Tjaša Miklič CDU 81'42: 811.131.1: 811.163.6 Universita di Ljubljana IL DISCORSO INDIRETIO LIBERO NEL ROMANZO DI GIORGIO BASSANl IL GIARDINO DEJ FINZI-CONTINI: FUNZIONI TESTUALI E CARATIERISTICHE LINGUISTICHE l. Considerazioni introduttive Quando la sezione letteraria della commissione statale per l'italiano aveva scelto il romanzo II giardino dei Finzi Contini (GFC) come testo su cui preparare le cono­scenze letterarie per l'esame di maturita in italiano lingua straniera nei licei sloveni non si aspettava particolari difficolta di comprensione da parte degli studenti. La fruizione pero si e rivelata meno soddisfacente del previsto. L'attenta analisi lin­guistica delle sue caratteristiche strutturali svolta in seguito allo scopo di offrire poi agli insegnanti suggerimenti concreti per la presentazione dei punti problematici in classe ha portato alla scoperta di una insospettata complessita, soprattutto di natu­ra narrativa e sintattica. Questo compito apparentemente pratico ha spronato una ricerca di respiro piu ampio, che ha implicato analisi sistematiche della prima e del­l'ultima versione del romanzo, 1 nonche di una serie di traduzioni in varie lingue.2 Nel caso del GFC si tratta di un'opera stilisticamente assai elaborata, con alta concentrazione di tecniche narrative e di stratagemmi retorici. Cosi si osserva una grande frequenza di ritorni all'indietro da un dato punto temporale alle fasi anteri­ori (jlash back), di preparazioni del terreno per l'azione centrale tramite un uso par­ticolare di forme verbali (preludio), di anticipazioni di azioni appartenenti a un peri­odo posteriore (jlash forward), e soprattutto di discorso indiretto libero (da ora in poi DIL). Proprio su quest'ultimo -un espediente retorico che in sloveno, per cause strutturali, viene realizzato in modo diverso, emeno adoperato da parte degli autori ed edel tutto trascurato nell'insegnamento scolastico3 -si concentra la presente dis­cussione.4 Va sottolineato inoltre che la trattazione del DIL non einclusa nel pro­gramma di studio nemmeno nel caso di insegnamento dell'italiano come lingua se­conda al livello avanzato. Per le modificazioni apportate dalla 1 alla II e infine alla III versione, si veda Kanduth 1983. 2 Sono state prese in considerazione la traduzione slovena, tedesca, inglese, francese, americana e spagnola. 3 Le interviste fatte alle matricole universitarie confermano regolarmente la loro non familiarita con il fenomeno, mentre la maggioranza di loro non conosce nemmeno il termine. 4 Nel riportare il materiale illustrativo mi riferisco all'ultima edizione/ristampa del 1996. In caso di uso della prima versione il numero della pagina nelle parentesi rotonde che segue il brano illustrativo sara prece­duto da "ANT". 2. Discorso indiretto libero 11 discorso indiretto libero (DIL) costituisce uno dei modi espositivi fondamen­tali, insieme alla diegesi (cioe il racconto della voce narrante, l'ultimo narratore) e ad altri tipi di discorsi, 5 principalmente quello diretto (DD) e quello indiretto (DI). 11 DIL e stato studiato da molti punti di vista e in varie tradizioni linguistiche, mi baso tuttavia sull'inquadramento teorico proposto da Mortara Garavelli (1985, 1995). Questo tipo di discorso riportato sembra presentare i fatti contemporaneamente da due punti di vista diversi: da quello della voce na"ata, del personaggio -cioe dell'e­nunciatore originario (Ll) -e da quello della voce na"ante (L). La realizzazione for­male di questo mezzo stilistico e affidata al vario combinarsi di indici di diversi piani (lessico, espressivita, deissi personale, deissi temporale e locale, forme verbali, frase o elemento citante ecc.) orientati su uno dei due centri discorsivi (cioe di Ledi Ll). In quanto "indicatore di polifonia", non sorprende che questo mezzo paradossale prenda tanta parte nel romanzo in 1 a persona: Bassani ha affidato i1 racconto all'io narrante, che e in grado di far rivivere i discorsi delle persone narrate (l'io narrato incluso) sol o attraverso la propria memoria, determinata inevitabilmente da un punto di vista diverso da