ILLTJSIOITE Gli uomini politici della provincia, da quelli che ragionano con la lor mente a quelli che conformano le idee secondo i concetti lor suggeriti dai primi, tutti gli altri nobili e borghesi, che amano in politica una metodica azione, ricca di diplomazia, vanno sostenendo la necessità del prete italiano per il nostro paese. Infatti al Comitato s. Giusto e s. Nazario affluiscono sussidi dai dicasteri dirigenti, mentre i liberali-na zionali sentono dover loro d'inviarvi patriottiche oblazioni. Non basta ancora : anche alla generosità della «Lega Nazionale» si ricorre per un simile aiuto, fìngendo di non sapere eh' essa dà agli studenti, che sono presso il Convitto diocesano parentino-polese, un totale in sussidi di circa cor. 2f>00 annue. Come si ardisce pretendere di più da una istituzione che ha per primo suo scopo la diffusione della lingua nostra nella nostra campagna? Non si pensa che la creazione di scuole là dove non ci sono, 0 dove vi sono di quelle innalzate soltanto per astio politico e a danno nostro, è opera già tanto umanitaria da garantire alla «Lega» la salvezza dell'anima, senza ch'essa debba gettar denaro al vento. Ed è gettato al vento quel denaro che si dà per i preti con l'idea che essi tornino utili alla causa nazionale. Il clero dipende dal vescovo, questi dal governo, quindi il primo per amore all' esser suo brama obbedire al secondo, che a sua volta, per affetto al primo prossimo, cioè a sè stesso, si adagia alla volontà di chi certo non è nostro amico ; dunque anche un prete che batte con noi il bicchiere alla fine di un brindisi sovversivo, deve, rientrato in sacrestia, predicare l'amore del prossimo; deve dimenticare d'essere italiano e d'aver nemici, non può rammentare al gregge 1 suoi diritti come nazione, ma deve ricordare soltanto che tutti siam tigli di Dio e che abbiamo sacri doveri verso la chiesa. Così non fa il prete amico della Cirillo e Metodio ; a lui è concesso di mettere in bocca a Cristo un linguaggio barbaro e a noi avverso, perchè dall'alto, non dal cielo, ma da Vienna, giunge a lui rassicurazione che così agendo non perderà i benefìci della parrocchia. Il prete italiano — pur sentendosi tale — è sempre saturo di clericalismo, e chi è clericale non può essere, per logica conseguenza, amico dei nostri ideali, non può far parte delle nostre istituzioni : ed infatti la «Lega Nazionale» non riceve aiuti dal prete italiano, che però pretènde d'essere da essa aiutato; mentre il prete slavo è l'anima della sua associazione nazionale. A queste verità si cerca di contrapporre degli esempi; ma sono così rari da non meritare l'inquinamento delle nostre coscienze ed istituzioni nazionali-liberali, che nella lotta dovrebbero servirsi soltanto eli mezzi laici ; sono rari ed alcuni anche macchiati da immorali azioni; l'esempio l'abbiamo da quel prete di Grisignana che tra giorni lascierà ii carcere e dal suo successore che abbandonò il posto per fuggire in America; gli e-sempi sono rari ed i più sono anche d'altri tempi, perche i protagonisti sono morti, o ancor poca vita possono godere. Si abbandoni una bella volta l'illusione che il prete italiano è necessario alla causa nostra, non si voglia insistere, per puro puntiglio, in un falso asserto, le cui dannose conseguenze si mettono in campo quando si vuole nascondere l'innata apatia. Non si dorma fidando nel prete italiano; ma si agisca: si cerchi l'amicizia del popolo, procurando di far nascere in esso l'orgoglio della razza, facile cosa questa, perchè l'innumerevoli nostre glorie non possono lasciar impassibile un cuore italiano ; mentre sono oggetto di gelosia per lo straniero; s'impari a conoscere più da vicino la nostra campagna e non si cerchino bellezze in terre nemiche, mentre la penisola nostra è uno svariato giardino che racchiude in sè le più preziose ricchezze