tednik Slovencev videmske pokrajine CEDAD/CIVIDALE . UI.B De Rubeis 20 • Te!. ,«32, 73, ,«W 3 ^ ^ 22 januarja PoStnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo 1 bis/70^o » Tednik / settimanale » Cena 700 lir — - Velike suze bojo kapale Velik vietar je gulu po dolinah an takuo se je medu snieh, de se nie vidlu vič ne bregu, ne vasi na gorah. Tu an moment snieh je zbrisu naše male vasi, ki modernasti cajti že dvajst liet majšaju an gledaju zničat. Ma kar snieh se bo odpušču pod soncan, velike suze boju kapale s kore an arde-če striehe se boju nazaj kazale dolin. Tud gorjanj po mokrih potieh se pobereju za dielan. Kar snieh je biu skru, tu an moment subitu oživi ku priet. Ma kar modernasti cajti su spremenil, težkuo je ustrojit. Dien strojit, zak mislim, de bi bluo pametno strojit ne zak kajšan če ustrojit, zak za ju reč tu glih lec ku «legge Visentini» na da ku no roko modernastin caj-tan za komplit ankrat za nimar tele male vasi. Tala je «l’era del supermercato», te male butige naj lahku zaprejo, naše male oštarije po brezieh, ke su miele nimar od tabaka za kadit an kafe za popit, do nit za kiek paršit, zaperjaju vse. Na makina «il calcolatore fiscale» straše naše te stare an brez čakat eutanasie jih dene čah kraju par mieru počivat. Dost krat smo čul reč «prekleta oštarija» zavojo naših pijancu. Ma prekletu je tud bit sami brez tega s kuon preguorit, čakat če sin se zmisne te parnest tàbak z doline an se na še pokregat za nu briskulu s parjateljmi. Prekletu je živiet samuo s penzionan, kar si biu vajen se parpomat s tojin malin komerčunan an naumno je, de Visentini gleda evasorje po zapuščenih gorah. Tud du Rime vedo, de an za lietos inflacjon na bo guorš, pa dižokupacjon ja. An teli naši mladi, ke maju malo troštanja ušafat dielu tud po sviete, more-bit deb še kiek ostalo v naših vaseh bi se znal parpomat tud doma, ku te stari. Kar se čuje: «An Jolanda gu Mečan je zaparla» sarce zaboli za nu drugo vas, ki gre v nič. Ma obedan se na gane an tuole nie samuo v Nediških dolinah, ma po gorah od vse Italije. An jest se uprašan zaki vsi kupe naši kamuni an Comunità montane na pišeju telemu ministrunu za mu parpoviedat, kuo stojo reči an kuo za na nič udobit, se nardi veliku škodu. Bruna Dorbolò Strazzolini Zima črnobelem ALLA BENEŠKA GALERIJA Venerdì 23 la mostra di Lacasella L’inaugurazione della mostra delle incisioni di Silvio Lacasella è stata spostata al prossimo venerdì 23 gennaio alle ore 18. Il rinvio è dovuto alle difficoltà venutesi a creare nella zona delle Valli del Natisone per il maltempo e le abbondanti nevicate che hanno reso pressocchè impossibile muoversi nelle strade. Lacasella sarà presente di persona alla inaugurazione e sarà presentato, come annunciato, dal critico Luciano Perissinotto. Parteciperà anche l’assessore provinciale Enrico Bulfone. La Beneška galerija, che ospita l’importante rassegna di acqueforti - acquetinte, invita tutti a questo interessante appuntamento con un esponente qualificatissimo dell’arte incisoria. A S. Pietro il 13 febbraio giornata della cultura slovena A S. Pietro al Natisone la giornata della cultura slovena sarà celebrata il 13 febbraio con un programma già in fase di definizione: momento centrale un concerto del pianista Giorgio Rudi ed una mostra dello scultore Negovan Nemec. Ne è promotore il Centro studi Nediža con altre associazioni locali. Ha già assicurato la presenza il dott. Gabriele Renzulli, vice-presidente della Giunta regionale. Meteorologi pravejo de slave ure nie še konca V pandiejak je vse, al pa malo-manj vse spet zaživielo an mies magli je pokukalo sonce. Vremenoslovci - meteorologi pa pravijo, de slave ure nie še konca. Na vemo, ka nas čaka, vemo pa kako je bluo.? Bluo je puno mraza, snega, ledu, vietra an zametu. Zavojo tega se nie moglo do vasi ne samuo v gorah, pa tudi v dolini. Snežilo je vas tiedan takuo, de grede ki so čedli poti, je spet bluo za očet. Koriere, makine... vse je bluo ustavljeno. Zapriet so muorli Suole, urade an nekatere fabrike. Seje tudi zgodilo, de snieg je utonu striehe. Manjkala je luč an v kajšni vasi tudi voda. Go par Štupc so bli zameti veso-ki 3-4 metre. Pru takuo v Dreki. Pakere so gučale po cele dneve pa kjer ni bluo dost snega je parpoma-gu še vietar. Takuo vsi kamuni naših dolin so poklical na pomuoč sudate za de odprejo poti v te narmajš vasi, kjer so bli ljudje popunoma odtargani od sveta. Narguorš skarb vsieh pa je bila, de bi na paršlo do bedne boliezni. «Kakuo prit do zdravnika, al pa do bolnice?». Je pa tudi ries, de snieg je par-nesu veseje, posebno otrokan... an tistin, ki postrajajo makine. Še kietne, ki so jih muorali