■K 1WO TI. ., j Capoti!stria, addi 35 Ottobre 1879 Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 79 — 25 settem. 80 importa fior. 3 e s 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a benefìcio dell'Asilo d'infanzia L'UNIONE CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE si pubblica ai 9 ed ai 25 ir. 2 Per le inserzioni d'interesse prirato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il stg. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanea ed energia, ai vero, all' equità, alla rnoderateMta. ANNIVERSARIO —.....ottobre 1869 — M nore a Milano Giuseppe Bis! — (V. Illustrazione) V I) § TT (B a A negli scrittori antichi greci e latini ( P. UN" 17 delF anno V e seguenti) 50. /miscellanea ') [Lo stesso: III, 139,140 (c. 21 (35))]. All'Arsia si congiunse la gente de' Li-burni fino al fiume Titio 2). Parte di lei furono i Mentori, gli Imani, gli Euchelei, i Buni e quei che Callimaco 3) appella Peucezzi; ora il complesso in una sol voce dicesi generalmente Illirico. Di qnesti popoli pochi nomi vi sono degni di menzione 0 agevoli a pronunciarsi. Vanno al convegno 4) de' Scar-donitani 5) i Giapidi e de' Liburni città quattordici, dei quali non incresca nominare, i Laciuiesi, gli Stolpiui, i Burnisti, gli Olbouesi. In quel convento 4) ànno italico diritto di cittadinanza gli Aluti, i Fianati donde si nomina'1 seno 6), i Lossi, i Varvarini, gli Assonati liberi d'imposte, e dell'isole i Fertinati, i Curritti 7). Del resto lungo la spiaggia cominciando da Nesattio 8) ci son le città di Albona, Fi&nona, Tarsatica, Segna, Lossica, Ortoplinia, Vegio, Aigirouto, Corinio, Enona, città di Pasiuo, il fiume Tedanio 9) col quale finisce la Giapidia. Isole di quel seno e città oltre alle sopra nominate: Assorzio, 10) Alba, Cressi, 11), Gissa, Portunata. E di nuovo sul continente la colonia di Giadro, 12) eh'è lungi da Pola 160,000 passi, di là a 30,000, l'isola di Ooleuto, a 1800 la foce del fiume Titio. 2) 1) Intitolo così per intitolare. Del resto osservo quel che al N. pieced nota 28. — 2) V. N. prec. nota 16. — 3) V. N. 9 e 21. — 4) Convento o convegno era la riunione dei cittadini romani viventi in una provincia stessa, i quali soleano formare quasi a dire una corporazione. —5) Quei dell'odierna Scardona. adunque capitale della Liburnia uell' lllirio; vicina al fiume Titio. — »5) Fianatico. V. N. prec. nota 14. — 7) V. N. 11, 12, 22. — 8) V. N. prec. nota 21. — 9) Zermauja. — 10) Assirto, Ossero. V. nota 7 e N. 23, 41, 40, dove Mela delle Assirtidi ia dire isole distinte: Àssoro (Cherso) e Assirtide (Lussino) e mette fra di loro Discelado (Melada). — 11) Cherso. — 12) Zara Vecchia. 51. qui e qua. [Lo stesso : 111, 146, 147, 150, Ibi, 1Ò2 (c. 24 (27), 25 (28), 26 (29, 30))]. Da tergo a'Carni e Giapidi, laddove il grand'Istro si avanza, a' Reti si uniscono i Norici .... Quindi la ghiandifera Pannouia, di là donde i gioghi delle Alpi facendosi men aspri per mezzo all'Illirico volti da settentrione a mezzodì con dolce china a destra ed a manca avvallansi. La parte che guarda il mare A-driatico appellasi Dalmazia ed Illirico sopra detto .... L'ampiezza dell'Illirico, dov'è massima, comprende 325,000 passi; la lunghezza dal fiume Arsia ai fiume Dirino 1) 530,000, dal Dirino al promontorio Acroceraunio 2) secondo Agrippa 175,000, l'intero seno poi dell'Italia e dell' Illirico à uu circuito di 1,700,000 passi. Iu lui due mari, distinti come dicemmo 3) : il Jonio al principio, più addentro l'Adriatico cui chiamano Supero. La spiaggia dell'Illirico è popolata di più di mille isole, perchè qui il mare è naturalmente basso e l'onde in lievi seni fratterra penetra qua e là. Illustri dinanzi alle foci del Timavo quelle dalie sorgenti calde insieme col flusso del mare crescenti 4), appresso il territorio degl' Istri Cissa 5), Pollaria 6) e le Assirtidi 7) così dette da' Grai 8) da Assirto fratello di Medea colà ucciso. Le viciue a queste chiamarono Eluttridi, poiché su di esse dovrebbe nascere il succino 9), che quegli appellano elettro, certissima prova della greca fallacia, sicché quali di esso isole intendano ancor non si seppe. 1) Or Drino negro e bianco. — 2) Glossa 0 Linguetta. — 3) III, 100 (c. 11 (1«)): "... Idrunto (Otranto) punto di separazione fra '1 Ionio e '1 mare Adriatico,. — 4) V. N. 47. — 5) Dinanzi a Iìovigno scomparsa. Celebre per le tintorie di porpora. — 6) Brioni. — 7) V. N. prec. nota 10. - 8) Greci. — 9) Ambra gialla ed anche una lega di 4 quarti d'oro ed 1 d' argento. 52. lana istriana 1 ) [Lo stesso: Vili, 191 (c. 48 (75))]. La lana d'Istria e di Liburnia, più si avvicina a pelo che a lana, è male adatta a farne vesti vellose, ma Salacia 2) tessendola a scacchi 3) la rende cara in Lusitania 4). Tale è attorno a Piscine 5) della provincia Nar-bonese 6), e tale iu Egitto, e la veste fatta di lei e dall'uso consunta si tinge e dura di nuovo nu secolo. 7) 1) V. N. 60. — 2) Ala?er do Sai, città una volta, or villaggio in Estremadura. — 3) A rombi, a occhietti, a rete, frane, à rèseaux. — 4) Portogallo che allora comprendeva anche l'Estremadura. — 5) Ora Pezenas. — 6) Provenza. «— 7) Se ne avessimo a-desso ! 