Anno I. N. 4. Si pubblica il 1° e 16 d'ogni mese. Abbonamento aunuo Cor. 4.— ; Singolo numero Cent. 20. Era Nuova Organo del partito democratico istriano. Inserzioni a prezzi da convenirsi. Redazione ed Amministrazione : TRIESTE Via Madonna del mare N. 6, II p. Gli artigli dei fatti A parte gli occulti, due avversari palesi sono rimasti a combattere, o, a dir meglio, a gridare contro di noi ; due : 1' organetto sistema Ariston e il passero pettegolo ; due : uno per ciascun dito mignolo. E non diciamo così per soverchia fiducia nelle nostre forze o per soverchio disprezzo delle forze loro, ma perchè 10 studio anatomico da noi incominciato sulle condizioni e gli uomini politici della provincia 11 ha confusi al segno, da renderli facili vittime di chiunque possegga ancora normali le facoltà del raziocinio e del ragionamento. Un d'essi, timido passero vagabondo, cui anche lo sparo della carabina Flaubert impaura, in-veindo personalmente contro un uomo che ha ai suoi occhi il torto di essere dei nostri, invoca contro di lui l'aiuto delle autorità provinciali quasi fossero agenti di polizia, dimenticando che qui a Trieste, sotto 1' alto patronato d'un' aristocratica dama, esiste una lega protettrice degli uccelli ; 1' altro sostituisce nell'organetto i cartoni che piangevano geremiadi sospirose sulla decadenza del partito nazionale, con cartoni che esalano patetici miagolii sulla minuscola maestà sua offesa dalle nostre, com'egli le chiama, metafore, e impugna la manovella e grida con molto corruccio nella voce: io potrei schernire più e meglio di voi, ma non voglio. E non s' accorge, egli, che potendo fare di più e meglio e facendo meno e peggio, dà a sè stesso un misero attestato di amor proprio ! E ancora la collera lo confonde. Subito dopo egli esclama: veniamo ai fatti e veniteci anche voi, che fate eternamente delle chiacchiere ! Fatti ? Chiede fatti ? Se egli non avesse la modestia di ohiamarsi acefalo, ci sarebbe di che allibire, sul serio ; i fenomeni patologici del cervello destano sempre pietà. Noi abbiamo portato una serie, abbastanza lunga, di fatti, per dimostrare, com' è vero, che la direzione della Società politica è priva di autorità qualsiasi, che la difesa nazionale è, per gli uomini che si sono incaricati di provvedervi, nient'altro che un mezzo per soddisfare a ambizioni o interessi, che l'egoismo di singole città e di singoli uomini regola ogni funzione, ogni attività, ogni opinione del partito liberale dell' Istria ; che istituzioni e tradizioni e ideali si lasciano andar in rovina, si rinnegano, si dimenticano, per opportunità, per debolezza, per ignavia, per inettitudine, che sfruttando, all'infuori dei periodi elettorali, il popolo di città e quello di campagna come vacca da mungere e trascurando ogni suo vantaggio, si è seminato a larghe mani il malcontento, perfino 1' odio contro la patria ; queste tristi condizioni noi, giova ripetere, abbiamo illustrato con fatti, che nessuno ha dimostrato falsi e ci si invita alla guerra dei fatti. Sta bene; noi avevamo accettato l'invito prima che ci venisse fatto; vuol dire, che continueremo, come, anche senza la troppo cortese richiesta, avremmo continuato. I fatti da noi ricordati implicano delle gravi accuse contro i maggiorenti del partito liberale e nessuno ha saputo difenderli. Si preferisce invece accusar noi e la Società nostra, ai quali non si possono rimproverare nè errori, nè colpe, perchè nè noi, ne essa abbiamo un passato. Questo, nel registro dell' organetto, vuol dire venire ai fatti. Nei suoi — cioè in quelli del partito liberale — egli confessa di non voler mettere i guanti per non insudiciarli, vuol metter i nostri per mantenerli puliti. E così va bene per due ragioni : primo, per economia, secondo, per conservare il privilegio di aver torto ad ogni costo. E noi che non temiamo accuse e non imitiamo la tattica degli avversari, dimostreremo subito quanto gli addebiti che ci si fanno, sieno sciocchi e risponderemo anche, e volontieri e categoricamente ai quesiti che l'organetto ci pone con 1' aria di uno che ficchi i chiodi nel coperchio di una cassa da morto. Il primo fatto, addotto dall' organetto, è il seguente : che noi tre mesi fa non ci accorgevamo della