^rf£>4 STORIA MEDICA DEL CHOLÈRA INDIANO OSSERVATO A PARIGI »A AGOSTINO CAPPELLO E DA ACHILLE LUPI COLA INVIATI DAL SOMMO PONTEFICE ue£ê anno 1..YCRAÎ. ) KOMA 1855 1>ER LA STAMPERIA CAMERALE L© îî! RENDICONTO DEI RAPPORTI GENERALI DI PARIGI E DEL PIANO DELL' OPERA ALLA S. CONSULTA COME MAGISTRATO SUPREMO DI SANITÀ' Emi e lìmi Principi 'na commissione sanitaria di Roma inviata per ordine provvidentissimo di N. S. PAPA GREGORIO XVI in Francia per istudiarvi il Choléra indiano , partita da quella capitale nel dì 23 mag- IV gio, giunse a Parigi nel giorno 4 gingilo i832 (1). Pe' politici turbamenti ne' seguenti dì (5-6 giugno) ivi accaduti, non potè la suddetta prima del di o, dare incominciamento alle sue operazioni, conforme è noto all' EE. VV. lime pel primo suo rapporto segnato nel dì 2o giugno. Accennavasi in quello , che gravi clinici di Parigi ammettevano nel choléra delle Indie un germe contagioso , (1) La Santità di N. S. nel vivo desiderio di mandare alcun medico della sua capitale per vedere ed esaminare il choléra delle Indie in Francia, con dispaccio della suprema Segreteria di Stalo all' emo signor cardinal Camerlengo diretto , ordinava , che si convocasse straordinariamente il collegio medico-chirurgico , perchè con secreto scrutinio desse per l'obbietto una terna di professori di medicina. In obbedienza de' sovrani comandamenti tosto adunavasi il collegio medico-chirurgico, e la maggiorità de' secreti suffragj riportavano i sottoscritti, ed il eh. Don ä-relli -prof! nell'università di.Ruma. v, non ostante che alcuni di essi, e ciò con maggior gloria loro, avessero dinnanzi opinato il contrario (1). La commissione che, dietro il corso di questa malattia dal Gange insino a Londra, era con i più sapienti medici d'Italia intimamente persuasa della contagione, se ne andava ora confermando per sentenza di quelli, e più pe' fatti da se stessa osservati, e raccolti, raddoppiava quindi le sue premurose istanze , perchè i modi tutti si adoperassero per preservarne l'Italia. Essa poscia ricordava la gentilezza francese, in ispecie de' dotti, e de'medici i più segnalati, e degli stessi corpi accademici, sperimentandone progressivamente singolarissime prove ; perocché i suoi membri saranno mai sem-t (1) Moniteur universel 1832 num. 92, e 99. n pre memori di tante accoglienze , e di cortesìe di ogni sorta loro prodigate (1): (1) Sarebbe nostro deciso mancamento, se da noi si mandasse in obbfìo la indelebile e graia riconoscenza clic professiamo al signor abate Garibaldi incaricato d'affari della S. Sede a Parigi. Alle diligenti sue sollicitazioni presso il ministero dell'interno, perchè ne'numerosi spedali di quella capitale tutti ci fossero somministrati i mezzi pel grave scopo della nostra missione, alle sue cure talora pazienti per soddisfare a tutte le nostre continue ricerche e domande , alle replicate urbanità, procurateci pel nostro ritorno dagF italiani ministri cula. residenti, egli nelle rispettive nostre malattie manifestò le più affettuose cordialità che potevano mai da noi desiderarsi. Dopo averci inoltre colmati di altre non ¦poche attenzioni , per istrada eziandio giunti a Genova sua patria, trovammo ivi prevenuto del nostro arrivo il suo degnissimo fratello il eh. prof. Garibaldi, il quale fra gli oppressivi ardori della stagione, e le svariate incessanti angustie ci procurò tale sollievo per mia gita in una sua ridente e ventilata' campagna, quale da noi da. lunga pezza .non era slato provato il simile. VII Cosiffatti favori agevolavano alla commissione d'intertenersi a suo bell'agio nelle sale dei più grandi ospedali, di esaminarne attentamente con esperti clinici gl' infermi, di discutere, e di rischiarare possibilmente i più astrusi punti dell' orribile morbo. Oltre ciò le reiterate necroscopie de' cliolèrici, le visite, e le parziali consultazioni ne' domi-eilj di Parigi , cui erano ammessi pe' gentilissimi modi de' lodati professori, mettevano la commissione al colmo di quanto avesse mai potuto desiderare per compiere la salutare ed onorevole sua missione fin dove comportar potesse lo stato della scienza. Nel secondo rapporto del di 29 giugno rendevasi conto , che la commissione aveva reputato cosa pregevole di separarsi per frequentare i numerosi ospe« Vili dali di Parigi. Perchè poi istituir meglio si potessero gli opportuni confronti, restava il più giovine di essa incaricato di raccogliere scrupolosamente morbose storie all' Hotel Dieu, dove soltanto da pochi giorni eransi stabilite due sale pe'cholèrici di amendue i sessi: loc-chè mirava proficuamente all'obbietta, che erasi la commissione proposto, giacché in questi dì il choléra morbus per isvariate generali cagioni era cresciuto d'intensità, ed in maggior numero attaccava la popolazione di quella capitale. Ricordavasi inoltre, che sebbene il choléra indiano, soprattutto nello stadio algido, conservasse costantemente la stessa fisionomia come in Asia così in Europa, varia tuttavia era in ogni stadio la sua fenomenologia, varia perciò la cura, e varia conseguentemente la ne- IX oroscopìa. Che se nel primo rapporto erasi di volo accennato il contraddittorio metodo di cura in talim ospedale osservato (i) , ora la commissione aveva avuto campo di lodare, che in tal altro ospedale adoperavasi un metodo curativo razionale, e precisamente quel metodo misto indispensabile nei pericolosi e nei complicati morbi, specialmente nelle malattie contagiose, arricchivasi per conseguenza di preziosi fatti. Preziosissimo poi si era quello, altrove già osservato, ma ampiamente confermato a Parigi, che lo spa ventevole morbo è pressoché sempre preceduto dai sintomi precursori , che troncansi generalmente con semplicissimi mezzi eccitanti la diaforesi, mercè de' cjuali elidcsi col sudore , cui in (1) Neil' art. XV vedrassi in qual senso debba prendersi questa contradizione. X questo primo stadio tende natura , il principio contagioso con indubbia salute dell' infermo. La commissione, i di cui membri l'uno dopo l'altro subirono nel primo stadio la malattia, confermos-si felicemente in sì fausto risultamen-to, il quale di sovente funestissimo diverrebbe , se trascurati fossero gli accennati prodromi. Questa importantissima verità induceva insin d'allora la commissione a pregare TEE. VV. Rme, perchè con apposite istruzioni le persone più influenti , ed i parroclii medesimi imprimessero nelle volgari teste, come Iddio in un tanto esterminio desse non solo ai medici, ma in balia degli stessi malati sicurissimi e pronti rimed] per troncare nel nascere il pestilential morbo. Riandava ancora la commissione intorno il contagio , ed ogni XI dì vedeva crescere il numero de' dotti, che abbandonavano la dannevole idea del non contagio innanzi sostenuta. Avvertiva inoltre, che , se difficile sia la prova della contagiosa importazione nelle grandi e popolose città, agevole questa riesce rinvenirla nei piccoli comuni, conforme in seguito chiaramente ve-drassi. Per le quali cose seriamente contemplate, rinnovava la commissione fervidi voti per preservare dal cholèrico flagello l'Italia con validi sanitär] provvedimenti , aggiugnendo, che dalla mancanza di questi, colti per così dire alla sprovveduta , avevano i parigini e la Francia a caro prezzo pagato il fio di sì deplorabile negligenza. Chiudeva infine la commissione il suo rapporto col notare , che nelle prime ore pomeridiane , eccetto i dì delle accademiche adii- XII nanze (dell'Accademia reale delle scienze , e dell' Accademia reale di medicina), intcrtenevasi co' medici più famigerati , con quei del consiglio superiore di sanità, e con i più distinti membri di detto consiglio , infra quali col celebre signor Mor eau de Jonnès, che officiosamente discutevano non solo sulF orribile morbo, ma illuminavano la commissione dal lato eziandio1 che risguar-da le misure igieniche ed amministrative. Del risultamento di sì utili discussioni dava conto la commissione nel suo terzo rapporto del dì 18 luglio. Quivi, oltre i modi da tenersi in un' invasione del contagio cholèrico, la commissione annunziava, che in quei dì pel brusco aumento di 10 gradi di temperatura , il choiera si era in Parigi, e nei dintorni fieramente esasperato, e fa- XIII ceva noto che esso colpiva le persone agiate in preferenza delle povere. Laonde non mai più, eccetto la prima decade di aprile, presentavasi così tremendo l'indiano contagio, come in que' giorni. I sottoscritti quindi profittarono dell' imponente calamità per arricchirsi di ulteriori ed interessanti osservazioni. Partiva la commissione da Parigi nel dì cj agosto, ne per istrada trascurava sì in Francia come in Italia dal discutere colle persone le più istruite intorno il gravissimo subbjetto, raccogliendo sempre notizie, specialmente da' medici , che eransi portati a Parigi nel sommo della prima irruzione del morbo. Tornata in Roma la commissione nel dì 5 settembre, era suo debito cogli ubertosi materiali da essa raccolti di coordinare un lavoro che corrispondesse non XIV solo alle saggie previsioni nella singular nomina de' suoi membri dall' Emo Bernetti inculcate come Segretario di Stato di N. S., ma che corrispondesse ancora alle assennate e profonde istruzioni contenute nel venerato dispaccio del dì 22 maggio all' uno de' sottoscritti membri indiritto dal magistrato centrale di sanità. Per soddisfar quindi un ob* bjetto di cosi alta importanza, la commissione ha reputato a proposito di basare il suo lavoro colla serie de' fatti, rischiarati all' uopo da un sobrio ragionamento. Per le quali cose dividendo la-commissione l'opera sua in distinti artìcoli , e in progressivi paragrafi, dopo un cenno storico dell' esotico contagio, farà un rapido esame fra i morbi epidemici, e i morbi contagiosi, onde poi, mercè-de', generali, e pi li salienti carata Ieri dell' indiano flagello, veggasi a col* pò d'occhio, anche dai non medici, il posto che gli conviene. Si discorreranno indi la etiologia , la genesi,. e natura speciale del morbo, l'azione del suo contagioso elemento nell' animale organismo, d'onde gli svariati, e sovente talora i sinistri risultamenti che ne prorompono. Si esporranno dipoi la necro-scopìa, l'esame fisico-chimico de' fluidi cholèrici e del sangue , la terapia , la pubblica e privata pro alassi con alcuna considerazione , che specialmente risguardi il cielo romano, cui terrà immediato seguito un riepilogo di quanto si è ragionato ed esposto. Siccome poi la commissione si è espressa di basare l'opera sua sopra fatti, e in considerando essa maturamente, che nelle naturali scienze non può sorreggersi edifizio XVI di sorta senza la esperienza da nnme-revoli esempj convalidata , cosi i suoi membri fedeli a questo principio, oltre i casi, e le osservazioni disseminate nel lavoro, chiuderanno questo con 27 istorie particolari raccolte e scritte, come si è detto, al letto dell' infermo, e pel migliore ordinamento appositamente poscia collocate 5 e all' opportunità ricordate negli articoli che le precedono. Che se talora le istoriche collezioni morbose recano alcun fastidio ad alcuni lettori, i membri della commissione sanno bene che le medesime formano la vera base per contemplare , e per riflettere con clinico accorgimento i disordini dell' animale economia in un morbo specialmente sì proteiforme come il cholera,indiano, in cui vuoisi soprattutto prefe- XVII rire la meditazione de' fatti allo studio delle ipotesi, e delle prevenzioni. Di qualche soddisfazione inoltre è per la commissione, che il primo lavoro sul morbo in discorso di uno de' suoi membri venga dalle osservazioni e dai fatti raccolti nella capitale della Francia estesamente confermato (1). Il perchè ci corre debito tal fiata ricordarlo in discarico ancora di quanto ivi fu ragionato e promesso (2), Lusingansi perciò i membri della commissione, che TEE. VV. Rme saranno per accogliere benignamente l'opera loro, mentre inchinati con divozio- (1) Giorn. Arcadico Tom. 49, e 50. Del cholera morbus, ossia della Febbre pestilenziale cliole-rica I.° ragionamento di Agostino Cappello. Roma 1831. (2) Id. lom. L. pag. u5, e del Cholèra morbus pag. 46. XVIII ne al bacio della S. P,, si rassegnano con profondissimo rispetto, e fortemente si raccomandano Dell' EE. VV. Rme Di Roma i3 febbrajo i833. Umilissimi Devotissimi Ossequiosissimi Servitori AGOSTINO CAPPELLO , ACHILLE LUPI. 1 ARTICOLO I. Cenno istorico del Cholera indiano» i. v_/uel flagello per noi affatto nuovo , che con un treno di spaventevoli fenomeni crehhe non ha guari d'intensità nelle rive del Gange, appellossi dai medici inglesi Choléra-morbus per la ragione appunto 5 che questo terribile sintonia costituisce quasi sempre lo essenziale carattere di uno dei più terribili morbi che sieno comparsi sulla superfìcie del globo. s. Che se per noi non fu cosa novella il vedere Io spettacolo miserando di un infermo cholérico , certo si è , che i più formidabili caratteri esclusivi del dominante morbo e' incussero a prima giunta alto stupore -, e più compassionevole de- 2 sLossi nel!' attonito animo nostro la commiserazione , a misura che colla menic si riandò che non una, non due, ma numerevoli e floride provincie subirono la tremenda catastrofe. Né qui arrcstossi il pensiero , ma corse tosto a funestarsi , come per un'ardimentosa ignoranza, in tanta copia di lumi per la circoscrizione de' contagiosi morbi , farebbesi con ogni probabilità cittadino del mondo un cotanto flagello. 3. Nella supposizione di alcuni autori , che l'antico Choléra-morbus delle Indie orientali non racchiuda tutti que1 singolari caratteri che il presente distinguono , lo reputarono essi un morbo nuovo per 1' Asia medesima, culla di ogni pestilenziale contagio. Ma avendo 1' uno di noi (i) più fiate dovuto trattare 1' argomento intorno i contagiosi morbi, e pre- (i) A scanso di confusione usiamo talune volte le parole Y uno di noi l'elative al Cappello , e le parole il più giovine di noi relative al Lupi. o cipuamente intorno l'indiano choléra, dappresso reiterate e mature considerazioni desunte dalla storia de1 fatti, non fu persuaso , che il choléra dominante differisse essenzialmente dall' antico , avvisò perciò , che recente affatto non fosse la sua comparsa, e mai sempre avesse esso serbato la contagiosa natura. 4.. Potrebbesi per verità opporre un religioso costume dell'Indie orientali, per cui di fresca data sarebbe la sorgente del flagello , che non più si rattenne nella natia contrada. Né sarebbe agevole il di-ciferare quest' interessante storica questione , se gli europei , malgrado delle immense distanze , contenti un tempo dì conoscere soltanto le Indie per le inesauribili dovizie , che nasconde e produce i! suo suolo , non avessero di presente dischiusi i tesori della sua letteratura. Hanno essi chiaramente dimostrato , che i diamanti dell' Indie scintillano assai meno della brillante immaginazione degli 4 antichi suoi poeti ispirati dalle acque del Gange. Perenne sarà la gloria del nome britannico per V incivilimento introdotto in quelle ricchissime regioni, e per l'immortale istituzione della società asiatica , i cui membri con dotte e profonde ricerche discoprirono , e misero alla luce le indiane opere di metafisica , di filosofia generale , di morale ? e soprattutto di sublime poesia (1). 5. Per venire all' obbjctto che ci ris-guarda , vuoisi conoscere , che i superstiziosi indiani, credendo di attrarsi le celestiali felicità, creano assai spesso un qualche nuovo iddio o dea , il cui nome trasmettesi ai bambini , che seco portano molti nomi di questi dei per cura de' genitori. Recentissimo essendo il nome di Ola-bibi dea del choléra-morbus inventata per le ultime stragi fatte da questo flagello , se ne potrebbe dedurre la (i) Journal des Sayans février 1817 pa§. 68. differenza del presente dall' antico cholera meno desolante per la mancanza dei suo favorito idolo. Il culto per altro a questa novella indiana deità prestato , venne subito per energico comandamento del governo inglese proscritto , e tutte vider-si fracassate le immagini in suo onore inalzate (1) . 6. Ma per 1' argomento nostro rileviamo -, che gli antichi poeti inclusive i g poeti 5 direm noi del secolo d'oro di Vi-cram.ad.itya sovrano delle Indie, chiamati da alcuno de'lodati membri dell'asiatica società i 9 giojelli del suo regno , nessunissima parola facendo di simil costume , ragion vuole esser certa la pronunciata sentenza, che a noi vicinissimo sia stato 1' uso nelle Indie orientali di creare le deità , di cui si discorre. Per noi quindi ne discende apertamente , che sebbene il morbo cholérico abbia domili) TJ. agosto 182.3 6 nato colla stessa forma, ed abbia di tempo in tempo desolate le asiatiche regioni , non avesse 1' antico choléra indiano la sua favorita divinità, perchè recente ne provammo la superstiziosa istituzione ; e vedremo ora la storia medica del choléra venire in sostegno della storica discussione per noi ragionata. 7. Da tempo immemorabile difatti vi-desi endemico il choléra morbus nelle Indie orientali , e fu a buon diritto distinto da insigni nosologi col nome ancora di Choléra indica- Sono già due secoli e mezzo che il Bonzio lo descrisse familiare agi' indiani. Il francese medico JDello-nio nel 166*9 ne diede pel primo un'esatta relazione, la quale da noi per lo avanti conosciuta per le poche parole riportate nella nosologia dell' illustre Sauvages , avendo ora quella percorsa, vediamo rin-venirvisi importanti notizie, che rischiarano eziandio l1 argomento della conta-gione. Narra quell' accurato medico che 7 allo spirare de' venti caldi e soffoganti risorge il choléra morbus con i spaventevoli stragi degli abitanti , diminuisce o cede per V abbassata temperatura e sminuita umidità , per indi all' opportunità tornare a commettere stragi novelle. Esso stesso , e quasi tutti gli abitanti del Maysouar, nel tempo in cui dimorava in questo luogo 5 furon presi dal tremendo morbo, che menò stragi fra i medesimi : ci ricorda inoltre 1' epidemiche ricorrenze del choléra in quelle contrade osservate negli anni precedenti , aggiungendo perdersi la loro prima comparsa nell1 oscurità de' secoli (i) . 3XeI 1708 le armate inglesi , francesi, e indiane provaron colà i tristi effetti del desolante morbo , e o anni dopo infinito numero di abitanti sulle coste del Malabar , di Calcutta , e di Mafie fu vittima del devastante flagello. L' au- (1) Voyages aux Indes orient, avec la relation de l'inquisition de Goa s tore di queste luttuose notizie rammenta ancora che nel 1774. nel solo Pondi* cheiy morirono di cholera morbus più di 60 mila persone (1). Nel i8o3 fu da diversi autori ricordata un1 epidemica ricorrenza del morbo , e fu notato ancora non essersi mai esso del tutto dileguato ; prosequendo or qua , or là in ogni anno a mostrarsi con importanti esempli. #. Chiarita adunque la istorica discussione , noi siam giunti alla fatale epoca del 1817 le mille volte dagli autori ricordata. Perlochè diremo di volo l1 isto-rico racconto del choléra indiano nelle sventurate contrade del mondo. Fu nei medesimo anno , che per le straripate acque del Gange , per le meteorologiche stravaganze , e per la carestia si riprodusse il morbo nella città dì Jessore con siffatta ferocia , che il Tytler osservando (1) Sonnerat voyages aux Indrs et à la ¦Chine voi. 2. 9 il primo caso cholérico ( ig agosto 1817 ) in un infermo agonizzante , lo reputava un attossicamento 5 ed apparecchiavasi a darne giuridica relazione , quando il domani nella stessa strada vide non poche persone aggredite colla stessa violenza dal male (1). Diffusosi quindi esso in tutte le direzioni, dopo aver devastata l'Asia , e sorpassato i continenti , e i mari , venne a desolare 1' Europa : né V America ¦> e molto meno 1' Africa scamparono poscia dalla mortifera azione dell' indiano flagello. È noto del pari la sua propagazione per mezzo del commercio e dell' armate , e fu con inconcusse prove chiaramente mostrato , che introdottosi il contagio nella Russia asiatica per mezzo delle caravane, penetrò di comunicazione in comunicazione in Europa (2) ; e dovrem noi rammentare meglio in appresso un cotanto infortunio. (i) Bibl. universelle i83i pag. 185". (2) Id. ib. pag. 2o5. 10 g. Dopo queste officiali e generali notizie , c'incombe dire la storia choléri-ca che risguarda la capitale della Francia. In dicembre i83i , e certamente in gennajo i83.2 per irrefragabili fatti apparve il choléra-morbus delle Indie orientali a Parigi , e serpeggiandovi sporadicamente , esplose con violenza sui finire di marzo (1) ? e.toccò esso il sommo della strage nel primo settenario di aprile : andò decrescendo per intensità e per numero il pestilenzial morbo giornalmente ; prima però di finire quel luttuoso mese , rividesi una leggera ricrudescenza , ma nei primi giorni di maggio dopo una continuata pioggia, pochissimi furono i morti di choléra. Per aumento rapido di temperatura esasperavasi nei dì 9 e io di detto mese ? tosto tornava a diminuire , (1) Gazette medicale de Paris , Journal special du choléra-morbus n. i3. 1882 , e Moniteur uni-Terse! n. 89 i832. 11 e neï nostro arrivo a Parigi ( 5 giugno ) di sì poco rilievo era il numero degli ammorbati cholérici , che a seconda dei supremi e sagaci prevedimenti nel rendiconto ricordati , pensavasi da noi di portarci nelle provincie più desolate dal contagio. Abbandonammo questo progetto pel suo esasperamento avvenuto sotto i nostri oo-chi nel dì 11 giugno , stazionaria per 5 di rimase 1' orribile malattia, crebbe poi per altri 5 dì , e verso il cadere di giugno sminuito videsi il numero de' malati e de' morti. Per la quai cosa i pubblici fogli , e la stessa Gazetta del choléra-mor-bus scrissero starsi esso al termine , ma avvedutissimi medici di Parigi divisarono con noi diversamente , portando opinione che il male sarebbesi nel clima di Parigi cogli estivi calori inasprito. Difatti la brusca elevazione di temperatura di io gradi produsse nei giorni primi di luglio una quantità di malati e di morti, diminuirono questi per varj giorni? ma nel dì io 12 spaventevole mostrossi 1' indiano morbo ? e maggiore spiegossi la micidiale sua forza nel giorno i5 luglio. La mortalità più rimarchevole per noi veduta fu in quest' epoca 5 e nel dì 18 luglio 22S furono i morti pel cholérico contagio (1). L' abbassamento di temperatura provato nel giorno 19 luglio arrecò notevole diminuzione », e talmente poi la malattia decrebbe che nella nostra partenza ( g agosto ) la cifra de' malati e de1 morti cho-lérici tornata era al numero , in cui fu per noi la prima volta ocularmente osservato. Sporadico per altro si è tuttora ri-maso il choléra indiano a Parigi , e di tempo in tempo mostransi imponenti casi negli spedali (2), e ne' luoghi specialmente nei quali più fiate manifestossi il contagio , conforme rileviamo da una refi) I morti inoltre per altre malattie furono 6I> nello stesso giorno. Gazette id. n. 61. (2) Id. n. 120-21 pag. 8a3 , e 882. IO centissima lettera del lodato signor Mo-reau de Jonnés a uno di noi diretta (1). ( i ) Il cortesissimo signor Moreau de Jonnés, oltre svariati favori, notizie, ed una lettera assai lusinghiera per la commissione romana indrizzata all' emo Bernetti Segretario di Stato , e la quale fu pubblicata nel numero 73 del Diario di Roma i832 , ci consegnò ancora la statistica dei malati , e dei morti cholérici della Francia ; ma essendo stata fatta di pubblica ragione una statistica più recente , noi riportiamo le stesse parole copiate in un nostro giornale , il quale riferisce ,, Uno ,, dei nostri giornali contiene il quadro degli effetti ,, del clioléra in Francia dalla sua comparsa sino ,, al 1 di gennajo 1833 (eccettuati i militari). ,, Risulta da esso che da tal morbo furono at-,, taccati 5o dipartimenti. Il numero de' malati ,, fu 229 , 534, quello de'morti di 94, 660:. . Notizie del giorno n. 14 i833. Dobbiamo però ripetere coi signori redattori della Gazetta medica di Parigi die le cifre dei malati , e dei morti sono sempre al di sotto della verità. Gazette medicale 11. 45. i5 Esame generale delle differenze dei morbi epidemici , e dei morbi contagiosi. io. JL/opo il brevissimo cenno istori-co avremmo noi tosto ragionato dell' indiano choléra , ed avremmo serbato silenzio sulle questioni contagio 5 epidemia „ ec., se questo nostro lavoro fosse destinato soltanto pe' dotti medici d'Italia. Ma tornati testé da Parigi , ben noi sappiamo che se non pochi insigni medici di quella capitale riconoscono nel dominante cho-léra-morbus un principio contagioso , siccome nel rendiconto dei nostri generali rapporti fu sopra ricordato , e torneremo ancora in appresso a notarlo , altri me- iff dici ne spiegano colà il propagamento in maniera stranissima, ed altri pure di grande dottrina impugnano tuttavia il cholérico contagio , reputando la malattia di esclusiva epidemica natura. Vediamo quindi che il massimo de' doveri che e' incum-be , incessantemente ci avverte esser noi responsabili a Dio , al sovrano ottimo che ne diede 1' onorevole incarico , all' Italia , e alla posterità , se silenzio sópra un tanto argomento fosse da noi serbato. Imperocché , malgrado delle stragi in isvaria-tc contrade del mondo fatte dal choléra indiano , malgrado dell' opinione di medici dotti e sperimentati ? che altamente predicarono 5 e provarono la contagione cholérica, noi conosciamo essere stati di sovente leggermente praticati que' sanitari provvedimenti 5 che varrebbono soli ad allontanare ed a circoscrivere all' uopo il desolantissimo flagello. Dal quale, dopo i luminosi esempli della sua storia 9 nessuno oserebbe proclamare , esserne una 17 qualsivoglia contrada del globo terraqueo al coperto. Il perchè vuoisi istituire un esame degli epidemici, e de? contagiosi morbi per confrontarli nei seguenti arti-ticoli ( III, IV, e V ) col morbo in discorso , non già con prevenzioni e con polemiche discussioni , né con isolati fatti , ma confrontarli bensì con replicati e genuini risultamenti, sorgente unica per gli uomini da senno atta a dileguare ogni concepito errore* 11. Né fia discaro di prevenire i nostri lettori che il vulgo de' medici, attacca sovente la parola di contagio ad alcune nostre epidemie , che ricorrono in date stagioni, e senza alcuna sanitaria precauzione si limitano in circoscritte regioni, né mai più vidersi quelle diffuse dall' uno all' altro punto, del globo , ed allignarvisi, conforme avviene de' contagiosi morbi» D' altronde , se alcune nostre malattie reputate contagiose assumono talora V epidemico genio , è notissimo , che , o i germi 2, i8 delle medesime appiattati stavansi nei passivi conduttori, o sporadiche serpeggiavano , fintantoché favorevoli davansi le opportunità per risorgere con epidemico genio. 12. Laonde non vi ha dubbio , che i contagi di tempo in tempo epidemicamente procedino , ma non troviamo noi un fatto accuratamente osservato , che ci dimostri la possibilità di un'epidemia propriamente detta scambiata in contagione. Nessuno potrà provare che I' epidemie occorse qua e là in Europa siensi diffuse sotto tutte le latitudini , ed abbiano regnato in tutte le stagioni j e nessuno proverà mai potersi le medesime arrestare , siccome vedremo avvenire de' contagi. Dal complesso dell'esposte verità , medici di grande esperienza e dottrina reputarono , che l' umana potenza varrebbe con acconcie misure sanitarie a distruggere i germi di qualsivoglia contagio , e segnatamente i germi de1 contagi febbrili. A nostro av- *9 viso per altro dovrebbono concorrervi, oltre le pacifiche circostanze politiche , un generale accordo de1 diversi governi , e I' obbedienza esatta delle popolazioni all' i-gieniche misure in un codice universale prescritte per conseguirne il filantropico voto. Indarno esso raggi ugnerebbesi senza queste indispensabili combinazioni v e senza 1' educazione del volgo , che penetrar potesse l'importanza del solenne ragionamento. Neil' ipotesi eziandio , che il medesimo avverare si potesse , non otterreb-besi mai l'intento, se contagiosi divenire potessero i morbi epidemici. Imperciocché la patogenìa di questi non consiste in un germe riproduttivo , come quello dei contagi 5 il quale , conforme abbiamo accennato può arrestarsi e distruggere , ma bensì nelle atmosferiche 5 e nelle terrestri vicissitudini risiede ad evidenza l'essenziale cagione dell' epidemie. io. Di vero osserviamo tuttodì i morbi epidemici Iimilarsi in una regione, e sta- .2 * So gione 5 variata la quale ? o scambiate le meteorologiche vicende, o cessate le terrestri sfavorevoli vicissitudini , varia del pari 5 e sin cede l'epidemico dominio. Un laminoso esempio cel porge la ricorrenza delle nostre febbri intermittenti : endemiche esse nel nostro suolo, assumono di tempo in tempo il carattere epidemico , arrestasi questo , né punto osservasi laddove gli svariati non solo , ma gli eccedenti gradi di temperatura e di umidità non si rincontrino ne' modi, co' quali appo noi avviene. Sarebbe ben singolare Io svolgimento di febbri periodiche nei luoghi , dove la temperatura media annuale non oltrepassasse il decimo grado del termometro di Réaumur, ed ognuno sa che il genio epidemico di dette febbri estin-guesi costantemente all' avvicinarsi dell'inverno. Per contrario i morbi contagiosi, ed in ispecie i pestilenziali non si circoscrivono a date regioni , ma per via d'immediato , o mediato contatto si diffondono 21 progressivamente sino a divenire universali. Che se le terrestri e le atmosferiche vicende agevolar possano al loro sviluppa-mento e fare più intensa la nociva loro azione , certo si è , che le dette vicende tornerebbero a nulla , laddove non vi fosse un germe attaccaticcio , il quale importato che sia in qualsivoglia luogo , purché non venga isolato , o distrutto , più presto , o più tardi s' appicca , insorge , e devasta. 1.4-. I morbi epidemici insorti appena in un luogo , veggonsi medesimamente insorgere in altri punti di un' estesa regione 5 essendo in essa vigenti e comuni le produttrici cagioni loro : lochè confermasi nelle ricorrenze di tutti i mali delle re-spettive stagioni , conforme noi specialmente lo rileviamo sempre nel dominio delle suddette febbri intermittenti : i contagi per 1' opposto senza comunicazione sì diretta, come indiretta non mai si propagano , richieggono inoltre favorevoli con- 2.2. dizioni che la storia de' fatti ognor meglio ci appalesa. La quai cosa sarà in appresso all' evidenza chiarita. i5. I morbi epidemici , dopo la loro ricorrenza , se scorgansi talvolta col carattere sporadico , ciò accade ? quando endemica è la loro origine , ma moltomeno col detto carattere sorpassano le regioni , in cui insorsero : i morbi contagiosi invece ? dopo T epidemico dominio , non solo rimangono sporadici in ogni tempo , in ogni clima , in ogni stagione : ma ancora dopo un dato tempo , da sporadici tornano per favorevoli combinazioni con genio epidemico , rinnovando stragi e desolazioni. 16. Diversi morbi epidemici propriamente detti, come in altre regioni , sono comuni in Europa : i morbi contagiosi , e soprattutto i pestilenziali contagi furono ad essa di esotica provenienza. 17. A queste distintissime e costanti differenze tra i morbi contagiosi , ed i 3.3 morbi epidemici, altre se ne aggiungono di grandissima importanza, ed esse sono le differenze profilatiche , nösologiche , terapeutiche , e necroscopiche. 18. 1 morbi epidemici in qualunque clima e stagione non possono arrestarsi con qualsivogliano sanitarj provvedimenti , appunto perchè dall' atmosferica costituzione , o da altre comuni locali vicende deriva P esser loro : i contagiosi morbi arre-stansi , perchè consistono in un ente positivo , sebbene invisibile , che puossi distruggere, ed arrestare mercè dell' isolamento , malgrado di tutte le circostanze generali, locali e individuali , che ne favorissero il diffondimento. 19. I morbi epidemici non solamente sono di estesissimo numero, e variabilissimi di forza, ma nello stesso luogo ove sorgono e decorrono , prendono ancora spesso una variabile impronta : i contagi sienp sporadici, 0 epidemici, serbano sempre negli ammorbati lo stesso abito fisi- zi co , essendo ia loro forma costantemente la medesima sotto qualunque latitudine » in ogni stagione , in ogni sesso ; in ogni età , ed in ogni condizione. È proprietà inoltre de' contagi di appalesare una patologica condizione neu' organo della pelle ? e nella continuata interna membrana mucosa. Questa proprietà manca del tutto negli epidemici morbi, o se talora avviene ç è meramente fortuita. 2t>. I morbi epidemici curatisi co' rimed j diretti, e generalmente indicati dalle cagioni che li producono , senza potersi arrestare il loro corso , o il loro incominciato parosismo : alcuni contagi per contrario per l'irritante loro elemento ar-restansi tosto ne' loro prodromi 5 ma dacché iì processo irritativo, universale estese la mortifera sua azione nell' organismo , non è più inabbreviabile iì corso di essi , quindi non è più in potere dell'uomo di arrestarli ; e la cura, sebbene razionale , limitasi alla sola sintomatologia. ah ¦ ai. I morbi epidemici di qualunque specie essi sieno , oltre i circoscritti limiti in cui raechiudonsi, sono di gran lunga minore spaventevoli e micidiali de'morbi contagiosi. Per 1' opposto però i primi attaccar ponno , ed attaccano numerevoli volte P organismo animale : dei contagi specialmente febbrili , dopo averlo una volta attaccato , inefficace rimanesi 1' azione , più non risentendola l'organica fibra, quindi di rado osservasi la recidiva dei medesimi. 22. Istituito un rapido esame delle generali differenze tra i morbi epidemici , ed i contagiosi, e suscettivo di stesissimo sviluppamento (i), rileviamo ora i (j) I redattori della Gazzetta medica di Parigi num. 5i avvisarono la necessità di una cattedra sulle Epidemie. Noi ancora divisiamo non disutile cosiffatta istituzione , benché non manchi in ciascuna università ragionamento apposito intorno gli epidemici , ed i contagiosi morbi. Ma -noi ripetiamo quanto fu detto per una cattedra di Censura medi- J26 principali caratteri del choléra indiano per vedere, se questo desolante flagello per-tenga alia famiglia de'più desolanti contagi. ca ( Giorn. Arcad. toni. 43 pag. 160 ) che il professore capace di corrispondere al delicato incarico , oltre la profonda , e prolungata esperienza nell'esercizio dell'arte medica , aggiunga una vera dottrina non soggetta a false teorìe , o fantastici ideamente ^7 articolo ni. I caratteri generali del Choléra indiano lo pongono nel novero de'1 pestilenziali contagia z5. JÜ choléra orientale per uno degli essenziali caratteri , con cui distinguons! i contagiosi morbi , insorge sovente con genio epidemico , e se fassi mite in alcun tempo, o in alcun luogo , risorge poscia 5 e devasta : caratteristica e costante proprietà è questa delle malattìe contagiose. Quante volte si vaticinò a Parigi essere al suo termine il choléra (1) , che noi vedemmo ( §. 9 ) esasperare for- (1) Giornali politici , e Gazette medicale de Paris , Journal special du choléra-morbus num. 29, 34, e 52. ü8 temente , sebbene variate fossero la stagione , e la temperatura , e sebbene opposti dominassero i venti , ai quali da taluno accagionavasi il ritorno del morbo. 2^. Nel luogo medesimo dove il cholera sorse ? e propagossi , vi rimase sporadico , tornò quindi sempre a risorgere , a crescere , e diffondersi fino a che 5 a giudicio nostro , non gli venne fatto di esaurire la suscettività individuale delle persone nei luoghi da esso invasi. Se a ciò si volesse obbiettare che per Parigi , e per le altre europee contrade terminata non fosse l'epidemica sua costituzione ; e se per ciò che risguardasi le Indie , doversi ripetere da endemiche cause \ noi risponderemo che fuori delle Indie , in climi del tutto opposti, ed in isvariate stagioni , e dopo più anni, ne' quali il cholera procedeva sporadico , riprese di nuovo la sua possa v e tornò a dominare1 con genio epidemico. Valga per ogni altro esempio quello della Tauride presso il 29 mare Caspio , ove importato il choléra nel 1822 , e restatovi sporadico , tornò a flagellare quella contrada epidemicamente nel 1800 (1). Or noi non conosciamo epidemiche malattie regnanti col massimo , •e col minimo della forza loro per questo numero di anni , e regnanti in luoghi totalmente diversi per latitudine , e per clima. ^5. II choléra indiano si è veduto propagar sempre a rilento. Insorse però violentemente in una città , in un circondario , come avvenne a Parigi ( §• 9 ) 5 e in altre parti, quando non solo vi serpeggiava dapprima , ma vi rinveniva ancora le favorevoli condizioni, e la trascuranza di ogni profilattica misura. 26. Né la natura dì questo pestilenzial morbo differisce dagli altri contagi nel mistero pel quale i germi di ogni contagio (1) Bibl. univ. id. ib., ed Annali univ. di medicina i83i. oo silenziosi talfiata si rimangono e senza efc fetto. Accade difatto che sebbene sieno stati essi chiaramente in un luogo importati, o in altro luogo dominante siavi il cholérico contagio , pure talora in questo luogo esso non progredisce , e misteriosamente si arresta ; ed in quello inerti veggonsi i detti germi. Numerevoli fatti di simile natura osservatisi in ogni contagiosa ricorrenza epidemica ; e per P argomento nostro ci si para tosto davanti P esempio al di là del Rodano 5 in cui arrestassi finora il contagio cholérico , benché più volte si manifestasse sporadico a Lione 5 senza mai assumere il genio epidemico. II medesimo contagio , mentre imperversava a Parigi , e ne' suoi dintorni , non aggrediva il magnifico stabilimento per gli alienati presso Ckarenton ; e nella stessa Parigi generalmente poco bersagliati furono gli abitanti della riva destra della Senna. 27. I contagi però , che in un tempo ? in un luogo sporadicamente 5 0 in 3i nessun modo appalesansi , malgrado del dominante genio epidemico , vi si manifestano poscia, quando le misteriose condizioni vi si rispontrano favorevoli, II perchè fu dai patologi ricorso alla assoluta necessità della esposizione universale , locale , e individuale per lo sviluppamene de' medesimi. Che x^e talvolta queste condizioni manifeste ( precipuamente la disposizione universale e locale ) si presentino , come vedremo in appresso , talaltra inconcepibili sono alla mente del filosofo. Quanti comuni sulla costa di Asia credevansi esenti del choléra-morbus che flagellava i convicini abitanti , vennero i' anno vegnente aspramente desolati ? In Russia molti luoghi e persone incolumi dall' indiano malore nel i83o 5 furono aggrediti nel i83i (1). In Francia medesima menava strage il cholera in aprile nel cantone di Meulan , ed era quivi risparmiato il comune di Au- (1) BiLi. univer. id. ib. 32 bergenville •> ma sulla metà del prossimo passato agosto è fieramente attaccato con scempio degli abitanti. Né vi ha medico di larga esperienza, che avverati questi fatti non abbia nelle contagiose ricorrenze. Ripeteremo perciò col eh. prof. Speranza , che una siffatta prerogativa è soprattutto propria degli esotici contagi , e fu rilevata da Prospero Alpino , da Rüssel, e da Son-nini nella peste di Egitto ; fa rilevata da Roboreto -, e da Chicoineau in quella di Trento , e di Marsiglia 5 fu rilevata nella febbre gialla di America ? e delle Spagne da Websner >e da Rayer ; e finalmente nella nostra febbre petecchiale fu rilevata dal nostro eh. Omo dei (1). L? uno di noi stessi percorrendo più fiate nella tifica ricorrenza del 1817-18 l'esteso distretto di Tivoli per comandamento del supremo tribunale di sanità , ricorda benissimo (1) Speranza sull'indole contagiosa del cliolé-sa asiatico pag. 26. 55 consimili osservazioni , infra le quali notò* egli la seguente che vuoisi qui riferire. In Roma ¦> e ne' suoi dintorni con genio epidemico sviluppossi in dett'epoca il contagio tifoide , e sviluppossi del pari nei comuni di quel distretta : ora però gli abitanti dei comune di Monticelli in commercio continuo colla capitale-, e co-n tutti i convicini , ed a vicenda questi con esso , rimase incolume dal morbo petecchiale» Tre anni dopo, e precisamente nel cadere del 18.21, quando nella capitale ? e in tutti gi1 indicati Luoghi da due anni e più erasi dileguato il petecchiale contagio 9 venne Monticelli dal medesimo epidemicamente attaccato. La stessa osservazione-ci fu dato più volte di notare tanto nel pestilenziale contagio del vajuolo , quanto nel contagio del morbillo, della scarlattina etc Molto quindi a proposito ripeteva spesso in nostra presenza a Parigi il eh. Bally , nel questionare ivi coi così detti an-ticontagionrsti » Prendetemi la storia del 3 04 w vajuolo arabo poco dopo introdotto in » Europa, sopprimete il nome di vajuo-» lo 5 ad esso sostituite quello di cholé-55 ra, e ritroverete in quello i contagiosi « caratteri di quest' ultimo morbo : allo-» ra 5 0 dovrete negarmi la contagione del » vajuolo arabo , od ammettermi il con-» tagio cholérico » . Questo fatto fu generalmente notato da tutti i medici italiani che trattarono del choléra indiano , e fu specialmente discusso dal chiar. Ol~ taviani (1). Che se in Francia gli uomini i più illuminati che negano la presenza di un contagio nel choléra , ammettono la medesima nel vajuolo, talun' altro del pari illuminato , nel fare precisamente il confronto tra il vajuolo ed il chole'ra, trova identico il loro andamento, ma nega in entrambi la contagione , e li crede di esclusivo genio epidemico per atmosferica costituzione ! (2) (1) Intorno all' origine del choléra indiano. (2) Gazelle medicale n. 28. as 2%. It choléra-morhus attuale è di esotica provenienza, e riconosce la sua origine in quella parte di mando , da cui ci provennero i più desolanti contagi. Gilè se il choléra-morbus videsi altre volte procedere epidemicamente in Europa, noi a suo luogo dimostreremo la grandissima differenza di quello dal dominante choléra indiano, 2g. Se i generali caratteri finora discorsi ci mostrano il cholérico contagio, altri caratteri, i più salienti eziandio , ampiamente il confermano. Sono essi l'importazione j e l'isolamento : senza la prima non isviluppossi mai il choléra-mor-bus dell'Oriente fuori della natia contrada : coli' isolamento guarentironsi dalla cholé-rica azione non poche persone , e paesi che accortamente lo praticarono. Crediamo quindi offrirne ai nostri lettori due distinti articoli, dai quali rileveranno essi a chiare note V importanza grandissima di un sub-bjetto di così aito interessamento , come 3 * 36 si è quello che tende a serbare incoiarne la pubblica sanità. Imperocché se l'uomo nel nascere tragge seco un germe di lunga vita , sovente essa accorciasi per la corruzione de' costumi ? e sovente del pari , e maggiormente tal fiata ? dìstruggesi la medesima per l'oblìo , o per la negligenza di que' precetti igienici atli a tener lontani ? ed a circoscrivere i morbi contagiosi. ABTîCZOIj© W. Z) Il choléra indiano non iviluppasi la prisma volta senza la sua importazione ; né riproducesi senza la comunicazione» 3o. Liei generali e nei differenti caratteri de' morbi epidemici, derivati specialmente da vicende meteorologiche , e de1 morbi contagiosi derivati da un ente positivo 5 riproducibile , e specifico fu accennato di volo ( par. i£ ) 5 spaziarsi quelli medesimamente, e senza ritegno , questi al contrario non insorgere mai la prima volta senza l'importazione del contagioso elemento. La qual proprietà, sé sia del massimo interesse il conoscerla addentro , ognuno chiaramente Io vede. Imperciocché da un tanto latto scaturì- 38 see l'indicibile giovamento delle quarantene , de' cordoni sanitari , delle sequestrazioni 5 degli sciorinamenti, delle purificazioni etc., sicurissimi ed utilissimi mez-Y.Ì che hanno i moderni sopra gli antichi , e che fruttarono da due secoli incalcolabili yantaggi ai popoli inciviliti. Né ascrivasi a nazionale vanagloria, se noi rammentiamo ancora doversi all' Italia sì strepitosa , e sì stupenda istituzione ; giacche 1' immortal Fracastoro provò il primo trionfalmente 1' esistenza de' contagi , ed il governo yeneto diede al mondo l'esempio de' lazaretto Fatalmente però nell'indiano choléra siffatte salutevoli prescrizioni vennero trascurate dapprima per una barbara ignoranza 5 poscia per straordinarie politiche commozioni. 3i. Nel cenno istorico ( parag. 8) si disse importato il choléra orientale in Europa per mezzo del commercio terrestre , conforme in simil modo , sono mille anni ? vi fu introdotto il vajuolo : né mai più gl' inglesi, malgrado dell' intime loro relazioni colle Indie orientali ce Io avevano trasportato , il qual fortunato avvenimento fu ragionevolmente attribuito al lunghissimo tragitto marittimo. Laonde per inconcussi fatti addimostrossi che per mezzo delle caravane importato il morbo nella Russia asiatica, e tornato la seconda volta ad isvilupparsi in Astrakan , da questa città si diffuse successivamente, sempre per comunicazioni dal Nord al Sud, dall' Est all' Ovest dell' Europa. Il che fu matematicamente dimostrato da illustri medici nazionali e stranieri (1). All' evidenza portarono essi gli esempli dell'importazione , per la quale isviluppossi il (i) I medici di Pietroburgo , le commissioni sanitarie piemontese , lombarda, e veneta , i chiar. Moreau de Jonnés nell' opera sua , e Lombard nel suo lavoro sul choléra indiano inserito nella Biblioteca universale , finalmente quasi tutti i nostri giornali scientifici hanno storicamente provato le rispettive trasportazioni del contagio cholérico. 4-0 eholérico contagio nelle provincie dei vastissimo impero rosso. I chiar. Berres, Krater -, Diener , Goldsmitd medici che ebbero in Gallizia la somma delle cose nella diolérica epidemia ivi dominante , comprovarono essere f indiano contagio apparso sempre in un paese qualunque di quel regno dappresso la contagiosa importazione : consimili fatti raccolsero in Ungheria i chiar. Lenossek -, Boehm , e Staly •> i quali non meno dei primi ebbero in questo regno la direzione e la sorveglianza degli principali stabilimenti, e delle sanitarie discipline. Compassionevole quindi, prima ancora della nostra missione in Francia, ci parve 1' assunto del eh. Wèst protomedico della Stiria -, dove non vi era comparsa la malattia , quando esso pubblicava parol« _ in confronto dei fatti dai dottissimi colleghi suoi osservati , •e raccolti (1). Non ci dilungar.emo a ri- (ï) West. ïl choléra asiatico è egli ¦contagio-:$o ? coixcliiudevasi il clioléra non è giammai } -eti il dire î modi -, co' quali per le circostanze della guerra penetrò il morbo nella Prussia : ïicordaremo solo di volo i giustissimi riclami del eh. sig. Moreau de Jon-nés, essendo noi presenti, avvanzati alla reale accademia delle scienze in Parigi per 1' anteriorità della cholérica coniagione , che il cél. Hufeland di Berlino erasi appropriata (i). Noteremo in fine che per un convoglio russo fu importato il male a Danzica , e da questa marittima città , secondo le indagini le più accuratamente investigate , si trasfuse 1' oriental choléra nel Sunderland, dipoi negli altri Jirittan-nici dominj , da dove si trasportò in Francia. m nessuna circostanza contagioso. Edizione 3i Rosna i$3i. (i) Era dietro Y esame de1 fatti che il sig. Moreau de Jonne's erasi dichiarato per la contagiane i quasi contemporaneamente distinti mediei inglesi .portavano la stessa opinione. 42 3j2. Se brevissimi sono stati finora i cenni per noi dati dell' importazione del contagioso choléra-morbus , ci corre debito preciso il dilungarci , e minutamente esporre quanto fu per noi raccolto ed osservato nella capitale di quel floridissimo regno. Invadeva il choléra-morbus la Francia , e precisamente Parigi nel dicembre i85i 5 e serpeggiando quel male più mesi in quest' immensa capitale , proruppe con violenza nel finire di marzo i83s (parag. g). Fu in questi giorni, in cui drun tratto il fatale infortunio annunziossi officialmente al pubblico (i) , sebbene per testimonianza degli stessi medici rimontassero svariati casi di choléra indiano all'epoca da noi divisata, ma che eglino per non ispaventare avevano serbato silenzio ! (z) Noi anzi con fondamento crediamo , che (i) Moniteur universel cit. n. 89. (2) Gazette medicale de Paris , Journal special du choléra-morbus cit. i832 n. r3. 43 se il popolo di Parigi mercè delle più influenti persone fosse stato destramente avvertito dell' importato malore , e se tosto adoperate si fossero efficaci e provvide misure , non solo , in generale , sarebbe egli stato in guardia con peculiare igiene , e con opportuna terapìa ne' sintomi prodromi del male , ma non sarebbesi dato in preda a que' funesti disordini che cotanto il disgradarono (1). Del resto noi medesimi , oltre i molti fatti narratici , uno ne verificammo accaduto nella persona di un tale Amanti di Civitavecchia, il quale morì nei primi dì di febbraio di choléra indiano , della cui malattia non si può andare errati pe' suoi patagnomonici caratteri , conforme in seguito chiaramente ve-drassi. Che se difficile riesce Alora rintracciare la prima importazione del contagio nelle grandi città , difficilissima cosa diveniva rinvenirla nella popolosissima Pa~ (i) .Monit. id n. g4-io3. u rigi , dove per quanto si fosse predicato e scritto sul prossimo pericolo del choléra, nessun sanitario provvedimento erasi quivi ordinato. Né scuserà minimamente la negligenza de' sanitari regolamenti la mitezza con che procedeva il morbo in Londra , come taluno andava a noi ripetendo. Imperocché nella dottissima Francia ignota certamente non era la storia di tutti i contagi 5 dalla quale a chiare note si rileva , che essi lievi talvolta si mostrano in qualche luogo , in alcuna stagione , in certi tempi , mentre in ahri luoghi , ih altre stagioni , e in altri tempi tal fiata per misteriose cagioni ( par. 26 ) , e sempre con manifestissimi effetti esasperandosi , menano orrenda strage. Egli è perciò 4)he in simili sventure 5 qualunque saggio ed illuminato governo deve sempre stare in guardia , e figurarsi il peggio. Il più meraviglioso si è che la Frància piucchè ogni altra nazione era stata avvertita dall' immortale lavoro del. lodalo signor Moreau de Jonnés presentato molti mesi prima della cholérica invasione al supremo consiglio di sanità (1).. Sarà questo un indelebile documento , che neh' attestare V accortissima , e la profonda dottrina dell' autore , rammenterà ai veggenti contemporanei, e meglio ai posteri il gravissimo mancamento di chi provveder doveva all' eseguimento di ogni sanitaria misura (2). Neppur valse a promovere i sanitarj mezzi che oppor si potevano alla contagiosa importazione, la voce di un rappresentante insignito del medico alloro , che nella camera de' deputati a dì 4- settembre i83i orava ammonendo che quando un' epidemia si spiega colla maggior sua forza , può assumere il ca- (1) Fino dal 1820 aveva esso il carattere contagioso dell' indiano morbo dimostrato , più stesamente ora pubblicava la lodata opera sua. (2) Questo illustre francese inoltre nel 1817 si era distinto nello scrivere sull'igiene militare delle Àntille : profonda e saggia fu poscia ( 1819-20) £6 rattere contagioso (i). QuesLo salutare avviso conducente del pari ad utile risulta-mento , racchiude tuttavia a nostro giu-dicio un errore patogenico , come nel!1 articolo VII sarà chiaramente discusso. 53. Ma per tornare in sentiero , dobbiamo noi avvertire i nostri lettori , che se malgrada delle diligenze da noi usate non ci fu dato di rinvenire la prima im- la monografìa storica e medica della febbre gialla delle Antille , di cui diede ancora alla luce nel 1822 la storia fisica. Incessanti, sono i suoi travagli statistici , 1' ultimo de' quali fece in questi giorni dono alla nostra Accademia de'Lincei, che annoverollo fra suoi membri per dimostrargli la gratitudine- che Roma professagli per le cortesìe di ogni, sorta a noi prodigate. Che se l'Accademia nostra non gode ora il primato fra le altre accademie delle capitali europee , essa ha non solo il vanto di! essere- stata la prima accademia scientifica in Europa , ma si gloria ancora di esser stata fondata da uomini sommi ed immortali. (1) Guilbert. Moyens a opposer au choléra pestilentiel 1082 pag. 7. kl portazione del choléra indiano a Parigi , provammo però (parag. q, e 5i ) che ivi da più mesi serpeggiava il desolante morbo. Dopo ciò , chiunque abbiasi intelletto sano , avvedesi manifestamente , che le dirette , le rapide ed incessanti comunicazioni tra Londra e Parigi , importarono in questa il ferale morbo. Se a noi dunque non riuscì rinvenire colà la prima sua importazione 5 raccogliemmo nel consiglio superiore di sanità di questa capitale tali documenti , quali insiem con altri parziali esempli da noi raccolti faranno ora apertamente manifesto , quanto ci siamo in quest1 articolo proposti , confermandosi vie sempre i fatti analoghi in altri regni osservati , e da noi rapidamente accennati ( parag. 8, e 3i ). 54.- Nel dipartimento dell' Aisne manifestassi la prima volta il choléra-mor-bus nella persona di Lafitle Guibore , che partito di Parigi ne1 primi giorni di aprile giunse a Chezy V Abbaye in casa di suo padre 5 ove ner dì 8 di detto mese cadde malato. Infermò appresso il suo genitore, ammalarono quindi altri della casa, e alcuni vicini, dai quali progressivamente il cholérico morbo si diffuse in tutto iì villaggio , e ne' suoi dintorni. Da xm altro punto di questo dipartimento portavasi a Parigi circa il tempo suddetto una certa Coupon's di Urlay per procacciarsi bambini lattanti. Due di questi seco conduce la donna da Parigi in patria. Poco dopo arrivatavi 5 ammala e muore di choléra, ne muojono eziandio i due bambini. , e subiscono lo stesso destino due figli di questa donna , uno. de' quali venuto era da un vicino comune per rivedere sua madre moribonda. Accorre tosto il prefetto di questo dipartimento ad Erloy per provvedere alla salute de? suoi amministrati. Tornando al capa ìuoga vi reca i germi del morbo , che in lui si sviluppano , ed in un suo domestico, da cui era stato in crucì viaggio accompagnato. i9 Mena strage il choléra fra i poveri nel ricovero di s. Dionigi : reputasi necessario Io sfollamento di un centinajo di quest1 individui : si mandano essi sconsigliatamente nel deposito di Villers-Sol-terets a Soisson : giuntivi , varii infermo-no del morbo , il quale in brevissimo tempo diffondesi nella città stata sino allora incolume dal contagio. Un operajo di s. Quintino parte per Parigi colla speranza di guadagno. Deluso ? se ne torna a s. Quintino , in cui non mai era apparso il choléra. Dopo due giorni ne è preso V operajo e muore nel dì 18 aprile. Il sotto-prefetto è consapevole che nel giorno seguente manifestasi la malattia in un fanciullo che dimorava in casa del defunto , e chiaramente rileva da questo caso 1' invasione del morbo nel comune. Parte pure in quel torno di Parigi un Vittorio Lafitte e giugne a Bransle esente sino allora dall' indiano contagio , ne ammala subito , e da esso passa ali1 in- 4 5o tero comune. Il maresciallo Tourigny da Branger sen va a Braisnes per visitare suo suocero ammorbato di cholera 5 che ne soccombe nel dì 26 aprile. Per far egli mostra di coraggio , e di spregio per la contagione , dorme la notte vegnente nel Ietto i stesso del defonto suo suocero , riportasi indi a Branger 5 ove dopo due giorni ammala di choléra, e contamina il comune in cui non era mai apparso questo morbo. 35. Dai dipartimenti del Passo di Calais ? e del Nord dodici balie di diversi comuni si recano a Parigi per prendere bambini lattanti neli1 ospedale degli espo* sti. Un vetturino con carrozza dello stabilimento dee ricondurre le balie ai rispettivi paesi. Sviluppasi in una delle medesime il choléra ad Avesnes presso Ba-> peaume nel giorno 17 aprile , ed ivi ne muore. Appiccasi la malattia ad altra donna che V assisteva , dalla quale diffonde-si a tutto il comune. Più innanzi due di 5s queste nutrici giunte a Monichy aux bois ammalano di choléra-morbus net dì 1$ aprile : una di esse muore, e poco appresso ne muore il bambino , che aveva preso ad allattare ; indi sviluppasi il male in due de' suoi figliuoli , e poscia progressivamente in tutto il comune , che era stato sino a quel tempo al coperto del contagio cholérico. Cade una quarta nutrice malata a Lessert , e vi comunica P infermità. 36*. Entra quindi la vettura, qual novello vaso di Pandora , nel dipartimento del Nord incolume fin qui dal desolante flagello , ed in ciascun comune ove sono tornate le balie , poco dopo si manifesta P indiano contagio. Di fatto appena giunta la quinta di quelle nutrici in Avesnes la Aubere ammala , e perisce di choléra ; ne ammorba una ragazza che P assiste , e da questa propagasi in tutto il paese. Vedesi il primo caso deî morbo alla Nouvelle sainte Rem/ in una figlia i* 5a delle suddette balie due giorni dopo il ritorno della madre , sebbene né questa , né il suo bambino abbiano la malattia, la quale diffondesi nel comune. Infermano a Rumilly finalmente due altre balie del medesimo morbo : Io stesso accade a Villers Roich ? dimodoché , come gli altri comuni , rimangon questi infestati la prima volta dalla cholérica importazione parigina. 37. Nel dipartimento di Loir-et-Cher vi è eziandio portato il contagio da una nutrice di cognome Logeard , che da Trousses sua patria andatasene a Parigi per prendere un bambino, vi torna malata , e muore di choléra nel dì g aprile. Nel dì 17 muore ancora il bambino ri-maso in custodia alla madre della balia estinta , la quale muore il giorno ig, e ne muore il marito nel dì 26. Il comune di Trousses , e i convicini paesi sono invasi dal choléra sino a queir istante ivi sconosciuto. 53 38. Il quarto battaglione del 5.2™° reggimento di linea partito di Parigi nel mattino del dì i aprile, trasporta la contagine nel dipartimento della Seine et de la Marne , poiché giugnendo a Meaux nel dì 55 vi rimangono due soldati infermati di cholera per istrada. Nel giorno seguente è aggredita quella città dal cholérico contagio, che con stragi propagasi nei dintorni. 3g. II primo caso di choléra indiano nel dipartimento De Somme manifestasi in una giovine di ritorno di Parigi nei primi dì di aprile a Felincour sua patria. Ammala quivi tosto di choléra, e ne muore subitamente , se ne ammorba una sua sorella, che del pari soccombe in £8 ore. II prefetto di questo dipartimento nell'an-nunziare che nel dì 17 aprile isviluppato erasi il choléra indiano nella genitrice delle defonte sorelle , e in una fanciulla eziandio -, opinava Che non avrebbe il morbo progredito. Nel dì z{ però del suddet- lo mese riferiva at consiglio superiore di sanità , che iì male aveva attaccato ancora ed ucciso un giovane di zi anni, e che dieci erano di presente gli ammorbaci cholérici di Felincour, da cui appiccasi il contagio negli altri comuni vicini. 4.0. Nello spedale militare di Bourban-ne dipartimento della Haute Saone svilup-pavasi il choléra-morbus in alcuni soldati provenienti da diversi reggimenti , alcuno de' quali aveva stanziato in Parigi. Dimoravano ora que' soldati a Bourbanne per far uso delle sue acque salubri. Un operaio che frequentava dett1 ospedale parte per Comboing : qui ammala tosto di choléra, e lo attacca a sua moglie che ne muore. ÏÎ paese sin allora immune è invaso dal cholérico contagio. 4.1. Nel dipartimento des Vosges importasi 1' indiano morbo da una donna che venuta da Parigi a Charme sul cadere di aprile con diversi abiti di persone morte dal choléra v ne fa indossare uno al suo 55 maritò , il quale aggredito dal male , nel dì 3 maggio subitamente soccombe. La malattìa in seguito diffondesi nel comune , e vi mena stragi. Alcuni soldati partiti dallo spedale di Bourbanne ( par. 3o ) recansi circa la metà di giugno a Ische dove varii di essi ammalati di choléra ve lo disseminano talmente che di comunicazione in comunicazione appiccasi il contagio in altri otto comuni del dipartimento. 