ANNO XXIV. Capodistria, 16 Luglio 1890. N. 14 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Irimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Seminario o Collegio ii Capiistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Con questi due compensi dà mè incontrarti, non dispero ueder assicurato cou tutte 1' adherenze il Statto del Seminario stesso; E s'ascriuerà sempre alla pub.ca beneficenza, et alle glorie della Ser.tà V. ogni profitto, che nell1 auenire risulterà dalla sussistenza del med.mo. Gratie. Capo d'Istria 9 Settembre 1677. Anzolo Morosini Pod.à Cap.o (carte 65) Aplicatissimo al maggior segno T lll.mo et Ecc.mo Sig. Anzolo Morosini per la Serenissima Republica di Venezia Podestà, e Capitanio. che 1' eretione del Collegio, ò Seminario in questa Città raccomandato nulamente dal Publico sortisca pienam.te il suo effetto, e uada ad incaminarsi alla perfetione non solo con 1' ele-tione, e fondamento de Precettori destinati, ma anco con ueder di riddur la fabrica in forma aggiustata, e secondo il disegno diuisato. Per unir dunque tutta quella maggior summa di dinaro, che si può per un'opera così importante, e decorosa in auantaggio di quello, che si uà trahendo dalle cariche, che sono state seruite gratis da Cittadini, come anco dal Capitaniato de Schiaui. et altro. Osseruando l'Eccellenza Sua, che per hora supplisce al bisogno d'eletione dei quattro precettori con P assegnamento prefissoli nella loro condotta, et approuati dal Publico ; E che oltre à questi pagamenti soprauanzarebbe qualche summa di quello, che si ricaua per tali' effetto dalla Camera Fiscale, Fontico, Monte, e dalla Tansa delle Scole della Prouincia, affine però di potersi ualere di questo soprauanzo ; Hà stabilito, terminato, e decretato : Che sino à tanto uenghi perfe-tionata la Fabrica sudetta, il dinaro tutto, che di tal ragion s' hauerà esatto debba di uolta in uolta esser consignato al Cassiero eletto da Collegio sopra la Fabrica med.ma, per esser da lui conseruato, e secondo andarano maturandosi li salarij de Precettori siano fatti li pagamenti, sempre però con la solita cautela delle Bollette, corno si pratica con li sallariati del Fontico ; 11 soprapiù poi del dinaro che di tal ragiore restasse appresso di lui possa esser speso in conto della Fabrica predetta, con mira, e riguardo però, che li sallarii de Precettori non douessero restar à dietro, e ritardati, ma quelli sempre pagati con puntualità. Et il Ragionato del Fontico dourà nei libri, che à tali' effetto sono stati formati praticar quei giri di scrittura, che in ciò sono necessarii; E stabilita che sia la Fabrica stessa, a Dio piacendo cessarà la Carica di questo Cassiero, et all' hora dourà il dinaro tutto destinato in pagamento non solo di questi, mà degl' altri Precettori ancora, che s'andaranno eleggendo, esser riposto in Cassa del Fontico, per esser distribuito secondo le condotte et assegnamenti de medesimi, secondo gl' ordini instituiti, e decretati dalla Publica sapienza ; e tanto commandò do. 'ersi annotare, et esseguire. Capodistria à 10 nouembre 1677 Anzolo Morosini P. C. L. D. S. Adì 3 Giugno 1684 Capodistria Radunato il Sp.le Collegio nella Camera dell'Au-dienza, oue compresa la p.sona di Sua Ecc.za furono Collegianti n. 9 oue fu posta la seguente parte. Essendo uacata la Carica di Precettore nella scola di Rettorica, et Immanità p. la morte del R.do P.re Giuseppe Paregini, che con uirtù, e sodisfaz.e ha quella esercitata p. diuersi anni, et hauendosi hora buona, e sincera informat.ne dell' affetto cordiale dell' lll.mo S. K.r Oratio Fin nostro Concittadino della uirtù sufficenza, e buoni costumi del S. D. Tomaso Fardella Sciciliano, che hà esercitato simili letture nelle uniuersità più cospique. Però uada parte posta da Sua E.za; SS. Sindici di eleggerlo in detta Carica p. anni tre prossimi con salario di ducati duecento cinquanta all' anno, la messa libera, et con tutti gl'altri emolum.ti, prerogatiue, ob-bligat.ni, incombenze solite, e praticate con suoi Predecessori. —■ La parte hebbe — P. 9 — C. — La Parte suddetta del 3 giugno 1684 chiude la serie dei documenti che noi abbiamo trascritto dal Volume Seminario Q., e che siamo andati mano mano pubblicando in questo periodico fino dal N.ro 2 dell'anno 1875. Mentre stavamo copiando questi documenti, ci fu offerto in dono proprio in questi giorni un volume contenente altre notizie riferibili al detto Istituto : volume che porta sulla schiena il titolo Fondazione, consta di 54 carte scritte e 3 carte bianche ed era evidentemen-temente destinato dai R. Padri delle Scuole Pie a raccogliere i più importanti atti riguardanti il Collegio. Questo volume che per puro accidente venne in nostra mano, era un tempo custodito dall' arciprete di Umago don Luigi Bencich, capodistriano, che lo passò poi nel 1843 all' in allora Podestà di Capodistria, Riz-zardo Maria de Rino. Noi ci proponiamo di estrarre dal detto volume e d'inserire in questo periodico tutti i documenti inediti che non sono contemplati nell' altro volume Seminario Q. Intanto diamo qui posto alla lettera del Bencich con cui accompagnava il manoscritto suddetto al Podestà di Capodistria: Compadre carissimo Mediante apposito messo, affido alla V.ra amicizia tutto ciò ch'io tengo ; cioè il manoscritto ricercato colla gradita V.ra 7 corr. (che mi ritrovò ritirato per un raffreddore) : unito a questo formante un libro, vi aggiungo un decreto del C. R. Governo dell'Istria d. d. 15 aprile 1803 concernente il Collegio — un altro Decreto del Magistrato Politico Economico diretto ai Padri delle Scuole Pie 13 ottobre 1813, che dice di accompagnare un Decreto, in cui vien rimesso in piena sua attività il Collegio ; ma tale accompagnato decreto non fu mai nelle mie mani — una memoria della soppressione dei Padr., ripristino della Comune ne' suoi diritti, nomina del Castelli, e successivamente mia nomina. Tutto ciò caro amico vale per un ordine progressivo, ma niente più. Voi mi ricercate il duplicato di Protocollo di consegna fatta al Kerpan. — Siccome questo non trattava che di effetti mobili di poca o niuua entità, così non mi credetti di conservarlo ; e dopo il laudo, avrò fatto quell'uso che si fa della carta inutile. — Ciò che avrebbe potuto dare uno schiarimento alle V.re intenzioni, le quali io non conosco, sarebbe stato un Pacco sigillato ancora in ottobre 1817 dal Commissario Circolare Koch, nel di cui esterno leggevasi in caratteri tedeschi Inventario di quello eh' è restato nelle mani del Direttore Castelli. Questo Pacco, sotto data 25 luglio 1819 supplicai dall' Incl. I. R. Capitanato Circolare 1' autorizzazione ,di dissigillarlo per certo debito della Comune di Rovigno verso il Collegio; e sotto la buon' anima di Rassaur 11 Agosto anno stesso N. 6219 mi venne accordata l'inchiesta. •— Al momento non mi occorreva che l'investigare le ragioni del Collegio riguardo a Rovigno, ne avendo potuto ritrovare carta in proposito, lo sigillai di bel nuovo col mio particolare sigillo ; e così bene custodito com' era, non passò già alle mani del Kerpan, ma restò nelle mie fino al 23 maggio 1822: epoca in cui dovetti consegnarlo all' 1. R. Commissariato, come dal Decreto e responsiva che unisco agi' altri Fogli staccati in fine del libro, che appositamente accompagnovi. Con questa Data rompetevi il cervello a capriccio; credetemi però sempre Umago, 15 marzo 1843 V.ro aff.mo compadre ed amico Luigi Bencich INDICE DELLE CARTE DI RASPO (Archivio provinciale) Filza 3. (Continuazione vedi N.o 8, 9, 10, 11, 12 e 13) anno 1529 pag. 1031-1044 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter d. Bonem q. s. Michelis de Gravisis et s. Iaco-bum et fratres de Gravisis Respinta la contraddizione interposta dai fratelli Benedetto, Iacopo e Giovanni Gravisi, è dichiarato valido e autentico il testamento del marchese Michele de Gravisi fatto nel castello di Reichenburg nel maggio dell' anno 1529. anni 1529 e 1530 pag. 1045-1056 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter m.m Nicolaum de Elmis et Michelem Iuancich de Laniscliie Il de Elmis, chirurgo a Pinguente, chiede ma non ottiene di essere pagato dal I. quale zupano di Lanischie per la cura e le medicine prestate a un uomo trovato ferito nel territorio stesso di Lanischie. anni 1530 e 1531 pag. 1057-1132 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter Gresem Sprincich de rotio ex una et s. Michelem de Iermanis ex altera Un cognato dello Sprincich nelle guerre passate fu preso sul Carso di Raspo dai sudditi cesarei e condotto a Cernical. 11 Germanis allora si offerse di liberarlo ed ottenne a questo fine da Grese 10 ducati. Ma poiché la mattina seguente comparve a Rozzo il cognato che intanto era riuscito di fuggire, il Grese domanda ed ottiene dal Germanis la restituzione dei detti ducati. Lunga differenza che si dibattè ancora nel 1514 sotto il capitano N. Marcello e nel 1527 sotto il capitano Filippo Dona e si riportano gli atti rispettivi. ——— anni 1530 e 1531 pag. 1133-1206 , Capitano Giovanni Erizzo Processus inter s. Petrum Donatum proc. nom. quibus intervenit * et d. Antoniam Bicocoram Lite per la sostanza lasciata da B. Garghelich, morto intestato, definita con un accordo. anno 1530 pag. 1207-1128 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter Mateum de Nesiza et Ioannem Pocechai Il primo chiede ma non ottiene la metà dell' utile che pretende appartenergli per dieci anni addietro di 4 alveari che sarebbero stati tolti arb'trariamente nel suo orto dal P. mentre egli si trovava al campo in Italia. anni 1530 e 1531 pag. 1229-1296 Capitano Giovanni Erizzo Processus civilis inter m.m Michelem Sutorem ex una et d. ma-rincam uxorem Georgii de Iermanis ex altera Lunga lite per occasione di una casa risolta con una sentenza volontaria tra le parti litiganti. anno 1530 pag. 1297-1320 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter Bev.m Capitulum Pinguenti ex una et d. Ioan-nam Gargelich ex allera Il clero di Pinguente domanda che sia eseguito il disposto di certo testamento con cui il testatore legava tutti i suoi beni stabili al detto clero. La lite finisce in un compromesso '). anni 1530 e 1531 pag. 1321-1336 Capitano Giovanni Erizzo Processus inter Margaritam filiam bart.ei badaga de rotio et Maurum Smocich de rotio Mauro è condannato in pena pecuniaria cbe deve pagare a Margherita da cui ebbe un figlio. G. V. — Portole 1) Nel cosro del processo appare tra gli avvocati 1' ex.mus D. Pelrus Pau-lus Vergerius Doctor legum (pag. 1305). Ecco dimostrato come