putredine esistente nelle sfere dirigenti del partito liberale. Ma questo non è un fatto, è una supposizione, destituita per di più di ogni fondamento, perchè della putredine ci eravamo accorti molto tempo prima. Secondo fatto : che i sostenitori della candidatura Gambini legittimavano il loro comportamento, richiamandosi al voto di fiducia dato dal congresso della Società politica al deputato Gambini. Spieghiamoci : con ciò essi non volevano significare altro che questo: noi, pur non essendo d'accordo con voi, pur combattendovi, per non portar danno alla causa nazionale, votiamo per un uomo eh' è patriota, anche nel senso da voi dato alla parola, tanto da meritare un voto di fiducia da parte vostra, quattro mesi soli prima d'ora. Questo secondo fatto si ritorce in fin dei conti contro chi 1' adopera come un' arma ; e dimostra l'incoerenza delle sfere dirigenti del partito liberale che esaltano e ripudiano senza discernimento, e dimostra la dipendenza loro dalle cricche locali, così da essere costrette di anteporre a un uomo che godeva la sua fiducia, un altro che a casa parla tedesco e fa insegnare a parlare ai suoi figli da bambinaie tedesche. Questi son tutti i fatti, che l'organetto ha saputo raccogliere contro di noi. In verità sono pochi e non corrispondenti allo scopo. Ma ei vuol giungerò alla conclusione, che la nostra Società trae origine dal risentimento personale, e ci arriva, ripetendosi così per la terza volta con una monotonia desolante, con la monotonia, del resto, propria degli organetti. Ma, dunque, i patrioti dell'Istria alta, clie hanno combattuto per anni e decenni a difesa dell' italianità nostra, questi patrioti che voi sino a poche settimane fa proclamavate ottimi, si sono staccati dal partito per il solo motivo che la Direzione della Società politica non ha sostenuto la candidatura dell'on. Gambini? Solo per questo? E se questo fosse, non vi pare che la Direzione della Società politica avrebbe commesso un grossolano e madornale errore, da gente che non ha neppure una conoscenza approssimativa degli elementi della politica, posponendo un uomo che ha tanta influenza e tanto seguito, ad un uomo sotto tutti i riguardi, non già per colpa sua, insignificante ? Pertanto quando ci s: pone il quesito : è o non è vero che se la Direzione della Società politica avesse sostenuto la candidatura dell' on. Gambini non sarebbero sorti nè la nuova Società, nè il giornale?; noi rispondiamo: può darsi, non perchè mancasse allora il malcontento, non perchè allora non si scorgesse il marcio, ma perchè anche questa volta sarebbe mancata la causa occasionale sufficiente a decidere i beneintenzionati a staccarsi da un partito sì mal condotto e ad unirsi per combattere meglio la battaglia in difesa della patria e del popolo, come mancò due anni circa or sono quando lo tentarono alcuni giovani nostri. Ricordate: prima del 14 gennaio, la città di Buie ha dato un solo voto al candidato della Direzione della Società politica per il collegio delle città e borgate ! Anche questi sono fatti ed hanno una solida consistenza. Gli avversari invece pigliano i fantasmi per campanili e quando si tirano le orecchie credono di suonare a stormo. Osservate se non patiscono di capostorno come le pecore. Invocano come solo rimedio ai nostri mali T opposizione fatta a Vienna e deplorano che al partito liberale manchi l'appoggio delle sfere auliche. Prima il passero pettegolo invocava le autorità provinciali, adesso invoca la Luogotenenza, i gendarmi, l'esercito. E costoro sono quelli stessi che — sia detto per incidenza — combattevano la candidatura dell'on. Gambini perchè — dicevano — avea troppa influenza presso il Governo, quelli stessi che addì 14 gennaio telegrafavano alla Tribuna di Roma: „Per la Curia della Grande proprietà dell'Istria fu eletto il barone Polesini candidato del partito liberale-tiazionale contro il candidato governativo Gambini !u Ed ora, a corto di argomenti, invocano le sfere auliche; raccomandiamo ancora una volta la Lega protettrice degli uccelli. E osservando tutto questo, al secondo quesito postoci dall' organetto, che suona (il quesito, non l'organetto che, di regola, stuona) : „ si può giungere alla concordia, a questo