4.2. Gli enarrati fatti per cortesìa del signor Segur segretario del consiglio supremo di sanità di Parigi a noi comunicati per iscrìtto , che presso noi rimane , scaturiscono da officiali relazioni de' medici, verificate dalle autorità municipali ed amministrative , e dai prefetti , e sotto-prefetti indiritte al ministro del commercio , e de1 lavori pubblici di quella capitale. 4.3. Degni non meno di essere qui riferiti stimiamo i fatti che urbanamente ci furono participati dal chiar. Dmmmen 56 medico spagnuolo (i). De'medesimi o fa egli stesso testimonio , o ne confermò la esistenza per irrefragabile asseveranza di pubblici funzionar] ; e riscontrò inoltre i registri delle cose sanitarie nei comuni da esso percorsi, onde chiarirsi de' contagiosi progressi della malattia. Parte da Parigi vigente la cholérica irruzione di aprile il 5im0 reggimento di linea per Metz* Gii abitanti di questa città gli chiudono le porte per salvarsi dall' indiano malore. La truppa portasi quindi a Verdun , e vi prende quartiere. Sono diversi soldati distaccati per Etain suo villaggio , dove in taluni di essi sviluppasi per la prima volta il morbo , che poi si propaga dentro e fuori del villaggio medesimo. Diversi operaj dimoranti a Parigi nel detto mese sono avvisati che il loro paese va in fiamme per (i) L'uno di noi comunicò diverse notìzie intorno il choléra-morbus a questo dotto medico , per le quali ne aveva esso mostrato vivo desiderio. 57 incendio ivi scoppiato. Partono eglino tosto per Concie, e due subito vi ammalano di choléra non mai più in questa città osservato. II morbo quindi riproducesi nella maggior parte di quegli abitanti 5 e si trasfonde ne1 convicini comuni. A Moni" minaill ed a Ventu ( dipartimento della Marna ) mostravansi i primi casi di cho-léra-morbus dopo il passaggio di un reggimento partito da Parigi nel più grande infierire del male , che successivamente propagasi in tutto il dipartimento. Un accattone partito dall' infetto Ventu per Au-villè, ammala qui, e muore di choléra : tutta la sventurata famiglia che lo ricovera , ne ammorba, e gP individui che la compongono , P uno dopo P altro miseramente periscono« II contagio pertanto propagasi per P intera città. Un altro accattone partito del pari di buon mattino da Ventu, sul cadere del giorno giugne a Haut-vitré. Dimandagli qualcuno per di-legio cosa contengasi in1 un suo fardello , che porta sopra le spalle : risponde mot»* teggiando 1' accattone contenervisi il choléra: nella medesima notte esso ne inferma violentemente , e Haut-vitré è tosto invaso dal deplorabile flagello* Il sotto-prefetto di Reims assicurava il lodato Drum-men che nei circondar] da esso amministrati aveva costantemente verificato la prima introduzione del contagio indiano. 4.4.« Ma per dimostrar meglio il suo diffondimento , pubblichiamo ancora in fine di quest1 articolo il prospetto autentico del circondario di Clamecy. 4.5. Noi istessi nel tornare di Parigi verificavamo in Auxerre ciò che a uno di noi era stato affermato neh" ospedale Be-aujort nel dì 21 luglio da un medico assistente del medesimo (1). Narrava esso che il primo caso di choléra insorto in (1) La parola di medico assistente rigorosamente parlando corrisponde in Francia a quella Interne des hôpitaux. quella città , era in uri viaggiatore fuggito di Parigi nei primi dì del mese di aprile. Il chiar. Bally intento sempre a darci riprove di cordiale amicizia 5 aveva avvertiti i suoi parenti di Villeneuve 5 perchè vigilanti ivi fossero al nostro passaggio , onde usarci la più generosa ospitalità. Ora per corrispondere a1 tratti così gentili ed amichevoli, e' intertenemmo a Villeneuve poche ore , nelle quali rilevammo che il maire di questa città venendo da Parigi nei primi dì di aprile , ammalò , e .morì di choléra a Sens, e vi diffuse la malattia. Dalla stessa capitale m dett' epoca veniva per acqua una giovine , cade inferma nella barca di choléra, e la comunica agli abitanti di Villeneuve-le-roy esente sin' allora dal morbo. Parte ira diligenza da Parigi in detto tempo un mercante di lana , ed aggredito dall' indiano contagio per istrada , arrestasi a Joygnes , e tosto vi soccombe : una donna che l'aveva per poche ore , senza cautela alcuna , 6o assistito , ammala del contagio , che dif-fondesi nel paese fin qui immune dal choléra indiano. Nella nostra dimora a Pont-Beau-Voisin in Savoja per leggi sanitarie , leggevamo in un foglio politico 1' officiale notizia di due vetturini partiti da Parigi per Cateau 5 dove ammalavano di choléra , il quale appiccavasi per la prima volta nel comune. Laonde i distinti fatti per noi accuratamente raccolti , e renduti ora di pubblico diritto , nel convalidare quanto si disse da sagacissimi osservatori ( par. 8, e 3>i ), confermano eziandio ciò che in generale avvertirono gli stessi compilatori della Gazzetta medica di Parigi. » m Ghe nella maggiorità de' luoghi , in cui r, diffondevasi ed infieriva il choléra-mor-» bus , gli esempj primi del medesimo » manifestavansi in persone provenienti » dalla capitale , e con maggior ferocia la v malattia aggrediva gli abitanti de' suoi -» contorni » (j) . (i) .N. ai , e sS. 6i 4.6» Ai numerosi fatti adunque di cho-ìérica importazione da uno all' altro luogo , e del contagioso suo diffondimento evidentemente per noi dilucidato , prima di chiudere quest' articolo , vogliono aggiungersi , e ricordare parziali esempj d'individuale comunicazione propriamente detta non solo da un cholérico ad una sana persona 5 ma eziandio da una persona affetta d.i contagio in altre persone attaccate da altri morbi 5 non esclusi i contagiosi. Nella stessa Parigi il contrammiraglio Freiçenet dimorante in una contrada aspramente bersagliata dal male , vi perde più persone , infra quali 1' amatissima sua consorte. Pel dolore , ed a maggiore sua sicurezza sen parte dall' infesta contrada , e va in casa de' suoi parenti in via di Mont-Thabor n. 20. Nessun caso di cholera erasi sino allora manifestato in questa strada. Due giorni dopo 1' arrivo del contrammiraglio nel novello suo domici- 6s l'io sono presi I' uno dopo I* altro dal morbo cholérico tre individui , e taluno de1 parenti del signor Freiçenet rimane Vittima dell'incauto atto ospitale. II male però insino alla nostra partenza di Parigi non era comparso in detta via all' infuori di quella casa. 1/ ottimo amico nostro il chiar. JRécamier ci narrò che da un portinaio ammorbato di choléra propagossi il contagio succesivamente in 12 persone dei-la stessa abitazione. Né pochi, e di maggiore interesse sono i fatti diligentemente raccolti nel suo esercizio clinico per la città di Parigi dal chiar. Velpeau, e pubblicati negli Archivi generali di medi-dna (1). (1) La commissione per le politiche turbazio-ni , come si disse in principio , non potè nei primi dì del suo arrivo a Parigi vedere persone addette ad alcun sanitario , o scientifico stabilimento. Il primo professore per uno di noi veduto fu il iodato Velpeau , cui tosto indrizzavasi il discorso «M contagio cliolérico colF alta meraviglia di eo- îioscere , che in Parigi si negasse la sua prssenza. Ma qual fu la sorpresa neh1'udirsi da questo dotto professore che in Frarreia , e nella stessa Parigi taluni medici attaccavano a chi professava il contagio nel choléra una politica opinione. Questa stravagante idea riportata in diversi giornali leggesi ancora in un ai'ticolo della Gazzetta medica di Parigi n. 35. A lode però della vera scienza nel dì 8 giugno avendo noi presentato una lettera gentilmente data al più giovine di noi da un personaggio straniero nella nostra partenza da Roma , al chiar. Marc medico del rè dei francesi, esso che indifferente , o che di certo non professava quell'opinione pelitica , francamente ci disse che egli , e non pochi distinti medici di Parigi ammettevano la cholérica contagione. Ricorderemo noi alcuni che ci tornano alla mente. Primamente noteremo la commissione inviata a Barcellona per la febbre gialla composta di tre medici sapienti ed espertissimi Ballj, François , e Pariset. Il eh. prof. Récamier nome a noi sempre caro , ed uno dèi più celebri e fortunati clinici di Parigi non metteva affatto in dubbio il contagio. Il eh. Broussais che ci accolse con grande urbanità , esprimeva , che il flon ammettere il contagio cholérico , era lo stes- Si 4/. Generalmente parlando hi tatti gli spedali di Parigi a prima giunta rispon-davasi da alcuni , dietro nostra ricerca , non essere in quelli stati giammai malati di choléra, medici , suore della carità , medici assistenti , infermieri etc. Verificammo poi col fatto non esservi anzi in quella capitale ospedale , in cui non vi fossero state ammorbate , e spesso morte di choléra le persone di cui si parla. 4.8. Quanta poi in noi si destasse la sorpresa nel vedere quasi sempre mescolati alla rinfusa i cholerici con infermi di altre malattie , ogni medico di sagace accorgi- so clie il negare il contagio bubonico. I cbiar. Larrej , Ribes medici agi' Invalidi, il eh. Esquirol direttore a Cbarentün , Moreau medico alla Maternità, e tanti altri eran persuasi della contagione. Da ultimo i eh. Guerin , Rayer, e Cajol già prof, di clinica convincevansi di questa verità. Lo stesso sig. baron Alibert che ammetteva qualche restrizione » eonchiudeva sempre della necessità de' cordoni sanitär] , delle quarantene etc. contro il choléra-morbus. mento sei conosce* Ne andava Jangi l'osservare che a Val de Grace i soldati feriti nelle giornate dei 5 e 6 giugno vi prendevano il choléra, e diversi ne morivano. Questi miserandi casi vedemmo all'Hot&l-Disu? allo spedale Provvisorio de) grana) di abbondanza, ed in altri luoghi (1). (i) La gazzetta medica cit. n.' 79 riferisce che i soldati febbricitanti , i sifilitici , ed i feriti nello spedale militare da Gros Caillou erano immolati al choléra-morbus , dacché ivi si trasportarono soldati cholérici. Per il che divenuta sì spaventevole la mortalità , il ministro della guerra ordinava , che i cholérici da ora in poi si trasferissero a Wal de Grace. Notasi parimente in detto numero che a Bologna presso Parigi in una sala piccola , e non ben ventilata , quanti sono i choìéi-ici che vi s'introducono , tanti per così dire , rapidamente ne muojo-110. Il peggio si è che il male propagasi in persone convalescenti per leggierissime malattie r né quello risparmia alcun infermiere , di raodoeliè non essendo più reperibili gl' infermieri , è forza di chiudere la detla sala. 5 66 'Jig. Esempli più desolanti ci si presentarono nell' imponente esasperamento di luglio. L'uno di noi vide spirare nel di 18 nello spedale di s. Luigi una donna , che da più settimane per semplice malattia cutanea era ivi trattenuta. Nel dì 22 di detto mese all' ospedale della Pietà nella sala del chiar. Louis •> mentre assistevamo alla sua visita morì sotto i nostri occhi di cholera un giovine che vi era entrato per malattia di petto. Una donzella nella .sua sala delle donne entrata parimenti da qualche settimana per tutt' altro male 9 era attaccata nel dì precedente dall'indiano malore , e ne offriva ora Io spaventevole corredo dello stadio algido. Narra-vaci questo valente medico , che dentro otto giorni nelle sue sale io individui, infermi di altre malattie, eran stati immolati al choléra orientale (1). In fine non vi era-fi) In altre sale di quest' ospedale molti consimili casi furon dal sìg, dottor Basseraa raccolti, e non ha guari pubblicati. Gazette medicale n. 126. 67 no morbi in questi dì ? sebbene di loro natura innocui, che di sovente non terminassero col contagio cholérico : lo stesso osservavasi nei dintorni di Parigi (1). 5o. I quali ultimi fatti per noi stessi veduti spiegavansi dagP impugnatori del contagio pel genio della sola epidemica costituzione atmosferica. Non vuoisi per altro passare sotto silenzio 5 che in qual- (ï) Gazette id. n. 59. Per la qualcosa noi ammirammo sempre la prudenza del lodato Récamier , il quale temeva giustamente che in ogni male vi si racchiudesse il principio cholérico. Egli che insino dai primi dì ci condusse a vedere ammorbati in diversi monisteri, che e' invitò gentilmente più volte a vederli nei domicilj, una sera di notte chiamato in somma fretta per un consulto , essendo noi insieme , desiderò di condurci. Noi ricordiamo , che T inferma , sebbene affetta fosse per sconcerto di utero , l'accorto prof, nulla ostante non perdeva di mira il dominante morbo , pel quale, se in questi dì ogni malattìa divenir poteva sua causa predisponente , molto più divenir lo potevano le malattie dei visceri dell' addome. 5 * 71 ARÎICOÏ*© v. V isolamento guarentisce dal cholera-morbus, ¦uggì 5i. Li olla nave il Topazio importavasi dalle Indie I' anno 1819 nell' isola di Francia il choléra , e quivi faceva indicibili stragi. L' ampia abitazione del signor Chameret de Chausal •> che ha una numerosa famiglia , rimane al coperto dall' invasione del choléra mercè di un sollecito , e rigoroso isolamento. La città di s. Dionigi nell' isola di Borbone •> in cui fa strage l1 importatovi choléra , se ne rende immune con severi provvedimenti di sequestrazione. Immuni parimente vanno dal medesimo contagio 7-2 nel i§2@ molti comuni che si conformano ad eguali regolamenti nelle Isole Filippine. Lo stesso felice risultamento provano gli abitanti di Antiochia nei 1820 per le sanitarie misure severamente praticate. Devastava l'indiano contagio l'impero di Persia nel 1822, quando lo JScack per le insistenti premure di un medico italiano ( Marlinengo di Asti ) ne preserva Teheran con appositi provvedimenti sanitari. Torna ne! 18.29 la contagione a fare sterminio de' persiani ; ma lo Scack non torna alle lodevoli misure, ed ecco che si vede Teheran flagellata dal morbo. Noviczerkafk terra sul Don è abitata metà dai russi, e l'altra dai tartari. Sono quelli per volontà del loro capo isolati , e scampati dal morbo, mentre il contagio fa strage dei secondi. In Russia i quacqueri àxSarepta nel 1800 pel rigoroso isolamento si preservano dal choléra che mena strage in tutti i contorni. Muojono a Jassy i5o persone al giorno di choléra-morbus : varie famiglie che a tempo s'isolano ne sono salve. I fuggitivi cfcie , vigente l1 epidemia , si partono da questa città pei villaggi , vi arrecano il morbo da cui rimangon essi spopolati. Per le opportune provvidenze d'isolamento sono incolumi dall' indiano malore , che desola la Siria 9 molti franchi, mentre altri franchi che non prendono analoghe precauzioni , vi perdono la vita. In Aleppo il console di Francia colla sua famiglia mettesi al coperto del morbo cholérico , segregandosi da ogni consorzio. Syr James Wylie medico dell' imperatore delle Russie afferma che mostratosi appena il choléra a Pietroburgo , venne severamente isolato V imperiale palazzo di Czar-hoo-zelo, nel quale si racchiudevano dieci mila persone , che rimasero tutte illese dal contagio ; sebbene in quella capitale si computòNche di ogni i5 abitanti ne cadde uno ammorbato. 7i In Egitto importato appena il contagio dai pellegrini della Mecca v dove aveva fatto stragi il choléra ( nel passato estate fu di nuovo flagellata dal medesimo ) , i consoli europei colà residenti , tra i quali ci è gratissimo di rammentare il chiar. Acerbi prima direttore della Bi-blioleca Italiana ? si mantennero illesi col sequestramento della cholérica contagione : il lodato Acerbi ne diede in detto giornale ampia e giudiciosa relazione. La principessa di Lob-Kovvitz adotta un severo isolamento colla sua famiglia a Lernberga capitale della Galliziav quand'era travagliata dal cholera v e ne rimane illesa. II barone di Brogniski signore di 4. villaggi s'isola scrupolosamente a Padorce , e così va immune dal cholera , che fa strage negli altri tre villaggi lasciati alla scoperta. Spaventevole piucchè in ogni altro luogo il medesimo contagio eserce la mortale sua possa in Biga ¦> in cui trascurata 7& erasi ogni igienica precauzione ; e dei pari desola i luoghi che la contornano: ma Windau presso detta città se ne guarentisce col totale isolamento. A Mistovawiez , e Beuthen fu il contagio nella prima città soffocato appena vi era comparso , e nella seconda si circoscrisse in notevole modo , benché divampasse con strade nei dintorni. Nella Slesia sino a tanto che non furono violati i cordoni sanitarii, non os-servossi alcun caso di choléra-morbus (i)„ A cosiffatti esempj d' incolumità da! contagio cholerico per l'isolamento da va-rii illustri osservatori in isvariati climi e stagioni registrati, quando epidemicamente regnava il medesimo , altri ne aggiu- (i) Annali universali di medicina voi. 60-614 Bibliotéque universelle de Geneve 1831. BiLi. Italiana id. Osservatore medico napolitano id. Giorn. Arcad. id - Rapporti delle commissioni sanitarie piemontese, lombarda, e veneta. Mor eau de Jonnés, e Gazette médicale de Paris n. 56. 7*5 gnerenio 9 i quali a noi medesimi avven-ne di verificare. Il Monitore universale di Parigi annunziò ne1 numeri g5 5 e 10.4 ? che nel massimo dell.1 invasione cholèrica in quella capitale guarentironsi dal morbo mediante gli opportuni regolamenti sanitari i collegj, e i pubblici stabilimenti. Nel Giardino delle piante il giorno ig luglio narravaci il chiar. Adriano Jussieu, ivi professore di botanica , che importato il choléra a Meaux -, come si notò nell' ar-* ti colo recedente , imperversava ne1 suoi dintorni con molta strage* Il cel. suo genitore che dimorava in una sua casa di campagna presso detta città, al mani-< festarsi del morbo s'isola rigorosamente in detta casa colla propria famiglia e co' suoi domestici , che ascendevano al numero di 3i persone : nel serbarsi esso insiem con queste illeso dal contagio ? i più pros» simi abitanti del suo domicilio ne sono fieramente aggrediti , e non pochi distrutti, 77 5.2. Luminoso esempio intorno quest'interessantissimo argomento ci porge l'Inghilterra , onde rilevasi , che i più distinti , ed i più avveduti medici di quella nazione confermaronsi nella natura contagiosa del choléra indiano. Insino dall'anno 1820 (in cui la sua storica narrazione apertamente a chi era medico chiariva ìa contagiosa indole ) predicava il contagio cholérico il eh. Gilberto Blane \ e non ha guari una dotta memoria del eh. Heberden intorno Io stesso argomento fu Ietta ed attentamente udita dal collegio medico di Londra (1). Ora oltre i diversi parziali isolamenti con successo praticati nei. tre regni uniti , e che noi crediamo superfluo di riferire 5 fu mai sempre colà segregata la truppa per provvidentissima cura del eh. Sjr James Mach-Gregor capo dello stato maggiore sanitario dell' armata brittanica. Difatto rilevasi che apparso (1) Gazette médicale n. 29. 7g il choléfa a Sunderland? tosto furon chiuse tutte le porte delle caserme della militar guarnigione. E benché queste caserme stessero nelle strade più strette , più sordide , e più popolose della città 5 e dove piucchè altrove faceva strage il morbo ; pure nessun soldato videsi ammalare del medesimo. Ma dacché il contagio si diffuse in que' regni , la saluberrima misura a Sunderland praticata , fu giudiciosamente estesa in tutte le truppe britanniche , le quali ora allontanandosi da' luoghi infetti, ora sequestrandosi ne* quartieri , per le notizie che conosciamo sino alla fine del prossimo passato estate , furono incolumi dal contagio cholérico. Contaronsi soltanto 4- soldati della guardia reale di servigio a Soulhwark , che sorpresi dal morbo appena era comparso a Londra , furon immediatamente separati. Negli ultimi dì della nostra dimora a Parigi , abbiamo percorsa 1' officiale relazione del eh. medico Sjr William Pymm membro del con- 79 siglio superiore di sanità di Londra , in cui sonò diffusamente narrati i solenni fatti da noi in compendio notati, e qui riferiti. 53.. Dal complesso dunque dell'inconcusse prove finora dimostrate , palesemente risulta la presenza del contagioso elemento nel choléra delle Indie ; e noi avremo campo di yedere che gli speciali caratteri di questa malattia , la sua terapìa, e la stessa necroscopìa confermeranno nei successivi articoli l'asserto nostro. Passiamo quindi a ragionare della sua etiologia. ARTÌCOLO ¥î.. Eliolopia del choléra indiano» 54.• intendiamo noi comprendersi sotta questo nome tutte quelle nocevoli cagioni , che tali ad evidenza cadono sotto i nastri sensi , imperocché taluno potrebbe per avventura addurre alcuna di quegli esempli da noi ricordati ( §. 27 ) , e che ci rimangono misteriasi, e difficili a spiegarsi. Evidente per altra si manifesta , che senza la presenza dell1 ente contagioso , a nulla vale l'azione delle nocive cause pel riproducimene di qualsivoglia contagio , conforme abbiamo osservato nel choléra-morbus delle Indie. L' uomo difatti visse per tanti secoli in Europa in 6 8* mezzo ancora ad ógni sregolata maniera di vivere , e non mai contrasse l'indiano cholera : di nessuno effetto perciò sono le cause occasionali, se non vi concorra la presenza del contagio pel suo sviluppa-mento. Erronea quindi e falsa è la sentenza di coloro che ripeterono il contagio cholérico da agenti cosmici o tellurici , dallo squilibrio elettrico , da una speciale costituzione dell' aria , dai venti del nord , e da altre assurde ipotesi, di alcuna delle quali si dirà nell' articolo vii. 55. Che se le nocive cagioni ponno indurre , e quasi sempre arrecano morbosi sconcerti nell'animale economia, nel morbo in discorso noi vedremo di sovente taluna cagione esercitare maggiore influenza dell' altra per ridestare il latente contagio , o per accrescerne la micidial sua possa. 56V Procedendo adunque ordinatamente , noi chiameremo le nocevoli cause, come cause ausiliari o occasionali del cho- 85 le'ra indiano , dividendole in cagioni ausiliari universali, locali e individuali. 5j. Fra Te cagioni ausiliari universali debbonsi primamente collocare le brusche ed elevate variaziani di temperatura, cui tien dietro-, e spesso ne è inseparabile compagna F umidità» La guerra e la carestia entrar possono nel novero delle cagioni universali» Reputansi locali nocive cagioni ausiliari un suolo umido e palustre > la immondezza delie strade, la copia delle latrine, e di altre simiglianti lordure , i ristagni di acque , le anguste reclusioni ec. Siccome noi abbiamo indicato (§.54.) di comprendere le nocive cagioni che cadono sotto i sensi, così parleremo ancora dei disordini nel cibo , nella bevanda , nei traspiro , nell'esaltamento , o abbattimento dell1 animo , nell' abuso della venere ec. 58. In due modi a noi sembra addivenire nocevolissima F elevata temperatura , quando di repente aumentasi di molti gradi , o quando con un calore bruciante 6 * u del dì, alternano freddissime le notti. Che se a queste meteorologiche vicende congiurasi nell' atmosfera un' umidità specialmente eccessiva, maggiore diviene allora la loro nociva potenza. L' eccedente calore nel momento che opprime 1' animale organismo , rende fervido e attivo il sistema irrigatore, sensibile quindi avviene , e più o meno copiosa, la traspirazione , d' onde deriva la generale prostrazione delle forze , e la fisiologica inerzia di ogni altra fisica e morale funzione 5 perturbandosi soprammodo il sistema de' nervi. Conseguentemente rimarchevole diventa la generale suscettività degl'individui a risentire le influenze morbose di qualsivoglia natura esse sieno ; d' altronde fassi minore 1' organica vitalità per reagire contro le medesime ; e più rapido , e più rilevante osservasi il generale sconcerto organico , se improvvise ed elevate furono le termometriche variazioni. Avvedutamente perciò sono state annoverate, 85 dai medici fra le più potenti ausiliari cagioni del choléra le alternanti , e repentine variazioni dell' atmosfera , di che noi ce ne siamo confermati colla cholérica ri~ crudescenza di loglio. 59. Se mediante il commercio ( §. 8, e 3i ) s'introdusse il choléra-morbus nella Russia asiatica, e di comunicazione in comunicazione propagossi in quel vastissimo impero , certo si è , che anche il devastatore flagello della guerra, chiamato giustamente il compagno fedele di ogni contagio , tale appunto divenne del choléra indiano 5 dacché per istraordinarie politiche commozioni hastevolmente guardinghe non stettero le ascolte per l'esatto adempimento delle sanitarie misure, o furon esse per dolo , o da sfrenate soldatesche violate (1). Ma prescindendo dalla contagiosa importazione per la guerra avvenuta , 1' obbietto di cui ora si ragiona , ris- (1) Annali uniy. id. ib. Cibi. univ. id. ib. $6 guarda la guerra come ausiliare nociva potenza atta a ridestare i latenti germi, od accrescere la contagione dominante. Esalta essa difatti di soperchio , ed a vicenda atterrisce gli ^ animi anche i più forti , onde più suscettivo diviene V animale organismo ali1 azione deleteria del contagio : e molto debbono aversi in considerazione le privazioni di ogni genere , e gli svariati patimenti che seco apporta la guerra. 60. Intorno la carestia noteremo non esser minor flagello del precedente , e talora conseguenza sua. Durante questa calamità , oltre il morale abbattimento , non mai più si riparano convenevolmente le perdite dell' umana macchina. All' indebolimento quindi in cui essa cade , aggiun-gonsi spessissimo i disordini di qualità ne' fluidi suoi per le nocevoli digerite sostanze. Laonde siffatta etiologica condizione larga mano appresta ali1 azione del contagio, accrescendone eziandio la sua intensione. §7 6i. Se la generale umidità fu testé con ragione considerata qual potenza nocevo-le , in ispecie allorché uniscasi ad elevato calore , sarà certamente più funesta , quando persistente sia V azione sua. Un suolo quindi umido , e specialmente palustre , flaccidi e tardi rende i più robusti temperamenti, e li soggetta a qualunque morbo. Vediamo noi, alle svariate« acute e croniche malattie sofferte dagli abitanti delle nostre maremme , aggiungersi talvolta Io sporadico e Io sintomatico cholé-ra-morbus , ognun vede perciò quale deleteria azione esercerebbesi dal choléra indiano ¦> se si annidasse in un suolo umido e palustre. 62. Se per le immondezze delle strade , delle piazze , e delle case , se per le copiose latrine ? e cloache , se per le ristagnanti acque contenenti organici corpi ^insorsero talvolta epidemici morbi, ne segue chiaramente divenire le medesime potenti ausiliari cagioni del choléra con- tagioso. Le nocive loro esalazioni infettano P aere atmosferico così necessario a'decomporre non meno che a rendere mite la contagiosa azione di un dominante contagio ; ingrata sensazione inoltre producono nelP organo dell1 olfatto , ed infine presidi per eccellenza divengono del contagioso elemento , onde esso più agevolmente si svolge ? si moltiplica , e con intensità maggiore esercita la mortifera sua azione. 63. Poiché noi ci proponemmo di parlare in quest' articolo delle nocive cagioni ausiliari manifeste del choléra , non cadrebbe in acconcio .discorrere di un fat-» to quanto misterioso , altrettanto notevole , intendiamo noi dire della disposizione individuale superiormente accennata. Vuoisi tuttavia per maggior chiarezza ricordare che innumerevoli , e giornaliere osservazioni ci fecero certi in ogni tempo , e nelle più pestilenziali con-tagioni., che senza la individuale disposi- s9 zione non si contrae morbo di sorta. Laonde indispensabile diviene la medesima per contrarre il choléra ; la quale necessaria condizione può rendersi più facile per risentire la sua morbosa azione , stante le individuali sregolatezze. Sono esse difatto , che dispongono più delle volte 1' individuo non solo a prendere il contagio , ma lo dispongono ancora a risentirlo colla massima intensità e violenza. Nel choléra indiano qualunque disordine che alteri il sistema dei nervi ¦•> e che principalmente perturbi le funzioni dell' organo dermoide, e quelle del canale digestivo , espone , e qualche volta terribilmente l'individuo alla contagiosa azione del choléra. 6/y. I rapidi passaggi dall' una all'altra temperatura , oltre l'immediata alterazione organica 5 o aumentano di soperchio la traspirazione con prostrarne le forze , disponendo la macchina a prendere il morbo , o assai peggio sopprimendosi quella, gettasi comunemente l'escrementizio nmo- gore nel tubo gastro-enterico. Sconcertansi quindi le sue funzioni , e cotanto diviene 1' eretismo suscitato nei numerevoli suoi gangli , nei quali vedremo noi esercitarsi V elettiva azione del contagioso elemento , quanto è bastevole a mettere 1' individuo in istato di contrarre colla massima facilità , e talfìata in fulminante guisa , il dominante choléra. 65. Un lunghissimo ragionamento ri-chiederebbesi, se a rassegna vorrebbono passarsi gli abusi del cibo e della bevanda , pe' quali 1' organismo , e in' ispecie 1' organo digestivo attissimo diventa a contrarre la malattia. Fu un osservazione fatta in diverse città del Nord, soprattutto a Berlino , confermata quindi a Parigi, che nella cholérica ricorrenza maggiore vide-si il numero de' malati ne' giorni dopo la domenica. Chiara ne è la ragione : i piccioli guadagni del basso popolo avanzati nella settimana , ed introitati nel gabbato , dissipansi colla crapula? specialmen- 3* te nelle grandi città , nella domenica. Somma lode merita perciò la massima del fu O.B. Say, che ne'suoi grandi opifìcj ebbero sempre gli operaj la loro mercede nel giorno di lunedì» In che ognuno ravvisa il triplice giovamento morale, igienico, ed economico conseguito pel saggio regolamento dal profondo economista. Come ognuno pienamente conosce i sconcerti che derivano dall' abuso del cibo , e della bevanda , e come ancora , oltre degli esempii che veggonsi nelle morbose istorie , dovranno nel speciale articolo igienico ricordarsi paratamente cotesti abusi , così diremo noi di volo 5 che rispetto al cibo ., se soperchiamente sopracarica lo stomaco 5 ne disturba le sue funzioni in isva-riati modi, e suscettivi di contrarre la malattia divengono i suoi doviziosi gan-glj. Sono anche più nocevoli pel morbo in discorso alcuni cibi , sebbene moderatamente usati 7 per le qualità loro , e massimamente nociva diventa l1 ingestione dei 92 medesimi, se insolito ne sia il loro uso. Ogni cibo dunque difficile a digerirsi è un potente ajuto a prendere il morbo clìolé-rico j ed ogni cibo solito a sprigionare copiosi gas nel canale alimentare diventa parimente ausiliare cagione del medesimo. I cibi tratti dal regno vegetabile , precipuamente i legumi, i frutti, divengono cause attissime pel terribile, sviluppamento del choléra indiano. 66*. La soperchia bevanda aggrava il ventricolo , e spesso produce nocevoli flatulenze. Che se in vino , e soprattutto in spiritosi liquori la medesima consista , eserce di repente cosiffatta azione nel tubo digestivo che acquista esso rimarchevole esaltamento vitale , il quale singolarmente diffondesi nell' encefalo , alterandone le sue funzioni ; e protratto V abbominevole uso della medesima si esaurisce l'organica vitalità delle prime vie : sorgono cronici malori nei ventricolo , s' intorpidisce l'intelletto , e fortemente sconcertasi il si- iß sterna de1 nervi, onde sovënle manifestasi una generale paralisi. Ognun vede perciò quanto sia favorevolissimo l'abuso della bevanda specialmente spiritosa a contrarre il choléra , che videsi talvolta sotto l'uso delia medesima venir fulminante , e con sollecita morte. 6j. I patemi di animo esilaranti esaltano troppo le funzioni del cuore , e deli' encefalo divenendo talvolta per sé stessi cagione di repentina morte , o di cardiaci mali 5 vonno quindi anche essi considerarsi per ausiliari potenze nocive del choléra contagioso. II lento , e qualche volta il subitaneo sconvolgimento delle funzioni dell' animale dai patemi di animo deprimenti prodotto , è troppo noto per dirne qui le alterazioni svariate che veggon-si nei diversi organi , e segnatamente nell' organo sensorio e digestivo. Noti sono pure gli eccessi della venere , e favorevoli cause occasionali vidersi essi per prendere la cholcrica contazione. Si 68. Le più ovvie cause ausiliari de? choléra indiano in brevi e distinti modi narrate debbono ora rischiararsi co1 fatti, in' ispecie da noi stessi osservati. Né generalmente devesi reputare bastevole il singolare loro concorso al cholérico ripro-ducimento , mentre spessos sono varie le ausiliari cagioni , e simultanea talvolta ri-chiedeii la loro nocevole concorrenza , come andiamo ora a^ provare con appositi esempj. 6g. Lo aver noi collocato le svariate vicende meteorologiche fra le prime cagioni ausiliari del choléra , fu dettato dai fatti più antichi e dai più recenti convalidato. Narrava il Dellonio ( §. 7 ) che allo spirar dei venti caldi e soffocanti ridestatasi con violenza e con strage V indiauo choléra , e fu notato da noi ( §.. 8 ) risorgere esso aspramente nelle rive del Gange anche per taluna di siffatte cause nel 1817, d' onde pel commercio , per la guerra, e poscia per negligenza , e per dolo traspor- 9* tossi a rilento il funesto seme sin nel centro più incivilito d'Europa ; e qui appunto e' incombe alquanto di ragionare. 70. Se dovrem noi neu" articolo igienico grandemente laudare molte istituzioni ed usi della Francia e della sua capitale , dobbiam ora dire non minori di quelle notate ( §. i6 ) essere state le nostre meraviglie nel leggere ciò che un dottissimo deputato orava dalla Tribuna , allorché trattavasi a Parigi di prendere sanitari provvedimenti contro il choléra. Il choléra, cosi diceva, non verrà a Parigi , o almeno la sua presenza sarà appena sensibile \ né il morbo farà presa in questo centro cV incivilimento , e di lumi. (1) Dopo la nota istoria del choléra ( §. 7, 8 e 6g ) noi siamo stupefatti, come si potesse pronunciare cotesta sentenza. Imperocché a Parigi rapidissimi abbiam veduto ( §. 9 ) succedere i cambiamenti di (1) Le Phalanstère pag. Sg. 12 lugli» i83a. 90 temperatura , ed anche nella massima elevazione sua del giorno alternano notti fredde con umidità accresciuta in talune contrade dall' evaporazione della Senna : la quale atmosferica costituzione né i lumi 5 né 1'incivilimento ponno impedire. Potrebbonsi bensì riparare alcune altre etiologiche cagioni , rimovendo soprattutto quelle immense lordure , che talora ammassate , e sempre discorrenti e putrescenti coi sordidi rivoli della Senna , infestano quasi tutte le strade della popolosa Parigi, emanando isgradevolissime esalazioni. Sappiamo per verità da un lavoro di un filantropo medico parigino quanto siasi operato dagli antichi , e più dai moderni magistrati intorno quest' interessantissimo punto di pubblica igiene., ma vediamo starsi ancora assai lontani dal raggiungere l'utilissimo obbjetto (1). (i) Parent du Chatelet. Essai sur les Cloacjues ou égouts de la ville de Paris 1824. 97 ji. A queste imponenti, e taluna affatto irrimediabile , cagioni ecologiche » avrebbesi potuto opporre una ben intesa profilassi : ma invece abbiamo , per l'inopportuno e funesto silenzio, accennato un popolare acciecamento nella violenta irruzione di aprile , in cui videsi tale confusione per la quale passavano zi ore -, prima che i cholérici anche i più ammorbati ricevessero medico soccorso, malgrado del generale e dell' ardente desiderio dei cultori dell' arte, salutare di Parigi. Apportassi solo rimedio a quest' orribile disordine dopo continuati giorni di scempio (1). Che se il choléra indi perdeva in parie la ferale sua possa, noi stessi il vedemmo esasperare pe' memorandi giorni & e 6 giugno 5 e di tempo in lempo esacerbossi per le atmosferiche variazioni y per le quali oltremodo si accrebbe nel luglio. A lode però della verità in questi dì (i) Gazette medicale id. n. i5 pag. i54, e vs.. 16. 7 9* una gran parte della popolazione diede ascolto alle promulgate istruzioni di starsi guardinghi dall' aere notturno , e del mattino 5 di non usare alcuni cibi tratti specialmente dal regno vegetale, di astenersi dalle spiritose bevande , di non esporsi sudati all' aria fresca , e gittarsi talvolta inconsideratamente nella Senna 9 di non abusare della venere , di adoperare in fine un moderato regime ; ma in una grande capitale non tutti profittarono delle sag-gie prescrizioni igieniche. Perlochè fu da noi notato che in ragione de' disordini , o dell' uso de' proscritti cibi e bevande af-facciossi la gravità del morbo , il quale •> se talora fu fulminante , pressoché sempre manifestossi con sintomi precursori. Né per quegli abusi fu bastevole una costituzione vigorosa :) imperocché noi ci confermammo , eh» lungi dell' esser essa un preservativo , divenne piuttosto una predisposizione al cholera ( stor. xx ). 99 j2. Per le quali cose brevemente in quest' articolo ricordate , ne consegue , che a Parigi , piucchè in ogni altra capitale d' Europa, trovando il choléra favorevoli cagioni occasionali, alcune delle quali irreparabili , altre dalla pubblica, e perlopiù dalla privata igiene neglette, dovevano produrre, e produssero corrispondente esterminio. Assurda fu quindi la sentenza di coloro che credevano non allignasse , o mitamente procedesse il choléra nella capitale della Francia. 7* loi Genesi cWcontagi, genesi del choléra indiano , e della speciale natura sua* 73. \jhiunque abbia considerato attentamente gli articoli fin qui discorsi , avrà rilevato che se abbiam noi talvolta serbato la brevità , procurammo sempre ? che il lavoro nostro da solide basi sorretto, fosse a portata di essere compreso anche dai non medici, ma il sentiero in cui ora e' ingolfiamo è assai tortuoso. Imperocché , se V origine essenziale dei morbi non fu mai rigorosamente dimostrata ; molto« meno potrebbe esserlo quella dei contagi ? ogni deduzione quindi sopra un sub-bietto di così alto interesse soggiacerà sempre a dialettiche discettazioni. Se non che 102. nel ricordar nói ciò che più Tolte abbiamo divisato , e che ci proponiamo ora di rischiarare, è desunto da una severa induzione poggiata sulla salda base dell'istoria , e dell1 esperienza. 74« Le contradittorie opinioni di persone anche addottrinate intorno la genesi, e la natura speciale de' contagi ( da taluni con sfrontata ignoranza negati ) ci hanno convinto di una fatale verità , che se oscura «rasi la dottrina dei contagi , Io fu per quelle opinioni maggiormente ottenebrata , onde sparse esse nei libri, in' ispe-cie nei dizionarj di oltremonti, e fra di noi senza critico esame tradotti , involsero molti stranieri , e qualche italiano ancora in errore per noi manifestamente palese. Che se in cotesti libri vi si contengono sovente dotti e laboriosi articoli, dobbiam noi ingenuamente confessare avervi rilevate talora aperte contradizioni ; e saremmo quasi per dire verificarsi in ta- io3 luni articoli quanto spiritosamente espresse a suoi dì il consiglier Bianconi (1). 75. Vuoisi ancor ricordare , che •> sehr-bene nella più remota antichità praticate fossero profilattiche misure , e descritte veggansi dagli storici, e dagli stessi poeti evidentissime contagiose pestilenze, pure gli antichi ignorarono la vera idea del contagio , e indistintamente confusero epi? demici e contagiosi morbi, onde non potendo eglino raggiugnerne la meta , li ripeterono dallo sdegno dei numi. Morbi quorum {causae 5 disse Celso 5 non evidentes sunt hominibus 5 ut facinorum quae admise' rant poenas a dus iratis procedimi» Ma dacché fa provato [esistere nei contagi un ente positivo , videsi l'uomo infinite volte 5 e Io vedemmo noi a dì nostri nella febbre gialla di Livorno , e nella peste di Noja al caso di circoscriverlo ? conforme nell' articolo V si è verificato del morbo in qui-stione. ,(1) Lettere sopra Cornelio-Celso pag. 8g. loi 76*. Ma per tornare in proposito , è duopo riandare colla mente la storia de'con-tagi propriamente detta, e farassi da essa apertamente manifesto, che quanti sono i contagi, tanti rimontano ad un' origine , che nascondesi nel bujo de' secoli. Questo fatto le mille volte all' evidenza da illustri autori chiarito , ci risveglia tosto una ragionevole idea -, per la quale coeva all'uomo sia V origitie di ogni contagio , e le stesse sacre carte in più luoghi ne somministrano alcun barlume. La vetustissima origine dunque dei contagi da inconcussi storici fatti dimostrata , spinge la medica curiosità alla ricerca del come sieno essi insino a noi pervenuti dopo migliaia di anni , ed, eccetto alcune , talor temporanee modificazioni dei medesimi 5 del come abbiano serbato quel terribile apparato , Con cui sovente si manifestano, Queste innegabili verità fatali innalzano subito il pensiero a contemplare il contagioso elemento 7 e dal complesso della pri^ loa mitiva sorgente , e dall'andamento suo ne deriva' il concetto dell' organica sua natura ; ed un severo e giudicioso esame sopra la medesima istituito , fa saltar tosto all' occhio della mente , esser essa di natura animale. Di vero il riprodursi sem-1 pre simile , il moltiplicarsi , e rapidamente diffondersi sotto favorevoli condizioni , non puote pertenere che al genere animale, e guidati noi dal dettato di analogia, vediamo giudiziosa e profonda la sentenza degli autori che ripongono nel genere degl' insetti infusori la genesi de' contagi. Il negarsi essa, perchè né germi , né insetti cadono sott' occbj ( il che vedremo non esser sempre vero )., e il negarsi, perchè di sovente manifestami misteriose le condizioni, è a nostro avviso un abbomi-nevole scetticismo. Imperciocché se sfortunatamente provami gli effetti formidabili dei contagiosi morbi, se vediamo identico per comunicazione sempre il loro principio riproduttivo e specifico , se malgra- io6 do dell' immemorabile esistenza de' courtagi , non provammo sinistro di sorta per i contagi esotici , se non quando ci furono importati , se ci fu dato infinite volte di circoscriverli : d' altronde se cade talora sotto i nostri sensi lo svolgimento di altri insetti (1) per le occasionali cause del calore , dell' umidità , delle fermentanti , e putrescenti lordure , e delle mofetiche esalazioni, al di là delle quali ausiliari circostanze alcuni insetti non potrebbono riprodursi , e vivere , noi non possiamo che confermarci della presenza di un insetto animale nella genesi de'contagi. E sebbene noi mettiamo in dubbio gl' insetti osservati dal Vasani fieli' oftalmia di Ancona importatavi dall' Egitto dall' armata di Francia, pure nessuno ci potrà negare la presenza dell' Acarus humamus nella roll) Alcun scrittore dì Alemagna ha preleso che ¦visibili insetti precedano lo sviluppamene de' contagi , siccome colà si disse del choléra. loj gna. Conosciamo bene , che gl' impugnatori de' contagi animali tengono 1' acarus humanus per un effetto secondario prodotto dalla virulenza dell' umore scabbioso , ma non cape nella nostra mente un siffatto concetto , osservando noi tuttodì disorganizzarsi sostanze animali , tuttodì vedendo suppurazioni organiche , senza mai svolgersi 1' acarus humanus. D' altronde dopo il contatto 7 e dappresso favorevole disposizione, apparendo esso sempre identico in tutti i climi ? in tutte le stagioni , in tutti gl' individui, ne consegue che dal proprio suo germe svolgasi, e costituiscasi Vacarus humanus , d'onde raffermasi lo sviluppo animale di ogni contagio : la cui virulenza è un effetto sempre secondario ? di maniera che così attivo è l'elemento contagioso che nei contagi febbrili distrugge tal fiata la vita prima che appaja il virus. H vajuolo asiatico , che alcune volte manca dell' eruzione , talora uccide nel primo suo stadio, Riscontrinsi di grazia i casi di peste e io8 cedrassi in più circostanze Io stesso risuï- tamento , notato già dagli antichi, e ricor* dato ancora dal benemerentissimo cardinale Gastaldi nella peste di Roma ? e recentemente nella peste di Noja (i) ; e noi più sotto vedremo lo stesso fenomeno osser-* varsi tal volta nel choléra indiano. Molto-meno il nostro povero intelletto comprende la contraddittoria opinione di coloro , che nel!' ammettere un principio animale , e neir opinare giustamente non suscettiva di riprodursi l'inorganica sostanza , credono i contagi spontanei prodotti dal massimo grado di virulenza , in cui giunse 1' organica compage , affermando che se la prima volta dovette pur spontanea succedere il loro apparire , potesse esso del pari avvenire una seconda , una terza volta etc. Siffattamente andò oltre 1' opinare di costoro , che videro gli stessi morbi epidemi- (i) Tract, de avertenda et profliganda peste, Morea storia della peste di Noja. Napoli 1817» log ci, inclusive ìe febbri intermittenti, diventar contagiose. Ridiamo sulla contagions delle febbri periodiche perdonabile appena al Veiga , che a nostra cognizione fu il primo ad affacciarla. Né osiamo noi tacciare d' impudente materialismo l'opinione di questi autori, che reputano talvolta spontaneo il germe animale dei contagi , né per questa spontaneità vogliamo noi appellarne ai fisiologi , né ai profondi entomologi, ma al solo buon senso comune , in cui ognuno che abbialo , converrà pienamente, che senza lo specifico seme nessun essere organico sia vegetale, sia animale è capace di riproduzione (1), Come mai dunque per coloro che ammetto- (i) Sappiamo quanto abbiano anche nociuto in questo ramo di patologia le false fondamenta di alcuni moderni fisiologi di oltremonti , e ne meravigliammo in altro nostro lavoro ; e tuttora ammiriamo , che malgrado de' progressi nelle scienze congiungasi seriamente da essi al nome di organismo il più sfacciato automatismo. ilo ï>o un principio animale , senza lo specifico seme 5 spontaneo insorga un contagio qualunque ? Che se pure una cotanto calamità si avverasse , immensi sarebbero i guai 5, che ne proverebbe la società ; imperocché vedendosi tuttodì retrocedere e disfarsi l'organica sostanza , 1'una o l'altra volta mostrerebbesi alcun novello contagio. Né sarebbe stato duopo l'importazione de'germi esotici pe'pestilenziali contagi 5 i quali non mai si riprodussero in Europa 9 se non dopo che vi furono essi importati : il perchè noi abbiamo insino dai paragrafi i i-i3 presentito i modi, coi * quali debbesi contemplare quest'importante obbjetto. Che se la maniera per noi ragionata in detti paragrafi si . approfondisse , vedrebbesi abbandonare l'idea dei contagi spontanei ? e con soda filosofia ri-salirebbesi alla creazione prima degli esseri organici , i cui germi trasportati eziandio fuori della natia contrada ( siccome avvenne dello stesso uomo ) vidersi quasi Ill sempre , e veggonsi nelle favorevoli opportunità riprodursi. Diciamo noi quasi sempre , perchè se l1 immortale Cuvier ( vittima del choléra indiano ) mostrò co'fatti la perdita di svariate vetustissime razze (i) j potrebbe forse avvenire , che quelle di alcuna insettologica specie si disperdesse 5 e si distruggesse ; e noi vediamo sino dai tempi di Plinio essere sparito alcun morbo esantematico (2), e varj ne sembrano gli esempii consimili testé raccolti dal nostro chiar. annalista (3). Istituito per altro un critico raziocinio sulla storia del choléra indiano , dubitiamo con fondamento ridursi a un semplice nostro desiderio il suo disperdimento. Potrebbonsì però distruggere le insettologiche specie , o varietà dei contagi per energico provvedici L'art de comparer les êtres antiques avec ceux qui vivent aujourd' bui à la surface du globe. (2} Plinio lib. xxvi. (3) Coppi. Cenni storici di alcune pestilenze. Borna i832. 112 mento umano da noi ricordato aï §. 12. Il quale sublime pensamento di medici dottissimi diverrebbe nullo , se spontanei si dessero i contagi, e di gran lunga minore ren-derebbonsi ancora eseguibili le note misure sanitarie per la circoscrizione de'contagiosi morbi. Ma per conchiudere questo ragionamento, avendo noi accennato che per la storia dei contagi perdesi nell'oscurità dei secoli la loro origine? ne seguila che l'opinione nostra , dietro quella di sommi filosofi per la origine e natura animale de' medesimi , sia la più comportevole non meno per le storiche , che per le fisiologiche e per le patologiche ragioni. 77. Il brevissimo sunto dato nel precedente e lungo paragrafo sulla genesi dei contagi , vedesi convenire pienamente al contagio cholérico. Provammo noi difalto perdersi 1' origine sua nell' oscurità de' secoli ( §. 7 ), noi vedemmo i suoi generali caratteri nell' art. iv, e nel parag. 27; accennammo il suo propagamento avve- Il5 mito , siccome accadde nel vajuolo asiatico , colla sola differenza che il choléra invase l'Europa ìooo anni appresso (i). Pronunziò quindi 1' uno di noi , or sono due anni , che il choléra rimpiazzerehhe con usura il pestilenziale contagio del vajuolo , per esser esso quasi del tutto distrutto eolla henefica scoperta di Jenner. (2) Nella quale opinione , dopo avere egli osservato cogli occhj , e contemplato colla mente la natura del choléra indiano a Parigi , vi si confermò di modo , che nel fare omaggio con apposita lettera di due esemplari di (1} Il terribile contagio del vajuolo ( dì cui la prima descrizione fu data da Aaraon di Alessandria nel 622 , e nel 714 fa la prima volta importato in- Europa- ) nato anch' esso nelle Indie orientali, fu trasportata nell' Egitto , cV onde propagassi neh" Arabia , e da questa per mezzo dei saraceni in Costantinopoli , dipoi in Inghilterra, finalmente in tutta 1' Europa. Giorn. analitico fa-scie. 52 pag. io5. (2) Giorn. Arcad. torn. XLIX L. 8 alcune sue produzioni alla Reale Accademia delle scienze ? espresse in quella chiaramente il suo divisamento ; non ostante-che gli fosse noto il pensare opposto della maggiorità degli uomini sommi che la compongono. Vuoisi quindi pel candore della storia riportare in nota la divisata lettera con sua risposta (1). (i) Monsieur le Président de V Académie Royale des sciences. Envoyé en France par le gouvernement du saint Siège pour étudier le choléra asiatique , je profite de cette occasion pour faire hommage à l'Académie Royale des sciences d'un exemplaire de deux de mes derniers ouvrages publiés à Rome. L'un contient six mémoires , dont les deux premières traitent de 1' hydrophobie. I' ai pu , d'après T histoire analitique de cette maladie , prise depuis les temps les plus anciens jusqu' à nous , établir avec des expériences , et observations continuées, que cette maladie doit être rayée du nombre des maladies contagieuses , et placée parmi celles produites par les poisons. Les quatre autres mémoires ii5 78. Né per la natura del morbo in questione mancano scrittori anche recentissimi 5 che indistintamente il confondono col choléra-morbus d'Ippocrate e di Ga- traitent de sujets de geologie où l'on rencontre des applications utiles de cette science à l'économie publique. Le second ouvrage, publié en août i83i , traite du choléra asiatique. I' ai comparé les opinions et les avis des médecins d' Astrakan de notre temps avec ceux de 1' espagnol Castralo vice-roi de Naples dans le i6.me siècle , lors de la peste de Naples , et j' ai du m' étonner , qu' en considérant la marche tenue par cette maladie ( le choléra) depuis 1817 jusqu'à l'an 1820, l'on eût pu douter de sa nature contagieuse, I' ai dû considérer les differens genres des choléra européens : après cela la nature des contages , et de la contagion en général , et je ai appujé^ mes opinions sur des faits puisés dans ma propre expérience et dans celle des médecins les plus célèbres. Puis, en résumant les faits relatifs au choléra, d' où T on voit évidemment qu* il est contagieux , j'adresse des voeux aux gouvernements pour qu' on $' oc- 8 * ii6 Uno 5 conosciuto sempre fra di noi prima dell'importazione dello specifico contagioso choléra delle Indie orientali. Che se il choléra-morhus videsi altre volte in Eu- cupe de son extirpation , et de 1' extirpation de toute maladie contagieuse fébrile qu' on obtiendrait , selon moi, si on pouvait généraliser dans les différentes classes de la société , des idées justes et positives sur un sujet si important. le pense que le choléra remplacera en Europe la petite vérole asiatique , si les gouvernements ne prennent pas des mesures énergiques pour l'extirper. L'exemple des ravages faits à Paris, le centre de la civilisation européenne , est venu malheureusement à ajouter du poids à mes prédictions. Enfin, j'ai terminé mon travail par un tableau synoptique , où 1' on voit figurer les fases de cette maladie en Russie , son invasion , ses progrès , et ses résultats. le suis , monsieur le président avec une parfaite considération. Paris ce jour 24 Juin i832. Le très - humble serviteur AugU5tin Cappello ii7 ropa ricorrere epidemicamente , certo si è che non vi si ravvisarono gli proprj ed esclusivi caratteri del dominante flagello. Di- RISPOSTA Institut de France Académie royale des sciences-Paris le 2 Juillet i83ž. Le Secrétaire perpétuel de l'Académie. A monsieur Augustin Cappello à Paris. Monsieur, L' Académie a reçu les ouvrages que vous avez bien voulu lui adresser, intitulés. Opuscoli scelti scientifici, et del choléra-morbus, ossia della febbre pestilenziale cholerica. V ai 1' honneur de vous offrir ses remercimens ; vos ouvrages et la lettre que les accompagnait ont été renvoyés à la commission du choléra formée dans le sein de T Académie. Agréez , Monsieur , 1' assurance da ma consideration distinguée. I. Ara go. ii8 leguasi ancora la rassomiglianza nella certezza, che l'indigeno epidemico choléra d' Europa limitossi ad una regione , siccome è proprio dell' epidemie non contagiose ( §. i3)5 le quali , sebbene per le generali 5 e per le locali circostanze potessero in altro tempo regnare 5 pure l'epidemia da Sydenham descrittaci , non mai più riapparve , lochè non sarebbe avvenuto , se avesse la medesima serbato un germe riproduttivo, come osservasi nel choléra indiano. A maggiore dilucidamento di quest' argomento estimiamo giovevole di confrontare rapidamente i caratteri del choléra-morbus già indigeno all' Europa con quei del choléra delle Indie , e del quale se ne darà più minuta la sintomatologia ne' suoi stadj che verranno in appresso distintamente descritti. 79. Chiamarono gli antichi ? ed i moderni medici il choléra-morbus noto in Europa , quella malattia che per Io più di subito v e con empito manifestasi da i*3 vomito senza freno con alternanti , o simultanee dejezioni alvine associate a nervosi convellimeli. Derivarono essi la sua etimologia dalla voce greca %o\içcL vale à dire simile quasi alla bile, oppure da umore degenerato ravvicinante la natura della bile, che col massimo irritamento sconvolge sossopra il canale digestivo. Né giusto sembrò agli antichi medesimi il nome dato a questo morbo j mentre j infra gli altri medici , Tralliano disse chiaramente.; Hoc nomen non semper ab humo-re bilioso esse deductum -, quid non semper bilis evomitur 5 sed etiam saépe sero-: sus et pituitosus humor (i). Ma tralasciando P etimologia veniamo ad esporre ciò che del morbo pensavano i medesimi. Per non dilungarci di soperchio riporteremo gli esempii d'Ippocrate 5 di Galeno , e di Sydenham. Distingue Ippocrate il chojéra in umido e in secco. Un caso che il pri-. (i) Lib. 7 cap. 14. 120 ino risguardasi è il seguente. Athenìs vi* rum choléra corripuit , vomebatque 9 et deorsum deiiciebat et dolebat •> et ne que vomi-tus, neque dejectio sisti poter at, et oculi caliginosi et cavi erant, et convulsiones de-tìnebant ab alvo et intestino profectae et singultus : dejectio autem multo major erat quam vomitus*. frigidus autem factus est (i). Inoltre nel primo e terzo libro degli epidemici aggiugne avere in diversi casi osservato il calore interno bruciante, la sete vivissima 5 la lingua arida e nera , la cardialgia , la tensione de' precordj , ed in fine il delirio , e l'emorragia, i quali ultimi fenomeni sono dal divino maestro designati quali sintomi mortali nelle persone in1 ispecie che abusarono dei modi di vivere. Del choléra secco così parla. In choléra sicca venter inßans est ? et stre" pitus insunt, et dolor laterum, et lum-borum : secedit autem. nihil deorsum ? et |i) Epidem. lib. V sect. VIL 121 alvus adstficta est (1). Galeno così definisce« Choléra est affectus cum vomilibus bi-liosis mullis 7 alvique dejectionibus suris quoque se conthraentibus ac frigescentìbus extremitaiibus. Fiunt in his pulsus minores-, obscurioresque (2). lì Sydenham scrive. Adsuîit vomitus enormes, ac pravorum hu-morum cum maxima difficultate et angustia per ahum dejectio -, ventris ac inte-stinorum dolor vehemens -, inßatio et di-stensio 9 cardialgia, sitis -, pulsus celer ac frequens -, parvus et inequalis : aestus et anxietas -, nausea molestissima 9 sudor 9 crurum et brachiorum contracture/. ? animi deliquium , partium extremarum frigiditas et similia -, quae aegrum in XXIV bora-rwn spalio interimunt ; aggiunge indi in una lettera al dottor Brady. Exeunte aesta-te choléra-morbus epidemice jam saevie-bat 5 et insueto tempestatis calore evectus (ï) Ippocrale de victu acut. lib. 7 ver. 4-8« (2) Comment. Progn, 1 , 24. 122 atrociora convulsionum symptomata ¦> aequd diuturniora secum trahebat , quam mihi prius unquam videre contigerat. Neque enim solum abdomen •> ut alias in hoc m'alo -> sed universi jam corporis musculi •> brachiorum crurumque prae reliquis 5 spasmis tende-bantur dirissimis J ita ut aeger e lecto subinde exiliret ? si forte extenso quaquaver~ sum corpore eorum vim posset eludere. 80. La più rimarchevole differenza fra questi cholera 3 quello delle Indie orientali è il carattere della contagiosa natura, che fu in esso chiaramente nel TV articolo provata, e non mai più videsi in quelli riscontrata. La seconda differenza per noi del pari di molto rilievo è il cholera senza choléra propriamente detto , ed il quale uccide talora a guisa di fulmine. Che se Ippocrate ci descrisse il choléra secco , esso è il prodotto sempre di un altro male , e di rado è per sé stesso mortale , infine orbato vedesi degli speciali sintomi ? de1 quali osserveremo in appres- 1.23 so dotato il cholera secco delle Indie. La terza differenza si è l'impronta del cholera indiano ben diversa da quella degli altri choléra. Narra la commissione piemontese , che ricorrendo frequentemente in Ungheria il choléra sporadico , era tosto riconosciuto , e distìnto dal choléra contagioso (1). Procede dunque esso alcune (i) Il chiar. Cappelli presidente di questa commissione, se non fu vittima del choléra, lo divenne pe'disagi del viaggio prima di rivedere la sua patria. ( Lo stesso infortunio avvenne a chi presiedeva la commissione napolitana inviata a Vienna ). Il eh. Trompeo membro di detta commissione , e che ha usato replicate cortesìe alla commissione romana , neh" irruzione di aprile portossi a Parigi insieme col eh. De Rolajidis. Quivi i medici torinesi confermaronsi con quanto il primo di essi aveva osservato , e scritto co' suoi colleghi intorno il choléra di Ungheria, siccome fassi palese dall' egregia loro memoria sul choléra - morbus di Parigi. Torino i83a. Conosciamo inoltre la non poca lode dal Trompeo riscossa dai medici parigini. Gazette medicale n. 3o. 124 volte con stadj regolari come gli altri eon-* tagj , e quasi sempre è preceduto da' sin-» tomi prodromi, che radamente veggonsi negli altri cholera. Pel suo specifico elemento retrocede talvolta l'indiano choléra di repente ? e dal 3." stadio , per esempio , torna nel 2.°, e subitamente ammazza : talaltra dal primo passa al 3.