dalle parole e dalle buone intenzioni si passi ai fatti: ce ne offre l'esempio un buon parroco di un povero villaggio. E non sapre monoi seguire l'esempio ? Una nuova Cassa Rurale in provincia di Venezia (Dal periodico La Cooperazione Rurale di Padova) Un piccolo cenno letto nell'Adriatico di Venezia intorno alla Cassa rurale di Vigonovo nel p. p. Gennaio fu il seme che fece germogliare una nuova Cassa rurale per le Gambarare. L' amore che mi lega a questa mia buona gente mi faceva deplorare la condizione economica. che si fa ogni dì più infelice, di questi contadini, che sono pure tanto onesti e laboriosi. E, mentre io andava pensando al modo di alleviare tanto male, mi venne proprio opportuna l'idea delle Casse rurali. Per averne un'idea chiara, precisa, mi rivolsi all'egregio signor Presidente della Cassa rurale di Vigonovo il quale gentilmente mi favoriva lo statuto e il regolamento. E non appena li ebbi letti, tosto esposi la mia idea a tre persone che amano il paese e colle quali abbiamo tosto costituito il comitato promotore. Quindi abbiamo invitato parecchi del paese e primo l'onorevole nostro sindaco ad alcune sedute preliminari. Una di queste fu presieduta dall'egregio Di Castello il quale insieme al bravo segretario di Vigonovo destò in paese un vivo desiderio di vedere attuata un istituzione che a Vigonovo torna di tanta utilità. Ma il ben« deve trovare difficoltà, e varie furono le opposizioni che parevano soffocare la bella idea fin dal suo primo manifestarsi. Venne allora in buon punto la bellissima conferenza da Lei tenuta a questa buona gente. Svanirono le inconsulte paure che si erano destate massime per la responsabilità illimitata; fu messa da parte l'idea da taluni si voleva far prevalere di una società per azioni. Ma quando più mi credevo sicuro, nuove opposizioni insorgono da parte di malevoli i quali veggono nella Cassa rurale un germe di divisioni per il nostro Comune perchè limitata alla frazione di Gambarare. Indarno, colle ragioni e cogli esempi, mi studiai di mostrare la necessità del territorio limitato per la vita della nuova Cassa, data la vastità del nostro Comune, indarno addussi l'autorità della S. V.: l'elemento aristocratico non volle saperne. Mi restava a vero conforto la più eletta intelligenza del nostro paese il cav. Antonio Gi-doni, ma la morte spietata mi togliea anche questa speranza. Buon per me, che fidente nella santità dell' Istituzione e confortato dai consigli della S. V. e dei signori preposti alla Cassa di Vigonovo, non mi perdetti d'animo ed ora godo del frutto della mia perseveranza. L'atto costitutivo della cassa rurale di Gambarare ha già ottenuto le debite approvazioni, fu pubblicata la trascrizione del R. Tribunale nel Bollettino degli Atti Ufficiali e già fu costituita la presidenza alla quale la settimana ventura nella prima adunanza generale dei soci il comitato promotore darà in mano e l'atto costitutivo approvato, e il regolamento, e spero altresì un primo capitale per iniziare le operazioni della nuova Cassa. Piacia al cielo che un' opera tanto combattuta, ma che ha messo tuttavia una base tanto sicura abbia ad esser feconda di benessere e morale e materiale per il nostro paese ! Con verace stima, mi creda 1). Giuseppe Reseli parroco di Gambarare ------ L' egregio prof. Paolo Tedeschi ha scritto all' Arte e Storia di Firenze: Già altra volta in questo giornale ho tenuto parola dei restauri al mosaico dell' abside nella basilica Eufrasiana di Parenzo per opera di mosaicisti romani vigilati dal Signor Tommasi, architetto governativo ; ed ho la compiacenza di notificare che tali restauri procedono sotto ogni aspetto benissimo. Neil' anno scorso, per (iniziativa del benemerito canonico Deperis, nel circostante terreno della basilica si fecero qua e là vari saggi con felice esito, e molti pezzi di pavimento mosaico di rara fattura vennero così alla luce. E tutto un problema che aspetta una soluzione dagli archeologi '). Appartenevano questi a più antica basilica cristiana (l'attuale è del VI secolo) o, come è più probabile, a basilica civile della romana Parenthium? La esistenza di altre più antiche basiliche fu già sostenuta dal Kandler, e basilica sarebbe stato pure 1' attuale episcopio. Ma tutto questo è nulla in confronto dell' insigne scoperta avvenuta la settimana scorsa. Già il signor architetto Tommasi avea supposto la continuazione del mosaico siili' intera facciata del timpano soprastante all' arco trionfale dell' abside per circa due metri di altezza. (Qui riporta 1' articolo dell' Istria che descrive il mosaico scoperto.) Il governo ha già dato 20,000 fiorini pel restauro dell'abside; e in provincia si pensa a raccogliere denaro per questa seconda spesa. Si spera che vi concorreranno anche gli archeologi della Germania. Il Forstel simpatico architetto della chiesa votiva di Vienna, è entusiasmato della basilica eufrasiana, ed ha scritto che non è superata da alcun' altra, nè a Ravenna, nè a Roma. E nel Regno ? Pensino i nostri che la basilica di Parenzo, se anche fuori dei confini politici è una gloria della nazione, e che il fare qualche cosa pei monumenti istriani, non è per Iddio ! irredentismo da piazza. Il duomo di Parenzo, reintegrato nello stato originale e primitivo, accoglierà