ANNO XII Capodistria, 1 Febbrajo 1878 N. 3 LA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Effemeridi della città di Trieste *) e del suo Territorio (■ennajo 16 1441. — Si sviluppa incendio nell'abitazione dei Toffanio in Riborgo, il quale animato da vento impetuoso incenerisce cento case. - 8. 17. 1786. — Il sovrano erario vende alla comunità augustana per fiorini 7480 (Lire It. 19635, la fu chiesa cattolica del Rosario, situata in Piazza Vecchia. - 8. 18. 1354. — L'imperatore Carlo IV accorda dei pri- vilegi al vescovo triestino, Antonio Negri da Venezia. - 9, 123. 19. 1751. — L'imperatrice Maria Teresa conferma al covento della compagnia i molti privilegi, concessi dai predecessori. - 11, II, 363. 20. 1372. — (M. V.) Il veneto senato accorda a An- drea Barbarigo, capitano di Trieste, di poter spendere lire 300 di piccoli per la riparazione delle civiche mura. - 10, II, 274. 21. 1416. — Il civico consiglio delibera di voler a- doprarsi per la liberazione degli ambasciatori Antonio e Leonardo fratelli Blagosich, mandati dalla città a Federico conte di Cilli, e da lui rinchiusi in oscura carcere. - 8. 21. 911 **) Re Berengario dona a Taurino, vescovo di Trieste, il Castello di Vermo. (Dalla Strenna Cronologica del Dallabona). 22. 1516. — Viene proibito ai cittadini di portarsi a Muggia e nello Stato veneto jin seguito al fermo d'alcuni triestini e delle loro robe, ordinato dal podestà di Muggia in tempo di tregua. - 5. 28. 1392. — Il vescovo fra Arrigo de Wildenstein investe ser Francesco de Bonomo del feudo di Rismagne. — 24. 1811. — Il conte de Bertrand prende possesso della carica di governatore in luogo del Maresciallo de Marmont. - 8. 25. 1475 (M. V.) — Il doge Pietro Mocenigo ordina (*) 11 lettore si renderà facilmente ragione dello spostamento di queste Effemeridi. (**) Le notizie storielle segnata con asterisco furono tolte dille Effemeridi istriane é triestine dello stesso autore pubbli- cate nell'Almanacco Istriaiio-1864 dal dottor A. Ma-doaizaa di Capodistria compilatore. N. d. R. di svincolare da ogni sequestro le rendite che il vescovo triestino percepiva dai diocesani, soggetti nel temporale al ducal dominio. - 5. 25. 1546 *) Massimiliano li ordina al Capitano di Postoina la restituzione delle gabelle riscosse illegitimamente dai triestini ne' due anni scorsi. (Dalle Franchigie della Città e Portofranco di Trieste, del Rossetti). 26. 1496. — L'imperatore Massimiliano ordina a Gu- glielmo de Auersperg, capitano della Carniola, di mantenere il movimento commerciale coli' Istria per la via che conduce a Trieste. - 5. 27. 1558. — La confraterna dei nobili, eretta nella chiesa dei Minori di San Francesco, delibera che non vi possano essere aggregati che individui delle tredici antiche famiglie della città. - 1, II, 97. 28. 1353. — Il patriarca d'Aquileia, Nicolò de Lu- cemburgo, espone nel generale parlamento friulano le violenze praticate dai Triestini ai suoi sudditi in Istria, e ne domanda riparo. - 9,122. 28. 1422 *) Duca Alberto ordina alla città di Trieste l'invio di procuratore, per giustificarsi delle querele contro lei mosse da Rampaldo dei Valsa Signore di Duino. (Dalle Croniche del Mainati). 29. 1427. — Il Consiglio della città delibera d'im- pegnare il dazio grande del vino. -1, II, 229. 30. 1509. — La dogana di Trieste e quella di Duino autorizzate di rilasciare attestati ai vini ed agli olì per entrare nella Contea di Gorizia e negli altri stati austriaci. - 12, I. . . . 30. 1276 *) Clemente X conferma la nomina di Fer- dinando Giacomo Gorizzuti di Gorizia a vescovo di Trieste. (Dalla storia Cronologica dello Scussa). 31. 1414. — Il consiglio maggiore istituisce il col- legio della Bailia (***), composto dei tre giudici e di sei savi, e lo investe dei propii .poteri. 13, 2. a. (***) Corrispondeva al Consiglio dei Dieci di Venezia. Febbraio 1. 1810 — Arrivo del governatore il maresciallo Marmont che ci stette sino li 24 gennaio del 1811. - 8. 2. 1246. I nobili delle tredici casate si uniscono in pio sodalizio nella chiesa dei frati minori di San Francesco, non volendo che il sodalizio conti più di quaranta aggregati. - 14, 60. (*) 3. 1313. — Il vescovo Rodolfo Pedrazzani - Moran- dini trovandosi a Venezia protesta dinanzi al consiglio sull' occupazione del feudo „Sipar» presso Umago. - 8. 4. 1394. — Il vescovo fra Arrigo de Wildenstein celebra il sinodo diocesano nel quale punisce sei canonici della cattedrale di San Giusto in ducati 25 d'oro per ogni uno. - 14, 77. 4. 1673 *) Una barca armata di Capodistria arresta alcuni legni sortiti dal porto di Trieste, perchè non forniti di passaporto veneto. (Dall' "Istria, di Kandler). 5. 1291. — Andrea Quirini, capitano di Moccò, offre ai contadini di quella vallata un luogo di sicurezza in Muggia con la paga di undici lire al mese. - 15, 11. 6. 1510. —• Viene letta in consiglio la lettera di ser Giusto Luff proveditore e controllore della Car-niola, con la quale assicurava alla città l'invio di 300 pedoni in nome dell'imperatore. - 16. 7. 1540. — Il consiglio riceve notizia del prossimo ar- rivo di 130 Anabattisti, partiti da Lubiana per inoltrarli al loro destino. - 8. 