53. IL VIAGGIO DELLE TRIGLIE 1) [Lo stesso: IX, 52, 53 (c. 15 (20) )]. De' pesci eh' entrano il Ponto 2) non tornano addietro le sole triglie — perocché sarà bene usare il più delle volte nomi greci3^, quando regioni diverse assai diversamente appellarono i pesci —, ma esse soie entrano il fiume Istro e di qui attraverso vene sotterranee di lui ridiscendono alla volta del mare Adriatico; epperò anche qui vedonsi discendere sempre né mai salire il mare. 1) Le nostre trie, triole, barioni ; gli zoologi le chiamano clupee sprati, se non fallo. — 2) Mar Nero. — 3) La tv'glia dicesi in greco trichìa donde il lat. trìchia e l'it. 54. GLORIA AL VIN PÙCINO 1) [Lo stesso : XIV, 59, 60 (c. 6 (8. 1) )]. Che una sorta di vino sia agli uni ed agli altri più o men gradita chi è che dubiti ? 0 che dello stesso tino l'una sorta vada all'altra di molto innanzi ingenerosità, vuoi dipenda dal vase 2) vuoi da fortuito accidente? Però del primato di lui faccia ognuno giudice sé stesso. Giulia Augusta 3) gli ottantadue anni di sua vita ascrisse al vin pùcino, e non usò d'altro. Cresce nel seno del mare Adriatico non lungi dalla sorgente del Timavo, su di ua poggio sassoso; ma il vento di mare poche anfore 2) ne matura; né altro si giudica migliore a farne medicamenti. Vorrei credere che questo sia quel desso, cui, provegliente dall'Adriatico seno, i Greci di lodi meravigliose colmarono e chiamami Preciano 4) 1) Del castello di Duino 0 di Prosecco. V. N. 49 e 57. — 2) Testa lo dicevano i Romani : era di argilla e vi si riponeva il vino dopo di averlo spremuto a mezzo del torchio nel tino. Dalla testa si empivano poi le anfore 0 bottiglie che accenna appresso — 3) Sarà Livia Drusilla, moglie prima di Tib. Claudio Nerone, il quale poi la cedette ad Ottaviano Augusto imperatore. Dopo la morte del marito fu fatta somma sacerdotessa del proprio santuario e s'ebbe il titolo di Augusta. Visse fino agli anni 84 (55 a C. - 29 d. C.) Cf. Dione Cassio L. VIII, 2. — 4) Quasi "araldo 0 capitano*. — Trovo in margine alla traduzione del nostro fatta da Lod. Domenichi (Venezia 1580 con privilegi) una nota che mi piace trascrivere: "Questo vino pucino nasce in Prosecco no» lungi dal Timavo nel contado di Gorizia; ed è sottile, chiaro, lucido, proprio di color d'oro, odorifero, e al gusto gratissimo. Ed Oggi ancora i villani del Carso, chiamato già Giapidia, fanuo fede delle parole di Plinio, i quali vivono lungamente, perchè bevono i vini simili al Pucino., 55. OLIO ISTRIANO 1) [Lo stesso: XV, 8 (c. 2 (3))]. Anche 2) di questo tesoro si ebbe Italia il primato su tutto il mondo, specialmente nel territorio di Venafro 3) e in quella parte di' lui che fa l'olio liciniano 4), donde pure la gloria precipua dell' olivo licinio .... La gara per la seconda palma si tien pari fra le terra d'Istria e quella di Betica 5). Si avvicina quasi a questo in bontà l'olio delle Provincie, eccettuato il suolo dell' Africa abbondante di biade. . 1) V. N. 61 e 80. — 2) Come del vino. — 3) Nella Campagna di Rima secondo lui; meglio ad occidente del Sannio che le confina. — 4) Da un tal Licinio che primo ne piantò l'oliveto 0 l'introdusse. — 5) Quella parte della Spagna bagnata dal Beti (Guadalquivir) cioè: Granada, Andalusia, parte di E-stremadura e della provincia portoghese di Alemtejo. (Continua) Albona Studii storico-etnografici di Tomaso Luciani ; Venezia, Tip.'dell'istituto Coletti, 1879; pag. 32 (Il Edizione). SUNTO Navigando da Pola alla volta di Fiume s'hanno a destra le isole del Quarnaro ') (le antiche Absirtidi) i due Lussmi, Cherso e Veglia, a sinistra la costa orientale istriana sulla quale, dirimpetto a Cherso, s'erge Albona 315 metri sopra il livello del Quarnaro, 1800 distante dal sottoposto suo porto di Rabaz . ida Pisino, punto centrale dell' Istria, 18 miglia; Nulla si ha di certo sulla origine di Albona. L'anno 178, in cui cadeva Nesazio, la capitale istriana, (Tito Livio lib. XLI) Albona esisteva ; ed era politicamente romana il 128 quando l'Istria fu ridotta provincia romana: è questo provato dalle monete consolari, dalle urne cinerarie di quell'epoca, che si rinvengono in tutto 1' agro aibouese. Nel 14 l'Istria, provincia, fu unita alla Venezia e compresa nella regione X d'Italia. Nel 44 Albona fu ascritta alla tribù Claudia ; fu municipio, ebbe corpo decurionale, edili, duumviri, bagno publico e sepolcreto ; così alcune lapidi del I e II secolo. Fu elevata al grado di respublica dall'imperatore Antonino, il qual grado importava l'alto governo di altri comuni e il diritto di percepire pubbliche imposte; beneficio questo raro ma non nuovo in Italia, che in precedenza era stato accordato da Augusto alle città italiane sui comuni alpini, e a Trieste precisamente sopra i Catali. L'agro proprio di Albona era fra l'Arsa e il Quarnaro; il giurisdizionale estendevasi sul versante meridionale ed orientale del Monte Maggiore e Caldiera. Le lapidi stesse ricordano lo stanziamento in Albona e Fiauona e nel suo agro di nobili famiglie romane. La Gavillia, la Cejona, la Petronio, la Volunnia, la Veratia, la Aquilia, la Avita, la Vipsania, la Ruffa. E lo stanziamento di queste famiglie, e le frequenti monete, urne con lucerne, con ornamenti femminili, i frammenti d'armi, le rovine e le fondamenta di abitazioni e vasche da bagno (queste sul canale marittimo d'Arsa rimpetto a Castel Rachelle) (Arcellae), ecc. tutto prova esser stato l'agro albonese popo- j latissimo. E sui colli trovansi avanzi di for- ! tificazioni, erette in epoche varie, altre ampie, ; con doppie e triple muraglie con interne distribuzioni per presidii militari, altre erette per bisogno improvviso.2) Però, l'importanza di Alboua non fu tale da doversene tessere una storia municipale ; la sua storia è quella dell' Istria e di questa torna in acconcio di toccare i punti più importanti. Come abbiam detto di sopra, l'Istria fu abbinata a Venezia l'anno 14; e la nuova divisione dell'impero (328) in prefetture, diocesi, Provincie, non cambiò le condizioni della nostra provincia, che continuò a far parte dell'Impero occidentale quando nel 364 Valentiniano lo divise, e fu compresa nel Vicariato d'Italia ; nel 489 seguì la sorte d'Italia conquistata da Teodorico. Coli' editto di questo principe (500) furono rispettate le consuetudini democratiche dell' Istria che fiorì. (Vedi le lettere di Cassiodoro). Nel 539, conquistata da Belisario dipendette dall'esarca di Ravenna, s'ebbe per governatore un maestro dei militi; sempre però unita colla Venezia marittima; edindi-pendenti il popolo e le singole città: il dominio dell' impero d'oriente riducevasi alla riscossione dei tributi. Nel celebre parlamento istriano (804), di cui in appresso, vengono ricordati i 314 solidi mancosi che la provincia in palatio portabat ; e va riferito a quest' epoca. Fu affllitta l'Istria dalle scorrerie dei Longobardi (568), e segnatamente Trieste (le fu distrutto 1' aquedotto) ; sfuggì felicemente a quelle dei Quadi e Marcomanni (372), dei Goti (400),,di Attila (452). Rifugio alle genti italiane sulla costa occidentale dell'intimo seno dell' Adriatico furono le isole della laguna; sulla costa orientale Capodistria che allora prese il nome di Giustinopoli in onore di Giustino II. L'Istria non fu come la Venezia conquistata da Alboino. Riportiamo l'intero passo di Paolo Diacono, interessante a fissare il confine storico d'Italia. (Lib. II. cap. 7). Re Alboino, pervenuto air estremo eonfine d'Italia, ascese un monte che s'innalza in quei luoghi, e di là contemplò quanta parte d'Italia potè. Il qual monte narrasi per questo motivo, da quel tempo assumesse nome di Monte Re (Nanos) Ma Autari mosse contro l'Istria (588); il dominio longobardo fu stornato stavolta con denaro. Le scorrerie degli Slavi, che seguirono a quelle dei Longobardi, recarono danni stragrandi; questi popoli però nou fermarono stanza. Nel 753, ad eccezione di Capodistria e di pochi altri luoghi, l'Istria cadde sotto la dominazione longobarda che però fu brevissima. In conseguenza di ciò molti Istriani trasportarono le loro dimore all'opposta sponda dell'Adriatico, il che valse a stringere vieppiù e a render comuui le memorie, gli affetti, i pericoli, gì' interessi fra gl'Istriani ed i Veneti. Il 767 i Longobardi rinuiiziarono al dominio sull'Istria riconosciuta di appartenenza romano-bizantina, conservato il vincolo che la legava coi Doge di Venezia. Ma questo nuovo felice ordine di cose si mutò ben presto, che Carlo Magno, cessato il regno longobardico, si riguardò corno successore, e nel 789 conquistò quasi tutta l'Istria: soltanto Capodistria, PiranoedUmago restarono ai Bizantini ; il resto, staccato per la prima volta dalla Venezia, fu sottoposto ai duchi del Friuli. E questa una pagina dolorosa nella storia dell' Istria, che perdette le antiche sue libertà e furono trasportati stabilmente gli Slavi iu varie parti della provincia. Albona pure seguì le sorti della provincia; anzi ebbe a soffrire più d'altre città perchè posta all'estremo contine orientale del Regno d'Italia; erano gli Avari e gli Unni che irrompevano, vinti però da Erico duca d'Istria e del Friuli (791), che morì opponendosi alla seconda irruzione degli Avari (796) presso Lauretum (Laurana) alle sponde del seno liburnico. Capodistria, e probabilmente anche Pi rano ed Umago, per la pace conchiusa con Niceforo (802) furono in piccolissima dipendenza dall' impero greco-romano, in fatto libere ed indipendenti; il resto dell'Istria toccò a Carlo Magno. Fu allora che a propugnare i loro sacrosanti diritti conculcati dall' abborrito duca straniero (Giovanni) gì' Istriani fecero sentir alta la voce nella valle del Risano, nell'agro di Giustinopoli. Albona mandò pure i suoi rappresentanti, come pure Pedena, Montona, Pinguente, Trieste, Cittanuova, Parenzo, Ro-viguo, Pola. Ebbero giustizia, ma non intera. Questo documento salva 1' onore degli Istriani che respinsero concordi le irruzioni degli Slavi, i quali furono trasportati dal Duca Giovanni. Carlo Magno, nella pace couchiusa con Michele (813) rinunziò alla Venezia marittima " gli obblighi che l'Istria avea verso Venezia nelle cose di mare rimasero inalterati. Dal fin qui detto vedesi che niente potè separare l'Istria dalla Venezia, che sempre ebbe con essa comuni interessi. Ci si fa però un' opposizione : si dice che 1'820 i Croati conquistarono il paese tra 1' Arsa e la Cettina; ed in proposito vien citato un passo di Porfìrogenito. (Cap. XXX, De adm. Imp.) Vediamolo. Dal fiume Zentina (ogjfi Cettina) comincia