequistar faina d’eccellenti. Molti sono i poeti, fra i quali principi della letteiatura italiana, ehe parteciparono al movimento antipetrarchista. Si potrebbero distinguere in categorie a seconda del mezzo di cui si giovarono per combattere 1' invadente petrarchismo, il con-venzionalismo lirico, del quäle era affetta la poesia, ed a seconda del modo clie tennero nel combatterlo. I. Ci si presentano poeti forniti d’ ingegno e quindi con-trari alle sciatterie dei poetuncoli medicanti un concettuzzo, una fräse dal Petrarca. 1*2 qui e da assegnare un pošto distinto al fla-gellum principum I’ielro Aretino, il quäle, e in prosa e in veisi, li sferza della sua satira, e, se loda e difende il Hembo da’ suoi detrattori, lo fa per stare sui convenevoli, sebbene per natura non potessero accordarsi in nulla. Al tri esempi di satira ci offrono il Dolce, il Nelli2), il Mauro, Cornelio Castaldi11), il Lasca, Gabriello Simeoni4), il Garzoni, il Castiglione, Antonfrancesco Doni, il Groto, Sperone Speroni5), 1’infelice Broccardo") e molti altri piii o meno convenientemente e rispettosamente. Lettere fumiliari, Padova, 1739, vol. II, pag. 268. а) Graf, op. cit. pag. 626. — V. Nclli, „Satire alla carlona“, Venezia per Alessandro De Via»», anclie libro II, p.ng. Q2. Vtdasi an ehe 1’articolo del Graf s\il petrarchismo (15 genn. 1886) pag. 226, 233. 245. *) II Castaldi espresse molto bene il suo pensiero in 1111 capitolo conlro i petrarchisti citato pure dal Graf. *) Ibid. pag. 630, 632, 633, 634.: 636 e allrove. 5) Sperone Speroni, I Dialo^h’, Venezia, 1542. Della Rhetorica; p.ig. .»43. б) Antonio Hroccardo feee il primo tentativo ener^ieo di oppnrsi al Pelrar-chismo dirigendo i suoi attacchi contro IMetro Hembo. Di lui parla il Tiraboschi nclla storia della lett. il. pag. 1652. 1 !oro versi satirici sono [spirati spesso da im seiio iuten-dimento eritico, e veri e propri eri tiči del petrai’chismö app'aiono anche nei loro seritti in prosa. K ben vero uhe spesso- nei loro seritti tiascendono i limiti dei permesso e del docente in mo^lo da riuscire sfrontati ed impudenti. . i-n1, IT. I poeti alla maniera del Berni1)/ Specchio di quella giocondita della vita, di quella brama di godimenti mondani clie erano sorte col rinasciinento delle arti e delle lettere, la loro poesia non poteva clie mettere in parodia le petrarcherie sve-i iievoli de’ contemporanei II Berni ripreiule a trattare gli argo-menti della lirica d'amore e ne fa brillantemente la caricatura. Gli imitatori del (,'anzoniere si vedono a un tratto ai fianchi-altri imitatori, i commentatori altri commentatori *), ed a läto aH’immagine della donna bionda e fredda, a lato del tipo di Laura appare la megera del Berni come un’appai i/.ione d’oltre-tomba. Ai petrarchisti viventi in un möndo di chimere contrap-ponevano 1’ umorismo della realta. Accanto a questa specie di travestimenti si potrebbero menziotiare gli spiiiuializzamenti, dove si lasciavano intatte le forme dei componimenti, animandole d’un n novo spirito di pensieri, clie s’accoi dassero colla morale e colla fede. Per non citare che mio di questi spiritualizzatori nomineremo Gerolamo Malipiero vene/.iano, minor osservante, ehe si lusingö di poter volgere in sacro il profano amor del Petrarca e pubblicö in Venezia nel 1536 il „Petrarca spirituale“8).' III I maccheronici, i poeti che si concedevano una liberta assoluta nel pensiero e nella lingun, sciolti da ogni regola, figli e fautori del proprio capriccio Ridono e vogliono far ridere degli ideali religiosi, pastorali e cavallereschi; o in generale si *) Per Pimporianaa dello studio della parodia specialmente nel sec XVI vedi Guerrini, G. C. Croce. Zanichelli, Bologna 1879, a pag 114. A proposito del Berni vedasi anche Virgili, F. Berni, Firenze. 1881, pag. 133, Rime, poesie latine e lettere di F. Berni, Firenze 1S85. G. B. Magrini; I)i A. F. Grazzini,-Imola 1879, pag. 19. '2) II Berni stesso appose al suo „Capitolo del giuoco della primiera“ un lil n go commento, parodia di quelle minuziöse e gravi esposizioni di rime petrar-cliescbe, ch’ < rano al!ora in uso e capostipite d’ima numerosa famiglia di simili scher/.osi sproloqui a d tebi lrazione di capi'oli e sonetti giocosi. Mentre Ari uro Graf colloca < | nest i spiritunlizzamenti del Canzonit-re nella classe de le opere ehe rappresentan la reorrente avversa al Petrarca'“, il Flamini li pone in fascio con le esposizioni, i commenti, le K-zioni accademiche intprno alle rime del Petrarka. — io — spasšano sulle debolezze e sui difetti della vita contemporanea1). IV. Certi umanisti, che nella loro intransigenza non ammet-tevano potersi scrivere in altra lingua che non fosse il Jatino o il greco. Gli umanisti erano del resto anehe un po' stanchi delle forme ritmiche, consacrate dal Petrarca, siccome avevano 1’ o recchio pieno de’ ritmi latini e greci. DaU’esposizione fatta risulta chiaiamente che 1’antipetrar-ch smo era una forza grande, piena d’uno spirito vigoroso e che la reazione contro gli imitatori del Petrarca partiva da varii scrittori trovando quasi generale consenso. Fra tutte queste forme d’antipeti archismo noi studieremo soltanto una, ci occuperemo soltanto della prosa satiiica, quäle la troviamo negli scritti di Nicolö Franco. Vedremo che, se non ha in certi punti la serietä, 1’ austeritä della critica moderna, se pur si abbandona alla celia, allo scherzo spesso lubiico, trova tuttavia accenti sinceri, efficaci, convincenti. Nel far questo ci varremo di un’analisi minuziosa e puramente oggettiva, dalla quäle potremo avere un’immagine chiara non solo delle inten-zioni del Franco, ma pure un quadro dell’epoca che in lui si riflette. Di Nicolö Franco dice caratterizzandolo il Tiraboschi2) che, se all’ingegno e allo studio fosse stato in lui uguale il senno, dovrebbe aver luogo tra’ migliori poeti. Era nato in Benevento. L’ anno della nascita divenne og-getto di discussioni e d’indagini 3). I biografi sono d'accordo nel dire ch’egli sorti oscuii natali, probabilmente da poveri contadini; e che rimasto orfano in tenera etä, dovette alle eure di un suo fratello Vincenzo, maestro di latino in IStnevento, se pote educarsi nelle lettere. Dalle lettere deü’Aretino appare che il padre del Franco sapesse pure maneggiare la penna conie pure il fratello Vincenzo, che in un'altra lettera deU’Aretino viene colmato d’ elogi sperticati. ’) Neli’ Orlandino del Folengo vi k an accenno al petrarcliismo (Mach. I), nella Zinitonella e d» vedere l’ecloga V. a) Tiraboschi, op. cit. png. 1660-1669. Iiel Kranco scrissero ancora: Carlo Simiani, Nicolö Fionco. Snggi, Palermo, Pedone Lauriel ora Carlo Clausen, 1890 (8°, pp. 71); l’Aretino e il Franco. Appunti e documenti di Aless. I.uzio nel Giorn. stor. letterat. ital. (vol. XXIX, pag 229 c seg.) a) Cfr. Giorn. stor, d. lett. it., vol. XXIV, pag. 399 e seg. Fra il 1531 e 1536 il Franco 11011 ha dimora fissa, mä si rova ora a Benevento, ora a Roma, ora, e per lo piü, a Napoli. Nel i53Ösbarca a Venezia sconosciuto e mal in arnese. Viene accolto nella casa ospitale di Pietro Arctino. Nella prlmavera del 1538 l’Aretino deve abbandonare Venezia per sfuggire ad un processo per bestemmia e sodomia, ritorna poco tempo dopo a Vene/.ia, dove rimane accarezzato dalla Signoria fino alla morte. Colla pubblicazione del primo libro delle lettere deli’ A-retino, fatta in Venezia nel 1537, incomincia la discordia fra i due, giä amici e collaboratori. II Franco, invidioso del plauso con cai videle accolte, volle emularlo, e nel 1539 pubblicö le sue Pistole vulgari nella stessa forma di quelle deli’ Aretino, la ultima delle quali diretta all’Invidia ha innegabilmeute allusioni che andavano a colpire 1’ Aretino. Nel 1539 il Franco e ferito da Ambrogio Eusebi milanese, 11110 degli allievi piü cari deli’ Aretino, 11011 per incarico espresso ricevuto dali' Aretino, tna per vendicare un' offesa personale. Quest’aggressione 11011 puö ritenersi di molto anteriore alla lettera aretinesca al Dolce, che e del 7 ottobre 1539, fierissima invettiva contro il Franco, nella quäle 1’ Aretino sfoga tutta 1’ ira sua, il suo livore. L’ Eusebi abbandona Venezia per eseguire vari inca-richi ricevuti dal suo signore. Ed il Franco, vedendosi perseguitato, divisa di recarsi in Francia. Ma si ferma a Casal Monfenato, probabilmente sulla fine del i54o, dopo cio& aver appreso la morte del Duca di Mantova. Vi accetta l'ospitalitä offertagli dal governatore Sigismondo Fanzino. La finalmente puö sfogare il fiele accumulato nell' anima: sguinzagliare pel mondo, come cani rabbiosi, i snoi famigerati sonetti. I11 questi si mostra inferiore, piü abbietto del suo nemico, che egli superava nel disgustoso turpiloquio. E 1’invidia che lo fa parlare, 1’invidia per la gloria del suo nemico. L' Aretino ride di vedere il beneventano divin-colarsi come „un serpe rotto nella schiena, il quäle benche non possa muoversi 11011 resta di vibrar la lingua, di alzar il capo e di sputar veleno." L’ Aretino indignato dirige una lettera petulan-tissima scritta agli n di marzo del 1543 al Fanzino, in cui, dolendosi del detto libro, parla con ugual villania e di lui e del Franco, e anche del Cardinal Ercole Gonzaga, in cui nome era il Fanzino governatore del Monfenato I11 Casale il Franco e membro dell’ Accademia degli Argonauti e vi scrive Rime marit-time. Una lettera scritta dall’ Aretino a Giovanni Alessandrino, nel settembre del 1549, ci mostra che il Franco era allora pedante in Mantova (Lettere, üb V, p 155). Nella terza edizione delle Rime appaiono di nuovo accentuati gli attacchi a preti, frati, a’ prelati, al Pontefice, anzi a!lo stesso concilio di Trento. La morte del Bembo (13 gennaio 1547) gli porge occasione a una serqua di sonetti oltraggiosi Finisce col cadere nelle mani deli'inquisi-zione, di cui s’era burlato nelle Rime. Nel luglio del 1568 il Franco t tratto di nuovo in prigione e due anni appresso (nel 1570 o nd >SÖ9) muore sulla forca, nel qual genere dl morte tntti convengono, antichi e moderni. II Petrarchista') dialogo di Messer Nicolö Franco. Gli interlocutori di qnesto diaologo sono Coccio e Sannio. Nel Iungo titolo 1’ autore indica lo scopo deli’opera, lo scopo immaginario, 11011 il vero: „Dialogo di Messer Nicolö Franco Nel qnale si scuoprono nuovi secreti sopra il Petrarca E si danno a hggere molte lettere, Che il medemo Petrarca, in lingua thoscana scrisse a diverse persone Cose rare, ne mai piü date a luce . I segreli, le cose rare che nel dialogo vengono messe in luce, sono invenzioni del Franco stesso, che se ne setve conie di 1111 mezzo ottimo per la sua satira E ben vero che molti sono i tratti irriverenti8) verso il Petrarca stesso, pel quäle peiö il Franco dimostra altrove d’aver la piü alta ammirazione. Se diventa qua e lä irriverente verso il grande poeta, Io fa per poter burlarsi meglio dei petrarchisti. II lavoro e dedicato col solito sfoggio di complimenti e d' adulazioni, che occupatio l'intera prefazione, al magnificissimo Messer Bonifazio Pignoli, segretario del Reverendissimo Mons. Leone Orsino, Eletto di Fregius. Dopo essersi cosl accaparrata subito in principio la benevolenza di Messer Bonifazio Pignoli, viene a dire del tema propostosi. E come ,frutto della sterilita* sua offre i! Dialogo, nel quäle lasciera trasparire le sue intenzioni. «Molti» osserva subito dopo, «mi stimeranno incorso del crimen de la lesa maestä del Petrarca». Si riserva di rispondere anche a costoro. ■) L’ edizione del testo clic ho potuto consliUfti e Hell’ i. r. Biblioteca di Corte in vienmi poita ln dntn del 1543 „in Venetia appresso Gabriel Gioli di Kerrarij; b dunque una ristampa segiiita alla distunza di 4 anni dalla prima edi-zione che e del 1539- ,J) II Tassoni lo fa piü di spesso nelle sue „Considerazioni ecc.“ Riprodurremo lo svolgersi del dialogo accentuando cd assog-gettando ad esame critico qtiei luoglii dove 1' antipetrarcbi.sjno č evidente, e chiarendo quelli dove 1’ intenzione e piü velata. Coccio chiede a Sannio la continuazione della storia del suo viaggio. Sannio si fa promettere da lui che avrebbe man-tenuto il segreto e quindi incomincia. Sannio spinto da grande ammirazione pcl Petrarca e per quella donna che con la sua bellezza gli diede 1’ali di volare tant’ alto, s’incammina verso Avignone1). Sannio ci appare qui conie un entusiastico amini latore del Petrarca e delle cose di lui, coirie un suo commen-tatore. E da dotio coinmentatore, cui sta a cuore la vera ed esatta inteipietazione del suo autore, vuole, coi propri occhi vedere il teatio di tutti quegli avvenimenti che conosce solo per averne letto o udito parlare da altri; se ne va quindi nella chiesa di S Chiara per vedere l ossa di Laura, e dinanzi a quelle ceneri s inginocchia e prega divotamente che gli sia concessa la luce bramata sopra tanti punti oscuri. Vorrebbe fare una descrizione dell insigne opera d'arte, ma gli mancano i termini tecnici per bene esprimersi. Si propone di visitare tutti i luoglii intorno ad Avignone per investigare, dov’ella nacque, dove abitö, s’ebbe marito e tutte quelle questioni che occuparono ed occuperanno la mente degli studiosi, dei commentatori passati e futuri di Messer Francesco, Ecco giä al principio del dialogo un appunto aHa mania de’ commentatori. E visita Gravefons, Morterra, Car-pentras «e dovunque e stato il sospetto del nascer suo». Ed interroga «mercanti, et huomini di lettere, e studiosi investigatori di ciö». E per spiegare la pedanteria dei commentatori nel licercare 1 oiigine di Madonna Laura, i quali badano a tutte le ciance, soggiunge: „...Con altie assai favole, e filatterie, de le quali mi ridea, per non trovarle approvate da altro : die da ciance, e da novelle del tale lo disse al tale, et il tale lo raccon-tava al tale, cosl mi fu detto da Piero, e di questo parere č ') Aiqua, Valchiusii, Avignone erano diventati meta di devoti pellegrinaggi da parte dei pelrarchisti (poeti e comnientatoii). II Canello, op. cit. pag. 310: Ma come ni poeli petrarchcschi s’erano opposli e contrnposti i bernieschi, cosi ogli nmmirntori ciechi del Petrarca s’opposero alcuni liberi crilici di quesla etä ; e Nicolö l'ranco nel dialogo II Petrarchisla saporilametate si rise in ispecie del Vellutello, fingendo un suo viaggio ad Avignone ed a V»lchiusa in oerca di notizie e di relirjuie petrarchesche etc. Martino Di maniera, che udendo taute varietä, con tanti pareri, e tutti 1’ uno a 1' altro contrari, m’ hebbi a dare al diavolo piü de tre volte e poco ci manco: che io non mandassi il cancaro a Laura, a tutti i frati di Santa Chiara: che ce la tengono: et al Petrarca anchora; che ne gli avori, ne gli hebani, ne i cristalli, e ne gli alabastri di Laura hebbe lingua per tre gazzuole,....“1) Qui scappa la pazienza a messer Sannio, per !a cui bocca parla il Franco stesso. II linguaggio, nella sua drasticitä e causticitä, rivela ranimo satirico e scapigliato del Franco. Non e egll tipo di lesinare nella scelta delle frasi. Eppure siamo costretti a notare una inconseguenza ne! carattere del Sannio, che dap-principio dimostra una religiosa venerazione pel Petrarca ed un momento dopo discende a trivialilä. Ma non e difficile pero compredere questa contraddizione, se si conosce il Franco stesso, che, pur condannando gl’imitatori del Petrarca, era qualche volta lui stesso pronto ad imitarlo, abbandonandosi alla corrente ccmune. E in qual conto il Franco tenesse il Petrarca, lo dimo-strano altre espressioni che vedremo piü tardi, i raffronti tra i petrarchisti, volgo ignorante, ed il grande imitato. Segue la „vera descrittione di Valchiusa“. E qui nel dire d’aver misurato la distanza passante fra Avignone e Valchiusa e nell’indicarla con pedante esattezza appare di nuovo non dubbio 1’intento dello scrittore. „Lequali cose“ dice a proposito dei commentatori „se havessero mesurate col compasso, com’io, havrebbeno scritto il debito“2). Nella seguente .descrittione de la Sorga“ descrivendo la bellezza e la chiarezza dell’ acque della Sorga esclama: „chi ti terrebbe di non torre all’hora all’hora la penna, e comporre madrigaletti ?“a) Ed e vero. Quante volte i petrarchisti non ci descrissero colle stesse parole del Petrarca le bellezze naturali, il paesaggio, convenzionale oramai, che serviva di cornice all’apparizione della donna amata. E qui mi sia per-messo un brevissimo parallelo fra 1’ imitazione del Petrarca e 1’imitazioiie de’ trovatori provenzali; la stessa lingua, le stesse immagini, le stesse qualitä attnbuite a Madonna rimangono inva-riate, anche se devono poi servire a rivestir un corpo dove non c’e piü vita, dove manca lo spirito animatore. La forma persiste come una tradizione, anghe quando le venga a mancare il con- ’) Ediz. cit, f. VI verso. 