nucat an Čedajci po nijh miestu, niso nič pomagale. Vič ku kajšan je pa poško dovau avto V (foto Paolo Petricig) Ragazzi, è nelVistruzione il vostro e nostro futuro A gennaio c’è un importante appuntamento per i ragazzi che frequentano la terza media e stanno quindi per concludere la scuola del-l'obbligo: devono infatti scegliere se proseguire gli studi e a quale scuola superiore iscriversi. È questa una scelta non facile, nonostante l’orientamento fatto nella scuola media inferiore. È una scelta difficile che coinvolge tutta la famiglia dello studente. A dire la verità molte volte nelle nostre valli il problema non si pone nemmeno e si decide semplicemente di interrompere gli studi. «Tanto non serve», «È meglio andare a lavorare», questo è il tipo di riflessione che diventa a nostro parere sempre più frequente nelle nostre famiglie dove si tende tutt’al più a preferire la scuola più «facile» o più breve, quella che avvia diretta-mente al lavoro o ad una professione. In passato questa scelta poteva essere giustificata dalle condizioni economiche della nostra gente che non era in grado di sostenere il costo per l’istruzione superiore o universitaria dei propri figli. Oggi questo è vero solo in parte. Spesso si rinuncia a proseguire gli studi perchè il diploma non garantisce l’occupazione, perchè piuttosto che affrontare i sacrifici imposti dalla scelta di proseguire gli studi si preferisce cercare direttamente lavoro. Tutto ciò in una visione della società dove ciò che conta è il denaro, il possesso dell’automobile, di altri beni di consumo e comunque di una maggiore disponibilità finanziaria. Sulla base quindi di luoghi comuni quali «Il diploma non serve», «Perchè andare a scuola se poi non si trova lavoro?», si decide troppo spesso di interrompere gli studi, dimenticando però alcune questioni fondamentali. Nel complesso dei diversi settori produttivi, quindi occupazionali, si richiede oggi, in misura sempre maggiore, personale con titolo di studio superiore, spesso anche indipendentemente dal tipo di diploma. Questo perchè molto spesso tale referenza garantisce la capacità di inserirsi in breve nel processo produttivo e soprattutto di adeguarsi agevolmente ai processi di innovazione tecnologica continua che modifica incessantemente i mezzi, le tecnologie ed i processi di ogni realtà produttiva. Naturalmente il diploma e ancora di più il diploma di laurea danno anche delle competenze specifiche. Il diploma poi, anche se non assicura sempre l’occupazione, garantisce a chi l’ha conseguito i mezzi culturali per potersi muovere a suo agio nella società di oggi, di saperla interpretare meglio e di non dover dipendere da altre per ogni piccolo problema, quali possono diventare una semplice operazione bancaria, oppure una domanda al proprio comune, per non parlare di problemi fiscali e simili. Abbiamo ripetuto più volte, e ne siamo convinti, che la nostra comunità per non soccombere deve perseguire lo sviluppo economico del nostro territorio. La condizione indispensabile per la nostra crescita complessiva e quindi anche economica sta nel far crescere il nostro livello culturale ed il nostro grado d’istruzione. CON LA NUOVA LEGGE PER COMPLETARE LA RICOSTRUZIONE Altri contributi Il 6 ottobre scorso la Camera dei deputati ha approvato, grazie all’azione unitaria ed alla fermezza dei deputati friulani dei partiti democratici, la terza grande legge nazionale per il completamento della ricostruzione del Friuli terremotato. Complessivamente sono stati stanziati 2587 miliardi. Da qui deriva la legge regionale 55/86, entrata in vigore il 3 gennaio scorso e che prevede per l’edilizia abitativa nei comuni colpiti dal sisma un contributo ulteriore di 835 miliardi. Chi sono gli aventi diritto, quali i termini per la presentazione delle domande? In questi giorni sono stati affissi, a cura dell’amministrazione regionale, dei manifesti che riportano nel dettaglio tutte le norme della LR 55/86. Il loro difetto però è che non sono molto chiari ed immediati. Pensiamo quindi di fare cosa gradita ai nostri lettori - e soprattutto a quelli che non hanno avuto l’opportunità di conoscere quanto disposto dall’ultima legge regionale in questa materia e quindi di presentare le dovute domande per poter ristrutturare le case - presentando in modo schematico gli aspetti essenziali della legge, o meglio quelli che ci riguardano più da vicino. CHI HA DIRITTO? 