Jgséëtf RISULTAMELI DEGLI STUDII FATTI A PARIGI SUL CHOLÈRA-MORBUS PER ORDINE DI SUA SANTITÀ DA DOMENICO MELI iTòe!/H 5 mentre da parecchi mesi e1 vi serpeggiava, ed insidioso toglieva qualcuno di vita.' Varii medici ci fecero testimonianza di questo avvenimenta, che la Commissione poscia di per se stessa cerziorò verificando la morte pel choléra indiano di un- nostro civitavecchiese detto Amanti accaduta nei primi giorni di febbraio. Che questa precedente esistenza del contagio cholè-rico in Parigi sen corresse daddovero inosservata, öppür che fosse per particolari fini avvertita e dissimulata, io non mi farò oso deciderlo : dico bene però , che vi-gendo la malattia in Inghilterra , e continui essendo i trapassi di persone e le Comunicazioni delle cose da quel regno direttamente alla capitale della Francia, non dovevasi in questa stare cotanto all' imprevvista , ed aveasi più che ragionevolmente a temere da un istante all'altro che la contagione fosse portata da Londra a Parigi , siccome in effetto avverine* Comunque allora andassero le cose, 6 certo egli è, che lasciata in quest' ultima città liberissima la moltiplicazione e '1 diffondimento de'germi contagiosi; e sviluppatisi poscia questi a modo da non potersi più occultare ( essendo stata in tutte le maniere pubblicata e buccinata Ja non contagione dell' apparso morbo ), certo egli è, dico , che non andò guari a farsi Parigi centro e seminario d' infezione del choléra -, donde progressivamente si propagò nei dipartimenti del reame francese. E che la malattia passasse dalla capitale ai dipartimenti in forza di contagio , io il farò toccar con mano pe' fatti che mi accingo ad esporre nei seguenti articoli ; i quali per ordine 5 come dire 5 cronologico vogliono esser posti innanzi : stantechè prima si conobbe ( da chi dubitava della propagazióne del choléra per contagio ) il diffondersi con questa forma nei dipartimenti che in Parigi. Mi riserberò quindi in appresso a riferir quelli, 7 che dopo buon tratto di tempo fecersi manifesti, e furono notati anche da coloro? i quali non propendevano dapprima ad ammettere, anzi aveano sentenziato contro la contagiosa azione del ridetto morbo. 9 ARTICOLO îï. Fatti autentici comprovanti la diffusione del choléra per contagio da Parigi nei dipartimenti- i artiva di Parigi a'primi di aprile un Laßtte Guibore 5 ed infermato di choléra tosto giunto alia casa paterna in Chères V Abbqyéilo comunicava a tutta la famiglia; dalla quale poi spargevasi negli abitanti vicini, indi all' intiero villaggio , in-troducendosi così il morbo nel dipartimento dell' Aisne. Penetrava per altra via nello stesso dipartimento portatovi da certa Comparis di Erloy v itasene in quel torno di tempo a Parigi per procacciarsi bambini lattanti. Tornata con due di questi poco stante ammala e muore di choléra t lo dopo di essa ammalano e muojono non pure i due lattanti, ma e due suoi figliuoli, uno de' quali aveva mosso da vicina comunità onde rivedere la moribonda madre. Accorse d'un subito ad Erloy per questo caso il Prefetto del dipartimento onde provvedere alla salute di quella popolazione j e raddottosi alla residenza nel capo-luogo vi porta i funesti germi del morbo 5 che prima in esso si disviluppano , poscia in suo servitore che Io avea accompagnato ad Erloy. Era invaso dal morbo il ricovero di s. Dionigi. Per diradare i poveri stanziativi 5 conformemente alle misure dì polizia medica dal bisogno suggerite , se ne mandava un certo numero ad altro deposito di mendicità in Villers-Sotters a Soisson ; ed ecco che da questi è contaminato Io stabilimento , dal quale passa il choléra a tutta la città sino allora statane immune. A s. Quintino vel recava un operajo tornato di Parigi, e morto colà dopo due giorni. Dichiarava il sotto Prefetto esser 11 passata la malattia da'cotest'operafo ad tin fanciullo dimorante in sua casa, e di lì a tutto il circondario. Da Parigi importava pure il contagio cholérico a Bransle un Vittorio Laßtte, e si diffondeva il morbo a tutti quei terrazzani. II Maresciallo Touri-gny-, che corre da Branger a Braisnes per visitare suo suocero malato di cholera 5 e che o non credendo al contagione, o volendo far pompa di coragio si giace la notte del 26 aprile nel letto ove poco prima era spirato il parente , tornato a Branger pagò subito il fio della sua imprudenza , e sì rese colpevole di aver infettato quel comune. Dodici balie da varii paesi e borgate dei dipartimenti del passo di Chalais e del Kord si riducono a Parigi per prender lattanti nello spedale degli esposti. Ha carico di ricondurle ai rispettivi luoghi natii un vetturino con carrozze dello stabilimento. Strada facendo ecco che si manifesta il cholera in una di queste ad Avesnes 12 presso Bapeäume il 17 aprile, ed ivi ne muore. Appiccasi la malattìa ad altra don-1 na che l'assisteva, dalla quale passa a tutto il villaggio. Più olite due delle medesime nutrici sono parimente prese dal morbo a Monteliy-aux-bois il 19 aprile : Una di esse soccombe : poco appresso perde la vita con sintomi di choléra il bambino preso ad allattare ; indi si spiega il malore in due de1 suoi figliuoli , e poscia in tutta quella terra stata salva sino a quel tempo dal contagio. Cade malata una quarta nutrice a Lessert, e vi comunica il choléra* Entrava in seguito il convoglio nel dipartimento del Nord incolume dalla infermità , ed in ciascun paese dov' erano tornate le balie poco doppo vi apparisce il contagio. Di fatti giunta la quinta di esse in Avesnes la Aubere , inferma e perisce di choléra ; ne ammorba una ragazza che T ebbe assistita , e da questa passa neh" intiero villaggio. Di fatti si mostra il primo caso del morbo alla Nouvelle-Sainte- IO licmy in una figlia di altra delle menzionate nutrici due giorni in seguito il ritorno della madre. Di fatti ne ammalano a Ru-milìy altre due co' sintomi cholérici, e lo stesso avviene a Vìlle>-Roich. Così per mezzo delle accennate persone fa trasportato il contagio da Parigi a tutti i paesi che siam venuti nominando. Nel dipartimento di Loir-el-cher vi è recata 1' infermità pur da una nutrice di nome Logeard. Il quarto Battaglione del cinquantesimo Reggimento di linea ? partito di Parigi il mattino del 4 aprile , dissemina il cholèra nel dipartimento della Seine e della Marne , lasciando qua e là nei paesi i militari che per istrada ne cadevano malati. Alcuni soldati provenienti da Parigi infettano il dipartimento dell'alta Saône 5 importando il contagio nello spedale militare di Bourbanne , da dove passa ad Ische mediante alcuni loro commilitoni ; a Comboing per un operajo venutovi da quello spedale , e per altre per^ i* sone ad altre otto comunità dello stesso dipartimento. Nel dipartimento des Vesges s'introduce il choléra per una donna, che venuta da Parigi a Charme con diversi abiti di persone morte dal morbo , ne fa indossare subito uno al suo marito ; il quale resta in poco immolato alla contagione. Spandesi in seguito la malattia pel villaggio,, e vi mena stragi. Questi fatti tengansi pure come autenticissimi, perchè riferiti ufficialmente, dietro. verificate relazioni de' medici e delle Autorità amministrative locali, dai Prefetti e vice Prefetti al Ministro del commercio e de' lavori pubblici in Parigi • presso il quale siede il Consiglio superiore di sanità , dagli cui atti e registri ricavolli la Commissione,. Non egualmente autentici, ma niente di meno degni di fede sono molti altri fatti di simil genere partecipati alla Commissione dal medico spagnolo sig. JDrummen , al quale io primo m'indirizzai per ottenerli a suggerimento del DIPARTIBEENTO BELLA NIEVRE - CIRCONDÀRIO BI CLÀMECY. CHOLŽRA-MOBBU4 ÎlËlSB5Baa3.^riSBSa5ai^g,dBB5HS^ COMUNI Clamecï Amazy. . SuRGY. . . PoUSSEAUX Rix ... . Brengnon. Varzy........ S. Martim dtipinte Entrains OuAGNE. . . Tassas'....... TRUIY. ... . . . r OUDARS....... Armer.....„ . . As noir....... Marigny l'eglize , POPOLA. ZIONE 5539 670 910 688 195 483 2909 1243 2161 362 642 684 481 477 1640 DATA J>EJ*' INVASIONE 2 maggio 8 detto g delto 20 detto i giugno 3 detto 4 detto 4 detto 18 detto 18 detto 24 detto 24 detto 29 detto 2 luglio 17 detto 19 detto FINE P£LU MALATTIA seguita ancora la malattia 5 luglio la malattia continua idem 7 luglio 7 detto 26 detto 20 delto 20 detto 3 detto 39 giugno , ti luglio 22 detto la malattia è ancora in vigore idem idem MALATI 3l2 3 123 33 '7 4 4 MORTI 2o3 .3 i3 12 4 4 12 4 7 3 ©ddefcvctaioM* Il choléra si dichiarò durante la visita del Vescovo di Nièvre, la qua! visita aveva atti' rato a Clamecj molte persone del Dipartimento di Jonne ove regnava il choléra. La prima persona presa dal choléra fu una donna che veniva da Clamecj. Uprimo caso di choléra si manifestò in un marinaro Vßnuto da Clamecj. idem La prima persona presa dal choléra fu in seguito d'un viaggio a Clamecj. La prima malata di choléra fu la sorella di un gendarme di Clamecj , Iß quale si era portata in questa città per visitare la sua cognata inferma. La malattia apparve subito dopo una festa pubblica che aveva chiamato in quel comu* ne gli abitanti di altro comune infetto. Le prime persone jnalate di choléra furono alcune donne venute da Clamecj. Il primo paso di choléra si manifestò in una ragazza che era andata a ballare a Varzj, La malattìa si sviluppò in seguito di una festa popolare. Il primo cholérico fu un uomo arrivato la mattina da Clamecj. Il primo attaccato dal choléra fu un uomo tornato da Clamecj. Qui la causa dell'invasione del choléra non pote determinarsi, Le due prime persone nelle quali si spiegò il morbo venivano da Clamecj. La prima persona malata del morbo era ritornata da Parigi. Si spiegò la malattia in una nutrice proveniente da Parigi. ma couTotiue ali puaiwal© iwoiujssato tv al S / tuqlto %a,v dotto tto ov viaiwecij ctt lloin-idtio oel cçmmztcio e p& lavoit »wwnét. IM S 19 S 81 iwCt CO ©cef etto fi Il Segretario del Consìglio superiore di sanità del Regno segnato-DE SEGUR la! IU I*-------------------------------------------:--------------:----------------------s-------------'-----------¦ _________>______J______t_______________________________________________________________________________________ni i5 sig. Dottor cav. Pariset. De'medesimi 0 fu egli stesso ocular testimonio, 0 ne confermò la realità per deposizione di funzionarli amministratiti -, e per riscontro dei registri delle cose sanitarie nei paesi da esso percorsi a fine di cerziorare il propagamento del choléra-morbus per contagio. Formeranno perciò questi il subietto dell' articolo che viene appresso , in cui farò cenno pur anco di quelli che registrai strada facendo 9 quando la Commissione sen tornava in Italia. Intanto acciocché i leggitori miei veggano d'un tratto la maniera d'introduzione e di propagamento del contagio in un circondario , sceglierò quello di Clamec/y spettante al dipartimento della Nièvre? e qui di contro ne rappresenterò il quadro ufficiale, che con altri simili ottenni dall' amicizia del Segretario generale del Consiglio superiore di sanità. i5 sig. Dottor cav. Pariset. De'medesimi o fu egli stesso ocular testimonio, o ne confermò la realità per deposizione dij funzionarli amministratiti, e per riscontro dei registri delle cose sanitarie nei paesi da esso percorsi a fine di cerziorare il pro-* pagamento del choléra-morbus per contagio. Formeranno perciò questi il subietto dell' articolo che viene appresso , in cui farò cenno pur anco di quelli che registrai strada facendo , quando la Commissione sen tornava in Italia. Intanto acciocché i leggitori miei veggano d'un tratto la maniera d'introduzione e di propagamento del contagio in un circondario 5 sceglierò quello di Clamecy spettante al dipartimento della Nièvre, e qui di contro ne rappresenterò il quadro ufficiale ; che con altri simili pttenni dall' amicizia del Segretario generale del Consiglio superiore di sanità. *7 ARTICOLO IH. Altri fatti particolarmente raccolti per raffermare la propagazione del contagio cholérico dalla capitale nei dipartimenti della Francia, A artiva da Parigi in aprile , mentre ivi era nella più grave possa l'indiano morbo , il cinquantunesimo Reggimento di linea, diretto a. Metz* Chiudonglì dirimpetto le porte per salvarsi dalla contagione della capitale gli abitanti di quella città. La truppa allora volge verso Verdun > e vi prende quartiere. Manda un distaccamento al villaggio nominato Etain ? dove in alcuni soldati si mostra per la prima volta il morbo ; il quale in progresso spazia dentro e fuori dello stesso villaggio. z i8 jNel medesimo mese diversi operaj dimoranti in Parigi sono avvisati che il loro paese va a fiamme. Corron egli addirittura a Condè con animo di spegnere l1 incendio. Due vi ammalano immantinentemente di choléra mai più colà osservato. II morbo si riproduce dappoi nella maggior parte degli abitanti, e progredisce ne1 circonvicini luoghi con grandissima mortalità. A Monteminaill ed a Venta ( dipartimento della Marne ) comparivano i primi casi di choléra dopo il passaggio di un Reggimento partito di Parigi nel massimo aspreggiar della malattia ; la quale dai luoghi detti si spande in tutto quanto il di* partimento. E notevolissimo il caso di un mendicante partito da Venta per Auville, Questi infetta di subito la famiglia che gli dette ricovero ; e perito esso di choléra, ne periscono ad uno ad uno tutti i numerosi individui che la componevano. Da indi in poi la malattia si dispiega in ogni parte della città. 19 Medesimamente notevole è il fatto di un. altro accattone , narrato più volte anche dal sig. De Segur, e non ha molto da esso rammentatomi per lettera. Cotesto accattone partitosi da Venta giugneva in sul cader del giorno a Haut-Vitré. Arrivando ricercavalo qualcuno per dilegio di che portasse nel fardello dì cenci che si avea sopra le spalle. Rispondeva pur motteggiando F accattone tenerci inserrato il choléra. La stessa notte questi ne inferma veementemente , e sparge in Haut-Vitré i tremendi germi del contagio. Il sotto Prefetto di Reims assicurava al Drummen ¦> che nei circondarii da esso amministrati avea costantemente verificato , seguire la prima introduzione e le prime tracce di propagamento del choléra le conosciute leggi dei contagi. Eguale osservazione avea in altri luoghi diligentemente fatta uno de' medici ajutanti il lodato sig. Recamieri spedito da esso nei dipartimenti a curare il choléra. Anche z ¦* 20 da questo valente ed animoso giovine mi furon date molte note di patentissima comunicazione della malattìa per contagio da un paese all'altro, Finalmente la Com-missione nel tornar di Parigi ebbe opportunità di avverare casi analoghi nei luoghi in cui prendeva riposo , e segnai tamente iu Villeneuve-le-Roy dove più si arrestò nella casa di campagna del sig. Bally. Colà dunque io segnai i ricordi, che qui vengo a trascrivere. Fu introdotto il cholera in Auxere per un viaggiatore che spaventato sen fuggiva da Parigi nei primi dì del mese di aprile. A Sens ce lo importò il Maire di Ville" neuve proveniente dalla capitale 5 e morto nel paese detto. A Coteau vel recarono due vetturini cadutine infermi poco dopo giunti di Parigi, Una giovine che pur tornava di là per acqua, ammalò in barca e addusse il morbo a Villeneuve-le-Roy. Un mercante di lane, che veniva da Pa-< rigi in Diligenza , fu preso per via dal 21 choléra , e si arrestò a Joignes ove la notte morì, comunicandolo ad una donna che lo assisti in quelle poche ore, e cui restarono alcune masserizie di spoglio. Così s'insinuava la contagione in Joygnes. Parmi che tutti i fatti sin qui enarrati bastino a mostrare apertissimamente la propagazione del choléra per via di contagio nei dipartimenti della Francia, vedendosi in essi fatti nella miglior maniera determinati i mezzi pe' quali fu importato da luogo a luogo , sempre però dipartitosi in origine dalla capitale, comun centro e vivajo de' germi d'infezione. E sarebbe stata vana quest'opera dopo il moltissimo che fu scritto e riscritto, dimostrato ed in tanti modi confermato da numerosi osservatori in Europa circa la diffusione ed il trasporto del choléra per contagio , se io non avessi in tutto compresa la necessità di persuadere i miei paesani della certezza che questo morbo è attaccaticcio; persuasione tanto più salutevole , quanto 2JZ più è estesa nelle popolazioni minacciate da cotai malore. Egli è perciò, che io qui non mi arresto ; e dopo aver descritto il corso contagioso che ha tenuto la malattìa per le province della Francia, anderò adesso innanzi a provare con un altra serie di esempi , che la sua contagione tardi si, ma pur si fece chiara nella stessa Parigi , in onta di tanti oppositori , che a tutta Iena si studiavano di oscurarla, o per .lo meno con aggiramenti di parole e ripetuti sofismi ad essa stucchevolmente contraddicevano. Di tal guisa si vedrà , che anche nelle grandissime ed agitate masse di popolazioni , sorgendo sterminatrici malattie contagiose, se mai avviene che a prima giunta la sorpresa, lo spavento e le farraginose occupazioni de' medici non dan loro agio di bene osservarne la natura e 1' andamento, succede poi presto o tardi la calma, nella quale , scevratosi Io spirito di coloro, che sono in buona fede, da ogni precipi- 23 tato concepimento ? ravvisano le cose quali in essenza sono , e non come sotto l'influenza della costernazione ed in grave pressa di faccende furono preconcette. sii» ARTICOLO IV. Esempi di comunicazione del choléra per contagio verificatisi in Parigi« /Allorquando la nostra Commissione dimorava in Francia, i pochi fatti di cho-lérica contagione trasmessa da individuo ad individuo , osservati e raccolti da qualche medico bene istruito nella storia e nelle moderne dottrine de' contagi, erano da alcuni aspramente impugnati e sin derisi , ed e1 bisognava esporsi a questi as-preggiamenti e derisioni se si fossero voluti portare innanzi quei fatti per riprova della proprietà appiccaticela dell' indiano1 flagello. Troppo lungo sarebbe qui il ridire tutt' i ragionamenti e le vantate osservazioni con che i sostenitori dell1 oppo- z6 sto parere si avvisavano conquiderti ; perciocché gli stessi ragionamenti e le medesime osservazioni, se avessero avuto quel valore che loro si pretendeva dare, sarebbero bastati a mettere in forse non che a cancellare nella medicina tutte quante le malattìe contagiose , non eccettuata nemmeno la peste ed il vajolo tra i contagi piretici ; la siflliide e la rogua tra i non pirettici. Si menava gran vanto , tra le altre cose , di essere rimasti incontaminati dal choléra negli ospedali di Parigi pressoché tutti i medici, i chirurghi , gli speziali, le suore della carità , i guarda malati ed ognissorta d'altri impiegati presso quegli stabilimenti nel più infierire del morbo , quando cioè essi riboccavano di cholérici. I più calmi anti-contagionisti non computavano tra gli predetti impiegati, cotanto esposti all' azione del contagio , un numero di cholérici maggiore di quello che riscontravasi nella massa generale di co-* loro che poco o punto vi erano esposti. 2f Ma il fatto sta , che presa a verificare questa affermazione in ciascun ospedale 7 si trovò dappertutto , che molti inserì vienti addetti al loro servizio avevano con* tratto il morbo, del quale vari i eran periti. Tra le mie annotazioni io serbo tuttora i nomi di questi e di quelli per pubblicargli nel caso che mi venisse negato quanto intorno a ciò fermamente depongo. In conto poi delle altre obbiezioni che si mettevano in campo per combattere il potere contagioso del choléra , vengono queste tutte comprese e distrutte dalla risposta , che il sig. Dottore Bally andava per ultimo dando nelle frequenti disputa-zioni che seco sostenevamo contra i propugnatori della natura soltanto epidemica di cotale infermità; risposta che qui gioverà al mio intendimento ripetere. » Prendetemi » la storia del vajolo arabo ( ei diceva ) to-¦>¦> sto dopo introdotto in Europa : soppri-» mete il nome di vajolo: ad esso sostituite " quello di choléra ; e troverete in essa 28 » storia a puntino tutti i caratteri di que-» st' ultimo morbo , e tutte le sue ano-» malìe nella, propagazione. Allora o doji vrete negarmi la contagione del vajolo » arabo, od ammettermi il contagio cho-» lérico ». Lo stesso argomento di comparazione con le medesime conseguenze potrebbe applicarsi "alla peste bubonica ed agli altri morbi più universalmente riconosciuti per contagiosi in Europa. Del resto non ostante le moltissime opposizioni levate contro il contagio indiano in Parigi , emersero colà eziandìo di per loro stessi i fatti con sì sfolgorante luce che obbligarono , se non tutti, la maggior parte certo de1 suoi neganti a doverlo confessare. Tra codesti fatti indubitato è quello narratoci dal sig. Recamier di un portinaja malato di choléra da cui il morbo passò , un dopo V altro , ai dodici individui che abitavano nella casa. Certo pur è l'altro raccontato dal sig. Ve Segar del contrammiraglio Freicennet, che fuggi- 29 tosi di sua casa posta in una strada assai travagliata dal choléra , dopo avervi perduta la persona a lui carissima, si ritirò neh' abitazione de' proprii parenti in via Mont-Thabor al num. 20 5 ove mai era apparso il morbo , e tosto ne infettò tutta la famiglia. Certissimi que glino pubblicati dal sig. Velpeau negli Archivi generali di medicina ? e nella Gazzetta medica speciale pel choléra-morbus. Ma i casi più importanti pel nostro assunto sono quelli che si osservavano negli spedali , perchè caduti sotto gli occhi di molte persone , e tali che reclamarono persino i superiori provvedimenti di polizia medica. Questi adunque vogliono essere al presente riportati con tutta precisione onde finir di torre da dubbietà ognuno sul contagio del morbo di cui teniamo discorso. Quando nel mese di giugno tornava in Parigi a raggravare la malattia, i soldati feriti ne* giorni cinque e sei di quel mese •> trasportati nell' ospedale di Val-de- grace, venivano contaminati e soccombevano di choléra , che in altri malati di quello stabilimento esisteva. Simigliante passaggio del morbo dai cholérici ai feriti si osservava anche dalla Commissione in più altri ospedali. E sì grande fa in questo incontro la mortalità de1 feriti , che mosse il Ministro della Guerra a dar ordine di ridurre d1 allora innanzi i soldati eholérici unicamente nello spedai militare di Val-de-*grace. Nel mese di luglio , e precisamente il mattino del 18 , vedevamo spirare una donna neir ospedale di s. Luigi, colà da alcune settimane ricoverata per curarsi dì una malattìa cutanea ? e dove avea contratto il choléra. Moriva pure nell' ospedale della Pietà alla presenza della Commissione il dì 2.2 nella sala del sig. Dottore cm.Louvis mentre assistevamo alla sua visita, un giovine cholerico, cui, entratovi per malattìa di petto , si era appiccato il morbo, Nella sala delle donne una gio- 3i vane anche affetta da altra malattia , aveva ivi assunto il contagio ed era allora nello stadio algido. Sapevamo dal sig. Dottor-re Louvis , /in una lunga conferenza seco tenuta dopo terminato il servizio, che in pochi giorni entro le sue sale meglio di dieci individui affetti da altre infermità erano morti di choléra. E si noti bene , che questo dotto medico , nel mentre che ne partecipava i detti casi , non al tutto mostravasi persuaso della natura contagiosa di cotale malattìa. Ma la palese sua trasmissione negli ospedali ai malati di altro genere muovea intanto la superiore amministrazione a destinare delle appartate sale nell' Hotêl-dieu per ricevere solamente i cholérici. Né veruna affezione ancorché pirettica e sin eruttiva dava privilegio d' immunità dal choléra negli ospedali ; stantechè il contraevano i sifillitici, i rognosi : in una parola, se si eccettuano i vajolosi che mai vedemmo con sintomi di choléra, in tiUte Je al- oz tre eruzzioni febbrili si ebbero esempi di capacità a questo contagio. Di più osservassi alane volte la migliaja ed il morbillo o precedere , o succedere al cholera , od in forma anomala con esso intercorrere. Meritano qui da ultimo particolare menzione i casi di passaggio del morbo a diversi malati, raccolti nel preindicato spedale della Pietà e posti in luce dal sig. Dottore Bassereau. Io gli esporrò alla distesa , e quali vennero dall' Autore medesimo registrati = Nel principio di luglio, quando i servizii dello spedale della Pietà furono resi alle loro destinazioni ordinarie 5 un individuo di anni .2.5 della città di Parigi fu ammesso nella sala di s. Gabrielle al num. .2. per esservi curato di un ingorgamento blennorragico al testicolo, sinistro. Dopo qualche giorno quest'uomo, forte e ben costituito , venne preso da intenso choléra. Tre giorni appresso altr'uo-mo pur di prospero temperamento pro- veniente tfEtampes-, ammesso nella stessa sala al num. 20 per un antica ottaIgìa,fit invaso dalla medesima malattìa e ne morì nello spazio di sette ore. Un malato di cinquantun' anno giacente al num. 2& da quindici giorni, funne attaccato con gran forza il dopo dimane. Immediatamente appresso 1' egual cosa avvenne ad un soggetto di sessantanni che decombeva al num. z5 per un enfiagione cronica a tutta la mano ; e a poco a poco i num. 4? 5, 7,9, i6, 17, 18 , .24 5 -27 5 3o 5 34 5 36 e 37 , patirono egualmente sintomi cholérici , ma in diverso grado , non sofferendo alcuni che vomito. rado , coliche e crampi ; altri in maggior numero , diarrea cholérica senza raffreddamento né crampi ; e qualcuno nausee, diarrea, leggiera perfrigerazione di tutto il corpo con i tratti della fìsonomìa scomposti. Simi guanti affezioni apparvero in seguito nella metà circa de' feriti che erano entro la nominata sala, e che vi si ricoverarono nel corso de'mesi di luglio, a u agosto e settembre. Ma questo non è tutto. Si osservarono nello stesso tempo eguali effetti della medesima influenza morbosa ( eh' io direi meglio contagio ) nella sala delle donne spettante al servizio del signor Velpeau* Una malata che giae va nella sala di s. Giovanni al num, 12 per ascesso latteo, dopo qualche giorno del suo ingresso nello spedale , fu sorpresa dal choléra con tanto impeto che ne rimase vittima. la questa sala si'spiegò il morbo su di altra donna al num. 8 affetta da ottalrnìa cronica ; poi in un' altra al num. 4- con u^" ceri alle gambe j quindi successivamente in altre poste ai num. 11 9 16*5 2 , 19 , i3 e 22 , le due ultime delle quali perirono ; e finalmente nei maggior numero di quelle che esistevano nella sala nel mese di luglio , e che vi si ammisero durante P agosto ed il settembre. È da osservarsi con P Autore , che nella prima invasione del choléra in Parigi tre individui sola- 55 mente erano stati attaccati dal morbo ? dei quali uno con estrema gravezza nella sala di s. Gabrielle : che dal momento in cai si sviluppò la malattia al num. 2 •> cioè ai principio di luglio , questa passò progressivamente ai malati degli altri letti, aggredendo di preferenza coloro che ultimi erano entrati nello spedale, e poi queglino che da più tempo vi stavano in cura : che allorquando, cessò quasi all'in tutto il choléra nella città , molti feriti di recente ricevuti ne furono affetti dopo la loro ammissione in questa medesima sala, locchè seguitò ad avvenire sino alla fine di settembre. La sala di s. Giovanni era in vece più facile a comunicare il morbo nei mesi di aprile e maggio. Una dozzina di malati che occupavanla lo contrassero in ordine successivo , e cinque ne furono vittime. Dopo un mese all' incirca non vi si videro più cholérici ; e non fu che dal momento in cui riapparve al num. 12 -> che si os- 3 * 36 servò la malattia come saltare da un Ietto all' altro 5 ed in fine non lasciarne pur uno immune nello spazio di sei settimane. Le quali tutte cose, soggiungo io, se non dimostrano la comunicazione del choléra da un individuo all' altro per mezzo del contagio 5 non saprei davvero vedere che altro mai potessero provare , ed in qual modo dar ragione dell1 essersi pressoché affatto spenta l'influenza cholérica fuori, e del durare operativa dentro allo spedale. Valgano le osservazioni che sono venuto sino ad ora esponendo sulJL' esistenza di un principio contagioso nel choléra ( rettamente dedotto , anzi fatto evidentissimo dal modo con che il morbo si comunicò da persona a persona ? e passò da luogo a luogo ) a convincere tutti coloro , che saran per leggere questa mia opericciuola , dell' assoluta verità e della essenza positiva del ripetuto contagio. Se io avessi dovuto scrivere solamente pei medici, ben altri argomenti, altre prove - 37 mi sarebbe stato forza mettere innanzi , ed usare più scientifico linguaggio : mi sarebbe stato mestieri oltracciò rimontare a fatti più anteriori ed universali , esaminandogli con rigorosa analisi secondo l'andamento seguito dal choléra-morbus dappoiché s'introdusse in Europa. Ma siccome tengo per fermo , che tutti gli assennati cultori dell' arte salutare miei com-patriotti sieno da gran tempo persuasi della cholerica contagione , così ho avvisato a scegliere i fatti più ovvii , e le particolarità meglio adattate alla comune intelligenza, con lo scopo d' incutere negli animi del pubblico quel salutar timore di così fatto morbo contagioso , e quella prudente riserva , che dee aversi nel comunicar con altrui quando dominano simili infermità ; timore e riserva che tanto giovano a limitarne la diffusione, e che specialmente utili tornerebbero nel caso che il choléra si volgesse verso di noi, per far adottare con fiducia i provvedimenti sanitarii ( ancor- 38 che in qualche foggia gravosi ), acconci a preservarcene, qualora 1' antiveggenza od il bisogno obbligasse il Governo ad ordinarne V esecuzione. Adempiuto così a questo mio primo assunto , or prenderò a discorrere il modo di agire de' principu contagiosi cholérici sull' animale economia ; i fenomeni ed i sintomi pe1 quali sono appalesate le loro azioni ; le organico-vitali offese che risultano da coteste azioni ; i mezzi che sono in potere della medicina per arrestarne i progressi , o per istornargli dal funesto fine cui benespesso corrono ; e per ultimo le misure di pubblica e privata profilassi da osservarsi durante 1' influenza di siffatto contagioso malore. Le quali altre cose mi studierò egualmente di estendere con quella maggiore chiarezza che per me si potrà , affinchè rieschino di universale istruzione. °9 Modo di agire del principio ingeneratore del morbo choléra sul sistema vivente -, dedotto da'* suoi generali fenomeni' Naturai divisione de"1 stadii di questo morbo. er quanto le vivissime dipinture del choléra asiatico , che si leggono in tante opere- ne attristino profondamente l1 animo ; per quanto le spaventevoli figure incise in talune di quelle ci avessero rappresentato all'intelletto l'immagine di co-tal morbo, lontana a gran pezza dal choléra sporadico che noi andiamo a tempo a tempo osservando , pure debbo confessare che al veder de' primi cholérici nel- io VHotel dieu-) fui soprammodo commosso da senso di costernazione , e di orrore. Tanto ha in sé di terribile colai malattìa , che non puossene con tutta verità far concepire V esatta idea ; o per meglio e più particolarmente dire, 1' aspetto degli ammorbati, in ispecie nel periodo algido e della cianosi , ha un non so che di straordinario lurido ; ha così nuova e tremenda scomposizione della fisonomìa, che non regge a checchessia eloquente descrizione. E rispetto a1 disegni che ne sono stati tratti , ed alle incisioni che se ne pubblicarono , mi è sembrato che al vivo non presentino quello stremo trangoscia-mento che vedi nel volto 5 e negli occhi di siffatti miserissimi malati. Le quali cose io non intendo applicare in tutto alla figura della giovane viennese riportata nel-V opera de'signori Gaimard, e Gerardin scelti dalla Reale Accademia di medicina di Parigi per la missione che volle fare il Governo Francese in Russia , Prussia ed '¦ f. td/fi&de*, e #**&'*** /^/^? <44t? ™» ' \ 4i Austria a studiare il choléra-morbus negli anni i83i -3.2 (1), e che estimo qui riprodurre , siccome una d«Iie migliori, e più verosimili tra le varie altre ritratte, affin-€liè s1 abbiano i leggitori miei sotto gli occhi le approssimative sembianze di siffatti malati. Tutto annunzia impertanto l'intensissima e rapidissima azione del principio ingeneratore del cholera sulla vitale economìa , e la celerità della sua possa nel pervertire l'organica assimilazione , e nel rendere in pochi stanti inane o nulla l'opera della vitalità ne' movimenti di riparazione ; d' onde ogni più pronto scioglimento di coesione degli elementi organici, e l'abbandono alle leggi generali della chimica., cui sottostà l'organizzazione ogni volta che da essa si svolge il principio della vita. A ben considerare il modo con che ( i ) Du cholera morbus eri Russie, Prusse, et en-Autriche. Paris i832. 4-2 agisce il germe contagioso del choléra sul-V umana compage , parmi di non potermi allontanare dal concetto di un processo riproduttore ; processo che le universali leggi della natura ci additano nella propagazione di tutti quanti i contagi, o si vogliano essi di esotica provenienza , o si vogliano d1 indigeno spontaneo ingeneramento. Ella è una riproduzione di enti morbosi vitali 5 che si compie con opera tendente a distruggere la vita di altri esseri , nei quali i primi si riproducono. Questo è il cardine , per mo' di dire , intorno a cui si aggira la fondamentale essenza di tutti i morbi contagiosi spettanti non pur alla umana specie, ma a quelle de'domestici animali eziandìo. Né io saprei vedere il come i dottrinarii di così fatti morbi ora si sieno avvisati di ammettere , ora studiati di negare la natura vivente de'principu contagiosi, quando è legge universale che non può esservi riproduzione di qualsivoglia ente in cui non stia il principio della vita. 4-3 Basta volgere la mente alla maniera con che si propagano i contagi propriamente detti, per persuadersi della necessità di questa riproduzione , e per ammetter quindi la vita ne' germi delle contagioni. Sarebbe unico esempio, esempio inconcepibile, nel gran circolo di morte e di vita della ¦universale materia organizzata 5 il riprodursi sempre identici al loro genere , e dotati d'identica possanza gli enti de'morbi appiccaticci senza le forze della vita } mentre d' altra parte si osserva, che V attuarsi od il sostare di questa riproduzione è congiunto a circostanze di opportunità che vivificano eziandio altri inconsueti esseri, attivandone od arrestandone il propagamento. Quanti egregi storici di si-miglievoli morbi notarono esser eglino preceduti da straordinario sviluppo d'insetti , o con tale sviluppo intercorrere ? E non è questa sin vulgata osservazione massimamente de' villici , i quali all' insolito vedere de' moltiplicati sciami di co- u tali animalucci preniinziano gravi e popolari malori ? Adunque anche simile attività d'inassueta vita, non solamente ne fa tenere per viventi i principu contagiosi, ma di più ci porge le migliori spiegazioni circa la genesi, l'incremento, il decremento e le anomalìe de' contagi. Siccome poi ogni morbo di cotal natura suole spiegare peculiari azioni patogieniche sulla nostra macchina, elegendo per entro di essa il sistema o gli organi più affini alla fecondazione de' suoi germi ; così il cholérico sembra che agisca elettivamente sugli apparati mucosi degli organi gastro-enterici e pulmonari, ivi invenendo le proprie affinità riproduttive. Ma prima dì prendere in disamina la sua maniera di agire, vuoisi dire alcun che circa il modo col quale i germi di cotal morbo si addentrano nel sistema vivente della nostra organizzazione. Le garrule , e pervicaci quistioni che tuttor vigono più tra i medici francesi, 45 che tra quei delle altre nazioni intorno alla natura contagiosa, o ristrettivamente epidemica del choléra sono mantenute pens'io dal non volere gli epidemisti riconoscere nella voce contagio quel senso lato che ad essa assegnarono i patologi capi-scuola dei morbi contagiosi. Più volte intesi ripetermi dai tenaci sostenitori dell' unica ed assoluta qualità epidemica del morbo cholera quel trito contagio a contacta, e millantarmi gl' innumerevoli casi di persone rimaste incolami da questo contatto. Vero egli è ( e mi allegro nel ricordarlo ), che non pochi vidi recedere da questo errore durante la mia dimora nella capitale della Francia , e che però non vane tornarono le discussioni che quasi di continuo teneva co'ciotti medici di quella eultissima metropoli (1) : è vero pur anco che altri (i) Il Professore di Clinica sig. cav. Cayol non ben determinato ad ammettere la contagione del clioléra, dopo un lungo ragionamento tenuto meco poco prima della mia partenza si mostrò convitilo del contagio. 