received: 2008-10-15 UDC 27-145.55:930.2(450.341)"1559" original scientific article DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI NELL'ESTATE DEL 1559 Andrea SAVIO Universitä Ca Foscari di Venezia, Dipartimento di studi storici, IT-30123 Venezia, Dorsoduro 3484 e-mail: andrea_savio@hotmail.it SINTESI Nel giugno del 1559, come scrivono alcuni notai delle citta e delle campagne della Terraferma veneta, avvengono fatti straordinari. Uomini e donne sembrano cadere in preda a visioni assumendo comportamenti apparentemente inspiegabili. Il fenomeno assunse una tale portata da spingere i rappresentanti di alcune citta a scrivere a Venezia. A preoccupare i rettori veneziani era la straordinarieta di quanto stava soprattutto avvenendo in molte chiese e altri luoghi sacri, in cui molte donne asserivano che era loro apparsa la Vergine Maria. Di seguito a tali apparizioni si gridava al miracolo. Parole chiave: miracoli, apparizioni, Madonna, Terraferma veneta, Cinquecento, notai FACING THE SUPERNATURAL: APPARITIONS, MIRACLES AND MYSTERIOUS EVENTS IN THE SUMMER OF 1559 ABSTRACT According to reports written by some notaries coming both from the city and the countryside in the Venetian Terraferma (dominions on the mainland), strange events happened there during the month of June, 1559. Men and women would have visions and behave in a mysterious manner. As this phenomenon was spreading widely, representatives of some cities decided to write to the city of Venice. As a matter of fact, the Venetian rectors (rettori) were particularly concerned about the mysterious happenings occurring inside churches and other sacred places. A considerable number of women declared, in fact, that the Holy Virgin had appeared to them. As a result, many believed that a miracle had occurred. Key words: miracles, apparitions, Virgin Mary, Venetian Terraferma, sixteenth century, notaries 227 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 In eta medievale e moderna sólitamente i momenti di declino economico non interes savano intere regioni, ma citta e nelle peggiori situazioni gli effetti negativi si facevano sentire anche nel contado. Piu prolungata rispetto alle precedenti dell'ultimo mezzo secolo fu la crisi del 1559, cominciata gia sul finire dell'anno precedente, le cui conseguenze si affie-volirono solo nel corso degli anni Sessanta: seppur relativamente di breve durata, aveva interessato un'area macroregionale. Anche Braudel accenna ad un ciclo economico sfavorevole iniziato nel 1558 desunto dalle richieste dei funzionari di Va-lenza, che domandarono di importare grano dalla Castiglia. Tale richiesta, rinnovata anche l'anno successivo, si spiega con il fatto che "a Valenza si moriva di fame, come scriveva nel giugno 1559 il duca di Medinaceli, viceré di Sicilia" (Braudel, 2002, 1041). La situazione di crisi era diffusa in tutta la terraferma veneta (Braudel, 2003, 500),1 tanto che per ben due volte, nel giugno 1559 e nel maggio 1560, Verona richiese a Venezia il permesso di acquistare grano dalla Baviera in previsione di un cattivo raccolto (Braudel, 2002, 349-350); anche il territorio di Treviso venne colpito prima dalla siccita e poi dalla tempesta. Tra marzo e maggio del 1559 a Vicenza e nel suo territorio cadde la pioggia in maniera cosí copiosa da provocare disastrose inon-dazioni e richiamare alla mente il diluvio biblico. In seguito da giugno a dicembre sopravenne invece una siccita terribile (ASVi, 2). Le conseguenze furono la perdita del raccolto del 1559 e l'essiccazione delle colture che non avevano ancora raggiunto la maturazione per l'anno successivo. A quelle condizioni il frumento, che nel maggio 1559 era venduto a 64/66 marchetti, nel 1560 ebbe un'impennata raggi-ungendone 140/144, per ritornare a 74/76 marchetti nel 1561 (BCB, 1; Dal Santo, 1981, 499). L'inflazione cesso nel 1565 (BCB, 2) "et questa penuria cossi extrema tocco assai piu il contado che la citta" (ASVi, 3; Franzina, 1980, 53) grazie alle elargizioni pubbliche cittadine che dal mese di giugno sostennero anche