la Grovazia e si stende dalla parte del mare fino ai termini dell' Istria, ovverosia fino alla città di Albono (vale u dire Albona) ; dalla parte della regione montana va oltre un poco alla provincia dell' Istria, e verso Zentina e Clebena (oggi IHiuro) tocca la regione della Servia. I Croati nel IX secolo si liberarono dal dominio romano, e fecero bene; tentarono invadere il paese vicino, separato dalle Alpi, e fecero male; però non vi riuscirono, respinti dagli Istri col soccorso dei Veneti; ebbero la Liburnia e la Giapidia Seconda, non l'Istria, già indipendente, ossia Regno d'Italia, governata da proprii Conti. Duuque la Croazia cominciava dalla Cettina, arrivava dalla parte di mare fino ad Alboua, e dalla parte di terra alquanto sopra l'Istria; e l'insurrezione croata non alterò per niente gli antichi confini dell' Istria, che è a dir dell'Italia; dunque i confini fra l'Istria e la Croazia erano i monti : Porfìrogenito non nomina nemmeno 1' Arsa, ed aggiungi che i Romani solevano indicare i fiumi soltanto quali confini approssimativi. [ha fine nel prossimo N.o) NOTE ') "La parte più navigata e più conosciuta u ' Quarnaro, modernamente è chiamata con tre uom. distinti: Quarnaro da Promontore a Fianona, Golfo di Fiume nel largo dinanzi a questa città, e Canale della Faresina lo stretto che unisce il Quarnaro e il Golfo di Fiume; alle quali tre denominazioni corrispondono a cappello altre tre usate da autori antichi e dell'evo medio: sinus Pólaticus, sinus Fla-naticus, sinus JAburnicus. Vedi mirabile corrispondenza di nomi e di cose., a) "Ricerche più diligenti fatte dallo scrivente, dai signori Covaz Antonio, Scampiccbio dott. Antonio, De Franceschi Carlo, Polesini march. G. Paolo, da qualche altro egregio istriano, e ultimamente dal chiarissimo Capitano li. F. Burton, hanno posto fuori di dn-bio che parecchie castella e borgate dell' Istria e non pochi dei qui accennati fortilizii sorsero sopra avanzi di Stazioni d1 epoche assai remote, e come si dicono preistoriche. — V. Dizionario Corografico dell' Italia (Milano Vallardi); Provincia dell'Istria, (Capodistria, 1867 e seg.) e più anr.ora, le Note sopra i Castellieri ecc. del Capitano F. E. Burton, traduzione dall' inglese di Nicolina Gravisi-Madonizza (Capodistria 1877). Al testo inglese, (Londra 1874) vauno uniti alcuni interessanti disegni relativi in ispecialità al castelliero di Cunzi di Albona, i cui avanzi sono in questo genera i più rimarchevoli che si conoscano finora in provincia.,, P (i ®3 $ O g SU ~ (Coni. v. il N.ro prec.) La baldanza, insoleute indiscretezza, non deve essere d'impedimento a chi vuole istruirsi collo studio dei caratteri e delle azioni degli uomini. Il filosofo deve farne quel calcolo che si fa di una pozzanghera che traversi la via: 0 si evita o si salta. — Dicono menti esaltate a quelle che hanno il potere di elevarsi a tanta altezza da non iscorgere più le meschinità delle menti tranquille. — Esporre la propria opinione su di un'opera d'arte, è un manifestare la presunzione di essere arrivati alla cognizione delle ragioni supreme dell'arte. Si contenti l'osservatore a dir non mi piace, non dica non è bello. — L'amore che ha il potere di affliggere, non è il più puro. — Il genio è una naturale inclinazione alla facile percezione delle cose, con analitica chiarezza. — Il ballo è un lecito scambio di bugiardi affetti e di lascivi amori. — Gli uomini sono proclivi ad accordare un carattere interessante'a qualunque azione di persona che goda buona opinione. Intesi talvolta magnificare una sentenza pronunziata da Tizio, che in bocca di Cajo avrebbe fatto scoppiar dalle risa. — Vi sono dei superbi che si vantano popolari solo quando si sentono trasportati a commettere qualche turpe azione senza poterla nascondere. Negli altri casi si credono animali di un' altra specie. — L'astenersi da certi passatempi per timore della calunnia, vale farsi alimentatori di essa a proprio danno. — Chi nasce di animo gentile, sarà sempre gentile e non verrà da lui che gentilezza. 11 gentile per educazione e che tale nou è nato, conserverà sempre l'indole del suo cuore, e se farà atto gentile, lo accompagnerà sempre d'un qualche segno che lascierà intravvedere la nessuna rispondenza del cuore. — L'uomo inesperto si lusinga facilmente a un vezzo che gli venga fatto da una donna ; quando arriva ad avvedersi d'aver servito d' aumento alla lista dei di lei passatempi, è troppo tardi. — Donna che sa amare, può fare d'un pigmeo un gigante d'ingegno, da un pusillanime un eroe ; mentre una donna leggera farà d'un gigante un trastullo. — Il vero sapiente trova in tutto argomento da istruirsi ; anche dalle altrui imperfezioni fa tesoro di cognizioni. — Far mostra di spirito provocando l'altrui sdegno è proprio di animo invido e cattivo. Gli Spartani facevano con simili argomenti ginnastica di spirito', ma se queste costumanze erano e-leganti allora non lo sono adesso: "tempora 1 mutantur et nos mutamur in illis.» — Quando si ha il pane quotidiano e un po' d'amore, è tutto quello che si può desiderare per il benessere ; tanto il di più che il di meno riuscirebbe di peso. — Che grandioso spettacolo di meschinità ti offre una città popolata d'una gran massa