2) Ediz. cit. f. VII recto. 3) Ibidem. tenuto. Madonna, l’amata, rimane sempre uu tipo di perfezjone astratta, senza vita, senza movenze; viene descritta sempre colle ormai viete immagini, colle solite similitndini, che servono piü che altro da riempitivo. Nella descrizione della casa del Petrarca in Valchiusa s’in-dugia con molto umorismo a descrivere la cucinetta della casa di M. Francesco: „cocinetta polita co’l suo lavatoio, con tutti i luoglii destinati a la qualitä delle masseritie, cosi dove tenea le scodelle, dove i bocali, dove la grattacagia, dove le pignate da far il brodetto, dove quelle da far la panata, dove l’altre da cocere 1'herbette.“ ’) E piü avanti: „Chi non ci componeria i sonetti, le sestine, con i Triomphi a carra?*2) Una parodia del-1’ entusiasmo dei petrarchisti e della loro prontezza nello scom-biccherar versi anche su di un futile argomento, che non potrebbe ispirare. Ritornato il Sannio in Avignone, v’incontra due amici bene-ventani, il Mansella ed il Cautano, che 1’ invitano a venir con loro a trovare un ricco e dotto Avignonese di nome Roberto, che ha una casa prossima a Santa Chiara Viene dunque ospitato da M. Roberto. E gli amici, discorrendo a tavola, gli cliiedono se e finalmente soddisfatto d’aver raggiunto la meta de’ suoi desideri. «Ma in che cosa io merito d' esser ripreso, in che schernito, portando tanta afifettione a l’opra d’ un poeta quäl’il Petrarca, mostrandomi desioso d’intenderne ogni minima parti-cella ? Forse egli non deve essere nel pregio suo, perche a tutte 1’höre fioriscano le selve de i Petrarchisti?»8) E qui il Franco si ricrede delle espressioni avventate e scapigliate, ed eleva il Petrarca al di sopra d’ogni critica. Se qualche volta, come abbiamo visto piü sopra4), si lascia scap-pare delle parole un po’ volgari, lo fa per apparire forse piü spritoso o perche l’indole sua battagliera ve lo conduce. Sannio quindi tesse 1’elogio del Petrarca ed incontra la approvazione di M. Roberto, che si rivolge ai due amici, due antipetrarchisti5), coll’invito di prender parte alla discussione. Si rifiutano. *) f. VII verso. , 2) Ibidem e f. VIII recto. ») f. IX r. *) Cfr. f. VI verso. s) Per nitlla non son detti beneveutani, dalla patria del Franco stesso. Fa consistere 1’ utilitä doppia del Petrarca: «l’una ne i vaghi, e lieti fiori, cioe nel diletto, e ne la consolation de la mente, l’altra ne i dolci, e cari frutti del parlar leggiadro, e del bel sauore, cioe negli ornamenti del viuer nostro. .. che il Casti-glione n’insegna, non e philosopho, ne poeta, da cui meglio apparar si possa la via d' lionestamente amare, e d’amando sfogare».1) Ed il Petrarca viene considerato come un esempio si luminoso per coloro die vogliono scriver versi d’amore da non poter essi scrivere altrimenti che nel suo stüe. 11 Petrarca viene addirittnra esaltato sopra Dante. Se 1’ ammirazione pel Petrarca espressa dal Franco per bocca degl’interlocutori del suo dialogo c siticera, non e tale di certo il consiglio. dato ngl’ imitatori di saccheggiarlo addirit-tura; ma e tutto un’ironia quell’incoraggiamento ad imitarlo, a rubarlo dato non solo ai rimatori, ma pur anche ai prosatori: «Onde percio ; non pur lo dovrebbero i rimatori imitare, e rub-bare, ma i prosatori liberamente pigliarne non solamente tutte le parti del parlare, i modi, le clausule, e le figure; che ne le sue compositioni, sono quasi stelle al cielo cosparte. ma ciö che c’e: senza lasciargli pur tutto lo spirto; che si ci vede, poi che non e in 1 ui pur una minima particella ; che non paia piü bella e piü degna de le prose, ehe qualunque allra nel medesimo significato in tutto il resto de i prosatori»2) II Franco ottiene un effetto maggiore di comicita facendo parlar M. Roberto cosi, sul serio, con aria di convinzione. Continua a parlare di questioni aventi attinenza stretta col Petrarca, come p. e. della stabilitä deli’amore del Petrarca, del memorabil giorno nel quäle il Petrarca s’ innamoi ö:i); dove il Petrarca s'innamorasse, con grande copia di osservazioni. Dice della bellezza di M. Laura «la piü gentile, santa, saggia, leg-giadra, gratiosa, honesta, bella e snella»4). La chiama ripetuta-mente cosa di paradiso. h'logia le sue virtü. Spiega 1’ origine del Petrarca e come miracolosamente fosse sfuggito a molti pericoli, perche il destino lo serbava alla gloria.5) Coccio non puö trattenersi dal non chiedere a Sannio, come mai M. Roberto avesse saputo tante cose e 1’ avesse dette cosi ’) f. XI v'erso. 2) f. XII r. e v. *) f. XIII v. e XIV r. ‘) f. XIV v. •') f. XV r. e v. toscanamente; e Sannio pronto a togliere tutte quelle illusioni che noi ci saretnmo eventualmente fatti sul conto di M. Roberto : „Haverle sapute, non e gran cosa, havendo potuto studiarle ne i commenti“ *). Ecco che pur quell’ indagine sulla vita e l’amore del Petrarca aveva uno scopo: lo scopo di burlarsi dei commen-tatori. E continua a narrargli die il buon M. Roberto avesse voluto mostrargii il ritratto di Laura „quella istessa che il Petrarca portava seco dovunque andava, e che fu ritratta da Maestro Simone da Siena.“ Coccio vuole proprio sapere, se Laura apparisse cosl bella, quäle la descrisse M. Francesco E Sannio, che 11011 s’intende di donne, ne sa distinguere le belle dalle brutte, deve dare 1111 giudizio. Come puö cantare le bellezze d’una donna, chi della bellezza 11011 ha punto il senso? E subito la satira della bellezza della donna diventa piü pungente, quando dice: „Le Donne tu sai, che si favino tutte belle, quando eile vogliono, tanto santio mettere colori sopra colori. Io potrei giurare, e tu me potreste credere, che in quel volto di Laura, io vidi de la sbiacca, e de la grana, e de la vernice, come in quegli di tutte 1' altre. Egli mi parea che lucesse come una maschera Modanese. Non ci viddi quei miracoli, ne quella neue, ne quelle cose, che taute fiate disse il Petrarca“2). Coccio s'interessa e gli cliiede se i capegli fossero come li cantö il Petrarca. Sannio: „Erano biondi honestamente, ma 11011 tanto com’egli scrisse“8). Ne tanto bianche erano le mani: 11011 erano ne le perle ne l’avorio dal candore abbagliante. Fra le reliquie di Madonna Laura, M. Roberto gli mostra cose di maggior importanza: ,un paio di forficette da 1’unghie de i piedi, una scuffia da notte, un pelatoio da ciglia, una cara-fella dove teneva i belletti, un nettadenti, e molti fragmenti d’un orinale*4). Proprio oggetti i piü indegni d essere cantati nei versi d’ un poeta innamorato! E 11011 bastasse giä questo ; ecco che anche del Petrarca gli vengono mostrate tali reliquie: la lampada e le candele ed il calamaio che recava il ritratto di Laura e come ornamento frondi di lauro; v'era pure scritto il >) f. XVII v. 2) f. XVII v. e XVIII 1-. 3) f. XVIII r. *) f. XVIII v. nome di Laura di mano sua. „II che senza fallo eredo, ehe avvenisse, quando il Petrarca per provare se la petina gittava bene, andava serivendo, prendendo a sollazzo di liotare il nome di Laura, come di quella, che gli stava sulla punta de la penna“'). E M. Roberto attribuisce a quel ritratto di Laura scolpito sul calamaio tutta un’ efficacia speciale, 11110 sprone per il poeta a serivere sempre della sua donna. Si comprende pero chiaramente quanta satira ci sia in queste osservazioni. Tutta da ridere e poi l’idea che il Petrarca dopo la morte di Laura prendesse a cantar di lei ispirandosi ali’ immagine sua scolpita sul calamaio, ed il buon M. Roberto se lo figura „ehe con la punta de la penna, facendo segno inverso le bellezze di Laura" dicesse: „Son questi i capei biondi, e 1’aureo nodo „Dic'io; ch’anchor mi stringe, e quei begli occhi, „Che fur mio sole ? Natural mente anche M. Roberto viene rappresentato come un petrarchista %on' i ehe 11011 vede piii lontano del proprio naso, e diventa cosl un vero tipo da commedia, quasi 1’ immagine del petrarchista cieco per tut to ciö die non sia il Petrarca. E un entusiasta, che non ragiona, che non ha nemmeno un po’ di spirito critico. DaH’insistenza, colla quäle il Franco lo fa parlare del potere magico del calamaio, si comprende com’esso si faccia beffe del petrarchista pedante. Ed anche i sigilli del Petrarca portavano la testa di Madonna Laura o Lauretta, come la cliiama M. Roberto. In un sigillo poi il Petrarca ci viene rappresentato disteso all’ombra di un lauro, ignudo, piangente, con un’urna sotto il braccio destro, da la cui bocca esce un fonte. E eoltellini e penne temprate in diverse foggie vi trova e non si pu6 trattenere dal prenderne una in mano e si vanta di aver potuto serivere come il Petrarca2). E Coccio continua ad oltranza lo scherzo dicendo che basterebbe ehe chi vuole com-mentare il Petrarca possedesse una si fatta penna per fare un dotto commento o per serivere addirittura come il Petrarca stesso. E Sannio non sa rispondere di ehe uccello mai potessero essere quelle penne e črede solo della fenice, „ehe come unico e solo augello, par ehe si confaccia al Petrarca, che fu singolare al dispetto de i Petrarchisti, i quali se gli fanno compagni“1). Ed e qui nuovamente ehe 1’ autore parla per bocca di M. Sannio. Ma ora viene il bello. M. Roberto mostra al Sannio 1’originale „dove di mano medesima del Petrarca, erano seritte tutte le rime; che egli compose, cosl veramente notate, secondo clie esso le veniva componendo. E di ciö facean fede le parole quasi di tutti i versi, peroche di loro quäle intera, qual tronea, quäle in molte parti cassa, e mutata piü volte si vedea "2) E c’erano „secreti certamente, ehe se si sapessero, il Petrarca s'intende-rebbe da i sordi“8) Inesauribile e la mente del Franco nell'in-ventare sempre nuovi espedienti per ottenere effetti di riso, per esporre, in modo originale e punto noioso, alla burla le scioc-chezze dei eommentatori. Vi si vedono le correzioni fatte dal Petrarca stesso. P. e. invece di Benedetto sia ’I giorno, e '1 mese e lanno. v’era prima scritto Maledetto sia ’l giorno, ’l mese, e 1’anno ecc. E soggiunge subito: „E credo, che 1’origine d’un tal Sonetto fusse stato qualche gran sdegno del Petrarca contra Madonna Laura, e percio hauesse incominciato a maledire in quella ma-niera“4). Poi mtitö pensiero per qualche nuovo favore avutone. Altri simili esempi pili o meno scapigliati vengono citati dal Sannio E Sannio continua ad enumerare i sonetti, le canzoni scritte dal Petrarca a’ suoi numerosi amici. Ma vuol dire specialmente dei sonetti scritti per Laura, che oggi non si leggono tra le sue rime. „In memoria di quella finestra11, nel sonetto: „Io havrö sempre in odio la finestra E ne la Canzone : „ Standomi un giorno solo a la finestra “ 5). Ed altre canzoni e madrigali ed infiniti madrigaletti „sopra quel guanto leggiadretto di Laura, tutto d’oro, e di seta trapunto, che le cadde un giorno, e che il Petrarca toltolo, poi gli convenne restituirlo“"). Ma comicamente ci parla Sannio d’un sonetto nel i) f. XXI v. -) f. XXII r. 3) f. XXII r. «) f. XXII v. 5) f. XXIV r. ») f. XXIV v. quäle il Petrarca manifesta la sua allegrezza per essergli stata cortese Laura d’un guardo amoroso, d’un dolce saluto, quando un giorno 1’attese al luogo usato nel passar d’un cantone. L’im magine uella sua comicitä ha in s£ tuttora una sana e naturale frescliezza ed e sopra tutto viva. E in raorte di Laura vide Sannio un numero di sonetti ben maggiore di qtielli che ora esistono. Vide le „odi vulgari“ e le elegie del Petrarca; le „Silve“1) in versi endecasillabi con-tenenti lodi d’eroi. Fra queste c’erano pure Silve d’amore ed una splendida, dove cantava le bellezze di Laura Composizioni del Petrarca in versi sciolti. Volgarizzamenti delle favole d’Ovidio, delle quali a proposito gli veniva quella di Dafne conversa in Lauro. V’ erano inni volgat i, sonetti pastorali. Composizioni in lingua provenzale ; in lingua furba „la quäle in quei tempi era in grandissimo uso in PadoaV Capitoli piacevolissimi, „uno, nel quäle per lodare covertamente M. Laura, s’ era messo a lodare ii Lauro, e tutte le sue vertu“2). Alla domanda di Coccio, se, oltre a le rime incognite, ci fossero anche delle prose, Sannio cita le lettere scritte dal Petrarca a M. Laura. E Coccio di nuovo se c’e alcun cenno, se Laura ebbe marito o no. Laura ebbe marito e molti figlioli „si come e la dotta oppenione del Fausto e del suo fratello“, e qui di nuovo vengono attaccati i commentatori. E subito fa il Franco citare dal Sannio passi di lettere del Petrarca a M. Laura, come p e. „Ma perdonatemi anima mia, se cosl ne la Chiesa, come ne la vostra contrada, di rado mi fo vedere, perche l’amor grande, et il desiderio del vostro honore, mi fanno temere d’ogni pelo, che va per l’aria. Ne per altro effetto si fa, che per non accrescere sospetto al marito vostro“3). E nel fine d’un’altra: „Non son venuto sta mane a la predica, per non accrescere sospetto a chi possede il mio bene“4). E via di questo tono, che il Franco non si stanca di fabbricare passi di lettere. „Cerca 1’haver fatti figliuoli, v’erano cenili infiniti, e tra gli altri, una letterina, la quäle stando Laura per partorire, il Petrarca cosl scrivea: Anima bella, poi che il vostro felicissimo parto n’ £ cosi prossimo, prego la immensa bellezza sua, pigli a buon fine il mio allontanarmi da Valchiusa per qualche giorno. •) f XXVI. 2) Quesio ed il precedeute vcdesi f. XXVI — f. XXVll v. deli’ed. cit. >) f. XXIX r. ‘) Ibidem. II che non si fa, perch’ io cerchi di fuggire i raggi di quel sole; che con l’occhio de Id sua luce, e 1’ alimento de la mia vita, ma solamente per lo dubbio; che ho; che il marito vostro, induttoci dal siio sospetto, non cerchi, dopo il parto, entromettermi nel comparatico II che non accettarei, per non essere di dovete ; che di colei mi faccia compare, a la quäle il cielo et amore m’hau fatto eterno suggetto, e servo“1). Ecco una Laura, che sara una buona madre di famiglia, ma non piü la figura di paradiso cantata dal grande lirico ! Nella lettera a ßenvenuto da Imola consiglia il Petrarca al suo commentatore di lasciare ai posteri il compito d'investi-gare la nascita etc. di M. Laura. Coccio dice d’aver sempre pensato che Laura abbia avuto marito. E Sannio conferma quest’opinione coli’ osservare che era impossibile che Laura avesse taggiunto i trentacinque anni senza essersi unita in ma-trimonio. E di piü: Non l’avrebbe il Petrarca sposata egli stesso, se fosse stata nubile donzella, invece di planiere tanto nelle sue rime? E ciö 1'avrebbe fatto prima di diventar prete. E infatti la questione se Laura ebbe marito o no, agitö tanto gli animi de’ commentatori, che il Franco 11011 pote fare a meno di trattarne per prenderli in giro. E due volte, dice egli, il Petrarca si fece prete. La prima per la disperazione di saper Laura sposa d’ un altro, la seconda dopo la morte di lei. E qui il Franco non risparmia neppure al papa un’osservazione, quella cioe che avrebbe potuto accordare al Petrarca la dispensa, acchž sposasse Laura, e ehe, se avesse il papa voluto, l’avrebbe potuto permettere, anche vivendo il marito di Laura „poi ehe dispensano in cose maggiori''2). E questo im accenno alle condizioni della Chiesa d’allora, alla corruzione ehe dilagava perfino nella curia romana. Circa la licenza di eommentar le sue rime, il Petrarca risponde in una sua lettera a Benvenuto da Imola: „Duolmi di n o n potervi permettere; ehe il medemo facciate ne le mie rime si come desiosamente mi dimandate, per non darvi cagione; ehe del suggetto deli’ opra quello si venisse a dire, eh’ io non dissi giammai, et a rischiarare quello: che co ’1 doppio, e co 1’ ambiguo, hanno tal fiata le mie parole mostrato.... vi consigliarei sempre, come a quello amico ; ehe doppo Laura amo quanto me stesso, che ne 1’esponere le mie rime non v’ impacciaste ; se di lode fuste desideroso ; perche, in quanto biasimo puo cadere chiunque (uscendo del mio consiglio) si inettera a farlo, da quell’una cosa si puo conoscere, ch’egli ne co ’l vero, ne co ’l certo, potiebbe addurci cose, o vere, o certe, 11011 havendo ne di veritä, ne di certezza testimonianza veruna“1). L’allusione e chiara e) f. XXXI v. e XXXII r. >) f. XXXII v. e XXXIII r. aj f. XXXIV r. liscio del viso, sotto le vesti lussuose cela il putridume, e 1’ Al -cina deli’Ariosto, e 1’Armida del Tasso, e 11110 di quei concetti clie vivono nella letteratura attraverso i secoli. E la donna ten -tatrice, messa da Dio a lato deli' uomo per provare le sue virtu come si credea nel medioevo. „Femina e cosa mobile per natura“1). Ma il Petrarca deve pero alla fine confessare ehe si sente ancor sempre strettamente avvinto da quei legami, sempre ha invescate 1’ali nell’ amorosa pania, per esprimerlo con un’ immagine ario-stesca. Quanto il Franco fa qui dire dagl’interlocutori del suo dialogo non e proprio inventato di sana pianta, per far dispetto ai signori petrarchisti, ha invero una base nel carattere del Petrarca stesso, che ci appare come un uomo ehe lotta con due principi opposti: l’uno quello della vita sensuale, della gioia di vivere e d’amare; spirituale l’altro, che lo fa riflettere seriamente alla vanitä delle cose terrene. E lo spirito del medioevo che lotta colla bellezza deli'umanesimo ; ed il Petrarca, e noto, e il precursore del rinascimento, e l’innamorato dei classici e delle loro bellezze. Ceito & perö che il Franco vuole far risaltare quest’ antitesi a modo sno, come per far vedere ai petrarchisti che anche il Petrarca stesso 11011 prendeva la cosa molto sul serio, meno sul serio de’ suoi infelici imitatori. Sannio congettura da un’altra lettera scritta dal Petrarca a Laura che avessero fatto la pace Ringrazia Laura per dei fazzoletti ricevuti da lei in dono. Non puö piü adoperarli per rasciugar le sue lagrime, perche le Hamme l’ardono tanto, che umore piü non gli resta. 