7. 1690*) Il fuoco distrugge assieme al Palazzo Co- munale di Trieste l'annesso arsenale dell'armamento. (Dalle Croniche del Mainati). 8. 1415. — Il civico maggior consiglio accorda a Salo- mone ebreo di poter prestare danaro ad usura e ciò a tempo indeterminato.- 13, 7\ 8. 1431*) Rafaele Zovenzoni, poeta laureato, nasce a Trieste da Romeo giureconsulto bolognese, venuto quivi fin dal 1429. (Dall'Austriade di Rocco Boni ecc.) 9. 1540. — Giunti gli Anabattisti in numero di 130 ma di soli 81 la città delibera di rinchiuderli nelle carceri e di trattenerveli sino all' arrivo di Andrea Doria, capitano di mare, che doveva condurli al loro destino, ma gli 81 si ammutinano, infrangono le carceri, si disperdono per la città, valicano anzi il territorio triestino - 8. 10 602. — Firmino vescovo di Trieste rinuncia allo scisma dei „Tre Capitoli", e ritorna all' unità cattolica. - 5. 11. 1833 —La prima sera che viene accesa la lanterna-8. 12. 1555, — La peste si sviluppa in modo orrendo nella città. - 14, 108. 12. 1281 *) Patti seguiti tra Venezia e il Comune di Trieste per mezzo dei loro Sindici e Procuratori. (Dall' "Istria,, del Kandler). 13. 1625. — La città cede ai Frati della Miseri- cordia, detti anche di san Giovanni di Dio, la chiesa di san Bernardino e l'ospedale di san Giusto con i beni a questo spettanti, posto il tutto fuori della Porta Cavana. - 8. 14. 1352 (More Veneto). —■ Il senato veneto delibera che si scriva all' ambasciatore in Trieste, perchè ordini al comune di porre a piè libero il marchese d'Istria col suo seguito, per non incorrere nello sdegno della Reppublica a cau- *) I nomi delle XlII'casate erano: Argento, Baseggio, Belli, Bonomo, Burlo, Cigotti, Giuliani, Leo, Padovino, Pellegrini, Pe-tazzi, Stella e Toffani, sa del leso dirito del mare. -17, , 107a 15. 1414 — Il civico maggior consiglio accorda a Pietro di ser Francesco de Bonomo ed a Bertono (Bartolomeo) de Iacogna di aprire un banco di cambio. - 13, 5a. Dieta Provinciale I.ma seduta — Parenzo, 27 dicembre 1S77. Il Capitano prov. Comm. D.r Francesco Vidulich apriva la seduta col discorso d'uso, nel quale accennava al motivo della anticipata convocazione della Dieta; cioè alla domanda di garanzia del fondo provinciale per il soccorso che la marina di Lussinpiccolo chiedeva onde riparare ai gravi danni subiti per naufragi e per la stagnazione dei marittimi commerci; dimostrava che la Dieta avrà bisogno di un tempo lungo per occuparsi della gestione economica, e chiudeva con le solite formule. Il Comm. Governativo Antonio nob. Da Mosto salutava l'assemblea. Scusate varie assenze, i neoeletti deputati prestarono la solenne promessa. Il Cap. prov. ricordava con sentite parole i deputati morti, D.r Belli, e monsignor Vitessich e l'assemblea dimostrava il cordoglio coll'alzarsi dai seggi. Furono nominati segretarii gli onor. Venier e Fabris, revisori gli onorev. Corazza, Dorich, Lion, Marchesi, Vatta, Zamarin. II.da seduta. Approvato il protocollo e scusata l'assenza di uu deputato, il Presidente presentava alcune petizioni, e dava lettura di un rescritto luogotenenziale con cui veniva comunicato che S. M. ordinava che sia fatto presente alla Dieta doversi la stessa uniformare al regolamento provinciale riguardo la nomina di un quarto assessore. Il Presidente si riservava di portare questo argomento all' ordine del giorno in una prossima tornata. Venivano convalidate le elezioni degli onor. Costantini e Babuder. L'onor. P. Sbisà incaricava la Giunta di studiare e riferire sul diritto attivo di elezione delle donne. I conti preventivi e consuntivi furono rimessi ad un comitato finanziario eletto degli onor. Campitelli, Cech, Elusschegg, Lazzarini, Marchesi, Polesini, Sbisà, Spin-cich, Venier. Gli oggetti che si riferiscono al conto di previsione pel 1879 del Consiglio scolastico provinciale, furono rimandati ad un comitato composto degli onor. Babuder, Barsan, Boccalari, Costantini, Sterk, Vatta, Scampicchio. Le petizioni di Volosca, Veprinaz, Lovrana, per la conservazione a Volosca dell'I. R. Capitanato e Giudizio, veniva deferita ad altro comitato politico legale, composto degli onor. Basilisco, Costantini, Lion, Sbisà, Terdich, Vergottini, Zamarin. La relazione della Giunta prov. sulla proposta della garanzia da parte del fondo provinciale al credito di fior. 250 mila aperto dall'i, r. Stabilimento di credito mobiliare agli armatori di Lussinpiccolo, viene rimessa per lo studio e riferta ad un comitato speciale nominato nelle persone degli onor. Babuder, Camm'telli, Costantini, Polesini, Sbisà F., Sbisà P. e Sterili. III.za Seduta Presenti 25 deputati Approvato il protocollo della precedente tornata, portata la riferta della Commissione sulla proposta di garanzia da parte del fondo provinciale al mutuo di fior. 250.000 degli armatori di Lussinpiccolo. L'on. Polesini, preside della Commissione, comunica che questa non potè porsi d'accordo per la proposta da presentarsi alla Dieta, per cui furono concretati due voti uuo della maggioranza, l'altro della minoranza, e che a nome della prima riferirà l'on D.r Costantini, e