di uomini in convulsiva agitazione per giungere l'un prima dell' altro a fare, ad essere, a potere, a con occulti e con ispiegati modi, lividi tutti per irosa invidia! E intanto vedi alle porte i necrofori che portano cheti cheti uno alla volta tutti quei matti a seppellire. Non è che nelle disgrazie pari che gli uomini si possano cou-lortare con successo. — L' intelligenza vede oggi un progresso nelle arti belle, perchè, dice, gli artisti lavorano con maggior fiuitezza che non lavoravano nelle epoche antecedenti. Le arti invece deplorano essere l'intelligenza molto scarsa al confronto dì allora. Allora l'arte creava le intelligenze, adesso le intelligenze distruggono gl'ingegni. — Se chi agogna a gradi pensasse gli obblighi ai quali si sobbarca, sarebbe assai rigoroso nel giudicare la propria capacità, e troverebbe nella coscienza un metro che poco si adopera e che dovrebbe essere molto adoperato. Del resto pare che la società se ne contenti, dacché vediamo giudicar l'uomo non dal modo con che disimpegna i suoi doveri, ma dalla elevatezza della carica, o meglio, dal foglio pagatorio. — Tutto si vince con la forza dello spirito; ma il bisogo di soddisfare alle prime necessità della vita vince ogni cosa. I più grandi» filosofi volevano negare questa verità, ma non però ne sentivano meno la forza. Colla dissimulazione raggiunsero del resto lo scopo di farsi ammirare. — I bisogni variano la specie e la quantità a norma delle abitudini e della educazione. — Quando tra consanguinei non si trova quel fraterno accordo che si domanda per alleviare i pesi della vita, dicesi essere segno evidente che i genitori non seppero instillare il balsamo deli' amore. Da ciò si può apprendere quale e quanta responsabilità assume chi si accinge a comporre una famiglia. — (Continua) Scrittori istriani viventi' (Cont. V.i i fi.i 15 e 19 MI'anno V.) Dra^liicchio, (Gregorio), scrittore triestino (nato a Faremo), apostolo della Ginnastica, che insegna nelle scuole medie e magistrali di Trieste, ove dirige pure da sette anni un giornale ginnastico, intitolato: Mente sana in corpo sano. Diede alle stampe i seguenti lavori: "Impressioni e note sullo stato della Ginnastica in Verona, Milano, Torino, Piacenza e Firenze,, (Trieste 1874, premiato all' Esposizione "Giuuo-didattica di Bologna nel 1874); "L'ultimo Giorno dell'anno ossia Rivoluzione e Congresso„ (Ivi, 1875); "Memoriale ginnastico ad uso dei Capisquadra„, premiato all'Esposizione Didattico-ginuastica di Roma nel 1876 (Ivi 187G), "Quadro sinottico degli Esercizii a corpo libero ad uso dei Maestri e delle Maestre delle Scuole popolari« (Ivi 1877), "Calendario ginnastico per l'anno 1878,, (Ivi, 1877); "Piano Giuno-didattico ad uso delle Scuole Popolari e cittadine maschili e femminili di otto classi, ordinato in serie settimanali, (Ivi, 1879). *) Dal Dizionario Biografico in corso di stampa a Firenze, che viene pubblicato per cura del De Gubernatis. — Riproduzioni autorizzate. MONUMENTO A EGIDIO FORCELLINI Bassano, 17 ottobre 1879 II. Otto giorni dopo, ai 28 settembre, ho assistito al ponte del Tegorzo tra Querro, Campo, Fener, Comiran ed Alan, all' inaugu-razionejdi una piramide a ricordo del sommo Lessicografo Egidio Forcellini, uato e morto colà. Promotore principale del mouumento è stato un illustre e caro conoscente del padre vostro e di tutta Capodistria ch'ei ricorda con molto affetto, Monsignor Jacopo Bernardi, il quale vi lesse anche un dotto, toccante e forbito discorso a porre in evidenza non solo la dottrina vasta e la operosità unica del grande e modesto uomo, ina eziandio le molte e rare virtù dell' animo di lui. Ci furono anche altri discorsi, — del Sindaco e di un giovane di quella terra, nonché dui Deputato Alvisi venuto con altri distinti soggetti di Belluno, di Feltre, di Venezia, di Padova .... a prender parte alla festa. — Certuni non fanno buon viso ai molti monumenti che si vanno erigendo dall'Italia risorta. Secondo me hanno torto, chè in ciò non potrei non dividere 1' opinione della Riforma, la quale in occasione di una recente solenuità patria scriveva : — evocando e glorificando eerte memorie noi adempiamo ad un sacro dovere, chè il nostro passato e per noi la prima fonte delle nostre inspirazioni e delle nostre aspirazioni. — Anche noi Istriani abbiamo i nostri grandi da evocare e glorificare, ma .... sorpassate le disquisizioni e i confronti, eccovi le tre iscrizioni incise sulle tre facciate della piramide triangolare. Col concorso dell'Italia Promotori Iacopo Bornardi Francesco Corradinl Antonio Cornelio Il XXVIII Settembre MDCCCLXXIX DOPO DM SECOLO DI SILENZIO SD LE OBLIATE CENERI DI EGIDIO FORCELLINI PERCHÈ QUI A GLORIA DELLA SUA TERRA NATALE E D'ITALIA POSSE IL NOME DEL SOMMO LESSICOGRAFO RIDESTO UN RICORDO MODESTISSIMO SI ERESSE AEGIDIO FORCELLINI LEXICOGRAPHORUM PRINCIPI MAXIMO PATAVINI SEMINARII ORNAMENTO HOC MONUMENTUM QUO LOCI ORTUM SEPULCRUMQUE HABUIT ANNO AB EIUS MORTE CXI AD TANTI NOMINIS GLORIAM INSTAURANDAM POSITUM EST Oltreacciò furono distribuiti vari i stampati, come un sonetto del sig. Lorenzo Frauce-schini di Vittorio, un Epigramma latiuo del canonico I. B. Monti professore nel Seminario di Ceneda, una Epigrafe latina del Seminario