presto, speriamo, le reliquie dei Santi Mauro ed Heleuterio patroni della diocesi, e che la nobile famiglia Doria da Genova restituisce alla città di Parenzo. E qui capisco che ci vogliono due righe di storia. Nella celebre guerra di Chioggia, dopo la battaglia di Pola, Paganino Doria saccheggiò l'Istria ed asportò, quale preda di guerra i corpi santi suddetti di Parenzo, di Sant' Eufemia di Rovigno, e di Santo Nazario protoepiscopo di Capodistria. Santa Eufemia protettrice di Rovigno e vergine martire calcedonese passò a Chioggia quindi a Venezia ') Il bravo canonico ha sciolto il problema, e può dimostrare che la pianta sotterranea appartiene a basilica civile romana. (Nota della Redazione) e poi fu ricondotta nell1 antica sede. Così anche San Nazario fu restituito dai Genovesi ai Capodistriani. Non così i corpi santi di Parenzo, causa il decadimento e un pò F inerzia della città nei secoli passati. Spetta al Canonico Pesante da Parenzo il merito di essersi recato pochi mesi or sono a Genova e di aver ottenuto dalla famiglia Poria la restituzione dei corpi Santi che oggi riposano sotto l'altare in una chiesa di Genova, di proprietà dei Doria stessi, con opportuna epigrafe che il fatto ricorda. Ben vengano adunque nell' antica sede le venerate reliquie, simbolo di fratellanza, di pace e di tempi migliori. Genova, come ha restituito nel 1848 le catene del porto a Pisa, compie oggi un simile atto di fratellanza verso questa ultima regione d' Italia. -^-©MKS®7®--- IDT otizie La Presidenza della Società politica istriana invita tutti i signori soci al settimo congresso generale ordinario che avrà luogo a Rovigno nel giorno 27 corr. alle ore 5 poni, in quel Teatro comunale, gentilmente concesso, col seguente Ordine del giorno : 1. Lettura del verbale dell'ultimo congresso generale ; 2. Relazione sullo stato morale della Società; 3. Approvazione del bilancio per l'anno 1889; 4. Fissazione del canone per l'anno 1890; 5. Elezione delle cariche sociali : un presidente — due vicepresidenti — sette altri membri -— due revisori ; 6. Eventuali altre proposte di cui venisse votata 1' urgenza. Il resoconto sociale è ispezionabile presso il cassiere della Società signor Leandro Camus. Le schede per le elezioni delle cariche possono, firmate dal rispettivo elettore, essere dimesse al banco della Presidenza anche prima dell' apertura della seduta e durante la medesima. Pisino 6 luglio 1890 La Presidenza L' ultima lista la XXV sommata, si raggiunse per il monumento „Dante Alighieri" a Trento lire 78120.12 e fiorini 18898.77. Contrariata fino alla persecuzione dal maltempo, la regata indetta a Trieste per il giorno 6, ebbe luogo in parte il giorno 7 di buon mattino, e domenica scorsa alla stessa ora. Nella corsa di campionato dell'Adriatico giunse primo il sig. Giovanni Risegari dell'iena, e vinse il premio delle Signore. — Nella corsa dei ca- notti a 4 remi, vinse il gran premio delle Signore la Unione ginnastica, in gara con P Eintracht e l'Adria. Nella gara degli skiffs arrivò primo il sig. Deperis dell'esperia, e in quella degli schullers il sig. Pauli della Saturnia. Nella continuazione della regata, domenica scorsa, „i nostri amici" scrive \'Indipendente, ed anche „i nostri" per naturale conseguenza, scriviamo noi hanno riportato una nuova splendida vittoria. Nella gara dei juniores, canotti a 4 remi, vinse Ylstro in gara con la Ginnastiia e il Salvore di Pirano ; nella seconda corsa pair-oars, si contesero la palma due canotti della Hansa. Poscia il sig. Risegari vinse brillantemente il sig. Cerny di Klagenfurt, e conservò il campionato dell'Adriatico. Il pubblico numeroso applaudiva freneticamente. In fine la gara tra seniores, premio Curro difeso dalla Hansa con l'armo più forte e terribile. Corsero la Ginnastica, e il Salvore di Pirano. La Ginnastica arrivò in minuti 11.53, VHansa 12.15, Salvore 12.22. — Applausi frenetici interminabili. La direzione del veloce-club di Trieste ha pubblicato il bando della gara velocipedistica internazionale che avrà luogo nella pista di S. Andrea nei giorni 10 e 15 Agosto. Abbiamo ricevuto il primo numero del periodico L' Operaio, giornale democratico, che esce a Pola il primo secondo e quarto sabato del mese alle ore 5 pomeridiane. — Tanti auguri da parte nostra. Si è costituito in Roma un comitato direttivo per la fondazione di una federazione fra gli italiani delle Provincie di Trieste, dell'Istria, Gorizia e Trento. La federazione non avrà scopi politici. Si formeranno gruppi a Napoli, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Torino e in altri centri d'importanza. È riaperto il concorso, fino al 20 del corr. mese ad un posto di medico-chirurgo-ostetrico della Cassa distrettuale per ammalati in Capodistria, con la sede nella città di Muggia. L'emolumento viene fissato a fior. 1200 annui. --——-- Cose locali Ieri si chiusero con solennità le scuole popolari ; dopo la messa, la festa ebbe luogo nella grande sala del palazzo pretoreo che si riempì in un attimo della scolaresca, seguita da intiere famiglie di tutte le classi sociali. Caldo da soffocare, gran mover di ventaglio delle signore e signorine, chiacchierio incessante, fino a che il maestro dirigente sig. Dandruzzi prese posto per recitare un suo