quello del produttore di ogni singolo discorso ricordato. L'impiego iconico per le situazioni appartenenti al passato delle forme verbali con­siderate "del passato" (imperfetto (IM), trapassato prossimo (TP), condizionale pas­sato (CC) ecc.) -tipiche della diegesi del passato -ha la funzione di distanziare dal­l'attualita della voce narrante i discorsi delle voci narrate, vivaci e immediati come sono nella loro conformazione sintattica e lessicale (si pensi alle interiezioni, escla­mazioni, domande e ordini riportati ecc.) e nell'uso della deissi temporale e locale ("oggi", "qui"). Bassani si serve del DIL per presentare i1 contenuto di atti mentali di ogni tipo -come del resto testimoniano espliciti elementi citanti oppure come suggerisce il contesto: si tratta ad es. di discorsi "effettivamente" proferiti dall'io nar­rato o da altri personaggi (cominciai a raccontare (135); esclamo, con enfasi ironica (75)); scritti (scrissi (125); Si trattava di una letterina spiritosa [. ..]Mico/ esordiva con lo scusarsi [. . .} aggiungeva (124)); discorsi sognati (soggiungevo [. .. ] conveniva (106)); ri­flessioni (mi dicevo (61)); pensieri ascritti ad altri (parevano dirsi tutti e quattro (29); mi diceva con gli occhi (51)); previsioni (mi dicevo (154)); ricordi (Avevo previsto tutto con malta esattezza (154)); percezioni (116), fantasticherie (pensavo (47)) e persino visioni (gia lo vedeva (151)). 2.1 Caratteristiche form.ali del DIL canonico Se persino i test condotti tra gli studenti universitari sloveni hanno mostrato che le occorrenze dei discorsi indiretti liberi nel romanzo lasciano spesso sconcertati anche quelli che vantano una buona padronanza della lingua italiana, cio si spiega in parte con i1 fatto che in sloveno, per ragioni strutturali, il DIL differisce pochissi­ 5 Uso generalmente questo termine ombrello per riferirmi anche al pensiero, ricordo, fantasticheria e simili. mo dal discorso diretto -cambia, se necessario, solo la deissi personale:6 come mezzo stilistko risulta poco efficace ed equindi poco usato. Nemmeno l'insegnamento del­l'italiano al livello avanzato prevede la presentazione del suddetto procedimento, mentre la ricca varieta di realizzazione dei DIL concreti nel romanzo di Bassani non permette, senza una guida opportuna, di scoprirne le linee di orientamento.7 Ora, in ita:liano, nella realizzazione canonica del DIL rispetto al DD e al DI del "corrispondente" DD si mantengono, oltre che le caratteristiche lessicali e sintat­tiche, anche la deissi temporale e locale, mentre del DI si ha una redistribuzione dei moli della deissi personale e un probabile cambiamento nel tempo verbale. Ad es. DD Non te lo posso dire, rispose. Perche, lo sapro solo domani. DIL Non glielo poteva dire, rispose. Perch6 l'avrebbe saputo solo domani. DI Rispose che non glielo poteva dire perch6 l'avrebbe saputo solo il giomo seguente/l'indomani). Ma non necessariamente la 1aela2a persona confluiscono nella 3\ come sopra.8 Nel DIL, come nel DI, la deissi personale aseconda i cambiamenti nella distribu­zione dei moli nella costellazione comunicativa: parlante (IO), ascoltatore (TU), nes­suno dei due (ad es. LEI). Illustro quanto sopra con i seguenti DI tratti dal roman­zo: Senonch6 la notizia che ebbi da mia madre mentre uscivo dallo sgabuzzi­no del telefono, e cioe che verso mezzogiorno Micol Finzi-Contini aveva telefonato chiedendo di me ("Mi ha pregato di dirti che edovuta partire per Venezia, che ti saluta, e che ti scrivera", aggiunse la mamma, guardan­do altrove), fu sufficiente per farmi di colpo cambiare avviso. (114) 6 II principio sloveno mantiene il tempo verbale inalterato sia ne! DI che ne! DIL: cosi, ad esempio, a un DD con un "futuro sloveno" ("Ne BOM te ZAPUSTILA", mu je rekla. /"Non tiLASCERO", gli disse./) cor­rispondono un DIL (Ne BO ga ZAPUSTILA, je rekla. /Non Jo LASCERA, gli disse./) e un DI (Rekla mu je, da ga ne BO ZAPUSTILA. /Gli disse che non lo LASCERA.j) con altrettanti "futuri sloveni". 