della natura; si visitino i poveri villaggi e chi può vi faccia del bene; la «Lega Nazionale» prepari buoni maestri, aiutandoli negli studi, innalzi scuole quante più può, e gì' italiani di queste terre comprendano finalmente quanto nobile sia 1' opera sua civile, e non ab- bisognino dell'umiliante confronto con l'entusiasmo e l'attività del nemico per aiutarla. Quando la nostra lotta nazionale si baserà soltanto su mezzi civili, allora potremo dirci uomini coscienti e potremo essere superbi di noi ; allora soltanto saremo in grado di non paventare il nemico, che, approfittando del nostro vile letargo, s'è infiltrato già nelle città della costa a tutto nostro disonore; mentre coloro che che ci sono avversi sghignazzano alle nostre spalle. La Situazione' prèsStìté Ci sia di monito. ! teppe. Le concessioni di Pio X L'ultima Enciclica l'anno voluta chiamar così parecchi ottimisti convinti, cosi moltissimi malvagi, preti e 11011 preti, desiderosi del connubio tra clericali ed H partito moderato d'Italia; i primi in buona fede, reputando onesta 1' unione, provvida alla patria; malvagi i secondi, tentando di mascherare l'idee espresse da Pio X nell'Enciclica per poter accalappiare i più gonzi e renderli complici della formazione del novello partito, mentre altri ancora, in un cauto, avean di che fregarsi le inani, e da quell'ibrido presagivano lo sfacelo del vecchio e più forte gruppo politico della nazione. Ma Pio X, in uno scatto di sincerità che mal s'adatta alle usanze della corte Pontificia, in una sdolcinata risposta diretta al conte Medola^o Albani, al prof. Toniolo ed all'avv. Pericoli i quali, a nome dei cattolici d'Italia inviavano al pontefice un indirizzo di plauso, fa ampia luce ai raggiri del vaticano e si oppone a-pertamente alle interpretazioni fatte alla sua Enciclica. E fra altro scrive: «...la nostra Enciclica siili' Azione Cattolica in Italia fu da certuni male interpretata, quasi che noi dicessimo una cosa e volessimo intendere un' altra, e che, condiscendendo a dispense necessarie in casi particolari, volessimo abbandonare le t radi:, ioni gloriose del papato e rinunciare ai sacrosanti diritti della Chiesa ed alle rivendica zio ni di questa Sede Apostolica. ■— Noi, che sempre a-vemmo cura di parlare ai fedeli con quella semplicità che Gesù Cristo tanto raccomanda ai suoi Apostoli, non possiamo permettere che ci si faccia il torto di trarre fuori dalle nostre lettere quello che non v'è, nè fu mai nelle nostre intenzioni, e peggio ancora di torcere le nostre parole a sensi contrari al proprio...» Così scrive Pio X; che più? Noi intanto, a quei poveri illusi, non perversi speriamo, che pazzamente si sono affidati alla possibilità di una conciliazione tra ii Papato e l'Italia, ed ànno inneggiato al Pontefice patriotta, a quei tali che ora sanno in qual modo il Pontefice italiano abdichi alle pretensioni temporalesche, ora che lo àn sentito respingere una interpretazione da ottimisti, ora che lo àn udito smentirla rievocando le tradizioni, che chiama gloriose, dei suoi predecessori, e che lo àn udito riaffermare le rivendicazioni della Sede Apostolica, a quei tali moderati che colla loro alleanza aiutano i clericali nell' organi zza :■ ione completa di tutte le forze cattoliche in Italia, noi rammentiamo che da oggi non sono più un branco di poveri illusi, ma bensì diventano complici coscienti delle rivendicazioni pontificie in fondo alle quali si legge a chiare note la divisione della patria italica e la fine della sua libertà, Di una società ii Giovani Istriani Ò letto nell'ultimo numero dell' gida un articolo di x sul compito della democrazia ed ò avuto il piacere di vedere che le sue idee, concordano quasi co' miei pensieri. Scrive «se i redattori dell'Egida tendono veramente (oh, che lo dubita forse?) a trasfondere nelle masse le idee