per la seconda l'on. Dr. Campiteli]'. Data dal Presidente la parola all' on. Dr. Costantini, relatore della maggioranza, questi facendo rilevare che 1' obbligo a sovvenzionare la marina di Lussinpiccolo nelle attuali sue strettezze incombe esclusivamente allo Stato, trattandosi d' un interesse economico austriaco, e che la provincia accordando la chiesta garanzia andrebbe a sostituirsi allo Stato, oltrepassando la cerchia degli interessi provinciali, propone la seguente deliberazione: "La Dieta provinciale riconoscendo che la marina mercantile di Lussinpiccolo forma in gran parte la marina mercantile austriaca a vela e rappresenta in generale gli interessi marittimo- commerciali della monarchia, la tutela dei quali incombe per conseguenza allo Stato, non accorda la chiesta garanzia peli'operazione di credito di f. 250,000 da contrarsi dagli armatori di Lussinpiccolo collo Stabilimento di credito per l'industria ed il commercio, e riferendosi alla deliberazione già presa nella VI seduta dell'anteriore sessione, ripete il voto che la necessaria sovvenzione sia prestata dall' i. r. Governo. „ Il relatore della minoranza D.r Campitelli svolge i motivi, per i quali la minoranza stessa ritenne di dover proporre la concessione della garanzia. È d' accordo colla maggioranza, che fosse obbligo dello Stato di venire in soccorso della marina di Lussinpiccolo, che rappresenta 2|3 parti della marina austriaca a vela, ma non avendolo questo fatto, sostiene che lo debba fare la provincia, di soccorrere cioè uno dei principali fattori economici della provincia. Esamina le cautele che accompagnerebbero la proposta operazione di credito e le ritiene tali da porre il fondo provinciale al sicuro d'ogni pericolo. L'eventuale esposizione sarebbe garantita dal rilevante valore del navile, dalla ben nota puntualità degli armatori ed infine dal Comune, che si trova nelle migliori e più regolari condizioni finanziarie. Lussino ha data già prova della propria attività e delle proprie risorse coli' avere in pochi mesi già ridotta la somma occorrente di f. 500.000 alla metà, e nemmeno di tutto questo importo si prevede il bisogno. Dimostra d'altronde che l'esposizione del fondo provinciale potrebbe cessare prima del quinquennio, sottenlrando di fatto nell' operazione la Mutua, che è la prima interessata. Conchiude col presentare la seguente proposta: "Deplorando che lo Stato non abbia fatto luogo alla domanda di prestito fattagli dagli armatori di Lussinpiccolo, appoggiata dalla Dieta provinciale col voto da essa emesso nella VI seduta della sua anteriore sessione, la Dieta provinciale delibera : "I. Viene autorizzata la Giunta provinciale a prestare per conto e nome del fondo provinciale la chiesta garanzia pel mutuo da contrarsi dal comune di Lussinpiccolo per conto degli armatori col priv. Stabilimento austriaco di credito, pel commercio ed industria fino all'importo di f. 250.000; "II. Nel far uso di questa autorizzazione la Giunta provinciale si atterrà alle cautele esposte nelle puntazioni della sua relazione, ed a quelle ulteriori ch'essa ritenesse di dover prendere a maggior sicurezza del fondo provinciale,. Aperta la discussione nell'argomento, l'on. Ter-dich parla in appoggio della proposta della minoranza dimostrando la competenza della Dieta a conoscere sulla proposta domanda, e la sussistenza di importantissimi motivi per accordare la chiesta sicurtà. Lasciando all' esecutivo la cura di occuparsi della migliore relazione dei documenti costitutivi la garanzia e la controgaranzia fa cenno di alcune cautele legali da introdursi a cauzione dell'interesse del fondo provinciale. L'on. Babuder, riconoscendo che le sorti della marina di Lussinpiccolo sono intimamente legate alla floridezza economica ed al lustro della provincia sta però col voto della maggioranza del comitato, pel timore degli imbarazzi che la garanzia potesse eventualmente procurare all' amministrazione del fondo provinciale. 11 commissario governativo premette che il governo non disconosce ma apprezza altamente l'importanza della marina dei Lossini : vi sono però delle circostanze che impongono agli stessi governi di non poter far luogo a domande di sovvenzione ; i fondi a disposizione trovano il loro esaurimento nel preventivo ; una sicurtà non è ammissibile da parte dello Stato: il governo finalmente ha dimostrato il proprio interesse nell'affare col dare occasione alla Dieta di occuparsene in oggi- L'on. Polesini sorge in appoggio della proposta della minoranza, ritenendo obbligata la provincia ad accordare la garanzia per dovere di equità e di provincialità. Non vede alcun pericolo nell'operazione pel fondo provinciale, chiamato in terza linea al pagamento. Tutto al più potrebbe essere il caso di una anticipazione di 30 o 40 mille fiorini che sarebbe senz'altro rifusa. Ma ammessa per inconcesso una perdita reale, la provincia avrebbe fatto verso il distretto di Lussino (giacché si può ritenere tutto il distretto interessato) quello che già tante altre volte fece per altri distretti, afflitti da carestia, o da disgrazie elementari. La teoria della costituzione d'un