7 Va messo in rilievo il fatto che ne! libro di testo usato -Contesti italiani di M. Pichiassi e G. Zaganelli -, sebbene numerosi brani testuali (circa un quinto dei testi riportati) presentino occorrenze di DIL, non c'e nessun riferimento a questa procedura retorica. Con il termine discorso indiretto libero viene invece com­mentato quello che e in realtit pensiero diretto. II commento a p. 125: "Discorso indiretto libero. La storia e raccontata da un narratore esterno, in terza persona, ma in alcune parti il punto di vista da esterno (quel­lo del narratore) si fa interno, e la vicenda allora e vista con gli occhi della ragazza. II punto di vista inter­no trova la sua realizzazione sul piano sintattico e stilistico nella forma del discorso indiretto libero. In questo caso, ad esempio, le riflessioni e i pensieri della ragazza sono riportati liberamente senza alcuna dipendenza sintattica, come continuazione della narrazione." si riferisce alla situazione testuale a p. 121: "Non oso pensare: !'ha lasciata qui perche io la vedessi.", dove sia "lei" di "non oso" che "io vedessi" si riferiscono a un'unica persona, quella del titolo "La ragazza del sabato sera". 8 Secondo J. Toporišič, autore della piu autorevole grammatica slovena, tra le caratteristiche dell'espediente in questione ci sarebbe appunto l'uso della 3a persona; cfr. Toporišič 2000: "[...] povedano podamo v 3. osebi, spremni stavek pa večinoma opustimo: to je polpremi govor." (p. 653); "V polpremem govoru se podaja vse­bina pogovora nekako neposredno iz spremljanja toka zavesti udeleženca pogovora; vse je podano v3. osebi;" (659); " Pri polpremem govoru je potencialni primarni govor izražen tako, da je govoreči in ogovorjeni skozi zavest motrečega (ki se sploh ne izdaja kot govoreči) odtujen v 3. osebo." (707/708). Mentre il riferimento alla persona narrata (e narrante), chiamiamofa "G.", nel discorso di Micol alla madre di G. era stato necessariamente realizzato con la 3a per­sona ("lo saluto"), nel discorso della madre questo riferimento efatto con la 2a per­sona ("ti salu ta"), e nella diegesi, infine, con la 1 a persona ("chiedendo di me"). La trasformazione parte qui dalla 3a persona e attraverso la 2a approda alla la. Similmente nel discorso di Adriana, seguito dalla diegesi di G.: "Sara il caso di spiegargli" disse. [ ...] comincio quindi a raccontarmi [ ... ] (62) Si veda anche 2.1.2 sotto. Evero che nel romanzo sono ampiamente rappresentati casi canonici con la frase citante presente nel co-testo, le forme verbali e la deissi personale orientata sulla voce narrante e la deissi temporale, locale e dimostrativi orientati sul produttore del discorso originario, ad es.: In fondo Perotti ERA un brav'uomo, pensavo. ERA contento anche lui che la signorina FOSSE TORNATA a casa. Gli SI POTEVA dar torto, povero vecchio? D'ORA in poi AVREBBE certamente SMESSO di brontolare. (157) Ma la varieta di combinazioni di vari parametri, tanto nei DIL quanto nella die­gesi everamente notevole e non permette a un non specialista di scoprirne le rego­larita o almeno di intuirne le linee di tendenza. Passero quindi in rassegna alcuni parametri piU importanti. 2.1.1 lnclusione del DIL nel co-testo Nell'ultima edizione, quella a disposizione del lettore odierno, il DIL espesso dif­ficilmente riconoscibile, separato com'e dalla frase citante semplicemente da una virgola, un punto e virgola o un punto, ad es.: Alzo una mano. "Sara il caso di spiegargli" disse. Sbuffo, levo gli occhi al cielo. Era capitato un fatto molto antipatico; comincio quindi a raccontarmi in tono da maestra, mentre uno dei ragazzi pili giovani tornava a schiacciare il piccolo aguzzo pulsante di corno nero del campanello d'ingresso. Va bene, io non lo sapevo, ma lei e Bruno nel torneo sociale di chiusura, [ ...] (62) Nell'edizione originaria infatti vi stavano i trattini: il DIL era messo graficamente in risalto, facilitando di molto la comprensione:9 9 1 trattini sono mantenuti solo quando l'elemento citante interrompe la frase, come si vede ne! penultimo ene! terzullimo esempio illustrativo ne! 2.1.1. Ne fu visibilmente dispiaciuta; ma la prospettiva di poter comunicarmi qualcosa di importante, qualcosa