i Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 30 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 75 — 25 settem. 76 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a benefìcio dell'Asilo d'infanzia I I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE, si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Lè lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte, il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di «n giornale consiste nell'attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNTVTCRSARTI ( 9 Giu»a0 1290 " ANiNl VLi-KoA-Kll ( 1Q Giugn() 16Q4 Muore Beatrice l'ortiuari ) - Muore Isabella Audrciiii ) (F. Illustrazioni.) Il Comizio italico a Trieste La Società del Progresso di Trieste ha adottato di discutere l'idea, messa innanzi dal Nuovo Tergestco, di convocare in quella città un congresso di delegati tanto della popolazione italiana che vive tra l'Isonzo ed il Quar-uaro, quanto di quella che s'aggruppa intorno a Trento, onde conseguire che vengano accordati i diritti necessarii, promessi e completi che spettano anche alla nostra nazionalità in virtù dell'articolo 19 della Legge fondamentale 21 dicembre 1867. Tale idea ebbe subito il dovuto plauso, ed i giornali indipendenti delle due terre ne parlarono con piena adesione; ed infatti qualunque che voglia esaminare con criterio filosofico la condizione specialissima degli italiani in Austria, condizione moralmente peggiorata dalla postura attigua delle province, non potrà non approvare il partito a cui essi vengono ora indotti ad appigliarsi; che mentre ai loro fratelli rinverdiscono le gloriose tradizioni, con dinanzi un avvenire certo, ampio, atto ad appagare il più esigente orgoglio nazionale, ad essi invece si contrasta e nelle scuole e negli uffici e con arbitrii e con puerilità la semplice aspirazione di conservarsi la propria lingua, il sacro retaggio per tanti secoli trasmesso da padre a figlio. E ciò poi che mentre stupisce addolora, e che turba la serena atmosfera in cui deve fungere l'azienda governativa, si è la congerie dei conati di germanismo, alla quale si attengono anche i più altolocati, la cui cultura, non si sa come, permette loro di farsi approvare nei circoli competenti il poco assennato programma, coli'appoggio di esempii storici di assorbimenti molto vetusti, e coll'accennare a necessità ineluttabile di futura espansione. Ma tali speculazioni sono sbagliate: gli esempii storici non reggono Fine APPENDICE. BARBABLEUE eacconto della turingia della signora E. Marlitt Traduzione dal tedesco di anna p. S'udì il romore di una carrozza che si fermò sulla via maestra dinanzi alla porta del giardino. Lillì, a cui pulsava gagliardo il cuore, presa da subito spavento, cercò di liberarsi le mani dalla stretta; ma egli la rattenne e continuò con voce animata: — E allora, come se d'improvviso s'avverasse un oscuro vaticinio da lungo tempo conservato nell'animo mio, mi fu fatto palese che in questo mondo il vero amore non è soltanto un sogno, eh' io posso . . . Lillì, io giurai... io la devo ottenere a qualunque costo; io ... La giovanetta con subita e vigorosa strappata »i liberò le mani: la ghiaia del viale già scricchiava sotto i piedi della zia, dalla quale quando si ponga mente alla stampa, alle ferrovie e a tutte le altre preziose conseguenze del progresso; quando si voglia riflettere allo slancio poderoso che assunse il concetto della nazionalità ed alla risultante forza di adesione, ingagliardita nel caso concreto dalla prossimità, ed all'altra futura espansione che si troverebbe certo in contrasto colla sopra detta, avendo questa per sè l'equità ed il diritto che balzano tosto all'occhio ed alla memoria, mentre le capricciose brame non potrebbero essere basate che sulla forza. Ciò considerato; nel riflesso che un Comizio italico a Trieste corrisponde appieno alla dignità nazionale, riuscendo in pari tempo opportunissimo allo scopo vagheggiato di attirare l'attenzione sopra queste terre di chi deve ad esse volgere lo sguardo; quindi nella speranza che condotto con serietà di propositi e con saviezza di discussione possa giovare frattanto ad ottenere il pieno effetto del ricordato articolo 19; noi per parte nostra vi a-deriamo senza eccezioni, facendo l'augurio che esso si avveri prestamente, come ogni sagace patriotta deve desiderare. UTILITÀ' DELLE BANDE MUSICALI nei piccoli luoghi Giorni sono buon numero di cittadini si recarono alla vicina Isola con la banda musicale; e perchè? Per assistere ad una festa, apparentemente, e per coloro che sogliono calcolare i vantaggi colle cifre o colla misura, di poca importanza; ma in fatto e pa' suoi effetti del massimo interesse. Si trat- • tava dell'inaugurazione della banda musicale.: Egli è ben di ragione se un tal fatto si segna e si festeggia come un avvenimento, chè esso è l'espressione sincera, un' esigenza di una progredita civiltà, un nuovo fattore di educazione e di associazione, quindi di progresso. La musica non è un lusso, bensì un venne chiamata ad alta voce. — No, mai, mormorò Lillì pallidissima. Abbandoni ogni speranza, e non mi comparisca più dinanzi. — Ciò detto corse sul viale ove la cercava la zia colla mantiglia sul braccio, e che, accortasi che non c'erano le rose, ne spiccò alcune e gliele acconciò in fretta sul petto. Lillì, sempre silenziosa, salì in carrozza: era rammaricata come se fasse stata colpita da una improvvisa disgrazia o come se avesse da rimproverarsi qualche grave colpa. — La così detta camera verde, già da molto chiusa, era bella, spaziosa ; ai tempi di Enrico Dora raccoglievasi in essa la società eletta ad allegri festini. Le finestre venivano aperte due sole volte all'anno: ciò, per chi conosceva le abitudini della zia Barberina, significava indubitatamente che si attendeva una grande società, e che erano invitati tutti gli amici. In quella state, con grande stupore di Sauer e di Dorotea, l'ordine di arieggiarla era stato dato assai prima del consueto. Tale eccezione era stata originata dalla sollecitudine di tenere distratta Lillì: La consigliera aveva osservato la musoneria melanconica della giovinetta, e dopo molti bisogno, una necessità. — Quanto più la società procede nella via dello sviluppo intellettuale e morale tanto maggiori sono i bisogni intellettuali e morali; il soddisfarli è progredire, il reprimerli è retrocedere. La musica, come abbiam detto, è mezzo di educazione e di associazione, — ma tali utili effetti si mostrano specialmente nei nostri piccoli luoghi di provincia meglio che nei grandi centri. Nei piccoli luoghi mancano o son rare quelle varie ricreazioni popolari, che sì spesso si offrono nelle grandi città, e il popolano quindi e l'operaio, che sentono bisogno di sollevare in un modo o nell'altro 10 spirito, cercano uno svago e lo credono poter trovare nella bettola, dove infine non ritraggono che svantaggi materiali e morali. La musica esercita una forza attraente in modo speciale sul popolo, e ciò perchè esso manca di solito di altre ricreazioni elevate e morali, quindi ognuno dovrà convenire, che, se vien loro offerta l'occasione, l'operajo ed 11 popolano, in generale, frequenteranno nelle ore di riposo meno la bettola o per apprender quell'arte nobile o per gustarne le soavi melodie. In tal modo il riposo dell' operaio non corre pericolo di degenerare in ozio, si rialzano il suo cuore ed il suo intelletto, che per le continue manuali operazioni sono tolti alle dolci emozioni. La banda musicale avviva anche lo spirito di associazione, tauto necessaria nei piccoli centri, perchè offre occasione di riunioni non solo pubbliche ma anche famigliari. Ora che le società operaie di mutuo soccorso sono bene incamminate anche qui da noi grazie alla perseveranza ed al buon volere ed a marcio dispetto di quanti vi sono oppositori per principio, l'istituzione della banda musicale cittadina dovrebbe venir favorita specialmente da esse società, e gli operai dovrebbero esser tra i primi nel prestarvi esperimenti era venuta nel pieno convincimento che soffriva di nostalgia, e quindi ammirava la grande abnegazione con cui aveva rinunciato al viaggio a Berlino. — Molti erano stati gl' invitati, e la consigliera aveva già calcolato se dopo i tavoli da giuoco della vecchiaia vi fosse spazio sufficiente per far ballare la gioventù. Nel caminetto, quantunque la stagione fosse calda crepitava allegra la vampa con cui purificare l'aria; nel mezzo stavano ancora le mobilie trasportate dal padiglione, ed i quadri erano appoggiati alle pareti : la zia Barberina aveva deciso che quello fosse il loro posto, perchè il nonno aveva dimostrato una predilezione speciale per quella camera. Erano entrambi intente a pulire e lavare con tutta diligenza quei quadri : Sauer poi, ritornato dalla città li avrebbe appesi. Entrò egli infatti poco dopo con fare solenne. Lillì che conosceva bene le abitudini del vecchio servo, comprese tosto dalla espressione della faccia che ci dovevano essere delle novità importanti. Sauer accostata alla parete una sedia di quercia, e, mentre sembrava esaminare il punto ove configgere il chiodo, senza volgersi esclamò: — l'opera loro. Non vale la scusa della mancanza di tempo e del bisogno di riposo. Il tempo che si spende nel frequentate le bettole e nell'andare a zonzo è molto, e l'applicazione allo studio della musica è pure riposo perchè variazione. E si persuada l'operaio che la musica, come proclamò un economista italiano, esercita la più benefica influenza sulla sua sorte e indirettamente sulla produzione e sul reddito. Diffatti la musica come mezzo potente di educazione è complemento di ogni istruzione; come tale concorre a sviluppare le facoltà intellettuali e morali dell'uomo, — e felice l'operaio che voglia coltivare il cuore e la mente. Intanto un'evviva di cuore ai bravi isolani, ed auguriamo che le melodie dei nostri sommi italiani, da noi riprodotte, tengano desto il sentimento di amicizia fra le due città sorelle, — sentimento inspirato a quello di amor di patria. G. B. LETTERE SULL'ISTRIA pubblicate da un tedesco nel 1800 Queste lettere dovranno certo riuscire interessanti pel motivo che dipingono i costumi di quel tempo (di cui non abbiamo che vaglie memorie tramandateci a voce dai nostri vecchi) e perchè dimostrano la curiosa impressione ricevuta dal tedesco nel visitare la nostra costa tre anni dopo caduta la Repubblica, nell'ottobre del 1300. Furono tradotte nel 1826 a Vienna, durante gli studii universitari!, da un nostro concittadino. Ne riportiamo solo i brani di iniiggior interesse, ommettendo le notizie già note a tuiti, gli errori ed i fallaci giudizii. L' autore fu il sig. Weidmann letterato tedesco austriaco. .........