precedente dannoso non regge, ma sussistono invece dei precedenti che fanno sì che non si possa negare questa prima domanda di aiuto che ci viene da Lussino, il quale ha corrisposto sempre ed in corrente ai suoi obblighi verso la provincia. L'on. Francesco Sbisà, pure a favore del voto di minoranza, vede nell' oggetto non l'interesse d'una città 0 d'un ceto speciale, ma una questione istriana. Se dei due principali fattori di ricchezza provinciale, 1' agricoltura ed il commercio alimentato dalla navigazione, versa in bisogno, è dovere dell' altro di venirgli in aiuto. Se lo Stato ha dimostrato di non apprezzare giustamente 1 bisogni della marina austriaca, la provincia non può disconoscere gli interessi della marina istriana, che, a merito principale di Lussino, si è fatta strada per tutti i mari. Questi sono interessi istriani, che per dovere di solidarietà provinciale e di patriottismo non si possono trascurare o negligere. L'on. Pietro Sbisà ritiene di non venir meno al patriottismo ed al principio di fratellevole sollidarietà se sostiene il voto della maggioranza del Comitato. Colla proposta della garanzia provinciale non si fece che pregiudicare inutilmente il credito degli armatori di Lussinpiccolo. La marina di Lussino è ricca di milioni, e non ha bisogno di ricorrere alla garanzia di terzi per ottenere la somma proposta. Su ciò quindi è pienamente tranquillo dando il voto negativo. Del resto non crede Che i precedenti accennati dall' on. Polesini si attaglino al caso presente. Chiusa la discussione, l'ass. prov. D.r Amoroso, quale relatore della Giunta, osserva che già col voto dell'anno decorso la Dieta ha assunto un impeguo morale versò gli armatori ed il comune di Lussino ; ritiene poi che il precedente, di cui si fanno forti gli opponenti, si ritorca a danno del rimanente della provincia, avvegnacchè negato a Lussino un appoggio più che altro morale, si dovranno in seguito respingere allo stesso modo le istanze di soccorso, che verranno d'altra parte. Chiede quindi che la Dieta voglia accogliere la proposta della minoranza anche perchè non si dica eh' essa sieda per tassare i censiti colle addizionali, e non per soccorrerli in caso di bisogno. Presa finalmente la parola dai relatori della minoranza e della maggioranza, i quali riassumendo dai rispettivi punti di vista la questione, combattono le eccezioni sollevate contro le loro esposizioni, il Presidente pone prima a voti la proposta della minoranza per la concessione della garanzia, la quale proposta, riportando 11 voti favorevoli sopra 24 votanti, cade. Messa indi a votazione la proposta della maggioranza, cade pur essa, non avendo ottenuto che 12 voti; suddichè l'oggetto viene dichiarato esaurito. Il Presidente chiede 1' autorizzazione di presentare in nome della Dieta prov. a S. M. nella ricorrenza del novello anno, i voti ed auguri, e si riserva di comunicare per iscritto al domicilio degli on. deputati il dì della prossima tornata e il relativo ordine del giorno e leva la seduta alle ore 1 '/»• Dalla spettabile Giunta Provinciale abbiamo ricevuto per l'inserzione il seguente pregevole dettato dell'egregio nostro amico e comprovinciale Tomaso cav. Luciani: All'Inclita Giunta Provinciale DELL'ISTRIA Parenzo Ìnclita Giunta ! Per adempiere nel miglior modo l'incarico avuto col decreto 14 Settembre a. c. IT. 3687, lio creduto bene d'invitare in mia compagnia il segretario emerito sig. Carlo De Franceschi, tanto informato ed amante delle cose archeologiche della provincia, e lo pregai di condurre seco anche il di lui figlio Giulio già maestro di disegno. — Avuta la loro adesione, che non poteva mancare, mi recai a Pisino il giorno di giovedì 27 Settembre, dove giunti essi da Gollogorizza la mattina seguente, (28) ci ponemmo in vettura per alla volta di Caroiba (Quadruvium). CAROIBA. — Ivi abbiamo veduto un grande sarcofago di pietra con coperchio a tetto ed antefisse agli angoli, simile in tutto a quelli che si rinvengono in molte altre parti dei l'Istria T ma particolarmente presso Pola, dove ai tempi di Dante facevano ancora tutto il loco varo. È senza iscrizione e senza bassirilievi od altri lavori, così almeno fummo assicurati, cbè il corpo, o cassa, è interrato presso la casa di nn contadino ; il coperchio però è tutto visibile. — In casa di quel sig. Parroco poi vedemmo un pezzo di urna cineraria, di pietra assai rozza, ma come pare antica, e una moneta di rame di CL. TIB. GERMAN. — Il Parroco stesso ci assicurò che sul monte ora detto Moregnac (Moranum? Moranianum praedium?) sito pieno di rovine, si trovano e monete ed embrici ed altre anticaglie, come ci assicurò che nel territorio di Caroiba, in più punti, ci sono traccie evidenti di strade romane, Non abbiamo creduto conveniente di indugiarci in tali ricerche, ma vedendo come esso Parroco, persona bene istruita ci prende interesse, lo impegnammo ad occuparsene egli, ed a riferire poi o con atti pubblici all'Inclita Giunta provinciale, o con lettere private all' ex Segretario De Franceschi, che ha il merito di avere già altre volte raccolto in proposito di molte e belle notizie. Non ci siamo