democratiche, a elevar delle masse la coscienza politica e civile, non dell'opera sola del giornale possono sperare gran fatto. Dell' altro occorre : la propaganda orale, la propaganda dell'opuscolo e del libro. Portate fra il popolo, al faro delle idee democratiche, la questione reli- giosa, le maggiori questioni della politica comunale, provinciale e di Stato, promovete le varie specie di società cooperative, istituite biblioteche popolari con? liberali criterii procedendo»-. Io sono in massima del parere dell' articolista. Mai possono far tutto ciò pochi giovani ? ànno essi i mezzi necessari? Possono con le poche loro forze, senza l'aiuto di tutta la gioventù della provincia (perchè credo che non intenderà parlare soltanto del popolo di Capodistria), sperare di far qualcosa di uttfé ?... Non lo credo. Ci vuol altro; ci vuole un'unione di tutti quelli che anno le nostre idee e i nostri principi; ci vuol denaro, e molto denaro, per poter essere sicuri di riuscire. Un giornale potrebbe essere soltanto il portavoce, l'organo della nuova società che dovrebbe comprendere in sè le giovani forze democratiche di tutte le città dell' Istria. Forse .r non à ben delineate le sue idee (credo sia socialista ed è quindi naturale in un giornale come è l'Egida); forse egli intendeva anche senza volerlo dire apertamente, spingere i redattori dell'Egida a mettersi a capo di un movimento per formare una tal società.... E perchè non potrebbero farlo? L'Egida è forse l'unico giornale che à cominciato una campagna contro il clericalume invadente, approfittante della lotta accanita che occupa quasi tutto il partito italiano della provincia contro lo slavo. Già 1'anno scorso s'era parlato su ciò ed era sorta l'idea di una tal società. Fu lasciata poi da parte per non so quali differenze di pareri sorte fra gli stessi che si formarono in comitato per studiare la maniera d'istituirla. Con un poco di studio e di buona volontà si potrebbe ritentare la prova e sono certo che si riesci-rebbe. Si deve formare una società che sia radicalmentè anticléricale, che abbia oltre lo scopo di combattere per l'italianità delle nostre terre, anche quello di combattere per la libertà di pensiero del popolo nostro. Lasciamo da parte tutti gli stolti pregiudizi e schieriamoci filialmente contro il clericalismo, non solamente con un giornale, ma uniti in un vincolo di comuni ideali, ina con tutte le forze giovani che abbiamo a nostra disposizione... Le incertezze, le indecisioni sono la causa prima di molte sconfitte; esse sono la ragione per cui tante belle imprese muoiono a pena nate, per cui tante giuste e sante idee vengono derise e gettate da parte. Fede ci vuole, ci vuole la coscienza e il coraggio delle proprie idee e non essere titubanti e non scoraggiarsi alle prime delusioni. Ho detto più sopra che molte cause giuste muoiono anzi di nascere ?.... Mi sono sbagliato: - non possono morire, non muoiono mai. Stanno assopite, si nascondono in poche anime di credenti, pronte a risorgere al primo cenno, forti sempre e sempre sicure della vittoria finale. Non ridesterete voi, a una lotta contro l'ipocrisia e la superstizione e il fanatismo del volgo, tutta la gioventù generosa e forte dell'Istria nostra?.... Mettetevi a capo di un tale movimento, tentate la prova, andate avanti per la via che vi siete scelta, che ci siamo scelta : in fondo a essa, dopo lotte continue, incessanti — è vero — ma ,a punto perciò più belle e più gloriose, in uno splendore di sole e superbi e orgogliosi di noi, troveremo la vittoria anche assieme al nostro popolo che è buono, che à forti idealità di patria e di libertà, benché ancora ignorante e non dirozzato dal nuovo soffio d'indipendenza intellettuale che spira ornai su tutto il mondo... Facciamo un appello, spieghiamo al vento la nostra bandiera dai colori fiammeggianti : non