di Padova giustamente superbo che il Forcellini gli abbia appartenuto come alunno e maestro .. Questa domenica poi ho assistito qui in Bassano ad uua festa ginnastica, nella quale maestro ed alunni diedero saggi splendidissimi di destrezza e di forza, congiunte ad eleganza di modi e ad evidente coraggio. Gli alunni che si produssero furono una cinquantina, tutti cittadini di varie classi ed età; il maestro sig. Angelo Girotto, di Bassano pur esso, tipo di forza e bellezza, è allievo della rinomata scuola di Torino. Anche qui la solennità si chiuse con un discorso pronunciato dall' assessore municipale Berti. Esso con brevi ma incisive parole pose in evidenza i vantaggi fisici e morali della ginnastica troppo a lungo trascurata in Italia, ma colla quale adesso la nuova generazione, a rigore di termine, si rifa. Per domenica è annunziata nella sala municipale una pubblica conferenza sulla Filossera. Da tutto ciò capirete che anche in questi qua«i estremi lembi del Regno c' è vita, e operosità, e senno pratico più che altri noi dica . . MARMI ISTRIANI (Dalla Provincia) Non v' ha chi ignori come il marmo della nostra provincia serva da tempi remotissimi alle fabbriche di molti paesi d'Italia e più specialmente alle chiese, ai palazzi e ai ponti di Venezia e di moltissimi altri luoghi del Veueto. Nel mese decorso giunse in quella città un bellissimo blocco di marmo istriano, che è destinato alla sostituzione dell'architrave della Porta della Carta nel maraviglioso palazzo dei dogi. Quel blocco, battuto col solo palmo della mano, vien messo tutto in vibrazione e dà un suono dal quale gì' intelligenti arguirono la sua perfezione. Di recente, alcuni restauri della Loggetta. che poggia alla base del campanile di S. Marco, e che è opera (com'è noto) del Sansovino, furono eseguiti in marmo d'Istria. Questo marmo occupa in provincia la maggior estensione, sviluppandosi largamente nell'Istria superiore e componendo la formazione calcare dell'inferiore, specialmente alla costa ov'è per lo più ben sodo. Qui pure notevole differenza dell'Istria media, che neha solo framezzo una diramazione ed oppone quindi al mare lidi meno forti. Questa roccia calcarea è per lo più grigia, spesso bianca e talvolta giallastra, ovvero con venature di roseo colore. In molti luoghi si presta a pulimento come a Nabresina nell'Istria superiore, e a Veruda nell'inferiore. Molte cave sono aperte da gran tempo ai Brioni, a Rovigno, a Orsera, a Moncalvo.'a Barbana, a Castelnovo di Arsa, a Novaco di Montoua, e a Grisiguana presso Buje. Ora siamo lieti di annunciare che alcuni distinti ingegneri milanesi, dopo aver ('percorso la nostra provincia ed esaminate le migliori cave del nostro calcare ippuritico, hanno stretto contratto colla società degli scalpellini che tiene in affittanza la rinomata cava di Grisiguana, per grosse forniture di marmo da condursi a Milano, dove ritengono di vincere la concorrenza delle pietre bianche di lusso delle prealpi lombarde e venete. Se buone vie portassero a così dire 1' odore dell' Adriatico e con esso gli allettamenti delle lucrose speculazioni ad ogni nostra cava, più non si direbbe mancare le braccia a dissotterrare i sepolti tesori; chè dovunque il lavoro frutti, si moltiplicano le attività, le imprese, gli operai, e beu oltre alle fortificazioni di Pola,, oltre al ponte della Laguna, alla diga di Ma-lamocco e alle calcare del Polesine, arriverebbe il commercio delle pietre e dei marmi istriani. Trieste, sulla via del mare, ne manda perfino alla lontana Odessa. (SBUySoga Discorsi dell' assessore prof. Carlo Combi e dell' ispettore scolastico prof. G. Abelli alla distribuzione dei premi delle scuole elementari di Venezia, nei giorni 26 e 27 agosto 1879. (Venezia, Tip. Municipale di Gaetano Longo). In 8°, pag. 34, con tavola statistica. Sono due discorsi ch'escono dell'ordinario; nulla cioè v'ha in essi di accademico, nulla di rettorico: severa, succosa l'esposizione, calzanti, ponderate le proposte. La loro importanza venne subito compresa da quel commendabile Municipio, e li volle dare alle stampe. Nel primo discorso il nostro Combi annovera canalizza con elevato pensiero tutti gli adopramenti del Municipio a incremento delle scuoleelemeutari, "dell'avanguardiadel pensiero civile nella gran lotta contro l'ignoranza.,, Nel secondo, il sig. Abelli, (che possiamo chiamare pure nostro), con singolare sagacità porge notizia delle norme sulle quali si basò il metodo d'istruzione e d'e- ducazione ; metodo scevro, sulle prime, di tutto ciò che in pratica riesce mera erudizione pappagallesca, giovevole a sviluppare nel fanciullo il senso morale e civile, e che consiste nel presentargli oggetti, fatti, ed esempii. Le scuole elementari veneziane erano frequentate nel decorso anno scolastico da 6382 allievi, ripartiti in 129 aule. Questo libro la cui lettura riescirebbe molto iuteressante ai nostri maestri comunali, dovrebbe trovarsi nella loro biblioteca scolastica; ed è certo che, se a tale uopo venisse chiesto al Municipio di Venezia, esso lo invierebbe di tutto grado. LA DONNA NERA I Russi asiatici chiamano così la peste; noi Istriani, nelle nostre attuali circostanze, possiamo nello stesso modo chiamare la