astenuti però di visitare la chiesa di S. Andrea e l'unitovi cimitero, per rivedere la lapida di POSTVMIYS (V. Inscrizioni romane dell'Istria, Kandler N. 414). La lapida, inserita com'è nel muro della chiesa sopra la porta, non va soggetta per ora a deperimento e si legge benissimo. Però al confronto della stampa testé citata presenta nel fatto due varianti: Stampa Pietra 1877 P. POSTVMIYS P • POSTUMIYS P. L. MATO P-L-MATO POSTVMIA-L-L- POST YMIA • P • L CIRRATA-VIVI-F CIRRATA YIV • F. F Dentro nella chiesa poi abbiamo trovato altra lapida romana, in tre pezzi, dissotterrata non è molto nell'attiguo cimitero. Il De Franceschi ne aveva già avuto notizia, ma giovò vederla per accertarne la lezione. È in caratteri del miglior tempo, ed è da deplorarsi che non sia completa. Alcune mancanze sono di certo irreparabili, perchè la pietra è stata, come diciamo in provincia, scorzata; ma altre parti forse potranno rinvenirsi, chè il parroco assicura essere qualche frammento rimasto sotterra. Abbencbè il sito sia noto e vicino, non si potè ripescarlo, perchè ivi fu sotterrato da soli quattro anni nn cadavere. Di conseguenza per farne ricerca, o conviene attendere ancora qualche anno, od ottenere uno speciale permesso politico-sanitario. Crederei che dopo quattro anni si potrebbe provocare un tale permesso, e certo gioverebbe affrettarne la ricerca, thè la esperienza dimostra come cogli anni e col cambiamento di persone vadano in dimenticanza i migliori indizi, e riescano poi più difficili le scoperte. La lapida è rappresentata nel foglio che allego in figura 1 a. b. c. disegnata scrupolosamente sul luogo dal giovine Giulio De Franceschi. Il lodato parroco in fine, Don Emanuele Paco-rich, ci additò altri vicini siti dove furono rinvenuti frammenti di embrici, e sepolture fatte con embrici, e concluse che se gli venissero dati da qualche fondo soli 20 fiorini, egli si ripromette di potere con opportuni assaggi ottenere risultati vantaggiosi per la conoscenza delle locali antichità. Da quanto ho veduto e sentito, io credo che larli con buon fondamento, e che i pochi denari ch'egli domanda sarebbero certo bene spesi da ui perchè mostra e intelligenza e fervore. Noterò infine che sulla facciata della stessa chiesa di S. Andrea vedonsi alcune pietre scol-lite a disegno, aventi l'impronta dell'epoca cri-jtiana e dell'arte bizantina. MONTONA. — Ripigliata la via ci portammo a sera stessa a Montona. Già prima di salire in città abbiamo veduto nel cimitero la lapida riportata nelle Inscrizioni romane dell'Istria al t. 401. La prima riga YALERIAE manca affatto, della seconda manca l'AE, della sesta I, e l'ultima, della quale non resta che la metà iuperiore delle lettere, credo si possa leggere così - P • POS • VRN. — Sicché al confronto della stampa presenta oggi le seguenti varianti: Stampa N. 401 Pietra 1877 YALERIAE MAXS YM ||j| MAXSYMAE MATRI M A TRT YALERIAE YALERIAE TERTIAE TERTIAE VXSORI vxsori p: pnqynv P•POS•VBM È lapida da non lasciarsi più oltre in quel sito, e perchè nascosta ai passanti e perchè in pericolo di subire ulteriori guasti. La mattina seguente (29) vedemmo sulle mura il frammento rinvenuto già presso Novaco di Montona simile perfettamente alla stampa Kandler N. 413. — Anche questo non istà bene dov' è, perchè poco in vista e in pericolo d'essere guastato. Finalmente dietro indicazione di alcuni egregi cittadini vedemmo sul selciato presso il Caffè una terza lapide romana di non sicura lettura perchè consumata alla sua superficie. Anche il momento di luce era sfavorevole. Senza garantirne la esattezza mi parve di poterla leggere così: ?• A.SACAE P- SEVE Se la si lascia in quel sito, da qui a pochi anni non sarà più leggibile. Visto che in Montona esiste una loggia pubblica attualmente in ristauro, crederei consigliabile di collocare tutte tre le dette lapidi sotto la stessa, inserite nel muro, come si è fatto e si continua fare con fervore e successo in Albona. Gioverebbe poi radunare sotto la stessa loggia man mano anche altre lapidi romane sparse pel territorio. In questo modo si provvederebbe non solo alla conservazione delle medesime, ma si otterrebbe l'effetto di attirarvi sopra l'attenzione di quanti visitano Montona, e di allettare i cittadini e i paesani a nuove ricerche. Ci fu parlato anche di un pozzo romano, o vasca rotonda, scoperta tempo fa presso le fondamenta di una casa Corazza, ma non potemmo ispezionarlo perchè fu ricoperto. Neil' ufficio comunale ho veduto una massa di libri vecchi, dell' epoca veneta. Ce ne sono dei secoli XVIII, XVII e fors'anche d'epoca anteriore. Sono distinti per Reggimenti e legati in tavola cogli stemmi intagliati e colorati dei rispettivi Podestà. — Gioverebbe, io credo, anzi sarebbe indispensabile farne inventario particolareggiato e collocarli in iscaffali chiusi, onde assicurarne la conservazione e preservarli dai danni della polvere e da altri possibili, se non probabili guasti. Sparsi poi sulle mura del Castello, sopra le porte, sul campanile e orologio, sulle corone delle cisterne, sugli edifizi pubblici e su qualche casa privata, vidi molti stemmi, leoni e iscrizioni