1) gli emigrati all’estero che alla data del 6 maggio 1976 erano già proprietari di un alloggio e che non abbiano beneficiato fino ad oggi di alcun contributo; 2) i proprietari, o gli eredi di questi, di un alloggio alla data del 6 maggio 1976, che non abbiano beneficiato fino ad oggi di alcun contributo; 3) tutti coloro che hanno acquistato un alloggio, o vogliano acquistarlo ora, a patto che per l’edificio oggetto dell’acquisto non sia stato concesso un contributo superiore a tre milioni ai sensi di qualunque legge regionale. QUANTO PRENDE? I soggetti di cui ai punti 1 e 2 percepiranno un contributo dell’80% a fondo perso e del 20“7o a mutuo a tasso agevolato, sulla spesa ritenuta ammissibile. I soggetti di cui al punto 3 percepiranno un contributo di 20 milioni a fondo perso e la rimanenza a mutuo a tasso agevolato, sulla spesa ritenuta ammissibile. TERMINI PER PRESENTARE DOMANDE 180 giorni dal 3/1/87 per i soggetti di cui al punto 1 90 giorni dal 3/1/87 per i soggetti di cui ai punti 2 e 3 ALTRE CONDIZIONI In tutti tre i casi è necessario non possedere altri alloggi oltre a quello per il quale si richiede contributo. In tutti i tre casi è necessario possedere il verbale d’accertamento (quelle schede verdi rilasciate subito dopo il terremoto), di cui all’art. 3 della legge regionale n. 17 del 7/6/76, relativo all’edificio per il quale si chiede contributo. UNIONE EMIGRANTI SLOVENI DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA È nata la sezione di S. Paolo in Brasile Questo il direttivo: Natalia Sedola (presidente), Franca Maria Berrà (segretaria), Tranquillo Sedola, Carlo Coianiz, Anseimo Berrà, Ester Berrà, Dario Moderiano, Marcello Fabro e Alfeo Buiat (consiglieri) Abbiamo già ampiamente riferito sul 1° Convegno della Federazione dell’America Latina svoltosi a Rosario nello scorso mese di dicembre. Alcuni giorni dopo i dirigenti dell’Unione emigranti sloveni del Friuli-Venezia Giulia, riscontravano in un altro paese dell’America Latina le stesse esigenze di collegamento, di conoscenza, di cultura già emerse dal convegno in Argentina, anche a dimostrazione della validità delle proposte avanzate dai vari delegati. In effetti, Drescig e Clavora hanno inaugurato a San Paolo del Brasile la 1a sezione dell’Unione in quel paese. È importante rilevare che questa sede è la prima in assoluto delle associazioni regionali dell’emigrazione del Friuli-Venezia Giulia in Brasile. Bel colpo quindi per l’U.E.S.! Tanti erano, la sera del 16 dicembre, gli emigrati sloveni, ma anche parecchi friulani, presenti all’incontro organizzato dalla sig. Natalia Sedola originaria del comune di Taipana. Dopo una presentazione dell’Unione, dei suoi scopi, delle sue strutture nonché delle provvidenze regionali in materia di emigrazione fatta dai rappresentanti dell’Unione, il dibattito ha una volta ancora dimostrato che se si fà molto per l’emigrazione (Regione e Associazioni), è ancora troppo poco e che i fondi stanziati in quel settore possono diventare un vero e proprio investimento. Dalla discussione non sono, in effetti, venuti fuori solo i problemi, ma anche tante richieste ed offerte di collaborazione in vari settori di attività da quello culturale a quello economico. La lamentela che più volte è stata espressa è proprio quella relativa allo stato di abbandono dell’emigrazione regionale in quel paese, che nonostante le potenzialità che presenta è rimasta ai margini dello sviluppo dei rapporti tra la Regione e le comunità di corregionali all’estero. Vi è quindi tanto da fa- re in Brasile, anche in considerazione di quanto sta realizzando la Regione Veneto, in particolare nel campo della ricerca. Al termine dell’Assemblea è stato eletto il Comitato della neo-costituita sezione che sarà presieduto dalla sig.ra Natalia Sedola. Sabato 31 gennaio con inizio alle 9.30 si svolgerà a TOLMEZZO presso l’Auditorium comunale la Conferenza introduttiva per l’attuazione del progetto per lo sviluppo della montagna Svolgerà la relazione introduttiva l’assessore regionale al bilancio e alla programmazione Gianfranco Carbone, mentre le conclusioni verranno tratte dal presidente della Giunta regionale Biasutti. L’iniziativa è promossa dalla Regione Friuli-Venezia Giulia L’USL N. 5 DEL CIVIDALESE Potenzia il centro di salute mentale Il neo costituito Comitato di gestione dell’U.S.L., presieduto dal dott. Ol-dino Cernoia, nella seduta del 5 gennaio 1987 ha approvato il suo primo piano di interventi programmatori nella complessa problematica di interventi di carattere sanitario sul territorio dei quindici comuni gestiti dall’Unità Sanitaria Locale n. 5 del Cividalese. 