11 Franco cerca di condurci fuori del-1’atmosfera poetica nella realtä della vita vissuta. Di lettere2) pero scritte da Laura al Petrarca non v’e traccia. Forse gli mandö delle ambasciate a voce. Pare che Laura gli avesse domandato una copia di tutte le sue cose. Segue una lettera del Petrarca a Laura, dov’egli si scusa della pochezza del suo ingegno, che 11011 puö degnamente cantare i pregi deH’eccelsa sua bellezza. Fra le altre lettere viene citata una d’un vescovo cavallicese al Petrarca: „E il diavolo Messer Francesco ad amar donne: che hanno marito, e sempre ci va pericolo. F manco male gir dietro a vedove, et a donzelle. Ma ‘) f. XXXV r. 2) Nel 1552 s' pubbücarono in Venezia pei tipi di Comin da Trino „I sonet ti, le canzoni c i Irionfi di M. Laura in risposta di M. Francesco Petrarca per le sue rime in vita e in morle di lei, pervenuti alle mani di Stefano Colonna gentiluomo roinano,“ molto meglio a veccliie, perche almanco se ne ha qualche scudo da trattener le muse, quando non hanno come cantare“1). Qui di nuovo fa il Franco fare al Petrarca un tuffo nella realtä, o addirittura nella trivialita. Un certo Maestro Thomaso dal Garbo Fiorentino, medico favorito del Petrarca, gli consiglia: „Messer Francesco mio, tu sei difettoso di morbo cadoco, sei di complessione sanguigna, e colerica, poco robusta, il calido e contrario al freddo, e l'humido al secco. E perciö il caldo, et il ghiaccio de 1'amor vostro, 11011 puote essere bene d'accordo con Laura; ch’e cosi fredda e secca. C011 mille altre autoritä di Galeno s). 11 Sannio cita quindi altre lettere: una piacevole scritta dal Petrarca in risposta al signore di Rimini, che lo voleva far ritrarre da un pittore; una a Laura, dove le narra di 1111 peiicolo corso ritornando da Roma, dove aveva preso la corona, in I.om-bardia e come, dopo esser stato derubato dai ladri di tutto il suo, fosse diilla corona, unica cosa rimastagli, protetto dalle folgori, e come all’aurora direttosi verso Scandiano fosse accolto da quel conte, che ha composto l’innamoramento d’Orlando; lettere scritte contro la corte d’Avignone. (II Franco stesso 1’aveva colle corti), dove loda con fare oraziano la quiete del viver suo lontano dal cerimoniale fastoso della corte papale; una lettera in lode della repubblica veneta E qui conviene notare che il Franco non si stanca di colmare d’adulazioni la famiglia dei Dandolo ed altri gentiluomini veneti, certamente per ingra/.iar-seli, per mendicar favori. II Sannio cita ancora molte lettere scritte dal Petrarca in lode <1 i Napoli, dove s’era recato, e del re Roberto ; e quelle bellezze gli fanno fare una profezia, „gli han dato certissimo augurio die ne le sue piaggie 1111 giorno dec cantare un Cigno tanto candido e sincero, che a guisa di pura colomba, spiegando al cielo, farä udire al mondo voci di sl fatta harmonia, che veramente vere cornici parranno quegli, che a lui pareggiar si vorranno*2). Ancora una lettera del Petrarca a Laura, dove le comunica in una serie di complimenti d’aver preso il lauro per le mani del conte Orso dell’Anguillara a Roma. Segue una lettera di M. Giovanni Boccaccio. E per questa lettera, osscrva il Sannio, ebbe a venire alle mani col 1) f. XXXVIII v. 2) Ibidem. 8) f. XLII1 r. Petrarca „il quäle (spiacendogli forse questo scrivere zaffranato) gli rispotidea, e gli dava per consiglio; che ne le Epistole; che famigliarmente si scrivono, vedesse per ogni modo farsi piü facile che potesse, dicendogli, „Messer Giovanni carissimo, vediate; ch’altro e scrivere lettere, et altro fiammette. Io per me non ho mai usato, guari, teste, et altres), ma invece di guari, ho detto molto, hora per teste, et ugualmente per altresl. La facilitä e quella; che ne i domestici raggionamenti s’apprezza molto. Tra la prosa, et il verso, non e dififerenza; che con elettione di parole si faccia. L’uno e l’altra si loda cominunemente, pur che di proprietä, e di facilitä sappiano le voci loro*1). II Franco fa che il Petrarca dia questa lezione di lingua al Boccaccio e che accentui specialmente la semplicitä dello stile e condanni l’uso di paroloni, naturalmente che la lezione piü che al Boccaccio e diretta ai pedanti ed ai petrarchisti die anche nel parlar fami-gliare e nelle cose piü comuni fanno sfoggio di vocaboli rari che hanno colpito la loro fantasia. Ma il Franco da quello che segue lascia trasparire che un pochino di colpa abbia pure il Petrarca, che coll'abusare di certe parole diede l’esempio a coloro che non sapevano distinguere quelli, che per il Petrarca sono piccioli diffetti, dall’ immense bellezze sue. Percio fa che il Boccaccio risponda stizzosamente „che se pur' egli ha tal volta dato d’urto negli uopi, ne i quinci, e ne gli unquanchi, tutto gli e avvenuto, per havergli veduto usare ne le sue rime“2). E qui il Boccaccio a citare tutti gli uopo, gli tin-quanco, i quinci. Ed il Petrarca (in uno stile che e quello del Franco) gli risponde a dovere: „Boccaccio Boccaccio, tu fusti sempre un’arrogante, et un temerario, et di ciö non reco altro testimonio ; che il tuo haver voluto far 1’ amore con le reine di Napoli, e con le forche che appichino i prosontuosi; che non si riconoscono*3). E giü una tirata contro la lingua e lo stile del Boccaccio. E non solo mette alla berlina certi versi del Boccaccio, ma se la prende persino con Dante. E termina: „io ho poco che fare con huomini da novelle.“ E il Sannio da ragione al Petrarca, avendo scritto le sue prose volgari senza solennitä, senza ampollositä e grandezza. E qui cita la lunga lettera del Petrarca'1) al famosissimo huomo Messer Nicolö Acciaroli, grau 1) f. XUV r. 2) Ibidem 3) f. XLV r. 4) La letteru va dal f. XLVI r. al f. 1.11 v. (circa 14 pngine). Senescalco del reame di Napoli, sopra la coronatione del re Alouise". Lo stile di questa lettera non appare tuttavia privo di solennitä, anzi al contrario, che gli aggettivi reboanti ed alti-sonanti 11011 difettano. La lettera contiene consigli ad un re per ben governare, con ampiezza di citati della vita e dei costumi degli antichi, specialmente de’ Romani e de’ Greci1). E Coccio conclude non aver difatti lo scrivere Petrarchesco nulla da fare col Boccacciesco. Sannio allora descrive la partenza dei due beneventani, ehe s’erano alzati di ta vola ,gongolando per le gran risa, e non dicendo altro in verso di noi ; ehe a Dio espositori, ....a Dio schicchera libri, a Dio giornee d’ oppenioni, a Dio Petrarchisti, a Dio scimie di Sonetti“') E il Sannio si congeda pure da M. Roberto ringraziandolo e dicendogli „Assai mi sata, M. Roberto, non potendomi la S. V. concedere 1’originale stesso del libro suo, s’al manco mi concederä; ch' io mi prevaglia de 1’autorita sua, quando m’accaderä d’attestarlo per testimonio, ove ad esponere il Petrarca mi mettero, tal che piu facilmente mi sia creduto, cio che ci serivero. Madesl, mi rispose cortesemente; ch’io ve’l concedo. purche cotal prevalervi sia ricevuto appresso 1' incredulitä de le orecchie, le quali non so come si disponeranno a credere cotante cose maravigliose, quante son queste ; che pure havrete lette con gli occhi istessi“2). Coccio allora loda le parole di M Roberto, gli da ragione di nutrire seri dubbi sulla credulitit del pubblico e specialmente degli stessi commentatori, ehe saranno i primi a ridere delle favole del Sannio. Ma il Sannio, senza turbarsi perciö, risponde ehe „al manco parranno piu verisimili le mie favole: ehe le loro historie “ Soggiunge poi essere destino di tutti i commentatori ed imitatori del Petrarca d'essere derisi. E il Coccio da tutte queste parole del Sannio congettura ehe M. Sannio vuol far pure il commentatore. II Sannio perö gli risponde essere suo dovere di partecipare agli studiosi le sue investigazioni Dopo essersi consigliati riguardo ai fregi ed alle „belle figurine“ che avrebbero dovuto ornare il testo, per attirare colla bellezza esteriore molti compratori, e dopo la raccomandazione fatta dal Sannio al Coccio di non parlare con anima viva di cid che ha udito, si congedano. E qui ha fine il Petrarchista, Ma non solo nel Petrai chista muove guerra il Franco con-tro imitatori e pedanti, ma in molti pure de' suoi diaioghi non cessa dali’attaccare il petrarchismo ed i suoi errori. Nei ,Diaioghi piacevolissimi“1), nei quali, come giä il titolo annunzia si discute d' argomenti gai e piuttosto frivoli, non mancano dei brani che per noi hanno un interesse immedialo, perche ci fanno ancoia una volta vedere ranimo del Franco sempre avverso fieramente ai pedanti ed agli imitatori. Prenderemo quindi in considera/.ione questi singoli brani, per penetrare ancor piü nelle intenzioni critiche dell’antore. II Franco, nel farci il riti atto del vero poeta, pretende ehe esso sia dotto e virtuoso. II poeta deve produrre opere originali, darci qualche cosa del suo; non ricorrere a finzioni, ad inganni, non farsi bello colla roba altrui. Deve essere onesto; anzi la probitä gli pare virtu indispensabile al poeta ehe non voglia avvilire l’arte sua, facendola servire a scopi ignobili. Ma quanta č la severitä che deve usar verso se stesso, altrettanta e quella che deve usare verso gli altri. ,E se morde 1’ altrui infamie, e huomo di buona fama, e le mende, ehe cerca in altri non si possono cercare in lui.... e non cerca d' ingannare il volgo con gli infingimenti di quel ehe non sa; ne col tradurre pedanterie si fa leggere da pedanti. Cio ch’ egli č, ciö che sä, e puö, fa conoscere senza baie. Cosi giovane come vedi, non ha il cer-vello ne a pettini, ne a profumi, ne a far cosa, ehe non sia propria di un anirno sincero, e buono.... II suo costume non e mendicar fama da questo, e da quello, che imbratta carte, ma di farsi conoscere per li suoi scritti, e non per gli altrui“*). Non possiamo certamente affermare che il Franco ci appaia tale quäle vorrebbe essere, tuttavia non dobbiamo negargli una indipendenza ne’ suoi giudizi sorprendente all’epoca sua, un’ori-ginalitä, un discernimento, uno spirito ribelle, che ci fanno com-prendere, come egli dovesse essere avverso alla servilitä e alla stoltezza di quelli, che pur d'apparire poeti, rubavano magari i versi al Petrarca. •) Dialoglii piacevolissimi
  • per consiglio, che dalle baie loro non si tenga imbrattata la tua bottega, ma ehe sentendo dire, Sonetti, e Rime, debbi subito serrar le porte. E se pure ne vuoi teuere, fa ehe sieno le cose, come sarebbe a dire d’un Sannazaro, d'un Molža, d’uno Alamanni, d’un Varclii, l) Dialogo III, f. 55 a tergo. a) Dialogo VIII f. 112 a tergo. d’un Bevazzano, d’uno Epicuro, d’un Rota, et d’un Tansillo, perche questi sono et saranno i veri poeti, et il loro si puö dir poetare, et non trafuggare. Questi sono gli spiriti, che hanno havuto dal cielo vaghezza, gratia, e poesia. Non guardare, che il ta'e con dne sonetti, o con tre, par che cöntrafaccia il Petrarca nel puntal d’una stringa, il tale ene! braghetto, quest’al-tro nella camiscia, e quell’ altro nel capuccio che porta in capo, perche son chiacchiere, e bisognarebbe saperlo ritrare dalla cliie-rica, fino ai pantofali“'). E finalmente nel dialogo decimo il Franco, che finora in piu occasioni ci aveva mostrato come non dovrebbe essere il vero poeta e come invece dovrebbe essere, chiede al poeta non il risultato d’elucubrazioni dotte, d'imitazioni servili, ma il frutto dell’estro, deli'ispirazione, l'espressione de! suo sentimento. IL vediamo subito come se lo figura il Franco il vero poeta nelle parole fatte dire al Sannio : „Non sai tu, che colui, che c’e veramente nato, porta seco quel furore celeste. che non si mette mai a componere, che lo spirito lunatico, che gli sta addosso, movendolo in qua, et in lä con gli sproni a i fianchi, no '1 faccia simile al toro stimulato da i tafani con volger d’ occhi, e con rizzar di capelli ? Non sai tu che all’hora per segno d’una mistica horribilitä, si vede in cotanta confusione, che non si puote accostare una mosca intorno a i tripodi, dove scrivono ? a) Per seguire la coirente antipetrarchista che attraversa piü o meno intensamente tutte le opere di Nicolö Franco, ho preso ad esaminare una per una le sue lettere, pubblicate sotto il titolo di „Pistole Vulgari“3). Sono espressioni giä da noi trovate nelle altre sue opere, espressioni ch’egli ripete volentieri, segno questo che il pensiero antipetrarchista in lui era una convinzionc che aveva preso salde radici. Nella Pištola al R.mo Mons. Leone Orsino Eletto di Fregius scritta di Napoli il 20 dicembre 1531 ci indica cosi il tipo del petrar-chista: „Volete conoscere un Petrarchista in vista? guardiate che 11011 sa fare un sonetto, se 110 ruba versi o 11011 infilza parole“4). U11 accenno ai poeti che si fanno per i banchetti a recitare sonetti all’ imitazione del Petrarca contiene la Pištola al S.or *) Dialogo VIII, f. 112 a torgo e f. 113 a fronte. 2) Dialogo X, f. 136 a tergo. 3) Le Pistole Vulgari di M. Nicolo Franco. Vene/.ia nelle slainpe d’ Antonio Gardane 1539. 4) Ibidem, f. X a fronte. Benedetto Agnello, di Benevento, il 4 maržo 1532: „Essi abbat-tendosi in 1111 cerchio di geilte, invitati a recitare qualche cosa de le lor’ opre, seil za ehe si facciano piu stracciare le straccie de i panni. dirottamente cominciano a sfoderare a chi un So-netto con 1’imitation del Petrarca, com’essi dicono....“ *). Nella Pištola2) al Christianissimo Re Francesco I, seritta di Benevento, il 10 agosto 1532, parlando del comporre versi in onor della propria donna dice che non vorrebbe scriverli „come si fa da chi 11011 sa ehe si fare, e da chi vuol gittar via cio ehe si faccia....“ Nella Pištola a M. Bonifacio Pignoli, di Napoli, il 12 luglio *533t dice dei sonetti ehe si fanno da i petrarchisti: „....1111 sonetto di quegli; che fanno i petrarchisti, i quali con i tacconi e con le pezze altrui, paiono le scarpe de i pellegrini**). Lo sdegno represso scoppia in nn’invettiva energica: „O Petrarchisti; ehe vi venga il cancro a quanti sete, io ve l’ho pur detto ehe parliate come il Petrarua, ma che non gli rubiate i versi con le sentenze/ Nella Pištola al Christianissimo Re Francesco I, di Napoli, il 15 novembre *5334)- A proposito d’ un suo lavoro sil Esiodo serive nella Pištola diretta al S or Marchese de la Tripalda : „ ...Stando adunque in si fatti travagli, alquanto rinfrancati gli spirti, cominciai meco a dire: se a i Commentatori; ehe hanno annodato il Petrarca, & stato lecito strascinarlo : e se ’1 medesimo si fa da gli Acade-mici in pergolo, per via di Messere idest, e di Madonna scilicet, perche conto non poss’io anche fare il simile con Hesiodo?“5) Piü difftisamente ed in uno stile fiero, dove non manca del livore, dell’astio, parla degli imitatori nella Pištola11) al S.or Gioan Jacomo Lionardi, da Vinetia : a III di luglio del 1536) ,Per i quattro sonetti; ehe mando a la Signoria V. poträ cono-scere, ch' io (come sempre ho detto e torno a dire) ne so piü tosto impastrare, ehe fare aleuno, quando me ne viene appetito : E questa e la miglior cosa ehe si puo dire quanto a le rime. 11 Petrarca fu sempre, e per omnia secula sata il primo, et egli solo farebbe i soneti simili ai suoi. Becchinsi il cervello, ehe tra *) Ibidem, f. XI a tergo, XII 2) Ibidem f. XVI a fronte c a tergo. :i) f. XX a tergo. *) f. XXI a tergo. 