Dogana di cui siamo minacciati (cioè l'incorporamento dell'Istria nel nesso doganale austriaco), la quale per la nostra provincia sarebbe una vera calamità, massime poi se ci avessimo a trovare disuniti da Trieste e da Fiume. Gli stessi motivi che indussero il governo nel 1861 a toglierci le sbarre doganali, sussistono tuttora, anzi sono aumentati. A tenere lontana la Donna Nera, almeno fino a che Trieste e Fiume cessino di essere portifranchi, s'adoperarono e s'adoperano alacremente e la Giunta Provinciale e la Camera di Commercio e i Municipii tutti. Ed il nostro non se ne stette colle mani a cintola, ma vi pose ogni sua cura; e tra le altre chiamò a speciale consiglio una eletta di esperti cittadini; e l'opinato loro riusi unanimamente simile a quello già manifestato dai Rappresentanti Comunali : riuscì decisamente contrario al suddetto incorporamento, che dichiararono necessario scongiurare con ogni e qualunque mezzo possibile. Dal seno di questo speciale consiglio venne nominata una commissione coli'incarico di elaborare la risposta da darsi allo varie domande formulate dalla Camera di Commercio : di questa risposta facciamo qui, per sommi capi, un breve sunto. Fu risposto: essere le condizioni attuali dell' Istria simili sempre a quelle del 1861, e in parte peggiorate — nessuna industria notevole esservi sorta nel frattempo — che gravemente inceppate sarebbero le accresciute comunicazioni marittime con Trieste e Fiume portifranchi — strategica e non commerciale essere la recente e unica strada ferrata; attraversare per lo più terre non atte nè ad agricoltura ne ad industria — non potere i trattati commerciali (unico interessante per l'Istria quello col Regno d'Italia) favorire l'idea dell'incorporamento — noninnoltrare l'Istria nell'interno significanti merci proteggigli — identiche a quelle del 1861 le comunicazioni dell' Istria coli' E-stero; aumentate di molto dopo lo stesso anno quelle con Trieste e Fiume — maggiore ora il consume di generi esteri; fra gì'importati dall'interno, maggiore quello dello zucchero, che, non più esente dalla tassa, diverrebbe costosissimo — quasi nulle le relazioni colla Dalmazia, nulle affatto colla Bosnia ed Erzegovina; unica esportazione là possibile il sale ma questo già regia privativa — necessario assolutamente all' Istria, per le sue specialissime condizioni economiche, di non venire incorporata; massima calamità per essa se disunita da Trieste e Fiume (Trieste sua prin-cipalissima, immediata piazza di smercio ed approvigionamento) — non potersi presumere in Istria alcun sviluppo industriale nè marittimo. Quindi il nostro Municipio, col approvazione della Giunta Provinciale, iniziò un' azione cumulativa di tutti i Municipii e di tutte le Podesterie, che aderirono tosto e affidarono ad esso la compilazione di un Memoriale per la 'presidenza del Cousiglio dei Ministri, e di una formale Petizione alla Camera dei Deputati f al Consiglio dell'Impero, allo scopo di otte nere, come vuole equità (non essendo probabilmente possibile maggiore concessione) che l'Istria non entri nel nesso doganale disgiunta da Trieste e da Fiume. Illustrazione dell' anniversario (Del Supplimento Perenne alla "Nuova Enciclopedia Popolare Italiana,,.) Nacque in Genova da poveri genitori nel 1787, e morì a Milano nell' ottobre 1869. Privo di mezzi per {studiare, supplì a tutto a forza d'indomabile.volontà e della natura eh« chiama vaio prepotentemente alla pittura di paesaggio e storica, e vi riuscì in molto lodevole maniera, tanto che potè farsi nome da provvedere ai proprii bisogni, ed avere allievi valenti, che oggi onorano l'arte. Molte sono le tele che ci rammentano il Bisi, in cui rifulgono le cure minuziose del vero e gli arteficii del disegno correttissimo sempre, del colorito vigoroso, d'intonazione sicura. Nè si ristette ai soli quadri di paesaggio, ma trattò soggetti storici fra cui vuoisi ricordare : I Lombardi alla prima crociata e le due Battaglie di Ferma e di Guastalla, grandiose e mirabili per il successo pieno che ne ottenne, per 1' impronta tutta propria che seppe imprimere a quel genere di pittura che dicesi storico. In gioventù ottenne dall'Accademia di Belle Arti di Milano di esservi nominato professore, e'vi morì ottuagenario colla calma dell'uomo che ha vissuto intemerato e tutto al culto dell' arte che scelse. Duole qui di non potersi estendere nel noverare le sue tele, che di troppo sorpasserebbero i limiti imposti alla natura di questi articoli, e che pur sarebbe opera da farsi, massime parlando di tal uomo, la cui vita compendiasi nelle produzioni del suo pennello, povera come è di avvenimenti esteriori. Antonio Maschio, il rinomato e simpatico gondoliere (ilcui augurio, fattoci qui nel marzo 78 alla fine dellasua conferenza, tutti ricordano con piacere) ci rende noto che entro il mese corr. pubblicherà un volume di circa 200 pag. intitolato: Pensieri e Chiose sulla Divina Commedia. Mandando all'autore (Venezia, S. Caterina N° 4942 A.) il prezzo di L. 2.50, si riceve il volume franco di porto. Onoranze ad un triestino a Roma (Indipendente). — Fra i valorosi che pugnarono alla difesa dei baluardi di Roma nel 1849 contro la falange di Oudinot, v'erano pure quattro