4.6 con mistiche transazioni di parole venivano sostanzialmente al contagio , e studiandosi di negarlo ? con impliciti modi Io affermavano. Rammento di un medico inglese 5 già stato a Varsavia , indi dimorante a Parigi per osservare il choléra, il quale con vote ragioni mentre affaticava ad impugnare il contagio, senza forse volerlo , narrò il caso dì una ragazza , che giaciutasi in un Ietto abbandonato da un cholerico 5 ben tosto contrasse simil malo re. E il Barone Alibert 5 nel tempo che al tutto non sembrava disposto a convenire sul contagio cholerico ( amandp piuttosto qualificarlo come morbo d'infezione ) altamente poscia proclamava la necessità delle misure sanitarie per arrestarne i progressi ; e conduceva la Commissione il dì 2Q giugno nello spedale di s. Luigi al Padiglione Gabriello per additare alcune sale riempiute dapprima di cholerici , poscia raschiate per purificarle ; nel che fare , asseriva, essere stati ammorbati da pusto- il le maligne alle mani ed alla faccia tutti quanti gli operaj ed i soprastanti. Ma a rincontro di queste verità dobbiam dire, che jn taluni medici io trovai tanta fermezza nel non ammettere cotesto contagio , che evitavano sin anco di entrarne con me in discussione. Ripeterollo adunque : il non riconoscere secondo le migliori dottrine de'morbi contagiosi oltre la via della pelle le altre vie per le quali i germi di questi possono invadere la vivente economìa , è la precipua cagione del non volersi ammettare da alcuni il contagio cholérico. Ora da quanto io ho osservato e meditato circa la maniera d'introduzione nella nostra macchina del fomite di siffatto morbo, sono indotto a credere, che non si possa ammettere altra via se non quella della inalazione , e fors' anche della deglutizione. La pelle non è per fermo il tessuto conveniente alla sua assunzione ; la qoal cosa ben si deduce e dall' innocuità ordinaria di checchessia contatto : e dal ve- 4& dere negli apparati mucosi gastro-enterici e pulmonari le medesime forme con che si riproducono altri contagi in altri tessuti; e da quella molesta impressione sugli organi salivari e sulle fauci 7 da quella specifica sensazione di asprezza come dire metallica , che provoca prima ptia-lismo , poscia particular modo di ardore nella bocca \ impressioni e sensazioni dal più de' medici francesi affermate , da alcuni esagerate, e da me stesso nell'esaminare da presso i malati , e nelle necrosco-pìe sempre sperimentate. Ed ecco il perchè tutti coloro, i quali son poco addentro nelle sane e ben stabilite dottrine delle malattie contagiose , e massimamente i giovani medici , negavano cotal natura al choléra , fermi nel dare alla voce contagio un senso esatto , non esteso , e , dicasi pure , di convenzione 5 quale a quello danno in ispe-cie i nostri patologi 5 che lungi dall1 alludere con essa unicamente al materiale Ì9 contatto di pelle con pelle , intendono a rappresentare l'idea del contatto dell'ente contagioso riproduttivo col tessuto esterno od interno riproducibile. Ecco il perchè altri ( e tra questi, medici di gran voce ) non volevano concedere la trasmissione del cholera per siffatta maniera di contatto , avvisandosi di spiegarla colla mistica parola d''infezione ? il cui senso in che differisca da quello eh' è stato assegnato alla voce contagio neramen' essi sapevano dichiaramelo. Ecco il perchè da ultimo non conoscendosi, o non volendosi ammettere da taluni la notissima , ed egualmente ammessa , triplice via per la quale i contagi possono penetrare nella nostra vitale economìa, mi fecero indarno perder tempo e flato a sostenere la natura contagiosa del morbo cholérico , restandosene pertinaci nel volerlo risguardare come unicamente epidemico : delirio strano e ributtante , secondo cui verrebbero ad esser distrutte tutte le nozioni, che 1' esperienza di tanto 4. 5o volger di anni, e Io studio di tanti som* mi medici giunsero a stabilire sulle epi« demie ! Che se con grave onta e disdoro della scienza non rimanessero tanto moltiplicati documenti di sì deplorabile delirio , forse i nostri posteri non crederebbero che i medici del secolo decimonono , contro tutte ìe istorie delle epidemie e delle contagioni, abbian potuto concepire , e siensi forzati a sostenere l'idea di una costituzione epidemica, che diffon« desi dal nord al sud-d'Europa, e vi si diffonde a rilento e progressivamente nel correre di molti anni, non rattenuta o spenta da stremi cambiamenti di temperatura, da opposte condizioni di luoghi, da diversità di stagioni , e da svariatissime meteorologiche vicende j senza J'intervento di quelle combinazioni ? cui il Julius •> il Ti-tier j il Seydliz, il Gravier ed altri accagionarono la sua ingenerazione in Oriente. E venendo al modo di agire del germe choldrico -, introdottosi esso nella no- 5i stra macchina va ad attaccare i tessuti affini alla sua riproduzione ; ed acquistato dopo più o men lungo lasso di tempo , siccome vedremo appresso, quel grado di operosità di cui ha uopo per la successiva serie di sue azioni sul sistema vivente , tende addirittura ad attaccare i fonti della vita organica , e più particolarmente i centri gangliformi del basso-ventre : rispetto alle quali azioni ed a' loro effetti io udii in Francia singolarissimi concetti. Per riferirne qualcuno dirò, che conferendo con il sig. Barone Larrey, già da me conosciuto nelle Russie ? il mattino del di 3.S giugno, dopo aver esaminati parecchi cholérici eh' erano nel!' ospedale degl1 invalidi in unione col sig. Dottore cav. Ribes , affermava egli agire il principio del choléra sull'economìa vitale identicamente ai veleni acro-narcotici, ed aggiungeva ben potersi con queste sostanze venefiche suscitare lo stesso morbo , loechè egli avea sperimentato con animali domestici, scon- $2 trando nelle necroscopìe eguali risultamen-ti. Come semplice narratore di cotale opinione, mi \ asterrò dal fare contro di essa le moltissime riflessioni che mi soccorrerebbero , in ispecie riguardo al comparare due maniere di affezioni pe1 secondarii ultimi effetti che si osservano ne'cadaveri, ed al compararle entro gli animali domestici ; e passerò a riportare altra stravagante fantasìa sostenuta me presente 5 e promulgata con le stampe, dal sig. Dottore Antonmar-* chi ? già stato ispettore generale degli spedali' de' cholérici in Polonia. Tiene questi .per indubitato, che il fomite del cholera ( già s'intende non contagioso ! ) agisca singolarmente sulla provincia nervosa del pneumo-gastrico per modo da indurre una lenta asfissia. Certo si è che l'idea. di codesta lenta asfissia non. potè capire nel mio intelletto , sicché non mi presi. la briga di contraddire al prefato medico quando con molta fermezza spiegavami questa sua dottrina ? e veniva combinando 53 Pedologìa del cholera con quella delle asfissie (1). Ma basta di queste e di altrettali opinioni, e riprendo il discorso sul modo di agire della morbosa potenza del choléra sulla nostra organizzazione. Come il principio riproduttore di codesto morbo passi e si serbi inalterato tramezzo ai nostri umori ; e come condotto da questi veicoli, ed ognor meglio attivandosi , sen vada a ledere- que'sistemi dell'umana macchina, co' quali è in ispecifica affinità , sarebbe inesplicabile mistero • se la fisiologia sperimentale, facendo chiari una copiosissima serie di fatti analoghi, non ci avesse convinti della inassimilarità di molte sostanze, che immutate corrono ( i ) Molti altri Medici hanno contraddistinto lo stadio algido del choléra col nome di asfissia , prohahilmente perchè in questo stadio manca il polso , ed è in partitolar modo lesa la respirazione. Ben si vede però che questi per analogìa così appellano que' fenomeni del morbo, lungi dall' essenzialmente identificarlo all' asfissia. Bi ne'fluid i vitali. Alcune di queste sostanze per legge, diciam così, di patologica funzione sono addotte ad alterare e scomporre gli organi affini al loro modo di agire. Io non ricorderò qui le sperienze del cele-bratissimo nostro Professor cav. Monchini, e dell1 Home-, e di Tiedmann e Gmelin, e del Voehlcrve del Stehberger, e dei Ber~ zelius , e dei Mayer e Magendie, Lugen» burg , Maillard, e del Antenrieth , e del Zeller , e del Bennscheidt e di tanti altri, per le quali sperienze è dimostrato il serbamene di molte sostanze in mezzo ai processi chimico-vitali che scambiano e rinno-vellano i nostri umori, nel compiersi delle tante e sì svariate funzioni del vivente umano composto. Ma bene additerò a quelle che ne fecero aperte e confermatissime le azioni elettive dei principu venefici introdotti per la pelle, od iniettati nelle vene, spiegate dopo più o men lungo tempo sopra interiori apparati, e sul recondito sistema nervoso. L'arsenico, verbigrazia, insinuato 55 nella pelle infiamma e distrugge addirittura i tessuti dello stomaco e delle intestina : il tartaro stibiato iniettato nelle ve-ne, o per qualsivoglia altra via introdotto , manifesta le prime sue azioni sullo stomaco : le cantàridi sciolte nell' olio e poste a contatto di una ferita, ovvero en-tropulse nelle vene, infiammano la vescica urinaria, e dan segni di grave lesione del sistema nervoso» Sciolto Ü nitrato d' argento e spinto per l'iniezione nelle vene, s' inviene la mucosa del duodeno di color fosco e facile a distaccarsi , come se fosse stata a contatto di materie corrosive. Troppo a lungo anderei se volessi continuare a recar qui altri risultamenti di simiglie-voli sperienze} stimo io quindi che bastino gli adotti a mettere in evidenza non pur il resistere che fanno molte materie alle forze chimico-vitali, ed a' processi delle funzioni per entro la nostra macchina; ma di più le elettive affinità di azioni, che esse introdotte per la pelle o per le vene 56 vanno a dispiegare sopra a questo o a quel tessuto 5 su tale o tal' altro organo , e così via dicendo; dal che puossene inferire, che come le particelle integrali degli umori circolanti concorrono e sono deposte nel-1' una o nelP altra parte del sistema organico ove trovano la rispettiva fisiologica affinità al compimento di ciascuna finzione , così le sostanze venefiche, le deleterie , i germi contagiosi ed i principu di checchessìa altra materia morhifera, introdotti negli stessi umori, acquistano attività e sono portati negli organi o sistemi affini al producimento delle loro patologiche azioni. Imperò osservando io con accuratezza tutto il corso del morbo cholérico , e meditando su la sua complicata etiologìa con quello spirito di analisi eliminativa ( unico mezzo che può perdurre a riferire gli effetti alle vere loro cagioni ) , credo poter avaznare , che la potenza morbosa di co-tal malattìa principalmente ed essenzial- 57 inente operi sul sistema de1 gangli o centri nervosi della vita organica. E che annoiente non sia, né possa essere , ben apparisce da quel rapidissimo deterioramento dell' assimilazione organica , e della riparazione vitale, che in poco corre a spegnere l'umana esistenza; da quell'istantaneo pervertimento materiale di tutte quante le funzioni \ da quell' inusitato modo di viziatura dell' ematosi, d'onde la trabocchevole, e il più delle volte infrenabile colluvie çierosa commista ad altri scomposti e degenerati umori, coi quali , quasi dirò , le forze della vita fugacemente abbandonano l'organica compage ; da quel corrivo svanire della calorifìcazione , e dal pari cessare della espansiva circolazione sanguigna, tentando di ripararsi ( mi sia concessa questa espressione ) le residue forze di questa ed il superstite potere di quella ne' più intimi recessi degli organi vitali. Come combinare tanta possa di mortifere azioni , sì celere e simultanea operosità di di- 58 strnzione in tutti i vincoli dell' organica compage ; come così grande e generale scompiglio di funzioni e pervertimento dei loro prodotti, senza ammettere nel fomite cholérico un' azione singolarmente diretta su que' fonti della vita organica? (1) Principal mio assunto non è l'interte-nermi in teoriche disquisizioni, ma piuttosto Io spaziare in pratici argomenti per conseguire Io scopo di utilità pubblica che si è prefìsso il Governo incaricandomi dell' onorevole missione ad istudiar oltremonti (i) Questa spiegazione a me sembra più vero-simile delle tante altre che ne furono e ne sono date. Ma dicendola verosimile protesto di vedere il denso e misteriosissimo velo che avvolge tutta la patologìa del morbo cholérico. Lo spiegare i sintomi delle malattìe , scriveami una volta il Rasori, non è cosa da pigliarsi a gabbo, e tiensì facile sol da chi poco addentro arriva con lo sguardo medico neh1' economìa animale in istato morboso. Valga questa mia protesta a far interpretare con le debite restrizioni tutti gli altri patologici argomenti che anderò avanzando. 59 il morbo choléra, ed or di render pubblici i risultamenti de' miei studii ; Laonde senza oltre dilungarmi in quelle ( che darebbermi materia di gran volume ) dirò, che il complesso di tutti i preaccennati feralissimi disordini , o sia 1' origine , il progressivo incremento e gli esiti di siffatto morbo , possono comprendersi in una naturale quadruplice divisione di periodi, o stadii; divisione adottata e seguita nella pratica non solamente in Francia, ma anche dalla più. parte de' medici del Nord d1 Europa. II primo stadio è costituito dall' incubazione del germe contagioso , e , se si vuole anche a senso de1 non-contagio-nisti, dal tempo che corre finché la materia dell1 infezione , o le potenze epidemiche acquistano forza di riprodurre la stessa malattia. Il secondo è formato da un processo irritativo , e con tal ' voce si nomina. Io penso eh' e1 venga da conati di riazione della potenza nervosa tendenti a repellere la patologica primordiale opera 6o del contagio sul sistema addominale dei gangli. Qui sorgono completamente i fenomeni dell' invasione del choléra , nella quale siffatta riazione , secondo il grado d' energìa vitale de' diversi individui, é più o meno energica. Se non che inani per Io più tornano questi conati della forza medicatrice ; e facendo impeto i progressi del morbo, corre l'infermo al terzo stadio contrassegnato in singoiar modo dai fenomeni di estinguimento della calorifìcazione e della sensibile circolazione. Per ciò appunto questo cotale stadio dicesi algido -, il quale ben tosto pegli effetti di una peculiare viziatura dell' ematosi si congiunge con quel colore della cute atro-turchino designato dai medici col nome di cianosi. Se il fondo o la tenacità vitale resiste alla formidabil lotta con che fu attaccata dal processo cholérico , e se giunge a superarne la sua distruggitrìce possa, allora ha luogo il quarto stadio appellato di riazio" ne , i cui movimenti organico-vitali vo- 6i gliono essere con tutta la perspicacia e stremata medica il più delle volte infrenati , assai di rado concitati e sempre con grande accorgimento diretti a ripristinar la salute. Io non prenderò qui a rappresentare unitamente il quadro fenomenologico e semiotico di questi stadii del morbo 5 siccome si è fatto e le tante volte rifatto dair oggimai sterminato numero de' scrittori sul choléra-morhus onde delineare il metodico andamento della malattìa ; perocché reputò assai meglio profittevole alla comune intelligenza riferire partitamente i fenomeni ed.i sintomi a ciascuno de' stadii della malattìa che or verrò in ordine progressivo discorrendo , e quali gli riscontrai e distinsi esaminando gran numero di malati così negli ospedali, come ne1 domicili di Parigi (1) ; Io che gioverà non me- (i) Debbo alla veramente rara amicizia del signor Dottore Recamìer Y aver potuto visilare mol- 62 no a stabilire i confini di ciascun periodo anche nella spesse yolte rapidissima loro successione , ed a far sentire quanta diligenza e sollecitudine vogliasi nel medico per passare accortamente dall'una all'altra terapeutica indicazione , secondo che l'uno o V altro de' stadii del morbo richiede. tissiml cholérici di ogni condizione nelle case private di Parigi. Prolungatami esso l'ospitalità dopo che io ebbi ricuperata la salute , conducevami ogni giorno a visitare i numerosi malati che aveva e che continuamente di nuovo gli venivano in cura ; dei quali poi e strada facendo ed in sua casa tenevamo sempre ragionamento , locchè tornava grandemente a mia istruzione. 63 ARTICOLO VI. Primo stadio del morbo •> o stadio cPin~ cubazione'. \Juesto primo stadio del choléra ha una parte al tutto occulta , ed un' altra più o manco, ma sempre manifesta. L'occulta è in istretto senso costituita dal processo d'incubazione del contagio; la seconda dall'incipiente efficacia delle sue azioni riproduttive. II contagio cholérico massimamente in Francia , per la totale om-missione di qualunque siasi provvedimento sanitario e di pubblica igiene ; di quei provvedimenti ai quali in ogni altro luogo si ricorre anche ne' comuni casi di epidemie ; era cotanto moltiplicato e diffuso , che ben potea dirsi averne in so i 6i germi ogn1 individuo della popolosissima Parigi. Ma per buona ventura come tutte le altre contagióni , e può dirsi anche più delle altre contagióni, ci vuole un'opportunità individuale oltre quella generale che ne favoreggi la riproduzione. Cotale opportunità vien sempre pel lento disgra-damento della macchina umana dal suo giusto stato di assimilazione organica ; causa predisponente a contrarre tutte quante le malattìe epidemiche e contagiose. Che se dirittamente si prende a considerare la patogienesi di così fatte affezioni , non sarà difficile comprendere il come le epi« demie comincino sempre da cause che inducono la materia organica a retrocedere dal suo componimento, e finiscono talvolta collo sviluppo di un principio contagioso. Il tifo nosocomiale , il navale , il carcerale ec; la cancrena nosocomiale, la dissenterìa ed altri morbi castrensi, sono fatti sì aperti e dimostrativi da tor di mezzo qualsivoglia restrizione all' esclusive dottrine 65 delle epidemìe , e delle contagion!. I quali fatti d' ingener amento spontaneo di enti contagiosi ne'processi de1 morbi epidemici ove avesser bisogno di essere raffermati basterebbero i documenti ricolti dal Chemin intorno alla febbre gialla, e dal Pariset circa alla peste bubonica per vincere coli'evidenza chiunque, preoccupato da esclusive dottrine riguardo alf essenza de' contagi , non fosse disposto a cedere alla forza del vero. Ma questa individuale opportunità, originata sempre dalle preallegate cagioni , può talvolta non avere un sufficiente grado di efficacia a fecondare i germi dei morbo, od averla -in momenti transitera e fugaci : talaltra viene attivata e sin all' in tutto supplita da particolari cagioni ; on-d'è che ne nasce una maniera di opportunità j che può dirsi procurata , la quale medesimamente suol rendere attuosi i principu del contagio. Il vedere suscitarsi il choléra appresso una commozione qualunque dell' animo ; appresso alcun disordine 5 66 nel vitto od alcuna azione innormale dei fisici agenti esterni; appresso le smodate fatiche di corpo e di mente ec.ec, basta a dar ragione di questa procurata opportunità al fecondamento del germe contagioso , senza dilungarsi in più minute spiegazioni. Impertanto ammessa V opportunità individuale alla fecondazione del contagio, ed ammesso ad un tempo l'introducimento del germe cholérico nella macchina umana , come e per quanto tempo può correre occulto ed inavvertibile il processo d'incubazione innanzi di manifestar segni d'avere acquistato efficacia riproduttiva ? Inalato, deglutito od in qualunque altra maniera insinuatosi l'essere propagatore di cotal morbo in un individuo il cui sistema vivente trovisi in opportuna condizione di secondarne la fecondità , sì pone esso in corso circolatorio co' fluidi vitali non pur serbandosi inalterato nell' attraversare gli andirivieni dell' organico composto , ma dì più disponendosi in maggiore o minor 6j lasso di tempo ( secondo ìì grado dì sua intrinseca possanza, e quello di conveniente disposizione della macchina ) ad acquistare quell'attività che vuoisi per dare attacco alla vitale economìa. È fermissima deduzione tratta da molti, costanti eben avverati fatti , che possonsi cogli alimenti, o per l'inalazione introdurre nel nostro corpo certi principu, i quali a poco a poco divengono atti a ledere profondamente l'assimilazione organica. Così e' sembra avvenire del fomite cholérico. Fattosi esso attivo, o è addotto addirittura per l'assorbimento venoso a ledere il sistema de' gangli addominale , o è deposto ed assorbito in una qualche parte del gastro-enterico apparato mucoso meglio atta a tal morbosa funzione, e da colà recato a dispiegar le sue azioni su que' centri nervosi della vita organica. Se mi fosse lecito usare il linguaggio della fisiologìa per dare più confacente idea di codesto primo operare del contagio direi, subir' egli un organico-vitale processo dì 5* 68 assimilazione , dal quale risultano le forze di affinità elettive tendenti agli organi capaci di promovere e favoreggiare le preaccennate azioni. Ben può darsi, cred' io , che in simile processo alle volte si estingua , o sia in qualche altro modo reso inattivo , ovvero eliminato il fomite cho-lérico ; al qual salutar fine muovono, siccome vedremo dappoi, le forze della vita. Ma se ciò non succede , questa prima patogienica opera sen corre più o men lungo lasso di tempo senza toccare , diciam così, V organico-vitale sensibilità a modo di manifestarsi con inconsuete sensazioni ; lo che è relativo eziandìo al peculiar grado di sentire de' varii individui. Importante subbietto di studio e di accurate ricerche si fu il determinare la durata dello stadio ( da me nominato occulto ) d'incubazione per poter stabilire una base alle misure sanitarie che avvisano ad infrenare la propagazione del elio« léra-morbuâ. Copiosissimi fatti con esat- tezza ricolti e con sagacità analizzati dai Consigli superiori di sanità di Parigi e di Londra , quindi posti in chiarissima luce dai celebri signori Moreau de Pori" nes 9 e sir William Pyn , zelantissimi membri ambidue di que' supremi Consigli, dimostrano non potersi estendere la latente incubazione di questo contagio al di là di giorni quindici. Adunque oltre l'ottavo giorno i casi di manifestatosi mor* ho si fanno progressivamente rari e rarissimi ; cosicché quelli avvenuti al quattordicesimo e decimo quinto giorno sono tanto pochi che ne ammettono solamente la remota possibilità. Codeste nozioni trova-ronsi consentanee a quelle che con altre diverse ricerche giunse a fissare il citato Dottore Brammen. Se non che il celebratissimo sig. cav.Pa- riset ( nome caro alla scienza , la quale rammenta le osservazioni da esso fatte a Barcellona sulla febbre gialla ed in Levante sulla peste bubonica ) porta opinione, che 7<> gli estremi della durata dell' incubazione di questo contagio possano limitarsi tra un giorno ed un mese. Mentre tornava dalla Francia la Commissione si fermò a Torino per tener conferenze con la Giunta sanitaria piemontese spedita da quel Governo in Ungheria , poscia recatasi in Parigi ad istudiare il morbo- Nel ricambiarsi mutuamente che facevamo con essa i risultati delle rispettive osservazioni, il chiarissimo Trompeo presidente , ed il Dottor De Rolandìs -, ne mostrarono una recentissima lettera del lodato sig» Pariset in cui ei confermava i prenunciali limiti alla incubazione- La qual sentenza per quanto autorevole ella, sia non dee preporsi secondo le leggi della sana critica all' altra de' più stretti limiti dalla osservazione, e dall'analisi di tanto vasta serie di fatti statuiti. Ma co' progressi delle azioni patogie-niche ? che sopra dichiarai, il fomite cholé-rico principia a dare manifestazioni dell' 71 acquistata efficacia turbando le funzioni di quegli organi che affini sono alla sua morbosa assimilazione, e pel suo riproducimene. Questa parte che io appellai sensibile del processo d'incubazione si appalesa con una serie di fenomeni di preludio ? i quali possonsi qualificare per sintomi precursori del morbo. Cotali preludii o sintomi precursori vogliono essere tenuti in gran conto, perciocché ov' essi sieno ben avver-titi e convenientemente curati si è certi non soltanto di poter arrestare l'enunciate pato-gieniche azioni del contagio , ma pur anco di spegnerne od eliminarne ogni fomite. Riverrò stesamente su questo subietto nella parte terapeutica del presente mio lavoro. Svariati di grado e di essenza sono i prodromi del morbo , secondo le modificazioni della individuale organica sensibilità , e secondo Io special predominio delle generali cagioni che ne favoriscono il propagamento. Narravaci il signor Dottore cav. Marc primo medico del re di Francia 7* in una conferenza seco tenuta a dì 9 giugno , differire le primordiali impressioni del contagio, o sieno i suoi fenomenologici preludii , ne' diversi luoghi in che e' si diffondeva : essersi essi costantemente dichiarati in Parigi con spossatezza di corpo congiunta a senso inesprimibile di malessere , con borborigmi duraturi e più del consueto rumorosi (1), con tornimi addominali , con dejezioni alvine più dell' ordinario frequenti , le quali passano poscia alla diarrea sempre dapprincipio biliosa, con anorresìa , lingua bianca , salivazione lattiginosaec.ee. Nei dipartimenti del Nord invece manifestarsi con cefalee ? vertigini, confusione di sensi e di memoria, nausee, tendenza al giacersi ec. ec. Questa dilfe- (1) Riguardo a questi borgorigmi io avverai ciò che ne fu pure asserito dai signori Recamier, Bally , Francois e da altri celebrati medici di quella capitale ; cioè esser elli talvolta sì fragorosi che arrivano a rompere il sonno di chi li patisce, renza di sintomi precursori in mio: parere occorreva per la diversa influenza delle cause generali, che nella Capitale suscitava idiopaticamente i primi effetti sensibili del fomite cholérico, nei dipartimenti dava luogo primieramente ad azioni simpatiche o consensuali. Convien credere nondimeno che la prevalenza costante de'sintomi precursori nel Lasso ventre a Parigi fosse prima del nostro arrivo colà , perciocché io osservai benespesso corali sintomi dispiegarsi addirittura al capo* Portavano opinione molti medici parigini, che qualche rara volta potesse svilupparsi d'un tratto il choléra senza antecedenti preludii ; la quale opinione fu ezian«: dìo promulgata dalla Reale Accademia di medicina. Ne andavano alcuni tra essi recando qualch' esempio di simiì genere-Cotesta opinione avea fatto creare una varietà della malattia distinta col nome di choléra fulminante. Oggetto d'importante osservazione estimai il verificare la possi- 74 biuta di cotali casi ; essendoché per essi sarebbe stato grandemente minuito l'unico e sommo conforto che la celeste benignità ne ha aperto per sottrarci alla tremenda disperazione cui caderemmo al pensiero di non esservi mezzo onde evitare sì distruggitore flagello. Dalla gravezza del subietto ognun potrà argomentare quanto diligente studio io dovea porre in questa ricerca. Minutissimi ùidagamenti senza posa continuati, e dovunque ( ove erami possibile ) estesi mi racconsolarono 1' animo dell1 immancabilità dei sintomi precursori del morbo. Mi feci accorto esservi stata illusione nelP osservare. Egli è notissimo che hannovi modi diversi di sentire patologicamente tra i varii individui. Chi , a cagion d'esempio, lamenta per lievi molestie j e chi silenzioso tollera più forti patimenti : tale , anche non Io essendo reat-mente , si crede infermato ; tal' altro abituato a soffrire e reso indifferente sino ad un certo punto al dolore , affermasi 75 sano mentr' è veramente malato. La bassa classe poi assueta a sopportare ognissorta d'incomodi, non bada d'ordinario alle sensazioni di malessere sino a che non le tolgono iena di continuare la sua laboriosa vita. Il perchè cert'individui alla medesima pertinenti, invasi dal choléra ed interrogati dai medici poco profondamente intorno allo stato di lor salute innanzi al cadere infermi , rispondevano essersi elli trovati in total bene stare. Volevano essere interrogati per maniera di dire alla spicciolata ed assai minutamente sul buon' andamento di ciascuna funzione : voleva essere aperto per sorpresa il loro animo ; ed allora ben si sarebbe venuti in cognizione che questa o quella funzione ne' dì precedenti allo sviluppo del morbo non procedeva al tutto regolare , ed erano state varie di esse in più o men sensibile turbazione. Io pagherò qui un tributo di meritate laudi alla destrezza colla quale il mio egregio amico cavaliere Bally sapeva jG ridurre simiglianti malati nelP Jïotél-dieu a palesare i sintomi prodromi del morbo, dappoiché a prima giunta andavano affermando essersi trovati sanissimi sino allo spiegarsi del choléra. Seguendo le norme di questo sagacissimo medico negli altri ospedali di Parigi che io frequentava, siccome pure nel!1 esaminar i malati per le case particolari, giunsi costantemente ad ottenere le medesime dichiarazioni. Vi ha per altro una particolarità di gran momento che a maggior lume, esettezza e pubblico vantaggio non debh1 essere in questo referto ommessa. Accade qualche rara volta che i sintomi prodromi del choléra o affatto negletti , o non bastantemente curati , danno delle intermissioni. Cessano essi d' un tratto per riprodursi dopo alcuni intervalli di calma. Ancorché avvertiti e temuti , il loro cessamento fa credere a1 pazienti di esser salvi dal minacciato morbo. Sono occorsi casi ne1 quali appunto il choléra si è svi- 77 tappato in così fatti intervalli ; e codesti casi , poste in non cale le precorse sensazioni di preludio , furono tal fiata posti nel novero di quelli mancanti di fé-nomeni prodromi. E pur questa una osservazione illusoria de' medici. Recherò qui un fatto di'tal specie avvenuto nella persona di altro illustre medico francese mio amico , il sig. cav. François , già membro della Commissione sanitaria a Barcellona per la febbre gialla, e da esso medesimo narratomi. Soffriva il François debolezza , fragorosi borborigmi, or tormini ed ora dolori intestinali, diarrea ec. 5 e ciò era nel primo correr del morbo in Parigi. Tutto intento a curare i cholérici quell' animo informato da alta filantropìa , dimenticava onninamente la propria salute : ammirando fervore di cui dette bello esempio la più parte e meglio distinta de' medici francesi ! Cessavano in lui d'improvviso gli indicati sintomi predirsi ; e già andava- 7* sene îieSo d? essersi per virtù di natura sottratto al minacciante malore > e più lieto se ne andava di poter prossegui-re la benefica opera sua per la salvezza de1 proprii concittadini. Ma poco stante eccolo sorpreso dal choléra , e con tanta veemenza che gran ventura fa l1 avern' ei campato , sebbene mal disposto e labile di salute si fosse rimasto ; tantoché non potendo ristorarla in Parigi, poco prima della nostra partenza di colà , se ne andette a a Ginevra. Concludiamo adunque , che la parte sensibile dello stadio d' incubazione del choléra-morbus , e per più chiaro dire i suoi sintorni precursori , anche nelle loro minime modificazioni e varietà , giammai sogliono mancare o passarsene inosservati, qualora ad essi ben si tenga volta 1' attenzione , ed ove non pur in totalità pren-dansi a valutare ? ma anche solitariamente se nella più parte veggonsi mancare. E sieno pur isvariali quanto si vuole i ri- 79 detti preludii del morbo, semprechè i leggitori si gioveranno de' prudenti consigli che sarò per dar loro nel trattare della terapìa del choléra, ognun si farà certo di poter evitare il formidoloso malore. $1 ARTICOLO VII. Secondo stadio, o stadio rf' irritazione. \Jrescendo ognor davvantaggio le pa~ togieniche azioni della potenza cholerica sui centri de' nervi della vita organica , e da questi diffondendosi sino a tutte le più sottili diramazioni che si spandono pei laboratorii dell'assimilazione organica, onde essenzialmente influire a sì estesa funzione , e muovere ad un tempo l'universale organizzazione al riparamento vitale; giungono finalmente esse azioni a tal grado di gagliardìa da indurre gravissima turnazione e scompiglio specialmente negli apparati gastro-enterici ed in quelli accessorii alle loro funzioni. Disgregati e 6 $2 rotti i vincoli che serbano in coerenza gli elementi dell'organico composto di quegli apparati j suscitasi a pieno il morbo or con subiti e letali progressi, ed ora con men precipitoso andamento. Se si prende in disamina il modo di sviluppo, o , come altri dicono 7 T invasione del choléra j se si sottopongono ad accurata indagine tutti i fenomeni ed i sintomi co' quali e' principia il suo decorso 9 si ravvisa senz' altro un processo irritativo che l'intellettuale analisi risolve in una serie di riazioni delle forze della vita contro gli effetti distruggitori dell' agente morboso, A questa serie di riazioni mi sembra doversi riferire le violente coliche, il vomito e la diarrea in prima biliosa, i crampi o simultanei od alternanti in ispecie alla regione dello stomaco ed agli arti > la tesa e stringata vascolarità » e que' trangoscianti nervosi convellimenti dai quali deduciamo i conati di repulsione diretti a resistere ed a superar l'opera della potenza ledente. Im- 83 dimenti di cotai serie di riazioni ben si antivedono nella parte sensibile dello stadio d'incubazione in quella forza, diciam pure, excentrica od eliminatrice che sorge nella macchina, e che si mostra coll'e-saltamento delle funzioni cutanee , le quali son dirette dalla natura a spegnere o ad espellere i germi del morbo. Se non che qui fattisi già rigogliosi ed infrenabili han recato sì profonde offese al sistema dei gangli addominale che di rado si ottiene poter arrestare la diffusione de' loro mortiferi effetti. Nondimeno io ho veduto nelP Jlolél-dieu di Parigi parrecchie fiate fermare i progressi della malattia dai sig. Bah ly, Recamier e da altri in altri luoghi, moderando accortamente questo stadio irritativo, questa serie di ri azioni, quando energiche e durevoli presentavansi in gio-vini soggetti dotati di gran robustezza e di rigogliosa vitalità, e promovendo un salutevole sudore che poscia assai si studiavano di far continuare. 