JDLJSKA KNJI2NICA KOPER - n. -ě DELLHISTORIA VINITIANA * DX Mjě\CQ JI'HTO'NJO Sa BELLICO LIBRI XXXIII. Co» la giunta de gli Epětomi di nuouo tradotti dal Latino, ET MOLTE ALTRE COSE,CHE NELl/VLTIMA ftampa mancauano. CO K LA TA VOLA DELIE C Q S J? notabili. IN VINEGIA M D LVIII. ',*; ' LA TAVOLA DE LLE HUTORIE VINITIANE D I M. A NT O N I O SAVELLICO, SI IVTIO Qjy ELIO, CHI MELI.' OPERA SI CONTIENE. L maestro de'foldatifurono ca- •'• uaci gli occhi,a carte 14 b Alcune openioni de'fcrittori. 17.4 Aftutia ufata per Vinitiani, acciň il nimico non intendere la loro penuria. Angelo Partitiatio primo Doge in Rialto. 21.a Acquifto del nimico. jj.a Apparition di San Marco. jo.a Appafitiondi Chrifto a Pietro heremita. jo.a Antigonia,& poi Nicea chiamata. 54-b Attroce battaglia fatta tra Chriftiani, e Turchi, j f.a Acquifto della Cittŕ di Sura. f7-a Ambafciatori mandaci in Vngheria per impetrar la . pace. * CS.z Armata Vinitiana in foccorfo della Soria. 7o.b A> che modo furono drizzacele Colonne nellapiaz-zadi San Marco. . Si.b Afledio di Coftantinopoli. 9j.b A x Arma» TAVOLA. Armata fatta da' Vinitiani per Tlfoladi Candia.104. a Alcuni luoghi de' Corfan tolti fu la Morea $<).z Alcuni gentilihuomini Vinitiani mandati a Corfů,co me in nuoua Colonia. 101 AndreaTiepolo Capitano difefTantaGalee,uain foc corfo de'Genouefi. nj.a Armata fatta da' Vinitiani. nS.a Armata fatta per Genouefi contra Vinitiani. 118.a Armata fatta contra Genouefi, Ruggiero Morofini Proueditore. iji.b Aflalto fatto al palazzo per li congiurati. i$7-b Alcune opinioni di tal congiura. i$8.a Andrea Dandolo Doge. 54 if7«t> Antonio Grimaldo Capitano de'Genouefi,ua contra Vinitiani & Aragonefi. i67-b> Andrea Contarmi Procuratore,& Michel Faliero ara bafciatoreinTriuigi. i7f.b Andrea Cornaro fu morto dal Calergo. *79-a Aleffandria maggiore fu focheggiata dal Re di Cipro. ii>2.b Alcuni capi della ribellioneprefi& morti i8j.b Andrea Contarmi Doge.lx. i8f.a Alberto da Correggio Capitano da terra. 18^-a Antonio Veniero con due Galee in foccorfo dell'Ifo ladiTenedo. i9i.b Alcune fcaramuccie fatte in parte di Poueglia cpn Gč nouefi 107.1 Alcune rotte de'Genouefi. toS.a Aiuto datto a* Calogiani Imperatore di Coftantino-poli. ni.ai Armata fatta da' Vinitiani Capitano Vit^or Pifani. carte. nj.b A che pericolo furono i Vinitiani per il render l'ifola di Tenedo. *$J-b Antonio Veniero Doge.lxii. *JT-* AzzodaEftecontraFerrarefi. Z4t Auifo dato per il Pontefice a tutti i popoli & Signori d'Italia. 2 8i.ai Aftutie tifate dallo Sforza,& il Piccinino contra Vinitiani. z84.b Armata fatta per Sio» z88.b Alienatione dello SforzalaFilippo. *9$-a Afledio di Brefcia. jii.b Afrutie del Piccinino, & del Mantouano per non la-fciarpaflŕrelo Sforza in Lombardia. $18 3 Andrea Donato , & Girolamo Contarini. $'9»4 Aftutia del Barbaro, Proueditore in tener Brefcia. carte. j^^.b Andrea Valerio,& Andrea Leone col Zeno, Proue-ditori delle naui. JJ^.a Andata del Piccinino a Milano. $44*3 Andrea Dandolo ambafciatore al gran Soldano, a carte. $?i-3 Antonio Diedo Capitano del Golfo, foggiogň Anti ueri al dominio Vinitiano. ??'•!> Andrea C^uirini ricuperň rarmata3& Antonio Diedo carte 3?a-a Armata di otto Galee a nome del Pontefice, & quattro per il Ducade'Belgi contra Turchi. 3fi«b Alfonfo fatto Re di Napoli, & le fue conditioni, 3 carte. 3S4-3 Aluigi Loredano , Aluigi Veniero , Pafquale Mali-pierň, e Chriftoforo Moro,ambafciatori al nuouo Pontefice. l Armata fatta da' Vinitiani fopra il Pň. Anconitani tolti in compagnia da' Vinitiani. $ Armata Vinitiana prefa dallo Sforza a Cafale. 554. a Aluigi Loredano & Pafcjual Malipiero , Prouedito^ xi in campo. 36^-b A 1 Arni*- T AVOLA. Armata fatta contra Re Alfonfo. $ AluigiLoredano Capitano. $66 b Aleflandro Sforza rotto dal Monferratenfe. $7?.a Andata de Turchi aCoftantinopoli. $9?>b. A che modo fu morto l'Imperator Greco di Coftan- tmopoli. $79>b AluigiCapello,AluigiLoredano, Chriftoforo Moro,&Orfato Giuftiniano ambafciaton a Roma.^3i.a Armata fatta da Vinitiani. 4oo.a Andata de Turchi a Vdine. 4O7.b Auifo hauuto dal Mocinico de li campi de Perfi,& de* Turchi. if.a Andrea Cornaro,&Marco bébo tagliati a pezzi.4i7.b Antonio Loredano fatto Capitano in mare. 4i4.b Andrea Vendramino Doge.fr. 42é.a Antonio da Legge,Proueditore in Scutari. 45 r .2 Alfonfo Duca di Calauna. 4^4*a Adice. 44i-a Agoftino Barbarico. 44f.b Atroce conflitto. 44^.a Alfonfo fugge. 448.a AgollinoBarbarico, Zaccaria Barbaro , Frŕncefco Barbaro,Hermolao Barbaro. 4f4-a Andrea zancano. 4f6.a Antonio Soranzo. 4T7>a Aifonfo & il Seuerinate concorrono. 466.a B Benedetto Pontefice uenne a Venetia. X7.b Bando del figliuolo del Doge. 34-b BaldouinoprefeTolemaida. 6%.z. Baldouino rimafo Imperatore. 9ó.b Bonifacio di Móferrato dichiarito Re diTheflaglia.98 Belletto Giuftiniano capo dell'armata che andň per racquiftar Zara. ij8.b Bartholomeo Gradinico Doge 5;$. iy6.a Battaglia fatta alla Sapienza tra Genouefi & Vin.i 70. Ber- T A V O L A. Bernardo Giuftiniauo proueditore del mare. 174.2 battaglia fatta tra Germani & vinitiani. i86.b Battaglia fatta tra Vinitiani & Vngheri al fiume hog-gi detto Piaue. i88.b Battaglia fatta in mare con Genouefl. T^j.b B ernabň Vifconte diede la figliola al Re di Cipri. b 9 Battaglia fatta nel porto di Famagofta. 19? .a Battaglia fatta aTraů. 198.3 Battaglia fatta contra Chioggioti. 205.a Bernabň mandň quatromila caualliperGenouefi da Chioggia. 214.1 Battaglia che fu fatta a Chioggia picciola. 217.1 Boccali Taccheggiato & brufciato. 226.1 Battaglie tra Modone,& il Ginochio. j$8.b Battaglia fatta,nellaqual morirono circa trecéto ibi— dati Vinitiani. 271.1 Battaglia fatta tra Ottolengo,& Brefcia prela di ceri to& cinquanta caualli. 27i.b Battaglia fatta in Po. 285M Battaglia fatta in mare cóle galee de'Genouefi. 2,87.1 Brefcia leuatad'alfedio. jn.b Battaglia fattafoprail lago di Garda. Si13- Bellifsima & fiorita gente de' Vinitiaui. $S9'h Battaglia fatta nel lago di Garda. 338.1 Bresciani mandarono ambafciatori a Vinitiani per al-legrarfi della uittoria. 3$8.b Battaglia fatta ad Anghiari dal Piccinino'con i Tofca ni,& compagni. J4O-1 Bianca Maria condotta a Ferrara. 344-1 Battaglia,doue perirono molti ualent'huomini.^é.b Battaglia fatta tra Chriibani,e Turchi.. JW'a Bolognefi ricuperata la libertŕ, dimandarono foccor fo a Vinitiani,& Fiorentini. J54-b Battaglia fatta in Bologna tra lor cittadini. $54-b Brebio tolto in Brunza con tutti i luoghi di quella A4 eoa TAVOLA. Con gran crudeltŕ. tj8.B Bottini fatti fopra il lago di Corno ,& luoghi tolti* 3*8.b Battaglia incominciata. jtfr.b Borfo da Eftefatto Prencipedi Ferrata. $7o.b Bartolomeo Coglione fpogliato lui Veronefe. i?o.b Battaglia & bottini fatti in Lombardia conuittoria de' Vinitiann $7$b Battaglia di Coftantinopoli, &ilfoccorfo che egli hebbe. $77-b BreuedefcrittionedellaMorea. j8f.a B ertoldo da Elle, Capitano da terra nella Morea . $86.b Bertoldo fi accampň a Corinto. $87.b Battaglia fatta a Corinto,nella quale Vinitiani furono cacciati. - j88.a Battaglia fotto Napoli con Turchi. j88.a Battaglia data alla cittŕ. 390.* Battaglia fatta a Metelino. $9i-t> Bartolomeo Coglione Capitano, fimofle con grande eflercito per andar in Tofcana. $9f-» Battaglia de' Turchi a Negroponte. 399-2 Bottino dell'armata fatta aTabia. 4°?*a Battaglia & prefa di Micra. 4'4-a B attaglia fatta tra Perlěani & Turchi. 41 y.b Battaglia fatta alla Boiana con Turchi. 411.1 Battaglia data da' Turchi a Scutarn 4iz.b Bernardo Bembo. 454-b Brigantino terra.Trecenta* 44?-» Bernardo Giuftiniano. 4?i-b Bartolomeo Vetturi,Nicolo Fofcarini» 4fo.b Battolomeo Minio. 463 b Che genti foflero gli Huqni. 4 a Come t A V O L A. Cotne l'aiuto re approua il principio della Cittŕ. ?.b Come fu fpogliatalachiefadi Grado. u.b Come fu fatto Equihň o uer Iefole. iz.ŕ Cagione di far Doge in Vinetia. ibid. Concion fatta nel configliň diHeraclia per crear il Doge. ibid. Con che modo fi creafle Doge* ij.a' Come fu uccifo il Doge dal popolo. 14.» Come Fortunato prelato di Grado fuggě a Carlo Im peratore. if.b Come per inftigatione dě Fortunato , Pippino ruppe guerra a'Vinitiŕni. if.b Come il Doge fece precipitar da una torre Giouanni prelato di Grado. x6.i Cagione della guerra de' Francefi , cpn vinitiani 17. a Come Pippino fi pensň di Taccheggiar Rialto . 17. a Comparatone de'Vinitiani & Romani. io.a Come fi hebbe il corpo di fan Zaccaria, & parte delle ueih de Chrifto,e della Vergine. n.t Congiura contrail Doge. it Come fu portato il corpo di fan Marco a Verietia.ij.a Come a S. Marco,eflendo uiuo,gli fu nunciaco,le tue oflain Venetiadouer giacere. 24.3 Come fu morto il Doge per congiura. i8.a Con che conditioni refero il Dogado. x8.a Come Dorfo duro fu habitato. ao.a Come fu prefo Cornacchie acj.b Come rupperol'ImperatorBerehgarioi ji.a Come bruciarono Cittŕ nuoua &Iefolo,edisfecero Capo dargere & Chioggia. ji.a Cangiano figliuolo di Pietro Doge uentefimo fecondo, j^.b Con qual conditioneftt reltnwiulapaceaNaren-i 34.3 Come T A V O L; A. Come il Prencipe fi difpofe lafciare il Dogato per fa* fi monaco. . ^8.a Come il Doge lafcio il Dogato,& ufci fuor della Cic tŕ occultamente. ibi. Caloprini promifero il dominio Vinitiano a Otone Imperatore. ^.a Caloprini ritornati nella Cittŕ. 39. b Confini a Vinitiani confirmati. 4j.b Congiura contra il Doge. 45. a Come il Précipe fi chiamň Doge di Dalmatia & Cor uatia. 50.a Crudeltŕ de'Sarracini contra Chriftiani. $i.a Capitani di tal imprefa. ja.b Con che co nditioni fi refero i Niceni. y j.a Come hebbero Gibello. 61.a Come alfediarono Tortofa,& quella lafciata per non poterla hauere. éi.i ComegionfeinGierufalemme. 61.a Centomila morti de' nimici. 64^ Conclone fatta nel configlio per la imprefa di Soria. cart. 68.b Cófirmationedi Baldouino a'[Signori Vinitiani.7z.a Colomba, che portň lettere alla Cittŕ. 7a.b Come mancň tutta.la famiglia Giuftiniana . b 79 Come Eraanuel acciecň gli ambafciatori Vinitia * ' ni. Si.b Come Otone hebbe gratia di poter tornare al pa-f vdre per impetrar pace. 8a.a Chi fu il pruno che ordinň la procurarla. H8.a Con che ordine fi difpenfauano i danari della proc u- ratia. 88 a Conditioni& patti fatti conFrancefi, che andauano in Soria. 91.3 Come fu determinato che la Ifola di Candia, con le altre Ifole del mare Ionio, & Egeo follerň de Vini- T A V O L A. tiitiani. $6.6 Con qual conditionc fu fatta la pace. i oo.b' Coftantino transfer! lo Imperio di Creta aCoftan- tinopoli. xoj.b Come fu corfo alla cafadi Marco Sanuto. 105.2 Condition della pace. 107. b Coftantinopoli aifediato da Greci. ioo.a, Come lo Imperatore diede in pegno il figliuolo ai alcuni mercatanti per dannari a lui imprecati. earte. izo.a Come Greci diedero lo Imperio con tradimento al Paleologo. rzo.x Crudeltŕ ufata da Greci & Genouefi ne i Vinitiani. carte. ' iti.» Careftia grande in Venetia. 114.» Coětiparatione tra Romani & Vinitiani. 1 jo.b Cari», & Andrea Dandolo proueditori dell'armata- Viriitiana. l13-b Come fu rotta l'armata Vinitiana,&prefo il proue- ditore. IJ4-* Come Damafio Capitano di tutte le genti da ter-~ rŕ te'Vinitiani hebbe le merite pene del tradimento. cart. *J9-b Chi fece edificar la chiefa di fan Domenico in Venetia. i?9-b Come nacque la guerra tra Vinitiani,& Maftino dalla Scala. i43-a Come il Rofso giunfe a Venetia, & l'oratione del Prencipe Dandolo. 147-a ComeilRoiTo hebbeil Itendardodi fan Marco. 147.fr Capodargere fi refe a Vinitiani ,& Conigliano.i<^o.a Chi fece il fefto delle legi della patria, & fece nota de tutti gli ftatuti. ll>9'b Come Genouefi fi diedero a Giouanni Vifconte Arci uefcouo di Melano. i68.b Congiura del Faliero contra la patria. 170. & Come TAVOLA. Come fi fcoperfe la fceleritŕ del Faliero. 17z.b Come gli Vngheri fi accamparono a Triuigi con cen- tornila foldati. 17& Gandia fi ribellň per cagióne de gli habitadori Vini- tiani. . i77 Come il Loredano abbruciň quaranta fette naui nel porto di Saragofa oltra gli altri danni fatti in Sicilia. 368. b Carlo Gonzaga fi acconciň con Vinitiani. 371. a Comparatione di Cefare allo Sforza. 377.a, Come il Re Renato conio Sforzatolfe quafi tutto 11 Brefcun&o, Cremonefe a Vinitiani. ?77-a Come ;x a v o l a. Come furono difcopertii coligli Chnftiani da Chri ftiani. 37&b C io che fece lo Sforra in Lombardia. $8o.b Ciň che fece il Loredano all'Ifoladi Negroponfe. carte. 581.2 Chnftoforo Moro Doge66. jSj.a Come il Turco acquiftň la Morea. j8j.b Come fu portato a Roma il capo di Tanto Andreaa- poftolo. j84.b Campi fatti all'afledio di Triefte. 389 b Ciň che fece Orfato con l'armata all'imprefa diMe- telino. $9*«* Chriftoforo Moro Prencipe Vinitiano andň in Anco na per paflareconcra Turchi. 392-b Crudeltŕ del Turco. 399. b Conlěglio fatto per combattere con l'armata Turche Tea. 4oo.b Come fi fece il cartello Coccino in Lenno. 40$. a Cani che ufano Chnftiani a caftel fan Pietro contri Turchi. 4O4-b Capraria Ifola. 407.b Coftaniad'una femina Dalmatina. 407. a Con quanta aftutiaicongiurati ufauanoiloro tratta ti. 4i7-b Carlo Montono mandato in Frioli. 4J°-b Croia fi refe a Turchi, & di nuouo Scutari affediato. carte. 430. b Ciň che fecero Turchi fopra afprifsimi monti. carte 4jz.a Congiurafattacontra Medici in Fiorenza. 4?3-b CiňcheprefeilCalaurefeinTofcana. 4^4>D Carlo Montono mori in Tofcana. 434. b Comparafi i fatti Vinitiani a i Romani. 4^6.a. Caufe della guerra Ferrarefe. 33^-b Coniglio di mouer guerra a Hercole. • 438. b Coloneti & Sauclli. . 44Ó.b Caliito T A VXO"L Ŕ. Califto Pontefice Vico di Varrňné. 447* Conflitto atrocifsimo nel territorio Veliterno. 448.» D D 1 che intende trattar l'auttore. j.a Ty Doueprefeil nome la Cittŕ. $.b T- Della edificatione della Cittŕ di Heradia,detta da' moderni Cittŕ nuoua, n.b - Difcordieciuili. ij.b ^f Doue furono cauati gli occhi a Teodato quarto Do- Domitiico Monegario fefto Doge, if.a Doue fu accecato :1 Doge Monegario. 1 f.a Diftruttionc di Heraclia,auttor Bonintendio. 1 é.z Defcrittionedel Sito di Vmetia. iS.b. Defcrittionedel Palazzo Ducale. n.b Da che deriua il nome de'Pregati ii.b Doue furono fuperati i Forlant da1 Vinitiani. zz.b Diftruttione di Malamocco,& l'aifedio leuato da Ve giŕ. if.a Doue un'altra uolta fu confinato & morě Pietro Tra- donico Doge. if .a Difcordiedi Tei famiglie in Vinetia. 18.a Difcordie de' cittadini. 28.a Donde denuň il nome di Vnghero. "jt.a Difcordia de gli Hiftriani, & come fi fecero tributar! a'Vinitiani. J7b Dalmatini, Liburni, & Hiftriani chieggon foccorfo a Vinitiani. 4O.b Defcrittionedel la Dalmatia. 4o.b Deditiondi Parenzo a' Vinitiani. 4i-a Dedition di Polaa'Vinitiani. 4».a Dedition di Coritta, & Arba. 41 -b Dedition di Traů, & Belgrado. 42-a Dedition di Spalato. 4*-* Dedition T A V O LA. Pedition de' Rŕgufei 4i.b Dominico Flabenico Doge.zpx 46.3 Dominico Contami Doge 30. 46.a Domimco Siluio Doge 31 47.a Donde difcefe i Normanni. 47.1 Del tradimento de'Turchi j^.a Del fuggir di liiimondo. y^.b Dello aiialto fatco per le genti di Alefsio Boemon- do. y4.a Dedition di Heraclea a Chnftiani. jó.b Dedition diTarfo a Chriitiani/loue Baldouino fu fac tolěgnore j6.b Della cittŕ dj Antiochia. j7.a Defcrittipnedi Antiochia. 5iě.a Doue fan Pietro primo fondň la fedia. jt$.a Dell'armata che fece 1 Vinitiani. a Dominico Michele Doge jy. ^8.b Defcrittion di Tirq. 7i.b Dedition di Fane(>,& che tributo dauano. 7^.3. Da chi fu prefo I'habito & regola de canonici in fan Saluatore. 7^.a Dominico Morofěni Doge ?7. 76.b Donde nacque il portar dell'Ombrella al Prencipe. H6.'b Defcrittione ddla Chiefa di fan Marco. 87.3 Defcrittione del luogo,& fico di Coiěantinopoli.^.a Doue furono impiccati alcuni corfjri. 9 dia. i78.b Danni fatti da Candiotti. 18$.a Defcrittione del porto di Brandizzo. 196 b Defcritionedelfirodi Chioggia. 201.b Due naui groffe affondate nel porto per uietare il foc corfo di Genouefi. ziz.a Dieci galee di Genouefi prefe, zi7.b Donato Tron,pofto in ferri da Trieitini. 22i.b Diuifione fatta tra Vinitiani}& il Vifconte, & Eftend delle terre del Carraro. 2,36.* Danno dato dal uento,pioggia,& tempefta in Veneti a. i47-b Defcrittione di Brefcia. Diuerfe opinioni de condottieri di Filippo. 266.b Dilcordie tra li condottieri di Filippo. i7?-3 Deliberatone fatta contra il Carmignuola. 289.b Donde nacque un'altra guerra in Lombardia con Filippo. 292.b Deliberatone fatta da Vinitiani all'altare il Mdande. T A V O l A. 9 Defcnttione del lago di Garda. jof.a Difperatione della gente del Melata, 31 o.a Defcrittione delle Ciufine. i4*-a Dubitatone dello Sforza- H9 Dimande,che fecero gli ambafciatori allo Sforza. $49. b Da che tempo fu fatta la pace.tra Filippo & Vinitiani. j5O.a Danno fatto dall'acqua del uzz. dal principio della cittŕ, 55i-b Di nuouo s'incominciň a trattar di pace. jé»o.b Diuerfq batuglie tra Vinitiani, & Sforzefchi . 6b ?7 Danno fatto daTurchi a' Chnftiani. Douel'aiittorehatoltoil relto della hiftpria, $a Danno fatto da Turchi fulModonefe, & Coronefe, $88.b Di donde nacque la nuoua guerra de' Trieftini con Vi nitiani. 389.1 Defcrittianedel (ětodiSio. 4oo,b Danno che fece Chrifliani fu quello di Turchi. 409.I» Dono mandato da Vinitiani al Re di Perfia, 41 i.b Defcrittione dell'itala di Cipro. 4i9-b Defcrittione di Scutari. 4io.b Donde trafle il nome Pirracchio. 411 .b Donde traile il nome il mare Ionio, 4ii.b Dominico Giorgio, ZaccariaBarbaro, Giouanni fimo, Candiano Bolani al prouedimenco del Frioli , 4jo.b Dcicriuefi l'i fola di Rodi. Defcriuelě una fortezza fopra il Po. Dominico Triuifano. Decreto pietofo. ; B z E con- TŔVOLA. E 5 E confini diGhioggia, jolb Eflbrtation contra Barbari. $i.b Efention di mercatanti Venitiani, per tutta la Grecia. 40.a Efsilio del Doge. 4j.a Eflempio di fouerchie delicatezze. Eflercico fatto per il Pontefice cótra Normandi. 48.3 Efpugnationedi Gierufalemme. 6^.a Efpeditionefattada Chniliani , per tener terra Santa. 89. ŕ Elpedition contra infldeli, condotta per Vinitiani. 91. a El combattere di Coftantinopoli, 94.a El fuggir di Alefsio dalla cittŕ. 94.1 Efculation del Sanuto,come buon cittadino. io<5.b Eflercito de'Venitiani rotto. ioy.a Ezelino fece morire dodici mila Padouani, che egli haueua in campo. n6.a Efibrtatione fatta da Luchino alla fua gente percom battere Candia. 181.a Eflbrtationedel Prencipe, acciň fi mantenefle l'afle-dio. ai4.b Eflaltatione di fan Giorgio in Alega. 248.a Euftachio Capitano in Pň contra Vinitiani. 269^ Euftachio melfo in fnga,& rotto da Vinitiaui. 27o.h Efpugnationedi Legnago. $zo.b Eflortation dello Sforza alle fanterie. 3S9-* Eflbrtatione dello Sforza a' iuoi. 346.3 Eflercito de'Viniciani. 347-a Eflbrtatione dell'Imperatore aifuoi di Coftantinopoli. $78.a Eiěercito contra Fiorentini. 4j4-a Fakkica TAVOLA. Fabrica di fan Zacaria. za,a Fabricadi fan Lorenzo,& fan Seuero. nň Fabrica del monaitero delle Vergini, z^.b Fabrica di fan Benedetto. 4 Francefco Fofcari Doge.6y. z$o.b Erancefco Bembo Capitano in Pň. z<59.b Fiorentini mandarono a Nicolo,acciň.che feguHfe la guerra. 2,79-b Francefco Sforza uŕ in foccorfo de'Lucchefi. z8o.b Filippo promette Bianca a Francefco Sforza. 2f?i,b Francefco Spinola, Capitano da mare di Filippo • Francefco Sforza, Ci fece fěgnore della Marca - Z9j. a Fiorentini, centra la lega aiutarono Gcnoutfě . 196 a Francefco Gonzaga rifiutň il capitanato de' Vinitiani 299. a . *• > . B ? Frati» T A V O L Ai Fraticefco Barbaro gouernatore di Brefcia. J4 Francefco Sforza mandň Troiloa Melano per intendere fé Filippo gli uoleua dare lafua figliuola o Hon. 317.a Fuga de' rumici fatta per le genti dello Sfbnta in Verona. 34$-a Fame che era in Brefcia. $4f«a Filippo Canale mandato contra corfari. $?i-a Filippo fece moleftari Bolo^nefi. ?f4-b Fiorentini & Vinitiani diedero foccorfo allo Sforza, &aiBolognefi. $f?«a Francefco Sforza prefe Piacenza, & faccheggiolla. car. $éo.a Fatto d'arme fatto alla Molinella. $9?-b Ferdinando mandň dieci galee contra Turchi. carte 402.2 Fuga de congiurati. 4'9-a Francefco Veniero & Giouanni Émo ambafciatori in Vngheria. 4M-a Francefco Diedo & Francefco Giultimano,Sebaftia-no Badoaro. 424.3 Francefco Tron proueditore in Frioli. 4i7-b Federico Ducad'Vrbino. 434-3 Francefco Michieie proueditore ne i campi Fiorentini. 4Mb Fafcinata. 44i-b FraccatlojGiouan Mana,Pietro Marcello. 445-b Francefco Trono. 4?<5.b Fabnca nuouadtl Palazzo. 46^.a FelicifsimoitatodiVinetia. 467.» Galla Doge quinto fu accecato*. if.a Giouanni figliuolo di Mauritio ottauo Doge. .Giuftinian Badoaro lafciň che foife fatta maggiore laChiefadi San Marco,& la Chiefadi San Zac- -.¦-. - cara TAVOLA, caria fofle arricchita delle fue poHefsioni conia Chieiadifant'Hilario. i^.b Giouan Patitiario ouer Badoaro Doge. i4.b Giouanni figliuolo di Pietro Doge decimoquarto. car. z8.a, Giouanni figliuolo di Orfo Doge quintodecimo. car. z$.b. Giouan Partitiaco un'altra uolta fatto Doge, car-, te. $o.b Gli Hunni mangiauano carne humana. 3 i»a Giuochi che per le racquiftate donzelle fi ofleruaua- no. $j.a Gottifreddo di Bagliona,fatto Re di Gierufalem. car. 6$.b Guerra tra Vinitiani & Normanni > & Greci. é4-b Guerra fatta con Padouani. 66.b Guerra bandita contra il Re di Sicilia. 76.3. Gran battaglie fatte nel porto. 9 j.b Giacomo Tiepolopodeitŕ di Coftantinopoli fece lega co Teodoro & Piroto,& col Re de' Turchi.ioě.a GiacomoTiepolo podeftŕdell'Ifola diCandia.carte, 104.b Giacomo Tiepolo podeftŕ inbabito di donna fuggě di Candia. ioj.a Giacomo TiepoJo Doge 43. iof.b Greci dimandarono foccorfo a Vacacelo Signor di Lcsbo. 108.3 Gilberto Dandolo Proueditore dell'armata Vinitia-oanuouamente fatta. zěi.a Giacomo Dandolo proueditore in Dalmatia. izz.a Giacomo Contarini Doge 47. iz6.b Giouan Dandolo Doge 48. 118.a Giouan Soranzo mŕdaco con uéticinque galee, ijz.a Giouan Soranzo Doge 5Ě. . iJ9-k Giuftiniano capo di quattordeci galee contra Geno-» ue(ě. 140. b Gli Vjnjcuni hebbero Moncelefe. 15 5-a. ,,...... B 4 Gran T A V O L A. Graft battaglia nella quale fu rotto il Re di Vngheriai car. i<9-b GiouanDolfino,Marco Cornaro, Marino Grim^ni» Marin Falliero,primi proueditori. 167.1 Genoiiefi prefero unanauede Vinitianicon ualucadi ottocento mila ci»cati,& altri dŕni che fecero. 170.3 Giouan Dolfino Doge.57. i7?-a Giacomo Brjgidino,Pau!ň Loredano, Pietro Moce- nico,Lorenz.o Dandolo,Andrea ZenOj tutti nuoui proueditori nellifola. i8j.b Gl'Ilolanidi nuouo li refero a Vinitianů 185.a Giacomo Moro Capitano dell'armata. 189.3 Giacomo Cauallo Capitano da tčrra de'Vinitiani. 191.a Guerra fatta in mare tra Genouefi & Venitiani. 199.Ě7 Genouefi fornirono Chioggiadi foccorlo. 1 io.a Genouelě Uolfero trarre qiiatordici Galee perleuare Chioggiad'afledlo. zi^.a Genouelě abbruciarono lemonitiňni di Brondoli . it7.b Genouelě fi mifero fuori di Chioggiŕ tutti i fanciulli* & le donne. 2t8.a Grado prefodaTatideo Giuftiniano. 2x8.a Genouefi prefero & saccheggiarono l'Iftria. zzi.b Genouefi diedero i'Itfria ai Patriarca d'Aquilegia 212.b Ghiltinopoli prefa , & Taccheggiata da Vinitiani . 215.b Genouefi prefero Arbi. 124.^ Goritani datoli a Vinitiani. Z2f.b Genouefi prefero capo d'Jftriti- ijo.b Giorgio Capitano contra l'Ifola di Tenedo. 2^4.a Giouan Galeazzo Vifconte prefe Verona,& Vicenza. i^.b Galeotto Gonzaga con Bucicaro combattč da fo- lo a fole. 238.a Galeazzo Grumello in luogo del Sauello. 241.tv Giouan t A V O L A. . G-ěouan Barbaro & Tomafo Mocmico ambafdator! inVngherii. 247. a Gabnel Condulraero Vinitiano creato Papa,& detto Eugenio. 282.3 Giouan Grimaldo Capitano in Pň per il Duca Filippo. 244.1 Greci che uénhero in Vinetiaper trouarfi nel Sino-do,per la unione della fede Chriftiana. *97-b Gli Orzi fi diedero per trattato al Piccinino. 309.4 Giouan Pifahi mandato nella Marca a Francefcň Sfor za. J'4-a Gli huomini illuftri,che erano con lo Sforza. Jji.b Giuntadello Sforza a Vineria. 544» b Giuftitia ofieruatafopra il figliuolo del Doge. 558.» Guerra molla allo Sforza. ^7i«l> Giacomo Loredano proueditore córraTurchi.578.a Giacomo Loredano capitano da mare. jpi. a Giacomo Veniero con la iua galea pafsň i Dafdanel- Giacomo Loredano in luogo del Capello. $9f •! Giunta del Mocinico capitano dell'armata. 401.b Giufeppe Barbaro mandato a Sun Caflano. 4iub Giacomo Marcello Proueditore del nuouo Capitano. 420.1 Grande occifěone de'Turchi fatta fottó Scutari.4i$.a Girolamo Nouello da Verona Capitano in Frioli. car. 428.a Grandifsimo fuoco & danno fatto da Turchi nel fno li. 419.0 Giouan Mocinico Duge.72. 4jo.b Giacomo Medio. 4??*b Gratitudine de' Vinitiani uerfo i Rofsi. 4T9>* Gallipoli. 460.b H Horleo Hipato Doge. j. i?.b Heraclea TAVOLA* Equilio dishabitati. 4 Hunni uennero contra Vinitiani. 3 f .a Henrico Dandolo Doge.4t. j^.b Henrico Pfcatore uolfecon naui Genouefe toglier Candia a Vinitiani. 99.b Hebbe il Carraro Triuigi da Leopoldo. 2^ a Honore fatto a Federico Imperatore & ala moglie inVinetia. $7<-b Hettor Brandolino combattendo morě. Herolamo Barbarico. Hierelamo Marcello3Antonio Donado* f Jl giorno della edificatone di Vinetiŕ f.b .v Infantiadella Cittŕ Florio. 59.» Il Capitano dell'Imperatore pofto a far tela. io.b II fabncar di fan Giouanni Battilla, e fan Martino. car. n.b> II Vefcouo d'Aitino con li cittadini fecero Softantia-cň,hora detto Torcello. n.b> Ifpeditione per Rauenna contra Longobardi ij.b II figliuolo del Prencipe dato per compagno al padre. 17.» Il Biondo. 18. a In che guifa fu tradito in Rialto il fommo magiftra-todelDogado. 19.9 II ponte fatto, a Malamocco per pigliar Rialto. Il modo che tennero i Vinitiani contra Francefi per liberarfi della feruitů. 19.fr I Vinjtiani liberati dall'aflediodi Pipino; zo.b II ginoco che fi fa la giobbia della caccia. n.Ia Giuftiniano Doge. ij.a II modo che fu tenuto in torre il corpo di San Marco. 24. a iVeronefě uennero a dimandare aiuto contra quelli dei lago T A V O L A* tfellag'o di Garda. if.b Imprefa contra Mori in fattore dell'Imperatore Gre co. i6.a In che modo la famiglia fi diffefe & prefe il Dogato* car» z8.a I Saraceni prefero l'I fola di Candia. ibidem. In che guifai Greci incominciarono a fonar campa-* ne. iŁ.b II Doge fi priuň della dignitŕ. jo.a II Doge rifiutň il Dogado, & elette uita monadica. car. $t.b II Doge fece di uortio della moglie Srprefene un'aU ; tra. $?.a Impeto contra il Doge per il popolo. 3 f.a II Doge uccifo & lacerato col figliuolo. 3 j.b II Doge fece uoto di perpetua caftitŕcon la maglie* car. jé.b II figliuolo uccifo il padre, andň all'Imperatore petf uendicarli. 37.1 II Prencipe rifiutň il D ogato» g 8.b Interdetto fatto per lo imperatóre a'Vini ti ani. car. j9.a II Doge hebbe la figliuola del Re d'Vngheria per mo gite. 44.b II Doge prefo& bandito. 4^.b II rifiutar del Dogato. 4$.b Jn che modo fu deliberato per li chriftiani di pigliare Pimprefa di terra Santa. f o.b II numero de* Chriltiani che furono all'imprefa di terra Santa. p.a II numero de' morti pagani. 56.» Ilfoccorfodi Antiochia. 59.b II gran fangue fparfo nel tempio» 6_j.b II configlio che diede il Prencipe a gli altri Signori Chničiani. 7i.b In che modo Tiro fi refe. 7j.a il corpo di SanTcodoro fu tolto a Chio. 74-a Iltempo T A V O LA; II tépo che fu rinouata terra Santa da Chriftiani.74,b II corpo di fan Donato tolto a Pera. 74.6 II campaniledifan Marco. 77_a II portar delle colonne in Vinetia. Si.ŕ II primo dimandato da colui,che leuň in pie le due co ¦ lonne. 8i.b In che modo fu fatta l'armata cótraZaratini per pň- uertŕ del comune. 88.b In che modo Alefsio tolfe lo Imperio de' Greci al fri tello. 90.b II numero de' legni mandati all'imprela. -91 .b II figliuoldell'Imperator Greco dimanda aiuto a Vi- ¦ nitiani & a Francefi. 92. a Ifac laudň le proaiede fatte del figliuolo a Vmitiani ' &Francefi. 94-b Impeto fatto da Greci in Alefsio fanciullo per laof* feruatione de' patti. • 94-b IV initiani nudarono ad habitar l'Ifola di Candia da gentil'huomini, e popolari. ; 99Ň II Prencipe tolfe per moglie la figliuola di Tancredi Re di Sicilia. loi.b II Sanuro fi andň contra il campo delTiepolo. ěoy.b II consěglio del Sanuto. io7<5.b II Duca T A V Ň t A; *] Duca di Aufěria uenne a Vinetia per ueder la cittě. i77-a II Re di Cipro uenne a ueder Vinetia. 177.* In che modoi nobili prňuederono a quella ribellione. 178.» Il Minotto uinfe la gioftra. 182.b II Pontefice concefle piena indulgenza a chi andaua contra Candiotti. iSj.b II Capitano rifutň l'officio. i88.a II Re d'Vngheria fece lega col Carrara. ibid. Il Duca d'Auftria ruppe guerra a Vinitiani. 190.b II figliuolo del Capitano de Vinitiani prefo con molti altri. 19 i.b In che modo Vinitiani hebbero Tenedo con Tifala. 192.b JlCarraro da capo rompe guerra con Vinitiani . 194.3 II Re d'Vngheria col Patriarca d'Aquilegia rompe . guerra a Vinitiani. 194.1 II Carraro con aiuto de gli Vngheri aflediň Me lire i97.a In che modo il porto fu fortificato infieme con MaJa . mocco. zoi.b. Il Pifani reftituito alla prima dignitŕ. zo6 b II figliuol del Re s'accampň a Triuigi. 2O7.b Imbafciatori mandati ne 1 campi Triuěgiani per pace, . laquale nonfegui. zo7.b II fuccefl'o de Vinitiani. 2o8.a II Prencipe Contarino Capitano zoK.b Induftria & arte in riparare l'armata. 209.a II Prencipe Contarino prefeilportodiChioggia. in.a In che modo fu ferrato il porto di Brondolo a'Geno- uefi. 2ij.a In quanto pericolo & terrore fi trouauano Vinitiani in quello attedio. 214-2 Im- T A V O l Ai Jmbafciatoti mandati al«opoldo per darli Triuigi. 117. a In che modo furono dati i danari a i foldati Triuigia-ni. 218. b 11 foccorfo del Sile fi refe al Carraro. 218.b II Carraro prefe Nouale a tradimento. 218.b Imballatori mandati ai Alobrogi per cagione della pace. 131. a II numero de'Genouefi & Vinitiani mancati in quella guerra.! $1. a II Carraro prefo dal Vefconte. 236.0, IlVefcóte affediň Mŕtouaj? terra,& peracqua.2$6.a II Vefconte rotto perdette Padoua. 1 $6.b II Ducad'Auftriauennea Vinetia. 237.2 11 nipote del Re di Francia uenne a Vinetia. x$ 7.a II Malatefta fi priuň dell'officio. 241.1 II Soriano rotto,& prefo. 24i.b II Carraro dato per Signore a Veronefi,prefo da Vi-nitiani i4&.b Jl Capitano dell'Vnghero fu morto con l'oro liquefatto. Z46.b Imbafciatori mandati a Filippo Vifconte,acciň leuaf fé l'offe fa a' Fiorentini. 2ji.b ^mbafciatori di Filippo come de' Fiorentini giunfero aVenetia. zyj.b II Carmagnuola fatto Capitano de' Vinitiani. z6i.a In che guifa entrarono in Brefcia le genti# Vinitiane* iói.a In che modo fu fatto che la Rocca non haueflfe foc- corfo.zéf.a Ilrenderfide la Rocca di Brefcia, & molti altri luoghi. 167.3. Il Carmignuola fi mife in campo con quatordici mila caualli,& fei milafanti. 272.3 II Carmignuola j?de mille e cinquecéto caualli.zya.b Ip che modo ilCarmignuola ordinň li fuoi cŕpi.z7x.b Ěl Capitano di Filippo , dimandň il parere dello Sforza^ ia,& del Piccinino iedoKeua combattere. 176.* Jmbafciatori mandatida Lucchefi a Vinitiani, a Filip po,&aSenefi. 279.0 I Fiorentini di nuouQ ruppero i Lucchefi. z> i.a Imballatori mŕdati daVinitiani a Filippo acciň i Fio rentini non fuflero molertatidal Piccinino. 281.3 II Piccinino fcorfe fui Pifano. 282.b II Talentino fi alienň da Filippo. 284.1 II numeto de'prigioni, 286.3 I Vimtiani ufcirono di Cremona. 288.a II Carmignuola decapitato tra le colonne. 29o.a II Tolgmeo Taccheggio i luoghi Senefi. 290. b li Tolentmo & l'Attendulp fi fecero contra l'Impe- radore, 9o.b II Piccinino rotto in ValleTelina. 28i.b II Prencipe Mŕtouano fatto Capitano de'Vinitiani. car, 28i.b II Piccinino con mille caualli andň in Tofcana con il Pontefice Łc Sforcefchi. 2-9?'* Il Pontefice aftretto partirli da Roma. ^9i^> II Piccinino ruppe guerra a'Fiorentinr,tolfe loro Sa- giana. 29 I. Fiorentini per la ftracchezza della guerra fecero pa ce. 4^-t>. I Rofsi fono da gli Sforzefchi opprefsi. 448.b II palazzo fu arfo. 4f7-a ICapitani trattarono di pace. 46i.b L La uera origine de'Vinitiani. L'ardere di uentiquattro cafe. La uera origine de'Viniriani. L'approuatione delia Religione Vinitiana. L'ufanza di fpofare le donzelle. Laedificationedi SanTheodoro. Laedificationedi San Gimignano. La Chiefa di Grado fatta fopraall'altre. n.a Li confini confermati a'Vinitiani per Aiolfo Re di Longobardi. if.a - . .. C x Lo 7.1» • t 6.z 7-b ~t 8.b io.b Ti ibid. -T T A V O L A. Lo efilio dell'ottano Doge, La fuga del Doge. [;9.b» La ordinationedella fediadi Cartello. i6.b Laedificationedel Tempio di SanMoife. i6.b La cagione della guerra fatta da Pippino a Vinitiani, a carte • I7.b L'origine de'Longobardi. p.b L'ufanz-adel fpofar le donzelle. io.a L'aftucia, che ufarono quelli, che portauano il corpo di San Marco. 24.a La edificatone di SanPaulo. z^.b Li corpi di San Pancratio & Santa Sabina portati a Vi netia. Z7.b Laconfermatione della Libertŕ Vi nitiana fatta per l'Imperadore. z8.a La pena data a'congiurati. 28.b Loltendardo di Santo Hermagora dal Patriarca di Aquilegia. 41.a Liberatione del tributo di Narentani. 45.a L'armata Vinitiana fattacontra il Normano. 48.b La pace di Alefsio con Boemondo. ^^.3. LaCittŕdi Licaonia. $6.i< Lamento de' foldati per la penuria del uiuere appref-fo Antiochia. J9.a La fuga & prefa de' nimici. y9.b Laprefad'Ŕntiochia. 6o.a La morte del Re d'Antiochia. 60.a La cagione perche l'Imperadore di Coftantinopoli non accettň Antiochia. 6o.a L'armata mandata da Vinitiani nelle parti della So-ria 65.1 La efortatione fatta per l'Imperadorea' Vtnitiani, & Padouani, onde ne feguě la pace. 66.b La edificatone di San Cipriano a Murano. 63.a La edificatione di Santa Croce col Monafteroja carte 67 a La morte del Prencipe intornň Zara Ł&-a Le for- f A V O L A. Le forti fatte per li Signori Chriftiani,qual cittŕ d do ueuaifpugnare. 7i.b Le conditioni & priuilegi fatti a Vinitěani da Varimo do Patriarcadi Gierul'alemme. 7ě.a Laprouafattadellafede Vinitiana. 7i-b L'armata fatta a petition dell'Imperador Greco con-tra il Re di Sicilia. 7$.b Lega fatta col Redi Sicilia, perilchei Vinitianifurono liberi da molte gabelle. 77-a La fabrica de i Crocichieri. 77.b La cagione della caccia che fi fa la giobia di Carneiu le. 78.1 L'armata che fecero i Vinitiani contra Emanuelllo carte 79-b La nftoratione della famiglia Giuftiniana. 80. a La gran pelle chefu in Vinetia. 80.a La morte uiolentedi Vital Prencipe. 8o.a La uia per laquale Emanuel fi fece Imperadore de' Greci. Sa.a La cagione dell'odio di Emanuel contra Vinitiani. a carte 82.b La partenza di Papa Alefiandro da Roma. 8$.b lauenutadi Aleffandro Papa a Vinetia. 8^.b Lauenuta di Federico Barbarofla Imperatore^ a Vinetia. 86. a La humiltŕ deirimperacote. 86. a La cagione dell'Indulgenza alla Chiefa di San Marco. 86 a La cagione perche atlanti il Prencipe fi porrŕ le troni be d'argento. 86.b La quarta ribellione, che fece della Cittŕ di Zara, a carte. 88-b L'inganno fatto da Saladino a' Chriftiani. 89.b L'armata de' Pifani rotta. ^o.a L'Hiitna darŕ a Vinitiani. 91.b Laprefadi Conftantinopoli. 9&a La diuifione di Conilaatinopoli, o6.a. C ě L T A V O L A.~ Luoghi & Ifole prcfe con priuate arme de' Cittadini Z 99. b La fedia della chiefa di Malamocco ridotta a Chiog giŕ. ioi.a L'I mperatore de'Greci andň a Roma da Honorio Pň tehce. ioi.b Li Genouefi uolfero far ribellare l'IfoladiCandia . 104. a Li ribelli cacciati dell'Ifola.• loy.a La pace fatta tra il Tiepol o,& il Sanuto. 106.Z Leon Gaualla Capitano dell'armata Greca. ěoo.a La tirannide di Ezelino in Italia. 11 i.b La difcordia de'Genouefi,& Vinitiani commefia al Po tefice Romano. ii7.b Lafententiafattaperil Pontefice. ii7.b Li Genouefi pigliarono la chiefa, & di quella fecero una Rocca. ii7.b Le galee e naui prefe per Vinitiani nel porto, & come 1 Vinitiani prefeto la chiefa di fan Saba. n8.a Lŕ rotta di Genouefi. i*2.b LorenzoTiepolo Doge.4?. 114.3 La cittŕ di Cidone tolta da Genouefi. i$4-b La efcommunica fatta dal Pontefi.a Vinitiani. ijó.b La congiuradi Baiamonte Tiepolo. 1 $7.a La fefta ribellione di Zara. i$8.b L'aiuto dato da Vinitiani a Padouani contra quelli da la Scala. 141.b Lega fatta contra Maftino. i43-b Le prime mura che fece Anthenore di Padoua. i49-b Luchino Vefconteairediň Brefcia contra Maftino da la Scala. 151.b LodediPietroRoflb Capitano de'Vinitiani. i?4-a L'apparitiondi fan Marco,di fan Giorgio, & di fan Ni colň. iy6.b La ribellion d'alcuni Signori dell'Ifola di Candia. La fettima ribellion di Zaratini. La con- T A V O LA. La conuentione fatta per la pace di Coruatini. 161.Z Lacagionedellaterza guerra con Genouefi. i6i.b L'armata Vinitiana fi affrontň con la Genou ef3 a Ca rifto. 162.a Le galee Genouefe rotte & prefe. 162.» La cagione perche fi guarda il giorno di fan Giouanni decolato. i6z.b La oratione che fecero glilmbafciatori Genouefi al- l'Arciuefcouo Giouan Vefconte. 168.b Lega fatta tra il Redi Boemia,& Vinitiani contra il Vifconte. i7o.a Lorenzo Celfo Doge.58. i76.b Lucchino Vermio Capitano da terra. 178.b Li Greci mandarono a Genoua per foccorfo, & dare 3 Genouefi l'ifola. iSo.a La cagione perlaquale fi fece la quarta guerra co Gč nouefi. ěcji.b L'Imperador Greco fu rotto da 1 Vinitiani a Tene- do. 19$. a L'arte fatte da Genouefi, per fuggir li Vinitiani. 196. a Lamento fatto in Vinetia quando fu prefo Chioggia. 204-b La cittŕ con i nimiciprefada Vinitiani. zn.b Leonardo Dandolo ,Marco Zeno, Andrea Veniero MagiitratidiTriuigi. 117.b Legatione fatta da Serrauallefi a Vinitiani. zi9.a Leopoldo leuň Triuigi d'afěedio. 2^i.a La remuneratione fatta dal Senato a i popolari Vem- tiani. 2$r.a Lega fatta tra Vinitiani,& molti altri potentati d'Italia contra il Vifconte. 236.» L'ano mille quattrocéto,Bbnifacio nuouo Pót. 258.a La rotta de'Genouefi appreflo Modone. aJ9-* Lode del iěto di Verona,& de' difctndenti. 24J-a Lorenzo Ridolfo mandato da Fiorentini per far lega con Vinitiani contra Filippo. zj i.b C 4 La- TAVOLA. Lamento & parole fatte dai Carmignuola contra Fi-* lippo. ij8.a Le ragioni del Carmignuola acciň fi facefle guerra a FH'Ppo. 279-a Lega fatta co Fiorétini,& delle fue conditioni. zéi.b. Lagétechehebbe Filippo per ricuperar Brefcia.26?.b Li battioni fatti per il Duca in Pň, furono ifpugnati da Viniciam. a7O.b Lo Sforza racquiftň Bina; 174.3 Larifpoftadata a'Senefi. zSo.b Lo Sforza mandň Guinifio con la fua famiglia aFilip-po,& ridufle i Luchefi in libertŕ. z8i.ŕ L'Im patote rotto da Fiorétini fui Lucchefe* 191 a Lo Sforza fi congiunfe col Pontefice. 19j.b Lo Sforza fatto Marchefe della Marcai a95-a Lo Sforza lě accampň a Lucca. 296.b Lo Sforza uietň nelle alpi ai Piccinino,che nň foccor refsi Luccai xyy.x Lo Sforza ricorfe aFior.j?nauerla fuamercede.299.b Lega fatta tra Fili. & lo Sforza co lefue códitiói.joi.b Lodi di Pietro Loredano. 307.b La prouigione fatta acciň che Brefcia non fiperdeflč peruettouaglia. jo8.a Lapubl.rimuneratr«e c'hebbe il Pilo fo daVinit.$i2.b Le opinióiche furň nel Senato p le leghe fatte. Lo Sforza co loeilercito fi iitrouň fui Padoŕo. Lo Sforza fece faccheggiare Lonigo. Lo Sforza co gli alcn deliberň andare a Verona. JJ^ Lo Sforza giůnfe a Verona,& hebbe tuttii luoghi d'in torno all'Adice. 3^5 b Lo Sforza andň a Verona per rihauerla. 34*-a Lettere delio Sforza al Senato. 344-b Lo Sforza (ě moue contra il nimico» ?4O.a Lo Sforza oc Francefco iiarbaro nel Senato furono grandemente lodati. J44-b Lo Sforza lě accampň a Martinengo con cento trenta kjuadre di caualii & molta fanteria» }46.b Lameu- T A V O LA. Lamento del Pianino per lapace fatta-. 34 Lo Sforza uenne a Vinetia,&i'oratione chelui fece al Prencipe,& a i Senatori. $48 .b Lega fatta tra il Pótef.& ii Re Alfonfo;& Rlip.^ j j.b Lamenti & morte di Nicolo Piccinino. 556.2 Lo Sforza perde tuttala prouincia. 5 56.» Lo Sforzaprefe tutta la Marca. 3?9-a Lo Sforza fatto Capitano de' Melanefi. Lorézo Loredano, Luigi B^ébo Capitani. Lo Sforza fi accampň a Carauazzo. Lorenzo Pifani mandato al Soldano. L'imbafciatore Vinitiano morto in Melano. jp Leonelěo Capitano Vinitiano morě in campo, j76 b Lode del Piencipe. , 584.I» L'armataTurch. entrň nel canai diNegropóte. J93.a L'armata Vinitiana entrň nel canale di Negroponre, per foccorrsrlo. . 4O6.b La figliuola baftarda data al figliuolo baftardo del Ré Ferdinando. 4i8.a L epanto aflediato da Turchi. 42 J.ě Lunghezza de'ripari fatti a Lifonzo. Lombardia. L'efiercito Vinitiano a ficarolo. L'eflercito Vinitiano pafsň il Po. 4?ě La guerra fociale fiditerminň contro Vinitiani.4^2.a Lisbona. 464.» Lega tra il Pontefice e Vinitiani. 468.4 M Miracolo in Verona. H.4 Marcello Heracliano Doge IL Mauritio Heraclienfe fettimo Doge.) Mauntio minor Doge nono. Malamoeco ělquale lě troua non effer quello che fu in quel tempo. i^.a Morce del Doge in battaglia.] $o.b Monte Sion. 6g,a Molti priuilegi ottenuti da Henrico Imperatore,66.a . t Malamoeco r a v o L' a. Malamocco abbrufciato,e poi sómerfo dalle acq. Morte di Federico Imperatore nell'Armenia. 8?.a Mirtillo co fceleratamanovccifeAlefsiofŕciullo.95.a Morte di Baldoumo Imperatore. 97.a Morte di Henrico Prencipe Vinitiano. 97.3 Marin Zeno primo che hauefie Magifěratiin Coltan tinopoli. ^8.a Morte dell'Imperatore di Coftantinopoli. id.a Maliaco Conte prefe quafi tutta l'Ifola. 104.3 Marco Sanuto fu alla diffefadell'Ifola. iO4.b Marco Sanuto con foccorfo uenne in fauore de' Vini-' tianifu Plfoladi Candia. io8.a Marin Morofini Doge J4. 11 j.b Marino Giorgio Doge. ijŕ.b Marfilio Carraro hebbe il dominio di Padoua per con . fentimentode'Vinitiani. iji.b Martino dimadň foccorfo al Duca di Bauera. ij4-b Marfilio Carraro lal'ciň, che fi facefle una chiefa alla Giudeca. Martino fu rotto a Montecchio. Martino chiede a Vinitiani pace,& gli fu data. J5 Marni Faliero, Andrea Cornaro oratori al papa.ijS.a Marco Giuftiniano,Andrea Morofini,Nicolo Gradi- nico ambafciatori. 161.b Michel Sté fu mŕdato ambafciat.al re d'Aragona.164.3 Merauiglia che dŕno Genouefi all'autor de I'o^a.i69.a Marino Faliero Doge f f. 17o.b Marco Cornaro vice Prencipe,GiouaGradinico Do ge.56. ¦ i7j.b Marco Giuftiniano,Giouan Dolfino, & Paolo Lore- danoproueditori in Tnuigi. i7?-'a Marco Giuiěiniano capitano in Triuigi. i7J-b Marco Cornaro, Giouan Gradinico, Lorenzo Celfo . ambafciatori all'imperatore. i7é.b Morte del traditore. J79«l Marco Cornaro Doge.yp. i8i.b Michel Dolfino capitano da mare* . i83-.a ¦ 1 Merca- TAVOLA» Marcatati Tedefchi pfi in Vinetia faccheggiati .1 Modeltia ufata dal Pifani quŕdo ufcě di prigione.20j.a Morte del capitano de' Genouefi & rotta di qlli. 21 j.b Miferabili preghiere de' Genouefi. 121.a Morte di Vettor Pifani capitano dell'armata. 224JJ Marco Faliero proueditore nella Marca. 226.3 Michel Morofini Doge 61. 2.3^» Michel Steno Doge 6$. 137-a Morte del Capitano Sabello. 2*2.b Marino Carauello podeitŕ. 24?-a Morcedei tiranni Carrari. 24J.a Mirabil coinadaméto fatto daFiorétini a Pifan.282.3 Morte dell'Adorno &Fifco. 287.3 Melata fatto capitano di tutte le géti Vinitiane. 313.3 Morte di Pietro Loredano. 515-b> Minacele del Gózaga a Giacomo Maranico capo della Valle Polecella. 341.b Morte del Melata. 34J-1> Morte d'Oftafio Polétano & del fuo figliuolo. 347.b Michele Atendulo per nome de' Vinitiani fi moue co tra Filippo. 35^.b Morte d'Eugenio Poteri &creatione di Nicolo.357.3 Michele Attédulo fece caualcar fino alle porte di Me lano,& fece chiamare i cittadini a libertŕ. 3j8.b Morte del Duca Filippo. 359-b Morte di una nobile donna di fangue Alemano per non confentire alle dishonefte libidini. 370.3 Milaneficonventimilahuominiful Brefciano. 372.b Morte del Prencipe Folcari doppo la priuatione del prencipato. 384^ Muri fatti all'Hiftmo. 387.3 Morte di Bertoldo. 287.b Morte di Orfato Giuftiniano. 391-1 Morte del Pontefice in Ancona. 393-b Morte del Capello capitano. 395'* Marin Malipiero,& Luigi Bemboproueditori. 402.3 Morte del capitano di kodi. 407.3 Morte T A V OLŔ. Morte del Duca Borfo. 409.* Modo tenuto dal Mocenico per la ricuperatiQne di Ci pio. 4'9-a Morte del capitano Triadano Griti. 4i4.b Marbego capitano Turco. 41S.3 Molti huomini morti & pii in quella battaglia. 41^ b Morte di Ottomano. 4J7-1 Mortalitŕ per l'aria da' paludi generata. 44^. b Morte di Roberto d'Anmino. 448.1 Morte di Federico daVrbino 4 }.8.b Morte di Tomaio da Imola; zj8 Morte di Marcel lo. 4éo.b Mouimentodel Ducadi Calauria. 461.b Morte del Prencipe Mocenico, Marco Barbarico Do gč. 46j Nuoua armata fatta contra Narentani. ^o.a N tioua dilcordia nella cittŕ contra il Doge^ 34.a Nuouo eflempio di fortuna. 37.b Nuouaguerra con Narentani. 4o.a Nuouo ttattato de l'Imperatore Greco contra chri- itiani. yj.a Nuouo incontro de'nimici. 55«a Nuoua altutiadi Solimano. 56.a Nuouadifcordia ne' campi de'Chrifliani 6o.b Nuoua guerra mofla da Greci a Vinitiani. 74.* Nuoua difeordia tra Vinitiani & Piiani. 75.a Nuoua guerra con Padouani. 75-b^ Nuoua guerra molla da Federico Barbar offa contra. Vinitiani. 77.b Nuoua T A V O L A. guerra mofla da Emanuel Imperate* Grecň l 7«.a Nuouo ingŕno fatto per Emanuel Imperatore. 79.» Nuovio tradimento de'Greci 79.b Nota quando furono fateli Dieci. 8o.b Nuoua armata contra cori'ari fatta da Vinitiani.pi.b Nuoua battaglia contra Greci nella cittŕ- 9?.b Nuouo configlio tra Vinitiani& Francefi per pigliar Coilanr.nopoli. Nuoua cógiura fatta in Vinetia detta Bocconia. 135.1 Nuoua difeordia tra Vinitiani,&Padouani, i$?-a Nuoua difcordia tra Greci & Vinitiani. ]3f t> Nuoua T A V O L A. Nuoua difcordia tra il Pontefice e Vinitiani per ca- gion di Ferrara. i$6.a Nuoua armata cétra Turchi capit.Pietro Zeno.142.lj Nuouaa Mattino cňeAlbertofuofratell.fupfo.i^.b Nicolo Faliero,Giuftinian Giufěiniano,&Andrea Mo rofiniproueditori. i?7-a Nico.Pifani cap.deil'armata Vinitia.cótrageno.i64.a Nicolo Pifani proueditore contra Genouefi. 16g.b Nota alcuni belli effempidiuno fcelerato. i7$.a Nuoui fupplicii de'congiurati. 17j.ar Nuoua dimada che fecero Greci al Magiftrato. 179.3 Nuoua ribellione de'Candiotti. i8i.b NouOjpuediméto fatto cócra l'IGdie del carraro.i37.a Nuouo sforzo d'armaaa fatta contra Genouefi. zo8.b Nuouo decreto fatto a quelli che defiderano foccor- fo all'armata. 209.Z Nuouo prouediméto de' Genouefi per tener TalTedio & la lor Cittŕ. 209.0 Naui Vinitiane abbruciate. ziz.b Nuouo ferrare del porto di Chioggia. 2ii.b Nuoua battaglia al porto di Brondolo. 21 j.b Nuoua battaglia intorno a Chioggia. 21 j.a Nuoua annata Padouana fui territo.Vinitiano. 219.3 Nuoua rotta de Genouefi. 220.» Nuoue códuioni fatte da Genouefi per fai 11 arfi. 22o.b Noualeleuato d'afledio. 205.b Nouaifpeditione che fece Carlo Zeno. 22<5.b Nuouo jpuediméto fatto per diffefadella Cittŕ^^i.b Nuoua armata de'Genouefi contra Vinitiani. 2^8.a Nuoua pumtione fatta ad alcuni traditori. 244.3 Nel 1409. Ladislao Re di Napoli & d'vngheria.246.b Nuoua guerra tra Forlani & Vinitiani. ě49-ě Nicolo da Efte capitano de'Fiorentini. 262.b Nicolo da Efte ferrň i pafsi alle genti di Filippo.2Ó4.a Nico.nipote di Braccio fcorfe fui Lucchefe fac.279.b Nuouadeliberatione fatta da'Guinifi Lucchefi. 28o.b Nuoua guerra fatta da Turchi a Vinitiani, 282.b_ Nuoua TAVOLA. Nuoua forte di moneta ftampataaVinetia. 1816 Nuouo trattato fatto a Soncino. 28$.a Nicolo Tnuigiano Capitano in Pň colqual fi dice eC-ferli flato dieci milacóbattéti oltra i marinari.284.3 Nuoua battaglia tra Vinitiani & Filippo. 287.b Nuoue aftutie del Piccinino. 3°3-a Noua aftutia Sě Pilolo Ł aprir la uia a* fuoi Vini.3 io.b Nicolo da Elte venne a Vinetia per tornar Francefco Sforma con li Vinitiani. jij.b Nuoua fatica p mettere detta armata in acqua. $i6.b Nuoua lega fatta tra Vinitiani & Fiorentini, & Francefco Sforz.a,& le fue conditioni. $i7-b N icolo Eltenfe compagno nella lega. $ 1 j.b Nuoua pugna,ne!laquale Girolamo Cótarini fu raor toy& il Brandolino ferito. ěl9>b Nuoua armata fatta nel lago di Garda,capitano Stefa naContarini. 3?7-a Nouaimpfa dallo SforzapfoccorrerBrefcia.^8.a Natura del Piccinino,che ne uincitore,ne uinto,pote uŕ quietarfi. 540.a Nozze del figliuolo del Prencipe. ?4?-a Nuoui tumulti del Sforza j? le parole del Picei. $4?.b Nuoua rotta data a'nimici. J?7-a Muoualega tra Vinitiani e Milanefi. ^7-b Nuoua lega fatta. $70.b Nuoua armata contra Turchi proueditore Giacomo Loredano. 277-b Nauili che trafportarno turchi g terra nel golfo.^S.a Nuoua rotta de' Vinitiani a Patraflo. J94-b Nicolo Canale. 39?-b Nouocófiglio del Canale^ ricuperarNegrop.4oi.b Noua aftutia ufata dal Turco j? far pace co Vinit.4O2.a Nicolo Coco e Frŕc.capello ambaicia.al Turco.4oa.b Nicolo Trono Doge 68. 4O2.b Nuoua uittoriade' Vinitiani. 4io.b Nicolo Pafqualigo luogotenente di Cipro. 418 N uouo comandamento fatto al Mocinico. 421.3 Nuoui TAVOLA. Nuaui prouediméti fatti per li capitani Viuniani per il foccorfo di Scutari. 41 r.a Nuoua pugna fatta fotto Croia. 4i6.b Nuona aftutia de' Turchi con la prefa del ponte & ca ¦ ftello. 418.3 Numero de i Turchi che attediarono Scutari. 43 r.a Nůero di qlli che fi trouarno alla difefa di Scuta-4$i.a Nuoua armata de' Turchi nel mar Ionio. 4^-a' Nicolo PefarojLucaPjfani. ^9 a Numero de gli uccifi,Lorenzo Michele, Giouanni Dolfino. 464.3 O Openion dell'auttore. ?.ŕ ObeleriodaMalamoccoDogeo. i6.b Obelerio hebbe la fighuoladi re Carlo Ł moglie. 17J0 Opinion del fcrittorcontra Obelerio Doge. 18.a Opiniódell'auttore della fuggettionedi vinetia.iS.a Obelerio Doge dal popolo co la moglie uccifo. 2O.b Ordinationedel luogo,doue doueffe eifere la fedia Ducale. zi.a Orfo Partitiatio Doge 1 f. i8.b Orfo fatto jptofpatario da Bafilio Imperatore. ěy.b Orfo Badoaro Doge. J2.b Orfo DogediVinetiaeDalmatia. 45.a Otton figliuolo di Vrfeolo poflo Doge 17. 44-b OrationdiPapa Vrbanopl'imprefa di terra sata.?i.a Opinió di Strabone della edificano di Gierufalé.6i.a Ordefalo Falerio Doge ^4. 6?.a Orio Mahpiero Doge40. 88.b Otton Imperatore approuň l'antiche efentioni. ěoi.b Opinion di alcuni per la tregua fatta. hi.a Oratione del Roflo a'foldati. i43.b Orone fatta dal Loredano a Pado.&aMarfilio.iyj.b Orlando de' Rofsi fatto capitano de' Vinitiani. i$4.a Opiniondonde procede il terremotto. iéc.a Occafionfattaa Chioggia. i^a Oratione di Boracio Malafpina a' Retcor Triuigiani, : perla TAVOLA. per la confpiratione fatta. «8:2 Oratione che fece il Cornaro a Filippo. if z.a Oratióe fatta j?rambafcia.Fiorétino al Senato.xj^a Oratione fatta da uno de gli ambafciatori di Filippo al Senato. 2f6.z Opinion prefa del Carmignuola nel Senato. 2?8.a Oratione del Fofcan, acciň fi pigliaflero l'arme con-tra Filippo. zéo.a Offerte fatte al Duca per li Milanefi. 268.b O ratione fatta per Cofmo al Senato. joo.a Onde hebbe il nome il mare Adriatico. 3 ji.b Oratione di Pietro Auogadro in campo. 3 39-b Opinione che fu fatto dello Sforza. 35?.a Ombrella,centura,& fpada donata al Prencipedal Po tefice. 37o.b Ordini fatti per foftentar la guerra. 372-1 Opinion di alcuni circa Francefco Sforza. J74-b Or fato Giuftiniano capitano di mare. 390.b Orario del capir. Vinitiano al legato del Pótefi^o^.b OriginedelPň. ' 44i-a Onde fi noma il Pň. 44&.a Orfinidi Romani clarifsimi. 446.b Onde nacque la guerra tra il Re & il Pň tefice. 465.a P Perche fu fatto San Giacomo. 6.% Paolo diacono. .a Perche fono detti Saraceni, & donde difcefe tal nome. 23.a Prefa del fratello del Doge dal Signor di Comacchio car. ip.b Pietro Candian Doge 16. jo.i Pietro Tribuno Doge decimofettimo. $o.b Prefa del figliuol del Doge. jz.b D Pietro T A V O L A. Pietro Sanuto Doge. 33 Pietro Hadoaro Doge ao.in Rialto. j $ b Pietro Badoaro Doge 11.in Rialto. ibid. Pietro figliuolo del Doge Candiano. j4.b Pietro Vrfeolo Doge zj. $6\a Pmuti011 del Doge,ilquale fi fece Monaco. 40.3 Pietro Vrfeolo Doge. 40.» Prefadi Lefina. 41. b Panno d'oro concedo a' Vinitiani. 44-a Pietro Centranico, o uer Barbolano Doge vicefimo ottano. 4f 'a Pepo d'Aquilegia prefe Grado. 47. a Prefa del Dogato. 4f.b Priuation della famiglia Vrfeola di tutti i magiftra- ti. 46.2 Pepo d'Aquilegia tolfc Grado un'altra uolta. 4$.b Priuation del Doge. 49-b Patti & accordi fatti tra l'Imperatore Creco & Chri ftiani. f4.a. Prefa di Cefarea & dě Socor. ^7.a Prefadi Albania. éo.b Prima diftruttione di Gierufalemme. 6i.b Priuilegij hauuti nella Soria dal Re Gierofolimita- no. 66.x Priuilegij concefsěalPrencipe Vinitiano. 74.4 Prefa di Corfů& rotta dell'armata d Roggieri. 76.b Prefa di cinque nani Anconitane. 77-a Perfecutione diPapaAleflandro terzo da Federico Barbarofla Imperatore. 8j.a Parole di Ottone al padre. 85.b Pifani tolfero Pola. 90.3 Promefle fatte per il figliuolo d'Ifaac. 9z.b Pietro Cianofigliuolo di Sebaftiano Doge quaran- tefimofecondo. 98.3 Pietro Tonifto, Giouan Griti Capitani dello efler- cito. 107.» Pace fatta neH'Ifolatra Vinitiani & Greci. io7-b Pugna TAVOLA. Pugna fatta con uittoria de* Vinitiani. loo.a Pietro Tiepolo capitano della gente Melanefa centra Federico Imperatore. ně.b Papa Clemente cercauadi fare , che Vinitiani & Ge- noueh faceflero pace. ' i24a Pace fatta tra Vinituni & Anconitani. n8.b Pietro Gradinico Dogequarantefimonono. ijo.a Pace fatta tra Vinitiani & Genouefi. i J4. b Pietro Rofl'o fu fatto Capitano contra Mattina. car. >44.b Pncghi che fece ladonna al Rollo acciň, non fi ponef fé a pericolo della uita. {44>b Pietro Zeno proueditore dell'armata. 1 j?.b Peftilentie leguire di ferramati. 161.3. Pancratio Giuftiniano proueditore. i64-b Pagano capitano dell'annatade'Genouefi fi leuňdal-l'aflediodiNegroponte. ióf.a Pagano Doria capitano de' Genouefi i6?.b Pagano prefe Parenzo & bruciollo. 17o.a Premio dato a colui che manifeitň la congiura. i7j-b Pace fatta tra Vinitiani & GenouefT. 174-b Perche (i oilčrua la fefta della Maddalena. 17? Pietro Triuigiano , Giouan Gradimco ambafeiatori al Re di Vngheria impetrarono pace con certe codrioni. " 176. a Pietro Soranzo,AndreaZeno,& Marco Morofini,aiTi bafciatori in Candia. 177-b Pena data a Candiotti per ribellione. 1 8z.a Pace con conditionidata a i Carrari. 190.3. Parole fatte dal Prencipe al Pifani. zof.b Prodezze di Carlo Zeno in Sicilia contra Genoudě. car. 2 io. a Prodezza di Vinitiani nella Grecia a Conflanunopo-li. 2.21.3 Prefadi Loreto. xi^.b PolaprefadaGenouefi. xz^.z Padouani aflediarono Triuigi. 214.3. D 1 Pace. TAVOLA. Pace fatta col Vifconte. J Paolo Sabello fatto capitano de' Vinitiani. 24-i.a Pace fatta con Ferrarefi,& le fue conditioni. 242.» Pietro Rimondo primo capitano in Verona,Roberto Marino podeftŕ. *4?-b Per fuochi fatci infegno di allegrezza s'abbruciň il campanile di fan Marco. 24?.b Potč fatto dalla gente di Filippo per paflare. 264.1 Pace fatta con Filippoj& le fue conditioni. 277.» Pietro Loredano capitano in mare. 286.b Pietro Spinola capitano dell'armata Genouefe di nuo uo fatta. 289.1 Pace fatta con le fue conditioni. 28 i.b Pace fatta tra Braccefchi & Sforzefchi. 2,94»* Promette fatte da Filippo a Padouani, acciň accettaf-fero il Carraro. b Prefa di Marfilio da Carrara, & morte fua. Paris da Lodrone,&Pietro Auogaro,fatti amici. Patria di Catiillo. jo^.b Parole dette da Pietro Auogadro a i Senatori per dare ioccorfo a Brcfcia. 31?-* Pietro Zeno jpueditore nel LagodiGarda. gi8.a Prefa detta Cictadelladi Verona. 540.0 Prefa di Soncino & rotta de' nimici. 541 .b Prefa di Carauaggio & la morte di Leone fratello del lo Sforza. 3?t-b Prefa di Attore da Faenza. $4O.b Pace perfuafa dallo Fftenfe. Jfj-* Pefchiera per forza prefa & faccheggiata. ^ ? j.b Publica gratitudine fattaaBrefciani. 344>b Prodezze d'uno Francefe fatte contri Turchi. $??•* Peiliienzache fu inVenetia. ??9«a Premio dato aqlloche fcopfe il furto del teforc.j66.a Pace offerta allo Sforza con le fue conditioni. 367.1 Pace fatta tra lo Sforza & Vinitiani. J7°.a Prefa & facchodi Coflantinopoli. J79-b Pace cócluia tra Fracefco Sforza & Vinitiani. j 81 .b, Procefsione TAVOLA. Procefsióne fatta & allegrezza per la pace. $8r.a Pace fatta tra Turchi & Vinitiani,& in che modo ella fu fatta. 381.a PafqualMalipiero Doge 6$. 384.0 Primi mori di guerra nella Morea. $86.b PrefadiArgo. $86.b Pio Pontefice andň in Ancona per condurre l'armata contra Turchi. 39?-* Paura c'hebbe il Turco per l'armata Vinitiana. $9o.b Pietro Mocenico capitano dell'armata Vinitiana.401.a Prima ifpeditione del Mocenico. 405. a Prodezza del Soranzo. 4o6.b Partita dell'armata del Ponteficej& ciň che difle il Le gato di quello. 4io.b Prodezze d'un giouane Siciliano. 411.a Premio dato al giouane Siciliano. 41 i.b Punition fatta per lamorcedel Cornaro de'congiura ti. 42.0. a Pietro Mocenico Doge 70. 4Z4-b Premio dato alla donzella. 4i5-t> Pace fatta coni Turchi & le fue conditioni. 4jz.b Premio dato agli Scutari per la fede feruata. 4$j|a Parlamenco,che fi muoua la guerra. 439*a Paifauolanti. 444-b Pietro TriuifanOjRoberto Veniero. Pigliafi parte di Ficarolo. Parco da Ferrara. ? Pietro Pnuli Marc'Antonio Mňro. 4f z.b Pietro Marcello,Pietro Diedo. 4j6.a Odiali furono i primi fundatori della Cittŕ. 8.a -I Quando furono creati li Tribuni. 9.a '*]" Quello che dice il Biondo di Venetia. i8.a Quando fu ordinato il primocerio. ay. a Quanto fu il danno che diedero i Mori. zé.b Quado fu icominciato l'officio de gliAuogadori.zS.b Quanto fece il fuoco in quel giorno. " 35. b D 3 Quando TAVOLA. Qiůdo fu pofta la decapala fu l'aitar di S.Mar. Quando fu fabricaco fan Giorgio. gj Quanto fu pericolofa tal battaglia. j ?.b Quanto fu afpralauiadi un giorno per andar a Mura lino. 57.1 Quanto alcuni in guerra furono feroci. f7.b Quanto fu faticofo l'afledio di Antiochiaa'chriftia- ni. i9.z Quanto danno fece ilfuocoaVinetia. <$7-a Quanto la Soria fofle in pericolo. 68.b Quanto i Chriftiani fofpetcauano contri i Vinitia- ni. 7t.a. Quanto fu lodata la fede de' Vinitiani. $7.* Quanto guafto fece il Re di Sicilia cótra Greci. 76.» Quanto fu danneggiata Sicilia per l'armata Vim.fé.b Quŕto era grŕde l'amor de'buoni alla patria. 8i.a Quando celiň il uero Imperio della Grecia alii de- lcendenti di Coftantino. 8i.b Quado cominciň l'imprellitoaVinetia. 8i.b Quando i Vinitiani incominciarono a fuggellar le lor lettere col piombo. 84.b ojiŕdo i Vinitiani furono fatti Signori del mare. 8f .3 Oiianco fé ce la careftia ne i campi chriftiani. H^b ojianto furono ftampatii grofsi. 90.» Ocello che nunciaua i uerfi Sibilini dell'Imperio di Coltantinopoli. 97.b o^iiattrocéto Padouai códotti a Vinctia prigiói. 1 oo.b Odiando fu fatta la corte di petitione. 11 z.b ojiado s'incorniciň a batter ducati d'oro in Ven.ix8.a obliato dano fu a Vinit.lafcómunica delPótef. ij6.b Ojado fu accrefeiuto il numero de'procuratori. 1 J9.b (quaranta galee mandate contra Genouefi, capo Giů- ftinfan Giuftěniano, 141.a Ojiŕto in ql tépo furono gradi i Sig. della Scala. 141.b qu«ěco Martino ofFefe i Signori dell'Italia. «45-b ojielli dalla Scala friggono & lafciano le monitioni al Rollo. i49.a . Quando T A V O L A. Quando Meftre fi diede a Vinitiani. iff.t Quŕdo fu cominciata la chiefadi S. Antonio. i88.a Quando fur fatti gli auditori uecchi & nuoui. i59-b Quŕdo nmafe la cittŕ uuota per il gran morbo. i6f ..b. equitŕ preda fu portata a Vine. dal proueditore 164.3 Quello che fcriuč il Petrar.di tal battaglia. i66b quando incominciň il Senato a dare i proueditori capitani da mare. 167.» quattro galee Genouefe fcorfero neU'Ifiria Taccheggiando. 167 3 Quattro galee Genouefe fecero gran danno nel golfo diVenetia. iój.b Quatp debbano eflerhonorati i sómi magiftrati.i76.b quanto fu dissipata l'armata del Pifani. i9^.b Oliato gli Anconitani ingannarono i Vinitiani. 199.3 Quanto fu perduto daViniunel porto d'Ancona. 199.1 Quindici galee prefe. ěoo.b Quanto Genouefi aftrinferoi Vinitiani. zoi.b Quanto era oro VettorPifani a'marmari. zoi.b Qiiello che reftafle a Vinitiani, tutto il re ito hauendo perduto. zo4.b Quato il popolo defideraua l'incarcerato Pifani.io j.a Quanto fu fortificata la cittŕ. zo6.b Qiiŕte galee in tutto poterono far i Vinitiani. zo8.b Quello che fece Micheletto Giuičiniano con quattro altre galee. iio.b Qpanta allegrezza crebbe l'animo de i Vinitiani per la giunta del Zeno. zi?.a Oiianta fame in Veneti». z\6.x OjLiantodŕno fece tre galee de Genouefi. ijt.b Ojianta pietŕ tifarono le dóne Vinit.aiGenou. 13$.a Quattro galee marcadatefche Vinit.fi ruppero. i^7.b Q_uanto fece trance fco Nouello da Carrara fignor di Padoua. 239*3 Quanto danno fece il fuoco in Vinetia. z?o.a Qiianta géte fi trouň ali' afl'edio della Rocca, zéj.b éhbb il Ducaiafoccorio a Cremo.17 j.a D TAVOLA Quante genti hebbe il Duca infoccorfo aCremona. Quanto fofpetto diede il Carmignuola. g Quanto fi tene uŕ fecreto le cofe confultate nel Senato Vinitiano. 289.0 Quanto ualfe Pauttoritŕ di Filippo tra li Capita.294.a Quanta incommoditŕ fece l'acqua. 298.a Quanto fece il Melata fopra la riua di Adda contrani mici. 298.3 Quanto fu pregato il Marchefe Mantouano da Vini-tiani. $oi.b Quanto efercito haueua il Piccinino in campo, joj.a Quanto fia l'armata di Viniciani fatta in Pň. 307.0 Quanto prefe il Piccinino in Brefciana. $o8.a Quanto tofto fi mife in fuga la géte del Melata. |o!ě.a Quanto Nicolo Eftenfedubitauadell'armata Vinitia na. $o8.b Quanto fu afpra & pericolofa tal uia. ?°9-b Quanto Filippo conforta uŕ ifuoi adefpugnare Bre-lei a. ju.b Quŕto fece Braida Auogadra in quello afledio. ju.a Quanto fu combattuto intorno alla cittŕ. $ 12.b Quanto operarono le parole del Prencipe nel Senato. $i8.h Quanto tolfero del Vicentino. jao.b Quanto per ěi nimici furono opprefsi Padouani,& Vi centi n,i. $$I#a Quanto lo Sforza confortň i fuoi alla battaglia.^.b Quanto il Contarmi ufo la uittoria. J49-» Quante genti fi frollarono nel capo de'Vinitiani.349.3 Quel cheofFerfelo Auogadro j> aiuto del capo.$39. b Quello che dille Fracef. Sforza alla detta fpofa.^49.a Qiiŕdo furono aggiůci tre ^curatori dis.Marco.$5i.a Quanto danno fece la tempefta. 589.3 Quanto fece il Capello. 394«a Quanta tnftezza hebbe Venetia,^ la perdita di \e-gropontc. . 4or.x Quello TAVOLA. Quello che ditte il Canai al nuouo capitano. 4Oi.b Quando l'ifola di Cipro fu fottopofta aViniti. 4oz.b Quando fi ftamparono i Troni. 409. b Quanto fia Cipro abondante. 4-i?-b R Rotta dell'armara Vinitiana,& Greca. 17.* Rapina delle vergini. ji.a Reliquie di fan Giouan Battiftapofto in fan Giouan- niinBragola. 34.» Rotta de1 Saracini jé.b Ribellion di Capodargere a Vinitiani. Ribellion di Zara data al Re d'Vngheria. 4 Rotta de'Vimtiani a Durazzo 46.b Ribellion di Zara. 67-b Re Baldouino prefo da Balaco infedele 68.b Rifpofta dt Federico fatta a gl'imbafciarori Vini. 84.b Rotta dell'armata di Federico,& il figliuolo pfo.8j.a Ragufi nuouamente rihauuta per li Vinitiani. 97.8 Ramerň Dandolo fu morto fu l'ifola. io4.b RaineroJZeno fu fattoproueditoredĚ2j.naui,& pre- fé Zara. uj.b RaineroZeno Doge.4f 117.» Rotta dell'armata di Genouefi tra Tiro, & Tolomai-, da. 119.3 Rotta & perdita dell'armata Vinitiana 1 $ j.b Rifpofta del Roflb alla fua donna. i4f-a Raffegnadella gente del Roffo. 147-b Rotta di Vinitiani & altrě,da Turchi. 1 j8.a Rotta de'Genouefi in Sardigna i68.a Rifpofta fatta da Genouefi a gli ambafc.Greci. i8o.b Rottade'nimici j8j.b Ribellione di Trieftini. i86.a Ramerň Capitano da terra concra Carrari. 187.b Rotta de' Vintiani nelle contrade di Pola. sto.a Rifpofta fatta dal Pifani ai Principe. zof.b Rifpofta de'Vinitiani m.b Rifpofta fatta dai Vinitiani agliambafciatori Vinitiani t A V O L A. ' těani che loro offeriuano la cittŕ. Rifpoiladi Filippo fatta al Cornerň. ?5 Rinouarione della guerra con Filippo. 268.b Rotta de* Fregofini nel Genouefe xé^.b RottadellagétediFilippo,&il Capitano prefo.276.b RňttadelCarněignuolaaSoncino. 28$.b Rotta del Cote Alberto da Conio in Tofcana. iif$.b Rotta dell'armata Vinitiana fatta in Pň. 1H6.3. Rotta dell'armata Genouefe. 287.3 Rotta data in Tofcana alle genti di Filippo. 190.b Rotta fatta in valle Telinadoue furono prefiiproue- ditori Vinimni,& molti altri di condětione. 281. b Ribellion di Genoua a Filippo. 29?.b Rifpoftafatta dal Prencipeallo Sforza,che richiede- uŕ la fua mercede. 299.b Rifpofta fatta dal PrencipeFofcari aCofmo imbafcis ¦ tore. joo.b Ripari fatti dal Mantouano cétra l'armata Vini, jn.b Ripari fatti da Filippo,acciň Brefcianon hauefl'efoc- corfo. 3'4'k Rotta d'Italo co le genti di Filippo fra i monti. $ 1 f .a Rotta che diedero quelli di Lodrone a quelli diFilip pň ne monti Brefciani. 3r?-a Rotta di Vinitiani a Feliciano. ?J4»^ Rotta che hebbe l'armata Vinitiana fopra il lago di Garda. 3i<>.b Rotta del Piccinino, & con quanta fatica egH fuggi a Rina di Trento. 8b Rotta del Piccinino,& prefa de'condouieri. Rauennadatafě a Vinitiani. Rifpofta fatta allo Sforza. Rotta del ponte di Rialto. JJ Rotta di Francefco Piccinino, & prefa del Legato del Pontefice dallo Sforza. b Rifpolěa dello Sforza fatta perla pace. Rocca del MarchefediMonferrato. TAVOLA. Rotta de gli Sforzefchi 574.» ReAlfonio con graforzacercauadi hauer Liuorno. J75-b fiotta de'Vinitiani con la morce del Barbarico , &di . molti altri. 394-2 lufpoita del Legato al Mocenico. 406.3 Rifpoitadel Siciliano al Turco» 41 i.b Eotte & morte de' Vinitiani. 417.» Bipari & fortezze che fecero Vinitia.a Lifonzo.4i?.a noeta de' chnltiŕi fatta da Turchi al Hůe Lhózo.^iS.b Roberto iěgnord'Arunino capitano della galea Fiorentina. 434-a Rotta de' Vinitiani a Ferrara. 440.D.& 46z.fr S Sedition contrailDoge. t6.z Suggettion de gli Iitriani. 38.b Selianta mila uenuti in foccorfodi Nicea. 54-b Soliman capitano de' nimici. j^.a Smina prela da VinitianK 5 8.a Soriafoggiogatada VinitianL j^.a Sebaitian Ciano Doge 39. 81.a Seuaiio fece fare nuoua ribellione. io j a Stefano Sanuco contra Giacomo Tiepolo rimafe in cuftodiadelia cittŕ» io^.b Sedeci galee di nuono uennero in poter de' Cenoueit. b j4 Segni che apparfero il giorno della congiura. 1 $7.» Serraualle fi diede alla tede di Vinitiani. iji.b Segno di terramoti futuri. 160.b Stefano Concanni,Giouan Steno, Benedetto Bem- bo,Pancratio Proueditore dell'armata mori. 166. Segni che apparuero auati che fi pdefle l'armata-17i.a Scithia,& altri luoghi non fi habitaflero. i8;.b Sibenicoper forza prefo da Vinitiatii. 197-b Segna & Brefca faccheggiace & arfe. tz$.b Simonetto Michele Proueditoredella nuoua armata per andare ir Creta. f Segni T A V O L A. Segni,cheapparfero , quando i Chriitiani nellaTana furono morti & faccheggiacě. 247 Squadrefatte per il combattere. *75-b Sofpittióhauutada Vinitiani del Carmignuola.?76.b Siluefěro Morefini Proueditore a Corfěi con dieci galee. 289.3 Sigifmondo Imperatore entrň in Luccacon quattro milacaualli. 290.b Santo Veniero ,& Giorgio Cornaro proueditari di galee. 291.3 Sollecitudineufata dallo Sforza nella battaglia.?4o.b Sofpettionec'hebbero Vinitiani dello Sforza ?f?-b Soccorfo mandato dallo Sforza fpogliato dal Re Ŕl-fonfo. $54. a Somma della fpefa fatta nell'ultima guerra di Lombardia. 317-* Sofpetto c'hebbero i Melanefi dello Sforza. ?6?.b Sofpettione c'hebbero Vinitiani dello Sforza. $6?.a Sigifmondo Malatefta Capitano de' Vinitiani contra Sforzefchi. 569.3 Soncino prefo da'Vinitiani}& Ponteuigo da Melanefě carte. J7i-b Stefano Porco fece congiura contra il Pontefi.$7f.b Supplicio dato ad alcuni fopracomiti per la loro difu-bidienza. 381. b 5anto Gauardo Hiftriano fu mandato con alquanti ca ualli contra Ttieltini. 589.3 Sigifmondo d'Arimino andň nella Moreacňtra Turchi. 390.b Sparta prefa dal Malatefta. 39i-a Stefano Malipiero, Vettor Soranzo,Proueditoridel Tarmata. 4o?«b Scandarbech,&fue forze & prodezze. 4o8.a Sepoltura d'Homero. 4to.b Sichino prefo da' Vinitiani,&Muftafŕ fc n'andň.? 1 ?.a Seleucia fi dette a'Vinitiani. 4i?-b Scucanairediato da' Turchi. 4io.b Soli- TAVOLA. Solimano Eunuco Capitano de'Turchi con otto milat armaci aflediň Scutari. 4io.b Sete patita da Scutarim. 4M-b Siilo Pontefice auttore della guerra- 439-b Stellata,Hadria,Comacchio,Pilofella. 45J-b Sigifmondo da Efte, Giouanni Bentiuoglio. 444.1 Sconfitta de'nimici nell'Ifola. 44?»ŕ Sconfitta de'Vinitiani. 445-b Sigifmondoda Efte,Micolň daCorreggio,Hugoda SanSeuerino. 449-b Sifto C\ allarga da' Vinitiani. 4? 1. & Succeifo de'nimici. 4?$-b Succeflb de'Venitisni. 4?8.b Sebaftiŕ Badoaro,Anto.Loredano,ePaulo Pifa.4J9.b SconfittadegliOrfini. 466.» T Teodato figliolo di Orfo Doge quarto. if.a Tirannide & fuperbia ufata da Pietro Doge. g?.a Tnbun Meaimo Doge. 2? g8.b Torre di Dauidprefa. 6^.b Tolemaidaprefa da'Chriftiani. 89^ Tradě mento di Mirtillo fatto contra Alefsio 97.a TomafoMonfini dichiarato Patriarca diConftanti- nopolu jó.b Tracia acquiftata per nome dell'Imperadore. y6.b Tomafo , dal Pontefice confermato Patriarca. 97-a Tregua fatta con Genouefi. no.b Tregua fatta tra Vinitiani & Genouefi. i24-b Tomafo Viaro, perdute cinque galee con Genouefi, in prigione fině la fua iuta. 142.3 Terramuoto,che fu il giorno della conuerfione di San Paulo,fece grandifsimi danni. iéo.a Tregua col Red'Vngheria per anni dieci lói.b Terribil battaglia con Genouefi in mare léy.b Tre galee Genouefi prefe da Vinitiani. 17o.b Tregua fatta tra il Vifconte & Vinitiani. 17o.b Tregua fatu ria il Re d'Vngheria & Vinitiani. 174.b Trielěc TAVOLA. Triefte circondato dall'afledio. i26.t Trieftini fi diedero al Duca d'Auitria j86.b Triette ritornň nella fede de' Vinětiani. i S6.b Tregua fatta tra Leopoldo & Vinitiani. ioi.b Taddeo Gě uftiniano Capitano di mare. xo*.a Tutta Chioggia prefa da' Genouefi. xo$.b Taddeo Giuniniano con cento fuoi fu prefo nel porto Sipontino. n8.b Taglia data a' Carrarefi. z46.it Tomafo Mocenico Doge x^i.b Timore de' Fiorentini per la giunta del Piccinino in Tofcana. 34&b Terramuoto che fu in Italia. 384-b Turchi fi leuarono da Lepanto, & l'armata loro andň aLenno Ifola 4*?-* y Vittoria contraIftriani. io.a ' Vittoria de'Vinitiani contra Francefi. zo.a Vittoria hauuta contra Saracini a Grado, & a Tarante 292 Venuta de gli Hunni un'altra uolta in Italia. 30.b Vittoria de' Vinitiani contra Barbari. jz.b Vital figliuolo di Pietro Candiano Doge. 14. $8.» Vrfeolo Prencipe andň contra Narentanů 41.a Venuta dell'Imperatore a Vinetia. 45.b. Vittoria de' Vinitiani contra Normanr. 49.3, Vital Faliero Doge jr.49-b Vital Michele Doge, j j. jo.a Vna gran fcaramuccia fatta con Perfiani, oue furono morti centnmila perfone. 6o.a Vittoria de'Vinětiani con infideli. 71.a Vital Michele fecondo Doge.t8. 7?.b Vinitiani,e Fracefi uano in aiuto del figliuol d'irac.91 Vinitiani,e Francesi fcacciatidi Cóftitinopoh. izo.b Vittoria contra Bolognefi. iif.b Vinitiani abbruciarono Pera & le Foglie. ijr.b Vinitiani prefero Ir Rocca di Tealdo. 1 j6.a Vitti- TAVOLA. Vinitiani colfero xoo caualli co'lor capi a Mafti.i f f .1 Vno galea nimica fcorfe fin'a Grado facchegia. i7o.b Vngherifaccheggiarono ilTriuigiano. i88.b Vngheri rotti,& il Capitano prelo. i89-b Vittor Pifani Capitano contra Genouefi. »9J-ŕ Vna naue Genouefaprefa, di ualuudi cinque cento mila ducati. zi2.a Vinitiani pofti in fuga. 112.» Vinitiani ruppero 8o.nauili, & ne prefero otto. 218.b Ventitre galee grofle giunfero a Chioggiainfoccor-fo de'Genouefi. 119 b Vinitiani cercano pace col Carraro. 1x7.3 Vn fanciullo nato in Vinetia con quattro gambe & quattro braccia. zjx.b Vinitiani e'1 Vifcóte fecero lega cótra il Carraro.z;Ł, Verona fu faccheggiata. x$6.b Vicentini madarono ambafciadori a Caterina moglie di Galeaz.Vifcóte in aiuto contra Carrarefi. x j9-b Verona data a Vinitiani. *4J-* Vicenza,Verona,Cologna,Feltre,Belluno con lieo-fini Padouani tutte diuifi al dominio Vinitia. X45.b Vinitiani comprarono Zaracol territorio percento mila ducati. X46-b Vdine con tutta la patria fi diede a Vinitiani. 249.b Valore del Gonzaga dimoftrato in Brefcia. xój.b Vittor Barbaro con fei mila caualli. 264.3 Vinitiani hebbero Cafale. *74-b Vinitiani apparecchiarono guerra cétra Filippo. 5 8 i.b Vinitiani ruppero guerra a Filippo un'altra uolta. x8i Venuta del Monferratenfe a' Vimtiani,& quanto ho-nore gli fu fatto. i^o.a Valle Camonica,e Valle Tellina pfa daVinitani.i8i.b Vittoria del Piccinino fu quello d'Imola contra la lega. i94.b Vinitiani follecitarono con lettere la uenuta dello Sforza in Lombardia per li danni hauuci dal Piccinino. *98.b Vitto- TAVOLA. Vittoria di Vinitiani fopra il Lago di Garda. j j t .1 Vittoria de' Vinitiani a Thiene. 3i9-b Verona dalle genti dello Sforfia ricuperata 34?-b Vittoria de'Vinitiani a$8.b Venuta dello Sforza con lamoglieaVinetia. $?o-b Venuta della figliuola del Re d'Aragona data a Leoncello da Efte, a Venetia. $?*•* Vinitiani madarono a nuntiar guerra a Filippo.^ f6.b Vittoria hauuta da'nimici. 3?6.b Vna Galea di mercantia dellaTana fi ruppe. $ 5 7-b Vngheri & Turchi fecero fanguinofabattaglia, jó^-b Venuta di Federico Imperatore con la moglie a Vi-netia. 37o.b Vinitiani dimŕdarono Bagnacauallo all'Heftéfe.j8i.b Vettor capello madato a' Prencipi della Morea. j 8$.a Vitto ria de'Turchi a Hiftmo. j88.a Vi tal Landň Proueditore,Iacopo Antonio Marcel-Io. $89.b 39°'* Vettor Capello Capitano da mare con uenticinque galee. 393-b Vettor Soranzo andň a Caflambetto. 41 z.b Vinitiani prefero Corico. 41 $ b Valore d'una donzella nell'armi. 4*?-b Vn'altra uoltaTurchi tornaron in Italia a Lifózo^i Vittoria d'Ariminefi fui Perugino. 4j ?. a Vn miracolo apparta nell'opugnationdi Rodi. 4^7.a Vittoria de'Vinitiani. 444-b Vittor Soranzo,Fracefco Diedos Z Zara racquiftata. Zara parte diitrutta. 74-b Zara foggiogata. 92.2 Zara la quinta uolta fi ribellň a' Vinitiani. 11 j.b Zara refa a Vinitiani. 1 f che fuccefle al Candiano,3 fue fpefe fece rifar il palagio, che nel profsimo tumul to del popolo s'era abbruciato, & fabricň l'aitar gran>-defontuofiliimamente. In quel tempo Vinitiani ruppero i Saraceni a Barletta in battaglia di mare, & Vitale Vefcouo di Grado figliuolo del Doge Candiano che fu amazzato, fuggě a Otone Imperatore, & nan-ranfi gl'infortuni di Adeleida donna illuftre. Rino uof fi la lega con quelli di capo d'Ifčria;&eflendofi partito Orfeolo per caufa di religione fecretamente della Cit tŕlolrato del la Repub. fu alquanto trauagliato dalle difeordie ciuili. Otone II.occultamente molle guerraa'Vinitiani hauendoli prima moleftati con la fame,nelqual tempo il monaflerio di San Giorgio all'incontro della piazza fu fabricato. Si difenue la Schiauonia. Otone Imperadore incognito uennea Vinegia, & Scuramente alloggiň col Prencipe. La famiglia Falliera edificň la Chiela di San Benedetto: & Vinitiani in una gra battaglia uinfero i popoli di Adri, tra l'Adige,& le bocche del Pň, & non molto dapoi, felicemente combatterono contraErefimuro Signor di Croatia. Il Prencipe Otone fu mandato in efiglio, & Dominico Orfeolo il giorno dopo e hebbe occupa to il Dogato , fcacciaro dal popolo fi fuggě a Rauen-na. Zaratini, ch'erano uenuti fotto il dominio Vini-tiano fi ribellarono ; & Pippo Patriarca d'Aquilegia > cominciň a turbarl'otio della Repub. Dicefi doue hebbero origine i Normanni , & le cofe , che fece Guifcardo lor Capitano in Italia , & Sicilia,& come Vinitiani uinfero in battaglia naualei Normanni a Durazzo. V. Libro* Essendo il Doge Siluio Capitano dell'armata Vinitiana, fu fuperato da Normanni non molto lontano da Durazzo, in una gran battaglia. Et Arrigo Imperadore uennea Vinegia. Il corpo di San Marco effendo fiato nafeofogran tempo, miracolofamente fi moilrň a' Vinitiani. Narrali la cagiona che mofTe i C^ri Criftiani contra Turchi, & Saracini; doue Vrbano Papa nel concilio di Chiaramonte efortň loro a pren der ranni per ricuperare Terra Santa : & i Prencipi ol tramontani, eflendo paffati in Afia con grande esercito fu combattuto in Bitinia nel principio poco felicemente-, & poi aflediarono Nicea ,douecombatten do contra eflerciti grandifsimi de'Turchi profpera-te,tolfero loro Iconio,Eradea>& molti altri luoghi. Et Antiochiadopo lungo attedio & diuerfe battaglie fuprefa. tarmata Vinitinana occupň le Smirre, & fi narrano in quefto libro gli odii di Boemondo contra Raimondo, & guanto fi fece in quel tempo in Soria. IS^el VI. Libra, II fefto libro contiene la defcrittione, & Pefpu-gnatione di Gierufalem, & il Dominio di efl'o dato a Gotifredi. Oltre a ciň la felice battaglia fatta contra Turchinaprefadi Afcalona,& dell'altre cittŕdi Soria. Il ritorno dell'armata Vinitiana in Italia. La fmunita ricercata da Ferrarefijl'andata dell'armata in Soria,l'c-fpugnatione di Sidane, & le ragioni c'hanno Vinitia-ni in quella cittŕ.Segue poi la battaglia fatta profpera niente contra Padouani,& compagni loro , & come due incendi) uno poco lontano dall'altro bruttarono lacittŕ.Raccontafi la ribellione de Zaratini,& dialcu ni altri della Dalmatia,& il fucceiěb del Principe Or-delaffo in ricuperare le cittŕ di quella prouincia,infio me con la morte Aia-, mentre checombatteua contra. Barbari. L'armata VinĚEiana a preghi di Califto Papa ritornata in Soria fece afpra battaglia in quei contor ni contra Barbari,& poi aflediň Tiro da tetra-, & da ma ye,ilquale al fine fi refe,& poi ritornň di Soria in lta-lia.Si edificň in quel tempo la Chiefo della Caritŕ in mezzo della Cittŕ. E l Nel , libro. Qjr b g 11 di Fano fi riduflero fotto Vinětiani,& in que'tépiiachiefadi fan Saluatorefuedificata>&habt tata da una nuoua rehgione,& medefimaméte fi fabri co la chiefadi fan Clemente. Fecefi con Padouani la battaglia alla rotta della Brenta, & Vjnitiani in gratia di Emanuele Imperadore fecero guerra con Norman ni.Fabricofsiil cŕpanile nellapiazza> & molti popoli dell'Iftria fi fecero tributar! de Vinitiani. La chiefade Crocichieri hebbe in quello tempo il fuo principio. Si fcriue la congiura de popoli circonuicini,che mole fio molto laRepub. & l'origine de'giuochi del Carno uale.Etcome Emanuelo Imperatore oppreflei merci tanti Vinitiani in tutta la Grecia>contra ilquale fattali una potente armata per inganno de' nimici quafi tutta la famiglia Giuftiniana fu tagliata a pezxi. Vn artefice Lombardo drizzň inanti al palagio con mirabile ingegno le due colonne}& fabricň il ponte di Rialto. Intanto Emanitele acciecň uno de gli ambafciaton Vi nitiani per l'odio che portaua contra di loro, la cagione del quale fi dice. Hebbe in quel tempo principio il modo di trouar gl'impreftiti a nome del publico. Alef fandro Papa incognito fuggia Vinegiapercagiondel quale Vinitiani prefero l'arme contra Federigo Bar-barofla,& in una battaglia naualeprefero fuo figliuolo^ lo condii fiero a Vinegia prigione. Onde Aleflan dro ornň la dignitŕ Ducale con honoratifsime infe-gne,& riconciliatofi Federigo col Pontefice •. il Doge lo accompagnň a Roma,doue prefentato & donato merauigliofamente,ritornň a cala. Et in ultimo fide-fcriue particolarmente la chiefa di fan Marco. TSlel FI IL libro . In queftotempo s'incominciorono adiftribuire idanari publici per opere pie, & Zaratini ribellarono la la quarta uolta. Fecefě da Chriftiani nuoua ěmprefa contraTurchi,nellaqualeuinto il Saladino in mare lě ricuperň Acri. Et in quello tempo fi battč il Ducato d'oro. Pi fan i hauendo con fubito adatto occupato Po la,&eflendo ricuperata da Vinitiani, non lontano da Modone furono rotti.Ifacco prillato dell'Imperio da Aleflo Aio fratello,fu carcerato. I Capitani de Chriftiani douendo mouer guerra contra Turchi,uennero a Vinegia,doue Vinitiani fi collegarono con loro. Intanto ricuperarono Zara, &in(ieme con i Capitani ftranieri,eflendo uenuto a loro il figliuolo d'Alcflo,fi moflero contra la Grecia,& ifpugnarono Coiěantino poli. Aleflb morto il padre Ifacco , per inganno de' fuoi fu occifo:Onde Vinitiani per nome proprio, & de' compagni Francefi occuparono Coftantinopoli., & fu dechiarito Imperatore Baldouino Conte di Fia-dra,onde Vinitianihebbero parte della Cittŕ.Intanto aggiunfero Candiaal loro Dominio mfieme con l'I-foledelMarEgeojdouemŕdarono nuouihabitatori, per cagion de' quali s'incominciň la guerra con Geno uefi.Et medefimamente fu combattuto con Padouani per cagione di un fpettacolo fatto a Triuigi.Furó man dati ancora alcuni nobili ad habitarCorfu. Arrigo Im peratore fucceflore di BaldouinOjrjtornando da Vine giŕ in Gretia,fuamazzatodaTeodoro Epirota.Etha uendo Chriftiani prefa Damiata di Egitto, arrichirono molto per la grolla preda, & numero grande de' prigioni. Ts(el IX. libro. S i defcriueinquefioJlibrol'IfoladiCandiainu'e me con la ribellione de'Candioti, & la cacciata del Contedi Magl.iaco,doppo laquale Vinitiani hebbero l'Ifola.Gli Ifolani nobili ribellarono, & medefimame te la citta di Cangia, ma al fine doppo uarii fuccefsi quali tutti ritornarono (otto il Dominio. Di nuouo Ł 4 poi jJoi rJtornarono a ribellare, doue Vinicianě furono cct těretti a rinouar la guerra,& non molco dapoi s'acque tň rifola.Candion s'alzarono con Giouan Vatazzo, ma fcacciati gli nimici dell*llola,gli autori con meri-» tato fupplicio furon puniti. L'armata de gli Exagoni fu meflain fuga da Vinitianiinanti le mura de Coftan tinopoli, & niedefimamente non molti giorni dapoi quafi ne'medefimi luoghi quella di Vatazzo. Fecefi tregua con Genouefi per noue anni,& allora Vimt.ia-niprefero l'arme per terra,& per mare,contra Federi go fecondo Imperatorej& Ezzeiino di Romano. Gč nouefi uinfero Tarmata de' Pifani, & di Federigo in una giŕ battaglia appreflo Cirno.Zara ribellň la quin ta uolta,& non molto doppň fu ricuperata . Dicerl il modo delle ballotationi, & come Vinitiani uniti con Aleflandro Papa,fcacciato Ezzeiino, ritornarono Pa douani in libertŕ, & allora Ezzeiino ordinň che dot dici mila Padouani fu fiero uccifi , .^el X. Libro, Nel decimo libro 6. narrano le cagioni della guet ra Genouefe, & per qual caufa Vinitiani occuparono Tolemaide, & la battaglia fatta contra Genouefi fu Tiro,&Tolemaide, & come diedero aiuto aBaldoui-no fcacciato dell'imperio di Coftantinopoli dal Paleo logo.Genouefi prefero in mare ne l'Ellefponto tre na «i Vinitiane,ma poi uinti da Vinitiani alii Sette porci ne perdettero quattro, & indarno aflediarono Tiro. Michiel d'Oria all'ufcitadel mar Adriatico prefe alquante naui da carico de' Vinitiani, onde eglino in Si cilia a Trapani diedero una gran rotta a Genouefi. Al- . lorail Paleologo entrň in lega con Vinitiani, per il— che Genouefi occuparono la Canea. In que' tempi la dignitŕ Ducale,eflendo nata feditione nella Cittŕ, fu «iolata.Furon prefe,& condotte a Vinegia otto galee de' Genouefi appreiěo Cipri, perilche eglino rifatta l'armata Tarmataci nuoti©, uenuti in Soria quafi nel medefi* mo luogo furono rotti.I luoghi circonuicini a Vine-» gianegarono di darle uettouagha,onde fi publicň una nuoua gabella nel mare per far loro difpetto, & fecefi tregua con Genouefi. Guerreggiofsi intanto contra Bolognefi alle bocche del Pň quafi tre anni, & medefi mamente contra Anconitani per cagione di quella gabella.I mottiuide Candioti furono cagione dinuo uŕ guerra.Iflriani di nuouo ribellarono, & gli Anconi tani afiediati per mare da Vinitiani ncorfero al Ponti fice. La Cittŕ fu trauagliata molto per un terremoto grandifsimo.Fu combattuto in Iftria conrrail Patriar cadi AquilegUj&il Contedi Goritia. Et in que'tem pi fu prefŕTolemaidedal Soldano di Babilonia, Tslel XI. Libre, F a s s i comparatone delle cofe fatte da Romani ?ontra Cartagine,& delle Vinitiane contra Genouefi. Contra liquali fpirata la tregua fi rinouň la feconda guerra, & Pera fu abbruciata da Vinitiani. Giouan ni Soranzo, dopo molte cofe preclare fatte nel mare Pontico,perfe Ł il grŕdifsimo freddo molti delle ciur me delle galee ;& Vinitiani uinti a Curzola perfero una armata grandifsima, & non molto dapoi intorno l'Ellefponto hebbero quafi una fimile rotta ; onde fe-guipoilapacecon Genouefi. Fu la Republica in peri colo grande per la congiura Bocconia;& ufcital'ar-mata riportň a cafa grandifsima preda di Gretia. Vini tiani hauendo occupata Ferrara fumo interdetti dal cómercio di tutte le genti, nelqual tempo per una có-giura atrocifsima de" Cittadini con gran dinacultŕ, fa mantenne la libertŕ. Segui poi la ribellione de' Zar-ratini per cagion de'quali fi guerreggiň alquanto in Dalmatia. Fabricofi la chiefa di fan Dominico, & la Cittŕ per opera di Francefco Dandolo fu liberata dal interdetto, In^uel tempo fi accrebbe l'Arfenale. Et eflen- «{Tendo mandata l'armata nel Mar Pontico prete alquante naui de Genouefi . Seguě nuoua ribellione de Candioti,ma difubbito fu opprefla. Et di nuouo Pa-douani fumo mefsi in libertŕ. Rinouofsi la guerra in Iltria. Et effendo deliberata la guerra contra Turchi ricufando Francefi,non fu fatto cofa alcuna. Intanto Vinitiani & Fiorentini fecero lega a danni de quelli della Scala. T^el ZII libro. V i e t r o de' Rofsi da Parma fatto Capitano del" la lega ruppe la caualeria di quelli dalla Scala appref-fo Luca in Tofcana ; ma quelli ricuperarono Vderzo poco inantiperfo.il Roflo hauutel'infegnedel Gene ralato dal Prencipe, & da' Senatori andň a campo alla Mota. Intanto i foldati mercenari de' Vinitiani a tra diméto furono tagliati a pezzi a Meftre. onde il Rof fo paflate le genti oltre la Brenta,occupň gli alloggia menti de nimici j & fcorfeggiando per il territorio Pa douano, & fatte correrie fu'I Veronefe al fine fotto-pň fé il cartello di Conigliano. Fecefsi tumulto in Padoua. Et in que'tempi uennero ambafciatori da di uerfi luoghi a Vinegia per trattar la pace. Intanto Pa douani fcacciati quegli della Scala rihebbero la loro libertŕ : & fu dato il gouerno a quelli di Carrara. Pie tro, & Marfiglio de* Rofsi in pochi giorni morirono. Fu combattuto in piů luoghi appretto Verona, & Vi-cenza contra i nimici profperaméte. Galeazzo Vifcó ti, tolte Bergamo ,& Brefcia a quelli della Scala, a* quali eflendo flato occupatoTriuigi,e molti altri luo ghi al fine fu concetta la pace. Intanto la Cittŕ per lo aiuto di fan Marco fu liberata da una grandifsima furia d'acqua. l XIII libro. F a s s i un'apparato grandifsimo contra Turchi, & in quel tempo fu edificata la chiefa di fanto Antonio. aio. Z aratini ultimamente fi ribellarono,& Vinitia» ni felicemente combatterono a Zara con il Re Lodo uico,& prefero la Cittŕ. Vn grandifsimoTerremoto conquassň la Cittŕ jdoppo ilqualefegui una tetribi-lepeftilenza,chela roumň quafi. Fecefi tregua per anni cinque con il ReLodouico ; & la ribellione de lftriani mefle l'arme in mano a Vinitiani. Narranfi le cagionidella terza guerra contra Genouefi : nellaqua le furonprefe dieci naui de Genouefi al porto Care-Ilio da Vinitiani. Ma Genouefi in aflentia dell'armata efpugnarono Negropóte.L'armata Vinitiana,& l'Ara gonefe hebbero nel Mar Ionio una crudelifsima for-tana,& corfero grandifsimo pericolo. Intanto Geno uefi incontratiti in tre potétifsime armate al braccio di fan Giorgio combatterono feliceméte, ina nel mar di fotto l'armata Viriitiana,& l'Aragonefe uinfero poi loro . Ondedifperati i Genouefi perfero la libertŕ. Pofcia rinouatele forze occuparono Parczo,& 1 piů luoghi prefero molte naui Vinitiane. Vltimamente alla Sapienza ruppero una groflŕ armata de'Vinitiani. Segui poi la congiura del Pallierň ,ilquale trattando di farli Signore,fcopcrtOjhebbe il meritato lupplicio infieme con i confapeuoh del fatto. T$el XIIII libro. Il rc Lodouico finito il tempo della tregua, & della lega fatta con i Carrari, & il Patriarca di Aquile gia,aualtc> in un tempo iiteflo la Dalmatia,& l'Italia, & hauendo combattuto indarno Triuigi, lafciato le genti all'atTedio ritornň in Vngheria. Vinitiani uieta-rono a Padouani il cftmercio della Cittŕ Fecefi giornata nel fiume della Brenta traThedefchi foldati mer cenari, & Vngheri: doue Thedefchi furono uinti, & amazzati: onde poi fegui la pace col Re Lodouico. Dueambafciatori, che andanano a l'Imperadore furono in Germania preti da ladroni, ma il Duca d'Au- ftna iftria menň con feco gli ambafcistori prigioni a Viné* ^ia. I nobili Cretenh ribellarono da Vinitiani, onde mandarono Luchino dal Verme con grollo efferato fopra rifola. Et fuperati i Greci al monte Srombolň fi ritirarono in Candia, & allora fu prefa la Cittŕ. Pacificata l'Ifola furono fatte gioii re, & regate di car xettein Vinegiaperallegrezzadellauittona hauuta. .Mentre le cole erano in quello fiato il Redi Cipri cófidatofi nell'armata Vinitianarubbň Aleflandriadi Egitto.Onde feguě poi,che eflende partite le g^nti di Candiala Cittŕ di nuouo fi ribellň. Perň hebbero gra difsime fatiche,& lunghe; al fine rotte le fufte de gli lfolani ritornorono a ubbidienza. Segui poi la ribellione di Trieftini, onde Vinitiani combatterono pro-fperaméte contra il Duca d'Auftria a Triefte.Narrafis in ultimo la cótefa co Padouani per cagion de' cófini, TSlel XV. Libro. R i n i e r i Vafco capitano delle genti de Vini-fiani poco doppoi,che molfe Teflercito contra Padouani in licentiato . Et Vinitiani poco felicemente có-batterono contra Vngheri al fiume della Piaue. S.teC fanoTranfiluano uinto in battaglia uenne nelle loro mani. Fecefi poi pace con Padouani.Leopoldo Duca dAuftria moflé guerra a Vinitiani ,& fu combattuto cóBarbaria Vnigo, andofsipoiacŕpo aFeltre,ma ef fendo fopragiunto Leopoldo ceflňfsidalPafledio. Et gli mercatanti d'Auftria furono in Vinegia mefsi in prigione,& allora fi fece la pace con Leopoldo. Si nar ra ancora le cagioni della quarta guerra fatta con Gč noiielějl'oppugnatione di Tenedó, & come Grec i, & Genouefi furono fcacciati con l'arme de' Vtnitiani da l'Ifola di Tenedo. Haueuano Vinitiani in un'ifleffo tempo guerra conii Re Lodouico, co'l Patriarca di Aquilegia, con Genouefi, & con i Carrari. Et Geno-uo uefi in una battaglia nauale rotti ad Anzo perdette ro !ro molte naui. All'incontro Viriětiani indarno ŕflal-torono Famagofta in Cipri. Ma Vittor Pifani efpu--gnň Cattaro. Genouefi nel golfo di Taranto non ůol iero combattere. Padouaniintŕto afl'alirono Meilre; & Vittor Pifani occupň Sibenico,hauendo prima ten tato due «ohe di espugnar Trau. Nell'inuernofu gra .gran Carestia di grano, & la maggior parte dell'arma caper grandifsimi freddi andň a male. Il Pifani hauen perduta l'armata aPola,fu carcerato.Onde i Genoue fiinfuperbitiper quella vittoria & accrefciutalaloro armata andarono a campo a Chioggia. T^el XVI. Libro. Descrivesi l'efpugnatJone di Chioggia Fatta da "Genouefi,la nuoua delia quale mette grandifsimo ter rore a Vinegia Perilche di ordine del Senato fu liberai to di prigione Vittor Pifani «, e fu dato ilgouerno del l'armata parte al detto,&parteaTaddeo Giuftinianoj & fortificofsi la Cittŕ intorno il porto, & molti altri luoghi. In tanto Carlo mandato dal ReLodouico^ meflel'afledio intorno Triuigi.Fu trattato di pace col Barbaro ,ma perleconditioniingiuftenon fu uoluta accettare da' Vinitiani. Genouefi fi fermarono fu lŕ Urenta con tutta l'armata, & fu combattuto hora fo-pfa il litOjhora nel fiume fecondo leoccafioni. Si meffe in punto una potente armata da Vinitiani,onde molti priuati aiutarono diuerfam ente la Repub.Per il che i Genouefi lanciato l'attedio uennero a Chioggia. In tanto Carlo ^enofece molte cofe cóntra Genouefi nel mar di fotto, e di fopra. Ma Vinitiani attediarono Chioggia, & combatterono ualorofamente appretto il l}orto , & a Brondolo. Taddeo Giuftiniano perle l'armata a Siponto, & Genouefi furon rotti intorno Chioggia, onde hormai domati fi uedeuano. Il Doge data la paga ai lňldati, ritornň nella Cittŕ con li prigioni. Nel . Libro. Rthavvta. Chioggia Vinitiani rihebbero ancor le Bebbe,& altri luoghi pofti full'acque. Trieftini ribellatiti , fi diedero a Genouefi, & Capo d'Iftria fu impugnato da'turnici. I quali fatto la moflra della loro armata al confpetto della Cittŕ, andarono in Iitria. Onde Vinitiani mandarono contra loro una potente armata ,& ricuperato Capod'Iftria furono quelli di Arbe coftretti a ribellarci a' Genouefi. Vittor Pifani lě morě a Siponto . Onde Carlo fu dichiarato Capita no dell'armata. Intanto Triuigi fu combattuto da Carrarefi, ma in damo lungamente, & eflendofi Vi-nttiani sforzati di fouenir loro di uettouaglia & prefi dio,al fine per loro ambafciatori lo diedero a Loepol-«lo.Carlo Zeno fuggě di combatteremo Genouefi ne* liti del mare inferiore . Et'perche fu detto che a Geno uŕ i prigioni Vinitiani erano flati uccifi da1 Genouefi, i loro ijuafi furono trattati ma!e,ma tre Galee loro fé ceroaflai danni a Vinitiani. Leopoldo uenne in Italia con dieci mila caualli, perň fu fatco pace con Genouefi & compagni per il mezzo del Duca di Sauoia. Le Matrone Vinitiane fouenirono i prigioni Geno* uefidi uefti, &fpefeperil uiuere, finche giungeifero alle cafe loro. Alfine molti di quelli, che nel tempo dellagusrrahaueuanofouenutola Republica, furo* no fatti Gentilhuomini della Cittŕ. TSlel libro XV111: L.A reftitutione di Tenedo, tenne alquanto tanagliata la cittŕ.Trieftini uenneroalPobedientia di Leo poldo,& fu di fuo uoler dato Triuigi alii Carrarefi. Fé cefi la legge de gli Homicidiarii. Antonio Viniero Do gč fece morire in prigione un fuo figliuolo per hauer fatto ingiuria ad una cafa nobile . Narrafi poi come Vinitianiaiucarono Gaieazzo Vifconte contra quelli della de 'a Scala,& i Carrari : nella qual guerra riacquifta-rono Triuigi,& liberarono Mantouani dallo afledio » & Padouah ribellň dalli Carrari a Galeazzo. Il Duca di Auftria,&il nepote del Re di Francia uennero a Vinegia,ma non infieme,& la cittŕ fu ornata di molte opere.L'armata Genouefe paflando dal Mar inferiore al fuperiore, moleftň alquanto Vinitiani, ma fu uinta. appreflo Modone in una battaglia nauale, di modo » che cefle per Tempre il poflelfo del mare, a Vinitiani. I Carrari a tradimento prefero Verona, & Vicentini Bellunese Feltrini uénero all'obediézade Vinitiani. Narranfi le cagioni della guerra fatta a quelli di Car rara,nellaquale Vinitiani affettarono il (lato loro in tetra,&inmare,& per lor cagione combatterono con tra quelli da Eile.Et fu lor tolta Verona, laquale fi de fcriue breuemente. Prefa poi Padoua,uennero nelle mani de Vinitiani,& furono ftrangolati in prigione . Vennero intanto gli ambafciatori de Veronefi, & Pa-douani con grandissima pompa a Veoetia, & diedero gratifsimo Spettacolo alla cittŕ. XIX. libro. Ricuperarono Vinitiani Zaradal Re Ladislao.Et in Dalmatia per cagion de confini fu alquanto combattuto . Fu in quel tempo nel principio d'Agofto in Vinegiaunacrudelifsimatempefta,laqualeconUibita no ftrepito nitro il mare & la terra conturbň. Turchi occuparono laTana,& Pippo co gran numero de Bar bari uennein Italiane molto dapoi feguitň l'impera-» tor Federigo, & fu combattuto con nana fortuna nel Triuigiano,& nel Frinii cpncra Barbari.la quel tempo furon fatti alcuni nuoui magiftrati nella cittŕ. Per cagióe de Forlani Vinitiani mollerň l'arme nella Car nia,onde que'popoli uennero nelle loro mani. Eti Barbari fotta la guida di Lodoufco Patriarca d'Aqui legiadue uoltc uenaeroin X calia.il Carmignuolafug gitoli gitoti dal Duca Filippo uennea Vinif.iahi.Et fadifpu-tato uariamétenel Senato di pigliarla guerra con lui, per cagione de Fiorentini,con liquali coiligatifi al fine gliela mollerň. . Libro: 11 Carmignůola Capitano de Vinitiani tolfe Brefcii a Filippo, ilqualel'aflediňhauerido fatto uenirlefue genti di Tofcana, onde Vinitiani circondarono il ca-itellodi Brefciacon unfteccato grande, & fiancatoti il nimico al fine ghe lo diede,e fi fece la pace con Filip po,laquale per colpa fua durň poco. Milanefi confortarono Filippo alla guerra, onde Vinitiani rinouata la lega con Fiorentini, fé gli oppofero. I Fregofi fuor-ufciti uinti da Genouefi furono cacciati de tutt' il pae fe,& fu rotta l'armata di Filippo non molto lontano da Cremona. Gli nimici intorno Brefeia dati ne gli aguati perderono molti caualli. Et furono molto tra-r uagliati Vinitiani a Ottolengo da una fubbita furia de nimici,che trafcorfero nelli alloggiamenti loro.Fu co battuto al fiume Oglio3con dubiofa pugna,& ultimamente pofcia, che Filippo fu rotto & fraccaflato ap-p"reflb Madodio, fu fatta la pace ; TS(el XXI. LibrOi Nella prima parte di quefto libro firiferifco-fio le cagioni della feconda guerra di Lombardia. Et finalmente Nicolo Piccinino ruppe Paulo Gtiinifi Lucchefe con una guerra modali all'improuifo. Nella cittŕ poifuuoluto uccidere il Doge Fofcaridaurt Andrea Contarmi. Scrmefi ilpaffaggiodi Francefco Sforza in Tofcana, & comereilitui la libertŕ aLuc-chefi. All'incontro Nicolo Piccinino pafsň inTofca-ra,& molle guerra a'Fiorentini.Et Filippo con fperan za di parentaco teneua fofpefo lo Sforza. Incanto fu prefa prefaThefalonicadaTurchi.Nel qual tépo s'aggiac-ciarono l'acque talmente intorno Vinegia,cheuifě guidauano i carri fopra il ghiaccio. Fiorentin i erano in gran penfiero di poter ritener Pifa.Et fu rinouata la guerra 'a Filippo appretto Cremona. Narrali la rotta c'hebbero Vinitianiintorno il Pň.Genouefi furono nel golfo di Rapalo rotti da Vinitiani,& il Loredano aiutň molto il flato ecdefiaftico appretto Cittŕ uec-chia.Fu fatto giornata tra Filippo , & il Carmignola, & la battaglia andň di pari; ma fu quafi prefaCremo-na.Intanto il Piccinino afflitte molto la riuiera di Ge-noua,& fcacciň di flato U Marchefe di Monferrato,có pagno nella guerra de Venitianj, dalliquali fu combac tutaancor Sio,ma indarno. Cominciofi adhauerfo-fpetta la fede del Carmignola.Onde eflendo conuen-to di tradimentOjfu decapitato, per ilche poi che fi fu combattuto nella Valcamonica,fi fece pace con Filippo . l XXII libro. France sco Sforza occupň parte della Mar ca, & deirOmbria,& fu fcacciato di Roma Papa Eugenio. & fu quafi fatto giornata tra Sforcefchi,& Bra cefchi nel piano di Vetralla, onde il Piccinino poi ri-nouo la guerra nella Sabina, & combattendo contra la lega le diede una grandifsima rotta. Marfilio di Car rara fu decapitato a Vinegia. Scriuefi la battaglia na-uale tra Alfonfo di Aragona & Genouefi , nellaquale il Re fu rotto & prefo appretto Gaieta, onde nefegui la ribellione di Genoiuda F ilippo.Intanto Lucca era molto ftretta dall'afledio de Fiorentini. Fecefi uncó-corfograde a Ferrara per cagione del concilio nelqua le interuennero l'Imperatore Paleologo & molti Prc lati Chriftiani. L'eflercitode'Vinitiani fu quafi rotto ad Adda; & Fiorentini mandarono Cofimo de' Medici per nome publico a Vinetia. Si contengono ancora in quello libro quelle cofe che fece lo Sforza, & il F Picei- Pieein'rno intorno le Alpi. La lega fatta tra Filippo & Fiorentini, & quello che fece il Piccinino nel termo nodi Bergamo ,& di Brefcia. Defcriuefi il Lago di Garda; & come Vinitiani combatterono felicemenr te nella Valle Camonica. t^el XXIII.libro. La t am a falfadella vittoria hauutaa Cologna fece la notte quafě tumultuar la Cittŕ. Il Melata tentň indarno di paflarda Brefcia a Verona. Nicolo da Efte machinaua cofe nuoue contra Vinitiani, onde eglino gli reftituirono il Polefine .Gatta Melata per le cune de'Monti pafsň a Verona & Vinitiani manda rono una grande armata nel Mantouano per il Pň. Intanto Brefcia era opprefla grauifsimamente, onde Vinitiani tentarono di rinouar lalega co lo Sforza. Il Melata hauuto il Capitanato delle genti cercaua di uettouagliar Brefcia.Et Paris di Lodrone al fiume Sa rea combattč felicemente cótra gli nimici. I Vinitia-fii apparecchiarono una armata nel agodi Garda, & condufiero le galee, per 1 luoghi de' monti al ti fs j mi nel lago. Segui poi la lega tra lo Sforz.a,Fiorentini)& Vinitiani, nel qual tempo il Piccinino , & il Duca di Matouapafěato l'Adice tolferoa Vinitiani molti luo ghi nel Vicentino, & nel Veronefe, & fu combattuto da Vinitiani proiperamente nel lago di Garda. XXII II Libro. Lo sforza perlaRomagna, &il Prcncipedi Ferrara a Chioggia primieramente,e d'indi a Padoua mandarono groisifsitno eflercito contra Vinitiani. Vnisfi il Melata eó lo Sforza.Et l'eflercitode Vinitia ni guidato per i monti liberň Verona dallo afledio. Et il Piccinino co tutto l'eflercito fi ritirň oltre l'Adi ce. Fu rotta l'armata Vinitiana al Lago di Garda, & il Picei- il Piccinino in unabatraglia fatta di notte nella ualle di Lodrone fu uinto, & medefimaméte lo Sforza rup pe i nimici al caflello di Teuna. Il Picctnino,& il Du cadi Mantouahebbero a tradimento Verona,ma non le fortezze,laquale tre giorni doppo, che eraftapre-fa fu recuperata dallo Sforza. Et fu mandato uetto-uaglia di mezzo il verno peri monti a Brefcia. Amalo» Gatta Melata,& mori, fct il l'iccinino pafsň in To fcanacontra Fiorentini. T^el XXV Libro. Cominciň lo Sforza a pelare di paflar il Men 3.0. Et il Contarini proueditor dell'armata uinie il ni mico nel Lago di Garda; onde ricuperň li caftelli cir conuicěni.Per ilche hauendo parlato l'eilercito Vini-tiano il Menzo tutti i luoghi del territorio Brefciano furono ricuperati. Et lo Sforza tra Soncino, & gli Orzinuoui uinfein una gran battagliagli nimici,& prefentate le genti all'Adda mede gran terrore a qne' popoli. Leone fuo fratello fu uccifo da un colpe di bombarda a Carrauaggio . Et il Piccinino fu uinto in Tofcana ad Anghiari. intanto lo Sforza uenuto il ver no giunfe a Vinegia, doue furon fatti fpectacoi i hono rati in gratia di Giacopo Fofcari figliuolo del Pren-cipe, che tennero la Cittŕ in felča per molti giorni. Erano allhora grŕ numero de genti di Filippo, & de* Vinitiania Martineugo in uno ifteilo tempo; Et fu fatta la pace con Filippo ad arbitrio dello Sforza , 11 quale celebrň poi le nozze con la Bianca a Cremona. Et diuulgate le conditioni della pace, fé n'andň con lŕ moglie aVinetia, doue fu riceuuta honoratifsi-mamente. XX FI Libro. Papa evgenio unito con Filippo rinouň la F z guerra guerra cótralo Sforza, & Io fcacciň della Marca ha-uendolo cóbattu to quattro anni & piů , nelqual tem pň fu cóbattuto contra Turchi in piů luoghi. La moglie di Leonello da Efte uenutaa Vinegia fu riceuuta nonoratifsimamente . EtBolognefi fi pofero in libertŕ. Frŕceico figliuolo del Piccinino in aflentia del padre fu fpogliato di tutte le genti all'Olmo ; onde il padre di ;dolore fé ne morě a Melano. Ribellarono allo Sforza molti fuoi Capitani, onde le cofefue nella Marca andarono molto male . Et Michiele Atten dulo ripigliate l'arme appreflň Cremona ruppe le géti di Filippo all'Ifola del Pň. Onde Vinitianiinfofpet-titidello Sforza, perches'eraaccoftatoa Filippo gli tolfero tutto quello che dal publico gli era fiato dato. Et accoftarono le genti loro due uoltea Melano, & fecero grandifsimidamagli nimici appreflbil LagoLario. Segui poi la morte del DucaFilippo on de a Vinitiani fi refero Lodi, & Piacenza, laqual poi fu lor tolta dallo Sforza,& abbrucciata l'armata a Ca fai Maggiore. Vltimatamente diede loro una gran-difsima,&incóparabil rotta a Carauaggio:perilche lo Sforza s'accordň con Vinitiani,accioche la uittoria fu Me fuaj,'& non de Melanefi per liquali egli militaua, Alla fine effondo egli uicino a impadronirfi di Melano Vinitiani a preghi de Melanefi fi collegarono con loro contra lo Sforza perconfetuarlaloro libertŕ. . IS^el XXVll libro. L'a r m a t a Vinitiana abbrucciň una gran quantitŕ de naui del Re Alfonfo nel porto di Saragoia. Et Francefco Piccinino con Gifmondo Malacefta condufleruin Melano uettouaglia, ma Melanefi uin-ti dalla fame , uccifo l'ambafciatore de' Vinitiani dichiarirono Duca lo Sforza. Inquefto tempo Federigo Imperadore ,& Leonorafua moglie furono rice uuti honoratamente in Vinegia. Et il Re Aifonfo nioflfe mofle una terribil guerra a Fiorentini. I Capitani der Vinitiani combatterono tra Ottolengo, &l'Ifoletta contraSforcefchifelicemente, & dapoi in altri luoghi con uaria fortuna fu combattuto. Per ilche il Re Renato in fauor dello Sforza, & de' Fiorentini pafsň in Italia contra Vinitiani. Segui in quel tempo in Ro ma la morte di Steffano Porco Romano per hauer uo luto rimetter la Cittŕ in libertŕ. Et perche il Turco hauendo prefo Coftantinopoli haueua meflo gran terrore jaChriftiani, furono apparecchiate due armate contra lui; & fi fece la pace con lo Sforza, & Fiorentini, Nell'ultima parte poi fi dice quello, che fecero Turchi nella Grecia, & nell'Afia, inlěeme con una furia terribilifsimade uenti, checonquafsň la Cittŕ,& i luoghi circouicini con ftrepito, & rumore inaudito. TSlel XXFIII. libre. Occorse a quefto tempo,che un Prencipe accompagnň l'altro alla fepoltura, ilche non era auenu-topiu.Si narrano le cagioni della guerra moffa contra Turchi,infieme con la deferitone della Morea . Doue poi che Vinitiani hebbero prefo Argo fortifica rono l'Iftmo,& indarno afTaltaron Connto. In Italia ueramente Vinitiani attediarono Triefte, mentre che Turchi gli sforzano a rilafciar l'Iftmo. Fu combattuto poi due uolte contra Turchi a Napoli . Et in uno i-fteflb tempo Trieftini,& Ariminefi furono liberatici Tafledio.Vinitiani furono fuperati,& hebbero una fo-lenne rotta a Talamatta. Et Orfato Giuftiniano due uolte diede l'aflalto a Mitilene neH'ifola,Lesbo, & ne fufcacciatocon gran ftraggedefuoi,Sigifmondo d'A-rimini combattč Lacedemonia,& una galea Veniera hauendo pattati i Dardanelli,falua ritornň a fuoi. la quefto mezzo Papa Pio efěendo uenuto in Ancona, poco doppo la giunta del Doge Moro con l'armata Vinitiana s'infermň^ inorě,onde fu deliberato di dar F Ł danari danari al Redi Vngheria per nome di tutti i Chriftia-ni per guerreggiar contra Turchi. Virtor Capello dopň molti preclari fatti contra nemici,efl"endo itato rot to a PatraHb,di dolor d'animo fi morě.Segui poi l'andata di Bartolomeo Coglione in Romagna,doue con dulie la Repub.in gran pericolo di nuoua guerra. Et Nicolo Canale Capitano dell'armata prefe Enno,mé tre che Maometto per terra,& per acqua combatteua Negroponte,laqualalfiue doppo lugoafledio prefe. Ts^el XXIX. Libro. L'ar mata Turchefcafuor di quello, che fi fpe-raua ritornň a Cofčantinopoli. Et il Canale indarno tentň di ricuperare Negroponte, onde il Mocenigo «enne a quella imprefa, &il Canale fu confinato a Porto Gruaro.Cominciofi a trattar pace col Turco » ina non ficonchiufe , perň il Mocenigo fi partě della loma,& nň molto dopoi ritornatoui,faccheggioPer gamo, & Gnido, & la rimerŕ di Caria. Et aiutato dal-Parmata di Ferdinando,& del Pontefice efpugnň Sata lia Cittŕ nel paefe di Pamfilia.Venne poi un'ambafcia toredi VflunCafTano Re de Perfi, ilqualericeuuto be nignamente dal Mocenigo fu mandato a Vinegia. In~ tanto Turchi cominciarono a infettare l'Albania , la Dalmatia,& i confini dell'Italia , & mentre le cofe di Ferrara teneuano la cittŕ in qualche trauaglio, il Mocenigo efpugnň Smirna, & faccheggiň il territorio Clazomenio. Narrali poi un egregio fatto d'un gioua netto ilquale abbruciň l'armata Turchefca di notte a Gallipoh.Dopoi il Mocenigo rimette in ifěato il Ca-ramano,& cófermo nel regno la moglie del Re di Cipri morto,laquale era della famiglia Cornara. Al fine poi C\ dice come il Turco fece giornata con Viiim-C aliano. Nel XXX.Lihro. N e i principio di quefto libro (ě defcriue l'ifola eli Vipn,& i mottiui de gli Ifolani inlěeme con la morte d' AndreaCornaro,doueperilfopraggiunger dell'ar mataVjniciana i congiurati fi partirono deH'Ifola,& il Mocenigo con la fua prefentia acquetň il fiato dell'I— fola.Si deferiue 1'Albaniajl'Łpiro , & Scutari, ilquale fu affamato da Solimano eunuco con gran gente, & Vinitiani fi affaticarono di liberar d'afledio Scutarini, onde combatterono con l'armata alla Boianaprofpe-ramente contra Turchi, liquali poi furono con grande uccifione fcacciati dalle mura da Scutari. Trudaa Gntti infermatofi per l'aria peftilente della Boiana mori a Cataro. Et mentre che'l Redi Vngheria com-batteua profperamente conrra Turchi,Scuran fu libe rato dallo aliedio.. Antonio Loredano per il irai or del quale pnncipaěmentŁ Scutari era ftatoConferuato fatto Capitan generale conferuň Lepanto prima, & poi Lenno con la uenuta fua in quelle parti. Vinitiani poi nell'Epiro lotto Croia furono rotti uituperola-mente, & non molto dopoi perdetelo in Italia al fiume Lifonzo una fiorita Caualena,ondefu faccheggia to il territorio del Frioli da Turchi,& polii a ferro , 8c fuoco.Ritornarono poi Turchi all'alfedio di Scutari, & fu combattuto piů ferocemente, che quattro anni prima. Poi ritornarono in Italia. Fecefi la pace eoa l'Ottomano emendo ancor Scutari aiTediato. Ma per rifpetto dell'Ilola del Zante,fu quafidnouata la guer ra . Al fine (ě narra come in Tolcana, poi che furono acquetate le difterenzecol Turco ,fualquanto guec-rtggiatoin fauor de Fiorentini. TSlelXXXLLibro, Si comparano le cofe fatte da Romani con quelle -¦ • ' F 4 di di Vinitiani. Et fi tratta dello afledio di Rodi indarno pofto da Turchi,& come Otranto fu prefo da loro poi che Vinitiani occuparono Veglia. Segue poi l'origine della guerra fatta contra Hercole Duca di Fer-rara,& i configli fatti fopra ciň, infieme con l'apparato della guerra,& poi che Ci č defcritta la Lombardia, fi dice come furono fortificate le paludi contra i nemi ci,& cominciato a combattere Ficaruolo, & come l'ar mata uenne nel Pň,poi c'hebbe prefo Adn, & gli altri luoghi circonuicinijE uinti i nimici alla Policella. Al fi nefu prefo Ficaruolo, & era per l'aere infettato dalle paludi gran mortalitŕ nello eflercito. Fecefil'accor do per ilquale il Polefine rimafe de ragion de Vinitia ni. Alfonfod'Aragona intanto moleltaua la cittŕ di Roma,onde Roberto d'Arimino uenne in aiuto del Pontefice, & fece giornata con Alfonfo a Vellitri , & hebbe nobilifsima uittoria . Doppňlaqualeinbreui giorni fé ne morě. In quei medefimi giorni Federigo Duca d'Vrbino mori a Ferrara,& Sigiimondo da Elio infieme con Vgo Sanfeuerino furono uinti in battaglia da Vettor Soranzoad Argenta.Ondeil Sanfeuerino fatto il ponte a Lago Scuro,pofe il campo in co-fpetto della cittŕ di Ferrara,& fece non lontano dalle riuedel fiume un riparo inefpugnabile, &loprefidiň eccellentifsimamente. . 7S(el XXXII. libro. I l Romano Pontefice abbandonati Vinitiani fe-gui nuoue leghe. Et il Duca di Calabria uenne aFer-rara.Collegaronfi tutti i Prencipi Italiani contra Vinitiani,onde eglino conduflero aloro feruitii il Duca: di Lorena.Intanto il Sanfeuerino con gran parte dell'efferato paflato Adda fi fermň a Trezzo. Et Lodo-uico Sforza mifefottofopra il flato de'Rofsi di Par-ma.Et in quello illeflo tempo l'Aragonefe con gran gente tolfe molte terre & luoghi nel Łrefciano,& nel *. ' Vero» Veronefe a Vinitiani,& paflato il Menzo corfe fino a l'Adice,& non molto dopoi occupň Afola,perche fc gli refe.Le fanterie Vinitiane alla (Iellata furono al fili mepofte in fuga da Hercole Duca di Ferrara,Alfonfo partito di Afolamentrechecongrandifsima diligen-tia fi sforzaua di roumar le cofe de Venitiani fopragiu todal Sanfeuenno conuenne partirti fenza hauerfat to cofa alcuna.Métre fi faceuano in terra ferma quefte cofe Giacopo Marcello Capitano dell'armata mori nell'afl'ediodi Gallipoli,ilqualepoco doppo prefo, le armedeVinitiani firiuolfero ne'luoghi piů adentro della Calabria.Intantofece(i la pace, che non molto inante {s'haueua incominciato a trattenir a Cefena, poi che fu meflbil campo a Bagnuolo.Per allegrezza della quale,m Vinegia furono fatte gioftre,&diuerfi bagordi. XXXIII. libro. I l palagio Ducale,che nel tempo della guctra ar» fe,fu incominciato ad edificarfi fontuofifsimamente. Et la peftilentia che nel principio dell'Eftate s'era fco perta nell'Autunno [cce grandifsimodanno nella cit-tŕ.Si defcriue breuemente il traffico della cittŕ. Nar-rafi poi come quattro galee che erano andate in Inghilterra per conto di mercatantia furono combattute & prefe da Corfali jappreflo Portogallo. Nel Friuli furono alcuni tumulti d'alcune correrie de Barbari.Ec Roberto fan Seuerino andň alla guerra che s'era inco minciataapprefib la cittŕ conunbellifsimo eflercito. Morě intanto il Doge Mocenigo in luogo delquale fu creaco Marco Barbarigo. Si defcriue poi la guerra tra Innocentio Papa,& il Re Ferdinando.Et perche la pe fhlenzacrefceua nella cittŕ, furono creati tre prone-ditori per liberarla,&prouedere che fi fanafle. Il San fcuenno fpogliato delle fu e genti, ricornň nel flato de ŁeVinitiani.Vltimatamente fifcriue el modo cheff tiene in fepelire i Dogi, & le cagioni della guerra mof fa dal Duca d'Aullna nei confini dell'Italia, & quello che fece. Il Fine de gli Epitomi. AL SERENISSIMO PRENCIPE M. MARCO BARBARICO, ET ^tLL'I LLVSTBJSSIMQ CT ECCELLENTISSIMO SENATO M+ ^Antonio S abellico. ale č il /plendorc dell'Imperio uoftro , Serenifs . Prencipe, Se IHuftrifsimi Sena* tori: tanta la srfuftitia, (Si la iantirŕ de'coftu mi, che non č alcuno ________ cofi negligente , che non defiden di fapere Torigine, Se l'accrelci* rnento della Cittŕ uoftra. Certamente io ho conoiiiuto alcuni molto infiammati dal defě* derio d'inueftigare quefta cofa, tra quali con* feflb ancor'io eiferftato ,-pofcia,ch'io uenni giŕ alcuni anni ad habitare in quefta felicifsi* ma patria. imperoche, poi ch'io indi l'ap*' parato della Cittŕ pieno di magnificenza, il fico ftupendo, l'abbondanza di tutte le co* ,(«,•& tra quefte ^ iin^.irfa una quali diuina > forma d'amminiftrare la Republica,di fubiro' mi s'impreilc nell'animo un incredibile cleiW' , . derio deriň di cognofcere, 8c faperc quali furono i primi conditori d'un tanto Imperio ; i quali perciň mi paruero eccellentifsimi ; hauendo lafcjato a'pofteri una Cittŕ cofě ben fondata , Et in ciň non m'affaticai molto ; imperochc non molto dopo l'arriuo mio a quefta Cittŕ, mi capitarono nelle mani, ilche haueuo defě* derato grandemente, alami Commentarii fcritti in forma di Annali, St oltre a quefti a| cune altre cofč (piegate da ignobili /crittori, lequali tutte, per dir quel ch'io fento, ttouaě cofe inornate, e rozze, che non farebbe alai* no, ilquale uedendole, quantunque fufle defě derofěfsimo della cognitione delle Hiftorie s non (ě diftogliefle dal leggerle. Veramente hebbi molto a male, che quefta Cittŕ clarifsi* ma,& che fola tra tutte l'altre del mondo par degna d'efler paragonata con l'Imperio di Roma, fufle ftata cofě mal fňrtita \ che non ha ueflepoaito trouar un mediocre icrittore ,• 8c perciň giudicai quel detto di Orario effer ue« rifsimo ; Che niuno da tutte le p arti é Beato • Et giudicai cofa molto infelice effer accaduta a' Vinitlani, che in quello douedoueuano ef lčr illuftrati principalmente, fuflero di frauda te d'una meritifCima lode, per difetto,e dapo caggine de'fcrj'ttori.Ioconfeflb ingenuaméte . che moflb dall'indignitŕ di quefto fatto,m'ha urei pofto a fcriuere, ma g la debolezza del* l'in* l'ingegno mio, giudicai deuer ŕftenermene,g fino che fortificato dalla continua lettione, pň cefsi abbracciare una cofě alta imprela fěcura* mente. Oltre a quefto io fperaua, che nella luce di tanti huomini dotti fi douefle trouarc alcuno, che uolefTe con un'opra fěmile acqui* fiarfě la grafia d'un tanto Imperio. Lunga* niente, ma non tanto lungamente quanto in damo io a pettai, che ciň douefle feguire. Ma confederando, che per negligenza una co a di cofi grande importanza douefle come ab bandonata reftar nelle tenebre, confidatomi Jion tanto nel mio ingegno, quanto nel mio buon uolere mi preparai a quefta imprefa pie na di molte difficultŕ, & breuemente con l'in duftria Se diligenza mia tanto m'affaticai,che fuor della fperanza d'ogn'uno ,• & fěami teftt* monio di quefte fatiche mie, Verona cittŕ no* bilifsima, piů tofto che non fi credeua, coma prefiin XXXIII. Libri l'ordine di tutte le co fé uoftre dal principio della Cittŕ fino a que=s fti giorni. Et mentre che per la confufěone de gli antichi Annali, & di que' Cňmentari,che io fe^uiua, m'era bifo^no con fatiche grandiC lime raccorle ; non mi auanzaua tempo di il-luftrarle con leggiadria di parole,ilche io fop portaua co patienza,lperŕdo, che in ogni mo do mi douefle efler conceflo tanto di tempo , che quello ch'io haueuo fcritto con iftile inor* nato nato, potcfsi con qualche odo corregger, 8c adornare. Ma non {blamente ciň non mi č uč* liuto fatto, ma fui sforzato da alcuni amato* vi dell'antichitŕ della patria, a* quali non pň* teuo negar cofa alcuna, di hauer appreflb lo ftampatore,inantic'ie l'opera ancora s'auici* «affé al fine. Per il che cognofeendo in ogni modo quefto mio parto non douer afpettar il ilio tempo debito, non mi panie, che quefte fatiche potettero ufeire in luce piů fěcuramen* te, che fotto il nome uoftro, .yerenifsimo Pren cipe. 8c grauifsimi Senatori. Et fi come gli an tichifsimi Roeti foleuano porre i uerfi loro ne3 Tempi de* lor Dei, accioche per quella dedi* catione fuflero liberi da ogni humana inui* dia ,• cofě anco a me č parfo di far bene a dedi* carui quefte fatiche mie, perche io fapeua di certo non /blamente uoi efler per porle in una ornatiflěma parte della libraria uoftra.,ma ancora con la maeftŕ del nome uoftro, come con una diuina prefenra, quando fufl"ero uč* mite in luce, deuer eilčr alle uoci de'maldicen ti manco/bttopofte. Riceuete adunque {que fto dono, fé non di effetto, almeno di buon uolere pieno,& fé alcune uolre liberi da pende ri delle cofč del mare cV della terra, de' quali l'Imperio uoftro č, ui attrouarete ; non u'in-crefea riconofeere l'origine della felicifsima Cittŕ uoftra, 3c Faccrefcimento fuo infieme con Con le lodeuoli cofe, c'hanno farro i maggio^ ri uoftri in terra 8c in mare , & che ultima* mente hauete fatto uoi, fcritte da nuomofo* reftiero, quantunque amicifsimo eftudiofěis (imo del nome Vinitiano; perche s'io cono^ icero quefte fatiche mie efler approuate dal giudici© uoftro, non mi farŕ graue, Sereni(* fimo Prencipe, fcriuer quello, che occorrerŕ, fě nella Cittŕ, come fuori, fotto il Pren* cipato uoftro felicifsimo ,• ilquale uoglia Dio,che fěa cofě lungo, come ha da efler utile alla Republica na. x ěi G x ň r k v.. A B C D E F. Tutti fono quaderni. DELLE HISTORIE V I N I T I A N E, DI MARCO ANTONIO Sabellico. Il Proemio. S s e n d o loperdouerfen uerele Hiflorie de Vinitiani dal principio della Cittŕ,pof fo fi come con ueritŕ,cofě ho~ neramente prometter quel-lo 3 eh e alcuni altri Scritto" ti di fimili cojč t non fem^a fofpetto d'ambitio-ne hanno fatto : me ejfer per rapprefentare una Hifloriajnonfolo da le altre diuerfat& per que-fto dignifěima di memoria, ma etiandio di gran-difěima utilitŕ. Tercioche ellafiperla nouitŕ. delle cofe, che in lei fi contengono spuo l'animo del Lettore non poco dilettare : come perla mol tltudine d'i buoni efempi in tutte le ciuiliattioni Accorto & prudente renderlo» Et perche quafi ' Aj ogni ogninuoua lettione fuol far chi la legge migliore h cognitione de' fatti egregi de' Vinitiani, ciň tanto piů fecuramente puň promettere, quanto haurŕpiu facilitŕ & maggior copia di poterlo offeryare. Furono ueramente ampli & magnifi chi (cornea tutti č chiaro ) i fatti d'alcuni : & fpecialmente de' Promani : alla grandeTga & fpkvdor de'quali, in diuerfe parti dimoHrati, forfč che cediamo. "Ma per fantitŕ de leggi, per equitŕ digiuUitia & di bontŕ, <&per altri ordini uia piů degni le cofe Vinitianepofěe in com paratione con le Ramane y non folo non faranno ferauentura inferiori ŕ quelle, ma affai migliori ritrouate : pur s che quefto fia da giujlo giudice giudicato. 7S!c'perciň ů da. crederes che i principe de gli altri Domini] ftano flati altramente , che burniti,baffi,& quaft difformi & ignobili in ogni tempo :fe perattentura alle uanefauole de' Toeti non uolemo dar fede. Itfapoflo anchora , che quetali fuffero flati alti & apparenti : nondimeno da prima poco felici gli trouaretetperciň che effěgiacquero in molto lunga feruitů ,prima che alcuna dolcc^a di libertŕ habbiano gufta-to. Et come potrŕ dubitare alcuno di conofeer quali fieno siati i cofěumi di quelle genti, che pri ma furono auc^e ad ubbidire ŕ gli appetiti de' I{e t che alle honeflŕ delle leggi f1 & auantifě dilettano di feruilmente uiuerc, che d'un libero ha nore rimaner contente f1 Io nrtuero non mima-, w. rauiglio, X#uiglh,che quel DominijSquali hebberofifap-ti principi],del tutto fieno uenuti meno:ma, che con quegli mali effendo una uolta mariti, babhiano per alcun tempo potuto accrefcere, & ŕapoi crefciuti, fieno durato fi lungamente, non jfllo, come ho dettomi marauiglioě ma. ncftupi-fco grandemente. *AU'incontro furono huomini nobili, & di fomma bontŕ quelli , che Venetia edificarono. E uolendo efěiprouedere, che la li~ berta} nellaquale era nata la Cittŕ ,fojfeperpetua 3 facendo una forma di uiuere,& digiuslitia 4 tutti eguale t di fanti ordini & leggi fabbrica* rono i ripari et leforte^e della loro Cittŕ. Del-lp quali di tempo in tempo tutti i loro difcenden-ti &jucccjfori ne furono cotanto jludioft, &fi fattamente l'ojferuarono, che manifeHa cofa č, il Dominio Vinitiano, ilqualeboggi & per ter* ra et per mare largamente ha dijěefiifuoi termi ni, molto piů per quejle arti,cheperjěudio & cuti ra (Tarme, bauere hauuto foHegno & accrefci-7nento;etper cotalcagione non poter mancare,fc alcuna cofa bimana puň effer perpetua et eterna, llchecofi in ueritŕ effendo,grandemente fňglio io marauigliarmi,per qual cagione procede, che in tanta copia di dottihuominUquanta in pň chi anni fiuede effer fiorita ne gli fludi della elo-quenig,ninno, chjojŕppia,fin qui delle hiflorie de*Vinhianibabbia ferino alcuna cofa. IPercio ibe ui fono flati alcuni, che non meno per eccel- A 2 len^a. len^a d'ingegno che di dottrina ,ogni nobile & alta qualitŕ dě [oggetto poteuano fecuramente prenderei prefo degnamente recare a fine.Ma. fé quejio effi hanno fatto per fuggir la fatica» an-fjpiu tofěo la laude J. me č difficile ŕ giudicare . lo neramente trottandomi in quefěa luce di huomini , & uolendopure alcuna cofafcriuerc, vedendo eofěillujěremateria incerti antichi libri confu(ě3& w^t priua della fuapolite?ga,& quafi fmembrata in diuerfe parti, & difperfět giacere iparuemi potere alcun frutto porgerete in lei, quafi in un uoto campo, entrando, & fin qui non occupato d'alcuno,purgandolo io dagli fpini,& dall'altre herbe inutili,to rende/fi in mo do atto ŕ rěceuer le buone ftmenti, che ŕ ciafeu-no, che dopo me fimetteffe ŕfcriuerle illujěri prodeige de1 yinitianijbaueffe piů facile & migliore commoditŕ di far perfetta quefta opera. "Ma quanto in ciň iofia per meritar laude, altri fe'lueggano. l^oi inueroper non fcemar con la fperan%a del frutto, che ne habbiamo a confe.-guire,il merito della fatica potenti del fa- ' lo ufficio noftrojjoggimai4, l'Htfto- **: ria con buono augurio dare* '¦¦ mo principio, da l'ami* ca origine de' Fini tiani incorniti cundo* DELLE HISTORIE V I N I T I A N E> DI' MARCO ARTONIO Sabelli co. Della prima Deca* L ě * r o Pri mo* E r e h e adunque č a-flTai mani- ni fefto-, gli antichi Vinitiani, & de della Gittŕ,& del Dominio, de' JV quali fermeremmo s efl'ere flati fondatori ^ non fenza cagione ho iftimato,eflendo il principio tra gli antichi Autori dubbiofo, aitanti,ch'io tratti della Cittŕ, alcuna cofa della loro origine brieuemente fcriue-te. Furono gli antichi Vinitiani no d'Italia, ma per ¦origine difcefě da Veneti Galli, che allhora appretto il mare Oceano habitauano . Ne quefti dimoitrano hauer folamentefeguitoil nome,mattiandio tenen do la region del Gelphn Adriatico, non rhnafero in alcun tempo,comequel!i,di frequentarla mercatan tia&farfi chiari nella gloria del mare.Etfarebbono, me dice Polybio, foniiglianti ŕ quefti, che fono io, Ga!lia,fe non di lingua, almeno di colčumi & dimo do di ueftire. Altri affermano efleruenuti di Paphia-gonia : tra' quali č Liuio, ilqual dice, che effi doppo la perdita di Pylemone lor Duca, che mori ŕ Troia uennero con Anthenore in Italia, Hche feguendo Catone, iftimoiVinimni da Troiani efler difceG, **¦ the ěntm, triture • DELLA PRIMA DECA. Cornelio Nipote rŕccÓtaiVinitiani finiiltnentejia uerehauuto il loro cognome in Italia dalli Heneti apprettoPaphlagoniaoelcaftello Cromia. Alcuni altri hanno detto tal gente nel cófěno di Cappadocia hauef guerreggiato con i popoli Cimerij, dapoi ef-fer uenutain Adria.Akniftimano,chenon lontano da Amaiěro habitaflero. Furono intato & d'ogni par tepcercati i Vinitiani,quafi come fofTerp perduti. Tr~~—? [Ma fra tutti č quafi commune opinione, quelli ha 'Ane'deVini uere ^auuto '' principio loro daPaphlagoni.Laqual cofaXenodoto non (blamente crede, ma dice, quel che fu detto Amyfo,dipoi efierfi chiamato Henetia. Et quefěo affermano,perche eflě pofero fomma indů flriam nudrir Caualle,& Muli :ac!diicendoneilrefU monio di Homero,ilqualcdice, che la piů gagliarda fazzadi Mule uenne dalli Heneti, benché il nobile Poeta di quelle di Afěa intendere. Strabonediligen-tifaimo fcrittor delle cofe degli antichi, penfachela piů nobile fchiatta di Caualle al fuo tempo Ma perue nuta nei Veneti, iquali habitauano uicini al mare HAiifat** Adriatico,& furono in gran pregio,percioche erano učlocifsime nel corfo.Et quefto m'induce ŕ credere che gli Heneti fianouenuti con Anthenore in Italia. A iquali dipoi fu mutata la prima lettera H in V. Chelauenutaueramente di Anthenore fofle nelle parti del mare Adriatico,non folo i Vinitiani, che le co uennero in compagnia, ne danno teflimonianzŕ, macredefi,percheilluogo, nelquale primadifcefe-* ro,primieramente fu detto Troia,dipoi nome di Pa-*V^** gOjcioeuillaggio Troiano,gli rimafe.Quelli da pri- ma cacciati gli Euganei, iquali habitauano quella parte di terreno , che č tra il mare & l'alpi, Padoua edificarono.Et in procedo di tempo tanto accrebbero il Dominio loro,che non folamente acquietarono tutte le ricchezze de gli Euganei, iquali trentaquattro cartella, come dice Catone nelle fueongi-m pofiedeuano , nu anchora, & di Bresciani, & dě Furlani LIBRO PRIMO. 4 Furlani molti luoghi in loro potere riduflero,ŕc]iia-' li dipoi Venetia pofero nome. Alcuni congiunlero / ella regione con li fiumi Ada,Po , & il Lago di Gar-daalle Alpi,& al mare Adriatico . Plinio include A-quilegia uerfo Oriente ne confini di Venetia . Ma Strabone la efdude,tanto difFufamente lecofede gli antichi Vinitiani nella piů diletteuole parte della Italia erano accrefciute. Ma piů tofto pernaturade luoghi che di eente,l'antico fiato della terra Tempre . /¦ , fu moleftato da continoui latrocinij de Liburm(. Et **¦' ' per moleftie di cotal gente crudele non poteuano ui uemellaloro tranquillitŕ.Percioche poteuainuero quella gente ftimarfi molto felice hauendo il piů no' bile fito della Italia circondato da un mare piaceuo lifllmoj&perquefto atto ŕ trattar mercaturajeflTen-do anchorai fiumi uiciniper trafportar le cofema-ritime con molta facilitŕ. Fertiliflěmo (ěmilmentedi formentijdi nini, di ogli, & di ogni qualitŕdi frutti. Sonoui oltre ŕ ciň molte nille,& calěelli,fi di fortei za di muri ,come per amenitŕ di fito belliflěmo ŕri- guardare,come ŕ fuoi luoghi diremo.Ma ad effi Vini riani ritorno,iquali comecché haueflerp le cole prň fpere,non perň dalle arme de'uicini furono feciiri.Sa rebbe lungo & difficile ŕ raccontar le lunghe fatiche loro,ne noftra intentione era de gli antichi Vinitia ,.- ni tanto difFufamente fcriuere . Dapoi adunque le *M>.molte & uarieofFefe de Barbari dal principio fino al j{th' s ¦ ^ tempo di Attilajnonceflando turbar la lorquiete,& Q'rn' ¦ /i- ^e f°rze ^oro ti furor de Gotti ", fubito da gli Hunni Che gente f»f « n un maggior danno feguitň,iquahhaueuano Attila fi f'^zM*1*" gliuol di Mandluco lor capo & lěgnore. Q_uefti,co- me vuoi Prifco,furono Scythi, iquali habitauano ap preflo ŕ monti Riphei.Em per lungo attedio prefe- ro Aquilegia, & l'abbruciarono, ruinarono Con-cordia,& Aitino ,& tutta la. region Vinitiana ŕi-/trufferň . Urefto della Italia per adietro fentě di molte guerre,ma pure ě Vinitiani furono danne- A 4 giau DELLA PRIMA DECA giati molto piů, fi come quelli, che fempre erano i primi,che le ingiurie riceueuano.Onde allhora mol ti delle propinque Ifole uennero in que'luoghi appellati Venetia : & quanto il nimico era piů uicino , tanto era maggiore & piů fpeffo il numero di quelli, cheuiconcorreuano. Alcuni che con poca confi-deratione di tal cola hannofcritto,ordinarono le guerre de gli Hunni, come fé Attiladue uolte hauef le all'aitato la Italia, ilche non č polto da nefěun de ueri fcrittori, ma dicono, che ne in un tempo, ne tutti uennero in un luogo folo . I medefimi afferma no, che alcuni nobili Padouani fuggirono alleboc-/••"'• r-i chedel fiume loro, che erano molto profonde. Ec ^OrtvMtiQnT chequefti tali con ottimo principio feceroliprimi ětfŔ fondamenti della Cittŕ, doue poi rimale il nome di \{tf. Rialto. Et tutti quelli, che per tal paura del Pado- /Vě 'a a ŕia. • u3no fi fuggirono, incominciarono habitar Chiog-_ l «/ gia,Malamoco,& Albiola.In quel medefimo tempo molti uennero di Aquilegia alle acque di Grado.Ma fotto al ritorno di Attila coloro,che fi partirono,tol fero lepm uicine Ifole,di maniera,che quei d'Aquilegia, non lontano occuparono Grado,luogo circondato dalle acque.Quelli che uennero di Con-cordia, andarono ŕ Caorli. Gli altri, che fuggiro-, \ no di Aitino, fei uicine Ifole habitarono ,allequali ,- , fftA**rt*pofero nome, Porte della Cittŕ perduta, tali Ifole iV J//*" furono TorzellojMaggiorbo^uranOjMuranOjCó-^^jj,,,^ ' ilantiaco , & Amiano .Queftifono quafiiprincipii^ ^•' " di Venetia,che quelli molto lungamente narrano. ^. l. Iqualicon gli altri fi accordano, fé non nella opi-nion^che Attila due uolte fiauenuto nella Italia. Il loro errore procede , perche due uolte in que1 tempi da luoghi di terra fi trasferirono le genti ŕ quefte Ifole. Laqualcofapare efiere auenuta per tema de" nemici, & qllo,che noi di ciň fentimmo, tolto dimo flraremmo . Nonpochi fono, iqualidicono,chei_ primi fondarne ti di Vene eia furono Tanno della nq^, ftra LIBRO PRIMO. r ftrafalutequatrocentouétidue,cioe, in quel tempo, che in Italia fi incominciň ŕ temere la guerra di At-tiěa. Perciocheallhora,ň non molto ŕdrieto Atti lapaflato il Danubio con terribil battaglia, uinfe Macrino Prefetto di Vnghena, & di Macedonia.'Ec eflendo egli per tale uittona infuperbito, pensň di-fěruggere l'imperio di Ponente. Alcuni riprendono quella opinione,afFermŕdo,che la Cittŕ hebbeprin t. . apio quando Aquilegia,& l'altra Venetia furono di 'Vt'viirta fěrutte. La qual cola d'indi ŕ pochi anni aduéne. Ne quello ci ofta ŕ credere, che per cagione de i primi tumulti di guerra non pochi fieno fuggiti col foccor fo de'fuoi,& che quelli primieramente in quefti luo ghi ŕ edificare incominciaflero,pofcia in proceflo di tempo moleftando il nimico ritalia,fofle maggiore x il concorfo,& deflero principio ad habitarui eflendo aftretti dalla necefsitŕ;&di quinafee, che tanto č dubbiofo il principio della Cittŕ di Venetia^NóTůT Opima*&l taméte,acciň non parliamo confufi,dicemmo,la fui w' edificatione efler llataauantiladeltrutrion d'Aqui legia. Et;la ragione diehiarirň ordinataméte.L'origi^ ne della cittŕ di Venetia (per quanto fi legge) fu in^ 1/iW/ quefto modo. C^uando il furor di Attila porgeua 4 J\ttiCn • gli Italiani uniuerfale ipauentOjeflendo lo (tato Vw nitiano di que'diuicino al pericolo »& grauemente iuoleftato,dicendofi gli Hunm douerguaftar la Ita lia,&la furia loro uerěb i Chnftiani efler piů che bar bara,allhor nacque la cagione, che gli antichi Vini-tiani,i quali habitauano intorno al mare Adriatico, , fuggendo,le piů propinqne ifole occuparono. Ec ' quelli,che primi fuggirono, furono huomině nň-bilifsimi,& di honefta religione. De gli altri luoghi non poflb cofi chiaramente affermare. Ma di Aqui- fl ]egia,& di Padoua(due nobilifsime cittŕ di Veoetia) e manifeflo molti eflerci uenuti ad habitare,& alcu-» ni altri d'Aquilegia infieme con i loro figliuoli, paréti, & le cole loro piů care,pef rifpetto & paura dei i DELLAPRIMA DECA tumulto fuggirono a Grado, & diPadouŕ anchorx non pochi,& gli huomini di maggior dignitŕ fi adagiarono in Rialto. Et erano quei luoghi,doue al pre lente č la Cittŕ,certe piccole Ifole,poco tra loro di flanti,lequali il corfo de fiumi piaceuoli, difcorren-do nel marefeparauano l'ima dall'altra. Erano que-ile ifole diuife,habitatefolamenteda marine uccel-le , lequali d'alto mare ŕ que'luoghi ŕ loro diporro uolauano, & forfč alcuni pefcatori, benché tuttauia ran,u' habitauano ilPadouani adunque,che fecero le loro habitationi in Rialto(ilquale č hoggidě quafi in mezo della Cittŕ)furono i primi, che cominciarono ŕ edificare. Et quiui hebbe i primi fondamenti della nuoua Citta. Laquale con quŕta fantitŕ,& gin ftitiafoflefabricata, (ě puň intender per quefto , che quando alcuno in quel tempo era piů amico di pace, & di religione3tanto maggiorméte temendo Attila, intendendo quiito egli crudelmente odjaua il nome Chrifliano,cercauafaluarfi in luogo fecuro,& face do i debiti uoti ŕ Dio nella guifa che gli huomini di ottima uita fogliono far nelle cofe importanti,inco minciarono i felici edifici della felice Terra. Dicono alcuni, che doue č hora la Chiefa di fan'' Marco fu il principio di tanta fabrica . & tutti quali ; 11 giorno del s'accordano,che tale principio fofTe ŕxxv. di Mar-U edificano- zo,Per laqual cofa,fenoi uolemo confiderare alcune opere eccelléti in cotal giorno cfěere fiate fatte, nň farŕ dubbio ŕ credetene ninna cofa in quel gior no ha principio,laqiial no fia grande & marauiglio-fa,& ŕ perpetua gloria delle cofe humane.Ie facre let tere affermano in quel raedefimo giorno l'onnipoté te Diojhauer formato il noftro primo paréte. Slmilmente che eflo figěiuold'Iddio fu nel uentre della Vergine conceputo. Ilqual dignitfimo mifterio per humano ingegno non puň con parole effer dichiara to, ma folamente con l'intelletto fi comprende.Co me noi fapiétemence cňli araor crediamo3& ferma- mcnce LIBRO PRIMO. 6 mente cófeffiamo la Diuinitŕ con l'Inumanitŕ com-prenfibile infieme cógiunto & legato.Ne alcuno mi rauigliar fi debba,j> qual cagione il fommo Dio que Ho faceffe rpercioche e'fu bifogno; ne meno cercar fé tal cofŕ fu poflěbile ŕ lui,che potendo il tutto uo-lequellochead eflo piacque Mafchernirŕforficiň alcuno, quafi come uana ofleruatione,péfando che non fia da credere, che piů importi vno che un'altro giornovNoi ueramcte iftimiamo tal dě'efler molto utile : uedendo quanto la natura no una, ma piů uol te in quello nobiliflěmamente habbia operatoiCon-1 ciň fia cofaadilque, che molti fodero con degni pré mij inuitati ad habitare la nuoua Cittŕ, cioč qiialun que huomo era atto alle cofe maritime, & maeftro di fabricar naue : niuno di condinon feruile,ň per altro federato, & di cattiuafama uolfero riceuer nel loro numero. La onde manifefto appar quefti hiio-U, mini degni no hauer uoluto,che alcun huomo meri | che honefěo, & uirtuofo folle ŕ parte della loro Cit< tŕ, accioche qlla fofle del tutto uota delle male (e-\ menti, lequah fogliono corrompere i buoni. Ilche I non folamente non fecero alcuni edificatori di nobi/ liffime Cictŕ,ma militarono og«i maluagio huomo, ŕ quefia cagione aperto un luogo publico detto Afy' lo : ma quelli haueuano rifguardoalla moltitudine, quefti ŕl'honeftŕde 'coftumi,& alla nobiltŕ. Cre-fceuadi giorno in giorno la nuoua Cittŕ di huomi-ni & di čdificii, quŕdo un fubito fuoco nafeiuto dal-laVafa dell'Architetto in puoco e breuc fpatio di té-po,continuŕdo abbrucciň xxiiii. cafe,& perche l'incendio non Ci poteua efěinguere,apparendo tal cofa >+•«/< • dannofa ,& molto miferabile, la Cittŕ tutta fece preghiere^ notň di fabbricare una Chiefa ŕ fan Giŕ ?"¦* f"f<* como.|Onde furono di tal danno hberati:& la Chie *^tt*n *"*"* fa antica al prefente fi uede in mezo Rialto. Ma que fto primo edificio , di cui io parlo, credo fofle mol-co debolc,& fenza alcuno «marnerň. Furono le cale m molto DELLA PRIMA DECA Jn molto numero, ma fatte ŕguifadiqueHe,chefĚ ueggono per le uille, hauendo eGI animo di ritorna re ŕ i luoghi loro, quando da Attila non fuflero flati impediti, guailando egli la Italia.Cofi fimilmen-rte perche il uenirde Attila fu alquanti anni dapoi, molti ritornarono alle loro habitationi : dipoi fe-gui la fama della guerra,che Subthar fratello di Mare duclo,per ilquale ogni cofa fi trattaua,mofle in Ger mania: ilquale dapoi eflendo Attila morto,cheŕ lui col fratello fuccedeua , lungo tempo trafcorrendo la Gallia ne i campiTholofani con Hetio Romano, & con Theodorico Re de' Gotti molto fanguinofa-mente guerregiň.Et eflendo quafi fuperato andň in Vnghena,doue per anni cinque ricourato,& rifatto l'efercito, un'altra uolta deliberň afTaltare la Italia. Neanchorain quefto fpatio di tempo fu breue,ne poco faticofa la imprefa nella quale uinfe la Dal maria^ l'Hiflria. Tanto che entrarono.xxiiii.anni da* primi aflalti de gli Hunni, conliquali egli acquile» il Danubio fino alla disfattone di Aquilegia, come •fi crede. Intanto la nuoua Cittŕ di Rialto incorrila ciň ŕcrefcerc, ma non molto,percioche per quello, ch'ella era ŕ quel tempo, fu amminiflrata la Repu-blica pel gouerno de'ConfoIi,dellaqual fi dirŕ dipoi Tal fuo luogo. Ora quando Attila incominciň cotL, J le nemiche arme ŕ moleftar la Italia, da ogni luogo__ infieme gli huomini di ogni famiglia & conditione». coITTe donne, & figliuoli,& facilita loro ucnneroin cui e fi č uicine Ifoie, & ciafcuno allretto dalla necef ntŕ,ui edificň habitationi, col continuo fabbricare"" \ l'uno all'altro auTcinandofi . Quante Ifole u*erano,~ • luoghi & confini, barelli giudicato che folfero al^ jtreranti caftelli,& pareuano in poco fpatio molte ' Cittŕ,eflrendo'nonděmeno Se pernoine& per efTet-^ #(,;_ to una fola. Et quella e la origine & il principio piů manifeilo delia Cittŕ di Venetia, laqual ogni nuo-no Auttore approua: & quello afferma eilere flato nel LIBRO PRIMO. ? /Zy to nel tempo della diftruttion di Aquilegia. Ma ifti- j>A mo,che la prima origine della Cittŕ fofle Rialto, & X, le altre fabbriche eflere fiate piů preflo accrefci-rnento,lequali furono fatte per le guerre non fola-mente d'Hunni, ma di Gotti, & di Longobardi : & benché in tempo diuerfo, come s'č detto, ueniflero in cotali luoghi : nondimeno perche ciň fu fatto pii» nel tempo di Attila, eflendo abbrucciata & deftrut-ta la patria, & perduta la fperanza di tornare alle loro prime flanze, alquanto con maggior follecitu-dineappar quelli efler concorfi in quefle Ifole. Di qui nacque la opinione di alcuni, che quefla Ila fiata la edificatione di Vinetia, laquale occcorfe ibtto la ruina di Aquilegia. Et piů č da dire, che ciň) fufle uno accrefcimento , che edificatione. Fin qui li č detto della origine della Cittŕ. Ma perche egli puň uenire in dubbio donde fěeno_ fiifcefi quelli nuouiVinitiani, dirň breučmente \i nera origine loro. Io fo che moltije quafi tutti rac-cótano quefli efler difcefě da gli Heneti, iquah uen-nero con Anthenore diPapnlagonia. Ma fé alcuno piů altamente uuol confiderare:laminor parte «Sella loro origine uiene da tali Heneri di Paphlaeo nia. Troiano fu Anthenore. Ondei Padouani fono Troiani,& quelli,che'l feguirono furono di mol to piů numero che gli Heneti, iquali giunti in Ita-lia,furono aftretti di mutar il nome co quello di eflě Heneti,non chefuflero minori di quelli,ne di digni trŕjinferiori: ma perche parue, che'l titolo della nobiltŕ Regia foflepiu nobileappreflb Anthenore fa» cendopiu flimadell'effetto, che del nome:laqual oofa fecero ancora quelli,che co uittoria uénero co Enea.Quellidi Aquilegia furono habitatori Latini; quei di Cócordia Romani. Quelli mefcolati co "li _ antichi Vinitiani fletterň ŕ Grado,& Caorli all'ho- -\)t>* S/im" ra, che'l tumulto di Huni guaftň la Terra di qlli. Da $ucte qflc parci in jpceflb di tépo come č manifeflo; fi uean«. DELI.A PRIMA- DECA .. fěuenneadhabitare nella Citta,cheallhora iěuide. -Vr7 periaqual cofala origine Virutiana da Roma, d^ ' <ějf Italiaj&daTroiacon piu uerirŕ čdifcefa;chedi Pa-? phlagonia,ne Galliaj& queflo č quanto ho potuti* piu breuemente raccogliere del fuo pnncipio}& antichitŕ. Hora neramente quale ftato,quai cofěumi,quale _ . modeftiaj&gouernoj&religion fofl'einquelprinci lettera m- ¦-.. r . . Per orn2r la hiftoria, legga tinia* quello che ne dice Caiěěodoro da Rauenna, ilquale «•- ha fcritto de l'antico flato della Cittŕjbice egli,che in Venetia la pouertŕ era eguale alla ricchezza, chfi. d'un medefěmocibouiueuano tutti, che le cafe era-.. no uguali & comune ŕ tutti, di maniera, cheniuuo . inuidiaua la comoditŕ dell'altro. Ft con quefta pun. rita & modeftia di uiuere teneuano lontano ogni ui-, tio,di cui č tanto repieno il mondo.Non racconto >l tutto, che egli fcriue in una lunga epiftola . laquai Bonincendio ha pofta ne'fuoi Cómenrariij'Cň que-fli coftumi adunque č crefciuta la Cittŕ di Venetia-, & del latte di cotali ftudii la felice infamia fi nudri> & con (i fatte uirtů finalmente al fommo peruenncw Fin quijCome io ftimo, abondeuolmente s'č per noi dichiarato, quali fieno flati di cofě gran Dominio i principii.Hora co breuitŕ de'fuoi primi vfficii & an» miniftrationi diremo. Molti diuerfamente ne hano ^ fcritto.alcuni hanno detto, che l'autoritŕ de'Confo li nella Republica s'incominciňda quelli, che habi-^tauano Rialto, i nomi de quali fono quefti Galieno ¦Fontano,Sitnone Glauconio,& Antonio Caluo. Li quali all'hora, che s'incominciň ŕ fabbricar la nuo-ua Cittŕ intorno Rialto erano Confoli ŕ Padoua,& quefti furono i primi di tale ufficio.Sono alcuni,chc credono,queiěieflere flati caufa del fuggire de 'Pa-douani, & che cffi in quefti luoghi prima uenuti incominciarono edificare.Altri dicono efferflato Alberto Falerio,Thomafo Candiano, & Daulo Cote. Il terzo anno della fabbrica della Cittŕ furono crea ti nuoui Confoli per due anni Marino Linio, Hugo Fufco,&Lucian Graulo.Certi affermano quefti ef-fere itati mandari da Padoui con cale aucoricŕ Con- folare LIBRO PRIMO 9 folarea Rialto.Per laqual cofa fi comprende,che il principio della Cittŕ fu ogni modo auati la uenuta di Attila.I terzi Cófoli furonoMarco Aurelio, An- QOyx drea Clodio, Albino Moro,& quelli,che feguiróno io non trouo. Ben č cofa credibile,che cotal forma di amminiftratione durafle fino alla uenuta di Ŕtti-la.Ne i quali tempi,perche giŕ le Ifole attorno s'in-cominciauano ad habitare in luogo di Confoli,s'in- _. cominciň ŕ creare i Tribuni. Appflb alcuni io trouo Irt fcritto alquanto dipoi la uenuta di Attila queftoef-fer ftato fatto, l'anno circa fefsata dal principio dele « , r Ja Cittŕ ,j& che incominciň la poteftŕ de'Tribuni ^^ creati ~i nelle Ifole^nelle quali per tutto hoggimai fi habita- Tribuni. uŕ (Del crearle "tribuni fra pochi da prima fu trafelato,come Ci fuole. Dapoě j? la moltitudine de gl'Ifo lani fu ordinato,che ni cadauna delle Ifole fiiffe fat-, to un Tribuno , & quefto Magiftrato fu (Te d'un'an-nOj&firinouafle di continuo perminiftrar giuftitia al populo3& feueramente caftigar i uitii & delitti, le altre cofe,che importauano alla RepůBIicajUolfero, che fi cňfultaflero fra tutta la moltitudine de gl'Ifo lani, Fino ŕ qui tutto qllojche fcritto habbiamo,chi uolednttaméte cófiderare,appartiene all'origine de Jacittŕ.Oradirémo della fua fanciullezza,come ad infantUdel alcuni fcrittori ueggo piacere tra quali čFlorio,che 7« ^'*/^« diftingue il crefeiméto della cittŕ in certe parti del- .or"' lauita humana,cioč Infantia,Adolofcétia,&giouc ě/h tů.L'amminiftratione adunque de'Tribuni, laqual č appreflb l'origine della Cittŕ, ragioneuolméte fi di-madarŕ infantia.Delle cofe,che.fra'qfto fpatio fi den tro di lei, come di fuori fatte furono ordinatamente dirémo,maprima lafciaremo quefta notitiaalLet-tore. NeitempidiL5gobardi,iqualiauenneronel-l'infantia di lei,la Citta in gra parte hebbe augumé-to,&cofi certamenteauenne,chei Vinitiani teme-doanchorailfurordi Attila furono aiěaltati da Lo-gobardijCofi detti per la barba, che fempre luga por B tauano DELLA PRIMA DECA tJHianOjiquali co Alboino loro tindecimo Duca era-Myjt' » no uenuti in Italia JQjieiti nella loro prima uenuta le forze lorojche p adietro erano indebolite,di leg-giero ruppero.Et in breue tutto qllo, che eflě da par tediterrapoifedeuano,riduflero in poter loro. Vero c,chelecofemaritime,Łche forte conofceuano, nň hebbero ardimento di tentarle,ouero indugiarono ŕ L«»|»»»f » tempO pju cňmodo. L'origine di quefti Longobar-"**° * di čvenutadi Scadinauia Ifola del Germanico Ocea no,iquali conciofia cofa,che molti anni adierro con Godocho lor Re appreflo il Danubio incominciaf-fero ŕfollecitarla(puincia del popolo Romano,per ifpatio di tempo guidati dal Re Andomo uennero in Vngheria.Di indi feguitandone Alboino fuo figliuo lo l'anno xx x v 11 i. da poi che furono lŕ dimorati Dtntpreftil uennero ,n Italia,doue le loro ricchezze fi fattamé-nomt U t- te accrefceterOjChedugétOj& piuanni lapolledero-no,laqual cofa aduiéne,che la regione,& Vinetia in-(ěemecó lalibertŕpdčilnome, & ŕque'Veneti che , , habitauano le Ifolefurfegnatii lor confini daqlluo go,che hoggi č detto Capodarr.ere p fino all'acque pdtléDidco- di Grado. Autore n'č Paolo Diacono fcrittore dell' "** hiftoriade Lógobardi.Hora, perche habbiamo inco minciato le cole Vinitiane, lafciaremo i fatti di co-tal gente,eccetto alcuni che faranno al noiěro gpo-fěto,il refto fi tacerŕ; incominciando ordinatamente ŕraccontar quelle,che dalli Vinitiani cómuneméte furono fatte auanti la uenuta de Longobardi. Quefta fi dice eilere ftata l'antica origine, donde nacque la potenza, che hŕnoi Vinitiani co felici im prefedi guerre.Gli Hiiěriani,& Dalmatinicó maritimi latrociniimoleftauano lo ftato della nuoua cit tŕ, nepoteuano gl'Ifolani efler fecuri dalle ingiurie di quelli. Che queftofaceflero per odio,eflendo lor graue, che tata cittŕ,come nel futuro douer efler di moftraua,andaire di giorno in giorno accrefcédo,& auanzadofi troppo uicinaai luoghi loro, ouero che per LIBRO PRIMO. io per naturai uitio fuflero ufi di far tali cordp mare,i» no mntoJBen furono in que' tépi alcuni,cne credet tero li Trieftini efler flati cagione di ciň,fi come ql-li, che piů de gli altri haueuano in fofpetto la jpfpe-ntŕdella nouella Cittŕ. Córra qlěi i Vinitiani ordinarono l'armata,iquali per mare pfeguitandogli gli fuperarono.Diflěpati adiique,fu forza,che (i rimancf ferQ dal mare.Dicefi,che in qlla pugna furono uota ti alcuni giuochi alla Vergine, iqnali fi faceflero o-gni anno. Béche alcuni ftimano,che tali giuochi fuf lerfatti per altre cagioni diuerfe,& piů moderne- Di l'ufdén* di cono efler fiata ufanza de'maggiorigliele donzelle fp*firU d»m fi fpofafl"eroinChiefa,acciň tutto l'hauer di qlle co v^*. l'ornaméto della dote fu ile tnoftrato 1 publico.Auc ne per auétura,che métre nella Chiefa di fan Pietro ^"Yf "* di Caftello fi celebrauano le nozze i Trieftini, che giŕ erano fatti palefi nemici,co due Galee asfaltarono la notte,& prefero i luoghi piů uicini della cittŕ, & la mattina in tempo delle cerimonie con furia nel tépio pfero il Piouano , & molti altri co le loro rob be,& il tutto uia portarono. Eraallhora Doge Pie-tro Cadiano, ilquale in tal cofa importate no cefsň, roafubito co ogni forte d'huomini,apparecchiate le * naui feguitň i nimici,iquali nell'acque di Caorle,do uepartiuanolapreda,có poca fatica furono prefi, & tolto loro i cittadini col Piouano.& l'altre robbe,fa cčdo fefta nel principio di Febbraio entrň nella Cit ta.Et perche in que'giorni era la purification della Vergine Maria,|>la uittoriacó felicitŕ ottenuta,dicefi,che nacque l'origine di tali fefte,laqual cofa uč ramétedifcefa dalla religione,! fucce(l'ori troppo de licariCpche ut andana troppo fpefa) hano guafto.Li berato aduq-,la Cittŕ,& cófini dalla moleftiadiqiti latrocinij,eflendo il nome Viniriano molto illuftre, & ineominciadofi honorardavicini habitati,nó mol tofpatio di tépo. Narfette Eunuchodi luHimano HarfettH E» Imperatore huomo Ł altro ualorofo nelle arme,ne* rmclo. B x tempi wVn* DELLA PRIMA DECA v t tempi de Gotti mandato ^liberar l'Italia di feruitu,' M *r* per publico nome da Vinitiani fu aiutato,ma poco č " manifefto,fe co arme ň con nani, dellequali allhora facea bifogno p traggettar il gride efferato, che fe-co menato hauea.[QĚiello hauédo inan/.i madato di Aquilegia dodici mila Longobardi,dell'opera della qual gente fedele & gagliarda egli fěferuiua, córrali campo di Totila,ilquale per comandaméto delBar-baro,fi come egli haueua intefo,s'era fermato fopra l'Adice, prefeconfěgliodi ucnire ŕ Rauennaperi li • ti del mare Adriatico, laqual cofa fare non lě poteua fenza grande apparecchio di nani, eilendo quafi tut ti i luoghi impediti p le paludi,che entrauano in ma- re, & ancho per le bocche de'gran fiumi. Onde piů tierilěmile č,chelafaticofa imprefa di Narfette furie allegeritaconl'induftriade'Vinitiani,come quelli, ch'erano efperti de'luoghi mantimi.Penlchečaflai chiaro, che per opera degna in quella guerra da Vinitiani fatta,Narfette fece fabbricar due Chiefe nel-ftd edificati* la Cittŕ in fuo nome delle fpoglie de'nemici, ŕ San '.\iV($iitde.s.Tbeů Theodoro Martire una,douehora člaChiefadi San *or9',.c ¦ Marco,l'altra,che č all'incontra a San Mena,& Gc-J'rf f 'Pc''\ Aquilegia. Ilche alcuni affermano hauerueduto in f>;>ra alle aUi ' certchiitorieantichillěir.e. In quelči tempi dicono tre-efieroccoril grandi fegnali, perciň che in Cielo furono uedutefquadre di fuoco & fanguinofe: La ter-raproduifefrutti moflruofijSc terribili. Intuttele ) terre Vinitiane,e quali in tutta la Lombardia uenne fi gran diluuio d'acque, che l'Adice, ělqual pa(ěa per Verona,crebbe foprala Chiefa di fan Zeno,che č ne ^ffl'd '" la Cittŕ uicir.o al!'acqua,di maniera che quali fi foni erQnat merfe.Et fu ft-.ipédo miracolo,che aperte le fineflre, & l'onde con forza corredo, non altrimejite che indegne del luogo facro,(tetterň l'acque,ŕguifadi mu ro in modo, che nň penetrarono dentro il Tempio. Vn'Heliafece una Chiefa di fanta Mana,ilqual luo ffo/tr' go hoggi fi chiama Barbano. Nedoppo molti anni j Longobardi,haueodo efpugnata & gualta Padoua, fu crelciuta & moltiplicara la cittŕ, Łche i fuggiti di Padoua uénero ad habitare nella parte di ella Cittŕ, che hoggi č detta fan Giouani Imbragola appreso i -S ' G[\ Forni & rArfenal.Per opera di alii furono fatte due 1m /» B j Chicff ll ft M J DELLA PRIMA DECA f Chiefe l'una poco difcoftadall'altra . San Giou anni di fan GitHA Battifta,& fan Martino,& accioche li Vinitiani non *f %f"run' ^e^ero alciinil uolra séza moleitia fortunato d'A-Ctmt fu foň- quilegia cófidŕdofi ne' Longobardi, fpogliň la Chie lidtaLihte fa di Grado,di oro,di ueftimenta, & d'ogni pretioi'o di Gr*d$. ornamento.Honono Poniifice, cofi uolendo Hera-clio Imperatore,in quella Chieia abbŕdonata ordi- nň Patriarcha Primogenio,alqualemŕdň molto pe ^° ^>oro> & ua^d'argento in dono ,per honordella religione, & con quelli prefenti traile la fedia di fan Marco portata d'Alelfandria.Coftuiinfonnoauifa-to da un poco di terricciuola,laquale era Hata d'una Aleflandnadi Aquilegiadónadi mirabile bóta,icor pi di Fortunato, &Hermacora portň ŕ Grado, & in Učff luogo fecreto gli puofe con ibmma ucneratione. Ec quafi fottoquel medefimo tépo Vderzo (ěmilmen- te da Rotharo Re ne' Logobardi fu disfatto,& quel ' , li,che fuggirono feguitarono il loro Patriarca huo- « », jc mo di molta bontŕ chiamato Ma2no,& lě allogaro-uótdtlU ot none cohni_di Iefolor& mi fabbricarono una Cit-$ŕ di Hera- tŕ,laquale per amore di Heraclio Principe,effi la do tlU detta d* madarono Heraclia:ma li moderni l'appellano Cit-moderni Cu- t^ Nuoua. Hora quafi ogni cofa čdiftrutto, & ueg-ta timua. oófi folamente i uelligi.I primi fondatori la cófecra pittino ci li rono a lan Pietro. In quel tepoanchora Paolo Prela tittadini fece to,ouer Vefcouo d'Aitino, temédo l'arme di longo-r« Ctltantia- bardi,& Mauritio,per li danni de1 uicini,con tutte le m bora detta cofe facre ^ fuo\ popolari uenne ŕTorzello.Il Seg-Torv •• gjo jj pa(joua,come uolfe Seuerino Pótilěce Roma no,in quel tépo fu pofto a Malamocco. Molte Chie fedagii habitŕticó fomma nuerentia furono fatte d'intornoTorzello:laqual cótrada,come dicono al cuni,hi dim.idata Coltantiaco dal nome di Co fiat io figlinolo d'Heraclio.Ilquale allhora nauigaua ŕ Ro ma & qniui giůfe,pciň chiamarono il luogo Coltan tiaco dal fuo nome.Fraqfto tempo la Citta di Hera dia grademéte crebbe per la frequecia de gl'huomi- LIBRO PRL.MO, ti ni.Ne poteua il luogo per troppa molritudiffé tener piů gente.Certi paftoriple correrie de Barbari con loro beftiami groflě partédofi da lor luoghi, giiělero ŕquel lito,& j?che in Heraciia nň fi haueuano poni to accomodare, appreflo fi fecero un luogo,ilqual dal nome de'caualli,& di buoi,Come fcriue Bonin-tendio dimadarono Equilio. Benché dicono alcuni che adefl'o fi dice lefolo.Gli Autori, che noi feguim nio,l'uno,& l'altro nome ufano, eňe fu fiero diuerfě cdftelli.Et quefto č,quato de gli antichi Vinitiani,& dell'origine loro, & crefeiméti della Cittŕ co fatica ritrouato,ho potuto moftrare.Diremo hora in qual modo fu creato il primo Doge,ilqual magiftrato bé che alcuna uolta fia ftato deporto, nódimeno, come buono, & utile alla Repu. fin'ŕqftoděčferbato. In-cominciaua li Tribuni deH'Ifole,uó come per adietro gouernare lo ftato con amore-,ma con odio ŕ tur bar la patria, & apj>area per quefta difeordia la Citi ŕ. douerfi ruinare^Trouato ŕ tépo l'occafione Liuth-"1 prando,ilqual,come Ducaregeuali Forlani.penfan-do codomeftico tradimento poter guaftar lo ftato de' Vinitiani, perciň che ueggendo quello crefeere, dobitaua il fuo no etěer ficuro, deliberň di affaltar li loro cófini.QiKil fufle la cagione honefta di tal guer ranó trouo.E'aflai chiaro,cheiLongobardi ŕquel tempo fieramente moleftarono i Vinitiani,^ laqual cofadubitadofi quelli deH'Ifole(fi come era) che le loro ricchezze incominciauano per la difeordia ciui . le efler in obbrobrio ŕqlltde'cófini, onde ŕ ciň non Come fu fitto tqitUi», •• tur /«/»/?. g re dtge one Ji f€ i ^puedendoja Repub era per patirne gran dino,tutu netta. infiemecóli Vinitiani lamétŕdofi,ordinarono il co- C»»tion f*tt* ňlio in Heraclia,alqual Chriftoforo vefcouo di Gra ^Sr ** do,col fuo chiericato fu prefente. Et quiui facci li-f* crYaTJdol» crificij, quando s'incominciň a parlare della Repu- .* blica,ogn'uno con grande ifdegnodiceua,la Vinitia na Republica infieme co la libertŕ eflere perdutala qual era fiata acquiftata da i maggiori co tanta faci* fi 4 c*,fc DELLA PR IMA DECA ca,fe non s'imponeua fine al furore de' Tribuni. Et \'ŁŮt9L • &'a e^ere Pamtl g^ antichi folo per la dolcezza del- la libertŕ di una terra feliciflima,lafciata la patria, & l'altre cofe che fogliono efTere cariflěme : & uenuti inquefte Ifolediferte,doue nonfiuedeua alcunaha bitatione, i quali harebbono potuto reftar nelle lo ro cittŕ, doue erano nati,& alleuati,fe non hauefle-ro amata la libertŕ.Ma perche erano huomini fortif-fěmi,penfarono di mai non lafciar quella, fé non con la morte. Et piů, che molti feguendo i coftumi de' maggiori, ne gli anni adietro erano uenuti in quei luoghi,acciň uiueflero liberi,& che ualerebbe il con figlio di quelli, ouerol'efler fuggite ? Et poi lo ha-uerfatto edificii,& molte chiele,& hauerfi partito de i luoghi uicini per tema diferuitů, & pofcia do-uerfi far ferui in mezzo dell'acque per audacia di alcuni ? Dicendo che niuno douefTe credere, che mai il Barbaro nimico cefTafle per mfino, che egli uedef-fe'di poterrouinar la libertŕ,laquale fempre fu odio fa ŕ Tiranni : e queflo diceuano eflere il Aio defide-rio , non potendo egli per altra ma , di guaftare con la difcordia de'Cittadini lo flato Vinitiano . Adun-, que chi defidera di mantenere & conferuare il Do-PŁj}^ \fětn* ' minio', fia contento di creare un nuouo Doge , il-quale habbia libertŕ di raggunare il configlio quando fubifognoin difefa della Republica:& faccia egli i Tribuni per ciafcuna delle Ifole:liquali iftiano fot to la fua vbbedienza,& fé alcuni per fauore del Cle-~n huomotra fuoi popolari di iomina giultitia,l|anric», : prima oge. come VOg]iono alcuni, d^ugento ©ttantaduejaltri vo *r<% Of- g)iono"3Łgento nouantafettč,móTtidugento leflŕn 44 * taTérdal principicrdtVénetia.Ma eglieveroT, chel* cltta"pér Jpŕtio di anni"piu di dugento trenta fu retta d* LIBROPRIMO. rj Z1 daTriburiiJEt quando fu creato quello primo Doge, Con che mu non fiferbo quello ordine, che al prefente fi ferba l d* fi cn*flč mapiuTemplice forma & modo,perchein tale horie &'&• Ita citHiěň'črŕ atonia ambitione,ne defideriodi hd^ nňfi, non filTarcreua rifpetto'ŕ ricchezze , ne ŕ orni rneini,~nč"a"nobilita in confeguir fauore,la fola uir- 'V'f'O^ • tudčirhuomoeraftimata, di quellafaceuabifogrioT in cercare honori,& non d'artŁ.Łt benché fi haueflc. ěiiguardo prima alla innocenza & bontŕ : nondimeno lě crede effčre aliai cautěin quelle cofe ,chefonň ŕi mortali care,che perii nuouo Dogefuaftretto ŕ^ giurare in parole aliene di douer ferbar fedelmente,^ & con ottimo gouerno tutto quello ,chefofl*econ-ueneuole,&cleenoperla Republica Vinitiana . Di poi gli furono dati tali ornamenti, quali penarono allhoraŕfimiledignitŕ conuenirfi. Nein quel prin cipio,comehoggidi fi ufa, era fi adorno il Principe, percioche č manifefto per altre uie lui hauere hauu-to dipoi molte fue infegne . In cotal modo difpofie lecofe,fubito il nuouo Doge,deliberando leuarela j Republica della occorrente guerra, fece lega con ^(j Liuthprando. Sono alcuni,che fcriuono lui in quella guerra hauer uinto,& allungati i confini di Hera- t <*^*lxn* dia dal fiume Piaue fino al minore, che č detto Pia- " 'uicola. Gli Equilini,che ŕ quel tempo ribellarono st f f da Vinitiar.uapprefFo alcuni trouo efiere flati Iefňla J*^-ni in luogo di Equilini. Perciň non da coloro mi di-partojquali credono , che Equilio , benché per nome, non perň con effetto, folle intatto diuerfoda lefole,& piti pretto con autoritŕ, che con arme egli rimanerle al Dominio.! Torzekni in quefto mezo ,. fecero un nobilifluno Tempio in honore di noftra ^**/^ ^ -S • Donna, nel quale pofero il corpo di San Heliodoro j4-^w«ě»Ya • di Aitino,& alcre i eliquie di molti corpi Santi. C^ue fté opere compite,haucndo Pauluzzo pouernatala .- „ . r> li ¦ ¦ o /- • r r - -kk h Al anello He Republica anni uenci,& lei me.'i, li mori. Marcello racnamDo Heracliano fu eletto fecondo Principe, ilqualeilet- ^fecondo. te T Htrtev Hip* fdt» anip«r fuo foc-corfo. Et Gregorio Papa con lettere conforto efft Vinitiani, che pigliaffero le arme per Hefarco con-tra la ferocitŕ de Barbari. Vinitiani deluterofi di far cofa grata al Pontifice,volétieri tolfero rimpreia,& fubito vna forte armata mandarono a Rauenna, & la citta prefa ad Hefarco la ritornarono.il nome dei «qual nuouo magiftrato ŕ quel tempo fu indutto da vn «erto Longino.Ilqual Iuftino Imperadore in luegodi Narfette,volfe che folfe Prefidente in Italia,^ alkora tale vfficio era in lei principale.Mori in qudla guerra Predeo Vicentino,huomovalorofo & di gran nome tra quelli, che erano fopra la citea, dellaqualeimprefa fono Ŕuttori Paolo,& Boniten dio,fcrittori della hiftoria de Longobardi, iquali hanno porto ne fuoi Comentarijlo eflempiodelle lettere mandate da Gregorio Pontificeŕi Vinitiani con corrotto nome.Ne attorno Grado fra quefto fpatiodi tempo lecofede Vinitiani furono quiete, perciocheCalifčo Patriarca di Aquilegia moleftaua i confini di quelli di Grado. Credo perciň, che con male animo fupportaua la Chiefa loro effere antepo ftaalla fu a antichi(fima,maCalifěo per comandamento del Papa (ě tolfe dalla imprefa. Di poi grauif-fěme difeordie & quafi guerra Ciuile nellaRepubli-ca turbň no poco lo flato di Heraciia.Lacagió deHa qual guerra fi dice effere fiata la fuperbia del Dog^ : laqual LIBRO PRIMO. i iaqual cofa non volfero fupportare i Iefolani, mi •corfero alle arme. Il-qual Doge ambitiofo volendo "^-v & vendicarli,fi molle co-nera quefti,& dall'una parte & dall'altra fu combattuto piů con odio,che con forza Pinalmente=doppo molti danni fatti,& riceuuti, poi •che ŕgli Heracliani incominciň rincrefcere l'afprez c«mt fu uŕ ia Sella guerra,!! voltarono da l'odio de nimici nel fcildogedd J)oge,&<:ome quello ch'era fiato auttoredi tutti i popolo. tnau,dafuoifu tagliato ŕpezzi,forniti vndicianni delfuo Dogato.Gli Herachéfipertal cofaimpauri-ti,nonmolto dipoi andarono ŕ Malamoco,gli anti-qui luoghi di manifefto paricidio dannati,ouero per nel feguente libro. fo A ^ IL SECONDO LIBRO DELLA PRIMA DECA. 'Anno quinto dell'officio militare non anchora finitola Cit tŕ pur defideraua hauere il Doge,apparendo fenza quel Magi-ltratoJaRepublica non potere edere, & Cubito con tutti i uoti tu fatto Theodato figliuolo' di Orfo , per quelli di Malanioco. Q^efto con Aiolfo Re de Longobardi fe<:e,che tutti i confini di Heradia con quei medefimi fpatiire-ftaflero ŕ i Vinitiani, con i quali etiandio pur adietro erano proceduti per infino al fiume Piaue.Okre di quefto č un porto tre miglia ŕ dritta nauigation lontan da Chioggia,appreflfo quefto porto, fu un ca-ftello.per induftria piů tofto,che per natura forte, il qual luogo 1 uicini habitanti addimandano Brondo-lojhoggidi ui č folamente il fegno della Torre, il rimanente č disfatto . Quando ŕquefto luogo andň Theodato per fortificarlo,nel Aio ritorno poi ŕ Ma-lamoco fu prefo a. tradimento l'anno terzodecimo del fuo Dogado dal perfido nemico Galla, & furon-gli cauati gli occhi, & miferabilmente fcacciato del principato, ilqual Galla con quefta fceleritŕacqui-ftň il Dogado . Sono alcuni, che dicono Theodato eflere ftato fofpetto di Tirannide per la nuouaforti-fication del cartello,& per quefto Galla folleuando il popolo lo priuň di uifta.Et egli ueramente ufando nule il Dogado nule acquiftato, per eflere fommer fo in Thioddt» figlinolo di Orfo Doge (jxarto. Li confini affermati n Vi ti- o ¦ l ji -i i - radienfe fet- negano,huomo d ingegno, & una honelta, ilquale tim*p»yt. hauendo la Republica felicemente gouernata con grŕfau&rdel popolo, perle buone operationiottei» ne quello,che alcuno altro non ottenne giamai, che foo figliuolo Giovanni gli fofle compagno nell'urli cio,nel qual tempo,comeuuole a-lcunadt Hesacliaj & di Equilio-fiandň ŕ Malamoco.Dicano efler fiata Carne Fortu- cagione la difeordia. che fu trai! Prirtcipe,& Fortuna nat» PrtUto to Patriarchadi Grado in amminittrar laRepubli- ' lri .'*Ł ca,tra quali Fortunato con molti haueua congiura- ^'mber'Iiere. to.Ma noneffendoil fuo mal confidilo ŕ tempo di- fcoperto.temendo non effere oppreflb con li compa gni,difubito fenefuggidaCarlo Imperatore,ilqua le incolpando iVinitiani, che centra i patti publict fatti tra lui,& Niceforo,ilqualeamminiftrauak co- fe di Leuante,non curando le Romane,attendeuano» al Dominio di Co'fiantinopoli, conciona cofŕ , che nel patto fo(Te,che i V;nittani foflčro liberi di tal ra- Ceme perin- gione,non ceflbd'iniěigar,cheegli mando ŕPipino Htg.ttiint dě flIOfigliuolo, ilquale era Capitano in Italia,acciň F*tr*natoPt y{ jougflg COn afpra guerrai Vinitiani moleftare. pino *'"f^<>.pjpino fubito vennne in quella parte diVenetia,do m'ilni? ' uč c Heraclia,& Equilio.Spauentati gli habitatori, &noi» LIBRO SECONDO. t6 &nonafficurandofine di mura, ne di fortezza con -'j^T'*'^ tutte le loro genti fi riduflero in Malamoco,& Rial- L-'-r '°y*f to.MadelladifčruttionediHeraclia,& qualfoflela Děftr*tltimt cagione,& della notata di tempi,veggo gliAuttori di a tratti* efler molto differenti.Bonitendio narra,che Mauri- ^^^Bo>** tio Prencipe, fotto ilquale Carlo Rede Galli vinfe Longobardi:& diftrufle il loro antico Regno in Ita lianlqualera molto odiato dal Pontefice Romano* Perciň fu da lui fatto Imperatore : effondo la Italia intanto tumulto, onde lo fiato Vinitiantvrnfieme con la Citta era molto agitato,egli riduce t Cittadi ni in concorda ,& aflecuroi confini de Vinitianr. Perciň,concedendo ciň il popolo , indufle vn nouo efempio nella Republica pocoprofiteuole, bauen-do tolto nella amminirtratione del Aio Pěencipato per compagno fuo figliuolo Giouanni ,laqua]cofa non ad eflo vecchio,che poco Ipatio dipoi fubito mo ri:ma al figliuolo, ilqnal rimafe,& al Nipote per e-fempiodel'Auo non bene fuccedette. DipoiGio- Q-tt)Hltěm'% e uanni, nonleguendo i coftumi paterni i» gouernar gě indo di Ja Republica,oltralealtrefceleritŕ del fuo Prenci- Mauritio$t-pato.mandň il figliuolo Mauritio con potente arma tMoDoge. taŕfar guerra ŕ Giouan Patriarca huomo in quel tempo giuftiffimo .La cagione di tal difcordia niun pone:& penfo, che egli non ve n'haiiefle, percioche quando fi vuole ottenere, non fi guarda ŕ cagione in fare ingiuria.Il crudel figliuolo, volendo vbbedi- Co™etlD*-re al crudo padre,fece prigione il detto Patnarca,& tjlar Jt una gettollo gě ufo d'una torre.Fortunato Trie{lino,che torre G$»uan fuccefleŕlui,pervendicarelaindegnamortedi quel niprtUto di lo con li primi di Venetia incomincio trattaredel <"v""* Prencipatopervoler.che Mauritio giouane,&an-chora il padre foffero cacciati,iquali fenza hauer ri-ceuuto ingiuria comifeno tale homicidio. Mauritio conofeiuta la congiura, fubito fuggi con alcuni fuoi s'rf'.1'"» f»« aTreii!gi:traiqualiluDemetrio Marmano, Folca- u fKna ^ ro Giorgi, & Obelerio da Malamoco in quel tem- Dn^e,0 pň DELLA PRIMA DECA pň Tribuni. Fortunato C\ parti daTreuigi,& andň in Francia ŕ Carlo Imperadore, & per Tua eiěortatio-ne,come dice Bonitendio,il Re altretto comandň ŕ Pipino Aio figliuolo,che monelle la guerra ,iiquale da Adriano Pontifice fu chiamato Re d'Italia,& per quello egli cafcň in inmdia di Mauritio parricida , & del padre. Liquali furono mandati in ellělio,uno per - uecchie/.za ŕ Manroua, l'altro in Francia, & ciň di Obehrio da poi che Obelerio fu fatto Doge, come detto habbii M*lamo«> mo,ilquale era andato ŕTreuigi ŕ Fortunato Prela *$Ł$*'&. to. Heradia fu disfatta con i luoghi attorno,per ef- lV>t?<"flfctr da quella tali homicididifcefi . Altri dicono che fi tJ*tun%Doge. Giouanni tu mandato da Mauritio maggiore a mo-' uer guerra ŕ Grado,per far vendetta di Giouanni Ea Patriarca, ilqule iui fu morto : la qual cofa , perche ^ quello con poca fede haueafatto,tolfe la Fortuna in odio. Ne anchora veggio eiěer chiaro, che quei tre * ' di continuo habbiano gouernato la Rspublica.Bo- nitendio cofi breueméte narra i tempi di quelli, che ĚAattriti» mi afferma, Mauritio Principe maggiore efierftatodi norDoge no- anni xxiij.Col qual Giouanni fuo figliuolo noue an **• ni amminiftrň la Repub]ica,altretanto doppo. lui Co lo.Finalmente accettato, nel Dogado Mauritio mi-La trd'ndtio nore'^' ^ette ann' ^e^ 'uo collegio andň col figliuo-delUfediadi ^° m affilio . Altri dicono nel Dogado di Mauritio Capello. maggior la fedia di Cartello per uolontŕ di Adriano t»tzi*|lr«'» Pacifice efleribtaordinata,allaquale erano ibgget-. \vyfVt * te le Ifole,che due erano allhora,Rialto,Lupno ,& ¦'9ĚU* ' Dorfoduro. Alcuni fotto ŕ quelli medefimi tem- pi dicono,che dalli Scopali nobile famiglia fu edificata la chiefa di fan Moife,& da Vinitiani ornata, & La edificttět la chiefadi fan Michele,che anchorap fegno di antt-dtlttmpiodi rhitŕ,appre{ěb Brondoli fidimoflra,laquale per un f^^oil^^ foteiiier fu accresciuti .Dicono , che un Sergio huo •J '/**'**¦ vi mo allhora della Cittŕ di Sinigaglia Principe infer-modijnorbo incurabile,fi fognň da uoce celefte efier flato auifato che fe'l luogo atorno Brondoli fuffe LIBRO SECONDO. 17 luffe facrato,& uifitato da lui farebbe fatto fano d'ogni infirnvitŕ.Onde perche fu fanato,ornň molto co yrkiL tal chiefa di magnifici doni. Ora ritorno ad Obele " *¦ * ri * ^4f ' rio,ilr \ y ŕ Pipino fottopoiti,& era paflato il tempo delle tre ^H^9^(f gue.Lequali cofe intendendo Pipino,fatto il cópu- )?ŕ • to delle gente Italiane, & Fracefi, prefe Comachio, caflello quafi in Ifola circondato dalle acque. Era quefto luogo grandemente ŕpropofitoper metter freno alle forze del nimico. Et quii:i uenendo Nice ta,poco dapoi fi dice quello eiler flato fcacciato, co danno,& morte de' Tuoi: molti etiandio de' Vinitiani in tal pugna furono morti, & affai feriti. Ma che quella fufle armata Vinitiana,chedi publico ordine feguitafle il capitano Greco, oucr fufle pur gente pri Ti'ceu tffer uata non 'lo certC2-2:2 • Quel Niceta fatto il primo Jěmo rotto da sforzo in uanojiienne ŕ Venetia. Dapoi la fua uenu-Pifěnoion taObclerio,&: il fratello,iquali allhora gouernaua-moliiVim- no ja Repu.tentarono pace fra Niceforo, & Pipino. tpam morti. ^ ricchezze de' Vinitiani,coli fino ŕ quel tépo erano aecrefciute,che duoi potentiflěmi imperii del mó do ŕ effi rifguardauano,come ŕ un gran mňte, ň ben fondato edificio oppoflo alle onde.Sono alcuni,che credono,allhora che fi trattala la pace,Pipino fufle Didco tradito, Come narra Paolo Diacono fcrittore della hiftoriade Longobardi.Et non efltndo fatta la pace, Niceta,& Pipino fi partirouo da Vinetia, ne molto tempo LIBRO SECONDO. 18 tépo dapoěp qfto i Vinitiani furono da Francefi de ofmiondel graui guerre moleftatifCTuafi tutti gli fcrittoridico faiitor conno Obelerio efl'er flato cagione di tal difconcio,per trtt oWm che fcacciato dal fratello,hauendo egli tolto moglie °^'* Francefe:laqual alcuni dicono eflerftata figliuola di Carlo , perdiftrugger la libertŕde' Vinitiaui incitň Carlo,come fcriuonoi piů diligéti,& Pipino ŕ roina ... , delladetta libertŕ. Ma il Biondo,che piu ha lcntto '"" '* d'altri moderni,dicehauerfcgiuto GottifredodaVi terbo,ilquale afFerma,che Pipino due unite i Vinitia ni moleftafl'e.Vna uolta,quando Heraclia,cioc Q\tr- cty***? x tŕ Noua fu disfatta, come di fopra dicemmo.& che y^* CYt*\4 nella prima guerra i Vinitianf'furono fuperati,& re r. • ^ ?< ftituiti in libertŕ con conditione, che piů non s'im- »o '/ pacciairero conl'[mperatordiGrecia,ilcheeflě non ' feruarono , perche i mercatanti, iquali intorno lo ilretto,& il lito del mare Pontico nauigauano, con Niceforo occultamente furono rappacificati. Pipino fubito con quanta forza egli potč, aflaltň un'altra uoltai Vinitiani. Della quale iniprefa nel fine breuemente dirň.Percioche gli fcritti del Biódo fono uarii.Dice egli che Vinetia fu fatta fuddita qua- 4^%ŁŁ*„„ doHeraclia,cioc Cittŕ Noua fu disfatta , ilchefe do di Vene-cofi fufle, non farebbe ciňauenuto nel Dogato di uŕ. Obelerio,ne del fratello, ma di Giouanni & Mauri-tio minore , fotto gliquali Prencipi Heradia fu di-ftrutta, come elio in altro luogo afferma. Io, perche ueggio,che niun di quelli, che fcnuono de' Vini tiani, fa memoria di tal foggcttione, anzi negano con molte ragioni quelli mai elierflatti fottopoilr, cotale penfoeflerela ueritŕ- Come ;ě Carlo uen- ^l""'">»def-nero i lamenti, & le ingiurie di Fortunato Patriar- lyf"toiv."«' ca,chediceua,contra 1 patti tra que]lo}& Nicefo- di'yi rofatti,ne'quali era flato dichiarato , che i Vinitiani non fuffero ne dell'uno, ne dell'altro Imperio : effi per fuoi mercatanti Acerbamente ha-uerfi congiunto con Niceforo , Pipino di ordi-, Ci ne del DELLA PRIMA DECA he del padre aflalto per terra co gente d'arme i cori* fini de' Vinitiani, &Herac!ia, cioč Cittŕ NuouajSt Equilio, & Iefolo furono diiěrutte , onde perche le cole in quella guerra furono molto afflitte, crede il tiulgo,tutto il nome Vinitiano infieme con li Princi pi etěer flato fottopofto , ma appare 1 Vinitiani eflef rimafi nella prima libertŕ ,& furono liberati di tal guerra co patto,che con Niceforo no haueflero pili ŕfare. Dapoi nacque fra l'uno & l'alerň Imperio di- f t fcordiap la Dalmatia>onde,quado i Vinitiani apeN *^ » ***<' tŕmente fi dimoftrarono in fattore di Niceforo,per* che aiutarono Niceta fuo Capitano per mare,& pef tetra; allhora Pipino tanto fi fdegnň cótra i Vinitiŕ- hi 5 che con maggior impeto , che prima loro moiTe guerra.Qjieftoappflo tutti čmamfefto,chein quel tempo,Obelerio e Beato,ň per domeftica, ň per ci- liil difeordia furono fcacciatti appreflo 1 nimici ., nel qua! tempo Valétino di quelli fratello amminiftra- ualaRepub. Etaccioche piů ageuolmente fi polli intender la cagione di queftaaipra guerra,alcune co fé del fito di Vinetia dirň,oltraqlěe, che ho nel pre* bttcritěondel tedente libro narrate.Vinetia giace,come habbiartio fito divine- detto in altro luogo5in Ifole fra loro poco difcoltej ita: lequŕli il batter del mare quafi con eguali fpatijdiui de.Cofi peěrň,che'l lito ŕ mezo giorno tra eilo mare, &ftagni quaranta milapaflě allungandofi, fidittide ^i i")f' f/' in cerca dieci acque bafle, & ilici in'forma d'Ifole jy* **yj% >^-'lj toCě rotti allhora i Vinitiani habitauano ; i primi de' Ai6(x, , x quali ŕmezo dě furono Bródolefi,dipoi Chioggio- i'"--"* ' ti, Pelleftrini, Albiolani, Malŕmocchefi, & Caičel- ; A/bti&t** ' jani ; douehoggi č la fedia del Patriarca. Alcuni dal gg i rracc^i'fx' ^ar ^' <'entro pŕrtendofi , teneuano il Mezo del— *, Je acque, i primi erano quei di Rialto ; iquali al >[W' noftro tempo perla moltitudine, & fama del nome loro gli altri luoghi hano ofeurati. Pipino da queflŕ parte pofe l'armata per cacciar i nemici da' liti del ttiare > & parue ogni fperaza di ucttouaglie a quelli dfet LIBRO SECONDO, 13 cffer tolta.Poi con gente d'arme per terra, aflaltň le Ifole uicine;& parte di Brondole(ě,Chioggioti, Pel leftrinefi per paura fuggirono, & parte furono fatti fudditi , iquali menň ad Albiola,& mentre in tal guerra oltre alla ěflimation di tutti per alquanto la fua forza fu ritardatala qfto fpatio Valentino Do }" ,Ł*¦*, ..... ' Tk '. r .. i. „ /* tf tOltO Iti ge,& quelli di Malamocco,con loro hgluioli,& con rialto tihm-quel tanto,che in quel fubito terrore poterono con mo magiiha-elio loro portare, andarono in Rialto,oue non fola,- todelDogate, mételelor facultŕ,maanchorailfomnio Magiftra-to della Republica trasportarono,nel qual luogo co maggior ^(perirŕ fempre č crefciutofino aquefto tempojperciň č lecito,che alquanto de l'antichitŕ di Malamocco ragioni. Tutti quelli, che hanno fcritto 'M«l«*u>tn& de'Vinitiani affermano Malamocco, che hora fi tro feTaucuTchě napartendod da Vinetia uerlo Chioggia,nonefTere f*in qutlte-quello, che gli antichi Vinitiani edificarono, & dal pň. quale per lo tu multo de Francefi in Rialto fuggiro-no,ma dicono quell'antico uecchiffimoeflerdiftrut to, & che nel mare anchora fi ueggono le uefligěe, Onde fi comprende non poco da indi in qua il mare haiiercófumato i liti^Cerciň affermo, che quel luo-go,che prima fi chiamaua Medoaco, hora da moderni č detto Malamocco. Gli Albiolani intefa la fu-gadel Doge, & de'Cittadini, fpauerati pefarono di • renderfi,e dapoi refi quelli,ch'erano rimafi in Malamocco gli feguitarono.Succefle quello quando PiT Come Pipiti* j//ft\ pino uincitore uenne al porto d'Albula, il quale ho- pčfodi faccbtJcK . ra č all'incontro del nuouo Malamocco, §t uedendo S.wwfa egli(perciň che il tutto era ň mare,ň palude) che gli conueniua ň mutar configlio, b lafciar la querra,di-cefi,che per alquanto fpatio tacito fi ferma nel lito, quafi difeorrendo tra fé il modo di potere il rimančnte di quella guerra condurre a fine, & finalmente(4 che appena mi fi lafcia credere) per configlio di una ' necchia fece un ponte ful'acqua/oprailqualei faU p«tef*tt$ 44 d^ifif pw" DELLA PRIMA DECA Sono alcuni, che iiěitnano le genti armate effe* pallate ben fopra il fatto ponte d; legni iui portati : ma quanto appartiene al cófiglio della uecchia, non credo,che una femina piů fapčlěe di tanti prudentif-iimi huomini, liquali erano con Pipino, percioche molti Italiani efperti delle cofe del mare harebbo-no potuto meglio prouedere, laqual cofa,le eflě an-chora no haueflero faputo ritrouare, erano con eflo lui alcuni di Malamoco della patria, in tale imprefi piů accortijonde che non fi fuile trouaro a tal configlio altro j che una femplice uecchia, č cofa uana z .» . , credere. Altri dicono,che Vinitiani prima furono af u per Vini- Odiati da fame, ma hauendo eili acutamente con 'ua.nl accio il certe machine da li loro liti fatto gettare alcuni pa-Tiimuo nň in- ni nel capo de i nimici, allhora Pipino/degnato per iendtffe U Lo ja j^ga dimora,de botti legate infieme,& lopra quel j/poM/f'/ě/- ^e menv ^/^ tempo alquŕto allhorale cofe Vinitiane era piů gio ?/>'"'•¦ ¦ uenili,che le Romane no furono nella guerra de'Se- r '*/* $'° noni,ma Tuna e l'altra Repu. hebbe nimici France/ě. Senoni quella di Roma moleftauanojgente ferocif-fima,ma auanti il prender della Cittŕ quali non co-nofciuta.Queftede' Vmitianifurono Belgi huomi-niferociffimi, & piů ricchi deSenňni,iquali certo j> grandezza d'Imperio , & de fauori Italiani no poco erano temuti.Roma (ě haueua riuolto cétra il nimico, perche uno de gl'ambafci acori cótra la legge fé- p . A ce ingiuria, ŕ un Francefe: Vinetia, perche non fer- C^^ /* «ň i patti, che furono fatti tra Carlo, & Niceforor-^"T*/l'ft inimicandoti con una delle parti. I Senoni haueua- * , nooppfloil tutto,eccettoil Capitolio. I Belgi ogni fJ$'ě f)1 ' cofa haueuano tolto,fuori,che Rialto.E cofi quefta natione, quella col gettar pane fcherniua il nimico. I Vinitěani il lito aflecurarono, gli Romani il mňte, l'uno,& l'altro popolo fuperarono il Francefe giŕ al legro della uittoria,quello per uolontŕ, quefto co-ftrerto.Main cotal cofa la uirtů Romana apparue pili chiara,che tutti queiloro nimici furono tagliati ipezziComede' Vinitianiper hauer rotto no tanto, C 4 il figliuolo DELLA PRIMA. DECA il figliuolo del potentiflěmo Re fuperbo,ma ancho-rale forze paterne & dell'Imperio . Il difender del Capitolio fu cagione dell'accrefciméto della Cittŕ, & della Maeftŕ dell'Imperio in quel luogo per ferri pre feruato, fi come il Rialto cóieruato. non falň re ie nobile la Cktŕ,mafů cagione, che fi ordinante la fedia Ducale in tal picciol luogo,piů feliceméte,chs in Heraclia ň in Malamocco nň fu, ne {tata farebbe. Fin qui č procedutola giouanezza del Dominio Vi nitiano.Seguita hora la etŕ uirile,nellaquale ferma-' " ' ' te hoggimai le forze Vinitiane per tutto rifplende-uano, & i termini dello Itato loro accrefceuano , & s'allargauano di giorno in giorno.Ma io torno ŕ Pi-.... .. . pino, ělqualeefsédo fuperato nella prefente guerra, liberati dati" « dice, che fubito i Vinitiani di afiediň lioeran, li n- *ffidiadiPi- uolfero ŕguaftarei luoghi uicini, &faccheggiati ql (in». li,che loro nociuto haueuano, tornarono le géti nel termine contenuto.Sono alcuni,che dicono Obele no & il fratello, perche erano fčati autori di quefti mali, andaronouolótariatnenteinehlio dietro Uni mico,che fi partiua. Altri fanno Carlo capo,& Capi tano ni quefto conflitto & non Pipino.Dapoi la rot tadicefi, che Francefi fecero con Vinitianjpace, & che uenuti in Rialto, & honoreuolmente riceuuti, fubito col popolo trattarono la reibtution dt Obele rio nella patria. Laqual cofa quanto graueméte i Vi nitiani concedeflero, il fine lo dimoftrň, perciň che ObeěerhDo- fubito doppo la partita di Carlo Obeleno fu dal pň ge tUl pop*!» lo iftracciato & j fuoi inteftini da alcuni lacerati con la meiue r , •„, i • r> r r i e - tecif». w con l denti,& la moglie Franceie,come fi dice,tu co lui morta,ma ne per Carlo fu fatta quella guerra,ne qiiefte cofe,cheqlli dicono feguirono, per opinion di piů diligéti fcrirtorijiquali affermano che tal guer ra fu fatta a Vinitiani dalTeflercito di Pipino, ma (ěi flato ň quello ň qfto,egli č chiaro,che ŕ Vinitiani ri mafe la libertŕ & Ci fecero amici ŕ l'altro Imperio. Sono alcunijche dicono Beato hauer ottenuto il Do LIBRO SECO NDO. »f gatodoppo la morte di Obelerio,altri l'uno & l'altro cacciati in efilio, che Valentino di quelli minore redi- la Rep.Comiique (ě fia(perche č difficile fa-per il uero di quello,che a feguire habbiamo in tanta uanetŕde fcrittori) il Principato di quei tre non paisň il quinto anno. Dietro a quefěi Principi feguě .Angelo Partitiatio, ikjual č primo di tutti hebbe la Angelo p** fedia del Dogato in Rialto,&dueTribunidiannoin titiatiopri-anno furono con lui creati, con iquali eglihauetfeŕ *".' Dpl' *" reggere il tutto. Dicono alcuni la fua caia efler ftata, ^ '* Badoaria,dallaqual fono detti i Badoan.I piů dilige ti dicono,che tra gli Heracliani, che uennero ŕ Rial to furono i Partitiatij,iJche piů facilméte ŕ credere, cjfto,ch'io dirň, m'induce.Fra l'opere dell'ŕminiftra tionidi qftoAngeloPartitiatio,ciočBadoaro,Hera x dia fu daluijConVio trouo, rinouata, laquale perla nuoua edification fu poi detta Cittŕ N uoua , & per gran cócorfo era in Rialto piů, che in niun'altra Ifo la per la fuga del tumulto de' Francefili luogo cre-fciuto d'incredibile moltitudine, onde auéne che fef fanta picciole Ifole uicine furono infieme cógiunte con poti.Ma pche ŕ tutti pareua,fi perla moltitudine de'Citcadmijcome pia natura del fito, che aito _?*' era degno luogo, nel qual fi douelěe fermar la tedia ue doueffi del fommo Magiltrato & del Dominio della Repu. fert u jc co buó augurio & felicitŕ del Doge & del nome Vi X>*c*lc. nitianojdi cňmun uolere,eleflčro Rialto, fecódo ql decreto, nelqle (ě cóteneua che'l primiero magiftra to no fufle fenza palazzo.Il Doge fubito elefic nel l'animo fuo che in quel luogo la fedia Ducale fi edi ficafle,& fu edificato ql palazzo,che hora ueggiamo effer appfl'o la chiefa di S.Marco.Ma Angelo Badoa-ro fu autore di cofi antica opera, laqual cofa mi fanno crederle altre opere uicine ŕ quel palazzo,lequa li in uero fono piů moderne, Nódimeno io no ueg^-giodoge ŕ quel tempo fi potefle trouarevn cotal lu perbo apparecchio di colónc,& d'altre pietre-Con- ciolia ¦ DELLA PRIMA DECA ' ciofiacofa, chele facilitŕ Vmitiane allhora erario *>''"deboli. Ma ouero , che elio prima, per il Doge Par / ' titiatio fufle edificato, ň dapoi, come io penlb, Se ancho le antiche Hiftorie quafi tutte affermano , ricerca la nobiltŕ, & grandezza di quello non ef-fer trappaflfata confilentio. Et perche farla lungo Eefcrěttěadel particolarmente raccontarne,del fuo nobile appa-fata\\o Du- recchio, alcune poche cole dirň . L'opera di e(fo-€dU. palazzo, come ŕ uarii ufi fu fatta , cofi ŕ diiierfe*: uedute fu fabbricata . Delle quali ''una , che giur da allo Occidente , & ŕ mezzo giorno giace fopra duoi ordini di colonne,& doue č il maggior pefo fono colonne di pietrajpiu tofto grolfe,che lunghe.gli Archiuolti d'arte nobile intaglia ti,& effe colóne no molto tra fé lontane compiono con mirabile circuě to l'ordine delle colonne di fuora,!equali fono di quellamedefimapietra,& opera,& tanto piů (peile, quanto fono piů fottili.Quelle circondano altre co lonelleftrette nella parte dě focto ordinate, che non folo compiono,ma rendono belliffimo ornamento. Il fuperiore&l'inferior ordine di co Iňne difendei! fuo portico largo,la piů alta parte del quale č occupata quafi tutta al publico ufo del palazzo,il rimane te fino al tetto č di pietra bianca,polit.i,& rofla, &fe parata in forma diftinta & fcaccata.il tetto fuo č coperto di piombo,& tanto alta č la eccellente fabbricale non meno fatica, di qllo che diletta gli occhi' di riguardanti. Et tutto quello che č di fopra tiennev di uerfo Occidéte^in'ampla libraria de čiolumi Gre ci,e Latini, non poco ujfitata. La maggior parte de' quali lafciň per teftamento il Cardinal .Beflarione.il refěo , che guarda ŕmezo dě, tiene il configlio , doue lě trouano ogni otto giorni i nobili per creare i^ magistrati, & alcuna uolta piu fpeilň.La curia, cioč >» r j .• quella parte,che guarda Leuante, č doue quafi ogni uoilmmt de giorno li riduce n Senato, il quale io dimando quel-; lo, che lě dice Pregadi, doue fi tratta cofe per 1 a Re- K . ¦ publica LIBRO SECONDO. . *s publica importanti. Da principio quelli antichi, co- 0J7* *Ł), me etiandio in altri ufficii, hanno tolto dal coftume Romano,che quelli fi dimandaflero Pjegadi, ěquali erano richiefti proferir la fententia loro, ma quefto in altro luogo dirň piů ŕ lungo. Hora io torno alle anioni del Partitutio, ilquale hauendo due figliuo li,uno detto Giuftiniano mandň ŕ Leone Imperato rediGrecia,&egii raccetto,come fi dice, benigna mente, e laudato con mirabili parole, & honorato con digradimi prefenti lo rimandň al padre.L'altro il cui nome fu Giouanni, fu fuo compagno nella di .. . gnitŕ.laqual cola ŕ Giuftiniano fu molto moleftasin tatOjche^ftinataméte ricusň di uenir inŕzi al padre. Ilpadrenňpotédo piufofr'nrildefideriodel figliuo lo,riniofio Giouŕnidal Magiftrato,ilquale lo lafciň • perelěere aftrettodal popolo,tolfe per cópagnonel Dogado Giuftiniano, & Angelo figliuolo di eflb Giuftiniano : onde Giouanni fu pnuo del Magiftra-to,& dal popolo mandaro a Coftantinopoli. Dicono alcuni lui di fuo uolere elTer andato ŕ Leone Im peratore,eflendo egli ŕ Pergamo ,di donde poi ritor nato,per comandamento del padre fu coftretto in- Come fi db» fieme con la moglie, & co1 figliuoli aCoftantinopo Uctrpodi si li andarli. In quel temjjp il corpo di San Zaccaria %.*"**'* » A laqual quefto Parcitiatio ordinň che fufle fabbrica- St \*CMr'*-tav& fece tranfportare al uoler di Giouanni Abbate i Monachi di S.Seruolo nella chiefa di S.Hilario, la < quale allhora era nell'ultima parte di Rialto, & hog gianchoralefueueftigie da alcuni pratichi fi dimo mitrano. In quel tempo fimilmente per Partitiatio • Iiyěi.o . furono fabbricate due chiefe di s.Lorézo,& s.Seue- ~* ^ ' ro,dou'era due Ilble. Orfo fuo figliuolo d'india nň * ' tM' jnolco tčpo ordinň il monalkro delle móache di S. Lorenzo. DE1LA PRIMA DECA t*ln«t-<ělf. Lorenfco. Appreflo alcuni trono lui hauer fatto fa« Loren\o & bricar la chi e la di S . Pietro di Caftelio, & nella fusi i.Seuerot. ; dedicatione3furono portate le reliquie di Baccho Si Congiura co» Sergio . Fu etiandio in quel tempo fatto congiura °&e' d'alcuni nobili contrail Doge:&Giouanni lanoli-co,& BonBragadino principali della congiura furo no decapitati.Monetario dell'iniquo conlěglio compagno dafemedefimoandňin efiho, & li luoi beni fur meflě inpublico.Et fotto ŕ quefto Principe dico no alcunijche Vinco d'Aquilegia con li Forlani no bili da Vinitiani fu foggiato,ilquale Vlrico per adne tro era flato da Aleflandro Papa heretico giudicato. C^iieflo credo,perche gliera molefěojchela^hiefadi Grado folle prepofta ŕ quella d'Aquilegia, con lubi to mouimento di guerra, & con aiuto di Forlani af-JW f«rort» ^to ^ Prelato dell'Ifola. Alla cui liberatione fu ma fuperati i datal'armata Vinitianajlaqual combattendo fubito F»rlani da ruppe il nemjco,& prefe Vlrico con moki nobili.El Vinitiani. rello della moltitudine merla in fuggasi Vinitiani uincitori,tutto il lito de Forlani, che č detto Friuli, guaflarono a ferro,& fuoco. Alcuni Caflelli fimil-mente con fubita correria furono prefi ,& di quelli molti doppo il combattere non hauendo cognicion de luoghi,per le paludi di Caprh caminando,capita-11putti che ronoinmande uincitori. I Vinitiani per acquiělarů ludellalac farna &bemgnitŕ,lafciarono Vlrico libero co gU al-» ci*. . tri prigionieri,ma con quelle conditioni, che ogni anno,ferbando il di della uittoria mandadčro a Ve-netiadodici porci,& altre tanti pani di uno fellaio, liquaii porci infiemecó unThoro fra la moltitudine del popolo foffero morti,con certi caflelh di legno, iquali lě rompono con le afte ferrate, Lequal colein quei giorni,che fu combattuto, quafi come giucchi d'ogni anno,anchora fi ufano a quello tempo co no bililfimo apparecchio nella piaz.a.Tali & fi fatte cofq & nella Cittŕ,& fuori alienerň lotto Angelo Parti-, twtio Doge,ilquale recň in Kialco la Ducaj fedia5& LIBRO SECONDO. 