5) f. XXVI a tergo. c) f. XXVII a tergo e XXVIII a fr. il fare et il contrafare ci son piu di diece miglia... Dico clie in tal maniera son cresciute ne 1’ eta nostra 1’acutezze de gli intel-leti, et hanno i gattolini aperti talmente gli occhi; ehe ci vol altro ehe falde di neve, pezze d’ostro, collane di perle: altro ehe smaltar fioretti, adacquare herbette, frasclieggiar ombrelle, e nevieare aure soavi, per Sonnetilzzare a la Petrarehesca. Non giova ehe imitiamo il Petrarca co ’1 cominciare, e co ’1 flnire come comincia e finisce lni: ne rubargli un versetto, e ponerlo pet' coda d’ una canzone, ma bisogna far piü miracoli che non ne son ne la leggenda de’ Santi patri,. Onde e forza clie niuuo si tenga saperne fare senza rubare, saperne rappezzare si bene. Pure pet essersi talmente rinforzata hoggi per Italia la maladetta ghiandnssa de la sonettaria, ehe niuno tra i laureati par ehe meriti la gratia de le muse, se non sa mettere in arnese 1111 So- netto, e se 11011 bene mostrare al manco di saperne rappezzare un paro quando bisogna Ma 11011 stimo sano eonsiglio il volerne trovare l’alchimia che ne trovö il Petrarca. Talche il manco male saiebbe il trottare per altra via a chi vole uccellare qualche credito Non e gara d’ingegno libero 1’attenersi ad un filo per 11011 cadere, et oltre acciö, 11011 si puö meglio conoscere chi ha poca entrata, eccetto clie in vederlo mangiare pane e pane. E tanto meno siam tenuti d’ affatigarci ne le rime, quanto vediamo clie fin qui non ce stato huomo ehe habbia venduti i suoi car-tocci a 1’orecehie, senza biasimo de le bocche." Anclie qui il Franco sa bene distinguere il Petrarca dagli iuoitatori, sa tenerlo in quel rispetto, del quäle in altri luoglii veniva quasi a man* care. Si conferma di nuovo il giudizio: essere 1'antipetrai cliismo 11011 propriamente diretto contro il Petrarca. E nella Pištola al M.co M. Polo Cicogna seritta da Venezia, il 15 febbraio 1538, osserva ehe l’imitare il Petrarca e il deru-barlo sono tutt’uno per certi petrarchisti: ..Forse ch' io diman- derei in gratia d’esser buon poeta, e sapere imitare idest rub-bare il Petrarca? ') Lo stesso pensiero all'incirca ripete il Franco nella Pištola al Christianissimo Re Francesco I seritta pure di Venezia il 16 maržo 1538, dove dice2): ...E nel Petrarca haverei fatto tanto profitto, ehe i Petrachisti si potrebbero sfidare a fatto saper infilzare meglio di me, paternostri, di scaltro avorio, e con >) f. I.VI e f. I.V1I a fr. 2) f. LV1I a fr. unquanco d’hebano... Da la pratica del Petrarca che m’harebbe potuto seguire altro ch’esser chiamato rampino de i versi altrui, et esser posto in ore infantium e lactentium, sempre che avessi fatto un sonetto ? E di miovo se la prende coi preti rubatori di versi, quando scrive al R.mo Mons. Leone Orsino, Eletto di Fregius, di Venezia il 12 aprile 1538; ed a proposito dei „diece precetti* osserva: . E se prohibiscono il rubbare, sau tutti ch’io non ho rubbato in mia vita un mezzo verso al Petrarca, ne a Gian-boccaccio, come fanno i poeti de la selva de l’aglio“1). Nella sua Pištola alla Lucerna2) domanda il Franco alla sua lucerna di dirgli qudlo che faccia tutta la nofte per smentire la voce sparsa dali' invidia che essa lucerna disperda l’ olio vanamente Nella risposta della Lucerna al Franco8) rivela la loquace lucerna molti segreti. Dopo aver parlato delle frodi usate dalle donne per parer belle, dopo esser penetrata nei bor-delli, nei palazzi „nelle case dei ricchi, nelle taverne e dovunque possa scoprire il male, va pure dai «librai», dove vede „il Petrarca comnientato. 11 Petrarca . . II Petrarca imbrodo-lato. II Petrarca tutto rubbato. II Petrarca Temporale, et il Petrarca Spirituale “4) Vede finalinente i poeti „in tante sette, in squadre, in bandiere, in dozzine, in tenne ecc.“, che sono tanti, che la povera lucerna r.on arriva a far luce a tutti. Ma udendo dire che i poeti al di d’oggi fanno miracoli, vuol vedere quello che compongotio. IC qui subito una lunga enumerazione di vocaboli descrittivi tolti al Petrarca, vocaboli che sono quasi il materiale del qnale i Petrarchisti si servono per costrnire i loro sonetti »Veggo, dice, in un batter d’occhi, monti colli, poggi, Campagne, pianure, mari, fiuini, fonti, onde, rivi, gorghi, prati, fiori, fioretti, rose, herbe, frondi, sterpi, valli. piaggie, aure, venti, liti, scogli, sponde, cristalli, fiere, augelli, pesci, serpi, greggi, armenti, spelunche, antri, tronchi, huomini, dei, stelle, paradiso, cielo, luna, aurora, sole, angeli, ombre e nebbie“5). E la lucerna nella sua onniveggenza continua a dire: „....veggo che son quegli, che scartafacciano il Petrarca con Giovan Boccaccio. Veggo quando gli tolgono i rnezzi versi, e talvolta ') f. 1,XVIII .1 fr. 2) f. LXXXIl a tergo. '■<) 1. LXXXIl a tergo, LXXXIII a fr. 4) f. I.XXXV a fr. 5) f. LXXXVI a fr. i versi interi. Veggo quango van facendo le scelte delle parole; del’ inventioni e de le sentenze, che facciano al proposito di quel che scrivono, non curandosi di parer poveri d’intelletto. E perche si credono di 11011 esser visti ne i furti, che fanno, gli comincio a sgridar dietro, Io v’ho pur visto: Io v'ho pur saputo cogliere: Io v’ho pur chiappati, ladri, tagliaborse, giuntatori, mariolacci. A rubbare il Petrarca ah? A spogliare il Boccaccio eh? lmpau-riti, per tema che 11011 gli accusi, subito si cominciano a can- giare i nomi, e si sbattezzano Ma se il Franco usa un linguaggio cosl severo contro il volgo sciocco ed ignorante degli imitatori, distingue subito da questi un piccolo drappello di veri poeti, tra i quali duce e maestro sta il Bembo, l’arbitro del buon gusto d’allora. E I’ammirazione per 1’eccellen/.a, la fama incontrastata del Bembo che fa parlare cosi Nicolö Franco, oppure le sue parole sono adulazioni, partigianeria, forse anche timore del grande veneziano? Fatto sta che 1’opera del Bembo, di questo solenne archimandrita della letteratura italiana, e troppo poderosa, perche il Franco osi vibrare i suoi dardi contro di essa, E quindi fa dire alla Lucerna : Veggo nel sommo loro il Bembo il quäle, come ottimo, e massimo Duce di tutti gli altri, si sta dando ordern', e leggi con lo scettro de la scienza, minac-ciando prigion d’ infamia, e morte di nome a chi 11011 osserva i giusti decreti de la sua penna.* Ed al Pignoli chiedentegli eonsigli in materia d’ amore ri-sponde d’andare dai petrarchisti8): „E perche so che questo non basta, et conosco di 11011 liaver detta cosa buona, ve ne potete andar per consiglio a qualche uno di questi praticoni in Petrarca, che sanno disputare sopra il sonetto, Se mai foco per foco non si spense, e sopra la canzone, Mai 11011 vo piü cantar come solea". Delle Pistole Vulgari abbiamo ancora da considerare la „Pištola di M. Nicolö Franco, ne ia quäle scrive al Petrarca“ 8) Qiii troviamo ripetuto estesamente, quanto il Franco 11011 si stanca di dire altrove; interessante e poi 1' epistola, perche il Francovi parla direttamente col Petrarca. Dice che crede di scrivere a persona viva, 11011 ad 1111 morto : tanto e la fama del Petrarca. Ma ecco che s’accorge d’aver ancora da fare coi petrarchisti, che vorrebbero essi stessi scrivere al Petrarca, perche si credono 1) f. ibid. e f. LXXXVl a tergo. a) f. XC1I a t. Pištola a M. Bonifatio l’ignoii sciitia di Vinetia a io d’Agosto 15,58. 3j f. CVI a tcrgo c scg. i suoi famigliari piu favoriti. E qui il Franco distingue i petrar-chisti studiosi del Petrarca dai parassiti: „non dico quegli; che studiosi di cio che serisse il Petrarca, adorano il norae suo, ma coloro ; che non sapendo far' altra mostra di loro istessi, gli van togliendo le parolette da i sonetti, e da le canzoni, e facendone i Paternostri, gli van vendendo per robbe loro“. Forse perche sono in sospetto ehe il Franco parli male di loro E subito s’ac-cinge il Franco a dimostrare quali sieno le infelicitä capitate al Petrarca in questo mondo. La priina disgrazia del Petrarca e d’ aver avuto tanti commentatori. „Hör questi dunque, perche si conosceano non valere ad altro, si son posti a comentare le vostr’opre vulgari, ingegnandoci di trovarsi novita di chimere per parere ingegnosi, e di recarci ciancie infinite, per mostrarsi facondi“. E dice quanto poco rispetto abbiano avuto i commentatori delle cose del Petrarca. , L’altra rovina, e forse peggiore, č stata, 1' haver dato ne le man di coloro, i quali con la scusa d’essere gli imitatori del vostro stile, non si sforzano gia di fare, con le lor penne, ne con gli ingegni una strada, ehe paia fatta come la vostra, senza haverci di quelle pietre medeme, ma sco-prendo gli altari, la sacristia, e tutto il coro del sempiterno tempio ... Dico ehe credendosi parer voi, non solamente si ser-vono del vostro dire, ma de i mezzi versi, de le sentenze, de le inventioni, de gli spiliti, e di cio ehe havete di buono, e di meglio. Ne v’han lasciato, ne oro fino, ne zaffiri, ne diamanti, ne perle, ne coralli, ne avorio, ne hebano; ne alabastro.. La bella e; clie poi con 1’ usura del vostro ; vo^liono gareggiare con voi a chi meglio sa fare ; e vi concorrono ne i sonetti, e ne le sestine. E cio non viene da altro che da 1’ esser privi di quelia natura, di cui fuste cotanto ricco. Talche se i vostri versi non gli fanno la scorta, i ciechi non veggono dove andare". E non solo i poeti, ma ogni sorta di gente ha voluto per se una parti-cella del Petrarca: ,.1 Frate prima v’anno rubbato, La gola, il sonno, e 1’ otiose piume. I Preti, Di vin servi, di letti e di vi-vande Le Suore, Non Giove, o Palla, ma Venere, e Bacco. I Cardinali con i Prelati, A Roma il viso, et a Babel le spalle, La Chiesa, Scola d’errori, e tempio d’heresia, La Corte, O Invidia nimica di vertute. I Principi, L’ avat a Babilonia ha colmo il sacco. I Poeti, O faticosa vita, o dolce errore, I Philosophi, Povera e nuda vai Philosophia. I Pedanti, gente a cui si fa notte inanzi sera. I Soldati, Un bel fuggir tutta la vita honora. Fino a gli Alchimisti dolenti, Con mantici, co ’1 fuoco, e con gli specchi. Onde se volessi annoverar un per uno, 11011 ne verei al fine per una pezza. Ma credete M. Francesco, che i comentatori, e gli Imitatori con i rubbatori insieme, vi sieno solamente saltati adosso: II male e, ehe ci sono stati di quegli, che v’lian voluto far Cliristiano ducento anni dopo la morte, e di prete v’ lia fatto frate, ponendovi e cordone e zoccoli, e scappolare, chiamandovi il Petrarca Spirituale“. Ristabilire 1’ equilibrio fra il contenuto e la forma, tra il pensiero e la sna espressione : ecco il fine di quella critica ener-gica e rinnovatrice, che trovö dne forti campioni in Alessandro Tassoni e, piu tardi, in Giuseppe Baretti I N0TIZ1E SCOLASTICHE COMPILATE DAL DIRETTORE. ' PERSONALE INSEGNANTE DIRETTORE : 1. Crusiz Ottone, custode del gabinetto di chimica, insegnö la chimica nella V e VI. — Ore settimanali 5. PROFESSORI EFFETTIVI: 2. Bartoli Giovanni, custode del gabinetto di fisica, capoclasse della VI, insegnö matematica in IV b, V, e VI; fisica in IV b e VI. — Ore settimanali 15. 3. Benedetti Alberto, custode del gabinetto di geografia e storia, capoclasse della VI a, insegnö la geografia e la storia in I a, I c, III bs IV a, V, e VI; e d<>po il 9 aprile lingua te-desca in I a. — Ore settimanali fino al 9 aprile 23, poi 29. 4. Bruniat Giuseppe, capoclasse della II«, insegnö lingua italiana in II a, III b\ lingua teil esca in II a, e lingua francese in V, e VI. — Ore settimanali 19. 5. Dell’Antonio Michele Angiolo, insegnö fino al 15 febbraio lingua italiana in III «, IV«; lingua tedesca in III a, IV«. — Ore settimanali 16. (Vedi Cronaca) 6. Moro Giovanni, custode del gabinetto di disegno, insegnö il disegno a mano libera in I b, II a, III a, III b, IV a, IV b, V, e VI; calligrafia in in I a, I b, e I c. — Ore settimanali 29. 7. Palin Antonio, custode della biblioteca degli scolari e di quella dei professori, capoclasse della V, insegnö lingua italiana in 11 b, V, e VI; lingua tedesca in II fr, V, e VI, dal dal 15 febbraio lingua tedesca anche in IV a. — Ore settimanali fino al 15 febbraio 22, poi 26. 8. Saiovitz don Carlo, esortatore dell’istituto, insegnö la re-,ligione in tutte le classi. — Ore settimanali 22. 9- Venturini Alfredo, custode del gabinetto di geometria de-scrittiva, capoclasse della llb, insegnö matsmtica in Ib llb, IV a ; disegno geomdrico in llb, e geometria deserittiva in IV a, IV b, V, e VI. — Ore settimanali 24. PROFESSOR! SUPI’LENTI : 10. Adamich Giuseppe, capoclassc della III fe, insegnö mate-matica e disegno geomdrico in IIa, III/;,; fisica in 111/;. — Ore settimanali 13. 11. Gabrielli Umberto, capoclasse della lil«, insegnö matema-tica e disegno ometrico in la, Ul a ; fisica nella III, e IVtf. -- Ore settimanali 13. 12. Kers Alberto, capoclasse della Irt, insegnö fino al 9 aprile lingua tedesca in I a, Ib, c le. — Ore settimanali 18. (Vedi Cronaca). 13 Lazzarini Ubaldo, capoclasse della IV b, insegnö lingua iialiaua inli, e lingua tedesca in Ib lila, l\\b, IV/;. —Ore settimanali 16 14. Massek Teodoro, capoclasse della le, insegnö storia naturale e matematica in I c, e, dopo il 9 aprile lingua tedesca in ib, I c. — Ore settimanali fino al 9 aprile 5, poi 17. 15. Santucci Umberto, dottore in lettere. (Vedi Cronaca). 16. Sardotsch Anselmo, capoclasse della I b, insegnö geografia e storia in Ib, II«, II/;, III a, e IV b — Ore settimanali 20 17. Tamburini Mario, insegnö lingua italiana ii la, Ic, IV/', e, dopo il 9 aprile anclie nella classe IV a. — Ore settimanali fino al 9 aprile 12, poi 20. 18. Zamperlo Mario custode del gabinetto di storia naturale, insegnö storia naturale in la, Ib, 11 a, II b, V, e VI ; chimica in IV a, e IV^. — Ore settimanali 18 nel primo semestre, 19 nel secondo, 19. Zolja Giuseppe, insegnö disegno a mano libera in la, I e, e II b, e assistetle ali'insegnamento del disegno in 11 a, lila iVa, IV b, e VI, (durante il primo semestre). — Ore settimanali 28 nel primo semestre, 26 nel secondo. ASSISTENTI: 20. Catolla Francesco, assistette ali’insegnamento del disegno a mano libera in Ib 11^ III b, e V, — Ore settimanali 13. 21. Craglietto Giovanni, assistette all’ insegnamento del disegnö a mano libera duraate il secoiulo semestre in 1 a, Ic, 11 fr, e VI. — Ore settimanaii 12. DOCENTI AUSIL1ARI: 22. Cordon Tullio, docente della civica Scuola di ginnastica, insegnö ginnastica nelle classi I a, IIr, II a e II b. — Oie settimanaii 10. 23 Paulin Eugenio, docente della civica Scuola di ginnastica, insegno nelle classi lila, III/;, IV , V, e VI. — Ore settimanaii 12 PIANO DELLE LEZIONI SEGUITO DURANTE L’ ANNO SCOLASTICO 1911-1912. COMPENDIO DELLA MATERIA PETRATTATA SECONDO IL PIANO NORMALE. CLASSE L. Religione, 2 ore per settimana. Spiegazione delle principali veritä della fede secondo il simbolo apostolico. Dottrina della graz'a c dei sacra-menti. Liturgia sacramentale. Lingua italiana, ore 4 settimanali. Gram malica: fonologin, eserci/.i d’avviamento alla ret ta pro-mmzia, morfologia, ripetizione dclle cognizioni di gram-matica richieste ali’ esame d’ ammissione con qualche aggiunta necessaria per lo studio della lingua tedesca. Lel/ura (almeno 2 ore settimanali): vi si leggeranno dei rac-conti, delle favole, fiabe, leggeiule e poesie, specialmente narrative, facendo seguire un breve commento e la ri-produzione libera del brano letto. — Qnali esercizi orali per 1’ uso corretto della lingua d’ istruzione serviranm pure iu riproduzioni di racconti uditi o letti, si pure di cose osservate. Recitazione di brevi poesie, talvolta anche di piccoli brani in prosa. Temi: Brevi esercizi di riproduzione e narrazione secondo il criterio deli’insegnante (durante le ore d’insegnamento) ogni semestre circa 6 temi in classe e 3 temi per casa, possibilmente brevi. 