dei tempi veneti. Io credo che sarebbe opera utile per la conoscenza delle cose patrie il farne copia e disegno esatti, e comporne un Albo cittadino, e riprodurlo a mano, o come che sia, in più e-semplari, e uno di questi custodire nell'Archivio del Comune ed un altro depositare nell' Archivio provinciale, a comodo di quei cittadini e studiosi che volessero trarne notizie. E credo che in detto Albo troverebbero ottimo posto anche alcune lapidi sepolcrali, aventi ormai interesse storico per i personaggi ed i fatti in esse ricordati. Ciò facendo Montona che fu la prima in provincia a pubblicare un volume di notizie e documenti storico-patrii, darebbe anche in questo un nobilissimo e imitabilissimo esempio alle consorelle città. Una raccolta completa delle iscrizioni e degli stemmi veneti sparsi per l'Istria, gareggerebbe d'interesse colla raccolta delle iscrizioni romane, e sarebbe quasi una continuazione e complemento del Codice Diplomatico. Adocchiando tali memorie venete notammo una particolarità. I leoni alati, e ne sono parecchi, hanno tutti il libro chiuso, a differenza dei soliti leoni veneti che tengono il libro aperto col motto : PAX TIBI MARCE EVANG.MEVS. É un fatto che mi riuscì nuovo, e sul quale cercherò prendere informazioni a Venezia. GROTTA DI S. STEFANO. — Partiti da Montona alle ore 9 a. m. del giorno 29 per alla volta di Pinguente facemmo sosta alla grotta di Santo Stefano, e rivedemmo gli avanzi dell'antico fortilizio che, appostato sulla roccia sovrastante alla chiesa, scendeva colla sue mure e le torri giù giù per le creste e i ciglioni di quel dirupatissimo scoglio. Il segretario De Franceschi, che l'avea visitato altre volte e ne aveva tratto schizzi parziali, sostiene che sia di origine romana, eretto forse sopra avanzi ancora più antichi. Ei crede poterlo desumere e dalla forma o pianta, e dalla tecnica delle mura, e dei frammenti di embrici e di vasi romani commisti ai soliti cocci detti preistorici. La supposizione del De Franceschi è bene fondata, ma a togliere ogni ombra di dubbio gioverebbe certo un esame più diligente e paziente, e insieme una misurazione-, un rilievo del sito e di quanto resta delle antiche e antichissime costruzioni. È un lavoro che potrà in seguito venire eseguito egregiamente dal figlio di lui, Giulio, il disegnatore. Provato quanto il De Franceschi asserisce, avremmo avuto su quell'altura una stazione preistorica, o più esattamente una stazione dei vecchi istriani, la quale presa a forza e occupata dai Romani sarebbe stata convertita in un fortilizio o stazione militare per la difesa delle valli contro le frequenti minaccie e discese dei montanari indigeni, tribù arditissime che ancora non erano state domate, e non avevano rinunziato alla speranza di rioccupare il proprio paese. Le storie delle conquiste si ripetono e si assomigliano. Dopo aver trionfato d'un popolo, bisogna spesso combattere a lungo per dire di averlo intieramente domato. La storia romana ce ne dà molti esempi, e nella storia moderna e contemporanea basta portare il pensiero allAlgeria, alle Indie ed al Caucaso. Cosi fu certo dell'Istria. Colla presa e distruzione di Nesazio, Mutila e Faveria, trium op-pidorum excidio (Livio) ecc., Roma avea trionfato dell'Istria, l'Istria era stata pacata, cioè vinta materialmente, non doma. La parte montana resisteva ancora e resistette a lungo. Questa resistenza, questa minaccia dei montanari è attestata particolarmente dalle opere di difesa erette dai Romani in testa e nelle gole delle valli della Brazzana e del Quieto, e sotto questo aspetto diviene interessante l'esame e lo studio dei detti avanzi di Santo Stefano e d'altri che certo dovrebbero potersi riconoscere a Pietrapelosa, alle Porte-di-ferro ed altrove. Noi questi punti li abbiamo notati in passando, chè per esaminarli sarebbe stato necessario ben maggior tempo. | FONTANA SOTTO PINGUENTE. — Arrivati alla Fontana sotto Pinguente vedemmo un dado a grandi proporzioni, lavorato da tre parti e di lavoro romano. La facciata di prospetto non ha inscrizione; delle laterali una rappresenta in basso rilievo una donna slanciata con ampio velo rigonfio, tenente nella mano una grossa spica (Cerere?) e l'altra rappresenta una donna succinta con un vaso di fiori nella sinistra e un quadrupede a grandi orecchie, (cane o lepre?) ritto sulle gambe posteriori, e poggiante quasi l'estremità del muso sulla sua destra. Se la donna avesse un arco, si direbbe Diana, e avremmo così i simboli dell'agricoltura e della caccia, veri simboli di quell'agro. Si può sospettarlo, non sostenerlo però, perchè mancano gli estremi. Apprendemmo che insieme a questo dado furono rinvenute 11 presso, nel 1866, altre pietre riquadrate e lavorate, come pure oggetti in cotto, in vetro, in ferro e in altri metalli, frammenti d'embrici, di vasi, di urne, lucerne, anelli, armi, ornamenti muliebri, e sopra tutto bellissimo un vaso, specie di bottaccio, di metallo con ismalti azzurri e rossi, ed intarsi o nielli, che è andato, per fiorini 40, ad arricchire il Gabinetto Imperiale di Vienna. Da quanto ci venne indicato al sopraluogo dallo scopritore