Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20. Associazione anticipata pel I, li e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia. l'unione * CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. i si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è P amministratore. I ISintegrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO. — 10 marzo 1628. — Nasce il celebre medico Marcello Malpighi. — (V. Illustrazione). Le nuove misure e i nuovi pesi. ( V. il N. 9 e 10) Misure di capacità. b) pei solidi. Per misurare i grani abbiamo due qualità di misure, cioè il Metzen, misura dello Stato, e lo Stajo, misura veneta. Calcoliamo che 100 staja equivalgano a metzen 135. Le nostre padrone di casa conteggiano ordinariamente a stajo, e incomincieremo perciò dalla riduzione di questo. Stajo e litro. Lo Stajo si divide in tre Quarte ed ogni Quarta ha quattro quartaroli; sicché 12 quar-taroli formano uno Stajo. Se volete calcolare a staja, partite dal dato che uno stajo equivale ad 83 litri, e quindi moltiplicate per questo numero le staja che volete ridurre. Così, volendo sapere quanti litri importino due staja e mezzo, moltiplicate 1' 83 per due, ed avrete 186; aggiungetevi il mezzo stajo, cioè litri 4172, ed otterrete che 2 7s staja importano 2277, litri, che formauo 2 Ettolitri, 27 litri, e mezzo. Se vi avviene di dover fare il conto a quartaroli potete calcolare ch'esso importi 7 litri; ma poiché ne importa solamente 6e 9/10, così ogni cinque quartaroli cavate mezzo litro. Supposto per esempio, che vogliate ridurre in litri 6 Quartaroli, moltiplicherete il 6 per 7 ed avrete 42 e caverete 7S, onde vi risulterà che 6 Quarteroli fauno 41 litro e mezzo. Eccovi ora la Tabella di riduzione: w 1—1 — »s 3. d ej Unità 0 1 2 a | 4 5 6 7 8 9 - 0 w 1 » 1 (19.17 6.92 75.09 13.83 83.01 20.75 27.67 34.59 41.50 48.43 55.34 62.25 It. Staja e Litri •5 - 2 : 3 4 « -•- | 83.01 830.071 913.08 1660.051743.06 2490.30^573.20 3320.29 3403.30 166.02, 249.03 996.091079.10 1826.07 i 1909.08 2656.21'2739.22 3486.31 3569.32 1 332.04 1162.11 1992.10 2822.23 3652.32 415.05 1245.12 2075.11 2905.24 3735.33 498.06 1328.13 2158.12 2988.26 3818.34 581.07 1411.14 2241.13 3071.26 3901.35 664.09 1494.15 2324.14 3154.27 3984.36 747.04 1577.16 2407.15 3237.28 4067.36 L'uso della Tabella è sempre il medesimo. Essa arriva fino ai 49 Staja. Il punto separa i litri dalle parti decimali del litro. Sapendo che 100 litri fanno un Ettolitro, è chiaro che per avere il numero degli Ettolitri, basta tagliare le due cifre alla sinistra del punto. Cosi p. e. 42 Staja fanno 34 Ettolitri 86.31 litri. Volendo ridurre i litri in quartaroli partite dal dato che, come 7 litri fanno un quar-tarolo, e quindi un litro è la settima parte del quartarolo, così il numero dei litri che cercate costituirà altrettante settime parti di quartarolo. Perciò dividete per 7 il numero dei litri ed avrete fatta la riduzione. Così 14 litri fanno 2 quartaroli, 21 ne fanno 3 ; 42 ne fanno 4, e senza sensibile differenza potrete andare fino all' Ettolitro. Quando sarete all' Ettolitro e mezzo, cioè ai 150 litri avrete di meno un quarto di quartarolo, per il che, APPENDICE. INNANZI ALL'ULTIMA CASA racconto di OTTILIA WILDERMUTH. Traduzione dal teilenoo di ANNA p. (XI) Voleva vedere di nascosto ed inosservato la fanciulla amata, la rosa ora dischiusa, prima di venire a reclamarla apertamente ; e le circostanze lo favorivano. Era di domenica, ed una festa agricola nei dintorni aveva attirata quasi tutta la popolazione della città. Così potè andare non visto pella stradicciuola, lungo le mura della città, alla parte posteriore dell'ultima casa. Ma 1' ardente impazienza di un amante non accelerava i suoi passi, che erano lenti e pensierosi; un' occulta potenza pareva impedirgli di correre verso il compimento dei suoi desideri. Un sedile di pietra stava in mezzo alla via: sedette, trasse un portafoglio e si mise ad esaminare il contenuto. Il primo oggetto che prese in mano, era un ritratto di Paolina, una cattiva miniatura, che dessa gli aveva mandata due anni prima. Benché difettosa e sopraccarica di bianco e di rosso, la pittura non lasciava dubitare che 1' originale non fosse bello; ma pure il giovane non trovava più nel suo cuore i sentimenti di una volta per la vaga rosa. Spiegò una serie di lettere scritte sopra carta bianca, rosea, verde e celeste ; erano tutte lettere di Paolina. Non avevano tutte quello stile goffo della prima, della quale non si ricordava quasi più; ma una certa timidezza e sostenutezza facevano capolino da quei caratteri nitidi, formati con visibile fatica, e da tutto l'assieme della lettera. Gli parlava dei suoi lavori, dei suoi studi, del giardinetto, dei carcerati: letterine che potevano benissimo essere dirette al suo padrino. Ma Paolo non