received: 2005-10-01 UDC 72.033.04:94(497.4 Koper)"8" original scientific article IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI AD INTRECCIO ATTORNO ALL'800 Matej ŽUPANČIČ Universita del Litorale, Centro di ricerche scientifiche, SI-6000 Capodistria, via Garibaldi 1 Museo Regionale Capodistria, SI-6000 Capodistria, via Kidrič 19 e-mail: matej.zupancic@guest.arnes.si SINTESI L autore analizza vari elementi che dovranno essere in futuro valorízzati singolarmente. Per quanto riguarda il modello Brancale-Decarli del territorio di Capodistria, viene detto che anche altre citta costiere hanno simili "territori", come ad esempio Trieste, ma dovranno essere riportati sulle mappe molto attentamente. Non ci sono pero piu grandi dilemmi riguardo al passaggio della strada romana attraverso Capodistria, soprattutto dopo la scoperta della pietra miliare di Vespasiano vicino a Krkavče: la sua influenza sulla distribuzione etnica dovra essere valorizzata anche in altri luoghi dell'Istria. L'autore attribuisce definitivamente alle attivita del patriarca Fortunato di Grado i frammenti della scultura con ornamenti d'intreccio di Padna e di Krkavče. L'autore cerca di capire chi fossero committenti di quest'opera e li individua, con qualche riserva, nella popolazione autoctona romana e non in qualche elite slava o longobarda. Parole chiave: territorio di Capodistria, IXsecolo, patriarca Fortunato, scultura con ornamenti d'intreccio, strada romana, popolazione romana autoctona TERRITORIUM CAPRENSE, VIA FLAVIA AND PLUTEUS WITH INTERTWINING DECORATIONS AROUND THE YEAR 800 ABSTRACT The author discusses diverse elements that will have to be subjected to further individual examination and valorization. With reference to the Brancale-Decarli model of the territory of Koper, he emphasizes that some other coastal towns -Trieste for instance - had similar 'territories'. He adds, however, that these territories remain to be accurately delimited. The route of the Roman road bypassing Koper has been determined by the discovery of the Vespasian milestone near Krkavče, yet its influence on the ethnic portrait elsewhere in Istria remains to be researched. 225 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 In conclusion, the author attributes the pluteus fragments with intertwined ornaments found in the villages of Padna and Krkavče to the activities of Fortunatus, Patriarch of Grado. Attempting to identify who ordered the examined piece of church equipment he cautiously assumes that the pluteus was ordered by the native Roman population and not a Slavic or Longobard elite. Key words: territory of Koper, 9th century, Patriarch Fortunatus, pluteus with intertwined ornaments, Roman road, autochthonous Roman population Nel documento sul "plácito di Risano" sono menzionati il territorio di Capodistria (.territorium caprense) e il luogo, detto Rizianum, dove sarebbe avvenuta l'assemblea. Nel presente contributo si cerca innanzi tutto di integrare con alcuni reperti archeo-logici l'analisi storica a ritroso delle fonti di Giuseppe Brancale e Lauro Decarli (Brancale, Decarli, 1988) e definire in questo modo un'estensione leggermente maggiore - rispetto a quanto ipotizzato dai due - del territorio all'epoca del "placito di Risano", ovvero agli inizi del nono secolo. Assumendo come valida la loro tesi che la configurazione e l'estensione del territorio dipendessero anche dalla strada romana non ancora del tutto in disuso, supponiamo che la loro conformazione, sostanzial-mente attendibile, del territorio capodistriano rappresenti in qualche maniera l'area "ristretta", mentre il nostro allargamento verso sud rappresenta l'area allargata, "piu estesa", come forse da loro stessi gia rilevato al settentrione. Seppur datato, il documento presenta una situazione che e il risultato di quanto verificatosi in un arco di tempo abbastanza esteso. Anche l'incidenza - se mai c'e stata - dell'antica strada romana sull'uso dell'area e con esso sul "territorio caprense" e durata nel tempo, anche dopo l'anno 804. I singoli reperti archeologici, ai quali si fa riferimento in questo contributo, sono datati attorno all'anno 800 e sono indicativi sia dal punto di vista storico-cronologico che da quello della delimitazione del territorio. Qui si accenna sommariamente ai reperti rinvenuti durante gli scavi effettuati dalla Boltin Tome (1981; 1993) a Predloka sotto il ciglione carsico; i reperti ed il sito sono in attesa di essere trattati autonomamente. L'ipotesi, formulata in passato, che Predloka, Zvroček ed il villaggio di Rožar possano essere state sedi del "placito di Risano", e stata prontamente rigettata (Parovel, 1993; Zupančič, 1993). Nel Medioevo Predloka apparteneva ecclesiasticamente a Trieste (Pahor, 1967) e non a Capodistria. Inoltre, la localita si trova sulla sponda destra, quindi triestina, dell'alto corso del Risano. I reperti indicano la continuita dello stanziamento slavo dalla fine dell'ot-tavo secolo, mentre nel documento si dice che gli Slavi devono "abbandonare" l'area in cui potrebbero disturbare (gli indigeni). Ci si chiede se ció significhi che devono ritirarsi anche, fra l'altro, dal "territorio caprense"? E evidente che sono rimasti sotto il ciglione carsico e si suppone che Predloka si trovasse al di fuori del "territorio": in 226 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 questo modo il territorio viene qualificato come "romano" in quanto a composizione étnica. Con ció si introduce anche il criterio dell'appartenenza etnica nella suddivisione territoriale dell'Istria. È possibile che in questo modo si delinei già quella suddivisione dell'Istria che mille anni più tardi, nei rapporti città - campagna e Romani - Slavi, diventerà una delle caratteristiche storiche ed anche politiche della penisola? Ne aveva parlato di sfuggita, anni fa, il professor Ferluga (1987, 170; 1990, Siti con plastica ad intreccio vimineo del Golfo di Trieste: 1 Gradus / Grado 2 Aquileia 3 S. Giovanni dl Dulno / Štivan 4 Tergeste I Trieste / Trst 5 Muggia Vecchia / Stare Milje 6 Ko lom ban / Colombano 7 Caprae / Koper / Capodistria 8 Triban 9 Markovec/ Monte S.Marco 10 Izola / Isola 11 Sv. Štefan 12 Piranon/Piran / Pirano 13 Šmarje 14 Padna 15 Krkavče ; Territorium caprense ------strada romana /7 miliare Fig. 1: La distribuzione della decorazione scultorea ad intreccio lungo il Golfo di Trieste ed il territorio caprense. Sl. 1: Razprostranjenost plastike s pleteninasto ornamentiku ob Tržaškem zalivu in na koprskem teritoriju. 227 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 Fig. 2: II pluteo di Padna. Ricostruzione ad acquerello di Katja Gorup. Sl. 2: Plutej iz Padne, akvarelirana rekonstrukcija Katje Gorup. Kol. 703) tornando sull'argomento in una conferenza a Pirano nel 1990 (Ferluga, 1992), ma purtroppo non ne e seguita nessuna discussione approfondita. C'e tuttavia da osservare che la struttura delle ceramiche d'importazione nella Predloka del quinto e sesto secolo denota caratteristiche comuni alle citta costiere istriane fra cui anche Capodistria. La zona fra Dekani, Sermino e Bertocchi e stata gia menzionata come possibile sede dell'assemblea (Kos, Gradivo 2, ad. A. 804; Zupančič 1993). Da ricordare a questo punto che Bosio (1974) identifico nell'area di Sermino l'ubicazione del sito "Quaeri" della Tavola Peutingeriana risolvendolo come *Aquae Risani, una traduzione stranamente consona alla Formio Potamos della stessa area di Cl. Ptolo- 228 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPEENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 meo. Durante gli scavi del 2000-01, sulla riva destra - settentrionale - del Risano, di fronte a Sermino, vennero alla luce i resti di una strada romana con diramazioni, una necropoli ed una grande villa rustica romana. Molto verosimilmente l'agglomerato corrisponde alla località Rizianum del documento sul Placito. Fra i reperti insediativi di Capodistria citiamo qui un'anello di bronzo (Cunja, 1996, 65/66, T. 2.25), uno degli elementi che servivano a fissare lo sperone allo stivale. Seppur apparentemente modesto, questo reperto indica la presenza militare carolingia nell'Istria nordoccidentale nell'ultimo terzo dell'ottavo secolo. La datazione anche secondo U. Giesler (1974) coincide con il panorama storico dell'Istria (Krah-winkler, 1992, 199-243). Una testimonianza molto più eloquente è il linguaggio delle suppellettili sacre in pietra coi rilievi ad intreccio rinvenute nell'Istria nordoccidentale in molti siti archeo-logici costieri che nella maggioranza dei casi rappresentano tuttavia un posto secon-dario. Fra gli esemplari custoditi al Museo capodistriano eccelle il materiale della prima metà del nono secolo. Alcuni pezzi provengono probabilmente dalle chiese dell'isola capodistriana, altri, invece, dall'agro. In questa occasione mi soffermero sul frammento di pluteo di Padna inserito nella pavimentazione della locale chiesa di San Biagio e già definito come eccellente analogia del pezzo di Grado attribuito al patriarca Fortunato (Tagliaferri, 1981, p. 353, n. 528 e 529, Tav. 189; Menis, 1988, Figg. 19-20). La ricostruzione proposta risulta sufficientemente convincente ma pone alcuni nuovi interrogativi. Analogo solo in parte il pezzo di Pola, mentre gli altri esemplari istriani present-ano errori grammaticali (Visinada) o sono frammentati (Trieste, Rozar). Negli altri pezzi con motivo grossomodo uguale, spesso, invece, si puo parlare di semplifi-cazione... I due esemplari di Padna e Grado denotano un concetto chiaro ed un'ot- Fig. 3: Ilplúteo di Grado, proposta di ricostruzione (Župančič, Tumpič, 2003). SI. 3: Plutej iz Gradeža, predlog rekonstrukcije (Župančič, Tumpič, 2003). 229 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI 225-236 Fig. 4: Districamento del motivo della lastra di Padna. Sl. 4: Razplet motiva na pluteju iz Padne. 230 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUM CAPEENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 tima fattura. Ci preme sottolineare in quest'occasione anche la perfetta padronanza della superficie e dell'intreccio. L'orientazione è resa possibile (Zupančič, 2003; Zupančič, Tumpic, 2003) dalla ricostruzione grafica dei due esemplari di Grado in un pluteo doppio. Gli esemplari citati, e soprattutto i due di Padna e Grado, sono ac-comunati in particolare dalla forma geometrica rigorosamente astratta dell'ornament-azione e dalla simmetria assiale combinata con quella radiale. Il pezzo di Padna è composto da sei nastri chiusi ma intrecciati. Chi lo ha realizzato si rendeva conto che le brusche ripiegature dei motivi a forma di pretzel creano nell'osservatore l'impressione di cerchi fittizi ('Scheinkreise') negandogli in questo modo la possibilità di una percezione e/o di un controllo razionali (azzittire la ragione e acuire le percezioni spirituali) o per lo meno la capacita di contare i cerchi raffigurati. In un'altra occasione ho cercato di spiegare la grammatica degli intrecci. Sup-pongo che gli scalpellini volessero suscitare nell'osservatore-credente un particolare stato d'animo negandogli, con la complessità del motivo a intreccio, la possibilità di una percezione razionale e dirottandolo intenzionalmente verso un gioco di illusioni ottiche. L'effetto era completato dalla luce delle candele, dal tremolio delle ombre e secondo noi anche dai colori dei nastri. Nel IX secolo, inoltre, molti credenti non comprendevano più la lingua liturgica e per loro era più facile recepire le informazioni a livello non verbale venendo rapiti dai giochi ottici sul pluteo. Avendolo sperimentato di persona in occasione della mostra sulla decorazione a intreccio tenutasi nel 1977 al Museo Regionale di Capodistria, sappiamo che nell'osservatore si crea un'impressione profonda, ma anche un effetto di feed-back, rafforzati dal fatto che gli intrecci erano esposti al lume di candele che incrementava i loro elementi "apparenti". Generalmente gli