6 * Si Ma il più delle volte lo stadio irritativo è sì prontamente transitorio ; le riazioni vitali sono cotanto inefficaci, che V impeto del processo morboso ne fa tosto disparire i fenomeni. Succede oltracciò che quantunque non siano inani cotali riazioni , corrono nulladimeno celate e compresse sotto apparenze di decadimento delle forze della vita. Crescono quindi i dolori addominali ; il vomito e la diarrea divengono quasi continui, e veggonsi addirittura le materie emesse per l'una e T altra via fluide , biancastre , come albuminose •> in somma di quella specifica natura e di quello specifica odore che contraddistinguono il choléra. Una tal particolare specie di colluvie sierosa , tanto rapida e trabocchevole , depaupera in poco il sistema vivente della parte tenue dei suoi umori. Pervertite le principali fun»' zioni della vita organica, e scambiati i loro prodotti in fluidi cholérici, tutti con-cprrono agli apparati gastro-intestinali e di SB qui sgorgano per la bocca e per V ano. Esauriti i fonti della riparazione vitale 5 le rimanenti forze della vita si concentrano nell' intimo composto organico , sempre operando a serbar viva la materia ed a rafforzarne il residuo de'vincoli di coesione. Dalla scomposizione del volto degli infermi ben può giudicarsi quanto terribil sia codesta lotta. Poche volte ( e forse mai così vivamente) esprime l'aspetto umano il sommo de' suoi patimenti. La pelle della faccia fattasi esile ed a luogo a luogo accrespata 5 si appiana sulle ossa : gli occhi infossati nelle orbite , e discoperti inusitatamente dalle rattratte e livide palpebre , or si torcono per le angosce , ora si fissano con ispaventevoli sguardi: arrossate talvolta le congiuntive a forma di bragia sempre son' essi velati da rappresa sierosità , loc-che aumenta il terrore in chi vede simili malati. Un lamentar chioccio e cupo, poi fioco ne1 brevi intervalli che lascia il vomito , strazia l1 animo di compassione. E 86 lamentare di atroci crampi , di spasmi estremi che dalle membra passano ai muscoli addominali e si elevano sino all'epigastrica regione : talora si convertono in convulsive contrazioni a maniera di tetano» Sono lamenti d'insopportabili dolori ed ambasce allo scorbicolo del cuore ed al basso-ventre : di eguali costrizioni ai pr&-cordii ed a tutto il petto. Ma come rappresentare air inteletto quelle truculenti orme che imprime il feral morbo sul volto : come dare un1 idea di cjue' flebili suoni di voce che ne esprimono i tram-basciamenti ? E un tutt1 insieme che i medici per uscire d'impaccio si contentarono di designare in una parola col titolo di faccia cholérica -, di voce cholérica. Àrdono i miseri malati d'inestinguibil sete, ed incessantemente avidi di appagarla alimentano ed esasperano le interne sofferenze ed il vomito. Tale anela per bibite fredde o glaciali ; talaltro le ributta ed aggradisce invece le tiepide o calde. A torto 87 quindi andavaci asserendo il si g. Broussais la bramosìa universale del ghiaccio nei cholérici. È questa pure una delle tante fantasìe che pretende ridurre a realtà quell' artificiosissimo medico. La Ior lingua rilassata e rotonda all'estremità, mostrasi rossa ai lati, e lurida nel mezzo : qualche volta è tutta ricoperta di pania giallognola. I denti lerci della medesima pania sporgono dalle sparute gingive. Pallide e depresse le labbra presentano ali' interno sollevato in isquamme nerastre 1' epitelio. Gessano tutte quante le segrezioni ; inaridiscono, le superfici esalanti , e la vuota vesciga ori--naria si contrae su di se stessa. Scorgesi poco al di sotto della regione epigastrica un circolare avvallamento come impressione di strettissimo cingolo. Scompaiono su tutto il corpo le forme de' muscoli ; le unghie si allungano adunche ; irti ele-vansi i capelli ed i peli. I polsi nel principio contratti e celeri in brev' ora si fan variabili veloci ed oscuri -j indi si perdo- SS no. La respirazione è stentata v presta e come dir muta. Tutto in sostanza annunzia il generale decadimento delle sensibili azioni dell*ammorbato sistema vivente, limite finale di questo secondo stadio del morbo. Egli è coli'andar oltre di cotale stadio, quando non procede subitaneo e transitorio, che si vizia 1' ematosi nella maniera che m' ingegnerò a spiegare. E dico coli' andar oltre, perocché le moltissime volte osservai dare in principio le vene incise speditamente sangue , e sangue di non dissimile crasi dall' ordinario ; mentre rallentata la respirazione , e cessate le pulsazioni arteriose a' carpi, o non ne veniva affatto da esse , o scorreva in piccole gocciolature carbonioso e crasso. Perciò non è giammai potuta capire nella mia mente l1 idèa di que' medici che si forzarono a sostenere come causa prossima del cholera il degeneramento del processo dell' emato« si ; stantechè a veder giusto codesta fun- *9 zione non pervertesi che coll'incremento delle azioni della potenza morbosa sul sistema de' gangli, d' onde il difetto d'innervazione negli organi elaboratori del sangue ; il quai difetto d' innervazione crescendo via via in tutto il sistema vascolare sanguifero lascia scomposto e viziato cotai fluido così nelle arterie come nelle vene. Notissimi sono i mezzi con che il Brodie, Legallois e Krimer] giunsero a verificare che per Io indebolimento del sistema nervoso circola immutato il sangue nelle arterie nelle vene. Ed io porto opinione dietro esame di concludenti fatti fisiologici fi patologici, che dalla turbata o sottratta influenza nervosa risultino tutti i cambiamenti istantanei non meno che le sustan-ziali e permanenti degenerazioni del sangue sotto l'influenza delle veementi passioni e nel corso delle gravi malattìe. Simili degenerazioni peggiorativamente sempre si riscontrano nei morbi epidemici e contagiosi , ne' processi de' quali d1 ordinario 9° prevale il patologico elemento della deter riorata innervazione (1). ( i ) La degenerazione del sangue sotto l'influenza delle veementi passioni, e ne'processi delle malattie fu già da me in generale dimostrata nell'opera Sul sangue, sopra il modo di riconoscere le sue macchie e di distìnguere l'un dali'altro quello de'diversi animali, Milano i83o. Otto anni innanzi ici in particolare avea provato 1' esistenza della materia colorante gialla della bile nel sangue degli itterici in altr'opera Sulle febbri biliose, Milano 1822. Questa maniera di alterarsi del sangue per la detta materia colorante gialla da qualcuno allora contraddetta , è stata poscia confermata dal Lecanu ed ultimamente dal Kan di Dublino. Dopo la pubblicazione di quella mia opera sul sangue, furono istituite altre accuratissime sperienze per vieppiù confermare le morbose variazioni die avvengono negli elementi di cotal fluido dal sig. D. F.Foedisch; il quale fece suggetto di siffatte sue ricerche il sangue delle clorotiche , delle isteriche ; quello tratto da un che pativa il ballo di s. Vito , da altra nella gravidanza e da alcuni affetti da pneumonitidi. Tutti questi sperimenti combinano a stabilire che 9l Due alfri elementi morbosi concorrono a viziare P ematopoesi nel choléra. Uno è la colluvie sierosa di cui altrove tenni discorso; l'altro il decremento della calo-rificazione, la quale arriva sino ad estinguersi massime all' esteriore del corpo. Legge d' ordine e di chiarezza vuole che in questo articolo io ragioni del primo , riserbandomi nel seguente a discorrere del secondo. Feci di sopra intendere , che la parte più tenue de'fluidi del sistema orga-« •succedono materiali cambiamenti nel sangue non. pur durante i processi delle gravi infermità ( siccome io aveva dichiarato ), ma ben anche in quelli delle lente affezioni. ( Vedi Allg. mediz. Zeitung. dicembre i823 ), E quanto al pervertimento del sangue nel corso de' morbi epidemici e contagiosi, rammemorerò pur io j che in molte maniere degenerato tro--vavano il sangue Huxam nella febbre putrida epir demica del 1745 ; Casimiro Medicus nell' epide-* mìa di Manheim del 17^9 al 61 ;il Ramazzini in quella del 1792 al 94 ; 'A Rica nell'altra del 1720 ; 92 nicö conversi dalle pervertite fanzioni in materie choleriche a gran profluvio se ne uscivano dal corpo per la Locca e per l'ano. Or bene come precipuo di questi fluidi, anzi come general scaturigine di tutti gli umori , il sangue contribuisce la maggior copia di materiali alla colluvie del choléra, e ciò a dispendio della parte acquosa del siero. È notevole ciò che diceva un choléri-co a J. Adair Laurie medica dell'ospedale di Glascow nel tempo che iniettavagli Vander-Mye nella febbre pestilenziale di obsi-dione Brenana : Bruce e Audovand nella febbre gialla; il Bally in quella che curava a a.Domingo; il Fodere in varii altri morbi epidemici e contagiosi. Mi renderei stucchevole ai leggitori prosseguendo a ricordare simiglievoli fatti, de'quali riboccano le storie delle epidemìe e delle contagioni : però ho voluto cosi di passaggio accennare a questi pochi affin: che chi per avventura non avesse fatto studio in queste istorie non creda azzardata la proposizione che avanzai_ nel testo intorno ai guasti che avvengono nel sangue. SP 2.Z0 once di soluzione salina nella vena: a misura che voi introducete Vacqua nelle mie vene sento grondarmela nello stomaco e nel ventre (1). Scambiati pertanto i proporzionali rapporti tra i principu costituenti il sangue, scambiasi ad un tempo l'influenza (i) Dagli sperimenti del Dottore O' Shau-ghne&sj, che con molta diligenza si dette ad esaminare il sangue de' cholériei : da quelli eseguiti pel Dottor Foj a Varsavia , « dai Rose e TVittstoeli a Berlino ; e finalmente dall' ultima analisi fatta dello stesso sangue per Tommaso Thompson risulta la grandissima diminuzione dell' acqua in questo umore , e la egual sottrazzione del siero , il quale malamente si separa dal resto del sangue , ed è di un peso specifico maggiore di 1,040 dell' ordinario ( Vedansi Dublin Journal of medicai and chemical science num. 11 , pag. 2i5 = Philosophical Magazine ec. torn. Il, pag. 347, nov. ser. ). Ora il Dottore Tommaso Andrews è tornato con più estensione alle medesime sperienze ; e dopo essersi dato a rilevare le discordanze che sono nelle analisi fin qui eseguite sul sangue de'cliolérici, espo- si della vita al suo fisiologico componimento, ed alla sua riparazione; scambiami le reciproche azioni fìsiche tra esso e l'aria ( dimostrate da C. Davy e meglio rettificate ultimamente dal professore di Edimburgo Roberto Christison ) ,• e si scambiano da ne minutamente i suoi chimici lavori effettuati cou questo sangue s dai quali sembra che si possano trarre le seguenti deduzioni, cioè : Che T unica differenza fra il sangue nel cholera ed il sangue normale consiste nella mancanza d'acqua nel siero di quello, e quindi in un eccesso di albumina. Che gli elementi salini dello siero sono i medesimi dello stato di salute. Che i globuli rossi, e probabilmente anche la fibrina r restano nello stato normale. Che la mancanza di fluidità del sangue, il suo color nero, ed il volume del crassamento, debbono considerarsi come semplici effetti dell' aumentata viscidità del siero. ( Vedi London and Edinburgh Philosophical Magazine and Jour, of sciences, Tom. i,num. 4s ottobre 1832 , pag.-2-0.5 & šeg, ). 95 ultimo tutte le funzioni da esso dependenti in un co' rispettivi loro prodotti. Laonde scevrato il sangue per un canto dai fluidi che lo rendono scorrevole entro i vasi , e divenuto dall' altro identicamente compatto e carbonizzato così nelle arterie come nelle vene , stipasi qua e là ne' tronchi e nei rami vascolari ? ne intasa le comunicazioni e resta di tal foggia interrotta in varii punti la grande sua circolazione (1). (i) Se qualcuno pretendesse far eccezione a quanto ho significato , mettendomi innanzi quella varietà del choléra detto secco, perchè manca affatto in esso la colluvie sierosa; io risponderò, che simili varietà si scontrano in quasi tutti i morhi contagiosi, i quali possono alcuna volta mostrarsi senza il noso-logico distintivo loro carattere. Vedesi per esempio la peste orientale senza bubboni ; si vide la febbre vajolosa senza vajoli, e così via discorrendo. Nel mese di luglio ci sì presentò più d'un caso di choléra secco in Parigi ; essendoché con l'ultimo riaspreggiare del morbo successo allora, diverse anomalìe davasi ad osservare, e Ira queste il choléra secco. Faceane avvisati il Dottor Marc > nella prenarrata conferenza ( v. fac. 7.2 ), succedere per lo più quegl1 intasamenti di sangue entro a' vasi precordiali ; non ottenersi allora sangue dalia flebotomìa, sempre indicata ad istasare que1 vasi ; avere egli sperimentato in tali casi P utilità della veemente stimolazione che reca sui medesimi la docciatura a vapore diretta sulla region de' precordii ; ottenersi con questo mezzo il più delle volte dalla vena incisa il sangue con salute non di rado degl'infermi. Checché ne sia di così fatto terapeutico provvedimento , sol incidentalmente qui rammentato, torna ora in acconcio P avvertire, che i sopra toccati guasti dell' ematosi non sempre procedono a gradi, comunque rapidi nella loro successione 5 secondochè io presi a descrivergli; ma talora si compiono in pochi momenti , o quasi istantaneamente. Sono questi i casi in cui il secondo stadio del morbo è fugacissimo 'e se ne passa pressocché 97 inosservabile. Segne allora l'invasione del choléra tostamente Io stadio algido e della cianosi (1) , del quale adesso verremo a favellare. (i) Due rimarchevolissimi esempi di questa fatta furono veduti dal sig. professor Recamier e da me, che ne registrai le storie. 7 99 ARTICOLO Yîîî. Terzo stadio , o jtacfro a/gït/o e della cianosi' Miri, iserbai a ricominciar le parole nei presente articolo sull'abbassamento dell'animale calorificazione siccome altro degli effetti morbosi influente alla decomposi-: zione del sangue nel processo dei choléra ; il quale abbassamento disceso al punto di affreddare la superficie del corpo costituisce il carattere di questo terzo stadio del morbo , e ad esso stadio dà il nome. Imprendendo a ragionare intorno a tale soggetto convien che faccia una interrogazione ( e parmi di qualche momento ) a me medesimo. L'esaurirsi del calore animale è egli causa della degenerante V 100 ematapoesi nel processo patologico del choléra? Ben comprenderanno i leggitori che il senso di siffatta interrogazione non include minimamente l'idea , già dianzi per me ributtata, del vizio essenziale e primitivo della sanguificazione risguardato come causa prossima ed efficiente del morbo ; ma sì stringe a chiarire un concetto di relazione e di dependenza tra i prenun-ciati due effetti del morbo istesso. Dalla. proposizione indi avanzata sul finire dell' antecedente articolo ? e ripetuta al principiar di questo , si accorgeranno non meno che ammettendo io il difetto di calorifi-cazione per concausa della pervertita em> tosi j or qui non entro a dare qualche spiegazione sulle fonti organico-vitali del calor animale se non se per rafforzare questa mia proposizione , e per aprirmi una via meglio piana a dar ragione dello stadio algido e di cianosi del cholérà. Che il calore animale tragga origine non solamente dalla respirazione ? come si loi pensava dopo le dottrine del Lavoisier-, ma anche ( e forse di più ) dal sistema nervo* so, bastavano a farlo indubitati s simo le spe-rienze del Brodie assai più estese e vuolte a concludenti deduzioni per opera di Wilson Philipp t del Wincholdt •> del Kximer e del Chaussât. È vero che il Despretz ultimamente pretendeva a rivendicare alla respirazione l'esclusiva produzion del ca* lore ; ma è vero altresì che il celebre nostro fisico conte Paoli provò co' risul-tamenti medesimi delle sperienze addotti da quegli per sostenere il suo assunto , che non tutta il calore degli animali sottoposti a cotali sperimenti era ministrato loro dagli atti del respiro. Senza deferire in tutto a queste prove io rammenterò alcuni fatti, i quali in patente modo dimostrano ingenerarsi il calore animale dai nervi indipendentemente dalla respirazione. E volendo additarne in primo luogo uno assai comune ricorderò, non esservi forse clinico che non abbia veduto quella for- 102 ina d'isterìa solita ad avvenire nelle donne ben complesse dopo il cessamento dei mestrui , e che è formata da una subita e vee-mentissima accensione segnatamente della faccia con pari inalzamento di calore in tutto il corpo. Corre questa con la naturale respirazione, e cessa con profusissime azioni cutanee. Altri fatti più significanti ancora rileviamo e dai tisici, che negli ultimi periodi della malattìa assai incompletamente respirano 5 e non ostante smaniano dall'eccesso del calore; e dalle larghe ferite al pulmone , le quali mentre •abbreviano od interrompono il respirare in progresso si esalta ne' pazienti la ca-lorificazione. Al contrario io ho osservato crescere soprammodo le azioni respirative in un reo cui intimavasi l' estremo supplizio , ed egualmente abbassarsi il calore animale. Ma il sagacissimo professore Bufalini oltreché ammette nei massimi centri nervosi ( cervello , midolla spinale e grande io3 simpatico ) i laboratori della calorificazio-ne,vede pure altra composta origine di questa nei movimenti dell'aggregato organico. Quel lavorìo continuo ( ei dice ) di scomposizioni , e ricomponimenti di materia, il quale si opera in tutti i punti del corpo vivente, sembra che certamente non vada disgiunto da svolgimento di calorico (1). Che poi la calorificazione derivante dai varii atti della vita influisca potentemente all' ematosi ; che le profonde turbazioni, i gravi disordini, e più ancora le offese cui soggiace il sistema nervoso nelle acute infermità, alterando gli atti stessi , in ispecie assimilativi , della vita rendano in moltiplici fogge viziato il prodotto dell'ematosi, e che in poche parole le cliniche osservazioni ognor ci disvelino una stretta dependenza dei diversi modi di degenerazione del sangue dalla (i) Fondamenti di Patologia analitica.Vol.il, fac. 153. io4. accresciuta o diminuita innervazione ( che è quanto dire dall' incremento o decremento della vitale calorificazione ), tutte cose sono queste così conformi alle leggi della vita organica da non lasciarmi minimamente in forse di concludere 5 che il rapido deteriorare delle potenze nervose nel corso patologico del choléra-morbus coopera pure alla scomposizione ed alla speciale viziatura del sangue. Or bene co' progressi delle azioni dei riprodotti e moltiplicati cholérici principu sui centri de' nervi della vita organica, decadendo questi precipitevolmente dalla possa attiva che esercitano sull' opera as-similatrice dell' organizzazione , vengono a diminuirsi le varie sorgenti del vitale prodotto della calorificazione, la quale resta alla fine esaurita. Incominciando dalle estremità si avanza con maggior o minor prestezza lo abbassare della temperatura in tutta la superficie del corpo sino alla totale sua estinzione. Alcune volte si spegne in cortissimi io5 stanti. Svanisce ogni sensibile propietà della vita organica dai tessuti cutanei, e questi le apparenze ti presentano e le forme di morte ; conciossiacchè ovunque smuovi dalla sua positura la pelle ; ovunque sollevandola co' polpastrelli delle dita la stringi e la ritorci, serba inerte come pasta la figura che le imprimesti. E pare che il corpo degl' infermi in questo stadio già da alcun tempo sia in preda alla morte ; stan-teche il color plumbeo 5 la lividura della pelle ( cui dettesi il nome di cianosi ) te gli fa rassembrare a cadavero in principio di putrefazione. Questo cotai colore o cianosi ora è parziale , ora diffuso a tutta la cute. Col professor Recamier vid' io il profumiere del re nella propria casa così ciano-sato alla faccia ed al capo, alquanto calvo, che assomigliava ad una testa di bronzo. Nel resto del corpo la cianosi era in larghe macchie. Vidi pure il marito di una lavandaia con simile cianosi al capo , e questo si fu in sul finire di luglio quan- io6 do cioè il morbo imperversava nelle classi agiate. Andando innanzi questo stadio la macchina tutta intirizzita cade nell'estremo abbandono. La lingua vieppiù rilassata , tremula e breve, pur essa infrigidisce : freddo è eziandìo l'alitar della bocca e delle divaricate nari. Un fil di voce a grande stento informa radi sospiri, o flebil suona in forzate espirazioni, e gorgoglia fiochi accenti di dolore. Spalancate o come scomparse le palpebre,miransi a tempo a tempo le pupille ascose sotto le somme orbite. I bulbi degli occhi lassi e foscamente appannati non serbano ne' loro tardi movimenti apparenze di vita che per significare l'immensità dell' interno patire. Ï polsi e tutti gli altri moti arteriosi sensibili all' esterno sono totalmente estinti ; e sol coli' ascoltazione immediata , o per lo stetoscopio si arrivano ad udire dal profondo petto le rapide e cupissime pulsazioni del cuore, quasi sempre non minori di cento al minuto 107 primo , ovvero irregolari oscillazioni alternate da oscuro fremito. In somma io non saprei meglio rappresentare all' altrui immaginazione T aspetto degli ammorbati in questo stadio che assomigliandogli a semoventi imputriditi cadaveri. Qui senza che io mi dilunghi in molte parole ognun facilmente potrà vedere, e di per se stesso farsi ragione ( colla strema progressione delle azioni patologiche del fomite chole'ricfo sui centri nervosi della vita organica già superiormente dichiarate ) del come la macchina vivente si riduca allo stadio algido e di cianosi che andiam ora discorrendo. Nel quale una particolarità essenzialissima da me bene osservata vuol esser presa in considerazione. Allorché V esterno calore degl1 infermi comincia a cessare, elli sperimentano un interno senso d'accensione sì smanioso ed intenso , che par che ardano loro le profonde viscere particolarmente del petto. Fu detto altrove che gravandosi il morbo la io8 residua possanza vitale sembra che si ripari negl'intimi recessi de' precipui organi della vita ( vedi fac. 57 ). Ivi adunque stringendosi la produzione della calorifi--cazione ne viene in mia sentenza quella sensazione d'interior incendimento che cotanto tormenta i inalati. Né questo è singolare caso in che l'organica vita insidiata da acuti processi patologici si concentra nelle sue principali sedi per spiegare meglio poterosa resietenza alle prevalenti forze che tentano distruggerla, ed in cui il producimento del calore animale, ¦ritirandosi dalla superfìcie del corpo , travaglia i malati con interni bruciori ; imperocché abbiam la vieta sentenza ippocratica che allude alla malignità di quei letiferi morbi, ne' quali congiungesi i' interno ardore col freddo dell' esterno corpo. E Galeno con più significanti espressioni ne rafferma la medesima sentenza con quel suo Corpus in acutis febribus non admodum pro rations febris calere ? mem- log braque frigida vel tepida nudare ¦> perinde ac si incendio conßagrarent -, malignilalis esse signum (i). Siffatte antiche osservazioni che servirono di fondamento agli avverati pronostici di que' sommi, meglio avvertite in tempi molto posteriori specialmente nelle febbri perniciose algide , ci provano che altre e diverse cause morbose potendo analogamente. operare sui fonti della vita organica , ne presentono analoghi effetti di patologico andamento. Ma la singoiar possa deleteria de' principu cholérici neh" agire cotanto profondamente ed energicamente sugli organi della stessa vita, si manifesta con tale impetuosa tendenza allo scioglimento de' vincoli ed alla estinsion delle forze •> che serbano in istato di organizzazione la materia , che ha sorpreso il giudizio di quegli osservatori , i quali portano tuttavìa opinione essere il processo patologico del choléra asia- (i) Ex Hipp, in prim. üb. prognosi. ila tico di unica essenza , non pareggiabile e nemmeno analoga ad altre malattìe in Europa: quandoché l'illuminata patologìa ben ci fa ravvisare in cotal processo un peculiar modo di correre allo stremo grado dei comuni effetti di altre svariate cagioni,e di corrervi serbando in fondo una certa resistenza organica disposta sempre a ridestarsi con conati di riazione., la serie de'quali costante si rileva (com'io altrove notai) in tutti gli altri stadii del morbo (t). E per verità se la sperienza non Io avesse mostrato e tutto dì noi mostrasse , chi penserebbe mai che (i) Sì badi bene che io alludo alle più prossime analogìe: di altri processi morbosi con quello del choléra , senza contraddire alla sentenza che cotal morbo sia tutto nuovo all'Europa. Nuovissimo egli è di fatti come contagio, e rispetto alle sue ecologiche combinazioni ; ma non nuove ne sono le patologiche azioni ed i seguiti di queste ; perciocché altre cause morbose portar possono effetti se non identici almeno assai affini agli effetti cho-léiici. Ill que1 cholèrici algidi e ciänosati, i quali di-rebbersi cadaveri in istato d'incipiente pu-trefazione , se non apparisse in loro per qualche movimento un oscuro fil di vita, potessero in virtù di quella latente forza vitale tornare in salute? Confesserò io medesimo che non lo avrei creduto ove al tutto nuovo mi fossi scontrato in simili casi ; e confesso di più d' essere stato attonito negli ospedali di Parigi al vedere risurez-zioni di questa fatta. Del resto quando nel principio dello stadio algido, ed anche qualche poco appresso, accade che l'assiderazione del corpo vada unita all'interno divampare, io ho osservato tornare insoffribili le esterne artificiali calefazioni eseguite con la macchina detta sudatoria dell' Anvers, o co' varj altri ordegni messi in uso nell' Hotêl-dieu e ne' diversi ospedali che frequentava ; e vidi pur anco con rapidità agghiacciarsi maggiormente le membra dopo questi riscaldamenti , ed a gran pezza deteriorare }>2 la condizione degl'infermi. Fu detto teste assocciarsi, anche qualche poco appresso, il freddo del corpo alla sensazione d'interno calore, mercecchè inoltrandosi Io stadio algido ben tosto si assopisce codesto senso di accensione per ridestarsi poscia a forma di vampe, se mai avviene che le intime potenze vitali, intorpidite dalla piena delle azioni morbose, riprendano Iena nel decrescere e nello spontaneo esaurirsi di queste azioni ; cosicché ben può stabilirsi che il periodo algido del choléra incomincia e finisce con interne accensioni quando la morte, esito più comune di co-tale stadio , non termina sì ferale scena. I medici inglesi che hanno osservato il choléra nelle Indie adducono esempi di infermi d' un tratto fattisi algidi e moribondi , sanati nel breve spazio di due o tre ore ; locchè si dà come fatto da non porsi in dubitazione dal medico spagnolo L JB'. Arambide ? fondando su di esso alcuna delle sue spiegazioni etiologiche del mor- bo, di poco profonda patologìa, e di molto materiali fisiche comparazioni (1). Nel descrivere codesta malattia e nel ragionare patologicamente intorno a' suoi diversi Stada io ho preso per norma il grado medio e V andamento più regolare e distinto della medesima , quale m' incontrai più di sovente ad osservarlo negli ospedali e nelle private case di Parigi. Mentre avviso però con questo tipo normale à far concepire una chiara ed esatta idea di siffatto malore a' miei compatriota , che noi conoscessero per pratica, non debbo tralasciare di ripeter loro , che tal fiata esso aggredisce e decorre con tanta precipitazione e gravezza di sintomi che si confondono e quasi diremo elidonsi i sintomi de' successivi stadii. Ma non intendo includere in queste pegiorative varietà del morbo ( i ) V. Explication des symptômes du choléra-morbus, traduit de l'espagnol par Vauteur, ci Paris i83a, 8 ii4 quella sua forma d'istantanea invasione e di orario corso , la quale fu designata col nome di choléra fulminante j imperciocché non riferendo io qui se non le cose che ho osservate co' miei proprii occhi, né essendomi proposto di argomentare scientificamente che sulle deduzioni da esse tratte , non posso alludere in verun moda alla forma detta, perchè da me non veduta. Forse nella sua origine e nel primo suo incremento il choléra si sarà così mostrato; e come avviene di tutte quante le contagioni, in progresso avrà a grado a grado perduto quella intensiva velocità di azioni che spegneva in momenti la vita di qualche mal disposto individuo : il fatto sta che durante il mio soggiorno nella Capitale della Francia ogni qual volta che annuii-ziavasi o ne' fogli politici o nelle conversazioni alcun caso di choléra fulminante, io mi affrettava a raccoglierne tutti i ragguagli , e sempre mi riuscì di scoprire che quei casi non erano stati sì rapidi co- iiS me andavano in voce , né senza antecedenti preludii ; locchè più particolarmente verificai riguardo ai Dottori Letellier di Parigi 5 e Dolin di Torino (1). Pria di dar fine a questo articolo debbo notare, che la cianosi or precede lo stadio algido 5 ed ora in questo appare. Co' progressi dello stadio irritativo, singolarmente se è grave, vedesi ella non di rado comparire e farsi poscia più cupa coli' affred-dar del corpo : di sovente pure mostrasi d'un tratto foschissima nell'uno o nelP al- (i) Qui io debbo fare una dichiarazione che assegni un senso esatto alla voce choléra fiammante secondochè io la intendo, e come a rigor di termine avrebbe ad essere accettata da tutti. Tengo adunque per choléra fulminante quella forma straordinariamente rapida del morbo , la quale nello spazio di pochissime ore spegne la vita ai malati ; e non mai quella, sebbene corriva, che non mena a morte innanzi delle ventiquattr'ore in circa dall'invasione. Io riferisco adunque strettamente le mie proposizioni al primo caso , ed eseludo affatto la con- 8* ufi tro di cotesti due stadii ; qualche volta o sbiavata è la lividura della pelle, o affatto manca : qualche altra cresce e minuisce secondo le occulte fasi del morbo. Io non prenderò qui a spiegare simile fenomeno, perciocché ponendosi mente a quanto ho detto riguardo alla soppressa ematosi, ed a1 cambiamenti cui soggiace il sangue, come pure ai difetti che succedono nella sua circolazione, ciascuno dì per se stesso si potrà render ragione del fenomeno medesimo. venienza di un tal nome al choléra , comunque gravissimo, quando più a lungo corre alla morte. Perciò le ventitré istorie riferite dal professore di clinica sig. Dottore J. Bouillaud sotto questa denominazione nel suo pregievolissimo Trattato pratico , teorico e statistico del choléra-morbus di Parigi (1832) , giusta i principu che mi sono stabiliti e che vengo esponendo in quest' opera , non possono esser risguardate per casi di choléra fulminante. 117 ARTlCOEiD IX. Quarto stadio : riazione delle forze vitali contro gli effetti del morbo. -OLvvegnachè Io stadio algido ayazato a quel grado che abbiam descritto termini frequentissimamente con la morte ; pure alle volte avviene, che resistendo la tenacità vitale sino a tanto che il processo morboso abbia esaurite le sue azioni sulle potenze organiche, e da queste receda; ovvero sino a che l'economìa vitale siasi disposta a movimenti critici; riprende allora possa ed efficacia la vita, e torna a' suoi sforzi contro le operazioni del morbo che ten-dono a distruggerla. E legge della patologìa di tutti i contagi , che abbiano essi un1 azione determinata sulle proprietà ii8 vitali dell' organico composto , la quale giunta ad un certo punto di per se medesima si esinanisce e cessa, se pur non si volge a processi salutari di eliminazione. Secondo la mia maniera di vedere, codeste azioni si risolvono tostochè compiuto è il processo della riproduzione e del diffon-dimento de' germi contagiosi, in che sempre più scorgo la fondamentale essenza di così fatte malattìe. Per tutto ciò hen si comprende, che il passaggio dal terzo al quarto stadio del cholera , ove per fortuna avvenga, è nel più opera delia natura, sic» com' è pur opera della natura il resistere d'elle occulte forze vitali nel di sterminatore conjfltto colle potenze morbose nel terzo stadio : laonde con molto senno di medica osservazione andava ripetendomi il cavaliere B'ally , essere quasi inefficace l'arte nel periodo algido e della cianosi. Adunque in proporzione che vengon meno le azioni del morbo sulla organico-vitale economìa, si rilevano i reconditi pò- 119 teri della concentrata ed oppressa vitalità, e con nuova possanza in brev' ora si diffondono in tutto quanto il composto della organizzazione , muovendola a riagire contro le condizioni patologiche della vitale sua economìa onde ridurre la materia organica ai suoi naturali rapporti di salute. Ma l'impeto di queste riazioni frequentemente non trova proporzionata resistenza e idoneità confacente ad esser secondato in taluni apparati del sistema vivente ; sicché trascende in un'altra serie di azioni morhose talora irrefrenabili dall' arte, le quali in ultima conseguenza non fanno che condurre a morte le vittime cui erasi aperto uno scampo dal choléra. Tendono di fatti i riattivi impulsi della risorta vita a ripristinare il gran lavorìo dell' assimilazione organica ; ma la turnazione e l'impeto con che vi tendono non può esser sostenuto dagli strumenti di questa generale funzione 5 e però i materiali ad essi addutti si trasmutano in altri principu morbosi. Che se p.ure il com- 120 posto organico fermo corrisponde a codesto ufficio, insperabile poi è eguale risorsa ne' movimenti della riparazione vitale, opera di più lunga e delicata fattura ; il perchè la macchina vivente invece di accostarsi si allontana per altra via dal suo stato fisiologico. Incomincia pertanto Io stadio di riazione da un senso d'interno avvampare stretto dapprima all'intimo centro del petto od aIl'epigastro,e da qui poscia spazia tratto tratto all'addome , indi alle membra, in ultimo a tutto l'esterno corpo. Sollevasi in questo mentre, ma di poco , la temperatura della pelle sino a che un calore ardente fissatosi alla regione epigastrica, che diviene sensibilissima, non diffonde al sistema cutaneo un secco cociore. Scompare allora in questo la cianosi : riappariscono i battiti arteriosi ai carpi, e dovunque so-glionsi sentire : cessa il vomito se avea durato nello stadio algido : torna men molesta la sete, e i trangugiati fluidi non 121 destano più nausee ed ambasce ; riprendono il loro ufficio i varii organi segretarii ; ed in ièpecie l'urina cola di nuovo nella vesciga , sebbene in iscarsa copia, e con ardura vien fuori per l'uretra. La lingua, si fa rossa al contorno; rischiarali si gli occhi; si ravviva il volto , e vengon dissipate dalla scarna pelle le cadaveriche sembianze , alla quale l'espansile vapor celluioso torna a dare aspetto di vita. Le azioni di quest'organo acquistano possanza ed attività, sicché appare il sudore frequentemente profuso e duraturo , il quale vuol' essere talvolta moderato dalla medicina. Si è osservato esso sudore continuare a detrimento de'progressi della tonicità organica, in tutta la convalescenza ed anche più in là sino a quando la macchina con molto i stento avea ricuperate le sue forze. A così salutevoli fasi si allegrerebbe l'animo di grandi speranze se non si sapessero i sommi pericoli, che d' ordinario loro lengon dietro. Ed invero le azio- 122 ni nervose? benespesso soperchîe alla ca* pacità vitale degli organi , degli apparati , e de1 tessuti della macchina , precipitano i processi delle rispettive funzioni e ne sconvolgono i consensi. Per consueto seguito di questi nuovi disordini veg-gonsi raggravare i malati. Arrossa fescamente il loro volto , e poco appresso si riduce simil colore in aréole limitate ai zigomi : lurida e saburrale diviene la lingua , quindi aspra ? oscura ? bruna? e sin nera: le labbra ed i denti si ricoprono di uno strato come fuliginoso : inaridisce la bocca j illanguidiscono gli occhi ; e la pelle del volto e del corpo scernesi altra volta informata dalle ossa. Frequentissimi ? deboli e tremuli si fanno i polsi : rallenta ed interrompesi la respirazione : or con fioco lamentare si esprimono gl' infermi ? ed ora errano in vaniloquii : talvolta una profonda stupidità rende loro indifferente qualsivoglia oggetto , e talaltra un abbandono comatoso gli annulla tutti i sensi. Sorge i%5 sovente il singhiozzo; e le alvine evacuazioni frequenti, in ultimo inavvertite , sono nerastre e sin rassembranti alla liquefatta pece. Una prostrazione generale di forze, una immobilità di decubito supino , com« pie il quadro di questo quarto stadio , al quale ben tosto succede l1 agonìa e la morte. Ma esso può presentarsi in mille guise svariato conformemente alla graduata energìa delle potenze riagenti , alla individuale condizione de'malati, ed alle circostanze del precorso morbo. dotali varietà mossero qualche medico in Francia a distinguere lo stadio di riazione in forma infiammatoria, adinamica, atassica e comatosa; distinzione nel fatto impossibile, perciocché queste diverse forme , solamente apparenti , si alternano tra loro , d' un tratto si scambiano , e , per dir più breve , si rimescolano a modo da non potersi ordinatamente determinare. Opinarono pure non pochi medici di Parigi, che la consueta forma morbosa cui 1.2 ,i dà luogo la riazione sia tifoide , e che anzi il tifo susseguente allo stadio algido del choléra avesse a risguardarsi per una malattìa affatto diversa dal medesimo, e , come dire , di nuovo nascimento. Won i starò qui a perder opera nel combattere questa opinione, perchè la vedo sorgere da non retta osservazione o da inesatto ed equivoco senso di parole. Che il morbo cholérico nello stadio di riazione scambi le sue caratteristiche forme con quelle del tifo , forse in alcuni casi si potrebbe ammettere ( sebbene io non abbia mai ravvisato nelle differenti forme morbose della riazione i veri caratteri nosologici del lifo) ; ma che poi per cotal cambiamento di forme voglia includersi in questo quarto stadio una malattìa onninamente diversa e nuova, ciò è quello che non si dovrà mai concedere 9 ammenoché non volesse qualificarsi per nuova e diversa infermità l1 induramento , la supurrazione e la cancrena nei seguiti della flogosi ; l'uteri zia nelle epatitidi passate dall' acuto allo stato lento , e così via dicendo. La ragione medica adunque non può riconoscere su-stanziali diversità nello stadio di riazione del choléra , ma solamente un variar di forma che ha in fondo origine da tendenze a salutari risoluzioni ; le quali per incongruità di organico-vitali rapporti o tornano insufficienti ad aggiungere al loro fine , o trascendono in altre veementi e disordinate azioni produttrici -di letiferi effetti. Certo si è che le affezioni cerebrali seguono più di frequente i riattivi impulsi della vita ; ma siffatte affezioni e disiano essenzialmente dai semiotici caratteri e dalla vera natura del tifo , e serbano una palese dependenza dal processo cholérico. E tanto è ciò vero , che più fiate ho osservato incominciar la riazione con fenomeni di offesa al cervello ; e dopo qualche progresso ricader d'un tratto i malati nello stadio algido, e poco stante soccombere: ho osservato altre volte alternarsi il îzS risalto de' conati vitali col riapparinaento di quello stadio ; ed ho talora osservato stazionaria ed incompleta la riazione senza totale dissipamento della cianosi e della perfrigerazione. Oltre le offensioni cerebrali sorgono non di rado i fenomeni d'ingorghi e flussioni passive in altri organi e sistemi con alteramento e sin con impossibilità delle loro funzioni. Come tali cose avvengano facile è il comprenderlo ; imperocché l'esaltamento del sistema nervoso della vita organica che dà principio ed essere allo stadio di riazione , concorre di primo lancio a sollevare le proprietà del sistema vascolare sanguifero onde ristabilire la circolazione , la quale restò lesa nel processo del cholera più delle altre funzioni e per la deficiente innervazione de' tessuti di que' vasi , e per la viziata crasi del sangue , e per la perdita delle parti sierose e saline che rendono codesto umore scorrevole entro i suoi ricettacoli j ed in ultimo pel cessato suo cambia- 1.27 mento da sangue venoso in sangue arterioso. Il farsi di nuovo sensibili i polsi , non che i Lattiti delle esterne arterie, e il dissipare della cianosi , ben appalesano il subitaneo miglioramento della emato-poesi, e il ritorno del sangue alla sua composizione ed al suo corso. Ma gl'impulsi circolatorii del cuore e delle arterie si rallentano ne' tessuti lontani dal centro di questa funzione tanto più esausti di tonicità quanto più larda si compie in essi la vitale riparazione. Non sostenuta l'affluenza del sangue dagli ampli seni e dai copiosi vasi cerebrali ivi più comunemente ristagna e ognor crescendo dilata e sfianca la lor tessitura sorretta da troppo molli ritegni. Di qui la più facile evenienza delle affezioni cerebrali. Eguale afflusso sanguigno cagiona analoghi stagnamenti in ispezie entro il sistema venoso addominale; ma questi per ragion di frequenza stan molto indietro ai primi. Più di una volta io vidi flussioni al fegato 32§ congiunte a cupa itterizia , e ciò meglio nello spedale di Weker entro le sale dell'egregio sig. Dottore Laroque ; il quale mi fece di più osservare due cholérici che nello stadio di riazione erano stati sorpresi da emiplegìa , ed un terzo da un flemmone edematoso al poplite passato a vasta e profonda cancrena. Fu poi da me in generale notato 5 che ove i cholérici avessero avuto "qualche organo lahile , qualche difettosa funzione, ^qualche vizio materiale d'organizzazione, nel raro caso che superassero il terzo stadio del morbo , gli effetti della riazione si spiegavano addirittura nelle parti offese. In conclusione l'esito salutevole o mortale della ri azione è meno dipendente dalla gagliardìa del choléra, che dal deterioramento avvenuto nelle organiche forze di coesione , dal grado residuale del potere e della tenacità vitale , dai modi di concitamento con che questa risalta, e finalmente dall'accortezza, dall' efficacia e dalla giusta maniera con i*9 la quale l'arte concorre a moderare i riattivi movimenti , a ritenergli nei convenienti limiti, e , se sia d'uopo, anche a rafforzargli , acciocché tornino a salvezza degl'infermi. Ottenuto questo intento il composto organico con molta difficoltà si raf-franca, e le sue funzioni spesso non riacquistano la fisiologica loro resistenza senza lungo soiferire , e senza qualche nuovo sconcerto inerente a siffatto stato di fievolezza. Per non trasandar nulla in questo lavoro di quanto può influire a vieppiù estendere le cognizioni intorno al choléra, e di quanto io ebbi osservato ; dopo essermi intertenuto sul contemporaneo assodamento di esso morbo con altre gravi malattìe , ovvero sulle possibili sue complicazioni ( riferendo tre istruttivi e notevolissimi casi pratici di questa complicata infermità con le relative osservazioni anäto* mico-patologiche, affinchè meglio ne sie-no chiarite le speciali qualità e le combinazioni ), passerò ad indicare brevemente 9 i3o quelle indisposizioni , quelle malsanie e quegli altri malori che più di spesso sie- guono il cholera-morbus. ^» loi 11 choléra-morbus congiunto ad altre malattìe. Esempi di complicazione di questo con gravi infermità del petto 5 del basso-ventre e delV encefalo. L io studio delle malattìe complicate non è tracciato quanto l'importanza del sug-getto il vorrebbe così nella patologìa come nella medicina pratica. ^La stessa denominazione di malattìa complicata non sempre si appropria in modo conveniente ai morbi che tali veramente possono dirsi, e sono. Ma non è di questo luogo il discendere all' esatte distinzioni de' malori composti e complicati , dei quali già da varii anni vado occupandomi , spesso riconfortato a questo lavoro dall' egregio mio 9* amico Professore Bufalini. Qui dirò solamente , che per assegnare tutte le singolarità al choléra asiatico, che possono correre alla fantasìa dei medici, si è decantato da qualcuno anche il privilegio ch'ei vuoisi che abbia di serbare durante la sua azione immune la macchina umana da qualsivoglia altra malattìa ; e così viceversa l'incolumità dal medesimo dì quegP individui che patiscono altri acuti o cronici morbi. Coleste affermazioni contrarie assolutamente alla ragion della scienza ed alla osservazione non possono esser dimentite che dalla voce de' fatti. Potrei rapportarmi agli esempi riferiti , trattando della contagione cholèrica, (v. fac. 3:2, 33, 34.5 35 e 36) di comunicazione del morbo ad individui giacenti nel!1 ospedale della Pietà per malattìe chirurgiche ; ma siccome mi si potrebbe opporre , che queste malattìe essendo puramente locali non han quel potere sul sistema vivente generale che è nelle infer- i33 mità interne , di modificare cioè 1' organizzazione per maniera da renderla avversa all' influenza cholèrica , così mi sarà forza addurre de' casi di quest' ultima specie ricolti nel medesimo spedale pel sig. Professore Bouìllaud, trascrivendo sin le ne-croscopìe onde far aperte le condizioni delle diverse infermità composte o complicate con il choléra. CASO PRIMO Choléra complicato a pneumonitide lobulare, e ad ammigdalitide. Giovanni Vergne di trentadue anni , operaio , di piccola statura, ma robustamente costituito , di carattere triste , melanconico ed ipocondriaco, entrò nella sala clinica dello spedale della Pietà al num. io il dì 12 marzo per farsi curare di una cefalalgìa violentissima con istordimento. In virtù delle emissioni sanguigne ? ben tosto lui scomparvero questi sintomi di congestione cerebrale: non di meno la disposizione ipocondriaca rimase qual era dapprima. In se^ guito fu preso da enfiagione dolorosa al collo del piede destro. L'applicazione di numerose sanguisughe , di cataplasmi emollienti , ed in fine di un largo vessigatorio, medicato con un quarto di grano a mezzo grano di acetato di morfina per qualche giorno, fecero dissipare siffatta nuova malattìa. In questo mentre penetrò nello spedale il choléra-morbus. Il malato naturalmente pauroso si abbandonò al più disperato spavento. Verso il o aprile le sue funzioni digestive si turbarono, ed il giorno io fu aggredito da gravi sintomi cho-lérici. . Se gli prescrissero subito trenta sanguisughe sull' addome : una bibita ghiacciata con sciroppo di gomma : lavativi di bis-malva e papavero : dieta. Il mattino degl' undici già la malattìa avea corso allo stadio algido. Presentaya i35 l'infermo la faccia abbattuta ; gli occhi appannati , secchi, infossati ; le narici pur inaridite e come polverulente ; fredde le estremità ; il polso a mala pena sensibile : continuavano le evacuazioni cholériche. ( Cauterizzazioni alla spina , durante le quali il malato mandava acutissime grida : infusione di caffè : limonata gommosa in giaccio : dieta ). Alla visita della sera il polso si era alquanto esaltato : il volto ravvivato , ma espriveva sempre la tristezza y il terrore e lo scoraggiamento. Il dì 12 ai mattino il miglioramento dei sintomi cholérici si manteneva. Tut-tavolta continuava il vomito e la diarrea: il viso era depresso , invecchiato , aggrinzilo. ( Venti sanguisughe sul basso-ventre ). Trovossi la sera migliorato l'infermo. II io la riazione era più determinata : il polso assai sviluppato , frequente , febbrile : sol qualche disposizione al vomito , quantunque il malato desiderasse nutrimento : la lingua era rossa e vellosa. i36 un po' di sete. ( Soluzione di sciroppo di gomma : cataplasmi emollienti sul ventre : dieta ). Il 14 scoraggiamento estremo ; spavento ; lingua di un rosso ardente alla punta ed a' suoi bordi; eruttazioni gassose. La percussione sulla regione epigastrica dava un suono timpanitico : occhi leggermente iniettati ( Venti sanguisughe all'epigastro ). La gravezza de' sintomi unita all' estremo terrore del malato fece pronosticar sinistramente della sua vita. Il giorno i5 il polso s'indebboliva di nuovo e diveniva frequentissimo ( cento sessanta pulsazioni ogni minuto primo ) : la lingua vedasi più rossa , secca e puntuta : occhi iniettati : sentimento solito di tristezza e disperazione. Il 16 V ammalato muore alle sei del mattino. iSj NECROSCOPIA eseguita cinque ore dopo la morte Apparenze esterne. - Rigidità resisten-tissima del cadavero : corpo ancor caldo, e di color pallido giallastro : sopraccigli increspati come in vita : percossi con la costa del coltello anatomico i muscoli di un braccio si contraevano in maniera da comunicare leggieri movimenti a queste parti. Visceri addominali. - Veduti all'esterno gli organi contenuti nella cavità del basso-ventre , non offerivano l1 aspetto rosso ed arborizzato che si osserva nella maggior parte dei cholérici. Le circonvoluzioni degl' intestini tenui erano piccole e contratte. Esse contenevano poca quantità di liquido bilioso , il quale avea colorato leggermente in giallo verdognolo l'interna superficie quasi di tutti gl'intestini i38 medesimi. Sì osservava quindi la membrana mucosa del duodeno disseminata copiosamente dai follicoli del Brunnero cresciuti al volume di un buon grano di miglio , e poco iniettata. Tinta di un roseo tendente al bianco la membrana mucosa del digiuno , che d' altra parte potea ris-guardarsi come in istato di piena sanità. Sulla fine degP intestini tenui la membrana mucosa, alquanto più rossa e ricoperta di follicoli del Brunnercr, presentava due placche dei medesimi follicoli punteggiate di nero a simiglianza di una barba da poco rasa. GÌ1 intestini crassi , pur contratti , ritenevano poca quantità di materie fecali. Il cieco tinto alcun poco in verdastro o giallo. Iniezione e rossezza mediocre al principio del cholon. In una certa estensione del bordo libero del cholon e della sua porzione discendente, la rossezza pren-* deva una tinta vinosa, con qua e là piccole placche color di lavagna. Consistenza normale della membrana mucosa. - Lo sto- i3c) maco si facea vedere contratto, ed all'interno tutto rugoso a foggia di circonvoluzioni di color del vino. Neil' intiera sua estensione la membrana mucosa appariva. rosso-cupa e ricoperta di uno strato di muco mescolato alla bile ; la quale avea impressa una colorazione verdastra alla superficie con che era in contatto. Il tessuto della stessa membrana mucosa serbava la naturai resistenza , se si eccettui al gran culo di sacco ove sentivasi un po' rammollita. La membrana mucosa dell'esofago e della faringe fu rinvenuta bianchissima. Si scoperse un po' di materia purulenta nell' ammigdala destra. ( Notisi che l1 infermo negl'ultimi giorni della malattìa inghiottiva con gran pena ). Apparati della circolazione e della respi" razione. - I pulmoni di color verde azurro, si videro ricoperti da piccole elevatezze e da numerose macchie rosse , che riconob-bersi per vere enchimosi. Le differenti elevatezze ora indicate altro non erano che lio piccoli lobuli rosai o grigi in istato di epa-tizzazione. Gli enchimosi chevedevansi alla superficie penetravano sino all' interno tes-= suto pulmonare, che sembrava come preso da apoplessìa parziale. Attorno ai lobuli epatizzati il tessuto era rosso e presentava i caratteri d'ingorgo peripneumonico. - II cuore si rinvenne piccolo come quello di una donna o di un ragazzo di quìndici anni : nondimeno di regolare conformazione, e di tessuto resistente. Il sangue contenutovi non offeriva nulla di straordinario. Apparalo nervoso. - Iniezione de' vasi meningei con infiltrazione sierosa della pia madre. Sostanza cerebrale di solidità maggiore dell' ordinario con qualche goc-cioletta di sangue a luogo a luogo. Una quantità mediocre di siero nei ventricoli: lo stesso fluido abbondante alla base del cranio. La compattezza del cervelletto eguale a quella del cervello. La sostanza di cotale organo iniettata, e la sua superficie parimente umida di sierosità. Il gan- lil glio semi-lunare di un bianco grigiastro, totalmente sano^ siccome anche i gangli cervicali superiori del gran simpatico. Bianchezza totale pur de1 nervi dell'ottavo pajo. CONSIDERAZIONI Sottoponendo ad intellettuale analisi questo caso se ne inferisce senz' altro la complicazione di una pneumonitide e di una cinanche ammigdalare con il choléra grave. Come avviene in tutte le malattìe veramente complicate, nelle quali i fenòmeni più gravi della organizzazione vastamente ed in maniera più intrinseca lesa celano quelli delle offese limitate a parziali visceri, così nella osservazione che ho riportato i sintomi cholérici han reso insen -sibili i caratteri nosologici della peripneumonia , e ( salvo la disfagìa ) anche gli altri della cinanche ammigdalare. Non è dubbio che gli elementi di cotali malattìe preesistessero all' apparizione del cho- léra, e che forse già avessero cominciato ad ordire le rispettive condizioni patologiche. La precorsa infermità dell' encefalo ( che io considero non come un' ingorgo cerebrale , ma come un principio di flo-gosi de' suoi involucri ) ; quindi la successa infiammazione ai tessuti fibrosi del collo del piede con più stento infrenata, ben ci persuadono della esistente disposizione ai processi flogistici vaganti nel nostro malato ; dal che si deduce la facile rivulsio-ne di questi processi agli organi gutturali detti ed a' pulmoni. Io sono venuto a colali considerazioni per prevenire una eccezione che muover si potrebbe contro P esattezza della diagnosi di questo choléra complicato. Con la quale si pretendesse a derivare le offese riscontrate negli organi respiratorii e gutturali dalla riazione cholérica più tosto che dalle descritte malattie inflammatorie di cotali organi; ma questa eccezzione perderà tosto checchessia ragionevolezza e valore se si i|3 pone mente in primo luogo, che la riazione nel nostro malato fu mediocre ed incompleta, , probhabilmente per le reiterate e copiose emissioni di sangue praticate tanto nelle antecedenti malattìe, quanto nel corso del choléra: secondariamente,che le ridette offese non erano per fermo fattura del tempo che corse dai segni della riazione alla morte; posciachè l'esito della supurrazione nel!'ammigdala destra, e dell1 epati z za-zione de' lobuli pulmonari circondati da aréole infiammatorie , non potea compiersi in così breve spazio. CASO SECONDO Choléra gravissimo complicato, con epalitide lenta, diffusa alla cistifellea. Un certo Vernon di 5g anni , lavorante giornaliero che dimorava nella via del Mercato nuovo al num. 56 , di costituzione nervosa e macilenta con tinta subitlerica. alla pelle , di carattere esaltato , impetuoso ed impaziente, lagnavasi soprattutto di palpitazioni nervose allorché entrò nel mese di marzo nella clinica dello spedale della Pietà (sala di s. Giuseppe num. 5). Durante la sua dimora in questo stabilimento se gli sviluppò una bronchitide, della quale presto fu sanato co' semplici refrigeranti e con la dieta. Compiuta la convalescenza , senza perdere la preindicata tinta della pelle, che dimostrava una cronica malattìa di fegato , si disponeva da qualche giorno ad abbandonare la sala, quando dal dì 5 al 6 aprile fu sorpreso da vomito , diarrea e da crampi cholérici con prostrazione estrema di forze, quasi completo estinguimento della voce, la quale era naturalmente forte e stridola, e con ardente sete. Ordinazioni. - Limonata in ghiaccio: giuleppe gommoso con iS gocciole di laudano : clistei di bismalva e papavero : dieta. ( A motivo della magrezza estrema M-5 dell'infermo , e della sua ripugnanza alle emissioni sanguigne, rinunziò per il momento il sig. Professore Bovillaud ali1 uso di cotesto rimedio ). I dì 7, 8 e 9 gli accidenti persistevano : la diarrea meno frecciente , ma il vomito quasi continuo ( una piccola cucchiaiata di bevanda la più raddolcente bastava ad eccitarlo ) : i liquidi che il malato receva erano molto tinti in verde per la bile . il polso impiccioliva di più in più: le mani si eran fatte di color violaceo , rigide e fredde. ( Soluzione di sciroppo di gomma; acqua di riso addolcita dallo stesso sciroppo; lavativi laudanati con \z a i5 gocciole in ciascuno ; pozione anti-emetica , che subito fu resa; cataplasmi sul ventre; dieta ). Giorno io - Tinta violacea più estesa e fosca : più fredde le mani : persistenza del vomito : singhiozzo : malessere : dolore alla minima pressione stilla regione epigastrica : polso filiforme : scoraggiamento io ii6 estremo. ( Dodici sanguisughe all' epiga« stro ). Gli 11 , il mattino. - Cessazione del singhiozzo e del vomito : l'infermo avea preso un po' di coraggio , sebbene il suo stato fosse tuttavia gravissimo. Nella giornata prese un brodo che risvegliò il singhiozzo , il quale proseguì angoscioso in tutta la notte. Il mattino del 12. - Lo stesso singhiozzo : lingua rossa , puntuta : sete : total ces-samento del vomito e della diarrea : tinta itterica riapparente. ( Cauterizzazione alla regione epigastrica con un ferro fatto strisciare sopra un pezzo di fanella inbevuta d' ammoniaca e di olio essenziale di teri-bintina ). II i3 - Un po' diminuito il singhiozzo : il polso meno abbattuto : gemebondi lamenti : voce cholérica : brama di vino. ( Gli si rifiutò il vino concedendosegli in vece V idrogala che lo stomaco non potè sopportare ). H7 Giorno 14. e i5. - Rado singhiozzo j itterizia assai meglio pronunziata sicché erano le congiuntive di color giallo citreo. -Il dì 14. per P insistenza del malato di aver vino glie se ne concesse qualche cucchiaiata nella limonea. Raddoppiò il singhiozzo dopo cotal bibita. - II 15 si tornò alla semplice limonata in ghiaccio , ed appli-cossi una vesciga piena di questo sulla regione epigastrica. II 16. - Singhiozzo diminuito $ somma debolezza : il malato con occhi iniettati ed i sopraccigli rugosi mandava grida penetrantissime ; tutto annunziava il fine imminente di sua vita. E di fatti alle ore 5 della sera spirò. NECROSCOPIA Quindici ore appresso la morte Pria di por mano alla sezione il signor Professore Bouillaud annunziò che si 10* 1^8 sarebbero iscoperte nel cadavero le tracce di una veemente gastro-duodenitide. Apparenze esterne. - Corpo freddo e poco rigido : pelle e congiuntive del color giallo zaffrano. Visceri addominali. - Tutti gli organi contenuti nella cavità del basso-ventre esteriormente iniettati: il fegato aderente all'ipocondrio destro per mezzo di un tessuto cellulare denso e bene organizzato : questo viscere, accresciuto di volume, si estendeva nella regione epigastrica ed in una parte dell'ipocondrio sinistro. La vescighetta biliare , enormemente distesa , sorpassava di un pollice e mezzo il lobo tagliente del fegato , al quale era unita da tessuto celluioso rosso , iniettato e compatto. La bile che empiva essa vescighetta era limpida e di color verde bottiglia : la sua quantità fu valutata un mezzo bicchiero. La membrana interna della cistifellea rossa ed iniettata in parecchi luoghi. Il tessuto del fegato più compatto che nello stato naturale ii9 e di color bruno marrone : voluminose le granulazioni del suo parenchima : l1 elemento giallo predominava sull' elemento rosso. Le ramificazioni della vena-porta contenevano gran copia di sangue. Dalla superficie de1 tagli fatti al fegato, la pressione faceva trassudare gialla bile . - Lo stomaco sì contratto che aveva il volume di un intestino. La membrana mucosa rossa ed elevata in rugosità : vivace questa tinta verso la gran curvatura e la parte posteriore , scambiavasi in color di vino al gran culo di sacco ed alla regione pilorica : l'iniezione facea risalto sin nei minimi capillari. La stessa membrana era ricoperta da uno strato di muco mescolato a bile gialla o verde : alquanto sottile nella regione del gran culo di sacco , ov'essa si distaccava in larghi lembi, nel resto conservava la sua spessezza e consistenza naturale. - Le circonvoluzioni de-gP intestini tenui piccole e contratte. La membrana mucosa del duodeno molto i5o iniettata e di color rosso a punti analogo a quello dello stomaco , con disviluppo di alcuni follicoli verso la porzione gastrica. - La membrana mucosa del digiuno ed una parte di quella dell' ileo presentava il color delia feccia del vino con iniezioni molto apparenti ; il qual colore e le quali iniezioni diminuivano a misura che avvicinavasi I' estremità ciecale di cotesto intestino. Non osservossi verun sviluppa-mento di follicoli né confluente , né isolato. Uno strato di muco mescolato alla materia colorante della bile stava appreso alla membrana mucosa intestinale in tutta la.sua estensione: questa era intimamente unita al tessuto cellulare sub-mucoso. -La membrana mucosa del cieco iniettatissima, avea pur la tinta di feccia di vino ; la qual tinta diffusa stesamente a gran parte de-gl' intestini crassi andava di mano in mano sbiadando. INiun follicolo visibilmente sviluppato. La vessiga orinarla conteneva gran quantità di. urina. ^ La milza ed i reni i5i non presentavano veruna alterazione notabile. Apparati della respirazione e della circolazione. - Il cuore poco voluminoso, con-tenea del sangue nero in parte congelato ed in parte liquido : il suo tessuto appariva alcun poco bruno. La membrana interna dell' aorta , le valvole ed i tendini delle colonne del cuore, tutto si vedeva tinto di colore itterico. ( Lo stesso colore scerne-vasi per entro alle articolazioni del corpo e nell' intiero tessuto cellulare sub-cutaneo ). I pulmoni crepitanti e sani. Apparato nervoso. - All' apertura della cavità dell'aracnoide colava una certa quan-tità di siero : iniezione delie meningi : la dura-madre di colore itterico. La sostanza cerebrale punticchiata di sangue e più molle dell' ordinario. I ventricoli laterali ripieni di siero limpidissimo. Il cervelletto irrorato abbondantemente dal medesimo fluido : alquanto rammollito come il cervello , ma senza iniezioni. La protu- i5ž beranza annulare un poco più rossa del naturale. Una cucchiaiata all' in circa di sierosità nelle fosse occipitali inferiori. Gangli semi-lunari di un rosso pallido , ma della normale consistenza. CONSIDERAZIONI Nelle malattìe complicate propriamente dette , quando i differenti elementi morbosi sono presso a poco di eguale attività, gli speciali fenomeni e sintomi dell'uno e dell'altro stato morboso procedono con alterna prevalenza;cd ora si avvicendano, ora ( mi si conceda la materiale espressione ) si rimescolano, ed ora gli uni celano e modificano gli altri. Di qui poi ne vengono quelle tante anomalìe che talvolta oscurano le diagnosi , e rendono spesso vacillante e timorosa I' applicazione della terapìa. Ci è di più. Avviene non di rado che i diversi elementi delle due o tre infermità , le quali simultanee corrono nelle complica- i53 zioni, sono di opposta natura , o , diciam pure , di opposto fondo patologico ( diatesi de' sistematici ) ; sicché le indicazioni curative che convengono a quella sono contrarie a questa , o per io meno non si possono spingere tant' oltre quanto il bisogno lo esigerebbe senza detrimento e pericolo de' malati. Queste sono verità fermissime comprovate tuttodì dall'osservazione e dalla sperienza in onta di chi ama vagheggiare gli odierni sistemi di medicina, Ora la storia del presente caso é conforme affatto alle esposte verità; imperocché ben si è veduto come i fenomeni ed i sintomi cholérici sonosi avvicendati e talora confusi con quei dell1 epatitide e della gastro-duodenitide ; come i primi a volta a volta han superato o furono superati dai secondi , e come quegli disformarono e furono a ìor tempo disformati da questi. Resterebbe a prendersi in considerazione se la cura mista che si conveniva per provvedere più o meno alle indicazio- ni che reclamavano V una e 1' altra malattìa , siano state adempiute come e quanto le rispettive urgenze morbose richiede-vanlo ; o per più aperto parlare, come e quanto i fenomeni dinotanti le prevalenze-delie lesioni di ciascuno degli accomunati morbi il volevano : ma io non mi farò oso di tanto giudicare, e assai di buon grado lascerò ai legitori miei il prendere in disamina la cura praticata e 1' inferirne la convenienza e I' efficacia. CASO TERZO Choléra complicato a grave malattìa, fattane la diagnosi di emorragìa cerebrale. Giovanni Roux di quarant' anni, fabbricatore di terrazzi, abitante nella via della Mortellerìa al num. 126, dotato di robusta e sanguigna costituzione , fu portato il dì 7 aprile circa il mezzo giorno allo spedale della Pietà, e posto nella sala di i55 s. Atanasio al num. 5o. Interrogato invano sulle circostanze della sua malattìa, perchè non potea profferir parola, presentava la faccia fortemente iniettata e di color violaceo ; le narici polverulente ; sollevava le gote a ciascuna espirazione come se fumasse la pippa ; la pelle del ventre era pur violacea. Nel tasteggiare questa cavità il malato mandava qualche lamentevole sospiro : avea le membra contratte ; i polsi sensibili alle radiali ; evacuazioni involontarie di urina, e di fluidi sierosi dall'ano. Ordinazioni. - Un salasso abbondante; limonata ; cristei ; frizioni ; dieta. Il giorno 8 alla visita del mattino si trovò il malato paralitico dal lato destro : sollevato il braccio , indi lasciato , cadeva come corpo inerte. Avvegnaché l'infermo non potesse articolare parole , salvo qualche flebile lamento , tuttavia si serviva del bràccio sinistro , col quale tirò vigorosamente a se il sig. Professore JBovillaud, prendendolo per l'abito. II volto vedevasi i5(J depresso dal lato destro : la bocca tirata al sinistro : la pupilla sinistra più dilatata della dritta. Ricercato di mostrar la lingua , il malato , quantunque apparentemente comatoso , apriva la bocca, e non potendo mandarla fuori delle labbra la muovea qua e là tra i denti. Il polso batteva frequente e assai sviluppato : il calor della pelle era elevato non ostante la cianosi delle membra superiori. Spesso evacuava senz' accorgersene liquidi cholérici. It salasso prescritto la vigilia dette a mala pena qualche oncia di sangue. Si aprirono di nuovo le vene d' ambe le braccia , dalle quali ebbersi con molto stento dne o tre cucchiaiate di sangue nero e densissimo. Fecesi ricorso all'arteriotomìa: due larghe e profonde incisioni lungi da mandare il sangue a getti 5 colavano a foggia di bava un po' di sangue nero. Si ordinarono venti mignatte da applicarsi alle apofisi mastoidee ; ma siccome il sangue seguitava a colare dalle aperture delle arterie i57 temporali, cosi la suora della carità di guardia stimò potersi dispensare dalL'applicazio-ne di queste sanguisughe. Furono amministrate due tazze di brodo di vitello con entrovi tre once di solfato di soda. - L'infermo morì alle 11 ore della sera. NECROSCOPIi Eseguita nove ore dopo la morte. Visceri addominali. - Intestini tenui contenenti circa un litro e mezzo di liquido simile al decotto di riso saturo e floccoloso nei cinque sesti superiori di questi intestini, e rosso sanguigno nel sesto inferiore : membrana mucosa poco iniettata nella parte a contatto col il liquido bianco ; punteggiata ed infiltrata di sangue con isviluppo confluente dei follicoli del Brunnero nella porzione d'intestino in contatto col liquido rosso : la rossezza acquistava una tinta violacea scura alla fine i5£ dell' ileo , ove sembrava che la membrana mucosa fosse più assottigliata ed ammollita. Negl'intestini crassi esisteva una quantità considerabile di liquido brunastro analogo alla cioccolata , e fetido. Rossezza di feccia di vino ed enchimosi della membrana mucosa del cieco e del principio del cohn. Cotale rossezza continuava in figura di placche o di raggi nel resto degl' intestini crassi , ne1 quali scontravansi ad intervalli dei veri enchimosi : una enfiagione con ulceri della membrana mucosa , e come delle concrezioni o placche grigiastre esalanti fetidissimo odore. - Stomaco vasto : membrana mucosa di un rosso vivo, più cupo nella regione pilorica , ricoperta di liquido assomigliante alla crema: essa non presentava né spessezza né rammollimento rimarchevole : iniezione del tessuto cellulare sotto-cutaneo. La vessiga urinaria non contratta e piena di urina. Apparati circolatorio e respiratilo. -Cuore più grosso del pugno del cadavero, i53 Iocchè derivava massimamente dalla spessezza del venticolo sinistro , del quale la cavità era più ristretta : un po' di sangue coagulato nelle cavità di quest'organo. Una concrezione lapideo-calcarea del volume dì una nocciola occupava una delle valvole dell' aorta : del resto 1' aorta totalmente sana. Pulmoni in istato normale. Apparato nervoso. - Verso il lobo medio dell' emisfero sinistro dell' encefalo , infiltrazione sanguigna : nerastra come feccia di vino in tre circonvoluzioni della superficie. Le circonvoluzioni a queste circostanti un poco rammollite. L"1 infiltrazione sanguigna penetrava in tutta la sostanza del lobo medio, ed estendevasi quasi all' intiero lobo posteriore. Essa era limitata all'interno dal talamo ottico e dal corpo striato, che come il lobo anteriore non mostrava alcun segno d'infiltrazione o di stravaso di sangue. Le membrane dell' emisfero offeso trovaronsi ingorgate di sangue nerastro. Esisteva gran guarnita di siero entro î ventricoli ed alla base del cranio, L' emisfero destro del cervello, il cervelletto 5 la protuberanza annulare e la midolla allungata, con fìtti punteggiamenti di sangue«. Le arterie della base del cranio incrostate di lamine calcaree e fibro-cartilla-ginose. I gangli semi-lunari, siccome pure le altre parti del sistema nervoso, delle quali non è stata fatta menzione di sopra, non offerivano veruna alterazione che meriti di essere qui notata. CONSIDERAZIONI Egli è grandissimo difetto della storia di questo caso il non conoscere le circostanze di salute dell' infermo innanzi allo sviluppo della sua complicata malattìa, e l'ignorare affatto le precedenze della medesima non meno che il come e con qual successione di fenomeni si fosse essa dispiegata. Molto zelo e trasporto ci vorrebbe per le scienze salutari ; molta coscienza e i6i sentimento di responsabilità ih quo'medici assistenti agli spedali, che hanno carico di ricevere i malati, ond' esser penetrati dalla somma importanza d1 indagare dai congiunti, degli amici o da chiunqu' altro sono accompagnati a quegli stabilimenti il precorso andamento del morbo di coloro, i quali per la gravezza o qualità di esso morbo sono incapaci di soddisfare alle necessarie inchieste de' medici curanti , dirette a formare una giusta diagnosi della infermità. Quanto fossero tornate utili siffatte nozioni nel caso presente ben sei vedranno i leggitori mjei; imperciocché sarebbe stato oggetto di utilissimo studio il contemplare le cause della malattìa cerebrale , i suoi fenomeni prodromi , i sinto-d'invasione e de' progressi • e considerare ad un tempo come la tanto turbata economia vitale potesse commoversi ad altre differenti azioni morbose di specifica natura , quali sono le cholériche : in che tempo e sotto che condizioni di quella in« il 1&2 ferinità il sistema vivente malato avesse potuto piegare alla origine ed ai progressi di questa. Non è in mia sentenza a dubitare 5 che 1' emorragìa cerebrale complicata al choléra non abbia preceduto l'apparizione di questo; anzi dee credersi che la morbosa vascolarità dell' encefalo ( mossa probba-bilmente da un processo di rapida ed attiva flogosi ) già avesse incominciato a passare all' effondimento ed infiltrazione sanguigna allorché la causa prossima del choléra si ebbe data ad agire sul sistema vivente del nostro malato , se si considera che le azioni dì questo morbo , subitamente dirette a pervertire l1 ematosi e ad iscom-porre il già elaborato sangue, doveano senza meno sottrarre i patologici elementi alfa precedente infermità, ed arrestarne i progressi. Del resto ben si comprendere in qual modo i principu della malattìa cerebrale e del choléra abbiano potuto ad un tempo simultanei dispiegare le rispettive i6o azioni in una medesima macchina vivente ; essendoché le une operavano a recare consecutive offese al sistema de' nervi della vita animale , le altre ad attaccare primitivamente quello della vita organica , senza diffondere in origine i loro effetti alla provincia nervosa di comunicazione tra il secondo ed il primo sistema : locchè se non fosse stato 5 forse per la diffusione delle azioni , sebbene consecutive s dell1 un morbo dai nervi della vita animale a quei della vita organica 5 il fomite cholérico ne' turbamenti de' centri di cotesti ultimi non averebbe trovato opportunità al suo sviluppo. Comunque sia i casi di tal fatta sono preziosi per le meditazioni del patologo osservatore al Ietto de' malati. Basta così delle complicazioni , e veniamo ai seguiti del choléra. n * i65 ARTICOLO XL Seguiti del choléra, ovvero disordinazioni di salute ed altre malsanie che tengon dietro a quel morbo. JL/appoichè io aveva appreso a distinguere quel tutto insieme di caratteristico che rappresenta la faccia de' cholérici , frequentando le sale degli ospedali