° stadio senza toccare il secondo. Spesso ancora , sia per l1 organica reazione vitale 9 sia pel terapeutico trattamento percorre il solo primo stadio con esito salutare , e sovente con un* eruzione alla pelle. Che se tal fiata il choléra delle Indie, malgrado di un violento corso , termini felicemente , come avviene più spesso nel choléra non contagioso , assai sovente però il choléra indiano lascia morbose conseguenze , la qua! cosa sarà da noi nell' art. XII rilevato ; né le medesime osservansi negli antichi choléra di Europa. La {.n differenza è la presenza della febbre , che difficilmente manca nel i.° e nel o.° stadio del cholé- ra indiano , e che d' altronde non vedesi descritta da Ippocrate e da Galeno (1). Né di lieve momento è la 5.a differenza che ci presenta il choléra indiano colle sue evacuazioni biancastre 5 col nerastro cerchio intorno le orbite , e colla cianosi preceduta sempre da ambascia nella regione epigastrica. Né mai nel choléra comune vidersi biancastre le evacuazioni , né vi si ravvisò tampoco il nerastro cerchio , né quell'intenso color turchiniccio, avvenuto per la stasi del sangue nel choléra indiano. Suole in sesto luogo ricorrere il choléra non contagioso nell' estive stagioni , o nel caldo ed umido autunno, ed in palustri regioni. Il choléra delle Indie , se favorevoli rinvenne le cause occasionali , menò strage in ogni stagione ed in ogni luogo. Più ardente infine è la sete ,nel (i) Rarissimamente manca del pari la febbre , o almeno qualche volla non fu percepita dall'infermo nel tifo petecchiale , nel vajuolo , ed in altri esantemi. 12$ choléra asiatico , e se molto oscuri si fanno i polsi nei choléra d' Ippocrate e di Galeno , di frequente mancano , o sospen-donsi affatto negli ammorbati del choiera contagioso. La cura finalmente 3 e la necro-scopìa 5 senza riandare altre minute ricerche , ci mostreranno ancora una marcatis-sima differenza , che passa fra gli uni , e T altro choléra. 81. Dal complesso inoltre di quanto si è ragionato finora intorno il morbo in quistione , e dalla considerazione di non averlo giammai veduto spogliato de' suoi specifici caratteri ? malgrado di 2 mila leghe percorse dal paese natio in contrade svariate per clima , ed abitudini, ne deriva la conferma della massima probabilità della sua genesi animale, e la certissima sua specifica contagiosa natura. Frustranee quindi, e di ogni fondamento orbate ci parvero mai sempre non solo le opinioni di coloro che di natura esclusivamente" epidemica riputarono il choléra Ï2J indiano ,. ma ancora quelle che Io riposero ne'miasmi trasportati dall'aere, in'ispe-cie dai venti del nord. Erronea del pari fu per noi l1 opinione della commissione sanitaria di Lione, che ammise una duplice contagione pel contatto cioè mediato , ed immediato delle rohbe e delle persone , e per I' aria atmosferica satura di contagiosi semi cholerici. Né intertenerci vogliamo a dire , o discutere le tante altre assurde, e di sovente puerili ipotesi : vuoisi perciò brevemente ragionare di quelle accennate -, e che più furono in voga , per mostrare a giudicio nostro il manifestissimo errore che racchiudono. 82. Nessuno nega che gli elementi volatili di ogni contagio, a modo d'esempio del vajuolo, dei tifi itteroide , e petecchiale , e diciamo pure del tifo cho-lérico ingombrino 1' atmosfera che investe un malato divenuto a esso omogeneo,' di modo che quest' atmosferico contatto appicchi da vicino il contagio , se favore- îz8 voli rincontrami le note condizioni. Nessuno nega, che in simili circostanze la sua contagiosa potenza esercesi in ragione composta dell' intensità del male , e del numero de' malati. Ma se diasi attento lo sguardo alla storia dei veri contagi , ed ai fatti per noi stessi registrati, manifesterassi chiaramente la decomponente azione dell1 aria atmosferica sopra i contagi. Che se tale non fosse 1' azione sua y ognun vede, che il fatai morbo indiano non in 5 bistri, ma in brevissimo tempo avrebbe invaso il globo terrestre. Nessuno nega che sotto le meteorologiche stravaganze esasperasi ogni" dominante morbo di qualunque natura esso sia , precipuamente poi se racchiuda un germe contagioso : neghiamo però che per l'azione peculiare de'venti siasi il morbo in quistione manifestato , ed inasprito ; mentre noi stessi ne' riferiti esasperamenti di Parigi dicemmo aver provalo il dominio di venti opposti. D'altronde quest'os- 1*9 seriazione fu giornaliera, e registrata più volte dove appiccossi il contagio' choléri-co (1). Per ciò che i miasmi risguarda, se credasi , come opinarono alcuni patologi , la loro natura simile ai contagi, rien-trerehbono essi nella genesi dei contagi propriamente detti, e si vedrebbero riprodurre dietro le favorevoli opportunità sì per immediato e mediato contatto , come per l'atmosfera saturo dei"medesimi in vicinanza dell' infermo. Ma quest' opinione miasmatica è a' dì nostri rigettata, e generalmente reputasi il miasma un principio materiale inorganico , e non riproducibile. Con più giusto criterio dunque fu appellato miasma una qualunque gazosa esalazione da' corpi putrescenti e fermentanti , inclusive anche dai corpi sani , come si è per esempio quella proveniente dall' espirazione , cui nessun po- (i) Annali universali id. Gazette médicale num. 32, 9 IDO irebbe negare una deleteria azione sopra V animale economìa. Chi difatto ignora che per un affollamento di persone in luogo rinchiuso, soffocante diviene la temperatura , consumasi l1 aere vitale scambiato invece in gas irrespirabili, onde quelle periscono , se tosto non si rinnovi l'aria atmosferica. Più nocevoli ancora divengono le gazose esalazioni dei corpi putrescenti od ammorbati, ma cosiffatte esalazioni infettano 1' atmosfera circostante •, e sono rimovibili appena istituisconsi le semplici ventilazioni della stessa aria atmosferica. Le dette esalazioni inoltre ritro-vansi più o meno in molti luoghi, ed in moltissime fortuite circostanze , né mai , senza un importato contagio produssero morbo attaccaticcio f di cui, se ne esistessero germi appiattati nei passivi conduttori 5 diverrebbono le miasmatiche esalazioni potenti cagioni ausiliari , siccome fu per noi chiarito nel precedente articolo. Veduto adunque la nullità di codeste i3i opinioni j e provato d' altronde con irrefragabili fatti la natura contagiosa nel cholera indiano , vediamo ora come introducasi , e quale sia 1' azione sua nell' organismo animale. 9* i33 JDelV introduzione c/e' contagi « e ? i36 che ïa persona che comunicò iî latente contagio può conservare la salute sua , la quale potrebbe -, rispetto al contagio, mai sempre serbarsi, per la mancante suscettività individuale , come fu di volo accennato (§. 63) 5 e torneremo a ripetere in quest' articolo. Appellasi mezzo mediato quello pel quale comunicasi la contagione anche a lontane distanze con robbe toccate per es. dagli ammorbati di choléra, oppure con robbe toccate da persone che direttamente o indirettamente comunicarono eoi medesimi. L' aria stessa ? noi ripetiamo , può divenire un mezzo mediato, in vicinanza dell' infermo , non essendo essa bastevole a decomporre o distruggere il volatile contagioso elemento per l'incessante sua emanazione 5 o moltiplicazione , onde il medesimo, con somma probabilità di natura animale , omogeneo trovando 1' atmosfera morboso circostante l'infermo ammorbato , appiccasi , se vi sia disposto , a chi troppo al detto infermo si accosta. Né sa- i3? premmo rigettare 1' osservazione di coloro che affermarono soprattutto l'introduzione del contagio cholérico per 1' assorbimento nella bocca , dacché fu da essi notato che laddove un individuo accosta-vasi presso i cholérici , precipuamente nei. luoghi , ove ne era alcun numero raccol* to , provavasi un sapore aspro-metallico : la quale sensazione fu da noi stessi più volte sperimentata , e vedremo in seguito contribuire quest1 osservazione al di-Iucidamento dell' elettiva ,azione del contagio cholérico. 85. Innumerevoli peraltro sono *i passivi conduttori , pe' quali può il medesimo appiccarsi. Le lane, i cotoni, le tele , il lino , le pelli , i metalli, -la stessa seta , e le stesse muraglie , ed i legnami de' bastimenti riputaronsi mezzi mediati de' contagi, e conseguentemente" anche del choléra indiano (§.4-1 )• Gli animali bruti , sebbene non sempre per la organica diversità risentino l'azione dei contagi urna- iŠ8 ni, pure più fiate , secondo 1' affermazione di rispettabili autori furono attaccati dal choléra indiano , divenendo in ogni modo passivi conduttori del contagio. Taluno vi annoverò anche gli uccelli 5 né discrediamo noi che ciò possa avverarsi in quei che domesticamente convivono, ma dacché reputassi potessero da lungi i volatili addurre passivamente un contagio , noi reputammo , e reputiamo cosiffatto opinare una chimera , giacché 1' aria , piuc-chè in qualunque altro corpo , distruggerebbe negli uccelli qualsivoglia contagio. $6. Introdotto adunque , o appiccato un contagio all' animale vivo , si costituisce Io stato di Delitescenm* I nostri più profondi patologi designano con questo nome Io stato latente di ogni contagioso morbo 5 dal momento in cui questo attaccossi agli animali fino al suo apparire. Che se Io stato di delitescenza fu reputato comune ai morbi non appiccaticci , è cosa indubitata, che nei contagi venne sempre dappresso i~5g esatte e diligenti osservazioni costantemente chiarito ( art. iv ) avanti Io svolgimento del contagioso principiò ( per noi organico animale ) , il quale o più presto j o più tardi avviene a seconda della suscettività individuale. Non rinvenendosi essa atta a risentire 1' azione del medesimo 5 malgrado del contagioso dominio, e delia certa comunicazione cogli ammorbati di contagio , il germe contagioso rimane silenzioso ( il che accade sovente di tutti i germi vegetabili, ed animali ) senza affettare V individuo , perchè orbato dell' organica suscettività. Spiega d' altronde il germe contagioso la sua perniciosa influenza sopra gì' individui , che sono disposti a risentirla. La sentenza quindi di alcuni scrittori, che il choléra non sia contagioso , perchè non si appicca a tutte le persone che vi si espongono , è un contradire a quello che la natura ha prescritto a tutti gli organici germi , e conseguentemente ai contagi. Se non che un terreno i4o che per esempio in un' epoca 5 in una stagione non fu idoneo a riprodurre, e moltiplicare i gettati semi, fecondo diventa in un altro tempo , in un1 altra epoca ? e per più favorevoli accessorie circostanze ; così gli animali , che in un tempo non furono suscettivi di risentire la morbosa azione dei contagi , lo divennero in un altro tempo , siccome accadde a Parigi, che molti individui sfuggiti alPazione cho-lérica di aprile, la provarono soprattutto nell'esasperamento di luglio. (1) Il quale fenomeno fu mai sempre confermato in ogni specie di contagio. Né credasi, come taluni opinarono , essere inutile la distanza che passa dalla sospetta, o dalla chiarita comunicazione, ed il termine dello svolgimento , e riproducimento suo. Imperciocché se noi abbiamo taciuto , e confessiamo ingenuamente d'ignorare il misterioso travaglio che mette 1' organismo ani-li) Gazette id. "». 5g. lil male per isvolgere il micidiale fenomeno , diventa del massimo momento pe' sanitari provvedimenti la conoscenza precisa della più prolungata distanza per la più possibile riproduzione de1 contagi- Se non che nel eholéra-morbus per la mancanza di moltiplicati esperimenti 5 fu svariato V avviso positivo per un obbjetto così salutare. I fatti per noi riportati neh" articolo IV" ci dimostrano , che talora in poche ore j e sovente in pochi dì svolgevasi e riproducevasi la cholérica contagione. L'illustre Pariset, alle tante urbanità verso di noi praticate, aggiugneva intorno l'importante quistione, che i due estremi della durata della delitescenza racchiudevansi fra qualche ora, o fra qualche mese, conseguentemente opinava essere la medesima illimitata. Le osservazioni difatto della commissione piemontese in Ungheria la portarono a i5 dì, riferendo però alcun caso prolungato ai zo giorni ; e la commissione lombarda inviata in Gallizia disse esten- dersi talora la delitescenza alla quarta settimana. Dopo le accurate osservazioni dei medici inglesi a noi comunicate dal consiglio superiore di sanità di Parigi, giu-dicossi potersi stabilire Io stato di delite-« scenza a' giorni 12, di che parlerassi ancora nell1 articolo della pubblica profilassi. Dal momento per altro in cui apparve il più lieve indizio dello svolgimento del contagio cholérico , fu per noi ragionevolmente compiuto lo stato di delitescenza. 87. Della più alta importanza , e di grandissimo giovamento secondo il giu-dicio nostro diviene il conoscere 1' elettiva azione del choléra-morbus nell' organica fibra. Chiunque volga attentamente lo sguardo agli agenti che circondano gli esseri organizzati e viventi, avve-drassi tantosto della prerogativa che quelli hanno di esercitare l'elettiva loro azione piuttosto sopra l1 una che sopra P altra organica parte. Senza ricordare quanto avviene nelle fisiologiche funzioni, noi i43 osserviamo tuttodì V elettiva azione de' farmaci sopra le diverse parti dell' animate economia : è noto ad ogni medico vedersi essa singolarmente nella cute ? nel canal digestivo 5 nei sistema irrigatore , in quello de' nervi ? nelle vie orinane etc. Il medesimo fenomeno vedesi continuamente per 1' azione degli agenti nocevoli. Distrugge V uno la proprietà inerente alla fibra nervosa 5 un secondo quella della fibra muscolare, e così via dicendo. Nessuno quindi dubiterà che non avvenga altrettanto per T azione de' contagi. Vediamo 5 a modo d'esempio , esercitarsi la peculiare azione del tifoide contagio nell'encefalo , dell'itteroide nel sistema epatico etc. 88. Perciocché insino dal momento in cui volgemmo il nostro studio agli tremendi fenomeni^del choléra indiano ? non fu punto per noi dubitato- dell' azione elettiva del contagio cholérico nel sistema^ner-voso (i). II che fu prima e dopo sanzio- (i) Giom. Arcad. tom. L pag. 48 noia. ìli > nato dall' esperienza 9 e dall' autorità dì medici rispettabili ? dei quali potremmo noi addurre -numerevoli esempi. L' avveduto protomedico di Ungheria scrive così. Semper tarnen malum ( choléra-morbus ) è systematic gangliosi centro ? è plexu solari progreditur ? ut statui possit ? liane esse primitivi morbi sëdem, aeque ea dinami-cam. affectionem per omnia reliqua vitae organicae sistemata v et functionum vita-Hum apparatus propagari (1). Malgrado quindi della sentenza di alcuni dotti medici di Parigi, al letto degli ammorbati di choléra ci siamo confermati nel!' asserto nostro. Le fasi di vero concomitanti il terribile morbo ci chiariranno vieppiù T inganno in cui corsero coloro 5 che riposero V elettiva sua azione nel cuore , nel sistema irrigatore, o in altri organi. Né sapremmo noi spiegare il rapido corso del chpléra indiarlo che tal fiata lo vedremo (i) Lenóssek. Ann. univers, vol. 60. 4M toccare appena , tal altra saltare alcuno de' suoi stadj , e dar luogo al terribile , e di sovente mortale apparato de* sintomi, che l'accompagnano, senza ricorrere all'essenziale nervosa lesione. Introducasi quindi il cholérico contagio per 1' organo della pelle, dell' ispirazione, e più probabilmente per la bocca, stante il disgustoso speciale sapore da noi , e da altri sperimentato ( §. S.{ ) , certo si è che il sistema dei nervi , terminata la delite-scenza, vedesi insino dai prodromi elettivamente attaccato , manifestandosi il male nei ricchissimi ganglj del tubo gastro-enterico. Apertamente veggonsi essi attaccati dalla contagiosa azione : imperocché , se cotanto intensa non sia la medesima da togliere tosto la vita, come talora avviene ( stor. xx ) -, il primo a reagire contro la nociva potenza è il canale digestivo , accorrendo ivi l'afflusso di alcuni materiali del sangue , d' onde viene la secrezione strabocchevole delle io ii6 cholériche dejezioni. Esse , siccome osserveremo , sono un risultamene chimico patologico derivato dalla gangliare offesa. Molto meno sapremmo noi spiegare v precipuamente neu' imponente suo corso , il simultaneo scompiglio degli organi più interessanti la vita, senza ripetere un tanto sinistro dalla speciale affezione del sistema gangliare , mercè di cui il senso ed il vitale movimento compartonsi ad ogni organo : perilchè a noi pare rischiararsi bastevolmente la spaventevole cholérica fenomenologia. Studiando noi di proposito i luminosi travagli de' nostri sommi anatomici 7 vedemmo per loro opera risplendere nel decorso anno ( i85i ) di sfolgorante luce V anatomica scienza de' nervi. Alcun straniero col solito plagio profitterà delle italiane fatiche , aggiugnendovi ( siccome è avvenuto in consimili lavori alla gloria italiana dovuti ) i consueti fantastici esperimenti \ e avremmo bene il destro dimostrare quelli pubblicati dietro i lavori H7 del Rolando ? dello Scarpa ec., se il grave argomento del cholera indiano non richiamasse ora la nostra attenzione. Estimiamo perciò 5 che dappresso gli esperimenti non ha guari istituiti sopra i nervi nella scuola di Pavia ? molta luce arrechisi alla spiegazione dei morbosi fenomeni del cholera indiano (1). 89. Sono a tutti noti gli antichi travagli intorno il sistema nervoso del prelodato Scarpa (2). Di presente sanziona-vasi in detta scuola il doppio ufficio dei (1) Antonii Scarpa , De Gangliis nervorum, deque origine et essentia nervi intercostalis ad illustrem vir um Henricum Weber anatomicum Li-psiensem. Epistolae. Annali univers, di medicina voi. 58 pag. 47-t > e voi. 60 pag. 5,. (2) Questo nostro articolo intorno i travagli dello Scarpa sopra i nervi aveva 1* uno di noi compilato fino dal mese di ottobre prossimo passato , quando l'Italia dovette deplorare la gravissima perdita di questo grand' uomo avvenuta nel di 3 r di detto mese. l'o * us nervi al sènso V uno , al moto V altro destinato , e decise esperienze del eh. Pa-nizza confermarono la radice anteriore *dei nervi spinali servire al moto, al senso la radice posteriore. Questa duplice proprietà de' nervi spinali è comune a più rami dell' encefalo per le laboriose prove del Bell dal Panizza ampiamente confermate. Veniva poscia Io Scarpa ad abbellirle ; e dopo aver esso con reiterati esperimenti consolidato , che qualunque ganglio , sia proveniente dai nervi cerebrali , sia dai nervi spinali, sia semplice o composto serve esclusivamente al senso ? dimostrava la prima volta che il gran nervo intercostale > centro del sistema gangliare , dal quale fu detto compartirsi il senso , ed il moto vitale a tutti gli organi), risultava essenzialmente da tutte le pro-pagini de' nervi spinali della radice posteriore al solo senso destinata. Oltre ciò mostrava Io Scarpa concorrere al centro gangliare la porzione maggiore del quinto pa- »49 jo de' nervi ? ed altri rami cerebrali dalla sapiente natura allo stesso scopo diretti , esclusivi sempre, con magistrale perizia , i nervi motorii. Provava ancora l'espertissimo anatomico nostro 5 che dalla stessa radice posteriore diramavansi i nervi pel senso dell' organo dermoide , che finora erasi ripetuto dai nervi che servono al moto volontario de' muscoli ; e di tali, e di tante altre illustrazioni arricchiva la scienza de' nervi che noi osserveremo , mercè di quelle , spiegarsi non pochi oscuri fenomeni del morbo di cui si ragiona. 90. Il contagioso elemento adunque del choléra indiano, dacché si è compiuto la sua più sollecita, o più tarda delitescen-za, attacca con minore , o maggiore intensità il gangliare sistema , d' onde ne prorompono immediatamente morbosi, e di sovente funesti risultarnenti. Né intorno i medesimi , siccome noi vedemmo al parag. 80 •> potrebbesi assegnare una precisa distinzione nosologica ? per la ver- i5o satilità propria di tutti i morbi, che essenzialmente affettano 1' organizzazione dei nervi. Non è perciò da meravigliarsi , se i medici alcuna volta cadano a prima giunta in errore 5 e scambiano un nervoso morbo con quello di alcun viscere 5 osservandovisi talora i sintomi che sogliono manifestarsi in un' essenziale sua lesione. Per la qual cosa ci sarà dato di vedere , che il contagio cholérico agendo con più forza nelle ramificazioni de' ganglii, che dal loro centro portansi per es. al cuore, al polmone ? si palesino malattie proprie di essi, mentre furono secondariamente affetti per la elettiva azione del contagio nel sistema gangliare <, dal quale sappiamo derivare la vitalità di détti visceri. Né deve sorprendere , che nel choléra-morbus non si osservi sempre quel regolare andamento degli stadj, che per Io più avviene, e che varie volte manca eziandìo negli altri contagiosi morbi. Imperocché nel chole'ra tanto per la qua- i5i lità e intensità del suo elemento, quanto per la suscettività parziale a risentirne 1' azione ora più l'uno , ora più l'altro vìscere , ed ora simultaneamente , insorgono per la speciale offesa de'ganglii affezioni simultanee negli organi con una differente reazione del fondo vitale ', d' onde deriva l'accennata variabilità della morbosa sindrome comune alle malattie nervose 5 e conseguentemente al contagio cholérico. Confermasi quindi ciò che è proprio di ogni nervosa malattia , che ? quantunque sorgesse da una stessa cagione, mostrasi tuttavia una svariata serie di fenomeni ora lunghi -, ora forti, ora uniformi, ed altre volte a guisa di protei : né mancano essi presentarsi brevi ancora e deboli, sebbene irregolare sia comunemente il corso di ogni morbo che affetti il sistema de'nervi. Laonde moltiplicatissime sono le individuali morbose modificazioni nel cholera indiano ; e di sovente un imponente fenomeno di alcun caso ? leggiero diviene in altri , e i5i ^eosi vice versa : indjsuetisabile perciò è la necessità cf invigilare in questo morbo accuratamente alle sue variazioni che cam-biansi talvolta con inconcepibile rapidità. Gli autori per altro che trattarono del cholera indiano , malgrado del suo proteiforme procedere , divisarono , per intelligenza de' lettori , dividerlo a seconda dei ricorrenti morbosi fenomeni. Senza ridire le svariate nosologiche divisioni, noi abbiamo fatto più volte presentire negli articoli precedenti il nostro avviso , che fu quello di alcuni illustri autori, adottato nori ha guari dalla Reale Accademia di medicina di Parigi , che divise la cholé-rica malattia in tre periodi. Questa parola inchiudendo appo noi in patologia una specifica sicura terapìa , V abbiamo scambiata con quella di stadio, da molti autori del pari adoperata. Tre sono per conseguenza gli stadj per noi assegnati al cholera indiano , stadio cioè d"1 irritamento, i55 stadio algido , e stadio di reazione (i). Con quest1 ordine abbiamo parimente divisa la collezione delle morbose istorie, ( art. xix ) nelle quali ognuno si confermerà quanto sia malagevole di fissare uno stadio qualunque in un morbo , in cui elettivamente ledendosi il sistema de'ganglj , insorge il simultaneo organico disordine da noi replicata-mente accennato, e che osserveremo, soprattutto nello stadio algido, più facile a concepirsi che a descriversi. (1) Lo sfortunato e mentissimo Vel Pech dimise Hell' opera sua ü choléra indiano in 4 periodi i55 ARTICOEi© IX. Primo stadio del cholera indiano ? ossìa stadio d"* irritamento. 91. ÜLd infrenare in parte il browniano dualismo, invalse da pochi lustri in Italia per opera di Rubini •> di Guani v d* Fanzago etc. una terza diatesi , che fu distinta col nome di diatesi irritativa , o d'irritamento. Reputassi sotto .questo nome un morboso processo locale prodotto da nociva potenza bruscamente irritante una qualche parte dell1 organica fibra, onde i risultati chiamaronsi irritativi movimenti o perturbamenti. Che se venisse fatto di togliere subito la suddetta potenza irritante, cesserebbe , secondo gli sperimenti e V avviso di alcuno de' detti pa- i56 tologi, il morboso processo , e ristituireh-besi la fisiologica normalità , ma se invece permanente fosse V azione sua, o altre nocevoli cagioni vi si congiugnessero, il locale processo morboso farebbesi universale. Fra le nocive potenze irritative collocaronsi da questi profondissimi patologi i contagi ; pronunciava quindi il chiar. Brera essere puramente irritativa la condizione morbosa del solido vivo dalla sola azione dei contagi suscitata (i). I contagiosi morbi chiamaronsi per con« seguenza malattie d'irritamento 5 onde avvenne che alcun clinico di grande esperienza arrecò qualche volta esempii negli stessi febbrili contagi, come nel tifo , i ri cui valse coli' arte sua a torre , o perturbare V irritante potenza nei prodromi del contagio tifoide. Noi stessi ricorderemo in appresso alcun fatto in conferma dì una verità di sì grande momento ; ed a (i) Sui contagi vol. i pag. a/$. giudizio nostro nel choléra indiano vuoisi sopra qualunque altro contagio attentamente considerare la dottrina dell' irritamento. Imperocché ns derivano secondo noi due generali effetti diametralmente opposti , e nascono entrambi dalla speciale natura , ed elettiva azione dell' elemento ingeneratore del choléra. Noi sappiamo succedere comunemente con lentezza il processo irritativo de' contagiosi morbi, né abbastanza avvertirsi esso dall'individuo malato y conseguentemente non è sempre conceduto al clinico di togliere, o di perturbarne il locale irritativo processo , ma nel choléra indiano , dacché ebbe termine la delitescenza, tosto si appalesa con prodromi il detto processo per 1' elettiva azione sua nel sistema gangliare, onde avviene che non solo generalmente è sollecita l'organica reazione , ma sollecita ancora del pari apprestasi 1' opportunità allo stesso ammalato di torre , o di perturbarne l'irritante cholcrica potenza. Cotesta i5* importantissima verità inerente allo stadia ài cui ora si discorre, la vedremo utilissima, e confermata nelP articolo della terapìa. Per contrario però permanente esistendo F azione del cholérico elemento , e nello stesso tempo concorrendovi altre Bocevoli cagioni, continuasi, e progressivamente si accresce la morbosa sua azione , prorompendone per la divisata organizzazione ( §. Sg ) il tremendo apparato degli altri due stadj. Per cosiffatti adunque jcontrarj effetti quanto fa-eile e sicura, se mal non avvisiamo, diviene la medica cura nello stadio irritativo , altrettanto complicata, difficile , e spesso infruttuosa diventa essa negli altri due stadj. Dobbiam per altro ripetere che se in diversi casi distinguonsi gli stadj di cui risulta il choléra delle Indie , spesso eglino s1 incalzano in modo che F uno stadio confonde si coli' altro , avvenendo non di rado la morte prima che il male attinga il 3.° stadio j di che porgono lumi- i5£ noso esempio alcune delle Storie per noi raccolte. gà. D' altronde possiamo assicurare ,, che se fulminante non sia I' azione del cho~ lérico contagio , appalesasi io stadio d'irrir tamento con lievi moti irritativi , i quali % senza la pronta organica reazione , o previdente terapìa, che attutisca o distrugga l'ir-« ritante elemento , sì rapidamente accrescon-si che sorpassano col massimo pericolo di vita lo stadio di cui parliamo. I fenomeni precursori con cui esso apparisce sono un malessere, la nausea , l'anoressìa, l'oppressione all' epigastro , i borborigmi, i dolori di ventre, la diarrea, il vomito , la cefalagìa, le vertigini ( sebbene illese sie-no le funzioni dell' intelletto ), i' inerzia , e Io spossamento più delle fisiche- che delle morali forze. Quantunque quasi sempre critico sia il sudore, pure talfiata comincia sintomatico ( stor. 3.a, e. j.*), e tal altra il morbo incomincia con alternative di cai' do e di freddo. Crescendo l'irritativo ap- i6ò parato , la fisionomìa si abbatte , e dispo-nesi a prendere 1' orribile cholérica impronta. Gli occhj s' injettano di sangue , e principiano ad incavarsi dentro le orbite : la lingua or pulita , or secca , or bianca , ed ora gialla apparisce , e comincia in progresso a raffreddarsi : fisso diviene talora Io sguardo; 1'ambascia nelP epiga-stro si accresce : frequenti sono la sete, e la volontà di orinare, ma spesso soppressa rimane V orina. Impertanto proseguono i borborigmi con strepito ; i dolori ed i tormini addominali non mancano. Aumentasi la diarrea alternata , od accompagnata da vomiti : sono le materie verdi , o brune , o mescolate di sangue, talvolta miste con vermi , o con alcun cibo non digerito , e spessissimo con mucósi fiocchi, assumendo quasi sempre un colore suo proprio biancastro, come di colore amilaceo, o come un'acqua di riso. Per distinguerle dalle altre morbose dejezioni, inclusive dei choléra non contagiosi, le chiameremo giustamente cho- i6i Uriche evacuazioni. I dolori alla spina,.ai lombi, gli crampi nell' estremità più o meno molesti, talora isolati, più spesso simultanei osservansi comunemente nell'aumento dell' irritativo stadio , di cui diviene soventemente compagna la veglia. Comincia indi a sminuire l'irritamento nel sistema irrigatore , rallentasi la circolazio-, ne , e comparisce la cianosi specialmente nelle estremità, che talora presentano un colore di rosa-cupo , e pressoché sempre vi si congiunge il loro raffreddamento. Lo affilarsi del naso , la smania più forte , 1' ardore de' precord), il frequente sospirare con difficoltà di respiro , e I' ardente sete mostransi a misura dell'accrescimento morboso di questo stadio. Reagendo 1' organismo vitale a sì bruschi ed innormali perturbamenti, i polsi che eran celeri e deboli, si rialzano febbrili, sebbene sovente tali manifestatisi appena comparve 1' azione del contagio , dando tal fiata in-sino a no e più battute in ogni minuto.. il iS 2 Animata fassi la fisionomia 7 e persistendo V organica reazione ajutata da' terapeutici presidj , talora in mezzo ad un apparente conquasso per la critica perturbazione 5 si appalesa un salutare sudore, fluiscono copiose le orine, diradono , o cessano le dejezioni, e da cholériche tornano nello stato normale, arrestandosi l'umorale afflusso che per 1' elettiva azione del choléra accorreva nel tubo gastro-enterico. Accostasi infine allo stato normale 1' organo dermoide , ove nel felice scioglimento di questo stadio , manifestasi con frequenza un' eruzione , ora a guisa di miliare , ora come un morbillo , spesso a guisa di risipola ? o di furoncoli , svanendo la cianosi, e tranquillo tornando il sonno. g3. Il sintomatico complesso del primo stadio da noi presentato , non iscor-gesi, come ognuno può immaginare , sempre uniforme , svariato essendo non meno per V intensità , che per 1' ordine e nu- i63 mero de' sintomi, dominando , siccome abbiamo enunciato al §. 90 più V uno , ora più l'altro fenomeno. L' azione dei quali imponentissima appalesandosi nel 2.." stadio , quivi ne daremo quella spiegazione , che meglio per noi si potrà. Per l'importante obbjetto della terapìa, dobbiamo , prima di por fine a quest1 articolo , avvertire -, che taluno affascinato da' prestigi sistematici non si faccia illudere da alcuno dei sintomi irritativi , che mentiscono talvolta un infiammatorio processo nel canale digestivo , che per 1' opposto avvenne talora per I' abuso di stimoli diffusivi. Che se anche per fortuito caso potesse il medesimo presentarsi,. noi ingenuamente confessiamo di non averlo mai osservato in questo stadio ? in cui se indispensabile sia un metodo di cura antiflogistica 5 debb' esserlo , come vedrassi a suo luogo 5 colla massima moderazione , e relativo non meno all' età e al temperamento dell' infermo , che al genio del- 11 * i6i la stagione e del clima. Finalmente se negletti sieno i sintomi dello stadio irritativo , o per scioperaggine dell' infermo , o per medica ignoranza, accresconsi essi in modo da costituire quella terribile sindrome morbosa , designata da noi col nome di z". stadio , ossia stadio algido. 05 AHTIC3öIjO X. Secondo stadio del choléra indiano , os~ sia stadio algido, 9^. JLlo stadio orrendo che dobbia'mo ora discorrere , risveglia terrore insieme , e contemplazione altissima agli occhj e alla mente del filosofo osservatore. Sollevando esso pacatamente il pensiero alla storia de' secoli trascorsi, rimane- stupefatto dell1 ardimento dei tempi moderni, in cui aggirando dattorno Io sguardo 5 alle risuonanti parole di filantropìa, d'incivilimento 5 vede mai sempre rinnovarsi quegli estenuimi, e miserande scene , che per un pestilenzial morbo del sec. sestodecimo , con vivissima dipintura ci rappresentava non ha guari l'illustre Manza- i66 ni. Se V uno di noi al racconto di quelle atrocità raccapricciavasi nel suo primo ragionamento intorno l'indiano choléra, dacché questo generalmente per la spregiata profilassi, e pe' trascurati sintomi nell'articolo precedente discorsi con empito prorompeva nella capitale della Francia , ral-lentavasi il suo stupore , e confermavasi in una solenne verità, che l'uomo è sempre il medesimo lasciato precipuamente in balìa di sé stesso. Un elegante scrittore parigino , se per un verso tace i disordini di una sfrenata plebe, dall'altro canto con colori assai vivi esprime. » Dio vi gaardi » di stare a Parigi in tempo di pestilen-53 za. L' aspetto di quest' immensa , ama-» bile e popolosa città all'improvviso scop-j) pio del cholérico flagello , ha presen-. » tato il più spaventevole contrasto che 53 possa mai immaginarsi. Presso a poco » abbiamo avuto sott' occhio i quadri di » Tucidide , e quei più tremendi descrit-33 ti da Manzoni. Se nelle strade e nelle i67 iì pubbliche piazze ti si mostrava ciascu-» no abbattuto e desolato , figurati quel-» lo che avveniva nell' interno delle case » coperte dalle nere ale dell' angelo del-» la morte : era là che la disperazione ed » il lutto sorpassavano ogni umano pre-» vedimento. L' abbiamo noi dunque pro-» vato il terribile choléra-morbus che dal-» le rive del Gange si è slanciato in quel-» le della Senna senza perdere affatto il v) natio ferale carattere. Assicurati pure , 55 o lettore, non starvi lingua, né penna » da tanto quanto sieno bastevoli a descri-55 vere il tremendo suo apparato. Vidi et 55 obstupui. Questa malattia non ravvi-» cina alcun morbo dei più spaventevoli 55 conosciuti in' Europa , ed ingannevole 55 per una falsa analogia è il suo nome. 35 La sua natura , la cagione, i sintomi, )5 il corso , P estensione , ed il suo propa-55 gamento sono del tutto straordinarii a co-» testo flagello. Io penso che esso sia ve- i6B r> mito espressamente sulla terra per scon-» eertare il genio della medicina.... (i) » q5. Il rimirare difatti un solo individuo con fisionomia cholérica , vale a dire nel più tremendo atteggiamento , con lucidi e spaventati occhj assai addentro infossati , con nerastro cerchio orbitale v con naso affilato , e pinne cosperse di lurida polvere cuoprente eziandìo le palpebre , e le ciglia 5 con le ossa zigomatiche prominenti per le increspate , ed incavate livide gote , con labbri violetti, e con profondi sospiri , desta talmente sorpresa, che P uno di noi ali1 ospedale della Carità registrò alla sala del signor Roux num. 28 nel dì z5 giugno un' avvenente giovinetta di anni i5 coli' età di ^.5. Arrogi un indicibile trangosciamento nelP epigastro , che tal fiata toglie di vita P infermo in brevissimo tempo , aggiugni , se non fu estinta la voce , le acute strida pei doloro- (1) Gazette medicale 11. Lfi. 169 si crampi intensamente cresciuti nell'estremità , stendenti si ai lombi , e talora al collo , onde videsi alcun esempio di em-prostotono violento in modo 5 che curvatosi il tronco ,, la testa era fortemente compressa fra le ginocchie. Che se con fulminante morte non terminossi l'orribile morbo , vedi un vomitare frequente alternato , o accompagnato da più frequenti cholé-riche evacuazioni di gran lunga maggiore abbondevoli di quelle del primo stadio , e miste sempre di mucosi fiocchi ; se le medesime sopprimonsi 5 repentinamente accresconsi gli spasmodici convellimene , che l1 illustre Rayer osservò una volta atroci nei testicoli (i). Né qui si arresta la orribile fenomenologia : imperciocché avvicinatosi l'infermo , ti accasa la rapida prostrazione delle forze sue con un interno ardore , e coli' insaziabile sete, che Io divora per ogni sorta di be- li) Id. n. 28. 170 vande , malgrado della costante soppressione delle orine. Discopertone il corpo , lo scorgi di un graduato colore , dal rosso-cupo e turchino insino al bruno , più rilevante nelle estremità. Toccato cruel corpo dal medico ? arida or sente la cute 5 ora agghiacciata di vischioso umore, provando sempre quel gelo che prevalse a dare il nome a questo stadio già colmo di altri e più letali sintomi. Se l'infermo parla, debolissima -, cupa, strana è la voce sua , che meritò il nome di vox cholérica , e spesso le sue parole dileguansi nell' aere senza potersi raccogliere nell' organo dell' udito. Fredda è col medico tatto la lingua , e fredda è 1' aria espirata, la quale toccò appena" la superficie dell' organo respiratore , in cui sospeso rimane talora il grand' ufficio della respirazione. I polsi si sentono picciolissimi, o orbati sono affatto di moto ; il cuore batte spesso con impeto , e non mai normalmente 5 né mancano frequenti sincopi, e taluna volta mor- tali pel di struggimento vitale de' suoi gan-glii. Corre l'infermo quasi sempre a morte? e neh1'avvicinarsi, arrestansi l'evacuazioni, e la dolorosa ambascia ; pei quali fenomeni, malgrado degli estinti polsi, e di altri mortali sintomi, crede egli di star meglio , muovesi, alzasi di letto , passeggia per la sala, o camera, cosa di cui fummo tal fiata testimoni , indi improvvisamente soccombe (1). La terribile fenomenologia dì-scorsa finora estendesi comunemente nella durata media a 3o ore. Né manca sempre in questo stadio disordine nel!' encefalo , specialmente presso a morte. Il primo cholérico per noi veduto morire nello stadio algido all' Hotel Dieu alla sala del signor Bally nel dì i3 giugno era un uomo di anni 70. Ora entrava esso in quell1 ospedale co' sintomi algidi , senza (1) A Berlino si disse essersi talun infermo ridato per due dì in questo stato al travaglio. Scou-tetten rapporto al consiglio sanitario della Mosella pag. 126. 17-2 alcun male di capo, ma nelle ultime ore associatasi un coma sonnolento, col qual sintonia non mai fu veduto da noi invadere un malato di choléra , ed il sig. Rayer lo aveva accortamente notato (1). Nelle storie precipuamente 8.a e g.a vedrassi sul finir della vita la mortai sonnolenza ; e sebbene assai di rado , vi si associa talvolta in questo stadio la lesione delle facoltà intellettuali ( stor.xi ). Ognuno quindi, se alla funesta morbosa narrazione di un solo fatto rabbrividisce, più atterrito si rimane nelP osservare il crudele e tremendo spettacolo in un numero considerevole di individui da co-tanto morbo aggrediti, e soprattutto in uno stesso luogo racchiusi ; ed ogni medico ancora , all' orrendo racconto, confermasi non iscorgersi una cosiffatta sintomatologia in alcun male che per esso si conosca. L'enunciato fenomenologico complesso però , come si disse dei fenomeni (i) Gazelle id. ib. dello stadio irritativo, così nello stadio algido non ritrovasi sempre uniforme , vedendosi , a modo d' esempio , morire talvolta l'infermo in 2,3o( ore, ed anche in mezz' ora senza il choléra propriamente detto , talvolta batterà il suo cuore vibrato , e senza battiti di sorta scorgonsi le arterie : tali in fine e tanti altri sono i contradittorj fenomeni che cadono sotto i sensi. Il perchè noi ci siamo proposto di rischiararli con que' lumi, che a nostro avviso emanando da un fondo di lace positiva ( §. 89 ) 5 sono i più conface-voli che la scienza ne porga. Preghiamo noi quindi il lettore medico riandare studiosamente le lettere dello Scarpa negli Annali dell' Omodei inserite 5 e in detto par. accennate. 96. Nell'intima persuasione nostra (§.88), che l'in generatore cholérico principio agisca elettivamente nel gangliare sistema , ci si obbiettava tuttavia da alcuni medici pa^ rigini quest'avTÌso7 molto più che nessuna. l'ji alterazione rimarcavasi nel centro de'gan-glj dei cadaveri degli ammorbati cholé-rici , sebbene TVolaski •> Del Pech , ed altri osservatori infiammato ritrovarono il plesso solare. Che se neppure a noi fu dato di rilevare alcun patologico sconcerto nel suddetto centro, non ne siamo punto meravigliati. Imperciocché vediamo che le patologiche alterazioni anche negli organici tessuti dotati di maggior copia di vasi , e di muscoli di quello che sieno i nervi ¦> rilevansi esse soltanto dopo flogistico 5 e talora dopo lungo processo : il che non ostante l'organica pronta reazione , non osservasi , siccome si vedrà, nei processi di morboso irritamento. Inoltre cotanto intensa è tal fiata l1 azione mortifera del contagio , che distrugge la gangliare vitalità, prima di succedere la suddetta reazione ; per cui niun patologico alteramento osservasi nel cadavere, e l'esempio , osservato alla Real casa di salute ( storia xx ) ? conferma il nostro ragio- namento. Contagi eziandìo di natura diversa offrono consimili esempli : nei cadaveri difatto di ammorbati per vajuolo , o per bubonico contagio niente si rinviene , se furono a guisa di fulmine colpiti da quei pestilenziali morbi. Nulla medesimamente riscontrasi nel cadavere di chi fu subito ucciso dall'atmosferica elettricità. II qual fenomeno richiamava alla mente in Parigi un esperimento dall'uno di noi più volte Ietto , dal quale risultava che messo sotto un imponente elettricità galvanica il sistema gangliare di quel cadavere, non dava esso alcuna oscillazione : questa d'altronde manifestavasi nei ganglj di un individuo perito con altro più o men lungo morbo. Perciocché nel ricordarsi questo fatto all'amico nostro sig. Bally , incaricavasi esso di ripetere 1' esperimento in qualche persona morta di choléra fulminante ; nulla poscia per fortuite combinazioni avendo egli praticato , ed imminente essendo la nostra partenza di Pa- 176 rigi , ci rivolgemmo al di. Magendie die con la sua solita gentile cortesìa ascoltò il nostro desiderio, ma assicurava esso che per le sue esperienze non rilevavasi sotto la più forte elettrica azione oscillazione di sorta nel sistema de' nervi. Noi quindi ci credemmo delusi pel fatto da noi dianzi accennato. Illustri medici di Parigi ci avvertirono di porre alcun dubbio nell'opinione del signor Magendie per la ragione che dirette essendo le nostre ricerche a dilucidare il patologico sconcerto del sistema gangliare , opponevansi all' avviso da quell' esimio medico professato , che ripose la sede del choléra indiano nel cuore» L' espertissimo signor Rayer ci promise all' opportunità d'istituire il divisato esperimento , onde , se avverato fosse , più convalidata sarebbe 1' opinione per noi emessa. Che se pure a vuoto andasse il nostro suggerimento , noi ripetiamo con asseveranza non potersi rischiarare la fé- *77 nomenologia in discorso senza P essenziale organico disordine del gangliare sistema* 97. Riandando quindi il pensier nostro sopra quegli ultimi esperimenti ( §. 88-89 ), sappiamo noi che to|ta la posteriore radice dei nervi spinali, che costituisce P essenza del gran nervo intercostale, cessa il senso e la vita degli organi, come per es. la respirazione 5 la circolazione , la secrezione 5 la nutrizione etc.: così se pia--gato ? o attossicato sia detto gran nervo , osservansi. gli stessi morbosi risultamene ti 9 sospendendosi y o certamente alterandosi le funzioni de' rispettivi organi , qua-: lora tutta non venne ancor distrutta la gangliare vitalità. D1 altronde se portasi Io sguardo sopra uno , od anche sopra più' visceri affetti da tutt1 altro morbo , non mai si riscontrano gl1 indicati morbosi fe-^ nomeni, perchè appunto non fu in quelli attaccato il fondo , da cui partesi a tutti gli organi il senso ed il vitale movimento. Soventi difatto noi rileviamo, ad iz 178 acute o croniche affezioni gastro-enteriche associarsi per es. intestinale profluvio , ma la circolazione ? la secrezione, la respirazione non restano perciò sospese., come avviene nel 2.0 stadio dell'indiano choléra ; confermasi perciò 1' elettiva choléri-ca azione per noi ragionata , e con gli esempli del choléra fulminante convalidata. Infatti questo choléra senza choléra manifestasi soprattutto pei sintomi di nevrosi ? e fu chiamato secco dai medici inglesi per la mancanza delle cholériche evacuazioni, e sovente fu da essi osservato nelle Indie ; spesso dice averlo osservato in Ungheria la commissione piemontese 5 ed altri in altri luoghi. A Parigi ricorse frequente il choléra secco nell' irruzione di aprile , e più volte 1' osservammo noi stessi nella ricrudescenza di luglio. Sotto gli occhj del più giovine di noi nello spazio di poche ore morivano di choléra 1' uno dopo 1' altro tre individui in uno stesso Ietto alla sala di *79 s. Landry Bom. 4-7 ne* di 5 luglio. In iV paventevole modo moriva in presenza di uno di noi una dorma entrata appena ali* ospedale Beaujon nella sala det sig. Martin Solons nel dì i£ luglio* Per la stessa rapidissima morte avvenuta; a robusto individuo nella Casa Reale di salute , e per non aver mai 1' uno di noi ceduto insi-no a questo dì patologica anatomia in soggetti morti di choléra fulminante , nel giorno io dì detto mese, malgrado di un' elevatissima temperatura 5 mostrava desiderio vivissimo di notomizzame il cadavere ; e tosto 1*illustre JDumeril secondava i suoi voti ( stor, xx ) . Per gP inconcussi fatti chiaramente dunque risulta ? che ricevendo tutti i vitali organi senso, e moto vitale dai ganglj 5 offeso che sia una volta il loro centro , debbono gli organi suddetti necessariamente risentire in-normaìe perturbamento» Dappoiché questo incomincia nel tubo gastro-enterico , e oltremodo quivi si accresce nello stadio 12 * i8o algido prorompendone simultaneo scompiglio negl1 indicati organi vitali, ne con-? segue senza dubbio di sorta , che 1' elettiva azione del contagio esercesi nel sistema dei ganglj. $8. Che se accurato volgasi Io sguarr do ai parziali ed orribili fenomeni , sempre più ci fanno essi palese la patologica condizione del gangliare sistema. L' aspetto primamente del volto cholérico ci ridesta la gangliare morbosità, dacché si richiami alla mente 5 che , se quivi non vi concorrono i nervi spinali della radice posteriore , né direttamente vi si portano dal gran nervo intercostale per compartirvi il senso e la vita, questi gli vengono dovi-. ziosamente arrecati dalla maggiore porzione del 5". pajo de'nervi y che vedemmo far parte integrale del medesimo gran ner-vo intercostale. Accrescendosi in questo per favorevoli combinazioni ecologiche l'azione del contagioso elemento , non per simpatia , diremo collo.Scarpa? ma per con-* i8ï tìnuità estendesi con più o meno intensità P azione medesima alla suddetta porzione del 5". pajo , derivandone un corrispondente risultamento patologico , che mëritossi il nome distinto di facies cho-lérica. Né vuoisi essa confondere colla faccia ippocratica propriamente detta 5 mentre questa rincontrasi in fine di un mortai morbo, e nel choléra indiano appena aumentasi l'irritante sua potenza * atteggiasi la fisionomia in modo , che congiu-gnendovisi la cianosi con gli altri sintomi, contradistinguesi manifestamente la cho-lérica faccia da ogni qualunque aspetto di qualsivoglia altro malore. 99. L' occhio più di ogni altra parte 9 a nostro giudizio si meriterebbe un particular nome patologico nel choléra delle Indie , perchè il suo affossamento col nerastro cerchio orbitale che vi si scorge , è uno de'distintivi caratteri, mercè di cui si riconosce il contagioso dal sintomatico, e, dallo sporadico choléra-morbus già noto in Europa. Ora è per noi di grave considerazione , che oltre la ricca concorrenza de' nervi, la quale portasi all' ^organo della visione dalia maggior porzione del detto 5°, pajo , vi accorre direttamente dal gran nervo intercostale una speciale ramificazione, di che il grande anatomico di Pavia rimetteva spiegarne il fisiologico arcano al dotto anatomico alemanno , cui indiritte erano l'epistole sopra ricordate (S.89). ìoo. Meritossi pure un proprio nome la voce , vox cholerìca. Coloro che la ripetono dal turgore della membrana mucosa delle vie aeree, dal gonfiore delle tonsille 5 o da polmonari innormalità, ingannami a gran partito. Imperocché vediamo noi tuttodì non esser puntò cholérica voce quella delle persone affette di acuti > o di cronici morbi nelle indicate parti ; osserviamo anzi ¦, che nell' elettiva azione esercitata in quegli organi da altri contagi , infra quali vogliamo rammentare la i8S ëcarlattina 9 e la venerea Iue? non mai più. sentesi la cholérica voce. D' altronde nessuna alterazione riscontrandosi ( stor* id» ) negli organi d'individui morti di fulminante choléra , apertamente rie segue , che la voce cholérica deriva dalla specifica morbosa condizione, di Cui nell'indiano contagio partecipano per la suddetta continuità morbosa i ganglj dei nervi laringo-faringei. i o i. Se nei più intensi morbi del viscere respiratore non sospendesi la respirazione , se ciò accade , o nella lesione del gran nervo intercostale , o se tolgasi la ra^ dice posteriore dei nervi spinali , ne discende che nello stadio algido pel gangliare sconcerto sospendesi non di rado la grande funzione fra 1' aere atmosferico , e l'organo polmonare, d' onde viene che indecomposto quello riesce (i) . Il san- (i) L'analisi del eli. Davy sull' aria espirata degV individui cholérici diede un terzo dell' ordinario acido carbonico contenuto nell' aria espirata da iti gue coagulabile rappigliasi nelle vene : cede per conseguenza il moto nelle arterie, e disordinasi quello del cuore? dacché questi organi orbati per natura di nervi moto rj ? muovonsi per la presenza del sangue (i). Dall' innormalità di questo fluido , e dalla maggiore 5 o minor lesione de ganglj cardiaci, impetuosa generalmente fassi la reazione dei cuore , che per la somma vitalità sua è sempre 1' ultimo a morire. Sebbene , ( come ora vedremo dal nessun alteramento necroscopico ) , non «empre manifestasi la lesione di questo viscere , frequente però sen vede Io seoncer- aiomini sarà ; mentre i eh. Clanny , Barruel, « Guéneau de Mussj rinvennero assorbita nessuna particella d'ossigeno , conseguentemente nessuna traccia di acido carbonico. Lo stesso eh. Rayer .sempre al di sotto della metà ritrovò assorbito l'ossigeno dai cholérici in moltiplicate sperienze fatte col eh. foung. Examen comparatif de V air expiré par les hommes sains, et les cholériques. ~{i) Scarpa ©p. cit. i85 to nel cadavere ; ed a nostro avviso l'iper» trofia così detta del cuore sinistro deriva dall' indebolimento , o paralisi indotta ne' suoi ganglj dal cholérico irritamento , capace talvolta d'indurre mortali sincopi. Alcuni medici francesi, sulle orme del eh. Magendie, che ripose la sede del male nel cuore ? riputarono l'ipertrofia accennata per un costante fenomeno. Perciocché nel dì 2 luglio nello spedale NeTcer , i signori professori Larro-que 5 e Laugier ci assicuravano di questa patologica condizione nel cuore sinistro , in testimonianza di che secavansi in nostra presenza i cuori di due cadaveri morti di choléra algido , ma se mostrava l'uno quella morbosa alterazione > ci si presentava 1' altro nello stato normale. loz. Se il marmoreo gelo valse a dare il nome a questo stadio , meritamente sen debbe discutere la maniera, con cui esso a noi sembra avvenire. In due modi crediamo accadere l'importante fenomeno , i8ß e sì rieir uno come nell' altro ne risulta la stasi del sangue ? assumendo la pelle un alterato colore, che piacque ai medici distinguere col nome di cianosi* L' annientamento in cui taluno disse- ridursi 1' organismo vitale pei fenomeni del gelo marmoreo 5 e della stasi del sangue 9 benché sia sempre di gravissimo momento da considerarsi soprattutto pel metodo curativo , è per noi certo un fenomeno secondario* Primieramente nel choléra fulminante succede 1' abbandono di tutte le organiche forze per la generale paralisi dei visceri vitali stante l'intensa azione del contagio ne' ganglj} conseguendone lo arrestarsi , o assai fiaccamente eseguirsi la circolazione sanguigna, d'onde provengono il gelo , e la cianosi cutanea, e spesso la totale necrosi della cute. Vuoisi perciò ragionare , che se il muoversi dei vasi dipende dalla concorrenza dei nervi , è in ragione ancora però di esso movimento che svolgesi soprattutto nelle arteriose ramili- i87 cazioni il latente calorico , oltre quello che venne alia massa del sangue ridonato per la lenta combustione chimica dell' aere atmosferico nel viscere respiratore. Che se noi vediamo bastevole in molti corpi inorganici 1' attrito per lo svolgimento del calorico , rrìolto più esso Io diverrà nel rapidissimo movimento dei vasi arteriosi. Ci dilungaremmo noi di soverchio , se dimostrar volessimo la copia di calorico che svolgesi eziandio in altre fisiologiche funzioni , e in numerose patologiche condizioni, Ma dacché il detto movimento sanguigno pel sospeso 5 od innormale atto della respirazione ha ceduto , od affiaccossi, cessar debbe 5 o assai rallentarsi la circolazione , quindi non può svolgersi il necessario calorico , d' onde ne deriva il più o meno intenso marmoreo gelo , e con esso il graduato stasamento di alcune parti del sangue. io3. Secondariamente nel choléra algido , sebbene non fulminante , arrestasi i88 la circolazione de' vasi cutanei non solo per la cholérica morbosità dei spinali nervi , da cui vedemmo ( §. 89 ) provenire la vitalità della cute , ma arrestasi ancora per 1' afflusso di alcuni principu componenti il sangue, che in copia accorrono nelle intestina, siccome dirassi nell' articolo XJV. II cutaneo patologico fenomeno lo vediamo presso a poco giornalmente nei febbrili parosismi 9 nei quali ceduto 1' orgasmo , ed incominciata la febbrile reazione , il sistema dermoide riprende l'attività sua, e libera e più vigorosa ancora torna in esso a farsi la cir-lazione : loche avviene di rado nel za. stadio del contagio indiano. Che se talvolta osservasi un' imperfetta cianosi , accade ciò per non essere del tutto assopita la cutanea vitalità dei nervi. 104.. E per la speciale azione dell'elemento cholérico, e pel morboso attrito dell* umorale afflusso nel canale digestivo , che risvegliasi l'ardore interno che prova l'in-? i§9 fermo anche nello stadio algido ; e noi abbiamo più volte attentamente osservato le materie gazose degl'intestini bastevoli a suscitare smodato calore sin dal primo insorgere dei morbo ( štor. v ). Si accresce eziandìo in tal caso l'angustiosissimo patimento dell' epigastro, spegnendosi talvolta subitamente la vita per 1' azione fulminante del contagio che distrugge la vitalità del centro gangliare ; il qual terribile fenomeno , in onta dell' epigastrico trangosciamento , vien comprovato dalla niuna alterazione nei cadaveri. Distrugge-si , o si assopisce per la stessa elettiva azione la vitalità delle vie orinane , quel^ la della bile , in una parola la vitalità di tatti gli organi , perchè dal sistema dei ganglj ripetono immediatamente Inorganica vita. io5. Se mal non avvisiamo, spiegabilissimo diviene il fenomeno del credersi un cholérico ripristinato in salute , e dei suo muoversi, nel momento che tremendi sin- *9° tomi annunciano una vicina morte (§. g5, e stor. xvii ). Vidersi difatto malati in questo stadio alzarsi, camminare, vantare sanità , e quindi improvvisamente morire. Ora ne' casi 5 di cui si ragiona 5 se il senso e la vita organica dei medesimi più non appare , spenta certamente non è la vita animale che vedemmo di rado attaccata nel cholera indiano ; e spenta del pari non è la vitalità de' nervi motorj , che lo Scarpa nostro provò esclusivamente esistere nella radice anteriore dei nervi spinali (i) ; perciò il fenomenologico apparato dello stadio algido sempre più ci contesta 1' azione del cholérico contagio nel sistema dei ganglj. Violentissimi sono i crampi risvegliati per continuità morbosa nei nervi iliaci , estendenti si sovente per la detta continuità nelle gangliari ramificazioni del tronco superiore. Perlochè dovunque il choléra-morbus incominci a manifestarsi neli' animale eco-fi) Op. cit. î9i nomia •> esercesi sempre pei narrati fatti nei ganglj 1' elettiva sua potenza , comprovata eziandio dalla pluralità simultanea delle organiche lesioni : costante inoltre quella •> e più intensa insino agli estremi si ravvisa. Distrutta anzi affatto la vita organica ? noi vedemmo mantenersi la vita animale e motrice, finché per quella non interrotta concatenazione delle funzioni dell' economia animale, che dagli estera ni oggetti continuasi insino ai fenomeni di composizione , e di decomposizione degli organici tessuti 5 avverasi quell' assioma consensus unus > conspiratio una 5 con" sentientia omnia, onde viene la morte. 106. Né potrebbesi passare sotto silenzio il fenomeno della sete concomitante lo stadio algido. Se in esso manca flogistico apparato ? e presenza di febbre , non puossi 1' accennato sintonia ripetere , se non dall' ardore causato dagP inaffini fluidi cholériçi , ma soprammodo dalle abbondanti perdite de' liquidi ? e dallo scar* 1$2 so siero che rinvieriesi nel sangue dei ma* lati, e dei cadaveri, le di cui membrane sierose veggonsi perlopiù disseccate. I cho-lérici quindi dello stadio algido sono ardenti di qualunque bevanda, eziandìo dì acqua bollente. Imperocché avvenne talvolta, che le bottiglie di quest'acqua poste ai loro piedi, furono da essi vuotate per inav-\Tertenza degl'infermieri, senza che gli ammorbati ne riportassero danno. Lo stesso fenomeno rispettivamente alla sensazione della sete Io vediamo tuttodì nei sierosi profluvi del tubo gastro-enterico , e negli acquosi versamenti. Difatto ne' cholérici risvegliasi 1' ardore della bevanda in ragione delle strabocchevoli evacuazioni choléri-che ? perciocché a noi stessi accadde di notare più volte, che i malati accusarono poca, o nessuna sete , quando mancavano le accennate defezioni ( stor. xx ). 107. Che se ancora volesse discutersi il perchè il sieroso afflusso succeda nel canale alimentare -, a noi sembra non pò- tersi, in questo stadio principalmente, tenere altra via dalia sapiente natura. Abbiamo più volte ricordato , che se subitanea, ed intensa siasi l'azione contagiosa nel sistema gangliare , non ha luogo evacuazione di sorta. Abbiamo ancora osservato 5 se distrutta per la stessa cagione non sìa tosto la vita 9 esercitarsi V azione prima del morbo nei numerosi gan-glii intestinali, onde avviene che la diarrea costituisce uno dei più costanti prodromi del cholera indiano. E notissimo, uhi stimulus ibi major humorum afflu-xus : una congestione difatti sanguigna 7 in specie nella membrana mucosa, rin-vienesi sempre nel tubo gastro-enterico , e rimarcasi essa in ragione della durata del morbo 5 e delle, abbondevoli evacuazioni ; perciocché noi reputiamo succedere le medesime non solo per l'accennata patologica condizione della cute , onde arrestasi il traspiro , ma per 1' irritamento eziandio nei vasi esalanti intestinali ? 19* e nei foIMcoli mucosi. Emettono essi incessanti liquidi , soprattutto nella cavità intestinale, e rigogliosi quivi rinvengonsi colla necroscopìa ( stor. ix ) Alcuni umori quindi, e lo stesso siero non essendo del tutto coagulabili , come veggonsi le altre parti del sangue ( articolo xiv ) , né contenendoli totalmente le vene, fa duopo che apransi una via. Ora chiusa essendo quella della pelle , o per la necrosi , o per 1' assopimento vitale , come abhiam dianzi veduto , e lo stesso avvenendo nelle vie orinane, ed assopita del pari rimanendo la funzione di ogni organo secretorio , non resta altra strada ai suddetti umori , anche per la patologica affinità , che quella già aperta dalla prima impressione morbosa. Supplisce in questo modo la saggia natura ad eliminare gli elementi escretori , e secretori che riteneva il sangue normale in istato di fusione per secernere" ed espellerli ne' rispettivi organi ; ma supplisce ad eliminare ancora il necessa- 19s rio siero per le patologiche condizioni 7 in cui fu ridotta rematosi ( §? loi ) pel gangliare sconcerto* Vedremo perciò nell' art. xiY i princip} mancanti nel sangue dei cholérici, rinvenirsi nelle cholériche defezioni. 