se ne adombrò. Sapeva forse egli stesso come atteggiarsi in faccia ad essa? E come mai dessa, che l'aveva lasciato fanciulla, poteva scrivergli da fidanzata? Rilesse la risposta all' ultima lettera, nella quale le faceva presentire il suo prossimo arrivo, e quella timida riserva colla quale evitava ogni espressione di affetto gli piacque assai. I genitori e noi tutti, scriveva, godremo di rivederla. Prego ogni giorno Iddio che disponga tutto pel nostro meglio! Si sentì commosso da questo sgomento, da questo timore della verginella, e — la tua fede non sarà tradita — mormorò alzandosi con rapido movimento e rimettendosi in cammino. Benché non possa più recarti un se volete il conto più giusto, ogni 75 litri aggiungete un ottavo, od anche dopo 13.50 un sedicesimo di quartarolo. Metzen e Litro. Il Metzen, o Stajo austriaco da non confondersi col veneto, che d'un terzo più grande, si divide in 128 boccali, cosicché 64 boccali formano mezzo Metzen e 32 ne formano un quarto. Un boccale di Metzen importa 48 centesime parti di litro; se volete dunque calcolare in boccali, supponiate che il boccale importi mezzo litro, ed ogni cinque boccali conteggiate un decilitro di meno. Così 20 boccali farebbero dieci litri, ma sottraendo 4 decilitri (perchè il 5 sta quattro volte nel 20), avrete che 20 boccali importano 9 litri e 60 decilitri. Oppure : 60 boccali importerebbero 30 litri, ma sottratti da questi 12 decilitri (perchè 5 X 12 fa 60), vi restano litri 27.8. Il calcolo con Metzen è più complicato, ma ve lo agevolerò anche questo. Boccali 127 equivalgono a litri 61 ; moltiplicate quindi per 61 il numero dei Metzen e poi aggiungetevi tanti mezzi litri quanti sono i Metzen, col-1' avvertenza datavi di sopra da conteggiare ogni cinque Metzen un decalitro di meno. Per esempio, volendo ridurre in litri 10 Metzen trovate che 61 x 10 dà 610; poi aggiungete 10 mezzilitri, e avete 615 ; finalmente sottraete due decilitri, e vi risultano litri 614.8, cioè 614 litri ed 8 decilitri. Il calcolo non è perfettamente esatto, perchè in 10 litri perdete 7 centesime parti di litro, e se volete maggior precisione usate della Tabella. cuor giovine, traboccante di amore, non sarà mai detto eh' io abbia giuocato per passatempo col fiore e distrutto il suo avvenire. Dall' altra parte del portafoglio aveva una sola lettera di quella stessa mano femminile che aveva ammirata anni fa. Perchè tremò quando stava per romperne il sigillo? perchè la depose senza schiuderla? Perchè temeva che potesse rinchiudere il segreto sacrosanto di un nobile cuore, di un cuore sul quale non aveva nessun diritto, e che pure stimava quale perla la più pura. Si fece violenza per cacciare i suoi pensieri, ed in breve giunse senza ostacoli e senza incontri innanzi all'ultima casa. Impossibile esprimere ciò che provò nel rivedere i verdi alberi del giardinetto, i muri bianchi della casa e le inferriate delle finestre! Tutto era silenzio e solitudine; nel solo giardino senti-vansi voci di fanciulle e fra queste quella di Paolina. Vederla e sentirla, senza essere scorto, era appunto quello ch'egli bramava. La siepe che cingeva la parte posteriore dell' orto era così alta e fitta eh' egli poteva con facilità osservare le giovinette ed ascoltare i loro discorsi senza essere visto da loro, della qual cosa si credeva in pieno diritto. Ne vedeva una in faccia: era una fisionomia a lui ignota, indifferente, triviale; 1' altra una figurina snella e leggieia che gli volgeva il dorso, doveva essere Paolina. Un raddop- Unità 0 1 2 3 4 5 6 ! 7 8 9 0 I _ 0.48 0.961 1.441 1.921 2.402 2.8cS2 3.363 3.843 4.323 I 4.804 5.284 5.764 6.245 6.725 7.206 7.686 8.166 8.647 9.147 L' uso della Tabella sem- 5 2 9.607 10.088 10.568 11.049 11.529 12.009 12.490 12.970 13.451 15.920 pre lo stesso. M ;( 14.411 14.891 15.371 15.852 16 332 16.813 17.293 17.773 18 254 18.734 O a ® 4 19.215 19.695 20.175 20.655 21.136 21.616 20.097 22.577 23.057 23.538 Occorrendovi di ridurre ò 24.018 24.498 25.980 25.460 25.940 26.421 26.901 27.381 27.862 28.342 6 28.822 29.302 29.782 30.263 30.744 31.220 31.700 32.180 32.661 33.143 50, o più Metzen, prendete t» i 33.626 34.106 34.586 35.067 35,547 36.027 36.508 36.988 37.469 37.949 le unita di Metzen e ri- 8 38.430 38.910 39.390 38.870 40.351 40.831 41.312 41.792 42.273 42.753 movete il punto d' una ci- >-i o 9 43.233 43.713 44.194 44.674 45.154 45.634 46.115 47.595 47.076 47.556 ® 10 48.037 48.517 48.997 49.478 49.958 50.439 50.919 51.400 51.880 52.360 fra verso destra p. e. 80 11 52.841 53.321 53.801 54.282 54.762 35.242 55.723 56.203 56 683 57.164 12 57.644 58.124 58 604 59.085 59.565 60.046 60.526 61.007 61.487 Metzen importano 4918.96 litri. Lo stesso potete fare (? 