sig. Giovanni Ce-rovaz, chi continuasse l'escavo sotto la stiada che vien da Montona, potrebb'essere quasi certo di trovare il resto del tesoretto. Erano soli monumenti sepolcrali lungo la via romana che per la valle scendeva al mare? od erano insieme avanzi di un arco, di porticati e d'altri edifizii? Il tempo, portando all'aprico ciò che giace ancora sotterra, lo spiegherà. Dall'unico pezzo che resta sul sito, oggi non si può giudicarlo : per lo meno però dov' essere stato un monumento grandioso di ricca famiglia. Le figure non hanno proporzioni giuste, sono basse al confronto della grossezza: gli ornati del dado, le cornici in alto ed in basso sono meglio lavorate. Ad ogni modo però anche posto riflesso che il monumento è in provincia lontana da Roma, il lavoro, sebbene grandioso, non può essere del miglior tempo. PINGUENTE. — Nel salire il colle ci arrestammo a considerare alcuni bassirilievi romani innestati sulle mura esterne del cimitero. Uno, non intero, rappresenta in due nicchie e all'om- lira di un albero una lepre o coniglio, ed un porco. Un secondo, intero, rappresenta un uomo, Bacco?) avente in una mano due grossi grappoli d'uva e sotto l'ascella un bastone a testa ricurva. Un terzo, di più esatto lavoro, rappresenta un toro in atto di cozzare. Dentro nel cimitero poi, su d'un angolo anteriore della chiesa, un quarto pezzo rappresenta un griffone che attacca una capra già. rovesciata, di buon disegno, e un quinto rappresenta su due lati due vasi con piante e fiori. Un sesto bassorilievo vedemmo sulle mura del castello, in fianco alla così detta porta piccola, i questo rappresentante una donna con un mazzo li spiche. Il Segretario De Franceschi ricorda inoltre, e persone di Pinguente lo confermano, li aver veduto altre volte, dentro nel cimitero, in settimo bassorilievo rappresentante cavalli sciolti tenuti a mano da un uomo. Il M. R. Decano Don Carlo Fabris, ora Deputato provinciale, prese a cuore di farne ricerca. — Un insieme di sette, anzi con quelli della Fontana, di nove bassirilievi lell'epoca romana, non si trova, eccettuata Pola, in altro luogo della provincia, quindi e l'interesse e il decoro del paese richiedono urgentemente che si raccolgano in sito dove sieno in vista del pubico, ma al sicuro dalle intemperie, e special-Dente dal capriccio dei fanciulli e dalla igno-anza e malizia degli uomini. Fa dolore il ve-lere come l'estremità delle labbra del toro siano state rotte da fresco, e come sia stato pure sfregiato in più siti il Bacco. (1) Danno che Pinguente non abbia una Loggia pubblica, dove farebbero bellissima mostra. Se ie sente il bisogno, si discorre di erigerla, ma tante ne sono le difficoltà, che credo passeranno molti anni prima che il progetto divenga fatto, e ogni ritardo nuoce ai monumenti e alla riputazione del paese. La Inclita Giunta veda ella d' accordo col Comune di trovare il sito, e non badi a spen-lere qualche centina j o di fiorini perchè i bassorilievi lescritti meritano invero di fermar l'attenzione dello studioso, e danno indizio sicuro dell'antica e diffusa civiltà del paese. A questi, oltre quello dei cavalli, che certo Terrà ripescato, potrebbe aggiungersi un decimo pezzo, cioè un dado, che fu già monumento scritto (ma della cui iscrizione rimane appena l'asta di una I, o di una L) avente su ambo i lati scolpito in bassorilievo un delfino con un tridente. ____(Continua) (1) V. Tommasini Commentarli dell' Istria nell'Archeo-grafo Triestino vol. IV pag. 528-29. NOTIZIE Nostro Sequestro Il N" 2. del nostro periodico venne sequestrato dall'I. R. autorità politica distrettuale col seguente decreto : N° 5|p. In base al §. 6 della legge 17 Dicembre 1862 B. L. I. 7 trovo di sequestrare il 2 del giornale la „ Provincia" uscito li 16 gennajo 1878. Il latore Carlo Supancic segretario di questo Capitanato è incaricato di ricevere da Lei in consegna tutti gli esemplari di questa edizione. Capodistria, 16 gennajo 1878 L'I. E. Capitano distrettuale Putlion Al Sig. Nicolò «le Sfadonizza •ditore e redattore responsabile del foglio "LA PROVINCIA, in Luogo 475 Non abbiamo creduto conveniente di ricorrere contro questo deliberato, riservandoci soltanto di pubblicarlo nel numero d'oggi, assieme alla decisione che sarebbe per prendere 1' I. R. Tribunale provinciale in Trieste, la quale comparve inserita tra gli atti uffiziali dell' "Osservatore Triestino,, N. 22 del 29 gennaio p.p., eccola: DECISIONE „In nome di Sua Maestà l'Imperatore! L'I. E. Tribunale Provinciale iu Trieste, quale Giudizio di stampa, deliberando sulla proposta dell'I. E. Procura di Stato d.d. 19 gennajo 1878 N° 85/537. DECIDE: Costituire l'articolo 9 gennajo 1878, stampato nel periodico Capodistriano „la Provincia" Anno XII N° 2, d.d. 16 gennajo 1878, nonché la forma estema della puntata stessa gli elementi del crimine previsto al § 65 a. C. p.; confermarsi perciò il praticato sequestro, vietarsene l'ulteriore diffusione, ed ordinarsi la distruzione degli esemplari appresi e da apprendersi passata che sarà in giudicato la presente decisione. Trieste, 22 gennaio 1878 •Cose locali La Giunta provinciale dell'Istria