baderanno a ridicole idee di campanile i nostri fratelli delle città e delle borgate ; e sono sicuro che saranno entusiasti di poter unirsi tutti per il raggiungimento di uno scopo così bello quale è quello che vogliamo prefiggerci. Bixio. Non entriamo, per oggi, nel merito dell' articolo di Bixio, riservando, ben s'intende, ad ampia libertà di replica, Solo vogliamo rilevare talune co-serelle. Noi non facciamo ad x il torto di credere eh' egli, perchè socialista, si sia trattenuto, scrivendo su 1'«Egida», dal «delinear bene le sue idee», e d'altra parte codesto pensiero sarebbe (ce lo perdoni Bixio) alquanto ingenuo. Inoltre vogliamo dire ben alto che noi non si trae forza alla lotta per le nostre idee da Veruna speranza che il popolo ne abbia ad aver per noi, quando che sia, riconoscenza. Saremo paghi quando il popolo avrà compreso che la causa nostra, è la sua, e che è per questo che deve abbracciarla. N. d. r. Il gran sequestro L'oculatezza della polizia dello stato e quella del tribunale circolare di Rovigno salvarono ancora una volta l'Austria dalla rovina e nuove medaglie fregieranno il petto degli eroici soldati. Ma essi pur ben comprenderanno che 1' opera loro è lungi dall'essere compiuta, perchè chi non conserva una fotografia, una cartolina della romana Arena? Qual albo di raccoglitore sarà privo di qualche ricordo di Pola non solo civile, ma anche militare? Vadano dunque i baldi salvatori di porta in porta a chiedere alle gentili raccoglitrici di cartoline il permesso di sfogliare i loro albi e tolgano dalle eleganti pagine quanto compromette la sicurezza ' dello stato. Nel fare però tali perquisizioni armino i loro cuori di lungo pelo, chè altrimenti qualche lacrima di dolore potrebbe facilmente corrompere la loro fibra di baldi soldati. Non dimentichino nel loro giro di visitare tutte le camere di certe case di......, perchè là appunto maggior numero di navi da guerra, sempre su cartoline intendiamoci, affluiscono: esse portano il saluto di quel capitano, di quel tenentuccio libertino, di quel o quell' altro soldato che ebbero a godere uua memorabile notte d'amore. Non limitino la visita alla città di Pola, ma escano nella campagna a riprendere i saluti che il marinaro mandò alla vecchia mamma vedova, alla sposa addolorata, scritti in grossi caratteri sotto il disegno a vivi colori della corazzata che l'ospita. Non basta però frugare ogni angolo della campagna, bisogna percorrere tutte le altre città italiane della monarchia, affinchè le imbarca-zioni a rimorchio, per esempio, non giungano un giorno o l'altro nelle mani di Ricciotti. Ma fa mestieri ricordare che in Austria vi sono anche i pangermanisti e che quindi una perquisizione del genere starebbe bene anche da loro; e poi non si dimentichi tutti gli altri amici della monarchia, chè pur essi potrebbero usare malignamente di qualche bella fotografìa o cartolina del Panorama di Pola. L'opera di difesa dello stato non è però cosi ancor del tutto efficace; bisogna mettere in moto la flotta e stringere d' assedio la lunga penisola italica; mentre gli eserciti terrestri si collocheranno ai confini, bisogna perquisire i palazzi dei ministeri, le abitazioni dei ministri, e giù, giù sino a giungere all'ultimo casolare; bisogna portar seco numerosi mezzi di trasporto per caricarvi tutte le fotografie, tutte le cartoline della città di Pola e della flotta austriaca; ma si cerchi molto bene, perchè non è improbabile si possa trovare anche qualche piano; intendiamoci non di quelli da suonare. Dopo messa sossopra l'Italia tutta ancor molto mondo resta da visitare e molte altre illustrazioni di Pola e della flotta austriaca vi rimangono sparse. Quando tutte saranno raccolte e rese cenere, che si dovrà dare al vento, allora soltanto la grande opera sarà compiuta. Ma attenti di ^hon battere il naso, durante