i poveri provenienti dalle campagne. Venezia fu costretta a chiedere al Sultano un'autorizzazione per caricare cereali dal Levante. Tra la primavera e l'estate del 1559 i notai segnalarono nei loro registri gli eventi che si susseguirono nelle citta e nei territori di Vicenza e di Verona, nelle campagne trevigiane e bergamasche (ACVBg, 1; Firpo, 2006, 408-409; Del Col, 1998, CXXIX), e infine nella citta di Venezia. Negli atti notarili furono riportate alcune testimonianze che non sembravano aver dubbi nell'associare, sin dai primi mesi, i catastrofici fenomeni atmosferici con il 1 Braudel rileva che "dal 1559 al 1575, date approssimative ma valide, una recessione economica tenace toglie a tutte le contese europee il nerbo della guerra: nessuna delle finanze è in buono stato, neppure quelle della potentissima Spagna. Tutto tende alla quiete, quella che succede all'ansia prima della tempesta" (Braudel, 2003, 500). 228 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 delinearsi di alcuni episodi percepiti come non comuni se non addirittura miracolosi. Relazione con il tempo che puo apparire sin troppo scontata, ma che nelle di-chiarazioni dei testimoni conviene inizialmente seguire per cogliere la percezione di un qualcosa che si offri ai contemporanei come straordinario. Nella citta di Vicenza, dopo il diluvio di marzo, il 24 aprile nella chiesa di Santa Chiara alcuni giovani affermarono di aver visto l'affresco e la scultura della Vergine Maria con Gesu bambino compiere dei movimenti; nello stesso giorno simili prodigi si sarebbero verificati anche a Verona, dove, secondo alcuni testimoni, un'altra rap-presentazione artistica sacra raffigurante la madre di Dio avrebbe liberato un uomo incarcerato (Saccardo, 2004, 388-389); tra il 24 e il 25 maggio, dopo una pioggia torrenziale, Vicenza fu soggetta ad un'inondazione, con il conseguente decesso di numerosi individui: corpi senza vita di uomini e animali galleggiavano tra il Bac-chiglione e le strade allagate della citta (ASVi, 2; Bortolan, 1889, 126). Il 28 maggio apparizioni e miracoli si segnalarono anche a Schio,2 uno dei centri piu importanti dell'Alto Vicentino, nella chiesa di San Pietro; come a Vicenza, anche qui le im-magini3 raffiguranti la Vergine Maria e Gesu avrebbero cominciato ad operare prodigi. Proprio l'infante Gesu: "una sera si alzó [uscendo come dalla tela] e benedisse tre fanciulle che stavano presso l'altare, sanó molti ammalati con slogature, ulcerosi e altri infermi; per due notti, apparvero a quelli per la prima notte tre stelle, la seconda nove nelle braccia e nei petti; sanó Michele Botticino cavaliere insigne, il giovane infermo ad una gamba Baldo de Baldi" (ASVi, 2).4 Gradualmente dalla fine di maggio alcuni individui si unirono in gruppi nell'area montana e pedemontana vicentina (la Val Leogra, le zone alte della Valle dell'Agno, l'Altopiano e parte dell'alta Val del Brenta; esclusa, invece, la Val dell'Astico situata tra la Valleogra e la Val del Brenta) che diventarono molto numerosi verso la meta di giugno (ASVi, 2; ASV, 1). Eventi misteriosi diurni e notturni si verificarono soprattutto nei pressi delle chiese. Le circa venti localita vicentine dove questi prodigi si manifestarono ebbero ognuna differenti reazioni di tipo religioso e politico: nelle comunita del contado gli amministratori, i pievani e i notabili furono generalmente accondiscendenti di fronte 2 Schio era un rilevante centro politico dell'Alto Vicentino e aveva numerosi contatti di vario tipo con il mondo protestante. Gli avvenimenti del 1559 potrebbero essere in relazione con una setta poco documentata denominata degli Angelicati. Relativamente a questa setta si veda Macca, 1814, 22. 3 Per le immagini miracolose si vedano Dupront, 1987; Prosperi, 1995, 17; fenomeni simili a quello del 1559 sono stati descritti in Scafoglio, De Luna, 2003, 202-217 e in Cattaneo, 1995. 