discorsetto ben pensato. Cominciò quindi la lettura delle classificazioni : quella fatale lettura che mette tanta curiosità e ansia in core delle mamme e dei bambini. Passarono attraverso la doppia fila del pubblico, quei cari bambini e bambine, i distinti, a ricevere il premio ; un buon libro, legato con eleganza, dalle mani del signor podestà ; il quale in fine disse poche parole intorno alla necessità di tenere strette, e moltiplicare le relazioni tra la scuola e la famiglia; rimproverò quei genitori, certo non presenti, che trascurano 1' educazione dei figli, e tengono la scuola un luogo dove si mandano per toglierseli dai piedi. — Si vedono delle madri sortire forsennate dagli usci, con la mano alzata e pronta a discendere che per un nonnulla gridano al marmocchio che fugge come il gatto col boccone rubato : Te ma>i-darò si a scola fiol . . . Ma bisogna dir il vero, che nei tempi andati, quando quelle madri andavano a scuola, 1' educazione era basata sul sistema delle sardelle. Il podestà parlò bene, e con visibile approvazione del numeroso pubblico. Quindi tutte le autorità, il podestà il preposito capitolare, il parroco, il capitano distrettuale, i consiglieri comunali in buon numero ecc. ecc. si recarono a vedere 1' esposizione dei lavori femminili. Dalle nostre signore presenti ho sentito fare elogi sinceri alle maestre alle bambine, e godo di poterlo ripetere, a conforto delle maestre stesse. La scuola fu frequentata da 326 maschi e 328 femmine. La riapertura seguirà il giorno 16 settembre. Da alcuni giorni abbiamo qui, ospiti graditi, il professore Enrico Nordio con parecchi dei suoi allievi della scuola professionale di Trieste, a studiale quanto c' è di bello e interessante nell'architettura. Specialmente il nostro palazzo pretoreo ha olferto largo campo ai rilievi dei dettagli e dell' insieme pittoresco. Crediamo sia la prima volta che giovani triestini avviati alle arti e mestieri si recano qui da noi, coli' intenzione di proseguire nelle altre cittadelle della provincia, sotto una esperta guida, a studiare i nostri monumenti. Porgiamo i nostri più cordiali saluti agli ospiti graditi. La vendita complessiva del nostro mercato bozzoli fu di chil. 17024.34 al prezzo massimo di fior. 1.80 minimo di fior. 1.40. Bollettino statistico municipale di Maggio 1890 Anagrafe. Nati battezzati 30, fanciulli Ile fanciulle 19.— Morti 31 uomini 6 (dei quali 3 carcerati) donne 2, fanciulli 15 e fanciulle 5 sotto i sette anni, nati morti 2 maschi ed una femmina. — Trapassati: 12. I. P. G. (carcerato) da Antignana d'anni 47; 15 R. R. (carcerato) da Uerbo (Bndua) d'anni 67; 16 Scher Giov. Catt. fu Almerigo d'anni 84 ; Auber Antonio fu Giacomo d'anni 74; 23 V. M. (carcerato) da Imoschi Dalmazia d' anni 28; 26. Orbanich V.a Francesca d'anni 88; 31. Mezgez Maria di Giuseppe d'anni 31; 31. Terran Giuseppe di Matteo d'anni 21; più fanciulli 15 e fanciulle 5 al i sotto di 7 anni nonché 2 maschi ed 1 femmina nati morti.— Matrimoni-, 7 Riccobon Domenico — Tremul Elisabetta; 19, Rinaldo Ciuseppe — Delorenzi Giuditta. — Polizia: arresti per rissa 1, denuncie per trasgressioni agli ordini di polizia 1, certificati di buona condotta 5. d'indigenato 1, permessi di ballo 1,— Usciti dall'i, r. casa di penna 5 dei quali 2 triestini, 1 regnicolo e 2 istriani, sfrattati 5.— Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino di proprio prodotto 1, per litri 2000, prezzo al litro soldi 40. Certifiicati per spedizioni di vino 3 per colli 18 del peso di 8848 Chilog; 4400; di sar-doni salati 5 per mastelle 213 del peso di Chilog. 4004; di sa-lanioja 2 per colli 2 del peso di Chilog. 80; di Ossa 1 per Chilog. 10000; di foglia di gelso 4 per Chilog. 32000.— Rilascio di li- bretti di lavoro 3.— Licenze industriali 1 per la vendita di commestibili.— Animali macellati-, buoi 54 del peso di Chilog. 12290 con 410 Chilog. di sego, vacche 8 del peso di Chilog. 1105 con 53 Chilog. di sego; vitelli 25.— Bollettino delle malattie zimotiche Capodistria: Scarlatina.— Rimasti in cura dal mese d'Aprile d. casi 1.— Durante il mese di maggio ammontarono casi 43.— Assieme casi 44; dei quali guariti 17; morti 8: rimasti in cura 19.— Morbillo: casi 3 dei quali guariti 2 e morti 1.— Angina difterica: casi 2, guariti 1 e morti 1.— Lazzaretto.— Nulla. ---—-— Appunti bibliografici Die Volksstàmme im Gebiete von Triest und in Istrien. Eine ethnografische Studie von Dr. Petrus Tomasin Professor an der Staats- Oberrealschule in Triest. L'origine dei popoli nel distretto di Trieste e nell'Istria. Uno studio etnografico del Dr. Pietro Tomasin, professore nella scuola reale superiore dello Stato a Trieste. Trieste Schimpff 1890. Se il signor Tomasin non avesse nel suo libro scritto che queste due sacrosante verità — Mentre i nostri Slavi, avanti il primo quarto di questo secolo erano privi di ogni coltura; si conviene attribuire agl'Italiani la lode di aver largamente pensato all'educazione dei figli (pag. 30). Gl'indigeni hanno esercitato sugli immigrati un forte processo di assimilazione, perchè nell'odierna Trieste la lingua italiana è largamente preponderante (pag. 97), avrebbe già fatto un' opera buona. E bastano queste due citazioni a intendere lo scopo dell' opera. Anche si capisce subito come e perchè egli triestino, ed autore di buoni scritti italiani, abbia composto questo studio in tedesco: l'avesse scritto in italiano certi suoi confratelli e maestri non l'avrebbero capito, o che è peggio male inteso. L'autore si è messo adunque su di un terreno neutrale (neutrale oggi per l'Istria) e si è servito della lingua officiale per raggiungere meglio il suo scopo. E lo raggiungerà spero, per le ottime ragioni, e per lo spirito di moderazione che domina lodevolmente in tutto il libro ; lo raggiungerà s'intende, con quelli che leggono e ragionano; per gli altri (e sono tanti) fiato perduto. L'autore divide così il suo studio. — Popoli primitivi — I primi coloni — Immigrazioni nel Medio Evo e nel nostro tempo — L' attuale popolazione. 