0 _ 61.487 122.974 184.461 245.948 307.435 368.922 430.409 491.896 553.383 delle decine, così 350 Mot- (D 1 614.871 676.358 737.845 799.332 860.819 922.306 983.793 1045.280 1106.766 1168 253 zen fanno litri 21520.45. Jf CD fi 2 1229.742 1291.227 1352.716 1414.203 1475.690 1536.175 1598.664 1660.149 1721.638 1783.125 j d N CD 3 1844.613 1906.100 1967.586 2029.074 2090.561 2152.045 2213.535 2275.022 2330.509 2397.996 P CD » 4 2459.484 2520.971 2582.457 2643.944 2705.432 2766.918 2828.405 2889.892 2951.380 3012.863 Volendo convertire i Litri in Boccali di Metzen, supporrete che 12 litri importino 25 boccali, che quindi 6 ne importino 12'/, ecc. Così calcolante fino ai 1200 litri, dopo i quali avrete la differenza di circa un quarto di boccale in meno. Sapendo, che 128 boccali fanno un Metzen, potrete regolarvi nel calcolo p. e. Volete sapere quanti metzen importino 12 ettolitri, cioè 1200 litri? Dite: 12 in 1200 sta 100 volte, devo quindi moltiplicare 25 per il 100, ed avrò che 1200 litri importano 2500 boccali, meno mezzo. — Notate che la misura di foraggio vale due boccali di Metzen. (Cont.) G. F - A. (La Società operaia di mutuo soccorso). Domenica 21 febbraio decorso fu giorno doppiamente festivo per questa società, perchè aveva luogo la seduta annuale, perchè era il quinto anno che i soci si raccoglievano per udire le liete novelle della gestione e della vita sociale. E infatti alle 2 dopo il mezzgiorno usciva dalla cancelleria, in via Zubenega, il nobile vessillo, atteso da numeroso stuolo di soci. Messosi alla sua sinistra il Presidente, segui-ronlo a due a due gli altri membri della Direzione, il Consiglio e tutti gli altri soci. Attraversate le due piazze entrarono nella sala delle Scuole .popolari, ove comparve il commissario governativo, il sig. Pasquale uob. Rossetti. La seduta venne aperta con appropriato ed applaudito discorso del benemerito presidente sig. Dr. Pietro de Madonizza. Esaurita la lettura dell' anteriore protocollo, che venne approvato, si accettarono quasi tutte le modificazioni dello statuto, proposte dalla Direzione in seguito a lunga esperienza ed a maturo studio. Del pari venne accolto |il progetto di Statuto per la sezione femminile, che dipenderà dalla direzione maschile, tenendo peraltro sua speciale amministrazione. Secondo quel progetto le contribuzioni settimanali saranno di 12 soldi e di 40 il sussidio quotidiano alle ammalate ; e il fondo di maternità verrà costituito me- piato palpitare del cuore pareva annunziargli il ritorno dell'amore svanito. Non ti rincresce, chiese la prima delle due fanciulle, che la Chiara vuole andare dappertutto, e che ti tocca sempre restare a casa ? — Non me ne importa, molto, disse Paolina con voce melodiosa. È vero che il dover restare a casa per un solo arrestato, per que'la donna che sarebbe capace di scappare, non è cosa piacevole; ma ci resto pure volentieri per finire il mio vestito bianco per la festa ventura. — Fai lo maniche larghe? — Si, maniche alla battelliere, guernite di un pizzetto basso, disse ricisamente Paolina; ma non la vita liscia; quella della Chiara non mi piace. — Ma non farla tanto chiusa, disse quasi riprendendola l'altra. — Veramente non so come fare, fece soprapensiero Paolina. Mi pare pure più bella con un collaretto attorno al collo e con una camicietta di sotto. — La conversazione versò su questi ed altri simili particolari, finché Paolina si alzò per preparare la cena dell' inquisita. Ed allora Birken la vide in volto: essa era bella, vera rosa fiorita; la gemma non aveva promesso troppo! In isnelle pioporzioni s'innalza la sua figura verginale; gli occhi splendevano del turchino il più puro, la bocca era disegnata con finezza, e le guancie avevano il colorito il più delicato. (Cont.) diante la contribuzione settimanale di soldi 8, i quali conferiscono alla socia il diritto di ricevere un sussidio per ogni parto e per le malattie cagionate da questo o dalla gravidanza, e alla di lei famiglia iu caso ch'ella venisse a morte. Indi il sig. segretario Nicolò de Baseggio diede la relazione voluta dallo statuto sull'anno 1874; fece sapere che 15 fui ono le sedute; 57 le domande di ammissione alla società, delle quali 6 vennero respinte perchè prodotte da individui che non avevano i requisiti nominati nello statuto; accennò alle varie questioni di economia e di disciplina risolte sempre per modo collettivo; notò la nomina del Dr. Achille Savorgnani in sostituzione dell' emerito Dr. Francesco Guglielmo rimpatriato; annunciò avere la società ricevuto in regalo varii libri e varii oggetti, essere stata invitata a feste dalle società sorelle ; s'intrattenne alquanto sulla memoranda data del 12 aprile, cioè dell'inaugurazione della bandiera ; manifestò il concetto delle proposte modificazioni dello Statuto; e infine, dopo avere ricordata la morte del socio Francesco Pesaro, chiuse con applaudite considerazioni. Venne poscia data lettura del Resoconto, dal quale emerse che la sostanza della società ascende tra i capitali investiti, i mobili, la biblioteca, e detratto il 4% di depeiimeuto, a fior. 5511.49; che nel 74 vennero introitati fior. 2628. 