2$ fon miglior fortuna amminiftrň , che Paoluzzo di Heraclia,neTheodatodapoi di Malamaco .Perciň-checreiciuti largamente 1 termini del Dominio qua fi in luogo certo, & ftabile qui fi fermň & giacque tutto l'ornamento publico.Morto il padre,luflinia- I'""IMI1'*' no incominciň folo ŕ miniltrar laRepu . ne molto ** dapoi in principio del fuo Dogato per efler egli nel primiero ftudio dell'Imperio Coftantinopolitano, mando alquante naui atte a combattere permetter-{ěingratia dell'Imperador Michele contraSarraci- ¦*"" ni, iquali allhoragrauemente moleftauano l'Ifole della Europa,& prima in Sicilia fu egli cagione che i Vinitiar^per nome publico mandafiero.Ma non ha -uendo trouato il nimico , non molto tempodipoi falui ŕ cafa tornarono, & perche habbiamo fatta me , .. ... tionede Sarracini ,nonfenza cagione dirň alcune ^ě 'slrr*-pochecofe di tal nome,per efler egli nouello,&na- ceni,(adonto come alcuni vogliono, ne tempi di Mahometto, de difcejeul ilqual dicono nella maladetta predicatione, laqua* **""• le tutto il Leuante della vera luce fommerfe nelle tenebre,incominciň ŕ chiamare Sarracini quelli, c'haueanoriceuutala legge data per lui,da Sarra le-gitima moglie di Abraam,come talcofafofleňccot fa peroratolo Diuino , che quelli, che feguiuanoil Aio ordine fuflero fucceflňri delladiuina promiflěo-ne,& quantunque in tutto io non negarei quel nome potere efler definito da vn cartello eletto Sarca nell'Arabiafelice,nondimeno quello, che primadi-cemo č opinion di quŕfi tutti li fcrittori. Et di quella gente fono itati molti &diuerfi gli empiti nell'A-frica,neH'Europa,& anchoranelrŔfia,rna parte dall'armi de Franccfi, & parte di Vinitiani furono op-preffě.AllecofeVinitiane ritorno ,lequali per quel tempo efiendo aflai profpere con marauigliolo ac-crefeimento auanzandofi,crefceuano. Il corpo di S. f«/"»"- Marco fu portato d'Aleflandna,& in che guifa, dirň Ł \*i,ur\l Wetiemcnte.Faceua il Re di quella gente fabbricar .i yemůort*-anténelo legarono^ come foriero per partirfiilfo uxnoilcorp* fpefero all'albero, accioche quelli,che foleuano cer dě S. l/Urtt. care in naue,come fi fa nel partire, non trouaflero il pretiofiflěmo furto.Finalmentefi partirono allegri (daqueliti,& eflendol.e nani in alto mare,incomin-ciandofi una grŕ fortuna. Si dice S.Marco chiaramé "Miracolo di te efler apparfo a Buono da Malamoco,& ammonii- s- ^1an0 «p-Jo,cheil primo tempo douefle calar le uele abaflo, f*ntl0ne' accio la naue cacciata dalla forza del uétonon fi r5-pefleneuicini fcogli afeofi dalle acque, &in quefta guifa furono falui.Auanti il giunger loro,fuintefo a Venetia della cÓdotta del fanro . dilche tutta la eie ta era in allegrezza, & p manifefte parole ciafeuno affermaua,che|> il p'fente Sito il Dominiodoueap ' petuamétedurare,& che era flato veriflimo l'Ora- Come a San colo hauuto da magiori,ilqle era 1 bocca di ognruno 'Marco ejfin-^ che aiuti fi edificafie la citta.s.Marco efsédouiuo,& ^9«'«o/»»^ acafo nauigado 1 Aquilegia,giuto co la nane a qfti lo 'rf'jj'jrfjěf chi,fuda celefte uifióe auifato che l'ofla fue doůeua tia'douergě* noripofariqftoterreno3ělqleeraalhoraihabitato. cere.' Et DELLA PRIMA DECA Et con tai felle & allegrezze la Cittŕ tutta era in gě uochi,& canti,& fuoni preghiere,& orationi per tue tofe vdiuano, pregando aafeuno che'l Santo fofl'e propitio alla Cittŕ fua,laqual douefle efler perpetua dapoi in lei prefentato il corpo fuo. & cofi tutta la moltitudine gli andň incontra ŕ i cartelli infěeme col Chiericato con laudi & odoriferi incenfi per hon.ora re & riceuere il nobililfimo prefenrejilqual fu porra-to nella Capella del Dogato. IL TERZO LIBRO DELLA PRIMA DECA. Giufiinian Eii.loara la-fcio ibefnjfe f.uto. maggio re la chitfk di Sa j>.1ar(o}iet Lt ihieft di fan \acbaria fHjfě atrěcchi ta'ielle [ut^ pofjěfnoni co Lt Cbiefa di S.Hdarib. (Jiouan Pd'/ titiatio onero Badoar* &• R.E s e e va in (i fatto modoěě Cittŕ , & augumentaiěafě piů di giorno in giorno G di forze, co me di cerimonie» Fioriuacon quelli felici fuccedimenti l'imperio di Giuftiniano, il qviale quanto fu piů felice, tato fu piů brielie, & come č coftume delle cofehumane, che poco durando puň efler perpetua lafuafelicitŕjdi alcune,non moltodapoi, che egli fece porre il corpo di fan Marco nella fua Capella,& divienine di non picciol cofa Guardiano per uolontŕ diuina fi morě,hauendo due anni foli la Repu. ammi niftrata,laflc>inteiflanréto,chelifuoi fecelFero mag gior chiefa di s. Marco, lafciň etiandio per fuo legato,che le chiefe di s. 2acharia,e di s. Hilario fodero delle fuepofleflěoni fatte ricche. Fu fatto Principe Giouŕni Partitiatio fratelli Giuftiniano, ilqual era fut« LIBRO TERZ O. af- flitto da lui riuocato di Grecia,&haueualo fatto c5r pagno nel Dominio. Coftui la fua amminiftration .j^*/ *' dacofediuineincominciň,& ordinň la chiefa appref «"«W»/"" fo ilDogado,nellaqualefu trafportato il corpo del-l'Huangelifta Sa Marco, & ordinati alcuni chierici, che eflercitafiero il facrificio diurno.A iquali fu da • toper loro Prelato il Primocerio .Fu da prima tale edificio debole,ne era cofi ricco, & grade come lě ne de hňggědě,ma del Aio magnifico ornamento,& bellezza diremmo in luogo piu opportuno. Fu in que-&o mezo gridato publica lega con Narentani, liqua lě per antico coftume erano gente, che moěeftauai luoghi del mare, laqual lega poco dapoi rotta,alcu-ni mercatanti VinTtianinauigŕdo da Puglia furono in mezo del mare da quelli prefi,& morti. Dicono, che in quel tempo Obelerio Doge, ilquale nel precedente libro,fegiiendo certe hiftone uecchie, dice mo eflere andato in efilio, pafsňin Curtia Ifoladet ta Vegia,per ricuperar il Prencipato:coi)tra delqua-lePartitiatio prima, che fi potefle mouere ordinň unafbrtearmata,&afTediň il nimico fprouifto, &af fediato lo combatteua. Tra quefto tempo alcuni di Malamocco per antica diuotione,che haueuano uer fo Gbeleno per efl'erftato prima de fuoi,dipoi Doge , fuggirono in Malamocco. Per tal cagione Gio-uanni cómoflo, & ridotta l'armata prettamente ŕ Vi netiaper odio di quelli, che erano fuggiti della Cit-tŕ,efpugnň Malamocco ,&per maggior difprezzo col fuoco lo diftrufle. Dipoi fece giunta alle prime genti,& tragettole un'altra uolta a Vegia,laqual ri- Drfimtthn dotta in fuo potere,fece decapitare Obelerio.Indi ŕ di MaLmo-non molto tempo alcuni nobili feguendó la eflorta- co,et l'affidi» tiondi Carofsio figliuolo di BonicOjCongiurarono ldyi contrailDoge.Efloperlafubita congiuraifcaccia^-tofuggě inFrancia,& Carofsio centra la uolňtŕ dči popolo occupň il Dogado. Contrailqiěalecon non buono eilempio minillrando laRepublica nacque D uni DELLA PRIMA DECA unanuouacongiura tra imigliori cittadini. Icapi della quale furono Bafilio Tralěmondo, Giouŕ Mar tuno,& Dominico Ortianico. Qjjefti, trenta altri nobili,& ualorofi huomint,feguitarono:aquali reca liamoleftia lo efilio del Doge Giouanni,onde aflal-tando Carolilo, lo fecero prigione, & cauatig'.i gli occhi nel bandirono.Theodato Ciuro,Marino Patri tio,Dominico Monetario , & alcuni altri della congiura diCaroffio uituperofamentefurono morti. Il fouerno della Cittŕ fin che Giouanni folle nuocato i Gallia,fu cómeila ŕ Orlo Prelato di Caftello, a Bafilio Trafimondo,& ŕ Giouanni Marturio, ilqua-lealftio ritorno uolentieri reftituirono . Quefti in proceflo di tempo incominciando ufargrauidii'cor-diecó lafamiglia Maitalitia,che allhoraera tra Vini tianinobilifsima da gli huomini della parte contraria eflb Doge appreflo la chiefadi s.Pietro, doue era uenuto allhora da gli uffici, a tradimento fu prefo, & fpogliato de gli ornaméti della dignitŕ, tagliatoli la barba e i capelli, l'anno ottauodel fuo Dogato fu... confinato ŕ Grado,& quiui fattoti facerdote fi morě, Cňtte un'al- alquale fuccefle Pietro Tradonico. Q^ueiii hebbe la tra měu fu fua origine da Pola, & eflendo fcacciato di Equilio tenfinato,(? ^^ jj tumu]to je' Francefi,era uenuto ŕ Rialto. Po-T°IeratOrcOre-gli Imperatori Greci.Sabba Capita de Mori in quel co. tempo venne ne le parti d'Italia. Onde non farafuo Meri thč uen ridel proponimento noftro della efpeditiondi tal ^"«Ingente alcuna cofa breuemente dire. Dicefi che quel la gran moltitudine de Barbari di quel tempo ufei diMauritania,& nellalor prima giunta nell'Italia opprefTéro il porto nellitoThofcano,ilqualehoggi di č detto di Citta vecchia. Altri la dimandano Cen Da to "¦ DELLA PRIMA DECA tochiefedaunCaftellojilqiiale čiticino. HadriamS Imperatore, per opera,& indartna fabbricň quefto Caftello,comedicePlinro nelle LpiitoJe. Harei ardimento di aiFerma^quefčo efler ftato Pyrgi artico,laqualcofailnuouo nomedelb Cittŕ,che dicono uecchia,par che lodimolVri;ondeiolň dimande rei porto Pyrgefe,fe non che pňco lontano nauigari do uerfo Oftia fi troua un luogo,i!quale horaglě habitanti dicono Pyrgo.Qjiitii Sabba n:elle le genti in terra,& lafciato il ibecorfo jp feruar rarmara,con %f0 • ; r • armata (quadra n'andň a Roma,& poi opprefle il té-racini anda- P10 Vaticano il piů celebre,che (la nel mondo> ilqua rena adorna, le č dedicato al primo de gli Apoftoli, Scipogliaro-lo,incominciň ŕ cinger d'attedio la Cittŕ. Ma ferti-talauenutadiGuidone,ilqua!ediGallia Cifalpir:i Gregorio quarto in aiuto della Cittŕ haueua chi.i-Quanto fu H mato,fiibitňlaiciato l'afledio tral'Apia,& la Latina dŕtiochedie- prefeil Ino camino,uia menandone molti bottini,& dcroMori. iluoghi alla Cittŕ uicini ŕ ferro ŕfuoco guadando; '6/tt? #/7^s.Nelafciň,chenó ofFendeflela nobiliflěma chiefadi 1 V ? »i/S^an Pao^°5'a biliilěmo. Hor qui all'incontro di Sabba fé trouaro- ! no,pcioche l'armata Vinitiana,& la Greca fimilmen te era uenuta in quei luoghi, onde da prima alcune leggieri battaglie occQrfero.,fiiialroente con tutte le forze dall'una, & l'altra parte Ci cňbattč^IIhora rot " ti,& fuggaci i Greci, tutto il poter de' Mori adoflo a Vmitiani n riti olle. Ma quelli erano di maniera intenti alla prefente pugna , che non rifguardauanp al fuggir de1 Greci,& perciň da ogni lato furpnp da. Barbari rinchiuiě, & co fi le Galee Vinitiane foften-nero alquanto la furia del nimicp ferpcifěěnio , mg, ^uanzando la turba de Mpn , parte di efěb kirqnq fčrnrnerfe?& parte prefe tutreinijcme penronojpoa ¦-¦¦¦¦¦¦'." '"' ' '""".........D | chi DEIl^'A PRIMA DECA /chi de' Vinitiani uiui furono prigioni de' nimici, ŕi \ rimanente,ňperferro,ň per acqua fu tolto la vita. v Altri fcriuono,che appreflo Crotone fu combattuto f prima,che i Mori veniifero ŕ Roma, come dice Bo-\ nitendio.I Barbari per tal vittoria insuperbiti,trag-gettorono in Dalmatia. Doue per fubita correria guaftarono alcuni Caftelli.Lenaui de Vinitiani,Ic-quali cariche di pretiofe merci ritornauano di Soria, vedendo di lontano l'armata de Mori fi ritirarono nel golfo di Trieire,& furono prefe: & per grande o- campane. r ¦ 11 j • \ i m> r conteguito quella dignitŕ, che apparteneua ali orna GioManni fi- mento ^e^a uita,l'anno decifette del fuo Prencipa-glmolo di Or to f\ mori ; & Giouani fuo figliuolo fu in fuo luogo 'o Doge xv. ammeffo al gouerno della Republica, ilquale mandň fuo frate! Badoario ŕGiouan Pontefice, perfot-tomettereal nome Vinitiano,con autoritŕ del Papa il Dominio di Comacchio, & credo,che Vinitiani (ě modero ŕ tal cofaperefler quefto luogo ne'confini Preft del fra dell'antica Venetia, ŕ cui configli Marino Contedi tello del Do- Comacchio conofcédo,il Vinitian,ch'andauaŕRo j' r 'K"r ma.ne" confini di Rauenna a tradimento prefe,&; fe-rito , & tatto d dar tedesche 1 Vinitiani no rareboono piuůifegno di Comacchio, il lafciň tornare ŕVene tia,ilquai d'indi a poco perla ferita G mori. lě Doge Ctme fu ore- perao irato uolendofi uendicar delia morte del fra-/č Ctmacbio. td Badoario^on grolla annata aflalcň Comacchio, & per forza lo prefe. In quei, che eran ftaticagion della morte del fratello,usň le arme,& di poi,lafcia ¦ ta la diffefa nella Cittŕ,guaftň,& faccheggiň ilpae-fe di Rauéna,perche anchora i Rauennati erano ita-/•. /7//JiF' caufa di tal homicidio,& per opera di quello dice-' • ¦ 1 fi,che fu edificata la chiefa di San Cipnano, & Cor-nelio nel lito di Malamocco, laqual p ilpatio di tem ttbhrět* del po,efsédo Doge Vital Michele fu tramutata nel mo Mtonŕfterode nailero delie Vergini, percioche cofi egli uolfe,&ca duto Giouanni in grani infirmiti di uolontŕ del po-pňlojordinň fuo fucceifoie fuo fratei Pietro. Ma ef-i fendo LIBRO TETlZO. jo fendo guarito,contra la fperanza di tutti, fé lo tolfc per compagno nella amminiěěratione del Dogato, ilqualpofda morto Pietro,ordinň eflo Giouanni Orlo, che era maggior di lui jn luogo del detto Pie tro, & non lungo tempo dapoi,eiiendo altreiě caduto in grande infermitŕ, Si non potédo regger la Re-^ publicaŕ uolerdel popolo,femcdefimoco Orfo del Magiftratopriuň, data la libertŕ al popolo di creare "J unnuouoDoge, l'anno del Tuo Prencipato fefto, non anchora compito, & ne hebbe ŕ quel tempo di queliijChe credettero queUo,l'uno,e l'altro fratello hauer fatto,perche uedeuano grande inuidia nafeer nel popolo, alquale manifeftamente rincrefceua il Magiiěrato di quelli. Giouanni dalla dignitŕ parten _. r"d\t doiě, Pietro Candiano ŕ lui fuccedeile, ělquai chia- w0Ł,e,exyit mato in corte, renonciata, che egli hebbe uolentie-ri la dignitŕ del Dogado, fé ne tornň nelle caie della fuaraniiglia. In quello fpatio di tempo contri Narentani antichi nimici del nome Vimtiano , & perche moleltauano il uicino mare con latrocini!, alcune Galee furono mandate per uietare i corfi Nttov-t*mM loro,lequali alcuno effetto facendo ,perche il ni- '"fa'** ion* mico non fi trouatta nella Cittŕ ritornarono. Ne i™Nare'u*' molto dipoi eflendone Capitano Candiano Pren-cipe dodicinaui,& alcuni fcriueno fette ,contrai medefimi nimici furono apparrecchiate, lequali andarono ŕi liti di Dalmatia, quelli, che furono tro-uati uicini ŕ i monti, che gli habitanti chiamano Mi colo. Contra queili , che erano naui di Liburnia Ai ordine del Doge le Galee Vinitiane fecero impeto, ne anche eHe naui rifiutarono la pugna. Onde dall'una, & dall'altra parte , piů con animo, che con for7.e,fu combattuto, & nel primoaflalto l'armata Vinitiana fu uincitrice, perche alquante naui de gli nimici furono rotte. Ma per la grande molti-tudinede Barbari,eflendo la nauedel Prencipe circondata d'ogni banda con le altre, Candiano italo roiamentc DELEA PRIMA DECA Morte delD$ rofimenre combattendo morě, nepiudemeficinq^ gč in batta.-. haueuaamminiičrato la Republica. Il fuo corpo d^ &"*• g]j Hiftriani tolto afcofamente, poco dipoi io porce» rono ŕ Grado,& ini fuiepellito. Lafamadicotat roc tacommoflefubito la cittŕ,& non poco il popolo te,: meua,& maggior farebbe Hata la paura, fé per loro»: Stona» Par- prieehiGiouani Partitiatio,ilqual eiŕhauea le mede tra uoka fat "mo Priuo del Dogacio,un altra uolta no hauelie tol toDoqe. ' toilgouerno con le fue infegne Ducali fino ŕ tanto, Pietro Tribů chel tumulto popolar ceflafle3Sf per confentimento, wDoge.xvii. &faUor di tutti,Pietro Tribuno fufle creato Doge. Qjjefto anchoraio troiiodall'Imperator de Greci ci* fer futo fatto Prothofpatario.I corfali fra quello té-po moleftauano i luoghi uicini alla cittŕ-|Pčr lo cui t7&tŁt\. rilpetCo il Tribuno fece fare un muro per fecurezza V' della Citcŕ,dal rio di Cafěello infino alla chiefa di sa ta Maria Zubenico,con una catena da elio muro di-flefa fino aila chiefa di Santo Giorgio,accio per i ni-mici ŕl'improiiifo non folle la Cittŕ aifaltata. Ife-gni del quale antico muro piů doue fappia non appa ¦ . ,. iano.I termini ŕ quei da Chioggiafurono mefli dal Chiůo'ul ' porto loro p gli liti alla boccha del Atice,iqualichia; * *¦ oiano Foflon,& Bebé ,& Conche per infino ad elio, porto.Erano allhora le cofede'Viri«tiani,& di tinta; la Ita!ia,che guarda fino al Mar di fopra, poco come dicemmo,quiete.Da una parrei cprfalijdaU'altra gli Sarracini.Dipoi un nuouo timore ŕ Viniciani occor fcnutadelě fe,che gli Hunni,iquahin altri luoghi dicémo efěcjr Hh.-wě nn'J Syei,in Italia con molta furia corfero. L'efercito lo -tru uolta in ro per quelli anni non prefe alcun luogo, ma andaro i4' no prima da loro parenti in Vngheria. Quelli aline— fatti all'imprefe Italiane per lunga confuetudine de' nofěri,haueuanq in gran parte deporta la lor fěerez-za.Di qui aduienne che fatti piů nunlueti di quelli % ch'erano uenutinuouamente,da quelle terre,cheha ueuano fatte fue,per forza di guerra,quafi fra lor me ijiě difcacciarono.Diceflě di quella gente pi LIBRŇ SECONDŇ. 31 tŕ,che dapoi,che erano uenuri in Vngheria,péjr. Gli Hunni -antica ufanza della loro patria non fi riteneuano di »>«ngia«*r.» 'mangiar carne humana,poi ufurpandň il nome di co carn:immu-loro,cbedifcacciatihaueuano,fur chiamati Vngheri. D^nje Łcr-t_ Quelli ueramentejche erano da principiň fuora del- Uo il nome di la patria)Comeefsi,Hunni furono detti. Ma he tempi yn^hero. di Affila,come dicono alcuni,quando uénero in Vn. gheria>prima furono detti Bauari. Dapoi de Hiinni, & Bauari,miitate le lettere,e diminuite di due nomi fene formň un folo,che uol dire Vngheri. Quelli do pňl'efpedition Galliche, & Germane, fuperatoche hebbeno Lňdouico Re de Germania, e fattolo ftipé diario,portauanoalle cafe loro grandiflimi bottini. Inftiperbiti adunque di tal profperitŕ deliberarono un'altra u o Ita alfal tari a Italia, & forfi perche a quel tempo intendenano lo flato pňco effer pacifico, tolto il luogo di Mifianel primo aflalto-, & fuperati gli inimici con crudel battaglia, gli fecero tributari. Partiti di la,uicini propinqui alla Italia, Beren«ario, chealhora teneua l'imperio Romano,(ě ňppófeloro con quindeci mila huomini,& ne confini d'Italia for temente fu ributato . Superato Berengarěo,lamag- Come ruppe-gior parte della gente perduta fuggědel campo. Per ro l'impeli uittoria «li H unni infuperbiti da quella parte,dó ratore &ere* tieeranopiů uicini fcorfero faccheggiando in Italia, no' & con fuoco,& ferro guafti ipaefě de Furlani, em- ' piendo ciň che u'era,di paura,prefero Triůigi. Pofcia parendo loro di uenir iierfň Melano , mofsi dall'alta famadelle ricchezzede'VinitianiJequaligiŕ in fta liaincominciauŕno afiorire,ogni forzadelloro efer cito fubito riuol'torono concra quelli, con preftez-iafabricati natiilij per tragettar le genti, iquali erano coperti de cuoi, perciň che erano di materia, & arte grolla, come dicono, & con grande , &fimofo impeto aflaltarono Cittŕ nuoua,laqual cofi fu di- ? mandata, dapoi redificata, che di prima, come s'č timo^rachiamataHeraclia; & nel primo aflakola ¦ .prefero Come bruci* tono Citta n» ua,(y lejolot disfecero C* pň d'urgere , hi EJůrtatěon tontntBar-Iteri. r: DELLA PRIMA DECA prefero>& l'abbruciarono.D a quel luogo partitile nendo zd Equilio3č Iefolo,quelli fimilmente diffe-cero.Seguitň dipoi il corfo delle cofe profpere ap-prefěoillito marino.Chioggia,& Capodargeregua ftarono,& arfero.Finalmente deliberarono di combattere Rialto.Non cofi grande paura alhora corfe nell'animo di Vinitiani,come fece al tempo del fu-ror de'Francefi ; ma molto piů fu quefto, percioche con quelli fi combatteuaper cagione di conferuac lalibertŕ,& con queftidi conferuar lauita,& béche i Galli fodero Barbari,(emiliano perciň qualche pň codipietŕ.GliHunniintutto erano fen/a pietŕ , & amore:liquali nonfolamente iftracciauano gli hua Imini ŕguifadi fere,male lorcarni mangiauano.Tai ipeffima natura di gente fi fattamente da principio , /& grandi,& piccoli fpauentň, che fi credeuano tutti, Inonfolo lalibertŕ,malauita hauerperduta. Dipoi fcomefpeflb auuiene,ladifperationfiriuolfe in ira. , La ira in gran defideno di uendicaHi, ouero non pň ' tendo rapportarne uitroria ualorofamente,e con fai do animo morire.Queiča cupiditŕ die fperanza ŕ Vi nitianijche uolendo fortemente combattere, il Bar baro farebbe (cacciato,ne in quello mancarono. Io non poflo aflfermar,quali fuflTero quelli, che con fu-bito configlio gli eflortaflero,moftrando effer uenu to tépo,nelquale era bifogno,che i Vinitiani fi mo-ftraflero efl'erhuominiperlo fouraftante pericolo non dell a patria folamenre,ma della uita, & hauere ŕ combatter con tal forte d'huoněini,che non meno doppň il combattetene in efiaguerra,erano crude-liffimi,nondimeno douedero creder quelli non ef-fer di ferro,in modo che lor corpi non fi poteflero fc rire.Che fi riccrůaflero de gli antichi Vinitiani,iqua li giŕinfieme co gli habitatori Latini ŕtomo le mu redi Aquilegia non dubbitarono di fariě contra At-těla,ilquale haueua trecento n-.il^oc piů perfone, & eflě erano con poco eflercicoJEtche'l fucce(To,di ql- la LIBRO TERZO. 51 la guerra dimoftrň,piu la uirtů dell'animo ualer nel l'arme,che la multitudine de'foldati ; & perche forfč fipuňdire,che quelli hebbero troppo audacia,haué do uoluto combatter col nimico in quella parte, do ve elio era piu poflente, fi rifponde che contra tali era da far fatti darme,ň in aperto mare, ň in quefte «, acque, doue tutti i luoghi ŕ combattitori Vinitiani X^ erano manifefti,& ŕ Barbari non conofciuti,ne alcu ma cofa fu piu defiderabile ŕ Vinitiani, iquali dal pri cipio della loro etŕ fi erano affuefatti nelle cofe ma ritime,chein quella parte jI nimico loro di combatter facefle copia,nellaqual la uirtů della patria appa j-euamaggiore,& chei nimici in tal luogo non haue «ano ne animose ancho nauigliatti ŕ cotale impre &,& che i loro maggiori con Te ricchezze del pater jio Dominio io tal luogo haueuano fuperatoil fuŁ ho Re Pipino,doue al prefente fi hauea ŕ far guerra, & che con quei •Galli fu combattuto folop laliber-tŕ,mache alhoraeraneceflitŕdidifenderfi per con-feruarla_nitaloro-8c laifandofi uincer,lorbifognaua morire|&cKč~non era da credere, che fi troualfe al-x^v la uita,& $ la libertŕ.Tra qfto tépo il bar baro s'era mofio uerfo Rialto.alqlei Vinitiani co be ae armate galee,& atte al cóbattere, fi fecero cótra . , appreflo DELLA PRIMA DECA appflb AlbioIa.Fu fatto al principio crudel battaglia» & furono uane le forze de gli Hunni,i qli _plamol titudineaflěcurati li sfofzauano rompere da piů par Vittoria de' ti. All'incontro i Vinitiani in tutti i luoghi ardita-Věnhiani io mentefofteneuanol'impeto de'nimici,& piů giorni ti* Barbari, combattutoli con dubbia uittoria-,finalmente eoa tinte le forze dell'una,& dell'altra parte (iuenneal-labattaglia. Nel che rotti,& meflě in fugai Barbari, & leuato l'attedio,lontanň partendoli, ŕ Vinitiani lě bella,& nobile uittoria lafciarono.Ne molto dapoi, perdoni di Berengario č fama,che d'Iralia partirono. Fu grande il triompho,& la gloria del nome Vi-nitiano,eflendo in bocca delle genti,effi hauer rotta, &uintala rabbia de gli Hunni. Allaqual Berengario huomo no uile,& allhora potente per l'Imperio delě'Italiajhmrebbe ceduto. Laondeeflo Prencipe, fotto ilqual tale uittoria era occorů,fu da lui laudato,eh? io crederei, in quelli tempi la Cittŕ con muro, & catene fufle circódata,efiendo Tribuno Doge» piů tofto,che per tema de Corfali. Ilche alcuni ferie tori delle cofe Vinitiane affermano. & cofi nella eie tŕ & fuori la Republica felicemente fuamminiftra-ta. Eflo Tribuno Tanno del fuo reggiméto, come al-Orfŕ B.tdod- Ci"1' dicono* uent'uno , altri uentitre,fi mori. Orfo ri/L>Q%e. Badoaro in fuo luogo fu pofto,ilqual mandň Pietro fuo figliuolo ŕll'Imperator de' Greci ŕ Coftantino-poli,dalqůale fu fatto Prothofpatario , & ornato di molti prefenti ;& ritornando il giouane ŕ Vinetia da un certo Michele Regulo in Oalmatiafii prefo,& • fpogliato,& cófinŕto in Mifia,di donde occultamen te partito ŕVenetiŕ ritornň.Orfo co quei di Chiog giŕ incominciň ŕ trattar di uoler conolcere i cófini* Maintefaladichiarationdi Pietro Prencipe, alqual _ erafucceflTo j non uolle procedere piů oltre. Dicefi» td il Dogatili, che egli fu huomo di fomma bontŕ & clementia, & (srelejjeHiiA che l'anno uent'uno del fuo Dogado liberamele la-minxiiic*. fcjň il Magiftrato,& eleffe tuta monaftica, el rimanente LIBRO TERZO: jj Sente della uita fua fcc^ nelmonaflero di fanto Peli cein Amiano.Fino ŕqueftidě appaiano glifegni di iflue-1 luogo rotto, per lungo tempo,dalla Cittŕ uer-|b Porto Gruaro,che č Cartello di Carni,cioč Forla j. ... pijŕnauigati circa le Torri,che fi dicono di Lio irfag **'* m CO* giore,da fěniftra mano.Pietro Candiano ./ouero Sa-nutOjilquaě cognome dicono, che dipoi fu pollo alla famiglia CancUana,fuccedefle in Aio hrogo.Que- tun* ilo fu figliuol di quel Pietro , che mori nella battaglia di Dalmatia ,& hebbe un figlio di tal nome, ilc tjua! dal padre fu mandato in Grecia, & dall'Imper»AV>i *V*. V tote fu fatto Prothofpatario, cioč primo, che porta fpada,che lignifica giuilitia. In quelli tépi riferifco-«o alcuni la rapina delle donze'le,di cui nel primo li bro dicémo;ma perche icariano gli fcrittori, che noi feguimmo,'anchora ne parlarčmo alcuna cofa. Gli Hiftnani,che in quel tempo erano nimici de' vinitia ni,uia ne menarono alquante Vergini, infieme con R*pm* iquali efěendo richiefti ŕ relčitution 1 delle cofe,perlequalii Vinitiani erano Itati offefi, no prima ciň far tiolfero,che Comacchio fufie efpu , gnato. Finalmente non folo furono rčftituitii pri* |. * gioni,mapublicanienre proiniferojcheeflě farebbo- Sonetěon de no ubidientia' Dominio Vinitiano. GliHiftriani fi-gtěh:Jěri«m. milmenteper que' tempi fi fecero fudditi ŕ Vinitiani^ credo, che per grande neceflkŕ & non uolonra f?\.i\f< ***rfv«-^nA-'^«//jf'/Ěi?^a§uerraPer'acme^au^o^ata)^ perla rapina delle \ *• ' donzelle. Perciň fi refero con obligo di madar ogni anno ŕ Vinitiani cento anfore diurno per tributo.'' ětttnBddoa. Pietro Patriarca di Caftello,di Pietro Doge figliuo re Doge xx. ]o detto per cognome Tribuno, pofe in fanta Maria m Riait». formofai corpidi s.Saturnino,& Nicodemorlequa-li tutte cofe trouammo efler Iute fatte fotto Pietro Candiano Prencipe,ilquale il fecondo anno,ouero, PěetrtBado* come altri fcriuono, il fettimo paflaro mori. Pietro roDoge xxi. Badoaro ŕ lui fucceiěe,ilqual fu prclo,come dicem-tnJR.MŮo. mo,inSchiauoniauenédodiGreciaj& uitěe nel Dogato anni due, alcuni fcriuono tre, & che per lui gli Hiftriani ŕ Caorli furono fuperan,& tolte ledózel le;alcuni hanno fcritto,come habbiamo poco inan tti detto.Q^iiefto folamente fi troua fono il Ino reg-' ,. r g'méto degno di memoria efler ftato fatto, altro nň iilud'd'pie trouo • Cŕdiano figliuolo di Pietro a lui fucceile 3il fntitgexxii. qualdal padre tolto per cópagno.perfuo mal porta iriéto fu priuato Ma mutato co gli anni il macameu to,m uera regola di uita,hauédoprefi miglior coftu mi,fu per fauordel popolo riporto nel fommo Ma-giftrato della fua dignitŕ. Tra qfto tépo i Narentani moleiftauano i luoghi del mare uicino.talmente,che la Cittŕ di Venetia quafi no era ŕ miglior partito di icaua,fe non,che quelli haueflero fatto impe ti, & forze nel mezo della Repub. & che i cittadini, comemifere pecore,foflero morti.Con tali & fi fatti lamenti gli animi accefi, fubito contra Narentani, fu nuouo efferato. apparecchiato,che furono trenta irenaui,lequaliperlaformafichiamauano Comb* p*ie, & furono meflč in alto mare. Orfo Badoaro, & Pietro Rofolo furono capi. I Narentani impauriti q perla fama della nuoua armata, non folo nň hebbe- dětlone f*re ro ardimento di uenir loro contra, ma per uia d'am- g^*^ bafcutoridimgndorono pace, laqual fu loro concef /4couqueftaconditione, chedi tutti idanni,cheha jOeiiano dato ŕ Vinitiani fino ŕ quel giorno,gli rifa-celierň.Alcuni dicono chel'armata,<:o!ne altre uol-tefenza frutto niuno ritornň ŕ Vinetia.l'amicitia per quel tempo fu rinomata col Patriarca d'A quile-gia;& Dominico di Cartello Patriarca,ouer Prelato Relěquie di fece porre alcune reliquie di fan Gioua Battifta nel- /. Giova B*t laclwefadifan Giouanni Embragola. Candianofra *'ft* VP* "* qito fpatio di tre figliuol^cli'eglě haueua,n5 il mag- ^J^f gior, ne il minore,ma lě mezano detto Pietro fi tol- m * iepercópagno nel Dogato: ilquale no molto dapoi /; uentieintataarroganza,chedifprezzado il cófiglio C^^ del buon padre, follecitň aliquanti huomini, indu-cendogli ŕ manifeftafeditione della Cittŕ. I uecch* ^""* d''fco* •quafě tutti erano in fauore del padre.gli iniqui & fé- "{a'*elldCtt l . r , r ,. , r ". - n. , ta contro » •ditioli,che nonfurono di molto auanti,fes[uiuano la temeritŕdel giouane : & tanto crebbe laWdifcor- dia» che poco mancň, che i cittadini l'un con l'altro E z non com- DELLA PRĚMA DČCA jion combattettero in mezň la Cittŕ; pur fu placar* la groflŕ móltitudirte,clie giŕ alla pugna s'appareo Chiaua,con l'autoritŕ di Candiaho; & fubitň per uo* lerdcl popňló(laminorpartedelquale era nella rn-Bdndtdelfi. pjuftacongiura) fu tolroal figliuolo il Dominio, & tintolo dtl P , o*> \ „,. .r g il-.. i. ¦ » Voir. bandito,& tuttala Chiernia, & nobili estradint, s a-* fětmfero al giuramento di non lŕfciar,ehe tale hiio* imo feditiofo, douefěe eflcr riuocato ne in uita,ne iti inorte del padre. Alcuni dicono) che egli fulegatoj & dal popolo giudicato al fupplicio della tcfta,ma ŕ freghi del padre fu nudato in efilio, onde egli andň ŕ Guido figliuol di Berengario ŕ Rauenna , benché ŕppreflo alcuhi in luogo dt Guido trono Alberto ef fer fcttttň,& impetrň da Berengario di poter perle-guire i vinitiani,per hauerlo efli giudicato loro nimi Co.Alchefare,fei naui gli furono date da Guido per tal cagione, come io illimo, che niun prillato era di franto potere, che fufle arto ŕ cotale imprefi. Q^é-fto fiero gibuane in breue alquante nani Vinitiŕnč iappteiFo i liti di Raučna opprelle, ilquale oltraggio recň tanto affanno al padre, che fra pochi giorni (I friňrě. Sette anni, ňuer Undici,come fttmano alcuni, luffe nel Dogato . La Cittŕ aitata alla creation del huouo Doge,fi come fono femprc inltabili e fauorl del popolosa moltitudine, come defideroladell'af-WičinfiglĚHt fente, conferŕ il facramento fatto , Pietro da! Pelili*» fa del Doge riuocato, fece nel Dog.itoluccefforeal padre, & tandiAno. ^|j m^nJň incótro fino ŕ Rauenna trecento barche. Altri ditono trecento naui, & non č da credere . Ma dipoi lŕ Cittŕ dal rotto facramento col publico incendiň, & per la Tirannide del Doge deboli pene ri^ ceuč fótto quello Prencine. Pietro MarturioPa-tAčC'j Jt'wiitrjarca di Caftello , fece con nobil apparecchio fab-! dt? .%. bricar la chiefŕdi fant'Agoilinň,& Ambafciatori Ł altresě furono ŕ quel tempo nudati ŕ Roma ŕ Leon Pontefice Romano , & ŕ Othone lmpcrajfore,Con li'quali trattarono ,chela Ghiefadi Grado per Tau»- toritŕ LIBRO TE RZO. Jf foritŕde'Prelari,che allhorafi tvouauanoin Roma fufle di Vinetia,& Hiftii.a Metropolitana,cioč Chie Ě3principj]e,laqual cola non Ibiamente ottennero, pia moiri altri priuiJegi portarono ,concerti ŕ Vini-pani, lě Doge in querto tempo fece děnamo con II Doge fect Giouannafua moglie,perche,comeeflQ uoleua,che. j'*»*tto del-$'intenderle, fatta nocchia, & da quella haueua un fo ^S'^jJ lofigliuolo Vita! chiamato, querto anchora priuQ, facendolo prete, alqua! bene auenne,percioche fu fatto Patriarca della Chiefa di Grado. Cacciata adůt que la propria moglie, & portola nel monailerio di |anZaccaria, Valderta di Guidon figliuola per con-f jňrtepreie, dalěaqual hauendoriceuuto in dote ier-? ui,feriie>campi, & altre cofe di gran prezzo, di pro-r fpenta,& nuoiio parentado accrefciuto,laina.lu,agia natura alquŕto tenne celata infino ŕ tato, chele lue _ . ricchezze nel ino uitio lo ritornarono, & quali ma- ^^ JŁ, nifefiatirannide incominciň tifare in luogo di nero principato , perche era pien di fuperbia & minaccie-«ole ,& uoleuapiů tolto dal popolocller temuto, cheamatoT^lelěo in punto oltra quefto un grande ef fercito,(t rnoflc contra quelli di Vderzo, ŕ' quali dir mandata per dote, che afpettaua alla donna fu a npr» pochi campi ingiuftamére. AHalrň quelli, & guaftq pnma, i loro terreni,& il Cartello non molto dii?oj abbrucciň. IFerrarelě finiilmentepertalcofadaliu pioleftati,6c un loro Cartello.da lui efpugnato, infu perbito p tal fucceHo,hauédo fermato il Dogato co tai prodezze, niétediceua, ň faceua,che no lo ren-deflefuperbiflinio Tiranno. L'anno del fuo Dogato, come alcuni (criuono, decifette, aitrifperchegLf fcrittori uariano ne' tempi di ciafeun Précipe) dico-? nouentidue, fubito il popolo non fcordato della Aia libertŕ, fece impeto contra di lui,& facendoli eglj forte nella parte di fopra il palazzo, il ponolo ni ac-fefe il fuoco, ilquale accrefeiuto dal foffiar de' uéti, filtrato nelle uicuie cafe;non folp abbrucciň la cafa ......'.........Ł ;.....fc! DELLA PRIMA DECA del Prencipe,ma anchorala Chiefa di fan Marco rh* ceuč danno . Pietro uedendofi circondato damali in ogni lato, & eflergli bifogno ň renderfě,ň morire, abbracciato il fuo picciolo figliuolo, ilquaie haueua hauuto dell'ultima moglie, paisň per quella parte della Chiefa, doue anchora non era acceio il fuoco, & per uiapiu fecreta ufcito,cercauafaluarfi conta-cita fugga col picciolo figliuolo, ma uedendo dagli armati efler ferrate tutte le uie, fiiiuoife ŕ pregar quelli, che non uoleflero rinchiuderlo, come fi fa le befěie, & che reftaflero alquanto dalla furia loro fino ŕ tanto,ch'aě popolo dicerie le fue ragioni,& che «tapoifuffe lecito ŕ quelli dargli fupplicio,ouerfer-uarlo,come loro parerle,& comefecero altra uolta; quando egli fu preio per la difcordia, che haueiia pň ila tra' cittadini uiuendo il padre, alquale dapoi ufa-rono clemenza;& fé pure il popolo haueua giufta ca gtone di adirarfi contra di lui, che'lfuo picciolo figliuolo non haueua colpa,& efler cola indegna, che eflě per l'odio del padre,gli ufaiěero crudehŕ-.percio-che non poteua per l'etŕ hauer peccato JVani furo- J?. ^ no i preghi, & da circondanti fu gvidatoelěer leci- i #-jr* ni ' to,& cola pietofa leuar delia Republica un Tiranno, per cagion delqualenon poceua efiere, fé non fcan- dolo & male , & con tai parole impettiofamente lui 1/ Dwe ecti t'\ figliuolo in breue con molte ferite uccifero . Al-Jo, cjr ě.icrr.1- cum fcriuono , che in grembo della balia nel tumul i* col figlL» tQ jj fig|iuoio fu fcannŕto,& che i corpi dell'uno, & l'altro, furono gettati alla beccana,& da cani di ordine del popolo lallati isbranare. OndeGiouanni Gradonico chiedendo cotal brutto fpettacolo do-uer ellere leuato da gliocchi del popolo,furono ambi portati nella Chiefa di fant'Hiiano, & honoreuol -¦ ¦ ¦ u méte repelliti.altri credettero, che fuilero pfuafi da Sitato dai.» pietro Vrfeolo,ilqualedoppo lui fu creato Précipe, fae ě /".<"• che doůeilero accčder foco nelle uicinecafe del Da ho!*' ^°r gat0 ; ma lo^° ^n ŕ*nQ ^ lěren-Cipc*,béche altramen teoc» LIBRO QVARTO. j6 te occorrefTe;|>cioche tata fu la forza del uéto,dóde s'accele il fuoco, che oltra il Dogado, la Chiefa an-chora ornatiflěma della Cittŕ co le chiefe di.s.Theo-doro martire3&.s.Maria Giubenico & fimilméte tre~ cafe de priuati,in quel giorno fi abbrucciarono. ILQVARTO LIBRO DELLA PRIMA A e q^v i s t a t a Ł la morte de| Doge la publica libertŕ, fu difH cile a giudicarle maggior fufle l'allegrezza del Tirano uccifo, ň la triftezza Ł il dŕno,c'hauea fatto il fuoco in réder brutta la cittŕ.Et affine,che in tato affati no no haueile ŕ nafeer piů gra-ue male, come fuol occorrer, Cubito s'incominciň ŕ trattar ůellacreatione del nuouo Précipe.Cercauafi uno, che fufle di natura diuerfo da q Ilo, ch'era flato morto ;&Łche cofrui, come fi dice era loro appiěo, nň s'hebbe molta fatica in cercarlo. Pietro Vrieolo Pě*t** in'que'tépi di bota lodato da tutti,dal popolo nella '' -V ^chiefadi s.Pietro,dou'č la Tedia del Patriarca,fu con tutti i uoti fatto Précipe.Et ricufando egli tal Magi ftrato,dal popolo pgato,acciň nň lafciafle la Rep.in tal tňpo indebolita,accettň,béche no uolentieri. Te mena qllo la popolare amminiftratione, _gche da pie colo era ufo alla iuftith,neliaqual rade uolte fi puň dimorare fenza offendere. Ma i'amor della patria, al cuibenefifjOjComedifle Piatone, prima fumo nati, fece,che nň mancň in tato bifogno a fuoi Cittadini. K appareua lo ftato della Re* Hk DELLA PRIMA DECA piiblica n5 poterli cofě pito mitigar per i ilrepiti, 8c tumulti,che alla giornata nafceuano, e«Tendo la Cic tŕ cótaminata per l'homkidio del Doge,egli per ha uere il popolo piu ubbidiente lě fece ohligarlafede publica, & tutti con facramento promilero, che efli no piu patirebbono giamai,che alcuno facefte ingiů riacótracoluijchehaueuail primo Magiičrato nella Cittŕ,ne alcuna cofa, che non fufle di uolere di tutta la Republica. Et perche il Dogato era abbruccia-to,trasfen egli nelle cafe pnuatele infegnedel prea cipato acquietato, co intentione quelle nel lor luogo ritornare, quando fu fi e rifatto il Dogato ; & da quefta opera iucominciň il gňuerno della Republica, rinouando il Palazzo,& la Chiefa,& co alquanto maggiore apparato,che nň fu il primo; percioche rifece co prillata fpefa l'uno,& l'altro luogo, Si fece rapportare il corpo facro dell*.Euangelifta,feruato dal luogo , (che pochi il lapeuano) nel tempio ri-guadtfu pa flaiirato, & la tauola d'oro di Coftantinopoli fatta fta. l* V^*a con mirabile arte, fece anchora nel medelěmo luo-tar g° pc»r"re » & dedicolla all'aitar grande con folenne fefta. In quel tempo 6 non molto dipoi, i Sarracsni diluitili due parti Tedercito intrarono in Italia ,& prefa Capua, Bari Cittŕ di Peuci tra Brandizzo,&; la bocca del fiume Aufido , per terra, & per mare afiediarono. I miferi cittadini per careiěia di formen to erano ridotti quafi all'ultimo bifogno, ŕ1 quali l'armata Vinitiana fotto la guida d'Vrfeolo diede fo eco rio. Ma conciona cofa, che'l Barbaro con cru do afiedio moleiěaiěe Barri, Vrfeolo con aiuto dell'armata Greca nel tnarcol nimico .s'affrontň. II-Kottade'Sar qual rotto, & pofto in fugga, & la Maggior parte ranni. morti, al nome Vinitiano desina gloria apportň. Hebbe di Felicia fu a donna un figliuolo,ilcjual nato, 11 D°Zefece l'uno,& l'altro fece uotoŕ Diodi feruarcaiěitŕper-t«.iurutaco petua.Fra quelto lpatio di tempo co tanta bota ga-Umoglit. uernň la R.ep.che'1 fuo re^imétoapparsila, ch'egli haueile LIBRO QJARTO. 37 hauefle accettato il Dogato, non per efler fuperiore »daltrui,ma perche la fua dignitŕ giouarTe ŕ tutti.Ec piů quieto haurebbe tenuto lo flato nella torbida, & oleura morte del Doge,fe non foriero flati alcuni funo(ě,che incominciarono ŕ turbare il ripofo della ^^ 0°f'r9 Cittŕ,iquali erano itati miniftn lotto il Dogato di ^dre^nd» , Candiano.Per parole de'quali Virai Prelato di Gra- „'/• impelato do,ilqiiale ancnorafanciullo,fottofperiedireligio- ocfcruendi-ne era dal Tuo padre luto prillato , come habbiamo, carfi' detto,andň in Gallia ŕ Othon fecondo,doue molto fi lamentň della crudel morte di fuo padre,& pregati dolo,che non doueflelafciar la morte di quello lenza vendetta,ilqu-ale certamente era flato fuo amicif fimo.Et fé forfč poteile parer, che egli con qualche ragione foiěe flato morto,il fuo piccol fratello non haueua meritato tal morte.Appreffň dille elkregli bandito dalla patria,cola miserabile, che doue fpera-wa nudrir la fuauecchiezza,hora doueua morire lon tan daquella,fe non era aiutato da fauore alieno in ritornarlo nella Cittŕ,di donde n'era ftato cacciato, per ingiuriade'fuoi cittadini. Per laqual cofa lefue lagrime mofiero fi l'animo di Othone, che famigliar mente uimoftrň hauernepieta& tut rala rehgion con molta caritŕ fauonua . Vitale ban dico,ŕ gli huomini dellalua parte, che ogni giorno moueuano cofe nuoue,foiěeneua conlbmma patien tia,ipefsimi configli de'quali egli per diuinareuela .._ rione intendeua . Fina!mente,compiuto che fu l'ari- i^ěo'ěi^. rio in quefte fante opere , uenne Guarino al tempo gat, 3 @. ufa ordinato,& di notte co non conosciuto habito ufci- fiora della todelJa Cittŕ,la donna,il figliuolo,& fuoi famiglia- c'tl* »""^< ri non fapendo alcuno del fuo andare,fi parti laician mtnle' co il MagiiěraLO,& la patria. Giouan Gradonico, & Giouan Morefini,con Romoaldo,& Marino da Ra-uenna della fua uolontŕ confapcuoli, lo feguirono, Ilquale per fpatio di tempo cofi di religione, & fan-tira fi fece perfetto , che da poi la fua morte in Aqui tania, oue fece il rimanete delJa fua uita,di molti mi racoli,come fiicriue,fu dotato il II.anno della fua creatione.La Cittŕ priuadi tato Principe,era molto addoloratala no diméticata del publico reggimen-to,fu tirata dalla importaza ŕ creare un'altro Doge. . Virai Cadiano,di Pietro Cadiano terzo figliuolo,^ i^fj*}™ uoler cii tutti fu fatto Principe, ilqual uolle,che Vk c.indiano Dt talPatriarcadi grado,chep paura del popolo fino ŕ 41 giorno era flato i eiělio,torna(Te alla fua pria. Ne DELLA PRIMA DECA molto dipoi per efiortatione del Principe, egli con gli Imballatori pubiici anelň in Germania ad Othq ne,ilquale per la cruda morte di Pietro Cŕdiano fino a quel giorno perfeguitaua jl nome Vinitiario,CQ grandiilěmo «dio. Tal Legatioqenó fu uana, per pia, car l'anima di Othone>& per impetrar tal cofarr.ol tagiouňlaprefenza di Vit«i!ejche era figliuolo dei IlPrineěft morto Principe. Et certo Othoneprima uoletia la rifiuto U Do- falute di luijlaqual cofa non poteua ha.uer luogo , fé Z*dc% egli lenza legno di pace hauefěe mandato in dietro gli Imbafciatori. Fu adunque rinouata coniiti lale-¦ y „ ga.Tra quelle» tempo uno anno, & poco piů f.itro il luo Dogado,caduto Candiano in grauilěěma morbo,& peggiorando, dubitando di morire, rifěuttň il Principato,& uotň di farfi Monaco, fé egli poteua guarire di quella infirmiti: onde fecefi porre nel Mq naiierio di fanco Hilario,douedapoi alquanti gior-? TribunMem ni morto,fu fepelhto. E fu fatto Doge per uoler del mtDoge.xxv popolo Tribuno Memmo , huomo di finsolar uirtů, ma di poche parale,& molco prudente , noiidimenQ con poca profperjtŕamminiltrň la Repuběica. & fu da fuoi cittadini alcuna volta con acerba congiura tentato, ti Morelůii & Caloptin famiglie nobili, con maggiore odio,che for/.e tra lor combattendo, diedero alcuna volta al popolo bruttifliiTi fpetracoli da ris^uardare,percioche dicono,che Stephano Ca!q prino dapoi molte ingiurie co'figliuoli, parenti,& ai tri non pochi della fuaconpiura,prefero l'arme con trai Morefěni,con volontŕ,non folodi occidert gli huomini:main tutto potendo,diftruggereil r< me di quella famiglia.Pilcorrfiiaiio per mezo la Cittŕ i preiti al combattere con (ě fiero,& odiofo animo, ca me fé haueUero hauutp ŕ fare fatti d'arme contra ni mici del nome Vinitiano.La Cittŕ sbigottita, afpet-r tauacon filentio comedouefle riufeire il fine de co ^ fi brutta imprefa. IMorefěni, ouer che forfč ŕtaj fpijipop er^rjpproiuiU, Querper«h5 ?fli JWUCflčro"' tlBUO il gran potere della parte contraria, no uennero alte arme. Ma perche ňih luogo pili alto della caia (I afiěcuratlero,onero come alcuni fcrittori par che no gěiano, in tal pericolo fcorfi per la Cittŕ apprellb de~paretui,& amici Ci nalcondetfero, fin che'l tumulto fotěe celiato , io non ho certezza alcuna. Ht acciň che la Citta di Venena nň fi tingefle quel di del fangue de, tuoi Cittadini, uolfe la lorte>ehe non fi iienifle al combattere) ma perň non ouuiň* che-li paiěaiěe lenza homicidio ,percioche Dominico Mo relěni nel capo di Cartello Furrouato da Caloprini idishonelramenteoccifo ¦. Per Jaqual morte dapoi fmarriti, perche eflě conolceuano le gran ricchezze della partraduerfa giŕindur l'auttonta del Doge ŕ mendicar la domenica ingiuria, leguitando Stefano loro capo sfusoironoŕ Verona ŕ Othone Secon- Cal2f>rin'Prt těo ,aiqjalepromilenoil Dominio de Vinitiani in mitm ymi-difpre'ggio del Doge,& della famiglia Morefina . Et nano ŕ oib* perche erano huomim atti ŕ tale imprefa, fubito O- w imperai» .thonlňr porfeorecchie* Ma prima, ch'egli tentaflč re-i Vinitiani con aperta guerra, ordinň di afiediarli. Et immantinente comandň intuttalalralia,chcniu interdetta f>opolocon Vinitiani teneiěe compaenia alcuna, & ff'taPerio {.'....- . . r s, ' Imperatore fece aciaicuno imporre, che neper altro nlpetto , ^yin\tidn{^ che per cagione di prillate facónde., ne peraltro prat ticaflero nelle loro Cirta-V& le altramente faefiěc- ěo, d'indi innanzi li terriŕ in ogni luogo perfuoi ni mici/Perlaqualdenuntia fubito fi coinprefe , che l'intention di Othone era, che ferrati tutti i paffi delle uettouaglie a Vinitiani,per fame-, ali'ultimo, ininfupportabih mali,riducefleil filo Dominio. Et efsi, benché in non poco terror fofle la Cittŕ,li mo •'» forarono ignoranti de'configlii di Othone, & fecu- ro animo dimoftrauano celando quanto piů poteul no , la loro grandoglia,& paura, deliberati tutti, le bifogno folle piů toiěo patire ogni eftremitŕ,che perder tanto theforo> quanto €ra la libertŕ ,& giŕ eran* 3 DELIA PRIMA DECA t.ibeBtondi Ctano uenuti ŕ gran penuria, quando Capodar?ere Caitello(come occorrerne male a male di facile h aggiunge)alnome Vinitiano ribello-,& esfi rubelli impetrarono certi campi di Loreto da Othone, quafi per efcada muouergli altri popoli. Occorrendo tali cofe di fuori ,& incominciando la Cittŕ ŕ patir difagio,i Vinitiani comprefero quefto effer auenuto percagion de'Caloprini, i quali erano con Othone, & egli vfar catali ingruftitte ŕcompiacenza loro.Perlaqual cola fu ordinato,che le cafe Calo prine foflero in tutto rouinate,& le donne,& loro fi gliuoli dati in cu(todia,pub!icarono tutti i fuoi beni. Tra quefto mezo Othone anchora pertinace ,facer-uŕ guerra ŕ Vinitiani apertamente,ne loro rendeua pace intera. In fine andato ŕ Roma, prefo da lubtea febbre,frapochi giorni G morě.Onde i Vinitiani,come altre uolte,furono da gra pericolo 1 iberati. Adhe Ca!oi>rěněrl- letta,morto Othone,acciň nň parefie lei hairer tradě perniiti nella to la parte Caloprina,trattň co Vinitiani, che Steta-€ittŔ, no,& qlli che lo feguiuan fodero riuocati dall'eitlict, laqual cofail Principe,&il popolo hauédo concefla ad Adheietta,i Calopriniefsédo nellapatria reftittii ti,quattro huoldella cala Morefina hauédo imemo ., ,_ ria la pallata igiuria tre fratelli Caloprini figliuoli di Stefano,mentre che esfě di Palazzo in barca ŕ cafa andauano,furono occifi.Ec venne in fofpetto al popolo,che per cagione del Doge tale homicidio foife occorfo.Dil che egli G uo'fe purgar co publick arrin ?a. Il Medefimo Prencipe Memmo ŕ Giouan Mo-refino,i!qualehaueua feguito Orfo in Aquitania,ri Q*?tdof* tornato egli nella patria gli diede la chiefa di fanto fabncaio s. Georgio,che giace all'incontro del Palazzo con pa-ri'°* dulicirconftanti,con patto, che egli vi fabbricale il luogo de'Monachi di fanto Benedetto: conciofia che per adietro eflb era pertinente al Dogato.Mandň Mauritio Aio figliuolo ŕ Bafilio Imperadore 4c'6ieci,acciň da lui folle di qualche degna infegna e.u ornato, Libro quarto. 40 ňrnato,onde ntornando,parefTe ŕ fuoi Cittadini piů ' "n> Ł ? f l di d fii rědčl p p pompofo,& non molto dapoi da graue infirmiti op-prefib,di Tua volontŕ fi priuň del Dogato,ouero,co me dicono alcuni,dal popolo aftretto, perche nelle ^ct ciuilidifcordie non bene fihaueua portatole come fé gliconueniua, per eflčregli itato piufauoreuole daěl'una,parte,ehed3ll'altra,ciň fu l'anno de! fuo re-gimenro quartodecimo.Ne tropo flette, che in pochi giorni eletta vita Monaitica,in quella fi mori. Pietro Vrfeolo fu fatto dal popolo in fuo luogo ,il- p;ffro yr. qual Dogato dicono,prima dal padre, huomo di fan- fealo Doge. titŕ eflerli itato predetto, & per ammmiftration di xx*h -coftuiiecofe Vinitiane non folo ndla Republica) ma fuori con gran marauiglia accrebbero . Prima da Bafilio& Alesfio, che erano Imperadori in quella prattion ttŕ nella Grecia ottenne,che per tutto l'imperio lo menatami *o i mercatanti Vinitiani,per mare,& per terra fofle Fmhiani io elfenti d'ogni gabella & porto. Si fece beniuoli i i>ert":tlA ^* Signori dello Łgitto,& Soria,pervia d'ambafciato- rrperche non po-éhfegwm fct teuano per loro forze difenderla Vmitiani manda-iarje'ŔKini- rono ŕdimandar foccorfo. Di Liburnia finiilmencč turni. • ' &q'Hiilriagiunfero ImbafcMton,cheper talcagi? furono mandati,affine,che co'l Prencipe trattalěero per nome publico,fe in Dalmacia contra Narentani con forte armata a.idaifcrojC tutta \x contrada de li liti con luoghi vicini difendeflero dalla ingiuria de Narentani,acquiitarebbono tuttala Dainiatia, & che ogni luogo delraar di Liburnia ,& Hiitria uer-rebbe fotto il nome Vinitiano. Tali promefle degli imbafciatori molto aělegrarno l'animo dei Prencipe & tutta la Cittŕ venne in fperanza di acquiilar la K Daimaria.Et acciň,che tale occasione non ti perdei- ,,.,',. fe,fubito fu ordinato una forte armata. Ma prima, v ch'io venga al Aio partir di lei,ragionaremo al quan- to del fico di queila prouincia . Gli Greci ilinuno quelli eiier flati Dalmatini, chehaueuanole lo: ha-bitationifopra Macedonia & Thracia, da gU Chao-ni,& Thefproti al fiume Hilěro. La grande/.za della *'"S,\t /»¦•», qual provincia lě efterkkfle da'monn di Macedonia, &Thracia3per infino ŕgli Peoni, Si ai mare Ionio, ondecontenefleipatio di giorni cinque, la lunghe* za tre uoltetanto,& piů fecero maggiore,laqual me furata per gli icrittori Romani., diceiě efler lei mila itadij,& la larghezza mille dugento . Perciň fi com,-2)e/cr/«»o» prende,che tutto quello,che (ě contiene fra quei ter •della Dalmn mini fino al feno Adriatico da gli antichi fu dimanda ti*. to per un nome Ilhria,& perciň Dalmatia,& Libur- nia efler terre d'Iliirici.Narrano cotal nome di prouincia & gente deriuar da lllirio figliuolo di Polife-mo & Ga!athea,il qual giŕ poifedecte quella terra. DardanoeTaulantio, & alcuni altri eiler Itati figliuoli di quefto.Perciň Dardani & Taulantij furono liabicatori di Daimatia. Hora fi chiama Daimatia tutta quella cótradadoppol'Hiftria, alla qual Libur ma LIBRO QJ/ARTO. 4» niačuicina,ches'indrizzauerfoil mare Adriatico per inGno quafi al fiume Drilon. Gli habitacori di ef fo fiume giŕ furono Dalmatini.Dapoi oltre a quella terra fino ŕ Macedonia, habitarono le genti d'Epi ro,cacciate dalle fedi loro, etutta quella regione da a/Ł tutti i moderni č detta Albania- Cofi č manifefto J* " Dalmatia maggiorméteeflerda Settentrione a Me-7.0 giorno, che da Ponente ŕLeuante. Parecchiata adunque l*arrnata,& nelle nauipoftelegenti, Vrfeo VrfcoU Pre lo nella Chiefa di Calědlo ricetiuto lo ftédardo pu ape,ondaci blico di man del Prelaro, andň uerio Dalmatia. Era '*f Xwnu nella Primauera,quando nauigado con profpero uč to prima ad Aquilegia,& dipoi uéneŕGrado.Qjjini Vital Patriarca del luogo,col popolo Se chierici né ne incontra ad allegrare del fuo uenimento. Etdifle acciň tu fia felice Vrfeoloinfieme col nome Vinitia no,io tidň lo ftendardodeS.Hermagora.queilotra T n j j Je inlegne dellapatna,ituoi faldati legiuranno,ior- (ti$.Herma~ to quefto fortementecombatterano.Spero,chefen gradai pa-tirai chiaramente,che quefto nň meno, che la forza tnarctd'^-zade'tuoifoldatiualeraairacqmfto delle uittorie. ]f^fyĚ^ Noi fapiamo, cheperualoruolčroinogniluogo la *t*' r'e*~ Republica giuftamenteč amminiftrata, ma molto piularegge,&gouernalddio.lo riceuo,diceil Do-ge,quefto tuo buoiK) proponimento,e'ISignorepre gherai,checicóceda al ritorno J^)fpera,&felice uit-toria. Etpartuo con uerito profpero, giunfein Hi-flria. Laquale hoggi č l'ultima regione d'Italia, & ŕ Liburnia giŕfuuicina,difcorrendoqua(ě in forma d'Ifola. Il Prencipe di quindi prima andň ŕ Parézo, Dectitlondi . maanchora non era giunto all'Ifolauicina alla Cit- p.iren-cŕ Fi tŕ,che Andrea Vefcouo gii uenne incontra,& i loro nitUm. Cittadini con riiauerepublico,&priuato,fi diedero 3. Vinitiani.il Doge cinto da foldati entrň nella Cic tŕ, & fubito andň ŕuifitare il corposi fan Mauro. Dc>HninJi Lenata quindi l'armata , fi trafle all'Ifola uicina ŕ P.-U Arni Pola,laquale e Caftellod'Hiftriaantico,comeina!- "•«»»'. F tro DELLA PR IMA DECA tto luogo habbiamo detto, da Colchi edificato. Et fuoi fa apprefentarono due Prelati con gli amba- fciatori,& dimandarono pace.Et quello che una uol talor comadaflero, di deuer perpetuamente oflerua re co giuraméto jpmifero.Et giufero qfto, che quan te uolte facefl'ero facrificio doppo le laudi dell'lmpe ratore,catarebbonoancor lefue al Doge vinitiano-Etefiédo lecofede'Vinitianiin tale^pfperitŕ nelle parti di Dalmatia,Murcimiro difcacciato jI fratello, occupaua nitro il Regno de gli Coruatim.La Cor-uatia mofTa ueramente & parte della prouincia dell* Illyrico,laqual dalla gradezza de' Campi, che fono quafi in mezo la prouincia fino ŕ Durazzo i moder ni fcriuono, che occupň quefto Murcimiro,temendo egli, che i Vinitiani profperado di giorno in gior no,non ueniflero occupando per infino ŕ i luoghi ul timi di Dalmaria : onde fubito per fuoi ambafciato-ri mandň ŕ offerir gente,per farfi bcniuolo col Pren cipe, ŕ i Vinitiani. Tra quefto tempo il Doge mandň dieci galee ŕ guadare i paefi Narentani, intorno all'Ifola uicina ŕ Belgrado, laqual da gli habitanti č detta Chama.Quaranta mercatanti Narentani pre-fero, che ueniuano di Puglia. Alcuni dicono quelli auanti lalor uenuta eilcr fiati per fue loro manife- ftati, LIBRO QUARTO. 4» fiati, & perciň gli furono mandate incontrale nauL Vrfeolo non molto dapoi per fupplire 3 quelle, ueo ne dietro,ma le nani, che andarono innanti, prefero l'Ifola prima, che giungefle il Principe -, intorno la quale i Narentani,come dicemmo, erano ferrati. Per laqual cofa auuenne, che fubito nel uenir di Vr- Ł"'/'v'°» ^* feolo gli ambafciatori di Belgrado,& Trahů uenne-ro per accettare il Dominio, iquali giurarono per publico nome alle parole del Doge, che in perpetuo ftarebbono nella fede de' Vinitiani, laqual con preghi haueuanoottenuta.Trahůč l'I fola di Dalmatia, con un Cartello di tal nome dagli Iliei fabbricato, quali uicina al terreno. Era in quella Ifola Suringa Croatio fratel di Murcimiro, ilquale dapoi fatta la prometta d'efler fuddito ŕ Vinitiani, diede il figHuol Stefano per ortaggio al Doge, ŕ cui eflb diede poi Nicola fua figliuola in matrimonio . Moffo di qui l'armata, ŕ gli altri luoghi della Dalmatia andarono. Spalato Cittŕ in quei tempi abbódantilfima, fegueir Yf*ě'ůL do lauolontŕdell'Ifoleuicine, riceuete i Viniriani per Signori. Corcyra nigra riciifando la Signoria,fu tfpugnatada Vrfeolo ,laquale hoggi uien chiamata .. * Curzola. Doppoquefto le galee Vimtiane li ritira- ^yj^^- **•] rono airifolaFaro,cioč a Liefina. Dicono che i mó a^vK^ua*/ /t* ti rotti da ogni parte irrmezo il mare dimoftrauail luogo, & da lontano pareua non poterli acquifia-re,comeinefpugnabile. Gli Narentaniconfidatili di tal luogo fino ŕ quel giorno haueuano molefta-to il mare con latrocinii,&mifoleuano gli Cor-fali ridurfi , quando era bifogno , come in fecura fortezza,& la Cittŕ per natura,&induftria molto ben fornita. ApprelTo a iquali luoghi i merca-catanti Vinitiani fpefle uolteerano fiati pi-eli,& di loro mercatante fpogliati. Ma torto che le galee prefero il porto, furono limitati gli Cartellali!, ŕ feguire i coftumi de gli altri, piů torto che ŕ prň-nate le arme Vinitiane , che era manifetta igno - F i ranza -.t: DELLA PRIMA DECA ranza uoler patir danno,& anchor3 pericolo piů tofto,che laluarfi con e loro figliuoli & robbe>ri ceuendo i Viniiiani nella Cittŕ;j?cioche ftando pertinaci nella guerra,dapoi che hauellero incorniciata freft diVte adaflediargli,non giouarebbepiu dimŕdare pietŕ ne fiut. mercede. Pareua che quei di Liefina harebbono uo- lentieri accettato il Dominio de'Vinitiani, fé con quelle códitioni fuflčro ftati trattati, come gli altri popoli3ma temendo eflě,che'i Prencipefattala Cittŕ fuajpoi nň la roninafle,peramor della patria, della qual non č cola piů cara ŕ gli huomini,cercarono con ogni forza di difender la terra, & lótano cacciare il nimico . Il Doge all'incontro fentendo quelii metterli in ordine, prefto diede fegno alla battaglia. ^ Caftellani fieramente dal difopra li difendeuano. Erala Rocca,come habbiamo detto _p afprezzade' luoghi nell'afcender difficile, ma tata copia di faette tratte furono dal luogo dabaflbuerfo gli difenfori, che,coperti dalla moltitudine di qlle furono altretti ŕ partirli dalfoccorfo. Allhora le ciurme delle galee infieme coi foldati incominciarono ŕfalireimo ti. Smarriti quelli ch'erano nella Cittŕ,i Vinitiani animofamente allaltarono i muri,& pofte le leale in ^y piů luoghi, ualorofamente incominciarono ŕcóbat tere. La fperanza accrefceua forza ŕgli Vinitiani di acquiftar il Cartello, fé alquanto piů follecitauano. A quelli era natadifperatione per una torre, che da pochi fu prefa,iquali cacciati inimici da quella par-ne,prefero i muri. Onde uinta la pertinacia Lelěgna ni gettate uia Tarmi, addimandarono mifericordia. 11 Prencipe clemétiflěmo comadň,che filile lor perdonato^ la Cittŕ per uoler di quello rouinata,fubi toda Liefina ŕ fan Maflěmofi trafporrarono,doue Deditiendi gTambafciatori RagufeL col Vefcouo loro uennero H«l*[ei. incontra, e fi refero al Dominio Vinitiano. Dapoi il Prencipe con l'eflercito entrň ne' cófini Narentani d'intorno il Caftellojguailando ogni cofa a ferro,& fuoco. LIBRO QVARTO. 4J fuoco.Finalméte guafti & diflěpati co tal rouina i ni-mici, eflě per uia d'ambafciatori dimandarono pace. •A iquali fu cóce{fa,con queftecóditioni. Che quŕti ¦danni haueuano dato a' Vinitiani dal principio della guerra,doueflero co giuito cóto pagare. Ne da quel •jtrttttn tempo in dietro prefiimeflero dimandar alcun tribů ^ to ŕpopolari,oueroaltri di lorfufleropiu Corfali. Li Narentani accettarono qfte códitioni,conlequa li erica cčto & Tettata anni da noftri č ftato guerreg giatocon uŕrie fortune, dicuidouelfe efěerilMarc pofl'eduto.Finalméteda necefsitŕ aftretti, refero tut ti iprigrorit.L'eflercitocon uittoria fi ridufle allena ui.UPrencipe purgato il mare di latrocinij,& tutti i luoghi maritimi deH'Hiftria,&Liburnia,& di Dal-matia ridotti in poter de' Vinitiani,có uento ^fpero ritornň a Vinetia, nella quale per la nobile uittoria, perche nň eracoftumede'TrionnVircódatodalgra tiofopopolo,cometriófante entrň. Poirecitŕdo pii blicamentele cofe per luifatte,rutta l'Hiftria& luo ghi del mare da ultimi cófini di Dalmatia con tutte ieuicine Ifolepclemétiadi Dio,& fuoi reggimenti fatti foggetti al Dominio Vinitiano, co parole ma» gnifiche lodato per ilconfiglio,ordinň,(ilche fu 11 č jpfpero & felice ŕ lui, & al nome Vinitiano) che nň iblo di Vinetia, ma di Dalmatia (ěchiamafle Doge orfoDott egli & i fuoi fuccetlori. Fu difpofto fimiiméte in tut vinetto., te le Cittŕ della niiouaj^uincianuouimagiftrati ef- li Ter mefsi.Dicono,Othone e Orfo fu mandato ŕ Ra gufě,il figliuolo di Othone ŕ Spalato,Dominico Po laniŕTrahu, Giouanni Cornaro ŕ Sico, che i moderni chiamano Sibenico,Vital Michele ŕ Belgrado^ & altri ad altre Cittŕ, i nomi de' quali per antichitŕ nň fi fanno.Vrfeolo rifece la cittŕ di Grado,nelqual luogo anchoraalquate cafe rinouň co molta fpefit, i corpi di s.Fortunato,& s.Hermagora,& con qfti di fan Dionigio,di s.Largio,& Hermogene fece porre in una nuouafacriitia. In Heradia firn il mente edifi— E i co caf* DELLA PRIMA DECA co cafe magnifiche,& un tempio honoratiffimo,peT rifpetto del luogo , che allhora non fi habitaua. Et tato fpauentň Giouan Belunefe Prelato,ilquale mo leftaua Viniciani,hauendo interdetto al popolo della fuaiurifdition,che no faceflero mercarŕtia co Vi-ritiani,che di gratia dimŕdň pace,& reftitui ogni e o fa, che fino a quel giorno non potč eller affretto ŕ farlo per lettere di Othone. El Prencipe uolfe che quella fufleperpetualo nuouo patto fermata.Man-dň il figliuolo anchora fanciullo ad Othone con let tere,tal cofa richiedendo ŕ Verona.Dal quale hebbe il facramento della chrifma,& fu chiamato Otho-ne,che prima era detto Pietro.Molti,& larghi priui-legi di} efler liberi di datij,& porti, furono da lui ira petratj.De cófini anchora HeradianaPiauenza prň 'firmati?'* mi^1 $ Gioufn Diacono,ilqual per il Doge fu man *^^ ' Jato nontioŕ Verona della uittoria Dalmatina, da quello facilmente fu impetrato,che fecódo gli antichi patti iěeflero li cófini nel nome Vinitiano.Otho ne in quel tépo andň ŕ Roma,& eflendo per andare in Francia,comandň a Giouanni, ch'era con lui, che auifafie per lettere Vrfeolo,ch'egli non molto dipoi era per uenire ŕ Rauenna, & poi ŕ Venetia per fatik-far ifnoi uoti, & occultamente farfi traggiettare& volere,che'liuo uenire non fuile conokiutň .Per quefto, che con pochi haueua ordinato uenire, & conhabito uile . Per tal nontio,come era debito, il Doge rallegato,afpettaua con mirabile defiderio ii giungere dě tanto foreftiere.Venne l'Imperatore tra queHo ŕ Rauéna. D a Rauéna prima pafsň Fópofia, luogo vicino all'entrar di Gloria bocca dal Po, & di notte morato in naue,tolto cinque de'Aioi famiglia li,con Giouan Diacono^ó^pfpero nauigŕre a Vine-jren*4* J* tiagiunfe. Piacque all'lmpcraroralloggiar nel mo-fimperiture naf{ero di s.Seruulo piů tofto,che in luogo publico * Vintti*. neprjuatO}acciň il Aio tienir co piů comodo foflece lato.Qiiiui eó Vrfeolo Doge entrň lanocte,& dapoi il ralle- LIBRO QUARTO. 4* il rallegrarti il Dogedilui,che co profpero uento e faluo era giunto ŕi liti Vinitiani,& eidei Doge,chc confi fatta uittoria haueuaamminiftrato la Reputi-cairnacia,di note ambi entrarono nella chiefa-Doue fatisfatto a i debiti uoti-, fecódo l'ufanzadi Othone, andň poi nel Dogato;& perche l'uno, & l'altro uole uŕ, che la prefenza di tanto foreftiero fufle occulta» il Doge fin che Othone fu con lui,definaua in publi & quello che haueua impetrato, Lequali cole tutte furono molto grate, & lodata li induftriadiVrfeoloincelar laprefctitia d'un tanto Signore,non molto dapoiper gli nobili meriti di iui uerfo Vinitiani, di publico ordine gli fu concef-fo ,che potefle tuor per compagno Giouanni fuo fi gliuolo, ilqualepofto nelladignkŕ.Il padre conia moglie, & il fratello di Othonr mandň ŕ Co.ftanth-oo, & ŕ Bafilio Imperatori di Grecia, da'quali orna ti di molti prefenti,non dettero molto ŕ tornar ŕ Vi netia. Ma perche non fu mai alcuna felicitŕ huma^ na, che per qualche auerlětŕ non fufle turbata, a-uenne, che prima, che eflo uecchio altramente felice , ufcifle di uita fra due eftremi mali della Cittŕ» cioč fame,e pestilenza, i fuoi figliuoli, & nuore uide morire.Onde nelle cofe^fpere fu dalla fortuna per-cofro.Traquefto fu aliretto anchoraŕriceuerdiuer fecaufe con quelli di Capodargere,& quelli da Pie» uč di Saco, di pagar li porci,iquali dimandauano R.i- p 4 paůci, della prii^a deca paticijcon quelli delle paduli Loretane. Ma l'una, e l'altracofadi uolerdella Repub.trapafsň. Inquel tempo Faledri nobile famiglia edificarono lachiefa tdhhruM ih co^mona^ero di fan Benedetto di priaarafpefa:,& Un Btntdtt- *lue^° fecero ricco di molti capi, & poflefsioni,d'tn $t, iornopoiti.Il Doge la chiefadel Dogato co molta; foltecitudine rifece. I fuoi beni per tettamelo lafciň, che fuflero in tre parti maggiori distribuiti. L'una ŕ figliuoli-L'altra ne' bifogni de' poueri,e in rifar chie-fe. Il refto in fefte & fpettacoli publici. Fatte quelle tal cofe nella Cittŕ, eflendo ftatoanni uentidoi nel Prencipato della R epubl.fi morě,il corpo in fan Za-charia,per la trifta Cittŕ & lachrimofa, con magnifi _, e .. co apparato di eflequie fu fepellito. Othonefuofi-biěvŕtolo g"uoi° Per defideno del popolo al padre iaccetiet i di l& d dl P pp p giouane di gran ualore, & ueramente degno del padre^ auo iuo,huomini d'ogni integritŕ.Hauea egli incominciato ad amminiitrare la Repub.con quella uirtů,che in lui fplendeua,quando lafama fua indul-fe Geica Re de' Vngheri ŕ darli la figliuola in matri monioj&fuperň gli Hadriéfi,che moleltauano i có-g fini Yinitiani circa Loreto,c5 gran guerra tra le boc te lffigliu0- che dell'Adice ,& Po. Et fuperati diede ŕ quelli la U del g,t di queite códitioni.che rendeflčrole cofe La yutherta per r , 3. *. »„,>•,• • r n- moglie, redani, per le tolte,& d indi auanti non faceikro piů ingiurie.Per quella rottahauuta ŕ Loreto, dicefi, le forze d'Hadrienfi eftere molto fcemate,lequah erar-no no picciole ŕ quei giorni,& in tanto,che qviafi ti riduflero in niente. Moleftaua in quel tempo Mur-cimiro Redi Coruatia (alcuni il chiamano Hereiě-mo)contra i patti poco inanzi fatti gli Zaratini,gua bandone con fpeffe correrie i lor paefi, & l'altre Ctc tŕ uicine giŕ haueuano fentito l'arme de Corua-tr. Othone Doge uolendo egli uendicare la ingiuria de'fuoi, andň contra il Barbaro, ilquale non Fmz* iltl Re nauendo ardire d'afpettarlo con poco eilercito fa 4* 'CwiMtia. dio il e, lo ruppe Si mijle in fuga. Ma che o ti ero in mare. [ nrat LIBRO QUARTO. 4y mare,ouero in terra nel fuo tenire foflč combattuto gli fcrittori che io ho veduto,no lo mettono . Dapoi quefta felice vittoria,Othone tuttala marina di Dai matia,Liburnia,& Hiflna circondando con l'armata quali per conofcer lo flato della prouincia ,laqual per gouerno del padre era venuta fotto il Dominio Vimtiano,lecittŕ,& le terre aftrinfe connuono giů ramenro,che nella fede,nella quale erano entrate di Yolontŕ,ftefferoferme,ne alcun de popolari contra quefta Signoriarinouafle alcuna cofa.Dapoi partito di Dalmatia,Doniinico Flabenico con federata con giura alě'improuifo il prefe,& rafatogli la barba i'an / no quinto,che egli laRepublicafolo amminiflraua lo confinň in Grecia, doue non lungo tempo flette, Pietre Cft che fimori.Othonepoftoinefilio,Pietro Centrani nico,iucr co,ouer Barbolano,percioche l'uno & l'altro nome Barlolano trono ŕ quella famiglia,in fuo luogo fucceile.Q^ie- Do&e fti trouato lo itato della patria di dentro ,& fuori poco in pace,non fapeu3 egli da principio,ŕ qual par te della Republ.douefic prima efler foccorfojnondi-meno,gli parue eflere meglio ridurla Cittŕ,ch'era contaminata dalla brutta congmra,& perl'efiliodel l'ottimo Doge alla vfata concordia.Tra quefto fpa-tio Pepo d'Aquilegia confiiiandofě perla nouitŕ del pq lecofe Vini tiane,e per l'impedimento dellachiefa di lej>iUt Prclc Grado;l'ercioche alcuni fcriuono,Orfo di quel luo- "ta$' go Prelato,eirendo cacciato Othon fuo fratello del Dogato,& temendo,che da gli huommi della contra ria parre,per ilquale egli era futo mandato fuora del la patria,(eflo fitnilmente acciň non folle oppreflo) andňvia. Pepo quafi mostrando del luogo hauercu ra per non eflerui Orlo, prefe Grado . Alcri dicono, cheinfauor di Orfo fu efpugnato effo luogo,&poi allhora fi tenne colfauorde'VinitianiJaqual cola (x dimoftra efler falfa.Percioche,fe quelli allhora fof-fero flati tra loro amici, ŕ quel tempo Tuno,& l'altro haurebbedifefo lacaufadellalua chiefa,!aquale ŕ Roma DELLA PRIMA DECA ŕ Roma fu trattata in publico,non fen/.a fofpetto di odio.Doue dai Pontefice, & da tutto quel concifto-ro,dicefi,che fu dichiarato,che la eh iefa di Grado fof fedi Vinetia, detta Metropolitana. Ma quello čma-nifefěojche Corrado Imperato r,per nlpetto di Pepo in quel tempo grauemente con li Vinitiani eraa-dirato,& uerfo d'alcuni apertamente fu contrario.Irj quello těato erano le cofe Vinitiane, quando Cen-tronico:ilquale giŕ anni quattro haueua animi mitra flD*if^i~ tŕ^a R-cPu>come fidice,peropera di OrfodaGrado }«>©«wr» fucctfle. In qiu fio tempo Pepo d'intorno Grado Contarti» habitat-la region vicina ŕ Sequa najlaqualdaesfě habitanti fu poi detta Normania^ Fu queiěo,dicuiparlo,bifauolodi Roberto, ilquale dapoi di qua dalle alpi tradufle il nome Normanicoj di cui anchora alcune poche cofe refta ŕ dire, acciň fiano piů chiari ifuoi gefti.trano le cofe d'Italia per quel tempo molto disfěpate,& guafte circa Lucania, &Sicilia:nellaquale le fortune di Roberto gioitane incominciarono ŕ fiorire,& per altri frefchi danni, & per l'arme de Sarracini,che per tutta efl'a terra,ma piu in Sicilia andauano difcorrendo con modo mife rabilediminuire,mačdubbio,fe per fauordi lui ouer d'altra fua gente di Francia in Italia fo n'ero trandot-te le forze deNcrmani. Eglie cofa manifefta, che quefto fufle fecondo nipote di quel maggior Rober to,ilqualedai liti dell'Oceano nella Mediterranea ŕi Francia , per il fiume Ligero, fofle penetrato , la-qualcofapuoteeficr facilmente,che alcuno del fan-gue Regio prima di luihauefieindote l'armi de'Nor mani in Gallia Cifalpin*,che hoggt č una parte d'Ita lia detta Lombardia.Di qui nafce,che molti dicono Roberto giouane,primo eflerfi moflb conrra Sarra-cini.Macerto ( fiacome fi voglia ) in quefto tutti ft cňnformano,chequafi invn mcdefimo tempo d'Ita lia,& Sicilia,molte migliaradi gente di quellonel-l'uno, & l'altro luogo efiendo morta per opera del NorWiano,furono cacciati i Barbari & i Greci di Ca labm,& di Puglia,& quando per varie profpentŕ le forze de Normani crefceuano, incominciarono ef-fer Jbfpetteal Pontefice Romano, perche in Sicilia, & in gran parte dell'Italia erano fino ŕ quel giorno molto piů crefciute,che non cóueniua allaficurez-xa delle cofe della chiefa,& ad altri, percioche Luca nia haueuano nouamente fatta foggetta,& per fama fihaucua per fermo i Normani douerpaflare in Cŕ-pagnia.Diccfi,che Papa Leone, non potendo eoa preghiere LIBRO QJARTO. 4? |>reghiere,ň co minaccie,con forze uolfe impedire i- tfZ loro mouiméti & apparecchiato ŕ quefto un groflb tf^ce cflerci to, venne ŕ Beneueco ma n'hebbe infelice in-cótro:penlche efiendo egli rotto dal capo d'nimici, fi i idiiflfe nel Cartello.Ma non per quel conflitto im paurito,come huomo di viuace fpinto,anchora ima ginň con nuoua forza ,& artedifeacciare il nome Normanico d'Italia.Ma furono vane in ql tépo tutte le fue forze.Morto adunque Leone,il Aio fuccef-(br N icolao Pontefice,non hebbe ardire di piů mole ftar l'arme di tal gente,ma penfň le cofe della Chie faefl"eraflaificure,fe con tributo ŕ quelli dadouere ogni anno,& fartofi beniuoli li lbldati, quando forVe bifogno,con Roberto,accordato haueffe efprefla.r Norniani la confefllon di tal cofa. Quefto č quafi quanto de tumulti di tal gente alcuni hanno fentto. Sono altri,che dicono,efler flati di Lcbardiarorigi ne di Roberto lafciando di far mentione dell'antica Gallia.Diconocheil PrécipeTacredodi quella terra hebbe dodici figliuoli.De'quali tutti, Guglielmo per cognome Ferrabrach,& Roberto Guifcardofo-pra gli altri, vengono celebrati. Negano oltre acciň quellecofe,chepoco inazifcriuemmo p*erindu ftria di Roberto eflere ftate fatte,ma per Guglielmo fuofratello.Neqllo,che piů importa cofi dicono,co meqlli,chehabbiamo feguito,ma altraméte Campa gnia,ne Lucania efler ltatada tal gente occupŕtajne furo d'indi cacciati i Saracini.Ma che Guglielmo co Caparro & Salernitano Prccipi córra Barbari fecero legacene haueuano opprefla la Sicilia,& certo non molto dapoi tolfero 1 cópagnia ŕ taleimpfaMoloco ilquale reggeua la Puglia,& la Calabria ŕ nome dell' Imperador di Grecia co quefti quatro eserciti congiunti facilméte cacciarono di Sicilia i Barbari,& pa cificata rifola,Moloco,perche egli li diede foccorfo uolfe che rifola vinta folle deH'lmperadore,& non de'compagni. Laqual cofa Normano hauendo ŕ molefto, DELLA PRIMA DECA molefto,pofto infieme l'efferato, nauigň doueeri piů vicino in Italia,& Melfi Citta in Puglia cinta di afledio, incominciň con arme ŕoccupare .Moloco f>artendofi deU'Ifola per andare in fodcorfo di quel-a,fu con dubbia fortuna fconfictof& rotto,fi che ef-fendo Moloco fuperaco,& fpogliato deireflerciro, fuggě in Gretia,& finalmente molte parti della Puglia l'otto la guida di Guglielmo s'aggiunfero all'ar me Normane.Eteflendofi molte voi te con varia for te combattuto del pofledere di efla terra joccorie, che in quel tempo Michičie Imperadore con tre fi-gliuolijda Niceforo di Coftantmopoli fu cacciato. Qiiefto Michele con Roberto Guifcardo,»] quale al Ihora aflediaua Taranto, trattň di paifarein Grecia, & per certo era manifefto,che per fuo gouerno, le cole di Normano in Italia fioriuano. Affermaua e-gli,che poi che foffe {cacciato Niceforo di Coitami nopoli,laqual cofa isforzandofi facilmente poteua auenire,effo vittonoib harebbeŕ fignoreggiarela Grecia-Gregorio ŕ tale imprefa efortandolo, fu^ito lafciato l'aflcdio andň a Ottrito.Quiui tutte le gea tracciň richiefte, polle in naue,cpn buon vento giunfeprima alla Vallona, & quella tenuta,per forza andato dipoi a Durazzo , cinfe la Citta da mare & da terra d'alledio.Niceforo contra le forza di Ro bertň,& di Michele mandň Aleflěo con genti da terra ŕleuar Durazzo d'ailedio.Coftui co Siluiopren cipe trattň per nome di Niceforo,che i Vinitiani fa-cecero una potente armata contra Nornuni.Altri fcriuono,che Niceforo per via d'ambafciatori,auan ti la venuta d'Alesfio,da Vinitiani ottenne tale arma VdmétaPi ta.Il Prencipe adunque con grofla armata andň con nitianafat'a ti a Normani,& giunto che fu ŕ Durazzo, hauendo cantra i!u r innanzi il nimico, comandň ŕ fuorché fi apparec-m*n*' chiamerň ŕ cóbactere,ne troppo indugiaflero. Siluio fieramente fi mofl'e contra quello . Dall'altra parte aŕ nimiei con grande animo per il fuccefio delle loro LIBRO QUINTO. 49 ro cofe ingagliarditi fi fecero contra le galeede'Vi-nitiani, lequalicon tanto ardore intiavono ŕ que-fla pugna,che non come quelli,che aiutano la dignt tŕ deH'mperio $> ma pareua che combatteflero per la proprialorpatria,fu combattuto affai lungamente, & il fin della uittoria era in dubbio. Finalmeute rot- rinvia de* to l'armata de' nimici, & parte delle lor naui prefe, ň ^'ntěatu co-fommerfe, il uittonofo Précipe aperfe il mare ŕ qlli ir* N9I'WW** di Durazzo,ilquale per adietro era loro ferrato. IL QVINTO LIBRO DELLA PRIMA DECA. A ltberations del'afl'e-dio di Durazzo in quella parte, che fu combattuto,fu di nň poco cofto ŕ Vinitiani: percioche dapoi fmarrite,& perdute le for zedi Niceforo(lequaliperfubt taribellion de' fuoi erano fiate opprefle) Durazzo per terra af fediato,& giŕ rifatta l'armata de' nimici permare,(ě-milmente oppreflo dalle arme del Normano,non ui eflendo i Vinitiani,Michele & Aleflěo,iquali,eHendo cacciato Niceforo , haueuano occupato l'Imperio, ordinato di dar foccorfo alla Cittŕ, dicono,con mol ta fanguinofa guerra alle mura combatterono. Et fu perati 1 Greci,morto il compagno,fuggě Aleflěo per faluarfi.refiiDirachini, finalmente uenne nel poter de' nimici. Ne molto dipoi i Vinitiani in fauor d'A- G leilěo DELIA PRIMA DECA Icffio fi mafiero contra Normani, quafi nel medefě "* mo luogOjdoue prima hebbero vittoria. Ma con al~- & Vě tra forte fu combarcuto. Hebbero i Vinitiani G.fatta pi * P» rotta,che glihuomini dell'armata, che erano molti, ra\\o. ljquali Siluio in quel luogo haueua condotti,alcuni s'affogarono.nelle acq-ue, altri furono. prefi,&po-Frinatta» chi viui fcamparono.Laqual cofa al Prencipe grande dtlDege 0(jě0 partorě, perche il popolo,ritarnato egli nella patria,ranno. terz,odeoimo della Aia amminiltratio-ne,delladignitŕ lo priuň.Alcuni cófeffano che i Grc ci,& i Vinitiani inanzi il porto di Durazzo , furono f|jperati;& che non hebbero,tal rotta, come s'č det-t to,mache fu combattuto {mortalmente dairuna,& l'altraparte.Et incominciando ŕ eflerne i nimici uia citori,allhora Alefllo fi fuggě, & Teorie per tuttala, Morea,EtSiluio veribi liti Vinitiani.Ne vogliono, che quello fofle priuato della fua ammifliftratione. Ma che il Cecódo,ouer,cornealtridicono,il terzo & ventčlimo anno del fuo Prencipato felicemente mo. rě,& fu honoreuolmenre fepellito nella chiefadi fan r-r Mŕrco.AluifuccefTe nel Dogato Virai Faliero. Et t[t4ogtxxxu ]aprjmafuaammjniftratjone non fu menod'hono-re,chevtilealla Republica. Subito fatto Prencipe, trattň, con tutto il popolo, che ad Alefllo in, Con-fiantinopoli foftero mandali ambafeiatori, alqual di niandaflero,che il Dominio di Dalmatia, & di Cor-iiatia(leq,ualiprotiinciehaueuano tolte dalle mani de Corfaěi,)eifendo per debita r-agion di guerra fuo, doue(Ie concedere in perpetuo al nome Vinitiano. Pareuache perii noui benefici perii Vinitiani ŕ lui fatti tal cofa Aleflěo uolentieri doueflč far'e.Fu ordě natarambafciaria,& mandati Dominico Dando'o, Andrea Michele,e Iacoma Orio. t\ ppreffo alcuni in luogo di Dominico Andrea, & lacomo Zěani Vitale, & Antonio Trono.Tutto da Aleilio fu coceduto, & ordinato, che i Vinitiani per legittimo Dominio pofl'edeffejro la DaJmatia,& la Coruatia. Et Faleri»- \ ::..... ; « LI B RO Q^V I NTO. ' %o di tutti primo, come dicono alcune hiftorie ,diede ^ .principio ŕ fcriuerfi Doge di quelle prouincie. In: "I"J* ?." * n- • i 1 •¦> « xi- ¦ • ¦ moDottai queiti tempi anchora da Greci ,& Vinitianitrouo vaim*tlltQ, per guida del Falerio contra Guifcardo,necon mi- CoruAt.n. r glior ventura, che adietro per Siluio Doge, eflerlě combattuto intorno Durazzo, Henrico d'Italia Im -peradore,da Treuigi pafsňi Venetia,pervifitarla chiefa di fan Marco, il corpo delqual non molto in- ' ' ^ nanzi per miracolo era ftaco trouato , come per certa fama s'udiu2.Dicono che alquanto tempo non (i fapeuadoueeglifofle.Et (ěcredette quafi, chef-offe Aito da gli occhi del popolo leuato,&pofto in luogo piů fecreto . Ma la Citta eflendo in gran defide-rio follecita di tanto fanto,comandatafi la proceiěěo ne,e il digtuno,alcuni Prelati infieme col Clero,& tutto il popolo parimente orando vennero alla chic' fa. Allhora in quel luogo per molte orationi, dicono, miracoiofamente hauerfi mollrato a i fuoi cittadini,porgendo l'un de'bracci fuori della terra. / Et finalmenie con grande allegrezza del popolo ^pariti™ d'indi leuato il corpo,& pofto in luogo piů degno, di fan Xf**«-fu ordinato che al Patriarca folo ,eal Procuratore {i>' dellachiefa tal fecreto folFe lecito fapere.Et dicono ' ~ che allhora primieramente la nuoua Chiefa con piů fontuofo edificio leuata in pie,fu ŕfan Marco dedicata. Appretto il Faliero rifece Loreto, paefč jp vecchiezza rouinato&riduto in formadipiccio-lo cartello , & accioche fofle habitato diedero moki priuilegiŕciafcunojchev'habitail'e . Ne trouo altra opera publicadi quello,dipoila inftaurationdi Lore to,dentro la Citta ne fuori. Mori egli, alcuni dico-» „ , . no l'anno xii.altri l'anno xiii. del fuo Dogato. Vi- ^JL* °' tal Michele fu in fuo luogo creato, per uolerdel- xxxhi. quale, fu mandato: unagrofTa armata alle Cittŕ,& luoghi di terra fanta in Soria,coine fi dice-, per acquiftarla . Ma,percioche gran cofe furono in quel tempo fatte per Chriftiani in Afia, lequa-¦. . G » li DELLA PRIMA DECA li appartengono ŕ Vinitiani, non fenza cagione ho penfato di breuemente narrare l'ordine , & principio di efla guerra, accioche per quefto, che fi di-. , . rd, le cofe de Viniciani poiFanQ eiier pio chiare. in iktmoto T,' , j r n- r r jtijbertt» I' capo adunque di far queifa guerra fu un certo ferii chnfiia Pietro Romito Francefe, come hanno fermo alcu-mdi pigiar ni,ilquale,eflendo in quel tempo uenuto di lontano la impreja di gj Sepolchro di Chrifto noftro Re>& Dio,da Simo-urnfanu. neprejato Gierofolimitano,&da altri Chriftiani,;li quali habitauano que' luoghi, intefe con quanta indegna feruitu la terra, nellaquale la fallite di tutte le genti era {lata acquiftata, fulfe dal crudo Imperio di Mahometto opprelia,& poHedut.a,& niun luogo ef-fere in quella cofi fanto, ne di tanta religione ornato, ilqual da quella gente non filile uiolato con rapi ne, morti, & ftupri fino ŕ quel giorno, & che quelli del nome Chriftiano erano perfeguitati, & co diuer fé battiture tormentati,di modo,cheda que1 luoghi erano,ň altretti partirfi, ouermiferamente morire. . .. Apparile miracolo fanto la notte inanzi al giorno dichrifto a della refurrettione,Chrifto in fonno a Pietro,alqual r 'tetro fare- difle,che tornando egli in ltalia,nonciaflealPonte-witét< fice Romano,& ŕ i Prencipi,cofi diFrancia,come di Germania,che ŕ lui piaceua & lor com|daua,che uo leflero uendicarfi della ingiuria di tali crudeli Pagania con loro armi ŕ queui torre la fanta terra,doue per comune falute nacque, & mori. Conciofia che liiolti,& grandi erano mi gli legni della fuahumani-tŕ riceuuta.Percioche fi uede la cafa del fuo nafeimé to, la Chiefa doue fanciullo pianfe , difputň efiendo garzone.& grande infegnň : il monte Thabor, doue fu transfigurato,ij monte Oliueto, doue feceora-tioni,il luogo della cena,il Palazzo di Pilato,il moti te Caluario, il luogo della Croce, ne di indi troppo lontano il Sepolchro. Pietro adnque uenuto inlta-lja,per cofa importante andň al Ponttfice,& fatta li fu a ambalciata, pafsň le Alpi, & andň ŕ gli altri Signori LIBRO QUINTO. ?t gnori Chriitiani. Et tra quefto tempo circondando tutta la Europa non reftň pubicamente di predica- t-e,eflortando i popoli a tal degna, & fanta imprefa. Vrbano notvmoltatfŕpoi nel cňcilio di Chiaramon °m"'»» ^» te,nelta cittŕ Auerna co molta graue oratione ciue- W^'^*"? n r \ i i • i ..ve « kt r ě per l impreli Ila cola tratto : lacuale in breuita fu tale. Non folo \t; t'r' per riipetto della Chiefa Romana, laqual haurebbc e,& tutta terra fanta, d'indigl'infedeli ¦mettenVě Eg«di»,Roberto Conte di Fiandra, Hu- .* goneper cognome Magno fratello di Filippo Redi Francia,Stefano Conte de Carnuti,Podienfe Prelato, e Pietro Heremita autor della imprefa . Quefti, doppo3 ch'egli uide le prime parti della guerra eflere in ordine,con Faldouino , & fratelli per la Magna, Vnghcria,& Thraccia con grade efferato andň ŕ Co ftantinopoli. Il Prelato Podienfe,Raimódo,Hngo Magno,e Stefano de'CarnutijCÓ maggior géti d'arme LIBRO QVINTO. a me parlati in Italia, andarono ŕ Roma al Pontefice. D'indi diuifě in tre parti, una ŕ Brandizzo , l'altra ŕ Barri, & la terza andň ŕ Hidrňte, hoggi detto Otra *"" . to, con laquale da Boemódo figliuolo diGuifcardo huomo di gran ualore, la fama di tanta nobile impre fa, giŕ innanzi mollo con le genti della Puglia s'accompagnň, finche le genti, lequali erano in Italia (t ŕpparecchiauanoperpartirfi. Intanto loHeremita» thč con li fratelli Boglioni era andato ŕ.Coftanti • ropoli,dalThratio liosforo,hoggi detto in Braccio di fan GiorgiOjdoue fu piů uicino,traggettň le genti in Afia-, laqual cola,acciň fofle fatta per tempo, di cefi Aleflěo Imperatore co fornirlo ftlidio hauer fol-lecitato,chedi quella negligéza douefle eflerincol pato Pietro Heremita,comehuomo inefperto delle arme,& delle cofe pertinenti ŕ capitano, & q(to per la troppa libertŕ , che haueuano i foldati, che legui-uano Pietro, & per la troppa licentia di commetter cioche uoleuano . Onde credettero alcuni,che Pietro per comandamento dell'Imperatore,quafi cótri fua uoglia, tra i primi fofle in Afia mandato. Et cofi fubito uerfo NiCodemia ,& Nicea furono moflě gli eflerciti. Ma percioche molto chiaro appareua, che, fé Ł fola guida dell'Heremita, huomo piů torto buo no, che d'ingegno accorto, fu (fé tal e impre fa fatta, eradi neceflitŕ,che ne'primi épiti,ň certo,ň no mol todapoi,tutti quelli,chefofleropa{Tati,incoireflero ŕ gran pericolo, tolfero perlor capo Rairnondo di fangue Alamano, huomo di molta celeritŕ& inge-gno.Perlacui elettione,facilmente fi puň compren dere, i fratelli Boglioni non cHer uenuti con Pietro ŕ Coftantinopoli, ň le pur ui uénero, eflendo quello paflato in Afia,appreflo di Alefsio fi rimafeiOjper infino ŕ tanto,che'l refto delle genti ui fofle giunto. 1 Turchi,che da principio haueuano intefo tutto ql- Del traděmi lo,che s'erano ordinato nel configlio de Francefi,8f *' & titubi, dapoi come gli altri Signori Chriftiani s'erano di- ipoiti D E L t A PTt I MA DEC A fpofti alla'guerra^delrberaroiiojquellijche pri nillero'nell'Aiěa con ingŕno tagliare ŕ pezzij& uie- tare al rimanente, che fi diceua auieinarfi, di paflare il Bosforo,detto hoia il braccio di fan Giorgio. Gut dato adunque Raimondo,lenza alcuna fpia nel cara po,Nice*io, diede ne gli aguati co molta uccifion de l'uoijOtide fi ridufle nel cartello Eforgo» Quello luo: go fu da nimici ŕ ftudio abbandonatOjilquale fubito . . che fu prefo dal Capitano Alamano, eflě lo circóda- Del fuggir j,onOi(S uuli Raimondo da lungo alledio affaticato» de capitano diuenuto fuggitiuo,con pochi le n andai «.Turchi. Il Cartello fu per alquanto fpatioualoro- famentedifefo, malěnalméte quelli ch'erano detto» ltanchi dalla famejdalla fete,& da ogn'altra nuferia^ eflendo maggior parte, o con ferro,o co altro inftru mqnto di guerra morti,uénero nelle mani de' Barba xě;Sl quelli,che non fi refero, furono occifi.L'HEre* mitŕ fra tanto prefe il Caftellq detto Cinito, ancho ra eflbdagli habitanti abbadonato. Et fattofi fecurQ nel luogo,le poche genti,ch'egli haueua.alla uenuta deiiioi congiunfe col maggior numero de foldati. Tiuono trai- Mentre che in Bythinia feguiuano tai cofe,Hugo & tat*deli'mpe Normano Conti di Fiŕdra& deCarnutij partitidaě raton Greco porto jj Ban.giufero ŕ Durazzo. Da quello luoao cantra Llm- r, n ¦ • & i ¦ • ¦ ¦• r ¦ ¦ " Mani § etterati per alcuni giorni diuih in pai parn,accio, thč tanta moltitudine douunque n'andafle no fufl«ě troppo molefta ) per il Prefetto di Dalmatia,richie* dendolo egli, furono a Coftantinopoli trafportati. Doue eflendo quafi alii alloggiamenti, dicono, che Aleflěo incominciň ŕ uolergli tradire, fi come queir lo,che da prima haueuahauuto in fofpetto,qitopaf faggio.Ma da Baldouino,Gottifredo, & altri fu ricci aliato. Soprauennero intato il Prelato Podienfe,St Raimondo;iquaii haueuano guidato le loro copie p «:¦'¦• ' ' JaDalmatia,Albania,Macedonia,&Tr)racia3&i;oe* ¦•••¦ -¦ niohdojilquale per le fue,& paterne ininneitie fape-' ua^he Aleilio poco grata doucah.auer l'andata fua ,,.. . . in Grecia, * IIBTIO QJ/INTO. f4 ěnGrecia,tlafiradizzo co cótinouanauigatione né-* gč nella Morea.Et quindi partitoli quali come uolef fé cóbattere,per la Myfia fupenore,& laThracia per fuggire i tradimenti d'Aleffěo, centrala opinione di tutti,con grande celeritŕ in Afia pafsň. Q^uiui efpu- utuaffult9 gnato il Camello delle genti heretice, & Taccheggia fatto per U tolo giunto al fiume Barbaro , parte de'foldati fece genti d'^iU paflŕre ŕguaziOje'l refto tene nell'ai tra riua del fiu fo* Bocmv» me.Indi ŕduep,iornilamattina,quellidi Aleflěoaf-faltorono con grň Ho eflčrcito le géti che erano paf fate,& nel primo impeto lor fecero gran rerrote, & ui faria flato gran pericolo, fé Boemondo con due mila caualli.iquali ŕ tal bifogno haueua apparecchia li non forte fopragióro ŕ ten.po. Al giunger de]qua lei Greci ritirarono ŕdietro. Et uedendoBoemon-do in quel luogo non poter efierfecuro dalle infědie di Aleisio,diuifi i fuoi foldati in quattro parti,delibe rň di quindi partirfi. In quefto mezzo Alefsio ha- l* ^Mt di uendo indarno tétaco il tutto,hebbe per miglior par ^iU\nfi l'undoppo l'altro uenendo in fretta,inte-fe gran moltitudine de' nimici appreflafsi. Per ilche comadň,che Albico tutti C\ apparecchiaflero alla pu-, gna,& cauallari prettifsimi mandň ad Hugoue,& altri, liquali loro auifafTerOjgran numero de Turchi ef fer uenuto, & pregaflero , die fubito foflero in foc-corfo loro.Eflb intato con l'eflercito quadrato, incominci Mandar contrarl nimico,ilquale giŕ era alla fróte,con gridi & romori,(ě come č cofrume di quel lagente. Et giŕ alla battaglia ferocemente andaua Attroce b*t l'una,& l'altraparte,quando le fquadre maggiori de' taglia futa nimici di quŕ,&dilŕfenza ftrepito s'erano pofti in "." L^'l^"t' luoghi piů alti, da quali incredibil numero di faette "jH Hr~ contra noftri furono tratte, la maggior parte delie-quali,pecche cadeuano fopra foldati bene armati, fu rono indarno tirate, i Normani con faette, ma eoa, mazze ferrate prima,poi con tagliente fpade cóbat-teuanó.grade occifione de Turchi C\ fcce,de chriftia ni pochi furono occifi, & tanta fu la moltitudine de corpi DELtA PRIMA 1>EC'A corpi morti, ch'era tolto il modo per tate impedirne*' tň ŕ i uittoriofi di poter pi» auanti affaltre i nimtci, a' quali fi fatti corpi l'un fopra l'altro haueuan© fat co quali un muro.Mentre adunque l'uria paree,& l'ai tra oftinatamente combatteua, mille foldati de Tur chi fecero da dietro impeto nel campo di Boemon-do,& per fubita morte di dňne,& de ferui,fecero gri de tumulto. Ma nel uero maggior rotta hauerebbo-no fatto,fé al fopragiungeredi Boemonda,tale eller cito con morte di moki non foffé ftato cacciato dal pe campo. Mapercioche nella fquadra ritornň laciur- ul majafciata iui per foccorfo de foldati a cauallo, co fi era mutato il profpero combattimento, chepoco-macň, che i Normani no fi deflero alla fugga.Ma la-fola prefentia del Capitano fubito ricourň la pugna. I Turchi, con alquanto maggior forza un'altra uol-ta abitarono i ripari, onde quelli, che erano ftati lafciati per foccorfo, non hauerebbono potuto fo-ftcnerei nimici, perche erano i campi v come detto habbiamo poco fortificati, & tutti farebbono flati morti,fe il uentr di Hugonenou foffe ftato iteri» po,ilqual feco meivmi tréta mila caualli, & fuperati i nimici non hauefTe cňleritato il foccorfo ŕ i a'Iog-giaméti & dapoi corfo dietro alla fquadra. Veduto f Barbari tanto numerofo eflerciro(qualidi qua &d> lŕjcome quelli,che afpettauano, erano ftati apparec chiati ) percioche uetleuano poco eflčrlorogioua-ro il trar delle faette,e(Tendopia de'fuoi morti, come difarmati, rimafero in tuttodě piů traggerdardi, ne faette . Acciň adunque fbccorreflčro i fuoi, difcefero nella pianura lafciando il gridare. Et co-fi di nuouo s'incominciň la pugna molto piů acer« ba della prima. Durň la battaglia dalla prima horar del giorno , per infino allieterň. Allhora-i nimici ŕ j>oco,ŕ poco tirandoli adietro , ricorfero ŕ t monti uicini,& i noftri ritornarono nei ripari di Bo emondo. Il terzo LIBRO QVINtŇV ' %6 - II terzo giorno per tempo Hugo, & Norrnanóf per combatter difcefero alla campagna. Ma da nefl'a na parte uedendo il nimico, ordinarono,che i corpi morti fu fiero ridotti infieme. La croce,che haueua-* no i Chnftiani, fece loro conofcere in tanta moltitudine . C^uefti in uno tutti raggunati* fi uide de ni-mici due tanti piů, che de noftrijefler morti. Dapoi raccolte le loro fpoglie,tantaquatitŕdioro,d'argea to beftiame,& di robbe de1 Barbari fu trouata, che'l difagio,che del lungo camino haueuano fofferto,in • ,, queftě bottini fu leuato uia.Vn giorno fu dato di fpa tio in fepellirei corpi,& in curar i feriti.Due giorni (dapoi la battaglia,per cófiglio comune furono mof-fi gli eflereiti per feguitare i nimici. Haueuano co-noiciuto efsi Capitani per li prigioni nobili ; liqual'i haueuano riferuati, come maggior numero di gente , che efsi non ftimauano in quella guerra era mor iinum to. Il numero dellequali furono piů di quaranta morti mila armati. In quefii erano Siri, Caldei, Turchi, ni. Arabi,& Meflbpotami,& di quefti molti piů per au- , daciagiouanile,& per un temerario ftudio di cofer nuoue,che per follecitudine de Talari haueuano fe-guito ilor campi, Benché per forza alcuni ancho- ... _ ra ui fonerň aitretti. Solimanodi tal imprefa gui- pltarěOe{enj. da,fra tanto , ritiratoti quanto piů puote lontano mici. dal campo de Normani, per ciafcuno luogo doue tinouda/1*. che paflaua, fingeuanon folamente non efler fiato "" ^ So^' rotto, ma di hauer confeguito la uittoria, & di- mmt-ftruggeua le Cittŕ, faccheggiaua i Cittadirii,& ogni cofa difsipaua, affine che alcuna fperanza non rima neffč ŕinoftridipafcerl'eflercito. Boemondo&gli altri condottieri,mofsi li campi, per luoghi fecchi,: Lrf cittŕ di & iterili giunfero ŕ Iconia Cittŕ di Licaonia,laqua Lěctmi*. le č uicina al monte Tauro.Et fu ŕ tempo ilrenderfi de1 Caftellani al giunger de' noltri 5 percioche era di necefsirŕ di riftorar l'eflercito ; ilquale per 1,1 fterih fŕde' lupghijperdoue erapaflata lagéte,havicna \n* tiro Dediti*» d Heradia ŕ Chnjitani. DELLA PRIMA DECA tito gran danno di beftiame, & d'huomini ; & hora erano ridotti ŕ luoghi, nequali poteuano efl'er pa-fciuti.Doppo alquanti giorni andarono ad Heraclu con l'eflercito quadrato, & i códottieri con fomma di li genti a confiderň il tutto, acciň che non incorref fero ne gli aguati de nitnici.Percioche haueuano per ifpie,chegran numero deTurchiin quel luogo con animo di combattere erano arriuati infieme. Et cofi porti in ordine per combattere,auicinandofi alla Cic tŕ,gli Heracliani abbandonati d'ogni foccorfo de fuoi, humili uennero loro incontra ; domandarono pace, fé ftefi»i,la Cittŕ, e il loro hauere priuato,e pu blico obligandoŕi Signori Chriftiani.Hauuta He radia, perche era manifefto per fpia, in niun luogo uicino trouarfi i nimici;doppo quattro giorni in due parti diuife le genti, di lŕ C\ partirono Baldouino, Se ůtdition di Tancredi guidandole a Tarfo ; laqual Cittŕ fu detto Tarfo ŕ ebri nOn hauere alcun foccorfo. Quelli di Tarfo fubita-•»'";"' ' do'f[ mente refi aperfero la porta della Cittŕ, & ŕ Baldouino fu dato il Prencipato per confentimentojdi tue ti.Etqueftoanchorafu aggiunto,cheogni cofa,che in que' contorni fi acquiftafle con arme,d'indi inan-z.i per ragion di guerra fofle infua iurifdittione; ne molto dapoi acquiftato Vdufla,& Manuftra Cittŕ, la maggior parte delle genti riduifein Armenia minore; laqual giŕ fu detta Cilicia. Dicono che ella da Armenio compagno di Iafone hebbe cotal no-me.Ma due fono le Armenie fecódo qtiellijche fcrif fero del fito del mondo . Quella, che č di qua dallo Eufrate, ha confini non feparati dalla Cilicia ŕ mero oiorno,& č detta Armenia minore. L'altra,laqua lečoltrailfiume,&ŕfeattribuifce laprincipal parte della terra, che giace tra il mare Pontico,& Ca-fpio,dimandarono maggiore. Tutti ad fi que i Caftel li,& Cittŕ di quella regione (percheron haueuano alcun foccorfo)in brieue fi fecero foggette ŕ Fran-ce&,8c quefte furono concede ad un certo Palmuro Armeno Raldonino f fatto fi LIBRO QJ/INTO. 57 Armrno huomo di gran valore, ilquale ŕ Chriftiani era flato di molto aiuto. Entrati poi I Capadocia pre fero Cefaria:& perche fi diceua,i nimici hauerdeli-berato con tutte lor forze ritenere Antiochia, ac-quiftataSocor Citta per operadi alcuni pochi,iqua li erano di lei habitatori,& di comune opinione,qui vi alquanto fletterň, fin che'l quinto giorno i folda ti apparecchiaflero la loro partita, & d'indi partiti la Citta di Sara col cartello de Publicaniacquiitato,& alquanti caftel!ucci?che erano del tenire di Stira,in-cominciarono dipoi ŕ montare fu la via faticosa del monte Tauro.Hebbe quel uiaggio, che fu d'un gior-no,non men pericolo,chefatica. Era la via ftretta, faflofa,&haueuauna ualleprofondisfima-,& ditan- ^^Um* tamarauighofa altezza,che fedamente guardandola di un giew» recauafpauento.Perquefti luoghi non fenza gran ptr andareŕ follecitudine in un giorno furono ridottele genti, Mrafino & fu di necesfita far parte della uia ŕ piedi, ni un fu, che hauefle audacia di ftare ŕ cauallo, paflando l'af-prezza di quei luoghi,ma metteuano fopra ŕ caual-li le loro vefii,& altre cole , per efTer piuefpediti al pattare della pencolofa via.Cofi anchora non pochi befliamijche con loro haueuano, parte a calo, & par je per loro configlio, non potendo condurli, gettarono nella profonda valle. Superate le fatiche demo ti,hebbero la Cittŕ Murafino,laqual loro fi fece fud dita.QjJiui dalla lunga i campi apparuero, la cui lun ghezza,& largezza era tale,che afFaticaua gli occhi di quelli,che ni riguardauano. Con quefti campi fi uedeua efler vicina Antiochia, laquale fubito tutti fi apparecchiauano di combattere.Come adunque fu- DellaCitu rono difeefine fottopofti piani appretto il fiume, diAntiochU che patta per mezo la pianura,i nimici dalla lunga fu rono ueduti,iquali erano mandati dal Re Antioche-no,per dare moieftia ŕ quelli, che difcendeuano da monti,portando vettouaglia nella Citta. Pochi Piloro furono mandati contra con arme leggien, H ond« DELLA PRIMA DECA onde nel primo impeto gli miflero in fuga, & parte furono morti,parte fcamparono nella Cittŕ,& gran copiadi befliame, &uettouaglie fiacquillň inquel gioniOjlequali, fi come erano molto neceflarie, coti furono gratifěěme ŕ quelli, che uemuano. Arrniaro, no adunque appreflo il fěume,ilquale da gli habitan-ti č detto Farfare Noi lapiamo, che'l fiume Oronte paflaperAntiochia, ma non folo farebbe dubbio del fěume,rnadi quale Antiochia anchora intendano i moderni Auttori, fé non fofie la nobile fama della Cittŕ, che ne fa chiari in tanta uarietŕ de fcrtttori. ,icil PerciocheinPamphilia č una Antiochia uicinaŕ Se Min lůerra. leiica,&vn'altra piů nobile in Fenicia,da Seleuco Ni furono feroci canore figliuol di Antioco fabbricata,& per altro té pň per cognome detta Epifania, laquale č diuifa da Oronte fiume. A quello cofi fatto luogo adunque, poiché Boemondo } Hugo,& gli altri condulěero le genti,per i nimici prigioni s'intefe,che in quella eie tŕ regnaua Callěano,ilquale era tributario del Re di Babilonia. La onde da quello furono mandati molti migliaia di huomini ŕ foccorrer Antiochia,iqtiali e-rano iilimati di tanto ualore, che non folo,non erano da tentar in guerra, mane ancho,quando efliha-ueflero loro tentato,eranod'afpettare.Percotal fama non {blamente i Capitani non fi fpauentarono, ma il di feguente nel iQiiar del Sole,datti i fegni,Boe mondo con cinque fquadroni fcorfe alla Cittŕ,& co molta fierezza aflali 1 nimici,iquali itauano apparec chiati fotto le mura. Malauicinitŕdi efle mura,& le altre monitioni,lequali dauano impediméto ŕ quelli, che fi afFaticau.ino, fur cagione,che l'una,& l'altra parte non potč attaccarfi infieme con tutte le forze, onde la pugna per quello fu maggiore perii ftrepi-to , che per altro. Et quantunque leggiermente (i combattefle, nondimeno durň fino al uefpro, per ciň auicinandofi lafera, Boemondo tornň ŕi fuoi. Fra tanto il fofib 3 che era fra !a Cittŕ 3 & 1 campr,' -¦•- - quali LIBRO QUINTO. yJ . Hi mani DELLA PRIMA DECA mani faceuano quefte cofe nell'Afta trouo,che i Vi-nitiani,ouero eflortati da Aleflěo Imperatore, ň dal Pontefěcejfecero vnagrandiffima armata maggiore di quante fino ŕ quei giorni anchora hauefTero mai fatto,laqualmandarono nell'Ionio,trotto apprefTo alcuni che furono dugento legni de ogni forte.Hen rico ContannoPatriarcha,& Michele figliuoldi Vi DePérmdta ta^ Dogefurono capi di quelle.Sono alcuni, che dici!* feceroi cono,auantilaprefadiGierufalemme iVinitianinó ViněUAtů. eflerpaflati in Afia,laqual cofano approuo, chegen ti del mar potentiffime,in tanto mouimento di Afia, & di Enropajfi ftefle in darno,conofcendo , che ogni luogo,del mar,che č dall'Helefpóto a] Peluofěo boc cadel Nilo, era loro offerto, ilche erano peracqui-fěarin breue , fé alquanto fi rinforzauano contrai Turchi.Quŕdo adunque i Vinitiani giunfero ŕ Rho di dicefě,che daPifanifurono ingiurati, iquali erano quiui arriuati,con nň picciola armata, & per quefto infieme iratamente combatterono.il Vinitiano uit-toriofo tolfe ŕ Pifani uenti due Galee, nellequah fu rono,come fi racconta, prefo quattro mila perfone. Q^ual fofle la cagione,ň piů tofio fiducia, cheindu-cefle i Pifani al combattere,^ me č nafcofa,conofcen dofě allhora chiaramente j Vinitiani di gra lunga piů poflenti. Quelli cofi prefi, percioche erano fegnati delle Croci rofle,lafciarono andare, & loro reftitui-rono le Galee,tenendo folamente di loro tréta huo- mm' n°b''i Per oftaggi.Dipoi con profpera fortuna ni, giunfero nell'Ionio,doue finitamente prefero Smir na,d'ogni foccorfo pnua.Dal'qual luogo dicefi ,che Donde fu tot & Vinetia fu portato il corpo di fan Nicolo, & pofto t»il corpo di nella chiefa in fui Lito,al fuo nome dedicata. Que-s.Hkolo,& fěofolamente dicono alcuni hauer fatto i Vinitiani port*t« ivi jn quel]aimprefa.Altri raccontano,chedoppo Smir **"*' na,fubitamente la Soria foggjogarono. Laqual cola ron č fuori del uerifimile-,percioche ŕ Vinetia fi face uŕ armacajlaquale in Dalmatiafu accrefciuta,& cofi n'andň LIBRO n'andň ŕ Rhodi,dipoi nell'Ionio, & fcorfe per tutti i luoghi del mar di Panfilia,di Cilitia, & di Soria. Hauutafi fra quefto mezo Antiochia,! Capitani Fra cefi,non folamente andarono ŕ capo a Gierufalem-me : ma fenza difficulta anchora la efpugnarono.Ec č anchoramanifeiěojchei Vinitiani,fotto il primo giunger loro in Soria,partiti dal porto d'Iope,di dó-de fu fcacciata l'armata de nimici,uennero ŕ Gieru-falemme di qui uolgendofi alla efpugnation de luoghi.Ma quello,che fu per loro fatto ěn Sona fi dira Sor'*fel'?-m dopoi.Fu in tanto l'affedio d'Antiochia non manco ^Jj- * lm lungo,che faticofo ilquale per certo durň noue me-iě,& affaticň grandemente le genti d'Europa , & per fame alcuna uolta giunfero allo eftremo , in tanto, che oltra laplebe,anchora alcuni Signori, per lagra diflěma fame,non potendo foftenere le fatiche,cerca rono di fuggire, tra quali fu Pietro Heremita ,Gu- _ glielmo Carpentario di regal ftirpe, & Tancredi pa- ^fc"r"i^!j-rentedi Boemondo ,iquali uolendo con la fuga ab- din dienti» bandonare rimprefa,con gran uergogna furono ritc chi* « ckri-nuti,& con nouo facramento di militia aftretti.Ama #'<*«»• ridimi lamenti etiandio de foldati giungeuano alle orecchie di Capitani.Eflě fi rammaricauano,che ha-ueflero di Ponente in Leuante condotto tutto il fio re de Chriftiani affine, che ciafcuno ftando in damo intorno le mura di Antiochia,fi morirle di fame, ag-giungendo,che non farebbe flato cibo cofi uile, che eflimiferi nonhaueflero mangiato.Per ilcheeracó- L LIBRO QUINTO. 60 dotto,di notte,quafi il nono mefe, dipoi che e(Tŕ Cit tŕ s'incominciň afTediare,fu prefa.Caflěano Re, per lapaura,chehebbela notte,quando fentěi nimici nella Cittŕ, ufcito per la contraria parte, andň nei monti uicinirmaper lafouerchiapaura,come auuie-ne poco cautamente fuggendo , per li bofchi mani alla Cittŕ, & per uille mal ficure, da gli Armeni,co-niedicemmo,di que' luoghi habitatori,fu uccifo.Ha „* ™r*Ł f uuta Antiochia in pochi giorni, non lontano dilla cbia. Cittŕ fi combattč con maggior battaglia, che per an inagrii fot-chora fi fulfe fatto, cótra Corbana Capitano del Re ramuccu fat. dePerfi,& Senfaldo figliuolo di Cafsiano.In quella "?/?** có* pugna dicono efler flati morti cento milade'nimi- fůronmortT ci;& oltrai caualli,& gli altri belliami,furó pfi quin cétomila per dici mila Camelli. Doppo tal profpero combattimé fin*. to de'noftri Capitani, il Cartellano della Rocca di Antiochia, ilquallěno a quel giorno haueuadiifefo fortemente il luogo,fi diede a Boemondo. La Cit-tŕ,laqual per confentimento di tutti, eflendo Hugo ne per cognome Magno,per queflo mandato ŕ Co-flantinopoli, fu conceflaad Alefsio, ne fu accettata-da quello,majŕ Boemódo co tutte uoci fu data, folo un Raimondo Conte d'Egidio glifucontra. Ilche acciň hauefle luogo, dicono Pirro coli hauer patee giato con li Signori Chriftiani,alianti il giorno dei ; tradimento credette il uo!go,che Alefsio non uolef ,fe accettare il beneficio,perche egli fapeua hauer fer uata poca fede uerfoiFrancefi,& Alamanni.Temete La capane. adunque egli,che in tanta liberalitŕ non foffequal- fenhl l'j"*r che inganno,hauendolo in fofpetto meritaméte per ^f'Xi»»»»/» ' li patti non feruati ŕ quelli. Et in uero,egli niunibc mn accett» corfo,ne altra cofa loro mandň ne' gran bifogni, & Anůtchi*. richiedo, non fi curň , fecondo il patto,attendere. Conceffa ŕ Boemondo Antiochia, il quarto mefe - dipoi hauuta,rnofsigli eflerciti prima uénero ŕ Rug gia,d'indiad Albaria. Queflo luogo,per il lungo aŁ icdio , ritenne alquanto il corfo delle cofe profpere. H 4 Filialmente DELLA PRIMA DECA Finalmente fraccafl'arono con l'ariete le mura, la fot tnadelqual fece Roberto Monaco,che era in quelli eflercitJ,ilche fu un traue lungo ferrato in capo, il-qualfofpefo con le funi ,ifoldati con fpeffo batter percoteuano con eflb le mura,fi che polteui appref-io altre opere di guerra,nelle quali fu un Caftello di di tre coperte, Albaria fuprefa perforza,& in tutti gran crudeltade fi vsňjfuon ,che in pochi feruati da di- ^ Boemondo . Qiu'ui anchora nata nuoua difcordia "* col Conte di Egidio, Normano ritornň con tutco lo efferato in Antiochia.Gli altri Capitani,partein Albaria,partein Rugiainuernarono,ne quai luoghi fufimilmentechiamato ŕinuernare Boemondo.Fu, tentato con lungo parlamento di riconcilinr Boe-mondo,con Raimondo.Maperciň che,nequeftola fciň la fuapertinacia,ne quello niente della dignitŕ vole rimettere, auantandofi l'unl'altrocon parole non folamente dinuidia,ma d'odio & irapiene,& giŕ farebbono corfi alle arme,fé Boemondo nonha-ueflehauuto rifguardo al danno,che per loro cagione poteuanoriceuerei Chriftianijŕiquali, quato e-gliinfe fteflb poteua,defideraua profperitŕ. Boemondo adunque cedendo tornň in Antiochia. Par-tendofi egli quafi fatta la diuifěone, GottifFredo Bo glione,& il Conte di Fiandra lo feguirono. Quella iiernata alcune leggieri imprefe furono fatte da Rai mondo & d'altri,che erano con lui. Dipoi ŕ primi fé gni della vegnente Primauera, percioche fortoquei luoghi,fi come uerfo Leuate, molto nobili & genti-]i,conduflero gli efierciti nella valle Camilla uicina alla Citta di Tripoli;& perche ciň fu il giorno della Purificatione, i Capitani per la fefta fi fermarono. Dipoi per far cofa grata ŕ Raimondo, tentň il Re di Tripoli di guerra, perche Raimondo haueua po-fto l'animo a quel Regno,fé con forza , ň con arte fi poteuaprendere.S'incominciň adunque a combattere Tripoli. Mapernatura del luogo, fuccedendo ogni LI3RO QUINTO. et ogniaflalto denoftri indarno,diuifele géti Norma no Conte & attedio la Cittŕ.Raimondo códucena le Aie in Tortofa.Boemondo fimilmente,Gottirfredoj eFiandrefi Conti effianchoradi Antiocchiahoggi mai laPrimauera militandogli, fi haueuano mosti. Ma in tanto hauendo intefo l'arrogantia di Raimon do,laquale era diuenutauie maggior,che prima, per Comea(Qj;M le cofe fatte quel verno, & pure appareua, che per ronoTonofa, combattimento loro gran danno douefle feguireŕi or qnelUU Chnftiani, Boemondo conlefue genti ritornň in fciatapermn Antiochia . Gottiffredo tra quefto & il Fiandreie P°terU hAlte Conte attediarono la ricchisfima Citta di Gibello, & non molto dapoi da Gibello andarono ŕ Tortofa, doue per la poca gente compreferoi fuoi effer m grauisfimo pericolo.A quel luogo fimilméte il Nor mano Conte venne,chiamato da Raimondo,& co-(ě,di tre efferciti fatto uno,Tortofa con piů forte af-fedio fu opprefla.Ma differito il combatter nel terzo mefe per le fatiche,ch'erano pofte in damo , lafcian-donela imprefa imperfetta, i Capitani menarono uiale genti. Co'l Re di Tripoli hauendoli piů giu-fte , conditioni, che nel principio propolle fecero pace & aiutati da lui,di vefti,arme, danari, & uetto-uaglia,verfo Giertifalemme li modero. Il giorno, che prima fur mofTe l'infegne giiifero a Betelemme, Co*te těonft-& d'indi partiti arriuarono alla Cittŕ di Zebarin,ne yo * Gttrapu paefi della quale,patito difagio d'acqua,il terzo gior **""* no peruennero al fiume Braim.Leuati di quefto luo go per monti alti,efaticofi, non fenza paura d'infi-aie,guidauano l'eflercito,& con cinque efferati uen nero ŕBeritho Citta marina. Dipoi ŕ Sagitta furono i campi polli, liquali d'indi mosfi finalmente il decimo giorno fi trouarono ŕ Ceiaria,oue due giorni ripofatijCol campo ordinato in quattro parti vennero ŕRomale,luogo da nimici per paura lafcia to.La terza uigilia,mofle le bandiere fui leuar del So le, le mura di Gierufalemme ŕ quelli,ch'erano nella prima ?* DELLA PRIMA DECA prima fquadra non longe apparirono : alla cui uifta con grande allegrezza gridarono.Vna parte honora uŕ il nome di Chriftonoftro Coturno Re,parte gettandoli in terra, al nfo mefcolando le lachrime^falu taiiano lafanta cittŕ,& il Tanto Sepolchro.E perche jl luogo ricerca, che dell'antichitŕ alcune cote fi dicano, per non farpiu lungo qtiefto libro, uerremo ě 1 altro, ilqualemcominciail principio della deferirne della Cittŕ. IL SESTO LIBRO DELLA PRIMA DECA. Z}eprltfě«ne 4* Oierufa-umme. Ierv salemme,Iaqualecět tŕ fantami piace chiamare,čpo fta,come itefo habbiamo,in luo go molto faticofo &afpro,3c d'ogni fu a parte č circódata d'ai ti móti-Nc č bagnata da fóti, ne da fiumi eccetto da Siloe, ilqua le alcuni dicono efTerTonte, tra quali č Giufeppe, altri dicono etfer fiume corrente. Q^ueito^he ueraméte p la poca quŕtitŕ dell'acque, non fi pti^có ragione d»madarfiume,difcédendo del monte Sion,pafla per mezo la valle di Iotafa.I campi attorno la cittŕ fono fecchi,& aridi, & j? qfto abó deuole di cifterne, lequali raccolgono l'acqua, che pioue. I Solimi,iquali, anchorafurono detti Liei,fé ŕ Herodoto debiamo credere,fabbricarono qfta cit-tŕ,come dimoftra anche il fuo nome,& Cornelio Ta i ' cito LIBRO SESTO. 61 cito afferma,come č fcritto nelle antichitŕ de' Giudei. Homero.ilquale co fuoi uerfi honora tal gente, par che diftingua i Solimi,da i Lici,cofi dicédo.Qjje iti a i degni Solimi recň l'armeiparlŕdo il nobile Poe tadi Belorophóte,che uenne in Licia.Dellareligio ne,& dell'antica ufanzadi qllagente,uogho rifiorir opiněon di quello,che dille Strabone,huomo molto amaeftrato Strattone del negli errori de'gentili.Perciocheqlle cofe,che dell' ^¦edificano» antichitŕ del luogo,& della loro religione fono rac- ,l GierHiA" cótate da gli fcrittori delle cofe diuine,io non credo che fia alcuno,che no l'habbia lette,ň da altri udite, & Łciň,io nň ne faro altra memoria,che quantůque loro debbiatilo credere,pur č cofa utile,& ancho co ueneuole conofcere quŕto etiandio s'accollino alla ueritŕ,qlli,che non errano nella dortrina della fu j>- ¦ ¦¦¦•¦ Unione. Lafama(dice egli)delle cofe credute cerca la chiefa di Gierufaléme, tiene gli Egittii efler flati • ' ^genitori di quelli,c'hoggi (ě dicono Giudei.Perciň che Moife uno de' facerdoti Egittii, hauendo certa parte di religione, difpiacédogli i collumi di qlli andň in Paleftina:& C\ partirono colui molti, ŕiquali per ndurgli alle cofe diuine, infegnaua egli come gli Egittii erano lontani dalla uera religione,iqua!i at-tribuiuano ŕ Dio imaginidi beftie ,& e Greci an-, chora,cherapprefentauanoi Dei con figure di huo-mini : ma che Dio folo era quello , che tutte le cofe creň , & quello, che natura chiamano . La imagine del quale, niuno fauio debbe hauer ardire di rap-prefentarei forma alcuna,& cofi lafciati gli Idoli & :ik& l'imaginijordinň urfachiefadegnadouefuflehono- '-':. rato Iddio fenza forma,aggiungendo ,che fempre -quelli alpettauano molti beni,iqualiuiueflero cafta méte con integritŕ,& giuftitia,& altri nň. Non uide ogni cofaStrabone.Ma nódimesno nň fia fenza utile udire un nuouo ammaeftraméto nella religion falfa in prouareqlle cofe,che fon córrane alla fua legge. Aliai egli loda quelle cofe,ch'egli non dŕna^uando. anchora DELLAPRIMA DECA anchora quello, che chiaraméte conofce efler contrario alle bugie de' fuoi popoli. Ma come ho detto» non intefe il tutto, percioche nella figuracion della perfonadiuina,nó meno fi parte dall'ordine di quelli,che dalla noftra religione. Etinuero quato quelli con fciocchezza hanno fatto, tanto noi facciamo con prudentia,benche co diuerfa ragione. Ilche ha-uendo Moife ŕ non pochi perfuafo,fi ridufle in quel luogojdouehora č poftaGierufalemmejilqualeegli tanto piů facilmente ottenne, quanto perlaiteriěi-tŕ del terreno nefluno gli portaua inuidia; ne alcuno ficurauadimouergli guerra,& certo quelluogo,do uč č la Cittŕ, č molto faflofo,& poco abbondante di acqua. Dallequali parole di Strabone intéder fi puň non Solimi , ma Moife, & quelli che di Egitto feco uennero efler flati fondatori della Cittŕ.Dicefi,chc cllahebbe una folla intagliata in pietra feflanta pie profonda,& larga dugento & cinquanta, & delle pie tre d'indi portatela nobilifsimachiefa, che fu nella Cittŕ,dalle fondamenta alla fommitŕ fu edificata. Di quefta molti hanno fcritto ; ma Giufeppe, ferita tore della Hiitoria de Giudei molto piů. Ma quŕdo da i buoni,& regolati ordini,prima allaTirannide,di pňi aH'auaritia,& ad altri uitii fi diedero,occorfe,chc per giudicio diuino, efla Cittŕ,non con una rouina, & in un tempo folo,macon molte,&indiuerfi rem pi miferabilmente fu afflitta. Et acciocché io lafci le altre cofe,ellada Tolomeo primo Re d'Egitto(par-lo di quei Tolomei,che difeefero d'Aleflandro di Ma cedonia)ne* tempi piů antichi fu diftrutta. Dipoi,in procedo di tempo, per la guerra di Tito figliuol di Vefpe(ěano,foitenne tanto maggior rouina, quanto ŕ piů federato peccato,che mai piů adietro, era tra-fcorfa.D'indi ŕ tepidi Hadnano, feguitado fempre l'undanno fopral'altro,non potč giamai rifpirareda tanti mali, liquali fino ŕ tempo di quefto pafiaggio continuandojhanno durato. Coli la facra terra, altramente LIBRO SESTO. 6t tramente felice, fotto il dominio di Maometto lungo tempo fu tenuta oppreffa,& con arme crudelmen te aftretta, finche le genti Chriftianc ili giunfero. Spiato adůque molto bene, & cófiderato il (ito della Cittŕ, i capitani deliberarono da tre parti aflaltar la.Di uerfo Tramontana il Normano, & il Fiandre-fe Conti fi accamparono al dirimpetto alla porta ap pellara del Prothomartire; percioche, i uicini dicono eflerui la Capella ŕlui dedicata, ma tienfi per fama,che quello fu cacciato dalla Cittŕ , & non trop pň lontano morto con le pietre. Dalla parte di Ponete, Gottiffreddo,con Tancredi fi puoi'ero al mote Sion,& dal laro del Mezo giorno fi fermň Raimon- Monit Sitn do,feguirono di prima alquante fcaramuccie,ne in quciio mezo,per la uicinitŕ del mare,& alcuui luoghi, che prefero fu'l tenirdi Paleftina, fi patě fi gran fame,come Antiochia. Fu per quei giorni, ne iquali vi Ci tenne l'afledio,tentato alcuna uolta di combatter la Cittŕ, ma quelle prime forze furono indarno. Finalmente con caltelli,& altri inftrumenri da guer ra polii al muro,riforzata alquanto piů , che prima la efpugnatione,aflaltorono i nimici,& eflendo il co battere incominciato la mattina per tépo, fino ŕ me 7.0 giorno durň.Erano fra tanto morti de'nofěrinó pochi,& maggior di hora,inhoracrefceua la mortalitŕ^ dimoltraua quel giorno poco felice principio,le Baldouino cinto da gran numero di ualnrofii foldati,non folle parlato di dentro le mura perita-uolati , liquali i nimici per far riparo ŕgli inftrumé ti bellici loro oppolti,haueuano di fopra fabbricati. Slmilmente allhora fifofienne maggior fatica,ma tra quello,rotta la porta, & il muro con l'ariete non Efpugnatitn lonrano fraccallato, i ninnici furono coftretti ŕuol- di Gěcr*f*-gerlefpalleŕuincitori,chefempre in maggior nu- lemm*. mero entrauano con molto impeto da tutte le parti . Per tutta la Citrŕ fu fatta grandifsima occifione: & nel primo furore furono crudelmente uccifi huo- auni, Corredi D<* mdpnfa. Il gran fan-Łnefparfo nel tempio. €ottifredo di Bd ftringeua ŕ combatter, per difenderli dal fourailante pencolo,& gli forzaua ŕ prender audacia. Et co(ě fu cómella nň lolo attorno leporte,main raezo anchora del tempio fanguinofa battaglia.Et tanta fu la mortalitŕ mescolata dei perdenti,& uincitori, che'l fangue fparfo fopra il fuolo del tempio fu un pie alto,ne anchora s'era efpugnata la parte fuperior di ef fo tempio: onde col uenirlaferafu dato legno, che fi ceflaile. Il feguente giorno fu comandato, che (ě perdonarle ŕ tutti quelli,che poneflero giů le armi, onde gli altri, che fi difendeuano dal luogo di fopra, humilmente chiedendo perdono,fi refero.In quello modo fu Gierufalemme acquiflata , l'anno di noflra^ falute,mille & cento ; della fua prefa, quattrocento nouanta,dal primo giorno,che fu aflediata da Chri-fiiani,quarancauno. Gottifredo,per confentimento di cucci falutato Re. Ilquale, gli altri ornamenti del regno accettati,non uolfe portar corona, dicédo n5 efle»cofadegnad'huomo Chnftiano,in quel luogo portar corona d'oro,doue Chriflo fommo Re, portň corona di fpine . Mentre chetai cofeinGierula-lemme (ěfaceuano , non fenza paura fu annun nato, gran copia di nimici auicinarfi. A quali, laiciato alla Cittŕfoccorfo , Gottifredo fi fece incontra, & non lontano da Afdona fi incontrň couhniniici.be qui- uifu LIBRO SESTO. ' ¦ ' 64 ui fu fparfo di molto fangue ,& per molte hore dů« ¦ rň il combattere, la Fortuna ne all'un o, ne all'altro inchinandoci. Finalmente, con gran rotta, furono i nimici ribattuti, & poftiinfuga .Dequali cento mi la in quel giorno furono mortjjCome alcuni dicono, c"7 ma fu intefoda pripioni,che cinquanta milafolo ui **•"* perirono. Mentre tali cole in Sona li raceuano,i Vi-nitiani da Smirnapartiti,Licia,& Panfilia,e'lmar Ci litio fcorrendo, uenncro in Soria,& entrati nel porto d'Iopa,cheprima era futo tolto per li Chriftiani, lo tennero.Ma quiui io non ardirei affermate i Vini tiani non eller uenuti da Smirna in Soria, prima che terra fantafolle efptignata ; Percioche č manifesto, chedi maritimo foccorfo,i Capitani Francefi furono ŕ Gierufalemme aiutati, & fi fatto aiuto nň ueg go,che da altri, che da Vinitiani polla efler loro lta-to dato ; percioche il tenir della marina anchora era de'nimici. Partiti adunquei Vinitiani da lope,la-fciando forte foccorfo alla guardia dell'armata ,cotv le lor genti andarono a Gierufalemme, di donde ri-tornando,efpugnarono Afcalona,detta marina ; alla qual poco adi etro i Francefi indarno haueuano all'ai tato. C^uiui pofto il foccorfo de Francefi,Cayfa, la qual č detta Porfiria aflediarono, Cartello uicino-ŕ Tolemaida. Et fu quella efpugnatione piů- lunga di quello,che fi fperaua;onde accioche non parefle,che ni cófumaflero il tempo indarno, riuolfero l'afledio ŕTyberiade,& quellahebbero,& gli habitanti fecero fudditi,ne molto dipoi hebbero fimilmente Cayfa. Sono alcuni, che dano quello honore a Gottifre do,& non ŕ Vinitiani. Ma io iftimo,che tali imprefe fi faceflero di comune accordo,onde quello con foi-dati da terra, & i Vinitiani con,le genti da mare dipoi hauuta Gierufalemme faceilero la imprefa di Soria, & di qui auuiene, che gli fcrittori delle Hi-ftorie Vinitiane le attribuifeono ŕi Vinitiani, Se quelli,che lenuono di Francefi, ŕ Gotdtrcdo . - Ma DELLA PRIMA DECA Ma non č lontano dal uero,i Viniciani,tofioche giunfero iti Soria hauerfi congiunto in lega con le arme de Francefi.Et coli per opera de quelli,& de gli altri,fu taleimprefa felicemente vinta , & condotta Doue furono ** ^ne » d°ppň laquale, l'armata Vinniana ritorno a poftiicorpi Venetia.D'indi a non molto tempo, che Vinitiani děs.viicolo parti rono,fegui la morte di Gotuffredo, nel qual e di i. Theo- tempo i corpi di fan Nicolo, e fan Theodoro , l'uno ** in fan Sai tiatore,& l'altro nella chie fa del Litoŕlui dedicata,furono polii. Moleitauano i Normani per f?."7? tra condottadi Ruggieri fratel di Boemondo la Gre-7iwnuml% c'aJ& la Dalmatia. Onde i Vinitiani fatto prima le-Grtŕ. gacon Calomano di Grecia figliuolo del Red'Vn- gheria,fi modero contra Normani.Io non trouo la cagione, per laquale i Normani moueirero allhora guerra contra Vinitiani,& Alesilo.L'annata Vinitia na fu mandata in Puglia infieme con qnella de Barbari, percioche Calomano,non folo con loro fecele ga,ma congiunfeui anchora l'armefue,laqual cofa perche folle fatta io nonio. Saluo le in quel tempo gli Vngheri nonpofledeuano alcuna terra in Dalma tia,laquale nň uoleuano,che fofle moleftata,da Nor mani.Benche,perla lega fimilmence poterň ciň ha-uerfatto Adunque quafinella prima giuntai Vinitiani occuparono Brandizzo, & quiui il foccorfo 1 lafciato , fi fparfero per tutta la contrada marina,& guaftŕdo,& faccheggiando pofero ogni cofa in gran fpauento,r,e molto doppo l'armata carica di bottini ritornň ŕVinetia.Nellaconfederation fatta con Ca lomano trouo,chefě contenne,che ne egli, ne alcuno de fuo fucceflbri moleftaffero nella Dalmatia le terre fuddite ŕ Vinitiani.Matildadonna Illuftre nata della famiglia di Sigifredo,percioche in queltein pň aiutata dall'armata Vinitiana hebbe Ferrara,dice-^ fi,che per l'hauuta vittoria,fece i Vinitiani in quella Citta in perpetuo efenti di ogni gabella. Intanto Vi tal Doge fornito l'anno quarto del fuo Dogato, (ě mori. LIBRO SESTO. é% morě. A Vital fuccefle Ordefalo. L'anno primo del biffalo F4 fuodominio,ouero il fecondo,un'altra grotta arma- "-Ł' tafu mandata in Soria. Li fcrittoridelleHiftorieVi 2"*', nitiane,dicono,che furono cento naui,il Biondo di- mandata, da. ceottanta.Gli Genouefi fimilmente ŕ que' temprai quantoprima,che i Vinitiani, vihaueuano mandato Stria armata.Baldouino,ilquale in luogo delfrarello Gor rifredo,era fiato fatto Re^llhora combatteua Tole-maida Cittŕ maritima. Ma,poco dapoi la morte del fratello Gottifredo fu fuperato in Soria con grandif fimarotta,nella quale Boemódo,ualorofiffimohuo mo erafutopreforondecofigli era macato l'animo, che niéte quafitra quel me7.o hebfoe ardire di tétare; ma dipoi intefo il ritorno di lěoemondoin Antio-chia,iěqualeperinduftriadi Tancredifuo nipote da parte del fratello, & perla liberalitŕ ufata in dar gra quantitŕ d'oro ŕ minici, fi diceua efler rifcattato,n-prefo l'ardimétoconlaprefentia d'untato huomo, TFolemaida,come dicemmo,haueua aflediata:laqua-leda moderni fu detta Aconer&nuouamente, rotto r il nomejAcriX^uiui Baldotiino tenendo fermo l'af-fedio.duepotentiarmatedi Europa consta pmeflč „ & altre cofe, che uoleflero ŕ Chioggia.Et cofi con publiche,& pnuate opere ella Cittŕ, laqual ŕquei giorni non era ornatale non di piccoli, & brutti edifici],fu grŕdemenre accrefciuta. La congrcgation de' Monaci di fanto Hilario,parti-ta da Malamoco,andň nella chiefa di fan Seruulo.Et Veiificithn iGradenichi edificarono un bel tempio ŕ Murano di ŕif*ndftii lan CipviatiOjaccioche in quello fi trŕsferiflero quel aMltran9' le Vergini, che feruiuano ŕ quel medefimo fanto i" Malamoco.I Badocri anchora per cura della religi0 Vedificithp ne,la chiefa di s.Croce, infiemecol Monaltero, con dis.croctc» p riu ata fpefa edificarono. Appena la Cittŕ incomin- $ I i siaua * DELLA PRIMA DECA eiaua ě refpěrare dalla rouina del dannofo fuoco, quando ftibito fu nótiato quelli di Zarra, cacciato-•ne il Rertore,hanerfi ŕ Vmitiani ribellato,& datofi ¦^'^ V- ŕ Calcinano Re d'Vngheria. Perche il Barbaro , da **;\ ' tr.:?' po' I-i guerra in compagnia fatta contra Normani,in fuperDito perii proipen liiccesli, rotto il legame dplSa confederatione,che Vinitiani fino ŕ quel gior no fedelmente haueuano feruata,allaltňla Dalma- ,. tia.Ec prima i Zarratini,dapoi quali tutta la Dalma- Zana tia ^e)1 refe.Ondeegli,.perpiů allontanar l'animo - de Zarratini dal Dominio di Vinitiani, lubitamenre fegridar,che tutti foriero liberi.Et appreso ornň le chiefe della Citta con grandissimi doni.Ilche fatto^ tornato in Vnghena da morte fubitana fufpen to,ilchetienfi, che per la rotta fede meritamentea-itenifle. Allhora Ordefalo,hauendo occafione di ri- ^ ', cuperar la prouincia,ildecimoterzo anno del fuo Dogato, andň in Dalmatia,&aflediata Zarra ,& *"¦¦¦* combattuta, i Barbari, iquali erano fiati lafciatiin difefa della Cittŕ,ouero(ilche piů il tofto credo)per leuare laCittŕdialěediofuflero mandati da Vnghe- *;i ' ' ria,furono rotti & mesfi in fugga,& lafciarono tut- ta la Dalmatia.Zarra adunque con felice pugna fi ri hébbe Ec menate le géti ŕSibenico(perciocheinql tumulto anchora eglihauea ribellato ŕ Vinitiani ) Ordefalolocoftrinfe ŕ renderli,& rouinň tutte le mura,che erano attorno della Cittŕ.Gli altri luoghi d'uno i altro accettarono la Signoria.Ma i Vinitiani non co nienti della prefente v iteoria, paflati i monti di Coruatia,tutto quello3che č in mezo le terre fecero fuddito al Dominio loro. Et credefi,che allhora primieramente i Dogi Vinitiani incominciarono ŕ prender il titolo di Coruatia.Refa pacifica la pro-uiucia,& allungati i confini del Dominio, Ordefalo fubito ritorno a Vinetia. Ec oltre le altre cofe,che fé cero il fuo ritorno nobile ŕ tutta la cittŕ , quali in forma di leggiuimo trionfo molti fignori Schia.- uoni, LIBRO SESTO. 69 uoni,& altri h'uomini d'alta fortuna meno prigioni. Neperciň lungamente lo flato della prň lŕncia rima fé quieto, che fubitamente in Vngheria,intefafila nuoua delle cofe fuccefl'e in Dalmatia, & Coruatia, vnnuouoeflercito vi fu mandato. Ilche venuto all'orecchie de Vinitiani, gran cura gli sggiunfe di il OC conferuare quella prouincia. Percioche appareua, che non fi tenendo le Cittadi da mare, & ogni altro terreno a quelle vicino,di bonisfitne difele fornite, li come č coftume di quelle genti, che fempre fono defiderofe di cofe nuoue,tutte fi darebbono in poter di i nemici.Ordefalo adunque,in tanto pericolo,no giudicandojche foflfe da ceflare,con alquanto maggior armata,che prima tornň in quella prouincia.Et trouato il nimico attorno le m lira di Zarra , fubitamente lo inuitň ŕ combattere. Fieramente prima da tutte due le parti fu combattutola fortuna non dati do la uittoria a niuno,& mentre,che Ordefalo,doue era piů pericolo, fra li primi era quello , che eflbrta-uai fuoi,&in ftrettabattagliacombatteua, fu ferito 1~*^ d, ,j | ě r - r -e •••ir- Prencipe i/t- un dardo5perlaquale ferita umori. Smarriti 1 Vi- tnm zAtra. nitiani perla morte del Prencipe,alquanto foftenne ro l'impeto del nimico.Dapoi vfeendo fuori de gli or dini,apertamétefipofero a fuggire .Molti in quella guerra furono uccifi& molti prefi.La fama della roc ta peruenuta ŕ Vinetia,mo!to turbň la Citta.Crede uail uulgo,che morto il Doge,ŕ q'Ilegéti, no reftaf-fe alcuna fperŕza di piů conleruar la Dalmatia.Piac ^uein quello primo tépo,che fofiero mandati am- ^fmb*[cUt9 bafciatori al Re,dalqual la pace potédo, vedefle d'ot n ma.da.ti in tenere,ň non potendo almeno certo tépo di tregua. Vn&w* Fu mandato Vital Faliero,Orfo Giuftiniano,& Ma- fer tmf"rM' nno Morefini Cacelliere, iqualipcinq annidalRe r ottenuto la tregua.Il corpo di Ordefalo,ilquale l'an no del Aio Dogato uent'uno,per la patria fortemen te combattendo era morto, fu portato ŕ Vinetia , & nella Chiefa di fan Marco honoreuolméte fcpelluo. X 4 Dominico DELLA PRIMA DECA ptměmc» Dominico Michele fuccefle al morto. A quello Michele Do prencipe mandň Baldouino fecódo fuoi Ambafcia-%jiRtoě*So toTi: Percne erano lecofe Chrifliane in Sonaridot-ria ' fife in te ŕ tal termine, che non folo, non era piů fperanz» ruolo, di accrefcere il Regno:ma eradapenfare, inchegui fa 6 potette ritenere quello,ch'era flato acquietato. Et quantunque nell'anno primo del fuo Regno alcune piccole fcaramuccie felicemétecon nemici ha uefle fatto;nódimeno alla giornata crescendo le for ze di quelli,pareua,che i luoghi della So ria giŕ pre-fě,fenza nuoui foccorfi,piu non poteifero efleF difefi. Chieie egli adunque per Aioi ambafciatori ŕ Vmitia nijche palfafl'ero. Et per piů ageuolmente impetrare tal cofa,promefle molti premi : ma tra Io fpatio,che (i afpettaua il ritorno de gě'ambafciatori d'Italia P al jfr Baldouě- douino,da Balaco Re de Partbi,col quale hauea co-«a prefo da battuto>prefo>fu menato ŕ Cara.Allhora quelli,che ««/«o infc- cranojn Gierufalemme, fecero intéderŕ Caliito Po tefice in quale flato follerň le cofe dellaSoria,& co mefli pieni di fpauentOjdomandarono foccorfo, affermando douere effere, che non hauédo prefto foc corfo d'Italia & di Europa, d'indi ŕ poco perdereb-bono il dominio dell'Affa, & tutti i Chrifěiani uer-rebbono neěle mani de'Turchi. Califto mollo per lo gran pericolo/iibitOjCÓflderŕdo tutte le forze d'Ita iia3parue che folo i Vinitiani poteflero cóferuar nella Sonale cofe di Chriftiani nell'eflere,che s'erano trouate ŕ que' tempi.Onde anchora eglipfuoi ambafciatori pregň Dominico Doge di Vinetia, che fu btto apparecchiata una poflente armata paflafle in A(ěa,perconferuareliChnfti3ni. Allhora il popolo fu chiamato al configlio, & fecondo l'ufanza fatto Conclone fa fare orationiŕ Iddio', di ordine del Prencipe, il Pa-tamiccftglia triarca della cittŕ,incotalgitčfa incominciň.Quel-pcAi'imprefa ]ecofe,chein Afiane gli anni fuperiori per ricuperi Stria. rar terra Santa, parte per uoftra, & parte per opera d'altre genti di Europa fono fiate fatte, penfo, che ŕ uoj LIBRO SESTO. 69 noi nobili Vinitiani nň fianoafcofe: perciochefcio nň m'ingino,fono anni uétifei, che quel gride elTer cito de Chriiliani pafsň in Alia, doue per benigniti d'Iddio & loro uirtů, tutte le terre, che fono da Bi-thinia, in Soria, in breue hanno tolto dalle mani de crudelilěěmi nimici noltri. Ne cola alcuna fé non ho norata fra quello tempo s'č per li noflri dimoftrata d'intorno i luoghi del mardiSoria,hauédo in Ionia prefaSmirna. Doue non folo habbiamo acquietato grande ho no re, ma etiandio la noftra parte delle ter re prefe, laqual cofa fé drittamente confiderŕ te, ue*-drette alcuni certi fondamenti di douer estendere il dominio Vinitiano nella Sorěa,ěn quella nobile im-prefaefler flati polli. Ma čoccorfo tra pochi anni, che per morte di Gottifredo,Baldouino,Boemódo, & altri Signori illuAri, liquali per neceffirŕdi nacu-raibno mancati,in fi fatta maniera le cole noftre fono mutate nella Soria,chenonfolonófonoin quel felice corfo,chefolcuanoprima,ma tornando ŕ dietro^ alla giornata indebolendoli, maggiorméte fa refi foggette alle ingiurie de'nimici, hanno lafciato ŕ noi poca fperanza di poter ritener quella prouin-cia.Laonde,Baidoiuno fecondo quello temendo, i noi non molto inizi ha mandato ambafciatori:iqua li ci pregairerojpromettendoci gran premii, che per noi fi feflč apparecchio d'una grolla armata^laqualet piů rollo,che fi potcji]e,hauefinno ŕ midare in Alia. Haueuamo hoggimai moffi noi le preghiere di tato huomo, ma eflendo giŕ per riferire cotal cofa ŕ uoi, & hauendo giŕ riuolto il penfiero ŕ metter in ordine l'annata,per nuntii pieni di terrore habbiamo in-tefo, Baldouino efler luto pfo da Balaco Re de Par thi,& in ferri portato ŕ Carra. Perlaqualedifauen-turadell'hiiomo Chriftianiflěmo , Varimondo Pa-triarchadi Gierufalemme ifpauétato,& gli altroché fono ŕ difefa della Circi,fubito hanno mandato ŕ di mandare foccorfo ŕ Caliiio Poncefice3ŕiquali,fe dt fubiw DELLA PRIMA DECA fubito aiuto non fi prouede, nončniuno,chehabbij pm fperanza delle fallite loro, & della conferuation di quei luoghi.Onde,per tanto pericolo commofěo il Pontefice Romano,folo Vinitiani ha giudicati degni ili fotta imprefa,& ŕquali eflafecuramentecom metter frpolěa.Et perciň ha mandato ambafciatori al uoftrň'Prencipe,& ŕ uoi cittadini Vinitiani : pre-gandoui, & fupplicandoui, che in tanto bifogno la Chritěiana fede non s'abbandoni. Ilche il uoftro Prencipe hauoluto, che ň uoi referito fia. Vogliate adunqučje comandate,che s'apparecchi una potente armata,alla qua! cofa non folo la religione,e il no frroiiudio iierfo lachiefa Romana, & tutti i Chri-iiiani ne eliortano ma etiandio da noftri maggiori,ft come per hereditŕ,habbiamo riceuuto di douer conferii ar & non folo conferuarjina anchora con ogni noltraforza augmentare il bene uniuerfale di tutti. Ilche facendo,potrémo fimilmente ampliare il Dominio noftro.E ehi non uede,quella cofa principalmente efler honefta, che prima da noi bifognaeiler riguardata. Apprello č molto degno di quella reli-gione3delle quale noi faciamo profeflione, il difender con le arme dalie ingiurie di tai crudeli huomini di quella terra, nellaquale Chrifto Renoftro uol-fe nafcere,caminare,piangere,efler tradito,prefo,pň fio in croce,& che il fuo fantiffimo corpo hauefTe in lei fepoltura,nel qual !uogo}come dicono le facre lettere,;mchora,come fommo giudice, č per douer uenire ŕconofcere una volta la caufa della gente hu mana,Q le altrui fatiche, che per uoftra ope ra fitte fatte . Quelle, che horafiamo per fare, non potranno cofi ell'er iftimate.Non poco č ftata la glo ria altrui,laquale col fuo fplendor quafi alle cofe no ftre ha apportato tenebre. Di cjuě inanzi non nocerŕ ŕ noi la fatica,ne il pericolo di cjuelli, che dicono ha ver rotte le forze de nimici. Hora farŕ il nofěro honore & le noftre lodi il far,che quelli le perdute for zenonricourino.Oltredi queftoio non dubito,che mo'ě tutti non lěate di comun uolere,& defiderio,che il Dominio uoftro Ci accrefca , & augmenti quanto maggiorméte fi puň.Ilche,per qual ma, & co qual ra gioneiftimate,chepofiaauenire?Forfe fedendo,oue ro in quefte acque vicine barcheggiando, s'inganna chi qrto crede.Gli antichi Romani, de iquali ni iole -te gloriare efler difcefi,& de quali uolete ,& parete, efler (ěmili, no per dapocaggine l'Imperio del mon-do,ne p ocio acquarono. Ma ini pia, ad inipTaaggiu fiendo,& guerra,ŕ guerramefcolando,miflero freno a tutte le genti,& con guerra incredibilmente accre feettero le forze loro.Occorre adůque queito ( che molto č da defiderar ) che contraquelli perdiamo le armi;lequali nň folo e lecito di diftrugerc,ma č cola fanta & quali diuraa.C^iielh ŕ quali hora diamo foc- corlo, DELLA PRIMA DECA corfo perinanzi foccorfero noi,& hora ci datano parte di tutte le Citta. & non pochi luoghi tolti dal poter del nimico.Ma parerŕ forfě quefto ŕ inolti,po co ,&per niun modo degno, per cui ne dobbiamo porfiŕ tanta imprefa. lo confelTo tai cole in apparenza efler piccole , ma guardando quello, che ile feguir, fono certi fondamenti di accrelcereil Do minio in tutto Leuante,pcrcioche , fouenteauiene, che da piccioli pnncipij cofe grandi ,& in credibili nalco no. Perciň, fé uoi non la gloria, noni premij, non l'antico e comune ftudio verlb il nomeChri-ftiano della noftra Citta vi muoue,qfto certo vi dee muouer,che damo per liberar quella terra dalle ingiurie de infide]])nella quale,quando ciň fia,porti di nanzi al Tnbunal di quel gran Giudice come fuoi foldati,ne al Signor ne ad altri faremo afcofi,ma ma nifefii,& chiari, per douerpoidel fatuo combattimento fanti premi largamente riceuere .'Andate a--cioche,come dicono tutti gli fcrittori,in quello alle elio grandiflěmo ualordimoflrarono.Et gli Afcaloni hebbero anchora fecondo li patti altrotanto, come io trouo appreflo d'alcuni.Baldouino in quel tempo ritornatolo folo ciň confermň,ma etiandio co bel-lifllma fcrittura honorň il Doge di Vinitiaoijfecon-do,che io pur trouo appreflo afcunLponédo nel prin cipio cofi fatte parole. Dominico Michele Doge di Vinetia,& di Dalmatia. Prencipe del Regno di Gie-rufalcmme, ělquale doppo hauer rotta grŕdiffima ar mata de infideli inanzi il porto d'Afcalone, & molte & molte migliaia de Barbari,parte uccifi,& partepre fi, & liberati gli Iopéfidigraueafledio entrň uitto-riofo in Gierufaléme.Altri aggiungono alcune cofe maggiori LIBRO SESTO. 74 maggiori oltra ŕ qlle ŕ' Vinitiani in quel tipo efler futecócefleinSoria. Cioč,chel Prencipedi Vinetia in Gierufalemme fofle di pari autroritŕco! Re. Che ad Afcalona non ŕlope l'armata de'nimici folle roc ta^queflo fa la uarietŕ de' fcrittori.Mentre in quefto felice corfo, erano in Sorialecofede Vinitiini^Ca-loiani figliuolo d'Aleflěo (alcuni fcriuono Emanuel in luogo de Caloiani) hauendo inuidia di tanta uit-toria al nome Chriftiano,& piů ŕ i Vinitiani,ŕ iqua-li ogni honore era portato in Soria, per le cofe fuo cetěe ŕ quel tempo,incominciň aperraméteŕ far có-tra quelli afpro apparecchio di guerra. Per lo cui mo uimento appareuache i Vinitiani doueflero lafciar l'imprefa de 1'Afia,per difender il loro, & coli occor fe.Percioche fui primo motto de' Greci,con fpauert tofi nuntii chiamato il Michiele,fi partě della prouin eia. Quefti ellendo pattato ŕ Rhodi, elFendogli da Rhodiani dinegate le uettouaglie,prefo il Cartello per forza lo rouinň.Io penfo in ogni modo efler těa ta altra cagione,perche in uero farebbe flato un uo- tfu9Hd m lerbeneficio da quelli, contra la loro uolonti.ma ra mejfa piů prefto quefto č uero , che ň in difprezzo di Ca- GěŔr loiani. Ilqualegiŕ era fatto manifefto nimico gua-flarono Rhodi, laqual cofa affermano alcuni fcrittori, ouero per altra maggiore ingiuria da lui per adietro fatta a' Vinitiani,laqual dipoi ŕ tempo eflě in cotal guifa uendicarono. Di qui partito il Michiele il torpidi andň ŕ Sio,ilqual fěmilméte diftrufle. Di quefta Ifo fan Theodt-fola fu tolto il corpo di fan Theodoro, & portato ŕ nf*tolte ě Vinetia,& fu pollo nella chiefa di fan Marco in quel chi'-lacapella,laqualdaNarfete,comedi fopras'č detto ,delle pietre de' nemici fu fatta .Quiui alquato p l'afprezza del uerno fi {lette con l'armata, 4?che era luogo atto alla guerra, & tato i Vinitiani ui uolfero dimorare,fino che tolfero tutti i luoghi uicini ě Gvc ci. Pofcia di qui partita l'armata, prima Samo, dipoi Leibo,Andro,& altre ifole dell'imperio de Greci co K i le arme DELLA PRIMA DECA le arme opprcflero.Fatto queftouicino alle Cidadi, & occupato nel Peloponeflo Modone, & lafciatoui^ dentro gente per guardarlo,uenédo in Dalmatia pre Zana p*rtt fero Zarra,come fcriuono alcuni,donde per adietro dfi jl rettore vinitiano era ftato (cacciato,& rihauutola, acciň la ruma di qllafofle esempio alle uicine Cic-tŕ, che piů non rompeflerolafede uerfodi quelli, ŕ quali una uolta s'erano date, la diftrufiero, Et dipoi acquiftarono con le armi Spalato,&Trahů.Ma altri hanno trapalato con filčno le cofe da lui in Dalma tia fatte • Qucfti tanti, & cofi nobili fatti operati in tutti i luoghi maritimi di Soriafěnoin Dalmatia,ridotta l'armata fai uŕ,ŕ tutti egualmente grato,entrň il Michele nella cittŕ. Doue rifiorite publicaméte le cofe da lui fatte, con magnifiche parole da tutti gli ordini della Cittŕ fu lodato.In tato le cofe de Chri itiani in Soria apoco apoco Tempre andarono in die- tro , & peggiorarono infino ŕ tempi di Baldouino JltemptiC e Q^ujnco ne*qualiGierufaJetnmedal Salariino Redi terra sita da Egitto fuoppreiia,l anno dapoi che tu pia da Chrt-/ Chijiiani. fliani ottant'otto.Molti,e uarii furono gli apparecchi cofi d'Italia, come del refto dell'Europa per rice nere la Sona. Alcuna uoltaanchora fu mandato in Afia,ma quei mouiméti tutti uani, & in damo riufci rono. De quali, come ŕfuoi luoghi occorrerŕ, per non turbare l'ordine delle cofe Viniriane,breuemen teintédemo di fcriuere.Nel tempo,che lotto la gui-dadel Michele tai cofe furono fatte in Afia:ouero non molto doppo il Aio ritorno,la chiefa della Caritŕ co tutte lefabnchecheui fonodatorno fuedifi Ilctrpndii. cata-Ilcorpo dis.Donato,fudaPeraŕ Venetiapor Donato tolti tato,& pofto nella nuouachiefa.Alcuni dicono,che «Per*. cotal chiefa fu fatta gopera,& fpefad'un certo Mar co Giuliano.Il Michele ftato Doge ani xj.feliceméte morě.Le efleq.edelqlefuron honorate da tutto il pň polo.Vedefi hoggidi la Aia fepoltura nell'entrata di fan Georgio all'incótro del parco dalla parte mica. IL SET- IL SETTIMO LIBRO DELLA PRIMA DECA. I e t r o Polani genero del Mi-chiele fuccefle ŕlui nel Dogato. Nella prima Aia amminiftratio-ne i Fanefi uennero lotto il Dominio de Vinitiani, ^mettendo , loro per tributo ogn'anno,qua-do fofle dibifogno,certa quantitŕ de foldati;&per ufo della chie fa di fan Marco mille pefi d'oglio,& anchora danari. La cagione del tributo credo procedente da quello, che ellendo in qualche graue bifogno di guerra, heb bero da Vinitiani aiuto: ilche parche dimostrino alcuni fcrittori, benché non dicano cótra quali eglino prédereno l'armi.Bon figliuolo del Michiele,ilquale era Vicario di s. Saluator in quel tépo}cň tutti quelli,che attendeuano alle cofe diuine pigliň l'habito & la regola de Canonici.Delqualnuouo ordine,&ha-bito fu dipoi Innocentio Pontifice fatto auttore, & Aleflandro quarto facrň la chiefa loro. Pietro Gati-lofo, fece una bella chiefa a fan Clemente fopra il ca naie orfano. In quefto tépo gridi difeordie nacque-ro,come Ci dice,tra Vinitiani, & Pifani,la cagione del lequali dicono efler ftata la guerra, che da Michiel fi gliuol di Vital Prencipe & Capitano de l'armata, fu lor fatta ŕ Rhodi,nellaqualuinti,&fpogliatih Pifa-ni quafi di tuttal'armata,lor panie eflčregrauemen-te ofFtfi.Et molte e diuerfe furono le rotte per l'uno, Si, l'altro popolo riceuute,& date.Et molto piů fareb K 3 bono Dedition da EttnejifCt che tributo daM Da chi f* prefo l'habito cěr regola de canonici di fin Sala* tare. Nuoua Jifeoi dia tra C ini tiani [ani. DELLA PRIMA DECA bono accredititi gli odii, & l'ire ardenti d'amendue le parti,fé conpreftezza, dal Roman Pontefice non foflero ftate ammorzate, & fpente. Molti popoli di Dalmacia j? far cofa grata ŕ Vinitiani,ciafciio Ł fuo ' nome una galea promifero apparecchiare, qualun- che uolta effi uoleflTero l'armata di quindici galee in alcun luogo condurre. I Polani habitatori dell'Hi-flria anchora effi s'obligarono di lupplire alle altre cofe,chebifognauano die Galee , quandoauenifle che'l Prencipe andafTe contranimici. In quefto tem pň trouoche un'altra uolta perii romper del fiume, ouerper la diuifion fatta alla chiefa di fanto Hilano, N» con Padouani combatterono. Neilaqual guerra i Vi r* con Pado nit'ani fecero delle genti da terra Capitano Guidon nani. Monticulano, & ŕ Tomba fu fatta da Tuna,& l'altra parte fanguinofa battaglia. Ma rotti i Padouani,trecento & cinquanta di loro furono menati ŕ Vinetia. Doue i primi della Cittŕ humilmente pregando,di-ceuano la colpa del fiume rotto non eflčr di gentil" huomini,ma d'alcuni temerari della plebe. Onde ferě,' za taglia alcuna tutti quefti prigioni furono reftitui ti. Orfo Badoero in quefto mezo molte, & grandi pofleflěoni,che egli haueua attorno Murano, & Maxorbo lafciň ŕ GiouanTronodi Mazorbo per farlo Spedale di fan Giacomo , ilquale dipoi fatto & piů bello,& maggiorenti habitato per le uergini Cilěer-cine. Ora mentre che nella Cittŕ in ocio tai cofe fi! fabricauano i Vinitiani affine, che efla Cittŕ alle uol te non dimoraire in troppo lungo ocio,Emanuel Im Varmdta peratore di Coftantinopoli ciň richiedédo,apparec-fttta ŕ peti- cbjarono un'armata cétra Rug^ieri figliuol de Gui tUnde l'i*» fcar^o ]^eŁjj Sicilia , ilquale era" ufeito del porto di peratore bre -^ -1 rr ¦ i>rr i j- eo/cfftra il A/ Otranto con grade eiiercito, era uenuto a 1 liola ai Corfu,laquale č tracófitu del mare Adriatico, & Io nio.Etqlla per Ruggieri efsédo acquiftata, andň nel la Morea,doue attorno Capo Malěio tra il feno Gre fo & Laconico moke cofe da nimico operň. Dipoi eoa LIBRO SESTO. 7* con l'armata (correndo nel fenoSaronico appreflo Cécrea porto di Corintho,i capi d'intorno ŕ fuoco, & ferro ponendo, il tutto Taccheggio. Et fcorrendo (perche non hebbe alcun infcontro )l'iftmo,ilquale hoggi č detto,Hefimiglio,con gran terror de popoli guaito tutta l'Acaia.Rumň anchora Thebe, prefa j? forza d'arme,doue fi dice hauer ufata gradiflima aua ritiain cercare oro.Finalmente nonlafciň luogo de* confini di Negroponte,ne di Boetia, laquale fi chiama Foc.ide,che non ofFendefle. Per quefta cotal pro-fperitŕe fuccefsione infuperbito Ruggieri, mandň uno de fuoi baroni con una gradiflima armata di fef-fanta galee,per lo Helefponto,hoggi detto Gallipo li,fino al Thracio Bofphoro,hoggi fimilmente chiamato il braccio di fan Giorgio,& intorno Coftanti-nopoli con tanta fierezza combatterono, che i borghi uicini alla Cittŕ,per l'ardor delle faette,che erano tratte dalle naui,s'abbrucciarono. Onde eflendo l'Imperio di Emanuel in cotal guifadanegiato, egli come s'č detto,per fuoi ambafciaton dimandň ŕ Vi-nitiani foccorfojilqual iftimaua honefto per debito & tagliari.Et breuemente fi dimoftrň l'Im- peno della Grecia allhora per le arme Vinitiane non folaméte,come altre uolte elfere luto difefo, ma an-choranell'antica maeitŕ ritornato.Ilche fenzal'ope raloro non poteuaeflerfatto.La morte del Doge:la qual era feguita prima, che l'armata ritornafie, fu ca gione,che minor allegrezza fi fentifle di tanta uitto doměmeoma riajllqual Doge uifle nella Republica uentun'anno. rolěno Doge. Dominico Mo rifini a lui fuccefle nel Dogatoci qua j7. le fu creato Prencipe con molto fauore di ciafeuno. In quel tempo Ruggieri nimico de' Vinitiani, fi come trouo appreflo alcuni,terminň i fuoi giorni. II-quale,dipoi molti altri fatti, hauédo nell'Affrica uin to,& lbggiogato Tunigi, uolfe uiuendo, che foffero fcritti nella fua fpada quelli due uerfi. Puglia, Cala-bria, & la Sicilia infieme con l'Affrica, al nome mio foggette fono. In quell'anno furono da'Vinitiani mandati lei Galee ŕ ficurare i luoghi di mare^liquali erano LIBRO SETTIMO. 77 erano da Corfah moleftati, & prefero cinque naui jJ^f Anconitane \ alto mare.Di quefte era capo Guifcar ?**'•"*'*' * do a quei tempi fainoio corfale,ilqual,uenuto in pň tere de Vinitiani,fu impiccato.In quefto tempo an-chora aliami publichi,& priuati edifici, ne l'ifola di fama Maria mater Domini s'abbruciarono, ne fi fa. l'origine di quel fuoco. Allhora fimilmente fu fatto il capanile di fan Marco,ch'č dirimpetto al Palazzo, Hcapami» opera nel nero bella,& mirabile.Dicono,che quefto di t. M*ra, cofi alto edificio,fu pofto fopra fondamenta di tanta profonditŕ, che quali ui andňptudifpelain quello, che č afcofo,che in quello,che di fuori appare. La ci ma del detto, ch'č di puro oro rifplendente, fi leua ŕ tata altezza, che non folo d'indi fi puň uedere tutto quello,che fi contiene nella Cittŕ,ma uerfo Leuan-te,& Mezo giorno lótano fcoprir gran tratto di mare; in fi fatta guifa, che ŕ quelli che nauigano di qui da l'Hiftria & Dalmatia dugento ftadii,& piů ě gui-fadi falutifera ftella il fplédorfuo fidimoflra.Li Po lani in quefto mezo, & altri non pochi habitati deU l'Hiftria moleftauano il Golfo. Contra quefti ilfi-gliuol del Doge, & Marin Gradinico con cinquanta naui armate furono mandati. Pola fu aflediata, ma quafi nel primo afTedio, i cittadini domandando pa-ce,con quefta códitione loro fu data, che piů no dati negiaflero il mare,&portafl"ero ogn'anno perla chic ¦' fa di fan Marco dita mila pefi d'olio.Qjuelli di Parer» to fimilmente fpauentati promifero aiuto,quado ac cadérle al Doge 2ndare in qualche imprefa.Gli Her-moniefi fimilmente & foccorfi,& tributo di olio pef ciafeun anno promifero.Alcuni anchora fé gli fecero fudditi,& ě mercatanti Vinitiani furono efTenti di tutte le gabelle . A quel tempo gli Anconitani uen- Lei«f*tt* nero nell'amicitia de'Vinitiani -, Et con Guglielmo colK.eJt$irě Re di Sicilia(ilquale era fucceflfo ŕ Ruggien)fecero t^v'„•',/ 1 J ¦ i i r r er ir ¦ ' Mltia.ni U lega,ondeda lui altreli furon concene molte elentio i,eri dimoltt ni ŕ loro mercatŕti,che negotiauano neile terre del- gabelle.^ la Sicilia? DELLA PRIMA DECA la Sicilia, Anaftagio Papa, Viniciani ciň richiedevo; dichiarň la chiefa Zarratina Metropolitana, allaqiu le tutte le Cittadelle uicine Ifole fece foggette. Tic fěciň elferfutofactonótŕto I gratiade Zarrarini,li-qualiallhoraeran di poca fede verlo il Dominio Vi nitianojquŕto per dare inuidia al refto della Dalma tta,laquale per la maggior parte in que tempi era a-lienata,tenendo(ě per il Re d'Vngheria. Ilche le cofi č,(perciochenon macachi queito anchora fcriue.) io negana,che Spalato,Trahu,ň altro luogo di Dal-matia,eccettoZarra, per Domini co Michele folle flato prefo,ritornando egli di Sona,ouer che quella preminenza fu lě e fatta ne tempi di Virai Michele fecondo. Sotto ilqual Doge trouo,perEmanuel Im peradore,Trahu Spalatro, & Ragufi, & altri luoghi della Dalmatia eflere flati occupati.Fu intanto fatta la chiefa di Tanta Maria , doue habitano i Croci-»*"' chien,conpriuatafpefadalla famiglia Gullona.Fu la fabrU* etiandio fatta la chiefa di fan Mattheo Apoitolo, il dei Croci- cui terrenojdoue čtaleopera,fu donato ,per Uernar tbien. jo Cornaro.Qiieftecofeiotrouo,che furonofatte nella Cittŕ & fuori nel tempo del Doge Morifini,U Y'g"lMJff>e quale mori l'ano ottauo del fuoPrécipato:& fu fepel Vore°xx*Ui ^co ^^*anca Croce . Vital Michele fecódo fu creato in fuo luogo,coftui,in tutto leuata l'antica inuidia, riduflei Pifani all'amicitia de Vinitiani,& lotto il Dogato fuo diedero focorfo ě PapaAlefsadroTerzo córra Ottauiano Antipapa.Alqle Alessandro erano in fauore etiadio il Redi Fracia,& d'Inghilterra. So Xou*ttterra 1° Federico Imperadore per cognome detto Barba-THojptdaFe- rotta difendeua Ottauiano , &ŕnchielta di collui derh» Barba rnofle fubitamente guerra al Dominio de Vinitiani. Pinit'iZT A.ll>I}ora » Veronefi,Padouani,& Ferrarefi fatte gen tiinlěemeaflaltaronoCapo d'argere,&loridulTero in poter lororma poi intefa la uenuta dell'eflercito de Vinitiani,ilquale alla prima fama de nimici era la bito meflb in pianto, & vfcito fuori, rouinatone il CalUllo, LIBRO SESTO. 78 ia:Mad'improuHo fopragiuto dalla venuta del Do ge,& fatto prigione con dodici Canonici,& molti al trihuominijfu ŕ Vinetiamenato. Ne molto dapoi fu lafciato,con quefěe conditioni ,che ogni anno mandafleŕ VenetiavnTorrograifo>3& dodici porci nei giorni di Carneuale,accioche,perla morte di «al beftie pare/le , che fi purgate la colpa di Vlrico 5VS""' & d«gk akn,& folle alii uicceiion perpetua dimo- cf,efifau ftrationediqiiella vittoria. Ma cotai cofe alcuni le pobbiadi attribuif-corK) al Prencipato de Atigiolo Badoaro, C*mtuŕl. & noi l'h abbi amo fcritto di (ňfira. Ilcheperqueflo jfliiTvo^chefoflčfattOjferche quelli alcuna volta ha «euano letto ciň eifer accaduto fotto Aleflandro Pontefice.Ma quando qual de lor due effendo Doge ciň occorreiTe ,poco loro fu manifefto. In i]uefto tempo Einanuel Imperatore con nuoua arte incominciň ŕmoieftar il Dominio Vinitiano, percioche d congiutifexliniiouo con Guglielmo Redi Sicilia: «dandogli la figliuola occultamente in matrimonio, ouero tenendolo con Speranza di quel parentato. Perche quello noneflendo fatto di nafcofto,io non fo, con qual coperta a Vinitiani haueffe potuto ri* chiedere.,che ŕ «quello moueflčro guerra. Niuno č che non hauefie comprefo l'inganno , clfendo contro a lui ŕ mouere l'arme inuitati, ha- "<"'*%*'*'' uendogli dato per moglie la figliuola, conofcen- 'g^nutl * «do adunque il Re eflere inuero amiciflim© de ipa 4 Viniiiani, loro che di tal colŕ niente Jipeua- Greco. no DELLA PRIMA DECA no dimandň , che msndaflero genti contra eflb Re di Sicilia. Alcuni etiandio fcriuono,dapoi, che la lega fu fatta , eflernata nuouadiscordia tra Emanuel, c'1 Redi Sicilia.Alliquali piů volentieri perquefto mi accolto,che con piů difficultŕ fono indotto a ere dere, che tanta nobile parentella , & lega fatta fra fi gran Prencipi i Vinitiani non fapeilero,ouerocofi lungamente potetteeflere ftata occulta. Fu nfpofto ŕ gl'ambafciaton , che ne debito di giuftitiane an-chocoftumeera, chei Vinitiani doueflero prender l'arme contra colui,co'l quale haueuano ferma pace-Ma che in tutto quello, che fi potette con honore del nome Vinitiano , in ogni tempo & luogo Emanuel fi ualette,delleloro facultŕ, ulandole come lue, ma che 1 domandati aiuti non gli poteiiano preftare per la fede pubi ica,laquale con ogni fermezza uole-uanomantenere.Con quella rifpofta furono gl'am-bafeiatori licentiati, liquali partiti ( perche pareua, che tal rifpofta douefle elěere all'Imperadore mole-fta,)f libito fu per publico comandamento ordinato, che tutti i mercatanti Vinitiani, iquali erano in Gre eia a Vinetia ritornaflero. l'Imperadore, che giŕ per inanzi haueua male animo contra Vinitiani, col dinegar aiuti, quafi hauendo legittima cagione di far guerra3tolfe Spalatro, Trahu, & Ragufi, ouero per iorza,ouero che fi rendeflero di uolontŕ. Dipoi aggiungendo inganno ad inganno, finfe di hauer tolte quefte terre di Dalmatia, non tanto per ritenerle, quanto per ritornar nell'antica amicitiacon Vinitia ni. Et per meflaggi fubito gli eflortó , ch'lafciairero uenire 1 loro mercatanti nelle terre della Grecia, che in breue intenderebbono,quanto fia l'animo fuo grato ,& fauoreuole verfo di loro. Affai in ueriti h moflčro i cittadini per le offerte di tal Prencipe , & piů anchoraperla memoria de' benefici de loro antichi vfati uerfo l'Impeno,per laqual cofa alficu-rati,leuato il primo ordine,fudato libertŕ ŕ tutti di nauigare LIBRO SETTIMO 79 nauigare in Grecia,onde molte naui,per defěderio di guadagno,andarono cariche de mercatanti, & con quelli due ambafciaton con fperaza di rinouar l'ami citia.Sebaftiano Ziani & Orio Maeftro Pietro,que-fii dipoi furono detti Malipietri,iqiuli ŕ pena erano giunti ŕ Coftantinopoli,quando intefero Emanuel, no fatto°per auendo ordinato il giorno ŕ un tale inganno , ha- i-manue^ *** uerfattopertutto il (uo dominio ritenere le naui,ei ĚsrAim' mercatati,i quali furono incarcerati per in fino che altro fi deliberale. I danari & le robbe furono mefle in commune. Gli ambafciaton fmarriti per tal noui-tŕ:percioche l'ufo delle genti non gli lafciň offende re,non molto dapoi partiti da Coftantinopoli uenne ro uerfo Italia. Auanti la uenuta de'quali alcuni fu-rono,che in quel tumulto per paura fecero uela ,& uia fuggendo niinciarono ŕ Vinetia tutti e loro mer catanti, eccetto pochi, comle naui, & mercatura ne i porti,e luoghi della Grecia efler fiati preficoa tradimento da Emanuelo.La brutezzadi cotal fatto turbň l'animo de cittadini : Ma ricordandoli, che ninna cofa piů appartenete ŕ neri huomini, che il non perdonare ŕ tradimenti, fubito fecero apparecchio d'una grofla armata per vendicarti. Cento Ga- Varnmtŕ • lee,fra altrettanti giorni,furono con gran follecitu- *'Jf fecer0} dine fabbricate & porte in ordine,aggiungendo ŕ f/'tm"amc$" querte venti groffe,& richiamando tutte quelle3che per mercatantia erano fuori accioche , ŕ primo di Settembre foffero ŕ Vinetia. D'Hiftria anchora , 8c diDalmatia hauuto il fupplemento,la grande armata fu ridotta in mare . Il Michele Capitano del-l'armata,prima per forza tolfe Trahu,& prelblo tutto lo diftrufle,laqual cofa dimoftra quelli efferfi refi di uolontŕ ŕ Greci,& non che fodero per forza fog giogatě.Similmente hauuto Ragufě,la parte de muri bagnata dal mare co laTorre nella quale erano l'in-fegne dell'Imperadore ruinarono.Fatto qfto in Dal matia con buon včto giunfe l'armata all'I fola di Ne groponte, DELLA PRIMA DECA groponte,& il Michele s'apparecchiň alla efpugna* tione della Cictŕ.Et quŕtiique prima foifero forniti tutti i luoghi,di buon foccorfo & difefernondimeno fpauentatoil Rettordell'Ifola per il giunger di fi pň tence armata,ouerammaeltrato da configli di Enu-nuel,acciň con qualche indugio intertencfle ělfuo coli poflente nimico,confortň Vitale ŕ mandare am bafciatori ŕ Coltitinopoli,afFernudo egli per certo hauere,che Emanuel preporrebbe ogni condition di pace alla guerra.Furono mandati il Vefcouo Equili ě no dotto nella Greca lingua, & Manafsč Badoero. J"V# quella ftrada,che gli era pili uicina, & mentre, che egli co& andaua,uno fattofegli mcňtra gli diede una gran ferita,per laquale,fatta che hebbe la confeflěone,fubi-to morě l'anno xvii.del fuo Dogato.Alcuni uariano la fua morte, mabafta, che egli č manifeftoqllo ef-fer flato morto per inuidia, alquale niente altro tan to nocque,quanto il fuo gran defiderio di riportar la pace, laq ual mentre con troppa credula fperanza fe-guitň, die grane danno alla Republica. Fu per altro huomo di fomma bontŕ,per laquale da principio era egualmente amata da tutti. Ilchele publiche efe-quie dichiarorono , lequali da tutto il popolo furono celebrate. Perla fua mortela moltitudine fubito fěridufěe nella chiefa di fan Marco, doue per leuar le parti,lequali appareuano douernafeere nella Cittŕ "Rota quatto per la morte del Doge,fubito furono fatti i Dieci,& furtni fitti con facramento aftrettijtion douer fare alcun Doge, iD;t.i. fe non qliel]o, chedoueilc eflere ŕ utile della Repu-blica. Altri dicono,che non per fare il Doge, ma per uendicar la morte del Prencipe,dal popolo efler flati creati 1 Dieci, ne tato per quel tempo, quanto per leuar l'occa(ěone,che nel futuro niuno hauelfe ardi-re di molare il fommo Magiftrato,ilqual uoleua.che fullefacrofantOj& non co crudo fupplicio uédicato. Altri afFcrmanojche ailhora furono fatti i Quaranta,! quali hau e fiero a elegger il Précipe in luogo del morto . Et quando, tra loro s'incominciň ŕ trattare di fare il Doge, dicono che tutti i noti furono dati a Orio Malipietro huomo di Gngular uirtů, & di mira bile configlio, ilquale era un di quei dieci. Ailhora LIBRO SETTIMO. 8t eglě.hauendo grande amore alla patria, perfuafe ŕi compagni,che dettero ivoti,cioe le balotte ad vn'al tro cittadin piů utile alla parria,& con quefti nomi-nňSebaftian Ciani,huomodi fettantaanni,& di rie %Ł<,„» chezza piů potente,& ditte lui douer efler di gran lu patria* gapiů utile allaRepiiblica.Perciochein quella no-uitŕde tempi,non folodi con(ěglio,ma di oro erafo pra ogni altra cofa bifogno, nel che egli facilmente potriagiouare.Perlaqual modeftiadi Orio apertamente fi puň comprendere, quanto quegli huommi vfauano poca ambitione,& quanta caritŕ portaflero alla patria, che il ben publico preponeuanoal pro-prio.I compagnijlcguendo il configho di Ono,fece ro Doge il Ciani,ilqual con mirabile confentimen-to da tutti fu lodato.Et per che molti, & nobili fatti nella Cittŕ,& fuori fotto lui fi fecero, noi da dome-Ilici incominciaremo.In quel tempo adunque, chel Ciani fu creato Doge, tre colonne gran'dilfime di no Dole* Gretia furono portate, alcuni dicono di Confranti t>^' jj nopoli,ma come quefto fotto Emanuel far fi potef- [e tofane i* fe,io non veggo. Adoperarono in portarle alcune Vintu*» grotte naui,chel vulgo addi manda caracche. Giunte che furono quefte nani,nel tirarfi unadiqueftecolo ne con certi ingegnigli troppo il pefo della colóna, che,auanzado gli ingegniddli artefici,cafeň nel fó-una> & l'altra colonna, anchora, che ogni maniera dut ahme. d'inganno ufafTero, poteflero ciň fare fenza pena.Io direi,che coftui (offe flato huomo di grade ingegno, fé nonhauefle nchiefto fi uergognofo premio della fuauirtů. Alqualefe'lgiuoco nonfoffč fommamea te piacciuto, non gli farebbe uenuto in animo di co- mendarlo con tale dimandatila non da Iddio ŕ un fo 10 tutte le Łofe. Queft'anchora fu il primo , che fece 11 potč di Rialtoj& altri molti edificii, che al publico bilogno erano neceflari, per le quai tutte (perche io trouo,che anchora quello premio peri ui fu dimanda to)dal publico ottenč il uiuere,nel rimanete di fua ui ta. Hora mentre fi fatte co fé nella Cittŕ fi faceuano, Emanuel, che hauea l'animo nimico ŕ Vinitiani, per cioche, quanto grauemente la Otri dapoi il ritorno dellarmataera opprefla da peililentii, haueua intefo, & infieme la occifione del Prencipe , ac~ cioche non fofle alcuna forte d'inganno ,che e-* gli non haueffe tentato contradiloro , gli amba- . ("datori,iquali erano appreflb di lui , uiolň contra - il colhime ofleruato da ciafeun : perche Vital Pren . . cipe nel partirfi di Grecia haueua quelli manda- , ti ŕ Coflantinopoli , follecitando anchora la pace Comi EmA- co'J nimico. Moftrando adunque egli di uolerdi 7/lXL" fecreto Parlare ad Henrico Dandolo , uno de gli foriginiti*- ambafeiatorij menatolo in luogo occulto, con fer- m> io ardente lo priuň dě mila ; uituperofa perfědia di huomo, LIBRO SETTIMO. ti buomo, laqual dimoftraua quanto tal Prencipe fof-fedi uile e maligno animo.Perciň m'induco a credere quello, che io trouo appreflo alcuni fcrittoti delle hiftorieVinitiane,iquali affermano Emanuel ef-fernatodi bafla conditione,&per dishonefta libidine d'una donna uedoua,occifa per tal cagionerŕ nobiltŕ efler peruenuto all'altezza di cotanto Impe rio. Io iftimo, che cortei folle moglie di Aleffio, percioche Emanuel gli fuccefle, il quale morto, perche pareua, che fi fatto Imperio non potefle eflere amminiftrato per gouerno di donna , i Prencipi, 8c gli altri ŕnuouo matrimonio la conrbrta'u&nň, dicendo, che di tutta la nobiltŕ de' gentil'huomini ele-gefle per marito quello, che piů li piacefle. Colěei naueua amorofe trame con un certo Aio dómeftico, ualEmuniL & famigliare, huomodifangue uile ,edi niunualo- tifi fece im re, ilquale era per nome chiamato Griphone,& di- ptrator d poi hauuto l'Imperio cangiň Griphone in Emanuel. Gretit Qjjefto celataméte uenuto ŕfé uenir fece,& aprédo liilfuofcelerato cófiglio,gli dille ,io ho in animo di nň uoler pderpernoiio matrimonio la prattica, che io ho teco,anzi fé farai ueraméte huomo,ti metterň nell'Imperio. Et intendi in qual maniera,quefto far fipuň.Amečnoto te hauer molti huomini della tua famiglia, che lauorano i campi. Io uoglio,che tu gli faci uenire con coperte arme per diuerfe uie, & indi uerfi tempi nella Cittŕ, ěquali quando farŕ Toccafio ne, al bifogno fiano apparecchiati in certa parte del palazzo, per dar la morte ŕ quelli ch'io d:rň. Allho-ra, chiamati i capi dello Imperio , io loro dimahda-rň,feuoglionoconfentire, ch'io prenda qual marito ŕ me piace, & fé quello , che io per mio marito hauerň eletto , uoranno loro eflere contenti di accettar perloro Imperatore, ilche non dubito. Al-Ihoraio te& per miofpófo & per Imperatore della Grecia falutarň , & aftringerň tutti ŕ giurare obbedienza , laqual cofa fé ricuferanna , io or- L z dinetň ceffo lo nero lmpe rio della O re eia a li defce denti de Con fantino. X* tastone dell'odio di Emanuel cotta Finitia- Jl«S(lo in co mirteto laim uttid. ; DELLA PRIMA DECA dinero a gli huomini della tua parte, che curri pari-* méte gli occtdano.piacque al fiero giouane,& amante il configlio della donna,& pofti gli agnati, come tra lorera ordinato non confentendo i Prencipiŕ cofi uile matrimoniojtutti parimente furono morti, & cofi in quel giorno mancň l'Imperio della Grecia tra quelli ch'erano difeefi di Conftantino.Occupa to in cotal guifal'Imperiodicono,chead Emanuel venne nelle mani un libro di Diuine profetie,ilqua-le ŕcafo leggendo , temč grauementedi vn uerfo, per ilqual fi dimoftraua douer uenir d'Hadria,chi oc cupafle l'Imperio di Coltantinopoli.Trapaflb le altre cofe,lequali eflendo i ofeure parole inuolte, eqli chiamati ŕ ciň huomini indouini edi tai cofe periti, tutti conchiufero,quefli douerefleri Vinitiani habi latori del mare Hadriatico,laqual cofa anchoraegli confiderando,ricordoffi giŕ per adietro hauer inte • fo.Et di qui nacque l'odio di Emanuel contra Vinitiani ilquale temendo,che quelli in breue non pren-deflero con l'arme loro Coftantinopo!i,ilche intiero non molto dipoi auenne,per uia d'inganno,nó pň tédoconforza,deliberňdirouinare il Dominio lo ro.Ne di quello contento,che fino a quel giorno ha ueuafatto , diuifegli Anconitani dalla amicitia di quelli,liquah,per uno fpatio di tempo, moleftarono _P mare la Cittŕ. Ma Vinitiani tolti ěi Ariminefi 1 co -pagnia,vfandolauicinitŕde luoghi,cofi ferrarono il mare a quelli che poco meglio era la loro códicion di quelli che fogliono eflere aflediati.Li danari caua ti da i depofiti(perche la nouitŕ di quei tempi haue-ua fpogliata la camera) j> publico ordine piacque che fodero riporti peri cafi bifognofi nel Sacrario di fan Marco,e tantofoflerferuatifotto guardia publica, che la patria ritornafle in migliore fiato.Hoggi il pň polo gli chiama imprelěiti,liqualifocro il Prencipe Michiele dicefi,che furono ordinati.Per ilche alcuni ctedonojche alui ne nafcefTe una grande inuidia, Sl .;".. ..¦¦-. - ..¦ CĚO LIBRO SETTIMO. 8j ciň fofl'e la prima cagione de la fua morte.In queftě tempi molte ambafciane da l'una, & l'altra parte fu-ron mandate per far pace con l'Imperadore, 1 equali fimilmente nň hebbero effetto.Erano in queflo fta to le cofe de Vmitiani, quando,accioche una uolta Ja Citta non ripofafle dal trattare delle gradi impre fe,il calo di Aleflandro Terzo preftň occafion d'una nobile uittoria.A Ja defcrition dellaquale inuero io farei flato piů dubbiofo,uedendo d'alcuni fcritto n del noftro fecolo tal cofa non efler molto diuulga r.a,felehiftorieViniuane,lequali tutte in ciň fono conformi,& anchorale domeiěiche,& foreftierenó mihaueflero eflortato a far,come ella auenifle ŕ no* iěri fucceflori manifeiěa.Dicono adunque quelliche doppň lughi odii di Aleffandro,& Federico, iqualij» queičo ěcojninciaronoperchenclniiouofcifma na ^/p^^ to tra eflb P5tefěce>& Ňttauiano Antipapa,eirendo ieij~andro ter cotal differenza remefla nella determination di Fe^ \o da Federi derico,apparue Aleflandro non (i uoler rimetter nel f« Barbarof. fuogiudicio.OndeFederico,chiamatoŕluiOttauia fImPtrHtt no,incominciň ŕdimoftrarfi aperto nimico di Alef rtt fandro,& ordinato il Concilio in Auignone luogo di Francia,perche Aleflandro non ui uolfe andare,la cofa non fu terminata.Perciň fatto il concilio,&li-centiata la congregation de Prencipi, Federico acce fo d'ira deliberň ritornare in Italia,& il fuo Antipapa mandato auanti,efTo non molto dipoi, con valo-roiagente pafsň in Lombardia^ma prima,che ui giů gefle,Ottauiano fi mori.In luogo delquale fu eletto Guido da Crema. A quefto anchora,come dico-no,p odio diAlelěandro,Federico fi moftrň fautore. Effendofi adunque cofe fatte in quella parte, & fino in Anchona morte le arme.Finalméte uerfo Roma, per opprimere Alefsadroferociffimo nimico, fi mof fe.,Perla cui uenuta Aleffandro fpauétatvO,toltedue Galee di Gulielmo Re di Sicilia,uenne prima ŕ Ga-* ietadipoi ŕ Beneuenco. Federico hauendo pofto iit L $ Roma DELLA PRIMA DECA Roma Guidone ritornň in Lombardia, ma anchora non molto dapoi Guidone mňri. Allhora, Alef-diVapAMtf fandro 1 aliata ŕ Romani la cura delle cofe humane, f*ndr$ COn habito non conofcjuto, a Venetia fé ne *~ uenne 'come ŕ folo refugio & albergo di libertŕ. Ne anchora quiui molto fidandoli, perche non ha ueua fatto fperientia della (de de' Vinitiani, occultando la auttoritŕ della fu a perfona, perche co-fi ilimauaeflere utile alla fua falute ,f\ flette in ui-le habito afeofo nella Chiefa della Caritŕ,fino ŕ tanto, che fu difeoperto per uno ,che haueua co-medicono,nome Comodo, dalqual per adietro era conofeiuto. Alcuni dicono per ftar piů occulto , fi mifie ŕ far l'ufficio della cucina, ma piů credibile č, che egli in habito di pouero frate hauefle nafeo-fa la fua dignitŕ, ilche molti affermano . Ifcrit- tori LIBRO SETTIMO. 84 tori foreftieri dicono, che con tredeci Galee del Re Guglielmo ueniife ŕ Vinetia , & non fuggen* do;ma,che nella Cittŕ libera ntornaffe in gratia fon Federico , percioche era ordinato , che amen-due fi troiiaflero in quello luogo. Ma fé cofi čjCome quelli dicono, non intendo, perche folle bifogno di cofi grolla armata, laquale non folo haurebbepotuto portare la piccola famiglia, che allhora haueua il Pontefice, ma anchora tutta Roma, laquale in que tempi era con poca gente. Qltra di quello., perche bifognaua andar per tanto lungo,& peri-colofo nauigarejpiu tofto deueua egli ricercar di uenire fecuramente per il Ducato di Spoletto, & per la Marca. Ma non č dubbio > che egli non fi farebbe mollo č fcorrer tanti pericoli, fé non fufle ilato la cagione di fchifar maggior danno ; onde ¦perche ogni luogo gli era nimico per il comandamento di Federico , con habito non conofciuto, . ouero con quella armata, che fi dice, percioche anchora (gli nollri fcrittori quello non negano) fu bifogno , che uenifle ŕ Vinetia. Ma in qual guifa fi uoglia egli fi ueniffe ŕ Vinetia, quelli che noi fegui-mo infiemefi accordano , che cacciato della Aia pri ma dignitŕ per odio,& perfecution de Federico, Aleflandroal fauore de'Vinitiani rjcorfe. Et conofciuto dal Prencipe Ciani, benignamente fu accettato, & pollo nella Chiefa di fan Pietro di Ca-ftello , dandogli fperanza di rimetterlo in pace con Federico , ouero di racquiltargli la dignitŕ del Ponteficato. Prima adunque furono ordinati ambafciatori ŕ Federico , & lo pregaiiano per nome publico, che uolefle ritornare ingratiacon A-leffandro Pontefice . Ilchefarebbe non folo uti-lifsima al nome Chriftiano, ma anchora ŕi Vini-ciani cofa molto gratifsima, iquali cercauano il com modo , & la dignitŕ di Aleflandro Pontefice, Picono 3 che elio Pontefice uedendo il Doge fug- L 4 lU DELLA PRIMA DECA gellarcócera le lettere di credéza fcritte a Federico *n grat'a^e^ Doge Ciani,& de gli altri comadň che mintiaronoŕ d'indi inanz.i le lettere Ducali iě fegnaflero con picV? f»SiellarUe bo,laqual ufanza fino ŕ quefto giorno iapiamo eife*-Ittiercfolpi» reoikruata.Obbo,ilquaieioiitimoefleritato a cjl •*• tempo per l'antichitŕ del libro,donde cotai cole hab biamo tolte,perciochehŕfcritto diligétemente tutto quello,che auenne in quella guerra,dice,li Pren-cipi Vinitiani ŕ quei giorni hauere viato due forme de fuggellare,che le lettere publiche con pióbo boi lauano,le epi{iole,& altri piccioli libri co cera ma al Ihora Ŕleflandro fu primoai!ttore,cheancorai qůe fěe ufaflero i fugelli di piombo.Gli ambafeiatori an dati ŕ Féc'ierico,ael primo entrare aliai benignameli dalui furono riceuuti,ma quado fenti quelli far me tione della pace co Aleilandro,allhora acceflo d'ira 'Jt'f ff d děfle-andate,& fate intender queito al uoltro Prenci fedifico fati Pe>^ a' popolo,che Federico Imperadore Romano i* ail'amba dimanda a quelli il fuo nimico, & huomo fugittiuo, filatori Vini ilqualfe fubito non mandano legato fotto cultodiŕ tiém* intendano i Vinitiani efler fatti nimici dell'Imperio & che loro non giouerŕ pattane leggi,ma per uendi carii di quella ingiuria farŕapparechiato diuolger fottofopra ogni giuititiahumana,&diuina. Et che non molto dapoi lor mouera guerra per mare, & per terra,& alfediarŕ Vinetia,& quei che non penfano, piantarŕliitendardi dell'Acquile uittoriofe inanzi la porta di fan Marco.Con fi fatte parole licentiati - grambafciatori,portarono ŕ Vinetia le grandi ,& ěpauentofe ininaccie di Federico.Per laqual cofa co motiTalaCittŕjperciochegliapparechiauala piů pe ricolofa guerra che per inanzi fofle mai fatta,fubito ordinarono armata per ritenere l'imperio del mare, ilqual difelb,non bifognaua temer grandemente le : forze del molefto nimico.Mentre adunque l'armata s'apparecchiaua,& laGttŕ era fcllecita in tata afpet tationdi guerrajs'iutefe^Octone figliuolo^ Federico LIBRO SETTIMO. 8? rico con fettantacinque Galeeauicinarlě. Allhorail Ciani,eflendo contra quello per mouerfi con l'armi ta,gia apparecchiata,comandicene ella folle in pun-to.ll Pontefice fece il facrificio, pregando profpera nauigatione,& profpera pugna al Prencipe, & al nome Vinitiano.Dipoi riuolto al Ciani l'ornň di fpa- r? r. ¦ mttam fura- ro,&dilěe.Riceui quello o Ciaiii, ckper mia autto- ti?fimi fan* ritŕ,con quello pgno ti farai il mare ioggetto,la- ridelmare. lňr dauano la elemofina occultamente. Ne allhorafihŕ uerebbe veduto,perche non era bifogno , fu le porte de Procuratori la moltitudine de poueri : come fi fa hoggidi,ne appreflb alcuno ualeuano i prieghi de gli amici,ne de pareti,la fola pouerta, pur che iella Fpfle conofciuta,bartaua ŕcófeguir beneficio .Hora, eoe ho detto,č mutata Tufanza, ma efla uarietŕ č nata da grŕ moltitudine de péfieri,pche qlli che hanno tal di gnitŕ,fono intiero c|fi tutti dell'ordine de Senatori, jvcófiglio,etŕ,&auttorita i primi hoi della Republi ca.Ondeauiene,chenň folamente qfta parte di efla foftengano ma pefi vie maggiori, onde eflendo in co tal girila occupati Ł tanto carico non poflono, Come qlli antichi,l'occtilta pouertŕ conofcer,ma oucro lo uégono volétieri ŕ qlli,ch'ŕ loro uégono,ouer feal ců loro dimoftra,doue fia il bifogno,purejche colui fu tnDogexi L* DELLA PRIMA DECA (ia degno di fede fi,che la limofina appaia necelTarfa^ nonlafianoin foleuarla il debito ufficio di pietŕ. In ^uo§° adunque di cjueflo ziani il popolo elefle Do- ?e Orio Malipietro , appreflb d'alcuni in luogo d'prio trono fcritto Andrea,pcrcioche ŕ quefto effetto furono creati quattro huomini,iquali dapoi e-Ieflero quaranta,&daquefti creato il Prencipe,ri-ceuuro egli le inlegne de! Dogato,fubito leuň Pifa-nidall'amicitiadegli Anconitanijpercioche perfa-uor di quefti,e per comoditŕ de luoghi,pii Anconitani grandamenre asn"curati,haueuano alquato tetn pň moleftato il mare ŕ Vinitiani.Vltimamente riffac ti di danni nceuuri fecero tregua per anni dieci. Zar ra ŕ quel tempo fihaueuah quarta volta ŕ Vmitiani tarě rikellara,& fubito doppo la ribellione Bella Re d*Vn-ňtiliěndi gheria vi mando dentro buonisfimo foccorfo. La ca, Zarr*. gionedi tal ribellione,dicono efler proceduta, per- che lalor chiefa fu aftretta obbedire al Sacerdotio di Grado,ouero,le altra vi fu, quefta certo fu dimo-ftrata,& č manifefto,cheperquefta viala Cittŕ,altrimenti moietta al nome Vinitiano per fpefleribel: lioni,quello,che per adietro haueua occultato , fěnal • mente mandň in luce.Intefa la nona ribellione, Tubi toogni follecitudme della Cittŕ fi riuolfe,chci Zar> rarinipec forzad'arme,fi fottometteflero al Domi-: niode Vinitianijiquali (i ponefle^o ŕ effempio d'altri, per hauer tante uolte rottala fede.In orděnarta-Iccfpedition tutti erano occupati, ma per pouerta. della camera,non fi poteua cofi torto l'armata mette In che mudo re in punto.Allhora non pochi Cittadini, iqualidi f» fattatW- ricdiez7.a,& caritŕ verfo la Republica fuperauano mata contra gli altri,hauendo piů rifpetto al ben publico , che al Zarratěni per priuato,gran quantitŕ de danari apprefentarono ,& Povertŕ 4d }'encrate & tributi di Rialto furono tolte per quefla * (immune. ' ,, -,. r iv-rvi guerra. Fatta 1 armata lubito h andň in Dalmatia. Zarratini nella prima giunta de Vini tiani furono in--cominciati aflediare ,& le Ifole d'intorno la Cittŕ i • fra pochi LIBRO OTTAVO. 89 fra pochi giorni fi fecero fuddite. La Cittŕ dal (occorro del Re difefa, non potč efler efpugnata. Mentre, che i Vinitiani erano nella guerra de Dalmatia occupati, i Prencipi Chnftiani fecero nuouo apparecchio per racquiftar Gierufalemme,dal qual luogo i Sarracini, l'anno ottanta, dapoi che fu prefo da Gottifredo, col fauore del Saladino difcacciarono i . Fricefi. Onde fatte le tregue con Belo Re d'Vnghe rAlta divini riafra il termine di annidile, interuenendoui Papa jliamper t«-^.Clemente; ilqual molto eflbrtauai Barbari,&i Vi- nertcrraStn nitianiŕ quella imprefa, grande armata da Vinitiani "• fu fatta. Molti,& nobili Signori Chriftiani anchora, come ho detto,per efiortation del Pontefice,ŕ que-ila imprefa fi armarono .Tra quali Federico Impera tore, Filippo Re di Francia, & Ricardo Re d'Inghil terra ui furono. Ottone Duca de Belgi, & molti altri nobilifsimi huomini,& 1 Pifani,nell'Adriatico co giunti con i Vinitiani, con gran numero de naui,paf faronoin Soria. Ma il giunger de l'uria, & l'altra armata fu molto inanzi la efpedition di Federico,& de gli altri Re . Percioche era flato alquanto pernia* re,&per terra cóbattuiaTolem,iide(perche anchora quella e Chriftiani haueuano perduta,)prima che dal braccio di fan Giorgio pafTafle co le genti in Afia Federico,& PhilippodaMcfsina(doue paffatalari-u e radi Genoua,e'l marThofcano s'era fermato con Ricardo)ueni{i*e nella jpuincia. Ricardo battuto da gra fortuna andň in Cipri,ilquale tutto Taccheggiň; perche gli fu negato il porto da gli Ifolani 5 ne molto dipoi pafsň in Soria. Federico,hauendo alcune pň che terre prefe in Afia, poi che fu entrato nell'Arme niaminore,perdefiderio di rinfrefcarfi, audacemente entrňinuno2rafiume,&daH'impetodell'acque w , _ ¦i °x* ěrrr Morte it fi mnto lui s anego. Ma auanti che follerň attenute co ^,Wf0 jmpe, tai cofe5molto lungo tempo 1 noftri fi haueuano af- ratwe neiu faticato. Percioche alquante battaglie,& pericolofe col Saladino haueuano fatte. Ec tata fu la careitia di M ogni DELLA PRIMA DECA ógni cofa ne gli efferati chriftiani,che i faldati matt jQnanto fece giauano ogni uil cibo.Et molti mancando da fame fi la carena ne partiuano da' ripari de' noftri, & fi apprefentauano ě campi ihrt- alle arme de'nimici per effer morti. Finalmétedapoi piani. jj giungerdi due Re,per l'accrefciméto dedueefler- citi,incotninciando iFrancefi a prender forza, dima niera,che in quella parte nň poteua l'afledio efTer le-uatodalnimicojdeliberňil Saladino del tutto aprir ŕ fuoi il mare,& aggiunfe alle torze,inganno, opponendo fu'l primo combattimento ŕ Chriftiani una ,. o«Brt rf nauecaricadi ferpenti,ň uogliamodirbifcie.maql* to'"ěa sMdi h apprefentandofi,prima che gli infedeli, che erano no ŕ cbrijěia- in effa potefěero tifare alcun'arte, auŕti il porto, il re ni. fto dell'armata rotta,da'nollri fu fommerfa.Nóha- uendo piů fperazade foccorfo i terrazzani,& quelli ch'erano alla guardia,fi refero giŕ fornito l'anno, da poi,che s'incominciň aflediar la Cittŕ, ufarono crii deitŕ ne gli refi,pche la metŕ della Croce non fu tro uata,laquale haueuano promeflň i Cittadini ne i pat Tohmaěda ti di douer dare. Recuperata Tolemaidei Vinitiani prefa da chri quello,che per ragion di guerra giŕ haueuano acqui ftiani. ftato,rihebbero. Quefte cofe di fuori furono fatte* Nella cittŕ,fotto il Dogato d'Ono trono una forte OrioMalipie fe danari in Vinctia efTer futa ftŕpata, & dal Doge, tro fecero- ^^ nefu auttore. Aureola chiamata. Egli l'anno no no del fuo Précipato,come alcuni fcriuono, e fecon do altri(che č molto diuerfo)uét'otto,& fecódo altri quatordici,fatto Monaco nel Monafterio di fan-Htnrěc* Da- ta Croce,quiui fině fua uita. Henrico Dandolo ŕ lui dolo Dogcxli fuccefle creato Doge da i Quaranta, con quella for ma,che di fopra dicemmo . Per l'amminiitrarione ŕi coitui,nó folo la gloria Vinitiana ,ma anchora il do minio fu accrefciuto . Qjjello Dandolo interdille ŕ Veroncfi di poter cótrattare mercatantiecon Vini-tiani,percioche nauigado per l'AHice haueuano lor fatto ingiuria.Quefto interdetto fu cagione,che ql-lj no molto dipoi, reilituite ŕ Vinitiam le cofe loro, promillero LIBRO OTTAVO. 90 promiflero ferirne i loro ordinane mai piů offender ilnauigaredel fiume. Anchorafotto quefto Prenci-» pe furono ftampati danari, iquali da principio fpen- Aeu"^° /*-dendofiper laualutadiotto foldi,come hora, grofsi r9.n° *m2*~ chiamarono.L'armata fu ridotta in quel tépo di So- ' mŕVinetia,allaquale faceua bifogno di ripari, & di fupplemento,pche tre anni era (tata in mare.I Pila-ni anchor efsi ŕ l'ila tornarono. Maefsi in que' tre anni con tata iniudiahaueuano ŕ cócorrenza de Vi nitiani combattuto,che come fuole occorrere, tral-fero quelli in aperte inimicitie>& odio. Laqual cofa ritornň poi in danno de Pifani,iquali uénédo nel fé- p;raKi t(,;c. no Adriatico per fubito corfo, prefero PolaCit- nPola. tŕ tributaria de Vinuiani ,doueefsi intendeuanodi vernare.Mai Vinitiaui tanta ingiuria nň uolferofup portare.Onde fatta fubito nuoua armata di dieci Ga lee, & fei naui,con nuoui foldatt aggiunti in fupple-mento deuecchi', quelli di fubito madaronoŕPola. La Cittŕ fu toito prefa,& tutte le naui, che ui erano de Pifani,furono dal Capitano abbrucciate.La maggior parte dell'armata era partita per efler in foccor io di fei naui,lequali cariche di mercŕtia ŕ quel tetri pň ritornauano nella patria.Per ilche minate le mura di Pola,non tanto per odio de Terrazzani,quŕto, perche i Pifani quiui non poteflero hauer pii» ricetto, fubito le Galee Vinitiane andarono ŕ Modone, acciň opprimeflero ie naui de Pifani cariche di mer cantie,che erano partite da Polainlěeme co quelle, che erano in loro difefa, ne molto quiui fi fermarono,che qlle de Vinitiani fi fecero lóro incontro,;per ilche fu combattuto quafi nel cofpetto della Cittŕ, l'annata de & effendo rotto,& meflb in fuga il foccorfo delle na ifiiu ui de Pifani,due delle grandi furono prefe, ne molto dapoi fegui la pace. Alcuni fcrittori non hanno fatto mentione di quefta pac.e.Ma,(ilche č piů cňtrario) di cono,che in quel proprio anno,che appreflo Modone fu combatcucoji Pifani ferrarono il feno Addati*- M 1 co,con DELLA PRIMA DECA co, con aiuto di quei di Bradizzo,ŕ Vinitiani.Et per domar le forze di quelli, Giouan Bafcio,& Thoma-fo Faliero furotio mandati con grofla armata. Al giunger de quali inimici fpauentati fi partirono di tutto il Golfo . Allhora i Vinitiani andarono cótra Brondofini:che loro haueuano foccorfo di aiuto, & armi. Alliquali doppo molte rouine,confeflando errore loro i Vinitiani uittoriofi renderono la pace. Pellegrino Patriarcha di Aquilegia per hauer piů co jnoditŕ di offendere i Triuigiani, ŕ iquali era mani-fefto nimico, fi congiunfe con Vinitiani in nuoua le ga : da iquali eflendo fatto Cittadino Vinitiano, co perň molto terreno nella Cittŕ.OItra di ciň promif ieŕ Vinitiani aiuto in ogni loro bifogno. Adunque, per far cofa grata ŕ Pellegrino, fu interdetto ŕ Triui giani il contrattar mercatantia in Vineria. In quefti tempi fi offerfe maggior occafione ŕ Vinitiani di ac-crefcere il Dominio . Era Imperatore della Grecia ŕ quel tempo Ifach, huomo amicifsimo de Chriflia ni.Le opere fedeli delquale,& lo albergo, ilche in ai tri,che erano (tati auanti rare uolte era accaduto,per l'odio naturai di quella gente, uerfo li Chrifliani : a Francefi, & Thedefci panando nell'Afia : poco adietro erano fiate di molta comoditŕ. Quefti haueua un minor fratello detto Alefsio;ilquale egli fempre haueua tanto amato,che leuatone il Dominio dello Imperio, era in tutte le cofe uguale ŕ lui. Ifach an-chora no molto adietro haueua pagato ŕ nimici gra fomma d'oro per lo rifcatto di coftui; ělquale per Aia fciocchezza era flato prefo . Ma egli ingratifsimo I hem do ^rate^° » di tutti i beneficii fcordandofi , Ifach con alleino tolfe inganno aflalito,gli cauň gli occhi ; & cofi cieco lo l'imperio de mifle in unapicoola naue, ne contento d'una fola Greci al fra- fcelentŕ,il figliuolo del fratello anchora fanciullo , ullo, come quello, che non haueua dodici anni, al medefi mo fupplicio uoleua condurre, ma egli per cófigho degli amici, & per naturai prudentia, che egli,come ; fi dice LIBRO OTTAVO. 91 fi dice haueua, in quella paura fuggendo fece riparo allafuafallite. Erano allhora letorze de Vinitiani molto gagliarde. Percioche, il verno di quell'annq erauenuto ŕ Vinetia Bonifacio daMonferrato,Bal donino di Fiandra,& Henrico di Palilo Cóti.Et con quelli i Signori di Sauoia,& di Monferrato j liquali nell'Afiacontra Turchi & Sarracini erano per guerreggiare. Alcuni dicono,che quefěi prima mandaror noambafciatori. Ma parte dicono, che cotai Preti cipi in perfona con Vinitiani pateggiarono , che ot- tr* '"fedeli to mila a piedi & quattro nulla & cinquecento ŕca ^"V> uallo, doueflero i Vinitiani mandare,& 2ppreflb uec touaglie,& caualli infino al Braccio di fan Giorgio. Perlaqual uiaquafi tutti gli altri Signori, Chnftia ni finoŕ quel giorno haueuano menate le genti. Percioche pareua , che per altra guifa quelle genti non poteflero efler condotte fecuramente in Afia» perche in la Magna, & Vngheria a que' tempi le co-fe erano poco quiete, & anchora per gli nuoui & fpa uentofi tumulti di Coftantinopoli, che alla giornata per quello,ch'eraoccorfo piů crefceuano. Li ferie tori dell'hiftorie Vinitiane dicono,che furono uen-tinoue mila fanti ŕ piedi, tra quali erano noue mila cheportauanoefcudi,laqual cofačpiu credibile. Percioche,non č cofa meno da credererfhe quattro nobilifsimi Signori,douendo andarf4teofi lontana imprefa,di pericolo,& fatica piena^tó haueflero tro uatopiu de dodici mila huomini,fp'ecialméte che eia fcun di loro harebbe daper fé facilméte potuto far tal numero di gente. Aduque per la condotta di tato eflčrcito fi dice efler fiato pattegiato gran pefo d'ar gemo . Onde fatta l'armata(perche i foldatiolwŕ la iperanza di tutti uénero piů tardi) l'imprefa fu diffe rita all'autunno.Perciň auenne.che i danari,che ha- & 1 . 1. o. ¦ • 1 • • - e patti fatn ca ueuano tolti li Signori per jl uiaggio erano collima prancea (f,g ti,onde furono aitretti dimandar per impreftito ŕ Vi anelarono in niciani cotal fomma di danari. Vinitiani, ^ obligarfě Scria. >¦-¦ * M ě quei DELLA PRIMA DECA quei Signori, & acciň l'opera de qlli poteflero vfar, non folo ciň lor preftarono,ma dicefi,che lordona-rono ; Et fu data ŕ quelli maggior fperanza di altri preferitile efsi tiraiěero gli habitantideH'Hiftnafot to il Dominio Vinitiano;& Zarra tante uolte ribella rendeflero loro,laqual pochi anni adietro s'era da ta al Re d'Vngheria. Non folo tal cofanon fu ŕi Vi nitiani dinegatala anchorapatteggiarono,chc efsi ' menaflero feflanta Galee alla prefente imprefa,nel- : le quali mettefferoi lorlbldati, & pagafl'ergli ŕloro : fpefa,& che, oltre la Dalmatia,tutti 1 luoghi,& Ifole a quella uicine foflero di efsi Vinitiani,quelle pre de, chefifaceflero foffe l'unametŕdi loro,& l'altra *yt -- _ di quei Signori.Henrico Doge, benché poco ŕ Vini tiani giouare potefle,perciocne per ingiuria di Ema huel patiua aliai danno della uifěa;nódimeno per nň mancare alla Repub.in tanto bifogno,con la lua pre feiifia deliberň d'aiutare la prefente imprefa.Et cofi primo di tutti il mefe d'Ottobre C\ parti da Vinetk,e ^ Vnumero de {'altro fe"uentegli altri lo feguirono.Hebbe l'arma * tanaui dugento, & quaranta,percioche oltrale Ga- lee,che erano feflanta,lequali dal principio i Vinitia hi haueuano promeflb ŕ Francefi,fettanta grofle naui dicefi,che anchora apparecchiarono,fopra lequali : fi metteilero i foldati foreftieri. certi nauilii appref-fo,che'l vulgo chiama Vrferi,furono cento, & uenti, per portare uettouaglie,caualli, & altri impediméti. L'HěRrtd da Nei[primo giunger di cofi poilente armata iTrieili-ta ŕ yěnitěa. ni,& altri habitanti delFHiirria,iquali moleftauano »»• il mare,percofsi di paura,mandarono ŕ dimandar pa ce ŕ Henrico; laquale ŕ quelli fu data con tal condi tione,che quelli d'Humago mandaflero ogni anno-' i al Prencipeper tributo cinquantaorne di uino, &al tretante i Trieltini, & furono per quefto mandati ŕ Vinetia, chi giuraflero in publico, che tal tributo in -..... peipetuodarebbono,&che ftarebbono in quellafe- de,nella quale giŕ i loro maggiori uolontanamente erano atta imprept. LIBRO OTTAVO. 9% erano uenuti. D'Hiftria ŕ Zarra condotta l'armata, quella efpugnatione (perche la Cittŕ era fornita di buon foccorfo)fu piů lungadell'opinione de tutti,& quanto piů ]unga,tanto piů faticofa. Il Cartello piů uolte combattuto,& molto fangue fparfo nell'una, & l'altra parte,finalmente doppo uarierou:ne, prefa la Cittŕ per forza,da quella parte dóde č battuta dal mareji Vinitiani nudarono di mura. I capi di Zarra. i*rr& ŕ Fran cefi,quando per corruttion di aere, come fi crede,ef fo vecchio mori.Ne era meno follecito il fanciullo in dimofěrar gratitudine che non folamente quello, chehaueuapromeflo in effetto era per douer fare, ma ŕ loro anchora, che voleano palFare in Afia, era per dar vettouaglie,fauori, & ogni foccorfo. Ma la. Cittŕ ingrata giŕ per adietro vfata alle feditioni,& difcordie,riuolfeledeliberationidi quello. Percio-che,in la Cittŕ nato tumulto Ripopolo con gride, & romori fubito fece impeto nel palazzo d'Ifac,& non poche ingiuriolč parole contra d'Alesfio furono dette,che un fanciullo pazzo,& d'ogni cofa igno rante,per follecitudine di pagar danari, iquali haue-ua promesfi pazzamente ŕ gente auara, & nimica de Greci,ruinaualafuaCittŕ,nefě curaua per arricchir ne i nimici fpogliarla dell'anticha ricchezza. Il fan-ciullo,in tanro furore temendo della fua vita ufando configlio maggiore della fua etŕ, pronuciň con alta uoce,che era apparecchiato di rimanere nel voler de fuoi eittadini:& cofi cefsň il tumulto di quella notte rimanendo il popolo di quella rifpofta contento. 11 feguente giorno,communicato il fanciullo il fuo ani mo ŕ pochi amici,mandň ŕBonifacio fuo parente, che la terza vigilia della propinqua notte conlegert V tt LIBRO OTTAVO. 