• Gli uomini in venerale sono grandi e belli, all'opposto delle donne nericcie. La lingua più comune è l'italiana; ma per molti oggetti hanno gl'Istriani termini loro tanto speciali che non intendono nemmeno i vocaboli italiani; così per esempio la mia ostessa non intendeva che cosa volessi dite colle parole sedia e bicchiere: essi danno a questi oggetti i nomi di carreghia e gotto. Venne innalzata al rango di canitale della Provincia col noma di Capodistria, che conserva ancora. La sua popolazione è di circa 6000 abitanti. Non ostante la sua piccola estensione, ha trenta eh ese, otto conventi, due ospedali ed un Monte di Pietà o Casa di pegni.............. Capodistria, e quasi tutte le città dell'Istria, hanno come Venezia un aspetto tetro, perchè in nessun luogo s'imbiancano le pietre quadrate nerastre cou cui sono fabbricate le case: oltre a ciò si evita ogni simmetiia con ingegno sorprendente. Le scale sono di legno La signora consigliera si rallegri: le ritorna la pace... quello qui di dieiro (egli non azzardava mai di pronunciare il nome del vicino in presenza della sua padrona) parte domani pel gran mondo, e va oltre mare: le sue valigie sono belle e fatte ... il cocchiere l'ha detto al fornaio a cui ho ordinato le torte. — Lillì appoggiò alla parete la tela d'Oreste, che teneva in pronto per sporgerla a Sauer, s'avvicinò come una sonnambolaalla porta e sparve, senza che gli ali ri due se n'accorgessero ; la consigliera invece accolse la novità con tutta indifferenza: rispose solo: — Ah cosi ! e vulse un momento la faccia verso la finestra, mentre Sauer colle ginocchia tremolanti saliva sulla sedia; ma il peso d'Oreste era troppo grande; appena ch'ebbe allontanate le mani, il quadro cadile giù, e, deviato da un tentativo di Sauer, rimase appeso e squarciato sulla punta di un ornamento che sporgeva dalla cornice del caminetto. —Sauer non ve n'abbiate a male, ma siete ben poco destro ! gridò con ira la consigliera. Scese Sauer spaventato, e s'affrettò di esaminare il quadro: la faccia d'Oreste aveva dei lunghi tagli. — Ecco che cosa avete fatto continuò la consigliera; ma tutto ad un tratto impallidì: nella maggior parte delle case, e sembrano essere state applicate solo dopo compiuta la fabbrica. Indarno si cercherebbero fontane, stufe e ritirate chiuse a muro. I pavimenti sono quasi tutti formati di una pasta che è un miscuglio di mattoni franti e di piccole pietre sovente colorate, il quale viene battuto e si pulisce quando è perfettamente asciutto; per tal modo diventa duro come la pietra. Ora intero ed ora mezzo si vede il leone alato, inciso sulla pietra, esposto da per tutto con profusione. L'amore per questo Palladio dello stato distrutto è smisurato. Vidi dei fanciulli appoggiarsi al suo dorso, accarezzargli la giubba, ed esclamare pieni di compassione: oh povero s. Marco! Le case, le cui finestre di rado sono della medesima grandezza, hanno dei poggimeli di legno, i quali iu una Proviucia ove le donne si tengono tanto rinchiuse, sono invero necessari per non togliere ad esse del tutto il godimento dell'aria libera. Ma appunto questi poggiuoli, coli'assenso delle aie compassionevoli, servono di pretesto alle belle per le relazioni amorose e per le serenate, divertimenti gratissimi agli Italiani. Appena comincia ad imbrunire, passano per le contrade i zerbini istriani muniti di chitarra e circondano le abitazioni delle loro amate. i molti pilastri dei muri angolati e le inferriate delle finestre offrono mezzo agli audaci di aggrapparsi e salire fino al trono delia loro diva, cioè fino al poggiuolo, o di gettarle una scala di corda che viene fermata alla finestra; l'innamoiato si slancia in alto intrepido per poter parlare da vicino alla sua amata. Ma una tale avventura non ha sempre esito felice: spe-so un rivale sta appiattato e poi immerge un pugnale nella schiena del fortunato. — A Pirano mi mostrarono un giovine, il quale era in sospetto di avere r mosso con questo sistema dalle loro imprese una mezza dozzina di rivali: era stato più volte imprigionato, ma passò sempre per il rotto della cuffia perchè non c'erano prove. . Si vedono molti uomini camminare avvolti in ampii mantelli, stando oziosi tutto il giorno sulla p azza grande, Sorprendenti pel forestiero sono gli usi di Sanità......onde poi evitare il pericolo che la Fede comunichi il morbo, si ordina ai forestieri di trattenersi nella barca, od almeno in qualche distanza, finché un fante porga loro una 1 unirà mazza bianca, nella cui estremità fessa frapporre la fede. Altri fanti portano frattanto uu braciere, e nel denso fumo vi-ne tenuta la mazza colla J fede, la quale, dopo questo purgamento, viene aperta, e con tutto rigore si esamina il numero dei passeggeri indicati, e si sottoscrive, se peraltro tutto è in perfetto ordine. . Se questa prova a priori basta per assicurarsi della sanità dei passeggieri, i fanti ne cercano tuttavia una seconda a posteriori con una nobile sfrontatezza, poiché colla magica formula: Sior favorisca oppure qualche cosa per il fante, costringono i passeggieri a dar loro una porzione del loro soldo per le ultime indagini sulla mondezza della fede. . Approfittai di questo intervallo per osservare attentamente Pirano e la sua posizione da paradiso.......... Era appuuto giorno di domenica quando entrai in questa chiesa (il Duomi ). Come rimasi stupito nel vedere tutto il lato destro zeppo di donne velate a nero! Mi pareva di essere in mezzo ad un'adunanza di monache o di donne a lutto......... Entrai dunque in chiesa. L'Illuminazione, la musica, la pompa attiravano l'attenzione e destavano varie sensazioni .... iu nessun luogo p;ù che in Italia si rimane convinti che la musica di chiesa è la più pregiarle: essa è ad un tempo intelligib le per lo spirito, commovente pel core, attrattiva per la fantasia............ Non così facilmente si trova una città che abbia più bei dintorni (di Pirano). . . La città di Pirano viene governata da un Consiglio di trenta, il cui capo chiamasi Provveditore. I trenta membri vengono scelti a sorte nella Chiesa cattedrale da 800 capifamiglia, ed hanno cura delle rendite cittadine le quali devono ammontare a circa 25.000 fiorini . . . ' ......... Se i Piranesi parlano dei forestieri in loro presenza, si servono dell'espressione: li siori baroni......la furberia si mostra in germoglio negli stessi fanciulli. . " Se la stagione è favorevole, alla sera le famiglie popolane dell'Istria siedono al di fuori delle loro case, dove formano dei grandi circoli, ed attendono i genitori di ritorno dalla campagna: questa vista ricorda i tempi patriarcali e le scene d' Oriente. Spesse volte si eseguiscono sulla via anche i lavori domestici; gli stessi .