4 Attraverso questo notaio "emerge la centralita della certificazione: la necessita di provare il miracolo attraverso testimoni degni di fede, poi di renderlo pubblico, di conservare la memoria attraverso appositi strumenti, scritture e immagini, rendendolo cosi fruibile da parte di individui, gruppi e comunita" si vedano Boesch Gajano, 2004, 35-36 e per una bibliografia piu generale Boesch Gajano, 2000, 235-245. 229 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 al fenomeno, contrariamente alla radicale opposizione delle autorità civili e religiose delle città di Vicenza e Venezia. Queste ultime, infatti, cercarono di contenere da subito il propagarsi di tali dimostrazioni sia nelle città medesime che nel Territorio, fino alla chiusura delle chiese, atto certamente poco consueto e indubbiamente rile-vante. Alcuni notai, tra i quali, con maggior frequenza, Giobatta Scalabrin di Torre-belvicino, si stupirono di fronte a tali avvenimenti, tanto da sentire l'impulso di testimoniarli annotandoli nei propri libri di lavoro. Osservando ció che succedeva nel suo paese, egli senti il bisogno di verificare di persona l'attendibilità dei fatti accaduti a Schio, a Malo, a Monte di Malo e a Monte Magrè e di confermarla annotando "ubi ego vidi omnia" (ASVi, 2)5 quanto probabilmente riferitogli da altri. Quando, invece, il notaio di Torrebelvicino non andava di persona nei luoghi interessati dal fenomeno, si faceva raccontare le vicende dagli abitanti dei rispettivi borghi o da persone di passaggio. Cosi Scalabrin registro testimonianze di altre località del distretto vicen-tino interessate allo stesso fenomeno: Valli dei Signori e dei Conti, Rovegliana, Re-coaro, Tretto, Isola, Torreselle, Enna e tutto l'altopiano dei Sette Comuni; una ventina di centri, dunque, come del resto segnalavano (ASV, 1) anche i rettori di Vicenza alla Dominante. Tra i vari casi, il notaio-cronista racconto di aver visto con i propri occhi un trombettiere della Val dei Conti, il quale, dopo essere stato cacciato dalla chiesa di Santa Maria in quanto scomunicato per una non precisata colpa, aveva ricevuto da un fanciullo l'ingiunzione di percorrere più volte in ginocchioni il perimetro del tempio e cosi fece sino a macchiare del suo sangue la terra; ritornato a casa, il peccatore vi ritrovo un fetore insopportabile, brucio senza indugio la tromba e il cattivo odore come d'incanto svani. Nel Vicentino quasi certamente furono Schio e Malo le località principali6 dove avvennero gli strani fatti del 1559, dal momento che anche nelle cronache successive furono sempre menzionati come centri che avevano attirato un ingente numero di persone. Nelle chiese il notaio trovo essenzialmente delle giovani che esultavano, tremavano, saltavano, "balavano, cascavano per terra, si rotolavano per tera, si batevano" senza vergogna tutta la persona e poi cadevano in catalessi (ACM, 1); dopo essersi svegliate raccontavano di essere state colte da paradisiache 5 II notaio è raramente presente agli eventi miracolosi, si veda il saggio di Carosi, 2004, 73-79. Altro luogo di apparizioni risulta essere stata Cologna Veneta si veda Maccagnan, 1995, 45-48. 6 Entrambe i centri di Malo e Schio erano sedi di vicariato politico. Il vicariato era una circoscrizione amministrativa che comprendeva paesi tra loro limitrofi e che facevano capo ad un centro abitato più popoloso. Durante il dominio di Venezia vennero istituiti 11 vicariati nel vicentino: tra i più impor-tanti quelli di Schio, Valdagno, Thiene e Arzignano, gli altri erano Brendola, Malo, Camisano, Mon-tecchio Maggiore, Barbarano, Montebello e Orgiano. Il vicario rimaneva in carica un anno: era eletto dal Minor Consiglio e nominato dal Podestà di Vicenza. Fra i suoi principali compiti rientravano quelli di sovrintendere alle riunioni della comunità e di giudicare nelle cause civili. 