autori attribuiscono i motivi geometrico-astratti di Grado agli influssi carolingi che condizionarono il patriarca Fortunato, e al suo contemporaneo, il vescovo torinese Claudio, fervido fautore, a quanto pare, dell'iconoclastia (Ca-sartelli Novelli, 1976). Secondo me il complesso decorativo dell'esemplare di Padna va messo direttamente in rapporto con l'attività politica e quindi anche edile di Fortunato, patriarca di Grado. È risaputo che i due vescovi altalenavano tra la fedeltà e l'ostilità nei confronti della corte carolingia. Di recente è stato già espresso il parere che verso sud il territorio capodistriano arrivasse in qualche modo anche fino al fiume Dragogna ovvero fino al villaggio di Krkavče. Un'asserzione, la nostra, basata sia sul tracciato della strada romana che sull'interpretazione del pluteo di Padna (Zupančič, 2003; Vidrih Perko, Zupančič, 2003). Si è detto già all'inizio di questa relazione che nella sua parte settentrionale il territorio capodistriano rivela una conformazione particolare che Brancale e Decarli attribuiscono al percorso dell'antica Via Flavia che, secondo noi, nei secoli ottavo e nono era ancora usata, percorribile o almeno riscontrabile. Lo stesso dovrebbe dirsi della continuazione della stessa verso sud: il suo tracciato non è ancora definito in 231 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI ..., 225-236 dettaglio, ma la colonna miliare nei pressi di Krkavče dimostra che esso non correva da Šmarje verso Sv. Peter, la valle della Dragogna, Castelvenere e Buie, bensi un po' piu ad est: da Šmarje fino alla frazione di Hrib presso Krkavce e, attraversata la Dragogna, verso Merišce e Marušici (con cave di pietra romane) e avanti verso la valle del Quieto passando per Grisignana. La zona tra il confine meridionale del territorio "caprense" che corre pressappoco sulle pendici a nord di Šmarje (secondo Brancale e Decarli), ed il fiume Dragogna, cioe l'area che comprende i villaggi di Šmarje, Padna, Koštabona e Krkavce, rap-presenta una caratteristica unita geografica dei Colli capodistriani. Condizionata-mente la includo nell'agro capodistriano ovvero in un contesto spaziale un po' piu ampio del loro "territorio". Per tutt'altre motivazioni l'aveva definito cosi gia il Degrassi nel 1933. Comprensibile, in questo nuovo contesto, l'abbondanza di reperti d'epoca romana rinvenuti a Gradišče presso Krkavce, con un gran numero di laterizi, anche bollati (Zaccaria, Župančič, 1993; Župančič, 1994), il culto mitraico, ma anche rari relitti linguistici tardolatini (Filipi, 1994, 28-29). Oltre ai reperti citati, di questa zona collinare vanno menzionati in questo nostro contesto i frammenti di rilievi ad intreccio di Krkavče (2) e Padna (1) nonché di Šmarje (1). In assenza di materiale archeologico paleoslavo, i due frammenti di Krkavče e quello di Padna parlano dell'appartenenza etnica anche di questo spazio agli inizi del nono secolo. Ci sembra quindi che in quest'area (cioe nella ristretta fascia costiera che comprende il "territorium caprense" di Brancale e Decarli ed ovviamente le citta litoranee di Trieste, Muggia, Capodistria, Isola e Pirano, ma anche nella zona lungo la strada romana a sud di Capodistria e verso il fiume Dragogna) i committenti dei pregiati arredi sacri in pietra degli inizi del nono secolo non possono essere ricercati né fra gli appartenenti all'élite slava, come succedeva invece in Carinzia (Karpf, 2001), né fra i membri dei ceti alti longobardi come nel Friuli (Župančič, Tumpic, 2003). I fatti di cui sopra stanno ad indicare un'attivita politica e con essa anche edile del patriarca di Grado Fortunato, probabilmente dopo il suo ritorno da Pola (nell'806), ma senz'altro nel primo quarto del nono secolo. Solo nuovi ritrovamenti di natura archeologica potranno dare risposte piu inequivocabili al qui proposto modello etnico. Discussione: il contributo comprende elementi eterogenei che sarebbe opportuno valutare separatamente. Per quanto riguarda il modello