9? ti armate fofle in fuo foccorfo. Dicendo importar ŕ lui gran pericolo,non tanto dell'Imperio: quanto etiandio della vita per cagione de fuoi cittadini.On de pregaua lui,che non gli volerle, eflfendo egli fan-ciullo,per laparentelladel fanguein tanto bifogno mancare,conciofiacofa,che tale etŕ haueua bifogno di configlio,& d'ogni cofa- Et egli hauerebbe cura, che la porta della Cittŕ,per douedoiieua intrare,re llafl'e aperta. Fu traconfapeuole di quefto fecreto vnoAlesfio per cognome Myrtilo ,ouero fecondo altri Murcifone,ilqualelfac, di humile conditione, conmolti,&grandihonorihaueua poftoingrandě-griita.Quefto fi come era di natura fuperbo , & pre- Xm ftoadognimale,fubttodiicoperfeil trattato ad al- fat9 con cuni della contraria parte, l'auttoritŕ de quali egli fa *dletfio. pcua nella Cittŕ non efler poca.Et procurň, che fof-fe fatto tumulto in quellahora iftefla, che fi fece pri ma notte.Ilqual fubito nato confortň Alesfio, che come fanciullo paurofo doueffe nafconderfi nella parte piů fecreta del Palazzo. Alche indutolo infe-gnandogli ŕ fuggire il fopraftante pericolo, lo die in guardia ad alcuni fuoi fedeli,dipoi vfcendoinpubli-co,non altramente ,che fé voleffe acquetar la furia, come di fare prometto haueua, incominciň ŕ parla-» rerprimadimoftrando in che termine era lo ftato,di-poi quanto era manifefto il pericolo, come egli dice ua,chefiafpettaua dalla genteauara,& nimica del nome Greco.Onde perciň faceua dibifogno , che li creafle per gouerno della loro Cittŕ vn'huomopru Jt*ntinop gridi di coloro,che haueuano prefo 1 muri gli fpauen tauano,appreifolafugadiMyrtilo,gli haueua pollo ingranpaura.Di necellětŕ adunque fi ramifero ŕdimandar mercč.Et i facerdoti ŕ quefto chiamati, che andaflero inanzi con le imagine de fanti,effi feguen-dogli fenza arme,giuntidoue erano i Vinitiani,che i^adiuUton teneuanolemura,chiefero humilmente perdono,il di Colanti-" quale,aprendo effi le porte,con facilitŕ fu loro con- nop$li. ceflo.Frimai Vinitiani entrarono nella Cittŕ,fegui rono dipoi i Frŕcefi co tutte le gerě, che haueuano cóbattuto d'iritorno.Hauuto Coftancinopoli,fu co chiufo tra 1 capitani,che qiu'dici huomini fi creaflero ŕ quali fofle data piena podeftŕ di farl'lmperadore, ilquale nň ef;>édo fatto della natió vinitiana potelfe ro effi almeno eleggere un Patriarca de fuoi, quale loro piacefle.Cofi ordinato,i Vinitiani pofero cique nel numero de gli elettori. Il Fiandrefe Se Paulo con ti altretanti. I Signori di Monferrato,& gli Alobrogi compierono DELLA PRIMA DECA rl Compierono il numero.Per fauore adunque di que» mafi impera fti Baldouino di Fiandra,fu fatto Imperadore.I Vi-*!lre' , nitiani fecero ŕ voce Patriarca Thomafo Montino: rifimdichěŕ •^^ riceuer la dignitŕ dell'Imperio, hebbe niioua del f la morte di Hennco Prencipe Vinitiano . Di modo *K» prencipe chc non molti giorni furono tra la marte di Baldo-• '"t""""'- uino& quella di Henrico, il quale morě l'anno dei fuo Dogata xiii. & fu fepellito nella Chiefa.di fanta Soffia. Parmi in quefto luogo di recitare alcuni uer {ě,iqualiglifcritton,ch'iafegiio,aftčrmanoeflerh.a uuti per prophetia della Sibilla,& diceft,che pŁr lun go tempo prima, che Coftantinopoli fofle prefada Vinitiani,& Francefi, quefti erano ia bocca del popolo. Laqual cofa fecofič,crederei,che piů per que iěo,che uerun'altro oracolo fi fatěe mallo Emanuel Imperatore ŕ moleftare con tanto gridiffimo odiq i Vinitiani.Et perche quafi il fucceflo di tutte le co-1) It he fejleclual'^a tempi di Coftantino Précipe, intorno nttciavAivcr Coftatinopoli fino ŕ tempi di HenricoDogedi Vi-fiSibělinidel netia fi confermano con quefta prophetia, mi parue ^imperio di non fenza utile poter ciň fcriuere, accioche per que ft^4Ůnoftli flo oracoio fi pofla intendere, quanto la donna, da. fpirito diuino ifpirata^'accoiiaile alla.ueritŕ di certe cofe,che erano perfeguire. Etnoneflčranchor* da biafimare quello,che narra Plutarca.Che gli Egi tii credonojche lo fpirito di Dio facilmente s'acco-r ili alle donne. Cotali adunque furono. \ fuoi uerfi» La gloria de Troian ridotta fia. Ne la ricca Cittŕ di Coftantino. Et faran Greci in flato alto & gentile, Fino al Leon,c'haura feflanta piedi : Ne figliuoli di cui l'Orfo affamato Col tempo fŕtierŕ l'ingorda brama. Qiiefti dapoi farŕ sbranato & morto DarAquila,daluifprezzataeoflfefa. Laqualeofcurerŕrhirfuto Becho, Et mangierŕil fuo Pollo, & fatta poi Ne l'Adriatico fengente,& armata Cacciargli Becho con un Duca cieco : Piangerŕ " LIBRO OTTAVO, 9I ¦» Piangerŕ la Cittŕ di Coftantino, ; "Piů non ballerŕ il Becho,e'l Gallo al tero Non canterŕ : fin,che n'andranno inanti Con feflanta tre piedi noue dita. La efpofition di quefti uerfi puň eflfer tale. Il Romano Imperio , (ilche auenne ne' tempi di Cotěantino ) farŕ trafporrato ŕ Coftantinopoli a & dimorerŕ in pace fino ŕ tempo di Emanuel Impera-k>re,ilqual uiffeanni feflanta.Morci i figliuoli di co ftui,Andronicotorrŕ l'Imperio, che dalla Sybillač chiamato Orfo, Ifac da Emanuel difcefo, da prima fprezzato , ucciderŕ Andronico.Alefsio prillerŕ de gli occhi il fratello Ifac barbato ŕ l'iifanza Greoa,& con fraudelo metterŕ inprigione,nellaquale alcuni uogliono ,che fofle portoanchora Alefsio picco lo figliuolo d'Ifac, & dipoi rotti i legami eflere ŕ Vi nitiani fuggito. Allhora l'arme Vinitiane congiunte con l'armi Francefe infieme col Doge Dandolo, alquale Emanuel come s'č detto, leuň il lume, paf-faranno in Grecia, & tolto Coftantinopoli ŕ Greci, farŕ loro tolta etiandio la gloria. Allhora nel'Im peratore, ne il Patriarcha Greco, de'quah la SybiU la, l'uno chiama Gallo, l'altro Becho,(fe quefti furono uerfi della Sybilla)anni feflkiiuatre & mefi noue nella Grecia non faranno . Succede ŕ Hen-ricoDoge Pietro Ciani figliuolo di Sebaftiano, fi-ii^ědtT Era egli in quel tempo., che fu creato Prcncipe, bAJiUno Da Conte di Arbi. In tanto i Vinitiani , che erano ŕ Ł«41. Coftantinopoli, acciocché non foflero fenza qual-r che Magiftrato, fecero un Podeftŕ. Ma quefta ta-» le creation fatta ŕ Coftantinopoli uolfero, che s'in-tendefleeffer ferma, fe'l Doge , & i Senatori ŕ Vi-.-netial'approuaflTero.li primo adunque,che hebbe Magiftrato ŕCoftantinopoli,fi dice efler flato Ma- M'7'« z«» rin Zeno, uno degli ambafeiatori, che furono mari Vr'^oc^e^ dati ŕ Coftantinopoli ad Henrico Imperatore , per "fllattm^ň-cagionedirinouareipateidellacqnfedératione Bo- N z nifacio DELIA PRIMA DECA nifacio in tanto da Monferrato, con armata mano fottomiffelaThefaglia, & Redi quella prouin-cia fu Boněfacěodě dichiarato de ordine di Baldouino Imperatore . Ma Mof"enatodi mentre,che in Grecia quefte colefě faceuano,i Vini 'k"1"** %e tiani hauédo il Do?e Ciani nuouamente creato, ac- Edtitl fitto c'ňjche tutti i luoghi dell'Imperio, iquali fecódo il dal Dole yi- Patto fatto con FrŁcefi,& gl'altri confederati ,pote- *xitiano per uano apparere efler del dominio vinitiano,piu cňrno ncquiftare l'i daméte fodero congiuri alla loro fignoria,fecerovr» foledelmare pUjj]jco comadamento, che qualunque de cittadini, *Ł«i0* •- OUero de confederati con priuati fauori,occupacele Ifole del mare Ionio,& Egeo,& gli altri luoghi a ql li uicini, che fodero ftati p adietro dell'Imperio Co ftŕtinopolitano,fuori,che alcune poche Ifole,iequa li furono dichiarate, efsi quelle luriditioni, che una uolta con le armi fé ha'ůeuero acquiftate, pofledefle roinperpetuo.Ilche nella prima uifta no parue mol to buon configlio per la Repub. Ma confiderandofě la cofa piů altamente,fu giudicato, che ciň era necef fario,pereder la Cittŕ occupata nonfolo nelle mag fior cofe della Gaecia, roa anchora perche le forze eCorfali fino ŕquel tempo,che Vinitiani erano oc cupati nella guerra di Thracia di maniera erano ac-crefciute ,che hoggimai facea dibifogno, che tenef fero una grotta armata per far refiftenza a gli aflŕla loro. Et pareua anchora,che no fecuramente fi potč uŕ diuidere in tante parti le publiche forze Vinitia* ne.Parue adunque il meglio3cheqlli, che erano pia ricchi metteflcro in punto cadaun dilor una, & piů galee,& altre forti de nauiliiŕcofi fatto bifogno. Al che fare,non edendo dubbio;che molti perlafperan 7.a del premio farebbono intenti, ne feguirebbe, che la Republicade i legni armati con priuata fpefa,fi pň trebbe feruirepčrfuaauttoritŕ nelle future occor-rctie, & 1 luoghi, che fi acquiftadero ciafcun di quel li difenderebbono con l'aiuto loro. Laqualcofa la Repub.fenza gra fpefa,8c fatica nň haurebbe potuto fare* 1IBRO OTTAVO. 99 fore.Et fu anchora giunto,che cfsi con le mogli,con figliuoli}& con tutte le loro facultŕ poteflero andare ad habitare in quelle lfole.Percioche,fi come Co ^f**^* Ionie iui dalla Cittŕ mandate,fempre le loro cofe fa t^et'ěa'ptr U rebbono nella fede& tutellade Vinitiani.Seaduque G're««. ŕ quefio hebbero rifguardo,ň pure ŕ quello,chepri madetcohabbiamo,aflai čmanifefto, che moki pri-uatamente ŕ tale iniprefa (i armarono.Ma auanti tue tele cofe l'armata publica di trét'una Galea fu ridoc ta in mare . I capitani dellaquale truouo appreflbdi alcuni efler itati Rhenieri Dandolo, & Ruggeri Pre marino,altri murŕdo l'un nome nell'altro hŕno detto folo Rhenieri l'remarino.Hora quafi tutte le hi-ftorie,e auttori,che letto habbiamo,mettono i fatti de priuati auanti ŕ publici quafi,che poterle eflere a-uenutOjChe alcuna operatione intorno lelfolehab bia potuto efler fatta co l'hauere de priuati, auanti che'l mare foiTe da latrocinii de corfali impedito, co liquali,quafi ne' confini del feno Adriacico3le Galee publiche foflero aftrette ŕ combattere. Noi perche cofi ricerca l'ordine delle cofe, prima feguiremo le publiche, Appena adunque l'armata Vinitiana haue uŕ pattato il Golfo, che Leon Vetrano Genouefe in «jue' tempi famofo corfale, con noue Galee fu loro incontra.Con lequali le nollre cóbattendo con poca fatica le ruppero, & Vetrano prefo, & menato ŕ y* Corfu,doue fi fermň l'armata Vinitiana,l'impicaro- Peuf /*«»« no.Hauuta Vinitiani l'Ifola, & d'indi partiti, prima ^'^L/l. Modone, poi Corone due in quel tempo eletti ncec DtditUn d'i ti di corfali,combatterono.Sono quelli due Caftel- Co rf» con l'i li del cont ado de! Peloponeflb hoggi detto Morea, f°f* a *"""'-quello tra Corfafio & Acrita^pmontoriijqfěi pollo t*%J('ln- > oel feno Meflenio. Da quelli luoghi uénero gli am _;,j & corfc bafciatori de gli Achei, & de gli Atheniefi ŕ i capita 7/ tolti fnl» ni dall'armata offerédofifudditi. Mai configli di qlli Mena. non bene difcorfi,dicefi efler fěat! opprefsi da un cer to Megaduce^he all'hora quei luoghi pofledeua.Io N 2 iftimo> della prima deca thč quefti & altri con l'arme loro s'in/ěgno* rirono di que' luoghi,quando i Vinitiani erano trae tenuti nella guerra de Coitantiuopoli,nelqual tem po,& le Ifole, & le Cittŕ,& le Caltella vicine al ma re Łgeo,& Ionio,in quella uanacione,& debolezza dell'Imperio,erano efpofte alla depredatone di eia feuna gente. Quantunque no niego potere elfer fta ta idutta quella dignitŕ in quella parte da quelli,che giŕ per adietro imperauano nella Grecia. Adunque effóndo in quella guifa aperto il mare,quali ŕ facile preda,efsi fcorfero nel mare ŕ prender l'Ifole. Marco Dandolo,& Giacomo Viaro inlieme prefero Gai lipoli. Marco Sannuto con alquanti Cittadini tolti Inochi et i/o Jn fua C5pagnia) del numero delle Gicladi lě fece Si-ululZrL Snore dl Naflb,Paro,Moloj Henna, & Andrň. Ra-ŕttadini, bano Carcerio co li nepoti tolle Euboca» hoggi det ta Negropóte, infieme con Eunpo ŕ quella uicinoi Andrea & Henrico Ghifi hebbero Miconejche i mo derni chiamano Micola,Schiro,Philocolo,giŕ deN to Filocandro, & con quelli quel che hoggi dicono Herěcopěfea- Salimino in luogo di Lenno.Fra quello tempo-Hen ut nalfe con rico per cognome pifcatore.Cótedella Morea>eo« aT/ filrCi certe naui ^ (^enoue^ Penso ^' toglier Candia i Vt dia^i'věně- fiitiani.Ma Rhenieri Capitano dell'armata, che con unni. prellezza ui uenne, nň folo allecurň l'liola,ma prc fé quattro naui de Genouelě, ch'erano intorno i liti* Nelle quali,fecondo alcuni, crollato Vetrano lo fé-* ce monre.Ne molco tčpo dapoi, per raffrenare i tu-iVinětUtč multi Greci mŕdarono la Colonia Cand«tce, laqual mudarono ha ,i lu,lgO dice Candia,in efla lfola. Dicefě,che ui mŕ-d'tCandLd ^arono de'nobili certo numero di caualleria,&del-GentU'huami ^a plebe pedoni.Intanto i Genouelě grandeméte m» e popolari. leftauano il mare,^ opprimere le fune de* quali Giŕ Dodici funi uanTriuigiano,cónoue naui atte ŕcóbattere,fu ma ?*?*%??? dato.Oudti circala SicilianolungedaTrapani,eiu ni,et dipoi U ta' armata Genouele co maggior animo, che rorze pace [tgniu. aflalcŕdo il nimico,!! tolfe xu.naui.Perlaquai rott% ifldtboJiti Ó OTTAVO. io© Indeboliti gl'animi de Genouefi, fegui la pacfe. Al*, tn fcriuono,cheŁ unanŕlie prelade Genouefě, eflb Triuigianoj madato lor dietro tó dueGalee focrili» •& altretafce groffe apparecchiate al combattete, nel Mar d'Africa uicino ŕ'iiti della rumata Cartilagine, giunti & affai tati i ni miri lor tollero quattro naui. Dipoi appretto SicěHattét'otto.In queititépi anchó ra,per lěeut cagione, nacque gra'dilcordiŕ co Pado-tianě.Allhorj, per lŕ l'unga pace, fiori uaho le delitie •de' Tritiigiani,squali fpelsi giuochi, & fefte faceua-tio ,wme fi fu'oltiellecófeprofpere, & la Cittŕ era molto abódate,e rfpien3.Tra molti trouo,chcfece-to un piaceuóle giuoco,fa nella piazza fatto un ca- ^y«M& dk^ě ilelló, ělqual in uece d'i mura eracinto di pelle foie- balleresti-4i ěftiere di granprezzo,& di belliflimi pani chermofi- quali jeguitů ri. Alla guardia del quale erano alcnn'e notili fancil mmagHefr* Ie,lequali,inino2rodi elnii,hŕueuano in tefěracoro- "p^uf^h> tk d oro:& m cabio di corazze~,erano cinte di colla- ^ ctntrxVi iie,& ricchi manili. Q.uefte ciafcunadi fingular bel-iezzajftauanOjCóme ho detto,alladirefadel Caftéě lo.Alla efpugnŕtion erano alterati nobili garzoni, belli,& allefaciůlle eguali dě etŕ.Lecui arme da trat ili mano erano Poma, Noci mofcate>R'ofe,Gigli, & altri fiori ridotti in forma tóda ŕ guifa di palle. Et fi fatte erano l'armi,có che fědefendeuano le fanciulle, coppo lequali fi gettauŕ ŕinpolle,& oricani d'acqu* rofa,& d'altri gétili odori,tale e fi fatto apparecchiň idinouafeitajCome fuole,idufle molti ŕuenireŕTré uigi, vi erano de Vinitiani non pňchi,& di Padouani molti acciň inuitati.Mahŕuédo giŕ il piaceuóle co* battiméto occupato gl'occhi di ciŕfcimo,métre erano gl'anim!,& i uolti intéli ŕlueder da qual parte pri ma ě giouani dauano l'aflalto al Cartellň, auéne,che \z fquadrade giouanetti Vinitiani,pfa fubito la por tajerano giŕ per portami détro lo ftendardň.Ilche éf fendo ueduto da Padouani; iqiiali, da un luogo uěcf-ěiň anchoracfsi cotnbatteuaoo le fancille j hauendo N 4 inuidi* della prima deca inuidia ŕ Vinitiani della uittom,fatto impeto cótri quello,cheportaualo ftendardo, nel quale era l'ima gine di fan Marco, quello tolfero,& con lor uergo-gnaifquarciarono. Subito datale ingiuria nacque di lcordia.Etfarebbefi in quel luogo, non fenza ipargi mento di fangue,combattuto,fe quell^che erano lo pranzanti ŕ i giuochi,non haueflero fubito disfatta la lefta.Si partě adunque l'una parte & l'altra con irato animo. Ma li Padouani del loro errore conofcitori, dimoftrauano non uoler patire ingiuria da Vinitiani , quali che efsi haueflero riceuuta l'offe fa, come fpeflo fi luol fare per afcendere in coIpa.Onde con l'aiuto de Triuigiani,fenza altro auifo di guerra,en-trando ne'cňfini de Vinimni,quelli incominciarono ŕ dipredare. Et richiedi per nome publico , che douefleroreftituire, nófolamentenonreftituirono alcunacofa,maincominciarono anchoraŕcorobat-— ter la torre delle Bebbepoftanel fiume. Il Prencipe Ciani haueua quella fatta fornire di buonadifefa,al laquale era in guardia Marco Concauo , huomo di gran jpdezza.1 Vinitiani per la prima & feconda ingiuria moleftati, prefero l'arme, & attorno la torre di fubito all'aitati i nimicagli ruppero &debellaro-St»*ttmh« no,quattrocento & piů de nimici,con quattro iten-fadomanict- dardi uennero in poter de Vinitiani, iquali menati z dotti ŕ vinc Vinetia, diedero molta allegrezza alla Cittŕ offefa. tu frigniti, jj Xriuigiani,che ueniuano in loro foccorfo , intef» la rotta,con paura ritornarono indietro. IL tributo annuale,di publico ordine fu ŕ Chioggioti rimeflb, l'opera de'quali molto lorgiouňin quellapugna. Ne molto dipoi, che alle Bebbe fu cóbattuto, inter-JjJJr'S ponendouifi il Patriarca d'Aquilegia, fu fatta la pa-uUpiiti ce.Macon quelle códitioni,cheuenticinque di quel li,da quali,nella fefta de Triuigi, era nata la ingiuria fuilero mandati ŕ Vinetia al Prencipe, a quali fofl'e lecito dar quel fupplicio,che a lui piacefle. Ilchefac to,qlli poi reiUcuici furono séza oftefa,ae J^pace fu lunga LIBRO OTTAVO. tot !unga,chefubitoruna, & l'altraparte corfeall'armi. La cagion nacque da gli fautori delle parti. Conten-deueno ŕ quel tempo li Forlani,con Triuigianiŕqua li alleai rati dal fauor de Vinitěani, erano pattati ne confini de noui nimici.Bertoldo Patriarca, per con-feglio del quale il tutto fi trattaua,ricorfe al foccor» fo de Padouani.Ma altri dicono,che quello venne da Vinitiani,& che fubito fu fatto Cittadino di Vinetia. Laqual cola faci' mente credere m'indufle laanticha confirmatione de Padouani ,&Triuigiani, ma fra e primi mouimenti d'arme dicono Bertoldo col Con tediGoririaefler venuto ŕ Vinetia, & hauer fasta tregua per anni cinque.Onde la guerra ŕ penainco- • __/¦ vaii- i i r i- i II L- minciata,cetso. Alcuni dicono, chela ieciia della chie fadi Malamoco in quefto tempo fu ridotta ŕ Chiog diMa gia.Vn fubito,e gran terremoto oflfefe grauemente moc\ *>&** la Cittŕ,& vna partedella chiefa di fan Giorgio,con u * Clfcie$" alquanti priuati edificij cafcň. Quefte cole furono ujanm fatte in terra ferma.Nelle Ifoleveramenteogni gior (he fece il no piů s'ampliauail Dominio de Vinitiani. Rabano terremoti» ě. Carceno,chehaueua prefo Neeroponte,temendo ^»»«"«-(quello,che era))a pofleflion di fi grande Ifola appe Jf^JJ^J napoter ritenere,con le fue forze, volontariamente re(f tributi. confuoi fi fecefuddito ŕ Vinitiani, & promefle dar rio ŕ Vůů-loro tributo.In Corfu,che poco dianzi era ftato ha- ''"»»• uuto , alquanti Gentil'huomini furono mandati per "?JfH-m ?*f guardia,come in noua Colonia.Et in quefti Pietro ^,J^"* Michele,Stefano FofcarinijSfgiberto Qj.iinni,Gia- mandati 2 conio Seio,Guifredo Prencipe d'Achaia, che era fuc Ccrfn, «. ccfě.o al padre Megaduce,& Gallo,che prefe la Cefa- tMe '»««»« lonia,e(fi anchora fi diedero al Dominio Vinitiano. Ce*°nĚA. Mentre quefte cofe fi faceuano intornorifole,& nel territorio del mare Ionio,Henrico tra quefto fé «e lega con Vallachi,& tolta la figliuola del Reper moglie,crefciuto di nuouo parentado,in breue tutti i luoghi della Grecia fece fuoj,liquali per l'infelice cafo diBaldouiao,haueuanoribellatto all'Imperio, Et in Ottone ěmpe-rador tfprono le Antiche itjentioni. Upreniipe tol/i permo-flie la figli-mola di Tan-eredi Ke di Sitili*. Vimpcrlida-re de Greci andň a Roma da H onori o pontefice. ¦ ' DELIA PRIMA DČCA et in cotal gu ifa le cole di fuori pace ficate,(ě ofFer/e eflere in fauore del Pontefice Romano , per quello gli ŕtnbafciatori ŕ Coflantinopoli mandati acciň ti ralle e Greci alla ňbbediehza della Romana chiefa: ondo poco mancňjche per quella cagione fubitonel la Citta nonnafcelTe difcordia grande. I Cittadini i-improůerauahoad HenncojCondire, ch'ai buono Imperadore apparteneua d'hauere cura delle arme, & non delle cole facre,& che giŕ ŕ baftanza eflě ha-ueuano foftenutojchelaloro chiefa foffe foggetta alla Romana.Onde lafciando i Greci nella loro per tinacu,Henricc> riuoltofi ŕ ordinar l'Imperio, fece ilfigliuol di Bonifacio Redi Theflaglia. Sifperaua» che alla giornata ŕ miglior opere douefle attenderei quando fra poco fpatio fi mori;Mentre, che fi fatte cofe fi faceuŕno nella Grecia,il Prencipe Ciani man dň ambafciatori ad Ottone per allegrarli della vitto ria,laquale eglicontra Filippo Duca de Sueuiaha* ueuaacquiitatOjCol quale molto haueua del Domi nio combattuto. Et da lui a conformatione delle anti che efentioni benignamente impetrň; In tanto Angelo Falierň Procuratore,fece ornar la pala, laquale dicemmo efler fopra l'altare grande di fan Marco,di géme,& di altre pietre nobili,& di gran prezzo.Et il DogeZiani,eflendogli mortala prima moglip,tol* fé Coftaza figliuola di Taneredi Uč di Sicilia, della qualehebbe un figliuolo,& una figliuola. La chiela di fanta Maria di Gierufalémej doue hoggi fono fer*. rate le vergini,trouo appreflň alcuni eller llarafua opera.Pietro Cote Antelěodorenfei morto Hérico, con mirabile confentimento di tutti fu ereato Impe ridore.Era qfti Aio cognato: ilquale venne ŕ Roma co la moglie.Et da Honorlo Pótefice,nellackiefadi fan Lorézo,nella via Tiburtinŕ fuori delle mura del Jŕ Cittŕ fu incoronato. Dipoi parti da Roma co Gio uahni Colonna Cardinale & Legato del Pontefice nudatoj> hauer foccorfo coritraTurchi in Vneheria, Dipoi, ' IIBUO OTTAVO. f toi Brpoi,che giunterň ŕ Brandizzo,la donna & ě figli* těoli,che feco erano,polii in nauericeuuti, nelle Ga Ite Vinitiane, ordinň di parlare in Dalmatia & poi andare per terra ŕ Coftantinopoli.Dicefi,che in gn tia de Vinitiani tentň di efpugnar Durazzo Theodo ro,teneua la Citta di Epirojle cui mura non molto per adietro erano (tate da Vinitiani rinóuare, & egli con buono aiuto di Albanefilŕ difendeua» Vanafu adunque la pugnadell'Imperadore.Teneuaili Theo doro per l'Imperadore della Grecia,perche numeri těatra fuoi parenti Emanuehilquale era iěaco lmpc. fadore.Coli adunque fimulara la pace, Pietroami^. cheuolmente inuitato,in mezo del mangiare fu ve-tifa. Altri dicono appreflbi bofehidi TheflTaglia.Et HL ŕllhora Giacomo Thiepolo PodeftŕdiGoftantino- ^ poli jilqual vedendo le forze Francefe nella Gre- fdic eia meze rotte,fece lega con Theodoro Epirotaper tinnii t anni cinque . Le forze delquale ogni giorno cre-< le& « / fceuano,&colRede Turchi perdile anni. Intan- ^^^Tfinto Roberto figliuol di Pietro, per l'Vngheria,& Mi' iV fia venne a Goftantinopdli j doue fubito fu fatta Imperadore. Q^uefti da principio, con Marino Michele Podefta de Coftahtinopoli,incominciň ŕtrac tare molte cofe vtili al gouerno commune dell'ini-perio,& in quella concordia volentieri & con buo-těo animo prefeuerarono : in tanto che inognifuo parlare,chiamaua il Prencipe Vinitiano cariflěmo compagno, & amico dell'imperio : laqual cola altri inanzi aluinonhaueuanofatto. Ne erano fenza ragione le fueparole,perche le antiche forze de Frati cefi , ogni giorno in Grecia diuentauano mino-* fi, ne altre per foflentarle da neflun luogo erana mandate, & la cofa era venuta ŕ tanto,che ogni carico dell'imperio s'appoggiaua fopra Vinitia-těi, ne d'altra gente haueua difefa , Roberto tolfc per moglie vna figliuola d'una riccha Matrona» benché lei folle nata di balla natione , laqual pri ma erx DELLA PRIMA DECA ma era ftata promefla ŕ vno de Cauallieri. Et egli uo> J>«*e fitta- lendofi di tale ingiuria vendicare, fece impeto nelpa i/w/e il na- \27ZO (li Roberto con gli huomini della fua parte,U tieddltT" *luale eramolto potente:& tagliato >1 nafo alla gio- lmperodore uane, & alla madre , che acciň hauea confentito, a- Greco, & mendue fece affogar nel mare. Roberto pieno d'ifdc lafoctra som gno,andň ŕ Roma inanzi al Pontefice,di tale ingiu- tnerfam na molto lamentadolě:& nel fuo ritorno ŕ Collanti nopoli,morijn Achaia,lafciando Baldouino fanciul lo.Quefti tolfe per moglie la figliuola di Giouan Re diGierufalemtne:ilquale di confentimento di tutti prefe ŕ gouernare l'Imperio del fuo genero fanciul- lo:come alcuni fcriuono.il Catinai tra tanto,ch'e- ra flato mandato,accioche paflafle in Soria con gran gente,venne ŕ Tolemaide Fu Capitano di quello ef- lercito Andrea Red'Vngheria.Ilquale,ŕ traggettar le gentijvsň l'aiuto de Vinitiani.Ilche ageuolmente/ ottenne:per il che ogni ragione,che il Re d'Vnghe- ria ŕ quel tempo foleua hauere in Dalmatia,conceŁ- fe al Dominio Vinitiano.Dicono le hiftorie, che in quella imprefa fi hebbe Damiata Citta di Egitto, vicina al Nilo:donde furono menati via trentamila prigioni,altro non crouo,che fi facefle in quella im, prela degno di memoria. LIBRO IL NONO L II DELLA PRIMA DECA. RO Iconti-kvi tumulti dell'Ho la di Candia,iquali l'uno, doppo l'altro,lungamente tennero folle cita la Citta di Venetia, richieggono,che per alquanto fpatio dal U Italia fi allontanarne Laqual cofa accioche facciamo volentie ri^non folo la varietŕ delle cofe ci eiacagione,ma anchora ci eflorta la fama dell'Ifola, laquale certamente dimoftra l'antichitŕ, & grande?; zadieflaterra.Et acciň niuno prenda errore perla jgnorantia delle cofe antiche,& del fuo uecchio no-me,quella veramente č Creta,laquale hoggi č detta Candia,dal nuouo nome,come io penfo, d'una Cit-tŕ,ch'čin quella.Dofiade dice, Creta eflere nomi- DifcrUtěoh nata da una figliuola di Hefperide.Anaflěmandro dal deŮ'ěfiU Red'e'Cureti,Filiflide&Cratefcriuono facilmente *' Candě*. comprender prima Aeria,dipoi eflerfi detta Curete, di dóde poi il fuo nome eflere deriuato. Eudofo(pec ciochedel fuo fito č da dire brieuemente qualche cofa ) ftimň, che quefta Ifolafofle nel mare Egeo. Mai piů diligenti credono effer bagnata da diuerfi mari,ciočdalĚ'Egeo,CreticojLibico,Egitio & Car-pathio.Apollodoro dice lafua lunghezza eflerdue milla, & trecento ftadii. Artemidoro quattro mil-la,& cento. L'acqua da Ponente ŕLeuante difeor-rcin lungo tratto. Alcuni hanno detto due miglia & non piu,ma la larghezzaeflerinequalePlinio tiene» che non palli cinquanta migliaia lunghezza dugen to& DELIA PRIMA DECA lp&fettahta: il circuito, cinquecento, & nouanta* Oltre di queftp l'Ifola č di terreno molto lpeftb,&-cjuafi tutta montuofa,ha!efue valli fruttifere, & monti che guardano in Ponente , di marauigliofi* a!tezza,ne piů badi del monte Taigetto di Laconia» In mezojdoue largamente fi fpande,č il móted'Ida, piů alto di tutti gli altrijdelquaje moire cofe dicono Jefauole.Scriue Ephorogli antichi habitatoridilei prima efferefhti ammaestrati nelle leggi da Rada-mantho, & ridotti ad habitare nelle Cittŕ,& ŕpia manfueto modo di viuere.Ilqual Minos feguitamla con leggi,& ordini,attefe ŕregolarli con piů feuer$ giuftkia.Qiiefti & infieme fiatone dicano, che ipri mi di Grecia, & fpecialmente i Lacedemoni furonov fegtiaci,& emuli di corali leggf-Ma le cofe,come dice Strabone,cangiandofi di male in peggio, mancň» quell'honelěo modo di uiuere,& i buoni coftumidi uétarono cattiui. Efla Ifola pria per dŕni de Corfali, & dapoi in proceftb di tempo non folo turbata dalle Romane arme,ma anehora fatta fuddita, fotto l'om bra di tanto Imperio alquanto vifle quietamente.La. Cofla/tttm qual dipoi mancando , trafportando Coftantinola tSnUS maeftŕ & §lona di W^1* ŕ Coftantinopoli, & viti-. CrttMMCofla marciente quello,che era uno Imperio,diuidendo in tino foli. due,&eftendo due Prencipi acciň l'uno attendefl'is alle cofe Greche,& l'ahro alle Italiane, allhora fenv pre fu flimata delle parti Greche,& perciň non fňla dalle arme barbare follecitata,ma grauemente afHic fa. In quefti moderni tempi,leuato l'Imperio di Mirtilo ( che fu breuiflěmo ) toltola ŕ Grect, venne S nel poter de Vinitiani.Ma tale č la natura di tal gente,^ tale la cura di cofe nuoue,che Vinitiani furono lungamente oceupati,& hebbero fatica ŕ ritenerla. Ma uoglio incominciare ŕ fcriuere de fuoi tumulti La inuidia,che fé ni pre accompagna la felicitŕ, dop-pň,che l'Ifňla di Candia uenne nel poter de Vinitia ni,fx come quelli,che erano emuli della Iqto grandezza LIBRO NONO. 104 «3ez.fca>incominciň ad entrare nel petto loro. Deli-* Aerarono adunque(perche in quel tempo erano gra di le loro forzeldileuar quella dalle mani de Vini- ^oue lV t t r 1 ' /* • j j» • r r dettero itu-, liani.La Ilolaera quali ignuda d ogni foccorto,quan ^j^ ^ do esG per alquanti huomini della lor gente , acciň fa. hauendo fatte apparecchiar le naui, incominciarono ŕ turbare lo itato di quella terra. Et intefo il ca«-> fa di Leon Vetrano, ilquale i Viniriani con uergo-gnofa maniera di morte haueuano vinto 3 allhora. piů adirati fi fcoperfero in manifefto odio,iftigan- LiGer?outJi do quelli di Candia con molte perfuafioni3che uolef uolfero farri fero ribelUre.Laoualcofa pocagiouando loro,man SellareIhjol* • - - - - - - ¦- - de Canata. fua.I Vinitiani,perche da principio era ordinato,an firmata fat- <:hora,che con gran difeommodo della llepublica, tdtia.^'".[',. j -1 ir ir j- r^ j- e • tt«m per llif: di ritenere il pofleflo di Candia,fecero armatam- /4^c' tjiiefta occafione infieme con altroché erano nel me r^iJ^di defimo defiderio,dimutarlecofeprefenti.Ondele- Mare» San. uatafi una gran moltitudine di gente,corfe alla cafa nuto. del Sannuto,come adhuoniOjChenon fapeua nulla di quello fatto,benche alcuni credettero, che'J San-nuto fotte con effo loro di accordo . Ma per non ef-fer giudicato partecipe di queflo maluagio configlio,ne parefle che piů torlo egli per volontŕ di muo uertumultOjcheper necesfitŕ prendefle l'arme, fo-ftenne,come ho detto,prirna che nella cafa fua fofle fatto l'impeto,ma dapoi corfe al palazzo gridando, & la Citta in poco fpatio dalli armati, aqueftoappa recchiati,fu prefa . Il Thiepolo ilquale intefa lari-bellione,traueftito s'era riparato in cafa d'un Marco Glaeemo rie Tonifco fuodomeftico,pche prefa la Cittŕ conofee polo pode/ĚA. uŕ incorrerei! pericolo della uita,reftando in quella '" k*l>ito di dalle mura in habito di donna con una fune calando j^q1 p^ fi,occultamente fi dipartě, & fu faluo . La preftezza della fuga ridulfe quello ŕTemeno Cartello fortif-fimo.Doue,quando ;>'iftimň aflai fecuro, acciň non parelfe per troppa difperatione eflerfi partito della prouincia,il luogo con noui ripari fortificato delibe rň di tenere.Alcuni fcrittori,quali feguimo,dicono, che'l Thiepolo fu cacciato della Citta,& che'lSan-nutofi dimoftrň apertamente capo della ribellione, & del furor di coloro,&fcordandofi della patria,& de i publici benefici) riceuuti cercň leuar l'ifola con gli huomini della fua parte dal nome Vinitiano , Lafciato in cuftodia della Citta Stefano Sarinuto fuoparéte,có genti Greche,& Italiane infieme con giuce le Caftella & altri luoghi forniti, in breue tem O pň t"o °co2~a Giacomo Ibtepdo rě- du deitŕ Cu *DŮrHěmco Sluirinof& &.U110 Beiba-ilio amlaro- T' d"trifola ĚĚS i' tindo cantra */ lampo del Thih 11 configlio dtl Sunhnte. DELLA PRIMA DECA pň ridufle nel Tuo potere. Sono anchora certi Autto» rijchedicono.Tcmenpetiandio dalui eflereflatoe- fP"gnato »dolIe era ll Thiepolo , & che il Caftello fi difefe valorofamente per i' Thiepolo,& per quelli,li quali fra quello mezo erano venuti in fuo foccorfo* NOn pochi huomini,iquali anchora reftauano fn fe- ^ doppo intefa la fuga del Thiepolo ŕTemeno,in ^lie^ 'uog° l*e ne uennero per eflere in Tuo lňccorfo* Liberato Temeno dall'afledio ,tra pochi giorni il Thiepolo rihebbe Monteforte,8c Lafitho. In quefto ftato erano le cofe di Creta,quando Dominico Qjii r'no'^ ^anto Bethanio Proueditori con gran gente gpie,& acauallogiunferoairifola.il Duca ilquale fino ŕquel giórno nonfihaueuamoflo per tema del nimico.conňfcčndo quello efler piů potente diluě, intefola venuta de'proueditofijiqualě oltralegétij thč fi diceua haučr menato all'Ifňla, haueiiano feco recate arme,danari,& vettou3glie,!ei'ato in maggio rcfperanza,con le genti,che feco hŕueua,parciro ila Temeno pofe gli alloggiamenti ŕ Pjnofobriti, luogo arduo&ftranň .e molto atto ŕfar.fatti d'arme. Qjjiui fortificati gli (leccati con l'opera de foldati fé ce un Camello.Il Saiinuto intefa la partita del Thie P°^° da.Temeno,& doue erano i fitoi alloggiamenti con l'eflercito in ordine fé n'andň ŕ quello. Ma auan ti che egli venifle alla prefentia del nimico,paflata la cima dell'alto monte,che riguardaua ne campi, per una certa fpeluncaafcofa,vide lo effercito ,la lubita jji unta de nimici alquanto toccň l'animo del Duca* Dipoi fatto certo per alcune fpie della quantitŕ delle genti,che erario nel capo del Sannutň,accrefcniro come io ftimo,il fuo eflercito di nuoui foccorfi del-l'Ifola,non molto indugiň,che ridufle i fuoi nel cam, po percombattere,fe'l nimico non ricufaua Mail Sannuto di contraria opperěione, penfaua col tenere il nimico ŕ bada, fenza far fatto d'arme poterlo 6inccre,percJoche oitra,che era fecuro per la fortez» za LIBRO NONO. u>« la del luogo, & che ogni cofa, farebbe moietta alle centi del Thiepolo, vedetia ogni giorno per nuoui foccorfi,che ueniuanodella Cittŕ di Candia &di tutta l'Ifola, le fue genti accrefcere ,& co'l tempo ŕ farfi ogni cofa contraria alěrin:mico,in modo,che gli conuerrebbe morirfi di fame ň di ferro,otiero par tirfě dell'Ifola . Conofceoa dall'altra parte il Thie- f»olo i configli del mmicň,ilqual vedendo non poter o ridurre alla battaglia fortificň il Cartello, ilquale nuouaméte haueua fornito di foccorfo.Et egli mof-fod'indi lo efěerciro venne alla Cittŕ di Candia, & di notte,appoggiate le fcale alle mura,fenz.a ftrepito & fenza morte di alcuno tutte le mife dentro nella Citta.Laquale hauuta puofein ferri Stefano Sannu- II p to,della Citta Capo,infieme con moki altri. Per tal fefe c*dlé-nuouat fpauentato il nimico,riuolfe l'animo allapa-ce , laquale impetro dal Thiepolo con queftccon- Lap*ce f*t-clitioni,che menati via tuttii foccorfi , che haueua tatrailThie nell'Ifolaf percioche ouafi tutta lariuiera,laqua- f»/oů"^*' le e da Miopotamo al Promontorio d» Spathafi teneua anchoracon foccorfodi quello) con una Ga Iea,&vno Vrfero,& piů , fé ŕ traggettar le genti era bifogno & con legni non fuoi, ma condotti per mercede, lafciata Creta pafl'afl'e nelle fue Ifole . C^uefto pareggiato col Duca,data la fede, & ri-ceuuta,Iifoldatipofti innaiie,prefl-amente partito il Sannuto reftitui la pace ŕ gli Ifolani. Quefto č V~ S1!tn?t* quanto dicono della feconda ribellione di Creta, dtCandi* Hi laquale altramente io non fo che guerra ciuile chia Tbupalt, mare.Nepoflb e (Te re {indotto ŕ credere, che Marco Sannuto hauetěe adoperate l'arme per occupar Tifo la ŕ Vinitiani,ma folo perdifcacciarne uergogno-famente il Duca col quale haueua aperta nimici-tia. Et inuero io non fo intendere,con che animo jOuero cog qual fiducia hauefie uoluto riuol-gere le arme contra i fuoi Cittadini , & contra la patria* Perche egli doueua fapereche'i popo!o O 2 Tuo della prima deca filo potente harebbe potuto frenar con tanta audŕ» cia,quando eglififoflemeflo ŕtantafceleritŕ.Onde egli lapeua molto bene* ch'ei non haurebbe potuto ritenere non folo Creta, ma ne anchora le altre Ifo le,lequali fino ŕ quel giorno haueuapofTeduto,fei Čfcufation Vinitiani contra lui haueflero prefe l'arme. Ma, che del Sannuto cofa haurebbe egli potuto fare piů leggiermente, come buon cjjej[ combattere contra e nimici di quelli, conli-' quali dapoi infiemehaueua ordinato di guerreggia- re,ne certamente haurebbe cacciato dell'Ifolaquel Maliaco Conte,fe l'hauefle uoluta togliere ŕVini-tiani.Ma piů tofto ciň fece,come occorre3per una co tale inuidia,ouero odio,ilqualeportaua al Duca dipoi lŕ vittoria,percioche l'uno voleua efler ueduto piů fol'ecito dell'altro in far beneficio alla Republi ca.Et perň egli tentň di cacciare con l'arme fuora deirifola colui, ilquale cacciato, iftimaua molto la fuafede douere eflaltare apprefio ŕ Vinitiani per ha tier con fuo aiuto difefa, & ridotta pacefica l'Ifola. Sono oltre ŕquefie alcune ragioni, per lequali io credo cofi cotYie habbiamo detto , eifere auenuto,{ě perche eflendo noUe genti da Venetia mandate nel-Ě'Ifola,pef ěequali appareua efler chiamato nimico ideila Republica,egli fi aftehne con fermo animo dal eombattere,& fi anchora,perchetenendofi in Creta molti luoghi per fuo nome, egli facilmente fi partě dellaprouincia>che,fe verfoi Vinitiani foffe fiatori bello,non gli mancauŕ gente, che lo haurebbe pre-gato,ch'egTi le hauefle dato quella parte deH'Ifola. Cofi nimico ŕ nimico haurebbe aggiunto contra Vi hitiŕni,i8c quelli che a ciň fi farebbono potuti indur-re,erano Genouefi,della gloria Vinitiana inuidiofi: tlxoHŕ rěbeě ma uolfe piů tolto dar luogo al publico ripofo,che bone deWtfo gjouare a\ Thiepolo fuo nimico. Alcuni Scrittori di ihe 'fall*ta cono)c'ie in quefli tempi Giouani Triuigiano otten 'crudelidelle ne quella nobile vittoria contra Ge!iouefi,dellaqua altre. le nel precedente libro fi dille.Ne molto fletterň le cofe LIBRO NONO, 107 eofc di Creta in pace,che un nuouo tumulto, & affai piů crudele dell'altro,che detto riabbiamo, turbň o^ gni cofa.Ilquale quantunque da principio rode pie-, colo,s'alzň dipoi con tanta furia,& incédio, che qua (ě per quello fi abbrucciň tutta Plfola . Chiara fama c,che per configlio d'un certo Pietro Filaneo fopra-!-ftante della Roccha Boreparitana,furono rubbati ai quanti caualli de gentiluomini dell'Itala. Ciň fat->-to fapere ŕ Paolo Q^uirino^lquale allhoraera Duca fece comandamento,che 1 detti caualli fodero refti-luiti.Laqual cofa,perche cofi tofto no fu fatta come uoleuanoi Greci,quafi modi per altra maggior in-giuria,peruoluntŕ d'un Pietro Scordilo,dicui fi di-ceua efler li caualli rubbati,fecero impeto , & uia me narono una gran predadel contado Repantano.On de fidandoti nel prefente tumulto,! Candioti defide rofidi nuouecofe,iricominciarono ŕ ribellare, Etirj brieue tutto cioche da Miopotamo alla parte d' pň nentedel'Ifola fi trouafi ribellň a Vinitiani. II Du-> ca per acquietare cotahfubiti tumulti de Greci, man fi°>Gi dň con groflo eflercito, Pietro Tonifto. Sf Gjouan {J'JJ Gritti oltra le fcale di Milopotamo, Iqualj mentre, „, che fenza fpie guidauano lo eilercito perii bofeo Pfiuronefe,vennero nell'infidie di Coftantino Seua E fto,& diTheodoro Melifino,iquali con molta, gen-te gli aflaltarono,& portigli in fugga,fi come quelli rottt* che fapeUano la qualitŕ de i luoghi gra quantitŕ de i noftrijfmarriti & ignoranti delle uie, crudelmente vccifero,tra quefti f"u morto Giouan Gritti, uno de Capitani huomo di fomma eeleritŕ,& valore.Nico* lo Balaftro,Marco Bon,AndreaTheaklo, & Vendra min d'Aquilegia,& moltifoldati,con quefti diofeu ro nome lafciate alquanti di loro l'armi, per luoghi diferti fuggiti da tanto pericolo venero al Quirino, alquale non molto dipoi fuccefle Dominico PolfiV' jio,per la cui opera tra Vinitiani,& Greci fu fattala pace»Et per mitigar la natura di quelli con qualche. O $ benefi- DELLA PRIMA DECA iiěrrro,ma molto piů moleito.Non torna migliore la malignua,per l'altrui compiacenza, ma di gran lunga fi fa peggiore,ne fi muoue per alcun beneficio anzi con fupplico & crudeltŕ fi caftiga- Per la molra libercŕ adunque di mal fare,non temendo alcuna uer gogna,Scordilo, & Melifino incominciarono con rubberie a turbare il tutto , & apertamente ŕ toglier perforza,ŕ fpog'ure&atěaflěnare^li modo chenien te ad alcuno era fecuro:& giŕ tutti i luoghi erano mo kftati da rapine,& morti.11 Duca fdegnato per cota li tumultijfubitimente fece gente,& mandň ŕrichie der Marco Sannuto,che palpile in Candia con quel le genti,che egli poteile,perleuare l'Ifola fi fatti la.-&i?8l perpetui nimici,& diceua,che tjuelii delJ'J/b- u LIBRO NONO, roS la apertamente fi voleuano ribellarci cófigii de'qua N"<* rěbeU lifeprefto con l'impeto dell'armi non fofferoop- ^/ff' prefli,in breue tutta 1 Itola li nbellarebbe al Domi- MfirfQ sa^. nioVinitiano.Ŕllhora egli, in tanto pericolo della nHto con fot-Republica,noncefsň:ma di fubito prendendo le ar- "e/o venne xnepafsň in Creta.Doue in luogo opportuno fece '" f«uore j? come fi dice,un Cartello per fchifar gli aflalti de ni- {SZ** mici. Per ilchequelli,come,che alquanto follerň dia. fmanti,non lafciando perciň la loro pertinacia,man daronoŕGioiianni Vatacciojilqualeteneua l'Ifola Lesbo nel mare Egeo,& altri non pochi luoghi del-l'ImperiOjiquali fino ŕ quel giorno haueuaoccupa- Grecidopuu-to,in tanto,che quafi fi iftimaua,Imperadore de Gre dtrono fica/ ci.Acoiluipromifero il Prencipato dell'I fola, fé ŕ 1° ' ,f'ata'-cJ. tempo mandaua foccorfi di tale maniera, che baftaf- c? fň™* fero ŕ cacciar i nimici Vinitiani. Erano in quel tem * pň da edere irhmace le forze di Vataccio , ilqualeha ueuafeco congióto perparétado il Redi Hefagoni j ilqualed'intorno iljiiarponuco fichiamaua ancho ra egli per nuouo patto Imperadore di Grecia: Con queičaintentione,che efpugnaflero la Cittŕ di Co-itantinopoli per conia nome,perche molto haueua no hatiuto molefto,che Roberto gioitane, figliuolo di Pietro Imperadore haueflč feguito il configlia d'alcuni baroni & contratto parétado col Re di Gie rufalenime,alquale di cotanto regno non era rima-fo altro che'l nome.Mandň adunque Vataccio tren tatre Galee infoccorfo de Candiotti. Nel giunger de nimici fi dice,che Vataceio eorrupe cori danari Marco Sannuto,ilquale fi parti con tutte le genti del l'Ifola.Allhora il capitano dell'armata di Vataccio /^ . . riuoltoalla efpugnation della Cittŕ,effendo Mar-yl&ttň Qtwror coQuirinoaftrecto ŕ renderfi jdi Rethimo, s'inllr *t &+*4.tCfrc flě gnorě. Seguitando ladedition del Q.uiriiio . Mac- Ŕ garito Fofcarini. Milopotamo , & Corrado Mile-r nio Cartel nono gli diedero , Ne perciň fi refero alr Japrima lorgiunta?raafalquanto yalorofamente § DELLA PRIMA DECA clifefero.Cataldo Alienale fu corretto anchoraegli ŕ partir d'indi, ilquale hauendo fornito di gente il Caltello,chefidice di Bonifacio ,difendeua quello audacemente,alfopragiunger del Duca,ělqualcon occulta gente s'era mollo di Candia, per uenirŕle-uar i fuoi d'ailedio,& molte monitioni vi lafciň . Il capitana Et} perche non pareua cofi facile la vittoria, conio * ; *'4C"° sii Ilolani nel principio haueuano promeilo,il capi-*' lalfo l'itila tano "J Vataccio vedendo alla giornata eiler la bac-didu taglia piů ŕ hu,che a Vinitiani faticofa, deliberň par tirtě deirifola}& poiči li fuoi in naue} lequali haue-ua menato da Lesbo, lallata Candia ŕi Vinitiani, fubito fcorfe in alto mare. Qiiella armata dipoi, giunta all'Ifola di Cithero, fendo da gran fortuna turbata,tuttafi ruppe,eccetto tre nauihj de minori, ^Nicolo Mudazzo,& Marin Marino, iiqualiamba-fciatori con fperanza di pace nauigauano in Gretia, Kěctlo Sena, perirono in quel naufragio. Nicolo Tonifto Duca, fio, eir Mě- ilquale fuccelle ŕ Giouan Storiato, & Bartholomeo chelMelifino Gradinico,ilqualefufuo fucceffore ,prelero alcuni «n patti ri- Cafte|ii. Nicolo Seuafto, & Michel Melifino , capi tornarono a „ . ., ... , J . .. . /t Vinitiani. d ogni ribellione & de tutti i mah,per ingegno del Gradinico tornarono nella prima fuggettione,dato loro tutto quello che fi conteniua dal fiume Petrea, fino ad Atti, con quelče conditioni, che ogni anno portaiferoallachiefa di fan Marco cinquanta libte di cera,& cantaiTero laudi al Doge di Venetia,&pré delTero le armi contra ribelli per infino,che ritornaf fero fotto la fignoria Vinitiana. Quelli ueramcnte che fino a quel giorno non s'erano reiterano quelli che daPetreafino a Sunimonia Promótorio habita no.Tra qfto mori il Gradinico,& gPibafciatori prc-feroramminiftrationedeirifola.Aciafců Duca fi da nano due ambafciatori per il cui nome aělhoi«rrano nell'Ifola Giouanni Ardizonio ,& Marco Molino,' ilquale métre alfediauano Serbio Caftello di mare, fubito videi alto mare dodici Galee, lequali faceua- no LIBRO NONO. io* noyela uerfo l'Ifola.Quefte erano nudate da Gioua ni Vataccio in foccorfo di quelli,iquali erano cóbat K*wx arme tuti da Vinitiani. Temendo il Molino, che fé quella '? cioche dalla parte di terra giŕ s'era incominciato ŕ cóbattere la cittŕ. Maperqfto cňfiglio de nimici nň fi fpauétorono i Vinitiani d'af frótarfi che fubito,nel giugerdeH'armata,con grŕde impeto urtarono in qlla de Greci,laqual cofa fi dice P?s«* fatu cfler ftatta fatta con tato feruore d'animo.che xxiii. l*ultt0/^« galee di efsi nemici cňbattendo in poco fpatio di té pň furono rotteci refto dell'armata difsipata, & gua ila. I Vinitiani uittoriofi,leuata la cittŕ dailedio, vi entrarci no dentro, & con gran feita,& allegrezza di tutti furono nceuuti, ma molto piů da loro cittadini,c'habitauano la cittŕ,iquali ben fermati, & cófor tati ŕ meglio fperare,pcioché ifino che la Rep.Vini tiana fi mŕreneile inpie,anchora loro falui farebbo-. no,& d'indi ŕpochi giornidapoiuénero uerfo l'Ita lia.L'armata uittoriofa tornata ŕ Vinetia aflai piů to ilo,che nň fi credeua, portň gě a triófo & piacer alla cittŕ,a cui fu molto grato sétire,che i fuoi cittadini follerň liberati da tal Łicolo, & nň mlco grato, che coli tolto haueflero portata uittoria del fiero, & fu-perbo nimicojilqle qfi prima era flato fuperato, che veduto,, dia di Cojtan tinopoti. 'K/40U4 tlittO ria alle galee y'tnitiane. ff fatta «tntrtHOHcft, DELLA PRIMA DECA veduto. Ma egli,anchora che fofle uinto, non potč pciň ftar quieto. Percioche Vataccio dall'altra par-te,]?che la prima armata,che fu madata, dicefi efler ftata mandata dal Re d'Hefagoni dalle riuiere del mar Pontico,con armata de xxv. Galee,incominciň da capo aficdiar Coltantinopoli hauendo aggiunto alle Galee gran numero de nauilii. Ma per grŕde,ch' ella fi fofle, non potč perciň fpauentar Giouanni Mi chele allhora podeftŕ della Cittŕ, ma con l'aiuto di ledici Galee,leq[iiali erano per tal caio apparecchiate nel porto al ioccorfo della terra,fece impeto có-tranimicijilquale fatto gagliardo ěmpeto,nň lo potendo foftener l'armata di Vataccio,i nimici turbati incominciarono penfar di fuggire . dapoi apertamente,indinadofi la loro fortuna,fcamparono,die-ci naue furono prefe,l'altre lparie,& pofte in fuga la fciarono ŕ Vinitianila uittona, & alla Cittŕ libero il mare.Abbŕdonato l'affedio,Vataccio da graue infermitŕ oppreflo, nň molto dipoi d mori ŕ Ninfeo, lafciando un figliuolo detto Theodoro, ilquale era nato della figliuola di TheodoroLafcari,laquaĚe fan ciulla,eflo anchora molto giouane tolfe p moglie. Dicono alcuni oltre le naui uent'una pre le ŕ Con-ftantinopoli,altre anchora eflere Hate tolte ŕ nimici nello ftretto del mar di Rhodi, nellequali furono infieme alcune Soriane-In queftotépo fu fatto tregua con Genouefi per noue anni ŕ compiacenza di PapaGregoriojilquale intendendo Federico Imperatore poco eflerli amico, {limň non poco ŕ lui do-uere efler utile,ritrar dalle arme alla pace con qualche honefto modo due popoli pňtentifsimi dell'Ita lia.Dicono per quefto Gregorio hauer děmidaco ŕ Vinitiani,che madaflero d lui arnbafciatori,che feco trattaflero di pace co li Genouefi. Alcuni uogliono, che ui foflero mŕdati Stefano Giuftiniano,e Marian Morifini.Altri Giouan Cornaro, & Paulo Morifini, & che nel cócilio di Leone fu trattata tal cofa. Altri dicono, LIBRO NONO. m tl«cono,chein Roma fu fattala tregua.Fra molte co ditioni, che all'una >& all'altra parte furono richie-fte, quetěa primieramente fi efprefle, che ne ali' uno, ne all'altro Fofle lecito accettar nuoui nimici, ouero compagni.A niunmouerguerra,oueroad alcun dare foccorfo,fe non diuolontŕdi tutte le par-ti.Molte, & graui maledittioni furono date dal Poti tefice a quelli, iqtiŕli, rompendo i patti,facefl"ero piů di quello,che fi eracóchiufo. Il Biondo dice,che tal lega fu fatta auanti,che Vinitiani liberaflero Cofta-tinopoli dallo afledio, & per quefto, fi crede, quelli hauer fatto contra gli ordini delle confederationi. Doue poi tra l'una,& l'altra parte gran guerra nac-que.Ma io mi marauiglio,che egli,& gli altri,che co fi hanno creduto, non habbiano confederato i Vinitiani hauer potuto,& hauer fatto giuftaméte.toglier l'arme cétra il Re d'Hefagoni, & Giouan Vataccio occupatori delle cofe loro.Percioche i Vinitiani ha ueuano pronta ragione in Cňftantinopoli,doue per nomepublicoluueliano reggimento & fignoria.Et haueuano anchorada principio tnadati habitatori, a quali j? no hauer foccorfo in tanto pericolo,fareb be ftaro tanto crudele,quanto ŕ non feruare il patto fantiffimo. Leuarono adunque i Vinitiani Con-fiantinopoli d'affedio, perche co fi fu conueniente & di neceflitŕ.Non č alcuno ŕ cui non fialecito difendere il fuo in ogni luogo, & fempre quado egli puote.Et tanto fi dee tenere efler crudele,chi uieta, che altrui fi difenda dalla iniuria,quanto č ŕ fareef-fainiuria.Ne efsi Genouefi,fe alcuno hauefle turbi to le lor cofe farebbono rimafi di préder rarme,aua ti che i Vinitiani haueflero auifato. Appreflo fi dice, li Genouefi,con fraude,& ing.ino,bauer fatta talle p ga con i Vinitiani,come fi puň uedere, iquali péfato tltn* Pir no douer'accŕdere,che iVininani per il prefente pat rei!**i* *¦ to,quafi legatici certa catena,tanto indugiaflero di dar foccorfo ŕglifuoi dilsimulato l'apparecchio di guerr?> ŇELlA PRIMA DECA gučrra, che inimici prendefl'ero Coftantinňpolf j » onde, perche non poterň in quefto ingannare i Vi-* nitiani,prefero cccafionediaccufargli di hauerrot to il patto. Ma tanto la opinion di Papa Gregorio « che ne fu Ruttore della tregua, fu lontana da creder quefto, che niuna cofa non credette meno, che efsi fofleró mancati della loro fede,& Tempre flette fer-mifsimo nella confederatone con loro fatta, che di temmo noi, che io truouo anchora Genouefě allho-ra,ňuer non molto dipoi hauer richiedo foccorfo .--- ŕ Vinitiani, come da fedeli compagni j contra Pifa-ni,& Federico Imperatore, & hauerlo da loro benignamente ottenuto? Ma di quefto diremmo in altro luogo. Dicefi, che Papa Gregorio, nel principio di cotale confederatione, erTortňi Vinitiani, & t Genouefě, & tutta la Italia ŕ prender l'arme per ri* tener terra Santa,ilchefare lě poteua facilmente, perche non farebbe alcuno, che ŕ tale imprefa non fofle andato uolentieri. Malafubitamortedel Pon reficefu cagione, chequefta nobile deliberatone non hauefle effetto • Sarebbe étiandio con li Pado-nini feguita la pace, perche per l'una,& l'altra parte furon mandate molteahibafciarie per trattarle. Ma t* iěrtmůAe una crudel Tirannide, che affaltň in quel tempo U dtZvfa»»'* Cittŕ,turbň,che non fi potéfle conciuder la detta pa /-* ce giŕ qUafi fatta. Impero che Ezelino-huomo nato di ofcuro luogo,ficome quello,il cui auo fu di La-magnaj& pouero foldato, feguitň il foldo di Otton terzo nel pa(faggio,che egli fece in Italia: crefciuto d'autoritŕ & ricchezze da Federico fecondo,al quale fu molto fimile,fiufurpň nella Italia una dishone fta tirannide in quel tempo,nel qual l'arme di Federico hŕueudno corfo gran parte d'Italia contra il Pontefice Romŕno,& fpecialtnente nella Lombar** idia,nellaquale guadarono molte nobili citta,ne tro Ho altra cagione di guerra,eccetto, che per la difcor *AndoJit t^ g, primieramente la corte delle petitioni con tre dipttěiwie* S111^'' 'quali hauefTero ŕ conofcerein quel luogo le caufe,eflaminado con diligentia le leggi uecchie, & llatuti della Cittŕ,non folamente per nuouo ordine riformati, ma anchora con piů diligente forma notati in altro uolume. Alcuni mettono, che a. quelli tempi fofle quella feconda pugna di Giouan Michele, conlaqual fi dice hauer rotta la grofla armata di Vataccio ŕ Collantinopoli con poche Galee. Hora infuperbito Federico della pugna,che con uit toria i come dicemmo, hebbe ŕ Corte nel contado di Milanefi, quando prefe Pietro Thiepolo, uenne ŕ Padoua , giŕ per adietro da F.zellino crudelmente opprefla . Qiiiui ŕ cafo , celebrando le felle di Pa-fqua, hebbe nuoua, come il Papa pochi giorni adietro haueua lui, & tutti quelli.che lo feguiuano, oue ro per alcuno modo gli defiero foccorfo maladctti, & priui della conuerfation Chriftiana. Ter il cui auifo non poco mollo ŕ furore, fubito fi mofle con-tra Vinitiani ,& occupandone i loro confini, fcorfe alla chiefadi Tanto Ilario, do uč Ezellino alquanto adietro r LIBRO NONO. iij aclietro haueua fabricato incontro a gli occhi di Vi f'**™* nitiani una torre indi riuoltofi con fubita furia alla rHOi fattaci torredelle Bebe3piegŕdo daladeilra mano l'affalfe. fono ifcomt*. La torre eflendo quali circondata dalle acque,& per meati dal ciň non vj fi potédo egli accoftare,tato fi difefe, che Pontefice' mandatola foccorfo d'alcuni nauilii leggeri, con- ,f $>uerr' n ¦ r r i • 1 • v • /• », •• &P i Per "imperii itnnfefubito il nimico apartirfi.Madi tal guerra de dorč ŕ vini* Vinitiani appare non efler fiata una fola cagione, tiani. Percioche,& Federico voleua vendicarli della ingiů ria riceuuta nella naue Cetea:& i Vinitiani fi hauea no congiunto in lega col Pontefice: ma quello forfě maggiormente molle il Barbaro,che molti cittadini Padouani erano fuggiti in quel tempo ŕ Vinetia, li-qual habitando quel luogo vicino appareua lo flato della Cittŕ di Padoua nň molto poter reilar nel ter minecheallhorafi trouaua,ilchemipare piů conue neuole,j?che egli nň molto dapoi partédo da Padoa, ogni buon cittadino fotto coperta di foldato mŕdň lótanodalla Cittŕ.lGenouefi inquefti tempi fecó- iGenottelědi do il patto dimandarono ŕ Vinitiani, che fubito lor mandarono mandaflero vn'armata in foccorfo, per hauere inte- fitwfrŕ VI fo i Pifani aflecurati nelle loro ricchezze, & nel pň mtiani tere di Federico,piu di cento Galee contra loro hauere armate, dicendo non efler bifogno d'indugio, perche temeuanoche'l nimico toilofi douefle auici nare.Col qual no uoleuano azzufFarlě fenza l'arma tade compagni.Vinitiani armate feflanta Galee,fac to Andrea Thiepolo (trouoanchora queftoeflere flato figliuolo del Doge) proueditore dell'armata, xb^oloc i fubito in lor foccorfo lo mandarono. Q^efli nel pri tanodYfimo far de uela giunto ŕ Pola perche efla Cittŕ, non fama Galee gli diede la fua Galea,le fece portar fupplicio parte »<* *'» ficcar. mdanari,& rompendo in alcuna parte le mura. Di- fiAe i poi con buon vento venne ŕ Durazzo ,doueintefe 'u l'armata de Federico,& Pifani efl'ere intorno PIfola Cirnogia da Genouefi foggiogata. Intefa cotal no-> nella Andrea ritornň ŕ Pola,perche hauea itefo ql- P la DELLA PRIMA DECA Iadoppolafua partita hauereŕ Vinitiani ribellato. . Et fubitoguito l'hebbe,&hauutalaruinň &abbruc quinta uolta c>ň.Zarra fimilméte accioche la Cittŕ nň ftefle mol fi ribella ŕ toi ocio,nó molto dipot, che l'armata era ridotta a Vimimni. Venetia,laquita uolta ribellň,discacciatone Gioua Michele,ilquale allhora era Povieftŕ,onde p ricupe-rar!a,fubitofu fatta vn'armata di véticinque Galee* j&uWo v». & včti Naui,& legni da traffico Rhenieri Zenopr» ^" ii'lf'e^di' ceditore dell'armata.trafportati i foldatil Dalmati» na*i '^a Cittŕ tateuolte ribella circódň d'attedio :& due Zar- meli fu cóbattuta.Finalmente dipoi molte battaglie, w. fuperata la pertinacia de Zarratini, fi refe.Rihauuta Zarra, piacque di mandare ambafciatori al Re d'Vn gheria Stefano Giuftiniano,& Pietro Dadolo. Que iti trattarono coi Re Bela,eňe alcuni dicono,che o-gni ragione,laquale egli,& gli altri Re haueflero in quella Cittŕ rimetteflero al nome Vinitiano. Ilche impetrato dal Barbaro,acciň fofie fermo,& ppetuo, uolfero,cheapparefěein icnttura. In qito lěatoeraro le cofe de Vinitiani,quando il Précipe Thiepolo moripaflato l'anno xx.del fuo Dogato,& nella chie fadifanGiouanni & Paolo honoratamente fu fepei "Maf'nf "M«rě lito.Marin Morifini con nuoua forte di elettione, co fino DogMiiě. me alcuni dicono,fu pofto in fuo luogo. Qual modo di crear Doge fino ŕ quel giorno fofle feruato hab-biamo detto.era nel vero femplice,& cheharebbeda to cagione ŕ ciafeun d'ingŕnare,fe quegli huomini al lhora foflcro fiati ambitiofi.Quella , che dipoi čfe-guita, č piů cauta di qlla antica,& quanto piů cauta, tanto maggiormente diuerfa. Percioche quado fi ha /11 nodo Aě ŕ creare i! nouo Doge,auanti,che alcun'ordine di e-ireatc il Ł>o ]€tton ([ facia, ŕ forte,cinque huomini ŕquefto uf-&** . ficio fono creati,che efli al Doge,che ha ad eflerej? nome pubiico preferiuano certe leggi, lequali fiano credute eflere conuenienti alla dignitŕ di lui,& prin cipalmente della Repubhca. Qj.iefte fa di meitiero, che fiano publicate nel gran confidilo, & dipoi publj LIBRO NONO. 114 te,appróuate.Poi,che fono approuate,fi riduce il co-fěglio,nelquale non puň entrar gétilhuomo chehab bia meno di créta anni di etŕ. ht quiui fi gettano j un capello tate balotte piccole buche, quŕto č il nume 10 de gétilhuonnni détro la fala,doue fi fatai confi-glio,& co qlle fi mefcolano trenta balotte d'oro.Di co in manierarne tutte infieme mefcolate rifponda no,al numero de detti gétilhuomini,che no fiano ne piů ne meno trouate del 'oro numero.Dipoi ordina taméte chiamati ad uno ad uno,ne cauano ciafcuno vnadi q'!le,& quel !i,che cauano balotta d'oro,fono menati 1 una lala 3 quella vicina. Et quefta fi dimŕda prima forte di elettione di trenta balott». Qiiiui da capo fono poi polle trenta ballote fecondo il nume rodelli primi rimafti quali ce nr fono none d'ora & quelli tranta ŕ uno ŕ uno cauano una di quelle bai lotte,& quelli,che cauano le noue d'oro , elleggono poi quarŕta,& quefti fono detti elettion della prima elettione.Qjielli quaranta creati gettano altrettante ballote in imo, tra lequalifonojdodici d'oro,che mefcolate,& caliate ŕ forte di quefto numero, i do-» dici,che nmŕgono,fono detti fecondi elettori.Da quefti dodici uégono poi creati vcticique,&qfti,no uč balotte d'oro mefcolate co le biSche & porte infie me cauano fuori p forte le noue d'oro, & quei noue elegonopoi xlv.nuomini,iqli,richiam<;ti alle forti, di tutto il numero cauano undici balotte d'oro,quel 11 che hano canato le undeci finalméte creano q rate uno,iquali quarat'uno poi eleggono i! Doge, primo Magiftrato della Citta.L'ordine di cotale electione del Doge,pche niuno fcrittore ne fa métione, cófef fohauerlaintefada Benedetto Triuigiano , ilquale accópagnai da Venetiaŕ Verpna,doue egli Podeftŕ fu mandato.Da lui etiŕdio(perche erauamo fouente infieme,& dello ragionare di quefto genrilhuomo grandiflěmo diletto io prendo ) intefi quelli qua-rancauno auttori della electione del Doge dl'er P 1 dipoi DELLA PRIMA DECA dipoi ferrati in quella parte del Palazzo,douequafě ogni giorno fuol ridurfi il Senato, laquale č detta pregaai.Allhora,qui nel primo entrar del luogo, tre di tutto il numero di quelli, che di etŕ &auttoritŕ paiono piů degni,fono ordinati capi,& principali di tutto quello collegiojliquali tra lor priori dimanda no & cófignaro loro alquŕt o piů degno luogo que-flaconclauefi diuide in quattro parti,acciň fiano luoghijda quali .pnome h chiamino quelli,chedeo no balottare-Et ciafcun puň lecitamente hauer qual parte vuole,percioche molto nň importala caduna adunque di quelle parti, quelli che fono chiamati, vengono inanzi^ciafcuno hauédo in mano carte pie gate,nellequali hanno fcritto colui,che vogliono ef-fer fatto Doge,& quelle gettano in vn luogo ifteflo & quŕdo tutti fi fono ritirati ŕ dietro, duo fecretari, che ftanno dinanzi ŕ tre,inprefenzaloro guardano il numero delle balotce datto a ciafcuno . Allhora li nomi di qlli a quali fono datte le balotte, di nuouo fon pofti in Capello & fi come fono cauati perforte, cofi a ciafcuno per ordine e notato con le lue • Ma quelle bali otationi no tanto fi fapcreation del Do ge,quanco Ł intenderla difpofition de gli animi.Co fi ridotti in ordine i nomi,& dinouo pofti infieme, per quello il cui nome č prima cauato perforte,fifa la balottatione.egli tra quefto vien mandato in luo go fecreroiui vicino.Ma prima che quello a balot-tare s'incominci,lě dimanda ŕ qlli, che fon prefenti per crear il detto Prencipe,fe alcuno vuole imputare alcuna Cofa vi colui,che fi deebalottare. Et ciafcuno ha libertŕ di dire qllo,che gli pare. Allhora fé alcuno č,che in qualche cofa lo voglia accufare, uŕ in mezo & dice tutto quello,per laqual pofla colui effer giudicato indegno di ql fommo grado della Republica, '& qtto quafi colpeuole,dal luogo occulto uien me nato alla prefenza di tutti qlli, egli č feomadato che fi debba purgare,potédo,de i diftetti & colpe,che gli - ¦ fono 1IBTIO NONO. iif fono fiate pofte.Et pofcia,che egli ha fatto fua ifcu-fa č ritornato nel primo luogo fecreto .Et da capo e 8c cofidimanoinmano perinfino, che alcuno uirima ga.Et dicono rare volte auenire, che in queflopri-mo fcrutinio ( che cofě lo chiamano ) non uenga la creatione del Doge.Laqual,fe per auentura non fe-guiffe,ritornano alla prima ballotatione un'altra uolta:onde nuoua ballotationeper quelli che fono ferrati s'incomincia, & con quell'ordine , & modo, che detto habbiamo,cioč tante uoltefi fa,chefiueg ga creato il nuouo Prencipe. Quello č quanto ho potuto raccontar di della creatione del Prencipe co lauttoritŕ d'un molto degno Cittadino. Ilche hab» ě>iamo fatto volentierijcome cofa alla nolěra hifto-? riapertinenre,fiperche s'intenda^uale ordine fof-fe rantico,& quale il moderno, & fi perche con que. ila forte di elettione trouo,che'l Morifini fu prima Creato Doge.Ma;ň foffe alinora,ňdapoi,come l - . P ^ ni DELLA PRIMA DECA ni narrano, che qfta forma di elettion (ěa venuta lŕ vfo,airai č manifetto giŕ molto tépo il primo Magi-iěratoin Vinetia eifrr creato in quello modo . Ora vengo alla amrrunil^ration del Morefini, ilquale ef» fendo Prencipe,t;ilippoFótanada RauénaSacerdo-tedi Gregorio,comedicono alcuni,ma fecondo al-tri,di P*pa AlefTandro,uenne Legato ŕVenetia,doue vfando learmediuine ,propolV ipmij della celefte uita ŕtutti quelli,che iufieme con lui prendeflero le armi contra Ezelino tiranno, giudicato inimico della Romana chiefa .Quelli moleftaua Mantouacoa ti Legato del graue afledio,per romper le cui forze deliberň Filip Pontefice po ^ turbar tutti quei luoghi,che egli hauea occu-netU per mi pati con quelle gente,che egli far poteua. Molti huo mr telino mini adunque chiamati a queita fanta imprefa uen-lir&nno. nero ŕ Vinetia.Ma le ricchezze de Vinitiani principalmente giouarono:che oltre le gran genti,lequali diedero ŕ Filippo,fecero portar nei campo arme,& uettouaglie con le loro naui,& ogni cofa,ch'era bifo gno per far guerra.Primieramente dalle Bebbe, nel-qual luogo era ftato ordinato,che i foldati fi trouaŁ-fcro,fu moflb l'eflercito contra e nimici : & Cubito (ě andň ŕ Correggiola Quiui h incontrň Anfedino ni potč di Ezelino per la forelIaallhoraPodelčŕ di Pa dona, con alcune genti. Ilquale hauendo intefoda prkipio quello,ch'era ltato ordinato ŕ Vinetia, fece idearla Bréta.e'l Bachiglione,dal proprio corfo facendo riuoglier le acque, che corrono d'intorno ŕ quei luoghi,accioche i Viniciani no poteflero menar nauilij,ne eirercito per quel territorio,laqual cofa al quŕto impedi il nauigare.Percioche poi,che giufero alla bocca di Correggio!a,trouŕdo il fiume quali tut to sézaacque,in modo,che egli nň poteua portami uilij gradi fiě di nece(ficŕ,che ui fi adoperalFero alcune minori barche,có lequali paflarono gli Arcieri,!-, quali prima rimoueflero i nimici,che occupauano la. cňcraria riua}dipoi l'altre géa in terra. Allhoia andarono LIBRO NONO. 116 tono cótra quei di pieue di Sacco, il Cartello de qua lidallagétedi Anfedino,dalquale diazi fu pfo,auda ceméte (ě difefe.il Vefcouodi Rauéna,lafciato fubi to l'afledio,pfe certi luoghi nň lócanida quello.Inte io quefto Anfedino lafciato il Cartello ŕ quelli di pieue difacco,riuolto l'eflercito andň a Padoua.Fi- lippo,& i Vinitianijhauuti I loro potere i Sacefi ,fe- guitarono il nimico,alLa prima lor giunta cofi d'im- prouifo asfaltarono Padoua,che quafi prima fu prela la parte del potč Conio,che da qlli fofle sctito il ro more. Per qfta vittoria Filippo,& i Vinitiani fatti piů animofijvn'altra volta allaltarono il nimico co gran de Ipeto appflo la porta d'Aitino.I Padouani nň uo- lédo fupportar,che quella Cittŕ nobilifiěmajaquale era molto bé fornita di d ifefa,douefle p loro inauer téza,cofi tolto efler ilpugnata, oiěinatamete loro fé cero refiiléza,runa parte delle q h,p la patria, & l'ai trap gloria combatteua,qfti accédeua la canta della patria,qgli la fperaz.a dellavittona.Fu molto fangue fparfo dall'una,& l'altra parte.Finalméte uitalaoih natió dedifenfori,& daqllaparte etiadio efpugnata ^ la Cittŕ, Anfedino vedédo nň poterli piů tenere,pro > uedédo alla fua falute,có alq.ti de piů conguiti dalla parte ufcě dalla Cittŕ. Alla cui partita la Cittŕ fubito fi refe.Etil Cartello lě hebbe il quarto giorno. Hzeli no intŕto,non fapédo anchora la ^dita di Padoua uč / ti mila huomini in un tempo efler itati mandati ŕ co battere.Dopo la morte de Padouani, Ezellino hall édo ferrato ilBachiglione no molto le mura di Vi cenza co forti impediméti di quallofecediuiderin piů parti,acciň i Padouani follerň priui di acque,le-quali,indiuerfi luoghi fparfe,fece loro la Cittŕ piů forte.Anchora quelle diuifioni d'acque ŕ vfo di tnol ti molini furono di giouamento.il Vefcouo di Ra-uénafece una fofla d'intorno alle mura: laquale refe cofi la Cittŕ forte,che le forze d'Ezellino piů non erano da temere,ne molto dapoi con gra moltitudi ne d'armati andň doue era fcerato il Bachiglione Doue il Podeftŕ di Vicenza,che non era, ne di foriere di animo minore lafciato il prefidio, nella Cic ta con le genti di Ezellino fé gli fece incontro.Fu co battuto di fubbito,& con vgual fortuna.Ma inme-2.0 della pugna jntcfefi eiler rotti gli argieri del fiume, Si l'acqua con gran impeto riuoka al fuo- primo LIBRO DECIMO. 117 primo luogo,fubito il Vefcouo di Rauenna coman-do,che fi ccfTafle. Benché dall'una,^ l'altra parte fof fero fattealcune picciole fcaramuccie,ma no degne di memoria. Dicono alcuni, che allhoradal Pontefi ce fu conceflb ŕ Vinitiani, per l'aiuto,che in tale ini prefaglipredarono, che'l Primoceno della chiefa di fan Marco potette ufare Mitra,& bafton Paftora-lf ,nel celebrarde'Sacrificii; laqual cofafino ŕquel giornoniunodeprecettori haueuano ottenuto. Il Doge in tanto per la uecchiezza,hauendo aliai felicemente amminiftrato il Dominio, giunto ŕ morte nel quarto anno del fuo Dogato, fu fepellito nella prima entrata della chiefa di S. Marco.Et in fuo luo go fu creato Rhenieri Zeno. IL DECIMO LIBRO DELLA PRIMA DECA. cerio Ma p fi Kitra V g 1 a in quella parte di $0-ria, che s'č detta Fenitia, tra il monte Carmelo,& Sidoneun» Cittŕ nobile,chiamata prima Tolenuida, dipoi i moderni la nominarono Ŕcone . Alcuni fcrittoridelle hiftorie Vinitia-ne, feg^uédo credo il parlar uol gare,in luogo d'Acon fcriflero Acre. In quella Cic ti i Vinitiani haueuano Dominio per gli accordi fat ti,dapoi che con l'armi Chriftianc fu prefa Gierufa-lemme con parte della Soria, ne i Vinitiani,maan-choraGenouefi,& Pifant,iquali a tal imprefa haue-«ano mandato armata in foccorfo. Auenne,che ha- wendo DELLA PIUMA DECA «endoi Vinitiani, & Genouefi unachiefainquell*; Cittŕ tra loro in comune, quantiěque haueflero pri uataméte poi contrada & palaggio,.& del pofleflb di queitaeflendo l'animo de Genoueli, giŕ adietro per inuidia accefo , per odio incominciorono tra loro ŕ contendere.Diceuano i Viiěitiani,che fecódo il pac-\ to fatto con Baldfjiiino,non folamente una cótra» da,ma la terza parte della Cittŕ ěnfěeme co la chie-• fadifanSaba era ragioneuolméte di loroTagrone. \a děfcovdia Dall'altra parte i Genouefě non uoleuano ceder ne degenouefict^ ŕ pattane per amicitia.Et pjreua,che tale contendi-Vin«tl*Tr>" mento folle per apportar era male ŕ Chriftiani nel-fite Romano. 'aSona.Maper leuarele cagiomdellediicordte, fu La Cementi* cómefla la cofa ad Aleflandro ini. come ad amico di fatta perii giuflitia,& di pace, ilquale giudicň dapoi la Chiela fontefice. dipuer efler comune ad ambedue.CóelePer^ c> r i3 r nTi r umani nel lenza fatica, come d ěmprouiloaiialtate furono op- por,ů}et CBme jirefle. I Vinttiani prima lor tolfero gli arnefi di tu- / t/imuani nigare, poi le abbrucciarono. Lachiefadifan Saba, prejer» U che fortificata haueuano,in quel impeto fimilméte caladi fu» pfero,& prefala maggior parte la guadarono.I Gč- rf* nouefi per quel dŕno piů {limolaci,fra qfto apparecchiata un'armata di xxxii.galee appreflo Tiro (ě fece ro cétra l'armata Vinitiana. Nódimeno no uifegui alcuna pugna,chefofle degna di memoria I Vinitia-niper la cura delle cofe Greche riuolti dall'imprefa dě Soria,andarononel mar Pontico per dar foccorfo ŕ' fuoi, ch'erano in Coftantinopoii moleftati da Vataccio.Tra quello fpatio giure le nuoue in Icalia delle cofe fatte a Tolemaida , gli Genoitefi , che giŕ erano di maPanimo cétra Vinitiani,niellerň in punto una grofla armata per uendicarfi di quella rotta, j e, Mŕdarono adt'iq-, in Soria xliiii.galee, & x.naui grof uper a/no. fe.I Vinitiani an'chora efsi in Italia,pche uedeuano, nt\i antro, vi ch'era da far gra guerra con Genoudě, co prellezza "ituni. mirabile armarono quindici galee,& dicci nani grof -/i>f''Mtd fdt fé, dellequalifuProueditore Andrea Zeno,equel- '^c^piunT li, che erano ŕ Tolemaida anchora efsi apparec- Andrea. Ze» chiarono circa quaranta nauilii minori, iquali do- »o. mandorono Vacere , e dieci naui grolle. Inque-ilo ftato erano le cofe de Venetiani,& Geno-uefi in Soria, quando in Italia Aleffandro Pontefice , iatefo quello, che nei principio era flato fat-; ŕ DELLA PRIMA DECA to,aTolemaida,ueggendo quanto foflero gagliarde le forze deH'unoj& l'altro popolo:quanto gradi gli odii,& quanto acerbo male douea per tale difcordi» occorrere a Chriitiani , che erano ailhora in Soria, hebbe percofadi grade importŕza all'oliare gli am-bafciatori mandati per l'una, & l'altra parte. Volfe, che anchora lii foflero Pifani, gh anibafciatori di quali haueua fatto uenire in Thofcana,come giudi— ci,& auttori di pace.Et farebbe non molto dipoi per opera del Pontefice feguita la pace,fé cofi pretto no fi foflero azzuffati lontani dalla patria.La fama della guerra turbň i cófigli del Papa,& de gli altri. Per-cioche l'armata de ambedue le parti giunfe in Soria. Et benché i Vinitiani teneuanoTolemaidacon mol to foccorfo,no perciň haueuano lafciato Tiro.Qui-ui erano Genouefě,& Filippo di Monforte: iquali ia ogni modo contrai Vinitiani,cheiuihabitauano,ha nerebbono ufato alcuna opera nimica,fe no foflero ilato loro uietato dal Magiitrato della cittŕ, che nň doueflero mouer ueruna cola nella Cittŕ,& nel por to.Erala condition de' Vinitiani alquato migliore, percheefsifoli haueuano Tolemaida. & quello,che. prima haueuano acquittato in Tiro, non haueuano perduto.I Genouefi per tal cagione anchora piů fde gnati ufciti fubito del porto,andorono uerfo Tolemaida. Andrea Zeno, & Lorézo Thiepolo dell'arma ta Proueditori,ŕ iquali era manifeita ogni molla del nimico(pcheŕTiro,come s'č detto,molti amici del nome Vinitiano erano quafimefcolati infieme con gli nimici)péfando quel!o,che era,cioč, che i Geno uefi doueflero contra loro uenire, & che col loro ef fempio tuttoaH'improuifo turbarebbono,fubitoef iě anchora traflero del porto i legni armati : onde le potenti armate uenendofi incótra, tofto fi apparecchiarono alla zuffa. S'urtň con gran forza l'una, & l'altra armata, ma con odio aflai maggiore. Fecefi dlue una battaglia fanguinofa?ttu i Vinitiani furono LIBRO DECIDO. 119 fono al principio uincitori,Łche efTendo in lega con Pifan^eranoanchora diforz.e fuperiori. Furono i Genouefě rotti,& porti in fuga : molte naui loro af- R°tta dell'or fondate,& piů ne furono prefe;lequali auanzarono matadeyGe-il numero de uenticinque,l'a!tre fmarnte,fuggendo "°ň ^ *^ uennero ŕ Tiro. I Vinitiani ridufl'ero l'armata uitto mai riofa ŕ Tolemaida, doue feco menarono le naui pre fé con gran quantitŕ de Genouefi. Tanta rotta de rumici non (olamente non mitigň l'ira de Vinitiani, ma l'accrebbe maggiormente; perche,dipoi la uitto ria, fubito gli edificii di quelli & publici, & priuati> iquah erano ŕ Tolemaidajro che della prima deca chehoggi č detta l'Ifola di Negropóte. Alcuni atrt> tori dicono, che Baldouino co tutte le gati era lon- & tanQ ŕdo fu daca ja Cittŕ a paleoiOgO'. Ma o fa tracci m tut i- j \ r -rrn-v ¦/-«/-« n • *> cacciati(U e8i! dentro,o fuori h foile,e manifeito Coitancino-Cŕjtatttinoto P°h e^er in quefta guifa perduto l'anno dipoi, che li. fu da Vinitiani,& Francefi prefo.lviii. ouer come al- tri dicono, lxiii. I Vinitiani mandarono al Pótefice, & con eflb lialdouino ŕ Lodouico Redi Francia,ne «Ja l'uno, ne da l'altro furono concefsi, ne dei tutto> negati gli aiuti .In tanto perche appareua, di tanti profpentŕ Paleologo non rimanerfi contento maa darono,Marco Michele con uentidue galee .idifender l'I fole del mare,e altri luoghi, alqualeprincipal mente fu importo, che egli non lafciafle per alcuna ©ccafione di offendere, & moleftarelecofe del Pa-leologo.Ilche fu fatta,come fi dice, con tanto deli-derioj&cofi ualorofamente, fu comune opinione, queftoperdefperatione in breueefler flato di animo dilalciar Coftantinopoli,fe Genpuefiperinui-dia de Vinitiani no gli haueflero dato foccorfo,iqu* li fatto lega con Paleologo nudarono in Grecia tue tal'armata, che haueuano in Soria, piů potente , & molto meglio in ordine di quella, che hebbero inan zi la rotta,che lor diedero fra Tiro & Tolemaida. Il Paleologo adunque, fidandoli nelle forze di colto-roventň di allargarci confini dell'Imperio nel Pe-loponneflb, chehoggi č detto Morea. Etperche la cola i breue hauefle effetto, lafciň Guglielmo,ilqle, come dicémo fu uinto,& fatto prigione, co tal con ditione,che egli facefTe hauere Epidauro nella Mo-rea,cofi gli antichi chiamauano quella terra,che nel grembo di Grecia hoggi č detta Maluafia. Pareua ŕ lui,che hauédo lei, potefle per mare,& per terra tur bare ogni cofaŕ Vinitiani.I Vinitiani intendendo il jutto con certo patto fubito fi congiunfero con Git glielmojdellacui opera in tale imprefa non poco (t ieruirono.Et allVmau uecchu,che prima haueana, .< mandato LIBRO DECIMO. iai mandato in Grecia,trentafette galee aggiunfero.Ma mentre s'apparecchiaua cétra Paleologo quella pof fente armata, in diuerfo tempo da Vinetia fi partirň no quado naui grofle atte ŕ cébattere, & quando ga lee non tanto per conferuare i confini del Dominio, quanto per turbare le cofe de nimici,lequali non pň co giouarono ŕ raffrenare le forze loro, come allhň raauenne , che quella nobile nane, laquale fu detta Leone,foruita di dugenro marinari, & di cento fol-dati da guerra,con due galee partita da Vinetia, ap-preflb Tenedo non folo fpauentň uenti galee de Gč nouefi, che l'erano uenute incontra per cóbattere, maanchorapoiiele in fuga, alquanto!efegnitňuer fo CoilantiucpoIi.Horacongiunte,chefurono con l'armatale trentafei ga!ee,comedicemmo,uennero jn Grecia . Et perauentura erano appreflo il feno di Tefalonica,quando incontrarono feflanta naui de Greci,& Genouefi,lequali niente mouendofě, ne an chora efla armata Vinuiana,perefler manco numero de naui hebbe ardire d'inueftire il nimico. Pafsň adunque tacitamente,& uenne ŕ Negroponte, parte dellaqualelfola credo, che i Vinitiani allhora ň non molto dipoi haueano acquiftata,fuori cacciatone Anfofio figliuolo di Federico ili. Re di Sicilia, co me alcuni dicono , Baftardo,ilquale nelle nozze di Marullafigliuoladi Bonifacio Veronefe, riunita in dote quella parte delPIfola, era in fauore del Paleo-logo.L'armara de nimici partita dal feno di Thefalo nica, oppreife tre naui Vinitiane,che incorrň al Bof foro,lequali erano fcorfe p cagione di preda infěno Crudelu ufi» ŕ Coftatinopoli.C^ueite pfe,fubito Genouefě amaz a "&reet e. zarono tutti i prigioni,c'naueano in loro parce,ŕ gli ymitUni. altri dal Paleologo furono cauati gl'occhi. Le galee aibeno Di Viniriane,pche il nimico no facea altro mouiméto, dute,fmarriti fcorfero nel porto di Milua fěa. Ma in pochi giorni fi riftorarono del dano delle quattro naui pdute,f che fubitopfero tre naui Vini tiane cariche di uettouaglie. Et béche tutto il forzo della guerra fofle itataitorno l'Ifole, & di quel trac to dell'Egeo, cioč Arcipelago, che č dalla Moreafě-no allo lěrertocii Gallipoli,nódimeno in Soria le co le non erano del tutto quiete,pofl"eŁĚendo Vinitiani Tolemaida:a iqualiquafi tutti gli Italiani3che erano in Gierufaléme,cofi fauorreggiauano,che chiaramé te appareua, quelli elěer piů amici de' Vinitiani, Che de'Genouefi. Per cótrario quelli,che habitauano in Tiro,con ogni poter fauoriuano ŕ Genouefi : per la Ma i Vinitiani,accioche non paref fe,che fi haueflero diméticate le cofe loro, il terzo, & come altri dicono, il quarto annodi quefta prima guerra Genouefe apparecchiarono cinquŕtacinque galee, onero, come altri dicono trentafetre contra Genouefirlequali andarono in Sicilia>doue fi diceua efiere l'armata Genouefe: ma non trotiandouiil nimico, fubito drizzarono il uiaggio in Soria, & qua-» fi in cofpettodi Tiro , trouata la naue Ceteade'ni^ mici,la oppreflero . pel quale fucceflo pieni di alle* grezza, uenuti in porto incominciarono anchora ŕ combattere LIBRO DECIMO» n» Combattere la Cittŕ. Era ŕdifefa della cittŕ Andre» Baroci huomo ŕi molto ardire,iiquale ualorofamé-» te difefe lei,Sc la gente che hauea nelfoccorlb:quart tunque 1 Vmitiani hauelFero fatto uenir da Tolemai da gence,accioche per mare,& per terra pi» fortemé te combatteflero la Cittd.I Genouefi tra tanto non fletterň indarno, ma intefo per ifpie il partir da Vi-netiad'una n3uegro(la,laquale chiamarono Caftel forte,con dieci al tre,lequali cariche de merci anda-liano in Afia,poferoairufcitadel Golfo Adriatico dietro un fcoglio fedeci galee. Vii legnetto^chealle naui faceuano la fpia annunciň la cola ŕ i Mercatan tijiquali mofsi dal pericolo,fubito porte le robbe fui lito, ělqual era difefo da gli Albanelt, lafciarono ŕ ni mici le naui uote, liquali conofciuto il configlio de' Vinitiani, partiti dallo fcoglio giŕ s'erano dnnoftra ti. Alcune hiflorie hanno Michele Doria efler flato Proueditoredell'annata Genouefe,& che fi azzuf farono in mezo il mare , & che i Vinitiani foprafat-^ ti dalla grandezza della naue Cetea, perdute le altre^ con la mercatancia ritornarono ŕ Vinetia. I Vi nitiani per tal danno non folonon perdettero l'ani trio, ma quali con certo (limolo crelciuro ,d'indi ŕ non molto mandarono lette Galee in Dalmaria, Proueditore Giacomo Dandolo ,alquale impofe- Giacomo DZ ro, che fé gli pareua utile della Republi. giungefe ŕ dohprouedi-queftelealtre,che erano per foccorfo deU'Ifole. tore in Dxl. DaZatra adunquetre ne tolfe, dipoi feorfefinoal matM' mar di Sicilia, dotte tre altre furono in punto mandate da Candiotci. Da Negroponte non molto di poi quattro altre uennero. Crefciuto in cotal modo il numero dell'armata, il Dandolo uenne ŕ R.a-gufi, doue trono Marco Gradinico con dieci galee. Fatta adunque di due armate una , la mandň iit Sicilia. O^uiui circondando tutta quella parte della Ifola, che guarda ŕ Leuartte, & quali tutta quel-Ujche giace ŕ Mezo giorno dietro il monte Pa- Q^ i chino, DELLA PRIMA DECA chino,appreffo Lilibeo^tre galee de Genouefi ifcoti trň,& le ruppe . Il capitano di quelle era Lanfranco Barbonio.Qjjefta rottaintefafi ŕ Genoua vfcito tré tadue gaěee per uendicar la nouaingiuria,fi partirono da Genoua, lequali di cótinuo nauigando per fe-guire il nimico,gi{ite in Sicilia,trouarono i Vinitia-ni nel porto di Trapani. Sono anchora alcuni,che di cono l'ima,& l'altra armata in un medefimo tempo hauerfi trouato nel porto di Trapani.Ma fia uero ql-Io, ouero ŕ quefto modo , affai č manifefto,le galee armate efferfi azzuffate infieme con piů impeto di quello,che fi cóueniua,& per quefto piů incautamé tei Genouefi , iquali dipoi partiti di Genoua dicefi, che mille anni lor pareua fcótrarfi con Vinitiani, ta to era il defideno,chehaueuanodi cóbattere.Si co- ti* de Gč- nie erano di forze uguali, cofi anchora di animo in-j cominciarorěo la battaglia,chi da odio,& chi da difi- deriodi loderifcaldato.Et coli quelli, come quelli, iftimauano bella cofa dimoftrare uguali forze" nel cofpetto di Siciliani,& chi piů di ualore,e d'induftria di combati ;re ualelle nel mare. Lunga pezza la ustoria fu dubbiofa.Finalmente 1 Genouefi perdendo, tanta fu l'oitinatione dell'animo, che piů tofto uole uano efl'ere ammazzati, ouero altrimente affogare, che con uergogna fuggire. Dicefi che furono uenti quattro galeeprefe,&l altre abbrucciate,& in mare nella zuffa affondate. Due mila cinquecento,& piů Genouefi uénero in potere de Vinitiani. Mille dugé to tagliati ŕ pezzi,gli altri s'annegarono.Ne fu pciň a Vinitiani la uittoria fenza fangue. Ma,fe riceuette ro alcun dano,tŕta fu l'allegrezza della vittoria,che non gli lafciň fentire.Et oche in quella pugna fi ere deua le forze de Genouefi effer hoggimai ftanche,il Paleologo,che fino ŕ quel giorno haueua tenuta la loro compagnia,con i Vinitiani per cinque anni fece tregua. Vinitianijdoppo la uittoria hauuta ŕ Tra-panijtnadarono uent'una Galea aModone per con- fcruare LIBRO DEBIMO nj Teruare quei luoghi, Credo hauendointefo,ch'era-jio moleftatida Genouefě.Perauéturacofi interuen ne,chele Galee de nimiciper quei giorni con uo-Jontŕ di dannegiare erano Teorie verfo Modone, lev quali,intefo il uenir dell'armata Vinitiana, cófidan-ŕoCi nella loro preftezza/ubitamenre infieme fuggirono. Quando i Vinitianiciň intefero, tratti i legni pretto del porto , ŕ loro andarono drieto . Egli no fpauentati per la memoria della rotta hauuta in Sicilia,perche da principio s'era propofto di non uo ler combartere/ollecitando co'remi,entrarono faine in porto di Rhodi. E di quindi non molto dipoi partitofi,ruppero vna nane de Viiiitiani carica de rie chiflěme merci, nel canale di Negroponte. Alcuni non quiui, ma nel porto Hiericano dicono, che fu prefa.Dipoi i Genouefi Icorféro in Candia,doue cir condata gran parte dell'Iiola,per fubito incorfo pre >fero Cidone cittŕ maritima,laqual hoggidě con cor rotto nome i moderni chiamano Canea,& lafacche piarono & la maggior parte di etěa disfecero. Men- .... ,.r tre corali cole u raceuano in Grecia, a Venetia una ^/e/r4 ,/,,„_ graue difeordia occorfe,ondela Repub. fu quafi pulo i ŕ grande pericolo. La fpefadella lunga guerra tal- bili mente haueauota ŕ quei giorni la camera de danari, '"*• che i Senatori furono aftretti,per foftenere Parma-ta,mertere nuoue taglie. Hauendo adunque delibero di por quefta grauezza alla moltitudine, & coma dato,che u publicafle. Allhora il popolo ciň non volendo patire,fece impeto con gridi,& minaccie nella corte.Eflendo i uecchi cómofsi p tal nouitŕ. Rhi nieri Principe al primo rumore ufeito dei Palazzo, fi fece in mezo pel popolo,per mouer con l'auttori-tŕ del Dogato ŕuergognala mo!titudine,ouero co qualche benigna parola, per mitigar l'animo de'fu-riofi. Ma il popolo non hauendo rifpetto alla Mae-/ ila Ducale,(ubitatuente traflero le pietre cótra Rhi illeccedendo al furore,!! dipartii capi del- C^ i la fé ditione DELLA PRIMA DECA la feditione faccheggiarono in tanto le cafe d'ale urti gentillmomini. Finalmente ceffata !a furia, contr* quelli j che haueuano ingiuriato la publica maeitŕ, fu querelato feueramente,& quei capi furono prefi, & grauemente puniti. In quelli tempi furono faleg giate le itrade della Cittŕ, Et il ponte di Rialto eoa maggior opera, che d. prima, & con maggior fpefa 7ĚHBU4 arma fu rifratto. In tanto molto follecitaual'animo ai Vi u mandata i nitiani la ruma della Canea in Candia,& il danno ri Grecia Gra- ceuuto della ricca naue . Et per tato deliberarono di dima. Łare un'armata jj uentirre galee, lequali polle in or- dine per mandarle ŕ Tolemaida,fecero di quella prň ueditore M.Gradinicojimponendogli, che afpettaf-fe l'occafione della pugna, laquale ofFerendofi,fecó do le forze,rompefie la ferocitŕ de' nimici co quaW che grane loro danno, troppo allhora infuperbita. Alcuni auttori dicono,che quelle galee furono ma» date in foccorfodi quelle, che allhora erano^anda-te per cagione di negotiare in A(ěa,& otto naui de Genouefi cariche de merci appretta Rhodi da quelite eflere Hate prefe, lequali con gran piacere della Cittŕ dapoi furono mandate ŕ Vinetia . Non polle» farc,che non mi marauigli d'aicuni, che dicono, cin quenaui Pifaneconle Cenouefi efler Hate menate ŕ Vinetia; perciochei Vinitiani pochi anni adietro combatterono contra Genouefi in Soriacon loaiu-? to de' Pifani. Et non molto dipoi furono polli 1 PK l'ani,come cópagni de' Vinitiani nelle tregue,che fi» rouo fatte co Genouefi interponédouifi il Re Filip pň.Quelli,che dicono,lei Galee eUeriutte mandate alla uendetta della Canea, & della naue nierca-tantefea prela, non appreflo Rhodo, aftermano eŁ cfferltato combattuto, ma tra Tiro, & Tolemaid* con potente armata de Genouefi , laquale era de galee uenti otco:onde per la vicinitŕdeloroluoghi all'una,& l'altra parte, gli animi erano alquanto piů pronti al combattere. Finalmente quiiu aqcho* raiV; LIBRO DECIMO. 1x4 raě Vinitiani uinfero, & prefcro cinque nauě de' ni-mici. Ma métre quelle cofe per mare fi faceuano,il Prencipe Zeno l'anno xvii. dei fuo Dogato mori. Et LorenzoThiepolo figliuolo di Giacomo Doge fu fatto in fuo luogo. Nčllaprima amminiftratioue del quale , eilendo due potencilsinn popoli lu le armi,fi credeua,<:heper tal guerra oltragli altri dilcó ¦modi, che fino a quel giorno haueuano riceuun i francefi,& altri che erano nella Sona, doueiiero fé- n _, _ guire di molti maggior mah . Peri-lene Papa Cle- te cerca**dě mente quarto efortň per ambafeiaton 1 Vinitiani, fu>,che f f & Genouefi alla tregua , fé alla pace non poteuano umani et cofi tolto incbinar(ě:laqual cofa acciň fi potefle fare '"""& fa piů commodamence,dimŕdň, che ŕ lui foflero man ro^LB" dati per runa,& l'ai tra parte ambafeiarori ,1 Viterbo. Acciň fare follecicauaanchorail Redi Francia, &ii Redi Sicilia,ciafcHdi loro ^mettendo lafua auttor ritŕ per affermare tapace.Onde furono mŕdati aiiir balciatori al fommo Ponceficejiquali dipoi alquanti mefi fenza cóclufěone ritornarono . Gra-n fame in quel tempo louragiufe nella Cittŕ, per eiFer tolta ŕ mercatanti la libertŕ di portare forme-nto di Sicilia, & di Puglia.Perciochg dilcorrédo Genouefi per ma re,non era alcuno, che uoletěe preporre il fuo bene allapublica utilitŕ.Erabifogno adunque d'unapoté tearmata,che facefle i mercatanti del formento fé-* curi da nimici, & nell'andare & nel ritorno . Ma tai cofafacilmétenň fipoteuafareallhora.Ondeintaa ro tumulto di guerra,ricorfero all'aiuto de' vidni3& mŕdarono ŕTriuigi,ŕPadoua,ŕ Ferrara, &ad alcre Cittŕ vicine, appreiěo i moki danari, che loro pre-metteuano,aggiůgeuano,chei Vinitiani, feptralcii tempo haueuano fatto qualche beneficio ŕ loro vicini,come nuouaméteŕ Padouani, iquali^loro aiu to erano flati liberati di ferincěě,ne haiieuano troua- Carefl to alcuno,che di lor folle ftati,& piů pretto,& piů fa de in lŕděidlidlF ro ěq ; DELLA PRIMA DECA ro in tato bifogno foccorrere, & aiutare la loro Cit tŕjhauendo efsi mentaco. Et fé in quella loro auerfi td non fi uoleuano ricordar di tali beneficii per pietŕ almeno,& per ufficio di Immanitŕ uedeflero d'im petrare cotale aiuco.Ma ne preghiere, ne danari potendo uincer la ingratitudine de' uicině, fu negati da ogni parte il foccorfo del fonnento . Mofsi alihora per ifdegno i Vinitiani, accioche tutti fapefTero, & prima gli oiěinati, che con tantadurezza haueuano ciň negato,quanto humanamente fino d quel giorno efsi Vinitiani Ci erano con loro portati, fecero una legge, laquale fino al prelente anchora fi ofier-ua,che tutti quelli, che fra il Golfo Fanauco,ouero Carnaro,& tra le bocche del Po nauigaflero pmer cantie, foriero obligati d pagare li loro diritti d Vi-netiadi quelle mercantie.Per il pagamento delliqua-li ueniffero alla Cittd,doue efle merci f-offero eiti-mate, le cofi parerle a 1 Magiftrati. Allaquaj legge acciň non fi facefle inganno,fu creato un nuouo Magiftrator'alquale furono dati alcuni nauilii, con" iquali cercaflčro tutti 1 luoghi maritimi. Per laqual cofa appareua di certo, che alla prima fama della. legge,ipopoli uicini doueflero fare qualche movimento . Et perciň con Pifani fi rinouň la confe-deratione per cinque anni. Inquefti tempi fimil-méte per opera di Filippo Re diFranciaůlqualefuc cefl'e d Lodouico(perciocheegli molco defideraua di foccorrere alle cofe de Francefi inJSona)i Geno-uefi,& Vinitiani,per loro nome,& de Pifani cópagni fatta fecero tregua. Dilche fi dice, che cjl Re era tato ded nětia- derofo,che tene gl'ambafciatori,de grum,& de gl'ai itno. trj t-ro appre{fo da de'porci,& che il mare folfe poco dinanzi ŕ loro FinitUm. mercatanti chiufo. Ilquale, acciň nel primo tempo faceflero apperto, quanto piů afcofamente potero-no,apparecchiaronounanuoua, guerra.Dipoi, mo-uendofi dalla Cittŕ, mandarono auantigli ambafcia tori ŕVinetia,iquaěi non moftrando alcuno apparec chio d'arme,trattaflero con Vinitiani,che leuatala legge & li prefidij rimoffi dattorno,reitituifiero ŕ lo ro mercatanti il nanigar libero fenza pagamento de porti.Laqual cofa fé recufaflero fare(jpercioche, pur fi vedeua quelli deuerricufare) lafciando di contender con parole,loro dinunciaflerob guerra. IlThie polo fi accorle dell'inganno de Bolognefi , onde an-chora egli adoperň le lue arti, & l'ingegno, lequali non meno di aftutia haueuano,che le loro. Onde fu Sitamente mandando none Galee per impedir lave-nuta de nimici, aflai era manifefto, che quello, che con preftezzafaceua,eraper turbare i configli de ni . . mici, DELLA PRIMA DECA tnici,che preoccupato il luogo della guerra gli refi* deflfe ŕ peggiore condiuone. Penlche 1 Vinitiani ven nero con gran celerui alla bocca del Po,lauefto)& altro i Vinitiani facendo interi • dereal Pontefice}la caufa in lurigo tempo fu difreri-ta.Matl Papa non folo non hebbe in fofpetto i V*-nitiani, male tregue, che poco adietro ŕ Cremona erano ftate fatte tra loro, & Genouefi , li forzň che follerň prolungate per anni due.Mentre chequefto in Italia fi faceua,alcuni nobili di Negroponte, che anchora reneuano quafi la terza parte dell'llola, contra la volontŕ d'Ŕndrea Dandolo Podeftŕ, con fedici Galee aflaltarono quella parte minore del-rHiitna,laquale allhoraobediua alPaleologo.Don de ,gra prede via porrate^'mdufTero ŕ mouer l'arme contradiloro.Subito fatta il Paleologo armata, la mandň ŕ Negroponte, & aflediň Oreo . Quei nobili accioche liberacelo i fuoi dallo attedio , fidando fi in venti Galee ingiuriando il nimico il ridulěe-r roacosnbattere.Q^uellihaucndorotti & polli in fu ga,il Paleologo,loro tolfe quafi tutta l'armata & al cuni nobili menň prigioni dall'Ilola, cinquecéto Vi nitiani,che erano nelle naui loro prefi , fece códurre ŕVenetia,ŕi quali impofe,chep altri cinq anni prof lěmi rinouallero lalega co Vinitianj.Nó pollo fé no grandemente merauigliarmi, che fofle detto d'alcu-lio,che contra il voler del Dandolo 1 fignori di Ne-gropóte haueflero mollo guerra al Paleologo.Hŕno potuto gli Ifolanj ricufard'vbidire al Magiftrato'j ma cinqcéto Vinitiani.chedicono eflerfuti prefi ii\ élla armata,nó poterono.Q_uelli,che uoglino tal cq ia eflere auenuta,có qual ragione ciň fare s'habbi pň tiito,eflě fel veggano.ln cotal termine era lo ftato de VinitignijqniěThiepolo l'anno fello delfuo Dogata; fi Giacomo Cŕn tarmi Doge. xxxxvii. DELLA PRIMA DECA fi morě, & fu fepolto nella fepoltura del padreinfaik Giouanni & Paolo. Giacomo Contarmi fu in luo luogo creato, lotto la prima amminiftratione dei-quale quali fi rinouň la guerra con Genouefi. Per-cioche la naue groflade Vinitiani caricadi mercatan tie fu prefa da due de Genouefi,credette il vulgo tal cofa eil'ere Hata fatta per confentimento comune di tutti loro,& per quefto fubito fi apparecchio nuoua armata.Nondimeno piacque fecondo il coftume de maggiori,prima per nome publico diman dare ŕ Genouefi,che reftituiflero le loro robbe, ilche non uo-lendo,loro mouerebbono guerra. Mandati ŕ Geno-uaperquefli ambafciatori:&riceuute le robbe , non molto dipoi eflendo ritornati,trouando la Cittŕ apparecchiata alla nuoua guerra, col portar delia pace de Genouefi,leuarono quella di follecirudme.Ladi-fcordianatain tempo del Doge Thiepolo nella Cic tŕ per la gabella de Molini fotco q Ito Prencipe. in tut Noua guerra to fu leuata , & pacificato egii lo flato drfuori s'ac-tragl'Hi/iria cefe nuoua guerra . Gli Hillriani,liquali oltra gli al »* &• Fini- trihabitanti di quelle contrade mantime, erano fti-mati fedeliflěmi a Vinitiani,in quel tempo ribellarono.Onde per tirar quelli alla obbedienzavfata,fu mandato Ŕndrea Pafeio co molte genti.Ma eflě poi, che con l'arme Vinitiane hebbero mollo rumore per mare,eperjterra:mandaronoal Patriarca d'Aquilegia in'Frioli,pregandolo per la comune ami citia.che uolefle porgere aiuto alla vicina Cittŕ, & cacciale i Vinitiani,che foprailauano al capo loro.Egli, moflo pertalipreghiercjfubitamentefcrifie molti foldati, & loro comandň che deflTero foccorfo ŕ Trieftini. Gli Hiftriani con quefti fauori cercauano ŕ tutto pň ¦tere di rimouere i Vinitiani IdeH'afěedio . Ma poco le loro,& altrui forze giouarono,percioche, uinti nella zuffa , furono aftretti ritornare fiotto i Vinitiani. Rhinieri Morefini fu mandato nella prouincia,per tenerli infede.Finita la guerra d'Hiitria, incominciň. v. • l'Ancociu- tumi. L IBRO DECIMO. «7 l?Anconitana:ne so fé auanti il finir di quefta inco-minciafle,perche l'hiflorie,che leguimo, fono tanto confufe,che non fo quello,ch'io poflaafFermare.Ma pochi fanno niencionedi quella guerra Anconitana. Et quelli,che queftofcriuono:dicono, che Ancona c 71 .r. ¦ ¦ 71 . . ' „. . contro Jl tu da Vinitiani combattuta nel tempo di Giouanni. na moaA xxi.Pontefice. Il cui brieue Ponterěcato fu Tanno iii primo del Doge Contarini.La cagione della guerra affermano efter fiata la legge fatta pochi di adietro d'portorijCioč mercede de porti:laquale per me/o di PapaGregorio cercandogli Anconitani, che folle loro leuata,& eflendo ciň tentato con poca felicitŕ, eflě occultamente fraudando la legge conduceuano mercantie perii fenod'Hiftria, & d'intorno le bocche del Po.Laqual cola non uolendo fupportare i Vi nitiani (perciochelě vedeuaj che la loro fofferenza induceuagli Anconitani alla giornata ŕ far peggio, apparecchiarono uentifei Galee, & alcune altre per caricare vettouaglie,inanimenti da guerra, & altre cofe necedarieallaefpugtiatione della Cittŕ. Mapri ma,che 1 Vinitiani tutto quello apparecchiaflero : credojcheaddimandailero quello, che ingiuftamen-te ntteneuano gli Anconitani, ělche loro dinegato, incominciarono fu la prima giunta ŕ combattere il porto,di donde ribattuti ŕ dietro, non hauendo l'ar-i mata luogo di fermarli intorno la Cittŕ, & non potendo itar fu le anchore,da gran fortuna aflaltata,nó poco danno hebbe,percioche appreflo ŕ i liti fei Ga leevrtando neicogli di Senegaglia sdruldrono . li refto dell'armata,per impeto della fortuna, fcorfe in alto mare.Onde fubito da Vinetia in fupplemento furon naui,e Galee mandate. All'apparir delle quali i nimici vfarono nuoua fraude.Esfi leuando le bandiere de Vinitiani dimollrauano quelli efler loro le gni dalla lunga,& con faluti & cenni marinarefchi in uittauano i Vinitiani,che ŕ loro come ad amici s'ac co (tallero. Ilche ěmprudtiiccmente da loro fatto, con DELLA PRIMA DECA Éňti improuifo afTalto le accodate Galee combatte-*; rono,&prcfe con grande allegrezzadi quelli che erano neH* Cittŕ ,le tirarono in porro. Qiial foffe allhora Capitano di quella armatalo nontrouo* Nondimeno quale egli fi fofle,per Tua dapocaggine# & per non hauere ilperienza,delle cofe di guerra doppio danno in pochuiiriceuuta, per fuo pesfimo. portamento richiamato a Vinetia, fu meflo in ferri* Dipoi nuoua armata, & meglio in punto della prima s'apparecchiň. Et era ferma deliberation de Vi-niti.ini pur con afledio vincer l'oftination de nimici* cofifrapochi giorni di nuouo anchora fu attediata* Allhora i cittadini penlando quello, che poteuaoc-* correre,cheper coftantia de nimici lecofe loro fa-rebbono ŕ mal partito, mandarono ambafciatori i Papa Nicolo terzo,ilquale,effendo nouamente crea to, tentaffero di farlo nemico de Vinittani,lamentati doli,che da quelli erano itati molto oflfefi, & cheef-fi alla giornata gli oft'endeuano, & appreflb dimo-flrandojche tutti i mali,che Ci polfono patire perititi go afledio,eiiěhaueuano patito, & piů ne erano per patire,le da qualche foccorfo non foffero aiutati^ Perciň pregauano la fua clementia che fé degnalfe ' ionferuando l'antichiffima Citta,laqual fu fempre amica della Romana chiefa liberarla dal fouraftanEQ pericolo. Gli ambafciatori Vinitiani anchora eshj per rallegrarli col nuouo Pontefice,qua(ě in vn me-defěmo tempo erano venuti in R.omŕ,iquali eflendo> ičati molto5& non eflendo lafeiati entrare allapubli ca congratulatione, penfarono quello che era,il Pontefice da Vinitiani eflere alienato, per cagione; de Marchiani,iiche ŕ Venetia fcriflero. Il Doge & i Senatori ciň hauendo molefto li ricchiamarono alla Cittŕ.Et eflendofě partiti comandň il Papa , che foflcro richiamati.Et pofcia, che con feuero parlare gli hebbe ripre(ě,dicendo,che male faceuano ŕ pr« mere con fi allumo afledio gli Anconitani yiquali • . erano LIBRO • DECIMO. 128 «•ano tribiuarij della Romana chiefa,volendo gl'ant ba-fciatori rifporědere non lalciň che parlaflero. Dun que,ň perche coft bifognaua fare,ň perche con poca humanitŕ gl'ambalciaton foiěero ičati accecati dai Papa,ata,tor:iarorjo gl'ambafciatori fenza pace . Doppo. la partita de quali armarono altre quatordici Galee per accrescere il numero,lequaii tifate, emendo due di quelle alquato allargatedaH'alrre,dai nimici fem, pre ad ogni occafione apparecchiate furono prcfe* Ne molto dipoi feguě la pace con piů honeite condě pdc xiom il Doge gii decrepito,& per vecchiezza poco tra atto alle faceiule publiche,per conferitimeli to di tut nigr ^«coti fi priuň del Dogato,& poco dipoi (ě morě. Furono- mtam-fatte l'efequie grandi,& da molto popolo accompa- ug[ont°/cpr\ gnato alla chiefa de fratti minori, ini fu fepellito* uo ^1 Ł>„_ Giouanni Dandolo fu fatto in fuo luogo, eflendo gato. adente . Sono anchora alcuni autcori, che dicono, oiauan da» fottoqueiěo Prencipeeflere ftata fatta la pace con ®* Oti' * Marchi ani,laqual cofa puň eilere di quefto modo, che'l fin della guerra auenifle nella nuoua ammini-firacione di coftui.Dicono anchora in tal paceef-fere conchiufo, che la legge de porti ŕVininani s'of Ouando li fčruafle.tl mare in quel tempo tanto crebbe nella imomimi» Cittŕ,che quafi la fommerfe. Et non molto dipoi ŕ baiteredu fegiiěvn grandisfimo terremoto.In quelti tempian catl fTwoin chora s'incor/iincinrňno in Venetia a batter duca- -KTe"et'a' ti d oro;Qj_ian^o nuoua guerra nacque col Patriar- ra contra. il cad'Aquilegia pernii Hiitriani, iqtiali egli contra Patriarca. Vinitianicó ogni fuafortezadifendeua. Alcuni pň- d'^il pohdicjuellatcrrahaueuano ribellato ŕ Vimtiain; 1. .. Liquali DELLA PRIMA DECA Liquali udendo ridurre di nouo fotto il lorodomi-nio,paflarono con unagrofla armata nella prouin-cia,onde il Patriarca hmoftrň prefente con molti gente.Ma vedendo le fue forze non efler tali,che pň tetterň fecuramente oppodě all'arme de Vinitiani, fenza venire alle mani fi diparti,& per quefto pareua che alquanto s'inclinafle alla pace.In quefto mezo i Vinitiani fenza tumulto,alloro Dominio gliKi-itnani ritratterň. Ma il Patriarca congiuntoli co'l Prencipe di Goritia,accrefciuto di foldati, di nuouo venne nell'Hiltria.La ribellione d'alcuni luoghi fece feguirnuoui tumulti,perche 1 Vinitiani furono aftretti da capo ŕ rifar gente,& armata .Diceualěef-fer nel campo del Patriarca trentafei milahuomini con molti caj.ialli.La fama di tanta gente fece la Cittŕ follecita allo apparecchio della guerra. S'ordinň gran numero di naui.Et la terza parte de tutti quel-li,che per etŕ poteuano combattere, iti furono pofti dentro.L'armata vfcita del porto, fubitamente venuta »nHiftria,ŕTriefte(perche egli anchorahaue-uŕ ribellato)s'accampo.Quiui i Vinitiani, riuolti jal la efpugnation della Cittŕ,drizzarono in pochi gior ni monitioni,& machine,per vietar il trafcorrerede nimici. Dipoi co altre opere diedero aflalto alla Cic tŕ.Laqualepereffer molto fornita.nonfipote pren-der.Et perche non era vtile della Republica, il tene* re attorno le mura di Tnefče tante genti,fenza alcuna fperanza di hauere la terra , lalciando, per continuare l'afledio,tanta gente,chelor panie effere fuffi ciente,il refto altroue conduflero . Mai che luogo fofle menatol'enčrcitOinelle Hiftorie nonfětroua. Di indi ŕ pochi giorni il nimico giunfe, & nella fua giunta fu tentato di efpugnar le monitioni, lequali non folo furono difefe ualorofamente, maanchora qiieělijche furono lafciati alla loro difefa , fecero im petocontradi effi.Fu la zuffa Iunga3& molti dell'una^ l'alerŕ parte vi perirono.Tra quali fu un nipote del LIBRO DE CIM 0. 119 te del conte di Goritia giouane & nelle arme molto cfperto.Ceffata la pugna,fu fatta tregua per un gior no.In tanto Gardianohuomodi gran nome, ilqua-tajper fino ŕ quel giorno nel campo de' Vinitiani ha ueua hauuco honeiěiiftmo titolo,uenne in fofpetto ditradiméto.Sidiceualui occultamente hattercon nimici trattato di efl'ere in loro foccorfo.Onde pre- li tondmtěe fo&pofto al tormento,lo federato fuo configlio re fubito fegut un gran tumulto, & con paura da ogni lato correndoui perfone con uoci, & parole pungentiflěme, Se piene di odio contra nobili,il papolo chiamaua Doge Giŕ conio Thiepolo. Laqual pazzia del uolgo grauemé te hauendo in děfprezzo l'hiiomodabene, & amico del ripofo comune , nafeofamence partě della cittŕ,& andň ŕ Marocco, doue in altro habito tanto flette occulto, che fu esffata il tumulto, & Pietro Gradinico di uolere Fěetr» Gr*Jt de gentil'huo - «»« mini fu fatto Doge» 49 DI DI MARCANTONIO SA BEL LICO, DELLE těISTOBJE VlVjTialěJt DECA SECONDA. Libro Primo. Compatě-ne tra Roma wi & Věvi- S E fcriuentI<> mě ' Vinitiani, fi por- gono aitanti ; lequali fono tati tofimili alle Romane,che di configli,di fatiche,diuarietŕdi fortuna,& di fuccediméto,niu-napiu fimile fi puň trouare.Ma di tutte quefte, che non fono, come ho detto,poche,le guerre,che Vinitiani co Gč nouefi han fatto, paiano elle tutte fimilia quelle, che'l popolo Romano co Carthaginefi giŕ fece. Ne inueroper uicinitŕ de luoghi, come fpeflo auiene, nacque la iuidiaj& la guerra tra Romani, & Cardia ginefi-Percioche erano tanto lótani l'uno dall'altro, quato il mar Thirreno, & Libico tra l'Italia,& l'Affrica hanno di fpatio.Erano quelli mólto lontanane quefti erano anchorauicini.Anxi fé alcuno confide ra la larghezza dell'Italia, tanto Vinitiani & Geno-uefi fono lontani, che fé non partono della Italia, Vefcrittione nonpoflbno eflerpiů E' ueramente, come dice Stra dtěU lulitt. bone,la Italia Promótorio, che dall'alpi,(dall'altez. za delle quali,quafidauno lleccato č cinta da Set-tcntrione)difcorrédo a mezo giorno, č bagnata dal mar LIBRO PRIMO rji fnar Liguftico,&Thirreno di uerfoPonéte,& da Le «ance dai mare Adriatico, & Ionio , liquali da l'una parte, & l'alerŕ cógningendo l'onde , fi sforzano di ferrare le A]pi,per far l'Italia piů fecura,ma non pof fono. In quello infimo feno giace la nobile Cittŕ di Vinetia.Di qui il mar Ligultico,cioč di Genoua,tŕ-to lě accolla alle radici dello Apennino, che quali il tocca. In quello Golfo eiiandiočpofta Genoua emula del Dominio Vinitiano. Onde tra diuerfi co fini d'Italia č quafi l'una dirimpetto all'altra. La prudente natura oppoie ŕquelhlagradezzadelma re, quafi alcunauoltadoueflero correreinfiemealla mortejacciň fofle ferraglio,& impedimento ŕ raf frenare i grandi odii,& l'ire dell'uno,& l'altro popolo . A quelli non folo la larghezza della Italia, ma anchora le alte cime dell'Apennino, dalle Alpi prima fu'l Genouefe,dipoi fino in Ancona procedenti, donde,opponendofi il mare col fuo impeto, riuolte lě piegano al monte Gargano, dipoi quafi temendo il mare, all'ultimo corno della Italia fieilendeno, quali facendo forza alle onde, che tante uolte haue uano fuggito. Ma tanta grandezza d'acque non poterono ritardar l'ire de' Romani, & Carthaginefi. Ne laafprezza delle Alpi i Vinitiani,& Genouelě. I Romani difeefero da Troia, & i Vinitiani da Troia . Le genti di Carthagme furono mefcolate con Fenici,&li Genouefi mefcolati co Fenici. L'muidia della felicitŕ prima infiammň quelli, dipoi il defide rio dello Imperio. Slmilmente quelle due cagioni, &nonaltro furono origine della guerradi quelli. Quelli del pofleflo della Sicilia, quelli come ho dee to,incominciarono ŕ combattere per Tolemaida, Furono i Romani, che vinfero,alcuna uoka piů uicini al pericolo di perdere, de Carthaginefi, liqua li dapoi da efsi fon itati fuperati. Furono etiandio i Vinitiani,che in tutto ruppero le forze de Genouefi i tra quali cčco & piů anni con equali odii>& fpef-* K ě k uolte DELLA SECONDA DECA feuolrecon eguali forze fi combattč, &fomiglian-temente cofi hmghe,& alquŕto piů fono ltate le fa-tiche:& come daqlli,cofi da quefti, furono alle uol-te depofie l'arnse, ma gli odii non mai.L'auenimen-to adunque], fe non fu inm!e,non perciň in tutto fu contrario ne diuerfo ? Cadde quella gran Carthagi-nefotto il Romano Imperio,malafuperbaGenou» dipofte l'armejnon potendo piů, tede in perpetuo a ivittoriofi Vinitiani. Incominciare adunque ŕnac rar la guerra, che i Vinitiani fecero con Genouefi. Et fe alcune poche cofe fin qui h abbi amo pofto inanziŕquelle,lequalijdire debbiamo, hollo fatto, percioche in certe hiftorie trono prime eflčre ftate narrate-,percioche altrimente,non folo l'ordine,che č tra fcrittori,č cófufo,ma quali debbian precedere, & quali feguire,puň uenire in dubbio . Era il Gradi-nico Podeftŕdell'Hiftria, quando fu fatto Doge di Vinetia, ilquale chiamato uenne al Dogato, alqual diede principio religiofo. Imperoche comadň che'l dědifanta Catherina uergine fofle con fefta celebrato ; percioche eflendo priuato l'hauea femore in gran riuerenza hauuta. Ilchecredo,che fufiefatto ŕ fua contemplatane , perche anchora in quello tempo tal giorno i Vinitiani ofleruaflero,nó eilendo per inanzi ql giorno annoueratoJtra le (eihe. Ma egli hebbe no minore rifpetto allapriuata religione,che alla(uacreatione,laqualeoccorfein quel giorno,co me fcriuono alcuni. In quel tempo dicono,che An-^' drea Re4'Vngheria,nato della famiglia Morifina da lato di madre,& di Stefano figliolo del Re,uenne ŕ Vinetia, & tanto fu lontano di non uoler riconofee-relacafa materna, per efler ella nella libera cittŕ tra priuati,che in efla altezza di fortuna usň uolentieri Tarma della fua gente,giungendo in quella folamen te una Croce bianca con un picciolo cerchio. Per la jqual differenza uolfe,che ciafeuno dipoi di quella fa figlia folle cooofeiuto da gl'altri Monfini.Stefano, padre ! LIBRO PRIMO. rji f>a3re di quefto, nacque ŕ Ferrara,doue la madre figliuola del Prencipe di Ferrara, doppo la morte del marito uenne eifendo grauida . Ma non potč perciň ricuperare lo ftato,oe il paterno dominio al fan ci ni Jo giŕ fatto grande,ilquale,morto il padre, i propin qui haueuano occupato . Onde feguendo,credo io •l'ombra del nome Vin«iano,tolfe per fpofa Thoma-iěna Morifina, & di quella hebbe queičo Andrea, il-qualc,in procedo di tempo,prima hebbeil gouerno del Regno,dipoi il nome di Re. Alcuni dicono, che allhora occorfe la deftruttion di Tolemaida. Ma la maggior parte tengono quello,che habbiamo detto nel primo libro.Con Genouefi di nuouo s'incomin-ciň ŕ fare guerra,e(lendo pallata la tregua. Ma la for yf^ luna de' Vinitiani nň tanto fi fminui per la proilima nani & guerra de Genoiiefi,quato fu depreda in quello, che nouefi. Jra alquanti anni di mezo fuccefle.Et,Łche lo ičato dell'uno,& l'altro popolo in quel tempo era fu'1 col modellafelicitŕ,& tra loro fiŁonofceuano,alquato maggiore apparecchio di guerra fi fece dall'una , & l'altra pafte, che ŕ'tempi paflati fatto non fi era; perciochepareua,che la guerra doueflecrudelmen-te nafcere non piů per il pofleflo di Tolemaida 9 ne de luoghi & chiefe, ma per lo Imperio del mare.onde i Vinitiani prima che i Genouefi fi mofle-jro, laqual cofa č credibile , che per quefto foflefat» ta. Imperoche in quel tempo i Genouefi graue» mente haueuano Pilani moleftato,e prefa , & ab» brucciata la fortezza , che loro haueuano ŕ Li-gorno,&lenaui cariche di calcina & fabbia nel por* to affondate, per riflčrrare il mare alla Cittŕ. Erano le forze de' Pifani giŕ per adietro non pň» co indebolite, dapoi ilgraue danno, che haueuano riceuuto alla Ifola di Lamello , ů puň concedere,che niuna cola degna di memoria auenif-. fé.Ben affermano tutti li fcnttori,chedoppolemol te rotte dall'una,& l'altra parte hauute,per cofi gra-ue guerra indebolite, & quafi confumate le forze «i'ametidoi e popoli,effi parimente s'inclinarono alla pace piů tofto per necelfitŕ,che per uol onta • Dipo-> ite l'armi,non pero s'eltinlier gli odij. Qiianto dop-po la leconda uolta fufle combattuto,gli auttori nň mettono.Ma per molte ragioni fi puň comprendere la feconda guerra quafi la metŕ eflere fiata piů breue della prima,ma quanto fu piů breue,tanto fu piu crii dele.perilcheauenne,che gli vni,& gli altri,comedi cemmo, di volontŕ vennero alla pace, non perche Paté fatta n voienero pju combattere, ma perche piu non tra VtniiiA' r n* i u • i n n r •-> poteuano. Eiiendo hoggimai la Repubuca ltanea per la troppa,& dura fatica,& appena potendo rifpi-rŕre,incominciarono lepericolofe congiure de cit-wdini.uiaquelle,fx come per diiierfe qualitŕ d'huo- mini LIBRO PRIMO. vi- mini furono tatte,cofi di grandezza de pericoli non furono equali.Percioche, quanto l'una hebbehuo-mini dj minordignitŕ,tantocon maggior facilitŕ fu opprefla,come fu la Bocconia, che andň auanti alla nmfta ceiu Thiepola,di lei nel vero piu graue,& piů importate . giura fatta Era allhora un certo Marino, ilquale per cognome »'» Veneti*, fu detto Bocconio,huomo non nobile, neanchora ^e.tu BofCO-di bada forte,ma di mediocre fortuna, audace,& prň "'"* to ad ogni male-Queiti impaciente della publica li -bertŕ,ouero dello itatOjin che allhora Ci trouauala Citrŕjincominciň ŕpenfare d'uccidere il Prencipe, & tutti i maggiori. Et ciň tra fé fteflb deliberato , per che egli folo non haueua ardire di commettere tale fceleritŕ, comunicň il configlio con certi huomini della fua qualitŕ,iquali,per adietto egli conofceua effernimici della libertŕ. Eglino adunque, intefo il jfuo proponimento',!! fecero compagni del pericolo. Egličcofa certa , che coititi deliberň di occidereil Doge infieme con alcuni fenatori:ma,ň folle per cagione di occuparla Republica: oueroperche eglifi dolefle,che'l Gradinico non di fuo confentimento, ma di volontŕ de Senatori pochi anni adietro era afceflo al Dogato,non folamente eflo Doge,ma anchora quelli,che'l fecero,fi pofein animo d'amaz-zare,mala congiuradifcoperta,& riferitŕ al Prenci pe non poco il fuo animo turbň.Ma il pericolo indů cendo la necefěětŕ,fubitamente deliberň d'opprimer quella congiuraE volfe ŕ ogni modondurreiti fuo potere Manno,& i compagni. Iquali prefi, & la pef-(ěmalor deliberationeconfefl'ata, furono fra le due colonne meritamenteappiccati.ConPadouaninac- j^Hm ^y quedacapo una gran diicordia.Percioche, hauendo dia tra vini esfi fortificato vnluogo nelli ftagni,che fono tra nani<& P*. Chioggia,& Albano,ilquale č detto Petabubula, ap di pareuafenza dubbio,che effi intendeuano mal grado de Vinitiani ne ridurlo ŕvfo di Sali.Ma effě fubi-to lo fecero rouinare.Padouani come, che sdegnati fo fiero DELLA SECONDA Ě>ECA fofl'ero,pure rio fi modero allhora^imoftfido d'effe» loro ne nimici ne amici.Scriuono alcuni,che in quel-* tempo nacque guerra}col Paleologolmperadordella Grecia:perche ricusň di rendere gran quantitŕ di danari ,preftatagli da Viniciam, ma per quale cagione non fi sŕ.L'armata,che fi apparecchiň per combac , tere,con i fupplimenti di Candia & di Negroponte, fu di ventiferte galee.Belletto Giuftiniano, ilquale ?t*o*4děfcor fu mandare Capitano di quella guerra, molte naui &y'initia- ^'l ^rec' prefe,& riduffe in fuo potere;ma ň che non g^ haueffero ardi re di combatterei che pure combat-* tendo perden*éro,non č fcritto-.Egli tutti i Greci,chc trouň in quelle fece morire, forse perche, per lord fraude i Vinitiani mfieme co Baldouino pochi anni adietro erano itati cacciati di Coftatinopoli. Dipoi riuolto a Taccheggiare tutti i luoghi marittimi da Fé ra,ad Argiro,dando il guafto co-n ferro e fuoco, mrfč tanta paura al nimico,che haaendo i danari rertitur-ti,appenadoppo molti prieghi impetrň ispace.L'ar inatavincitricecon quindici mila prigioni ritornň ŕ Vinetia.Haueuaquefta vittoria alquanto folleuata iaCktŕ,attonita perle rotte hauute nella feconda guerra de Genouefi,& per la congiura domeftica,ort "oelamifein grande fperanza d'rndri^zare la Reptt-blica in miglior flato: Quando r mouimenti ŕt Ferrara i maggior pericolo la riduftero.Eraoccorfo per la lunga aifentiade Prencipidella Italia, che alcone hobili cittŕ di Lombardia haueuano nuoui Signori riceuuti .Verona quelli della Scala, Mantouani Gonzaghi,& Ferrara gli Eftenfi.Gh huomini della-qual famiglia l'anno lx.auanti,che quefte cofe fifa- y ceflero., cacciatone Salirtguerrarincominciarono in luogo della chiefa Romana tener le briglie della Ot ta.Meflbno dipoi il freno ŕ Modona,& a luoghi nici ni,& tanto crebbero le loro forze,che Carlo fecondo di Napoli diede in matrimonio Beatrice fttafigliuola ad Azione in quei tempi molto temuto. * • ir Quefti LIBRO PRIMO. 13* Queftě da Frefco fuo figliuolo,ma comecgli foleifé dire,baftardo,fu co fraude meflb in prigione,& l'an-no,ch'egli menň Peatrice^ofecemorire.Morto Az z.one,lo fceleratiffimogiouane,follecito di fermarli la Signoria acquiftata con la morte del padre, ciň da alcuni Ferrarefi infiemecol vefcouo ottenne.Et gia^ efiendo fatto fignoredel tutto,altro non gli reftaua> ili farfuo,chela Rocca dalla parte,che fi uŕ ŕ Bolo*-gnaappreflo il Po.C^uefta non potendo ifpugnarfen 2.a nauilij,per la vicinitŕ del fiume, dimandň aiuto d Vinitiani,da quali, hauuta una armata, incominciň ŕ combattere la Rocca con graue artčdio : & pareua, che in breue fi doueffe rendere, perche i Vinitiani ha _ otutttfcor ueuano tolta Pacqua.il fommo Pontefice, ilquale al giAtraii pon lhora eraŕ iěologna,intefo quello,che eraleguito ŕ tefice & Vi Ferrara,per fuoi ambafciaton acciň mandatr, fece ira nitUnifetta tendere ŕ Vinitiani che celfaflero dall'imprefa. A- yodSm* uenne perauentura,che nella loro giunta fi eombat- ra' teua fortemente il Caflello.Perciň, in quel feruor di battaglia, non fu dato orecchie all'ambafcierie del Papa.Tra quefto i Ferrarefi confidatifi, credo i o,per cfler prefenti gl'ambafciatori mesfifi 1 parte, diflero di rimetterfi nella fede del Legato, & feguitarono di poi il grido di coloro, che fauonuano apertam ente alla Chiefa,& alla loro libertŕ. Turbň in uero g li al tri la fubita ribellione de Cittadini }& priucipalmen teeflo Frefco.Ma tanto fu lontano, che i Vinitiani pel quella nouitŕ fi fpauentairero, che abbrucciati i nauilij de Ferrarefi ,iquali all'cfpugnacion della Roc ca,il Tiranno haueua fatti condurre, feguitando for temente la pugna,non prima celarono,che rotto il ponte entrarono per forza nella Rocca di Thealdo. Frefco Ferrarefe irato g la noua ribellione, manda-. tagéteda cauallo,dapm forte luogo abbrucciň laCit tŕinpiu parti. Allhorai Cittadini da ferro & fuoco circódati,cefiato il tumulto lafciado Fiefco, i'.qualc baueua mollo in odio,dimandarono per Signori i Vini sull'i t faa Fmtefct DELIA SECONDA DECA Vinitiani , ŕ quali poiché fi hebbero refi fi cefsc* fislLtiigto- fubito dalle ingiurie . Et benché i Vinitiani nana dty'tm- ueflero in animo di regger la Cittŕ refi al loro *""" Dominio:nondimeno per non mancare di fede,ten- nero Frelco nella Cittŕ.Clemente Pontefice, che al Inora era m Francia, vdito il cafodi Ferrara, moietta niente fuppt>rtando,chi; quella Cittŕ,ebrera tributa ria alla Romana ciucia,coft indegnamente da unTt ranno gli folTe occupata, & vicinamente foifediue-ftutafudditade Vir»ĚEĚani,fu^ito efcorounicň effi Vi «* fatta, dui nitimj^ com|dň,che in tutta l'Europa, fotfero cac ciati dal comnYercio de Chrt#iani,come nimici della chieia Romana,& che ŕ ciafcun folle lecito d'a-maizarlivCsHali cofe hanno certe hiitorie, ma fi come piů humano,cofi ancho cpiu ueriftmile quello, che fcnuono alcuni Scrittorkilche č, che i Viniriani iurono efcomunicati,& che cufcuno haueua autto-ritŕ di prender vn Viniciano, & tenerlo, ň venderlo per ifchiauo.Auenne adunque per quello, cfae quafě in tutti i 1 uoghi della Francia,le mercantie de Vinitiani di molto prezio,di ordine de Prencipi,& Si-gnori,miferabilmente furono diffipate,& fimille la ro ingiuria fu lor fatta attorno i luoghi marittimi di Calabria,& della Marca.In tŕtOjChe hauédo in ogni —^.- 'j*i luo^ole iorofacultŕ perdute,! Vinitiani erano x munita del p . . ». 3 -z-i - in mal partito ,& alcuni veniuano no iolamete delle /acuita priuati,ina crudelmente morti.La onde in ql tempo lafciarono tutte le mercantie di fuori In tati toil Legato del Pontefice,hauendo fatto gran gen-te,hauuto da Fiorentini gran numero de caualcna, contra Vinitiani ,& Frelco fé oe venne ŕ Ferrara >i Cittadini, alla prima uoce del gitiger deircfiercito» . ribellarono ŕ Vinitiani Dipoi chiamate alle porte le genti loro aperfero la Cittŕ. La occifione fu gran de, ma alquanto maggiore de Vinitiani, iquali, cacciati da ninuci>entrarono ne i ripari di Thealdo.Hau uula Cutě/ubitoilLegatofecefegnodi efpugnar quel Tuo- j ttof* da» Vi' ponttfke. LIBRO PRIMO. i$7 «jiiel luogo. I Vinitiani,quantunque per adietro ha-ueflero mandato ambafciaton al Pontefice, alquale prometteuano di reftituir Ferrara,,j?che tal cofa co-fi toilo non fi po:eua fare per la diftantia de' luoghi, acciochenó riceueflero maggior dŕno, refero il Ca ftelloalqual teneuano prefidiato.La cittŕ di Vinetia da quelli danni attnftata, fu da una crudele cógiura fopragiunta:laquale poco mancň, che no leualěe tut toil Dominio,& la libertŕ fua.BaiamóteThiepolo, f g huomo nato di nobile famiglia, ma nimico alla pa- ^,.Batfmtt* tria, & non meno forfč dell'antico Catilina peftife- "'* '* ro,& danofo alla fua Cittŕ, fidandoli credo nella no uicŕ di que' tempi,ueggendo la Repub.da molti mali aggrauata,infieme con molti nobili, & ricchi huo minijiquali egli fi haueua al fuo furore fatti compa-gni,contra la patria congiurň. Dicono tra loro efle-re fi fattamente contenuto, che con la moltitudine de gli amici, & feguaci in certo giorno ŕ ciň ordinato faceflero impeto nella cortei in breue tempo oc cidédo il Doge & i Senatori', occupaflero la Repub. dellaquale infignoriti,diuidendo tra loro 1 Magiftra ti del Dominio,ufaflčro manifefta tiramele. S'aggiu fé .1 quefto male, che molti altri della moltitudine, parte da promefle, & parte da defiderio di cofe nuo-ue incitati, frequentauaiio le cafe de congiurati, ŕ quali non penfo,che Baiamóte hauefle da principio difeoperto una cofa di tanta ěmportanzajtna dimo-ftraua d'hauer l'animo in tutto ŕ cofe di altra manie ra.Venuto il giorno, nelquale fi douea porre la có-ciura adeffetto,dicefi,che Taercquafi udendo aui- S wre la cittŕ di tanto pericolo, tutto fi turbň, & con P*r^r?tllwf 'ter- r 11 i • • o r no della cai*. gradmima forza de uenti,doppo molti tuom,& faet giHrAti»nt. te, cadde dal ciel pioggia, & tépefča con rumore, & ftrepitononpiufentito. 1 congiurati nonfolonófi fpauentarono,ma parédo loro,che la qualitŕ del tem' pň porgefle buonifsimaoccafione al male, prefe l'ar tnij corfero alla piazza,empiendo ogni cofa di ro- S naort - DELLA SECONDA DECA more.La congiura,alquanto per inanzi era ftatŕdi-* ^4Jplto fatto Coperta al Prencipe , & a i Senatori non fenza loro «l pfUvv fpauento.Mad» fubito gridando airarme,& manda-fa ** ti per la Cittŕ chi con alte uoci faceflerointendere, che qualunque lui orno amafTe la Ialine della patria, & la publica libertŕ correiTe con armata mano alla piazza in aiuto del Précipe, & de1 Senatori, da ogni parte vi uennero genti. In tanto i congiurati, la piazza dinanzi alla Chiefa di fati Marco naueuano tutta ripiena d'anne:& fenza indugio fecero impeto nella corte. Allhora 1 principali,& lanobiltŕ,perche non pochi gentil'huomini vi erano corfi con le armi, non folaniente foftennero la furia de congiuratila anchora fortemente fi difefero dalle ingiurie, & fecefi ofcurilsima battaglia. La libertŕ era in me-7.0, da una parte gli federati huomini contra quella moueuano l'armi.Dall'altra il Doge,& i Senatori erano difpofti ň morire,ň conieruarla.Era inuero cofa milerabile il uedere, quella cittŕ nata & crefciu tain libertŕ, per cóferuation della quale gli antichi, chela edificarono, contra genti crudelifsime tante uolte haueuano combattuto,& per mare,& per terra fparfo tanto fangue, finalmente contra fé medefi ma hauer riuolte l'armi,& da fé ftefla uolerfi dillrug gere:& la libertŕ,laqual fempreera těatacara vguaL mente ŕ ciafcunojefler fatta di diuerfe parti.Qjuefia teneua l'animo de'fuoi defenfori molto follecito. Eflortauano i Senaroii dall'un de lati i fuoi, che non runaneiTero di difenderla,daH'altro riprendeuano 8c - biafimauano gli iniqui cittadini. Ne prima celiaro- no di combattere, che uinfero la forza de'congiura ti non fenza molta uccifione,& fpargimento di fangue. Eflendo adunque di piazzi cacciati, dicefi, che Baiamonte,ucggendofi ŕ poco,ŕ poco perditore,ri-tirandofě per merceria,có animo di faluarfě-nella fua cafa, gli fu da una certa frinirla gc:tato un Mortaio dalla fincilra fopraia te ila in modo, che quali n\or-•.. ¦. to cadde LIBRO PRIMO. i$8 tocadde ŕ terra. Indi fopragiuntoda quei.che l'in- D9*f » c , r ¦ ¦ r . to Datamente calzauano, fu con molte ferrite miieramcnte ucci- da.mWdě {o. Qmui alcuni nobili del numero de' congiurati prefi al potč di dadi,& menati al Prencipe, fubito fu rono decapitati.Alqual luogo rimafe poi nome,Mal paflb.Pofciaperfpingere affatto la memoria de' fee ěeratijfu publicatnéte ordinato,che tutte le inlegne, & arme di Baěamonte, foffero in ogni luogo leuate, & folle penala telta a ciafeuno, che in alcun tempo hauefle ardire di rimetterle in alcuna parte. Le loro cafe furono disfatte, & cófifeati i beni. Dicono etiŕ-dioalcuni,chelecafedi Bai amň te erano inquelluo go,doue hoggidi č la beccaria di Rialto . Dalla camera fu ordinato certo falario alladoni)3, & ŕfuoi fucceflori, laqual ritardň Baiainonte con la iubita U** ^ percofla. Dicono, cheělglorno di fan Vito,&Mo c*^viC*". deliohebbefine la fcelerata congiura. Per laqual cofa ogni anno in tal giorno fu ordinato, che'l Doge, & buona parte de' Senatori, con tutti i chierici della Cittŕ , quafi allegrandoli della publica falute, uadi ŕ uifitar la fua Chiela, donde ritornati, fi fa nel Palazzo folenne conuiro . Io io, che fono alcuni fcrittori, che dicono il fine di tal congiura edere di- alcune o/>/~ uerfo da quello,che ho detto:fcriuendo, il Prencipe nioni di tal alquanto per inŕzi che fi uenifle aH'armi,hauerein- congiura. tefo la congiura,& mandati pernome publico Marco Michele,& Guido Canale a cafadi Baiamonte, i quali lo pregaflero, che douefle celiare di muouer temerariamételearmicontrala patria,& mancň pň co,ehe gl'ambafciatori no follerň uccifi da cógiura-ti, & che dipoi pigliate pubicamente l'ai mi furon» abbrucciati,& rubbati molti luoghi, ma che II combattč apertamente,come dicemmo, &che finalmen tecoftoro refpmti, i nobili furono ftiperiori, dipoi perii fopragiunger di Vgolino Giufěiniano, ilqual co grŕ moltitudine d'huomini ueniuain foccorfo de Senatori ( coititi eraallhora Podeitŕdi Chioggia) Si Baiamonte, DELLA SECONDA DECA Baiamonte,& compagni,liquali oltra Rialto fi ripa rauano,fpauentati fi rendettero alla fede del Prenci pej&de'SenatorijContal códitione,che tutti quelli, ch'erano flati confentienti alla cógiurafoflerobanditi fuori de' confini Vinitiani. Et cofi dicono efferfě fatto,onde non fu quafi alcuna Cittŕ,in tutta Lom-bardia,niun Cartello tra liti Flaminij, & di Frioli,ne iquali alcuni de congiurati non foflero relegati. Ma quello,che riabbiamo detto, č piů in boccadi ciafcu i-é* \*% no. In quella nóuitŕ de' tempi Zarratini prefo ani-w Doge. ranzo fu fatto in fuo luogo,huomo, oltra la nobiltŕ *1' del parétado,di natura piaceuole,& atto ad acquifta re beniuolentia.Ilquale fubito creato Précipe accet CŇiZarratini,che fi refero allafuafede.Fu tato beni gno in ammettere le loro códitioni,che die lor cau-_ „, fa,come alcuni credono, di ribellar la fettima uolta. "ertiliiito ilC V|ta' Michele ŕ ql luogo fu madato Cóte,& fu cre-r.umero de' 'feiuto ŕ quel tépo il numero de Procuratori, & giů procuratori, fero fino ŕ fei,liquali di prima erano meno. A capo Salino fur rifatte le fondamela lino alla chiefa della ; ¦¦-¦• v Trinitŕ, LIBRO PRIMO 140 Trinitŕ.ělqual luogo čp fé atterrato.Dicono alcuni che in qito tépo N ona, Spalato,Traů, & Sibč/.ani ri tornarono lotto laiěgnoriadi Vinem.Et la cittŕ fin quiitata neli'efcomunicationedel Pňtefice,perope „ - «, X2. di Frŕcelco Dandolo mandato ŕ lui amba!ciato- j^0 e'J'lt0 {X re,fu liberata. Dicono,ch'eglicon grande difficultŕ ,,c pcr m,e. fu intromeilodinanziŕCleméce Papa,ilquale per r*r U Culi cagione di Ferrara,era de Vmitiani inimici fsimo di dcWinterdet 4ieniuo,& co mirabile eiěempio di religione,& di pie tu **}[*• tŕ uerfo la patria tato iěette chino. Si conleginoc-chia ŕ terra, co una cathena di ferro al collo manzi la menladel Papa,che infine,uinta l'ira di cjělo, otte ne la benedittione.Onde dipoi hebbe lempre, & nel la Cittŕ,& fuori cognome di cane.Ma certo, fé č co fa honelta alii fcritton di giudicar quello, ch'č cňlie neuole& giufto,& ql, che lente l'animo hberalmé-tedire:lapietŕ del Dandolo non fu tanta, quŕta fu • > ladurezzadi Clemente, acciň non dicafuperbiajil quale fé l'afpetto cópafsioneuole d'un huomo libero,& nudato |> leuare la publica ignominia d'un Do . minio nobiliisimo,& chriitianiisimo,gettato dinŕzi ŕfuoi piedi ŕguifa di cane, nň mode a pietŕ : douea almeno muouer l'eilempio di Chnfěo Dio Re no-ftro,di cui era Vicario, iěquale ŕ un ladrone fcelera-tifiimo non ricusň di perdonare. Era forfč dubbio, che fino ŕ quel giorno i Viniriani nň hauefěero pati toaliai per nauer ifpugnato una Roccadeila Cittŕ vicina,ailaqual imprelaforfipiu toiio gii hauea indotti ildebito(pererler Frefcolorocófederato) che jpmefle,odehderio d'alcun guadagno.Eflendo tutte iemercŕtie, c'haueuano per tutti 1 luoghi d'Europa mmica:vit;xfaccheggiate,& tolto loro gran quŕtitŕ d'oro,& moki tenuti ifchiaui & uccilě.Satiň l'ira fua il Pótefice co l'abbietta apparéza di tal huomo. Ma fiaeg'i di ciň f.uio.& fodi.statto,|iche la feguéte etŕ Jodera piů la pattécia di qlěo,che lafeuetitŕ diqllo. Crudelmente fece quello,Łchepoteua.Ma pietofa-v: S 4 mente DELLA SECONDA DECA mentefececoftui, perche uolfe. Loderanno forfč alcuni l'opera di Cleméte, ma non perciň molti,ma lapietŕdt quefto tutti nň folo loderanno,ma ancho ra Thaueranno in ammiratione. Ne ŕ quefto gli fu la Cittŕ ingrata,percioche chiaramente moitrň niti na cofa hauer piů in pregio ne' fuoi cittadini, che la manfuetudine dell'animo. Non flette ella molto ia rendergli degni premij, |>cioche tra poco colui,che fu uedutopoco dinanzi per amor della patria in co-tal uituperofa conditione,uolfero, che fofle ancho-ra ueduto nel colmo de fommi honori. Adunque ia cotal modo fpinta l'ira di Cleméte,egli incominciň ŕ moftrarfi uero Cleméte,percioche,oltrachelibe-rň Vinitiani daH'interdetto,dicefi,che etiandio ordě' nň,che mai,ne per queita,ne per altra cagione,fofle ro ifcomunicati. Laqual cofa, come alcuni dicono, Cinfiěněano uolfe che in fcritto apparefle.In quel tempo quator Ł*podi qua- dici galee ufcirono di Vinetia,proueditore Giufti-» twAui. galee njano Giuftiniani,alquale fu dato carico,che per tut * tm to ilmare cercafle le undici galee de' Genouefi, le-quali diceuaefler fcorfe in certi luoghi dell'Europa per faccheggiar le mercantie de' Vinitiani. Giunto Giuftiniano nel mar Pontico,mife l'armata alla Cic tŕdi Cafŕ. In quel luogo con gran diligentia fu cer cato,fe era uero quello, che fi diceua del mouimen-to de Genouefi contra Vinitiani. Appareualafam» non efTer uera,ma da alcuni defiderofi di cofe nuoue, folleuata,e fparfa,per inftigar l'uno, & l'altro popolo alle armi. I Genouefi che habitauano quella Cic tŕ,temendo,non per quefto da' Vinitiani alcun danno nceueflero,promelTeroloro con molte offerte aiuto publico,& priuato. Il Giuftiniano, non gli pa rendo honefto di ottener ciň da quelli, da quali i Vi nitiani haueuano riceuuta alcunaingěuria,fenza alcuna operatione nella Cittŕ co l'armata ritornň.Co tali cofe furono fatte di fuori. In Vinetia fu in parte crefciuto l'arfenale uecchio. Dipoi ŕ tempi nuoui - molto LIBRO PRIMO, !4« molto pili accrebbe,& alla noftra etŕ tanto per lunghezza & altezza č aggradito,che'l circuito di quel lojilqual d'intorno č cinto di muri,di lontano ha villa di non piccolo Caftello.Ne gli anni paflati io cer cai quel luogo,& In trouai pieno tanto di naui,quan to d'arme,& d'ogn'altro ilromento da guerra, per-cioche oltra cento galee apparecchiate, & non toc-che,che ftauano anchora fopra i loro ponti,& quafi altre tite,che fi apparecchiauano, alcune delle quali quafi ridotte ŕ fuo fine,& di altri nauilij minori, gran numero,tŕte forti di arme vi yidi,che ogni gran decflčrcito facilmente fi haiirebbe potuto mettere in ordine. Ora trouo in quelli tempi eflere flato mandato vn'armata aH'Ifole,& luoghi del mar Ionio,&Egeo,perconferuarquelli,& che niente degno di memoria fu fatto. L'anno xij.del Précipe qua ranta galee contra Genouefi furono date al Giufti- de^loHuuU niano,ilqualeera venuto con l'armata pochi anni t*contr*Ge~ adietro dal Taurico Cherfoneflb.EgU fcorfe nel ma no*efi re Pontico,& appreflb il braccio di fan Giorgio noti poche naui de Genouefi prefe, lequali moleilauano le cole de Vinitiani. Alcuni dicono eflere Hate tréta quattro.Quelli di Pera,fmarriti per il danno de fuoi fubitamente mandarono alquanti nauilij a difender fi,liquali empiuti di calcina, & altri grollě carichi ěnanzi il Cali elio affondarono. Non perciň il Giufti niano lafciň di condur l'armata alla efpugnation di Pera,hauendo molte machine,& ftromenti militari dapnma ordinato.Ilche vedendo i Genouefijperche conofceuano grandiflimo pericolo venir loradoflo, lafciando ogni loro forza,fi riuolfero ŕ pregare i Vi nitiani,che non uolcflero combattere il Cartello^ percioche erano apparecchiati di pagare ogni danno dato da loro ŕ effi Vinitiani, & tutto quello ch'era fiato fpefo dal publico nell'apparecchio di quell'ar-mata,intendeuano di fatisfare.Con quefle tali con-ditioni fatta la pace,l'armata ritornň ŕ Venetia falui. V DELLA SECONDA DECA Vna nuoua ribellione de Candiotti occorfe quali ia que'cempi,ouero nonmolrodipoi.il Giuftiniano,il quale con nuouo mouimento in Grecia haueuacon dotta l'armata ŕ Pera, eraallhora proueditore dell'I fola,mandatoui dal Senato.C^ueiti valorofamen-te opponendo^ ŕ i mouimenti de gl'Ifolani,có fubi-ta preftezz.a,ritennequeH'Ifola. I Candiotti impau riti ritornarono alla obbedienza.Tah cofe nella Gre _, . , eia fi faceuano,quando in Italia u trattň con Padoua l/amto dato .. . 1 > 1 i 11 i > i • J* finětimi nijdiritrarel alueo della lirenta alquanto contrario * p*doHaně al mare.Erano allhora i Padouani oppreffi dall'arme contro, quelli di Martino dalla Scala.Onde Vinitianifi forzarono dulia. Scala. nu>lto di liberar la Cittŕ vicina datai guerra,diméti cati in tutto della ingiurie giŕ da loronceuute, per-cioche,quando la Cittŕ fu da Clemente ěfcomunica ta,non furono alcuni,che piů foflero molelti ŕ Vini . tiani di Padouani Et perche tra quefti non era feguě-. to alcuna pace,i Padouani,fuperan daqlli dalla Sca-la,erano pofti in feruitů.Ma Vinitiani non celiarono che toltigli dalle mani del tiranno,gli rimeifero nella loro libertŕ, datone perciň l'amminiftratione ŕ MarfiliodaCarrara,ilqual dipoi continuň nell'ami-citia de Vinitiani. Si fatte cofe furono fatte nella Cic ta & fuori nel tempo del Doge Soranzo.Sono alcu-ni,che dicono etiandio in tempo di quefto Prencipe alcuni contra la Republica hauer congiurato, la-qual cofa io non trouo apprefio fcrittori degni di fé de.Vifle egli nel Dogato anni ledici,& mezo,& fu fé pellito nella capella di fan Marco, doue č il bŕttefi-Francefca mo.Francefco Dandolo,ŕ cui fu pollo per cognome Dandoli (comein tr'P* . b , r ,. , \ r \ ¦ - i -ě ,- nepm Uhi- gione,doue li dice,che egli fini il rimanete delia lua talux. vita. I Turchi in quetto mezzo non contenti di ha- / Turchi in uer tacciarli Chnftiani di tuttala Sona,gii corTeg- cominci aro-giauano,& incominciato haueuano occupare l'Im- "' *'°caiP*~ perio del mare,& cofi tutto q^iel tratto d'acqua, che ^/^J^""* giacerai leuar del Tole Topra Candia , tra Cipro, & imbafeiŕtori Rhodo hauetimo moleilato,che quali nifi luogo era mandati al fecuro ŕ alii,che naiiigaiis;io in LeuantcHaiienana l"»itefice p" trattato! Vinitiani col Redi Francia,& coti Giouan *rm™e c"!'~ Pr ¦ , . v e ,, . , , tra Turchi. onirice xxij.che ciň loiiecitaua, a'q;ia!e,per que- iěo,furono mandari ambifciatori Filippo Bdegno, Jiagio Zeno,& Marino Montino di fare l'impreia «ótraTiěvcliT. Alcune hiitorie h;Ino in luogo-di Gio-uanni,Nicolo Póttfěce.ma errano perche,dntr*Tnr fai galte,facendo lor capitano Pietro Zeno ,ilquale ihi rapitane con mirabile corlb di vittoria, perfeguitando ino-Futn Ztn». gnjjato \ Turchi,liberň tutti i luoghi del mare intor no le Ifole,& verlb la Soria dall'imperio loro. Furo no altri non pochi,liquali in Mare contra quella gen te felicemente in quel tempo guerreggiarono. Mai Vinitiani piů felicemente di tutti, iquali tolfero 3 Turchi molte naiii ,& molti d'esfi neprefero uiui, iquali tutti il Zeno fece impiccare. Refo adunque quieto,& pacifico il mare, tornň con l'armata a Vi-netia vincitore.In quelti tempi fi dice, che'l fole,cir ca il mezo giorno,per iipatio di tre hore fi ofeurň. Il Dandolo fece ftampare certa forte di monete, che Łjtd»f in fur dette Mezanini:& non poco allhora erano accre miei tempo fciute \e forze de i iěenori dalla Scala .Di maniera, invano iran- 1 . r 1 * 1 • -it 1 di i tenori che infra le Alpi tanto,quanto contien la Lombar- l Scala, dia, non era alcuno, che non gli temefle,percioche oltra Verona,Vicenza,& Brefcia, lequali alquanta adietro haueuano poiredutOjnuouamente, cacciati t Rosfi, LIBRO PRIMO 14$ Hoffi,ŕ tradimento haueuano prefa Parma, Feltre^ Belluno,& Ceneda,giaper adietro tolte al Re Gio-uannidi Boemia-Similmente Triuigi,erafottolapo defta di quelli della Scala,come dicono alcuni autto n,& fpecialmente li fcrittori dell'hiftone Vinitia ne.Scriue il Biondo ch'egli era de Vinitiani allhora, che esfi cominciarono ŕ guerreggiar contra Mafti-no della Scala,ilchenonmi fi fa verifimile, perche io trouo,che ŕ quel tempo i Vinitiani non erano in terra d'alcuna Cittŕ potěeflori.Et fé effi foflero flati (ignori di Triuigi,pare ŕ me,che alcuno harebbe fat to memoria del tempo3& del modojCon chehauefle ro acquiiěato vna Cittŕ coli nobile .Ma e piů credibile quello che dicon altn,cioč, che in quella guerra, che lě fece con Mattino ,dellaquale habbiamo ŕ parlare,Triuigi venne fotto il Dominio Vinitiano. Slmilmente Padoua,accioche nulla mancafleŕtata felicitŕ,fecero fua molto per adietro,che combatef-fero co i (ignori della Scala. Que(ta Cittŕ non poten do Marfilio Carrara,ň come altri dicono,Vbertino, perdifcordiade'cittadinijtenere nella fua libertŕ,!* ěciň ch'ellacadefle in feruitů,& diedela ŕquei della Scala.Ma,perche di volontŕ s'era refa, furono con-tenti,che 1 Carrari ne folfero gouernatori. Martino . ě ¦ r l- l ¦ r j • Conte nacqui adunque ěnluperbito penanti buoni (uccedimenti, i,tnKerr^trtt corneevfanzadeH'humanodelěderiOjilquale meno ytnitěam0' fi fa ritenere nelle cofe profpere, che nelle aduerfe, "Maflmo daU deliberandoti di turbare lo (tato de Vinitiani, inco- lSi minciňfare baftioni,& fortezze foprale acque noti lontano da Petabubula,& quelli di buone di te fé for ni.l Vmitianijche conofceuano,doue tendeuano i di fegni fuoi,efli anchora non lontano fecero vnafor-tezza.Tra quefto s'incominciň ŕconfultare tra Senatori, con che modo, & arte fi potefle domare 1* maluagitŕ di quel tiranno, ilqualeftaua intento,po tendo,allaloro ruina,percioche, fortificato quietamente il fuo ftatOjdimoftraua chiaramente di douer mouer • DELLA SECONDA DECA mouer Tarme contra Vinitiani.Per volere adunque impedirei difegni di lui ch'era maggiore d'etŕ de* fuoi fratelli prudétemeote apparecchiarono la guerra. Erano le forze di Maftmo,quanto tra vicini mag giori,tanto piů Ibggerte dgrande inuidia, percioche tali fono le conditioni humane,che niuna cofa c,che piů ŕ mortali partunlcaodio,quanto la felicitŕ d'al-trui.Ma come,chv tale inuidiatoccauaŕmolti,non erano alcuni percrň,che meno de Vinitiamladouel-fero fentire,percioche anchora nonhaueuano pollo piede in terra,& il loro Dominio era Calo nel mare» contenti di nongirpiuoltre,dellaprefente lorofor *una,laquale perle facende mercantile era aliai gran de-Perlaqualcofaelli nonhaueuano cagione di por JZuanttMa tarleinuidiaal tiranno,ňdi temerlo.Erano adunque fitnori Itila ^e ^orze & Multino & lpauenro ad altri, come ŕ O-ŕtalia. bizzo da Eiěe,ŕ Filippo Gonzaga,ad Azzo Vilcon- te3ein Thofcanaŕ Fiorentini, iquali per hauer egli occupatoLuccaCittŕ vicina,non poco temeuana l'ingiuria di coftui. Portauano efli etiadio odio ŕ Pie tro de' Rolli da Parma,& ŕ fracelli,huomini valoro fi, iquali Martino haueua traditi, & cacciati di Par-ma^otto fpetie di finta amicitia cercando di amma-zarlijaqual cofa quelli intendendo andarono ŕ Por» tremolo,doue furono di fubito da Maftino aflediati, nel tempOjCheconcradilui tra Viniuani &. altri fu fatto lega.Mandaci adunque ambafciatori per Ttina, & l'altra parte, i Fiorentini, e tutti i Prencipi della Lombardia ŕ quali la potenza di Maliino era fofpec Jjttftfdtts ta,allhora contra Maičino,& tutti quelli della Scala» lontra Matti Ł accompagnarono con Vinttiani. Ma diconoalcuni »». che i Fiorentini folamente vennero nel principio nel la lega de' Viniciani,& dipoi incominciata la guerra» gli altri Prencipi ui lě congiunfero. Giouarun Re di Jioernia entrň in quelta lega anchora egli, con animo di ricouerar le Cittŕ perdute nell'Ita!ia,i Vinitia tu tollero le prime parti della guerra, & diedi » che LIBRO SECONDO. 144 mai da loro fu tentata imprefa con maggior animo» Ne per pauraiňinuidia:perche, come riabbiamo di-moftrato, non cadeiianoinloro tali perturbationi, ma perche il popolo nato in libertŕ,& di ricchezze molto potente, riputaua degno vfficio il difender non lolainente laconditione,maanchora la libertŕ de vicini dalle ingiurie de tiranni. IL SECONDO LIBRO DELLA SECONDA DECA. Atta contra e tiranni la lega, di ordinede Senatori fu comandato che ciafeuno, ch'era in etŕ di poter portare arme, deffe 1 no tail fuo nome.Onde dicefi, che W*™ ' ¦, o , ' . . fatta m Ve- quaranta mila ,& piů huomini 'netU di quei tra l'etŕ di uenti,& 1 eflanta anni, ch'erano furono deferitti nella Cittŕ. Ma d'annixx. con tatodefiderio,& follecitudine furono daciafcu l noprefelearmi.chefenzapublico, ň priuatofoldo, con animo d'eiěinguerelatirannidedi Martino, uo-lontariamentefeguitarono gli eflerciti.Nó volfero perciň co tutte le forze in un tratto alfaltare ilnimi co,maall'ufanza de'maggiori,leggiermcteincornili ciare,& dipoi incorniciato piů gagliardaméte pfeuc rare.Or,métre due potétisfimi popoli erano occupa ti nello apparecchio ddla guerra, dicefi , che alcuni, tratti dalla fama, venero di Frŕcia in Italia p préder lbldo,!quali,plaThofcana.& Flaminiafeguedo il da naro de Vinitiani,pcioche allhora nň poteuano paf-farep laLóbardia,venero ŕ Rauéna.Erano iluoghi \>. • di qua Pietro J Hofjo fu [alto capitano contro. "Mdtlino dal U ScalU . trěeghVfece la donna al Xojfo deci» non fi efponef ft * pericoli dell* Hjttt, DELLA SECONDA DECA eli qua,& di la dal Po, & tutto quello, che giace tra l'Alpe ŕ Vinitiani rinchiufi,eccetto Ferrara, & Bolo gna.Luchino Vifconte,ilquale poffedeua Milano,nc Filippo Gonzaga , erano alienati da i (ignori della Scala.E come che i Bolognefi in quel tempo tra loro foflero in grandiffěmadifcordiaper lafcomunica «lei Pontefice(perchehaueuano cacciato della Cittŕ il Legato di quello ) nondimeno benignamente, & humanamente concedettero ŕ Vinitiani che ne'lo io confini fenueflero gente al lor foldo. Et etii fimil niente s'accompagnarono poco dipoi con eflfo loro . Oftafio daPolenta,delqual allhora era ŕ Rauéna,a-mico de Vinitiani,accettaua i Francefi,che veniuano & follecittaua ŕ farli condur falui co fuoi legni ŕ Vi netia. Alla chiefa de Medicati luogo nell'ultima par te della Cittŕ,erano per quefti apparecchiati alloggiamenti, convettouaglie,& altre cofe neceflariein iino,chereflercito fimouefTecňcra nimiei.lnql té pň Pietro deRoffi era tra (ignori dell'Italia riputata huomoprudentiifimoin fatti d'arme . Ondei Vinitiani lo fecero capitano del'e lorgenti, eflendo eglialfentenlqual, benché allhora foffe aflediato da Maftino,pensň perciň eflere venuto il tempo,nel quale,con le forze d'altrui, poteua vendicarli della ingiuria fua,& de fratelli,onde,accioche non gli fug gilfe quefta occafione ( giŕ i Vinitiani chiamandolo con lettere)deliberň con non conofeiuto habito di pafiar,non potendo ufeire altamente, perii campo de nimici:& venire prima ŕ Firenze, & dipoi ŕ Vine tia.Haueua egli moglie,honeftiflěma femina,& quel la,che lui fommamente amaua^llaquale tutti i fe-creti del marito erano manifefti,confiderando cortei in quanto pericolo di uita egli fi poneua , & quanto era graue l'imprefafua, con lachrime, & lamenti (t getto ŕfuoi piedi & ŕ pregare l'incominciň, prima per li figliuoli, & poi per l'amore del matrimonio, che non andafTe ŕ tato manifeilo pericolo di morte. Ma che LIBRO SECONDO. i4f Ma che difcorreffe nel fuo animo.in che flato erano lecofefue,& douelafciata la miferafua conforte co -tante figliuole.Dicono alcuni,che egli haueua fette figliuole,lequali infieme con la madre piŕgendo tue te infieme lo pregauano.Che fara,diceua ella,che fa ra,feuoi uenuto nelle mani de nimici (ilchenonlo uoglia Iddio)farete ŕ me tolto & ŕ quelle mifere,la cui fperanza pende dalla uoftra uita? Ceffata in tata, occafione il fuperbifsimo nimico ? ň piů tofto co fu bitoaffalto noi,& la Rocca nuda della tuadifefa crudelmente combattendo prenderŕ, & ridotta nel fuo potere,che farŕ di me, & delle uoftre tnifere fi-gliuole?Credete,che perdonerŕ all'honor noftro co lui,che non haueria perdonato alla uoftra uita? egli», perfatiarl'odio contrauoi,uferŕforza uituperofa-mente alla uirginitŕ di quefte uoftre figliuole, ň farŕ quel le ŕ foldati uergognare,in(ěeme trahendo, di fcipando,& abbrucciando le facultŕ ŕ uoě dalla fortuna conceffe. Sarŕ la uoftra conditione inuero alquanto nngliore,non uedendo quefti maligna io mi fera,io infelice, cheuedrň tali cofe?ma che dico di uedere? anzi, che patirň tutte quelle ingiurie>& crii deitŕ, che poflbno patir quelle, che da crudelifsimi nimici fono fatte prigioni ? Ma fé non temete il pericolo della uoftra uita,almeno ui douerebbono ino , uer le cofe da me dette,lequali tengo tato certo do-uere intrauenire, quanto che io ueggio quello , che m'č pofto alianti gli occhi. Q_ui adunque piů tofto ň dolcifsimo mio marito ui rimanete, & uoi, & me wogliateconleruare. Et tanto io ui prego che indugiate di partirui, chele cofe fieno pi» fecure,ilche lpero,chein breuefara,percioche,quando il nimico intéderŕ le fue terre oltra il PoefTerda Vinicianiop prefle,fubito fi leuarŕ da quefta imprefa, & allhora potrete ŕ loro fecuramente andarui. Alle cui uoci la „.. a ,. .... . . n i i-i Ktpcftd del menteuoh il manto turbatola nella dehberatione niji ^iu fua coftante, poche parole rifpofesche fapeua bene tue-, T t« ; DELLA SECONDA DECA to quella,chela moglie haueua detto efl'er uero,ntó per darle qualche fperaza egli tteiěo facendole buono animo, le ditte, che tra poco ella udirebbe lui ef-fer mandato con molte genti ŕeftinguer k forze dt oolorojda quali era fiato ŕ tradimento cacciato della Tua Cittŕ,& che ne ieguina,che egli hauerebbe in filo poter quelli, che haueuano cercato la morte, 86 la mina di tutta la cafa,& famiglia loro. Et molto fidarli, che fra pochi giorno Mattinolafciarebbel'aire-dio.Perciň la eflbrtauajche nmaneiěe co ficuro ani-mo,bene gouemando i figliuoli,& la loro cafa. Et quanto apparteneua aHadifefadella Rocca,fapeua. egli, che farebbe difefa dalla fede, & ualor de'fuoi, & tanto foftenirebbonoraffedio, che Mattino ŕ fuo mal grado folle coftretto partirli,onde gli faceua bi fogno di pretta partita, per non moftrarft negligente ŕ tanta imprefa.Ne perciň il douer pattar fra ntmi ci efler di tanto pericolo,quŕto ellapetifaua.-percio-chemoki nobili Prencipi fconofciuti non folo erano paflati perii campo de nimici,ma anchora s'erano tratenuti ŕ fpiar tutti gli apparecchi loro. Ceflaf fé adunque dal fuo pianto & lamento, & di piů pregarlo nmanefl"e:pciocheerabifogno dell'opera Tua. E cheglihuomini faceuano gran cofe per nfpetto della tiirtů: ma aflai maggiori eflendo attretti da ne-ceilětŕ.Etcofilei,inlěemeco'figliuoli,& tutto il fu a hauere ŕgli amici raccomandata, ŕ quali la difefa della Rocca lafciaua,lě pofe in camino. Alcuni dico-no.che un fuo fratello hmafe al gonerno di efla Roc ca. Altri iftimano, che ambedoi andaflero ŕ Vinetia; nellaquale dipoi ch'egli fu fatto Capitano , ambi fu ronoriceuuti nel numero de* Cittadini. Adunque sbrigatoli da gli abbracciamenti della moglie,traue-ilito pafsň la notte pel campo de nimici inlieme con un fuo fidato, & ualente famigliare, & andato ŕ Firenze fu da tutti allegramele riceuuto. Quiuil'huo tuo ualorofo & nimico del ocio,nceuuto con molta allegrezza LIBRO SECONDO. t4* allegrezza da tuttti,non molto dapoi andň cótra Lu cheti con grŕ gente de Fiorentini; il cótado de quali co ferro,& fuoco occorfe fin foprale porte di Luca. Et menatone uiagran preda , s'abbate nell'agitato H Rollň [te di cinquecento caualli ěnŕdati da Martino al foccor ihe^ěo ěcon fo di Luca;iquali,e(Tendo inězi ufeiti da un'altra par finiLu.cbefit te di Luca, la erano corti per doue fapeuano douere " fiontn un pattare i nimici; iquali,foprauenendo efsi,ufciti fuo ^//^'"m^" ri della imbofeata gridando,lor furono adoflo-, & la Wm», prima fquadra, impedita per il gran carico de botti-? ni,tnifero in fugga ; & leguendo con maggior forza l'aflalto ogn'uno lor uolfe le fpalle; onde molti ne ammazzarono,& prefero li ftendardi.In tanto daql h,che fuggiuano , fu porcata la nuoua al Roflo , che era nell'ultima fquadra del campo aflaltato, & della perdita di bottinali Ro(l'o,fi come quello,che era di prefto configlio,riprédendo la paura de fuoi,cornati dň che fteflero fermi, & ritenendo quelli,che ifeam-pauano gli indulfe a fermarli. Et lbftennero l'impe to de' nemici non altrimenti allegri, che fé hauetle-rohauuta la uittoria, con laprefenza fua fece ri-uolgereifuot contra i nimici ; liquali credendofě haueruintOjfurono fuperaci.Poiěi adunque in fugga con grandifsimaloro uccifione in fino alla Cittŕ fu rono accompagnati.Rihauuta la preda, & li ftendar di non folo recuperati,ma tolto anchora li loro ŕ ni mici ; in difprezzo di Martino, Pietro,ritornado uin citore ŕFirenze,comandň,checon uituperio perii luoghi publici follerň efsi ftendardi ftrafcinati.C^ue 1/ fa/fi fece ila uittoria molto accrebbe la oppenione della pri- flrafůnare li ma fama del Rodo. La uirtů di quello era in bocca fierii^' ^' ditutti jiquali diceuano,che per opra fua la gran ^Lén°e."" fuperbia d'e Signori dalla Scala era in breue per cadere ; giudicandolo degno, che i doi piů potenti pň poli della Italia hauefěero porto fopra lefue fpalle tutto il pefo della guerra. Staua Pietro in tal ripu-tatione -t Se giŕ era per uenire i Vinetia con le gen- T i tijlequali r-t DELLA SECONDA DECA ti, lequali Fiorentini fecondo il patto haueuano pror mello, quando i Vinitiam incominciarono la guerra. Ma non con tanta profperkŕ,quanto poco dianzi nella Thofcana. Geranio di Camino; ilqualefe-guendo anchora egli la lega de Vinitiani,fi hauea ap parecchiato di mouer l'arme contrai Signori della Scala,con efpedito eflercito di gente d'arme ufcito del Cartello Muta-ilquale dal uolgo č detto Mota» la notte prefe Vderzo. Martino moilo per cotal nuo ISiitmědal ua> (miP'11 to^° credo » c^e ta^ imprefafotte di Al-U Scala ricu. berto,chedi Maftino)fubicamente h fece córra il ni tuperarono mico. Ma entrato nel cótido di Vderzo mandň aua Vdertfi con ti alcuni foldati al Cartello-, & egli col rimanente de grande ucci- g|j ^rmzt\ fegUiua da lunge acciň^ che fé Gerardo v-poue» ěcifle fuori,non lo affettane d'imptouifo.Q^ielli,che erano andati auŕti,fubito fatto impeto fuori del Ca těellOjfurono ribattuti adietro.Dipoi facendo fronte attaccarono una leggier battaglia; affine,chei ni-mici fi difeortaflero dalla Cittŕ; ilcheottenuto,giů-ti al luogo delle infidie,riuolti quei dalla Scala, con Albica fugga gli fecero tornare nella Cittŕ. Allhora i foldati per comandamento di Martino aflalcarono la terra; &jifpugnando il Cartello,mifero gran paura ŕ difenfori',iquali» eflendo di poco numero, come uideró i rtirhici alle mura , non fapendo come difenderla uia fuggirono. Allhora, rottele porte entrň dentro la fquadra;& molti furono ammazzati, & fahiati poclěi;& tra quefti fu Gerardo.Hauuto Vder 7.o,andň uerfo Camino; & in pochi giorni,Corrotta la guardia, hebbe il Cartello. Fu creduto,che (ěmil? mente la Mota con poca fatica fi farebbe prefa, (e il nimico fi fofle indrizzato ŕ quel luogo. Ma per negligen7.a,corhe auiene nelle cofeprolpere,i folda ti non hauendo chi loro defle licenza,ne chi loro co mandafle,fubito fcorfero in ditierfi luoghi, lafciado gli alloggiamenti foliti. I Vinitiani in canco non fecero alcun mouimento. Marfiho, che da principio i era LIBRO SECONDO. 147 tprauenuto ambafciatordel fratello ŕ Vineria.era oc icupato in far gente; & nonanchora bene fermate le forze,pernó fare alcuna cofain quelli principi) im-prudentemente,nonhebbe ardire di andare ŕ troua-re il nimico. Alcuni anchora hanno fcritto, Marfilio eflere flato lafciato dal fratello ŕ foftenere l'aiTedio di Ponfemoli. Li fcrittori delle hiitorie Vinitiane affermano,quello allhora clTere flato ŕ Vinetia. Ma ftino mandň ŕ Vinetia per trattare la pace ; co concinone di leuare ogni fortezza,& riparo delle acque che erano ŕ Petabubiila. Ma i nieffaggi, fenzaal cuna fperanzadi ottenerla tornarono aěui.Tra que-fto}Pietro Roflb con mille cinquecento caualli ,dč C°™/f ijuali ottocento erano de Fiorentini, de Bologne!) vetl'a et i>ortt trecéto,Łi Obizzo di ^fte haueuadato il refto,uen none dei fri ne per Ferrara ŕChiogqia,&d'md i partito coppo- fipc DŕHelo» chi s'imbarcň per Vinetia, & jtia molti Senatori fu n ccuuto; liquali gli andarono incontro per hpnprar-io. Dipoi menato in Palazzp dinanzi al Prencipe^ egli gli parlň in quefta maniera.La tua nobile uirtěě, ualorofoPietro,laqual č chiara,& celebre perlalin. guadiciafcuno,nehŕ indottj,douendx) mouer guqr raŕ i Signori dalla Scala,d'ejeg«er te folo tra gli altri Précipi dell'Italia in coli importante imprefa Ci pitano delle noltre genti. Et, hauendo con ogni dili gentia,fatto ricercarla qualitŕ de moiri, niuno riabbiamo trouato,che fěa, non dirň da preferire, ma di comparar teco in tutte le eccellenze, & prodezze, che ad ottimo Capitano fi anpartengono.Perciň ef-fendotu lontano,& da grane afledio ftimolato hab biamo ŕ te folo cominello il carico di tutta la fom-madi queftagraue, & nobile imprefa-, conofeendo noitedouerein un tempo, eiTendo quello,che.ogni uno,& noi infieme ti iftimiamo, fare,che il noftro moleftifsimo nimico perda ogni fua forza, potere, Łtaudacia-,& noi parimente liberar, non folo dalla prefente guerra j ma anchora ualorofamente vendi-5 T ě carcj DELLA SECONDA DECA carti delle ingiurie da quello riceuute. Difficile č uč ramente ŕ credere quanta fperanza habbiamo prefa di ueder fotto il tuo ualore,& prudenza condur que ila imprefa al defiderato fine,hauendo noi eletto vn Capitano,che non piů per noftra, che per fua cagione habbia ŕ cotnbatrere.Non č poca differenza, che alcuno combatta per odio , ň per mercede ? elYendo adunqjcofi tuo utile, come noftro fuperareil nimi-co,ne pare efěeruana, & fouerchiaogni noftraeflor tatione. Nondimeno noi ti preghiamo, che bene & fidelmente, fi come ŕ compagno di guerra,Se ŕ ottimo Capitano s'appartiene, uogliamroiniftrareil ca r.co,& gouerno, che ti fi da. La occafione č madre d'ogni grande opera. Ella facilmente ti moftrera il luogo,e il tempo, come ŕgouernare ,eŕ reggere ti faccia bifogno . Noi in quello mezzo abondeuol-mente ti forniremo de foldati, di vettouaglie,&di danan,iquali fono,i nerui,& le forze di tutte le guer re.Riceui adunque i publici ftendardi,cheaccompa- fneranno l'auttoritŕ,che per noi ti lě dŕ,& i tuoi fol ati accompagneranno quelli,laqual cofa fia pro-fpera,& felice al nome Vinitiano ,& Iddio ottimo maflěmo fia propitio a 1 tuoi gefti : di maniera , che non folo a noi quelli fallii, ma anchora vittoriod f/^itf ripporti.Hauute le infegne del Capitanato, poche dardo di T Paro^e '' R°fl° refpondendo ŕ quello, che'l Prenci-M pehaueadectOjlafciando loro fperanza di maggiof cofe,fenza lodar fé medefimo , fi parti con tutte le genn.Il Biondo dice,che prima le conduce ŕ Triui-gi,credendocheallhorala Cittŕ foife de Vinitiani. Macerie hiiěone contengono quelle efler uenute ne'confini decampi Padouani, ScTriuigiani. Altri, a quali dň maggior fede, dicono ,checonciofia co^-fa che cotai luoghi alihora erano de i nimici,fu Ratftvriade' t°mai1dhauenilo intefo il parlar del nimi-co-,& quello,che giŕ huueuano deliberato,yenendo-gli conrra,impaurito incominciň ŕpenfar di fuggě-re.Laqual cola comprefa da quelli, che erano con lui,fubito hfciaci gli alloggiamenti noui pieni di uet Stuelli dtU to:ug!ie,& d'iitrumenti da guerra ifcamparono.Le- la Scala fxg-quai cofe 1 Vinitiani tolte,corfero fino alle porte del 4'f710 &" !*• JaCitta.Jnd:ruio!t],dieronoiIgualtoa tutto il con niUoniAif^ tado intorno alia Qttŕjfacchcggiando,& abbruciare j~Ot DELLA SECONDA DECA «Jo.Ma per comandamento del Rollo non fu vcciC dbfi quale eragia vicino al Cartello.Di quindi il Rolla da il Mafti- man(jo ŕ dire ŕ Mattino, che era allhora venuto in "ere""* *~ cotal m°uinienti a Padoua,cheegli grandemente delěderaua di combatter con lui,& che elfendo di quella uirtů d'animo,& eccellenza d'armi, delle qua li egli li foleua tanto vantare,non rifutalle il iuo in-uito,rua toito montafle ŕ cauallo,& ambidoi dimo-ilraflero in unabattaglia,qual di loro folle piů ualeti te foldato.iMaftino nonghdičnfpotb.ll Rofro,poi che vide non poter condurre il nimico alla pugna, non indugiň molto a mouere il campo:& abbruciň la Torre Corania,laqua!econ fubita preftezza i Vi-oitianirifecero.Quelte cole quali in un mele furono fatte. Ma circa al mefedi Nouembre ,eiTendo il campo ŕ J3ouolenta,le genti de Fiorentini, & d'altri confederati,lequali erano rnnafe ŕ Chioggia,s'accompagnarono con le Vinitiane . E'quelio luogo quafi da ogni lato circondato d'acqua, & dicefi, che y . quiuid'intorno, Anthenoreedificň le prime mura. ra^chč'fcce Alcuni altri dicono,che ne primi mouimenti del Rof ^.ntbenore fo tuttalacaualleriajch'eraŕ Chioggia, lěcongiun-diPadotta. fé col maggior ellercito.Etcomepnma fifermň for imi gli alloggiamenti di quello , che faceua dibifo-gnodicefi,che'l Rollň deliberň di non niouerfidilŕ lino ŕ tanto,che intendelfe in qualche modo i configli de rimici, fapendo hauere ŕ combattere con tal nimico,che non erada procedere pazzamente.Le hiftorie,che noi feguimo,hanno quello , che prima, detto habbiamo. Ec agiungono > per configlio del» Rollo LIBRO SECONDO. i?o Rodo efler ftato fatto un Cartello a. Bouolenta, 8c fortificato da terra,& da acqua con potente ibccor-fo.Haueuapenfato egli il fico del luogo eflere tno'-to atto ŕ maneggiarla guerra ,laqualcofa cofiadi-nenne,percioche,molte correrie ne campi de Pado-uani dapui furono fatte per li Vinitiani. D'indi motti li ftendardi con fubito tumulto, il Roflb affaltň Pa-doua,ilquale,dianz» le porre,& le mura caualcando, inuitaua i minici ŕ combattere, riprendendo con amarislěme parole la loro dapocagine.Ma tenendo»! pure Martino dentro le mura,ne potendo tirarlo alla pugna,riuolte le arme ŕi luoghi baffi,andň a Ca-pod'argere,dapoi di lŕ partendoti andň ad iipugna-re il Gattello delle Saline. C^tiiui era giunto Marco Loredano con l'armata in ordine, onde di comun coniglio s'incominciň la cofa ŕ trattare. Tra quello tentando egli l'animo di quelli, chedifendeuanoil luogo,fe elěi fi voleuano rendere auanti,che lor fof-fefatta forza,esfi ciň rictifando altramente s'incominciň a dar la battaglia al Cartello .Erano giŕ porti alle mura gli ěllrumétidi guerra,& erano i folda-ti entrati ne ripari de nemici, quando Spirirello capo della ditela d'una fubita ferita mori.Gli altri, per tal cafo fmarriti,dimanůarono tregua per otto giorni,con tal conJitio;ie,che le Martino tra quello iof-fe venuto ŕleuargli di afledio ,fi latebbono tenuti per il loro Signore,& paflato il tempo della tregua, le egli non hauelil loro dato i"occorfo,fi rendercbbo no.Mandarono adunque a Padouŕ ŕ chieder che ue-« niUeŕloccorrere i Tuoi ,ouero mandaile eglinulU promerendo,mapiu rotto amfandogli,che cercaile-rola lor falute,il Cartello fireie,ilqiude hauuto,fit-y bitoi Vinitiani roumarono%Q_uei de Conigliaiio an C*p°1*rgert v choraelěě in quei giorni ŕ Vinitiani fi refero.Da qlli „$*„?., rl nacque il ribellarli delle Cittŕ &de compagni da quei dalla Scala,laqual ribellione di fubito fegui.Li Tiranni haueuano tratti ŕ lor Ioidi molti foldati,tr* i quali '- BELLA SECONDA DECA iqualt erano tre mila Thedefchi,iquali molte disho* neftŕhaueuano vfato nel contado di Padoua in ra-pine,e in vergognare donzelle , & maritate, onde fi crede,che tale ingiuria forte cagione,che Padoua ribellň.C'ofi adunque attretto Martino ibtto fpecie di foccorfo di mandar quelli in altro luogo , mille e cinquecento di quei Thedefchi mandň in difefadi E(te:liquah Umilmente quiui cotale dishoneftŕ ufi* rono.In Padouaanchora ,perche non rimaneuano da detta ingiuria quelli,che v'erano rimai!, fecero tu multo:& farebbe!! combattuto nel me/o della Cit* citrali Cittadini,& Barbari,fé Maftino non fi foffe interpofto nella riffa giŕ incominciata. Nň č dubbio che per tale ingiuria l'animo de Padouani fi alienň da 1 Signori dalla Scala, & per quefto atrendeuano allaribellione. Maftino uolfe riuocar nella Cittŕ il foccorfo da Efte,& lo harebbe fatto , fé egli non ha-ueflfeobbedito al configlio di Alberto fuo fratello, chediceua,la Cittŕ non douere ellere aegrauatada nuotia ingiuria de Barbari. Et che non fi douea temer ne de Padouani, ne di Marfilio , ch'egli aftai ha-ueuachiara lafededi quello,& de' Cittadini.Il Rof fo fra quefto contra quelli che erano nelli alloggiamenti di Erte combattč felicemente ,& trecento di quelli prefi,lor tolte le armi lafcioli andare.Vedeua no quei dalla Scala le lor cofe tendere ŕ cattino fine. Perlaqual cofada compagni di Lombardia, &fuora dell'Italia,&daLodouico Duca di Bauera peram-bafeiatori dimandarono foccorfo. Ma quelli accio-che in tutto non parelle , che uoleflero Maftiro abbandonare,mandarono ambafeiatori ŕ Vinetia3iqua li fé erapo(Těbile,facenero pace.Q^uefto fu palefeima Jnuita tem* occultamente loro fu importo,che nň potendo cori tifcJJ*nU chiuderla pace,intrallero in lega con Vinitiani ŕ di— Tyiltil' ftrilttionecli Maftino.Vennero aVinetia allhoraam ptrUvutrm bafeiatori di felfanta Prencipi ,& uenneui Marfilio di Moflin*» dě. Carrara per nome de nimici,ilquale dicono alcu» ; • ¦ n* LIBRO SECONDO. i?« ¦'* dinanzi haueua il Ducato di Milano per la morte di Azzo fuo parente,& Filippo Gonzaga mouerfi con tr:> lui)efl*endo elfi circondati da tanti mali,non fape tiano qual deliberation prenderfi,ne ŕ che luogo do ueflero ricorrere,per ripararli delle forze de nimici, nein che maniera doueflero foccorrer le Cittŕ.Ma, in tanto di(hirbo,non hauendo doue volgerfi, Mafti no,fubitamente partito di Padoua,lafciando Alberto con gran parce delle géci in difefa della Cittŕ,an-dň ŕ Verona.Marfilio de Roffi in tato paifato l'Adice, per il Polefene, con le genti hauute dal fratello,' uenne ŕ Mantoua.Etquiui,congtuntofiinfiemecon Filippo Gonzaga & Luchino. Vifconte, feco prima trattato di qilecofe,chefaceuano dibifogno,& poi fra loro dimifero le parti della guerra.Dehberarono primn co afpra,& crudele battaglia afialtare Verona. Onde fubitamére mofle le bidiere inanzi, entrati ne li Kedi Boe confini Veronefi,diedero il guafto al Contado. Di-mia man. o • riuolti all'aflfedio della Cittŕ, mifero in ordine, €ontra matti " ' . .r . . Vi -r r -/i no dalla Sca- guanto a tale ěfpugnationefaceadibnogno. Fra qito l*. cépo Carlo figliuolo di Giouaai Re di Boemia con grande LIBRO SECONDŇ. if* grande eflercito fi diceua hauerfi accampato ŕ Peě-tre.Per laqual cofaauenne, chequeidalla Scalada tre parti in vn mede (imo tempo furono attediati. Onde prima,non fapendo con qual ragione fi potef-fe operar le forze de nimici, finalmente doppo mol ti penheri il fiero animo di Mattino alla forza e alle arme fi rhiolfe. Deliberň adunque di combattere con quelli,che fi trouauano.Ma prima s che egli entrarle nella battaglia fece Caualliere ě rancefco fu a figliuolo anchor fanciullo,Spineta Marchefe , Guido Corregiario, &Paulo Aligero.Podeftŕ della terra Subito adunque vfcendo della Cittŕ, con impeto lědimoftrarono alla prelentia de nimici,non uolen-do alcun indugio al combattere. A1 Marfilio non panie, ne agli altri di attaccar la battaglia, parendo lor meglio tirar la guerra in lungo,la cui fpefa, Se ca rico Mattino non potea foftenere ,& queftoloro pareua pai fecuro,che metterli ŕ rifehio della fortu-na.Dando adunque luogo all'impeto,& non fuggen do,ma ritirandoti a poco,a poco,tornarono ne confi ni di Mantoua.Maftino per tale effetto infuperbitň» quafi tenendo hauer luperati i nimici, co tre mila ca ualli & pedoni fubito véne ŕ Padoua.Dipoi a Bouo-lenta,doue erano le genti Vinitiane, mife campo5& quiui d'improuifo fopragiunto opprelle circa venti nauilij de Vinitiani, che erano appreso i loro rě— pari,& incominciň adelpugnarla fortezza ,laqual valorolamente difefa,egli fi ritirň due miglia di fotto , accampandoti appreflo il fiume , penfando d'impedire la vettouaglia , che per acqua veniua dalla. Cittŕ , laqual cofa piů facilmente haureb-fcefatto,féfapeuaaccamparli tra Bouolenta,&Me-fire. Il Rodo ,per rimoucre il nimico da quel luogo , dicefi , che gran quantitŕ di guado fece pe-^ fiate, herba che vfano i Tintori, & gettarla dalla " parte di fopra nel fiume,per rendere l'acqua cat-cuia ŕ nimici. Ilche auenne , che quantunque, fofle DEI,LA SECONDA DECA fofTe alquanto chiara,era nondimeno ŕ bere amari!-» fima.Ma nel campo Vinitiano incominciando fi ě patir fame(percioche inimici non fi leuauano)fa richiamato Marfilio,acciň che crefciute le genti pň teflero andare iVinitianidoue uoleflero,& mutar campo,perche non erano quafi in minor copia de ni mici • Ma anchora,fi dice, che Pietro, quantunque prouoCato,non volfeartificiofamente combattere, percioche egli conofceua Maftino,come s'č detto, non poter molto tanta fpefa & carico foftenere.Vedendo adunque il nimica mezo rotto, non llimauz prudenza il combattere, non potendo ciň fare fen-xz molto fangue de fuoi,& di metterla vittoria certa nel cafo d'una battaglia dubbiofa. Mentre adunque ch'egli Ita fermo ŕ Bouolenta, penfanda di dar gran difturbo al nimico, feguendod'impedire,che non fi potefle per via del fiume far uenire la uettoua LuchmoVě- gliaieccocon fubirapaura uenrte nuoua ŕMaflino, fante tfltdié Luchino Vifconrehauere aflediato Brefcia, perla-?rt'c?. Can~ qual nuoua Martino turbato-col campo palio perii tr* Multino l r-ril •r.»r ¦ a l^v^r tUU* ScaU. con"nl Pŕdouani,& Vicentini,& andň a Verona per dai'efoccorfo ŕBrefcia,laqualcofa apparecchiando con grande follecitudine,fu auifato, Padoua hauere Tintua *M* ribellato,& Alberto fuo fratello con ogni difefaef- ftim come fer prefo.Quefta nuoua tato percofle l'animo di M» "f^'ll0 /"' &mo cne non P'11 ^'P°» hebbe fperanza di migliore prtL ° conditione. Marfilio Carraro , partendofi Mattino II Rojjě pre per andar ŕfoccorrer Brefcia, leuato dai confini di fé Padana. Padoiia,chiamň Pietro Ro(fo,con le fuegenti,& ap pertogli la porta di Ponte Coruo , lo fece entrare Mdrfělh Cur dentro le mura,ilquale poi,che fu veduto in mezo raro hebbe U ja Qttŕ(perche non fi faceua alcuna ingiuria ŕ i Cic dominio de i- ¦ \ ,- i • u • r Padona per tadmi )iubitamente per allegrezza ogniuno code ctHJentimen- fuori,& falutň il Roflo,come fuo liberatore lodan-t» de Finiti* dolo & eflaltandolo con molto fauore.Łgli,di con-**• fcntiméto della Cittŕ,diede il Reggimelo di quella ŕ Marfilio Carraro per nome de Vimtiam. Alberto* &Rifi LIBRO SECONDO. iyj & Rifio Foranenfe Podefta,& molti altri con le gen ti di Maftmo in quello tumulto furono prefi , & la lor robba Taccheggiata. Alberto non molto dipoi fu mandato ŕ Vinetia. Cinquecéto Thedefchi faldati, ch'erano uenuti in Tuo potere , tolte loro le armi & cauallijil Roflo lafciň andare liberi. L'animo di Ma ftino, per tante difgratie commofl'o grauemente, fi crucciaua quando anchora un'altra frefca nuoua giů fé alle fue orecchie, laqual fu , Carlo in quei giorni hauerli tolto Feltre con alquanti Cartelli : & Luca grauemente eflere aflediata da Orlado Rollo, ilqua le era Capitano de Fiorentini ,& eflere anchora in dubbio,che l'animo di quelli Cittadini giŕ incomin ciaflero a ribellare, ma di tutte la piů acerbif$ima,fu non molto dipoi Brefciaeflerfi refaalVifconte,per difefa dellaquale era tutto il fuo apparecchio,cerca do leuarla d'attedio . Onde continouando danno fo praŕdanno,all'ultimo conobbe Bergamo fimilmen te efl'erli flato tolto da Lucchino Vifconte. Efl'endo tutti li Signori dalla Scala di Padoua cacciatigli uen nero ambafciatori Vinitiani,Marco I»oredano,Giu-ftinian Giuftmiano, & Ardeaccio Morefini, liquali ragunati in pia/.za chiamando il popolo, il Loreda-no per publico nome molto fi rallegrň con Padoua-ni,che liberati delle mani del tirano crudelifsimo,ha lieflero rihauuta la primiera libera amminiftratio-ne, laquale haueuano perduta per ingiuriadi Mafti-no.Dipoi,di ordine de' Senatori difl*e,che daua il reg cimento della Cittŕ ŕ Marfilio loro goucrnatore. Labontŕdelquale quanto era maggiore, tanto piů ŕ tutti manifesta, tanto piů i Vinitiani per il bene de Padouanil'haueuano cara. ApprefTo s'aggiungeua la prudenza di tale huomo, ilquale farebbe cagione di molto, & grande ripofo ŕ tutti i Cittadini. Et che i Vinitiani fapeuano bene , & pru uolte haueuano prouato,una Republica efl'er felicifsima, quado ella era da huomo prudente,^ fincero amminiftrata, Se V retta. DELLA SECONDA DECA retta. Adunque ftimafFero,chefaria bene per lord,<» per i Vinitiani, ad eflere al Tuo Marfilio obbedienti, & efler gouernati da lui hauendo conofciutala gra-_ . . pifsima tirannidc.Et ciň detto,nuolto ŕMarliliOjin tadal lire' 4^a manieraparlň.Benché ŕ noi, ň Marfilio fia nota dtmapadoa la tuabonta,tuttauiaiiogliamo ricordarti,noi hauer nip-* M.tr ti pofto a gouerno di quelle Cittŕ, acciň tu no folo ftlio. je fij padrone, ma difFenfore . Ec fé per te mede- fimo non faprai con qual modo, & ordine s'habbia ŕprender l'amminiftratione di lei,acciň ehe feti* za odio,& inuidia polsi fopraftare ŕ tuoi, te lo potranno facilmente dimoflrare (acciň altroue non cerchi eflempi)i gouerni della noflra Cittŕ : per-! cioche fino che gli huomini in lei afcendono ŕ cjualche Magiitraco , fono per publicŕ maeilŕho-noraěi. Leuato poi il titolo del grado,uiuono e-gualmente con gli altri, conofcendo quella hu-? inanitŕ efler grandifsima unione della Cittŕ. Non reitŕ altro adun'jiiejfenonjchela tua Cittŕ fi auez-7.i all'amicitia Vinitiana, laqual debbia in publico,8fi priuatamentehonorare,laqual conferuatione quan to faccia .iuoi dibifogno, uč lo moftralenouitŕ de noitri tépi,ne' quali in pochi anni due uolte uč hab-biamo liberati dal legame della ferii i tu. Veramente non č meno fciocco,cheingrato colui jdieperpro-prioje particolar beneficio non C^ mone . Le parole del Loredano,fi come uerifsime,cofi anchora a tutti furono gratifsime,ma principalmente ŕ Marfilio, ilquale rendendo al nome Vinitiano quelle gratie» che potč maggiori,rifpofe,che eflo con ogni cěiěigen tJafollecitarebbe,cheniun cittadino haueffe cagione di dolerfi di luůanzi farebbe di maniera,che alcu1* no,che amafle la Republica,non defiderarebbe altra forma di reggimento.Et che,fopra ogn'altracofa,fa rebbe,chei Padouani uerfoi Viniciani fuffero ino-gni tempo tali, quali debbono efler quelli, che non fi moftrano ingratide'beneficijriceuuti ,.& chela .;. v * gratitudine '-LIBHO SECONDO. ift gratitudine uerfo di loro farebbe tale,che efsi giudi' carebbono hauer bene impiegato il i'uo beneficio ne-i Padouani. Quanto apparteneua al ricordarci del prefente honore,& dignitŕ hauuta da Vinitiani, che egli non pretermetterebbe luogo,ne tépo di moftra re,quanto fofle d'ogni lordono meritamente ricor deuole. Quefte parole difle egli,lequali confermate dal popolo , dal quale fu nngratiato , & lodato,la Cittŕ,di nuoua allegrezza ripiena,incominciň ŕ fe-fleggiare. Ondehauendo lapaurainficurezza,eil dolore in gaudio mutato , ella haueaprefo un'altra uifo. Mailcorfo di quefta felicitŕ de Vmitiani, la, morte di due fratelli Rofsigrauemente turbň,liqua-li,fra pochi giorni,nň molto fpatio l'unOjdaU'altro, ufcirono di uita. Percioche hauura Padoua, Pietro " " incominciň ŕ combattere Monfelice.Nella cui battaglia eftendo occupato ,fu mortalmente ferito : & d'indi portato ŕ Padoua,con molto pianto de ogni-uno,& ditale ferita inorě.Qjjefto Pietro fu huomo r j j p-e ŕi (tngolarifsima prudenza, prontifsimofoldato , & tro ^ofro capi ottimo capitano, & alieno d'ogni crudekŕj^ciochc tana de Fini inogniimpre(3,cheandaua',foleua ammonirei fol- tUni. dati,che fi guardaiJero piů , che poteflero di fparger fangue,& di uergognar donne. Onde tanto fu^er la fuagrande hinnanitŕda tutti amato, & anchora da; Thedefchi medeiěmi, che non pochi erano ne i fuoi effercitijchelui non chiamaflero padre.Et era appref fo di tantaliberalitŕ>ehe oltra ŕ caualli, & arme,lar-gamente donaua ogn'altra cofa: ŕ foldati.Molti Italiani^ Thedefchi,coperti di-neri manti, celebraro-nole fueefequie,& lungamente lo pianfero. Mancň nella fua piů fiorita etŕ,hauendo anni trentafei Mar filiofuo fratello,ilquale pochi giorni inanzi era ag-grauato da febbre, il fefto giorno dapoi in Vinetiafi mori, giŕ di anni cinquanta. A Orlando afl'ente»; o^ fratello d'ambidue fu dato il gouerno delle gen- pal.it tijilqualeallhoraftruigeuai Luccheli con granici- fl/ww : -¦ Vi ino DELLA SECONDA DECA ino attedio,& d'indi chiamato,non molto dipoi uett ne nel contado di Monfelice : percioche per la raor te del capitano non era rimeflo l'affedio. Quiui an-chora lafciato parte delle géti % foccorfo del capo, egli co ogni grŕdifsima forza d» detto efercito,fcor fé per li confini di Efte ; faccheggiando fui Verone fé ogni cofa,& guaftando ŕ ferro,& fuoco fino alle mura . Onde carico di preda ritornň al campo . Et di qui non molto dipoi chiamato uenne ŕVinetia: percioche mi erano uenuti ambafeiatori di tutti e c5 federati per compor la pace « Ma perche quelle mc-defime conditioni,lequali per adietro furono pro-pofte. Mattino come da principio haueua fatto,co-ficon animo oftinato ricusň di nuouo, lenza alcun effetto gli ambafeiatori da Vinetia fi partirono • Ma r~ ftinOjConofcendo non deuer celiar la prefente guer-fa,dimandň foccorfo ŕ Lodouico Duca di Bauiera, facendogli appreflo gradifsime promette di darli aiu to abondeuolmente le egli Io faceile certo,& (ěcuro co qualche pegno. Allhora egli li die Pefchiera con Fracefco fuo figliuolo,& alcuni altri nobiligiouani. Ma non attendendo il Barbaro alla promefla,quan-do Martino conobbe effer tradito, con fubita correria ritolfeilcaftello,col figliuolo,&glioftaggi.Mar filio tra quefto fi morě: ilqual di uolontŕ di Vinitia-ni lafsň in teftamento,che Vbertino fuo parente gli iHdrftlit Caf fuccedefle,depofitando ŕVinetia cento mila ducati, uro Ufcio, per far una chiefa in quella parte della Cittŕ, che č> fhe ^lŮ"^J ^etta Giudeca. Ne folaméte fu ciň dipofitato p far " ' la chiefa, ma anchora per fornirla d'entrate, & altri ornaméti. In que1 giorni fu ridotto il campo ŕ Mon teforte. quiui furono fatte molte correrie fui Vero-inaflim fu ttefe,& Vicétino.Maftino tra quefto affediaua Mon rtttta mon- tecchio,nel qual luogo Orlando uenendo lo ruppe, tU i9' & mifelo in fugga. Dipoi pochi giorni ufcl Martino con nuouo eflercito, per far nuoua imprefa;la qual piů felicemente non gli fuccedette di quella, che LIBRO SECONDO ijf ' che fece ŕ Montecchio. I Padouani, & i foldati Thedefchi,erano ŕLongara Ifola,onde il nimico per aflaltarli d'improuifo ,quiui con grandifsi-ma celeritŕ fi condufle. L'ifola fu combattuta dalla parte di terra,& d'acqua,& non folo fi difefe,ma an-fhoraMaftino, con perdita de fuoi naui^ , uergo*-gnofamente ne fu cacciato. Vbercino,hatiendo cor rotte le guardie di Monfelice, hebbe la parte, che č r». • .. . fotto la Rocca. Dipoi pochi giorni i Vinitianiheb- libero b l fldfě f 1 ftTň Mli o mon p p g libe bero la Rocca. eflendofě refo 11 refto. Tentň Malli- felefe. no con Fiorino capo delle guardie,di hauereper uia di tradimento Montagnana,ma fu in uano.Perche il fuo penfiero non hebbe effetto. L'imprefa fu data a Spineta Marchefe,& ŕ Guidone Foranefe,che9quan to piů cautamente poreuano, fi conduceffero al luo go , laqual cola fu fubito da Vinitiani intefa. Onde, Flnitlani vicino ad Efte fecero una imbofcata di cinquecento coljero duge Thedefchi a cauallo. Inimici, fenzafpie uenendo, ŁŁ*^'-furono daqueiči aflaltati^perilche al primo grido ^affl'm.^ fpauentati, lafciando le armi, uia fuggirono . Moki furono morti, & molti prefiuiui .Tra quali fu Gui-lěo, & Gilberto, come dicono alcuni, & con quefti dugento foldati a cauallo. Andreaccio Morifino, l'operadelquale molto ualfe in quellaimprefa,dipoi fu fatto caualliere.Orlando allhoraera ŕ Padoua,di donde riuoko l'efl'ercito andň ŕ Vicéza,& fatto impeto nella Citrŕ>per la porta di fan Felice,& quella chečdettaNuoua, fcorfeualorofamente li Borghi. I cittadini mefchini hebbero maggior danno,che per adietro.Daogni lato eflendo circondati da nimi ci,non era luogo,donde fperaflero piů hauerformé-to, ne da Verona, ne da altra parte, percioche i Vinitiani Brendola,& Montecchio teneuano. Alcuni furono fpinti fuori dalle proprie cafeda foldati,che frano alle guardie, & con le moglie, & figliuoli era noaftretti ŕmendicare. Finalmente in tutto uin-ta,& fuperatala fuperbiadel tiranno, ŕ tempo fegu» V % la pace. DELLA SECONDA DECA la pace. Dicono alcuni, che egli, per non poter tro _. ,. uar modo, ne uia di leuare Vicenza dall'afledio fi de* riniti* PIegň allapace,laqualeperfuoi ambafciatori ŕ Vini nipdce (ff-gli r'ani dimandata, gli fu conceda, con quefte condili* <&&«, tioni,che Feltre,Ciuidal di Bellun,& Ceneda reftaf / fero ŕ C^j-lo.Bergomo , & Brefcia al Vifconte.,che' l'hauea ppefe.Triuigi con le uille,terre,& Caftelli,& fortezzerlequali erano nel contado,foflero de Vinitiani,& haueflero con quefti Caftel Baldo,& Bafla-no.Etanchora il nauigarperl'Adice fofle libero ŕ mercatanti Vinitiani.Anchorai Fiorentini hauefle*-ro quattro Cartelli fu quel di Luca. Dicono alcuni, che quelli non confentirono uolentieri alla pace: perche domandauano la detta Cittŕ.Et uennero gli ambafciatori loro a Vinetia per maggiormente ten-* tare tal cofa,non hauendo perň fperanza di ottenerla. Ma e (Vendo i Vinitiani inclinati allapace,i Fioré-tini confentirono.Promifero i Vinitiani di non man care nc'bifogni de confederati,& (ignori, che erano nella loro lega entrati. Alberto & tutti glialtri prigioni furono reftituiti.Donarono i Vinitiani caftet Baldo, & Battano ŕ Vbertino da Carrara. Onde fi fi puň comprendere niente i Vinitiani hauer poco cercato di uoler allargare i confini del Dominio, percioche,oltre le forze rotte giŕ del tirŕno,ilquale facilmente haurebbono potuto diftrtiggerc, & far fuo con le arme tutto quello, che gli haueflero tolT to,lafciarono Padoua Cittŕ nobilifsimai Marfilio Carraro,huomo allhora priuato. Laqual Cittŕ i Vinitiani poteuano tenere come fua per ragió di guerra. Vltimaméte dettero ŕ VbertinOjilqualeŕlui era {uccello,due Cartelli non piccioli, al nimico tolti con e'oro confini.Ma uero č, come fcriueil Biódo» che allhora i Vinitiani non haueuano alcun defide-v rio d'accrefcere il Dominio loro.Doue appare mani fefto , egli no hauer ottenuto quel tanto che detěde čjil domar l'odiofa fuperbia di quel ciran ¦¦ „ ' no,8c LIBRO SECONDO. ' i?é tio,& lui ueder rotto,&fuperato,& fatto humile a di mandar la pace,laqual prima con tanto rumore haue «a turbata,che nongli baftauano le terre, & caftelli, parti,& douepiu era bifogno, iui ponendoli, non la- ^r;^^ Fcurono ŕ quelli alcun luogo fecuro, ne alcuna oc- uditori. cafiondi poter dipredare. Et fu appreflo publicato, checiafcunojche ammazzarle alcun de ribelli, ň ui-uo conducefle nel poter de Vinitianijhaueiěe non pň ca mercede per qualunquetefěa. Ma quanto loro promeflero no fi fcriue Onde tra pochi giorni uenu ti nelle mani de Vinitiani,furó date loro degne pene delle fcelerkŕloro,molti furono annegati,mainpiu quantitŕ impiccaci.Laqual cofafu cagione,che mol ti dipoi v4*drea Da dolo. Doge, seconda dčca ti dipoi deirifola,|> tal eflempio,ritornarono in brč uč lotto il Dominio. Pacificata l'Ifola , i jpueditori dell'armata , morto Nicolo Falliero , ritornarono ŕ Vinetia. In tutto il Principato del Gradinico fu gra careftiadi forméto nella Cittŕ,mafu il fuo Dogato molto breue,ilqualenó pafsňdueani,& nouemelě; Ethauédocjl tatogouernataliRepub.fi morě : & il filo corpo fu fepellito innŕzi la chiefa di fan Marco, IL TERZO LIBRO DELLA SECONDA DECA. Vccesse al Gradenico An- j drea Dandolo huomo di fingo lar dottrina,& d'eloquéza ranr ta, quanta in huomo della Aia etŕ potč etfere . Ilqual Ci dice hauer fcrittoThiltone Vinitia? ne in due itili, l'uno alquanta copiofo, & forfč quefto manv co eleginte,l'altropiu nftretto,& come dice il Ca» refino,piů colto, & ornato . Fu di natura piaceuoltf & liberale.Et di qui véne,come io credo,che nnchor gioitane fu fatto Procuratore, & non molto dipoi Prencipe, benché tal dignitŕ non Ci poteua dare, fé condo l'ulanzafenon ŕ maggiori d'etŕ,percioche č voce comune di tuttoché quando confeguě tale ho- .......nore,egli non haueiia piů,che trenta fei anni.Trouo apprefěo alcuni,che,fotto la prima amminiftrnion di coftuijfi fece lega co Papa Cleméte, & con alcuni altri Précipi Chriftiai cňtraTurchi.Onde,có fediti galee,Pietro ZenOjpueditore molti legni ruppe d'f-f redeli,ilqualed'improuifoaflediataSmirnala prefe,' . & uccifi lamaggiorpartedeglihŕbitantijlafornědr vrouecUtore" ^>°ni^im3 difeěa,& guardia.Ma nň molto dipoi i Vi-' dell'amata, mtiani co uaria.forcuna combatterono coirŕ Turchi* * • :• ¦ hauen49 ¦' 11Ł R Ň " T E RZ O. i j t fiauédo aiuto da Rhodiani,& Cipriotti:& gra nume ro de foldati nell'unŕ,& l'altra parte perirono , in vi timo,i Vinitiani,coi refto decópagnipofti in fuga,' partiti dalla pugna,fi ferrarono molti nella Cittŕ.Il ^/^ ^j rimanente fu da Turchi vccifo. In quel tempo Ni- tri d* T*r-colň per cognome Giouanni fu mandato per nome chi, J>ubhco al Soldanodi Cabilonia,ilquale colui trat-tafle,che ŕi mercatanti Vinitiani fofle ficuro ilnaui gar nello Egitto.La dimanda fu ottenuta,macó cer te conditionj,lequali pareuano poco lecite,fe'l Pon tefice no hauefie dato loro licenza di poter mercantare con i nimici della fede Chriitiana.Fu impetrato adunque per ambafciatori ŕ.lui mandati, iquali furo ho Marino Falliero caualliere,& Andrea Cornaro,' Marěn Falche foflelecito ŕ Vinitiani,p anni cinqueproilěmi, ^'er* » •/ilf" co fei «alee,farmercantia in Aleflandria. Andarono' r^f orn4j prima a ciň due galee, dellequali tu capitano Soran i^ox. %o Soranzo: & Pietro Giuftiniano con quefti fu ¦mŕdŕtocófolo.Due^nni dipoi, GiuftiniaGiuftinia no,p publico nome,trattň col Pótefice, che ancho-ra in Sona fofle lecito ŕVinitianinauigar p cagion Ai mercatantia.Fu proliigato il tépo dell'una, & Pai tra mercatatia anni dieci prolsimi.La chiefa di fanto -Quando /» Antonio fu incominciata Ě qrti tépi,& dicono efler incominciata. ftato auttoredell'opavn certo Giŕnoccio Fiorétino * c^ufi di della famiglia de gli Abbati, & da pncipio eflere iui' ^"'* nt* fiata vnapicciol fchola,doue prima fu fatto vnachie fa di legno. Al noftro tépo,vn capo largo, ouer piů tolto Ifola fatta dal continouo atterarfi ŕ torno, (I porge fu l'acqua con piaceuole veduta. Et oltre la ehiefa,ch'č grande, & magnifica, vn'edificio aflai bel ' \ lo č vlnmamétefabricato appreflo la chiefa avfodi iAreXt'ěmtl f\ fpedale.I Zarratini in titola fettima voltaribellaro beuěondiiat-no, & era fama, cj!li hauer richiefto a Lodouico Re ratini, d'Vngrieria,che voleflc paflare in Dalmatia^metté' ŕo d'obligarli la Cittŕ,i capi,il porto,& fé medefimi1 (ň putto il loro hauerŁ publiio,& prinato. I Senato-* .- V) Albi co DELLA SECONDA DECA ri fubito apparecchiate cinque galee, le mandarono in Dalmatia^puedttore Pietro Canale, l'armata ac coftacafiŕZarra,tolfenelle galee Marco Cornaro Podelčŕ con tutti ifuoi famigliari & altri Vinitiani che iui fi attroua uano, & fubito di !a fi partirono ,p che, co Ci poco numero di legni, nň lě poteua cóbat-terela Cittŕ.Etcóbatterla folamente dalla parte di mare, li come era cófiglio temerario,co fi farebbe ita to inutile,perciň pria andarono a Pago. Qjjěui li eie radini,riceuuti 1 Vinkiani dentro le mura,diedero lo ro nel le mani il gouernatore co alcuni altri popola-ri,iqua!i poco dianzi i Zarratini haueuano nudato II Canale gli mandň ŕ Vinetia, dipoi Pago fornito, di buon foccorfo,fubito co l'armata, ch'egli haueua alcuni legni de nimici che erano attorno l'Ifola fra-cafsň & prefe.Ma,mentre in tal maniera era intento il Canale a fare ogni ofFefa a Zarratini, Marco Giu-flinianoconlagenteda terra,s'accampň ŕ una fonte vicina alla Cittŕ,doue fubito,con preito aiuto de fol dati,drizzň vn Caftello ,di donde i Vinitiani incominciarono ŕ combattere la Cittŕ,ogni cofa ŕ nimi ci turbando. I Zarratini, dalla parte di terra erano grauemente aflediati,& etiandio da mare,petcioche, tolto loro il Cartello Damiano,l'armata hora loro fi opponeua,& hora fi partiua,& d'indi ŕ poco,con al quanto maggiore impeto,che prima aflaltaua, il por to.Erano in quefto fiato le cofe de Zarratini, quando AndreaMorifino,& Simon Dadolo fratello del Prencipe vennero ne campi ŕ prouedere quello, che fofle vtile alla Repub.& per quefto io credo che da Donde děfee- principiň fiano Itati chiamati proueditori tali magi-feil rame di itrati,manoi in ogni luogo vlaremo piů uolentieri dit \\ nome de Legati.Alla loro venuta piacque di combatter la Cittŕ da terra, e da mare. Iftimando , che ciň meglio folte, perche haueuano intefň Lodouico con molte genti auicinarfi.Con gran forza adunque Sl l Ciŕ, & da una parte le ciurme delle galee LIBRO TERZO. ij9 galee metteuano i ponti delle galee alle mura,& for [^Ht fcauanfi di afcenderui dentro, & da l'altra le genti da t9 z°an** terra ui appoggiaron tutte le machineatre alla guer ra,& dall'una & l'altra parte la cofa era tentata con poco buono fucceflb. Alcuni nel principio erano parlati dentro alle mura fopra i ponti delle galee accollare,& haueuano porto gran pauraŕterrazzani. Alcuni anchora de rumici nel primo aflalto era no flati morti.Ma dipoi riuolti in difperatione fece ro impeto concra ŕ marinari, & ifcacciarongli dalle mura.Et rottone iponti,gliconftrinfero con vergo gnaŕlafciareil Cartello. Nella battaglia da terra fu punto migliore,perciochelemacchine,che doueua no effer porte alle mura,furono rotte, & uane appar fero le forze de Vinitiani, lafciando adunque ifolda ti la pugnagli dato il fegno, che fi ceflŕffe. Dietro ŕ quefto,Lodouico Re con cento & uenti milla arma // ti,con grande ftrepitOjs'accampň intorno Zarra.Il- lf>ma c°ce* q^al per liberar la Cittŕ a lui data dallo aflTediofu- j'J™" ^ bitocorfead efpugnarle munitioni de Vinitiani.da r^p toii fegno della battaglia, i Barbari con gridi fecon do il coftume aflaltarono gli fteccati, penfando non ui trouar riparo,ne fortezza alcuna, che poterle ritardare l'impeto loro.Zarratini, anchora eflě ufciti, la Cittŕ aflaltarono infieme co la fortezza. Ma i Vinitiani,non folo fidifefero francaméte, ma anchora con molto fangue rimoflero il Barbaro dallo ftecca to.Fra quefto, quelli che erano nelle galee, fentitó il rumore,& penfandofi,quello che era, i fuoi eflere combattuti,fubito lafciando loro foccorfo faltaro-no fopra iliti,& corfero per dare aiuto ,ilcheueden do quelli ch'erano tra i ripari,gridando corfero fubi tocontra il nimico, onde ne nacque gran battaglia appretto liftecati,&gran fangue dall'una, & l'altra parte fi fparfe.Mai Barbari,iquali nella prima mofla de Vinitiani,nó poterň efler in ordinanza, anzi ogni lior piů fi confondeuano,da fé fletti fi mifero in fuga. Seguiuano DELLA SECONDA DECA batta- ga.Séguiuano i Vinitianirecidendo ,& tagliando č Vr'^r Pezz'1 i f°ldaci.I Dalmatini.vedédo i fuoi perditori, 1**-tl g^°ch ipauriti corfero détro alle mura. Et il Re fcacciato, rngheri*. & gra parte di tato eflercito j>duta3fuggi i Vnghčna. Io appena pollo credere,p dir qllo,che a me ne pare, che tata moltitudine da coli poco numero folle uirr ta.Mačpiu credibile, che quei foldati, che conduffer Lodouico,nó follerň piů che vétimilla.Et cheildif fetto del numero fia occorfo,nó dalli fcritton,ma da librari. Ma q itati fi foflero3č afTai chiaro,ch'erŕo moi. ti,& che i Barbari lafciarono a Vinitiani nobile vit-toria.Et tale vecifiňe fu fatta, che l'aere p la corrut-> tion de corpi infettň molti nell'elTercito Vinitiano^ iquali morirono.Ora non fi rimettendo l'afěedio ne da mare,ne da terra, finalméce rotta la catena tirati nel portoci Zar'ratini,piu nň hauédo fperanza di foc ¦*'' ' corfi alieni,ne piů cófidŕdofi nel poter loro, chiefe-* ro di pocer mŕdare ambaiciatori ŕ Vinetia,laqual co falorfu cňceffa.Iquali hauuto perdono, la Cittŕ 6 yeja a refe:dellaquale fu fatro cóteGiuftiniano. I maggio»' uti j-idiqlla CittŕjChepcagion loro eZararinilafetti-* ma volta haueuano ribellato,furono banditi in paefi lontani dalla Cittŕ. Perilqual perdono chiaraméte fi puň intčdere,quŕta Tempre fia Hata la clemétia de Vinitiam,pcioche co l'eflilio de pochi cittadini lor parued'hauer punita la Cittŕ tate volte ribella . Gli; ^j fur pmOaa.ňor'i de comune nň potédo fatisfare ědareau tatti riattai ,.,J?N , ir • <. \- toriuecchiet oieza a tanta moltitudine,turono creati tre Andito» nuom. ri,iquali haueflero ŕconofeer le appeilationi, ch'era; no portate da i giudici al loro tribiinale.Et per eH~er< ampliato il Dominio, eil'endone creati altri tre per caufe foreftieri,i primi furono di poi chiamati Audi< Chlfecetlfe tori vecchi. Oltra di quefto il Dandolo in vn volu-< fio delle leg nie-ridufl'e le annulationi di alcuni ftatuti antichi, &. gě della ja ]e nilolie jeggi ^ai prencipe Giacomo Thiepolo,per Totade tutti m^ino a"a 'uaamminifčratione dal Senato cóferma• liftatuů. te3& polli i capitoli $ ordie,fu icicolatoilSefto libro, delle LIBRO TERZ O. 160 delle leggi della patria. Anchorahaueudo nel tépoj che era ^curatore cňfiderato co diligéza gli atti ci-inli,nňrň ordinatamele tutti li ftatuti del gran cófi-glio,& da cui fu fiero flati ppofti, e ŕ che tépo ricevuti & approuati.Grŕcareitiadi forméto moleftaua in tato la Cittŕ: laqual cominciň a crefcere fotto il Précipe Gradinico.map alleggerir qila,iei galee, & molti altri nauilij furono mŕdatiin Puglia, & in Sicilia, puedicore Marco Giuftiniano. Puofsi confide rarcjftacareftiaeirereiěatamanzi l'afěedio diZara» •laqual cofa non negano alcuni,percioche č manife-ito,che nella guerra di Dalmatia e/lo Giuftiniano :fu capi tano della géte da terra. Et refi i Zarratini di poi fu fatto cóte.Ne puň effer,che vno in vnmedefi. ¦mo tépo,poteffeatteder all'uno & l'altro carico tra ledifteréti.Delle naui madati in Sicilia p cóprarfor •mento,nel ritorno due p fortuna fi perderono . Ne •dipoi,come alcuni dicono, mai s'intefe alcuna cofa che niun fcŕpň. Altri quattro folaméte fi fai uarono dal pericolo,& il refto cariche di forméto,vé .nero ŕ Vinetiafenzadanno. Nel cui ritorno fubito cefsň !acareftia,ilqual male,efsédoleuato toito, ne feguirono altri,j)cioche vn g,ra terremoto ,che fu il Terremoto 4ě della c5uerfion di fan Paolo cerca hore včti, tato d>e fyhtor graueméte fcoflela Cittŕ,che moiri edifici publici, ™ fa lifrJu & priuati minarono,&il capaniledi.s.Silueftro,di sa paolo,chefe Giacomo de Lorio,di sa Vitale,& la cima della chie ce grandifii fadi fant'Angiolo caderono,& fimilmente la parte mi dami. mica della chiefadi sa Bafilio.I Babiloni credettero cotai moti della terra (j>cioche molti hŕno cura di ' fapereqfte cagioni)procedere dalla forza di alcune ftelie,che fi accompagnano col fole intorno ai qua drati del mondo. Analiagora iftimň , che e' foflčro opimo» don caufati nella terra per fucceffione di aere.EtPoffido de precede il niopensň ciňefler vno fpiritoferrato,& riflretto ternmot: rella terra. Onde dice Plinio, che la terra non tre-4na, fé non eiiendo il piar quieco} e il ciel cotan-w- - .. . ¦-¦ " ' to DELLA SECONDA DECA to tranquillo, che'l uolarde glivccelli čimpedito,ri ftretto ogni fpirito,che'l mena, ne mai č il terremoto fé non dipoi ferrati i venti nelle vene, & cauerne della terra. Per lequali parole di Pliniofipuň comprendere,! venti eifere dei terremoti cagione,il-che la maggior parte dei Philofophi affermano. Soggiunge anchor egli,che il terremoto nella terra e fimile al tuono neiraria,ne fi fa apertura alcuna fé non nel cader della Saetta dal Cielo, fendo chi ufo il uento nella terra, & difiderando di ufeire. Li Stoici dicono efler piů forte di terremoto, cioč apertu ra,inghiottitura, & ebolitione, laqual cofa č veriffi-ma,percioche la terra hora fi riftringe,hora fi gonfia Qjjindi fubito efeono i fiumi,cola fuochi,ouero acque calde prettamente fi dimoftrano fuori,& alcuna uolta i fiumi i lor corfi adietro riuolgono. Terribile fuono va innanzi adeflo moto,&quafi fimile ŕ un muggito,hora s'ode un grido humano,ouer ftrepito d'arme fecondo la qualitŕ della materia che lo rice-ue,& la forma delle cauerne & buchi, per doue paffa lo fpirito,ilquale ne luoghi concaui rimbomba, ne duri bolle,ne gli numidi,& paludofi ondeggia. Peril-cheVinetia č molto ŕ terremoti fottopofla. Con-ciofiache,lainondationtraglialtri mouimenti čmo lelliffima,perciocheil cómouere none tantonoci-uo,ne anchora il battere de gli edificij,& quando un mouimento contrafta all'altro,ne fi gonfia la terra, rimane l'altro moto.Contra quelli tai moti fono fé curiffimc le volte delle porte, i cantonidi parieti,e i ponti per il forzato battimento & i muri di pietre cotte fono piů faldi.che d'altra materia al terremo-- to.Sentono i nauiganti quando č per uenire, perche le onde fi fanno grolle fubito fenza uento ,& quelli anchora che fono in terra,fe ne accorgono, quando onero le naui tremano,o ne pozzi l'acqua č torbida, Serno di tir ne č fenza cattiuo odore, ilche fono tutti fegni di remati fHtnri terremoto,con quefli fegni, ouero con altra fimile congiettura, LIBRO TERZO. i*t congiettura,Anafěěmandro Milefio lo predi (Te ŕ i La ccdemoni, ne perciň egli era Dio,che fapeflTe quella doueua uenire.Sono fegni anchora a quelli, che cer cano fecurezza,quando non fpira uentOjneiimare fi muoue,perche ufcendo li uenti ceifanoi terremo-ti,laqual cofa fé non fegue,durano quaranta giorni, &. alcuna uolta piu,& ralhora due anni (i fono dura-tŕ.Ma in quel tépo di ch'io parlo,|> fpatio di quindici giorni la terra li mofl"e,quando piu,& quando meno. E dicono per quefto eflere auuenuto,che niuna donna grauida fu,che in quel mouimento nň difper-defle.