230 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 visioni in cui compariva loro la Madonna.7 Esse si confessavano e si comunicavano più volte, sia prima che dopo lo stato di trance. Particolarmente agitate da una sorta di raptus, che alcune testimonianze non esitano a definire pazzia, furono le donne e le fanciulle provenienti non solo dalle località interessate, ma anche dai centri con-finanti situati al di fuori del territorio vicentino. Anche altri notai annotarono questi fenomeni tentando di spiegarne l'origine.8 Alcuni, ricorrendo a motivazioni più terrene, alludevano all'anno caratterizzato dalla carestia; altri, non soddisfatti, erano propensi a ricorrere a spiegazioni di natura soprannaturale, "di origine divina o persino diabolica, " e altri ancora si rifacevano a una profezia probabilmente sorta in Europa centrale.9 Un prete notaio della comunità di Malo in una particolareggiata deliberazione scrisse: "Ho fatto questa poca de memoria acio se si trovasse a qualche tempo questi spaventi che mai più è stato a ricordo de homo" (ACM, 2), dunque secondo gli anziani interrogati non era mai successo un tale fenomeno. La diffusione del fermento religioso del 1559 è testimoniata anche dalle visite pastorali successive. Infatti, nel 1580, venti anni dopo questi episodi, il vescovo di Vicenza trovo a Torreselle, un paesino situato sulle colline, un elenco di oggetti con il relativo valore monetario: i parrocchiani di Torreselle e probabilmente quelli dei centri vicini avevano regalato gli oggetti alla parrocchia dopo il loro utilizzo durante le processioni del 1559. Sembra che gli oggetti, nella maggior parte camise, corde, bende, maneghe, manipoli, corone, fazoleti, aneli, costituissero le offerte che i con-tadini portarono alla chiesa in segno di devozione nel pieno del fermento religioso (Scremin, 1985, 1178). Un documento successivo al fenomeno, ma non meno significativo degli altri perché mostra come i racconti dei fatti del 1559 siano stati tramandati oralmente fino alle spiegazioni date al vescovo dopo quasi un quarto di secolo. 7 Relativamente alle visioni paradisiache con voli diurni e notturni si vedano quelle analizzate da Ginz-burg, 2008, XIX-XX; 73-77; i fatti del 1559 avvennero durante il periodo dei raccolti. Per analogia si veda il fenomeno del tarantismo in De Martino, 1961, 155-161. 8 Rispetto ad altro materiale documentado, come ad esempio quello dell'inquisizione, il fondo notarile risulta interessante perché sembra essere meno contaminato. Come ha rilevato Carlo Ginzburg "Il nostro compito di interpreti sembra molto piu facile quando, come nel caso dei benandanti, gli inquisitori non capivano. Quando invece capivano (o comunque capivano di piu) la dimensione dialogica del processo si attenua o addirittura scompare: e la documentazione, per chi voglia rico-struire le credenze degli imputati, appare meno pregevole, meno pura. Ma dire "contaminata dall'in-terpretazione" significa non render giustizia all'acume antropologico degli inquisitori; dobbiamo ag-giungere "ma anche illuminata." Spunti interpretativi e meno frammentari, suggeriti da inquisitori predicatori e canonisti, ci forniscono elementi preziosi che consentono di integrare le lacune della documentazione" (Ginzburg, 2006, 278). 9 Per le profezie diffuse da alcune donne a Venezia nel periodo immediatamente precedente al 1559 si veda Kunz, 1988. 231 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 22l-238 Non solo testimonianze della campagna: anche alcuni notai e cronisti della città registrarono il fenomeno nei loro diari. Canobbio, cronista Veronese, scrisse che proprio con la carestia del 1559 nella città scaligera ci fu un incremento dei riti de-vozionali verso un'immagine della Vergine che operava numerosi miracoli e che per questi motivi venne edificato il santuario della Madonna di Campagna (Verona).10 Castellini, cronachista vicentino del Seicento, ricordando le donne invasate del 1559, accosto il fenomeno rurale a quello cittadino. Dopo aver descritto balli, salti e altre intemperanze, si soffermo sul processo che fu aperto dalle autorità per arginare il fenomeno: "[...] ove concorrevano a tanta novità ogni qualità di persone, le quali entrate ch'erano in chiesa si mettevano a bailare, saltare, e fare mille altre pazzie, dicendo che la Beata Vergine faceva loro fare tali cose: ed alcuni le facevano con tanto sforzo che