26, e sborsati fior. 2733.94; che alla chiusa dell'anno il fondo di cassa era di fior. 388.04; che durante l'anno i diversi sussidii raggiunsero l'importo di fior. 922.32. — E pel 75 venne approvato il seguente Preventivo : — Introito fior. 2679.38, cioè contribuzioni arretrate fior. 63.94, contribuzioni dell'anno fior. 2297.88; interesse del capitale investito (fior. 4997) fior. 257.56; subaffitto di locali fior. 60.—Esito fior. 1500, cioè : sussidii fior. 1000 ; al medico fior. 200; al cursore fior. 100; per stampe fior. 35; per l'affitto fior. 130 ; per oggetti di cancelleria fior. 20; imprevedute 15. Souo quindi preventivati pel 75 fior. 1179. 38 per accrescere il capitale investito. I consiglieri eletti, ili sostituzione dei 6 che la sorte escluse, souo i signori Giacomo Utel (v. 136); Matteo Rodatti (v. 136;; Giuseppe Scher (v. 133); Francesco Poli (v. 132); Battista Padovan (v. 129); Matteo Babuder (v. 124). E vennero riconfermati i signori revisori Giorgio Cobol (v. 136) ; Pietro Debellich (v. 136); Pietro Pontotti (v. 131). I soci intervenuti erano 150. Chiusa la seduta, col medesimo ordine di prima, accompagnati dal sig. commissario governativo, ritornarono all' ufficio della Società, ove depositarono la bandiera, sciogliendosi col grido «viva la Società« , "viva la Direzione». /> s. La question dei Fiumisin. (VII) (Continuazione. Vedi il N. 1, 2, 4, 6 7 e 9.) E per no perder dunque el pever e la impeverada sti possidenti, che i voleva o de rife o de rafe vegnirghene fora, i ga tenuo dele sedute, (1818) i ga fato dei progeti, i ga preteso de costituir un consorzio, i ga deliberà de far un imprestanza col governo per 7000 fiorini; importo che doveva bastar per sto lavor dela regolazion del Fiumisin, ma..... ma ghe sarà entra anca alora qualche guasta-mestieri, e — bona note sonadori! — no xe sta fato un bel gnente. Nel 1821 se progeta de novo sto bene-deto consorzio, e anca questo tramonta, perchè (savè la storiela dele teste de capuzzo?), chi voleva alzar i arziui del Fiumisin, chi scavar el so leto, chi regolar el corso dei aguari; insoma no giera caso che i andasse d'accordo, tanto xe vero che un anno dopo, credendo d'averla iudovinada, xe sta proposto de radunar i possidenti interessai, e obligarli con un giudizial compromesso; compromesso peraltro che ga vudo la sorte de tutti i progeti fati nei anni indrio. Intanto i reclami i fiocava da ogni banda per el disordine nel qual se trovava la strada de Santa Barbara, reclami che dismiss iava per pochi zorni la question, e che, passai quei primi momenti, i lassava le cosse come i le veva trovade. In mezo a tutto sto sclamèo, in mezo a sto vogio e no posso, chi zigava da una parte, chi da l'altra senza cavar un ragno dal muro ; e a forza de zigar, de perder tempo in scriturazion, in reclami e che so mi, xe arivà l'anno 1827, nela qnal epoca el conte Bàr-naba Bruti ga presentà un altro progeto per la regolazion del Fiumisin, metendo in pene de erose chi comandava, perchè una volta vegnisse fato quel che da tuti giera tanto bramà e desidera. Go dito: quel che da tuti giera tanto bramà e desidera; ma pur tropo fra sti tuti no se trovava quei che, voltila e zìrila, bisognava che i metesse fora la pecunia, e pecunia no i ghe ne voleva metter a man, perchè, come adesso, anca alora giera iu voga quella maladeta malatia, che za in' intendè, e che fa andar a monte i più bei progeti de sto mondo apena nati. Come per butar peraltro un poco de polver nei oci xe sta fato nel 1828, dopo mile stiraciamenti, qualche piccolo • ristauro nel Fiumisin; ma xe stai bessi butai proprio in acqua, perchè chi, animai de bona volontà, ga scava el pezzo de fiume che ghe tocava, e chi, vardando la luna e alzando le spale in aria de me ne impipo, no ga fato un càvolo. E intanto quei che ghe stava a cuor la strada de S. Barbara, i Credeva che la vignarà restaurada a dover; ma, passa quel fervor del primo momento, se tornava invece a dormirghe sora de sta importante question, e se lassava correr l'acqua del Fiumisin per quela strada ehe megio ghe talentava. Nel 1840 el Comun, senza notar (ben inteso) tutte le scriturazion fate prima, torna a ripeter le lagnanze per l'indescrivibile malora nela qual se trovava el torrente, e da sto anno all' anno 1853 no se fa che reclamar da tuti la estrema necessità de combinarle, de far qualcossa, de pensar a metter al sicuro le campagne, de restaurar la strada, de regolar el fiume, de vegnir insoma a una con-clusion. Nel 1853 infati per le zelanti premure del Podestà de alora, Sior Nicolò de