&prefedagrauepeitilenzalaqual fubito fegui „ a., . „'¦ v ¦ t r ¦ i • i irr PefUltntit fi to tutte morirono. InS1th1acot.1l moitalillima pe- gJited ite prima fi dice hauere hauuto pnncipio,dipoi circa m»ti. ŕluoghidelmar Pontico,&hauere alquanto danneggiato lo Helefponto.Finalmente in quel tempo, che occorfe fi graue terremoto,quafi tutto il Ponen, te fu corrotto. Appreflb d'alcuni trouo cotal pefte effer chiamata anguinaglia,per quefto credo io ,che nel nafcimento di lei ueniuano prima attorno le co-ifte certe ghiande,doppo lequali feguiua gran dolore di tefta,con ufcire d'ogni memoria, in tanto, che in fpatio di giorni tre fi moriua. E tanto fu grande cotale mortalitŕ ,che d'ogni numero d'infermi ŕ penadi cento uno rimaneua uiuo . Altri dicono fei ouer fette al piů eifer rifanati . Sentiuafi da principio in Vinetia,laqualeoltral'altre fu molto of fefa da cotal pefte,lamenti,& gridi. I morti in ogni luogo erano portati, i Medici erano folleciti ŕ uifi-tar gli infermi, le cafe de gli amalati dagli amici,& parenti erano frequentate,chiamati li Sacerdoti,chc ufadero le debite cerimonie ali infermi. Mapofcia, che'l morbo piů duramente a crefcere incominciň) i Medici co gli infermi cadeuano mortane era nel mo rire alcuna difFeréza di ricco,ň di pouero,ne di uec-chio,ň di fanciullo,cadeuano l'un ibpra l'altro,nň da uafoccorfoparente,ŕ parente, non amico ad amico. X II fratello, *¦>•: DELLA SECONDA DECA 11 fratello jlafbrella abb'andonaua:ne il padre ŕ figli-» frali,rie i figliuoli al padre piů poteuano aliméto pot*-> gere:non era Medico ne medicina,l'uno fuggiua l'ai» ěro,doue s'nnendcuavche foife pelle , & rurlalciatoy feny.a aiiTto,ne conforto d'alcuno,il mMero timori* ma.Non li faceuanoŕ corpi le ioliie effequie:era affai fé per lapida" gettati di cafa,iětrouatra alcuno,* Che per prezzň, ňf per pietŕ mettendogli in qualche barca/enza1 nome lenza pompa,fenza alcuno hoqar* K, & fehza chierico, erano fotterrati confufamen>; te in qualche fofia .Et č opinione * che molti ere-»» - duri morti furono portati anchoruiui alletepultu-* ré.Nella Pnmaueta incominciň la corrurtionc del-1 l'aere,& crebbe,come alcuni dicono,inlěno al princi pio di Maggio. Allhora per tutto il mefe qiiaft ŕ tue ti fece danno.finalmente il Giugno alquanto cetěň* perche hormai erano rimarti pochi,contraliqualife poteife sfogare.In queftaguifaabbandonata, & tjua io timo, fi uotala Cittŕ,per rifare il popolo/u cóceUo ŕ eh» fé la Citi* uo uenifleadhsbitaruijdoppo anni due, fofledi lei Cit-.y uperilmor- tŕdino.Temédo li Senatori, che in quella rouinaLa! *"' doůtco Re un'altra uolca non aflaltafle la Dalmatia,. percioche allhora egli era in Italia ,doue con molto-éllercito era pacato per uendicarfě del fratello mor-ro-dŕ Giouanna Reina fua mogliere * ŕ lui tnandarot v# r- a- ilo tre ambafei-atori,Marco Giuftiniano,AndreaMo ureo iu\ti re(ini catěaijjer & Nicolo Gradinico,liquali horaca titano, i/in « . • (i- r\ ¦ \r 1 dre* More/i preghi,hora con promene coli lo nuollero da que» ti'hKkůh qr« ita fua deliberatione^che non folo,in quella auerfitŕ» dmkó amba, ^j tempo , niun tumulto molle concra Vinitiani,ma t '"**' ě per anni dlecějouero come altri dicono,otto,fece tre Rf''donile gua.Et acciň,non folle tempo j nel quale i Vinitiani na per *nni qualche guerra foreftietanon moleltafle, quelli di dieci. Capodiftnajnondoppo molto il renderli de Zarrati V ni,ribellarono. Allhora,quantunque era il tépo non poco contrario afŕrearmata,nondimeno fecero gč- te da itěfite,& da tčrra, per ricuperarne C^P0^'^1*^ «¦. •¦•'=« -. Proueditorc LIBRŇ TERZO.' " : itfa l*roueditore PancratioGiufiiniano.Códotta Tarma1 ta nella prouincia,con poca faticagli Hiftriani tornarono fotto l'obbediéza. I capi della riballioe, ac--ciň nň faceflero qualche altro mouimenco ,furono menati ŕ;Vinetia:dalla quale,il dipartirli fenza licen1 iadel Senato loro a pena capitale fu fcritto.In qtie-/ Iti tépě ltmilméte Alberto Sienore de Oouati,mo- ff "* i n-j ě iiry n • - i ... . U tarano l Hi mtado le terre d Hiitnacolatrocmij,ecorrene,pro #,t-rf uocň l'armata Vmitianacótra di lui3onde|> uendi- Laconnenth care cotali ingiurie furono fatte noue géti,& fubito ne fatta per moflo guerra ad Alberto,& nudati due Gentilhuo- l*p*"A* mini,iquali,di comuncófiglio, haueflčro curadella ^r0Han' guerra,& ^uedeflero ŕ tutto allo ch'era d'utile alla Republica.Nel primo motto il Barbaro Impaurito, dimadň, & otténe faluocódottň da i jpueditori di an dare egli fteflo ŕVinetia al Précipe, & al Senato,a «juali eflendofi egli apprefentato humilméte, béche i Senatori cótra lui haueflero giufto fdegno:pure ac ciň feruaflero il loro antico coftume,li ^donarono, tolto ŕ lui prima alcuni Caftelli,liquali fecero rui-ftarejpche nň follerň,come erano flati |> adietro,albergo^ ricetto de ladri. Effendo ě Proueditori ntor fiati ŕ Vinetia furono códannati : per no hauere effi feguita la guerra fecódo l'ordine,& uolere de Senato ri.Cofi dice Carefino,ilqualefolohac]fto tumulto Dalmaticodefcritto.No molto dipoi dqlěo tempo s'incominciň contra Genouefi ŕ combatter la terza uolta:ma, la cagió della guerra,(ě eoe anchora l'altre uolte,nacquepure dalla loro ingiuria.Teneuano al-lhora i Genouefi certi cartelli del mar Pórico.doue, poi che vinitiani furono dal Paleologo di Coftatino poli cacciati,icomlciarono ŕ péfere co qual forza ň I /*if*f ""* gino poteflero ŕ mercatati loro ipedire il nauigare p gučrra ci gč-detto mare.Percio,& qui,& i altri luoghi i Vinitiani noueft. frioleftauano,mairimaméte cerca Protofpero,ilqua- >* kCaftello allhorapofledeuano.Quiuitro nate lena fai CandiottcVinitiane, apertamente lor fecero in-1 X z giuria, DELLA SECONDA DECA giuria,& quelle fouraprefe,con grande incorninolo & maggior uergogna de mercatanti le menorono ŕ Cafra. Q?.reC\noěcriue quelle efler fiate prefe nel porto di Catfa,& dimandate per ambafciatori le robbe,& non eflendo refiituite,i Senatori fecero co tra loro fare una grofTa armata in Dalmatia,&al quante galee armare in Candia3& anchoraŕ Ne-groponte. A Vin,etia finalmente perquefta cagione furono ritenute mete quelle,che doueuano anda re permercatantia. Ricchiatnato adunque da Ragů ;, • fi Marco Morefino Proueditore del mare Adria- tico , con le galee, ch'egli hauere fi trouaua:& fatta, armatadi trentacinque galee ,fu data a M. Rugino. ma in luogo di Rugino appretto d'alcuni trouo Nicolo Pifani. Coftui (\ parti di Vinetia per feguire le galee de Genouefiilequali fi diceua efler fuora. Ef-fendo ellaadunqueper una Tubita fortuna entrata nel porto di Carifto,cioč Cheronia, ch'č nelle parti di Negroponte:per uenturade Vinitiani auuenne, che quattordici galee de Genouefi in quel tempo ui fi erano fermate cariche di mercatŕtie,& armate de molti foldati : liqualidoueuano andare infoccorfo di Pera , accio per le cofe occorfe, qualche fubito aflŕlto non folle fatto da Vinitiani contra i loro "pň polari habitanti del luogo, come fu alti e uolte. Altri dicono , che cotali galee s'erano ridotte in quel porto, con deliberation di uenir uerfo Italia. Il Proueditor dell'armata Vinitiana,uedute le galee denimici,prefto comandň ŕfuoi, che per combatter s'apparecchiaflero. Allhora tutti obbedienti, & prefti,prefero l'armi : & drizzando le prode delle lo L armttaVi ro galee contra quelle de Genouefi , dinanzi, & da fl'M"a s "v i lati chilifero la ufcitadel porto : eccetto dalla par- Jronto conia .. • • i • • >r i- r f Oenomfe * te "i terra, accio 1 legni in que {cogli non li rompei fero. I Genouefi difendeuano la bocca del porto,uo lendo ogni cofa efperimentare prima,che fi rendeile ro. Onde il Proueditore parte delie géti mefls in fui lieo uicino LIBRO TERZO x6f liro uicino in luogodanimici non molto difcofto, fattaui fubitamente una fortez'za,& empiutala di gč te,da quefta parte anchora incomincio loro morta-liflěma guerra.In tanto fi traggeuano continui dar-di,& faette contra il nimico,per lequali, giŕ da ogni lato afflitto,non potendo piů dimorare, perche tutto d'hora,in hora fi uedeua farfi piů pericolofo appo ftato il tempo,incomincio a efpedir le uele & le an-tenne.Del chefubitoi Vinitiani prima alquanto ftu pefatti rimafero perla nouita dellacofa, ma dipoi, checompreferoinimiciapparecchiarfi ŕ fubitamen teufcirfuori,eflě anchora nguardauano daqual par te prima fi forzauano ufcire.Qijelli tra quefto,ben-che il cótrario dimoftraflero,riuolte le prode 1 quel laparte,laqualeiVinitianihaueuano lafciata perle fecche fenza guardia,ŕ uele,& remi sforzandoli ifca pauano.Giŕ quattro galee l'unadoppo l'altra erano ufcire,quado M.Monfino Proueditore del Golpho, f moflb fubitamente pertale effetto , mandata una di quelle galee, lequali l'anno paflato haueua hauuto per guardia del mare.comandň, che prefto prefto,la quinta galea de Genouefi,che giŕ fi cacciaua in alto mare,foile da trauerfo ferita,laqual cofa tu fattta co taěito impeto da quelli,ŕ chi fu data l'imprefa,che fu bito la galea fu prefa.Le altre,che; feguiuano da uici nojfmarrite,percotendo ne i liti uicini,con poca fatica furono fimilmenteprefe.Et perche quelle galee unnice Gč* erano cariche di ricchiffime meicatatie,i marinari ri muefe rute uolti afaccheggiare,le quattro,che erano giŕ in alto &treli' mare,lafciauanodipartire,accoftandofi a quelle per cupiditŕ di preda,in tanto , che non intendeuano,ne comandamenti, ne uocedi Proueditore , ne d'altri. Egli hauendo a molefto^che $ auaritia de ftioi,tanto bella occafione gli (ětog!ieflediniano,fecebruccia-re le cinque prefe, lequali anchora non erano ftate uote.Ilche egli fece, accioche, non hauendo piů in quelle fperanza di preda,cóftringeffe i foldati fegui X i tar quelle, ^ DELLA 'SECONDA DECA ,tar quelle,che fuggiuano,ilche fubitamente fecero» Ma in tanto i Genouefi erano fcorfi molto lungi, nň dimeno dieci galee col Capitano dell'armata, & fet-tanta nobili Genouefi uennero in poter de Vinitia-ni fenza la moltitudine grofl'a, laquale per il numero de fei galee fu grande. I Vinitiani uittoriofi » dipoi quefla prefa, fi moflero uerfo Negroponte, dar uč i Genouefi nobili con mille altri furono dattili cuilodia,gli altri che furono circa quattroccto,f uro no nudati in Cadia,& pofti i prigióe. La fama della uittoria apportň in Vinetiagradeallegrezza.I Senatori,! tata ^fperitŕ^ó Jaiciado perň la memoria della religione, ordinarono, che folle celebrato il giorno,nel quale i Genouefi furono ŕ Cariilo fupe rati,ilquale fu il di della decolationdi fan Gipuŕni, * la. taptne che inanzi ql téponó era in coilume di celebrarli-percbefigttor Altri dicono,che fu il giorno di fan Vittore. I Vini-tU il giorni) tjatli molto ŕ Negropóte nň fi fermarono,ma fcor»-«e ^deltUtň rendol>ArciP'elag°>& Jo ftretto di Gallipoli co $-fpera nauigatiÓe uénero ŕ.Pera,con animo fermo di préderla.Ilche fu jpueduto dal nimico,ilquale , hŕr uendo intefa la rota riceuuta ŕ Cariilo, conofciuto per fpie il ueniredelle galee Vinitiane t haueua molr to bene attorno fortificato il Caftel'o, le naui, che erano nel porro con arbori, & catene incatenate in modo , che faceuano quafi muro, & riparo ŕ ogni impeto de rumici, & le altre cofe in modo rtfe forte ,& fecure, che i Vinitiani, iquali non molto dipoi giunfero , uedendo al tutto eilere (lato prouedu to, dallo affalto (i riniafero . Ma dimorando intorno lo ftretto, in pochi giorni prefero molti legni Genouefi. Fra tanto quelle quattro galee, lequali erano ufeite di Cariilo fuggendo, & fei altre,che haueua Filippo Doria Genouefe,intefa la partita , della armata Vinitiana, andarono ad ifpugnar Negroponte. Thomafo Viaro , ilquale alěhoraeraPo deitŕ della Cittŕ, ueduti da lontano inimici, fp?~ uč n tatdv LIBRO T1RZO.' " *¦• '7 1^4 ventato", per la parte di dietro » che guarda ,ue*jfj> ¦il Canale, infieme co i Prouedirori fi fuggě. La Gior-tŕ fmarrita per la partita Ad lettore, in bre^e fu prefa,& faccheggiata-da Geooudě, iquali, menandone uia gli habjtanxi prigioni, l'abbiucciarono. Vendicata in cotal m.odo.la rotta,e il danno pocp dianzi ri.ce.uuto , il Doria allegro , partito «da Ne--groponte,non molto dipoi, prefe l'Itola di Scio, il Proueditore dell'armata Vinitiana, eflendoft*-•to afietne circa quaranta g-iorni,.ne hauMido iper ranza di acquifto di maggior preda,Scorrendolo ilretto, drizzň il uiaggio iierfo Vinetia, quando paflata la Dalmitia gli iierMaer.o incontra dieci gar jee Vinitiane , kq.uah intendendo dal Senato eC, DELJn\TS'E-C-ONIVA DECA al tn#ré,čome ne tempi paflati Calpe rotta da Affa» / te hauer datň l'entrata al mare Oceano nel Medite# taneofůopiniondi Piatone. Quelle tali boche,le qua! i dal.paflar de Buoi p il breue fpatio, fon creduv \''..-. te eflerfi fatte vie,fon dette Bosforo:& Thracio dal- \\ . la terraglie giace all'incontro del Bosforo. Dicefi, -;¦_'- che iGenouefi,intefala giunta de nimici, iqualidr Gallipoli s'erano vltimamente partiti occuparono quelftretto,accioche ilcontrarwlofi in alto mare, nň? fuile lor conuenuto combatter con tre grofle armate di quella maniera,dalle quali in un cerchio folle--co aftretti & rinchiuIě.Pareua adunque piů ficuro dr riceuere rVinitiani,& li Spagnuoli in fronte del luo>-. go.ttretto,doue tanto numero di galee nonpocreb-hon ad vn tempo combattere.Er da fianchi l'armata; Greca, laquale fecofě coito non fi poteua ribattere^, almeno con poca fatica foftenutafi farebbe. Co(»*y auenne,che quella armata, appena tocca nel principio della pugna,vergognofaméte cedédo, quafi che f(oflecacciata,con quaranta galee con infinita paura' Q min? in Grecia.! Genouefieflendofi partita quella armata, riuolfero ogni impeto loro & Ci azzuffa-» rono con le galee Vinitiane , & d'Aragona, lequali in fronte combatteuano. La battaglia fu fanguinofa, & perdile hore feguitň fenza vantaggio diniuna-delleparti,mauerfolafera,fofFiandovn vento Au-ilrale, diede moleftia ŕ Genouefi , ne per quello lě Terrěbile b nio^ero ^ ^uog° d°lie erano azzuffaci, anzi ollina temente facendo refiilétia al vento combatteuano, volédo piů torto morir tutti, che celiare dall'impre fa. I Vinitiani anchora elfi non fcordati della loro fama,ŕ non pocha vergogna fi recauano , hauen ~ do maggior numero di legni , non hauer quelli nel principio venti. Percioche , oltre ŕ quaranta galee, che effi haueuano, vi erano trenta Spagnuo-Ip. Alcuni dicono di meno : Sf che molte galee de l'uaa, & l'altra armata > per forz^di vento cacciate^ ,- .- ininare, taglia co Ge-Monefi fatta in mare allo tiretto» trIBRO TERZO. ě66 jn mare, combatter non poterono. Adunque l'horr renda battaglia ,continuata per l'ofcuritŕ della notte , durň fino a giorno . La notte haueua refo il pericolo del combatter maggiore. Vdiuanfi lamenti, & gridi ,& appretto il rumore, che fuceuano le na-4U nell'urtarfiinfien^e, & lo ltrepito delle arme, faceviano horribilméte rifonar l'uno, 8^ l'altro lito, .Come s'č dettafu combattuto di notte, & quel che e piů di meraviglia, con fortuna, & ofeuritŕ gran-iJiffimadiaere.Onde fenza fallo fi puň.credere, che in cotali tenebre Barbaro con Barbaro, Vinitiano con Vinitiano,& Genouefecon Genouefe infieme .¦combatterono. Dipoi uenuto il giorno,l'acque, che fi uidero fanguinofe, dimoftrarono a ciafeuno, quanto fufle ftat3 fiera la battaglia della notte. I\ Canale di Negroponte ondeggiauadi fangue huma fio.Era tutto ripieno di galee, e legni fdruiciti, d'ar-|x>ri jdi Antenne, di dardi, & di faette, molte galee fenza gente n'andauano giů per l'onde. Finalmente in cotaledolorofa battaglia morto Pondo Capita- p tio dell'armata d'Aragona,ritirandoli le lue galee: ^f°"0* '* fimilmente i Vinitiani furono agretti ritirarli. Con tenti di ciň i Genouefi, tenendo ciň in luogo di vit-toria,e{lendo pochi di loro falui,fi ritirarono altrcfě nei loro alloggiaméti.Mancarono in quel conflitto Stefano Contarini Procuratore,Giouan Sten,Bčne. sufan»c detto , & Pancrario Proueditore anchora egli d'una urěm&iouZ ferita in pochi giorni fi mori Dicono i Scrittori del fifno,Benedet Je hiflorie, che in quella pugna non potč cóbatter. '• 6f/'0> p**~ piu,cheme2.ararmara,laqualcofaoccorfe plaftret Cjftt0 Pr,'"t9 ili o -n ¦ i' j/^ attore del' tezzadel Juo"o,&per qita cagione 1 armata, de Gč l'a nouefi reftň falua. Ma non fu la loro uittoria fenza » fangue, perche dipoi sfidati da Vinitiani ŕcóbatte-re,nonhebbero ardired'arTrontarfi.Giouan Deifi-no,che fu prefepte alla pugna, come fcriuono alcii^» ni, fece intendere ŕ.Vinetia,i Vinitia.ni efler flati fu» periori, & che furono prefe ventiotto galee de ' i DELLA SECONDA DECA ci,delle quali i foldati,& i marinari,& i capi egualmi te erano periti, & che oltre quella, molti dell'altre ciurme erano fiati morti, ň feriti. Dell'armata Vini tiaha quattro galee perdute, & circa a mille huomi ni morti. Ma li fcrittori ultimi fcriuono, come riabbiamo detto noi,della crudeltŕ dellaqual guerra,ac-ciň non paia, che noi habbiamo qualche cofa di piů aggiunto, mafsimamente hauendo detto eflerfi com nueU Pe battuto tutta ^a norte » Francefco Petrarcha cofi la-l' ' tal ^c'° dritto.Dice egli,ŕ Genouefi fcriuendo, hauete hauuto uittoria : ripofatiui, acciň che alcuno non (ě penfi, noi hauerui dimenticato de' coftumi uoftn. Habbiamo u-edutoil Bosforofchitimofodel fanguc de uoftri nimici Vinitiani, quando la fera foffěand(\ l'Oftro uento ěmpetuolo tra Colčantinopoli & Ne groponte, contra uoi fu fatto impeto da tre fortifsi-mi popoli, uoi ueramente combattefte contra 1 nimi ci,contra il uento,& co tra il mare.Q^uelto dice egli, & altrecofe,che in tal propolětofeguono . Il Biondo aggi unge,che, fenza intermifsionalcuna,durňla battaglia dalla notte, nell'altro giorno,& acciň i fuc ceifori piů fi marauigliairero fu notte di uerno . In que1 giorni,che fu combattuto,il Pifani prefe due na Ui de Genouefi, lequali andauano ŕ Pera con uetto-uaghe,& non potendo ridurrei nimici al combattere,mancando la uettouagha,con l'armata Viniciana, & Spagnuola andň in Candia, & quiui fece racconciar le galee, che erano rifentite. I Genouefi fimil-mente riduflero le loro galee alla Cittŕ meze rotte. La nuoua della battaglia fatta allo firetto, giuntai Vinetia meflč la Cittŕ in grŕde fpauento. I Senatori non tanto erano cofi afflitti dalla mefiitia,quato dal la uergogna, con moleftia fopportando i Genouefi hauere uinto,i quali tante uoltedailelor forze erano flati fuperati, & che per la temeritŕ d'alcuni, che haueano uoluto combattere in luogo non conuene-uole,hauédo feco l'aiuto di due potencifsimi popoli» non LIBRO TERZO. 167 tton folo non erano flati vincitori, ma rotti, & cacciati con uergogna.Accio adunque d'indi auanti nň . fi commettefie fi fatto errore, piacque loro di man Q"at~* """• dar quattro Prouediton,iquali in ogni luogo folle- natt ŕ dare ro ŕ iato al Capitano deirarmataj& co quello,quan i prtueiiurf tofufle d'utile alla Republica,confultaflero,& prň- « * CapiunV uedeflero.C^iiefti furono Giouan Delphino, Marco Ěf.mare' . Cornaro ,Mann Grimani,& Marin Faliero. Doppo ph^^Mltc» il gionger loro in Cŕdia,alcune galee dell'lfolafu CornŕrotM* rono mŕdate nel mare Pňtico , lequali prefero mol rinaGrimani ti legni de ninuci, & cariche di formento , & d'altre ifl i ŕ fiLli i g merci,falue ne ritornarono ŕ e fuoi. Lequali eiute jVri Paolo Loredanojilq le p cognome fu detto Magno, ^dttroquarantatre gj g jčCj Jellequali Antonio Grimakio Capitano ulci c& uho'dtStriň tra ^ n'm'c'- Alcuni fcriuono,che fu combattuto appl-nift.ua citra, f° Cimň, altri al Calŕri, che č luogo in parce della ViriitUnuet Sardegna, dňde io credo fia nominatoti nobilifěimo» Jtr*Łonefi. Golfo dell'Ifola. Alcuni dicono eiěerftito ŕ Cóge-,ti3' ^adouuq-, fi cóbattefle,č aflai chiaro, che tolto, che le armate fi fcoperfero,l'una, Se l'altra facendoti incótfacou animiardétif fi attacorono.I Genouefi, per hauer poco dianzi i ni mici fuperati,gufi promec teuano la uittoria. I Virěitiani, confiderando tal co* fa edere attenuta non per uirtů de Genouefi, ma per Affetto del luogo , uoleuanoouero della uergogn*" uendicarfi,ouero tutti pariméte morire. L'animo de" confederati erafimilmentedi tal uolontŕ.PerlaquaL coů con maggiore animo,che forza fu combattuto-Dicono alcuni,che i Genouefi grauemente incomir»1 ciarono i temere, hauendouedutal'armata Vinitia-1 na , onde erano uenuti co molta fretaper combatter' feco , prima che fopragiwngefle la Spagnuóla. Mai Vniitiam fu ciň di gran giouaméto ; percioche incó tro ŕquellafubitoneuennero, con le galee fi retta-1 mente unite, eccetto dieci, allequale infieme co» Gioujn Sannuto loro Proueditore fu comandato; che lě-Ahro apparecchiate per infino, che fulle uenu tal'occafione . Di qui apparile con quale animo i Vi nitiaui quel giorno combatterono; percioche ha-¦uendo infěerae incatetuce le galee, conueniualoro» i LI B RO ' tE R Z O T : " d iflf «.věncere,o tolta la fperanza di poter fuggire, coafl battendo morir tutti. Altri dicono^cne Giouaa^ Sannuto co dieci galee-prima affrontň il nimicň : & dipoi t'egui tutta Tarmata con le Barce. Mačpo-^ co credibile, che con fi poca prudenza'«al-pugna? folle incomitrciata in modo, che-«licci galee; Vi-nitiane fi fofiero polle contra ŕ quaranta Ceno-*; ueti ,lequali, dallagran moltitudine delle galee cir-" condate, in breue farebbono itate rotte; islpiů iŕx> credere,eh? quellefňflito Hate pofte'do^po^l'ar-. mata quali per foccofl'o , & impatto k Sňpraco--miti, quando vedeflero li Genouofi ferratim me-• 20dell'ardente battaglia, fubito correffcro da tra-, uerfo ŕ ferir il nimico¦, & 1 Genoucfi in quella" guifa da ogniipar.tc,& di dietro, & dauanti fen-*3 do aggraua'ti , foflero coičretti ŕ efler perditori*. Ma ouero, che per arte,oper forza, ouero pii» ; >. tofto con l'uno,& l'altro ciň auenifle , č manife-ito, che in quel giórno fieramente fu combattuto, & uenuti alle mani quafi fu quella zuffa coli ferma, come fo (Te guerra da terra. Finalmente rotte le for ire de Genouelě, la galea del Grimaldo,fu libera Hotta' tadi mezo la rouina delle naui rotte & piefe, &. nmefi dalla ftrage de fuoi a fatica potuta fai uare.Furono, ^'i»"» prefe cinquantauna galea, lequali, uenute in poter: df Vinitiani, con tutte le ciurme , per eftinguere il: nome de Genouefi, furono lomtnerfc in mezo l'ac. que, come narrano alcuni . Liquaii dicono hau'erlo* letto ne'fatti de Genouefi.Marche fi trattauadel--l'Imperio,nň della u/ta,nei alcuna altra guerra adie i»w tro era occorfo,che i nimici,uenuti in poter de'vinci ¦'•''*¦ ¦ torijfollero vecifi fi crudelmente, appena polfo credere la crudeltŕ,che elfi dicono,ma piů tolto tengo, che coloro habbiano voluta ricoprir la uergogna lo rocó quella falfaoppofitione. Li Scrittori delle hi-rie Vinitianehŕno detto,che furono prefe tréta galee de nimici,& appreflb grŕ quatkŕd'huomini effer, Ui L* watitttt €he fecero gli amba [datori fenoMcR al V.dr cittefc» un giouan fi fi diedero a giovani fé fconte *&rci uefcoHO di ěiilan*. DELLA SECONDA DECA fiati vccifi nella hattaglia.Ma quelli,che furono prt» fi nelle galee,& Gétilhuomini,& altri,parte furono1 mandati ŕ Vinetia, il reftoda Barbari in Hiipagna. Il Grimaldo con quelle galee,che potč,meze rotte» patirono tornň ŕGenoua,&diuulgata la fama per la.» Cittŕ della rotta hauuca,tanto,& fi miferabile lamen to fi fentinafcere,chenon farebbe ftato maggiore, fé Genoua folle preia.l Vinitiani vincitori, iniěeme-con l'armata Spa=*nuola,doppo il combatrere,aflal«. tň la Sardegna, & tolfero due Cartella per forza ŕ Genouefi-D'indi runaarmatajdall'altra partita,alla patriafece ritorno.I Genouefi diflipatipervna roc-ta (mainueroacerbjffima)pche piů. non poteuano mantenirfi ricorfero ŕ l'aiuto-d'altrui-Gli ambafcia-tortlo.ro andarono ŕ Giouanni Vifconte,ilquale non fololecofefacredi Mjlanefi,malefecolarianchora amminiiiraua.La fomma dell'oratione,disfece Tu no de gli Ambatciatori al Vifcňnte fu quafi di que-fla raaniera.La Fortuna de Genouefi talmente eile-re per vna rotta mutata,che quanto fu prima potea te & florida,tanto hora languida & debole fé ne gia-ceua,&bauer potuto finalmente efler itati fuperati da loro nimici,efl*endo piů volte effi di loro uincito ri,onde lor le forze del tutto mancauano. Ma qualunque co efla fortunali tutto era caduto,nondime no l'odio grade, che ei'd cétra Vinitiani haueuano, no folo nň s era rimeflbjma piů indurato & crcfciu-to.Ondé piů tofto voleuano mettere ŕ pericolo di perder la libertŕ antica.che cedere alle forze di qlh. Perciň lo pregauano che volefle accettar la Cittŕ di Genoua,i cittadini,il contado,il mare^illito, le Cartella^ tutto il loro hauere publico, & priuato , & finahnence tutte le cofe humane, & diuine , lequali dauano liberamente in podeftŕ,& fede di lui di con-fentimento,& ordine di tutto il popolo Genouefe. Ilche pregauano Dio,che gli folte profpero ,& feli-ce.ŁteiiodifeDdellelafuaGenoua,e tuttiicncadi-, ni,* LIBRO TERZ O. 169 B^&lecofefueconpreftofoccorfa. Et quelli, che egli riceueua (beco il Tuo Dominio,uolefle sépre difender col fuoaiu co dalle armi, &oflfefe de Vinicia-m.Sollecicafleadunque piacendogli, difare^hed'in di manzi cucci intendeflero,non indarno i Genouefi hauer dimandato il fuo fauore,& fperanza. Non poflb fé non marauigliarmi, & quali con moleitia fopportare,ch'un popolopotentiffimo deiritalia> (j^l0utfi^u doppoi Viniciani, nobile per ualore, & gloria di ma l'autore iti reco(ěimprudentemence,accio nň dica fcioccamen Voptr*. te con tanta fubica difperatione hauefTer gettata via la libertade, laquale fino a quel tempo haueua cofi ualorofamentedifefa. Macofi č intiero, come dicono gli Stoici . Le altre perturbationi affliger la mente deH'huomo,ma la fola ira confonderlo, Se precipitarlo. Ma iGenouefidiuenuti allhora perii loro odio, & ira pazzi furono dal Vifconte voleu tien, fecondo le conditioni, con che effifirefero» accettati : & rifpollo benignamente a gli ambafeia-tori,lor diede buon'animo,dicendo ,che egli farebbe intento , & inolierebbe feco altri in fare, che effi di quella loro deliberatione, & della buona for tuna de Vifconti, non fi hauerebbono a pentire. Rapportaflero adunque loro, che mai non cefTa-rebbe d'eflere ŕ direfa , & uendetta , loro quella famigliatila quale erano ricorfi, & con tale rifpo-fta furono licentiari gl'ambafciatori. Di cotale de-ditione uenne fubito a Vinetu la fama,per ilche appareua,che gra guerra douefl'e apparecchiarti col Vifconte per cagione de Genouefi. Subito aduque i Vinitiani follecitarono ŕ fortificar le loro terre} & luoghi da mare, ne reftarono di chieder foccorfi al (ěgnor di Carr2ta,ŕ Maftino dalla Scala, ŕ gli Eftéfi* & al Gonzaga. & etiandio in Thofcana ŕ Fiorenti-Di , loro confederati. Ma fi come alcuni dicono}ten tň il Vifconte per uia d'ambafciatori la pace per nome fuo, & de Geno udě & il capo della ambafeia- Y ria i* trdrtetfco Ve trarca amba bafctatore del VifcŇte a Vi nitiani. Quattro galee genonefč fecero gran danno nel gol fo di V inetta "Hicolo pi funi procuratore contXA getto-tufi. Pagano De-ria capitano de gtnouejt. Della seconda deca ria fu Francefco Petrarca,ilqualenon potč,anchofi che con grande offertela Vinitiani impetrarla. Ec ciň iftimafi quali per diurna uolontŕ* eilereauenu-to,percioche dipoi nobilitarono i luoghi della Mo-rea co memorabile rotta.Ne i Genoueli,perche coli infelicemente haueffero combattuto , reftarono di piů uoler combattere,ma quattro loro galee entrate dipoi nel Golpho di Vinetia, Taccheggiarono fcq ctamente Lefina,& Curzola Ifola di Dalmatia, Dipoi altre quattro feguirono, alla fama delle quali la fignoria commoila,comandň foflero armate quat^dici galee , proueditore Nicolo Pifani, ŕ cui fu impofto , che prefto andaffe contra i nimici per iecurezza di tutto il Golpho . Ma i Genoue(ě,auan-ti il giunger dell'armata, erano partiti. Il Pifani , acciň l'imprefa non folle nana, fcorfe nel marPonr tico ,doue non hauendo fatto alcuna cola degna di memoria, tornň in Dahnatia. Quiui altre dieci galee polle ad ordine in Arbi, & congiuntele al primo numero, compě l'armata de uentitre galee. I Genouefi fra quello tempo ricuperate le forze, perche giŕ era l'anno quafi paflato doppola rotta riceuuta nel mare di fotto, mandarono,Pagan Do-ria con uenticinque galee apparecchiate ŕ batta-r glia,& fi diceua giŕ efler partito,o che tolto partireh bedaGenoua. Il Pifani douendo gir contra quelle, altre dieci galee proueditore Giouanni Sŕnuto con giunfe alle uentitre, che egli haueua.Dipoi per pre-r ueniril nimico, fi dirizzň uerfo Sardigna.Et Pagano Doria,ouer che la forte uolei]e,che non ifcon trafle l'armata,ouero chelofacelfe a bello lludio, come io credo, per tirar la guerra piů tollo nelle acque altrui, che nelle fue, fchifando, co'l tenerli piů di lotto,l'armata, eflčndone ilegni Vinitian» partiti, entrando nel Golpho d'Adria, moki nauili prefe fra pochi giorni,che inaduertenteménte fé gli abbatcrono. Dipoi, fcorfo fino in HiUria, prefe ě.. ... .' per forza LIBRO TERZO. 170 j>er forza Parenzo , & quello Taccheggio. Et leuati d'indi i corpi di.S.Carlo & Mauro, lo abbrucciň. In *???* P" Vinetia, intefa la prefa di Parenzo,nň meno fi heb- AĚ)<"'H(ti0» bedifpauento,cheTeiGenouefiiuifoflferoitati pre fenti. Per ilche fubito di molte naui fecero catena nel porto , & ui pofero genti da guardia, & difefa : pchejeflendo lontana l'armata da Vinetia,temeua(ě, ch'el Doria deuefle dirittamente uenire nella Citta. Nellaquale eflčndo pofto guardie,&armati,furono mandati fimilmente nauilij ŕ fpiare dapertutto, do-ue egli fi moueffe. Ne cefsň la paura per infino, che s'ěntefe l'armata eller leuata di tutto il Golpho , II Doria partito d'Hifhia,trouata una Bar/ade Vini- <**«<>«/? pfe tiani,mandate tre galee ŕ combatterla, la fece fu a, i /Sy"^"'^ inercatati furono tatti prigioni & lapda fu iftimata comtalitta di fopra ottocento milla ducati. D'indi ŕ pochi giorni ottocento mil prefero anchora tre galee,lequali andauano in Can la ducati, & dia per fornirli di ciurme. Grauemente moleftaua tlltrt<ĚAnm[* l'animo del Senato,che le forze de Genouefi fodero cofi prefto rifatte dalla gra rotta,che l'anno inan ai haueuano hauuto,di modo,che nň lafciauano fe-curi nóiblo gli altri luoghi, ma ne anchora il Golpho.Et perchelapeuano i Genouefi hauer ricourate cotai forze co l'aiuto del Vifconte,daua co ogni di-ligéza opera di trattenerlo con qualche domeftica guerra di maniera,che non poteile foccorrere ŕ Gč nouefi.Panie adunque al Senato oltre ŕ gli altrfcó-federati,che haueua fino ŕ quel giorno,di fare etian dio lega co Carlo Re di Boemia,ilquale pochi anni adietro era flato feco cógiunto cétra Mattino dalla fy^ '**J* Scala.Ilche hauendoottenuto,ŕ trattare incomin- ^ Boemi* ciň^he in Italia paflaflecó quanto potente efferci- & riniti* tOjCh'eglipoteuacontrail Vifconte.Fraquefto ipri »*' cantra gioni de Genouefi furono cambiati con i Vinitiani. "P'!*"1!* AndreaDandolo,hauendo gouernataquafi dodici anni la Republica,morě.Ilquale morto, la Republi-cadentro,& fuori moleiUta con gran danno,ht-bbe 1 Y 2, ilpcricolofo dčlia seconda deca Jl pencolofo Dogato del Pallierň ,percioche oltrf alle rotte In quei tempi hauute fui mare, la Cittŕ fu aggraitaÉa di fame,di pefte,& terribili terremoti Č poco mancň , che perii torto configlio di lui, la publica libertŕ non fi perdefle ; Morě il Dandolo il , mefe dě Setrembre,& fu fepellěto honoreuolmente tUrTL e BClla Ch'efa d' fatl MarC° al f°nte del battefifno' M* un oge. rjno a(junqUe Falliero eaualliere,& conte di Valle " ' * ' Marina attenne fu fatto Doge. Allhora egli era pu-blico ambafciatore al Pontefice. Et mentre gli Sena tre i*Ue *OXI erano occupati nella creatione del Pfenéipe, ve Genoitcfe pre ne nuouajtre galee de Genouefi eflere ftate prefeda Jeda.Vimtid. Vinitidni attorno le Ifole di Grecia, Sccheanchora *^» l'armata de nimici entrata nel Golfo,tra quello haueiia prefo alcuni nauilij di mercatanti, & tra pň chi giorni menandone uiagran preda,con quella prefěezza , ch'era uenuta , efl'erfi partita . Dipoi fatto Doge il Falliero, il Pifani, ělquale di fuori feggeua la Republica,fotto la cui cura la armata de Vinitiani in quel tempo fcorreua per tutto ii mare (dicono che quell'armata fu di trentacinque galee , & uentidue nauilij piccioli ) fi fermň all'Ifo la di Sapičnza appreflb alla Morea,perhauer inte-fo lauenutadeGenouefi.il Doria firmi mente con trentafei galee con animo deliberato di combat-iatca^ěnfat tere,giunfe a queflo luogo. Il Biondo dice,che $a a Sapte^ fu combattuto in alto mare appreflb l'Ifole , & che & Piiti?/* ^ěpoi molta faticofabattagliairimifero i Genoueft jjjk m '* iiincitori, & the'l Pifani con cinque miila huomi* ni uenne in poter del nimico. Nel che, fé i Vinitiani andarono alla battaglia ,& fu combattuto fecon* db le forze lóro , perche fono uarij, & incerti i cafi delle guerre : č da ifculare la fortuna del Pifani, Se «d'altri, & non fo fé anchora meritano d'efler lodati colóro, che uolfero piů tofto morire , o eflef trefi, che uergognofamente Fuggire. Ma l'hiftorie Vinitiane dicono jche fenza battaglia^ fenza mor-. te d'alcuno IIBRO TERZO ift feti-alcuno tutta l'armata fu perduta in quel giorno, eccetto una galea,chefuoradel tumulto fuggě, J,aqual cofa fé co(ě č, io affermo nel medefimo modo le galee Vinitiane e fiere fiate prefe da Genouefiij nelquale pochi anni adietro i Genouefi da Vinitiani furono prefi ŕ Carifto. Et in quel medefimo luogo j I'ifani allhorafu Proueditore, come alcuni dicono delle galee Vinitiane, & con le medefime arti fu pre fo, co che egli giŕ ninfe gli/limici, ma con maggior danno della Republica,che non fece Łgli ŕ Genouefi. Dicono alcuni, che il giorno inanzi, che i Vinitia Sep ni riceueflero quella bombile rotta,fu ciň dimoftra paruri****1t io con manifesti fegnali, perche fopra l'armata gran " \ff"ij*? numero de Corui infieme combatterono,l'una par- "$* *4W te de quali fu coli malamente trattata, che le piume mfieme colfangue iparfo caderono nelle galee ;& yn marinaro, parlando dalla fua galea in un'altra, fu inghiottito da vngrandiflěmo'pefce.J-anuoua di tal rotta talmente percofTe la Cittŕ, che diceua ciafeu-fto, mai non hauere hauuta la maggiore. Et Ci tenne, che la Cittŕ fi farebbe perduta, fé i Genouefi fegui-tando lauittoriaforiero uenuti uerfo lei Nel porto dellaquale ancora, che v'erano molte galee arrnif te, fopra laquale vi fu laperfonadel Doge per difem der l'entrata, nondimeno erano per riceuer grandiG-(jmo, §: forfč ultimo danno. Ma .come fpeflb fuolg auenire, che'l nimico non fa vfar la uittoria, in altri luoghi drizzň il fuo corfo. J-aqual cofacofi nel uč?-rofegui, perche il Doriauittoriofo, della prefente fortuna contento,nje 2ndň ŕGenoua con tutta lar mata, doue non meno di preda , che de uittoria ii-luftre , con gran fefta , & allegrezza fu dal popolo' riceuuto. Ma i Vinitiani,fi come quelli,che furono fempredi grandissima coftantia nelle auer-(ita della nimica fortuna , quel tanto di tempo, che fu trapofčo alla guerra , non confumarono ir» ©ciň, g in uilcŕi an;z,i riuolsi di fiiběto ŕ ricuperar Tregua fitta tra il fi-fante nitiani. Vna Calta vimicafcorfe fino a Grado faccheg^iŕdo Canti ura del ToUitro e ou-1ta la patria. DELLA SECONDA DECA le arme loro, fra pochi giorni quattro galee fé in punto, le mandarono alla guardia del Golpho, Ma quelle non poterono con tanta preftezzaeffere jfpedke, che prima tre galee de nimici entrate nel Golpho , prefero alcuni legni, che carichi dimer-carura ritornauano di Candia , & hauerebbono dato maggior danno a gli habiranti dell'Hftria,& della Dalmatia,fe non fi folle andaco contraleloro forze di fubico. Eranolecofein quello ltato,quan-do per quattro mefi circa ŕ luoghi da terra fu fatto tregua col Vifconte. Fra quefto una Galea de Genouefi ,laquale era detta Grimalda,ne luoghi della Morea prefe quella Vinitiana , che dicemmo foladi tanto numero efler fcampata, della rotta di Sapienza. Dipoi un'altra ne prefe , laquale con-duceua Guidone Triuigianoambafciatore in Candiate d'indi a molto un'altra nel porto Frafcano. tt per quefto crefcendo l'audatia del Grimaldi fino a Grado con quella galea fcorie faccheggiando . I Vinitiani non uolendo patire tal uergogna , armarono tre galee,non lolo per difenderfi dalle ingiurie, ma anchora per uendicarfi . Fecero prouc-ditore Nicolo Giuftiniano , ilqual con quefte fi opponelfe alla troppa temeritŕ de'nemici, li Fal-liero hauendo hoggimai amminiftrata la Repu-blica noue me(ě,lě mife in animo di farfcne folo, &aflbluto {ěgnorc,al!aqual cola qua(ě giŕ fi hauc-ua fatta la flrada. L'huomo maluagio , nimico della patria, & de Senatori da quali hatieua hauuta la dignitŕ, fi deliberň con la morte d'e maggiori peruenire al fuo derěderlo. Ilche per potere ottenere con minore difficoltŕ , haueua preparati molti popolari ŕ quefta federata occifione,& quel, di che piů mi marauiglio, alcuni etiandio nobili, di maniera iempre fi trouň , chi alle fceleritŕ fauo-rifle.L'impreia del dar la morte fu data ŕ fedici ribaldi Capi della congiura, ciafcun de quali con leflanta LIBRO TER Z O ifx (bflŕnta armati doueua far impeto nella piazza ŕ tempo ordinato.Era ordine tra loro ,che nel mefe d'Aprile fubito per la Cittŕ fi fpargeflero uani rumori ,i nimici eflerprefenti ,& le galee di quelli fopragiunte al porto t. Onde il Prencipe .l'ubi— to chiamatě'e alle armi ,& comandale , che fi fo-naflero le campane del campanile di fan Marco • Per ilqualfegno i congiurati ufcendo dicafa perdi-uerfe uie armati j quafi per douer fare la uolontŕ del Prencipe , & della Signoria ¦, umilierň in piaz.ta.Di donde^entrati nel Palaggio^ & octupŕdone le porte» ftringeflero Tarme cótra i Senatori, ěquali ui foffero raggunatiŕbifogni,& uffici della Republi.& quelli tnimazzatiero infieme col refto della nobiltŕ. Łt finalmente il Falh«ro fofle chiamato non piuDoge* ma fignore. Alcuni dicono, che elfi promiflero, ammazzati che follerň i nobili, di dare il gouerno iti man del popolo.Ma inuero una bene ordinata Repu blicafu fempre cara ŕ Dio,& tanto piů, quanto č co maggiore giuftitia amminiftrata,onde,di tutte le al tre forti de Dominij terreni, non č certo il migliore di quello,ch'č detto Ariftocratia, laquale non puň riceuer la fignoria d'un folo, come č detto da Piato ne,& per giudiciofuo,&di ciafcun fauio , fi come migliore, cofi ancho piů lodeuole fu fempre haliura* Perciň quella fi puň dire buona unione de cittadini» che č fimile alla Republica de Vinitiani. Laquale, cofi come altre ůolte,cofi hora fu chianflima-mente conferuata, dalla prouidenza di Dio. Pef-cioche uenne ŕ Senatori aiuto da quella parte donde manco fi doueua fperare.Era uno Beltrando, huomo popolare, de'capi della congiura . Q.ue-fti il giorno innanzi ordinato alla uccifione, credo indotto da pentimento di tanta fceleritŕ ; entrň occultamente fu la prima hora della notte in ca-fa di Nicolo Leone gentil'huomo Vinitiano , & «il lui compare, & manifeftogli il tutto in fecreto, Y 4 Diceua, DELLA SECONDA DECA _ Diccua j che per caritŕ, & amore della patria, no» JtrkUfctěc Poteua afcondere tanta fceleritŕ,dipoi,dettogli i no viti, del Fai mi de'capi principali della congiura, inlěeme col litrt. Falliero,pregho che lě ricordarle della fua falute, fi chenonfoile nella colpa de gli altri. Rimale il upe-fatto il Leone,& itete alquŕto pet la enormitŕ della cofa lenza mouerfi. ma la paura del pericolo co(i priuatOjComepublico non lafciň molto l'animo di quello fofpefo,onde Albico ufcito di cafa, i piů uec-chi Senatori dipoi li Capi di Dieci,e gli altri Magi-ilratijfollecitň di ridurre nella fua cala. Tra tutti fu comune configlio eflercoia ficuradi hauereicapě della congiura lubito ne loro potere. Allhora furon mandati chi domefticamente inuitaile i gentii'huo-mini per lecafe ,&ipopolari che fapeuano eflere nella congiura. Quella notte furono prefi ledici ouer decitette de pricipali cógiurati. Et cófeiTata la. loro fcelentŕ,infieme furono appurati, & co le funi gettati fuori delle colóne del Pallazzo.Dicono con citi eflerci flato un Filippo Calendario Scultore,© Architetto in que'tépi nobile.La cui opera ufauano i Senatori ne gli edifici publici. Si credono efler di coftui tutte l'opere moderne,lequali in tutto il Palazzo fi ueggono.Hauereianchora taciuto il nome fuo,fe nň fofle, ch'io ho temuto ufar fraude al fuo ěngegnojikjuale p altro fu ueraméte mirabile. Per-cioche,in quato s'appartiene ŕ ella fceleritŕ, tanto fon lontano da riferirei nomi de congiurati che io giudico,che poco cófiderataniéte fecero qlli, che li occuparono in nominargli,|»che credendo luro fare ingiuriagli fanno reftar nella memoria de mortali» Nň č nefluno cofi ribaldo,che quando egli potelfe, nň fofle contento di fare, che il fuo nome rimaneflc eterno.Si trouafcritto,che vn'huomodiofeuro no-* me abbruciň il Tépio di Diana Efefia,ilquale dipoi riprefo della fuafcelericŕ, eflendo dimidato perche quello hauefle fatco^rilpofe,affine,che co qualche ¦ vitupetof* LIBRO TERZO. 17? ttituperofaoperatione,non potendo co uirtů acqui-: ftarfi nome,& fama. Dicono che allhora,per eftin-guerela memoria di quello fu comodato per legge, che alcuno nonfcriuefle il Tuo nome in hiftoria.ěvle-titamenteinuero,&conprud«oza,perchefu piucru " '"¦ eiel-efupplicio a non nominarlo, chea torgli la iuta, Quantunque idomefticieflempi ůmilmente haue-riano potuto infeenar ŕnoftri l'ufficio loro per la „ ' . congiura del Thiepolo;perchei Senatori fecero una {ie,{i legge,che ninno mai rapprefemafle Tarme d« Baia- ^ monte,ouer d'alcuno de congiurati in bianco onero tu in altra materia.Onde ragioneuolmente,efl'endo da principio,per fino ŕ quelěi tempi fiato coitume di ri trar nella fala del gran coniglio le imagini di ciafeu Prencipe,ordinatamente l'ima all'altra cótinuainlo, ilouehaueua ŕefler poiěa laimagine delTindegno,& daanofo PrencipeFallierojUolferojchefofle lafcia-to il campo uoto tinto di negro. Imperoche giudica rono,coloro non potere eflerpunki di maggiorpe-na,iquali uerfolaRepublicas'eranomoflrati ingra ti,chc co'l tacerfi il fuo nome,& di loro non farfi ai-cuna memoria.Noiperquefto elTendone riferitoli rome de congiurati,per poter fapere,con che configlio alcuna uoltafu congiurato eótra lapatria,ha-ttemo taciuto il nome di tutti in-quefta fceleriiŕjco oi€ habbiamo fatte nelle altre.fiflo Pallierň diordi- ^ ne de Senatori,fu decapitato in quel giorno,nel qua '* "*?***** le gli altri compagni della congiura furono eftinci. Il Tuo corpo in una piccola barca con certi ufficia li,che li portauano otto torchi aitanti, fu portato al lachiefadi fanGiouanni,& Paolo. Dopo quefto, da chi haueualaimprefadella tortura di congiuratici-cono quattrocento fraotto giorni eflere itati icóué tiditalefcelerita.Ondemolci,maindiuerfeguife,fu rono morti. Alcuni tur000 ěpiccati, altri ifquartati, molti annegati in mare. A molti fu perdonato,iqualě «ófcfiarou» 4'eilere flati iaHeiae con li congiurati, ma noa PtefHĚo data * colui che manifeHa la congiura. tdtcrto Corna r« Vict Pren cipt GtoHxn gradinico Da fé hi. Pace fatta tra Vinitia ni et lenoneii Perche si nf. ferita la fé fi a della madda / Un*. DELLA SECONDA DeCŔ ma non perciň itati partecipi della fceleritŕ. Ma c(-fendo notati di tal uergognofo fofpetto, alcuni per paura,molti peruergogna co lelordonne,&figliuo li fi partirono della Citta,& furono,come lě dice,cin quecéto.Le faciliti del Faliiero turno date alla chie fa di fanto Apoitolo.A colui che manifeftň la eógiu ra,non folo fu perdonato,ma datto di ordine del Senato mille ducati all'anno. tt,quello che anehora fu molto piu,lo tolfero nel numero de nobili. Ma egli^ parendogli di hauer rieeuuto puoco prčmio,publica mente accufauai'Senatori d'mgr.uitudine: alla cui fama in un luogo da neilun tempo haueua rilpetto. Onde eflě morti per la dishonefta arroganza,& mor dacitŕdi cotale huomo per poco nmaiero ,che non gli faceflero tagliar la tefta. Ma la memoria del fre-ěco inerito fece che non gli fofle dato lo eirremo fup* plicio. Fugli tolto folamete il publico beneficio,che datogli haueuano,&p anni dieci nel badirono a R-* gufi, dóde cótra l'ordine partito,andando in Vnghe-ria,(ě dice efler itato morto.Marco Cornaro,per in-(tno che la Republiea fu in corali trauagli,coněe ilice Preneipe rellela Cittŕ.Dipoi fu fatto Doge Gioui-ni Gradinico per cognome Natone. In cjuei tempo-fette galee partirono da VinetiaTproueditor Bernar do Giuftiniano.Lecjuali alquanto con proiperocor fo uagŕdojdanneggiarono i Genoueiě. Łt erano appreso per far loro maggior danno,feyla pace opportuna all'uno, & all'altro popolo , non foife legutt* doppo j?che l'anno quinto paflato,da che incominciarono ŕ guerreggiare rimafero d'acordo , checo-fi eglino, come 1 confederati non folamete ceilaHe-ro dalla guerra per mare, ma anehora da terra s'a-^ quettafiero con Bernabo,&Galeazzo ,iquali erano fuccesfi ŕGiouanni Viliconti.Et furono liberati i prigioni dall'una,& l'altra parte,onde,iGenowefi, thč erano intorno duemila, fciolti dalle catene il giorno della Maddalena andarono aUalaa chi eia in lungi LIBRO QUARTO. 174 lunga fquadra come per rallegrarti della loro libertŕ con le torchie accefe.Quel nouo fpettacolo moffe la Cittŕ ŕ religione , di manierarne quel giorno dipoi fu lolenne, che di prima honorare non fi foleua. ILQVARTO LIBRO DELLA SECONDA DECA. Epos te le arme per mare t e per terra, fubito la Cittŕ riuol taalla mercantia mandň molte naui in Cipri,& altri luňghi di-uerfi dell'Arcipelago, lequali* accioche foffero piů fedire nel nauigare( percioche, leuata la pauradeGenouefi,reitauail cor feggiarde Barbari )alquante galee armarono in loro difefa.Proueditore Bernardo Giuftiniano.Ilqua- Bernardogm le,hauendo mesti ifuoi cittadini fopra liti fecuri,fu fti™*no fra bito ritornň in Dal maria,& le cofe della prouincia Hedi"rtdei ordinate,ridufle ŕ Vinetia fai uŕ l'armata. Giouŕ Boi mMt da fu madato primo Podefta in Valle marina,laqua le,morto il Falliero,era uenuta fotto l'Imperio Vini tiano. Nel uernodi quell'anno (perche fé diceua Ludouico Re d'Vngheria apparecchiar guerra co Vi nitiani ) M. Cornaro : & Marino Grimano furono mandati ŕ lui per ambafciatori>ne molto dipoi,perche niente hauetian trouato pacefěco appreflb il Baf baro,fenza effetto ritornarono ŕ Vinetia.La cagion clell'odio^ch'egli contra Vinitiani haueua,trouo ap-prelfo alcuni efler proceduta,per no hauerlo esfi fer-uito d'alcuni nauihj, uolendo traggettarle genti in Italia contra Giouanna Reina , laqualenon čuera. Perche dipoi,che egli fa fuperato da Vinitiani ŕ Zar ra, molle .DELLA SECONDA DECA ra,mofle l'arme concra di quelli,non hauendo per a* Tregiu fatta Fn- va. egli aflaltň la Dalmatia,& dicefi,che tanta molti.-. tkeria tjjulto fudine de Barbari nel*primo eflercito menň ineflě| u Palm*tia, prouincia,che in un tempo aflediň Zarra, Sibenico, Spalatro,Trau,& Nona.I Vinitiani,fecondo il coltu me loro,che niuna cofa faceuano inconfideratamen te,pur penfando che'l Re nimico non coli prefto (i: douefl"emQuere,allhora non haueuano mandato al* cuno foccorfo nella prouincia. Ma quando intefero quafi tutte le Cittŕ delia Dalnianaeifereaftretref & con tumulto dalle arme Vnghere circondate, an^-(pr* e&ii con maggior tumulto apparecchiarono ar=i tlBRÓ QUARTO. ' t7i tHata,gente}arme & uettouaglie', & fortificarono le Cittŕ di guardie,& di foccorfo. Ilche fatto fi credetene per ualore, & fede di quelli, che, erano flati mandatale Rocche,l'Ifole,& le cittŕ,piu ageuohni te conferuare fi poteflero,& la guerra,per totali prň iiedimentijdoueUeefěereal Rep'tugraue. Mafubito 11 nimico,accio teneflei Vinitiani in piů luoghi oc* cupati,fatto lega occultamele con trancefco Car- T taro,paflato in Italia con cento milla foldati,& con potente eflercito del Ducad'Auftria,& del Patriar-cad'AquilegiajS'accampň ne confini di Triuigi.I coti di Collalto,& altri molti (ignori iubito allauenu tadel Re ribellarono ŕ Vinitiani.Conigliano ,do-Ue era Podeftŕ Zaccana Contarmi, & Sacile in pochi giorni fi refero.Dipoi fi mife campo ŕTriuigi.I Comeglitrit Vinitiani,béche foflero affai occupati $> la guerra di &'ert fi *cc* t)almatia,nondimeno, alla prima fama della nenuta ^ěitllnctnta del Re in Itaha,fornirono Triuigi d'arme, & di uet- milU faldati* touaglia,mandatoui Marco GiufčinianojGioua Del Marco Gin. fino,& Paolo Loredano, iquaii co'l loro configlio /?"»•<«»<> gě* tra efli souernaflero.la guerra. FraqueftOjdiuulga- Mn ®elfi™ rii0 iii> r- r *-> i proueditori tahlalegadelRecontrancelco Carraro, comanda i«xn«jei. tono che alcun di fuoi non entra(fe nel concado Pa-douanO,per cagiondi faccheggiare,fotto pena della tefta ŕchi tale ingiuria cómettefle. Čflendo la Repu blica intricata in cotal guerra,il Gradinico,hauendo tenuto il Dogato un'anno, fi morě. Il fuo corpo fu portato ŕ i frati minori. Giouan Delfino attente fu Guutn Delfi creato in fuo luogo jilquale,aH'entrata del Prencipa noDo%elrii. to,chiamato da Triuigi ,non potč impetrar dal Re che era intorno le mura accampato la fede.Per que fio chiaro fi puň comprendere, quanto in quel tem pň Lodouico fofle ŕ Vinitiani molefto , ma egli, tircondato da molti armati-.dall'altra parte della ¦; Cittŕ ufcě ficuro . Se inanzi, ň dapoi la partita del Delfino fu combattuta la Cittŕ,nonfi trouatra gli zutton certezza. Dicefi bene comunemente fra * • tutti 1/ Re d'Vn ghetta Ufcio l'efjěrcit» ^r n da mi fu» f Marco Gěufii tiiano capita 7M in trimgi. ^indre.x con tanni procu r*tore,& Mi thiel Fallier umbafcUtari in Trěuigi. D.ELLA SECONDA DECA tutti,che'l Ricondotte tutte le opere di guerra in-torno di lei,con crudele agl'alto le fece dar la batte-ria,& nella battaglia un de condottieri del Re, congiunto feco per parentado,con molti altri fotto alle mura furono morti.Et i Vinitiani ualorofainentedi fefero la Cittŕ,Ondeil Re,incominciando ŕteme-re.abbandonato dalla iperanza di hauere la Cittŕ, laflateuile genti per continouar l'afledio ,andň i Va gheria. I Vinitiani cómosfi per l'ingiuria del Carra-ro,nuocarono daPadoua Marin Morifini Podeflŕ. Haueua hauuto quella Cittŕ il reggimento Vinitia no dal tempo,che per opera di esfi Viniciani era fiata liberata dalla tirannide di Malli no fino all'ho ra. Oltre acciň uietarono,che non fofle in lei piů porta to il fale,uietando ogni cómercio con Padouani.Ha ueuano appreffo afloldato gran numero di Thedei-chi,liqualipaflando per li confini di Vicenza fi erano polli alla riua della Brenta,& il fiume era e refeiu. to in guifa, che per nelfun modo fi poteua paflare ŕ piede,laqual cofa haueua aftretto la gente Thedef-chaŕllarfi fu la riuadi detto fiume, tanto che fosfe celiato l'impeto dell'acqua , per poter pafiareoltra. Quelli ch'erano ne ripari, ciň hauendo intefo per ifpie, mandarono una grofla fquadra per alfaltarei Thedefchi d'improuifo : laquale non G mofle indarno , percioche tutti gli ruppe , & gran parte ne uc-cife. Fra quefto Marco Giuilimano per cognome detto Magno, fu mandato ŕTriuigi capitano di tutte le genti. In Vinetia furono creati uinticinque / huomini ,iquali fuffero a tal guerra fopraftantime molto dipoi col nimico furono fatte tregue per me* fi cinque,& due ambafeiatori furono mandati in Vn gheria,che trattaflero col Re di pace,Andrea Conta rini procuratore, Michiele Faliiero, & Bonitendio fecrctano,ma quelli anchora ritornarono,fenza effetto , In tanto pattando la tregua, Seraualle uenne nelle «une de nimici,& in Dalmati» maggior danno haueua la LIBRO QUARTO. 17* hsueua la R epublica.-perche tutto il pelo della guer* ra inchinandoti in Italia,furono aftretti i Senatori Ł chiamar della prouincia la maggior parte de foldati, & non potendo,per la domeftica guerra,leuard'afle dio Spalatro,Sibenico,&Traij , & molti altri minor Cartelli,liquali erano d'intorno , tutti ribellarono, Nona,nellaquale era per gauernatore , & difenfore GiouanniGiuiliniano ualorofamentefi difefe. Ec che fu molto piů,non poterono con altro 1 ardire de Viniciani,che con la fame domare in modo,che fi ré deflčro,&dicefi,che inefla Nona fu tanta penuria di uiuere in quella guerra,che i foldati non fi afteneua nodaogni uijisfimo cibo.Zarrafinalmente al nimi co occultamente Ci refe,e fi credette quefěo eil'er Ha ta opera del Carrara,nódimeno 1 Vinitiani ritčnero valorofamentela Rocca, difperate adunque lecofe della Dalmatia,& Triuigi, panie loro un'altra uolt^ di mandare ambafeiaton al Re,iquali faceiiero pace con quelle conditioni, che poteuano . Mandati ut furono pietroTriuigiano,GiouanGradinicOj& Bo- p;etrB Trěuě nitendiQ Segretario. Fu impetratala pace con que- giano Gionan fteconditiofii,checiň,che era dal Golpho Fanaticq gradinkoam fino ŕ Durazzo da Vmitiani pofleduto, folle del Re ^f^'hf \.o&q\ěěco}& esfi fi partiflero della Dalmatia.Del re r'a im?efr*r9 ito delle terre, lequali erano intorno il Golpho,i Vi m pace con nitiani poffedeflero la metŕ, & eflo reftituiile tutto certe conditi* quellQ,.chehaueuaprefo in Hiftria, in Triuigiana,& "'• fu'1 contado di Cenedaŕ Vinitiani,promettendo ap preflb,che niun Dalmatino poteife eflere corfaro,& che ferrarebbei porri ,& l'Iiplea tutti corfari, & da rebbe opera,che quato era intorno la Dalmatiafof le loro coli fecuro,come era prima. S'inchinarano i fignori Vinitiani ŕ quella pace,uia piů tolto necefla rja,chehonefta,& depofero 1 titoli della Dalmatia*""' leuadone i Magistrati d'efla prouincia, d quali fu uie tato di portarfene le loro facilitŕ,quantunque akra-roice nel farla pace fjofle flato cfpreij'o, ilche fu,chtf ŕ cucci * DELLA SECONDA DECA ltuttfquelli,che erano in Dalmatia perii nome Vi" nitiano,potefleroleuar uia tutto quello,che haueua no nella prouincia . Onde panie, che la pacefoffé f dal Re uiolata,non feruando egli quello ch'era nelle f con- conditioni di efla pace. Ma i Viniriani in cotale rea Jitwů itlU códitione della Republica,giudicarono,che meglio #*"• fofle fofferirquefta ingiuria , che cercare connuo- uŕ guerra di uendicarla. Deporte adunque Tarme __ Con Lodouico , tre ambafciatori furono mandati in w^GiouiGr* Lamagna ŕ Carlo Impetadore, Marco Cornaro, dime*, Ltren Giouan Gradinrco,& Lorenzo Celfo.Lacagione di tpCelfo delle quali fubito gli animi de' nobili,tradonc fuori Z pochi, DELLA SECONDA DECA fii- pochi fi ribellarono. Et pofti in prigione Leonardo e optr co- j)an(jojo Duca,con gli ambafciatori. Ritennero aa bifii chora alcune naui cariche di mercantiamheme co» turni. Mercatanti,che al tépo delle uindemieall'Ifola era- no giunte : & fecero in quel tumulto con molta frec ta Duca Marco Gradinico per cognome Baiardo» huomo per altro fauio , &prudente.Domenico Michele; ilquale allhora era Proueditore del Golfo in-tefa la ribellione de' Candiotila fece intendere al al Prencipe, & a Senatori, per ilche fu flibito efpe-dita una fregata.La perdita di quella nobiliflěma Ifo la attriftň molto la Citta.Appretto ŕquefto s'aggiu geua lo fdegno & l'ira,laquale, come era grŕde, cofi era giufta. Perche era certa fama li Capi della ribellione efl'ere fiati Gentiluomini Vinitiani, & che de uerebbono fare i Greci, & gli altri habitatori dell'I— fola ? iquali non folo non erano nati in Vinetia : ma ne ancho difcefi ? Era credibile, che eflě doueflero ac crefcer fiamme all'incendio, & farfi miniftri del fu-ror d'altri : aUegrŕdon" che'l Dominio Vinitiano nň potendo per altra uia, fofle disfatto per la fua difcor dia? Piacque adunque al Senato di fubito mandare tre ambalciadori ŕ i maggiori dell'Ifola: iquali s'af-faticaffero con eflortationi & prieghi;r:cordando lo ro l'amor della patria, di ritirarli da quella pefsima Volontŕ & cpnfiglip,& deifero a quelli auttoritŕ d» ammetter loro tutte le códitioni, che uoleflero,per che ritornailero fotto il Dominio. Furono mandati pěetro $crŕ\o Pietro Soranzo, Andrea Zeno,& Marco Morefěni. ^4,drta Ze Ne molto dipoi dicono , che ui furono mandati al-nt^iy Marco cmque. Ma tato fu uana la prima, comelafecon ůafc:*tori in da legatione, perche elsi non tolo non gli accettaro candU. no , ma ne ancho gli uolfero udire. La qual cofa dette inditio manifeilo di guerra. Gli ambafciatori partendoci dell'Ifola furono leuati nelle galee de Vinitiani, iquali ŕcafo uenendo di Grecia erano a quei luoghi accortati . Il Proued|torc eflendo per LIBRO QJ/ARTO. 178 per partirli dell'Ifola, fece impeto contra gli habi-tanti delle marine, & menň a Venetia trecento prigioni Candioti. I Senatori dipoi il ritorno de gli Ira baie latori deliberarono di far guerra contra ŕ gli infedeli fuoi Cittadini,mandati ad habitar in quei luo ghi, & contra tutti quelli, che s'erano ribellati. Pro lcrifiero anchora 1 nomi d'alcuni principali della co giura, iquali furono nimici della Republica giudica /„ (^t m9(f0 ti,Ma prima mandarono al Pontefice, ŕ Carlo Im-? j nobiliprtue peradore,ŕLodouicoRe d'Vngheria;ŕGiouanna deronoaquel Reina di Sicilia, & quafi ŕ tutti i Prencipi & popoli '* riktllione. Chriiěiani, primaloro auifando della perfidia^ indegna ribellione de Candiotti,dipoi pregatogli,che fé nonuoleflero efiere ŕqueftagiuftauendetta in fa uore de Vinitiani,almeno rimane flero d'offendergli, ne deflero alcuno aiuto ŕ quei ribelli,quado ciň efsi lor richiedeflero fapendo efler chiaro ŕ ciafcuno,la Citta di Candia colonia de Vinitiani,& fimilmen-te per tutta Tlfola eflere fparfi habitaton Vinitiani. Et appreflo efler conueneuole ŕ i padri non potendo con ammonitioni, ň con minaccie, rendere obe dienti i figliuoli non buoni ,con debto caftigo te-* nergli in officio. Cofii Vinitiani non potendo con molti benefici e ammoreuolezze domare gli ofti-nati animi de Candioti,hauere in animo per uiadel-le arme a loro obedienza ritirargli. La qual cofairi hreue fenza dubbio confeguirebbano ,fe elsi non foflero d'alcuno foccorfo aiutati .Et perciň ufa-rebbuno officio di buoni- Prencipi , & ueramen-te amici del nome Vinitiano, fé foflfcro cocenti, che la perfida colonia fode caligata con degna punitici ne della madre, allaquale in tutto eraobligata. Gli ambafeiatori in ogni luogo furono benignamente accettati & uditi. Ne fu alcuno , che intendendo il falfode Candioci,non gli difpiaccfle,& ŕ Vinitja-nioguifuo foccorfo promiilero , In tanto fu ordinata una^grande armata , Capitano Doruinica Z x Michele, DELLA SECONDA DECA Michele,ilquale era prima Proueditorede l'armata. p L'etičrcito da terra fu dato ŕ Lucchino dal Verme m*lUretu- Veronefe,ŕVinetia per ambafeiatori chiamato. A *CandU. ' coftui ,eflendo fatto giurare dal Prencipe, che fe-Luch'inoVer delineate feriurebbe la Republica, fubito fu dato mio Capitano iHlendardo, & gran quantitŕ di danari hauuti da i data**. Cittadini,no folo per far la guerra, ma anchorapes mantenerla- Onde per tutto asoldate genti: Sepolte in ordine di quantofacea bifogno,& l'armata nň afpettando altro che di leuarfi,il Verme,acciň fapek fé con quali forz.e douefle combattere, fece la mo-itra dell'etěercito.Onde č manifefto,che mille caual li,&due mila pedoni, oltrai marinari, & compagni,, montarono nelle galee.Ilmefe d'Aprile l'armata di trentatre galee , con otto grolle naui da Vinetia fi parti :& il mefe di Maggio giunfeallaFrafcata ui-cino alla Cittŕ di Candia . Ma mentre quefte cofe ŕ Vinetia fi apparecchiauano,alcuni nobili di Candia, hauendo per auenturaintefo quello, che s'era tratta to ŕ Vinetia^dapoi il ritorno de gli ambafeiatori, e fentendo efsi no efTer nel numero di quelh, che era-x no ftatiferitti per ribelli,indotti da fperanza di perdono, incominciarono fauorircon occulto modo qlli, ch'erano reftati nella fede.Et molti nel principio ricufandol'iniquo cófiglio partiuanfi dalla corte Se dalla Cittŕ,ftando ne i uilaggi, ouero ne Caftelli dell'lfola.In tŕtoi Capi della ribellione, péfando in quanto pericolo fi trouauano,p cagione, no folo di nimici publici,ma anchora de fuoi Cittadini, grande mente dubitauano :percioche, per certe cofe eflen-dofi aueduti, che molti fi piegauano al fauore de Vi nitiani, temeuano , che qualche trattato non ordi-naflčrocoiuradieffi. Comprendeuano, che coloro, che prima non haueuano confentito,& dipoi partiti, apertamente con loro fi erano oppofti,al primo apparir dell'ellercito de Vinitiani, fubito doueuano prender l'armi in aiuto di quelli. Et quantunque moki LiBRO QJARTO. 179 moki giŕ fuflero di diuerfe parti, niun perciň heb-be ardire di proponete un cotal fatto , quale unpri «aco non dubito d'adempire. Cofiui qualunque -egli fi fofle, eflendogli offerto il Prencipato dell'I-dola, trattň cotmn-certo Calergi, Prepofěodell'Isola della mortede quelli, che erano rimafi nella fede uerfo Vinitiani. Ilche fu, che,colfarfi bene-tioliiOreci, fi preparale alla morte di coloro. Onde prima tagliarono ŕ pezzi Andrea Cornaro,ilqua Andre/i Ctt le era in una Tua uilla. Dicefi, che Cado foleua naro fumon alloggiare molto famigliarmente in cafa fua , & ^ teUrgo, fetnpre fi hauea feruitodel fuo fauore:ilqual ue-dutodal Cornaro uenir contradi fé armato, gěidimando perche erauenuto,& intefo efler mandato per la fua morte , egli raccordandogli l'amicitiaan-cica, & i benefici], che gli haueua fatti, lo pregaua, che non occidefle colui, che fempre gli haueua gio-uato . L'homicida lodando la libertŕ,& quella preponendo alleamicitie,& ŕgli oblighi,difl'e,ch era venuto per cercar di liberarla fua patria di feruitů: ^cheniunacofadoueuaefTer piuŕ mortali cara ,del la libertŕ. Et coli hauédolo uccifo , la crudeltŕ del Calargi fi moitro per tutto cantra gii habitatori fedeli deirifola.Ammazzando egli lěmilmente Gabriele Veniero, Marino & Lorenzo Pafqualighi, l'uno nella uilla Pulea, l'altro in Meliti a ,& Loren-20 Gritti in Peftri^,Dipoi Giannacchio Giufěi-niano, Leonardo Ŕbramo, & molti altri ,iquali co me dicemmo , prouarono il coftut furore. Per il fucceělo del Calargi i Greci infuperbiti, ferocemen ytuoM děn>2 te contra la nobiltŕ congiurati, comandarono, che Jt chcfeccr» fuflero eletti nel Senato dicci huomini Greci,iqua- Gr"tal M"" li, non eflendo prefenti, nň fi potefie ordinare alcu &ttrat9m ria cola. Eradi prima pazza la moltitudine, ma al-Ihora fatta molto piu,con fpellě tumulti fpauentaua » Senatori ,il tutto ŕ quelli mettendo in fofpetto, & appreflo minacciauadi romper le prigioni : fé i Vini Z l tiani, DELLA SECONDA DECA těani,che dentro u'erano,non fodero uccifi'. Tra dito l'inftigator de Calergi,|» leuar in tutto il nome Lati nodell'lfola,ordinň all'homicida, cheuenifle ŕ un luogo lótano dalla cittŕ due miglia: j? trattar co lui di tradire la cittŕ,.pch'egli uolea, che pili torto il Pr5 pipato dell'Ifola fofle di elio Calergi,& de Greci,chc de Vinitianj. Alqual effetto,mentre che egli andaua, s'incontrň in vna fquadrad'armati di M. Gradinico Duca:ilqualeintefala mortedi Géri huomini Vitii-tiani,allaquale ciafcuno hauea cofentito, eccetto vn folo,gli haueŕ madati g préderlo.Perciňche compre deua,che quel Greco maluagio,che tata crudeltŕ nel ^' ** principio haueaufata,molto pm,& maggiore nell'a-tienire era per tifare . Haueudolo adunque prefo, & menato nella Cittŕ, fu dalla piu alta parte del Palazzo, in uendetta del fangi'e VinitianOjgettató, & da nude fpade la Aia caduta riceuuta. Fu in piů pai ti il morto corpo tagliato, & diuifo:laqualcofa, come (i dice, fu molto grata al popolo. Onde fi puň com prendere quanto fu fempre grande'(la leggierezza, & inftabilitŕ del uolgo : ilquale intiero Tempre, come fi dice , pende da leggierifsimi momenti ,& l'amore, & l'Qdio,&la foělecirudine,chečinlui,hon ŕi fatti riguardarla alla folafortuna deli'huomo . Percioche poco adietro i Candioti oltre modo fauo fiuanň il Calergi:& quando lo uidero conducere al fuppliciojtiitti il condannaitanň La nobiltŕ fmarri-taper quefti mal',intendendo appretto i terribili mo uimenti di guerra : & péfando,che i Prencěpi della ri bellione con le loro armi no potefěero molto luga-mére tener Cŕdia nel pfente fěato,& porto,che qfto lor foife cóceflo,uedendo le forze , non poter fěcura méte ŕ Vinitiani opporre,incomjnciarono ŕ riunlge re nell'animo loro 3 chi poteffero dare il pofleflb del l'lfola:|)cioche no (i afsicuratMno di rornare fotto il dominio Vinitiano Onde folamére ŕ Genouefi par-«e di poter commettere la fallite loro; fi per la pň tenza, LIBRO QUARTO iSo »éxa,cheefsi haueuano inmare,& fi anchoraper l'an tica iuidia,che efsi portauano al dominio Vinitiano. Piacque adunq-, loro mŕdare a Genouadodici amba fciatori parte Italiani, & parte Greci. Due de quali, eflendofi atvchora in qlla deliberatone jdimŕdato il loro parere:di fiero, che giudicaiuno, che fi douefie nudare ambafciatori a Vinetia al Prencipe,e alii Se-ftatorij& che qfča legatione,fe loro piacefle3ňin par te,ň tuttapréderebbono fopra di fé medefimi, affcf-mido ,chc loro farebbe dato perdono co utile loro, & co dignitŕ della Rep. Altri da inuidiamofsi cótrx diceuano; dicédo,che farebbe piů utile midare a Gč noua.Dicefi,che Marco Gradinico, vnodiqlli,iqua li teneuano io fauore della Repu.Vinitiana, eflendo pofli gli homicidi da quelli della parte contraria in luogo fecrctodel Palazzo, fu chiamato nel Senato alle publiche facende, & in quei medefimi giorni fu morto. Et poco mancň che gli altroché erano in fauore del <;radinico,nó fofiero efsi anchora grauenre teoflfcfi.Qtiella deliberationedel cófiglio durň mol ti giorni. Finalméte vincendo la parte decimici ,fu Lf Greci mi deliberata l'ambafcieria a Genoua.Et apparecchiate daron» ŕ Ga le galee, lequali haueflero ŕ menare gli ambasciato- nona p*rfic~ ri,perauéturaauéne, cheperquelté|>oneirifolafo cor(° ^rfa!r,^ pragiůfeil Molino Vefcouo di Corone,huomodi ayntlHer gran caritŕ uerfo la patria. Q^iefti intefala ribellion * de Candioti, haueua mŕdato nell'Ifola percagione di tentar pace-,laqiiale nň potendo ottenere,uolédo-fi partir daH'Ifola,mŕdň ŕ Vinetia uno di quelli, che da pricipio haueua occultamcte trattato le cofe a fa worede Vinitiani,ó!li auisŕdo,com'erano flati mŕda ti aGenoua ambafci2rori j^darl'lfola a Genouefi. Ilcheitefofi flettere del Molin,fubito fecero amba foatori ŕGenoua:iquali lor faceflero intédere,che fi rimanefTero,comedjĚ7.i haueuano promcflo,di fa uonr l'Ifola. Onde lette le lettere nel Senato, fu ri-fpofto ŕi cadiotiji Genouefi uó poter accettarli per Z 4 efler DELLA SECONDA DECA fcffef obligati a feruar la fede publica,& che doleuafi in publico,& priuato di non poter per quefte cagioni feruir l'Ifoladi qualche foccorfo ; laquale lě mo-ičraua cofi amica ŕ Genouefě. Perciň (ě prouedefle-ro altroue*, ne cercafěero d'impetrar da loro quello» che non poceuano concedere per mantener la tede. jPp fatm Partiti eli ambafciatori, fenza alcuna fperŕza di foc teda ve none r • /~> j- ¦ h.t • r • fiŕ viiamba cori°Jln Candia ritornarono. Non erano rimali m fattori Greci tanto i Vinitiani di mandar l'armata, & nel mefe di Maggio erano arriuati,come dicemmo al lito di Fra fcata. Traquefto & la Cittŕ č vn'alto monte detto Strobolo, molto afpro : alquale fono uicini alcuni altri montijdi maniera, che ŕ quelli, che da lontano gli mirano,aflembrano non tre,ma uno . Dalia par-te,che guarda uerfo Leuante, č una via ftretriflěma, che ŕ penavipoflono pallate di pari duoi foldati a piedi3& dall'una, & 1 altra parte fono luoghi ruinofě, e tanto faticofi al falire, che ferrando le bocche de' luoghi, pochifsimi potrebbono ritardare, con poca facilitŕ, molte migliaiad'huomini. Da vn lato del monte, che č fottopofto ŕ quefte ftrettezze, č una fpeloncafotto terra, che gran quantitŕ d'acque fal-fe mada fuori,lequali,fi crede,che in quel luogo per occulte vie,uengano dal uicino mare. Gli habitato ri dimandano quel luogo Almiron.Credefi anchon ledette acque, per li torrenti, che il verno da uicini monti diicendono , alquanto indolcirli. Et cofi il fiumeferuendo ad alcuni Molini,& un miglio fra il territorio fcorrendoverfo Boreali volge al mare. Dalla bocca del fiume alla Cittŕ tutta la faccia del mare č fenza porto.Q_uiui,métre ŕ cafo furono po-fie le genti in terra,circa cento foldati imprudentemente fcorfěperinfino ŕi Molini,da'nimicifurono preu* con inganno , & tutti furono infieme uccilě. Crudeltŕ de I Greci, tagliarono loro le lingue, & le membra vi-re"' t rili, quelli tra denti, & quefti tra le parti uergogno-feloroda dietro meccendo.Lamorte de'quali, non canto L I B P. O QJAHT O. iSc fctftto.quŕto la ignominia inafprě l'animo de Vŕnitia ni contraesti Greci. Perciň meffe le eenti in terra ,"n. 1 • i «r- i i i i <• ¦ ,,,/¦ ¦ aiata da 11 Michele, condiicendoTarmata intorno 1.Itola, mtUně. iarinfe d'afledio. Lucchinoprimachepartifledilŕ, cofi (ě dice hauer parlato ai loldati. Io Co ualorofi Ejfortathne huoauni, che ŕ ciafcun di «oi č palefe, per qual ca- fatt* da L#* eione per coli gran fpatio di mare fiamo mandati ŕ chtmallaft't n t i- i • \ r ¦ j • ě tenie per com queiia Ilola:perciochehamo uenutiperuendicarla %atte^c^důi uana perfidia de gli habitatori di Candia, ribellati ŕ Vinitiani,per la temtnta ccupati,che precipitadofi per ógni uia/enza ritiol-ger frótc,fi tolfero dalle fue mani,tuttauia molti ne Furono uccifi,ma furono i maggior copia quelli,che ("camparono.Dei quali molti,Ufciatéle arme,n'an darono ŕ uichii monti,& d'indi fuggendo,tiraronň i nimici alle riuira.Perciocbe i Vinitiani con tato impeto gli feguitŕrono, che appretta le pňrte della Cit tŕneucciferó molti.Per quella rotta i Candioti fpŕ uentati, non hŕůendo alcuna fperŕzŕ di foccorfo dě fuora,& uedendo permar,& per terra efler circóda-: ti da nimici,fubitň incominciarono ŕpenfaredi ren-«derfi . Coli lŕ notte furono mandati ambafciatorij' che portaflero le chiaui della Citta al Michiele, prima da quello hauuto la fede , che non fi offendere l'hauerde miferi Cittadini. Eflendň comandato ě Lucchino , che con pochi entrafle nella Cittŕ , ferrate le porte,furono ferrati fuóra i fňldati di far preda defiderofi.Poco mancň,chene'campi non nalcef-ie gran difcordia,nemancauaho i condottieri nň fo-lo di fedirione, ma anchora di ribellione , incolpa*! do il Vertne,& il Michiele Capitani,che ingannaua-no i faldati,iquŕli,per fu a uirtů & meriti, haueuanó guadagnato la prcda.Egli intefo il mouirhento loro fubito ritornň fuori,& riprefi i Capi della feditionei trattň con i Proueditori, cheallhora foflerodate ŕ i foldati dóppie paghe.Per il tui configlio tofto ogni furore fi eftinfe. Alcuni cófapeuoli della lor colpa, difperandofi,chelor fuflč perdonato, in quella pau- Penaci* ra uolendó anchora difenderfi con le armi ,'nbieue a Ctmliotti furono morti. Il Nouello Capitano fu uccifo, & i ftr ribellione Capi della ribellione fimilmentedecapitati,& molti fcŕpardno.Gl'ambafciatori, che ŕ calo in quei giorni erano tornaci da Genoiia,uenuti nelle mani de Vi nitiani,riceuetterň degne punitioni de loro falli. La roua della uittoria prima, & poi del racquiftodelU Cittŕ giunta ŕ Vinetia,apportň grande allegrezza ŕ i Senatori, DELLA SECONDA DECA i Senatori,& a tutta la Cittŕ ; Furono riferite gratie al Signor Dio per tutte le chiefe. Q uelli,ch'erano in prigioni,furono laiciati, & molte donzelle de pu-blici danari maritate. Dinanzi allachiefadifan Mar co fu da nobili giouani Vinitiani giqflrato,& corleg fetta fatta* giato con carrecte per alquati giorni con molta ma renetta per gnifica pompa,& apparato.In tanto,che alcuni dico *0™ no,che ciafcun di quelli, che furň per numero xxv» milero cinquecento ducati per l'apparechio della fé fta.Fu ŕ quella prefente il Re di Cipri,in quel tempo tornato di Fraciaulquale corfe la lancja con un gio-uanetto figliuolo di Luchino dal Verme.Alcuni dicono l'illeilo JLucchino efler itato prefidente della gioiira.Lacjl cofa,fe cofi č,non č da credere,che eoa HM'wto tanta preltezza folle fatta la fella. Dicefi, che tutto ninfe la ?»o- l'hor.oredel gioftrare fu dato ŕ un Palqualin Mino-' fit*. to : ilquale era uenuto col figliuol di Lucchino . Il premio fu una corona d'oro di trecento ,& feflanta ducati.Pacificatarilbla,& ritornata fotto il Dominio Vitiitiano , l'armata con l'eflercito uittoriolo fu ridotta ŕ Vinetia:Ma la lega fatta co'l Re di Cipri fa cagione di nuouaarmata,laquale adoperando egli, jilejptndri* non molto dipoi efpugnň Alefiandna dello Egitto maggiore fu nobilisfimo luogo di mercantia , & la Taccheggio, faccheggiau ne potč ritenere la Cittŕ per la gran moltitudine de dal Re di Ci- n s, ¦ , . r. s, . . . ~ , , Barbaruiquah arriuarono in pochi giorni. Onde il Mareo Corna terzo giorno,ch'entrň in Ale(ěandna,aftretto ŕ parrň Doge iix. tirfijridufle l'armata in Cipri carica di preda.Il Do-Tioua ribel- ge Celfo hauendo retta la Republi.tre anni,& dieci ione de C*n ^gf^fj morě, & il fuo corpo fu portato alla celeliria, in luogo fuo fu fatto Marco Cornaro . Qiialě lotto la prima amminilčratione di coltili,fegui noua ribel lione de1 Cŕdiotti,pochi meli dipoi quella,che detto habbiamo . Alcuni nobili Vinitiani commosfě per il primo morto, tanto {tetterň quieti, chele genti di LucchinojSc Tarmata furono leuate del PI fola. Al-lhora,primariuoki ŕ fortificarci luoghi, iquali erano di LIBRO QJ/ARTO. i8j no di diuerfe perfone, dipoi cofe nuoue alla giornata manifeftamente apparecchiando , non celiarono prima di turbare lo itato dell'I fola,laqual pia guerra pallata era anchora gonfia di fdegno, che prefero l'armecontra Vinitiam.Mai primi mouimenti dicono efler nati da Giouan Calergi huomo nobile tra quelli dell'Ifola.Qjjeičijleuate l'infegne dcll'lmpe rio Greco,diceuahauere riceuuta tutta lacaufadel- Danni fatti l'Iiola in lui. Et elortaua ciafcuno, che defide- * Cantitati* rafie la libertŕ,ŕ feguire cjlle iniegne. Molti,ch'era-no {lati ridotti ŕ grandiflěma pouertŕ, prima riuolti alla difěruttion de nobili,con fubitaforza opprefle* ro Nicolo Dandolo, & Tuo fratello con due cartelli. Nicolo Giuftiniano Proueditore,& Dominico Molino ufciti della Cittŕ per eftinguere le forze del Ca lergi,tolfero alcuni luoghi ŕi ribelli dell'ifola:& li mifero ŕ fuoco ,& fiamma. Et efli Calergi altrefi, con fubito aflalto,abbruciarono tutte le cale, ch'era nouicinealla Cittŕ,fotto Caitel Nouo ; lequah e-ranode Vinitianihabitantidell'Ifola.Mail Cartello gagliardamétefu difefo, & fpuii Greci uergognofa méte indietro da PietroTriuigiano^ueditore.Dipoi i ribelli aflaltarono Rethimo. Quelli,ch'erano fěati lafciati perdifefa,nó fidandofi per eiler pochi,lafcia ti i caualli,montarono in galea, & con paura C\ ritira rono ŕ Rethimo. I Greci hauendo cacciati glihabi tatori Vinitiani da molti luoghi,feguitando il cor-fo della loro uittona,non prima rimafero, che lena-rono dal Dominio Vinitiano tutto quello,ch'era da Thah,al Promontorio di Spathauerlo Ponente:ec^« cetto le Cittŕ,& alcuni piccioli Caftelli. La nuoua ribellione intelaii ŕ Vinetia, non poco penfiero mife ŕ Senatori di rinouare la guerra,laqual fu piů molerr fta,perche allhora era maggior la ficurezza, che ha. ueuano fopraquell'Ifola,che per adietro Fu data l'imprefa ŕquelli ch'erano nell'Ifola, chefaceflcroj genci-douepottflero.Ec/enonpoteflcro hauerd'aU Uhi fi Pontefice concerti piena indulgenza těn andati* tontra Candě Giacomo &r* gadinOjPa*-lo Loreduno, Pietro Moce-nico, Loren\i l)aniiolt,.An drca Zeno-, tutti noni prň ceditori nel-l'ifiU. l(<>tt* dt ni-miti* DELLA SECONDA DECA eri luoghi la caualleiia, la conduceflero di Lidia,di Charia,& di tutta la Ionia con le loro paghe. Mandarono etiandio al Pontefice: dal quale facilmente impetrarono,che ciaicuno, che prendere le arm^ contra quelli ribelli dell'Ilola, hauefle piena indulgenza^ perdono di fuoi peccati. Q^uefto lě fece nel ě'Italia.Neirifola ueramcnte,eilendo i ribelli alle ra dice de monti di Scithia, uniti, e fuperati da Nicolo Giuftiniano,& alquanti di lorprefi,non poco fee-marono di forze.Haueuano efli in animo di occupare i monti, ma fé ciň ,faceflero per difender le me-defimijň per asfaltar piů allafprouiiěa quelli,ch'erano rimali nelle fede,nó ho certezza.Molti,& uari fu rono quella uernata 1 moutmenti de Greci. Per iqua li opprimere ne a luogo^e' ŕ tempo mancň la dilige te opera de'Gouernatori.Giacomo Bragadina,Pao-lo Loredano,Pietro Mocenigo,Lorézo Oandolo,& Andrea Zeno, nuoui jpueditori furono mandati.Fu anchora loro inipoRo,che doueilero ragunar foldati da ogni luogcRicciiute adunque le géti uecchie da quelli,ch'erano nella prouincu, & giunto il nuouo fupplemenco ŕ quelle,gia erano per mouerfi cótra a ribelli,quando anchora ellě fatto gran gente, Malui cino cartello indarno combatterono,& Iparfi ne'luo ghi di Cidone,hoggi detta Cania,tutto quello , che era degli habitŕri Vinitiani ŕ ferro,& a fuoco Tacche giarono.qito fi facea ne'luoghi del niare.Nella parte di raezodi due mila, & cinquecento ribelli s'erano p quei giorni polli d'itorno Agatia,& MeiiHa.Cótraq fti códuflc Guco. Bragadinojquattrocento caualli, e mille,& cmquecéto pedoni,& qui co tutte forze co battuto,& pofti i fugga gl'Ilblani, molti perirono in ella pugna,ma la maggior parte uiui uénero nelle ma ni de uicitorijiquali tutti furono ipiccati,i altri fuggi rono a meini mňti.I Vinitiani abbruciamo le uille,e i luoghi nicini allaCittŕ,& tagliarono tutcelcbiade ^ěi capi In cale fiato erano le colliquando di fubito quindici LIBRO QJ/ARTO. 184 guidici uille de habitatori Vinitiani ribellarno. Iqua li acciň nň foflfero oppreflě ne i capi, entrati co le dó-ne, & figliuoli in Scithia, hebbero foccorfo. dai Ca pi della ribellione .Molti altri quelli feguirono,& uennero anchoraeffi in Sithia,pcreflerin luogo piů fecuro.Onde le forze de Greci cofihaueuanoprefo. uigore,che non folo fcacciaiiano le ingiurie da loroi confini, ma anchora confidati nella moltitudine, ftorreuano faccheggiando , & guaftando i campi di coloro,ch'erano nella fede de Vinitiani. I Candioti per queito entrati ne loro confini, con fubita furia, tutto metteuanoin terrore,&i luoghi,& le uilleap-preflo le Cittadi fcorrendo , gualtauano co'l fuoco. Pietro Mocenico ,uedendo quafě tuttal'Ifola eflsc folleuata,& parte giŕ hauer ribellato, & parte efler per nbellare,& non potere combattere co'l nemico, ilquale fi teneua in luoghi piů alti,ridufle in Candia tutte le genti,che,egli haueua , per efler in foccorfo della Cittŕ,& uieraife il faccheggiar ŕ nimici.oltre a qfto fcrifle ŕ yinetia a i Senatori,! quale ftata eranp lecofedi Ciidia,dicédofardimefěiero di maggior ef fercito,fé eflě uoleuano domare la^fidia de ribelli. Che co grŕ fatica egli,& cópagni haueuano ridotti I (ěeme cinquecéto caualli di Afia.Ma fé haueanodefi . denodi ritenerl'Ifola,eradibifognodi maggior copia di géti di qlla,che hauer fi trouauano,|> cňhatter. Onde follicitaflero,che d'Italia foflelor nudate none géti.Anchorale lettere del Mocenico nonerana capě dtlUri giute a Vinetia,quado Pataleone Barbo,Giouŕ Ze- belli»™ prtd no,Nico.Triuigiano, Andrea Zeno, & Nicolo Giů- in ScithU. ftiniano,nuoui ^uiditor^alla Cittŕ uénero neli'Ifo is,có alquŕtececenaia de pedoni. Doppň la giura de c]Hali,i uecchi jpueditorijpanédofi dell'Ifola, Pietro Mocenaco rimale Duca di qlla.Qjjelli,che allhora e-ranouenuti,leuatele gcti uecchie,& tutto cjllo,che erz di forte nella Cittŕ , fubito caricandone tre ga-l& duenaui,fecerocódurre ŕMilopotamo. D'indi fé DELLA SECONDA DECA dt fé n'andarono ŕ trouar i rumiei,contra iquali,per che lě teneuano in luogo piů forte , Andrea Zeno» uno de gouernatori,con troppo fiero impeto, perde iěderio di cňbattere, entrato in certi luoghi cattiui* fu morto da quelli ch'erano di fopra. Per la morte del quale gli altri ceiiarono,& le genti furonaridot te ŕ Miopotamo . In cocal modo da nuoui prouedi tori erano itate molle le arme centra mmici,quand« molti fanti ŕ pie portati d'Italia co tre naui, accrebbero le forze Vinitiane. Molte cole furono fatte da i Gouernatori contra gli Iiolani, ma poco degne di memoria,perche in niun luogo il nimico uolle coni battere.Onde,faccheggiando,&abbruciando,fecera gran danno per tutta rifola. Di formento & di biade haueuano piů careitia i Cŕdiotti,che 1 noiiri,per-cioche le galee Vmitiane portauano uettouaglie ta ogni luogo abondeuolmente. Onde quelli, che erano in Sithia,da fame itretti,tradki i capi della hbel-lione,fi refero al Giuftiniano , ilqual u'hauea le fue genti non molto lontane, & de malfattori l'ubico fu preia uendetta.La nbelliondeScithia cofi indeboli l'animo de' Greci,che tutto quello, che č dell'Ifola dal monte Strobolo uerlb Leuante,in breue ritornň nella fede di Vinitiani. Tutto il pelo adunque delia guerra s'inchinň in qlla parte dell' tfola,laqual guarda uerfo Ponente.Alcuni Vinitiani^iquali erano itati cagione de' nuoui mouimenti, per far cofa grata a Greci, negando il nome Latino5 prň mi ile ro- di ui-uere fecondo l'ufo Greco. Per quella debolezzadi nimici,il Giultiniano idotto dabuonafperazade'do uerfar bene e fatti fuoi, (libito fece fcriuer quattro cčto caualli ,& pedoni di qlli Ifolani,iquali erana fé deli; & con qlěi partito,andň di Candia uerfo Smeri ti.Q^niui,efpugnati i ripari de nimici, iquali erano circondati d'alti baftioni, la imprefa hebbe felice fi-ne.Ne meno in Milopotamo,& in molti altri luoghi in qugi giorni felicemente fu combattuto. Appreila i Leternij LIBRO QJARTO. i«f i Lctternij diedero Aleflb Calergi co'l fratello,& fi Alcuni tati gliuoli ŕ Creflěo Molino.Uquale,morto il Zeno,era MUribelli» uenutonelFlfola. Egli lo condufie al fupplicio in "' frffi

ridur l'Ifola nell'ŕtica pace. Et qfto fine heb bero li audaci mouiméti de Cŕdioti.Il PrécipeCor-naro,due anni,& otto meli hauédo retta b Repub.& giauecchio,(i m ori,& fu fepellico nella chiefa di fan Giouŕ,& Paulo. Andrea Cotarini fuecefle ě fuo luo lAndrtaCon go,ilq le $ certo prefaggio, alquato la detta dignitŕ tonm ogt rjcuf^>:gc p cjuefto era andato nella fua uilla nel coi» cado di Padoua,per ftar fuori della cittŕ tanto, che haueflero fatto un'altro Prencipe.Ma non potendolo ridurre nella Cittŕ con lettere,^' publice,ne'pri-uate ŕ pigliar la dignitŕ, fu importo ad alcuni fuoipa renti,che andafleroaluijauifandojchefeegli fegui-ua nell'oftinatione, che poco dipoi, come haueano» minacciato i fenatori, publicarebbono i fuoi beni, & farebbe in efilio mandato.Per ilche,moflb dal pericolo prillatocene ŕ Vinetia.Laqual cofa, fé era ^ ceduta da humanitŕ,debbe ogniuno giudicar,lui ha-uer dato un'utile eflempio ,accio niuno con prefon-tionehauefle ardimelo di entrare all'ammimiiratio ne d'una Republica,allaquale dee riuolger ogni cura colui, che ŕ tal carico č ammeflo,& préderlo non per proprio, ma per utile comune d'eHa Republica. Percioche coloro nel uero, che cercano gli honori publici,debbono confiderare fé medefimi,8c quanto fieno (ufficienti ,e fé conofeono etlere indegni, a tant'imprefa , debbono fapere non meno eifer ben fuo,che di tutti,a(tener{ě da tal dignitŕ. Ma non cade uŕ quello ineflo Contarmi, ilquale fi dice etler ita-to huomo di fěngolarisfimo intelletto , & prudenza. Ma le egli,come io penfo,ciň fece per fchiuar folleck tudine,& penfieri,iquali entrano in tal dignitŕ,poco al mio giudicio fi portň ciuilmente}& nonfo,fepiu, peccň LIBRO QJTAR.TO. 1Z6 Yeccň,che fé egli hauefle accettata la Republica ferě raconfideratione. In quello čdaeflereaccufatodi fciochezza,in quefto di malicia.Maper quale rifpec to quefto facelfe,io nonfo giudicare . E1 manifefto, che eflendo egli Précipe,la Republica fa molto mo leftata da guerre efterne, & nella Cittŕ fu fiaiil-xnente molta careftia. Riceuuta egli adunque la di-gnitŕ,non molto dipoi fegui la ribellione de Triefti ni. Haueuano i Vinitiani una galea poftain Hiftria alla guardia delle gabelle,onde e Trieftini liquali 3*ianuouecofeapparecchiauano,fatto fubiro impeto contra Vinitiani, iquali per cafo iui erano arri-tiati, ammazzarono il fopracomito della galea, cer cando ŕ ftudio occafione di uenirealle mani, & al- i cuni delle ciurme grauemente feriti, tutto il rimanente haurebbono morto,fe non fofle la galea fubě-tofcorfa in alto mare. Ne contenti della prefente ignominia, le bandiere Vinitiane pofte in publicOj ilgiorno della fefta tirate a terra, &conifconciepa roTeifquarciandojCalpeftaronofotto ěpiedi. ISé natori, che fapeuano la cagione del tnouimento de Trieftini, contra quelli ,fubitofecero genti. Dipoi per mare, & per terra con prefto afledio circon friene t-m% darono Triefte, fatto capitano delFefl'ercito da ter- dato di éjft rz PominicoMichiele,& dell'armata Creffio Mo' di». lino. Erailmefe di Luglio , quando tal cofa fi fece. Ma perche eradubbio, che ceflando i Vinitiani, in tanto i ninnici fi fortificailero de aiuti altrui,il tutto preltamente fu apperrecchiato perrimprefa.Al-laprimagiunta fu tentatodi efpugnarela Cittŕ,ma i Trieftini, con foccorfo de Forlani, fi difendeuano gagliardamente. Dipoi,ufcicicon fubito impeto, appreflb le mura con certe leggieri fcaramuccie mo leftauano Vinitiani:e molte uolte uariamente fu combattuto. Ma uedendo effer bifogno di maggior forze, furon nuoui foldati, & ntioui proue-ditori da Vinetia mandati. Paolo Loredano fue-i AA z cefle ŕ DELLA SECONDA DECA ceffe ŕ Dominico Michiele,Thadeo Giuftinianoŕ Cresfio Molino,co'l quale uennero in capo due mil Triettimfidt laTriuigiani.I Trieftini,uedendo le forze Vinitianc /^J * °gn'g'orno crefcere,incominciarono ŕ confidera-re,doue poteflero hauer foccorfo.Et parue loro di ri correre alle forze del Duca d'Auftria, e offerirgli la Citta,& ogni loro amminifěratione diuina, & huma na. Furono per quefto a lui mandati publici amba-fciatori,iquali,per nome publico gli dettero la Cittŕ , & di Cubito furono leuate le bandiere del Duca fopra le torri. Ne molto dipoi uenne egli con dieci mila caualli,& molto numero depedoni.I Vinitiani tra qfto faccheggiado il cótado, foggiogarono quafi Bdttatlia ut tuttl ^ Caftelli,che erano appreflo la Cictŕ.i Germa ta tra germa ni flibito aflaharono gli (leccati de'Vinitiani con ta-tůe VěnlU" to impeto,chein breue occuparono il circuito di ri ¦*• pari. Etŕ pena quel fubito furore fi haurebbe potuto ioftenere,fe udito il rumore,i foldati,& cópagni delle galee non haueflero dato foccorfo ŕ i fuoi, che in-uero molto affaticati erano. Alla giutade qh di modo esfi riprefero animo,che i nemici no folo fi rima-fero dalla efpugnatione delii fteccati,ma anchora rot ti,furono affretti ŕ partirfi. Fu fatta la tregua per un giorno,chiedédo!a il Duca p fepellire i corpi morti, dipoi eflendo rotto nella prima fcaramuccia, uedédo nň poter fare alcuna cofa fotto Triefte, & che i Vini tianinó facilmente fi poteuanoleuar da quella ěpre-fa,cótra fua uoglia leuato il campo,ritornň in Lama Tr'ufleritor gna.Al Aio partirei Triefěini difperati d'ogni foccor M« nella fede j*O)({ refero co certe códitioni.Iquali riceuuti,l'effer Xo*'*tdi' & l'armata ritornorno ŕ Vinetia.Nc dia con Fran molto flette la Cittŕ in otio,che nacque nuoua guer tifca CMta.ro ra con Fracefco Carraro. Il principio della qualle fi diceeflerjpceduto dall'offefa fatta da lui.pcheh ufur paua il terreno uicino all'acqiie.ch'era del Dominio de Vinitiani, & poco lontano dalle paludi. I Vini-ciani mosfiper cale ingiuria ordinarono, che niun Padouano LIBRO QUARTO. 187 Pŕdouano potette nauigar,ne uenire ŕ Vinetia ilche era fegno di futura guerra.I uicini Prencipi hauendo ŕ molefto,che per cagione de Padouani le mercatie furierň impedite ŕ i fuoi,follecitaronojche leuata la difeordia, i Vinicianicon quelli ritornaflero amici. Ma indarno fu la cofa tentata. Vennero dipoi Orato rid'Vngheria, perche li Carrari erano fotto la pro-tettione del Re Lodouico,& per cagione de Vinitia ni da Firenze,& da Pifa fimilméte ambafeiatori ui fi trouarono.Furono fatte tregue per due mefi per ope radi quelli. Diedero iVinitiani cinque rinomini, Se altre tanti i Carrari,che trattaflero infiemede i con fini,& fenza maggiore cótrafto riconofeeflero i ter mini di ciafcuno,ma non poterono operar cofa alca na.In quel tempo i Senatori haueuano intefo eller flati alcuni federati rinomini dal Carfaro per prez-2.0 indotti ad ammazzare alcuni gentirhuomini Vi-nitiani.Fu ordinato,che con diligenza quelli follerň cercati per tutta la Cittŕ. Alcuni di loro furono pre fi incafad'una pouera femina,detta per cognome Gobba.Hauuta per lei la ueritŕ. I Senatori le donarono la iuta, ma lacondannarno dieci anni in pri-eione.Gli altri ftrafeinati ŕ coda di cauallo per tutta la Cittŕ>furono Squartati tra le colonne, & nceuete rodignisfime pene della loro fcelentŕ. Il figliuolo della uecchiajilqualedeuea moftrare i gentirěiuomi ni ŕgli interfettori, fu impiccato. Ne molto dipoi alcuni altri eflendo trouati in tal mancamento,con tal maniera di morte puniti furono. I Senatori e-rano fmarriti, & temendo, che la republica non in-correfTepertal forre di aiiasfěni in qualche pericolo, fu ordinatOjche tutti quelli migliori, iquali fapeua- ^«««0 prone nociferein odio a! Carraro , fofiero accompagnati ^!n>enl° fitto da cafa al palazzo da huomini armati.Fu dipoi ord:- Cj-*trf) r nato anchorachei pozzi diligetemete tollero guar rtt datijiquali fi diccua,che egli tentauardi fare auelena re ŕ uniuerfale ruina della Cittŕ.Non erano i Sena- AA 1 tori DELLA SECONDA DECA tori anchor ben liberati dalla prefente follecitudine$ che giunfe nuoua moleftia, & certo fofpetto tra lo-ro,che alcuni erano del loro numero,che tutto quel lo,che fi ordinaua ne i fecreti coniigli era appalelato al Carraro per fedelisfimi nontijj. Et fatta (opra tal cofa la efaminatione, fu trouato alcuni di loro effe-re in colpa,onde eflendo tutti prefi, quelli,che me-Uo partecipauano di quefta colpa,furono priui di o-gni officio publico,gli altri condannati a perpetuo carcere.Intanto eflendo molte ambafcierie mandate per l'una parte,& l'altra,non fi puote fare, che no fi uenifle all'armi. Laqual cofa uedendo i Vinitiani incominciarono con ogni loro potere a metterli in ordine alla guerra. - IL QVINTO LIBRO DELLA SECONDA DECA. Mtntiěera Capitano da ter ra. contrv Car R A manifefto in tanto appare* chio di guerra efler bifogno d'u huomo follecito,& molto ami* co del nome Vinitiano, alquale fi curaméte fufle cómefla, come č coitume tutta l'imprefa in qfti tumulti.Deliberarono adunque códur diThofcana ŕ quello Ria nieriVafco, in quel tempo efpeitisfimo nell'arme, ¦ prima mandato in campo Domini.co Michiele,ilqu* le hauefle il gouerno delle genti infino, che quello uenifl'e,& con lui proueditori Andrea Zeno, & Tha-deo Giuftiniano. Fu anchora comandato ŕi faldati, che ŕ un certo di fi trouaflfero ŕ Mertre,& quindi fu-ron prima moueflero gli l'eflerciti cótrapadouani.t Vinituni, entrati ne' confali, fecero alquante fcara- muccie,' 1IBHO QJTIN.TO.. 188 Wuecie,& il tutto di rumore,& paura empierono.In tanto Rinieri uenne ŕ Vinetia. Oue dategli le infe-gne del Dominio,có molte genti andň in campo,le-•quah fubito mofl'e,paffato la Bréta,tutto quello che er piů moleiěar il nimico , fu impedito da li ptoue-ditori, difconfortandolo, ne uolendo patir, che ciň facefle. Allhora egli fdegnato, cedendo non "poter far ŕ fuo modo, & per imprudenza de proueditori . perder l'occafione del uincere, rifiutň l'imprefa-Ad- r*'*° ducendo in teftimonio & Dio ,& gli huomini,che per oftination di alcuni gli era flato tolta la uitcoria dimano.Furono 1 proueditori hauuti in fofpetto, che,perefl'ercorrotidal Carraro,haueffero il bea publico impedito. Ma nondimeno le cofefelicemen t-e fuccedédo,& alcuni Caftelli eflendofegli refi, peti fando egli quel che era,che fenza altro Ibccorfo non poteualungamente refiiiere ŕ Vinitiani ricorfe allo If re aiuto di Lodouico Re di Vngheria, giŕ per adietro tf>er'a ftc* fattofegli amico nella efpugnation di Triuigi.Alcu- 'e&aeei Car" ni dicono, che nel principio della guerra fu fatto le- j^icW gadal Carraro col Re.Ma intendendofi , come egli m c laceua apparecchio di guerra per mare & per ter- dama? ra, laquai cofa facilmente fi poteuacredere perla d'!eri p'»"» Dalmatia prima tolta ŕ Vinitiani : i Senatori oltrale G>Hft'.m*n<> ¦ir a ¦ &" Pietri) Coi genti da terra fecero una grolla armata, capitano mro^ <. Michele Delfino . Proueditori Pietro Giuftiniano procuraiorej& Pietro Cornaro. L'annata ufcitare^ AA 4 fé DELLA SECONDA DECA fé ficuriŕ mercatanti Vinitiani tutti i luoghi mariti mi in tuttala guerra.Le cole de Padouani, erano nel lo ftato,che per me s'č detto, quando gran moltitu- rnghin (ae- ^me ^ Łarbari d'Vngheria uennero in aiuto di quel (nettarono il .. . f . ° .-.._... r ,l Trwigěamct li. Et pnmafecero impeto lui Tnuigiano,faccheg-altri muli [e giando, ammazzando abbruciando & guadando il tero. tutto,ne hauendo rifpetto ŕ donne,ne ŕ uecchr, Battagli fat ne ^ fanciulli.ma tutti tagliando ŕ pezzi. Fu conrra- ta trttVtnitia ¦ • <• ^ ,r . . . ° t_ 11 r jm m (v Vn&t na *a 'of te a Vinitiani; percioche alla fama della pri vi al fiume nia uenuta de nimici, Thadeo Giuitiniano,per oppri hogfr detta merle forze loro, fcorfe al fiume AnarTo hoggi det-fUue, to piaue; Et pfe le fpie de Vinitiani dal nimico,auen ne che'l Re quali prima fu ueduto, che fi dicelle aui-cinarfi. Et cóbattutoll d'improuifo appflo il fiume , nel primo aflalto,perche la maggior parte dell'efer-rito nň era ancora giuta,l'Vnghero fu rotto.Et riti— rŕdofi egli, i Vinitiani uittoriofi lo feguitarono fino all'acque del fiume,ne ^ci.v> il Giuftiniano era da tue ti i fuoi foldati feguito . Et rifrefeandofi la battaglia fu le riue, molto piů crudelmente fu cóbattuto, che prima. Quiui il Refufuperiore, &i Vinitiani rotti, pochi fcaparono, piů uč ne furono uccifi,& pochifsi miprefi, traliquali fu eflb Thadeo ,& Gherardo di Camino. Alla fama della guerra a Vinitiani contraria fubitoil refto delle genti furono ridotte ŕTrini gi.Onde andatoui il nimico, fubito fi affrontň co Vi nitiani. Ma tenendoli efsi nelli lteccari,ne uolédo di fuori ufeire, ritornato nel contado de Forlani, l'Vn ghero paflando prima fu quel di Belluno, dipoi fu'l cótado di Feltre, s'accŕpň a BalFano caltello del Vicentino.Eranoallhora Belluno,& Feltredi Alberto Ducad'Auftria,da Lodouico Re in Aio aiuto chiamato.Alcuni dicono Alberto hauere hauuto quella Cittadal Carraro, acciochc egli prendefle l'arme cétra Vinitiani, & cofi a quelli usň poca cortelěa,h- ualorofamente,che rotti,& polti in fuga i nimi* ci, acquiflarono in quel giorno nobile, & degna uit-toria. Molti nella battaglia furono morti,& piů (caparono . Tranfiluano quafi con tutti i Barbari nobili,che haueuano combattuto in quella fquadra, fu prefo.Prefi anchora furono d'Italiani 3oaifacio,& Antonio Lupi,& molti altri nobili Padouani. L'infe gne di Lodouico,& del Carraro fqua.roate nella bac taglia,uennero nelle mani de Vinitiam.Si crede,che, fé i Vinitiani lmieflero uoluto feguitare,facilmente fino ŕ Padoiiarmierebbono potuto cócinuar co nuo uč prede. Malmenati adunquein quella ruttai Pado wani,accufauano i Carrari efier cagione d'ogni diftec to della battaglia, haueuano in odio,& nuladiceua-no il nome di quelli.Francefco,tra qucfto per mole-itare 1 Vinitiani,tolfe loro gran parte delle genti d'ar me con maggior promefla di premio.Maefii alquanto maggior numero di quello, che coftui loro haue-ua leuato ne fecero uenir da gli Infubri,cioc dal eoa ' tado di Melano,&di Pania, diquali Giacomo Moro per riceucrgli andň incontra ŕ Verona. Era con luě :, Mardlio LIBRO QVINTO» 190 Marfělio fratello di Fraccfco,ilqual doppň qlla rotta ©fferendofi ŕ i cittadini di uoler praticar la pace , ne potédo tirar il fratello nel Aio uolere,diceuatě efler-glidiuenutonimico,& hauer congiurato centra lui. Ma cófiderado quŕto pericolo pciň da fuoi proprij gli fopraftaua,fuggi ŕ Vinitiani. L'eflilio di Marfilio anchora partoriua maggiore odio ŕ Fricefco: & coli gli odij de Cittadini cótra lui fi accefero, che niente glierapnifecuro nella propria cafa,che di fuori.Lo-doiuco ůmilmente intefa la rotta de fuoi, e'1 cafo di Trafiluano, gli fcnffe,che incominciafle ŕ péfar di pa eie con qlle códitioni, che egli poteua,ne fperafle piů da lui hauerefoccorfo.Rotta laptinaciadel nimico, egli dimadč pace,laquale co fi fatte códitioneimpe* , . trňjche'l Précipe, & i Senatori creaffero cinquehuo " ' *rmu mini, iqualip loro giudicio haueflero ŕ terminar de cňfini quello che lor pareua,& che i Padouani di pre fentedeflero ŕ Vinitiani quarantamila ducati, dipoi altri quatordici mila ogni anno , per infino anni quindici,& che Francefco Carraro,ouero il figliuolo ueniflehumilmentedinazi al Prencipe,& ŕ Sena-tori,& dimadafle pdono. Caitel nuouo con le uicini fortezze foffe rouinato.La torre Cornara,col c5ta-do d'intorno ŕ fette miglia fofle de Vinitiani, & Frart cefeo defle o pa, che'l Re d'Vngheria con eflo loro fi pacin*cafle.Che Marfilio hauefle le fue terre, & che Centrategli foflero portate ŕ Vinetia. I prigionifof fero reftituiti,& fubito egli licétiafle i Barbari,che te neua in fuadifefa, & ogni anno offeriffe trecento du cati d'oro fopral'altare di fan Marcel Poderi,infie-me co frutti tolti ě Vinitiani fui Padouano in tempo dalla guerra,fo fiero reftituiti.Tre miglia difeofto dal le bocche de fiumi de quel contado non edificailero, ire teneflero fornito d'arme alcun luoj>o,ne co alcun foccorfo. Conqueftecňditionifu offerta la pace ŕi Carrarijlaqual fu piů tofto lor neceflariajchc hono-ra«:»adc ac«ccadola,per confermar quella fu man-, dat» DELLA SECONDA DECA «Jatoŕ Vinetia Nouello figliuolo di Franceko. Il quale, condotto nella chiefa di fan Marco,giurň per nome fuo, & del padre, come che egli,col padre, 8t tutti i carran hauerebbono per fermo tutto quello, che era flato promefio3 ne mai romperebbono la pa ce,ne alcuna cofadi quelle, che erano frate efpreile nelle conditioni di efla pace.Et tale come habbiamo intefo, fu la guerra,che Vinitiani hebbero con Pado uani quell'anno;Nelquale il Monaftero delle Vergi ni,có gli edificii uicini s'abbruciň, & tutto fu rifatto < de danari publici. Doppo ŕ quella guerra quafi tre anni fu pace.Ma perche il ripofo no fofle lungo,nuo ui mouiméti de Barbari nacquero. Leopoldo Duca fri* ruppe d'Auftria/enza alcun preteito di guerra, co quattro guerra a Vi- , ¦. r ,- T i- r • r 1 ~r ¦ • mttu«, nula caualli icorlo in Italiajfece impeto fui Tnuieia no, faccheggiando a fuoco, & ferro per tutto douc pa{Taua,& dinanzi la Cittŕ non fenzagran paura de' Cittadini fi accampň. Qual cagione hauefle il Re di mouer tal guerra, io non trouo. I Vinitiani,iquali a quel tempo niunacofameno penfauano, che a co-tal mouimenti, cómofsi dalle fpauentofe nouelle, ri corfero al foccorfo uicino degli Eftenfi, daiquali> hauendo hauuti al curii aiuti leggieri, fubito,gli man dorono cétra a nemici.Ne péfojchei Vinitiani fofle rocótentifolamétediqfteforze, cheinuero erano deboli, ma molte genti anchora nel primo tumulto , furono fcritte nella citta.Béche gli autori,che io ho .j jrfftantt ueduto, ciň non ponsano.Hora ii Duca,intefo la uč fiinf^inetia nuta de Vmitiani,lalciato 1 anedio,ando lui Cctado isr Jaccbeg- di Beliuno. I Senatori in tato cómofsi da qfěajngiu i?*ti. ria,fecero prédere i mercatanti Thedefchi, ch'erano aVinetia,& lelorcofemefle inpublico, efsi furono incarcerati. Apprelloafloldarono Giacomo Caual- -v lo,huomo in quel tempo efperto nellarme,& lo fe- cero Capitano di tale imprefa. Ma métre quello nel la Cittŕ fi faceua, Pietro Hemo Podeftŕ di Triuigi mandň una fquadra di cinquecento huomini afac- cheggiar LIBRO QJ/INTO. 191 cheggiar Feltrini, & Bellunefi, & que fti furono ca-ualleria & fanti a pie. Iquali lotto la guida di Marino Soranzo eflendo fcorfi fu'confini de'ninnici per faccheggiare ,& facendo alquante correrie,& prede per paura de Barbari3iqiiali haueano intefo efler ma dati córra di loro,fi ritirarono I luogo ficuro. Giaco mo hauutalacódottadellesentijUéneaTriuigi.do "f . « ¦ \ 1 fc . ' . r & ' - Hallo (tňlta. uč tanto indugio, che ragunati per tutto 1 foccorfi mc{a (errrit ridufle l'eflercito al numero che intendeua. Et con de'viniti*~ diligenza,prima s'accampň a Vnigo, do ne con e Bar «»• bari facédo giornata,&molti di loro uccifi,feguitň il camino fine alle ferraglie del uincitore.Giace oltra i capi di Feltre una ualle ftrerta,per laquale corre co molto impeto Anaflb detto la Piaue. Dalla parte di ritta,doue egli ueloceméte corre,cofi ftringe 1 mňti : di Feltrc,che quafi lafciaun breue fpatio di uia>&qfi fa un guazzo . Eflendo adůq; rotto il lato del monte fino alla riuadel fiume, un muro antiquifsimo ferra le ftretture de' luoghi, lequali hora fono dette le fer raglie del uincitore. Di qui anchora ribbatuto il nimico, i Vinitiani fcorfero ŕ quefte ferraglie , & coti forte efpugnatione riduflero il luogo nella loro po-deftŕ. Dicefi,che in queir afledio molto ualfe l'ope ra di Gherardo di Camino.Quiui lafciato il foccor-fo,& pofto il campo a Feltre, faccheggiň le cale vici ne,& dato il guafto al contado, affaito la Cittŕ.Lco poldo fentito il pericolo de' Felcrini,con molta gen te corfe a fuoi per leuargli d'alledio. Alla fama della uenutadel Re, abbrucciate le cale fotto la Cittŕ, le quali dal principio i foldati haueuano occupate, i Vi nitiani andarono a Triuigi. Leopoldo andato a Bel-lun«,intefa la partita de' nimici, hebbe molefto,che gli fofl'e toltal'occafione del combattere.Riuoltato adunque a quei luoghi,che erano flati fuoi, per ricu perarli, tétň prima feuar il prefidio de Vini» iani della torre Baldina, laqual nella efpugnation di Feltre craftataprefadalCauallo. Ilquale intefo ilcófiglio de' i 1/ figliuolo del capitan» de Vinětiam. frtfo c»n mal ti nitri. Tregua, fai ta tra Lt» f*ldo(? Vi miti Ani. 1.4 C4gě$rtt per l aquale fi fece la quarta guer ra con Gent uejt. DELLA SECONDA DECA de'nimicijmandň il figliuoUgiouane di molto cuore con alquanti foldati a difefa della torre. La cui uč nuta conofciuta dal Re, partito di Belluno,fopra giunta quella fquadra , che non s'era aueduta , Se abitandola rupe,& mife in fuga il Capitano del foc corfo con cento,&piů ualenti huomini, oltra l'altra moltitudine uenne nelle mani de nimici. Ma quelli prefifubito furono lafciaci con obligation di fede, che tra pochi giorni,fe la pace in tanto non fofTefe-. guita,tornarebbono ŕlui.Dipoi hauutala torre,Leo poldo ridufFele genti ŕ Belluno.In quefto flato era no le cofe de Vinitiani}quando per opera del Re con Leopoldo fu fatto tregua per anni due.Tra quefto,(ě come fono mutabili gli ingegni de gli huomini,il Re un'altra uolta alienandoti, con Genouefi, & col Patriarca d'Aquilegiaj& il Carraro fece lega contri Vinitiani. Onde i Senatori, uedendo apparecchiarfi occulta guerra contra di loro, & quafi efler finite le tregue,hebbero per cofa di grande momento fermar la pace co Leopoldo,acciň 1 un medefimo tempo nň follerň aggrauatida tante guerre.Onde ladimanda-rono,& l'accettarono in quel modo che poterono. Et fimilméte reftituiti tutti i luoghi,che eflě haueua no prefi , & liberati i mercatanti Thedefchi, & altre cofereftituite,mandati ŕ quefto effetto Leonardo Dandolo,& Pietro Cornaro, fi pacificarono col Da ca . Ne molto dipoi incominciofi con Genouefil» quarta guerra,laquale fi come fu la maggiore^ la piů importante di tutte quelle,che i Vinitiani hauef-fero infino ŕ quel giorno,cofi piů copiofaméte č fta tadefcrittadagli autori,chehabbiamo letto.Mapri ma,che io ŕ raccótarla incominci dirň la cagione del rinouarla.Teneualo Imperio della Grecia Calogia ni,huomo amiciflěmo del nome Vinitiano. Qjjeěti, tra sii altri figliuoli,ch'egli haueua>hebbe Androni-cOjilquaie cótra il padre congiuridojfcopcrto il trattato di ordine fuo fu pnuato de gii occhi,& bidito di. Pera, LIBRO QJVINTŇ. i9a Pera.I Genouefi;che giŕ di prima haueuano hauuto molefto,che i Vinimnifofleroftati da Cŕlogiani lor preferiti,primadiedero opera,che'l fanciullo fof fé da Medici curato diligentemente, & poi hauendo egli in gran parte ricuperata la luce, lo inftigarono, che doueffe occupar l'Imperio del padre. Il giouane audace,& maluagio non ricusň l'inganno, & con l'a iuto di quelli di Pera,che quafi tutti erano Genouefi Cubito contra il uecchio padre, & gli altri Tuoi congiunti fece impeto,& gli tolfe 1 Imperio,& tutti i pa renti con le loro famiglie fece incarcerare. Alcuni di cono Calogiani efler flato cacciato dell'Imperio da Cantacufinojhuomo Greco , & reflituito nel primo flato per opera di Francefco Catelufio Genouefe,8c per quefto hauergli dato in dono Lesbo Ifola hoggi ..detto Metelino. Male hiftone,cheio feguoafferma no Andronico efler ftato autore di quel mouiméto iquali piů uolentieri per quefto feguito,perche č ma nifefto,che'l giouane infieme con Pera, & Genouel» dipoi fu combattuto da gli amici del padre. Haueua promelfo dal principio Andronico l'Ifola di Tenedo ŕGenouefi. Et per mantener loro la fede fcriffe ŕ quelli che teneuano in guardia la Rocca,che deffero quella con tutta l'Ifola ŕ Genoucfi,& per quefto ef-feto due galee di Pera furono mandate ŕ Tenedo.Ma il Caftellano della Rocca, & gli habitani non fi mof fero perle lettere di Andronico,anzi rifpofero,Plfo laefferdi Calogiani,& non del figliuolo,& che mai non lo darebbono ad alcuna perfona,fe colui,di che ella era,non lo comŕdaife .Dicefi, che efsendo lo fta to tranquillo , fu importo al gouernatore , e ŕ gli Isolani ,che fé per alcun cafo il uecchio folle cacciato, a niun deěTero il poiFeffo dell'ifola, eccetto ŕ Vinitiani. Quelli di Pera , perduta la fperanza di hauer Tenedo, fubito andarono A Coičantino poli . Era Proueditoredel Golfo di Vinetia Mar-co Giuftiniano , ilquale intefo il cafo di Calo, ii . DELLA SECONDA DECA giani, & temendo, chele galee Vinitiane , iequa li erano ufcite con mercatantia per il uiaggio-del mar Maggiore, non riccueflero da Genouelěin quellanouitŕ qualche danno, accompagnň quelle fino all'ufcir di eflb mare. Et fcorrendo lo ftretto ar riuo ŕ Tenedo,|> quiui afpettare ŕ tépo nouo il loro ritorno. Cofi flette in quel luogo Tarmata il uerno. Dipoi fui principio della Primauera, riceuute le dee te galee,allequali s'era fatto incontra al braccio di s.GiorgiOjritornň ŕ Tenedo.Q^uiui moftrato il peri colo a. gli Ifolani, ilquale da Genouefi,& d'altri lo • xo fopraftaua, col cóientiméto di tutti hebbe dal go uernator della RoccaTenedo,& tutta l'Ifola.Et per guardia di quella lafciato Donato Trono, con alcuni altri,il Giuftiniano con tutta l'armata uenne ŕ Vinetia. I Genouefi intefa l'alienatione deirifola, con l'antico odio,& inuidia(perche lor pareua,che i Vinitiani,efTendo di quella pofieditori,d'indi manzi per niun tépo farebbefecuro ilnauigare ŕ fuoi mercatanti nel mar Pontico)inftigauano con nuoui fti-moli Andronico aflai nimico del nome Vinitiano, a fare ingiuriai quelli, ch'erano ŕ Conftantinopoli. Egli pronto alle oflfefe,pofto in prigione Pietro Gri mani, con altri mercatanti Vinitiani, prefe una loro Barza ,che tornaua dallaTana ;laquale in quei giorni era entrata nel porto . Doppň il ritorno del Giuftiniano,pofcia,cheegli riferě nel Senato le cofe periui fatte,& dell'Ifola nouaméte aggiunta al Dominio Vinitiano, dicefi, che tal cofa uariaméte fuac cettata. Alcuni, mouédofi perii pericolo della guer ra, non lodauano cotal fatto. Altri, conlěderando la oportunitŕdel luogo , quefla affermauano efler fta ta utile operatione.Perciň fu ordinato, che fi man-*^M'°w!°r' daffero due 8alee a difefa dell'Ifola, & Antonio Ve-""htTnfat n'ero»cne in luogo di Gouernatore,la guardale, & torfo dtll'ifo con quello due Proueditori, Giouan Gradinico, U(Ut*ikiIq. Si.PietroCornaro.Etcon queftofoccorfo tenendo l'Iiola, LIBRO QJ/INTO r i?j 4'Ifola,iGenouefi apparecchiate undeci galeen<*n per lor nome,ma di Andronico,con fubito mouimc to,tolfero^ Vinitiani l'Ifola di Lenno , hoggi detta Sralimene,laqualeeflěintefoi fuoi efiere ingiuriati dall'Imperadore , haueano leuata di mano ŕ Greci. Dipoi intorno Pera,& luoghi dei mar Pontico fatta un'armata di uentitre galee, con quelle, & due naui grofle,leuateda Coftŕtinopoli aflaltarono Tenedo, efiendoui prefente Andronico, per ilquale i Geno- uefi uoleuano dimoftrar ,che tali cofe foflero fatte, Era Allhora Carlo Zeno Gouernatore di Tenedo, huomo di fommo ualore , & non era anchor giunto il Veniero,& credo, che poco dianzi eflo Tron fo(Te partito dell'Ifola.Q-uefto Carlo Zeno non folo dife fé le mura,ma facendo impeto con tra nimici, ualoro famentegli ruppe,molti de quali furono morti, & gli altri fcŕparono alle galee.Onde pduteAndronico tutte le momtiňni di guerra.có uergognaleuň lega r,P lee,& partifli. Per quefta cagione {limolati i Genoi- to'da l'ini ueiě,de(ěderandodidiftruggerle forze di Vinitiani, tia.ni aTent perche eflě non haueuano poter di farlo, fecero lega d». con Lodouico,con Francefco Carraro,& col Patriar cha d'Aquilegia.ConofcendoiSenatorijChe atroce guerra córra di loro lě apparecchiaua,fubito ordinor no un'armata di ueti galee, Capitano Vittore Pifani, Et Proueditori Pantaleon Barbo,& Lodouico Lore v}ttwe _P'P* dano . Di tutto il numero quatordici fi armarono ŕ m CaPŁa"' Vinetia,l'altre in Candia . Dipoi,il mefedi Maggip, utc ufcě l'armata,& fu impofto ŕVittore,che non facefle alcun danno, per infino, che non hauefle dinoncia- to la guerra ŕ Genouefi. Alche fare fu mandato ŕ Gč noua Nicoletto da Chioggia,uno de Secretar).L'ar- mata,ufcita delGolpho,& paflando d'intorno Sicilia^ andň uerfo Genoua, nelqual uiagg^io molti nauili de nirnici in pochi giorni furono prefi.Et cofi non dopr pň molto hauendo trauagliato tutte le riuiere del mardifotcojLodoaicodalFjefcojCÓ dieci galee Gč < ' Bfi nouefi DELLA SECONDA DECA nouefi apparechiate a guerra, per leuar cotal uergoi. gna,fi molle contra Vinitiani.Era allhora Vittore ad Antio intorno le cótrade marni me d'Italia, il quale intendendo la uenura de inimici,fubito fi mife ad ordine per combattere^ comandň ŕ fuoi,che ftefle-ro apparecchiati,con Tarme in mano.Et che al fecon do legno tutti fi fermaflero alii loro luoghi>ma al ter zo ferocemente fi moueflero contra i nimici.Giai Genouefi erano fcoperti,contraiquali le galee de Vi ,¦ nitiani fi moflero per combattere in alto mare.Ee ap pena erano uenuti alle maniche Toprauenne una for tuna con fubita pioggia, laqual cofi turbň il tutto, iětntneft. che l'altre galee riuolte,folamente noue dell'una, & l'altra armata combatterono,& in quella fubita zuffa niuno fu quafi,che ufafle faerte, ma con fpade, & afte Erettamente erano attaccati. La battaglia, eoa Crepito di mare,& d'aere,durň quafi per lo (patio di due hore.Finalmente,la fortuna de Genouefi inclina dofi,quattro galee in mezo la pugna ellendo fcampa te,l'altre furono prefe infieme co Lodouico, una del lequali percotendo ne i liti fenza huomini,uenne in poter di Vittore. Furono col Capitano dell'armata •prefi uétidueGentilhuomini Genouefi,& traleciur me,& compagni di galea ottocento, & feicento mor ti.Ne perciň iVinitiani hebbero la uittoria fenza fan gue,percioche moki delle lor ciurme,che haueuano combattuto,furonomorti,& piů feriti, tra quali fu ZaccariaGhifi.il Fiefcho,& altri nobili,con la metŕ de prigioni furono mŕdati ŕ Vinetia,gli altri furono menati in Candia.Ma mentre, che il Pifani appreflo Modone fcorreua la Morea incontrň quelle galee,le quali habbiamo detto,che furono mandate in Cidi* ŕ fornir d'huomini,& feco Vittore aggiótole, andň all'Ifola.Di donde partitofi con animo di prender dieci galee de Genouefi,lequah erano ftate a Cofta-tinopoli il uerno parlato, uenendo ŕ Negroponte, trouň quelle hauerpallata l'Ifola,&«fler andate uer > . (o LIBRO QUINTO. 194 lo Genoua.Et riuolto adietro alquato fcorrendo/e guitňi Genouefi,che fi partiuano, iquali con molta celeritŕ nauigando erano arriuati in luogo ficuro. Mentre quefto nel marfifaceua,ilfignof di Carrara per Tuo nome,&diLodouico haueua mollo guerra cSar"rojf* ŕ Vinitiani ^dicendo non far alcuna cofa contra la fé //' de,ne contra la ragion de gli huomini, fé non hauédo ia rifpetto al facramento del figliuolo contra di esfile il R,e armeprendeua,perciochegli erabifogno,anchora, "'f^^f'J* che egli non uolefle, obbedire al Re Lodouico , per arc,a. */*" efler fottopofto a Jui.Dall altra parte etiandioil Pa- Lem aHerrs triarcha d'Aquilegia haueua loro dinontiato la guer a finiti At», ra.Tate guerre in un tempo nacquero per diftrugge-»re il Dominio de Vinitiani,ilquale non haueua ami-co alcuno in fauore, eccetto Bernabň Vifconte, 8c Petrino Re di Cipri,a foftenere tanto impeto, & fu-ror d'arme de nimici loro. Quatunque non uiarono giamai l'aiuto del Re,& di Bernabň folamente ŕ col* feggiar nel mar di Genoua.I Vinitiani adunque fidi fero con le forze loro,& nň d'altri in tutto il tempo che durň la guerra, che ŕ pena fi hautebbe potuto credere,rimperio poterli conferuare. Ora itv un tépo i Padouani da un lato, & l'eflercito de Forlani dall'ai tro entrando fui Triuigiano, a tutto il contado inco minciauano ŕ dare il guafto . Gherardo da Camino ne i primi mouimenti di guerra,ribellň ŕ Vinitiani,& andň ŕ feruire ŕ nimici, togliendo la Mota Cartello al fratello Riccardo,che per la figliuola di Pantaleo Barbo tolta in matrimonio,fi credeua in quella guer ra douer feguire l'arme de Vinitiani,& quefto fu nel Dominio Vinitiano.Nelle parti di Genoua,i Signori dal Careto con l'aiuto di Bernabň, & de Vinitiani tolfero alcune Cartella a Genouefi. Ne efsi tra qtto tempo ripofarono.Ma,con fubita forza,preferoFa-magofta nobilifsima Cittŕ di Cipri. La cagione di tale ingiuria dicefi efler nata da quefto, che in un (bienne conuito di Petrino giouanetto figliuolo BB 1 del DELLA SECONDA DECA fi etiaa dio contra Genouefi per odio publico,con le cinque galeeafibldate,lequali habbiamo detto efler ftate xnadate dal Re ŕ Vinetia,facendo impeto nel porto, fui principiar del combattere cacciati da Genouefi, fcorferoinalto mare, dotte tanto fi ritennero ,chei marinari,e i foldati Ci apparechiatiero la feconda uol ta.Quelli haueuano pollo aii'incótro tre naui grof fé nella bocca del porto,per impedir l'entrata ŕ nimi ci.Da capo adunque iVi.iitiani con le galee aflaltan ido i Genouefi,non dinanzi come prima,ma da i latr, combatterono il porto, & tato ruppero de'fcogli,& di terra attorno lJacqua.che baftň a far impeto co le galee,lequali entrate nel porto,fubito le naui grofle con li combattenti uennero in poter de Vinitiani,& con quefteprefero le ealee, &nauili, che erano iui forte.Hauuto inqitagunailporto, lubitoi Vmitia^ ni diedero l'aflalto alle tnuradella Cittŕ,& falirono fopra le mura trai gridi ,&lefaettedenimici.I Genouefi,che erano molti nella Cittŕ,fatto impeto co tra quelti,con la morte,e ruina loro li cacciarono di poi di tutto il porto. Molti credettero, che in quel giorno fi haurebbe potuto prender la Cittŕ, fé i Ciprio ti con quellafolkckudme,che ufarono i Vini*-: . _ . B B ^ tiani, DELLA SECONDA DECA těani,dalla parte di dietro haueflero affricato il nimt co. Le Hiftorie Vinitiane hanno quefto,ma nori mancano di quelli, che dicono non Pietro, ma Bu-gon LuGgniano padre di Petrino : & non effere egli flato morto per tradimento de Tuoi, ma Pietro fratello del giouane. Et cheGenouefi non furono offefida Vinitiani,ma per comandamento del Re parte furono cacciati del conuito, parte nella Cittŕ , & nel refto dell'Ifola prefi : di modo, che appena uno ui rimafe, ilqual potette auifarc la Cittŕ di quello oltraggio. Etcheallhora Pietro Frego-fo Capitano de Gemuteli, aflaitando l'Ifola con grofla armata ,fubito prefe Nicofia,co'l Re,&la moglie,& quali tutta l'Ifola fuguaftaŕ fuoco, & ferro, & Petrino conia moglie fu menato ŕ Geno ua:&che in ultimo ritornato conio aiuto de Vinitiani,combattč Famagofla, laquale haueua data ŕGenouefiper ottenere il refto dell'Ifola. Ma in qualunque guifa ciň auenitte, come s'č detto, fendo la cofa tentata con poca felicita, le galee Vinitiane andarono in Soria. Et oltre gli danni, che efle dettero ŕGenouefi ,lortolfero una grotta naue detta Spinaregia,caricadi preciofe mercantie. Dipoi ritornando nel Golphodi Vinetia, appretto Zarra fi congiunfero con l'armata,dellaquale era Capitano Vittore Pifani. Mentre queftecofe,che dette habbiamo,fifaceuanoin Cipro,& in Sona,Vittor con uintidue galee efpugnň la Cittŕ di Cataro,che eraallhoradi Lodouico Re d'Vngheria. Primafu tentato l'animo degli habitanti,iquali,fuperbamen te,& con uituperio relpondendo, fdegnarono le menti de Vinitiani. Perlaqual cofa il Pifani accefo d'ira, pofte le genti fui" lito , affittola Cittŕ per foc za. I marinari,& compagni con tanto ardore fi fe- cerofottole'muracon inftromenti di guerra,chein brieue in pallarono dentro. Prefa & taccheggiata: la Cittŕ) quelli» che erano ŕ difefa della Rocca» ifpauentati LIBRO QUINTO. ' 19$ ifpauentatifi refero. I foldati, &le ciurme lě ar-fricchirono di bottini. Fu ifpedita una galea ŕ Vi» netiaper nontiar tal uittoria. Il Pifaniaccrefciu-ta l'armata : laqual giŕ «ra de uenticinque galee: perche fi dicetia le galee de Genouefi auicinarfi in Dŕlmatia : lequali erano fiate mandate , iě dice-ua,per ferrare il porto di Zarra,& non folo roo-leftafleroil Golpho de Vinitiani, ma atrchora tutti Slitiuicini,quanto puotelontano dalla Cittŕ,deliberň d'incontrarli co'l nimico, che ueniua . Si che appreflb Taranto i Vinitiani giunterň i Genti- • ¦uefi. Percioche fcorfi quafi a Napoli, intefero Tarmata . . n i • • 1 r Parte fatta batterc,comecohu,a cui pareuahauer poca iperaza cia Ł<,„„,„,Ł di poter fuggir.& fubito riuolto cňtra Vinitiani,qua *fy fu^irtU li comecóbatter uolefle,tutn gli ftrométi, che fi fo- ftnitunu gliono apparecchiar ŕ battaglia,comadň che fi dimo '.¦-¦>' JJB 4 ilraflfero 2.-: DELLA SECONDA DECA itraffero nelle galee. Vittore uedendo quefto fi fermň,& comandň ŕ fuoi, che prendeflero le arme per combattere.I Genouefi,quando lor uidero apparec chiaci ŕbattaglia, & che le ciurme erano graui per il pefo delle arme,& le galee in tali apparecchi im-pedite,diedero fegno ŕfuoidel fuggire. Hauerefti allhora ueduto l'una ,& l'altra armaca mouerfi, ma diuerfamente.Quella per hauerei marinari ifpediti pareua,che per il mare uolafle. Quella era tarda per gli impedimenti delle arme.Onde il nimico,hauen--/ dofpatiodiallontanarfi.andňuerfo la Dalmatia.Il Pifani, perche i] Vinitiam niun porto haueuanoin quei hti,tenendofi dall^i parte mŕca andň uerfo Puglia.Fra quel tépo ,doppň la battaglia di Cataro,di ordine de Senatori furono armate cinque galee,le-quali infieme con quella,che haueua portata la nuo jia della uittoria,ufcite del porto di Vinitiani,per co giungerli con l'armata^'incontrarono appretto Bri y fone in tre galee Genoueil.Lequali erano fcorfe alquanto per lunghezza del mare non fenza danno de Vinitiani, & haueuano prefi combattendo non pochi legni carichi di mercantial I Vinitiani quelle uč dendo di lontano , fubito drizzarono il corfo con,-tra nimici,defiderofi di uendetta.I Genouefi , fenza traporui dimora,fi diedero alla fuga . Ne prima cef fo l'uno di feguitare,& l'altro di fuggire,che arriua-rono inanzi ŕ Zarra.Allhora laTciato il nimico,le ga lee Vinitiane andarono ŕ Brandizzo. Quiui inte/o, "DeUrětůone c'ie l'armata Genouefe ftaua ferma in Dalmatia,fi del porta di ridiiflero in porto, temédo,fe piů oltre n'andaflero, Brandito, di edere prefi da nimici.Il porto di Bradizzo,čnatu ralmente grande,& molto commodo.Nella fua boc ca molti, & uarij Peni fi chiudono,iquaii ŕ ninna for tunadi mare fono foggetci. Alcuni Golphi.ui fono molto diletteuolijde quali ciafcuno da alle naui fer ma.& ripofataftatione,& lafua formačfimile alle corna d'un Ceruo.Onde dicono efier detta la Cittŕ LIBRO QUINTO. t97 fla quefta fomiglianza, perche il Ceruo in lingua .Meflapia fi chiama Brundufio.Le torri adunque,che fono attorno lebocche,hauuteda Caftellani,i Vini tiani le fornirono di buon foccorfo. Poi dalla parte la malignitŕ dell'aere inferma rono ŕ morte, & giunti alle cale loro, come fi dice morirno.Tali furono leimprefedi terra di quella e-ilate.Sei galee Vinitiane ritornate dalla imprefa,ap-portaronoa VittorProueditordeirarmata,qualee-ra ŕ Zarra,le galee Genouefi effer nel porto di Traiě. Vittore andato per opprimerle, & portato ŕ calo a Sibenico Citta marinaci parue di cóbatterla.Nódi*-menojprima uolfe tétar l'animo di Cittadini,fe uole uano ritornare nella obedienza de Vinitiani, ouero prouareleloro forze.Furono mandate tregalee:le-quali hauuta la fede publica,entrate in portň,fecero la loro ambafciata ŕ i primi della Cittŕ.Da iquali fu-perbaméte fu rifpofto,che no douefěero fperare,che eflě (ě rendeflero giamai : ma che lor conueniua ufar '; l'arme,& non parole fé uoleuano la Cittŕ. Moflb il Pifani per la fuperba rifpofta di quelli,có tutte le ga-leeicominciňŕdareraflaltoallaCittŕ.Et fubitoen trato nel porto,comandň ŕfuoi,che fmontaflero in terra,& ualorofamentes'accolča{reroalle mura.Tan to fu l'ardore,che le Scale in piů luoghi furono po-ite alle mura,& forato il muro,?poco fpatio hebbe- Sibenieo per ro la Cittŕ.Gride uccifione fu fatta de gli habitat». fotxa prefo Ła maggior parte de Cittadini co'rěgiiuoli,& le mo-. ^imtl*~ gli andarono nel Palazzo .Qiiiui alquanto fu com- m* battuto : &. anchora ifpugnato il Palazzo,& in ogni feflo & etŕ fenza differenza ufarono crudeltŕ, molti furono tagliati ŕ pezzi, & alcuni dalla parte di-fopra del Palazzo furono gettati ŕ terra. La Rocca, in parte della Cittŕ era affai per natura,& o-pera : forte allaquale anchora molti erano fuggiti . Quefti fidandoli nella moltitudine , fatto impeto contra Vinuiani,in mezzo la Cittŕ hebbo» ro ardire LIBTtO QJfINTO, 198 ro ardire di combattere . La battaglia fu uŕria 8t quiui alquanto maggiore, che in altri luoghi. I Vi* nitiani,& li Schiauoni furono aftretti ŕ tornar nella Rocca. Il Pifani per buon rifpetto fi rimafe di com- ' batterla,temendo,che mentre fěefle occupato, il nimico fcorrendo non occupaffe il porto di Zarra.Dif fatta adunque,& abbruciata la Cittŕ menati uia mol ti prigioni,& molta preda portate alle galee,per una galea fecero intendere ŕ Vinetia la efptignatione di $ibenico,agciungendo efler loro bifogno di foccor-fo.Di qui richiamate le ciurme alle galee,Vittore an dň uerlo Trau.ll porto ha due entratcuna uerfo Le uantejl'altrauerfoPonente.L'una,& l'altra i Geno-uefi haueuano ferrate con tante macchine, & ripari, «he i Vinitiani fpauentati,uerfo quella,che guarda a Leuante furono aftretti ŕ ftarfi fu l'ancore . Non fi trouaua allhora tutta l'armata de Genouefi , hqualc hauendo molti foldati pofti in terra,accio in piů luo ghi moleftaflero il nimico.Dicono,cheŁ quei gior- fattegli* f* ni fi fecero alcuni leggieri combattimenti tra fanti ta* 'f*** ŕpič,ma non degni di memoria.Finalmente Vittore impaciente della lunga dimora,fi diede ŕ combatter la Citta.Le fue forze allhora uane riufcirono,perció che i Vinitiani non hebbero la terra, ma con molto fangue furon cacciati alle galee da Genouefi,de'qua-li gran numero era alle mura- Mori in quella pugna Luca Valareflb Gentilhuomo Vinitiano. Vittore uč dendo il principio non fuccedere , perche giŕ erano mancate le uettouaglie,ne poteua fperarne dalla Cit tŕ,nella quale era careftia di biade, lafciato l'afledio un'altra uolta andň ŕ Zarra, & quiui {landň fermo» piů tofto teneua la Cittŕ in arme, che potefle oppri* merla.Okrediquefto mandň anchora dieci galee a if * * DELLA SECONDA DECA ifpiar l'animo de gli Albanefi. Liquali fmarriti prima p il cafo de Catarini, dipoi de Sibézani,fi referň. A1 difefa della Cittŕ fu mandato Podeita Francefco Contarini. Intefo ŕ Venetiailleuar dell'afledioda Trau,i Senatori fecero armare cinquegalee,& caricatole di uettouaglie,le mandarono a Zarra al Pifa-ttdpi «^imponendogli •>che di **ubito tornafle ŕ Trau, ne fJniy ihetor- di la fi partiife,fe prima non efpugnatia le galee,ch'e-matteŕ Tra», rano in porto,ň con arme,ň con afledio. Ma i Geno-uefi doppo quella prima battaglia:con alquato mag gior ftudio,che prima, haueuano fortificato il porto . La onde auenne, che anchora quiui fu il nuouo sforzo coli uanOjCome quello, che habbiamo detto difopra.L'armata,ftando fopraleanchore alquanti giorni, circondň il porto . Ma il Pifani fu aitretto ŕ partirfi,fenza che facefle alcun effetto,fi per la fame, come per il freddo : perche giŕ s'auicinaua il uerno. partito fi ridufle in Hiftria: di donde il Pifani fcriuen do ŕ Vinetia,chiefe al Senato,fé era difuouolerej che quel uerno ntornafle ŕ Vinetia con tutta l'arma mMnt0 tu ?a,o pure,che reftafle fuori. Piacque al Senato, che Jifayata la per eflere il nimico uicino, l'armata pure inuernafle, * -Qjtanto fu & occuparono, gridandola Torre,& i muri del por- perduto da to,poicorfero ŕfaccheggiarle galee . IVinitianij ^tmt'Jn'K ch'erano foprai muri della Cittŕ, sforzandofi di lan ciar dardi contra n»mici,fu 1 or uietato,che ciň facef-fero da i terrazani,dkendo mora,chi uoleua co qual che nuoua ingiuria accender contra loro l'ammode Genouefi. La onde qlli allhora ueggendofi traditi,n" rimafero.I due legni ridotti fuori del porto,l'iin cari co d>arme,diniz.i la Cittŕ abbruciato, & quello', chfr haueua le mercantie foreftiere, fu menato.uia da ni- mici. DELLA SECONDA DECA mici. Quella ingiuria non poco turbň l'animo de Vinitiani.Ma,aggrauatidatanteguerre,péfaronoad altro tépo differirla uendetta,ne allhoraputo fi mof {ero contra quelli,che n'erano flati cagione.In tato Vittor Pifani era fcorfo i Puglia,& fi caricauano i na uilij Vinitiani di formento, parte in quel di Barlcta, parte in Manfredonia.Quelli,ch'erano ŕ Barlera per poca cofa uenuti alle mani co li terrier!,quafi incor-fero al pericolo dellauita.Maladifcordiafu acqueta taper opera de1 capi delle ciurme.Fornito fěnalmétc il carico del forméto, eflendo giŕ Tarmata Vinitiana partita di Puglia: quindici galee Genouefi nel mare, andarono cótra il Pifani,alla prima uifta del nimico, comprefe egli fubito nell'animo, con qual forte di battaglia haueua ŕ combattere, cioč tumultuaria, 8c f«rr« f*u quai iuole d'improuifo.Sapeua nň hauer potuto in-^trě^GtwuA ^urre * cóbattere i Genouefi,iquali egli hauea giun-& VěnilM- tl appreilo Taranto,quado non potč ne per numero i«. di galee, ne p altra cofa migliore tirargli ŕ ferma bar taglialomadň adůque alle galee, che h poneflero in arme. Venuti al trar delle faette,l'una, & l'altra arma cadi lontano fi rifpondeua.Morě in quella pugna, de Genouefi uno, che era in luogo di Capitano, il cui nome nň fi legge nelPhiftorie Vinitiane, ne in altro auttore,che io ueduto habbia. Vittore fu ferito d'una faetta.Vedendo i Genouefi, che la fěnta di quella ,- battaglia loro nň era giouato,córědandofi nella pre- ilezza delle loro galee,!afriato il cóbattere3andaro-no in Dalmatia,leuadofi a Vinitiani di uiiěa,& finalmente co lor comodo fi fermarono nel porto di Zar ra.Il Pifani giunto in Hiftria, ridotta l'armata ŕ Po-)a,mŕdň ŕ Vinetia alcune naui cariche di formento» Mentre, che quefte cofe di fuori fi faceuano, nuouc galee ben armate furono dal Senato mŕdate ŕ molestare i luoghi del mardi fotto,& diceuafi, che i Ge-nouefi non haueuano fatto apparecchio in Genoua d'alcuna galea. Era allhora la Priraauera, quando le galee LIBRO QUINTO. 200 ^alee Vinitiane andarono in alto mare, e tutta quel laeftateinfieme con l'autunno, & gran parte del uerno fletterň fuori, & diedero molti danni 3 nimi-ci.Il Pifani mandate,come riabbiamo detto, a Vine-tia le naui cariche,era riinafo a Pola con uent'una ga iea. Cinque di quelle erano piů grolle delle altre,on de per farle piů atte al combatter (perciň che era bi fogno di fpal marie) le fece tirare in terra. Tra que-ito le galee Genouefi, che erano quattordici, Cubito, apparuero forfč un miglio lňtane del porto. Gli huo mini, ch'erano in qiielle,mollrando rarme,inuicaii3 no i Vinitiani a cóbattere.Erano uenute in quei gior ni a Genoueiě dieci altre galee a Zarra in fuppliméto dell'armata uecchia, del giunger dellequali i Vinitia anchora niente fapeuano. Il nimico le haueua na-fcofedrieto il monte uicino al porto, & haueua im-pofto, che attaccata la battaglia, a poco a poco riti» radofi a dietro, tiraflero quelle de'Vinitiani appref-fo lo aguato,indi le altre ufcédo gli aflaltaflcro d'im-|>rouifo,eflendoquellefrefche, & quelle in gran par teftanche.il Pifani,fofpettando Tempre di qualche jnfidia, hauendo dinazi gli occhi tutto il numero del la prima armata, comŕdň a quelle cinque, ch'erano in[terra,che fi apparecchiaflero all'arme. Egli in tati to col refto dell'armata fi molle cótra il nimico. Fe-roceméte per l'uno,& l'altro fu combattuto,& la uit toriaeradubbia.Q^uindi la galea del Capitano de-Ge Rntude'Vi lěouefi ifeontrandofi co quella del Pifani,con la mor ™tUm ncll* te di Luciano Doria, ilquale era ftato ferito da Do- t0Ł**dt di nato Zeno, la galea fu combattuta, & uinta.IGe * "' nouefi non tanto per paura, quanto per l'ordine po-flo a poco a poco fi ritirarono indrieto . Giunti al luogo delle inficile, allhora gli alcoli con ftre-pico,& gridi dimofirandoli, mifero gran fpauen-to a Vinitiani. Ma con cinque galee, che erano fui lito dal principio apparecchiate per cóbattere (per-» che giŕ ufeiuano del porto) non eflendo niente ri-» «,- meflo <¦¦- DELLA SECONDA DECA meflb l'ardore della battaglia, Vittore afpettň (Teucramente la furia delle galee. Ma quelle cinque,ch'e-ranoperdar foccorfo,ueduto il numero delle galee Genouefi,& i fuoi da quelle efler circondati,fchi fando la battaglia, fubito drizzarono le prode uerfo Vinetia. Allhorai Vinitiani incominciarono hauer la peggiore.Onde il Pifani di mezzo la pugna ŕ fati ca ufcito,lafciando la uittoria ŕ nimici, ancnora egli j g co celeritŕ fi fuggě uerfo Vinetia. Quindici galee Vi Ueprtfe. nitiane con tutte le ciurme uennero nel poter de Gč nouefi.PochiflěmijUedédo la giornata perdutaci fai— uarono fu i liti uicini.Dicefi,che in quella pugna fu-ron prefi due mila huomini, tra quali furono molti nobili. Gli altri parte morti, parte feriti . Hebbero quella tal rotta il mefe di Marzo, per laquale quafě tutte le forze del mare i Vinitiani pdettero.La nuo-ua di fi graue rotta apportň gran triilitia alla Cittŕ. todemdtlon II Pifani,& gli altri fopracomiti delle galee, perche del Pifani e haueuano lafciato la pugna, furo«o dal Senato con-v" * dannati,& fatti mettere in prigione. Quelli, perche abandonando i fuoi, erano flati cagion della rottas Vittore,perche era andato ŕ cóbattere, fenzahauer hauuteleconfuetefpie. Il popolo hebbe ŕ molefto lacódennagiondel Pifani, & molto piů la uergogn* della carcere;& diceuafi, che piů tofto per muidia di al cimi nobili,che perche egli ciň rnentafle,era pofto in pfigione.I Genoue(ě3per una profpera pugna alza ti in fperanz.adi maggior uittorie, riuoltifi ŕraccon ciar le galee,che non poco in quel combattere s'era norifentite, riarmandole Vinitiane, che haueuanp prefo,con l'aiuto de Dalmatini,in breue tempo fece ro un'armata di quaranta galee.Ma prima,che a Po-la i Vinitiani haueflero quella rotta,feialtre galee e*-rano partite da Vinetia ŕ danni de Genouefi, pur nel maredifotto.Qiieftetrouandofi 1 ontane da Vinetia con quelle,lequali non molto prima erano parti-te, dellequali erano Capitano Carlo Zeno, nel ri* ' : manente LIBRO QUINTO. *o, manente dell'anno per infino ŕ mezzo il uerno,nel-qual tempo giŕ era perduta Chioggia,hauendo felicemente fatta la loro imprefa nel mar di fopra, & di fotto,dal Senato furono richiamate. In tanto i Gč- f! nouefi,eflendo hoggimai abbondati di molte galee, tra lequali fedici ne haueuano tratce da Zarra, prefe ro in un tépo Humago,Grado,& Cauorle , dipoi die dero la caccia ŕ una naue caricaci mercatatie infino ŕ Vinetia. Et giŕ era quafi nel cofpetto della Cittŕ, quando Thomafo Mocenico di cui ella era mancŕdo gli giŕ il uéto,& Tacqua,poi che fu un miglio appref 10 ě i liti,egli con quelli,ch'crano feco,per eflergli il nimico adoflo,montato in un picciol legno fi ridufle a Vinetia faluo.Onde tre galee Genoucfi quella fu-bito pfero,& faccheggiatoladinazi gli occhi di mol tijCh'eranofu'llitOjl'abbruciarono . Non hebbero maggior uergognain quella guerrai Vimtiani , ne piů li turbarono, che quel giorno, ueggendo ěnlor prefenzadipredare,& abbruciar quefta naue. Onde» di merauiglia,& di paura fmarriti,non (ě mollerň per darle aiuto. Dipoi,partiti i Genoue(ě,aflaltarono Pe-leftrina, laquale,per paura della guerra, era in maggior parte abbandonata, & la preiero, & abbruciaro-no.Dipoi andarono ŕ Chioggia,doue fmoncando ne liti prefero quella parte della Cittŕ,che guarda t Le uante laquale gli habitanti chiamano Chioggiapic- gg cola,eflendo lěiriilmente abbandonara,& lubito cut- *^'u ěrei* le cafe,che erano in quella,abbruciarono;le gčli chi eranoŕdifefadeIlaCittŕ>mo{Iei>taIe IgiunajCÓtra quelli fecero impeto.1 GenoueH li foftennero oltra 11 ponte,onde dall'una^ l'altra parte uatorofamen-te fu combattuto. Ma fopr'abondamlo la moltitudine de nimieiji Vimtiani rotti, & feriti furono caccia ti nella Cittŕ.I Genouefi ritornarono alle galee, de andarono uerfo Ancona. Et quiui tanto dimorarono,che i marinari ripofaflero i loro corpi. Dipoi co molta allegrerŕ ftra&inaxido per le acque le barv- CC dierc DELLA SECONDA DECA cliere de Vinitiani,che erano ftate prefe ŕ Pola,ritor alarono ŕ Zarra.E' fama,che i Genouefi hauerebbo-» no facilmente potuto prendere Chioggia in quel giorno, nel quale abbruciarono quellaparte ,,fe ha-weflero intefo le qualitŕ del fito.I Vinitiani molefta ti da tanti danni3doppo,che h-ebbero con molta dil* genza considerate le forze della Cittŕ parue loro di non trouarfi tato onde fi poteffe apparecchiare ta» ta armata,che fecuramente, fi potefFe mandar con-tranimici, & queftoaueniua per la ratta, & perle perdute galee pochi giorni adietro. Et perche alcu-r rie galee armate erano giŕ partite, deliberarono di aflěcurarlaCittŕ.Adifefa adunque del porto fecero armar quindeci galee.Capitano Thadeo Giufti-» niano. Ma in quel momento di tempo appena fei fi poterono fornire compiutamente,per la penuria de marinari , quafi tutti ricufando d'effer ferirti dal _ . ' Senato,per cagione della prigion di Vittore Pifani, Taro Vittori JI°iua'e era amato da tutti. Il porto m queita gu»fa Vifc'ů ti ^u fortificato. Prima dall'una, & l'altra parte furon marinari. tabncati due Cartelli di groffi legnami, Altri dico-ro^che allora furono fatti quelli, chehoggidiueg-giam di muri.L'uno,& l'altro fornirono di gri qua titŕdi freccie,& d'artiglierie3pertenerei nimici loti tani.Dipoi fu attrauerfata una catena di ferro a tre ftnthe mndo doppi fopraduriffimi fandoni( cofi fon detti alcuni ilportq f» nauilii difconzi )ciafcun de quali furon fermati con sieme coMa °ue ancore accio no li moueilero pii batter de 1 ac Umtcco. que,& haueuano alcune punte di fero drizzate con tra il nimico. Appreflo,dairuna,& l'altra parte pofe roforte,&buoniflěmadifefa.Trenaui grofle furono pofte inconto alle catene,laquali legate infieme con forti legature,& diflefoui fopra gratic»,diedero forma d'un fteccato,e fortezza inefpugnabile. Vna profonda fofla fu tirata dal mar alle acque di détro, & alla chiefa di fan Nicolo, ch'č fu'l lito,& meiroui d'intorno ripari di legniami ,& d altro a ritenere • l'impeto LIBRO QJVINTO io» l'impeto de nimicě, iqual i poteuano uenire da Mala mocco.Driiarono anchora un cartello appretěo Ma lamoco,alladifefadelquale furono polle duenaui coperte,& molte genti,accio inimici non fcoreflfe-ro nelle acque con pericolo della Cittŕ.Fu Capitano di tutte le genti,cheiuihebbero,il Cauallo Ve- Canali» Vt. ronefe. Et coli ferrati i porti, Thadeo Giultiniano ror-e\t ¦ Cap-Capitano dell'armatajhora haueua il fuo allogiamé '*''* " ur~ to fuori di ripari,horŕ di dentro. Alcune altre galee rhnitt » Gě» ilauanoapparechiŕteŕibifogni,con uettouagliadi Rimano Ca~ molti giorni,afpettŕdo il fegno,qn fuflfe bifogno di p'tanod* ma andare cétra nimici. Ne efli Genouefě in tata bella re' occafione ceflarono, ma co qrŕtaotto galee& altri minornauilii,Capitanio Pietro Doria,partédofida Zaranelmefed'Agofto,& fcorfi oltralaCittŕcó fu bita furia entrarono nel porto diChioggia,ilqle pfo fubito l'armata s'auicinň allaCittŕ.U Signor d'Car rara ilquale giŕ per adietro,come cófederato de Gč nouefijhaueiu intefo la uenuta di quelli, & per que ilo haueua apparecchiate genti,& nauilii,fapendo i Genouefi efler giunti,& quello , che era feguito attorno Chioggia,uenne co molti nauilii,che fon det ti ganzariole, per il fiume uecchio della Brenta cq profpero corfo , fino alle fortezze, che i Vinitiani haueuano,non molto lontano da un luogo chiamato Monte Albano .Mauedendo,chenou fenzamoj to contratto, & morte fi poteua efpugnare il luogo accio non mettefle tempo in mezo,fece un*opra degna ueramente di memoriaj&di foramo Prenci-pe.Percioche pof^oui al lauoro molti cotadini,dal la pnmahoradel di,fino ŕ mezzo giorno fece fare una fofla di cinquecento pa(Ta,per infino ne! canale detto d'Hafariolo,tŕto jpfonda,che facilmente i na uilii,co tutte le géti daq'lla parte furono códotti,& tra poche hore il pfědio diHafariolo fi refe.Giouŕni Ciurano, co molti nauihiiql medefimo giorno ma dato da Vinitiani ŕ impedire i mouimcnti del Carra CC t roj DELLA SECONDA DECA fo,uenuto feco alle manico trattenne dal fuo ordinato uiaggio'jfino ŕ notte.Dipoi cflo Ciurano, oue ro per paitra,ouero piů tolto per negligenzajlafcia-tarimprera,pafsňŕChioggia.U nimico traquéfto, con fuo agto,fi congiunfe con l'armata de Genouefi con tutte legenti,& uettouaglu, lafciato all'ufcita del fiume foccorfo,& il luogo fornito,accěo il naui-gare foife ŕ i fuoi uedendo, che ftauanoindarnojdeliberarono in un tempo có-battere il Cafteělo,& la naue. Tratte adunque fuori ŕeě porto dodici ganzariole,fcorrendo alquato d'ut torno, s'accollarono ŕ i liti di Chioggia piccola, & quiui accortatele hauendo condotte gran moltitudi ne d'hu omini per certi luochi eleuaci che fopraftaua no ai liti,con ette conduilero loro nell acque pm adentro. Et ordinarono alcune machine in effb lito accio,chedinanzi3& di dietro,& da fianchi in un té-pň ftancairero ediffenfori. Alcunegaleeanchora de Genoueh",entrateperforza,moleftauano i Vmitia-ni con dardi, & sltriinftrumenti da trar con mano. Onde eifi offefidiuerfamente,& non potendo fofte nerqueH'impeto,per eiěerpochi,abbruciato il Ca-těello con la naue,accio nň folle ufato da nimici,en-trarono nella Cittŕ. Padouani, & quelli, che erano fu i litiairfcontro,quado uiddero i Vinitianě ritirar fi gridando diceuano, che erano rotti, Se fuperati li feroci animi di tal géte,& che tutti farebbon ucciu". Ma quelli mifero alla chiefa di fan Dominico cócra loro ch'erano uicim,tretiaui grofle,mclto ben fornite d'hiiominiySid'arme.Et quelli,ch'erano ŕdifefa della Cittŕ,tofto u lei ti fuor da qlla parte, dallaqua-Je il ponte era tirato dalla Citta ŕ Chioggia picco-la,n'andarono cótra nimici.La battaglia per alquan to fpaciofu uguale.Ma p?r la moltitudine de'niměct iquali (ědice che furono ucntiquattro mila,i Vini- C C 3 tiani DELLA SECONDA ETECA tianě furono cacciati nella Cittŕ, perduta l'altra pa/ te del ponte.Era in quella, oltra i terrieri, tre mila^ & cinquecento armati,! condottieri,& capi de quali furono Baldo Galutio Bolognefe,Nicolo Galliani co,Hirco Pifani,& Nicolo Darferio, huomini in ql tempo di gran nome,Pietro Hemo podeftŕ,Proue-ditori Nicolo Contarini,& Giouan Mocinico.Di-poi Chioggia fu combattuta con due aflŕlti, & benché il primo fuflc crudo,& faticofo,fi come quello, che durň dalla mattina infino alla fera,non dimeno la Cittŕfidiflfefe.Maal fecódo affalto i Genouefi in lieme con li foldati u'entrarono dentro . Dicefi,che eflě alle forze aggiunfero arte, laqual fu, che pofto fotto il ponte un picciolo nauilio di fecche legna,& attacatoui il fuoco,& quello ardendoci fumooccu pň il fiato di quelli,che combatteuano dalla parte di Ěbpra,&per il calor,& fiamma di quello i Vinitiani furono aftretti ŕlafciarladifefa.Non cersň in tanta occasione il nimico.Maprefo unauoltail luogo,in-calzandoi Vinitiani,mefcolati co quelli entrarono nellaCittŕ. Allhoragli habitanti fuggirono indi-uerfi luoghi.Pietro Hemo rimalo con cinquŕtafoldati,alquanto foftenne fortemente il nimico al pon te uicino alla piaz.za.Et finalmente,perduta la fpera y.a,per gran moltitudine de nimici, che abbondali?, Tutta Chěoi con ^' compagni entrň nel Palazzo.Dipoi refi,uen-y* prefa. da nero nelle mani de nimici Fu la Cittŕ Taccheggiata. těenoiuG. Li ftendardi de Genouefi , de! Re Lodouico , & del Carraro,gertati uia quelli deVinitiani,furono polli ,jie i luoghi piů alti.Le donne, la honeftŕ dellequali il nimico iiincitore uoleua fofle conferuata,con i Joro faciulli erano andate ne monafteri. Dipoi ŕ tre giorni chiamate,furono rimefle nelle lor cale. Alcune dellequali nel mezzo del furore, fuggirono per faluarfi Glialtri prigioni,che uennero in podcftŕ de niinici,furono polii ŕ Chioggia in prigione.Quellf, che uennero nelle mani de Padouani, & de Forlani, tutti tIBRŇ SESTO. 204 Ytitti furono menati uia . Chioggiadi uerfo mezzo di ha una Ifola, larga quafi mezzo miglio che* (corre fino a Brondoli. Quali tutto quel luogo da gli habitanti uienlauorato,&hauigne, &hortimol to abbondeuolt,de quali ne' tranno molto utile,bet* cheanchoraattendano alle Saline,& al pefcare. Sono in quefti luoghi moke fofle,|> lequali fitia acqua ě i campi. Perciň la terra č morbida.Sonó molte paludi^ etiidio moltecafe di muro in diuerfě luoghi» In quefti luoghi i Genoaefi prefero gran quantitŕ d'huommijiquali eflendo circondati dalle acque pet nonhauer nauilij,non poterono fuggire. Molti en- Occěfiinfat trati nelle ac^uč,come disperati, furono trottati at- ***Cfc;eŁŁi« torno i liti morti. In quella efpugnatione perirono Tei mila huomini,la maggior parte de quali dicefi e^G-fer fiati Chioggioti,& Vinitiani. In queftaguifai<* tiouo Chioggia eilertěataprefadaGenouefi.Nico }oCallinico,& Baldo Galltuio furono decapitati da Francefco Carraro,liquali egli hauea comperato da Genouetě. Ma quelli che riceuettero il preizo di <^uel fangue humano al finir della pugna ridotti in podeftŕ de «imici, furono con maggior fupplěcioě morti,che quelli,che esfi uendettero. Chioggiafu data in guardia ŕ Genouelě . Il Prencipe Carraro an\ dň ŕ Padoua con parte delle genti. Si partirono an-chorale genti del Patriarca d'Aquilegia, dellequali era Capitano Giacopo di Porciŕ.FurifcoiTo Pietro Hemo con tre mila ducati.Perdette egli tutto il fuo nella efpugnatione della Citta,che ualeua poco meno. Prefa Chioggia, 1 Genouefi con alcune gan-zariole,& altri nauilij minori, & tra quefti con alcune galee,prefero la Rocca di Loredo, & le Bebbe. Quelli,che teneuano la torre nuoua,dipoi che fenti rono efler efpuguati i due luoghi uicini,fenzaafpet-tare il nimico,bruciarono il luogo ,& fuggirono ě Capod'Argere,Caftelde Vinitiani.Maegli anchora oon molto, reflň in fede, perche pofte le genti CC 4 intorno, DELLA SECONDA DECA intorno,al Carraro fi refe. Laqual cofa intefa dx quelli, ch'erano in difefa di monte Albano, abbru-,. „ , data la fortezza,fuegirono alla torre delle Saliine. fefi'flč * Pi- Q"e«ai°'a ditela dicelnn tutto il tempo della guer mtiani,tutto ranauerdurato.Cofi eflendoi Vinitianida mare,& il refio ěxtite- da terra ferrati, feguitň inbreue gran careftia} per-*4noftrd»to che,prefa Chioggia,& con quella i Cartelli attorno ŕ fiumi perduti,non era,di donde piů fi fperafTe bia-da,fuori,che da Triuigi: Dalquale, fu pur condotto perii Sile qualche poco di formento,& di carne alii Cittŕ'Intefa adunque la prefa di Chioggia,laqual & feppe circa alla mezza notte, perche fu prefa la fe-ra,nacque unterror nel palazzo di tanta forra,che fubito fatto giorno,fu gridato airarme,perikhetue ti i terrieri fmarriti corfero armiti alla piazza. L» moltitudine de Cittadini haueua piena la corte,& 1* piazza.Allhora,di ordine del Senato,fu publicata h lamtnto f*t nuouat^eUa ptefadi Chioggia. Allaqual uocc ne io in riniti* nacque un grido,& un pianto tale, che maggiore no ado fupre farebbe ftato eflendo perduta Vtnetia.Le donne,per Chi9gt4. tutta la Cittŕ,dimoftrauano grandiflěmi fegni di do lore,hora lamentandofi,hora leuando le mani al eie lo,& hora battédofi il petto .Gli huomini tutti uno con l'altro del publico danno infinitamente fi dole-uano,&diceuano niuna Iperanzapiu eflere della fa-Iute della Republica, ma infieme tutto il Dominio efler perduto.Doleuafi del priuato danno,ma molto piů del pericolo della libertŕ. Ogniuno credeua,che iGenouefidoueflero tofto giiigere,& uolgerfotto fopra il Dominio,& feco diiěruggere il nome Vini-tiano.Onde,ciafcuno da fé medefimo difeorreua, co mepotefle conferuarei denari, le gioie, & ogni fua facultŕ:fe doueua mandarle ŕluoghi uicini alla Cit-tŕ,ň quelle afeonder fotto terra ne monafteri.Tutto abbódaua di pianto,& di paura, & fu creduto da mol ti,che,fe in quello ifpauento l'armata de nimici fof-feuenuca alla Cittŕjouero. che in quel di ella farebbe itaca LIBRO SESTO. io; be ftata prefa.ouero farebbe ftata in grauisfimo peri eolo.Perche prefa Chioggia, penfauano che il Car-raro hauefle benisfimo informato i Genouefi, & ef-fortato,che ciň doueffero fare. Ma Iddio nň concede ogni cofa a gli huomini.Molti fi fon trouati, che fanouincere, ma non fano poi feguire la uittoria. Quelli ch'erano ŕ difefadi Malamocco, disfatti i ri-pan,furono richiamati ŕ Vinetia.Dipoi tutto il uol-go fi doleua non effer nella Cittŕ alcuno, che eoa gualche configlio fapefle ricrear l'animo fpauenta-to de Cittadini. Ilquale anchora per qualche memoria de fuoi notabili gefti il popolo hauefle ŕdefr-derare per difenfore,& guida in tanto pericolo.Dicc nano anchora il Dominio cfTer disfatto, & la falutc d'ogniuno efl'er perduta , fé alcuno non fi trouaua, che porgefěe aiuto all'alHittapatria.Finalmente con cludeuafi eilere 1 tuttala Cittŕ un folo Pifani, ilqua leoltra,cheadogr.iunoeramolto caro, poteua con lafuauirtůconferuareilben publico in cofi iniquo, ** p'r*™* &pericolofo tempo. Ma efler ritenuto in prigione, ''*"** & giacer tra le tenebre un tale huomo, che fé uenifle 5n luce,con la fola prefenza poteua folleuar l'animo depreflo de Cittadini. Et piů diceuano,che farrebbo no cofa utile,fe infieme andaffero in corte, & chie-defiero ŕ i Senatori,che egli fubito lafciato di prigio nefolTe refo alla Cittŕ. Tutti adunque ad una uoce lui adcěimarularono,incolpando l'inuidii d'alcuni no bili. Laqual cofa , ridottoli il Senato, follecitarono ě Senatori di fare l'ufficio loro.Et fu deliberato,che'l Pifani, & gli altri per tal cagione fofiero lafciati di prigione.Laqual cofaintefa dal popolo,gran molti-* tudine di gente uenne in corte. Ma quanto foife la modeftiadi quell'huomo s*intefe, perche egli «olfe quella notte che feguě,reflare in prigione. E Intŕto ^dédiT richielloil facerdote,prima fi cofefio. Et fatto gior «nand» no andň in corte,& uolfe prefentarfi all'altare di fan difi Nilň)& nceuecteilpretiofo facramento dell'Eu- charjftia, Ě5ELLA SECONDA DČCA Serenisfimo Prencipe tutte , iecofe,che fi fanno,eiler fatte per utile della Republica. Allaqual fola cofa io non dubito, che tutti 1 u» | ilri configli,& ordini rifguardano.Q^uanto appartie ne alla ingiuria priuata,tanto f©n lótano, che io per | ^uefto habbia a nuocere ad alcuno,che per quel fan tisfimofacraméto damehoggiriceuuto perfalute, ^ &per queifacnficij,aiquali fon ftato prefente, che i niuna cofa da qui inanzi faro piů pronto a fare, che a moflrar co gli eiFetti,che io mi fia fcordato perpe*-\ diamente dell'odio di ciafcuno.Tutti quelli,a iquali 1 la noftra fortuna alcuna uoltačitatafofpetta,inten I dano me nň efler loro manco amico, de qualunche . altro amicisfimo huomo, la dignitŕ de quali ne'per inesne'per altri farŕ uiolata,ma sforzerómi a mio pň tere in ogni luogo femprc di giouare a quelli. Qua» .. to,chc " XIBRO SESTO " <\°6 truche uoi mi'inuicare eó honefla eflbrtationéifer uir la Republica,tanto io defiderod'obedire, & uo-lutieri cercare difenderla.Et uoglia Iddio, che io fia colui-jilquale in tanto pericolo poflagiouar per qual / che uia,& co configlio,& co induftria,ch'io (ojchz^gtz quello co ogni amoreuolezza nň mancherň'"f"Coil «juefte parole abbracciato,& bafciatodal Précipe,& d'altri,co molte lachrime fu lafciato ritornare a ca<-fa,ilquale paflando tra la moltitudine allegra* efTen-do quafida tutto il popolo accópagnato > dicefi,che egli riprefe co bella maniera la fefta,& le uoci fparfe jnconfiieratamente da quelli,' che diceuano lui efler Prencipe,& no prillato Cittadino. Et con ferma faccia diceua tal cofa dauerfi attribuire a fan Marco del ia Cittŕ difenfore,&Précipe,&nňa un'humileCit-xadino.Et pche gli era flato aflegnata la cura, e il go iuerno delle genti,che ftauano a guardia del pňrto,ac ciň di cornuti cófiglio co'l Cauallo Veroneie,douef'-ie dare opra diligentemente a quello, che era il meglio della Republi.Si credette anchora efTergli fiato rifěituito ilgouerno dell'armata-Allhora hareitiue-duto ciafcun,& priuataméte, & publicaméte offerir li ogni fuo potere & induftria,p apparecchiar l'arma ta.Ŕlcunt anchora co priuata i^ela fi offeriti ano d'ar mar tutte le galte.Maegli,tutti q!li riceuédo piace-«olméte,loro jponeua,che andaflero al précipe,& al Senato.Appflo de qli diceua efler il Dominio di fare i\ tutto,& che <|lli farebbe p afcoltare , & accettare» uicoperte LIBRO SESTO. zor tti coperte in difefa furono pofte.Oltradi qtfefto iva fatto un uallo dalla parte di fuora della Cittŕ,dal ma ronuouojfěno allachiefadiSan Martino, ordinatiut «auilij leggieri,iquxli di notte fcorreffčro tutto il cir cui to,accio che i nimici non entrafiero occultamente ad abbruciare gli edifěcij uicini alla Cittŕ. Pel me-«Jefimo effetto furň pófte le guardie in tutti i luoghi importanti, accio la Cittŕ non folle turbata la notte da qualche incommodo.Mentre queflo in Vinetia iěfaceua,furono alcuni che ufando certi nauilij leg-gierijfcorreuano oltra Mont'Albano, e i luoghi,per fiqualidal contado Padoiiano fi nauigaua ŕ Chiog» gia,hauendo ardimento d'aflaltar lebarche,che anda nano fu,& giu,lequali uenédo prefe, altri da ciň preti dendo animo,fi mifero ŕ tal guadagno. Nň era quali alcun giorno, che non prende/Te ro qualche barca : Ł laqual cofa i brieue occorfe,che da Padoua ŕ Chiog giŕpochiflimi nauigauano.Sentendo i Genouefi,per le acque ferrate,fubito mancare la uettouaglia,ň per impedir ŕ Vinitiani cotale loro corfeggiare,ň g ifpe ranza di fare maggior cofe,con trentatre galee, & fi-milmente molti altri nauili] armati, fubito prefero il porto,& fi fermarono ŕ Malamoco. Et in quel luo go,doue erano flati i Vinitiani,ordinato il nparo,mi Fero contra il lito parte delle genti, per efpugnar Po ueglia.I Vinitiani,intendédola uenuta denimici,po co piů oltra la Chiefadi San Spirito pň il e due naui quafi appreflo terra,ferrarono l'acque di dentro,do-ue fi nauigada Chioggia ŕ Vinetia:& ordinarono altri maggior nauilij,carichidi Balleftrieri. Fino ŕqui uenute le galee de Genouefi, Tadeo Giuftiniano: il-quale faceua la fua guardia,& difefa, che habbiamo Mc*nt /?*. detto,ogni giorno era alla zuffa con cinque galee,& \*mw*ffat* fi offendeuano piů torlo con arme da trar con ma- p^,1/," ttm no,che ŕilrettabattaglia. I nauilijleggieri de Vini-tiani dai lati corfeggiando, moleflauano non poco le galee Genouefi con faette,&inflrumen ti da battaglia. DELLA SECONDA DECA taglia.Et per quello molti ne moriuano dell'una, 8c ' l'altra armata.Su i liti anchora,quando ciň occorre- ua,fu combattuto,nellequali coiuefe Tempre i Vini- tiani furono fuperiori. Era in quel luogo il Cauallo Veronefe,efpertilfimo in guerra, & hauea con lui ca ualli,& huomini d'arme molto eletti.I Genouefi,che erano ŕ Poueglia>& ŕ Malamoco, non haueuano ca- ualli.Ora mentre quello fi faceua fu le acque, come ' dicono alcuni, Carlo fěgliuoldi Lodouico Re, altri ^ tifigli*»* affermano non di Lodouico,madi Carlo ilquale fu-(*mpliTri Pcr° ^^re^1 Re & Puglia, fi accampň ŕTrkiigi miti. con dieci mila Barbari. Auanti la uenuia al quale Ni- colo Morifini,Giouan Gradinico}& Zaccaria Cóta-rini furono mandati ŕ Triuigi, liquali trattaflero ap-preifo il Re la publica caufa.Era fama, il padre hauer JmbafcUto - g'« impofto,che egli afeoltafl'e gli ambafciatori Vini rjmŕdati ne piani,& loro compagni. Et, fé rotte di fuo parere, & i ctmpi Tri- de compagni, che componefle con Vinitiani la pace. Higtam per ^jja fua uenuta adunque il Carraro uenne in capo, Pace, Unitale ., ir- i *-* r«-in • \nnli"Hi uennero gě ambalciaton de Oenoueli, & il Patriar-cha d'Aquilegia per allegrarfi della fua uenuta.Et ac cioche, ň folle pace, ň guerra con lui,deliberaflero quelle cofe,che fofičrodi dignitŕ del Re, &decom pagni.I Vinitiani giunfero ildifeguente ne i campi Triuigiani. A iquali benché fofle comŕdato,che noa rifiutaflero la pace con ogni forte di códitioni: nondimeno tanto fu loro dimandato, che fé quattro uol te maggiori fofTero frate le ricchezze di Vinitiani di quello,che erano allhora,appena haurebbono potuto fupphrealla auaritia de turnici.Durň alquatigior ni quello contendimene.Ma la dishonella dimanda denimicifece,cheglianimideVinitianinon fi potč uano inclinare a cofi dishonefta pace. Et fi deliberarono di douer foflener piů to fio ogni eltrernuŕ, che di tale ignominia il nome Vinitiano notare . Il Signor di Carrara in mezo del contendimenro ritor-fio ŕ Padoua,iafciando Arcuano Uuceccanao con quella LIBRO SESTO. ěoS quella gente ŕ piedi,laquale eflo haueua menataatr-dando a Carlo.Dapoi la partita fua,per molti giorni fu trattata la cofa. Ma i nimici leuando >1 tutto ŕ Vi nitiani,& come manifeitamente apparena, niente lo ro lafciando,eccetto la uita,laquale anchora ttoleua no,che efsi hauefěero in grafia, che loro folle concef *¦ fa,il dolore,cheda quella ignominia era difcefo, ri-. volto in ira, compiuto il Senato, che gli ambafciatcx 1 ri fenzaaltra ifpeditione ŕ Vinetia ritornaflero.Iqua li partitifi, eflendo (lato Carlo ŕ campo ŕ Triuigi cir ca due mefi, uedendo non potere fare alcuno profitto , leuato lafledio andň in Vngheria . Ma mentre quefto fu'lTriuigianňfi faceua,i Vinitiani, armati cinquanta nauiěi], la quarta uigilia della notte andarono ad opprimere la guardia de nimici . Era ap* preflb la foiia , laquale il Carraro fece con gran ce leritŕ fare appreflo mont'Albano, una galea,della quale era Capitano Bartholameo Vggien di Sa-tiona, con due altri nauilij, che erano uenuti per fi-curtŕ di quelli, che nauigauano fu, & giů . I Vinitia- iifHCceffě4e nijd'improuifo ailaltandogli, in breue fpatio gli pre vinitUni. fero.il nimico, piů tofto tumultuando, che combat tendo fu uinto ,& la galea prefa da Baleftrieri Vi^-nitiani, iquali nell'altro lato della folla nuouamen-te fatta mefsi in terra, dalla parte di fopra fecero im peto contra quella,che fi accoftaua al lito . Pre-Ta adunque, &difarmata, perche non fi poteuame ' nareperilrefluflo delle acque 3eflě l'abbruciarono, ěe altre galee, con cento, & cinquanta prigioni de *Alc*nt *»u» «imici, uennero ŕ Vinetia, tra liquali fu Vggieri, ^ Gcuo»cjj, E>« tale uittoria grande allegrezza hebbe la Cittŕ, & per quefto maggiore, che il prefente fuccefloinal 7.Ň l'animo de Cittadini fmarriti per tante rotte ŕ speranza di miglior fortuna . Et perň eflendo ciň auenuto s'incominciň da per tutto ŕ fpargerfi itoci di perfone,lequali diceuanoquafi con idegno, la Cittŕ efler tanto auilica, & tanto diuenuta iw id DELLA SECONDA D ECA •ůda,che non haueua ardire di combattere col nim* eo.Eti Vinitiani hauer tralignato dalla uirtu de lo» ro maggiori, iquali tante uolte haueuano uinto il ni mico con minor numero di galee,& pochi mefi adie tro niun luogo era in tutto il Golfo,doue i Genouefi per paura de Vinitiani fi ftimaH"er« eflerficuri, & al» Ihoragiaceuano,comefofTero in tutto uinti.Etpiu diceuano,che fé quegli animi uiuaci de Cittadini nň erano ricordeuoli della patria, della libertŕ, & delle Joro ricchezze,farebbe ftata pazzia ad afpettare,che confumata la uettouaglia, fodero bruttamene aitrec ti ŕ renderti piů tofto uinti dalla fame, che dalle ar-jne.Ordinarfero i Senatori quanto piů grofla armata ordinar fi potefle, percioche i Cittadini erano pronti ň di uincere affrontando il nimico,ň ciň non potea do,per la libertŕ morire . Si fatta maniera di parole venute alle orecchie de Senatori, indrizzarono l'ani mo ŕ maggior cofe.Onde fu fatta deliberatone, che tfor' fi apparecchiaflero alla guerra quaranta galee, & fof k^' 4ue^e Capitano il Préncipe Contarini, diehia-tfi rato per ciafeuna galea il nome de Sopracomki. La 11 frtneift fama di quefta deliberationecorfanel popolo fu ca-€*urin» e*- gěonedi molta allegrezza alla Citta. Et co tanta fol ^Quite di t *CCitaŕinedi tutti fu fatto quefto ,che alcuni dico» iiějMtttpote n°> che quafiindue giorni furono fornite le galee nfdt fini- d'huomini da reroi,per opera de parenti, & amici,& *Ě4»n feruitori di ciafeun de Sopracomiti. Trentaqiiattr» galee allhora furono armate, Taltre no poterono ei Ter poftein ordine per mancamento d'huominijper-cioche oltre la rotta pochi mefi adiecro hauuta ŕ Po la,erano fuori uentidue galee con Carlo Zeno,ilqua le di giorno,in giorno s'afpettaua. In tanto il Pren-cipe Contarini poftein galea le ciurme, dalla Giu-deca fino ŕ San Nicolo, accio fi adeitraflero al re mo, (perchequafi tutti erano artigiani) ogni giorno le faceua fcorrere. Et quello fece con molta dili geni;, perchepeofaiueflere utile,che i nuoui huo- mini LIBRO SESTO. aoy nini fi ufaflero ŕ i remi. Et anchora, fé era potŕbile, fi prolungale la battaglia alla uenuta del Zeno.Per-cioche non gli pareualicuro metterti contra il nimi-co uittonolo con minor numero di galee.Et perche nd*flrt*& erano giunti ad eltrema neceisita in tato, che piů du rarel'^rm*-rare non (ěpoteua, accioche per molta dimora non u. menili".; paggio,non ritornido Carlo, deliberarono H*D Ma» (-•' DELLA SECONDA DECA . Ma ŕlui,e ŕ duoi figliuoli era reftato (blamente hk uita,laquale ofFeriua alla patria,e alii Senatori. VfaT /v. fero adunque per mare, & per terra le lor perfone* perche erano apparecchiati di mettere perla falute pubhca,quel folo,che dalla Fortuna gli era fiato la>- prň- iciato.IGenouefijitefo il nuouo apparecchio dell'ar cedimento de mata teme/1 jo c}ie \ Vinitiani nel lěJentio della not 4emr l'afe te tacitamente icorrendo per le acque di fuori, occn MCulo paffcro l'entrata del porto,che efii teneuano, & che dipoi dentro facendo impeto , gii altri della Cittŕ con minori nauiliifeguitando dinanzi, & da fianchi -ferraflero rannataloro,onde ridotti in un cerchio . tutti fodero tagliati ŕ pezzi,lanciato losfledio tonfarono ŕ Chioggia,con penlěero3che ferradoil paf-fo delle uettouaglie,& foccorfě da mare,& da terra, ¦ i Viaitiani dalla fame ftimolati lě rendefleraMapni ma,che dilaGpartiflero , minarono la fortezza, 8c . diftruliero Malamocco?& Poueglia.Et fra poco té- • pOjUentkjuatcro loro galee andarono fu'l Prioli per formento,& portarono molto fale,per cambiarlo in forn>ento,& aěxsěe biade.In tato tre galee Genouefi -di quelle,lequ2Ěi erano rimafe alla guardia del porto ( perche le altre,acciň la Citta nonfoflefen-zafoccorfo, qrano fiate priue di ciurme)ogni giorno corfeggiandó fpauenrauano quelli che teneuano la Torre delle Saline, laquale erafoloper difefa " rimala ŕ Vinitiani fopra le acque . Giŕ trecento noi - nornauilii, con cinquanta ganzariole erano ufcrte <;fuori fotto la giiidadi Vittore Pifani ,peraiialtase • occultamente quelle , che erano ne fui canali ap-prefTola Torre. Maconofeiute alle bandiere, appena furono ueduteda lontano da Genouefi, die ; eflě fi miflero in fuga ,nauigando uerfo Chiog— ' giŕ.. I Viniriani, perche non lepoteronofeguire - icorfero a Chioggia per le acque , che leuauanoi - •minonnauilti ,& oppreflero il prefldio delle Sali- ne, lequali fono.appreiTo alla-Cutŕ, & mitěeroii «... '--i-i niraici LIBRO SESTO. ito fi, nimici in gran terrore.Tutto l'impeto fu attorno alla porta Mariana . Et giŕ ne i canali fi guerreg-giaua ,quŕdo fiibito quelle tre gallee lbpragiunfero & da fianchi,& dinanzi moleftando/urono aigretti ** iVinitiani riduru* alle loro bandiere. Mori in quel, la pugna il genero del Prencipe Contarini, giouane prudente,& ualorofo,della famiglia Gradinica. Mol ti altri anchora,con otto nauilii,furono prefi da ni-mici.Cofi,con poca auentura,l'armata ritornň ŕ Vi netia.Ne molti giorni doppň le galee,che andarono performentOjgmnfero ŕChioggia. Allhora,intefo quello,che era feguito dipoi la loro partita, delibera. Tono i Genouefi di fortificar Chioggia, gittando a terra gli edificii,che erano attorno le Saline,& quel Gemuteti for li che erano appreflb le mura Oltre accio fornirň-. nitno cbiog no la piazza di molti armati, laquale č quafi in mez gU di foccor 10 della Citta,& tutte le cafe,che erano attorno, fé randone le uie con muri di pietra, liquali andauano aH'acqua,& d'intorno tirarono una palificata in for madimuro,condifefe,& ripari, & torri di legno,&. ponti di détro fatti con doppio ordine ŕufo di quel 11 che combatteuano.In tanto, perche haueuano in tefo per ifpie,Carlo Zeno,che erafuora co l'armata non anchora efler uenuto,nondimeno temendo del lauenutadi quello, &penfando perň li nimici non douerfi mouereauantiil fuo ritorno, quefto luogo come fede della guerra fornirono commodamente diuertouaglia, & di tutto quello, che faceua bifo-gno.Carlo,comeho detto,con cinque galee, efTen-do partito da Vinetia,in quel tempo , che dal Pifa-ni fu mal combattuto ŕ Pola attorno alla Sicilia tra; ime alcune naue dell'Ifola, delle quali la maggiore parte cariche di formento , & d'altre uettouaglie andauano ŕ Genoua, le prefe-,& di quelle tolto qua-. to gliparuebaftarper l'armata,turto il rimanente, gittň in mare . A nocchieri ,& marinari Siciliani alquanto ne fu datco per nome di nollo ammonen- DD z ¦ dogli di cario Zent in fi ci Ha conira Genouefi. r DELLA SECONDA DECA dogli,che d'indi inanzi non nauigaflero piů ŕ Geno-ua,& quelli furono lafciaci con le naui fenza altra maggior ingiuria.Dipoi prefene alcune altre Geno-uefi cariche, & in Sicilia apprefloTirrenia, & tolto fuora quello,che gliparue,in mezzo il marelefom merfe.ln quefto fuo felice corfo,quattro galee uenu tedi Candia, fi accompagnarono con Carlo: lequa-li anchora auanti,che le congiungeflero co le fue,in pochi giorni prefero tre Barze Genoiiefi cariche di ricche mercatante. Vna tra Candia,& la Morea, l'al-trascon aiuto de Modonefi, ŕ Sapienza , la terza nel mardi Sicilia . Lequali menate ŕ Napoli,dicefi la mercatantia prefa eilere fiata uenduta quarantacin-quejmla ducati.Di due armate deboli, fattone una di noue galee,fubito,Carlo di quelle Capitano, fcorfe ŕguaělarei luoghi de Genoiiefi,& rompendogli arbori,& difcipando il raccolto , rouinň ogni cofa del fruttifero terreno da porto Venere, fin quafi ŕ Ge-noua. Rimafero di combattere i luoghi,per tema del le galee de nimici,lequali fempre gli leguiuano. Gua ili adunque li confini de nimici], riuolgendo l'armata uerfo il mare di fopra, prelero una gran naue Sici liana carica di forniento,infieme con alcuni altri na-uilij, cheandauano uerlň Genoua,& lanauefeco menarono, hauédo tutto il refto fommerfo in mez zo l'acque. Quefto fece il Zeno, fendo anchora nel che mare jnferiore.Et ŕtomo SiciliaMichelettoGiufti-uttů Giniit niano,ilquale anchora egli con quattro galee era fta fiLno cŕqudt to nello itretto,oltra molti aicn legni,che egli haue-tro altre gt- uŕ tolto animici nella Propontide,& Bosforo,prefe ite. una Oarza Napoletana con gran quantitŕ di merca- tantie de Genouefi: laquale,pofta all'incanto ,fa uenduta uentidue mila ciuciti. Ne quelle fei galee, lequali erano partite da Viiěetia quafi nel tempo del Zeno,onero non molto prima, fletterň indarno, mentre qutfte cofe fi faceuano. Imperochc efle in quei pochi giorni, che erano partite di Vinctia, tro- uarona LIBRO SESTO. ni uarono due naui Anconitane, & le prefero. Le rob" be di quelle furono restituite ŕ una di efle , ueduto il faluo condotto. Ne molto dipoi ufcite del Golfo, prefero una fufta de Turchi, & tagliati ŕ pezzi tutti quelli, che u'erano dentro, l'affondarono. Dipoi co leggier battaglia tentarono l'Ifola di Sio :& abbruciarono i Molini con tutti 1 ripari. Da Sio paifarono poi ŕTenedo, di qui fcorfero lo ftretto,& lě drizzarono nel mar Pontico,doue prefero una naue Sicilia na. Et perche le mercatantie erano de Geno uefi, le mandarono in Cŕdia. Dipoi s'accoftň l'armata ŕ Co -. ftantinopoli. In que giorni Calogiani fu ritornato j. jŁ* nel luo Imperio, eifendo cacciato il figliuolo Andrň Lmfer nicoinPera. Et perche anchora non haueua potuto dě confanti hauerla Rocca della Cittŕ, ftauacon l'animo mol- »oj>»li, toinquieto,ne primacefsň di pregare i Vinitiani, che tra preghi, e promefle induce loro ŕ combattere trecento Genouefi, che u'erano dentro. Dicono, che con molte lagrime pregň i Vinitiani,che efli in, quel manifefto pericolo lo aiutafl"ero,aggiungendo, che egli d'indi inanzi non n" chiamarebbe, come pri— nialmperadore di Cofrantinopoli, ma i Vinitiani portarebbono cotal nome, fé per loro benefěcio fof fé rimeflo nell'Imperio . Ricuperata la Rocca per uirtů de Vinitiani, Calogiani hebbe ogni cofa,eccet toTenedo . Tra quefto , mentre i Vinitiani erano ŕ Pr*<^*v &* torno Cofěantinopoli, prefero due naui Genouefi, f/''"'t'dtu . i. • i • r- t- ¦ n nella vretiA piene di mercatantia di Sona .Erano in quelle iteti- ^ C t'otto mercatanti Genouefě,& infieme anchora mol j,*/,. ti nauilij piccoli : iquali paflauano lo fčretro, & fre-quentauano i luoghi del mare Pontico per cagion ŕi mercatantia. Fu con grade afledio aflediata Pera per cagione di Andronico.Et |> fino che quella fi tenne, quattro galee Vinitiane ui rimafero ŕ benefěcio di Calogiani . In quel tempo il Zeno uenne ŕ Tenedo: doue in breue fi trouarono uent'una galea di Vini-ciani: Conlequaliprefe una Barza Napolitana,nel* DD j laquale !¦•: DELLA SECONDA DECA laqualču'erano alcuni Genouefi.Dipoi fi parti daTc nedocon quindici galee:due lafciate per foccorfo dell'Ifola:e'l refto all'afledio di Pera con Bertuccio Pifani,fratello di Vittore. Quefli combattendo An-dria terra de Barbari,non lontano da Tenedo, ferito tt'unafaetta cade morto . Carlo, da Tenedo andň a Rhodi,& appreflo l'Ifola prefe una Barza de Genouefi piena di formento:& d'indi a pochi di un'altra ňi gran prezzo.I Vinitiani, leuati di Cipro , andarono uerfo Soria.Et quiui ftando nel porto di Baruti,uen ne una galea Candiota,mandata dal Prencipe, & da i Senatori con le nuoue della prefa di Chioggia,& d«l lo afledio della patria.Et fu impoflo ŕ Carlo,che uer nifle con l'armata ŕ leiiare la Cittŕ d'afledio. Peril-che, egli partito di Soria,uenne ŕ Rhodi per fornirti di uettouaglie.Nicolň Zeno, Micheletto Giuflinia* no,& Giouan Barbaro mandati auanti con tre galee ŕ metter in punto quello, che loro bifognauaperil maggio ,trouarono nel porto di Rhodi una grofla Barza de Genouefi, in quel tépo nobiliflima, per co gnome detta Picchiniona.I Genouefi, pelando quel io,che era, fra poco fpatio il refto dell'armata doucr fopraginngere,pofcia, chei Vinitiani non hebbeio •ardireperěagrandezzadella Barzadi mouerfě,ufci del porto,& con leggier uéto andň uerfo Grecia.Ma non era anchora molto difcoita, che fopragiufe Car lo.Etperauentura occorfe,clieallhorauna Barza fo reitiera era nel porto , & un'altra Spagnuola niente di quella minore,& aflai bene in ordine da combatte re. Con quefte.& col refto dell'armata il Zeno fi pň feŕ feguire la iiarza,laquale come ho detto,per poto uento non molto era lontana da! porto. Vngior-no,& una notte i Genouefi cóbatterono , ne prima uolfero rencierfi,che le ude delh Barza uidero arde re.In quellafurono prefi cento,& fefěanta mercatan ti,& quali altrotanti marinari.I Fiorentini, che era* no in quella per cagione di mercatanua, giunta l'ar* : .... ' nuca LfBRO SESTO.'. ' nx tnata ŕ Hhodi, furono lafciati,& dato ŕ eiafcun cerato ducati per il uiaggio.Dicefi,che mai per alcu terroso non fu trouato maggiore , ne piů ricco legno de Genouefi. Si tróua per le libri de mercatanti, la uŕ-luta di quelle merci efier ftata di fiamma di cinque- r n*r"a"e cento mila ducati. C^udlo, che tu polto ali incantň fa dě uAuu Ŕi eifa B arz.a,perche non fu pofta ogni cofa, fu uen- dicinqneěčii* «luto ottanta mila ducati.Spogliata la B3rza, Carlo tŕmiUduca. la fece affondare in alto mare . Dipoi l'armata Vi- *'* , „' ' .' nitianapalso in Candia. Et quiai, come alcune hi- tefe yenetl{t těoiie narrano, intelero da Marco Morifini, manda- eferajjcdiau t-o dal Prencipe , & dal Senato con una galea, lo af- cr pt'rf? fidio della patria. Ma mentre quello nel mare fifa- cbioggia. ceua, eflendo la Cittŕ di di in dě maggiormente da ci tarimi' Becefsitŕoppreffa, il Prencipe Contarmi, in mezo re ,/ p0ri9 fa dell'autunno,prefe il porto di Chioggiacon uenti- cinigia. quattro galee,& altre naui da carico ,ěequali porta-: Dlts miil ůano uettouaglia, foldati armati,& baleftrieri,ia lr!>JP''f<»>J* fui fare del giorno. Dipoi fece tirare ŕ quel luogo h^i/ture due Barze per fommergerle nella entrata , accio fi ,/ facorfo * uietaffe il corfo ŕ nimict. Queiěe fece fermare al Geranefi. ltiogo,douefi doueuaaffondarle, affine,che quando fofle fiato tempo di far quello , fubito da quel^ li, che haueuano , l'impreia, ti poterle efeguire. Di»-poi mille in ordine li foldati , iquali comefůronoi fu'l lito, defiderofě di combattere, fi auicinarono alla Cittŕ. Erano allhora ŕ Chióggia dieci mila-arma ti, onde fu combattuto dall'una, & l'altra partefŕn-guinofamente . Ma elěendo troppa la moltitudine F"in.Uěarŕif* «lenimici, i Vinitiam ,non fenza molta occiiěone, fi1 '"/^S"» furono cacciati alle galee. Molti in quella pugna pe^. mono , ma piů ne fuggirono , & mentre fuggendo fi riduceuano alle galee, molti in quel tumulto fu*-rono uccifi , & alcuni prefi . Iquali menati nella Cittŕ, fpogliati delle arme, tutti ad uno , rd uno fu rono uccifi.Mori in quel cóHitto Hirco Pifano,ilqua Jc nell'efleFcito de Vinitiani hauetu honeftiffihia • v- DD 4 condotta DELLA SECONDA DECA condotta. Per tal uittoria il nimico molto piů alza-* to,fubito polti in ordine alcuni nauilii, fece grande impeto contra le Barze Vinitiane,lequali non haué do alcun foccorfo dalle galee ,|>efier impedite dall'impeto delle acque,prefe, & abbruciate furono . Piacq; tale effetto ŕ Viniriam molto piu,chefe'l ni X'ui Vini- mico l'hauefle armate.Ilche,fe da li'i fotte ftato fat-n^ned'btth tO)hauert>bbe tolto aVinitiani tutta la hcuhŕ di pň ter ferrare il porto. Aqucfta doppia rotta i Vinitiani hauendo l'armata falua, no molto h perdettero d'animo,percioche niuno di marinari,ne de compagni era ufcito a combattere. Et mandate le galee co ce-leritŕ ŕ VinerĚ3,comandň che fuflero condotte due altre Barze, come prima in luogo di quelle, che era no abbruciate. Tra quefto mentre tali cole fi faceua no con grandiffima follecitudine, Federico Corna-ro,di comandamento del Doge,fu mandato ŕ Bron dolo con quattro galee,accioche, tutte le tifate fuf fero i nimici in un tempo ferrate. Giunte adunque quelle ŕ quel luogo,fubito furono affondati due na uilii appretto ŕ Brondolo, l'uno non poco difcofto dall'altro . Vno alla chiefadi fan Biagio,doueda Chioggia fi entra neH'Adice,Paltro nel porto . Ma, mentre il Cornaro ciň con diligentia faceua.U Pré cipe Contarmi, acciň non ceflalle in tanta occafio-ne di operare, comandň che fofTero fommerfi due Kuauo ferra Corbami delle Barze abbruciate da Genouefi empi re del porto ti di pietre ,& poftě in quel luogo,doue egli haueua giŕ. ordinato. Il di feguentedue altre Barze furono so merfe jn quel proprio luogo piene de (adě, lenza alcun contratto,leqwali in quel tempo furono menate da Vinitian i.Ma acciň lempre reftafle aperto alo ro rentrata,& l'uicita del porto, fece fare un riparo molto forte in quella parte,che guarda nella Cittŕ. Ilche acciň non hauefle effetto,i nimici molto con tenderono i Ma per la moltitudine delle faette,le-ouali ueniuano tratte dalle galee}che erano nei por to, LIBRO SESTO uj. to,& anchora da quelli,che ftauano fopra le ancore (pe . locheetiandio da fronte erano oppofti ŕ Ge-nouefi molti baleftrieri)da ogni parte eflendo ofFefi con molto danno furono cacciati nella Cittŕ.ll ni- . inico temendojche ferrato il porto,non fofle ridot- tMupt **¦¦ to allo eftremo de' mah , che č la fame, per leuar la anaturdiŕ moltitudine, traile fuor quattordici galee con la idee per /#. ciurma,per la uiadi Brondolo,per fare impeto in al tare chiog-t» mare,condeěiberatione,che al tépo della prima- $?*» *!}****' itera, fatta maggiore armata,ritornale ŕ liberare j fuoi daH'aiTedio.Lc galee Viniriane, lequali,come habbiamo detto erano guidate dal Cornaro, fi fcon trarono,con quelle alla chiefa di fan Biagio. Erana li ftrette le uie delle acque, che ŕ pena due galee hi , poteuano andar di pari.Onde,non potendo effer cir condate da maggior numero,molto fu d'utile ŕ Vi-nitiani,malorpiu giouarono inauilii fommerfi Ma uedendo il Cornaro i Genouefi sforzarli di canari?, perfarfi l'entrata,con fumo diede fegno ŕ i fuoi,che haueuano le ltanze lontane tre migěia.Ilqual uedu-to fiibito,il Contarmi comandň ŕTadeo Giufěinia no,che defle foccorfo al Cornaro co quattro galee. Alla giunta delle quali inimici celiarono al q u.ito. Dipoi Tadeo,man<ěato VittorPifani con fei galee, , , fece affondar q fi in ql^pprio luogo due nauilh, chiů r" Cftr™t0*i dendo il parto con una carena fatta delle antenne porto di Bě* delle galee,& con altra materia piů grofla in forma dolo « g«»«. di beccato.Et egli fu fatto Capitano di tutte le ga- "'fi • lee mandateŕBrondolo ,laqual cofafidice Taiěeo Giuftinianohauerehauuto tanto a rrokftia( per-cioche prima erano uenuti in fofpetto di emulatio-ne)che fubito , acciň non fofle lotto il dominio di quello,fileuň conia fuagalea,& andň al Ptencipe. Le altre che furono tredeci, ui rimafero , & quiui i Vinitiani oltremodo fi affaticarono, perche gli ni-mici gli moleftauano continuamente,ccrcEndo con qualfo«a>&arrepoteilero apnr{ě Ja uia. Le galee de. *,¦¦¦ della seconda Seca *»e Genóuetě, lequali indarno haueuano tentato d'u* *cire,fi ridufTero ŕ Chioggia ; & fubito il nimico pre fé il monaflero delle Vergini appreflo Brondolo , & lo forně d'arme. Et ridotte le galecapprelfo Chiog-gia piccola, follecitň di prender l'altro lato del porto di Brondolo. Vittore Pifani, ueduto quello^ |>cioche le galee de ninfici dall'alt; a parte fi haueiia no incominciato ŕ mouere, comandň a Giotianni - • Barbarigo, chefubitó con cetti nauilij legpieri jfa-Cefle impetocontraŕ quelli , gran numero de q'ia-» K dal principio erano flati mandati ŕ quel luogo. Ec egli accollando le galee, quanto poteua appreifo' quella parte, kquaěe i Genouefi haueuano deitina-^ to prendere, appareua,cheeflerědo il porto occupi to dall'una, & l'altra parte da nimici, le galee Vini-tiane farebbono Hate ferrate. E1 quel porto quattro miglia largo: & circa ŕ mezo č lecco: dall'una,& Tal tra parte de i liti fi pilo nauigare. Giŕ l'altro lato,co» mes'čdetto,i Genouefi haueuano fetmato di fald* difefa :onde fé anchora dalla parte finiflra hauefle-fo ferrato, come era l'ordine, le galee Vinitiane tue a batta te farebbono perite. Non celiarono adunque in tari nelporu to pericolo : ma in mezo il porto combatterono fé- Brindalo, rocemente : & i Vinitiani erano molto offefi dalle faette tratte da nimici,che erano nell'altra parte deE lito . Ma la grandezza del pericolo fece, che forte-- ? mente combattendo , riuolfero il nimico datale in* • prefa . Et efsi fimilmente preiero il luogo ,& dirizzarono il riparo con molta prertezza . Laqual co-fa, acciň fofie piů fecuramenteifpedita, gran numero de foldati , &di artigiani furono chiamati dalPar rriata maggiore.Ec per difefa di quel luogo fu mada to Giorgio Cauallo figliuolo di Giacomo co gente molto ualorofa Et auennechei Genouefi,& i Vinitiani I un medefimo tépopofiedettero un porto.N5 molto dipoi fu un continuo cóbattere,molcllando(t có artiglierie dall'una^ raltra-partcEtTiinnata da^ . nimico. ~ TI BUO SESTO. :-•' ii4 lamico,giorno, & notte eraoflfefa concótiniié maq chine di guerra pofte al luogo delle Vergini.Mentre quefto intorno Chioggia fi faceua, gli Stellandoti Eerf>af">*»*- e j u i^ & i ¦ ,' r j ii>- do quattro fauore di Bernabo, per leuarei C7enoueli dall impre m^J cantili fa di Chioggia, gratiernentemoleitauanolecofelo pcrgenouefi ro,percioche,oltra tutte le altre imprefe, con quat- da chiodai tro milacaualěi,alcuna uolta caualcarono co Aiior-relorConduttiere allachiefadi San Francefco uici no ŕ Genoua,tutto mettendo in fpauento. Ma i Ge-nouefi ultimamente fatto impeto fuori della Cittŕ» gli ruppero,& furono prefi tutti, eccetto elio Con-dottierijilquale fcampň per indufčnad'un certo uil- 't lano . Le forze anchora diCalogiani Imperadore giouarono all'imprefa Vinitiana, perciohe con afsi-due correrie, & alcuna uolca combattendo molcfta- .,^ uŕ Pera. MaeflentioperŔndronico tenutoli luogo tiicino alla Cittŕ co foccorfo de Mifij & Turchi, pet jpauradel fouraftante pericolo lungamente non re-» • ito in fede. Q_uel.to lontano da Vinetia fi faceua . . Ma ne' luoghi Vinitiani,i Genoticlě, iquali per leua-*. re la moltitudine,molto defiderauano mandare qual che galea,conduflero fottoil ponte, che č alla porta-Manana uentiduegalee,in quel rio tirate con fatica» che diuide Chioggia picciola dalla maggiore, fino a Brondolo.Et quiui fornitole d'arme, & d'huomini» itettero auanti il riparo, afpetrado la occafione del-l'ufcir fuori . I Vinitiani all'incontro, acciň i Gč- Inquanto pe nouefinon fipŕrtiflero fenza caftigo , ter.euano le ricolo&'te>r-itanzenel porto,accioche quelli allargadoii,in mez, UAnoy\n\llét %o il corfo fodero opprefsi.Ma, mentre i nimici ita- ni in qndU nano ŕ bada,i Viniriani attendeuanoa ferrar l'acque) ajfedio, & fi graueméte le galee erano incalzate da faette de nimici, che i marinari difperati,tutti inficine gridaua no eflerbifogno dilafciar l'afiediojfenoti uoleuano» che tutti qlli.ch'erano nelle galee attorno Chioggia foflero morti.Quelli anchora, che erano I difefa etcě jche di dietro il Précipe di Carrara fubi- to i DELLA SECO NDA DECA to nudarle le fue fquadre, dimadauano con inflatia* che d'indi ufcendo, i ripari foflero leuati.il Pifani ef fortaua tutti,che uolefTero alquato fupportare, cheI pochi giorni Carlo Zeno farebbe prefente,onde ac-crefciuca l'armata d'huomini,& di nauilij,i Genouefě perderebbono l'audacia.Vgualdifperatione d'animi era nell'armata del Prencipe Contarini; percioche freddo,fame,& i pericoli delle faette, che continuamente erano tirate nelle galee, in tato haueuanorot to,& fianco l'animo di tutti,che piutofto ifoldati, & quelli che erano nel porto peniauano di fuggire, Effirutěmt che di combattere. Laprefenzadel Prencipe ioftc-dfl prtnapt neua ]3 moltitudine, & la eflortatione, in moitrare, uccioft nun o • i /- li 11 r r tentfft luffe. cenro di loro, & quafi altretanti morti, tra quali ol*-tra jI Dona, che habbiamo detto ,Thomafo Goti© huo-mo di gra nome, fu opprelfo dalla mina del pon te.Ma Chinatio dice altramente,ilquale, come in al tfo,cofi anchorain queflo uolétien habbiamo legui to. Egli narra, che in djucrfi giorni-fumo fatte le. co • , fe,che T.IBRO SESTO. ' •-•¦¦¦* ir6 fe,che habbiamo detto,& chei capi nimici noti fiinj no mai tanto vicini tra loro,neoue taio fi ofFenderTe rop moltitudine di faette. Dicefinó eiTer flato gioc no,nelqual no fieno cadute piů di dnqu,ecéto pietre grandi tratte dall'artiglierie di brózo co gran rotta » & ruina nell'uno, & l'altro campo . Ne quello d'in-r torno le mura della Cittŕ le cofe erano piů quietej ma ogni giorno appreflo Chioggia piccola jdall'ur t\x,S<. l'altra parte fi faceua qualche battaglia. In quó ila guifa ferrati Gen,ouefi,di tutta la.Marca,della Fla «pinia, & Ferrara per gli fiumi del Pň s'incominciň, ¦ŕ nauigare ŕ Vinetia. Onde fubito cefsň la careflia* -K laqual tanto era creicnita, che nella Citta quali (j tlltt ¦periuadi Łime. Et dictfi,che allhora ilformentoj •&: ogni altra uettouaglia fi uendeua quattro uolte 4>iu dell'ufato . I Padouani alcofamente con nauil^j leggieri qualche uettouaglia ŕ i ferrati Genpuefi portauano. Et il Senato, per fupplemento delle gei) •ti, lequah haueuano attorno Chioggia, mandarono -cinque mila pedoni. Efsi Genouefi ultnrěamente ,efpenmentarŁho fé poteuanojnandar l'armata in aji «to mare ,laquale haueuano ŕ Brondolo, & non por •tendo con forza, almeno con arte ridurla. Tirata .adunque attorno i ripari, una profonda folla datrar .uerfo al lito , ueniuano in gran fperanza, che ufan-«io l'ofcuritŕ della notte mgannarebbono i Vinitiar *nidi maniera, che potrebbono ufeire alla larga. • ^Onde uenti galee erano per fare impeto : lequaU -penfauano, che poteffero baftare ŕ moleflare i luor ghi Vinitiani, & principalmente efla Cittŕ . Di m» .niera,.che efsi Vinitiani farebbona ailretti a ,lojr ;4iial grado leuare lo alledio . Ma tal configlio nofi potč ingannare i Vinitiani jpercioche fubito chiap ¦«iati gli foldati della difofa della,armata del Prenr ^ipe j deliberarono di efpugnarc Brondolo in up xempo da mare, & da terra. Eflendoquafi tutine le .genti ragionateiounca.m#o.>nzqqup,dilco^dia,trji ». .. '"Italiani, DELLA SECONDA DECA Italiani,& Barbari, una fquadra de' quali I que' gior ni era uenuta in campo,chiamata ŕ ibldo,& molti in breuetralorfiamazzarono.Et farebbe proceduto piů auanti tal pericolo, fé quella rifl'a per la uenuta del Prencipe non fofle ceflata.Et fu cagione, che i Vi nitiani attendeflero d (limolar il nimico , acciň non faceflela folla ŕ Brondolo fenza afpettar Giouanni Aguto Francefe huomo di fomma prodezza, al quale afiente era ftato dato ilgouerno di tutte le genti da terra, & fenza trametter tempo in mezo,chiama-to Carlo Zeno col refto delle genti,ch'erano rima* fte attorno Bródoli eli fu data l'imprefa di menar le genti, lequali erano fiate fotto alle bandiere inanxi la Cittŕ dietro illito,ad efpugnarei ripari de Geno» uefi.Eta egli eflimato piů efperto nelle cofe da ter» ra,che da mare.Et giŕ era ftato comandato al Pifani, che attento afpettalěe il fegno, & quando intendere ifuoi cóbartere ŕ Brondolo,fi moucHe dall'altra par te,& quanto poteua piů uicino al luogo, le galee accollarle a i liti,& m et cefi e in terra le ciurme,& aliai-tafle il nimico da quella parte, che č Vicina al porto. Giŕ ogni cofa era apparecchiata alla battaglia di Bró dolo, quŕdo ŕ Chioggia piccolaeflendo I uccello be ne gli effetti, fi riuolfero ŕ trattare altro . Et acciň i nimici lafciati dietro loro non poteflero offendere, ordinarono i Vinitiani di cóbattere la guardia, che i Genouefi 1 quel luogo haueuano lafciato prnna,chc andaflero ŕBrondolo.Quiui ridottele genti,appena haueuano circódata la torre : qn i Genouefi , come da certo fegno fuegliati fecero ritornare ŕ Chiog-sia tutti quelli,che erano a Bródolo , eccetto pochi iafeiati in guardia del luogo.Et comodarono,che uč niflero in ordinanza, & aHaltaflfero didietro » Vini-tiani,mentre erano intenti al cóbattere. Che tra qué Ho effi dall'altra parte ufeendo della Cittŕ, con impeto afTaltarebbono fimihnente i nimici. Stimando cfler meglio combattere col nimico a fróce, che per lungo LIBRO SESTO. 117 longo attedio incorrere all'ultimo pericolo della ui ta. Dicono ŕ Brondolo edere uenuti mile cinquecé to huomini,& quelli ch'erano ufcitidella Cittŕ,ef-fere ftati circa ŕ otto mila. Quelli che erano ufciti diBródolo, co gridi,qiiafi ufciti di aguati,uénero co tra Vinitiani. Il Zeno afpettň quelli con grande ani mo, & nacq-, fubito crudeliflěma battaglia. Tata qui titŕdi faette d'ambe due le parti nel primo impeto fu trattarne l'aere quali era fatto oicuro. Il gridar, che fiséciua attorno i liti & attorno le nue diChiog glUc giapicciola, el gran ftrepitodelle arme ogni co- fu faita a fa haueua ripieno di terrore.Molti morirono,& piů clě'°ggia f furono feriti.Intanto tifato della Cittŕ quelmag- • gior numero,& sforzo di géte come un torréte,(er rati infieme, aflaltaronoi Vimtiani, occupati nella prima battaglia.Contra quelli anchora il Zeno ri-uolto,con forte animo il loro impeto foftenne. Giŕ era conftretto.