indispensabile coefficiente per la nostra difesa, si può giungere col sistema da voi incominciato e che si basa unicamente sul risentimento personale ecc.?" noi rispondiamo: „alla concordia indispensabile alla vostra difesa, no, ma alla concordia indispensabile alla difesa della nazionalità e del benessere comune sì, e non altrimenti che abbattendo, quanto più presto tanto meglio, tutta la gente che minaccia la rovina di quanto è carità di patria, è dovere di umanità, salvare. Noi non combattiamo il popolo, non dimentichiamo i doveri della difesa nazionale, ma combattiamo coloro che senza merito alcuno, seppero nel-l'ignavia generale e colle più ibride alleanze, accumulare nelle loro mani il potere, tralasciando ogni seria difesa del carattere nazionale della provincia. La concordia alla quale dall' altra parte si inneggia, è una concordia fatta di litigi nascosti che si calmano, come si fa con le bizze de' bambini viziati, con le concessioni e con le debolezze e a noi tale concordia non piace. Volevano i fatti ed eccoli, e pieni di artigli, anche. Ne vogliono ancor • uno,- per dimostrare come si provvede alla difesa nazionale? La Direzione della Società politica tenne giorni sono una seduta e come di solito spedì un comunicato ai giornali riflettente le deliberazioni prese. In un giornale infatti si lesse: „ esaminata la situazione da recenti avvenimenti creata nei comuni locali di Canfanaro e San Vincenti, furono prese analoghe deliberazioni"; e nell'organetto : „ si sviluppò una discussione animata sull' esposizione fatta dal presidente sulla situazione politica provinciale." Nient'altro? Niente. Che cosa ne sapete voi? Niente. È con l'impotenza delle frasi fatte che. si manifesta l'impotenza di fare. Sta il fattq che a Cantanaro, dove si vincono facilissimamente, diciamo facilissimamente, cioè con una decina di prosciutti ed un paio di ettolitri di vino, tutte le elezioni : della quinta curia, dei foresi, della Dieta, nelle elezioni comunali è rimasta la vittoria ai croati ; così che, a conti fatti, gli italiani hanno perduto un Comune mentre in un altro, a San Vincenti, la lor posizione è seriamente minacciata. E alla Direzione della Società politica basta publicare : ricevuta la notizia e prese analoghe deliberazioni ! ! Per oggi facciamo punto, riserbandoci di ritornare sull'argomento. COSE AGRARIE La soluzione del così detto problema degli spari contro la grandine sorto da secoli e per secoli non risolto ad onta delle ricerche della scienza e della pratica, la soluzione di tale problema è oggi di nuovo e più che mai oggetto di studi intensi e di esperimenti abilissimi per tentar alfine di arrivarci nell' interesse dell' agricoltura e di ogni altra forza economica, che ha attinenza con essa. Risuscitata, ad opera del Bombicci, l'idea di combattere le grandinate fulminandone la nube gravida con proiettili esplodenti pria che giungesse a mandar sulla terra i temuti gragnuoli e, per la sua deficente praticità, sostituitavi poi l'altra idea dello Stiger per conseguire lo stesso scopo lanciando verso le nubi grandinifere correnti d' aria calda e di vibrazioni sonore coll'espansione dei gas prodotti dagli spari di polvere pirica, tanto nella Monarchia, quanto in Francia e meglio in Italia si diede mano al più assiduo lavoro teorico e sperimentale a fine di stabilire, se e fin dove si potesse arrivare a conclusioni fondate in proposito. Anche da noi si cercò di cooperare modestamente all' uopo sul terreno pratico e, per iniziativa del nostro Consiglio Agrario, in seguito a corrispondente risoluzione della Dieta, furono nel decorso anno concessi dalla Giunta provinciale per gli spari contro la grandine sussidi di corone 500 insieme a prestiti senza interesse pur di corone 500 per cadauno ai Consorzi agrari distrettuali di Capodistria, Pirano e Montona, nonché una sovvenzione di corone 500 ed un mutuo di cor. 7000 al Comune di Pinguente. Ora j ecco — per norma degli altri Consorzi e dei I nostri agricoltori — come nei rispettivi circondari, meno in quello di Capodistria ed a Pisino, si provvide nell'anno decorso alla difesa anti-grandinifera secondo quanto risulta dall'ultima relazione sull' attività del suddetto Consiglio : Montona : Fungevano 10 cannoni tipo Greinitz, di cui 4 dell' altezza di metri 3l/2i mentre gli altri 6 misuravano 4 metri. La distanza tra una stazione e 1' altra era di 800 a 1000 metri. I mortai si caricavano con 200 grammi di polvere per i cannoni giganti e con 159 grammi per gli altri. Questi vennero posti sulle alture più salienti, i primi nelle posizioni più basse ; però tutti si trovavano sulle colline. Nella passata stagione non vi furono grossi temporali. Si sparò tre volte soltanto, quando il nembo minacciava, tanto per precauzione. Grandine non vi cadde, abbenchè gli altri anni, se ne avessero sofferto sempre le tristi conseguenze. Diversi proprietari del luogo ascrivono all'efficacia degli' spari T -aver potuto raccogliere questo anno: l'intero prodotto, mentre pel passato lo perdevano del tutto, od in parte. Perciò molti sonò entusiasti del nuovo sistema di-difesa. Pinguente : La zona difesa comprende^-il Comune di Pinguente con 44 cannoni, Tuttisanti con 9 e Verch con 4.. • Di questi 37 cannoni, 15 provengono dalla ditta Greinitz ; sono a mortaretti ed hanno l'altezza di 4 metri. Gli altri 22, sono della ditta Lorber di Sachsenfeld, muniti di patrona e raggiungono 1' altezza di 2 metri. Vennero disposti possibilmente alla distanza di 1 chilometro, salvo che nei luoghi accidentati, incolti, o di poco reddito. Talora anche si dovettero aumentare le distanze, per porli vicino ai villaggi. Così ne avvenne che alcune stazioni sieno aggruppate, altre sieno distanti troppo dalle altre. Nella prossima campagna si dovrà collegarle meglio per ottenere una rete più spessa. Si concentrò la difesa nelle posizioni più e-sposte e più colpite, lungo il versante occidentale settentrionale, ove vennero disposti due scaglioni di cannoni giganti Greinitz. Così anche nel gruppo isolato di Verch, al Sud di Pinguente, si misero 4 cannoni giganti, di 4 metri di altezza, tipo Lorber. A Pinguente e nei siti più alti, in collina, s'impiegarono i piccoli cannoni Lorber a patrona. In tale guisa il territorio difeso rappresenta un triangolo con una piccola appendice al Sud, a Verch. Si costruirono le capanne dalla gente del luogo ; 10 soltanto giunsero dalla ditta Blahowsky di Graz, ma riescirono più costose delle prime di 40 corone almeno, senza essere punto migliori. Le cariche di polvere non superarono mai i 120 grammi. La popolazione preferisce il tipo Lorber, perchè più facile a maneggiarsi ed anche più sicuro. Il signor Trinaistich, che fu il promotore dell' impianto, è invece più propenso per il tipo Greinitz, perchè, a pari condizioni dell' altro, dà un sibilo maggiore e più duraturo. Riguardo ai risultati, bisogna premettere, che nella passata stagione non ci furono grossi temporali, come per il passato. Ciò non toglie che ai 9 di luglio si potè constatare l'efficacia dei cannoni. L'orizzonte era sereno, soltanto sopra Pinguente si formò all' improvviso una nube dall' aspetto sinistro, che vibravasi un po' anche sopra Tuttisanti. D'un tratto cominciò a gocciolar forte e quindi a grandinare. Corsero gli artiglieri alle stazioni, e tosto che cominciarono gli spari la tempesta cessò. In quest' occasione si osservò a Tuttisanti che la grandine s'era trasformata in nevischio. Ai 18 di luglio grandinò nelle regioni difese di S. Giovanni e nelle attigue di Tuttisanti. Però l'insucóesso non si può ascrivere alla mancanza d'efficacia dei cannoni, giacché a Tuttisanti si cominciò a sparare troppo tardi, quando la gra-gnuola cadeva già fitta. Era cielo sereno e d' un tratto due nubi, una spinta da Scirocco e l'altra da Bora, s'incontrarono e si scaricarono al di sopra di tre stazioni. In un cannone rimase incagliata una patrona e nel frattempo, circa 10 minuti, che si perdettero per estrarla, grandinò, però tosto che il canone cominciò a funzionare, cessò la tempesta. (Continua). IL COMITATO PROMOTORE della »Associazione Democratica Istriana" pubblica il seguente Appello : La evoluzione dei tempi nuovi, che nella vita sociale va ogni giorno mettendo innanzi novi postulati, ricerca nove energie, si avvia per novi indirizzi, va lentamente insinuandosi anche nella modesta cerchia della nostra vita provinciale, e fa sentire il bisogno di affrettare quel miglioramento