-arti e calzolai lavorano a cielo aperto sui loro banchi ; ed in mezzo della contrada diverse famiglie friggono in comune il pesce. Se un forestiere pa«!sa tra loro, lo salutano chinando il capo, dicendogli Padrone o sorpresa e costernazione leggevansi contemporaneamente sulla di lei faccia. Dalle fessure della tela era stata guardata da un paio d'occhi focosi ma tranquilli. — Fuori, fuori, Sauer, ripigliò copreudo colla mano la testa d' Oreste. I quadri potranno essere appesi più tardi . . . uscite dunque, e indicava la porta che Sauer annichilito non tardò d'infilare. Afferrò una forbice, e con mano tremante ma nel tempo stesso risoluta tagliò senz'altro la tela e mise allo scoperto la figura di una fanciulla di bellezza incantevole. — Dunque era proprio vero ! pensò la consigliera. Gli Uberti avevano ben d'onde se lo chiamavano ladro . . . orribile, orribile ... Ed egli uon ha voluto rimediare, ed ba lasciato che i suoi oltraggiassero i derubati . . . ecco perchè la sua ultima parola fu "padiglione. Decise che il Van Dyck si dovesse restituire al suo legittimo proprietario, e subito perchè domani egli doveva partire. Uscì, chiuse l'uscio a chiave e dal pianerottolo chiamò Lillì, ma senza effetto. La giovauetta, dopo di avere abbandonato la stanza, era scesa in giardino crucciata dal pensiero ch'egli se n'andava seuza lasciarle nemmeno uu addio. Procedette verso il pa- diglione senza por mente al sole infuocato che le dardeggiava la testa, nè alle spine dei cespugli che le laceravano il vestito, uè agli uccelletti cinguettanti coinè se la volessero persuadere di non continuare la via poco confacente all'orgoglio ed al costume di donzella. Entrò nel padiglione; lo vide avanzarsi a testa bassa , . . e poi i loro occhi s'incontrarono. Lillì, gridò con indicibile espressione, e in un attimo le fu appresso, le prese la mano, e si p e„rò per scrutare quella candida fac-cina che sorrideva senza abbassare lo sguardo. — Lillì, ripetè con voce più vibrata, la sua appari/.ioue qui sarebbe una grande crudeltà se non.. .s'intTruppe e lasciò andare la mano che stringeva; poscia soggiunse : Io non voleva più rivederla ... ma il suo sguardo mi era divenuto tinto necessario per la mia vita quanto il respiro ... io non la dimenticherò mai Lillì, mai. Parto confi laudo nella quantità dei chilometri di te:ra e d'acqua che saranno tra noi, e nell'azione benefica del tempo ... ma il pensiero ch'ella possa appartenere ad un altro mi fa bollire il sangue... Tacque guardando oltre nella direzione di Lillì che si volse. Stava sulla soglia la consi- Padrona se è donna. L'inverno nell'Istria non è rigido; ma basta che il Termometro mostri solo alcuni gradi oltre il gelo, perchè gì' istriani strillino «ssere quello un freddo della Bussia o della Siberia. Quindi tutta la famiglia siede intorno al camino od anche intorno al focolare insieme ai parenti, e si tratta degli interessi della famiglia. Le donne approntano intanto la cena, e gli uomini attizzano le brace raccontando i pericoli degli ultimi viaggi di mare. I diversi gruppi del circolo famigliare, e la magica illuminazione rossiccia che batte sulle facce, presentano un quadro assai animato di Tender o di Ostale. (Continua) DELL'ADRIATICO IN GENERALE Eimettere alla luce scritti che concernano le cose nostre, pubblicati circa venti anni fa nella Porta Orientale, libro che portava il modesto titolo di strenna, colla tiratura di limitato numero di copie (delle quali pochissime esistono, pochissimi allora, come sempre avviene, avendone saputo riconoscere l'i in portanza) riteniamo opera utile, perchè è utile che quegli scritti ritornino alla portata di tutti, perchè è utile il rifornire ad essi l'opportunità di raggiungere gli scopi pei quali comparvero. Perciò oggi, termita la riproduzione dei Cenni etnografici sul-VIstria, cominciamo a riportare il lavoro Dell' Adriatico in generale del prof. Antonio Coiz. (P. 0. anno III, 1859). Anche i mari hanno una storia e dividono colle nazb ni circostanti le memorie luminose e le speranza dell'avvenire. Così è dell'Adriatico. Dacché il Mediterraneo, per cause a tutti note, cessò, or sono circa tre secoli e mezzo, di essere strada e centro di commerci europei, anche l'Adriatico ne sentì per così dire il ristagnamento ; e dacché il primo sembra voler essere restituito alla pristina sua fortuna, il secondo non potrà a meno di parteciparvi e di -dividere eoli e-,so il grandioso avvenire. Di qui la fretta con che le nazioni litorane cercano di trovar posto sulle spiagge del Mediterraneo, anco sui lidi dei seni più riposti e di assicurarvisi uno scalo, uno stabilimento qualunque ; e per conseguenza lo studio delle insenature più remote e prof nde, e lo se. ndaglio dei porti e deile rade meglio accessibili. E ben a ragione: cbè male farebbe i suoi conti chi volesse aspettarsi la fortuna in casa, fenza prepararvisi operosamente a meritarla. - È sotto questo punto di vista che intendo rivolgere agi' Istriani una franca parola, nell'atto di accennare brevemente alla fisono-mia generale dll' Adriatico, e ai suoi rapporti fisici, etnografici e statistici. lincino dell'Adriatico Il Mediterraneo sì bene frastagliato, quanto alcnn altro mure interno, s'insena più profondamente fra le coste italiane e i lidi illirici ed albanesi, e viene a formare il golfo, che va iainente denomina- gliera, ma