ě combattere da due parti ;ma métre follecitauadi finir quell'altra battaglialo maggior forza fpinfe del luogo loro ifoldati di Brondolo,cň tra iquali, perche lě ritirauano, mandň la cauallena. Laquale ritrouŕdo la fanteriadifordinata,la,fcacciň ruppe, & uccife. Molti gettatili in acqua appreffo la chiela di fama Chaterinas'annegarono,pattej? il pefo delle arme,& parte per non faper notare . Vie tore da quella parte riuolfe tutto l'impeto contra la fquadra della Cittŕ, laquale fpauentata , per il cafo de fuoi,uicominciaua ŕ ritirarli. Contra laquale co maggior forza li mife Allhorai nimici molto turbati,li difordinauano ogn'hora piů.Finalmente non fi potendo piů foftenere, fi diedero alla fuga, & cia-i'cunocorreuaŕ prendere il ponte, accioche elei ufi da i fuoi, non rimaneflero ad elfer morti da nimici, gli ultimi haueuano i Vinitiani alle fpallc, iquali die tro ferendogli tolfe ŕ molti lauita,& molti nella fuga,ma in maggior numero appreiToil pontefuro-so ucci fi, ilcjualc per il pefo deH'arme,e de gli huo- Ł Ł mini DELLA SECONDA DECA mini rotnpendofi,portň feco grandiflěmarouina. Quelli, che caderono nell'acqua, con la rouinadeP ponte quali tutti infieme perirono. A lami con faet-te,altri con pietre,& pjii per il pefo delle arme,& ritirati in fondo dell'acquano piů fi uidero. Piů di mil; le anchora liquali erano di qua dal ponte,petirono« Q.uell^ch'erano nell'altra parte del ponte, per efler da ogni lato percoiC dalle faette,furono.aftretci a ré derfi.Quuii i Vinitiani diedero in guardia Ja fortcz. za fornita dal nimico di macchine daguerra a Giacomo Rou,etio,huornQualorofoj8fardito.La torre* che inanzi la battaglia era fiata incominciata a com battere,inqueirhora{lrefe.Furono quel giorno pre fi quattrocento Genouefi, tra iquali u'erano alcuni nobili. Li ftendardipublici, non Colo furono tolti a -, Genoue(ě,ma anchora a Padouani, de quali ne matv l'mciaronoit carono P'u &1 niJile.La notte,chcfeguě al giorno del vtonithtfi di la pugna, i Genouefi abbruciarono, la fortezza di bnudtlo. Brondolo,& le galee fmarrite ritornarono a Cbiog eia.Virtore,intefa la fuga de nimici,iu> 3rriuato eoo le galce>rubito ne liberň due de' Genouefi dal fuoco dieci s'abbruciarono,& l'altre poco dinazi erano fča, te ridotte a Chioggia,Molti Padouani, & Genoue fi temendo,che tutte le uie non fufiero loro ferrate da'Vinitiani, onde nň poteflero partirli, quido ha-uelfero uoluto ,di notte fuggirono nafcolamentea Padoua.L'altro giorno prefo Bródolo,Vittore iute fé per ifpie3dieci galee de rumici in punto d'arme,& t>Ucl galee d'huomini,eflereadifefa de moliniionde per ricono de gemnefi fcerqUC]lefurono madate fubito alcuni nauilu pie * cioli.Alla uiftadequalijperlanoiiadellarottahauii, M5i Genouefi fpautntati,!afciate le galee, fi gettaro no all'acque,& notando lcorfero fui lito uicino. Ec cofi quelle fenza alcun cótrafto uennero in poter de Vinituni,lequali con molta allegrezza dellaCic tŕ furono condotte a Vinetia. Alcuni dicono eflere fiati ottantacinque Genoueiiprcfi con quelle. Car lo LIBRO SESTO. n8 IoZeno,di comandamento del Prencipc tutte le gč tidiChioggiapicciolamife a campo inanzi alla por radi la citta Łdoue(ě uŕ a Uródolo,al]achiefadifan Fracefco,oppoitaali'ipeto de nimici unajpfondafof fa,peroperadefoldau.Et iGenoueiě fendendo ferra re in quefto luogo co piů forte afledio,fpitifero fuo ridella Cittŕ tutti i fanciulli,& le donne, lqtiai mifc ri il Prencipe Contarmi fece menare a Vmetia. Et fece ferrar con molti npari,tutti i luogi,per liquali Ł«»*«* nuli poteuanauigar dal territorio aCliioggu. Il Pi- >eZ°. >Mn lie lam,in ělpatio d un mefe talmente fortifico il porto ti,- j^nŕitUi diBrondolo drizzandola unatorre,che co poco aiu &-U dtnnt, to d'huomini lafciato all'uno , & l'altro lato fecuro puote menar uia l'armata di la::na teneui l'afledio (in che Chioggia (ě rihebbe.Tra quefto,hauuto auifo di nuotia armata,che fi diceuaapparechiadia Genoua oltre a quello eflendo anchora manifeito nauilii, gente&¦ armeeflerpofti mordine con molta folle-citudinedal Prencipe di Carrara, i Senatori(perche ilimauano nň cofi prefto douerlě combattere attor no Chioggia)mandarono galee performento in Pu giia,acciň non fofietŕto caro nella Cittŕ come era pFĚma.Et fu mandato con quefte dodici galee Pro- &'*'• ff*t* ueditore Thadeo Giuftiniano. Quefti.paflando in * »¦¦ * Hiltna,con poca fatica tolleGradOjdoueprefimol- * ' ti Forlani gli mandň a Vineria.Et profperamente na uigando,andň a Mafredonia, doue intefo il giunger dell'armata Genouefe, capitano dellaquale era Ma-rufo Doria,quante galee,puote,fubito ifpedi co for mento,& le rimadň a Vinetia.Ne molto dipoi,auici nandolě il nimico}raltre galee hauendo fondate nel porto, acciň i Genouefi non le prendeflero,eg!i con fei galee, u enne uerfo Vinetia perche l'altre erano andate in altri luoghi per formento.Ma eflendogli fo pragiuta unagrauefortuna:fu aftretto ritornare in-drieto. Et perche giŕ il nimico era giunto, egli fom-«nerfe le galee nel porto ,hauendoěe sfornite prima E E x di DELLA SECONDA DECA di ueleremi,e d'altri Iflruméti neceflarii ŕnauigar. Si. condottoli nella Cittŕ.Dipoi, pofte alcune botti dall'uno, & l'altro lato alla bocca del porto, acciň i corpi difarmati de' fuoi non (ě opponefTero contra i nimicijiě apparechiň di uietar l'entrata a Genouefi. Dicono Thadeo efler flato esortato da Guido Fora nenfe Podeftŕ della Cittŕ,che lafciato il porto,fi ri-cUicefTe dentro con le genti, ma egli ciň far non uol fe.Adunque fu la prima giunta de' nimici,fu combat tutoafpramenteperifpatiodiduehore. Et alquanto rimefla la pugna,dado(ě fpatio l'una,& l'altra par te per curare i corpi Dipoi ritornarono alla battaglia alquanto piů ferocemente,& farebbe flato uala rofamente difefo il porto,fé da una parte degli neroi ci polii in fu'1 lito,i Vinitiani non folfero itati aiěrer ti a combatterre d'appreflo,& quafi in cerchio. Qua tunque anchoracofi alquanto l'ottennero la forza di quelli,ma crefcendo la moltitudine, Jafciando U luogo limeflero I fuga.La Cittŕ uicinafece,che non , , _. furono morte piů genti di quelle,ch'erano mancate Rintana etcě ne^a battaglia.Thadeo,con altri cento, uenne nelle 40fitti f*prt mani de nimici.I Genouefi rouinata qlla parte delle fi nel porto galee , che appareua nell'acque, andarono al porto Si Ficulano,doue fi diceua eflere altre lei galee de Vini tiani. Cinquedellequali di mezzo e'nimici. ŕ Vi netiaualorofaméte ufeite,ritornarono,una con ma co fretta fuggendo non potc feguir le altre. Le ciur me di quellejch'erano fiate rotte a Mŕfredonia, per terra uennero a Chioggia,douein quei giorni,ne quali cotali cofe erano itatc fatte,lontano da Vine-wmpperoottan tja fu combattuto da* Vinitiani in mare felrccmen vepreferott- te contra ottanta nauiln de ninnci,dequali ottofu-4*. rono pii.Il refto dell'armata,poftain fuga,fu caccia taaChioggia.Ne dipo: molto cópocafelicitŕjficer cňdi cóbatterecon i! prefidio Genouefi ilqle era alii Molini Perciň che,oltre i Vinitiani che furono ribattuti da qlli nň di battere lenza uergogna, ui meri LIBRO SESTO. 119 mori il figliuolo di Lodouico Loredano giouane uŕ ]orofo,con alcuni altri nobili Vinitiani. Il giorno feguente auenne,che da capo i nauilii Vinitiani circondarono la fortezza. Onde l'armata de' Padoua ni eflendo affediato Chioggiacon queftadelibe-ratione iui s'era fermata,che no potendo le galee de Vinitiani per la baifezza dell'acque nauigare,ella in tŕ to poterle metter le genti fu i liti uicini,& comin ciň nauigare peri ilagni.Cofipercafo auéne, cheef fendo i Vinitiani intenti alla ěfpugnation della for tezz.a,f u con fpauento apportato i Padouani partirti Kmm y-v t 1 r • r l- 11 ¦ e ta Padattano. per terra.Onde lalciatalubito quella imprefa, tra- u territwi» uerfando le acque con molta preftezza, fi riuolfero contra Padouani .Iquali, non molto lontano dai liti fopragiunti,confubitigridi ruppero, & mifero in fuga.Etfparfi inimici nelle paludi uicine,prefero tutti i nauihi,qualidicefi,che furono circa octanta. Co queftianchora preferofeflantahuomini,de qua li alcuni furono Genouefi .Ne pň intorno l'armati del Zeno lecofefurono quiete. Ma quiui anchora alquanto fecondo Poccafione dattagli da nimici fu combattuto. Perche giŕ mancando la uettouaglia, incominciarono prima i foldati,dipoi i Genouefi a chiedere,che gli lafciaflero andare a Chioggia eoa Iauita,&leueuimenra fole.Laqualcofaa gli uni e a glialtri fu dinegata.D'indi a pochi giorni, intefo il giunger dell'armata Genouefe,laqua!e era in Dal-matia,& quella,chefiapparecchiauaiVl Padouano dal prencipe di Carrara,per leuare i compagni d'afle dio,i Vinitiani fecero un comandamento che cia-fcuno,che uoleua eflerefaltio, fi lenalfe da Chioggia, & fi apprefentafie fra pochi giorni alle porte del la prigione,altrimenti dipoi non douelle piů fpera-re di hauere perdono ,i! cui numero io nontrouo appreflo^li autori.Cotale conditione dicono fifac tamente il nimico hauer difprezzato?, che un folo non fětrouň in tutto il numero , che prometterle di E E ě farlo. DELLA SECONDA DECA farlo.Percioche,ancora eilě haueuano intefo del grň per dell'armata Genouefe. Etpófto fperadod'efler leuatid'aflediOjdeliberarono fonrire, & patire ogni estremitŕ, piů tofto che réderfi. Aducjue cótra i nuo ui apparecchi dei nimico Fadouano, j Senatori ordě narono cinquata nauilij leggieri,f>che cóueniua lo-rocóbattere nei ftagni, & olcradi qfti venticinq;ga lee fecero ridurre ŕ Vinetia,^ opporle cótra nimici fe^auéturanauigafleroalla Cittŕ. Nel mele di Giů ano ŕhoradi terza inŕzi il porto di Chioggia fu uč ~, , duta l'armata de'Genouefijlaqle era di uétitre galee tee tnffč. & accoftadafi a. un miglio gridando sfidň i Vinitiani giunt'er» a alla pugna. Ma effi no mouédofi , ne con i nauilii,ne Chioggia in co l'eflercico,ftauanoapparechiatinell'una,&l'ai-fucorf» de gč tra parte p nceuer l'ipeto de nimici,& fopra le acq; *•*«/»• teneuano grŕ moltitudine de nauihi,accio i Padoua ni \ qllo métre alcuna cofa nň tétatěero. I Genouefii uedédo nň poter indurre i Vinitiani al cňbattere, an darono aiFofloni. Dipoi ogni giorno mouendofě» n3uigauano fu lo ftatio di eflě Vinitiani, con parole igiunofe alle arme inuitandogli.Tuttauia,il Contari ni,& gli altri italiano ferini nel loro propofito, che eradi non combattere.Nondimeno madauano nsui Ili uelociflěmi, iquali con la loro prestezza mole-ilauano le galee Genouefi,trahendo dardi,& faette. Il Pifani finalmente,difprezzandoil poco numero de nimici di confentimento del Prencipe condufle fuordel porto uenticmquegalee,& fcorfo di fubito in alto mare,drizzň le prode contra 1 nimici,che era no aFo(fone,i Genouefi nň hebbero ardiméto d'a-> fpettarlo,ma tofto riuolta l'armata,fuggirono uer-fo Ancona . I Vinitiani non uolfero feguitarli molto , acciň fenza il comandamento del Prenci pe , non fi fcollaflero dall'afledio. Fu tentato in quei giorni da nimici nuouo modo di ufeir fuori per iolleuare la moltitudine , hauendo fabricato fubito cento nauiiii piccoli de i legni de gli edificii, cialcu LIBRO SESTO. aio ¦ciŕfcu dequali era de remi dieci.S'erano cóiienuti é' rumici jxioche l'artnarache era fuggita poco dop-po era anchora ritornata al primo fuo luogo,che quando le galee loro poiie nel porto hauefiero occupato l'animo,& gli occhi de Vinitiani, con ftrepi ti,& gridi { efěendo crefciuta la lor moltitudine per ; 3i fupplemenri hauuti poco dinanzi da Genoua,& di Dalmatia , ) che allhora tre galee Genouefi quanto piů tiěcinepoteuano s'appropinqaŕn'ero accorto a i liti de Chioggia picciola.Et intanto quelli,ch'erano nella Cittŕ ulciflero per le acque di den tro, |> doue {i uŕ a Chioggia picciola^okra la porta Manana, & quando fofiero giunti al mare ftibito montaflero fu le galee.Granello diPera era capo di quella fattione &fuga,che di fare intendevano . Quefti,uedendoii tutto apparecchiato, die fegno ai lucidi tifciv con impeto.Q^ielli,ch'erano nei ripari del Zeno auedu tifli di-qnelto,Cubito s'anifarono quel,ch'era, & per Ipedir tal fuga,ifpedirono nauilii uelociffimi, iquali a trauerfo le acque contra l'inimico fcorfi,con l'ubi— ta paurafuggarono quelli,che ueniuano .JCinquŕta naui de nimici furono prefe,& grŕ numero de nimi-ci morti,circa ottŕtafatti prigioni,& co'quefti Gtŕ Kutua rotu nello.Gli altri fuggédo ritornarono nella Cittŕ. 11 At Biódo ferine,i Genotfefě hauer tétato nelpncipiodi róperla catena,laele era tralebarzeappreflo il por to,acciochc cótendémant'arono ambafciatori ŕ 1 códottien, ch'erano ůlTJrfi. nell'ellercito del Zeno, i quali offerěHero a i foldati tutto l'oro,& l'argento, & l'arme de'Genouefi inde •me con la cittŕ,con cjfta códitione,che gli rimandaf fero lenza efler' offeh da Vinitiaui ŕ i fuoi.Tal modo di renderfl haueua mollo l'animo di tutti .Alla qual cofail Zeno non confentendo,fubito la fece intendere al Prencipe, il quale mandň loro Pietro Hemo *¦ fuoconfigliere.Et intiero oltra molte altre cofe,che in quefto lor renderfi fé gli concedeua,appareua i Vi nitiani douer riceuer gran uillania, le efsi lafciaflero andar falui fuori delle lor mani i Genouetě perpetui nimici de'Vinitianijdomati con tanta fatica. 7\dun-que fi conchiufe,che la Cittŕ foflTe faccheggiata, & fatti tutti prigioni de'foldati.Ma Genouefi,Padoua-ni,Forlani,Dalmatini,&Greci,in(ěemeconla Cittŕ foriero de'Vinitiani. Con quelle conditioni ritentici jcódottieriĚT) officio,giurarono fu le parole del Ze no,che piů non acettarebbono alcuna códitione de' Genouefě. Scando gli altri queti,Roberto Marchiano,il quale haueua honoreuolecondotta,inchinan-dofi anchora alle conditioni de'Genouefi,non celfan dodi turbargli ordini, chiamato alla prefenza del Zeno,per cnnfiglio di tutti,fu prefo,& doppo due dě confeffŕndo la lua colpa,fu impiccato ŕ Vinetia. Et cofi,lapena di uno, acquetň la feditionedegli al-tri.Genoueu*,ingannati del loro primiero conliglio, c^rcaiiano , comt haueuan fatto nel principio di fe-nwnarcdifc^rdia nel capo. Ma fu X gli ambafciatori di quelli ordinato da condottieri, che doueUeroan-^ dare alia prefen/,a del Zeno, dicendo eflere in potere di quello^ de gli altri Vmitiani, la mori e & la ui cade' LIBRO SESTO «i ?ade' Genouefi,& pregar quelli,& dimandar loro di efěerfaluati, nedoueflero fperar alcuna cofadafol-dati,che i condottieri con tutte le genti erano in pň te le a di Carlo Zeno. Allhora uenuti allaprefenza de' Vinitiani non gli moflero dalla loro deliberatio-ne.Leuata adunque ogni fperanza,riuolti a prieghi, Mi(ir*Hb & lagrime,mandarono di tutto il numero i piů elee- tl^J' ti al Prencipe, iquali manzi ŕ lui inginocchiati,co la ^rime il pregarono, che per Dio douefle hauere pietŕ della loro milena,& difgratia. Cófeflauano fi come nimicihauer combattuto cótra Vinitiani per mare, & per terra. Ma diceuano hauer combattuto dell'Imperio,& non della uita,& quefto apparere,& efiere manifeito argomento, che molte uolte nelle guerre paffate,i prigioni erano flati rifcoflě,ouero n cablati,& alcuna uolta reftituiti.Vltimatamente pre fa Chioggia, niundifarmato e fiere flato offefo,ect cetto pochi, che furono fatti prigioni, iquali no per publico uolere: ma per temeritŕ d'alcuni erano flati morti.Mache ŕ tutti gii altri mai era flata negata la falute,& checiafcuno,ch'erauenuto nelle lor mani, mancandogli il uiuer,acciň non mori ile di fame,ha-ueuano lalciato andar faluo ŕ i fuoi. Non negauano perň prima hauer uoluto efperimentare ogni cofa, che renderfi-, maqfto no tanto etěčre fatto per odio, «iuato,|>che cofi era flato forza,acciň foflero giudi^ cati da Tuoi coftŕti,& huomini ualorofi.Ma,e(rendo fuperati hoggimai piů toflo per fame,che per arme, non dimandauano oro,nň argéto, nell'altre loro rie chezze,ma folo la uitn,laquale negare ad un'huomo difarmato,& humile non č minore crudeltŕ,che per fraudetorla ad alcuno . Ma qua! fine afpettaflero i Genoucfi,di queflo efsi metteuano ogni fperanza, & ogni lor uoto nella clemenza Vinitiana,dicendo, che efsi eonJideraffero quello,che era da concedere ŕ miferi,lagrimofi,& afflitti fupplicatijpercioche nň erano mai per credere,che poceflero dimenticarli delle DELLA SECONDA DECA delle riuolte della fortuna coloro, che tate uolteha ueuano efpenmentato le cofe auerfe, cjuantiěq; do-fpft uefěeroogni eflremo male patire.Ninna rifpoftapra Pinitiani. ceuole loro fu data,eccetto,che teneflero certo, pb co dipoi douer effere prefi, & che allhora i Senatori con piu maturo cólěgho jCÓůiltarebbono della uita, & morte loro:ma che intanto loro pareua có(a giu-fta,& honefta,che quelli foriero tenuti in feruhů.St ofcuritŕ,iquali inentre,che feguitano l'ira, & l'odio fi fono priuati della jppria libertŕ. Si parriflero aciun j& mici haueua,oltrale galee, ch'erano circa quaranta, jk*™° '" anchora alcune fufte, & c'haueua prefa, & Taccheggiata l'Iftna,eccetto alcune poche cale de ribelli.per tradimento de'quali la Cittŕ era Hata prefa . Ma la Roccaanchoia lě teneua per Vinitiani, nellaquale Crifpolino , & Azzone Triuigiano fi erano ritirati, conlbldatifcielti,& ualorolě, dipoi perdutala Cit-tŕ.La ribellion di due Cittŕ uicine, haueua polla la terra in gran follecitudine.Ol tra quefto la grandezza dell'armata Genouefemoleftaua l'animo de Sena tori.Appareuamanifeftaméte,feefsi al pari di quelle non haueuano tanto numero di galee, con lequali poteflerorefifterealle forze de ni mici, occorrereb-be,chenonfolorHiftria, ma tutto il tenirde Vinitiani, in breue i Genoiiefi haurebbono occupato . Onde di fubito riuolti all'apparecchio di gran nume ttnoutfidjt- xo di galee,follecitauano ogni giorno di metterne hi Ěfr-9 i*!1" ordine qualch'una di arme,& di altri fornimenti.Ma trlarchacl' 4 "člitre cotali cofe in Vinetia lě ifpediuano , i Geno-iHtU^a, ' uč lě diedero i'Hiiěria al Pacriardu d'Aquilegia, Se parciti LIBRO SETTIMO. zij partiti con le galee tofto fcorfero ŕ Brondolo . Dipoi, ueduti li ripari di Chioggia,doue tutto era ferra to,drizzarono il corfo uerfo la Cittŕ. O^uiui l'armata (tette alquŕto dauŕti il porto, ne fecura del tutto. Imperoche alcuni nauilij leggieri fubito ufcitidel porto con faette, & artiglierie moleftauano ogni co fad'intorno,onde uedendň i Genouefi non poter qui ui far cofaalcuna,andarono nelPIftria, & tentarono di far ribellare Piranefě,iquali ricufando furono aliai tati & combattuti da Genouefi,ma la terra non folo fu difefa,ma con danno & irergogna il nimico dalle muracacciato.Parenzo fimilmente fu in quei giorni dall'arme de Genouefi trauagliato. Ma quiui,fi co me ŕ Piranojfurono uane le forze loro, onde fi ritirarono nei luoghi maritimi deForlani,doue raccon ciarono le galee nel porto di Marano, In quei giorni i Vinitianirihebberole Bebbe, nella ifpugnation del lequali ?.l quanto fi affaticarono, perche iu-i erano fe( fanta Genouefi , che ualorofamente difendevano il lHogo. Finalmente i Vinitiani entrando fotco i ripari , i nimici uedendogli rouinare, trenta di lor parlari do il fěume.con pretta fugga andarono fu i confini de Padoiiani.C^uelli che rimalero,doppň luga battaglia rU parte furono morti,& parte prefi. Ne fi uolfero ren- per for\« htk dere quelli,che tenewano la Torre, fino a tanto,che ber» l* &ekk» nonlauidero ardere.Hauute le Bebbe, tutte le altre terre,& Cartelli, che erano fu le acque, & intorno ŕ fiumi fi nhebbero,eccetto Capodargere5ilquale fi te neua con le arme del Carraro. In quello ltato erano le cofe Vinitiane,quado fubito uenne nuoua, che la Cittŕdi Pola era ftataprefa da Genouefi, &la mag-gior parte abbruciata. Perlaqiial cofai Vinitianifde gnatijcon potente armata alquato piů tofto di quel lojchehaueuano ordinato,paHaronoin Hiftna. Alla giuntade quali il nimico impauritOjfaccheggiata, & guafta la Cittŕ, andň a Zarra,perciochefidicctiai Vinicaui hauere q^adintaiette galee, & alcune altre filile. DELLA SECONDA" DECA ifat. fufte. L'armata Vinitiana giůta nella Prouincia mas* u tU vini- giormente accrebbe:hauute galee da Piranefi, Pareri ttant Capua tinj & altri habititi dell'Hiftria,iquali erano ancho- »o Vittore • r i i i r-» ... ' 1 ., FiCtni ra in tede del Dominio,intanto,che circa ceto legni fi annumerauano. Ne alcuna armata de Vinitiani fu meglio in ordine in alcun tempo,perche ciafcuna ga lea,oltre a Balleftneri,& altri,haueua quindici huo mini d'arme, Era il Pifani Capitano di cofi poflentc armata.Et il Cauallo Veronefe Capitano , come di-cemmo,delle genti da terra. Giunti in Hiftria, nella e; a- * ;• prima parte della notte mandarono due galee a Giů totulttnopoU * II. . v iirT-n • r ¦ in i li frefa grfac- lnnopali,cioccapo d Hiftria, affilare lo ltato della ' Cittŕ.Erano Sopracomiti di quelle Michel Delfino, & Petraccio Malipiero. Eglino, Icorrédo nella ofcu ritŕ della notte,ruppero il ponte,ilquale, percoman «lamentodel Patriarchad'Aquilegia,era ěčato fatto dalla Cittŕ alla terra ferma. Per laqual cofa appare-ua, che, fé i Vinitiani circondauano la terra, quelli, ch'erano dentro,non haurebbono, onde fperar foc-* corfo, per ilche,eirendo rotto il ponte, alcuni de ribelli ,per opera de quali il nimico haueuahauuto la terra,fpauentati, in quella notte parlando le acque, ch'erano d'intorno la Cittŕ, fcorfero fui territorio^ Fatto il giorno, il refto dell'armata s'accoftň uicina alla Cittŕ. I nauilij piů leggieri andarono aitanti, a quali feguiuano le galee,empiendo il tutto di ftrepi-to,edi rumori.Ne quelli, ch'erano nella Rocca, la-feiarono fuggire laoccafione , ma con fubita ufeita, mifero gran terrore ŕ minici, iquali,circódati da tan ti mali, fubito fi rendettero. Quattrocento Forlani uennero nelle mani de Vinitiani, & tra quefti Nicolo Spilimbergo Podeftŕ della terr,i,& Simon Pŕper-gino. La Cittŕ in difpre/./.o di ribelli fu faccheggia-n-Dipoi reftituita ŕ terrazzani, che per tal nouita ujciti erano,lafciŕdo co quefti molte géci ŕdifefa,ac ciň ia terra un'altra uolta per poco numero d'huomi m,noii fa$c dal nimico occuputa.Hauuto capo d'Hi- iiria, LIBRO SETTIMO. 224 ftria,farebbono fubito andati ŕ Pola, fe'l Pifani non haueHe ordinato d'afpettar lettere dal Précipe, & da Senatori, per lequali fofle fatto certo, fé ŕ quelli pa reua5cheoltrail Qj.iarnaro,fidouefle madar l'arma» ta.Laqual cofa eiěcndoli comandata, fubito l'armata andň ŕ Pola. Ne fra tanto celiarono 1 Genouefi'Ma mentre le galee Vinitiane furono ŕ capo d'Huěria, cfll miflero le fue ŕjěcardona Ifola, laqual č appref- Genoiteftpr»-fo Libuni!3j& coiěrTn7eFo""AT&e terrŕ deĚl'lfola,dop fero~4rl>i. pň alquanto combattutala renderli,con tal conditio. ne,che fufěero lafciati partir tutti i Vinitiani, con La douico Contarini Podeftŕ della Cittŕ: & quelli che nel pricipio della guerra diedero la terra a Vinitiani, Nelafciarono , che folle fatto ingiuria ŕ Cittadini. Erano ftatjgli Arbenfěfino ŕquel giorno amici del Dominio, & piů uqltein quella gucrra,eilendo tentati con battaglia, uolfero piů tolto patire ogni dtre miti, che alienarli dal Dominio loro . Ghinatio,i!r quale fcrifle l'ultima guerra de Genouefě piů diliger», temente di tutti quelli, che habbiamo ueduto, dice, che per molti giorni i Arbenfi non mangiarono pane^ fecero una legge,chcmuno* il nominaHe,& che di carne,čdilaticinij uillero. Ma rotti in queltomp «io, & con fi crudele battaglia, fecero no quello,chs harebbono fatto,ma quello,che poterono da.1 nimico ottenere.I Genoueiě hauutala terra, falciate alla «hfefa tre galee, d'indi fubito con l'armata fi leuaro- pa40HanUl-np.Qj^eftp fifaceuainmarejquandoTnuigidalle ar fcJiaranaTri me Padouane grauemente era molettato. Erano ita »'Ł'• tipoftiduepontifu'l fiume, uno a un luogo chiama to Cafale, l'altro uiemo alla Cittŕ :doue il nimico Carraro 1 quel tumulto haueua indrizzato. una nuo-uaTorre . Era il primo propolčo del fuo animo di domar le genti Vinitiane,& quelli della Cittŕ per fa me, ferrando le acque, per lequali dalla Cittŕ ogni giorno conduceuano uettouaglia ŕ Triuigiani. Hra . iicampode Padouani appreflo la Torre, di donde fempre DELLA SECONDA DECA fempre fi faceuano correrie fin fulle porte. Appreflb erano moleilati nella Cittŕ con artiglierie,in tanto» che i terraz.ani patiuano molto danno. In quello iix to erano le cofe de Vinitiani ŕTnuigi.Il Piiani in ti to condotta Tarmata a Zarra,haueua incominciato a combattere il porto,quando intefe perifpie, allhora effer di lŕ partite dodici galee Genoue(ě3 & andate in Puglia per formento.Intefa tal cofa,bécheegli quafě continuamente era aggrauato di febbre,nella quale eraincorfo il mefed'Agolto, nňdimeno acciň in tan ta occafione non celiane, deliberň partirli da Zarra, & andare contra il nimico : & giuntolo ne' P eligni, nella prima pugna fopraaenutala notte fuggě il ni— mico.Mon in quella zuffa Catarino Corbcrio fopra comito. I Vinitiani fcacciato il nimico , ŕ Manfre-toTfonic ^oma n'andarono, doue Vittore tra pochi giorni fi pittati dell'ir mon c° 8ran pianto di tutte le ciurme. Dicono mai w.«/4. non edere flato huomo piů grato a fuoi Cittadini di lui.Per laqual cofa mentre uifle ogn'uno il chiamaua fuo difenfore,& morto,non meno di padre fu pianto da marinari. Luigi Loredano tenne il fuo luogo, fin che ŕVinetia fu creato un nuouo Capitano . Il fuo corpo fu portato ŕ Vinetia,& i Senatori, con tue to il popolo , con folenni efequie lo fecero fepelli-re nella chiefa di Santo Antonio. La fua fepoltura fi uede dorata & di marmo appreflo all'altare grande. Non fu mai portato alcuno corpo co maggior pian* to,& lamento,tanto era caro a tutta la Cittŕ. I Sena Cari lem torijm luogo del morto, fecero Capitano del mare del Carlo Zeno. Alqualehauendogli fatto ueniredal- Tarmata due galee comandarono, che di lubito andarle nella Prouincia. Ma mentre quelle cole ŕ Vine tiafi faceuano,Tnuigi non era perciň da Vinitiani fcordato,perche,ferrati ipafsi, era ridotto in ultimo .biiogno. Ilche molto difpiacendo al Senato,diede opera,cheaprendoli il nati-igaredel fiume, agli affe-duci li foccorreife. Et coli fu fatta una nuchina na- LIBRO SETTIMO. aiy fiale per rópere ipali,& quattro Ganzariole,& tnol ti altri nauilii, miilero in ordine ; & in quefte porte parte delle genti che erano ŕ Chioggia,& quelli an chora,chehaueuanoi loro ftatii appretto il porto, furono mandati al foccorfo della Cittŕ,con Marino Carauello,huomo ualorofo, ad aprire il corto del Si )e,ilquale c5 tre ordini de pali i rumici Padouani ha ueuano richiufo,& ferrato da una ripa all'altra, qua fi a modo di catena,da quella parte,ch'era piů uicina al canale Sarracino Dandolo fu fatto Capitano del le genti,che fi doueuano menare fino a Mufeftre p la ripa oppofta al nimico,perche Mufeftre č un miglio uicino aCafale,doueinimicihaueuano il foccorfo uicino. A quefto luogo giunca fubiro quella macchina nauale,tu polla in ordine co apparecchio di guerra contra il nimico . Seguiua l'annata grolla, & il capo de foldati fcorreua appreflo la riua in foccorfo di quella. Ma quando giunfe alla ferraglia del fiume,poie tre giorni cótinui a fconficare i pali.Ec tra quefto combarteuano afpramentecol nimico. Saette, & ogni forte di dardi uolauano dall'una, & l'altra parte.Nondimeno l'artiglierie molto offen-deuano l'& uenen Pietro Htmo do a Vinetiai Senatori fecero Capitano Pietro He dpiuno. mo L»armata j con le genti da terra leuata da Mule-ilre,fi.nduflea Vmetia II nimico,doppo lafuapar-tita,ridufle le genti ne {leccati, & fornita la Torre di uettouaglia,& d'arme(perche non era alcun luo-|o,doue potefle andar fecretaméte)temédo di nň ef ter rotto da Vinitiani,ch'erano a Meftre,mofTo il ci pň andň a Nouale,& fubito incominciň a cóbattere «d'afičdč? il Caftello.Tra quefto le genti Meftrine conducéda ' fortnento a Triuigi,in qualche parte leuarono la ca~ reftia.Dicono in quel tempo efler fiata tanta eare- fliadi fermento,che quafi lěuédeua quattro ducati 10 ftaio.Onde auuenne,che molte famiglie popola ri fi partirono , la maggior parte dellequali uenne a Vinetia-Ne etiandio il nimico ottenne il Tuo defide -i , rioaNouale,ilqualeftancoperil luogo afledio,& hauendo perdutta la fperiiza di hauerlo,leuate le gč ti andň fu'l Padouano.Et perche giŕ fi approfimaua 11 uerno,partiti 1 foldati ne luoghi oportuni, andara no alle ftanze.Taii cofe quella eftate furono fattej & quafi tutto l'autunno dalle parti da terra.Nel ma-re,fotto la guida del Loredano,l'armata fu ridotta! Ancona,dipoi pafsň in Hiftna. Doue mouendolě i Vinitiani fubito asfaltarono Brefca, e Segna territo rio di Liburnia,& prefele faccheggiarono,& disfece ro.Ma il fuoco in piu luoghi fenza rifpetto attacata Segnig,eiBre guaftň il paefedi Seggntaper la maggiorparte.Alla fcafaabeg- fama di tal potente armata li Curzolani lafciata la giate,ft arfe. Cittŕ,con lemogli,& figliuoli fuggirono ŕ gl'incol ^T7 " monti deH'If01*-!1 Vefcouo,andato ineótra aVint tiani,che uemuano,fubito fi refe pregando il Lore- dano IIBRO SETTIMO. n6 dano,che no patifle,che fofle fatta ingiuria alla Cic tŕ,che fi era refa.Et cofi fu fatto non tato per rifpet to fuo,quanto per la fede de gli antichi fuoi, &ě'a- .\ moreuolezza grande uerfo Vinitiani,laquale efli ha . ^\ ueuano feruata beneficiandoli, l'uno l'altro fino a quei tempi,ne iquali Lodouico Re tolfe a Vinitiani tutta la Dalmatia.Dipoi arriuati a Bocari, quel Ca Bocarě Jke itello da Vinitiani prefo il faccheggiarono. Leuata cj>eW*t0> dure ini're- ho,& in Hiitna,& per cagione dell altra parte, h per ta. de il prefidio, che haueuano i Vinitiani ŕ Cartel Fri Vajěel Fnr- co} perche fcorfi molti tnefi, i loldati non hauendo f° "Jifljna ^auuto danjri> Per difperatione diedero il Cartello, par*dikc4c- Per cor.fentimento de gli habitanti,al Signor di Car těnta fuori, rara, cacciandone Andrea Paradilb Podeftŕ. Quefta 1/dttnno fat- tal forte di ribellione dipoi fu cagione di molte altre todaf^njhi' fu'l Triuigiano . Giuntalanuouadi queftodanno, •"* un'altro dafrefeo fopragiunfe. Gli Vngheri,iqual,i haueuano LIBRO SETTIMO. ai7 haueuano le loro habitationi ne i monti, con molte correrie moleftauano il contado di Ceneda . Haue-tiano meilo in ferri Guglielmo da Camino, & lo in-colpauano,che cótra i patti hauea dato aiuto di for-mento in tutto il tempo della guerra ŕ Sacile, ŕ Co-nigliano, ŕ Ceneda & altri luoghi. A Vitiitiani chie • deuano , che lor fofle dato il porto Bufaleto, & effo Guglielmo con tutta la fua famiglia andafle ŕ Coni-? gliano.In quella guifa rouinando le cofe de Viniti* ni per tutto il loro Dominio, ne hauendo donde po-tefleroritrar uettouaglie,foccorfi, & danari ŕ fofte-ner il pefo delia guerra, panie ŕ Senatori mandare a Leopoldo Ducad'Auftriai& dargli Triuigi con tutti i confini.Et, le dipoi il Carraro non haueflelatcia-ta quella imprefa,laquale non era per laici are, nň du bitauano,che'l Ducafubito no ueniflein Italia, con quante genti hauefle potuto,& coli per lefor/.eftra niere la Cittŕ in gran parte farebbe allegerita dalla gnaiezza da terra,eflendo ě haftanza occupata daile battaglie di mare.Paaraleon BarbOj-di ordine del Se- f «atojěi mandato al Duca. In tauro, perche lo ftipeiv n mandati i dio fcariamčtefi dauaŕfoldati ; per eCcr poca quari Leopoldo per titŕ di danari, piů di mille caualli fi pararono dall'ef- *r' Tnut» fercito di Metě:re,& andarono al nimico. Quelli,che rimafcro,nella partita di tanti h ira mi ni d'arme,por-tarono la notte qualche uettouagliaŕ Travigi, & in quella propria hora di lŕ partendo^,caduti nelle ini! die de nimici,parte della cauaileria furono prefi,gli altri fuggendo andarono prima a Triuigi,dipoi ritor narono ne' fteccati. Et cofi quafi tutte le genti 3 che erano ŕ Mettre,in pochi giorni fi annichilarono. Gli animi de Vininani indeboliti per le cofe lor contra- cercano pace ritentarono pare col Prencipe Carraro, per mezo "' Cairrtr». ^, d'Alberto da Efte.Furono per quello mandati Fede- . )>. tico Cornaro,& Ferino Rota. L'uno era Procura- -*.'»< tordi quello,raltrofuocompare)& per antica fami- 'u>s "*l*. gliaricŕ Congiunto .Ma per alcun modo non fi potč ' ¦- ¦'---¦- FF s impetrare,, v DELIA SECONDA-ITE CA impetrare,ch'egli uolefle accettare la pace, in tanto allhora l'animo di tutti i uicini ardeua d'odio contra Vinitiani. Et pche fi diceua grŕ numero d'artiglierie in quei giorni efler preparate in Padoua, & polle fu carri, fubito i Vinitiani fecero riparo intorno le line di Mufloné,doue finauiga aMeilre,penfando, che tutte le forzedenimici attédeffero a quefto,che con qualche l'ubica forzapoteflero prender Meflre, mai configli di quelli ad altro tendeuano. Percioche il Carraro aflaltato Nouale,con molta forza incomin ciň a combattere il luogo,& rotti gli argini attorno Moggiano,per doue fi andaua aTriuigi, & meffo alla rottura groflo foccorfo,leuň ogni lperanza a Tn-uigiani d'hauere da Vinitiani aiuto . Quelli, ch'erano nella Cittŕ, intefa la ambafcieria mandata al Du-,„ ca Leopoldo (percioche fi affermaua per quella fola cagione eflerui flato mandato Pantaleon Barbo per darli Triuigi) & perche eflě per molti inefi non haue uano hauuto ftipendio,temendo, che per tali muta-«»n\*A»V. menti di cofe, r.qn foffero ingannati della lor mercé '» v.iAv- .,. ¦ de, la caufadi tutti i foldati, fu comefla per difefa a v*a • Borano Malafpina, huomo di molto ualore,& tutti "*"' giurarono che di ciň, che egli farebbe fi córentareb- bono,ň Leghe,ň Tregue,ň Guerra,ň Pace,& ogni al tra cofa, che gli parefle, & al fuo comando prende-rebbono le arme, č al fuo uolere le rimetterebbono, pur, che follecitafle a difender la lor caufa, & oprar di manierarne non haueflero indarno patito cotanti pericoli,& fatiche. Ma egli come era di prudente ingegno,uennea i Magiftratide Vinitiani quaficon i _¦ • •, tutti quelli,che erano I qualche ufficio. Era Leonar těadoloM " ^° Dandolo Gouernatore della Cittŕ,Marco Zero ZentyAn- no Podeitŕ, Andrea Veniero Proueditore, dinanzi tlttA t-'c.-re aiqualijintal maniera a parlare incominciň. Eglifi ra Magtjir,i ragiona per cofa certa,Signon Vinitiani,il Prencipe, tidt Trinili & ,1 Senato hauer mandato a Leopoldo Ducad'Au-firia, acciň gli iěa dato per loro nome Triuigi ,e'l , Contado sčttimo; h8 Contado di quello.Ilqualedono,fé egli non čpaz*-7.0 ,fenza dubbio accetterŕ .Chi non fa,che'lDu>-caabbracciarŕ quello, che gli offerite, & non molto dipoi fi apprefentarŕ per difender col fuo foccor- Or*t}i>m & fo la Cittŕ, onero (ilche a pena credo) fé egli non S™°*S paflarŕ ŕ tempo in Italia, il Carraro č uicino , al- riTrmigiani, quale per efler le uie ferrate , & leuata la fperan- per U confai "za della uettoglia,& l'aiuto Vinitiano,ň che uo- rottone fatt* gliamo, ň no , farŕ forza di renderli. Onde perche la fortuna dell'uno, & l'altro č ŕ noi fofpetta, acciň non fiamo ingannati della paga di molti nielli, hab-biamo ordinato, ferbando la dignitŕ del nome Vi-niano,& la fede de foldati , conpreftezzaproue-dere alle cofe noftre, & con amore dimandare le noftre paghe. Et affine, che con temeritŕ niuna co ia s'habbia affare , (ěamo deliberati di reftare eia-fcun nel noftro officio, fin che uno di uoi uada ŕ Vinetia per li danari . In quello mezzo ogni cofa da noi farŕ fedelmente guardata, č difefa- Ne piů uogliamoindugiare , ne meno,che per meflo,ne per lettere tal cofa fia auifata al Senato. E1 di ne-ceflětŕ la prefentia uoltra, acciň le cofe noftre fi trac tino fecondo il noftro uolere. Et ran^-_p noi fi afpet tara il ritorno di colui,che madarete ŕ Vinetia,quŕ-to poteremo confiderar,che pofla andar di tempo,ad hauerei noftri danari. Nefabifognodipiucofultaré in quelle cofe,chefon ra«ioneuoii.Sarŕ inuoftrapo defta, fé uorrete, noi efler quell i, che fiamo ftati fino ŕ quello giorno,oucro effendone fatto torto, fa-tno cofe,che non faranno d'utile alla dignitŕ uoftra, percioche quato s'appartiene alla noftra fede,noi tato faremo l'officio noftro,quato noi uorrete . La fu-perba dimida de' foldati abbafsň l'animo de Vinitěa-ni. Ciafcuno facilmente per fé intendeua, doue ten-deuano i loro cňligli. Et quatůque benignaméte fof fé loro rifpofto,nondimeno,temédo del proprio, & comun pencolo, conchilifero tra loro , che'l Dan-; FF 4 dola DELLA SECONDA DECA dolo fubito andaUe ŕ Vineria,ilquale hauefle ŕ riferire al Prencipe,& ŕ i Senatori in che flato erano le cofeŕTriuigi.Egli lanottefeguente,difcoitoda gli alloggiamenti de nimici,per la ma de bolchi, co due fedeli compagni n'andň ŕ Mufeftre,& d'indi ŕ Vine-tiaJntefo i Senatori in quŕto pericolo era Triuigi, determinarono in tutto di proueder de danari.Ma fu dubitato in qua! modo /ěcuramentemŕdargli potef fcro,percioche pareua,non fenza pericolo poter ciň fare tenédo i nimici le ftrade. Ne erano apparecchia tegentijlequali poteflero eflere mandate al foccor-fo di quelli. Perueloro aduquedi fcriuereal Zeno, che trattafTe coni principali della Cittŕ,che alcuno de* Triuigiani,per nome publico, annoueraife cotali In thč m»d» danari in pagamento de foldati, perciocfle efsi, con fwon» datii buonafede, erano apparecchiati fargli rimettere 3 da/uri* ifol qual banco loro piacefle. Occorfe per la continua dati Trini- gUerrajCnc tuttj quelli,ch'erano (limati ricchi,afFer * marono non folo, non hauere gran quantitŕ de da- nari , ma non eflergliene rimafo pure uno.Le continue rotte l'una appreflň l'altra erano frate cagione» chefpogliatidi lor beni,erano quafiaftretti a mendi care.EtcofilafciafjglialtEJifuncori'o ŕducforeftie ri,che preftauano ad vfura. A iq uali,data la fede pu-blica efsi gli ferii irň no di tutta la fomma : & con" i foldati hebbero lo ftipédio loro. Ma mentre quefto iěfaceua ŕTriuigi, il nimico, pofte le genti inlěeme, lequali egli haueuachiamate dadiuerli luoghi, affai tň Afolo, doueno u'erano molti Vinitiani,chelo di fendeflero.Francefco Delfino Podeftŕ,& quelli,che v'erano dentro , ifconfidandofi perii poco numero, fcamparono nella Rocca. Il nimico etiandio aflaltň quella,& con artiglierie,& altri flrumenti, cinquan ta giorni lo combattete. Dicono, che di quelli, che erano dentro,quarantaottohuomini con dardi,& al fri ftromenti di guerra furono uccifi.Ma eflendo giŕ le mura con le cafe in tutto moifei& in molte parti rotte, LIBRO SESTO. rif roite,ne hauendo piů onde fperare,giŕ hauendo deliberato di renderli quanti erano nel Caftello,aft.rec «o il Delfino con quefte códitioni fi refe. Che,egli, & tutti quelli,che con eflo lui uoleuano andare,po-teflero partirli (ěcuraméce con uenticinque carri,ca richi di robbe loro,& il nimico delle i carri.Et in que ftaguila refo il Caftello^entre.che'l Delfino anda . /'¦(* uaa Vinetia,s incotro nel loccorlo a Crelpiniaco, ^ l madatoŕluidalDucad'Atiftriaper leuar i'afiedio. rOt Dicono,che in quel tempo Lofinaftro Caldorio capitano di quelle genti fu indotto dal Carraro perda cari ŕ dimorar tanto,che egli hauefle il caftello, & fi 11 C**ttr* nulmente Nouale.Et i foldati,che eranodencro,per pr*fe Nomale Jidanar^chedoueuano hauere, cacciato ilPodeftŕ * trddimft$' Vinitiano^diedero il caftello al Carraro. La torre Corania in quei giorni fu dal nimico combattuta fu l'acque. Ma non Volo quelli3che u'erano in foccorfo fi direfero,ma prefe alcune ganzariolede'nimici, & le mandarono ŕ Vinetia. Arcuano Bucecharino, co molte genti mandato dal Carraro ad a/Tediar Triui-gi,(ě mife allachiefadi Santiquaranta. Molte,& ua-rie furono le forze dell'una, & l'altra parte : alcuna uolta furono prefi pai di quaranta caualli de'nimici. . . r ¦vt r r ě ¦ li n ii letdlitnefai Ne ru ratta altra piů nobilepugna. Serraualle,per tada Serr*-l'effempio del caftello,fu ŕ quei giorni ŕ pencolo. **li(fi a y$ I foldati che iui erano,per non hauer hauute le loro ůěů paghe giamolti rnefi .fatto impeto contra Nicolo Valareflb Podeftŕ,d'improuifo prefero la rocca.Di-poi mandarono ŕ Vinetia ŕ far lorfcufa a! Senato,di cendo,che quefto haueuano fatto per no hauere ne danari,ne uettouaglia. Onde l'una cola,& l'altra lor mancando furono aftretti ŕ farlo; perň chiedeuano» che i loro danari lordati foflTero. Et fé ciň facedero, le genti,& la Rocca re ftarebbono ŕ Vinitiar.i, le an che nň,gli procacciarebbono per altra uia,acciň tue ti intendeflero,cheniiinacofačpiudannofa a quel-li,che fanno guena,che cenere i loro danari ŕ folda^ ti.Tr* * • DELLA- SECONDA' TTECA ti. Tal cofa non moito motě'e i Senatori : iquali giŕ Fapeuano Pantaleonehauerfirefo. Maaffine, che i terra/.zani, iquali fempre erano flati amici del nome Vinitiano , non inCorreflero in qualche perico* lo,lor con lettere esortarono, che co qua! tua o rat gione potettero, deffero danari a foldati per leuarfě di pericolo. Mandarono adunque quei di Serrauallč a. : Francefco Lardonio al Proueditore di Belluno a chiedergli, che uolefle liberar loro del prefente peri colo,eflendo giafatti (oggetti a Leopoldo perii ien derfi de'Vinitiani; perche uoleuano piů tolto pati-f' re ogni male, che entrare fotto la odio fa tirannide del Carraro . Dicendo la rocca eflere fta"ta occupata da foldati per cagione de'loro danari, iquali fé to Ito a quelli dati non erano , non era alcun dubbio, che fra poco ("patio quella farebbe di etěo Carraro; allaqual cofa il Tiranno giŕ di primo molto erainte to, & follecito, & allhora farebbe ogni cofa per ha-uer quello,che lungamétehaueuadefiderato.Adun que facea bifogno di preftezza,accioche, comefpef fo fuole a»enire,un poco d'indugio,non fofle cagio* ne, a ini ferě cittadini di qualche těrana calamitŕ. Il e. Proueditore, acciň non parefle, che egli uolefle ef- fere cagione del male de fuoi fudditi,fubito diede da s nari agliambafciatori. Iquali,Giacomo Spiritello della cittŕ di Belluno fra fuoi popolari molto ricco loro annouerň, per far cofa grata al Duca. Et circa tre mila, & cinquecento ducati d'oro furono manda ti a Seraualle,come fcriue Ghinatioj iquali da folda tihauutifu refalaRocca,& refa,tLeopoldo ui man Come Leopol <'° in di fé fa molte delle fue genti.Q^ueflo fu'l Triui-d hebbeSer giano fi faceua, quado i Vinitiani armarono otto ga ll leegrofle, temendo, che le galee, lequali nella Pri- mauera furono mandate in Candia,ProueditoreSi-itionetto, nonfoflero opprefleper qualche fubito incontro del nimico, perche fi diceua i Genouefě hauere fatta una grolla aimaca. & allhora eller ufci- . ti.n 1IBRO SETTIMO. ijo tu II Zeno, ilquale era flato Capitano, le rklnfle iti altomare. Et come gli era impofto, drizzň il cor-foin Candia, per allěcurareifuoi, ma mentre pafsň attorno la Dalmatia 4 prefe dodici nauilii Schiauo-ni, iquali gli ueniuano incontra, & Spogliatigli, tue ti gli abbruciň.Ne molto dipoi,ne'luoghi della Mo rea prefe una naue grofla de Genouefi carica di rie-' chifsime mercantie, laqual dipoi in andň in Candia* Dipoi andň ŕ Capo Malio, doue deliberň afpettar l'armata, cheveniua di Candia. Simonetto d'indi ŕ pochi giorni giunfe con dieci galee grofle} & non molto dipoi feguitarono le altre, in tanto, che fra pochi giorni, accrebbe il numero di trent'una galea. Et perche di certo fi fapeua le galee de nimici non cfler pi» cheuent'una : lequali fidiceuanoauicinar-fi,il Zeno, lafciando cinque galee con le merciŕ Modone deliberň andar con il refto ben in pGto incontra il n imico . Due giorni dipoi la fua partita ha wendo trouato l'armata de Genouefi al Giunco,per-che efsi non uolfero combattere,per tutto il giorno gli feguitň indarno. La fera, hoggimai ofcurandofě fanali nimico gli ufcědi uifta.Il Zeno eflendo feor fofino in Ancona,mandň dieci galee in foccorfo del la Cittŕ,& egli col refto dell'armata deliberň di uo-ler moleftar tutti i luoghi de'Genouefi.Onde pafla* to con profpero corfo tutto il tratto del mare Ha-driatico,Ionio,&.Tofcano,giunto ne'confini de'ni» mici,uedendo di lontano fei galee, foUecitň alquan todi feguitarle. Lequali lafciate, non molto dipoi apprefio porto Venere,fcontrofsi in uétiquattro ga lee Genouefi, le quali, intefo il gionger de'Vinitia-ni,ne luoghi del mare inferiore, erano prettamente uenute di Dalmatia,per opporfi alle loro forze. Ma co poco,che due galee Vinitiane non follerň ftate prefeda nimici, le quali Carlo haueua mandate innanzi ŕ fpiare l'entrata delle bocche,ma elleno con prellezzaderemij fuggendo uelocemcnte adietro, fubito DELLA SECONDA DECA Cubito fi congiunfero con le loro.Pofcia Carlo Jeua to di quel luogo andň a Ligorno, & quindi ricornň nella Morea, oue riceuuto jI fuppleméco di cinq; g.t lee:lequali LodouicoLoredano haueuadi nuouo co dotte,andň ne luoghi del mare inferiore con prň pň nimentOjeredo io di combattere con li nimici fé ef-fi uoleuano,ouero |> guaftare i luoghi marmi, fé tra quefto alcuno gli fi facefle icótra. Ne i nimici ilet-tero indarno fra tanto,che i Vinitiani quefto faceua no percioche dapoi, che Carlo leuato d'Ancona fcorfe ne luoghi de Genouefi,affaltorono fubitocó uétifette galee capo d'Hiftria.Laquale ualorofamé Gtwutfi fre te C6battédo,inbreuerhebbero,& prefa,& faccheg u;aJĚ* piata la maggior parte l'arfero. Il Caftellofi tenne condifeia. Et perche iidiceuail Zenoefler fcorfo fu'l Genouefe,temendo il nimico,che Vinitiani non facche»giaflero i luoghi marini ,laflati fenza altro foccorib,lafciando in Dalmatiafei galee per mole-ftar le Vinitiane,corfe per aiutare la patria con uen-t'una galea.Quefte come ho detto uenute cétra Vt nitiani a porto Venere,poco mancň, che due galee di Carlo non fuflero prefe.Mentre, che quefto fui mare fi faceua,nel Triuigiano fi j?dč ŕ tradiméto Co nigliano.Due Capi di fquadra trattarono con li Bar bari,liquali haueuano il loro foccorfo al monte,che la notte fi prefentaffero con le fcale,lequali pofte al k murjjfenza altra lorfatica,& fenza maggior có-trafto hauerebbono il lor Cartello. EglinoI tale oc cafionen'ó parendo loro doticreHerpegri, al tempo ordinato s'appreflaropo. E t giŕ molti erano paflati le mura fono la Torrejquandodi ibprafentito il ni mico,fubito fu gridato all'arme, & da i terrieri fu Stmt C»ně corfo la notte nella Rocca. Per la uenutade quali, llt*noptrtra aiutatj quelli,che dall'altezza d'unaTorre faceuano '^'/X';- ^a gvlardia al Caftello,cacciarono il nimico dalle mu raconfangue,& ruina.In quella fcaramuccia mori rona circa uentiJiuomiui armati ,.& trentadue tro • uati LIBRO SE T;Ti;MO. t aji nati cfler traditori, accio fodero eflempio ad altri impicarono . In que giorni il Vefcouoda Torcello mandato da Amone Duca di Sauoia,uenne a Vine-tia.Etdimadň ŕi Senatori per nomede'fuoijche gli mandaflero anibafciatorijperche grandamente defi- ''• deraua udir gli Oratori,fi de Vinitiani,comedeni- - mici,& con l'ano difcorfo conofcer lacaufadell'uno & l'alerň popolo,& che darebbe opera,che compo-ftelecofe,fifacefiela pace. Diceua anchorahauer mandato a Genoua,& che era per mandare a Lodo uico Re,&compagni,nedubitaua,che anchoraefli accettarebbonola pace. Adunque tre Ambafciatori per quefto furono mandati al Duca,Michiel Mori-fini,Giouan Gradinico,& Zaccaria Cótarini, a qua imiarc'ldt91i li fu dato in compagnia eflň Vefcouo,percioche era mandati « i diSauoia.Dopolapartitadegliambafciatori,iSena *Alobrógif>er tori furono accertati per lettere di Pantaleone, co- t*gi° me Triuigi era dato a Leopoldo,& che p nome fuo ?*"' furono mandati due cauallieri Tedefchi ariceuerla cittadaimagiftraci Vinitiani. C^iiefti,come gliera fiato ipofto,diedero pagap un mefe a foldati, eh' erano giŕ]? adietro fčati alla difefafin che Leopoldo ueniua co piů gente.In quei giorni fu intefo,che ru * *S ai prigioni Vinitiani, che erano ŕ Genoua,cofiera. dato il uiuere fcarfo,che in pochiflěmi giorni ne perirono di fame cinquanta,i corpi de quali il crudel nimico haueua gettati nel mare. Furono alcuni al-hora,che.credettero,quelli eifere fěati uelenati, per laqual cofa tanto l'animo di ogniuno s'accefe d'ira, che fubito corfero in terra noua, doue erano le prigioni publiche,& rotte le porte,poco mancň, che i Genouefi non follerň uccio".Ma perche parue ciň ef fer uituperofojfatto,per altra ma fi uendicaronodel l'ingiuria,leuando loro prima tutte le cómoditŕ,ue iliméta,coltrici,coperte,& l'ufo del cucinare. Le do ne lequali da prima per pietŕ feruiuano ŕ quelli, furono uiamandace. Dipoi incominciarono adarlor pane DELLA SECONDA DECA pane folaméte}c5 un poco d'ac<|,ne ŕ pena tato, ch«f fi poteflero ueder fattolli, Ma la Cittŕ,p il fuo anti co coftume, fi molle ŕ' pietŕ, onde tutto quefto, che-,„ loro fu tolto nhebbero. MétrecotaicofeŕVinetia, fttero°tre "1 ^ ne^e Part' ^l terra ^ faceuano5tre galee Genouefi Uč le Gena opp re fiero nel porto di Pefaro quatordici nauilii de Htfu Vinitiani carichi di nino. Et hauendo alquanti mer catanti prefi ne' borghi, bruciati tutti quelli nauilii, fubito fileuarono, & fcorrendo tutto il lieo da Pefaro fino ŕ Chioggia, fecero molti danni ŕ Vinitiani fopra quei liti, & porti. Et prefero cinquanta legni, uenti de' quali haueuano coperta, & andarono in Ancona, di donde fubito gli mandarono ŕ Zarra.: Et perche fi diceua, che l'armata Genouefe in quei giorni era molto accresciuta, temendo iSenatorir che i nimici nň faceflero qualche correria nella Cip tŕ,eflendo in tato il Zeno lontano con le galee, die-Nmoko p^ derň opera, che anchora il porto con nuoui ripari fi dimeto fatto afsicurafle.Ordinarono per tato un'armata alla chic perdi/eftdol fa di fan Nicolo,laqualečfullito, chiamado il reftň la ůtU • jgjig genti jjj Meftre,perche 116 fi ualeuano d'effe in cóto alcuno,dipoi il renderfi di Triuigi.Stauano adi' que apparecchiate otto galee bene armate per ogni cafo repentino,Ptoueditore Nicolo Michele.L'afle< dio di Triuigi tra qfto niente era ceflato, ma ogni dě piů tofto per nuoui foldati crefceuano le géti del ni mico. Era Capitano di alle Arcuano Buceccarino, cognato del Précipe.Perlaqual cofa, intel#Leopol do dipoi pochi di i fuoi hauere hauuto Triuigi, mife-capo a Conigliano co diece mila caualli.Dicefi,che> oltra molti Signori,ch'egli haueua quaratacaualie-ri nell'eflercito. Arcuano udito il giůger di Leopol-do,fubito mandň a lui per trattar co quello alcune poche cofe. Ma il meflo nň folo nň fu afcoltato, ma anchora non fu lafciato andare manzi al Duca, ma folo gli fu comadaro j> nome di Leopoldo.che R le-uafte dal cŕpo,& diceiie al Carraro, che'l dě feguen- cc IĚBRO SETTIMO. ijx fé l'afpetaffe : & che allhora, fé di alcuna co fa gli fa-, ceabifogno, confultarebbono infieme. Ben intefee-gli ciň,che le parole inferiuano. Accio adunque per fobico impeto denimici nonfofle oppreffo,il feguen te giorno per tempo lafciato lo afledio ma fi fuggě. Laqual cola Leopoldo hauendo intefa,fi dice hauere Leopoldo It. hauuto ŕ fdegno,ch'egli non l'haueflTeafpettato a co *° JV"^ battere. Non molto dipoi, mofle le bandiere pafsň "e "* lagenteperlaPiaue,& fimife apprefloTriuigi,doue erano flati,gli alloggiamenti de minici. Et egli con molti caualieri entrato nella Cittŕ, ui lě condufle tanto formento & altre cofe, che in un medefimo tempo liberň la terra dalla guerra, & dalla fame.In queičo modo perdettero i Vmitiani Triuigi l'anno ^ quarantatredipoi,che lo tolfero ŕ i Signori della Scala. Ma tanta fu la coftanza de Senatori in coprire il dolore, & danno loro , che anchora mandarono ambafciatori ŕ rallegrarfi con Leopoldo della Aia felice uenuta, & prencipato di Triuigi. Furon j- mandati Giacomo Delfino, Pietro Hemo, Bernar-«lo Bregadino, Marino Memo, & Alberto Contarmi . Il Signor di Carrara benché al giunger di Leopoldo s'era leuato da Triuigi, non cefsň.perň dimo-leftare il contado,hauendo occupato alcuni luoghi, dicendo apertamente lui ftare in arme per obedire ŕ Lodouico. Et perche Leopoldo era congiunto nuo-tiamente in parentado con Lodouico , ordinň che in mezzo la Cittŕ le bŕdiere del Re follerň pofle inan zi alle fue.Dicono,che Lodouico fopra ogni altra co fi defideraua il bene di Leopoldo , ma affine,che egli non parefle di uoler ingannare i cópagni della lega,ri chiefeda)ui,cheuolenefopportare la pertinacia del Garraro . Di qui auenne,che fpefle tiolte per ambafciatori (ollecitň di rimouere eflo Carraro dal fuo proponimento . Ma non potč mai impetrare ne con preghi, ne con minaccie,che ciň fi uolefle fare . Il Zeno, ilquale ŕ quei di era nella Morta come DELLA SECONDA DECA come s'č detto,giunto nel mare inferiore, quŕdo fife alla bocca del fiume Arno,fu auifato per letrere pu-bliche della pace fatta con Genouefi.Ec co fi leuadoli come dal colo de nimici, dolédofi, ritornň nella Mo rea. D'indi a non molto gli fu impoito, che ternarie a Vinetiacon tutta l'armata. Cofi quella ellate,che fu l'ultima della quarta guerra Genoue!e,pafsň lenza alcuna cofa degna di memoria.La pace,p opera de gli Alobrogi l'anno fefto, e'1 quarto mele, che ultimamente s'era combattuto con Genouefi, con Lo-douico Re,& compagni,fu fatta con quella códitio-Cenditěonidi ne.Che i prigioni Genouefi,& Vinitiam,follerň refti f*ct fatta ti tuiti : Et il Signor di Carrara douefle rendere a Vini-etnoutfi. tjanj Capodargere,e'l Morézano,i ripari,& le fortex ze,che egli haueua fu leacque,& appreflb a i fiumi ěa tutto rouinafle, & i Vinitiani a lui lafciaflero la torre Corania • Et che Alberto da Efte folle giudice tra Vinitiani & Padouam de confini, i Vinitiani leuaffe-ro il prefidio da Tenedo, e'i Duca di Sauoia guardaf fé con le fue arme per due anni l'Itola. I Vinitiani & i Genouefi deflero la paga per nutrir i foldati, pacaci i due anni la Rocca fi rouinaile,fe cofi fofle di parere de Genouefi, & allhora in tutto i Vinitiani fi leuaiěe rodalpofletěodell'Ifola . I Fiorentini nmaneflero malleuadori di dugento mila ducati, che l'Ifola non farebbe piů occupata da Vinitiani,ne,da Genouefi,& che non poteflero i Vinitiani,ne Genouefi mercatan tare attorno la Tana, acciň da capo nň uemil'ero alle arme,come anticamente erano ufi.Et che ogni dieci anni, i Vinittani deflero a Lodouico Re lette mila ducati. Et egli per quelto rendelfe fecun tutti i luoghi della Dalmatia a mercatanti Vinitiani da corta-Vw> f*měnl h.NeliSchiauoni, ouero altri del nome loro facetěe Un*to * yě rofale. Ma del dare tributo al Re,GhinatioTnuigia tro i*mb* er no »cri«ore diligentiffimo di quelta guerra, non ne U refimo.Le matrone Vinitiane, tanti dinari raguna- donne finirono infieme,che fupplironoŕ Genouefi quah nudi tMKf* ' le~ per far loro uefti camiciejcalze/carpe, & altre cofe ;/ n*w ad ufo della perfona,(ě come faceadibifogno ŕ quel rode.gen* li}che fi parti uano,accio non andafiero mendichi,& **fi> o-fině anchora diedero loro uettouaglie.(Quelli,che furo- t'.'\ni m*"c* no finalmente mandati>eranomille3& cinquecento. '"" 1Ht * Gli altri pia lunga prigionia morirono, come dico- • no anchora,in quella guerra eflere morti piů di otto mila Genouefi,& de Vinitiani la meta manco. I id yemHnerA Senatori finita la guerra per mantenere la fede pu- tione fatta blica,fecero trenta gentilhuominj del numero di co dal Senato* loro,che al maggior bifogno,nell'ardor della guer- ' popola ti y% ra,haueuano aiutato la Republica priuatamente. A' mtl*m' gli altri determinarono,che ogni anno cinque mila ducati foflero compartiti in perpetuo.C^uelli che fu rono pň iti tra gli altri nobili,prim a che andafiero ŕ Palazzojudirono il diuino offido,dipo! andati inan 7.i al Prencipe,& Senato furono corretti giurare al la Republica fede,& filentio.Giacomo Cauallo Ve-ronefe.per la fua ftrenua,& fedele opera uerfo Vini tiani dimoftrata in quella guerra, anchora egli co-» me Ghinatio fcriue tal dignitŕ ottenne. Il fine delfettimo libro GG IL / OTTAVO LIBRO PELLA SECONDA DE C A. »>f & per terra h^ pace,il rettituirdeU'Ifoladi Te-i nedo tenne alqnanto iblleciti f Vinitiani-Eraaiihora Gouerna-tore deU'IfoJaGiouan Mudar-zo , ilq.ualc uolendo troppo im-moderatamente compiacere all'amore della parna,fece quafi la. fede publica fofpetta. I Senatori haueuano mandato Pantaleon Barbo,ilquale,fecondo i patti, rinun-ciafle la Rocca diTenedo a Bonifacio,ambaLciatore d'Amone,etě"endo anchora ŕ quello effetto mandato un cňmeiěo de Genouefi, & ancho per pagare lo ftipédio ŕ foldati.U Mudaxzo riceuuti i danari, che haueuano portati aGenouefi,& Vinitiam,mamfe-llň ŕ Bonifacio,&ŕghambarciatoriil Tuo cófiglio & quello de gli habitatori da Tenedo.Et difle g) 1 tfo lani hauere ěntefo le conditioni della pace, nellequa li quello era efpreflb che la Rocca, laquale era loia fperanza di quelli Ifolani,folle rouinata. Laqual co fa non era ben fatta,ne per li Genouelě, che quello haueuano richiedo,ne perii Vinitiani,che l'hŕueua no confentito-Onde diceuano haueruoluto, come cola hanefta,cófultare alle cole loro,& che gli Ifo lani non erano uenuti con tal conditione fotto la fé de Vinitiana,che doueflerp guaflar la terra, rouinan do la liocca. Perciň,non eflendo in tutto fcordati dall'ucilt loro, erano preili di elperinienur tutte le cole, LIBRO OTTAVO z^ cofe,piu tofto, che guaftar con tanto danno l'Ifola loro.Onde haueuano pregato lui che egli riceuefle nella fuaprotemonč la Rocca,la terra, & tutto ilio ro hauere.Onde,perche gli pŕreua hdneftaj & hono >' reuole,era deliberato,non eiěendo l'I fola piů ne de jf. Vinitjani,ne d'altri,di tenerla per fé ftcflo , & d)ten-^ derla. Si partiffero adunque, ne afpettaflero quelli douerfi rendere altrimente . Ma che aflai loro poteva badare il partirfi co la uita. A quefto feguitň gran tumulto di quelli della terra,& défoldati, chiamando il Mudazzo Signore3& Duca, & comandando ŕ Genouefi,& ŕ Vinit!ani,che fubito d'indi fi leuafle-xo. Alcuni diconojil Mudazzo hauer uoluto moftra re,che egli faceflfe quefto,accioi Greci dipoi tionri faceflero la Rocca neH'Ifola , da i Vinitiani disfatta. Ma qual fi fofle la cagione, ŕ quelli che allho ra u'erano andati,fu mandato,che fi parti{Tčro,iquali ritornarono ŕ V)netia . I Senatori tal cofa harebbe ro molto molefta, penfando(quello che era) la pu-blica fede per la temeritŕ d'uno douer efleF fofpetta appreflb gii Italiani,& altri Signori foreftieii,& iiq reltituendofi Tenedo,ogniunoper una bocca direb be,q-uefto non efler fatto per priuato, ma per comtl cófiglio.Etoltrail biafimo della fede rotta,apporta rebbe anchora pericolo,che quando Genouefi, Lo-douico Re,& compagni intendelfero Tlfola nohef ferditaŕquei del Duca,quafi uiolari, & rotti i patti ritornarebbono fubito alle forze,& alle arme.La on de f\ ordinň unaamb.ifciariaalMudazzo3& ŕgli Ifo CarhZen» lani, Alche Carlo Zeno fu mandato, ilqůale ne con "a a^''fil* preghiere,ne co minaccie,potčrimouere quello dal * /*" t, /• i t^«- • i • j- <- i i ir per fare elpif ino uolere.JJipoi il ritorno di Cario,a.ccio tapubli- uareie condě cafede,peroftinationed'uno,non haueffe ŕ perire, tiomJellapde'beni di fortu na,noncon minor guerra di quello, che usňcontra quelli,aflaltň il Padouano. Altri dicono, il Carraro hauer tentato liberar di prigione Bernabň fuo pare te,ilquale,perche Galeazzo,& genero, & nipote p il fratello haueaincefo,cheegli,per uiadi Caterina fua LIBRO OTTAVO. *$$ fuo moglie,cercaua di farli moriremo teneua prigió ¦yinltutni &> ne nella Rocca, il Vifconteirato gli motteguerra. »' rifiorite Egli adunque per domarle forze del Carraro fece Ł"$*J^# /* lega co Vinitiani,iquali hauédo apparecchiato quat CJ trocento,& piů nauiln alla guerra,Próuedrtore Giŕ corno Delfino,con fubita giunca occupň quafitutte le fortezze, & monizioni , & luogi , chehaueuail Carraro fopra le acque all'entrata deiěumi.intanto Galeazzo anchora egli non folo il territorio , &i Cartelli attorno la Ottima anchora prefe Padoua eó attedio di pochi me(i Et pio Frŕcefco il uecchio, ucirraro il mife in prigione,&il figliuolo ,che era detto per prefB dal fé cognome Nouello,ufcito del mezo della funa,fugi [cinte. in Lamagna.Ne Galeazzo cefsň in tata profferita, ma feguendo il corfo dellauittoria,ůmilmente con l'arme prefeTnurgi.Fu quella guerra faticofa,& ěan guinofa ino]to.Fmalirréte,rorte le forze de Carrari Galeazzo,fecóito i patti,hebbePadoua,Feltre,& Ci nidal di Beilunň . I Viniriani hebbero Triuigi, E'1 Marchefe da Elie (ilquale anchora egli era compa- Diuifěone ftt guo della guerra cótra iCarran,hauédoualorofamé utra ">"'"* cóbattuto)hebbetutti quelli "Caftelli.che fi diceua- Jf™ ^fc no eflere Aatide fuoi maggiori. D'indi ŕ no molto /eue tcrre tépo,Galeazzo,hauendo pauétiira moflo guerra ŕ del Carrar» Bolognesi,& Fiorčtini,& eflendo le fue forze hog gnnai foipette a tutti i Signori, & popoli d'Italia, i Vinitianr,Fiorétim,Bolognefě , Frŕceico Gózaga, Leg* fatta il MarcheiedaEfte,& Carlo Malateib fecero lega tr* Vmětl* cócradi lui Fu chiamnto ŕ parte di qftalega Rober "/^f^",,"' to Ducaci Bauiera-.alquale Nouello era ricorfo,ac d'itali* «.-n ciň ueniile in Italia cótra le forze del Vifconte. Ga tra il uifien ieazzo leuato dalla guerradc Bologne{ě,có gra for- te-za a (falcň Mótaua,rperiido dipréderla forzad'arme ^"el{0:1te "f _pche fi diceua, che egli haůeua eflerciro di quarŕta ^LJYerra mila huomini,& cinfeqlla &p«rterra,& per acqua et per acy.*. d'afledio . I Vinitiani all'incontro apparecchiarono g«n numero di legni, per leuar d'ailedio la Cit~ •.¦¦•.. GG 4 tŕ Della seconda deca tŕ amica. Et perche il Gózaga piů era moleftato pef acqua , che per terra, giunte alcune poche galee alla prima armata, il feroce nimico in quella parte^doue fperauahauergran uittoria,per opera de Vinitiani fu fcacciato dalla Cittŕ con graue fila rotta, & dan-fio. Ne molto dipoi uinto alla uilla di Gouernolo di Carlo Malatefta Capitano delle genti da terra, con grandiilěma battaglia, difcipato,& rotto il fuo efler-cito, con gran Aia uefgogna fu cacciato dall'imprefa delia cittŕ. Ne in tanta occafione Nouello Carraro flette indarno. Ma ceffando Roberto, trauettito ritornň in Italia, benché alcuni dicono che palefemen te Vinitiani prestandogli fauore, entrato in Padoua V Vifonit ^ bb j Cittŕ s idi j[ D t potente ef- votto perdei- - ., , . & . r. v x . '., ,, ,. tt Padaud. tercitOjiiquale incomincio a combattere il cartello di Pa'doua non anchota refo. I Veronefi fmarriti per il cafo della uicina Cittŕ, fubito corfero alle arme. Et cacciato il foccorfo di Galeazzo,chiŕmafono di Tho'fcana A ntonio della Scala, & tra pochi giorni intendendo quelloeflermorto,pentiti chiamarono Vgoloto BiancardOj ilquale era con Tefercito del Vi fcóte fu'l Cremonefe. Et prima chiefto perdono del la nbellione,& per ottener quella prometěogli fotto nome di ftipendio gran quantitŕ di danari lo riceuec tero nella Cittŕ j nellaquale entrato,i foldati co tu-multo5& funa,defiderofi,di preda,nón C\ poterono ri Vtrwu f* tenere di Taccheggiarla. La donna di GaleazzOjhŕué fh do pietŕ del cafo di fi nobili Cittadini j tre giorni di- poi, che fu incominciata ŕ Taccheggiare* ior cortěan* dň,checeflaiTero dall'ingiuria, & reftaflero di fac-cheggiare , Tra quefto Robertojamentandňfi di ef-lere ingannato da confederati del ftipendio tra lor patteggiato, lafciato PafTedio di Padoua,ritornň con le genti in Lamagna. Alihorai Fiorentini mandarono Giouan Aguto 4 huomo in quella etŕ molto fa-mofo,in foccorfo di Nouello co ualorofo elfercito, per la fedele opera del quale in breue fi hebbe il ca- flello. LIBRO OTTAVO.. ijt ftello .Molte, & uarie cofe dipoi furono tentate dall'una^ l'altra parte. Ma perche io ueggio quefto pň co appartenere ŕ Vjnitianij no ne faccio altra narra-tione. Percioche fi dice le altre cofe efiere fiate fatte molto fra terra & lontana dal mare.Finalmente la pa p ce feguě per dieci anni,laqual fu grata, e a tempo p le c\ cofe afflitte della Lóbardia -. In quel tépo,che ciň fu te. fatto,il Duca d'Auftria uenne a. Vinetia,doue fu rice I' *>>«* di uutobenignaméte,& per Aio nome furono apparec- ^fl"*"** chiate due galee,cólequali egli andň a uifitare il fan ffda 'tlUm to fepolchro di Chrifto.In quell'anno iftefloui giů- iě nipote dtt fé il hepote del Re di Francia, alquale non meno fu Re di Frart-fatto honore di quello,che poco dinŕzi era ftato fat *»« to al Duca. C^učfti ŕ fue fpefe armň una galea,& na- Vt uigň ih Soria, Ł la medefima cagione che fece il Du ca.In proceflo di tempo,effendo per mare,& per terra il tutto in pace,giunfe nuoua,che una bŕrza de Gč nouefi di marauigliofa grandezza,era partita di Ge-noua per ifturbare la quiete del mare. Alla fama del-laqualei Vinitiani,perdifenderei fuoi luoghi, mandarono in alto mare tre grofle naui co cinquecento huominiarmati. Mauditofi,chela barza, perfortu-na,s'era rottale naui Vinitiane tornarono a Vinetia. Laqualein quellootio fu ornatad'alcunebell'opere pubhche.La piazza di Rialto,& quella , che č inanzi la chiefa di fan Marco,par tutto furono faliggiate di pietre Cotte ŕ quadri.il Doge intanto 11 morě l'anno MUhtt ftrt* del fuo Dogato xxi i. Il fuo Corpo fu portato co no D°Ł,e* bile cópagnia de Cittadini ŕ fan Giouanni & Paolo* &l* Michele Steno Procuratore fuccefle al Veniero, il-quale il mele di Gennaio>entrň in Dogato , čflendo ftato fatto nel principio del mefe di Decembre . A niuno de' primi Dogi furono fatti maggiori honori dal popolojpčrche tutti gli offici, & Magiftrati della Cittŕ, ciafcuno da per fé apparecchiň magnifěche fefte,& fecero quelle in publico,per l'amore, che gli permiano. Altri, nuoui modi crollarono di feilcg- giare. ^ DELLA SECONDA DECA giare,Ne fu alcun giorno felčiuo, nelquale la Cittŕ non fofle occupaca in qualche nobile Ipettacolo . tu farebbe ftato quell'anno di grandiifěma allegrezza: ma j>graue,& inafpettato danno de Cittadini fitur- , bň. Perche ne l'uicita dell'autunno lei galee cariche , de inercatantie,Capitano Leonardo Tnuigiano, tot nando ŕ Vinetia, intorno le Il'oie dell'Arcipelago a j- •"• Irčne* ilquale co corrotto uocabolo č chiamato Tu ¦Quattro ga- xěqq.: quattro di quelle, che erano auanti dalla tortu letrmercatan na moleilate fi rupperojdoue pochi.nibetto al nume tůne fi tuo. ro »s annegarono & le mercatantie guai{e,eon gran yen. fatica, fi nhebňero. La galea Viara,Deitěnaj Soran- za,& Sagreda fi ruppero. Cornara,& Gradinica,uen. nero falue ŕ Vinetia. L'anno leguence tre galee grof fé ufcirono del porto . Due delie quali il Ducad'Au firia, l'altra.il Prencipe Carraro haueuano perlor nome riccamente o rnate , per nceuere in Puglia la forellŕdi Ladisao, ilquale nuouamsnte reičituita / nel Regno, n'era (tato incoronatola Bartholomeo Giuliano Cardinale, per nome di Papa lionifacio. Era lěata maritata la lorella del Re ŕ un Robertode Signorid'Auična: ma non hebbe effetto, perche n-cuiando Ladisiaodi darla, non la conditile. Alcune hiičorie hanno, cheRoberto uenne ŕ Vmetia con la moglie, in quell'anno ,& che fu acceteato con magnifico apparato,& gli furono fatti molti donuQ^iial *>... foife lacjgionedel Tuo uenirelehiltone, cheiegui- mo, non la pongono. Appretto d'alcuni Icritcor; io. trouo Roberto eller itato luperato da Galeazzo fo-praii Cremonefe,& che pritio quali di tutte le genti } con paura lě ritirň ŕ Trento.Dipoi nfacto l'ciier-cico, uenne a Padoua, & d'indi paůň ŕ Vinetia, do-uecpn moltahumanitd nceuuto,& éamigliarnien-telamentandoli appreilo il Prencipe,& d Senatori dell'ingiuria di Galeazzo , andň in Laniagna . Ma perche fi dice hauere hatiuto la moglie in compa-gaia»doviendo andare a Roma aljhura m pelicgri- ,\r;LIBRO OTTAVO!.IJHa i*8 naggio,čda credere efler alquanto dimorato in Vt-neri.i : percioche fu l'anno della noftra falute mille quattrocentosnelquale Bonifacio Nono (tee il publico Giubileo, & fu rifatto in quelloifteiěb an- XolTacT* no il Ponte di Rialto. In tanto la Cittŕ era «n inol- nH0lt1 ponttm toripo'fo,& le,pure qualchepenfiero haueua, que- fice fece il fto folamente per cagione della mercatantia proce- Giubileo. deua . Cotale tranquillitŕ di flato incominciň ad efler tutbato da mouimenti de Genouefi , liquali « allhora ha,ueuano armato uent'una galea, & fede- ue ci grolle.Bar^e, madiquefte altri nulla fenuono. Diceuafi l'armata douere andare contra il Re di Cipri, & era Capitano di quella Bucicardodi natio-ne Francefe,ma appreiěo d'alcuni in luogo diBu-cicardo trouo fcritto Bucicallo . Diceficoltuief-iere ftato di mirabil grandezza , & di corpo gagliar- a di/lěmo. Ma fi come fuoleauenire, chein un pie- .< ciol corpo piů «ale la moderata uirtu,che lesfre- ^ nate forze nel grande, quelli combattendo da fo-lo , a folo con Galeotto Gonzaga, diceiě, che fi- Galeott*-Jee,che furono cinque,fuggirono. Cinquecento 8{ fr'"9 * piů de'nimici furono parte morti, parte annegati, & ns' ottocento ne rimafero prigioni. Ne perciň la uitto-* riache hebbero Vmitiani fu fenza fangue. 1 quali, doppo la battaglia,crollarono del numero loro maii " car cento & quaranta huomini. Dicono, doppo la uittoria,alcuni Sopracomitiefler flati, notati di bia fěmo,perche latamente nel principio fi inolierň con trai nimici,& perla loro pigritia pofero la Republi ca in grande pericolo. Altri,ne i quali fu Egidip Ne= gro,perche fi portarono ualorofamente, furqno pre lentatidi uari, & grandifsimidoni. Quelle cinque galee,lcquali di mezzo la battaglia fuggirono,fi icp traronoinuna Vinitiana carica di iietrouaglia, la quale con poca fatica prefa,un'altra barza,nelU qua. le u'erano molti gentil'huomini Vinitiani ancor ac-quiftarono. Et molti danni ancor in tal corfo furo-:-no fatti ŕ Vinitiani.Ma perche i Genouefi,doppo ha uuta la rotta,non iftimauano potere edere in niuno luogo fecun,dolenti fi ritirarono ŕGenoua. Pochi giorni doppo un Francefe del numero di coloro,che nel combattere erano {tati fatti prigioni, & teneuafi nelle galee in catena,per moleftia,come auiene della fuamiferia,fdegnatodiffe:che eghanchora haue-uŕ fperanza di lauarfi le mani nel iangue Vinitiano. Quefte,& altre crudeli parole intefedai Senatori, oftefe in tal modo l'orecchie di quelli, che ordinaro no,che egli fofle impiccato in mezzo le due colonne. Nel tempo chequefte cofe fi faceuano,Nouello cflendo Signore di Padoua,laquale,per opera de'V» nitiani, alquanti anni adietro haueua ricuperata, fi -Quinto fe come huomo inarato,maggiore odio portaua fem- F™""}™* pre a eisi Vinuiani,chenonfaceuaii padre. Di con- MM Mauonwplgendoperlameiue,C9me potefle pfFenr v.* dere DELIA SECONDA D^CA dere il Dominio loro. Solo incorai cofaueggiatia? & in queftaerano tutti i fuoi configli. Et quantun* ', > «tue giŕ per adietro i Viniciani fapt-flero l'animo di coftui, nondimeno (come ciň foft'e) per certe fe-Crete uie fpiarono tutte le arti, & difegni di quello. Et fu intefo da Francefi prigioni lui effere itato lo autore, che Genouefi faceflero quella armata,ché fuuinta. Etetiandio, per letteretrouatenella cafa di Galeazzo Vifconte poco adietro morto,molte ca fé uennero in luce,lequali quefti Tiranni contra Vi-nitiani ordiuano di giorno in giorno. A' quefto lo -rofopragiunfe un nuouo dolore, che morto Galeaz io)induHe con molte eflortationi 3 ricuperar la Signoria di Verona, Guglielmo dalla Scala fatto Gen tilhuomo Vinitiano, cheallhorain Vinétiahabita-ua. E giŕ hauuta Verona,il uelenň, fi come fuo fami gliare, & per adietro da lui aiutato di configlio, & arme. Indi ŕnon molto tempo fece amazzare Ŕnto nio , & Brunoro fuoi figliuoli 3 tradimento prefi.In quefta guifa macati i Signori de la Scala, Francefco pofto e'fuoi ftendardicon quelli de lo Imperio in mczo della Cictŕ, fece Signor di Verona un fuo figliuolo , detto per nome Giacomo , ň come altri dicono , il fratello . Ne contento di fi bella, & nobile Signoria, fi apparecchiatiadi foggiogarper forza di arme Vicenza. Et primieramente turbň i fuoi confi- Vcentěn n'' ^ Vicentini, hauendo in odioi Carrari, erano tnandtran» deliberati di patir piů tofto ogni gran fuppticio, che *mb.ifcUtt,rě fottometerfi ŕ quefto Tiranno. Mudarono adunque Cdi ft bfii ŕ Ch f q * Cadmiiti per quefta cagione ambafciatori ŕ Carherina, moilitdeGu jje ^ej morto G.ileazzo , percioche il Carraro ha» te ter aiuto ueua §ia come s e detto , incominciato a turbare 1 contro L'arra l°ro confini, dimandando quello, che non era leci-rtfi. to .Perciň le chiedeuano aiuto contra di lui, dimo- ftrandole in quanto pericolo erano lecofeloro, fé effi non erano con li a uti d'altri folleuati, diceuano da una parte Padoua Cittŕ uiciaaeffer cafa ,&. fortezza LIBRO OTTAVO. z4o tezzadel Tiranno'. Dall'altra Verona, dellaquale fé n'era infignonto con lŕ dishonefta morte di molti Signori di quella. Perciň da ogni lato eflere ferrati,; & giŕ loroefler molla aperta guerra, & il loro contado Taccheggiato , perche non haueuano «oluro a-prir le porte 3Ě!a fuperbia Tua. Ne i Vicentini hatie-\iano donde poter fperare foccorfo , fé non da quella cafa, nel!aquale erano fiorite le forze di Galeaz-* 2.0 Vifconte . Pregando quella,ouero, che gli-aiu-tatěedi qualche foccorfo,ouero, non potendo ella, infegnal'le, quale ma doutfle prendere, i Vicentini, per proueder alle cofe loro . Tali parole cěiifeno gli ambafciaton . La donna,benché adolorata perla morte di Galeazze fuo marito, eflerdo occupata anchora in cole maggiori, percioche Carlo figlino lodi těernabň , dipoi la morte di Galeazzo,haueua incominciato ŕ moleftarla , & molti Tiranni haueuano occupate molte cittŕ del Prencipato di Ga-leazzo , in tanto che haueua da fare affai per poter ritenere {Milano , fidicehauer configliato i fuoi,& tra tutti hauerc ordinato, non fi potendo altrimenti prouedere alle cofe loro, che per il migliore la-fciaflero, chei Vinmani haueflero Verona, Vicen ia, Feltre , lielluno, Cologna, & Baffano,pii| tofto, che permettere, che quelle danno ingiu-ilifsimoTiranno foffero afflitte .1 Vinitiani quantunque giŕ per adierro non haueuano uoluto accettare la offerta de'Vicentini, tentata per li loro ambafciatori in uolerfi rendere, non per far cofa grata al Carraro , Se perche loro non foffe caro il tdfpofla fatu bene de1 Vicentini, ma piů tofto pet uergogna, da i Fěniůa. che efsi haueuano di occupare profontuofŕmente V a sF*'"}'¦* le cofe d'altrui, nondimeno quando videro i Vi- iaM°n ,l\ . . . , l . _. . centmr^he lo centinicontinouare: come,che conofeefléro douer Yt r,ffcriUan<> nafeere gran guerra per tal cofa tra loro, e'1 None!- Uditi. lo,piů non panie di ricufare. Vltimamente adunque gli ambafciatori mandaci ŕ loro con le chiam deli la Cutŕj DELLA SECONDA DECA la Cittŕ,il capo de quali fu Giacomo da Tiene,difiero ŕ quelli,che poi, che s'erano dati nella protettio-neloro,haueffero buona fperŕza,che farebbono,che quel Padouano,ilquale con tanto ftrepito, e minac-cieogni cofadifturbaua, haurebbe ŕ effer follecito del fuo ftato,fe nň rimaneua di moleftare eflě Vicen tini,& le altre genti loro uicine.Et dapoi, che eflě Vi centini, ninna cofaiftimauano douereeflere di piů utile alla loro Cittŕ, che di pofarfi all'ombra della clemenria Vinitiana,darebbono opera,che,cai fedele Cittŕ ŕ niun tempo s'haurebbe ŕ pentire del gouer-no Vmitiano. Andaflero con buono augurio , & con loro portaflero le infegne di fan Marco, lequali pian taflero ne i luoghi publici della Cittŕ.Et alle altre co fé, il Prencipe,& il Senato prouederebbe,& con tale rifpoftagl'ambafciatori fi partirono. Giacomo Su-riano feguitň quelli co molto numero de Balleltrie ri in difefa della Cittŕ.Fu mandato anchora, chi per publico nome dicefle al Carraro,che ceffaile di ofěen der Vicentini : perche erano uenuti fotto la obbe-dienza de Vinitiani. Ilquale tanto rimafe per quella denontia dal fuo propofito, che contra le leggi,& il coftume deglihuomini ort'efe l'ambafciatore,taglu dogli il nafo,& le orecchie. Et gl'impofe, che dicefle ŕ Vinitiani,,che eflě bene non fi portauano in prende re ardire di dare legge ŕ quelli,che mestamente, fi-gnoreggiauano . Et che fi fteflero nnchiufi nelle loro paludi marine,lafciando dominar le Cittŕ ŕ quel-li,che haueuano ha unta la podelča da loro maggiori: I Senatori commoflě perlafuperbiflěmarifpoita del Carraro,deliberarono di far lega co Francefco Gon-zaga contra di lui,prima, che apertamente R uenifle allearme.Tra quefto i Feltrini feguendo i Vicenti-ni,&queidiBelluno,&di Baffano,uennerodiuo-lontŕ fotto il Dominio Vinitiano, & Cologna diede cagione di molto combattimento.il Carraro opponendoti ŕ tutti i difegni de Vinitiani in tutte le cofe LIBRO OTTAVO. 241 fopportare, fubito fecero far molte genti ; & metter infieme.Chiamando della Flamminia Carlo Malate ^° ^ *" fta da Rimim, & lo fecero Capitano. Dicono , che "Hd/vinitU furono trenta mila huomini tra caual-eria, & fanti ŕ nico.xxx.mi pie al lorfoldo. Malauenutadi Carlo concrala fpe lt buomimA ranzadi tutti,fu alquanto tarda. Ne Tettarono pe- P'* &* (*• rň,quando egli uenne ŕ Vinetia, di riceuerlo co gra M de allegrezza,& gli furono date le publiche infegne nella cniefa di fan Marco. Dipoi per mouerfi contra il nimico, andň ŕMeftre,doue n ritrouarono al di ordinato,tutte le géti Vinitiane, & v'hebbe in quello efferato molti huomini ualorofě, iquali haueua-no doppia paga. Qiiefti,ufando le forze di coftoro., fece alcuna imprefa contra Padouani.Ma quelle fono poco nominate, per non effer degne di memoria. Dapoi in mezo l'ardor della guerra rifiutň il Capi- ralateP* tanato. Ne la cagione e lcntta da gli Autton, che offici», ueduti habbiamo Mentre quello fi faceua,nella terra ferma in mare fu moffa guerra co poca buona for tana. Imperň che Marco GrimaniProueditore dell* . armata.laquale iJSenatori follecitamente hatteuano fatto fare contra il Carraro, hauendo alquanto cir-cňdato il numero delle barche,fu le acque,che fono appretto i confini de nimici,& hauédo espugnato alcune forze all'improuifta giunta de nimici allachie fadis.Heloro,fu oppreflo con gran parte de nauili», iquali furono da quelli tirati in terra con vncini & egli fu dato in cuftodia a quelli da Pieue di lacco. I Vinitiani tolta al Malatefta la dignitŕ,confutarono , d'eleggere un Capitano degno di tanto efferato. Fi nalméce di tutto il numero de gli huomini illuftri, iquali allhora.come ho detto erano in campo.Paulo paulo Santi Sauello di fangue Romano, per molte honorate fat to fatto capi-tioni famofo fu giudicato degno di tale imprefa.Sot tamd > to la guida delquale, in breue alcuni luoghi furono '*""* tolti al nimico.Et erano giŕ le cofe Vinitiane inal-qiuto miglior flato, p cagione del nuouo Capitano. HH Mah g Capitano, iti mitro luogo* f (ontra Ferra refi. D E LI A SECONDA DECA Ma la ferocitŕ del Carraro anchora domare no fip» teua. Apparite adunque etěer di neceffitŕ ftacarquel lo con altro moda di guerra . Perciň fi ordinň gente nuoua,& un'altro eflercitonon minordel primo ŕ combatter Verona . Fecero Capitano Fran-cefcoGonzagaditale efferato. Uquale con fubita forzaaflaltň i Veronefi, & Taccheggiandoi confini* fece molti huomini prigioni,& predadi moki ani» mali . Dipoi abbruciň le uille, & le monitioni,& efpugnň Hoftilia . Finalmente non lafciň alcun» cofa,che egli al nimico non guaftaffe. Allhora il Carraro da doppia guerra moleftato, incominciň a perderli d'animo, per non potere eflere in tanti luoghi , ne hauer tanta gente, che diuifa potefle fecu-ramente afrontarfi contra nimici . Era adunque di necefskŕ : o in tutti due i luoghi, ň in un di quelli metterli a gran pericolo di perire. Tra quello Alberto da Efte moflb a compafsione della fortuna del Carrara fuo parente, & amico,fi molte centra Vinitiani, affai occupati nella prefente imprefa. Et prima co nuoue géti foccorfe gli efferati. Dipoi tolfe ŕ Vinitiani tutto il Polefene.Appretto d'alcuni trouocflerfi mollo cétra Vinitiani Nicolo figliuo lo di Alberto, ilquale haueua per moglie la figli uola del Carraro,detta Giglietta.Ma,ň che egli fi folle i'u rio ň raltro,che allhora i Carrari foccorrelfe, come raccontano le hiftorie Vinitiane,mofsi da tale ingiů ria i Senatori, chiamarono ŕ Vmetia Azzo da Efte : ilquale per cagione d'Alberto era flato cófinatonel rifoladi Candia. Eteflendo uenuto con molto numero d'huomini,fubito gli comandarono ,ch'ei do-ueffé andare contra Ferrarefi.Era flato Azzo giŕ per adietro nimico d'Alberto , & l'haurebbe cacciato del Prencipato, fé i Vinitiani, Fiorentini, & Bolo-gneli nel mezzo della guerra oppreffblo, non l'ha-ueflcro bandito lontano dalla Italia . Pareua adunque, douere eflere, che.egli di fubito al Duca nella r domeftica 1IBRO OTTAVO. 141 domenica guerra occupato, fofle per dar qualche gran rotta, ouero almeno coftringerlo ŕ diporle ar jne.Eccofi,perqueftoanchora i Vinitiani armarono alcune galee,Proueditore Giouan Barbo,lequa-li fcorfe per l'acque del Po, diedero non picciolo da noŕ nimicůEflendo per terra,& per acqua affediata Ferrara,incominciň Alberto ŕ piegar l'animo alla pace per eftineuere la guerra di cafa ; laquale da Vinitiani impetro con quelte conditioni.Che piů non fi facefle fale a Comacchio. Dipoi con giuramento ' promife conferuare in perpetuo l'amicitia de Vini- Pace fattaci tiani.Quefto fu fatto intorno a Ferrara. Su'l Pado- f^'fij uano tutta uolta Ci combatteua. I Vinitiani haueua- J^ no fortificati gli alloggiameli ŕ capo Nogara.D'in-di leuato il Capitano con parte delle genti, reltň al Baflarrello,malacagione nončfcritta.Cótra ilqua leilfěgliol di Francesco per cognome Terzo gioua-ne ualorofo fece impeco,efiendo mandato dal padre con belifsitna fcielta de caualli.Et tanto terrore heb bero i Vinitiani fu'l primo aflalto,fcbe prima egli uč ne ŕ gli alloggiaméti del Capitano,& leuň l'infegne Vinitiane,cne alcuno hauefle ardire d'andarli con-tra. Il Sauello in tanto tumulto s'affaticaua di dare animo ŕ fuoi,& prendendo horl'uno,hor l'altro,fer maua la uergognofa fuga de foldati, riprendendo la lorpaura,& comandaua,chefiafFrontafTero,& egli fra i primi andaua auanti. Quŕdo il nimico uide l'ef fercito de Vinitiani far refiftentia,& giŕ arditamente entrar nella pugna, temendo, che, per haucr egli incominciato ŕ combatteremo fofle aftretro andare inanzi con tutte le gente, uolgendo le fpalle, fi ritirň a gran pafsiallefue infegne, lequali di ordine del Capitano s'erano incominciate a ritirare indrieto . I Vinitiani lafciarono andare il nimico con liftendardi, che nel principio haueuano tolti. Alcuni dicono eflerfi combattuto ŕ Manfano, & che furono tolti ŕ Vinitianifei cento caualli,ma H H z. non Motte del ca titano Santi io. f g niello in Ito éodelSanel. 7». 1/ fonano rat it&prefo. J] Carraro dato per ji-onnre a. uer» neft prefo da ii DELIA SECONDA DECA non fanno mentione della rotta,quando pgrdec-, tero le bandiere . Terzo limatore , quafi ŕ gui-fa di trionfante ritornato nella Cittŕ,fece la molerŕ dinanzi al popolo . Doppo pochi giorni furono fatte, come fi dice, molte,& uarie imprefe, e furono leuati al nimico alcuni Caftelii/ cofc. fu'1 Pa.-douano,come fu quel di Verona . Pauio Sauel-lo tra quefto mori,e'l fuo corpo fu forcato, ŕ Vifte-tia,& accompagnato dal Prencipe,& «Intatti i Cleri ci fu fepellito ŕ i Frati minori.Laimagine fua.G uč*-de ŕ cauallo inanzi alla facreltia.Galeŕzzo Grumel loMantouanofu fatto Capitano in fuo luoco,di co fentimentodi tuttii Senatori. Alcuni dicono, che non fu il Grumello,ma il Gonzagafratello del Mar chefe Francelco , ilquale^con tanta lollecitudine,(ě mife alla imprefa,che non lafciň alcuna cofa pertinente al fuo officio.Intanto,Giacomo Soriano, per che non era da dubitare della fede de Vicentini uer-fo i Vinitiani,di confentimento del Prencipe, &de Senatori,deliberň di andare con le genti ŕ gli allog giamenti Vinitiani,fu'l Veronefe. ] nimici a Soaue aftutamente aflaltarono tal gente,& con poca fatica gli ruppero,e'1 Soriano con molti altri uenne liei le mani de nimici. In tanto iVeronefi per lungo alle dio fianchi,giŕ hauetiano incominciato ŕ uolerfi ré dere,perche,anchoraeflě haueuano in odio il nome del Carraro.Era in difefa della Cittŕ Giacomo Car raro,ilquale da principio dicemmo elier ftato dato ŕ Veronefi per Signore.Qiieiti uedendo, che ogni co fagli erahoggimaimolefta,& non tenendoli piů fé curo fi nella Cittŕ,come di fuori,non hauendo alcu nafperanzadi poterfi pili tenere , occultamente fé nefuggi.Andňprimaŕ Hoftiglia,dipoi pallŕndoil Po,fu prefo fu la riuadel rTume,& menato a Vinetia. Ma non fo perche andarle ŕHoltiglia, conciofia co-falche allhora quella era di Francefco Gonzaga,fe forfč non andň a quel luogo con fconolciuto nabi- to. LIBRO OTTAVO. *4j to,penfando poterfi occultare fino ŕ tanto, che egli fofle paflato fu l'altra nua delPo.Alcuni dicono,che egli fu ptefo in AfTelaria,laquale č uilla del Verone-fe.Maň fofle quiui,ouero I altro luogo,quefto hab-biamo certo, che egli non (ě partě della Cittŕ , fin che non intefe i,Cittadini eflerfi refi. Venuti i Vero Vt"n* ***? nefi nella podeftŕ de Vimtiani,in pochi giorni i Ca * imtMm* fielli attornola Cittŕ fi refero. Lo acquiftodi cofě ricca Cittŕ diede grande fperaza a Vinitiani di mag giori cofe. Et fu quella uittoria tanto grata ŕ i Sena tori,cheauanzň tutte l'altre di quel tempo. Et non fenza cagione,percioche ( accio che io alcune cofe dica di quella) Verona č tra tutte le altreCittŕ della Lombardia nobiliflěma,fi di nome,come per la qua-litŕ del fuobelliffimo fito.Gli edificatori di lei,fipof fono per quefto credere eflere flati Francefi,perche tutte le piů nobili Cittŕ di ella Lombardia fi iflima, che fodero fabbricate da quella natione.Et pare,che Trogo Pompeo attribuifca la fua origine ŕ quei Fra cefi,che con Brenno uennero nella Italia.Ma quali, che efsi fi follerň quelli, che pofero 1 primi fondamenti delle fue mura,č da iftimare, che fodero huo mini degnijjpche diedero principio ŕ unadegnaopera ŕ guifa d'accurati, & prudenti, & non come gli . edificatori di Scutari, ciechi dall'oracolo d'Apollo giudicati.Perciocheoltra i campi,che fono attorno laCittŕ,abbondanti diformento,d'olio ,di uino,di frutti,& pietre nobilifsiroe,di fiumi,acque,& laghi, traiquah č quel di Garda,di tutti gli altri,che fono in Italia il piů uago,e piů piaceuole,ha molte fonta ne di acque faiutifere , leqiiali fi poflbno giudicare . gixeffer fiate ŕ ufo de bagni, perche fono calde , & anchoraaqfh giorni fi ueggono alcuni fegni di mi» ri intorno alle acq'.Ma che diremo del nobilifsimo (ito.Non čcofa,iuero ne piů bella ne dileteuole ŕ ri guardare, ne giamai mano di prudentifsimo dipintore difegnň, il piů giocondo, ne il piů erato pae-, - ' HH j fc DELLA SECONDA DECA fekPercioche,quafi tutta la Cittŕ č polla in terra pia na,& riguardalo cofi uerfo mezo giorno,come uer foLeuante,& Ponente,nó dimeno fi leua il terreno piaceuolmente uerfo Settentrione.I monti del qua le attorno porti con breue,& grato giro,fanno quali una forma di Theatro, abbraccialo leggiermente una ualle,che č nel mezo,& ha dentro uigne,& giar dinipiaceuoliffimi, iquali tanto fonografia chi da lontano gli uede,che fubito mouono l'animo di colui co fubita allegrezza.Nella fommitŕ del mňte fo noduenobilifsime Rocche. Vna delle quali qua(ě giace fopra l'Adice che corre bagnando l'ultima par te della ualle. L'altra in luogo piů alto,quafi pofta fopra la ualle,guarda le mura ŕlei fottopofte della Cittŕ,& p lunghezza & larghezza fcuoprc tutte le campagne,& quafi tutta la Lombardia. Sono molti nobili poti polli fopra il fiume.In mezzo la Cittŕ č un grande Ampitheatro,che dicono l'Arena,doue fi ueggono archi,& molti fegni di antichitŕ,iquali tue tidimoftrano chiaramente l'anticha ricchezza della Cittŕ. Grandi,& degne cofe fono quelle che ho detto,ma quelle,che fegueno molto maggiori.Que ila Cittŕ č ltata da principio madre,& producitrice di huominieccellétifsimi in ogni forte di dottrina. Lequali cofeeflendo manifefte ŕ Vinitiani, tato lor fu piů gratta la uittoria.Et fubito fornirono la Cittŕ di molto foccorfo,& ui mŕdarono Capitano Pie Pěetr» nino tro Rimódo,& Podeftŕ Roberto Marino. Ma men» do prima Co- Łre ta]j cofe Ł Verona fi faceuano,Galeazzo guaila-KlZZtrl ™ěl Contado con foco & faccheggiaua tutto ciň, Métrinobode che trouaua,&. preti molti Caltelli,haueuapolto ca fia, pň alla Cittŕ ŕ un luogo fuori della porta di fanta Croce,che č chiamato Terra negra.Q\iiui i Vinitiani haueuano gli alloggiaméti,& con grauifsimo af-f?dio,& quafi in continoue battaglie teneuano i Pa-douani follecitati,& aftringeuano la Cittŕ.I Carra-ri perche uedeuano le lor cofe ridotte ŕ gran pencolo. LIBRŇ OTTAVO. «44 ěo,con molta follecitudine di fendeuano le murŕytěč xeflauano di giorno ne di notte fcorrer la Cittŕ, pň fěer ripari,& dare ŕniitro ŕi Cittadini. Alcuna tiolta anchora,nl<-édo atépo,fa-ceuano di fuori alcune piccole fcaraintěccie attorno-gli allogiamenti.Grŕ fol lecitodine era dall'una parte,& Palm , & molta fati ca.Ma mentre,con molta forza fi combatteua Pado aa^Tueniuadiftfa^MafolerfoVmitianocadde infb fpetto,ehe co faette,occtikamente gittaffe lettere ŕ Xmou* futa rimici nella Cittŕ ondejpofto I fetrifumadatoa Vi "XflěOnftm netia^oue cofeflato il moerrore ,fu impiccato alle 4ltm, colonne del Palazzo.Inquel medefimo di anchora fu porto ft«ofratello,có due altri chterici,tra le colo ne uHiico«kte(teingiů.Laqual cofa nonpiuuedu taper ŕdietro,tpauentňiCittadini. Diceuaiě quelli hauerordinato in piů luoghi di riotte poner fuoco hella Cittŕ.-Et eflere ftati molti altri con loro d'ac-cord©,dequali alcuni fra pochi giorni furono trovati morti appreflo i litj,uenendo fopra l'aqtialegati in facchi,iie perň conofciuti. Fu calunniato anchora Gisuan da Pauia,ilqHale ŕ quei giorni hatieua •gran condotta nel'etěercitň Vinětiano .Diceuafi lui parlarefecretatiTente conii nimici.Quefti anchora fu impiccatofralecolonne.il Carraro he^bfce di cěq ¦gran dolore,percioche uedetia effergli tolta la uia d'mtender quello,che (ěfaceuanel campo.Dipoi an chora qneito eflere eflempio ŕ gli altri, che non fi . metteflero ŕ tale pericok). Volend'o adunque con nuouo modo intenderequello,chefeguiua,quafifě-mulando di'uoler la pace, dimandň faluo códotto,af fermando uoler parlare co Galeazzo , & trattare di pace alla fuaprefenza.Hauendohauuto la fede andň ŕ gli alloggiamétijdoue dicono,che gli furono pro-pofte quefte códitioni,che egli lafciairePadoua ŕ Vi mtiani ,& conii figliuoli habitafl'e cento miglialo C^^Uim * tano.Er che Vinimnidouefiero reftituir egli Giŕ- fJrtaal'ca* comň Aio figliuolo . Ec parcendofi eli fi conce- rMS)t HH% deiTe DELLA SECONDA DECA «leffe di portare con lui oro,& argento,& uefti,& tut to quello,che fi trouaua .Et gli roflerdati in due anni feflanta mila ducati. Egli, non udendo accettare tal conditione ritornň nella Cittŕ, udendo piů to-fto patire ogni eftremo male, che ŕ tale uergognofa pace cófentire. Allhora,i Vinitiani, fentendo alquan to efler rotte le forze di coftui, piů acerbamente del fohto incominciarono a moleftarla Cittŕ . Finalmente la notte pofěe le fcale alle mura, molti ui afce fero fopra,dormendo le guardie. Quefti, & gli altri, che erano alla porta di fantŕ Croce opprefsi fenza tumulto, tutte le genti (lequali furono prelte) fubi-to entrarono dentro . La Cittŕ di Padoua č ferrata da tre cinte di mura, onde perdutala parte di fuori, laqualei Vinitiani fubito fortificarono ,il nimico fi teneua nelle mura di dentro. Ma effendo rotte le fue forze, ne hauendo altra fperan za, mandň a pregare Galeazzo,che hauefle per raccomandati lui, &Tuoi figliuoli,& tutto il fuo hauere , pregandolo che gli concedefle di poter uenire alla fua prefenza, per potergli dire a bocca, come egli fé gli uoleua rendere. Ilquale infieme co gli altri il cófortň a gire al Pren-cipe,& ŕ i Senatori,gittandofi humilmente a lor pie pi, che forfč ottenerebbe piů di quello,che egli addi-mandaua.Egli adunque dimandň la fede di potere an dare ŕ Vinetia.Gli fu rifpofto, che manderebbono ŕ Meftre, per udirlo . Doue elFendo andato per nome de Senatori,chi afcoltare lo doue(Ve,& hauendo mol to cótefo, no fi poterono accordare.Partito il Carra ro,accompagnato da Galeazzo andň nella Cittŕ.II-quale,lenza la pace tornado cofi fu mal ueduto,ché molti in fua prefenza hebbero ardimétodidire, che i Padouani erano di cotale animo , che non uoleua-nopiufopportare il prefente ftato delle loro cafe. Adunque per fuo meglio, non potendohauer la pa-ceda i uincitori,come eflb uoleua, cercafled'hauer-la, come poteua. Diceuano anchora, che affai haue- uano LIBRO OTTAVO*.* :,'G Mf uano i Cittadini patito per cagione della Aia fuper-bia, & giŕ il nimico efler dentro le mura . Ne afpet-tatiano altro,fe non,che partati i foldati dentro de i ri pari,faccheggiaflero tutto quello,che era rimalo alla mifera Cittŕ per forte ,& non per uirtů, Aggiungendo efTerpazzia,& nonoftinationeil nonuolerfi rendere,non hauendo piů alcuno potere.Per lequali parole egli fpauentato}in ultimo pregň Galeazza con molte lachrime, che egli uolefle Ratiere com-*-pafsk>nedellafuaděfauentura,& fare,che i fuoi figliuoli fo fiero fai ui. Et cofi, i Cittadini, fenzaaltro maggiore contralto, il mefe di Dicembre ěntroduf-fero 1 Vimwani nella Cittŕ, Hauuta Padoua, Nouel Con che 10 con Francesco Terzo, & Guglielmo fuot figliuo- _° >* *** 11 furono menati ŕ Vinetia. Vbertino , & Marfilio, 4 **"* auanti il renderfi della Cittŕ, fuggirono in Thofca- na . C^uefti furono pofěi in fan Giorgio, dirimpe-to al Palazzo,& fatto lor guardia da molti nauilii di _ . _.. ordmece Senatori, accio non ruggiliero. Zaccana w;?,awe pri_ Triuigiano fu mandato primo Capitano ŕ Padouat m» Capěurm & Marino Cirrauello Podeftŕ,& fubito fortificato- »» P«doH*. no la Cittŕ di potenti ripari,& foccorfě. Slmilmente *J*r"w confirmarono alcuni amici del Carraro,ŕ ogni co- p'JJ**? * faconfollecitacuraprouedendo ,ficomefaceuabi- -Morte de i fogno per conferuarecofi nobiliffima Cittŕ. Il Car- Tiranni raro,&i figliuoli di ordine del Senato, furono di C*rr*ri. notte occultamente in prigione ftrangolati, acciň il popolo non li uedefle^lquale per l'antico odio gli haurebbeiftracciati. Fu il padre portato ŕ fan Stefano & i figliuoli ŕ fan Giorgio. Tale fu il fine de Car-rari , iquali poco adietro con tanto ftrepito, & rumore ŕtutti minacciauano. A iquali non baftaua il Prencipato della Aia nobile Cittŕ, fé eů i non infti-cauano anchora le arme di quelli,percagion di quali giŕ i fuoi maggiori haueuano acquiitato il, nome dc'Prencipi. Ma certo ognuno giudicň, che efsi do uefiero hauere un co tal f efsimo fine > per la crudel ' Tiranmde -> DELLA SECONDA DČCA Ti»*annide di Francefco.Percioche fi dicejch'egiitfr* fteuacani grandiflěmi,iquali mangiauano gli huomi ni. Co quelli, egli foleuafare iftratio di quei tniferi cittadini, a quali eflo portaua odio . Si ueggono an-* chora,doue fiedono i Capi di diect,due piccole Ba-leftrccon leCologna>Feltre>ttelluno,&in ult'mo Padouavé nVcl'nliconR nero f°tto >1 dominio Vinitiano.Et fu con tanta fpe ni pŕdouaně k guerreegiato,che fi dice in due anni efier flato fpe utu datifial fa due milioni d'oro.Fu nódinieno cotale fpefa ŕ tue domini* Vi- tl gratiflitru per la uittoria feguita. Nel tépojche fu tutiant. factotaleacquiflo,perliuarii fucceflě,& liete nouel _ fi- le,che quafi ogni giorno erano apportate,métre tue fa'ti inkim> ta la Cittŕ era intéta ŕfuochi, chefifaceuanolanoc di *lUgrev&» te,& altri fegni d'allegrezza,s'abbrucciň la cima del j'abbmcio il campanile di fan Marco. Ma quella dipoi fu rifatta tamponile di mo\to pj.u bella, & mefla d'oro puro. Et la{parte del fan arco, piazzo,che guarda uerfo mezo di efsédo molto té pň,ch'eraineominciata,in qltempo fu fornita-Eflen do le cofe in quella quiete, & tranquillitŕ uénero ŕ ». č Vinetia quaranta gentilhuomini Veronefi uefliti di Ba&^atla- b'ancoJcon bella,& honoreuolecópagnia.Etiche, recebif furo- per inanzi fi haueua intefo la loro venuta, j> dar mag tono ricettati gior piacere al popolo,i Senatori fecero ordinare a-» gli ambafaa uanti ]a porta di fan Marco un'altiflěmo tribunale, tiri Verone ornato jj belliflěmi pŕni,doue C\ pofe a federe il Pré C»me iVtro C1PC ueftito di bianco,con tutta la fu a compagnia, 8t nifi apprefen coli con bandiere,& infegne bianche per tutto quel taronleihia giorno,ui fi pofero ancho ordinatamente d'intorno •t di Ftn - tuttj \ Magilěrati della Cittŕ,& gran parte de' Sena* "*' tori. 1 Veronefi,appreientati al tribunale,fatto riue- renza al Prencipe,& a tutti i Senatori,mifero dinanzi ŕilor piedi Tinfegnepubliche, con le chiaui delle porce, LIBRO OTTAVO. i& parte , lequali eflě accettaflero co felice augurio del nomeVinitiano,& loro.Dicédo qlle edere ppetui pč gni della fede loro publica, & priuata uerfo il dominio Vinitiŕno,& fupplicŕdo,cne la Cittŕ,! cittadini, & ogni loro hauere, & potere cofi diuino,come hu-mano,fofle dalorofatiorito,&difefo. Et quanto ap parteneua alla loro uolontŕ,doueflero efler fecuri, che i Veronefi farebbono di maniera fedeli verfo i Vi niciani, che non farebbono ftimati da meno de gli al tri popoli al loro Dominio foggetti. Furono molto benignamente riceuuti gli ambafciatori. Eteflendo Joro riferite infinite gratie,diedero ŕ quelli fperŕza, che elfendo fedeli,come prometteuano,il Senato fa rebbe,che in breue la citrŕ loro intenderebbero ha-uer potuto occorrer maggior felicitŕ a qlli(nó potč «io da fé fteflě difender(ě)che ripofarfi fotto un giufto :& legittimo Dominio.Eriche loro dolce cofa fareb he ,hauédo liberato il collo dal giogo della feruitů ¦jd'un tiranno, efler ricorfi al Domicilio & Gófalonc della libertŕ, non altriméti, che facciano quelli,che quafi rotti per fortuna nel mare, finalméte liberi dal furordiquellajentrano in ficuro porto.Ritornafle-ro adunque,& feco portando le bandiere Vinitiane> ěe mettenero nella Cittŕ.Ilche fofle di felice fucce dimento & al nome Vinitiano, & ŕ loro : & femprc deflčro opera di conferuarle.Et che i cittadini fofle-ro obbedienti alladebita giufiitia& equitŕ uolentie ri,hauendo peraltro tempo con odiofo animo obbe dito alla fuperba tirannia. Con tali parole furono li centiati i Veronefi . Il cui eflempio i Padouani feguendo, non molto dipoi anchora eflě ů. apprelentarono. Niuna differenza fu dalla prima ambafeieria, ŕ queila^fe non,che i Padouani uennero uefti ti di Cremi-iěno. IL IL NONO LIBRO DELLA SECONDA DECA. Vtre anni continouitran quillitŕ , & pace nella Cittŕ, Łc fuori. Ne appreflo alcuno aut-tore trouocofadegnadi memo ria fatta in quefto tépo. Ma dipoi, che entrň l'anno della no-ftra fallite m. c c c c i x. LadiK lao Re, douédo pafTare d'Italia frnteri*1 ln Vngheria,per ricuperare il Regno del padre,s'ac-' capň in Dalmatia appreflo Zarra. Qiiefto fu fěgliuo gliolodiquel Carlo, che nella guerra de Genouefě, per alquanti giorni aflediň Triuigi. Di donde dipoi chiamato,pafsň in Puglia contra la Reina Giouanna per uendicar la morte del Re Andrea, & fece fuo il Regno di Napoli per ragion di guerra. Et dipoi, richiamato d'Italia in Vnghena,opprefl"o per ingano domeftico lafciň folo Ladislao doppo lui; ilquale in procedo di tempo anchota egli chiamato a ricuperare il Regno,che per hereditŕ gii apparteneua,paf-sňin Dalmatia, & combattendo hebbe Zarra. Ora ani fato per lettere da Napoli, che alcuni principali del Regno cercauano di nbellare,douendo egli paf VinitUm ti fare in Italia, uendč la Cittŕ con tutto il territorio, prarono Zar- & liti,& ogni cofa, che da mare era pertinente a có-r* coltemto fjnj di lei percento mila ducati a Vinitiani ;onde ui «»Y^7T'* ^urono«Tiandati quattro proueditori con potente foccorfo. Francefco Cornaro,Leonardo Mocinico, Antonio Concanni, & Fantino Michele. Appreflo d'alcuni LIBRO NONO. d'alcuni trouo,chei Vinitianihebbero Zarra auan-ci la efpugnatione di Padoua.Tal cofa fu molto grata al la Cittŕ per rifpetto del marej& perche ancho-rahauendo leiinbreueil Dominio potrebbe acqui-flare tutti i-luoghi della Dalmatia,ilchenon molto dipoi auenne. Alcuni dicono iVinitiani hauercom prato da Ladislao tutte le ragioni della Calmatia in Cerne con quelli di Zarra.Fu adunque ordinato, che fi faceflero le proceirioni per un giorno,in fegno di grandiflěma allegrez.za.Fra pochi mefi děpoj,i Siben xani incominciarono ŕuenireindifcordia tra loro. Et per quefto i nobili,& primi della Cittŕ s'accolta rono ŕVinitianij& i popolari al Regno d Vngheria. La moltitudine prende l'arme ,& acciň la parte principali,afěaltando il Gouerno publico. 1 quali,ef-fendo cacciati,ricorfero all'aiuto de Vinitiani. Dipoi refifi ŕpattiypregarono,che fubito doueileroan dare m Dalmatia ŕ prendere Sibenico.Subito furono mandate quattro galee,& altri nauilii minori cir cai ?o.La Cittŕtentatada nimici,nó folo fidifefe combattendo , mai Vinitiani furono cacciati dalle mura con molto fangue,& per quefto apparue, che fenza maggior forza non poteuano efpugnar Sibenico. Onde i Senatori deliberarono di mandare Lo-doiuco Buceccarino co foccorfo di gére,ilquale mo leftauai Sibčzani dal lato di terra. Alla cui giunta fu fatta apprettň la Cittŕ una gran fortezza, & ferrate tutte le uie d'intorno, accio non le fofle dato alcim foccorfo,ne portata uettouaglia.Et per quefto furo no mandati ambafciatoii in Vngheria Giouan Barbo, &Thomafo Mocinico,Puno & l'altro procurato TedifanMarco.Lacaufa de Siben?.ani molto difpu tata,gli Vngheri & Vinitiani la rimcffino a Giouan *» rótehce.Mamétre quella fi siudicaua.Marfilio Car *° o i» l il r^ t 1- ivi /» raro,& Brunoro della Scala, iquah alrhora erano im in Lamagna,conlettcre,& meslě fedeli,runo,&l'al in tro foilecitň tutti iloro amici3& parenti,che douef lei» DELLA SECONDA DECA fero ribellare, laqual co fa molto teneua trauagliat* l'ammode Senatori Vinitiani. Finalmente per lette-re,lequali a cafo erano ftare intercette, s'intefe , fra pocofpatio Marfiliodouer uenire a Padoua. Acni era dato fperanza da alcuni defiderofi di co Te nuoue, che farebbe benignamente riceuute . Prefo uno de glicolpeuoli ,& cunuento di tal colpa,fufquartato. Dipoi un'altro menato da Ferrara fu decapitato rra le colonneiDicono alcuni altri effere Itati in quella congiura.Ma parue a Vinitiani effer meglio di differire in altro tempo la loro debita pumtione.In tanto peritando il Senato eflere molto utile alla Republi-» ca,fe ritenendo i Padouani & gli altri in fede, cacciai lero Marfilio,& compagni per tema d'alcun perico-* lo lontano da Italia, fu ordinato , che ŕ ciafcun, che gli amazzafle, foflero dati cinque mila ducati pec g data qualunche capo. In quel tempo fu tata forza di uea « iCarrareft to,& di tempefta, con pioggia nel mefe di Agofto, Danno fatto cfe mo\tl nauilij fi ruppero, & molti edifici! priuati* piaggi, y Q, &publici calcarono,tra quali fu il campanile di fao tempera in Domenico. Gli arbori, cauati per forza dalla terra» Vintivi. erano portati in luoghi pm lontani,per il grande impeto de uenti,laqual cofa fu tenuta per fegno di qual , che futuro male,& tato piu,per le terribili paure,che occorfero,per molte fpauentofeimaginidecofedi-uerfe,& uarie,lequali apparuero nel mezzo di tal fu Se ' btutyfi rore.Due mefi dipoi s'intefe, che li Scithihaueuano qůŕdo tChn con grande eflercito efpugnato la Tanna, & rubbato Riuně nelU tutto lo hauere de Chriftiani con molto fpargimen Tattéi furono to <}j fangue,8f Taccheggiate le mercatantie, & roui-morup- facM nato jj tuttQ m Molti anchora del nome Vinitiano co t. preciofiflěme merci furono oppreflě da Barbari . Ec fumanifcito,cheinquel giorno,cheŕVinetiafeguě quellagranfortuna,comeho detto, la Tana fu pre-fa, & Taccheggiata. In quel tempo fu fornito il cam panile, che č fu la piazza di Rialto apprelfo ŕ fan Giouanoi.Et l'ordine de Celerini, ilquale č ŕ fan Giorgio LIBRO NONO. 148 Giorgio d1 Alega, per opera di Lorenzo Giuftinia-no, & d'alcuni nobili di fantitŕ, incominciň grande méte ŕ effaltarfi. Et hebbe dal principio oltre ŕ quel li,che ho detto, alcuni altri molto piů nobili ,& di gran fortuna, fra quali fu Gabriele Condulmero,il-quale dipoi efiendo afcefo alla dignitŕ del Poncefi- .; cato , fu detto Papa Eugenio.Ornň egli,tutto quel ••¦.v^K'Vfcfc luogo di molte fabbriche , & lo arnchi di granduli» "V *u?m *?} mi doni. Intanto una galea di quattro, lequali era- n ''^k rio cariche di mercatanria, tornando dalle parti di -Fiandra, nell'entrata del mare di Sicilia peri, nň per «entOjne per alcuna agitation di onde, ma per ignoranza de marinari. Quelli, ch'erano dentro, quafi tutti ifcamparono , & la maggior parte di efieme-r catantie furono ricuperate. Le cňfeallhňra erano in quello flato, & nella.Cittŕ, & fuori. Ma acciai Vi jiitiani non hauelTero molto lungo npofo, fuccefle al mouimentode Barbari. I Fiorentini fatto la con- fmtnt\H\ dotta di Pippo, alfaltarono i confini Vinitiani per la fcorfero,per i Italia fcorrendo con dieci mila canalli. Le hifto- luoghidttfi rie Vinitiane non dicono la cagione , perche fofTe »'*««*»• ':H moflb guerra da Sigifmondo lmperadore,percio-che per la coftui baldezza i Fiorentini haueuano fac toqueftimotiin Italia. Ma fi puň argomentare efl'e-re ftate cagioni le difcordie occulte de Forlani per-* cheli Signori ,& popoli di quella terra * risanano l'amminiftratione publicaperdiuerfeuie. Erano alcuni di loro,che uoleuano i Vinitiani,altri il K.e,& U li il Patriarca d'Aquilegia- Di qui auenne, che fui prt no giunger di Pippo,Federico Sauorgniano,có tutti glihuonuni della parte,pafsando ŕ Vinitiani, fubito quelli d'Vdine (ě diedero al Re.Allhora, hauédo egli hauuto Vdine,pafsň fu'l Triuigiano, & tolfe ŕ Vinitiani per forzad'arme Serraualle,Belluno, Feltre,& laMota.Et potrebbe efl"ere,cheZarra:laquale fu comprata da Ladislao, & lo attedio di Sibenico fofle /tato cagione di tanto mouimento , Alcuni dicono, DELLA SECONDA DECA no,che por {limolo di Brunoro della Scala, ilquale defideraua di ricuperare il Prencipato del padre, il Re uenné in Italia. Ma(qual fofle di rotai guerra la cagione)aflai č chiaro , che Pippo doppň molti nobili fatti,per oro, come fi dice corrotto, lafciando la XI capitana imprefa ritornň in Vnghena. Alquale dal Re fu col dcll't'nghero lato l'oro liquefatto in bocca,& in quefta guifamo /* mwto <#» rě con grandifsimo tormento. Ne dipoi egli molto ^oro iqtteja Łete ŕfoadarche in Italia con quaranta mila huocni jiě feneuenne. Ma alcun» dicono quel numero edere Hatomolto minore.Ma fu tuttauia il fecondo efferato maggiore del primo j benché non riufcě l'ina prefa con miglior fortuna di quella di Pippo ;per-ciocheleforzefuenonfěflefero oltra ŕ confini de* Forlani. -Dicono alcune hiftorie,che Sigifmódo in-fěeme co Pippo, moflero in un medefěmo tépo guer ra ŕ Vinitiani. Ma, ň che egli coli fofle, ň, come la maggior parte crede, fofle in diuerfo tempo combat tuto. Certa fama č iVinitiant ne'primi mouimenti €at1o malate hauercon ogni follecitudine fatto genti, & che Car Z T'T lo Malateftahuomodifingularuirtůchiamatotelo ri. Per quello dalla patria, fu fatto Capitano di quel- Crudeltŕ afa loeficrcitp. Dicono,che inTnuigiana,& fu'l Feltri-$a da funghe no,alcuna uolta percagion di queilo, efterfi cobalti ntlJčrioli. tuto con molto fpargiméto di fangue, &crudeltŕ & di morte. Iti tanto,che non perdonauano ŕqlli,che, mercé di forcuna,erano flati faluati nella guerra,ma ¦ ŕ tutti i prigioni tagliali ano le mani, & cauauano gli occhi. Eficndo adunq-, in quefěa guifa alquanto cru delmente combattuto, furon mandati ambafciatort ihZHXjh V" al Re' Francefco Folcari, & Thomafo Mocinico;li-inut ogt qUaii furono poil'un doppo l'altro creato Prencipi» & Antonio Cornaro. Per liquali fu fatta tregua col Re per cinque anni continola. Depoite l'armi con Sigifmondo •, non molto dipoi feguě la morte del Prencipe Steno,hauendo egli retta la Republica tre dici anni. Il fuo corpo fu portato con iolenne pópa ŕ ůnta LIBRO NONO. 24? 'ina-Thomafo Mocinico efl'endo aflente fu fatto in fuo luogo.Et pene egli era a Cremona appreflo Ga-brino Fódolo ambafciatore.d'indi efsédo richiamato uenne co molte fefte publiche,&priuace. Per ordine delquale infieme col Senato, alcuni magistrati furono trasferiti nella piazza di Rialto. Et tré inetě dipoi ui fu porto l'ufficio della Mefletaria, ilquale fu edificato fopra la riua del ferro, oiie l'orto hoggidi quattro Magiftrati :& fopra quella riuadi prima fpleua ellere la Dogana grande. Dipoi di una ne furono fac te due, una per le facende da terra , l'altra per quel-i la di mare. Rimale la prima nel fuo medefěmo luo* go , l'altra fu ridotta allachiefadellaTrinitŕ.Neitec te la Cittŕ molto in quefto ocio , percioche da capo fi rinouň la guerra contra Soriani, per cagione della difeordia del popolo di Vdine. Era in quel tempo Patriarca di Aquilegia Lodouico Tecchio . Qjjeiti amminiftraua quali tutti quei luoghi , che fono ne confini d'i fiumi Liuenza, & Timauo , & le alpi, che hanno terminedallaparte del mare Adriatico. Le-; quali terre alcuni auttori grandilfimi affermano ef-ferede Forlani. Ma hoggidi gli habitanti la chiamano patria del Friuli. Ora tra quegli id'Vdine nacque grandiflětna difeordia & contefa. Q_uelli ad ogni ho-ra fi sforzauano di uoler rititar nellaCittŕi Sauor-gnaui,che erano o la guerra paflata accorditi co Vini tiani, & come fcacciati,alla loro protettione ricorlě. All'incontro Tecchio inuidiofo grandifima refěften xafaceua j negando con molta pertinacia di conferii tire ŕ quefto . In fi fatta maniera elfendo. Vdine in i"">\ "u*,_ contentione,& quali tutta la patrra in tumulto,i Vi» '^, ' nitiani tolfero con fubito alfalto Sacile. Ef eflo Lo- Huoux vter* douico,parendogli di douere mouer guerra, andň ratr*ForU-al Red Vngheria: percioche egli fi. riputaua molto ".' ~ debole contra alle forze de'Vinitiani ¦, & dubita* tum' uafi di non potere refiltere ŕ q.ielle.Tra quello quel li da Ciuidale, di propria uolontŕ, fi diedero a Vi- 11 niciani, ,> DELLA SECONDA DECA t>kiani,iqimoal-ěaboccadell'Arno. Et quantunque Filippo uedefle pet nona cagione efler nata noua guerra, nondimeno difterě alquanto quella uendetta. Haueuaegliin animo,come dipoi foleua dire ,di uoler con tutte le fue forze aiutar Papa Martino , ilquale fenza colpa haueuaintelo efler moleftato da certi tiranni. Perla qual cofa uolfe parere di hauer fatto gente,co lequa liuinfei Fiorentini afpramente combattendo ŕZa-gonara,& moftrň di hauer cóbattuto,perche efsi gli uoleuano ferrare il palio.Ma affai č manifefto Angelo della Pergola ,eiler fěato mandato per leuare l'af-fedio a Forli.Sotto la condottadel quale allhora fu cóbattuto molto felicementecontraThofcani, che moleftauano i Forlinefi.Filippo eflendodaquelli ri-chiefto,cheuolefle lor dare aiuto mandň lui in loro foccorfo- Ma per qual cagione fi foflč a quel luogo pollo gente,facendofi guerra, io non trono. Pure in tal luoghi cofiauenne,che in proceflo di tempo,i -Fiorentini per poca follecitudine de lor condottieri, oueropilitofloper allutia d'altri,come molti ere-I I3 dettero DELLA SECONDA DECA dettero,non furono fuperati una fola uolta,mapiůV &doppň molti danni, incominciarono a penfaredi conferuare la libertŕ. Et perche appareua,che nň p» tefl ero refiftere alle forze di Filippo fenza altro foc- corfoforeftiero ,in ultimo mandarono ŕ Vinitiani torno ftd*l Lorenzo Ridolfl ambafciatore, acciň tentafle di ti~ fo madato da. rare quelli in loro compagnia, come era ftato fatto Fiorettiti jer ja principio per molte altre ambafciarie,& inducef- fatiti* e» -n ,fŁquejij con eflortatione,& preghi a entrare in lega mtiant cotta. » _... r . . ' r.io r lilippo. contra Filippo iuo nimico. Ette 1 Senato non fa mo-uefTe,auifaHe i Senatori in quanto pericolo farebbe» no 1 Vinitiani,poi che le forze de Fiorentini follerň rotte. Et che quanto apparteneua alla prefente guer ra, lor dicefle, che tanto eflě difenderebbono la loro ]ibertŕ,contra il fuperbiflěmo nimico^quanto duraf-fero le forze de lor Cittadini. Ma fé i Vinitiani la-fciafTero, che Filippo feguitafleilcorfo delle fuevie torie, efli non erano per afpettare, che pofto il capo a Firenze prima foflero ridotti all'ultimo pericolo, che hauefěero penfato di dimandar pace. Ma,che ef-¦ fendo neceflario,fi farebbono fuoi tributari, Ł fgra uarfi di tal guerra, & che allora Vinitiaui cognofee-rebbono che farebbe lor ftato piů utile far guerra a Filippo, che in ogni modo doueua efler lor nimico, uniti con Fiorentini, che foli. Et cofifipartidaFi-renze,eflendo impofto,che egli douefle commouer l'animo de' Vinitiani.I Senatori giŕperadktromol tofollecitati da preghi de Fiorentini (percioche,pcr ifpatio di due anni, non haueuano celiato di richieder tal cofa)& eflě anchora piů uolte haueuano man jtmbafciato- ^ato a Filippo per quefta cagione ambafciatori,pri-ri mandati a ma Andrea Contarini3& LorenzoBragadino,dipoi Filippo n/co_ Nicolo Malipiero. Seguitň anchora doppo luiAn-*r "c"°Jer'^ ^rea Mocinico,& in ultimo di tutti Fracefco Serra, lioreniir?" lino de'fecrctari,imponendo a tutti quefti, checon eflortanone,& preghi cercallero di rimouer l'animo di Filippo dal guereggiar cétra Fiorentini. Etdepo- &c l'arca LIBRO NONO. ějt &e Tarme, hauédo riceuuta alcuna ingiuria da quel* li,douefle rimetterla a Vinrtiani. Benché fapeuano» * Fiorentini fin acquei giorno,hauerpatito aflai,fe lo haueuŕno oflFefo.Et che molto ualeuanoi patti, eoa liquali erano aftretti con Filippo. Ma tanto uoleua-lio i Vinitiani c'haueflero a durare quanto effi cono fceflero la Ifbertŕ loro doaer edere ficura.Ne fi feor dauano della códition delle cofe hiimane. Onde gra Uemente'fi doleuano dell'aduerfitŕ d'un popolo libc ro. Et perň doitefle renderpace a Fiorentini,uolédo jritenere i Vinitiani inamicitia. Laqualpace,tanto lor era'per eflere grata /quanto a quelli, lo itato, de' quali era in graue pericolo . Filippo morirň ton manrfuetudine, &conuolto,& parole piace-uoli,'uoler fare ogni cofa per amor de Vinitiani. Nondimeno egli noncellaua di diftrifgger e Tho*-fcani,& additando diuerfe cagioni, & finrulando ré ftaua nel fuo proponimento . Onde quantunque i Vinitiani conofeenano, doue tendeuano i configli di Filippo , non uoleuario,perciň cofi fubitamente monerfi, per non fare alcuna cofa, che non fofleda fare. In ultimo mandarono Paolo Cornaro con órdine, che fé egli non s'afteneua dalla guerra gli manifeftafle chiaramente l'animo de* Vinrtiani. Si haueuŕno non poco afsicirrati i Senatori in France-fco Carmignola partito da Filippo,&ueriuto a loro- \l'C*rmagn» Egli in quei giorni hauédo intefo, comeperfalfe ac l«-ridotto an cufationi di giouenetti dishonefti,FHippo gli haue- '****'***•¦ uŕ tolto il foldo,pieno d'ira, & di minaccie, perora de torte paflando per Trento era uenutoa Triui-tsiei. Di qui i Vinitiani apertamente minaccia- „ . , ° r\- r ¦ j j t OTAttont che nano a Filippo, fé non deponeua ie arme. La ora- feccilcorn* tione ,che fece il Cornaro a Filippo,fu in fom- ro aFilippi, ma, Che tutti i Prencipi della Cittŕ doueuanorin gratiare Iddio per le loro grandiflěme ricchezze, & facultŕ, ma non etěere alcuno finoaql giorno,ilqua f le piů haueflc a riferirgli degne laudi, & grati e di cf-». . .. 11 4 fo Filipr DELLA SECONDA DECA fo.Filippo. Percioche3non folo haueua ricuperato il prencipato paterno, che giŕ in gran parce era perduto, ma anchora molto piu,con incredibile pro-fperitŕ,lo haueua accrefciuto marauigliofamente, tenendo quella parte della Italia co erlquiliflěmo Dominio,laquale, per fertilitŕ di terreno, richezze di Cittŕ,& per ingegno d'huomini č atta alla pace,e alle arme.Et non lolo puň compararli a gli altri Re gni,maanchoraeirerpoftoauanti. Ne ueramente quello diceua,perche non giudicarle la fua eccelle!» za,indurirla fortezza,& fapienza efler degna di tale felicitŕ,che inuero non era Dominio,ne Regno alcuno di tanta eccellenza,che egli mediante la diui-•mprouiECŔ ěa. forza,che potettero,gli dimoftrarebborio la frňtt te.Tale orationedel Cornaro non poco turbň l'ani^ mo di Filippo.Ma,celando l'ira ŕ tempo, nfpofe co „ uolto piaceuole,dicendo, che eglifapeua certo che Uppo fat/ŕl * Vinitiani perla lorfede,&coftanza feruarebbono * patti,che haueuano con lui, & anchora, che alcun patto non foiěe,non potrebbe perň credere, neper-fuadarfě i Fiorentini efiere prepofti all'amicitia fiia* per li inganni de quali,& fraudi publiche,& priuate foleuano eflere da Vinitiani odiati, da iquali uolen-gni pericolo effer liberata . Nutriffe la fperanza , che io ho principalmente,quefto,che io chieg* gio aiuto da quelli iquali, oltra,che chiaramente intentendo non meno a loro eflere utile, chea Fiorenti»! Orŕtěon fdU ta per l'am-bafeiatňre fio Tentino al Se tutto. DELLA SECONDA D-EC A Fiorentini eftinguere fuoco quali uicino,'perche le-forze di quel Tiranno fono tanto credute eflfer amiche della loro libertŕ,nella quale la Cittŕ č nata, & crefciuta, che nň čalcunluoco, nel quale ueggano? orma di lei,che non uogliano,quanto efsi poěěono, conferuarla , edifenderlada ogni ingiuria hauendor »n odio i Tirŕni,(ě come nimici,& jnuidi di ella libei tŕ.Potcei io di ciň recar molti efempi, & dir quanto gli Athemefi haueflero in odio Filippo Re di Mace-donia,quanto Romani Mitridate,Ŕntioco,& molti altri,iquali perdefiderio di fěgnoreggiare,ouero cef tamenteperinuidia dell'altrui libertŕ , inftigarono con la loro temeritŕ contra di femedefimi, le arme di cofipofséte popolo.Ma che bifogha,che io fegua eflempi antichi, & foreftieri hauendoneabňdeuol-mente di nuoi:&domeftici;Non č alcun di uňi,che non habbia ueduto,come io credo,ouero da padri in tefo , quanto il Prencipe Carraro ŕ quefta Cittŕ fi habbia moftrato accerbo nella guerra de Genouefi, prima ŕ Chioggia,& dipoi ŕ Triuigi. Et fěmilmente il ReLodouico,& molti altri,iquali mai hanno cef-fato di moleftare il uoftro Dominio cótra noi an-chora,con la famiglia de Vilconti quafěcome here-^!caria,dal Prencipatode Luchino fino ŕ quefti tepida guerradura.Et inuero,quefto č naturai diffet-to,che coluijChe ha leuato la libertŕ de fuoi,nonpo tendo leuar quella d'altri,grŕdemente l'ha in odio. Nonpoflo Signori Padri Vinitiani far ch'io non chiami la Republica uoftra beatifsima,& uoi felicif lěmi parimente,poi che hauete fpéti del tutto i Car rari perpetui nimici del nome uoftro,prima,che q ne ilo crudelifsimo Tiranno fiacrefciuto,col quale co battémo noi. Perche fé a quefti tempi rimanefle in pie quella famiglia ŕ uoi moleflifsinu,egli non come quelli nei fiumi, ma|> terra mouendolě hauereb benonfolo pofto il uoftro Dominio , ma ella li-berů in aperto pencolo. Peroiftimo nobilifsimala uiuona LIBRO NONO ijf těittoriadi quel giorno,nelquale noi il uicino inceri dio hauete eihnto,fé forfč la molta ficurtŕ per tale acquifto non ui lalcia confiderare il graue dŕno,che ŕuoi fěmiimente foprafta,& laTuperba Tirannice di coftui. Credetemi, che egli farŕ cofi ŕ uoi,come č a noi,mole{tifsimo,& tanto piů pericolofo, quŕto me co conofciuto . Non č alcuna cofa cotato ardua & difficile, che egli non ardifca , & prefuma di poter fare, fi come quello, che hauendo fatto ěmpeto, con fette mila armati cótrale noftre forze , d'armi, di danari, & profperifuccedimenti rifplendenti,& chiare finoallhora, quantunque noi hauelsimo travolte piů gente di lui nondimeno poftofegli all'incó tro,quafi prima ha rotte,&pofte infligga,che poteC (ěmocredere,cheueduterhauefle.Neperňi fuoi fol dati fono giganti, ouero fpauentofi centauri come (ě legge nelle fauole de gli antichi,ma fono huomi-ni fimili ŕ noftrijiquali di fperanza, & audatia paiono eflere mi gliori, per hauergh eiěo dato i matriino nio le figliuole di miferi Cittadini, & donato le cale altrui,le uille,le poflefsioni, & i terreni. Et hora fimiimente debbiamo credere , l'animo di quelli non altro afpettare,ne altro desiderare, che di fuperarct affatto , per fare dipoi impeto contra le ricchezze uoftre,di fama,& di effetto maggiori.Tato la profpe ritŕ fa crefciuta l'audacia fua. Trouifi adiiquehoggi mai,chi riuolga fottofopra i trilli configli,& maina gi desiderii di coftoro,cacciando le lor donne,i figli-» uoli,& gouernaton fuori de cófini, delie Cittŕ, luo ghi,& terredella Lombardia . Siano aftretti per povertŕ delle loro famiglie, di feguire il foldo altrui. Io tremo , inclito Prencipe,in quefto luogo adire quello,che'i mio animo fente. Ma , perche cofi č di «iecefsitŕ,io il diro. Se fubito con noi non fate lega, Filippo farŕ in tale ftato,hauendo fortopotta Firen 2.e,chenon haurŕbifogno d'aiuto d'alcuno perro-uinare il Dominio^imtiano.Se direte3che fempré'i Viniciani DELLA SECONDA DECA Vinitianiferuarono fantaméte i patti,& le leggi, io prego,& fupplico il fommo Dio,che hauendoui dato bontŕ,& fede di feruare le promette, ui faccia fi-melmente conofcer l'arte,& malitia del Tiranno,& poi conofciuce,con matura prudenza oppnmerle,& ,,r Superarle. Credo , che ricordare ui debbiate, con qual inganno ,& con che aftutia egli u'ha (cernito* quando ei priuň del fuo materno ftato PandolfoMa latefta ilquale uoi tanto u'aftaticafte di con feruare nel Prencipato di Brefcia, Hauete mtefo anchora* co che inganni molatele confederationi, halcuato il fommo Magiftrato di Genoua,& pofto il freno ŕ quella potentiflima Cittŕ. Sapete fimilmente , con qual profontuofa fidutia, rompendo patti, & leggi ci ha con improuifa guerra difcipati. C^uel Tiranno adunque,che tante uolte ha rotte le leggi diuine, & humane] u'infegna ŕ non douere feruargli quello, che egli perfido prima non ferua.Ma giŕ il uoftro ta cito confentimento mi fa comprender le mie ragio nihauerui perfuafo quefta miaoratione non tanto dimandar la falute della noftra Repub.quanto etian děo la felicitŕ,dignitŕ,& accrefciméto della uoftra. Allequali egli perfido,fagace,& pieno d'ogni mal uŕ gita efpertiflěmo di guerra, confidandoli ne foldati, danari,& molte rendite fue,& nň meno audace che pronto fi riuolge in tutto,prima intento ŕ diftruger noi,& dipoi il Dominio uoftro . Ne uogliate rimaner dalla cófederation noftrapche ci crediate ftŕchi hauendo fpefo molte ricchezze, che alqiuto mag* gion ce ne rimangono, fé non nel publico,almeno nel prillato.Lequali,per conferuar la noftra antichi libertŕ damo apparechiati di fpargere ,& gittar uia. Adunque accópagnateui co le arme,& forze uolčre con noi,& uogliate conferuare parimente la uoftra & noftra libertŕria Republica,& la patria con fanto con(ěglio,& ferma lega. Et quanto appartiene al farfi di quciU,noi non ui ůnponenio alcuna conditane, ne LIBRO NONO. %%6 ne «cufiamo quelle,che da uoi ne faranno impofte-Hauendo finito di parlare Larenzo,cofi diuerfamé te mafie l'animo de Senatori,che non folo efsi, ma ciafcuno eradi uariaparere,c di diuerfe oppenioni. Dall'una parte la potenza grande di Filippo,& peri-i colo della Republica,dall'altra combattcua la emů-lation de Fiorentini,& la fpefa della guerra- Ne mai uolfero dare alcuna rifpofta fino ŕ tanto, che non afcoltarono gli Ambafciatori mandati da Filippo. Iquali accio fapeilero quello che,che haueuano dee to Lorenzo per potergli rispondere, fu importo ad ad alcuni de Senatori,che in forma,& modo di priua amicuiaraccótaflero a i Milanefi,quanto Lorenzo hauea detto nel Senato. Onde auenne, che dato ŕ quelli il tempo della rifpofta nel luogo propno,Gia uani Aretino dotto ne gli ftudii disumanitŕ aiutati dolo anchora il parlare della patria,& eccedendogli il cópagno,in quefto modo incominciň a dire.Qual Oratěon cofa,ouero qualcagionehabbiaindottoFilippoDu taf* l*"^ cadi Melano a madarci ŕ uoi Prencipe 111uftnllěmo f^* J"f & a quefto faatifsimo Senato,intendo co molta fol ip^l S Jecitudine efler ricercato da Fiorentini per tuttala t; Cittŕ,&eiTer tutti defiderofi di uolerlo intendere,» iquali accio fi compiaccia breuemente dichiarerň la caufa della noftralegatione. Benché io di certo fap dia,ch'efsi quadorhauerannointefa,poco cótento fianop riceuerne. Nomonfiamo uenuti adunque» Padri Senatori, per comouere alcuna difeordia, ne ancho p diftruggere alcuna ragione diuiru , ne hu-mana.Imperocne Filippo lafcia tale arte cócdUdal la natura ne gli animi loro .Solo ilfuo penfiero č di cóferuare,quato glie flato lafciato da fuoi maggtň-ri,& honorar'é co ogni ofleruantia , & debito modo la uoftra amicitia,cópagnia,& beniuoléza. Et pche per benignitŕ del fommo Dio in tanta ferma cócor dia d'animi non č neceflario tra noi ,& lui rinoliare «leuna nuqiu lege di pace tQ dilega,cqncec|a!>o,ě| Fiorentiai DELLA SECONDA DECA Fiorentini (ilche debbono fare per loro honoré) & fia lecito ŕ Filippo per coftume iuo,& de fuoi maggiori , falutar uoi ň Prencipe Serenifsimo, & queltfc amantiisimi Senatori ,& tuttala Cittŕ amicheuol-mente per fuoi ambafciaton.Sia lecito ŕ noi dire:Fi-lippo eifer fanoperla Republica Vinitiana, per la dignitŕ^ grandezza uofčraeflerfano il Duca di Mila no amiciisimo del nome uoftro.llquale,perche ifti-ina le fue profperitŕ, & allegrezze elfer comuni coti uoi, per la uoftra grandifsima amoreuolezza uerfň di lui,per li patti,& per la compagnia, & amicitia, ut fa intendere 1 Fiorentini minici efler ruinati, & mal trattati, iquali per temerario cófiglio,& profontuoi fa audacia, lo haueuano pofto in pericolosa guerra, fé egli tofto non haueile proueduto.Quefto,ň Pi en cipe Illuftre,& uoi Senatori fapientifsimi,eralafora ma della noftra ambafcieria, per quefto haueua man qualibenché j> effetto,&nomefianodoki,n5dime- 4earmitin> KK 4 che ->¦ DELLA SECONDA D*CA che acqua, & in quali fcogli potette incorrere . S» quefto tale co fubitafortuna uiene all'alito,non merita egli diperderlanaue,&ogni altracofa?Simile celo č hora auennuto ŕ Fiorentini, & ad altri fuole auennire,chenonproueggono ŕfouraftantipericoli della Republica,& mentre,che poflbno , non fanno ŕ quelli prefto riparo. Hanno potuto i Fiorentini, (per non partirmidall'eflempiodi quefti)oppn-mere,& uincer le forze di Filippo, quando creiceua, fé efsi hauefTero uoluto alquanto ufare del poter lo ro.Ma,per negligenza,ouero piů tolto perauaritia, nonhanno uoluto.Perň čauenuto,chepiu uolteuin ti in guerra, perdute le lor forze furono condotti ŕ pericolodi perder lalibertŕ.Et maggior male glifi aggiunge, che fono uituperati,& in luogo d'indů-, ftriolě, uili, & dapoco riputati, in cambio de prudea ti,fciocchi, & di accorti, fenza intelleto chiamati. Quei mali adunque debbono eflere cacciati da lun-ge,iquali non folocifono uicini, maci moleftano grauemente.Foniamoanchora^heiofoflě nell'ultima parte dell'Africa(dicano altri quello, che lor pia ce) s'io folli oltra i monti Rifei, & che io intendelfi cffermoleftata la libertŕ d'alcun pop*c4o, non poten do dare aiuto niuno, non potrei fare cčrtamente, di non dolermi del fuo affanno,& mifenaf Noi aduque che fiamo uicini ŕ un popolo nobiliflěmo , ilqualč č nato,& crefeiuto nella comune madre Italia,patire-mo,che un Tiranno fuperbiflěmo lo debba lacerare, ftracciare, & torgli lafua libertŕ , non confiderando quello , che č pofio dinanzi ŕgli occhi, ilche, quali uien predicato per una uoce da tutti gli Italiani:Che in quel giorno,nelquale ŕ Fiorentini haurŕ tolta la libertŕ il Duca di Milano, correrŕ per dilčrugger la nolěra? Perň fé tutti iftimano cofi dotiere auenire, non pollo fare,che io non mi merauigli grandemen-te,eflerealcuni, ěquali benché confefsino tali cofe tiier uerejnondimeno giudicano , prima douerfijW fteuerc LIBRO NONO. i6t ftenere ogni cofa,che dare alcun foccorfo al popolo Fiorentino,nimicoj& emulo delle noltre nauigatio-rii.Certo č cofa da pazzo,& fciocco,uoler patire g»a danno,perche il nimico lo nceua maggiore. Benché, per benignitŕ del fommo Dio, non lonodacompa-» rare le facendedi quelli conle noftre dentro la Or.-'.., tŕ,ne di ragione ne hauerefsimo hauuto fofpetto,hd ra coli le lor forze fono rotte, che, per molto fpatio d'anni,non poflono ritornare ŕ quel fegno, doue era no per il pallaio . Benché io intendo quelli non ef-fere in tanto uoti di ricchezze, che quando faranno entrati in lega con noi, leuati in fperanza di miglior fortuna,non trouino tanti danari, che fieno ballanti ŕ mantenere la metŕ dell'efferato. Ne le forze di Fi lippo fono tanto gagliarde, qulto per falfafamahab biamointefo.il parlare del Carmigntiolaquŕto egli habbia di potere,ci ha dimoftrato.Dipoi ci č flato da to gran fperanza di Brefcia,Cremona,& Bergamo^ & di ricuperar tutce le terre dell'antica Vinetia . Le quali cofe, quantunque non fieno leggiero incitamento ŕ prender la guerra,quello intiero, che giŕ io fo edere confettato ne gli animi uoftri, dee accrefce reftimolo,&fňl'ecitiKĚine ŕ noi . Percioche colui, «he hebbe ardire ai dimandar Pefchiera al Marchefc di Mjncou1i,"!quě!e fapeua eilcre con noi in lega, & amiciua,noti iiorrŕ egli torci Vcrotia,& Vicenza, & tutto quello che hauemo ne! noftro Dominio da ter ra? Non iarŕ adunque alcuna fpefaeilendo noi,la Id dio mercé atfiiabbondeuoh di ricchezza, nefeafcol tarete me, faranno coli glandi le fatiche,\iouendo quelle eflerc3g!oae di npofo,&pace, che ne facciano reftare, anzi ci inuiteranno ad accompagniarci con Fiorentini, & con forte animo entrare all'imprc fa della guerra. Guerra dico non manco utile,che ne ceffona. L'ardente parlare, & laauttoritŕ del Pren-cipe, laquale fu piů, che i n alcun'altro Doge , per fi tacco modo il Senato giŕ da prima in tal cola difpo- ¦:>.DČLLA* SECÓNDA DECA fto,mofl~e5che quafi con tutti i uoti fu ottenuta la I* lega fatta gacon Fiorentini.Et chiamato nel Senato il Jor'am* con fiorentini bafciatore, i patti, & le conditioni furono fcritte ir| & dalle [uč quefto modo. Che doueflero durare fino ŕ guerra finita, & che con fpefadell'uno, & l'altro popolo,» Fiorennni,&i Vimtianiarmafleroalla guerra fedici milacaualli,& otto mila fan ti,&fo fiero fatte duear mare. L'unaper li Vinitiani fofle porta fu la riuadel Po contra Filippo . Et i Fiorentini ne doueflera mettere un'altra in fu'l Genouefe. Ne prima, ne altramente di quello,checomandarebbe i Vinitiani la pace con Filippo fi faeefle.Et che tutte le Cittŕ, Ter re, &Caftella,che foflero tolte al nimico dentro i confini di Romagna, foflero de Fiorentini. Il reito foffe del Dominio Vinitiano, ň di chi uoleflero efsu Approuate quelle códitioni da Lorenzo cofi, coma? erano contenti,per nome de' Fiorentini, gittatofi ŕ piedi del Prencipe,con alta uoce, fenza etěer richie-lěo,giurň,che mai non farebbe alcun giorno^ nelqua .... le il popolo Fiorentino fi fcordafle di cofi fatto bene fido, & che defiderarebbe fempre il bene de Vinitiani . Ma fé ŕ qualche tempo foflero moleftati, i Fio* rentini farebbono ponti con tutte le forze loro ai aiutarli. Fu in tal lega Nicolo da Efte, & Francefc» Gonzaga,Amadio Duca di Sauogia,e'lRe Alfonfo» per adietro ricconciliato con Fiorentini, & Senefi per efler uicini.I Vinitiani nudarono ŕ Filippo Fran) cefeo Serra fecretario,ilquale lo ammonifle ŕ leuarfě dalla guerra,& non moleftare i Fiorentini, co' quali *4 filěpp» f* haueuano fatto noua lega. Laqual cofa ricufando, nPietro Auogaro, con gran numero de montanarijentrň nella Cittŕ. Alquale di poi il Prencipe di Mantouafeguitň co due mila ca ualli.Etin ultimo il Carmignuolacó quelle genti, cheallhorafi trouauainpunto.Macomunque fifof fe,hauuta la Cittŕ,chiaro appareua 1 Vinitiani eiler-ne pofleffori .Et,accioche dalla parte di fopranófi facefle qualche improuifaufcitadel Caftello, fece-. . ro al dirimpeto fortifsimibaftioni. Dicono ancho-Efěe Ctpiu- r^jche in quei giorni,che fu prefa Brefcia, Nico'o no de Fioren da Efte eletto Capitano de Fiorentini dal lata loro tini. ipenň gran preda del Cremonefe.Filinpo, btche nel principio pareua poco eflerfi mollo per l'imporcm^ zaditantaguerra,non hauendo fatto alcuno p«cre-fomento d'arme ne décro la Cittŕ,ne di fuori, & tue te LIBRO DECIMO. 16$ telegenti,cheegli haueua in Romagna,per no dar Jor le paghe,quafi sbadate,hauédole lafciate fcorrer per quei luognijche egli haueua prefiin quella parte^ tra pochi giorni hauendo hauuto due rotte grif demente incominciň ŕ temere del fuo flato. Ma di niun'altra cofa tanto haueua turbato l'animo,quanto della perdita di Brefcia Nondimeno,intendendo come il Cartellň fi teneua,con buona difefa, hauendo fperŕza di ricuperar la Cittŕ, incominciň Cubito ŕ penfar di far gente,& noui foccorfi,& cercaua con follecitudine,&anfietŕ con quali forze potefle op-porfi a quelle de ninnici. Prefe molta ficuntŕ inten dendo,che'l Re Alfonfo,& cópagni s'eran partiti da Vinitiani.Perlaqualcofa riuolfe prima l'animo al acquifto di Brefcia , Etŕ Francefco Sforza, ilquale egli haueua chiamata diRomagna,uenuto a Melano con pochi caualli uolendo Filippo cófultar feco del laguerra,comŕdň fubito,che andafleal Cartello di Brefcia per dare foccofo ŕgli attediati. Altri dicono, che eflo Sforza in quel tempo haueua gli allogiamé ti in L ombardia,& non in Romagna.Et intendendo la ribellion de Brefciani,fubito andň ŕ Filippo.La fa ma č certa,che tutti i caualli,& gente di Filippo,che allhora erano in Lombardia,non paflauano il nume ro di due mila.Con quefli,aggiuntoui un'altra poca quantitŕ fi mifecontra Vinitiani. Alcuni fcriuono, che gli furono dati quattrocento ,& no piů caualli. Era allhora la uia aperta ŕ quelli,che erano nel Ca-Oello. In tanto, che facilmente per fé ftefsi prima, che hauettero hauuto alcun foccor(o,hauerebbono alcuna uolta potuto ufcire del luogo di fopra,& po-fto non poco fpauéto ŕ Vinitiani, abitandogli. Fu creduto dal principio, che i Vinitiani con qualche graue rotta doueflero leuarfidi Brefcia, & che tanto ui ftarebbono , che lo Sforza uemife co le genti. Alquaie era flato importo da Filippo,che quŕto piů tofto egli pbteflč,ui uenifle.Et nň potendo cacciar-; ne , DELfcA SECONDA DECA tic i Vinitiani,tanto cóferuafle il caftello,chc di Th« fcana l'altre genti učnifiero in Lombardia. In tant<> il Capitano Vimtianohaueua oppofto unafofia co certo riparo,al caftello tenuto da nirnici, di modo, che alla iienuta dello Sforza,ben che haueflero fatti alcuni all'alti tumultuotě,nondimeno, quelli gli dettero poca molertui. Fu combattuto anchora a torno leWira con uana fortuna.Ma furono battaglie leg« gieri,& non continuate. Il Carmignuola, uedendo il potere de turnici, non efler tanto da temere,come da principio egli, & altri credeuano (quantunque la prefentia del Sforza, col uigore dell'animo, facefle piů attento il nimico ad ogni imprefa,) nondimono maggiormente alla giornata, fi ětancauano le forze u di quello. Affignata adunque la guardia del riparo a Palar del Gě Francefco Gózaga,huomo ualorofoegli fi diede co ff^< in™/ im0^*1 forza a combatter la porta dalle Pille,& ogni k/4. co^a con m°'w follecitudine trattaua. E pofte le ar- tiglierie al luogo uicino, dě, & notte aifaticaua il ni* tnico Ma per la troppa uigilia, & per molta fatica del corpo,hauendo indeboliti i nerui,iauali fi erano ri-|ratti,efscdo aTriuigi,cade da caua! lo,onde fu aftret to andare a i bagni di Padoua Uquale eflendo parti--tOjlecofecofiottimaméte erano amminiftrate,chc tiientefidefideraua laprefen^adel Carmignuola. Jn quei giorni,alle uolte i nimici fecero maggiore af (alto,che non foleuano,moleftando i Vinitiani eoa fpefle correne,nódimeno il Gonzaga no folo non fi fmamuad'animo, maualorofaméte gli rilpondeua, hauédo pofte alcune guardie fuori deila cittŕ,lequa li uietaflero, che a nimici fofle portato uettouaglia nel caftello.Inquefto flato erana le cafedi Brefcia, quŕdo Filippo,hauendo mŕdato l'unodoppo laltrp ŕi molti mefiijfeceuenjre tutte le géti diThofcana, &di Komagna. Per laqual cofai Senatori dauano operad*iinpedire,che nň uenilfero in Lóbardia.Ettc neuafi di certo>chc le genti dr.Filippo-fi-fofiero tvw.-•, te pofte LĚBĚIO DECIMO 164 te pofte infieme,che non folo 1 Vinitiani non hauč- , rebbeno potuto hauere il Cartello, ma farebbe an- ¦ chora loro ftato forza,di leuarfi della Cittŕ. Et era ě pericolo che non haueflero qualche rotta, uolendo -: refiitere d'appretto a tanta forza de nimici. Et per*- • ¦ che fi diceua,che giŕ erano leuati de gli aUogiamen- * ti,ne i Vinitiani haueuano alcun luogo appretto le ( Alpi oueroil Po,doue potettero andare contrane- j mici,dettero l'imprefa a Nicolo da Efte,ilquale ha-ueua la piů ualorofa parte della Caualeria di tutta Nicolo d* ] la lega,che egli ferrartele acque fu'l Modonefe,i co- ™*Jen.?% A finidelqualeerarAppennino,&le riue del Po.On- ^tidifililpo? de douefle guardare le paludi, rompendo le ftrade. vittore Bar- ě ^Madarono anchora Vittore BarbarOjhuomo di fin* bara con fette j golar ualore,&nobile Vinitiano con feimila eletti »«//«mim//j caualieri, & fanti ŕ pie,ilquale doueire,potendo, fer rare il patto animici allaVigniuola,laquale čnei me 10 trailPo,&le Alpi.Similmente per lettere.auifurono il Carmignuola che era appretto ŕ i bagni d'A bano,che fubito ritornafle ŕ Brefcia, accio la Rep. non riceuefle qualche danno,pereflere egli attente» 11 ritorno delquale,cofifmarriraudacia,de nimici, che nň folo,nó haueuano piů ardimento d'ufcirfuo r3, ma anchora erano aftretti alcuna uolta ŕ cňbattc re tra li ripari.Intŕto le géti di Filippo erano fermate fu'l Bolognefe nň molto lňtano dallaVignuola,p l'alto fiumi diuifi da gliallogiaméti de vinitiani.Scar ricano molte,& era paludi norno al CaftelloCreua ' coro,& fino un fiume,che corre nel Po,ilqle i niun luogo fi puň paflare.Su qfte riue fletterň i nimici j> fpatio di giorni tréta in darno,hauédo piů uolte téta to ogni cofa p'pa.fěa.re.Ąnia]mčte fu fatto un potč al Cartello Perficeto appretto Scul téna.Et il primo di Ponte fatto Maggio,fu'l far del giorno paflarono.il modo di far daiu ger.tt a Guido Fabrianico mandato co una fquadra de caual *(& ^ ^ cógiungerfi con le genti de Vittor Barbaro,con Poca prudenza s'accorto ^ nimico. Etpaflato oltra la nua,penlando, che'l grido fofle delle genti Vini-tiane,fubito con tutta la caualleria fu oppreflb.Fu ia quel tepo chi credette, Nicolo da Efte hauer potu-to facilmente uietar,che'l nimico patiaile, ma nň ha uer uoluto,per non tenere fu li fuoi confini tata fpe fa di guerra.E come quello,ŕ cui pareua non poterlo difčurbare,fenz'altro contrailo , lilafciň partire. Tra quefto Filippo,temendo,che i luoghi della Ro-magna,iquali per guerra haueua acquiitati leua-te le genti non tornaflero nelle mani de Fiorentini, gli fece rendere per Aio nome al legato di Papa Mar tino,che eraallhorain Bologna. C^uafi duemefian daronoinmezo tra il ribellar de Brefciani,&il giů» ger delle genti di Thofcana. Afl'ai fu chiaro ŕ tutti, che fé quelle foifero giunte con piupreftezza, oue-ro dato foccorfo al Cartello,& ŕ gli altri ripari ( la-qual cofa poteuano fare facilmente)di neceflětŕ i Vi nitiani hauerebbono lafciata la Cittŕ. Angelo della Pergola con la guida delquale, le géti erano pallate in Lombardia, emendo giunto apprello il Cartello uicino due rtadii,afsicurň il luogo con l'eflercitOjdi fpoiio di combatterete i Vinitiani uoleuano.il Car mignuola,i con(ěgli,& torze delquale tutte erano in dpugnareil Cartello,non uolfe,chetra le mura alcuna cofa fi facefle. Ne 1 Vinitiani in tanto bifogno ceilauano cňtinuameote di ailoidar nuoue genci,le-quaii albico mandatane ě Brefcia,per rifermar meglio LIBRO DE CIMO. t6$ člio le loro forze. I Fiorentini,& gli altri compagni fecondo il pattOjUimandatonofoccorfo.Et co quel 10 mandarono alcuni cňdottieri,tra quali in ultimo: giunfe Nicolo Tolentino.Uquale,ueduto i ripari dt rumici,& de Vinitiani auifo,che il Cartello per niurc modo poteua efler prefo, anchora che lungamente uědimorairero,Se prima con ripari,& folle tirate ac. torno quello,non fofle leuata la uia a. nimici di rice uer il foccorfo, & dille che per ciň fare gran moltitu: těine de guaftadori bifognauano che lauoraflero^ac^ fioche fi grande opera prettamente fi compifle,iqua 11 con malta preftezza condotti,fu cinto il Calteli» con fofle di tre miglia.La forma,e'l modo fi dice ef-s fere fiato quello . Furono fatte due folle con eguai fpatio dall'una,& l'altra parte. L'argine di mezoera tnche moda largo trenta piedi,& quanto l'una/St l'altra folla era f"fatt0 che piů profonda, tanto le parti eftreme dell'argine piů {" ^*Ł" "°!» i \ r \ t r i ¦ r \ • hauene lotnr in alto fa alzaiiano,tenendoli la terra ěnlieme a giů- rQt fa di muro,& fu l'uno,& l'altro lato fu pollo un ripa ro,con torri di legname, per tanto breue fpatio tra loro lontane,che ciachun ftadio quattro ne haueua. Oltra di quello, il riparo haueua dodici porte con faldifsime torri,accio quando folle neceflario,potef fero mandar fuori gente da due lati contra i nimici. La fama dell'opera incominciata corfe all'orecchie di Filippo,& dicefi,che un de fuoi gentilhuomini gli dille ad alta uoce,che niuna cofa egli harebbe potuto defiderar d'ottenere,faluo che Iddio hauefle po-fto inanimo ŕ Vinitiani, di dar principio a una tale opera:Percioche,non folo le forze de Vinitiani, ma quelle di Xerfe fi farebbono confumate prima,che fi ueniffe al fin dell'imprefa.Ne tra quello cefsň il Per gola,mapernmouerei nimici dall'opera incornili- - ciatafcorfefaccheggiandofu li cófinidi Mantoua, Et benché fpauentafie que luoghi con fuochi, & incendi, nondimeno nň potč fare che celěafiero dall'o pera. Non hauendo adunque potuto per quel dŕup Li. mouere ; -DELIA SECONDA D-ECA fnouere i nitnici, maggiormente fortificandoi fatai allogamenti,alquanto piů lě accolto ŕi ripari. Ma, ne per con figlio di Nicolo Piccinino eccellente iti fatti d'arme,ne dello. Sforza,ne d'altri nobili condoc tierijiquali allhora erano al foldo di Filippo , ne per cft'ortatione di alcuno,fi potč indurre ad aflaltare le fortezze,& ripari non compiti.Dicendo,che egli te-? rebbe allai,fe fermando»* fatisfacefle ŕ Filippo,ilqua le fapeua egli uoler cofi.L'opera tra quello condoc-taal fine,II Capitano Vinitiano occupň con gli allq loggiamenti tutto quello fpatio di terraglie era tra. i ripari de nimici,& lo argine.Ne iquali alloggiarne ti, fi dice, efiergli flato con le genti de confederati quattordici mila caualli,& dieci mila fanti. Et oltra il Carmignuola,ilquale era Capitano Generale,u'er rano ancnora molti nobili códottien.Francesco G5 7,aga,LodouicoSafeuerino.,Paolo Orfino Luigi dal vfSdA Vermc>&LorenzodaCodignuola-Etr°"0 Nico" ů Rocca. ' lo Tolentino alcuni huomini, degni, iquali fino.ě quel giorno erano flati nobili foldati. La maggior parte di fanti furono polli ŕ difefa dell'argine tra quali dicono cfler flati cinquemila baleftrien . Et prima fu comandato,che le hauefle'o ueduto il me- defimo Capitano con tutte le genti circondato c?ai nimico,& egli pregafle,che gli deflero foccorfo ,& fapeffero efli facilmente poter uietare lafua rotta, per alcun modo non fi moueflero dal fuo luoco. Ma intenti,& folleciti ŕ tutti gli a Ila] ti de nimici, dilige I temete guardaflero,che 4? fu a negligéza,Ia Republi- , ca in qlla parte no riceuefle alcun danno. Ne campi h'Ke'f'dip- <*e n'm'^* fi ^'ce e^er ftat" ^'eci m^a caualli, & otto pt per ricHpe milafanti,olcre mila,& qttrocéto pedoni ěqliFrŕce rat Brtjlu. fco Sforza haueualafciati al foccorfa del Caftello deCittadella,quŕdo fui giuger del Pergolafi cógió- fe co loro.Erano fopra a 1 fanti,ch'erano flati lafcia ti détro li ripari qttro capt,che Ł cognome della pa- UM-erano affai chiari, cioč il Brefciano il Piacétino su,.,.. ' .. ' * ' " * ..... "'"11 LIBRO DECIMO. 166 il Bergamino & un'altroAndreaTriuigianojpiu che gli altri conofciuto.il Camignuolajhanédo Ci bel nu mero de foldati co cótinouare battaglie afFaticauaql li,hora mettédo fcale alle mura,hora Gabbioni,& al treoŁe de guerra,de!iberado,fe nópotefle per altra uia fare uccidere qlli da i balestrieri, il numeto de qli era grande nel fuo efl"ercito:fin che foflero rimarti tato pochi,che facilmente da li fuoi fi poteflero uince re.Netaldeftinata ftragge de minici ingannň Tani-oio fuo.Percioche in breue circa mille,ňpiů furono dalle faette morti,ouer feriti,& ftropiati. Ne cofi an chorai nimici ceflauano dalla lor furia per rifpetco de'Capicani,che erano falui.In tanto il cótinuobó-bardare haueua rotto gra parte de muri,di modo che Jefofle erano empite di rouine,maffimaméteappref fo laporta,cheč detta Garzetta.Et per che appare^-ua,che pofte le fcale in quella parte,fatilmente i fol datipoteuano paflare,fe alquanto haueflero uoluto . sforzarfi,il Magiftrato della Cittŕ,ordinata la batta glia,ofFerfe tali premi ŕ i foldati. Ch'ai primo , che montaflele mura,fofle dato quattrocento ducati. Al fecondo trecento. Al terzo dugento. A dieci che fe-guiuano cento. Ad altri uenti, dieci. Et cofi fu com battuto per ifpatio d'un'hora con tanto ardore da l'una,& l'altra parte,che quelli che uidero cotal pugna , non facilmente poterono giudicare,qual folle idi maggior uirtů,ň quelli che afeendeuano, metten do fi al pericolo della morte, ouero quelli pochi, cheti difendeuano . Finalmente con la morte de molti nimici difefero le mura.Et fé lafame,che uince tutte le forze,non gli haueffě domati,non hareb-bono temuto il lungo combattere. Ma, perquefta cagione , fecero tregua dieci giorni. Tra ilqual termine, fé riceueuano foccorfo da Filippo, fi di-fenderebbono . Se ancho no , lafciarebbono i ripari, ŕ Vinitianijafciandogli eflě partire lenza of-. fefa. Doppo quel patto fu comandato ai folda» i, L L z ti, DELLA SECONDA DECA ti,che u'erano d'intorno,che doueflero, con piů atte tione delPufato far la guardia al Caftello:accio che da qualche parte non rofTe mandato alcun foccorfo a gli aflediati. Intanto i foldati di Filippo ne gli al-logiamenti brauauano, & apertamente accufano la ignoranza de condottieri, gridando, che non meno per fraude3oper tema loro, B refcia fi darebbe ŕ Vini tiani,che per tradimento de Citradini.Et che no era dubbio, che le faceflero impeto con tanto efferato conrra i ripari de nimici,facilmente potrebbe aueni re,che,rotti gli argini,liberarebbono i fiioi dal'afie-Děuerfe «/>»- dio,Negaua il Pergola douerfi menare i foldati alla moni deton- monc contra il nimico armato ,ilquale fiteneuain lippo" luogo ficuro. Et efler meglio faluarelagente,&la '""' monition tolta del Caftello,& tutto il rimanente la fciare al lhora al nimico.Et che nň molto dipoi auer rebbe,che riceuuto qual prefidio in capo partendoli poi il nimico lo feguirebbono con quŕto impeto ef-fi poteflero,tirandolo contra fua uoglia al combatte re,e tiratoio gli darebbono maggior rotta. Allhora ilPicinino,fi coinč era di natura fiero,& terribile,có molta furia gridando diceua efler mal fatto lafciar i luoghi ficuriad alcuno per douerpoi cóbatterlo co giultabattaglia.Ma piů tofto3fe delěderauano cófer-uar lo flato di Filippo ouero efferconofciuti degni di quella imprefa,cófortaua,che lo douefTero fegui-re,perche era deliberato di uolere andar contra il nimico.Et cofi hauendo finito di parlare,fubito fi leuň del mezo delle genti, Et Francefco Sforza gli pro-mifle di uolerlo feguire.Ma mentre il Picinino mo-uela Aia fquadra cétra Vinitiani, lo Sforza parlado co molte efiortationi pregaua il Pergola,& gli altri, chedruefTero rutti inGeme prender l'arme contrai rimici.11 Capitano Vinjtiano,i!quale hauea i foldati apparecchiati ŕ fimili cafi , quando al trar delle fa-ette conobbe della uenuta del nimico,fubito aperta una delle porte3mandň fuori i fuoi contra quello.Łc . il LIBRO DECIMO. 167 |1 PicininOjUedendononhauere alcuno per foccor- jo,accufando la tarditŕ de fuoi,fi ritirň in drieto , & jfenza altro combattere, ritornň agli allogiamenti. il nimicijch'erano ŕdifefa d'iripau,uedendo la fuga .^le fuoijlafciarono due porte,cioe le Pille,& la Gat- jZetta^errandofi tra il breue fpatio della Cittadella, .i^c.alquŕti giorni dipoi pattato il tempo della tregua jpiu oitinatamente fi deiFendeuano Finalmeute mnti _4alla fame,quello luogo anchora ŕ Vinitiani piů to .itolafciarono, che diedero. Iloldati dipoi furono mandati ad espugnare il caftelio, nelquale il Piacen tino da principio era entrato con cinquanta foldati. I Vinitiani in pochi giorni tanto fmofferolemura <;o,n le artiglierie, & altre macchine, ch'tl muro -di fuori con gran ruina era caduto fin foprai ripari Ilrederfid/t de gli allogiamenti. Laqual cola intendendo Filip- Łrefc"a A po,h dice,che comandň al Piacentino , & ŕ gli altri, mJtialtri -che pareggiano col nimico de; la loro falucc, deflero U^hi. ŕ Vinitiani il Caiěiello.Et cofi fette mefědipoi, che i ^initianihebero ]ěrefcia,hebbero finalmente il Ca ičello,ilquale guarda fopraia Cittŕ.Al Carmignuo la,hauédo fornito il faticofo afledio fu impofto, che egli andafle ŕ prender quelle Caftella che erano nel Contado.Qiiegli di Salň,& tutti gli habitanti del la .go di Garda,che fono uerfo ilBrelciano,fenza afpec ¦tarealcuna furia d'arme, fi refero.Ne molto dipoi per opera del Pontefice,fu tentata la pace,& furono «ródati ambafeiaton perl'una,& l'altra parte Et tro uandoliperquefto ŕFerrara,fu concedala pace ŕ Fi Con die condě lippojcon quefte conditioni, che oltra la Valle Ca- '»0"' fe monicajBrefciacon i fuoi cóhni,& quellaparte del ^a .Cremonefe,laqualep lariuad'Ooglio rilpódefu'l JJrefciano,fo{ěe tutta de Vinitiani, il.qual territonp fi eftende circa quaranta miglia,& che il Duca di Sa uoiatenelěe quello, che egli haueuaprefo. Fu fugr gellata la pace,& lo accordo con i fuggelli di Filippo & akh,accio meglio fufle confermata . Il Legato .:. .. LL j del DELLA SECONDA DECA del Pontefice andň ŕ Milano per placare il Ducairi-1 'to^ fdegnofo con moke eflortationi confortandolo ŕ lodare tutte quelle cofe, che erano ne i patti, il-quale trouň lamentarli di quella ingiuria, horaaceti fando la fuperbia de' Fiorentini, che fi haueuano effi fteflě porti in tal guerra, hora riprendendo l'auaritia nondimeno per li patti,un'altra uol ta prefero le arme. Amadio Duca di Sauoia, ilqua-r le nella prima guerra niuna cofa haueua fatto degna di memoria, promettendo egli con maggior diligen za per lo auenire diportarti nelle arme, fu anchora tgli tolto compagno . Seguirono anchora in que^ěfl -» coua lega,il Marčheie da Móferato,& Orlawdofa- -Jauicioo,ělquaie.alihora haueua molte Caftellain ionibatdia. iGenouefi Forufciti, quajitunquefofr •fero abbandonati di foccorfo da Alfonfo Ré, ne pos> teileróperiemedetěmi piů molestareiLmare,nonr dimeno promilero fecondo ilpatto, cqn grande ary ědimento,di far tumulto, fu iluoghi marini. Filippo» anchora che apertamente uedefle in un tempo cótrj Jui eilere apparecchiata tanta guerra, non reftaua pc -rň con gran iollecitudine di raffermare le fue forze. -Ecaffineche il fuopoter parerle maggiore,ordinň, xhedatrepartifěfaceiěemouimento contra nimici» percioche con l'annata apparecchiata appreffo Crer mona colfe le Torncelie,Callello fu'l,Parmigiano al JaboccadelTarro,ilqualei Vinitiani haueuano al-quŕto,pofleduio - Dipoi, prendendo animo nel mol *o numero de fanti, alfaltň 1 luoghi del monte in Bre $ fciana,&con gli huomini d'arme fotto !a guida di t. Angelo della Pergola fcorfe in un tempo fu'l piano. La terza imprefa, fotto il gouerno di Fracefco Sfor za,fu piů delle altre auenturofa contra for'ufciti Gp nouetě.Thomafo Fregofo,ilquale con gran numero de banditi, & con le genti de' Fiorentini giŕ haueua kft Geaoua,per hauere una uoltaardire di combattere &* DE Lffai" SECONDA EfECA tornbattere ella Cittŕ, intefo il uenire dello Sfornita, haueuŕ ordinato ŕ tuo fratello, gioitane di gran cuore , che fi opponete contra il nimico con parte delle genti, all'ufeita della ualle Pozzeuera intanto ie genti diTholicana, per non efler loro mandatala paga da Firenze fi sbadarono in tanto,cheil Fregofo rimafe in campo con ottocento faldati, & non piů. Laqual cola eiiendo intefa per ifpie ŕ Genoua,& an-ehoraafficufatii Cittadini per la uenuta dello Sfar-;xa,ilqualefi diceua giŕ auicinarfi, Albico ufeiti della ^Gntŕ, nel primo impeto mifero in fugga le genti del 'Fregofo. Thomafo con Battiila fuo fratello foggi-e- rono ,& con pochi andarono ŕ R^ecca. Gli altri tue ge- x\ uennero nelle mani de nimici. Gli alloggiamenti "***/'• pieni di molte ricchezze, daGenouefi furono prefi, & facchegiati. Eocofi al giunger della SforzaTparen t]o quafi , che lě dimoftralěe una nuoua Stella,inco*. tiiinciŕrono le cofe de'Genouefieflere in miglior ili tó,lequaliin-tfa dando lo airalto,coftrinfe gli habitanti ŕ renderti, dipoi traghettate le genti fu l'altra riuajaflaltň Brif-JTelli,terra fu lariuadel Po , ilquale nautico per trai-dimento , non poteefpugnarela Rocca.Có tali pria cipi fu rinouata la guerra dal nimico . Ma nň itette--Francefca Bt- no tra queftoi Viuitiani 1 ocio,percioche fecero una ho Capitano potentiilěnia annata, proueditore Francefco Bem* *Łtf" W Iaquale,qtiandos'intefeauicinarfiŕ confini del piiamo ě» pi Mantouanoper l'acque del Po,fubito Euilachioda lontra,yu.i- Pauia, Capitano dell'armata contraria,deliberň le-ttiiti. uarfida fi rifelli, & opporfi alla uenuta de Vinitiani. 11 Picinino a ciň non confentiua, ma diceuadouerfi continuare l'alU'dio.Onde per li difeordn de capitar-• • ¦ ni iěbro decimo. - 17* rii lŕ efpugnacion della Rocca di B riffe!li fu acquato pur tarda.Et auenne,che quelli,che da Brefcia erano flati mandati al foccorfň,fenza altro combattere fu*-rono dentro riceuuti. I Briflellani, confidatiti di t^l gente,al giunger dell armata Vinitiana cacciarono il nimico,& riprefero la terra, nella quale i Condottie ti di Filippo lafciarono gran quatita di artiglierie. f foldati,Cubito furono mandati da BriHelli contra Łu iftachio,nonmolto lontano fopra Cafale tenendoti!.., -Ma egli tra queftóhaueua condotta l'armata uicino ^ ŕ Cremona quattro miglia.In quefto luogo il Beni- wj-ho hauédolo trouato hauere lo ftatio,fubito comari .>••.. Tdň a fuoi, che s'apparecchiaflero per cóbattere.Dal-Turia,& l'altra parte erano in punto i Galeoni, ehc «olě fono detti quelli,che i Greci addimaudano Dro-moni. Laqual forte de Nauili č molto lunga jfenza fentina,ma quafi di corpo pianOjiquali hanno duej& alle uolte tre coperte . Dalla cima dell'albero nella Oabbia dieci e piů foldati,fe piů uč ne fa bifogno,ccV-battono.Étjfe in mezio le acque ftando fu leancov re uno de quefti legni uedefte apparecchiato ŕ battas-jglia,ui parebbe uedere urta Rocca fortifsima.il Betn &> ordinň otto di quelli alla prima frontiera legati tra loro ftretti w Al refto dell'armata fu comandata» - ,«» ,.. «hefeguifle uicino al luogo. Ne il nimico riffiutň il ,V\,;. ( . , icombatter^, anzi ordinata la fquadra, mandň inante ^quattro Galeoni,iquali fcorrendoŕ feconda del fiu-me,& con la forza de' remi urtando ton impeto fc-pra quelli de Vinitiani, gli moflčro dal luogo loro. Ma uenuti nel confpetto de' Vinitiani, uolta* cele prode uerfole poppe de'nimici, follecitauano di ritornar al combattere penfando douere auenire^ chefoprauenendo i fuoi, fé da drieto fodero aflaltar ti i Vinitiani,quelli che erano nella prima fronté,fa*-cilmente farebbono ftati opprefsi. Ma la cofa riufci ŕltramente.Perciocheil Bébo,tenendo da principio comeprefi tutti qucllijche erano paflati, & tiducédo *' J leuaui . r DELLA SECONDA DECA le naui iti cerchio, poi che fu quali empito tutto lo ipatio del Pňjfacilméte fi fermarono accorno e ninu ci,che piů fcioccaméte erano fcorfi inŕu.Eraallari-luadel fiume Nicolo Piccinino con le genti da terra, ,'ilquale, nň potendo gtouare ŕ fuoi co forza d'aime, -con gridi egli efiortaua nel mezo della battaglia, la-quale fu alquanto dubbiofa.Finalmente eflendo i Vi nitiani fuperiori,oltra quelli,che nel principio haU-biamo detto eifere flati ferrati, tallero quattro alta fointů «"^Galeoni a nimici nella frótiera. Aliliora-EuftacliiQ, rotto favini benché tardo,s'accorfe efleredi minor forze & arte, *Uni. urtando in terra, & lafciando ěf naui fcamparono. II liembo tolti i nauili, feguitň i :iumicijche fuggiuano.Et non trouandogli,uictnan-.'dofiappreiTo Cremonaueneglioccafiondinouabac * »•/.«• • taelia.Imperoche Filippo,non lontano da quel luo- Li bufi toni o_ n 11 • i • i r ¦ • i - fattiperěldu go co tre caitelli di legno tatti in mezzo ilnume,co ta in furono -fi hauea ferrato lo fpatio del Pň, che fi iiimaua niu» tfpugati da naeilerfi poffente armata,laquale,ouerp poteileafr rinviarti. .feciiar ]a cltt^} oueropaHare nel centro di Lombar- -^ia.Due de quali auanzauano le riue del fiume all'iti •contro della cittŕ ,meffi nell'acqua fopra a pali . Il sterzo fabricato circa a mezo il fiume con legnami -piů grofli, tanto haueua laicato di fpatio dall'uno, -& l'altro, chele naui fcorrendo per dentro dalla par -te finiftra,& deftra facilmente poteuano eflere mole Hate dalle artiglierie,che erano in quelli. Il BembQ hauendo incominciato a cóbattere, l'un di due, che maggiormente haueuaueduto eiěer riuolco allacitr ta,con LIBRO DECIMO. 171 tŕ, con poca fatica in Aio potere lo ridufle. Ne cori maggior fatica prefe l'altro, che gli era appreflb. Il cóbatter dell'ultimo in tato fu piů faticofo,che i fol dati haueuano maggiore fperanza di foccorfo,per eC fer piů uici no alla cittŕ,che gli altri. Ma cóbattendo la notte, fimilmente quello anchora fu da Vinitiani efpugnato. Il Bembo uincitore abbruciň tutti quei caftelli,& fimilméte tutti i pali,acciň fopra quelli nň-poteA'ero i nimici un'altra uoltafabricare altre opere ŕ ufo loro. Maiuincitori,non ufando laloruitto ria, hauendo pollo in terra le genti delle naui fenza fpie in quella parte, che č tra Cremona, & l'acque del Po, fatto impeto da Chriftoforo Lauellano : il quale era in foccorfo della Cittŕ, niife gran paura ŕ Battaglia fot óuelli. Erano le ciurme quafi tutte Dalmatine: le- ta n^la1lia* ' , r . - "i—~r ¦¦'¦7—-*T-j'¦¦"'""" i • ¦¦•-¦¦— morirono tur quali le auiene,che li nlcaldano nel uino,non temo- (a trtc$t0 m. no poi alcun pericolo della uita. Il Lauellano con- dativinětě* tra quefti,con fanti ŕ pie,& caualli,con fubito repen ni. tino aflalto, ne uccife circa trecento. Il Bembo be-itemmiando la temeritŕ de Gouernatori,i quali fen za fua licentiahaueuano meflě i foldati in terra, comandň, che l'armata fi riducefle né i luoghi di fopra ; il Po.Et efpugnato la fortezza di Adda,&del Po,giů per il Ticino portato ŕ contrario del Fiume,fi fermň f ron molto lunge da Paiua. Gli antichi dimandano ella Cittŕ Ticino, come credo, per il Fiume uicino. In quefto luogo trouado gran folicitudine, & filen tio,temendo qualche aflalto,o tradimento, ritornň a Cremona. Et quiui, per uendicarfi della rotta adie tro hauuta, mife in terra i foldati con grande impeto, penfando, che combattendo folamenteconi fol dati del Lauellano,có nuoua pugna, haurebbe fatto uédetta della ingiuria poco adietro riceuuta. Ma era in quei giorni entrato nella Cittŕ Nicolo Guerriero, ilquale con lafuafquadradecaualli,infienie con quei del Lauellano3era per dare maggior rotta a Vi-jmiaiHjChelapnmanonfujfe'l Bembo nel primo af • ' falco DELIA SECONDA DECA fŕlto ucdendofi inferiore, non hauefledato fegno> thč fi ceflafle.Qjjefto (ě fece fopralc acque.Ne i luo ghidaterra,giŕlaeltateauicinadofi, & apparecchi» to gran numero de genti,che Vmitiani haueuano aC folciate fu'l Mantouano,il Carmignuola,partito di Padoua,da Lanzifo traggettato per il Lago a Salň , uennc uicino a Brefcia cinque miglia, doue Alberi-co Conte di Cunio ,& PennodaTortona, che per cognome fu chiamato Turco,haueuano gli alloggia menti a Otolengo; percioche quel Cartello era loti tanoda Brefcia quafiotto miglia. Eglino confubi-te correrie uenuti fin fu le porte,mifero grandifTima paura dentro la Cittŕ. E giŕ menauano uia quattro ' cento animali,chepafcolauano, hauendogli prefi ap preflo la Cittŕ. Perilche Pietro Loredano, ilquale al lhora era Podeftŕdi Brefcia,hauendointefo il nimico efTer apprefio,efsédo a cauallo di Tarmato, fcor fé fuora della porta di fan Nazario. Quiui ragů nata infieme gran moltitudine difperfa, che ufciua fuori della Cittŕ,non uolfe,che muno fcorrefle piů di luti fo,fin,che Paolo Orfino,ilquale eraprefente.nonft auefle armato. Allhora diede a lui trecento caualli, «4 tra OtoUn jqUaii erano armati alianti gli altri. Con quefti cir» Ctiě' prth'di conc^2lt* > luoghi drieto al nimico in mezzo lauiada €erul(ycin- Otolengo, ftando apparecchiato occultamente;di-aniu céuud poi il refto di causili,opponendo al nimico,coman-"? dň, che mentre egli fuggiua lo intertenefle, fin che & asfaltandogli con maggiore impeto, tutti furono oppreflě. Et coli auenne,come nell'animo haueuano difpotto,perche il nimico ferrato in mezzo fu mal trattato, & gli al tri friggati.Petrino con ifo. caualli uennenellcma ni de Vinitiani. In ql giorno,chetai cofa felieemete auéne,il Carmignuola encrň in Brefciajlqualefidt» ce haucr hauuto a molefto,che la prima battaglia ha uefle hauuto buon fine lenza la fu a pfenza,^ lotto il gouerno LIBRO DECIMO, 27» ilgouerno d'altri,& nófuo.Etgiaffieme porte tutte. le cofe,che apparteneuano alla guerra, & chiamati i Códottieri & Capi di fquadra,cnca il mefe di Mag-; gio con limila cauallj,&fei mila fatui, il Capitano ^ Carmig Vinitiano ufcě fuori di Brefcia. Et prima fi accapo a l*J% mir «-. ,. , - a u 1 n. j 11 - capo con qu Mote chiaro,doue tato ui ftette,che il relto delle gč f0Ł/,vi mi ti,che fi apparecchiauano, tutte lui infieme fi trouaf cavUi&f fero,afpettŕdo,che gli follerň codette Copra a carret miUfati, te l'artiglierie,& altre macchine da guerra.Efiendo fi pochi giorni cófumati itale pai tolto efpeditione,. A che afledio, oche il luogo d'ogni cofa era fornito,ne nedeua refladoui fare alcun x>fitto,mo(ro il Carmi-r gnuola l'efercito,incomincio andar uerfo Otolégo, Erano p foccorfodi quel luogo mille caualli di Fiiip. po,a quali péfando in brieue toglier'i! cartello,nň lo tano dallemura,có gran ftrepito fimife. Ma in quei giorni Guido Lorrello,Chriiloforo rauellano,&Ni colo Guerriero, co la caualeria,erano uenuti in quel luogo. Iquali taciti fi occultauano dentro le mura , per potere con piů opportunitŕ ufeir cétra i nimici. I VinitianijCome furono inanzi al Cartello,una par te ftanchi perii caldo fi diftefero in terra, altri dor-miu2no,alcuni curauano i loro corpi, niéte péfando dell'ufcire de nimici.Pochi erano ne gli alloggiarne ti.Cotto lacódottade Nanni Strozzi; ilquale crafta to mŕdato con quattrocéto caualli in capo dal Mar chefe di Ferrara,fecondo li patti : centra li quali con fubito grido faltarono i Condottieri di Filippo, che giŕ molto inanzi erano apparecchiati a causilo . Lq Strozzi foftenneualorofaméte lalor furu.Mamen tre , che oftinato fi sforza di ritenere il luogo,dalla molticudine de nimici,& de fuoi oppreflb,fu morto. Allhorai folcati rifuegliati al grido , ajcuni mezzi adormétati,altri per tato rumore incerti,nó fapeua-;-no qual badiera,ouero qual uoce doueflero feguirc. Molti fenzj prudenza tolte le arme contra nimici, corrčdo ucrgognofamétC^canQrpttt». JNe fi poie f) •¦>. ... ; ¦ * ' tardar delia Seconda deca tardar tal furia fin che il Carmignuola ridotte inlěe-ine le fue genti ,fpiegňle bandiere. Allhora fopra auanzando la moltitudine de Vinitiani,il nimico,fo nato ŕ raccolta, quafi uincitore, allegro fi ritirň nel Cartello: in quellapugnahauendo perduto millej& cinquecento caualli. 11 Capitan Vinitiano uolfe qui 1/ Carmtgno uj dimorar tanto, che le genti, ch'erano ftate alibi--U fttd»mille- date in Padoua , arriuaflero in campo . Quello rac-'étluillT.'"*9 conta ^ li'ondo » '1 quale, come egli fcriue ,in quel tempo era in Brefcia, & forfč ancor nello eflerci-to , quando ciň auenne. Manelli Commentari, li-quali ci diede Mariotto Mantouano , che fu prefen-% te al tutto, fi contiene, che in quel giorno di pari fu. combattuto. NeiVmitiani hebbero alcuno maggior danno,che di pochi,ě quali per fouerchio calda nelle arme fi fufFocarono in mezzo la battaglia. Il Carmignuola trouň dipoi nuouomodo di accam-t Indie moda parfi, diuidendo duo mila vili ani ,i quali erano nel-i ilCarmignuo 1'flercito al gouerno de i carri. A cialcun di quelli fu U ordino li dato alcunode Condottieri,© Collonelli, ŕiquali ft»itampi. Joueflero obbedire: accio quando accadeHe moue-re il campo,fofle piů ferma la guida delle artiglierie^ Et accio anchora,che quando folle Il3to prefo il Iuo fo del campo , ordinati i carri in cerchio , in forma i riparo,ferraflero lo elferciro, & ciafcuna fquadra fi accoftafle ŕ i fuoi carri, perche fé qualche impeto? fofle fatto dal nimico, hauelfero cotal forte di ripari in loro difefa. Ordinato adunque cotale ordine di ac camparfi,quantunque erano anchora molti Calteli» fu'l Brefciano,i quali fi teneuano con la difefa di Filippo, perche non fi confumafle molto tempo in oc-* cupar quefti,ordinň il Carmignuola hauendogli la-fciato a drieto ,che fidouefle con ogni forza combatter Cremona. Penfandodouere auenire, che tol taŕ Filippo fi nobile Cittŕ : facilmente potrebbe di poi hauer tutti 1 luoghi lafciati a drieto fenz'altro maggior battaglia. Il fiume Oglio i il quale iepara il Creinonefe LIBRO D ECIMO; ~ z7j " "Grcmoncfe dal Brefciano,& Mantouano,cqngiun-¦ge con due forti ponti. Vno difopra uicino ŕ i monti del Bergamafco , & l'altro al ballo della pianura che č detta ttina.I Vinitiani fi mifero ŕ combatter que-fto luogo congrandifsimaforza, per eflere piů bre ue,& piů facile itrada per paflar per quello dal conta do diMantouanegli allogtamenti,fé follerň trafpor tati oltra il fěume.Łt lui era anchora uicino il Po:per ilquale con minore,& quali con niuna fatica, o peri «olo, fi poteua con nauili ognicofa portare,che fof feneceflariaal combattere.Adunquein pochi giorni hauuto il ponte,& condotte le genti fu quel de ni mici mife campo dneto alla nua del Po , Lontano da Cremona lette miglia.Ma Fihppo,intefa la gra mol titudine de nimici,ěmarnto per tante frorze, molto ŕ temere incorniciň. Percioche erano nell'esercito de Vinitiani diciotto mila caualli,& otto mila fanti & oltre 1 cuochi , & altre pedone inutili alle ar-me,cerca fei mila. Era d'indi non lontano l'armata del Bembo:ůi laquale erano piů di dieci milahuomi ni.Allhorauintala oftinatione di Filippo , chiamň ¦ ŕ fei Melane(ě,ilchemaiperadittro haueua tioluto fare.Etdifleloro^he eraiienuto il giorno, nelquale chiaramente douexiaconofeere, quali tofTero i ueri amici,& quali 1 fěnti ŕ queft'hora . Ne hauer tempo in tanto pericolo di moftrare in lunghe parole quel loschedibifogno ghfuHe.Ma,checiaicuno,che uo-leua la conferuation delle cofe fue,andafle con lui ŕ eftinguer tanto incédio,ne chiedeua ŕ queltol'ope ra di tutti,ma folo di quelli,che erano atti alle arme. Ilche fece publicamente intendere.Et partitofi leua . : to della Citta fi molle uerfo il nimico, & molti Me lanefi,& Pauefi lo feguirono alla guerra. Egli fi fet-mň atre miglia tra Cremona,&il campo de nimici. Haueua da prima il Duca dodici mila caualli, & lei 7r1?'«T ir • ik ¦- i i • • • r - ¦ * 11 '' "ebbe il d» mila fanti.Deloldatiuentunenfra apie,eacaualk> (a }Nraunrr0 guidici mila.Onde dicono eiler auenuto, che ciafeu « cr*mtn*. - M M no DELLA SECONDA ETECA no de gli eflercici in quel tempo hebbe piů di trenta» due mila armi.Ilche appena per adietro era auenuto giamai che doppň la declination del Romana Impe riodueeflerciti Italiani tanto; potenti s'haueflero mollo l'un,contral'altro.La pfenz.a diFilippo molto haueua infiammati i faldati ŕ far qualche degna im-prefadimodoché tutti ciň defiderauano ,&có lieti gridi l'addimŕdauano . Finalmente ordinatele fqua-dreanimofaméte fi andarono contra.I Vinitianiha-, ueuano allhora gli allogiamenti ad un luogo detto Suma,non co fotlŕ,nó co ripari,ne co altra opera af-fěcurati,ma ridotte le carrette in cerchio,& fortifica ti col no ,.che feparaua la pianura:onde non poteua no in altra guifa accoftarfi, eccetto da quella parte» doue era il ponte lótano ben un terzo di miglio . In quello luogo alquanto il nimico fi fermň alpettaa-do,fe'i Capitano Vinittano> confidato nella molticu dine,uoleHe combattere il ponte. Ma egli teneua le fquadre in ordinanza al piano.Ilquale eradilottoU campo accio , che oltra paflando i nimici , lor defle agio di combattere. Il Pergola e'1 Torrello nň erano contenti,che fi pafiafle il ponte. Nondimeno l'au dace configlio di Fracefco Sforza, & di moki altri, perfuafe, chefiandafleŕtrouareil nimico . Quelli adunque effendo andati auanti, attacarono la battagliagli altri feguendo l'ordine, molti n'entrarono. Et A leu ni con la fquadrain ordinanza fi fermarono LatěimtntT appreflo il ponte, accioche tenendo quello,piů fecu fatte tra VU ramente potefero riceuere i fuoi. Fu combattuto da mezzo di fino ŕ uefpro,& co tato ardore,& llrepuo che i brieueleuatalapoluereinforma d'ofeuraneb bia,fu tolto il uedere del tutto,ŕ quei,che combatte nano.Et per quello piů tofto temerariaméte,checó ragione alcuna fi correua gran pericolo. Non era al cuno in tanta ofeuritŕ,che per uedutafě conofceflTé, ,ma per la fola uoce. Ladubbiofapugna5& li dubbie fi effetti de combattenti, fece lecito ŕ ciafeuno kn~ •7. a LIBRO DECIMO. 174 xa riprenfione di poterfi auaatare, cóbattendo d'ef-fere flato fino alii ftendardi de nimici,ouero in quel giorno hauer fatto qualche altra honoreuole prň-* ua.Dicono che in quella cofi confufa battaglia, alcuni della fquadra di Filippo penfando di uenire a fuoi,che erano rimafi in ordinanza al ponte, non fi stuidero efiere trafcorn" nel campo de nimici fin,che quali utrarono ne carnaggi Finalmente richiamati indrietto,runa,& l'altra parte fi ftaccarano fenzaef fcruidirFerenza.il Carmignuola dille , che in queL giorno prefe piů di fuoi,che de nimici, & piů uolte egli farebbe ftato prefo, fé efsi lo hauetěero cono-» iciuto. Laqual cofa dicono eflere accrrduttaallo Sforza,al Picmino,& a molti altri Condottieri. Fi' léppo allegrandofi di quefte cofe fatte in fua pfenza & tenendo cerco d'hauer la uittoria,pche nň era fta io uinto:da prefti auifi fu richiamato:perche le gea tede gli Sauogini,&di Monferrato erano feorfe per Jiconfinide Vercellifu'l Milanefe:& erano uenute . con molto furor fcorrédo fino fui le porte della Cic lŕ. Onde dato licenza alle genti che egli haueua condotte in capo,fe uoleuano dipartirfi, andň ŕ Me Jano.I Vinitiani uedendo Cremona eflere fornita, di potete difefa, percioche oltra la moltitudine par tita,laqualedetto riabbiamo,il refěo delle genti, doppň la battaglia erano andate al foccorfo di quel Ja penfando che la Cittŕ con tanti foccorfi,non po-tefle eflere prefa per forza alcuna ,fubito il Bembo mife campo a Cafal maggiore.Francefco Sforza co parte delle genti piů elette feguitň il Carmignoolai ilqual fipartiua.Ma quando egliuideloelfcrcito «le nimici da ogni lato circondato de ualorofi foU» dati,ne fare alcuna cofa,per lacuale potefle co infi-^ die uincerlo,lafciandog!i partire, & a dietro torna* do,co poca fatica racquifto Binafco.Et gittň nel fin . _r 11 1 n ¦ 1 c ¦ ¦ ¦ -11 1-9 Sfo me tutti quelli, che erano Itati lalciati in ql luogo rACf.Jiau -feguendo lo eflempio de Vinitiani,iquali pochi g»or naj(». ; • ¦ MM 1 ni ¦ DELLA SECONDA DECA ni adietro haueuano ufata coral crudeltŕ contralr fuoi.Cafale alquanto per terra ,& per acqua fu in-: damo da Vinitiani cóbattuto,per il gagliardo prefi dio,che prima gli era itato porto détro. Era in quel luogo Antonio da Pifahtiomo ualorofo.Ilqualedi,. & notte alladifefa uegghiando con quattrocéto iol dati eletti, faceua con prudenti ripari tutte uane le forze de nimici. Era il Cartello di alti argini circon dato, & per quello poco temeua la batteria delle artiglierie. Ma u'era una Torre foprala poria,laquale guardaua uerfo la mia del Po . Dicono , che quella pereflere ualorofamétebattuta,cafcň quali intieri nellefofledi fuori. Da quefta partei Viniriani piů uolte tentando con ěmpeto entrare nel Cartello, &. hauendo cacciato i foldati con grande uccifione de troi ripari, uintala pertinatia de difenfori, non lo fapendo il Pifano fi referoPerla uittoriacrefciuta l'animo al Capitano Vinitiano ,prefe configlio di» htbbencafa mettere un ponte fopra Adda,per palfare con le gč lt, ti fui Melanefe,per faccheggiare,& far preda. Ma per che mancauano le uettouaglie, & era necerfano tra q Ito d'apparecchiare le cole piů importati ataleim prefa,nmafe nel campo ŕ Calale, fin che gli foU'ero dailuoghi uicini portate.In tanto Filippo ^perche i Condottieri,ehe erano al tuo foldo tra loro conte deuano della uirtiě,& gloria de fatti d'armi, per fi fac to modo, che ne per configlio,ne per auttorita uo-leuano darfi luogo,& per tal difcordia appareua,che le fuecofedouelfero per qualche rotta andare ŕcat tiuo fine,fe egli ŕ quefta feditione,& difcordia non prouedeua.fece Capitano di tutte le géti Carlo Mi latcrta.Dicono,che per tale elettione egli non cercň tanto il ualoredel Capitano,quanto il fapere, & fama della fua famiglia. Alcuni filmano, che anchav ra ciň facefle , per ctfer ftato amato da Brefciant^ fi-no dal prencipatodi Pandolfo.Perqual cofaapp* reua>chela Citta alcuna utólta shaurcbbe porut»i _ ' ' indurre LIBRO DECIMO. 17? indurreŕ qualche ribellione.Intanto Vinitiani fiera no leuati da Cafale . Ne Carlo , hauendo riceuuto il titolo di Capitano , per alcun modo cefsň, ma tra tierfando leuie con molta celeritŕ s'opponeua alle ¦forze di quelli. Finalmente le bandiere de* Vinitia-ni furono pofte ŕ Macalo calvello fu'l Cremonefe. I Condottieri di Filippo, & tutto il refto della molti» tudine haueua molefto l'audacia de' Vinitiani >ac-cufando grauemente la loro patienza, & quella di Carlo. Et diceuano efler molti calvelli fu'l Bergama fco , & fu'l Cremonefe dal nimico lafciati,iquali piů fecuramente fi haurebbono potuto cfpugnare , ma quello hauer pofto capo ŕ Macalo , quafi che l'efpu-gnare quel luogo importale molto . Et, che quello ueramente era fatto in difprezzo di Carlo, & altri Condottieri di Filippo. Andafle adunque egli, & ud lendo hauer nome di uero Capitano , leuaue da lui la uergogna,& da quelli, che fotto al fuo gouerno eranofoldati di Filippo . C^uefto parlare prima-in oc culto, & tra pochi. Dipoi manifeftamente per tutto il campo fi diceua,lo Sforza e'1 Picinino effčre au tori di qiefto . Erano di contrario uoler il Pergola c'1 Torrello , diffuadendo non douerfi combatter col nimico, ilquale piů tolto farebbe fuperato ritardando , che combattendo. Percioche, altro non cerca-«ail Capitano Vinitiano.fe nň, chei Condottieri di Filippo ueniflero alla pugna , per efler certo , che in quel giorno,nel quale egli poteile cňbattere col nimico , fentendofi di forze, & fuccefsi di fortuna fu-feriore, le cofe di Filippo riceuerebbono grandifsi-rno danno . Carlo Malatefta afcoltaua corali parole, mariuolgeua gli occhi ,& tutti i fuoi penfieri nello Sforza, & ne! Picinino, iquali da 'ui erano chiamati due Hettori. Afcoltaua anchora uolentieri la molti tudirte, che con gridi allegri chiamaua la battaglia. Dicono ,che quei dui ,iquali,di tutti piů feroci,ef- ortauano alla battaglia> per hauere gran ůcfiderid' <• DELLA SECONDA DECA di combattere rifpofero ŕ Carlo, che loro din>an"da~ } c fi"*""?- uŕ, fé eiudicauano,che fi douefle combattere col nidi Filippo di ' » i- r • n 1 i- i i ramandoti />4- mico j che egli fra tutti era nato dato a gli altri da Fi rsre della lippo per Capitano ; onde apparteneua a lui, & non Sfor\a,etdel adeflě confiderare, & comandare quello , che final-Vicinim fi mente fi hauefle a fare.Et fé egli facilmente non po-b*utre"m~ teua difeernere quello,che in quefto fatto fofle di ne cefsitŕj douefěe confultarfi con gli altri.Et che qua» to era in loro,efsi ftauano apparecchiati al fuouole-r te,& feruarebbono l'ordine,quale egli loro imponef fé: ouero, che fteflero nella prima fronte,ouero nell'ultima fquadra . Percioche niuno fi doueua mettere alle cofe difficili piů con fuo pericolo, che co quei 10 d'akri.Ondefinalméte l'animo di Carlo s'inclinň Squadre f*t- al cóbattere. Et comandň alTorrello,& al Pergola, te per il com- che con fermo foccorfo doueffero difendere i ftecca batttre. ti.Il Lauellano, & lo Sforza doueffero cóbattere nel la prima fronte, e'1 Picino col refto della gente eletta feguiraffedoppň le bandiere . Ma il Pergolano,& 11 Torrello, parendo loro di riceuer uituperofa uer-gogna, fé in quella guifa fodero allontanati dal peri colo della pugna, perche nň haueuano iftimato, che-fi douefle combattere col nimico,fcorfero nella pri-.. ma fquadra gridando,che la rotta laquale con configlio non haueuano potuto rimouere, erano per uo-}er con tutte le loro forze uietar, che non feguifle* quanto in loro foAe pofsibile. Carlo conientě ŕ qutf ilo , & mutati gli ordini, comandň al Picinino, che iěefTe nel foccorfo,& che egli uoleua eflere il primo, cofi come haueua da prima ordinato di fare, che con icaualli leggieri andafle contra il nimico . Drieto ŕ lui comandň al Torrello, che douefle guidar la pri ma fquadra . Appreflo di quefto lo Sforza & il Pergola , & tutti gli altri dipoi doueflero fuccederc ordinatamente certa uia, benché dritta da Pompeiano conducala al campo de' Vinitiani, laquale non haue uŕ fofle di terra coltiwata, perche nel uerno i luoghi ^ d'intorno LIBRO DECIMO. 176 dintorno erano fangofi, & nella ftate erano pafcoli pieni per tutto di herbe,& paludi.Et iui apprelJo era un campo fpatiofo de poflefsiom lauorate , nelqua-le,percioche dalle fronti ui č una palude continua, Therbe paluftri per l'eftate feccŕdofi, fannofi in mol ti luochi uarie entrate, ma torte. Alcune delle quali i Vinitiani con alte fofle haueuano riparate, altre ferrate con legnami. iquai luoghi hauendo il Torello considerati rivolgendoli allo Sforza, & agli altri fi dice in queftaguifahauer parlato . Il fommold» dio, ilqualepuň ogni cof2,ma non alcuno altro potrebbe fare, che in quel giorno non fodero rotti i Condottieri di Filippo. Il Capitano Vinitiano fen- C*madamen tédo apprefentarfi il nimico, fubtto,ordinata la fqua '" . c*rmi dra,comando al Tollentino,che con due mila caualll jra mmiC-it circondafle le paludi che guardano uerfo Terétiano* & aflaltatfč il nimico da dietro,mentre che era interi to alla pugna. Dipoi coimdo a 1 fanti,che doueffero ferrare le uie delle paludi dall'uno,& l'altro lato. figli col refto delle genti fieramente andň contra il ni mico. Su'l primo affronto > Carlo con i caualll leg-gieri , & gran parte delle fanterie temerariamente mandate auanti, farebbe ftato tolto in mezzo fé il Torello,& lo Sforza , & altri monendo ŕ quel luogo le bandiere , torto lor non fodero flati in foccorfo , iquali con le loro genti ritenendo alquanto la forza de minici, pareggiarono la battaglia, laquale dall'una, & l'altra parte era molto crudele . Ma i fanti, che haueuano ferrate le uie fcor-rendo fra le fpine,& arbufcelli, & altri luoghi intricati, con faette, & dardi in breue fpatio amaz^ zarono gran quantitŕ de caualli. Il Torello , ilqua-le primo doppo Carlo era corfo contra il nimico, giŕ da ogni laro oppredo,togliendoti di mezzo la battaglia, per la palude di drieto fuggendo fi faluň. Traquefto , didietro fu fentitp unalto grido per il Tollentmojchc ucniua . Il Pergola & le nň dalU . . MM 4 battaglia, DELLA SECONDA DECA battaglia , e quŕdo apertamete uide la rotta de' Tuoi k> Sforza quafi con tutte le ("quadre anchora egli lo feguě. Ma il Picinino in ogni lato,& dauiti,e da drie tocoitretto a combattere,con alquanto maggior fa tica,cefsň dalla pugna. Finalmente,egli anchora con fidatoli nel ualorede foldati, nella piů ftretta calca, g le fquadre di mezzo de nimici co pochi fi fuggě in luogo ficuro. Allhora cominciofli a fuggire aperta-Rotta fatta mente,& grande uccifione per tutto fu fatta. Fu pre-delugeme » ^ Carlo,ilquale come habbiamo detto,era Capita- Filippo e tea ' ' . . . ' , r . titano prefi. no di tutte le genti,& con lui circa a otto mila caual l'i, & quafi altri tanti fanti. Alcuni dicono, che non-' furono prefi piu,chefei mila fanti, & tre mila caual-* li. Tutti i Carriaggi anchora uennero nelle mani de uincitori,iquah erano carichi d'oro,d'argento, i muta darěm 'e nata 'a pnncipal cagione della (uŕ morte. Laltr<* nani del Car giorno palefemente circa tre cento prigioni, i quali-mignuola. non erano flati quella notte menati, affermando in publico di lanciargli,fecondo l'antica ufanzadeli'ar te militare. Alla fama di quella rotta tutti i Cartelli-del Brefciano,eccetto gli Orzinoui,di uolontŕfire fero . Ilqual Caftello aflediato da Vinitiani fra pochi giorni fu prefo. Ma mentre,che fi affediaua, Filippo ufaua ogni diligentia per metterfi in punto, il che a lui non fu difficile, hauendo falui i Capita-' ni,& gran numero de foldati. Et ageuolmente trottň arme, & caualli, & dicefi, che allhora fi trouaro— e : • no in LORO DECIMO 277 no in Melano duo di cotale arte , i quali promifero di far tante armature,quante bifognauano in quella guerra. Ne in quefto mezzo il Picinino,ne lo Sfor-» ia fletterň indarnu, ma con quelli, che erano feco fuggiti della battaglia tolfero le uettouaglie a Vini tiani,& moleftarono faccomani,& uiuandieri del ci pň de nimici .11 Picinino tentň di notte toglier Pon toglio, nondimeno indarno ui fi affaticň. In quella imprefa mori il Brefciano Códottiere di granonie* prefo da gli habitanti di Pontoglio. Ne Filippo,ue-> dendoilgranpericolojchegli fopraftaua, cefsň tra quefto di tentare ogni cofa,per impedire a Vinitiani il corfo della uittona,allaqualeeflě a gran paffiafpt-rauano,& dimandň aiuto a Sigilěnondo,gia p inanti fuo Capitano,come ŕ nemico de Vinitiani, trattando per uia d'ambafciatori,che egli mandafle Bruno-ro della Scala con eflercito in Italia contra Vinitia ni. Con Amadio Duca di Sauoia, dattoli Vercelli, non folamente contrade lega,ma anchora parentado hauendo tolto Filippo la figliuola di quello in matrimonio,con kqual, doppó la prima rotte, non uolfe piu congiiingerfi giamai.Slmilmente chic fé a Martino Papa, che con quelle códltioni,ch'egli potefle,rentaiTedi rimouerei Fiorenrini dalla lega, che ef(i haueuano con Vinitiani,Ma quato,perque-fla 11 ia il Duca s'arTaticaua d'indrizzar lecofe lue, tanto l'aduerfa fortunal'opprefie, interponendomi! la morte dalcuni Condottieri.Percioche in pochi dě Angelo della Pergola,mnrě nel fuo letto-,& Fabricio Capano, & molti altri huommi ualorofi l'uno dop-pň l'altro in breue G morirono. Finalmente per que Pacifatta ila ultima morte de fuoi afflitto, il Vifconte s'inch- tiUfp^ nň alla pace.Laqual fu trattata in Ferrara,per il mez fre cidmon zo del Legato di Papa Martino. E fu fatta la pace co quefte conditioni, che Brefcia con fuoi confini, & Bergamo, con quella parte del Contado , che guarda ad Ada, foiič de' Vinitiani, con tutti i calěeiii, & cou DELLA TERZA DECA con quel contado Cremonefe, ilqnale fino a quel giorno haueuano prefo. A i Fiorentini niente fu aggiunto , eccetto , che poteflero metter fu le proprie galee le loro banděere,percioche per la lega fatta co _, Genouefijioleuano mettere le Pifane. Fu lafciato libero il Ferrarefe,il Mantouano,Palauicino,Monfer rato,& i Senefě per nome de' Fiorentini loro compa gni. SlmilmenteiConti del Genouefe inquellapar te,che guarda in Leuante. Ma ŕ Malafpini, Fregoli* & Fiefchi nobili Genouefi per richieftade Fiorenti-ni,che uoleuano,che follerň ammetti nelle lor partijCĚň non fu conceflo da Filippo^ódi-meno promife di tenirgli in numero de gli amici. Fu reftituitafecoti do la forma della lega al Carmignuolalamo glie,il figliuolo^ Scletueca fé. Le quali hatié uŕ fatto fabncare con grandiffima fpefa in Milano,prima ch'egli foflebadito* IL FINE DELLA SECONDA DECA. DI MARCANTONIO SABELLICO, DELLE HlSTO\lE yn$JTI<ŔrNJ.> DECA TERZA. Libro primo. Ei pfcitoCiPio dell'opera io m'era perfuafo,facilmen-te con quetěo numero de libri» che habbiamo finiti, poter có-pir l'hiftorie de Vinitiani. Ma> oueroperla breuitŕdi quelli» laquale ftudiofamentecipar-ue d'ufare,percioche,haucdo-gli fatti maggiori, prima per auentura haurebbono potuto infaftidir il lettore, ch'egli hauefle incominciati a leggere, ouero piů tofto, che fofle auenuto a noi, quello, che a molti aiienir fuole, iquali non s'ac corgono qnanto grande fia l'imprefa,che efsi hanno tolta, fé non quŕdo hanno fornita la principal parte della facica.Ecco che'l uentclimo libro de l'opera ho ridotto a fine, ilquale douetiaefler l'ultimo, & nňdi meno non č anchora finita la noftra hiftoria, perciň che, tante cofe anchora a dir rimangono, che io fo* che mi refta a fcriuere la terza parte di quefta fatica* Ma lěami li a co faticofo quanto fi uoglia il paflato, quefto farŕ inuero tanto piů piaceuole, e grato ^ douendo io feguire cofe piů alte, & di maggior dignitŕ, & ornamento di quelle, che fin qui d.elcrittó , habbiamo. DELLA TERZ A DECA habběamo, Erŕadunque quieta, & tranquilla pace non foěo per la Lombardia, ma anchora per tutta la Italia. Laqualcofenó era giŕ auenuta per molti an-. ni adietro , quando la ribellion de Bolognefi fatta a Papa Martino incominciň a turbare quefto ripofo Ctnone del Ne molto dipoi incominciň la guerra tra Vinitiani, ridonarla. e'1 Duca Filippo. La ragion dellaquŕle,acciň s'interi inerra.deFi o,Łr a fi Fiorettai ma djirono a Ni colo accio fe-guifle lagutr ra. i D ELLA TERZA DECA genti fi leuo da quei allogiamenti.e'l feguente giori no nella terza hora fece impeto nel territorio di Lucca. Doue il tutto d'improiufo occupato fece gran preda fi d'huomini, come d'animali Tenne il campo due giorni fu'i Lucchefe alla pianura, nelqual tempo, il tutto Taccheggio depredando, & ardendo.Dapoi riuolto a combattere i Caftelli, i pochi giorni ne leuň al Giunifi otto.Quelli ch'egli prefe per forza,tutti quanti rouinň,& ŕ quelli, che iě diedero non lafciň far danno. Alla fama della nuo uŕ guerra,fra pochi giorni molti indotti dalla fperl za del guadagno,uénero nel fuo eflercito. Il Guitti fij& i Lucchefi, confufi p il fubito male, temeuano, non fapendo prima di donde foflc uenuta quella fu-bitaroina.Madipoi,chehebbero conofeiuto chi co ftui fofl'e ueduta quella eflereartede Fiorentini.Da ta ŕ giouani deGuinifi la cuftodia della Cittŕ, mada rono ambafeiatori ŕ Firenze, iquali fi lamenratfero di quella ingiuria,fi come da loro proceduta. I Fio* reatini,fi come ignoranti di quello, ch'era feguito, negauano fermamente cotale offefa.Mandarano an choraŕ Vinitiani lamentandoli dell'ingiuria de cari federati. Vitimamente mandarono a Filippo, & a Se nefijiqualicon grande inftanz.apregauano, che uo^ leflero dare qualche foccorfo alle loro cofe perturbate^ afflitte ŕ torto.I Fiorentini tra qiiefto, uede do i ^>petui,& felici luccedimenti del giouane,péfan do douere in breue aggiunger al loroDominio Lue ca,fi tolferofopradi loro a far quefta guerra, & di publico ordine mandarono ŕdtreŕ Nicolo, ilquale per fé rteflb hoggimai non poteua foftener tanto ef fercito,che ualorofamente feguifle la irnprefa incominciata per nome de Fiorentini, & che efsi erano apparecchiati di darli gente, uettouaglia, danari,& in breue tutto quello,ch'era neceflano,abbondeuol mente al guerreggiare .Sollecitafle adunque egli co quell'animo,che egli haueua incominciato , ŕridur l'imprcfa al fine, perche n'era per ripportar gloria, & LIBRO PRIMO. 180 & honore.Delle altre cofe,diceuano il popolo Fio~ .. rentino hauerne cura. I Senefi anchora eflě temédo che eflendo Lucca per le arme de uicini fatta fuddit-ta,quella ruina non nocelle alla fua libertŕ, mandar ronoŕ Vinitianipregando, che rimoueiFeroiFio^ rentini loro confederati con qualche grane minac-cia,non potédo per altra uia rimouergh ,dalle arme. Auenne per auentura,che in quel tempo,che gli am bafciatori Senefi per tal cagione erano uenutiŕVi-netia,il fantifsimo Magiftrato della Cittŕ fofie uio lato dalla pazzia d'uno Andrea Contarino,altramé te nato di nobile famiglia:ilquale per certa infirmi-tŕpocoin fé medefimo fi trouaua.Onde dimandaua Cagione fé* egli la Signoria del Golfo d'Adna.Occorfeperdif- iheilpremi-gratia, che ha unta che n'hebbe meriteuolčrepulfa pefojcarini. dal Senato,s'incontrň in alcuni giouani,iquali giuo cofamentegli diflero,il Prencipe eflcre iězto cagio ne di non hauere ottenuto quello , che dimandaua, &chenonfpera(Tedicófeguire anchora ne dignitŕ, ne officio alcuno,mentre eflo Doge uiuea II pazzo da due forti ftimuli, ira, e furore fpinto,s'auicinň al Doge! mezzo delle fcale,& quafi parlar gli uolelěe fccretamente,difcendédo egli di Palazzo, per andar nella chiefa di fan Marco,& dandogli luogo quelli, che gli erano appreflo, accio piů comodamente gli parlafTe nell'orecchia egli fubito sfoderato un pu-> gnale,ilqualehaueua afcofo fatto la ueftehaurebbe in quel momento fcannato il Doge,fé un de gli am bafciatori Senefi , che gli erada lato,nň gli hauefle tenuto il braccio.Nňdimeno egli loferi leggiermé teinfacciaappreiěoil nafo,Onde di fubito i Senato ri,& gli altri furono d'intorno al Doge,ilquale haue uŕ giŕ il uifo ucrniigliodisague.il cótarini fu di fub bito pfo , & menato al fuppiicio ,nei medefimo Ino go ^li fu tagliata la m5defěra,cólaqleappefa al col-]o,dalla parte di fopra del Palazzo,ouero come alcu ni dicc»no,alle due colonne rode fu ěpiccato.la Repu fclica faurritap il crudo cafo,diede tiimultiiofa rifpo DELLA TERZA DECA , ,r » fla ŕ gli ambafciarori, laqual fu.che i Vinitiani Jau ah Se- derauanola libertŕ de Seneheflercoleruata in ogni tufi, tempo , ma che non apparteneua loro di conolcer quello che haueua a far Fiorentini con Senefi } ir quali efsi giudicauano , & uoleuano , che fodero feruti in tutte le leghe loro compagni ,& amici» Con tali parole furono licewtiati gli ambafeiatori Senefi . 