108. Se per una fondata esperienza guidata da temperato raziocinio , può un medico istituire un sicura prognostico nei morbi : ognuno che paratamente contempli la cholèrica sintomatologia , si avvede tosto , che se un solo dei sintomi del z.0, stadio persistesse 5 sarebbe bastevole per condurre a morte 'v onde ne segue apertamente che sinistra è sempre la medica prognosi. Tuttavolta anche in questo stadio accade (assai di rado) osservare un'insperata crisi , la quale a giudi eia nostro mostrasi solo , quando il suo fenomenologico apparato è il prodotto del profondo assopimento gangliare? onde mercè dell'organica reazione vitale, piucchè delle me-déìe , ridestasi la vitalità con salutevole i5* i96* crisi. Che se nel 2.0 stadio la vitale proprietà organica non fu. del tutto esaurita dalla nociva potenza del contagio , e un filo della medesima vi rimase, palesato dai battiti del cuore in cui non fu sempre distrutta la gangliare vitalità , per una ragionata terapìa , e più ancora per gli sfor-^ zi conservatori" della vita , vedesi spesso insorgere un apparecchio di fenomeni ? sebben diversi , non meno imponenti e pericolosi di quelli finora discorsi. Sono eglino che costituiscono il terzo stadio , ossia lo stadio di reazione 5 di cui passia^, mp a ragionare. 197 Terzo stadio del choléra indiano , ossia lo stadio di reazionet 109. Oe la forma del choléra indiano nello stadio algido videsi sempre la stessa come in Asia 7 così in Europa, di-* modochè aggravoèsi il pensiero eziandìo di chi mise in dubbia discussione 1' evidente sua contagiosità, svariato presentasi 1' abito fisico de' cholérici , quando toc-cano Io stadio di reazione. Percorre esso per gravità , e durata , talora come il precedente , più spesso si protrae il suo indefinibile termine , che sovente finisce colla morte. Che se con profondo criterio medico si esamini quanto si è narrato nei due precedenti stadj , precipuamente nel- i58 lo stadio algido, non è a meravigliarsi de' differenti morbosi risultati, e delle improvvise modificazioni , ed inconcepibili mutamenti, che spesso si ravvisano nella reazione ; perlochè è di gravissimo momento la medica vigilanza in questo stadio per apporre istantaneo riparo alle rapide sue variazioni. Ora per gradi, ora a salti, ora con abbattimento , o con esal-lamento di forze -, talvolta più in questo che in quell' organo , simultaneo frequentemente , e proteiforme in fine manifestasi il patologico apparato della reazione. Terribile si è quello , che comparsa la medesima , o completamente ancora costituita , tal fiata retrocede il male al secondo stadio , che fu sempre per noi veduto mortale ; e ne porgono 1' esempio in questo nostro lavoro le due storie ix, e xv. In mezzo però a cotanto trambusto più chiaro rimarcasi quel generale carattere , mercè di cui vedesi stabilita una lotta permanente dell' elemento cholérico co1 ri sul- *99 tamenti che l'organismo vitale oppone alla sua potenza. Se opera essa violentemente , o se prolungato divenga lo stadio algido , impetuoso prorompe lo stadio di reazione. Debole rade volte ravvisasi la sua operosità per F individuale idiosincrasia , o per la lentezza del contagioso elemento , o per la opportuna terapìa, succedendo in consimili circostanze un felice scioglimento del morbo. no. Il che avverasi generalmente, se appalesansi battiti arteriosi con polsi pieni e regolari, e se facile ritorni la respirazione ; calda quindi fassi la pelle , dispare la cianosi , e la faccia cholérica , manifestasi un abbondevole e graduato sudore 5 copiose divengono le orine , cedendo le cholériche evacuazioni che ritornano consistenti e gialle, e critica fu talvolta notata alcun'emorragia ( stor. 22.* ) ; spesso finalmente di felice presagio divenne il singhiozzo come nel primo 5 così in questo stadio. ( stor. ia, yi, xyi? xxvi ). 200 Questo sintonia quando non risulta da organico decomponimento , prodotto per Io più da flogosi gangrenosa , non mai fu per noi veduto letale. Ora d' irritamento essendo la cholérica contagione , ed esercitandosi la sua potenza nel sistema dei ganglj 5 dacché in una chiara e non tempestosa reazione incominciasi a ridestare 1' assopita vitalità de' ganglj diaframmatici -j manifestasi il singhiozzo. II perchè noi nel ricercare a Parigi nel mese di luglio le notizie sulla salute del eh. Orfila , tenevamo per buon augurio il singhiozzo , da cui accompagnavasi la regolare reazione, succeduta al 2.n stadio cholérico , in cui era caduto con universale rammarico quest' illustre scienziato. in. -Gl'imponenti fenomeni del 3." stadio dappresso quei del secondo, sonò la perseverante angoscia nell' epigastro con ismania novella accompagnata da alternative di freddo e di caldo, ma più spesso da urente calore con polsi disordinati soi e febbrili, dando in si no a 140 battute per ogni minuto•; accendesi quindi il viso , de-ponesi di molto il cholérico aspetto, la cianosi sparisce 5 ritornano le orine : la sete è sempre ardente 5 ma di fredde bevande è bramoso l1 infermo : caldissima fassi la lingua , s' arrossa talora ai lati , ed alla punta , imbrunendo nel mezzo : i denti , le gengive , e le labbra anneri-sconsi, come avviene nel tifo. La vita animale che nello stadio algido si vide talvolta attaccata solamente nell'approssimarsi la morte , di presente è siffattamente sconcertata che stabilisconsi nell' encefalo prolungate affezioni comatose , e lese di sovente veggonsi le facoltà dell'intelletto. Non meno importanti ad osservarsi sono l1 ostinata veglia, e soprattutto la precipi-pitosa respirazione , e la reazione tumultuosa del cuore. L' ambascia che notammo nell' epigastro insino dallo svolgersi il morbo , convertesi talora in violentissima cardialgia ( stor. xxvn ) , e mai sem- 202 pre un molesto eretismo soffre ivi I1 infermo , che tal fiata non può esso sopportarvi il semplice tocco delle lenzuola. Se biancastre in questo stadio non serbansi le alvine defezioni , sono esse acquose, e giallastre , scarse divenendo di rado , e spesso accompagnate da acerbi dolori nelle intestina. Colle strabocchevoli evacuazioni somma si mantiene la prostrazione delle forze , specialmente se vi si con giungano profusi sudori , che talvolta parziali , o vischiosi ravvisami nel!' organo dermoide : è in esso che nello stadio di reazione offronsi generalmente esantemi, o eruzioni di ogni specie ; vedonsi perciò furuncoli, risipole di ogni varietà 5 eruzioni a guisa di morbillo , o di miliare, orticarie, buboni , parotidi , petecchie , pustole carbonose etc. Le quali eruzioni, se alcuna volta sono critiche , specialmente alcune di esse nel primo stadio , conforme fu per noi notato ( §. 92 ) , più di sovente sono sintdinatiche ? e mortali. In- -2©3> fine per I' enunciata fenomenologia abbat-tesi sempre più l'infermo , fiso diviene il suo sguardo ; ed istupidito e talor delirante comunemente sen muore. 112. Uno dei singolari fenomeni del morbo in quistione , e che lo ravvicina al genere tifoide, si è il passaggio dal primo al terzo stadio senza fermarsi, e prendere il tremendo aspetto del z." stadio. Impetuoso però , piucchè nel tifo ordinario , è il suo corso febbrile : insorge la ce-falagia, e diventa più forte , se esisteva nello stadio d'irritamento , pertinace fas-si la vigilia, persistente è Io stupore , e di sovente vi si associa V alteramente delle facoltà intellettuali. Se non cholériche , incessanti tuttavia sono le gastro-enteriche evacuazioni : più notabilmente si altera la fisionomia, e spesso l'ammalato soccombe ( stor. xxm). Terminasi il morbo felicemente 5 se ad alcuni dei sintomi al paragrafo no rammentati , vi si congiunga un regolare andamento ? se con sollievo 5o4 dell' infermo critiche compajano l'efflorescenze , o l'esantematiche eruzioni nell'organo della pelle ( stor. xxvi ). n3. Dal complesso dei fenomeni del 3." stadio noi opiniamo non essersi ingannati coloro 5 che avendo in isvariate contrade veduto l'indiano choléra lo assomigliarono tal fiata al più intenso tifo (i) ; Un distinto medico francese lo paragonò al più confluente vajuolo (2). L' uno di noi dopo serie riflessioni , un anno prima di vedere il morbo , portava quell'opinione , per dimostrare ancora la nullità del suo genio intermittente , che per l'analogia di alcuni sintomi delle comitate febbri perniciose avevano taluni traveduto (5). Allorché fu per noi da vicino esaminata la malattia ^ ci siamo confermati non poterle disconvenire la denominazio- ( 1 ) Commissioni piemontese e lombarda : Annali universali voi. 60-61. (2) Gazette medicale 11. 28. (3) Giorn. Arcadico tom. 5o pag. 57-8. 2o5 ne di febbre continua pestilenziale cholé-rica con qualche modificazione , di cui diremo. Riferiva con lode quella nostra opinione il eh. Speranza (1), e Io stesso sentimento aveva portato il signor com-mendator Rossi (2). Il chiar. Guérin redattore in capo della Gazzetta medica, e del choléra-morbus di Parigi , dopo aver annunciato I' arrivo della commissione sa*-nitaria di Roma in quella capitale (3) , rendendo conto di quel cholérico lavoro , opinava 5 che, sulla faccia del luogo, rispetto alla febbre , avrebbe forse P aut* cambiato avviso (4.). Più volte tornossi a discutere con quel dotto medico sulla malattia , e sull' argomento in quistione : esso infine non potendo negare la presenza del^ la febbre nel i.°, e soprattutto nel o.° stadio, come puossi ampiamente rilevare nel- (1), Sull'indole contagiosa del choléra pag. 7, (2) Id. ib. (3) Gazette n. /j.5. (4) Id. n. 52. pag. 377. 2o6 le morbose istorie , conveniva nel pensamento nostro senza ammettere l'orìgine idiopatica della cholérica febbre, in che Popinione nostra assentiva, sebbene ci fossimo bastevolmente spiegati, nel pareggiare alcuni sintomi cholérici con quei della perniciosa algida del cel. Torti» Secondaria perciò reputiamo la cholérica febbre ,. perchè essa scoppia in ragione del più. o meno impetuoso irritativo elemento nel gangliare sistema. Da questo elettivo fenomeno da noi reiteratamente dimostrato , ripetiamo la rapida reazione , e il rapido corso di questo stadio, quando assume F aspetto tifoide , in cui, oltre diverse anomalie, vuoisi attentamente considerare l'accennato cambiamento (§. 109). La tendenza difatto deplorabile (senza potersi rintracciare manifesta causa) con cui, incominciata , o anche stabilita la reazione 5 torna il cholèrico contagio ad agire con violenza, ripigliando lo stadio algido , per noi sempre mortale , mostra una 207 delle più rimarchevoli differenze dal cor-so degli altri tifi. 114. Se non di cotanto rilievo, come il precedente , considerevole tuttavia è la svariata presenza dell' efflorescenze e degli esantemi? che spesso riscontransi nel ï.% e 3.° stadio, L' uno di noi curioso di cerziorarsi delle alterazioni della pelle , di cui quando scriveva il citato lavoro (1) , non eravi che alcun raro esempio da esso letto , pensava sin d'allora che una morbosa condizione nella cute sarebbesi verificata come negli altri contagiosi morbi. Vide di vero non solo per testimonianza d1 infiniti medici francesi , ma co' proprj oc-chj estesamente confermata la medesima, e confermata vide 1' opinione sua , che nel 2.0 stadio mancherebbe la vegetante condizione patologica nella pelle per la necrosi, od assopita vitalità (2). Nel qua! (1) Gior. Arcati, id. pag, 4 8 nota. (2) Id. ib. zoS caso , se non sì svolse fulminante il morbo , fu osservata un1 alterazione più o meno identica nella membrana mucosa v e soprattutto nella mucosa gastroenterica. Perilchè un illustre medico parigino , nel negare a tutta forza la conta-gione , disse costantemente vedersi dett'alterazione 5 basando anzi per essa il carattere del morbo cholérico somiglievole ad una rogna 5 o senza 5 o con infiammameli-to j e dandole il nome di Psoronterie > e di Psoronterite (i). II tifo dunque consecutivo al chole'ra del i.°, e del z." stadio varia generalmente dal tifo comune pel ritorno, che talora bruscamente si osserva , allo stadio algido 5 per l'impetuoso suo correre, e per le differenti eruzioni, che ordinariamente si mostrano nell' organo dermoide. Dopo le quali chiarite modificazioni 5 una volta che associasi la parola cholérico al tifo , ne viene a nostro (i) Gaiette médicale n. 27. sog jjmdizio la chiara cognizione dell' elemento diverso che lo produce , onde è esatta la denominazione di tifo cholérico , in i specie quando attinse il 3.° stadio , di cui si parla. Concludiamo , che se l1 epiteta d'itteroide fu aggiunto alla febbre gialla d' America ; il tifo cholérico-, o îa febbre continua pestilenziale cholérica potranno del pari giustamente sorreggersi. Che se il dotto autore del rapporto cholérica del Bengala aveva alcun dubbia che if tifo ivi sviluppato si dovesse piuttosto credere proprio del clima che essenziale del morbo , quest' opinione fu dileguata in Russia, e specialmente a Mosca , in cui nella stagione più fredda dell'anno videsi il tifo cholérico 5 onde affermossi con tutta certezza non avere il clima nessun'influenza alla genesi di detto tifo (i). Né converremo col Jacrtikert, il quale se confonde talvolta il choléra delle Indie coi (i) Annali univ. toI. 6®. H 210 choléra già noto in Europa , tal altra , sebbene anticontagionista , Io confonde col tifo itteroide : potrebbe piuttosto convenirsi nel ravvicinamento de' due contagiosi morbi , che testé ricordava l'ottimo amico nostro signor Bally (1), di che stiamo in attenzione di vederne colle stampe pubblicato il suo ragionamento. Né ardiremmo noi professare 1' opinione di alcuni profondi patalogi, che ammettono un solo contagio qual primitivo archetipo , dal quale ne provengono le differenti varietà. n5. Ma per tornare al proposito, chiunque a modo d' esempio attentamente richiamasse al pensiero un individuo assiderato portato all' improvviso alla naturale temperatura, immaginerebbe subito le peri* colose congestioni, e talora le gangrenose flogosi. Così assopite nello stadio algido le funzioni degli principali organi della vita, maggiore debbe sorgere il patologico scoili' (i) Gazette médicale h. 127 pag. 876. 211 piglio dei medesimi, dacché appare Io stadio di reazione. Mentre , se in questo novella apparecchio non togliesi tosto di vita F infermo , siccome talvolta accade , ne conseguono le imponenti e svariate morbose forme. Laonde poco minori di quelle dello stadio algido sono le funeste conseguenze dello stadio di cui si discorre. Imperocché esso a guisa di proteo or presenta il ragionato tifo cholérico , ora altre pericolose morbosità 5 senza contare quelle che succedono dappresso ai tre sta-dj. Difatti se all' insorgere lo stadio di reazione , dopo il choléra grave , accade rarissime volte un' inaspettata sanità , perchè , il ripetiamo , un assopimento soltanto fu in questo caso prodotto dall' azione del contagio nei ganglj ; manifestansi però morbi diversi a seconda delFindividuale disposizione, del metodo usato di cura, del genio della stagione, e del clima. Puossi dunque ripetere coli' accorto protomedico di Ungheria : conlingit praeterea i ' * *4 212 saepius 5 cjuemadmodum nunc cernimus ut lues orientalis in fsbres typhoideas , vel intermittentes , in hydropem vel alium mor-bum cronicum abeat, at post majores sanguinis in1 caput 5 pectus , vel abdomen congestions « encephalitis , meningitis , pleuri-tis , peripneumonia , gastritis , enteritis , hepatitis , peritonitis evolvantur ; vel et hemi-plegiae superveniant etc. (l). 116. Tralasciando i morbi cronici , e le febbri intermittenti, di cui parla V illustre Lenossek , e delle quali si dirà nell' articolo seguente, osservammo noi, spezialmente nella ricrudescenza di giugno negli spedali de.la Carità-, e delVlIôtel Dieu, nello stadio di reazione succedere flogistiche affé i ni degli principali visceri. Oltre la forma tifoide , ci fu dato di vedere decisa infiammazione dell' encefalo e delle membrane, e indagandone le cagioni , rilevammo talora un' inviduale disposizio- (i) Annal. Wiiv. voi. 6i pag. io6. ai3 ne , qualche volta 1' abuso degli stimoli diffusivi esercenti maggiore 1' operosità loro nell'encefalo: talvolta in fine, senza poterne assegnare causa ragionevole, l'empito reattivo fecesi talmente violento nell' encefalo ', che sotto i nostri occhj , nel momento della reazione , morì all' ospedale Neker apopletica una donna nella sala deL signor Bricheteau ( §» 101 ). 117* Dappresso lo stadio algido (in cui fa insino veduto sospesa la respirazione ) a misura che insorge il 5.° stadio, passa il carbonizzato sangue allo stato di ossigenazione , né più perde la fibrina , e la quantità del necessario siero. Laonde stimolato bruscamente 1' organo polmonare , precipitosa diviene la respirazione , copioso quindi 1' afflusso del latice vitale ; costituendosi flogistiche morbosità in detto viscere , e, nelle sue membrane da noi spesse volte osservate. 118. Il tubo gastro-enterico , ed il peritoneo vedemmo alcune volte infiamma- zìi ti non solo per l'irritamento convertito, per la impetuosa reazione , in flogosi , ma tal altra volta ancora per 1' accennato abuso degli stimoli diffusivi. ng. Costituita la cute in altissimo stato d'inerzia nel 2.0 stadio, in ragione della ridestata vitalità dei nervi sin allora assopiti , e della ripristinata ematosi, si accende e talora infiammasi fortemente la medesima. Wè dubitiamo , che V arrossamento suo sia accresciuto dalle irritanti , ma d'altronde necessarie fregagioni adoperate nello stadio algido per risvegliarvi 1' accennata vitalità, onde ristabilire la circolazione , e lo sprigionamento del necessario calore. 120. Ci dilungheremmo noi di troppo , se a minutissima rassegna si volesse-sero passare i morbosi fenomeni, che ciascuna talor parziale , talor complicata pa-talogica forma presenta nello stadio di reazione. Imperocché crediamo che ogni sagace medico ? nel considerare la sospensione aie delle funzioni organiche di ciascun viscere, improvvisamente più o meno ripristinate , avvedesi di ciò che può costituire la sintomatologia di una speciale, e qualche volta violenta flemmasìa complicata non di rado con nervosi sintomi, oltre le tante altre modificazioni che individualmente possono accadere sia pel grado , sia -pel sintomatico complesso di questo stadio. Limpida perciò ne viene la conseguenza della somma sorveglianza, della prudenza 5 e dell' avvedimento clinico , siccome nell'art. XV vedrassi. Facciamo quindi passaggio ai morbosi risultamenti , che lascia il choléra-morbus dopo i tre stadj per noi ragionati. ARTICOLO XII. Risuhamenti morbosi consecutivi ai tré stadj del choléra indiano. usi. O e alcuni autori reputarono secondar] i morbi succeduti al primo , ed al 2." stadio , inclusive il tifo , noi teniam fermo esser eglino caduti in inganno, poiché provammo quelle morbosità essere parte immediata del choléra indiano. Rispetto poi al tifo cholérico , oltre le differenze dal tifo ordinario che veggonsi ncll organo della pelle , e la violenza con cui egli percorre , notammo la diversità sua propria e specifica pel retrocedimento al z." stadio ( 109 ), dal che apertamente si scorge essere esso parte integrante del formi- £l8 dabile elemento che costituisce il cholera contagioso. 122. Secondary od accidentali sono piuttosto i morbi consecutivi dopo i descritti stadj , dacché questi cessati , comparve qualche nuovo morbo ; oppure attinta dall' infermo la convalescenza -, isvilupppssi durante la medesima alcuna malattia di diversa natura. Un medico che attentamente ripensi all' azione esercitata dal chole'-ra nel gangliare sistema , se vedrà tal fiata restituito in subita sanità alcun infermo in mezzo alle più terribili fasi del cholérico morbo , il che fu per noi dilucidato abbastanza , spessissimo osserverà ancora , che in ragione della cholérica gravità , e dell' individuali circostanze infermarono gli svariati organici tessuti dell'animale economia. Laonde giudicherà non istarvi 5 per così dire , morbo che non possa venire novellamente in iscena , benché cessata sia la forma , colla quale distin-guesi il choléra delle Indie. All' obbjetto zig quindi di rischiarare brevemente quest'art., divideremo coteste secondarie affezioni in acute ed in croniche ; alcune delle quali insanabili per le organiche lesioni , divengono più micidiali del primitivo morbo , da cui quasi sempre mediatamente derivano. i^3. Sebbene non sieno sì frequenti, per ordine del nostro discorso , noveriamo fra le acute affezioni le febbri che proseguono il choìéra-morbus , e che a noi, e ad altri osservatori fu dato pe' loro fenomeni di vederle quasi sempre accidentali; ben inteso che il violento conquasso, a cui fu portato l'animale organismo dall'indiano contagio, probabilmente, e forse senza dubbio si dispose il medesimo al novello^ generale morboso apparato. Continue e talora intermittenti , laddove queste ricorrono , vidersi le febbri dopo il choléra, e fu per noi veduto eziandìo il tifo nosocomiale all' Hotel Dieu pe' suoi speciali ? e notissimi sintomi. 220 > \z{i Avvenne con pia frequenza di osservare flogistici morbi durante la convalescenza , in cui, commesso alcun disordine dall' individuo scampato dal contagio , rimase egli comunemente vittima della malattia nuovamente insorta. Osser-varonsi perciò encefaliti , pleuriti , pe-ripneumonie , gastriti , enteriti , peritoniti , e taluni, il che non fu a noi dato di vedere , osservarono ancora metriti , nefriti , cistiti, epatiti e spleniti : delle quali crediamo superfluo il ragionarne , notando soltanto , che in vista delle cose antecedenti cauti vuoisi andare nei metodo antiflogistico. Né mancarono a Parigi esempi di profluvii sierosi, e cruenti, accompagnati talvolta i secondi da piressìa , e quasi sempre furon essi mortali. ia5. Altri morbi contagiosi succedettero , e tal fiata accompagnarono il cholera indiano. Nei primi dì che noi frequentavamo V Hôtel Dieu , osservammo alla sala del signor Bally un giovinetto 221 che dopo un choléra piuttosto grave, era stato attaccato dal morbillo co1 proprj sta-dj , indipendente perciò dalla morbillosa eruzione che vedesi non di rado in fine del i.° , e più del o.° stadio cholérico. Ora sui finire del benigno e regolar corso di quell' esantema manifestavasi il vajuo-lo , che nel momento , nel quale era da noi visitato la prima volta l'infermo , presentava la desquamazione. Il connubio di qualche febbrile contagio col choléra-mor-bus l'affermarono distinti medici, e se a noi non accadde osservarlo a Parigi, altre volte ci fu dato di vedere il contagio petecchiale insieme col vajuolo,o colla scarlattina , e questi a vicenda in connubio colla rosalia li vedemmo più fiate mitamente procedere. Il perchè l'uno di noi ne'suoi verdi anni per un' invalsa opinione che 1' un contagio distruggesse 1' altro , rimase deluso ne' suoi tentativi (i). Erroneo (i) Memoria sull'Idrofobia. Un dottissimo medico amico nostro rifletteva non La guari , che zzi nossi sovente 1' ematosi quanto nelP encefalo, tanto nei precordi, siasi prodotta agevole disposizione da torre di repente la vita. L' esaurito innervamento , un subitaneo spandimento acquoso , o sanguigno negli organi interessanti la vita , un improvviso in fine , e letale sconcerto meccanico nei precordj , o ne' grossi vasi, sono fenomeni , che ponno avvenire , e fatalmente avvengono tal fiata in ispecie dopo la gravità intensa del 2.*, e del 5." stadio. 1.27. Oltre i violenti e micidiali risultati morbosi di cotanta importanza, tengon dietro con più frequenza il pallore , il dimagramento, il viso affilato , un occhio languido , molle , spaurato , e talora injettate rimangono le sue congiuntive. Quel livido notato attorno le orbite come sintonia caratteristico dell' indiano cholera non del tutto sempre sparisce ; di mo-dochè dopo lunga convalescenza eziandìo presentano alcuni individui la cholèrica fisionomia. Né mancano sovente la pro- 22$ strazione delle forze fìsiche, e morah , la gravezza , e la caldezza di capo , 1' accensione del viso, la sordità 5 il sonno protratto , la lentezza, o la brusca prontezza a rispondere , 1' epistassi etc. 128. Più rimarchevoli per altro delle presenti morbosità sono le croniche affezioni che offrono 1' encefalo , il sistema linfatico, e soprattutto il sistema de' ner-» vi 5 ed il canale digestivo 5 senza escludere talvolta T organo della pelle. 12g. Se 1' acquoso spandimento notato nel parag. 126 non sia capace da giungere ora al grado di produrre improvvisa , o sollecita morte , divenga per altro essa bastevole a comprimere i nervi della vita intellettuale : ovvero, se accada ancora difettoso innervamene , accresciuto da organica disposizione , o da imprudente terapia ; più medici notarono dopo il choléra la follìa anche insanabile , il che non fu a noi dato di potere osservare. Osservammo bensì ogni altra specie di nevrosi. JJ uno i5 226 di noi rilevò insino dai primi dì all' os* pedale Provvisorio dei Granaj di abbondanza una paralisi imperfetta in una donna 9 e completa in un1 altra nell' estremità sinistra, ed ambe lasciate dalla choléri-ca violenza. Nella sala del signor Larro-que ( §. 101 ) un infermo aggredito dal choléra indiano nel dì 26 marzo 9 guardava ancora il latto nel dì 2 luglio per paralisi da quel contagio lasciata nella gamba sinistra, e la quale scemava con somma lentezza? Più volte fu per noi notata la paralisi della vescica orinaria. Non diremo delle isteriche ed ippocondriache affezioni, e lungo sarebbe il novero di tutte le nevrosi che ogni medico può ben immaginare frequenti. i3o. Grave osservasi tal fiata il languore del sistema assorbente , onde veggonsi gl' infiltramenti cutanei 5 gli edema , gl' ingorghi glandulari , e talora una manifesta cachessìa. Strabocchevoli in fine essendo state le perdite dei liquidi durante 22J il choïérico corso 5 enorme sì presenta tal fiata il detto illanguidimento nel!' organo linfatico , che non potendo ora riassorbire i fluidi incessantemente esalanti nelle cavità , né forza bastevole avendo per far circolare la scarsa assorbita linfa , avvennero versamenti acquosi nelle diverse cavità. In ogni ospedale osservaronsi idrotoraci , idrocarditi , asciti , e talvolta fu per noi veduto nel choléra l'idrocefalo acuto , né mancò l'idrocefalo cronico ? che da noi si notò nel dì 17 luglio nelP, ospedale degli Esposti- i3i. Se fu replicatamele mostrata l'azione specifica dell* elemento ìngene-ratore del choléra sopra i ganglj , se il centro di essi, ed i suoi più doviziosi rami sono nel canale digestivo, ne discende che quivi succede l'immediata reazione , e P afflusso quindi strabocchevole degli umori. Laonde , ad eccezione del choléra fulminante e secco , si costituisce il choléra propriamente detto ; per il che i5 * 22% ognuno concepisce quali e quanti sieno i morbosi turbamenti del tubo gastro-enterico 5 benché terminato sia il corso della malattia. Sono perciò frequentissimi 1' anoressìa , i borborigmi , la cardialgia, i dolori addominali, la diarrea , la dissenteria ? ed in alcun individuo si osservò ancora la voracità. Era parimente all' ospedale Neker nella sala del signor Larroque che nel dì 2 luglio vedevasi un choléri-co del dì 5 aprile, che giornalmente soffriva crampi, diarrea ? e dolori, che diminuivano , e risorgevano 7 sebbene dal tutto insieme andasse il male diminuendo a minimi gradi. Il eh. François dopo aver spregiati alcuni prodromi di choléra 5 ridatosi al clinico esercizio nel sommo dell' irruzione di aprile, tornarono essi più forti 5 ed attinsero il choléra grave > da cui egli fortunatamente scampava. Ora alla prostrazione delle forze , e al dimagramento , aggiugnevasì l'innormalità dallo yie digestive. Partivasi perciò nel luglio 22g di Parigi per la Savoja, onde , coli' aere campestre , profittare colà de' bagni salubri (1). Svariati sono del pari i disordini dopo il choléra nei sistema biliare. Mo-stravaci il famoso Broussais nel dì 3 luglio nella sua sala dei cholérici un itterico , che da più settimane aveva sofferto gravissimo attacco di choléra indiano. Troppo a lungo porteremmo noi quest' articolo , se tutte si volessero enumerare le affezioni de' visceri dell' addome dopo i cholérici stadj : avvertiremo bensì che anche dopo il i.° stadio della malattia succedono gastro-enteriche innormalità, che impongono al medico ed all' infermo di esser ben guardinghi a non dispregiarle. i32. Finalmente l'organo della pelle, oltre i morbosi caratteri che presenta in tutti gli stadj della malattia , oltre le al- (i) Il più giovine di noi in questi dì ebbe occasione di curare in Roma due francesi scampati dal cholera grave , che presentavano le morbose fasi in discorso. 2iOO ierazioni ricordate (§.119), offre ancora morbosi risultamenti cronici , pei quali non solo confermasi V azione , ma la natura eziandìo propria de' contagiosi morbi. JLaddoye inoltre furono rinchiusi molti ammorbati -cholérici , si appiccarono tal fiata alle pareti sostanze deleterie che nell' organo dermoide suscitarono morbosi irritamenti. Per non dilungarci ricorderemo due fatti avvenuti nell' ospedale di s. Luigi 5 che ci affermano le varie esterne alterazioni. Il eh. barone Alibert, il cui nome sarà a noi sempre caro , e di festevole ricordanza ci mostrava nel dì 29 giugno il padiglione s. Michele , in cui erano raccolti molti cholérici nell' irruzione di aprile. Con sagacissimo suo accorgimento aveva fatto esso in quella sala rin* novare il pavimento, e raschiare le muraglia, ed ii soffitto per rimbiancarli; vuota di presente era la medesima di malati per la freschezza delle lodevoli misure igieniche da pochi dì terminate. Ora av- •25* venne che nel raschiamento di cjuelle pareti ? gli operaj , e gli assistenti toccati dalla polvere furono i primi affetti di maligne pustole nei labbri , e nelle dita ; e i secondi lo furono nelle sole labbra* Istituito à bella posta un pari confrónto in šale, in cui stavansi malati non cholèrici ? nessun' alterazione di sorta ósservossi nell' organo dermoide. Nella sala delle donne affette dalle malattie della pelle , di cui diede il lodato Alibert un sistema filosofico proprio del sud genio, e dell' esperienza sua;, ci presentava una ragazza di i3 anni cori macchie rilevanti negli occhj lasciate dal choléra ? che con violenza aveva percorso i tre stadj. Tornato l'uno di noi a s. Luigi nel dì 18 luglio col eh. dottor Guillié distinto professore oculista pregato dal signor Alibert per esaminare la suddetta ragazza nell' organo della visione , egli dopo un accurato esame pronunciava essere perduto l'occhio destro per la pupilla disorganizzala dall'eruzione cho- ìérica ; ed assicurava che sarebbesi con ^ilcun leggiero collirio ricuperato interamente Vocchio sinistro , dal quale soltanto l'inferma vedeva gli oggetti con difficoltà. ïl qual esempio ci ricorda ciò che talora specialmente avviene nell'esantematica eruzione del vajuolo asiatico. i33. Prima di chiudere quest' articolo vuoisi dire di volo sulla recidiva del cholera indiano» La storia dei contagi febbrili luminosamente ci ammaestra 5 che 1' organismo vitale attaccato una volta da febbrile contagio , distruggesi in esso la suscettività di risentire una seconda volta la sua deleteria potenza. Il qual canone generale subisce alcuna modificazione. Imperciocché , o per non essere stata esaurita neir organica fibra quella suscettività, o per avere nel tratto successivo acquistato gli organici tessuti novella attitudine a risentire la contagiosa potenza , videsi, e neppure rarissimamente, il ritorno de'contagiosi morbi. Noi stessi abbiam più voi- soi» te osservato il ritorno del vajuolo ? e di altri esantemi, ed osservatori accurati notarono tal fiata il ritorno della stessa peste. II più giovine di noi vide all' Hotel Dieu il chole'ra recidivo ( stor. 2.a ) , e distinti medici di Parigi notarono diverse , e chiarite recidive. Vuoisi però avvertire che alcuni altri medici reputarono per recidive i risultati morbosi del sistema gastro-enterico dappresso il choléra, di che un certo esempio somministralo il caso da noi veduto allo spedale Neker (*§. i3i ). L'eretismo in cui rimane dopo il chole'-rrco concitamento il sistema de1 ganglj induce sovente il medesimo ad acquistare una morbosa mobilità , per cui, se talora manifestansi , senza straordinarie ca-gioni, dolori, spasmi , vomiti e diarrea , con maggiore violenza apparisce il gastroenterico perturbamento dopo i dietetici, od altri sregolati modi di vivere. Siffatte morbosità ad evidenza derivate per-l'accennato eretismo , e pei commessi disor- dini non sono però confondibili con quel patognomonici caratteri 5 pe' quali si costituisce il choléra delle Indie. Laonde in "esaminando noi la storia morbosa (di molte recidive pubblicate da alcuni scrittori , le abbiamo di sovente dopo le nostre osservazioni trovate accidentali risul-tamenti morbosi lasciati specialmente dopo il violento corso degli ultimi due sta-dj , e in individui dotati di squisita mobilità nervosa , o in alcuni che abusarono della maniera di vivere. Nella capitale della Francia , che diede campo amplissimo a raccogliere consimili fatti , raramente vi si osservarono recidive : per lo che -i redattori della Gazzetta del cho-léra-morbus conchiusero non esservi state cholériche recidive. Videro anzi essere state attaccate nelP estive ricrudescenze le persone 5 che incolumi erano restate dall'irruzione di aprile , o furono aggrediti coloro , che in quest' epoca fuggendo di Parigi , riportatisi ivi ? vi subirono il mor- ¦zSB bo5 siccome vi soggiacquero gli esteri ? che in que1 cholérici esacerbamenti colà si trovarono. Né mancarono essi di notare giudiziosamente che le persone guarite di choléra nell1 aprile 5 per l'indebolita fibra , e per la mobilità nervosa lasciata dal morbo 5 avrebbero dovuto avere maggiore disposizione alla recidiva nella sua ricorrenza di luglio , in vista ancora delle vigenti occasionali cause 5 per le quali erasi di presente ridestata forte la ricrudescenza (i), Locchè essendo assai di rado avvenuto , confermasi quanto da noi si è in principio di questo paragrafo assento. (i) Gazette medicale n, 5g. 2^7 Necroscopìa c/e' choVérici, i3/l. JNc '£. Il on vi fu mai più lodevole 5 e più universale ardore dell' età nostra per I1 anatomia patologica. Ma a gloria della verità quanto fix Io splendore ? di cui relativamente rifulsero i pochi vecchi anatomici , che con gravissimo senno la cok tivarono , e pel primo di essi collochiamo noi T immortale Morgagni 5 altrettanto generalmente ci parve grandissimo l'abbagliamento di alcuni capiscuola, infra quali noveriamo primamente 1' autore della dottrina fisiologica. Sono ben conti gli errori suoi, e de1 proseliti , quando essa non era in decadenza , per l1 abuso di un elemento sovente utilissimo 9 onde rischia- 238 rare I' astrusa natura de' morbi. Dopo s saggi divisamene d'insigni cultori dell1 arte salutare , cerziorati dalla propria e reiterata esperienza, noi, in parlando di quella dottrina, avanzavamo non esser sempre sicuri i lumi tratti dalla necrotomìa ìn ispecie sopra alcuni visceri, come quelli nei quali 1' autore della suddetta dottrina fissò F esclusiva sede dei morbi febbrili (1). Questa verità generale, sebbene veggasi tuttodì confermata , e non poco applicarsi possa al morbo di cui si ragiona , ciò nulla ostante un' accorta, sollecita 5 e diligente necroscopìa nei diversi cho-lérici istituita , secondo il nostro avviso ? ha servito a torre alcun errore 5 a rischiarare la natura del male, ed ha contribuito alquanto ad una più ragionevole te» rapìa» i35. Di vero se tengasi registrato , o bene impresso nella mente tuttociò , che (i) Giorn. Arcati, toni, 43 pag. 169. 2% si è veduto , e si è operato prima, e durante il corso del male , e precipuamente si consideri il termine suo , ogni savio medico potrà spesso dedurre utilissimi ri-sultamenti da un' esatta necroscopìa. Che se indispensabile diventa pel retto giudi-ciò del morbo un maturo calcolo analitico , Io rafforza d' assai P opportuna sezione del cadavere. Fa duopo perciò; esaminare il genio della malattia , il modo con cui invade , il paese in cui ricorre ? la stagione , 1' età , e l'idiosincrasia dell' infermo ; conviene esaminare soprattutto Io specifico e permanente carattere del morbo , i suoi essenziali ed accessorj fenomeni , la praticata terapìa , la durata del male , e da ultimo il fine con cui si chiuse la luttuosa scena. Dato quindi un giusto valore e rispettivo significato all' insieme degli elementi di quest' esame analitico, ne, conseguirà , dappresso il necroscopico esame , un sintetico giudizio il più con-facevole , che possa mai desiderarsi. zio i2>6\ Prima dunque dì por mano all' anatomico coltello , vuoisi ricordare il genio contagioso del morbo cholérico , e l'irritativa e speciale sua azione nei ganglj : oltre poscia le individuali ed accidentali circostanze debbe considerarsi il modo con cui fu l'individuo dal medesimo aggredito , se ciò avvenne nel colmo del dominio epidemico, e se ne fu egli a guisa di fulmine colpito : se allo stadio irritativo seguì tosto Io stadio algido : se la simultanea , e tremenda sintomatologia da questo stadio prodotta prevalse più in uno che in un altro organico viscere : se invece il morbo dopo Io stadio irritativo , toccò appena , o per niente il z.a stadio 5 ma comparve subito il fenomenologico treno dello stadio di reazione» Se accurata inoltre si fece P investigazione di questo stadio comunque avvenuto , e dei sintomi che Pac-compagnarono per vedere ove la reazione maggiore esercitò la sua veemenza ; finalmente se il terzo stadio , benché com- 2{l pleto 5 stante Io specifico elemento di cai risulta l'indiano contagio disparve con manifesto retrocedimento al 2.0 stadio. La durata quindi del male in generale , e parziale di ciascuno stadio , del loro avvicendamento vonno tenersi in seria considerazione. Debbe ancora ponderarsi il nullo , il parco, il soperchio sì per eccesso, come per difetto , o il razionale metodo di cura , il termine in fine con cui l1 ammorbato soccombe. Da questi riuniti elementi non dubitiamo noi di acquistare nozioni utili dalla cholérica necroscopìa. Per le quali cose insiememente contemplate , ne discende apertamente , che variabilissima presentasi la necroscopìa de' cho-lérici. 137. Imperocché , prescindendo da ciò che potrebbe mostrarsi nel cadavere per malattie anteriori al choléra , estimammo noi di sommo momento il nessuno alteramelo che presenta il cadavere , quando violentissima , ed a guisa di fulmine 16 24-2 fu l1 azione del morbo , ed un esempio cel porge la necroscopìa della storia xx. Una consimile osservazione nei cadaveri di choléra fulminante videsi generalmente in ogni contrada , in ragione dell' intensa gravità del male 9 e dei suo esteso dominio : precisamente a Parigi fu più rimarchevole nell' irruzione di aprile , e in quella poscia di luglio (1). Un cotanto fatto , dietro il sintomatico e violento andamento del morbo ci conferma , se mal non divisiamo , V idea da noi stabilita della distrutta vitalità del centro gangliare, onde non può succedere alcuna organica •reazione da costituire un visibile processo patologico. D1 altronde 1' irrigidimento , e talora il movimento ancora che osservasi negl' individui cholérici morti con violenza ? ci rafferma quanto per noi si disse , che immune rimane spesso il sistema de* nervi che servono al moto ( §. io5). (i) Gazette medicale n. 24, a8, e 4°- zia Ripetiamo dunque che siffatti orribili casi porgono un carattere distintivo del cholera indiano , e rischiarano 1' azione elettiva del contagio. i38. Fortunatamente sono e6si rari , ma lo stadio algido che succede al primo stadio è troppo sovente mortale , e mortale fu per noi sempre veduto quello che avviene dopo che il male attinse il 3.* stadio. In gravissima considerazione debbono tenersi le cadaveriche alterazioni osservate nello stadio algido appena morto V individuo , essendo le medesime in ragione inversa della violenza de' sintomi , e diretta della durata del male. La storia vm ci conferma in questa verità , dappoiché ivi chiaramente scorgesi essere maggiori le alterazioni gastro-enteriche , perchè non solo fu durevole il morbo , ma fu preceduto da una diarrea di 20 dì, dalla qual€ puossi con qualche fondamento ripetere la disposizione delP organo digestivo a risentire siffattamente 16 * sii V azione del contagio , che oltre le consuete alterazioni si rilevò una straordinaria cribrazione nel gastrico apparato. Che, se la presenza pustulare minore che nell'8a-si presenta nella storia cf di eguale durata 5 e contemporanea all'epoca della prima ; affacciasi però una patologica condizione nel polmone non affatto comune allo stadio, algido , benché ordinariamente succeda in quello di reazione : ora appunto apparse nella jx storia la reazione nel 5° giorno, e mantennesi per circa 3 dì. Non è quindi straordinario che 5 sebbene morisse V inferma nello stadio algido , in cui ritornò il terribile morbo , si vedesse una porzione di polmone infiammato, e fatta nel corso del male manifesta la flogistica morbosità dai sintomi di febbre e di affanno : che se taluno nel leggere detta storia volesse in parte ripetere l'infìamma-mento dal metodo curativo , noi noi potremmo obbiettare. Imperocché gl1 interni , ed esterni stimoli, e precipuamente la 2Ì& bevanda di malaga , continuati eziandio nel!' apparire il 3.° stadio , potrebbero avere contribuito alla patologica condizione rinvenuta nel polmone. La storia xix per la corta sua durata ci conferma ancora la pochezza delle pustule enteriche ? poiché quivi visibili appena si scorgono le medesime : ma d' altronde il fìerissimo tormento patito dall' infermo nella regione dello stomaco , in cui al solo semplice tocco, oltremodo inalzavasi il dolore , ci spiega I' esulceramento , che in i5 ore ebbe campo di formarsi in quel viscere. Con questo fenomeno , oltre 1' elettiva azione del contagio , si chiarisce ancora la grave disposizione topica per risentire la sua mortifera potenza , poiché quanto fu vigorosa 1' azione cholérica , altrettanto violenta videsi la reazione locale. i3g. Ma volendo fissare i caratteri ner croscopici da noi , e da altri immancabilmente nel .2." stadio rinvenuti , diremo che all' esterno osservasi una più o me- 2^6 no intensa cianosi più persistente nelP estremità superiori che inferiori. Una fisionomia cholérica , che sovente dimostra V alto sofferimento dell'individuo , rilevasi con maggiore o minore espressione : V irrigidimento in fine della cute, e più delle estremità non, manca in ragione della violenza del morbo. Vedesi ali1 interno V aridità delle sierose membrane relativa alle strabocchevoli evacuazioni choléri-che ; e mai non manca la presenza delle pustule nelP interna membrana mucosa ? assai più rimarchevole nelle intestina , e somiglievole al morbillo , o ad un incipiente vajuolo , e più spesso alla rogna. La grandezza loro , siccome fu accennato in principio del precedente paragrafo , sta generalmente in ragione diretta della durata del morbo. Appariscono le pustole ordinariamente dopo le 65 8, o io ore di questo stadio colla grossezza del- , la più piccola testa di una spilla insino a quella di un piccolo pisello. Nel colon *i7 in specie presentano esse un orifizio net loro centro , che videsi talora estesamente nella mucosa gastrica ( storia vin ). Nero tal fiata apparisce V orificio accennato , ed una zona parimente di color nero scor-gesi cpialche volta nella circonferenza , come avviene nel vajuolo (i) . Rigogliose inoltre in questo stadio si mostrano le (1) Noi ci eravamo proposti di dare un rame colla fisionomia di alcun cholérico morto nel 2." stadio, ma nella considerazione, che ripor-taronsi cotesti esempli anche negli oggetti di lusso , ne deponemmo il pensiero. Pregevole piuttosto ci sembra offrire in fine dell'opera una tavola dell'ammorbato intestino, onde dare un'idea chiara della sua costante alterazione nello stadio algido non fulminante. La medesima è tolta da un lavoro sul choléra , un di cui esemplare fu all' uno di noi recapitato in questi dì ; e dopo sei mesi che ce lo aveva 1' aut. trasmesso. Esso devesi all' egregio giovine sig. Ripuuìt medico assistente del lodato sig. Ballj , che più fiate ci fu anch' egli oltremodo cortese. 2Ì8 glandule del Pejero , e sviluppatîssimi veg~ gonsi assai sovente i follicoli mucosi, per lo irritamento energico dell' umoralet afflusso ( §. 107)? per lo quale separasi da quelli incessantemente il noto liquido biancastro 5 soprattutto proprio di questo stadio. Il cholérico fluido si ritrova più 0 meno abbondevolmente nel canale digestivo 5 ed alcun poco nella vescica orma-ria , senza che in alcuna di queste parti vi si scorgano i normali fluidi , confermandosi la cessazione delle secrezioni rispettive nello stadio algido. Deriva dall'irritamento de'cholérici fluidi , talora dagli eccessivi apprestati stimoli, e dall' incipiente reazione vitale 1' alteramento rossastro o livido 5 che nello stadio algido osservasi spesso nella membrana mucosa, e precisamente nelle intestina. A prima giunta potrebbe il medesimo prendersi per un flogistico o gangrenoso processo , ma attentamente esaminato, scuopresi essere una semplice congestione prodotta dalle suddet- zi9 te cagioni (1). Laddove non fu praticata medela troppo stimolante, e a misura che il male rimontò al suo sviluppo , non solo diminuisce V accennato arrossamento , ma di sovente manca del tutto (2) . Costantemente più o meno contratta e rimpicciolita rincontrasi la vescica urinaria contenente alcun poco dell' accennato liquido : sovente in fine condensata vedasi la membrana mucosa dell' apparato digestivo. Una qualche alterazione rilevasi dentro la teca vertebrale, e nell'encefalo, e talora fu veduto injettato di sangue il plesso solare : il che noi abbiamo provato non rinvenirsi mai ne' cadaveri di cholera fulmi- (1) Lo stesso patologico enterico apparecchio fu chiaramente mostrato negl'individui morti di febbre gialla in Gibilterra a disinganno di chi tutto imaginava infiammamento. Bulletin des sciences médicales agosto 182g pag. 314 , e 226-7. (2) Convalidasi questo fenomeno nella riportata tavola : il di cui pezzo patologico pertiene ad individuo morto in 18 ore. 2J0 nante. II cuore ancora trovasi spesso alterato, principalmente nella sua parte sinistra , siccome noi ricordammo (§. 101), ma notammo col fatto non essere sempre costante questa necroscopica osservazione.D'altronde costante , e più o meno carbonizzato è il sangue. Accidentali del tutto sono le altre cadaveriche alterazioni che talvolta si rinvengono nel z." stadio. Dappresso i suoi distintivi caratteri necroscopici fassi chiaramente palese contribuir essi non poco al rischiarimento della natura del morbo , e all' inganno apertissimo , con cui taluni sentenziarono , e spesso senza aver veduto la malattia, assomigliare la necro-tomìa de' chole'rici in quistione con quella d'individui morti di choléra non contagioso. i/(o. Cambia però la necroscopica scena nel 3." stadio. Assai sminuita, e talora sparita vedesi nel cadavere la cianosi, e la cholérica faccia : se nella cute vedemmo sovente critiche eruzioni * sovente an- cora turano sintomatiche ( stor. xxm ) ; onde presentaronsi risipole , petecchie , pa-rotidi etc. Il eh. baron Larrey ci narrava agi' Invalidi aver esso nell' irruzione di aprile osservate più volte le pustule car-bonose alla pelle. Ma il disordine , che noi abbiamo rilevato , quando dallo stadio irritativo il choléra-morbus procede coi fenomeni del 3.° stadio, senza toccare il secondo, o quando più spesso lo stadio di reazione succede allo stadio algido , ci rammenta tosto V innormale, ma non interrotto o ripristinato esercizio delle organiche funzioni. Ne consegue perciò che più pronunciati riscontransi gl' irritamenti flogistici ; ed a seconda della speciale, e veemente reazione ora più in uno , ora più in un altro viscere, vedesi talvolta I1 infiammazione , e la gangrena eziandìo. Piuttosto flogistico irritamento che vera flogosi, più frequentemente si rinviene nel canale digestivo , nell'encefalo , nei visceri del torace ; né manca-cano osservazioni di forte irritamento fio- gistico simultaneo , o isolato negli altri visceri , se generale, o speciale quivi prevalse Io stadio di reazione. 14.1. Per la ripristinata circolazione iß questo stadio tornano le rispettive secrezioni , scomparendo le biancastre deiezioni , supplite invece da evacuazioni giallastre, da orine, da sudori etc. Laonde non più riscontrasi il biancastro liquido nelle intestina, perchè ripristinossi 1' ematosi , uè vuota trovasi la vescica orinaria ; e tutte , benché innormalmente , tornarono a farsi le ordinarie secrezioni ed escrezioni. La necroscopìa dei visceri addominali riportata nella storia xxi chiaramente ci conferma queste verità. La bile , la orina, sebben trasparente , la non più raccorciata vescica, i flogistici irritamenti più rilevanti dell' altro stadio quivi si scorgono apertamente ; e non dubitiamo , siccome ci fu dato di vedere in altri cadaveri, che sarebbesi trovato alteramento notevole nell' encefalo, soprattutto nelle sue membra- .255 ne. La necroscopìa però del 3.° stadio più non si ravvisa , quando esso disparve , e tornò al z.° , come può vedersi nella necroscopìa della ricordata storia ix, avendo quivi nuovamente P elemento cholérico attaccato mortalmente i ganglj. Dal complesso necroscopico osservasi la differenza che passa fra P uno e 1' altro stadio 5 ed i lami che se ne traggono per la indole ? e per la cura della malattia. Vuoisi quindi nella necroscopìa ancora usare il razionale ed analitico ragionamento desunto dalla natura del morbo , e dalle particolari fasi che lo accompagnarono : né vuoisi collocare alla rinfusa il necroscopico risulta-mento , siccome abbiamo osservato in alcuni scrittori di choléra indiano. 2.55 ARTICOLO XIY. Esame jßsico-chimico cle'ßuidi cholérici, precipuamente nel 2.° stadio. 142. Al profondo pensamento dell' ottimo amico nostro e collega il chiar. prof. Monchini a noi comunicato , ed inserito nel primo nostro cholerico lavoro (1), non fu affatto trascurato da espertissimi e dotti stranieri , laddove il choléra-morbus signoreggiò epidemicamente. Che se noi reputammo , e reputiamo per 1' offesa primitiva de' ganglj secondarie le alterazioni dei fluidi, tuttavia 1' esame loro contribuì non poco all' incremento della medica scienza nel choléra indiano. (1) Giorn. Arcad. torn. L. pag. ^5-6 nota. \£5. Per l'afflusso strabocchevole di alcune essenziali porzioni del sangue nei vasi intestinali, separasi incessantemente quel liquido proprio dello stadio algido 7 il quale sottoposto alla chimica indagine diede due diverse sostanze. Sierosa è 1' una e trasparente , V altra è mucosa , bianca, ed opaca : la prima pertiene al siero del sangue 5 alla sua fibrina la seconda ; di mo-dochè potrebbe quasi dirsi lo stesso sangue , se vi fosse la sua parte colorante , che la vedremo cogli altri suoi elementi rimasa ed aumentata nel sistema venoso. ii{. Ad eccezione adunque degl'innor-mali fluidi nel canale digestivo, cessate vedemmo nello stadio algido le secrezioni ed escrezioni dacché i loro materiali esisten-do nel sangue , alcuni principe di essi per dimostrazioni patologiche danno luogo ai medesimi fluidi cholérici : istasati si rimangono gli altri principu nel sistema venoso , perdendo il sangue la fluidità sua ed assumendo un colore come carboniz- zato, ed assomigliando talora ad una vernice , o ad una pece fusa. Quindi sia perchè taluno opinò nel sangue la sede del male, sia per trarre utili medico-chimiche cognizioni, saviamente istituissi minutissimo esame sul sangue dei cholérici nello stadio algido , facendone P opportuno confronto col sangue normale, o con sangue di altre morbosità.. 145. Il eh. Ray ex 5 il cui nome all'uno-di noi specialmente sarà sempre di gra-tissima memoria per le replicate urbane accoglienze , e per le importanti discussioni intorno il terribile morbo (§. 96, i5o-5i), dopo avere istituito minuto esame nell'atta della respirazione nei cholérici, e di avere comprovato che per difetto della medesima, imperfetta facevasi l'ematosi (§. 101), proseguì in altre del pari interessanti ricerche. 1^.6. Primieramente insieme col chiar. James Joung vide esso , conforme fu a noi dato più fiate di osservare , la poca l7 258 attitudine del sangue cholérico ad arrossare sotto l'azione dell' aria atmosferica. Fatto poscia 1' esame del sangue non cho-lérico , e tratto talvolta da infermi emot-toici, o affetti di risipola, osservò il suo coagulamento , e l'azione dell'aria, e del siero sopra la natura colorante del medesimo; d' onde , dopo minutissime indagini risultò j che il siero del sangue non impedisce al sanguigno coagulamento che egli circonda, di arrossare , o di ossigenarsi , quando la densità dello stato sanguigno sia poco considerevole ; ma se essa presenta diversi pollici di profondità, 1' arrossamento non cade sotto i sensi. Esaminò indi se fosse necessario il siero pel sanguigno arrossamento, e dopo svariate fisico-chimiche esperienze ebbe i seguenti risultamenti. i.° che un coagulamento sanguigno il più possibilmente orbato della sua umidità mercè della carta straccia, arrossa assai meno di un' altra porzione rimasa intatta: 2." che i pezzetti di rap^ 2$9 preso sangue diligentemente lavati coli1 acqua non arrossano come i pezzetti del medesimo rimasi intatti : o.° che gli stessi pezzetti rammollati nel siero divengono più rossi, ma meno de' pezzetti non toccati : i." che le parti proprie circondanti il coagulato sangue , dacché esso fu ridotto in brani, divengono più oscure per Io scolo del loro siero , e pel loro disseccamento all' aria. Provò dipoi che il sangue liquido , o senza, o colla fibrina, mescolato col siero diventa un poco più chiaramente arrossato , non essendo la miscela giammai trasparente ; ed arrossando ancora ali1 azione dell1 aria , se la medesima non sia strabocchevole. Dai quali esperimenti , dopo altre savie considerazioni, traeva la probabile , e forse nota conseguenza, che il siero esistente è una condizione indispensabile per F ossigenamento del sangue. Necessario in seguito era a sapersi, se quale delle 3 parti ( acqua, albumina , e sali ) costituenti il siero , intervenisse a questo 17* zòo chimico processo. Dopo avere sperimenta*. to la debole azione dell' acqua pel sanguigno arrossamento , e che nulla diveniva in fine dello sperimento ; dopo aver provato ancora 5 che se non contrariava, niente I' albumina favoriva 1' azione dell' aria sul sangue a divenir rosso 5 sperimentava doversi quest' azione alla presenza dei sali , e dappresso reiterate prove conchiudeva. I.° che tutte le sostanze atte ad arrossare la materia colorante del sangue sono soluzioni saline ( ad eccezione del zuc-caro e dell' ùrèa che i chimici collocarono fra i sali (1) ) : 2.0 che gli umori animali i più carichi di materie saline, come sarebbe il siero etc. posseggono soli la stessa proprietà : 3.° aggiugnendo al medesimo siero altri sali, innalzavasi fortemente quella proprietà : 4.,0 la materia ( 1 ) Secondo JVohler Y ùrèa è un cianito d'ammoniaca , e secondo alcuni chimici ( Or/ila) il zuccaro é un carbonato di etere. 2Š1 Colorante del sangue arrossata dai sali ed esposta all' aria prende una tinta vermiglia. Cönchiudevasi perciò , che la presenza delle materie saline nel siero del sangue è una condizione necessaria , perchè il sangue sia o'ssigenabile ; e per conseguenza indispensabile ai fenomeni chi-, mici della respirazione. Quale sia la natura dell' azione di essi sali (1) , come fa- ( i ) I sali aventi la proprietà di arrossare , e messi in pratica in questo fisico -chimico esame sono tutti sali solubili non metallici. Sono i seguenti ; solfato , idroclorato , nitrato ? e sotto-carbonato di potassa , clorato ed acetato di potassa , solfato * idroclorato j nitrato , fosfato , sotto-carbonato, bicarbonato , e acetato di soda ; solfato , idroclorato , nitrato , acetato . ed ossalato d ammoniaca. ÎI nitrato di barite, e l'idroclorató di calce , 1' acetato" di piombo godono le stesse proprietà. La gómma e la gelatina sen veggono affatto orbate come 1' albumina. Quasi tutti i sali metallici nel senso di questa volgare parola coagulano la materia coloran-te , la raggrinzano , e la colorano di un nero bru- J2Ò*.2 vorischino 1' ossigenazione del sangue, se rispettivamente all'aria dieno all'acqua alcuna fisico-chimica proprietà : se in fine per essere conduttori dell' elettricità contribuiscano alla sua azione. Queste interessanti investigazioni videro gl' illustri collaboratori , come ognun può pensare, difficilissime a sciogliersi. i47. Rivolgendo poi le loro indagini sul sangue cholérico subitamente raccolto in un vaso , ed immergendovi tosto il termometro di Réaumur, ascese il mercurio a 2I gradi e mezzo, mentre che nel sangue zampillante da una vena di un pleuritico innalzavasi a 2g gradi. Notossi inoltre , che tutte le volte in cui riuscì , durante la vita , di ottenere il sangue dalle vene dei cholérici algidi, raccolto esso in massa , ha versato dalla sua superfìcie, 0 da 110 somiglievole al colore di una stemperata {uligine. Nessun umore , eccetto il siero 5 e Y orina , favoriscono notabilmente }' arrossamento del sangue coagulalo. z65 una delle sue parti una piccolissima quantità di siero : finalmente dopo due o tre giorni che fu esposto all'aria divenne completamente nero, mentre il sangue ordinario serbato per lo stesso tempo , rimase rosso. Agitato quindi il sangue cholé-rico per separarne la fibrina, che era in piccolissima quantità ? ha preso una leggiera tinta rossa , mentre assai vermiglip diviene il sangue non cholérico : considerevole inoltre è la consistenza del sangue cholérico , e puossi, come superiormente si disse , rassomigliare a una densa vernice. La quale dopo essere stata agitata , formasi per qualche tempo alla sua superficie uria leggiera spuma a guisa di mg-giada , e quasi simile al catrame. Col riposo deponesi un leggierissimo strato di siero 5 ma di sì poco momento , che dopo alcuni giorni di esposizione all'* aria osservasi alla sua superficie una crosta flessibile : il che non accade al sangue normale , opponendovisi il suo siero. Il recente z6i coagulato sangue cholerico sottoposto aï siero di un altro sangue ordinario 5 arrossa poco 5 ed in qualche sola parte , e meno ancora arrossa col suo proprio siero. Un sangue in fine normale rappreso ed ossigenatale arrossa assai poco sotto iì siero cholerico. ïn un altro esperimento il sangue di un individuò sano neppure arrossò sotto iì siero di un sangue choîérico , sebbene questo siero fosse salato , e contenesse molta albumina , e pochissimo alkali. Questa circostanza aveva giustamente suscitato iì pensiero che il siero del cholerico contenesse minor sale di quello di un uomo sano , 0 attaccato da non cholerico morbo. La qual cosa rilevasi appuntò dalle istituite esperienze 5 e dall'ana,-usi fatta dal eh, Thomson , di cui Eccone un brevissimo saggio (1). (ì) Maggiori ancora sono stati i chimici travagli pubblicati da quest' illustre autore intorno il choléra delle Indie orientali. 