11 piano, riguarda interventi nel triennio 1987-1989 per varie categorie di assistiti, i quali abbisognano non soltanto di prestazioni di carattere sanitario, ma anche di assistenza sociale. Lo sforzo più grosso riguarderà il potenziamento del servizio di salute mentale, il cui nuovo organico prevede l’assunzione di un aiuto del ruolo medico. Entro il 1987 prenderà avvio, presso la ex Casa per anziani di Cividale l’ho-spital day, operante cinque giorni la settimana. Si prenderà cura di pazienti affetti da disturbi mentali al fine di prevenire fattori sociali patogeni. Effettuerà inoltre opera di risocializzazione per coloro i quali abbiano necessità di recuperare aspetti legati alla personalità e al disagio psichico, quale l’impoverimento relazionale, sociale e interpersonale senza ricorrere al maggior trauma del ricovero coatto. L’organizzazione della struttura prevede uno spazio ed una sede autonomi, rispetto al Centro di salute mentale, pur essendo dipartimentata con il centro stesso e con operatori fissi al suo interno. L’aspetto sociologico e socioriabilitativo avrà la priorità sull’aspetto clinico-farmacologico. 11 soggiorno nelle ore meridiane prevede riunioni, attività mediche, attività risocializzanti, ricreative ed espressive, nonché tempi liberi individuali. Nel triennio è ipotizzata una spesa di 247 milioni. Il secondo intervento riguarda il progetto gruppo appartamento o appartamento polifunzionale: è una struttura rivolta a cittadini soggetti a rischi di istituzionalizzazione. Esso ospita un gruppo ristretto di pazienti che, mediante la presenza continua nell’arco della giornata di un operatore del Centro di salute mentale, fa superare al paziente momenti di difficoltà psicologici e so- ciali, legati al periodo della deistituzio-nalizzazione, a quelli di ordine familiare o alla carenza di autonomia fisica e psichica. Per i lavori di ristrutturazione dei locali e la gestione del servizio è prevista una spesa di 108 milioni, oltre agli stanziamenti già impegnati precedentemente. Inserimento ed integrazione sociale e lavorativa: questo il terzo intervento. La richiesta di utenza giovanile al Centro di salute mentale è in costante aumento. Apposita legislazione regionale permette l’erogazione di borse di lavoro, quale sostegno all’inserimento lavorativo, quale tappa per far raggiungere al paziente il recupero terapeutico, mediante l’attività lavorativa e la conseguente integrazione del tessuto sociale. Ulteriori interventi sono previsti per i corsi di formazione professionale o sostegni a cooperative finalizzate sempre per il reinserimento nella vita sociale per i pazienti psichiatrici. Nel triennio è prevista una spesa di 135 milioni. Il sistema di rilevazione dati computerizzati nell’ambito dell’U.S.L. è già funzionante nei servizi di ragioneria, catalogazione degli assistiti, ricoveri ospedalieri, acquisti economali e farmaceutici, nonché giacenze di magazzino. Più avanti sarà attuato per le rilevazioni del personale ed ora viene previsto per la rilevazione dei dati sui pazienti, che frequentano il Centro di salute mentale, per una migliore cura del paziente attraverso un più facile riscontro delle cartelle cliniche, una miglior integrazione fra operatori e servizi, una creazione di immagini epidemiologiche e un miglior uso delle risorse. Con una ulteriore spesa di 20 milioni si completerà la computerizzazione del servizio. 11 presidente Cernoia ha evidenziato come il piano permetta finalmente il decollo di un servizio che, per varie ragioni, non determinate dall’U.S.L. ha detto, ha dovuto operare per anni in termini di ristrettezza. Oggi la crescita riguarderà la ristrutturazione scientifica, il personale, come pure la modernizzazione degli impianti e gli interventi sociali e ciò nell’esclusivo interesse della popolazione del territorio dell’U.S.L. del Cividalese. RIFLESSIONI SULL’86 I problemi delle minoranze rimangono È passato un anno, l’economia italiana ha ricominciato a funzionare, l’inflazione è discesa a livelli europei, il prodotto industriale è ritornato competitivo su tutti i mercati. Tutto sembra andare per il verso giusto, forse siamo sulla buona strada, stiamo finalmente diventando uno stato moderno a tutti i livelli. Ho detto forse, in quanto coloro che cercano lavoro e non lo trovano sono ancora troppi e tendono a salire; la funzionalità del sistema, la sua estrema mobilità, legata alla computerizzazione offrono vantaggi immensi che tuttora non riescono a colmare la disoccupazione. Le varie monete stanno oscillando, talvolta in modo pauroso: il dollaro nell’ultimo anno è andato dalle stelle alla polvere; dicono gli esperti che bisogna risalire agli inizi degli anni ottanta per trovare la moneta USA così debole. Tutto questo probabilmente comporterà problemi nuovi che non contribuiscono certamente a portare serenità nella nostra economia. C’è