restavano poi stanchi e quasi morti. Alcuni fanciulli e fanciulle proferivano parole che parevano soprannaturali, e scoprivano gli altrui delitti benché secreti credendo di fare opera santa. Quest'affare duro per molti giorni, ed era venuto a tal termine che molte persone abbandonando ogni cosa non si curavano più né della campagna, né della propria famiglia. Alla fine formato processo d'ordine superiore, e trovato che il tutto era venuto per malizia di alcuni ribaldi, si ordino che le chiese nelle quali tali cose si dicevano avvenute più non si aprissero se non pel tempo, in cui era celebrata la messa; la quale finita si licenziassero tutto il popolo e si chiudessero; e cosï ebbe termine la cosa" (Castellini, 1821, 89-90). Qualche anno dopo Novale, un notaio della città di Vicenza, scrisse che in quel periodo soprattutto i giovani affamati "uscivano di cervello" (ASVi, 3), mentre trenta anni dopo il figlio del notaio Scalabrin, che si era trasferito a Vicenza a rogare, comincio a trascrivere alcuni sonetti di parroci che avevano chiesto misericordia a Dio durante il biennio 1559-1560 (ASVi, 4).11 Fu indubbiamente un fenomeno di ampia portata, tanto che i governatori di al-cune città sentirono il dovere di comunicarlo a Venezia. È significativo notare come i capi del Consiglio dei Dieci, rispondendo alle lettere preoccupate dei rettori di Vi-cenza, modificassero la dizione inizialmente usata, cioè sollevazioni "sotto specie di religione", con la più prudente "moti delli habitanti" (Povolo, 1981, 416). I rettori inoltre scrissero di baci scambiati tra uomini e donne all'interno degli edifici sacri, avvenuti, secondo alcune donnizzuole dell'epoca, per comando stesso della Madonna. Tali ordini sarebbero accaduti dopo i movimenti di statue e icone della Madonna12 10 Per la citta scaligera si vedano Zannoni, 1953, 265 e Simeoni, 1909, 446. 11 Documento che mostra che tra citta e campagna e tra cultura dominante e subalterna, come e stato notato anche da Peter Burke, si possono evidenziare molti valori e stesse risposte condivise specie sulla religiosita popolare. Valori che perdurano fino alla meta del Cinquecento a causa dell'insistenza dei riformatori di separare il mondo del sacro da quello del profano. Si veda in Burke, 1980, 203-211. 12 La madre di Cristo rivestí un ruolo molto importante ed e a lei che probabilmente si lega la solennita, tipica solo di alcuni centri della diocesi vicentina, di celebrare festa ogni venticinquesimo giorno del mese in Povolo, 2007, XXXVIII-XXXIX. 232 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 221-238 che avrebbero incominciato a muovere occhi e mani, battere le palpebre e ad operare prodigi su alcune fanciulle. Tutto ció probabilmente si ricollegava al tema complesso della grazia, dell'onore femminile e delle loro strette interrelazioni: caratteristica dell'onore femminile è, in-fatti, la rinuncia alla competizione materiale insieme a qualità che connotano la verecondia muliebre. È proprio la qualifica della grazia che agevola il contatto con il divino e non è un caso che per lo più fossero le donne e i bambini ad entrare in relazione con il soprannaturale e ad ottenere miracoli.13 Fig. 1: Madonna di Santa Libera, 1330 circa, dipinto, Santuario della Maternitá di Malo (foto: Adriano Marchesini, Hobby Foto - Malo). Sl. 1: Mati božja iz Sante Libere, okrog 1330, Santuario della Maternitá v Malu (foto: Adriano Marchesini, Hobby Foto - Malo). 13 Tema della grazia collegato anche alle relazioni sociali e al diritto, poiché, come ha rilevato Hespanha, il diritto incorporava contenuti antropologici molto profondi nell'organizzare e controllare le relazioni sociali in Hespanha, 2003. 