triestini: Giuseppe Revere, Sansone Levi, Mo-rosini, e Giacomo Veneziau. Qnest' ultimo subì la sorte dei forti e cadde combattendo. Le sue ceneri col consenso della famiglia di qui, furono esumate venerdì scorso (10) e consegnate dalla Comunità israelitica all'egregio nostro concittadino avv. Aurelio Salmona, che rappresentava il generale Avezzana, presidente del Comitato generale dell' Ossario del Giauicolo, per essere deposte con quelle degli altri campioui di libertà. Fu trovato intero e ben conservato lo scheletro, che venne rinchiuso in doppia cassa di legno e di zinco. La Comunità israelitica ebbe il commendevole pensiero di rinchiudere nell'urna una medaglia, la quale indicando la religione cui apparteneva l'estinto, perpetui la memoria che anche gl'israeliti seppero mostrarsi valorosi campioni della libertà. La Regina Margherita. — Una delle scorse sere mentre due carabinieri rondavano cavalcando nelle vicinanze del Comune La Santa, (Circondario di Monza) ad uno di essi il cavallo imbizzarrì d'improvviso a segno da gettarlo a terra; ed il poveretto riportò alla gamba destra una grave ferita. Volle fortuna che poco dopo passasse di là in carrozza la Regina, la quale, visto il tristo caso scese tosto e, fatto adagiare uella propria carrozza il carabiniere ferito, lo accompagnò alla più vicina caserma. Anche in questo incontro con l'atto di pietà così sollecita, si fece palese quanto magnanimo sia il cuore di Colei che s'attira la simpatia di tutti gì' Italiani. Servizio telegrafico. — Un telegramma per Capodistria, cousegnato all' ufficio di Trieste il giorno 19 corr. alle ore 8 e 10 del mattino (N° 5734), pervenne a questa stazione alle 12 meridiane. Un pedone sarebbe giunto comodamente prima del telegramma. Dramma proibito a Trieste. — (Indipendente). Il nostro concittadino signor Caprin aveva intavolato pratiche col capocomico cav. Ciotti per produrre sulle scene del Filodrammatico il suo dramma grandioso: La trancia air epoca di Luigi XVI. Il lavoro, accolto col massimo favore dal capocomico, passato alla censura venne proibito. L'egregio autore ricorse alla luogotenenza, ma questa mantenne il veto della polizia. Sappiamo che il signor Caprin ricorse in terza istanza al ministero. Staremo a vedere. Le Assise verranno riaperte a Trieste il 2 dicembre p. v.; a Rovigno il 3; ed a Gorizia il 4. Trasferimento (Indipendente. Trieste 27 sembre/ — Mercoledì (24) nelle prime ore del mattino, venne improvvisamente fatto trasferire, sotto forte scorta, da queste carceri criminali all'ergastolo di Capodistria il signor Ugo Zanardi, condannato dal tribunale provinciale per reato politico a due anni di carcere duro. i\novo sequestro a Rovigno. — Anche il N° 25 settembre del Giornale della Società Agraria Istriana fu sequestrato: nei motivi della riportata sentenza v'erano brani dell'articolo già sequestrato: "Il protezionismo ed il libero scambio nei rapporti coli'agricoltura, ; brani costituenti gli elementi oggettivi del delitto di sedizione ex §. 300 C. P. Aggressione in ferrovia. Scrivono da Venezia al Cittadino in data del 20 corr. La scorsa notte avvenne un gravissimo fatto in una carrozza di seconda classe del treno ferroviario partito dal Tirolo per Verona. In quella carrozza avevano preso posto tre signori stranieri ed una signora. Alla stazione di Ala, senza essere veduti da alcuno, montarono nello stesso scompartimento due sconosciuti, i quali, appena il treno si mosse, furibondi si scagliarono su quei passeggeri per derubarli. Essi reagirono prontamente, per cui fuvvi vivissima lotta, nella quale la signora ebbe a riportare alcune leggere ferite. Ad uno dei passeggieri furono rubate circa 600 lire. Le autorità delle varie stazioni sono in moto per rintracciare i furfanti, ma finora senza alcun risultato. Pubblico ringraziamento Il sottonominato, e a nome proprio "quale figlio e a nome delle proprie sorelle e dei cognati, porge vive grazie a tutti quelli che s'interessarono durante la lunga malattia di Andrea Apollonio, ed a tutti quelli che ne accompagnarono la salma; protestando poi gratitudine perenne al sig. Luigi Poli, che con giornaliera elargizione sovveniva il vecchio scrivano del suo cautiere. Capodistria, ottobre 1879 Giovanni Apollonio Trapassati nel mese iti Settembre 1879 3 Domenico StefFè d'anni 71. — 6 Francesco Sandrin fu Antonio d'anni 82. — 13 Giovanna Sandrin fu Pietro d'anni 53; Catterina Schipizza V.da Domenico d" anni 84. — 15 Giuseppe P.dgarsek soldato dell'8° batt. de' Cacciatori d'anni 22 da Pristelhof (Stiria); A. C. (carcerato) d'anni 24 da Manzano distretto di Capodistria. — 17 Giuseppe Xiòck soldato deU'8° batt. de' Cacciatori d'anni 24 da Graessing, (Stiria). — 22 Santo Ivancich fu Giorgio d' anni 77. — 23 SantoTorossi d'anni 76 da Treviso. — 28 A. L. (carcerato) d' anni 31 da Trieste. — 29 Pasqua Lonzar moglie di Antonio d'anni 78. Più tredici fanciulli sotto i sette anni.J Matrimoni! celebrati nel mese suddetto 8 Stefano Zetto - Giovanna Lazzarich - 21 Giuseppe Perini - Domenica Minca. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 ottobre corr.) Montona. Giuseppe Corazza (anno VI) — Trieste, Orsola Bontempelli (auno V) ; Vincenzo Gianni (1 sem. del anuoVI).