il pericolo reale che il grande mercato americano non sia più così aperto e disponibile nei nostri riguardi e che ci possa essere un rallentamento delle nostre esportazioni. Dicono infatti gli industriali che è necessario ridurre i costi e perchè no i salari, per essere competitivi su tutti i mercati esteri. Quali possono essere le conseguenze per la nostra economia? È giusto puntare tutto sulle esportazioni, dal momento che non siamo in grado di progettare tutte le variabili sociali e politiche? Consideriamo invece il mercato europeo unitariamente, soluzione difficile da realizzare, ma necessaria, organizziamo le nostre economie in maniera più equa, senza gli squilibri strutturali, guardando al futuro e non al passato; apriamo maggiormente le porte, in modo organico e unitario sia ai paesi dell’Est che al terzo mondo. Forse raggiungeremo una realtà più stabile e più sicura. In questa nuova situazione possono essere risolti anche i piccoli problemi locali, quelli regionali e quelli delle varie minoranze che devono e possono essere aperte sia verso le economie nazio- nali che mondiali. Tutto questo rispettando le peculiarità singole e delle piccole comunità per quello che rappresentano e che potenzialmente possono ra-presentare. È indispensabile la partecipazione di tutti per la creazione di una nuova società dove la ricchezza del singolo sia legata alla valorizzazione del territorio ed alle sue varie vocazioni. Purtroppo c’è ancora molta strada da percorrere, l’86 non ha realizzato nessuno di questi obiettivi e tantomeno li ha avviati a soluzione. Si continua a discutere, a formulare ipotesi, a creare commissioni, quando è ben chiaro a tutti che l’uomo lavora e produce ricchezze quando si sente valorizzato e realizzato in un contesto libero e appagante. Una economia importata, non frutto delle proprie capacità, è destinata a frantumarsi in breve tempo e se per caso dovesse consolidarsi non darà i frutti sperati agli abitanti di quel territorio, ma l’utile, quello vero, sarà di altri. Non è un fatto psicologico nè strutturale; ogni uomo dà tutte le sue capacità intellettive e imprenditoriali quando si sente artefice del proprio destino. Non è moralismo quello che stiamo dicendo: una cultura esprime sè stessa anche in economia quando può valorizzare i suoi talenti. I talenti più importanti nelle zone di confine sono rappresentati dai suoi abitanti che devono sentirsi gli artefici della loro fortuna. L’Europa ha bisogno di tutti, ma in modo particolare delle minoranze che devono svolgere il ruolo di cerniera. D.P. Obvestilo Obveščamo občinske uprave, javne ustanove, društva in organizacije, ki želijo objaviti v našem časopisu svoje komunikeje, da morajo le-te poslati na naše uredništvo do 16. ure vsakega četrtka. Bivši dom za ostarele v Čedadu, kjer bo deloval center za umsko zdravljenje Stran 3 RODIU SE JE V DREKI OB BOŽIČU 1966. LIETA Dom ima 20 liet Na Božič je minilo točno dvajset let odkar se je rodil verski list Dom. Ob tej priložnosti smo vprašali njegovega odgovornega urednika msgr. Marina Quotizzo za oceno opravljenega dela v teh dvajsetih letih in predvsem, kakšen je pomen Doma, kakšna je njegova vloga danes in kakšne so njegove perspektive. Takole nam je msgr. Qualizza povedal po telefonu. Mislim, de kronika ki se tiče Doma je že zadost poznana, de jo bomo spet ponavljali. Pred 20 liet je paršla tala dobra miseu trem našim duhovnikam, ki so Valentin Britig, Emil Cencig in Mario Laurencig, da bi se arzšerila tudi med katoličani slovenska besieda. V Benečiji je vsaka fara včasih tiskala takoimenovane boletine, a teli so bli predvsem v italijanščini. Trieba je bilo, da nekaj podobnega bi se naredilo tudi v slovenščini, v našim narečju in tudi v književnem jeziku. In takuo je šlo in še zadost po sreč. N ih sedam liet od tega pa smo mislili, de bi bluo pametno de bi naredili tudi tajšan list, ki bi izhaju redno vsak miesac in tudi tuole se je posrečilo. Pred 4 lieti pa smo se uzeli sami v roke tole dielo in takuo je po-stau Dom kot neodvisni verski list. Tuole pride reč, de nie vič samuo en farni boletin ampak časopis, ki ima svojo upravo in svoj redakcijski odbor. Kar gre pa za pomien in vlogo, ki jo ima Dom za naše Slovience tuole, za glih reč, nie moje opravilo ampak tistih, ki ga prebierajo. Jaz pa morem reč, kar skušamo in želmo, de bo Dom. Želmo, de Dom bo glasilo an budilo vsieh naših slovienskih prebivalcev s telimi namieni: da bi naši Slo-vienci bili pogumni in prepričani, de Odgovorni urednik Doma msgr. Marino Qualizza so Slovienci; de bi našli v naši družbi prostor in uveljavitev kot enako-vriedni državljani; da bi ohranili