1 temi servono pure per esercizi di ortografia. Durante la correzione dei temi si ripeteranno e applicheramio le regole di ortografia. Lingua tedesca, ore 6 per settimana. A voce. Murfologia: Gli articoli e la loro declinazione. Declinazione del sostantivo ; esercizi ripetuti. Aggettivi possessivi e at-tributivi; declinazione degli stessi. Presente e imperfetto dei verbi deboli e imperativo dei verbi deboli e torti. Comparazione deli’aggettivo e deli’avverbio di modo. (Defant p. I, pg. 1 64). b) A voce. Dettati in relazione con la materia trattata, poi con lievi mu-tazion'. Risposte a domande facili inerenti alla vita pra-tica dello scolaro e a quella della famiglia Esercizi in classe, corretti nelle ore d' istruzione con la massima co-operazione degli scolari. Da Natale alla fine deli’anno scolastico 4 compiti scola-stici e 3 dettati. Geografia, ore 2 per settimana. Esposizione intuitiva dei concetti fondamentali della geografia anzitutto in istretta relazione al proprio paese, allargandoli poi man mano ai paesi studiati. Posizione del sole rispetto all’edifizio scolastico ed ali’abitazione nelle diverse ore del giorno, nei vari giorni c nelle varie stagioni. Quindi orientazione sull’orizzonte del proprio paese e sulla carta geogralica. Illustrazione della rete dei paralleli e dei meridiani sni globo. Descrizione e spiegazione delle condizioni di illuminazione e riscalda-mento enlro i limiti del proprio paese nel coiso d 1111 anno, in quanto esse dipendono dalla lunghezza del giorno e dali’ altezza del sole. Norme principali orografiche ed idrografiche nella loro distribuzione sulla superficie terre-stre; loro rappresentazione grafica sulla tavola nera Posizione degli stati e delle citta principali; contimio esercizio di lettura della carta geografica. Esercizi di disegno delle piti semplici forme geografiche. Storia, ore 2 per settimana. Narrazione dettagliata dei miti. 1 pcrsonaggi e gli avvenimenti piti importanti, tratti in ispecie dalla storia greco-romana. Matematica, ore 3 per settimana. Aritmetica Le quattro operazioni fondamentali con numeri interi concreti ed astratti estese gradatamente a numeii grandi. Cifre romane. Monetf, misure e pesi in uso nella Monarchia. Numeri decimali, considcrati dapprima se-coiulo il sistema di posizione, p>oi quali frazioni decimali, assieme con esercizi preparatori per il calcolo colle frazioni. (Frazioni comttni i eni denominatori constano di pochi e piccoli fattori primi ehe si possono trattare, con esempi intuitiv!, quali numeri concreti speciali, senza le cosidette regole per il calcolo con frazioni). Geoviet)ia. Eserci/.i preliminari nell' intuizione di corpi sem-plici, specialmente del cubo e della sfera, esercizi nell’uso del compasso, del lineale, dello squadretto, della misura metrica e del rapportatore. Misurazione e disegni di og-getti a portata di mano. Proprietä e relazioni delle piti semplici forme geometriche (angolo di qou, 60", triangoli isosceli, rettangoli ed equilateri, ecc.), posizione parallela e perpendicolare di rette e piani su figure piane e corpi. Area del quadrato c del rettangolo, superficie e volume del cubo e del parallelepipedo rettangolare. Lavori in iseritto. 3 compiti scolastici al semestre inoltre brevi esercizi domestici di volta in volta. Storia naturale, ore settimanali 2. Nei primi sei mesi deli’ anno scolastico la zoologia, e precisamente deserizione delle forme tipiche dei mammi-feri e degli uccelli sulla base di principi biologici seien tilicamente accreditati. Negli Ultimi quattro mesi deli’ anno scolastico la botanica e precisamente prendendo come soggetti tipi di fanetogame di struttura semplice, intro-duzione alle studio dei piü importanti concetti morfolo-gici e degli elementari principi di biologia. Disegno a mano, ore 4 settimanaii. Semplici motivi ornamentaü piani con linee rrtte e curve, sviluppati da forme fondamentali geometriclie. Forme naturali stilizzate (foglie, piume e farfalle), il tutto leggermente tinteggiato all’ acquerello ed eventual- mente con colori a tempera. Brevi cenni esplicativi sulla teoria dei coloii e sul modo d’applicare e di combinare le varie forme orna-mentali semplici giii prese. Disegni a memoria di forme giä disegnate. Materiali: matita, colori. Calligrafia, ore 1 settimanale. Corsivo italiano, ledesco e calligrafia rotonda. CLASSE lt. Religione, 2 ore per settimana. Speran/.a cristiana ed orazione. Breve studio di alcune forme particolari del culto pubblico e privato (processioni, pel-legrinaggi, la via della croce, il rosario). Virtu della ca-rita e il deealogo. Precetti della chiesa. Feste deli'anno. 11 sagrifizio della messa nel domma e nella liturgica. Giustizia cristiana. Lingua italiana, ore 4 settimanaii. Grammalica: Ripetizione e amplificazione della grammatica giä pertrattata, tenendo conto di quanto e necessario per Lettura (almeno 2 ore settimanaii). Vi si Ieggeranno pure dei brani tolti dalla stoiia, dalla geografia o dalla storia naturale, nonche delle poesie piü ampie. Recitazione Temi come in I classe; ai racconti riprodotti si aggiunge-ranno peiö dei rifacimenti, dei riassunti facili e qualche saggio di descrizione * Lingua tedesca, ore 5 per settimana. a) A voce. Ripetizione generale della materia della prima, special-mente la coniugazione dei verbi e la comparazione si degli aggettivi die degli avverbi. Verbi forti. Verbi composli: Esercizi sni medesimi. II pronome. I nunie-rali. I11 ispecial modo le forme deli' indicativo tanto di forma attiva che passiva. Brani facili a memoria. In iscritto. Esercizi durante I’ora d'istruz'one sulla materia per-trattata. Compiti scolastici 4 per semestre. Geografia, ore 2 per settimana. II movimento apparente del sole a iatitudini differenti, premettendo la descrizione dei 1 ispettivi paesi; quindi la forma e la grandezza della Terra. Nozioni meglio parti-colareggiate intorno al Globo terrestre Asia ed Africa: loro posizione e configurazione oriz-zontale, orograüa, idrografia, condizioni climatiche. Vege-tazione, prodotto delle regioni varie, occupazione degli abitanti in quanto dipendono dal suolo e dal clima ; esempi pratici e chiari. Europa : sguardo generale dello sviluppo costiero, dei rilievi dei suolo, delle acque correnti e stagnanti. Le Ire penisole dei 1’ Europa meridionale e le isole britanniche conforme ai criteri esposti per l’Asia e 1'Africa. Schizzi di carte geografiche (soltanto come esercizi). Storia, ore 2 per settimana. Medioevo ed Evo moderno fino alla pace di Vestfalia : i personaggi e gli avvenimenti piü importanti con speciale riguardo alla storia della Monarchia austro ungarica. Matematica, ore 3 per settimana. Aritmetica. Divisori e multipli ; fattori primi di numeri dap-prima piccoli, poi maggiori. Generalizzazione delle regole per il calcolo colle frazioni; trasformazione di frazioni comuni in decimali e viceversa. Quantitä direttamente ed inversamente proporzionali nel calcolo di conclusione (concetto della dipendenza funzionale). Esercizi continui di calcolo con numeri decimali concreti per mezzo di problemi gradualmente ampliati. I piu semplici calcoli d' interesse. Geometria. Concetto intuitive della simmetria di forme solide e piane. Elementi necessari alla determinazione di una figura piana per mezzo della costruzione (in sostituzione alle dimostrazioni di congruenza). Svariate applicazioni a misurazioni nell’ aula scolastica, possibilmente anche all’ aperto. Triangoli, quadrilateri, poligoni (particolar-mente i regolari); il cerehio. I corrispondenti prismi, le piramidi, i cilindri ed i coni retti. La sfira per quanto lo ricliieda 1' insegnamento contemporaneo della geografia Cambiamento della forma e della grandezza deile figure geometriche col variarne gli elementi ehe le determinano. Lavori in iseritto. 3 compiti scolastici al semestre, inoltre brevi esercizi domestici di volta in volta. Disegno geonietrico, ore 2 per settimana. Esercizi continuati nell’ tiso degli istrumenti da disegno. Problemi di costruzione in relazione colla mateiia trattata nella geometria, applicati anche al disegno di semplici forme ornamentali. Storia naturale, ore 2 settimanali. Nei primi sei mesi dell’anno scolastico la zoologia e precisamente pertrattazione degli altri vertebrali, sempre sui tipi piü importanti dei singoli grupp'. In seguito gi’ invertebrati incominci; ndo dagl’ insetti, cui taranno seguito gli altri con speciale riguardo al loro tenore di vita. Sguardo generale al sistema del regno animale. Negli ultimi quattro mesi deli’anno scolastico, deserizione di fanerogame di struttura piü complicata e delle prin. cipali crittogame, loro riproduzione e vita. Suddivisione del regno vegetale. Disegno a mano, ore 4 settimanali. Prime nozioiii intuitive della teoria della prospettiva Disegno di semplici corpi geometrici e di semplici gruppi dei medesimi. Spiegazioni della teoiia del chiaroscuro. Disegno dei corpi di rota/ione e successivamente disegni di oggetti corrispondenti, tanto di singoli quanto di gruppi di oggetti. Continuazione osi del Manzoni (da un’ edizione scolastica), clie eventualmente si puö continuare anche nella classe quir.ta ; componimcnti di casa e di scuola. Principi rudimentali di metlica e prosodia, per cui 1’alunno riesca a distinguere i versi differenti anche dalla semplice audizione. Notizie letteiarie preliminari pertiattando gli esempi del testo. Esercizi di esfosizione orale, come nella terza classe. Lavori in iscritlo, Per il numero, come nella classe terza, gli argomenti si attingono dalle letture (anche da quelle di tedesco); composizioni molto semplici; illustrazioni di proverbi sentenze ecc., di cui il testo fornisce gli esempi. Lingua tedesca, ore 4 per settimana. Sintassi: La proposizione semplice. Coordinazione e subor^ dinazione delle proposizioni. Il discorso indiretto. Propo-sizioni avvetbiali (Defant, p II, pag. 77-132). Lettura: Grimm, Märchen. Lavori in iscritto, come nella classe terza Geografia, ore 2 per settimana. Geografia, fisica e politica della Monarchia austro-ungarica con esclusione della parte statistica propriamente detta, tuttavia con una particolareggiata illustrazione dei prodotti dei vari paesi, deli' occupazione, della vita coni-merciale e delle condizioni di coltura de’ suoi popoli. Schizzi di carte geografiche come nelle classi antecedenti. Storia, ore 2 per settimana. Avviamento allo studio della storia ; storia deli’ Evo antico, specialmente dei Greci e dei Romani, fino alla caduta dell’impero romano d' occidente. Matematica, ore 4 per settimana Aritmetica generale: Spiega/.ione delle leggi delle operazioni e delle loro relazioni reciproche, esercizi sulle mede-sime per mezzo di trasformazioni e specialmente colla risoluzione di equazioni determinatorie unitamente alle prove delle stesse fornite dalla sostituzione dei risultati (mnnerici ed algebrici) nelle equazioni date. Accenni alla variabilita dei risultati in dipendenza da quella degli elementi del calcolo, quali esercizi per lo sviluppo del concetto funzionale. Studio piu profondo del sistema de-cadico, ed esercizi piu semplici con altri sistemi numerati. Fattori, multipli, frazioni, equazioni di primo grado ad una e piü incognite; rapporti, proporzioni, equazioni di secondo grado pure, in quanto occorrono nell’insegna-niento della planimetria Rappresentazione grafica della funzione lineare e applicazione della stessa nella risolu-zione di equazioni di primo grado. Planimetria: (fino alla congruenza e sue applicazioni com-prese). Ripetizione ed approfondimento della materia giä tratt.ita con illustrazione del metodo euclidico per mezzo di esempi caraiteristici, pertrattazione del resto della materia possibilmente per mezzo di problemi. Problemi di co.struzione con metodi generali variati (anche colla costruzione di espressioni algebriche) escludendo tutti quei problemi clie si possono risolvere soltanto con arti-fizi speciali. Problemi di calcolo in relazione naturale alla materia rimanente. Lovori in iseritto: 3 compiti scolastici al semestre, inoltre brevi esercizi domestici di volta in volta. Disegno geometrico, ore 3 settimanali. C/usse IV. Rappresentazione delle sezioni coniche con particolare riguardo alle loro proprietä focali, tangenti alle stesse. Relazioni di posizione. Disegno intuit'vo della pianta e deli’ alzata di corpi semplici in posizioni speciali rispetto a piani di proiezione. Concetto della proiezione orizzontale e verticale del punto, della retta ecc. Determina?.ione di vere lunghezze e degli angoli d’ inclinazione ai segmenti, come pure della vera grandezza di figure rettilinee poste in piani proiet-tanti. Rappresentazione di poliedri e specialmente di prismi e piramidi con una faccia o con la base in piani proiettanti. Terzo proiezioni e proiezioni oblique di cjuesti corpi. Sezioni con piani proiettanti; sviluppi di corpi a superfici piane; semplici costruzioni d’ombre di questi corpi per illuminazione parallela. Rotazioni di corpi in-torne ad assi orizzontali e verticali. Brevi esercizi domestici (nel fascicolo) di settimana in settimana; dieci tavole di disegno geometrici Fisica, ore 2 per settimana. Dell’ equilibrio e del moto. Misura statica e rappresentazione grafica delle forze. Leve, bilancia, asse nella ruota, pu-legge, piano inclinato. Composizione e scomposizione delle forze. Centro di gravita. Speče di equilibrio. Moto uniforme. Caduta libera. Proiezione verticale all’insu. Composizione e scomposizione della velocita. Rappresentazione grafica della proiezione orizzontale ed obliqua. Moto lungo il piano inclinato. Attrito. Leggi del pendolo. Forza centrifuga. Cetini sul concetto deli' energia. Tra-sformazione deli’ energia meccanica in energia tecnica. Ripetizione riassuntiva dei fenomeni celesti e spiega-zione degli stessi in base al sistema di Copernico. Dei liquidi: Proprietä caratteristiche dei liquidi. Propaga-zione della pressione. Livello Pressione idrostatica. Vasi comunicanti. Fenomeni capillari. Principio di Archiinede e galleggianti. Metodi e strumenti per determinare i pesi specifici. Degli aerifonni: Proprietä. Barometri, manometri. Legge di Mariotte. Macchine pneumatiche. Pompe. Sifoni. Aerostati. Chimica, ore settimanali 3. Mineralogia e chimica'. Avviamento alla interpreta-zione dei fenomeni chimici fondamentali partendo dal noto e facile complesso di appariscenze chimiche ehe hanno luogo ali’ aria. Alterazioni di metalli, combustioni lente, vive, prodotti delle medesime. Controllo delle medesime sulla base di semplici e chiari esperimenti ehe conducano alla cono-scenza delle leggi fondamentali chimiche. Elementi chimici, rispettivamente combinazioni scelte in forme tipiche senza speciale riguardo alla siatematica serviranno per lo studio contemporaneo della mineralogia e petrografia. La chimica organica partendo dal petrolio come minerale si limita allo studio del tipo di aleuni dei piu im-portanti idrocarburi. Tratta brevemente il cianogeno, gli alcool, acidi organici, idrati carbonici e derivati dal ben-zolo. Cemio sugli albuminoidi Disegno a mano, ore 3 settimanali. Continuazione del disegno a gruppi di modelli della natura e deli' industria artistica ombreggiati e colorati a pieno effetto sia a pastello che all’ acquerello. Continuazione del disegno da uccelli imbalsamati. Primi eserci/.i nel disegno di figura tanto da stampe ehe da gessi plastici. Sclnz/.i dal vero, eventualmente schizzi di paesaggi. CLASSIC V. Religione, 2 ore per settimana. 1 Semestre. Apologetica. II. Semestre. Dommatica generale. Introduzione alla dom-matica speciale l)io ed i suoi attributi. Mistero della Trinitu. Creazione. Opera redentoria di G. C. Lingua italiana, ore 3 per settimana Storia lelleraria: (da un Sommario della letteratura italiana fatto con metodo storico, che serva per tutte le classi Ruperiori). Avviamento alla storia della letteratura. Noti/.ie piü importanti della storia letteraria dalle origini fino al secolo XVI Letteratura del secolo XVI, con speciale riguardo agli a utori contenuti nell’ Antologia o let ti in una edizione scolastica Letture-. dali’ Antologia: Alcune poesie liriche facili di Dante e del Petrarca; alcune novelle del Boccaccio e brevi squarci dal Poliziano e da Lorenzo il Magnifico. Branj scelti del Machiavelli, Cellini, Vasari, Alamanni, Ru cellai e Bembo. Inoltre si leggeranno parte a scuola, parte a casa, con la gnida deli' insegnante, gli episodi piü belli deli' Orlando Furioso e della Gerusalemme liberata, (da un’ edizione scolastica) 6 ore al mese. b) Letture scelte di prosa moderna e contemporanea, 6 ore al mese. Esercizi di rccitazioue. Esercizi di esposiaione ora!e\ Possibilmente una volta la set-timana brevi relazioni libere (della durata di circa io min.) di cose lette ed osservate. Componimenti: 5 al semestre. 