1. Italiani. 2. Rumeni. 3. Slavi a) Mor-lacchi b) Cici c) Sloveni d) Croati — La città di Trieste quale emporio commerciale 1. Gli Ebrei. 2. Gli Armeni. 3. Albanesi, Olandesi, Scandinavi, Francesi ed Inglesi. 4. Sloveni ed Illirici. 5. Greci 6. Svizzeri. 7. Tedeschi. 8. Italiani. — Ci sono tutti come nella valle di Giosafat. Ne dirò particolarmente con la solita libertà appuntando. Con la scorta dei migliori l'autore dà una rapida corsa nei secoli primi, mostrando di possedere abbastanza bene quella che i Tedeschi chiamano erudizione dell' argomento. Il suo appunto in nota (pag. 16) all'indimenticabile nostro Carlo Combi, è giustissimo in linea amministrativa; giova però sapere che nella "Porta Orientale„, per non tirarsi tutta quella gente in casa, il Combi si era proposto, come rilevasi da suoi scritti, di parlare dell'Istria in istretto senso, dell1 Istria propria cioè tra la Vena e il Caldiero, non tenendo calcolo del distretto di Castelnovo e della Liburnia. Nel capitolo 1 Italiani a pag. 17 in nota, il bravo To-niasiti manda dritta una frecciata a imbroccare l'anonimo che per sostenere la tesi Trieste città slava, riferisce la miseria di quattro versi di un certo Ienko. Ci vuol di fatti una bella faccia a dire ciò ai Triestini che potrebbero seppellire il signor Ienko sotto una grandinata di citazioni latine ed italiane. Neil' addurre i nomi di famiglie italiane venute a Trieste l'autore s'inganna però nel fare i Sanzin oriundi di Torino (pag. 18). Ma egli stesso a pagina 65 s'avvede dell' errore, e li riconosce di Cremona. Meglio era scrivere — della provincia di Cremona, cioè da Solicino castello celebre del Cremonese, a venti chilometri circa da Cremona stessa, famoso per le discordie tra Guelfi e Ghibellini che diedero occasione a molte emigrazioni. E come fossero stati chiamati a Servola dal Vescovo di Trieste il Pedrazzani da Robecco, castello pure del Cremonese, ho detto più volte nella "Provincia,, e nell' "Archivio Lombardo di Milano». Parlando quindi delle origini della lingua, l'autore ripete cose note ; ma salta troppo a piè pari la nota questione dell'antico dialetto triestino, secondo l'Ascoli ed altri molti friulano. Non voglio già dire con ciò che la questione sia risoluta in contrario; ma per amor di giustizia non dovea il Tomasin ignorare o fingere d'ignorare il recente studio del nostro Zenatti — La vita comunale e il dialetto di Trieste nel MCCCCXXVI studiati nel quaderno di un cameraro — Trieste Herrman-storfer 1888, e gli articoli di P. T. nella Provincia. Da questa e da altre omissioni mi par di capire che il signor Tomasin abbia un sacro orrore della Provincia, che non cita quasi mai, benché da ventiquattro anni tratti gli argomenti più importanti alla vita triestina ed istriana che è lo stesso. Il bello poi si è che giurando in verba magistri il Tomasin a pag. 22 e 23 cita come un' autorità i dialoghi del triestino Mainati, del Mainati, si noti bene, da lui stesso ritenuto — spudorato plagiario delle opere del frate Ireneo della Croce — unver-schcimten Plagiator der Werke des frater Irenaeus della Croce (pag. 93). Bell' argomento davvero per credere all' autenticità dei Dialoghi del Mainati, come ho dimostrato già nella Provìncia. I brani poi di friulano riferiti a pagina 25 e seguenti non sono tutti indizio sicuro di friulanità; alcuni anzi gli ho citati io stesso come prova contraria. Nè con ciò intendo dire di aver col Zenatti tagliata la testa al toro : la questione rimane ; e toccava al Tomasin tener conto di quanto fu detto anche in contrario, se non altro a titolo di erudizione, e per la piena conoscenza dell' argomento. E poiché siamo in questioni di lingua, quell' attribuire agli Ebrei irredenti da Trieste il lei per lui, ella, la (pag. 29), oltre essere un motto di spirito un po' svanito, è anche fuor di luogo perchè il lei per ella lo dicono tutti gì' Italiani parlando, ed anche nello stile familiare scrivendo, come è acconsentito perfino dai puristi : in questo senso anche il Manzoni sarebbe ebreo irredento. Ma le sono scappatelle perdonabili; e il capitolo Italiener si chiude con queste nobili parole che sapranno d' agro a più d'uno: «I nostri Vescovi possono, benché italiani, ben a diritto essere chiamati anche padri spirituali della popolazione slava nell' Istria » — TJnsere Praelaten kónnen daher, obwohl Italiener mit Recht auch geistige Vdter der slavischen Bevólkerung Istriens genannt werden. Con la stessa equità, moderazione e serenità d' animo 1' egregio autore tratta