delle condizioni generali della società odierna, che è nel desiderio di tutti. Ad assecondare questo movimento evolutivo, per quanto riguarda le condizioni nostre provinciali, a moderarne le impazienze quasi sempre inevitabili al primo esplicarsi di nove idee, a frènarne le esorbitanze là dove'possono ^turbare l'equilibrio fra i vari elementi di cui tale movimento si compone, sarà chiamata l'Associazione Democratica Istriana, i cui scopi -speciali sono nettamente definiti all'art. 2 del progetto di Statuto che viene più sotto .pubblicato. Le lotte che, da oltre due decenni, noi dobbiamo sostenere nel campo del nostro diritto storico-nazionale, imporranno anche alla novella associazione il dovere di costituirsi in prima linea, vigile ed attiva di-fenditrice dell' intangibile nostro patrimonio, nazionale, ed alleata a tutte le forze che convergeranno a questo altissimo scopo, potrà con efficace operosità contribuire al raggiungimento della finale vittoria quando non le venga meno l'appoggio dei patriotti veramente sinceri ed onesti. Nello sviluppo di quella coltura politica, che non è più privilegio di pochi, ma che è divenuta ormai patrimonio di tutti, l'Associazione Democratica Istriana, avrà nel suo programma come speciale direttiva la diffusione dell'istruzione popolare, e l'allontanamento di quelle barriere — residui d'altri tempi — che, quà e là ancora, creano differenze e separazioni fra il popolo di città e quello di campagna, poiché come altrove, come dapertutto, così anche da noi la vera democrazia, la democrazia intesa nel più largo e più sano senso della parola, non deve dimenticare che non colle convulse agitazioni, ma con l'opera lenta, assidua e oculata di una sana istruzione, e col promuovere più frequenti i contatti fra i vari ceti sociali, si provvede veramente alla tutela dei diritti delle classi diseredate. I vari bisogni, che a misura delle cresciute esigenze sociali, si manifestano nella nostra vita economica, saranno oggetto di studio particolare della nostra Associazione, che si propone anzitutto d'indagare con prudenza e serenità di criteri le aspirazioni e richieste del ceto operaio, penetrando nel mondo in cui vive e in cui si svolgono i suoi pensieri e i suoi sentimenti; e lungi dall'accarezzare pericolose passioni, sempre perturbatrici dell'ordine morale, procurerà che l'educazione alla vita pubblica penetri gli strati inferiori ed avvicinandoli ai rappresentanti'delle classi superiori li disponga a non vedere in queste dei nemici, degli sfruttatori e dei parassiti senza distinzione alcuna. E poiché le esigenze morali, latenti nel moto delle classi lavoratrici a vera forza impulsiva della loro ascensione sociale, non devono essere disconosciute, anche la nostra Associazione Democratica si troverà costretta a dare alle idealità morali non soltanto il valore di un sintomo, ma anche quello di un elemento efficace di azione sociale; epperò provvederà perchè sia loro riserbata larghissima parte ed influente indirizzo nelle elezioni così amministrative che politiche, perchè trovino i loro bisogni zelanti difensori, le loro idee illuminati propugnatori. Ma perchè quest' opera d'organamento delle classi inferiori, e specialmente operaie, possa giungere opportuna e benefica, è mestieri che quelle classi vadano passo, passo preparandovisi, ed educando sè stesse al sentimento della propria responsabilità e del proprio dovere. I tanti interessi agricoli, fin qui tutelati piuttosto dalla rettorica di memoriali, discorsi e simposi che non da una viva e feconda azione pratica, troveranno nella nostra associazione largo campo di espandersi con animose iniziative, sia dirette, ad attingere con più facilità, che non sia avvenuto finora, al pubblico credito mediante la provvida- istitu-zioné dì banche rtirali, e sia coli'accorto e provvido avvicinamento dell'azienda agraria a,d imprese commerciali ed industriali, che assicuri ad essa il desiderato trionfo nella gara che deve affrontare coi prodotti d'altri paesi a noi vicini. Con questo programmai. l'Assoc-iazione Democratica Istriana si presenta ai comprovinciali, dal cui numeroso concorso e dalla cui operosa attività attende il raggiungimento dei propri fini, anziché dai limitati