3 a scuola e 2 a casa. Per i componimenri di scuola si possono lasciare talvolta due ore di tempo. Lingua tedesca, ore 3 per settimana. Sintassi: Uso deil’ articolo. L’ oggetto. Reggenza degli ag-gettivi e dei verbi. Uso delle preposizioni (Defant. p. II, pag. 32-76). Lettura dei brani deli’Antologia, con con-tinuo riguardo alla fraseologia e alla morfologia. Lavori in iscritto: Riproduzioni piü libere di racconti, let-tere, 4 compiti scolastici al semestre. Lingua francese, ore 3 settimanali. Grammatica: regele di lettura e di pronunzia; elementi della morfologia, compresi i verbi irregolari piü usati. Leggi di sintassi necessarie all’intelligenza dei brani di lettura. Le/tura: brani semplici, per lo piü di contenuto narrativo, atti a formare la base per l’uso elementare della lingua a voce ed in iscritto. Esercizi di memoria. Temi: brevi dettati, dapprima in nesso strettissimo con la materia pertrattata, in seguito con qualche cambiamento del testo; risposte a domande facili sul contenuto di brani di lettura ; trasfoi mazioni grammaticali di testi. Da Natale alla (ine deli'anno scolastico 6 temi in classc, inoltre esercizi secondo il criterio deli’ insegnante. Geografia, ore i per settimana. L’Europa: sguardo generale, Ripetere, completare e approfondire le cognizioni geografiche deli' Europa meri-dionale, della Francia, del Belgio, dei Paesi Bassi e del-1‘Inghiltei ra, niettendo specialmente in tilievo le relazioni casuali dei fenomeni geografici (plastica del suolo e sua origine, corso del sole e clima; clima, coperta vegetale e mondo animale ; sviluppo della civiltä nei singoli paesi e la sua dipendenza dai fattori geografici, le diverse ma-nifestazioni della economia privata e politica, loro cause, scambio dei prodottj e vie di comunicazione). L’Australia e 1'America, sommariamente. Storia, ore 3 per settimana. Storia del medioevo e-dell’eta moderna fino alla pace di Westfalia. Matematica, ore 4 per settimana. Aiilmetica: Potenze e radici con esercizi su problemi 11011 artificiosi. Equazioni di secondo grado ad un’incognita (e le piü semplici a piü incognite). Le piü semplici equazioni di grado superiore riducibili senza artifici ed equazioni quadratiche. Numeri irrazionali, immaginari e com-plessi, per quanto occorrono nelle soluzioni delle equazioni sopra indicate. Rappresentaz'one grafica dclle funzioni di secondo grado e sua applicazione alla risoluzione delle equazioni quadratiche. Logaritmi. Planimctria: (Jontinuazione e completamento della materia della IV classe. Stereouietria : Proprieta fondamentale dell’ angolo solido in generale e del triedro in particolare (triedro polare.) Proprieta, superfice e volume del prisma (cilindro), della piramide (cono), della sfera e di pa rti della stessa. Teorema di Eitler, poliedri regolari. I.avori in /scritto: 3 compiti scolastici al semestre, inoltre brevi esercizi domestici di volta in volta Geoinetria descrittiva, ore 3 settimanali. Pertraltazione sistematica dei problemi fondamentali della gcometria descrittiva ehe riguardano il punto, la rotta ed il piano, con due proiezioni coordinate ed even-tualmente con terze proiezioni, in stretto nesso a quando venne insegnato nel IV corso. Applica/.ione di queste costruzioni alla risoluzione di problemi complessi, particolarmente alia rappresentazione di pristni e piramidi regolari di data forma e posizione e alla determinazione delle loro ombre. Sezioni piane di prismi e piramidi con piani obliqui. Brevi esercizi di casa di settimana in settimana e otio tavole di disegno geometrico. storia naturale, ore 2 settimanali. Botanica I. Semestre. Compendio di morfologia, nna-tomia, e fisiologia vegetale. Sommaria descrizione delle crittogame su basi di elementi di fisiologia e di anatomia comparata, con speciale l'iguardo a quei tipi che sono di riconosciuta importanza per 1’ economia della natura e dcU’ uomo. II. Semestre. Pertrattazione delle piü importanti fami-glie di fanerogame secondo il loro naturale sviluppo basati su principi di morfologia, anatomia e biologia Nella scelta del materiale da trattaro va tenuto conto delle forme utili e dannose. Chimica, ore settimanali 3. Chimica inorganica : Ampliamento su base esperimen-tale delle cognizioni di chimica della IV classe. Pertrattazione in esteso dei metalloidi e delle loro piü importanti combinazioni con speciale riflesso alle formole, alle leggi 0 processi chimici. Con contemporanea applicazione delle leggi fisiche e chimiche fondamentali, basata suH'esperimento e sulla teoria. Concetto deH’analisi, sintesi e sostituzione, teoria atomica, molecolare e leggi della valenza applicate alle leggi stechiometriche. II principio della energia chimica, della teoria degli ioni. Termochimica, dissociazione e reazioni inverse. Concetti elementari della velocila delle reazioni e deli’ equilibrio chimico. Oaratteristiche generali dei metalli trattati sulla base del sistema periodico. D?-scrizione comparativa dei medesimi e delle loro combinazioni piü usate nella chimica teorica e nella tecnologia Disegtio a mano, ore 3 settimanali. Anatomia della testa deli’ uomo, Disegni di figura da stampe anticlie e moderne e da gessi plastici Eventualmente esercizi n el disegno di figura dal vero. Continuazione del disegno e della pittura da oggetti, da piante e da uccelli imbalsamati. Schizzi di figura. CLASSE VI. Religione, ore 2 per settimana. Primo semestre: Dogmatica: Trattato della Grazia e dei Ss. Sacramenti. Secondo semestre: Morale. Lingua italiana, ore 3 per settimana. Stotin letteraria: I sccoli XVII e XVIII. Lettura: a) Dali’Antologia: Scelta degli scrittori principali del Seicento (brevi saggi della Secchia rapita del Tassoni e delle opere piti importanti del Marino, Filicaia, Redi, Galilei) e del Settecento (Gozzi, Baretti, Odi del Pariiti). ültre a quello che contiene 1’Antologia, sono da leggersi (da un' edizione scolastica), parte in iscuola, parte priva-tamente, sotto ia direzione deli’ insegnante, II Giorno del Parini, 1111’opera drammatica del Metastasio, una dell’Al-fieri e 1111a del Goldoni. Un’ora la settimana. />) Lettura della Divina Commedia di Dante. L’ inferno (da un’edizione scolastica). Un’ora la settimana. c) Dalla Raccolta, come nella V. Un’ora la settimana. Esercizi di recitazione. Esercizi di esposizione orale c coviponimmli come nella V. Lingua tedesca, ore 3 per settimana. Grnmmalica: Ripetizione della morfologia: i capitoli piü importanti della sintassi, seguendo la grammatica dello Stejskal. Esercizi di traduzione dali’ italiano in tedesco. (Dali’Antologia italiana). Nel primo semestre, lettura dali’Antologia del Noe, p. I, come nell’ anno precedente, scegliendo brani narrativi e descrittivi piü difficili. Nel secondo semestre, breve sunto della storia della letteratura tedesca, dulle origini a Klop-stock, con spec ale riguardo all a prima epoca di splendore (.Noe, |>. II). Compiti: Come nella classe V. Lingua francese, ore 3 per settimana. Gram matica: Ricapitolazione e completamento della teoriadel-le forme. Ripetizione e ampliamento delle Iegt;i sintatiiclie Lettura di scelti brani prosastici di genere narrativo e de-serittivo, come pure di facili poesie Contemporaneamente continuazione ed ampliamento degli eserci/.i orali con li-bera applicazione delle voci e delle frasi apprese. Lavori in iseritto: Risposte a domande fatte in lingua francese in relazione a cose lette, dettature piu libere, ripro-zioni, versioni di poesie narrative in prosa, esercizi di grammatica. 4 compiti scolastici il semestre. Geografia e storia, ore 3 per settimana. Geografia, \ ora per settimana. L’Europa settentrionale, or ientale c centrale (esclusa I'Au-stria-Ungheria) secondo le norme seguite nella classe pre-cedente. L Africa e 1’Asia sommariamente. Storia, 2 ore settimanali. Storia dell'evo moderno dalla pace di Vestfaglia fino ;\1 1815. Matematica, I semestre ore 4, II semestre ore 3 per settimana. Aritmetica: Le piü semplici ecjuazioni logaritmiche e espo-nenziali. Serie aritmetiche (di primo ordine) e geometriche, applicazione delle ultime particolarmente al calcolo del-1’interesse composto e di rendita. Guniometria, trigonometria piana e sferica: Le funzioni ango-lari, rappresentazione grafica delle stesse, alla qnale e da ricorrere anche per imprimerne nella mente le proprieta e le relazioni. Risoluzioni di Iriangoli. Confronti fra i teoremi e metodi trigonometrici e quelli della planimetria e stereometria. Teoria fondamentale della trigonometria sferica limitata a quelle relazioni e formole ehe trovano applicazione nella rimanente materia da pertrattarsi (nel triangolo oblit|uangolo limitata in complesso al teorema dei seni e a quello dei coseni). Variata applicazione della — Gl — trigonometria alla soluzione di problemi di geodesia, di geografia, di astronomia ecc., per i quali i rispettivi dati soho da procurarsi possibilmente dagli scolari stessi me-diante misurazioni, sia pure approssimative. I.tivori in iscritto: 3 compiti scoiastici il semestre, inoltre brevi esercizi di volta in volta. Geometria descrittiva, 3 ore per settimana. Proiezioni ortogonali del cerchio, ombre portate dallo stesso sopra piani, per illuminazione parallela. Proiezione obliqua del cerchio. Proprietä piü important i, dal lato costruttivo, dell’elisse, considerata quäle proiezione ortogonale od ob-bliqua del cerchio, dedotte dalle proprietä corrispondenti del cerchio. Rappresentazione di cilindri e di coni (partico-larmente di rotazione) e corpi composti dagli stessi, anche in proiezione obliqua. Piani tangenziali a superfici coniche e cilindriche. Sezioni piane, sviluppi e semplici casi di pe-netrazione di queste superfici. Costruzioni di ombre per illuminazione parallela. Pertrattazione piü profonda delle sezioni |)iaue del cono di rotazione; deduzione delle proprietä costruttivamente piü importanti di queste sezioni. Brevi esercizi di casa, di settimana in settimana. Storia naturale, 1 semestre ore 2, II semestre ore 3 setti-manali. Zoologia, Somatologia con ispeciale riguardo ai fatti piü importanti della fisiologia e deli’ igiene. Le classi degli animali sulla base di forme tipiche conside-rate sul lato morfologico, anatomico e, a suo Uiogo, anche dal punto di vista genetico evolutivo, escludendo tutti i particolari superflui del sistema. Fisica, ore 4 per settimana. Introduzione: Brevi osservazioni sul compito della fisica. Estensione. Meccanica: Concetti fondamentali del moto. Moto uniforme e uniformcmente variabile. Caduta, resistenza del mezzo. Principio d inerzia, forza. Peso, misura statica e dinamica della forza. Massa, sistema assoluto di misura. Principio deli'indipcndenza Corpi lanciati in alto. Lavoro, forza viva ed energia. Parallelogramma dclle velocitä. Corpi lanciati in diiezione orizzontale ed obliqua (per gli Ultimi soltanto graficamente). Parallelogramma delle forze Moto lungo il piano inclinato. Attrito. Momento di una forza rispetto ad un punto. Coppie di forze. Centro di gravitä (senza calcoli per determinare la sua posizione). ' Specie di equilibrio. Macchine semplici dando rilievo al principio della conservazione del lavoio : leva, bilancia, carrucola fissa mobile (con funi parallele) taglitf, tornio, vite (qualitativamente). Movimento curvilineo di un punto materiale. Forza centri-peta e centrifuga. Moto centrale. (All’ insegnamento sul moto dei pianeti e sulla gravitazione universale si do-vranno premettere e completare le nozioni di astronomia che hanno attinenza con questo argomento; in relazione poi alle esperienze sugli assi permanenti di rotazione si tratterä della percessione, dell’anno tropico e simili). Moto armonico. Leggi del pendolo. Forze molccolari, elasticita. Urto (soltanto esperimentalmente). Idromeccatiica: Ripetizione e continuazione della materia per-trattata nelle classi inferiori. Influenza delle forze mole-colari snll’equilibrio dei liquidi. Correnti. Aeromeccanica: Ripetizione e continuazione della materia pertrattata nelle classi inferiori. Spinta nei gas. Determi-nazione barometrica deli’ altezza (senza derivazione della formola). Azione aspirante di una corrente di gas. Diffu-sione. Assorbimento. Terntulogia: Termometri. Dilatazione. Legge di Mariotte-Gay-Lussac. Misura del calore. Calorico specifico. Relazione fra il lavoro meccanico e il calore. Ipotesi sul calore. Cambiamento dello stato di aggregazione per effetto del calore. Proptietä dei vapori. Liquefazione di gas. Umiditä dell’aria. Macchina a vapore. Conduzione e irradiazione. Sorgenti di calore. Isoterme. Isobare, venli. Chimica, ore 2 per settimana. Chimica organica. Concetto generale dei composti organici e ricerca degli elementi che li compongono. Forma di rap-porto atomico, formola molecolare, empirica e razionale. Pertrattazione dei composti organici che lianno speciale im-portanza per le derivazioni teoriche, per le industrie chi-miche e agrarie e per lo scambio materiale dei processi vitali, raggruppandoli con ordine sistematico. I principali composti del cianogeno. I derivati piii impor-tanti degli idrocarburi del metano, etileno e acetilene; grassi naturali (sapone e candele); gli idiati carbonici (fermentazioni). I derivati principali del benzolo, toluolo, xilolo, dei di e trifenilmetano, della naftalina ed antracene con accenni ai colori del catrame. Alcuni terpeni, i plu importanti composti eterocicli, spe-cialmente derivati della piridina, alealoidi e combinazioni albuminoidi. Disegno a mano, ore 2 per seltimana Continuazione del disegno di figura a pieno effetto. Schizzi in tutti i rami della materia trattata. MATERIE LIBERE. Stenografia, soltanto per allievi dalla classe quarta in su, in due corsi. Corso 1, due ore per settimana. Segni stenografici ed unione di essi per la formazione delle parole Abbreviazione delle parole — Sigle. Corso II, due ore per settimana. Abbreviazione logica: <1) Abbreviazione radicale; b) Abbreviazione formale; c) Abbreviazione mista. — Sigle. parlamentari. — Frasi avverbiali. — Esercizi pratici Corso IH, due ore per settimana Esercizi di perfezionamento. Testo : Manuale di stenografia secoudo il sistema di Gabels-berger, applicato alla lingua italiana da Enrico Noe. Ginnastica, due ore settimanali per classe. L’istruzione fu impartita secondo il piano d’insegna-mento della ginnastica, emanato coli'ordinanza ministe-riale del 12 febbraio 1897. N. 17261 ex 1896. SÜDDIVISIONE delle ore obbligatorie nelle singole classi. M A '1' E R 1 E CLASSE CS E ' > II 111 IV V VI 0 'fi Religione cattolica .... 2 2 2 2 2 2 12 „ ebraica .... 1 1 1 1 1 1 6 Lingua italiana 4 4 4 4 3 3 2 2 „ tedesca 6 5 4 4 3 3 25 „ francese — — — 3 3 6 Geografia | 2 9 2 O 1 1 10 Stoiia j 2 2 2 2 3 2 '3 Matema tica Disegno geometrieo 3 3 3 4 3 4 3 h. 4 II s. 3 21 20 (geometria desc.) .... 2 2 3 13 Fisica — 3 2 — 4 9 Storia naturale 2 3 — 2 Is. 2 II s. 3 8 9 Cliimica — — — 1 3 3 2 8 Disegno a inano 4 1 4 4 3 3 2 20 Calligrafia 1 — — •- — — I Somma per i cattolici . 26 26 26 ; 29 30 ! 3' 168 Somma per gl’israeliti . 25 25 25 2 ) t cinquieme. F.d. XIII, Paris, Belin Freres, 1909, ('lasse VI \ Herrig L La F'rance litteraire“ (edition abregee) ed. Tempsky, Vienna 1911 ; n Zate Ui D, Corso di lingua francese p. II, ed. U Sottochiisa Rovereto 1901. Geografia. Classe I; Gratzer Dr. C., Testo di geografia per le scuole medie, p I., ed. Monauni, Trento, 1905 ; Kozenn B. Stcnta Dr. M., Atlanle gaografico ad uso delle scuole medic, ediz Höl/.el, Vienna, 1904. das,se II: Testo di geografia per le scuole medie del Doti. Carlo Gratzer p. II. ed. Monauni, Trento 1909; Kozenn-Stenta, Atlante geografko, come nelle classi I e II. ('lasse III: Morteani L., Compendio di geografia per la tei za classe delle scuole medie, ed. II, Schimpff, Trieste 1908; Kozenn-Stenta. Atlante geogr;ifico, come nelle classi 1 e II. Classe IV: Gratzer Dr. C., Testo di geografia per le scuole inedie, p. JI e III, ed. Monauni, Trento ; Kozenn-Stenta, Atlante geografico, come nelle classi I-1II (Masse V: Koseun-Stenla, Atlante geografico, come nelle classi I-IV. •• Storia. Classe I: Mayer F, Manuale di Storia per le classi infer. delle scuole medie. p. I, ed. Tempsky, Vienna e Praga 1898; Putzger F. IV., Historischer Schulatlas, ed. XI XXIX, Pichler Wien, 1889-1907. ('lasse II: Mayer F, Menuale di Storia, p. II, ed. Temsky, Vienna e Praga, 1897 ; Putzger, Historischer Schulatlas, come nella classe II. Classe III: Mayer F., Manuale di Storia, p II, come nella II, e p. III ed Tempsky, Vienna e Praga, 1895 ; Putzger, Historischer Schulatlas, come nelie classi 1-11. (Hasse IV: Mayer F, Manuale di Storia, p. 111, come nella classe III, e Zeehe' A., Manuale di storia antica, ed. Monauni, Trento. 