naš jezik in našo zemljo, tuo in tuo zak videmo, de smo v nevarnosti, de izgubimo ne samuo našega jezika, ampak tudi našo zemljo. Še naprej, da bi pokazali pluralizem, ki je tudi v slovienski družbi, da bi pokazali tudi kristjansko miseu življenja naših ljudi, kot ključ za doumet in ocenit našo identiteto. Vse tuole si želmo an vse tuole skušamo naredit. Upamo, de naše dielo, ki ga opravljamo z velikim idealizmom bo sprejeto od naših judi in posebno še de naši ljudje spoznajo, de tala je dobra pot za njih bodočnost. GRAFIČNO IN VSEBINSKO NOV Jadranski za leto Zgodovinska, politična, družbena, gospodarska in kulturna stvarnost Slovencev v Italiji. Ta je vsebina Jadranskega koledarja, Almanaha Slovencev v Italiji, ki je letos izšel z novo podobo tako grafično kot vsebinsko, uredil pa ga je Duško Kalc. Jadranski koledar prinaša nekaj daljših znanstvenih prispevkov o naši stvarnosti, krajša mnenja in razmišljanja o različnih panogah, reportaže in novinarske prispevke. Svoj prostor ima, kot po navadi, tudi ustvarjanje na literarnem področju od esejistike do poezije. Zelo je bogat tudi prvi del zbornika, koledarski del, ki je opremljen z barvnimi fotografijami Andreja Vodopivca. Poleg pomembnih datumov in obletnic, informacij, pregovorov in šaljivih pesmi, so v tem delu objavljeni tudi razni recepti, napisani v krajevnem dialektu in knjižnem jeziku. Naj povemo, da so v tem sklopu tudi nekateri recepti iz Nadiških in Terskih dolin. Benečija je še prisotna z dvema pravljicama, ki jih je povedal Renzo. Gariup - Žnidarjev iz Topoluovega za katere je dve ilustraciji narisal Alessio Petricig. Glas iz Rezije prinaša pa pesnik Renato Quaglia. Gre za zelo informativen zbornik, ki je lahko čitljiv in ga priporočamo našim bralcem, saj nudi lepo priložnost se soočati s stvarnostjo vseh Slovencev v naši deželi. Naj dodamo, da so v letošnji zbirki Jadranskega koledarja še spominska proza Tržačani Marije Vojsko-vič, roman Tretji človek Grahama Greene, priročnik z barvnimi ilustracijami za Prvo pomoč in še stenski koledar ZTT z barvnimi reprodukcijami igralnih kart - tarokov Hinka Smrekarja. Ves ta paket, ki stane v prosti prodaji 67 tisoč lir, lahko kupite za 25. tisoč. Lahko naročite zbirko Jadranskega koledarja tudi v redakciji Novega Matajurja. Pohitite! K BENEČIJE ' lovToUÌe dan"es^predstavlja°n^e^^ T°P°- nega v grmiški J Jnekaj P°seb- *■ Do ne^vnega je bj]a°v I**?0 Spa’ samostojna, saj je fme i lf reIativno cerkev, trgovino in goSti?nn°' 2Upnijo' so bile težko prehodne & C6Ste pa neko svojstveno življenfe i J8 torej drugih. Od tu tesni n ocena °d ljudmi, povezava ? n^?Vezanost med sko tradicionalno kultom"1’ S s.loven-skim jezikom kar i! I ln sIoven-temu so seveda prispeSiff K dejavniki. Renzo na primer n rugi Je> da so v nippnvih vJm Pnpovedu-obiskovali verouk s 8 h letih vsi ;ss-saSw? ■sacfM otroških let. OmoeoéafnSP°m,njam iz vzpostavim stik zSt V' da hitro Pripovedni»™ °Tokl- Rad jim im TekdUr°iig^etTzlde ‘f vlieku "*1 Pelù mula i h ,s™r“ v"c° ‘ KP’l'i!!ek"»>o'ev“re„Te„eir.V'.' Arte: dipingere con l’acido nitrico Fin dai tempi antichissimi l’uomo si è provato di riprodurre le figure per avere così dei multipli della stessa immagine. L’idea nasceva dal modo stesso in cui si riproducevano delle forme in modo casuale: orme di piedi, di zampe, impronte di mani e così via. L’uomo inventò il modo di riportare disegni figurativi o astratti su carta o tessuto per mezzo di stampi realizzati con il legno, il sughero e... perfino le patate! Sono queste le tecniche grafiche, cioè di stampa, adottate dagli artisti primitivi e sono tuttora in voga, c non solo presso i popoli ai margini della storia. Tutt'altro. Esisto-ho esempi di altissimo valore espressivo realizzati con tecniche di stampa povere, manuali, come si Può vedere in varie pubblicazioni. Si affermò la tecnica della xilografia realizzata con l’incisione del disegno su una matrice di legno che, inchiostrata e pressata sulla carta o la stoffa, dava un numero illimitato di copie. È una tecnica difficile per le figure più complicale, ma facilissima e di grande effet-lo per i lavori di carattere più sintetico. L‘idea di incidere figure su lastre di metallo è anch 'essa antica, ma Quella di stamparle venne molto più tardi e fu forse casuale: si stampavano impronte di metalli incisi e decorati per conservarne il disegno. Tralasciamo per ora il discorso sulla xilografia e andiamo diretta-mente a parlare dell’incisione su metallo e alla successiva stampa della matrice per ottenere immagi-n‘ multiple. Come metallo si scelse il rame e perciò la stampa si chiamò calco-grafica. Lucidata a specchio la lastra dì rame, si procedeva alla incisione diretta del disegno mediante una punta d’acciaio, //bulino. La lastra inchiostrata veniva poi stampata in più copie con gli accorgimenti che descriveremo più sotto. Con vari strumenti si potevano anche correggere le matrici fino ad ottenere il risultato più corrispondente all’idea dell’artista. 