il suo fare era tranquillissimo e quasi contento. Lillì rimase ferma ove si trovava come se quello fosse per lei il posto più naturale. — Z a, vieni troppo tardi, disse la gio-vanetla colla faccia accesa. Si, egli nou mi ripugna ... e poiché l'ho ferito profondamente sono sua. Tu sei la benefattrice della mia famiglia, za Baiberina; m'hai amata sempre da madre., io ho molto combattuto e sofferto perchè voleva che la gratitudine avesse la vittoria. Chiamami ingrata, privami della tua benevolenza, io ne rimarrò afflitta pei sempre... ma io lo seguo. E in così dire posò la testa sul petto di Dora, che fino dalle prime parole 1' aveva stretta col braccio, e che ora pareva quasi che volesse portarsi a casa la fata acquistata con tantafatica. Frattanto la consigliera s'era avvicinata, e: — Fanciulla, le disse con calma inaspettata, tu non mi hai ancora conosciuta bene, perchè altrimenti m'avresti dimostrata più confidenza. Ma smettiamo le inutili querimonie, forse la colpa è mia. Una sola cosa devo diiti: — Vuoi accompagnarti a quest'uomo, di cui non conosci il passato; sai bene che il poco che di lui conosciamo. .. — Oh zia, non una pa- to nelle vicende dei tempi più di frequente fu detto mare Adriatico dall' antica città etrusca Adria, od anche golfo di Venezia dalla città che più a lungo vi tenne dominio. — È situato tra il 39°, 40' e il 45°, 55' di latitudine boreale, e fra il 9U, 50' e 17°, 30' del meridiano di Parigi; di forma oblunga; colla giacitura di sud-est a nord ovest, e con uno specchio d'acqua di circa 74,01)0 chilometri au., che sarebbe la deciinasettima parte dell'intero bacino mediterraneo. La sua imboccatura, larga 70 chilometri, è fra il capo Linguetta, dove più sporge 1' Albania negli Acrocerauni e il capo Otranto, che vi sta di fronte. Se da questa imboccatura si tirasse una linea fino alla estrema spiaggia settentrionale, il golfo darebbe 742 chilometri in lunghezza, con la media larghezza di 167. Senza dire dei vari principi elementari dell'acqua di questo bacino, e del grado di salsedine la quale presso a poco è come quella del Mediterraneo (proporzione del 50'0), dirò piuttosto come vario ne sia il fondo, che dopo lunghe fatiche si è giunto a scandagliare. Nelle bassure maggiori, cioè di ltìO e 200 metri, si è trovata una congerie di polipai e di testacei mescolati a renaccio e terra, ma più generalmente fingo. Presso alia riva italiana incontri argille, sabbie e ghiaje ; sulla opposta invece ripide roccie. E varie sono anche le vicende delle maree e quelle del movimento perenne dell'acqua che forma la corrente litorale. -- Le maree sono senza dubbio maggiori alla costa venet /-istriana dove a certi tempi (settembre, ottobre, novembre) fanno rimontare le acque fino a metri 1. 20 e 1. 50, e qualora insista 1» scirocco, perfino a 2. Decrescono invece via via che ti cala verso Otranto, e appena si avvertono là dove il golfo s'allarga nel Mediterraneo: prova che n'è cagione principale la spinta che alle acque danno i venti, ammassandole in una via senza uscita. 11 fenomeno della corrente poi tanto importante per la navigazione, si fa sentire presso amendue le coste ; varia però intensità in ragione dei venti, delle maree e del discorrimento de: lidi. Radendo i lidi dell' Epiro, e girati gli Acrocerauni, e tra la corrente nel golfo colla media profondità di 7 a 8 metri sotto lo specchio dell'acqua, e tenendosi alla inedia distanza di circa 18 chilom. da terra; spiegasi lungo le coste tortuose di Albania e Dalmazia fino all'altezza delle isole del Quarnaro, dove interrotta e bipartita, con un ramo prosegue il movimento generale presso le insenature e i risalti dell'Istria e della Venezia, celi'altro piglia il largo e attraversa direttamente il mare sino ad Ancona. Quivi però i due rami si raggiungono e uniti scendono verso la Puglia. — È naturale che alla imboccatura dei fiumi, fra le isole e gli scogli e dovunque è interrotto e irregolare l'andamento della costa, la corrente devi i dal suo cammino, e presenti non poche anomalie. Perciò, lenta nel suo cammino lungo la costa orientale e quella di Venezia, non giunge a percorrere più di 6 o al più 8 chilometri per giorno, mentre sulla costa pugliese ne percorre perfino 3 e 4 all'ora. Coste e Orografia L'Appennino che s'affaccia all'Adriatico presso Rimini, per correre indiviso lungo la penisola italiana, fino a terminare al capo Otranto con un ramo e col-l'altro nelle Calabrie, forma il lato sinistro del mare per una linea di 630 chilometri ; mentre le catene alpine colle molte loro diramazioni ne formano il lato orientale. — La catena alpina d'Oriente, che per lungo tratto serba tuttavia il gentil nome di Alpe Giulia, ha coininciamento là dove sorge 1' ultimo gigante delle Carniche, il Tricorno. Dal Nevoso, sotto il nome di monti dilla Vena, entra a formare la buse della penisola istriana, levandosi al monte rola di più, gridò Lillì, portando la mano alla bocca di Doni che voleva parlare. Il poco che ne sapevamo o, per meglio dire, il p >co che scioccamente ne avevamo congetturato, era una j delle sue più nubili azioni; e tutte e due gli ] chiederemo perdono. — E tuo padre? — Egli benedirà la mia scelta allorché avrà imparato a conoscere Doni. — Allora non ho più nulla da soggiungere: la tua risoluzione mi rende felice. Lillì! sta in te il riparare il grave torto commesso dai discendenti d'Enrico verso quelli d'Uberto! E raccontata la scoperta poco prima fatta, andarono tutti e tre nella camera verde. Il giorno dopo alcuni operai lavoravano allegramente nei due giardini. Cadde la verde siepe che doveva '"crescere fino al cielo», e con essa il padiglione. L' incognita passeggia alla sera in tutti e due