1 Fiorentini tra quello con graue guerra mo leitauano Lucca . Allhora con preitezza i Senefi , 8t Guinifi mandarono ŕ Filippo,& ŕ Genoueiě.llqualc Frantelo tifando le arti de' Fiorétini, indulge Fracefco Sforza, 3fir\a uŕ in che dimandatogli hcentia co quanta gente egli potč l "Ir/* pafsňinThofcana, per liberar la Cittŕ di Lucca da *Ł'' quella guerra. Quelli anchora feroce, & defiderofo '. di gloria, non molto dipoi pallate le Alpi, con potente eflercito arriuň ŕ Lucca. Alla cui giunta, Ni? colo fubito leuatili (tendardi, fi rifirň nel Contado di Pila, acciochenon folle aftretto ŕ combattere m un tempo, apprefsň alle muradellaCictŕ co le genr ti dello Sforza, & del Guinifi. Onde, per l'eflempiq del zio fpauentato,ilquale lapeua efler ičato opprei^» (o con tal maniera di battaglia nell'adedio dell'Aqui la, pensň di uolertrar la guerra ě lungo,tantoché le géti del Sforza, p bifogno di uettouaglia fi partifle-ro d'i capi Lucchefi.Lequali partendoli,era difpoito di continuar fi fattamente l'afledio, che egli aftrin-gerebbeo'l Dtica,ň i Cittadini,loro mal grado , ŕ douerfi rendere . Lo Sforza, fu la prima gin nta efpu gnate le fortezze de rumici, lequali appreilo le porte della Cittŕ nel principio haueuano fatto, quafi ŕ modo di uittorioib entrň in Lucca. Doue con molte fefte, & allegrezze fu riceuuto dal Guinifi,ne mol dei}, to ui fi affermň . Ma paflando in fu'l Contado di Pi-intiom fat ftoia, tfpugnň in pochi giorni alcuni Cailelli.il Gui dxliiuniifi nj^ diůorrendo molto bene fra fé medefimo il cor-ě |'odellaprefenteguerra,credendo , che quelli foc- coriě ; i-.juali haucua hauuto allhora,nó follerň mol- l» LIBRO PRIMO. i8X to lungamente per durare, & anchora pofto,che per petuifo fiero, non poter per quelli efler leuato dal pefodi e(Taguerra,&.p quefto temendo edere aftrec tojuolendojň no,ŕ renderfi,& conofcendo eflere affai meglio tentare la pace con Fiorentini, métre che le co fé erano in buono efTere,che dipouincominciň ŕ trattarla.Eccommunicato con i Tuoi domestici il con(ěglio,auenne, che per inditio di quelli, ŕ iquali era commefia tal cofafubitolo Sforza intefe il ri-fpetto,che'l moueua.Ilquale hauendo fatto intende ^qJ^c % re ŕ Filippojdi fuo ordine mandň ŕ Melano lui, & i {a f^fami!. figliolijrfdoftigli in fuo potere, & le grandi, & rie- gli* a EMp-chefaculta fue,fecefaccheggiareŕfoldati. Ridotti Po>&" ridujjč iLucchefi nell'antica libertŕ aflěcurň la Cittŕ con * j-MCCh*fi in molte guardie.Parcendofi egli,i Cittadini magnifici ' erta' 4oni,& prefenti gli fecero.Fiorétini anchora di mol ta uettouaglia il ieruirono, & dierongli trenta mila ducaci per la pace reftituita. Le cole di Thofcanain quello modo difpoite,eflb con grandiffime ricchez ze,& famaper alcuni gradi crefeiuto in maggior di- ... • x t i - • j tl r jv ¦ r oo, •¦ I Fiorentini gnita,leuate w geti diThoicana andň in Lombardia, n nH(HŮ Partito che fu li fiorétini incominciarono co nuouo pero a affedio allaltare i Lucchefi. A. i quali Filippo mandň h Nicolo Picimno,perleuargli una uolta da tal pericolo , entrato per uia non molto diuerfa da quella prima per nome de Genouefi, nella fede de quali fi diceua i Lucchefi eflere uenuti.il Piciněno, per roui nar le forze de Fiorentini,có molte genti,8f gradii^ mo tumulto pafsň inThofcana. Intefa ŕ Vinetiala Imprefa del Picinino contraFiorentini,! Viniriani, f/^Ěo""'^* benche,per niuna eflortatione de Fiorentini,potefle j Fierenm ni ro prima eflere indotti,che per cagion della guerra f"lfiro mole Lucchefe prendeflero le arme dipoi auifatidelperi fitti d*l Pici colo,che fopraftaua per tal cofa ŕ compagni, mada- nino' Tono ambafeiatori ŕ Filippo, facendogli intéder,chc cflě (ě marauigltauano, che Genouelě, iquali erano foggimi ad altri3haueiTero fatto fi potente efferato ; N N centra DELIA TERZA DECA. eontra Fiorentini. Quantunque ogniuno fapeuail Pianino, & il Lauellano, che con lui era pattato in Thofcana,gia non ftare allo ftipendiode Genouefi, ma (ě bene di Filippo.Et che per quefto lo auifaua-tio,che fé egli uoleua offeruarei patti,nondouefle tradirei compagni dell'altra parte.Ouero,hauendo in animo,!? uiadeGenouefě,dar foccorfo a Lucchen non gli folle graue,fe dipoianchorai Vinitiam u*u-talfero i Fiorentini,loro cňfederati-Finalmeme thč era in Aio arbitrio il conferuarelapace, laqualecon Vinitiani liberamétehaueua fatta, perciochequito ŕloro apparteneua,tato uoleuano,chefollerň fermi i patti,quŕto uedeuano le cofe de confederati. rran-quille col ripofo di Filippo,& d'altri.Lawjual cofa uč dédo altraméte fuccedere,cioe che Filippo moleičaf fe,o faceffe moleftare i Fiorentini, inrendefle i Vini tiani,p la falute di qlli,gia apparechiarfě alle arme,& alla guerra.Hauendogli adunque ciň dinóciato ben che gli ambafciatori non hebbero alcuna cofa certa dalui,nópero gli piacque cefi tollo prender le ar« me.Fta quefto il Piccinino,có graue batraglia.haue uŕ fuperati i Fiorentini ad Anfero. Laqual cofa inte •fa ŕ Vinetia,i Senatori péfando no eifer piů da diffe tir,diedero principio al la guerra. Et co gra cura lo 1-VlmtUtů lecitarono di tirare al lor foldo Francefco Sforza il quale doppň l'imprefadiLuca s'era ritirato fu quello della Mirŕdola i-Fiorentini Slmilmente cercauano C5 dilipézadi cógiungerlo ŕloro.A iquali Francefco Sforza Ł la paterna amicitia molto s'inclinaua. ^aFilippo,fubitohauédointefoquefto,^obligarfi ahtmtfco con qualche ftretto legame il ferociflěmo giouane, Sfcr\t. gli prň mi fé in matrimonio la fu a unica figliuola,det ta^ nome Bianca.Et oltra di quefto gli die fpera'za fé egli hauefle di lei alcun figliuolo mafchio,di farlo fuccedere nel Ducato.Habbiamo ueduto ne i come tarii di Montano , che perii gouerno delPeflercito dato al Piccinino, Filippo temendo, chela Sforza . non LIBRO PRIMO. i*a non fi aličnafledal«i,gli ofFerfe quel parentado. la morte di Papa Martino alquŕto fece differirla guer ra,ailaquale da!l'una,& l'alerŕ parte gli animi lě appi recchiauano,quelli,& quelli (limando efler piů utile prima,che prendefTero le arme,afpettare qual Po teficefofleperhauere.GabrieleCondulmero Vini-ciano , ilquale dipoi fu detto Eugenio, in luogo di G*brieU nn Martino fu creato Papa. Quelli, benché per amba- fŁ™er°e V* feiatori dal pricipio della fua creatione auifafle que' pal'l^Ja popoli,& Signorijchenonmouefěero alcun tumul- toŁngtmo. ¦'¦ to,perciocheegliuoleuaconofcereia caufadell'u- A-»tj»d*u* no,&raltrojperleuarroccafionedel combattere, p'r>lp"»fcjl-& comporta pace,nňdimcno per la patria incomin- "cf/Łl\'Ł* ciň eflere in fofpetto ŕ Filippo. Et per quello prima ri d>itaěn™ occultamente,dipoi in apto,cótra di lut apparechiň cofe nuoue.Ne prima cefsň di turbare ogni cofa che věnětUně r* nella domeftica guerra io auiluppň, corrompendo p"» gucrr* inRomalapareedeColonnefi.AUhorai Vinitiani fi'Pf9 ""** uedendo^che Filippo,non folo nň uoleua dare obbe tn u0 tM* dienxa ad Eugenio, ma anchora penfaua di mouer guerra contradi lui,il quarto mefe dalla creation d'Eugenio,rinouato un'altra uolta il patto con Fio-rentini,gli nontiarono la guerra.Il Signor di Mon-ferrato,& i Palauicini tolti nella nuoua lega,di dana ri feruirono.01tre,accio,fu ordinata una grollěfli-tna armata, laquale fofle mefla nel Po contra ani-» mici . Il Carmignuola intanto hauea gli allogia-menti ŕgli Orzi noui per mouerfi contra al nimico alla prima fama della guerra contra ilquale Filippo mandň il Tolentino,& Francefco Sforza con moltitudine dibelliflěma gente. Di Cremo-na ,doue inclir:aua tuttala fommadella guerra,ha ueua fatto Gouernator Lodouico Colonna con molta gente. Al Duca di Monferrato oppofe il Lauellano con poche genti. Ma mentre quelle cofe nell'Italia fi trattauano,alcune prime fauille della faticofa, & afpra guerra,laquale dipoi alcuni NN i anni Ittiouafntr 1* fitta d* "Turchia fi xitiaiěi. Nho tu f^ e di tu mia flam fata ih Vrne ita. ghiaccio grandijsimo in Vsnuěa, \l Vuŕněm fcrr/čfn'l pi fario. "Miferabile co mandamento fatto dafio>P tini a pi/ani. DELLA TERZA DECA anni i Vinitiani fecero con Mahiimet Ottoma«* tio , potentiflěmo Re de Turchi, per mare , & per terra con fomma fatica, ě Theflalonica Cittŕ di Macedonia fi uidero E1 pofta quella Cittŕ nel fer.olherniaico , giŕ mirabile , & al noftro tempo cofě poto frequentara,che dieci mcioche,doppo molte cofe, che egli haue uŕ fatto ne' Volterrani,fi moflč cétra gli Aretini. Ec poco mancň, che a tradiméto no prendefle Atezzo. Da laquale fperanza abbadonato,dipoi riuoito a co-battere le rocche,& i caflelli,parte ^e prefe per for-za,& parte per uolontŕ, & moki luoghi de' nimici fi refero. LIBRO HĚMO, »*4 tefero.In queflo flato erano le cofe de l'una, & l'altra prouincia; quando il Tolentinotra <|ueftomo- 1/ lettamente fopportando Francefco Sforra,& il Pie- fi ,<*'«»<¦ <**l «mino da Filippo eftergli po-fti inanzi,di dignitŕ ,& K*c"^r']-l-tfauore; l'ano esaltando confpe-rizadi parentado;, ' ar **' l'altro c-ol Capitanato delle genti fotto fperarvza di «erta mercede prometfe al Capitano de' Vini-ciani «largii laforteŁza,& il pfidio nelle mani & quali ingiuriato lafciata la partedi Filippo, co no poco efler cito de' Tuoi pafsň in Romagna.I Vimtiani,& 1 Fjo-rencini tentarono di uolerlo,offerendogli la códot-ta di tuttele genti,fe uoleua pafl'are in Lóbardia.Ma queita cola per lungo indugio no hebbe effetto.Egli Seguendo il Tolde del Pótence,di Romagna andň alla guerra,laquale face a Eugenio appreflo la ňtta co la famiglia Colónefe.Perlaf artita del Tolétino, fu affretto Filippo richiamare il Piccinino inLóbardix. Intanto \ V«iitiani,beflche uedeuano,che,có aon^p ipero principio,haueaano rinouaco la^uerra,nondi meno apparecchiauano foldati,vettouaglia,8f arme. Oltralegétida terra comŕdarono ancora chefofle mefl'a unagrolěa armata a CTemona.Laquale,oltrali marinari,tě dice bauer hauuto xmila huomini da far ti. Era capitano ^ěéjlla Nicolo Triuigiano; ma erap Kěe«U Tr'uA WC(, Silil» A richieda del quale Filippo vi mife dentro alcuni j>o, * NN ^ eletti DELLA TERZA CECA eletti Gouerantori,& balestrieri pur Genouefi.il r!» (orno del Piccinino di Thofcana,haueua crefciuto la genti da terra . Ma quato accrebbero le cole di Filip pň in Lóbardiaper laprefenzadiquello,tanto qua-fi fcemarono in Tholcana per la fua atfentia ; perciň che non molto dipoi, che di lŕ fu partito, Alberto Rotta del con c ^ Cunio, alquale era ftato dato la condott» te jLlbevco . r . ,,' t . . d* Caněo in in Thofcana delle genti Ialciate alla guerra, a Colle Thofcana. Cartello incorfe in nň penfate infidie, & perde piů di mille caualli,& per quefto uenne in fofpetto di tradi méto,perche haueua ordinato paflare al nimico,on-de,fi dice,che di fua uolótŕ hebbe tal rotta. Ma mentre inTofcana queftecofe fi faceuanoj tutta ě'impor tanza della guerra era in Lombardia appreflo Cre-inona, doue, & per acqua, & per terra, eflendo il pň tere de'nimici a quello de'Vinitiani inferiore,il tStuiie *P*ta Piccinino & lo Sforza uedendo di nň poter ftare lo-dal sfn\a ej ro a fronte, fé con qualche arte non fi me rteflero * Piccinino et fouenire alla debolezza delle cofe loro, doue mŕca-tr* fintini- uanQ j( qyeJi^fuppiifono con ingegno.Onde facc-uano fpefle correrie per infino a i ripari de' Vinitiani, inoltrando ŕi poco apprezzare le forze loro ; & che quafi fcordati lě foflero dell'armata. Et quanto maggiorméte fi diceua,i Vinitiani auicinarfip il fiu-me loro oppofto,rato piů fieramte éhora l'una arma ta,hora l'altra affaticauano. La notte haueuano occulti parlamenti co'l Grimaldo Capitano del Duca, cófigliandofi,con che guifa,& ordine doueflero có-battere fu'I Pň Et giŕ s'era contenuto tra loro dell' arte, cheufar doueuano per acquiftar la uittoria; quando il Genouefe audace, da lontano hauédo ue-duti i legni de' Vinitiani, mandati auanti per ifpia,(i molfe contra il nimico, acciň quelli ritornando ap-portafleroalTriuigiano lafuauenuta.Traqtiefto,ar , riuata l'armata del Grimaldo alle mura di Cremo-na,nceuette il Piccinino con i foldati eguŕlméte di-uifipcr lilegoi,pieno di fperanza,& con franco animo* LIBRO PR IMO- itf mo.t)ipoi,in poco d'horauenendo cótta il nimicň a fecóda del fiume, prima ueduto dacoloro,che erano nelle gabbie,fubito fu gridato all'arme. I Vinitiani, che a quefto erano apparecchi atti,fubito comandaTO no, che i lor legni con remi,& funi foflero auati co» dotti, per cňbattere a ftretta battaglia. La qual coft •1 Piccinino non folo nň rifiiitň,ma fattofi inanti alquanto co parte de' fuoi legni,anchoraegli ferocemente s'affrontň con loro. I Vinitiani,nel principio marauigliandofi dell'audacia del nimico, uedédo di* poi tutti quei legni edere rifplendenti d'arme, péfan do come era, che doueuano combattere co genti da terra/ubito co ueloci mefsi,l'uno dietro l'altro ma-dati,comandarono,che folleauifato il Carmignuo» la; II Piccinino,& lo Sforza con le lor genti feco co battere.Onde Io pregaflero, che fé egli amaua la fa-iute della Republica Vinitiana, fubito uenifTe in loro foccorfo. Dicono, che egli a quelle fubite nuoue piene di fpauento,fi come era di natura iracondo , Ł fdegnň,& con alta uoce tiprefe l'error de' Vinitiani; iqualijfprezzando ilfuo cofěgho, non haueflero dato quel numero de danari alla gente di terfa.Ne che eg)i & gia,mancando il giorno, quattro galeoni Vinitiŕ- um ** ni prefi da niiy>ic; con gli harpagoni, d'appretto c6-> batteuano,& faceuafi fatti d'arme,& 'idi come adiie tro fi traheuano faette,8r co^e tali *, ma co fpade/pie di,& feurrefitte3 quertoeffetto. Finalmente, prefi quei quattro legni fu la notte, il refto de 1 legni Vi» r>itiani,iqnali haueirano combattuto , al loro primo ftazzio ritornarono II Pi chinino condurendoi gai Jeoni,iqua!i haoeuaprefi, chiamato lo Sforza,con una fquadra,lo mifein quelli .i!laQuarta uigiliadel* U notte.Et al Gnmaido coinadň,cne anchora lě ino uelic DELLA TERZA DECA uefle contra il nimico. Era deliberato il Proueděrék» ire dell'armata Vinitiana di combatterei quanto iti nor fpcranza haueua di foccorfo dalle genti da terra, tanto con piů follecitudine haueua ordinato i Tuoi allabattaglia.Alfardcl giorno, quando le annate fu ronoin uifta,congridorifpauenteuolil'una,čl'altra parte chiamň la battaglia. 1 Viniciani,l;?uendo la forma del combattere da terra, impofero aiie lo: na Ui,che fteHero ferme,& apparecchiate. Penfando do uere auenire,che co l'artiglene, i legni de minici, ne quali era maggior numero de foldati, teneflero di lontano. Il che conofeiuto da Condottieri della par «e aduerfa, che coli era per douere auenire,come era l'animo del Capitano Vinitiano, fubito follecitan- toglier la uifta,il-che fece,che meno il piede fi poteua fermare.C^uiui fu peggior la conditione dalla pugna ŕ Vinitiani,che ŕŕ principio nň fu. Si perche,frdchj foccorfida i ni- ŕi Rčtta itti* armata Vi* nitiana fatte in fu. ... - t IB R O PRIMO. i8tf mici furono quella notte chiamati,& fi anchora» pef che quelli ufauano piů falde armature,che i Vinitia-ni,talmente,che non temeuano alcuna forte d'arnie, benché lorfofle tratto dapreflo.Per quefto,&ancho per la memoria della rottadianzi riceuuta, haueua-no fpauentato l'animo del Triuigiano, & de gli altri. Onde auenne,che,uedendo egli giŕ inclinarti lafor-tuna,riccordandofi , che appreffo di lui haueua gratt jfomma de danari del publico,t> conferuar quelli,ufci to della naue maggiore, afceie fopra un picciolo tu-«ilio.Ilquale partendoli,il refto dell'armata fpauen-tata incominciň ŕpenfar di fuggire.Tra quello il nimico incalzando , & i Vinitiani fuggendo, in tal mo do da lor medefěmi fi ruppero, che di tanto numero de legni folamente cinque fi faluarono • Iqualicon preftezza arriuati ne i confini del Palauicino, eflen-do anchoraiuimal riceuuti/corfero ne iluoghiulti midel Po.Tutto il refto uennc in potere de nimici. Dell*uno,& l'altro eflercito fi dice eflW mancati due mila huomini.De' Vinitiani fei mila furono prefi, & 7/ nnmtf in quefti tredici Gentilhuomini magnifici,& illuftri. Di tanta preda niente ŕ Filippo fu piů grato, come & dice delle naui. Delle quali le piů grandi fece condurre uerfo il Tefěno,& learme,che u'erano dentro, furono pofte nella Rocca di Crehiona. Ŕ quella rot ta,laquale neramente fu grande,feguě la ribellion del Palauicino.Et il Carmignuala cefsň dal prefupofto, che difegnato haUeua conofcendo il fuo diffetto. Lŕ natura delquale iraconda fi dice, che fu indotta ŕ co-tal dirperatione,chei Senatori hebberopercofadt ibmmo momento il cercar per uia d'ambafciatori dě mitigar la fu a furia: accio non cadette in těiŕggior male,& per tenerlo in officio . Eflě, non folo a auella rotta non perderono l'animo,ma fi difpo-iero di uincer ogni impeto di fortuna . Et fapen-do di ciň efl'er flato cagione i Genouefi, che quei legni al Duca haueuaao armati, deliberarvno di ridite DELLA TERZA DČCA ŕur la guerra alle loro mura. Onde, tratte del lora Arfana diciotto galee,qlle Cubito fornirono di ciur- 9utn Ine- me}(ft uettouaglie,& de foldati, Proueditore Pietro tJ'IJ^HT Loredano huomo efperto delle cofe di mare.Quefti »•» #» marti . ni- ni/* r i > ^~ ¦ piů tolto di quello, cheti penlaua con Tarmata uol-teggiŕdo dal mare fuperiore all'inferiore,andň a Li-gorrii Doue di cinque galee crefciuto daFiorétini» Canto honoreuolmente accetto Giacomo Adorno, & Antonio Flifco Gionouefě banditi,& cópagni delle altre guerresche a lui uennero,che pareua l'armata fofledi quelli, &non de'Vinitjani per ritornarli nella patna.La gente Adorna č popolare ;della qua quale i Genouefi alcuna nolta furono folitě a creare Doge. 1 Flifchi inuero molto in nobilita femp furo tio eftimati.Si credette nel principio,che per la plen ia di tanti huomini, & anchora per l'armata potente de popoli liberi, che gli faceua pi» hcnoreuoli, che i G'.jnouefě foriero per uoler racquiftare la liber tŕ,.& fcacciati i Magiltrati di Filippo, doueflero abbracciare con mirabile defiderio i fuoi Cittadini.Ma quelli ,alla fama dell'armata Vinitiana giŕ Ł adietro uigilanti, haueuano apparecchiato xxiiii. galee alla guerra; tra lequali fu una grolfa naue.Fu fatto di or WrXetfcň Spě -dine di Filippo di quella Capitano Francefco Spino «0/4 capita- -fca,hiiomo eccellente in fatti d'arme, oltra la nobiltŕ ^ e della famiglia. In tanto l'armata Vinitiana era fcor- faa Rappallo dieci miglia uicino a Genoua . Quitti ella ftaua forta, quando alla fama di lei lo Spino-la con tanta preftezza fi molle dalla cittŕ: che alcune del numero delle fue galee non poterono feguire in quel giorno la Capuana . Et 1* r rre-ua auanti il Genouefe d'animo,& di fiducia ripieno j per la frefca uittor-a de' fuoi hauurain fu'l Pň : venuto la mattina al monte di Rappallo, ilquale hog gi č detto Capo di monte,percne giŕ i nimici erano in uifta, comandň a fuoi, che fi doueflero apparec chiare allabacraglia con le cofe ueceilarie.Ne dipoi molta LIBRO PRIMO. itf -Ciotta dimora, hauendoprofperouento, dato il Te— gno aiuoi, fcorfc contra Vinitiani con le uele alzate in cima dell'albero, quafi come p urtare nella prima che fi folle fcontrato.Ma il Loredano fubito intefe il configho dd!a Spinola,& fingendo di non uoler cň-bactere,quanto egli piů tolto pote,fi trafle fuori del Golfo. IlGenouefefeguitaua quello quafi fuggendo, con audace grido . Ma quŕdo il Vinitiano fu fcot Battaglia fa fola, douepotelě'e hauere il uento nella poppa,ritor Utn mare ci nandocontra ilnimico,fubito comandň,che folle- * s"'*5 ** ro riuolte le prode contra l'armata Genouefe. Uqua ° * le riuoltofi alla battaglia molto ferocemente, lo Spi noia fenza alcuna paura nceuette.Et l'uno,& l'altro con grandefiderio uemiri alle mani, afpra,& fangui-nofa battaglia s'incominciň . Gran moltitudine di faette da parte manca & diritta, & dinanzi, cadendo molti miseramente dell'una, & l'altra annata,leuaua «li uita.Et gia,tre galee de' Vinitiani da Genouefi era no itateprefe jlequali nel principio della battaglia erano fiate circondate. Lo Spinola uedendo quelle, &penfando, che con poche forze da fuoi poteflčro edere prefe, con remi grandemente forzandofi,fcor fé auanti. Doue una galea Fiorentina da trauerfo uč nendogli, talmente l'urtň, che per poco non andň a fondo. Ma mentre, che quella dalle forze de mari*-rinai lentaméte uien ridrizzata,il nimico fubito prefe la proda. Et cofi auenne , che in quella medefima galea da poppai Genouefi, & da proda afpramente combatteuano i Vinitiani. Et con tanto ardore que Ili, & quelli bramaua lapugna, che eflendo alquanto crefeiuta la furia del mare quafi fomerfe l'ima, & l'altra galea. In tanto i Vinitiani haueuano prefe ot Roti* JeWdp to galee de nimici con gli harpagoni, lequali difen- 7paU Gefi°Mg dendofi ualorofamente^quŕdo uidero la galea Capi- '*' tana in quel pericolo ndotta,fi refero, & uennero in podeftŕ del Loredano. 11 refto delle galee mal trat-cate fubito fi mifleto in fuga. Eri Vinitiani uitto- rěoiě ědtrttdtl ,Adornt & DEltA TERZA DČCA riofěgiaftanchi perii combattere, non le poterono feguitare. L'armata andň a Reco, ilquale Cartello di uolontŕ refo,fu dato al Flifco. Dipoi tornato ŕ Li gorno, ottocento dell'una, & l'altra parte mancaro no in quella pugna nauale& de feriti furono quattro mila. Il Loredano,hauendo prefo lo Spinola C* pitano dell'armaca con otto galee, lo mandň prima a Firenze, dipoi ŕVinetia con otto Gouernatori, & Configlieri,cheerano coti eflb lui. Il Loredano uo-lendo far ridur la fua armata, per cagion di racconciarla ne! mare di fopra,giunto ŕ Cittŕ Vecchia,per preghi di Papa Eugenio, fin che egli prendete quella Rocca fopra il porto, quiui fi fermň. Et, in pochi giorni hauutola, fi parti, & circondati gli ufoim-i te ramini della Italia, giunfe ŕ Corfů. Il Ftifco,& lo A-dorno doppň la partita del Loredano,da Pila andando ŕ Firenze, per ftarfi nella luce de gli huomini, fino al ritorno del Loredano, furono traditi da un cer to Rufetio da Pauia. Ma mentre, che fi difende uano per non uenir nelle mani de nimki, doppo molte ferite morirono. Quefto č quanto occorfe ne i luoghi del mare inferiore. Nella Lombardia ueraméte,dop pň la battaglia fatta nel Po, il Duca di Milano alzato ŕ fperanza di miglior fortuna, quafi perallegrarft confuoi deH'hauutauittoria, Henne a Cremona . Erano allhora gli alloggiamenti de' Vinki3niŕSum ma, luogo uicino alla nua del Po, doue i Condottic ti di Filippo, di pň ih fua giunta, erano per douere v , combattere, fé"ě nimico hauefle uoluto la battaglia. *<>** a a. gtpet qlieŁtoandati aluicon quadrato ordine,il Ca pitano Vinitiano non ricusň di cóbattere.Onde coti grande animo quelli, & gli altri fi mifero alla battaglia,& con tanto ardose combatterono, che feguitň quello, che di raro fuoleauuenire . Percjochepoche furono le fquadre de gli huomini d'arme, & pochi i fanti ipie,iquali in quel giorno non ueniflero all'arme. Finalmente, la fortuna ŕ mimo di loro ia- clinandotfi, glU tra Vě-fiitUui et Fi Uff. LIBRO PRIMO. »8t dinandofi, ŕ i foldati dell'una, & l'altra parte fu da» to il legno, che celiare douefiero. L'altre imprefe di quell'anno non furono di momento.F.ccetto, che il mefed'Ottobrejperlainduftrudel Caualcabo ch'af fai honoreuole condotta hauea nel campo de'Vini-tiani, fu quali Cremona prefa.Egli s'era meflo la noe te con li 1uoi, drieto alle mura della Cittŕ. Et fra le fpine,& gli arbofcelli, con liquah la folla era coperta i tanto ftetteafcofo che quelli delle guardie, che vegghtauano, giŕ quali leuato il Sole fi partirono da luoghi loro. Iquali, come dal'Caualcabo furono uc ertezza, & lě fermarono in fu le mura . Erarc:ira.to i! Carmignuola ŕ tre miglia con una {quadra, de fanti haueua mandato alianti tacitamente , squali effendo ŕ tempo giunti, molti polle le icalle alle mura ai montarono fopra.Et emendo pafla Come i Viti lineila Cittŕ, con mirabile preltezza difendendo ti^nientrar* e ccupate le ftanze, con fubito corfo prefero la por- "°m Crf^* ta mcina. Gli alcri,entrati per quella, ioltennero co upčr$«. poca fatica la gran turba de' Cittadini, che con mol to impeto ui ueniuano. Cremona in quell'hora facilmente farebbeftata prefa, fe'l Carmignuola ui ha «etěe mandate le fue genti in foccorfo. ělquale cef~ fando, come egli certo folle,che'l nimico gli douef (e tender infidie,quelli,che erano nella Cittŕ, pochi perdutine, ritornarono ŕ fuoi. Alcuni dicono, che'l luogo tolto da Vinitiani fu ritenuto due giorni. Altri,! iquali piů uolentieri credo,dicono folo otto ho jre. Leuatadalle manilaoccafione di tenerla Cittŕ, il Capitano Vinitiano mandň tutte le genti ŕgli alloggiamoti,perche fi auictnaua il uerno.Et le molte pioeeie, che erano cadute l'autunno,alquanto ha veuano fatto J anno moleito . In fu 1 Genouelc, di- M^,ro poi la partita del Loredano, le cole hebbero poca fHofpcritŕ, percioche dipoi, che i Genouefi hebbe-yo quella rotta nel Golfo Rappalhtano , Bernabň Adorno, DÉtLA TERZA DECA Adorno,có trecento raualii hauuti dal Duca di Moa ferrato, quali tutta la parte di Genoua che tende ad Occidente haueua aftretto ŕ ribellare. Filippo, ha-tiendo mandato il Picinino per rimouere tale tumul to,lo Adorno con tutti i fuoi huomini d'arme fu fu-CrnieUauJci perato da quello. Dipoi andato ŕ Nouara, non fu al V*dd.°pUini cuna *°rte ^ crud-ltŕ, che egli non ufafle uerfo i mi 0^ ferě habitanti, percioche oltre gli innumerabili huo mini, iquali haueua morti, nň in una fola battaglia, ma in molce,diedeanchoraŕi carnefici ŕ far morire, coloro, ŕ iquali la fortuna della guerra haueua perdonato . Dipoi, che fu fatio di tanci morti, mife all'incanto i maggiori di tempo infierne con le matrone , & uenerabili facerdoti. Et poi fi mofle contra il Signore di Monferratoalqualein pochi giorni tolfe circa trenta Cartelli. Il Capitano Loredano fubito, «he fu giunto ŕ Corfů, haueua fcritto al Senato}ef-fergli neceflario di fupplemento. Et che le galee, le-quali erano rifentěte nella guerra,fofiero racconcie. Ma alquanto tardo furono tai co fé date al Loredano . Et per quefto auenne, per cagione d'unaltra ar-mata,laquale pochi giorni .adietro i Senatori haue-uano madato ad efpugnare Sio ěfola de Genouefi. La quale armata fu di dieci naui groile,& quatordici ga lee,& altri nauili piccioli, Proueditore Andrea Mo-aArmoi>nlui,oltreil nome del Capitano» che non fotte inimicifsimaal nome Viniriano . Gli altri non prima uolferocFedere,nehauere di lui lo-» fpetto,per fino ŕ tanto che non apparueromanifeiU fegni della fu-aprefidia . Riferiuanoalcuaauoltaak t>ehheraůo ¦ Senato gli Auogadoridel publko, che tale huomo» ne fatta con- meritau3(i>eft'er ritenuto,& quando fofle di perfidia tra » Carmi- r , , * . <-^ w tnuoU. oonuencojlideucua accerbamente punire . Qjjella deliberatione,che molto tépo ftete fofpefa hebbe ŕ dechiarire, quantofecretamente i Senatori conful-taflero le cofe della patria,& quanta foflfe li fede d'i jniblici configli. Perciocheper quefto chiamalo it Senato,ilquale fifa di piů ordini deMagiftrati,efleti do i Senatori allo accendere de primi torchi entrati nel con(ěglio,fino ŕ di chiaro tale confultatione durň.Era allhorain Vinetia il Casmignola,ilquale me tre andň la mattina ŕ farriuerenzaalPrécipe,di.ce(t che con fronte molto allegra ŕ Iucche ulcito del«ca figlio tornaua al fuo Palazzo, dimandň, feeglifeco uiar doueffe il fallito della ma.rtina,ň della fera,per-ciochedoppo cena non haueuadormito.A cui fondendo il Prenciperifpofe,che tra molte cale graui che erano fiate riuolre in quellalunga difputatio-ne,nonera rtata niunapiu fpeflTo ricordata, del fuoi nome. Dipoi accio nň gli nafceffe da tali parole qual ehefofpetto,riuolfe Cubito il fuo parlare in altro rag Quanto /» te- gionamento. Fu lontana la deliberatione di ql confi neua fecrett _jjo d-j.fuppjjcjo quafi otto mefi.ne iquali tanto fa le cofe cenimi Ł mi r i tate nel sčna fecreto quello,che trattato li haueua,con perpetuo u FěnětUno. & fermo filenuo,che mai alcuna coniettura, ne fp? fpctto LIBRO PRIMO. 190 Ipettoperuenneŕ eflo Carmignuola . Et benché molti dell'ordine de Senatori foflero ŕ quello per lunga familiaritŕ amici, & molto poueri, ci afe uno de quali ciň difcoprendoglijhaurebbono potuto ri- trar dal Carmignuola grŕdiflěma quantitŕ di danari nódimeno tutti il tčnero fecreto Adunq; in quell'i- fpatio di tempo,perche co Filippo giŕ s'haueua inco minciato ŕ trattar di pace,eg!i eiVendonericchie- flo co lettere da Senatori uene ŕ Vinetia • Et uenu- to giů p la Brenta in barca,i gentilhuomini, fecňdo l'ulanza lorojcó molta fefta il riceuerono. Riceuu- to,come erano (oliti, lo códufiero al Palazzo,fapc do quatoefli haueuano ŕfare.Quiuicóftituito di- nazi ŕ i Signori capi,& $ le lettere,lequah nň pote- ua negare effer Aia mano,& Łdomeftici teftimoni, fu conuinto. Onde trenta giorni dipoi la retention 27 fua,fu decapitato tra le due colóne,& i fuoi beni pu gnuol* dee*' blicati.I capi dell'accufa furono qfti,ilfoccorfo ne- lnt*t0 tr* '• cato al Triuieiano,& Cremona riferuata ŕ Filippo " onn' ' .. 6»i r. ,&.. ' * - • ¦ 1 /¦ 1 • • vii prcnctpe di co la 4?hda iua dimora. Auati il lupplicio a lui dato ^anUua. c-e inqueigiorni,neiqualifu ŕVinetia chiamato,il Du pěunade cadi Mantouafu madatoin Lňbardia all'eflercito. niti*ni. Tutto il carico della Republica fu dato ŕ Giorgio Cornaro,& ŕ Marco Dandolo Proueditori.Liquali anchora no efsédo andati nella prouincia,il Picini-nofeguedo il corfo dellecofe^fpere afpirauaalla uittoria,laquale anchora,efsédoui pfente il Carmignuola, haueuaicominoata.Et fé nň fofle flato fer rito graueméte cóbattédo al potč pofto l'opra l'O-glio,p laqual cofa i medici giudicarono,che egli do uefle morire5ouero lůgaméte penare,i breue haureb be ricuperato tutto quello,che i Vinitiani fino ŕ ql giorno haueuano occupato fu'l Cremonefe.il nun-tio della rotta data all'audaciflěmo nimico,fece,che Vt"*u lauenutadel Marchefedi MonFerrato fofle molto VZf piucara,chepria,ilqle il^Picinino haueua cacciato del fuo Prépipato,Qiieiti dipoi, che egli uide rotte OO * le DELLA TERZA DECA le fue forze,paflato oltra le Alpi,p li Thaurini andň nella Germania3& d'indigiěito ŕTriuigi,ricorfeŕVi nitiani cópagni della guerra. Doue co tato honore, & liberalitŕ fu riceuuto da senatori che come egli fo lena dir<*,non femiua alcun desiderio della patria ne del pduro Précipato. Traqfto nella Lombardia,le cofedi Filippo iuecchiado,inThofcana fimilméte no . . . erano migliori. Percioche il Tolentino , hauendo fac"h?~ comP'to di ieruireal Pontefice,chiamato daFioren oto i luoěii tini,fatto impeto nei confini de Senefi, fcorfefac-dc feneft. cheggiando tutti quei luoghi maritimi. Dipoi conto»* data giunte le genti con l'Attendulo,colquale egli lape-inTbojcana. ua eflere laut;toritaeguale,alcuni luoghi tolti ŕ Se-filhpo" l * nefi,hebbe in breue tutti 1 Caftelli di Pifa-Finalmé-SigiJ'mHndt te Monte Zappoliuenuto alle mani, prefeBernar-imperadore dino Vbaldino,fuperatoio in guerra co tre mila huo entro w Lue niini d'arme. Altri dicono miěle,& nň piů effere fta-**' ti pfi.In quel medefimo giorno,ne!qualein tal sjui- fa fu cóbattuto ŕMote Zappoli Sigifmondo figli— • uolo di Carlo Re di Boemia,& d'Vngheria, ilquale P molte enrortationi,& pghi di Filippo, co quattro milacaualli era paflato in Italia, entrň in Lacca. Quefti era ftato |> alquati giorni I Melano,doue ha ueua hauuta la corona di ferro,fecódo rufanza,p an dare a Roma.Etpcófortodi Filippo, accioche con Fiorétini,parTando|> lalorocittŕnó entraffein qual che gratia,era andato ŕ Lucca. Dipoi fi parti di la p pacare ŕ Siena.In quel luogo adunq;pcomŕdamen to deFiorétini il Tolentino,&l'Attendulo mollerň ... le eéti cňtradi quello.Iquali appreflo la Cittŕ con tCM'en ducedole,cotra Sor fu fatto ipetodalRe.Etfu lacor dendolo fife reriadegli Vngheri G fattaméte audace,che alcuni cero contro di qili iiéneno (ino allo allogiamento del Capitano, fdote tra quali ni hebbe uno huomo di ftatura molto gra ilquale combattendo con una grandifsima mazza lo percoffe graueirenteyi fulateila.Ma eglidifefo dalla fortezzadeli'elmo,non indugiň a uendicarlě. Ma LIBRO PRIMO. i9t Ma sfoderata fubito la fua fpada pafsň il nimico L'mpcradap da un canto, all'altro . Dipoi i Barbari rotti in- rotto da FU-fieme con Luchefi,eflčndo morti molti huominidi ^«Me ualore fi ritirarono nella Cittŕ Sigifmondo doppo la battaglia3finalmenteandň ŕ Sienadoue alquanto contra Eugenio ufo molti,& grandifsimi odi Dipoi per molte ambafciarie di qua,& di la mandate, ritor nandoingratiacolPontence,andň ŕ Roma Doue poi fu ornato della corona dell'Imperio.DalLoreda no quafi niuna cola degna di memoria fu fatta in quella eftate ne i luoghi del mare inferiore. Solo i Sigeftini da terra,& da mare furono alfediati. Ma fu tentata quella cola con poca felicitŕ.Percioche per-dutte quelle ciurme,& ibldati,che haueua inandato con Abram Fregofo alla efpugnation da terra, fea z.a alcuno effetto di la fi parti eoa l'armata.Et nel co fteggiarfeceimpeto nel ěito da Clauara,di donde traile qualche poco di preda. Doppo qlěo, l'armata a Vinetiafi ridufie. Ne i Genouefěm quella eltate hebb'^ro miglior fortuna,anzialquato anchorapeg giore,percioche appreflo la Sicilia,&battuti dalla for ttina del mare,penderono tre galee.Ne altra cofa dipoi fattadegnadi memoria,fotto il fin dell'autunno anchora egli riduffe l'armata alla patria.Nella Lom bardia tra quefto Santo Vernerň,ělquale era flato fatto in luogo del Dandolo,& il Cornaro Prouedi-tori,moftrando honoreiiole principio della loro am tniniihatione, toěfero ŕ Filippo Bordolano, Romi-nengo .Fontanella,& in ultimo Sócino. Erano le co fé de Vinitiani in quefto tal corfo,quando il Duca .*. „ . Mantouano,l-euato di Mantoua,incominciň a trat- &L*(j-™irt* tardi pace,mollo da preghi del Marchefedi Monfer e or varo" prň rato. I Senatori mandarono ŕ Ferrara Fantino Mi- uditori in chele,folo per udire,che condition di pace dal nimi- &a^ea >' freft co folle offerta. I Fiorentini,per quella cagione,ma" ct?e Manto-darono aachoraefl.1 Palla Strozzi. Et da Filippo al mincio'trltt ai medefimo effetto, molto per adietro u'eraitato redipacu O0 z mandato Camo le Te lina pre fa da Vintit* m. Il pi e ini tt» folto in Moll Tdina. Hotta fatu in Halle Teli tu dotte furo no preti i prň «editori Vi-niti*ni,& molti altri todnttieri. llprenclpt Mantovano fato Capita no de ymi- DELLA TERZA DECA mandato Francefco Gallina. Ma mentreŕ Ferrara fi trataua di pace,i Proueditori,aflaltar.i gli habitato ride monti,prima co le arme fecero fuggettala Val le Camonica,dipoi Valle TelinaJntanto fuccefleal Veniero, Daniello Vitturi, ilquale congiuntoli in Valle Velina co'l Cornaro,fu auttore di paflare Adda contra nimici.Ma quella ini pre fa fu uana ŕ Vini-tiani,per tema del nimico.Nondimenoil Cornaro* teneua tra quefto la Valle Telhna,laquale č detta da Volgari Voltolina con foccorfo di trenta mila huo-mini.Nclqual luogo il Picinino, dimandato da pria cipali della pte ghibellina,che fauoreggiauano ŕ Filippo,entrato nella Valle,ne fu fcacciato con molto Aio danno,& rotto.Per ilquale fucceflb, non dubita do Paftuto nimico,che i Vinitiani fatti piů audaci ar direbbonodi metterli ŕ tutte l'imprefe, i! di feguen te ritornando,attaccata ŕ bello Itudio Ja battaglia, ruppe l'efferato de Vinitiani, & prefeil Prouedito-re con tutte le genti, percioche gli habitanti ribella do,furono in aiuto di lui. Dipoi prefe trecento ca-ualli,facendo impeto per mezzo de nimici.Similmé te furono prefi dalui in quella guerra, oltra il Cor-naro,Thadeo Eftenfe,Cefare Martinengo,TaliŕFor lano, B^ttifiajCapitio, & Antonio Martmafco , in quel tempo nobilitimi Condottieri Ne appreflň il I'o le cofe fletterň in otio.Ma mentrejche quefto & faceua nei monti,i Condottcri di Filippo hebbero Cafale maggiore,& BnlTello.Intefa la rotta di Valle Telina,ŕ Vinetia,fubitOjfu deliberato nel Senato di elegger un nouo Capitano,& benché i uoti fofle ro alquanto uari fu prefo, che fofle fatto il Ducadi Mantoua,ilqual,riceuuto la dignitŕ andň alla guerra^ rihebbe Valle Camonica, che intanto haueu» ribellato.Dipoi confentendo il Contarmi,ilquale era flato fatto il luogo del Cornaro,perche giŕ ir.co minciaua a cader la brina,mandň le genti a inucrn» re nelle uicinc Vaili.Et quel uerno fu tentata la pace. XTBRO PRIMO. ^li- ce . Laqiule finalmente appretto la Prrimattera con «juefte conditioni feguě, che Filippo reftituifle tutti ti luoghi del Brefciano,& deiBergamafco tolti,qua do fi trattala di pace.Et riduceffe il Marchefe di Mó ferrato nel fuo Prencipato,ilquale era amico,& con federato del nome Vinitiano.Benche non mancano alcuni,che dicono taJ cofa éfleré ftacafatta da Filippo in grafia di Sigii'módo. Che a Lňdouico dal Ver-me,& altri,ěquali in quella guerra erano fiati al fol-ŕo de Vinitiŕni, fofiero reltrtuiti nell'antica quiete le loro cofe.l nobili ch'erano prigioni,fecódo i patti foflero reArtuiti all'uno,& l'altro.Et i cartelli tolti a Fi orentini in Volterra,& 1-b'l Pifano foflero refi a Filippo»Łtdefle opera^che i Senefi anchňra ren-deflero in termine d'un mefequello ,cheefsihaue-uano de Fiorentini . Laqual coTafe ricufaflero di fare, eh e nró gli aia rafie dipoi dJalcun foccorfo.De Lue chefejT'homafo Fregňfo,& Lddoaico di Piombino, perciochequefti atjohora in q^^efta guerra conten-derono con Fiorentini,fu ordinaco , che rendeflero tutte qi^llecole , che haucuano tolto a Fiorentini. Ne Piombino fé intende^Te nelle patti di Filippo, & al Fregofo fofle lecito e&re di niun di quelli. Alqui eoduroladifTereaxadi Pontremoli. Nondimeno Fi lippo ottenne^di ritenere quel caftello,ma con que^ ftacóditiowe,ch.'egh reftituifle tutto quello, che ha Keua tolto , ilquale fi conteneua nelle parti de' Fio-ventini. Il Cornaro,non eflendore:ftituito,tantof» ce l'animo de'Vinitiani follecito,che i Senatori deli kerarono lapace,non efferfatta/fe Filippo, feconda ilpatto,non hauefic reftituitoilorogentilhuomini. Magli ambafciatr.ri, che furono madati perquefto, diflero,che il Cornaro il giorno inati,chegiunfero, «ra morto,&ciŕ affermando per giuraméto fatisfe-» eero al Frencipe,$c al Senato per nome di Filippo. CO 4 IL SECONDO LIBRO DELLA TERZA DECA. On iiltppo quattro anni dipoi nň fu pace ferma,ne guer ra,quantuque egli'danneggiaf-fe Eugenio,primaoccultamen-te,dipoi co aperta guerra,& all'incontro i Vinitiani s'affaticaf fero contralalega,per confer-uar la dignitŕ dei loro Citradi-no.Tanto furon uari & diuerfi motti dall'una, & l'ai tra parte,& in molti luoghi fu combattuto co uaria fortuna,Et molte fofpitioni,& tradimenti,non folo di fuora , ma nella cittŕ anchora con animo nimico tentati furono,delliquali, dirň pienamente al luogo loro.Hora raccontarň con breuitŕ, quelle cofe, che fono (tate fatte lontano , dalla Cittŕ, acciň fi pofia fapere , di donde nacque la nuoua guerra , che heb-bero da capo Vinitiani con Filippo , nella Lombardia. Hauenaeglijcomes'čdettointricato Eugenio nel principio del fuo Ponteficato , nella domenica guerra de Colonnefi.Donde procedettero grauiisi- me difcordie nella cittŕ,e fuori nel finire della fécon da guerra di Lombardia. Ltquali,benche alcuna uol ta parefiero intepidite,nondimeno,nó fi poterň mai de! tutto eitinguere. Ma da diuerfi luoghi accender» dofi,co(ifěnalméte in ogni luogo quel furor d'arme fcorfe,che niuna prouincia della Chiefa,ninna Cittŕ,nuin luogo fu, che non riceuefle qualche danno. Et accioche non fi uada molto a lungo. Pacificate LIBRO SECONDO. $ut. prefa di cornuti cófig'io,contra il Ponreiěce, & le gč ti Sforzefche.Teneua Stella,in quel tempo,alquante cartella attorno la cittŕ, & moleflaua grauemen-te Eugenio da vicino,con l'aiuto de Colonnefi.Onde lo ftato della chiefa,come preda polla in mezzo, in un tempo da due ininr.cifsimi eralaceraro.Le cui forze,bencheda frefeo erano nateneU'Italia,nondi meno andauano alianti alle altre peruaiore, & potč za d'arme. Lo Sforza,fra quelli mouiméti leuato da fuoialloggiaméti,pa(sň nel Ducato di Spoleti.Qj.u-ui con mirabile l'uccello fendofeglidifubito refi For )i,Amcria,&altri molti luoghi; paffato ilTeuere,in ogni luogo mettendo paura, s'accampň ŕ Viterbo. I Cittadini DELLA TER2A DECA eonrmnlfcol * Cittadini aiutarono quello di uetouaglia,& poi Id Pontefice. esortarono a feguir la parte del Pontefice. Dicédo* che egli doueua edere in difela d'Eugenio, contri i Brazzefchi che'l perfeguitauano. Onde egli riconciliato col Pontefice, cominciň a eflergli in fauore. Haueua allhora il Piccinino il campo a mote Fiafco ne, per laqual cofa č da credere, che lo Sforza maggiormente s'affrettarle ; acciň, che egli perauentura non accompagnarle le fue genti con quelle di Nico lo,che erano allhora attornola cittŕ-Percioehe egli uoleuapiu torto combattere, fé pur doueua con un ilo tea ^° en"erc'to > thecon le genti del Piccinino, & di mflretto par- Braccio.Il che quali auenne. Intanto Eugenio,dal* $$rfida Ht»m* le forze di Braccio,& della famiglia Colónefe,fcac-«. ciato della fedia Potifěcale, con gran paura,fi ridufěe in cafčello fant'Angelo. Dipoi a feeódadel Teuere^ tra le faette tratte contra liu,daH'una, & l'altra riua* portato a Hoitia andň a Firenze. Cacciato lui delll cittŕ, le genti di Braccio deliberarono d'opprimere lo Sforza.Ondeeghficongiunfe,eon Michele Atte dulo,& fece quafi uno esercito infuperabile.il Piccinino^ lo Stella tra Viterbu,& Rilpampano,'coii* bufferň gli eilerciti ; & quiui lo Sforza fi accampň. Onde occorfe, che in poco fpatio , tutte le forze di due potéti parti erano radunate infieme. Laqual co fa mai per adietro non era attenuta, & cóghmte s'ot dinarono alla guerra. Lo Sforza era deliberato di combattere, fe'l nimico gli daual'occafione. Et giŕ con la forza di fanti hauea tolto il pafcolo di Vetrai lo.Etpareua quei di Braccio douere in quel giorno hauer gran rotta, fé non fotte uenuto di inez/.o Vr* bano Dertonefe, ambafeiatore di Filippo . Ilquale {correndo di mezzo, tra l'uno, & l'altro eflercito, c^n molte lachrime , hor quefti hor quelli pregaua per nome di Filippo,che non uoleflero commettere tato errore.Ne fi fcordailero efsi hauer militato,fo.e to un folo Prencipe,e fotto Filippo hauere incominciato LIBRO SECONDO. 194 linciato ŕ crefcere, & fiorire. Et che l'ifleffe géti,St Łu/mto nat* Capitanile nň p nome almeno in effetto erano ami fi i'auttorit* ci,& quafi cógiunti tra loro.Et la untomi dell'una, dl f'J'pp» > ň dell'altra parce,ŕ Filippo farebbe dannofitfěma. Ha 'Ł h Cafttd ueflero adůque rifpetto ŕqllo,akjualeconofceuano p'aCe faita efler tanto chari, & che ogni cofa, che era d'honore ir* Bracefchi d'armejnc capi dell'uno, & l'altro bifognaua ricono- & Sfir\e[ch. fcerlada lui. Valfe l'autcoritŕd'un tale Prenope ap-preflo l'uno,& l'altro, quando bene no ui fofle flato prefente,& lafciatele arme fubito péfarono di pace» Et finalméte,fra loro ficóuenne,che'l Picinino ritor naffe in Lóbardia. Et le genti del Sforza , lequali per foccorto del Stella erano tenute appreflbla Cittŕ» potefleto guerreggiar doue loro piacefle^Ma al Pici-nino,comeio credo,incominciarono ŕ difpiacerle códitioni della pace.Onde nň molto dipoi con tra Sa bini,doue haueuarinouato la guerra, ritraile lo Sfor 2.a>ilquale paflato il Teuere,andň ŕ Otricoli,& gli al loggiamenti di Braccio di qui no lontano erano alla Magliana.Oue fatte alcune leggierifcaramuccie,in-terponendofi molti ambafeiatori di Filippo,il Picini no dimandň, che gli fofle lecito con l'eflercito faluo d'indi leuarfi,& andare 1 Lóbardia. Laqual cofa dallo Sforza giŕ molto tépo infermo^nó moleftamente ha weua impetrato.Et giŕ Ł luoghi pacefichi era il Pici-nino entrato in Romagna,quido appreflo Imo la, fé gli oppofe un grande eflercito, d'Eugenio,di Vinitii ni,& Fiorétinijitjuali tra loro erano 1 lega.Haueuano 1 «jlli ragunato géti di molti Signori,& Códottieri,ac* ciň co graue battaglia efpugnaflero Bologna, laqua le haueua ribellato ad Eugenio,p cagione d'i Canedu li.Et giŕ alcune Cartella di Bolognesi erano itate prtf jfe, quando rimefla la imprefa di efla guerra di Bolo-* gna,penfaronoŁcomun có(ěglio,d'impedireil paěěo al Picinino.Ailegnata adunque al Tolentino lacoti-«dottadi tutte le genti della lega, fortificarono il capo ě Imola.Ec il Piciniao ouo molto dipoi s'accŕpa » . fu'l. DELLA,TERZA DECA fu'l Contado . Erano co'lTolencino Paolo Orfino, Gatta Melata,Guid'Antonio Fauentino, Thadeo da Ette,& molti altri Uluičri Condottieri.Tra quefto era occorfo, che Gatta Melata con fubitoafialto, ha ueua tolto al nimico dugento caualli. Per laqual co-fa gli altri,fi perinuidia, fipérdefiderio di preda , ac-cefijdimandarono inconfideratamente la battaglia. Laqualefenza prudema commefla,rotti, & polli ir» fuga reftarono prefi, il Tolentino con l'Eitenie , Se l'Orfino, & alcuni altri, iquali ŕ quei giorni haue-uano hauuto honorato grado nell'eflercito, & co(ě uennero nelle mani de nimia. Furono prefi anchora in quella battaglia, come fi dice, tre mila caualli, & mille pedoni. Et tal era ladappocagine de foldati in quel tempo che nella pugna, fu detto non efler mor ii piů di quattro foldati, & trenta leggiermente feriti. Il nimico uittoriofo andň ŕ Bologna. Onde č uerifimile& degno da credere, che'l Pontefice, & confederati haueifero uoluto ritrare quello dalfuo proponimento. Perche era manifefto, Filippo fauo-rire ŕ Bolognefi hauendolo fatto ritornar in Tofca-na.Dapoi ŕprieghi de Canetoli alquato indarno có-battuto Cartel Franco, il Picinino andň in Lombar-dia,lafciato Francefco fuo figliuolo con feicento caualli fu'l Bolognele. Dipoi s'hebbs ŕ credere, che quei caualli col figliuolo lafciati dal Pianino,reftaf-fero, accio fodero l'ubico in lbccorfo ŕ Marfilio Car raro, fé egli haueife occupato Padoua . Era quefto Marfilio figliuolo di quel Francefco,ilquale giŕ tren ta anni,come s'č detto,fu ŕ Vmetiadi ordine del Se-> nato in prigione ftrangoiato con due figliuoli.Qjje-fto Marfilio adunque chiamato di Vngheria, Filippo alquanto tenne occulto in Lombardia. Corroti tra quefto i Padouani,con alcune grandi efiortationi ŕ quelli perfuafe, che riceuuto Marfilio nella Cit-tŕ,doue(Vcro prender le porte, & il ditello ,lequa-li eranoailhora fenzaguardia. Neper alcun modo dubicaflero, LIBRO SECONDO. j dubitaflero, che quando hauelfero ŕ dimandare aiuti,egli farebbe apparecchiato di dar loro tutto quello era bifogno ŕdiffefa della terra, & de'Cittadini cioč foldati,danari,& uettouaglia.Et quello,che era piů ficuro,ui farebbe uenuto in perfona con potente efferato. Appreflo diceua, che 1 Veronefi & i Vicen tini occultamente afpettauano di ribellare . Laqual cofadipoifutrouatada lui eflere {tata finta, affine, chepiucommodamenteinduceffe 1 Padouani ětale opera. Poi,che adunque con quefte,& altre promef-feindufl'e alcuni audaci a cotal tradimento , fu ordinato il giorno nel mefe di Marzo, nelquale Marfilio doueffe entrare in Padoiia.Et giŕ mutato di uefte,fin gendo come mercatŕtedi Germania di andare ŕ Ro ma, era uenuto nel Contado di Vicenza con pochi, che lo accompagnauano, & il di feguente doueua en trare nella Cittŕ. Q^uado da alcuni conofciuto,iqua pwp fa li infino nel tempo del padre lo haueuano in pratica, Marfilio prefoconli cópagni fu menato a Vinetia. Egliadun ŕ* Carrara que,con due amici di Filippo, iquali di fuo ordine lo &" morlefM* haueuano feguito,& uenti Padouani cófapeuoli della congiura/uronodecapitati. Et non molto dipoi ilPicinino ritornň con fiorita caualena in Roma-gna. Contrale forze del quale fu chiamato France-ico Sforza di Ombria da Eugenio, col quale,per cer ta cópofitione, era giŕ ritornato, come dicemmo in gratia. Leconditioni del patto furono quefte. Che Lo ifonfi lo Sforza per decreto del Pontefice, & de1 Cardina- [j"? *Ł[u li,fin ch'egli uiueua, fofle Marchcfe della Marca. Et Marca, fbflTe generai Capitano di tintele genti, lequali fi af-foldauano perii Pontefice,& co paga ogni anno per tre milacaualli, & mille pedoni,Stetero adunque in arme al quanto tempo per la prouincia, & le arme di Braccio s'haueuauo fatto fentir in diuerfi luoghi. Et giŕ fi haueua incominciato a raggionandi pace,quan do i Fiorentini intefero fubitamente, 1 Genouefi ha uer fuperato il Re Alfonfu in mare a Gaieta, & quel lo DELLA TERZA DECA lo prefo co due fratelli,cioč il Re Giouanni,& Hen-rico infante,Giouanni Antonio Prencipe di Taran-to , & altri trecento Signori hauer menato ŕ Geno-ua. Onde auenne, che la pace con piů giufte condi-tionidata,& riceuuta, fi fece per l'uria, & l'altra parte , aitanti che la noua della uittoria peruenilěe ŕ Filippo. Per quella pace le cofe di Thofcana, di Lombardia , & di Romagna pareuano, che doueflero acquetarci,eccetto>che in quei giorni per li cófini Crc moneti tra Filippo,& Vinitiani erano rinate conten-tioni, & per leuar quelle, oltra Nicolo da Efte, gii peradietro tolto giudice dall'una,& l'altra parte, Łu genio anchora ui s'interpofe, quando s'intefe Geno-uŕ d'improuifo hauere ribellato ŕ Filippo, uccifo Hfbellětn di Opicino Alciato gouernatore di lei. La cagione del Gentu* ŕ Fi la ribellione dicono efler nata per quefto, che & Al-'# fonfo, & quelli che erano itati prefi con lui,Filippo maj grajo jg» (}enouefi uolfe condur ŕ Milano. Et quelli riceuuti con reale apparecchio, non coment-mici,tna come foreftieri nelle Aie caie alloggiati ho norň, & dipoi gli liberň.Francesco Spinola, nella fc conda guerra di Lombardia prefo dal Loredano,fu cagione di quella ribellione.Quefti con alquanti nobili Genouefi, ěquali con lui al Golfo Rappalita-no furono fuperati, era uenuto nelle mani de* Vini-tiani,& fpeffe uolteda i nobili, con iquali foleuahauer parlamento,era ammonito, che pareua cofa inde gna,& mifera, che Genouanobiliflěmaper le molte prodezzedimoftrateinmare,&in terra, Cittŕ nata a libertŕ & Dominio, laquale anchora fignoreg-giaua alcune Cittŕ nella Europa, cofi foilepriuadi quelli animi forti, & ficuri, & in maniera afflitta feti xa memoria del fuo fplendore giaceffe, che con tanto fuo danno obbedifle alla fuperbia d'un Tiranno, non altrimenti, che una Cittŕ nata in feruitů . Appretto confortauano che leuaflero il giogo di queftx Tiratvnide, efl'endo non folo brutta cofa, ma infera- anchor* LIBRO SECONDO. t& anchora il feruire ad alcuno. Et che loro non man- ' carebbono aiuti di danari, d'armata, & d'ogni altra cofa, che appartenefe ŕ uendicarfi di quella ingiuria. Alche effi in difprezzo di Filippo erano apparecchia ti infieme con Fiorentini loro confederati.Et ch'era' conueneuole,che quelli, che fono liberi, configliaf-fero gli altri alla libertŕ, & non manco difendere la falute de Genouefi,che la loro propria. Con quefte parole, eflendo effi inanimati, andarono ŕ Genoua-Ma lo Spinola ritornŕdo indietro di iiolontŕ fi elef*» fc effilio ŕ Gaieta, perche haueua intefo Filippo ha*-uerlo in fofpetto. Alcuni dicono eflere iui flato man dato dal Vifconte per foccorfo della Cittŕ. Laqualc intendendoli eflere fiata conferuata principalmente per fua opera dallo aflfalto del Re Alfonfo, penfandp egli per quefta cagione aliai efler ritornato in grana di Filippo, & la fua fede in quello ellerfi molto provata, giŕ era ritornato ŕ Genoua doppň la uittoria di Gaieta :& perche dai Magiftrati della Cittŕ non era uolentieri iieduto,fi fece da fé medefimo auttore in racquietar la libertŕ. Per laqual cofa intefo Filip*-po la ribellione de Genouefi, fubito comandň al Pi-cino,che fidouefie moiier contia quelli; ma,fenza fa re egli alcuna cofa degna di memoria.ltette alquanto fu'l Genouefe. I Fiorentini di confentimento de' fl'retini to» Vinitiani,incoininciar»no aiutare i Genouefi di for- J? *q méto, & foldati fenza alcun rifpetto hauere alle con nŮHea uentioni,lequali Filippo prima haueua rotte, Perche eontra le códitioni della pace haueua fatto lega con Alfonfo , & fi haueua trapofto nelle cofe del Regno Napolitano . Ma di quefta lega, laquale poco durň , ŕppreflo d'alcuni niunacofa trouo. Il Pontefice non molto inanti di confentimento di Caneduli haue-» uŕ hauuto Bologna, doue s'era incominciato a trattare di rinouar la pace.Le códitioni dellaquale Fran-» cefeo Sforza, ělquale era paflaro di ordine del pontéfice della Marca fu la Romagna}alquantQ piů giu- DELLA TERZA DECA ftehaueua fatte, accio Filippo ui s'inclinafle. Im-peroche uedendofi il nimico uicino , haueua ri-mefib alqnanto della fuapertinatia. Erano quafi per tutto tregue per la fperanza data dal Pontefice di componer le cofe,quando i f ubiti mouimenti de' Gč nouefi turbarono il tutto hauendo fcacciato il presědio degli Aragoigen* fuor della Rocca:laquale č ŕ porto Venere ncěuoghi del mare di Genoua. Perciň llPicěněno cheAlfonfo haueua tre cartelli in quella nuiera,do-tHppcguerra natigli da Filippo poco adietro. Alla fama adunque i fiorentini del foccorfo cacciato,chiamato il Picinino daparma tolfe loro Sa- (perche giŕ Filippo manifeftamentedifendeua la par *MB4< tedi Alfonfo) egli andň ŕ ricuperare la Rocca, la-quale uedendo per natura, & arme eflere inefpugna-bile,rmolte le bandiere in altro luogo , prefe Sarza-iia. Dipoi Cartel nouo, & altri luoghf in quella ri-uiera. Et, contraleantiche,& noueleggi,paflatoil fiume Macra,andň ŕ Lucca. Et conftrinfe i Lucchefě ŕ uiolar la pace, Jaquale era fatta con Fiorentini. Di poi, faltando ne confini de Pifani, fubito tolfe ŕ Fiorentini alcuni Cartelli. Alcuni dicono, che'l Picinino fu chiamato da Luchefě, iquali dimandauano ŕ Fiorentini il Cartel Barga. Ma mentre i Bargefi erano combattuti, felicemente fu fatto battaglia contra il Picinino da Cerpelone & Pietro JJrunoro, manda ti dallo Sforza. Haurebbe egli dato ŕ Fiorentini in ogni modo maggior danno con quel fubito moui-lojfor\t p mento, fe nonfufle andato fu'l Genouefe,eflendoli accampo a ^^ fperania ji recuperar Genoua ŕ tradimento.La fciato adunque la Thofcana, col campo andň in quel le parti. Tra quefto lo Sfotza paflato PArno,inbre-ue rihebbe tutti i cartelli fu'l Pifano, iquali hauea oc cupaco il nimico. Et porto il campo ŕ Lticca,& artor no alle porte fatti molti ripari,incominciň ŕ premere i Lucchefě di «raueafledio. Il Picinino ingannato Jeila Aia imprefa,tornň ŕ Parma , per cagione di dimandale ůipplimtto & uetcouaglia. Ma mentre che lentamente LIBRO SECONDO 197 il tutto s'apparecchiaua : I Lucchefi efl'endo le raccolte parte guafle inaiiti la mietitura, & parte eflen domature dal nimico tagliate,erano uenuti ŕ tanta penuria di formento,che le no foflero flati fbecorfi dall'aiuto d'altri,appareuai cittadini nň molto dop pňdouerfi rtdere loro mal grado. A pprelfo fi hauea pofto lo Sforza all'incontro del Piccinino, ilqle era per dar foccorfo a i Lucchefi nelle Grettezze dell'A pennino,doue fu la cofa tentata con poco lieto fuc-cediméro.Il nimico difperatofi di poter paflare,dop pň uarie forze fu affretto ŕ cederci Vinitiani, iqua li erano fu le arme,dauano opera, che in modo fofTe roaftrettele cofede Lucchefi, che alii fihauefTero i a rendere,perche dipoi lo Sforza con parte delle gč re ,i ^eiant tepaflaflein Lombardiajpercioche haueuanoin ani fe. mo,che paflando Adda,& pofte le gente fu l'altra ri uafaltafTero fu'l Melanefe, di donde era manifefto, che Filippo rifeoteuan fomma di danari. Appareua, che efFendo egli faccheggiato séza alcun riipetto,le forze fue di maniera feemarebbeno, che fcordatofl le arme,dellequali egli era molto defiderofo5farebbe aftretto a chieder pace co ogni conditione.Q^uefto i Fiorentini haueuano a molefto,& pareua3che per in uidialofacefleroiVinitiani,quafi che non poteflč-ropatire,che Lucca Cittŕ in Tofcananobile,ueniflic nelle mani di lor confederati.Ma tanto erano lonta ni i Vinitiani da quefto penfiero,che fubito difpera ta l'andata dello Sforza,mandarono Francefco Gó- il Gim^g* zaga ŕ quella Fprefa,fattolo Capitano delle lor géti, fa'* Capita. Eraallhora, come s'č dettoEugenio ŕ Bologna,par n?tle. ^'"*" tito da Firenze per fermar quella co qualche foccor "47M* fo.Sollecitň adunq; di fortificar la porta Galera di fofla,con un lungo argine in forma di Rocca. Qjuel laforte di ripari,& lamorted'Antonio Bentiuogli, ilquale nuouamente reflituito nella Cittŕ , perche lo uedeůacanlfimo al popolo,Baldeflaro Offidano Gouernatore della Cittŕ feceama/.zare, in modo PP alieni DELLA TERZA DECA alienň l'animo de Bolognefě dal Poncefice,che ěa ri-bellione,che non lungo tempo dipoi fegimň fu det~ to da qitefto,& nň d'altro efler deriuata.Mentre,che Eugenio fi trono in Bologna , Giouan Paleologo ImperadorediGrecia,Giuieppe Patriarcadi Coita tinopoli,Demetrio Prencipedella Morea,& Alefsa dro Procuratore della Chiefa Anriochena,&Gier©> folimitana,con gl'Ambafciatoridi Trabifonda, & li Vefcoui Metropolitani de Iberia , & Miiěa uennc ro ŕ Vinetia. Didóde paflatiŕ Ferrara con Eugenia jlquale iui da Bologna era uenuto,trattan>no in gra frequentia della union della fede Chrirtiana.Percia che eraauenuto giacinquecento anni a dietro, che d'una fede,laquale per nome,& eftetto č una fola pa rena eiferne fatte due,perche in molte cole erano te nutii Greci uariar dal la Chiefa Romana. Et quanta que ritornallero fpefle uolte al debito officio, Ł coi pa de gli Jmperadori,laquale alle uolte era nata per jiegligenia,erano caduti nelle antiche nerette, con alquanto piů oftinato proponimento, che peradie-f tro.ll difputare,& riconofcer cofa di tanta importi 7adurň non pochi mefi. Et in fine per autoritŕ del Pontefice,comedipoifidirŕ ,fu ridotta ai fine . In quel tépo,come detto habbiamo,difperata lauenu-» tadello Sforza,lainiprefa di paflare Addai Senato-» ri haueuano impofta al Marchefedi Manto uŕ il qua, le era Capitano di tutte le genti.Erano aflbldati al-» Ihoraper il nome Vinittano Tiberto , Brandolina Gatta Melata, Pietro Nauarra Guid'Antonio, & Aftore Fauentini,Sigifmondo Malatefta, Barthola meo Coglione,Guido Rangone, Guerriero Martia ho,Antonio Martinafco,& altri Illuftriilěimi huo-mini.Gatta Melata adunque, ilquale prima haueua ^jfioftrato la ragione di mettere il ponte, eflendogli impofto ,che douefle guidar la prima fquadraoltra il fiume ŕ mey.z.3 notte con quelli,che haueua appa-nccchiato a tal fatto s paisň il fiume. Et commoda- mente LIBRO SECONDO. 1?» fnente occupata l'altra riua,i pedoni ,dě notte, con mirabile filentio,cňbarchette3furono tragettati.Et giŕ i Vinitianieran folleciti dall'una parte all'altra percongiungereil ponte,accioche auanti il giorno le genti paflalferorquando per notturne piogge di-fcefero tante acque dalle Alpi,che prima non ti com comprefe dallo eflercito,che il lago I an,& da mattina Adda crefcendo,tŕto gonfiarono l'acque fouer chiando le riue,che non Colo fu abbandonata l'ope-ra,maanchora piů non C\ poteuano ufar Barche.Per laqual cofa tentarono alcuni notando ritornare ŕ fuoi.Impero che dubitauano per eflTere cofi poco nu mero,che fubito fatto giorno,cfi>ndo ueduti da ui-cini habitanti,tutti infieme non doueflero effere uc cifi.Ma i primi,che entrarono dentro il crefciuto fin mejs'affogarono , trauolti dall'impeto delle onde. Onde gli altri non hebbero animo di porfi a quel ri fchio.Dipoi eflčndo fatto giorno,& giŕ ufeito il fo lc,gli habitatori de uicini monti, ueduti i nimici fu le rjue del fiume,prima fmarriti per la nouitŕ di tal cofa,alq»anto fi ferniarono>dipoi per il poco nume xo di quelli quali erano nell'altra parte del fiume co prendendo la lor paura, feguendo Lodouico Sanfe-uerino,il qualeperil uerno era alloggiato intorno quelle uille,fatto di loro unafquadra,corfero al fiu me.Il Melata ualorofamente foftenne l'impeto di qlla furia fino a tanto,che i fanti ŕ fuoi tornarono, de quali molti s'erano annegati. Ma pure la maggior parte per efter gagliardi notatori , fugando la gridezzadel fiume,arriuarono fu l'altra riua Dipoi co marauigliofo ardire,& gradez.zad'animo eflo Me latalafciato il cauallo imitň Horatiň Code Roma-nojonde ultio di tutti notň a fuoiLa cofa adii q; efs? do co poca felicitŕ tétata,il Capitano Vi nitiano fi ri dufle 1 Geradada.Et fubito toltoLugiano,& altriCa fteltiql Cótado harebbefimilméte 1 breue efpugna to,fe il Piccinino, mollo dalla faina di qlle cole,che PI* a erano JjhlLA TERZA DECA erano fěate fatte non ui fofle uenuto con grande eC-fercito.Partito dei territorio di Lumgiana, doue era allhora,& giunto al Po con l'efferato, & quiui con fumato un giorno in traghettar le genti, tre giorni dapoi uei.ne al cofpetto de nimici.ll Melataci quale alquanto adietro per ifpie haueua intefo la uenuta del fiero Capitano,prefe il luogo Paluftre,nelquale era una uia fola doue il nimico potefle entrare,&iui alquanto fi tenne. Dipoi o per non potere, o per tenia,parue,chc fofle aftretto a mutare gli alloggiarne ti,& giŕ fi riduceuano in luogo iěcuro,quando quelli partendoti il Piccinino cňducendolefue géti per uie piů breui de monti ferocemente gli feguitň, & gli fece ferrar nelCaftello,che č al potč dell'Oglio,. ěl Viciniti» gŁ prefe cinquecento carriaggi, iquali feguiuano co tolfe '"'V* ]e monitiorti.Le cofe aduno: auennero molto altra- tento ca,ete a ¦••imi i VmiůAni. mente di queho,che nel principio il Melata haueua yimtianifo'^ iilintatOjii quale hauédo incominciato ad offendere jj nimico,da quello dipoi era iizto oppreflb co acer j)a gUerraj Senttori incominciarono ŕ dimandare con P'u 'n^an2a ^e^ folito ŕ Fiorentini,che mandaf fero '° Sforza o'tra il Po.Mauedendo hor con una fcufa,hoi" con un'altra ne egli, ne Fiorentini conce- cjer qUello, che tanto follecitamente richiedeuano, uennero a tŕto,che contentauano almeno non uolé do eflě fare altro,che lo mandafl'ero fino a Rezzo,ac cioche temendo il nimico il pencolodi Parma,fi le-ualiedallaimprefa doue egli era;perciocheeflendo rouinatoCalepio fu'l Bergamafco,il Piccinino haue uŕ occupata la Val'eTrefcoria, & impugnato il ponte lontano dalla Cittŕ tre miglia hauendo comincia to co gran torzaa combatter la Rocca di Bergamo. Sollecitato losorzapleteredevinitiani andň aRez zo.Et appena fi era n olio diTofcana,che itefo per ifpie il Ino uenirc.iIPiccinino andň a Parima.Qjiiui non moltt» lo Sfor/.a fi fidauad't ugenio , quantunque egli foile giŕ tornato in gratu con lui ,& che foflt LIBRO SECONDO. 299 l'offe flato dichiarato Prencipe di tutta la Marca; percioche nella Tirannide č principalmente quello male, che anchora la fede de gli amici č fofpet-ta, temendo per elěeregli aflente, che alcuno non, facefle impeto contra i fratelli, iquah haueua polli al gouerno della Prouincia. Mandň adunque Ta-lian Forlano,con unapartede caualli nella Marca: oltre d« ciň haueua anchora lafciato non poca parte delle genti a continuar l'afledio di Lucca. Perciň auenne che Taliano partendoti , appena conia metŕ dell'efferato egli rimanere a Rez* . Zo.Ma i Vinitiani chiedendo,che anchora pafTafTe il Po,aH'incótro lo Sforza dimŕdaua,che follerň date le genti fecondo il patto, onde iltépofenza frutto fi có(umaua,il piccinino uaqito nň ifcordatofide'Luc chefě,fatto eflercito di géte mecaica & grolla la fece leuardel territorio diParma P liberar la Cittŕ diLuc i,sf,irttwt cad'afledio.etijuelie dello Sforza p quel di Modona tomllnalfě con preflezza andarono alle Alpi.Molte afidi ci li fé- al pitěnot cero per l'una,& l'altra parte,maleggieri.Talmente tl>e nun foc-che quanteuolte il Piccinino entrauai battagliale fr""*'#'«A» for^e delquale erano molce maggiori , non lolň lo " • Sforza lo folěeneua , ma anchora ualorofamente lo difcacciaua.Métre quello nelle Alpi lě facena,onero ; non molto dipoi, h-jneeico Gonzaga riffiutando il prancerc, Capitanato andň ŕMiiuouamollraniio molto ('degno confa Viniruni. Imperň che fi diceua,ch'egli etŕ uenutoinfofpetto quali come poco fófle flato fedele al nome Vmitiano in traghettar le genti oltra i\ fiume Adda. Nondiineno laiciň la fuacavalleria nel Campo de Vinitiim.Ma perche e gli ciň facelfe, il fucceflo dipoi il dichiarň. Partito il Gon7:iiga /Federico Contanni Proueditoredi ordine dd Senato, preleil gouerno dell'esercito. Dipoi fu mandato in campo Paolo Trono.Quelli perfeguitandb'la pigri-tiaalcuni Códortien, & la pfidia di quelli di contea timenco de'Senatori diede agio ad alcuni di diman- PP j dar DELLA TERZA DECA darlicentia, i quali giŕ erano alienati con l'animo^ Tra i quali furono Antonio,& Attore Fauentino,& Borfo da Elie figliuolo di Nicolo . Q^efti & molti altri perqucičo nfpetto licentiati,quelli che con lui uo'fcro militare,fecondoil loro ualore hebberoac-crefcimento di honefto faiario. Tra quello lo Sfor-cffa fitta za follecitaua Fiorentini, &Vinitiani. Et mandň ě prenctpe Vinetia alcuni, chedimandafiero la paga de ' molti r^fh^d ' meJ' Pal^atl* ^ rocflo introdotto nel Senato3diil"e lo \ Sforza dimandargli rimanente del faiario c'haueua guadagnato. Dicefi, il Fofcari di ordine del Senato hauergli nfpofo. Tale efler la fede de'Vinmani, che Tempre foleuano rendere abondeuole mercede a co loro,che fedelmente feruiuano fecondo le promette alla Republica-, ma, che lo Sforza non folo nonha-ueua fatto il debttOjtna ancora l'hauea dinegato,qui do piů faceua dibifogno a Vinitiani. Pur richiedendo egli il falario,ouero che efsi liberaflero lo Sforza dalla fede obligata al publico, acciň egli potefle prň «edere a fatti fuoi, allhora tutti rifpofero , dicendo, che'ě fenato niuna cofa faceua piů uolentieri, che li-X» Sfor\*ri- centiare lo Sforza. Il quale,commoflo maggiormé torjt *fi'>reti te per qtiefte cofe,incominciň drizzare l'animo a Fi m per hauer Jjppo, che prima con niuna conditione s'era potuto Ujna mene- ill(jurre a partirfi dal Pontefice, & compagni. Ma infiammato per la prefente ingiuria, fece a Fiorentini intendere, che ouero pagaflero il Tuo ftipédio per lo ro,& per Vinitiari,ouero non «olendo,iubito come i Vinitiani,li deilerolicentia. I Fiorentini promife» ro l'uno & l'altro faiario. Et lo pregauano che tanto fiefié nel fuo ufficio,che rifeoteflero li danari da lo* ro cittadini. Et mandalfero ŕ Vinetia al Prencipe, &alSeuato3& circa ŕ qucfto molto foJleckauano. Pareualr/ro,che licentiatolo Sforza3non iblamen-tedouefl«ro hauer perfa la fperanzad'hauer Lucca, maanchii.rafouraftarloro qualche grŕ pericolo per nouicŕdi guerra,ched'altro luogo haudle ŕ- nafee* re. 11BRO SECONDO. joo .'re.-Mandarono adunque perpublico configlio Cof f mo de Medici,-huomo ricchiflěmo, fauio,& popola dici amba fri* *e. Era flato egri pochi anni adietro alquanto a Vi- tore*^in*-netia , eflendo per inuidia cacciato da Firenze. H&\ qual tempo<:ontantapiaceuole2,za ,& mode-ftiauifleton rutti, che in ne , che egli haueuauerfo i Vi- l artianij tiquali erauenuto non come Tholcano, na come Vinitiano,diceua; il popolo Fiorentino efler ridotti a tanta pouertŕ di danari ,che non eri ae uia ,ne modo alcuno , che tinto potettero ri-rciioteredal popolo , che-elVi poteflero mantenere io eflercito. Et non eiiere alcuna colpa de'fuoi cittadini, di hauer rinouata la guerra con Lucchefi. lerche il Piccintno, fenza hauere hauuto offefa da Fiorentini, haueua fatto impeto fu'l Pifano , haue-aaagretto Lucchefi a tentar cofe noue, & non fo-lamente haueua prouocafi foro alla guerra,ma tirati a forza. EtcofieflVr auuenuto pei benignitŕ di Bio, che conftretti a pigliar l'arme, a tanto haue flano ridotti i Lucchefi lor nimki, che non hauen-do efsi fperanxadipace daaltrohiogo,fenoncome !ě diceua da efsi Vinitiani, uoleflero ň nň, erano per venire nel potere de Fiorentini. Appreifo ellere a-uč mito ,ner configlio di quelli piů tofto pruden» te , che felice lo Sforza hauer parlato lo Apen-nino , & eflere andato a Rezzo . Per la adenti» del qual e non poco il nimico Lucchefe haueua re-fpirato . Ne i Fiorentini edere in colpa , che lo Sforza tante uolte richiefto da loro, mai hauefle doluto pattare il Pň. Ma,che egli perche pň- PP 4 CQ& DELLA TERZ A DECA co fi fědaua d'Eugeniojtemeua che emendo lontano, non gli foffe fatto qualche impeto nella Marca, & quando uolefle non hauctfepotuto ritenere quella terra, laquale hauea nell'animo di liberare della pre fenteguerra. Łt i Fiorétini hauerpercerto(perche a quello giŕ molto tempo non era dato il meritato premio) egli hauere cominciato a riuolgeru" a Filippo . Ne efler dubbio, che fé i Vinitiani feguiuano a ingannar quello della mercede, non molto dipoi era per palěare a lui. Onde partitoli non folamente ha-- urebbe fatto, che i Fiorétini farebbono leuati di fpe ranza di hauer Lucca,ma,che'anchora le lor cofe in-correrebbonograndillěmo pencolo.Ondepregaua; per l'olleruanza^h'egli priuacamente haueua al nome Vinitiano, per la lega fatta tra loro,che in tanto pericolo piů cautaméte confultalfero a loro & a cc pagni, &deflero allo Sforzale ben no lo meritaua. lo ftipendio,che haueua nchieflo.Et fé non uoleua-no:& che per quello egli fotte pattato al nimico, pii blicamenteloroauifaua, che doueandaflelo Sfor» za,i Fiorentini fé non come Capitano , non potédo fare altramente, come Prencipelo abbracciarebbo-fp f*tu no . Quelle parole dille Cofmo". Alquale, di ordine dal Prenape jgj Senato, fu rifpofto dal PrécipeFofcari. I Fioren fafeariaCoj tjnjfarqUei]OjChe loro s'apparteneua,chehauendo .fw«^4M ajaa jjantjjto Qo(imo dalla patria , & egli effendo flato ri cernito a Vinetia,lo haueflero per Vinitiano , eflen-do flato l'inclinatione de'Vinitiani uerfo lui tanto intenfa con" in publico, come in priuato,che fi pote-ua cognofcere da ogniuno,che per cagion fua (ě cc> cedetia qualunque cofaardua,& difficile, cornea! uno de principali della loro cittŕ , & del Senato. Per laqual cofa era auenuto,che eflě haueuano concelfo molte cofe a Fiorentini,per fuo nome, che altramen te loro haurebbono negato. Che fi lamentaflero.da Vinitiani eller data fperanza aLucchefědi pace, acciň con lě rendettero : di cai co fa non haueuano, che nfpondcre. 11B R O S E C O N Č> O. jot rifondere.Percioche pur in quella hora intendeua* no tal fauola.Ma che riguardaflero bene,|>che eiTen-do alcuni del popolo uenuti ad habitar a Vinetia, & molto ricchi,iquali fono difcefi da Lucca forfč eglino con lettere fecretiflěmamente atiifano e fuoidi quelle cofe- Etcofi certiflěmo ftimaflero, quelle let tere eflere di tali:& non d'alcun Gentilhuomo Vini-tiano.Ec fé altraméte crouaflero, doueflero dar qual che inditio,ouero copia di quelle lettere date a nimi ci ; Che farebbono in guifa, che quelli, che foflerd trouati inerrore,darebbono eflempio a gli altri,che non ardirebbonojcontra i confederati de* Vinitiani, ufar tali infidie.Non perciň negauano,in publico hi uer rifpofto a gli ambafciatori de Luccheli, che an-dafTero,& fé nň poteuano per l'afledio far al tro, che deflero fperanza a 1 fuoi per lettere.Che,partendo-fi da Filippo, i Viniciant, iquali uoleuano il ben de Lucchefi,cercarebbono,che per qualche modo i Fio retini compagni, da loro esortati s'afteneffero dall* afledio, & dalla guerra, & che a queito niente dipoi fu rifpofto da Lucchefi. Confeflaiiano adunque ha-uere dato a Lucchefi tal forte di fperanza, ma niuno altro foccorfo nedato,nepromeflb.Quanto appar-teneua allo ftipendio dello Sforza,difle. Nonetěere alcuno , che per quefto douefle accufare i Vinitiani d'auafitia,ouero d'ingratitudine, perche non gli def fero la promefla mercede,perciochecredeuano,che per quefto nfpetro,da lor maggiori fofle ftato ordinato il falario ai foldati merceuari,acciň,che quando gli pagauano, poteffero ufare l'opera di quelli in ogni tempo,che loro accadeua.Ma lo Sforza,alqua-le i Fiorentini tato fauore preftauano,nó folamence nň hauerferuito Vinitiani,ma quado n'era maggior bifogno,allhora hauer dinegata la fua opera oftma-«mente.Si partiflero adunque:& eglino,a quali egli haueafempre obbedito , ghattenneflero il fuo pro-meiěo filarie.JEt che a queilo^che efsi minacciauano-*. • ' rompe» DELLA TERZA DECA róper lalega,& feguirelo Sforza,rifpódeuano cofa facile al popolo Fiorentino , quŕdo gli parefie, romPer la fede. Ma, chefperailero non moico dipoi m douerlě pencire di cotal perfido, & reo configlio. Er* tuffi i fini- che portarebňono le pene della rotea fede,& da Dior nani di oppt g^da gli huomim,daliquali giŕ erano itati conferua mone, ti.Con quello fi partě Cofmo di palazzo, & dipoi al quanti giorni andň ŕ Ferrara al Pótefice. Era in quel luogo,come ho detto,Eugenio,col quale trattecene per fuo nome mandafěe a Vinitiani, & prouafle di ri-mouerglid'oppinione. Et mandorono Fiorentinido pň Colmo j Giuliano Auazato ilquale fu meno gra to,di quello,che fu Cofno , huomo d'audace ingegno, ilquale,riferě a fuoi,come lo flato de'Fiorentini, incominciaua eflerehauuto auile appretto de' Vi nittani. Il Pianino tra quefto, come ho detto, feor fo alle Alpi,& non potendo pattar quelle, che erano guardate dalle géti dello Sforza, nuolto indrieto an dň fu'l Modonefe. Dipoi pattando pel Cótadodi Bo logna,un'altra uolta tentando d'andare in Thofcarta, pattando per la Emilia, s'accapo di qua dal fiume Ili-«e.Etdue fquadrede caualli leggieri* mandate con Ailore da Faenza, ŕ guafčare i confini de1 Fiorenti-ni,eiro col reiěo de foKIati efpugnň Caftcllo Aureo-. lo,& tutto lo faccheggiň. Et quiiii fu fatto certo del th'Vilip^o" la noii:i!ega>tra F'l'ppo,& lo Sforza,& della forma, & h for\t & códicione di quella,laquale habbiamo intefo^cofi tnnle ftf con elfere Hata. Che i Fiorentini efclufi dalla lega di Fi-ditiow. lippo,perche tal cola no era lecito di fare fenza il u» ler de' Vinitiani, haueilero tregua per dieci anni coni Lucehefij& riteneflero turto quello,che lontano fei miglia haueuano tolto loro . Et lo Sforza fof-fé giudice della fua pace, & uindicafle le ingiurie, le quali nafcett'ero,ň da quelli, ouer da quelli. La legna Filippo,& lo Sforza, nel concludere hebbe quea ile conditioni.Che ne il Pianino,ne altri, che fotte-to al Tolda di Filippo^moleilailero i Fioreucini, per- cioch« LIBRO SECONDO. jot fioche da quelli lo Sforza,come adietro, haueua lo /Hpendio. Et che Filippo,glideflela Bianca iua figliuola in matrimonio , laquale mandafie ŕ i confini del Parmigiano,infieme co l'apparato della dote. Di poi di la folle condotta nella Rocca di Fermo, do-ueeradiflegnato il luoco alle future nozze. I Vini-tianihebbero moietta cocal pace,maii Picinino con !p° piů moleftia la fopportaua,ilquale molto lamentan- J/uW dofi della ingratitudine di Filippo,alquanto uagando ^//, perla Romagnacon l'eflercito,di quŕ,& di lŕ, quafi bifognofo di configlio,finalmente, Oitafio Polenta -no Prencipe di Rauenna,ilquale era flato lungo rem pň fubdito di Vinitiani induffe a ribellare, sforzato egli da Cittadinijche erano inclinati alla parte di Filippo,& perfuafi dalle genti di lui, che erano allo af-fedio della Cittŕ. Ilche fatto,dipoi egli maggior ma le commefle, che quafi in quel tempo tolfe Imola» & Bologna al Pontefice. In quetto flato erano le co fedella'lhofcana5& Romagna. Melata intanto,il- n quale fu fatto Capitano delle genti Vinitiane,dop'" fatto pň,che fu partito il Marchefe di Mantoua,hauendo ii ricuperato le Valli,lequali il Picinino il uerno pafl'a-to haueua prefe, & li Caflelli fu'l Bergamafco , entrato fu i confini de' Cremonefi,faccheggiň, & fece preda del tutto» Alla cui fama il Picinino chiamato, d'OmbriaTalian Forlano,& Francefco fuo figliuo-lojcommeffe loro, che fteflero in foccorfo delle ter-re,che in quel tépo haueua prefo in Romagna. Il Pi cininoparrendoficolfuoeirercito , uenne in Lombardia, feguitando il Melata - Et efliendo gi unto con l'eflercito appreflň il Po,da quella parte, che s'auici-na ŕ Cremona, fi accampň con tutte le genti. Et dipoi paflato reflercito,aflediň Cafal maggiore. I Vinitiani intefa la uenuta del nimico,data la guardia de gli altri luoghi ŕi Terrazzani fortificarono due pria cipali cartelli in Cremonefe , cioč Cafal maggio-fé,Si. Soncino . Łc comandarono al Melata, che. co» DELLA TERZA DECA con tutte le genti guardale lariuadiOglio,&che con tutte fue forze doueiFe uietar{, che'l nimico non paflafle. Egli fortificato il campo a Bina dodici miglia lótano da Cafale,difendeua gli aflediati in quel Io. Et l'altra nua del fiume con fpefsi alloggiamenti SI yaarcbefe cuftodjua.Tra queflo fi dicea,che il Gonzaga, ilqua di Muntoti* . , . l , , ¦ ^ j'aocordo con *e era a Mantoua, occultamente s era accordato con iilippo. Filippo.Ilchseflendo intefodaSenatori,come cofa importantifsima ordinarono di cercar peruiad'am bafciatori di mitigarlo.Et coli mandarono de'primi nobili,che lo conofceuano giŕ per adietro, & erana fuoidomeftici. Quelli andati per riuolger l'animo del Marchefe,dipoi,che co parole magnifiche il laudarono, & lodarono la Aia perpetua fede & diligenza uerfo Vinitiani, & benché fofle trottato nel rafle gnar l'efferato, ch'egli haueua minor numero deca ualli di qilo ch'era obligato tenere,nódimeno rimef fagli la pena del dŕno,benignaméte gli haueuano pa gato lo ftipédiojilquale eflo diceua hauer meritato, & poi 1! pregarono, che feguitafle di militare in no-J^Hattfttpre me de' Vinitiani. OfFerendogli un'altra uolta la con gato'il mar- dotta di tutte le genti,dellaquale giŕ di fao uolere fi h[ hatieua priuato. Ma egli hora ěfculandofi non eflere molto efperto nelle armi,& horaeflerdefideroibdi lipofo,cercaua di ritrarfi dalle eflortationi de' Vini-tiani.Et dicendo gli atnbafciatori, che hauendo egli l'animo inclinato al ripofo , uolefie conceder loro, che Lodouico Gonzaga Tuo figliuolo venille allo fti pendio de'Vinitiani:e{foanchoranondinegaua, ne prometteua quefto. Finalmente uennero a tato,che 10 pregarono ,che non uolendo prender l'arme per 11 nome Viniriano,uolefie almeno per!eiicrareneir antica fede,& amicitia di quelli.Ilche non folo a gli ambifciatori promife : ma anchora al Senato,;có Jet tere rifpofe, che non prima feguirebbe la parte di Fi lippo,che egli non haueireintcfo. Vinetia da quello filiere itata prefa.Laciual cofa egli non uorrebe.Etla conclusone LIBRO SECONDO. joj «onclufione di tutte le cofe fu, che come defidero fodipace,nonuoleua feguire l'arme d'alcuno. Nei Vinitiani fi marauigliaifero, s'egli accrefcefěe il numero de" fuoi foldati, perche egli ciň faceua ; acciň, che in tanta furia di guerra uicina a Tuoi cófini,efleri do nudi di foccorfo; quado ne fufle il bifogno,gh p0 tefle difendere dalle ingiurie.Con quefto furono li- ' centiati gli ambafcuton Vinitiani. In tanto il Piccinino giŕ diecinoue giorni cňbatteua con molta for za Cafale. Haueua egli nel fuo campo uenti mila ar Quanto e miti, & i Viniriani la meta meno. Ma quella lunga cito /«« efpugnatione haueua dato loro fperanza, che prima »' p^cm doueflero romper le terribili forze del Piccinino, tnMmfi9' che egli confeguifl'e qnello, che haueua nel fuo animo, tlquale nel combattere d'un luogo, oltra la opinion di tutti coli lungamente fuffe flato occupato , ne fino allhora haueua fatto molto frutto . Onde efsi fperauano la fua' furia alla giornata douer celiare. Appreifo diceuano ; Soncino oltra a Cafale,&ail"ai molti altri luoghi [nel Cremo-neie.anchora efier fornito d'arme non meno di quel lo,cheera allhora aflediato.La efpugnation deiqua li non folo daua fperaza di ritardar tutte le forze de nimici,ma quelle anchora in tutto fiancare. Tali co fé i Vinitiani diceuano.Ma la ruina della battuta tor redi Cafale,in quei giorni cofiindebolě l'animo di que1 Cittadini,che giŕ prefero partito di réderfi, ma. egli la lorodedirioue accettarnon uol!e,differenda la cofa per cňfiglio d'alcuni, fino che celataméte ha uefle compito il tradiméto con quei da Gotalengo, &daGambara, iquali haueuano riuolto l'animo al- i la ribellione. Laquale ibllecicata per gli mefsidel Piccinino, fi cotuiénero con quello di fare piů afpre cole, ilche fu di ferrare il Melata con tutte le genti, parlando egli per Brefciana,di maniera,che a un té-pň le genti Vinitianedai villani in unaparre;& dalle genti del Piccinino dell'altra circondate ageuoU nieiue DELLA TERZA DECA inente fodero menate a filo di fpada. Ordinate iti quella gurfa le infidie,fubito quelli di Cafale fi refe-ro. Haueuapenfato il Pianino nella prima fua giun taall'Oglio opprimere i Vinitiani,mentre-,che fi par tiuano . Perciň non prima accettň il renderli di Cafa ]ani,ctie intefe le infidie eflere a quelli polle da driec to, in canto,che ň reflando effě, ouero (quello , che piů rollo credeua)partendofi,periflero affattD.Hauu to adunque Cafale,fu la mezza notte fi moife uerio Oglio. Et mandati inŕzi i caualli leggieri,iquali ter» tallero il guazzo del fiume, per quelli tali fu cono-feiuto l'altra riuadel fiume efler tenuta co difefa da Vinitiani, nondimeno fegui egli il fuo camino, & la mattina alla nua del fiume,quattro miglia lótano da Bina fi fermň. Et accortatele genti comŕdň, che fof fero apparecchiate tutte le cole,che erano neceflarie allaefpugnatione. Il Melata pensň,come era,quefta eflere folamenteallutiadel nimico, & che ad altro,! fuoi configli rendettero, chea quello , che in uiftal? dimollraua.Onde egli in ogni parte era follecito, & conficieraua il tutto co prudente difeorfo. Il Marche fedi MantouaeraapprelFo il Cartello di Marcarla,il quale č traBina,&il Po , nelqualeluogo haueua tre mila huomini d'arme. Eflortauaegli il Melata,che uolede congiunger con lui le genri,affermando, che eflendo uniti piů facilmente le forze de nimici fi pň trebbono rompere. Ciň diceua egli,quantunque fa-peua molto bene quello, che da turnici era apparecchiato.Il Melata tra quefto haueuain animo di man dare ŕ Verona Chriiěoforo, & Gtouanni da Tolenti-no, co le fue lquadrein foccorlb del Veronefe,ilqua le configlio il Mantouano uituperaua molto. I Pro-ueditorijiquali erano prefenti,piu credendo al Gon-zagadi quello,che faceuadibifogno, & anchora elii altramente lentiuano. Pur il Melata il contrario re-neua,& ň che ciň folle a cafo, ň che egli intendere tjuello che s'apparecchiaua,pureftauafermo nel fuo uolere, LIBRO SECONDO. 304 nolere,& diceua5che cofi era neceflario di fare. Il ni inico in tanto mutaua fpeflb gli allogiamenti il gior no}& aochorala notte,& hora per una uiahora per wn'altramouendofi,teneua i Vinitiani molto folle-citati.Con quefča fimulatione fendofi alquanti gior ni indarno collimati poi che fu apparechiato il tut-* to,il Piccinino riuoko al ponte aicofo alla uiftade nimici,la terza parte delleflercito nel filentio della notte lenza ilrepěto oltra il fiume mandata, la con-giunfe Cubito con le genti del Gonzaga.Etěo nondimeno fi moiěraua nell'altra riuafimulando uarieco fé accio piů facilmente occultarle 1 fuoi configli al nimico,& potefle tirar le genti per il ponte di Marca ria,& Canetto.Era ŕ mai punto l'eflercito de Vini-. tiani,perle inlědie de nimici,per eiěer circondati dal la^fidiadiquelli)& de Cittadini. Ma Dio benigno, & ottimo,alquale,come fpefleuolte ho detto ogni ^ Republica č cara,& tanto piů, quanto č meglio go* uernata,come č quellade Vinitiani ,non lafciň che quel danno fuccedeffe. Perciocreŕ tempo auenne, che un certo Maretta de Gotolégo dal nimico a de tadini per quefto mandato,uenne nelle mani de fac-» comani Vinitiani,& fu menato al Melata. A cui ef-fendo promeiio perdono fece conofeere in che peri colo erano le cofe de Vinitiani.Ne fece alcuna dimo rail Melata, ma fubito moflo il campo con tutte le géti faiuo n'andň uerfo lirefcia. 11 Picininolaquar ta uigilia della notte ŕ Marcaria giŕ haueua incorni-» ciato a mandare oltra le fue genti, quando le fqua^ luche mott& dre mandate nel Campo del Duca di Mantouagli J'dtfieperfer» uennero incontra. Intanto uien loro fatto ŕ fappe- pfu^0 rei Vinitiani eflerfi partiti, & giŕ efler lontani do- // ¦MtUtfifi -dici miglia. La partitade quali fu tanto tacita, che ridhjjč mino i Clantoua. Tra quefto le genti Vinuiane da terra haueuano il campo a Bagnolo, il quale il Melata diligentemente confiderato,l'haueua circondato di folla & (leccato. Et poi tentň mandare alla Cittŕ, laquale era uicina, parte delle géci in foccorfo di qlla. Alquale li princi pali dell'altra fattione opponéclofi, & chiedédo, che loro fotte data la guardia delle porte, apparue meno ficureeirere le cofede'Vinitiani nella Citta, che di fuori.Era Gouernatoredi BrefciaFrancefco Barbaro,ŕ que giorni di gloria,d'ingegno,di dottrina,& de pubhci maneggi della Cittŕ folamente chiaro . Egli con utile cófiglio uietň,che ciň fi facefle. Et moiirň in quanto pencolo farebbe ridotto lo flato della Cic tŕ, le folle data la cuftodia della Cittŕ alla fede de gli rinomini d'una parte, percioche gli altri credereb bonopoi efler giudicati nimici,parédogli,cheniuna fede s'hauefle i lororondi eflě poi fi darebbono ŕ nuo Hi trattati, & per inuidia della parte contraria ogni male manifeilamétefarebbono.Valle l'auttoritŕdel Barbaro,& fu fatto il uoler iuo,ilche fu , che i Magi-fěrati Vinitiani, che erano nella Cittŕ, haueflero la cuftodia delle porte. Appreflocongiunfe con nuo-uo parentado i Martinenghi,& gli Auogari,Capidel leparti,nellaqualeimprefa,có grande utile della R« publica,riconciliň Paris da Lodrono,ilqualc haueua alcuni Cartelli ne i monti Brefciani,có Pietro Auo-garo,col quale haueuagran nimiciria per cagione di Leonardo da Martinégo.Ordinň il Piccinino fu'l Lago di Garda, & fu'l Menzo di priuar le genti del Melata da ogni aiuto, & foccorfo Vinitiano, lequali cfsédo domate co la fame,perche era loro manifeflo non effere altro,modo,col quale potefiero uiucre,fé dalla Citcŕ non folle ŕ quelli mandata uettouaglia, non LIBRO SECONDO. ;of non era dubbio, che il Dominio Vinitiano farebbe all'ultimo fine. Et con quello djflegnofi muffe uer-* fodueluoghi.il Gonzaga , & Lodouico dal Verme andarono lu'l VerQ.ričfe,& ŕValeggio occuparono il ponte,chečfoprŕiěfiume : quafi primahauuto per tradimento,che fi dicelfe quelli ellere giunti, & tuc-t to qiiello,chečtra l'Adice & jlMenzo Jpochigiof tli pierň. La fubita perdita di Valeggiofece,che Gid uani Malauolti, ilquale guidaua trecento caualli da Brefcia a Verona,d'improuifo appreso il póte.fu afih faltato dal Verme,& fpogliato di tutto Teflercito.. Et ridufle tutti gli habitanti dei-Lago , che toccano il Veronefein ino potere.il Marchefe di Mantoua M Marchefč prefe ůmilmente Pefchiera,di:č capo del Mézo, & 7A^ut°^? Lonato fu i monti3iquali per adietro haueua polle- rJ& 'Lonx duto.Benaco čameniirnnoLago d'Iralia:piu lungo a tutti Uno-che largOj&^> dire alcune cofe di elio lafualunghez glndelLago, za da Ponente a Tramontana č.circa trenta miglia ^fcnuone fcorrendo. Et quanto il Menzo le toglie da mezzo JJffi * dinamo Sarca rěume,& Ponale da Borea, & da Settentrione gii rendono.L'acqua delqual Lago č cofi chiara,che in molti luoghi traluce per infino al fon-* do:ilquale chiaramente fi uede: fé la molta altezza come č nel mezzo,nó ěmpedifle.Et č tato diletteuo-* le mentre egli non č trauagliato d'alcun uento,qua-to terribile,& fpauentofojerTendo turbato da fortu-na.Er fé crediamo al nobilirtimo Poeta,č fortune* itole piu,che altro Lagod'Italia,qitando grauemen te č commoflojpercioche l'onda s'inalza, come fa il rnare.Nudrifce ottimi pefei,tra iqualir Carpioni fo no i piů eletti.Si prendono dall'ufcir deH'Autuno,fi no alla Primauera.Et perle acque alnflěnie, con gra fatica de pefeacori fono tirati.L'una,& l'altra riuač ueftitadifecondifsimeoliue,& per tutto ni fono tra porti giardini d'Arbori odoriferi, Cedri, Arrazi,Me Jagrane,&di quelli,che gli habitatori chiamano pň nvi d'Adamo.La parte,che guarda fu'1 Veronefe dal* vn DELLA TERZA DECA kdeftra doppo Pefchiera.ha Lanzifa Bardolino , Sj Garda,Donde il Lago riceue il nome,Torre Molefi-no,laquale,& Malalelce odo nomare. All'incórro i Tatů* diC* effe acq; č Sirmione,patriadj Catullo dolcf, & deli itilo. tiofo Poeta,col caffo fegno d'antichitŕ,ilqualee pň ilofoprail Lago.Dipoi Sirmione^Riuoltellade Bre fcianijManerbiOjFeěiciano, Portuefio, & in ultimo Salň capo de tutta lŕ Fegione. Verfo Borea fono al tiflěmi monti,& afpri fino ŕ Rina. Qjiefto luogo co Penetra laquale nafee nň lontano d'un muo fallo,fu rono giŕ paefi di quelli di Tréto.Dalla Rocca di Pe netraefee Nacoborgo:onde č detto per antico nome Benico agiontoui.una fillaba, perche č appreflb JNaco,& gli antichi habitatari glidiflero Benaco.ll Marchefe di Mantoua adunque prefi tiuri i luoghi di eflo Lago di qua, & di la dal Menzo, dipoi andň con le fue genti a Vighizzolo ,doue ij piccinino haueua il fuo capo.il Biódo dice che egli fi parti da quefte ftanze:quando prima fi molle contra Vero-nefi.Ma fia come fi uogha,ai)ai č manifefto le genci diFilippo,mentre faceuano quelle cole fu'1 Verone fe,ŕ quel luogo,che giace uicino ě' Clefio fiume,il-quale quafi co eguale (patio č in mezo del Lago Be tiaco,&di Brefcia:hauere hauutoi fuoijallogiamen Alle forze de quali il Melata uolendofi 'opporre,|an ciň ŕGauardo con ifoldati.Francefco Barbaroman do a lui una bella,& eletta fanteria de giouani, & da monti 3 quel luogo difeefe gran numero d'armati; onde i pochi giorni nell'efferato de Vinitiani dicefi che fi trouarono uenticinquemila huomini.Có que fle géti il Melata accrefeiuto l'effercito,da fantaEu-femiadi Gauardo,.prefe tutto quello, che era alle ra dici de monti Separň il fiume Clefio gli efferati ap parechiati allabattaglia ellendo molto alto,& difficile da paflare.Haueuain animo il Melata di affron-tarfi col nimico Ma poi,chc egli fepe le gčli del Piccinino efferc accresciute j? lauenutadei Conzag3, ».; dal LIBRO SECONDO. 106 «JalCombatcer fi rimafe. A* quefto s'aggiurigeuano altri difconci, che egli non haueua molta fede in alcuni Condottierijiqualifapetta efiere itatilungamé te nell'eflérctto del Gonzaga tt quanto Ior folle da hauernepoca il fine dipoi manifeftamente lo dima itrň. Imperochc molti di quelli comprendendo edere in fofpetto ŕ Vinitiani,& non hauendo modo d'ufare fraudi,andarono al Marchefe.Teniédoadiiq; il Melata,che qualche fubitaribellione nň tiracele uan Conte, Bartholomeo Coglione»& Leonardo Martinengo , co molta gente di montagna, lequa.lt erano partiggiŕne de Martinenghi,con fubita giun ta affaliando quella Valle, doppň la morte de molti nimici rouinarono la terra ardendo»& laccheggian-do il tutto. z IL IL TERZO LIB RO DELLA TERZA DECA. E k t r č, che quefto nella Val !„# le Camonica fi faceua,i Clarefi ?¦'¦- ribellarono,& fi diedero ŕFilip pň. Allaqual nuoua ribellione d'un tanto popolo, legni maggior rotta . Perche Guerriero Miniano, & Michele Gritti fu tono prefi.Iquali Con trecento pedoni,& la metŕ piů caualli, il Melata haueua ma dati in foccorfo loro.Dipoi il Piccinino mife campo a Rhoŕdo.I Vihitianijhauendo queftoamoleftocó molta gente afě"o!data,& giouam ferociffěmi, eletti da i mňti di Valtroppia,& Seroltani habitatori(mol titudire non di poca imporrŕza ) andarono ŕ leuare ifuoid'afiredio.Etpoijche'l Sole fi afcofe nelle prime tencbre,le gčnti del Melatali fermarono appref fo Pafirana,& Paderno. Intendendo il Piccinino la uenuta de rimici,fubito moflo il capo fi ritraile ŕCo logna tre miglia lontano daRhoado,& in quel luogo (% fermo. 11 giorno fegu'ente hauendo mefio parte delle genti afcofe ne i monti uicini,acciň fé in lar go campo ě Viniriani hauefiero merle le fquadre,fuf l'ero circondati,& prefueflo,col refto dell'etJército, come per do uer combattere con turto,andň contra il nimico. A !quale,giunto rei fuo cofpctto , fubito fece intendere di i:oler combattere. lě Melata nň rit fiutň,ne anche fenzaprudéza mandň la fua gente in quella pianura.Maincominciatofi la battaglia^ poco LIBRO TERZO. 307 co ŕ poco,mandaua contra i nimici le fquadre de czT ualli,& pedoni,& gli iftanchiriceueuadel curbafen*-. za gli ordini.Eccofi prudentemente faceua l'uno,& l'altro:ondele genti del Piccinino ufcendo deiluo^ ghi,doue (tauano nafcofe non fecero effetto alcuno. Et eflendo la battaglia tirata dalla mattina fino ŕ uefpro , finalméte i nimici fi leuarono dal capo con alquanto loro maggiot dŕno,che i Vinitiam no heb bero.Il Piccinino dipoi condii (le le fue genti ŕ Co-logna,& i Vinitiani andarono ŕ Brefcia.Per tutto fi jdiceua3il Melata hauer rotto il campo de nimici. Et benché ne ŕ l'uno ne ŕ l'altro laFortuna s'inclinafl'e, nň dimenop confirmargli animi de'Cittadinijche jčauano fofpefi nella fortuna di quella giornata, or-» binarono j magiftratti della citta,che fufle diiiemj-nato per turco il Melata hauer rotto 1 nimici.Laqual fama non iolofi tenne tra le mura di J5refcia,ma fi* portata la nuoua fino ŕ Vmetia, douerallegre^-2,afu «randifsuna.itperque/lo quafila Republica f Undo a nonpenlato pencolo.Percioche gran molti tudine de marinari,e comp3gni,che erano nella Cit p tŕ chiamati d'Hiltria,& di Oalmatia j? l'armata, che U »"« che di s'apparecchiauain Po,elěendo calda perii uino fcor CL.un" ' n%m* feipuběico co fuochi accefi in moin luoghi come (feJJer rmh fi fuolfare nella nuoua allegrezza,Et métrcchecer cauano noua maceria p aggiunger al fuoco, coniine ciarono abbruciare lebottcge di legno de Fnitta-rioli,& Panetieri,che fono intorno la piazza, & cac ciateleguardiedellanorte,iequali uoleuano impedire tal cofa,fi ragunarono infieme tremila di tal gente.Q^uefHfprezzatii Magiftrati,& alcuni depri mi Senatori, che erano uenuti a mitigare il tumul to,diedero principio erompere le Hoělarie maggio ri.Et giŕ incominciauano ŕ far forza, quando fopr* uenendo PjetroLoredano quello impero fu ceflato» perche udito il nome (uo,dicono 1 uolgari,che Albi to cefsQlo ftrepito,& incominciarono tutti a ubidě Della terza deca re il fuo comandamento, ilche prima non haueuano fatto per alcun'altro Magiilrato. Et da quello eiěen do fatti certi,acciň niuno non s'ingannafle; che quel mouimento era lcuato per poca cagione, tutti ne an darono a cafa. Dicelě, che il Loredano hauea acqui— flato tanta gratia,perle cofe fatte da lui ualorofumé te,chenon lolo quelli, ch'erano minimi nella cittŕ, anchorai maggiori d'honňre, in ogni luogo fé gl'in chinauano, & cedeuano. Le quali cofe egli haueua cófeguito tanto piů facilmére, quanto era ornato di , maggiore humanitŕ>& d'amore incredibile uerfo la . Republica,i!che non altrimente la Cittŕ Vinitiana r A d'P' fuole hauer caro di quello,che ella ha in odiň la fu-trl Urtano perbia,ed'ambitione.A cjfto s'aggiungeua, che qua fi giŕ uenti anni niuna guerra importante hauea fac to il dominio Vinitiano, nella quale la Rcpub. non fi foffe feruita dell'opera del Loredano .Onde j>che allhora le cofe della Lombardia erano in gran pericolo, & il poter de' Vinitiani a pena era creduto effe re uguale alle forze di Filippo,quantunque il Loredano fofle uecchio.nondimeno il Senato lo fece Ca pitano della grande armata , che era ordinata contra il Marchefe di Mantella. Laquale armata hebbe tan to numero de nauili,quanto alcun'altra,che mai fof fé me.fla infinoin quel giorno. Hebbe,comefi dice, cento e fefianta nauili d'ogni forte.Tra quali furono cinque galee,ciafeuna piů alta,& maggióre delle altre ufate,& Galeoni circa ftfl'anta.L'altra parte dell* anima haueua minor legni, ma di deprezza molto SZuatafuU ůe'oci.Viaggiunfero anchorauna lunga Ganzarsela armata de vi quale da dietro ferrafle la fquadrade gli altri nauilů tututm ln Pe OJtra di quefti una Zatara notabile fatta di quattro cento,& cinquata traili di abete,quafi grandi di lun-ghczza,come alberi di Galee.Et tanta copia d'arme, ^fornimenti trottarono; che caricarono anchora feflanta Copani di quefle arme, piů che di uettoua-glia. ěquali feguiuano l'armata. Ma mentre querta. aVinetia LIBRO TERZO. * ?o& '» Vinetia fi faceua,il Piccinino quattro giorni dipo?" la pugnadi Rhoado hauédo le géti códotte di Colo gna a quel luogo nel capo aftnnfe li terrieri a róder li.Etcofi molci altri, come Paderno, & Pafsirana. Il' giorno feguentefimilmente Monticulani,Guliane- ^*rt PrtJ^ S,Omianj,& Bnenfi. Finalmentehauendo efpugna «0 *•'«{»"»• tolieo, hebbelu 1 monti quelli di Valtropia. Et gia; tutto il piano di Brefciana con la maggior parte de montanari,era uenuto in poter del nimico, eccetto gli Orzinoui doue non molto dipoi il Piccinino do ueua uenire con le Tue genti per cóbattergli. Quando il Melata, & il Barbaro, &gli altri Magiltrati di Brefcia hebberopenfacoquello,cheera,che i configli del Piccinino non tendeuano ad altro,che a potč re attediare di fame le genti Vinitiane dentro le mu radi Brefcia,col pnuarle{d'ogni foccorfo . Le quali 'pčtdu'teyperche non era altra gente, laquale potefl'e foccorerloro,nó era dubbio,ch'ognicofa,ch'erlě ha ueuano in terrŕ ferma , in breue era per uenire nelle . aianidenimici.Per!aqualcofae(fiMagiftratidi Bre m fa/*ci» fcia celatamentetratraronojche'l Melata lafciando thč BnjěU tantijchebaftailero alla guardia della cittŕ,col refto non fiperdef dell'elVercito pafl'afle tra li nimici , doue la Fortuna le Per HCtt9* gli hauefl'e aperta la uia,& andarle a Verona. Et cofi "^ w* la terza uigilia della notte, con cinque mila, tra ca-ualli,& pedoni fi partě di Brcfcia,comediceil Biondo.Nei Comentaridel Montano non trouo(ch'egli allhorahaueiietategtnti. Et qfto io feguito piů uo lentieri,pche l'uno,& l'altro fu prefente alla guerra. Pafsiňd'Arimino Tenue, chefuron tre mila. Ma qua tofofleň piu,ň meno quello eflercito,co molta cele riti fu ridotto alla mia del Mézo.Doue incomincia toa recare il guazzo di Valezo;^ la gradezzadell'ac QiK.uegsédo eli allogoiaméti de nimici,ch'erano fu ^5f'°. *y9 ii i ¦ i- i- ¦ i n- •- • limili in fu- 1 altra riua;iqua!i gli tuetauanoil palio,mete pai tar talatčied$t do fu al ritornar di quello,ch'era (tato al partirfi, & "rntUta, j>dutialquaci caualhritornň a Brcfcia.Perche il Pie ' QQ 4 cinino % DELLA TERZA DECA cinino giŕ fi era mollo uerfo quelli, per rinchiudergli il palio. Ma il Melata con la prellezza le gli tolfé djnazLDicefi il Piccinino hauer acculatala fuatar-ditŕ,perche poco era llato diligente in quella impre fa, & per fuanegligézJa il Melata gli era ulcito di ma no. Onde non doppň molto fi molle cétra quelli da gli Orzi ; iquali anchora, come habbiamo detto , fi teneuano per Vinitiani. Tra quello dal Melata fu té tato un nuouo paflb ; ilquale benché non foffe di mi «orpericolo,cheilpnmo,hebbe piů felice fine. Men tre quello attorno Brefcia fi faceua, Nicolo Ellen-fe apprello d'Eugenio, ilquale, anchora era a Ferrara,lamentandoli molto dell'odio de' Vir»itiani,con-tradi lui dille , Saper quelli hauer apparecchiata lina grolla armata; per eflerloro nemico in fofpetto, cheil Marchefe di Mantoua per fua cagion hauerfe ribellato al nome Vinitiano ; & per quello fofpetta uŕ tale armatapiu tofto contra di lui, che contra al-cun'altro eflere fiata apparecchiata. Et diceua, che i Vinitiani ben.fapeuano, che il Mantouano, contra ilquale fi diceua ch'era per mouerfi tale armata, for zandofi col fuo potere, & di Filippo , facilméte fcac ciarebbeogni ingiuria dai fuoi cófini. Di quello,& altro lamentatoti,con piaceuolifsimc parole il Pon tefice fi sforzň di confolarlo,& alzarlo in migliore fperanza. Affermando non elferdi meiliero,ch'ei te nieile de i Vinitiani, 1 configli de iquali ad altro ten deuano.. Et, fé di efsi haueua alcuno fofpetto, eflb Pontefice tenerebbe tal modo , che perii Vinitiani tutto farebbe ficirro,& fakio.Manon rellň per quello PEftenfe di far gran numero de caualli. Et chiamň Guidone Fauencino con mille & cinquecéro ca ualli,& con trecento pedoni, nuocado Borfo fuo fi piinolo, ilquale alěhora era al foldo dello Sforza co feicento.Lequali cofedicea apparecchiare,nóperfa reingiuria,maper difenderli. ŔpprefiTo tagliň quello fpatio di terra3ch'č tra il Pň, & la Paňula con una grandijf- LIBRO TERZO. 309 grandifsitna folla tirata dal fiume alle Paludi. Et cotonň 1 Ferrarefi a metterli in arme. Et diede opera, che fubito alcune genti follerň fcritte a Rezzo, & a Modona. Lequali cofe,perche chiaraméte,rendeua-no ad altro,chea quello,che egli dimpftraua,il Por* tefice trattň con Nicolo da Elče, & coni Vinitiarri per uiad'ambafciatori, ammonendogli, che depofte l'armi era loro faceflero ferma pace. Ma con quefta conditone, che Ro-jigo con fette cartelli dell'Ifo-la,detta Polefine i Vinitiani gli lŕfciallero,iquali tré rafette anni haueuano tenuti in pegno. Superato egli adunque, & uinto dalla liberalitŕ de' Vinitianr, fubito mutato configlio incominciň aiutare l'arma ta loro di uettouaglia, & d'ogni altra cofa, laquale giŕ era entrata nel Pň. I Ferrarefi feguédo anchora cfsiil Prencipe Eftenfe,ptettarono uolétieri foccor fo a Vinitiani. Tra quello in Bresciana quelli da gli Orzi fortemente fecero refiftenzaalle forze di Fi- Gli Or\t R lippo . Ma quel, che non potč fare alcuna forza coli federo pet •tofto, chefidelferoal nimico, il tradiméto di Pietro J^*/-^, Et LA TERZA DECA fciando adunq; caůalli feicento con Thadeo t & mille pedoni in difefa della cittŕ, fu impoito a gli altroché fi mettefléro in ordine,& la feconda uigilia della notte foffero apparecchiati al partirli con ě'zt-mi,& lea.'trecofe loro.Lanotte,tratte le genti della cittŕjCaminarono per li monti di Val di Sabbia.Mol ti Brefcianiperfuafifeguironoli fěédafdi Vinitiani, ma piů furono di qlli, che v'andarono lenza eller ri ch;erti:tra quali fu Pietro AuogarojLonardo Mar- tinégo,& Antonio fuo fratello.Queili di Val di Sab jji3jCné fapeuano l'odio del Vefcouodi Tréto con- tra \'ini tiani,alcju al e obbediiutio,uedute le fquadre fmarriti prefero l'armi. Ma co aperta forza non hmié do ardire d'affrótarfi,fi sforrauano d'impedire la via, rópendo i fentieri,perliquali fapeuano,che i Vmiti* ni erano g paflare. Alcuni anchora trouati fuori del la cópagnia} ouero gli amazzauano,ouero gli trab-boccauauo giů da'monti.Fingeua il Condottiere de Vinitiani no uedere tale ingiuria per fare la uia a fol dati:& gli eflortaua molto a douer feguire l'infegne. Et giŕ un giorno paffete in quelle fatiche, la le coda uigilia della notte,nell'afpra cima del monte,che fa nell'uluma ualle,fermň le genti» Et comandň chei foldati ftanchi mangiaflero,& alquanto fi ripofafTe-ro.Dipoi la mattina molle le bandierej incominciar» do il campo a marciare auanri,Paris da Lodrono giŕ j) adietro ncóciliato al nome Vinitiano cacciati i ni mici dinlzis'apprefentň aq'llocó molta allegrezza abbracciido il Melata.Etpofcialofeguitň^l'afpreit ze de'monrid'ltalia,có tutte le gétilenz'alcunapau ra de'mantanari.Lafera gititi in luogo quieto,tutti giudicauano,chein qlto luogo fi douefle riflaurarle beftie ftanchepl'afprezza de'luoghi,& (ěmiimérei foldati giŕ due di, & due notti affaticati |> il cótinoo caminare.Allaqual cofa il Melata J?niu modo uolfe cňfentire;madicea, ch'era buon'ilpedirfiauati che'l Vcicouo di Tréto hautfle iutefo da luoiji Vinitiani paflare LIBRO TERZO. *t« jpalfarcper li fuoi confinij; Et benché molto fi affree-: tŕffe nódimeno il nimico lo intefe.Percioche i Polo ni Maclouienfě fu la fera mandati dal Vefcouo,chia-rnatii montanari alle arine, qtiafi ferrarono tutte le genti* che fé cofi tofto^come habbiamo detto il Me lata nň fi folle leuatOj haurebbe ad ogni modo hauu • to qualche rotta crudeliflěma ih quei luoghi flretti, benché anchora temettero molto. Erano m mezzo dei monti pericolbfeuie,& da una parte gran roui-nadefafsi pendeuano : Dipoi acqueprofundifsimé,' tanto lontane dalla uifta dello huomo,'che Ogni co-fa,che fi uedeua giacere nel fondo,pareua lŕ metŕ mi Bore di qudlo,ch'eH'era, gli occhi in quelle uacillan do % In quelli luoghi fpauentofě dicono,da i crudelif fimi habitatori alcuni trouati fuori della compagnia eflere Itati trabbocati al fondo * II Vefcouo hatieuŕ ¦fatto ferrare quelli luoghi ftretti, č giŕ appareua lui , hauere deliberato fu la notte, che fi auicinatia di uo-ler far gittar de gran falsi dallo alto fopra all'efler cito, accioche torto lo fraccaffe^Si ucciderle > Era fri/ptMht grandifsima mitezza,& difperatione nella fŕccia deliamente d'ognnino)& non folo della liia, maŕrtcliofŕdella ui del MeUti ta.Laqualcofa il CódottierVinitianňintčdendO, co mandňjche'l Caualcaboi.il Rahgonej& Guido gioua ni gagliardi andaffero co trecéto fanti,iquaii hauefle ro feco pugnalij& hafte corte, j? le rotture de monti taaftcofaméte a trouar il nimico, & cóbattelferO co ql legéti difarmate.il che qlli facédo cacciati i ninuci dalle cime de moti,tutro il capocómodamétepafsňi _ trecento liberatori > hauendo lafciate le arme ¦.graui in quel luogo,doue erano Ilari mandati con* tra nimici,ando<-ono auanti il redo della notte fpiatt dt> le uie, & i bofehi. Dipoi la terza mattina giunti 3, .Thegno,i terrieri da prima niente fi mollerň,ma fu-bito aflalrando l'ultima fquadra* tollero ŕ Vinitiani }>arte delle itionitioni condugéto caualli.Finalmente l'eflercitQ inuitto difeefe nella pianura d'Arco. Et DELLA TERZA DECA quiui perifpies'intefe,cheil fiume Sarca, ilquale da 1 monti Trentini corre nel Benaco,tanto eracrefciu to per le acque della notte, che Ł neflun modo fi po-teua pattare . L'altro giorno dipoi, che effi rimafero di mandare le genti oltra al fiume,fu l'altra riua d'im prouifoapparucro i nimici armati. Con liquali era Lodouico dal Verme mŕdato dal Piccinino perii L3 go Benaco,& in quel luogo s'haueiia condotto con molta armata. Alcuni dicono,il Verme,& Hranceico figliuolo di Vinciguerra efTerfi oppofti ŕ Vinitiani al (alto Penetrano. Maouero che fotte quiui, ň appretto il těume,i luoghi fono tanto iucini,che quali fi toccano.Et č chiaro, cheeflě fi miferocontrail nimi co, & i Vinitiani furono fpauentati molto, perciň- che dauanti, da dietro, & dalla parte manca tutto era de minici, & dadeftra il Lago gli ferraua . onde Leonardo Martinengo fu mandato ŕ Vinciguerra Conte di Arco,alqualeeracongiuntodi parentado, & gli fu impofto, che con quante promette egli po-teua, fisforzattedi ridurre Vinciguerra in fuo fauo-re.Ilqtiale non uolendo l'amici ria de Viniriani,alme no fi obligatte con quefto beneficio di non etter loro nimico,& allargate il patto di Penetra. Alche nň folo non lo potč indurre, ma egli fubito contra il d bito della ragione, &coftume lo ritenne. Et dipoi mandollo legato a Mantoua, doue egli fi morě. Il ca fo del Martinengo diede ancor maggior terrore al Melata ,&gěi altri. Etpareua, che niun rimedio fof fé ŕ tanni italenti huommi,ettendo ferrati dal Lago, & da Monti, & Fiumi circa alii fallite loro,le de-poftele arme no fi dettero nelle mani de ninna,oue ro le eflě uoleuano per forza d'arme farfi la uia in cofi iniquo luogo, era lorbifognodi morire, fé Pi-lofo capo di fquadra , non fotte Icorfo al falto di Penetra con mille , onero come altri dicono, con qua-trocento foldati,per aprire, (e poisibileeraja uia ŕ fuoi. Il quale apprefentaudofi, h dice hauer con no-: ita LIBRO TERZO. jrt Uŕartefchernitoil nimico. Percioche tenendo i ni mici il palio, per ilqualeerafolalaftrada ŕ Vinitia-ni,& eflendo di tal ione la grettezza di quello, che dieci huominj ualenti poteuano (ottenere molte mi gliaia, perche era di,& notte guardato, no potendo egli con la forza, con arte pensň di cacciare il nimico. Era un bofco molto uicino alla cima del monte, doue i nimici erano pofti ,nelquale circa la mezza notte il Pilofo Celatamente mife uenti fanti eletti. Et comandň loro, che fteffero intenti ad afpettare, che quellaguardia fi rimette ffej onero fei nimici lě partiuano,che fubitoprendefleroil luogo . Et eflb qiiafi comedifpefaro di paflare,la notte accefe le lan terne, lequalihaueua porto fopra la cima delle lan-ze,& ufcito con molte facelle ardenti^ finfedi andare lontano. Laqualcofa non folo die fegno,che(ě partifle, ma fece anchora fede i Vinitiani ellerfi leua ti, perche fiando in quel luogo niente operauano. Onde lafciata la guardia del palio, i uenti ch'erano uicini ufeiti quello fubito prefero. Sopragiunfe anchora eflo Pilofo con gli altri foldati. Iquali dipoi, che fi moftrarono ŕ nimici dalla parte difopra, con grandifsuno grido,quelli fpauétati, lafciarono tutto il patio aperto a Vinitiani,in(ěemeconla ritta del fiu. me. Et cofi per opera d'un folo,tanti huomini degni fi faluarono. Le genti de' Vinitiani adunque ŕ loro piacere parlarono in luogo quieto . Il Biondo dice, che in quella imprefa furono perduti ottocento ca-ualli.Marioto Mantouano, & Pafsio di Arimino dicono, non fi ricordar, che Vinitiani in quelli tempi riceueflero maggiorrotta.il Loredano,mentre que fěo fi faceua intorno i moti, portato dalle acque del Po d'intorno le mie del fiume,lequali fono tralemu re di Figarolo, deliberň d'afpettare le genti, che do-ueuano, eikr condotte con li nauili. Ma di otto mi-la,chedoiieuanoerTer nell'armata,non furono piů di tre mila, che ueuiflero. Etsů^nire egiidmioiaiu & ogni - DELIA TERZ A DECA Ogni cofa lentamente fi apparecchiaua in Vihetr»: J% Marchefedi Mantoua appreflo Hoftiglia ferrň 1IP01 con forti ripari.Et cacciati certi pali nel fiume,acciň> ŕ ciafcuno pareflero caftelli terribili, gli cinte di tre man di catene. Et ordinň nell'una & l'altra riua gran-moltitudine d'artiglierie, lcquali tutte con taleordt ne erano difpofte, che niuna forte de nauili lor fi pň, teua accodare, che in breue nň foflero forati, & rot ti in ue,nti,o trenta tiri di bombarde. Ne con minor folleeitudineanchora Sermeneto fu fortificato dal nimico dalla deftradel Podi mčzzo tra Figarola,& Hoftia.con opere 8i ripari. QJiiefta fu fatto intorno il Po . Filippo hauuti gli Orzi Nuoui, dipoi che intefe le genti del Melata ettere pattate per li monti, &effere fermate in luogo ficuro,grandemence fido! fé. Et benché fofle l'ultima parte deH'Autumno,5c parefte tempo d'inuernare, nondimeno eflortň il Pi-cintilo,& gli altri Condottieri, ad attediare Brefcia. Et moftrň lor con parole, quanto era il defideria del l'animo fuo di combattere quella Cittŕ. Diceua,che niuna cofa gli poteuaeffer piů grata, che co la uirtů defuoi Cňdottieri Brefcia fofle cóbattuta,& prefa. Laquale,oltra,che era ricchifsima, anchora import* uŕ molto la uittoria di quella. Perciň ui and3flero,& moftraflero.quanto ualeuano in efpugnarla.Speraua egli,che la Cittŕ abbandonata di foccorfo, & ftanca di fame,& peftiléza,ň per forza, ň rendédofi fi acqui itarebbe.Con tali parole eflortato il Picinino,& gli altri con uenti milahuammi Brefcia aflediarono, Se appreflo le murapofero gran numero d'artiglierie» & altre opere da guerra. Dellequali quindici condotte da Milano fi dice eflere ftate di tanta grandezza, che la minore traheua pietre di trecento libre. Alla furia di tante bombarde cofi gran ruina di mura feguito appretto la Torre Mombellana, & ad altri luoghi della Cittŕ, che i Cittadini nel principio fpauentati, chiaramente parlauano di renderli . La Cittŕ LI BRO TERZO. jrt Cittŕ haueua i magiftrati maggiormente folletti che non erano le forze de nimici . Et per quefěo tra loro cofi conuenneFO,che Chriftoforo Donato podeilŕ rimanerle nella Cittŕ, effortando quel-]i,cheandauano al palazzo ,& molti anchora iui chiamati, piaceuolmente accarezzando con molte promefle, ritenerle in fede. Et il Barbaro Capitano qm quant* delprefidio ftefle d'intorno alle porte,& alle mu- «Rullai Ma ra, ti come huomo, appreso all'altre fue uirtů, mol gifiratěrite» to animofa,$c di gran cuore,foprauedendo par-r »'«*Ł««<*- i oj jii- o j j dini che vi* ticolarmente, & ordinando le guardie , & dando tranoptrtfm fperanza ŕ Cintadinj & ŕ feldati. Laqual cola fé- forfi, ce nonfolocon lettere, ma anchora con finti mefsů In tanto, che cofi confermň l'animo di tutti, che niuno era,ilquale piů tofto non uoleffe morire per feruare il nome Vinitiano, che uenire uiuo nelle mani de rumici. In quefta maniera alle uolte fu com battuto col nimico felicemente,hora dalle niura^ hora facendo impeto fuori della Cittŕ. Et quanto il giorno per il battere delle bombarde fi guaitaua, . v, fermo FrancefcoSforza cflere partito da Filippo j> le nozze della figliuola poco adietro dinegata.Et ^ciň il douefiero chiama re co larghe ofFerte,& códitioni, |> uia d'Atnbafcia tori,che nň eia debbio alcuo,che quell'huomo fierif {ěmo,& nobile % gloria,& fatti,^l'antica emulatio-ne del Piccinino, & perl'odio frefca córra di Filip-po,fi sforzarebbe fare ogni cofa,^ togHer dalle ma-» nidinimicilauittoria.Leparole dello Eftenfemof-fero molto l'animo de Senatori, & gli furono refe molte gratie,dicendo,che in quella nouitŕ de tempi egli haueua dimoftrato al Senato la fuafede, come conuiene ŕ un fedele amico, & confederata & hauerfamilgiarméte detto quello,cheeg!i péiaua eflere utile alla Republica Vinitiana.Ma che di quelito il Senato dipoi co maturo cofiglio deliberareb-be.Alcuni dicono,lo Eftenfe allhorahauerehauuta da Vinitiani in dono Rouigo con tutta l'Ifola . Ma quella fu piů toito una certa approuatione di quelle cote,che poco dinanzi erano ftate trattatercioe di re llituire il Polefine. I Senatori adunque per tai co-fe,in certa fperanza ritornando , per lettere di.Gu-» corno LIBRO TERZO. 314 Corno Antonio Marcello lette nel Senato conobbe ro,che dipoi hauute Penetra , & Torbole , il Melata incominciauaŕ confederare con qual forza, ň arte potefl'efouenire ŕ Brefcia. Et giŕ fatti chiari, chele alquanto uoleuano sforzarfi,non mancarebbe loro la occafione di aprire il Lago ŕVinitiani accrebbero anchora in maggior fperanza:onde mandarono piů ,. ambafciarie,Giouanni Pifani nella Marca allo Sfor- ^"""^f^ za:& Francefco Barbarico a Fiorenze. Dipoi chia- ;„„„/„ ua mato in palazzo Pietro Auogaro , gli diflero tutto ih*Fr*ncej quello,cheil Melata apparecchiaua per dare loccor- co sfor\a. foŕ Brefcia.&quello cófortaiono,che tolto andaf ^'ně*ě? fé aireflercito,& di comune configlio cófultafle co'l J^t'"a ^ Capitano della efpeditione,che fi doueua fare, & co tini. fortalfe parisda Lodrono con letterejaccio reflafěe nella fede,& amicitiade Vinitiani:& anchora auifaf fei Brefciani,chenondubira0erodi nulla,& che loro non mancarebbono di foccorfo,& di uettouaglia & fi rnanteneflero mentre che con ogni follecitudi-ne s'apparecchiauano.Mentre,che queflo in Vinetia lě trattaiu,il Melata códotta gran copia di formento ŕ Penetra, perche non haueua potuto per altra uia: ordinň per li monti di foccorered 13refciani.Per nň tii adunq-, auifato Paris da Lodrono,che quanto piů lontano poteua,uenifle incótra a quelli che condu-ceuano fermento,fu datta l'imprela a quattro Capi di fquadra:]iquali diuifo jl formento a foldati,fu loro impofto,che prima ritrotiaflero Paris,& dipoi an daflero ŕ Brefcia.I nimici tra quello erano andati ad Arco,& ŕ Tenga hauédo mandato foccorfoail'uno, & l'altro di quei luoghi. Dipoi haueuano mandato TalianoForlano con feicentocaualli, & mille pe-donirliquali prendeflero con qualche infidia i códot tieri del formento con piů aflalti ; percioche i nimici haueuanointefo la loro uenuta. Et giai foldati del Melata haueuano paflato i luoghi di Tegno : &penfando eflere in luogo ficuro, erano fcorlě nel- RK *' la DELLA TERZA DECA tomefutolto laprofonditŕd'una Valle quando il nimico fubito il fermento, ]oro fi fece incontra:& ŕ quelli mife non ppeapau-fheje ma» ra.Era perauétura in un certo luogo piů uicino una (eia. per [oc- clma alta " un monte,doue i foldati Vinitiani fpaue cor/ŕ. tati le loro bagaglie s'erano ridotti.Ma in quel luo- go circondati da rumici,& con piuaflalti affaticati, & nň pochi efiendone morti,col formerň,& le arme tre giorni dipoi che furono attediati, uennero nelle mani de nimici.Era il Melata allhora ŕ Torboli,& fi diceua^che tutti i fuoi penfieri erano intenti in foc-correr Brefcia.Filippo adunque per leuar loro ogni fperanza di poter cóferuarfi,andň circa il mefe diGe naio con lei mila foldati,& col Marchefedi Manto-K/'/wrě fatti m m Vaj fa Sabbia.Et iui itete tŕto,che fece tre Ca-t,o Brlfl ^ fě en'™no ŕ N occ,raltro a Cagri, & il terzo ŕ Tofe ¦nonha«rjjč .- iT puft Ladro dio,il quintodecimo giorno prefe. Dipoi mene cam 0*. pň ŕ Romano , percioche quefto anchora era Ca-J" ftellodi Paris. Maeilendo egli forte per natura,& ben prefidiato (perche anchora non era ufcito il me-fedi Febraio) lafciano lo alfedio andň a inuernarjě ne i luoghi del Lago di Garda. Queite cole fi faceua no nelle Alpi, mécre il Loredano hauendo allettato le genti in damo dalla Cittŕ,accio no parelfe hauere gietato uia il tempo , deliberň di moleftar il Caiěel-lo Sermeneto. Il Gózaga,come s'č detto,haueua for nito quel luogo di molta difefa. Et perciň non potč efler prefo : per la poca quantitŕ d'huomini. Vennero ŕ i Senatori in fofpetto piů tofto del fupplemérto negato al L oredano per iniudia, che per non patere . Et quefto fu per pochi inuidi dell'honore d'altrui , iquali piů tofto uoleuano che la famadel Lore dano fcemafle, che ella fi fentifle accrefcere per qual che degno fatto,ilquale per grauezza d'aere infermň . Et alla giornata peggiorando fu portato ŕVi-Mtrtedi pie net'a • Stefano Contarmi fu fatto in fuo luogo . tn Loredano Pietro Loredano ogni hor piů moleftato dalla infir-mitŕ ,& finalmente morto, come eflo haueua ordinato, il calzo,& con un fallo porto fotto il capo,fen za alcuna pompa di etfequie, fu portato ŕ fanta Hele na.ll Melata dipoi c'hebbe Penetra,non cefsň d'aui-fare per lettere i Senatori, aiFermando efler fatto la uiaŕ Vinitiani indifeacciare il nimico dal poflefl© del lago di Garda. Ilquale aperto appareua che facilmente fi potefle fouenire alla Cittŕ di Brefcia. Lacofaueniua indubbio ,& cercauaficon qual rag-gione predo (i potefle fare in quel luogo un'armata, non efiendoui feluene alcun fiume, p ilquale i legni ŕ quel luogo fi poteflero códurre. Era durata quelli tale tkliberatione alquanti giorni, quando un certo Sorbolo di Cŕdia,ilquale come io credo haueua prima molco diligentemente ueduti, & cófideran quei luoghi, LIBRO TERZO, 316 luoghi,uenne al Senato ;& fece intendere che a lui uoii nuncaua ne anime*, ne cónfiglio di condurre i legni dalla Cittŕ > nel lago di Garda. Laqtial cofa, perché a curti pareua eilere impolstbile, che per du-gento miglia o-piu potettero effer códocti nauili co ěě grandi,«R««. «a,per intender l'animo di Filippo,& della fpofa, on ef$inc la Marca,chequel delicato fpofo penfafle,ch'efsi ui Joueflero andare.Et fegui.Io ini farň la lpofa,& uoi giouaniquelli diedanzeretcC^uandolo Sforzain-iete cotal cofa;aon iolo incominciň afeoirare 1 Vi • ninani, r.:; CELLA TERZA DECA hětiani, ma anchora mandň aFirenze,doue era Frati cefco Barbarico ;ilquale,noi,feguendo Pallio,hab*« biamo dimollro eflerui flato mandato da Senatori» II Biondo fcriue Giacomo Donato . I Fiorentini* benché hauelfero per certo, che rompendo le forzar de Vinitiani, Filippo non molto dipoi era per rom* Łle loro , & haurebbono uoluto a qualche guifaop porfi alle offeiedi quel Tiranno 5nondimeno perciň che niente maco credeuano poter elTere,che io Sfor za li folle alienato dal fuo fuocero, nonpoteuanol* fciarfi indurre a rifguardar le antiche leghe de' VmW tiani. Pure riuolti a quella mutationedieflo Sforza, aconforti d'Eugeniojilqualein quel tempo eraa Fi cefo sfr\ réze,rinouarono nel mefe di Febraio la lega per an-^r le ine con nicinque,includendoui lo Sforza, nel conchiudere ditioni. rěellaquale quello primo fu dichiarito . Che egli fof ěitcolo Efěen fe confederato dell'uno, & l'altro popoloj& di tutte Je compagno je aenn Capitano. Alquale doueiFero dar paga per mtlia lega o r n r » r . ° tremila caualli,& per duemila fanti. Et accio ě Vini tiaui,& Fiorentini poceilero aflbldar tate genti, qua te a quelli pareffe bafleuoleafar tal guerra, tollero in compagnia Nicolo Eftenfe;col quaie fu trattato, che per ulo di tal guerra riteneire Guido Fauentino con mille,& cinquecento caualli,& tre mila fanti-,8c Borfo fuo figliuolo co mille caualli a fpefa dell'uno, & l'altro popolo. Io trouo ne 1 cómentari del Mon tano,eflere ilato allignato per falario del Sforza dit tento & uenti mila ducati, de iquali 1 Fiorentini ne auano nouanta mila , e'1 rimanente i Vmitiani, 3c tutto quello, che fofl'e acquillato del Ducato di Filippo, eccetto Cremona, folfedel dominio Vitiitia-y .no.Tuttoil refěos'intédefledeilo Sforza. Et f<ěaltro» fi prendeire (eccettuando Cremona) quello folle di efio Capuano . Anchora quello principalmente fu-efpreflb, che fubitolo Sforza paiěifleLcbardiaa li« berar 1 vinitiani della guerra.Pafsio d'Arimino dice, che la lega fu rinouau i ToiCŔnaimétre,che wicho- xa LIBRO TERZO. |i& tu duraua l'afledio di Brefcia. Ma fé ella fu fatta nel mafe di FebraiOjComefcriue il Biondo, nonueggo con qual ragione tal cofapofla effere ftata fatta* pec cioche alianti le Calende di Génaio fi cefsň dalla.e-t fpugnationedi Brefciajbenche in quel tempo anchň' ra affai era oiFefa,non fi potendo darle alcun foccor-fodiarme,nediuettouaglieper le uie lequali erano occupate,& ferrate da nimici.Ma ouero,che allhora come egli dice,ouero,che dipoi queičo accadefle,Fi-lippo g,andemente perde l'animo per la nuoua ribel iion del genero . Il Piccinino non penfando douerfi indugiare, ne per alcun modo allettare che le forze jUi"!"'0 ' ^ , ,T ¦ ¦ ¦ re ir i ¦- j 11 c-f -del Manto»* ¦ deVinitianiljrermailero per la giuta dello Sforza, nopernonU\ cominciň a trattare infieme col Marchefe di Manto [darec uadi paflarl'Adice.Pareua che ciň non poco douef* f fé giouare alle forze di Filippo, fé la guerra fi foffe potuta trasferire fu'l Padouano,ouero fu'l Vicétinoi La qual cofa credeua facilmentepoterfi fare,fe pren deflero 1 cófini dell'una & l'altra terra,& fé potefle- ro d'improuifo occupar alcun luogo,doue fi mettef fé l'apparecchio della guerra. Ma dicono quefto efl'e re ilato conhglio del Marchefe,ilqualč prima di tue ti ifttinň la guerra douerfi allontanare dacafa,&i na «ili,che erano nel Po,attorno a Sermei,aeto,tirar pec la boca del fiume Tartaro nell'acque,& paludi,& di* poi condurgli nelě'Adice per terra,non potendo per acqua, percioche il Contarrni d'ordine de Senatori haueua ridotta l'armata a Chioggia. Ilqual confi- glio de nimici il Melata alquanto adietro haueua ia tefo per ifpie Onde con lettere auisň il Prencipe,& i Senatori,che fubito mandaflero nell'Adice tantaar matajquantabaftaffe . Ne tra quefto le cofe appref-» fo il lago di Garda ftettcro quiete , percioche Pie-* W**» Zeni tro Zeno , ělquale era Proueditor dell'armata da ffůueclitor* —. i_ i ¦ i i il nel lato at Torboh , alquanto lontano dal porto un poco , Qarda. incominciň a nauigare , & aperfe a fuoi quel* ia [parte del lago , lacuale č fra 'ferboli , & la < bocca DELLA TERZA DECA bocca di Ponale,di manierarne non poco formento fu portato ŕBrefcia,ilqual i mercatanti haueuana códotto per le rotture del monte doue il fiume fcor re nel lago , tagliati i pafsi nel faflb uiuo , & d'indi ŕ Brefcia.Mamentre, che quefte cole in Lombardia fi faceuano, s'intele,per lettere d'Anibafciatori,iqua li erano in Thofcana,& nella Marca,della rinouatio-Leitarieoppe ne della lega. Laquale recitata nel Senato , dicono, 1T iti ci" chediuemmentela forma dell'acordo fu accettata, fecondo i diuerfě uolen . Molti Ci turbauano,dubitando,che qualche fraude non foife ne 1 patti.Ne lor piaceua quello, che Fiorentini haiieuano meflň nelle conditioni,parendo ŕ quelli eflere piů fecuroimpe trare pace da Filippo,anchora,che ingiufta, che met tere lo flato Vinitiano in pericolo. Quefte oppenio ni haiieuano moiěo il Senato,& molti moftrauano af fentire, che la lega nouamente fatta con Fiorentini, & lo Sforza non foflfe ofleruata, fé una graue oratio ne del Prencipe,non hauefle riuolti gli animi de' Se->t« opt- natori. Con laquale, prima dimoftrandola lor leg- nauigň alle acque di Malopera. Quiui niu no opponendofegli & rompendo gli impedimenti del pafěb, efl'endo otto galeoni entrati nell'Adice, mifero fopra l'altra riua mille huomini, de quali la maggior parte erano arcieri. A ndrea Donato fprez- Łancjo jj poco numero de nimici,iquali fapeua mol-Contanni fu t0 «cilmete poter iuperare,ordino alquato di itarfi mortorii fottoMonte Baldo,acciň contra nimici piůcomo-Brandtlino damente haueife potuto combattere. Et eflendo oc ferie. cupato in metterfi in ordine, in tanto contra nimi- ci, iquali erano flati traggettati fu la riua,Tjbertd Brandolino con trecento caualli,che egli haueaa,fe-ce ferocemente impeto,& anchora i Condottieri dell'armata feguendo il nimico in mezzo il fiume, fanguinofa battaglia incominciarono. Nella quale il Contarmi ferito d'un Dardo,ualorofamente com battendo,cadde morto. Il Brandolino anchora egli hebbe una graue ferita nella deftra gamba . I nimici difperati di poter paffare,partititi andarono ŕ Sigua-netto . Dipoi pacarono nel fiume Bu(Teto,douepo-fli fermila Villani fi mifero ŕ fare la fofla all'Adice, laqualealcuna uoltadi notte i foldati Vmitiani paf-fandoui con le barchette riempierono. Onde muta to il nimico propofito,un'altra uia non molto diuer fa pigliando, incominciarono ŕ purgare la fofla uec-chia di Panego. Laquale opera,acciň come l'altra pň co dinanzi,non folle da Vinitiani impedita mifero ca poad Angleria uilladue miglia lontana da Legnago • uerfo uerona. Perla folla a, fciň indurre per niunaeilortationeŕ feguire il Molino.Intefaaduque la paurade'Vinitiani,fubito il Pie , cinino leuate le artiglierie da quei luoghi, nel primo j giunger de nimici, le fece rimetter ne ilor propr'i le-^ 1 gni.Et per quefto Dario,e'1 Molino incerti di quel- ; lo,che douelěero fare,ne hauédo ardire di affrontarfi : per elfer l'armata dmifa,l'uno,& l'altro primieramé-r i te fcancando molte artiglierie, i nimici co loro agio «*j conduflero ěloro legni nell'Adiee. Allhoraipauenr 11 Piccinina '¦ tati quelli, che erano fu l'ai tra riua, non afpetrando m>fe l'arma- \ l'impeto dell'armata del nimico dilperfi,& rotti tue- '" *^.'. J tifugirono.Molti dicono il Melata, ma piu il Dona- "i^ikltM to eU'ers flato cagion di .cefi uergognofa fuga . rna». Due \ DELLA TERZA DECA Due cofe principalmente mi fanno credere, piů to-ilo efler flata la colpa appreflo il Donato,& la autoritŕ di Pafsio d'Arimino,ilqualefcriue,che'l Melata comandň per nome del Donato, chelaiciau la riua del fiume andatie con le genti in luogo piů iecuro, & perche non molto dipoi trcuň , cheeilo fu da gli Auogadori di commune di tal cagione acculato, QjiieTli,cheafFerrnano,che di ordine del Donato le genti del Melata fi partirono dal riparo della riua, di cono,che ChriftophorodaToIentino fu mandato col Aio efferato a Verona, & Tibeno Brandolino con quei caualli,che egli haueua fu mŕdato a Mon-tagnana,Giouanni fratello di Chriftophoro a Vice Za,& effo Melata col retto delle genti fi era pofto a j Bagni d'Abano.I nimici pattato TAdice^flaltando tlpugnatione Legnago fu'l primo impeto occuparono i poti, nel dutyug. qUŁfe aflalto molto rifplendette l'opera di Carlo Gonzagi giouanc ualorofo.Legnago čdimfo,qua-fi in due Cartelli,! quali fi congiungono per il ponte fatto fu'l fiume, & quella parte,chegu«r da nerio Leuante,chiatnano porto.II nimico allakando que-fta,con poca fatica la ridufle in fuo potere,nel relěo maggiormente s'affaticň. Era il luogo fornito di loc corfode Chioggiotti.La fede, e ualoiofa opera de qualijCome fempre altre uolte, ibpra tutto in quei giorni era flato di molto utile a Vinuiani a i pafsi di Malopera.lui erano Federico Contarint ,& Pietro QuirmijCon alquanti altri Gentilhuomini Vinitia- f ni(alcuniiu luogo di Pietro Quirini,mertono An»1 dreaMocinrco)& furono mandati accio guardaile-ro,e difendettero il luogo.Ma come fuole auenire, che la fortuna unauolta incominciata a inchinarli, non C\ puň fermarne per ragione,ne per config'.io , interuennCjcheefsi,per il fubito rendtrfi di Cailella « . , }r ni ,infieme con li Chioggiotti uennero nelle mani apuani» lolle ....,< T n~ .,-... ,. ^ r*"del Fiie- "e nimici.Hauuto Legnago,il Picinjno,e 1 Oonza-tiuti, ga fcorfcro ne i confini dei JPadoiuno, & Vicenti- no LIBRO TERZO. jjt no a CaftelBaldoalquato s'affaticarono.Dipoi quel Quanto tot-Io prefojCon un corfo di uittoria marauigliofo,tol- fero del v*. fero Lonigo,Hrendola,Montechio,Arcignano:Mó ti t'orfo conia uallediDreffino:& quella, ch'čdetta Val d'A ?no. alcuni ancora demontanari fi refero. Maquah tutti quefti luochifonode Vicentini. Su'l Veronefe tolfero Soaue:&quafi tutto il reftodi tjuelleterre uennenel poterdenimici.il Piccinino infuperbito di tanta prň fperitŕ,mife campo ŕ Vero- / i r •ě r* i accampo te nasdoue anchora uenne il Gonzagacon tutte le gč rma Batta. ti.Erano in quefto flato le cofe de Vinitiani intor- gUafitttafi. no l'Adicerquando al Lago di Garda fu combattuto pr* *'/ Lag» con alquanto maggiore felicitŕ.Taliŕ; Forlano era a di Sfirt*» Salň con molti caualli:ma in uero con piů fanteria: & molti Brefciani erano con lui della parte Ghibel-lina.Egli con l'aiuto di cotal gente, fi sforzaua con fommo potere di cacciare i Vinitiani di Maderno, Penetra,& Torboh.Iui era Pietro Auogaro con la moltitudine di Guelfi in difefa. Onde ŕ Maderno fu afpramente.combattuto : percioche io trouo quel Cartello aůchora eilere allhoraflato de Vinitiani. Il Zeno,che era Prouedftore dell'armata Vinitiana, tanto anicino i legni al luogo della battaglia, chei foldati di quello combatterono in terra contra ŕ ni-mici.La battaglia durň da terza,fino ŕ uefpro. Du-poi métre,cheTaliano ŕ poco ŕ poco ritiraua i fuoi dalla pugna,& traduceua con prudenza i foldaci,per una uia urettapoftauicinaal Lago: II Zeno turba-uaquello,dai fuoi legni con continuo trardi faete, eflendo il nimico difcoperto,& efpofto alla ingiuria Tra quefto follccitaua l'Auogaro le ultime fqua-dre,& con molta occafione le ritardaua.Allhorai ni mici da dietro,& da fianchi danneggiati,per il gran-numero delle faette,ch'erano tiratte,fi dierono alla ruttrěa. dt fugga. I Vinitiani uittoriofi inftauano ammazzati- Vinitiani fi done molti.Et molti uiui anchora fecero prigioni, p™ilL«go4ě tagliando ŕ pezzi molti uillani. I prigioni furono &****• SS piů LDELA TERZA DECA piů di quactrocento,tra quali erano circa a cinquaa ta nobili,& illuftn. Taliano Forlano nella ofcuritŕ della notte,fpau,entaco fi ritirň a Salň. IL QVARTO LIBRO PELLA TERZA * DECA.: O Sforza s'era intanto partita della Marca, &haueua molti huomini ualorofi con lui: tra li quali fu Aleflandro, Giouanni, & Leone fuoi fratelli, Roberta Sanfeuerino, DominicoMala tetta & Lodouico Duca d'Ha-dria,alquaielo Sforza haueua elatp lafěgliiiola, Francesco da Ortona,& molti altri huomini eccellentiflěmi in fatti d'arme.Da Efio, da ne era ftato ordinato che tutti fi trouaflero aFano,& d'indi adArimino andarono.Quiui métre,che egli ri uedeualeinfegne delle genti, tutti gli altri furono fotto i fuoi ftendardi:eccetto Guido di Faenza,il-quale,fi era fatto della parte aduerfa . Laqual cofa quando lo Sforza intefe,alquanto flette dubbiolb, non fapendo difcernere,doue egli prima fi haueflei riuolgere.Vedeua quefto efler fatto per configlio di Filippo,accio per un nono nimico egli ritardale di pafl'are neila Lombardia.Ma fi come egli era di fubi-toconfiglio,penfando niunacofa maggiorméteappartenere alla prefente imprefa,che douendo uenire 3 feruir Vmitiani,toglier Rauenna,& Folimpopoli, squali luoghi hauutijgli farebbe aperta i breue la uia di LTBRO QUARTO.' " z%% ¦di andar nella Lombardia, aflaltando Forlimpopoli il fecondo giorno dipoi,che ui pofe d'intorno il cam po', aftrinfeglihabiranti ŕ renderli. Dipoi andando ŕ Rauenna,intefei nimici hauer paflato l'Adice,& -*n?.*"'.°. Ptf hauer occupato quafi tutto quello , che 1 Viniuani """'"'V hatieuano di qua,& di la dal humc,eccetto Verona, padtHani<& & Vicenza.Et piu,che i Veronefi erano attediati. Et Vicentini. che in Padoua, & Vicenza fcacciatoneil prefiilio, erano pericolofi tumulti,& fé tofto egli non u'an-dafle,ogni cofa era per uenire in poter de nimici.Ma quanto appartiene al tumulto del le due Cittŕ, dico no ciň efl'ere auenuto,per cagione de i foldati, che erano flati porti alla guardia di quelle . Iquali troppo licentio(ě,ufauano latrocini!, & rapine per tutto contra i miferi Cittadini,non altrimenti , che cétra ŕ nimici,che follerň prefi i battaglia. Dilche i Pado uani ingiuriati, erano corfi alle arme, ma dipoi per opera del Pódeftŕ (ě ritennero dall'impeto. I Vicentini anchoraperfimili cagioni haueuano cacciati i foldati,& dimoftrŕdň la loro fede uerfo i Vinitiani: diceuano,che loro non facea dibifogno di arme fo-jreftiere:& anchora,che aflai chiara era la lor coftan aaŕi Senatori. Onde con tali prouedimentiellŕ Cittŕ farebbe piů fecura contra l'impeto de nimici j che con altro foccorfo de mercenarii. Furono molto laudati i Vicentini dal Melata, ilquale gěunfelu'l primo tumulto. Et hauendogli confortati a manre-nerfi nel loro antico itudio,& fede, fu ŕ quelli con-ccflb,che difendeflero la Cittŕ con le loro forze, fi come addimandauano . Simili noue furono intiero, molto piu graui in apparenza,cbe in effetto,pur fe-cero,chelo Sforza fubitomutafle ^poniméto. On delafciato il camino di Rauenna,leuatoil capo,ué-ne al potč Rňcano. Dipoi cacciati tra le mura diFor li,Guido,& Fracefco figliuolo del Piccinino, co gra numero di caualleria,il quito giorno dipoi, che lui fu giuco partendoti ueune ŕ Bondino fu'l Bologne- SS i fé — DELLA TČRZA DECA Onde hebhe fé-Di qui perii Po furono mandate ŕ Chioggtale ělnornedm* monitioni,& paflando per Fermalo le porteapen» re Hadriati te,uenne ŕ Goro, & d'indi in Hadria. Donde prima t>é fu detto Hadriaco,& dipoi Hadriatico . Queftofu un Cartello deThofcani lungaméte molto potete; Uche noi habbiamo uoluto ncordar,acciň che alcu nň creda,che il nome del mare fia deriuato da quel-rAdria,ch'č nella Marca.il potere adunque de Vini tiani códufle ne i confini di Padoua queito bello ef-fercito piů tofto di quello,che ogniuno fi pentaua, per le quattro grandi acque,che egli haueua ŕ pafla-re. Percioche quel tratto del lito fi rompe in molti luochi perii crefcer de'fiumi,checorreno nel mare ouero,peril percotere di elio mare . Prima adunque ŕ Goro un de fiumi del pň fu fatto un ponte con tre ta due lunghe barche fermate con le ancore,fopra il quale ni pofero lunghetauole,& fopraquelle molto iabbia.Da i lati fecero sbarre,accioche per il mo-uere del ponte i caualli fmariti non cadeflero nel— l'acqua.brano in difefa di quello dodici legni in or dine da cóbattere. Iquali,fe nella parte difopra del fiume hauelle fatto impeto il nimico difendeflero il ponte da tale ingiuria.Dicono,che le géti,che gui daua lo Sforza,hebbero per cofa miracolofa, che co fi tofto foffe crefeiuto il Po,che poco macň, ch'egli rompendo egli argini con fubita innondationenon haueffe fommerfigli allogiamenti, che erano polli non lunge dal fiume, & che gran quantitŕ di bifcic haueuano circondati eflě alloggiamenti.L'altro paf-(bfu fatto alle Fornaci oue polle quarantaquatro barche legate Ifieme.E perche il luogo anchora era alpropoutode nimici nell'ufare inndie, ni furono polli dodici Galeoni in ordine di arme,& di cňbat-tenti.Et cento arcieri teneuano il ponte difeib . Il tery.opaflb alla bocca dell'Adice attorno a i foflbni fu ferrato con ottŕta Burchielle.llquale paffatoap prefToai liti del mare,furono menate le genti a Bró • dolo. LIBRO QUARTO, dolo. Per queftauiaanchora tragettato l'efferato, perche era largo il paflo,fu fatto ělponte di tutti gli altri piů lungo cu nouanta legni. Qiiiui lo Sforza fcorfo al porto,ilquale Chioggia ha lěerfo Venetia, trouň trecento nauili per portare le genti fu'l terri^ cono Padouano,ne iquali gli huomini d'arme , con ruttala moltitudine delle fanterie entrati,,incomin. ciarono ŕ pattare ŕ feconda di uento per le acque,le quali fono tra il mare,e'l territorio Padouano. Era. cofa grata a molti,& al medefimoSforza.iiquale era ufo alle imprefe di terra,& no maritime,prima di uč dere trecento uele fcorrere in un medefimo tempo, Apprefl'o gli erano mille nauilii minori d'ogni forte d'incorilo fparfi.I quali per feruire, & per defiderio di uedere erano loro andati incótra. V'erano ancho ra moltijche per nome publico fi rallegrauano del fé lice giunger dello Sforza,& gli apprefentarono alcu ni doni.Fu meflb in terra lo effercito alle Cňche fui Lf segrKa( Padouano,doue furono ueduti6244.caualli,& fanti U efferato^ mille,&{'eicento.Qjjelli,chefannoil numerowino ritroso frfl re,dicono,quattro mi!!acaualli,& due mila fanti lo Padovano. Sforza dipoi^iichebfee guidatele genti fu'l oterri-torio Padouano,niente haueua piů a cuore,che di-iiuirinfiemeconlcfue genti quelle del Melata j& douefolleognilaltra forza de Vmitiani ,accioche ^fT4!!*9. piů toiěo fi affrontafTe col nimico. Ne anche il Me- J^""^^ lata^intefo il giunger dello Sforza, molto indugiň, taion'leif^ Ma il di feguente, che egli ui giunfe ,^1 apprefentň \a-^de quali l'uno fu ŕ fanta Croce,l'altro a Mópiano) dredelia f*-gli fece fpianare.per quefto fuccefloi Brefcianial- tria' «juanto rileuati deliberarono di combattere Salň: con pen(ěero,che l'armata Vinitiŕna opponendogli le acque,& eflě fortemente da terra combattédolo prenderebbonoperfbrzaodi uolňntafoggiungena^ cheTalia Forlano haueua i fuoi allogiamenti a Ca-ftegneto,perilarfipiu lantano dalla pefčilenza. Et cofi a Gatiardo fi trouň Thadeo da Efteinfiemecó trecento camalli, liquali gli eratro rimafi di quella Pietro Auogaro con trecento montanari,& Dioti faluiconfeicento mercenarii.Taliano fpiato il cófi glio de nimici,andň a Feliciano. Contra ilquale i Brefciani fubito fecero feroce impeto. Ma egli to~ fto portate i n Feliciano le bandiere:& ridotta la bat faglia fotto le mura de! Cartello,eflendo dalla mattina al leuare del Sole combattuto per l'una ,& l'altra parte egualmente in fino amezo giorno,& eflen doi Vinitiani ftanchi,gli altri incominciarono a pň co a poco a leuarfi dalla pugna . Contra quelli, *¦*"<* de Vi-chefi retirauano indrieto,tanto impeto da nimi— m."¦*"»'•««* ci fu fatto,che rotri gli ordini furono coftretti per * forzaauolurkfpalle . Thŕddeo hauendone per- SS 4 d DELLA TERZA DECA perduti,alquantě,continiudo il co rio fuggě alle m5 tagne,doue non molto dipoi con le genti ,lequali Fracefco Barbaro haueua fatto uenire da Bergamo, accio maggior rotta non fuccedelfe,ritornato da Ga uardo,efpugnň il forte, che haueuano i nimici a (an ta Eufemia.In quello flato erano le cole de Brefcia ni,quando lo Sforza hauendo congiunte le fuegen ti infieme col Melata,come ho detto, fi mofle con-tra il nimico. Intanto Verona era molto grandemen te molelěata,& le mure tremauano per lo continuo batter delle artiglierie.Spiato adunque il numero di quellij&i nimici auifati della uenuta dello Sforzai mandarono fubito fu'l Matouano le artiglierie;e la-fciato lo attedio con tutte le gente andarono a Soa-ue,ilquale č Cartello del Veronefe. Quiui efsi haue «ano tirata una folla nelle paludi uicine aH'Adice,15 tano cinque miglia da Soaue,& fornita di potentifsi mi ripari.Laqualeeflendo difefa appareualo Sforza efler efclufo di pottr dar aiuto a Verona, Brefcia , & Bergamo.Egli tra quello all'aitato Lonigo co afpra battaglia,pnma che folle fera il prefe per forza. E di poi prefo.come fcriue Pafsio d'Arimino, lo fece fac cheggiare a foldati.il Biondo dice, I Callellani effe re flati tentati co piů battaglie indarno, & che il luo go fu fortemente difefo.Et quando Pietro Brunoro loSfor\d fé &Troilo,l'uno & l'altro canfsimoallo Sforza, l'u-te focheggi* no grauemente ferito da un colpo d'artiglieria, l'al-fthtmgo. tro ůmilmente percoflb da una palla di piombo, fu creduto,che folfero mor.ti:allhora lo Sforza accefo d'ira,& di furore,con tutte le fue forze li fermň con fermadeliberatione,cheprefoil Cartello per forza, non folaméte il faccheggiafle, ma rouinafěe affatto. ma finalmente eflendofi refi quelli da Lonigo rafFre nň l'ira.Gli alloggiamenti de nimici non molto era no lontani da quel luogo.Ne mentre, che quello (ě faceua nel loro cofpetto,quelli hebbero ardimento di aiouerfě.Hauuto il caflello,lo Sforzalo le fqua* LIBRO QUARTO. jj? \ dre,(ě mofle ferocemente contra i Condottieri de * nemici,E mife lo eflercito dinanzi a quelli appreflo Soa«e,& lor die copia di combattere.Ma eflendogU rifpofto non eflerneceflario di far battaglia auantiil rinouar della Luna,hauendo incotal maniera efpref fa efsi la confefsió della paura, fi uolfe a racquiftare i Cartelli de Vinitiani,de quali non pochi ricuperň, promettendo di non offendere alcuno. Dicefi da alcunché doppo quella feconda imprefa, & non prima fu pofto il campo a Soaue, & che finalmente la-fciato ogni altro luogo il nimico fi accapo in quel ' luogo come commodifsimo tra tutti di farfi incontra allo Sforza, fé hauefleuoluto andar aVé-rona.Ma perlafofla tirata fin alle paludi,non fi potč uŕ fenza molto fangue in quella parte a fuoi aprire la uia.Deliberň adunque lo Sforza, & gli altri per li Lo sfo,\« Monti andare a Verona. Et prima il campo giunfea congli altri Ronca,detto il Cafrello di fan Giouanni,che inten- fj*er°n **] defle la deliberatone de'CapitaniVinitiani.ilPici r^tn e" nino,11 Tolentino & gli altroché erano in foccorfo di Verona,fubito ufciti,come haueuano ordine, ab-brucci aro no alcuni ripari, iquali haueuano fattoi Condottieri di Filippo appreflo la Cittŕ- Et due di quelli furono per forza prefi,& dipoi co nuouo pre fidio de loro Soldati l'afsicurarono . Tra 'quefto lo Sforza aflediata Ronca,fece una fiera pugna col Pi-cinino appreflo i ripari,i quali egli alquanto adietro haueua fermati (u l'altezza de Monti. Nel primo en trare le genti dello Sforza fi fmarnrono. Ma dipoi Troilo,& Nicolo da Pifa con molto numero de ca-ualli mandati contra nimici pareggiarono la battaglia. Et mentre che le fquadre noncedeuano l'unaa l'aitra,il Picinino hauendofi la notte retirato con le genti a Soaue fenza rinouar labattaglia lo Sforza pafsň fu i motni,che uanno fino a Verona. 1 Vinitia ni adunque tenendo la cima del monte, il Picinino tondufle alquanta d'intorno le senti per fortificare iCa- :¦¦ DELLA TE RZ A DECA i Cartelli che haueua prefo fu i monti uicini, nondi-» meno non uolfecombattere:perciocheoltrache lo Sforza haueaper tutto pollo infidie, eraanchora Al periore per numero de foldati.il Biódo,ilquale fola mente la memoria de" foldati mercenar.ijdiee,che ui erano nel campo de turnici quatordici mila armati. ZoSfor\agii* Łt jn qUe|jo ^ Venitiani ledici mila,& gran nume- tea Verona, ,. rl . ,,, _ ,., , t cc & bebbe tut- to di Fanteria nel 1 uno,&nell altro campo.Lo Sror-tii luoghi (f z.a entrato in Verona,non pafsň con lo eflercito de torno *WjL- tro alle mura,main campo Marrioappreflňallacic-^"*« tŕ.Etdi prima fece penfiero di uolerpaflareTAdice. Ma il Piccinino,ilquale era a Porcile,pafsň fubito il fiume.Dipoi fi parti con tutte le fue genti, & andň a Vigafio fu'l Mantouano. Allhora lo Sforza ritornado adrieto,aHediň Soaue. Ilquale hauuto,hebbelě-milméte in pochi giorni tutti 1 luoghi appreflo l'A-dice,eccetto il porto di Legnago . Mentre che que-fto apprello Verona fi faceua,legui quella unione de Greci con la Romana Chiefa, mediante lo Spirito" Santo.La cui queltione dilputata nel concilio Fer-rarefe,doppo molte contele & uane hebbe ottimo %. ne.Percioche in quello,in chepareua,chedillentifle ro,unitamente allentirono.Hauuti lo Sforza, come ho detto,tutti i Cartelli di qua dall'Adice, i quali il nimicohaueuapccupati,dipoi condufle gli etlercici uerfo il lago di Garda. Et fu tentato Bardolino con afpra battaglia,percioche tutti i configli dello Sfor z.a,& de gli altri a quel luogo grandemente erano ri uolti,accioche per qualche uiailLago apriHero.Col quale rimedio folo appareua poterli louenire a Bfc-fciani,iquali hoggimai dalla pertilenza & dalla fame erano in cftrema miferia ridotti, percioche oltra quella terribilissima rotta > laquale nel Combattere della cittŕ haueuano hauuta, cinque milahuomini erano morti dentro della terra da grauifsima peftilé za.Lafameanchora molto piů, che di prima era ere fctuta,elTendo macaco quelle rapi,noci,& altricotat frutu, LIBRO QJ/ARTO. 316 frurti,con liquali alquanto dalla fame fi erano fofté tati. Diceuafi adunque per publica uoce, la cittŕ per tanti mali in breuedouerfi rendere > le con l'aprire del Lago (libito non folle mandata nettouaglia, & ibccorfo a quelli. Et perche l'armata de nimici alquanto era piů potente,che quella de Venitiani, no hebbe ardire il Zeno,ne i fuoi, eflendo a Bardolino d'auicinarui le naui . Oode auenne, che quando lo Sforza uide la cofa efler in tutto difperata, & che no poteua pef neiiim modo confeguire il fuo intento , (perche ifotcorfi farebbono Itati tolti dal nimico per le acque del Cartello) lafciato l'afledio , di lŕ lě parti.Perche adunque egli non u'haueua fatto ajcu-no effetto furono mandati a Brefcia il Caualcŕbo, guerriero Marnano,& Giouanni Conte Romano con mille huomini a cauallo,& trecento fanti, oltra il Conte di Arco,& il Thiene,per foftener quella co iiettouaglia,& foccorfo.QueftiperVal di Sabbia di fcefiin Piemonte,ordinarono che fi riiioraflero ica ualli,che erano fianchi per l'afprezza de monti, in Juogo herbofoprima,ch entraflero dentro della eie tŕ.Tra quello il Barbaro haueua prefo conlěglio d'-abbrucciar parte di quella armata, laquale era a Salo,a quel luogo madatiThadeoda Efte,con Andrea Valerio,& Andrea Leone.Similmeute il Zeno Pro-ueditordell'armatajfu ammonito perlettere,chean choraegli con gran preiiezzauolefleefleruiprefen re,& che con quata forza poteua fi conducelle con* tra nimici. Il Piccinino co'l Gonzaga intefo il conlěglio de nimicijoccultamente leuati da Vigafio con. cc.caualli da Pefchiera andati a Feliciauo,lě congiun feroinfiemecň Luigi S.Seuerino;& Talian Forlano^ iquali eflendo importo, che co tutte le géti douefle-rp feguirli,fatto fubito impeto, fpogliarono la caua Jeria Vinitiana,laquale anchora hauea le ftanze nel Pe de Móte.Et tolti anchora alcuni di quelli,cóftriŕ fero gl'altri a fuggire de ero la cittŕ.Dipoi riuolci pcc opprimer DELLA TERZA DECA opprimer quei foldati, che efsi haueuano intefo efle re itati mandaci al lago,(idiuifero in tre parti. 11 San feuerino fu mefiň fu i nauili, & gli fu importo , thč douefle combattere fopra l'acque. Talian Forlano fi ftefle alla porta con le fanterie fu i monti di Mader-no. Et il Gonzaga col Piccinino fimilmente mettef fé i causili fu la uia, che fepara efsi monti dal lago. Ordinata adunque l'armata de nimici in quella gui-ia,fubito aflalto la Vinitiana. Etl'Eftenfe concitaua le ciurme, che dell'ero aiuto ŕ fuoi che erano molto trauagliati, allhora i uimici, mouendofi dalla cima, & da fianchi contra ŕ Vinitiani con grandiffimo grido re s'affrontarono. Thadeo da tante difficultŕ cir-condato,era intento con quanta forza egli poteua a conferuarei fuoi. Ma tanta paura da prima era entra ta ne gli animi loro che quali in niun luogo, fé non thč attorno allo Ertenfe,fu da nimici combattuto.Et mt. co^ jn breue tutta l'armata,& quelli,che erano in ter ato rafurono oppre^fi • Haueuano allhorai Vinitiani tre . galee,quattrofufte,fei Galeoni, & fette ganzare. Due delle quali combattendoti, nel principio fcorfe ro mirandoli ŕ Torbolo. Il refto dell'armata col Ze no Proueditore uenne in poter de nimici.Con que-iči anchora furono prefi Thadeo, il Valerio,& il Leo ne Proueditori. Appreflb di quella infelicifsima rot ta s'aggiunfe anchora. Che il di, che feguě a quella infelice battaglia, il nimico prefe la Rocca di Ma-derno . Dicono molti, che giŕ adietro dallo Sfor-2.a tal cofa fu con(ěderata,& piů uolte ne haueua aui facii Senatori Vinitiani , acciň mandaflero fuppie-mentofoprail lago, affermldo,chefe torto nonio faceuano, quella armata, che ŕ quei giorni haueuano apparecchiata, farebbe preda, & botino in breue de nemici. Ma egli con potente foccorfo fermň Tor boli,& Penetra, perche dal nimico perla uitroria alzato con fubito afTalto non foile prelo. Quella rotta ititela ŕ Vinetiadiede grandifsinia criiiezza ŕ i Se Datori, r LIBRO QVARTO. ji? ttatori,& ŕ tutta la Cittŕ.Ma acciocché non pareffa, tinon*___ «he efsi haueflero perduto l'animo, fubito ordinaro- ta fatta nel U nouhanouaarmatayConciHuerfomododa quellaprj g° rf» G*rd*t ma da effere pofta nel lago, cioč, che i legnami, & le cft'ěU™ Ste. , . i_- r rr j > -r- ěuno Cantimi altre materie apparecchiate tollero condotte a Tor- ^ boli,confeicento carri. Doues'hauefleŕ fare otto ga * ', lee,& altri tanti galeoni ,¦& quattro fufte . Per que-fto adunque ragunate tutte le maeftranze furono or dinati ŕ fare l'opera, & fu Capkano dell'armata Stefano Cňntarini.Et ŕciafcanadi quelle galee fu afle-gnato unGentilhuomo Vjnkiano Sopracomico ., j^Iandarono anchora danari in campo per alquanti inefi , & fupplcmenti, & molte altre uettouaglie.In quella eftate quafi niente altro fu fatto eccetto que-fěo. Giŕ era uenuto lo Autunno, nelquale corrotta, quafi la terza parte dello eflercito in pochi giorni di febre s'infermň. Per laqual cofa lo Sforza andň con tutte le genti ŕ Gebeto. Il nimico fimilmente haue- ' uŕ le fue ftanze ŕ Vigafio. Et nň manco era infermo il fuo eflercito,che quello de' Vinitiani.Et oltra la fé bre,i campi anchora furono affatati.da crudeliflěma Peftilenza.I Senatori Vinitiani,erano follecitati per il pericolo di Brefciani,& tal folecitudine, come quella,che era di tutte la maggiore, molto aggraua-ua l'animo loro. Laquale tanto era in quei giorni fac tamaggiore,quanto erano in maggiore difperatio-ne per la fama della rottadell'arniata. Onde delibe- \\snt ni rarono di mandare ambafciatori allo Sforza,da li- doambafcia-quali foffe per nome publico pregato che auati ch'e- t«ri allo Sfar gli s'inuernafle co le genti (perche giŕ s'auicinauail \a accio pro-tépo) uolefle prouederealla fedeliflěma Cittŕdi uet *edeife * *** touag!ia,& altro (occorfo, fé era pofsibilc.Et acciň, '""* che quelle cofe^che lo Sforza lafciaua di dietro fof-fero piů fecure, ordinarono i Senatori di condurre il fiume dell'Adice purgando la folla uecchia, quattro miglia fopra Legnalo . Imperoche fatto quello ap-pareua che eflendo fparfe le acque per lungo, č per largo t* che guěft fi fece l'armata nel La go digarda. Il Piccinino Molfe abbnitě* r l'armata che liface-ttafopra il 1 fatto per il Melata faprati munte. DE 11* A" ?t "E R ZA' 15 Č C A •largo,ilPidouanoe'1 Vicentino, & anchňta HVe-ronefe, che erano di' quŕ dal fiume fofferó difefi da foccorfo, 1 tlBRO QVARTC " $28 foccorfo,i legni,che erano aTorboli,& quelli, che % doueuano uenire,foflero fecuri d'ogni ingiuria de ni rimici. Mentreadutique,chel'armata s'apparecchia . : Wa,& ilcondiir dell'Alice,mutatoconfiglio,fu inter r^^^ meflo,lo Sforza deliberň di portar wettouaglia a lire sf«r\a per fcianiperli monti. Hauendo adunque- ragunato a [occorrer &r Torbo!i,& a Penetra certa qualitŕ di formento, con /"<*• Édatofi.checon preghiere, ň pagamento placarebbe a montana! i;ň non potendo,uincerebbeladifficultŕ di quei luoghi per forza,& co arme, leuato da Penetra con tre mila cauaili, & millefanti fcelti da tutto ilnumero,andň a Thennio fótano dal Calvello mez 2.0 miglio'.Gltradi quefto haueua datto ordine, che fofiero portate alcune artiglierie,conlequali,facen-» do dibifogno haueffe combattuto i Caftelli.Ma men tre,che egli flette a Thennio i Condottieri di Filip-» pOjiquali haueuano intefo il configlio de nimici, era no andati a Riua, &con iloro foldati haueuano fer-> rata la Valle di Lodrono . Laquale occupata, il Pie-* cinino con Sanfeoerin lafciato in foccorfo di queJJa ottocento fanti,& trecento cauaili, che tenefferoil Itaflo di Thennio , & che anchora cuftodiflero tutti t uoghi prefi, effě co'l campo ritornarono indrieto» Tra quefto fi haueua imbofeato al capo del Lago, il-quale č in quella Valle, Martiano ,& Giouan Con-r te con tutta lacaualleria ,per.opporfi contra la ue-> nutade nimici . Quando il Piccinino,& gli altri giunfero onde, fubito fu attaccata la battaglia. Nel-? laquale accefi gli animi de' Vinitiani non lolamente foitennero il nimico il giorno, ma anchora la notte. Et perche «1 giorno era in breue p mancare,abbruci» te le cafe uicine per hauer luce,tanto durarono nella pugna, che il Piccinino ftaco a poco,a poca incomin ciň a ritirarfi , contra ilquale,fu fatto tanto impeto da Vinitiani giŕ di uincer fecuri,che fubito ri-tiolto in fugga, hauendo perduti tutti i cauaili, & la fanteria, con pericolofo corfo giunie alla foxximi,? tŕ del DELLA TERZA DECA natta del Pie ta del monte di Ponale, ilquale č fopra le acque de* cinino & con jagO . Doue fu faluato da un Thedefco, ilquale egli quanta fitti** penali rifpetti appreflb di fé teneua. Pur con graui midiP'nto. ^at'cne Per *e ro"»rede monti uennealle acque a •t: ' baflo del lago : & con una barchetta molto debo- *W le, pafsň ŕRiua. Il Sanfeuerino accompagnato da uenti caualli, fmarrito fi ritirň per afpri monti ŕ Ma derno. Ottanta,eletti del numero de nimici,furono fatti prigioni,& di ordine di Francefco Barbaro con dotti ŕ Brefcia. Il Piccinino non fmarrito per quella rotta, chiamň ŕ lui il Sanfeuerino,& andň fubito per occupare i pafsi di Thennio . Giŕ lo Sforza era fcorfo ŕ 1 monti con animo difarfi etiamdio la ftra-da per mezzo de nimici. Thennio č pofto fopra un Colle alto,dal lato deliro, & dal (ěniftro fono monti pericoloni, & pendenti. L'uno de quali č commodo alla terra,& ha un Cartello per natura, & per opera molto forte,l'altro,ch'all'incótro s'innalza,č un lue» go fterile,& maggiormente derrocato . Qjiiui con gtan numero de fanti il nimico fi mife appreflb la ter \ ra era Carlo Gonzaga con le fquadre in ordine . li Capitan Vinitiano fimilméte era alla radice del moa te, che habbiamo detto eflere flato ferrato da i fanti de nimici. Et uedeua manifeftamente non poter fu-perar la difficultŕ di quei luoghi afpri fenza graue battaglia per gli nimici, che erano all'incontro dal lato deliro, & finiflro. Et penfando tra fé fleflb dub biofo di configlio, con qual forza, o ingegno potef-fe fare la uia per li nimici. Ecco non penfando che ui de di lontano noua gente, che da Riua uenitia uerfo Thennio. Et flimando egli, che il refto delle genti, che erano ŕ Vigafio, follerň fiate chiamate ŕ quel luogo dal nimico,fubito mandň contra al Gonzaga gli huominid'arme tutti ŕcauallo,infieme co Troi-lo.Et egli dapoi riuolto ŕ i fanti,de quali fempre una grande fquadra era folito ŕ tenere appreflb di fe,mo-ltraua a quelli la fommitŕ del monte occupata. Per laqual LIBRO QJARTO. jja laqual cofa grandemente gli pre?aua,&anchoraef-fortaua,che fé uoleuanoeflerdaěui (limatidi quel- fy lo honore,che effě defiderauano,& fé per cagione *lUf*»tiru, «le i fuoi benefici! uerfo di quelli ufiti, iquali erano moki,& grandilfimiuoleuano una uolta rendergli qualche degno merito : fé finalmente haueuano di-fpolto di far qualche opera ualorofa, o degna di me noria,come conuienea ualenti,& fedelifoldati, ouero qualche nobile fatto in fua prefenza,cercafle ro con la battaglia di quel giorno acquiftaffi laglo «a, & la laude della futuramilitia,& conferuarfi quella della pattata. Andaflero adunq; con faldo, Se fecuro animo contra il nimicoiilquale fcacciato,nó folamente conferuarebono la fedeli (Ti ma Cittŕ al Dominio Vinitiano ma anchora s'aprirebbono la ma a una bella,& gloriofauittoria. Hauendo finito di parlare lo Sforza infieme con gli altri fi drizzň uerfo la fommita del monte con tutte le fanterie. Et egli con una lunga haita in mano auanti gli altri cammaua. Et quantunq; i foldati apenapoteuano fennarfi per la dihScultŕ del monte,fcabro, & ratto: nondimeno perla prefenza,& perle parole del loro Capitano inammati,con gran iollecitudine u'afcefe ro . Dipoi lo Sforza, moftrando a foldati il fuo Troilo con licaualli appreflbla terra: ilqualeferocemente fofteneua la battaglia, eflortaua quelli •d affretarfě, & auanti gli altri toglierla palma della vittoria. Et egli dipoi con uelocecorfo afeefo fo-pra il faflbfo monte, doue facilmente poteua cfle-reueduto,8f udito da fuoi , con allegra uoce incominciň a e fio r tare Troilo, Nicolo da Pifa, 9c gli altri, che ferrati infieme rompeflero iě campo de nimici perche giŕ egli con li fanti haueua ri-modi i nimici, dalla iommitŕ del monte:dipoi ritiol to alla (quadra de effě fanti,métrejche faccuaanimo a quelli ,ecco che di lontano giŕ occupato il luogo, uede i fuorché cacciavano i niouci rotti, & fparu*,p r- DELIA TERZA DECA a- . leuiebŕrTedemóti.AUhoraconlieto grido, &crof landň l'afta difle.Hor fu compagni miei ualorofifia* • • te lblleciti dietro UtJ nuditŕ de nimici fi,che uótof niamoadietro.Scacciategli da ogni lato, tt cofi ar* taccata la battaglia da una parte,ntornaua a fare ani mo a gli rinomini d'arme. Ma rifrefcatafi la battaglia, per la nana giunta de nimici,la uittoriafu alquanta piů faticofa. A quello lo Sforza , perche haueua in-» tefo il foccorfo effere (tato fcacciato giů del mon-j te,il che haueua recato grande fpauento nella fqua«» dradenimici^S mode ultimatamente co tuttala fua, fanteria onde prefo Cefare Martinengo ,che in me-, zo la pugna fortemente combatteua , & retirandofe per forza i nimkiadaetro^tutti furono poiči in fuga Fuggendo efsi,i Vinitiani parte ne ammazzaronoR & molti gittando le arme a terra a quelli fi refeto.. t'ittoriacte Doppo Cefare,Callo GonzagacódugentocauallL imtianm & trecento fanti,uenne.nelle mani de Vinitianj.Crer tnni*. dette nel principio lo Siorza,che'l Piccinino fimik niente folle flato prefo da- i fuoi.Ma non eflendogli prefentato tra li prigioni promife cinque mila duci. . ti,fe alcuno il poteua aggiunger, ^prenderlo. Ma ětzn'ifpk. e§'' e^n^° con paura ritirato détro della cerra,ftec mno cbeno téafcolěo un giorno.Perchelfapeuaache fé lo Sforza, fprtf*. haueiě'eintefo lui efiere in Tennio,con diligente af-< fedio hauerebbe circondato la terra, & gli- tuureb-, be tolto il potere ufcire.Dipoi fu la meza notte tra-, ucftito,tutto guafto,& ferito,fu le fpaUe di un folda^. ta,portato fuor della terra,per uie non ufate fi fece-portareal Caftellodi Riua. Doue gran parte d'hua mini d'arme fuggendo erano uenuti.Alcuni dicono, che inuolto in un facco fu da un Col dato portato fu© riin luogo fecuro. Il di feguente lo Sforza cinfe la terrad'afledio.Etin quei giorni furono fatte alcune leggieri fcaramuccie:nellequali il Malatefta Prenci; pe di Ccfena giouane ualorofo,mentre che gagliardamente s'affrontaua col nimicio, fu prefo. Palsio_ u t /. d'Arimino QUARTO. 34» ŕ'Arirhěno d!ce,che doppo la efpugnation di Tennib io Sfňrza con le fquadre in ordinanza andň alla ter ra di Riua,& che nella pugna,che ini fu fatta, il Ma-latelča fu prefo.Aleardo Veronefe, nel panegirico, éh'egli fcriue allo Sforza,dice, che'l Piccinino l'altro giorno dipoi, che s'era leuaro dalla battaglia, meno in ordine le genti, uennepcóbattereil capo éc Vihitiani. L'audacia delquale tanto fu piů ternbi Je,quanto che fi credeua perlafrefca battaglia de ni "' iriici,le loro forze edere ftanche. Et pjrue per quefto manifdto allo Sforza,& agli altri,hauere a fare «ňn tal nimico, che ne uincitore , ne uinto poteiu quietar^. Come fi folle il fatto, in quefto ogni uno S'acco'rdŕjChe per quéi giorni, qualche uettouagha fu portata dallo Sforza ŕ Brefciani. Et erano ancho Usura del *a per hauerne molto piů,fé la rotta di Verona, che /"«»*"»» che fegui inqůei€iorni,non haiieffeleuatole genti Vi- "e ěiimui>** • jil •• ¦ r \j r & i ne umtopoie ninaneda tale imprelaHaueuano penlato alquan- M* quietarti tb adietro i Códottieri di Filippo prendere occulta-inente la Cittadelladi Veronalaqual č uerfo Pone tč.Perche haueuano intefo da un foldato Thedefco, ilquale allhora u'era détro prouigionato come ferě ."*/'Ł''• *»' tieil Biondo,che quella con poca diligéza era guar Pp "!%?/'y'ei data.Pafsio d'Arimino fcriue,che efsi lo intefero da rana. Un certo Mantouano,ilqualelaertatepaflatafu pre fo,& alqtiato era flato appreffo di Giacomazzo Bo lognefe Capo del prefidio,mentre fi procuraua da-fcŕri per rifcoterlo.Et tra quefto liberamente andan do perlemura,& monitioni ,commodamenteogni éofa uide. Giŕ per adietro , come ho detto , hauea iti animo di far quefto il Piccinino.Ma giudicauŕ effe-re da differirlo,finche i Vinitiani s'inuernafTero.Af. fine che fermaffero le loro parti in Verona,prima, «he i foldati Vinitiani fi leu alierň da gli allogiamen-ti.Ma quando uidero le cofe efl'ere ridotte a tanto, ehe giŕ lo Sforza al lorodifpetto fcorreua Brefcia, accio leualfero quello da tale imprefe/ollecitarňno TT z di DELLA TERZA DECA di ridurre ad effetto il configlio. Et coli da ognilat» chiamatele genti leuati occultamente da Ruia,pri-ina arriuarono ŕ Pefchiera, che quelli, che erano chiamati a quel luogo,fi trouaflero infieme.Maim-» poftoa queělijche feguirdouefiero eflě fubnoanda ti a Vigafio,tolftro co loro tutta la moltitudine de foldatijche ini erano.Etil primo giorno di Dicembre nel principio della notte uennero tacitamente tre]* MU con le fquadre ne i campi appreflo Verona. Dipoi la CHudtl a vt riotre,porte le fcale alle tnura,con quelle pofsň co-*•*"*• Iiii,c4ie gli haucua condotti a fare tal cofa,poi gli al- tri feguirono fenza ftrepito,fin che li guardiani, & Japortajcheloro era uicina,oppre(Ta5& rorta,i Có« dottieri con tutte le genti n'entrarono. Il pianto de ferki,& lo Crepito delle arme die fofpetto di tanto tnale a quelli, che faceuano la guardia attorno ali* Roccauecchia4& a quelli,ch'erano a difefa delle mura. Poi crescendo molti alcri fegni per liqualifi poteua intendere effere i nimici/ubitr fu gndaro al larme.la Cittŕ/marrita perii rotrordellanotte,8c per li fpauentoli gndi,tcfto prefe le arme. Si fcorre* uŕ da ogni lato con molta paura,& prima alla Piaz-ra,chečuicinaal Palazzo. Etgialeuoci denimici «la quella parte della Cittŕ,che tra prefa fi udirono. Ł'1 Gonzagahaueuano incominciato la quarta uigi lia della notte a mandare le fquadre nella Cittŕ. Al lequali uedendoellerfatto refiftenza mutatoconfi-glio fi rimale dalla pugna,perche tutti i fuoianchora non erano giunti. Alcuni dicono che per grande im peto di quelli, che entrarono, fu rottoli ponte Ra f!olanOj& che 1 quella parte fi cefsň.Maperqualca-gion ficeflafle,io non trouo.Perfmanre adunq; l'animo de Cittadini , incominciarono a rompere co» fubitoaflaltolecafeuicine alla Cittadella:lequali erano dalle parte di dietro. Tra quefio molti amici del nome Vmitiano erano uenuti i publico, & I Ma giftratia pena in unto pericolo frpeuano quello» che UBRO QJ/ARTO. J4f che fate ficonueniffe. Ecfuperfuafo a quelli che fi doueflero prouedcre mentre era la notte di ritirarli in luogo (ěcuro, non hauendo altro modo di aiuto, & ccrcalTerodifaluarle fortezze . Lequali tenute; non era dubbio,che i nimiciloro rasi grado ferebbo no coltretti Jeuarij della Cittŕ.Et laici all'ero i mi fé ri Cittadini dar luogo a tale iniqua conditione di te po,& fcruare la Cicca a miglior fortuna. Barchola-meo Pellegrino huomo di grade autoritŕ tra li Tuoi & aachoradi nobile fede uerfo i Vinitiam partédofi loro li accompagnň per fino al ponte, che (j dice di pietra accio non ineorreitero in qualche incommo-do,che non poteflero andare in luogo fecuro uenu-co il giorno fi uide il campo de nimici fenza alcune^ trailo entrare co ipeto _p la porta Rafiolana. Pafsio affermarne entrarono auanti il giornoXa gran pau rahaueuariftrecta l'animo di Cittadini^cioche nň fapeuano quale ftaco dotiefle eller quello della Cit-la. La cofa era in grandifsimo pericolo ; fe'l uincico re uolefle faluarle ouero darla a foldati a facco. Era nella prima fquadra Luigi dal Verme ilquale dipoi la con iŕnagione del Carmignuola fuo foeero eflen do delle parti aduerfe,da fu a poila hauc.ua tolto bau do.Queěti feguendo le forze di Filippo per la gran» dezz.a del fuo animo, & per la nobiltŕ del fangue, fi era fatto apertifsimo nimico deVinitjani.Per laqual cofa fcorrendo egli,uenne alla cafa doue hatieua in tefo eflere tutee le facilitŕ del Melata,& ellendo fdc gnatOjiuuitň fubito i fuoi a faccheggiar le robbe di qviello.Per tale frflempio gli altri, che erano uicini, d'.*iěilero(idi preda, fcoritro a faccheggiar tutte le cafe priuate . Altri dicono , che quefto fu fatto da Francefco Piccinino figliuolo di Nicolo.ilqualeera ftaco lafciato a difefa della porta Rafiolana. Ma o fof fé queiiojouero altro,č inuero manifelto, chei terrieri in quel giorno erano per riceuere graue danno klě Maggio imotao efpercifsjmo, & ůuio,& 1 quel . TT $ é DELLA TERZA D^CA empo di gran nome tra li fuoi popolari, non foRg corfo al Marchefe di Mantoua pregandolo, che noa uolefle comportar , che con tanto danno fofle giU7 fěa la Cittŕ non Punendo meritato tal cofa. Laqua-leeraincorfa in tatuo pericolo non per colpa dei Cittadini, ma prefa fenza far alcuna difefa haueu^ ceduto . Et che affai gli poteuabaftare,che fen-zafangue, & fenza fatica haueua Taccheggiata fi no bile Cittŕ.Il uero,& utile parlare di colui molfe l'animo del Gonzaga : E fubito fece comandare a i foj dati,che non faceflero ingiuria ad alcuno, ma douef fero feguire l'infcgne ordinataméte al Palazzo,do-f ue poco dipoi eflb fu dichiarato Prencipe de' Vero^ nefě. Dicefi,chein quellalega ,che contra Vinitiani haueua fatto con Filippo, prima fu efpreflo , che f<$ Verona,& Vicenzafoflero ftate prefe, s'intende.fle-ro edere acquiftate al Marchefe di Mantoua,& non ad altri. Dipoi quella dechiaratione riuolto il nimico a nceuere le parti piů forti della Cirtŕ,eccetro lq due Rocchepofče in fu'1 monte,& quella irecchia., che č nella pianura, anchora ridufěe in Aio potere-porte, ponti, & muri.Et mife l'animo a combattere la Rocca uecchia, doue hauea intefo,che Carlo fuo figliuolo allhora era flato prigione. Et haueua ad. ogni guifa deliberato ouero rompere il ponte, che č, fopra il fiume,ouerofarui unafoflacon uno riparo,, accioche quelli, che erano dentro della Rocca, pii* non haueffero,donde fperaiTerofoccorfo alcuno. Et mandň Giouanni Gonzaga fuo fratello alle Roc-^ che di foptacon tal forte di mor.itioni, chelepotef» fé prillare d'ogni aiuto. Et tentň anchora di occupare le ferraglie della Chiufa, acciň manco lo Sfof ya h:uiefle potuto per alcuna uia fouuenireallapre- f, Cittŕ. Et fece intendere a Giacomo Maranico TclfTcUiZ CaP° della Valle Policella,che egli in quella notte ''Valleptlicel haueiia prefa Verona ,& haueua in fua podeftŕ la l nr.oglic&i figliuoli fuoi. Łt fcfubito non foLleci-, uua, 1tŕu'a,che gli fofle motirato qualche uia, o modň,ňŁl tjuale potette attediare le Serraglie predette, in tut to eradifpófto di dare in preda ŕi faldati lafwamo-glie,& che farebbe morire i tuoi figliuoli. Perlequa Ji minaccie egli niente fpauentato , ma fubito (cacciando il meflo, con gran numero de contadini, andň a incontrarti con lo Sforza. Perciócheqoel gior -no, chefu prefa la Cittŕ , al uefpro s'intefe nel campo. Era {titolo Sforza per la nóiutŕdi tal cofaal^-quato dabbiofo fopra ŕi lui, a pena credendo al mef 'faggiOjfenon gli fulTero uenute lettere da piů part^, che lo aui.fauano,chefubito iioletěčfouenireallefuč cofe quafi rouinate . Onde modo il campo auanci giorno, & leůato da Torboli, chiamando il Melata X'ef in(iemeconlefuefquadre, uenne al fiume dell'Adi" n° lO**, ce,uquale hauendo panato fu 1 tramontare del Sole1, con poche uenne alle Serraglie dei mouti,doue fu l'afpfezza di quelli fi uede la rocca. Si riftringe l'A- Defcrittiene dice allo ufeire della Valk La'garina, & per le ftrét- dtll* Clxfint. tezzedel monre rotto, Con molto ftrepito difeende giů de luoghi alti(fimi>& fafl'ofi . Iquali fueri fé efté dono un traredi Arco , quafi informa de muri per piů d'un miglio . Et tra le etlremitŕ del fiume,& de i faffi, č cofi tiretto fentiero, che rn alcuni luoghi no potl'ono paffare due foldati a paro. Ma appretTo del-' ěa Rocca,cofifi ferrano i lati del monte, che il fiume ilnnf,eruna,& l'altra riua con altifsima ac<|ua. In quellaparte adunque doue fi appoggiano le Roc-" che,lungo al trare di un'arco, č una certa uia tagliata di uiuo fallo : per doue puň pa'ffŕre un fo-lo a pie, ouero a cauallo. Io ho quafi ardire di affermare, che quelli, che hoggidifono due monti, giŕ furierň un folo. Laqual cofa guardando (i puň comprendere molto facilmente , percioche le cune di ŕmbidue,che in fuori pendono, & quelle rotture de fafsi di maniera Ci corrfpondono, che nefluna altra cola tra loro puŕciTer piů fimi-"' TT 4 le, A DELLA TERZA DECA le. A quefto luogo}comehodetto,al uefproeffencf» «enuto la Sforza, in te fé da quefti, che erano in Toc-cerfo della rocca,quel luogo eflere flato tentato da Francefco figliuolo del Piccinino. Ma pelando di nň potercófeguircofa alcuna, fenza altro contendimé to ritornň indietro.UjCapitano de' Vinuiani temen do di non incorrere in qualche imbofcata, mandň auanti Nicolo da Pifa fu'l fare del giorno con alqua ti elpediti caualli,ilquale ifpiafle le uie,& principalmente i luoghi occulti.Qjuefti non molto dipoi con preftezza ripportň,gran numero de nimia eflčre ap piatati allo ufcire delle ftretture.Dicono,che allho« falň Sforza molto fi cómoUe:& dimonitrň al Mar» ce"°'a^ Melata,& a gli altri publicamente parlando, c^eera difpofto in quel giorno,ňdi morire nelle ftrertezze di quei luoghi, oueroaprfcfi la ftrada col fangue de nimici, & che egli haueua per certo il nimico hauere ferratal'ufcita della Valle dauanti, & che penfaua,che giŕ tutti iluoghianchora fodero ferrati da dietro. Andaflero adunque con ferocifsi-no impeto contra nemici fotto la guida dello Sforza^ della fua fortuna.Et fapeffero, che neflun luogo era rito molefto,ne anche nell'una forza d'arme, laquale efiendoui la profperitŕ della fortuna, nň pň teffe cfier uinta dalla uirtů, & ingegno humano. Ec giŕ i foldati inceri alla battaglia s'erano mofsi,quan-doperceti mefsi s'intefe tutti i luoghi efler fecuri, & Giacomo Maranico con mille huomini cuftodir l'ufcita de) la Valle, acciň non fofle fiata ferrata dal nimico . Et che egli comandante ai foldati,che s'af-faettafrero, ne doueflero temer de infidie . Di tale auifo lo Sforza allegro, fubito fece andare l'infegne ¦ auann ,& 1 foldati Yeguire di buon paflň. Come giunfcro nell'aperto,li fermarono a Volamea , fěn che tutto loefFercitofu ordinato,accioche d'in^ partendoli andaflfero alla Cittŕ con l'eflercito qua. id. Apprese aicunidi ciň non trouo cola aicu. LIBRO QJVARTO. j4J na,ne anchodello Sforza. I CódotcieriVinitiani fi riténerolanotteal luogo di fant'AmbrogiOjOct» miglia lontano da Verona. Q^uiui furono bene aui-fati di tutte quelle co fé, che in quei tre continola giorni erano fuccedute dentro di Vcrona,& co qua» li forze il nimico haueua affollate le Rocche, & in che guifa il Marchefe di Mamoua haueua pofte le artiglierie alla rocca uecchia,& come fu ammonito dal guardiano di quella, che fé egli non fi rimoueua da tal'efpugnatione,haurebbe pigliato il Aio figliu» 10 Carlo,& jn quella parte de'muri,che prima uedef fé fmofsi,lo farebbe lacerar con molti turmenti:per lequali minacele fpauentaco fé era ritenuto. Et cofi 11 quarto giorno dipoi per li monti andarono alla Rocca di San Felice. Alcuni dicono, che gli nimica fecero alquanto difefada i ripari, che haueuano op-poftiaVinitiani,che ueniuano.Madipoi perl'afprex za de* luoghi,& per la uirtů delle genti dello Sforza facilmente haueuano lordato luogo. Allhorafurono mefsi commodamente i fanti per foccorfo dentro la Rocca. Et lo Sforza dipoi mandň Aleflandro fuo fratello, il Melata & molti altri ualorofi huomi ni con tutti i caualli alla porta,che č detta del Vefco uo. Et appreflb esortarono alcuni Veronefi: liqualt a cafo erano in quel luogo,che fé nň poteuano aprir con bonrŕ, per forza rompeflero la porta a i fuoi. Laq uale prefa, entrarono tutti 1 foldati dello Sfor- fnyt de m. za nella Cittŕ. C^iiefto inimici intendendo , tofio »»" fa** iugoironooltrail fiume. Etappreflo pontenuouo PerJ' fi"" - r-> i r ili • ¦ w i -i - j- dello Sfor%A tata fu la fretta de gli huomini o arme, che il potč di ^JT ligname, ilquale fepara dalla Torre quello di pietra, fu tutto fraccafěato,& rotto. Intanto,checó cinque faualli, otiero, come altri dicono, noue cadde nell'acqua con granifsima rouina. Dicono, che tutti furono fommerfi nel fiume . infieme con 1 caualli per il gran pefo delle armi, eccetto uno, che fu aiu-tatodal cauailo,&coa grandifsimamerauiglu di tutti DEttA TERZA DECA rutti quelli, che ftauano a uedere, nuotň amarriti. ¦Lo Sforza dalla Rocca mandň i fanti nella arti, 6c Ver** ctall <ěl'an^° intefe > fuoi čflere dentro , & il nimico fug- •enti delsfof ~g>rfi- Apprefěb i ponti,alquanto fu combattuto. Ma %* ricupera* gittato il fuoco fubito contrail ponte dalle nani, & **. «di dentro aiutando 1 cittadini i foidati dello Sforza entrarono per mezzo la cittŕ. Q^uefto narrali Bioa do.Ma Patsio d'Anmino dice,che da efle Rocche in tdue parti furono mandate le eenti contra nitrirci d* biffo in tanto, che oltra alia Chiefa di fan Zeno, la .quale č a pie.del monte,furono mandati i causili dai •laco. manco/Le fanterie oltrela Roccadi San Feli- la not,-.je aiutando i Vinitiani di cibo, & di lume , & con--fonandoglipeoniefuuemitoilgiorno, ufeirono in f ublico. Et allegrandoli i Cittadini con lo Sforza,& jco'l Marcello p la uittoria riceuuta, falutauano quej. li conlachrime,chiamŕdogli padri, & liberatori del la Cittŕ. Et raccomandando loro i Tuoi beni cefi pi» i>lici, come priuati, fupplitauano, che non iftimafr fero eflere (tato colpa de' Cittadini, chela Cittŕ in quei giorni fofle fhta prefada nimici, perche queir-Io non era auenuto per lorcagione,& che al pri^ jmo grido erano corfi con le armeja doue il himrco* entrato la notte empiua ogni co fa di rumore • Ma Ě Magiftrati, cedendo anchoratflě, obbedirono per non incorrere in maggior danno Ma che allhora,u? dendo le bandiere de' Vinitiani, non folo uokntieri gli haueuano accettati,ma fubito,che il nimico fi cac ciauadella Cittŕ , tutti prefero le,arme, & attore noaipoaci aiutarono i Vinitiani. Fu lodata publi-caméte la fede de' Veronefi.Et dipoi tnolte allegrezr 7.e&lachrime,comefi fa per fouerchio gaudio , lor fu detto , che dňueflero ftarecon buono animo, ne temeflero alcun danno publtco , ň prillato, eccetto fluelli,che erano in diffettOjie alcuno era, che nň ere deuano,che fofle ftato autore di quel publico pericolo. Ma piů tofto cňfolandogli,& dolendofi era dato Iperanza di miglior fortuna a i mcftilfimi Cittadini, attoniti nel uero per tanta nouitŕ . Dico-* no , che quafi il Maggio fu uccifo da Ciarpello-ae per cagione de' fuoi beni, iquali eflo Ciarpcllo-f těe defideraua di faccheggiare , onde fu rtrafeina-to per forza , come ribello irianzi allo Sforza . Mae^li con tanta efficacu.tUefela canili Tua.»& de. i fuoi. SU- DELLA TERZA DECA iTuoi Cittadini, che non Colo fi purgň di quello , di che era incolpatola anchora inoltrň tale colpa ef-fer molto lontana da lui, & da gli altri Tuoi Cittadi-•i.Per laqual cofa di confentimento di tutti fu allbl-to,& degnamente lodato, come benemerito del Do minio Villitiano • Lo Sforza da la Chiufa haueua JjŁf fcritto a Venetiaai Senatori il calo di Verona.Iqua*» li auifaua, che con tale animo andaua contra il mini co,che ouero in pochiflěmi giorni ncuperarebbc la Cittŕ al Dominio Vinitiano, ouero egli co' fratelli, & il relto dello etterato farebbe difčrutto . Afpettaf fero adunque, & traqueftopregatěero, che egli ha» ¦effe buona fortuna,che in breue occorrerebbe d'in-, tendere ňl'unacofa,ň l'altra. Era il Senato cornino-«amente in Palazzo,& la nobilita de' Cittadini nella Piazza molto trifta , & dubbiofa tra fperama, & j>aura,& tutta la Cittŕ in queito attenta,quando s'in tefe per lettere publiche,& priuate l'una lopra l'altra portate, Verona efiere fiata nhauuta,& inimici cacciati quatrro giorni dipoi, che fu prefa. Dicono per cotai nuoueeTlernata tanta allegrezza, chei Senatori non poteuano ritenerfi, che non lachrimaflero. Gran moltitudine corfe al Palazzo,& molte cógra-tulationi furon fatte tra i Senatori,& la Plebe. Furono ordinate le proceflioni per tre giorni, & nelle Chiefe refero molte gratie al Sommo Dio.I Corrie ri quapto uennero piů rofto l'un dell'altro , tanto maggior prezzo riceuettero. Furono uditi anchora rémbafatt» gjj ambafeiatori de' Veronefi, liquali non molto di-*tn*nd™ial P°'uennero. Et dichiarando con molte lachrimeil ft^toperi*, miferabil cafo della loro Cittŕ , lě ifcuiauano ci non r» ifcKJŔtioni efl'er itati colpeuoli,& eH'ere uenuti ,perdimoftrare a i Senatori la fede publica,& prillata . Dipoi, accio-che per nome publico fi rallegralfero della prelerte uittoria,furono benignamente riceuuti. Et dipoi ri-fpoftogli, che la fede di quelli giŕ per adietro era aliai nota ai Prcncipe,& a Senatori. Et per queito tempre t.t-IBRO QVARTO. ?4f ftt hauere desiderato,che quel la Cittŕ fofle confer-uata, & fopra tutto fi rallegrauano e fiere auenuto, che quella fenza altro maggior danno , ň pericolo era fiata ricuperata. Fulodatadaogniunola uirtŕ dello Sforzala fortezza del Melata,& lainduftria del Marcello,& di molti altri,iquahŕ tempo s'erano trouati alle cofe quafi perdute . Et appéna ueduto il nimico l'haueuano fuperato. Onde i Senatori ordinarono, che'l Magiftrato della Cittŕ donafle allo Sforza, dieci mila ducati, & al Mtlara due mila. Con quefto furono licentiati gli ambafciatori, & effi an* ehora apprefentati tornarono a Verona. Lo Sforzi tra quefto, perche era giŕ uenuto il uerno ,deliberň inuernariě a Verona. Mailpenfiero di Brefcia cru-ciaua grandemente l'animo fuo,& di molti altri, che erano con lui . Onde poco inanzi alle Calende di Gennaio,leuato da gli alloggiamenti, ritornň a co-battere Arco,&Thennio. Et erano giŕ flati i campi alquanti giorni nel piano d'Arco,quando molti Sol dati per gran freddo perirono. Il Melata fimilmente per il crudo uerno poco mancň, che non moriffe, & ritornň a Verona per l'Adice . Allhora lo Sforza, perl'afprezzadel freddo ,& per la pertinacia de ni-miciuinto,eflendo per tornare agli alloggiamenti, mandň Cierpellone & Troilo con circa trecéto huo mini, & qualche uettouaglia 3 Brefcia, per la uiade* fdme dt monti. Diceuafi pubicamente i Brefciani effer uč- er*intte-nuti a tanta penuna,che mangiaiiano ogni brutto,& /"*• cattiuo cibo. Era manifeflo, in quei giorni.ne iqua-li Verona era fiata prefa da nimici che Brefciani di-fperati haueuano incominciato a trattare inpubiico di uolerfi rendere. Et (ifarebbono refi,fé il Barbar* ŕ tempo non hauefle loro parlato publicamete. Per lequali parole ceflarono della loro uolontŕ. Appa-reua anchora,che per comandamento di Filippo/of-fe importo al Piccinino,& al Gonzaga,che con mag gior follecitudine tenefiero ferrati i Brefciani dentra t D Elli A TERZA D ECA tro le mura,& guardaflero con diligenza, che alctm* uertouagliaa quelli per qualche uia non folle porta-ta.Doppň adunque,chela gente dello Sforza and» aFranz.aCorta,ouero, come altri dicono-a Gufaco^ fu cóbattutocontrai foidatidi Filippo. Iqualiinan-21 »1 giorno per fubito aiTal'co di effe genti lpauenta* ti,& poiti in fuga, >ei dettero trecento caualii. Et ac-cioche la Cittŕ n parte fufle liberati dall'aftedio, & dalla fame & anchora aleggerita della moltitudine,^» }i monti donde erano uenuti i Condottieri, ritorni» reno allo Sforza» & agli alloggiamenti.L'armatatri «^uefto follecitamentes'apparecchia^iaa.Torboli ..* Laqual cofa alquanto leotaméte fu fatta^perche per duta Verona, in quella paura fuggirono gli artefici,-7A»rttdtl & per molti giorni fu rimeffa l'opera . Quiuitrouň> tUt*' «1 Melata efter morto,efTendo follecico ŕ far compě* re t'opera di quefta armata, & nň in campo per gran freddi^comealcuni dicono. Gli altri alioggiamenti per la grauezza del uerno furono alquanto piů quie ti. Si diceua,che fu'l prinopio della Primauera, Giŕ uŕn Cornetano di (cefo della famiglia Vicelliaaa, il-* quale-era Capitano delle genti d'fcugenio,perefler di grande animo,eflendameritameote in fofpetto al Ponten"ce,occuitamente(ěpofein> lega con Filippo, & col Piccinmo,& tra loro s'accordarono di trouarfi in un remrMi nella Marca cóle genti, ch'egli haueuu Et che'l Piccinino pafsado il Po andafle i Thofcani, l'uno a fpéger le forze de' Fiorentini, l'altro ti Prenci piato dello Sforza. Laqual cofa da pnma appena-fi pň teua credere,quando fubito s'intefe,»l Piccinino nei mefe di Febbraio ellerfi leuato da gli alloggiamenti, & hauere traggettate le genti per il Po. Allhoralc* Sforza per tal co fa commoflouennea V'netia,accio che allaprefenza del Prencipe, &de' Senatori parlaf fé della fomma della guerra. Grandemente egli te-meua, che per qualche fubita forza , il Vitello aflal* tafle la Marca, nuda d'ogni fuo foccotfo. I Vi pi adunque, quello cofi richiedendo, madarorio ani iufciaton al Ponteflce,iquali con lai trattarono, chip jquello, che era ftato conceflo allo Sforza del Prt iě-cipato della Marca,gli reilafle faltio. Similtnéte cotiv ¦ forcarono i FK>renuni,chefollecitamemefi mettef-to in punto con le arme. Ec che non (blamente cacV mafleroil comune nimico dai loro, confini, ma an-chora fe era poisibile,che nň fŕceflero danno a i luoghi ti elio Sforza.Molti, & uarii adunque furono tra tj-tieito gli ailalti di quello in Romagna. Liquali for*> gemente furono loitenuti da Sigifmondo Signordi JKimuio col Malaieftafuo fratelJ0,ilquale fu prefo a 'Jhenmo & dippi eratěato cambiato con. Carlo Goa fcaga.Onde nceuuti da Vinitiani mille fanti, &aU trocanti da FiorŁtmi,le (quadre de caualli dello Sfor 2.a,dall-aMarjca-iiennero tolto in loccorfo. Lafciato adunque il combattere Mugellano^Uaqual imprefa kaiieiuěafcuto Guidone di Faenza, il nimico inco-BMnciň a pallate l'Appennino . Tra qnefto i fratelli JVlalateiia ribellarono al Piccinino. llquale prefe $ II Pěccěněn* forza alcune Caftella fu rAppenina,&hauédoghri P"foil mo-n' dotti in iuo potere, in tutto le disfece. Filippo haue ^f^Xr"' va lperato in qlla eipeditione, che lo Sforza ad ogni {„ ThLc*r><ů modo lafciafe l'ěmprefa della Lombardia, per difen-r pref* di Gii* dc-ele fue cole, & quelle de'uicini. Et allhorafopra **o'yu*Uo*. tutto itauainqiieftafperanza,qiiando fubito s'inte-i-feGiouan Vitelloni ordine del Pontefice eflerefta-» to prefo da Antonio Rido Padouano, Caftellanodi Catěel Sant'Angelo ,allaqual nona parue prima il Piccinino douer efler priuo d'ogni fperaza di farfar* • %i,8i. douere ritornare nella Lombardia .Ma egli non 4blo.no dičluogo,ma anchoraalquanto piů feroce» méte,che prima chiamato il Malatefta, & co Guido^. i& Aftore di Faenza,fimife co gran forza a pattare ia 7 hofeana per gli alti colli del Appemno/prezzate 1^ ijeui,do.ue con fatica doueuapaflare. Ne i Fiorenti ŕ taptomoiiimcnto tipofarono j ma d'ogpjlatg. ' nduffero BELLA TIRZA DECA iěduffero infěeme le genti. Eugenio , che era flato ferino confederato della guerra ordinň che ogni Condottierc,che fi affoldaua fotto il Cornetano fof fé ridotto in Thofcana da Lodouico Vefcouo,ilqua-!e Con nome di Legato era fuperiore a quelli. Ma ef-(ě fenffero a loro foldo Paolo Orfino,& Michele At tendulo con gran moltitudine de' caualli,& fanti.Ec Et diedero opera anchora,che Troilo,ilquale era fě* to mŕdato dallo Sforza con genti nella Marca,fi doli effe congiunger co quefti, accioche tante forze inficine poite, non folo faceflero refiftenza al nimico, waanchora potettero moleftarlo . Mentre, che tali «ofe furono apparecchiate da Fiorentini, il Piccinino, benché con molto danno folle flato cacciato da Primolcorio da Nicolo da Pifa che allhoraeraa Firenze, & era flato mandato a i monti con gran quaa titŕ de fanti per ferrare i paflě, nondimeno non molto dipoi pafuň l'afprezza de'monn,& uenne a Monte Pulciano. Intendendoti adunque il Piccinino ha» aere paflato i monti, i Fiorentini molto temettero. Ymtre ie Et quanto cétra Poppenione di tutti quello eraauc ěim pn nuto piů tofto di quello, che ogniuno penfaua, tan-t* H to maggiormente fpauentaua l'animo loro,& erano ln ccrt' dr quello che doueflero fare in queflo impr» uifo principio. Onde mifero per la Cittŕ la notte le guardie,& attorno le parte. Maperlafubitauenuts di BofTo,& Troilo con belloJ& eletto effercito dell» Sforza,riprefe animo la Cittŕ per tale paura fmarri-ta. Ilnirriico flando a Monte Pulciano die cagione Ŕi gran follecitudine a i due nobili popoti,& alquanto traile lo Sforza in diuerfi uoleri. Onde auenne, ehe non coiě tofto, come ogni uno afpettaua, fotto la Primauera fi molle contra il nimico. Da una parate i Fiorentini il chiamauano con folleciti meflě,dall'altra i Vinitiani con molte promefle il riteneuano, te lopregauano, che non muta fi e la ragione della jucrra,& la HĚttoria3che eoa tanta fatica quafi ha uč* «a LIBRO QJARTO. 349 vi ottenuta del nimico,non imerrompefle,per ricer caria un'altra uolta. Djceuano anchora, che le cofe de'Fiorentini,nó potendoli difender con le loro for z.e,farebbonodifefe facilmente col potere del Pon-fice,& de gli altri confederati. Ma quelle de' Vinitia ni,lafciate nel maggior conflitto nella Lombardia, eflendo abbandonate da lui, non potrebbono cofi fa cilmente ricuperarli. Tra quefli penfieri lo Sforza Dubiutlon cflendo molto dubbiofo,Et cominciando il fuo indů fottsf giare eflerinfame appréflo il uolgo.Il Piccinino pre fé Policiano, & pafsň nel Cafentino Taccheggiando, & ogni cofamettédo in terrore. Appreflo a quello fucceflequafi una maggior rotta; laqual fů,che Bor fo da Efle hauendo con lui gran numero de caualli, per il giungere delquale, il popolo Fiorentino ha-ueua gran lperanza,da quelli pafsň a Filippo. Ma lecofe del Piccinino nella Thofcana non furono di poi di tanto buono fnccedimento,come erano fiate prima. Percioche, fcorfo fu i pafsi di Arezzo,eflen-do per fare impeto contra Sanefi,&cňtrail Ponte-fěce,tato flette a deliberare,che ritardň il corfo della fua fortuna. In tanto, che le genti d'Eugenio uénero ad Arezzo,& auchora Troilo Or-fino, & altri in quel luogo trapochi giorni con il sforzo dell?efler cito ui uennero. Et egli, intendendo tato nu mero de genti efler ap pa-rec- chiato dal nimicojfi ritirň alle radici dello Apenoino. VV IL IL QUINTO LIBRO &ELLA TERZA PICA, iftmé & fimta gen ttdt Finiti* R a il tempo della Primauet* & giŕ la eftate s'auicinaua,qui-do loSforzaitefeil fucceiiadei le cofe di Tofchana : & pene nň eradatemere,come dianzi,alle fuecofe ne de co federati, fi mof fé centra il nimico con bel numero di géte . Dicono,che rare uohe fu dato cofi largo ftipendio a i foldati. Onde auenne, che non mancň alcun fornimento, non ar-me,noncaualli,nealcun'altracofa,che fofTe necefla ria al guerreggiare.Etaccioche fubito leuafle Bre-» feiad'afledio con uettouaglia,deliberň perii mezzo de nimici condur le fue genti. Crefceua a lui il (vm grande animo,per li fatti del Cótarinialquato adietro fu'l Lago di Garda felicemente fucceduti. Que4 iti come habbiamo detto,era Proueditore dell'arma ta:laquale co grandifsima i'ollecitudine i Senatori haueuano ordinato,che fi facefl'e a Torboli • Et giŕ alcune galee con molti altri nauili erano {lati tirati nel Lago . Del numero delle galee grofle, poco gli Autori traloro s'accordano, Paflěod'Arimino dice, & che furono quattro.Lagifiano Veronefe fei,e'lM» touano meno della mitŕ.Ne dichiararono fermamé te in qual parte del Lago folle cóbattuto.Alcuni ha-no detto che lótano dal porto di Torbolo cóbattero no.Altridicono tralaboccadelPonale,& Riua. Si «foua anchora alcuni che fcriuono,rarmata di Filippo LIBRO QUINTO. 