il faticoso giro, contro qualche cosa che somigli alla flotta di Togo, perchè allora, o zelanti funzionari, vi è certamente riservata la morte del gatto. E l'Austria? L'Austria non potrebbe far più ridere il mondo ! vi erano iscritti 252 scolari, di cui 35 erano sloveni, gli altri tutti croati, pertinenti per la metà alla campagna dell'Istria orientale e per un buon numero al territorio di Pisino. L'esito finale fu relativamente soddisfacente : di 202 scolari soltanto 11 furono definitivamente riprovati e 21 furono rimessi a ripetere l'esame in una materia dopo due mesi. La percentuale dei promossi è superiore a quella di tutte le altre scuole essendo dell' 83 %, il che significa, che verso questi scolari si procede con maggiore clemenza;' clnraltrove. L'affluenza a questo ginnasio è sempre maggiore: all'anno 1903-4 vi erano 164 scolari con una I classe di 37 scolari, quest'anno vi era un aumento di 38 scolari e la I classe fu scissa in 2 classi paralelle con 30 scolari per. ciascuna. Il corso di lingua italiana fu frequentato da ben 158 scolari per 2 ore settimanali. L'insegnamento della nostra lingua era impartito da quattro docenti Riassumendo ora le nostre ricerche constatiamo che nei quattro ginnasi dell'Istria vi erano iscritti alla fine d'anno 760 scolari, dei quali italiani erano 459, slavi 249 e tedeschi 52. Come si vede i tedeschi rappresentano un numero trascurabile e pur non di meno per loro fu eretto un ginnasio con esuberanza di forze insegnanti e di ricche dotazioni. E poi si dirà che tutte le nazioni sono trattate con la tedesca misura, Le scuole medie nella provincia. (Continuazione al N.o precedente). 11 ginnasio croato di Pisino que-st' anno conteneva 6 classi con 2 prime classi parallele. Alla fine d'anno Ciarle Settimanali — Discutiamo, cavaliere? Discutiamo, signore mie. Il De Amicis dice che le discussioni uccidono l'amicizia; ma egli parla d'amicizie maschili e perciò spero che noi resteremo buoni amici ugualmente, loro appartenendo al gentil sesso. Speriamolo, tanto più che lei essendo cu ratiere non vorrà certo esser sgarbato con le signore. Benissimo: ma su che discuteremo? Badino che prometto anche un'assoluta schiettezza, perchè io son fatto così: nemmeno l'incanto di quest'ambiente gentile riuscirebbe a farmi mentire per galanteria. Oh, oh, signor cavaliere, non vanti tante virtù civili! Sappia che neppur noi siamo fatte a segno da voler che tutti ci diano ragione per i nostri begli occhi.... — Approvo! — Che cosa?" L'aggettivo che precede «occhi». Non divaghi, ma discutiamo.... — Che battagliera è oggi la signora!... Ma di grazia, io glielo ò già domandato, su che cosa dobbiamo discutere ? — Non so neppur io.... Di cose leggere, in ogni caso, perchè con questo caldo è difficile trovar due persone che vogliano scambiar riflessioni filosofiche. E giacché ò ammirato la belleza degli occhi di.... di quella signorina laggiù.... — Veramente.... — Zitto, mi lasci finire. Così, dica qual'è la bellezza che lei ammira più nella donna. Begli occhi? Una chioma fluente e morbida? Una bocca fine e amorosa? Una figurina snella? Una manina da castellana? Un piedino da odalisca? — Punto primo: gli occhi. Ah, che divina cosa l'occhio azzurro come il cielo o nero come.... il diamante nero! La beltà degli occhi è un dono di natura veramente inapprezzabile. I capelli? Nulla di più dolce al tocco elio una ricca matassa di quella seta morbidissima che sfugge alla mano e l'accarezza insieme. Una bocca fine e amorosa? Oh, la bella bocca che chiama i baci è proprio la rosa che s'apre lusinghiera al bacio della rugiada. Una figurina snella? Ammiro assai non la diafanezza eterea di un'inglesina, ma la figura slanciata e forte a un tempo, la grazia unita alla salute. La manina, il piedino, quando meritano il diminutivo e son ben fatti, sono veri poemi