di Parigi , , conosceva a prima giunta i convalescenti dal choléra per le impronte eh1 e1 lascia a lungo sulla fìsonomìa , ed in ispezialità negli occhi di coloro che Io han patito. Essi serbano per buon lasso di tempo un certo sguardo di spavento e di sofferimento , che non sapremmo trovare le giuste espressioni a significarlo. La voce eziandìo non racquista che a rilento i66 il suo suono naturale. Ma oltre questi disordini due importanti condizioni della lor macchina si fanno rimarcare: consiste 1' una nella cagionevolezza, e direm pure nella intolleranza degli organi gastro-enterici e di tutti gli altri cooperanti alle loro fazioni, per la quale riesce spesso fallace la meglio razionai misura delle sostanze nutritive , che in essi si concede d*1 introdurre : T altra è la strema suscettività che rimane nel sistema de1 nervi della vita organica e singolarmente in quello de' gangli addominali ; donde ne viene che per lievi cause e sin per le impressioni alcun poco irregolari de' consueti agenti fisici, esso si esalta con gagliardi e duraturi turbamenti. Chiaro egli è pertanto che il repristinarsi dell' assimilazione organica e della vitale riparazione a segno da rendere alla macchina umana la necessaria solidità e resistenza , è opera di lungo momento. Che se in sì strema suscettività nervosa , ed organica cagionevolezza ? i convalescenti 1^7 si abbandonano a qualche disordine di vitto o di altri generi (1) ; se sono presi da patemi d' animo , o commossi da checchessia affezione morale , veggonsi tosto soggiacere a pericolosi sintomi , e segnata* mente alla riproduzione de1 principali sconcerti della passata malattia. La frequenza, di simiglievoli accadimeti, allorché in essi prevalgono le coliche, le diarree, i vomiti, l'oppressione delle deboli forze ec» ec, ha fatto travveclere moltissimi pratici in Europa, sicché è stata promulgata e sostenuta la possibilità di nuovi attacchi del choléra in un medesimo individuo. Eccezione di gran peso sarebbe al certo alla legge generale de' contagi se il morbo cholérico veramente potesse svilupparsi alfi) Un piatto di spinaci da un convalescente; alcune cotellette di castrato avidamente mangiate da un altro , studente di medicina pur risorto dal choléra , bastarono a far perire questi due individui in Parigi. i6S tre volte ne' soggetti che il patirono; ed io maravigliava che gli oppositori alla sua contagiosa natura nella loro pervicacia non si fossero fatti forti quanto potevano di questa eccezione, non essendo oggimai più controvertibile il privilegio delle contagioni di esaurire ( salvo le pochissime volte che soglionsi noverare per casi rari ) Li capacità ad esser riprodotte nel sistema vivente che già una fiata infestarono. Grandemente premeva a me di tormi da ogni dubbio sulla comune possibilità dì codesto avvenimento , o per dirlo con altri termini, sopra l'ordinaria immunità di chi ha sofferto il chole'ra dai ripetuti effetti de'suoi contagiosi principu ; ma quanto mai mi fosse difficile soddisfare a pieno il mio desiderio in Parigi ciascun potrà immaginarlo. Pure a forza d1 insistenti ricerche e di penose indagini arrivai ad accertarmi par un sufficiente numero di casi, essere affatto illusorie le replicate invasioni del choléra negli medesimi individui , e ri- 1% dursi le recidive che per tali risguarda-vansi a meri fenomeni di analogìa derivanti dalla tendenza , che per certo tempo rimane negli organi, stati già sede di malattìe , a ripetere gli stessi movimenti morbosi delle sofferte infermità; tendenza che entra a nostro avviso negli elementi della condizione patologica, la quale , secondo il fa professore Race/ietti, con lentezza suol dissiparsi dalle parti dell' aggregato organico in che hanno avuto sede le acute morbosità. Basta della superstite lunga disposizione ad infermare considerata come seguito del choléra, e tocchiam di passaggio le malattìe che osservai succedere al medesimo. E prima di tutto accennerò a quelle facili turbazioni de' nervi così della vita organica come dell'animale., da cui lungamente sono tribolati coloro che sofferirono il choléra , le quali ripetute , prendon forma di varie e penosissime neurosi ; ed a quella labilità di sensi e della memoria 170 spesso superstite a cotal morbo per le lesioni che si diffondano col mezzo del piccolo simpatico e di altri nervi di comunicazione dai centri nervosi della vita organica a quei dell' animale, nel. processo della riazione ; ovvero per le frequenti malattìe cerebrali generate dalla stessa riazione. In secondo luogo spesso avviene che il sangue infarcito nel sistema della vena-porta produca dopo il choléra l'itterizia , la proclività al vomito , 1' anorresìa , la dispepsìa ed altri vizii nel sistema digerente. A me venne fatto vederne varii esempi. E vidi pure V edema , 1' anasarca , e sin V ascite tener dietro al morbo. Mi si presentarono oltracciò diverse forme di paralisi ; lenti ascessi disposti a degenerare in cancrena; tumori glandolari j stravasi linfatici ec. ec. Questi ed altritali effetti della non ricomposta assimilazione , e de' guasti suoi prodotti, travagliano alle volte lungamente que-glino che sono campati dal grave choléra; al quale in parecchi casi susseguono ezian- 171 dìo le parotidi, e sin i bubboni inguinali , come si è osservato in Ungheria. E a proposito delle parotidi, moltissimi casi ne erano già intravenuti a Parigi quando la Reale Accademia di medicina nell' adunanza dei 19 giugno si dette ad esaminar questi fatti ad essa esposti dal signor Pa-riset e da altri suoi membri. Volevano gli spositori quasi considerare come fenomeno o sintomo del choléra 1' apparimento in certi casi delle parotidi 5 portando opinione divelle seguissero il grado massimo di gravezza del morbo. Se non che analizzate appresso da quei!1 illustre consesso di cospicui medici le circostanze 5 e posto mente al tempo in che apparivano i detti tumori , vennesi alla conclusione di risgnardarli quali seguiti della malattìa, comuni , siccome fece riflettere il sig. dottore Louis, ad altre acute infermità che profondamente attaccano e disgradano il composto organico. Adunque per le osservazioni da me fatte intorno ai 1J2. segniti del cholera mi credo autorizzato a conchiudere , che qualunqu' egli siano, traggon sempre origine dalla non riordinata assimilazione , e quindi dalla eterogeneità de'fluidi che circolano e sono elaborati per le diverse funzioni onde riparare ali1 incessante consumo degli elementi organici. Nei quali prodotti riparatori sen-dovi de' principu avversi all' ordine fisiologico delle scomposizioni e de' ricomponimenti dell' organizzazione, sono dalle proprietà vitali di questa compulsi e ridotti ad essere eliminati o per le vie naturali o per opera di processi morbosi ; al che non patendo sempre corrispondere gli atti della vita 5 veggonsi deviare quei processi dal salutare scopo cui erano stati diretti y e produrre le infermità consecutive che ho di sopra noverate , e le non poche altre eh e altri molli osservarono. l'JO ARTICOLO XÏL Osservazioni necroscopiche sul choléra* xJlIIo svilupparsi de' morbi epidemici e contagiosi , particolarmente se questi appaiono con nuove o poco osservate forme ," e se oscure ne sono e straordinarie le cagioni , i medici si confortano della speranza di scoprirne la natura e la sede in virtù della notomìa patologica ; preziosa face , che diretta con tanto accorgimento dalle mani dei Bonnet, de' Rouet e sopra ogni altro del nostro Morgagni, seppe lumeggiare i modi con che le malattìe andavano ad attaccare le profonde latebre dell1 umana organizzazione. Così appunto avvenne allorché il choléra-morbus s' introdusse in Europa. Non paghi i ministri *7i deirarfe salutare alle necroscopiche osservazioni fatte in ispecie dagl'Inglesi nell'Asia, tosto si dettero con un fervore meritevole di gran commendazione a ricercar ne1 cadaveri degli ammorbati come e su quali organi cotale infermità dispiegava i micidiali suoi effetti. Non vi fu luogo in questa parte del mondo travagliata dal choléra ove i cultori della medicina non perseguitassero , per mo1 di dire, la morte seguendone le tracce negli più interiori recessi delle sue vittime. Le sanitarie Commissioni spedite dai Governi in Russia , in Po-Ionia, nella Prussia, in Ungheria, in Austria e neir Inghilterra, spregiando ognis-sorta di pericoli, garreggiavano , e qualche volta più zelatoci sorpassavano i medici del paese, in così fatti investigamene. Dall' Inghilterra, passato il morbo in Francia vidersi d* un subito i clinici di quella nazione dar opera e giovarsi di tutta la loro dottrina a perscrutare le recondite cause e la non per anco ben riconosciuta sede del medesimo malore. Né questo amor di ricerche veniva meno in essi col correr del tempo ; né spossavasi nelle innumerevoli necroscopìe che chiascun di loro andava eseguendo; conciossiachè giunto io a Parigi quando già da molti mesi vi recava morte il choléra ebbi molto ad ammirare la coloro istancahilità in simiglianti indagini , sostenuta sempre dal desiderio di poter meglio opporsi a tanto strazio dell' u-mana specie. Non mi presentava alle sale de' cholérici dei diversi spedali nelle ore di visita senza passar poscia co' medici curanti ad istudiare sui cadaveri nelle stanze anatomiche ; nel che ognuno di essi mi era prodigo di tutte le maniere d'istruzione 5 e cortesisimo nel secondare qualsivoglia mio desiderio di nuova ricerca. Ma con si lodevolissima fermezza nello studiare il morbo per entro ai cadaveri usata da tutti i medici europei , sono poi eglino giunti al gran fine cui avvisavano con tanto penose ed arrischievoli inquisì- ij6 zioni ? No 5 risponderà deluso nelle sue speranze il rammaricato mondo. Perdevasi V opera di sì grande studio nelP esaminare e nel tener conto degli ultimi effetti del processo cholérico , quasiché si trattasse d' investigare le finali cagioni della morte, e non le cause efficienti ed il Ior modo di agire sulla vitale economìa; errore pressoché universale , che ha disviato ì' anatomìa patologica dal vero scopo al quale indiritta 1' aveano gii encomiati suoi esimii fondatori col temperatamente giovarsene 5 e che ha fatto di cotale scienza un versatile punto d' appoggio in questi ultimi tempi alle vane teoriche del dinamismo mal furate ali1 Italia , e peggio converse in Francia nelle gastro-enteritiehe fantasìe da un preteso novatore. Recapitoliamo qui le principali lesioni notate nei cadaveri dei cholérici per provare la nostra asserzione. L'esterno aspetto de1 cadaveri è sempre livido ; la pelle' raggrinzata ed esilis- 177 sima rassembra quasi ad involucro inorganico, rimanendo quale si riduce con le dita; le unghie iscoperte alle loro radici sono prolungate e nere ; rarefatti paiono i capegli ed i peli ; gli occhi torbidi ed appassati come quelli di capo imputridito. Manda V estinto cholerico forte V odor nauseoso specifico delle materie che nel morbo emetteva dalla bocca e per l'ano. La temperatura del corpo è men bassa di quello che la era prima della morte. Anche il color della cianosi e le lividure qualche volta sono men cupe che negli ultimi momenti di vita. Il sistema venoso cutaneo appare turgido di nero sangue. Le membra si conservano a lungo in istato di saldissima rigidità. Essendo il vomito ed il trabocchevole secesso primo sintonia patognomonico della malattia , i medici solevano innanzi tratto dirigere le anatomiche loro ispezioni sugli organi gastro-enterici , e svariati risultamene del morbo entro essi di 12 178 continuo scontravano. Ora sembrava la tessitura rammollita , or più compatta del naturale : quando il diametro rilassato, quando contratto massimamente lungo il colon. L'interna mucosa alle volte di color flavo e tutta spianata ; più sovente con isviluppo di capillari sanguiferi a foggia di arborizzazioni , e non di rado il retìcolo da questi composto 5 zeppo di atro sangue, formava un vello violaceo fosco sopra la mucosa medesima ; cosicché di-rebbersi gì' intestini cancrenati se, comprimendone tra i polpastrelli delle dita i tessuti , non si sentisse eh' e' serbano ( fuori di qualche eccezione ) la loro consistenza organica. Le placche peieriane appaiono di ordinario meglio ampie ed allungate j una eruzione specifica e generalmente costante, ove a forma di esantema migliare ed ove d'incipienti pustole vaiolose, occupa all'interno lunghe porzioni intestinali , ed alle volte non pur tutto il tubo gastro-enterico , ma la mucosa degli organi respiralo" !79 )ii eziandìo : il cavo gastro-enterico tro- vavasi ingombro da quei liquidi cholérici che col vomito e con la diarrea da esso rigurgitavano , e da altre materie che in seguito noteremo. Questi liquidi cholérici , e quella eruzione migliare o varioloide vogliono esser presi ora in ispeziale considerazione perchè in loro stanno i più costanti caratteri nosologie! ed anatomici del morbo. E principiando dai fluidi della colluvie del choléra , se essi presentano press' a poco le medesime apparenze allorché nella malattìa sono espulse col vomito e per secesso , non è così dopo la morte quando come carattere anatomico-patologico si prendono ad esaminare per entro agli organi gastro-enterici nelle necroscopìe ; giacché eglino ti appaiono sotto svariati aspetti secondo le parti e le naturali divisioni di questi organi che occupano. Adunque veniamo a descrivergli quali per Io più si rinvengono nello stomaco , poi 12 * i8o negi1 intestini tenui , ed in ultimo nei crassi. Le materie cholériche contenute nello stomaco degli estinti sono biancastre, torbide, fioccolose, spumose e qualche volta rossastre. Si veggono spesso commiste ai fluidi bevuti dagl' infermi negli ultimi momenti di vita , ed allora il loro odore specifico è alterato dal sentore delle bevande inghiottite. Oltre cotali materie si trova nello stomaco una quantità di muco bavoso , filante a simiglianza dell' albume dell' ovo , più o manco aderente alla membrana mucosa , erto e tenace tra le rughe del dett' organo; il quale talora osservasi ricoperto da uno strato di materia apparentemente analoga alla crema. Non è raro che vi siano nello stomaco delle sostanze gassose e qualche resto di cibo. Due qualità di liquidi d' ordinario sono negl' intestini tenui ; uno è il cholérico propriamente detto, biancastro, grumoso o fioccoso , in parte semi-quagliato oppure uniformemente torbido , simile quando al siero del latte non chiarificato , quando al decotto di riso o d' omo , e quando al brodo un po' chiaro. Questo liquido esala in generale 1' odore insipido , nauseante , specifico del choléra , ed ha qualche analogìa coli' odor dello sperma e dei cloruri alcalini. Più o meno abbondante , talvolta ne sono tutti pieni cotesti intestini, e talaltra ve n1 è poco e ridotto qui e qua lunghesso Se si ricoglie in un vaso di vetro forma in breve un precipitato in forma di massa biancastra , fioccosa , grumosa , che sembra un miscuglio di fibrina, di muco e di albumina. La seconda qualità di fluido contenuto nei medesimi, intestini è rosso più o meno cupo , ora semplicemente rosaceo , più di spesso del color di mattone , della feccia del vino o della cioccolata, secondo la maggiore o minore quantità di sangue eh' entra nella composizione di questo liquido ; locchè è stato provato dalle osservazioni microscopiche dei si- i8a gnori Donne e Bouillaud, i quali poterono discernere in esso gran quantità di globuli sanguigni. Variamente denso , qualche volta è sin lurido , melmoso e tramanda fetidissimo odore. In generale egli è più scarso del liquido cholérico , e si trova ne' detti intestini o unito od in luogo di questo : nel primo caso il fluido biancastro occupa d' ordinario le circonvoluzioni superiori de' medesimi , il rossastro le inferiori. Se si vuotano gl' intestini tenui da cotai fluidi , rimane alla superficie della lor membrana mucosa uno strato di materia bianca, o bianco-grigiastra , o giallognola 5 cremosa , inodora ; erto mezza linea all' incirca , rassembrante ad una pappa quasi puriforme , che potrebbe risguar-darsi come un deposito od un precipitato della parte concrescibile dei descritti liquidi , rappreso sulla medesima membra-Ttia mucosa. Si uniscono a queste sostanze ed a cotali fluidi talvolta e i gas e gli i83 lombrici e la bile giallognola o verdastra , fluida o semi-concreta , combinata sovente con del sangue o con del muco intestinale. I liquidi degl1 intestini cassi non sono gran fatto dissimili da quei degl' intestini tenui. Gli bianchi o cholérici sembrano un po' più spessi, più torbidi di quei de'primi intestini : Io stesso intendasi dei rossastri o sanguinolenti. Cotesti fluidi degl'intestini crassi mandano un fetore indicibile specialmente quando quegli organi sono in istato di cancrena. Allora acquistano altresì un colore più oscuro e sin brunastro. Trovasi qualche volta 1' umor rosso e sanguinolento negl' intestini crassi di alcuni individui , i quali nei tenui avevano solamente il fluido biancastro o cholérico•; ma generalmente parlando se quell' umore si trova negli tenui intestini si è quasi certi di trovarlo pure entro i crassi. Lo strato somigliante alla crema è per consueto meno compatto negl'intestini crassi i2{ che nei tenui. Come, e più di spesso che in quelli, s'invengono in questi i gas ed i lombrici ; ma quasi mai ci s'incontra la bile. Rarissimo è finalmente che vi sia qualche frammento di cibo , o qualche materia fecale liquida o solida (1). Venendo adesso alle granulazioni e pu-stolazioni intestinali del choléra, dirò innanzi tratto, che io presi particolarmente in disamina la detta eruzione dopo averla osservata un dì nell' anfiteatro anatomico dello spedale della Pietà in due cadaveri anche sulla mucosa della trachea e delle fauci. Fui sin d'allora assicurato dai signor cav.Dot. Serres medico di quello spedale essere stata incessantemente riscontrata in circa 3oo morti di choléra per esso notomizza-ti. Io opinava che cotal eruzione fosse l'e-santematica forma riproduttiva del contagio cholérico; e mi era proposto d'innestare l'ufi) V. Traité pratique, théorique et statistique du cholera-morons sit. troisième section. i85 more che in alcune pustolette potea rico-gliersi a qualche animale domestico. Il signor Bally con la consueta sua gentilezza già me ne* avea approntati tutti mezzi ; ma ragioni di salate e di tempo impedironmi di mandare ad effetto gl'ideati sperimenti ; ne1 quali fondava speranze di buon successo , attesoché da quanto veniva affermandomi il sig. Dottore Avaret, stato in Polonia ad istudiare il choléra , né i elisici della diarrea cholérica dal Dottor Foy e da esso presi, né la materia del vomito inghiottita avevano prodotto il morbo (1); e attesoché il sangue degli ammorbati iniettato nel tessuto cellulare od entro le vene de' conigli dai signori Rayer e Magen- (i) I documenti di queste sperìenze , mi disse il signor Dottor Avaret , sono presso il Ministero del commercio, e de' pubblici lavori. Ma il sig. Foj nella sua Istoria medica del choléra dichiarò in nota alla fac. 44» cne i certificati di tali sperimenti erano restati nelle sue mani. i86 die , non produceva nelle intestina di questi animali alterazioni veramente analoghe a quelle prodotte dal choléra (i). Per questi motivi io poscia , anche partitomi dalla Francia, non vuoili perder di vista siffatta eruzione intestinale choléri-ca ? fermo sempre , assegnare alla medesima una grandissima importanza patologica ; laonde d' allora in poi mi sono continuamente appressato a raccogliere tutto ciò che rispetto ad essa eruzione veniva osservandosi , tanto per via delle scientifiche corrispondenze che mantengo colà , quanto nelle ulteriori ricerche anatomiche fatte negli anfiteatri di Parigi e poscia pubblicate in un co' loro trova-menti. Quindi è che al presente mi trovo in istato di poter comunicare ai miei Ieg- (i) Il sig. cav. Dottore Rayer mi mostrò alcuni conigli campati a questi sperimenti , ed altri morti, nell'Anfiteatro anatomico dello spedale della Carità. i87 gitori una più estesa ed esatta descrizione intorno ad un tanto rilevante carattere del choléra-morbus. Stando alle osservazioni del sig. Bouil-laud, nello spedale della Pietà l'eruzione migliare o pustolosa del choléra fu frequente nove volte in dieci , vale a dire, che di dieci cholérici in uno può mancare. E nel vero delle cinquanta nercoscopìe eseguite alla sua presenza solamente cinque non presentarono l1 eruzione di cui te-niam discorso. Io però non esito ad asseverare che in que' cinque casi lungi dal non essere al tutto esistite cotali granulazioni o pustole intestinali cholériche , non saranno in vece state visibili ad occhio nudo ; posciachè a me stesso è accaduto qualche volta di non poterle vedere senza il soccorso delle lenti. Un tale avvenimento , avvegnaché raro , bastava mentr' io era in Parigi a far negare o punto valutare da alcuni medici simile eruzione. Ma le cose di fatto vincono alla fine la più i88 ostinata incredulità ; ed è perciò che l'e-santema , o , se si vuole , le granulazioni gastro-enteriche del choléra, sono oggi-mai da tutti in Francia riconosciute; tantoché vennero sin distìnte in discrete e con~ ßuenti, ed in forza delle ricerche senza fine reiterate da molti medici in particolare della Capitale di Francia si ammettono pure nei casi rapidissimi che menano a morte entro le ventiquattr' ore dall' invasione del morbo. Se però tutti i medici francesi veramente osservatori al presente convengono che questo carattere anatomico-patologico del choléra generalmente sussista , non tutti concordano riguardo alla sua natura ed essenza. Vi ha chi pensa , a cagion di esempio , esser esso formato dall1 incremento de' follicoli o glandole del Brun* nero , non escludendo qualche volta la stessa condizione morbosa in alcune placche del Peyero : altri ne riferiscono la genesi ad una specie d' iperartrofia , ad uno i89 stato di erezione de1 follicoli della membrana mucosa degli organi digerenti e della respirazione ( ove in questi pur, siccome avviene , I' esantema esista ). Ci è eziandìo chi porta opinione eh' ei provenga dalla tumefazione delle papille o velli gastrointestinali. Di quest'ultimo avviso sono i signori Serres e Nonat ? locchè risulta dalle dotte e bellissime ricerche per essi publi-cate. Quanto a me, sebbene grandemente ammiri cotale ultima opera, e rispetti le prime sentenze 5 pur tuttavia non posso rimuovermi dal credere , che la medesima eruzione in tutte le sue modificate forme altro non sia che il vero esantema caratteristico del contagio cholérico. Né questa mia credenza poggia sopra una fantasìa, od è mantenuta da caparbietà di opinare; ma è fondata su strette analogìe con gli esantemi delle altre con-tagioni. Se la morte non prevenisse sovente il completo sviluppo di cotesto esantema , si vedrebbe la sua forma presso- ig» che sempre identica alla vaiolosa (i). Il Volume di queste per lo più abortite pustole è compreso tra il grano di miglio e della canapa. Neil' Hotêl-dieu con il signor Bally nel!' esaminare il cadavero di un vecchio cholérico io le vidi simili ad una mediocre pustola di vaiolo vaccino spurio , appianate , di figura lenticolare ,• diffuse sino alla mucosa della vesciga urinaria, piene di pus lattiginoso. Rosse al- ( i ) Parlando di siffatta granulazione, o pusto-ìazione, dice T altrove lodato clinico sig. Bouillaud; elle imite jusqu à un certain point V eruptionva-rioUque à sa premiere periode ( Vedi oper. cit. fac. 5Ô2 ). E nelle descrizioni'anatomiche de'cho-lérici egli ricordando spesso quella granulazione, Ï appella eruzione vaiolosa. Anche il sig. Bally so-tea denominarla variolœ intestinorum. Per la stretta analogìa di forma adunque che è tra le pustole di questo esantema e quelle del cholérico io non temo di affermare che se le seconde potessero toccare la loro maturità pria della morte, presenterebbero quasi identità alle prime. Ï91 lorchè sono migliari , e bianco-grigiastre quando si danno a vedere nel loro maggiore accrescimento, scorgonsi spesso circondate alla base da un1 areola rossa , che si converte in uniforme iniezione se l'esantema è confluente. Contengono esse una materia pellucida , talvolta crassa , e si veggono in qualche caso o con la punta nera od ulcerata. Per dir tutto in poco , il corso della intiammazione , della suppurazione e qualche fiata della cancrena dell' esantema vaioloso , si rappresenta ( salvo quelle modificazioni che debbono venire dalla diversità che passa tra il tessuto cutaneo ed il mucoso intestinale, e dagli effetti de' differenti agenti di contratto ) nelle fasi dell' esantema cholérico isvelate per le necro-scopìe. Che ove mi fosse lecito comparare P ultimo stadio visibile ( di esiccamento e desquammazione ) delle pustole vaiolose, coli' invisibile delle cholériche , que' tormini , quelle turbazioni e quelle sciolte di ventre sì comuni nella convalescenza del 192 choléra , Len potrebbero tenersi in conto di effetti dell' esiccamento e desquamma-zione di coteste ultime pustole (1). Tornando alle nostre generali considerazioni ; vedevano i medici nel processo del choléra viziarsi 1' ematosi ? disossigenarsi il sangue aterioso e formarne identica massa col venoso; essere scevrato 1' uno e l'altro delle parti tenui; affluir queste agli organi gastro-enterici, e quindi darsi origine alla cianosi ed a varii stagnamenti nel sistema vascolare sanguifero. Il perchè volgendo eglino il necroscopico studio a cotai sistema , trovavano sfiancati ed infarciti di atro e crasso sangue i vasi del fegato che si scaricano nella vena cava inferiore ; e dessa e la superiore presso al cuore stivate di egual sangue. Né qui solamente, ma ve n' era ne' ventricoli dello stesso cuore, nell'aorta ed in tutti i vasi pulmona-ri. Se i cholèrici passavano a morte nello (i) Bouillaud loc. cit. i93 stadio di riazione , discoprivano non di rado dilatati soprammodo e rigonfii di sangue i vasi cerebrali , ed effondimento di siero entro i ventricoli : analoghi infarcimenti tal fiata scontravano ne1 vasi addominali. Estendendo le medesime ricerche egli vedevano vuota talvolta e più spesso turgida di nerastra bile la cistifellea : flaccidi ed ampliati i condotti epatico , cistico e coledoco j e piena o mancante di bile che ella fosse la vessighetta del fiele , sempre non eravene in que1 condotti e nei tenui intestini (1). Vedevano la vesciga orinaria in tutt1 i cadaveri vuota di urina, in piccol volume ridotta e rugosa nello interno , starli) Questi generali riassunti d'una massa di osservazioni fatte in Parigi , sono stati in qualche modo contraddetti delle particolari indagini del signor Bouillaud. Ecco com' ei si spiega riguardo alla cistifellea ed all' umore contenutovi. Chez la plupart des cholériques, la vésicule du foie con- i3 *9* sene rannicchiata dietro i pubi. In un ca-davero io osservai in essa e negli ureteri alquanta materia purulenta ; ma nella totalità de' cholérici vidi le sue interiori pareti intonacate da materia somigliante alla crema , identica affatto a quello strato che è negl' intestini ; la quai materia si estende pure nelP apparato escretore de' reni, e sin nello stesso parenchima di cotali organi, donde facilmente si esprime con la pressione. Tra i cruciosissimi sintomi che in poco esauriscono la vita e disfigurano i sembianti dei cholérici, non deono tenere secondo luogo i crampi, le contrazioni del diaframma, il singhiozzo , i convellimenti tenet une quantité ordinairement assez considerable de bile, plus épaisse et d un vert plus foncé que dans Y état normal ; ce n était que dans quel ques cas exceptionneles que ce liquide conservali une couleur d'un vert tirant surla jaune et su consistance ordinaire ( loc. cit. ). i95 tetanici, le turnazioni de1 moti cardiaci ec. Laonde avvisavano i medici a scrutare Io slato della midolla spinale ( altro de'centri innervatori dell'economìa della vita organica), che i noverati fenomeni dichiarano profondamente lesa. Ma esaminata le mille fiate la polpa midollare della spina non ha presentato tracce di offese proporzionate alla intensità de'predetti sintomi. Tutto al più si osserva in alcuni casi un po' di siero unito a qualche bollicina d'aria sotto la lamina aracnoidea del cordone spinale: ed olire il consueto turgidi i vasi sanguiferi che scorrono alla superficie di esso cordone , con altre apparenza morbose di non grande momento ; alle quali non poteasi assolutamente accagionare tanta veemenza di spasimi nervosi. Vero egli è che dalle numerose osservazioni necroscopiche eseguite pel professore Delpech e Dottor Coste di Mompellieri, dal Lowenhayn di Mosca , e da Giovanni Lizars d' Edimburgo risulta, che sempre il sistema de1 gangli ner- iS6 vosi fu trovato qua e là sensibilmente e notevolmente leso, per modo che da queste lesioni ben potevasi inferire la principal cagione operatrice di tutti i fenomeni cholérici, e dei letal fine cui soggiacevano i malati ; è però egualmente vero che altre innumerevoli necroscopìe praticate in altre parti d' Europa, e segnatamente in Francia , non solamente mancarono di presentare eguali offese in quei nervi ( offese cioè proporzionate alla gravezza de' sintomi cholérici che recarono a morte) , ma di più moltissime volte non iscontrossi ne' medesimi nervi orma di essenziale lesione (1). Non ostante (i) ,, Io ho notomizzato ( scrivea il sig.Bouillaud neh" opera e luogo citato ) recentemente i nervi delle estremità inferiori di nn cholérico che avea sofferto i più violenti crampi, e gli ho trovati nello stato più perfetto d'integrità 5). E poco più oltre, ,, L'importanza della parte , che un chirurgo celebre assegnò nel choiera ai gangli semi-lunari ed ai 197 lutto ciò penso di rendere meglic utile il presente articolo recando qui il compendio speciale di diecisette necroscopìe riguardo al sistema de' gangli, ricavato dall' opera dì By John Lizars che ho mo per le mani (1). In dieci cadaveri il neurilema de' nervi plessi che da essi derivano , mi ha determinato ad esaminare attentissimamente questi organi in quasi tutti gl'individui. ammorbali che morirono nelle mie sale. Io qui dichiaro, che in niun caso il sistema nervoso gangli/orme mi ha offerto lesioni di struttura. In qualche cadevero i gangli ed i plessi avevano conservato la tinta bianca o bianco-grigiastra che è del loro stato normale ; ma più spesso i gangli semi-lunari e i gangli cervicali, a simiglianza di moltissimi altri organi, avevano un color di lila, rosato o violaceo, con o senza iniezione manifesta. I gangli semi-lunari mi han presentato inoltre qualche varietà di volume ; le quali cose non doveano aver relazione con il cholera, ec. ec. ,,. (i) Substance of the investigations regarding Choléra asphyxia ec. Edimburgo MDCCCXXXII. i98 pneumo-gastrici avea iniettati tutti i vasi sanguiferi ; in uno il nervo era dilatato ; in un altro fatto più consistente , ed in un terzo il neurilema infiammato con enhi-mosi ( patches ). In sei il neurilema dei nervi splannici tutto iniettato e vascoloso: in due i gangli alla loro origine fortemente ingorgati di sangue: in uno sin enhi-mosati. In otto il plesso solare avea in tutta la sua estensione i vasi sanguiferi moltissimo inturgiditi ; in tre era dilatato, ingrossato ed infiltrato di sangue e di siero ; in due ammollito. In quattro il plesso renale assai vascoloso; in quattro altri iniettati i plessi esofagei ; in uno il ricorrente del nervo pneumo-gastrico vascolosissimo; finalmente in cinque il plesso cardiaco coi vasi zeppi di sangue. Egli è forza credere che in Inghilterra meglio che in Francia ed altrove si eno apparse nelle ispezioni de' cadaveri le patologiche lesioni nel sistema de' gangli ; imperocché la più eletta parte degli osserva- *99 tori ingelsi concorde fisaa in esso sistema le fondamentali azioni morbose del choléra. E non ve le fissa già per conseguenza d'induzione dai fenomeni che sorgono col morbo , e che lo accompagnano in tutto il suo corso ; ma per fatto confermatissi-mo di tutte quante le necroscopìe. Non ripugna certamente alla ragion patologica che certe tracce di processi morbosi nell'intima e fina organizzazione possano per le tante cagioni di clima , di temperamento , di età , di condizione , di modo di vivere, di gradi della malattia , di pronta o tarda morte, di sollecita o ritardata investigazione de'cadaveri ec.ec. rendersi più o meno appariscenti j sorprende per altro che queste tracce in molti luoghi ed in tant' individui occhio anatomico non le abbia saputo riscontrare. Ma sia pur come si vuole , a quali conclusioni in generale han portato tutte queste osservazioni necroscopiche ancorché innumerevoli volte confermate nel choléra ? 200 Mi sarà forza dirlo : alla conclusione che V essenza di cotal morbo ed il sustanzial modo di agire delle sue cause prossime, in onta della notomìa patologica, rimarrebbe tuttora per lo meno tanto tenebroso quanto lo era prima che i coltelli anatomici si logorassero a ricercarlo. E così è di fatti ris-spetto a que' medici, che arrestatisi a rilevare gli ultimi effetti del choléra , ristretta a questi han giudicato V opera delle sue cause produttrici, e su di essi han modellato la lor terapìa; e Io è eziandìo risguardo a chiunque traviando dall' analisi razioT naie delle progressive azioni de' morbosi principu si è avvisato sol dalla necrosco-pìa dedurre la natura della infermità ed inferirne le indicazioni curative. Ma in Francia ( salvo i pochissimi proseliti delle esagerate brussesiane localizzazioni ) noi trovammo tutti penetrati dalla grandissima importanza di studiare razionalmente la successione patologica delle azioni del fomite cholérico nella natura de1 sintomi 5 201 e sugli effetti de' rimedii con razionali vedute ministrati, e non mai sulle ultime alterazioni che presentavano i corpi già da molte ore fatti cadaveri ; alterazioni che mal si saprebbero distinguere da quelle cagionate dagli estremi conati delle forze vitali nello svolgersi dalla materia organica, e sin da quelle che ne è operatrice la stessa morte. Quindi è che io avea colà tutti i mezzi d1 ammaestramento per raffrontare lo stato patologico degli organi più offesi dal choléra, quale mi si presentava nelle necroscopìe , con la successione e gradazione de' speciali sintomi che nel processo del morbo esprimevano i disordini e le offese in ciascheduno di quelli. E avverava in primo luogo, che ove la malattìa avvenisse in sogetti dotati di buona resistenza organica, e prontamente corresse a letal fine , comunque sfrenati fossero e vomito e diarrea e gli altri fenomeni dinotanti gravi lesioni degli organi ga- 202 stro-enterici, nelle aperture di codesti cadaveri spesso non rinvenivansi i detti organi in condizione morbosa corrispondente alla natura ed al grado di que' sintomi. Però non era raro osservare i tessuti dello stomaco e delle intestina, che per avventura si sarebber supposti in grande irritazione con afflusso di sangue , flaccidi, smunti e quasi vuoti di esso umore: così distanti e minime le granulazioni sulla interna superficie della lor membrana mucosa. E se iscorgevansi talvolta non rilassati ne pallidi essi tessuti ; se i vasi sanguiferi che vi si diramano erano bene visibili , non potevano pertanto egli dirsi sì turgidi e sviluppati in continue arborizza-zioni od in estese iniezioni, che bastasse a dare anatomico-patologica ragione de'ridetti sintomi. In secondo luogo verificava, che quando i crampi erano insoffribili, violente le convulsioni del diaframma, eccessive le contrazioni tetaniche , estremi in somma tutti gli altri fenomeni di profonda offesa 2o3 ai centri nervosi della vita organica, per le necroscopìe alle volte non si scoprivano affatto tracce di cotali lesioni nelle visibili parti dei nervo trisplannico , in quelle dell' ottavo pajo , dei diaframmatici e nei gangli semi-lunari; mentrechè all'opposto accurati patologi e notomisti francesi assicuravano di aver osservato con la maggior mitezza, e sin con la mancanza di alcuno di que' spasmodici sintomi , i gangli mesenterici sviluppati ed arrossati , siccome pure le più rilevanti apparenze patologiche nella midolla spinale che si possono mai incontrare nei cadaveri de' cho-lérici : sulla quale esistenza o mancanza di effetti patologici di già tenemmo sopra più «steso discorso. Per ultimo avverava , che non sempre le sembianze del degenerato sangue , gl' ingorghi flussio-narii, i ristagnamenti ne' vasi sanguiferi fatti chiari per le necroscopiche ispezioni, stavano in rapporto colla cianosi e co' diversi altri effetti della viziata sangui- soi ficazione \ effetti soliti a manifestarsi nel choléra. A questo proposito voleva persuadermi un giorno l' altrove ricordato sig. Dottore Laroque, nello spedale Neker, dell'im-mancabilità di una condizione patologica nelP organo centrale della circolazione del sangue confermata in tutte quante le sezioni de1 cadaveri cholérici da lui eseguite ( eh1 erano certo numerosissime ). Andava perciò fermamente asserendomi la costante esistenza della contrazione e di una specie d' ingrossamento nelle pareli del ventricolo sinistro del cuore ( che assomigliava alla iperartrofia ), per cui l'a-pice di quest' organo pressoché dispariva ritirandosi verso la base ; ed al contrario della dilatazione e del rilassamento in quelle del sinistro (i). Aggiugneva essere stato (i) Già in Ingliterra era stata notata, ma non sempre , siffatta condizione del cuore ; e segnatamente Lizars in moltissimi cadaveri avea trovato il ven- 2o5 egli in Parigi il primo e V unico a volger V attenzione allo stato del cuore ; e recavami questo fatto per eccezione alla variabilità de' seguiti della malattia , che narra-vami aver tutto dì rilevato nelle molte ne-croscopìej seguiti soventemente non relativi e talora sino in opposizione alla natura dei sintomi della medesima infermità. Comecché da me non si desse a siffatta condizione ( quand' anche fosse stata dimostrata tricolo sinistro cosi concentrato e resìstente che conteneva a mala pena un dramma di sangue : all' opposto il destro dilatato e ripieno di sangue scuro, rappreso ed in parte trasformato in coagulo fibrinoso. IN eli' analisi chimica del sangue de' cholórici di Tommaso Thomson riportata nel Philosophai magazine and annales of Philosophy , nuova serie num. 65,maggio i832,leggesi che in quasi tutti i morti pel choléra trovasi un polipo nel cuore del color di bufalo composto di fibrina fibrosa, il quale distaccato dalla cavità acquista un colore rossastro siccome avviene in generale della fibrina ( vedi fac. 3$7 ). 