mezzi pecuniari' di cui potrà disporre. * * * I. Sede e scopi. Art. 1. Viene costituita nella città di Buje una società politica denominata Associazione Democratica Istriana. Art. 2. Scopo della stessa è la difesa della nazionalità italiana, il promovimento della concordia tra il popolo di città e quello di campagna, lo sviluppo della coltura politica di questo e di quello secondo i principi sociali, la tutela in generale degli interessi materiali e morali delle classi lavoratrici con speciale riguardo agli interessi agricoli, nonché commerciali ed industriali attinenti vi. Art. 3. Essa intende conseguire tale fine mediante : a) locali di convegno con sale di lettura; b) convocazione di conferenze politiche, economiche e scientifiche, e radunanze popolari ■ pubbliche ; c) attivazione di istituzioni di carattere umanitario ed educativo ed aiuto a consimili che già esistessero o che venissero istituite da altri : d) pubblicazioni di scritti, opuscoli e libri d'indole democratico-nazionale, potiti, indirizzi e risoluzioni ; e) esame e discussione di singoli argomenti j trattati o da trattarsi in seno al Parlamento, alle Diete, ai Consigli comunali, alle Istituzioni agrarie ed alle Camere di commercio dello Stato ; f) proposte di propri candidati per le Rappresentanze politiche, amministrative, agrarie e commerciali ; g) esame delle condizioni economiche delle città e campagne in generale e di quelle della classe agricola ed operaia in particolare, e dei mezzi per migliorarle. II. Soci. Art. 4. Può far parte dell' Associazione Democratica Istriana ogni cittadino austriaco maggiore di età, quando ne faccia domanda alla Direzione o sia proposto da un socio, e voglia contribuire al raggiungimento degli scopi sociali. Art. 5. Il nome del socio, che si propone, dovrà rimanere esposto sull' albo sociale per lo spazio di otto giorni, per gli eventuali reclami. Art. 6. Sulla sua ammissione decide la Direzione, la quale non è in obbligo di addurre a chicchessia i motivi di una sua ripulsa. Art. 7. La Società ritrae i suoi mezzi, oltreché dall' attività dei soci, dal canone annuale, dagli stessi corrisposto. Questo viene fissato per ora in Corone una quale canone obbligatorio minimo ed in Corone cinque, quale massimo volontario, pagabili entro l'anno, e verrà successivamente stabilito annualmente dall'adunanza dei soci a seconda dei bisogni. Art. 8. L'associazione è obbligatoria per un triennio e si riterrà continuata di triennio in triennio, qualora il socio non facesse pervenire alla Direzione un preavviso in iscritto tre mesi prima dell' espiro dell' ultimo anno sociale del rispettivo triennio. Art. 9. Chi perde la sudditanza austriaca cessa di appartenere alla Società; così pure decade dalla qualità di socio chi da un mese è moroso al pagamento del canone ad onta del precesso monitorio in iscritto. Art. 10. Può venir espulso dall'Associazione quel socio che contravvenisse alle disposizioni statutarie o serbasse un contegno ledente il decoro sociale o nella vita pubblica'si mettesse in ma-* nifest'o. Contrastò coi principi cui s' inspira là Società. Art. 11. In tal càso la Dilezione nomina un Comitato speciale d'inchiesta composto di tré direttori' e ' due soci, e udito il risultato delibera senza appello e Senza motivazione. Art. 12. Ogni socio' ha ditittp di preJnder parte alle radunanze- sociali, alle discussioni e votazioni e di avanzare propòste éntro i limiti delle leggi e dello1 statuto. ; . . Art. 13. Gli incombe d'altro canto l'osservanza delle leg£i sulle associazioni, quella degli statuti, regolamenti e deliberati sociali. III. Rappresentanza Art. 14. Là' Società è giuridicamente rappresentata in faccia ai terzi & all'Autorità da una Direzione! composta da un presidente, da due vicepresidenti' e da sètte direttori eletti dall' adunanza dei soci. Art. 15. I membri della Direzione eleggono dal loro seno un segretario' ed un cassiere. Art. 16. La nomina della Direzione segue personalmente per ischede. Art. 17. Alla Direzione spetta: ' a) la rappresentanza della Società; b) l'esecuzione dei deliberati, sociali ; c) la fissazione dell' ordine del giorno per le adunanze sociali; d) la convocazione delle adunanze straordinarie ; e) l'accettazione dei nuovi soci.; /) l'amministrazióne del patrimonio sociale; g) la presentazione del bilancio sociale. Art. 18. Le adunanze della Direzione sono valide, quando v'intervengano cinque membri compreso il presidente, Art. 19. La Direzione delibera a maggioranza assoluta di voti, in caso di parità dirime il presidente. Art. 20. Ogni atto sociale obbligatorio per la Società deve essere firmato dal presidente o da uno dei vicepresidenti e dal segretario o, in sostituzione di questo, da un altro direttore. Art. 21. Nessun membro della Direzione può appartenere alla rappresentanza di un'altra Società politica. IV. Adunanze generali dei soci. Art. 22, La convocazione delle adunanze generali ordinarie avviene nel primo semestre di ogni anno sociale nella sede sociale od in altro luogo della provincia da stabilirsi dalla Direzione, per approvare i bilanci dell'anno precedente, per fissare il contributo sociale per quello in corso e per eleggere la nuova Direzione e due revisori del bilancio sociale per l'anno corrente. Art. 23. Sono di spettanza ancora dell'adunanza generale: a) i mutamenti dello statuto sociale; b) lo scioglimento volontario dell'Associazione; c) ogni atto dell'azienda sociale che la Direzione voglia sottoporre alla sanzione dei soci. Art. 24. Le adunanze dei soci sono presiedute dal presidente e, in caso di impedimento, dall' uno o 1' altro dei vice-presidenti. Art. 25. Per la validità delle deliberazioni è necessario l'intervento di almeno trenta soci, compreso il presidente in funzione. Art. 26. Se un'adunanza va deserta per non aver raggiunto il numero prescritto, essa sarà convocata di nuovo entro otto giorni, e in tal caso i deliberati saranno validi con qualunque numero d'intervenuti. Il presidente vota solo in caso di parità di voti, dirimendo col proprio. Art. 27. I deliberati seguono per maggioranza assoluta dei voti degli intervenuti ; solo nel caso che si intendesse di modificare gli statuti, o di decidere lo scioglimento della Società ed il conseguente impiego del patrimonio sociale, è necessaria la maggioranza di due terzi degli intervenuti. Art. 28. La convocazione per un' adunanza straordinaria è obbligatoria per la Direzione quando venti soci almeno ne facciano motivata domanda in iscritto ; in tal caso l'adunanza chiesta dovrà aver luogo al più tardi entro i successivi otto giorni. Art. 29. In oasi eccezionali può la Direzione convocare i soci ad una radunanza straordinaria, facendo precedere regolare invito. Art. 30. L'ordine del giorno delle radunanze generali sarà comunicato ai soci almeno cinque giorni prima sia con inserzione in un gior- nale 'provinciale, sia per mezzo 'di publidi albi, sia direttamente al loro domicilio. • ' AàT. 31. I deliberati dell' adunan'za generale dei soci sono • obbligatori !per l'intera società. Art4. 32. Le adunanze generali sono' pùbbliche, eccettuato il caso chfe si de'cida diversamente. ' V. Disposizioni generali. Art. 33. Eventuali controversie' dei soci nei rapporti sociali sono decise da un giudizio arbi-tràmentalé, alla cui formazione concorrono i contendenti con ' la nomina di un giudice per parte, i quali poi eleggono un arbitro. Akr. 34. Lo scioglimento della Società deve venir deliberato da una pubblica adunanza a tale effetto convocata, la quale deve poi decidere sul fine a cui deve servire il patrimonio sociale e sul modo onde debba seguirne la liquidazione. Art. 35. In caso dèlio scioglimento forzoso della Società, il patrimonio sociale resta nelle mani di coloro che da ultimo componevano la Direzione, i quali, liquidatolo, ne depositeranno il ricavato presso il Municipio di Buje a disposizione di quella società politica che entro il periodo di cinque anni si formasse nella provincia col programma e Cogli scopi dell'Associazione disciolta, libero il Municipio, trascorso tale termine, di disporre della somma eventuale a favore della istruzione pubblica. Art. 36. Il primo anno sociale decorre dal giorno della costituzione formale della Società è finisce col successivo 31 dicembre. Gli anni sociali successivi cominciano e finiscono come l'anno comune. VI. Disposizione transitoria. Tosto che si sarà conseguita da parte della autorità politica l'approvazione