1906; Putzger, Historischer Schulatlas, come nelle classi 1 e III. Classe X: Zeehe A., Manuale di storia universale per i gin-nasi superiori, vol. II, ed. Loescher e Tempsky, Iorino e Praga, 1887; Putzger, Historischer Schulatlas, come nelle classi 1-1V. Mateniatica. Classi I e II : Wallentin dott. F., Manuale di aritmetica per la prima e la seconda classe delle scuole medie, ediz. Monauni, Trento, 1S96, Classe III: Wallentin Dott. F., Manuale di aritmetica per la terza e quarta classe delle scuole medie, ediz. Monauni, Trento 1892. Classe IV: Wallentin dott. F., Trattato di aritmetica [)er !e classi superiori dei ginnasi e delle scuole reali, ed. Monauni, Trento, 1895; Postet Fr., Raccolta di quesiti di esercizio, ediz., Monauni, Trento, [895 ; Močnik Dott. F., Trattato di geometria, ed. Dase, Trieste, 1891. Classe V o VI : Wallentin Dott. F., Trattato di aritmetica e Postet Fr., Raccolta di quesiti, come nella classe IV ; Mucnik Dott. F, Trattato di geometria come nella IV. Geometria, disegno geometrico e geometria descrittiva. Classi II-IV: Ströll A., Elementi di geometria, ediz. II Holder, Vienna, 1903. Clusso V o VI: Menger G., Elementi di geometria descrittiva, ed Holder, Vienna, [888. Storia naturale. Classi I II: Pokorny dott. A., Storia naturale del regno animale, ed. Loescher, Torino e Vienna, 1902; Pokorny dott. A. C'an/el T, Storia illustrata del regno vegetale, ed. V-Vlll, Loescher, Torino e Vienna, 1891-1908 e nella classe l: Elementi di storia naturale delle piante. del dott. Beek dt Maunagettei, tradotto da R. Sulla, Holder, Vienna, 191 1. ( lass« V: Burgerstein dott. A., Elementi di botanica, ed. II. Holder, Vienna, 1909 Classe VI •.Dott. Gräber, Elementi tli zoologia ed. Tempsky, Vienna e Praga, 1896. Fisica. ('lasse III : Dott. Cr. Krist, Elementi di fisica per le classi inferiori delle scuole reali, ed. Monauni, Trento, 19O9. Classe IV : Dott. G. Krist, Elementi di fisica, come nella classe III. Classe VI: Münch P. .Trattato di fisica“ ed. Holder. Vienna 1898. Chimica. ( lasse IV: Filtmi G., Elementi di chimica e mineralogia, ediz. I e II, Grigoletti, Rovereto 1900, e Monauni lrento, 1904. Classe V: Fiunti (}., Trattato di chimica, ed. 11-111, Rovereto, 1894, Monauni, Trento, 1905. CAMBIAMENT1 NEI LIBRI Dl TESTO PER L’ANNO SCOLAST1CO 1912-1913 Nella conferenza tenutasi il giorno 9 maggio 1912 il corpo insegnante propoiieva e 1’ Eccelsa i r. Luogotenenza con decr. VII 885/12 d. d. 30 maggio 1912, approvava i seguenti cambia-menti nei libri di testo per 1’anno scolastico 1912-13 e contem-poraneamente stabiliva i testi per la VII classe : Religione: Per la II e III classe «Compendio di liturgia cattolica, compilato per scuole medie e cittadine» da Monli Va-leriano, ed Pichler — Vienna 1912. Storia naturale: La I e II classe: «Elementi di storia naturale delle piante» del Deck de Mannagclla. - Edit. Holder — Vienna 1911. Per la VII classe furono stabilifci i seguenti testi: Religione: Zieger Fr. «Compendio di storia ecclesiastica»; ed. Monauni, Trento 1908. Lingua italiana: «Antologia di poesie e prose italiane» p. IV ed II. Chiopris, Trieste-Fiume 1891.—Dante: «La Divina Commedia». Ed. Barbera, Firenze 1903. — G. Vidossich : «Compendio di storia della letteratura italiana». Trieste, Quidde 1910. Lingua tedesca : I)r. K. Kummer: «Deutsche Schulgrammatik», ed. VII, Tempsky, Vienna 1906. — E. Noe: «Antologia tedesca p. II ed VI. Mauz, Vienna 1906. — Nuovo libro di letture italiane» p. II (quäle libro di versione dali’ italiano in tedesco) Lingua francese: D. Zatelli: «Corso di lingua francese» p. II — L. Herrig: «La France litteraire». Storia: A. Ginely: «Storia universale» p. III. Ed. Temsky, Vienna e Praga 189'v — C. Gratzer: «Compendio di storia e geografia della Monarchia austro-ungarica per 1' ultimo corso delle scuole medie». Ed Monauni, Trento 1910. — V. Haart: «Geographischer Atlas der österr.-ungar. Monarchie». Ed. III, llölzel, Vienna 1882. — G. W. Putzger: «Historischer Schulatlas». Ed XI-XXIX, Pichler, Vienna 1889-1907- Malematica: Bott. F. Wallentin: «Raccolta di quesiti di eser-cizio». Ed Monauni, Trento 1895 — Doti. Fr. Močnik: «Trattato di geometria». Ed Dase, Trieste 1891. Geometria descrittiva: G. Menger: «Elementi di geometria descrittiva». Ed Holder, Vienna 1888. Sloria naturale: Doll. F. Hochsteller e doll. A. Bisching: «Elementi di mineralogia-». Ed. Holder, Vienna 1882. Fisica: P. Münch: «Trattato di fisica». Ed. Holder, Vienna 1898. TEMI DI LINGUA ITALIANA SVOLT! DAGLI SCOLARI D E1 CORS1 SUPERIORI ED E S E R C I Z I RETTORICI CLASSE VI. 1. II prologo del „Faust“, (scol.) 2. Le ombre della storia (dom.) 3. Papato e Impero ; gratidezza e decadenza di queste due autoritä nel medio evo (scol.) 4 Arte, e Scienza ; origini, mezzi, scopo, manifestazioni diverse, conseguenze (scol.) 5. La luce (dom.) 6. II terzo peccato (scol.) 1. Nella vita dei popoli i pericoli esterni contribuiscono a lialzare gli spiliti e a promovere la grandezza nazionale (scol.) 2. II mito di Prometeo (dom.) 3. a) La lotta per 1’ esistenza nella natura e nella societä --b) Dai cenci immondi alla carta eburnea — c) La materia del corpo e anche cjuella della materia ? (a scelta) (scol.) 4. La dittatura militare, finanziaria e intellettuale della Fraticia sull’ Europa del secolo XVII (scol.) 5. Elogio deli’ amicizia (dom.) 6. La pace alimenta, la guerra distnigge (scol.) Escrcizi rettorici: Satizin Ladislao - G. Cardticci - „Ca ira“ - Leonardo da Vinci. Cirillo Ferruccio - Storia di Tricste. Giorgio Vitlorio - Storia della marineria. TEMI DI LINGUA IT ALI ANA. CLASSE V. I. L’ estate e 1’ autunno - Contrasto - (scol.) II. La casa sveva nella storia e nella letteratura d’ Italia (dom.) III. I.o .sviluppo della Urica italiana fino al „Dolce stil nuovo“ (scol.) IV. Campagna e cittä (scol.) V. II lago e lo stagno (dom.) VI. Affinitä intime tra il reg 11 o minerale, vegetale ed animale, concludendo con 1’ indistruttibilita della materia, scol. II. Semestre: I. II commercio con la natura (scol.) II. La vita multiforme in un porto di mare (scol.) III. Se mancasse il sole !... (scol.) IV. II Macchiavelli e il Guicciardini (scol.) V. Un tumulto (dom.) VI. La storia d’ una lettera. Esercizi rcttorici: Ernesto Sospisio - Cola di Rienzo. RAüOUAGLI STAT1STIC1. C L A S S K i. Numero. la le II a II ^ Ilir/ HI/- IV« IV/- V VI Somma Al la fine del 1910—19 n 4' 4*1 — 54 — 31 34 40 — 29 — 276 Al principio del 1911-1912 40 :;s 40 3‘ 32 3° 28 3i 30 26 19 345 ttntrati durnnte 1’ nnno . 1 — 3 2 1 — — — 1 — 8 Inscritti (juindi in lutto . 4' 38 43 33 32 31 28 3' 3° 27 i x9 353 Di questi sono : a) Scolari nuovi: promossi .... 3fl 35 3« 4 4 5 4 6 1 1 1 135 ripetenii .... 2 — 1 1 4 b) deli’ Istituto : promossi .... — -- — 29 28 23 21 24 26 23 i7 191 »ipeteuti .... 3 3 4 3 3 1 3 3 23 Uscirono durnnte 1’ ? 11110 10 4 8 4 1 5 1 2 1 6 1 43 Kimascro nlia fine deli’ anno puhblici . ... 31 34 35 29 3i 26 27 29 29 21 18 310 pri vati 2 1 3 So mm a . . . 3i 34 35 29 31 26 27 29 29 23 '9 3 ■ 3 2. Luogo di nascita. Tricste e territorio .... 28 3' 28 28 22 24 19 '<) 24 n 10 250 1 strin, 4 6 S 4 5 5 5 0 3 7 4 57 Gori/.ia-Gradišča 2 — I — — 1 — 1 3 H 11 Dal maži a 2 — 1 1 2 1 — 2 — — — 9 Altre province della mo- narcliia I 1 — — 1 — 1 — 2 — 1 7 hetero (compr. Ungheria) . 4 — 5 — 2 — 3 4 — 2 2 22 Somma . . . 41 38 43 33 32 3« 28 31 3° 29 20 356 3 Lingua famigliare. Italiana 41 3 ^ 43 33 32 30 27 30 30 29 19 352 Teilesca . — — — — — — 1 — — — — I Croata . — — — 1 — — — — — I Hoemn — — Krancese ■ I Inglese — Spagnola — 1 ■ ~ I Somma . . . 41 3S 43 33 32 3i 28 3' 30 29 20 35<> J —' C L A S S E 4. Religione. Caltolica ....... GrecO'tirientale Serbo-orto lossa Evangel.
  • 42 1 33 32 29 1 1 28 29 1 3o 28 I 19 1 34*> 2 4 2 Somina . . 41 1 38 43 ; co 32 31 28 3i 30 29 20 35f) S. Etä. Ui anni io „ n 10 8 9 — 27 12 19 13 12 5 5 — 1 — -• — — 55 •3 8 11 10 14 12 3 5 — — — — *>3 * '4 4 4 9 11 9 9 9 4 2 — — Ol „ 15 ..... . — 2 3 3 4 10 (> 12 iS I — S<> „ iO — — 2 8 4 8 (> 14 0 48 „ 17 — — — -• — — 3 7 5 8 <> 29 » 18 — — — -- — 1 — — 2 4 4 11 >9 — — — — — ... — — — 2 3 5 20 Somma . . . 41 38 43 33 32 31 28 31 3° 29 20 356 (> Domicilio dei genitori. I'rieste 37 34 37 32 29 27 2 5 28 26 21 18 3 '4 •Mtrove 4 4 0 1 3 4 3 3 4 S 2 42 Somma . . . 4« 38 43 33 32 3< 28 3i 30 29 20 35<» 7. Classificazione. '*) alla fine deli’ antio scol. 1911-1912, vennero cli-chiaiati : eminentemente idonei 1 S 2 1 1 2 1 '4 idonei 20 19 22 18 18 16 '3 17 20 9 12 184 in complesso idonei . . 5 8 3 8 7 8 9 7 1 — — 5° non idonei 4 3 4 1 3 1 4 2 0 1 — 29 Animessi ad un esame di ri parazione 2 1 — — 1 — — -- 8 3 15 N011 furono cl&sssificati . . — 3 — 2 1 — — 2 2 2 Somma . . . 31 34 35 29 3» 26 27 29 29 21 18 3‘° /;) Completamento deila das silicazione delT anno sco lastico 1910-1911: Animessi all’ esame di ripa razione 1 1 2 7 11 Corrisposero — 8 Non corrisposero 0 non com parvero — ^ 1 — 1 — ... — — \ — 3 C L A b S E . hl I b I c II a II/; III , III ^ IV a IV/> V VJ Somma Accordato l’esame supplet. — — ] — - — — - - 1 Corrisposero 1 — — 1 Non corrisposero .... — ... — — — — — — — Non comparvero .... — — — — — — — — — Quindi il risultato linale per 1' anno 1909 1910 b il seguente: ...... Eminentemente idonei . . 2 2 0 3 2 3 17 Ulonei 2-1 2,S 2 b — 16 12 1 7 'S — 135 In complesso idonei . . . 1 5 1 S — S 11 7 — — — 44 Non idonei 6 4 — S s 8 -- 6 — 39 Non classificati I — 2 — 1 2 1 — 7 Somma . . . 33 39 49 — 28 32 36 25 - 242 8. Tasse. Alla line del I semestre erano: Paganti 21 10 Io 4 S 0 7 8 10 12 5 101 Esentati della meta . . . 4 1 1 — 1 1 2 I 2 4 1 18 Esentati 12 26 26 28 26 21 19 22 18 10 13 221 Totale 37 ■ I-1 ^ 37 32 3 2 31 28 3 1 3° 2() '9 340 Alla fine del 11 sem. erano : Paganti 14 7 Io 8 7 I 2 11 15 15 IO 6 "5 Esentati della metä . . . 3 1 1 1 1 I — 1 1 3 1 '4 Esentati 14 20 24 20 23 M '7 14 '3 8 12 '85 Totale . . 3' 34 35 29 3i 27 28 3° 29 21 '9 3 '4 Importo pa^aio : nel I semestre corone 690 3'S 315 120 165 285 240 255 330 420 '<>5 3300 nel II semestre corone 465 225 315 255 225 375 330 4<>5 4<’5 345 ‘95 3660 Totale . . . 1155 540 630 375 39° ()ÜO 570 720 795 7&5 360 6960 La tassa d’iscrizione a cor. 4 am m 01» tu a cor 148 140 '52 4 12 16 12 12 4 4 512 La tassa per la bihlioteca degli scolari a cor. 1 am-mont6 a cor 4' 38 43 33 32 31 29 3i 30 28 29 355 La tassa duplicati a cor. 2 ammonto a cor 2 — — — — 4 () 9. Materie libere. Stenogi alia : I corso (a) 23 23 I corso fbj 15 — 1 i(> 11 » — — — — — — — “■ 13 2 15 m 1 — — — — — ■— 10 10 Ginnasiica 35 3° 3> 24 26 23 21 17 15 18 8 254 10. Stipendi. Numero degli stipendi . . 1 1 1 1 4 Importo totale . . . cor. — — 200 — 110 276 1 —1 210 796 VII. BENEFICENZA. Godettero stifendio: 1) Un allievo de)la II a, dal fondo civanzi di multe di fi-nanza, di annue corone 200 2) Un allievo della IV«, della fondazione dott. Pietro Fe-lice, di anntie corone ito. 3) Un allievo della IV b, della fondazione Carlo barone de Reinelt, di annue corone 276. 4) Un allievo della VI, della fondazione Cominotti di annue corone 210. Fondo di soccorso per allievi poveri della civica Scuola Reale superiore di S. Giacomo in Trieste. Il fondo poveri della Ria scuola madre di via deli' Acque-dotto venne con decr. mag. N. VI-127-1-12 dd. 20 aprile 1912 diviso fra le due scuole tecniche comunali «proporzionalmente al nutnero degli allievi avuti alla fine dell’anno scolastico !909~i0 e esonerati dal pagamento della tassa scolastioa. II corpo insegnante trovö opportuno di conservare lo stesso statuto della Scuola Reale all’ Acquedotto e 1’eccelsa 1. R. Luogotenenza del Litorale con disp. del 31 maggio 1012 N.ro VII-540 1-12 ne preše nota. Resoconto per 1’ anno scolastico 1911-12. Introiti. 3/10/1910 Dal sig. prof. Blasig...................................Cor. 3.— » prof. dott. Brol .................................* 3' » sig. piotof. dott. Costantini ... * 3-— » » prof Crepaz ................... * 3-— » » » dott de Luyk .... » 3-— » » » Marini.................... » 3-— » » » Tedeschi.................. * 3-— » » » Vittori ................... » 3’— 31/8/11 Ricavato nttto dalla vendita di 68 copie delle Corone notizie scolastiche.................................. 4.— 5/8/11 Dal sig. capo ingegnere E. Giongo in memoria della sgnora Benedetti-Pattay........................ 5.— 12/10/11 Dal direttore prof O. Crusiz in memoria della cognata ............................................. 20.— ii/ii/ii Dalia Cassa di Risparmio triestina .... 500.— 4/12/11 Dal Commendatore ing. E. Sospisio . . . 20.— 14/1/12 Dal sig. capo ingegnere E. Giongo in memo- del sig. Ruggier .................................... 2r.— I6/1/12 Dal sig. F. Michel.................................... 7.— 6/2/12 Da tre docenti deli’Istituto................................. 3.— 10/5/12 Dal Fondo di soccorso p. a. p. della civica Scuola Reale sup. all’ Accjuedotto, quäle quota della ripartizione accordata dalla Giunta del civ. Magistrate con decreti VI-1227-1 • 10 d. d. ii/ii/ii e VI-I27 1-12 d. d 20/4/12 in due riprese...................................................662 08 Totale . . 126508 Esiti. Per la quietanza della elargizione della Cassa di ri- Corone sparmio triestina............................................... 1.88 Ter dieci sussidi in denaro...................................300.— > vestiti e scarpe............................................... 571.60 » mezzi didattici................................................. 70.70 » sussidi gite.................................................... 40.70 Civanzo a pareggio...................................................280.20 Totale . . 1265.08 Trieste, 1 luglio 1912. II cassioro frof, G. Barloli. Per 1’ opera altamente benefica va tributato ai gentili obla-tori un caldo ringraziamento da parte del corpo insegnante, che si fa pottavoce dei beneficati e delle loro famiglie. AUMENTO DELLE COLLEZIONI SCIENTIFICHE Ohre alla dotazione ordinaria per gli aumenti delle colle-zioni scientifiche e per la biblioteea, 1’ istituto ebbe a disposizione corone 10,000, quäle prima rata della dotazione straordinaria di corone 30,000 che il Comune ha assegnato a questa scuola per la fonda/.ione della biblioteea e dei gabinetti. Gli acquisti per la biblioteea giovanile vennero fatti con 1' importo di 353 corone, incassato da altrettanti allievi inscritti. 1) Biblioteea dei professori Custode: prof A. l’alin. DON!: Dal Mmiicipio di Trieste : Jacopo Cavalli — Commercio e vita privata di Trieste nel 1400, Trieste 1910 M. l’asqualis — II Comune di Trieste e 1'istruzione primaria e popolare — Trieste 1911. K. Basilio — Le assicura/.ioni niarittime a Tiieste, Trieste 1911. F. Zamboni — Pandemonio — Firenze 191t (2 copie). A. Gentille — Il primo secolo della societä di Minerva — Tiie- ste, 1910 (2 copie). Miscellanea di studi in onore di Attilio Mortis l’rieste 1910 (2 copie). E. Boegan — La grotta di Trebiciano — Trieste 1910. (Dono dell’ autore). Oesti rreichischer Lloy — Trieste 19U. (Dono deli’eccelsa i. 1*. Luogotenenza di Trieste). Parenzo per 1’inaugurazione del miovo palazzo del Comune --Parenzo 1910, (Omaggio del municipio di Parenzo). ACQUISTI: Annuario scientifico, diretto da Righi. Milano 1912. Battelli — Radioattivitä — Bari 1909. Bragagnolo — Storia universale, 3 vol. — Torino 1907. Croce — La Critica, 2 voli. — Bari 1908/1910. Croce — Filosofia dello spirito, 4 voli. — Bari 1909. D' Ancona e Bacci — Manuale della letteratura italiana, 5 voli. — Firenze 1909. E. D’ Ovidio — Geometria analitica — Torino 1903. F. D’ Ovidio — Manuale di versificazione. Droysen — Allgemeiner historischer Atlas. Engel — Geschichte der englischen Litteratur — Leipzig 1909. Fazzaro — Storia della matematica. Fricks — Physikalische Technik — 2/2,2 Brannschweig 1907. Gaspary — Storia della letteratura italiana, 3 voll. — Torino 1900/01. Graetz —- L’ Elettricitä — Vallardi, [908. Höffving — Storia della filosofia moderna, 1 voll. — F.lli Bocca 1906. Iadanza — Geomet.iia pratica — Torino 1909 Lanson — Histoire de la litterature fran9ai.se — Paris 1909. Monaci — Crestomasia italiana dei primi secoli, 2 voll. — Cittä di castello 1889. Mosso — Le origini della civiltä meditenanea — Treves 1910. Müller — Ponillets — Physikand Meteorologie 11/2 Brannschweig 1907. Murani — Fisica, 2 voll. — Milano 1909. Pastore — Sopra la teoria della scienza — F.lli Bocca 1903. Peano — Rivista di matematica, I/V1II. — Torino 1893/1906. Peano — Formulaire de mathematiques I/V11I 1895/1906. Righi — Telegrafia senza filo — Bologna 1905. Righi — Esperienze e scintille elettriche — Bologna 1895. Righi — I gas attraversati dai raggi di Röntgen — Bologna 1896. Rigutini — Neologismi. Rigutini — Vocabolario latino — Firenze 1895. Spingher — Ricci — Storia deli’arte, 4 voll. — Bergamo 1910. Trabalza — Storia della grammatica italiana. Vogel — Deutsches grammatisches und orthographisches Nach-schlagebuch. Leipzig 1909. Vogt und Koch — Deutsche Litteraturgeschichte 2 voll, — Leipzig u. Wien, 1910, 2). Biblioteca giovanile. Custode: prof. A . Palin. ACQUISTI. L. Alcott — l’iccoli uomini — Lanciano 1910. L. Ariosto — Orlando furioso — Firenze 1911. E. Atterbom — Novellette per fanciulli — Milano 1903. — Le avventure di un ciuco — Milano 1912, F. Boccardi — Alla luce del vero — Milano 1897. L. Boussenard — I Robinson della Gujana — Milano 1884. T. Branchi — Mare — Rocca S Casciano 1911. T Cappelli — Trottolino — Firenze 1909. I. Catani — Barabbino — Firenze 1900 T. Checchi — Racconti per giovinetti — Firenze. T. Cherubim — Impresa granchio, Tullettino & C — Pirenze 1911. A. Cioci — Nel regno dei ragazzi — Firenze 1909. C. Collodi - II viaggio per 1’Italia di Giannettino — Firenze 1909. Contessa Lara — Famigiia di topi — Firenze 1903. Cordelia — I nipoti di barbabianca — Milano 1912. De Amicis T. — Olanda — Milano 1909 „ — Ricordi d’infanzia e di scuola — Milano 1910 , — Süll’ oceano — Milano 1909. „ — Ai ragazzi - - Milano 1908. Celoria — La luna — Milano 1903 De Castro G. — Forza — Milano 1908 Caverni R. — Estate in campagna — Firenze. Thouar P. — Lezione venuta in tempo — Milano. A. Della Pura — Al cinematografo — Firenze 1909. Favole scelte del Pignotti & Clasio — Milano 1909 Ferrero T. — Storia d’Italia— Torino 1911. Ferriani L. — Se fossi giovane... — Milano 1908. Gianeili G. — Storia di Pipino — Torino 1912. Gironi T. — Ridendo s’impara — Torino 1906. Kipling R. — II libro delle bestie. Mago Butn — Girandolino — Torino 1911. Metrailler P — Fra gli uccelli — Milano. Nuccio G. — I racconti della conca d’ oro — Firenze. Orsi A. — Storia di un leone di buon cnore — Roma. Pellizzari A. — Dai secoli — Napoli 1912. , — Su la vetta — Napoli 1912 Picco T. — Villegg:atura maritata — Torino 1908. Rakosi T. — II piccolo Cleinente — Torino 1908. Yorick — Su e giü per Firenze — Firenze. Vamba -- II giornalismo di Gian Burrasca — Firenze -1912 Verne G. — Viaggiatori del secolo XIX — Milano 1885. „ — Martino Daz — Milano 1876. — II dottor Ox — Milano 1900. , — La scoperta infernale — Roma. , — I figli del capitano Grant — Milano 1909. , — Attraverso il mondo solare — Milano 1909. „ — Avventure del capitano Hatteras — Milano 1909. „ — Viaggio al centro della terra. De Foe dott. — Avventure di Robinson Crusoe. Zia Mariu — Un reporter nel mondo degli uccelli — Firenze 1912. 