i giardini con passo che sempre più diventa tranquillo, perchè conscia di essere circondata di cure amorose; e Sauer diviene sempre più intollerante per le storie diaboliche di Dorolea, sapendo che il Nero, creduto finora figlio dell' inferno, possiede uno dei più bei cuori che si possano trovare sotto la cappa del cielo. Fine. Maggiore (4300 piedi), e distrecciandosi nei Carsi e nei inonticelli che mano mano vanno degradando fino a mare. Dallo stesso Nevoso si snoda altra catena sotto il nome di Vellebich (Alpi Bebie), che corre ad aggiungere le Alpi Dinariche propriamente dette, e quindi ad occupare la Dalmazia fino al Moutenero, in faccia all'Adriatico. Da qui si staccano i monti albanesi, a diversi andari, che finiscono nelle roccie della Chimera, gli aspri Acrocerauni degli antichi, aventi di fronte, come avvertimmo più sopra, le ultime pendici orientali dell'Apennino. — Lo spazio tra l'una e l'altra cordigliera è occupato dal bacino adriatico, che rappresenta così una lunga valle, quasi d' ogni lato chiusa da monti. Sono però diverse le due coste, sia che si riguardi all'aspetto che presentano, sia che se ne esamini il multiforme svolgimento. — I monti che precludono l'Adriatico ad oriente, non formano che a sbalzi delle serie continuate, a mo' di giogaja, e spesso progrediscono difilati fra terra, facendo emergere qua e là pendici, clivi, ripiani che con isvariate sembianze si progettano nel mare. Più spesso son rami secondari, paralelli alla catena principale, con vette aride e brulle, alte fino a 5000 piedi, i quali con fianchi stagliati a precipizio, s'immergono nell' acqua e s'anco più dolcemente si inclinano, con meno di contorcimenti e squarciatore, quasi tutti finiscono in gioghi irti di roccie e di nude crete ; gioghi che si alineano in forma di orridi muraglioni, o appuntansi in piramidi assai elevate. La linea quindi che segna il limit« della costa per tntta la sua lunghezza, si presenta oltremodo irregolare. Tutte le possibili curvature le sono proprie: ora pmeede all' aperto, ed ora rientra fra terre basse e rinchiuse, fra burroni e precipizi ; prende un istante l'andamento naturale dall'est all'ovest, e tutto ad un tratto ripiegasi bruscamente ad angolo saliente intorno ai dossi, e fendimenti, e ne' siivi giri e rigiri corre in tutte le direzioni. In una parola, lo sviluppo di questa linea è sì tortuoso, che la più viva immaginazione non saprebbe figurarsene di più strani e capricciosi. L'Ap»nnino invece svolgesi più regolare ed uniforme. — Raffigura infatti una giogaja a due pendici, che scendono a guisa d'anfiteatro, l'una più annia verso il Tirreno, l'altra più stretta, ripida talora, verso 1' Adriatico. Soorgesi più di spesso sull' Apennino anche da questo lato un digradamento di colline e poggi, che fa' ili s'avvallano dall' erto della catena fino alle spiagge, e là pure dov' esso si sporge negli alti promontori del Conero. del Gargano, di Otranto, non offre quasi mai gioghi dirupati e rivolgimenti a sbalzo, ma linee dolcemente incurvate e regolari, come alle rade di Brindisi e di Manfredonia. È agevole dunque rilevare il carattere che distingue le due coste. Erta, scoscesa, rocciosa l'orientale, piana e sabbiosa l'occidentale; la prima ha mare profondo. seminato di scogli e di frangenti ; mar basso la seconda e senza intoppi che ne interrompano la continuità: quella è fronteggiata da una serie continua, d'isole, dalla figura allungata e dal dorso rilevato in monti, distese tutte parafile alla costa, qua sparse (come Meleda, Curzola, Lesina, e le maggiori in Dalmazia), e là raggruppate intorno ad una principale, e ordinate talvolta le minori in doppia fila frammezzo un labirinto di stretti e di canali ; la occidentale invece è quasi senza isole, se togli le piccole Tremiti e gli isolotti che fan corona a Venezia, ma ha invece dune, scanni, banchi di sabbia: la destra sì bene sviluppata e frastagliata vanta abbondanza di seni, di rade, di porti; la sinistra per lo contrario n'è assai povera, ha difficili ancoraggi, e i pochi suoi porti si veggono abbandonati agl'interramenti, o lasciati scadere alla condizione d'insalubri lagumi e paludi (Ravenna, Brindisi, Otranto). A dir breve, la costa o-rientale fu e dev'essere per tutte queste ragioni sulla vera strada commerciale dell'Adriatico. Riguardando poi il carattere delH costa di Venezia, non poche diversità ci vengono notate. Dal punto in cui manca il baluardo dell'Apennino fin dove le basse colline giulie corrono incontro, al golfo di Trieste poco lungi dalle foci del Timavo, l'Adriatico si distende sopra tei re basse e sabbiose che gli danno una costa incerta, instabile e smarginata dai fiumi. Gira questo tratto di costa per ben 177 chilom., in forma di semicerchio, sull'estremo lembo della pianura, a cui lontan lontano fan cornice le Alpi Carniche,-da qua e là in isporyimenti di terre e di sabbie minute, torti a destra dalla corrente ; ed è inteisecato d'acque salmastre e nereggianti, da vhIIì pescose (quelle di Cornacchie occupano 278 chilom. q ), da lagune (Venezia) e da paludi (costa del Friuli), coperti di canneti, tra i quali stali sepolte le rovine d'illustri città. Tutto calcolato, vantaggioso risulta in complesso lo sviluppo delle coste adriatiche. Senza far conto delle minori insenature e di tutti i più piccoli serpeggiamenti dei lidi, lo sviluppo litorano confa 2595 chilometri circa, dei quali 113! appartengono alla costa italiana da Otranto fino al Quarnaro — Quattro potenze bau signoria intorno al bacino dell'Adriatico:*) u) L'Austria dal Po di Goro fino a Du-bovizza, colla Venezia, cui lidi del Friuli, coli' Istria, col litorale libur-liico e cr ato, colla Dalmazia ed Albania austriaca . . . chilom. 