206 immancabile ) quell' importanza che altri forse avvisava a darle, risguardandola qua* le effetto pur esso delle secondarie azioni morbose del choléra ; cionnondimeno mostrai a quel medico il desiderio di poterla co' miei sensi cerziorare. Sollecito ed officiosissimo mi menò egli tosto nell'Anfiteatro delle sezioni anatomiche ov1 erano sol due cadaveri. Aperto il petto dell'uno ne fu tratto il cuore, il quale tasteggiato da prima , poscia inciso trasversalmente al centro de' ventricoli , ci presentò per verità contratta e come ingrossata la tessitura della cavità sinistra , ed isfiancata e lassa la destra. Se non che operato altrettanto nel secondo cadavero nulla si trovò d' innormale nella disposizione organica del cuore. Sarebbe a me bastato questo confronto per non ammettere la pretesa costanza di tale fenomeno : tuttavolta mi piacque tornare alla medesima ricerca nel-Y ffotél-dieu unitamente al signor Bally > ove raffermammo la variabilità non pur 207 di questa, ma e di tutte le osservate condizioni patologiche del cuore. E qui per venire alle brevi intorno alle cose tutte discorse in questo articolo sulle osservazioni necroscopiche del choléra-morbus, dirò in conclusione , che la noto-mìa patologica circoscritta allo studio degli ultimi materiali effetti delle azioni cholé-riche in nulla è tornata profittevole a chiarire i modi, le successioni, le corrispondenze e la diversa natura sotto identiche sembianze degli stessi materiali effetti di quelle azioni (1) ; siccome punto non lia giovato alle bisogne della medicina pratica ( ommettendo anche ad onor della scienza il nocumento che ha potuto ca- ( i ) I Redattori principali della Gazzetta medica di Parigi, hanno notato questo scambio da taluno colà preso nel qualificare con prevenzione gli ultimi effetti materiali del morbo sui cadaveri cbo-lérici. Suppongo di far cosa utile riportando con le ite*se loro parole 1' »siervazione •semplificata di 2»8 gionare all' umanità con de' falsi ed esclusivi concetti sulla natura del morbo !), All' opposto ella è riuscita utile a disvelare V opera de' reconditi principu di cotesto cotale sbaglio , affinchè all' occasione ognun che il voglia possa evitarlo e guarentirsene. ,, La no-tomìa patologica del choléra ( così scrissero ) è molto poco avanzata. Le occasioni di osservare non sono mancate, ma non furono colte con quello spirito di osservazione che a buon fine conduceva. All'aspetto de'disordini cagionati da questa malattìa, si è piuttosto cercato di ravvicinarli ad altri che si rinvengono in seguito di altre infermità 5 che di descriverli quali sono, e con tutte le circostanze che li caratterizzano. E ciò la conseguenza di un pregiudizio assai generale. Noi difficilmente ne guardiamo di indagare le analogìe delle cose che conosciamo , in presenza di quelle che non si conoscono. Sarebbe stato necessario nell' anatomìa patologica del choléra di precisare rigorosamente le alterazioni , e di descriverle fatta astrazione dalle idee d'infiammazione. Di fatti presentandole sotto questa denominazione si negligentano molte varietà anato- zog malore sull1 organico-vitale economia ; a far concepire le più verosimili idee circa P essenza e la maniera d' agire di essi principu 5 ed a stabilire le meglio ra- miche , inutili per coloro che con prevenzione le risguardano come tracce del medesimo processo morboso , ma essenziali, ma indispensabili agli ocelli del vero osservatore e sperimentatore, pel «quale esse possono includere delle indicazioni differenziali di grande importanza. Diamo qualche spiegazione su questo particolare. Supponiamo un centro di flussione permanente , e che questa flussione arrivi a determinare una vera infiammazione, vale a dire a provocare un movimento di riazione persistente , accompagnato da intima modificazione del tessuto, quale si scontra generalmente nell'infiammazione attiva. Supponiamo che non lungi da questo punto infiammato una causa meccanica qualunque abbia determinato la congestione puramente passiva di un altro organo; e supponiamo in fine che per una complicazione di circostanze ( quale ci vorrebbe per produrre questi Ire diversi risultamenli ) vi fosse stasi di sangue in altro punto più o men prossimo ai due primi : in 210 gionate indicazioni curative nella pratica, ogni qualvolta che i notomisti patologi con buon senno di filosofia medica son risaliti da que1 materiali ultimi effetti ( soccorsi una parola , arresto e difetto di circolazione. In questo caso i tre effetti , analoghi a prima giunta per l'osservatore disattento, o per chi porta idee preconcette , presenteranno notevoli differenze ad ognuno che gli studi nelle loro minime varietà. Lo stesso è in una malattìa che produce in generale dei grandi disordini nel tubo digestivo. Non è egli importantissimo lo scevrarsi di tutte le idee di analogìa tra queste alterazioni e quelle che vengono per molte altre malattìe ? Imperocché sienvi pure tutte le possibili opparenze di parità, la descrizione pura e semplice dei caratteri della lesione, della sua sede , della sua profondità , delle sue dimensioni, del suo aspetto ec. ec. , mentre non impedirà il ravvicinamento di queste parità, avrà il vantaggio di presentare cotali lesioni allo spirilo quali sono e quali debbono essere per tenere il loro grado nella enunciazione storica e fenomenologica della malattìa. Questo è il migliore , più sicuro, anzi l'unico metodo da tenersi : è quello che perduce ad utili ri- 211 dall' analisi delle cause e de' sintomi della malattìa non meno che dal potere de' ri-medii contr' essa ) , progressivamente seguendo le azioni cholériche sino al primitivo essere della ripetuta infermità ; ed hanno studiato le lesioni che il choléra produce ne' varii organi sull' uomo vivente quando i fenomeni che vengono dalle turbate. .leggi della vita , ben contemplati , possono indicarne la natura ed il gravame ; essendoché 1' organizzazione abbandonata da ogni vitale influenza e presso a risolversi in materia bruta non ci manifesta le intrinseche qualità, ma il termine ( e spesso fallacemente ) de' passati lavori sultamenti tanto il sistematico , quanto il pretto osservatore ; essendoché delinea i fatti materiali e certi, e lascia libertà a ciascuno d'interpretarli secondo le proprie dottrine. ( V. Examen de la Doctrine Physiologique , appliquée a V étude et au traitement du choléra-morbus etc. Par les Rédacteurs principaux de la Gazette medicale de Paris, pagina 145 , 147 e 148 ). 4* 2Ì3L morbosi. E per istringere il tutto in poche e signijfìcanti parole , ripeteremo che nel cholera 5 come in tutte le malattie contagiose ed anche in altre molte di diversa natura, il saggio medico dee giovarsi più assai di una notomìa patologica razionale sui malati che della materiale necrosco-pìa, se non vuol cadere nei vaneggiamenti perniciosissimi dell' esclusive dottrine flogistiche , e se si avvisa di camminar sicu* ro sul sentiero della soda osservazione e e della salutar pratica. ABTICOIjO xïiï. Ragguagli intorno alla terapìa del choléra in generale. jOino a che il choléra sen restava al di là de' confini di questa parte del mondo , i medici europei ( eccettuati gl'Inglesi presso le compagnie delle Indie ) non si occupavano di cotal malattìa che come soggetto di erudizione e di confronto col choléra altre volte osservato epidemico in qualche parte di Europa , o collo sporadico che suol mostrarsi isolatamente massime nel suo mezzo giorno. Ma non sì tosto cotesto flagello , rotti i limiti che per lunga pezza avevano valso a ritenerlo , sorpassò sterminatore le geografiche barriere del nostro nord ? che tutta l1 ip- •21^ pocratica famiglia,avida riassumendo gl'in-dagamenti e gli studii de' medici inglesi, con ardente zelo intraprese ad istruirsi sulla natura e sopra i mezzi di combattere un tanto malore. Col pronto moltiplicarsi e con il pari diffondersi delle mediche osservazioni intorno al paventato morbo già ognuno , conformemente a' suoi lumi ed alle sue dottrine, erasi come dire approntato un piano di cura, prevedendo ( ammaestrato dalle istorie di altre esotiche conta-gioni 5 che introdottesi in Europa ne invasero successivamente ogni parte ) , che presto o tardi avrebbe avuto occasione di doverlo mettere in pratica. Grandemente secondarono il largo ed universale acquisto di utili cognizioni i provvidi Governi così per la scielta come pel numero dei valenti medici inviati da lunghi ad incontrare ed a far studio del choléra ; cosicché in breve lasso di tempo la medicina europea si trovò dappertutto forte d' insegnamenti per maniera da poter venire qnan- 2i5 do che fosse alle prese con la medesima infermità. Non ostante tatto ciò udivansi e si odono ognora le clamorose querele non pur del volgo , ma ancor de' moltissimi non compresi nella sua turba, contro i medici, perchè lungi dall'arrestarsi, verso noi progrediva la costernante cholérica contagione. Era ed è un morale supplizio per ciascun medico il sentirsi ad ogni stante ripetere il rimprovero , non sapremmo dire se più ingiusto o irragionevole , di non essersi saputo trovare rimedio al choléra : quasiché i medici dovesser sempre aver possanza d' infrenare anzi di spegnere checchessia violento morbo ; quasiché i flagelli mandati dal cielo a punizione ed emenda delle umane colpe si potessero d*un subito arrestare dalle poche mani di noi pur colpevoli mortali ! E che non han fatto i ministri delle scienze salutari in questa lacrimevole contingenza di morboso esterminio ? Non basta forse 1' eroismo di tanti 2l6 e tanti nostri confratelli che quasi spontanee vittime corsero ad immolarsi per aprire scampo alla minacciata società ? Né le vigilie e i lunghi studii in che alcuni medici si sono consumati; né i duri stenti j le penose sensazioni con fermezza sopportate ¦> i gravissimi pericoli da altri corsi , varranno a rendere meno ingiusta verso di noi quella stessa società che a tutto nostro costo adoperiamo a beneficare? Ammutolischino una volta, se non vogliono esser riconoscenti, i detrattori della medicina , perciocché i destini di questa scienza sul choléra sono oggimai compiuti. Si è conosciuto il modo probabile di preservarsene , il rimedio certo di spegnerla al suo primo ingenerarsi, ed il metodo di cura meglio razionale e proficuo per combatterla allorquando negletto quello e questo spiegasi il morbo e si avanza anche con tutti gli spaventevoli segni di gravezza e di pericolo. Quanti tentantivi abbia fatto la terapìa 21J per adempiere alle bisogne della medicina pratica , e per consolare in questa desolatrice calamita pubblica la trepidante umana specie, pochi vi sono tra le culte persone che noi sappiano. Giammai forse sono stati messi alli prove più rimedj di quelli che si presero a sperimentare nel choléra asiatico. Come malattìa nuova in Europa e sì corriva alla morte con fenomeni d' estingimento della vita organica , pareva a prima giunta che dovesse ricercarsi un rimedio specifico a sanarla anziché un metodo di cura razionale indicato contro ciascuna delle organico-vitali lesioni ; mercechè queste erano tanto fu-* gacemente indicate dai rispettivi sintomi, da non sapersi vedere il tempo materiale per metterlo in opera. E d'altra parte pre-stigiava le menti di molti medici la vantata efficacia de' diversi specifici che erano in gran voce medica e popolare al di là dell' Europa , ove il morbo da non pochi anni anche più mortifero dominava. 2i8 Egli è perciò che dapprincipio s'intrapresero nel Nord cure esclusive col calomelano , col bismuto , coli' oglio di cajeput, colle soluzioni di sai comune e via dicendo ; ognun de' quali rimedii montò in fama a suo tempo di specifico , ed a suo tempo decadde. Ricordiamone uno in grazia di esempio. Negli estratti de'protocolli delle assemblee generali tenute dai Medici in Riga nel 1801 leggiamo , che il dottor S'wers di cento venti cholérici ? cento e tredici ne avea completamente guariti colla soluzione di sai marino: che il Dottor Erzdorf Kuppfer nello spedale aperto in quella città agli operai ed a1 villici de' suoi dintorni, di dieciotto casi gravi di choléra ne avea sanati col medesimo rimedio undici , e che migliori effetti avea da esso ottenuti il Dottor Mende. Di più, leggiamo in una lettera a stampa del medico consigliere di stato russo Ocliell indiritta al celebre Dottor Carus-, essersi a Pietroburgo per quegli sanati col sai comune tredici cholérici sul numero di quindici ; nella qual lettera sono eziandìo citate altre simili guarigioni conseguitesi in Mosca, e prima nelP Asia , dove la soluzione salina detta era utilissimamente usata dai medici inglesi Searle e Schort sotto la denominazione di rimedio domestico. Gli stessi effetti presso a poco ci venner decantati sul conto degli altri medicamenti testé detti. Ma se ( tornando al nostro esempio ) propriamente la soluzione di sai marino avesse in se quella virtù che sembrerebbe dimostrata da fatti di sì grande autenticità , perchè nello stesso nord altre cure poscia si tentarono , e perchè penetrato il cholera in Prussia que' sapientissimi medici di Hufeland, àìHorn, di Ruff, di Kluge , di Graefe ec. , lungi dallo studiare la miglior maniera di curare il cholera con quella non han trattato i loro ammorbati ? Perchè di quel cotale rimedio non si sono giovati appresso i medici tut- 2.3.Q ti della Germania , dell' Inghilterra e della Francia? Però in Germania, indi in Inghilterra ed in Francia meglio si comprese il bisogno di medicar questa infermità analiticamente e secondo le indicazioni che i suoi svariati sintomi richieggono ; che è quanto dire soccorrere razionalmente alle lesioni dei diversi organi che que' sintomi appalesano. Gli emetici quindi entrarono in gran parte a formare cotal piano di cura; ed a Vienna in ispecie fu tanto riconosciuta la loro eminente utilità , che i medici di quella Capitale non ristettero dal cerebrali quai rimedio specifico del choléra- Osser-vossi inoltre che qualche momento della malattìa in alcuni individui indicava il salasso o locale , o generale. I pratici che sepper cogliere opportunamente questi momenti , e discernere del pari le condizioni individuali che lo ammettevano', somma utilità trassero da codesto mezzo curativo; e se la sua indicazione incontrò degli op- 221 positori che addussero fatti di danno nella pratica, ciò fu appunto perchè in molti casi e' venne intempestivamente e non misuratamente eseguito. Chiaro emergeva il bisogno di supplire alla cessata calorifica-zione coll' artificial calore , e di stimolare gli esteriori tessuti , e qualche volta anche tutta il sistema vivente , onde ravvivarne il fioco e latente principio vitale. Urgeva ad un tempo di sedare i dolori ed i spasmi nervosi, e sopratutto d'infrenare la colluvie sierosa , che riboccando precipitosa col vomito e co' secessi rapidamente seco traeva dal corpo le forze della vita j laonde l'indicazione degli esterni rimedj stimolanti, d'ognissorta d1 irritazioni , de' vescicatorii, de' senapismi , e sin degli escarotici ; non meno che dei sedativi degli antipasmodici , ed in ispe-cie de' clistei laudanati. Finalmente ben si capì, che la perspicacia e l'attività medica dovea venire a nuove e grandi prove quando dallo stadio algido , concitata la 223 macchina vivente a riazîone, presentavansi fante e multiformi lesioni che per più e diversi mezzi doveansi stornare da mortai esito cui veloci correvano. Tali sono le prime basi, che pose la terapìa razionale del cholera in Europa ; ìa qual terapìa rettificata in seguito dalla osservazione e dall'esperienza si stabilì in solido metodo di cura da modificarsi in conformità del grado e delle variazioni del morbo j e tali pur' erano allorché il choléra invase inatteso la Capitale della Francia. Ma non tutti i medici francesi si stettero di primo lancio su quelle terapeutiche basi ; e molti vi furono che vìnti dal desiderio di poter soccorrere più pronti e più sicuri alle stragi cui volava il morbo nella lor patria , dalle dette basi si scortarono per ricercar nuovi mezzi di salute. È noto il larghissimo uso del pand del sig. Magendìe nell' Hotêl-dieu ( sebbene nelle sue cure entrasse a tempo il salasso e qualche volta fosse sostituito al 2.2.0 punck ! ). Le pareti delle strade di Parigi si vedevano adorne di grossi cartelli a stampa che annuziavano i compositori e venditori del punck anticholerico del professor magendie. - Il sig. Petit faceva ricorso agli opiati uniti ad altri stimolanti diffusivi ed a' tonici internamente : per 1' esterno poi ad un linimento composto di ammoniaca con oglio di terebentina. - Il signor Honoré pur si era dato ai più forti stimoli esterni ed interni 5 tra i quali e1 prescriveva certi incendiarii clistei di estratto di ratanìa , etere solforico e laudano. - Mi raccontava il sig. Bally di aver tentato dapprincipio pur esso gli opiati, poi un dopo P altro il solfato di chinina, il ghiaccio, Polio di croton-tigliwn, il galvanismo. - Anche il sig. Brechet sperimentò il galvanismo e P elettro-puntura. - Il sig. Recamier metteva alle prove il solfato di soda, ed i bagni freddi. Nel mentre che i nominati medici nel-P Holél-dieu andavano facendo gli accen- zzi nati tentativi, nello spedale della Pietà i signori Andrai, Bouillard, Clement, Sei* res - Louis ; ed i chirurgi Velpeau e Lis* franc- cimentavano altri differenti rimedi , istituendo confronti di cure , e riunendosi tutti quotidianamente a riferire i rispettivi successi , e a discutere sui nuovi provvedimenti curativi che proponevano di adattare. - Nello spedale di s. Luigi iE sig, Biet, sospettando un principio miasmatico ingeneratore del choléra, prese ad amministrare il carbon vegetale ; nel che era seguito daL sig» Emery. Oltracciò il primo andava provando anch'esso gli effetti dell'elettro-puntura. - Il sig. Barone Ali-hert sembrandogli di scorgere nel processo dei choléra molta analogìa con quello della perniciosa algida del Torti , avvisò ad applicare la cura di questa a quella malattìa ; e però amministrava prima gli e-metici , poscia le preparazioni di china. - In mezzo a questi tentativi di cure e ad altri varii che appresso accenneremo > i 223 medici dello spedale della Carità sig. Rayer i Foucjuier -, Dance -, Lermenier e Rallier si tenevano consentanei ad una cura sintomatica , ma in tutto eccitante , sol qualche volta ricorrendo alla sanguigna locale. Ma non cessavano nel medesimo tempo (e segnatamente il sig. Rayer ) di penetrar con T analisi le lesioni recate dal morbo ai diversi organi, e di studiare per via di sperimenti e di comparazioni le qualità acquistate dal sangue de' choléri-ci ? donde poi vennero a quel razionai metodo di cura che noi vedemmo adoperare con tanto buon successo dal medesimo signor Rayer. Intanto proponeva il sig. Serullas il protossido d' azoto ( gaz ilarante del Da-vy ) 5 perchè combinandosi con 1' azoto dell'economìa animale spiega in essa le proprietà dell'ossigeno favorevolmente modificato. E dava a sperimentar questo rimedio al sig. Dottore Damiron nello spedale di Val-de-grace -, il quale ministra- i5 22& vaio colà., unito all' acqua d' ordinaria temperatura nella proporzione della metà del volume 5 ad otto cholérici, fecendone bere a ciascuno nello spazio di cinque o sei ore circa quattro litri , e , secondochè affermava, con buon esito. Vederemo nel seguente articolo V utilità che par di poter sperare da questo rimedio non dato per lo stomaco , ma introdotto con 1' inspirazione. Intanto si veniva alle iniezioni nelle vene con soluzione di acetato di piombo , o con acqua calda, elevandone sempre più la temperatura. Intanto si credeva di aver ottenuto vantaggio dal magnetismo animale, e dalla compressione all' epigastro ; siccome pure dalle frizioni mercuriali. E intanto si proponeva 1' olio di uliva all' esterno ed all' interno ; la legatura degli arti, e si reiteravano le prove fatte in Ingilterra da Steele , dal Greenhow con le correnti galvaniche ne' pulmoni, e con 1' inalazione dell' ossigeno o del gas ossido nitroso. Ognuno in prima speranzato adduceva i buoni 22"] successi del proprio metodo di cura o dell' usato esclusivo rimedio , e qualcun poco dopo sgannato lealmente ne cantava la palinodia. Comunque sia egli è argomento di gran lode pe1 medici francesi il non aver ceduto, da que' saggi eh'è sono, alle illusioni ; conciossiachè ben tosto, diffidando delle cure irrazionali e de' rimedj specifici , seguitarono a meditare sui processi delle organico-vitali lesioni che si operano dal fomite cholérico nella umana macchina, e scrutati nei suoi turbamenti gli sforzi con che la natura, movendo a riagire i poteri della vita, intende ad opporvi si,' si dettero con rimedj diretti e confacenti a secondargli, e a roborarne più o meno energicamente la possa : in una parola , tornarono alla medicina razionale. A questo uniforme stato io vidi ridotta la terapìa francese contro il choléra mentre era a Parigi ; e sì fermi stavano que' medici nelle cure razionali, che celebrandosi a quel tempo gli effetti delle iniezioni sa- i5* 22% line nelle vene, proposte pel primo dal dottor Latta , indi usate a Glascow da /. Adair Laurie , a Islington dal Gerdwood, da Lutile , Bennet , Carruthers e da altri altrove , eglino nemmen pensarono allora né han pensato dappoi a sperimentarle. Tornerò anche su queste nel veniente articolo. Io seguiva la pratica di essa terapìa specialmente nell' Hotél-dieu sotto i signori Rally e Recamier , e faceva oggetto di particolare studio 1' analizzarne le particolarità , e confrontarne i risultamene colle modificazioni della medesima pratica tenuta dal sig. Rayer nello spedale della carità , dai signori Serres e Louis in quello della Pietà , dal sig. Laroquc nell' ospedale Nefcer ec. Con tutto ciò e con altre osservazioni fatte sui malati nelle proprie case , mi è sembrato di poter stabilire le norme più convenienti alla cura del choléra, che verrò nel seguente articolo, giusta P ordine di successione degli stadii del morbo , esponendo. 22g ARTICOLO XÎV. Cura metodica e razionale del choléra. 1 avanzammo alla fac. 216 essersi trovato il modo probabile di preservarsi dal chole'ra , il mezzo certo di spegnerlo al sua primo ingenerarsi , ed il miglior metodo di curarlo qualora posti in non cale i preservativi , ed ommessa la medicazione dei fenomeni precursori , esso si sviluppasse. Circa al modo di preservarsi dal detto morbo, avranno i leggitori nell'ultimo articolo di quest' opera i precetti di pubblica e privata igiene che condur possono a cotanto salutar fine. Rispetto poi alla maniera di curarlo , prima d'intraprenderne qui la sposizione stimo necessario avvertire, che se io affermai alla citata fac- 2Ó0 eia aver la scienza toccato il compimento de'suoi destini, ciò non dee intendersi in senso assoluto, in quel senso latissimo che veggiam soliti a prendere gli estranei alla medicina le favorevoli asserzioni dei medici. Si sono compiti riguardo al cholera i destini della nostra scienza ; ma gli ordinarii suoi destini. Ella si è completamente sdebitata verso la società quando con tutti i possibili mezzi è giunta a discoprire il metodo di cura più confacente a sanare cotesto malore. La certezza della salute in checchessìa malattìa non istà né starà mai nel poter della scienza; non è opera sperabile dalla imperfezione degli umani mezzi. Che se in tante bisogne della medicina pochissimi rimedii essa possiede i quali veramente possono dirsi specifici e sicuri ( la china , il vaccino , ed il mercurio ), il loro trovamento deb-besì al caso e non mai al valor della scienza. Col caso la provvidenza suole aprire all' uomo anche non medico simili bene- 251 fizii. Ben altro costa a' medici, e di ben altro giustizia dovrebbe far loro ragione per esser arrivati ad interpretar la natura intorno alla miglior curagione del choléra ( siccome della petecchia e di altri contagi ) i di quello che se un fortuito accidente avesse posto loro tra mani qualche specifico mezzo di guarirlo. Con il di più, che gli sforzi della medicina contro questo morbo sono stati coronati da un esito non ottenuto nello studiar la cura degli altri contagi ; dall' esito segnalatissimo di poter con facilità e sicurezza distruggerne il fomite tostochè con le sue prime sensibili azioni si manifesta. Ma veniamo alla nostra sposizione. Chiunque è sollecito della propria salute in occasione del choléra dee solertemente vigilare sulla parte sensibile del primo stadio di cotai malattìa. Ove si senta preso da qualcuno o da molti di que' fenomeni di preludio che noverammo nel primo stadio ( v.fac. 71 e 72 ) sieno pur egli aß2 lievi od intensi , si sottoporrà senza ombra d'indugio a cura. E siccome i descritti fenomeni possono variare e modificarsi in molle foggie per tante universali ed individuali cagioni, così la prudenza vuole che regnando il morbo , qualsivoglia disordine di salute abbia a tenersi per preludio di quello, e come tale sia medicato. Nella cura de' sintomi precursori deb-bonsi primamente volgere le indicazioni allo stato dello stomaco e degli altri organi epigastrici ; e conformemente alle apparenze d1 imbarazzi in quelli , ordinare addirittura l'emetico (1) dando la preferenza all' Ippecacuana od al Tartaro stibiato secondo il giudizio del medico. Non si pie- (i) L'indicazione dell'emetico vuol 3sser ben dimostrata , e l' amministrazione di questo rimedio assai prudente e calcolata. Nello spedale della Pietà due malati di peripneumonia che si curavano col tartaro stibiato , sotto 1' azione di colai medicamento si sviluppò loro veemente il choléra. u35 ghi senza gran calcolo e riflessione all'uso-de' purgativi, essendoché sotto l'intempestiva od inconveniente loro azione alcuni individui sono di -repente passati dai sintomi precursori alla grave invasione del choléra (i). Si guardino pertanto le persone, \i) 11 sig. Doenf allievo nello spedale di s. Luigi , durante l'azione di un purgante fu preso dal «holéra con tanta forza che in pochissimo tempo ne perì. Uno studente di medicina che avea un po' di mossa di corpo credè doversi purgare con due once d'oglio di ricino. Subito dopo infermò gravemente di choléra e mori. Il sig. Dottore Bri-cheteau nel giornale di medicina intitolato la Lancette Française pubblicò molti fatti di choléra mortale sopraggiunto a de'soggetti malati di altre infermità che si curavano con purgativi o con rime-dii irritanti. Sotto l'influenza cholérica adunque si debb' essere cauti e guardinghi nell' uso de1 rimedii purganti anche curando quelle malattìe per le quali sono più indicati. Questo avvertimento sia dato m p&rticolar modo ai giovini medici, ed a' segua» ci della smodata terapìa purgativa. abituate a prender spesso di simili rime-dii, dalle consuete loro pnrgagioni nell' influenza cholérica. Avviene alle volte che lungi dal presentarsi tra i sintomi precursori una gastrica condizione che richiegga l'emetico, evvi dolente sensibilità all'epi-gastro , tensione agli ipocondrii e massime al destro ove pur vi ha senso come di pienezza, di peso , di calore o continuato o ad intervalli. In simiglievoli casi sarà duopo principiare la cura dell'applicazione ben misurata delle mignatte allo scorbicolo del cuore od all' ano, se da codesti fenomeni s'inferisce prevalere l'ingorgo irritativo al sistema epatico , e se il sogetto emorroidario è disposto alla pletora venosa addominale. Credo superfluo fermarmi sulla contingenza simultanea dell' emettico e delle mignatte , perocché il medico curante vedrà il quando e '1 perchè debba preporsi o posporsi 1' amministrazione dell' uno all' applicazione delle altre. J235 Well' adempiere alla prima o alla seconda ed anche ad ambedue le indicazioni contemporaneamente se occorre, sempre però con prudente limitazione , vo-glionsi ad un tempo promuovere e favo-» reggiare le funzioni della pelle. Fu di già significato che una serie di riazioni si potevano scorgere nella macchina umana durante l'opera del contagio cholérico. Questa serie di riazioni ha origine col primo stadio e finisce col quarto : sono gl' impulsi riattivi più o manco sensibili ? e sol nello stadio algido in tutto latenti. Or bene coli' avanzarsi dell' incubazione , quando il fomite contagioso incomincia a ledere il composto organico , se gli leva dì contro in codesto composto uria tendenza che ho detto excentrica, una disposizione eliminatrice^mercè la quale di leggieri si attivano le funzioni cutanee , ed in cotale stato serbansi sino a che il fomite detto non ha perduto la sua efficacia, o non sia espulso dal sistema vivente. Ella è questa z56 una deduzione fermissima tratta da im-mancabili fatti ; posciachè i fenomeni precursori del choléra , meglio cerziorati, si videro e veggonsi sicuramente risolvere 7 e cessar con la salute de'pazienti, per la diaforesi ben regolata e non interrotta sino alla sua spontanea terminazione. Al quale effetto basta il giacersi in letto né troppo carico, né troppo scarso di coltrici • il bere spesso di un decotto di riso , d'una diluta emulsione di gomma arabica e cose simili un po' aromatizzate con infuso di foglie d'arancio , di tiglio, di menta, di salvia ec, e 1' osservare rigorosa dieta. Con siffatto regime il sudore moderato continua due o tre giorni , poi di per se a grado a grado cessa ; ed i pazienti, riprendendo pur gradatamente il Ior sistema di vita, sonosi senza più sottratti al choléra. Ma se ovviando comunque alla enunciata cura sviluppasi il morbo , dovrassi conformare alla gravezza de'sintomi ( vedi .20 7 V art. Vii. ) ed alla velocità de'loro progressi il piano curativo. E prima di tutto il medico prenderà a contemplare minutissimamente se le azioni irritative del secondo stadio incontrano risalto di resistenza organico-vitale , o se addirittura opprimono i poteri della vita inerenti alla organizzazione. Nel primo caso può aver luogo il salasso locale o generale : nel secondo invece nulla dee sottrarsi, anzi qualche volta si ha a sorreggere il fondo vitale , dirigendosi inoltre le indicazioni a linire ed infrenare i processi delle varie lesioni che V attività de' principu morbosi corre ad operare. Nella misura del salasso è necessaria tutta 1' antiveggenza e penetrazione del medico. Un calcolo intellettuale sul successivo incremento delle azioni cholèriche dedotto dalla gagliardla de' sintomi , e comparato col grado di forza e di tenacità vitale del malato ( pur questo dedotto dal riattivo esaltamento della vita organica ) , guiderà il curante in sì difficile indicazione ; dalla, quale può venir salute se acconciamente ed a tempo effettuata , o morte al contrario quando, oltre misura e fuori di opportunità eseguita, toglie al composto organico la possanza di sollevarsi a riazione nello stadio algido del morto. Il signor Recamier so-Iea predire le difficoltà e sin V impossibilità di passare allo stadio di riazione dalla quantità e dalla inopportunità delle evacuazioni sanguigne praticate nello stadio irritativo del choléra. Io vidi sempre ï suoi perspicaci pronostici coglier nel vero. Ammesso od escluso il bisogno del salasso , e regolatone nel primo emergente il modo ed il tempo 9 non tralascierà il medico , stretto dalla rapidità del morbo , di ricorrere sollecito a tutti gli altri provvedimenti curativi che reclamano le patologiche circostanze del suo processo. Né qui senza essere molto prolisso potrei enumerare le varietà di queste circostanze per s39 dar contezza della maniera di modificare adeguatamente l'uso de1 diversi rimedj ne' singoli casi ; laonde mi limiterò ad esporre che i cataplasmi caldi di farina di semi di lino da soprapporsi a tutto il basso-ventre , o così semplici, od irrorati dal laudano del Rosseau ; le bibite emul-genti e sedative tiepide ? fredde e sin glaciali 5 secondo il desiderio de' malati • le polveri del sig. cav. Marc ( composte di un grano d' estratto mucoso d' oppio triturato con due grani di gomma arabica ed unito a mezzo scrupolo di radice di calombo e ad uno scrupolo di zuccaro di menta ) da. darsense una sesta parte ogni due ore ; i piccoli clistei di decotto di riso , di salep 5 di soluzione di amido o di gomma arabica, con sei od otto gocciole di laudano del Sydenham , applicati di mezz' ora in mezz' ora ; i linimenti sedativi ; le misture annodine ec. , formano presso a poco la supellettiie terapeutica con che si soccorre alle indicazioni di questo secondo stadio del choléra. Nei progressi del quale stadio per altro soprammodo urge di tener fissa tutta I' attenzione alla temperatura dei corpo del malato ed a' suoi polsi : imperocché se quella û abbassa e questi vengon meno convien passare tostamente alle fregagioni con linimenti stimolanti alternate senza posa da altre con tessuti di lana , ben riscaldati tra vapori aromatici, in tutte le membra e particolarmente lungo la spina ; alle ampie ventose applicate alla regione epigastrica e precordiale onde allontanare, se è possibile, il terzo stadio a cui in un istante può passare la malattìa. Ma se ciò non riesce , e vedesi l1 infermo o d1 un tratto od in più o men brevi momenti assiderare? perdere il polso; se si vede illividire la sua pelle con tutti gli altri fenomeni dello stadio algido ( v. 1'art. viii. ) non si esisterà a rafforzare le fregazioni stimolanti e calorifiche, a far uso de'bagni caldi , e