3) Gabinetto di fisica. Custode: prof. G. Bartoli. ACQUISTI: Parallelogramma delle forze. — Modello dL bilancia deci-male — Modello di sospensione cardanica. — Bilancia a moila — Apparecchio per la riflessione deli’ urto orizzontale — Dina-mometro — Piatti di adesione — Apparecchio per dimostrare ehe la forza centrifuga aumenta col quadrato della velocitä — Giroscopio con apparecchio di rotazione secondo Weinhold — Giroscopio secondo Fessel. — Pendolo di reversione. — Livello a bolla d'aria. — Torchio idraulico. — Barografo — Apparecchio per dimostrare la costituzione d’ una vena liquida — Apparecchio per la legge di Maiiotte — Barometro aneroide dimo-strativo — Fontana di Frone — Apparecchio per dimostrare la propagazione delle onde nell’ etere. — Calorimetro con rispettivo termometro — Apparecchio per le esperienze con vapori saturi e surriscaldati secondo Weinliold. — Igroscopio di Saussure — Psicrometro di August — Apparecchio di contrazione secondo Tyndall — Apparecchio per dimostrare la conducibilitä del calore in diversi metalli. — Bacinella metallica per lo stato sferoidale. — Apparechio per dimostrare la pressione negativa. — Roc-chctto di Ruhmkorff. — Trasformatore di Tesla. — Macchina d' influenza di Wimshurst — Telegrafo senza fili. — Scala di tubi con arla rarefatta. — D.ie batterie di accumulatori con 4 elementi ciascuna. — Modello di orologio da pendolo. — Modello di teodolite. — Piezometro, 4. Gabinetto di chimica. Custode : dir. prof. O. Crusiz. ACQUISTI : Voltametro di Bimsen — Apparato di Hofmann per dimostrare i rapporti volumetrici — 2 Eudiometri — Vaschetta cilindrica per 1’ analisi deli’ aria — Pressa per turaccioli — 18 Fiale sistema Erlenmeyer— 50 Provini con i rispettivi turaccioli di sughero — 17 tavole murali tecnologiche — Tabella del sistema periodico degli elementi secondo Mendelejeff— 12 Imbuti di differente capacitä — Imbuto separatore — Imbuto per filtrare liquidi a caldo — 46 Matracci di varia grandezza — 18 Matracci a collo largo — 5 Matracci graduati con i turaccioli di vetro — 34 Storte di varia grandezza — Diversi vetri d’ orologio — 13 Mortai di porcellana di varia grandezza, con i rispettivi pi-stilli — 10 Beccucci sistema Teclu — Beccuccio sistema Mecker — Micro-beccuccio con ciiindro di mica — Beccuccio di porcellana Bagnomaria in rame — Bagno a sabbia — Becco a mantice — Matracci per la distillazione frazionata — 3 Refrigeratori di Liebig — 6 Palloncini di collodio — 6 Palloncini di cauciuc — 12 Reti metalliche di varia grandezza — 4 Reti d’ asbesto — 8 Bottiglie da 2 1. — 2 Bottiglie di lavatura — 1 m2 di rete di ferro — 1 m2 di rete di rame — Apparato per 1’analisi volu-metrica — 3 Tubi essicatori — Essicatore sistema Scheibler — (Muffola) con beccuccio sistema Mecker — Pompa ad acqua di Bunsen con manometro — 6 Treppiedi di ferro — Mortaio di ferro con pistillo — 14 Bacinelle di vetro, di varia grandezza — 62 Bacinelle di vaporizzazione in porcellana — 6 Anelli di ferro di differente diametro — 4 vaselli di vetro — Vaschetta pneumatica — 6 Apparati Kipp — 4 Bacinelle di vaporizza-zione, internamente smaltate in verde — Raccolta di modelli per dimostrare la concatenazione degli atömi secondo Kekule — 68 Bicchieri di varia capacitä — 5 Kg di tubi di vetro — 2 Kg di bastoncini di vetro — 3 Casseruolle di porceliana di Berlino — 9 Pipette di varia capacitä — 3 Tubi ad U contenenti cloruro di calcio spugnoso — 2 Apparecchi a bolle per la determina-zione deli’anidi ide carbonica — Gomtne — Sostegni per gli imbuti, sostegni per le burette graduate e semplici, sostegni per crogiuoli. 5. Gabinetto di storia naturale. Custode: prof. M. Zamperlo. DONI : Volpe imbalsamata (prof. Massek). Rana pescatrice e co-ralli (Giongo, VI). Coralli deli’ isola Capri (Sospisio, V). Gambero della morte e alghe coialline del porto di Tripoli (Bednarz, IV. a) Uovo di struzzo (Räuber, III b.) Diverse concliiglie (Maitzen, II ä). Sega del pešce sega (de Felszegi, I.«) ACQUISTI: Aiitropologia : Modelli Anatomici in cartapesta e in gesso : Torso scomponibile. Polmoni e cuore scomponibili Muscoli della gamba. Cervello scomponibile in piü parti. Cervello scom-ponibile in tre parti. Testa scomponibile. Spaccato della testa con risalto delle cavitä, nasale, orale e faringeale. Muscoli della testa. Lingua in grandezza naturale. Laringe e lingna. Tre dif-ferenti modelli di denti con 1' innervazione e i vasi sanguigni. Sezione della pelle, ingrandita 200 volte. Circolazione del sangue in forma schematica. Cuore. Sistema nervoso in forma schematica. Preparati naturali (parte a secco e parte in alcool o formalina) : Scheletro umano. Osso temporale, con gli ossicini dell’udito e riproduzione aitificiale dei nervi, delle arterie e delle vene. Cervello intiero. Cervello in sezione. Lingua e laiinge. Rene sano e rene ammalato. Cuore intero e cuore in sezione. Tendini e nervi della mano. Zoologia : Preparati anatomici (in alcool o formalina): Sistema nervoso e apparecchio dirigente del gatto domestico. Stomaco della pecora. Collezione di sistemi nervosi centrali di vertebrati. Diversi tipi di organi della respirazione dei vertebrati. Testuggine palustre. Rana comune, Lucei tola grigia. Ramarro. Drago volante Occhio del bue domestico. Sistema nervoso e circola-zione del sangue del gambero di fiuine. Ostrica Sepia. Chioc-ciola. Sistema nervoso e apparecchio digerente del lombrico. Sistema della circolazione e sezione deli’ anodonda. Lingua del picchio e laringe del cervo. Pseudopo. Mammiferi (imbalsamati): Cercopiteco Rossetta. Pipistrelli (gruppo biologico). Lontra. Criceto. Ornitorinco Uccelli (imbalsamati): Papagallo delle Amaz/.oni. Melopsittaco, Baciafiori (gruppo biologico). Ortolano. Canarino selvatico. Lucarino. Organetto. Montanello Verdone. Fringuello (gruggo biologico). Passero eu-ropeo. Allodola Pispola. Beccafico. Pulcinella di mare. Canepino maggiore Rcgolo maggiore. Bigliarella Codirosso. Passero soli-tario Pendolino (gruppo biologico;. Cinciallegra (gruppo biologico). Corvacchia bigia Corvaccliia nera. Acjnila imperiale. Bar-bagianui. Gufo reale. Gufo comune. Alloco. Palombo. Piccion torraiolo. Colomba derisoria. Gallo cedrone. Fagiano di monte. Francolino Pernice alpestre (manto invernale e manto estivo). Starna (gruppo biologico). Fagiano nobile. Tacchino. Gallinella. Beccaccino maggiore BeccaccitiO minore. Ciurletto. Combattente. Pantana. Monacchina Pavoncella. Rallo Ortigometra porzana. Gru comune. Gtu pavonina. Tarabusina. Cicogna alba. Oca sel-vatica. Anatra selvatica. Mestolone. Moretla turca. Moretta ta-baccata. Moretta codona. Anatra dal piumino. Smergo maggiore. Rondine di mare Pellicano. Strolaga maggiore. Retiili (parte imbalsamati e parte in alcool): (’ocodrillo. Alligatore. Testuggine greca. Lucertola grigia. Sviluppo della biscia d’ aqua. Vipera cornuta. Anfibi (imbalsamati^: Salamandra pezzata. Rana tempoi aria. Ranoccliio. Raganella. Ululone Rospo comune. Molluschi (in alcool): Argonauta. Tetide leporina. lnsetti (gruppi biologici e sviluppi, parte in alcool e parte a secco entro cassette con coperchio di vetro): Cervo volante. Idrofilo piceo. Coccinella dai sette punti. Ape. Bombo terrestre. Formica. Microgastro glomerato. Vanessa antiopa. Dispari Rodilegno delle noci. Fortiice delle quercie. Bombice del gelso. Estro equino. Formicaleone. Libellula a quattro macchie. Friganea. Termite guerriera Grillo domestico. Notonetta Filossera Modello dell'aculeo dell’ape, Oollezione di saggi mimetici. Miriapodi: (in alcool): Litobio fortificato. Aracnidi (in alcool): Epeira diadema. Avicularia. Scorpione australiano. Scorpione africano. Chelifero. Crostacei (in alcool): Armadillo comune. Onisco. Caprella. Vitello d’ acqua. Vermi: (in alcool): Verme solitario e relativa larva Quattro vermi caratteri-stici. Modello in cartapesta del capo dcl verme solitario. Celenterati (in alcool): Beroe. Ormifora. Spugna d’ acqua dolce. Spugna comune. Bolanica : Modelli: Pinnulatia. Cara Muffa comune, Peronospora della patata. 12 modelli di funghi in grandez/a naturale (Agaricus prumulus ; Agaricus rufus; Cantharellus cibarius ; Polyporus ovinus ; Ama-nita caesarea. Armillaria melleus; Hydnum imbricatum; Lactarius deliciosus; Lactarius torminosus; Polyporus fomentarius; Clavaria flava ; Tuber cibarium) Anteridio ed archegonio della fegatella. Protallo della coda cavallina. Protallo della felce maschia. Erba pesce (apice della pianta). Fiore della pianta del tabacco. Infiorescenza del pino. Fiore del ranuncolo. Fiori dell' erba cipressina. Fiore del roso-laccio. Fiore del vischio. Foglia della nepente. Modelli schematici rappresentanti i principali tipi delle infe-riorescenze: Spiga: Racemo Racemo composto. Ombrello semplice. Ombrello composto. Capolino Cicinno. Bostrice. Ripidio. Dre-panio. Doppio cicinno. üue cilindri di vetro su piedistallo, per dimostrare schematicamente la fillotassi (2/s e a/s\ Modello rappresentante mi cellula fusiforme con punteggia-ture areolate. Modello rappresentante una trachea. Apparecchio per di' mostrare la pressione della radice. Apparecchio per dimostrare 1’ assimilazione. Apparecchio del Garreau per dimostrare 1’im-portanza degli stomi nella traspirazione. Preparati in alcool: Segala. Pino comune. Tulipano. Tavole murali: Figure comparative di tesclii e dentature di mammiferi. — Orang-utan. Orso bianco. Castoro. Rinoceronte Dromedario. Varie forme di becchi. Struzzi africani. Trichina spirale. Meduse. Attinie Coralli del Mediterraneo. Felce maschia. Pino comune. Tulipano Rosa canina. Favagello. Campanellina. Bocca di lupo Ruggine del frumento. Coltivazione del tabacco. Sei tavole per lo studio delf anatomia delle piante. 6) Gabinetto di storia e geografia. Custode: Prof. A. Benedetti. ACQUISTI: 66 tavole divise in oleografie rappresentanti soggetti oro-idrografici per lo studio tanto generale quanto particolare della geografia — tabelle illustranti le razze umane ed i piu importanti problemi di antropogeografia : dipinti a soggetto storico, infine fotografie raffiguranti i capolavori deli’ arte antica, medioevale e moderna. Bretschneider, Atlante storico-geografico. Carte N. i, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. Kiepert — Carta deli’ impero romano. Bamberg — La Russia — Carta oro-idrografica. Rothang: I paesi del sistema montuoso dei Sudeti. I.etascheg: II Tellurio universale. 7) Gabinetto di geometria. Custode: prof. A. Venturini. Triedro sviluppabile - Diedro con rapportatore — Paral-lelolipedo iettangolare (decomponibile) -- Sfenisco — Prisma-toide — Prisma retto esagonale regolare con sezione piana — Piramide retta esagonale regolare con sezione piana — Scheletri in filo di ferro laccato del tetraedro, del cubo, deli’ ottaedro, del dodecaedro e deli’ icosaedro — Penetrazione di dne piramidi triangolari — Penetrazione d’ un prisma quadrangolare e d’ una piramide triangolare irregolare — Penetrazione d’una piramide quadrangolare obliqua e d’ un prisma obliquo — Penetrazione d’un prisma quadrangolare obliquo e d’una piramide pentago-nale irregolare — Piramide obliqua e prisma quadrato decompo-nibile in cinque piramidi (per la dimostraz. delle formole per il volume di questi corpi) — Dne modelli illustranti il problema del punto d’ incontro d’ una retta con un piano — Modello illu-strante il problema del ribaltamento del piano intorno ad una delle sue tracce — Tre tavole murali rappresentanti le penetra-zioni di superfici rigate — Un tiralinee a punta doppia — Un compasso da tavola nera -- Un elissografo da tavola nera — Tre curvilinei per tracciare ellissi, parabole ed iperboli alla tavola nera — Sfera colorata in nero. 8) Gabinetto del disegno a niano. Custode : Prof. G. Moro. A CQU1STI: Bargue et Gčrome: Trentatre teste (stampe) — Modelli imbalsamati: Una poiana — Un corvo — Un civettone — Un airone rosso — Un pulcino — Un colombo — Un picchio verde Una gazza marina — Un barbagianni -- Un gabbiano — Una testa di urogallo — Due fagiani — Un alcione — Un parroc-chetto — Una testa di lepre — Un cotorno — Un’ ala di poiana — Un’anitra selvatica — Una maiolica — Un gallo — Un picchio rosso — Una ghiandaia e venti piume. — Gessi: Un busto di Cristo, di Voltaire, di Goethe, di bambino ehe ride — Due maschere di Liszt, una di Wagner — Tre bassorilievi del Donatello — Quattro vasi in terracotta verniciata — Quindici imitazioni d’ armature antiche -- Sedici vasi imitazione di bronzi antichi. C R O N A C A II collegio dei professori venne completato con la nomina del prol'. don Carlo Saiovitz, giä supplente in questo istituto, a docente effettivo nel triennio di prova (decr. mag. N. VI 824/13-11 d. d. 21 febbraio 1912) e coli’assunzione dei supplenti Giuseppe Adaniich, Umberto Gabri el 1 i, Alberto Kers, Ubaldo Lazza-rini, Teodoro Massek, Umberto dott. Santucci, Anselmo Sardotsch, Mario Tamburini e Mario Zamperlo, e degli assistenti Francesco Catolla, Giovanni Craglietto e Giuseppe Zolja. L’anno scolastico fu iniziato il 20 settembre 1911 con 1’uffi-cio divino della S. Messa d’inaugurazione. L’ istruzione regolare incominciö il 21 settembre La scuola ebbe durante questo anno scolastico 11 classi, e precisamente 3 prime, 2 seconde, 2 terze, 2 quarte, 1 quinta ed 1 sesta. Gl i avvenimenti piü importanti (da anuoverarsi, in ordine cronologico), sono : II 4 ottobre, in occasione del giorno onomastico di Sua Maesta. 1'Imperatore si celebrö nel 1’ istituto uu solenne Ufficio divino. Vi presero parte il corpo insegnante e tutti gli allievi oattolici deli’ istituto. Fin dal principio deli’ anno scolastico, s’ ammalö e rimase assente per tutto 1’anno, il supplente Umberto dott. Santucci, Le sue ore di lezione vennero assegnate al professore Palin (ital. IIa) ed al supplente Tamburini (ital. la, le e IV b). Dal 1 al 20 ottobre fu assente il supplente Mario Zamperlo perche chiamato a prestare il servizio militare. Dal 17 al 26 ottobre il supplente Teodoro jMassek fu assente per dare l’esame di storia naturale all’universita di Vienna- Dal 12 novembre 1911 al 4 febbraio 1912 1' i. r. ispettore scolastico provinciale cons aul. cav. Nicolo prof. Ravalico ispe-zionö 1' isti tut o e radunö addi 5 febbraio il collegio dei professori ad una conferenza generale. II 19 novembre 1’ istituto ebbe vacanza e vi si celebrö la messa funebre in suffragio di S. M. la defunta imperatrice Eli- sabetta. Dal :8 al 27 gennaio ebbero permessi