233 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 221-238 Il culto della Madonna nella zona pedemontana della terraferma veneta era già presente nella memoria collettiva, ma, in virtù dei miracoli ottenuti, si riproponeva ogni qual volta si doveva accrescere il prestigio del santo, o in questo caso, della Vergine. Se la grazia veniva concessa, coloro che l'avevano invocata acquisivano prestigio e onore (Di Bella, 1992, 151-165). Ma non sempre i miracoli venivano riconosciuti: indagini successive sui fatti che avevano caratterizzato l'estate del 1559, eseguite dalle autorità, smascherarono gli individui, per lo più maschi, che avevano sfruttato il fenomeno in modo tendenzioso e a fini personali. Rilevanti sono poi i balli e le danze registrati anche ai confini della Repubblica nel territorio di Bergamo, dove le visioni che li avrebbero originati mostrerebbero il rapporto privilegiato di alcuni con il soprannaturale: alcune ragazze dopo aver parlato in lingue sconosciute - il fenomeno della poliglossia è di estremo interesse - riu-scirono a scoprire delitti rimasti ignoti.14 E i cronisti annotarono che in quel periodo nessuno più trasgrediva alle leggi (ASVi, 1).15 Emarginati e mendicanti, inoltre, con il recupero della salute sembravano ritornare alla situazione originaria di grazia, cosí come coloro che avevano peccato. CONCLUSIONI Il fenomeno del 1559 fu alla fine arginato anche in campagna dalle autorità politiche e religiose attraverso la chiusura delle chiese e con processi che perse-guivano i partecipanti (Castellini, 1821, 89-90; ASV, 1), ma è comunque notevole che il presunto fenomeno religioso abbia dato luogo a una serie di descrizioni notarili, letterarie e iconografiche. Ció che colpisce, al di là delle preoccupazioni suscitate e degli interventi di contenimento, è l'impossibilità effettiva di coglierne le motivazioni profonde. Molte delle fonti manifestano un comune sentire, che considera l'esistenza come retta dalla Provvidenza, ed interpreta ogni male come indicazione di una punizione divina, da decifrare tramite predizione, autopunizione o ricerca di capri espiatori. Per citare un recente contributo di Elena Brambilla: "Credo sia difficile sottovalutare l'importanza di saper leggere, in queste scritture del Cinquecento, la convinzione che gli eventi siano segni del familiare e continuo inter-vento del divino nel quotidiano. Questo genere di fantasie sono una rielaborazione di temi di base che rimandano alle spiegazioni pre-razionali della sventura: da un lato come castigo divino, dall'altro come volontario maleficio operato da donne o uomini, ma più donne, con poteri magico-diabolici" (Brambilla, 2007, 385-387). 14 Per i bambini come strumenti preferenziali di divinazione e miracoli si vedano Niccoli, 2007, 56-58 e Goodich, 1992, 38-57. 15 In realta come ha rilevato Dal Santo furono consistenti il numero dei furti denunciati nel biennio 1559-1560 vedi Dal Santo, 1981, 493. 234 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 Un significato profetico è nascosto in tutti i fatti dannosi: nelle carestie, nelle piogge rosse di sabbia, nelle comete, nelle eclissi (Weber, 2000, 106-107; Fumagalli, 1994, 96-98; Guidi, Pelizzari, Valenzi, 1992) e in quanto altro di catastrofico sembri dar luogo a una sorta di panico collettivo che si focalizza sui temi della grazia e del soprannaturale. Il riferimento al divino, soprattutto tramite la mediazione della pre-senza femminile, suggerisce una sorta di catalizzazione della tensione nella di-mensione del sacro. Il tema della grazia sembra presentare, oltre all'impossibilità di spiegare eventi di natura straordinaria, anche un'altra insormontabile difficoltà, quella cioè di descrivere in termini compiuti l'indecifrabile realtà di una cultura (popolare ma non solo) che dialogava con il sacro e il soprannaturale e che di fronte a eventi straordinari sembra rompere gli schemi imposti dalle istituzioni ecclesiastiche. RINGRAZIAMENTO Ringrazio sentitamente Gian Maria Varanini per la cortesia e l'attenzione dimostrata nei confronti della mia ricerca segnalandomi una ricca bibliografia sulla città scaligera per i fatti del 1559. SREČANJA Z NADNARAVNIM: PRIKAZOVANJA, ČUDEŽI IN MISTERIJI POLETI LETA 1559 Andrea SAVIO Univerza Ca Foscari v Benetkah, Oddelek za zgodovinske študije, IT-30123 Benetke, Dorsoduro 3484 e-mail: andrea_savio@hotmail.it POVZETEK Po zapisih mestnih