su cui evidentemente mancavo di notizie, travolse subito in lei ogni altro pensiero. Era capitata una cosa molto "antipatica" -comincio a raccontare, menltre uno dei due ragazzi piu giovani tornava a schiacciare il piccolo, aguzzo pulsante di corno nero del campanello d'ingresso -. Forse non lo sapevo, ma lei e Bruno, nel torneo sociale che si era teste concluso al Circolo del Tennis, [ ... ] (ANT 82) Come coristatato per la situazione generale ( cfr. Mortara Garavelli), anche nel GFC i DIL vengono introdotti nel co-testo in svariati modi: accompagnati dal verbo presentativo (o da un'analoga espressione rivelatrice) che li precede o segue o viene loro intercalata. Altre volte il DIL si trova in una completiva -subordinata sintatti­camente ma non semanticamente-, per cui a volte sembrerebbe di trovarci davanti a un DI, quando invece si tratta di un DIL, come suggeriscono appunto gli elemen­ti costitutivi orientati su Ll: Dopodiche, cambiando di nuovo argomento, mi chiese se per caso, POCO FA, non fossi passato in bicicletta lungo la Mura degli Angeli. (111) Aggiunse che da molto tempo in QUA il mio modo di condurmi non era digni.toso: ne per me, ne per lei. (194) Ammise poi che anche lui, da un po' di tempo in QUA, si era accorto che Alberto non stava bene. (216) Data la generale oscillazione nell'uso dei deittici (v. sotto) anche negli indubbi DIL del GFC, in certi casi e impossibile decidere dove termini un DI e dove comin­ci un DIL. Ma forse la decisione non e nemmeno necessaria: l'effetto di indetermi­natezza che ne consegue sembra riflettere la difficolta di distinguere tra l'intensita delle diverse voci, ad es: Riferi che anche QUEL pomeriggio era stato a casa Finzi-Contini, che ne veniva proprio ADESSO (204) 11 pensiero che l'INDOMANI pomeriggio, lui, il fortunato, avrebbe certa­ mente veduto Alberto e Micol, parlando forse di me con loro, bastava a farmi dimettere ogni velleita di ribellione, a costringermi dentro il mio gusci.o. (210) Dissi che QUELLA sera non potevo, ma che l'INDOMANI sarei passato quasi di certo da casa sua, alla solita ora. Se pero vedeva che tardavo ­aggiunsi -non mi aspettasse. In tal caso ci saremmo incontrati da Giovanni. Non era da Giovanni che lui sarebbe andato a cena? (232) 11 romanzo contiene anche un numero di DIL con altri discorsi al loro interno, DD, DI e persino DIL. Ad es. sono DIL "al secondo grado", accompagnati sempre da un co-testo presentante, per menzionarne soltanto alcuni, il discorso immagina­rio degli etruschi nei pensieri dell'io narrato (dovevano dirsi, p. 7; quello dell'inser­viente della Biblioteca Comunale nel discorso dell'io narrato (aveva ripetuto, p.135) o i1 discorso del professore tedesco nel racconto di Micol (Era stato quanto mai espli­cito, il "degno messere", p. 156). In alcuni casi i1 co-testo successivo reinterpreta come DIL la parte del testo letta in un primo momento come narrazione diegetica. Cosi nell'esempio seguente, nel capoverso inserito tra due repliche in DD, i1 DIL esplicitato da "Come adesso -riflet­tevo" presuppone una prima parte del pensiero e la fa individuare appunto in quan­to precede: si tratta quindi di un DIL (contenente al suo interno un altro DD). "Sicuro" continuo lui, alzando un poco la voce. "Che cosa avresti volu­to fare? Fidanzarti?" Anche Micol, quella sera in camera sua, mi aveva rivolto la stessa domanda. Aveva detto: "Cos'e che avresti preteso? Che cifidanzassimo, scusa?". Io non avevo fiatato. Non avevo avuto niente da rispondere. Come adesso -riflettevo -come adesso con mio padre. "Perche no?" feci tuttavia, e lo guardai. (228) Altre volte la presenza del DIL viene suggerita dal lessico e dal senso espresso. Cosi ad es. nella versione originale la parte del testo inserita in un capoverso tra due repliche in DD sembrerebbe a prima vista i1 commento diegetico dell'io narrante, ma le espressioni e i1 senso di inferiorita dell'enunciatore che ne traspare, sono la spia del pensiero del ragazzo di una volta: 10 "Esageri, pero", disse. "Che cosa vuoi che conti avere una materia a otto­bre?" Ma mi prendeva in