nei seguenti paragrafi delle varie genti che abitano l'Istria. Così il bravo triestino non teme di dare la debita lode alla Dieta provinciale di Parenzo la, quale ha stabilito di aprire scuole anche pei Rumeni nel-1' Istr ia (pag. 43). Mi permetta però il signor Tomasin un'osservazione. A pag. 52 e seguenti parlando al capitolo — Gli Slavi -— del movimento nell' Istria e nella Carniola in favore della Riforma luterana, tocca del noto Vescovo Vergerio. e de'suoi seguaci nell'Istria: ina il paragrafo non è bene scelto, perchè il movimento in favore della Riforma ebbe altre origini e intendimenti nel prelato da Capodistria, e la sua storia si collega alla storia della riforma in Italia. Il Tomasin poi parlando del Vergerio ignora del tutto gli ultimi lavori del Comba e di L. A. Ferrai II Processo di Pier Paolo Vergerio nell'Archivio storico italiano. Tom. XV Dispensa seconda del 1885. Firenze Viesseux — monografia eccellente, di cui si è data una lunga recensione nella Provincia 1 Giugno 1885 e numeri seguenti, e che se il Tomasin avesse letto non avrebbe così leggermente ripetuta la storiella del cappello cardinalizio sfumato ; ma riconosciute con documenti altre cause della lamentata defezione dell' illustre prelato dalla cattolica unità. Nell'ultimo capitolo La città di Trieste quale emporio commerciale 1' autore dice di buone cose ; ma a completarle avrebbe dovuto toccare almeno delle condizioni delle lettere e delle arti; senza dire di certi incensi fuori di proposito nelle ultime pagine dove salta a pie pari, per non avere impicci, qualche paragrafo necessario a dare una chiara idea delle condizioni scolastiche. Da venti e piti anni lontano dalla patria amata, non posso rilevare le inesattezze perdonabili in un lavoro condensato: per sentita dire so però che l'attuale chiesa dei protestanti non è in Piazza del Rosario; ma in quella dei Carradori (pag. 96). Tutto sommato il Tomasin ha fatto opera buona e coraggiosa, e lo scrivente ripete con lui il voto del vescovo Rapido : Salve, terra parcns, patrii salvate penates. M. Ant. Impastavi. L' isoletta di Cassione. Descrizione illustrata. Trieste, Caprin 1890. È anche questo umile libretto testimonio della coltura italiana. Vi si discorre dell' isoletta di Cassione, amena, quanto altre mai, in un' insenatura del mare nell' isola di Veglia "Laggiù colà dove la batte 1' onda, non porta probabilmente dei molli giunchi, ma viceversa dei sassi, ma nell' interno è vestita di un bel verde caro al botanico. E non ci manca la sua brava leggenda ed uno spruzzolo archeologico. Si tocca quindi delle muraglie del convento e della chiesa, la quale, se non sarà proprio di stile basilicale vanta però una pala di Girolamo da Santa Croce ed altra moderna del bravo nostro Gianelli. Vi trovo anche memoria del Padre Emanuele Pernici, benemerito del convento, e che fu lodato oratore quaresimale a Capodistria nel 1850. Era trentino, e lasciò buona memoria anche tra noi. L'autore, probabilmente un buon frate anche lui, non ha pretese ; gli si può quindi perdonare qualche solecismo e l'erronea citazione di Dante a pagina 15. XXIX Giugno MDCCCXC. Allo Società Pro Patria nell' occasione del suo terzo congresso generale, omaggio di alcuni studenti trentini. Si vende a totale benefizio della società "Pro Patria,, di Trento e Trieste al prezzo di Una Lira. Bologna. Zanichelli 1890. Un fascicolo di pag. 98 con varie incisioni. Giosuè Carducci manda innanzi la sua firma col motto — Il monumento a Dante in Trento con assenso di tutto un popolo è la più bella poesia di questo ultimo decennio del secolo decimonono in Italia. —- Segue una biografia del Dordi di Augusto Panizza, con un buon sonetto del Dordi stesso. Quindi versi del Betteloni, e due parole — Ai giovani trentini di N. Bolognini. Volto pagina e ci trovo buone parole sul compianto Carlo Bertolini ; poi del nostro Picciola una dotta monografia — Il Conte di Cagliostro a Rovereto e il Libro Memorialis di dementino Vannetti. Ecco Oreste Barattieri da Arco uno dei Mille, e versi, giù il cappello, di Antonio Fogazzaro. Di Giambattista Garzetti scrive Cesare Albicini ; e Francesco Cipolla segue con un bel sonetto — Mazeppa. — F. P. modesto come la sua lodata — Francesca Alberta Lutti — ci dice la vita dell' insigne poetessa. Per far degno riscontro ai versi della Lutti segue un sonetto del Biadego Ultime rose. Un anonimo delle tre stelle tocca del Podestà di Trento, ed altro giovane pure anonimo di Don Giuseppe Grazioli. Neri Tanfuccio ci fa sorridere, e l'autore delia biografia dell'illustre Gazzoletti pensare. Ancor versi, ma di G. L. Patuzzi, giù il cappello come sopra, e un sonetto del nostro Pitteri ; lindo e classico come un marmo d'Aquileja. E qui c' entra di balla il mio signor me con quattro parole su Giovanni Rizzi e il suo celebre Grido. Poi — La Scala di Sant'Agostino — del Longfellow, buona traduzione di Carlo Faccioli. Due parole su Giovanni Canestrini, quindi — Campo de Sardi — uno studio storico degno del Malfatti. Il Campo degli Ulivi dello Stefanelli; una lettera inedita del Voltaire — un cenno su Giuseppe Turrini; Voci delle cose del Brini, un sonetto del Dordi; Gl'Italiani all'estero del Bru-nialti chiudono degnamente il volume. È insomma una pubblicazione