14.8. Composizione del siero cholerico e non cholerico. SIERO DI UN UOMO sano (Berzelìus) Acqua . . . 90, 5 Albumina . 8 Sali .... 1,5 100 o SIERO cholerico ( Thomson ) Acqua... 83 j5o Albumina . i5 oi5 Sali .... 1 s35 100 000 In un'analisi istituita in ottobre i83i dal eh. Reid-Clanny a Sunderland non solo il sangue perdette un' abbondevole proporzione di materie saline che entrano nella sua composizione 5 ma esse erano ancora totalmente spariteT Pregevole quindi ci pare accennare la medesima che risulta da sangue di un cholerico di 33 anni morto in 17 ore nel 2.0 stadio. Il sangue somigliava il catrame j né odore j né gusto z66 di sorta offriva applicato alla lingua. Confrontato poscia col sangue di un marinaio dava i seguenti risultati, MARINARO IN SALUTE INDIVIDUO CHOL ERICO Acqua. . . . 756 Acqua. . . . sii Albumina. . 121 Albumina. . Zi Materia colo- Materia co- rante . . . &9 lorante , . 2b5 Carbone li- Carbone li- bero . . . 32 bero . . . 66 Fibrina . , . 18 Fibrina . . . 6 Muriato di so- » » da, e di po- » w tassa? car- » » bonato di w » soda ... li » ir lj 000 ¦ I5 OOO Secondo i Iodati Rayer, e Joung arrossò il cholérico sangue dopo la misce- aft/ la di forti soluzioni saline , ma arrossò alquanto meno del sangue recentemente estratto dalla vena di un uomo sano : proseguendo indi in altre analitiche esperienze risultava dalle medesime. i.° che il sangue cholérico arrossa poco all'aria: z." sotto il suo siero arrossa meno del sangue non cholérico : o." lo stesso siero arrossa meno il sangue coagulato non cholérico di quello del siero ordinario : /£.° i sali agevolano 5 e ravvivano il suo colore all' aria : 5.° conserva più lungo tempo del sangue non cholérico la proprietà di arrossare coi sali : 6." finalmente contiene meno siero , e meno sali del sangue normale , e per quest' effetto è meno atto ad ossigenarsi. lig. Conoscendo ancora i suddetti signori Rayer e Joung che il eh. Hermann , chimico in Russia, ammetteva nel sangue normale un acido libero ( acido acetico ) , e che la porzione di quest' acido mancante nel sangue cholérico 9 rinvengasi nelle z6S cholériche dejezioni, ripetevano essi l'esperimento. Dopo lungo chimico processo s oltre la conferma di quanto si è fin qui narrato , trovavasi alcalino il siero del sangue di un uomo sano : risultava ancora j che il sangue coagulato non conteneva acido libero. Il siero inoltre di un sangue cholerico era meno alcalino del siero di un uomo sano , ed il coagulato non racchiudeva libero acido. Deducevano quindi sagacemente gli autori, che la differenza fra il sangue non cholerico j ed il cholerico non è dovuta a una minore quantità di acido libero nel sangue dell1 ammorbato. II colore eziandìo che acquista il sangue colla tintura di tornasole non è di un rosso puro, e debbesi alla presenza della materia colorante del sangue sospesa nella tintura 5 e non ali1 azione di un acido. Finalmente la tintura di tornasole arrossa il coagulato sangue, il che non avviene coli1 acqua : circostanza la quale nel tornasole vuoisi ripetere da un sotto-carbonato aleali- z6g ko , che ravviva il rosso della materia colorante del sangue. i5o. Oltre il lodevole reiterato lavoro, il signor Rayer all' ospedale della Carità istituiva nel mese di giugno altri esperimenti , ai quali l'uno di noi fu più volte presente , per osservare i comparativi effetti del sangue cholérico incettato nei conigli ; d1 onde da ultimo ne consegui" va. I.° che le injezioni del sangue cholérico nella vena jugulare , nel tessuto celluioso , nel peritoneo , e nello stomaco non produsse sopra i conigli alcun fenomeno di choléra, né alcuna lesione morbosa analoga a quella che trovasi abitualmente presso l'uomo morto di questa malattia: 2.0 che se dopo le injezioni del sangue cholérico nelle vene , la morte giugne più rapidamente 5 sembra quest' effetto dovuto alle fisiche qualità di un sangue più denso : d' altronde le injezioni di cholérico •> o non cholérico sangue nel tessuto celluioso nessuna notevole differenza diedero nei ri- 2JO sultamenti. Il sangue inoltre di un cada-i vere, cholerico , o nò, incettato nel tessuto celluioso 5 o nella cavità del peritoneo , cagiona la morte in pochi giorni ; senza che alcun disordine si ravvisi colla ne-croscopìa , siccome fu veduto co' nostri occhj. Finalmente injettato il sangue cholerico , o non cholerico nello stomaco non affacciasi alcun' innormalità. i5i. A noja forse verrebbono i nostri lettori, se volessimo ancora esporre le chimiche indagini di uomini dottissimi si^I sangue de' cholérici , avendo noi avuto a cuore per 1' amicizia , ed alta stima pel Rayer di riferire gli sperimenti suoi. Dall' insieme dei quali nel rischiararsi alcuni morbosi sintomi dell' indiano choléra , e nel trarsi alcun utile nella terapìa , non recava a noi sorpresa alcuna la nullità contagiosa per l'iniettato , ed inoculato sangue nei suddetti conigli. Perlochè confer-mavasi il notissimo esperimento di non essere sempre il sangue sicuro veicolo per 2Jl introdurre un contagio , siccome il vediamo tuttodì nella vaccinazione , la qua-le non svolgesi sovente , se il sangue uscì nel momento dell' innesto. Credeva perciò V uno di noi essere più agevole il tentativo mercè della materia delle eruzioni apparse alla pelle , stante la testimonianza di uomini sommi nell'arte salutare? che provarono il tempo , in cui più facilmente appiccasi il contagio del vajuolo asiatico , esser quello della sua desquamazione (1). Soggiugneva inoltre di potersi an*-cora tentare l'inoculazione delle gazose sostanze intestinali, dacché a vuoto andarono nel Nord le injezioni de'fluidi cholérici [2). Ma per 1' argomento in quistione ci pare che se replicati ancora , ed indarno ritrovati fossero i tentativi accennati, o qualunque altro che opinare si potesse , non per ciò ne conseguirebbe il non contagio del ( t ) Brera su i contagi. {2) Annali universali , e Bibl. univ. kl. choléra delle Indie, estesissimamente da noi provato. Riflettiamo ancora , che non ovunque ( siccome per la diversa organizzazione rileviamo soventi per altri contagi 3 e talora pei stessi veleni ), e raramente il choléra-morbus rinvenne disposizione ad appiccarsi , e svolgersi nelle diverse specie di animali bruti. A Parigi ci fu dato solo di vedere una volta all' Accademia Reale di medicina una gallina morta, contenente cholérici fluidi nel canale alimentare colla pelle coperta di pustule nerastre. Finalmente se conosciamo noi il materiale veicolo di alcuni contagi eziandìo febbrili, Io ignoriamo in alcuni altri * né vedesi sempre in poter nostro di ripro-durli. 2JO ARTICOLO XV. Terapìa del choléra indiano. i$2. innanzi di passare a rassegna.il metodo di cura respettivo nei diversi sta-dj del choléra indiano , reputiamo noi mettere innanzi alcune brevi e generali vedute , mercè delle quali veggasi quanto da noi, sulla esperienza basati , si professi neh" arte difficilissima di curare. Perocché se V obbjetto essenziale della medicina fu mai sempre, e sarà la terapia , acciò sia questa la più possibilmente precisa , debbono considerarsi colla massima circospezione tutte le circostanze che hanno preceduto lo stato morboso , e i fenomeni che lo accompagnano per trarne adequato giudizio per 1' uso terapeutico apposi- 18 tamente indicato. Né potrebbe ciò conseguirsi senza un accurato esame del morbo , dei sintomi che Io costituiscono , delle cagioni che Io prepararono , del temperamento dell1 infermo , dell' età , sesso, abitudine , del clima , e della stagione ; del giovare in fine, e del nuocere de' ri-medj ; onde raccogliendo1 tutti gli elementi possibili si apponga , o si modifichi il relativo metodo di cura. Per raggiungere quest' utilissimo scopo , oltre un ordinato criterio, richiedesi una lunga e solida esperienza ; ed essere inoltre -totalmente scevri da false prevenzioni. Quella sentenza dell' Ippocrate nostro , falsa medicorum idola •) sive opiniones falso praeconceptae 5 unde non recta ratione 5 sed mente ante-cepta Consilia ferri contingit (i) 7 non fu mai sì fatalmente avverata come nell' età nostra, in cui avvicendaronsi sistemi di medicina diametralmente opposti. A glo- (i) Baglivi de Praxi medica pag. iS, aj5 ria però della romana medicina non pre^ raise mai in Roma lo spirito de' sistemi, e batteron sempre i romani cultori dell' arte salutare la strada dell' osservazione. Che anzi generalmente in Italia, dopo la dottrina di Brown, si crebbe quel gusto d' eccleticismo , che illuminati stranieri confessarono essere singolarmente assaporato dai medici italiani (1). In conferma di ciò valgane fra tanti il luminoso esempio che non ha guari diede in un pregevolissimo lavoro sullo stesso morbo in quistio-ne il cel. prof. Tommasini (2). Sursero inoltre in Italia profondi patologi che rischiararono mercè del metodo analitico non poche oscure patologiche disquisizioni. Se non che a noi sembra che soltanto un illuminato medico di solida sperienza fornito , e scevro da false prevenzioni sarà al caso di operare rettamente il metodo d'anali) Bulletin des sciences médicales 1827 pag. 260. (a) Parma i83i. iS * lisi ; poiché a noi avvenne più fiate di vederlo predicato tanto, quanto male a proposito vederlo al Ietto dell' infermo eseguito. Imperciocché , dietro i lumi sparsi da quei patologi , noi ripetiamo che V applicazione analitica in medicina non istet-te mai nelP arbitraria formazione nosologia che puossi fare , e fassi sovente a seconda delle dominanti teorie. L' analisi in siffatto modo concepita di poco momento diviene nel clinico esercizio 5 non guidandoci essa con certezza alla clinica distinzione delle curative indicazioni. Vuoisi perciò che la reale distinzione pratica ' della malattia sia riferibile alle essenziali differenze 5 o per meglio dire sia riferibile agli stati morbosi, che l1 alimentano ; d' onde solo ponno concepirsi, e adattarsi le più acconcie terapeutiche prescrizioni. La maggiore utilità dunque che la medicina potrà ritrarre dall' analisi è di separare le affezioni semplici , o primitive, delle quali le malattie offrono riunioni •> 277 o combinazioni più o meno complicate.. Dovrassi indi seguire l'ordine, e la serie di queste affezioni, fissarne partitamente la patologica importanza, e dovrassi risalire 7 se è possibile , a quelle che essendo le prime , e le più essenziali, racchiudono i principi e la vera cagione di tutte le altre. i5o. Con tale divisamente potrà dirigersi V analisi terapeutica nella ricerca e nella distinzione degli elementi o affezioni semplici, ad oggetto di riconoscerli per rischiarare le idee le più distinte delle indicazioni relative a ciascuno di loro. In tal modo si fisserà la scelta de' mezzi , non a capriccio , e con prevenzioni, o sopra pochi fatti, ( per lo più illusorj ), ma si fisserà sopra mezzi i più sanzionati dalla esperienza , ed i più atti a debellare le dette affezioni. Perciò V analisi applicata al trattamento di una malattia tender dee a determinare le più chiare sorgenti di terapeutiche indicazioni le più ovvie a rintracciarsi. Quindi apertamente ne con- 378 segue che Io stato analitico nei morbi consiste a ravvicinare gli uni con gli altri sintomi 5 che la sperienza ha fatti conoscere relativi a questa o a quella semplice affezione «, o morboso stato particolare ; a dividerli indi in tanti capi, quanti osser-vansi in un morbo fenomeni , che presentino un carattere différente , e che perciò somministrar possono un diverso significato. I riuniti sintomi caratteristici che portano uno stesso valore patologico confrontati con tutte le circostanze , che prepararono o eccitarono la malattia ci conducono alla cognizione degli stati morbosi , o delle elementari affezioni che li costituiscono , d' onde ne provengono le precise indicazioni curative. ibi. Semplice sarà per noi una malattia , se presenta un solo ordine di fenomeni congeneri. Uno quindi sarà il soggetto dell' indicazione analogo alla natura dello stato morboso che costituisce la sua elementare affezione manifestata dal com- *79 plesso dei fenomeni aventi lo stesso carattere , e la medesima significazione. Ma quando il male insino dal suo sviluppo , o in progresso offrirà il concorso di un certo numero di sintomi svariati ed imponenti , esso 5 siccome è chiaro 5 benché sorgesse da una sola primitiva cagione , diventa composto di diversi stati morbosi , de' quali interessa paratamente riconoscere la specie, di determinare il predominio , e la reciproca influenza , onde attaccarli simultaneamente 5 o successivamente co' rimedj che esige la loro rispettiva natura , e a seconda delle vicendevoli morbose relazioni. i55. Questi fondamenti che noi estesamente dimostrammo da più anni iri una seconda adunanza avanti un consesso accademico (1), indispensabili per ogni morbo , lo divengono massimamente ne' mali contagiosi in ispecie nel choléra. È desso (i) Giorn. Arcadico tom. 43 pag. i6o. s8o che ordinariamente dapprima manifestasi con sintomi di semplice affezione irritativa , che frenabile essendo coli' arte , qualora non venga sollecitamente repressa, e manca sia la organica reazione vitale , presenta per V elettiva azione ne' ganglj (§. g0) un imponente apparato di fenomeni terribili 5 i quali nell' additarci l'idea composta del morbo , ci ricordano ancora la composizione della cura. Questa però, sebbene di rado riesca per debellare l'orribile morbo cholérico del 3.° , e più del 2." stadio , sarà tuttavia sempre razionale , e relativa alle diverse fasi dei morbosi fenomeni , di cui que' stadj si compongono. i56*. Per V ordinato ragionamento nostro riandando colla mente quanto e1 insegna una fatale esperienza intorno l'indiano choléra , sappiamo tosto 5 che nella sua natia contrada, e in tutte le altre in cui esercitò esso il dominio suo , verificossi sempre, che, ad eccezione de' casi di cho- zSï Ura. fulminante da disordini nei vivere per lo più derivati, manifestossi costantemente con sintomi precursori. Dinotano essi una semplice affezione irritativa , la cui sorgente ( contagio ) annientata che sia con semplicissimi mezzi curativi ? il morbo cholérico non progredisce ? e rimane generalmente distrutto il suo elemento. Dimostrammo ( art. ix ) che la dottrina dell' irritazione è fondata sopra fatti, i quali ci confermano , che prima che V irritante potenza produca organico scompiglio, o distrugga il vitale organismo, puossi dai medici torre 7 o distruggere l'irritativo morboso elemento. Un ingojato veleno per es. manifesta tosto fenomeni congeneri perturbativi per T irritante sua potenza nel canale digestivo, onde il medico, che viene in cognizione della venefica cagione , provoca immediatamente la emesi, o porge sicuro antidoto : ma se questi presidi sieno ritardati , avviene un organico e per Io più letale sconcerto. Ricordami 2.2a. «io ancora nello stesso articolo , che i contagi reputati giustamente quali potenze irritative , vengono distrutti nell' esordio irritativo a modo dei veleni. Ognuno avrà più fiate veduto distruggersi il contagio vaccinico , se bruscamente stropicciossi nel sito dell' innesto , benché vi si scorgesse l'incominciato irritamento. Ricordiamo noi al« cun fatto mercè di cui si rimase distrutto il tifo petecchiale, dacché nel suo dominio avvertironsi a tempo i prodromi : lo stesso fenomeno autori classici ci ricordano nella medesima peste. Abbiamo per altro notato impossibile riuscire in alcuni contagi la distruzione degli elementi irritanti gli organici tessuti, nei quali esercitano essi la loro elettiva azione 5 perchè quando per questa si appalesa il morbo , fassi inabreviabile il suo corso , essendosi già formata una serie di fenomeni svariati , i quali ci avvertono l'universale perturbamento e la composizione del morbo (§. i53). Laonde non è più in mano del s85 medico di distruggerli , e di arrestare il corso della malattia. 157. Ora non avviene così all' apparire del choléra indiano , il quale , benché sia uno de' più terribili morbi che per noi si conosca , esercendo però la precisa azione sua nel centro gangliare ( §. £)o ) , assai più di qualunque altro contagio manifestasi immediatamente con segni proprj e distintivi, stante V azione elettiva in organo, cui il vitale organismo debbe esclusivamente il senso 5 ed il vitale movimenta ( §. 88 ) . Perlochè se F organica reazione gangliare non è capace per sé sola di distruggere, come talora avviene per l'eminente sua vitalità , il contagioso elemento , sta in mano del medico, e dello stesso ammalato , siccome dimostraremo , di annientarlo nel modo stesso ed anche meglio , con cui dicemmo ( §. i56* ) dell' ingoiato veleno , della pustola vaccinica , del tifo etc. Ponderando quindi con sagace accorgimento P azione irritativa d«i contagi , le condizioni fisiologiche del sì-stema gangliare ? ed in fine 1' azione elettiva del contagio cholérico sopra il medesimo , rischiarasi per noi apertamente la cagione delle sicure guarigioni nel principio dello stadio irritativo. Il quale fortunatissimo avvenimento conferma eziandìo, per V irritativa natura, e per la pronta cura, l'origine contagiosa del morbo; onde pronunciammo ( §. 53 ) che nell1 articolo della terapìa sarebbesi convalidata l'indole contagiosa del choléra. i58. Allorché dunque regnerà l'indiano morbo cholérico , ogni più lieve sconcerto di salute , che 5 fuori di quel dominio , sarebbe di nessunissimo riguardo , debbesi avere in considerazione. Sebbene non fosse esso precursore del choléra , videsi tuttavia più fiate 5 divenire occasione favorevole per la dominante sua azione , onde vuoisi con dietetico regime , e se fia duo-po , con opportuna terapìa tostamente dileguare il leggiero incomodo e riportare ja85 l1 animale organismo alla perfetta normalità. Del massimo momento, stante una proclamata esperienza di secoli, sono pel medico i segni precursori del morbo da noi ricordati ( §. 92 ) : i più semplici dei quali V Accademia Reale di medicina di Parigi saviamente indicò più col nome d'indisposizione che di malattia ; avvedutamente però ricordò , che trascurata quell1 indisposizione progrediva il male anche al sommo della sua mortale gravità (1) » 159. Abbiamo testé ( §. i56) accennato , che nella natia contrada eziandio di-struggesi 1' irritante cholerica affezione nei suoi prodromi : che se ancora volesse credersi avanzato , come a noi sembra chiaro 5 Io stadio irritativo , quando colà si ri-fi) In quei modi più 0 meno subirono gli attacchi primi di choléra moltissimi parigini ; per cui si disse nasino dal mese di aprile che appena 1* ottava parte della popolazione di Parigi erasi salvata dalla choléiina. Gazette medicale num. 18, e Mo-nit. univ. num. io4- aS6 corre agli utili sperimentati rimedj , sen veggono tuttavia felici risultamenti. » La » terapìa dell' Indostan adunque da epo-» ca immemorabile consiste nello spoglia-» re 1' infermo al pronunciarsi de' primi » sintomi cholérici, stropicciando violen-» temente la cute, e vellicandola con so-j> stanze irritanti precipuamente nell' an-» teriore regione del torace , e nelle spal-» le per 2 o 3 ore , propinando medesi-« inamente bevande teiformi per promuo-» vere il sudore , mercè di cui sano ge-» neraìmente torna l'infermo » (1). Questa pratica salutare mostrò ai medici ac-€ortissimi , che a misura che il morbo ravvicinavasi al primo insorgere irritativo , più facile conseguivasi Io scioglimento suo mercè del provocato sudore. Diffusasi la malattia in Europa, chiunque profittò di cotesta avventurosa terapeutica indicazione insrememente con al- (1) Thevenot voyages tom. 1. 287 tri semplici profilattici mezzi, non vide-si per modo di dire toccato dal morbo che fu tostamente sanato. Lo starsi quindi in guardia dall' aria notturna , e del m attino , il tener calda la pelle , 1' usare i cibi sani •> e presi piuttosto dal regno animale , e prenderli al disotto dell' abitudine j astenersi dalle spiritose sostanze, e bere moderatamente vino rosso , praticare la discreta bevanda di qualche infuso leggiero di thè , di menta ? di camomilla, di sambuco etc, ? spezialmente il mattino , valsero a fugare i lievi sintomi prodromi del choléra , senza togliersi dalle proprie incombenze. 160. Ma se la leggierezza dei sintomi venga spregiata, più forza prende l'irritativo elemento , né potrebbesi più assegnargli un termine. Restando pure il morbo nei limiti del i,° stadio , veggonsd accrescere i borborigmi , la cefalagia , i crampi lievi divenire più o meno forti , appalesarsi, 0 moltiplicarsi le cholériche s8S evacuazioni , accrescersi la febbre , e rallentarsi poscia la circolazione. Incomincia perciò V esterno raffreddamento , e la cianosi, mostrasi sporca la lingua, la ve-' glia non manca ; 1' ambascia iiell' epiga-stro vie sempre si accresce 5 la fisionomia si altera , prendendo il cholérico atteggiamento ; e talvolta tutta rincontrasi la sindrome sintomatica per noi descritta ( §• 92 ). In questo fenomenologico apparato attiva debb' essere la terapìa, apprestando i mezzi più idonei , e razionali, acciocché il male si dilegui , e non trascenda lo stadio irritativo. A tal effetto i medici di Asia (1) , e di Europa riconobbero generalmente l1 utilità del metodo antiflogistico ( siccome chiaramente emerge dalle storie per noi raccolte ) , sempre pe- (1) Il consiglio sanitario di Calcutta riconobbe la necessità delle cacciate di sangue nelle prime ore della morbosa invasione. Annali universali di medicina del eh. Omodei i823. Bulletin des sciences medicale» 1825. 2$9 rò relativo al genio delk stagione , dei clima , del temperamento , e dell' energia degl1 irritativi sintomi. Laonde nelle robuste , e nelle giovani persone si ebbe ricorso al salasso generale, talvolta anche replicato , né mai furon perdute di vista le sanguigne topiche. Contemporaneamente le bevande sopra rammentate , ed alternate da quelle mucilaginose -, o acidulate, come di acqua di riso , di gomma arabica , di orzo , di altea, di siero alluminoso , di tamarindi, di arancio , di limone con zuccaro etc. assai parcamente , e con frequenza usate , coronarono di felice successo le mediche speranze, aprendosi una salutevole diaforesi, e diuresi con presta salute dell' infermo. A questo scopo non meno che a quello di perturbar meglio 1' irritativa gastrica affezione adoperossi 1' emetico, e soprattutto utile fu rinvenuta l'ipecacuana. L'uso generale della quale introdotto primamente dal eh. Martini in *9 29° uno spedale militare di Vienna (1) , arrecò ivi sorprendenti vantaggi ; e superiori ad ogni altra terapìa , laddove mostra-vasi la lingua lorda, giallastra , ed umida , e precipuamente se abusato erasi di cibi, e soprattutto di cibi vegetali. Perlo-chè fu diverse fiate veduto , e vedemmo più volte noi stessi a Parigi per la provocata emesi , le cholériche evacuazioni scambiarsi in biliose ( stor. 3.a ) ; cedere indi totalmente il raffreddamento , ristabilirsi la traspirazione e le orine , riscaldarsi la pelle , svanire l'incominciata cianosi, apparire salutevoli eruzioni (stor. 1), incoraggiarsi l'infermo , e guarire (z); (i) Annali uuiversali i83x. (2) L'uno di noi sia per la nervosa mobilità acquistata dappresso terribili e lunghi morbi essenzialmente causati da sezioni in animali morti di antrace carbonoso ( opusc. scelti scientifici pag. 47 > 4^ nota ) , sia per l'inopinato terrrore dal quale fu a Parigi sorpreso nel i.° giorno , soggiacque il primo ai prodromi del male , di cui non sarà discaro nar- agi 161 » Utilissime del pari , al manifestarsi il freddo cutaneo , riescono le secche fregagioni. Rieccitasi con esse non so-? Io F assopita vitalità dei nervi, ma si ristabilisce F arrestata circolazione dei vasi cutanei, da' quali pel loro movimento , e rame le circostanze. Alle ore 3 ^ del dì 5 giugno pranzasi da un ristoratore alla strada Vivienne, ed ivi per caso rincontrasi il signor Ravioli avvocato in Roma , dimorante oxa a Parigi : esso dà utili avvertimenti per scansare tanto per la parte dei rivoltosi, quanto delle truppe del re i pericoli della crescente rivolta scoppiata nelle ore meridiane di questa giornata. In siffatto parlare , sorge , e fortemente si accresce un mormorio nella contrada , e tutte le porte vi sono ermeticamente chiuse. Si esce per consiglio del signor avvocato fuori per andare al nostro albergo , ma egli teme che colà vi sia giunta la rivoluzione , però ci conduce altrove. Quando si sta sulla strada Richelieu , vedesi all' improvviso , che tutti si danno a. gambe, ci diamo dunque con tutta lena a gambe , mettonsi tutti in salvo , ma né all' uno di noi per lombagine abituale lasciata dai detti morbi', né 19* 2§2 in forza dell' accresciuto attrito svolgesi il latente e necessario calore. Sono ancora giovevoli nel sommo dello stadio irritativo i bagni non soperchiamente caldi, poiché vidersi in questo caso accrescere le cho-lériche dejezioni. I cataplasmi alla regio-ai signor avvocato riesce di fuggire per l'obesità sua : di repente odonsi scariche di fucileria dai vicini bastioni, e sbocca dalla parte opposta un. grosso corpo di cavalleria : ci siamo , dice il signor avvocato ; appoggiansi le spalle a un cantone di portone , la truppa a passo di carica col più minaccioso aspetto passa di fuga senza badare a noi, ci mettiamo dopo questo spavento in salvamento. Nel giorno seguente incomincia all' uno di noi T inappetenza, e dopo 3 dì prova esso singolari e successive scosse elettriche dall'alto in basso del canal digestivo, che sembrava una vera colonna galvanica , che scaricavasi gradatamente. Se ne accagiona il clima, l'acqua della Senna , il moto violento del viaggio etc. , ma dopo la sua guarigione , il signor Ballj affermò consimile fenomeno aver preceduto alcuna volta il choléra anche grave. Durano quest'incomodi sino al dì i5 giugno, 2Qp ne stomatica coadiuvano all' ailegerirnen-to della dolorosa ambascia. I rivellenti rimed j ancora, soprattutto i senapismi , sono reputati proficui. Ne mancano di essere utili le picciole refratte dosi di oppio , che noi le vedemmo più a proposito infino al qual tempo non si era tralasciato di adempiere ai doveri della sua missione. In questo giorno aumentasi oltremodo 1' anoressìa con bocca impaniata. La mattina del dì 16 cominciano lievi crampi cori forti borborigmi, e tormini addominali, con due scariche alvine sciolte , ma non biancastre. Pren-donsi tosto 20 grani d' ipecacuana , che producono molt' effetto , e 3 ore dopo incomincia una discreta febbre che dura 3 dì: i crampi leggieri , ed i forti borborigmi proseguono sempre , ma al ^." dì viene un graduato e profuso sudore , dopo il quale torna la salute e 1' appetito. Ciò nulla ostante compajano piccioli foruncoli, uno de'quali , ( sebbene nel 6.° giorno dall' ingresso del male si fosse tornato all' esercizio medico ) nella parte posteriore sinistra della coscia cresce come un uovo con gemitio di molto sangue nerastro , e 1' obbliga un giorno a guardare il letto. Nella cura dei ä^4 jettate co' cristej , i quali mai sempre divengono utilissimi per infrenare, o attutire V irritamento prodotto dai cholérici fluidi. In Parigi furon per noi veduti più efficaci i lavativi emoìienti dapprima, dipoi di acqua di riso , di gomma arabica di amido,« di solfato di allumina. A smorzare finalmente non meno il soperchio calore dello stomaco , che a sedare il nervoso eretismo , e perturbare il contagioso suddetti sintomi precursori, oltre l'emetico accennato , si usò una perfetta dieta , €on bevanda frequente di acqua di riso con zuccaro -, ed infuso di menta piperita. In questa sgraziata circostanza non dimenticherà «gli mai la gratitudine sua verso varii medici parigini ed italiani, soprattutto verso i chiar. Bally, e Récamier , che gli iuron cortesi di raddoppiate visite giornaliere. Il Récamiei anzi per la divozione sua alla s. sede aveva nella sera del dì 4 deciso portarlo il mattino a casa sua, temendo che il male s'innoltrasse , ma il sudore profuso della notte avendo prodotta la guarigione , fece sospendere la magnanima e generosa sua risoluzione. 29S elemento assai vantaggioso riesce P uso del ghiaccio. Utile ancora fa per noi veduto l'uso del Rhum somministrato a guisa di ponce , allorché fu praticato in temperamenti flaccidi , o quando era stato abbattuta P irritante affezione cholérica col metodo antiflogistico ( stor. s.a). 162. Da quanto si è narrato intorno il primo stadio cholérico emerge chiaramente la sicurezza della guarigione , se ebbe-si il massimo avvedimento di fugare i lievi morbosi sintomi ( §. i58). Emerge la probabile guarigione , quando ancora incalzarono i sintomi irritativi , propinando un metodo di cura razionale e misto ? essendosi questo per la composizione del morbo il più convenevole mai sempre rinvenuto in ogni contagiosa malattia, ma relativo alle fasi morbose, ed alle circostanze generali e individuali ( §. 93, e i53). Imperocché l'uso degli stimoli in principio di questo stadio praticato accrebbe generalmente l'irritamento, e divenne causa tal fia- 2§6 la di violenta fìogosi gangrenosa. Per contrario l'abuso del salasso nel primo stadio raddoppiò neh" infermo la prostrazione delle forze , né potendo reagire l'organico fondo vitale, affrettossi lo stadio algido , e dovette egli generalmente soccombere. A Parigi osservammo che il salasso nello stadio irritativo , di rado fu portato al di là della terza volta 9 e tal fiata o non fu praticato, o soltanto localmente. Oltre la considerazione dell' età, « del temperamento , la stagione imponeva moltissimo intorno quest'interessante argomento ; poiché fa per noi diligentemente esaminato , che più regolare e vigorosa era 1' organica reazione contro la contagiosa potenza nelle ricrudescenze di ghigno , talché più pronunciata era la vigorìa del sistema irrigatore 5 più indicato quindi l' uso di qualche sanguigna. D' altronde nella ricrudescenza di luglio con più intensità agendo il contagio ne' gangli j prostravansi in modo le forze che , ©Itre i ricordati casi fulminanti , 1' orga- *97 nica reazione era languida a fronte di quella del mese precedente. Perciò assai più generalmente diradavasi P uso delle sanguigne , e preferentemente praticaronsi gli emetici , poscia gli stimoli senza tralasciare P uso del ghiaccio , e delle bevande raddolcenti, e mucilaginose. Né si tralasciarono mai i rimedj revulsivi e calefacienti 5 soprattutto dal momento in cui il morbo toccava il sommo del primo , stadio. Si è allora che più facilmente , e soventemente attinge la malattia lo stadio algido 5 in cui assai manchevole in ogni luogo videsi la terapìa ; tnè è da meravigliarsene dopo i tremendi fenomeni del z.° stadio ( art. x ) : razionale tuttavia in esso ancora debbe apprestarsi il metodo di cura. i63. Laonde non dubita il medico di restaurare prontamente le abbattute forze , o per dir meglio di scuotere un semovente cadavere per ravvivare quel filo di vita che gli rimane , palesato dai battiti del *9* cuore 5 acciò , se fia possibile ? col suo rinvigorimento , attive ritornino le sospese funzioni vitali per ricuperare Io stato normale. La difficoltà somma di raggiugne-re la desiderata meta eccitò i mèdici di ogni contrada a raddoppiare tutti i loro sforzi 5 ma qualunque fu l'adoperato metodo di cura , pochi infermi del z." stadio scamparono dalla morte. Sono i3 le morbose istorie da noi collocate in questo stadio , tré soli choléricî sono i guariti; e dee notarsi che le storie x e la xvi ci presentano un incompleto stadio algido. Né la massima gravità di esso toccarono 5 dei io cholérici per l'uno di noi veduti guarirne sei alle sale del sig. Rayer alla Carità , sebbene nel secondo rapporto di Parigi alla S. C. fosse altamente 5 e a buon diritto lodata la terapìa di quest'illustre medico (i). Vuoisi conside- (i) L'uno di noi debbe tributare la sua gratitudine all' egregio giovine Dottor Sabotier , il quale essendo stato più anni medico assistente alla Carità , gli fu cortese di condurlo più giorni nelle di- *99 rare, che gli ammorbati in discorso non furono nel colmo del cholérico esacerbamento , ma dai zi - 29 giugno. Imperciocché nell'esasperamento di luglio , e più nell'irruzione di aprile videsi confermato a Parigi , che quanto maggiore era il numero dei malati negli spedali , tanto minore era il numero di quelli , che ne uscivano s e maggiore conseguentemente era la cifra dei morti. Non ci sorprende dunque, che in alcuni paesi delle Indie insino da' ri-motissimi tempi , veduta la nullità terapeutica , di rado si apprestassero medici soccorsi agli ammorbati di questo stadio , abbandonandoli al loro crudele destino. 164. Ciò nulla ostante in un sì terribile stato morboso osserviamo che le curative indicazioni anche le più celebrate $ e taluna col consueto plagio spacciate per verse sale di quel vasto ospedale , ed appositamente nei letti de1 cholérici : gli fu cortese inoltre di varie notizie che maggiormente avevano insino dai primi dì risvegliala la di lui attenzione. 5oo nuove , furon generalmente prese , siccome era ragionevole attendere per la scarsezza dell' europea esperienza , dai medici delle Indie , o da que' europei che colà curarono il morbo. Benché svariate vi si veggono talora le prescrizioni curative , pure razionale ivi spesso ravvisasi 1' applicato metodo di cura anche nello stadio algido. Estimiamo quindi pregevole passare a disamina i terapeutici presidj più universalmente praticati, e precipuamente quei co' nostri occhj osservati. Se la terapìa dell' Indostan ( §.. i5()) ci ricorda, avanti ancora che il morbo attinga lo stato algido , V uso di riscaldare , e vellicare con violenza la pelle j e mercè degl' infusi aromatici e diaforetici internamente apprestati , richiamarsi in essa un salutevole sudore , ognun vede la massima energìa , colla quali e vuoisi raddopiare il metodo delle Indie nello stadio , di cui si discorre. Perciò praticaronsi i bagni caldi ed irritanti , quei a vapore , le strofinazioni ûo i con panni riscaldati , ed imbrattati di caldi linimenti stimolanti , o intrisi in calde spiritose sostanze , i sacchetti d' infuocata sabbia qua , e là collocati, i mattoni assai caldi, le bottiglie di creta ripiene di acqua bollente , i vescicanti infine ed i senapismi in più parti applicati. Co-testa terapìa contribuì tal fiata , se la gangliare vitalità di più , o di alcun organo essenziale alla vita non era stata dal contagio distrutta , a ridestare quel filo vitale , e rilevare V infermo dall' orribile abbattimento in cui era caduto. Più oltre ancora si spinse a violentare la pelle nel sommo dello stadio algido. La mo-xa familiare pei mali di nevrosi in Oriente , e secondo Thevenot praticata con grande fiducia dai negri nei profluvj di ventre , si usò spesso nel choléra-morbus : il ferro candente parimenti comune da1 vetusti tempi ad applicarsi specialmente sul tallone , dispregiato dapprima dal Dello-nio ( art. i ) , lo ricordava poscia con coni- 3o2 piacimento , ripetendo la sua guarigione dal choléra dall' ustione del medesimo. In Europa , e soprattutto a Parigi nei casi più disperati tentaronsi ancora questi mezzi con maggiore efficacia, adoperando il ferro rovente lungo i processi della spina dorsale dopo avervi collocate liste di tela imbevute di spiritosi fluidi, od imbrattate di linimento volatile , e di olio di trementina. Né vi ha dubbio che per la subitanea impressione di cosiffatta ustione , se giunto non sia Io stato di necrosi, il che avviene di sovente, producasi fortissimo irritamento capace di arrecare nervoso disturbo , e di ridestare nell' organismo vi-< tale il quasi estinto senso , ed il movk mento vitale. INe per 1' obbjetto medesimo trascurassi la pila di Folta : difatti vedemmo- noi praticata più fiate V elettricità , in ispecie dai chiar. medici dell' Hôtel Dieu, e di alcun altro stabilimento. i65. Le affusioni fredde che per leggi sanitarie praticavansi nel 1821 a Baku nello ' stadio d'irritamento , vennero in più luoghi di Europa tentate, e predicate giovevoli eziandìo nello stadio algido ; soprattutto adoperate furono a Berlino per opera del eh. Casper, ed a Parigi con grande modificazione per quella dei nostro amico signor Récamier. Ragionava il Casper che se nell' asfissia prodotta dal congelamento 5 proficuo riesce 1' esterno freddo 5 del pari giovar doveva nel cholera-morbus , riponendo egli questa malattia nella paralisi dell' organo dermoide. Che se denegarsi non possa cotesta paralisi , essa , se mal non avvisiamo , dovrà sempre contemplarsi nei modi fisio-patologici ( §. 88 - go ) per noi ragionati. Collocasi adunque dal Casper l'infermo in un vuoto recipiente , se secca sia la sua pelle ? ma se sia umida, o di vischioso sudore cospersa , riempiesi il recipiente di acqua insino ai 27 gradi del termometro di Reaumur in modo che giunga fin sopra 1' om-r bellico. Indi, in ambi i casi , tenuto -fer- Soi mo iï malato da un assistente, acciò non abbia contatto il suo dorso , gli si versano (, o 5 secchj di acqua gelata sulla testa 5 sul petto 5 e dietro le spalle ; e ne'lan-ciulli adoperasi la medesima dall' uno sino ai 5 secchj. L'airi. afferma che nei casi non gravissimi insorga tosto la reazione , sospiri l'infermo , il quale talvolta sforzasi di fuggire : in ragione poi che più sensibile fassi la reazione , più salutevole diviene 1' apprestato rimedio. Alle perpendicolari gelide affusioni, riunisce il Casper le orizzontali lanciate da una certa distanza con empito nel petto , e nella epigastrica regione. Questo metodo a seconda della gravità del morbo ripetesi ogni 2 o 4- ore; riportasi quindi 1' infermo in letto 5 e cuo-presi insino al collo con coperte calde di lana, mettendo frattanto sotto la copertura compresse fredde nel petto 5 neh" addome , e nel dorso , e rinnovandole tostochè fanno si calde ; reputando l' autore , che mercè di questa novella gelida applicalo- 3a5 ne j facciasi una nuora reazione. Di buon augurio sarà 1' effetto sut) , se l1 infermo accusa sensazione di freddo ; ricopre parimente con gelide compresse la testa, i! che fu più o meno praticato in tutti i luoghi. Contemporaneamente- a questa pratica fa mettere il Casper acqua bollente nell'estremità con bottiglie di creta, e spesso mattino e sera prescrive bagni caldi alle gambe , alle ginocchia , aggiugnendovà nel!' acqua sei once di acido sulfurico. Notte e dì deve esser continuato il suo metodo , finché sviluppati tornino i polsi. L' autore vi ricorre anche nei casi meno gravi , dappoiché , secondo esso , previe-nesi senza alcun altro medicamento il tifo. Più. semplice fu il metodo usato dal signor Récamier. Nel praticar esso le affu-sioni fredde appresta ali1 infermo una mistura composta d' infuso di menta con mucilagine dì gomma dragante, laudano del Sydenham, ed etere sulfurico , facendo medesimamente fregagioni alla pelle 20 Zoe canforate e laudanate. Più ragionevole a noi pare la semplicità del metodo usato dal medico parigino 5 poiché quando suscettivo ancora sia 1' organismo vitale di risentire 1' azione della gelida scossa , ren-desi esso più sensibile dopo la medesima all' uso degli esterni, ed interni stimoli avvedutamente praticati. Che se razionale a noi pare ad evidenza il misto metodo dal valente clinico propinato , perchè le sue allusioni mirano a scuotere, ed a risvegliare l'assopita vitalità ; ciò non ostante generalmente a tutti 5 e a noi ancora parve nocevole apporre sopra un quasi freddo cadavere la mortifera azione del ghiaccio , come praticasi dal signor Casper. 166. Né T illustre Récamier arrestasi dall' uso di altri razionali medicamenti ; tentò anzi egli nello stadio algido il sudatorium del signor dottore D' Anvers ( slor. xxi ) praticato eziandìo dal eh. Bally. Questa macchina, od altre consimili da noi vedute in altri spedali , consiste in So 7 un arco di vinchj collocato al letto dell' infermo , e comunicante con un tubo ricurvo, à pie del quale è posta una lampada di ferro con alkool, dal quale , nell' accendersi , potrebbe V infermo sentire tui calore che innalza di repente il termometro a 8o gradi. Ognuno però vede che , se spenta non sia la vitale suscettività per risentire 1' azione degli stimoli, specialmente del calorico , è precipitoso un aumento sì rapido di temperatura, ed a noi parve talvolta vedere accresciute le congestioni cerebrali, e tal altra essersi con gran violenza manifestata la reazione. Vedemmo inoltre più volte prodursi per 1' applicazione di questa macchina soffocante calore nella regione toracica , destandosi medesimamente profuso sudore nel tronco superiore , e gelido rimanendo il tronco inferiore , come rimarcasi nella suddetta xxi storia. D' altronde se prevalse la necrosi dell' organo cutaneo , nessun effetto rilevossi dall' uso del detto sudatorium i 20 * 3o8 così difatto il vedemmo noi la prima volta all' Hotel Dieu in un vecchio di 70 anni ( §. 95 ). Per rieccitare il calore furon quindi con buona ragione preferite le calde frizioni secche ed aromatiche, e gli altri esterni agenti per noi indicati (§. 164). Ai bagni di vapore preferironsi dappertutto quei di acqua calda, che a Parigi non fu praticata al di là dei.3.2 gradi del term, di Réaumur , imperciocché , oltre V aumento delle cholériche dejezioni coi troppo calore de' bagni, vidersi talvolta i fenomeni per noi ricordati del sudatorium. L' uno di noi noto anzi nella giovinetta discorsa al paragrafo g5 , che il bagno da essa usato non oltrepassava il 22." grado ; se non che componevasi il medesimo di acqua di camomilla con senapa. Vuoisi anche dire che costituita V inferma nel colmo dello stadio algido, il primo giorno in cui entrò nel bagno , uscitane dopo 20 minuti, la sospesa sua pulsazione riapparve esilissima, e replicatosi più Soo, volte 1'. uso di quel bagno , insieme con infuso di camomilla con poche gocce di etere , e con alcuna bevanda acidulata , ricuperò in sei dì la sanità in maniera, che V età di anni 4-5 5 con cui era dapprima apparsa , videsi nella vera di i5 anni. 167. Nella grave considerazione dello stato dell' infermo nel .2." stadio choléri-co , sembrerà certo un paradosso il dire che razionale divenga talora la cacciata di sangue. Pure la prima volta che per noi fu veduto il chiar. Marc ( pag. 63 ) assi-curavaci, di avere talfiata ottenuto prodigioso effetto dal generale salasso : il che fu confermato dall' Accademia Reale di medicina , e il vedemmo più volte co' nostri occhj praticato ( stor. vm , e xi ). A prima giunta sembra certamente un' aperta contradizione , noi però reputiamo col lodato sig. Marc , che il giovamento che tal volta si ritrasse dalla sanguigna usata nello stadio algido, provenne da un effetto totalmente meccanico. Imperocché di- DIO strutta non essendo la vitalità gangliare, lo stasato sangue nel cuore , o nel cervello , o nei polmoni comprime ancora i nervi , laonde aumentami i letali sintomi corrispondenti a ciascun organo , rallentasi inoltre vie più la circolazione : istituito perciò un vuoto , sminuisce talora il meccanico impedimento, ridestandosi l'organica reazione. Quindi vidersi da noi stessi , benché assaissimo di rado, salutevoli effetti dalla cacciata di sangue , congiunta peraltro co' rimedj più o meno stimolanti interni ed esterni. Ripristinossi difatti la circolazione , comparve sensibile il traspiro , ed il malato passò in convalescenza. Ma siccome il più delle volte il z." stadio conduce a morte , nullo riuscì il metodo di cura , né giovarono le sanguigne praticate ( stor. \7m exi). D'altronde V obbjetto del salasso nella 8.a stor. mirava ad istasare il sangue nell' encefalo , e nella n.a a sminuire il soperchio ardore del ventricolo J sebbene abbiamo noi no- 3ii iato di non farsi imporre dalla fiamma che sorge nel canale digestivo , derivando. essa dalle irritanti gazose materie , che quivi incessantemente si svolgono. Venne perciò in siffatti casi a preferenza prati--cata la sanguigna topica , e ne vedemmo noi buoni risultati nei cholèrici del signor Rayçr alla Carità, ed in quei del signor Bally all' Hotel Dieu ( stor. x e xiv ). Né sempre , sia generale, sia locale la cacciata di sangue, conseguesi l'uscita del medesimo, perchè è carbonizzato ( §. i4-i) : pochissimo sen vede difatto nella stor. vili, e nella 2.a sanguigna della stona xi. A tal obbietta si ebbe ricorso alla doccia calda , ai cataplasmi applicati immediatamente sull' aperto foro ( storia x ) , e più spesso ai bagni caldi ( stor. xv ) : osservammo ancora per lo stesso scopo applicati i senapismi sopra e sotto al luogo , dove venne il salasso istituito. Laon-. de se il medesimo non venne generalmen- Zia. te praticato , e nocevole fw in Ungheria (1), altrove , e a Parigi stessa da taluno sperimentato , molti pratici tuttavia si lodarono colà della utilità sua. Che anzi nel mese di luglio , quantunque assai di rado , noi vedemmo con precauzione praticata la sanguigna dell' arteria radiale all' Hotel Dieu nella sala - di s. Landry. 168. Né in Francia si ristettero del tutto a ricercare , e sperimentare i mezzi atti a riparare V imperfetta ematosi, onde riattivare la circolazione , enne a tal uopo procurato l'ispirazione dell'aria vitale (ossigeno) proclamata pel primo in Italia dal chiar. compilatore dell'Osservatore medico di Napoli : venne anche amministrata l'acqua saturata della stessa aria ; e sebbene un giovine medico ( sig. Jouzet ) ci affermasse i buoni effetti per l'uso dell'ispirato ossigeno ottenuti, pure generalmente i medici spe- (1) Annal, univ. ck. 3i3 rimentati ed illuminati noi praticarono. Con più fiducia si ricorse al gas protossido d' azoto , poiché risultava da recenti esperimenti, che 1' azione medicamentosa di questo gas induceva un' ilarità , accresceva la temperatura , promovendo quindi il sudore e le orine , perciò sembrava a proposito pel male in quisitione. II eh. Serrili as, che fu poscia vittima dell' indiano choléra , preparava una quantità di acqua satura di detto gas ; ragionando egli , che per la difettosa respirazione del 2." stadio non avrebbesi respirato il gazoso farmaco ; avidissimi d' altronde i cholérici delle bevande avrebbero ingo-jato copiosa acqua saturata del medesimo : giovevole difatti riuscì talfiata V uso di acqua satura di gas protossido d' azoto. II eh. Magendìe assicuravaci averta adoperata una volta per le vie della respirazione in una donna affetta di choléra-mor-bus ottenendone V azione esilarante , ma V inferma tuttavia morì ; perciò ne aveva 5i4 egli abbandonato l'uso (i). Fu talvolta riportato ancora alcun vantaggio dall' acido idrophtorico proposto dal eh. Ampere , ed ottenuto la prima volta dai eh. Thenard et Gay-Lussac ; e proficuo noi il vedemmo in un giovine studente attaccato dal choléra algido. Inutili del tutto aveva il lodato Magendie sperimentate le stimolanti 5 e le riscaldanti injezùoni nelle vene. i6g. Con maggiore successo , da ciò che riferivasi dal eh. Moreau de Jonnés in una seduta della Reale Accademia delle scienze , furono le injezioni saline praticate in Inghilterra. Questa prescrizione (i) II gas protossido d' azoto che ricavasi dall' esatto scomponimento del nitrato d' ammoniaca , amministrato quando incomincia il 2.° stadio , suoki meglio introdurre per le narici. A. tal effetto mettasi una cannula di gomma elastica entro una narice , e chiudesi bene la narice opposta , come anche si chiude la bocca : per questa peraltro introdu-rassi , quando col primo metodo si vedesse troppo affaticare l'infermo. di» surta dal più puro empirismo , fu sanzionata dal medico-chimico ragionamento. Gli elogi prodigati alle soluzioni di sai comune ( cloruro di sodio ) usate dai contadini dellaRussia contro il choléra nel 1800 ,~ la specificità che dicesi esercitaresso nelle Indie contro le ferite prodotte da un potente veleno vegetale , di cui , col suo lattescente succo , i caraibi attossicano le loro freccie , ispirò al eh. O'shang/messy V analisi del sangue cholérico. Avendo esso riconosciuto diminuita la presenza dell1 accpia e dei sali nel detto sangue , predicò la necessità di usarli, combinando in varie dosi , e in forme diverse il carbonato di soda col sai comune (1). Noi perù crediamo , che questi sali non solo riescano inutili nello stadio algido per la violenza del morbo , precipuamente se venne distrutta dal contagio la vitalità dei ganglj in alcun organo essenziale alia vi (1) Gazette médicale n. 5i. ta , ma crediamo eziandìo nocivo I' uso dei medesimi per la facoltà purgativa. Imperocché se il gran Sydenham , e tutti i buoni medici reputarono i purganti, specialmente salini, come olio versato in cartoni ardenti nei comuni morbi cholérici, maggiore a nostro avviso sarà il nocumento nel morbo di cui si discorre. Siam noi ben memori della morte del sig. Dolin medico savojardo , che per aver in Parigi nel luglio usato un purgante, venne da irreparabile choléra rapito ; siccome nel nostro terzo rapporto fu riferito al magistrato supremo di sanità , annunziandogli ancora la morte pel choléra di altri professori dell' arte salutare. Potranno al più in minime dosi concedersi le saline soluzioni per bevanda, affine di ottenere i predicati vantaggi. Ma i travagli del chimico russo servirono al chiar. Latta di lume , per procedere più innanzi , eseguendo V ardita operazione delle saline iniezioni nel sistema venoso dal dotto Mo' 3x7 reau de Jonnés sopra ricordate. Gli sperimenti per noi riportati ( §. i4-6, e 14.8 ) ci mostrarono, che sebbene l'imperfetta enfiatosi nel choléra delle Indie provenga a nostro giudicio dall' offesa de' ganglj , vi si scorge tuttavia la scarsezza del siero del sangue , ed essendo esso siero il più carico di materie saline, ne consegue la necessità della loro presenza ^ perchè compiasi 1' ematosi : indispensabili quindi divengono le sostanze saline pei fenomeni chimici della respirazione. Il carbonizzato sangue cholérico difatti, secondo le prove dei lodati Rayer, e Joung arrossavasi colla miscela delle saline soluzioni. Per codesti lumi ( $. 146-^8) primieramen-derivati dal lavoro delVOshanghnessy oc-cupavasi di proposito il consiglio supremo sanitario di Londra a dare maggiore incitamento all' ingegnoso e delicato tentativo del Latta. 170. Apre esso , come praticasi in una sanguigna comune , la vena dei cholérici 5i8 più altamente costituiti nello stadio algido , e mercè di una picciola sciringa con tubo flessibile iniettavi dentro una o due once di una soluzione di sai marino e di carbonato dì soda alla temperatura del sangue normale : rinnova poscia la stessa operazione assai volte per introdurre poco a poco quantità enorme di quel liquido salino , avendone talora incettato sino alla dose di 2%i once. A misura che le calde soluzioni saline discorrono il sistema ir-rigatore , fluido e colorato ritorna il sangue , rialzasi l'abbassata temperatura , e sente il malato sollevarsi a nuova vita : varj esempli si adducono dai medici inglesi di guarigione ottenuta con questo rimedio. Derivato quindi da prima da un popolare empirismo ? corrispose per le indicate ragioni ( §. i£6 - 8) alla sana medicina razionale. Ma a Parigi sia per la nullità ottenuta dalle stimolanti injezioni nelle vene ( §. 168 ) , e dalle gazose ispirazioni , sia per la poca speranza nella Zig riuscita ; sia in fine, che il delicato esperimento richiegga mani abilissime , non pronte sempre a rinvenirsi laddove molti sono gli ammorbati cholérici ; per quanto noi sappiamo , furono colà trascurate le saline infezioni nelle vene. 171. Maggiore fiducia ebbesi quivi nelP emetico , e fu preferito Y ipecacuana al tartaro emetico ; poiché reputossi troppo irritante la metallica azione di esso ; e sebbene noi portiamo lo stesso avviso 9 pure utilmente il vedemmo varie volte praticare, Ricordiamo anzi un fatto all' Hotel Dieu nella stia del signor Récamier nei primi dì della nostra dimora a Parigi avvenuto. Una donna gravida avendo nel 2.0 stadio abortito, presentava imponente il 3.° stadio , quando per fortuito caso una rilevante dose di ossido di antimonio preparato per un male di petto ad un infermo di valida costituzione , nel dì 14. giugno propinasi ad essa, e le produce straordinario concitamento. La donna tuttavia olten- 3:2 a ne la guarigione, ïà quale forse potrebbe ripetersi dalla violenza del rimedia , quantunque nessun medico prudente oserebbe in quella dose apprestarlo. L'ipecacuana adunque sperimentata utilissima nel i." stadio ( §. 160 ) 5 benché a Vienna il lo-dato Martini la reputasse nocevole nel z." ; pure ^a Parigi , sia per indurre una scossa perturbativa nel centro gangliare, sia per i scuotere il vitale istupidimento , sia per sprigionare nocevoli cibi ingojati , malgrado del continuo recere , esistenti talora nel ventricolo , fu lodevolmente praticata. A noi stessi fu dato alcuna volta di vedere vomitati per l1 emetica ripetuta scossa piselli, insalata ? acerbe frutta ec»5 e guarire infermi presso a morte. Vedemmo ancora rinnovato coli' emetico il fenomeno per noi riportato ( štor. m ) dello scambiamento delle cholériche in biliose , e diminuite evacuazioni ; riscaldarsi indi la pelle 5 sensibile farsi il traspiro j ritornare le orine , cessare la diar- 3:21 rea, e dal più terribile abbattimento attingere P infermo I' insperata guarigione. 1-J2. L' oppio colle sue preparazioni reputato rimedio quasi specifico nel cholera non contagioso, fu soperchi amente usato nelle Indie , e altrove pel choléra orientale. A Parigi medesima il eh. Ma-gendie ne' fortissimi conveliimenti nervosi dell' addome Io usò generosamente j, e con vantaggio nella stadio algido. Peraltro i medici parigini praticarono P oppio , o le sue: preparazioni generalmente in pic-ciole , e refratte dosi miste con sostanze gommose ; e molti di essi P usarono soltanto ne' clistej. Che se gli spasimi violenti somiglievoli spesso al tetano , le sfrenate cholériche evacuazioni, la prostrazione somma delle forze , il gelo marmoreo , il nessun lavorìo flogistico rinvenuto nei cadaveri del 2.n stadio, imporrebbero a prima giunta P uso generoso degli stimoli, soprattutto dell' oppio per calmare P orribile sintomatologia, ed erigere le deficienti 3.22 ti forze della vita : pure -, se non infausto fine debba avere il morbo, passa esso dal 2." stadio a quello di reazione. Insorge quindi sovente flogistico irritamento , e talvolta un deciso infiammamento , perciò debbe aste~ nersi dai soperchi stimoli interni, Inoltre l'encefalo che videsi attaccato ancora nello stadio algido , soggiacerebbe 5 come talora avvenne , più facilmente a cerebrali congestioni mortali stante l'elettiva azione dell' oppio verso quell1 organo ; vuoisi perciò andar assai cauti con questo generoso farmaco (1). (1) L'uso del carbone adoperato dal eh. Biett all' ospedale della Pietà nell' irruzione di aprile , venne poi abbandonato. Ora dalla lettera ricordata , e all'uno di noi diretta ( §. 9 ) dal lodato signor Moreau de Jonnés rileviamo che nei dipartimenti del Nord della Francia hanno ottenuti i medici prosperi successi col carbone polverizzato, e introdotto per lavativo con qualche goccia di laudano liquido del Sydenham. In Italia insin dai primi dì in cui il choléra avvicinossi alle sue fion-s 02.0 173. L' uso intemo del diaccio , che si disse da alcuni nocevole, e da altri più spesso favorevole contro il male indiano 5 venne a Parigi utilmente praticato ; e mentre noi dicevamo al eh. Broussais che in Italia non si ardirebbe amministrare internamente il ghiaccio in un processo decisamente flogistico , come per es. nella gastrite, rammentavamo all'aut. della medicina fisiologica 1' utilità somma che dai medici di tutti i luoghi fu sperimentata , e sperimenterassi mai sempre dal diaccio in ogni nervosa malattia. Nel choléra quindi fu vantaggiosamente da tutti. i medici di Parigi rinvenuto giovevole tanto per raffrenare il fuoco delle gazose so-, stanze, dai cholérici irritanti fluidi isvilup^ pate nel canal digestivo, quanto per distur-, bare 1' azione del contagio , e per arrecatile , tenne raccomandato caldamente 1* uso del carbone animale. Trattato medico sopra il cholé" ra-morbus. Ancona i83i. 21 * Zzi re un allegerimento ai nervosi conveili- menti del morbo. 17^. Noi accenneremo l1 olio di Ca)&* put s che non vedemmo praticare ; e che altrove, (sebben vantato da alcuni nel 2." stadio) per irrefragabile testimonianza di non pochi riporta^ fatti, fu sperimentato assai nocivo. Non diremo a lungo delle usate orticazioni , di cui si prodigarono in Francia elogj , sebben fossero state già utilmente praticate in Ungheria contro il choléra indiano ; e nel choléra comune praticate dai tempi d1 Ippocrate. Ne e'interterremo sull' ossido di bismuto da ultimo proscritto saviamente nel Nord, benché a Parigi alcuno si lodasse di esso, ma che a noi non fu dato di vederlo amministrare. Ricorderemo appena l'antiemetico del Riverio-, che l'uno di noi vide all' opportunità amministra*-to con vantaggio dall' illustre Dumeril -, e da Rayer -, e ricorderemo il. decotto di ratania dai medesimi discretamente usa^-to. Per non dilungarci non diremo in fine 3^5 di altri terapeutici mezzi secondari, che qualche patologica circostanza ha potuto alla medica prudenza suggerire. C incombe per altro parlare di una pianta americana per P intempestivo grido de' suoi portenti nel choléra promulgato dopo alcun mese della nostra partenza di Parigi. Il Guaco ( Eupatorium Guaco Hurrib. ) Mite aci a Guaco ( Kunt ) è una pianta della Columbia e del Messico , e specialmente della nuova Granata confusa talvolta coli' Eupatorium Aypana {Ventenat). Bevendo, ed instillando il sugo di essa nelle ferite per morso di velenosi serpenti dell' America , diviene , per taluni , un sicurissimo antidoto. Assicurasi ancora che i negri dopo aver bevuto per 5 o 6 giorni un cucchiaio di questo sugo , e dopo averlo immerso mercè di varie incisioni nella pelle, rimangono immuni dal morso dello stesso Boiciny , e del Coluber corallini^ , rinnovando però ogni mese la pratica della preservativa medela. Il eel. Hum- 5z6 boldt osservò che il coluber coraUinus schi-va 1' odore del guaco , onde il chiar. Or-fila reputò che mediante la suddetta inoculazione possa comunicarsi alla pelle un odore disgustoso ai serpenti (ì).D'altronde il eh. Rochoux nella sua dimora alla Guadaluppa, dove ampìifìcaronsi i portentosi prodigi terapeutici del guaco, afferma, malgrado dell' usato farmaco , esser morti ì negri morsicati dai serpenti : né mancava colà 1' avviso che i serpenti mangiassero impunemente detta pianta (2). Ciò nulla ostante poco a poco questa pianta fu predicata quasi una panacèa universale : si disse antidoto della rabbia , e rimedio contro la paralisi , estimossi ottimo medicamento contro le febbri intermittenti ribelli alla china china, ed a suoi aitalo idi : in fine asserivaßi praticato con successo nel Messico contro Ja febbre gialla ( i ) Campana. Farmacopea. (a) Gazette médicale num. ii5. O 2 J dal medico francese signor Chabert 5 il quale ne inviava secche foglie in Francia per sperimentarle contro il choléra. Un qualche caso favorevole ( che sarebbe forse avvenuto senza le foglie di Guaco, molto più che all' Hotel Dieu riusci alcuna volta indarno ) succeduto a Bordeaux, e all' Hotel Dieu medesimo, fecelo tosto gridare quai rimedio specifico contro il choléra delle Indie , di che si duolse il eh. François cui eran state dette foglie rimesse. In una nota letta all' Accademia Reale di medicina nel dì 20 novembre (t) dal eh. Me* rat con assennato criterio riflettesi, che coloro che hanno osservato il terribile e rapido corso del choléra-morbus , appena immaginar potrebbero che un infuso , o decozione di una pianta ( goda pur essa una stimolante azione ? e somministrata venga nel 2.0 stadio ) diventi efficace rimedio per un morbo , contro il quale in- (1) Id. ib. vano si amministrarono i più vigorosi , ed i più attivi farmaci. Ricorda poscia, che le attribuite virtù del Guaco ( non verificate dal Rochoux ) debbonsi al sugo di fresca pianta ; e dubita inoltre , se le foglie al chiar. Francois rimesse sieno di guaco 5 poiché esse sono insipide , e senza odore ? mentre per odorosissime sono le vere foglie reputate. Aggiugne ancora che il signor Cavanilles essendo stato più a portata di sperimentare la virtù del guaco 5 attesta essere inerte , e senza alcuna virtù quando è secco : vuoisi finalmente mettere a calcolo , che il guaco adoperato in Francia fu nel tempo in cui il choléra presentava grande allegeri-mento nella sua morbosa sindrome. Conchiudeva perciò di non precipitarsi fa-vorevol medico giudizio sui vantati effetti di questa pianta. Conveniamo noi tuttavia col signor Merat di non tralasciare novelli tentativi per confermare? o pro- %2g babilmente escludere la sua anticholérica virtù (i). 