338 leuatada Pefchieraperil uento,& acque cotrarieef ferfi fcontratacó quella de Vinitiani in mezzo del Lago.Maqueftoogniuno afferma, il nimico allho-rahauerehauuto piů numero di galee,che Vinitiani. Dellequali era Capitano Biagio Aflaietto Genoue fé huomo in quel tépo eipčrtiffimo nelle cofe mŕri-time,& con quello molti Genoue(ě,iquali erano ef-fercitati nelle battaglie daj mare. Talia Forlano ha-tieua fornita l'armata de foldati.E'l Contarini haue-uacó eflb luiPietroBrunoro co grŕ moltitudine de fj^iti eletti.Métreadunq;, cheTaěiano haueuaifuoi alloggiaméti a Riua, & alle uolte moftrato hauefle la fua armata in ordine inanzi a Torbolj,uenédo in-cótra g cóbattere co Vinitiani egli nň fi fidando nel poco numero de nauili fi rimafe in tutto dal cóbat-tere.Finalméte co quattro galee,& con alcune altre forti de nauili polle i ordine,fatto audace,come rac '1. j cótaPafIio,ilqualeinqueltoluogo,&in molti altri "' Gar**m uolétieri feguo,ueduto il Lago efier _p il uéto cótra-rio a nimici, madň unagalea ainftigare qlli alla bat taglia,cótra a due nauili de nimici,carichi,d'arme,& di ue&touaglia,iquali andauanoal Cartello di Riua. Quŕdo il nimico uidela galea uenir cótra ifuoile-gni,e(Tendo dapreiěb il fuo ftatio p aiutarli Cubito fi moflecótra.Neil Cótarini in tato j?icolo ceflaua, mafubito ufcitodel porto ferocemete andň cótra il runiico.Et quaruq; grŕdeméte s'afFreta(Ve,nódime no macň poco,che Taliano no la prendere, ilquale era fcorfo auati.Ma fubito, che i Vinitiani giunterň co le altre galee,& dodici altri nauili,al primo affró ^ň fanguinofamente combatterono. Et nň molto dipoi eflendo la pugna equale. gettati i ferri, & gli rampini, & incatenandoli, ferrati & ftretticombatterono . Et era tal forte di battaglia crudeliflě-ma da uedere , che.dall'una, & l'altra parte molti ne morirono.Ma il trar delle artiglierie,! gridi terribi-lifsimi la faceua molto piů crudele. Et quelli,ch'e^ VV z raqo '¦¦ DELLA TERZA DECA rano anicini monti fentiuano afpri,& fpauentofi cócétti.L'Aere,la Terra,le Acque perii uenti forze uoli,& per il percotimento de i jlegnij, in un tempo faceuano infinito,& diuerfo ftrepito,& molti erano limicoli della morte. Tra quali queflo principalmé te č degno di memonajpercioche dicono, che futi-rata una fune tra due galee^onde in un tépo cinqua-ta,checafcaronoperdiuerfedifgratie nell'acquate neuanfi appefi,& italiano fermi alla detta fune, affine che non affondaflero in quelle profondissime ac que.Ma tagliato l'uno d'i capi tutti infieme mifera* bilmente perirono. Et giŕ i Vinitiani doppo lungi battaglia,per uirtudel Contarini,& d'altri incomin ciauano ad efler fuperiori,quando Taliano uedendo la fortuna apertamente inclinarfi,faltato in un pie-ciolo nauilio fuggě all'armata,Genouefe.Gli altri Ł l'aflenzadel Capitano maggiormente fmarriti,efsi anchorarimettédoil combattere, cercauano difug Vittorěade §'re# Allora i Vinitiani piů ferocemente combatter! FinitUni. do,non prima ceflarono difeguirela loro uittoriai che prefero tutti i legni de nimici, eccetto due che fuggirono.IlContarini gli fece ritrar con fomma ak legrezzaaTorboli. Alquale dicefi, che per il fiero combattimento non fi poteua cauardi tefta l'elmo fchiacciato con pietre,& altre percofle. La fama di f cofi nobile uittoriainteia a Brefcia,diedegrandifsi- ma confolatione alla Cittŕ afflita, e fconfolata, & folleuň l'animo di tutti a fperanza di miglior fortu na.Vedeuafi,che eflendo il Lago aperto a Vinitiani, non erano piů per hauere impedimento in condur uettouaglia,& ogni altro foccorfo abódeuolméte. Perciň ordinarono unaambafciena:laquale douef-Brefcitnima fé andare ŕVinetia per rallegrarfi coni Senatori di daronoamba cotal uittoria. Fu capodi quella ambafeieria Pie-nitianiperal tro Auogaro. Ilquale portň uno ftendardo dorato legrarfiddU doue erano fcritte quefte parole. Brixia magnipo-yinori*. tens exteris urbibusfědei praebuitexernplum:cioe, Brefcia LIBRO QUINTO. j4* Brefciagrande,& potente ha dato eflempio di fede all'altre Cittŕ. Tal fegnodiuittoriafupoičanella chiefadifan Marco,doueanchorahoggidi ageuol-jmentefi puň uedere. Ne il Contarini ne'l Brunoro in fi bella occafione celiarono,ma fubito da Torbo-Ji per acqua,& per terra andati aRiua,preferoil Ca flello,che oftinatamentefě difefe,& prefo il faccheg giarono.Vfarono acerba crudeltŕ nei terrierijcjuali con ogni forte di offefa; perche piů che inimici ha-ueuano in odio il nome Vinitiano. Furono tolti dal 3ebraccia dellelor madri ipiccioli figliuoli, e in pre- ** '".?"' fenza di quelle crudelmente gli amazzarono . Ver- * * gonate le donzelle.Le donne con 1 lor mariti mifera bilmente offefe.Ne molto doppo fimilmente i Vini tianitolfero Gardalaquale come dicono alcuni,fu come Riua Taccheggiata. Altri dicono,che a niua luogo fu fatto maggior danno Doppo Garda. Bardolino, Lanzifo, & molti altri luoghi fi referoap-preffb al lago.Qjjelli,che non uolfero renderli di uq uontŕ furono da foldati facchegiati,& altro non fu lor permeilo che faceflero.Mentre tai cofe fui lago perii Contarini fi faceuano,lo Sforza haueuapofto campo ŕ Manerbi. Doue intefa come dice Pafsio,la ribellion di Borfo da Efte,& molte migliaiadeni-mici eflerefu'l Brefciano,& il Gonzaga con molte genti effere uenuto a Marmirolo per moleftarlo,ef-fendoinimicidauanti,&dalato,alquato flette dub biofo,s'eglidoueuapaflareilMenzo,ň no. Laqual cofahauendo fatto appareua,che inuero con molto contefagli follebifognodi farfi lauiaa Brefcia.Ma il penfier di pafeer principalmente lo etěercito tene uŕ il fuo animo trauagliato.Percioche erano ne i ca pi Vinitiani uentimilaperfone. Acciň adunque non parefle,che egli uolefle fare alcuna cofa. con temeri tŕ,ficófi2liňcolProueditore:8i altri Condottieri, r% i i /•• i- \ i r i - i-i- ti 1 trouoront & egli medehmo gli anmonj,che fra loro co dilige- „// campoju zadifeoreflčro quanta imprefa abbraciaifero. Per- viiUi .' . - VV 5 cipche <¦¦¦•- DELLA TERZ A DECA těochc, hauendo paffato il fiume}per tante migliai» de nimici fi doueua perueture a Brefcnjaffine,chefe alcuna co fa fofle auenuta in contrario dipoi non di-ceflero,che quefto non penfauano. Era anchora Paf cjual Malipiero Proueditore nel campo, ilqualedif-fe quefte parole. Egli non č mio officio Signor Sfor za ne d'alcuno uoftro fuddito,che feguita le bandie re de' Vinitiani, darui legge di guerra. Maauoi,che fete Capitano conuien confiderare,člěendo per lunga ifpenenza fauio,& prudente,tutto quello,che fac eia dibiiogno,& dipoi comandarlo,& a noi feguire i tioftri configli. Adunque cofi toflo hauendofi a ifpe dire,& riuolgendo uari penfieri nel luo animo,di quello,che foffe meglio a fare, Pietro Auogaro,chc era uenuto nel campo con grane parlare gli moftrň in quale flato erano le cofe di Brefciani,qua(i fé al-lhora,hauendo l'occafione,no follerň aiutati di uet-touaglie,d'arme,& foccorfo,occorrerebbe quello, die egli non uorrebbe, che non eflendo fouenuta a tempo, per difperatione la fidelifsima Cittŕ faria co ftretta a renderfi. Perciň il pregaua, che egli nň uo-lelle abandonare la Cittŕ nobile,& fědelifsima,al do minio Viniciano . Ne diceua temere penuria di uet-touaglia: eflendo giŕ nei campi il formento maturo . Iquali fegati,egh s'auifauadi certo,che ne fareb bono in tanta copia,che per dieci giorni tutto quello etterato fi potrebbe nudrire. Per quefte parole mollo lo Sforza,fubito pofto in ordiee di fare il pon te,non lungi da Monzŕbano traghettň tutte legen tioltrailMenzo. 11 Caftello,d'improuifo afialta-to, fu prefo per forza , & Taccheggiato. Dipoi mef fc campo a Riuoltella, & gli habitanti uedendofi combattuti per terra , & per acqua lubito fi reie-ro. 11 Contarmi fi accampň a Salň. Et lo Sforza fcorfeal fiume Clefěo,& lontano da Brefciadieci miglia, pofe campo, doue il Barbaro, & i primi della Cicca ujennero auifitarlo. Dipoi Brunoro,& Sc»riottQ LIBRO QJ/INTO. $40 Scariottoda Faenza furono mandaci a combattere Salň con due fquadre. Iqualiatutati dalla armata del Contarini doppo lunga fatica per forza lo pre-fero:& fimilmente per non hauere uoluto render-fifu Taccheggiato. Coluifano, Gauardo,Calcinato, & Bagnolo fi refero, mandando ambafciatori allo Sforza, mentre > che egli haueua il campo a Clefio . Inquefto fucceflo mutato configli»,deliberň il Capitano u itto rio io di non andare a Bre-fcia, ma contra a ni mi ci. AllaquaJ co fa grandemen ts il Barbaro lo confortň hauendoegli moka aut* torita appreflb il Capitano . Affermaua eflčre me* elio feguire laincominciŕta uittona, che andare a «refcia, laquale allhora per la fama del fuogiun* gere era afiai confermata. Scorie adunque a Ba*-gnoloper fare impero contra nimici: iquali fi di*-ceuarroeflere a Manerbo. Da Otoleflgo^Sf damol ti altri luoghi utnnero amňafciatori richiedendo pace,& auiiando i nimici eiiere andati lontano,fpa Mentaci per la uenuta dello Sforza. Il grorno fe-^uentemille giouani nobili uennercda Brefcianel campo a infilare il Capitano. Alquale anchora fi offerfero di fetuire uoientieri, per l'antico odio: & giufteire,cheefsi haueuano contra Filippo, iqua li benignamente riceuuti dallo Sforza; loro impo-fe, che leguiflero le infegne de' Vinitiani. Tra que-fto Lodouico di Sanfeuerino, Taluno Forlano, & il Verme condottieri di Filippo, fi diceua hauere occupato i luoghi, che erano guardati fra Soncino» & gli Orzi nuoui. Contra imitali la notte fi mof-fe lo Sforza con tutto lo eflercito , adaltando quelli ferocemente squali fi teneuanoin un luogo forte da dite ponti dell'Oglio , mandando i caiulli inauri ; & da man deitra,& finiftra , po-ftc le fanterie, incominciň a mňleitargli con faet-te , & artiglierie . Eifendo 1 nimici ritirati oltra ti fiume con apparenza di fuggire, fi fece gran« VV 4 djfsi» DELLA TERZA DECA S«fatldlul difsěma battaglia.Lo sforza circondaua i fuoi lodar» sj<,r\a nella, do quelli,che erano pronti,& riprendendo fimilmen battaglia. te fé alcuno per pigritia era tardo. Alcuna uolta egli fra i primi incitaua la pugna. Dipoi fcorib d'intorno co'l cauallo, fé in alcun luogo uedeua intermeifala bartaglia,fubito chiamando, & effortando la faceua rinouare.Gli nimici anchora molto fi sforzauano di ritenere il luogo. Ma fatto impeto da Cerpelone co la fquadrade' Veterani per il ponte leuatore,ch'čfo pra l'Oglio, empi le folle, & rotti gli altri ripari, li battaglia giŕ incominciata da nimici a inclinarfi,non puote piů foftenere . Onde rotti gli ordini fi pofero in fugga.Mille,come fcriue Pafsio in qlla pugna furono, parte morti, & parte feriti, & due miJa caual» li,& altrotanti fanti prefi . Altri dicono,che non furono piujche la metŕ. I Códottieri de nimici ifcam-pau,con quei,che fuggirono andarono a Crema. Di Prefadi Son cono alcuni, che i Vinitianiuincitori,mefcolandofi, tino ejr fotu con le fquadre, che fuggiuano, entrarono in Sonci-de nimici. no,& prefero il Caftello con gran numero de nimi ci. Altri affermano,chedapoila pugna uolontaria-mente fi refero. Era Borfo da Elle con mille,& cinquecento cauallia Ienepalta,terradue miglialonta na dal luogo,doue era ftato combattuto,con animo di congiungerfi la fera con li Códottieri di Filippo. Sueeejjň del- Contra a quello adunque, che era turbato perilfuc ti pugna. ctfěQ jej[a pUgna)latjuale haueuano intefo effere fta ta fatta aSoncino,ifoldatidello Sforza feguendoil nimico,chefuggiua:fecero impeto d'improuifo. Et conpocafatica,perchelo Eftenfecredeua,che uifof fero prefenti le genti fpogliarono quello, hauendo-lo rotto,d'ogni guarniméto, & della terza parte de' caualh. Alcuni dicono,che egli con la caualeria ultimamente entrň nellabattaglia,quando gii era attac catafopragiunfe. Maeflendo la cofa giŕ inclinata, perche non poteua fare alcuna reliitenza,fuperato, fi parti con gli altri. Le cofe di Filippo effendo con due LIBRO QJ7INTO. jjf due rotte pofte in queitaconditione, quelli de gli Orzi,lafciando la difefa,fecondo il patto ritornarono nella obbedienza.Nefolamente quelli,ma tutto il tenere del Brefciano,& BergamalcojCiočTerre, Rocche,Caftella, & Fortezze,& co quelli tutti gli - habitati di Val Camonica,uennero fotto il dominio Vinitiano. E'1 formento, & ogn'altra forte di biada, ¦perqueiro merauigliofamente fi auilirono in Bre--fcia alla metŕ meno di quello,che pochi giorni adietro per tutto era ftato uenduto. Bergamo anchora fenti cotale abbondanza. Dell'una , & l'altra Cittŕ ^ěmbafdae . uennero ambafciatori nel campo allo Sforza, iquali ri mŕdati d* prima rallegratili p la uittoria,gh refero molte gra- BerS,a"><>, tr tie,che per uirtůfua,eranoftati liberati da fi lungo, f'/J"* ^* & faticofo afiedio, ilquale era durato giŕ tre anni.. ¦/or*lardia,penfando quello,che occorrerebbe, cioč, che 'partendoli egli di Thofcana, 1 compagni della guerr-ra,&i Caltelli,cheegli haueuaprelo poco dapoi da -li ninvici farebbono oppreflě, deliberň di combatte*-Te , accioche ,fe egli uinceua, eflendo rottele forz\c & dal principio haueua empiuto tutto quello tenire del piano> che č tra la riua, & il monte. Appreflb il ponte adunque fu'l giunger fattagli* del Piccinino , prima lě fecero alcune karamuccie, fatta ad AH Et dicefi,che fu auifato ,che in quel giorno haureb- gltradalpie beoppreflo il nimico, fé aU'improiiiirol'haueireaflal '""f con * tato,non eiiendo apparecchiati alle arme, perche ra- (ew*41Bj ceuano la fella di fan Pietro, & Paolo Apertoli, come giorno fanto , & religiofo , ilquale č di Giugno. Onde pieno di fperaza>s'eraleuato da Borgo, & haueua códotto con lui quali mille della terra,acciň uč deflero la fua uittoria. Ma quando uide il nimico arginato,cambiato il modo del Combattere^ fu anchora dtftretto ŕ mutar gli ordini. Appreflb il ponte, co*. • me ho detto,& alle mie del fiume, fu il primo a dal* % to.Ma eflendo fatto impeto piů fortemente dal figliuolo del Piccinino, le genti Thofcane lě ftiniuro- DELLA TERZA DECA no alla prima alcefadel monte, hauendo perduto i\ ponte j fi che alquanto ritornarono indietro. Nicolo daPifahuomoualorofoapprefěo alle acque del fiume, doueanchorai nimici haueiuno fatto impeto, fu prefo,& poco meno che i'Attendolo non uenifle anchora egli nelle mani de' nimici, mentre che ferocemente, combatteua. In quel poco fpatio adunque di pianura, laquale giace tra la riua č il monte, fu grande, č dubbiofa battaglia. Molte} & uarie erano le forze del Piccinino , con lequali egli fi sforzo di mouer dal luogo l'eflercito de'Thoicani, & moffo metterlo in fuga, ma furono tutti uani i fuoi penfie-ri,percioche quando uide le fquadreftar ferme, comandň ad Aftore Faentino, & agli altri huomini d'ar me piuualenti, cheandaflero cótra le genti del Poa tefice con la caualeria ferrati infieme.Contra a i qua Tnft dě jl- lijeflendo aflaltati, le genti d'Eugenio fortemente fip fiore dě Faen cero impeto. Et con tanta forza li moflero l'opra il ni i". mico che quafi lo cacciarono al fiume. C^uiui Afto- Aotta del re g^ mo]tj altrj huomini degni furono preiě,& iubi-prtfade°Coit- to li nimici paurolě fi ritraflero oltra il ponte. Cre-dtttieri. dette il Piccinino, che ritornando le fquadre,fipo-tefle partire con le genti, ma altro glioccorfe, per-cioche mentre egli a ciň fi apparecchiaua,i Fiorentini,& le genti d'Eugenio, che di ciň (ě auidero, non ceflauano di moleftarlo con ftretta battaglia, & ra-doppiando le forze , non lolo non lafciarono rifar le fquadre^ma rotti gli ordini, gli mifero in fuga. Molti ne morirono,alěai feriti, & piů ne furono pre-lě. Percioche oltra Aftore, iiquale habbiamo detto, eflere itato "prdo nel mezzo della fu na,anchora uen nero nelle mani de uincitori trentadue Condottieri, con mille č ottocento cauaili,& tutti i Borgefi.Lflen do il Piccinino uinto,{ě ritirň a Borgo . Et hauendo intefa la prefa de 1 fuoi, raccontali che egli dille, che'l Ducato di Filippo era perduto, fe'l nimico non uolell'e rendere il fiore della g-ente I caliana^ che eg.Ii haueua ITBRO QUINTO, jf? liaueua nelle mani.Lagifianodice,che egli j? gran do il picchiti» lore fi uolfe ammazzare, & che fenza dubbio Thau- per gran doU rebbe fatto,fé Francefco fuo figliuolo nň fé gli foffe reP Holfi K" oppofěo,racconfolandolo Se pregadolo il giorno, & "*""'• la notte. Mentre, che quefto in Thofcana fi faceua, lo Sforza hauuto Carauaggio, & lafciato alla efpu-gnation della Rocca l'Auogaro Brefcianoeglifipar ti. Etfinalmente come alcuni dicono, hebbe Cafal Maggiore, & molte altre terre fu'l Cremonefe , Ne molto dipoi tolfe al Gonzaga Afola,Canedo,& Mar caria.Tra quefto refefi la Rocca di Carauaggio,qlla, d'Afola& di Canedo,lequali anchora fi teneuano con difefa,fubito fi refero . Ma quella de Marcarla diede gra fatica,ne prima fi potč aftringere a douerfi renderete non uide una parte de muri co le artiglierie dal nimico rouinata.Allhbra fu ceduto alle genti dello Sforza,che entrauano nella Rocca per le roui-ne de muri.Qoelli da Lonŕ non molto dipoi uedute le infegne dello Sforza anchoraeflěfi refero,&fimil mente fecero quelli da Mote chiaro, & quelli da Ca uriano,& da Riuoltella.Finalmente mifero il capo a Pefchiera. Quefta come altre uolte dicemmo , č al f'J'ff"?' capo del Menzo.La Rocca nobilifsima č foprailfěu- v me,& col ponte,& le torri ferra,& abbraccia l'una,& l'altra riua.Quiui lo Sforza hauendo il campo,fopra giunfeNicolo da Efte d'improuifojiienutoalni,& al Malipiero folamente per trattar pace. Et parlado in-(ieme moltecofedella uarietŕ della fortuna, delia-quale diceua i Vinitiani, & lo Sforza douerfi ricorda re,doppo molto parlare s'affaticň di perfuaderli la pa ce con Filippo,promettendo,chc egli farebbe di que fio mediatore fé efsi uoleuano, appreflb dicendo allo Sforza, perche conofceua ch'egli l'haueua molto grato, che darebbe opera di fare, che Filippo gli darebbe la B ianca fua figliuola,laquale pertinacemente fino a quel giorno haueuarecufata. Et,che,fealui piaceua,farebbe> che in campo gli la mŕdarebbe con ornatifsima DE1LA TERZ A DECA ornatiflěma pópa.Lo Sforza fu di quefto cótéto g ha uer quiete,& odo , come ancora conofceua effere la iiolňtŕ de' Vinitiani,pu.r che Filippo cofi uolefle. Ma quŕto appartene.uaalla Biaca,dtceua,che egli (ě uole uŕ cófigliar co'l padre,& altri amici.Có qfte nfpofte Jo Eftéle ritornň a Milano.Tra qfto Pefchiera quat>-fefcbiera tro gjornj dipoi,clie l'aHedio fu incominciato,p uir-^rX°A«-^f7 tl* ^e* Cótarini,& de' foldati marinari fu prefa Ł for-iiata. za,& faccheggiara. Percioche l'armata s'era auicina- taaql luogo.Et alla uenuta dello sforzafu poftauna groua bombarda |> rumare la Torre, laqualenófolo era foprala Rocca,maanchora fopra la terra.Era ql-la artiglieria di tata forzarne nň molto adietro hauc uafpianato i muri di mirabilegroflez.za,della Rocca di Marcarla.Della quale (ě dice effere flato tato terri bile l'impeto, che no folo alcune cafe di qlli della ter racaderonoperil gran romore,che fegui uŕ dietro al fuo tratto,ma i nauili che erano forti i fu'l Lago Iňta no piů di mezzo miglio dalla Rocca ogni uolta, che ufciua la pietra,s'urtauano tra loro g il frequéte ondeggiar dell'acqua. La Torre aduquecó tal forzacó-moira i diece botte calcň. Per la ruina della quale fpa uétati quei,che erano nella Rocca fi refcro. Hauuta Pefchiera,lo Sforza pafsň il Mézo, & I pochi giorni hcbbe Villa Fraca,& Vigafio,dipoi Vallézzo co'l potč che č fopra il fiume ,& molte altre fortezze fu'l Matouano tolfe al nimico. Métre, che qfto (ěfaceua apprello il Menzo, quello da Efte conlumati pochi giorni appreflo Filippo,uenneaMantouacóla Bian SufrUiitint ca,condottaper il Po. Laqual cofa diede molto fo-tht bebbiro (petto a Vinitiani, penfando qualche cofa douer ef-ě^tnmam fere ^ c]ielo Sforza cofi tofto fofle tornato ingra-' ' tia co'l Duca. Grandemente adunque dubitauano, che alla Reptiblica per tale riconciliatione qualche danno non auenitěe. Ma egli pregato, che andafle a Marmirolo Villa del Mantouano,doue era la Bianca per trattare ti matrimonio, & la pace, nfpofe .Non, uolere LIBRO QJ/INTO. #4 volereandare a luogo niun de' nimicifenza licenza del Senato Vinitiano.Ne quello e (Tendo fauio lo la-fciarebbe andare , lequali parole fecero, che leuato ogni fofpetto, i Vinitiani non dubitauano della fua fede. La donzella, perii Po da Mantoua fu mandata Bunt* w«» a Ferrara.Dietro a laquale tre giorni dipoi uenne lo ri* con ""* — n r iě t\ ¦ • 1 11 ia i • * tirrara* Eitenle. 11 Piccinino doppo quella rotta ad Anghia ti riceuuta, leuato da Borgo, doue fi haueua ritirato delia pugna, pafsň in Romagnadoue ordinatele cofe lue ŕ gran giornate fé ne uenne a Milano . Ne ^n^u molto dipoi, Lodouico Proueditore dell'efferato piccini»* del Pontefice andň in quella Prouincia. Et chiamato U Sigifmondo, & Malatefta fuoi fratelli, che erano al foldodi Filippo (benché il Malatefta un'altra uol- f? ta hauefle ribellato a Filippo) in pochi giorni tolfe '* " c-r^l alcuni CaftellijChe fi referň di uolontŕ . Et quelli di ' torli haurebbono feguito loro ribellando dal Piccinino,fé la Cittŕ non forte fiata ritenuta in fede per cčrna del foccorfo, ch'era dentro. Poftj infieme ica-> pi con Giacomo Antonio Marcello,ilqualedi Lombardia in Romagna era fiato mandato, con cinque fquadredecaualli,hebbe Lodouicopercofad'impor tanza l'aflaltare Rauenna.Oftafio feguendo l'antica amicitiade' Vinitiani,chiefta la fede dal Marcello, ri ^««"m *« ceuutii Vinitiani dentro delle mura, lor diede la Cit ^^ ""* cŕ.Et egli con ladonna, & figliuoli uenne a Vinetia. Alcuni dicono, che contra il uolere d'Ofiafio il pň» polo fi refe . Laqual cofa mi pare eflere nerifimile, perche non molto dipoi trouolut, & il figliuolo efle re fiati banditi in Candia, Ma 6 fofleegli,oueroi fuoi Cittadini piů tofto,che fi rendefl'ero,appare,che tal cofafw molto a Lodanico molefta.Et perciňdie-> de dipoi Bagnacauallo, che egli haueua faggioga-to con learme,a Nicolo da Efte. Et perche l'autun nodi quell'anno era fatto molto guacciofo perle continouepioggie,& piů torto , di quello che di raro fuoteaccadere,di quii faldati furono afirer,tj ain-r ^ DELLA TERZA DECA! Bernard inanzi tempo. Et cofile genti del Pontefice feoza altro effetto di Romagna pafiŕrono in Tho fcana,& dipoi a Roma.Et lo Sforza |> lo Verno man dň i fuoi a gli alloggiamenti, eccetto una fquadra, che egli fi uolfe tenere appreffo in Verona hauendo prima ricuperato il tutto eccetto Lignago ,ilquale, benché lo hauefle combattuto gagliardamente per il prefidio ualorofo,che u'era dentro non haueua potuto hauere,quantunque lepioggie, & procelle continue piů tofto lo haueflero difefo. Le altre genti furondiuife dalla riuad'Ada fino in Triuigia-na per fortezze, & uille.Fatto quefto nella Prouin-cia,uenne dipoi a Vinetia con pochiafarnueren- della 7a aj prencipe;& a Senatori. Non fu mai altre uol-Fy- te rjceuutoalcun Capitano con maggiore allegrezza di quello, che fu lo Sforza dal Senato ; & da tutta la Cittŕ, ilquale uó folo molto lodauano, ma an-chora fi marauigliauano per li nobili fatti di quello quafi parendo a tutti di uedere in lui non fo che di uenerabile,& piu,chehumano. Gli andarono adunque incontra tutti gli ordini,& finalmente fu accom t cr ? paenato nel Palazzo,& con masnifiche parole loda trŕcefea Bar to • Et non poco umilmente fu lodato Fracefco Bar baro nel Se- baro,ilquale,d'ordine del Senato,con Pietro Auoga nŕto furono ro,& cento nobili Brefciani nň molto dipoi lo Sfor grandemente TZ era uenuto a Vinetia Quefti fimilmente per haue * atu re conferuata la Cittŕ di Brefcia,non manco di quel lo,era riguardato con fomma marautglia di tutti ; & ornato con magnifici honori,& doni. I Brefciani fu ronocon molte lagrime per troppa allegrezza, & amore abbracciati, & bafeiati dal Précipe,& comen datala fede di quelli, laquale giudicauano p opinione di tutti douere eflere conlecrata a perpetua memoria de' difcendenti,& furono fatti per fempre libe D ,,. . ridocni tributo, e gabella. Et perche il Aio popolo. tudme fatu fent»"e qualche premio, 1 entrate de Mohni, che li * Brefciani. i'oltulno incantare uenti mila ducati ; in perpetuo. furono LIBRO QUINTO. w furono donate al popolo. Pietro da Lodrono figli-ghuolo di Pans per li fuoi benemeriti, & del padre uerib la Republica,hebbe grandissimi doni, & con quelli tre cafe,una a Padoua,l-'altra a Vicéza, & l'ul tima a Verona.Furono fatte nella Cittŕ dimoftra-tioninon confueteacontemplatione di Giacomo Fofcari figliuolo del Précipe,che in que giorni hauc uŕ tolto moglie, co nobihfsimo apparecchio di noi ze.Ma tutto quello,che fu ueduto;come non tifato, cofi molto diletteuole fu a riguardare,& per quefto forfi piů d'ogni altro degno di memoria : percioche allariuadi fan Bernabŕ,fu fatto unpótefopra l'acq; accioche fopra quello pafTallelapompadeCauallie ri nellacafadi Leone Contarini,ilqualeghhaueua Ko>.\e\delfi-dato in fpofafu»figliuola. Laqualeleuň di cafa nel gliňidl JJucentoro coperto, & ornato di bellifsimo cher- *'/*. molino.Nelqualu'erano nobilifsime gétildonetuc tefuperbamente ueftite, con diuerlě habiti. Fu gio-ilrato,& ragatato piů giorni,& da piů j>fone.La Cic tŕ era intenta a queftefefte,quando il Piccinino,co ine s'č detto,ilquale,ne uincitore,ne uinto poteua ri pofare,con aflai potente eflercito in Lombardia ra-gunato,quafi a mezo l'Autunno,in tépo, che niuno fi penfaua,che egli fi douefle mouere,fece fubito im // pUclnětn peto fu'l Brefciano.Et menofeco tata furia in ogni da capo tal (č Juogo,cheprima,chelo Sforza fileuaflčda Vinetia **ttoil piano cóftnnfe tutto il piano di Brefciana, eccetto gli Or * W"" flta ne,che tanti caualh furono in un luogo preti, andň Appreffo aquefta rotta auenne anchorlaribellion. nino. diCierpellone, ilquale con trecento caualli pafsň al Piccinino . Alla perfidia della quale .fuccefle anchora quella del Duca d'Hadria, che anchora XX egli DELLA TERZA DECA egli con- molti abbandonň lo Sforza . Gran ribef-lione de luoghi era a queiěa feguita : ma atěai maggiore nefegukň ai fallě rumori, che eglihaueua fac-tofpargereciočlo Sforzaeflere ftato mŕdato a W Betia,& d'ordine del Senato, occultan-iente oo-ciio . La qual bugia refe al Piccinino , utile infina, a ta-nto che lo sforza per il«iorzar eotali fallě ni mori, i» fu la prima fama della guerra , con molta cekrkŕ andň Brefcia : & perche non fi poteua fare alcuna impela per il gran freddo,dand-o a«>mocoa la fu a prefenzaa quelli, che anchora fi teneuanoy ritornň a Verona. Doue in-telo il caio del ponte 7f»ui tumul- ^a Valezzo, >lqua)e tn que giorni era ftato pre-tidello tfor.- Ł j j Marchefe di Mantoua,coH quelle genti^ V per le baro , ,. - , . s , ,. . .,' . ' -ni Ir del piiti lequablubito leuodai iuoi alloggiamenti, ailalta-*in** to il luogo,in pochi giorni lo recuperň:& lo fermň €Ó molto foccorfo.Alcuni dicono,che nel lebiarfi d^ Brefcia Chiari,Soncino,Martinengo,& Cafal tnag-r giore ribellarono,ne egli per quefto molto b turbňi penfando effere meglio,che cofiauenifl'e , che prefi per forzaincorreflero in maggior danno,peioche, chiaramente appareua,che taiěuoghi dipoi douea--noefleFe di quelli,iquali nella ettatefeguentef-ofle-F ro piů forti in arme. Finalmente in quefti luoghi le genti di Filippo alloggiarono il reftodelPinuerno, Su la Primauera,daU'una,& l'altra parte s'apparecchiň guerra,& co grandifsima abbondanza furono polii in ordine danan,& arme,& uettouaglia,& ulti inamente tutte quelle cofe , che apparteneuano ad acquiftar uittoria.Era non folo la Lóbardia, ma tutta Italia attente al fuccedimento della fouraliante guerra.Percioche appareua,fe uno de'duoi ualorolěf fimi Capitani nonmancafle,ouero folle fpogliato delle arme,per alcun modo no poterli rimanere dal la battaglia. Tra quefto era pallato di Thofcanain Lóbardia Michele Attendolo co due mila foldati,ri chiefto dai Vinitiani in luogo del Melata, del quale fih -1IBRO EVINTO. ě*6 fihaiieua poca fperŕza di uita &fatto Capitano delle géti loro. Lo Sforzala codetta del quale era molto maggiore,goucrnando egli nň folole géti de Vini-tiani,ma anchora di tu cti 1 cňfederati,Łche giŕ era té pň di leuarfi da gli alloggiaméti,haueua congiunto infieme co lui tutto l'eflercito.Et perche il Piccinino foleuafemprep ifpie ricercare, & intédere ogni fuo minimo mouiméto co alquato piu preitezzaM pofe alla riua del fiume Seriola , con fedici milaar-mati fu'l Bergamafco ordinati gli alloggiamenti ap preflo Algefio,in modo,che dauitě haueuala riua in Cerne col (ito dei-le acq-damandeičra,& finiftral'al tezza delle niontagne,& di dnetto l'Oglio col potč tenuto da molta gete. Appretto d'alcuni in luogo di Seriola trouo fcritto Mella,& 1 luogo di AlgefioCi gnano.Ma I ql luogo qllo s'accapa(ft(pciocheailai appare eifere itato in luogonaturalméte forte)cre-dette p lunga dimora ii Piccinino di fiancare tutte Je forze dello Sforza.Ma altramete auéne di quello, che egli pensň-Percioche,uenendo egli col fuo fiori * toeflercico alla fronte denimici, fpiatala naturane luoghi fnbito deliberň di cňbattere, & rimouergli da ql luogo.Onde fi dice,che egli eilortň i fuoi ,che pretto s'apparecchiaffero alla pugna,laquale pareua Efp->r maggipre,inuiltadi quello,che larebbe in efFetto, afferniado douereeflere , chefei loldati di Filippo "" col lor timido Capuano follerň nitrati,& chiult in luogo dóde nň poteilero uicire jfacilméte fi uince-xebbono,iquali uinti,& fpogliati delle loro cofe,ac-& ripari fortificarono il capo di maniera, che dea rw. berarono di tener tato il nimico ferrato, che egli p forza oj? fame fofle coflretto aréderfě.llPicininoiI di feguente,che a quel luogo erano uenuti i campi, s'accampň un miglio lontano dai ripari dello sforza 1A LIBRO [QJ7INTO. 547 in un luogo ripieno de bofchi,& d'acque, intéto ad ogni occafione acciň che fé dal nimico alcuna cofa era mofl^potefie fare impeto contra quelli, che era no ne gli alloggiamenti,o a quelli,che portauano la uettouagliaal campo:ne uoleuaper alcun modo co tutte le forze entrare nella battaglia, lnqueliofta- Inpgnotlě to erano le cofedi Filippo , ilquale quancunquegia Łinpj>t» per adietro era tanto oppreilo, chedoppo j! ritorno del Piccinino,per rmouarlo efferatocoife danari da alcuni de fuoiCortigiani,& arme dalle botteghe, caualli,& uettouagliadalle Cittŕ fudditecnondinie-no perche uedeua grŕ pericolo dt guerra auicinarfě, eflendo d'animo'conftante', & fempre occupato ia fatti d'arme,fisforzaua co Ogni potere di fermarle fuecofe cónuoui fupplimenti.IVinitianianchora,j> che giŕ eran6 fu'l potě'edere la uittbria, & per mostrare la potenza delie loro forze,da ogni parte con maggior falario,cheprima,faceuanogente. Intanto z(ren;t<,je, che fra pochi giorni,oltra a Ragazzi,& ferui, & al- yinitidtu» tra forte d'huomini,che in campo fanno eifercitii ui li,haueuano trenta mila armati,che erano intorno a Martinengo.Tra quefto,il trar delle artiglierie haue «a rotte Te mura del Caftello této,cheiacilmétepa reua poterfě prenderete lo Sforza co qualche mag-ciorecóňattimento l'hauefleaffaltato, nondimeno {\ rimafe, temendo,come fi crede,che il Piccinino fa cefTe impeto cótra i fuoi, mérre folfero occupati in tal imprefa. Furono allhora alcuni, che credettero, che ftudiofamente l'uno,& l'altro fi ritenefie fenza combatterei cheinfieme hauellero di fegreto pat-teggiato,che tra loro fi partiflero le cofe della Italia: penfando,che facilmente poteffe occorrere, che con tanta forza di gente.l'uno,& l'altro felicemente conducete a fine tale imprefa. Ma la cofa fenza certo autoredichiarata/orfe appretto d'alcuni fece qualche fede.Nondimeno appreso de Vinitianmó fu alcun fofpecto:iqualihaueuano molto beninte- IX ě fi DELLA TE R Z A' DE C A fala uolonta dello Sforza.Sigifmódod'Arimino rii quei giorni uéne in campo allo Sforza. Alquale ha ueuadaoo fu a figliuola Pohifenagiŕ maritata in Ma Moned'Oftj latefh,in matrimonio. Oitafěo da Polenta , ilqualc fio t-oUn>aw era a Triuigi, & era fuggito a nimici,con Girolamo & fio figli- fuo figliuolo fu badito in Cŕdia.Doue pochi giorni **^* dipoi,l'uno & l'altro mori; ne a Martiuengo tra que fto [ěfaceua alcuna cofa. Due ellerciti s'erano pofti da'uicino-,uno al combattere-,l'altro intétoall'aflai to. Mal'uno, & l'altro era mal follecito. Filippo fde gnato,oueroper lafama,laqualeera fparfa,che i ca pitoni tra loroprofontuofaméte s'erano accordati, ^olierň perche hogpimai sii rincrefceua la fpefa di fi lunga guerra,ouero anchora, come alcuni arrerma-'no,per alcune fuperberichiefte, che faceuail Piccinino,& altri,che erano al fuo foldo, fubito dalle ar-C«me Filippo me fi uolrň alla pace. Et deliberň di metter nell'ar-sěindinualU bitrio & fede dello Sforza la fua figliuola Bianca, & t^f- tutto il fuo Ducato. Occultamente adunque man- dň in campo allo Sforza un certo Vrban Rofanoda Pauia. Appreflb d'alcuni altri in luogo d'Vrbano,tro uo Eufebio Caimo.Quelh,che di tal cofa con piů di ligenza hanno fcritto, dicono eifere flato mandato nel principio per tentarla pace Antonio Guidibo-no Tortonefe, dipoi Eufebio Caimo accrebbe tal cofa, col quale lo Sforza parlň fecretamence dalla fecňda uigiliadella notte,fin'al giorno,dellecóditio ni della pace , & la mattina ambiduc del luogojfecre tOjiifciti allegri fidimoftrarono a tutti. Giŕ molti e-rano uenuti ai padiglione del Capitano per ui(ětarlo,come era di lor coftume, tra quali fu il Prouedi-¦tore Malipiero. Allhora lo Sforza riuolto ŕ lui,& a gli altri forridendo difle. Io ui annontio pace, nobi-lifsimihuomini,& che non č per farfi piů alcuna ma tatione ne d'arme,ne di guerra.Solo farŕ tempo d'o-tio,& di ripofo. Tale nuoua,come nuoua non afpet-tata,fece ilare grandemente ů.upefatto l'animo del *¦ ^ Vinituno, LIBRO QJMNTO. ?4* Vinitiŕno,& de gli altri.Et cercauano co molta fb!-lecitudinc tra loro,per qual cagione cofi tofto l'animo dello Sforza dall'armi alla pace fofle riuolto, & fatto con tanta p rettezza de nimicifsimo, amico di Filippo, Cotalfama fubito fcorfe |> tutti gli eflerci-ti. Dipoi legni ilcomandamento-del Capitano, che i foldat-i fi afteneflero dalle arm-c,& da ogni altra ingiuria. Et ii limile fece l'ambafciatoredi Filippo fubito nel campo del Piccinino. Raccontano quiui co fa ueramentc merauigHofa,che in quel giorno tanta allegrezza fegni tra lbldati,che di due campi, quali ne fu farto un folo,canta era frequente l'andata dell'uno neM'altro,poi che intesero la intona della pace. Il di feguenteefsi Capitani u fati alla prefenza di tutti s'abbracciarono indente. Intanto lo Sforza h* ueua mandato ŕ Vinetia Angelo Si moneta ,ilquale auifalFe il Prencipe,& il Senaco di -quanto era fuccef fo. Neil Piccinino lungamenteoccultňil fuo gran ¦dolore. Ma leuato ilfoccorfoda Maftinengo ,andň Tu'l Lodigiarro. Doue molto fi lamentň della 'Forni* na,&di fiiippo,iqualnfiemehauefiero tradito fé me Piccinino>prr jefimo pouero vecchio,& zoppo,dicédo.O fortuna^ '* f*ttěfi$ts. & tu Filippo ingratifsimi, č egli fěat© neceflario trat tarcofadi fi gride importanza,fenzach'io lo fapef-fi? E quefto il premio,ch'io acquifto,perliauer tanti anni feruito co fudori, co freddi,per tanti pericoli in difender un PrencipeingratifsimG?O fatiche mie uane,ciie m'ha giouato la tede,e rindufiria,& tante volte hauer con diligenza ricuperato quello,che Fi ěippohaueaperduto.lo ho cóferuato nel fuo Domi jiio colui,chein fine douea hauermi per nimico o* diofo? Alio Sforza ha dato la figliuola. Allo Sforza ha date tutte le fue ricchezze. Mail Piccinino infeli ce,lafede, &la follecitudinedel quale tateuolreha «fperimentato, no folo nň ha giudicato deg^O d'ito nore,manópurtale,che potefieintéderi cófigli del lapace.Q.uantuqi čpiujche «efello,che fi fuol Della terza deca dire. Non etěfer cofa piů incerta, ne manco ftabilet che l'amore d'un gran Prencipe.Ne efiere piů fermezza nella fperanza di quello, che in una palla da uento. Il Piccinino era in tale tnftezza, quando lo Sforza riceuuto Martinengo,& altri luoghi del Cre monefe, lafciate le genti al Malipiero Proueditore, *? & Michele,& Aleflandrofratelli,uennea Vinetia. ** '1*771'* Etentrat0 nel palazzo, cofi parlň al Prencipe,&a di* «7f/"*- "Senatori. In buona grafia d'Iddio, & per uoltrafe te al prtn- licita Serenifs. Prencipe,& Uluftnfsima Signoria,fi tipe & nife no a quefto giorno per fi fatto modo riabbiamo roc-tri tele molto potenti forze di Filippo, & fi fattamen- te refe ftanche le fuefierezze,per li molti danni l'uni fopra l'altro hauuti, che in qfti paflati giorni egli ha madatounfuoambafciatorenel mio esercito achie der pace. Dellaqualeha uoluto,che io fiagiudice,& facitore. Il fuo čilTercito č faluo,& tutte le terre,che Filippo ci haueua tolte,habbiamo ricuperate, & fono nelle mani del uoftro Proueditore. Et io con tale conditioni a uoi porto la pace', che fé la giudicate eflerecon uoflra dignitŕ, & le la iftimate utile alla Republica in quel modo, che č offerta , piacendoui ]'accettate,fe anchora ut pare di ftar fu le armi,efi*en do l'una cofa, & l'altra in uoitro arbitrio, dite quel-]o,che uolete che io faccia ; percioche quanto a me s'appartiene,con quella fede, & fermezza, co laqua le ho tolto quefta imprefa di guerra, Iddio aiutado-mi, per la maggior parte ho fatisfatto, & darň opera da capo(pur che la fortuna rifpodaal mio uoler) in guifa, che uoi giudicarete , me femprehauer ufa-Kfpfi to debito officio uerfo di uoi. Fu grata la uenuta del u*Uo iftr\« Sforza, & piů grato il fuo parlare, & la pace gratifsi ma, come quella che panie piů giuftadi quello,che niuno hauerebbe fapuro defiderare. Adunquefuro-no refe infinite gratie allo Sforza di hauer ridutto, ad ottimo fine co lafede,& uirtufualafaticofaguer ra, che egli prima haueua incominciato. Et quanto apparce» LIBRO QUINTO. $4* tpparteneua alla pace; fu rifpofto,iVinitianihauer quella per ferma,& rata,che egli haueua contrattata col nimico,& difponefle le cofe de* Vinitiani,G co me a lui parerle con profperitŕ, & utile dello ftato loro . Et che certo fapeuano, che egli non haue-rebbe ordinato alcuna cofa, laquale non fofl'e ftata utile, °nadellaRepublica. Con tali parole le-uato dalla prefenzade" Senatori, allegro non meno per la pace, che perla uittoria ritornň in campo. Et mandato l'erTercito alle ftanze, rimafe a Capriano, per udire gli ambafciatorij iquali fapeua douerlo uč nire a trouareda tutte le parti d'Italia. Furono in *Amb*fmf un tempo per nome d'Eugenio Pontefice Lodoui- " mand*<ě co Patriarca, ikjuale,dipoi partédofi il Biondo ferie ilaTf^ncé tored'Hiftorie, rimafe appreflo allo Sforza.Neri 0otfar\4t Capponi, & Angelo Acciaiuoli furono da Fiorenti ni mandati, Francefco Barbarico,& Paolo Trono da Vjniciani. Acciň,fe era di necefsitŕ, non mancafle-ro in difendere la caufa loro . Da Melano uennero per nome di Filippo Nicolo Arcimboldo,& Franchi no da Cariigliene. Molti altri d'altri Prencipi,& pň poli uennero per nome d'ambafeiatori. Filippo, co- Conte fu mi me dal principio haueua promeflb,mŕdň fua figliuo data Bianca la Bianca con la pompa delle nozze giŕ per adietro ™aru " Cre chiamata da Ferrara, a Cremona. Et mandň chi per ™iZ^,tŁ nome di dote dettero allo Sforza il Caftello di Cre momnall» mon-a con la Cittŕ. Et ei^li uenne accompagnato da tfn\*» tre mila caualli a riceuer l'una,& l'altra. Et entrato nfplendente di lucide armi nel Caftello col numero de fuoi eletti, come fu inanzi alla oiouane, le parlň in qudhmaniera. Lungo rempo'i & molto mi fo- SZ**U» che no affaticato , Conforte dolcissima, perche io non dijje trance. fofsi priuo di quefto , inuero da me molto defidera- /" >f°r\lměde,(f}g tione molti giorni durň. Percioche il Legato d'Eu-fecerůgliam genio dimandatia Bologna occupata dal Piccinino, tafcatori al ^ Rauennado.Il reito dei confini Mantouani fofle-xodeKjonzŕga.Con quefto perň, che leuatelefue genti,L«^ndgo,col porto a Vinitiani rimanefičinfie ine con Riua,TorboH,& Penetra.Iquali luoghi con giufta guerra haueuano acquietati, & haueflcro an-choraRauéna.Il Piccinino doucfle reftituire in fpa tio di due anni Bologna a Papa Eugeéio. Aftor di Faenza reltituifl'e le fortezze a Fiorétini,lequali giŕ haueuaoccupare,neanchorareftitůite lofOj& fofle lafciato di prigione, l Genouefi foflero liberi della loro obligatione,ne piů hauefleio a fare alcuna cofa con.Fihppo.Et la pace da lui pronyntiata da ognuno fofle feruatafopra tutto fatuamente- E ciafcun laudarle la sétézafua.Il legato d'Eugenio.pcheuedeua lecofedella Chieia hauerehauuto poco fauore,nó uolfe approuare tal fentenza.Ma quafi ingiuriato di poi poco uennea Fiorenza,&ando a Roina.Lapace fufattaleCaléde d'Ottobre,del Mille,& uentidal Da 'hetem-principio della Cittŕ.Et da chein ultimo s'hauea in P°i"riUa [* in cominciato a guerreggiare con Filippo, l'anno ^ll ^ quarto. Fur fatte procefsiooi tre giorni in ringra- mri ¦¦. . tiare DELLA TERZA DECA tiare & lodar Dio perla Cittŕ, ch'eraftatariferuata non folo dalla pericoloni guerra, ma anchora accresciuto il Dominio . Furono lafciati i prigioni.Quelli , che erano prima flati condannati, da cento libre in giů furono liberati da cento in fufo per la metŕ. j^o sforza l'anno terzo dipoi, che era uenuto in Ló- bardia,uenneaVinetiaconla Bianca Maria fuamo- glie. Etil Prencipeinfiemecon tutto il Senato gli andň incontra La moglie del Prencipecon nobilif-fima compagnia di Gentildonne lariceuenel Bucen toro. Alloggiarono nelle Cile da caBernardoŕ tale effetto pubi icamtte ornate. I luoghi publici,& tutte le botteghe da Rialto a fan Marco mifero fuora tutte le loro piů rare,& nobile merci. I Thefori publi-ci, iquali (ě fogliono ferbare occulti, furono portati in pub!ico,di maniera,che ogniuno con fuo agio ue-dere gli poteua. Appreflo di quefto loro furono fac ti molti prefenti da piů perfone .Finalmente uolen-dofi partire per andare nella Marca,il Prencipecon maggior parte della nobiltŕ, per fegno di grade amo re,gh accompagnň fino a Malamoc e o. IL SESTO LIBRO DELLA TERZA DECA. A p o i lapartita dello Sforza, furono per a quanti giorni le co fepacifiche itila Lóbardia . Ma le cofe de' Vmitiani in ranro no furono quiete. Percioche il pen lieto de;la guerra Marchiana, & il mouiméto de'Bolognefi fino a tanto le trauagho,che un'altra uoěm LIBRO SESTO. jji tiolta Filippo rinouň la guerra fu'l Cremoncfe : la-qualedipoi la morte di quello per tutta la Lombardia fi allargň. Ma la cagione & ělfuccefTo alquanto dapoi fi dirŕ. Ma hora, cofi ricercado l'ordine,tratta remo in parte delle cofe, che nella Cittŕ,& fuori del la Italia da Vinitiani furono fatte. Lequah perque-ito prime mettemo,perche nelle Hiftorie Vinitiane cofi prima le trouofcritte. Aduque pacificato lo fta to della Lóbardia, Andrea DIdolo andň al Soldano 4nifea j)g di Babiloniapfatisfare a quello per nome publico.. "dolo amba-¦perciochefi diceua,moltide'fuoihuominicň legni [datore al de' Vinitiani eflere itati leuati dai fuoi confini, & me Sildanu nati in Ponente,& iui parte morti , & parte uenduti per ifchiatii, affine, che egli, & tutti gli altri fapefle-ro tal colpa non eflere di configlio publico. L'autore della ingiuriaefiendo chiamato, & nonuenuto al tempo ordinato,fu condannato aflente. Benché non molto dipoi eflendoli data la uia di defenderfi,non fo lo moflrň a Senatori hauer ciň fatto, ma anchora cfler flato neceflario di cofi fare. Et per quefto fi di-ce,che di tutti i uoti fu aflblto. Il Melata tra quefto, huomo nobile per gloria militare,& benemerito del Dominio Vinitiano ufcě di uita.Iti memoriadel qua le il Senato fece indrizzar la ftatoa di bronzo a ca-uallo che čappreflňlaChiefadi Sant'Antonio di Pa doua,opera inuero per cófeffione di tutti gli artefici mirabile,fatta p mano di Donatello, huom a fuoi giorni fingulariflěmo in quell'arte.Et in querto me- Aaan^°_ f*m. defimo anno furono aggiunti tre Procuratori di fan *°»oaWtntt -, , . c m i -r !• • e tre Procurai» Marco al primo numero.Nel cohglioprimo fu crea nd to Luigi Loredano,nel fecondo Paolo Trono, & nel co. terzo Fracefco Barbarico per cognome il Ricco: on de fi comedaprimaerano fei,cofi incominciarono dipoi a efler noue.Et in quel medefimo tempo furono pofte in acqua tre naui,& una galea, & madate in alto mare per difeacciarei Corfali,percioche fi haue uŕ per cofauerali Catelani moleftare il mare con rubberic» D E ITL tt TERZA DECA ?ubbčrie, & rapine. Ne molto dipoi in guardia del Golfo andarono anchora quattro galee, Capitano */*"/*'M0. Antonio Diedo ,ilqualeprefe Antiuari in Albania, tino "del Gol Per cag'on delle parti, che fauoriuano, Viniciani. Il f° H%log° mefe di Nouembre, correndo l'Anno Mille & uenti- *dntuutn al due dal principio della Cittŕ tŕtocrebbe il mare,che dominio Fi- jnnOndc> tutti i luoghi di efla:di maniera, che le ac- nitia.no. fcorrendo per tutto, gran quantitŕ di mercé & Vanno tatto « ., _.' . '" .vl . . dall'acanti gualtarono.Dicono,che perciň i mercatanti patiro-del no danno per un million di ducati.lo trouo anchora 1212 in quelli tempi,che gli Vngheri felicemente combat d^lprincipio terono con Turchi .Nedipoi molto hebberoetian-dtlU Ciiu. jjo gran rotta Jn Valacchia . In tanto i Coriali coli moleftauano il mare , che niente era lafciato fecuro •in tutti i luoghi del mare di fopra,& di fotto ai mercatanti. I Porti di Pugliajfic di Calabria , doue effi li riduceuanOjdauano maggior materia aili loro latrocini. I Vinitiani piů uolte lamentatiti di tale ingiuria al Re Alfonfo, eflendo loro quafi Tempre rifpollo, che egli grandemente fi doleua,che a i mercatanti Vi nitiani folle fatta alcuna ingiuria dafuoi,& che tal cofa da alcuno no era ftata impofta, ne quafi poteua credere quefto eflerfi fatto, onde il Diedo mollo ad ira, fubito aflaltň Billonio,in quel tempo fecuro albergo de' Corfali. Io credo, che da i maggiori, coli folle detto quel Cartello manna, che č Tii'l tenir de Ferentani, ělquale horačdetto Jieftice. Primaadua cjue fece intendere a i Caftellani, che gli deiTero nel Je mane 1 ladroni in quel luogo fcampati. Per ilche prometteuadi leuare l'armata fenzaofFefad'alcuno. Ma nculando eflě di far quetěo, s'apparecchiauano anchora fare ingiuria a Vinitiani. Onde mouendoii alle arme,il Diedo uenendo lor contra,& aliai tato il Cartello haurebbegliinuero ridotti in poter fuo 6 in gran pericolone la Fortuna del mare non hauelle j Vinitiani moleftato, iquali quafi rotti con l'arma-fa,non poterono uendicariidellaingiuria,anziil C» pitano XIBRO SESTO. tf% pětano delle galee con le ciurme uenne in podeftŕ lo . . , ro. Madipoi di ordine del Re Alfonfo furono lafcia- ^ ^^^ tij&re{Htuitararmata,& le loro cole. Et fu aggiun*-to alla preferite liberalitŕ, che'l Re promifc pagare aVinitiaui fé alcuna cofahaueuano perduto in quel la pugna. Per guida adunque di Andrea Quirini, i le ^fn([rea ani gniprefi furono ridotti fuora del porto di Beftice, nm ricupero ilqualper queftauergogna perfequitandoi Corfal-i formar*-& rihebbe molti legni Vinitiani,& molti anchorprefe ^'d delli loro . Quelli fapendo il fupplicio, che meritaua uano, per non uenir nelle mani de1 Vinitiani abbandonati le loro galee doue fu lor piů uicino andaro-t» no al lito, & in tanto fi ritratterň dal mare, fin che inrefero l'arranca Viniriana eiler giunta a Vinetia . Ma poi, con alquanto maggior furia uicendo fuori un'altra uolta rub'oauano , & molefraitano tutto il mare. Ma quella loro licenza non fu molto lunga, perche fu mandato cótra di loro Filippo Canale co p tre naui,& una galea.ContraTurchi etiandio dicefi, nale che alcune galee a Venetia in quei tempi s'armaro- 'oc.6>"r4 no. Ma quegli, che ciň fcriiiono5nó dicono ne il numero, ne il nome di fopracomiti . Deěle galee, che aritornauano di Soria cariche di mercatantia,per fubi tana fortuna ima Cňtarina peri.La ciurma, ch'era uč jiKta notŕdo fu'l lito, mótata fopra una naue d'Anto rio Abramo,r5pédofi ella apreilo Modone,fimilmé te peri. Doppio danno feguě a qfěo naufragio ,prima di moki huomini,che u'erano,dipoi di ricche merci, che fwnoao ilimate di ualor de cinquata mila ducati. Due galee anchora furono meflein piětop nome de LioneJlo Ŕi ,Eiěe,l'una dellequali fi dice hatere hauu to Ictielerolěč . Et da Ortona citta di Peligni códuf ytnuuŕŕ fero a Veneti* la figliuola del Red'Aragona , data a U figliuola quello io matrimon jo. Vittore Capello,& Frŕcefco del A*!Ctia^ l'Ariana^ DELLA TERZA DECA l'Arfana, & tutte le galee,& monitioni,che u'erano, a lei,& a Signori,che la feguiuano, ne iquali fi djce ef ferui (tato il Précipe di Salerno. Dipoi uolfe ueder la merceria,& camino fino a Rialto. Onde lě dice, che ui cócorfe tanto popolo j> uederla,che perla grŕ mol titudinedelleperfone fi ruppero i lati del ponte di Zptuitl p»n Rialto,& molti haomini cadderononell'acqua,de* udifaUt quaii Uenti s'annegarono,& altretantirimaferoiěor piati. Finalméte con molti honori,& digniflěm: prelenti partendofi,fu accompagnata da i Senatorr.Per laqualcofa non molti giorni dipoi Leonello uenne a Vinetiaperfarriuerenza al Prencipe,& a Senatori, & render loro molte grane, che cofi honoreuol-mente, & con tanta magnificenza haueuano accetta tala fuafpofa. NellaPrimauera di quell'annofuro-«ttoVJueJ n° apparecchiate a Vinetiaotto galee contraaTur-nome del Po- cn»a ipefe di Eugenio.U Pontefice haueua dato que tefice&¦ quat fěaimprefa a Giouanni fuo nipote Cardinale della fa tra per il Dn-^ miglia Condolmera. 1 Sopracomiti delle galee furo " d' Bel$CQ no Luigi Loredano, Pietro Zeno , Marino Molino, wtt i. paojo Loredano,Lorenzo Moro, Nicolo Contari-ni, & Antonio Condolmero. Quattro anchora ol-tra quelle per nome del Ducade'Belgi inquei gior ni furono mefsi in ordine,lequali anchora eiěe hebbe Imi Lare to Sopracomiti Gentilhuomini dica Veniero, Con-Ŕ^tTcifhŔ. tarino, Loredano,& Giorgio. Fu Capitano di tutta no 4e tutů l'armata Luigi Loredano, cofi di quelle d'Eugenio, l'armata. come de' Francefi, perche infieme erano per mo-uerfi contra a Turchi, & co'l Cardinale Condolme-ro,tuttipregadoloroprofperouiaggio,leuatidaVi-netia andtrono in alto mare.Et a tépo l'armata Chri těianagiunfenello ilretto. Percioche era perauentu ra auenuto,che Amurare Othomano Re de Turchi i quei giorni lafciato il figliuolo a Salonico, egli di Europa, come fi dice , per opera de' Genouefi era pattato in Afia,alqual luogo era chiamato, cóciofia co fa, che fi diccua per uenflima cofail Re Carama- ao LIBRO SESTO. jyj no contra lui hauer mollo con molte genti. Ma ai-lhoracompoftele cofe dell'Afia,tentando di pafla-re in Europpa,trouň lo ftretto ferrato, & con ogni follecitudine guardato dall'armata del Pontefice.Ec haueua tal cola dato gran fperaaza, che Amurate cfclufo dafuoi ,douefie per laalientia incorrerein qualche terribillifsimarotta,& danno nella Euro-pa.Si diceua anchora,che Ladiflao di Polonia perii Danubio in tre parti tragettando le genti, contra Turchi molto funpfamente s'era motto, iquali erano nella Europa . Tale afpettatione durň alquanto. Finalmente nell'ufcita dell'Autunno s'intefe trecen. to mila Chriftiani hauer combattuto contraTurchi dalla prima hora del giorno lino a ueipro.Et la fortu na a niuno inclinandolě,a gli uni,& agli altri fu dato fegno che ceflaffero. Furono morti in quella guerra ^""gH* fa* quarantadue milaTurchijDc Chrilčiam nň piů,che '/? tr* C~r*" dieci mila.Tra quali fi dice,che un trancefe nobile, f li d i l q ^i. &trafuoi popolari di corpo ,& animo molto ga- Piode^e d'» gliardo,con trecento caualli,per mezzo lo eflercito nofranceje denimici uennealla prefenzad'Otomano,ilquale fatle tura,& lingua libera,diile co poco nfpetcoallo Sfor doclx ftst -\ za,chemétreegli ftauanegli abbracciamenti della »' /"««>«'«» fua cara moglie Bianca,có molta fua uergognafup- ntlUMtru. portaua,che'l nimico gli toglieile la Marca . Nella furia aduq; della guerra tiene egiifu'l Marchiano.Et nň molto dipoi cóparendo manzi a rumici, ridotto il Piccinino ad Amŕdola in alcuni luoghi flretti, lo jifnnr r cóftrinfea dimandar pace.Onde cňuenuto , ch'egli ,,, %e J,^. fi partifle della Marca, & non facelěe guerra al fuo po/i,^ ufo fiato refapacificala Prouincia,tcomnicio amouerfi <-»"dititni. cétra Alfonfio. Etpauétura,auenne, che lo Sforza Taccheggio il Cartello Tranfoniato ne confini della Prouincia:j?chenó glihaueuauokitodartobbedié-xa.Diqui il Piccinino preleoccafione,& effondo in dotto da gli ambafciatori del Pót!.fice,fi come fofTe jftato uiolato il Cartello della Chiefa,pfe Tolčtino. Dipoi Gualdo,Nocera, & Afalě,cacciatone, Alef- i fandrofratello dello Sforza.Datai nouellelo Sforma un'altra uo'tarichiamato, fu aftretto a itarfiql . l uerno nella Marca.Tra qfto Renata fenza fperanza di fai'cofaalcuna ritorno in Franza. Ne cofi molto-dipoi Alfonfohauuta la Rocca Regale,laqualefino a quel giorno era ftata nelle mani denimici,fu dechiarato Re di Napoli da Eugenio con cale con ditione, che egli andafle nella Marca a deitrugere lo ftatodello Sforza.Incotal edere fi trouauanole cofe della Marca. Et appare uŕ che d,aucua naicc^. YY i re DELLA TERZA DECA re grandifsimaguerra, perii pňfletto di tale Pro-uincia: quando Francefco Figliuolo del Piccinino fu'1 principio della guerra Marchiana lafciatoin Bologna dal padre(confěnň Hannibale Bentiuoglio nella Rocca Variana, toltolo in fofpettogia per adietro perla potenza delle parti. Ma egli per opera di Galeazzo Marafcotto, & Virgilio Maluez--20 d'indi fuggito andň a Bologna.Et chiamato il pň ' polo a libertŕ,opprefěe Francefco con parte del foc-corfo,ilqualedipoi fu ncabiato co Gafparo,&Achil Rohgneti W- le Bentiuogli.l Bologne!] per difender piů cňmoda (uperata. U li mente la ricuperata libertŕ madarono a Vinitiani,& berta diman FiOrentini,chiedendo loro foccorfo,& cópagnia,il haViniiia. c^e 'oro ^ll ^en'gnamente cóceflo.Con l'aiuto adu-ni,& fiortn- quedidue illuftriflěmi popoli,non folamente riten-tini. nero la libertŕ, ma in breue ritolfero le Cartella, & quafi tutte le loro fortez.ze,cacciato da 1 loro confini Luigi dal Verme. Et accio che il corpo della Re-publica piů facilmente crelceffe,piacque loro di re-ilituire nella patria Battifta Caneduio,ilquale era bandito con tuttala fuaparte.Onde Eugenio,hauc do hauuto Bologna,diedelanepotedi quel Canedu lo Cittadino per moglie a Hanibale, per eitinguere le antiche inimicitie.Ma quello nouo parentado nň potč ammorzare il uecchio odio.Percioche Hannibale non molto dipoi fu a tradimento tagliato a pez Eattavlěafat zi da Bettoccio Canedulo, & altri compagni di tal tainBdigva cňlěglio.I Bolognefě mofsi per lo indegno cafo pre tra.hr C.tt - fe l'armi,fubito amazzaronoi principali della parte dirŕ. jel CanetJulo, & molti altri.Et primieraméte il cor podi eflb Battifia ftrafcinato perla Cittŕ in publico fu abbruciato.Tra quelto la libertŕ co aiuto de 1 co pagnirefto in piede. Ma non folaméte Bologna,ma anchora il pericolo dello Sforza teneua follecito UH no feie l'1100-»^ l'altro popolo. I Vinitiani grandemente fi mJtfttr iŁ• attriiěauanojche non molto adietro haueuanolicen fiato Chnilophoro da Tolécmo}& moki altri huo mini LIBRO SESTO. j?f mini degni,& Bartholomeo Coglione era andato a feruire Hlippo.Perlaqualcofaappareua,cheefsi no poterTero fenza gran difficultŕ metterli I anne,quŕ-do il bifogno aitringeffe . Filippo haueua mandato Gulielmo di Monferrato,& Carlo Gonzaga a mole Ilari Bolognefi con alpra guerra. Onde i Vinitiani circondati da uan penfieri mandarono in foccorfo de Bolognefi Tiberto B randolino, Thadeo da Elle, & Guido Rangone. I Fiorentini alquanto adietro haueuano mandato Aftor di Faenza, & Simonetto, iquali con poca fatica in breue cacciarono del Bolo gncfeinimici. Etpaceficatelecofeattorno Bolo-gna,le2enti fi diuiiero.i Condottieri Vinitiani era _,. . . . no ětatichiamaticon preitiisimi meisuu 1 Cremo- yi^tiamdie nefe per la guerra rinouata.Et lo eilercito Fiorenti- Aero foicorf» no pafsň fu'l Marchiano per foccorer lo Sforza. Per allo f cioche egli dipoi la giunta d'i Condottieri di Alfon * fo,& del Ponteficejiienuto nella Marca con grande eflercito,hauuto molte rotte l'ima fopra l'altra era pollo in grande pericolo.Ma niente piů nocque allo Sforza,che la ribellion de fuoi, percioche Troilo con imlle caualli palio al Re,che gli diede Elio Cittŕ, nella quale era ičatopofto per difefa, & Pietro Briinoroiěiuilmente con otto cento ibldati fi ribellň.Lo Sforza per queiěi,& altri danni fi Imam, an-chora;che folfe di faldo,& fecuro animo.In tato per duttoE(lolo,& quafi tutto quello, che egli haueua fu'l Marchiano fino allhora,(ě ritirrň ŕ Fano. Finalmente fi hebbe per fermo, che egli incominciailea riuolgerfi a Filippo-& con lui occultamente hauefle fatto legacon patto traloro,che Filippo moleltafle i confini Cremo ned. Laqu al cofaappareua , che i Vi nitiam non douefiero fuportare:ma fubito prendere le arme in fauore dello Sforza. Et poi nel conflitto rt . , i o r r n i - i r \ e Openton che loSrorza quali aitretto,nuolgedoh al iuocero, per f* fatto dell» lui nella Lombardia,& contra Vinitiani moueffeie sforma. arme.Facco quello diilegno non molto dipoi in LO YY 3 bardi» DELLA TERZA DECA bardia nacque la guerra,ma con meglioreprofperi» tŕ delle cole Vinitiarte, che ncncredeua il nimico. Et prima, che noi palpiamo a narrar quello, che oc-corfe in Lombardia,ti dira breuemente,comeluccef fé il fine della guerra nella Marca. I Vinitianihaue-uano mŕdato a quelia rotta dello Sforza Ihadeo da Efte, Guido Rangone, & Tiberto Brandohno. Eti Fiorentini Simonetto.Et haueuano quei Códottie-n quattro milafoldati, & s'haueuano accampato a Mangnano. Ma acciň nóficongiungeflero con lo Sforza, il Piccinino s'era accampato al monte Lauro. Alquanto eglifopportň quella ingiuria. Inulti* mo pofio infieme tutte le fue forze, s'affrontň con lui. Et con graue pugna uintolo,gli tolfegliallog-giaméti.Quefto occorfe quafiper ifpatio di tre anni. Il quarto anno hauendo nel tempo della Prima-uera Alfonfo,&il Piccinino riffatto 1'eflercito , fu fuperato da Cierpelone al monte Milo . Alfonfo nň folo cótento di hauer fatto genti da terra in gra tia d'Eugenio,armň anchora otto galee, per ileŕcar lo Sforza per mare. Alla cui fama 1 Vinitiani,come raccontano alcune hiftorie apparecchiarono alquŕ-ti legni a tale imprefa,per eflerin foccorfodel lito di Rauenna. Et con" lo Sforza era oppreflo da mare, & da terra ; quando Filippo per Francefco Landriano chiamň il Piccinino,che a lui uenifle quafi per parlar feco d'alcuna ragion di guerra.tra quefto France fco fuo figliuolo lafciato con le genti nella Marca, fu rotto dallo Sforza al monte Olmo. Et perduta la maggiorpartedellegenti,& gli alloggiamenti uéne nelle mani dello Sforza col Cardinale Firmano go-uernarore del campo, & molti altri. Furono allhora alcuni, che credettero Filippo coli hauer uoluto, per difěrugger le genti del Piccinino, acciň ,che lo Sforza fuo genero folle libero di tal guerra. Et perň fi puň comprendere la fama tra il uolgo eflere fta u uera ; cioč, che lo Sforza giŕ molto adietro era-ritornato LIBRO SESTO. 116 ritornato in gratia col Tuo fuocero, & con lui haůéŕ fatto lega occultamente contra Vmitiani. Ne il Pie cinino hauendo intefolanuoua di tal rotta, celň il dolore. Ma lamentandoti diceua niente hauergli la-feiato, fé non la uita, & quella fola, che egli era ri-mafaanchora fi togliete , acciň in tueto da lui foffe tradito. Onde per il graue dolore, che egli di ciň ^rele infermň, & eflendo a Melano in pochigior-ni mori il pili prudente Capitano di quel tempo. Lo Sforza di otdine di Filippo , liberň France-fco Piccinino. Slmilmente fegui la pace col Pontefice -, hauédo anchora lo Sforza molte fortezze fu'l Marchiano , come etiandio haueua Eirge-nio . In quel tempo Cerpelone hiromo famofo^ di gloria militar, fu impiccato di ordine di Aleflandro fratellodello Sforza,come queUojChehauen'epen-faro di uoler-fuggire a Filippo . Il quinto anno di-poi che il Pontefice hebbe riflfatto il Uro eflcrcito, mandň Lodoinco Pŕtriarcha d'Aquilegia nella Mar ca, & in poco tempo quafi tutta la Prouincia,eccer>-Fermo, ritornň fotto la obbedienza di elio Pontefi ce. Ne molto dipoi Fermo con la Roccafu medefi-mamenteprefo. Lo Sforza andato con la fua don*-na a Pefaro , iui flette tutto il tierno • Dipoi fotto la PrimaueTafollecitatoda'priuati configli d'alcuni fuoi amici s'accampň a Viterbo, hauendx) pacatogli Ombri ,& il Teuere perturbare la quiete di Roma* La onde non hauendo alcuno effetto il penfiero,le-uato con tumulto, perii Lago di Perugia ritornň in Romagna ,& lě accampň a! Metauro. "traqueito Aleffandro fuo fratello con Pefaro a lui ribellň. Da ogni lato adunque circondato de'nimici mi(č capň appretto Vtbino un miglio. Ne altro dipoi fino al ritorno di quello in Lombardia dall'una parte ne dall'altra fi fece.Filippo tra qfto fece tagliar latefta nella Marcaa Talian Furiano,& aGiatomo Galua-gnojpcioch'ewnuenuciinfofpertodi tener co fěo YY 4 Fioren- DELLA TERZA DECA retini. Dipňi intefalamortedi Cerpelone, quafi ha uendo cagione di ufare maggiori odii co lo Sforza, comandň a Francefco figliuolo del Piccinino, ilqua le egli haueua chiamato a fé in Lombardia,che facef ¦ fé impeto ne' confini del Cremonefe • Ilche con fu- bito tumulto egli fece. Et dipoi molti, & uari danni incominciň anchoraa combattere la Citts,& finalmente incitň i Vinitiani alla guerra. Ma accioche ef fi nonfaceflero alcunacofameno che prudenremen Ptmtiantma. te prjma cne ueniflero all'armi, deliberarono di ma «trono i r i- -i i r tiare vuerm dare Luigi Folcanni al Duca Filippo,ilqualelecon-* Filippo. do l'ufanza de' maggiori gli anměciafle la guerra da Conte fu eac- parte de' Vinitiani, le non rimaneua di offendere le cinto l-amha. cofe dello Sforza.Fu rifpofto all'ambafciatore Vini iwpl™ * ' c'ano Per alcuni, che Filippo nonhauea tempo d'a-MicLcle .Ai- fcoltarlo,& che in ogni luogo fi il ima (Te efler piů fé tedulo perno curo, che in Melano. Se non uoleua adunque,che gli mede'yini- fofle fatto forza,fubito fi leuafle della cittŕ. I Vini-tunt limone tiani fdegnati,comandarono a Michele Attendulo «w/r* i if- Łapjtano della lor gente, che fi doueflemouerecó-" tra il nimico,ilquale giŕ hauea occupata la maggior parte del Cremonefe.Tollo,egli,come gli fu impo-'*^v fto,confei milacaualli, &altrotantifanti,paflato ** ' l'Oglio s'accapň fu'1 Cremonefe a Cafal maggiore. Dipoileuato dilŕfubitoandňcontrail nimico, ilquale era con tutte le genti in Giaradadda,nonmol to lunge da Cafale.Etdoppň crudel battaglia,laqua rittwiaha- le durň dalla mattina fino a mezzo giorno,lo priuň *ut* da ni- je gjj allOggjarnenti ě & fuggendo gli tolfe quattro mila caualli. Ne la uittoria fu a' Vinitiani molto gra ta ; perche ui morirono molti degni,& ualenti huo-mini.La maggior parte de' quali furono affogati dal le tortuofita dell'acque. De nimici molti nobili, & valorofi furono prefi. Et farebbe uenuto fimilmente il Piccinino nelle lue mani, fé egli non folle prettamente fuggito del campo con una barca di lŕ dal fiume, uedendo la Fortuna eilergli contraria. Doppň quella LIBRO SESTO. w t|iiefta uittoria il Capitano de' Vinitiani hauendo ri hauuto quello, che il nimico haueua tolto fu'l Cre-mouefe, & crefciuto perle genti di Lodouico Gon-zaga, pafsň l'elTercito in Giaradadda. C^uiui le cofe «de1 Vinitiani, furono molto profpere; perciochein Kmu* r»tfm pochi giorni l'AttenduIo non haueua lafciato a Fi- d*u animi-]ippo,eccetto Crema, & Lodi. Dipoi paflate le gen- *'• ti il rěume,douedicono,che fu combattuto fu la nua, furono prefi feicéto caualli de'nimici, & con quefti molte ganzare & galeoni,iquali erano flati mandati laqual nouitŕ i Se t'»ltimagHtr natori fubito miferoordine,ccccarcieri,con alqui- r*** iw»W ti legni al foccorlbdi Rauéna EtdaFjorétinifumŕ M* dato fu'l Bolognefej che uolédo egli paflar in Lombardia, DELLA TERZA DECA bardia,glitolferolaftrada.Dipoi,lecofedi Filippo» rotte nella Lombardia,iičnero ambafciaton nel Se nato per trattar di pace . A iquali, oltra che furon» accettati amicheuolmente, fu anchoraconeefib che fěeflero nellacittŕperun mele. Ma di tal cola molto cflendo conteso,niente fi puote concludere . Et cofi fi partirono da Vinetia,& tornarono a Melano.L'Ac tendulo doppo la pugna di Adda, hauendo fortifica to il ponte, colquale haueuacógiunto il fiume, Icor fé con tumulto iě.i'1 Melanefe, & quafi nel mez.zo dell'Autunno cau ilcč fino a Melano. Etabbruccia— ti molti cafaméti (otto la cittŕ,menň uia molti huo Vnŕydea di mini prigioni -, & gran preda fece di beftiame . Mer*- mercaiia dd tre che quefto in Lombardia fi faceua,una delle gaia tana (t rxp . J . , l , ,. . . .; , " pe> r lee, eh era andata alle mercatante della Tana, della quale era Proueditore Zeno Morefini, fi ruppe nel mar Pótico per graue fortuna. La ricca mercatŕtia * che era in quella con tutte le genti ellendo rotti fu'l lito uicino uennero nelle mani de Turchine altre fai uč tornarono a Vinetia. Le cofe Vinitiane erano in quefto flato , quando uenne lanuoua della morte tetrte d*Eu- ŕi Eugenio. In luogo delqualefu fatto Thomafo genio ponte di Sarzana, detto dipoi Papa Nicola, nnico cfiem-& & creatia pio della humana felicitŕ ;percioche in uno irtef-nediKicolň. (o anno fu fatto Vefcouo, poi Cardinale, & in vi* timo Papa. Alqualei'ubito furono ordinati am-bafciatori;& quafi li principali della nobilitai Luigi Loredano; ilqualedoppň nobili imprefefat te conua Turchi thaueua ridotta l'armata a Vine-LuizUoreda tia ; Luigi Veniero, Pafquale Malipiero ,& Chri-»«,^4luigivt ftophoro Moro; l'uno Atiogadore ; gli altri Pro-niero,palef»4l curatori di San Marco. Et perche il Moro s'infermň, fu mandato in fuo luogo Zaccaria T.iiui«ia-no. Giacomo Fofcari figliuolo del Prencipe,chia-. maro da i Capi de'dieci, percheron uenne al ter* mine fu condannato all'enee . Ma non molto dipoi LIBRO SESTO* $j« poi, come io credo, intefa la fua innocentia parti* Giuflětěa »f~ to da Triefte , doueera andato , di pubhco ordine jentata fopni fu chiamato aTriuigicon tal conditione , che non '' fi%l"t0^ (blamente non ufciiěedella Cittŕ, ma anchora fen- e °&e' za licenza del Podeiěŕ non poteffe andare fu'l Me-ilrino. Dipoi ouero fofle per cagione del padre,che craftimato huorno di fingulareintelletto,& amore uerfo la patria, quafi folo alihora tra Vinitiani, ouerojComepiu toičo credo,pur perla fua innocenr «.a , fu retěituito da Traiigi nella patria w Ma fi come la Fortuna incominciando a dimoitrarfi Crudele fe-guitadimalein male, auenne,che non molto dipoi che egli era uenuto nella Cittŕ, fu tolto infopet*-to della morte d'Hermolao Donato,ilquale andando la notte dal palazzo acafa fu occiib . Onde dop-po le acerbe inquifitioni fopra tal cofa fatte, perche non u'erano grandi inditii di tal morte,fu confinato neH'ifoladi Candia. Dipoi anchora d'indi fu mena* ?oa Vinetia con una galea mandata a pofta nell'ilb-la, perchefu creduto,lui hauere innouate alcune co-fe per lettere . Et eflendo efaminato fé egli era ftato autoredi cotal lettere fcritte animici,egli affermň edere nero, ma hauer dato anchora opera, che effe lettere ueniflero nelle mani de'Magiitrati Vinitia-ni, pelando, che per tal cagione farebbe riuocato nel la patria, (e non come egli haurebbe uoluto,almeno con quella conditione, che egli poteua . Finŕlmen-teinlui non trouando altro dift"etto,di nouoil confi narono nell'ifola,douedipoi fi morě. In quel tempo anchora Andrea Donato incolpato hauere lutili co danari dallo Sforza, di comandamento del Senato fu menato di Candia,dellaquallfolaegli era Duca. Et dirle la fua caufa a i capi de dieci . Daiqualief-fendo conuento,fu condennato mille & quattrocen to ducati, & lo prillarono della publica amminiftra-tione Et quello, che quafi fu molto piů grane, per uno anno itecte in ferri.Mentre quefte cole in Vine- tia C*rlo Monto ne fi acconcia con Virŕtěa.-ni. "Michele At fenduto fece caualcar fino al le porte di Milano. Brebio tňlto in Brian\4 i» tutti Uno- Bit lini fatti fibra il Lato di Cimo. DELLA TERZA DECA tiafěfaceuano^arlo da Montone figliuolo di Braccio digmfsimo Condottieri, intefa la riconciliation dello Sforza,& di Filippo,per odio delle parti paisŕ a Vinitiani,iquali tra quello tollero Cafil maggiore & altri luoghi allo Sforza , che, come s'č detto, s'era riuolto a Filippo . Dipoi l'Attendulo un'altra uoltapalěato fu'l Milanefe, comandň aTiberto Bran dolino , che con aiquiti caualli douefle caualcare lino alle porte di Milano,& mettendo le bandiere Vi-nitěane al cofpetto de'nimici,inuitafle i Milanefi alla libertŕ . Ma uedendo non efler fatto cola alcuna dal nimico riuolte learme in altro luogo, fcorfe fino a Pania ogni cofa Taccheggiando. Et menato uia gran preda,un'altra uolta furono polli gli flendardi inan-zi Milano, & chiamati anchora i Cittadini alla liber tŕ. Qjuui (ěmilmente,come ad Adda, quattro ualo-rofi huominifopra le porte della Cittŕ furono fatti Caualieri,Tiberto Brandolino, Dio te falui Borgognone,Lodouico Maluezzo,& Gilberto da Correg gio . Finalmente perche nella Cittŕ non fu alcnn tu multo, in quella parte doue haueuano polle le bandiere,faccheggiatii campi de' nimici,i Vinitiani af-faltarono Brillio in Brianza & fubito lo allnnfero a renderli. Dipoi tutti i luoghi di Brianza furono op-prefsi, & faccheggiati . Dicono,che fu ufata molta crudeltŕcontraa1 miferiTerrazzani. In tanto,che non folo glihuomini,ma anchora i giouanetti,& fan ciulli furono tagliati a pezzi,uergognate le donzelle^ le donne nnferabiěmente trattate. Ne quella in giuria uenne da i foldati,ma daglihuomini dcllepar ti • Iquali per faciare l'odio ioro contra nimici,come animali fieri tifarono ogni forte di crudeltŕ. La preda, che ui fu fatta, pafsň dugento miladucati.il mon te Barri prefo per forza,fu fimilmente faccheggiato. Et Lecco Capo del Lago Lugano molti giorni fu combattuto,ne mai fi puote prendere.Et molte Valli picciole uicine al lago,perche a gli habiůti pareua noa LIBRO SESTO. 319 non poterti mantenere,anchoraefle furono faccheg giate Et efiendo giŕ ogni cola uenuta fotto Vinitia-ni d'Adda fino a Conio co l'una& l'altra riua del La go Lugano , 1 foldati carichi di preda fi riduflcrodi qua dal fiume.Haueua incominciato tra quefto tem pň Vinetiaalentirlapelh'éza,laquale,piu alla giornata crelcendo,furono fatte molte proceilioni attor no le chiefe,& citate mefle a gli altari fatti per le uie publiche.Et furono anchora per la Cittŕ di notte ac cefi diuerfi fuochi con uari odori per purgare l'aere. Olire di quefto, due miglia lontano della Otta č un luogo derto Lazzaretto,doueciafcuno infettato di quello male era portato. Sei barche a quello effetto pubicamente erano ordinate , & una per ciafcun Seftiero della Cittŕ feruiua.Ma perche quefto erabi fogneuole,nó tanto per li ammorbati,quanto per fo uenire a i poueri, Ł che gli infermi in quel luogo piů commodamente erano curati, fu fatto il luogo coti molte camere,& altri apparecchi a quefto necefiari. Dipoi un'altro ne fu aggiunto nň lontano, opera no ua,& apparecchiata magnificamére p tale effetto.La quale a chi la uede di lontano ha forma d'un Cartello molto ben guernito.Erano le cofe di Filippo, come ho detto,molto danneggiate, quando lo Sforza con quattro milacaualli,& duemilafanri leuatodi Romagna,doue era andato, partédofi della Marca Ł far genti,per il Ferrarefe andň nel Parmiggiano. Alla cui partita il Pontefice gli tolte tutti 1 luoghi della Marca > eccetto Ancona. Percioche gli Anconitani eflendo aftretti da mare,& da terra, perche Alfonfo con le naui,& Eugenio con le géti fu'l territorio te-neuano quella afTediata.temendo efsi, che fé follerň refi a i foldati, dipoi faccheggiaflero la terra, leuate lebadiere Vinitiane lubito s'apprefiarono ad alcuni legni mudati da Vinetia. Iquali ferrŕdo il porto fta-/ uano in foccorfo della Cittŕ . Elfi Anconitani furo-no tolti mcópagma, come i Bolognelě daVinitia- & "Morte del DELLA TERZA DECA ni,& Fiorentini.Et Lorenzo Minio con fette Galee fu mandato in foccorfo della Cittŕ. Queito raccon» tano alcune hiftorie Vinitiatie . Appretto d'altri io» non trouo cola alcuna di tal moto d'Anconitani. la quel tempo due naui grolle li partirono da Vinetia» una delle quali haueua armata Giacomo Moredni, l'altra Andrea Leone conrra Corfali,che moleičaua no il mare. Al giunger dello Sforza «^Lombardia, tutti i caualii che i Senatori haiieuan^HHfnvKo, che glifo fiero contra,mouendofi fu iconnnrPadouani, . furono mandati nel campo del Attendulo di quadel Po,dipoi,che intefero quello andare in altro luogo. Sopraitauano dall'una parte & l'aLtra gran mouimen ti di guerra, quando Filippo , a cui piacquero piů 1# guerre di ciafcun'altro Prencipe, che mai fotte della famiglia de' Vifeo-nti,moridi febre, & diflutto . Per ^a morte ^e^ quale,i popoli fmarriti, che erano Tuo* fudditi,incominctaronoa fare molti penfien. { Lo-» digiani feguendo il nome della libertŕ, uennero-fot- xo la fede de' Vinkiani, & quattro giorni dipdjjtefi-mile fecero i Piacentini. L'una,& l'altra Cirtŕfino» nitadi molto foccorfo j> Antonio Marcella. Dipoi le genti Vinitiane pattato Oglio, tolfero fan Colo-bano in pochifsimi giorni, & quali tutto il Contado di Lodi.Tra quefto i Milanefi con grande animo deliberarono di feguir la guerra incominciatada Filip- po,& fecero lo Sforza Capitano delle genticontra VinitianijCon quefleconditioni, che fé lirefeia lěto gheflea i Vimtiam fotte data alla Sforza. Et segli prendere Verona,ali'hora Urefcia fotte de' Milanefi & agli poffedefle Verona. Intefa la morte di Filippo fi dice fu-bito lo sforzahauercófortato i fuoi Códoc tieri, che fletterň di buono animo, che fé egli fotte chiamato Capitano de'Milanefi , egli u'andarebbe, & a! lhora congiunte le genti infieme , ageuolmenté le forze de' Vinitianidiilrugere fi potrebbono.Fatto *duque lo Sforza Capitano de' Mil,andě,andň a Cr« mona, LIBRO SESTO. jŁo mona dipoi paffato Adda co Francefco, & Giacomo Piccinr.i,in& altri Cňdotrieti di Filippo congiunfei capi a Piagatone poco dipoi d'indi partiti, in pochi giorni hebbero fan Colóbano, che era loro ilato col to. Tra quello le genti Vinitiane perche erano me^ no,di quelle de nimici, andarono fu quel di Lodi. I Pandi feguendo li lorode(ideri,fecero Ccnte della Cittŕ ioio jl figliuolo dello Sforza nato, di Biŕca, j? niemoriad^jjbuo.EtiMilanefiin pochi giorni maa jimbafdato* darono tre ambafcierie l'ima doppo l'altra a chiede- rimŕdaii d* re a Vmitiani le cofe,che erano di Filippo » Fu loro Milane fi *¦ quali Tempre a un modo rifpofto. Che ben che tutti ^W"|M'' ě luoghi,che i Vinitiani haueuano tolto del Prčcipa-Wt> di Fihppo'foffero fuoi per ragione di gueFra,non<-dmienocirere apparecchiati di riflituirgli,comedefi *iero(ě,ij pace ,fe i Miianefi uoleuanocó buonafede reder loro indietro \i fommadi danari, che haueuano fpefi nel guerreggiare. Et quelli niente promettevo furono licétidti. I Senatori,pche uedeuano appa-reqÉÉfaru gran guerra co lo Sforza & Milancfiyordi» narcmo una potete armata pii fiumi del Po appreffb Ł -t -i i-i i r s- i o - i Armata fai Lobardia,laquale tu di quattro galee & tretaduega* ta ^y^ leoni.Proui;ditori AndreaQsuirmi,& Georgio Lore tam Copra, iě porta di fan Rimondo. Il Po appretto coli accrebbe fu'l fine dello Autunno, che i nauili de nimici facilmente s'accoftauano alle mura.Eteilendo cóbattu-ta da terra3& da acqua fu prefa la Cittŕ, & fu datta a facco a i foldati. Gherardo Dandolo , & Thadeo da Elle liquali erano in foccorfocó mille fanti3& molr ti caualli, uennero in poter de nimici.L'uno renden-r doli co la Rocca,& le genti, & l'altro fu prefo métr? fuggiua.Tra quello cóbattendofi Piacenza,l'Attedii lo pattato Adda,fcorfe con tumulto a fan ColombaT f mer.ň uja gra,!]bottini. DELLA TERZ A DECA per rimouere lo Sforza dalla imprefa, pafsň faccheg giando fu'l Milanefe . Doue appreflo alcuni trono ch'egli tolfe Melzo. Et haueua in animo di combatter Cremona>fe cofi torto Piacenza non foffe ftata prefa. Il Marcel Io allhora chiamato dal campo uen-ne a Vinetia. Luigi Loredano, & Matteo Vuuri andarono Proueditjn nella Proiiincia. Et perche la fu m del uerno fi auicrnaua, non lě puote far altro. Le uille,& i borghi diedero a Vinitiani gli alloggiameli ti. Et fu la Republica a pericolo, per il tradimento Sfaldati. Fu un'altra uolta tentato la pace, & per conchiuder quella,gli ambafciatori Vinitiani,& Mi-lanefi lě trouarono a Bergamo. I Milanefi dimanda-uano Lodi, mai Vinitianiricufaiianodi reflituirlo, fé nň erano loro pagate le fpefe della guerra. Et ben che gli ambafciatori de' Fiorentini,& di Papa Nicola molto pregalfero l'uno,& l'altro, efiortandoli alia pace,nondimeno no lě accordarono.Sotto la Pri-mauera,béche t Senatori follerň occupati nella guer radi Lombardia, perche fi diceua di fermo, che due nauicanchedi mercar.itic,cheritornauanodal Mar Pontico,erano fiate prefeda Corfalijfubito ne ordinarono tre altre con cinque galee,accioche R cercaf orenxn L - ^erocota^ ladriper tutto il mare. Fu fatto Capita-dano. no delle naui Lorenzo Loredano,& delle galee Lui-uigi Bem- gě liembo. Ne lo Sforza tra quefto ceflb, ma leuati , CapitAtii. gli alloggiamenti, tolfe alcuni CaRelli a Vinitiani. L'armata,laquale dicemmo, che fu ordinata contra aCorfali,prefe in mezzo il mare Vitale Sardo,ilqua le non molto adietro haueua prefo tre naui grandi, che andauano in Candia al tempo della uindemia, Egli con tutti quelli che erano in l'uŕ cópagnia,d'or-dine del Capitano furono impiccati. Ne molti gior ni dipoi,non lontano da Napoli, prefedue altre galee de Corfa!i,ne]leq'.:;t'j tutti quelli,che furono tro uati furono finiilmenteimpicari eccetto alcuni, che erano legati. Per laqual cofa Alfonfo fi fdegnň, & & comandň, LIBRO SESTO. }*i & comandň,che per tutto il fuo regno i mercatanti Vinitiani fo{ěčropre(ě3&ilorbeni publicati.-I Sena- 7jŁ W? tori mandarono a lui,a chiedergh.s'egli co Vinitia- tmBltétl» ni uoleuapace,ogiierra.et#pqual cagione egli hauef jfe fatto forza a i lor mercatanti cótra il debito della ragione,fenzadar loro prima auifo di guerra. Allettali parole Alfonforiipofe, non poco lamentandoli della ingiuria de Viniciani cótra di lui: iqualidi «anzi alla Cittŕ Reale hauefleroprefe naui,che non molefěauano alcuno,& uituperofŕmente morti gli huominidiquelle,forfi fenzach'eflělo meritaflero. Ne per quello in alcun modo intendeua uoler guer ra:madesiderare che pia tofto i Vinitiani foffero d'in di auanti uerfo di lui tali,che co loro egli potefle fla re in pace.Etcomandňjche tutti quei mercatŕti fof ferolafciati, etillor hauerereftituito.Barrolomeo i - i 7 i i r>-i- r accr* ClUtodl tutte le geti che gli haueua tolto aFilippo,erano fot gente da. Me to Nicolo Guerriero alle ftŕze. Dal quale fu co fa- Ufi uorericeuuto , & da iMelanefi dipoi crefciutaglila* códottadi mille,& cinquecétocaualli.Traqfto mé-tre che Piacenza era attediata dallo Sforza,combat te feliceméte cótra Rjnaldo Drefnefe : ilquale dop-po la morte di Filippo era flato mŕdato in Italiadal Re Carlo co gra numero de Fracefi,& haueuahautl tň Afte dal Vifcóteplalegajch'eglifececo'l Reco-tra Vmitiani poco auati,ch'egli morifle. Ondedop-po la morte di FilippOjnó folo Afte ma anchora co je arme haueua tolto parte del cótado d'Alellandria. Bortholomeo Coglione co AfěordaFaenza,a{Ialta ti qlli che afl'eciiauanoBofco,glifupň,& lortolfegli llcoglione allogiaméti.Molti furono morti & molti ancho pre dWn[a p" (ě.Cótra ai quali gli Aleflandrini fi riuolfero cóle ar roa f^ me feguedoreflempiodiqlli.il Colglione innalza ni. \o per tale uittoria^nó molto dipoi pafsň a Vinitiani ZZ con DELLA TERZA DECA con mille,& cinquecento caualh.Gia quafi era paffa to il uerno,quando lo Sforza leuaco da gli allogia-méti aflaltň Mozanega,& fubito coftrinfe i Cartella ni a réderfi. Dipoi co molto tumulto entrato ni Giŕ radadda,prefe tutti que»luogi,eccetto Carauaggio-. Tolfé anchora a Vinitiani Caflanojdoue era andato il foccorfň,cacciň daMelzol'Attendulochecňlegé ti era accampato a Calzo oltrel'Oglio.Etin quelli luoghii campi dell'uno,& l'altro fletterň fenza fare alcuna cola degna di memoria. Finalmente leuato lo Sforzadilafimoflecontral'armata Vinhiana,la quale moleftaua i confini Cremonesi per terrai j» acqua.Tutte le forze del Quirini erano intéte a rom pereilponteulqualenel combattere di Piacenza lo Sforza h#ueua ratto fare fopra il Po, appretto Cre-mona:& attorno quello fu molto combattuto. N« prima i Vinitiani ceifarono,che fentirono il nimico apprefentarfi. Haueualo Sforza uentifei galeoni iquali perň non erano in ordine ne d'arme,ne d'huo mini. Alla fuagiůtai Vinitiani furono cacciati a Ca fale maggiore-.Q^uiui, & per terra, & per acqua i legni Vinitiani dal nimico circondati, ^ la maluagitŕ del luogo in tanto furono oflfefi dalle artigliarie,che ilbeneefperto Capitano haueua fatto mettere fu la riuadel fiume.cheil Qiiirinidifperato, fu la mezza notte portate le armature nel Cartello uicino, abbruciň quelli,accio non ueniflero in poter de nimici Benché cofi anchora alcuni ne furono prefi. Ma uč-nuto egli a Vinetia,dal Senato fu dato nelle mani de gli Auogadori dicommune,per eflfereegliuenuto jn fofpetto,di non haueruoluto difender l'armata,li quali lo condannarono a perpetua prigione. Fu creduto d'alcuni,che'l Quirini da principio hauefle potuto con l'armata andare in luogo fecuro . Laqua-le cofa haurebbe fatto,fé non gli fofle flato dato fpe ranzadal Attendulo,che fubito,che folle entrato a combattere,egli farebbe con tutte le genti uenuto in fuo LIBRO SES TO. r tf filo foccorfo.Laqual cofa egli non hauendo fatto,il Q_uirino tradito,incorfe in pericolo $ cagione d'altri. D'indi leuato il nimico, perche non temeua piů di Cremona, fi accampň a Carauaggio , doue era il prefidio Vinitiano. L'attéviulo ilquaTe haueuafcgui tolo Sforza,cheandaua contra all'armata Vinitia-na,per infino a quel luogo,doue fecero il fatto d'ar-me,dipoi, che egli inteie quello ettere ritornato in Giaradadda dietro la rotta,& hauere attediato Cara uaggio,egli anchora a quel luogo menň le Cue genti per nobilitarlo con la rotta de Vinitiani. Apena,che mai altre uolte fi trouarono in un luogo tanti canai li,& tanti huomini efpertiffimi nelle guerre di Lom bardia.Perciocheoltra.l'Attédulo Capitano di tue te le genti,erano nel campo Vinitiano Lodouico Gó zaga,Bartholomeo Coglione,ilquaie nň molto pri maerauenuto a Vinitiani,Gentil della lioneffa,Car lo Montone,Tiberto Brandolino, Giouanni Conte Romano,Guido Rangone, Alberto da monte Albo-do,Cefare Martinengo, Nicolo Guerriero, & con quefti dodici mila Caualli,& gran numero de fanti. Appretto allo Sforza erano Alefsadro,Bofio,& Cor «rado fratelli,Roberto sito Seuerino. Francefco, Se Giacomo Piccinini,Guglielmo daMóferraro,Carlo Gňzaga, Luigi dal Verme,Gioua Tolétino,C!iriiro foro Torello,& Bartholomeo Quartiero. Erano in qfti fedici mila caualli.Et cofi fra pochi giorni fu co battuto piů uolte,di maniera,chealcuna uolta la bae taglia duraua fin alla fera,ne,j>ň ui s'entraua co tutte le forze.Federico Cótarini, & Hermolao Donato in qi giorni erano uenuti in capo g ettortare i Condottieri Vinitiani p publico nome,che foccorreife-ro Carauaggio.Federico per morfo d'un cane I quei giorni fi mon.Hermolaoadunque,& Gherardo Da colo,ilquale giŕ per adietro era Proueditorc in cani pň, ettortando l'Attendulo, & molti altri Condottieri } benché fapettero certo i CaAellani non ZZ x potere DELLA TERZA DECA potere molto foftenere inimici,fé tofto non erano leuati di afledio,nondimeno apertamente^ifconfor taiuno,che lě combattefle. Ma altri contrŕil uolere di quelli gridŕdo,la cofa fi ridulle in quefto,che meglio era efperimentare l'ultima fortuna, che ilare in darno,& afpettare,chc la terra fi fi rédetfe. Durň tal configlio molti giorni,percioche non fi poteuaad-11 Bravttoli dur ragione,in che guifa i folcati Vinitiani porelfero no fpfoictm fare impeto cétra il nimico."liberto Bradolinomo-fi > fornichi ftro prima, che fi douefle entrare perla uianuoua, "ucQmra.Hd doue lo Sforza per lepaludi uicinehaueua il campo li.°' non molto fortificato.Egli era flato in habito di fol dato fconofciuto in quei giorni ne campi de nimici Si hauea fpiato,& ftefo ogni cofa. Onde furono ma dati alianti eflo Tiberto,Guido Rangone,& Alberto da monte Albodo,iquali in giorno di fefla, quando niuno péfalfe il nimico douere uenire, faceflero im peto dalla parte contraria del campo.Era andato lo Sforza al Łdono nella Chiefia di fanta Maria da Ca-rauaggiolaquale,nončmolto lontanadalCaftello. Alqualeuennero infretta alcuni foldati a cauallo, mŕdati l'uno drieto all'altroapportado, che inimici s'erano mefsi ferrati a fquadra cétra di loro, iquali co grade fpeto aflaltando 1 fteccati,ouero erano eri trati ne i ripari, ouero, fé fubito loro non era porto aiuto,u'entrarebbono tra poco. Alcuni dicono, che egli eflendo tornato dal facro officio,& giŕ uolendo definare,al primo grido del nimico,mandň i fuoicó tra Vinitiani. Altri dicono,che circa a mezzo giorno egli caualcado uerfo la Fornouo gli fu detto,che fi combatteuano i fteccati.Ma in che hora, & luogo (ě conofcefleil giunger de nimici,č manifefto quello fenza paura hauer fi riuolto al gouerno d'ogni co fa.Tra quefto le fquadre de Vinitiani haueuano em-battagJěain- pita tutta la uia,fra li dui capi,Carlo Gonzaga,Alef-tntůnc'ui-, fandro,& altri dello Sforza per il primo impeto de Vinitiani fi cacciarono trai ripari,& appena poterono LIBRO SESTO. $<*$ nofoftenereil nimico nel principio.Dicono alcuni che Carlo Gonzaga efTendo ferito,non folo fi leuň dal combattere,ma anchora del campo, & per paura fmarrito fuggi a Melano,& rapporto,chelo Sforza eraičato dilallogiatodaVinitiani.Q^neftafu daprin cipiolapauradenimici . Dipoi perla prefenzadel 10 Sforza prendendo animo,ilquale con molta gente uenne da quella parte doue era {tato combattuto non i'olos'apprefentarono alla battagliatila anchora incominciarono a nmouere il nimico dai ripari. Ec dipoi fatto maggior forza,eflendo i luoghi itrec ti per le paludi,non poteuano darli luogo a con.bat-tere.I Vinitiani,iquah erano ftati nella prima pugna fianchi dal combattere furono fuperati dal nimico di forza,& d'animo. Alberto,& GuidoRangone,me tre fi sforzauano di ritenere in ordinanza 1 faldati, & rimettere la battaglia,furono oppreffi dalia moltitudine de nimici. Allora perduti 1 Condottieri,gli altri fuggironOjiquali okraladirrkultŕ de i luoghi erano ancora impediti da gli afledide nimici perciň che i foldati,iquali erano a Mozanega3quando uide roi Vinitianihauereperduto,fi mifero cótra aqueL 11 che fuggiuano,in tanto,che era forza, ouero, che fi rendeflero,ouero,che li gittaiěero nelle paludi. I fratelli Piccinini,iqualihaueuano le loro gč ti .x Tri «io feparate da quelle delloSforza;da un'altra parte fecero impero con due mila caualli. Il Coglione il-qualeera lino lafciatoiu foccorfo/ollenne quelli un gran pezzo. Ma quando uide la fuga de fuoi,& giŕ effere ftato preti gli allogamenti dal nimico ,dal la parte piů baiili fuggě a piede,& andň nel bofeo ui- cino.L'Attendulo,& gli altri utdédo le fquadre rot te^iěerojcheq-jefto ficefl'ero per inganno ouero Ł checredeuano inniun modo potere refifter, fuggirono dal campo.Otto mila tra caualli,& pedoni co li Prouedirori dicono , che furono prefi. Et fi dice che'l Dandolo darAtteuduloJ& da molti altri (u aui ZZ ě fato DELLA TERZA DECA fato,che egli douefle fuggire,& ch'ei gli p piů tolto uoleua morire appreflo li ftendardi di fan Marco, che fuggendo tatuarli con uergogna. Olcra quefto il nimico hebbe gli alloggiamenti, ne' quali v'erano grandifsime rkchezze,& con quelli due ma la carriaggi.L'Attendulo andň aBrefcia,douedop-pň pochi giorni il nimico mife campo , feguendo la uittoria. Ne i Vmitiani, perciň in tanta rotta perdec Luigi LareJ& Vngherifu'l tenere d'Andrinopoli . Etdico-yóflnllinoCa. no e^"ere ^ztl morti ottanta mila Turchi,& la metŕ battagli*. meno de Chriftiani, in piů battaglie fatte in quel luogo. Le galee Vinitiane prefero un Legno de Corfali, & gli impiccarono tutti. Quelli, che haueuano minor colpa furono porti in ferri. Et non molto dipoi prefero un'altra galea Catelana,carica d'ňglio, laquale^» far lordifpetto haueuano tolto a Mercatanti. Tra qtiefto fi refero allo Sforza Torto-na,Nouara, Aleflandria, & in ultimo Parma. Inte-fa tal uittona a Vinetia, i Senaron hebbero fomma ^•jv allegrezza. Et fu quella allegrezza maggiore, ef- -<> v fendo creduto, che m qualche parte fotto la condot ' ! tadelMarcelloli SforzefchihauefiTerouinto. I Se- natori lo haueuano mandato fecondo il patto con due mila catialli, & due Provieditori, Lodouico Lo redano,e Pafqual Malěpiero, ilquale fu mandato dallo Sforza con Aleflandro fuo fratello a prender molti luoghi oltra il Po. la maggior parte d'iquali hauiiti,& forniti di foccorfo , chiamň alili le genti II Duca di Vinitiane, & incominciň il ferocissimo Capitano Sauoia feceU aflediar Melano, In tanto s'intefe Lodouico duca di gaconMela- Sauoia, ilquale con Melanefi hauea fatto lega cétra ne'u allo Sforza, hauere mandato a Nouara pcrmolefta re i cófini gran moltitudine de Barbari. Era fuo Ca pitano Giouan Compenfio. Ilquale hauendo tentato nel principio di prender Nouara, & non hauen do potuto,s'accampň, fu'l Nouarefe. Cétra iquali, lufZToZ ch'erano fei mila,fi mofle il Coglione.che col Marni prefoděl cello era flato mandaco allo Sforza. Queftiattacan Cogliti». doli co i Barbari al Ticino,gh ruppe, & prefe il capitano tIBRO SESTO. r i6f tano Cópenfio con quattrocento caualli. In quel giorno acquiftň egli gran uittoria: laquale dipoi fu . ^ p.. cagione,che egli afcendefle a molti honori. In quel nimědatlJĚ tempo Lorenzo Pifani fu mandato al Sňldano con Solfano. una galea. La cagion della fua ambafcieria trouo ef fereitata; perche inmercat.tti Vinitiani nei luoghi della Soria d diceua,non eflere ben trattati da Barba ri.In queimedefimi giorni anchora furono mandate due galee contra Corfali,Proueditore Angelo da chadaPefaro.I Melanefi tra quefto per la libertŕ of fefa prefero d'improuifo alcuni de principali, liquali erano detti tenere la parte dello Sforza. Dipoi popolarmente ufciti della cittŕ,uenneró contra il nimi co.Allhora lo Sforza aflediaua la Rocca di Melzo^ ilquale intefo la uenuta de nimici, ne' quali fi dice-uaeflerfeflanta mila perfone; in tal modo ordinň le fquadre cótradi loro,che intefo l'ordine dello Sfor za, fpauentati nonhebbero ardire d'affrontarli. Il Marceělo,ilquale eraappreflbalui ueduto ilproue-di;nc!ito mirabile dello Sforza in tata pericolofa im prefa,fidicehauere fcritto aVinena, chefopraftaua grane pericolo da tal Capitano no folo a Vinitiani, Surpit'" h ina anchora ŕ tutta Italia, fé egli hauefle prefo Me- hcbbero vi-lano.Intanto egli cótinuauaraflediopoi cheglini- nitiani dell» rnici gli haueuano ceduto.Et tutti i fuoi cófigli era- 'fin.** hoinaflediate la cittŕ di fame; tra qfto molto aftut-tarnente la teneua opprefla^in tanto,che alcuna uol ta corrčdo fino a ripari abbruciaua le cafe uicine. In quefto ftató erano le cofe de Melanefi, quado la no ftracittŕ d'improui-fo quafi incorfe in grauifsimo da no.Vn certo Scamato greco nato nell'IfoladiCadia efiendopercafoa Vineria,moftradofi 1 publiciTefo ri a Borfo da Efte , come fi fuol fare a qualche gran perfonaggio,iqua!iTefori fono ferbati in una parte della chiefadi s-Marco^entrň in quel luogo fecreto, quafi come uno de famigliaridel Signore.Etvedédo , ne.Il Grillo oltra il premio, che gli fu dato allhora, „ 1^1 che hebbe dal Senato perpetua prouigione. Traqftoě fi* fcoperfe il fu* gliuoli del Piccinino co tre mila caualli, & due mila t* &d Xhcfr ianti,paflarono da Melanefi allo Sforza. Ma ^che ap ro-pareua ppromeirediq'Uo i Picinnini eflere indotti a. lafciare i Melanefi,laqual cofa nonli poteua fare _p il patto de' Vinitiani co q!li, (|>cioche era ne capitoli, come alcuni dicono,che i Vinitiani, & Jo Sforza noti códuceflero alcudiqllijche fofleroal foldo de'Meli Cagióne p& nefi) peio no poco fi mofle l'animo de' Senatori co- .1". *"*. tra lo Stor?.a,& incominciarono ad halierlo in folpet tanno contr* to,perche ufaua della fu a auttoritŕ piů di quello era lecito>onde allhora fi riuoUero a Melanefi.I Piccini ni non molco dipoi eiě'endo ueouci ia folpecto d'ha- uet DELLA TERZA D;ECA uer fatti certi trattati nella uiradello Sforza, & egli eflendo'auifato dalMarcelloche (ě doueile guardar datategli Cubito con le fue genti ritornň a Melano. Nondimeno dicono alcuni, che i Piccinini uennero allo Sforza con tal cňlěglio,accioche poteflero quel uerno foftener il loro eilercico di fuori,& nel principio della eftate, come fecero, ricornaiěero con tutte le genti ai fuoi.Tra queito lo Sforza moleftaua.mol Armata fai- tota Cittŕ, & con molti danni ě'affligeua, quando il ta cotrailUe Re Alfonfo per liberare in qualch-parre i Melaneft ^ilfonfa. della guerra,con publico comandamento difeacciň i Luigi Loreda, Vinitěani del Regno . Ilquale manifefto frgno di no Capuano. gucrra fece, che i Vinitiani fubito apparecchiarono una grolla armata. Trentacinque galee, & dice; Na-ui mifero in pitto di huomini, & di arme cčtra il Re* dellequali fu Capitano LuigiLoredano. Quello ap parecchio di guerra fece, che Alfonfo tentň la pace per Lionello da Efte,& perghanibafciatori. lquali uenuti fino aFerrara,i Senatori non uoěfero,che ne-niflero a Vinetia ,& indarno fu ciň tentato perefler gli animi giŕ rifcaldati. Tra quefto Vittor Capello il quale era Proueditore del Golfo, con moka preftez zafeguěfino a Ortona una galea de Catelani, laqua le poco di prima haueaprefa una Viniriana.Ma quan do intefe li nimici eflere fcampati, & da i Cartellarii aiutati, che con armes'apparecchiauano, riuolcele prode delle galee, leqiuli egli haueua, coniando 2 fuoi chefmontaHero fu'l lieo. Laqual cofaiiauendo fatto,ualorofamente, & fortemčce combatrčdo fui lito,& porti in fugai nimici allretti nel Cartello, ti-€ěo che fece- rata la galea di quelli,al luogo delle naui,ch'era mei— ro Vinitiani noal Cartello, l'abbruciarono co alquanti legni. Ec fitqueldi Or furono faccheggiate in qnella medeh'ma correria le tona. cafefotto la terra piene di mercatantiede'fore(}>e«-i. Dipoi i Vinitiani (ěridullerouittoriolě nel prin;o iti rio. Douedeliberňil Capello d'afpectar l'anr.ata, ch'era apparecchiata contra di Alfonfo. I Vinitiani LIBRO SESTO. '367 tentarono mandare ambafciatori allo Sforza,perieli ar(ě dalla guerra da terra, & attender a quella di ma re.Orfato G:uftiniano, & Pafqual Malipiero andarono a lui per nome pubi ico. Etlor fu impofto,che trattaflero feco di pace,laquale co honeftifsime eoa ditioni era offerta da Mclanefi.fit giŕ era tétata la co fa,quando Crema, laqualeda Sigifmódo Malatetta, che eraftato mandato da Fiorentini in foccorfo de* Vinitiani con due mila caualli & mille fanti per ca-gion della lega doppň la rotta di Carauaggio,efsédo itata molti meficóbattutaper operad'Andrea Dandolo con qualche aiuto dello Sforza, ělquale non ha ueua accetato il réder di quella, fi diede al Dominio Vinitiano,& Gentil della Lionefla fu mandato con molto foccorfo ad accettarne la Signoria . In quei giorni la pace con Milanefi giŕ quafi fatta, fu fatto a lapereallo Sforza con quefte conditioni, che quelle fette Cittŕ,che erano ftate di Filippo, cioč Cremo-tia}Pauia,Piacenza,Parma5Aleflandria, Tortona, & Nouara foflero fue.Ma Lodi,ouero, come altri dico no,Patua fi lafciaflea Melanefi. Lequali conditioni fé egli accettaua fofle confederato dell'uno,& l'altro popolo.Et i Vinitiani hauendo la Lombardia pacefi* ca haueflero fei mila caualli, Melanefi quattro, & lo Sforza mille,& non piů. Et fé egli non uoleua la pa- - ce con Melanefi, folle nimico di tutti due effi popň- au0sfor\ac li.Etallhorai Vinitiani a ufo della guerra fcriueflero Ufuecondi-otto mila caualli,&i Melanefi fei mila. Quefte con- tieni. ditioni di pace recate dal Malipiero allo Sforza > egli non hebbe ardire ne di ncufarle,nedi lodarle.Ma do-lendofi & lamentartdofi molto della fede de' Vinitia ni,fi dice hauer rifpofto,che non folamente egli auo RěfpofiadelU lontŕ de'Vinitiani reftitueria Lodi a Melanefi, ma sf0Y\aiatt* anchor tutte quelle Cittŕ, lequali nella lega gli ha- ')fr 4^"f'* ueuano date, fé cofi era di lor uolere. Al piacere de' quali fecondo il fuo potere, fempre uoleua obbedire . Łt mandarebbe fuo fratello a Vinetia, ilquale dinanzi DELLA TERZ A DECA dinanzi ai Senatori confermale quitto era ftato eow chi ufo . Aleflandro dipoi con Angelo Simoneta , & AndreaBirago furonodalui mandati . Eralquanto contendendo fopra tal cofa, in pochi giorni fen-2.a conciufione andarono a Ferrara prima, dipoi allo Sforza. Appreflo d'alcuni trouo la pace da quelli folennemente eflere fiata ratificata. Ma lo Sfor-za,comefe nulla hauefle ordinato fopra quello,non uolfe accettare quello era ftato fatto per Aleflan-KuouaUg* dro ne per ajtri, Pafl'^ndo adunque le tregue,le- trfj """/*' quali erano fiate pateeeiate per alquanti giorni per ni (y Mela- ' c , ;. . ao . ,, * l c P,. r mc confermar le conditioni della pace, fu pubiicata tra Vinuiani & Melanefi la pace conchiufa, nella quale fé mahifeftamentenon fiuedeflel'intétionede'Vini tiani in quella nuoua lega , parrebbe, che elTi non haueffero ofleruato il fuo antico coftume , come quelli,chelafciando lo Sforza haueflero contratto nuoua compagnia . Ma per certo meritamente ciň haueuano fatto percioche eflě non molto adietro erat>o flati abbandonati dallo Sforza onde non merita perdono colui, che pecca per efiempio d'altri, ma perche 1 Vinitiani difefero femprela libertŕ con non minor follecitudine nelle Cittŕ aliene, che nelle loro, di qui auenne, che fcordandofi di patti, fe-guirono le nuoue leghe . Ne alcuno puň per tal cagione accufarli di perfidiarne di auantia, uolendo far giuflo giudicio , percioche niente piů per tal patto, & lega con Melanefi contratta erano per ri-ceuere i Vinitiani dello ftato di Filippo , di quello, che giŕ l'anno adietro erano conuenuti con lo Sforza.Ne uolfero perň reflare nimici a quello.per-^ cioche gli lattarono quafi tutto quello, ch'era fiato di Filippo , eccetto Melano , ilquale deliderauano di tenere in libertŕ , & Lodi, che giŕ era fiata fatta tributaria fua. Penfando i Vinitiani con quelle con-ditioni quietare lo Sforza, incominciarono a trattare co lui di pace.Ne occultamente,ouero con inganna LIBRO SESTO. 368 no fu fatto alcuna cofa,ma come manifeftarrtente ap preflo lui da principio s'era tentato, & come giŕ con traFilippo erano ftate prefe l'arme in difefa de Fiorentini, cofi con folenni denontie, come (ě coniitene a un popolo potentelibero.Ma egli come ualorofo, & di cóGgliofelicifěěmo,uolfepiutoftofeguir la ustoria, della quale era fatto poffeflore, che i Vinitia-ni.Et accettň la guerra contral'uno,& l'altro popolo^ con ia fua uirtů,& buona fortuna quella fecon-» ilo il fuo deliderio, coudullca fine. I L SETTIMO LIBRO PELLA TERZA DECA, E n t r e , che la noua lega fi trattaua, il Loredano hauendo fcorfo con l'armata tutti i luoghi del mar di fopra,era uenu-to fino al mare di Sicilia. Etdi quidi fubito leuato affaltň Mef (ěnai & abbruciň una Barza gra didima del Re f abricata di nuo-tio^Sc che anchora nň era fiata in acqua, & co quella alcune altre naui, che erano in eflo porto, & galee con altri nauilě piccioli, iquali prettamente erano uenuti in aiuto di quelli di Meflěna. Et non molto dipoi i marinari Siciliani rotti, asfaltando ě Vini-tiani fu'l territorio , furono oppreilě ne i liti uicini. Dipoi fcorfero a luoghi della Sicilia, & aflaltarono ave naui di mille, & cinquecento bottel'una, che fi teneuano nel porco di Saragofa > l'una delle quali era DELLA TERZA DECA era de Genouefě, & anchora molti alcti legni,iquali per paura de'Vinitiani d'alto mare fi erano ridotti in quel luogo,Et ne haueuano fondate due groffe al l'ufcire del porto, & trauerfato una catena groflŕ co .molti ripari,in tantoché giŕ pareua loro d'effer fe-curifsimi.JHaueuano appreflo fatto i ponti dalle1 mu ra della cirtŕ alle naui, acciň piů cómodamante face do dibifogno,potefTero quelle difendere da ogni ingiuria di fuori.Il Loredano fi sforzň fu'l primo giů ger rompendo i riparinoli furia entrar nel porto.Ec Come'H fu fubito intorno alle naui combattuto. Madoppň dano aůkrn- molte uccifěoni, uedendo il Capitano Vinitiano no do quaranta potere hauere il fuo intento,tornň in alto mare.Da fette naui nel poi apoftandofě per nuoua uia d'afl'altare il nimico, t9"0 jt Sar* mandň una naue di folfo,farmenti,& altre cotaico-Mtrl "dami *"e rip'enacon trenta gagliardi huomini:iqualicon fittiin Siti* grandifsime promefleindufle,che a fecóda d'acqua, li*. & di uento nel porto entraflero. La naue dalla gran forza de uenti fpinta nella catena, & ne i ripari non hebbe alcuno impedimento, che non fcorrefle alle nauijChe erano di dentro,di maniera,che i nimici ili» pefatti rimafero.In queflo luogo,mentre i Gč noue fi, & altri con fubita preftezza circódauano quella, efsi,che erano di dentro,fubito accefo il folfo, & le altre cofe fallarono nel battello. Et con i remi ga+ gliardamente sforzandoti titornarono falui a i fuoi. Tra quefto l'ardente fiamma, laquale fubito fi acce-fe nella naue Vinitiana,corfe fubito nelle nani uici-«e,ne fi potč all'improuifo dano alcun rimedio por-gere.Onde abbruciate dal ftiogo dinanzi della cittŕ, oltra alle barze gradi,anchora molte altre naui,che erano nel porto fi affondarono, e perirono aliai huo mini iquali uolendo foccorrer quelle, non poterň fuggiredallafubitafiamma.il Loredano leuato di lŕ fcorfe a Corfů, di donde mandň a Vinetia Zacca ria Donato con unagalea,perfareintédereal Pren-cipe,& a Senatori quanto fino a quel giorno |egli|ha uč uŕ LIBRO SETTIMO. j^ lieuaoperato,& come in poco (patio haueua abbru-fciatoquarantafettenauide Rimici. Perciň gli def-feroauiib fé lor piaceua, che l'armata ftelěe fuori hauendo egli cacciato i Corfali, & inimici di tutto il mare,ouero auicinandofě il uerno douefferidurfi alla Cittŕ.Il meflb di tal noua portň grŕde allegrez, za a Senatori, & a tutta la Cittŕ • Onde lodandoti il Loredano in abfenza,il Tuo nome era in bocca di tutti i Senatori,e giudicarono parte dell'armata do-uerfiridurre a Vinetia,&ilreftorimanere fuori in guardia del mare.Mentrequefto fu le acque fi face-ua,gli ambafciatoridel Pontefice,de Fiorentini,Me lanefi,dello Sforza, &di Sauoiafletterň piů giorni in Vinetia.Et prima fu difputatalacaufa dello Sfor z.a,& poi de Melanefi.Ma giudicatofě,che pure, come pnma,fi feguiflero le arme,il Senato fece Capita no delle lor genti Sigifmondo Malatefla.I Fiorenti ni ricufandod'eirercontrari allo Sforza fu loro in-terdetto il uenire nella Citrŕ.Ne lo Sforza era flato indarno,penfando l'addito, ch'egli doueuanofarei Vinitiani.Onde nel trattarli della pace non poco ac crebbe le fue forze.perciocheforni di molto focpor fo Lodi,& Picighitone.Haueua egli fermata la pace con Lodouico ducadi Sauoia . Et perleuareogni fperanzadel foccorfo de Vinitiani a nimici, tentň prendere Brebio. Laqual cofa non potendo hauere cfFettOjUicino al luogo (ě accampň,& drizzň nň lon tano da quello alcune artiglierie. Alle qtui lafciate molte géti in difefa, perche giŕ s'auicinaus il uerno, deliberň di moěeftare Melano da i luoghi,& caiětlli uicini.Sigifmondo non molto dipoi con fubito cor-fo aflaltňi ripari denimici,che erano a Brebio.Ec efpugnatiduedi quelli^li abbriiciů,& ňisfecc/Jli al tri (ěmilmentcfarebbono flati rouinati.fé con prudenza lo Sforza nň haueffc foccorlo . Per la uenuta del quale il Ma'.a teftapafsň Adda. Il Coglione per Valfaiěna ucniuo a Lario Lago), tentň per modo di AAA portar DELLA TERZA DECA portar uettouaglia di congiunger le genti corno,ŁCĚoche,Francefco alquanto adietro era mor to.Ma le i'quadre de caualli mandate da quello diMe lano,per tradimento d'alcuni uennero nelie mani de rumici.Dipoi feguitň Sigifmondo,ilquale s'era con giunto col Coglione,& lottomiferoin puochi gior ni il monte di Brianza.AUhorj occultamente da al -cuni fu portata qualche uettouaglia in Melano. Ma perche u'era gran fame,in tata moltitudine, ella per quefto niente ceflň.Anzi tanto in quel tempo creb be la careftia,che il formento fi uendeua il moggio dieci ducati.Tra quefto i Condottieri Vinitiani ten tarono prouocarelo Sforzaal!apugna,ilqualehaue «a le fue genti pofte a Vilmercato,a Melzo,& a Carato.Ne mai uolfecombattere:perche,come Signo reprudentiflěmo,uedeua,che continouado l'afiedio non molto dipoi i Melanefi uinti dalla fame, loro mal grado farebbono aitretti a renderti. Le genti Vi nitiane hauuto il monte di Brianza, fi rid urlerň, a Trezzo. Era giŕ come ho detto , il uemo uicino,ne per quefto rimafero in tutto otiofi.Ma per occafi» ne dell'altra parte, attorno i ripari di Brebio,&ai ponti pofti iopra Adda,furono fatte in pochi giorni alcune leggieri battaglie : ne mai andarono a battaglia con tutte le genti.Fu mirabile la coltanza dello Sforza in continuare quell'afledio, nelquale oltra t "Vinitiani,& Melanefi, intendeua anchora il Re Al-fonfo contra lui mouere aperta guerra. Ma efléndo, come s'č detto,d'animocoftate,in tanto perfeuerň d'aflediare i nimici,che i Melanefi ridotti in eftremo pericolo,& dalla fame,cheuince ogni humana forza fuperati, fubito prefero le arme ,& tagliarono a pezzi nel palazzo Leonardo Vernerň , ilquale, per nome d'ambafciatore da prima u'era ftato mandato, & fi refero,& chiamato elio Sforza nella Cittŕ, fu creato Duca. Ilqualedoppo la morte del Veniero hauuto il prencipato tutti quei Vinitiani che erano ftaci LIBRO SETTIMO. 370 ftati fatti prigioni fece lafciare in libertŕ. Et daua opera3come Signore fapientifsimo di renderli beni «ohi Vinitiani con ognibenefěcio,iquali riconcilia tijconofceua non hauer cagione di temere minaccie di guerra d'alcun luogo.Egli haueua intefo, che s'era incominciato trattar di pace col Re Alfonfo. La-quale eflendo ridotta al fine, appareuadouerglief-fer moflb guerra non folo da Vinitiani, ma cjuafi da tutta Italia . Laqual allhora era ftata promofěa in Ferrara, & per concluderla u'era flato mandato Pafqual Malipiero, & finalmente hebbe il defidera-tofine. La pace feguě circa il principio di Giugno eflendo alcun mefe adietro incominciatoli a tratta- ^ re. Era quefta il grande anno ilquale fi dice Giů- ufiyyi*& ... „ ' ,-P , ¦ i 11 r uimtiam. bileo,& per queito tutte le genti della Europa con morte ^W(e correuanoa Roma . Onde anemie, che una nobi nobile donna lifsimadonna di fangue Alemanno accompagnata di [angue ale daalquanti Caualieri, pacando per li confini Man ma"°Per"<»* touani,& Melanefi,non fenza molto fangue d'i fuoi \l 2l!hontL fuprefa,daalcuni,iqualila uoleuano uiolare . Ma libidine, quella femprecontendendo , ne con preghiere, ne con minaccie , ne per altri modi uolfe obedire ai piaceri di coloro . Et uolfe piů tofto patire, chel iuo corpo miferabilmente fotěe col ferro lacerato, che confentire alla loro dishonefta libidine. Sigif-mondo de Arimino, ilquale in quei giorni da Vinitiani era flato caflb, allhorain quei luoghi haueua il campo . Cortili prima uenne in fofpetto di talcofa,cheperefl"ere egli giouane,&feroce,fof-fe mollo per la bellezza della donna ŕ farle forza. Maegli j>chepubicamente Ci diceua,chei Senatori ciň haueuano hauuto molto amoleilo, per pur-garfiditalcalumnia mandň a Vinitiani legati alcuni Capi di fquadra fi come facitori di cotale fcele-ritŕ . Etdifputata la caufa fopra tal cofa,perche niente apparteneua a quelli tali, che erano flati mandati al fupplicio furono lafciati fenza altri— AAA z menti DELLA TERZA DECA menti moleftarli .Lapacelaqualeera fiata compo-ila a Ferrara, con marauigliofa allegrezza di tutta la Cittŕ fu publicata in Vinetia.E'l Loredano , alquale fotto lo entrare della Primauera auanti > che fofle alcunacertezza di pace,fette Galee erano fiate ordinate in fupphmento , parte dei legni la-fciati in foccorfo del Golfo,uenne a Vinetia col re-fenutadife flodella armata. Fu quello anno non folonobile derno ěmpe- ja rcijpjone ma anchora per la uenuta di Fede- »adire ionia. *. 1 ¦ t i- - t r i- motUe a Ve nco Imperadore in Italia co Leonora aia moglie, ntiia. iquali Nicolo Pontefice ornň della corona dello Imperio nella chiefa di fan Pietro. In quello an-no'anchora i Vinitiani hebbero in dono dal Pontefi'' Ombrella te ce la fpadad'oro,il cir.to}& la ombrella. Nicolo Ca tura,et fpada^ nale,ilquale allhora appreflb di lui era ambafciatore ^""dal t'ite ?ono ' Patenti a Vinetia,iquali in quel giorno,che fae. fu publicatalapace,confolenne pompa furono ue- duti intorno al Prencipe.Con lo Sforza in quel tem pň fi trattň alquanto di pace. Et Pafqual Malipiero per queflo fu mandato a Crema, nelqual luogo gli Borfoda Ijle ambafciaton di Melano erano uenuti per lo effetto fattoDHcttdi di tal cofa.Similmente furono mandati a Borfo da ferrar*. Łfte alcuni a rallegrarli per nome publico delfuo nuouo Précipato.Perche in luogo di Leonello mor to,di mirabile confentimento del popolo fu creato Duca.In quelli tempi anchora incorfe la ingiuriofa morte di Hermolao Donato,plaquale fu perpetua prouifionepromerTo,có alcuna altra mercede dep-ienti a chi manifeflafleli colpeuoli di tale homici-VDtteadi dio.UDucadi Auflriafratello dello Imperadore,an .Auftnnuer;- jantjo jj Romain Lamagna,arriuo a Vinetia.il Pré %ea inttu. cjpe^ j Senatori gli andarono incótra,& riceuuto nel Bucentorojfu alloggiato nelle cafe del Duca di XuoKaleza Ferrara riccaméteornate,comein publico albergo. fatta. Dipoi con fua commoditŕ ueduta la Cittŕ andň in Lamagna.Et fu fatto lega col Re Alfonfo. I Senefi, ilDucadiSauogia,&il Marchefe di Monferrato,& h LIBRO SETTIMO. 371 Ji Signori da (Torreggio,furono fcritci cópagni a pa ce,& a guerra,gli ambafciatori de 1 quali furono ma dati in un tempo g qfto a Vinetia .Vennero ancho-ra Oratori di quelle parte de Illina,che hoggi cbia mano Boffinadal Re,& condufi'ero in dono al Pré- ^imbafdat* tipe quattro belliflěmi caualli,fparuicri da caccia, e *•« w.i»ilqualečfula'riuadell'Oglio:& era andato a j. Gelo,doueda uicinopoteflemoleftare Brefcia.il Vefihtěto che LeoneflTa anchora non lontano dal nimico in luogo tra. in ambe commodo accampato, prefe ipafsi delle Paludi. Ec d»t icampě, in quelli luoghi piů nanamente fu combattuto . Ha iieuano ambedue i campi inuero gran gente. I Vinitiani quindeci mila caualli,e fei mila fanti. Lo Sforza tre mila fanti,& diciotto mila caualli. Alcune hi-ftoriehanno, che in quel tempo a Porzano cartello fu combattuto fieramente piů di tre hore.Et fu gran fangueper l'una,& l'altra parte fparfo,mapiu de caualli ogni modo g li luoghi f'augofi, che d'huomini. v Ł forfč LIBRO St TTIMO. 37$ V. forfč fi farebbe combattuto fino,che l'una parte Kanefle uinto, fé la guerra crudele non foffe ceffata ^fU ^ per il fopragiunger della notte,fenza uantagio alcu miinhefedt no.Tali cofe fi faceuano appretto "Addi, quando Gu morěfenat», glielmo di Móferrato con quattro mila caualli feor le con molto furore fu quel d'Aleflandna.Dipoi fu1! Tortonefe, & Pauefe faccheggiido tutto mife in ter rore.Et per uietar cotah correrie Sacramoro Vifca te,& Antonio Borghefe madati dallo Sforza,;fupe-Tato il nimico ne ě confini d'Aleflandria co fiera bac taglia il cacciarono in Callel nuouo.Mentre,checffi fatte cofe fi faceuano in Lombardia,dodici galee Vi nitiane,Proueditore Marco Zeno, fcorfero il mare fuperiore,& inferiore.Vennero in quel tempo a Li-gorno le genti del Re Ferdinando condotte da fua fcftrdirutn Maeflŕ. Et tentato Cortona adouerfi ribellare, paf d.l>ě±orJe ?'* faronofuqueldi Rezzo.Etaflaltato Fogliano,dop- UToic"m' pň la battaglia di quarata giorni,con molto fangue, & fatica il tolfero a Fiorentini. Dicono,che due uol te Aftor da Faenza,métre, che Ferdinando era a capo a Fogliano, & anchor alquato inanzi fu pollo in fuga da i lňldati del Re, In tanto, che ui perde quali mule caualli, & alcune compagnie jde fanti : Dipoi fcorfero le genti di Ferdinando fu quel di Siena. Et hauendo indarno mefl'o l'afledio alla Gafte!lina,Pef fercitoandňainuernareallamarinandone Sigifmó dod'Arimino Capitano delle géti Tofcane ogni co fa moieftaua. I Fiorentini temédo da mare,& da ter ra le forze del Re, & de Vinitiani per configlio dello Sforza mudarono Angelo Acciaiuolo Cauaglie reambafeiatore al Re di Frŕcia. Ilquale ricordali- ^mMndt* , 1 ¦ 1 > ¦ i t- • ¦ r r * 1 re mudate a* dogli 1 antico amore de t-iorentini uerio lua Ma-«fta, & gli altri che di quella cafa haueuano regna-to , indufle il Re a promettergli3che comandarebbe al Duca di Sauoia, che fi rimauefle di ^moleitare lo Sforza. Et pervaderebbe a Renato Re^ promettendogli datarij& gente^he uolgefle i'aaimo alla rieu- peutioa DELLA TERZA DECA cuperation del Regno di Sicilia. Quefto cercananrtr, i Fiorétini per difenderli dalle forze de' Vinitiani,& d'Alfonfo.Lo Sforza anchora egli haueua mandato al Re pregandolo, ch'ei uolefle indur Renato a paf* B.ttiagliH (tj- fare a tempo nuouo in Italia. 1 nimici a quefto folle bottini fatti citauano. Nella Lombardia intanto le cole non fěet in Lobardia tero quiete,perche Bartolomeo Coglione ,ilqualc CŁ?!J,°r'~; d'ordine de' Senatori dicemmo eflerflato fpo°liato r imiiuni. . . . » i • i ... \ i i -r» dalle genti,co mule caualli de nimici, meno del Bre fciano grŕ numero di beftiame, & huomini. Et qua-fi in quei giorni Giacomo Piccinino,& Tiberto lira dolino con quattro fquadre de caualli, concra a fei dello Sforza con uittoria combatterono. Il nimico a cafo hebbe per ifpia la partita de' condottieri Vini ' tiani,iquali leuatidagli Orzi nuoui, erano andati a far bottino fu'l tener de nimici Onde fu madato dal caitellodi Qj.iinzano,doueallhora lo Sforzahaue-uaii campo,Bartolomeo Coglione5il O^uarteriojfic Giacomo Salernitano con fei fquadre de caualli per opprimergli di fubito. I Vinitiani, iquali haueuano intefoil nenirde nimici, eflendo aflaltatijil Piccinino , & il Brandolino gagliardamente li allettarono aGiouenoltacartello del Cremonefe, &con poca fatica gli mifero in fuga* Alcuni dicono in quel giorno eflere flato preio piů di cento,& feffanta ca-ualli.Ne molto dipoi gran preda menarono dai luo* ghi de inimici. Percioche porto il ponte fu Adda» Cerreto,& fermato con ripari dall'una, & l'altra par te, Gentile della Lioneflahaueua mandato in quel luogo alquante fquadre de caualli per dare il guafto fu'l Melanefe, & per moleflare i confini del l-'auefe. Et lo Sforza mandň fuo fratello Aleffŕndro con parte della gente per opprimer le fquadre de' caual li Viniriani.il Leonefla intefo il configlio de' nimici , comandň a Carlo da Montone, che doueffe andare inanzial nimico con le altre fquadre. Egli s'era fermato al luogo uicino a i ripari Viniciani ; nondt meno LIfckO SČTTIMO. $74 meno temendo il uenirde* nimici, poi,che Carle) fece impeto contra di lui, fubito fpauentato fenza altra pugna porto in fuga perdette le arme , & tutti ě cariaggi, eccetto pochi, iquali con elio lui con fu bita fuga fi riduflero in Lodi,gli altri uennefo in poter de Vinitiani.Per quellarotta loSforzafmar rito,leuato da Coito, doue haueua gli alloggiamen ti andň a Qjiinzano . Matteo Campano inalzato per il faccetto delle cofe Vinitia:ie,con quelli caualli, che egli haueua ,fcorfefu'l Melanefe fac cheggiando . Thadeo da Efte , ilqualcera paflato al nimico, & molti altri s'incontrarono in lui, carri Co di bottini. Et fubico s'attacarono, & fu fatta gran battaglia . Nellaquale i Vinitiani eflendone uincitori, tolti quattrocento caualli al nimico con tutta la preda andarono in luogo fecuro. Lo Sforza haueua paffato il fiume Mella,& quello, che egli ha-uefle in animo, non fi poteua intendere,perň il C5-dottiere Vinitiano fi fermň a Bagnolo. Ne molto dipoi il nimico hebbe Caluifano : nel qual luogo crauenuto per fermare il campo,& perinuernarfi fu quel del nitnico.& il Leonefla andň a Ghedi.Qiiefto fi fece la eftate nella Lombardia. Circa a mezzo lo Autunno intefero i Condottieri Vinitiani per ifpie, che molte uettouagliefipňrtauano nel campo de ni mici, in foccorfo delJequali era co mille caualli Giŕ Corno Piccinino.Carlo Gózaga, & Tiberto Bradoli no con parte delle géti fra Otolégo,& Ifleo cattelli fu'l Brefciano fi oppofero al nimico . Et quafi troua ti d'improuifojnel primo aflTalto mifero in fuga i ca ualli dello Sforza,& li tollero molti carriaggi di uet touagliaj& altre cofe neceffarie.Et giŕmenauano la ricca preda nel capo^quado lo Sforza Ł quella rotta incitato,& mollo,fece cócra loro fiero & impetuofo affalto.Mafubito i Vinitiani riuolrt dalla preda alla; battagliagagliardaméte fofténero laforzadel ntmr COj& icomiciaroa yna zuffa molto ě^nguinola^Hct- tor DELLA TERZA DECA tor Bradolino fratello di Tiberto, huomo ualorofo, mentre,che combatteua nella prima fquadra,fu mor to. Per laqual cofa molto fi fmarirono,quelli che in*-torno gli erano. Et ben, che giŕ Vinitiani fortemente haueflero foftenuto il nimico,finalmente haureb-bono ceduto,fé il Lionefla non fi fofle apprefentato con le alcre genti. Alla uenuta del quale, non folo li rinfrefcň la battagliaci pari co tutre le forze alquan to per l'una,& l'altra parte acerbamente fu combattuto. Finalmente fuperando la gente Vinitiana,fu aftretto lo Sforza a quefto,che lafciata la preda a i ni mici,nellauicinapaěuded'Otolengo fi nduflecont foldati Rettň perň a lui intera la lquadra. I Vinitiani rihauutii Carriaggi andarono al cŕpo.Et giŕ s'ap-profllmauail uerno,quando il nimico mandato auan tii carriaggi andň a gli alloggiamenti. Ma prima, che egli di la (ě partifsi, dicono, che lo Sforza eflen-do anchora a Caluifano,prouocň i Vinitiani a combattere. Erano quelli allhoraa Ghedi,iqualiperpiu comodamente eflerealla battaglia,difcefero co gran de impeto alla pianura con uenti mila huomini, che feco haueuano.Ma ceflando il nimico, dicono, che l'eflercito Vinitiano dal Lionefěa alquanto piů uici-Oppeněondi nofupofto . Et eiTereauenuto,che anchora che lo tlcuně cerca, prouocafle non potč perň indurre lo Sforza a com-tFrancejco battere. Apprefl'o di alcuni trouo, che lo Sforza ordinato il fuoeflercito,uenne3in mezzo per combattere. Ma tra quello mouendofi una gran pioggia, al quanto prima,che i Vinitiani fi apprefentaflero, tornň a gli alloggiamenti. Q^ueUo č piů uenfimile, che quello , cheaicuneicritturedicono , lui nonhauere hauuto ardire di combattere a bandiere fpiegate,& apertamente hauerefchifato la pugna . Laqual cofa , fecofi fofle, non potrei, fé non marauigliarmi, che unualorofo Capitano,ilquale tante uohe haueua combattuto,& tante uolte haueua acquietato uit-coria, ilquale anchora, fé alcuno di queiti, che fono LIBRO SETTIMO. 37? ftttě a tempi noftri per grandezza di animo, per fé" licita di fortuna folle per alcun modo da efler comparato a Cefare Dittatore, lo Sforza ueramente, ouero niuno altro per mio eiudicio merita di efFer „'Ł LUTI l- ™° -5/ comparato a un tanto huomo, hora finalmente cod ' fofle di poco animo diuenuto doppo lo acquifto del Ducato, che hauendo cofi bella copia di genti, & tanti ualorofihuomini, lenza alcuna rotta etiandio con parole ingiuriato, non hauelěe uoluto combattere . Ma forfč temendo egli la mutatione della fortuna, diuennelento inlěfatteimprefe.Oltre chepo teuaanchora il nuouo Prencipato eilerne cagione, ilquale da ogni lato circondato de nimici,confide-raua poterli ridurre in grane pericolo, fé foffe flato uinto in qualche maggiore battaglia. Maqual folle la cagione,dicelě,che lenza combattere egli ritornň nelh alloggiamenti. Dapoi la fua partita , alcuni di quei Cartelli, che egli la eftate adietro, & lo Autunno haueua prefi, i Vinitiam rihebbero . Et nel tempo dell'inuernarfi,Tiberto Brandolino pafsň allo Sforza. Jl Coglione, ouero come alcuni altri dicono, Aleflandro fratello dello Sforza, fubito aflaltan do il foccorfo, ouero riparo,che i Vinitiani haueua-no fatto a Zeretto , per certo tradimento il riduflé-ro nel poter loro. Dipoi, come gli fu importo,Alef ^le fandro fi mofie cótra il Duca di Monferrato dal qua 7°/T le fu lpogliatodarme,& di parte delle geti,& quali, ttnre% come fuggendo, ritornň in campo. I Vinitiani an-chora non fletterň in otio, ma ufeiti de gli alloggiamenti fcorfero fu i confini Mŕtotiani. Et prefo & fac cheggiatola Streuere, menarono iliadi groflo bottino. Slmilmente iGibellini di ordine di Carlo Gon zaga, furono cacciati da Valfafina del Bergamafco. Iquali fcacciati tutta la terra uenne nel pocer dev Vi-nitiani. Mentre quefto fi faceua nella Lombardia, le forze del re Alfonfo tra quefto haueuano celiato di turbare i Fiorentini , ma alquanto maggiori nella Primauera • DELLA TERZA DECA He Aěfonfo Primauera fi ftimauano douere efl'ere i mouimenci congran far- di guerra perche fi diceua, ch'egli haueua ordinato fcfflwl^c-' di prender Ligorno,ilquale ferrato,appareua,che nd n9t * molto dipoi harebbeprefa Pifa. Et giŕ per quello li, diceua ch'ei haueua fatto fare due naui grofiflěme,o- uero barze.Eti Vinitiani fecondo i patti gli daua- no alcune galee inordined'huomini, &arme.AH'ir* contro il Redi Frlcia haueua riuocato il Ducadi Sa. uoia dall'arme,& haueua indotto Renato Re a doue repaffare in Italia contra il Re Alfonfo , affermati-. do,ch'egli con le forze de*Fiorentini5& dello Sfor- 2acquali haueua no promefsi danari& genti}in. bre- ue ricuperarebbe il Regno perduta. Di Grecia an- chorafubitt mefsi erano uenuti affermando, legen- *4*data de ti de Turchi moltiplicare attorno Conftantinopolů Turchi it Con „,- ^. ' _ r i i i ¦ fiuntinopeli. %¦* Maomet Ottomano Re iuperbo perle molte ne chezze & gloria paterna,& per la etŕ giouane, non lontano dal Braccio di fan Giorgio a l'ufcire del ma re Pócico hauer fatto fabbricare un fortifsimo Ca-ičello. Et chiaro appareua 1 configli di quello no tea dereadaltro, che a diftruggere l'Imperio della Gre eia . Quefte minacele di guerra nell'Italia,& di fuo-ra facendofi fentire,Nicolo Pontefice con ogni Cova. ma cura,& diligenza fi sforzaua, quato egli poteua, Stefano por- ^ comPoner 'e co^e della Italia, quŕdo poco macň> co fece condii* che egli non folle uccifo da domenica congiurante- . pa contro, il fano Porcario.ouero Porco (cofě mi ricordo alcuni Pontefice. fa quella famiglia, efl'er detti, appreflb a iquali, io & mio fratello anchoragiouanetti (tudiauamo in Roma. Vdě, ch'egli diceua eflere difeefo della famiglia di Fottio Catone, mai domeftici fegnali moftrano que'lo , che'l uolgo tiene.) C^uefti dico per nobilita di parentato piů, che per ricchezze potente & ornato di fomma eloquenza, giŕ di prima per l'altezza del Aio ingegno incominciaua eflfer fofpetto al Pótcfice. Acciň adunque,ehe egli nň potefle hauere occafione di poter trattar nella Cittŕ alcuna nouitŕ* in LIBRO SETTIMO. 376 in forma di publico officio l'haueua mandato in La-magna, onde ritornando gli fu importo, che reftafle: iu Bologna, con quefta conditione , che ogni giorno s'apprefentafle dinanzi al Cardinale Niceno , il-quale con nome di Legato erain quella Cittŕ. Egli «ěefiderofo di cofe noue per mefsi fedeli,ouer piů to ito con lettere ziferate (percioche altro non ho,che io pofla d» tal cofa affermare) induffe alquanti fcele-xati huomini Romani a una crudele imprefa. Iquali a certo giorno della congiura foflero a Roma,& fa-ceflero fubito impeto con tra il Pontefice, & i Cardi nali, & fra i folenni facrifici occidendogli chiamarle ro il popolo di Roma a libertŕ. Fingendo adunque efler infermo,non andaua in publico. Tra quefto fat to certo,gia ogni cofa da i congiurati in Roma effe-re fiata apparecchiata, egli tolto un cauallo co gran celeritŕ andň a Roma. Ma fubito il Niceno inte-fo il fuo partire,& penfando quello che era,di fubito auisň il Pontefice, che Stefano Porco in quei giorni era leuato da Bologna , neeglifapeua, ne fino a quel giorno haueuainteio,doue folle andato.Et grŕ demente dubitaua>che l'huomo maluagio non folfe lienuto a moleftare la quiete della Cittŕ . Auenne, che la notte precedente al giorno ordinato allo af-falto,furono date le lettere al Pňtefice,ilquale com-molfo per tal crudeltŕ, fubito deliberň di farlo morire. Et fu data la imprefa a Giacomo Lanaiuolo Ve-ronefe allhora Senatore di Roma, & ad alcuni altri, iquali con molte genti aifaltaiěero la cafa di Stefano, Ma ponédofi ciň ad effetto,egli turbato pafsň in cafa della forella occultaméte^lafciando nell'habitatio «efua Battifta Sarra co le genti armate ,lequaliha-ftteua ridotte in uno Ł comettere quella grŕde,fcele--«¦Jtŕ.Ma egli,come era d'animo feroce,& prňto dima tio,.q& il fot uili,da mare,& da terra haueua co graue afledio aflal curjo duelli tato Coftantinopoli.Laqual cofa raccňtarono quel bckku li,che ui furono prefenti alla imprefa.Le Hiftone vi nitiane dicono,che fu quafi la terza parte meno.Era allora Imperadore della Gretia Coftantino Pa,-leologo.ilqualealla uenutadi Turchi, trauersň una grofla catena nello ftretto del Golpho tra Coftanti nopoli,& Pera,cdme i altro luogo habbiamo detta. Laquale dalla Torre de Francefi fěeftédeua al potč di Pera, Al Aio fuccorfo,& difefa u'erano tre galee vi iiitiane,lequali allhora ritornando di Ponro,per efle re in aiuto alla Cittŕ Chriftiana fi mifero in porto. Vi erano anchora alcune naui Candiotte,& una B ar 2-a grandifsnna de Genouefi,padrone, & capo delia-quale era Giorgio Doria,dipoi tre altre Genouefi, quafi di quella grande-iza,che ueniuano da Sio,pie-ne di uettouaglia,& d'huomini.Quafi fu'l primo en trare nel cofpetto della Cittŕ, i legni de Turchi andarono lor irurontra,onde fubito nacque dall'una,^ ViětrAparte battaglia fanguino/a, & molto durň ile combatter LIBRO SETTIMO. 578 combatterefenza alcuno uantaggio.Finalmente en trando te galee,& nani del ftatio uicinoper foccor fo,i Turthi fi ritirarono adietro. Onde allargate,an darono alle colonne fopra Pera,doue fi erano porte primieramente.In ultimo Giouan GiuftinianoGe-nouefeper cognome Lungo s'apprefento con due jiaui grofle,ilquale u'haueua fopra trecento huomi nidacombattcre.L'Imperadore accarecciando co-itui,& facendogli di grŕ promeiTe,gli aflegnň il fuo luogo alla porta di Romano.NicoloMolino,& Gio uanni Loredano erano in foccorfo della porta C^er fina.BattiftaGritti,& alcuni altri Vinitiani, fquatt* In quella nouitŕ de tempi s'erano trouati a Coftan-tinopoli,difendeuano il palazzo di Paleologo . Ec perche hauendo cacciata l'armata Turchefca fuori del Golfo, per tutto d'intorno le acque era fecuro, tutte le forze de nimici erano dalla parte di terra:on de haueuano drizzate in molti luoghi grň (Te artiglierie^ prima in quella parte,che dicono Sutrina. In quefto luogo, & in altri,con molti tratti di bom barde haueuan grandementerouinatele mura. Ma il Turco per render piů affaticate , & deboli le for-2. e de nimici in piů parti dauaaflalto alla Cittŕ. Et ordinň, perche non potf.ua fare altrimenti , di ri- Nettili che dur nel Golfo parte de fuoi legni per la uia da ter- *<«[portarono ra . Onde condufTe fettantacinquefufte da le co- THrchlP"r Ione di Pera appreflb le mura del Cartello nelle '"r«nel(>tl acque di dentro fenza alcun contrailo . Et data queftaimprefaa uno di Flambulari, ilquale confec tantamila huominida quella parte afla!rafie Con-ilantinopoli, rimafe egli in foccorfo delle fu ile o diciamo galeefottili, mentre fi tirauano in acqua, accioche per un fubito corfo dell'armata Chriilia-na non fofěero abbrucciate . Et haueuaporte ap-preifo alquante bombarde nella parte concrariadel Golfo dirimpeto alla Cittŕ, non tanto per mole-ičare le mura di Conftantinopoli, quatuo per u\e BBb i tar DELLA TERZA DECA tarlauenuta d'i legni de nimici. Dicono,che quii . li di Pera hauerebbono potuto uietar, chei Barbari non haueflero tratte fiior !e galee, ma non uol fero,accioche quella furia di guerra dal lito uicino non fofleuenuta alle loro fpalle . Et quantunque folFero condotte nel Golfo le galee,perche ma-nifefto appareuadi cofi uicino ftatio gradano afpet tarli alla Cittŕ, & quantunque follerň inferiori di numero d'huomini,& di galee,nondimeno i Vinitia ni>& gli altri deliberarono lueftite l'armata nimica. Peniando douere auenire}che quellad'improuifo af fallando,per fubita paura dello aflalto, facilméte git tando il fuoco,l'abbrucciarebbono.Fu quella notte ofcura,comefuole effereil uerno.Ondeauéne,che non folo non poteuano eflere ueduti dal nimico,ma anchora tra loro non fi poteueno difcernere in ranta ofcuritŕ d'aere.Et facilmente l'affaito de Chriftiani fariaflato aTurchi occulto,& forfi l'armata Ottomana farebbe fiata diffama, onde farebbe ageuol-mente auenuto,che quella gran roina,che per la per dita di quella nobilifsima Cittŕ fopraftaua al nome Chriftiano,ouero in tutto farebbe fiata impedita, ouero differita in piů giorni.Ma fu creduto,che quel li di Pera,che nudriuano lo incendio uicino,auiilaf-Cnme fumno fero i Turchi del configlio de Chriftiani. Ondeaué i!ifcůptr>i[ic» recheperoprimerela noftra armata, fu la notte. H1' clj."*jj." L'Ottomano fece uenire co molta celeritŕ quafial w^ a("'Jia trotantiioldati,quati da prima erano flati mandati. Mouendofi adunque le galee Chriftiane,& fperado che'! loro andare fofle fecreto ,giunti al luogo, non folo trouarono i Turchi in ordine per combat-tere,ma che gagliardamente gli afpettauano. Onde da lungi unaFufla di Candia , padrone Zaccheria Grio,fu aperta con una bombarda3& incominciarono circondar gli altri legni.Furono rotti i Chriftiani ,& fpauentati di fubitofi pofero in fuga. Vnaga-lea,neilaquale Giacomo Cocco conpocaprudenza LIBRO SETTIMO. 379 infěeme con due altri naui,uoleua combattere col ni mico,apertadaunaartiglieria,dinŕzi agli occhi de rimici miferabilmente con tutte le genti andň fotto l'acque.Trentatre huomini,che uennero in poter de nimiciinanzi alla porta della Citcŕ midi furono tagliati a pezzi.Tra quefto era caduco il muro dall'altra parte della Cittŕ appreflo Sutrina, quanto quafi ceneuano tre Torri. Onde fubito furono oppoftia nimici nuoui ripari,come fi fuol fare,in luogo di mu xi. Et reto il Turco d'entrare in tato nella Cittŕ g fotto terra.Ma ui fu ^pueduto cófubita preftezza,Łc molti furono abbrucciati nelle caue da lorfarte.Allx porta di Romano una torre era rouinata, Se da maa deitra,&finiftra molti tratti di bóbardehaueuano rotte le mura &.I1 nimico haueuafatto da nido uno argine contraalle^coile delle artiglierie de Chri-iliani.Et attorno la porta CJierimaJe mura per tutto erano caduteiOndeauenne.cne.L'Ottomano ea trato in fperanza d'hauere la Cittŕ, l'affai tň con gri jue,&fpauétabattaglia.Etper»nettere maggiorila t. iiento inanzi il giorno con terribili gridi, & paurof? J1* * i°rte romori entro fotto 1 ripari.L'Im^adoredi détro ci fepur la igtr>iijbnomi fortuna ne haueafaluato alcuao, furono fatti fchia- m ^tmtMělt ui. Molti Vinitiŕni in fjtiel giorno furono & morti, ^ '* e prefi,tra <|uali ne furono qtiarantafette gentilhuo mini. In quella guifa Coftatitinopoli nobilifsima Cittadella Grecia fu prefa da Maomet Re de Turchi. Cofi lo antichifsimo Imperio fu eilintň lanno del fuo principio, & accrefcimento mille cento e uent'uno. Lafama di tal prefa fiiifegran terrore generalmente a tutti iChriftiani. Et fxtbito Nicola Pontefice -chiefe per fuoi ambafciatori,che a fpefedt lui fé armaffero cinque galee contra a Turchi, dando aciafcuno ,che prendefle le amie a foUo dell* Chiefa Romana contra di quelli pienifsima perdo-tiaza di tutti i peccati,rrcfie nella pena della datinola efcommunieatio-¦tit.ě Vinkiani mandarono Bartolomeo Marcello a rOttoinano:chiedendogli i loro gentilhuo'nrini in-iěemecon lerobbe loro. Mandarono inanz'i^l Marcello per aia da terra uno,che promife di tornare di Ooftantinopoli in termine-di xxxv. giorni.Deficje-rauano i Senatori prima fpiare,comeiteflTe la condi-tione di quefti, che erano Itati prefi kifieme con U cittŕ.Etfé erano uiui,o ferrano flati tutti morti . ¦Et fé ui ueuano,fapere fé e'rano liberi,o fchiaui .Mol te galee fotrili ,& grofle erano ftate gittate in acqua Proueditore Giacomo Loredano ; 1 equali, GiactmoL»-intefa la ilpugnatione di Collantinopoli, fi erano «^»» prete polle alla Ifola di Neeroponte . E ftauafi tra que- d>t0" <»»'** iti trauagli; quando la Lombardia era tutta ripiena di guerra . l'ercioche lo Sforza hauendo il piano, fimilmente indille le genti per prendere Rhoa-do,& per fottonrettere i montanari. In quello luogo hauendo egli il campo,Romano, Martinengo, Vai Caaionica,e iCaftelli de Brianza firefero di BBli 4 uolontŕ» DELLA TERZA DECA uolontŕ.Dietro a quelli feguirono tutti gli habitan-tidiGiaradadda. Dipoihauuto Rhoado,aHaltůgli f'%f • Orzi. Ma mentre,che gli Orzi fi cóbatteuano,queli Lombardia? ^ ^a Concino ribellarono allo Sforza. Vltimamente hauuti gli Orzi,la efpugnation de' quali durň alqua ti gior ni,Romanengo, che folo s'era tenuto in fede, fi diede uolontanaméte animici . Ma doppň quel té pň fi fece altro d'impo rtanza in Lombardia. Partita la maggiorpartedell'Autiino, & giŕeflendo tempo d'inuernare, tentň lo Sforza in gratiadi Lodouico Gonzagadi combartere Afola.Laqualeimprefa per la gran forza de' uenti, che furono in quei giorni, & per le continue pioggie,chefeguirono,fu differitain altro tempo. Ec Renato quafi nel mezzo del uerno fdegnato con lo Sforza,& con Fiorentini, per Afte, & Turino ritornň in Franza . Ma ritorniamo alle co fé della Gretia. Dapoi la prefadi Coftantinopoli, ef fendo la Cittŕ follecita della lalute di quelli iquali infieme con lei erano uenuci nelle mani de Turchi, s'intefe per una galea,che uéne a Vinetia, quelli,che erano flati prefi in Coftantinopoli efler prigioni.Ne altrimenti efler ufato alcuna crudeltŕ cétra quelli, che la fortuna haueua faluati. D'indi a pochi giorni per lettere del Loredano,il Senato inteie,che co fette mila ducati dati al Turco i prigioni firifcuotereb bono. In quel giorno,che uénero quefte nuoue,giu-jl legato del fe a Vinetia il Legato del Pontefice,ilquale honore-Ponteficeuen uo\m^te(u riceuuto.Trattň egli con i Senatori della pertrattarpa pace, laquale prima haueua trattato a Fiorenza, & tecomfone- promifefare il limile conio Sforza. Eradeliberato fihi. Nicolo Pontefice di pacificare tutto lo ftato della Italia, per il graue pencolo, che fopraftaua dal Tur coaCnriftiani; & uoleua egli edere arbitro della pace. Laquale fé alcuno ricufafle lo ifcómunicareb-be, come nimico non folo della Italia, ma del nome Chriftiano . Con quefto tale auifo,& deliberatone, allaquak il Senato molto s'iaclinaua, partito da Vioetia LIBRO SETTIMO. j8t Alleflandria)& di Soria. Ondehauendogrof-faarmata uoleua mouerfi cótra Turchi, che con ingiuria lo ^uocauano. Ma da ciň fi retenne fin, che fi pacificaflero le cole dell'Italia, & che fi facefle maggiore apparecchiň de legni.Intorno laquale efpedi-tione giŕ fidiccua, cheiSenatori erano attenti, & folleciti. Ne erano uani co tali parlamenti, percio-che le galee giŕ ordinate, acciň, piů tofto follerň e-fpedite, di ordine de' Senatori furono mandati fui territorio duegentil'huomini,Luigi Capello,& Lui Luigi Capetti Loredano,iquali conduceflero legnami. Similmé l»>Lmgi Lore te non molto dipoi furono mandati a Roma Chri- ^""ŕ r itoforo Moro, & Orlato Giuftiniano, per trattare M^^Or-appreilo il Ponteficedttlapace con gli altri amba- fato gěhIěě-feiatorid'Italia. In Lombardia auanti,che gliam- manoamba-bafeiatori foflero andati al Pontefice, la caualeria de /"*'«« a fa Vinitiani haueua tol>-o la uettouaglia, & il riparo de WM* nimici. M2 perche (t rmttaua di pace, i Vinitiani ha ueuano alquanto rimeflo l'animo dalla guerra di Lombardia. Ł Senatori nondimeno per non parere, che in tutto fihaueflero dimenticato della Prouin-cia, mandarono in ultimo alquanti centenaia d'ar-«ieri, &nauili della Cicca, perle acque del Pň. Ec fu fatto DE11A TERZA DECA fu fatto lega con Genouefi, & Lucchefi. Per laqiiŕt cofa fi fecero le procefliom per un giorno continuo*. In quei tempi anchora conduttero al loro foldo oc* eultamente Bartolomeo Coglione. Ma mentre, che quello fi faceua, cinque galee del Papa , lequali nel principio dell'Autunno h erano moisi contra Turchini tempo del verno fenza comandamelo del Lo> Stpplie'tQda- re(jano uennero a Vinetia Giouan Dandolo,Anto* nio C^uirini) MarinojAndrea, & Nicolo Contarmi fopracomiti di quelle di ordine de' Senatoti furono polli in prigione. Furono aflolti Andrea Contarmi» & Giouanni Dandolo,iquali furono trouati non col peuoli.Gli altri furono condonati fei meli in prigione^ priuati in perpetuo d'eflere fopracomiti, & d* hauere altro officio fopra nauili.Gli altri quattro pň polari, iquali prima erano ftati cagione di tal cofa, *!a fan Marco a Riaitň furono fruitati, & tagliato il nafo furono banditi. Ne molti giorni dipoi feguě li pace conio Sfo^a,& Fiorentini. Laqualedifperata dal Pontefice, fu cóchiufa per frate Simonetto dell* ¦ordine Heremitanň, con quefte conditioni $ che la tdcě etnei0* Sforza rendette aVimtiani tutto quello,che loro h* fi tra Pratice ueua tolto in quella guerra,eccetto i cartelli di Giŕ* fioSfor%4 & radadda. Et il Marchefe di Mŕtoua reftituitte fuo fra ytHUt*ni. tello ne fUoi beni, i Fiorentini rihaueirero il fuo dal / f i ^ Re Alfonfo eccetto Caftiglione. Etfimilmente a Senefi folle da Fiorentini tutto il fuo rellituito. Ec acciň,che quefta pace fotte piů ferma,il Pontefice ui interpoli, la fua autoritŕ. Et in quella fu efpreflb, che fé d'indi adietro occorfero alcune difcordie,fof*-fe in potere di etto Pontefice il raffcttarle. Etfealctt no prima córra l'altro lě armafle^conofeiuta l'ingiuria, fubito ňlio folfe nimico non folo deirofFefo,ma del P5tefice,& di tutti quelli,ch'erano nella lega. Ec coli con tutte queite conditioni fu conclufa, fuori, che con Genouefi,perche Alfonfo uolfe feguire la guerra incominciata, Lacuale per queito credo gii fu concetta^ LIBRO SČTTIMO." ;8s fu concetta, perche della pace , che era feguita * era ilatopoco delěderofo. N onhebbe la Citta iHca per r,J"^!'*/jŁ li lunga guerra in alcun tempo il piů allegro giorno gre\\* perla -di quello, nelqualefu gridata pubicamente al pň- pace, -polo . Et prima fu fatta la procefsione ordinaria >& Jegratie confuete refe innanzi agli altari.Le imagi-ni de fanti, & h reliquie con pompa furono portate Guanti Seguendo tutto il Clero,& dipoi il Prencipe co'l Senato^ gli altri ordini della Cittŕ . Appreflb di quefto furono accefi molti Torchi la notte con al tri legni d'allegrezza per tutto . Quefto fu l'anno della lalute Mille quattrocento cinquanta quatro . [lŕ, $ 4-M a da, che nacque la guerra con Filippo in Lombar dia per Cremona,fu l'anno ottano,& con lo Sforza per li Melanefi il quinto, Quiete, & ripofo fu dipoi lungamente in Italia : & prima in Lombardia, lo fta to della quale quali fino a quefti anni, nelli quali il Ferrarefe fentě la graue guerra, fu pacifico . Zacca- Zacarěa TrS riaTriuigiano, & Nicolo Canale andarono amba- Miginnoetui feiatoriin Lamagnaa Federico Imperadore.Ilquale co'° ^^ěiai. haueuachiefto ambafeiatori di tutta la Europa, con aTi'lm""07* liquali poteiěe trattare di far guerra contra a Turchi, dorč. Bartholomeo Marcello tra qtto ritornň di Coftan- Pace fait* tinopoli.ilqualecó Maomet Ottomano giŕhaueua traTurchi cópoftalapace,primadalui^nomepublico hauen- ^ ^""»(*-do tutto benignamente impetrato,Et p fermar quel ^0^^ rMx la uno atibafciatore d'Ottomano uenne a Vinetia fan. co'l Marcello . I Senatori acciň non faceflero alcuna «ofa fenza prudenza, giudicarono diferire lŕ co1-fa, fin , che la pace, & lega fbfle fatta tra diri* ftiani . Allhora ueramente uoleuano guerra con lui, & non pace , perche principalmente defidera-ttano il ben di turra la Italia, & del nome Chn-ftiano,& non quello del Turco . Ma tra quefto , acciň non parefle, chedifprezzaflcrol'attiicitia d'un potentifsimo Re , un'altra uolta rimandarono elio Marcello eoa quell'ambaicucore del Turco a Co- fantino poli DELLA TERZA DECA ftantinopoli con noua guifa di conditione. Allequali confentendo Maomct,pcr nome publicofermallela pace,& in quefto egli hauefie libera , & piena pode-ftŕ. Ma confiderandojche cofi anchora era dato luo-co al bia(ěmo,parendo,che i Viniriani, hauefTero la-fciata la compagnia de' Chnfiiani. Dicendo alcuno, che eflěcommiflero allo aTiibaiciatore che se'ĚTur-cho rimaneua contento delle conditioni,il Marcello douefle confermare la pace,percioche'efiendo ella conclufa,non era piů lecito di feguireil corrano, uo lendo ferbarelapubltcafede . Ma credo certifsima-mente,che efsi cófiderarono quello, che io iftiruo, percioche non ho altro doue mi pofla fermare» Perche la publica congiura cótra a Turchi, due mefi prima appreflo di Federico Imperadore era molla. Onde giŕ la cofa fi credeua eflere conchiufa-Perche all'ai fpatiopareualord'hauereŕqlli dato, doue piů fccu-raméte fi doueflero efsi Vinitiani accoftare.Altri for fé altrimente crederanno,io dirň apertamente,quel-Jo,che io giudico. Ilche č, che i Vinitiani allhora co ine fempre fu di loro coftume fecero prudentifsima-jnente,iquali con temeritŕ non fi uolfero caricar in cofi graue guerra. Laquale quando dipoi efsi per ma re, & perterta con molta fatica haueflero trattata, gli altri Prencipi della Europa tirandoli adietro hau-rebbono guardati, otiofi con piacere i danni de' Vini tiani, come certamente non molti anni dipoi, auen-ne,che eflendo ridotti a tal guerra,quafi da ogni Toc-corfo Chriftiano non folo furono abbandonaci, ma anchora traditi nella Italia. Ma quelle cofe dipoi di remo molto piů difufamente al loro luogo. Hora a quello ritorneremo, chefeguěnellapacedi Lombar dia. Qiieflo folo fra ogni altra cofa fu degno di me-moria,che a penadepofte le arme un'altra noua guer ra in luogo piů uicino quafi rinacque a Vinitiani,per fioche dimadauano i Senatori a Borfo Duca di Elle Bagnacauallo^lqualeerade confini di Rauenna, & alcuni LIBRO SETTIMO. 38* alcuni altri luoghi del Polefine. Et fu mandato pec quefto a Ferrara, accioche fofle nonciato guerra ai Duca fecondo l'ufanza de' maggiorile egli tai luo-ghi non reftituiua. Ma egli amico di pace»& diripo-r fo,& molto pi» dell'amicitiaVinitiana, per gli amba fciatori a efib mandati auisň il Prencipe, & il Senato di iioler pace ad ogni guift con Vinitiani,& non guerra,&eflereprefto dittare in rutto nella fede ,& autontŕdiqtiellf.Perlaqualehumanifsima,&beni-gnarifpofta, le arme,che giŕ quali haueuano prefe, del beraronoponergin,&di rimouerfidaognioiFe-facontradi lui.Dipoiriuolti da terra alle cole da ma re,armarono due galee grolle contra Nauipattore di natione Vinitiano,ilquale per le ingiurie riceuute di i fuoi popolari haueua incominciato a eflčr Corfa-le. I Senatori ěftimauano eflér cofa indegna, che fi trouafTe in quei giorni alcun Vinitiano,chemoleil;af fé il mare co latrocini. Laquale ingiuria da loro mag giori fu da principio fempre uendicata. Q^uafi fotto queltempo Vittore Capello fu mandato ai Principi "f della Morea,iquah uédendo fopraitar loro gran peri to ai Prenci-colo dal Re de'Turchijhaueuano mandato a Vinetia pi della Mq-al Prencipe & al Senato,iqualitrattaflero di ridur rea. l'Ifola fotto il loro Dominio. Ma, che tanto defle-ro in Italia i Vinitiant a quelli, che loro baftafle, fé non,come da prinia,almeno a uiuere honoratamen-te. Al giunger del Capello,i Genouefě con dieci Fu-ite,& uentiduč galee, fperŕdo d'hauer la terra,le era . no andati fotto con l'armata. Il Loredano anchora egli era prefente con le fue galee. Et tato l'uno quan to l'altro ftaua incento all'occafione. In quel medefii Ouantoddn mo anno grane tépefta danneggiň grandifsimamen- m fece late-te le terre della Italia, Se prima Vinetia. Dicelě, che fejia. tante fineltre di uerro 111 (ě ruppero,che a pena fei mi la ducati furono ballanti a rifarle.Doppňlaprefadi Condantinopoli 1 Vinitiani ftando in ripofo, niuno de' Précipi ne popoli Italiani, eccetto Califto Pon- tefice, DELLA TERZ A DECA tefice,& i Genouefi faceuano guerra. Iquali eflcncfo lor tolto Pera(percioche Albico prefo Conftantina poli quella fi refe)fecero qualche pocodimouimeu to contra Turchi. Califto p lettere,& mefs j nň cefsň. ti ontefice jntuttoji fuo Ponteficato di eflortar l'Europa alle arme.Et mandň tredici galee contra all'impeto de' Turchijfacendo Capo di quelle Lodouico Patriarca d'Aquilegia,ilqualeper tre anni continui con graue guerra moleftň i luoghi maritimi dell'Alia >& tolfe alcune Ifoleall'Otoniano.Tira quefto l'Imperadoc de* Turchi con un mirabile corfo di uittona fotto-jnefle tutti i popoli di Thracia-,Triballi, & Macedoni nella Europa. Et nell'Afia fimilmente prete l'Imperio di Trabifonda piů tofto con fraude,checó arme. Dipoi prefe Foglia Noua& la Vecchia. Etl'unacon l'altra follecitando prefe Imbro, & Smirna, & afle-diň Lesbo a Genouefi Cathelofi, co 1 iquali guerreg giň per un garzone, dipoi fi refero con certe condi-tioni. Oltre di quefto prefe la Bofsina, & fece mori re il Re. Et finalmente quafi tutto queHo, che haue nano i Prencipi ChriftianidaConftantinopoli fino in Albania & Dalmatiatral'Vngheria,& il Danubio e'1 mare Ionio & l'Arcipelago uinfe,& foggiogo co le arme fue. Ma in tanta felicitŕ dell'infedele, i Vini tiani non fi modero, benché da molti alcuna uolta foiTero chiamati in foccorfo.Solamente la Morea,la quale in ultimo tolfero a Thomafo , & Demetrio Prencipi : Doppň alquanti anni s'armň contra Tur-.chi. Del principio & fucceflo della qual guerra,fe di rŕ ne' feguenti libri.Tra quefto,mentre,che per l'Oc tornano furono fatte cotai cofe,lequali lottobre-uitŕ habbiamo tocche, perche poco appartengono alla noftra Hiftoria, i Vinitiani quafi in tutto quello fpatio di tempo,che fu circa anni dieci,in quieta tran quilluŕ & pace, fi dimorarono. Della L'OTTAVO LIBRO DELLA TERZA DECA. E r tanto tempo lo flato de' Vi nitiani, onero poco menoitet-te pacifico per mare, & per terra. Ma quella pace inuero non fu fenza trauaglio d'animo, & fenza paura. Auenne alla Cittŕ di Vinetia quello, che fuol e a-uennire a coloro, che fono uici ni alle cafe, che s'abbrucciano.Percioche quŕtunque efsi ueggano le loro coleanchoraeflerefalue, nondimeno, perche «1 fuoco ageuolmente puopafTare da un luogo, all'altro, non fono fenza timore,& come fi fuol fare, fempre rifgiiardano doue poflono ha «erl'acqua. Cofii Vinitiani, anchora,che nonha-ueilero aperta guerra con l'Ottomano,nódimeno in quefti dieci anni non fletterň con l'animo quieto , per le cofe, che eghmoleftauafi nell'Afta come nella Europa. Perciocheefsi in quel mezzo molte cofe riuolgeuano perla mente, confiderando, che adogniguifa era loro necetěario, quando ciň fofěe, di mouergli guerra, pure in tanto fi aftenneuano dal le arme, affettando qualche giufta cagione di mo-nerh'contra di lui. Ma di tal cola dipoi fi dirŕ. Ho-ra raccontare breuemente quello, che in quel tempo d fece nella Cittŕ fino, che la pace con l'Otto-* manodurň. Adunquefotto il Prencipe Fofcari s'erano moiro allargati i cňfini del dominio Vinitiano. l.aqtuě cofa auenne per la pubhca felicitŕ » & per il l DELLA TERZA DECA ?1 lungo prencipato di quello, & per la prudente Aia amminiilratione di modo , che nň folo ilDominio, maanchora la Cjttŕ accrebbe di bčlli & nobili edifici . Percioche in quel tempo fu fatta la faccia della porta del palazzo dalla parte di fuora di bianco mar-mo, & la chiefa di fan Gregorio fu incominciata a ri nouar dalle fondamenta, laquale con belhfsima for-ma,& ornamento alla noftra etŕ ueggiamo finita.La chiefa di fan Z accana di marmo, che e a lato alla uec chia, anchora ella fu incominciata a fabricar dalle fondamenta, opera non tanto digrandezza,quanto ' per fabrica,& architettura nobilifsima.Et al Prencipe hauendoamminiftrata la Republica trentaquac-troanni eilendo egli di nouanta anni, nepotédo piů trouarfi a i publici offici,anchora uiuendo, fu creato in fuo luogo Pafqual Malipiero. Onde leuatogli gli ornamenti del fommo Magiftrato, & pofto fra gli al tri ordini de' gentilhuomini 3 perche quel gerterofo uigore di animo nel corpo uecchio non era anchora eftinto, doppň la creatione del nouo Prencipe in pň co di hora fi morě. Onde per ordine de' Senatori gli ornamenti furono fpogliati al nuouo, & reftituiti al morto.Fu portato finalmente con pompaducaie alla Chiefa de frati minori. Et occorfe, che l'un Pren cipe accompagnň l'altro. Ne doppo la morte di quel lo bifogno crearne un'altro per utile della Republica,elTendo giŕ quefto fatto,ilche fino a quel giorno, ch'io fappia,non auenne giamai. La fua fepoltura fu-bito fu fatta di bianco marmo,& di puriflěmo oro da nepoti,apreflbairaltatgrŕde della Chiefa.Nel Pren cipato del Malipiero occorfe gran teremotto nel me fedi Dicembre,perilqualequafitutta Italiafi com-rnoflčj& principalmente il Regno di Napoli. In eflo Prencipe furono molte degne uirtiě . Fu di ottimo ingegno,nonfinto,ne firnulatOjfělidiofo di pace,ami co di religione, & terribile contra i uitiofi. Tutti gli federaci, che gli uennero nelle mani furono ,¦ ouero ' con LIBRO OTTAVO. $8f con degno fupplicio puniti,o non potendogli haue-re,baditi.La pace dal Fofcari quafi di man nceuutta, in Vinetia,& fuori fu bé difefa,& in niuna guifa rot [nuent;one ta,mafalda,e intiera al fuo fucceflore lafciň .Tra le dello jlamp cofe nobili,che auennero nel Aio prencipato, fu che re ,ibn in la inuentione dell'imprimer libri allhora fu tiouata Italia, inIulia.Dicefi,che'l primo inuentore fu un Tede* '¦ fco.Ma eflendo fparfa in proceflo di tempo per tutta la Italia quefta bella inuero,& utile commoditŕ ,'& affaticando fi l'un di fuperar l'altro, Nicolo Gicfone inVinetia tutti gli altri li lafciň a dietro.IlMalipiero hauendo retta la Republica,quattro anni, & mezzo ufcě di uita,& fu portato honoratifsimamente alla Chiefa di.s . G)ouŁni,& Paolo . Chnftoforo Moro fucceffe a quello.Et il fecondo anno del fuo Doga- &>*'""]'"* tocon FOtconiano s'incominciň a guerreggiar per ^°t* mare,& p terra.La cagió dellaqual guerra breuemé te č da raccontar. Dapoi molte rotte,& dŕmdatida quello al nome Chnftiano nella Grecia, & in altre terre della Europa, fi difpofe egli di prender la Mo- Breue deferě rea.E1 quel terreno quafi, cornei loia, & iblocome ttv"cdelU dicono di tre promontori della Europa , fi congiun More** gecóllftmodi Corintho. Et reitŕ poco, che difendo da un lato il marclonio,dipoi l'Egeo,amédoi no facciano una Ifola. Quefta Morea č fimile aěla foglia del platano,per li mari,che le fi accodano . Da Settétrione,batte il mare Ionio,da Ponete il Sicilia Do,da mezzo di il mare di Gretia,da Leuantr lo E geo,& dalSolfticiale il Mirthoo.Ifidoro dice,cheella circonda trecento,& feflantatre miglia,Circarift-mo a Settentrione č il Golfo di Corintho , ilquale hoggi č detto di Patraflo. All'incórro č il Saronico, cioč il Golfo di Legina.Inquefto l'antichifsimo na «ale di Cencrea,in quello Lecheo.Tuttala terra giŕ fu detta lapigia.Dipoi Pelafgia>& lungamente Pe-loponefibjilqual comepm uolontieri ulěamo, hog-giil uoigo le dice Morea. Adunque l'Ouomano ha CCC uendo DELLA TERZA DECA uendo'di gran lunga allargati i termini del fuo Impe rio,incominciň a dimandar quella terra a Thoniafo & Demetrio fratelli, allhoraPrencipi di lei, come membro dell'Imper io de Greci.Haurcbbono quelli potuto piů lungaméte difenderli,fecuri per il (ito deiluoghi,fedaChriftiani atempofoflero Itati aiu tati,ouero ie effi fratelli foflero itati uniti in difenderň dalla furia dell'Ottomano. Ma l'uno,& l'altro " -* mancň.Il ribellare di Demetrio a Turchi, fu prima ' «T cagione di rouinare il Prencipato. Quefti data una co acquinoti. & r .. , , .' ^^-. , n- ., f Mtrta. itia figliuola per donna a 1 Ottomano indulieil he-rifsimo nimico nella nobilifsima ProuinciadiGre-cia.Pece luero Thomafo alcune difefe attorno l'Ifě-mo,maefle uane riufcirono. Onde perdute lecofe fue fuggendo dalla crudeltŕ del nimico,uenne a Ro Come f*por- ma,portando con lui il capo di fanto Andrea • Perň tato a Roma il Pontefice gli andň incótro co tuttala Chierelia il capt di fan fino a! ponte Miluio. Et in quel luogo, doue prima ** ^"dre* fuhonoratoilcapodelloApoftolo.ru fatta unaCa ' pella di marmo. Dipoi ne fu edificata un altra mol- to piů bella nella Chiefa di fan Pietro,doue efl'o cs-po fu poito co lolenne dedicatione.Tolto della Mo rea il prencipato de Greci,iVinitiani ritennero i Ca ftelli,che giŕ per adietro pofledeuano in quella Pro uincia. Ma la perfidia, & fuperba natura del nimico non celsň molto dalla ingiuria,che prefeArgo atra dimento,ilche pofei Věnitiani piů toito in guerra neceflaria,che utile. Per tal cola i Senatori aftretti incominciarono armare contra il Turco. Era allora Proueditore del mare Vittore Capello , ilquale nel tenipo,che l'Ottomano haueua tolta Lesbo ŕ Cate lofo Genouefe , efl'endoinuitato dai Signori dei luoghi per anibafciatori adifendr l'Ifola,& anchora „. _ tllendo prefi queide MetelinodaThedoranijiquali Pittore Ca- .- r iiutrir i i- r »•//» vrtmdi *ono ln parte dell Ilola,fu pregato, che egli accettai ttninmurt lw la protetione loro.Et benché egli fofle prefente con poterne armata, nondimeno per non mouerfi con LIBRO OTTAVO. $M con temeritŕ, ne mettere la Republica in manife-ito pericolo di guerra,fi rimafe di dar loro alcun foc corfo,anchora, che egli haueflc ragion di mouerla. Perche giŕ l'Ottomano centrala «ecchialega, che haueuano i Vinitiani col padre Amurato , & dipoi rinouata con lui ,oltra lo {treno della Morea era pailatocon l'arme,& armatafua . Ma queftecofe noi le habbiamo hauute da quelli, che fi fono troua ti prefenti. Et tutto quel che raccontarono di qui inanzi non fi troua nelle Hiftorie Vinitiane , ec-cettoalcune fcritte per Cepione d'i fatti di Pietro Mocenigo,oon ftile elegante, & ornato. Adunque iarŕ,per relation di-q-uelli,che fi fono ftati prefenti, rieri fatti ben certi del numero de nimici,liquali fidi ceuano effer ottŕta mila caualli, fcňfidandofi p il pň co numero de' luoi;percioche leuate le ciurme delle galee,lequali fi riduffero in mare,ueggendo nň effer equali a tata moltitudine de Turchi,lafciato l'iftma fenza foccorio,có molta celeritŕ andarono a Napo li.Et appena u'erano giunti,quŕdo loro fu detto i ni Battaglia fu miciefferui arriuati.Percioche hauuto Argo,abbru u a Naftoli ciati gli edifici, & fparfo molto fangue di géte minii con fatti». ta,laquale no potč fuggire lapreftezza de nimici, il giorno feguente per tempo caualcarono alle mura di Napoli occultamente. Ma la gran moltitudine fu comprefa da quelli, che erano nel caftella.Onde prefentita il uenir loro , alcuni foldati con temeritŕ affalcŕdali l'ubico furono da loro rinchiufi, & con trenta caualli leggien manzi alle parte inbreuefpa tio tagliati a pezzi,& gli altri cacciati dentro i ripari della terra. Il Turco dipoi prefe il monticello,che efaprail cartella. Allora per la moltitudine delle faeue,& fpefli colpi di bombarde;perlequali nň fa-Io le molte genti de nimici furono offefe, ma quau" eftinte fegui grŕdiffima occilěane.Ne i Vinitiani cef farono in quella occafione, che molti cinto il Mňti-cello da i lati & da dietra , affaltŕdali co molti gridi pofero grŕ paura al nimico. Altri iqIto,come ciafeu era prňto,inanzi i ripari della Citta,facendo feroce impeto nelle fquadre de caualli Ifieme ferrati grŕ nu merod'huomini & de caualli amazzarono.Qnde C C 4 alcuni DELLA TERZA DECA alcuni di quelli, che fi trouarono prefenti, affermano, che in quel giorno furono morti cinque nula Turchi. Altri quefto numero fanno minore. Ec dicono , che ciň auenne in due giornate in modo, che fotto la prima giunta de nimici trenta foldati fu rono morti manzi alla Cittŕ & gli altri dentro i ripari fugati . Et che col campo fi parcirono per to-gliereArgo. El di fcguente alquanto piů ferocemente correndo fino alle porte hebbero quella rotta, che s'č detta. Ma fia comunque fi forfč, in ciň fi accordano, che'l di, che fegui a quella rotta, con tu multi & gridi, come č coftume di tal gente, auanti la Cittŕ flibito conduflero lafquadra: ma non coli fcioccamente come di prima, & corfero appretto al le fofle della Cittŕ. Allhora anchora fu combattu- fatto to con molta furia, & non fenzafanguefu il Turco L jul fa \ rjpari cacciato . Per doppia battaglia adunque & ^ njmjco fianco,uedendo non potere far altro aNa poli, d'improuifo falcň fu quel di Modone, ne i con fěnijdelquale con fubita forza tolfe le Molina, &• alcuni altri piccioli Cartelli. Et fimilmente con quel laiftefTa furia fcorfe fu quel di Corone non fenza gran mortalitŕ de Greci. Dipoi uolendofi partire «fella Morea, i Turchi tre giorni continui combatte rono ilZonchio. In ditela delquale era Giouanni Grafie da Corno, & fu difelň il Cartello gagliarda niente . I nemici leuatidi lŕ andarono a inuernarfě. Nei Vinitiani condottieri doppo la partita di quelli indarno firimafero :mafcorrendo in Arcadia con tre mila huoimni , d'indi menarono gran preda, & tentarono di combattere il Cartello ilquale hog gi ha nome di Prouincia. Saccheggiate adunque & abbrufeiate le cale fotto la Citta, non lo poterň prendere. Et quello č quanto per auentu ra fu fatto quellaeftate& tuttol'auttunno nella Morea. Nel qual tempo anchora nella Italia erano in moui meato le cole de Vinitiani per la difcordu nata tra quelli LI BRO OTTAVO. 3S* quelli di Capo d'Iftria & di Trielle, delle entrate &uiepubliche . Dipoi li fdegni intanto accrebbero per le ingiurie fatte tra l'uno & l'altro,che i Sena tori hauendo a trattare maggiore imprefajin quefta anchorafurono aftretti adoperare le forze dellaRe publica. Maaccioche meglios intendeualacagio- Leryajetrie ne , conuienepiu altamente ripigliarla. Haueuano {lini carini hauuto per coftume i mercatanti di Lamagna di fre- tiani. quentar Capo d'Iltria, & le altre Cittŕ del luogo 5. miglia lontano daTriefte. Le mercatante de'qua li uedendo i Trieftini niente appartenere a loro, & hauendo tal cofaafdegno, dimandarono per uia d'-ambafciaton a Federico per eflčré lotto la fua pro-tettione, che a tutti li mercatanti Thedefchi, iqua-li paflauano per PIftria folle impofto, chepaflafie-roperTriefte. Penfando douere auenire, che in breue la Cittŕ per frequentia de mercatanti farebbe mercato ,& fiera di tutta l'Ilčria. Allhora perche Federico in tutto non haueua biafimato la richiefta eli quelli, incominciň a rimouere i mercatanti dalla loro antica uia , inducendogh nella fua Cittŕ con benigno albergo,oueronon uolendogli sforzaua a farlo. Laqual cofaquelli di Capo d'Iitria con moleftia fupportando , mandarono ambafeiatori al Prencipe & al Senato. Iquali lamentandofi della ingiuria de Trieitini, gli auifairero, che tutta l'I-ftna perla noua arroganza de uicini era per patire graue danno. Per tai lamenti moffě i Senatori coni mandarono, che alquanti nauili fteffčro apparecchiati attorno a i liti di Trieite, & con diligenza uie taflero, che alcuna uettouaglia per mare non folle portata nel Caičello. Laqual cofa apparendo,che iTrieftini fupporuflerocollantemente,celando il Sdnie Gautt difpiacere , che n'hauetiano, prefero partito,che do lftr'anow difpofte le difefein luoghi neceffari,fi uendicaflero {j^^j* della prefenteingiuria. Santo Gauardi di Capo d'- uJllicontr* Iiaucoa alquanti caualli fu riandato , ilqualeha- Tričfimi, «cado della terza uendo impetrato il luogo dal Conte di Goritia-, Ter rati i confini eifortauai mercatanti a frequentar U uiadi prima,dicédo,che fé i Tneftini gii uoleflero p forza rimouer dal lor cófueto uiaggio, egli ne fareb be uédetra con l'arme. Auéne adunq; che un di quel li, ch'era ftato mandato con i mercatanti, gli altri cacciatine con fubito impeto,fu morto daTrieftini. Alla qual nuoua ingiuria il Gauardo intčto col brac ciň d'Iftriani, tutti i luoghi del Trieftino in quella parte di cótra il mare,& che fi jaccofta alla Cittŕ fac cheggiň. I Senatori, perche uedeuano effer necefla-rio di ftar fu l'armi,chiefero a gl'I llriani, che lor mi daffero tre ambafciatori,per liquali intédeflero dello ftato della Prouincia-Iquali itrodotti in palazzo, dipoi che perqlloche rifferirono parue a Senatori eifervenuta l'occafione di mouer l'arme ordinarono guerra contradiloro.Etfecódo quell'ordine nudarono Ililria Antonio Martiano,Bernardino figliuo ' lo di Carlo Montone molto giouanetto , Gherardo Martinengo,Antonello Cornetano,& molt'altri u* lorofi huomini co mille,& cccc.caualli & molti fanti. Ma de foldati eletti fu maggior numero, che de uéturierij. Alcuni di quei,che fono ftati prefenti,di-cono,che ui furono dieci mila armati. Altri negano efler ftato tato numero.Et incominciarono aflediar atd Tnefte- In rre parti adunq; s'acciparono i Vinitiani. 0 ' Alla porta di s Frŕcefcofur poftii primi capi, & fui Monticello,ch'c fopra la cittŕ,& in l'altro luogo piů alto fu la uia Cherfina. Et prima co l'artiglierie gli moleftarono.Eticominciŕdo le caie andar i rouina, dimŕdarono tregua p tre giorni,accioche prudentemente fi cófigliailero di renderfi. Laqual cola fubito VitA L.tn quello, che egli hauea in animo di uoler mettere altre bóbarde alla porta di s.Fracefco ; Credendo poter far quefto comodamente in tre giornij pchein alcun'altra gui- fa non X1BRO OTTAVO. 390 = fa non fipoteua fare fenza gran battaglia. Ma poi quando inimici uidero fortificare il luogo rottala tregua,incominciarono a trar faette cótra le genti, che erano fiate porte a tale opera. Intanto s'intefe nel campo,che alcune fquadre de'caualli Alemani ueniuano in foccorfo della Cittŕ. A iquali fu mŕda to Gauardodi capod'Hillriadal Proueditorecň potente caualena in contra per toglier loro il paflo oc culcamente.Erano in quello flato le cofe a Triefte, quando Giacomo Antonio Marcello uenne in capo. 'acem* Eraqlti allhoraPodeflŕdi Vdine . Sotto la fuagiun MaTUuu ta cŕbiato il modo del ^uerreggiare,accade, che i ca-ualli de'nimici falui entrarono nella Cittŕ-Iquali fu bito fatto impeto ne1 capi,che erano fu la uia Cherfi na,tol(ero a Vinitiani dugento caualli. Dipoi nň fo-lamente difefero la Cittŕ, ma anchora con molti affai ti quato durň quello afiedio,iempre moleftarono i Vinuiani,Molte uolte efsi co grande impeto ufcen do della Cittŕ affamarono i cŕpi,& co molto fangue furono dctro cacciati.Łtpche le artiglierie haueua-no rotto parte delle mura, & dimandauam, i foldati «fler mŕdatiěadinuernaie,lorparue co tutte le forze ¦di darle aflalto . Il che nň hebbe molto buono t ffet- Cóbatterono ambe le parti fortemente lo fpatio <3'un'hora,& al primo impeto furono polle le fcale al !eimira,& alcun» fen/.a offe fa ui fai irono quali fo-pj-a.La piů fiera battaglia era 1 quella parte,doue era caduto il muro. Ma la Citta fu ditela ualorofamente *rftt*i"*^** peruircůdegli Alemani,& di caualli del Caftello. UdU*<-'ttŔ» Onde i foldati non potendo fare altro^fi riduflero in campo. Durň l'aflediu quafi per tutto l'Aucunno.Ec haurebbe »*//* mondo Malateita, ilquale era itato fuperato da Fe-Morea centra derico di Vrbino, & lo haueua di una buona parte Turchi. del Prencipato fpogliato, & piů lo moleftaua attediandolo dentro la Cittŕ d'Arimino. EtcheiVini-tianileuaflero le genti daTriefte. Et cofi, come tra loro era flato fatto l'accordo, circa il mefe di No-uembre gli Ariminefi & Trieftini furono liberati dal la guerra. Sigifmondo impetrato perdono dal Pontefice per hauer feguito le arme Galliche turbando la quiete della Romagna, promife reftare nella fede del Pontefice,& de' Vinitiani. Et in quella eftate, che feguě dietro al uerno, andň poi nella Morea eoa tra a Turchi. Ma dipoi quefto la armata del Loreda no, lafciato l'iftmo dalle gétida terra,leuatadal Gol fo Saronico , fcorrendo continuamente per la Ifola quello, che facefle degno di memoria non trono, fé non folo una cofa, laquale č, ch'egli tolfe al Turco Lenno Ifolahauuta da Commio Corfale della Mo-rea,ilquale Lenno quello giŕ haueua occupato eoa due galee per ragione dello Imperio dell'Otomano. Et hauendolo alquanto tenuto, credo non confidan dofi nelle fue forze lo diede a Vinitiani . L'armata s'inuernň d'intorno Modone, alZonchio, a Napo-OrfatoGtHfti lij&aCorone. NellaPrimauera,Orfaco Giuftinia-niano Ctpit* no fuccefle Capican da mare in luogo del Lorcdano. di Et circa il mefe di Gennaio leuato da Vinetia,per^ l'afprezzadel uerno finalmente il terzo mele arriuň con tre galee nella Prouincia, & riceue uenc'una ga leaal Zonchio, lequali haueuano in quel luogo il lo ro ftaůo.Con quefte adunque & co quelle, che egli haueua meojtOjnauigandouerlb Modone, s'incontrň nel Loredano con tre galee : ilquale datogli 1q Stendardo, LIBRO OTTAVO. jpt Stendardo, andň alla Sapienza. Orfato intanto ftet tea Modorte, fin che egli hebbe rutta l'armata. Dipoi con trenta due galee andň a Corone. Et no mol to dipoi fcorfe a Napoli, pafsň a Negroponte,& corfeggiň tutte le Ifole del mare Egeo,con diligenza conlěderando lo flato di quelle. Mentre,che Or-fato faceuaqfto, nel Golfo di Patratfo Nicolo Rŕggio & Giouan per Cognome Grafi» Capi d'una fqua dra, con le genti, che eflě haueuano, tolfero alcuni piccioh Caftelliai nimici.Ma Francefco Sidicino, Cecco Brandolino>& altri Condottieri Vinitiani con tre milahuomini, haueuano fortificati i campi ŕi Caftello Maiuinea.I němici erano a Pithimo.Cěn quecento caualh de quali fcorfi a Talamata, ilquale Caftello era in mezzo dell'uno & l'altro camno,ec-Citarono con grandtflěmo grido i Vinitiani alla pugna. Et quelli difprezzando il poco numero de'Tur chi,fubitoasfaltarono la lorofquadra, effi intanto foftennero l'impeto de'Vinitiani, che il reftode lo ro caualli chiamati da i campi opprefsi con preftifsi-ětii mefsi, s'apprefentarono . Allhora per il fopra-uemrdi quelli,i Vinitiani, effondo entrati nel pericolo fenza ordine, fenza guida, & fenza infegne furono tutti morti. In quel giorno fi dice, che ne furono tagliati a pezi mille & cinquecento, ne i qua li fu elio Brandolino,& Giouan dall'Antella,ilqua-le il giorno alianti era uenuto da Modone aManti-neacon Andrea Dandolo Prouedirore,Giouan Maf fano,& molti altri huomini ualorofi,iquah ne* campi erano Condottieri.D'intorno alle Ifole niuna mi glioreoperatione fi fece. Lequali rtconofciute i'nul Ci» che fece timo, Orfato Giuftiniano era paflato in Lenno.La- Orfato tifa» quale Ifola tutta ricercata,ritornando a Negropon- ™ata* Mtte te,& riceuuto allhora il fupplimento mandato dalla ""* Cittŕ, & hauendo quaranta galee,fieraméte fi mof-fe cňtra l'Ifola di Lesbo. Al primo far diuelagiunfe a Negroponce a Lenuo. F e nauigando prefe una fu- iia DELLA TERZA DECA fta de nimici,& fece tagliare a pezzi dieci mercatan-tanti Turchi,che u'erano l'opra. Gli altri parte ne fece impiccare,& parte annegare. Di Lenno leuandofě la notte, alla terza hora del giorno all'aitň con fubi-ta furia Metelino Cartello nobilifsimodi tutta l'Ilo la,ilquale ha due porti, l'uno uerfo Settentrione,l'al tro a Mezzo di. L'armata ferrň quello, che alquanto era piů rimoto . Onde molti per quello fuggirono del territorio con non poca paura , & tutta l'Ifo-la fi fpauentň .Trecento & piů Turchi, che furono menati alle galee per comandamento d'Orfato,parte furono impalati, parte fommerfi, alcuni, ancho-ra impiccati. Doppň pochi giorni fu la mattina per tempo aflaltňla Cittŕ da mare & da terra: mandando auanti una naue Genouefe, laquale per quello haueiu ritenuta dal fuo uiaggio, & una galea Dalma tinaper prender la Torre, laquale era lopra il porto. Di quelle, che erano fiate mandate, Puna & l'ai* tra fu la prima giunta per li frequenti colpi di bom- barde battuta, fu forza che fi ritirafle adietro.Le ciur me tra quefto, & 1 foldati delle galee polii in terra fé ««. rocementeaflaltŕdo la Cittŕ entrarono fottoi ripa- ri, & fenzaconfideratione traboccarono in manife-Ho pericolo di morte. Et incominciando la battaglia con mirabile ardore di animo quella durň fei hore con grandissimo fpargimento di fanguede'Viniria-ni. 1 loldati afflitti per il gra numero di faette,& mol ti (ěmilmente feriti, doppň graue ruina funerati ceC-farono . Furono morti in quel giorno tre milahuo-tlnumerodt mini. Ne per quefto i Vinitiani fi fmarrirono,ma pň ih Mccjftfitto (-hi g|Orni appretto aflaltŕdo di nuouo il nimico con me e ma. crudel battaglia doppň molti,& uari impeti,quali co eguai danno furono cacciati dalle mura. Tra quefto fi diceua pubicamente l'armata de' nimici auicinarfě, laquale oltra a legni piccioli haueua quarŕtacinque galee . Et anchora due mila caualli dall'altra parte dell'Ifola melisi Ai'l lieo, gufi credeuadi fermo, che tIBRO OTTAVO. %?% É :niicinaflero . Per fi farti auifi Orfato fpauŁtar.o,ha uendo perduto cinquemila huomini, & gli altri per la maggior parte feriti,fi parti dal lito di Metelino,& Henne neirifola di Negropóte. Doue egli altraméte di grande animo, j> la cófcienza del trilto fucceflo in tato fi dolfe,che quafi fu $ impazzire.Di Negropon te andato nella Morta & giunto a Modone, mentre che difinontň fui lito, pěubito d'olore,come oppref fo da certa ruina,in mezza hora ufcě di uita. Quello fu il fine d'Orfato Giuiliniano,huomo tra i fuoi, & di frŕchezza d'animo,& di cortefěa ueraméte Magni Giacomi fico. Giacomo Loredano doppň la morte d'Orfato Loredan» fu mandato Ł Capitano dell'armata, ilquale erlendo C*?1****** giiěto nella Prouincia,fu feguito da Sigifmňdo Mala *Mr** tefta da I talia co mille huomini. Papa Pio giŕ molto adietro co i Vinitiani,& co'l Re d'Vnghenajinfieme co Filippo Duca di Borgogna haueuano fatto maggiore apparecchio di guerra cétra a Turchi.Ma quatto il Malatefta giůfe nella Prouincia,intefa la morte di GiouandairŔnteHa,& del iiradolino,& uedutoil poco numero de' foldati,difle, che mai no farebbe uč mito atale imprefa, it primieramenteegli hauefleia spdru pnU pino lo ftaro della Prouincia. Ma acciň non parerle, dal m*Utt-ch'ei ui folle flato mŕdato indarno,có qlle genri,che Ji*. egli potč mettere infieme,có fubita forza prefe la cit tadi Sparra, giŕ tra le altre della Grecia nobilifsima. Laquale, come ho derto,mutata la faccia,mutň il no me.Prefa la terra, laquale hora č poco habitata, incominciň a combatter la Rocca con artiglierie. Durň quello arTediopiuj& piů giorni , ne mai la potc elpugnare per il forte prefidio, che la difende-ua. Nel mezzo dell'Autunno quatordici milaTur-chi con grande impeto s'accamparono in luogo ui-cino a i campi Vinitiani.Sigifmondo fconfidatofi de! Aio poco numero , perche non haueua in campo piů , che due mila huomini, non hebbe ardimento r ¦ ¦ r t-.r i i n- nitro conia & acuto ingegno,conrortati 1 luoi,diiie chedoueile ruaoaiea pa ro hauer buona fperanza.Et fu la ofeuritŕ della not f0 » D*rd* te riuoltatofsi fenza battere de remi, incominciň a nelli* poco a poco a nauigare indrieto contra il nimico» Dalquale efěendo moleftato con molti tiri di bom barde,percioche intiero nópoteua fchiuargli tutti, ma pochi perduti, la notte oltra la fperanza di rutti tornň faluo a i fuoi.In quella eftace, che ciň fi fece, Pio Pontefice sforzandofi di ridur la fua efpedition p'° P0TlteP mofifa contra Turchi eia,primanel confěalio Manto ceaniiu m , 3 ". . . „ ? ... ^Ancona pe uano,ma ritardata per ambitione,&auantia di alcu (on({urrel'a ni Prencipi, benché chiaramente uedeflecelftrctut mata cqw< ti quei compagni,iquali egli ultimamétehauea tol- Turchi* ti in lega,eccetto i Vinitiani, nondimeno haueua in animo di parurfi,onde andň in Ancona. Gran nume ro di huomini di Lňbardia,&deiruna,& l'altra Ger mania, erano uenuti a Roma auanti, che egli fofle partito alla famadella Cruciatala piů ne incontrň paflando per Sabini,Vmbri,& Marchiani. A molti di queftidando la indulgéza de i loro peccati ( perche erano uenuti fenza uettouaglia,& perche poco erano atti a far fatti d'arme) ^li ritiůdň nella lor patria S'apprefentň ŕ lui Chnitoforo Moro Prencipe con DDD dieci DELLA TERZA DECA Chrijloforo dieci galee molto ben in ordine per combattere,ac-moro prenci- cio,che fi conofcefle,che i Vir.itiani faceuano il de-f* f'"11'.*- bito per laparte loro. DcppňJa cui giunta Pio dt fé ito andň in , i* in ¦ 1 • ¦ r * t-» i-i ^incotta per e *enta moleitato,in due giorni 11 mori. Pochi da-pajfure coir* nar> inuero eglihaueua a tanta imprefa di guerra, Turchi. iquali d'ordine de Cardinali furono dati al Prenci-mone del pň pe Moro.Con quelle conditioni, che egli mandaffe, tefice m ^4n a ^athia Re d'Vngheria, che di cótinuo guerreggia uŕ col Turco quarantacinque mila ducati.Ma i Vini-tiani non folo follecitarono di mandargli quelli,ma anchorali diedero per molti anni gran quantitŕ di oro accio,cheegli uiecaffe il paiě'o a Turchi, iquali s'apparecchiauano di andar nella Dalmatiaj& nell'I fěna.Doppo la morte di Papa Pio,i Vinitiani foli fo ftennero molti anni tanto pefo di guerra con le loro forze.La Italia non folamentejma tutte le genti del la Europpa otiofi riguardauano 1 Vinitiani che coiti batteuano con quel nimico,ilquale giŕ haueua eftin ti due potencifsimi Imperi, & molti Regni.Benche non poflb negare, che alcuna uolta da Ferdinand» Re,& dal Papa lor furono mŕdati foccorfi da marei ... ma rare uolte, & mafsimamente quando non era di necefsitŕ.In Gretia tutto il tempo del uerno ne per mare neper terra fu fatta alcuna cofa degna di me-moria.La eftate,che feguě,eflendo uenutala Pefti-lenza in Napoli,Sigifmondo Capitano andň in La conia,a!cjual luogo uennero dieci mila Turchi per ferrarlo.Ma egii alla lor uenuta andň ŕ Mantinea.Il qual partendofi,efsi aifaltata Pithimia, & tagliato ŕ pezzi il prefidio che difendeua il Cafčello, la prefe-ro per forza .Vittore Capello era tra quefto fuc cefio in luogo del Loredano. Qiiefti hauédo riceuu ta l'armata alla Sapienza uenne a Modone. Doue in Pittore Ca- pochi giorni di la partito con uéticinque galee , che fello capita e jj hauea anjo a Negroponte. Dipoi paiTando fu 7ěo da mare °,, . .. r " J. . c «. i- i •• con uentkin clue' "e nini'ci,prefe con fubita forza Aulidaairem 1»e galee, peto a Negroponte.Ec lui Territorio nel Golfo di Satanice LIBRO OTTAVO. $94 Satanico Larfo,& Imbro nel mare Egeo, fraThafo & Saniotracia non lontano dal monte Atho fotto-mife.Et in ultimo Tarmata giunta a Pireo i Vinitia-ni aflaitŕdt) Athenegia nobililsima Cittadella Gre tia,& inazi il far del giorno il muroapto,& abbbruc ciato infiemecon leporte,fubitolaprefero laqualc hoggi eappellataSethma.il Cartello inqueftagui faprefo,fu porto a facco dal Capello. La preda,che iuero fu grŕde,fece ricchi i galeotti ,& i foldati.L'ar tnata hauendo faccheggiato il Cartello , fubito Iellata da fireopafsň a Negropóte. Q_uiui tolta uet-touaglia,i Vinitiani uennero al diritto a Modone,dč donde andarono occultamente nel Golfo di Corin-to.Eraloro flato data fperanza da quei di Patraflo, che farebbe a quelli dato il Cartello con tutto il pre fědio.Haueua il Capello uentitregalee,& tra , fufte & altri nauili minori atti al combattete trenta fei. Etoltrale«iurme,& foldati,iuieraa«dioTa Nicolo Ragio condugento caualli leggieri in ordine.I fol-dacnl giorno auanti dal mare tratiagliati a pena pň tendo těare in piedi,furono fubito menati al Cartel lo da Giacomo Barbarico Proueditore, & quattro mila armati il feguirono.Giunti alla mila un miglio lontana dalla Cittŕ,fubiro i foldati per la gran cupi-gia della preda corfero con molto impeto a faccele» giarle<:afe,& uillaggi fenza alcuna licentiaoičgno. Et eflendo intenti alle rapine,non afpettando i nimi narbancocsr ci,fubrto trecento caualli de Turchi dinizi,dadirie- d**»olti*ltri to,& da fiŕchi gli affaltarono co gran grido.I foldati impauriti,& circondati d'improuifo, non hauendo con che difenderli, ne anche luogo , doue poceflero fuggire, furono tutti tagliati apezzi. Il Barbarico fu una mula, mentre, che a cafo caualcaua in quella parte,doue tutta la forza de nimici era addunata, ridotto in uno flretikimo luogo , & caduto a terra perla moltitudinedegli arbofcelli,& dalla fretta de caualli calpeftato lě mori. Il corpo fuo dipoi co- D P i »Q* DELLA TERZA DECA flofciuto per lo anello nellepaludi, portato in fu la Rocca Ai PatraHo, i crudelilsimi nimici lo impalarono , & pofero fu l'altezze della Torre.Mille ib-lamente ne icamparono di tanto numero. Ragio ůmilmente uenuto nelle mani de Turchi,uiuofu impalato. Ne il Capello fi perde di animo per quel la rotta penfando,che tal cola era occorfa per poca prudenzade l'uoi, & non per uirrůde nimici. Ec cofiotto giorni dipoi mandň tutti li fcelti.colre-fto delle genti, che erano rim afe della noua batta fjlia, a con battere la Cittŕ . Vincimanica Sici— iano Maturo dell'armata,chiamato altraméte Am miraglio,con DomenicoNegro,& altri huomini uŕ lorofi,cheftatiano allo flendardo, mifero inanzi al Cartello le publiche infegne. Ne i nimici rifiutarono la barraglia.Ma ferocemente ufeiti del Cartello, tutti ardenti incominciarono a combattere. Circa horc quattro fu combattuto crudelmente.Finalmé-te la fortuna non inclinandovi ad alcuno, i Vinitiani dT*ěmulm per rimouere il nimico di luogo,deliberarono man-« fatiti!?. darli contrafeffjr.ta caualli, che erano rimali delle fquadredi Ragio,per il monte che eradal latoman co Ma quelli anchora non erano peruenuti in cima, che iTurchi per quefto fimiimente mandati appar-fero nella (ňmmitadel monte. Iquali ueduti fubito i caualli di Ragio riuoltilě al fuggire^ fcontrarono nella fquadra de gli ifolani,'laquale feguiua dietro & fubico gran mortalitŕ di caualli, & d'huomini fu, fatta. Tra quefto fi apprefentarono gli altri Turchi, onde le ("quadre j? fé medefime confufe erano taglia tea pezzi, & cavillate da caualli. Et farebbe fiata cjut ita rotta maggior di quella di prima,fe la polue-re,che a guila di nebbia era le nata in aere,non hauef fé tolta la ni Ira a Turchi, & ai Vinitiani parimente. Cofi anchora mille ne mancarono,gli altri fuggendo con li itendardi andarono alle galee. I Vinitiani fpauétati da due rotte3fubito partiti andarono al Zi te. LIBRO OTTAVO. 39? te,&dal Zance aModone. D'indi pochi giorn^paHa rono a Negroponte,doue fenzafare alcunacofa de gna di memoria fletterň fei meli cótiootii. Ma dipoi efsédo le cofe al Capello mal fuccedute a Patralfo > bécheGiouani Diedo fecretario, & altri famigliar! cňfortandolo dicelfero, lui nóeflfere icolpaalcuna della hauuta rotta,nódimeno eflendo uinto da! dolo re,mai piů fu ueduto ridere.Fina'mente per triftez.-zad'animooppreflo l'ottauo mefe doppňla buta-gliadi Patraflo eflendo a Negroponte mori.Giacomo Venterň in tanto rimale Capitano .ěellVnMiata, m~rf* fin,che Giacomo Loredano, ilquale fu fatto in luo- I" * go del morto,uennenella Prouincia Colini per le-deci mefi,ne' quali fu Capitano ualorofame.itedife fé tutti i luoghi da mare da ogni adatto de nimichiti quel tempo anchora,ne molto dipoi , ousro prima, oěnnnit Ł• che il Loredano fofie mandato Capitano fu'l mare, ruLn-in »» benché le cofe de Vinitiani altramente foěferoqnie v^'l capei, tein Italia, non fo pero in che modo'per un fubito l"' aflaltodi Bartholorneo Coglione,allhora eccellente Capitano in Romagnafurono molellare,&quafi poftein noua guerra, t gli fi era mollo di Lombardia con molto numero de tanti,& cauaili,indottod, ,f to trattato haurebbela Thofcana. Quello fi dtceua l"fi|« vrf a* in pubiico . Ma alcuni hebberoopenione, ch'eli' fi '" 1^ět" folle moflo di Lombardia per configlio di Papa Pao '""*' lo,accio,che pallando per Romngna,& per la Marca con le genri,perfuo nome moueHe^uerraalRe Per dinando,ilquale negaua il tributo alla ChiefaRoudalquale fu fuperato in eflb luogo.Dugento caualli,iquali fcamparono con lui fi faluarono,gli altri tutti furono ucafi. IlCana. le ancora era a Negroponte, quŕdo gli fu detto nel-jtrmaa l'ifola attorno aTenedo eflerepiu di cento galee de Turchi ridot Turchi ; & che ogni giorno con nuoui fupplimenti fi UaTcnedo. accrefceua l'armata .Perlaqual cofaegli fi leuň da Negroponre,& pafsň in Lenno,dipoi in Imbro.Do «e al fuo giungere intefeda gl'Ifolanijdali'jltrapar te dell'Ifola efler arriuata l'armata de Turchi.Et nň fapendo quelli efprimere in latino il numero delle galee,toccandofi i capelli moftrauano il numero eC-fere grande . I Vinitiani non credettero , ne anche in tutto fprezzarono il fuo auifo. Si credeua come č folito le cofe piů terribili di[qllo, cheerano Hate uč dute con tumulto eflere rifferite ŕ gl'Ifolani. Adun Con/ěgiio del ^ue perhauere la certezza,comandň a Lorenzo Lo Andari utra redano, che con dieci galee elette andaffecontrail mrebi. nimico . Et fé egli intendeua quello aon hauere piů diftliiQC» LIBRO OTTAVO. 397 di feffaita galee,(ě uokaflfe contra lui: perche fubito uerrebbe col rerto dell'armata in foccorfo. Se ancora egli hauefle ueduto efler maggior numero, fcor-refle;in alto mare fenza cóbattere.Mandarono adun queauanti per ifpiaFrancefcoQ^uirini con unaga-lea;acciň,quŕto piů appretto egli poteflfe,fpiatě*e l'ae matade nimici,imponendogli che l'auifafleda lontano con alcuni tratti di bóbarde.Intefa per il fegno del Qjjirini la moltitudine de Barbari, fubito l'arma ta VinTtůna riuolta adietro , follecita fcorfe in alto mare. Le galee,ch'erano andate auati, ueduta l'arma ta de rumici, con remi, & uele sforzadofi fcamparo-no. Ne fu di necefsitŕ indugiare ; percioche ueduta da lontano la prima galea de Vinitiani, & l'altre,che feguěuano quella, fubito dieci altre galee de nimici leuatedal loro ftatio incalzarono l'armata Vinitia-nadiiperfa^lafollecitudinedi fuggire fin fu la notte. Et il Canale co quattro galee entrň nel porto di Palocaftro. Il Turco perla olcuritŕ della notte noni vedendo piů i Vinitiani fcorfe nell'I fola di Siro. La mattina IVI fare del giorno le galee Vinitiane firi-«Jutěero infieitie, & andarono in Siro. Il nimico era dall'altra partedeirifola,combattédo con ogni for rail caftello.I Vinitiani nudarono dentro dieci sa lee cčtra il nimico occupato nel combattere. Ne ha uendo quelle ardire d'accoUarfi, no uolfero combac tere, ma da lontano bombardauano il nimicoTeme nano i Vinitiani d'aflfrontarfi.acciothe col fopraue-nirdi maggior armata non foffero fuperati. Laqual cofa farebbe accadutale hauelfero dibattuto infie-me.Da Siro i minici andarono a Negroponte»Doue fu'l primo giunger cňbattcrono Scora cartello dell* lfolauerfo Ponete, & lianTicň.Etambedoiprefiglt Taccheggi arono,& abbruciarono. Dipoi alla dritta l'armata Turchefca andň uerfo Negroponte per af-fediarlo.I Vinitiani da Siro ermo ueouti a capo Mar lluogo č Micino a Negroponte.Ec mŕda- ron© DELLA 1Č K/.A U E. tono a Negroponte tre galee piene di uettouagli* v il canale di Loretto,pnma,che il nimico occupaf-ie tutte le uie. Et fu comandato a i fopracomiti di quelle,che reftaflero in foccorfo della Cittŕ, fé cofi eradibifogno,& cheparefle aimagiftrati.Hauutala uettouaglia,le galee furono mandate aU'armata.Ne molto dipoi Giouan Trono fu mandato alla Cittŕ Con due galee. Ma giŕ ferrate tutte le acque d'intor-no,una delie galee oifefa dalle artiglierie tratte dal nimico, fu aftretta a tornare adietro. Quiui diremo) alcune cofe del (ito delPlfola,& di efla Cittŕ, acciň piů facilmente fi pofla intender il modo dell'afledio. L'Ifoladi Negropóte čfeparata daBoetia,& cento Brnu deferii quaranta miglia per lunghezza fi diftende dall'Atti-tionedi Ke- ca,allaTefaglia-Lafualarghezza no auaza quaran-ffofontt. ta miglia,ne anco il piů flretto č meno di uenti mi-glia.Il fuo circuito č trecento & feflanta cinque. Ec haduePromontori,Gerofo uerfo l'Attica,& Cefa-reo uerfoloftretto. Giŕfu nobile Ifolapermolte Cittŕ,che erano fotto il fuo Dominio. Hora quafi diniuna,eccettodi Negroponte,fi raggiona. Béche tal nome giŕ fi diceua a tutta l'Ifola, come narra Ca lidemo. Inquellaparte,chedaBoetiafidiuidecon poco Golfo, e polla la Cittŕ di Negroponte all'incontro d'Aulide. Il Turco uolendo efpugnarla,fece un potč fopra il canale detto Euripo,nel primo giun ger delle géti da terra. Circa il mefe di Ciugno l'ar tnata,che fu di trecento galee,fubito fu pofta appref fo la Cittŕ.Maper uirtiě di qnelli,che u'erano détro, tentando i Turchi d'accaparfi fu'l territorio, furono aftretei di tornare alle galee.Mapoifulafinedelme fe,L'Ottomano,con cento & uentimila Turchi ven-potefattoria oeperlaBoetia.Algiugerdelqualefupofto unpon Turchi per te alla Chiefa di fan Marco fopra il canale circa un efpugntr Ke figlio lontano dalla Cittŕ.Per quella uiaportate le grofonte. genti fu l'I fola, circondarono Negroponte. Furono polle molte artiglierie in piů luoghi, lequali ogni giorno XTFK O OTTAVO, ^9t giórno con'cmquantacinq; colpi batteuano le mura.Circa trenta giorni durň l'afledio.Nel qual tempo olitale altre battaglieleggieri attorno le dette ' mura,tre generali battaglie furono date' dal Turco. Delle cui genti ui perirono uenticinquemila.Alcu-m dicono hauereintefo da medefimi Turchi, che. doppňlaprefadiNegropontefu trouato e fiere ma cati quaranta mila. Ma intanto,che per mare, & per, terra lŕ Cittŕ eracombattuta,per penuria di uetto uaglia l'armataVinitiana le nata dello fčatio,fracca-fando nel parlare alcuneFufte de nimici^andň in Ci dia in quattro giorni.Girolamo Molino Ducadel-l'ifola non folo gli apparecchiň uettouaglia, ma an chorainquel breuifsimo fpatio di tempo mifeir» punto fette galee grofle,& molto bene in ordine al la guerra.Onde con quefte,che erano apparecchiate,^ con quella armata,chehaueuano prima,laqua le era di trentacinque galee,ritornarono i Vinitia-ni al primo ftatio.Tra qfto la fama del cňbattere Ne gropóte intefaa Vinetia}mife gra folllecitudine,& paura nell'animo de Senatori. Appareua,che fé tofto nň era fouenuto,tutta quella nobilifsima Ifola,& tutte le altre,che fono nell'Arcipelago doueflero ef fere foggiogate dal Turco con grauifsimo danno della Republica.Per laqualuittoria egli infuperbi-to,per non efler piů modo di ritardar le fue forze,af faltarebbe la Italia. Et perciň fu comadato,chequa te galee fi poteflero efpedirel'unadrieto raltra,fen za traporui tempo, follerň mandate in foccorfodi Negropóte. Il Canai tra qfto leuato dal Aio ftatio fi mife allo ftretto del canai de Loretto co tutta l'ar matae.Dipoi con le uele piene andň cótra il nimico a fecóda d'aqua,& di uento. Quelli che erano nelle L'armau vi Cittŕ erano giŕ ftŕchij? la cótinoua battagliando *ě*ě*n* in. che siahaueuano foftenuto il nimico quafi trenta tro,j. CA* giorni, & non erano molto lecuri da quelli, che aroponte ptp erano dentro le murapche Thonufo.Schiauo ělqua " le era DELLA TERZA DECA le era in foccorfo dellaCittŕ con alcuni eletti foldati ufandoui tradimento chiamato da i Magiftran, di co madamento di qlli fu tagliato a pezzi .Dicono che egli per fidati mefsiinuitň il Re de'Turchi a quella imprefa,& che nel principio gli uolfedar la Cittŕ, fé egli uoleua donare la iuta ai Cittadini, & la libertŕ. L'Ottomano gli prometteua tutte le cole, che egli dimŕdaua.eccetto quefto.ll traditore niente uo'eua in premio,fé non quanto prima haueua richiefto.Ef-fendo adunque tal cofainanzi e indrieto portata da quelli, chefuggjuano,& per lettere legate alle faet-II ttMiěMt*- te/u manifefta ai Magilčrati per inditio d'una fan-u difcoperto ciulladi Negroponte. A iquali eflendo efsi datanti mllttCitU. mali circondati,una fola fyeranza in ultimo pericolo reitaua, che l'armata Vimtiana rornpdfe il pontej che era fopra il canale, & dette foccorfo a gli affaticati Chriftiani. Quello defěderio di & notte haueua no neH'aniino,& co lachrime lo dimoitrauano,quan do con preftezza quattordici galee,& due altre grof fé apparuero in confpetto della Cittŕ, con lequali il Canale era paffato auanti il refto dell'armata.Ŕllho-ra grande allegrezza nacque, a i miferi Cittadini, 8c gridiuano fu le mura a terrore de* nimici.Per laqual Waura thč cofa efsi molto ěftupirono. Dicono, che l'Ottoma-hebbt il Tur- no intcfo il giunger dell'armata Vinitianaincorni!** toper l'arma -^ apenfar di fui»sire,& montň fopra un cauallo uč locifsimoaccio fitbito dell Itola andanenel fuoter ritorio.Et (ě farebbe partitole da Maomettapo del-l'Afia,huomo fortifsimo non fofěe flato pregato, che egli ciň non faceffe, perche p irtendolě reftmdo i foldati fmarritě per la fu a aflenza, Tarmata in uno tempo fi ridurrebbe a gran pericolo. Ma piů tofto fé egli uoleua afcoltarluijdoueffeafl'altar la Citta con doppia battaglia da mare,& da terra, & daria a facco ai foldati, promettendo molto premio al primo,che mettefTe le fue infepjne fopra le mura.Seguédo TOt-tornano quello consěglio, fubico inuiiň uu'iicra uol tt LIBRO OTTAVO. j99 fai Tuoi all'ultima battaglia. L'armata di lui fu la fé-raleuata di Euripo s'accorto alle mura.Le galee Vi-nitiane, lequali prima erano pallate co'l Capitano con le uele imbroccate,come s'č detto, erano auici-nate un miglio al ponte . Allhora perche il uento, l'acqua,& la necefsitŕgliammoniua,che con quel impeto > che erano uenute andall'ero contra il nimico, tutti diceuano eflere uenuto il tempo, & Toccatone di far fatti. Solo il Canale dille, che fi douefle '»*»««• ** afpettar il refto dell'armata ,laquale era a Politica, '^ ň per comandamento del Capitano, ňperuiltŕ,il-che non fi fa di certo. Il canale riprendeua molto il tardar fuo,& quelli,che erano prefenti il follecitaua fin, dicendo la dimora eflere co fraude. I Pizzamani di Candia fratelli,padroni d'una galea grofla,con alta uoce chiedeuano,che lor folle dato il fegno di mo uerfi con lalor galea, percioche con l'impeto della galea, con la furia del uento,& dell'acqua con facilitŕ tomperebbono il ponte. Ouero non potendo ef-flnonncufauanodi morire per la Republica. Il Ca-jMtanooilinato non uolle, che efsi, ne altri faceffero alcunacofa. Malor comandň, che iteflero fermi nel luogo oue fi trouano infino a tanto,che giungeua il refto dell'armata.Il figliuolo del Pizzamano,& Do minico Negro con una galea fotile tofto andarono a chiamarla per comandamento del Capitano, con BattattUdaů uento,& acqua loro contraria.C^uelU di Negropon tatU Turchi te, che tra quefto per mare,& per terra erano forte- a mente combattuti,inanzi giorno qu.