Madonizza, xe sta fato el piano e i calcoli dall' inzegner Sior Carlo Yallon, tanto per restaurar la strada che per regolar el fiumisin; lavor che varia portà una spesa per la prima de f. 14299:37 e per el secondo de f. 18000 circa. Gesummaria! ga zigà i possidenti: e dove anderemo a trovarli tuti sti soldi? e vai proprio la pena de spenderli? e no dovarìa, per la vecia martina merenda spenderghene un pochi anca el governo? — E intanto che i se lamentava, intanto che i fasseva tutti sti piagnistei; intanto el tempo, co la solita sua furberia, andava per la so strada che giera una maravegia, e no .se rimediava un figo seco ai continui malani de quel acqua. De sto trotto semo andai avanti, avanti senza concluder uu ete, e facendo radunanze, protocolli e mile altre diavolarie de sto genere, come vedarè a so logo, semo arivai al 21 magio 1871; zorno nel qual varii cittadini, stufi fin sora i oci de spetar, i ga pensà de presentar una domanda al Comun, perchè, o in una maniera, o nell'altra se vegnisse al quia. El Podestà, Sior Cristoforo Dr. de Belli, vista la convenienza dela domanda, el s'à dà le man attorno per contentar, secondo el podeva megio, sti cittadini interessai ; e, fato cior fora quel grosso fasso de carte vecie, che me dà argomento de scriver ste mie povere quattro righe, l'a cerca de dismissiar la question, e l'à incombensà el segretario comnnal, Sior Andrea Tommasich, de studiar l'argomento e de far le analoghe rimostranze. El segretario ga infati compilà un longo raporto, che, per la so importanza e perchè el comprende notizie che a bela posta no le go precedentemente notae, credo assai opportuno de publicar per desteso. Deve donca la vostra sofiadina, vualtri pochi ehe gavè la pazienza de lezerme, dè la rascadina, ripose quanto ve par e piaxe, e po aspetè che in staltro numero lezarè el Raporto. C Coni.) Bara Nane. I principali utensili del calzolaio. (dai dialoghi del Bresciani) Trespolo-predellino-1 _ . . , ., sca bello - scanno- La Pauca su,cni sledo 11 panchetta (caréga) | calzolaio. Deschetto-bischetto (banco) — il banco dinanzi a cui siede. Regolo (orlo) — la sponda che gira intorno al banco, affinchè non cada in terra qualche ordigno dell'arte. Regoletti (orleti) — legnetti che scompartiscono i quattro angoli della tavola. Lesine (subie) — aghi torti a tre e a quattro spicchi, appuntati alla cima e grossi nel mezzo della curva. S'imboccano in un manico di bosso. Trincetti (cortei) — coltelli o piuttosto ferri per raffilare e agguagliare gli orlicci delle suola. Fesso della suola (sfessa) — nel quale corrono le cuciture. Coltello da banco (cortei de banco) — usasi per tagliare le tomaie. Risolare (far la mesa sioladura) •— governare colla mezza suola le scarpe sdruscite e rotte sotto la pianta del piede. Sopra-tacchi (soratachi) — si sa. Mezze piantelle (mese siole) — lo stesso che mezze suola. Tramezzerò (meso) — quel pezzo che si mette entro il sopratacco per rispianarlo ov' è mancante. Manale (vardamàn) — quella specie di guanto che si calza per difendere il dosso della mano nel tirare lo spago. Cornettino (osso) — serve a lisciare i tacchi. Stampa (canéla) — ferretto col buco tagliente che rientra allargandosi a tromba. Usasi a bucare i cinturini per legare le scarpe in sul collo del piede. Stella (stela) — è quel ferro col quale si turano nelle suola e ne' tacchi i buchi fatti dalle bollette, colle quali si ferma la scarpa nella forma. Girellini (marca-ponto o rodella) ferri colle rotelle dentate, colle quali, calcando tra il guardone e la suola, s'improntano i segni del punto finto. Gambiere (gambài)— sono di due pezzi; v'è la parte dello stinco e quella del grosso 0 polpa. Bieta (steca) — legno a forma di cono che s'incastra tra lo stinco e il grosso per assettarli bene nella tromba dello stivale. Montare la scarpa (tirar in forma) dicesi lo mettere i tomai sulla forma per cucire 1 guardoni, e lo inchiodarveli colle bollette. Raspa (raspa) — con questa si tonda i tacchi per ragguagliare i picciuoli di bosso che in quelli si conficcano. Lima (lima) — si usa per limare rasente la suola le punte delle bullettine e per assottigliare le lesine rintuzzate. Tanaglie, veramente tanagliozze (tanagióse), — colle quali si addenta il cuoio per tirarlo e allungarlo quando è bagnato, prima di batterlo in sul sasso col martello. Forbici (forfè) — tagliansi gli spaghi, si raffilano le orlature, i centurini o le correggine, e vi si fauno gli occhietti da porvi la traversa degli ardiglioni delle fibbie. Calzatoia (corno) — fuori d'uso. Corno ricurvo per tirare su il calcagno, e così calzare agevolmente la scarpa. Mela — cupoletta in fondo al manico de' coltelli e lesine. Ghiera — cerchietto di ferro o di rame che gira intorno all' imboccatura de' coltelli per cagione che il manico non si