di gentilezza. — Ma quale di queste bellezze preferisce ? — Tutte. —• Bravo lei! ci vuol poco e fin qui ci arrivavamo anche noi. Ma capirà che assai poche e forse, quasi quasi direi nessuna donna può vantar tutte queste bellezze e perciò bi- sogna accontentarsi di una o poco più. Non speri di cavarsela così a buon mercato e risponda a tono. Ebbene, mi spiegherò. Ammiro una bella donna, che sia abbia tutte le bellezze suddette, sia che gliene manchi qualcuna. Ma essa rimane una statua per me, se.... — Se.... — Se i begli occhi ignorano le lagrime dell'affetto, se i capelli stupendi sono cornice a un viso che nulla e-sprime, se la boccuccia rossa non sparse mai una buona parola, se la manina candida non carrezzò mai un bambino, se il piedino da odalisca, degno a punto dei tappeti turchi non conobbe mai la via che conduce a chi soffre. Davvero signore mie: amo la bellezza per naturale amore artistico, mi lascino dir cosi; ma essa poi mi è indifferente o anche antipatica se 11011 ha a compagna la femminilità. La bellezza ò una gemma che si deve incastonare nell' oro purissimo della bontà: altrimenti 11011 può brillare. Mi piaccion le donne quando sono belle e buone. E' perciò — in' inchino a lor signore — che questo salottino m'è caro. — Com'è gentile!... che abbiamo a rispondergli? Un'altra domenica forse anche noi diremo qualcosa sui signori uomini. Il cavaliere. LA COLONNA DELL'AGRICOLTORE Per migliorare l'allevamento de' polli (Cont.; v. N. prec.) A mio avviso però un allevamento per selezione così esteso, che di solito nell'allevamento degli animali sarebbe severamente proibito, è difficilmente possibile ; se noi provvediamo oggi di galli un villaggio e se nel prossimo anno 11011 mutiamo questi galli con altri di fuori, otteniamo nelle singole corti in parte già un allevamento di parentela. Ciò si può impedire mediante reciproco scambio di galli in villaggio, se 11011 si è provveduto il villaggio stesso con galli della medesima famiglia. Perciò la proposta di cui sopra è impropria perchè s'ha a che fare già fuori della stazione con animali più o meno uniti in parentela. In ogni caso la probabilità della parentela è tanto più piccola quante più stazioni dànno il materiale d'allevamento. 1 partigiani dell'incrocio troveranno in questa debole parte della proposta un fondamento per l'importazione di razze straniere. Ma ciò 11011 è. Prescindendo in generale dalla opportunità dell'incrocio, parla contro la circostanza che anche all'estero sono difficilmente ottenibili animali non parenti in grande quantità e ben conformati, i quali corrispondano al nostro scopo. Nulla anche si ottiene con la distribuzione d'animali che non sono in parentela, se il contadino non comprende, come accade quasi dappertutto, dello scambio del materiale d'allevamento. Nell'importazione di razze straniere non bisogna poi dimenticare il lato economico. Frequenti rinfrescamenti di sangue col materiale di differenti stazioni, una corrispondente selezione, e l'evitare incesti porteranno certo allo scopo della proposta di cui sopra. L'opera del maestro ambulante forse riuscirà col tempo a portar l'agricoltore allo scambio de' riproduttori. Le stazioni d'allevamento forniscono oltreché il volatile d'allevamento, poco volatile inadoperabile per allevamento, che trova impiego per ingrasso, e uova. La distribuzione di uova da covare, da parte delle stazioni. è raccomandabile solo qualora le stazioni forniscano uova d'animali 11011 in parentela, o altrimenti se le forniscono a allevatori assennati, perchè in caso, per mezzo della nascita d'animali maschili e femminili, s'otre a priori l'occasione di fare un allevamento di parentela. Volendo distribuire nella provincia uova per l'allevamento, ciò dovrebbe avvenire a condizione che i galli vengano ceduti alla stazione, per evitare incesti. La stazione