ad applicare larghi e lunghi 2/vl vessicatorii e senapismi all' epigastro , ai Iati della colonna vertebrale ed altrove ; a venire alle urticazioni ( proposte dal signor Girard antico Direttore della scuola di Alfort e con grande utilità adoperate pel sig. Dargent in Aunneau ) 5 e sino agli esu-storii coll'acquarzente. Spesse volte si è osservato arrestarsi i sintomi più gravi del cholera per un processo eresipellatoso venuto dai larghi vessicatorii e dalle scottature. Io stesso fui testimonio oculare nell' Hotél-dieu di tre casi , ne1 quali una risipola flemmonosa sviluppatasi alle braccia in seguito di salassi troncò quasi istantaneamente il corso cholérieo, Narrommi il Baror/e Alibert di altro choléra gravissimo in una giovane cessato addirittura coli' apparizione di resipola alla faccia. Ma un caso identico (1) volto ad egual salutevole esito (i) Altro similissimo avvenimento fu osservato nello spedale della Pietà, entro la sala delle donne spettante al servizio del sig. Veìpeau al num. 12, 16 dopo l'apparimento di cutanea flogosi re-sipellatosa, si vede raggravare, e finir colla morte. Oltre tutti questi esteriori presidi! , all' interno saranno alle volte indicati i stimoli diffusivi , e le maggiori dosi di laudano pe1 clistei. Grandissima quantità di questo nei lavativi osservai ministrare dal sig. cav. Louis nello spedale della Pietà , con la quale se in breve tempo non poteva arrestare la colluvie sierosa e ravvivare la calorificazione ed il polso , per ottener tale intento veniva ali1 emetico ( V Ippecacuana ) alcune volte con buona riuscita. Ricercato da me del perchè e1 facesse usò dell1 Ippecacuana nello stadio algido e non nel primo o secondo stadio dei morbo, non seppe addurmene soddisfacenti motivi. Ma ripensando poscia tra me stesso ai salutari effetti ottenuti dall1 emetico Era una malata di grave cholera, che sorpresa da resipola al capo , con le migliori speranze di salute in poco morì. 2& in tutti gïî stadii del morbo , segnatamente e Vienna , stimai che 1' azione concitativa e turbatrice di così fatto rimedio valesse anche nello stadio algido ad esaltare la quasi estinta vitalità de' centri nervosi addominali , e quindi ad isgorgare il sistema venoso , in ispecie epatico , dal san-que che vi si stipa , donde il fisiologico impulso , talvolta proficuo , al riordinamento della circolazione , della respirazione e della caloriflcazione. Fu detto in altro luogo per incidenza e di passaggio 5 essere stato io testimonio della inutilità ed anche de' danni di varie macchine messe in uso negli spedali dì Parigi per riscaldare i cholerici ridotti allo stadio algido (v.fac. 111 e 112). Egli è perciò che qui lungi dal proporre la macchina sudatoria dell' Anuers, il letto riscaldante inventato dal Dottor Mackintosh ed usato cotanto nello spedale di Drum-mond street, ed il tanto encomiato calo-rltor del Grant , o i molti altri ordigni 16* su calefattori che in Germania in Inghilterra ed in Francia furono e sono in gran voga , protesto fermamente contro l'irrazionalità di codesti mezzi terapeutici. E di vero la ragione medica mi addita il bisogno di ridestare nel corpo de' cholérici la calorifìcazione e non di riscaldare vanamente la loro pelle. II calore artificiale diretto ad un sistema cutaneo privo d'innervazione è di vita 5 è stimolo troppo inetto e passivo per richiamare in prima a cotal sistema l'influenza nervosa , e poi perchè questa influenza serva come di conduttore a quello stimolo 9 onde recarsi a riattivare le fonti della calorifìcazione e delle altre vitali funzioni. Non è così dell1 attrito stimolante e calorifero che risulta dalle fregagioni sopra proposte ; l'efficacia delle quali di leggieri si comprende da chiunqne ha senno medico ( quando pur non deponesse in suo favore l'esperienza ) , per Io che io non mi prenderò ora briga a spiegarla. a{5 Del resto ove la gravezza del choléra superi P attività di tutti i rimedii che siam venuti significando ; ed ove perciò i poteri della vita organica invece di sollevarsi a riazioni ognor più decadano , il medico procurerà guadagnar tempo con quei mezzi terapeutici, i quali comechè non diretti contro P essenza del processo morboso , pare valgono ad arrestare almen per qualche istante i letiferi effetti della interrotta circolazione del sangue e della sospesa calorificazione. Promisi di tornare sul protossido di azoto ( v.fac. 22^, 226)? e sulle iniezioni saline ( fac. 22S ), ed ecco-ne il luogo. Giovò non è dubbio quella sostanza gassosa amministrata secondo la proposta del signor Serullas ; ma i suoi buoni effetti non furono costanti : alP incontro introdotta di per se nelle vie aeree, se la sua azione fu poche fiate durevole , sempre però mosse P organismo a riazione , fermò gli accidenti della malattìa e dette tempo d'insistere nella cura razio- HS naie. Lo stesso dicasi delle iniezioni saline^ nelle vene. Il sunto delle numerosissime sperienze fattene in Inghilterra non presenta nemmeno un caso in cui per esse non siasi tosto reso sensibile il polso , e rianimato il calore ; i quali valutabilissimi effetti ancorché in breve scompaiano ben possonsi riprodurre iterando Io stesso rimedio. Quante volte la medesima riazione incitata da altri mezzi o naturalmente destata dai poteri della vita , dopo inani sforzi a sostenersi più o men presto disviene, e ricadono i cholérici nello stato algido? Adunque dovrannosi all' occorrenza tenere in gran conto così le iniezioni saline come V ispirazione del prodossido di azoto ; perocché in essi la medicina ha due sicuri agenti per prorogare , se non fosse altro , la funesta fine del morbo , e per acquistar tempo d'incalzarlo viemaggiormente con tutti gli altri terapeutici soccorsi. Intanto le superstiti vitali forze o possono sostenersi in riazione ? o tornarvisi a solle- vare , siccome talora succede , all' infuori eziandìo dell' opera dei predetti agenti , mentre onninamente si tenea disperata la salute de gl' infermi. In questo luogo viene a proposito parlare di un nuovo agente terapeutico ( nuovo in Europa ) ultimamente proposto da un medico americano , e sperimentato in alcuni spedali della Francia. Alludo all'/fiza-co o Guaco in pronunzia spagnola 5 posto in gran voce non ha molto da qualche giornale politico , nel quale quasi avvisavasi ad annunziarlo come il tanto desiderato ed invocato specifico contro il cholèra-morbus. A siffatto annunzio io scrissi subitamente al sig. cav. Françoi cui dal sud dell' America era stato mandato la prima volta codesto rimedio per metterlo a prova. Rispondevami il sig. Dottore Françoi a dì 3 dicembre 1S02 » Mi affretto a man-« darvi qui unito tutto ciò che io so di » positivo sul Guaco che i medici sì guarnì derari bene di considerare come una pa- 2i% » nacea nel choléra, ad imitazione degli » americani del sud. Fresco un tal me-» dicamento potrà avere maggior attività: » io non l'ho avuto che secco, e per con» » seguenza la sua decozione dee agire de-v bolmente : gli effetti da noi ottenuti so-» no riferibili , da quello eh' io penso > » alla tintura aicoolica in alte dosi che » vi abbiamo aggiunto. Comunque sia j> il Guaco è un acquisto per la materia 3) medica che tornerà a grande utilità. Se » voi avrete occasione di usare di questa .» pianta mi sarà grato conoscere gli ef-» fetti che sarete per ottenerne ec. » In questa risposta fu inclusa la nota sul Guaco che vo' sperare far cosa piacevole ai leggitori trascriverla qui, come la lettera, tradotta. » Il Guaco è una pianta equinoziale appartenente alla famiglia delle synanthe-ree, tribù delle corymbifere , sezioni delle eupatorie e vicina alVAya-Pana. Varii botanici la riportano al genere Mikania. Essa M9 cresce nel Perù, e nella provincia di San-ta-fè : ha un odore forte e nauseabondo ; un sapore amaro e leggermente aromatico. La decozione è moltissimo diaforetica. Da immemorabile tempo usasi in America contro i morsi de' serpenti velenosi ; e la sua efficacia in simili casi fu così confermata che si tiene per un rimedio popolare. Il sig. Dottore Chabert medico in capo dell' armata messicana, che ebbe occasione di verificare gli effetti di questo rimedio , paragonando i fenomeni consecutivi a' morsi dei serpenti velenosi con quelli che si presentano nel corso della febbre gialla, si deliberò ad usarlo in codesta malattìa , e gli effetti corrisposero pienamente alla sua induzione terapeutica. Per la stessa analogìa de' sintomi fu indotto ad opinare che il Huaco potrebb' essere salutevole nel choléra-morbus in virtù della sua energica azione sudorifica propria a distrarre i movimenti di concentrazione ; a riordinare la circolazione ; a ridestare le is5o azioni cutanee e con esse la calorificazio-ne ; in una parola a provocare la riazione senza la quale non può guarire il choléra. » Dietro queste indicazioni si determinò egli ad inviare al sig. Dottor François una certa quantità di Huaco, invitandolo a sperimentarlo nella cura del choléra non per anco affatto spento in Parigi. Il sig. François si fece sollecito di mettere alle prove questo nuovo medicamento , e nel mese di settembre incominciò i suoi tentativi. Ma i casi di choléra divenendo di giorno in giorno più rari, le osservazioni non si sono potute moltiplicare quanto era duopo, per cui i successi non sono al tutto concludenti. Aggiungasi a ciò, che il morbo correva al suo fine, ed era quindi più mite e più facilmente curabile. Cionnondimeno gli effetti ottenuti dal Huaco tanto nello spedale di s. Luigi, quanto neh"Hotêl-dieu tendono a far sperare di grandi vantaggi dall' amministrazione del rimedio detto. Ecco un sunto delle sperienze eseguite. • s5i » Neil1 ospedale di s. Luigi in tre ma-Iati cholérici sotto cura del sig. Giberto che sono stati sottomessi all' uso della decozione e della tintura alcoolica di Hua-co , si è veduto arrestarsi il vomito e la diarrea , riprendere la circolazione il suo corso , e prontamente stabilirsi una completa riazione. Nel medesimo spedale fu amministrata la decozione di Huaco nelle sale del signor Dottore Mamy ad una donna cholérica? nella quale la riazione dì già avea cominciato ; per Io che non si potè conoscere l'effetto del rimedio. NeIP.ZZo/e7-dieu, sale del sig. Bally, fu adoperato il Huaco in una malata spirante ; quindi effetto nullo : in un secondo malato arrestò il vomito : in un terzo il successo fu completo , essendosi immediatamente suscitata la riazione , e con essa disparsi tutti i sintomi cholérici. » Si vede adunque che i casi in cui il Huaco ha mancato di salutare effetto nulla concludono contro la sua efficacia * 2.Š2. mentre gli altri in più numero depongono manifestamente in favore della sua utilità. IVoi faremo rimarcare che in tutti i casi il rimedio è stato somministrato di perse solo o in decozione o per forma di tintura y ond' è che i successi ottenuti dal suo uso esclusivamente ad esso debbono esser riferiti. Altri molti saggi sono stati fatti col Huaco in seguito a Bordeaux con migliori successi. Dato a dodici malati, otto sanarono, e negli altri quattro si videro patenti segni di riazione ; la quale per altro non potè sollevarsi al grado di ridurre a guarigione. » Concluderemo che i fatti riportati molta fiducia ci debbono ispirare sali' efficacia del Huaco , e con questa consigliamo i pratici a giovarsene capitando loro occasione. Siamo però lontani di tenere il detto rimedio quale specifico, presentandolo solamente come mezzo validissimo di eccitare la riazione per la sua eminente facoltà diaforetica ; e di sollevare 1' orga- 553 nismo da quello stato di prostrazione e di deficienza vitale denominato algido , che costituisce uno de' periodi più distinti e letali del cholera-morbus. » Circa la maniera di preparare e di ministrare il ridetto medicamento, si prenderanno due dramme di Huaco e si faran bollire per dieci minuti in una libra di acqua. Di questa decozione si farà prendere ai malati una tazza da caffè ogni quarto d' ora. Si può aggiugnere ad ogni tazza di decotto una piccola cucchiaiata di tintura che si prepara secondo le seguenti proporzioni ; cioè un' oncia di Huaco in ott' once di alcoole. È probbabile che nei paesi ove cresce cotal pianta , ricavandone 1' olio essenziale , si abbia in esso la maggior virtù medica ». Or qui dopo sì lunga, ma utile digressione, tornando all'ordine del mio ragionamento dirò , che qualunque cosa sia per avvenire nel trapasso del morbo dal terzo al quarto stadio , debbesi tener fitto *54 in mente, che aï contrario deï quasi uni. forme andamento de' tre stadii del choléra , quello della riazione è pressoché ognora svariatissimo e complicatissimo nei suoi patologici elementi, e che niente meno dei primi quest' ultimo vuol' essere istantaneamente e con tutta la possibile efficacia curato , usando rimedii energici e confacenti alle singole circostanze morbose giusta i modi con che i sintomi si disviluppano 5 si scambiano 5 avvicendami e I' un con 1' altro si complicano. Così se, a ragion d'esempio , i conati riattivi sono inetti a sollevare la macchina dall' abbattimento vitale del terzo stadio , si rafforzeranno co' tonici , e cogli stimolanti diffusivi ; merGecchè de' stimoli permanenti non è sempre facile proporzionare la duratura azione , e per poco possono far trascendere i risalti vitali. All' inverso ove le riazioni siano smodate e procedano a disordine , si opporranno . ai loro effetti que' razionali mezzi terapeutici, che in- 25B dicano i singoli casi. Quindi è che presentandosi , siccome non di rado intra-^ viene, sintomi d'ingorghi cerebrali, si ricorrerà immediatamente alle evacuazioni sanguigne per le mignatte applicate alle apofisi mastoidee , alle tempia, al circuito della fronte ; e ne' pericoli imminenti di compressione e di effondimenti sanguigni e sierosi, anche al salasso dalle arterie temporali e dalle vene j Ligulari. Oltracciò si ricoprirà il capo con ghiaccio ; si porranno vessicatorii alia nuca ed alle braccia , senapismi alle estremità inferiori , e si faranno maniluvii e pediluvio Le stesse deplezioni sanguigne saranno necessarie se appaiono indizii che il sangue infarcisca negli organi del petto e del basso-ventre , da eseguirsi in prossimità delle parti offese. Si annunziano alle volte le flussioni ed i ristagni sanguigni negli organi epigastrici con tensione e spasmodico dolore all' epigastro ; i quali insoffri^ bili patimenti non si sono veduti cessare 2Ì6 che dopo la replicata e triplicata applicazione delle sanguisughe su quella regione. Può nascere pure P indicazione del salasso generale allorché prevalgono le riazioni in tutto il sistema vascolare sangui» fero. Con il sig. Recamier intervenn'io alla cura dell' antico Arcivescovo di Tolosa Monsig. Rauven 5 il quale in età di ottanta sette anni preso dal choléra, nello stadio di riazione fu salvato con missioni di sangue dal braccio ? appunto perchè minacciosi erano ed universali in quel venerando Prelato gì' incitamenti della vascola-rità. Né si pensi già che facendo sopra tutto menzione del salasso locale e generate nella cura dello stadio di riazione io ravvisi in questo stadio de1 processi flogistici propriamente detti. Riandando ai miei concetti patologici in parecchi luoghi dispiegati, comprenderanno i leggitori quanto le antidette condizioni del sistema vascolare differiscano dalla vera essenza dell' attiva infiammazione ; per la 2&J quai cosa debbonsi assolutamente risguar-dare esse condizioni come flogosi passive e secondiarie giusta i principu della odierna e meglio adottata patologìa italiana. Ben accorderò, che alle volte nello stadio d'irritazione del choléra possano scontrarsi sintomi patognomonici di attivo processo infiammatorio ; ma sosterrò ad un tempa , che qualsivoglia apparenza flogistica nello stadio di riazione ( quando il morbo ha seguito grave decorrimento ) non può venire e non viene da essenziale ed attiva infiammazione. Ho reputato importante richiamare a questa considerazione, per discendere alla conseguenza, che il salasso o si voglia locale o si voglia generale egli è unicamente diretto a stasare il sangue concorso in soperchia e sproporzionata copia qua e là nelle diverse provincie del sistema vascolare, ed a mettere in fisiologico rapporto il suo volume con la capacità e col grado di tonicità , che, mentre riordinasi la ematosi e riprende corso la J7 s58 circolazione, è nel composto organico dei vasi. Di qui adunque viene che le missioni sanguigne debbono farsi piccole ed all'occorrenza esser replicate , piuttosto che in una volta e larghe ; salvi i casi in cui stivato il sangue parzialmente in qualche organo che sostenga le prime funzioni della vita , minacci estremo sfiancamento e scomposizione de' proprii vascolari tessati. Queste patologiche e terapeutiche vedute vengono poi vieppiù aperte dai fatti; conciossiachè dopo aver tratto comunque sangue nello stadio di riazione scorgonsi i risalti vitali benespesso all' istante decadere , o per lo meno sensibilmente sempre mitigarsi , tornando appresso più o men presto a rieccitamento. E quando nel salasso si sorpassa la conveniente misura , ita relazione dell' eccesso i movimenti riattivi stentano a riprodursi o fievoli si ridestano; ovvero, resa inane la vita a nuovi sforzi, precipitano i malati in una prostrazione simile a quella del terzo sta- a59 dio , dalla quale sovente non tornano più a sorgere. Quanto poi a tutte le altre condizioni morbose che si possono dare pe-gli effetti dei vitali riattivi movim'enti sulla vascolarità , saranno queste curate secondo i precetti generali della terapìa. Descrivendo i fenomeni dello stadio di riazione fecesi pur motto del sudore ( vedi fac» t21 ). Raro è che questa funzione della cute si serbi nei salutevoli limiti , e che a contenervela non richieggasi 1' opera medica. Grande accorgimento ci vuole nel regolare la diaforesi della riazione ; essendoché dalla sua giusta norma dipende e il ritorno dell'ematosi al suo fisiologico stato , e il riordinamento della circolazione ? e'1 ricomporsi in una paro-, la delle fondamentali funzioni di nostra macchina; l'assimilazione organica, il ripetiamo j e. la vitale riparazione. Or dun-. que se il curante si accerta che i sudori siano troppo riboccanti , subitamente li moderi ditraendo , o cambiando in più. 17* a6o leggiere le coltri del Ietto ;* delle quali pressoché sempre sono sopraccaricati gli infermi in seguito allo stadio algido. Ma questa sottrazione di coperte si faccia con assai cautela per non correr rischio di sopprimere cotali azioni cutanee. D' altra parte provveda il medico allo stato di lassità della macchina con bibite fredde e toniche non che con fregagioni secche , aromatiche e con altri mezzi roboranti segnatamente sulle parti del corpo donde in maggior quantità grondano i sudori. Non riuscendo o non usando i debiti rimedii a frenare siffatte perdite cutanee , si esauriscono vieppiù per esse le mal commosse forze della vita , ed i malati passano allo stalo adinamico, atassico, al caro ed al coma convulso: forme morbose che d'ordinario terminano con la morte. Queste ed altre simili contingenze reclamano i soccorsi della comune medicina pratica, on-d' è che io mi astengo di tener qui distintamente discorso intorno alla lor cura. i£i È mio debito di non lasciar la terapìa del choléra senza dare una importantissima avvertenza. Dal complesso de'gravi disordini che avvengono nell' organizzazione durante questa malattìa , e degli attacchi profondi ai quali soggiaciono i fonti vitali, facilmente può comprendersi quanto disti la fondamentale resistenza della vita dalla possibilità delle azioni del corpo. Or bene si badi attentamente ad impedire i moti della macchina umana nella gravezza del morbo, acciocché la labile vitalità non si spenga d'un tratto sotto questi movimenti. Per lacrimevole sperien-za sappiamo , che un cholérico può all' istante spirare se incautamente sia tolto o si tolga di- per se dalla sua posizione , sollevandosi dal Ietto o facendo qualunque altra concitata azione. Casi di morti sì repentine furono osservati massime in Hamburg. Molti famigerati medici inglesi, tra i quali un Craighak , un Grecahow , un Molison, altamente raccomandano di non 262 muovere e di non lasciar muovere i malati ne' pericolasi stadii del choléra. Se gl' infermi hanno la buona ventura di superare tutti i pericoli dello stadio di riazione , ed il loro sistema vivente guigne quinci a toccare il pristino suo essere fisiologico , non si creda perciò eh' e' siano fermamente salvi. Tra il morbo e la ben riordinata e resistente salute vi ha non breve spazio da percorrere , durante il quale i medesimi stan sempre nel repentaglio ( quantunque descrescente ) di ricadere in nuove e talvolta sin letali malattìe. Egli è chiaro che io parlo della convalescenza. Non evvi al certo infermità, per grave che ella sia , superata la quale tanto stentatamente si torni a valetudine quanto succede nel choléra ; né altra malattìa lascia mai siccome questa i convalescenti in grande bisogno di rigorose precauzioni e cure. Le sofferte gravissime lesioni nei centri e nel sistema nervoso della vita organica ( siccome altrove accennai) ? e quindi nel- z65 la. respirazione , nell' ematosi e nella circolazione , fanno a lungo restare in tal suscettività il composto ed i consensi delle organico-vitali compagi di quel sistema e degli strumenti di quelle funzioni , che qualunque impressione , per poco che sia sproporzionata a così fatte condizioni , dà urto alla macchina e la ritorna a morbose oscillazioni. Il perchè ogni morale commovimento o fisico disordine , e sin qualsisia trascuragine in fatto di salute, può tornare a dannosissimi effetti. E ben io appresi in Parigi quanti convalescenti dal choléra furono immolati dalle turbazioni di spirito e materiali de1 memorandi giorni cinque e sei giugno. Imperciù anche dopo la sanzióne de' cholérici il medico non è sdebitato verso di essi di tutti i suoi doveri; ma corregli pure obbligo di vigilare accuratamente , di regolare e di provvedere alle bisogne della lunga convalescenza di cotale infermità ; le quali cose sono di spettanza più dell' Igiene che della terapìa. aS5 ARTICOLO XV. • Cenni etlologici e statistici sul choléra-, e sulla mortalità per esso cagionata in Parigi. J. ra i veri progressi fatti dalla medicina nel secolo decimonono si dee noverare V applicazione della statistica alla pratica di questa scienza. Cotale applicazione ci ha arricchiti di mezzi per penetra^-re molte recondite parti dell' etiologìa dei morbi, e per estendere con più razionalità i precetti della pubblica e privata igiene. Né si pensi già che la utilità delle osservazioni statistico-mediche sia unicamente locale ; perciocché ravvicinando le circostanze de' tempi , delle posizioni e delle masse popolari , le conseguenze generali 2.66 di simili osservazioni ben possono esser confacenti e tornar profittevoli in eguali tempi ad altre regioni e popolazioni. Per questo motivo parrebbe a prima giunta che in' incumbesse I1 obbligo di estendermi partitamente su tutte le ricerche di statistica che riguardo al choléra-morbus furono intraprese in Parigi , e sopra tutti i lumi che da esse si trassero. Se però si considera, che cotali nozioni , per quanto fossero compendiate -, supererebbero di troppo i limiti assegnati a ciascun articolo : se si riflette •> che io non potrei ricavarle se non se dalle opere che intorno a cotesto subietto vider la luce dopo la mia partenza dalla Francia, quando cioè il morbo era in tutto cessato colà; per cui il mio lavoro si ridurrebbe ad una semplice e sterile compilazione delle cose da altri osservate e scritte : se si pensa, che mi allontanerei dal fondamentale proponimento che feci in quest'opera di non ragionare che-su quelle da me ricercate o ve- -2(>7 dute nella mia missione oltremonti; porto fiducia che niun mi darà colpa di aver mancato al debito che mi corre verso il Governo ed il Pubblico, quando mi stringo a dare alcuni brevi e generali cenni sulla età , sul sesso , sulle condizioni delle persone , e su le varietà atmosferiche che favoreggiavano davvantagio 1' invasione del choléra e le sue stragi , notando in ultimo il riassunto universale della mortalità (cotanto a di vero esagerata) che avvenne durante l'influenza del morbo in Parigi ; riassunto veritiero quale mi è stato rimesso dal più volte lodato Segretario generale del Consiglio Superiore di sanità del Regno di Francia. Egli è notissimo che tosto riconosciutasi la presenza del cholera in Parigi , questo morbo si diffuse con tanto rapidi e può dirsi orarii progressi da isgomentare i più robusti e fermi animi. Stando a quello che io appresi in essa Capitale e che confermai per concorde asserzione di diverse z68 Autorità sanitarie? un buon terzo della popolazione in generale soggiacque al choléra, e più assai se si comprende in questo computo la più mite forma di cotale infermità appellata cholérìna. Veduto poi questo avvenimento in particolare , può assicurarsi che la classe povera fu presa per metà dal choléra grave, e per un sesto le altre classi che vivono agiatamentente o che han mezzi di supplire ai bisogni della vita. L' età al certo non rese immune dalla malattìa. Incominciando dai bambini di giorni o di mesi sino ali1 avanzata vecchiaia , tutti si vedevano colpiti pel choléra ; con la differenza che la mortalità facea maggiore o minore spicco secondo i gradi di tenacità vitale segnati dalla scala iìsiologico-biotoma. Però i. teneri infanti soccombevano in più numero degli adolescenti. Sorpassata la pubertà incominciava la morte a trovare più ostacoli di resistenza vitale , e così via via sino ai qua- 26*9 rantacinque o cinquant' anni ; dopo di che le cifre de' morti osservavansi moltiplicare in proporzione dell' avanzamento di età. Mostrommi il sig. Dottore Laro-que un quadro statistico de' cholérici ricevuti nell' ospedale Necker e delle morti successe , compilato sotto la sua direzione da valente amministratore. Le principali cifre eh' io tara miei ricordi registrai confermano in gran parte quello che testé esposi. Volli ricercare se tra le diverse etadi qualcuna ve ne fosse stata più facilmente invasa dal choléra ; ma nulla di esatto o almen di verosimile potei ricogliere circa questo particolare. Durante l'influenza cho-lérica irregolarmente or 1' una or 1' altra età era più o manco bis trattata senza parità di etiologiche combinazioni ; la qua! parità da un altro lato soprammodo oscurava Io scopo di queste ricerche , già di per loro stesse difficilissime ai medici locali ? impossibili agli stranieri perchè pri- 2JÔ> vi di quelle conoscenze e di que1 particolari mezzi che hanno i primi , e perchè stretti dal tempo che deono ripartire in altri moltiplici oggetti di studio. Né intorno a ciò la ragione e la buona critica permetteva di starsene paghi alle notizie ehe qua e là andavansi prendendo da al-v timi j posciachè cotali notizie o erano contraddienti 5 o troppo vagamente raccolte da chi partecipavanele. Lo stessa a un dipresso può dirsi del diverso sesso.. Vi fu un tempo , quand' io stava a. Parigi, in che le donne più degli nomini soggiacevano al choléra ; ed altro ve n'era stata dapprima, nel quale all'opposto questi in assai maggior numero di quelle ne cadevana malati e morivano. E tanta preponderava nell' additato tempo P influenza del morbo sul sesso femmineo , che questa fatta si prese in considerazione dall'Accademia Reale di medicina. Varii Accademici ebbero la parola per i esaminarla, ingegnandosi ognuna a darne 271 ragione; ma non mi parve che se ne trovassero plausibili spiegazioni, a fronte degli argomenti da altri contrapposti, ed in ispezialità dell'essersi dimostrato che senza determinabili cause anche per lo innanzi erasi altre volte veduta la prevalenza del choléra sulle donne; cosicché si riguardarono in fine come casuali simili accadimenti. Con tutto ciò egli è certo che nei mesi di aprile , maggio , giugno e luglio il sesso femminile generalmente parlando dette più mortalità del maschile. Per provare questa proposizione mi varrò di alcune annotazioni statistiche dei mesi suddetti, compilate neil'undecimo Circondario Municipale di Parigi , per le quali si avrà pur anco un' idea della proporzione de' morti con le diverse età dei cholérici. Saran divise queste annotazioni in cinque epoche della vita, comprese tra la nascita e gli ottantacinque anni. SJZ IN O T A Della mortalità avvenuta pel choléra nel-V undecimo Circondario Municipale dì Parigi entro ì mesi di aprile •, maggio 5 giugno e luglio. INFANTI SÎNO AI l5 ANNI Maschi ...... num. 0,6 Femmine -- c l8° • *- « 1. 9b i " 9° ì DAI l5 Al 3o ANNI Uomini.......» 5i 1 Dorine.......» 66 ) ' DAI 3o Al 4-5 ANNI I Uomini.......» 117 « 117 ) » 121 ) Donne dai .{5 ai 6a ANNI Uomini....... » ila _„ . 262 Donne » 112 j » i53 1 SOMMA DA RIPORTARSI • • • $06 DAI 60 AGLI 85 ANSI Uomini..... Donne ..... Somma riportata TOTALE . . 11-Ì7 Non è inclusa in questa nota la mortalità degt1 individui trasportati pel choléra agli spedali: si ebbero dunque in essi me' si sol ne1 domicilii ii4-7 morti in una popolazione di 5o,636 abitanti, quanti ne conta l'undecimo Circondario;de'quali 5o£ di sesso maschile, e 64-3 di sesso femminile. Si sarà osservato che all' in fuori della prima epoca della vita, cioè dell'infanzia sino ai quindici anni , in cui la mortalità de' maschi superò quella delle femmine, in tutte le altre epoche la mortalità delle donne ha sorpassato quella degli uomini; cosicché nel totale, gli uomini morti stanno alle donne come 1:1,275 circa; e gli uni e le altre stanno ali1 intiera popolazio- 18 » 128 1 ¦z ì Sii . . . 806 27i ne di 50,636 come 1:^,1^6 circa: e per dirlo senza simboli aritmetici, gli uomini stanno alle donne morte come uno ad una e tre decimi circa, e tutti gli estinti alla popolazione stanno nel rapporto di uà morto in ogni quarantaquattro individui. Le differenti condizioni delle persone in Parigi, siccome in tutt'al trove, presentarono maggiore o minore capacità al cholera, alla sua gravezza ed a'suoi micidiali effetti. Fu già accennata la ragione aritmetica che passò tra i malati ed i morti nella classe agiata 0 non mancante di mezzi per supplire ai bisogni della vita, e la classe degl'indigenti e de'poveri. Si avvicina a quest'ultima classe quella degli operai, dei lavoranti , e "degli esercitatori delle arti e dei mestieri penosi e stazionaru. Mi provai ad indagare se tra le arti e mastieri tali ve ne fossero che di più avesser favorito Io sviluppo e la diffusione del morbo. Sem-brommi di vedere in alcuni operai ed artigiani peggio degli altri bistrattati dal cho- 275 léra l'influenza di cause accessorie,più che delle proprie al loro mestiere, nel dispor-gli a contrarre l'infermità ed a soccombere. Osservava che ie coloro botteghe od officine erano per V ordinario poste in luoghi bassi, umidi , non sanativi dai ragi solari , che a cagion dell' angustia delle strade e dell' altezza degli edifizii non potevano giammai penetrare in que' luoghi. Si aggiunga a questo Io stazionario vivere cui son essi necessitati pe'proprii lavori o commerci : si aggiunga I' abitare stipatis-mi con le famiglie in certe tane o ripostigli,, che chiamano camere, dietro o sopra le botteghe , e si potrà argomentare come e quanto 1' organizzazione di quei corpi a grado a grado deteriorata abbia ricevuto forte l'impressione del fomite cho-lérico, e qual labile resistenza organico-vitale abbia potuto opporre alla possa del morbo. Vero è che nei giorni festivi questa numerosa classe della popolazione comu- 18* .276 nemente sen corre per istintivo impulso della vita animale a respirare 1' aria aperta e pura della campagna ne' pubblici giardini e boschi di quella città ; ma i be-nefizii che trarrebbe da un ristoro così fatto dell1 organizzazione si perdono negli stravizzi cui ivi si abbandona, i quali anzi ben di sovente tornano a peggior danno di lor salute. In effetto tutte le volte che il morbo tornava ad infierire a Parigi ( siccome io vidi per ben due fiate nei mesi di giugno e luglio), sempr'egli ridirizzava la sua micidiale influenza sulle medesime classi degr indigenti e di cotesti artigiani od operai. E se nel mese di luglio il cholera si rivolse alle classi più agiate , ciò fu probbabilmente perchè queste rassicurate in certo modo dai pericoli eh' e' minacciava ( sendosi vedute sino ad allora più risparmiate , e vedendo che poco prima il numero de'cholérici erasi ridotto al minimo , tantoché già la Gazzetta speciale pel cholera-morbus ne preconizzava V e- ^77 štinguimento ), non istavano più al rigore di quelle regole di profilassi , che avea fatto loro adottare e seguire la paura di contrarre esso malore ; o perchè i calori di quel mese alternati dalia frescura del mattino e della sera , poterono forse attivare i principu cholérici a maggior penetrazione e diffusibilità. Dalle cose sin qui brevemente accennate in risguardo all' influenza del choléra sull'età, sul sesso e sulle condizioni delle masse sociali , s1 inferisce la massima generale applicabile a tutte le popolazioni , che gl1 individui forniti di minor tenacità e resistenza vitale , hanno in loro maggior suscettività ad essere ammorbati dai germi di cotale malattìa, e per la stessa ragione più facilmente cedono alla sua mortifera potenza. E siccome questa poca tenacità e resistenza vitale in complesso è meno inerente all' essere delle persone che al loro genere di vita, così si è veduto che il morbo si diffonde e fa dav- 378 vantaggio stragi nelle costituzioni tabefatte dall' indigenza , dall' esercizio de' penosi mestieri dalla malsanie dei luoghi di dimora ó di abitazione , che tra quelle naturalmente debili in causa di età 0 di sesso. Ne risulta quindi, che poco o punto i Governi per le misure di pubblica igiene possono operare alla salvezza di queste 5 moltissimo provvedere alla salute di quelle j su di che saran date istruzioni e precetti neh"articolo che segue* Mi resta adesso a dir qualche cosa sulle varietà atmosferiche come presunte cause secondanti Io sviluppo e l'incremento del cholera. I cambiamenti di temperatura, il predominio di uno più che di altro vento, e qualsivoglia meteorologica fasi, pare che non abbiano influito gran fatto , o almeno non sempre , sull'aumento de' cholerici e sulla maggior gravezza della malattìa ; la qual cosa si è osservata non solamente in Parigi e nella Francia, ma ben anco in *79 Russia, Polonia , Prussia , Ungheria, Austria ed Inghilterra. Con tutto ciò essendo apparso il choléra a Parigi con tanto celeri e spaventevoli avanzamenti mentre la temperatura era bassissima e con grande impeto soffiava il vento nord-est ( temperatura e vento che consuetamente si fan sentire in Parigi nel mese di marzo ed in parte dell' aprile ), alcuni medici della Capitale al predominio del detto vento accagionarono l'introduzione del morbo in Francia, ed il suo rapido diffondimento ; e siccome continuò lo stesso vento a prevaler più o meno anche ne' successivi me* si, così molti seguitarono a portare la medesima opinione. Mi rammento, che nel mese di giugno in un' adunanza della Reale Accademia di medicina , io mi trovava seduto a canto al celebre sig. Capuron ; e preso discorso seco sul choléra , pretendeva egli a * persuadermi, che i venti dal nord erano stati ed erano gli unici mezzi fecondatori e propagatori de' principu di s8o quella terribile malattìa „ che avea menato tante stragi in Europa e che allor ne menava in Francia: a questi venti attribuiva la forza di averla trasportata dall'Inghilterra a Parigi : a questi da Parigi nei Dipartimenti francesi del nord. Ma il fatto è in vece che le osservazioni mediche e meteorologiche m' indicavano quasi tutte le esacerbazioni del morbo sotto l'influenza del sud-ouest „ il quale poscia passava al nord-est ! Diversi medici, chimici e fisici , han messo a tortura il loro ingegno per