di Brancale e Decarli posso dire solamente che anche alcune altre citta costiere, come ad esempio Trieste, hanno simili "territori", che tuttavia dovranno essere rappresentati cartograficamente con la massima attenzione. In merito al percorso della strada romana nei pressi di Capodistria non ci sono piu grossi dilemmi, occorrera tuttavia studiare la sua influenza sull'immagine etnica anche in altre parti dell'Istria. Infine, rimane da dibattere ancora l'attribuzione dei frammenti di opere scultoree con decorazioni ad intreccio di Padna all'attivita del patriarca Fortunato. Essendo scarsi nell'agro capodistriano i reperti cera-mici del settimo, ottavo e nono secolo, molte questioni storiche rimangono irrisolte. 232 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 Fig. 5: Il sig. D. Vuga, consigliere della Direzione per i Beni Culturali della Repubblica di Slovenia, nel tentativo di vedere il frammento del IX sec. incassato nel muro cimiteriale della chiesa di Krkavče. SI. 5: Gospod D. Vuga, svetovalec Uprave za kulturno dediščino Republike Slovenije, si poskuša ogledati fragment iz 9. st. v pokopališkem zidu pri z. c. v Krkavčah. 233 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUMCAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 TERRITORIUMCAPRENSE, VIA FLAVIA IN PLUTEJ S PLETENINASTO PLASTIKO OKOLI LETA 800 Matej ŽUPANČIČ Univerza na Primorskem, Znanstveno-raziskovalno središče Koper, SI-6000 Koper, Garibaldijeva 1 Pokrajinski muzej Koper, SI-6000 Koper, Kidričeva 19 e-mail: matej.zupancic@guest.arnes.si POVZETEK Avtor osvetljuje obseg koprskega teritorija (territorium Caprense) v začetku 9. stoletja. Arheološke najdbe iz 8.in 9. stoletja so v Kopru in okolici redke, razen kosov kamnite cerkvene opreme s pleteninasto ornamentiko. Obseg koprskega teritorija sta G. Brancale in L. Decarli določila z retrogradno historično analizo virov; nenavadno obliko tega teritorija v smeri proti Trstu sta pripisala poteku rimske ceste (Via Flavia). V prispevku se upošteva tudi področje Smarij, Padne in Krkavč, ker je na tem prostoru več najdb plastike s pleteninasto ornamentiko. Vsaj dva fragmenta se pripisuje dejavnosti patriarha Fortunata, torej času med letoma 803 in 821. Rekonstruirani plutej iz Padne nikakor ni izdelek lokalnih delavnic, pač pa po izdelavi in geometrijskem vzorcu kaze na abstraktnost in direktni karolinški vpliv, kot se to trdi tudi za analogne gradeške kose. Podoben vpliv je razviden tudi pri škofu Claudiu iz Torina, ki je izvajal pravo ikonoklastično kampanjo: kot Fortunat je nihal med zvestobo karolinškemu dvoru in uporništvom. Koprski teritorij naj bi po avtorjevem mnenju obsegal tudi področje omenjenih vasi do Dragonje, po njem je potekala tudi omenjena rimska cesta. V začetku 9. stoletja ni doživel množične slovanske naselitve, slovanska elita ni znana in sklepa se, da so cerkve s pleteninasto ornamentiko nastajale po drugi shemi kot drugod, npr. na Koroškem, kjer K. Karpf v zgodnji fazi vidi slovanske naročnike. Na koprskem so naročniki lahko le avtohtoni romanski prebivalci ali pa cerkvena elita iz Kopra ali Gradeža. Na pluteju iz Padne je viden podpis gradeškega Fortunata, kot ga beremo na listini "Rižanskega shoda". Ključne besede: koprski teritorij, 9. stol., patriarh Fortunat, plastika s pleteninasto ornamentiko, rimska cesta, avtohtono romansko prebivalstvo BIBLIOGRAFIA Boltin Tome, E. (1981): Elementi ketlaške kulturne skupine na grobišču v Predloki. Arheološki vestnik 32. Ljubljana, 600-606. Boltin-Tome, E. (1993): Poskus kronološke opredelitve antičnega naselja v Pred loki. Annales 3, 1993. Koper, 73-84. 234 Matej ŽUPANČIČ: IL TERRITORIUM CAPRENSE, LA VIA FLAVIA E IL PLUTEO CON DECORAZIONI .... 225-236 Bosio, L. (1974): L'Istria nella descrizione della Tabula Peutingeriana. AMSIA, n.s., 22. Trieste, 17-95. Brancale, G., Decarli, L. (1988): Aquarium Ribuglosium. Borgolauro 14. Muggia, 37-46. Casartelli Novelli, S. 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