d'altro canto dovrebbe obbligarsi a fornire in luogo de' galli consegnatile, altri buoni galli, naturalmente non in parentela co' primi. Tutte queste regole non si possono stabilire a priori, ma sono compito di organizzazioni speciali, p. es. di società per allevamento dei volatili (non di società sportive!). Dal fin qui detto riluce l'impor-tarza d'una severa tenitura di libri d'allevamento nella stazione, senza la quale non ci si può aspettare un buon risultato. D'altri mezzi pel miglioramento dell'allevamento son da consigliarsi la istituzione di società per l'allevamento dei volatili, 0 di sezioni per l'allevamento dei medesimi entro la cerchia delle società agrarie già esistenti. Tuttavia dovrebbonsi affidare a gente esperta la qual badi al bene dell'agricoltore, non allo sport. L'attività di queste istituzioni si dovrebbe specialmente estendere: 1. a divulgare il sapere con esempi e conferenze, 2. a fondar stazioni d'allevamento e dirigerle, od almeno a mettersi iu contatto con esse, 3. a promuovere esposizioni, escludendo 10 sport, a regolare il mercato, specialmente riguardo il commercio delle uova, la vendita secondo 1' età, la grandezza 0 peso, e a curare il,miglioramento delle condizioni di smercio. Infine vanno considerati gli aiuti dei governi e dello stato. (Fine) D.r Roberto Steiner. * * Prezzi de' prodotti agricoli del ca- podistriano su '1 mercato di Trieste. Nella decorsa settimana s'ebbero le seguenti medie e variazioni : Palate: inedia Cor. 7 il q. Pomidoro : media Cor. 8 il q. Fagiuoli: a 24 corone il q., coco a 24 cor. il q. Pesche: iu inedia a 30 cor. circa 11 quintale. Piiano Il gioco di tombola a beneficio della «Casa-di ricovero» sospeso domenica scorsa causa l'acquazzone ed il ventaccio devastatore, avrà luogo oggi ad ore 5 poni. La banda comunale sonerà durante il gioco 0 quella della Filarmonico-popolare — a tombola finita — si produrrà per la prima volta svolgendo un scelto programma. * * * Domenica in occasione dell' annuale sagra di San Lorenzo, a Santa Lucia, da Sebastiano Tamburlini avrà luogo una grande festa di ballo all'aperto. * * Addì 14 agosto a, c. verrà assunto da apposita commissione il danno causato dalla grandine nel Comune censuario di Castelvenere per un eventuale abbuono dell' imposta fondiaria. Era tempo finalmente ! Oitta,no-va, Cara Egida, Mi persuase tanto la verità dell' articolo intitolato Morale cristiana, contenuto nel Tuo N. d. d. 6 corr. che Te ne offro un altro esempio, dal quale si rileverà come se Egida piange, Emonia 11011 ride: A proposito di certa morale cristiana. Un prete (grigio per antico pelo) il quale ne fece di crude e di cotte impunemente, ma che oggi ha sulle spalle un processo canonico per imputazione di reati innominabili, dopo d'aver seminato asti e discordie fra questa pacifica popolazione, oggi in omaggio alla religione (ad niaiorem Dei gloriam) ospita in casa sua i redattori del noto libello, e dà loro gli appunti per una campagna diffamatoria contro gli attuali reggitori del Comune, contro il suo immediato superiore e contro tutte quelle persone, che di lui disgustate e scandalezzate dal suo contegno, ne mostrano schifo e perciò non lo trattano. Havvi di più, sempre a maggior decoro della religione, inscrive fra gli abbonati del famoso libello la propria serva, e si presta gentilmente per la diffusione del medesimo allo scopo evidente d'inzaccherare di fango gli onesti. E questo prete, che per le sue gesta fu dalla pubblica stampa designato quale mandrillo nero, questo prete ha il fegato (alta venezianaj di predicar dall' altare il perdono, la reciproca benevolenza e tante altre belle cose ! ! ! Come si conciliano i suoi fatti sporchi colle sue candide parole? Come l'odio diabolico eli' ei bandisce dal Sole coli' angelico perdono che predica dall' altare ? Sarebbe proprio il