apra o non si fenda. Acciarrino (asalin) ~ per affilare i trincetti. Lustrino (bisiégolo) v. cornettino. — Pezzo di bosso con una grande cocca (cantonata, angolo), con rialto che sporge dall' un lato. Stropicciandolo bene intorno alle labbra del suolo e del guardone le lustra mirabilmente. Liscia piante (lissa) — Strumento simile al suddetto che 'tondeggia come una mezza mela. Adoperasi per allucidare le suola. Pedale (cavestro) — Striscia di pelle cucita di due capi, colla quale il calzolaio tien ferino sul ginocchio. Rovigno 2 mar so. (L. Q ) Ritengo che non riuscirà discaro e alle gentili lettrici e ai benevoli lettori 1' avere qualche notizia della fabbrica dei zi-gari di cui tanto luci o ne trae Rovigno, e sulla quale oggi m'intratterrò alquanto. Forse sarà già noto che essa ebbe qui principio nella state del 72, e che si collocò nell'edilìzio che serviva uu tempo di caserma, siccome quello che era sufficiente atteso il piccolo numero delle operaie. All' istruzione di queste operaie, allora naturalmente novizie, erano giunte delle fabbriche di Sacco nel Trentino alcune maestrp, le quali in breve riuscirono a far acquistare a parecchie delle loro allieve tale una pratica che in poco tempo divennero altrettante maestre; e ad esse venne esclusivamente affidata l'istruzione. 11 civico Magistrato, in viste della loro premura e solerzia nell' istruire, regalò a ciascuna delle maestre di Sacco un pajo d'orecchini d'oro. Aumentato, e di molto, il numero delle operaie si vide ben presto che il solo edilìzio dell'ex caserma più non bastava a contenere le nuove sopravvenute, dimodoché fu di mestieri prender a pigione una casa privata. Visto però che la separazione delle operaio in due edifizii non conveniva ad una regolare sorveglianza delle medesime, che impediva quella certa gara che nasce fra le lavoratrici, che è uno dei più forti stimoli al lavoro; ed inoltre aumentandosi di continuo il numero di queste, si vide necessario anzi indispensabile l'erezione d'un edifìcio che servisse a tale scopo. Difatti sul principio dell' anno decorso si gettava le fondamenta di un vasto fabbricato composto di tre piani ed un sotterraneo; il quale chiude colle sue due ali collatterali una spaziosa corte nella quale si trovano due ampie cisterne indispensabili in fabbriche tali. Questo edificio è abbastanza bello nella sua semplicità, se si vuol perdonare all'inescusabile errore d'aver costruito il tetto a foggia nordica. Nei suddetti due locali si trovano presentemente cinquecento operaie delle quali 60 sono addette alla preparazione della foglia e 440 alla confezione dei zigari. Lo sigaro non viene lavorato da una sola persona, bensì da due; una ragazza cioè prepara il cosidetto bossolo che è la parte interna dello zigaro, e l'altra ricopre il suddetto bossolo che è appunto la parte esterna e visibile del medesimo. Le prime si chiamano bossoliere (e queste sono le principianti) l'altre vengono chiamate sigariere. Presentemente i zigari che qui si confezionano sono da soldi 11/ì (che vengono pagati con 15 soldi ogni cento); da due e tre (con soldi 16) ; da 4 (con soldi 18) ; e da 5 (con soldi 20 al 100). La mercede però viene divise fra le bossoliere e le sigariere in modo che alla prima ne tocca 4/10 alla secondagli altri 6/io- Essendo le lavoratrici tutte principianti ne confezionano in media 300 al giorno per cadauna, in guisa che la maggior parte, facendo un calcolo approssimativo, si guadagnano per settimana fior, 3 ; circa 30 fior. 4 ; 40 fior. 41/, ; e due sole sigariere hanno il salario di fior. 6. È constatato però che un' abile operaia ne può confezionare dai mila ai miladuecento. Le operaie sono dirette e sorvegliate nel loro lavoro da 9 maestre che sono retribuite con soldi 54 al giorno. La maestra deve invigilare a quattro tavole di lavoro, cioè: a 24 bossoliere e a 24 sigariere. Esse visita i zigari, se questi sono dichiarati da lei come atti allo smercio passano in primo luogo nell'essiccatoio dove rimangano per 15 o 20 giorni; se poi vi tiova dei scarti, dopo averli disfatti li ritorna alla lavoratrice. Asciutto lo zigaro passa all' impac-chettazione dove sono occupate 5 lavoratrici fornite cadauna di una macchina apposita. Queste pure lavorano a contratto e ricevono per mille zigari da soldi l:/„ da 2 e da 3, soldi 3; e per mille zigari da soldi 4 e 5 soldi 6. Nel locale destinato alla formazione dei pacchi è occupato pure un uomo che pone nelle casse i pacchetti da cento zigari, le chiude, e le marca. Queste casse della capacità di diecimila zigari passano al deposito e poscia in commercio. All' amministrazione sono addetti 4 impiegati, ed uno alla fabbrica. 