175. Che se la polifarmacìa esercitò un grande impero sopra la malattia in discorso ; per gli essenziali rimedj da noi veduti apprestarsi nel primo e nel 2.0 stadio 5 ne deriva , che sebbene in diversi modi furono essi amministrati , mirossi tuttavia dai medici di Parigi alla cura mista bensì , ma razionale. Tale fu da noi dopo maturo esame e comparativi risultati rinvenuta in tutti gli spedali di Parigi , inclusive in quei , ne' quali erasi dapprima adottato un metodo esclusivo (.2). Lo stesso eh. Brousscris 5 se applicava molte sanguisughe , che le vedem- ( 1 ) Noi però teniam fermo, che i medici da senno non si faranno mai illudere dalla vantata specificità dei rimedj , ma useranno sempre una semplice , o composta terapìa a seconda del semplice , 0 del composto apparato de' fenomeni , che accompagnano il contagioso morto. (2) Gazette medicale num. 16. ùùO mo più fiate giovare , non osava nella sua perenne gastro-enterite ricorrere a un generale salasso , amministrava anzi ghiaccio in copia per bocca ; ed ali1 esterno praticava molti stimoli rivalsivi e calefacienti , oltre 1'oppio topicamente applicato 5 o injettato ne' lavativi (1). 176*. Se fa ottimo il pensamento nostro di separarci dopo la metà di giugno per visitare i numerosi spedali di Parigi, onde esaminare attentamente i risultamen- (1) Noi fummo sorpresi dal candore di questo medico , che a prima giunta ci disse di ogni 5 malati averne perduti 4 nell* irruzione dì aprile. Credemmo quindi , che le dicerie de' giornalisti politici per gli elogj ad esso prodigati , o derivassero dai favori ministeriali , de* quali godeva il signor Broussais , o fossero imposture da esso ignorate. I redattori della Gazzetta medica nel presentare la statistica di tutti gli spedali di Parigi , rilevarono che il maggior numero de' morti era stato all' ospedale di f^al de Grace diretto dal suddetto sig. professor^. Gazette num. 26, e jeg. 331 ti comparativi del morbo cholérico , e raccogliere col maggior possibile giudicio ì conseguiti fausti , o infelici successi , all' Motel Dieu presentavasi a quest' obbjetto la più opportuna occasione non mai più a Parigi accaduta dopo la ricorrenza dei choléra-morbus. Ricordammo noi al §. 5o essere stati i cholerici in quest' ospedale separati e riuniti in due sale diverse , diretta 1' una per gli uomini dal eh. Balìy , V altra per le donne dal eh. Magendie*. Ogni medico stava in attenzione di vederne i confronti , mentre era ferma opinione , che il prof. Magendie reputato a Parigi sostenitore della medicina stimolante , avrebbe proseguito a curare col suo metodo : al contrario il prof. Balìy avrebbe trattati i cholerici alla sua cura affidati col metodo antiflogistico. Per le quali cose il giudizio per noi dato nel precedente paragrafo intorno la cura razionale dei medici parigini, sarebbe erroneo, e verificato si. rimarrebbe quello inconsiderata- ment« avanzato nei rapporti generali di Parigi ricordati nel rendiconto di quest' opera ( pag. Ili ). Quantunque a Parigi ancora abbiano alcuni opinato che questi due medici dell' Hotel Dieu tenessero una via diametralmente opposta nel modo di curare , noi crediamo , che i mezzi terapeutici da essi praticati corrispondano in fondo ad una terapìa , se non unisona, poco dissimile, e sempre, nella maniera loro di vedere , razionale. Il perchè è a noi paruto , prima di passare alla terapìa del o.° stadio, specialmente parlarne , porgendo ancora all' accorto lettore nei pochi esempli delle storie in quelle sale appositamente dal più giovine di noi raccolte, il modo di giudicarne da sé medesimo. 177. Ognuno può vedere il prospero risultamento da questi due medici conseguito nella cura non certamente esclusiva adoperata nei malati delle storie da noi collocate nel primo stadio. Chiunque diasi ad esaminare il metodo di cura del signor Bally , certamente vedrà non farsi quel gettito di latice vitale , siccome da taluni opinavasi a Parigi : noi anzi vediamo che nello stadio algido , se adoperassi talvolta la sanguigna^ fu sempre dietro l'indicazione d'imponenti fenomeni non disgiunti dal vigore dell' età , e del valido temperamento dell' infermo. Difatti se guardisi la storia xi' di fausto risulta» mento , vedesi solo praticata una sanguigna topica , dacché forte si accrebbe il dolore neh" epigastro : topiche del pari veggonsi le due sanguigne nella stor. xiy saggiamente istituite non solo per l'età, e pel temperamento del giovinetto infermo, ma ancora per gl' irritativi dolori dell' addome. Che se con infausto fine leggansi le storie xv, xvm , e xix, le sanguigne topiche furono praticate pel temperamento non meno degl' infermi , che per le patologiche irritazioni : 1' esulceramento rinvenuto nel piloro ( stor. xix ) conferma il giudizio clinico del Bally, A que- 35i ste lievissime sottrazioni topiche di sangue nello stadio algido per patologiche ed individuali accidentalità praticate , si congiugne sempre 1' essenzialità del metodo misto 5 risultante talora dall' emetico , dal costante uso del ghiaccio per bocca , dagl1 infusi aromatici , e tonici, avvalorati sovente con stimoli diffusivi : aggiungonsi i lavativi astringenti, mucilaginosi, o tonici mescolati spesso con canfora, e più di sovente con piccole dosi di oppio , o de' suoi preparati. Alla quale terapìa, il signor Bally associa costantemente i bagni caldi, di rado a vapore, i cataplasmi calidi, ed eccitanti , le fasciature compressive per mitigare i crampi, i stimoli elettrici, senza trascu; rare il potentissimo stimolo dell' ustione* D' altronde se nello stadio di cui si discorre, non si presentavano le accennate patologiche , e individuali accidentalità , non solo adoperossi mai dal Bally cacciata di sangue di sorta, ma un metodo tonico e stimolante praticò esso internamente ed esternamente ;¦ né escluse talfiata i1 uso del ponce. Fassi V a'sserto nostro palese dalli violenti casi delle storie xn e xm. Dopo tutto ciò non rileviamo noi il metodo del signor Bally affatto antiflogistico , ma chiaramente composto ; e conforme a quanto puossi dettare da una razionale terapìa in uno stadio •> in cui non è in potere del medico di ristituire quella vitalità generalmente , o parzialmente in importanti organi , dal contagio distrutta. 178. Incendiario fu per contrario predicato da taluni il metodo curativo del Magendìe , ma se noi mal non ci apponiamo misto del pari e razionale ci parve , e ci sembra tuttora. Invalse quest' opinione pei stimoli diffusivi , soprattutto deli'alkool, da esso apprestati. L'uso della spiritosa medela, di cui si menò tanto rumore in Francia , proviene dalle Indie , dove coi Rhum sciogliesi la polvere di gomma guajaco per propinarla ai cholérici costituiti specialmente nel 2." sta- 53$ dio (r). A forma dì ponce àpprestossi essa sovente nel Nord, dove talun medico, secondo ci narrò la Commissione sanitaria lombarda (2.) , avendone abusato , ne rimase probabilmente per esso la vittima. A Parigi il ponce formò generalmente la base curativa del Magendie , ma mitigossi più di quello che non era stato praticato nella natia contrada, ed in altri luoghi : imperocché oltre 1' acido citrico , 4 once di alkool erano sciolte in once 3.2 d'infuso di camomilla» Che se il metodo stimolante richiesto apertamente dal tremendo apparato dei fenomeni del z.° stadio è usato dal Magendie , ed accresciuto talora con altri diffusivi stimoli esterni ed interni , come oppio ? vino , etere sulfurico etc. , viene però manifestamente mitigata questa terapìa dall' incessante uso del ghiaccio, dalle bevande gommose ? o di riso , dagl' infusi di thè , di ca» (1) Sonnerat op. cit. (2) Annali univ. id. 337 momilla , e dai lavativi emollienti etc. Negli stessi casi inoltre di questo stadio ricorre alla generale , e replicata sanguigna , come può rilevarsi nella storia xi. La xxn anzi ebbe un felice scioglimento ; e pra-ticossi nel!' inferma con clinico accorgimento una sanguigna nel sommo dello stadio algido indicata dalla concomitante ce-falagìa , dagl' irritativi dolori, dal respiro difficile , e in fine dalla mancante men-struazione. È vero bensì che talvolta la sanguigna alla sala del signor professor Magendie fu dovuta al suo medico assistente ; di che , olire essere stato il più giovine di noi testimonio di vista, ne fu convenuto eziandìo dai redattori della citata Gazzetta (1). Ma conosciamo parimente di fatto non essersi dall' esimio professore trascurata all' opportunità la cacciata di sangue, che, scevro anzi di ogni orgoglio , fece alcuna volta da sé medesimo (i) Num. 63. 22 33S in nostra presenza. Infine adoperò tal fiata semplicissimi mezzi terapeutici , anche nello stadio algido, senza l'uso di stimoli diffusivi ( stor. xxv ). Pronunciossi ancora essere stati più felici i successi del signor Magendie di quelli ottenuti dal signor Bally (1), ma noi il riputammo tosto un precipitato giudizio. Imperocché . di poco momento fu primamente il rilevato divario , vi furono secondariamente luoghi, tempi, e stagioni, in cui , per non dir sempre , prevalse la mortalità degli uomini sopra le donne: quegli inoltre commisero generalmente più stravizi di queste ; pei quali disordini solamente vedemmo noi sovente attignere il morbo il più o meno grave 2.0 stadio. Finalmente se riflettasi che il medico assistente del professor Magendie alcuna volta , invece di apprestare il ponce, usò la lancetta , noi ripetiamo ciò che a voce più volte soste- li) Id. ih. 35 nel proseguimento dell' uso del ghiaccio , nelle bevande acidulate , e diaforetiche , le quali per sé sole furono soventi bastevoli a secondare la naturale tendenza della crisi. 181. Comunemente però tempestoso avviene Io stadio di reazione sì nel primo , come nel .2." stadio. Ma da una seria contemplazione sulla pregressa fenomenologia generalmente apparirà, che le flogosi del choléra indiano pel specifico suo elemento , per le strabocchevoli perdite , sono piuttosto un forte irritamento flogìstico ( §. i4o ), accresciuto talvolta dall'abuso degli stimoli , che vere flegmasie. Perciò al riparo del flogistico apparato del i.° , e soprattutto a quello del 2." sta- Z{2 dio vuoisi andar cauti nella cura antiflogistica per non condurre l'infermo a grado tale , pel quale riesce poi impossibile salvargli la vita ; o lasciasi ampio campo all' insorgimento di cronici malori, che veggonsi dopo gli stadj cholérici , e ricordati da noi nell' artt xii. 182. Benché talora non a perfezione ristabiliscasi l'ematosi, pure all'insorgere la reazione , precipitosa fassi la respirazione , e tempestosi rilevansi i movimenti del cuore con corrispondenti polsi, febbrili , onde fa duopo replicare tal fiata il salasso generale , senza però abusarne per le ragioni indicate nel precedente paragrafo , e per altre che nel seguente si discorreranno. Che ss- talvolta violenta manifestasi la reazione nel tubo gastro-enterico , onde dagli acuti dolori locali con tensione dolorosa cresciuta all' azione del semplice tatto , e dall'ardente sete con febbre continua apparisca una vera gastro-enterite, vuoisi del pari reiterare il generale , e lo- 34.3 cale salasso , ma relativo al temperamento , all'età s e sempre moderatamente. Poiché se noi non neghiamo per testimonianza di clinici espertissimi le vere, ma rare flemmassìe choleriche , dobbiamo sempre ricordarci delle cose precedenti, e dell'irritativo cholérico elemento : mentre fu assai di rado a noi dato di vedere non solo al Ietto dell' infermo , ma neppure nei cadaveri processo di profonda flogosi ; avendo noi più fiate con solerzia osservati flogistici irritamenti ( stor. xxi ) nei cho-lérici morti nello stadio di cui si parla. Abbondevoli però debbono sempre usarsi le bevande raddolcenti, e leggermente diaforetiche con mucilaginosi o gommosi lavativi 5 principalmente , se vi si congiungono gastro-enteriche evacuazioni : le quali se per le ripristinate secrezioni non sono più choleriche, non maucano spesso di esser copiose eà alterate. Utile del pari in questo stadio vedemmo praticare il su bagno non al di là dei jž5 gradi del term. di Réaumur. i83. Più sovente per altro presentasi lo stadio di reazione co1 sintomi tifoidi : attentamente quindi vuoisi esaminare il fenomenologico apparato insieme colle individuali ed accidentali circostanze. Proficuo generalmente dapprima sarà l'uso della sanguigna generale, in specie se gagliarda rilevasi la vascolare reazione. Le prime volte che per noi si videro ne' diversi spedali di Parigi i choléiici tifici, saremmo stati prodighi nelle generali sanguigne, ma con sperimentato discernimento ci avvertirono i clinici parigini di non dimenticarsi di quanto si è ne' due precedenti paragrafi rammentato ; dappoiché depauperando troppo le forze nel 5.° stadio , dileguandosi esso , videsi il ritorno del morbo al tremendo , e mortale stadio algido. Onde nelP usarsi prudentemente 1' antiflogistica terapìa , non deve disgiu-gnersi il metodo di cura composto a se- 545 conda delle morbose fasi che cadono sotto ì sensi. Più vantaggiose nel tifo cholé-rico vedemmo noi le sanguigne topiche ? malgrado dell' accensione del viso, e dei polsi febbrili. Il ghiaccio utilissimo negli ' altri stadj , sebben per divèrse cagioni , diventa del pari necessario nel terzo stadio , di cui , se non è sempre conceduto al medico di guarirne P infermo 5 videsi costante il sollievo suo per la reiterata v e prolungata applicazione del ghiaccio ini testa ( stor. xxvi ) • Osservammo noi sotto quest1 uso quasi sempre sminuirsi il cerebrale stupore , e calmarsi il disordine intellettuale, che affacciasi spesso nello stadio tifoide del choléra. Il ghiaccio inoltre per bocca , e le bevute refrigeranti ed acidulate divengono in questo stadio profìcue per mitigare P ardore febbrile , e V irritamento del canale alimentare , che accompagna il tifo cholérico. Allo stesso obbjet-to riescono giovevoli i lavativi demulcenti, infrenando le alvine evacuazioni-, le US quali presso a poco presentano i caratteri ricordati ( §. 178): è per esse soprattut-to che prostransi maggiormente le forze, e conducono sovente 1' infermo a sieura morte ( stor. xxiv ). 184.. Quantunque irregolare si scorga per lo specifico suo germe il tifo choléri-co , non di rado comparso appena l1 impeto reattivo , prostransi rapidamente le vitali forze ; per [oc he il medico è obbligato a ricorrere all' uso più o meno moderato degli stimoli per erigerle. Giovano i decotti di china-china, di valeriana silvestre , il moderato uso della canfora, del castoro v del liquore anodino. Che se nel capo non manifestinsi le comatose affezioni, giova il vino generoso , e l'oppio apprestato specialmente per lavativi onde sedare le nervose affezioni. Utili per Io stesso effetto riusciranno il ghiaccio ? il Lagno temperato , ed il rinnovamento frequente dell' aria. Né il regime dietetico fluido tratto ancora dal regno animale sa- Ml rà del tutto trascurato , stante le deficienti forze della vita soperchiamente abbattute ; del pari profìcui sperimentaronsi nel tifo cholérico i rivellenti , e più vantaggiosi riuscirono i senapismi ed i vescicanti volanti. Quando poi si videro buboni o pa-rotidi sintomatiche , si ricorse all' uso del fuoco per riparare , se fosse possibile-5 all' ulteriore organico disfacimento. Che se infiammatorie e critiche le medesime apparvero pel notabile sollievo dell'infermo , ottimo noi vedemmo procurarne la suppurazione con empiastri emollienti 5 siccome singolari casi in più spedali ne ricordiamo 5 e particolarmente alla sala dì s. Monica all' Hotel Dieu , e alla sala dei cholérici di Val de Grace. i85. Ma se incominciato Io stadio di reazione -, od anche del tutto costituito , bruscamente, o a gradi tornossi allo stadio algido 5 noi crediamo doversi ricorrere al metodo di cura perturbante con forte emetico , e tosto poscia all' uso massimo de- 3^S gli stimoli rivulsivi? senza trascurare Paso interno di stimoli aromatici , e diffusivi. Imperocché , se in sì deplorabile avvenimento non fu a noi dato di vedere una guarigione , pure ci sembra esser quello il metodo più razionale di cura. 186. Il 5.° stadio adunque più del 2* può essere dal medico con clinico avvedimento infrenato ? usando egli quella terapìa , che più a proposito sia indicata dal complesso dei morbosi fenomeni. Presentandosi essi dapprima impetuosi , vogliono deprimersi, senza abusare del metodo debilitante , dovendosi aver sempre presenti gli elementi , che lo precedero-110 , ed i risultamenti che ne derivano. Perciò anche in questo stadio razionale e composto richiedesi il metodo curativo. 187. Ogni sagace medico vede e conosce ben£ le differenze curative , che richiedono i mali consecutivi al choléra indiano da noi ragionati nell' art. xn. I quali morbi essendo accidentali , crediamo oi9 noi superfluo intertenerci sui respettivi modi di cura, che sono talora del tutto palliativi. Non pochi però di essi morhi derivando da una trascurata convalescenza, vuoisi quindi avvertire doversi avere in considerazione la convalescenza eziandìo del i.° stadio. Imperocché se vi furono cholérici, che dopo violento corso del morbo ripristinaronsi tosto in perfetta salute 3 non mancarono infermi, che anche dopo leggiero attacco soffrirono lunga e penosa convalescenza *> la quale fu sovente cagione dei mali in dett'articolo ricordati. Perciò fa duopo soprattutto un regime dietetico severo per alcun di, e soddisfare appena mezzanamente all' appetito , acciocché il tumultuoso stato , in cui fu dal cho-lérico conquasso ridotto 1' animale organismo , e specialmente il canale digestivo, sia gradatamente ristorato , onde poco a poco venga risarcita l'illanguidita organica fibra, e sedato il nervoso eretismo. Le minestre farinacee in ìspecie di riso , le uova ire- 55c» sfche , V arrosto di vitello, la bevanda dt arancio, e di vino rosso misto con acquaN saranno i più confacevoli per adempiere al profilattico precetto. Che se molto rimarchevole sarà il languore , e permanente. I' anoressìa , utili riusciranno le gelatine animali, gl'infusi amari di china-china, di quassia amara; e-ne' flaccidi temperamenti giova Faggiugnervi alcuna marziale preparazione : riè si tralascierà V uso dei lavativi gommosi , o di acqua di orzo. Che se una mobilità soperchia presenteranno i nervi, efficace riesce qualche bagno temperato , e la stessa neve con somma mode-sazione praticata. Proficuo ancora, se fia ©mog;eneo , è I' uso del latte munto di fresco. A tutto ciò vuoisi aggiugnere il riposo della mente e del corpo , e V uniforme sua temperatura; onde debbono nei primi giorni. evitarsi le alternative dì caldo e di freddo , e precipuamente sfuggirsi non meno I1 aere notturno che quello del mattino mri* . « della sera , è delle giornate umide o ventose. 188. Dal complesso di ciò che si è per noi in quest' artìcolo ragionato , ne consegue chiaramente , che quanto certissimo sia il metodo più igienico che terapeutico per debellare i precursori sintomi del primo stadio , e quanto non difficile riesca ancora la terapìa da esso richiesta 5 altrettanto scabrosa , e spesso infruttuosa sia quella del 2.0 stadio. Di momento gravissimo diviene ancora la terapìa del 3.° stadio , succeda esso al primo , o al secondo. E nel o.° stadio dove assai concorre la medica accortezza per togliere V infermo dalle fauci della morte. Inculcammo finalmente la vigilanza assidua nello stato di convalescenza, sebbene preceduta dal solo primo stadio del morbo. Chiudiamo infine quest' articolo ripetendo , che agli stadj per noi discorsi non potendosi assegnare alcun limite in alcun luogo , né in alcun tempo , né in persona qualun- ÓD-2 que , fa dutopo che il medico stia vigilantissimo a suoi morbosi mutamenti , pei quali di sovente i detti stadj s' incalzano 1' uno appresso l1 altro ,. retrocedono , e scambiansi. Ognun vede quindi che se necessario fia in ogni complicata malattia un metodo di cura razionale e composta, e da scambiarsi a seconda delle variate fasi morbose; massimamente lo diviene nei terribili contagiosi morbi, siccome è appunto il choléra delle Indie» Al di cui allontanamento , se molto si disse nelP articola y v ci resta ancora a dire nel seguente , dove si confermerà quanto concorra a distruggere , o certamente a mitigare la ferocia sua una ben' intesa pubblica , e privata profilassi» 355 Della pubblica-, e della privala igiene pel choléra indiana. i8q. I-J ; 89. ÂJ arte salutare mirar dee non solo alfa cura dei morbi, ma eziandìo a prevenirli. La prima parte è dovuta essenzialmente al medico , la seconda a consigli suoi verso i magistrati , e verso gl1 individui dell' umana famiglia , perchè ognuno di essi adempia ai profilattici divi-samenti. Intorno i quali , precipuamente sulla pubblica igiene , veggonsi pel morbo in discorso , sparsi luminosi esempii nei primi articoli, specialmente nel v, e yï, cui noi preghiamo riandare il lettore per ragionarne in questo più speditamente. Dimostrammo in essi V origine immemorabile za zu dell' indiana malattia cholérica , dimostrammo che di tempo in tempo fece essa esterminio di abitanti in quelle orientali contrade. Dimostrammo essersi la medesima importata in Europa nel momento , in cui regnando nella natia contrada per un concorso di atraordinarie circostanze occasionali con intenso genio epidemico , rinvenne adito aperto pel commercio terrestre insolito colà nei preteriti tempi a praticarsi. Onde poscia per una serie di sfortunate combinazioni si trasfuse sin nel centro dell' europeo incivilimento , e vide-si essa arrestare soltanto nei diversi luoghi , dove adopraronsì appositi provvedimenti sanitari ( art. v ). Reputiamo per altro la negligenza de' medesimi in alcune provincie del Nord derivata piuttosto dalle mediche discrepanze e dalle discordie politiche 5 che dalla contraria persuasione dei governi , che avevano dapprima ordinate le sanitarie misure. Crediamo quindi una decisa malignità V avviso di 355 uno scrittore alemanno , il quale seriamente disse , che i diversi governi del Nord abolirono i cordoni sanitarj non già perchè non credessero al cholérico contagio , di che non dubitavano, ma per evitare le parziali molestie , e soprattutto V aggravio dell' erario pubblico (1). Noi però in considerando che attivati eransi in principio i sanitarj cordoni , e in considerando le igieniche misure dagli stessi governi prescritte , e generalmente praticate , cui dovettero il minor scempio fatto dal morbo dei loro amministrati , conchiudiamo essere state involontarie e fortuite le sfortunate circostanze. Pensiamo anzi avere essi nutrita quella massima predicata dal nostro sommo Zacchia di doversi, prima di ogni altra cosa , anteporre la pubblica salute. 190. Dispregiamo perciò le baje del volgo , che osa sovente biasimare i medi- \ (1) Annali universali di medicina volum. 61 pag. 421. ^3 * 356 ci che sostennero il contagio chòlérico , ed altamente inculcarono le sanitarie provvidenze. I ragionamenti esposti nell' opera nostra sono una serie di fatti inconcussi. Sono essi che impongono di ricordare ai magistrati dì stare in guardia, né fidarsi al silenzioso o mite procedimento della cholérica contagione , essendo appunto cotesti modi 5 pei quali i contagi distinguonsi. E vero che la storia ci narra esotici morbi attaccaticci essersi tal fiata in Europa dispersi , ma noi, oltrecchè non siamo, veramente convinti, se quelli racchiudessero la contagiosa natura , abhiamo per contrario sott' occhio infra gli altri gli esempii del vajuolo e della peste bubonica. Vediamo il primo ricorrere e far strage di quei che trascurarono il portentoso antidoto scoperto da Jenner : vediamo la seconda parzialmente annidata devastare ad intervalli più o meno lunghi alcuna sua bella provincia •> dove un cieco fatalismo diede bando agi' igienici lumi, che la prov? 357 videnza divina aveva sparsi sulla terra , perchè l'uomo prudente ne profittasse. ìgi. Se il morbo di cui abbiamo ragionato si fosse totalmente estinto nelle contrade, dove da pochi anni s1 introdusse , o potesse ancora estinguersi , con tutto P animo sarebbe desideratissimo l'abbaglio da noi incorso nel sentenziare l'europèa sua naturalizzazione ( §. 77 ). Ma poiché finora l'indiano contagio lo sappiamo co' suoi identifici caratteri procedere a modo sporadico in più luoghi , dove fece stragi -, noi non abbiamo le traveggole agli occhj per farci illudere da questo suo andamento , onde non vedere che ali' opportunità risorga con genio epidemico ; e propagarsi quindi, trasfondersi, e annidarsi nei luoghi che ne andarono finora illesi. Imperocché fu da noi appositamente notato essere anzi una caratteristica proprietà dei contagi rimanersi silenziosi , per poi flagellare nuovamente. Nella stessa contrada natia il choléra morbus regnò talora per 35.8 alcuni anni di seguito , talora ad intervalli più o meno lunghi , e talaltra dopo più anni videsi tornare con genio epidemico. Fintantoché dunque siavi in Europa il più menomo indizio del choléra delle Indie, i medici sono in obbligo di ricordare, e di predicare incessantemente ai governi la sorveglianza de' sanitarii provvedimenti , perchè essi non abbiano quel rimprovero 9 che il cardinale Gastaldi applicava un tempo , al viceré di Napoli. Civitati ßoren-tissìmae minus ob fuit pestil entia quam negligentia (i) . 1Q2. Indispensabile noi quindi estimiamo per ogni incivilito governo i sanitari cordoni ai confini di qualunque contrada, epidemicamente affetta dall' indiano contagio. Quindi per le cose da noi discorse ( §. 86 ) d ebb e portarsi a 12 giorni la quarantena delle persone e degli animali domestici provenienti dal limitrofo luogo 5 (1) Op. cit. pag. 118. 3d9 in cai mena stragi il cholérico contagio. Che se vi sia una , o più provincie intermedie immuni dal medesimo j mercè di autentici documenti incomincerà lo sconto sanitario dal momento 5 in cui l'individuo o gli animali domestici Uscirono dall' infetta provincia insino alla cadenza. dei giorni prescritti. Altrettanto sarà praticato per le misure sanitarie di mare , se non che avvenendo talora che traghettandosi le acque marittime ammala taluno , o più individui nel tragitto , debbe allora contarsi la quarantena dal dì , in cui l'individuo o gl'individui separaron-si dagli ammorbati cholérici. Le stoviglie , le masserizie 5 le merci, le carte , ed ogni altro passivo conduttore in cui possa appiattarsi il contagio , debbono sottoporsi ai noti sequestri , ai sciorinamenti, lava-menti e purificazioni gazose di acidi minerali , benché noi siamo persuasi che l'azione dell' aria libera e pura divenga bastevole a distruggere.i cholérici germi. 36© icß. Che se noi non cadessimo nel desiderato abbaglio ( 191 ) , poco ci lusinghiamo , che 5 in onta del pronto animo, e vigilanza dei governi italiani, non venga P indiano contagio in Italia. Il commercio', i viaggi 5 ï corrieri ? il contrabbando , V umana nequizia , e tante altre disgustose circostanze varranno pur troppo ad introdurvi più presto , o più tardi il cholérico flagello. Noi però abbiamo žbndate speranze , che governi e medici in qualunque punto d'Italia si sviluppasse V importato contagio 9 non ismentireb-bero quella sapienza a nostri maggiori dovuta , e sperimentata eziandio negli ultimi tempi ( §. 75 ) , per contrapposto a quell'orgogliosa caparbeità dimostrata dagli stranieri nelle pesti -di Milano 5 e di Napoli, di cui ricordammo I1 aspro rimprovero lanciato dal Gastaldi ( §. igi ) . La prima cura dunque di ogni governo anche prima d' avvicinarsi il pericolo , e molto più quando è prossimo ? mirar dee, 36i all' istruzione di tutte le classi, precipuamente del basso popolo mercè delle persone le più influenti. Esse gli mostreranno, e gli ripeteranno giornalmente dai sacri altari , dai pergami , dalle pubbliche piazze , dalle sale municipali , dai pubblici ufficj v e dai rispettivi stabilimenti sieno sacri , o profani, che il choléra distruggerebbe la società , se la Provvidenza non vi avesse posto sicurissimo e doppio riparo , mercè di cui non si contrae , o contraendosi il pestilenziale morbo procederebbe benignamente in chi fosse sobrio , e parco nel regime di vita. Il male inoltre per fisiologico portento , ad eccezione di alcuni terribili casi prodotti da' disordinati modi di vivere , agendo nel centro de' ganglj •> manifestasi sempre con segni assai leggieri. Perciò un malessere , 1' inappetenza , i tormini del basso ventre , le flatulenze soprattutto , ed i piccioli crampi, incomodi spregevoli in altri tempi , quando il choléra s'introdusse in ù6z. un paese qualunque, debbono aversi in grandissima considerazione , poiché sono queste lievi molestie , che ci rammenta-* rio la presenza di quel terribile elemento, che non represso immediatamente , diviene più di sovente distruggitore della vita, onde vogliono le medesime appena apparse 5 prontissimamente fugarsi. Per un1 immancabile esperienza dileguansi esse costantemente con semplicissimi mezzi igie-> nici, di cui meglio più sotto diremo. Co-testa massima inculcata a proposito in tutte le classi , specialmente nel basso popolo , noi siam certi , che in generale docile presterà esso orecchio per corrispondere alle saluberrime insinuazioni. Conseguentemente noi speriamo, che non si rinnoveranno in Italia , qualora a Dio non piacesse preservarla dal flagello, quelle stragi , dalle quali regni e paesi infiniti furono desolati in ragione dei disordinati modi di vivere ? e della pubblica spregiala profilassi. 363 194. La seconda cura cui mirar deb-he la pubblica igiene sarà , che penetrato il contagio per alcuna delle sgraziate circostanze , in onta de' cordoni sanitär) , venga tosto isolato nelle case , €d anche in un paese , in cui manifestossi : sapendo per le cose dette nell' articolo dell' isolamento quanto valevoli riescano le provvide misure a tempo praticate- Ma se i morbosi germi annidaronsi in più punti di un comune , o di una provincia , dimodoché si svolsero quelli simultaneamente , 0 successivamente, divengono allora inutili le generali sequestrazioni (1). Ma se (1) In una nota tolta d' appresso le misure praticate in Edimburgo indiritta dal Moreau de Jonnés al governo belgico , che giovossene proficuamente , ed a noi comunicata , risulta 1' isolamento di tutte le persone , che comunicarono coi cholérici : il cui maggior numero in quella capitale non superò il 178 inclusive alle persone destinate al servigio dello stahiliinento. In conseguenza di questa saggia misura videsi una mortalità di 180 56i la pubblica igiene non valse a circoscri-Vere il morbo , varrà moltissimo a renderlo mite e meno spaventevole con profilattiche misure, che alla minaccia di una prossima invasione con accurato prevedi-mento saranno state in parte eseguite , e saranno pronte ad eseguire quelle che richiede la presenza del male. ig5. Perciò la superiore autorità assistita da un consiglio centrale di sanità ordinerà severamente la polizia delle strade, delle piazze, dei cortili , degP immondezza j ; mvigìlerà , che le latrine e le cloache sieno sovente spurgate con diligenti precauzioni. Sorveglierà all' introduzione dei commestibili , alcuni dei quali innocenti in altri tempi , divengono nocivi in una cholérica epidemia, e quei rinvenuti di individui; mentre a cose pari fu di 1200 ne'luoghi dove trascurossi il salutevole provvedimento. Osservasi da ultimo divenir più facile la sua esecuzione in ragione che decresce la popolazione di un paese qualunque. o6i> positiva qualità cattiva , sieno. gittati al fi.fi-me , o consunti dal fuoco : sorveglierà alla nettezza dei pubblici stabilimenti , precipuamente degli spedali, e delle prigionia , procurandovi la rinnovazione frequente dell' aria. Reputiamo quindi giovevole T uso dei ventilatori. Osservossi mercè di essi fin cedere negli spedali epidemici morbi. Ne limitasi il loro vantaggio agli spedali , ed alle prigioni, ma estendesì ancora alle miniere, ed alle officine dove travagliano molte persone. Utili eziandìo riescono dove vi ha affollamento di gente, siccome accade nelle chiese, nei teatri etc.: laonde in tempo di contagiose calamità necessario diviene ai divisati luoghi l1 uso dei ventilatori. Si procurerà Io sfollamento , laddove moltissima gente 5 specialmente sudicia , si trovi raccolta. A Parigi medesima , malgrado della somma nettezza delle persone , delle case , delle botteghe de' publici stabilimenti , degli stessi ospedali ( eccetto le sale anatomiche ) , di che Z6S fummo , e siamo tuttora incantati, per V ammassata gente in sudici e stretti abituri vidersi funesti esempli , siccome fu per noi stessi verificato , e riferito nel 3." rapporto segnato nel di 18 luglio. Alcun altro più lacrimevole esempio inoltre fu per noi Ietto in un articolo di un giornale ali1 uopo redatto da un deputato , che fece parte delle sanitarie ambulanze del mese di aprile (1) . ig6. AH1 ordinato eseguimento di questi sanitarj provvedimenti , fa duopo che in ogni comune vi sia un vigile magistrato di sanità , e nelle popolose città ? specialmente capitali , oltre il consiglio centrale di sanità , accennato nel precedente paragrafo , richieggonsi tante sanitarie commissioni ? quanti sono i quartieri , 0 rioni, che compongono le medesime. Vienna , Berlino , Pietroburgo 5 Edimburgo soprattutto ( pag. 365-4.) per cosiffatte pre- (1) Le Phalanstère luogo citato. visioni con maggiore', o minore diligenza praticate ebbero minori calamità di que1 luoghi , dove que"' sanitarj provvedimenti furono trascurati. Siccome minore assai fu un tempo la strage nella peste di Roma in confronto di quella di Napoli per le savissime misure adottate ed ordinate dal lodato cardinal Gastaldi. 137. Dopo mature considerazioni fatte a Parigi insiem co' membri del consiglio superiore di sanità, di cui fu reso conto nel 5.° rapporto testé ricordato , abbiamo riconosciuto , olire l'assoluta necessità di separare i cholèrici da qualunque altro malato , di raccoglierli ancora in piccoli ospedali appositamente destinati. Il normale uso delle funzioni intellettuali conservato nel tremendo stadio algido mette V infermo in istato di spavento pel lugubre spettacolo de' morti, e più dei moribondi straziati dal terribile malore. Che se il signor Telìier disse nulla nuocere la paura al ma- 368 le dì cui si parla (i), ogni uomo di buon senso converrà, che se il timore e lo spavento non saranno esclusive condizioni ecologiche pel sviluppo del dominante morto , certamente diverranno eglino elementi di più per V incremento ed intensione sua. I piccioli ospedali dunque , meglio chiamati case di soccorso per togliere dalla mente di alcune pregiudicate persone la ripugnanza che hanno pel nome di ospedale , debbono dietro mature riflessioni, formarsene almeno due in ogni quartiere 5 o rione , venendo appositamente fornite di tutto il mobiliare , e spezialmente di paglioni, e di coperte di lana. Crediamo noi superfluo i materazzi ; dappoiché i paglioni ponno tosto ventilarsi, e lavarsi , al contrario dei materazzi, nei quali con più facilità si appiattano i contagiosi germi. Il eh. Farisei ci assicurava , che allo stabilimento della Salpétrie- (,i) Gazette medicale n. 58. o6g re per muovere la lana dei materazzi , in cui eran stati cholérici , presero alcune donne 5 ed alcun uomo il morbo (1) . Laonde a queste igieniche misure vi si congiugne eziandìo una veduta di pubblica economia : comprendesi ancora che in ogni casa di soccorso debbono destinarsi medici 5 infermieri soprattutto , e facchU ni 5 che all' uopo ricercati nei domicili , trasportino da questi immediatamente alla casa di soccorso gli ammorbati , ai quali se non sieno state tostamente in fami-? glia apprestate le prime cure , vengano subitamente praticate , o continuate nella suddetta casa, 198. Il magistrato di sanità dee per altro avere il prevedimene dettato dall'es? pcrienza , che il choléra, in ispecie nel-ìe grandi capitali , può infierire più in uno (1) Questo fatto che taluno a Parigi osò di negarlo , venne ^colà confermato dai redattori della stessa gazzetta medica. zi 570 che in altro quartiere , onde avyiene che le due Cestinate case di soccorso non sie-rio hasteyoli a raccogliere gl1 infermi di cholera. Jlinnoyerebbesi in tal caso il do^ lente spettacolo di Parigi , oye nella massima irruzione di aprile , percuotendo il morbo con maggiore intensità e numero gli abitanti della riva sinistra che della destra della /Senna, yedeyansi sovente al-Je porte di alcuno dei prefissi asili i moribondi aspettare , che i morti gli facessero luogo : mentre in un' altra estremità della città yi erano spedali ed asili quasi vuoti 5 dei quali gli sventurati çholérici non potevano trarre profitto \ giacché il tras-r porto *, 3. cose pari , sarebbe tornato loro, più rapidamente mortale di quello di re^ stare alla porte di detti asili. Quindi è che il magistrato sanitario debbe disegnare ancora altri locali in ogni quartiere , acciocr che nel fatale infortunio possino ricevere i malati superiori al capimento delle due destinate case di soccorso : nel quai casg Zq i per economica misura potrà tosto trasferirvisi il mobiliare , i paglioni etc. delle case di soccorso degli altri quartieri non percossi dal morbo. 199. Per ciò, che da noi fa detto intorno la convalescenza , vuoisi avere in considerazione , che stante 1' esaltamento del sistema nervoso , e del canale digestivo dopo il cholérico conquasso , succedono non di rado per lievi disordini nel regime mortali conseguenze p e' mali consecutivi agli tre stadj, e talora per qualche letale recidiva del morbo. Richieggonsi quindi necessariamente le sale di conva-lescenza, al qaal uopo ponno benissimo servire alcune delle sale degli grandi spedali dopo averle purificate ? çd appositamente ridotte per 1' esclusivo uso de' convalescenti cholérici, dove sì rimarranno due o tre dì a seconda della medica prudenza. 200. Siccome pure nei detti spedali, ed in ogni altro pubblico stabilimento pò- §7^ trebbe svolgersi alcun caso cholcrico , co* sì debbesi tosto V infermo separare dagli altri malati j perciò in essi stabilimenti vi sarà una corrispondente sala destinata a. bella posta pei cholérici, sol. In ogni locale, e nelle sale dei convalescenti deve circolare sovente 1' aria atmosferica , e dopo aver cambiati , ed asciugati i convalescenti , se fossero in su? dore , rinnovare 1' aere con grandi correnti 5 o ' coi ventilatori. JNe saranno trascurate le blande fumigazioni acide , imperocché le intense fumigazioni in ispecie quelle di doro , che ponno ottimamente usarsi per purificare i luoghi dove furono ammorbati ? e per la disinfezione de1 passivi conduttori , riuscirono generalmente no? cevoli alla respirazione de' malati ; dimodoché furono a Parigi proscritte. L'uno di iìoi dietro 1' altrui , e la propria sperienza aveva proclamato , che se un contagioso elemento abbia invaso 1' animale econo-jaiia 3 V azione sporifica degli acidi mine- 073» ra!i è ml vero sogno (i) . All' ospedale Neker soltanto , dopo il toccamento det cholérici , e de1 cadaveri ci porsero genp tilmente le catinelle di acqua calda cori cloruro di calce. Sebbene noi reputiamo f aria libera e pura sufficiente disinfettane te del choléra, sarà tuttavia profìcuo, chö gli assistenti, ed i medici , oltre gli opJ portuni lavacri passino qualche minuto id sale vuote •> dove appositamente svolgane dagli apparecchi disinfettanti le fumiga-3 z ioni di acidi minerali« Terminata quin^ di 1' epidemica-contagiosa influenza dope? le reiterate fumigazioni di cloro debbono1 adoperarsi le misure per noi ricordate ? ö prese all' ospedale di Si Luigi ( §. i3.2 } dall' ottimo amico nostro signor barone Alibert. Fa duopo perciò raschiare il pafi vimento , le pareti 5 e rimbiancarle per indi tenérle più giorni all' incessante corrente dell' aria libera; II choléra che a Farn (i) Giorn. Arcai!, lom. L png\ 35.- gì serpeggia ora a modo sporadico , manifestasi in quelle case 5 dove più fiate svi-luppossi, e nelle quali non furono praticate le necessarie disinfezioni, siccome noi rileviamo dalla lettera ricordata al par. g. 202. Ognuno ancora facilmente comprende , che a queste pubbliche misure igieniche non vuoisi disgiungere la nettezza intorno i malati, precipuamente quando essi attinsero il 3." stadio. Somma noi la vedemmo praticare negli spedali di Parigi j soprattutto per lodevole opera delle sorelle della Carità.'AI candore de'loro aurei costumi , e all' esercizio di verace carità cristiana 5 congiungono esse una scrupolosa diligenza , ed un fino criterio , figlio della esperienza ? onde nel formare Io stupore dello straniero , che attonito le ammira ; e neìP incutere, e nel risvegliare l'incessante rispetto e gratitudine dei nazionali , divengono la delizia, ed il conforto de1 poveri infermi colle loro cure assistiti. j2o3. Quando insorge però una generale calamità in un regno , in una provincia , in un comune qualunque , nori è sempre bastévole la suprema sorveglianza« Ma, ìé virtù religiose e sociali impongono $ e ricordano ad ogni cittadino $ e principalmente ai grandi * ed ai ricchi proprietär] di accórrere con ì' esempio $ e cori i olezzi di cui essi fruiscono , al sollievo delle classi costituite nella miseria \ onde risentano esse quei vantaggiosi effetti derivanti dall' esecuzione della pubblica, ë della privata igiene. In ogni capitale del Nord vi-dersi esempj di filantropia, è di cristiana carità, che dovrebbonö risvegliare maggiore emulazióne nei cuori italiani j se fra loro ricorresse la fatale sventura del choléra-morbus j che Dio tenga lontano* À Parigi nel colmo del morbo fecero a gara reali personaggi, i grandi , e tutti i proprietär) per alleviare la tristizia dei malati , soc-< correndo , e provvedendo ai più poveri $ Gride stìiiriuire le occasionali Cagioni all'alt* 3j6 mento" dell' orribile morbo. Ci è grato ancora di accennare , che in quella funesta circostanza , coli' inimitabile armonia del suo violino , procurasse ivi il nostro Paganini alcun sollievo ai poveri choléri-ci mediante il prodotto ritratto da più pubbliche filarmoniche accademie. C incombe soprattutto di ricordare Io splendore novello di cui rifulse Io specchiatis-simo clero di Parigi non solo per gli atti di religiosa pietà, ma eziandìo per l'incessante assistenza degl' infermi, e pei generosi soccorsi ai medesimi prodigati. Ricorderemo noi sempre con indicibile piacere il nostro viaggio al superbo stabilimento degli alienati presso Charenion , e a quello dei Trenta del eh. Esquirol-, in cui quest' intelligente amico nostro indi-cavaci il delizioso casino di monsignor arcivescovo di Parigi generosamente destinato pei convalescenti cholérici ; nel momento che il pio e zelante pastore con-» 377 vertiva il seminario di s* Sulpizio in'ospedale, ed i seminaristi in infermieri (1)*, 2o.{. Alla vigilanza della suprema autorità , alle provvide sue misure, allo zelo ed alla filantropia de' medici, alla generosità dei grandi , e di ogni ricca persona , debbe concorrervi ancora ogni privato cittadino di qualunque condizione colle opportune precauzioni. Ricordate esse più volte •, torniamo qui ad inculcarle con tutto il calore , poiché da esse deriva un felice consegaimento , malgrado del più intenso dominio dell' indiano flagello. 5o5. Quella nettezza rammentata da noi per la pubblica igiene ( §. ig5 ) deve praticarsi nelle interne abitazioni da ogni privato cittadino. Si attenderà dunque alla polizia dei cessi , dei risciaquatoj, degli andi* ti i ventilate saranno le camere > ed i pavir menti e le pareti verranno giornalmente nettate da qualunque sozzura. Che se vo- li) Moniteur universel n. 94 " 5 , e 104. 378 gliasi praticare alcuna bianda fumigazione acida, non sarà cosà spregevole ; e noi crediamo per le indicate ragioni ( §; 201) abbastanza efficaci le sempiici fumigazioni di aceto comune ( acido acetico ); Nei tempi umidi e freddi , irì ispecié nei luoghi palustri , o montuosi e poveri utilissimo diviene un fuoco fiammante procurato cori legni resinosi : utile del pari sarà , se colle loro fiammanti scheggio si percorreranno le camere ad effetto di togliere V umidità 5 e porre irì esse irì maggior movi' mento il racchiuso aere* 206. Chiunque abbia ä cuore la propria salute , se nori vorrà discostarsi dalle consueto abitudini ; pure nel dominio cholé-ricö dovrà guardarsi dall' aere notturno , e dall' umidità del mattino e della sera, onde turbato non venga V organo della traspirazione , soppressa la quale , diventa una delle più favorevoli cagioni ausiliari allo sviluppo della malattia. Le quali precauzioni non potendosi sempre ? special-' 37Ù inente dai poveri eseguire, sarà loro cura di cingersi i lombi con una fascia di lana 5 di tenere inoltre il corpo difeso dal freddo , e dall'umidità con vestimenta nette e relative all' intensità del freddo (1). I calzari soprattutto saranno consistenti alle piante 5 e da cambiarsi all' opportunità 7 perchè non vi penetri la nocevole umidità , cagione anch' essa favorevole per attaccarsi il contagio : giovano le così dette galoscie, e nei luoghi palustri e nei montuosi utilissimi ai poveri riescono i zoccoli di legno. Le fregagioni secche fatte con panno di lana , o con scopetta sulla cute sono pregevoli : commendevole diviene 1' uso de' bagni tiepidi 5 principalmente per chi fu accostumato di praticarli. Concorrono questi mezzi à tenere aperto il necessario traspiro: mirano allò stesso obbjetto alcune discrete bevande d'infusi aromatici , (1) A Parigi fu provvida misura quella di ordinare alla truppa , di rimettere i calzoni d'inverno nel mese di luglio. 58b come di fiori di sambuco , di camomilla;;, di salvia, di menta , di tiglio , di melissa 5 di thè etc. Per contrario debbono attentamente sfuggirsi i bagni freddi , in ispecie coi corpo caldo. Se noi per questo effetto registrammo nel primo nostro lavoro sul choléra indiano un Caso di cholera sporadico (1) nel nostro clinico esercizio avvenuto , potremmo ricordare moi-, ti fatti di eholérico contagio per simigliare ti cause avvenuti in Parigi ? ed avvertiti nel Yi articolo. Debbono del pari sfuggirsi le bevande fredde da chi non fu uso a praticarle: vogliono esse assolutamente evitarsi 9 se il corpo sia riscaldato o in su-» dore 7 divenendo un mezzo assai potente allo svolgimento dello stesso choléra ful-minantei Che se Morgagni aveva registrato un caso funesto di choléra sporadica per avere una giovine in sensibile traspirazione bevuto una preparazione marzia-* (i) Giorn. Ai'cad. id. 381 le di acqua fredda (i), nei potremmo ri*r ferire non pochi casi di choléra fulminante per bevande fredde , o agghiaccia? te prese con • corpo caldo , o in sudore. Leggemmo a Ponl-Beau-voisin nei gior-r nali politici , che in tempo degli sponsali della figlia del Re dei francesi col Re dei belgi, un colonnello sudato per le mi* litari manovre , e per V elevata temperatura , ingojato appena un bicchiere d'ac-? qua gelata, fu colpito dal fulminante cho-ì léra delle Indie. 207. Se utili sono gl'infusi aromatici, e le discrete bevande calde ; nocevolissi-? me divengono le bevande spiritose. L'ab-bominevole uso introdotto anche fra di noi dell' acquavite , e di altri spiritosi liquori , dovrebbono in tempo di contagiose ricorrenze totalmente proscriversi. Rac-commandiamo quindi caldamente ? che s'insinui alle persone abituate a queste ve-? (1) Epibt. 65. 38z nefìche bevande di usarle più parcamcn-. te , né prenderle a stomaco, digiuno , o mescerle almeno, con acqua comune , od aromatica. Quasi del pari riesce nociva T ubbriachezza , ed in tutti i luoghi dove signoreggiò P indiano cholera ? ed a Parigi specialmente notossi nell' irruzione di aprile essere stati a preferenza energicamente assaliti gli ubbriaconi. Moderatissimo quindi dey' essere l'uso del vino , e sarà proficuo beyerlo sempre al di sotto della consueta abitudine , ed il vino rosso sarà anteposto al bianco. Ottime sono le acque acidulate nella cholérica ricorrenza , e laddove esse manchino , snpplirassi con acqua pura con poco aceto , o vino. Grand1 uso di acqua di Sellz naturale ed artificiale fecesi a Parigi tanto per la parte terapeutica, quanto per la profilattica. 208. Di somma importanza diviene an-eora l1 uso de' cibi. Che se anche in questi non vuoisi discostare dall'abitudine, noi torniamo a ricordare ciò che da tatti 585 fu altamente raccornmandato di non commettere stravizj negli alimenti , divenendo essi al pari delle spiritose bevande, e? del soppresso traspiro cagioni validissime , perchè il contagio si svolga, ed agisca con intensità talora indescrivibile. Al di sotto quindi dell' usato costume dovrà sempre regolarsi il regime dietetico nelP invasion ne dell' indiano flagello. Grandissima vigilanza inoltre richiedesi nella scelta dei medesimi« Buone minestre di riso ? di far-ricello 5 di farina fresca di grano dell' In-> die , o di minute paste caserecçie con brodo di carni salubri e sgrassate , come di bove 5 di castrato etc. sono ottime ; le carni di questi animali specialmente bene arrostite sono eccellenti ; buone riescono le uova 5 ed il pesce fresco , eccetto quello di difficile digestione , come sono per es, fra di noi le ostriche. Il cioccolate di buona qualità fu estimato , e rinvenuto ottimo per la colezione. Si bandiranno i salumi , i salati, in ispecie di majale , le pa- zu succede -, ed ogni cibo difficile a digerir-si anche in ragione relativa dell1 individuo. Dovrà altresì astenersi dal latte , se non siasi abituato ad usarlo , ed in questo caso eziandìo dovrà prendersi moderatamente. Ricordiam noi all' Hotel Dieu nel mese di luglio il caso di un artigiano accostumato a prendere il latte per preservarsi dalla colica saturnina i avendone ora usato gran copia, divenne cagione ausiliare del choléra algido. II caffè lo propinarono taluni in bevanda anche ai malati, ma general-? mente non fu in uso nel dominio del cholé-ra-morbus : tuttavia chi lo prende giornalmente 5 potrà usarlo con più moderazione. Cane pejus et angue debbono bandirsi, come le spiritose e le gelide bevande con cor? pò riscaldato, i cibi vegetali , specialmente quei che producono nel ventre molta flatulenza. Varj sono gli esempii , anche terribili, nelle storie per noi raccolte per vedere quanto alcuni legumi 5 i cavoli , l'insalata, gP immaturi frutti ? i cocomeri , i meloni 1 385 I citriuoli etc. servino di pabolo al contagioso germe. Imperocché sembra esso moltiplicarsi, ed agisce colla massima energìa sul centro per noi della vita organica ( centro gangliare ), che ne rimane ordinariamente distrutta , precipuamente quando il morbo domina con genio epidemico : ciò nulla ostante alcuni frutti matur? ponno mangiarsi , ma con somma moderazione. Laddove mancasse ai poveri la suddetta farina di granturco , ed altri migliori alimenti , si userà la farina di legumi secchi , e sempre modicamente ; né yidersi nuocere le patate discretamente usate. Le morali commozioni in fine , ed i disordini della venere , ognuno comprende 5 coadiuvare anch'essi alla, contrazione del morbo, perciò debbono prudentemente evitarsi. 209. I medici di ogni contrada che tro-varonsi in mezzo al choléra, osservarono costantemente , come il rilevammo noi a Parigi , che le persone le quali ebbero a .cuore le profilattiche misure da noi di- r-* 2D ù8$ scorse * o furono immuni dal morbo ] sebbene ne fossero continuamente a contatto ? 0 Io subirono leggiermente, siccome è in noi medesimi avvenuto. Cosicché inculchiamo grandemente, perchè le influenti persone , e gli stessi medici ricordino incessantemente quest1 igienici precetti ai nostri concittadini, qualora il morbo si trasfondesse in Italia* zìo* jNe timore di sorta concepire dovranno coloro che curano ed assistano gli ammorbati cholérici, se usarono essi le sanitarie prescrizioni. Vuoisi però in tali casi aggiugnere non presentarsi di repente a stomaco digiuno avanti i cholérici. Le acide fumicazioni 5 e gli opportuni acidi lavacri saranno sovente usati , precipuamente dopo la visita v ed il toccamente dei corpi ammorbati , o delle loro stoviglie-, 0 di qualunque altro oggetto adoperato per l'infermo. L' unzione alla cute di olio di oliva riuscito eccellente preservativo nella peste di Tangeri ? e dì Nq~- 587 ja, fu predicato utile anche contro P ap-piccamento cholerico. A giudizio nostro l'aceto semplice è bastevole a disinfettare ? ed a preservare. Il cambiarsi gli abiti dopo la comunicazione coi cholérici , ed esporli all' azione dell' aria libera 5 sarà cosa molto pregevole, 211. Malgrado delle usate precauzioni può , se vi sia disposizione , per innumerevoli strade introdursi un contagio durante l'epidemico suo dominio : moltopiù ap-piccherassi esso , se spregiate saranno le profilattiche misure. Fortunatamente , siccome fu per noi enunciato ? esercitando il contagio cholerico l' azione sua nel centro della vita organica , tosto si appalesa con sintomi prodromi , ma istantaneamente debellati, e prima che l'irritativa possa del contagio si diffonda universale , o profondamente si continui nei gangli degli organi essenziali alla vita , tornasi rapidamente ajlo stato normale. Ora noi provammo essere semplici i mezzi per s5 * m dileguare immediatamente la cholérica in« disposizione. Di vero l1 infuso di qualche. indigena pianta aromatica, la dieta , Io. scansare il freddo > e la umidità,, e. nei casi un poco più urgenti la pratica di qualche sanguigna 9 se fu pletorico il temperamento 5 e soprattutto 1' uso, dell' ipecacuana , e se fia di bisogno, alcun, giorno di riposo al letto j sono i mezzi sicuri per ottenere il salutevole intento,. Con siffatti modi •> a portata di qualunque persona j debellasi costantemente V elemento, cholériço , ma dispregiati que'prodromi, sì corre a dubbia sorte •> e certamente al terribile corso della malattia. BS9 ÀETIC30LÛ XVIÏ. Considerazioni generali sopra il deh ?o** mano ¦> se invaso fosse dal choléra* morbus* 212. Oe a buon diritto 1' Italia va sii* berba della sua grafica e salubre posizio* ne , del dolce 9 ridente , e serenò suo eie* lo , dei ricchi ; e squisiti naturali prodotti ì, e dello svegliato ingegnò de1 suoi abi-» tanti y non va tuttavia immune t, se vi sie-no importati * dai contagi ; taluni de1 qua» li vi si stanziarono stabilmente a modo di tanti altri j, secondo il nostro divi samento i esseri organici esotici; II contagioso. choléra 5 berìchè nato in cìimi caldissimi s superò, ed allignò nelle più alte montagne j né perciò risparmierà esso probabil- o'9° mente P Italia /-quando le opportune cause esteriori concorreranno allo svolgimento degP importati suoi germi : per conseguenza gli stati romani , e soprattutto il cielo di Roma non andercbbono incolumi dal desolante morbo. Dobbiamo noi anzi ingenuamente confessare , che Roma e i suoi dintorni , specialmente le sue mediterranee spiaggie , sarebbero aspramente bersagliati 5 qualora gli abitanti suoi trascurassero quanto nell' artic. precedente si è caldamente per noi inculcato^ zio. Imperciocché malgrado degli prodigati elogi al cielo romano da qualche moderno , e da qualche antico autore ; soprattutto dall'immortale Lancisi? non possiamo negare 1' opinione d' illustri autori confermata per 1' esperienza nostra di più lustri , esser quelli pel patrio amore caduti in errore. Temiamo anzi noi cori fondamento , che il romano cielo favorevole mostrerebbesi allo svolgimento , e propagamento de' cholérici germi, Abbiamo noi ^9* osservato che ai dominare dei venti Caldi e soffocanti risorge grave il choléra nelle Indie ( §. 7 ) : ora 9 se fatalmente alligna$« se esso fra di noi $ quasi analoga presen-terebbesi 1' etiologica condizione* Difatti nei mesi estivi ed autunnali provansi nel romano cielo caldi j e soffocanti venti australi : inoltre della massima considerazio-ne pel morbo in quistione diviene ancora, il rapido cambiamento di temperatura che fra di noi si osserva* Laonde se vedemmo a Parigi, che per io gradi di repentina aiw mentata temperatura esasperò fortemente il dominante morbo : del pari dovrebbe temersi nel cieîo romano il luttuoso feno* meno* Okrecchè succedendo fra di rroi giornaliere mutazioni atmosferiche 5 notate insin da' suoi tempi da Galeno * continuamente accade il disturbo della traspirazione , che noi osservammo una delle più potenti cagioni per disporre l1 animale economia a risentire la mortifera in-*-fluenza del Contagio cholérico. Alle quali etioiogiche vicissitudini congiungnendosi un suolo umido specialmente la sera ed il mattino, chiaro apparisce per le cose da noi discorse nell1 articolo vi , tutti rinchiudersi gli elementi favorevoli alla morbosa propagazione cholérica. Le quali considerazióni intorno il romano cielo furon generalmente presènti agli antichi e moderni professori della romana medicina. Con buona ragione scriveva quindi non ha guari il nostro, chiarissimo professore De IVIatthaeis : hi Venti ( australes ) insalubres certo Morrìae sunt •> semperque fuere '•>' magis tarnen vel minus prout lenius, vel vehemeniiuš perßant, similibus vel dissimi-libus concurrentibus causis : indi a poco aggiungeva. Omnia mala hic Rofhae perti-mescenda quo plares aliae praédisponen-tes 5 aique occasionales mörborum causae confiuunU . ; . avvertendo in seguito il lodato professore che oltre le febbri periodiche j plures alii morbi hic liomae fre- i qiiefttjus grassari soiçant praçdklis annis tempestatibas , cjuarum adeo proprii sunt 9 ut in aliis etiam locis eodem tempore ap-pareant , profluvio, nempe alvi , dissente-riae-, vomitus, cholerae etc. (1). Accade appunto per la riunione di quegli enologici elementi -, e precipuamente pei svariati eccessi termometrici ed igrometrici , che endemiche sono le dette febbri di periodo ; siccome testé il confermava con molta dottrina il nostro chiàriprof. Folchi (2). 21 i. Alle quali irrimediabili , come il dicevamo per Parigi ($. g , 70 , e 7.2 ), atmosferiche vicènde più o meno -, ma sempre rilevanti nel romano cielo , vi si accoppia ancora nella capitale alcun straviziò , e nel basso popolo P abuso degli spiritósi liquori, e del vino, malgrado delR ottime e ricche acque potabili , di cui Roma fruisce (3) .''D' altronde nei pover ^1) Ratio instituti * clinifci romani pag. "xvir e x-xxu..' (2) Giorn.' Arcaci, torn, 'òg pag. i3 - 73. (3) Intorno le medesime 1' ottimo amico no* %4 campagnoli, oltre il pernicioso aere , asso* ci ansi il cattivo nutrimento e la non buona bevanda. Onde essi in alcuni tempi inevitabilmente sono affetti dalle suddette febbri j per contrario nei tempi invernali pel dominio dei venti aquilonari sono attaccati da morbi inflammatory , pel quali buon numero rimane vittima. Imperocché quando sono trasportati all' ospedale , sì profonde radici fece il morbo 7 che colla necrotomìa rilevasi quasi sempre l'organico decomponimento dell' affetto viscere. Ora dunque se il choléra-morbus stanziasse fatalmente fra noi, ognuno vede che vi rinverrebbe molte ecologiche condizioni favorevoli alla sua diffusione. Difatto fu un* osservazione quasi costante che laddove regnano malattie per disordinata traspirazione 5 e per sconcerti del canale stro il eh. prof. Carpi diede non ha guari un lavoro con quella precisione ed esattezza filosofico-chimica propria di lui. Giorn. Arcad. toni. L. pag„ io5. 