1 procedimenti erano e sono tuttora svariati. Le fasi erano comunque due: l’incisione e la stampa. Più avanti si inventò un sistema più complesso, ma meno difficile dell’incisione diretta: quello dell’incisione non più a mano, ma chimica. Rivestita la lastra di rame con una vernice apposita, I artista eseguiva il disegno con una punta metallica in modo da scoprire il rame dalla vernice. Quindi eseguiva la morsatura immergendo la lastra di rame nell’acido nitrico, che allora era chiamato acquafòrte. L’acido nitrico mordeva le linee scoperte disegnate sul rame incidendole profondamente. Ripulita la lastra l’artista procedeva alla stampa. L ’operazione, simile a quella dell’incisione con il bulino, è alquanto complessa. C’è da inchiostrare la lastra a caldo, da ripulirla dell inchiostro che deve depositarsi solo nelle linee incise, c’è da eseguire quindi la stampa con un apposito torchio a rullo rotante. L operazione va ripetuta per ogni copia. La rapidità con cui si potevano eseguire le morsure convinse ad uti- lizzare la calcografia come mezzo per stampare illustrazioni per libri, ma non mancò un ampio utilizzo di carattere essenzialmente artistico. La mano dell’artista conferisce alle stampe un segno inconfondibile. Per un verso viene apprezzata la purezza delle linee, per altro l’intensità dei chiaroscuri, per altro ancora la profonda intuizione dei caratteri della straordinaria tecnica dell’acquafòrte, soprattutto quando interviene a rendere ancora più completa la lastra (o le lastre) un secondo trattamento chimico, quello dell’ acquatinta. Beneški kolendar za lieto 1987 BENEŠKI KOLENDAR LIETO 1987 Rembrandt - Crocifissione (particolare) Lo spazio per descriverla qui è poco. Basti dire che essa consente di ottenere superfici a colori perfettamente uniformi, simili all’acquerello. Dal 1430, data in cui si vuole nascesse la calcografia, grandi pittori furono anche grandi incisori: 10 furono il Dùrer, il Rembrandt, 11 Tiepolo, il Goya, ecc. Oggi di rado l’artista fa tutto da sè. Dopo aver realizzato alcune prove e una copia prototipo (il cosidetto bon a tirerj egli affida la stampa delle copie ad una stamperia d’arte. Quindi si limita a numerare e firmare a matita le stampe. Chi abbia visitato lo scorso anno la grande mostra dell’opera grafica di Afro a Udine, ha visto le grandi acquetinte a più colori (e quindi a più lastre) realizzate dall’artista in stamperie d’arte di Roma, Firenze e St. Gallen. Oggi l’intento illustrativo della calcografia è superato da nuove tecniche e soprattutto dalla litografia . Rimane quasi esclusivo l’intendimento artistico. Numerosi sono gli artisti che si dedicano esclusiva-mente all’arte della calcografia eseguendo di persona le incisioni e le stampe. Quest’arte ha buona diffusione nella nostra regione e rimane vali do l’esempio della Slovenia, grazie alla prestigiosa scuola di Lubiana, dove gli artisti eseguono incisioni e stampe di persona: presentano opere di grande formato, utilizzando più lastre e spesso combinando più tecniche affini. Paolo Petricig Ob koncu lieta 1986 je petnaj-stdnevnik Dom po že kar dugi tradiciji šenkau njega braucem Beneški kolendar. Lietošnji je že dvanajsti, saj je parvi biu napravjen lieta 1976. Parpravu ga je tarbijski gaspuod pre Emilio Cencig, ki je napisu besedilo vseh dvanajstih kolendarjev an vsi so v domačem slovenskem dialektu. Beneški kolendar pa je niekaj več od navadnih kolendarjev, saj prinaša tudi informacije o tem, kdaj usta-ja sonce an kakšna ura bo. Daje nasvete za zdravje, prinaša naše stare pregovore za vsak mesec posebe. Na koncu so pa druge pravce, včasih smiešne, včasih ne, vse pa so pune ljudske modruosti. Na lietošnjem kolendarju so tudi kratke poezije po dva štikijaca vsaka an osem verzov. «Benečija» je naslov adne poezije, ki pravi tako: Radi bodimo usi domà Kjer naš beneški rod živi Beneška zemlja bodi nam Najlieuši kraj tega svetà. Userod ku bratje in sestrè Slovensko govorimo usi. Vesela u cierkvi, po potieh Slovenska pesem naj doni. Naj povemo še, de je vsako lieto Beneški kolendar posvečen eni temi. Takuo, recimo, no lieto so bili zlati oltarji, drugo votivne cerkvice, lietos so pa na varsti fotografije nekaterih vasi: Petjag, Tarčmun, Gorenj Bar-nas, Landar, Podsriednje, Seuce, Ta-poluove, Polava, Gorenj Tarbi, Čarni varh, Hrast ovije