1 vantaggi arrecati a Rovigno da questa nuova, industria sono grandissimi : in fatti nello scorso "inverno, che fu sì terribile al povero, tante ragazze addette a questo lavoro erano l'unico sostegno delle loro famiglie. È bello il vedere queste giovani quando ritornano a casa; si legge loro in faccia un 'certo brio, una certa vivacità che sono frutti del lavoro, perchè l'operaio oltre l'utile che ricava col suo lavoro, gode dì quella gajezza che è proprio il rovescio dell' ozio nostro capitale nemico. Per quanto si parli, io sostengo, che mai sarà detto abbastanza intorno all'utilità di quella fabbrica e finisco col dire che la fu una vera provvidenza per la città nostra. TARIFFA DI CLASSIFICAZIONE per la provincia dell'Istria deliberata dall'I. R. Commissione provinciale per la regolazione dell'imposta fondiaria, in conformità al § 33 della legge 24 Maggio 1869, in seguito all' evasione dei reclami prodotti contro la tariffa di classificazione pubblicata colla Notificazione 8 Giugno 1873 N. 804. — Parenzo 20 Gennaio 1875. L' I. R. Consigliere di Luogotenenza, Presidente, jEnrico de Glesius. Estratto relativo a Capodistria. Rendita annua netta per jugero in valuta austriaca CLASSI I II III IV| v 1 VI VII Vili f; s. |f. | s. |f.|s. f. s. f- |s. s. f. [ s.|| f. ! s. Orti . . 17 15 13-- 10 8 _ •r> 50 9. 50 1 Vigne . 16 - 1350 11 — 8 50 6 50 ■1 __ 2 50 1 _ Prati. . 13 50 11 - 9 — 7 — 5 50 3 50 2 _ 1 _ Arativi 11 50 9 50 750 6 — 4 — 3 _ 2 _ 1 ._ Boschi. 3 50 2 80 220 1 50 1 — _ 75 _ 40 _ _ Pascoli. 2 — 1 50 11— — 40 _. 20 _ 16 _ 12 _ 10 Paludi. — — — — _!_ 1 — - — - r — — — Illustrazione dell' anniversario. A Crevalcore, circondario di Bologna, nacque ai dieci marzo 1628 Marcello Malpighi, medico, anatomico e botanico di grande fama. Pece i primi studii a Bologna, la più antica università della penisola, che trova la sua origine al principio del millecento, come Salerno — distante 100 chilometri a S. E. di Napoli — è la più antica scuola medica dell'Europa. Tre anni dopo di avere cinto l'alloro, venne nominato nel 53 professore a Bologna, e nello stesso anno accettò l'invito di andate a Pisa, fattogli dal granduca Ferdinando II dei Medici (1610—1670). Quivi s'amicò il matematico notomista Giovanni Al'onso Borelli napoletano (1608—1679), che sottoponeva al calcolo tutti i fenomeni meccanici dell' economia animale, e la loro amicizia fu di vantaggio alla scienza. Da Pisa per cagione di salute ritornò a Bologna, da dove accondiscese alle istanze del Senato Messinese che lo chiamava in quella città, dalla quale peraltro, dopo quattro anni di cattedra medica, fu costretto a rimpatriare perchè i partigiani della vecchia scuola saracena lo perseguitavano quale seguace d'Ippocrate, alle di cui dottrine aveva pienamente aderito fino da quando ebbe a sostenere le tesi della laurea, ciò che dimostra quanto egli fosse ardito, giacché a quell' e-poca anche a Bologna la scuola dei Saraceni aveva ancora non piccolo culto. Nel 91 Innocenzo XII (pont. dal 1691 al 1700) lo volle presso di sè quale protomedico. A questo tempo la salute gli venne scemando in causa di accessi di gotta, di patemi, e di dolori nefritici: soccombette improvvisamente ai 29 Novembre del 94, colpito da apoplessia, dopo di avere impiegati lunghi anni in assidue ricerche coli'aiuto del microscopio, coronate da diverse importanti scoperte. La sua fama volò per tutta l'Europa, e la società reale di Londra lo ascrisse tra i suoi membri e fece stampare alcuni dei suoi lavori. Di questi citiamo quelli di maggiore rilievo: Observationes anatomicae de pulmonibus — De pulmonibus substantia et motu — Epistolae anatomicae de lingua, de cerebro, de externo tactus organo, de omento, de pinguedine et udiposis ductibus — lHssertatio de formatione pulii in ovo — Anatome plantarum, cum appendice de ovo incubato — De glandulis conglobatis — De polypo cordis. Ebbe un acerbo critico, certo Sbaraglia, il quale tentavasi di screditarlo, ma i notomisti posteriori tennero in grande pregio le opere del Malpighi. Anche il nostro Santorio (1661-1636) che morì quando il Malpighi era diciottenne, non andò esente da maligno censore che fu Ippolito Obicio professore a Ferrara, invidioso della sua gloria; più valenti peraltro confutarono l'Obicio, e tra questi basti ricordare lo Sprengel, il quale nella lodata Storia prammatica della medicina asserisce che il secolo di Santorio riveriva in lui un secondo Ippocrate. (Solenni esequie). La mattina del 27 febbraio decorso, nella nostra Concattedrale si alzavano preci di suffragio pel Capo della diocesi. Vi assistevano l'inclito Municipio, l'inclito Capitanato e l'inclito Giudizio, gli altri Ufficii governativi, parecchie rappresentanze, i Minori Osservanti e i Cappuccini, l' Ufficialità del presidio, tutte le scuole, e molto popolo. La Chiesa era decorata a gramaglia; suonava l'orchestra dei filarmonici; e nella navata maggiore presso al presbiterio sorgeva un feretro con