09b digestivo , ivi 5 à cose pari, il choléra invaiano esercitò maggiore la sua mortifera influenza. .215. Fortunatamente però essendo i germi cholérici d' irritante natura , se non commettonsi manifesti errori igienici , dimostrasi il morbo Co'segni precursori, i quali mercè delte ricordate misure sono tantosto debellati con presta salute dell' infermo. À sminuire per altro 1' etiologiche cagioni, ed a minorare i sinistri effetti, ri-chiedesi jDrimamente il prevedimene , e l'incessànte sorveglianza della suprema autorità ( §. iqS)* 216. II governo pontificio a nessuno secondo pel geloso adempimento nelle cose sanitarie , non appena il choléra delle Indie avyicinavasi nei decorsi anni ai confini d'Italia, emanava rigorosi ordini per le opportune quarantene, e per altre sanitarie prescrizioni tendenti all' allontanamento del morbo. Formossi per l1 importante obbjctto una commissione suprema di sa- 596 nità composta dai prefetto della S. C. 5 di monsignor segretario della medesima, di monsignor presidente delle armi , del primo ponente di detto supremo tribunale > di tre distinti professori di medicina (1), e di due architetti. Diramavansi da que*-sto supremo dicastero ordini per tutto Io stato , acciocché una ; o più speciali commissioni sanitarie si stabilissero iri ogni comune per invigilare all' esatta esecuzione de' sanitarii regolamenti j onde rimovere il cholérico flagello ^ o minorarne la sua ferocia 5 qualora fosse penetrato negli stati pontifici. Pubblicatasi a tal effetto apposita istruzione popolare sopra i modi preservativi ? e sopra la maniera di frenare da principio 1' orrendo morbo* Ordi-nossi la reposizione dei cadaveri nelle casse mortuarie , e richiamossi in vigore la legge della tumulazione dei medesimi nelle chiese rurali , dove non vi erano cefi) Monchini , Folchi , e Carpi. %7 ftieterj. Si prescrisse con opportuna istruzione la nettezza generale e speciale, in tutti i comuni , e nella capitale (1). La suprema Consulta inoltre con dispaccio diretto a mqnsignor governatore generale di Roma ordinava con apposita circolare per mezzo de'signori presidenti de'rioni di Roma a tutti i medici 5 e chirurgi di denun- (i) Se una grata riconoscenza in altre nostre scritta ci spinse a tributare i giusti e dovuti elogj per maggiori cose oprate nel breve suo pontificato all' immortale Leone XII, non possiamo qui tacere essere pe' suoi sagaci prevedimenti sparite quelle immondizie, e sozzure, che a lungo stanziavano qua e là in questa capitale , e die eran sgradevoli alla vista, all' odorato, e nocevoli alla pubblica salute. Ne minore, maggiore anzi è la lode sua per lo stabilimento di mattazione ; per lo quale dile-guaronsi quelle numerevoli beccherie , che non piccolo alteramente recavano alla pubblica, ed alla - privata igiene. Né ci stenderemo a ridire altre più salutevoli vedute , che nel suo grande animo aveva esso concetté , e comandate a migliorare non me« no la stessa sanità che la pubblica morale. %8 tiare immediatamente all' autorità' qua-» lanque dubbioso caso di choléra-rnorbus. Noi difatto ben rammentiamo , P anno avanti della nostra missione in Francia , due sospetti casi riferiti alP autorità dai medici ; e tosto essa accorse con valevoli modi per circoscrivere la malattia. Si stabilì ancora un officio di sanità per ciascuna presidenza di rione con medici , chirurgi, farmacisti, e portatori, dai quali officj dovevano rapidamente partire i soccorsi richiesti nei domiciij» Prescrisse la commissione centrale di sanità non solo le sale separate in ciascun ospedale per collocare esclusivamente gli ammorbati cholérici ; ma eziandìo vi aggiunse per ogni spedale le case di soccorso. E co-minciossi per questo salutevole scopo dalla destinazione di uno dei palazzi pontifici , perciocché fu stabilito per la casa di soccorso delP ospedale di s. Giovanni il palazzo lateranense. Furono destinati i mo-nisteri di s. Calisto , e di s. Grisogono , t-7 per r ospedale di s. Gallicano , fu destinato il monistero di s. Francesca romana per F ospedale della Consolazione etc. In considerando la lodata commissione suprema che le anguste abitazioni, e la sudicerìa degli ebrei abitanti il ghetto di Roma erano potenti cause ausiliari all' intenso propagamento del male 5 creò un' apposita commissione, perchè prendesse le opportune sanitarie provyidenze. Incaricò inoltre monsignor presidente delle armi per la provvisione de' banchi , tavole , e paglioni nel caso di bisogno. Rivolse infine il pensiero a stabilire una speciale commissione , la quale sollecitasse , nella sventurata circostanza, la carità de' grandi , e de' ricchi di ogni ceto per agevolare all' esecuzione de' savj provvedimenti, e per arrecare sussidj opportuni alla classe dei poveri , e dei campagnoli , onde non infermassero, .217. Dal complesso quindi di tutto quello che si è per. noi brevemente nel 4oo precedente paragrafo narrato $ scorgesî ¦apertamente 1' alto e salutevole consiglio del supremo governo , e 1' accorta sapienza dei professori della romana medicina. Portiarno quindi opinione , che se accaduto , oppure avvenir potesse il funesto infortunio, 5 non si smentirebbe in Roma la gloria dei Gastaldi ; ed i medici romani all'ardore ed allo zelo, di accorrere solleciti alle cure, dei loro concittadini , mostrerebbero.. quell' attività che richiede, un. tanto morbo, non disgiunta da quella.prudente circospezione , colla quale essi generalmente distinguons!., 3Ne. dubitiamo ancora che il popolo i e le classi povere docili corrisponder ebb ero alle salutari voci de' parro-chi9 de' medici , e di tutte le influenti persone per V esatto eseguimento delle igieniche prescrizioni. Finalmente non minori delle luminose prove date dagli stranieri nella luttuosa presenza del choléra (§.^ò3) sarebbero i generosi soccorsi, e le cristiane virtù delle alte e ricche classi sociali per alle gerire il peso gravissimo del supremo governo , e per apportare benefico sollievo agl'indigenti della capitale 5 ed ai contadini che travagliano con enormi sudori e cori incessanti pencoli la romana campagna. 2,18. Diamo fine a quest' articolo colla viva brama che frustranei divengano i voti nostri pel nessuno avvampare nelP italiano suolo di un cotanto morbo. Ma avvenendo con grandissima probabilità il contrario , noi ardentemente desideriamo che sulle orme un tempo del non inai abbastanza lodato Gastaldi, e su di quelle sopratutto calcate non ha molto in Livorno, 5 ed a Noja si confermi vie sempre in Italia 1' alta sua sapienza , e di fulgida luce risplenda il profondo accorgimento de' suoi cultori neh" arte salutare. 26 4o3 ARTICOLO XVIÏÏ,- Riepilogo degli articoli antecedenti. J219. I. JLl choléra^-mqrbus in discorso £ una malattia delle Indie ? ove 5 malgrado del recente culto che fu momentaneamente ad essa prestato , perdesi la sua origine nell'oscurità de'secoli : ed avendo la medesima per istraordinarie occasionali cagioni intensamente colà dominato nel 1817; per mezzo d' inconsueto commercio si è propagata in Europa , e di comunicazione in comunicazione si è estesa sin nel centro delle sue incivilite regioni. 2.2.0. II. Sebbene cotesto procedimento risvegli subito 1' idea contagiosa del choléra, molti tuttavia l'hanno impugnata -, e hanno reputato il morbo di esclusivo gc- 26 * loi nio epidemico. Ma dal confronto dei morbi epidemici, e dei morbi contagiosi chiaramente risulta , insorgere i primi per le meteorologiche stravaganze , cui spesso congiungesi la locale posizione , né stendonsi essi al di là di una data regio-. ne, limitandosi alle respettive stagioni. Che se le stesse combinazioni si rincontrino in altre regioni 5 presso a poco simili si rinvengono i morbi epidemici,'e sempre di un tratto prorompono in esse regioni senza potersi affatto arrestare. I contagi per contrario consistono in un ente pò-. sitivo, che può circoscriversi, ed è stato sovente circoscritto e distrutto. Il perchè con sublime pensamento fu progettato la loro estirpazione ; né di un tratto insor-, gono i medesimi, ma si diffondono soltanto per comunicazione, mercè della quale non si limitano , come i morbi epidemici ad una stagione , o ad un clima, ma divengono universali etc. Perlochè in Europa ? malgrado dell' origine esotica 4-oS che riconoscono i più pestilenziali contagi , vi si sono essi annidati, e naturalizzati , tornando di tempo in tempo ad infierire: risulta parimente j che i morbi epidemici , ed i morbi contagiosi hanno marcate differenze non solo nella parte rìoso-logica , e nella profilattica , ma eziandio nella parìe terapeutica , e necroscopica. .221. Ili« li choléra indiano pe' suoi generali caratteri racchiude appunto ìe qualità dei contagiosi morbi $ mentre non ha rispettato né stagioni -, né climi , dacché favorévoli al suo sviluppo ha rinvenuto le ausiliari cagioni generali, e locali j laddove inoltre ha flagellato vi è ordinariamente ri-masò a modo sporadico 5 e vi è poscia tornato epidemica'mentei A guisa degli altri contagi racchiude esso quella misteriosa qualità ;, per la quale si arresta in un punto ; in uiìa regione senza procèdere oltre, od appicarsi dì ìà da quei dato punto : ma dopo un indeterminato tempo per le opportune circostanze gli abitanti della regione /vo6 incolume ne sono più o meno bersagliati. Lo stesso fenomeno avviene per gl' individui , onde i patologi per ima serie di fatti hanno riconosciuto , e stabilito la necessità della disposizióne generale , locale , ed individuale. I quali speciali caratteri rinvengonsi nel choléra dell1 Indie , e lo distinguono chiaramente dal choléra già noto in Europa, cui quello diverrà colla massima probabilità familiare come la peste 5 il vajuolo , il morbillo etc. 222. IV. Come vi furono questi contagi importati un tempo 5 così il choléra indiano importato di presente mediante le caravane in Astrakan , si è diffuso per comunicazione dal Nord al Sud , dall' Est all' Ovest dell' Europa. Il che è stato per Numerose ed irrefragabili prove chiarito in tutte le provincie europee invase dal contagio cholerico. Risguardo alla Francia si è del pari con inconcussi fatti generali ed individuali chiaramente dimostrato , onde manifesto appare il Aitale carattere con- W tagiöso nel choìérà-rriorìiiis pei* la suddetta importazióne. 220. Vi Pönnö i cohtagj circoscriversi ed isolarsi -$ fa diiopo però, di opportune cautele sanitarie a tempo j, e diligente-te praticate* I fatti non pochi d'isolamento del choléra indiano in ìsvariate provin-eie , e in diverse stagioni , in cui con genio epidemico esso regnava, confermano la grandissima utilità dell' isolamento, e convalidano la contagiosa natura del choléra« 22^. VI. Ma trascurata ìa circoscrizione del morbo *, svolge esso in ragione delle generali e delle parziali etiologiche cagioni : le quali a nulla varrebbono , se in Un luogo qualunque non vi fosse presente il contagioso germe. La carestia $ la guerra ? un suolo ùmido e palustre, un clima variabile , specialmente pe'r improvvisi ed elevati cambiamenti di temperatura , P immondezza delle strade *, la copia delle cloache , delle latrine e di altre lordure, l'affollamento delle persone etc. divengono pò- tenti cagioni ausiliari allo svolgimento è al diffondimento del cholerico morbo. I sregolati modi di vivere agevolano eminentemente alla maggiore e pericolosa sua intensione. Nocive cagioni sono I' esaltamento , e V avvilimento di spirito ? i disordini del traspiro , la quantità e la qualità de' cibi 5 precipuamente flatulenti, è presi dal regno vegetale ; 1' abuso della bevanda, infine l'uso delle spiritose sostanze divengono nel dominio cholerico sì potenti cagioni ausiliari del morbo che per alcune di esse soltanto svolgesi tal fiata fulminante« Le quali ecologiche cagióni più o menò rinvenute a Parigi hanno contribuito all' orrenda strage di quella capitale. -2^5; VII. Quanto però sono manifèsti i riferiti fatti, altrettanto tortuoso diviene il sentiero nel riandare la gènesi 2, e là speciale natura de' contagi , e del cholétk-morbus. Ciò nulìà ostante , dopo un accurato esame analitico per gli storici risultamene , e pel morboso andamento ? e identifico riprodiicimento dei contagj , una severa induzione conduce alla massima probalità di riconoscerli coevi all' uomo , e di organica-vitale natura. ; restando. le altre svariate opinioni intorno quest' argomento meno probabili 5 ed alcuna di esse contrària eziandìo al senso comune; Laonde per Ié caratteristiche ed idehtifìche circostanze inerenti e concomitanti il cholera delle Indie, dimostrasi esso coevo all'uomo , e di natura probabilmente animale ; mentre chiara si appalesa la sua contagiosa indole ed essenzialmente diversa dai choléra già noti in Europa. 226. Vili. Perlochè a differenza di quésti ha bisogno quello di appiccare il èlio ente positivo nei corpi animali; percórre esso quindi le fasi degli altri contagi j che introdotti in detti còrpi in dirètti, ed in indiretti mòdi -, vi rimangono più o meno latenti , onde iì carattere della cholérica de-litescenza non si discosta da quella degli altri contagj. Dappresso le più accurate os- 4io seriazioni prolungasi: la medesima ä 12 giorni. Cessata la delitescenza , svolgest il contagio cholérico ; ed a guisa delle altre organiche ed inorganiche sostanze agenti nel corpo vivo , eserce esso la specifica sua azione nel centro gangliare. Le cui fisio logiche proprietà non ha guari più ampiamente chiarite nella scuola di Pavia porgono maggior lume a raffermare quell'elettiva azione , ed a rischiarare non meno gli oscuri che i terribili fenomeni che avvengono pel simultaneo > e progressivo scompiglio degli organi vitali dopo il cholérico svolgimento* 227. IX. Se non che per la proprietà irritativa inerente a tutti i contagi , il germe cholérico esercendola nel suddetto sistema 5 d' onde partesi vita e senso a tutti gli organi , ne deriva dall' immediata sua morbosa impressione l1 istantanea reazione 5 la quale dapprima lievissima si manifesta , indi accresconsi i dolori , i crampi, le dejezioni choleriche ; febbrili ili ìannosi i polsi , rallentasi poscia la circolazione, ed incominciano il raffreddamento e lacianosi. Non oltrepassando questi limiti si costituisce il primo stadio del -morbo , ossia Io stadio d'irritamento. Curato esso tostamente ne' suoi prodromi ? -distru'ggesi subito il germe irritativo. Aumentata ancora la fenomenologia di questo stadio sciogliesi talora la malattia col sudore e colle orine, presentandosi frequentemente alla pelle critiche eruzioni» 22.8. X. Se il choléra non affacciasi fulminante 5 il che è raro , e deriva generalmente pe' disòrdini di vivere ; dall' accennato stadio d'irritamento , passi sovente con maggiore , o minore 5 e talvolta con incredibile rapidità allo stadio algido» II suo apparato più facile a concepirsi che -a descriversi è siffattamente imponente che il vidi et obstupui è un nulla rispetto alla commozione che prova P animo al miserando aspetto di un ammorbato gravemente nel z." stadio cholérico. Im- 4ii perocché se un solo fenomeno di questo stadio diviene bastevole ad ispirare spavento , ognuno intende sin dove possa esso estendersi pel complessò de' cholérici sintomi* Che se nel loro formidabile ap-parecchio talfiata insorge insperata ed improvvisa guarigione , non puossi èssa ripetere che dall'assopita vitalità gangliare j avvenendo à mòdo d'esèmpio quello che succede per là scossa del fulinine , il quale atterra 1' animale , irì cui, iqualorà non sia stato distrutto >> ma soltanto stupefatto dall' atmosferica elettricità 1' organismo vitale , reagisce esso j ed improvvisarhèn-té nei secondo caso risorge; Il dicifera-mèhtò degli orribili è contradittorj fenomeni concomitanti lo stadio àlgido sembrano bastevolmente chiariti dopo gl' italiani rammentati travagli sul Sistema gän-gliarei Ma rieli' osservarsi ìa rarissima impreveduta guarigione nel 2.0 stadio del choléra delle Indie 5 assai più spesso osservasi la terminazione sua colla morte. 413 Accade tuttavia alcuna volta , che per un rimaso filo di vitalità palesato dai battiti del cuore 5 più per opera della natura che dell' arte , destasi la reazione vitale. Per la quale con maggiore o minore violenza ripristinandosi le abbattute 5 0 sospese funzioni de' vitali organi, si costituisce un patologico stato più o meno impetuoso distinto comunemente col nome di stadio di reazione. 22g. XI. Assai difraro scorgesi regolar re questo stadio , e felice in tal caso è lo scioglimento suo : ma invece più o meno proteiforme esso percorre 7 spiegandogli 1' empito reattivo più in uno che in un altro organo importante a seconda delr la singolare morbosa azióne , delle accidentali circostanze che 1' accompagnano , e della praticata medela ? avvenendo mutazioni svariate ed impreviste. Rimarchevole si è quella che apertamente dimostra non essere il 3.° stadio consecutivo al choléra , come alcuno ha pre-. 44 teso 5 ma sua parte integrante , poiché co* stituita anche completamente la reazione ? il contagio senza manifesta cagione talora tornò all' improvviso al 2.0 stadio. Più caratteristico è il fenomeno quando dal 1,* passa al 3.° stadio senza toccare il z.", costituendosi una febbre impetuosa ed irregolare 5 ma con tutti i caratteri di tifo, il quale succede ancora ordiqariamente al secondo stadio. La reazione infine presenta tal volta diverse morbosità flogistiche secondo il violento ripristinamento delle funzioni in questo , p in quell' altro viscere, z5o. XII. I,' orribile çoncitamento cui soggiacque l'economia animale , ed i suoi più importanti organi , spiega abbastanza i numerosi e differenti morbi, che non dì rado succedono dopo il cholérico cor-so , soprattutto nella convalescenza , e di sovente per qualche igienico disordine. Improvvisi talfiata, acutissimi 5 0 cronici, e spesso mortali sono i morbi consecutivi a\ {iS cholerici stadj. Le recidive non comuni ai contagiosi morbi, divengono del pari rare nel choléra indiano. .231, XIII. Lo svariato complesso dei mortali sintomi del z." e del 3.° stadio cholérico impone al medico di esaminare tosto e con accorto raziocinio il cadavere 7 giacché variabili mostransi le necro-scopìe de' cholérici. Ogni stadio quindi , specialmente il 2.* , presenta nel cadavere le caratteristiche proprietà, le eguali rischiarano la natura contagiosa del male , la specificità del contagio , e porgono lume ad una più ragionata terapìa. Di somma contemplazione diviene il cadavere dopo il choléra fulminante ; il quale pel suo violento fenomenologico apparato , e per la nessuna visibile alterazione necroscopica 5 ad eccezione delP esterna cianosi per la cutanea necrosi , apertamente dimostra là distruzione vitale del centro gangliare. La stessa cianosi , il carbonizzato sangue, le piistulari arborizzazioni del-k meni- brana mucosa rimarchevoli soprammodq nel tubo intestinale , le congestioni sanguigne , ed i cholérici liquidi che ivi si osservano in copia caratterizzano principalmente la necroscopìa del 2." stadio. Per contrario nel 3.° stadio per 1' organica reazione vitale , per la ripristinata circolazione 5 e successive secrezioni ed escrezioni flogistico irritamento scorgesi nei diversi tessuti 5 e talora veggonsi anche infiammati : la bile e gli altri fluidi inclusive copiosa orina mancanti nel 2." stadio rincontranti ne' visceri respettivi. 2Z2. XIV. Le soppresse secrezioni ed escrezioni per l'acquistata carbonizzata natura del sangue nello stadio algido, sono rimpiazzate invece nel choléra non fulminante da' strabocchevoli fluidi biancastri nel canal digestivo , i quali hanno pel fisico chimipq esame mostrato risultare soprattutto dal siero , e dalla fibrina del sangue. Divenuto questo carbonizzato nel choléra per la imperfetta ematosi 5 stante la 4i7 difettosa respirazione per V offesa de' gangli respiratorj , più non arrossa sotto l'azione dell' aria atmosferica , e dai comparativi confronti analitici rilevasi { doversi F arrossamento del sangue normale alla presenza del siero , e precisamente alle sostanze saline che entrano nella sua composizione. Per il che là presenza delle materie saline nel siero del sangue è una condizione necessaria , onde esso sia ossigenatile. Ora il sangue di un çholéri-co il più gravemente costituito nel s,a stadio presenta appena un 3.° della sua fibrina , e assai diminuite yeggonsi le parti costituenti il siero, acqua cioè , albumina, e sali , i quali indispensabili per eseguirsi i fenomeni chimici della respirazione, mancano totalmente. Il perchè osservasi , che mescolate forti soluzioni saline nel sangue cholérico , vedesi esso arrossare. Invece nel cholérico sangue ritrovanti gran copia di materia colorante , e di carbone. In fine non isvolgcsi il choléra-morbus , 27 e solo 'rimarcasi alcuna lievissima differenza dopo le injezioni del sangue cholé-rico nelle vene degli animali bruti , comparate con quelle fatte col sangue normale , quantunque in essi ancora videsi talvolta appiccare il contagio cholérico. Risulta quindi non essere il sangue un veicolo della cholérica carnagione , far duo-r pò perciò rintracciarne alcun altro , e rinvenirsi esso più probabilmente alla cute nell' apparato morboso , che osservasi al fine del primo , o del terzo stadio. zoo. XV. Considerati quindi la feno-> menologia > e le accidentali circostanze dei diversi stadj cholérici , i morbosi ri-sultairienti che ne derivano , i lumi che porge la necroscopla 5 ed infine 1' esame fisico-chimico dei fluidi > ne discende potersi formare un adequato giudicio onde apporre una ragionevole terapìa. Trionfante sperimentasi essa ai primi segni del morbo per la composta ragione dell' irritante sua natura , dell1 elettiva azione nei il9 ganglj , e dell' eminente fisiologica qualità dei medesimi ; onde i semplici riguardi igienici , le bevute teiformi , un qualche leggiero emetico squo bastevoli a vincere i prodromi del primo stadio. Con moderato me to do antiflogistico riesce ancora a debellarsi l1 ulteriore suo morboso apparato. Totalmente inverso vedesi V aspetto terapeutico del secondo stadio , poiché per P annientata, lesa , o stupefatta vitalità del sistema gangliare , si corre a fulminante morte, ovyero sospendonsi, o con grande innormalità si eseguono le funzioni più essenziali alla vita. Quindi frustraneo diviene qualunque metodo di cura per V annientamento della gangliare vitalità , siccome osservasi negli esempj di choléra fulminante. Un sensato medico ragionamento ci guida ad erigere le- abbattute forze vitali nella gran lesione e nelP istupidimento del suddetto sistema , infrenando i più imponenti fenomeni del morbo • sebbene nell1 istupidimento de1 ganglj *7* veggasi rarissimamente la vitale organica! reazione bastevole a ricondurre l1 abbattuto organismo allo stata normale, I più validi fivellenti stimoli esterni , \ moderati stimoli interni ? I' emetico *> il prudente uso dell' oppio j la neve- , i raddolcenti , ì muciiaginosil amministrati ancora per lavativi 5 tal fiata i chimici tentativi farmaceutici da mani abilissime praticati per ridare la fluidity al sangue , e talora la sottrazione sua per togliere il meccanico impedimento , formano il composto metodo Curativo il più ragionevole contro il tremendo stadio algido. Ma dacché ripristinate alquanto le funzioni essenziali alla vita , si è manifestata la reazione j Vuoisi tornare al relativo metodo di cura antiflogistica •> Pia sempre mai con moderazione ; quantunque il terzo stadio fosse succeduto al primo, dovendo il medico aver presente il principio che alimenta il morbo. Imperocché abbattute le forze coli' abuso del metodo di cum an- 431 iìfìogistica , se la reazione venne dopo jI primo stadio , e più se sia succeduta af secondo -, ritorna Ü cholerico elemento 'AÌ tremendo apparato dello stadio algido» Debbe in fine il medico attendere al tifo cholerico $ che comunemente presenta il terzo stadio , il quale per ie indicate pa-tologichè ragioni , e per la prostrazione delle forze -> che generalmente 1' accori}«3 pagna , sé hanno luogo per le singolari fasi morbose i così detti minorativi *, -jtiori vuoisi praticare il prolungato , ö attivo metodo antiflogistico $ ma mista sempre ? e relativa apprestarsi deve la terapìa* Di rado pel complesso dei fenomeni nel choléra delle Indie fichiedesi un assoluto me-todo di cura precipuamente debilitante ? inclusive nel primo e nel terzo stadio' quindi devesi il terapeutico trattamento scambiare ä seconda delie variate fasi tìior> bose; Il medico finalmente, e soprattutto il malato debbono avere in grandissima considerazione lo stato di convalescenza i 4-22 al quai obbjetto sono bastevoli un semplice , e corrispondente regime dietetico , e il dovuto riguardo nelle incostanti e nell' eccessive vicende meteorologiche. z3i. XVI. Ma dappoiché è una vera follìa il negare la cholérica contagione , ne discende , che ai suo epidemico avvicinamento vogliono stabilirsi i sanitarii cordoni , le quarantene , i sciorinamenti etc, Le quali salutevoli pratiche riuscite fatalmente frustranee, si avrà accortamente preveduto di adottare le pubbliche profilattiche misure d'interna medica polizia , onde minor pabolo rinvenga il serpeggiante , o dominante contagio. Pronti saranno i soccorsi, ed i luoghi appositamente stabiliti per ricevere i cholérici ammorbati (1). (i) ]Soi purtroppo vediamo che per un invalso malaugurato costume , o per la rapidità del morbo impossibile quasi riesce trasportare tutti i cholérici nelle destinate case di soccorso. Vuoisi quindi caldamente inculcare che specialmente per le «lassi non agiate , la polizia sorvegli di pioposilo Diventa delta massima importanza l'istruire incessantemente il popolo , che il cholera non si Contrae da chi è moderato nei modi di vivere , e quando ancora V infortunio si desse della contrazione sua •, manifestasi esso con lievi prodromi 9 i quali distruggonsi con semplicissimi mezzi« L' evitare il freddo } e 1' umidità » prati* care per alcun dì una rigorosa dieta <, il bere qualche infuso aromatico , schivare totalmente le spiritose bevande 5 ed i cibi vegetali sono bastevoli presidj alla distruzione del cholérico elemento. Le quali cose debbono radicalmente imprimersi nelle volgari teste , giacché trascurati questi facilissimi mèzzi , il male avanzasi a rapidissimi e per lo più letali risultamen-ti. Ogni volta però che si è condotta la maniera di vivere parcamente ,. e senza stravizio di sorta 5 e colle private vedute per T esecuzione delle opportune misure all' oggetto di circoscrivere , o rendere meno diffonditi! e il contagioso malore. igieniche necessarie contro il morbo cho-lérico , scanzasi eziandio il mite suo procedimento. Cosiffatti modi congiunti con gli opportuni lavacri , e col rinnovamento dell'aria atmosferica mettono sicuramente .al coperto di essere attaccato dal morbo chiunque sia obbligato a visitare , o ad as-sistere gl'infermi affetti di choléra indiano. 235; XVII. Che se fatalmente accada V infortunio che il choléra-^morbus , malgrado delle più rigorose misure di pubblica igiene , introducasi, svolgasi $ ed alligni negli stati romani , non può negarsi che specialmente sotto iì cielo di Roma ritrovi il morbo favorevoli condizioni etnologiche pel suo dominio* Ma Considerate le provvide , e saggié precauzioni prese dal centrale consiglio di sanità, quando ancora era lontano il pestilenziale malore , ne consegue che le medesime sarebbono nella sventurata circostanza moltiplicate , e scrupolosamente osservate. Le virtù religiose, ed i sociali l2Š doveri de' grandi, dei riechi , lo zelo dei medici , la docilità del popolo a prevalersi de' salutari avvisi concorrebbero a sanzionare i supremi prevedimenti ; mercè di che poco nocive renderebbonsi le loca* li cagioni , e minore degli altri luoghi esercerebbe 1' azione sua nel romano cielo V indiano flagello. C OCCLUSIONE Se nel vortice in Cui ravvolgónsi i pensamenti di medici dottissimi intorno i contagj, e principalmente intorno il cholera delle Indie orientali , non siasi coli1 opera nostra ' raggiunto ì' obbjettö altissimo, che ci risguardava , il lettore , che avrà quella percorsa , comprenderà che in mezzo al tortuoso camino, fu sempre per noi procurato il più possibilmente raddrizzarlo , col mirare di proposito alla storia dei fatti ; e laddove- essi ci mancarono procn-rossi supplirvi colle considerazioni desun- Us te da induttivo e da sobrio ragionamento, 3\Ton lieve del pari è per uno di noi il conforto , che i fatti di cui risulta quest' opera , confermano , come fu da principio ricordato , ampiamente la prima da esso pubblicata , alla quale , siccome era ivi promesso , dovendo succedere un secondo lavoro , crede col presente di essersi interamente sdebitato (1). (i) Giorn. Arcadico Tomo L pag. 35 ; Del ^ eholêra-morbus , ossia della febbre pestilenziale cläO-lérica i.° ragionamento pag. 46. 4*7 ÂETICOIj® XIX. ED ULTIMO ISTORIE MORBOSE »EL COLERÀ INDIANO STORIA L OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. £8 diretta dal chi ar. Bally Choléra indiano completo nel primo stadio con guarigione. trarlo Francesco Helcoeur di anni 3$ di sanguigno e di robusto temperamento, di sobrio e regolato vivere , dopo cinque gior- ni di segni precursori cholérici dà esso dispregiati , aumentasi il male pe1 fenomeni morbosi , per cui portasi ali1 ospedale nel dì 22 giugno^ I sintomi sono frequentissime evacuazioni biancastre con mucosi fiocchi alternate interpolatamente da vomito. Injettati di sangue sono gli oc-chj , costante soffre l'infermo la veglia , ed osservasi un principio di cianosi più manifesta nelle estremità : Ü naso vedesi affilato, livido , la lingua è pulita , e ardente è la sete , nessun dolore rimarcasi nella regione delle vie digestive , ad eccezione di qualche molestia neil' epigastro* La respirazione tassi libera , trarrne alcun interpolato sospiro ; le orine sopprimono si ,- e forti sono i crampi delle estremità, i polsi celeri e deboli dapprima -, rialzan-si poscia febbrili. Questi sintomi congiunti Co' primi proseguono insino al dì 2S, in Cui la fisionomia diviene più animata , spariscono i crampi, manifestasi invece il singhiozzo 5 tina notte tempestosa passa **9 Î1 infermo, che il domani tranquillo e sereno si ritrova con medica soddisfaziórie. Cessate difatti sono le evacuazioni cholé-riche , ed una sola scarica scorgesi di dense materie giallognole : la cianosi è del pari svanita 5 invece nel dì 3o appariscono macchie rosacee alla cute 5 e risipola ai braccio destro con polsi più elevati e febbrili j tornano copiose le orine , e più consistenti sono le alvine dejezioni. Nel pri~ mo luglio la risipola acquista maggiore estensione , e le orine sempre più abbondano : normale diventa il polso ; tu mo-dochè V infermo é in piena convalescenza nel dì 6 luglio, Cura. Fannosi due sanguigne generali e due locali , una delle quali all' epiga-stro , da cui 5 dopo un bagno generale caldo , fluisce inailo sangue. Le bevande sono di limone e di arancio ^ somministrandosi ancora ghiaccio per bocca ; indi pra* ticasi siero alluminoso e pozioni di solfato di soda , e i lavativi emollienti non sono trascurati. Tiepidi sono i bagni, ma, Y infermo non soffre elevato calore aï piedi. Nel dì 2. luglio apprestasi per la prima volta il brodo di vitello: praticasi in fine alcuna pozione tamarindata , e di cre-mor di tartaro. Nel dì 9 luglio esce guarito dall' ospedale. STORIA IL OSPEDALE DELL,' HOTEL-DIEÜ Sala, di santa Monica num. 10 diretta dal chiar. Magendie Choléra indiano nel primo stadio con guarigione, Caterina Duboullais modista di anni 2 £ recidiva di choléra indiano sofferto in aprile 5 e dal quale da più settimane è ammorbata la casa sua. Dopo più giorni di mani- 4Ši festi prodomi del morbo entra nel dì zz giugno all' ospedale. Sintomi sono dolori di capo , evacuazioni cholériche per vomito e per l1 alvo con dolore nell'addome, associansi i crampi 5 il viso acceso , l'ambascia , e il respiro difficile j bianca vedesi la lingua , che col tatto sentesi alquanto fredda. Diventa poscia il Vomito più frequente con manifeste alternative di caldo e di freddo. Nel dì 2Xs sopprimonsi le orine : soffresi le cardialgia , calde sono le mani con principio di cianosi , freddi però sono i piedi, ed i polsi rimarcami vibrati e febbrili. Nel dì 26 osservasi notevole diminuzione dei narrati sintomi, se non che viene l1 inferma molestata da insolita tosse , in ispe-cie la notte con dolore al torace ; fassi quindi più. oppresso il respiro con polsi che. danno no pulsazioni in ogni minuto. Nel dì 27 aumentansi talmente i sintomi che coli1 improvviso freddo generale ¦, sembra il morbo passare allo stadio atgido, ma siffatta è la succedente calma che 1' inferma esce perfettamente sanata nel dì 2g giugno, Cura* I>ue salassi generali prima di entrare all' ospedale , dove sen ripetono altri due nei primi dì» Calde sono le pozioni , ed usasi il ponce insino al dì 26, alternato indi dall' acqua di riso. Nel dì 2§ praticasi eziandio un Lagno caldo per mezz'ora ; e negli ultimi dì, oltre un regime nutriente , somministrasi 1' infuso di tiglio con sciloppo di menta, g con "varie goccie di etere sull'urico. 433 STORIA III. OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 53 diretta dal chiar. Bally Choléra-morbus nel primo stadio con guarigione. Claudio La Roux di anni do, fornaio , dopo 6 dì che soffre manifesti segni cholérici entra all' ospedale nel dì z5 giugno all' una e mezza pomeridiana. Sintomi sono un sudore profuso , caldo estremo nella notte con vigilia e con vertigini continuate : alquanto cholérica é la faccia , la lingua è biancastra e umida nei Iati , secca e gialla nel centro con bocca impaniata , ma senza natisea ; sono dolord'se le coliche con soppressione di evacuazioni nel dì -2.{, e parimenti soppresse sono le prine. Libero è il respiro 2% e regolare ij j)qÎsq pou $1 battute in ogni minuto : apparisce alquanto la cianosi neh le mani 5 e manca essa in tutte le altre parti del corpo ; il decubito è libero. Tor-; nano nel dì seguente I' evacuazioni cholé-riche , e le orine. Più gialla fassi la lin-. gua ¦> proseguendo gli altri sintomi , come nel di precedente , ma sminuendo i medesimi insensibilmente : apparendo indi lina diarrea gialla e critica , passa l'infermo nel dì 38 allo stato di convalescenza, Cura, Immediata applicazione di 3o sanguisughe all' ano : copiose e calde por-gonsj le decozioni di tiglio. Si fanno lavativi amilacei con 10 goceie di oppio vinoso , che ripetonsi di tempo in tempo varie volte , ed applicansi ancora cataplasmi nel!' addome. Dopo il dì 2& si danno pozioni tamarindate , alternate da quelle di limone ; uno scrupolo d'ipecacuana viene con molto successo amministrato nei dì 26? dappoiché in gialle converton- 435 si le biancastre defezioni. Nel giorno appresso la bevanda di limone è alternata da quella delle acque di Sedlitz , né si tralascia qualche lavativo con goccie d'oppio come sopra : finalmente negli ultimi dì concedesi il brodo di vitello. Il malato esce dall' ospedale nel dì i luglio. STORIA IF. OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 53 diretta dal chiar. Bally Cholérwmorbus nel primo stadio con guarigione. Andrea Hannaut infermiere di anni 4.7? di buona costituzione dopo i prodromi del morbo cholerico , accrescesi questo nella sua fenomenologia del primo stadio ? col 28 * m quale, entra nella sala suddetta alle io po* meridiane del dì z{ giugno. I sintomi sono brividi di freddo con tremori seguiti da calore hen elevato sen*-za sudore 3 nausea 5 sete ardente 5 vomito 5 cefalagia con vertigini , né mancano coliche con crampi violenti , speciahnen-te nell1 estremità inferiore destra. Nel gior-? no seguente ( 2$ giugno ) si accresce la ce-* falagia con movimento incessante della te--sta; persistono gli altri sintomi ? e notasi un dolore assai vivo nell' ipocondrio destro yçrso la parte posteriore 9 che gl'ima pedisce la respirazione ;, i polsi sono febbrili con loi battute per ogni minuto : una tosse, di cui soffriva innanzi la malattia , aumentasi di presente , ed elevato si mantiene il calore in tutta la superficie del corpo ? né la faccia però 5 né la voce appajono cholériche ; normale parimenti è V occhio ad eccezione di alcune lineari injezioqi di sangue ali1 occhio' sir nistro verso l'angolo esterno che vedesi uq 437 pò Contrattò. Nori è fredda la lingua j ma é rosacea e ricoperta di velò bianco : manifestasi intanto la traspirazione ; le orina per altro sono da varie ore soppresse, fei"-» sistonö nel dl 26 il dolore laterale , la ce-falagia , la diffiooltà di respiro ? e l'inson«» nio. II viso fassi più animato $ umida (li* viene la lingua , la bocca è amara 9 la rìau* sea ed il vomito si accrescono con biliose evacuazioni alternate da consimili per* V alvo $ e di sangue veggohsi injöttati gli occhj. Più intensa soffre l'infermo la se« te 5 torna l'orina di colore d'arancio , du-* ri sono i polsi con g6 battute ; infine incessante e generale è il sudore con gran sollievo del paziente, che tranquillizzasi nel dì 57. Sminuito difatto osservasi il flogistico irritamento 5 e quasi del tutto essendo spariti i sintomi cholèfici, ed il sudore continuando con abbondevoli orine 9 nel dì .28 ì' infermo ne riporta maggiore alleviamento. Ciò nulla ostante riaffacciasi nelle ore pomeridiane la vertigine j e la 438 tosse continua con escreati gialli e vischiosi , ma nel dì .29, cessato il critico sudore , il malato entra in una piena convalescenza. Cura* Applicansi tosto 3o mignatte nella regione epigastrica , e s'istituisce medesimamente una sanguigna di io once dal braccio : il sangue è cotennoso con pochissima siero: calda è la bevanda di acqua con sciïoppo di gomma arabica : mettonsi cataplasmi emollienti alla parte dolente 7 e si fanno due lavativi di decotto saturo di valeriana silvestre. Nel dì 26 apprestansi due grani di tartaro emetico in tre volte da mezz' ora in mezz'ora sciolto nell1 acqua, poscia le pozioni sono di tamarindi e di siero depurato , e queste prescrizioni rinnovansi fino agli ultimi dì. STOMA F* OSPEDALE DELL' HOTEL-DÌEtT Sala di s« Landry nürriu iE dirotta dal chiarì Bally Choléfa-tnorhus nel pririnò Stadia con guarigione* Claudio Traut stampatore , di ëafiâ 0 di robusta costituzione, con visd abituai" mente assai accéso j nel dì jsS giugno do* pò aver mangiati nella giornata preCeden* te piselli cotti fu preso da intenso freddo ài piedi 5 Cui tennero dietfo scariche al*» vino abbondanti j nelle quali sCdrgevansi i piselli medesimi nori digeriti i sitccedod indi vomiti copiosi accompagnati da Crani3 pi nelle sure. Chiamato il medico ir| sua Casa , gli prescrisse un generale salasso 5 é le ventose scarificate nell' epigastro : nel dì J36-.27 seguitò Io stesso apparato di fe= nomeni , e nel dì '28 alle are 5§ della sera fu trasportato all'ospedale. Sintomi del dì 2g furono i seguenti. La notte è stata tranquilla : né perturbazione delle facoltà intellettuali , né dolore di capo accusa l'infermo , un poco alterata scorgesi la faccia con gli occhj assai incavati , secca e rossastra è la lingua con bocca impaniata, molta è la sete , non è cholérica la voce , né vi sono nausee , ed indolente è 1' addome , e mancano al presente i nervosi convellimenti. Le orine che eran soppresse da tre dì , tornano a fluire gialle con poco sedimento mucoso* Continui sono i borborigmi per evidente sprigionamento dei gas, che dall' addome in-. sino alla gola risvegliano nell' infermo un senso di fiamma lungo il loro corso con grande augustia del medesimo. Libera è la respirazione, frequente è il polso , il calore sentesi normale , non vi ha sudore : libero del pari è il decubito, le mani presentano un color vivissimo di rosa ? ed ac- it* casa il malato debolezza. Nel dì 3o giugno esso dice sentirsi meglio per aver dormito la notte : buona difatti è la faccia, umida è la lingua e netta, con poca se* te, e senza nausea. Nulla di rimarchevole nell' addome ? le orine sono poco abbondanti con sedimento bianco , fassi piccolo il polso e frequente. Nel dì i luglio l'infermo lamentasi d'interno calore al petto , e difficile osservasi il respiro , nella notte vi fu una perfetta veglia. Nessuna evacuazione pel canale digestivo , le orine sono più abbondanti, manca ogni altro fé* nomeno , ad eccezione di una certa ambascia nell' epigastro. Nel dì 2. luglio de* cresce la descritta fenomenologia 5 e compaiono le scariche dell' alvo naturali. Nella notte del dì 3 luglio soffre l'insonnio , più limpide però, ed abbondanti sono le orine ; e all' eccezione de' borborigmi che recana fastidio all' infermo , esso prosegue sempre in meglio , onde entrato nel dì 7 nek la sala de' convalescenti , esce nel giofa ilo io luglio dall' ospedale. Cura tenuta nell' ospedale. Applicazione immediata di 4° mignatte nel basso ventre. Bevanda di acqua di riso con sci-Ioppo di gomma arabica 5 ün brodo di vitello , e un bagno caldo sono le prescrizioni. Nel dì 3o giugno apprestansi limonata leggierissima , idromele tatiiarindato ., un brodo di vitello , ed in fine un lavativo emolliente, che ripetesi nel dì i luglio j iri cui 5 oltre la dieta rigorosa, s1 istituisce una sanguigna di once 8 dal brac* ciò i, e la bevanda è di acqua d' orzo cori gomma arabica , che proseguesi a somministrare nel dì 2. luglio 5 coli' aggiunta di pozione tamarindata ; fassi inoltre un lavativo emolliente 5 e concedonsi all' infermo due zuppe.! Nel dì 3 luglio praticasi idromele lamarindato , lavativo emolliente con mezz' oncia di senna , che produce alcune scariche acquose e verdastre : si danno infine più brodi di vitello , e" lit hei dì seguenti concedesi gradatamente maggior nutrimento consistente in brodi é zuppe^ STORIA Vi. OSPEDALE DELL'HOTEL-DIEU Sala di éi Landry num> £6 diretta dal chian Bally Choléra nel primo stadio con guarigione* Pietro Lapfadè muratore di anni 3d di valido temperamento dopo avere a tutta prova sofferto più giorni borborigmi fortissimi Cori dolori, ed evacuazioni inaino a 3o volte il dì con crampi continui, e con soppressione di orine , aggredito da intenso freddo nel dì 2% giugno , portasi subito all' ospedale nelle ore io del mattino. lu Presentasi urla faccia pöcö alterati ì fisso è Io sguardo , la lingua è calda con patina giallastra , e rossa all' apice , ed accusa 1' infermo grave cefalagia : il polso è pieno e Regolare : diminuite sono Î' evacuazioni 5 e lo sono del pari i crampi ; nel dì zg giugno V allégerisce il dolore di capo , cresce la sete •> e lagnasi egli di un ardore nella regione iliaca sinistra, sebbene molle si ritrovi il bassoventre. Le orine tornano nella mattina di questo dì con colore citrino j, e con bianca ipostasi : libera è la respirazione 5 innalzasi il polso -, leggiera cianosi scorgesi nelle dita , e qua e là nelle braccia framezzata da petecchie : affacciasi inoltre il singhiozzo interpolatamente 5 ed accusa 1' infermo una debolez-* za generale. Nel dì 3o giugno , dopo avere nella notte sudato , sono cessati i cramJ pi, persiste la nausea con bocca cattiva y cresce la sete v e la lìngua è arrossata;, nesj suna evacuazione per P ano ; prova bensì un nervoso interno convellimento neli' ad- m dome con grande fremito di aria che sen-tesi fortemente dagli astanti. Le orine seguono a fluire citrine con maggior sedimento mucoso : seguita il dolor di capo : il calore è eguale , regolari sono i polsi, e sparite veggonsi le petecchie. Nel dì i luglio ha dormito tranquillamente nella notte , ed i morbosi fenomeni , eccetto un lieve dolor di capo per 4. altri dì, vanno tutti in cedenza , onde perfettamente sanato , esce dall' ospedale nel dì 8 luglio. Cura. S' istituisce subito una sanguigna dal braccio di 16 once : il sangue separa immediatamente molto siero con coagulo ' in mezzo molle e nero senza cotenr na. Per bocca apprestasi infusione di tiglio , e rigorosa prescrivesi la dieta. Nel dì 29 somministrasi idromele tamarinda-to , e decozione di altea : applicansi cataplasmi caldi sul ventre , e prescrivesi un lavativo di decotto di valeriana silvestre : le stesse prescrizioni rinnovami nel dì 3o giugnp. Nel dì 1 luglio apprestasi 44<> siero con poco nitro , alternato da bevanda di leggiera Iimonea , si dà poi un brodo di vitello p e praticasi un lavativo emolliente, Nei dì seguenti tornasi alle medesime prescrizioni , aumentandosi di grado in grado il regime dietetico fino alla guarigione. STORIA VII. OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEÜ Sala di s. Landry num. 4q diretta dal chiar. Bally Çholéra~morbus nel primo stadio con guarigione» Silvanìo Larnarc di anni s55 ebanista, di ottima costituzione , dopo avere da otto dì sofferto un vomito acquoso senza dolori , e con sudore spontaneo , sospendesi il vomito per 6 dì : risentì egli nel terzo giorno alcun crampo nella faccia plantare dei ur pjedj ? e nel giorno 7 aggiugnesi 1& ver-pigine ; la diarrea dal primo dì ha continuato sempre acquosa 5 e carica di muco giallastro : le orine non sono soppresse , e nel dì 1 luglio dopo alcuni brividi di freddo , portasi all' pspedale yerso il fare della notte. I sintomi del dì 2 luglio sono i seguenti. Nella notte ha poco dormito l'infermo. Nulla di rimarchevole presentano la faccia e gli occhi, la voce non è alterata , di un rosso yiyo sono \e labbra, la lingua è arida e rossastra con bocca amara , e con molta sete 5 infossato yedesi l'addome senza contrazioni : i borborigmi odonsi frequenti con forte strepito sotto la pressione della mano : due sono le giallastre evacuazioni dell' alvo 5 e due quelle della vescica con orina di color giallo , e con ipostasi parimente gialla : il polso è rialzato e frequente 5 le mani e le braccia offrono un colore rosso-vivo : normale è il calore ? né vi sono i crampi. Nel '448 dì 3 luglio migliorando sempre le cose, cessate anzi del tutto 1' evacuazioni , e fatto il polso regolare , e tranquilli i sonni, esce sanato dall' ospedale nel dì 5 luglio, Cura, Furono subito applicate 3o sanr guisughe all'ano, che indi, per l'uso di un bagno caldo generale , diedero molto sangue. Nel dì z luglio somministrasi bevanda di acqua di riso , e tre bicchieri di siero con 12 grani di allume ? e si rinnova un bagno caldo generale. In fine fannosi lavativi semplici , e si danno limonee con gomma arabica, brodi di vitello , e zuppe, U9 STORIA Vili. •OSPEDALE DELLA CARITÀ1 Sala diretta dal chiar. Rùillier Cholcra-morbus nel secondo stadio con morte. 'Agata Petroniz di anni 3o , di ottima costituzione , e gravida di sette mesi e mezzo , dopo 20 giorni di una diarrea, cui succede per qualche dì una perfetta costipazione , viene nel giorno ìq giugno assalita dai sintomi cholérici , che vie più accrescendosi, entra nel dì .21 ali1 ospedale alle ore 9 •§ della sera. I sintomi sono il corpo freddo con polsi assai vacillanti , insoffribile è l1 ambascia nel!1 epigastro con crampi dolorosissimi neu' estremità inferiori : i vomiti e le deiezioni biancastre si alternano , con . 29 albuminosi fiocchi somiglievoîi ad im1 ^ qua di riso molto densa. Umida e fredda sentesi col tatto la lingua,, freddo è del pari V alito ; il naso è affilato , e gli occhi sono infossati ? onde vedesi apertamente costituito lo stadio algido. I polsi si fanno filiformi 5 e più violenti diyengono, i crampi principalmente ne' calcagni : cominciano a diminuire 1' evacuazioni cho-lcriçhe ? ma più agghiacciate sono l'estremità con cianosi perfetta ? e gli ocçhj vie sempre più si addentrano : la voce è estinta ? ed ardentissima è la sete. Dopo questo /dì V inferma più non sente i movi-, menti del feto ,- e persiste 1' imponente fenomenologia insino al dì 27 , in cui incomincia la sonnolenza con maggiore sensibilità dolorosa ali1 epigastro , accusando inoltre un sensibile freddo lungo la colonna spinale. Aumentarsi vede la cianosi con gli altri terribili sintomi ? onde ella muore nel dì .28 alle ore 4- del mattino. 451 Cura. Si danno bevande diacciate di limone , e fannosi lavativi con acqua di papavero ed amido : mettonsi 4 senapismi nell' estremità inferiori : la bevanda poi scambiasi con quella di arancio con gomma arabica: apprestasi ancora una mistura di acque di tiglio, e di fiori di arancio con spirito di melissa a cucchiai , e per intervalli all' esternò praticami le frizioni con tintura di çhina-?rchina con canfora ed ammoniaca : altri /v senapismi bagnati coli' assenza di terebintina rinnovan-s:i ali' estremità. Nel dì 27 fassi un salasso 'dal braccio , poscia applicatisi 3o sanguisughe nell'epigastro 5 e sì dall'uno, come dall'altro esce pochissimo sangue as-sai nero : sono applicati tre larghi vescicanti lungo le vertebre , ed infine i senapismi agi1 ippocondrj , e nelle ginocchia. Necroscopìa. Appena morta l'inferma , si viene all' operazione cesarea, e morto si rinviene il feto. Dopo 4 ore sezionasi dapprima il cervello., in cui scorgesi di- 29 * 45a sperso poco siero sanguinolento : pieni pe* rò trovansi i suoi seni di un sangue ne» ro 5 e simile osservasi allorché tagliasi la sostanza cerebrale •> e ne' suoi ventricoli raccogliesi un cucchiaio per parte di siero trasparente. Carbonizzato del pari è il sangue nell'organo polmonare , e analogo si scorge nella destra cavità del euore , in cui non cade sottocchio alcun altro patolor gico rilievo, Ampia è la cavità dello sto maco contenente un liquore di color grigio. Lavato esso « e disteso sul tavoliere 3 palli? da vedesi la membrana mucosa senza saiv guigne congestioni , raccogliesi bensì col raschiarla una materia alquanto consister te del suddetto colore. Rilevami più o meno nell' interna superficie stomatica pic^ cioli fori ? onde veduta la medesima in piena luce , rassembra un crivello. Negli intestini tenui assai addensato osservasi 1' accennato liquido di color grigio ? ed in molti punti aderente alla membrana mu-cosa, che si arrossa verso l'intestino eie» _4.tß to , ove sviluppate pustole a forrtìa di un incipiente vajuolo apertamente si ravvisa-' no: varie sono le ecchimosi degli grossi intestini contenenti lo stesso liquido 5 meno» denso di quello degl' intestini tenui» La vescica trovasi vuota , raccorciata, e dura ï nessun patologico sconcerto presentasi nel fegato e nella milza : tre linee di spessezza rimarcansi nella matrice 5 il cui collo1 e rammollito , e quasi fungoso : la plaj centa somiglia a un' indurita milza ; e fij nalmente un principio di organico seom> ponimento vedesi nel feto* AU STORIA IX. OSPEDALE DELLA CARITÀ' Sala di santa Marta Choléra-morbus nel secondo stadia con incompleta reazione con morte. N. Gautrevisier sartrice di anni 5o -, di buon temperamento entra nell' ospedale nel dì 21 giugno nel primo stadio del morbo , e il domani attigne il z.a stadio. Sintomi sono vomito e dejezioni cho-lériche ( biancastre ) , crampi molestissimi 5 voce cholérica , viso freddo , occhj infossati, e polsi appena sensibili accompagnano il mieidiat morbo sino al dì 2{, in cui intensi divengono i crampi nelle estremità inferiori , ed indicibile è l'angoscia che soffre l1 inferma nell1 epigastro : 45Š lä lingua è umida , è fredda scorgesi coi tatto. Nel dì 2S giugno affacciami i sintomi del tèrzo stadio (reazione) con un gè-* nerale e graduato calore 5 i polsi rialzano -, sono febbrili -, è con affanno ì. la lingua diviene secchissima; , e massima è P agitazione dell' inferma travagliata sem-pre da vomito e diarrea; Nel dì 26$ ec-* tetto pochissima orina ? spariscono le cho-lériche evacuazioni in un col calore -, sec-» ca rimane la lingua, e manifestasi la tendenza al sonno. Nel dì 27 torna iì morbo nello stadio algido , ghiacciate si fan^ nò le mani ed il viso ? e stendesi il freddo in tutta la superficie del corpo v ad ecj cezione di pochissimo calore $ che Col tatto sentesi nella lingua : la voce firiaimen-tè estinguesi, cresce la sonnolenza , e coi polsi filiformi muore l'inferrila nel dì 2$ giugno a tre ore del mattino. Curai Somministrasi vino di malaga alla dose di once 12 per giorno insino al penultimo dì della malattia : tre volte rin- 456 novasi l'applicazione de'senapismi all'estremità inferiori : fannosi ripetuti lavativi con estratto di ratania , e con varie gocce di etere sull'urico : applicansi ancora 4 vescicanti , e oltre il linimento ammoniacale nel basso ventre, incessante è 1' uso degli esterni stimoli diffusivi. Necroscopìa. Il cervello appare normale ali1 esterno , ma ingorgate veggonsi di sangue le yenek II polmone destro è assai crepitante , e trovasi inferiormente infiammato il polmone sinistro \ molto duro è il suo tessuto, ed impermeabile" all'aria: ripieni di un liquido spumoso sono gli brónchj e la trachea : violacea è la interna membrana mucosa , in cui ravvisansi le pustole non dissimili da quelle notate nell' antecedente istoria. II cuore contiene assai poco sangue liquido , e vi si osserva qualche particella pallida e raggrumata. Normale è lo stomaco col principio del duodeno, appariscono poi pustulari arboriz-zazioni negl' intestini , e rigogliose mo- 0*1 strartsi le glandule del Pejer'o. Nelle grosse intestina vi si vede alcuna ecchimosi : nella vescica si raccoglie pochissimo fluido simile alle biancastre deiezioni cholé-riche. IVulla , che sia degno di osservazione j rimarcasi negli altri organi. STORIA X. OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s* Landry diretta dal chiar. Bally Choléra-morbus con incompleto stadio algido con guarigione. Carlo Poulet di anni 6& operajo , di buona costimzione dopo un malessere, e dopo aver mangiati piselli cotti, e carne di majale vien preso da copiosa diarrea con forti borborigmi, svegliasi mormorio nelle orecchie , con dolore di capo, e con 458 crampi j onde crescendo questi sintomi portasi allo ospedale alle 6 meridiane del giorno 22 giugno. Nel dì 2Ò proseguono l'evacuazioni sopra e sotto di materie acquose e giallastre , aumentasi il male di testa, e soffre dolore hell' epigastro ; le orine sonò soppresse , la faccia è pallida e fredda , ë frequentissimi si fanno i crampi. Nel dì z% giugno vomita pìiù di rado matèrie verdi, sospendonsi le alvine dejezioni è i crampi , le orine tornano , i dolori di capò e dell'epigastro persistono , e persiste la faccia choìéridà , e tutto gelato seritèsi iì corpo. Nel dì~z5 calda invece lassi la faccia .j e anche la lingua, Che diviene umida , dileguasi la cefalagia , e incettate, veg-gonsi le congiuntive v îâ vista offuscasi alquanto nell' occhio sinistro : colorasi il viso , sebbene violacee sieno le labbra : poca è la sete 5 scarse tornano I' evacuazioni dell' alvo , ed aumentasi "il dolore all' epigastro. Libera è la respirazione e rego- lare , ma piccolo e lento è il polso con go battute per minuto : normale ritorna il calore , e in più copia fluiscono le orine. Nel dì 26 giugno osservasi il polso più regolare con 74. battute , abbondanti di color arancio veggorisi le orine con ipostasi bianca 5 ed una sola evacuazione si presenta dall' alvo. I morbosi fenomeni più miti procedono , eccetto nel dì 2g giugno , in cui ebbe tre scariche Iiquidissime ; ciò nulla ostante 1' infermo migliorò talmente che uscì del tutto sanato nel dì 3o giugno alle ' ore 4- pomeridiane. Cura. Bevanda di thè, ghiaccio per bocca e semplici lavativi $ i quali nel 2." giorno si fanno di acqua di riso. Próse-guesi lo stesso metodo di cura nel 3.° dì, e vi si aggiugne un brodo di vitello; 3NTel dì 4 s'istituisce una sanguigna con Zo mignatte all'epigastro j indivi si applica un cataplasma emolliente , e dässi per bevanda l'infusione di tiglio alternata da quella di siero alluminoso ; rip etesi infine un lavativo. Nel dì 5 solbimiriistràsi Una lega giera infusione di camomilla , e nel dì 6 tornasi all' uso del thè 5 concedendosi una zuppa , e di tempo in tempo il brodo di Vitello : il quai metodo di grado in grado si continua sino all'ultimo dì, in cui esce dall'ospedale* STORIA XL OSPEDALE DELL'HOTEL-DIEU Sala di santa Monica num. io diretta dal chiar. Magendie Cholér clamor bus del secondo stadio con moi*te* Melanite Car dot di anni s5 operaja di scialli , dopo aver dati per due giorni chiari segni precursori di choléra entra nello spedale il dì z5 giugno* 4.61 I sintomi sono voce e faccia choléri-ca , occhj incavati , cute fredda cospersa di vischioso sudore, gingive arrossate, lal> bra turchiniccie, lingua co' Iati rubicondi, sapore aspro metallico, respiro difficile , polsi piccoli con 106 batiùte in ogni mi« nuto, in fine sete ardente, e cefalagia. Sop« portevoli sono i dolori addominali, mo* lesti i crampi, le orine soppresse , ed ab-r bondano le cholériche evacuazioni. Raf« freddansi soprammodo l'estremità superiori ; e le inferiori che dapprima sentivano si calde , sorpassano il freddo di quelle. Nel dì s5 giugno sopprimonsi 1' evacua« zioni con aumento di cardialgia, e d1 interpolato calore ardente nello stomaco. Cessano ancora i crampi : tornano nel dz 2.G discrete con dolori intestinali le choléri-* che dejezioni , che cessan di nuovo con lieve sollevamento dell1 inferma. Cresce indi il dolore di capo , più acceso fassi il viso , gli occhi sono incettati con circolo nerastro al di sotto. Vie sempre si accre- 4&2 see la morbosa sindrome ? per cui filiform mi sentori si i polsi , più difficile assai diviene il respiro , e di molto ancora au-mentansi il freddo e la cianosi : abbondano strabocchevolmente le cholériçhe evacuazioni con sete ardentissima e con acerbissimi dolori nel basso ventre : gli occhj veggonsi fìssi , spaurati e lacrimanti : il decubito è sempre supino: alle io del mattino manifestasi il sopore con alteramen-to delle funzioni intellettuali : raro diventa il respiro , apparisce Io stertore, e cessate P evacuazioni suddette , muore P inferma dopo poche ore alle 4. pomeridiane del dì 18 giugno. Cura. Pozioni di acqua gommosa di riso , alternata da quella di due bicchieri di ponce , somministrasi il ghiaccio per bocca 5 in fine due mezzi lavativi di decotto di valeriana silvestre laudanati sono le prescrizioni della prima giornata: nel 2." dì proseguasi P uso del diaccio insino al dì 26 : le pozioni sono di thè ? una mi- #3 stura dipoi si dà a cucchiai con etere suìfurico j i lavativi sono amilacei, e pra-ticansi nei giorni seguenti ancora, né si tralascia il ponce dato ad interyalli a tutto il dì 2&. Prescrivesi in questo dì un salasso di 8 once > che ripetesi due volte nel giorno seguente 5 ma dalla seconda sanguigna sgorgano due sole once di sangue che separasi in siero ed in cruore. Negli ultimi momenti 9 oltre le bevande diacciate , ed i mezzi lavativi canforati , applicami 2 vescicanti alle cosce : finalmente si fanno frizioni nell' addome con olio di lino , e con olio di croton tilio. iSi STORIA XII. OSPEDALE DELL'HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 56 diretta dal chiar. Bally Choléra-morbus nel secando stadio con morte. Federico Fierock sartore di buona sa* Iute e di regolati modi nel vivere , dopo manifesti segni precursori di cholérà indiano sofferti ad intervalli da più-giorni, è trasportato, all'ospedale a'dì 2~5 giugno alle ore 4- pomeridiane. Sintomi dei dì 24. sono crampi molti violenti ed estesi eziandìo nella faccia so-miglievoli a1 tetanici convellimenti generali : la faccia e la voce sono sommamente cholériche , onde cupo è il lamentare dell' infermo : la cianosi la più intensa 465 estendesi in tutta la superficie del corpo : la fronte rimarcasi.tiepida , e così è l'alito : freddo è il resto del viso , e del pari fredda sentesi la lingua col tatto , e giallastra vedesi nella parte superiore, e violacea.nell'inferiore. Mancano del tutto i polsi , e serbate sono integralmente le facoltà dell' intelletto : celere fassi la respirazione : la cute è fredda ed umida : immobile conservasi il decubito sul dorso, ad eccezione degli accennati movimenti tetanici : incessanti per così dire osservansi le cholériche evacuazioni, e sempre soppresse rimangono le orine. Cura» Infuso di valeriana silvestre per bocca con mezzi lavativi di decozione della medesima ; infine l'elettricità galvanica più volte è adoperata nella regione epigastrica , e comunicata pe' fili metallici coli' intestino retto. H malato muore nel dì 2{ giugno a un' ora pomeridiana. 