127D 6) Il regno di Napoli da Otranto fino al Tronto, Cogli Abbruzzi e colla Puglia.........„ 556 c) Lo stato papale col Piceno, colla Romagna e col Ferrarese, dal Tronto fino al Po di Goro .... B 463 d) La Turchia coli' Albania ottomana da Dubovizza al capo Linguetta . „ 296 __(Contìnua) *) L'autore scriveva sullo scorcio del 1858. Illustrazione del primo anniversario Di Beatrice Portuari ne sappiamo poco assai. Morì il 9 giugno 1290 a venticinque anni, figlia del nobile e ricco uomo Folco, e sposa da tre anni di messer Simone de'Bardi. Tale fu lo splendore del suo sembiante che il sommo Poeta (1265-1321), come si sa, se ne invaghì perdutamente fino da fanciullo. Il Boccaccio ci racconta che secondo l'uso del tempo Folco Portinari aveva invitati amici e vicini a festeggiare il primo di maggio in sua casa. Fra i vicini era Dante, non ancora decenne, il quale dopo levate le mense, mandato a trastullarsi colla turba dei giovanetti, s' incontrò per la prima volta in Beatrice, che allora aveva circa otto anni; e coli'età crebbe la fiamma in petto all'Alighieri in guisa tale, che quando la seppe morta n' ebbe cordoglio acuto, e vivissima e diurna ne conservò la memoria tributandole culto indefesso. Per Beatrice scrisse il Canzoniere e la Vita Nuova, e l'ha fatta simbolo nella D. C. della Teologia e della Rivelazione divina, introducendo-vela fino dal II dell'Inferno. Beatrice fu sposa immacolata. Illustrazione del secondo anniversario Isabella Andreini nacque a Padova nel 1562, da poveri genitori. Era di una. bellezza singolare. Fino dall' infanzia s'innamorò della lettura e cominciò a verseggiare. A quindici anni fu sposa di Francesco Andreini. celebre comico ed autore di Pistoia. La compagnia ch'essi dirige'ano assunse il titolo di Gelosi dal motto; "Virtù, fama ed onor ne fer gelosi.„ Isabella divenne attrice di altissimo grido, e destò fanatismo tanto in Italia quanto in Francia: era fragorosamente salutata all'apparire sulla scena e poi l'accompagnavano a casa. Tutti i poeti contemporanei la inneggiarono viva e morta. Il Chiabrera, per esempio, cantò di lei: . . . Non mo se piè, che non scorgesse amore, Nè voce aprì, che non creasse amanti, Nè riso fè, che non beasse un core — ... Si trovò accerchiata da mille seduzioni, ma alla sua morte ella lasciò al marito il velo nuziale candido come la prima ora. Vittima a Lione il 10 Giugno 1604 di aborto, le vennero fatti splendidi funerali, e fu coniata una medaglia colle parole : Aeterna fama. Oltre che comica fu scrittrice: scrisse la favola pastorale Mirtilla, di varie edizioni; le Rime-, le Lettere ; e dopo la sua morte il marito pubblicò i Frammenti di alcune scritture ecc. Francesco ed Isabella furono i genitori di quell' Andreini, dal cui Adamo si volle che Milton avesse attinto a Milano il concetto dell'immortale poema. La famiglia Andreini occupa nella storia del teatro un posto eminente : tutti e tre comici di vaglia ed autori. Di Francesco abbiamo: Le bravure del Capitan Spavento, che contiene sessantacinque trattenimenti fra il capitano ed il suo servo Trappola ; Ragionamenti fantastici ; L'altezza di Narciso e VIngannata Proserpina in versi. Parlava il francese, lo spaglinolo, il greco, lo slavo ed il turco. Le opere principali del figlio Giovanni Battista sono : La saggia Egiziana (elogio dell' arte drammatica); Pianto d'Apollo (poesie in morte della madre); L'Adamo (rappresentazione sacra in cinque atti in versi) ; La Florinda, tragedia in cinque atti: v'hanno innoltre di lui otto commedie, cinque pastorali e tre poemi. Peraltro, ripetendo ii giudizio di chi ha letto i lavori degli Andreini, osserveremo eli' essi oggi farebbero in gran parte sonnecchiare : il che non toglie che sieno stati tre ingegni chiari e fecondi. Mutamenti nelle Commissioni Municipali (V. il N° 12). — Non avendo potuto i sig.i Giuseppe Giovannini e Francesco Vicich accettare l'incarico, l'uno di Commissario sanitario e l'altro di Direttore del civico Ospedale, la Rappresentanza nominò a voti unanimi, in luogo del primo il sig. Francesco Cada-muro-Morgante, e in luogo del secondo il march. Vincenzo Gravisi. Krezma e Palmieri — Ci fu dato di raccogliere alcuni particolari intorno a questi due giovane!ti, e non manchiamo di comunicarli ai lettori. Francesco Krezma nacque nel 1862 a Essek (Slavonia; ab. 14.000 circa). Dopo quattro anni passati nel Conservatorio di Vienna, uscì nel 1875 prima del tempo stabilito, avendo i professori dichiarato che per lui l'istruzione era già esaurita; uscì colmo di elogi e di onorificenze, e cominciò a concertare in mezzo al generale stupore. Benedetto Palmieri nacque a Napoli nel 1865, pronipote del celebre inventore dello sismografo. A quattro anni cominciò a toccare il clavicembalo diretto dal padre, e in seguito fu istruito privatamente da altri professori della sua città natale. A nove anni il re di Grecia ne premiò la valentia creandolo cavaliere dell'ordine del Salvatore. Terme di S. Stefano. — Verranno aperte il 15 giugno corr. Temperatura: 29° — 31° R. "Militare civico presidiantc la città,, nel 1806. (Da un almanacuccio di quell' anno). — Sopraintendente alle Ceroide della Provincia e Comandante: nob. sig. Tenente colonnello Francesco co. Grisogono. — Prima Compagnia de' Bombardieri. Capo-Maggiore sig. Filippo Davanzo; Tenente ajutante, sig. Francesco Braciadoro ; Primo Tenente, sig. Cristoforo Gerin; Secondo Tenente, sig. Antonio Pacanoni ; Alfiere, sig. Domenico Simeoni — Seconda Compagnia. Capo principale, sig. Mattio Gianelli; Primo Tenente, sig. Antonio Gianelli; Secondo Tenente, sig. Nicolò Fogliato; Alfiere, sig. Antonio Filippini. La tombola di beneficenza verrà giuo-cata