giro, evidentemente, e un poco anche mi disprezza­va. Era abbastanza normale, in fondo, che un fatto simile fosse capitato a un tipo come me, figlio di gente cosi comune, talmente "assimilata": a un quasi-goi, insomma. Che diritto avevo di far tante storie? "Credo che tu ti faccia delle idee un po' strane", risposi. (52) 2.1.2. Deissi personale La deissi personale nei DIL del GFC -riflessa.nelle proforme personali (io, mio) e nelle marche nelle forme verbali 11 -segue coerentemente l'orientamento sulla voce narrante (L): le persone presentate sono viste dalla sua prospettiva. Illustro con le imperative, la prima diretta all'io narrato (passaggio dalla 2a persona alla 1 a), la seconda al suo amico (passaggio dalla 2a persona alla 3a): GUARDASSI invece i1 giovane Lattes, per favore. (54) lO II traduttore sloveno, ad es., non aveva riconosciuto gli indici semantici e ha offerto ai lettori, in luogo del pensiero dell'io narrato -ragazzo, il commento diegetico dell'adulto. Sono escluse Je forme verbali con funzione di segnale discorsivo (cfr. 2.1.4.1.1). Pero STESSE molto attento, lui, Malnate, [ ...] STESSE molto attento, lui, a non lasciarsi fregare dalla falsa apparenza di bonarieta di quel suo fac­cione plebeo. (136/7) Vanno menzionate qui due deviazioni: evidentemente errori tipografici. 12 Cosi e sbagliata la prima persona singolare in G/i avevo detto, magari (64) riferito, nel DIL del personaggio Bruno Lattes, al segretario del G.U.F., quindi "aveva detto"; errata eanche la prima persona plurale, nel DIL di Micol, in Eccome se ci eravamo arrivati (87), quando parla di se e del fratello, quindi "erano arrivati". Lo stesso vale inoltre per la svista in senso opposto: la terza persona nell'autoriferimento dell'io narrante nel discorso indiretto senza darmi it tempo di avvertirlo che aveva scambiato frasi con entrambi (202), invece di "avevo scambiato". Nella prima versione, la deissi person­ale nei casi citati eusata correttamente. Vista la complessita del procedimento ana­lizzato, tali errori gravano non poco sulla comprensione. 2.1.3 Deissi temporale e locale Accanto a numerosi casi di DIL costruiti con la deissi temporale, locale o i dimostrativi orientati sul centro discorsivo del personaggio (ad es. oggi, qui, poco fa, questa), ad es. [...]la responsabilita della loro AITUALE impotenza BISOGNAVA accol­larla proprio a quei bravi, degni decorativi galantuomini in cilindro e stiffe­lius [ ...] (128) nel GFC si trovano anche numerose occorrenze di DIL con l'orientamento su L: Ma come lo vedeva, lui che padava tanto di tesori di rettitudine, bonta eccetera, un caso successo a me, proprio a me, appena poche mattine AVANTI? (135) A questo proposito va osservato che alcuni casi di DIL con deissi locale e tem­porale che nella versione originale erano orientate verso L, nell'ultima sono stati corretti e presentano l'orientamento su Ll. Ecco tre casi di autocorrezione: Era stato Alberto a dirgli che OGGI sarei venuto a trovarlo. [ ...] Senonche Micol in casa OGGI (versione originale (ANT 149): QUEL GIORNO) non c'era [ ...] essendo purtroppo dovuta partire IERI pomeriggio per Venezia. (117/8) Eh, si, pensavo: STASERA (versione originale (ANT 60): QUELLA. SERA), rincasando, il papa mi avrebbe magari picchiato. Pero io le sue botte pote­vo ormai affrontarle tranquillamente. ( 46) 12 Nella ristampa del 1996 della terza versione, permangono una ventina di errori tipografici che, configu­randosi come parole di senso compiuto, non sono sempre di facile riconoscimento, ad es. giorno invece di giro, anzianita invece di arianita ecc. A casa, ORMAI -: pensavo -avevano di certo gia saputo: da Otello Forti, magari. (35) (versione originale: .A QUELL'ora, certo -pensavo -a casa mia avevano gia saputo: da Otello Forti, probabilmente. (ANT 49)) In altre situazioni analoghe, la prima scelta rimane tuttora immutata: E non aggiunsi altro, ripreso di colpo dall'angoscia dell'inevitabile incon­ tro con mio padre. QUELLA sera stessa, al piu tardi, sarei dovuto tornare a casa. Non avevo altra scelta. (43) Lei ne approfitto per alzare il ricevitore e