caso d'esclamar col Ghislanzoni : ...Allor che predichi Là sull' altare, Tanta morale, Veder mi pare Un vecchio satiro Dai peli grigi, Che al lupanare Fa il panegirico Di San Luigi. Un Tuo costante lettore. Pisino Società sussidiatrice per studenti poveri del Ginnasio reale provinciale di Pisino. La Presidenza della Società sussidiatrice per studenti poveri del ginnasio reale provinciale di Pisino invita i genitori o rappresentanti di quegli scolari, che aspirano ad essere sussidiati dalla Società durante Panno scolastico 1905-1906, a voler presentare alla Presidenza stessa le relative domande entro il giorno 31 agosto correnti' indicando la misura e qualità del sussidio chiesto. Istanze presentate dopo questo termine non verranno assolatamente prese in riflesso. U11 tanto valga anche per coloro che 11011 hanno dato ancora Pesame di ammissione per la prima classe. I11 pari tempo si pregano i genitori o rappresentanti di tutti quegli scolari che 11011 avessero per anco trovato alloggio e costo per il prossimo anno scolastico, di voler senza attendere il principio fare tosto le pratiche all' uopo necessarie, rivolgendosi eventualmente per informazioni alla Presidenza della Società, onde evitare poi confusioni e la possibilità che qualche scolaro rimanga senza alloggio. COMUNICATO *) Pietro Filippi Sintonia Filippi sposi Capodistria, 12 agosto 1905 Il presente serre quale partecipazione diretta. ! La Redazione si dichiara estranea tanto riguardo alla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori eli quella voluta dalla legge. NOTIZIA Abbuoni sulle imposte fondiaria e casatico, riduzione del contingente dell'imposta generale sull'industria e riduzione dell' imposta industria delle impresg soggette a pubblica resa di conto per l'anno 1905. In base agli Art. IV inclusive XI della legge 25 ottobre 1886 B. L. I. Nr. 220, gli abbuoni e le riduzioni d'imposta smmenzioeati vengono fissati per 1905 nella misura seguente: 1. L'abbuono sulla fondiaria, nell'ammontare del 15% > quello sull'imposta casatico classi e casatico pigioni, ad eccezione dell' imposta del 5% delle case godenti temporanea franchigia, nell'ammontare del 12'/8"/o dell'imposta erariale. Tale abbuono non si estende però anche alle addizionali non erariali, le quali perciò verranno commisurate e percepite sull'intera imposta erariale, senza detrazione dell'abbuono. 2. La riduzione del contingente dell' imposta generale sull'industria accordata già negli anni anteriori nella misuri del 25%, viene mantenuta ferma anche per quest'anno. 3. L'aliquota d'imposta industria da pagarsi alle imprese soggette a pubblioa resa di conto contemplata al § 100, capoverso 1 e 5 della succitata legge, resta fissata come per Panno 1904, nell'ammontare del 10% del reddito netto dell'impresa. Achille Piacentini redattore responsabile. Capodistria, Stai». Tip. Carlo Priora. STABIIìIJVIENTO tipografico editore C ARLÌO PRIORA CAPODISTRIA Opere - giornali - Opuscoli & y % & * ?it * * * * »? Jqdirizzi - jYfoduli per art] mit} i s trazioni Partecipazioni - Carta intestata - Carte da visita % * * % % % % * * Buste commerciali e d'ufficio - Coqti - Stichette ecc. ¥ 'M % % ;tt * % w. % Tipi greci X * * & * % * % Massima celerità — Massima esattezza — Prezzi convenienti. c±s Q=i PQ P=S P=H Ci f— ~ CO - t-U tu £L I | - O > OC V-' - oc t_u CJ> uu UJ oc o or o H H Orel e Vouch — Capodistria Stoffe da uomo e donna, coltrinaggi, tappeti, camicie, colli, cravatte e busti. Articoli minuti e guarnizioni. Italo Mar/ari — Capodistria Assume nel suo lavoratorio di oreficeria qualsiasi lavoro a prezzi di assoluta con- E—t P=q Benedetto Lonzar — Capodistria Grandioso assortimento in chincaglierie, oggetti di cancelleria e requisiti scolastici. Prezzi modicissimi. correnza. Drogheria E. 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