in podeželskih notarjev naj bi se junija 1559 na območju Beneške republike vrstili izjemni dogodki: ženske, ki se valjajo po tleh, bičajo po vsem telesu, padajo v trans in zatem pripovedujejo o rajskih vizijah. Nedvomno je šlo za zelo razširjen pojav in predstavniki nekaterih mest so zato čutili dolžnost, da o njem poročajo v Benetke. Poleg tega so rektorji pisali o moških in ženskah, ki so se poljubljali v svetiščih, kar se je po izjavah nekaterih deklet dogajalo na ukaz same Device Marije, ki naj bi začela premikati oči in roke, utripati z vekami in čudežno vplivati na ta dekleta. Iz pisanja preseva zaskrbljenost v zvezi s selitvami oseb proti krajem, kjer so se dogajali ti čudeži: sestavljenih je bilo tudi več dokumentov, in sicer ne le zato, da bi z njimi uravnavali priliv vernikov, temveč zlasti, da bi preprečili tatvine, škodo v cerkvah in pretepe med zbiranjem množic. 235 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 22l-238 V notarskih aktih so zabeležena pričevanja, ki na videz brez sence dvoma, vse od prvih mesecev, povezujejo vremenske katastrofe z zarisovanjem nekaterih pripetljajev, ki so jih dojemali kot neobičajne, včasih že kar čudežne. Njihovo razmerje do vremena se utegne zdeti vse preveč samoumevno, vendar mu v skladu z izjavami pričevalcev spočetka velja slediti, da bi izostrili percepcijo nečesa, kar se je sodobnikom kazalo kot izjemno. Ključne besede: čudeži, prikazovanja, Devica Marija, beneška Terraferma, 16. stoletje, Cateau-Cambresis, notarji FONTI E BIBLIOGRAFIA ACM, l - Archivio Storico del Comune di Malo (ACM), Libro delle deliberazioni del Comun di Mallo, c. 186v. ACM, 2 - ACM, Libro delle deliberazioni del Comun di Mallo, c. 18lr. ACVBg, l - Archivio della Curia Vescovile di Bergamo (ACVBg), Processi per eresia e superstizione 1526-1590, ff. 181r-184v. ASV, l - Archivio di Stato di Venezia (ASV), Capi del Consiglio di dieci, Dispacci dei rettori, b. 224, c. 241. ASVi, l - Archivio di Stato di Vicenza (ASVi), Magistrature civili, Mariganze, Accusationes, busta 2. ASVi, 2 - ASVi, Notarile, Giobatta Scalabrin, b. 582, c. conclusiva anno 1559. ASVi, 3 - ASVi, Notarile, Novale Giuseppe, b. ll65, libro 2, cc. CXXX-CXXXI. ASVi, 4 - ASVi, Notarile, Scalabrin Oliviero, b. 8454, libro 6, Soneto del Reverendo Hieronimo Gualdo. BCB, l - Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza (BCB), Jus municipale vicen-tinum, Venetiis 1628: aggiunta manoscritta intitolata Valuta de formenti a mag-gior preccio, principiando l'anno 1535 cavata da libri de' mercanti della città al mese di maggio in ragion de staro. BCB, 2 - BCB, Gonzati 25.8.65, cc. 31r-33v, Annotazioni fatte da Galeazzo Feramosca. Boesch Gajano, S., Modica, M. (2000): Miracoli. Dai segni alla storia. Roma, Viella. Boesch Gajano, S. (2004): La certificazione del miracolo nel medioevo: fonti e problemi. In: Michetti, R. (ed.): Notai, miracoli e culto dei santi. Milano, Giuffrè editore, 31-53. Bortolan, D. (l889): Il ponte degli Angeli. Atti Accademia Olimpica, 23. Vicenza. 236 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 227-238 Brambilla, E. (2007): Dall'anticurialismo alla riforma. Società e Storia, 116. Milano, 383-387. Braudel, F. (2002): Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II. Vol. II. Torino, Einaudi. Braudel, F. (2003): Scritti sulla storia. Milano, Bompiani. Burke, P. (1980): Cultura popolare nell'Europa moderna. Milano, Mondatori. Carosi, C. (2004): Il documento notarile, prova privilegiata in materia di eventi straordinari e miracolosi. La Madonna Bianca di Portovenere (1399). In: Mi-chetti, R. (ed.): Notai, miracoli e culto dei santi. Milano, Giuffrè editore, 73-96. Castellini, S. (1821): Storia della città di Vicenza. Vol. XVIII. Vicenza, per Francesco Vendramini [poi] tipografía Parise. Cattaneo, M. (1995): Gli occhi di Maria sulla rivoluzione. "Miracoli" a Roma e nello Stato della Chiesa (1796-1797). Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani. Dal Santo, M. (1981): Damna clam et occulte data in Lisiera, Quinto e Bolzano Vicentino. Danneggiamenti alla campagna vicentina nel secolo XVI. Un ap-proccio al problema. In: Povolo, C. (ed.): Lisiera. Immagini, documenti e problemi per la storia e coltura di una comunità veneta. Strutture, congiunture, episodi. Vol. I. Vicenza, Parrocchia di Lisiera, 473-499. De Martino, E. (1961): La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud. Milano, Il Saggiatore. Del Col, A. (1998): L'inquisizione nel patriarcato e diocesi di Aquileia 1557-1559. Trieste, Edizioni Università di Trieste. Di Bella, M. P. (1992): Name, blood and miracles: the claims to renown in traditional Sicily. In: Peristiany, J. G., Pitt-Rivers, J. (ed.): Honor and Grace in anthropology. Cambridge, Cambridge University Press, 151-165. Dupront, A. (1987): Du Sacré: Croisades et pèlerinages. Images et languages. Paris, Editions Gallimard. Firpo, M. (2006): Vittore Soranzo vescovo ed eretico. Riforma della chiesa e in-quisizione nell'Italia del Cinquecento. Roma - Bari, Laterza. Franzina, E. (1980): Vicenza. Storia di una città 1404-1866. Vicenza, Neri Pozza. Fumagalli, V. (1994): Paesaggi della paura. Bologna, Mulino. Geerz, C. (2007): Interpretazione di culture. Bologna, Mulino. Ginzburg, C. (2006): Il filo e le tracce. Vero falso finto. Milano, Feltrinelli. Ginzburg, C. (2008): Storia Notturna. Una decifrazione del sabba. Torino, Einaudi. Goodich, M. (1992): Il fanciullo come fulcro di miracoli e potere spirituale. In: Paravicini Baggiani, A., Vauchez, A. (ed.): Poteri carismatici e informali: chiesa e società medievali. Palermo, Sellerio editore, 38-57. 237 Andrea SAVIO: DI FRONTE AL SOPRANNATURALE: APPARIZIONI, MIRACOLI E MISTERI ..., 221-238 Guidi, L., Pelizzari, M. R., Valenzi, L. (1992): Storia e paure. Immaginario col-lettivo, riti e rappresentazioni della paura in età moderna. In: Atti del convegno di Napoli dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. 13-15 dicembre 1990. Milano, Angeli. Hespanha, A. M. (2003): Introduzione alla storia del diritto europea. Bologna, Il Mulino. Kunz, M. L. (1988): Postello, Venezia e il suo mondo. Firenze, Olschki. Maccà, G. (1814): Storia del territorio vicentino. Che contiene la storia del vicariato di Schio, e delle ville al medesime soggette. Vol. XI. Caldogno, Presso Gio. Battista Menegatti. Maccagnan, G. (1995): La Madonna dello "Spasimo" di Cologna Veneta. Cologna Veneta, Comunità Adige Guà. Niccoli, O. (2007): Il seme della violenza. Putti, fanciulli e mammoli nell'Italia tra Cinque e Seicento. Roma - Bari, Laterza. Povolo, C. (1981): Crimine e giustizia a Vicenza. Secoli XVI-XVII. Fonti e pro-blematiche per l'approfondimento di una ricerca sui rapporti politico-giudiziari tra Venezia e la Terraferma. In: Tagliaferri, A. (ed.): Atti del Convegno: Venezia e la Terraferma attraverso le relazioni dei Rettori. Trieste, 23-24 ottobre 1980. Milano, Giuffrè, 411-432. Povolo, C. (2007): Uno sguardo rivolto alla religiosità popolare: l'inchiesta promossa dal Senato veneziano sulle festività religiose (1112-1113). In: Marin, S. (ed.): Il culto dei santi e le feste popolari nella Terraferma veneta. Vicenza, Angelo Colla Editore, XIX-LXIII. Prosperi, A. (1995): Le fonti: le osservazioni preliminari. In: Basomi, O., Caruso, C. (ed.): Cultura d'èlite e cultura popolare nell'arco alpino fra Cinque e Seicento. Basilea - Boston - Berlino, Birkhauser Verlag, 3-34. Saccardo, A. (2004): Valli del Pasubio. Comunità di confine in Alta Val Leogra. Dalle origini al Duemila. Schio, Parrocchia di Valli del Pasubio. Scagoglio, D., de Luna, S. (2003): La possessione diabolica. Cava dei Tirreni, Ava-gliano. Scremin, M. (1985): Il destino del corpo e dell'anima. Pietà e attitudini religiose nel mondo contadino in età moderna. In: Povolo, C. (ed.): Dueville. Storia e iden-tificazione di una comunità del passato. Vol. II. Vicenza, Neri Pozza, 1115-1216. Weber, E. (2000): Le apocalissi. Profezie, culti e millenarismi attraverso i secoli. Milano, Garzanti. Zannoni, U. (1953): Verona. Guida storico-artistica della città e provincia. Verona, Edizioni di vita veronese. 238