riuscitissima e fa onore agli studenti trentini dell' Università di Bologna. Gl'Istriani comperandolo piglieranno due piccioni ad una fava. Pel prossimo congresso del Pro Patria a Gorizia attendiamo qualche cosa di simile dagli studenti istriani. *) A Beatrice Portinari il IX Giugno MDCCCXC VI centenario della sua morte le donne ita- liane. Firenze. Le Monnier 1890. Elegantissimo volume in quarto di pagine 250. In un tempo, in cui dagli ipercritici si nega 1' esistenza di Beatrice, con evidente opposizione ad ogni pagina della Vita Nuova e della Divina Commedia, ben fece il Conte De Gubernatis a promuovere 1' esposizione in onore di Beatrice, tenuta lo scorso Maggio, come tutti sanno, a Firenze. A ricordare poi 1' esposizione e Beatrice stessa torna opportuno il presente volume di prose e versi di donne italiane, compilato per cura dell' egregia donna Carlotta Ferrari da Lodi. Dire di queste composizioni, tutte più o meno degne dell'altissimo tenia, sarebbe un sine fine. Noto un assennato studio della Ferrari stessa. — La polemica su Beatrice, una prosa elegante di Clementina Ferrari, già mia allieva nella scuola normale di Lodi, ed ora maestra a Villafranca d'Asti in Piemonte, versi della Cecchetti e di Felicita Mo-randi, ed un' ode saffica dell'Ada Negri da Lodi, pure mia allieva. Della Negri non dico molto, perchè nella mia qualità di babbo potrei essere imparziale. Solo dirò che assai mi piacquero le strofe ultime, specie queste: Morta non è, nè il mondo l'ha perduta, Però cbe nel tuo verso onnipotente Palpita, d' immortai luce vestuta, Eternamente. E donna o poesia, forma od idea Vive casta ed amante, onesta e balda; E l'estro animator cbe lotta e crea T' inspira e scalda. Meno le strofe quinta e decima e qualche altra bella, ma attinta al solito repertorio, ed alla frasologia di moda. Ma P essere da venti anni maestro a Lodi non deve farmi dimenticare la patria Anche Trieste con le valorose sue donne concorse degnamente alla gara. L'Adele Butti fregiò il volume con un' elegantissima prosa, e 1' Elda Gianelli col sonetto — Beatrice Bambina. È un concetto nuovo, in istile forbito per cui ridono (dirò con frase dantesca) veramente le carte dell' elegante volume. Lo trascrivo certo di far cosa grata al lettore. Beatrice bambina Iiide la vaga tenerella ignara A l'austero fanciul cbe in lei s'affisa, E sente già nell' anima conquisa Reina assorger la parvenza cara. Ella, che mai da lui non fia divisa, Inconscia a lui la via del ciel prepara ; Data al suo genio dolce guida e chiara, Su ogni altra donna da la sorte arrisa. Ma a 1' angioletta da le chiome bionde De la gloria avvenir non parla il sole, Che con 1' or del suo capo si confonde, E al pensoso fanciul fremon parole Nove ne 1' alma e sogni, e a que' risponde Libera e forte la virtù cbe vuole. Elda Gianelli Finché a Trieste si scriverà così, finché le nostre donne prenderanno tanta e sì viva parte alla vita italiana, i Panslavisti, in aspettazione di qualche nuovo genio che canti la parvenza bionda di qualche breschizza, i Panslavisti, dico, da noi possono chiudere bottega. p. t. _e^m^SKT®- PUBBLICAZIONI 11 bravo tipografo-editore signor Antonio Cobol di Capodistria ha testé ripubblicato la Porta Orientale Strenna istriana per gli anni 1857-58-59, con prefazione e note di Paolo Tedeschi, prof, di belle lettere e di pedagogia nella scuola normale di Lodi. Questa ripubblicazione non è soltanto una buona cosa dal lato storico-letterario, ma essa è anche una buona azione, nel senso civile e patriottico. Pochi assai in Istria conserveranno le tre annate della preziosa Strenna, e gli studiosi e i giovani che volevano leggerla erano costretti di ricorrere a qualche biblioteca, o a qualche privato, che, non senza gelosia, gliela concedeva. Ecco, dunque, un nuovo libro del Combi, di quel-l'uomo che ogni onesto istriano porta impresso nella mente e scolpito nel cuore. 11 libro, veramente, non è del Combi, ma quasi ; ad ogui modo ei l'inspirò, ei lo allevò, ei lo accarezzò e lo diresse, come si trattasse, ed era anche, d'una sua creatura. De' suoi collaboratori, non rimane che l'amico Tedeschi, eh' or fece la prefazione dopo tant' anni a quella Porta, nella quale fece le prime sue armi, si può dire, nelle lettere. Tutti gli altri.... defunti. Carlo e Francesco Combi riposano a San Cristoforo di Venezia, Leonardo D'Andri nel vasto campo di Custoza. Che cosa contiene questa / orta Orientale? Essa contieue uu po' di tutto, coli' avvertenza che il tutto è fatto con molto garbo letterario, con molto senno e acume patriottico. Vi si trovano, dunque, buoni articoli di storia, di geografia e di statistica istriana, di pubblica amministrazione, biografie, economia, commercio, igiene, industrie, viaggi, proverbi e poesie. Vi collaborarono, oltre ai già detti, P. Valussi, 1' Avv. Madonizza, il Prof. Coiz, dott. 0. Colombani e dott. G. Costantini. Tutto l'insieme, dunque, è uu ottimo libro, scritto bene e ripieno di dottriua e di alti e nobili sensi. Non ci sarà dunque alcuno in Istria (di quelli che leggono e che possono spendere) che non acquisterà la Porta Orientale, tanto più ch'ella costa pochissimo, f. 1.10, compreso il porto posta. E si badi che è un bel volume in sedicesimo grande di ben 377 pagine. (Dall' Istria)