combinare una connessione tra le straordinarie nebbie dell' anno i83i , e 1' apparizione del choléra in Europa. Io sfido però tutti i fisici e chimici del mondo a provarmi, che le nebbie dalle quali fu ingombrata Parigi e la Francia nel i83i ? abbiano potuto avere qualche influenza sul choléra che colà imperversò nel i83.2. Egli è esempio raro di ostinazione il voler indagare nel!' aria, ne' venti ed in altre vicen- 28 1 de atmosferiche îa cagione primitiva dï questo malore , piuttosto che riconoscerla là dove lutte le ragioni mediche ce 1' additano , cioè ne1 germi contagiosi.. Io non dico già che tale o talaltra vicenda atmosferica non possa favoreggiare cori maggiore o minore efficacia Io «viluppo e la diffusiva possanza del choléra ; ma tengo per fermissimo che senza un principio di contagio non possa darsi combinazione materiale o meteorologica capace di farlo così d'un subito sorgere e propagare nelle popolazioni. Credo bene che ? esistendo il fomite cotagioso , i rapidi cambiamenti di temperatura da calda in fredda , e così all' opposto ; lo sfavorevole stato igrometrico dell' atmosfera ; il duraturo soffio dei venti malsani \ le svantaggiose circostanze di un suolo basso o palustre -, le cui evaporazioni ( sconosciute in essenza , ma notissime pe1 loro effetti specifici sul!' economìa vitale, e sulle quali tanto e così vanamente si è conghietturato ), deteriorando le zSz forze di aggregazione e di resistenza della materia organica , non sieno altrettante concause attissime a dare maggior potere operativo e ad un tempo diffusivo a quel fomite , siccome Io danno a tutte quante le altre malattìe popolari e contagiose. Non credo però, che, oltre queste comuni e secondarie cagioni, altre ne abbia avute il choléra ascose, insolite , derivanti da strane combinazioni terrestri od atmosferiche capaci di predisporre i corpi umani in ispecifìco modo alla specifica azione della sua potenza morbosa ; il che per la nuovi-tà della malattìa non pochi hanno mirato ad investigare , e . qualcuno bonariamente si è sin persuaso di aver determinato. Prescindendo da tutte queste cose, ciò che vi ha di sicuro si è, che in niuna città del mondo si trovano riunite tante cause d'insalubrità e però di alimento ai morbi epidemici e contagiosi, quante io ne ho conosciute a Parigi; ma debbo confessare nello stesso momento non esservi città al s83 mondo in cui più abbondino i mezzi , e nella quale vi sia tanta efficacia di volontà per metterli a profitto come in Parigi. A quest' abbondanza di mezzi , a questa efficacia di volontà nel giovarsene, va debbitrice quella immensa popolazione di aver sottratte una infinità di vittime alla ferocia del choléra. Se in effetto si pone mente da un lato alla tremenda forza di~ struggitrice del morbo j all'impeto con che invase e si propagò in essa accumulatissi-ma popolazione, ed al tempo che continuò a farne mal governo ; e dall' altro alla mortalità eh' e' vi portò , vedrassì essere stata questa minima in paragone a tanto letali possanze. Il numero dei morti pel cholera in Parigi montava, ad una cifra assai esagerata anche prima che la malattìa fosse al tutto spenta. Le informazioni da me prese innanzi al partirmi di colà non potevano essere né esatte né complete. Mi riportai adunque a ricercare il totale della mortalità al tempo 28£ in cui il choléra fosse onninamente cessato , e che il Consiglio Superiore di sanità avesse avuto agio di farne il giusto computo. Scrissi pertanto non ha guari al sig. De Segur per aver contezza tanto dell' epoca finale della infermità , quanto del numero completivo de' morti. Comunico a' miei leggitori la parte della risposta concernente a questi particolari , in un col riassunto de'defunti diviso secondo i dodici Circondarii Municipali di Parigi, con i numeri delle rispettive popolazioni , e co' rapporti aritmetici de' morti a questi numeri. « Gli ultimi morti pel choléra ( rispondeva il sig. De Segur a dì 14 maggio ) furono a Parigi nel mese di febbraio. Dal primo al 3i gennaro si contarono 33 cho-lérici morti, cioè 17 nelle case, e i3 negli spedali. Di questi 33 defunti , 16 se ne contarono dal 1 al 5 : 9 dal 6 al 10: 8 dal 10 al z5. In febbraio il numero dei morti non fu che di 7 , de' quali 4 ne' in cui il choléra fosse onninamente cessato , e che il Consiglio Superiore di sanità avesse avuto agio di farne il giusto computo. Scrissi pertanto non ha guari al sig. De Segur per aver contezza tanto dell' epoca finale della infermità , quanto del numero completivo de' morti. Comunico a1 miei leggitori la parte delia risposta concernente a questi particolari , in un col riassunto de'defunti diviso secondo i dodici Circondarii Municipali di Parigi, con i numeri delle rispettive popolazioni , e co* rapporti aritmetici de1 morti a questi numeri. » Gli ultimi morti pel choléra ( rispondeva il sig. De Segur a dì I4 maggio ) furono a Parigi nel mese di febbraio. Dal primo al 3i gennaro si contarono 33 cho-lérici morti, cioè 17 nelle case, e i3 negli spedali. Di questi 33 defunti , 16 se ne contarono dal 1 al 5 : 9 dal 6 al 10 : 8 dal io al 26. In febbraio il numero dei morti non fu che di 7 , de' quali 4- n^i "riassunto Della mortalità occorsa in Parigi pel cholèra-moròus in ciascuno dei Circondarli Municipali % secondo la divisione di quella Città a a. p t p- w m w> m si w\ 773 51,064 id. id.. .Totale della Popolazione . 44,734 68,117 81,386. 59, 583 74,365, 44^79 88,093. 5r,977 78,0861 id.. id.. id. id. id. id. id. id. id. NUMERO D E I MORTI 1001 Morti 549 id. 415, id„ 52.3 id. I722 id. 825 id. 1218 id. 1946 id 3o83 id.. 3570 id. 1087 id. 2609 id. s MORTALITÀ' j corrispondente ad un dato numero, della Popolazione, RAPPORTI Aritmetici approssimativi secondo il calcolo decimale 1 Morta in. 69 Abitanti 1:169,015 i ,,, in 126 Idem i: 125, 880 I „ in 123 Idem i: I23,o46 1 „ in 84 Idem 1:84,086, 1 „in 4° Idem 1: 39, 563 1 >} fr 99/ ïdem 1:98, o65, 1 „ in 49. Idem 1:48,919 1 „ in 38, Idem i:38,2i4 1 „ in i4 Idem. 1: i4,459 1 ,, in 24 Idem 1:24,676 1 „ in 48 Idem 1:47,826 1 „ in. 3o; Idem, x:»9»9a9/ 4 785,862 * Totale- de Morti18,602 s85 domicilii, e 5 negli spedali. Dopo questo mese , cioè in marzo , si osservarono in Parigi tre o quattro casi dubbi di cholera , ma non furono mortali. Del resto eccovi il quadro delle nostre perdite nella Capitale , quale è stato riconosciuto dalle Autorità amministrative. Voi potrete far uso di queste notizie come vi piacerà ec. ». AMIDOL© X¥I. Mezzi preservativi dal choléra. I j igiene e la polizia medica nelle popolari malattìe epidemiche o contagiose possono rendere servigi più segnalati che la stessa medicina pratica. Ma l'umana insensatezza ed i tanti pregiudizii che offuscano le menti degli uomini fan sì che non traggasi da queste parti delle scienze salutari quel profìtto che 1' osservanza de' loro precetti con securità ne ripromette ; perciocché cotali precetti o sono poco valutati e negletti, o al contrario con troppo severi ed ineseguibili ordinamenti imposti ai sudditi. Questi poi dal canto loro or tentano eluderli con inganni , ora gli trascurano. Poche sono le per- s8S sone sagge che ad essi giustamente attengono ; e molti esseri apprensivi si sottomettono spontaneamente a tanto scrupolo di cautele da deteriorare la loro salute e pre di sp orla a contrarre quegli stessi morbi che con tante precauzioni intendono ad evitare. I Medici d'altra parte giusta le varie dottrine che professano , e secondo la l'oro istruzione o corrono all'eccesso, o sen ristanno in difetto nel consigliare i Governi alle misure sanitarie; laonde le scienze che ne insegnano a preservarci dalle epidemiche e contagiose infermità, e che avvisano a raffrenarle, ove già si siano sviluppate , non sempre quanto il possono e il dovrebbero influiscono a rafforzare l'umana salute contro que' flagelli. Basta riandar con la memoria alle sanitarie discipline quando contraddi centi , quando vessatrici e quando inefficaci emanate e poste in vigore nei diversi stati d'Europa mentre ve-devansi o di presso o da lungi minacciati dal cholera-morbus : e basta all' opposto ¦2$g ripensare agP immensi danni cine soiïerî-rono que' luoghi in cui credute vane affatto si ommisero, per conoscere questa deplorabile verità. Penetrato dalla quai verità io qui mi studierò, a compimento de! mio uffizio ? di ricordare in compendia i meazrî da mettersi in pratica tanto per serbare incolume il nostro paese dalla ch.oleri.ca. labe, quanto per diminuire le sue strage qualora a Dio non piacesse lasciarcene immuni. E siccome molti di questi mezzi sono applicabili alla generalità delle popolazioni , ed altri particolarmente agì' indi-vidui, così prima farò parola de' provvedimenti di pubblica igiene che dovrà adottare il Governo., e poscia di quei che per la privata salute avranno a prescriversi ; I quali tutti d' accorda condurranno al salutar fine testé accennato. Per quello che risguarda aï preservare il nostro Stato dal choléra, noi già proponemmo da Parigi alla S. Consulta , dopo le molte discussioni colà tenute con alcuni 29° Membri del Consiglio Superiore di sanità , le misure da prendersi massimamente circa le quarantene de' nostri littorali del Mediterraneo e dell1 Adriatico j e portiamo fiducia che codesto Supremo Tribunale di Sanità ci farà ragione di averle ristrette quanto mai si potea senza ovviare dalle^ più prudenti vedute di sicurezza : e però il rapporto per me esteso in data dei 18 luglio credo che mi esoneri dal carico di doverne ora di nuovo tener discorso. Rispetto poi alle cautele da usarsi per le vie di terra ond' evitare le sospette o contaminate comunicazioni, la nostra topografica e politica situazione è tale che le vuol consentanee ? uniformi e nel più dependenti da quelle de'limitrofi stati d'Italia; i quali è da sperarsi che adoperino in ciò con la premura che esigge il grande oggetto della comune salvezza. Ma se a tener lungi da noi il choléra non giovassero né gli efficaci suggerimenti della scienza, né le provvide cure a cui cotanto in- 291 tende il benefico nostro Governo ; ei rivolgerà le sue paterne sollecitudini ad alle-gerire il gravame del cholérico flagello ? sottraendo alla sua ferocia quante più vittime potrà mercè i soccorsi della pubblica igiene e della polizia medica. E da premettersi per altro che tutto tornerà frustraneo se i popoli non corrisponderanno con docilità ed esattezza ai generali ordinamenti profilatici; se non avran l'animo pronto a qualunque sagrifizio per la salute pubblica; se non istorneranno l'orecchio dalle suggestioni del maltalento, e dai pregiudir-zìi dell'ignoranza, e se dal canto suo ciascuno non sarà disposto a tenersi a quei. regime di vita, e ad osservare quelle regole che in appresso sarò per proporre. Prima cura adunque debb' essere del Governo, ove davvicino fossimo minacciati dal choléra, richiamare alla polizia del corpo e dei domicilii le popolazioni dello Stato , dichiarando loro l'utilità di questa fondamentale misura igienica , ed istruen- 2$2 dole intorno alle varie maniere salutevoli di tener nette le persone e le case. Sara pure ad esse spiegata la facoltà disinfettante dell' aria pura e libera non che delle ventilazioni , e si esorterà ferventemente il pubblico a valersi di questo mezzo , che a tutti porge la natura per distruggere i germi contagiosi disposti a sostare e ad annidare tra le vestimenta e sulle domestiche masserizie (1). Ogni cosa dovrà es- ( i ) La libera circolazione dell' aria pura, e le ventilazioni, non solamente giovano a distruggere i germi del choléra , ma di più a moderare la gravezza della malattìa quando già è in corso. Con-cludentissime sono intorno a questo particolare le ricerche e le sperienze del sig. Piorrj, che , per meglio persuadere della efficacia de' detti mezzi le nostre popolazioni , reputo utile compendiare in questa nota, quali mi furono partecipate. i. Interrogati gran quantità di cholérici negli uffici di soccorsi in Parigi si è potuto accertare, che la gravezza de' sintomi corrispondeva sempre all'angustia delle case che abitavano, J2S3 ser di spesso riesposta all' aria aperta ; e quelle supelletili che possono mantenersi sane co'lavacri, senza parsimonia con questi si ripurghino. E gran virtù disinfettante 2. In cento casi di choléra osservati nella città, gli effetti delle strette e poco aereate abitazioni si verificarono identici ; vale a dire , che avanzavano allo stadio algido quasi tatti coloro, che erano stretti in piccole ed ingombre camere , quando all'opposto queglino che dimoravano in allogi vasti ed esposti a correnti d'aria lo sofferivano assai più mite. 3. In tre divisioni della Sàlpètrière ( s. Leone , num. 15 , e s. Carlo ) ove il morbo si manifestò con gran forza , fu esso tosto arrestato con le ventilazioni eseguite ogni due ore circa il mezzo della notte. Dopo aver messo in uso nelle nominate divisioni questo modo di ventilarle , cessò ivi affatto il choléra , mentre seguitava a diffondersi in altre sale non ventilate dello stabilimento. 4. L'infermeria nella quale sin dal principio furono praticate le ventilazioni conteneva dugento letti. Ebbene ne' malati che gli occupavano non si videro sintomi cholérici all' in fuori che in due a9i anche nelP acqua , della quale ia stessa natura mostrasi larga verso ognuno quando non si rifugga dal procacciarsela sia pure a costo di qualche fatica. Se non che coagonizzanti per altre infermità, ed in una terza donna inferma per cancrena , il cui letto era posto tra un angolo, nel quale non potevano passare correnti d'aria. 5. La mortalità pel «holéra in generale fu assai maggiore tra le alienate della Salpètrière poste in anguste camere, le quali non si potevano secondo il bisogno ventilare , die nelle altre donne meglio collocate , quantunque tra le prime si contassero molle giovani robuste , e tra le seconde delle vecchie e decrepite. 6. Le sale più ingombre di letti pe1 doppi ordini di questi nel mezzo , basse di soffitto e situate a modo da non poterle sovente purificare con le ventilazioni, ebbero sempre e quasi esclusivamente malate cholériche. 7. L'influenza delle correnti d1 aria spesso rinnovate fu vantaggiosissima nella cura del choléra , giacché si vedevano queste malattìe apertamente migliorare per le frequenti ventilazioni. Le recidive 2d$ loro che hanno maggior bisogno di questi Comuni mezzi preservativi » ne fan pur troppo minor uso ; e la classe, povera avvezza a marcire nel lezzo e tra il sucidu-me,. è d'ordinario quella che più di ogni altra non se ne vuol giovare. Si sa che a certa gente dee farsi del bene a forza, e come suol dirsi a loro dispetto; quindi è che corre debito al Governo per la incolumità della pubblica salute di nominare Ispettori di polizia medica pe' Rioni affinchè vigilino al cambiamento dell' aria negli nella divisione delle cliolériclie non si osservarono dal lato del mezzodì , dove le fenestre sì tenevano sempre aperte ; ma dalla parte del nord in cui restavano abitualmente chiuse. Oltre i successi dimostratissimi di queste spe-rienze fatte nel grande stabilimento della Salpètriè-re, le ventilazioni per purificare le masserizie e le case infette dai germi cholérici sono altamente raccomandate dal sig. Moreau de Tonnes , dal quale più volte udii encomiarle nelle conferenze che seco ebbi in Parigi. 2qS abituri, cd a5 lavacri delie masserizie di questa gente, siccome è debito di un padre di famiglia obbligare alla nettezza gl'infingardi suoi dipendenti, Per altro iato la miseria spesso astringe 1 più tapini a prender ricovero in case umide, mancanti d'aria, o da altre eagioni fatte malsane; e si vede la specie umana ammassata in questi tristi casolari, o per meglio dire in questi sepolcri di uomini vivi, che V immane sordidezza de1 locatori niega di migliorare. In Parigi fu subito -creata una Commissione medica speciale composta dai sig. Petit , Trébuchet e Rohault per visitare le abitazioni 9 rilevarne tutte le cause di malsania, e proporre i modi di sanarle. Farà assai meglio il nostro Governo , pens' io , se all' occorrenza comporrà una simile Commissione di uno o due Medici ben versati nella fisica, di un Chimico 5 e di un Ingegnere od Architet-tetto. Alle ispezioni domiciliari de' poveri eh' essa anderà facendo dovranno interve* 297 nire i padroni o locatori delle singole case; a ciascun de1 quali secondo il bisogno si ordinerà di far aprire nuove e ben esposte fenestre; chiuder quelle che guardano-sopra luoghi o danno accesso a venti ìnsa-ÎLibri ; imbiancare le pareti delle stanze ; «levare i suoli pianterreni : far acconciar le latrine , colmar le pozzanghere de' cortili , allontanare i lettamai , ripurg.ire i pozzi e le fontane ; in somma di. provvedere nei miglior modo possibile alla insalubrità di colali abitazioni. Nel caso poi che il choléra già si fosse manifestato , urgerà diradare la troppo ammassata gente in anguste case 5 aprendo loro i deserti palagi ed ogni altro locale che è a disposizione del Governo , o delle Comuni. Si scambino in queste pubbliche calamità gli edifìcii destinati ai divertimenti , allo sfoggio del lusso ed alle comparse , in asili sacri alla indigente e derelitta umanità , e tolgasi così 1' alimento alla moltiplicazione ed alla diffusione del *9$ contagio. Si spalanchino al bisogno le claustrali porte , e sarà accetto all' Altissimo il bello spettacolo di pietà di ricoverare i poverelli eziandìo ne' luoghi sacrati alle lustrazioni ed alle penitenze. Ne ciò basta ad impedire quanto si puole e dee volersi che il fomite si moltiplichi e propaghi ; ma è necessario ordinare e mantenere in rigoroso vigore le discipline sanitarie accipcchè gli ammorbati nelle case e le persone da cui sono assistiti incautamente ed a lor volontà non comunichino co' sani senza ripurgarsi. Cotali discipline se da un canto non debbono esser vessanti , dall' altro si ha a tener fermo con severità onde sieno osservate indistintamente da ogni classe di persone. Qui non finiscono le cure del Governo nel luttuoso caso d'invasione del choléra. È d'uopo ch'Ei si dia il carico della.salubrità de' cibi e dei vestiario, supplendo nella miglior maniera possibile alla nudità de' miserabili. Però altre Commissioni sa- 299 nitarie sorvegleranno i venditori di commestibili , e bandiranno dalle pubbliche vendite e da' mercati le frutta malsane , i salumi, i vitii alterati od artefatti e tutto altro mai che nuocer possa allo stomaco, le cui funzioni cotanto vogliono esser tenute in regola mentre domina il choléri-co morbo. Per quello che spetta al vestiario , s'inculcherà al basso popolo di cambiar spesso le biancherìe ? e noi potendo di tenere almeno esposti all'aria aperta nella notte i vestimenti del giorno 5 ed in questo le lenzuola od altro d'uso della notte ; col-l'avvertenza di non rindossare qualunque di esse messerizie se prima non sieno con il. calor del fuoco scevrate dall' umidità che per avventura avesser presa all' aria. Si esorterà pure a guarentire sopratutto la pelle dai cambiamenti atmosferici , ed a tenerla ricoperta con tessuto di lana ; ad andar ben calzato e serbar caldi i piedi ; ad evitar le intemperie e 1' aria umida segnatamente della notte ? e così via dicen- óoo do. Mä i poverelli forniti soltanto di pochi cenci che a brani cadon loro di dosso, e i quali scalzi incontrano e freddo e umidità , quäl pro potran trarre da queste ammonizioni ? Qui dee concorrere la carità de' signori , dei facoltosi e degli agiati ; posciachè troppo sarebbe caricare di tanto peso in tutto il Governo. Begli esempi si sono avuti di simili carità dai diversi Stati di Europa travagliati dai choléra , dove cominciando dalle famiglie reali sino alla classe agiata si lavorava a vestire i poveri, e sì distribuivano loro fasce di lana a fine di riparare il basso ventre e di mantenerlo caldo neh" influenza xholérica. In quanto alla cura degli ammorbati indigenti , combinata con la maggior prontezza de' soccorsi e con il minor dispendio del pubblico erario , io mi riporto al relativo referto spedito da Parigi alla S. Consulta ; nel quale fatti i dovuti calcoli di economìa amministrativa , e gli esatti confronti tra i salutari risultamenti de' pie- 3oi coli ospedali ammovibili, o steno case di soccorso, ed i grandi spedali permanenti , proponemmo i primi. Gran bene si conseguì in Francia da cotesti ospedali ambulanti , dopo avere sperimentati gl' immensi danni de' vasti spedali stabili , così in riguardo all' economìa , come alla più rilevante mortalità per la ritardata assistenza. E non so vedere il perchè colà dove hanno avuto tanto incremento 1' igiene e la polizia medica non si adottassero le ambulanze dette sin dalla prima invasione del choléra , stando a quello che di essi spedali avea scritto da Pietroburgo a' dì || agosto del i83i il Barone di Bourgoing nelle sue Considerazioni sul choléra-mor-bus e sopra i rapporti delle misure da prendersi dalle Autorità. Debbo alla cortesìa del sig. De Segur anche 1' esser possessore di questo manoscritto , in cui ( eccettuate le mistiche transazioni sul contagio e non contagio ) sono ottime vedute ed eguali precetti per prevenire la diffusione del choléra. 3o2 Fin qui arrivano i provvedimenti generali di pubblica salate che sono in dovere del Governo ; al quale spetterà inoltre dare tutta la possibile pubblicità e con ogni proficuo mezzo instillare negli animi delle popolazioni i precetti di privato pre-servamento dal ridetto malore, promulgando in ïstampa istruzioni chiare sì che si confacciano sino alla intelligenza del volgo , e facendole spesso rileggere nelle popolari riunioni pel culto , nelle pubbliche scuole ed in qualsiasi altra circostanza di numerosi radunamenti di persone. Queste istruzioni si ricaveranno se vuoisi dalle cose che verrò ora raccomandando sul sano moda di vivere , e circa le regole profila-tiche 5 cui debbono attenersi coloro che sono esposti a^contrarre il choléra. E principiando dalla salutevole custodia in che avrà a serbarsi la pelle acciò non si alteri l'ordine delle sue funzioni, d' onde viene in gran parte la predisposizione a rendere attivo il fomite dei cho- 3o3 léra , gioverà innanzi tratto far uso moderatamente de' bagni , e de' lavacri. Furono proposte in Francia le fregagioni con satura e spumeggiante soluzione di sapone seguite da lavature, come mezzo atto ad evitare il morbo. Avvegnaché io non fidi nel potere preservativo specifico, quale fu decantato , di siffatte fregagioni , pure non posso negar loro la proprietà di purificare e di stimolar blandamente l'organo cutaneo ; proprietà cotanto profìcua contro la contagione cholérica j e però ne consiglio e raccomando la pratica. Utilissime eziandìo torneranno le strofinazioni su tutto il corpo almen mattina e sera con panni di lana o spazzette dapprima tenute ai vapori di aceto, di cloro, e , potendosene tollerare l'odore, di zolfo. Se poi corre stagione fredda od umida , e tempo variabile , si terrà coperta la pelle con flanella o con maglia di seta da cambiarsi spesso, e sempre imbevuta dei medesimi vapori. II rimanente delle vestimenta si proporzione- 3tf4 ranno con accuratezza alla temperatura dell1 atmosfera , e si accresceranno o scemeranno secondo le fasi della medesima ; tantoché non vengano forzate per eccesso di abbigliamento le azioni cutanee, o pei contrario soppresse dal difetto. Si abbia cura non meno di tenere asciutti e caldi i piedi, e sudando di non esporsi a correnti d' aria. In sull' annottare ciascun si riduca a casa , e ci rimanga il mattino sia al tardi. Nella giornata fuggansi i luoghi di calca e di convegni ove la viziatura dell' aria può rendere operosi i principu cholérici , e predisporre la macchina ad esserne attaccata. Chi è in condizione ed ha comodo d'isolarsi, vada alla campagna, dove, tolta ogni possibile comunicazione , si terrà incolume dal choléra. Molti fatti autentici ed incontravertibili, provano la sicurezza di questo mezzo per preservarsi dal medesimo ; dai quali fatti si può inferire , che il pericolo d'esser contaminato dal eoa morbo è in ragione inversa del vivere ritirato , e dei sottrarsi daìle strette relazioni con le persone e colle cose. Ciascun si giovi secondo il proprio stato di questa ferma massima. Verranno diminuiti anche meglio i pericoli di contrarre la malattìa se le camere ove suol soggiornarsi si purifichino co' suffumigi di aceto versata sopra lamine di ferro roventate , o con. quelli di coloro ; ma di maniera che non offendano la respirazione»- La Reale Accademia di medicina in Parigi nel Rapporto ed istruzioni pratiche sul choléra —. morbus •> approvate a dì i5 maggio i85.2 ? e pubblicate dietro domanda del Governo 5 condannò la profusione de' cloruri sotto qualunque forma negli appartamenti, Non è dubbio che l1 abbuso di questo rimedio preservativo possa nuocere, siccome nuoce l'abusare di qualsivoglia altra cosa ancorché più semplice ; ma il proscriverne perciò V uso , e '1 proscriverlo anche per la ragione che è difficile citare casi bç- 3o6 ne avverati della sua proßlaüca utilità , a me non pare retta conseguenza di logica medica. Il metodo , e la regola da tenersi nel vitto quando si è sottoposti al dominio del choléra , e sugetto di grandissimo momento per chi intende ad uscirne illeso. Per io stesso motivo che necessita in simili contingenze mantenere inalterate le funzioni della pelle , urge di adoperare acciò non avvenghino turnazioni in quelle degli organi digerenti ed assimilatori. Adunque le sostanze solide e fluide alimentari debbono essere delle più salubri, e della meglio facile digestione. Anche la quantità delle medesime vuol esser misurata col bisogno di nutrizione e con le forze digestive dello stomaco.. Che le ore dei pasti sieno sempre metodiche. Le minestre di riso, di farro, di semolella fatte con brodi leggieri e sostanziosi, si preferiscano a tutte le altre : le carni di pollo 5 di, vitello , di castrato , ad ogni altro gè- OOJ nere di carnagione ; e vengan esse cucinate e condite con la maggior semplicità senza aromi od intingoli composti. Una minestra delle anzidette , un lesso ed un rosto formerà il vero vitto anticolerico. Non si esclude però da questo' il pesce fresco e gli. erbaggi salubri, semprechè a cibi così fatti sia da lunga pezza abituato il ventricolo. Non divietasi nemmeno qualche frutto sano e maturo. In generale non dee al tutto nel pranzo essere appagato l'appetito? né soddisfatta la voglia di mangiare. L' uso del vino ( da anteporsi rosso ) sarà parco , e berrassi più che al solito diluito coli' acqua , salvo un poco puro , e meglio se navigato , sul finire del pranzo. Bando ai liquori alcoolizzati, ed a checchessiasi altra bibita composta ed incitante. Rigorosissima astinenza dal dissetarsi largamente con bevande fredde o ghiacciate in ispezie allorché il corpo trovasi riscaldato. Una limonata in gelo presa da un Co-IoncIIo olandese dopo essersi affatticat» io* 3o8 a comandar manovre al suo reggimento nell' occasione de' sponsali della figlia di Luigi Filippo col re d' Olanda , lo tolse in brev' ora di vita pel choléra : di codesti esempi funesti moltissimi se ne potrebbero citase. Quando lo stomaco costantemente in date ore adopera alla digestione di consueti cibi , questa è sempre facile , spedita e salutevole. Riferiya la Reale Accademia di medicina nel rapporto precitato, che per la vita regolare e sobria solita a menarsi nei Collegi 5 nelle Scuole speciali e nelle grandi Comunità di pensione , sol qualche raro caso di choléra erasi osservato in que'stabilimenti. Né fa eccezione a questa regola di salute 1' aver travagliato il morbo i monasteri delle suore della carità ; concios-siachè V edificante e mai abbastanza ammirato ufficio che sostengono quelle veramente sante monache, di andare ad assistere i cholérici per le case , le toglie dalla vita regolare , metodica e ritirata nei loro conventi ; senza dire della continua esposizione al contagio (1). Alla temperanza del metodizzato vivere si unisca la quiete dello spirito e 1' e-quanimità in tutte le morali azioni : ten- ( i ) Si conceda all' autore , che su di se stesso sperimentò la pietà di quelle suore, di tributar loro un pubblico atto di riconoscenza recando qui tradotto il seguente frammento dell' elogio che di esse fa il sig. Perigot nella sua altamente filosofica opera non è guari Tenuta alla luce Sulle cause delV ineguaglianza delle fortune, e della mendicità , alla faccia 26 ,, E a giusto titolo , die' egli , che si chiamano suore, poiché prodigano le vigilie è le fatiche in favore di tutti quegli che loro si affidano siccome a veri fratelli. Ma perchè non pos-s'io in cotesta pagina tessere un solenne omaggio di gratitudine e di ammirazione per ispirare al mondo intiero la somma venerazione ed il rispetto ben dovuto a queste figlie del Cielo , immagini viventi della pietà e provvidenza Divina sulla terra! Basterebbe proclamar le circostanze, nelle quali elle han dimostrato la grandezza della loro carità, a riuscii*- ùlo gansi in freno con.molto studio le passioni. Guai a coloro che vigendo il choléra ad esse si abbandonano ! Una religiosa rassegnazione ai supremi destini può unicamente mantenere 1' animo in quella giusta calma che non inchina né alla paura , uè al troppo spregio de' pericoli di contrarre il morbo ; eccessi ambidue che menano di spesso a funesta fine : perocché chi con impavida temerità non s'ingegna a preservarsi dal contagio, preso eh' e1 ne sia con eguale baldanza ordinariamente trascura i suoi preludi a modo che alle volte la malattìa si fa insanabile ; e così all' opposto quei che trepidante abbrivida sol pensando al choléra, consuma la provi. Se non che cotale virtù essendo stretta intimamente alla umiltà, io temerei offendere chi cotanto la possiede e 1' esercita pubblicando le sante loro azioni, che hanno avuto ed hanno per motivo e per fine F amor di Dio e del prossimo , e. non gli applausi degli uomini ,,. Su pria resistenza vitale cogli effetti de' suoi esagerati timori „ sicché poi se viene invaso da quello , lasso di spirito e delle forze della vita soccombe. Fuvvi ultimamente ur* medico francese , il quale credette dimostrare che la paura quantunque estrema non predisponeva ad infermare di cotal malattìa (1) ; mentre altri ve n' erano stati per lo innanzi che V avevano numerata tra le principali cagioni predisponenti alla cholérica infermità. Tanto quello che questi avvisarono a sostenere gli opposti assunti con ragionamenti, ed adducendo de'fatti. Noi non vogliamo entrare in sì oziosa discussione ; ma a governo di coloro che per avventura troppo pieghevoli fossero ad accordar credenza a tutto ciò che viene pubblicato con tuono di fermezza e securità oltremonti y senza darsi briga di analizzare con ( i ) V. Gazette Medicale de Paris , Tom. Ili, num. 106, Feuiletton. 5l2 ini po' di critica quei ragionamenti, e quei fatti 5 diremo in generale , che così l'uno come gli altri hanno trasceso o nel torre alla paura qualunque influenza a predisporre al choléra, o ad assegnargliene eccedentemente. La sperienza di secoli e secoli ne ha fatto toccar con mano essere il timore e lo spavento pessimi elementi morali nelle epidemiche e contagiose emergenze; e le misure sanitarie intente ad occultare i feretri 5 ed i funebri treni d1 inumazione ; a far tacere il lugubre suono delie campane in simiglianti calamità 5 vennero per fermo dall' essersi comprovato il danno che recava alla pubblica salute l'abbattimento di spirito e la paura della morte. Ma noi dovrem confessarlo con umiliazione della medicina del secolo decimonono. Ï medici non si sono giammai abbandonati a tanta intemperanza di fantasìe quanto è avvenuto relativamente al choléra. Come malattìa nuova in Europa si è quasi preteso a statuire per essa una mio- 3i3 va patologia j una nuova terapìa, e sin anche una nuova profilassi ; quandoché vedutane apertissimamente sin dapprincipio Ja natura contagiosa, bastava conformarla alle generali dottrine de' contagi per non cadere nei sterminati sragionamenti, e non perdersi nella gran vanità di osservazioni in che siam caduti e ci siamo persi , con nostra onta e con danno della umana specie. Si è questionato sulla contagine cholérica a forma d' assordarne e scan-daiezzarne il mondo : ora si -contraddice forse 'per dar motivo a nuove questioni sin alia parie più ovvia dell'criologìa -del cho«-léra, escludendo la paura dalle sue cause predi sponenti, Cotali sragionamenti e vanità di osservazioni derivarono in g;ran parte , secondoche io porto opinione , da uà difetto radicale eh'è nell'istruzione medica. Studiansi le malattìe rispetto all'individuo e non alle masse di popolazioni. Mancano le Università di speciali cattedre per V ammaestramento sui morbi epide-r Sii mici e contagiosi.- Abbiamo staccate istorie di cotesti morbi, istorie d'importanza meramente locale ; ma non possediamo una storia analitica universale di simili infermità che serva di guida nelle pur troppo spesso rinascenti costituzioni epidemiche e contagiose; per la qual cosa ad ogni nuova evenienza di queste, ecco nuove quistioni, nuovi erramenti e nuove mediche garrulità , cui s1 immolano vittime sino a che 1' orror della strage od i lumi di qualche pacato e perspicace intelletto non segnino la via di salute. Questa è lacuna spaventevole agli occhi del medico veramente filosofo: non di meno potrebbe presto esser riempiuta, purché i Governi vi concorressero con la potente opera loro. Si educhi la gioventù medica allo studio particolare de1 ridetti morbi; e gli istitutori destinati a questo insegnamento astretti a ricogliere tutti quanti i fatti di epidemìe e di contagioni, ed a far rivivere tanto obliate memorie , ben tosto saranno 3i5 in istato di dar mano alla compilazione di un corpo di dottrine da servir di guida alla universalità de'medici nelle popolari talvolta proteiformi , e spesso oscure infermità. FINE IMPRIMATUR Fr. Dominicus Buttaoni Ordinis Praedicatorum S. P. A. Magister. IMPRIMATUR Antonius Piatti Arehiep. Trapezunt. Vicesgeren* INDICE BELLE MATERIE CONTENUTE NELL» OPERA Proemio......fac. m a ARTICOLO I. Il contagio cholérico negato in Francia. Perchè non possa essere iscusato cotesto errore. Non avvertita od occultata esistenza del choléra in Parigi ..via ARTICOLO IL Fatti autentici comprovanti la diffusione del choléra per contagio da Parigi nei dipartimenti, g a ARTICOLO III. Altri fatti particolarmente raccolti per raffermare la propagazione del contagio cholérico 5i8 dalla Capitale nei dipartimenti della Francia . . . fac. 17 a z5 ARTICOLO IV. Esempi di comunicazione del cholera per contagio verificatisi in Parigi . » * . . . * » 2& a 58 ARTICOLO V. Modo dì agire del principio ingeneratore del morbo choléra sul sistema vivente ? dedotto dai suoi generali fenomeni' Naturai divisione de"* stadii di questo morbo ..»,..» £9 a 62 ARTICOLO VI. Primo stadio del morbo, 0 stadio rf' incubazione.....» 63 a 79 ARTICOLO VII. Secondo stadio , a stadio d"1 irritazione ..... . . » Si a 97 3i<3 ARTICOLO Vili. Terzo stadio , o stadio algido e della cianosi . . . . fac. 39 a 116 ARTICOLO IX. Quarto stadio : riazione delle forze vitali contro gli effetti del morbo.......» 117 a i3o ARTICOLO X. Il choléra-morbus congiunto ad altre malattìe. Esempi di complicazioni di questo con gravi infermità del petto 5 del bas*-so-ventre e delVencefalo . ->•> i3iai63 ARTICOLO XI. Seguiti del choléra , ovvero disordinazioni di salute ed altre mal-sanie che tengon dietro a quel morbo.......» 16301175 T" ARTICOLO XÏL Osservazioni necroscopiche sul cho~ Ura.......fac. ìféaziz ARTICOLO XIII. Ragguagli intorno alla terapìa del choléra in generale. . » ziSazzS ARTICOLO XIV. Cura metodica e razionale del choléra ........ 22gaz63 ARTICOLO XV. Cenni etiologici e statistici sul choléra. Mortalità per esso cagionata in Parigi .... »265 a .285 ARTICOLO XVI. Mezzi preservativi dal choléra » žSjadiS