3o 4-66 STORIA XIIU OSPEDALE DELL'HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 60 diretta dal chiar. Bally Choléra indiano nel secondo stadÌQ con morte. JV. Lanty di anni 72 operajo , di ro* busto temperamento , dopo un mese di diarrea del tutto trascurata , è attaccato dal morbo cholérico , onde è trasportato all' ospedale nella sera del dì 26 giugno. I sintomi sono vomiti e defezioni frequentissime acquose e giallastre,con crampi continui in tutte 1' estremità , e gelo : soppresse sono le orine ', fioca è la voce , gelata e umida è la lingua ricoperta di patina bianco-mucosa , ed arrossata nell1 apice. Cholérica ancora è la faccia ? i67 ed iniettata di sangue yedesi la sclerotica : massima è 1' angoscia con squisitissima sensibilità all' epigastro , i polsi in fine sono appena percettibili. Sebbene il malato abbia presentato alcun sollievo nel dì .27 per l'istantaneo aumento di artificiale calore 5 pure la notte vegnente la passa tempestosissima. Assai difficile diventa la respirazione , i polsi sono totalmente spariti , somma osservasi la prostrazione delle forze : i crampi sono incessanti ; e benché cessino 1' evacuazioni , ed il malato sia conscio a sé stesso , muore alle 4- § meridiane. Cura. Limonea con sciloppo per bevanda : adoprasi indi il sudatorium del dottor J)"1 Anvers 5 cui tosto nel dì 27 giugno surrogasi la macchina del Covaso (1), (1) La notissima gentilezza del nostro amico signor prof. Bally ^ in un caso così tremendo , condiscese all' uso di detta macchina per preghiera dell' egregio giovine medico sig. Battilano, di Genova , al quale la commissione professa molta gra- OO 4 SS dall'uso della quale sembra sollevarsi l'infermo , presentando un leggiero madore al petto , che indi spandesi all' estremità , proseguendo insino a sera : rialzansi i polsi , ed il malato ringrazia con espressiva gratitudine 1' autore che aveva suggerito , ed apprestata la detta macchina. Ferali sintomi vengono nella notte in iscena : applicatisi tosto un largo senapismo al ventre, e due simili ai piedi ; finalmente per bocca apprestasi una mistura di acetato ammoniacale con oo gocce di etere solforico edulcorata con sciloppo di gamma arabica» titudine , dappoiché fu egli che più fiate la condus-se nei primi dì in isvariali stabilimenti , e specialmente nelle diverse sale dell' Hotel Dieu. Nelle malattie dai membri della commissione sofferte", non m;mcó mai di raddoppiate visite giornaliere. Contribuì inollre talvolta alla raccolta delle storie fat* ta aH' Holel-Dieu ; siccome t al al tra il più giovine -della commissione comunicò alcuna delle medesime a questo eoi'tesissJnio _ inedito. i6g STORIA XIV. OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEtì Sala di s. Landry num. 4.5 diretta dal chiar. Bally Choléra indiano nello stadia algida con reazione 5 e con guarigione. Eugenio Giacomo Tierre di anni i& bigioltiere in rame nel giorno 27 giugno dopo avere in abbondanza mangiati pisel-1 li crudi , fu preso da forte diarrea colla quale furon essi resi totalmente indigesti* Proseguirono abbondantissime scariche net di 28 con nausee e vomiti , associate a frequenti crampi dalla punta de1 piedi sino all' estremità superiore delle coscie ; e passato il morbo nello stadio algido , fu l'infermo condotto all' ospedale alle due pomeridiane dello stesso giorno. 470 Sìntomi. Sono gelo, faccia cholénca , e rilevantissima cianosi che assomiglia l'in* fermo ad una statua di bronzo , per la ragione che biònde sono la capellatura, e la carnagione, semichiusi veggonsi gli occhj , annerite sono le inferiori palpebre , e lividissime appajono le labbra : la voce è spenta , bianca e fetidissima è la lingua : i vomiti , e le dejezioni biancastre ripetonsi assai spesso , appena percettibili sono i polsi , e continui i crampi con dolore sotto V ombellico : in fine sane del tutto sono le facoltà dell' intelletto. Nel dì 29 giugno per un apprestato bagno caldo erasi F infermo sollevato , ma nelle ore pomeridiane risvegliasi con angustiosissi-raa smania, che prosegue insino all' 8 § del mattino dei dì seguente , in cui prende un sonno interrotto di circa 2 ore. Diventa irrequieto verso il mezzodì tanto per F ardentissima sete, quanto pel doloroso trangosciamento nell' epigastro. Tuttavia fassi animato il viso , scompare la ciano- 471 si i lucidi e mend incavati veggonsi gli öcchj, molle , pulita , e calda è la lingua 9 e benché Costante sia ì' anoressia , e la gastralgia $ indolenti sono ìe intestina » lari-guida diviene la voce » e ìibero il respiro , e così lo é iì decubito ; sono i polsi piccoli ma rialzati , e danno 92 battute per minuto , le forze ancora rialzano. Dorme nella notte s, e svegliato accusa forte dolore nell'occipite 9 viepiù colorasi il viso in ispecie ne'zigomi ^ la sete è molta 5 rossa è ia lingua ì una sola fu nella notte dopo il sonno 1' evacuazione alvina $ ed abbondanti tornarono le orine $ riscontrandosi uniforme il calore , ad eccezione che freddi si mantennero i piedi (1) : molle è il polso $ ë largo con 76» pulsazioni« Tutta- ( 1 ) Sebben , come abbiam più volte ripetuto 1 non possa assegnarsi limite agli stadj del choléra* morbus ( come ognun Vede ) ^ pure per questo sin* toma collocammo questa storia nel 2.* stadio , quantunque chiaramente veggasi felicemente sciolta la malattia pe' fenomeni della reazione. volta il ventre èmeteorÌ2;zato,.ed è divenuto alquanto dolente colla pressione della ma-1 no , ne cessa il lamentare dell' infermo , e la sua inquietezza. Nel di i luglio grande è la calma. del giovinetto malato per la diminuita cefalagia > e pel cessato dolore al ventre : poca inoltre è la sete ,,e la fac-eia è meno accesa ; riordinatesi quindi gradatamente tutte le funzioni % entra.nel dì 3 luglio in convalescenza $ e^nel dì 6 esce guarito dall' ospedale. Cura. Bagno caldo per un quarto, d'ora, e io sanguisughe applicate sono nell'addome ? e ghiaccio somministrasi per bocca ; nel dì 2g giugno si danno pozioni di acqua di riso alternate da. acqua ^diacciata y rinnovasi una sanguigna con 2$. mi-^ gnatte nell' epigastro , e ripetuti catapla-y > smi si applicano sul ventre. Nel dì 2fo pre-, scrivesi solamente acqua di riso con sciroppo di, gomma arabica ; lo stesso, prar,, ticasi nel dì i luglio , in cui aggiungono i si due brodi di vitello. Ne' dì seguenti Ì7$ somministransi ancora le zuppe, aumentandole gradatamente, finché esce dallo spedale perfettamente sanato. STORIA XV. OSPEDALE DELL' HOTÉL-DIEU Sala di s. Landry diretta dal chiar. Bally Choléra indiano' nel secondo stadio con incompleta reazione con morte. ßiovan Battista Carabilliaiài anni 22 dr ottima costituzione , dopo lievi segni precursori di choléra ,' mangia "una minestra di radici gialle, tostò inasprisconsi i sintomi eholéricr con violento" dolore trasversale negl'ipocondrie con replicate evacuazióni per secesso e per vomito. In ta- ili le stato entra all' ospedale nel dì So giiì* gno nelle ore pomeridiane. Sintomi sono crampi molto frequenti iielP estremità , e benché grande sia il desiderio dell' infermo di orinare , soppressa insino dalla giornata precedente seguita ad essere quest' evacuazione. L' accennato dolore lungi dallo sminuirsi è cresciuto con meteorismo , con ismània incredibile ? che induce l'infermo a volgersi incessantemente da tutte le parti ; difficile ed affannoso è il respiro j i polsi sono affatto impercettibili, umida e fredda sentesi la lingua col tatto, e del pari freddo è V alito. La punta del naso si arrossa , diviene indi turchiniccia , e più ö meno la cianosi rilevasi in tutta la superfìcie dei corpo , principalmente nell' estremità , e nelle labbra. Gli occhj incettati alquanto di sangue 5 sono affossati con circolo nerastro intorno le orbite. La fisionomia e la voce sono totalmente choìériche : accusa 1* infermo leggiero dolore di capo : il* tin umóre freddò e vischioso scorgesi nella faccia, nauseosa e frequente è la flatulenza dalla bocca, la pelle è flaccida , e compressi i rami venosi turgidi , il sangue torna lentissimamente a riapparire ; e dopo un bagno caldo manifestasi calore e sudore abbondante senza sollievo. Nel dì a. luglio pronunciasi più manifestamente la reazione , divengono difatto sensibili i polsi : minore è la cianosi , arrossate anzi sono le mani con eruzione miliare 9 che scorgesi in più punti ; eccetto una sola volta , cede il vomito , continua però la diarrea cholérica : gli crampi sono alquanto diminuiti • il vischioso fluido ricuopre ancora la fronte 5 e gli occhi sono infossati come nei dì precedente : grande è 1' abbattimento del malato, benché sane sie-no le facoltà intellettuali : dileguato ancora si è il lieve dolor di capo. Nel dì o luglio di rado tornasi a vomitare , né veg-gonsi le alvine defezioni , e sempre più leggiera diviene la cianosi : freddo però è il corpo , e pìccoli sono i pólsi y^ i cram« pi sono cessati 5 e una eresipela" inoltre manifestasi •> che dal ventre stendesi- sino al petto» Nel dì i luglio si fa maggiore», la reazione , arida e secca, diventa'là lin» gua>-ed i polsi-sono* elevati e. frequenti^ ardente è. la sete , £d affannoso' è il respife ro * e copiose in fine tornano.le deiezioni alvine. ,Segue nel dì 5 luglio.l'imponente sindrome morbosa ; e pel maggiore doIo-9 re nel!' epigastri , soffre l'inferma unine*( sprimibile trangosciamento j la cianosi ri-, marcasi più rilevante nel gomito e nel gi-; nocchio. Nel dì 6 luglio massima è la pro** strazione delle forze 7 gli; òcchj. sóno'spa-i lancati ,, compassionevole oltremodd è "il lamentare continuo dell1 infermo , in cui vieppiù sempre si accresce la smania : più piccioli e celeri osservansi i polsi y abbona' devoli sono le deiezioni giallastre e .acquai se dall' alvo 5 torna il capo tutto a gelare sì :, più affannoso diventa il z'espiro 5 € lo' sventurato infermo presente sempre^i se. i27 stesso , muore alle z ore pomeridiane di detto, giorno, Cura* Dopo 4- sanguisughe messe appena,, entrato: alio spedale ? succede un ^bagno, caldo? generale £ ed un lavativo sem-' plice. con"1 3.0 grani di estratto di »radice di ^valeriana? silvestre. Usasi ancora. P apparecchio galvanicoïnellà regione dello stomaco/ Internamente Cammini str asi il ghiaccio $c ed un siero ; alluminoso'. {Nete-zV dì la bevanda consiste in infuso , di thè col zucòaroy.e fassi un bagno, a vapore.-Nel terrzór>dì rinnovasi,lo stesso metodo di eu--rm'i'-e afe più- applicasi uri vescicante' sul-' la v|isipola rS.nel^"> tornasi all' uso interno del.Aghiaccio:j.;.ed esternamente^applicasi sulla :testa ^praticasieziandìo: tin 'semplice! »bagno caldo ,\ed in fine ' nsM'apptipän'ö' 8 > mignatte ^cne'ï vasi, emorroidali. Nel 5.* dìo^rinnovasi iiL;bagno , edil berretto (di ghiàccio. in testa¦: io- stesso? ripetesi P ultimo dì>'_oltre: 1' applicazione 4ì' due vescicanti «alle-, cosce.-. M STORIA XVI OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di santa Monica diretta dal chiàr. Magendie Choléra indiano che dalV incompleto stadio algido passa a quello di reazione con guarigione. Teresa Barquiere sartrice di anni 19 di buon temperamento attaccata dal morbo cholérico entra a dì 1 luglio nell' ospedale. Sintomi. Le deiezioni acquose di color giallastro , con vomiti parimenti acquosi , i dolori di capo con vertigini accompagnati da choliche, e da' crampi con vigilia avevano preceduto l'entrata all'ospedale , dove proseguendo il vomito > cede coli' uso interno del ghiaccio. Soppresse i7$ gono le orine, e ceduti affatto i dolori addominali , affacciami essi ai reni, e persistono i crampi, la faccia è rosso-livida , e livide sono le unghie e le mani, bianca osservasi la lingua , la sete è molta, e difficile yedesi il respiro : i polsi sono oppressi 9 e scorgesi tendenza al sonno : in fine V inferma accusa un freddo generale esterno ed interno. Proseguono abbonde-voli le dejezioni e i vomiti , la vigilia persiste , ma i crampi nella mattina del 2 luglio sono diminuiti, e diminuiscono eziandìo V evacuazioni alvine , persistendo il vomito abbondante. Soffre tuttora il dolore ai reni , e ritorna quello dello stomaco 9 il viso si accende , e sembra svanirsi la cianosi 5 che diminuisce nelle mani : cessato è il freddo interno ? e del pari cessati sono i crampi. La sete è sempre forte , ed affannoso segue il respiro, incessantemente movesi l'inferma, ed i polsi finalmente sono febbrili e piuttosto duri. ÀI freddo interno teste menzionato succede nel dì 3 loglio un calore interno urente con sete inestinguibile , torna il dolore di capo , e persiste la vigilia , la faccia si accende ancora, e gli occhj \veggonsì injetlali di sangue. Cresce il dolore nel ventricolo colla persistenza di quello net reni soffrendo l'inferma un'angoscia indescrivibile : acquose e giallognole sono sempre 1' evacuazioni per vomito e per secesso : i polsi sono febbrili con ilo pulsazioni in ogni minuto. Nel dì 4. la stessa fenomenologia , ad eccezione de' vomiti alquanto diminuiti, e del singhiozzo. Molto ancora è diminuita la diarrea nel dì 5 luglio , cessati sono i dolori di ventre, di capo , e dei reni, la faccia è sempre ac» cesa , dorme alcun poco intcrrottamente, e meno difficile è il respiro , bianca è la lingua in mezzo , e rossa ai Iati : la setef è assai cresciuta, e ilo battute danno i polsi. Nel dì 6 luglio vi è alleviamento di sintomi, dando però i polsi 110 bat- 4.81 tute in ogni minuto : il corpo ricoprcsi di macchie rosse , che veggonsi specialmente nelle braccia. Nel dì 7 luglio tornano le orine, e vie sempre diminuiscono i morbosi fenomeni inclnsive P azione vascolare 9 le macchie eziandìo incominciano a diminuire. Nel dì 8 sono del tutto cessati vomiti e dejezioni dall' alvo v la sete è assai minore , vedendosi il male in totale cedenza y per cui entrata in convalescenza , esce sanata l'inferma dall' ospedale nel dì 11 luglio. Cura. Apprestasi tosto il ponce , ma è subito vomitato : dassi anche per bocca infuso di thè col zucchero , e ghiaccio : all' esterno praticansi le frizioni con trementina , e l'annosi § di lavativi con amido , e con 6 goccie di laudano per ciascuno. Nel dì 2. somministransi due bicchieri di thè col zucchero, e ponosi V inferma nel bagno caldo , ed in fine , oltre la dieta, ripetonsi due mezzi lavativi emollienti. Nel dì 3 luglio tornasi all' uso del 01 thè, e più si danno una limonca, e due ponci in giornata , facendosi anche 3 lavativi 5 V uno col solfato di soda , e due con poche goccie di laudano. Nel dì 4. il thè si dà colla gomma arabica senza zucchero , ed il ghiaccio per bocca non si trascura , tassi ancora un baguo caldo j indi applicasi un cataplasma laudanato neii'epi-gastro., e per la prima volta concedesi nella sera un brodo di vitello : aumentasi poscia gradatamente l'uso della bevanda vignata , e dei brodi. •483 STORIA XVIL OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 4-5 diretta dal chiar. Bally Choléra indiano nel secondo, stadio fulminante con morte. Gabriele Lascy operajo, dopo aver mangiato una zuppa di cavoli, piselli, e insalata , e dopo aver bevuto una bottiglia di vino nel dì i luglio, viene nel giorno seguente all'improvviso aggredito dal choléra alle 3 del mattino , e alle ore otto entra ali1 ospedale, I sintomi sono forte mormorio all'orecchie, fronte tiepida, faccia cholérica e fredda con cianosi più intensa nelle labbra , e nell' estremità , le cui dita sono raggrinzite : la lingua è violacea , non lorda , ma Ol /M sentasi fredda col tatto , e dei pari fred-do è I alito : marmoreo è poi il gelo che soffre l'infermo ne'piedi : incessanti e do-lorosi sono i crampi : vomita 4 in 5 Volte , ed involontarii e frequenti in poca Co--pia osservansi gli scarichi dall' alvo : ìn-dicibile ambascia lo tormenta nel!' èpiga-. stro con vivissimo dolore •> che diffohdesi all' ipocondrio sinistro ; indolente nel resto è 1' addome. Debolissimi sono i moti dej cuore, e percettibili appena quei dei polsi : linee nerastre veggonsi attorno gli occhi 5 ed il sinistro è più iniettato di sangue dell' occhio destro. Cholérica1 è la voce, e discreta è la sete : le interne safe-ne turgidissime veggonsi di turchiniccio sangue stasato. .Nessuno è il dolore di capo , né vi sono vertigini ; illese anzi del tutto rimarcansi le funzioni deli' intelletto ;¦ dimodoché crede P inferma sentirsi meglio , e vorrebbe alzarsi di Ietto , quan-do improvvisamente muore dopo ore i5 485 dalla fulminante invasione dell' indiano. morbo. , Cura. -Un bagno caldo di mezz'ora, io mignatte^ all' epigastro , un semplice lava-. '' ' ' ' tivo,., internamente ghiaccio e arancio senza alcuna bevanda sono le mediche prescrizioni* STORIA JLFIIL JOSPEDALE DELL' HOTEL-DIEÜ Sala di s. Landry num. £>3 diretta dai chiar. Bally Choléra-morbus nel secondo stadio con morte. N. Lafosse cuoco di anni .28 attaccato dal choléra entra all'ospedale nel dì 2 luglio* I sintomi sono faccia e voce cho-, lérica, occhj infossati, congiuntive iniettate di sangue , naso affilato, fuliginoso , vi- 4.86 so freddo, pelle flaccida , e cospersa' di su* dore freddo , ma non vischioso , infine estremo abbattimento con forte angoscia nell' epigastro. La cianosi vedesi frammista ad un color di rosa cupo , ma di color giallastro osservasi il petto e V avan-braccio , ed i polsi sono appena sensibili. Siffatti fenomeni proseguono con maggior freddo, e con più intensa cianosi nell'estremità 5 associandosi i dolori dell' addome con vomito senza fine , susseguito nel di { luglio da molte giallognole dejczioni dell'alvo. Nel dì 5 manifestasi il delirio , e,tenta il malato uscire di letto : aumentami gli altri sintomi , io ispecie la cianosi, ciò nulla ostante sembra il fondo vitale reagire a tanto conquasso ; imperocché regolari e più distinti divengono i polsi nel dì 6 luglio , e mentre stassi in aspettazione che il morbo attinga il terzo stadio , muore il malato alle ore io £ della sera di questa giornata. ¦4*1 Cura. Óltre un salasso praticato fuori d'ospedale, applicansi { sanguisughe all'epi-gastro. Il bagno , ì' arancio , il ghiaccio per bocca, i lavativi di decotto di vale* nana silvestre , senza alcuna bevanda compiono la terapeutica prescrizione del pri* mo dì. Mettonsi poscia senapismi nell'art-1 dome , e vescicanti alle gambe , apprestandosi calda infusione di menta, scambiata nel dì 4- in quella di camomilla 9 che viene alternata dall' acqua di Seìtz $ applicandosi medesimamente due senapi-» smi alle cosce, due mezzi lavativi anodini , e la moxà alla colonna vertebrale* Kel dì 5 luglio le prescrizioni sono senapismi ai piedi, ai ginocchi, bevande di tiglio con acetato ammoniacale , etere , tintura di castoro con sciloppo di gomma arabica : nell' ultimo dì rinnovansi le medesime prescrizioni , e più 12 mignatte in ogni" malleolo. £82 STORIA XIX. OSPEDALE DELL' IIOTEL-DlEU Sala di s. Landry nam: 41 diretta dal chiar. Bally Cholera indiano nel secondo stadio con morie. Luigi Ferner di anni 66 operajo ? do|)o un malessere di due dì entra alle lo del mattino nel giorno 3 luglio all'ospedale« I sintomi sono tarde risposte alle mediche interrogazioni, ambascia crudelis9Ì' ma. con soffocamento doloroso all' epiga-stro aumentato oltremodo col semplice; tatto : affannoso è il respiro e frequente, celeri ed irregolari sono i battiti del cuore, ma i polsi sono totalmente cessati. La sete è inestinguibile , la lingua è biancastra, e fredda al tatto: la faccia e. la. voce so- $9 no cholériche : lin cerchio nerastro circonda gli occhi profondamente incavati, fredde sono le estremità , e la cianosi invade tutta la superficie del corpo. Il vomito fassi con empito di materie giallognole con fiocchi di mucosità biancastre 5 e vien esso ora alternato^ ora simultaneamente accorri'4 pagnato da acquosa diarrea con soppressione di orine, e con violentissimi crampi. Laonde a dismisura accrescendosi questi mortai i sintomi, l'infermo muore alle 4- pomeridiane della stessa giornata. Curat Infuso : caldissimo di camomilla 5 e pezzetti di ghiaccio si danno inter*-.riamente : nello stesso tempo applican-J si 3o sanguisughe all' epigastro •$ e fluisce molto sangue per l\uso consecutivo di un ; bagnò caldo ? dal quale , se sulle ¦ prime pare che l'infermo risenta alcun sollievo 9 svanisce ogni speranza di buon successo per1 la narrata irreparabile morte. 1 Necroscopìa seguita dopo le ore z{. Irrigidito veclesi il"cadavere colla bocca se- ^9° miaperta i, e cogli occhi lividi, ê cornea dejDressa : intensa ancora osservasi la eia- . nosi, nere soprammodo sono le unghie del' ) ìa. mano ad eccezione de' pollici , in cui sminuisce il nero colore. Nulla di rimare r chevole presenta la sezione sotto il cuojo éapillato. Tolto il cranio , molto arrossato vedesi il suo tessuto spohgioso , ma non vi è notabile alterazione nella dura madre , vi si scorge bensì molto sangue, che d* altronde manca affatto nel seno Iongi-, tudinale. Opalina in ambi gli emisferi osservasi P araenoide , né la pia madre presenta arrossamento , sebbene rigogliose di^ sangue nero sieno le maggiori vene; Del resto V encefalo nulla di più offre degno di considerazione. Il polmone destro sembra alcun poco diminuito di volume , aderenze antiche rilevansi nel polmone sinistro 5 e molto sangue grumoso scorgesi ne^ gli bronchj. Nel cuore destro si contiene coagulato nero sangue , soprattutto nella Agì eoa orecchietta i il cuore sinistro molle ë. facile a rompersi è vuoto di sangue v di cui manca 1' orecchietta eziandìo; I grossi vasi arteriosi de' precordj non offrono alte^ razione di sorta. Lo stomaco è bianchissimo , ma esulcerato vedesi nel piloro per lo spazio di tre pollici di lunghezza e due di larghezza. Arrossate presentansi le intestina all'esterno 5 e grossissimó è l'epiploon senza notevoli infezioni di sangue. Bianchissima parimenti vedesi la- interna membrana intestinale , eccetto verso la fine dell' ileo -v in cui, piuttostochè un' infiammazione 5 vedesi una sanguigna con-gestione de' suoi vasellini ? e Con molta attenzione vi si osservano picciole arbo-rizzazioni di pustole secernenti il biancastro liquido choìérico ; né isviluppate , come notammo nella neCroscopìa della storia vin , veggonsi le glandule pejerane. ]STel colon vi si contiene lo stesso liquido biancastro , ma più ispessito 5 e quasi- puriT forme 5 ed analogo, similmente sen racco,- te* glie un'oncia nella vescica contratta e rimpiccolita. Gli altri visceri dell' addome rin-; vengonsi in uno stato normale. STORIA XX. OSPEDALE DELLA REAL CASA DI SALUTE (l) Sala diretta dal chiar-, Dumeril Cholera indiano fulminante N. N. agricoltore di anni 08, di temperamento atletico , ed in buona salute j mangia circa le 8 pomeridiane del dì q (1) L'uno di noi ricorda con piacere le cortesìe usategli dal cel. Gay-Lussac , fra le qu.ali vi fu quella di averlo presentato a varj membri deli' Istituto di Francia e con Special cura all' illustre Dumeril. Esso in moltiplicati urbani modi , óltre al condiscendere alla nccroscopìa di questa storia, gli comunicò gentilmente diverse mediche notizie, e mostrogli le cose più minute della Real casa di 'left luglio legumi çd insalata : passato appena un 4." di ora è aggredito dal choléra algido , con cui entra subito all' ospedale , e vi muore dentro due ore della stessa giornata, Sintomi. La cianosi è intersecata da pezze di color di rosa cupo : spaventevo- ( ' j îe e terribile è la fisionomia e assai cho- ìérica è, la voce : il gelo della cute è mar-moreo , insoffribile e crudele spasmodìa prova Y infermo nelP epigastro con crampi assai violenti. Nessuna evacuazione gastro-enterica : soppresse sono le orine 5 e nei brevi momenti della mortale angoscia l'infermo non accusa mai la sensazione di'bere : 1 polsi infine veggo.nsi immediatamente cessati, salute. Stupendo é questo stabilimento , in cui , se eccettuasi un pessimo e stretto corriJojo dove praticansi le sezioni anatomiche , nulla vi è di più a desiderare. GÌ' infermi vi sono separati in 3 classi , contribuendo relativamente una somma di 6 franchi al giorno, di 3, e finalmente di 5o sohli. i9Ï Cara. Un bagno vcaldo generale '9 e san« guigna con 40 mignatte all' epigastro tostamente eseguita. Necroscopìcc. All' esterno qua e là. ve? desi la cianosi intersecata da macchie rossastre : çholérica oltremodo è. la iisiono-mia , e assai irrigidite sono le membra. All' interno leggermente iniettati sono i va-sellini cerebrali ; un siero sanguinolento rimarcasi nelP aracnoide vertebrale 5 senza alcuna alterazione visibile nella midolla 6pinale. Nessun' alterazione nelle vie farin-go-laringee. : i polmoni, ad eccezione di poco sangue aggrumato, ne'broqchj , sono nello stato normale 5 e normali parimente sono le parti del cuore. Nello stomaco non vi ha visibile alterazione , né coli'occhio armato scernesi patologico sconcerto nel plesso solare. Il fluido contenuto dentro il suddetto viscere non è abbondevole , e il suo colore è di un bel brodo sgrassato , che simile ritrovasi in picciolissi-ma quantità nella contratta vescica. Nelle 49$ Intestina non rirnarcansi affatto le solite pustole , né le sanguigne congestioni : normali ancora presentansi gli altri visceri addominali. STORIA XXL OSPEDALE DELL1 HOTEL-DIEU Sala di s. Giuseppe num. fó diretta dai chiar. Récamier (i) Choléra indiano completo nel terzo stadio con morte. Giovanna Dreyler di anni 57 cucitrice , nubile , ed ordinariamente di buona salute, sebbene magro , e non sano apparili) Se, oltre le osservazioni particolari riferir te più volte , e fatte con questo cel. clinico parigino , e degnissimo amico nostro , riportiamo noi una sola storia morbosa raccolta per la sua importanza nella sua sala sin dai primi di , ne' quali ci sea il suo temperamento , dopo /y. giorni di sintomi precursori di choléra entra all'ospedale la mattina del giorno 7 giugno, I sintomi sono una sincope sofferta nel trasportarsi all' ospedale , dove si rinnova per 5 minuti, lagnasi di cefalagia più forte nella fronte , e di una vigilia provata da più dì senza interruzione ; affossati sono gli occhj , e la pupilla dell1 occhio destro è più dilatata del sinistro : pallido è il viso e freddo, e fredde sono V estremità superiori più dell' inferiori : la cianosi è più rimarchevole nelle labbra e nelle mani : la lingua e umida con pania giallastra. Molesta è la sete con bocca amara , la voce è soltanto indebolita. Benché abbia l'inferma con dolori avute sossopra le cholé-riche evacuazioni nel giorno avanti in cui portammo all' Hotel Dieu , la ragione si è che verso i 20 del mese di giugno , i cbolériei ricevuti al detto ospedale , come già fu da noi notato , separanti si, e si riceverono in due sole sale distinte s> e dire Ile dai lodati Magendie , e Bully. i97 entrasse all'ospedale ? pure in questo dì 7 affacciasi solo una vomiturizione , e di rado soffre i dolori neil' addome : il respiro è alquanto affannoso : appena si sente battere il cuore , ma i polsi sono del tutto impercettibili : i crampi non si sono mai manifestati. Dopo 1' uso del sudatorium del dottor Anvers rendonsi sensibili i polsi 5 ma soffocante ambascia prova l'inferma nella regione toracica con sudore caldo nel tronco superiore , rimanendosi gelido il tronco inferiore. INfelIa notte torna qualche vomito , e nel dì 8 giugno 5 proseguendo gli altri fenomeni , abbondano le alvine deiezioni. Un'indicibile smania con i polsi divenuti più vigorosi fanno chiaramente manifesto lo stadio di reazione. Acceso diviene il viso, la lingua sentesi calda col tatto 5 sparisce la cianosi , umida e calda fassi la pelle : la cefalagia , e la vigilia persistono sempre, le orine fluiscono , e proseguono le cho-lériche evacuazioni accompagnate da do- 02 <9* lori che non cessano mai nel ventre. Ap* pare nel dì 9 giugno sollevata alquanto V inferma , -ma nel mezzodì ritorna un' an* goscia molto molesta con fisionomia più alterata? e con maggior dolore nelP epiga-stro: giallastre ed acquose osservatisi l'èva" cuazioni, e non poca è la sete : i polsi sono meno febbrili, e minore del pari è il calore dell' estremità : dorme fìnalmen^ te nella notte qualche ora. Applicato il sudatorium d' Anvers con sollievo dell'in* ferma , la reazione si appalesa nel di io Con maggior forza: si accresce un generale calore, i polsi sono più febbrili con 96* battute in ogni minuto j P addome diviene ora indolente ? ma verso il fare della «otte dopo lungo ciarlare con una sua parente , aumentasi molto il dolor di capo ? e vigilante passa la notte. La mattina del dì 11 giugno marcati sintomi tifoidi scorgonsi. nelP inferma ; difatti veggonsi comatose affezioni, lingua arida ? sete ardente., angoscia indicibile? assai lenta 0 A-99 tarda é la medesima' a rispondere 5 torna il ventre alquanto dolente , seguono le alvine evacuazioni , libera ed abbondante jEluisce P orina , e più risentita è la febbre. Cosiffatti morbosi fenomeni accresconsi nel dì 12 , e dopo leggierissimo riposo ? maggiori si fanno il dolore di capo, e l'angoscia : fisso diviene Io sguardo , e più manir festa vedesi la stupidezza con sommo ab* battimento. Colorati sono i zigomi 9 ed anneriti i denti, e vìe più febbrili i polsi : P evacuazioni ed il dolore nel v.entre persistono, fluendo sempre le orine. Con questi sintomi ognor più crescenti, ed alternati da qualche leggiero intervallo di tregua , muore P inferma con tutti i caratteri tifoidi nel dì 14. giugno alle sette e mezza della sera. Cura. Oltre il sudatorium applicato per un 4-'° d1 ora 5 fas si una sanguigna alPepi-gastro con 20 mignatte : caldo ed abbondante apprestasi P infuso di tiglio per bocca, e larghi cataplasmi emollienti appìi- ¦"^ * Q2. fîoo cansì sul ventre. Nel -2." dì ( 8 giugno ) proseguesi 1' infusione di tiglio ? rinnovasi una sanguigna con 3o mignatte alPepìga* stro , ed in fine praticasi un lavativo con amido e con poche gocce di laudano liquido del Sydenham. La stessa bevanda si dà nel giorno 9 5 e nel io tornasi per io minuti ad usare il sudatorium d'Anvers : nel dì 11 la stessa bevanda ? applicando i medesimi cataplasmi nel ventre 5 con una ripetuta sanguigna di 3o mignatte all'epi-gastrq : mettonsi inoltre due vescicanti alle coscie, e nel penultimo dì ( i3 giugno ) s'istituisce ancora un'altra sanguigna lo-« cale con 3o sanguisughe» La necroscopìa per 1' ora tarda fu solo praticata nel basso ventre, Trovasi il ventricolo ripieno di un liquido mucoso giak lastro, ed arrossata con qualche striscia di colore grìgio apparisce la membrana mucosa , e più rilevato vedesi il color rosso nelle valvule : più copiose sono le giallastre mucosità nel tubo enterico ? Compaq Soi ì'éndo più o meno arrossata l'interna rrìem-t>rana , rigogliose oITronsi le glandule de! Pejero'y né mancano ecchimosi rossastre in tutto il canale digestivo. Là vescica ori-» rìarià è distesa dà un fluido trasparente* STORIA XXIL OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Saìà di s. Monica num. 64. diretta dal chiar* Magendìe Choléra-morbus che percorre i tré stadi con guarigione* Vittoria Vetralle domestica dì anni 3$, piuttosto di buona salute •> sebbene da sei mesi mancante de' menstmi5 entra co' sin-* tomi crìoìérici del i*° stadio nel dì 20 giugno all' ospedale« I sintomi sono faccia e voce choïérï-ca , cefalagia ? molta sete ? lingua bianca 5o2 e fredda aï tatto , e freddo diviene ora. tutto il corpo , e i polsi sono appena sen-i sibili : forte è V angustia della respirazione , e colla pressione, della mano soffre V inferma nell' epigastro e nell' addome dolorosa sensazione : infossati veggonsi gli occhj con circolo nerastro, di forte dolore lagnasi ancora nei reni , né manca la soppressióne delle orine con vomito alternato da frequente e talor simultanea diarrea cholérica ; molesti infine sono i cram-pi in tutte i1 estremità , che sono turchiniccie. Eccetto nella lingua," nel viso , e poco nell' estremità inferiori , torna tosto il calore dopo l'uso di esterni stimoli riscaldanti : copiose però seguitano 1' evacuazioni per vomito e per secesso giallastre ed acquose ; sospendesi indi la diarrea, e persiste il vomito : gran desiderio -di dormire ha l'inferma ? ma incessante è la vigilia : la sete è sempre ardente con brama di bevande fredde. Difficile seguita la respirazione, e stazionarj mantenr 5o3 |onši gli altri sintorni, alquanto però diminuiscono i crampi , e calde del tutta y divengono V estremità inferiori. Nel dì a5 lodevole diminuzione de' sintomi , tornano le orine che di nuovo sopprimonsi : la diarrea prosegue con la vomiturizione, è colla veglia. Nel dì 2^ dopo un bruciore al petto 5 facile diviene il respiro , e più manifesti fannosi i sintomi del 3.° stadio* Si aumenta difatto il calore con viso acceso e Con febbre , dando i polsi io5 battute per ogni minuto, e nella notte alquanto riposa V inferma. Nel dì 2j giugno per* , siste la febbre con sete ardente e con do*» lore di capo : rossa è la lingua, e più acer«? bo fassi il dolore all' epigastro , accusane do un generale indebolimento. L' evacuazioni alvine sono frequentissime, assai ra* re quelle dello stomaco , che dileguansi totalmente nel dì 28 5 continuando quello dell1 alvo. Manifestasi in questo giorno la tosse con sputo di sangue arterioso , e nella notte.. dorme alcune ore l'inferma 5 5 04 rcui uniforme e per tutte Tè" superficie del corpo ritorna il calore; e calmandosi ezìan-dìo i dolori di testa e di stomaco , ne risente notabile sollievo. Nel dì appresso a molti borborigmi aggiungonsi i.do-lori addominali 5 ma sono passaggeri. La fisionomia comincia a deporre 1' aspetto -cholérico, le orine appariscono 5 e scarsamente fluiscono nel dì seguente ( 5o giugno ) : cessate sono le copiose evacuazicH ni dell' alvo 5 e quasi normali sonò i polsi. Esacerbasi per un moménto il dolore, nell'epigastro calmato tantosto coli' uso del ghiaccio; Nel dì i luglio febbrile esplorasi il polso con gravatilo dolor di capo e con vigilia , e persiste la generale diminuzione degli altri sintomi , i quali di grado in grado complessivamente decrescendo j passa l'inferma allo stato di convalescenza y col quale esce dall' ospedale nel dì i luglio* Cura. Sanguigna locale prima di entrare nell' ospedale, dove se ne pratica una 5o5 dal braccio. Ghiaccio per bocca alternato dalle pozioni di thè ? e di acqua di riso con 4- once di spirito di melissa epicrati-camente somministrato <, in fine i iavativi sono anche di acqua di riso. Nel 2." dì alle dette pozioni aggiugnesi l1 uso del liquore anodino con ghiaccio , e i5 mignatte appiicansi all' ano 5 i lavativi sono con amido , e mettònsi caldi mattoni ai piedi. Nel giorno appresso la bevanda di thè è'alternata dall'acqua limonata cori qualche brodo di vitello. Seguono questi sussidi nei dì seguenti avvicendati dall' infuso di tiglio i lassi ancora uso di latte j ed i lavativi sostituisconsi con acqua di camomilla ed amido. Questo metodo cura-tivo-dietetico praticasi sino al dì 2g 5 in cui dassi l'acqua di thè col zucchero, pre-scrivesi inoltre un bagno di 20 minuti , ed un cataplasma con laudano applicasi nel petto ; concedesi in fine una zuppa all' inferma , e neh' ultimo giorno della 5o£. sua dimora alP ospedale le se permette 1? uso degli ovi , e del pollo. STORIA XXIII. OSPEDALE bELL* tìOTEIrDIEU Sala di s. Landry num. 5z diretta dal chiar» Bally Choléra-morbus nel terzo stadio con morte. Gio. Battista Meunnier muratore di anni 17 , dopo aver sofferto alcuni dì prodromi cholérici entra nel giorno 20 giugno alf ospedale. I sintomi sono cefalagia, veglia, do--lore ai reni , nausea, incitamento al vo* mito , crampi , occhj semiaperti, voce alquanto cholérica, fronte calda,, naso freddo j, lingua rossa ai Iati e gialla nel mezzo ? ventre meteorizzato ? leggiera cianosi fiorai piedi, e polsi piccoli con $6 battute , in fine abbattimento non lieve. Tassi que.-. sto maggiore , la cianosi aumentasi spe-. cialmente alle mani, provasi dolore nella. regione ombellicale, i polsi sono più piccoli e tremoli con 112 pulsazioni per ogni minuto 5 la sete è inestinguibile , le orine sopprimonsi 5 sospendonsi le cholériche evacuazioni , molta inerzia nelle risposte del malato ? sebbene illese veggansi le sue. intellettuali facoltà. Notevole è 1' allevia-, mento de' sintomi nel dì 26 ? tornano le orine , e giallastre sono 1' evacuazioni .dail! ano. Brama l'infermo i cibi , molli si fan7 no i polsi con 7.2 battute per minuto ; conservansi questi sintomi, ad eccezione di un' oppressione al petto 5 e di una vir gilia , che non soffre però nella notte vegnente (28-29 giugno ) : nel mattino ardente è la sete 7 e più animato il viso , uniforme osservasi il calore , presentandosi di più un1 eresipela che stendesi dalla linea ^bianca della parte destra dcll' ad- So8 dome alla colonna vertebrale , ed irregolari divengono i polsi. Nel dì 3o suda molto l'infermo , ed abbondanti sono le orine senza alvine evacuazioni j e con due soli vomiti : regolari tornano i polsi 9 laonde sembra procedere in meglio, ma la risipola scolorasi : nel giorno seguente manifestasi rimarchevole languore nel sistema irrigatòre , e rossa molto vedesi la lingua. Nel giorno k luglio risorge uri imponente apparato di fenomeni morbósi $ copiosa torna lä diarrea acquosa con forti dolori nell'addome, più acceso diviene il viso, màssima agitazione soffre l'infermo, ed ippocratica fassi la sua fisionomia nel dì 3 luglio , in cui spasimando e singhiozzando muore al mezzodì di questa giornata. Cara. Due grani di tartaro emetico in tre bicchièri di acqua somministrati in 3 volte in ogni 2, ore producono molto vomito con varie defezioni alvine : si dà a piacere 1' acqua gommosa di riso , finalmente si praticano due sanguigne generali. 5o0 Hella seconda giornata prescrivonsi s5 mignatte ali1 ombellico , bagno caldo per 20 minuti 5 cataplasma nelP addome , e pozioni tamarindate. Nel dì 26 12 grani d'ipe-pacuana producono 2. vomiti, per bevanda seguitasi V acqua dì riso edulcorata collo sciroppo di gomma arabica 9 ed alternata da un infuso di camomilla : nel dì appresso aggiugnesi per bevanda il siero alluminoso e idromele tamarindato : i cataplasmi emollienti sul ventre sono continuamente praticati. Mettesi nel dì 28 un vescicante sopra la risipola (1) ? e nel gior- (1) Dall'andamento e dall' esito funesto di questo caso taluno potrebbe per avventura opinare intempestiva l'applicazione del vescicante, mal' egregio prof, avvertendo l'irregolarità dei polsi, e che incominciava ad impallidire 1' esantema, dalla cui presenza, come abbiam notato nell' articolo nono , e come si è rilevato nella prima istoria veggonsi talora favorevoli risultamenti, estimò che colla cantarella più viva e più rigogliosa si mantenesse la risipola nell* organo dermoide. £io no seguente si ricorre ad un salasso di- on* ce 14. '- per bevanda prescrivesi una legr gerissima limonata gommosa, aggiugnen-dovi nel dì 3o due brodi di vitello. Sono queste prescrizioni usate anche nel giorno 1 di luglio. Ai due di questo mese somministransi le acque di Seltz 9 di orzo , e; un brodo di vitello. NelP ultimo dì apprestasi vino caldissimo. STORIA XXIV, OSPEDALE DELL' HOTEL^DIEU Sala di santa Monica num. 14 diretta dal chiar. Magendie Choléra che dal primo passa al terzo stadio con morte. Eufrosina Prévost frangiara, di anni Zz dopo due giorni di diarrea verde 5 indi giallastra , ed in fine con vomito e cram- 5ii pi entra all'ospedale nel dì 2$ giugno alle 7 del mattino. I sintomi sono faccia alquanto choléri-ca 5 cefalagia 5 choliche , ed orine soppresse. Nel dì .24. frequenti sono le cholerische evacuazioni , ed il vomito, con sonno fugacissimo. Cede il dolor di capo , accen-desi il viso , bianca vedesi la lingua , cianosi leggiera , e poco freddo nell' estremità superiori, calde sono le inferiori , e buona è la respirazione. Cessa il vomito mercè dell' emetico nel dì 2S giugno , e 3 sole sono le scariche alvine 5 e verso sera cede anche il dolore di stomaco , che risorto era nella momentanea azione dell' emetico : tranquillizzasi al presente l'inferma 5 e prende sonno con qualche sollievo, credendo essa, che l1 accresciuto dolor di testa derivi dall' aver troppo dormito. Acceso tuttora è il viso , ed incettati di sangue sono gli occhj. La lingua presenta ora una patina giallastra : torna il vomito 5 senza crampi ? e con molta sete, 5i2 le orine rimangono soppresse : febbrili e piuttosto duri sono i polsi, sebben 1' inferma accusi molta debolezza , tornando frequentissimi i vomiti e la diarrea , ed un insonnio soffre nella passata notte. Nel dì 27 - 28 giugno le evacuazioni per secesso e per vomito divengono tali, quali riescono più facili ad immaginarle che a descriverle , raffreddandosi alquanto il corpo. Nel dì 2g lagnasi di debolezza estrema V inferma j e V insonnio e I' agitazione somma sono stati i compagni della notte 5 oltre la continuazione delle evacuazioni : aspra indi fassi la lingua , e secca, accusa moti vertiginosi , e tarda è a rispondere ; gli occhj sono luceqti , i denti anneriti, e stupida diviene la fisionomia , ne manca qualche sconcerto nelle intellettuali facoltà. .Nel dì 3o giugno alterasi maggiormente la fisionomia , celeri sono i polsi, la lingua sempre più si fa arida, e gli occhj vedonsi spaventati colla pupilla dilatata , grande è la difficoltà nel parla- -5 io re , l'intellettuale disordine prosegue , diminuiscono V evacuazioni, che di tanto in tanto ritornano , ed impervertendo progressivamente i ferali sintomi , l'inferma muore nel dì i luglio a un' ora pomeridiana. Cura. Infuso di thè, vino, e lavativi semplici, dassi poi il ponce, che anche replicato, vomita sempre, ed il ghiaccio per bocca sembra raffrenare 1' azione del vomito. Nel z." dì amministrasi I' emetico , che pare produrre alcun giovamento. Nel dì 2$ giugno si dà limonea, e s'istituisce una sanguigna dal braccio di once dieci. Nel dì 26 apprestansi le orzate eoa latte , praticanti i lavativi con acqua amilacea 5 e con poche gocce di laudano ; ri-petonsi questi nel dì 27-28 con l'applicazione di un metallo candente nella regione epigastrica. Nel dì sg momentanea impressione risente l'inferma .pel ferro rovente applicato sulla regione dello stomaco , fannosi ancora spiritose frizioni , e dassi a bere del vino : nel dì appresso 53 5i-{ usasi V acqua vinata , oltre once 4 &\ vino di malaga, ripetonsi gli stessi lavativi ; prescrives! inoltre un bagno caldo , s) dà anche un brodo , e nell' ultimq di ap~ plicansi due senapismi ai piedi.' STORIA XXF. OSPEDALE BELL' HOTEL-DIEU Sala di santa Monica num. 5 diretta, dal chiar. Magens i« Cholêra-morbus algido con reazione •> e con guarigione* Severino. Guilliome di anni 27 , nubi-le , di condizione domestica, di buon temperamento, soffre, senza prendervi alcuna precauzione e seguitando sempre a travagliare, per 8 dì una diarrea con coliche , e benché cedi no queste , quella persiste : nella sera del dì 2^ giugno aggiun- 5i5 gonsi vomiti, e crampi : compariscono i ricorrenti rnenstrui , e dopo vivissimi dolori nelP addome , essi dileguansi , ma la notte la passa nella massima agitazione , onde nel dì s5 entra all' ospedale. I sintomi che vi si riscontrano , sono faccia totalmente cholérica con principio di cianosi , occhj infossati, e splenden-tissimi con cerchio livido intorno le orbite , forte dolore di capo con vertigini, e mormorio nelle orecchie : la bocca è amara , e dolorosa è la regione ipogastrica : freddo è tutto il corpo , e l'inferma dice avere nella notte precedente sudato molto : impaniata , e giallognola è la lingua. I polsi sensibili, ma lenti con 70 pulsazioni per minuto , e molesta sempre persiste P ambascia. Nel dì 26 tornano le evacuazioni dell' alvo , dileguandosi il dolore di capo , spenta comparisce la voce, ma abbondante insino dalla notte prosegue un generale sudore , fredda tuttavia mantie-nesi la superficie del corpo , e l1 inferma 55 * Si 6' accusa una prostrazione somma di fùVze ,i i polsi danno 80 battute. Ofelia notte il, male esacerbasi ancora, i vomiti ora 'so-*' no simultanei, ora alternanti colle dejcr zioni dell'alvo , e con dolori acerbissimi' nel ventre : abbassansi ed appena sénsìbi->' li sono i polsi nel dì 27-giugno ,, diven* tando più cholérica la fisionomia ì gli occhi addentransi sempre più , e intenso freddo sentesi col tatto nella faccia y benché minóre sia quello delle altre superfìcie del corpo inclusive delle estremità,. la notte che segue la passa più tranquilla. Torna il sudore con varie evacuazioni dell' alvo senza vomiti, ed il domani 28 giugno molto diminuito è il dolore di capo : i mestrui hanno sempre scarsamente continuato • 1' orina scorgèsi, in pò-» chissima quantità : amara è la bocca , e dal tutto assieme si presagisce un fausto successo. Difatti nel dì 29 giugno sereno veclcsi I' aspetto, ed il nerastro cerchio nelle orbile dell' indiano choléra è qua- bij si dileguato , e più pulita osservasi la lingua. Accusa l'inferma l'appetito, l'evacuazioni e i vomiti sono del tutto cessa-* ti 9 e poca è la menstruazione , che finisce nel dì oo giugno. Naturale è tornata la yoce , il sonno è divenuto tranquillo <, cresce V appetito 5 onde fatta convalescente , esce V inferma dall' ospedale sanata nel dì i luglio. Cura. Una semplice bevanda d' infusione di tiglio con sciroppo di corteccia d^ arancio prescrives! nel primo , e nel secondo giorno : niente rinnovasi nel terzo? dì , eccetto sacchetti caldissimi di sabbia sul corpo , e sulle estremità. Nel dì 28-29 la bevanda, come sopra : nel dì 3o oltre la bevanda di tiglio 5 concedes! una zuppa e due brodi, 5i8 STORIA XX V L OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di s. Landry num. 58 diretta dal chiar. Bally Cholera indiano che dal primo passa al terzo stadio con guarigione. Giacomo Robert di anni 58 , operajo addetto a movere il carbon fossile, di costituzione robustissima, dopo 3 dì d' insolita ceialagia senza vertigini , e di dolorosa e bruciante sensazione nella punta de' piedi stendentesi indi alle cosce , mangia nel dì 27 giugno piselli cotti. Pressoché immediato succede un vivissimo dolore nella regione epigastrica con prurito di evacuare , e tosto per due fiate scarica abbondevole materie totalmente acquose , che dentro 2.{ ore ripetonsi per 40 e 513 più volte. Alle 6 pomeridiane dello stesso giórno associansi crampi violentissimi estesi ai lombi , al coìto , e alla faccia con abbondante sudore , e Cori alquanto rigore di freddo : in questo stato entra nel dì 28 ,aiìe Ciò del mattino ali1 ospedale* Sane presentanti le funzioni dell' intelletto 5 la cefalagia persiste senza vertigini $ chqîéfica è la faccia, gli ócch} sono iniettati di sangue : îa cianosi che vedesî nell'estremità é più pronunciata rielPapice del naso 5 è delle orecchie : dopo due ore che sospendorisi le evacuazioni alvine ,c accusa l'infermo un brucióre , e ried-citasi kuna, tósse j cui andò più mesi innanzi la malattia soggetto : alquanto alterata è la voce : uniforme sCdrgesi Col tatto il calore in tutto iì corpo , che' tende aì sudore i i polsi sono piccoli ë frequenti i) riörmaie è là respirazione , ë ünaimeri-teväppärisce.un' eruzióne a guisa di morbillo chericuopre la superficie delle brac-, eia e delle.gambe. Nel dì 29 giugao mag- b20 gì or calma si manifesta nelP infermo , e più buona si ravvisa la sua fisionomia , benché nel viso persisti la cianosi : nella notte tornano diversi vomiti ? con 7 scariche dall' alvo : poche goccie di orina emette in due volte di color giallo con denso sedimento : ü polso è piccolo con 88 battute bea distinte per minuto : che se in passato ebbe P infermo una totale avversione ai cibi, accusa di presente 1' appetito 5 e dorme varie ore nella notte. La mattina del di 5o sminuisce sempre Pai-, ìerazione della faccia, e la pupilla vede-si nello stato naturale ,, benché, gli occhj sieao ancora infettati di sangue ; ia sete continua , e di tanto ia tanto riaffacciasi il vomito 5 e frequenti sono P evacuazioni alvine dì color giallo verde, più copiose >e gialle divengono le orine con sedimento dì muco -di color grigio : tornano interpolatamente qualche dolore di ventre <, e i crampi : V eruzione accennata. vedesi tuttora j e compresse con la mano le mac- cliie eruttive •> non dispariscono , ed i polsi sono febbrili con 80 battute in ogni minuto« Nel dì i luglio non soffre più l'infermo il dolore di capo 5 la lingua è nello stato naturale , cessato è il vomito , meno frequente osservasi la diarrea senza dolori addominali , rari sono gli crampi, interpolato sin dal giorno avanti apparisce il singhiozzo : la tosse 9 di cui si disse , è leggiera , la voce debole , ma non è cho-lérica, picciolo fassi il polso , ma facile è la respirazione , ìe orine sono sempre in copia , infine naturale e calda è la faccia* J\TeÌ dì 2. loglio sono i descritti fenomeni in decrescenza : nel dì appresso a gran passi svanisce la cianosi rimasa nelle estremità : nelì' addome manifestasi una vescicolare eruzione di diversa figura contenente le vescichette un umore trasparente : accusa sempre appetito l'infermo , normali si rendono i polsi ? e limpide e sempre in copia sono le orine. Nel dì 4- luglio decrescenza notevole osservasi ne' morbo^ 02Z sintomi ; le orine sono abbondanti , e del tutto cessate 1' evacuazioni enteriche : presentasi inoltre una lacrimazione puriforJ me , e le pustole veggonsi tuttora : il sonino è tornato interamente. Migliorando giornalmente l'infermo, ed esiccate le pustole 5 entra nel dì 7 luglio nella sala de' convalescenti , e nel dì 11 esce perfettamente sanato dall' ospedale. Cura. Brevissima applicazione del sudatorium del dottor cV Anvers ¦> siero alluminoso 9 e ghiaccio per bocca con un salasso dal braccio di una libra sono le indicazioni della prima giornata : il sangue estratto presenta pochissimo siero con coagulo nerastro, e leggierissima cotenna; Nel dì 2g giugno applicarci 3o sanguisughe all' epigastro , e dopo la sanguigna un bagno caldo: si usa ancora iì berretto di diaccio in testa , la bevanda dassi a vicenda di acqua di riso , e di siero alluminoso. ÜNel dì 00 giugno siero , e limonea leggiera con solfato d' allumina per bocca ? ri- 5^3 petesi il bagno e concedesi un brodo di vitello. Nel dì i luglio torna.a darsi brodo 5 e prima si cacciano io oncie di sangue dal braccio , la bevanda é l'acqua di riso , che proseguesi ai z luglio con due brodi di vitello. Applicansi in questo dì due senapismi all' estremità inferiori. Nel dì 3 leggiera limonea per bevanda , siero col nitro , e brodo di vitello : nel dì £ si tiene Io stesso regime , fannosi ancora lavativi emollienti , ed applicansi senapismi alle cosce. ]\Teî dì 5 rinnovasi il berretto di diaccio in testa con bagno tepido generale insino al collo ; la bevanda e la dieta, come negli ultimi dì , finalmente aggiu-gnesi nel dì 6 una minestra farinacea. §2*1 STORIA XXVJt OSPEDALE DELL' HOTEL-DIEU Sala di santa Monica num. 71 dirctia dal chiar. Magendie Choléra indiano che percorra i tré staci) con guarigione* Claudina Marzie di anni 43 materassa} a, e generalmente malsana, dopo precedenti segni cholérici entra all'ospedale nei dì 00 giugno. I sintomi sono vomito e dejezioni liquide e biancastre con soppressione di orine : angustiosa è 1' ambascia , e soffre dolore nell' epigastro : i borborigmi sono forti ed incessanti nella cavità dell' addome : raffreddansi l'estremità superiori , appare la cianosi nel viso , nel collo , e nelle estremità , in cui nerissime sono le unghie. 5s5 Violenti crampi tormentano l'inferma nelP estremità inferiori ; desidera essa grandemente gelide bevande : l'ansietà é generale e smaniosa : gli occhj veggonsi infossati , e mancano i polsi. Nel dì i luglio risente 1' ammalata un bruciore allo stomaco 5 ed una dolorosa sensazione per tutta la vita con smania incredibile : gli altri fenomeni sono in leggierissima cedenza. Ai 2 luglio sono più diminuiti i crampi, ì polsi si rialzano con ìoo battute: l'epigastro fassi sensibilissimo con violentissima cardialgia , che nel giorno seguente va minorando : cedano le evacuazioni gastro-enteriche , e scarse appariscano le orine 5 ma frequenti ; e manifestasi la febbre più risentita. Torna il sonno con diminuzione notevole de' sintomi , e con sollievo dell' inferma, la quale nel dì 4- luglio è senza febbre : scomparsa totalmente è la cianosi, e progredendo vie sempre in meglio, esce la medesima sanata dali1 ospedale nel dì 6 luglio. Cura. Dopo 1' uso di un bicchiere di ponce immediatamente amministrato, classi uno scrupolo d' ipecacuana con molto buon effetto. Le pozioni sono di thè col zucchero alternate da acqua vinata coli' uso interno del ghiaccio. I lavativi consistono, l1 uno con un oncia di solfato di soda in acqua comune calda , due altri mezzi con acqua amilacea , e con varie gocce di liquore anodino : le frizioni sono di ammoniaca , e di essenza di trementina. Nel a.." giorno apprestasi bevanda di limone, ghiaccio internamente , e fannosi lavativi con amido e con laudano del Sydenham , e mettonsi cataplasmi all'epigastro : nel terzo tornasi all' uso delle suddette bevande d'infusione di thè , e di limone con gomma arabica, né si tralascia l'uso del ghiaccio : si danno inoltre due tazze di latte, e non trascuransi ancora i lavativi emollienti. Le stesse prescrizioni rinnovansi nel 5^7 giorno o luglio , e più un bagno caldo , indi una zuppa. Il medesimo regime si tiene nei dì seguenti con maggior copia di acqua vinata. FINE B 5^9 SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Parte cP intestino tenue e grosso veduta internamente colle alterazioni del 2.0 stadio non fulminante. A. Intestino ileo di un giovine di anni 21 morto in 18 ore di choléra all'Hotel Dieu nel dì 18 agosto i83.2. B. Intestino cieco. C. Valvula del Bauhino. D. Parte di detta valvula che -risguarda 1' ileo abbassata per vedere V affezione granulare propria del choléra indiano. E. Parte della stessa valvula , che riguar- da l'intestino cieco , rialzata per vedere l'affezione speciale di quest'intestino nella stessa malattia. Questa porzione d'intestino , divisa secondo la sua lunghezza , lascia distinguere sulla membrana interna o mu- H 53o cosa ? sana del rimanente, le granulazioni che differiscono nel cieco per un orificio rappresentato nella tavola per mezzo di un punto nero sul centro della maggiorità delle pustole, m DELLE MATERIE RENDICONTO DEI RAPPORTI GENERALI DI PARIGI E DEL PIANO DELL'OPERA . pag. IH artìcolo t Cenno istorico del choléra indiano . » J ARTICOLO IL Esame generale delle differenze dei piorbi epidemici ? e dei morbi contagiosi ........ . » i5 ARTÌCOLO III. / caratteri generali del choléra india" no lo pongono nel novero de"1 pesti-lenzißli contagi . ..... p zy 53s ARTICOLO IV. Il choléra indiano non isviluppasi la prima voila senza la sua importazione ; ne riproducesi senza la comunicazione .....• pag. 3»7 ARTIGOLO V. JO isolamento guarentisce dal choléra-morbus........»71 ARTICOLO VI. Etiologia del choléra indiano . . »Si ARTICOLO VII. Genesi de1 contag) , genesi del choléra indiano , e della speciale natura sua •.««,..'...» 101 533 ARTÌCOLO Vili. Veli" introduzione dei contagi > e di quella del choléra indiano nelV animale organismo : della delitescenza, e dell" elettiva azione sua nel medesimo .........Pa8« 1?5 ARTICOLO IX. Primo stadio del choléra indiano 9 ossia stadio d'irritamento . . . » i55 ARTICOLO X. Secondo stadio del choléra indiano ¦> ossia stadio algido.»...» i65 ARTICOLO XI. Terzo stadio del choléra indiano •> ossia la stadio di reazione . . • »197 m ARTICOLO XI!, Misultamenti morbosi consecutivi ai tré stadj del choléra indiano ¦• . pag. 217 ARTICOLO XIII. Ne&ròscopìa de' choléricì » . » 2Š7 ARTICOLO XÌV. Esame fisico-chimico de1 fluidi cholé-rici ? precipuamente nel 2." stadio » 255 ARTICOLO XV. Terapìa del choléra indiano • » » 273 ARTICOLO XVI. Della pubblica 9 e della privata igiene pel choléra indiano . . , » 553 595 ARTICOLO XVII. Considerazioni generali sopra il cielo romano 5 se invaso fosse dal cholé-ra-morbus......pag, 3$g ARTICOLO XVIII. Biepilogo degli articoli antecedenti v 4o3 ARTICOLO XÏX. Istorie morbose del choléra indiano » 427 Spiegazione della Tavola . . . 629 536 Pag. Lin. Errori CoRnEziom ii 14 Gazetta Gazzetta i3 yiota 18 Gazetta Gazzetta 55 5 §. 3o S- 4o 76 ia recedente precedente 98 3 guardinghi guardinga Ivi 7 sudati sudata no 1 60 no 124 19 rilevato rilevata i34 12 (§• 76) . . §-V\ 201 18-19 precipipitosa precipitosa 210 io patalogi patologi s56 20 istasati stasati 3o8 2 di di 317 16 primieramen- primieramente 341 1 opportuna opportuna 389 5-6 suberba superba 397 nota 2 altre mie scritta altri miei scritti 407 6 te mente 435 io 53 47 , 464 9 cholérà choléra CHOr,ÈRA-MORnOS DIPARTIMENTO DELLA NIEVRE - CIRCONDARIO DI CLAMECY ( § U- ) jyuyUOJuOKïyowW^^ COMUNI 1^ Clamecy Amazy . SURGY. POPOLA. ZI O NE m Nf. m tU H^ 9. H i m m S SA sä? «& m m m ai ^ PoUSSEAUX , Rix Brengnon. . , , . . Varzy ........ S, Martin dupinte Entrains...... OuAGNE. , . Tannay , . . TnucY . . . Ondan. . . . Armer. . . . Asnoir Marigny l'eglize , , , 5539 670 910-688 i95 .483 29°9 1243 2161 362 i3i4 642 684 481 477 1640 DATA dell' invasione; 2 maggio 8 detto r 9 delto 20 detto i giugno 2 detto 4 detto 4 detto j 8 detto 18 detto 24 detto 24 detto 2 9 detto 2 luglio 17 detto 19 detto FINE DELLA MALATTIA MALATI la malattia dura ancora 5 luglio la malattia seguita idem 7 luglio 7 detto 26 detto 20 detto 20 luglio .3 detto 29 giugno C> luglio 22 detto la malattia seguita idem jdem 3l2 3 I 123 >o3 3 25 i3 12 7 9 6 4 9 12 4 4 6 4 4 7 .3 Il choléra si dichiarò durante la visita del Vescovo di Nièvre, la qual visita aveva atti' rato a Clamecy le persone del Dipartimento di Jonne ove regnava il choléra. La prima persona attaccata dal choléra fu una donna che veniva da Clamecy, Uprimo caso di choléra si manifestò in un marinaro venuto da Clamecy. idem La prima persona presa dal choléra fa in seguito d'un viaggio a Clamecy. La prima malata di choléra fu la sorella di un gendarme di Clamecy , la quale si era portata in questa città per visitare sua cognata inferma. La malattia appaile dopo una festa pubblica che aveva chiamato in quél comune gli abitanti di altro comune infetto. Le prime persone violate di choléra furono alcune donne venute da. Clamecy. Il primo caso di choléra sviluppossi in una ragazza che era andata a ballare a Varzy, La malattìa si manifestò in seguito di una festa popolare. Il primo cholérico fu un uomo arrivato il mattino da Clamecy. Il pruno attaccato dal choléra fu un uomo tornato da Clamecy, Qui la causa dell'invasione d~éï choléra non fu determinata. Le due prime persone nelle quali sviluppossi il morbo venivano da Clamecy. La prima persona malata del morbo era ritornata da Parigi. Si svolse la malattia in una nutrice proveniente da Parigi^ copta cowTotwiö ad pnaiwate i-wditizzato $ oi 3 / walto &av dotto vLteretto 01 c>Lai