faceva tenere giorni fa al nostro Municipio il piano tecnico per la regolazione del torrente Cornalunga (Fiumicino), compilato dal dipartimento edile dell' i. r. luogotenenza col relativo fabbisogno e calcolo della spesa, la quale ascende a f.ni 45000, ed a cui va aggiunta l'altra spesa,di annui f.ni 450 per le conservazioni delle opere. La Giunta provinciale, prima di presentare in sessione dietale un progetto di legge per la costituzione imperativa del consorzio, ne esternò il desiderio, che fossero preliminarmente sentiti almeno i principali inte-* ressati intorno all'importantissimo oggetto. Dovere di ospitalità e sentimento di amicizia ci induce a qui ricordare la memoria della nobile signora Adele de Rin, nata Santini, morta in questa città il giorno 30 dicembre dell'anno testé spirato. Nacque in Venezia e visse qui per una lunga serie d'anni : fu donna di nobile sentire — operò il bene. Il compianto che seguì alla sua morte è prova dell'affetto che ha saputo ispirare in quanti la conobbero. Pietro Dottor Del Bello La sera del 23 decorso moriva in questa città, sua patria, il Dottor Pietro Del Bello, d' anni 69. Fu podestà del nostro Comune onesto e laborioso, avvocato e nodaro probo e intemerato, per cui lascia in tutti i suoi concittadini memoria carissima e imperitura. Ringraziamo vivamente quei nostri concittadini che il 17 gennajo si recarono sotto la casa del redattore di questo periodi co e vollero onorarlo con un' ovazione; ringraziamo ugualmente tutti quei nostri associati che ne' giorni scorsi ci fecero pervenire le loro proteste di ; stima le quali ci riuscirono di grande conforto nei dispiaceri inevitabili che accompagnano il 1 nostro incarico. La Redazione. Riportiamo dall' Unione, cronaca capodistriana, 8, le seguenti notizie: Beneficenza. — Nella pubblica seduta del 22 m. decorso P Illustrissimo sig. Podestà diede lettura della seguente lettera a lui pervenuta colla posta e contenente quattrocento fiorini: Illustrissimo signore, Voglia compiacersi di far pervenire all'onorevole Direzione del Civico Ospitale l'acchiuso importo di f.ni 400, diconsi fiorini quattrocento, a condizione che con tale somma sia costituito un capitale perpetuo intangibile, amministrato separatamente, e che dovrà portare il titolo: Capitale nove gennajo milleottocentosettan-totto - Capodistria, i di cui frutti saranno destinati a beneficio del pio luogo assieme alle altre rendite. Capodistria, 16 gennajo 1878 Molti concittadini All'illustrissimo signore il sig. Pietro D.r de Madonizza Podestà in Capodistria Medico Comunale. Il Consiglio della Città, nella pubblica seduta del 22 m. decorso, nominò medico comunale il nostro egregio concittadino D.r Pio Gravisi. (Concorso 13 die. p. p. N. 2808). Scritti sediziosi e cubitali apparvero qui il mattino del 20 decorso in diversi punti della città, ed anche sui marmi laterali della porta maggiore della Cattedrale; ma vennero fatti sollecitamente cancellare e scarpellare per cura dell'Autorità. Carità pel capo d'anno. Il sig. Carlo Dragovina di Trieste spedì al nostro Municipio fior. 50 (cinquanta) affinchè vengano distribuiti fra i poveri della città. Così 1' Unione annunzia il nostro sequestro: Sequestro. — La Provincia del 16 dicembre fu sequestrata dall' i. r. Autorità di pubblica sicurezza perchè fasciata a lutto. — La mattina susseguente, non pochi cittadini, reduci dalla messa celebrata nella chiesa dei Cappuccini, si recarono sotto la casa dell' onorevole redattore, e lo salutarono con replicati evviva. Onorificenza L'istriano LODOVICO BRUNETTI di Rovigno professore di Anatonomia alla Regia Università di Padova, venne nominato Grande ufficiale della Corona d'Italia per l'imbalsamazione della salma di Re Vittorio Emanuele. AVVISO Al BACHICULTORI Chi volesse fare acquisto di seme bachi nostrani a bozzolo giallo, cellulare ed industriale, (fior. 6 e fior. 4 ogni 25 grammi) è pregato di spedire al sottoscritto entro il corr. mese, una semplice lettera impegnativa colPindicazione della quantità e qualità. Capodistria 1 febbraio 1878 GIUSEPPE GRAVISI del fa Giannandiea Ricevuto il prezzo d'associazione dai signori: Adriano conte Rota — Momiano — an. decorso ; — Giorgio Dr. Franco — Buje — an. corr.; — Egidio Dr. Mtach — Pisino — an. corr.; — I. R. Spedizione delle Gazzette — Trieste — I. quart. an. corr.; — G. B. de Franceschi — Seghetto — an. corr.; — Girolamo conte Rota — Capodistria an. corr.; — Società del Casino — Rovigno — an. corr.; — A-damo Dr Mrach — Pisino — an. corr.; — Antonio Negri -— Muggia — an. corr.; — Giuseppe Parisini — Pisino — an. corr; — Giuseppe Picciola — Trieste — an. corr.; — Giuseppe Corazza — Montona -- an. corr.; — Don Giov. Mezzan — Corri-dico — due an. arr. ed an. corr.,— Casino di Società — Pin-guente — due an. arr. e I e II quart. an. corr.; — Vittoria ved. Paccanoni — Capodi&tria an. corr.; — Dr. Luigi Barsan — Rovigno — an. corr.; — Giuseppe de Susanni — Chersano — an. corr. Municipio - Buje -- an. corr.; — Dr. Guido Becich — Parenzo — an. corr.; — Vittorio D.rRumer — Capodistria — an. corr. — Vincenzo Gianni — Trieste — I quart. an. corr. —