an Kras (dreški). Slike so vič fotografu, ob vsaki vasi pa je kratek tekst, ki podaja osnovne informacije o tistem kraju. Izšel je Ukve Tik pred koncem leta je izšel tudi župnijski vestnik ukovske fare v Kanalski dolini «Ukve», ki ga ureja duhovnik Mario Gariup. List prinaša, kot po navadi, drobno krajevno kroniko vsega leta 1986, članek o šestem mladinskem raziskovalnem taboru, ki se je lani odvijal v Kanalski dolini, recenzijo o knjigi Valbruna - Ovčja vas, ki jo je napisu duh. Mario Gariup in je lani izšla pri ZTT ter druge informacije. Največ prestora pa lanska številka Ukev posveča zaključni prireditvi Glasbene šole, tečaja slovenščine in ročnih del, ki je bila 8. junija. Z upravičenim ponosom so namreč v Ukvah praznovali desetletnico kulturnega delovanja, čeprav so morali tudi ob tej priložnosti premostiti marsikatero težavo v zvezi z raspo-ložljivostjo prostorov (o tem smo svoječasno poročali), kar pa žal se je v teh desetih letih ponovilo večkrat, odvisno od «političnega vremena». Na prireditvi so nastopili učenci glasbene šole, otroci z recitacijami, uvodni govor je imel predsednik društva Lepi vrh, Ali Oman, svoj pozdrav pa je prinesel tudi predstavnik občine Naborjet Edy Kravanja. O vsem tem je v vestniku «Ukve» bogata fotokronika. List se na zadnji strani spominja tudi pesnika Simona Gregorčiča, cigar 80. obletnico smrti smo praznovali lani in objavlja spesnitev Rabeljsko jezero. Minimatajur SCHEDA STORICA 17 - E gli Unni costruirono un colle Stava per finire il IV secolo quando le invasioni dei popoli Barbari si fecero sempre più frequenti ed audaci. Abbiamo visto intanto che perfino generali romani e gli stessi imperatori erano di stirpe barbara. Abbiamo visto che il potere imperiale romano diventava sempre più debole ed ormai diviso in due. Così, prima con semplici sconfinamenti ed incursioni, poi con trasferimenti di eserciti e popolazioni, cominciarono le grandi migrazioni di popoli barbari. Però l’evento, cioè il fatto che provocò le grandi migrazioni dei popoli barbari da est e da nord verso ovest e verso sud, fu l’apparizione in Europa dello sterminato popolo degli Unni provenienti dalle steppe asiatiche. Essi occuparono per prima cosa tutto il vasto territorio che va dal Danubio al Mar Baltico, dal Mar Nero alle regioni dell’Asia Centrale. Come mai questo popolo degli Unni venne da queste parti? Era successo che gli imperatori cinesi Han erano riusciti a re- spingere i Hisiung-nu (così essi chiamavano gli Unni) dal loro impero. Perciò gli Unni migrarono verso ovest, facendo fuggire al loro arrivo i popoli che allora popolavano l’Europa orientale: i Goti, i Longobardi, gli Avari, gli Ungari, gli Slavi, ecc. Tutto questo traffico durò circa 500 anni e da esso nacque una nuova Europa, un miscuglio di civiltà e lingua romana e di altre civiltà e lingue. A ovest prevalsero i popoli germanici, a est quelli slavi. Predominò la religione cristiana, si formarono le lingue latine, germaniche e slave, scomparve il sistema schiavistico. Decaddero città e regioni, sorsero nuovi centri e nuovi stati... Molte delle migrazioni e delle invasioni barbariche passarono anche dalle nostre parti: qui c’era una delle porte per passare le Alpi. Ad Aquileia passò Alarico con i suoi Goti (nel 401). In una seconda spedizione egli prese e saccheggiò Roma (nel 410). Ci passò Attila, il capo degli Unni, che il papa convinse a non proseguire verso Roma, ma che aveva preso e saccheggiato Aquileia (nel 452) e poi Concordia. Molte sono le leggende su At- 1 libro Krajica Vida: Aitila a cavallo A rie barbarica: impugnature di spada finemente lavorate tila. Dicevano che dove lui passava non cresceva più l’erba. Per forza, con tutti i cavalli, le mandrie e la gente che gli veniva dietro nei carri coperti di feltro! Confondendolo un po’ con Alboino si raccontava che era salito sul Monte Matajur per vedere la pianura friulana. Si racconta che, per vedere Aquileia in fiamme, avesse comandato di costriure il colle del castello di Udine: ogni soldato portò un elmo pieno di terra... e il colle fu costruito! Nella Valle del Natisone si racconta la storia dell’assedio della grotta di Antro, che fu salva grazie all’astuzia della regina Vida, la quale gettò l’ultimo sacco di grano dall’alto della grotta per far credere ad Attila che lassù ci fossero viveri in abbondanza. In realtà la strada che portava i barbari in Italia di solito era quella che da Iulia Emona (Lubiana) conduceva alla capitale della regione Venetia ed Histria, Aquileia. Questo, pare, fu la salvezza per Forum Iulii (Cividale). M.P. Pike in 2? U 1 A .25 0 - 0 Ah c ■n li 'i5 ■lo •19 •1& •n •,5 *16 .11