ricco contorno di torcie, portante mitra e pastorale; in più luoghi stava appeso lo stemma vescovile. Mons. canonico Giovanni de Favento-Apollonio pronunciò un sermone pieno di affetto: dipinse le qualità mirabili del suo dolce amico e i di lui frequenti conati diretti a vantaggiare la diocesi, che quasi sempre rimasero senza appoggio, come ad esempio la tentata riattivazione del locale seminario — ora sconcio cumulo di rovine e macerie — nel quale Trieste e l'Istria avrebbero potuto avere un adatto istituto per educare il giovane clero all'amore della Chiesa e ("ella patria. E nella mattina del 3 corr. altra mesta cerimonia avveniva nello stesso tempio e collo stesso concorso : v' era la salma del compianto nostro parroco don Elio Nazario Stradi, cano-n;co infulato, decesso sull'aprirsi del primo giorno di questo mese, dopo 87 anni di vita vigilante e sollecita. Salì il pergamo Mons. canonico Francesco Petrouio, amministratore parrocchiale, e tessendogli l'elogio, lo ricordò, tra le altre, oratore lodato in varie cospicue città della Venezia, e indefesso e coraggioso confortatore nelle due più desolanti irruzioni del morbo asiatico, cioè nel 36 e nel 55. La Concattedrale era affollata oltremodo, l'accompagnamento numerosissimo e splend'do, e le botteghe dinanzi a cui transitava erano chiuse a dinotare il lutto cagionato dalla perdita dell'amato pastore. ("Consigli ai giovani,,). È questo il titolo di un libretto scritto da Niccolò Tommaseo. Nominato 1' autore, non abbisognano altre parole per raccomandarlo a coloro ai quali venne dedicato. Costa 18 soldi austriaci. Le soscri-zioni col versamento antecipato del prezzo si ricevono da questa amministrazione; ad essa verranno spedite le chieste cop;e dal Dr. Girolamo figlio del sommo italiano, che abita a Firenze, Lung'Arno delle Grazie, 20. (Facoltà universitaria a Trieste). La Giunta Provinciale di Trieste ha approvato il Memoriale da inviarsi al Ministero per ottenere l'istituzione di una facoltà legale in quella città. Per una provincia di oltre mezzo milione, quale si è la nostra che s'allunga dall'Isonzo al Quarnaro — senza contare gli italiani della Dalmazia che pure vi accederebbero — una facoltà legale, la quale anche qui coita la maggiore frequentazione, sarebbe nulla più che il riconoscimento del suo diritto. (Un Veglione mascherato) avrà luogo nel teatro sociale la sera del 29 corr., seconda festa di Pasqua, il di cui introito netto è destinato ad iniziare il fondo per le vedove e per gli orfani dei membri della Società Operaia di mutuo soccorso. (La via subnrbana). Durante l'invernata, nelle poche ore in cui Febo ci dardeggia con effetto, l'unico passeggio è quel tratto di via suburbana che guarda a meriggio; ma appunto per quella via e in quelle ore passano le treggie di ritorno dal Palazzetto, contenenti quella materia che letifica i campi ma non il passeggio. Se la via della Colonna riesce ora un transito cattivo, si procuri almeno di limitare le ore per le suddette treggie che vengono dalla via Semedella e imboccano la postale. Atto di ringraziamento. Adempiendo ad un debito di riconoscenza, il sottoscritto, profoudamante commosso, si onora, anche a nome de'congiunti, di rendere distinte grazie al R.mo Capitolo, al Clero secolare e regolare, all'Inclite i. r. Autorità civili e militari, allo Spettabile Municipio, ai Corpi insegnanti, alle pie 'Fraterne, alle Società filarmonica ed operaia, al Pio Istituto Grisoni, alla Società delle Pompe funebri, e ad ogni Ordine di cittadini, che coli' intervenire numerosi ai solenni funerali vollero rendere l'ultimo tributo di stima ed affetto all'amatissimo di lui zio Llio Nazario Stradi Proposito e Parroco di questa città. Capodistria li 4 marzo 1875. Pietro Longo. Bollettino statistico municipale di Febbraio. Anagrafe. Nati (battezzati) 28; maschi 18, femmine 10. — Trapassati 35; maschi 2, femmine 8, fanciulli 13, fanciulle 12. — Matrimonii 10. Polizia. Arresti per schiamazzi notturni 2; per vagabondaggio notturno 2. — Denunzie per minaccie alle guardie 1; per ferimento proditorio 1 ; per insulti e minaccie 1; per furto 1; per uso illecito d'arma da fuoco 1 ; per contravvenzione alla polizia sanitaria 3; per apertura di trattoria oltre l'ora prescritta 1. — Usciti dall' I. B. Carcere 13, dei quali 3 triestini, 4 istriani, 3 dalmati, 1 goriziano, 1 tirolese, 1 regnicolo. Permessi di fabbrica 1. — Permessi per concerti musicali 1. — Permessi di ballo nel territorio 9. — Permessi di ballo in città 4. — Licenze di tenere aperti caffè oltre 1' ora prescritta 2. — Permessi per asta volontaria di effetti mobili 1. Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti 12 — per Em. 126 — Prezzo ai boccale soldi 48 e 52. Certificati per spedizione di vino 64 — Em : 157 :37 — di pesce salato 5 ; Barili 31 ;