qui il 29 corr. alle 6 pom. Il ricavato netto sarà diviso tra il civico Ospedale e l'Asilo d'infanzia. I Tombola fior. 100; II Tombola fior. 50; Cinquina fior. 30; Quaderna fior. 20. La cartella costa s. 20. Macchina stenografica. — Con questa macchina, inventata da un francese, si segnano fino a 250 parole al minuto, il che sorpassa la maggior possibile celerità oratoria. Sono 24 tasti, metà bianchi e metà neri; questi coloriscono lineette, quelli punti. La carta occorreute per il lavoro di un' ora deve essere lunga 20 m. e larga un dee. Ad ogni battuta la carta si svolge di circa mezzo millimetro. Così anche i ciechi potranno stenografare. Le università del Rejrno. -- 17 sono regie: Bologna (110.000); Cagliari (31.000); Catania (69.000); Genova (128.000); Macerata (19.000); Messina (103.000); Modena (56,000) ; Napoli (450.000) ; Padova (52.000) ; Palermo (195.000); Parma (48.000): Pavia (30.000); Pisa (46.000); Roma (180.000;; Sassari (25.000); Siena (22.000); Torino (205.000) ; e 4 libere : Camerino (12.000) ; Ferrara (68.000); Perugia (44.000); Urbino (15.000). Il primo cono-rosso drammatico italiano sarà inaugurato a Firenze il 9 luglio p. v. Gli atti si pubblicheranno in appositi volumi. Il Saltano Abdnl-Aziz (Dalla Rivista del Lunedi n. 3 di Trieste. — Brani). L'anno scorso chi scrive si trovava a Costantinopoli ; ricorreva un Venerdì, giorno sacro secondo il Corano. Il capo di tutti i credenti mussulmani, il discendente in linea più o meno retta di Maometto II. si recava in quel giorno con gran pompa nell'ex chiesa di Santa Irene, ora Moschea di Amurat, per fare la sua preghiera. Guidati tra la folla da un dragomanno della nostra ambasciata, ed avuta la fortuna di poter salire sopra un tronco di colonna, vicino alla tomba di Ros-sdane, si potè ammirare a bell'agio l'imponente uscita del Sultano dal vecchio Serraglio. Comparve montato sopra un magnifico cavallo, la cui gualdrappa era così carica di ricami in oro, tutti formanti la cifra del Sultano, da non potersi distinguere il colore : la briglia era tempestata di pietre preziose e stringeva un morso d' oro. Egli vestiva una specie di paletot bleu stretto alla persona, chiuso nella parte superiore da un fermaglio in brillanti : portava calzoni di raso bianco stretti alla caviglia, brodequins laccati, guanti color burro fresco : la testa era coperta dal fez della riforma, nel mezzo del quale un grande rubino fermava la piuma d'Airone, emblema dell'alto potere. Il Sultano avea una fisonomia abbastanza caratteristica : la parte inferiore della faccia era coperta da folta barba nera, la bocca sensuale con labbra sporgenti, il naso aquilino, ma l'occhio pareva quello di un uomo estatico o preso dal sonno magnetico: non fissava alcuno, ma sembrava rivolto a qualch'essere fantastico. Il Sultano Abdul-Aziz aveva la bravura di consumare ogni anno niente altro che 50,000,000 di lire, il terzo di tutta la rendita dell'impero. Nei pochi anni del suo regno avea fatto fabbricare quattro immensi palagi, uno dei quali misura un chilometro di facciata; ogni anno si faceva venire almeno quattro carrozze dalla Francia e dall' Inghilterra, che gli costavano somme favolose; aveva duecento donne, il fiore d'ogni bellezza, e quindi duecento famiglie coi relativi eunuchi, cameriere, servitori e tutto quanto ci va dietro. È noto come i softas che da molto tempo avevano costituito una specie di Società secreta nominata „La Giovine Turchia" alla testa dei quali si posero gli stessi ministri ed il capo degli ulema (sacerdoti) abbiano intimato ad Abdul-Aziz che il popolo non era contento di lui, e che doveva lasciare il treno. Bollettino statistico municipale di Mugg'io Anagrafe — Nati (Battezzati) 19; maschi 11 ; femmine 8 ; Trapassati 34 ; maschi 17 (dei quali 10 carcerati) ; femmine 3 ; fanciulli 8 (dei quali uno nato morto) ; fanciulle 6 ; Matrimonii 7. — Polizia, Arresti per schiamazzi notturni 7 ; per opposizione alle guardie 1 ; accattonaggio 1 ; Denunzie : per apertura d' esercizii pubblici oltre 1' ora prescritta 3 ; per contravvenzione alla pesca 1 ; in linea sanitaria 1 ; in linea edilizia 1. Sfrattati 17. Usciti dall' i. r. carcere 10: 3 istriani, 3 dalmati, 2 trentini, 1 goriziano, 1 dell'Austria inferiore. — I.icenze: per ballo 1, per apertura di pubblici esercizi oltre l'ora prescritta 2; per porto d'armi 1; per asta volontaria di effetti mobili 1. — Iiisinua/ioiii di possidenti per vendere vino al minuto 8; Ett 185, L. 18; prezzo al L. soldi 20-24-28. — Certificati per spedizione di vino 128; Ett. 267. L. 15; di pesce salato 2; recip. 14: Chil. 6:50 (peso lordo); di olio 7; recip. 9. Chil. 1723 dee, 50 (peso lordo). — Animali macellati: bovi 70 del peso di Chil. 14309, con Chil. 1262 di sego; vacche 8 del peso di Chil. 1241, con Chil. 148 di sego; vitelli 20; agnelli; MI ; castrati 1. Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) Milano. Prof. Giovanni Riosa (lì sem. del II anno) — Pisino. Vittoria Vlach (il II anno) — Venezia. Pietro nob. Venier (II sem. del II anno). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA CAPODISTRIA - TRIESTE e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice GIUSTINOPOL1 Incominciando col giorno 3 Gingno 1876 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. » » „10'/aant. » » 6 Poro- Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » I2,,mer" » - J /»Pom per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. , » » lO'/j ant. » r » 7 P0m' Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » Il mer » » 8'/.P°m Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carlo da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste TRIESTE, nel Maggio 1876. L'Impresa.