ědo uidero, che "• l'armata non daua loro alcun aiuto,perduti d'animo appena intanto ftrepito,& grido poteuano foftene-re le arme.Cadeua gran numero di faette fopra di lo to, & molti tratti de-bombarde in un tempo oilendc «ano i npari,le mura,& gli huomini. Erano prefentŕ Luigi Calbo Capitano della ferra, Giouan Bondu-nuero Proueditore, Paulo Eerizo Podeftŕ, & molti «ltngencilhuomini ualorofij&dabene .Deiqualt alcuni CELLA TERZA DECA aěcuni confortauano i foldati a difender gli alloggia menti loro: altri erano folleciti a l'occorrere in quel la parte, oue uedeuano i fuoi hauere piů bifogno . Et benché tate migliaia di nimici foflero uicini alle mu *a, nondimeno non leuauaao il uifo da quella par-te,doue il giórno haueuano uedute le galee Vinitia-ne. I miferi huomini alzauano le mani a quelle, & drizauano gli occhi alcielo.Olcradi quefto la mattina per tempo piantarono bandiere nere in cima del la Torre, dimottrando il loro pencolo . Per liquali fegnifi doueuano mouere non folamenreper il peri-tolo,ma per la pietŕ quelli che erano nel canale , 8z & fouenireai mefchini . La battaglia era tuttaui» grande, č ferocifsima , dandofi luogo i nimici l'uno, & l'altro con tanta follecitudine& lenza alcuna in» termifsione,continuandola dalla notte,che la incominciarono infino al giorno,che in tanto haueuano affaticati tutti di dentro, che quelli, che erano alla porta Burchiana, per le ferrite,per la fame, & per il laettar (tanchi, circa alla feconda hora del giorno la feiarono le mura nude a i nimici. Onde fubito i Turchi ui faltarono dentro, iquali ueduti, in un moui-mento le mura da ogni lato furono abbŕdonate. Al-lhora j> tutta la Cittŕ i miferi furono cagliati a pezzi, & uccifi i rettori in diuerfi luoghi. Luigi Calbo in piazza & il Bondumiero Proueditore in cafa . Habbiamo letto ne icomentari di Paulo Andreoc- cj0 Scrittore della prefa di Negroponre, chel'Eri-froponte ,&¦ 70jilquale fi teneuain luogo piů forte,refofi alla fe-tTinqneUa^ *^e dell'Ottomano,egli,comeuennenellefuemani, lo fece legare,dicendogli, hauerli promeflo di perdo nare alla tefta,& non a fianchi. Dipoi fece un crude Crudeltŕ del le comandamento v cioč, che tutti i giouani foflero 'turca. ammazzati, andando pena la tefta, fé alcuno hauef-fe faluato giouane alcuno da uenti anni infulb. Onde tutti furono uccifi,& in ogni luogo fu fparfo fan-guefenzarifguardo d'alcuno . Le celie de gli uccifi furono LIBJtO OTTAVO. 4d« furono pofte infame nel capo di fan Francefco,lnŕŕ zi la cala del Patriarca, fentédofi gran piŕnto di don ue,& fanciulli. I corpi acciň non corrompeflero l'ae te furono gittati nel cartate iui uicino.C^uafi in quel fpatio,chela Cittŕ fu prefa, giunfero le gaiee, lequa li la notte il Capitano haueua fatto chiamare, non eflendo piů neceflarie. Ma quando uidero le bandiere Vinitiane leuate delle torri,& per certi altri fegni intefero la Cittŕ effere ftataprela,rhofsi da grandifst mo dolore con molte lachrime riguardauano le mil ra. Dipoi non eflendo quiui fecuri,dolenti, & mefti indietro fi ritornarono. IL NONO LIBRO DELLA TERZA DECA» O P p o la prefa di Kegropon* te,l'armataVinitianaperle lfo-leuicine, fi come cacciata di ca-fa,alquanto fenza fermezza andň uagando.Finalmente ritorna ta al prihio ftatio, in pochifsimi giorni, benché tardo,mirabilmé te accrebbe. Venneui Giacomo Armata fai Veniero con uentincinque galee apparecchiate alla /* da Fini-guerra . Ne molto dipoi quatordici altre, & dietro ''•*"'• quelle,altre fedici ne feguirono,& a quelle,altre anchora, di maniera, che in breue compirono il ntt mero di cento galee.Le groffe, perche non fi poteuŕ ito regger fenza uento,reftarono all'Ifola Celea ap--preflo Negroponte. Le galee feguirono l'armata de* fimi ci carica di preda lino a Sio.L'Octomano laicia- to DELLA TERZA DECA to aNegroponte potentifsimo foccorfo con tutte Dtónttiffie *e Senti P t-erra alq"^0 adietro era partito delTIfo-dtěfittdtfia *a* ^ta Chio,ouer Sio fraLesbo & Samo . Et fu giŕ per antico nome chiamata Ethala . Metodoro & Cleobolo la dimandano Chia dalla Nympha Chio-ne.Altri dalla neue iftimano cofi efier detta. Cento écuenticinque miglia ha de circitOjpofta per lo piů all'incontro delle Erithree.Gia fu libera, hoggi č de Genouel^&con corrotto nome Sio la chiamano. Giunti adunque a Maftico Promontorio,& effondo l'armata in uifta $ allhora il Canale acciň fé la battaglia, che egli haueua in auifo di fare non ha uč (Te buo no fuccedimento,non fofle molto piů foggetto all'o dio, čalbiafiniOjfece chiamare aluii Sopracomiti delle Galee,& infieme con loro confultň, fé pareua a quelli eflere utile alla Republica.chein quel gior-f no combatteflero co'l nimico. Eflendo le oppenior* llf'*,""?!"* uarie.eeli uolfe che ciafcuno la fua notaffe, per me-*m/4 Twcbe S"° intedere il parer di ciaicuno. Et in breue la mag fes. gior parte negado,che ciň lě facefle,con dire, che nň il deuea mettere la Republica in manifefto pericolo, fenza altro cóbattimento Tarmata fi ridufle a Cea. Dicono, che i nimici uedendo prima appretta Sto le Galee Vinuiane,fubbiro penfarono di fuggire. Erano deliberate per le poche ciurme,perniunmodo uoler combattere. In tanto che alcuni uolendo fuggire, erano montati fopra le fufte . Altri lanciatele Galee al htouicino,erano deliberati di notare oltre, primache i Vinitiani lě mouciěero. Ma quando inte-fero l'armata eifer leuata da quel luogo,con preftez xa da Sio, pattarono in Lesbo, p fornire le galee delle cofeneceflarie. Da Lesbo poi andando uerfo lo ftretto,grandemente dubitauano, che l'armata Vini tiana non folle aTenedo,& quiui loro mal grado fof fero affretti a combattere.Maintefo, che efsi non n'erano, paffati oltra Tenedo, con mirabile allegrez za gridando andarono in luogo fecuro. Dicono^che, il LIBRO NONO. 4ot il Capitano dell'armata Turchefca,hauendo pailŕto lo ftretto,nuolto con allegra faccia a i fuoi diife lo-ro,che aliai amicheuolmente erano fiati trattati da Vimtiani,iquali da Tenedo nell'Itala di Negropon te gli haueuano accompagnati,& di efla Ifola fino a Sio con molte galee armate ridotti a cafa loro. Tra «juefto intefa a Vinetia la perdita di Negroponte,fu cagione di tanto dolore,& mitezza a i Senatori,& QŁ*nt« fn-a tuttala Cittŕ,che appena di tutte le altre cofe lo- p^,™ ro,che erano fiate perdute p mare,& Ł terra mai no u perdita di hebberolapeggior nouella.TuttidiceuanOjcheql- negrofentt. la perdita farebbe caggione della difirution non io lo del Dominio Virjtiano,ma di tutta Italia. Per-cioche quale lfola,qual canale,o qual ftretezzadi mare farebbe,che piů potefle raffrenar le gran forze di coli potente Signore,ilquale in un far di uela ha-rebbe potuto uenire ad ogni fuo piacere infino in Itaha.Et quefio era proceduto dalla loro negligenza^ d'altri.Iquali poflčndo a tempo riparare a tale rouina,per odio tra loro,& auaritia non haueuano uoluto.Maallhoranonfolo doueuano uergognarfi mapentirfi di non hauerdato alcuno aiuto a quella fedelifsima Cittŕ,quando era combattuta. Tutti in-fiemeodiauano l'armata,& il Capitano. Et fu fatto configlio di priuarlo,& farlo condurre a Venetia in ferri,per non hauer uoluto dar foccorfo alla Cittŕ, allaquale era mandato . Fu fatto fubitamente in fuo luogo Pietro Mocinico con tutti i uoti, & impofto pietra MocU che andaflé all'armata.Tra quefto eflendo fiata Par- co capitati» mat3 piů giorni alllfola Cea, il Canale, & eli altri ^'f?"**¦ fi configliarono di uolere aiialtar Negroponte,& parue di tentare fé all'improuifo fipoteua ricuperare il Caftello.Onde fi accordarono tra loro,chcGio uan Trono.Nicolo Mocinico,& Federico Giufiinia no,connouegalee,quando dallo turipo haueiJero ueduta l'armata accofto alla Cittŕ efsi dall'altra par te fmonundo in cerca,fubito le deifero l'ai!alto.Ma ŁŁŁ quelli DELIA TERZA I>ECA _, . quelli, che da terra haueuano a combatter Neero~ gli« del cxL Vontc u andauano con troppa, fretta, di modo, che u per recupe circondati dalla moltitudine de Turch*,piu dr dugea tare negtp* to in poco fpatio di tempo furono tagliati a. pezzi. **• Ne iquali fuGiouŕ Trono huomo ualorofo,& di s5 mo ardire,la cui opera fu molta ccceDeate, benché non fodero equali nella battaglia.Glialtri, che eia- no difeefi fu iliti/marriti p lamortede fHQi,&,{>ch* uedeuano che l'altra parte era molto lenta,nuoki al fuggircritornaronopreflamentea'Ie galee. Onde fenza fare altro,l'armata andň ad Aulide un miglio, Gěnnta del & mezo lontano da NegropÓte.In quel giorno3na *Ucmic',fa molto inanzi allafera,Pietro Mocinico con tre ga- lya"mau ' ^ee g»ur»fe a quel luogo.Alla prima uifta del quale il Snello che Canai mótato fopra unafulla picciola dubito gli an diffe il canai dň iiicoritra.Alquale raccontň quello,che egli haue «hiuo*o& lo Audio.Il uernare del Moci-nico non fu molto oriofo,j>cioche atrefe con dilige te cura a raccóciarle galee. Et mandň attorno le Ifole dell'Arcipelago a folleuar l'animo de Greci fmarriti Ł la pdita di Negroponte. D ipoi Marin Ma lipiero,& Luigi liebo fui fare della Primauera furo- Marino \u no mandati Proueditoii nella Prouincia, accioche ti?-er<>>®' il Mocinico co quelli cófěghandofi gouernafle me- f-^P Bj™ ghol'armata. Venneanchora Richaienfodi Puglia Ł?"*' "* "eon[dicci galee mandatoui dal Re Ferdinando^aflě ne che g cófiglio del CapitanoVinitiano mouefle guer raaTurchi.Lapditadi Negroponte haueua inolio turni Signori della Italia , ma principalmente eflb Re:ilquale quato piů uedeua tutta la Puglia,& u ca labriaeflfere uicina allaingiuriade Turchijtŕto mag Ferdinand» giorméte temeua gli accrefciméti loro. Maomet Oe mandu duci tornano temédojin quefto mezio,chep Negropó- g"l" cantra te toltoa Vinitianii Signori Chriftiani fi cógiugef lH"l^il" fero infieme a mouergli guerra,deliberň di efperimé "tar,fe co Vinitiani poteua rapacificarfi}ouero fé non poteua,almeno tirando il tempo in lungo hauefěe a roddolcirfi ramaritttdine,chefentiuano diquellap dtaMaaffinechenňparefl"echeciofacefl"e perpa dita.Maaffine,chenňparefl"e,checiofacefl"e perpau ě\uou***» ra,uolfe in quefto ufar l'opera di fua matrigna don- rurcXtr fi na Chnftiana,& giŕ figliuola di Giorgio Préape di p<. na Chnftiana,& giŕ figliuola di Giorgio Précipe di Triballi. Laquale intefo il uoler del figliaftro mŕdň un de fuoidomeltici aVinetia,imponendogli ,che per fuo nome faceife intender a V»r.ttiani,che man-daflero ambafeiatori al Turco,perche fé efsi noleua "co pace,laqual farle nan fpcrauano, l'hauerebbono ŁŁŁ z impe- ne con DELLA TERZA DECA impetrata da lui non certe conditioni.Furono matt-' . . , ^ dati Nicolo Coco,& Francefco Capello,iqua!ipri-ěitath Coca , , i • u • x* • W framefco rna con una galea andarono a lei, che era in Mace-. capello am- donia. Dipoi per terra andarono a l'Ottomano, binatoti al co! quale fu trattato di pace. Finalmente le códitio Thho. ni,che erano propofte,non piacendo, & giŕ eflendo gli ambafciatori richiamati per lettere a Vinetiay il Capello infermatofi di febre grauifsima morě a Coftantinopoh . Il Coco con una barca da pi— fcatore portato in Lenno,fi parti dell'Ifola con una galea,laquale a cafo iui fi trouň,& pafsň in Candia. Etfrailtempo,chegliambafciatori fi partirono ,& mentre fi trattauadi pace in Conftantinopoli, & in tanto che fi portauano le lettere di qua, & di la pafsň quella eftate,fenza alcuna conchiufione. L'arma tadel ReapprofsimandofiiluernOjfi ridufle a Na-poli.IProueditorifirr.ilmente chiamati per lettere del Senato ritornarono a Vinetia. Ne molto dipoi fotto l'autunno il Prencipe Moro f\ morě , hauendo retta la Repulica noue anni, & mezzo, il corpo fuo fu fepelito alla Chiefa di fan Giobbe , laquale egli fece fare a fue fpefe col monafterio uicino . Ne folo la Cittŕ fu ornata in quella parte fotto il fuo Dogato, ma 3nchora la parte dinanzi del palazzo giŕ dal prencipatodel Malipiero incominciata fotto diluě fu tirata fino al fommo.Etegli fu intagliato di marmo fu la cin-ia,& due altre ftatuedi Adamo,& Euadi fotto. Op.1 di Antonio Crifpo,a noftri tépi dignif-nicoh traro simo Scultorell cŕpanile ar.chorainql tépo di pie Doze.lxvm. tre quadre biache fu incominciato dalle fondaméta ?Taj r a fan Pietro di Caftello^panobiěe^ pfetta. Nico foU at Cipro f _ - .,- , ' t, .-. - . * , . . r r fu fitto p'.jěa lo Trono fuccelie-al Moro il cuiPrecipato,bechefof *yinuiani. fé breue,fu pero n.olto felice.Percioche fotto qfto fi fece lega col re di Perfia,& la nobilifsima [fola di Cipro uenne forro il Dominio Vinitiano. I Senato ri mandarono ambafeiatori al Pňtefice,& al Re Fer dinando.lquaiidnierojchefi faceiěe apparecchio di. guerra dnhne del Macinico» LIBRO NONO. 40J guerra quella eftate contra il Turco commune nimico de Chriftiani,ilche no era tempo da differire. DaU'unOj& l'altro benignamente gli ambafciatori furono accetati,& lor fu promelTo,aiuto nella guer ra fecondo le lorforze.il Mocinico (ěmilmente per lettere confortň il Re di Cipri, & il gran Maeftro di Rhodi a mettere infěeme le loro forze contra a Turchi Egli tra quello fcorrendo,le Ifole dell'Arcipelago andaua indrizzando ogni cofa con la f uŕ pre fenza.E' un borgo d'Ionia all'incórro di Sio Ifola: Uquale fi chiama Palleggio. Quiui di tutta l'Afia (t portauano mercatŕtie in ql tempo, nelqual Sto era come fondacojouer fiera comune,& era frcquétato p/imt ejpe-dai mercatanti Italiani. Come il Mocenico intefe quefto luogo effer fenza foccorfo,accoftata l'armata a ihti uicini fu la mattina d'improuifo mandň dč-troi foldaticon parre delle ciurme a far ricca preda I uicini fmarrinperlo fubitoaflaltOjfcorferotupgé do l'oprai monti uicini. I luoghi pieni di mercaran-tiedi Afia commodamente furono Taccheggiati,8c la preda tutta fu portata nelle galee ,& I Vinitiani fubito abbrucciarono le cafe .11 Mocinico nro-nan-doaModone,non eflendo anchora pafěato ě'Aatun no flette quieto alquanti giorni.Dipoipcr aiuto de molti intendendole i nimici armauano , chiamň -da gli alloggiaméti fuoi,perche lě dice» a l'Ortoma-nohauer meilo in punto quatanta ealee per prende re Lenno.Onde il Mocinico lubito nauigando uen-neall'Ifolacon tutta l'armata.Łt quiui trouň efl'ere itatafalfalafama,laquale era andana fino nella Mo rea del uenir de Turchi. Ma accio non ui fofleindar no,fece rifare il caftello Coccinodi Lenno,giaadie trorouinato perla maggior parte dal Terremoto. Łt miffeui dentro per difefa quei foldati,che egli ha ueua leuati della Morea.In tal modo ordinate le co-fe dell'Ifola,dipoi tornato a Modome, trouň due no ui Proueditorě iui alihoramandati dalla citta - Qiie EEŁ ě ih DELLA TERZA DECA Stefano M«* $i furono Stefano Malipiero, & Vittore Soranzo, lijtietf) & huomini fra la nobilita molto degni p le cofedalo-. 1J!°'h ro bene amminiftrare nella Ci«ŕ,8c fuori.Aěla aiun Tttmjt frotte' n. - . _ . _ ' , .0 Aiton deU'ar ta "' R116"1 " couenero inheme,che oltra a i galeot» ti,& compagni fo fiero mefsi appreflb di quelli die li if lili ll f g pp q ci caualien per ciafcuna galea,iquali alla greca fono appellati Stradiotti. Laqual gente č piů Jtofto atta a far bottini,che a fatti d'arme. Viano quelli tali tar-ehe,fpade,& aire, pochi corazze. Ma fornifcono le loro calacchc di cottone contra all'arme de nimici. Hanno caualli uelocifsimi & atti a lunghifsitno cor fo. t Vinitiani ufauano in tutta l'Albania, & luoghi da mare nella Morea cotal gente contra Turchi. Ma cjuelli,ch'erano nella Morea appreflb Napoli,erano di tutti i migliori. Di quelli adunquei piů eletti furono polli nelle galee. L'armata fornita di tah foc-corfi,andň al guaito de i luoghi del l'Alia. Ne oflefe-ro le Citcŕ,& Tlfole della Gretia, béche foflero fot to l'Imperio d'Octomano, per efler del nome Chri filano. Della Morea adunque pattarono in Lesbo. Q^iui appreflb il Promontorio,che čuerfo Leuŕte inqlla parte,oue l'Ifola non č habiratain fecuro por to l'armata fi mife. All'incontro di Pergamo č un ca flello fu'l lito.Pergamo giŕ cittŕ nobile dell'Alia mi rore,per iniiétion della Pergamena,& p ufo delle ta pezzerie a Romani č molto nota. Map adietro |> la hereditŕdi Attalo era piů conofciuta.Hora dicono, che (i ueggono folamente le ueftiggia de gli antichi edifici,quafi tutte ruinate a terra; ma il paefe č molto habitato per l'abbondanza. 11 Mocinico adunque leuato da Lesbo la notte,mife il giorno per tépo fui lito le géti incótro all'Alia, & die l'imprefa a Giaco Cěorb'fece rno Panfottoammiragliodell'anr.ata.Che cóparre »/ Macinilo, de i marinari polli in luoghi afcofi,facefle impeto fu qllo de nimici faccheggiŕdo ,& guaiěido ogni cof» a fuoco,& ferro. Con paura aduq; & fuga de Turchi fu (ubico corfo lui territorio,dalquale leuarono mo. . . to bHi LIBRO NO N O. 404* tobekiame)& fecero moki fchiaui.Mŕ i caualli Tur chefchi chiamati da uicini alloggiamenti , per il lamento, & grido di quelli 3 che fuggiuano , fecero grand'impeto ancora efsi contraa Vtnitiani, che ri* tornauano alle galee.Et combattendo ualorofamen tc,nópocod'improur{b turbarono i foldati carrichi di preda. Allora la caualeria,ch'era nella Marea fu-bito fi fpinfe contra Turchi,& conpoca fatica li mi-k in fuga,& feguitň, molti uccidendo ne. Le tefte c& corfero i foldati a far bottino.Moltihuommi d'ogni etŕ mafchi,& femine furono menati allegalee,& beftiame ancora, quito fu di,bifogno . Altre cole non furono tolte, eccetto alcuni tapeti, & fitftagiii, de iquali efsi fanno coltrici, & padiglióni :percioche uanno uagabondi fecondo il coftume di Barbaria. 1 Viniciani fcorficon l'armata in alto mare,pacarono a Delo Ifola delle Ciclade,giŕ ^ il mercato,& per il tépio d'Apollo no bilifsima;horadefeiw& «habitata. Appaiono ibla-; EEE 4 meati DELLA TERZA U K L'A fncntealcuni fegni del Tempio & Amphiteatro di' marmo bianco, come dice Coriolano, & colonne , &diuerfe ftatueconuti Coloflo di quindici cubiti. Partito il bottino , & mancando la uettouaglia,il Mocinico leuatoda Delo andň nella Morea. Et fcontrofi appreflo Capo Mallioin Rachanéfio Ca pitano dell'armata del Reconxvii. galee. Et doppň gli ufati faluti con gridi, & altri fegni al coftume de marinari uennero infieme a Modone. Quiui i Vini-tiani intefero, che fra poco fpatio giungerebbe l'armata del Pontefice. Ma per non dimorar molto,to-ghendo uettouagliafi leuarono de Modone col Ca pitano del Re, & arriiiarono nelle Itole dei Mare de Rhodi uicine all'Afia,nauigando con profpero uen-to. IRhodianiteneuano il cartello d'artiglierie, & foccorfo fornito; ilquale č detto Gattello di fan Pie tro,in quella parte di Caria, laquale rifponde all'incontro dell'Ifola di Cooj iblo riparo da Chriftiani, che ifchiaui fugono dell'Alia. Fuori de i ripari 1 nimi Ci haueuano ogni lor cofa in tantoché gli habiranti del luogo non poteuano ufeire a far legne per le afsi /Caněcheuft- due correrie de Barbari.Merauiglibfe cofe erano det wo » cbrift"" te a Viniciani della fagacitŕ,& conofcimento de'lor impietro J- cam# ^Sl ne naueuano circaacinquŕtajiqualiman tra turchi. dauano fuori la notte per guardia dei lor ripari. Et efsicani quefto ofleruauano, che fé loro occorreua di notte alcun huomo Chriltiano,humanamente ac carrecciandolo lo accompagnauauo nel caftello.Ma fé incontrauano alcun'infedele nimico,gli latrauar.o dietro grŕdemente,quafi aui fando il uenire di qtiel-lo,dipoi con impeto ailaltandolo il lacerauano. Vo Icndo adunque dar luogo a quelli delia terra,acciň potetfero ufcireda lontano per loro bifogni,i Vini-tiani deliberarono guaftare a fuoco ,& ferro i luoghi pofěi d'intorno. Etcofi nauigando tuttala not-te,toccando inanzi jI giorno il Ino de nimici, & ha-uédo con efsi loro poche galee deliberarono d'afpet ' ¦ tu, ------------------L1IJK.U NONO. 4ŇjT Carii giorno. Onde uenne il refto dell'armata dalla contraria parte del Promótorio doue per errore la notte era fcorfa. Et giŕ era la prima lioradel di,qua-do gli habitanti del luogo ti ed nei i nimici al luogo vi cino, mandarono a i monti la turba inutile alla guer fa,&efsi confidati neH'afprezzade'luoghi,delibera rono di iienire alle mani con quelli. I Vinitiani ue-dendo l'audatia de nimici, mefl'a in ordine una fqua* dra, allattarono quelli con gran ferocitŕ.Neefsi rifiutarono la battaglia; ma fubito Centrarono co gri di,& rumori. Lungamente la battaglia fu dubbiola; laqualei noftri per queflo cori piů difficultŕ códuf-fero afine,che doue combarteuano, erano i fafsi di-f upati,che infiniraméte gli ipedtuanx?>,& perň l'ope-rade i caualli a quelli fu poco utile. I marinai,& fol dati da lontano con dardi, & faette ferriuano i nimici, 8f d'apprelfo gli uccideuano con fpade, lancie,8C mazze di ferro. N e fenza uendetra ; perciň che an-chorade i notti i tra quetto molti ne cadeuano ferri-ti. La Fortuna ne all'uno ne all'altro piegandoti alquanto, come ho derto, fu dubbiofa la battaglia. Fi* halmentei Vinitianiperuirtů, & numero furono fu periori,& rimoflero i nimici dal luogo loro, & rotti glimifero in fuga con molto fargue. Molti lafcian-do le arme furono prefi uiui. Alcuni non hauendo pratica de i luoghi s'afeofero nelle cauerne de'mon tiplnófaper leiiie;& cofi ifeamparono. I Vinitiani fcorfero a far bottino gualcando ogni cofa a fuoco,e ferro. Etfcorfi molto a lungo per le terre de nimici, carnehi di taperi ritornarono alle galee. In qllaparte dell'Afta le donne te fieno itapeti nň fole per ufo domeftico,ma per mercatante. Le tette de morti fen ^ta numero furono portate al Capitano. Molti anco ra furono fatti pngiuni,& delle uiltealqulti ne furo no menati .Quattro giorni dipoi l'armata partita !a Bottino del? mattina giunfe a Tabia, luogo di Caria, nelqual due ar™"t* f«tut naanill'iucótro l'uno dell'aětru tjuah inlěemecógiů " '*' gcndo €*prarit Ifo Iti, - u ivcrm—i k rz A1 gindofi fanno gran parte dell'Ifola Caria. Et g?ŕ iti quel luogo d'Aliéŕrnaffi éfl'a Cittŕ regia era molto nobile de Prencipij& per «1 fepolchro di Maufoieoj Anchora fi ueggono,comediee Coriolano,traleal tre routine della Cittŕ certi fógni di q Ila nobile grandezza . Gli habitanti de luoghi fenza lauorare alena répo per tutto fanno pafcoli.Di qfte terre fiaiihnem te conduflTero gran numero d'huominij & di pecore. Xquali condotti alle galee,il Mocinico andň aěi'Ifo-la deferta,laquale č detta Capraria.C^iuui mentre (I diiudeualapreda,intefero,cheil legato del Pontefice era giunto coti l'armata . Alquale auieinandodil Capitano Vinitiano co le galee in ordine honorŕn-dolo gli andň in cétra. Et egli riceuuto con allegro grido,& fupno di tróbe, doppň le ufate accogliéze, cofi glidifTe.Io mi credo,che uoi habbiate itelo qua Qrautnedel ^o j Vinitiani fino a quefto giorno fi fiano ualorofa-r mčte affaticati per lafedeChriftiana;Perciochegiŕ fono noue anni3ehe noi per mare,& per terra cóbat-* temo con quefto crudelifsimo nimico,fenza foccos fo d'akii Signore ne popolo Chrifiiano,eccetto del ^.e Ferdinando. Ne č tempo,ch'io racconti le rotte date,& riceuute,le fatiche et 1 perieoli,che continua mente habbiamo foitenuto. Non č alcun luogo iri tutta la Morea}niun lito in tutta la Grecia: ne final* te niuna Ifoěa del mare Ionio & Egeo -y laquale non fia piena del noftro j ouero del fangue de nimici. Ne perciň ci fono mai rincrefeiute le fatiche, ne le fpe-fé per noi fatte;pur che quello,che fatto habbia-jnoj&deuemo fare fia utile al nome Chriftiano. Horaueramente hauendo noi guaftata la Eolia, & la Caria con fuoco, & ferro, ricchifsime regioni de, mimicii perla felice uenutadi uoi fiarnb folleuati in maggior fperanza di moitrar qualche bella ,& gloriofa prodezza. Quello che di qui inanzi haue-rŕ a feguire,farŕ fottola condotta uoflra;laquale io credo, che altramente non procederŕ., che prň- gatodet Pon tifici. L 1 li R U NONO* 4otf tpefa j & felice. A uoi adunque appartenere di m'o-Ŕrarci con la prudenza, & configlio uoftro quello, chepenfarete eflere utile alla Kepublica Chriftia-na, & infignarmi quŕto farŕ di meftiero.Io ueramen _ „ te obbedirň a tutto quello, che mi cňmŕdarete.Qjie /,J309 ^ itodiUeiě Mocinico. alquale rifpofe A Legatodel cinico* Pontefice. Per me, & altri fi conofce con quanta cu fa, & follecitudine i Vinitiani a quelli giorni habbia no difefa la religione Chriftiana.QiuateCittŕ,quan ti popoli,quante Ifole con le loro forze, & uirtů de iuoihabbianoconferuate. Et uoianchoranonfolo bene,& ualorofamentejina con felicitŕ, & fanto cóli .glio hauete dimottrato la fede,& uirtů uoftra.Ilche cofi elfendo, io ui eflforto a feguire cofi buon^& ho-nefti principii, ne interrompere il corfo deuoftri de gni fuccefsi,per fottoporui al noftro gouerno, ne di alcuno altro. Percioche io, come č conueneuole ad Un Chierico., pregare Iddio,che alle uoftre opere be mgno,& fauoreuole fi dimoftri. le genti che io ho menateifeguirannoil comado,& uoler uoftro .|Cofi dipoi ambedue Tarmate andarono nelTIfolŕ di Sabino, per qyiui deliberate quadohaueflero a mouerfii Hoggi Samo čdiferta. Non raggionamo adunque di quella, laquaěe č uicina alla Thracia, ma piů tolto di quella, che čdiuerfa . Quefta č nella contrada de Ionia. Et come dice Ifidoro ,ha cento miglia di circuito. Giŕ fu dimandata Parthenia* dipoi Adrifa^ & Anthemufa,Melanfilo, &Ciparifa in ultimo, cof jnehora Samo . E1 abbondante di animali faluaggi per la folitudine . Quiui ranto dimorň l'armatŕj chei caualli aggrauati perla fortuna delle acque fi jiftorarono con l'herba. Tra quello i foldati, & rna-rinai pofti in terra, andarono alla caccia, per trouatf ' cibo.I Sopracomiti delTarmata col Capitanň, ordi-» narono con fubtto aflalto di combattere Satalia CiÉ tŕ di Panfilia, fabbricata dal Re Atalo. Quella CiC cŕia quefti tempi č la maggiore di tutte le Cit- DELLA TERZA DeCTT tŕ maritime dell'Afia co porto d'ambedue i lati forni ti di Torri,& ferrati con catene fortifsime. I mercatanti delPEgittOj& della Soria frequentano quel luo go, come fiera, per eUere luogo comune della Pro-uincia. Onde fubito il Mocinico comandň,, che fof« fero apparecchiate,fcale,& graticcie da i fopracomi-ti delle galee. Lequali porte in ordine da Samo con, buon uento incominciarono a foccorrere per cňbac fattftladcom tere Satalia. E giunto alle Ifole Calidonie, hebbe cbrifitant. ^uc Sa^ee m foccorfo da Rhodioti. Era il numero di vJmata'cht tutta l'armataottitacinquegalee.Dellequali il Pon fua combat- tefěce nehaueua mandate uenti . Ferdinando xvn. meSatulia. j Rhodiori due lvi. erano de1 Vinitiani . L'armata fia paflando il giorno leuata da Calidonia,a!la terza ora del di feguente giunfe a i liti de' nimici. Di qui il Mocinico mandň Vittore Soranzo Proueditore con dieci galee a ferrare il porto della Cittŕ. Dipoi comandň al Malipiero fecondo Proueditore,che af-faltafle la Cittŕ dalla parte contraria del territorio con le genti maritime. Oltre di quefto comandň a i foldati,che prendeflero con fubito corfo il monte ui cino a Satalia, per cagione di poruifoccorfo.Appref fo eflortaua tutti douerfi ricordare della propria uir tu, & anchora,che efsi haueuano a combattere con genti debili,& fprouifte, onde prendendo cotal Cittŕ ttittidiuerrebbono ricchi. Co quefio parlare ufci ti di galea fcorfero co mirabil preiěezza pieni di fpe ranza alla Cittŕ,&il Capitano infieme con i legati di compagni rimafe nella fua galea riguardalo quelli che combatteuano. I foldati fenza induggio in un Prode\\. do con remi la galea fcorfe fra dardi, & faette primo di tutti, & rompendola catena prefe il porto. Le altre galee feguendo prefcro le torri appreflo il porto. Et fubito amazzando quelli,che u'erano dentro,pre fero i borghi, &gli edifěci uicini alle mura,mafsima mente in quellaparce,done i mercatanti habitauano LIBRO NONO. 4or per cagione di mercatatia.lqualilafciandola robba fu'l primo giunger dell'armata paurofi fi ritirarono nella Cittŕ. Erano in quel luogo cafe piene di Pep-pe, Cinamomo, Garofali, Jncenfo, & altre odorifere mercatantie. Lequaii tutte Taccheggiate, & polle in galea :i Vmitianiabbrucciaronolecafe . Dipoi per non effere ufo di fcale per la altezza de i mu tiyi foldati fi mifero a rompere effe mura. Il Capi-tano delle galee Rhodiotementre, fenzaguardarfi con i fuoi rompeua la porta della Cittŕ, con un faffo fu morto. Il corpo fu portato da fuoi alle galee. La morte di quel ualorofo huomo non poco turbň l'animo de' foldati, ma molto piů le fiamme gittate in aere ofFendeuano la faccia de' combattenti. Lequaii da ogni parte accrefcendo, furono aftretti i foldati lafciando la battaglia ritornare alle galee. Il Malipie ro anchora egli ualorofamente con i fuoi dalla contraria parte,laquale era cinta di doppio muro , affai-tňlaňttŕ& fubito polte le fcale prefe le mura di fuora,non fenza molto fanguedeinfedeli.Ma uenu to alle feconde mura, perche le fcale erano corte alla altezza di quelle, 1 foldati incominciarono dalle fondamenta a rouinare effe mura. Furono molte, & grandi le forze de' noftri, & fi credette, che in quel giorno farebbe fiata la Cittŕ prefa,fe i foldati appref fo le mura non foflero flati fopragiunti dalla notte. Dicono,che in mezzo la battaglia una donna di Dal fl matia,laqualelungamente haueuaferuito a gli in- m femina. fedeli,dalla parte di fopra hauendo ardimento , con "m"»* gridori, &fegnifar animo a Chriitiani,unodenimi ci minacciando di abbruciarla,ella fěnngendofi la uč fla d'intorno faltň giů dall'alto muro, & in terra ma rě nelle braccia de fuoi. I Proueditori lafciato il foc» corfo attorno la Cittŕ, acciň niun poteffe entrar ne ufcir,efsi con gli altri la notte ritornarono all'armata. Doue tra loro hauendo intefo la terra effere for te di mura, & foccorfi, & non potei fi prendere fen- x* ' DELLA TERZA DECA ia artiglierie con lequali rompeffero i ripari, & ttc* dendo che farebbe troppo lungo l'afpettare, che fi face de uenire le galee della Morea,ne tanto lungo quanto pericoěofo, perche la Panfilia era fen-*/.a porro, per efler difcoperta a Vulturno, & all'Au-itro ,due uenti,che molto turbano il mare , lorpaif uč il di feguenre abbrucciare tutti i luoghi uicini alla Cittŕ, &leuarfi di lŕ . Onde mandatiui i faldati guadarono tutto il tenere di Panfilia. L'armata partita di Satalia in pochi giorni uenne a Rhodi.Qui-ui mentre i Vinitiani, & i Capi delle altre armate h* weuano le fue galee,l'ambafciatore d'Vfuncaflano» Re di Perfia giunfe a Rhodi. Da lui s'intefe, comň per eflbrtationedi Catharin Zeno ambafciatore de* Vinitiani,il fuo Rehaueua fatto lega con efsi ade-» itruttion delle forze dell'Otomano . Et giŕ i fuoě Condottieri con ualorofa gente ferocemente ha-ueuano aflaltata l'Armenia maggiore, laquale era: fotto l'Imperio dell'Otomano , & prefo Toccata Cittŕ nchifsima in quella regione, & alcuni altri no bili Caftelli. Et affermaua quello molto efler co-piofodihuomini,& di caualli. Et i Perfi efler atti al combattere con lunghe afte, & fpade, & faette, ma di altre arme non efler prattichi . Diceua adunque lui eflere flato mandato a Vinitiani* al Pontefice Romano, & a gli altri Prencipi del nome Chri-fhano,acciňpregaflequelli per nome del Re,che contra il cornuti nimico doueflero aiutare le forze de PerG di bombarde ad efpugnare le Cittŕ,& caccia reil nimico lontano . Il Mocmico,& gh altri benignamente afcoltarono le dimandedell'ambafcia-tore : & lo confortarono a buona fperŕza,aflferman do,che tutto quello, che egli richiedeua,impetrareb be : & diflero , che la loro armata potenufsima di huomini & di arme, era apparecchiatadi andare do-, «e il Re comandaua , fé «li occorreva uolerfi di quella feruire . Con queifco parlare lafciarono anT *- dare LIBRO NONO. 408 <8areěl Perfianoin Italia, & efsi fi apparecchiarono a fare alcune cofe mentre duraua Jo Autunno,. Mi mentre quefto nel mare fi faceua, le arme Otto4 inane ruoleitauano le forze de' Vinitiam in mol-» ti luoghi . Giŕ non folo la Albania , & la Dal-* roana, ma anchora la Italia incominciarono a turbare con fubite correrie . In Albania nel princi-? fio della guerra quafi a certi giorni due uolte l'anno attorno Scutari, Lefsio,Croia,& altre terre, che haueuano i Vinitiani in quelle parti , nel caldo al tempo delle uendemie erano all'aitate da Tur-*, «hi . Benché auann la guerra incominciata da Vi-» nkiani con Maomet Ottomano, & molto inan/.i %s arme de'Turchi fotto guida d'Amurato , ilqua-Je fu padre di Maomet, erano paffate in Albania. Allhora mafsimamente quando Scanderbec fu da ^quello aflaltato . Dicono quefto eflere flato fé-» Scan r-ocifsimo nelle arme , Si. che doppo Pirro ,j1 quale &fn combattč con Romani in Italia, l'Albania non lieo. # be i\ fi«iil« . Soleua Giouanni Coccio mio padre, jlquale nella guerra di Calabria iěette al foldo fot^ to Roberto Oliino ,huomo fortifsimo, narrarmi. Cheeghgiowaciecto uide quello Albanefe,che con feicemo -canalli per nome del Re Ferdinando era pattato in Puglia , co'l braccio nudo hora con la mazza, hora con la fpada torta combattendo it> lire , & occidere tanti huomini nella battaglia, che affai piů egli folo , che tutta la fquadra, che lo feguiua metteua terrore a nimici . Ilquale ha-> vendo per fua induftria ricuperato il prencipato. dell'Albania, mentre egli uiiěe, contra Turchi il ttóefe con pochifsima gente , inoltrando grande, & incomparabile prodezza . Teneua feicento», eletti cauallieri ,& mai quali non ufaua maggior B4imero,Gonhquali fpefle uolte ruppe,& mife \\\fu-t, §a le genti Turchefche, che erano in molto mag-., giot quantica. Per laqual cpfa aucnopjcome fi dj<:e,, ««. - che »-n DELLA TERZA DECA che doppňla morte fuaper nobil merauigliadicota lehuomo i popoli, quali come haueflero fcorto in lui alcuna cofa piů che naturale,cantauano le fue mi rabiluirtůcon folennifsimi uerfi,& m'hanno raccó tato alcuni degni di fede,che nel mezzo del pericolo della guerra allora, ch'ogni cofa era in paura per le arme de Turchi, gran numero de fanciulle in quel le Cittadelle quali egli era flato Signore,ogni otto giorni fi ragunauano in mezzo le uie, & cŕtauano Ie^, lodi del fuo morto Pr«ncipe,come foleuano fare gli antichi nei cóuiti in memoria de gradi huomini.Ma ejuefte cole come ho detto furono alquanto prima in Dalmatia. Ancora i Turchi fecero in quelli tempi molte,& uarie correrie. Ma perche furono fubite, hauendo piů tofto forma di rubberie, che di guerra legittima, furono poco degne di memoria. Aliai fa-rebbeno andate le cole felicemente, fé folamente le Prouincie uicine,& nň l'Italia hauefle fentito le crii deli arme di quelli.Et quantunque allora per il Mo-cinico fi faceflero cotali cofe in Afia , come habbia- mo detto,nondimeno paflando i Turchi i cófini dell* turchi « Vdt itaiia uénero fino a Vdine. Era quafi il mezzo dell' **' Autunno , quando nel foprauenir della ferale genti Turchefche arriuarono al fiume Lifonzo. Et molti giŕ haueuano pfo il fiume, e lo paflauano a guazzo, quando fi lcontrarono ne i foldati Vinitiani,<;he haueuano la lor caualeria ne gli alloggiamenti fu le ri uedelfiume,& nelle uille. Iqualincl giunger de ni-mici fi fecero lor inanzi per uietare il paflo. Ma ben che follerň uenuti a tempo,nondimeno i Turchi con la lor preflezza haueuano auazato il correre di quel li,& giŕ alcuni haueuano paflato il fiume Mai Vini-tiani lu'l primo aflalto gli cacciarono alle acque fu l'altra riua3& furono coilretti a fuggire.Stettero an-cotai noftri caualligran parte della notte fu la riua. contraria. Dipoi temendo la moltitudine de nimici, andarono all'Itala di Ceruia : ilquai luogo non č molto LIBRO NONO. 409 molto lontano d'Aquilegia, & č fatto Ifola per lo corfo de fiumhonde Rouedola,Amophora, & Alfa, per lo medefimo corfo la fanno fimilmente Ifola. Fatto il giorno,i Vinitiani non apparendo i nimici, con preftezza pattando il fiume andarono con furia nei capi fpatiofi de Forlani.Onde tutti glihabitato-ri fuggirono nelle terre, nellequali fu molta paura* perche il fumo delle uille,cheardeuano da lontano, mife gran torre a i Cittadini.Ma i uillani, che fuggě uano con i loro figliuoli,beftiami,& robbe,ifcontra %"^'n ^ardo quelli fu le porte, accrefceuano maggior paura, (hitleriani Era io allhoraperauenrura aVdine, laqual Cittŕ č hora la piů nobile,che fia in quel paefe, & di gente, &diricchezze,& hoggidi chiamano quella regione Frioli.EfTendo i Turchi caualcati appretto tre miglia in tanto terrore di fubito fi mifero, che quafi itiman do il nimico eflere nella Cittŕ, le donne timide con li lor figliuoli s'erano pofte attorno gli altari. Gli huomini corfero in piazza,&nella Rocca, laquale č appretto. Et fu oppenione, che fé i nimici in quella lor paura haueflero tentato di combattere la Cittŕ, facilmente l'haurebbono condotta in graue perico-lo.Maefsi temédo,come io credo,che da drietto fof fero afaltati,perche non fapeuano doue i Vinitiani fofiero caualcati,có molti huomini, & beftiami pre fi,adietro ritornarono Ne folo in quella parte della Italia le cofe de Vinitiani furono moleftate, ma an-choraattorno il Po per nouitŕ de Ferarefi . Percio-che morto il Duca Borfoi Vinitiani mifero in St-gnoriaHercolefuo fratello aiutandolo a falire nel Précipato,con gente)nauili,& danari.Perche era gra \torte 4e[ contefa,tra lui,& Nicolo fuo nipote,nato di Lionel Duca Borfa, lo fuofratello,& poflo in Signoria , conciofia cofa, fftenfe,<Łr che allora per tradiméto di alcuni quafi eflendo egli ^erCj}e (** fcacciatoi Vrinitiani intrigati in maggior guerra, co 'ó*'» &•'/•• le lor forze il man cenerone.C^ueft occorfedi fuori. Ł0< In Venetia furono bandite le monete picciole d'ar FFF genio. DELLA TERZA DČCA gento' Per e^ere ^ate ^ maggior parte falsifica-* (hprono » re . Et ftamparono nuoua forma , & maggior Troni. moneta , laqual chiamano Troni per la imaginc del Prencipe,cheu'e fcolpito. Nell'Afia lafciato l'ambafciacore del Re di Perfia, il Mocinico., & gli altri Capitani pernonftare in otio il refto dell'Ali tunno , incontinente quafi pausarono in quella re-r ¦Danna che fé gione dell'Afta, laquale č all'incontro di Sio apre™ Chnftia preflo Termerio promontorio de Mindi . Quiui IJZ ŕ*h*nd* defěra » & finiftra mancati dentro i fol-dati e marinari guastarono i campi per tutto piantati di oliue, &uigne, &i luoghi ben habitati fac cheggiarono , gran numero de huomini furono menatiuia,& centotrentaiette tefte d'huomo fu? rono portate alle Naui . Li fchiaui polli all'in-canti,&uenduti,il tratto d'i danari eguai mente fa diuifo tra le ciurme dell'armata. Dipoi paflarono a Naflb.Di qui il Capitano delle galee del Re,perche giŕ s'auicmauail uerno fi parti co buona licenza dal Mocinico,& con tutta l'armata uecchia alla patria ritornň,& i Vinitiani col Legato del Pótefice,accia faceflero qualche nobil fatto auanti che inuernaffe-» ro.Da Naffo nň molto dipoi leuati andarono aSmit na giŕ nobihfsima Cittŕ della Ionia, per combatter la.Hauédointefo quella eflerepofia in Golfo rimo to,& giŕ lungo tempo non hauere fentito impeto di guerra,& per quefto gli habitanti del luogo ftauano in molto otio,onde poco curauanodi riftarelemu-ra,lequali p uecchieza 1 molti luoghi erano cadute. PriaarriuaronoaPlěrialfola dishabitata- Onde, & dipoi la notte nauigando,il terzo di fu la mattina ar riuarono al lito di Smirna.Parte della Cittŕ č pofta fu'l monte,ma la maggior parte nella pianura, & il monte č pai frequentato. Le genti con preitezza meife in terra aflaltarono gagliardaméte le mura de nimici.Ondei terrazzani perii fubito male fpauen-taci corfero fopra alle ruine di quelle per difenderli. ...-.,; Ma LIBRO NO NO. 410 Male loro deboli forze poco tardarono la uietoriat percioche col medefimo defi Jerio, colquale fu inco minciata la battaglia per le fcale polle in piů luoghi & per le rotture de muri i marinai palparono détro. 1 Terrazzani fentendo la Cittŕ eflere prefa,fuggen do miferabilmente piangeuano. Le donne fmarrite ne i lor Tempi, che dicono Mofchee , con li loro figlioli erano fuggite d'intorno a gli altari chiamaua no il fuo Maomet I Cittadini polli in eftremo peri-colo della fommita delle cafe gittauano pietre,& traeuano faettefopraa inimici . I Vinitiani uinci tori fcorrendo per mezzo la Cittŕ cirauano le Vergini, le Matrone,& l'altra moltitudine debole fuora de Tempi.L'altra giouentu ponendo giů le arme, fi refe, & quelli che contenderono, furono tagliati a pezzi.Velle,oro,argento,& uafě pretiofi fcolpjti ma gnificamente,faccheggiarono,& i lor tempi disfece ro.Dicono,che unafemina giouane ellendo menata alle nauijfi fermň alla fepoltura del fuo marito, la-qual trotto per ftrada , & con lamento abbracciando quella, chiamň piů uolteilfuo nome,dicendo., carifsimo marito la eilrema difgratiadellapatria fa, che io,lacuale niuno amore,niuna forza mai hapa tuto fare, che non fia ftata fempre tua, & che fem-prenon uogliaeflere,fonhora menata dal mio ni-» mico perpetua prigionera. Io infelice fono feparata dalla tua faccia, ne fono piů per uedere la dolce pa-tria,nequella carifsima fepoltura. la fpargol'ulti* me lachrime fopra le tue ceneri, & chiamo in ultimo con quelli laméti il tuo fpirito.Ma perche colě> Piů tollo uoglio morire , che mai leuarmi dal tuo dolcifsimoabbracciamento. Etcofi appoggiandoli alfepalcro, non potendo d'indi efler tirata ne con minaccie,ne con forza, da un foldato poca pierofo con la fpada fu paflata dall'un canto all'altro. Et in tal guifa nmafecontenta,doue ella uolfe. Alla fama della cittŕ prefa, Balabano,ilq.uale era capo della . { FFF t prouin- DELLA TERZA DECA prouincia,incontanenteleuato dalleftanze uicine con prefto,& fiiriofo eflercito non molto dipoi s'ap prefentň.Alquale fi mifero all'incontro i foldati del laMorea.Eta pena fu attaccata la battaglia, chegiii tUm. ferole altre ciurme de marinari. Fu combattuto al- quanto fpatioegualmente.Poi il nimico perdendo fu con molto fangue porto in fuga.I foldati ritorna rono uincitori nella cittŕ. Donde portati i bottini al le naui,& porto fuoco nelle cafe, la nobilifsima citta in brieue fi rifolfe in cenere. Scnue Cepione ha-uerueduto tra gli altri antichi monumenti il fepol chro d'Hon:ero,conla fua itatua fcritta di greche Sepoltura de lettere.Nefolala citti,maanchorail territorio po-Homero. flo intorno fu tutto guafto.Dugento,& quindici te Ile di morti furono portate alle nani. L'armata dipoi quindi leuata arnuo alle Ifole deferte, appreflb Io-nia.Q,uiui uenduta la preda allo incanto , lefpoglie forono diuife fecondo il coflume tra foldati, &ma-* rinari.il quarto giorno dipoi furono pofte le genti fu'llito di Clazomene,che č nella ultima parte del Golfo de Smirna , terra anchora ella molto nobile in Ionia.Ma poca preda ui fi fece.Percioche la fama della ruinadi Smirna fu cagione, che gli habitanti giaperinanzi con le genti deboli erano fuggiti ai monti,pochi eflendo rima Ih alla cuftodia delle cafe iquali furono prefi con molta copia de Camelli, & altri beftiami.Dipoi perche fi auicinauail uernofof fiando il uento fauoreuole,runa,& l'altra armata di Ionia nella Morea in pochi giorni faluafi ridufle. Giunti a Modone,il Legato del Pontefice abbracciando il MocinicOjCofi glidifle.Io mi partirň ualo rofohuomo portando! meco il publico teftimonio Vanita del- delle tue prodezze.Et fai ň,fe io faluo giungo in Ita l'armata del ]ia,che non folo il Pontefice,e'l noftro Colleggio, pontefice, & JT)a ancnora tutta Itaěia,& Principi, & popoli Chri-'illéilto di ftiani,benche lontani dalla Italia mtenderano quel-quello. losche hanno fatto t Vinitiani con la guida tua, & per LIBRO N;ONO. 4h per tuo configlio,&uirtů cótra Turchi comuni ni-mici della fanta fede. Attendi dunque,lě come hai in. cominciato,accrefcer la gloria uoftra, & difender la religione Chrifliana, facendo con fi fatte imprefe il tuo nome immortale. Fauoreuole fia Iddio a i tuoi fuccedimétijche io fpero,che per la tua uirtů le gradi rotte,che i Turchi hanno dato al nome Chriflia-ro,tn breuecon maggior loro danno faranno rifto-rate. Alle quai parole il Mocinicopoco rifpofe , ma de Vinitiani magnificamente,& molte cofe promife pur,che i Précipi Chriftiani uoleflero aiutare le for ze loro, accio meglio poteffero foftenere la barta-glia contra infideli.Cio detto il Legato del pontefice uenne inltalia,&i Viniciani a Napoli di Roma* niaandarono.Qmu^mentre^h'l Capitano folleci-taua fornire la terra,un giouane.Sicihano detto per nome Antonio , ilqualeera flato prelb nella perdi-tadi Negroponte,uénealui,dicédogli hauereue-duto l'armata Turchefcha a Gallipoli, affermando ageuolmentepoterfiabbrucciare,pŁrnoneflerguar datalanotte.Appreflbagiunfe,chefe a lui follerň dati fedeli c5pagni,trapochigiorni egli ientirebbc il fuo amfo nňeuere flato uano.il Mocmico bafciň il giouane, & doppo molte^>meflepoito i ordine,& marinari & nauiliin-ellicétio-,egli aguifadimercatŕ tecolabarca piena de frutti pafso i Dardaneiii.Et cffendo giunto a Gallipoli,il giorno foliecitň al gua dagnodel uendere,benché lo animo era intento a maggiorcofe.Lanottefeguente attaccň fuoco nel l'armata che eradi cento galee, & nelle naui che era nouicinealluogo nň potč gettar il fuoco per lagra moltitudinedee'i huomini,checorfero allo appa-rirdellaprima fiamma.Egli follecitando di paflare lo ftretto,elTendoil fuoco attacato nella barca, dome eflo era,fu affretto andare nella uicina felua, do-ue con i compagni,quanto piů pote,s'afcofe.Ma ue-armata pi Vinitiani prefero-con l'armata.Fu giŕ in quel luo- Mtianaprej* co il tempio di Venere, & per lacommoditŕdi tal il fono Tt« luogo era frequente habitatione de Corfali. Fuori ^n. delle rouine della terra fu'l lito era un'anrichifsimo tempio di mirabil grandezza edificato a pietre quadre. Quiui Caflambeto fiatello minore de' Carama ni, perciň che Pyrameto maggiore Re de Cilicia «ra nei campi Perfiani, mandň ambafeiatori a Vini nitiani. Iquali rallegrandoli della lua uenuta,ricor darono, cornei Caramani Tempre per !a paterna a-micitia,haueuano hauuto gtan fperanza ne i Vinitiani. Auifarono ancora, che giŕ quattro meli Caf-ambeto ade diaua tre terre della Cilicia, Sichino, Seleutia,& Corico, lequali potendole una uolta hauere, affermauano, che in breue recuperarebbo-. FFF ^ no tutto DELLA TERZA DECA no tutto il regno, ma,che loro mancauano artiglierie per efpugnare le terre. Onde gli pregauano, che uoleflero elfere in lbccorlo al Re compagno & ami code Vinitiani peritino, che ricuperailero il regno ingiuftaméte tolto dal'Ottomano cornuti nimico. Hauendo rifpofto a gli ambafciatori, che doueffero Vittor Sora hauer buona fperaza, il Capitano mandň Vittor So %pandoaCaf ranzo ambafciatore a Cafiambetto, acciň trattale gambetto. con qlieuo ciella. amminiftratione della guerra. Egli ueduce le tre terre, che fi combatteuano,ftimň prima efler neceffario di efpugnar Sichino, ilcjuale dipoi hauuto appareua tutto il rimanente douer ritornar nella prima fede.Teneuaquella terra Muftafa Cicilianohuomo perfido, ělqualecon la fortuna ha ueua mutato fede, giŕ amico di Caflambetto , & del fratello. Ma perduto il prencipato di quelli,feguitŕ-do le arme dell'Ottomano haueua ingiuftaméte oc cupato quella terra. Coriolano Cepio daTrau fu inandato per ifpia. Et apportň,che'l Cartello erapo Ho in luogo alto,e'l muro debole fenza merli, & le genti difarmate,lequalicofeprometteuano uitto-ria. >Vinitianidouendo andare a quella efpugna-tione, mandarono Lodouico Lombardo con dieci galee a Coryco, acciň nň fofTe portato qualche uet-touagliadamare alla terra. Dalla terra ferma il Ca-ramano con le fu e genti moleftaua il nimico . Il re-Łto dell'armata era pofto a Sichino,& combattuto il Cartello per l'afpfezza del luogo non fi puote pren dere. Ptrciň i terrieri infuperbiti, l'aitarono contra i Vinitiani,che fi tirauano indietro, dicendo andate Vinitiani a (ěgnoreggiare il mare,& i pefci,& lafcia-te l'Imperio della terra al Ottomano. I Vinitiani té tarono per mefsi di tirare Muftafa a douerfi rendere di uolonti.eflňrtandolo, che piů tofto uolefle fegui re la fede de Vinitiani, che efperimentate le arme. Allora perche egli era alieno dalla pace, aflaltarono la ter.ra,ponendo l'artiglierie dalla parte di Tramon tan» LIBRO NONO. 4tj tana.Etpercheěncominciauamoleftare i muri,co- SUhinopre/i ftrinfero il nimico a renderli. Lafciato adunque par- Aa.vinitUtů, tire Muftafa con ifuoi,i Vini tiani diedero la terra a & M*^"/* Hifufo perfetto del Caramano.Dipoi ritornando ienean '• a Coryco, Zanchio Capitano dell'armata Regia co dieci galee loro uenne contra-Coryco č bagnato da jlfitodi eli ambafeiatori di Carlotta forella del Re de Ci- ^/tmottitiait- o . _ , , ěir. 11 ti di Cariai. pn,laquale molti anni manzi cacciata del Regno dal tacchedoman fratello,era bandita in Rhodi. Quefli apportatono, daziano foc- il Re de Cipri quei giorni effere morto,dal quale corfoal Capi- Qar\otu fua foreila perche era nata leeitima, ingiů tana fomiti* n „ r i- i ¦ 1 t» &i id no per acqui, «amente era itata Ipoghata del Regno, che a lei toc Jlare il regno caua per hereditŕ. Perňfupplicaua,& dimadaua aiu-di Cipri, &• to,come figliuola giŕ del Re amico,& nuora del Du rpPoft* fa?" ca,in efler rimetta nel Regno paterno , donde ingiu-m* "^ itamente dal fratello baftardo prima; era ftata caccia ta.Allequah parole il Capitano Vinitiano ricordar! dofi l'antica amicitia, & lega del Re Giacomo con li Vinitiani, rifpofe che egli era pretto di fare tutto quello, che egli per nome publico uerfo Carlotta fa gioneuolmente potefle fare,ma che molto fi meraui eliaua lei non intendere le ragioni de' Regni conlě-Ker nelle arme,& non nelle leggi. Ne a lei fola effe-re flato tolto il Dominio , ma a Genouefi anchora, squali in quel tempo haueuano pofleduta gran parte delPIfola . ApprefTo doueuafapere, la moglie del morto effere adottiua figliuola del Senato Vinitiano lafciatagrauida,& il Reprima, che egli moriffe, hauerlafatta herede col nafeiméto,che feguirebbe. Di tal cofa adunque come era piů honeflo, cofi piů uolentieri uoleua hauere rifpetto , & confiderario-ne,effendo ella moglie del Re, & madre di quello, che haueua a nafeere, laquale era Vinitiana & figli--uola adottiua del Dominio della fua Cittŕ. Perciň concra di lei altroue fi procacciale foccorfo,percio-che egli^come era tenuto, uoleua efl'ere in fua pro- tettione, LIBRO NONO. 41? tettione,& difefa. Con tale rifpofta licentiati gli am bafciatori giŕ allora allora era per mouerfě uerfo lo ftretto, quando il Mocinicohebbe lettere da Cata- todělModni rin Zeno, nelle^quali egli fu auifato,loeflercito de' co de li campi Perfi &diTurchi,non eflere molto lontani tra loro, de Perjě p> Etcódeliberationetaleeflerfi auicinatipdouercó- <*eTnrchi. battere del poifeilo di quei Regni.Onde farebbe co-fa utile, fé co'l primo tempo uenifle co tuttal'arma-ta fu i luoghi marini della Cilicia,doue il Re di Per-fiadiceua uolere mettere le genti, acciň in quel luo goinfiemeconluitrattaiěedel gouerno della guerra . Per cotali lettere di fubito uolto dalla imprefa dello ftretto, drizzň il corfo in Cilicia,j& fcorfe fu'l cenire de' Myrenei, che č in Litia, & fi uoltň in Ci-pri.Quiui racconfolata la Reina nella triftezzadel morto marito, la effortň a ftare di buon'animo , & nň temere alcune minaccie di guerra.Percioche egli era apparecchiato a difenderla, & conferuarelaiua dignitŕ da ogni nuoua moleftia, & che fubito fcao ciarebbedal fuo Regno ogni ingiuria. Poi d'indi le-uato pafsň in Cilicia. Et hauendo l'armata a Cori- i0^ou-tco i9 co, Lodouico Loredano Capitano delle galee del redanoperr.a Pontefice uenne a luijdicendo che era mandato dal- me del Lega. l'Arciuefcouodi Spalato,ilquale erauenutoaRho- todel Ponti» di Legato del Pontefice con dieci galee, acciň inten ^ce* defledalui quello,che a fare fi haueife,& fé era l'animo fuo di fare alcuna imprefa contra Turchi. Perche fécofideliberaua,di fubito egli fi apprefentarebbe con tutta l'armata • Appareua per cotale auifo il Legato del Pontefice fenza fperazadi fare qualche gr* cofa non douere procedere piů oltre. Et pareua,che egli inferire uoleifequafi niente fino a quel giorno elfere fta fatto.Per laqual cofa il Mocinico turbato, non fi puote frenare dalla ira, rifpondendo,che pare-ua forfč per la grandezza dell'animo del nouo Lega to del Pontefice,che egli picciole proue haueffe fatte contra infedeli, ma quelli, che panico haueuano non, ' DELĚiA TERZA non le eftimauano cofi picciole,& leggieri, g ui> & moiette, in modo, che maggiori non fi poteua no. Et che era in libertŕ di eflb di congiungerfi con l'armata Viniriana,& del fuo Pontefice. Onde quanto a lui apparteneua, liberamente prometteuapera-mordel Pontefice le galee,& glihuomini, & che ha ueuacarif&imo effň Legato. In ultimo, che non minore rifpetto hauerebbe delle cofe fue di quello, che in ogni luogo & tempo haueua hauuto di quelle de* Vinitiani.Gia molti giorni era fcorfa l'armata intorno a i liti della Cilicia,quando s'intefe per lettere di CatarinZenodueuolte i Perfi hauere combattuto con Turchi. Duegrandifsimi Magitěrati s'iftimaua-HatuglUfat no effere appreflo l>ott0mano. L'uno della Nato- ta tra Perita .. ¦, ¦ j 11 t» • r\ \ i r vi <& 1*nhi "3} *¦ a'tro "e''a Romania.(Quello era fuperiore a tue te le Prouincie dell'Afia,& quefto di tutta l'Europa» Tutti i luoghi del mare Pontico dal Taurico Cherfa nefo per infino quafi nella Marea i moderni chiamano Romania. Et f\ crede quel nome eflerfi deriuata nel tempo, che la fedia del Romano Imperio fu tra-fportatadaRomaa Coftantinopoli . La Natolia č all'incontro, laquale č detta Ponto co tutti i luoghi dello ftretto dello Hellefponto fcorrendo in Caria, in Litia, & Panfilia, il Re de' Turchi ufaua la opera diquefti,quando fi trattauaalcuna cofa importante, tnafsimamente del fare fatti d'arme. L'uno & l'altro il Baffi capo nella lingua loro č detto Bafsa.Qjjello adůque,che piů potenti i mini,& de' caualli. Laqual cofa fi comprefe per lo ef fetto della pugna,che allhora fu fatta. Percioche pň- • ile in fuga da Perfi le genti dell'Ottomano quafi tue ti furono morti infieme co'l loro Bafsŕ. Et dicefi, che quarara mila Turchi,& de* Perfi tréta mila quei di combatterono. Il Re alzato per tale uittoria a maggiore fperanza di fprtuna,il feguente giorno cir , condň LIBRO NONO. 4r con avanti ueua in mezzo il campo formato certo luogo, nel ingegno etar quale fi teneua, come in ficurifsima fortezza. Que- te Ł<*"««« f<* ftaera, che in circuito di quattro miglia egli haueua rato0'toma-fatto tirare una fofla al fuo riparo doppo laquale u'e ™ ' 'm ""* rano d'intorno carrette con cathene di ferro. Ciafca duna di quelle haueua due bombarde,& gran numero di artiglierie , lequali erano pofie da ogni lato per difefa dellemonitioni . Per adoperar quel-, le contra nimici erano apparecchiati quindici mila huomini. Dentro il riparo teneua uenticinque m\ la huomini eletti, tutti di Tracia , & Tribali, & al-tretanti fanti detti Giannizzeri, huomini di gran forze, & fimili alla Falange di Macedonia. Su la pri ma giunta de nimici molte migliaia de colpi di arti-? gliene furonfeancati in un tempo contra le fpefle. fquadre de* Perfi, & fecero grande occifione d'hua mini, & de caualli. Q^uiui il figliuolo del Re Vfun- 7/ figliuola cattano giouanc di molta fierezza , & piů audace dTfincaf}*-per la paflata uittoria, combattédo nella prima (qua m mort in dra , paflato da una artiglieria cade morto . I Perfi "w/>0 ,C("*" fpauentati per la crudele occifione de iuoi,&fmar-riti anchoraper lo fěrepito, & fuono delle artiglie tie da loro non piů udito , di fubito riuolfero le fpalle. Allhora ufeendo con impeto i Turchi de gli alloggiamentijinftauano alii perdenti,& efsi fuggen go gli tagliauanoa pezzi. Tuttol'eflercito de'Perfi f>ottaJep era a cauallo,perla preflezza de quali fi leuarono fěanL previamente dal cofpecto de' Turchi. Et il uincitore hauuto gli alloggiamenti non hebbe ardir di leguire piů oltra. Il Re lcorfe ne'monti di Armeniajné qua . • li haueua la moglie, & li figliuoli l'Ottomano, har uendo tolti a nimici gli alloggiamenti, a guifa di uia citore lafciaco l'eflército tornň a Coftantinopoli. I Perfi,che combatterono dicpno effere flati treT flwmende cento & cinquanta mila, de' Turchi trecento & uen ZJfnVmbi* ti mila. Di quelli ne furono morti quaranta rnil a, di, Hai i (ampi. 1 quelli DELLA TERZA DECA quelli dieci mila. I Perfi erano di uirtiě fuperiori,& i Turchi maggiori d'arte,& d'ingegno. Come adůque il Mocinico mtefe quefto per lettere del Zeno, paf-fo di Cilicia in Cipri. Percioche perla battaglia con traria,il Zeno haueua fcritto di non uolere piů uenir quello anno nelle contrade di mare : Et tenne a bat-tefimo un fanciullo, che in quei giorni la Reina ha-ueua partorito. Andrea Cornaro fuo zio era nell'I-fola huomo di grande ingegno, il cui cófiglio la Rei na fopra tutti ufaua nelle amminifčrationi del Regno. Il Mocinico dimandň molte cofe a lui dello Ha. to deirifola,& intefo ogni cofa efěer in fomma tran quilirŕ,per non lafciare quel Regno nudo di foccor fo,oltra quelle galee, che erano uenute co li prefen ti in quel luogo nel principio della eftate, iui lafciň anchora due altre galee, lequali tutte uolfe, che ftef-fero in foccorfo di Famagofta,& defiero obbedienza -. t al Cornaro. Quiuiuenne il Legato del Pótefice con due galee, le altre difle egli enere fiate menate dal Camerlingo a Sio. Dipoi no molto di quindi leuati ambedoi,primapaflTaronoaRhodi, dipoi a Sio . Ec corfeggiandoleCiclade,uennero nella Morea,di donde partendoli il Vefcouodi Spalato per uenire in Italia, il Mocinico fi fermň a Modone. Queito di fuori quella eftate auenne. In tanto il Doge Trono, chequafi inmezo l'Autunno morě,hauendo retta la Republica un'annoj& otto me(ě, fu portato co ho noreuole pompa a i Frati minori. Filippo fuo fighuo logli fece fare una magnifica fepoltura di marmo bianco dorato , apprendo l'aitar maggiore . Ni-Kěcolo M<»r- c°l° Marcello huomo di fingular bontŕ,fu creato in teli» Doge luogo del morto . Sotto il fuo Prencipato nella fala 69. del gran cófiglio furono incominciati a nnouarcon nuoue figure gli antichi fatti de' Vinitiani per Alef-fandro Romano Pontefice contra Federico Impera dore.Fudatataleimprefa a Gentil Bellino,huomo anoftri tempi ecceUentifsimo nella pittura, ilquale mandato LIBRO D]E[C;iMO. 417 .mandato ŕ l'Ottomano Iinperadore de Turchi, dop {>o la pace fatta,hauendo fatti moki efperimenti del a fu a nobile arte, fu da lui fatto Caualiere,& con molti doni rimandato nella Cittŕ. Sotto a quefto degno Prencipe fu ftampata una moneta d'argento, laquale dal nome fuo č detta Marcello. I L DECIMO LIBRO DELLA TERZA DECA. Ssendo l'Ifoladi Cipri per nuoui mouimenti turbata,nel nel mezzo del Verno fu chiamato il Mocinico.Erano in ql-la molti della famiglia de Cate lani,iquali prima il Re Giacomo,quali tutti haueua cacciati delPIIbla con Carlotta luafo-rella • Hauendo eglino dipoi molte ricchezze ragů nate,gli haueuapofti in diuerfi luoghi del Regno. Giŕ per adietro coftoro haueuano tifato l'arte de Corfali,& erano auezzi auiuere di rubbene. Onde allora adendo morto il Re,quantunque per dono di quello godeflero di molte,& ampie ricchezze, non perciň rimafero di trattar cofenuoue. EttraquefU un certo Prelato di Cipri,huomo tra li fuoi popola ri non manco d'ingegno,che di ualore potente, che quando mancň il Refi trouauaambafciatore al Re Ferdinando.Quetti fi mife in animo dě uolere occu pare il Regno. La onde,per poter meglio confegui-re rintentejico fuo,perfuafe Ferdinando,che per fuo GGC mezzo 1/ Moeimců fu per lettere auifate del pericolo di Cipri. ¦Ctn quanta ittftittia i con ^turati HpiHd ^Mo i Uro tra. t tati. cor naro,& mar co Btmbo ta fluiti a pe\\i DELLA TERZA DECA mezzo follecitafte di ottener per moglie la figliuola baftarda del ReGiacomo al figliuolo fuo anchora, batiardo.Etper adempire taleimprefa,il detto Prelato infierne con un Barone del Re, delquate Ferdi-nando molto fi fidaua,uenne in Cipri co due Galee. Il Mocinicojche era a Modoneintefala uenutadel le galee del Re, & penfando quelle indarno non effe reičate madate nell'Ifola,di (libitoanchora,egli;coy mandň ŕ Coriolano Cepione, & Pietro Tolmerid. DalmatĚRoache eoa due galee andafTero in Cipn3& dimandaflero laReina,feglilfolani fi'noŕ quel g*or no haueuano moflb cofa.alcuna.Et le ella dubicau^ d'alcun tradimento,dicefle quanto le occorreua,per che egli era apparecchiato di uenire co tutta l'armi ta nel l'Ifola,fe cofi era di necefsi tiě.Qjjelii pochi di anzi partni,per lettere date dal Duca di Candia , il Mocmico in.tefe,che gia.lt> Cipri otti erano inclinati allaribellione,onde era da.gemere dei loro configli fedi fubito nQnfi,opprimeilero col giungere dell'ar mata Vinitiana.Tal,che lo ilato dell'Ifola a qualche pericolo fi ridurrebe.Per cofi fatte letcere moflb il Capitano dell'annatajflibito mando in Cipri Vitto re Soranzocó altre otto galee, llqual prima uenne in Candia,chc quelle due galee,che inŕzi erano par tite,foflero leuatedi la.Comandň il Somnzo a Cor ridano,che andafle di lungo,perche eflo col rimanente delle galee di fubito giungerebbe.Mentre iVi nitiani quefto follecitauano,i Cipriotti congiurati infieme col loro Prelato ragunando tra loro genti, prefero le arme la notte,& tagliarono a pezzi Poli-zapa Cipriotto,e'J medico della Reina,iquali dal fu bito grido fpaueritati erano fuggiti nella camera di quella.Era fu'l primo tumulto corfo alla Rocca An drea Cornaro , & non emendo lafciato entrare nel Cartello,fi afeofe fra due muri della forrezza. Dipoi per inditio d'un,ch'el manileftň, prima hauendo ri-ceuuta la fede da congiuratici fubito egli con Marco LIBRO DECIMO. 418 co Bebo figliuolo di fuaforella furono uccě(ě& li lo ro corpi furono fpogliati ignudi. Et commeffo coti le delitto, corfero 1 congiurati quafi fmarriti al Po-deftŕ o luogo tenente, ilquale, fecondo i patti 1 Vi nitiani per amminiftrare ragione a fuoi popolari in quella Ifola teneuano . Era allora luogo tenen- . - Nicolo Pafqualieo . Efsi elidiflero, come An- ?"*"&° '**: j r^ n. 1 r 1 i • &' tenerne A* firea Cornaro eraftato morto da faldati, per non don. hauer a quelli dato il loro falario . Et che egli non uolefle per la morte di uno feguita per auaritiadi quello , incolpare d'inganno alcuno dei fuoi ap-preffo Vinitiani.Affermando,che ftarebbonoin per petuo fedeli alla Reina,& amici a Vinitiani. Chiefe ro adunque a lui,ch'eglidoueffe fcriuerc al Capitano dell'armata Vinitiana, il Cornaro eflere flato morto per fuo difretto,udendo ingannareji foldati del loro ftipédio.Oltre di quello,che efsi mŕdareb-bono a promettere al Prencipe,& al Senato per nome di quelli dell'Ifola ferma fede alla Reina,& al figliuolo^ al nome Vinitiano perpetua amicitia. Il Pafqualico,benché egli conofcetěe i loro configli té dere ad altro,nondimeno moftrando torgli per buo ni,loro promife fecondo il uoler di quelli fcriuere al Mocinico.Tra quello efsi entrati nella corte diede ro in matrimonio la figliuola del Re d'anni lei al fi f4 fitf"*»!* gliuolo baftardo del Re Ferdinando,& a quello per tZ*ltlittů nome di dote confegnarono il titolo del Prencipe baiUtdo del Galileo,ilquale uolentierii fucceffbri del Regno fo ReFerdi/un leuano torfi,& molti altri cafaliampli,& grandi. Le do» quali cofe in tal modo difpofte, di fubito mandarono il baron di corte, che era uenuto ncll'Ifola col Prelato di Cipri con una delle galee al Re Ferdi-nando . Alquale uoleuano, che folle dato auifodi quanto era fucceflo.Senilmente mandarono a Vine tia chifodisfaceflcdinanzi ai Senatori,permitigare lo fdegno della morte del Cornaro.Ouero non potendo quelli paceficare, almeno per qualche mo- GGG z do DELLA TERZA DECA dola guerra a lungo traheflero. Accioche prima fer maffero le forze loro,cheViniciani (ě moueflero. Co mandarono dipoi alla Reina,che ella douefle fcriue re al Mocinico,che fuo zio Andrea Cornaro erafta to morto da foldati per la detta auantia. E che efla, col figliuolo liberamente amminiftraua le cofedel forif&é'de* Regno,& tutti 1 Cipriotti le erano fedeli, & beniuo Cifri. i.Lequali cofenon ricusň la Reina,eflendodaogni lato circondata dalle arme de congiurati. Dipoi ef-* fi fi riuolfero a cófermare le loro parti,mettédo nel le fortezze loro fidati, & confentienti della fraude. In quefto fpatio di tempo s'apprefentň Coriolano, ilquale moftrando non fapere della iniuria, auisň la Reina, che Vinitiani teneuano certo , che il Solda-no di Egitto hauea promeflo il regno diCipri a Cai lotta.Et che egli era ftato mandato auanti dal Capi tan deH'armata,acciň che faceffe intédere a lei, & a Cipriotti,che fteflero di buon'animo,percioche uč-niua il Soranzo proueditore co otto galee, & d'indi a poco uerrebbe tiěo Mocir.ico col refto dell'armata Et 1 Vinitiani effer apparecchiati a difender da ogni ingiuriala Reina, e'ipicciolo figliuolo con tutto il gno.Perlequali parole l.i Rema fi tenne in fperan-za di rihauer tutti ifuoi beni.I congiurati all'incori tro incominciarono grauemente a temere.Tl quarto 1/ prevedilo giorno dipoi giunfe il Proueditore,alla uenutadel fé giunfe in quale due delh congiurati riceuura la fede uennero i.~if>ri tonno a Im.Cuftoro molte cofedicendodi quanto eraoc-corfo,incolpando il Cornaro eflere ftato uccifo per la fu a auaritia,promifero che efsi,& gli altri tutti re flarebbono nella prima fede. Et che niente era loro piů grato,che in ognitempo honorare l'amicitiade Vinitiani II Soranzo,benche egli uedefle,che le parole degli Iiolani nonrifpondeuano a i fatti,nondimeno tentň di ridurli a buona uolontŕ. Affermando che farebbono tenuti amici del nome Vmiriano,fe di fubico haueflero refticuico alla Reina le forze,& l'entrate. Iě'IJJ RO ETETCT M UT 4T9 l'entrate.Percioche quanto apparteneua alla morte del Cornaro,cotale ingiuria diceuaeirerepriuata,& non publica.Dimoftraflero adunque col modo,che detto hauealoro,l'amorejch'ŕVinitiani portauano. Iquali promifero douer fare fecondo il uoieredel Proueditore.Maifcufandofi perdmerfe uie, fcoper-fero le loro promette edere falfe. Allora il Soranzo fcrifle al Capitano,& al Senato,che la Rema col figliuolo era opprefla dalla cógiura di alcuni. Et fé co prudenza,& preftezza non erano foccorfě occorreb bein breue,chefarebbonopriui del Regno. Traque itogli ambafciatori de congiurati erano uenutial Mocinico,iquali furono con pungentifsime parole riprefi,& uia mandati fenza alcuna fperanzadi pace. Et effo Mocinico mollo pertalepericolo,tutto,che Tapefie, Triadano Gritti eflere fitto in fuo luogo, d*l \uam-•nondimeno ftimando ,che non foife da indugiare ta^ef * re~ ,in cola 11 pencoloia ,ritenne lette galee,che an- ^ apri. dauano per mercatantiain Soiia,& 111 Altfsandria. 'Qjielledi AleflTandria mandň inCandu,&le Soria-•ne a Napoli.Qj^eftedipoi furono cariche de loldati della Morea,& quelle tli genti di Candia. Et cornai) dato ai Redimenti dell'Ilota che quante galee tro uailero faceffero caricare di uettouagěia, &. le man-'dalfero in Cipn,egli pofěi i fold.ui delle Cittŕ uici-re nelle ealee,ieqi!ali hauetia fitte uenire da ogni parte deirlfola,& di tutta la Gretta andň uerfoRho di con tutte legenti.Nel uiaggio gli furono reccate le lettere del Proueditore Soranzo della congiura degli Ifolani,& manifeltaribellione-, Per laqual co fa maggiormente fi affrettň.Giunto a Rhodi,&qui Fuga de et» ui afpettando le genti non anchora uenutejecco che giurati» per altre lettere auifato gli uienne i congiurati, inte io lo apparecchio delle arme,& la uenutadell'atma effere partiti della Ifo!a,& tutte le cofe giŕ eilerefe cure.MaleletreredellaReina,bencheta! cola affer maflero,nondimeuo ellaconiftanza duradaua che GGG i il D E ěfE A il Capitano deH'armata,potendo con commodo del laRepubhca uennifl'e nella Ifola. Perche ancora molti erano, iquali conientendo a tale congiura, in quel tumulto contra lei haueuano fatto in maniera, che per forza le ufurpauano molte cofe, turbando il tutto : che ella per cofa certa fapeua, che non rompendo la potenza di alcuni, occorrebbe di breue in ' maggior pericolo lo itato dell'Ifola. Perlequal let tere egli commofěo, leuatoda Rhodi in pochi gior-Defcrituone nj giunfein Cipri. Quefta Ifola giace m lecure ac-Cipn Sue* Da Ponente č bagnata dai mare Panfilio, da mezzo di la percote l'Egitto, da Leuante il mar di Soria, da Borea , & Settentrione, quel di Cilicia, Giŕ fu detta Acamante. Ma Filonide dice, che fu dee ta Cerafi, Xenagorala domanda,Afpelia, Amathu-fa,& Macara, Allimono Crytono, & Colicinia. In lei per altro tempo furono quindici terre molto no bili. Hora uč ne ha poche,ne)le quali č Famagofta» Cittŕ pofta al hto . Timoflene fcriue lei cingere quattrocento uentinoue miglia. Ifidoroglifafenon trecento fettantacinque.Lalunghezza, laquale č da Leuante aPonente tra Dinaretta, & AcamanaPro-montori, č di cento feflantadue miglia, come uuole Arthemidoro.Timoftene afferma non piů di dugen Quarti* fěa tOt Damafto moftrafalfamente la fua lunghezza da Cty™ abbon- Settentrione a mezzo giorno . Cipri non e de alcu- na uirtů inferiore a qualunque altra Ifola. E1 abon-deuoledi nino,d'oglio,& di frumento.Producean-cora afl'ai metalli, & molte altre cofe. Perlequali non meno, che perla commoditŕ del luogo(per eC-fere uicina alla Soria) č frequentata da mercatanti. Quiui adunque in Famagoita il Capitano,doue prima era giunco,fi fece uenire inanzi le genti in forma di mofira in campo di fan Nicolo, ilquale č appreflb la corte Reale,con merauiglia della Reina,& de Ci-priotti.Reuiito reiferciro incótanéte licentiň le ga lee mercaunteiche,St le altre chiamate da altri luo- L1BK.U 1) E C IMO. 4iO jhě,cotituttii caualti,& cinrme,& ritenne gli arcieri Candiotti cól'aVmaca uecchia. Allora ordinň Ca Pumtětnfa» j»i delle fortezze huomini Vinitiani, cófoccorfode taperUmot gli arcieri. Dipoi acerbamente inueftigŕdo di quel- " Af cJtn* fi,ch'erŕno itaci corrfentienti della morte del Corna ^ tc9ll1tr* ro,trouati molti in talfraude gli fece decapitare.Gli altri,ch'erano in fofpetto mŕdň in efsilio.Molti incolpati, iquali andauano errando per l'ifolafurono banditi. Quelli,ch'erano rimaiě fedeli intal nouitŕ hebbero i beni de congiurati in dono perpremio lo- n \f^n;(9 to . Et cofi compofle -, & ratěetate le coie di Cipri, luogotenente gli furono reccate lettere del Prencipe Marcello co della tftUdi laelettionedcl Senato ,dalquale era creato luogo ^V** tenente della Prouincia di Cipri. Egli benché giŕ per adietro hauetfe proueduto atutto quello , che appareuaal ripofo dell'Ifola, & ognicofa hauděeri dotta pacifica , e tranquilla, nondimeno di publico ordine f« agretto alfoccorfo di Cipri. Tra qůefto Guttmm» il • *-• \x n cello prouedt era uenuto nella prouincia Giacomo Marcell-o'p«5- tore hi nuo-neditore del nuouo Capitano. Ilquale fubko,che fu giunto in Cipri ,il Mocinico gli configm» dieci galee, con lequali douefle conferuare le Kole del mare Egeo, fino alla uenutadi Triadano. Ma quan do intefe per lettere ancora quello e'flere giunto in Grecia, uedendo lo ftato deli'Ifola quieto, lafcia-to il Soranzo proueditore alqualeper inanzi di ordine de' Senatori era ftato comeilň, che douefle fcrmarfě nella Ifoěa con le genti da terra , ancora a lui lalciň dieci galee in foccorfo del Regno. Et (aiutatala Reina confortandola , che mai lefor ze de'Vinitiani noulemancarebbono, per confer-uatione della fua dignitŕ; & hauuto da efla Reina in dono uno feudo di opera eccellente, & uno iiendardo cremifěno in legno de'fuoi degni portamenti, leuandofi della Ifolacol retto dell'armata (benché con uenti contrari)giŕ emendo laeftate, prima uenne a Rhodi,& in ultimo a Modonc. OQO 4 Q,uiui Sentavi éiffe-didio da Tur chi. Defcrlttione de Sentavi. Solimtino Eu tiueo capitavo de turchi lon ottomila armati ajfe-dio Scalari. DELLA TERZA DECA Quiui intefe il Turco con grande apparecchio affé-diare Scodra, che č in quella parte di Dalmatia, la-quale fu prefa da gli Epiroti. I moderni uolgarmen te la chiamano Albania. E giace fopra un alto monte da ogni lato pendente,& in alcuni luoghi č molto pericolofo. Da Ponente ha un lago,ilquale č di circuito ottanta miglia, non perň nominato da alcuno antico fcrittore,che io fappia. Gli habitanti dei luo ghi il chiamano lago di Scodra, cioč di Scutari. Di quello nafce un fiume nauigabile,detto Boiana. Giŕ daLeuante correua uicino alla terra,comedice Pli-nio,il fiume Drimo.Lacauadelqualecon i fegni del ponte ancora appaiono . Hoggi mutato ileorfo ap-preflo a Lyflo dieci miglia con due bocche dalla Boiana entra in mare.La pianura,che giace tra li due fiumi, & li campi d'intorno dicono eiěere molto ab bondanti, in tanto, che le fementi (parie lenzalauo rare 1 a terra, fanno grandifsimo frutto. Et č necefla rio di cacciare da pafcoli il beitiame, accio non mo* iano per la troppa graflezza. I bofehi ripieni d'arbo ri coprono la contrada della regione maritima, moi to atti a fabricar nauili. L'Ottomano tratto da que-ita comoditŕ de luoghi,come quello,chegrademen tedefideraua l'Imperio dell'Italia.sdeliberňdi efpu-gnare Scutari capo di tale regione. Ilqualeprefocó prendeua, che in breue farebbe acquiitodi tutto il reftodelPItalia. Detteadunque l'imprefaaSolima no Eunuco,ilquale egli hauea fatto capo delle Pro-uincie dell'Europa in luogo di coluijchelanr.oinan ti era flato morto nella guerra c'č Perfi.Gli detre an cora della l'uŕ corte otto mila Giannizzari, & cenró huominiper il tragger delle bombarde. Ilquale ap-preflo hauendo chiamato infieme tutti gli huommi d'arme capi di tutte le Prouincie, che di qua dallo ftretto obbediuano a l'Ottomano, ragunň ottanta mila armati. Et aflediata la terra, cógiunfe la Boiana fiume co un potč, fopra ilquale fece capo Alibe- . . go de JL1BK.U Db CIMO. 411 pň de Triballi audaciflěmo co le fue genti. Ne dipoi molto incominciido attediare la terra,fabricň quattro bombarde di mirabile grandezza per rompere le mura. La materiadelle quali cinquecéto camelli ha ueuano portate. Scaricň ancoradodici altre minori bombarde per rouinate le cafe de' priuati. Il Mocini Kouo ama* co intefo l'attedio de Scutari, fubito uenne a Corfu. demento f Doue gli furono date lettere del Prencipecó ladeli *° ** beratione del Senato,ch'egli daua l'imprefadi difetl dere Scutari con tutta la regione dell'Albania. Di fu bitoadůqueil Mocinico palsň fu'l territorio. Onde entrando nella bocca della Boiana,trouň Triadai» Gritti fuo fucceflore, con Luigi Bembo prouedito-ri. Allora egli benché folo potette foftenere tal co-fa,nondimeno non ettendo ambitiofo ordinň di co-mun cófiglio amminiftrare l'imprela.Per il che aua-ti ogni cofamŕdarono Leonardo Boldu co quattro galee a Catharo. Et a quello impofero, che egli do- KoK> M uefle auifare Giouan Cernouicchio , ilquale fěgno- dimtů fati reggiaua li Schiauoni uicinial lago.Et perlornome ferii Capita. trouandolo iinponergli,che come cňueniua a un fé- ni ^initUm del couipagno,douefleda ogni parte far gente,& ten Pfr*}focco^l* ' & i u ir * e ¦ • r ě de fcHtxnntr tare per qualche uia di ioccorrere Scutanni. Et che etto Leonardo con i nauili per quefto fatti col Cernouicchio per acqua douefle dar foccorfo alla Cittŕ attediata. Dipoi mandarono cinque galee perii fiume Drinon alla difefa di LeGio.Quella terra č pofta in luogo piano,& come per natura, cofi ancora per humaua opera č poco forte. Drinon fiume corrčdo in mare con due bocche fa l'Ifoli.Onde fu lo uenire de ninnici i uillani di tutta quafi la Pronůncia Squali 3n gran numero habitano per le contrade, iui eran» fuggiti co li loro figliuoli,& robbe5atte a poterli por tare.Per difendere adunq, quel l'I fola ol tra le galee i capitani Vinitiani mandarono ancora molti nauigli apparecchiati alla guerra.Fornirono fimilmente Da Miio con quitcro galee, & gente Albanese a cacai-» , lo. Fu DELLA T lo. Fu prima detta quella terra Epidanno dallo Air* tore,che la fece. Dipoi Dirrachio dal fuo nipote fi* j /r gliuolo di una forella,ilqualele aggiunfe un portoj ilmmeDu. & uolfe> che fofle chiamata Dirracchio dal fuo no-racchio. me,chedipoi lečrimafto. Queftě in quella guerra* Doridi trafle che egli fece fotto la condotta di Hercole con tra ai Uila fratelli perde il figliuolo Ionio. Ilquaěe da Hercole per errore morto, & gittato nelle acque uicine dicefi hauere dato il nome al mare Ionio. Quello dicono li fctittori Greci. I Latini non iltimano eflere co tanto anticala origine del luogo. Et dicono, cheda Romani per Epidanno fu detto Durazzo,perche pa reua, che tal nome folle in danno di quelli* che anda nano. Giŕ fu nobilifsima Cittŕ,& mafsimamente ce lebrata nel tempo delle guerre calili. Percioche da quel luogo Pópeo trafle tutti gli apparati della guer ra contra Cefare , hora č difertajSc quali dishabita-ta. I Vinitianicuftodifcono quellaperlecommodi-tŕ del porto. E' doppň Durazzo, Budua, Antiua-ri, & Dulcigno , Giŕ, come dice Plinio detto Col-chino, fabricato da Colchi, da quelli,credo,che uennero aperfeguitare Medeanelle contrade Adri» tiche, & Ionie. Io ho alcuni graui autori, che di* cono , ancora gli habitanti di que1 luoghi tenere della antichifsima fierezza. Iquali fono in odio a foreftieri. Quefti Capitani fi fermarono col refto della armata alla Chiefa di fan Sergio in uifia di quei della terra . Q^uefto luogo e lontano da Scu-tari cinque miglia, & dal mare quindici. Oltre alla Chiefa di fan Sergio č il fiume, & perche in piů luoghi č baffo , non ti puň nauigare con galee. Da quel luogo fi moftrauano dalla armata, & dalla terra mattina, & fera fegni di fortezza dell'uno, & l'alerň . La Boianafi ftringein ftrettifsime bocche^ di fotto la Chiefa dalla Scala, luogo che era lontano dall'armata otto miglia. Quelle ftrettezzei Barbari haueuano rinchiuie con catcene,& traui per .L 1 E> K U ETECTM O; 4ĚĚ per ferrar dentro le galee . Et inuerohauerebbo"-no ridotti i Vinitianiin grauifsimo pericolone non haueflerointefotal cofaatempo per un fuggitiuo. Iquali mofsidaquefto, fubito con le nani ordinate fcorfero a prenderle bocche . Giŕ il nimico fui giungere delle naui haueua occupata la riua co mol te eenti. Subito adunque nata la battaglia i Turchi ?attfó *f* i i-i- i 11 r in • *r- tu alla. Bit»» con la moltitudine delle (aette molettauano i Vini- racoTHrckh tiani: Et li afFligeuano con pietre, & palle di piombo tratte con artiglierie. Et con arme di ogni forte guerreggiando fecero gran iěragge . I Vinitiani coperti, & ben in punto combatteuano contrail nimico difcoperto alla ofFefa j ne cadetta in uano alcun colpo di arme nelle ("quadre per lo fpeflb numero de foldati. Il nimico aduque fi ritirň effendone ftati oc cifi cinquecento huomini3& molti ferriti. I Vinitiani uincitori, lafciatequattro galee per foccorforitornarono al primo luogo della Chicfa * Molti di quelli, che fi ritrouarono in fatti, dicono , che fotto la guida di Triadano fucontra Barbari combattuto alla Boiana,prima,che'l Mocinico uenif-fe . Mentre quello intorno al fiume fi faceua , i Turchi di & notce rouinauano i muri della Cittŕ* & le cafe priuate con le artiglierie . Era allhora Podeftŕ della terra* & di tutta la Prouincia Pro-ueditore Antonio Loredano huomo d'animo ua-« Antonio !• lorofo, ilquale con fubitoconfiglio, ueggendo do* redatto Pode uči muri erano fmofsi,& giŕ atti alla ruma* gli fé- ft iSi ce fermare di dentro con argine grofifsimo, & met ter botti da uino piene di terra a gli argini in luogo de merli . Et giŕ l'afledio incominciato circa il mefe di Maggio era durato piů giorni, quando il Lo redano mandando un gioitane perii alloggiamenti de nimici,auisň i Condottieri Vinitiani, che ef-fo& gli altri f^ffero di buono animo, & apparecchii ti lungamente abeti patire l'afledjo.nondimeno perche il fucceflb della guerra eradubbiofo, uedeifcro fé DELLA TERZ A fé per alcuna uiapoteuano ,di dar qualche foccorfo alla Cittŕ. Tnadano & il Mocmico retarono di foc corere il Loredano per Leonardo Boldu, & Giouan Cernouicchio. Iquali apparecchiate le genti da ter ra,& armata affai potente nel lago, perche ogni cola il nimico haueua fermato con ripari,fatta una battagliale potendolo fuperare,dettero luogo.Et perche uedeuano i campi ferrati da nimici,& attorno il fiume per doue fi nauigauaa Scutari eilere con foccorfi guardati,onde appareua effere neceflario di piů gente^ mafsimamente di gran caualeriafe uoleuano a mal grado de nimici paflare alla cittŕ, metttdo ogni fperanza nel fito del luogo,& nella uirtů del Proue-iditore,& nei Caftellani & Capitani, allhora fi aftea nero da ogni maggior forza. Tra quefto Triadano &il Proueditore Bébo incominciarono molto gra-uemente ŕ infermarfi per l'aere delle Paludi. Ne efsi {blamente, maquafi tutta l'armata, laqualeandňa Cataro perrifanarfi. Il Mocinico , benché anchora egli non folle fano, nondimeno deliberň con il Ma-lipiero Proiieditore afpettare il fin dell'attedio di Scodra. In tanto il Turco rotte !e mura della Cittŕ, horcon minaccie,hor con preghi alquanto tentň d'indurre il Loredano a -eliderli . Dal quale non ha-uendo alcuna bona nfpoita,mife alla terra gradici,& pelle crude,con lequali 1 fuoi piů i'ecuramente entraf Battaglia da {ero fotto i ripari. Parte de'foldari con harpagoni, **$* Jm~. uncini di ferro,falce fitte in hafte lughe,furono maa e * ajcH at.. j^^. auantj) accjoche con 1> cuoi,& coperti fi copnf-fero i foldati, che feguiuano. Anchora comandň a i Gianizzeri armati di feudo & fpadache doueflero le guire driero a quelli. Et anche molti arcieri, che con le molte faette leuafěero dalle difefe i combattenti della terra . Et cofi polle in ordine le fquadre , fu la mattina cóbatterono,& aflalurono la Cittŕ,& Scu-tarini anchora efsi fi erano apparecchiati per ribatter inimici. Erano nella Citta uali di lumini impa- fiaci LIBRO DECIMO. 41J ftatě con feccia de buoi: dentro liquali foleuano fer-bare i formenti. Quelli empirono di ftoppa, pece,& folfo per erarii d'alto a baffo accefi contra li nimici, che fotto entrauano. Et haueuano porti fafsi molto grandi perii ripari, hauendo empite le bombarde di pietre piccole,acciň in un tratto quelle deflero mag fior rotta a ninna.Iquali apparecchiati in cotal mo o, tacitamente afpettauano,che 1 Turchi entraflero fotto le mura. Et quelli, come č loro ufanza,có mol ti gridi circondata la terra,fi sforzauano entrare fot to le ruine de muri. Allhora quelli della terra co fer- Grande eccU mo animo afpettauano il nimico,& giunto , che egli fi™eier"r* fu quafi il confondeuano per la gran moltitudine del n\o, del fiume dellaantica riua,laquale non e molto lontana dalla modernacaua,eccetto il fiume Lifonz.o, mettendoli ripari,(opra ŕquali fa fatto Capo uno, chiamato Cittadino Fratrina,huomodi lodeuolein dultria.Ne fu fatto un folo riparo3ma appiedo le pa ludi doue erano i bofchi de fpefsi grofsi, & aiti arbo ri tagliati,& con certo modo ferrati infěcme lenza poterfi feparare,gli fermarono. Et ne i campi fpatio (ě le Zolle infieme con l'herba tagliate, in terra erano pofte in larghezza di fette piedi. Sopra allequali diftendeuano tronchi de rami de Salci,& qualunque altro ramo atto ŕ prender radice.Dipoi un'altra ma no di Zolle metteuano dentro,& di quelle tali cofe in luoghi fpatiofi,come s'č decto,di lbpr-? tirarono l'opera.Laquale in formade merli pofte le Torri di mezzo rendeua ŕuedere di lontano il muro di una Cittŕ.Etin quefli !uoghi,doueil fiiiniehaueua leac quepiu bafleda pa(fare furono poiti due cainpicoa fofsi,& ripari molto ben forniti.L'uno detto Gradi-fcano,l'altro Foglianico,per li nomi delle uille, che erano dall'una,& l'altra parte Lequali dipoi la afpra rottariceuta alla ima del fiume, rimalero quafi in tutto diferte.Mala forma delle mura che detto hab-HHH i biamo DELLA TERZA DECA biarrio , fino a quefti giorni fono rimafe, & la rflag-» u gior parte per diligenza di Franeefco Tron, per que Eracefco Tra fto mandato nellapatria del Friuli. Egli gli feeecir tn f'nnh codare ancora di muro,& gli riduiie in lomighanza hc\~t de' di fortifsimi caftelli ,ouero baftioni. La lunghezza t fritta dell'opera fu piů di cento ftadii,ciafcun de quali č ^i, l'ottaua parte d'un miglio . Hanemo uedutodoppň alquati anni corali ripari in piů luoghi quafi rouina-ti in terra, malsimamente da quella parte , doue era pili arenoia,laquale ageuolmenteiě nfol uč per l'abbondanza delle pioggie . Era ancora attorno il pon-<> te,che č appreflo Goritia fopra il fiume un'argine tirato in forma di cartello, & da principio u'erano flati madati alcuni fanti per difenderlo. Dipoi due earn pi un miglio lótano l'uno dall'altro fermati co maggior riparo,fur giunti a quefti altri tre mila fanti,ma, perii numero de catialli nň erano ballanti.Ondeerc deuafsi per qiiefto,che le acque, lequali erano aperte al niinicojfoifero frrrate con fortifsimi ripari. Et pareua,che elTendo difefe con potente foecorfo,il ni mico fi riirouerebbe di uenire in Italia. Perň tutta la patria, come uon fufle piů pericolo,fi ftatia pacifica^ otiofa. Ma quanto fu maggior quefta fecarez-za, tanto piů quella terra fu oppreffa de maggior ro-uina.Perciocheauenne, che non iilimado,cne'lTur co uenirdoiiefie, egli con molta gente s'accampň fu l'altra riuadel Lifonzo. Del numero de nimici, che vi uennero , non fi ha certezza. Alcuni credettero, che efsi fofiero dieci mila ; altri crefceuano il nume ro,& molti il faceuarro minore. Grŕ tumulto fu fat to ne gliefferciri d'ambedue le parti -, & alla prima uifta de nimici, fubito fu gridato aH'anne,Et haue-rebbono corfo hor fu l'una ,hor fu l'altra riua,fe i foldati ; che fi apparecchiauano a combatteremo fof fero flati fopragiunri d?l!a notte.Le genti Vinitiane di ambedue li campi giunti & uno uegghiarono tutta la notte. Eilendo comandato agli huominf d'arme, che 1ĚBRO DEC IMO. 4*8 che tenefleroi caualli apparecchiati, & curafleró li: corpi loro. Fu Capitano di qud!i Gifolamo No- uello da Verona, huomo elěcrcitato nella militia, il quale haueua allora gran condotta digerire nobi- Gěrolam» le, & eccellente. V'erano ancora molti altri hucmi- KouelU JU ni degni Se ůalorofi. Giouan Antonio Gaudolile» Verona capi col figliuolo, Anaftafio di Romagna, Hercole Mal- '*" inf"H" vezzo , Giouan Giacomo Piccinino famofifsimo Capitano,Giacomo Badňaro, Filippo Nebulo ,& Giorgio Galefěo, Giouan Chieragato Vicentino, & altri, che erano nobili Condottieri . Fra quelli in quella notte fi conlultň fé fidouea ŕbandiere lpiega re combatter col Turco, oxiero piů toičo guardare- gli alloggiamenti • Imitali ftando ihfieme ferrati,ap- pareua rl nimico non douer procedere piů oltra . Percioche lŕfcundo da dierro tanto foccorfo non hauerebbe potere di ritornareindietro quando egli hauefleuttluto. Ordinarono adunq-ualorófamcnte N*Tt i~ n, , - l -, ¦ . , 11.1 deT archi piů tolto , cheprudentemete incontrar il nimico,di (on u pref* ogniparte,ch'egli fi sforzŕfledi mouerfilor contra. dclponte ig-' Eccofi diuifero in tre fquadre grandi tutti 'gli huomi cajhll». ' ni d'arme,& a cialcuna furono dati i fuoi Coodottie ri.Ma mentre quefto fi facea ne 1 campi Vinitiani, il Turco non tanto con manifesta forza, quanto con ..,, aftutia fi penso diuolerfimouere. Ondetern^atofi fu Toppolta riua, incontanente neH'imbrunir della iera,po/tt gli huomini d'arme in cerchio, co poca fa. ticaprefeil cafte!lo,i!qualeera l'opra il ponte. Vna parte de'ibld.in fuggirono fu'l potč uicino,& s'apparecchiarono a difen i.rfi foprai legni,dou'egli era: pollo,rňpendo il ponte da rutti due i lati.Madi fubi-to,quafidiftriifti p la moltitudine delle faette, calca rono nel fiume.Il luogo erada > capi quattro miglia lótano.Onde auénc,che no eilendoitefala prela del caftello,ne anche credettero in q'ěla notte il potč ef- • fer ftatopio dal ni'nico.Marbego,chcfu il,pprio no . me del cap«anoTMrco,come da molti habbiamo in- ip .. . HHH'4 cefo, " DELLA TERZA DECA tcfp,quando egli uide il ponte eflere nel Tuo potere,, incominciň a guardare molto bene attorno per tro uare qualche luogo occulto.Et trouatolo non lunta no,comandň,che in quella notte tacitamente paflal" feroa guazzo oltre il fiume mille caualli eletti. (Al cuni credono, che efj>i con ponte paflatěero) a iqua-Jiimpofe, che ftefl'ero nafcofi ,& attenti ad afpetta-re il fegno del moiumento ; ilquale ěntefo aflaltalfe-ro il nimico d'improuifo. Ma quando fi fé giorno, il Turco non uenendogli alcuno incontro comandň a gli huomini d'arme apparecchiati, che pailato il fiu. me,con fubito corfo andallero a"i campi de ninnici & caiialcŕdo alle porte de ripari gli ěncitaflero alla bat taglia.Et quando fu n'ero affrontati,a poco a poco ri tirandoli, gli traheflero al luogo, doue erano gli altri nafcofi. Ma qtiefti efTendo fcorfi nň molto lunta-no dal fiume ; Girolamo con l'efTercito attento a gli aguati loro fé gli fece incontro,& il refto de gli huo mini d'arme polli all'ordine non lontano feguiuano. Sulaprimauiltafiaflaltaronoruha, & l'altra parte. Xottadechri MaiTurchi appena incominciata la battaglia, fecon fham fatta jo i'orj,ne incominciarono a ririrarfi, & i Vinitiani e Mfli'r«t a eireauanti.O uiui il figliuolo di Girolamo,gioua-v. ne ualoroio piů ferocemente de gli aJtn rece impe- to cétra Turchi,& la fquadra audace de' giouani incalzata per quel fuccefio feguina lui,fortemétecom-battédo . Girolamo fuo padre, ch'era huomo di mol ta etŕ,fi come prudente,non uoletuieri gli confenti-ua,ma gridaua,chenon doueua inconfideratamentc fcorrere auanti ;percioche egli'fapeua certo,che i ni mici coloratamente fuggiuano.Et perche giŕ erano uenuti in luoghi ftretti,& tutto d'intorno era fofpet to, il Nouello fece intender con fegni, che tutti do-ueflero ritornarfi indietro. Allora i Turchi riuolgen dofi rinfrefearonofieramente la battaglia.Girolamo comadaua,chealui fotte data per loccorfo la pri . , ma fc]iiadra ; percioche dall'altra riiu del fiume gii inimici LIBRO DECIMO. 41* inimici erano mefsiper foccorrerei fuoi.Tra que-flo ^ran numero de Turchi uénero di qua dal fiume. Qjjěuě rinouado la pugnali nimico fu cacciato al fiu me Gramano, ilquale č fiume, che fcorre per le ual-li Pegortane. Mentre, che in quefčo luogo i Vinitia ni con tutta le forze incalzauano il nimico,& folle-citauano con quella battaglia dar fine alla guerra,fu bitodato ilfegno,una fquadrade Turchi ufcira de luoghi occulti del monte Licinifiojlaqual era dallato (ěniilro foprail capo de'combattenti^ moflegri dando con ftrepito d'improuifo contra le genti, che erano al baffo . I Vinitiani da quefto prefero tanto fpauento, che in breue haurelče detto, quelli non ef fere i Vinitiani, che poco dianzi combatteuano coli ualorofamente. Ma quando uidero, che una fola fperanza loro reftaua nelle arme, sforzarono al qua to dare a quelli la uia, acciň in luogo piů aperto li combattere. Nondimeno di fubito uenne un'altra La pfmtt fquadradi foprain tanto, che aftretti in poco luogo (qHadrachrU non (1 poteuano allargare combattendo . Traque- pianatagli*-fio i Turchi feroci dinanzi,& da' fianchi ftringendo- tipi gli in un cerchio, gli uccifero . Et in poco fpatio la prima fquadraper la moltitudine de nimici fu morte^ quali tutti tagliati a pezzi, eccetto alquanti ualorofi huomini, che fi refero . I Capi della fqua-dratiicina, quando uidero tagliata a pezzi la prima fquadra ferrata, &i nimici, che da ogni latofopra-ftauano,come č lor coftume gridando,cominciarono a ntirarfi per fuggire alla pianura. Ma quefto fu fatto con tanto timore, che quelli, che erano nella ultima fquaJra uidero quelli piů roičo fuggire, che ritirarfi. Onde fubito tutti,fi come follerň iiinti,1 incominciarono a riguardare in che modo doueile-rofuggire. Tra quefto il nimico apprefematofi af-faětňcon molti gridi gli ordini delle genti turbate: iquali con poca fatica,difordinati fuggirono-& cia-ieuno per fé Hello lenza fegno,ne oběbediéza fi sfor- zaiu < • DELLA TERZA iauŕ di ridurfi in luoghi occulti.Il Turco prefto a fé Mottihuomt 8u'tar§^§^ menauaafiio di fpada.In fěnoaMoiTa,8č ni m>rti,& PUIoltradurňl'occilěone.Pochilatraci 1 caual!i,&l~ prefiinq-iel- arme,andarono ne i monti uicini.Monin quella bac Ubatagli*, taglia Hieronimoi Capitano delle genti d'arine col figliuolo,Giacomo lěado;iro,Anaftafio Flam.ninio & molti altri degni huomini. Gli altri quali tutti fu-rono prefi.Ne il nimico uinfe fcnza fangue impero* che Marbego fuo Capitano grauemente fu ferito,. & molti altri minuti faldati . Ma egli ragunatoiri! uno tutti quelli che erano morti nella battaglia gli fece abbruciare.Et quello come fi puň comprendere fece egli,ne fi puň credere altramente ; perche iti tanta occifione de noflri niun Turco ui futrouato.. Tale fu ilfěne,come intefo habbiamo, della guerra fatta al fiume Lifonzo.La fama di quefta rotta mi fé tanto terrore in quel paefe,che non fi teneuano an-> . . - chora fecuri i popoli dentro dai muri. Gran fuga fe-guě quella notte da luoghi campestri il che fu il gior no dietro la rotta. Il tegnente giorno, eflendo giŕ icoria buona parte del di,incontinente fi uide gran-difsinio fumo in alcuni luoghi alzarli attorno Vdi-nein forma diofeura nebbia.Per quello l\ cóprefé il nimico eftere preferite. Et cofi in un momento di; tempo,come 1 Turchi tra loro fi haueuano accorda to,quafi rutte quelle uille, che erano tra Liforrza,> e'iTagliamento furono abbrucciats Io era allorai. Tarcóteappreflo i mei Signori Porpetani doue per l'anno de la pellilenza m'era leuato da Vdir.e.Ec in tefa la rotta hauura al I.ifonzo, andai co molti altri . nella Rocca,'aquale č foprala uilia. Et da quei luo-* « go guardando per tutta ia pianura, fi uide Ł lugo, & P ^rg° un'ardétitsimo fuoco.Certo fu hornbileda Gfmdifstmo wcjere nei giorno tanto terreno lauorato, & frutei-xJfatu d* ^& fpauétati per*' la LIBRO DECIMO. 431 la terribil fama della uenuta de' Turchi fi refero,Alt- ; bego alquanto prima,che egli giungeflejhauea cinto Scodradi a (Tedio con quindeci mila Turchi. Quattro giorni dipoi Sohmano fi fermň uerfo Leuante „Hmfve, . 7- il ¦¦ t\ ¦ r j- i Turchi chea} con iettanta milahuonuni. Dipoi legui dietro il re- fediarontfc» fto dell'Alia con poco minor numero di géte, & que tari* Ilo fi accampň a mezzo di. In ultimo elio Re fiap,-prefentň circa il prlcipio di Giugno.Io ho intefo da quei della terra & da altri, che furono prefenti allo alfedio, tanta quantitŕ di Intorniili eHerfě accampati attorno la Cittŕ, che la pianura, i lati de' monti, & ógni ftradadi fuori quanto per lunghezza puň l'huo mo uedere,tutto era coperto di tende,& de padiglio ni. Alibego doppo la uenuta del Re trafportň i cam pi oltra la Boiana ,& furono fubito apparecchiate bombarde & artiglierie per rompere le mura.Nella Cittŕ erano mille & feicento huommi,& dugéto cin quanta donne. Il refto della moltitudine inanzi al- Numero dt lauenutade'nimici fu mandatafuoradellaterra.ini quellichefi erano anchora feicento foldati, & in quefti capi di t,ro^°J">, "} fquadra Carlino, Antonio da Cortona ,Francefco scj*f? Sanfcrobario, Michele Spalatino, & alcuni ualcnti huomini.Erauiancho Antonio da Legge Podeftŕ,& ^4nionhd D Ett STERZA DECA di Tanta Matěra - Giace quella Ifola auanti la Nato-lia,di dónde cacciati i fuoi principi, & Capj la Cefa-lonia fi refe alle arme del Ottomano. AlZaneeera Pietro BuaBo con cinquecento-caualli della Morea. Ňuefttalquanto adietro haueua tolto quella Ifola, ai Signori della CéŁalonia,& fino a quel tempo l'ha ueua tenuta.Quŕdo adunque l'annata del Ottomano giunfea quel luogo comeaKola,cheeradi dec-t- , ti Prencipi,fubit&il LoredanOjiiquale anchoraera tlni\*fmau Capitano dell'arraata,feguěle nani de Turchi , affer Vinkiam (e mando,che no patirebbe, che (ě combatterle l'Ifola, gmtaua Par fé prima non erano leuati da quella i caualli della *HataTHtch< Morea. Appreflb effortauail Capitano dell'armata fcha. jej Ottomano , che non uolefle contra i patti della noua pace moleftare le genti Vinitiane. L'uno, & c ' l'altro Icrifle a Coftantinopoli.il Turco al Ottom*, \ no,e'ILor.edano a Benedetto Triuighano,ilqualeal- jora,ui era ambafciatore.Quefti facendo lipere tal* cofa al Re,benignamente iněpetrň.3che non folo fof Te lecitoa Vinitiani dileuarei loro caualti, maart-choratutti quelli ,che fi uoleflero partirdell'ifola, potefěero partirfi. I Vinitiani tifando tale comoditi leuarono moltemigliaiade Ifolani conlelor genti che erano in feruitů.Iquali ridotti nella Morea, fu a quelli concedo liberamente,chehabitaflero in quei luoghi doue loro piaceua.il Turco riceuuto il Zan-te,& leuata l'armata andň ŕ Coftantinopoli. Fino a qui tali cole fi fecero fu '1 mare. In Italia giŕ g inaz.t, & prima,chefo{fe fornita la guerra Turchefca, 1 Vinitiani preferole arme per la libertŕ de Fiorentini,-come ancho altre unite haueuano fatto.Era occor-r fu l'anno aitati,che Giuliano de Medici nell'hora de faenfici alla Chiefa di fama Liberata per nouacon-Cwvttr*[at giura fu morto.Et poco mancň,che anchora Loré-Ujlumx* W* 2.0 ftio fratello non fofle uccifo con lui. Ma egli per dui intere fua uirtu,& pei aiuto de fuoi campň dalle mani de v> congiurati. I Fiorentini froarmi pcrilcafoditale i •-. '•¦¦ < huo- ' XIB R O D E CIM O. 4^4 huomo,prefero le arme,& neamazzarono molti co fentienti di tal morte. Il nipote di Papa Siilo,ilqua le allora era in Fiorenza prefo & legato fu pollo in cultodia.il Saluiati Vefcouo di Pifa autore deliaco giura con moki altri, che haueuano accompagnati l'uno,& l'altro a Fiorenza, in publico fu impiccato. Il Pontefice moifo per tal cofa a fdegno, doppiarne te efcomunicň,&interdifle Fiorentini,& fi apparec-chiň alle arme contra loro,tolto,per compagni alla f^tlei guerrail ReFerdinando,& iSenefi.Vn forte elTerci „Ł > to fu mandato in Tolcana auanti} che qlla ellate paf Federico Du fafle,nellaqualeerano auenute quelle cofe in Fiore ca d'orbino 3.z. Fu fatto Capitano delle genti Federico Duca di "Al(°"i° P* Vrbino,ma il trattato di ciň era appreflo Alfonforl- {*rJ gliuoladel ReFerdinando Ducadi Calauria,terri- fobčrtofu bile nimico del nome Fiorentino,per odiodell'a- gnor d'.Ari' nolo,& del padre . Erano coniili Orfo Conte, mi»» Caput Roberto Or(ěno,& Virainio nipote per il fratello, "°< te le genti. I Fiorentini aflecurati nelle loro forze, '•'¦ & de compagni (perciocheoltrai Vinitiani,& Me-Janefi )anchoraHercoleJaEfte,& Federico Gon-* zagaentrarono nella lega con quelli, uolentieri riceuettero tanto pefo di guerra. Ma i Vinitiani anchora eflendo occupati nella guerra Turchefca laquale per mare ,&per terra laro era piů graue, perche folleneuano tra li confini della Italia i terribili impeti de Turchi l'uno drieto l'altro . Et ůmilmente Mei aneli anchora rinarriti per la morte del Duca Galeazzo, ilquale nella Chiefa di fan Stefano all'hora de diuini officii da Giouan An-drea Lampognano con pochi congiurati l'anno innanzi era llato morto , aiienne che non cofi to-flo uennerolt genti ŕ Fiorentini . Ma tanto qne-fti come quelli , sforzandoli.oltre le lor forze , IH 1 fé DELIA TERZA DECA fé non fecondo la potenza dell'uno, & l'altro ,al- meno fecondo la conditione de tempi fi fecero af-thlZleplohe fai-gagliardi . Da Vinitiani, fu mandato Francefco ŕitorcr.eicŕ Michele,ilqualeper nome di proueditore fleffene jů fiorentini, campi prcfente alla guerra . Alquanto inanzi an Bemardo Be chora era ftato mandato a Fiorenza Bernardo Bem ".' , bo,ilqualequafiperfpatiodi due anni, che fi guer- che fi auicinaua il nimico andň fu quel de Sienaain uernare.I Viniriani uedédo che i nimici fui tépo del laprimaueracó alquato maggior forze fiapparec chiauanodi rouinar la potenza di Fiorentini, & ha-ucuano prouatoanchora per lettere de fignoriChri itiar.i inftigare il Turco contra loro con grande prň meffe.mofsi perii lorpenco(o,& de compagni nel-l'ufcire del uerno,come fi č detto , fi leuarono dalla Cari» Mor. grane imprefa.La primauera di quel anno i Vinitia-tone moriin ni mandarono CarloMontono figliuolo di Braccio tojcatia. con molti caualh in Tofcana.Ma qllo appena fu giů-to f he incominciando infermarci, non molto dipoi niori ŕ Cortona.La imprefa adunque in.quella parte della prouinciadoppo la morte di quello fu trattata da Roberto Malatefta. Haueua queftiinarme trentacinque fquadre decaualli. Perhquahafsicu-rato,conducendogli drietto al Trafimeno, fcorfe co furia ne i confini de Perugini.Et hauendo prefo alcu ni luoghi inutili,fi credeua,che in ogni modo Perugini doueflero mouere cofe mioue lui ueniredicar lo perle antiche fattior.i,& parti. Intefa la morte ŕi quellojbencheper Bernardino Conte fuo figliuolo alcuna cofa tentaflero molti,non perň hebbero ardi re di far co fa,che nocelle al Pótefice. Etgiaeramez za la eftate, quando Roberto a Monte Sperellor uilla LIBRO DECIMO. 4?? uillŕfu'l Perugino ,contra Matteo Campano, & il Prefetto di Roma,qtiafi co uguale caualleria rup pe il nipote di Pa"pa Sifto . Cóbaterono l'uno, & l'ai tro con gran forza quafi due hore,maeflendo lepri me quadre de ninnici rotte,lequali erano andate tuo rade i ripari,ěncontinentele altre genti lěnarritep la rotta de fuoi,fuggendo lafciaronograuuictoriaa quello.Tutte le arniature,& gran parte de caualli gli tolfero.Roberto temendo,che per quella faina Al- Vittoria, del fonfo leuato con piů gente uenilěea moleftarlo,fi ri ^nmimn^ tirň indrieto l'alno.Sono certe acq; in forma di ioC- l crii&lr">' fati, che uengonodal territorio di Arezzo tra li co fini Sene(i,eFiorétini,& fcorrono nel fiumePalea,& dipoi con Palea uanno nel Tenere ( le chiamano ia linguaTofcanaChiane)lequali acque fi parTano co doi ponti. Vno ferrato,ělquale era in poter de nimi ci,& in luogo piů lontano,& l'altro quali nel mezzo,ilquale era flato fermato co buoni ripari dal Ma latefta.Quelle tali acque feparauano i campi dell'uno,& l'altro.Ora métre,che'l Duca di Aragana fcor reua al ponte Gufino,Roberto con Aio commodo firitirauain luogo ficuroconlifuoi,& di qui fcor-reua fu i confini Senefi. Et quando quello douer.do dare foccorfo a Senefi s'era ritirato indrieto , allora il Malateftamoleitauai Perugini. Et con quelle nane follecitudmi gran parte di quella eftate fi eoa fumň fenza alcun fatto degno di memoria.Finalmé te fu'l mezzo dello Autunno,Federico Ducad'Vr-bino,& Alfonfo intefero,che le genti lequali haue-uano i Fiorentini a Poggio Imperiale,grandemente erano mancate per la dilcordia de i foidati Ellenfi, & del Gonzaga.Percioche era auenuto, che nata differenza non molto dipoi tra l'uno, & l'altro , poco mancň,che Hercole Eftenfc non meorrefle in gra-ue pericolo di uita. Molti {limando chetai cofa oc-correfleper la prefadi Cafsano. Altri fofpettarono ch'egli folle per la morte di Nicolo da Elle. Ma don , III i de DELLA TERZA DECA de tale odio nafcefle,auenne,cheHercoleatědandoa cafa,il Mantouano lafciando due fratelli in foccorfo del luogo andň a Melano :donde Roberto fan Seue-rinoin quei giorni era flato cacciato, per uolercon gli huomini della fua parte acquietare il prencipato. Acciň adůqůenon aueniffe maggior pencolo,& per pacificare tal furia il Mantouano era lcuato di Tofca na,& andato in Lombardia. I nimici adunque ripieni di fpenmza andarono all'eflercito fenza Capitani.E fu la prima hora del giorno diflefero uerfo il monte la fquadra della fanteria, e p le uie del mňte animofi andarono contra il nimico.Andrea dal Borgo,ilqua lehaueuail fuo alloggiamento in luogo piů ficuros fu cacciato con li fuoi.Et quafi nel mezzo dell'afcér dere,i caualli leggieri feguendo i fanti mifero paura alle genti Fiorentine,& a fuoi fecero animo. Ónde auenne,che confuti gli ordini delle genti Tofcane,& mefsiin fugagli Aragonelě, & qlh d'Vrbino fcorfe-ro falui fopra il móte.Onde preti gli alloggiameli irj parte rifecero il dŕno de Peruginié Dipoi pofti i capi 1 Fiorentini a Colle,& finalmente prefolo con fatieofo afledio,i fer la Ban- Fiorentini perduta l'audacia inclinarono alla pace. I MARC'ANTONIO SABEL L I C O, D E L L E HISTO\IE VIT^JTIjěV^E^ DECA QUARTA, Libro primo. c P (p E n s a v a pur dianzi metro ftdf fo,& lčudiofamente niifiiraiiail lungo ordine nei fatti Vinitianinó an cora čauenuto. Perche (ěcome hebbero i Romani dě principio nimici gli Hernici, gli Equi,et Volici, cofi furono a Vininani contrari Dalmati ,Liburni, &Iftriani. Fu di quelli la natione Gallica inimi-cifsima in tanto , che lafciatogli folo il Campidoglio tuttó'l flato lor tolle , ne a quefti fu ella benigna pigliandoli tutti i luoghi fuori, che Rialto . Furono all'Italia formidabili Cimbri. Tede-fchi,Ambroni,,Gotti,Longobardi, & Hunnidel'Ha dria,popoh da non efler {prezzati.Fu del nome Lati no Cartagine nimica,& al Vinitiano Genoua. Ma fu quella in quei tempi molto feroce fendofi con Filip po K.e,e con Siracufatucófederata.Queita alle fiate III 4 pn» DELLA QUARTA DECA piů feroce moftrofsi,ufando nella guerra di Chiog-gia di Lodouico Re,& de Padouani il foccorfo . Era Pirro de Romani nimico,ma de Cartaginesi piů be-nignOjCofi fuPippo aVinitiani cótrario,mapiu che'l Genouefe placabile.Guerreggiarono quei molto lii gamente con Mitridate, & quefti con Filippo Vifcó te buon tempo cóbatterono. Fu grade il Re Antio-co,madi Ottomano minore. Fecero eglino la guer ra fociale inanzi ad ogn'altra grauifsima, & Vinitia-niper ra fio migliar fi a quelli in ogni fucceflb, ultimamente nella Gallia Cifalpina non pure hanno fo flenuto ogni empito, e forze Italiane, ma etiandio 'come ha moftroil fucceffo) l'hanno conquaflate e rotte. Ma le caufe della guerra Ferrarefe, onde poi nacque la guerra Sociale narraremo di fotto, a fine che cioche feguě piů chiaro fi manifefti . Et prima che dia principio a parlare di quella,ho a narrare alquante cofe che innanti la guerra auénero,e tra qfte tli due efpeditioni del Ottomano contro Chriftiani, lequalijCOme che paiano meno alla mia hiftoria có-ueneuoli, ho giudicato interporle ne i fuccefsi Vini tiani,perciochegiudichiamo tutti i Chriltiani nella caufa della fede eflere un corpo. PafTato alquatopiu d'un'anno doppň la pace, aflalfe l'Ottomano Rodi con uguale apparecchio,come pochi anni innanti ha uea aflaltato,& prefe Negroponte. E' l'Ifoladi Ro-Defcritttft U di tra le ifoledel mare Ionio,& Egeo la piů bella, e ifldRdi. libera,laqualegiŕhebbe tre cittŕ,Camiro, Lindo, e Lalifo,& hora Solamente ha Rodi.Cinge cento uen limila pafsi, quantunque Ifidoro la fece piů ftretta. Vfarono adunque 1 Turchi per pigliarla piů modi, e Itudiofsi il nimico di romper la pertinacia de Chri-iliani con fpefle battaglie, e gittate le mure a terra, alle fine corfe nella Cittŕ, mafu per uirtů,decóbat-tenti, che erano per la maggior parte Cauallieri Gie tofolimitani, i quali fignoreggiano l'Ifola, con ucci (Ione de infiniti ribattuto, & fa conleruata In Cittŕ eoa LIBRO PRIMO...1 -l a - 4j7 con diuino, & humano aiuto. Narrati che s'intefč poi da Turchi, due huomini d'afpetto piů che huma no > hauer con facelle accefe fatto di notte la guar-diafu le mura tanto che durň l'alVedio.Et quado era ^"n mirac*-laCittŕ uicinaŕuenire inmano al nimico,eflergli re»elulbpr^. con faccia minaccieuole uenuti cótro con le arme; gnatione di la onde i Turchi fpauentati cedeuano. Crede il uol- Rodi, go che fuflero di Pietro Prencipe de gli Apoftoli, & di Paolo le imagini. Ilche fé auenne non fi difconuie ne affermare Rodi non folamente con humane forzerŕ col diurno aiuto efierfi faluata.Fu etiŕdio giů dicato per miracolojche queldě}nelquale morě l'Oc tornano del nome Chriftiano crudelifsimo nimico, il porto di Rodi fu dalle acque abbandonato in gui-fa,che quantunque fufle per altro tempo profondif-firao, allora le naui che ftauano nel porto, fi riuer-fciarono come fé fuflero in fecco. Ma quello auénc tjuafi un'anno doppň, neluerno delquale egli cominciň maggiore imprefa,e prefe col fubito fuo uč nire Otranto.E' quefta terra di Calauria, a rimpec- "**** to della Valona con poco mare fco{tata,ilqualefe-para quel luogo da l'Italia, & č il fpacio di cinquanta miglia. Penfofsi prima Pirro Re di pattami fopra un ponte con l'efferato ŕ piede, e doppň lui Marco Varone fendo prepofto all'armata di Pompeo nella guerra de Corfali.Ma furono amendue da altre oc-cafioni impediti. Pigliato daTurchi Otrŕto,giudica uafi, chel'Octomaiio douefle tifare ogni fua sforzo ad occupare l'Italia,& erano Cbnitianip lui in gra pericolone per diuinaprouidéza no era cacciato ql timore co la fin morte. Perche nell'apparecchio del orteatiot hn o ¦ i - i di • tornane, guerra,quellapeitilezadel humanageneratione fu efěinta. Indi auenne,che la terra da Ferdinŕdo Re per terra e per mare combattuta alquŕto tempo , fu co'l Barbaro prefidio ripigliata. Qiiefto fece il Barbaro. Vinitiani tra tanto a^giunfero al loro dominio Contea Ifola di Dalmatia, che chiamano i moderni Veglia. del la qv a rta deca Veglia. L'haueuano eglino giŕ fatta ftiap ragióne di guerra pofledendo la Dalmatia,& erano Itati alqua» to tempo nell'Ifola Vinitiani Magilčrati.Ma poi fen do Prencipe Rinier Zeno fu conceria alla famiglia de Schinelli tra tutti i Coartani degni & illuftreji quali per anniducento oiferuaronq fedeltŕ. Ma nel procedo del tempo,i prencipi dell'Ilňla cominciarci no ne i mouimenti Dalmatichi a uariar penlěcri, Te» guendohora Vinitiani^horadi BelajLadiflao, Lodo» meo, e d'altri Re le arme fin'a Giouanni di Bano figliuolo, ilquale fu l'ultimo Prencipe de Contani. Coftui occupate alcune picciole terre di Martino Aio fratello,ch'era morto,lequai erano infra terra,e morendo , a Mattia Re di Pannonia l'hauea lafciate in teftamento,& hauendofi per tal uia ptouocatň co tra le armi Barbare , ricorfe a Vinmani. Maerblafio mandato p queito di Pannonia in Dalmatia,nó con tentandon d'hauer ripigliato i luoghi^ che colui ha-uea occupato,mandň l'eflercito neH'Iiola,e giŕ co-minciaua a combattere Mufelo terra^quando Giaco mo Veniero da Antonio Loredano capitano,deU'ar mata mandato,fupreiente. Seguě poi Antonio Vinciguerra uno de cancellieri mandato da Vinetia dal Prencipe & da i Senatori. Colini hauédo aiutato per «omedellaRepu.il Barbaro,che no moleftafle Tifo ]a,laquale a Vinitiani fi era raccomodata,non lo fnof fé punto,anzi pigliato Mufelo, incótinente auicinň l'eHircito alla eirtŕ.Erano quei dell'I fola dal Prencipe molto alienati,per le angarie, che nel principi© della guerrahaueua comandato cheti pagallero ,la Onde auicinadofi il nimico , tutti ěnclinauano a nbet larlě. Adunque il Conte Coritano,perduta ogni fpe-ranza,e cófortato da quelli ch'erano plenti concefle a Vinitiani tutta l'autoritŕ, ch'egli,& 1 fuoi maggio ri haueanohauuto in tutta rifo'a,e data in manode Vinitiani la Rocea,andň a Vinetia oue prima hauea ůiandaco la moglie, & i figliuoli. Vennero poco ip? prcilo 1IBRO 4J preflb quattrogalee,pent cui uenire fpaueritato r •Barbaro , per non eflere impedito di non tornare ŕ fuauoglia in terra ferma afsicuratoda Vinitiani, la-fcio rifola in libertŕ. Era per forte uenuto ŕquel luogo Vittore Soranzo,che al Loredano ne l'impe-Jriodelarmatŕfuccefleiecon opere e prefidio la fé*. ce da nimici lecura. Aflegnarono Vinitiani al Prenci -pe Contano un ftipendio annuale in perpetuo ,& quattro mila ducati per dote alla figliuola; Ma egli auezzo alla tirannia^ne potendofopportar la gitifti tia nella libera Cittŕ, con tutte le cole fuggi dě na#-nafcofo in Germania . Torno hora alla guerra pro-pofta. Erano i Prencipi di Ferrara flati ŕ Vinitiani amici lungo tempo,di tal maniera,che'l DucaBorfo jd'Hercolepredeceflbres'alcunafiata nafceaperi co ^ni qualche difcordia,era folito uenire con poca co pagnia come huomo priuato al Prencipe di Vinetiaj & al SenatOjaulfandofi non poter piů ageuolmente manifeilate il Aio amore uerfo Vinitiaiii,che fatisfa reconlafuaprefenza al Senato.Et ueramente quel l'huomo di ninna cofa hebbe maggior cura, poi che fu creato Duca fin,che uiHe, che portare honorcal Vinitianň nome,e lottň l'ombra di quello goderli lapace tranquilla.Fece il merito di colture la fperan 7.a,cheda principio prefero i padri,che niuno douef-fe nell'arme Vinitiane ŕ Borfo piů ragguagliarli,che colui, iiquale fommamente gli era congiunto : che morto lui porgendo aiuto per terra e per mare ad Hercole fuo fratello,nel prencipato lo pofero. Bel. cjuale tuttauia era gran contentiohe con Nicolo di jLionellojŕcuifauoriuano il Marchete di Mantoua fuo zio,e Galeazze Vifconte.Mapaflato poco tépo auéne che p"fe Hercole_p moglie Leonora di Perdi-» tiŕdoRefigliuolajCo'l qualeparétato diuenuto arro1 gŕte cominciň ad offeruar meno l'amicicia Vinitia-na,e mouere alcune cole cótro gli antichi patti del-, lacófederatione. Perche lafciňfate il fai e da fuoi< ; . DELLA TERZA DECA huomini'ŕ Comacchio.Et Ł nň moftrarfi di qfto co] peuole, confenti ad ittŕza de' Vinitiani che lienedec to Triuifano mandato per tal cofa a Ferrara gittafle Canfi della ne\ mare gran copia di fale iui raccolta. Et era mani-f:"fjra erra fcfto,che Vinitiani erano aftretti a pagare i dacii ne i pafsi, nonliofleruando lui laloro antica eflentio-ne.Ma quefte erano leggieri ofFefe.Haueua egli rizzato alcune fortezze uicino a capo d'argerejCome fé douefle hauer quei confini, che piů gli piaceuano. y-: Finalmente fatta biafimeuole ingiuria al Magiftrato che Vinitiani teneuano per la cófederatione in quei la Cittŕ, il Vefcouo lo fcomunico come empio e fce lerato,& il Duca apertamente fi fcoperfe nimico. I padri preuedendo che cofa accennauano quei moui-menti,hora per lettere,hora per Oratori l'ammonirono amicheuolmente,che non ftudiaire d'alienarfi da Vinitiani, che non gli haueuano fatto ingiuria alcuna, anzi che imitŕdo Borfo & i fuoi maggiori con tmuafle nell'antica confederatione,ilche gli farebbe no meno gioueuole che di ibmmo honore.Onde no prezzando tali atnmonitioni quell'huomo arrogan-te,ilquale perii nuouo patentato hauea prefo troppo ardire, tentarono i padri di ritenertelo amico per opera di Siilo Pontefice, ma nň giouŕdo quefta uia, mofsi dalle pattate ingiurie,lequai, auolti nella guer ra con l'Ottomano haueuano difsimulate,fi uolfcro alle arme per tiendicarfi di quelle, che fin'ŕ quel tem pň per defiodi pace humanamente piu to(čo,che per Configlěodi honeftŕ haueuano tolerato . Durň tuctauia quel tnouer gutr- conlěglio piů di. Perche alcuni Senatori giudicaua-ra ad Htrco- no,che nň fi monelle ad Hercole guerra, non perche non fofle giufta imprefa,ma che i\ douefle differir ad altro tempo. Ammoniuano parimente quei, che per fuadeuano la guerra per defio di uendicar le hauute ingiurie, che non metteffero la Republica in pencolo, perche era giŕ ftaca la Cittŕ per la lunga guerra. La onde fi doueuano tai'hora por giů le arme, z fiuo LIBRO DECIMO. w fine che nň parefle Vinitiani ad ogn'altra cofapiu at tendere,chealla pace, fufcitando una guerra doppo le altre. Etchefehauefleroanchoratucte l'altre co-fe in pronto, quello non era da fprezzare,che Herco le da Elie oltre le fue eccellenti uirtů, fendo a due potentifsimi Re congiunto, moflb dacóforti altrui non da (e Hello, giŕ buon tépoordiuatai mouimen-ti. Et che era mamfefto all'ai Prencipi d'Italia eiTerli confederati con lui. La onde cófideraAero quei,che tanto erano della guerra difiofi,che nň haueflero piů torto bilbeno di feudo, che di fpada. Contradiceaa „ , -ni b • j ¦ ,, r o ,- . c Parlamento qlto la maggior parte del Senato, & qualuquepiufe cbe fěmuou» frocifsimodicea,chenon fi douea reitare di mouere l la guerra per 1-e ragioni da i paurofi afstgnate.Q^uan do che gli altri per lo coilui eflempio mouerebbono infulti,anzi ftudierebbono co qual uia potettero inquietare i confini Vinitiani. Et che non fi douea te-mere,chenonfoftenefle la Cittŕ ogni pefodiguer-ra,qu;mdo che auezzaalle arme,non fopportarebbe il ripofo conceffole.Et cheeran la Dio mercede Vi-nitiane forze tanto robufte,che quantunque nella guerra Otto-manica gran fomma d'oro fuile confu-mata,erauene anchora maggior copia & quafi infini ta,có laquale fi potefle g la dignitŕ del Dominio fare guerra grauifsima,e di maggiore importanza che la pallata. Et che eramanifelto, che era libero il mare perle mercatatie,& le gabelle e porti fi faceuano di di in di maggiori, fenza che molti Senatori prefenti prometteuano di dare gran fomma d'oro a beneficio della Republica, per ilcheappareua nondouer man care denari a foftenere ogni eflercito,benche grŕdif-(ěmo. Ne fi doueano temere i mouiméti del Re Vn-ghero : Ilquale oltre che di cótinuo co Federico Im peradore guerreggiaua, erada Turchimoleftato,i quali nň ceflauano di corfeggiare nefuoi cófinidan neggiando il paefe. Et poteua ballargli fé harra potere da potétifsimi nimici di difendere i cófini di Vn gheria r^ DELLA QUARTA DECA gherěa. Medefimamente non fi douea temere di Fetv dinando, come colui che erade l'afledio d'Otranto anchora fianco,nel quale per piů meli occupato per terra e Ł mare,dopň la gra perdita de danari e d'hua-p mini,a fatica hauea rihauuta da Barbari la Citta nel lito edificata.Et che moleftarebbe la Vinitiana arma talafpiaggiadi Puglia e di Calauria, laquale uolen-do difendere, mal fuo grado dalla guerra Ferrarefiy s'allenerebbe. Ma poniamo che fuflero le fue forze? tali, che fi poteflero acconciamente in piů guerre dip uider»,perqualuia porrŕ egli foccarrere al genero? i fé no forfč hauelfe i foldati con le ali, che portati per ,.v».-^..i l'aria poteflero di Calauria nella GalliaCifalpinane nire auolo.Poflede Siilo pontefice Roma la Sabina, ? l'Vmbria, ilpaefePifano ,e tutta qlla parte d'Italia, «s'fl VonteR *ne dalla foce del Teuerefin'ad Ancona fi fléde.Egli feanttsore de ueduto che Hercole nň fi riduce a cjllo che deue, no l*guerra. folaméte čftatoauttoredi mouerlagaerra,maetiŁ-diohafsi cóle Vinitiane arme unito a guerreggiare. No faranno ctě noi Fiorétini,ne' Melanefi,ma ci po^ .gerano aiuto Genouefi & il Prencipe di Móferrato. Hanremo anchora i Rofsidi Parma,iquai,come č fa ma frano attéti di ribellare,e quŕtiique nň fappiamo idi certo, fé quefti che habbiamo nominati uogliano efierci nimici,ň hauer con noi pace i Pur hauédo noi copia d'orOjd'arme e d'aiuti, dobbiamo noidubitarc che no habbiamo giufta caufa,che pofsi apparere noi hauer modo guerra ad Hercole con ragione?Qjjan-do ň padri ui ha alcuno uicino fatto maggiori ingiurie? ha egli le.uato del fuo {lato ogni uoftra antir ca eflentione. Comincia giaad occupar i confini del uoilro Dominio , Haconfentito che fia fcomniu^ nicato quel uoftro Magiftrato, che uoi per la con-federationehaueuate nella fua Cittŕ,perchenonpo feua con uia piů honefta cacciarlo . Che ingiuria ui fnouerŕ,non ui mouendo quella . Volete uoi forfi •affettare,che egli fta.bUi?clefuepar«,fiail prim^ amouerui ' LI BRO PRIMO. 440 amoueruilaguerra, che giŕ gran tempo ha difpofta nell'animo ? Seguite di gratia le ueltigia de noftri lmggiori,che nň furono meno ftudiofi a uendicarfi delle ingiune,che ŕ ribatterle.Perfeguitate co ferro e fuoco,per terra e j? acquali mamfelto nimico,per-! DELLA TERZA DECA infegne per terra & per mare fenza publico ftipédio. Vdiuafi di paflo in palio gli huomini inuitarfi alla guerra infieme,č le uoci del popolo,che prediceano la rouina di Ferrara,tanto era intenfo l'odio di tutta la Cittŕ contro Ferrarefi,& harreiti potuto uedere in un tratto un mutamento in tutte lecofe,guarnite lenaui alla guerra,apparecchiare huomini,arme,e uetcouaglie. Giŕ era partito di Vinetia buon nume-MfibtrttSan. ro je naui,quado Roberto Sanfeuenno,& Antonio Jintňni'oLo- I-Oieftano Proueditore erano iti a Legnaco. Quelli ridano. confiderati prima iluoghijdeterminarono di condure le fquadre fu'l paefe nimico per i laghi del Tartaro fiume,che fono tra l'Adice e il Po.Ma fendo quafi tuttala Lóbardia di fotto da Hofliglia del terreno Mantouano di qua e di lŕ dal Po fin'al mare dalle ac ic ' ri č piů alto.Indi fcefo nel piano corre uerfo mezzo di,e poi uolto ad oriente con fei foci mette capo nel mare Adriatico, & accrefciuto con tréta fiumi diuié ne tanto potente, che č giudicato del Danubio, ne del Nilo inferiore.Sono chianfsimi fiumi.che u'entrano, iquai da laghi nobilifsimi riceuuti, con piů acqua li manda fuori.Dal Lario lago detto Lago di Corno piglia Adda.Dal Verbano ouerlago maggio re il Ticino. Da Benaco detto di Gardail Méz.o.Dal Sebino ouer Ifeo l'Oglio.Dai laghi tupili detti uno Puciano , l'altro Ceruiano L'ambro. L'accre-fcono oltre i fiumi fommamentele neiii liquefatte circa l'apparire della Canicula,e quando č ben gonfio tanto nuoce alle nani quanto ŕ i campi. Indi faf-fi che i uicini habitatori con fatica continua loftrin gano d'amendue le parti con argini, & č in quello giufto ai uicini campi,che non ne rapille parte alcu na.Cofi dal Aio fonte lieto co fuoi aumenti feende per un fol letto fino ŕ Ficarolo terra non molto di lotto ad Hofliglia.Allorad'acq-, troppo ripieno co- KKK min- 4 DELLA QUARTA DECA minciauicino alle fue mura ad abondare oltre do,e diuifo i due partitala prima ilola,chiarnů Li gli, habitatori Polefino,trafponendo a mio credere una fillaba,che dicendo,Polefino,credeno dire Polinefa pň čifolalonga o grande ,& perche č Ferrara non lontanafotto quella diuifione d'acque ,chiamama uolgarmente Polefine di Ferrara. 11 braccio deliro prima che peruengaalla cittŕ ,quafi ricupera le perdute forze per mplci fiumi,che inbreue fpatio u'en-trano:pnde falsi chedanuouo carico oppre{To,mna \\ ŕ gl'occhi de cittadini non hauendo riguardo ŕio» io nella cittŕ quafi turbato per nuoua feditione,djui dendofiin due braccia corre al fuo uiaggto,efafi co quefta feconda diuifione un'altra Iibla,nellaquale č Ŕrgenta,e Comacchio dalle acque circondato . La deftra parte del fiumejch'č preflb ad Argenta ha nel la riua all'incontro Zaniolo terra.Entraui dal terre ho di Foro Cornelio Vatemo fiume chiamato corrottamente da gli habitatori Santerno, Qjjiui non potendo quafi fopportare l'aumento , poco dopoi Comacchip,uenuto al luogo che chiamano SatVvl-berto,fparge fenz.a ordine quanta acqua ha pigliato da Vaterno fiume,laquale andata per i laghi ŕ ltauQ na,per fiumi che fi nauica,entra nel mare , & cofiil porto di Rauenna fi puň chiamare una foce del Po, JL'altra parte aflŕi maggiore feende quafi al dritto da. Sant'Alberto nel mare , e chiamano gli habitatori la fua foce Pnmario:dettp per addetto Vaterno,daĚ Éume,che(cotne dicemo)u'entra.U finillro bracciq della diuifione preflo ŕ Ferrara,corre nel mare non feemandq ne accrefeendo le fue forze, e chiamali la fua foce Volana.Tra quefta č primario di cui fi č dee to. Hŕno i laghi diCpmacchio una foce,anzi piů to, ilo un porto dettp Magnauacca. Ma lono quelle lagune del ma/e,il che per il congelami»* il fale puolě cóprédere.Torno ŕqlla primadiuilěone,che dicémo farli poco di fotto da Hcarolo:Laquale giudico nuo uŕ LIBRO PRIMO. 44X oa,non tanto per la tauola de l'Italia di Roberto Re di Napoli,e Francefco Petrarca,nella quale afferma Biondo di Forli non effere quella diuifěone del Po, quŕto per l'autoritŕ di Polibio huomo chianfsimo, che dice il Po mettere nel mare Adriatico con due foci Padufa e Volana, lequali appartengono ŕ quel n"ume,dicui pur dianzi parlammo.Torno horaŕl'al tro braccio che piegando a man maca,fenza far mag gior dano corre ŕ 1 confini d'Hadria. Qiiefto in due parti diuifo , quafi bagna Hadria terra co'l braccio minore piegato ŕ defira mano,e con due foci diuide fi prima che entri nel mare . Quella che ŕ Volana č uicina,chiamafi de l'AbbateJ'altra Gloria . La foce del maggior braccio,che corre finifěro adHadria nel mare}chiamo le Fornaci.Tanto fia detto de l'origine corfoefocidel Po,ilquale credono alcuni efler ila-to detto Po, perche uicino al fuo fonte fono in co- HpOt pia alberi detti in Gallica fauellaPades. Afferma Pii N nio che fu chiamato Bondico in lingua Liguftica, cioč mancate di fondo,& pprouadi quefěo adduce Bondincomaco terra al fiume uicina. L'Adicepari- ridice. mente diuifo in piů luoghi,fa molti polefini, fcendé do da i moti di Tréto e pattando per mezzo Verona. Indi fotto Legnaco ŕcaftagnaro diuifo,la parte che cinge la terra piegado ŕ delira mano, fafi incótro al Tartaro,che elee de fuoi laghi. Quefti fiumi uniti ěfie me,nó uano molto alianti che trouano l'altra parte del'Adiceŕ Malopra co maggior letto precipitata^ cofi fatto di piů fiumi uno,chiudeno di dietro il Po-lefine di Rouico:e finalméteentradone i laghi non piů fi chiamano fiumi. Diuifo poi l'Adice alla torre Marchiana,il deliro braccio corrčdo a Lédenara,& a Rouico, prima che nega ŕ capo d'Argere chetarne te riétra nelle^pprie acq;.Cofi mifchiato corrčdo p laghi,& paludi č uenuto ŕTorre nuoua.VJtimaméte diuifo,mette co due foci nel mare & chiamali lade-ftraFofaneJlaiiniftraBródolo.L'Adice(comt-s>čdet KKK i to) DELLA QJ/ARTA DECA to)tre fiate diuifo,fa due pollimi, qllo di la da Roui co chiamali uecchio,quello di qua nuouo.Adunque taidunfioni di acque e laghi interpoli faceuanola Vinitiana efpcditionepiu malageuole,non fi poteri do uarcare a piedi,ne portando grŕ Nauili per le pň che acque.Piacque adunq-, al fan Seuerino,& al prň ueditore,che fi conduceflero, alquante naui ne i laghi del Tartaro cerca Boaria non molto lontano da Legnaco,e pofteui dentro tre compagnie con An-drea da Parma e Thomafo d'Imola Capitani,mandar le prima alla Crocetta, & indi nei confini Mellarii. Cofi a l'ultimo d'aprile inaiiti giorno furono i Vini-tiani foldati nel paefe nimico. Venero nel primo ar-riuare contro di loro alquanti pofti a guardare Mel-laria,e Francefco Seco da Hoftiglia con pochi caual li,e fatte liggieri fcaramuzze,fi ritirarono.La fegué te notte Antonio Marciano huomo famofo con tre cento uillani cominciň a fortificare la uia non lontano da Cafalone,per condure oltre l'eflercito, e la-uorofi tuttala notte ne i laghi, ne ěquali ftauano da i lati della ma {landň nel fango fin'alla cintura. Venuto il giorno fenzache fuiie compiuta l'opera,il fan Seuerino e'1 Loredano uedendo in quale perico colo eran le uite loro,trouandofi a tre hore de di paf fate fu'l terreno nimico , conduflero da i uicini luoghi tutti i Contadini d'ogni etŕ e conditione ŕ quel l'opera. Dicefi che mille huomini e piů fecódo alcu ni ni lauorarono il rimanente del di e la uegente noe te.Ma fiano fiati quanti fi uogliano,egli č manifefto che'l di ucgnéte dipoi che furono ccdotti tanti gua iěatori,alla terza hora fi trouarono fu la riua delTar taro,e uenuti all'incontro quei che l'altra riua occu pauano,fatto un ponte fopra'l fiume, poterono entrare nel paefe nimico tre miglia per la uia fortifica tane i laghi con moltitudine de falci, dellaqualma- teria fendo per lo piů fatta,la chiamarono con militare nome Fafcinata.E' di qua dal Tartaro non lontano LIBRO PRIMO. 44J tano dal ponte un luogo forte,nel quale fu pollo il prefidio, accio fi potelěe liberamente paflare di qua e di la .Furono condotte quel di mede-limo le fqua-dre ne i confini di Mellaria,ne fi comprende di quelli il numero per relatione de chi furono prefenti. Al cuni dicono uentimila,altn meno.Ma quante fi fof ferojil fan Seuerino afTaltando con queite Mellaria, pfe quafi al primo empito i baltioni alla Rocca fot-topolti.Perche mofsi quei della Rocca da la rouina de i fuoi,incontinente fi renderono. Prefa Mellaria, jl nimico nel tramontare del Soleueduto nell'altra riuadel Po, molle a Vinitiani fubita paura, la onde prefedi fubito le arme, corfero al fiume, ma uč dendo,come erano pochi,acchetofsi il tumulto, & indi s'intefeFederico d'Vrbino efler prefente per pai" fare ad Hoftiglia il Po,& d'indi andarfene a Melano. Ferdinando Ree gli altri che difendeano Hetcole, l'haueano fatto Capitano del foccorlb,ecommeHo gli che incontanente andafle ŕ Ferrara per opporfi al primo empito de Vinitiani intorno il P()jO doue pa-reflepiůconueneuole.Vinitiani tornarono nei {tee t"$*"ttn* cati, &paflati due di, partiti da Mellaria uennero a můnta. Brigantino terra alquanto prima occupata . Intefe quiui il fan Seuerino cheTrecenta,& altri luoghi di poca ftiina erano da nimici abbŕdonati,la onde par-ueconueneuole,fatto in quei luoghi un ponte,far uenirede Verona fupplemento ŕ l'eflercito e uetto uaglia,&pare che quel uiaggio,fenó pin corto, che qllo della Crocettato dala Fafcinata , almeno pia (ě curo fofle,mettendo guarda fu'l ponte. Indi a pochi di uennero da Bregantino ŕ Cartel nuouo,e ripiena ]a profonda folla da nimici canata dal Po fin'a i laghi per refiftere*ŕVinitiani,auicinofsi l'ellercito alla ter ra.Oue fi cóbatcttc tre giorni,& alquanto della mu ragliafu gittata ŕ terra con leartiglicrie3finalmente doppo alquante battaglie fi renderono. Faceti and »elpaeie nimico gran correrie,e gra numero d'huo KKK i mini L'efferato Finitiano Inarato. Stettata. H.tdna. DELLA QJ/ARTA DECA mini e d'animali era códotto nell'efferato. La fama ditalcofaperle uicine Cittŕ fparfa molle aliai huo-mini a uenire nell'efferato Vinitiano eon fperanza de rapina) tanto che furono da trenta mila perfone. DaCafčel nuouoandofsi aFiearolo,oueparimente una gran fofla ritardň alquŕto la uitroria,laqual tra-paflata giŕ fi era cominciato ad apparecchiare le mac chine in quella parte, oue fi hauea a battere la terra, quando uenne auifo in fretta da Mellaria, Federico d'Vrbino efTer uenuto con grande efferato ad Hofti glia.Hebbe timore il Capitano Vinitiano,che no gli tulle chiufa di dietro la uia,che non poterle a fua uo glia ritirarti in ficuro luogo,j>che leuato il capo,con ogni apparecchio da guerra tornň a Caftel nuouo. lui intefe dalle fpie,ch'era poco efl'ercito,ilquale no ardirebbe di qua dal Pň tentare cofa alcuna . Allora comandň il fan Seuerino al conte Martiano che ta-gliaffe in fretta l'argine del Pň tra Mellaria & Hofti glia,ilche fendo fatto,parea che non fi haueffe piů a temere d'alcuna pare l'aflalto de nimici, e tornofi a Ficarolo.Haueuano tra tanto quei che lo guardaua-no fortificato la fofla, e pofte nell'altra riua le artiglierie, haueuano guafto 1 baftioni de i fteccati,& ar le le tčde farteui da Vinitiani. Et l'Vrbinate uenédo da Flottiglia per il fiume a fecondagli haueuapofto maggior pfidio,e paflato a l'altra riua,ou'č la Stella-ta5uolle fermarfiin quel luogo, j? sóminiftrare a qUli. armejhuomini e uettouaglie,qiudofufle bifogno, & cócorfero quini perfuo comadamento tutte le nimi che fquadre,ch'erano in piico.Roberto da quefti im pedimenti alquŕto affaticato ripiena da nuouo la fof la,ui pofe iftecati,oppofe al nimieo bafhoni,& anici nň l'artigHcrie alla muraglia. Mafacen do uč andaual'armata ad un luogo detto Policella3fatti Lělofella. di legno tre cartelliamo |> riua,e'l terzo nel mezzo del fiume, epoitoui di bóbarde grŕ copia.Erai quel lo di mezzo un gran plědio, ma nelle riti e maggiore. Trouauafi prefente Sigifmódo da Efte d'Hercole fra sĄfm«Jo d* tello,e Giouan Bennuoglio co feicento caualieri,e Ghůtwm Bt quafi altretanti pedoni. Haueua il Moro fecogran tiuoglto. numero de naui, galeoni,lembe, ganzariole, e cerca dugento naui di uarie maniere tutte guarnite alla guerra. Egli fopra una galea, aflalfe ferocemente il KKK 4 nimico D'ELLA QUARTA DECA Vittori* de nimico per acqua e per terra.Dicefi che lě portarono VimtUni. in quefto all'alto Vinitiani con tanta uigoria,che ribattuta la caualeria,e cacciati in fuga con uergogna quei che erano fu le riue,i cartelli che erano ne l'acqua, doppň una feroce battaglia furono preli.Ma fu la uittoria fanguinofa, perche molti per uari cafi nel le acque e fu la riua erano morti. Fece tuttauia l'alle grezza tanta, che non fu fentito il danno hauuto in quel luogo. Il caftello ch'era nel mezzo dell'acqua, pofto fopra maggior nauilio, fu mandato a Vinetia, gli altri furono arfi , e mandň il Moro gli huomini delle naui a Taccheggiare a deftra,& a finiftra banda. Iquali non tanto per defio di rapina, quanto per fa-tiare l'odio contra il nimico, rubbauano intorno il Pň le uille, i borghi, e le cafe, e poi ui appiccauano fuoco menando con fefta alle naui 1 contadini egli animali, e cofi l'armata corfeggiando peruenne a Fi-carolo,quando ui arriuň l'eflercito daterralafecon da fiata.Quelli che faccheggiauano fendo uenuti alquanto manti l'armata, quei chehaueuano intorno la terra i fteccati, li giudicarono al primo afpetto de' rumici. Ma incontanente conofciutifi infieme lietamente abbracciandoli,aflediarono il nimico per terra e per mare, gittado a terra le mura & i baftoni co le artiglierie.Non ftaua inocio Federico, che erada l'altra bada,iiedendoifuoi in pericolo; Anzi fermate nella mia all'incontro le artiglierie, fconciaua le cofe a Vinitiani}& mandauaa ifuoiarmeeuettoua-glia,prouedendogliatempodi quello,che a tollerare l'afledio finchiedea. Ma non era cofa alcuna piů Paffauoldtt. grauea Vinitiani, che alcune artiglierie, lequali per " ' ' la molta uelocitŕ chiamano paflauolanti. Non refi-ftea a tal pelle armatura ne fteccati o altro baftione. Trapaflaua la palladi metallo ogni cofa come la faec da cielo.Nó erano fecuri i foldati nelle tende ne fuo ri,fpecialmente che non ofleruaua il nimico l'ufo mi litare,perche, di notte e nei fteccati contai macchinali LIBRO PRIMO. 44J na ěi noiaua.La onde gli fece intendere il fan Seueri- -""'" no oer un banditore, che fé da tal modo di guerreggiare non d temperaua, egli medefimamente uolta-rebbe coutro i fuoi {leccati le bombarde, che batte-uano Ficarolo. Ma perche non paruecóueneuole ne l'uno ne l'altro modo,fi conuenero che fi ufaflero le artiglierie nei battere le mura di Ficarolo , o d'altra terra.il fan Seuerino uolendo chiudere il Pň a nimi ci in piů luoghi, comandň chealquŕte naui fuflero tratte da l'armata a i luoghi fuperiori del fiume ad opprimere quei nouegaleoni,che Federico feceue-nire a fé di quei uenticinque, che erano mandati da Melano ; Ma cinque di quefti,fendo uenuti a rifola uicina a l'armata Vinitiana, quattrocéto foldati ufci ti delle naui perricrearfi dal caldo, fi poferofenia ordine a l'ombra de gli alberi ne l'herba. Vinitiani hauuta cotale occafione, chetamente nauigarono a quel luogo, & ufcici delle naui in terra da cčto e cin quanta, con fubno grido affollarono il nimico fon-nacchiofo. Ilquale fopraprefo a Timprouifo non piglia le arme,ne fi apparecchia al fuggire:finalmen- c Łt. . te impauriti fuggirono chi qua chi la, e pochi u fai- Wl-OT/Cj / uarono nelle naui, iquali códotti uia con fpauento, 1/9/4. lafciarono gli altri,che con ferro, o ne l'acqua preci pitati morirono.Settanta prigioni furono al fan Seuerino condotti. Eflendo poi manifefto, che erano Melanefi,& artefici della guerra inefperti,che per co mifsione del Précipe erano mňtati nell'armata, raccogliendoli benignamente datoli uefte, e danari per iluiaggio,li rimandň tutti. Vendicofsi il nimico poco appreffo di tal danno con maggiore inconimo do de Vinitiani. Diuide!ě(come č detto)il Pň di fot to a Ficarolo mezzo miglio . Haueuano determina to i Capitani Vinitiani di fare un baftione fu lapon-tadeU'Ifola,oue fi diuidono 1 fiumi, perche non na-uicaife il nimico per il braccio da deftra mano a Fer-. DicefiiChemoftrň Anionio Marciano la com- moditŕ DELLA QJ7ARTA DECA inoditadi qnefto luogo,laondea lui fu datai'impre fa di fortificarlo.Occnpň adunque egli il luogo con Bartolomeo Falcerio, e Tornalo d'imola con due compagnie , e con aiuto di molti contadini cominciň l'opra.I foldatj,e marinai defiofi di rapinailafcia ta l'opra,andarono Taccheggiando fin'a Ferrara,e co grŕ preda alle naui ritornarono.dipói laftiato il Mar tiano con i contadini e pochi foldati, ritornarono a i fteccati nell'altra riua, la onde fendo rimarti pochi al'oprainon fi puote quel di fortificare il Iuogo.Hcr cole intefo de nimici il coniglio, dilche haueua con ifpediti corrieri auifato il Duca di Mote Feltro incontinente andň ad opprimerli, fapédň troppo be ne quanto pericolo nafceria di queftoaFerrara,co(ě al'improuifo uenendo li turbň, & prima aliali il ba-fěione,ma il Martiano cófortandň i fuot, ritardň alquanto d'Hercole la uirtoria, fuperŕdo puoi la mol iconfitu de titudine de nimici, rimafe loro prigione.Fu pigliato VinětUni. con lui Falcerio e molti foldati,& aflai ne furono a-mazzati. Tomafo con parte dei pedonifi ridufle al fiume,& venédoui le naui a tempo fi faluň.Segui poi Hercole a fortificare il liiogo^ e poltoui buon prefi-J dio,giouň non poco a Ferrara.Non uedendo tra tati to il fan Seuerino, che fi pigliale cofi tofto Ficaxo-lo,come eflo e gli altri haueuano fperato per afflige re in piů luoghi il nimico, mandň parte de l'effe rci-tracnjjfň. to con Fracailo,Giouanni Maria, e Pietro Marcella! Gkuŕ MarU ^ueditore del clarifsimo Giacomo Antonio figliuo Tieiro Mar- \0 a pigliare le terre del Poleirne^perchei rimici tra J'Adicecomprefi non haitetiano ancora fentito guer ra. Furo prefi al primo empito Cafiel Guglielmo,e Torre Sandona dall'acque attorniata,e poi Romeo* Lendenara e l'Abbadia non fenza combattere fiheb> bero, nelquale conflitto Girolamo del Conte Martiano figliuolo grouane ualorofo mori. Et per con-jlznnim fermare gli animi de i popoli, che fi erano dati a Vi-B/rbaruo. liiuani Agoftino Barbarico di Fadoua Podeitahuo- LIBRO PRIMO. mo di raro ingegno,e grande auttoritŕ,uenne per de terminatione del Senato a Rouico.Venne co lui Pie Pietro fri di tro Triuifano per il medefimo effetto mandato. Or- fi"0-dinatele cofedellaprouincia,il Barbarico per com-ttiifsione del Senato ritornň a Padoua,il Triuifano poco appreflb infermando greuemente,pafsň di que ita uita j e Roberto Venierň di Francefco figliuolo ft^benŕ Vŕi fuccefe al Triuifano nellaprouincia.Coftui pariiné- nicra. te non folo ritenne gli animi de popoli fpecialméte quei di Rouico nella fedeltŕ3nia etiŕdio con rnafue-tudineedellrezza molto li confermň.Mentre che fi. guerregguua circa l'Adice, Federico d'Vr'oino infermando greuemente ne' fteccati alla Stellata,fu portato aFerrara.Tratanto il SŕTeuerino quStůque hauefle mandato parte dello éflercito co i figliuoli, tuttauianon ublendo piů tardare,deliberň dare la battaglia alla terrai hauendo giŕ con le artiglierie at terata gra parte del muro.Nel primo cótraiěo fu pre P-ni'ta rt PAfm fo il Parapetto dellaTorre^e tenuto da Vinitiani ofti te fa %Jar*-natamente. Molti aduque celiando di combattere ni lo. rimafero dentro, & alcuni fi erano accortati alla mu raglia perlaquale audŕcia i terrazzani perduta la fperanza di piů tenerfi s fofpendendo fu'l ponte la Torre, che non era caduta anchora, fottopofto-ui fuoco, la pittarono a terra. Il Sanfeuerino cňpre-fa de nimici ladefperatione, difpofe di combattere la terra con maggior forze,& aflalfe di mezza notte j baftioni di Ficarolo a uentinoue di Giugno,e co fa tiore della notte pofe molti poti fopra le fofTe,& era il notturno Conflitto piů atroce che quello del gior fio.Moiieano fpauéto i notturni gridori e těrepiti, & Atroce M«* ch'erapiuhorribile,ifubKi colpi delle artiglierie, fiiuo* iquali aflomigliandofi atuoni,empiuano il tutto di fpauéto etrauaglio.Durň Taflaltofiii'ŕ notte, allhň ra Vinitiani uinta de nimicila pertinacia, entrarono cella terra.Quei d'Hercole uedutifi perduti, gittate l'arme, altri fi precipitarono neiraeque,altri furono DELLA QUARTA DECK no uccifi,e pochifsimi rimafero prigioni. Vinitiani pigliata la terra quali fpianata,iocontanente la rifece ro.Tra tanto il Sanfeuerino & il Loredano inferman do per l'aria graue delle paludi, furono portati a Pa-doua con difugual forte, perche morě il Vinitiano,& il Capitano fi rifanň. Parimente il Moro Capitano de l'armata richiamato dai padri, pochi di appretto mori in Venetia.Fu quell'eftate molto graue,mal'au, tunnochefeguigrauifsimo di maniera , che alcuni Scrittori della guerra Ferrarefe, che ui fi trouarono prefenti,ardiscano affermare eiler morti in quella itatedauentimilahuomini per uari cafi intorno Fi-carolo, ma la piů parte da febbre ne i paludi contrat-Mortalitě ta. Quefte cofe auennero nella Lóbardia quella efěa ferfAna.de te> NellaRomagnaRobertod'Anmino haueuada «*<* ' ^tnC Pr'nc'P'° trauagliato'l nimico co l'efferato c'hauea, & mandauagli da Rauenna uettouagiia & altre cofe alla guerra neceflarie. Bernardo Bernbo, che ui era Pretore,quafi a mezza frate fu per commifsione del Senato mŕdato a Roma,per leuare l'afledio da Siilo Pontefice. Perche ne' primi mouimenti de' Vinitiani Alfonfo di Calabria Ducahauea tentato di paflarc co quattromila foldati al cognato. Ma perche hauea apaflareperle terre del Pontefěce,aiiuatodaColon nefi e Sauelli,che fi erano dal Papa ribellati,andando fo/o»wyě s* prima nei Marfi & indi ne gl'Equi fcefe nel Romano terreno. Sono in Roma nobilifsimefamiglie,tra lequali Colonnefi, Orfini,e Sabelli fono di maggior fama e piů potenti. Qiiefti fendo cótinuaméte nimi esprima co inuidia , poi co aperti odii cňtenderono. E accaduto fouente che fiano uenuti all'arme nel mezzo di Roma,ma piů fpeflo di fuori nel piů largo piano. Quafi tutte le terre d'attorno Roma fono da loropoffedute,mafendoui oltre quefte piu nobile «e-j • famiglie, eli Orfini eia molti anni cominciarono co Orfint de Re . & . , o .... , . mani cUrifi uircu,arme,& ricchezze ad ellere de gli altri piů chia mi, ri . Furono a noiěra etŕ quattro degni huomirn di ll LIBRO PRIMO. 447 quella famiglia di Carlo figliuoli,Latino,Giouanni, Napo!eone,e Roberto. I due primi, come intédia-mo, feguendo Eugenio Pontefice, tanto gli furono grati,che Latino il maggiore poco dopoi creato Car dinale,e Giouanni Vefcouo de' Trani,accrebbero mi rabilmente la loro famiglia di dignita.Fecero quefti ueramente la loro famiglia fplendida, ma le diedero maggior grido Napoleone e Roberto, iquali diuéta rono nella militia tanto famofi, che ad un tempo fu rono Generali Capitani,quefti del Regale eflercito, e quello del Pontificio.Con tai uirtů no folamentc fi cóferuarono il paterno prencipato,ma etiŕdio l'ac crebbero in guifa,che occuparono quafi tutto'1 pae-fedal litto Tireno fin'al lago Fucino de Marii. Parto rě tal felice fucceilo ne i loro emuli inuidia,per laqua le furono alle fiate in un tempo da Colonnefi, Sauel li,& Anguillari cňbattuti.Et per no potere da fé foli difertare una famiglia,mon*ero contro di quelli Ca- Califfo Pon. lifto Pontefice.Il cui sforzo no folamente foftenne 'ff."',. v ro,maruppero anchora, mafsimamente quado al Vi ^" ' co di Varone BorgiadiCalifto nipote co affai maggiore eflercito contro Roberto Orlěno,infelicemen te combattč. Ma fé furono per tempo alcuno gl'Or fini da loro ninnici moleftati, quello maftimainence gliauenneatépidiSifto Pótefice . Come quelli che fi perfuadeuano d'hauer trouato occafione, fendo in pochianni morti quei quattro degni huomini,& per ciň cominciarono a fare ogni lor sforzo per difetta re Virgmio di Napoleone figliuolo, ilqual folo a tati toPrécipato era fucceduto.Ma egli per forze, &etŕ ualorofo , feguédo de fuoi antichi le ueftigia accolta tofi al Pótefice,cominciň a difender la chiefa,difpo-nendo il tutto per commune configlio con Gieroni mo Vifconre.Adunque Colonnefi, e Sauelli piů to-fto peri1 odio che portauano acoftui,che per noia-re il Pontefice, rinouarono le cofe in Roma e fuori nel uenire d'Alfonfo.Di qui auenne che due Cardinali ^ fTittoxt Sa- DELLA QUARTA DECA binali d'amendue quefte famiglie,huomini peraltro di fomma innocenza & auttoritŕ tolti in fofpetto fu rono per cómifsione del Pontefice rinchiufi in Cartel fant'Angelo per alquŕto tempo. Allhorai loro congiunti prouocati j> quefto molto piů, turbado m Roma il tutto,aiutarono Alfonfo, che uenianon pu re con uettouaglia ,marintroduilero anchora nelle loro terre,perche meglio potefle noiare i nimici.Indi auenne che qualunque hauefle il Pontefice a quel tempo un fiorito eflercito3e molti Illultri Capitani, tuttauia,tra le mura lě ftaua temendo,come fi dicea, ehefe ufciffčrefiercito di Roma, gli huomini della parte cótraria moiieflero nella terra alcuna cofa me buona.Alfonfo ufando tale occafione, tolte alcune terre al Pontefice, corfeggiaua fruente per il paefe. Perciňhaueachiefto il Pontefice da Vinitiani,che madaflfero Roberto Malateftaper liberarlo da l'afle dio. I padri qualunque haueano adi che fare nella guerra di Ferrara,tuttauia determinano che Vittore Soranzo moleitilafpiaggiadi Puglia e di Calauna fi i'arrnata. Comadano poi a Frŕcefco Diedo ch'era l P5fih f fldfl c francefco p Pietro Ditd» Oratore al P5tefice,che Ł nome fuo foldafle in Roma gente.Cómcttono anchora a Roberto d'Arimi-no , che co quŕto maggiore eflercito potefle andafle a leuaredaRomal'aflčdio . Madano appreflo Pietro Diedo,che eglifuflTeproueditore, e foldafle géced'o gni luogo,per aiutare il Pontefice no folamente col Capitano,ma con buon numero de foldati.Roberto hauuto il comandamento di andare a Roma, fi partě di Romagna con gran cauallena. Tra tanto uenne la nuoua che Nicolo Vitello aiutato da Fiorentini, haueuaprefo Cittŕ di Caftello , oue fendo ?ndato,e prefi alquati luoghi de' Caftellanij? forza,perch'era Romano in pencolo, andň uerfo quella a gran gior paté . Oue peruenuto, mutata la forte de la guerra, ?ndň incontinente incontro! nimico. Alfonfo udi-|o il uenire denimici, ntirofiaCampo morto luo- LIBRO PRIMO. 44» go del territorio di Velitri. Il Capitano Vinitiano uedendo il nimico,confortati i fuoi,gli pofe in ordinanza. Indi con ottima fperazaandň contro di quel lo.Dauagli animo il copiofo eflercitp,nel quale cófi dato, pQcodopoi che fu raccolto fi uenneal cóflit-to,e coftrinfe l'Aragonefe a cóbattere. Haueua egli ottima caualeria,ma pochi pedoni rifpettode"ca-ualli.Hauea etiadio quattrocento Turchi, i quai l'atv no inanti le gli erano renduti ad Otranto con tale eflercito confidato afpettň egli il Malatefia. Durň la zuffa oltre fei hore con tanta oftjnatione d'animi, quanta a memoria d'huomini rare uojte č fiata in Italia. Infiaua il Capitano d'Arimino trauaghan do il nimicojperch'hauea migliore eflercito . 11 Ca-laurefea l'incontro fidandoli nella uirtů de' fuoi,era difpoftoa difendere il luogo ňdi morire, moriuano d'amendue le parti molti, & era per tutto atroce il cóflitco, ma ouecóbacteuano i Turchi atrocifsimo. Finalmente uincendo i foldati del Pontifice e de' Vi nitiani co la moltitudine,& aiutŕdoli la prefenza e'1 coniglio del Capitano, le fquadre nimiche cominT ^fl, ciarono a piegare .Tentň Alfonfo rimettere in ordě- c'i'!rn0 ny-je nanzaiturbati ordini;& alquanto con tal uia rii n- tem0 tardata lauittona, mauedédo i fuoi d'ogni parte gra vati, e che non fi poteapiu fermare l'eflercito potto giain fuga,fuggendo con pochi caualli,pienodi pau rafi riduife in ficuro luogo, gli altri chiarihuomini, che yolfero fare ogni proua prima, che cedere al nimico, uenuero quali con tutto l'eflercito in potere de' uj ne icori. Et č di raro auenuto , che tanti Capita ni fiano flati pigliati in un conflitto . Roberto me-- ^ Dandoli inanti inde atepo,cnecodottodiqiiajlpote. prima mtimo pafl* chele n'auedefleil nimico, il rimanete del'eflercito Ufo. pafsň il fiume. Allora i foldati d'Hercole nň fidando fi del luogo che guardauŕo,gittate ie artiglierie nel fiume fottopofto,& arfele monitioni, fuggirono in fretta a Ferrara.Gli altri Ł lo coftoro efsépio sbigoc tifi abbadonarono molti luoghi, che Hercole hauea liěgo il fiume fortificati.Indiauéne che occuparono Vinitiani tutta la riua del Po, eccetto vna fortezza f nella fróte dei Polefene, che fu da nimici*tenuta. I t foldati nň hauédo il fiume ne fortezze a rimpetto, che li potefie ritardarc,fparfi fui Ferrarefe,le uille,& i borghi faccheggiarono,ardédo le ftŕze . Egli č un luogo vicino a Ferrara vn miglio, chiamali Parco:Il quale Borfohauea cinto di muro , ma Hercole ab- P<*rco-děSep bracciŕdo piů capi moko l'accrebbejfacédoui entro rar*' laghi,riui,bofchi,cŕpi,e luoghi da cacciare.Fermof-fi il Vinitiano prima d'atcorno a gite mura,che non molto dal fiume Ci fcoftano, e pofe fopra'l Po un'altro potč piů fermo del primo. Primieraméte furono pofte nel fiumepordine nani da carico fermate co le ancore a cathene di ferro attaccate, accio nň fi pň teffero tap,lure,dipoivniti da IVna a l'altra mia fodi' traui,era eňe un póce di pietra fermo,le botteghe d' ogni cofa vedibile porte d'amédue i !ati,n lafciauao L L L 2, vedere DELLA QJVARTA DECA vedere l'acqua,& co poti leuatori rimaneano ne Vzd qua,come in ifola.Ecŕfin cche nonfuflearfo dinot te il ponte, ataccarono dugento pafsi auanti grofle tauole alle ancore che porgeano in fuori le ponte,ac ciochentardaflero l'ardente materia di fopra mandata, (ěn che filile al tutto eflinta,o confumata. Fac-to'l pňte,il fan Seuerino,rotto'l muro del parco, aui cinofsi per un miglio ŕ Ferrara in ordinŕza.Ouefen lt^ <)o flato ŕ faccia della cittŕ per alquanto fpacio , ne V'praTpo^ niouendo(ě il nimico,ndiifleTeflercito ne i {leccati. Indi uoltofsi il Vinitiano ŕ fortificare il prefidio ŕ canto al fiume da nimici abbŕdonato,pigliando mag gior fpacio,e fattagli d'attorno profonda fofla da uč ti piedi,con baflioni e reuellini lo fece forte, opera in nero inefpugnabile,e fé nel far la pace nň era ěeua ta uia era un Łpetuo terrore ŕ Ferrara.Fermate le co fé in tal guila,caualcauao iVinitiani liberamele ini ti alle porte di Ferrara,empiédo tutto'lpaeled'hor-ribile fpauento . Quelli della cittŕ uedédo il ponte uicino,&il prefidio piů appreflo, piangeuano tutti "Lamenti de a<^ una lIOCC ^a publica e particolare difgratia,dicen-fenatefi. do ch'era rouinato d'Hercole il prencipato,e la falu-%e del popolo ŕ eilrenio pencolo,quado ch'era trap paflatalafeiritafin'alleinteriora,& il ueleno era uč nuto alle uifcere,e che non fi potea piů fperare da Vi «inani pace,i quali haueano fermate le infegne inan . . ti alla citrŕjcome in fortifs ima Rocca. La onde nort poteuŕ ritardare la loro uittoriale paludi i laghi, ne l'Adice, ne il Po , per il che erano aiěretti o ŕ l'efler dal Po fommerfi,o ŕ Vinitiani fottoporfi.Matratan to attedeuano ad apparecchiare tutto cioche alla uit toriaerabifogneuole,occupauano ifiumieleriue, metteano prefidi in piů luoghi, e per dire in breue fopradauano ŕFerrarefi, come ŕ uinti i Vincitori, che non uogliano di fubito goderfi della uittoria. IL I L SECONDO LIBRO DELLA Q_V ARIA DECA. t, ....... r . Siilo lě star?* R a n o giŕ Vmitiani fuperion ŁSin«i*ni &harebbono poco apprenoal tuo foggiogato Hercole, fé Siilo Pontefice ribellandoli, noti (blamente non gli hauefle della uittoriapriuati , ma etiandio cňdotti nel pericolo della gii er raPerche morto il capitano Ma latefta,il Pontefice,& Girolamo Vifcóte,che hauea. del tutto il gouerno,pia piano s'alienarono, & dipoi apertamente s'accollarono ŕ nimici . Hauea preue-duto quello alquanto auanti Francefco Diedo, che era(comediceinmo)allora Oratore al Pontefice,8c haueuane auifato per lettere il précipe , & il Senato. Il quale per tenerli nella confederatone,non lafcia rono di fare ogni officio,che ŕ buoni confederati (ě conuenia,ma egli č difficile giudicare fé da fé niedefě mi, o p altrui j?fuafione fi ribellarono. Adunq; il Po tefice, fatta co nimici cófederatione,tentň con lette redi riuocare Vmitiani dalle arme,e con perfuafěoni condurli,che fileuailerodalla guerra di Ferrara, e reftituifTero ad Hercole da Ł(le tutto ciň,che fin* ad hora gli haueano tolto . Il Senato mollo datale denontia, quantunque non uolea lafciare lauit-toria quaiě acquillata , nondimeno determinň di rifpondere al Pontefice , e far con lettere manife-fto non tanto ŕ lui,quato airitalia,anzi a tutta l'Eu xopa,che non erano colpeuoli della cominciata guex: : LLL i ra, -.->. DELLA QJ/ARTA DECA ra,ilche portauafi ageuolraente comprendere, qaan do che nň haueuano uoluto pigliare le arme, fé noti mofsi da l'auttoritŕ e perfuafione di Siilo Pontefice, lequali con gran dano della Republica pigliŕte,hora che la uittona č quafi nelle loro mani,tono difturba te :come fé fufie ageuol cola fciogliere cofi in un tratto la guerra grauifsima con tato difcócio comii» ciata.Fu adunque determinato che Bernardo Giufti nnno huomo per eloquenza chiaro/criuefle per no me della Republica al Pontefice. Era tale il tenore delle lettere,ch'egli portň nel Senato,e furono ma-date a Roma.Che Vinitiani prouocati con ingiurie nóhaneano uoluto pigliare l'arme,fe nň prima erano da Sifto Pontefice a guerreggiare cňtra Hercole fpinti.Etchenonabhotnuario Li pace anco al prefen te,anz.i per coftume antico della cittŕ uolótieri l'ab bracciarebbono , quŕdo non fuilepropofta a tempo fconueneuole,& quando quali era finita la guerra, e con fi degne conditioni,che accettandole, altro non riufciua,che farfcherniredatuttelegéti il nome Vi rutiano. Et che fapeuano certo che 1 configli del Pó-tifice,le ammonitioni e conforti, al comune ripofo guardauano,e che non potea da lui ufcire cofa alcu-na5cheal nome Chriičianofufle meno utile.Mache eia aPiiii chiaro,che fi uiauacontradi loro inganno, perche fendo quafi anni uenti nella guerra con l'Oc tornano occupati ,per ribattere il comune nimico dell'Imperio deiritalia,alquale afpiratia, e confortando i Prencipi d'Italia ad eltinguere quel, fuoco: onde fopraitaua a tutta la chriftianitŕ un gran pencolo, eglino fcordatidel publico e particolare pen-colo.cofi poco gli haueano dato orecchie,che s'erano flati in ocio a uederli guerreggiare ; ne haueano uoluto cócorrere a pigliare le comune armi.Ma che hora uedédo Hercole pericolare, come ferouinaflc il tuttOj cňcorreuano alla guerra, & apparecchiaua-di comun uokre l'arme,uoicdo a forza tenere! Ita-. lia LIBRO SECONDO. 4*1 \'m lapace,laquale guerreggiado Vinitiani coi comu * ne nimico,non pure haueuano uoiuto guardare.jMa che uederebbe con fommafuafapienza Iddio quel-lo^he nň poteuano eglino cňprendere.Segli erame olio che fauonfiero ad HercoleoaVinitiani.Perche haueuano determinato di condurre a fine la guerra, • haueuano prcfa,mofsi perň da l'auttoritŕ del Pótefi ce,poi che gli riufciua, tanto felicemente, quŕto era giuftala caufa,che lor hauea mofso apigliarla.C^ije ite efimilicofe fcriflero Vinitiani. Ma il Pontefice ricordatoli della prima cófederatione,poi che li uide nel loro ^polito fermi,li fcómunicň : & erafi prima •*"' con Ferdmando e gli altri cófederato. Mentre che (ě mandano per quetto lettere in sii, e in giů, Alfonfo Duca di Calabria co duemila huomini trai quali e-rano quattrocéto Turchi,che hauea fottometsi nel-ě'afledio d'Otrato, uenne a Ferrara, ma poco dopoi tutti i turchi pausarono a Vinitiani. Alla cui uenura, fecionfi alcune fcaramuzze,ne ni itette molto,pche lafciate le genti al cognato fé n'andň a Mantoua, & indi a Melano . Allora fu determinato nella Dieta Lx gHe^"f* Cremonefe a Cafal maggiore , oueconcorfero gli aaeltdeter-Oratori de i Prencipi, che fi guerreggialle di comune cófentimento contra Vinitiani con grade appa-recchio.Et fu creato generai capitano Federigo Gó zagaPrécipedi Matoua.Mahebbe l'Aragonele d'ogni impfalaglona.il Senato intefo tutto ciň ch'era cóchiulo nella Dieta,cóhderŕdo quato pefo di guer ra alla pnmauera douea loiténere.Et che cecero Gč " noueiě, i qli mctre che fi guerreggiaua,Giouani Fra cefeo Pafqualico mŕdato per quelto in Liguria,hauea tenuti nella cófederutione,non era popolo alcu no o Précipe d'Italiajche no fapefle eflergěi nimico. Per ilche egli per fermare atépo le cofe fuecňduiTe co gran ftipédio di Franza RenatofDuci di Loreno. Erartato mandato a lui prima Antonio Vinciguerra, uno de'Secretar! per nomine de Vinitiani e del J.L.L 4 Ponr.efi/» tuo Moro. DELLA QUARTA DECA Pontefice,pertrarlocon gran promefle in Italia co tra Hercole.Ma fendo alienato il Pontefice, egli per ofleruare la promefl a fede a Vinitiani pafsň in I calia con dugento caualieri,e mille pedoni, e fu da Vinciguerra condotto oltre le alpi. A cui fi fecero incon- tra Bartolomeo Vitturi,& NicoloFofcarini perco Vttiun, Ni- mifsione del Senato a Trento fin'a i confini d'Italia. colo Fofitri. ji Ducad'Auftria, e gli altri Prenapi di Germania per aggradirfi al Pontefice non lafciarono paflare le genti Allobroge , & altre nationi Galliche, lequali egli hauea foldato.Era hoggimai la primauera,quŕ-Tiety»Pri»H Ma- le terre per opera e per natura mal forti, ageuoěmente.furono dal terribile nimico pigliate a patti. li Capitano Vinitiano uedendofi in ogni cofa al nimico inferiore,pareuagli fare aliai, quando a i'improuifo: per raffrenare le lue correrie, fé gli moiirafle contri hora dauanti,horadai lati. Lafciato adunque Anta «io Scafiotto a guardare gli Orzi nuoui co trecento,, caualli, egli a gran giornate uenne prima a Machlo-dio,& indi fermosfi afan Zenone tre miglia da Bré fcialontano . Erano uenuti poco innanti in campo v vAgoftino Barbarico e Zaccana Barbaro, anitndue per ingegno & auttontŕ huoinini chiari . Ma il Barbaro lafciati nel campo il Moro , & il Barbarico co'l Capitano , andň a fortificar Brefciacort' opere efoldati . Fucoftui figliuolo di quel Fran- barbaro cefeo, ilquale giŕ per manzi 1 hauea conleruata tre-anni , contra ogni sforzo de Filippo , degno ue-ram,ente di eflere figliuolo di tant'huomo per l'ai-. tezza de l'ingegno e uirtů ciuili, e parimente degno che generalle Hermolao Barbaro nella Greca, e Latina lingua a noilri anni chiarifsimo . Alfon* io paflato Mella fiume, occupň Bzgnliolo . Il Mar-> chefedtMantoua, chefin'a quel tempo haueafěmo- 'ilrato de'Vinittani cópagno^copertofi nimico, uně le genti con reflercitod'Alfonfo, tato ch'erano cen toe trenta compagnie de caualieri, ecorfcggiando perii Brefciano,tolfe a Vinitiani tuete le terre tra Mella fiume,eccetto Afola. Il Vinitiano uenendoH, tymko a Bagnuolo,eralě ritirato a Rezzano cinqua DELLA QUARTA DECA miglia dabrefcia fcoftato,per eflere in luogo pia commodo. Alfonfo pigliaci gli altri luoghi a patti, auicinň l'efTercitoa Calcinata.Tito fifeceqěia ičate fin'al principio dell'autunno nel territorio Bergami fco,& Brefciano, & morirono di pefte intorno il Po quafituttiiFrancefi.il Duca loro , intefa la morte di LodouicoRe,che nel teitamento l'hauealafcia-totuttoredel Regno,nel finire della ellate ritornň in Lombardia. Sendo t'ama che hauea Ferdinan-do con aiuto del Ponteficeie d'altri Prencipi apparec chiato daprimauerauna grandearmata.il Senato per refiftere anco in quefta parte al nimico, coman? dň a Giacomo Marcello che era fucceflo Capitano dell'armata al Soranzo, che ufafle ogni diligeva che la Republica nň patifca danno alcuno ne le Uole,ň nel Golfo intorno l'Iftria & la Dalmatia,efe potef-fé farlo ficuramente^hemoleftafle laipiaggiadi Pu gliaedi Calabria,comehauea fatto il Sorazo. Non era di molto arriuato il Marcello nella* Prouincia, quando Federico d'Aragonadi Ferdinando figliuolo piů giouane e ualorolb uenne con qilaritŕ tre Ga leeefufte nel porto d'Ancona. Diede qtiefto affai da penfare al Senato, & era uerifimile che il nimico iui fermando{ě,doiietěe rinchiudere a Vinitianiil mare. Tutta la Cittŕ hauea gli occhi al Marcello , cadauno alui & alla fu a armata guardaua,credédo hauer perr duto la Signoria del mare,quando non fufěe cacciato a forza il nimico di quel luogo, iJche era manifefto non poterfi fare fenza perigliofo conflitto. Staua a-dunque tuttala Cittŕ in efpettatione, che il Marcel lo , ělqualeeraaZara , ardeffe l'armata, che era nel porto Anconitano fopratienendoui a l'improuifo,-ouerola conducete al fatto d'arme, e caccialTela di la.Ma tra tanto che egli foppliua le ciurme delle Na-ui condotte del Po, che quafi erano uore, ilche nort coli torto gli farebbe nufcito,le non afloluea i bandi « d'Albania di Dalniacia e d'Iilria.Mentre che fi apparecchia LIBRO SECONDO. vf parecchia la uettouaglia & altre cofe bifogneuóli, il nimico non fi tenendo ficuto in quel luogo , fatto uela fi parti d'Ancona tre giorni prima che ui uenif-fe l'armata Vini tiana.Partorě tal cofagrand'odiocó tra il Marcello, fpecialmente del uolgo,i!quale mi-fura jI tutto da l'auenimento , e giudicauafi che non, fufle ftato ardito d'andare contro'1 nimico. Tuttauia j piů giuditiofě folamentenon lo uituperauanoanzi apertamente lo difendeano , affermado quefto efler ftato meglio che condurre in preda al nimico le na-ui di farmate fenza foldati e nauiganti,eche gliera facil cofadir parole ma il combattere troppo pefa-ua,con tali rumori la fama del Marcello era trauaglia ta. Il nimico uenuco in alto mare, per moftrar di no efler uenuto in uano, aflaltando all'improuifo Uffa Ifoladi Dalmacia,quafi tutta con ferro e fuoco la di ferto. Et poco doppň andň a Curzola. Era Conte de l'Ifola Georgio Viaro,huomo d'ottimo coněglio & animo coftante . Coflui fendofi affacciata l'armata Aragonefe,cňforrati i terrazzani co uehemente ora • tione, fece di fubito apparechiare tutto cioche a fo-ftenere l'empito del nimico fufle bifogneuole, mettendo 1 combattenti e uane forti d'arme fu le mura, & intorno le porte buona guardia. Furono da princi pio terribili i loro aflalti,come quei che fidandoli nel la moltitudine,appoggiarono ad un tempo molte fcalealle mura, &haueano gran numero di arcieri, e le fpefsi botte di artiglierie fpauétauano quei ch'erano fu le mura. Ma fu del Viaroe de i terrazanitale il ualore, che non folaméte foftennero l'impeto del nimico,ma etiadio molti con gran rouinae ftrepito precipitarono con le fcale.Et quantunque fufleto le cofe Vinitiane in tal ftato., e fi difendeffero le mura gagliardamente, nódimeno durando il conflitto fino alla fera,e uedendo il Vinitiano i fuoi dalla lunga fatica giŕ fianchi, temendoli che per la pertinatia del nimico nň mancatlero d'animo, dicefi che finfeuna tale r* deilaqlvarta deca tale fagacitŕ,che fece fpargere pia terra, come ha* uea intefo che la Vinitiana armata a poche hore lě trouarebbe prefente,e fece dare nelle campane in tue talateira,eleuaredalle mura un lieto grido, come feuenifle a Vimriani aiuto. Dalquale pericolo il nimico sbigottitOjperduci circahuomini trecéto,fi ritirň in mare. Venne poco appreflo la Vinitiana armata a Corfů,e ui flette tutto il Verno . Furono in ql tépo pigliate di qua e di la molte nani da carrico, e piů fiate fi concorfe a fcaramuzzare. Era fermato Alfonfo a Calcinata (come dicemmo) &accennaua d'andare a battere Lonato.Perilche mofiefi il Moro da Rezza,& andň a fortificare la terra, e chiamati i contadini del Veronefe con i Terrazzani & i foldati che u'erano a guardia, laforticň co fofla e baftioni. Eraui Giacopo de Mezzo, che alquanto auŕti eraui frato mandato con rrecéco caualli p difendere quei da Lonato. Quefti co i cauai leggeri ch'erano nelll terra & i foldati,che dicemmo eflerui uenuti, mole-. Itauano con aisidue correrie il nimico métre che fu a Calcinata. Haueua il Capitan Vinitianouoltata la Seriola dal fuo corfo,afěn che uenendoui il nimico macafle di acqua. Perciň non puote il Gonzagaper fuaderealCalabrefe,che uolefle fermarfi in arido luogo: tentň nódimeno d'occupare Vigaciuolo,oue hauea il Vinitiano uoltat'il corto della Senola'.Efce quefto riuo del Nauilio fiume Brefciano . Il luogo dal Sanfeuerino guernito,fu da nimici due fiate fen-7.3.effetto cóbattuto. Allhora Alfonfo per non perdere piů tépo,andň uerfo Verona. Dicefi che'l Mar-chefedi Mantouafdegnato co lo Aragonefe,perche non hauea uoluto cóbattere Lonato,e Pefchiera, le-quai due terre prencipalmente uolea che fulfero tol te a Vinitiani,fe nandň a Mantoua. Ma feppero i padri del nimico il configlio, come quei che alquanto inanti, che uenifle il nimico a Calcinata,haueano pň Ile molte barche a guardare Pefchiera, & la [piaggia de IIBRO SECONDO. ^6 dellago Benaco,& haueano commandato che la ga lea ch'era a Lazifa,condotta di Cubito nel lago , fuile «l'arme e d'huomini guernita- Fu cómefla tale ěra-prefa a Pietro Marcello d'Andrea figliuolo, che fu p'^ro Mat~ de l'armata Capitano , fin che ui uenne Pietro Die- "Jt'ro Diejg •do mandato dal Senato. No s'era leuato'l nimico an cora da Calcinata, quando Thomafo da Imola Capitano delle fanterie intorno il Po, pailato'i fiume inati di>conpoche fquadre de fanterie aflalfe i Borghi & i baflioni alla Rocca della Stellata uicini.Erano anchoi copagni di naue con i foldati mefcolati. Cofi ageuolmente faccheggiaronlecafe,el'arderG-no,portado nelle naui le artiglierie e molliconi tol-r . te al nimico.Indi cóprendendo ch'erano pochi nella ; JLocca,l'aflalirono arditamente,efu de'foldati e có-¦pagni di naui tanto il ualore,che in un momento ne fuprefa una parte. Allhora quei ch'erano difopra ten nero a fěudio in lungo il parlamento di renderli con rimolanoprima,epoi con AndreaZancano Capita .Andre* nodeH'armata,auifandofi,chenontardarebbeaueni lamano, re da Ferrarafoccorfo,e cofi auenne. Perche uenuta Ja nuoua a Ferrara come hauea occupato il nimico i ^ baflioni della Stellata con parte della Rocca, e che non li porgedo a tépa foccorfo, erano aftretti a renderli,Hercole andato alianti co la piů fpeditaCaual- V Jeria,hauédo cňmello che ui uenifiero gli altri in ordinanza, foprauenne a l'improuilo a Viniriani intor no la Rocca.Allhora attacata la zuffa,e fuggédo nel lenauii marinari, rimale il foldato folo a fronte col nimico, e foftenne da principio l'impeto di quello, ma auicinate le fquadre maggiorinoti fretta fi ritirň al fiume.Et fendo fcoltate le naui, molti co fperŕza di notare a i luoi gittandofi ne l'acqua, dal corfo del fiume furono fommerfi,altri nella riua amazzati,tra iquali fu l'Imolano . llqualeeflendo leggiermente ferito , perche morě la feguente notte, credefi che fufle co ueleno occifo.Quei che erano a Lago lctirp per Ftancefc» Trtna. DELLA QUARTA DECA percomifsione dairimolano,accioche rimouefTero gli occhi de Ferrarefi dalla Stellata,caualcando a i vi eini luoghi faccheggiauano,& ardeuano in buona parte il nobilifsimo moniftero della Certofa. Gio-ni Emo proueditore in quello eflercito hauédo in-tefo,ch'era prefa la Rocca della Stellata,uolédo por gere a fuoi aiuto , e pieno d'allegrezza, come fé pigliata quella rocca, fufle uinto da quella parte il nimico,gittato a terra da un feroce cauallo,in pochi dě morě, nel cui luogo uenne in campo Giacomo de Mezzo,ilquale dal groflb ariagrauato,infermň gra uemente,e portato a Vinetia,poco appreffo morě. Fi nalmente fu mandato nel medefimo campo France-fco Trono huomo di fiorito ingegno,& etŕ,ma non con miglior forte. Mentre chefafi quefto intorno al Pň,Alfonfo partito da Calcinata, occupň Carpe neto. Indi menato l'elfercito a Cauriana, pafsň eoa parte dell'efTercito il Menzo fopra Valleggio. Qui-ui cófideratala natura de i luoghi, tornň di la dai fiu me, eleuate l'infegne,uennea Godio, oue paflato il Menzo,andň per il Mantouano fui territorio di Ve-rona.E: Valleggio in alto colle pofto fopra il Menzo. Il fuo muro con rorri interpofto flencěefi per al-quate miglia fin'alle paludi del Tartaro. Siede in que Villa fraca. fio tratto Villa Fraca con induftria piů tolto , che da natura fortificata.L'Aragonefe rotto quiui il muro, s'auicinň alla rocca,laquale cpn artiglierie alquanto battuta,coftrinfe in tre dě il prefidio a renderfi. Indi il nimico fparfo per tutto il Veronefe,faccheggiň fino alle mura,empiendo il tutto di fpauento.E mai» dň alquanti ad attorniare i luoghi forti3cofi prefero ageuolméte Vigatio,Ifola dalla Scalla e Sanguinet-to,indi andarono fino allariuadirAdice,nellaquale ueduti da quelli, che erano all'incontro, gli miUčro un tal fpauento,che come fé haueflero paflato il fiu-me,cominciarono a temere. Pafsň quel timore fino a Vicčza, e Padoua,la onde fuggiualě a furore a i luo ghi Palleggio, LIBRO SECONDO. 4?7 ehi forci.Pe rciň fu eletto in fretta buon numero de fqldati da i magiflratij|per opporfi al nimico fu la ri-uade l'Adice.Maeraa pena arriuato Alfonfo a Villa Franca,quando il fan Seuerino paflando a l'altra riua di Benaco,fermofsi a Valleggio co l'eflercito in alto luogo. Segui poi Marc'Antonio Moro Proueditore con quelle fquadre,ch'erano a Lonato. Nel fuo veni re Agoftino Barbarico checominciaua ad infermar fi,andň a Vinetia. Il Calaarefe uedendofi innantiil Vinitiano eflercito> ne poterlo condur a giornata, neaflalirlo ficuramente, leuate l'infegne andň fui Brefciano ,& aiialfe con furia Afola . Fu creduto da molti il nimico non efler venuto a ventura dietro a quello afledio, lafciando l'altre imprefe da parte, ma che o i terrazani,o i foldati gli haueflero dato in-tentione di renderli. Quefto č manifefto che rendu-ta poco dopoi la terra per la confederatione, pochi furono banditi dal Senato,iquali fentendofi colpeuo Involontariamente erano fuggiti.La onde manifefča fi la colpa di quel renderti non efler fiata di publico configlio.Ma come fi fuffe,auenne,che al primo sfor zo fenza eflerfi molto combattuto,come che fufle la terraquafiinefptignabile,gli Afolani fi renderono,e facendo il limile quei della Rocca,in breueipatiofu il nimico fignore del tutto. Vinitiani, fendo partito il Calaurefe,ripigliati tutti i luoghi da lui nel Vero-nefe occupati, e lafciato alla guardia di Valleggio Antonio Soranzo,paflando il lago Benaco,ritorna- Antonio So-rono fu'l Brefciano a Calcinata.Mentre che fono le ran\o. cofe in tale flato , l'ottenne la Republica in V«netia un gran danno.Perche tutto il palazzo del Prencipe // fu in vna notte dal fuoco conhimato . Dicefi dhe un ar miniflro nella capella del Prencipe lafcio pertrafeu-raggine unacadelaaccefa, laquale cadendo v'appio? ciň il fuoco,il quale crefeen.lo ilfeguente di a poco a poco fi nodri,ela nňtte tiegnente circa la fecónda vi gilia diede fuori la fiamma. Sarebbefi fparfo piů lar- MMM gamentc DELLA QUARTA DECA gamčte quell'mcédio , fé nň concorrerŕ a tépo tutta la cittŕ ad estinguerlo. Il Sanfeuerinohauédo fornii caro glialloggiamétia Calcinata,& accresciuto i'ef-ercito,hauea in animo d'andare cótro il nimico, qua do cócro ogni fperŕza uéne la nuoua,Afola, la Roc ca,& il prefidio eflere uenuto in niano de'nim ici.Pec colie l'animo di tutti co fubito ftupore, qita nuoua. Ricercauano molti traloro,p qual cagione gli Aiolŕ ni tenuti daVinitiani si bertignamét,haueuŕfi cefi to ilo dati al nimicojefppcialmétela Rocca,laqle sedo fortilsima,douea tenerti alquato tempojonde no ma caua di tradiméco un coli fubito renderli, quŕdo che era cofě in fretta tornato il nimico fu quel di Brelěa, mutatoti dal primo prapofico. Quiefto diceuafi nel Vinitiano esercito. Il Duca d'Aragonadata la terra "Lettere di al Marchefe di Matoua,determinňdi leuar l'afledio HercoUai al cognato,ilquale glifcnueua,lamentadofi,chenié minato, te gj, era giouato,ch'egli,la ftate,e patte dell'autunno hauefie fatto cňtro Vinitiani degne imprefe, poi che giouaua ad altri la uittoria; ma egli co' fuoi citta dini nň era perň dall'afledio hberato.perche erano le t Vinitiane infegne Inati alla terrajle ripe del Pň da ni mici fi guardauano,e che no uedeua intorno Ferrara luogo alciino,che no foife daVinitiani pofleduto per terra e p acqua.La ode lo pgaua e fcógiuraua,che no l'abldonafleintŕtopicolo,ne Leonorafuaforella,ne j figliuoli di lei generaci.Et auicinŕdofi il uerno, che farebbe q uado il nimico preflb le mura di Ferrara in uernafie,e come prima haueafatto, li fu He molefto? che farebbe, ilche folo a penfarui mette fpauento , quando quella unionede'l'rencipi fi raffreddafle,e fi, mutaflfe perqtialcheoecafionelo ftudiode'Prencipi amici? Non farebbe egli con la Signoria fpacciato?e f er ciň lo pregaua,che eflendo ottimo tempo, e buo naoccafione ufafle ogni fuo potere di conquaflare intotno al Pň le Vinitiane forze,& operare in guifa, che fi leuafle l'aliedio dalla cittŕ innati il uerno. Mo ueuano LIBRO SECONDO 45* ueuano qfěe cofe, anzi ftimulauano i! feroce ani aio del Prencipe, e perciň mandando huomini per il Pň a feconda fin'ad Hoitiglia; egli partito la notte con la caualena in fretta andaiiap terra ad Hofěiglia. Ro berto auifato di que{to,pen(andolě,coin'era in uero, lui andare contro Vinitian;,che erano intorno il Pň egli parimente partito innanti dě,uenne a gran giornate a Verona co due fquadre efpeditiisnne;& hauea prima auifato i 4r.agiftrati,cheapparecchiailero qui te barche erano fu l'Adice,a fine che nň fufě'e dall'ari dare in fretta ritardato.Era lui Pretore Fuccico Die do,ilquale, come (ě č detto, l'anno limanti era fiato ambafciarore a Sifto Pontefice, e Francefco Marcel lo Capitano. Qiiefti hauendo.ftudiato ad apprettar naui,non tardarono (ino allocete ucgnentejchene furono inpunto-tante,ch«^trr«iando il Sanfeuerino poitoui dentro infeudati andosfi cótro il nimico afe condaperTAdice. Le Vinitianefquadre,che haueua no feguito il Capitano fěn'a Pefchiera, diuife in due parti,andarono a diuerfi luoghi. Il proueditor Moro^ Francefco con alquanti caualli parlando per Ve rona,feguirono il Sanfeuerino,pereflergliin aiuto, oue filile il bifogno . Antonio Vittun, ch'era ičato Proueditore in Verona,con Deifebo dell Anguilla-ra,& il rimanente dell'efferato ritornň ne' fěcccati a Calcinata. Fu la forte de1 Vinitiani tale, che foffěan-do Oftro non lě potč nauicare coli facilmente per il Pň,da quei, chepcňmifsionedel Calaurefeandaua no ad Hoftiglia.Quefto tato lo rirardň,cht; Roberto portato a fecóda,quafi a un medefimo tépo col ni mico fi moftrň a'fuoidi Caitelnuouo. Allhorail ni mico sbigottito al fubiro grido,che udě dal cartello, e marauigliandofi , che cofaimportailero qlle uoci hora udite, cne fquadre,che prefidii hauelěero,& 011 decofi tofto ui fu Uero arriuati,ouepoifeppe da quei della Rocca il Safeuerino eflerprefente3diflc:qiie{to uecchiohahauuco ale^nópiedi,ň Dio,ň huonum6 a unii- DELLA QUARTA DECA mifero me:com'čpofsibile che qfto, c'haueaauenire quijplugo circuito,paflando laghi e fiumi, m'habbia jpuenuto . Indi iiolto a i Tuoi capitante nocchieri in colpaua il uéto,le acque,&ognicofa,& cofimenŕdo furore, tornň fenza effetto ad Hoftiglia. Tra tato il VitturijCÓ Deifebo,e Ridolfo GÓzaga,partiti da Cai cinata andarono a Caftegnuola. C^uiui s'intefe con timore,che Ludouico Sforza gagliardaméte cóbatte u a Romano fu ql di Bergamo,_rjche 1 Vinitiani pafla toOglio,andaronoaPalazzuolo,diondemŕdarono Tomaio Primanio a Bergamo , e Pietro Cartagine-fe a Martinengo p difendere quei luoghi. Ma il Sfor za ftandb attorno a Palazzuolo,hauendolo alquaco tempo combattutOjlo coftrinfea renderli . Il Vini-tiano eflercito andato a Pontoglio,& indi fopra la rŕ uŕ d'Oglio,ripigliň piů terre che non hauea il nimico ěa fiate occupato. Si congiofig^p.o tra tato co gli eflerciti il Sŕfeuerino, e'1 Moro proueditore, che era no tornati dal'efpiditione del Po,hauendo come pia difiauano fermare le cofe,lafciato a Vallegio Pietro Marcello per proueditore,& fu pofto ad inuernare la caualeria di Dalmatia a Villa Franca, de laquale era Capitanio Nicolo Ennonio, & il fratello, giouani uaěorofi,& altre compagnie furono accomodate fu'l Veronefe uerfo Mŕtoua, lequali con fpefle correrie tutto quel uerno trauagliarono il Mŕtouano.Il San-feuerino uniti co'l Vetturi, e Ridolfo Gonzaga gli eflerciti,prefe Manerbio, e la gran guardia che u'era dentro.Dipo; il Moro con licenza del Senato lafcia-to il Vitturi in capo,tornň a Vinegia 11 capitano Vi-nicianohauuto Manerbio, ripigliň Varioia, Scorfa-riolo, e tutte le terre dal nimico occupate, eccetto Afola,Quintiano,e Senica . Nel mezzo de'giorni jjrumaii} tioč uerio il Decenibre, lafciato l'eflercito ne' fteccati,uenne con alquanti degni huomini a Vi negia,& il Prencipe Mocenico infieme con i fenato-ri ornato magnificamente ilBucentoro , fé gli fece incontro, LIBRO SECONDO. 459 incontro honorandolo con doni per il bene condor to maneggio de la guerra,cioč dandoli Citadella nel ¦territorio Padouano,e nel Veronefe Molitorio, luo go amenifsimo a le mura uicino,e nella cittŕ cafe bel lifsime.Fuafsignato prouifione anchoalamoglie, accioche muefie nella prefente fortuna lionoratamé te.Vguale benignitŕ moiěrň il Senato uerfo i Roffi di Parma,iquali cacciati di flato, erano quali in quei giorni uenuti a Vinetia, oue furono benignamente raccolti,e confortati a {{are a ferma fperauza, & che non mai l\ fcorderebbe il Senato Vinitiano il merito de' Rofsi Parmigiani.Et che pigliaffero al prefente quanto oro baflafie a folte-nere honoreuolmente loro , e la famiglia, e cofi gliene fu dato buona fom-ma.Fu allignato aGuidone,& a Giacomo fratelli fti pendio annuale di trentadue mille ducatij& al terzo che uoLeafarfi chierico,un ricco beneficio nel Vero nefe. Quello lě fece in Vinegia. Ma nelia Lóbardia poi che fu partito Roberto,Giouan'Antonio Scariot tOjChecóducea cinquecčto caualli ad inuernarfi ia Crema,fu co fraudedalle guide códotto in un'agua-to,nel quale perdčq.uaiě tutta la canai eria, ma egli co'l figliuolo,e pochi caualli pafěando per mezzo de nimici fi faluň . Il rimanente del uerno, benché non fu bellicofo,ttittauia mancň di ripofo , facendoti in piů luoghi fcaramuzze fenza fucceflb memoreuole. Quali a mezzo'l uerno il Sanfeiierino con Nicolo da cada Pefaro proueditore uenne a gli Orzi nuoui, oue Francefco con buona parte de l'esercirň inuer-naua.Doppo il cui ritorno Antonio Vitturi fu mŕda to alla patna,e fu il Pefaro folo proueditore nel capo fiii'al uenire di Luca Pifani • Ilquale era flato per Luca Rŕfani. guardia di Brefla alquanto doppo Zarcaria Barba-r-o.Q^uefti fletterň nel campo iěn'al finire de la guerra . E per non ftare al tutto in ocio , fecero fopra O-glio un pónte, indi occuparono la torre di Trillano, óitra il fiume,oue grŕ copia di formento,uino, e fie-v - MMM j no DELLA QUARTA DECA no folleuň non poco i foldati.Sendo poi quel luogo alla guerra opportuno,incótinente con opere & arme lo fornirono. Auicinauafi giŕ la Primauera,qua doleuofsi in un tratto lafama,il parlamento che ha uea fatto Alfonfo in Cremona per nome di tutti i Prencipi, hauer hauuto poco felice fucceflb, e che non erano rimarti d'accordo di guerreggiare il fegué te anno. Diede quefto fperanza, che fi facefle la pace con giurie conditioni col Pótefice trattata da lo ambalciatore in Romagua, allacóclufionedellaqua XatcanaBar lemanc|ň il Senato a CefenaZaccaria Barbaro,e Fé /edčrho Cor derigo Cornaro. Ma efl'endofi lungamente contéfo, varo." apparueperleingiuftecÓditioni,che fiproponeua-no,queito non elěer un trattamento di pace,anzi ef-fere un fcherno,acciň non mandaflero ad effetto Vi nitiani quello,che l'anno amanti haueuano diipofto perfuoi oratori. Perche la Efčate innanti i Senatori ftando in penfiero della guerra, e fdegnati con Siilo Pontefice,quado che per fua opera e fauore haueuano cominciaca gran guerra, laquale fendo quafi có-«lotca a fěnc,per luo mancamento erano aitretti,o fo ilenere con pencolo, o con uergogna ritrarfene,ha ueuano mandato Oratori a i Re di Germania , e di Francia,cheli incitalferoa condurfial concilio, oue fi chiamafle il Pontefice, e futfe lecito lamentarli di lui,e dimandare in aiuto contra di quello la fedeli v. tutti ěchriiliani. Furono adunque mandati a Federi- Sebaftěan Ba go Imperatore Sebaitiano Badoaro Caualiere,An-^T*"'¦ r ton'° Loredano al Redi Francia,al Ducad'Auftri» "re"um° "' Pao^° P»nini,ne i Belgi,a Mafsiiniliano figliuolo di P*tU Pifani Federico Imperatore Nicolo Fofcarini, ilquale da Barbari pigliato,poco appreflo ui fu niadato.il Pon tefice temédofi di tai mouiméci,fece credere,che uo leflefotco colore di pace fcňcrarela cofa. Vinitiani quŕtunq-, gl'era dato fperazadi pace,tuttauianel ve niredella Pnmauera co sómoftudio s'apparecchia rono alla guerra.Ec oltre le fquadre Iuliane,che pec LIBRO SECONDO. 469 mare, e per terra haueano mirabilméte accrefciute* códuflero con largo ftipédio milleeducéto caualli liggieri della Morea}edelle uicine iible,e parimente di Goffů,d'Albania,edi Dalmatia. Queiči furono mefsi parte nelle terre,ou'era cňmodo a correre fo-pra il nimico,parte in Brefcia,e molti ne furon tenu ti uell'eflerciro.fira giŕ parlata la Primauera, quŕdo Roberto chiamati i ěoldati dalle ltŕze,comŕdň, che a xxvii. di Maggio tutti appretěb Variola e Sfornano fitrouatěero.Si raccolfeaduqueiui tutto l'efTerci to,e fecionlě i primi alloggiamenti . Mentre che fati qfto apparecchio fui Brefciano, la ciurma della galea Dieda,laqual poco auanti era ftata chiamata nel Pň co t]uattro altre, ^che infermando Chriftoforo Duodo, & etěendo partito5€lla nň hauea potuto ha-•uercómiato,cominciň atiimukuare,,& eilendo lčati punitifecretaméte icapi della (editionepercoman-«laméto di Tomafo Zeno, hauédolo rifaptito , pafsň al nimico, che era nell'altra riu-a a Fui Ionica, a pena che'l Duodo infermo fu con aiuto de pochi faluato. I marinari che parlarono al nimico/urono fpog'iati da quello,-e malmenati.il Senato ^che fuflero eflem pio agli altri,! 1 badi in tal maniera, che fé ueniuano ne i cófini del fuo flato prefi,fuflero acoičume de gli antichi, come fuggitiui decapitati. In quei djyche & petdčqila galea Porco Gettinone moleilo a Vinitia ni affai piů ^ che mercenario foldato non lě cóuenia, corredo fpeflbfu leporte di Mellaria,>& infultado 4 Vinitiani,minacciaua con giuramento di figgere uii chiouo fuěeporte di Mellana,;hebbe trillo augurio, ^cheifechefuflfe un loro fermo ndutro nella guerra. Tra tanto Nerito ter ra de Salenttni,Racalifca, & altre uicine terre del ca To da Gallipolitani impauriti, fi diedero fpótaneamé te. Ftilanuoua della uittoria nella cittŕ(peflermor ;to il Marcello)meno lieta, tuttauia no poco ne fece fella cadauno. Perche occupato Gallipoli, parea che ihaueflero ottima fermezza di potere a loro uoglia noiare il Re nimico. N-6 fi rimife piito la ferocitŕ di Ferdinando Re, quado uide le Vimtianearme infra fterra nel regno,.pche qu^l fpirito bellicofo,oue fi vi de hauer la guerra in cafa graue & pericolosa, allora Jinalméte credefi,che fi péfafTe di pace,ilche giudico (-ÉCA Tuo figliuolo-,ch'era nel Cremonefe, intédendo Ł ět fpie,che Vmitiani co fiorito eflercito haueano fatto i primi alloggiaiiiéti a Vaffola,egli ěcórmére col fu» tffercitOjCh'a fifpetto del Vinkiano era piceroěo, uč he a Quinrianň.Oue fermatr i {leccati séza far coi* Itiemorabile accrefceua ogni dě il fno efferato. Volle il Sŕfeuerino^ nň {tare del tutto inocio,ehe Nicola juieditoreeFracefco Aio figliolo co alquate fquadre de caualli correfTero fu ql del nimico. Quelli paflaei Oglio cňl p5te,ripigliaron Calce,& ilrre terre di pd co n6e,& porto i alerte il plědio.lafciaron faccheggia re le altre ai foldati.Nó ti moffeil nimicojquantuq5 MottMnto fi fŕcefleqfto a lui uicino , cofi durŕdo il miederenó del Duca di -fi fece cofa degna di memoria. Finalméteil Calaure Calabria. fe,raccolte le géti de' cópagni fin' cxx.fquadre de ca ualli,e cóueneuole niěero di pedoni,molle 1 un tratto le bŕdiere,uétte uerfogli Orzi nuoUJ.Il Safeuenno quatfiq;fufle|»caualériaiferiore,pchehaueafolam6 texciii. fquadre di caualli,ma trouŕdolě maggior nu mero di pedoni,andň a gl'orzi uecchi,oue giuditiaua thč doueflevenire il Calaurefe.Vcneui Nicolo mui . fano capitano di Brefciŕ,ilqualecóbuó plědio entrň ne gl'Orzi nuoui.Alfonfo tra tato aflalita Mettella^ ŕ patti la pfe,e ripigliň i pochi di molte terre di poca ftima.Indi partito occupň Vŕriola e Scorfariolo,efi nalmétefermofsia Bagnuolo.Vinitiani che lo fegui uano da prefl"o,& oderuauano l'occafionedi cóbatte re col nimico, partiti da Maclodio uénero aTurbos-la, e fubito pofero gli alloggiaméti a fan Zeno ne tra Brefcia, & il nimico eflercito. Corrirnciofsi qiif-ui a trattare di pace con miglior fticceffb, che no fi l%*fitttnt haueua fatto a Cefena, e quanto hebbe megliori irvtttronodi principii,tanto riufci piů felicemente,perche(quan-tdce' tunque di raro auenga) efsi capitani, che fogliono da la pace abhorrire, fi fecero auttori di quella. D i qua il Sanfeuerino,di lŕLodouico Sforza, man andare con roerca-tŕtie, e riportarne da luoghi remotiffimi.Quatr.ro di quelle galee grolle portano Specierie de Sona,et altre tate di Egitto Seta,Géme.e j> le i Italia.Tre porta no di Barbaria,Oro géme e Schiaui. Due da la Spiag giŕ intcriore del mar Gallico conducono pciofa Lana^ Seta Spagnuola d'ogn'a'.tra nobiliflěma : Qiiat tro dalla Tana e da laMeotide palude falumi Tapeti e Smeraldi, & oltre quel numero, quattro ci portano da i mercati de l'Occeano Gallico Lane, Oro Spalliere^ gracopiade pani Fiadrefě.Erano andate ^ tali BartoUme» bifogni quattro galee, dellequai Bartolomeo Minio mi0' eraCapitanoQuefte nauicando per l'Iberico mare, Colómbo il piů giouene, nipote di quel Colobo fa-mofo corfale fecefi incontro a Vinitiani di notte ap-prelfo il facro Promontorio, chiamali hora capo di fan Vicenzo,con fette naui guarnite da combattere. Egli quantunque nel primo incontro hauea fecodi-fpofto d'opprimere le naui Vinitiane, fi ritenne pero dicóbattereu*n'algiorno,tuttauiaperefler alla battaglia LIBRO TERZO. 4*4 taglia piů acconcio,cofi le feguia che le prode del cor {ale toccauano le poppe de Vinitiani.Venuto il giorno incontanente 1 Barbari diedero l'aliaito . Sostennero i Vinitiani allhora l'empito del nimico , per numero denaui, e de combattenti fuperiore , e durň il conflirto atroce per molte hore . Rare fiate fu combattuto contro fimili nimici con tanta vccifione , perche a pena fi coftuma d'attacarfi contro di loro . fé non peroccafione. Affermano alcuni che ui furono prefenti, elser morti delle ciurme Vinitiane,da trecento huomini. Altri dicono che fu meno . Mori in quella zuffa Lorenzo Michele Capitano d'una galea, e Giouanni Delfino de l'altro Capitano fratello. Era durata la zuffa dal fare del giorno fin'ad hore uenti, & erano le genti Vinitiane mal trattate. Era giŕ la naue Delfina in potere de nimici,quando l'altre ad vnaad vnafi ré-derono.Narrano alcuni,che furono di quell'afpro co flitto partecipijhauer numerato ne la loro naue da proda a poppe ottata ualorofi lui omini eftinti,i quai dal nimico ueduti lo mollerň a gunere,e direcóide-gno,che coli haueuano uoluto Vinit iani.I corpi raor ti furono gittati nel mare, & i feriti polli nel lito . Quei che rimafero uiuifeguirono con le nauitil uit-tonofo fěn'a Lifbona,& iui furono tutti licentiati. E Ufbona terra maritima di Portogallo, e domi a credere chefia quella che giŕ fu detta Olifippono,che č al prefente perla regal fedia illuftre, e di ricchezze -copiofa. Quiui furono i Vinitiani benignamene ri cerniti dal Re, gli infermi furono medicati, gli altri irebbero habiti e danari, fecondo la loro conditio-ne . Dicefi che Vinitiani hanno conPortughefi an • ti-co hofpitio, ilquale nautico da i loro difcenden» ti ., ftudiano di conferirne con ogni humanitŕ , Raffermano quella cotal caufa.Gličfamacheun Re antichjfsimodi quella gente , fendo con pochi uč» nuto aVincgia , per dello di mirarla a fu a uoglu wiftettc Numero dt Michele. Giouanni Delfino, lětbimt. DELLA QVARTA DECA ni flette alquanto tempo , fingendo perň,di non ef-> fer sě gran perfonaggio; ma non puote un tanto fo-reftieri lungamente ftar nafcofo ; & cominciarono i Senatori ad intendere efler giŕ buon tempo nella cittŕ un'huomo di fangue reale. La onde fu incontanente dalla Signoria u ili tato, e condotto nel pu-blico palagio, dandogli in compagnia alquanti gen-tihhuomini ,che gli moftraflero la cittŕ ad agio, e gli tencflero per tutto compagnia, e nel partire heb-be da i Signori molti cari doni, facendolo da moki per gentilezza accompagnare per alquante miglia; quantunque giudicafTero Vinitiani di fare un tal'uf-ficio ad huomo priuato,non a Re. Fu al Barbaro cotale albergo tanto piů grato, quanto era piů d'ogni fofpetto d'ambitione lontano. Perlaqual cofaue-nuto in Iberia,dicefi,che manifeftň il tutto a di-fcendenti, e uolle,chela Vinitiana liberalitŕ fuf-feafuoi una perpetua memoria; eperciň,fiofTerua fin'adhora corrifpondente hofpitio con quellafa-miglia regale. Per tal caofa il Re raccolfe i Vinitiani in quei conflitto mal trattati, e gli pň rie aiuto al ritornare. Oltre ciň uietň in tutto il regno , che alcuno non comprafle della preda Vinitiana portata da i Corfali. La nuoua dell'hauuta rouina, non poco afFlifle la cittŕ: erano perduti in quella merca-tantiadaducento mila ducati; ma il danno particolare de gli huomini uccifi,diede maggior afflittione. In quei giorni che uenne tal nunua,la pestilenza era alquanto crefciuta; perche fendo la cittŕ cofě auolta nella calamitŕ, giudicarono i padri Senatori di non pigliar uendetta della preferite ingiuria, ma differirla in altro tempo. Fu nelFriolia quel tempo un tumulto. Erano corfe in Italia all'improuifo alquante fquadre di caualieri, mandati (come poi fu comprefo) dal Re di Vngheria a pigliar all'improui io Pordenone, terra, che č alla riua di Liuenza fiume uicino. Si fermarono primai Barbari fu quel di ¦. Triefk, LIBRO TERZO. *6f Triefte.T Senatori quantunque fapeuano eflo Reati chora guerreggiare con Federigo,& hauer mandato quella caualena , per togliere al nimico Pordenon e Triefte, lequali due terre egli hauea in Italia : tutta uia non fapendo la mente del Re mandarono incoii tanente nella regione de' Carni buon numero di ca-ualeria,che appreflb Padoua e Verona hauea le lran-!te. Ma i Barbari pattati perii terreno d'Vdine cheta mente,non hauendo potuto all'improuifo pigliar la terra,comedai banditi glieraftato promeflo,in pochi dě ufcirono d'Italia fenza far altro mouimento. Era giŕ parlato mezzo l'autunno,quŕdo Roberto Sa feuerino,ilqualedopo la guerra fatta in Lombardia era flato al foldo de' Vinitiani,fu chiamato con gran promeire,& per legati da Innocentio Romano Pon teficejCheaSifto iuccelle,non conientendolo,nean che negando 1 Senatori,come quei, che per terra, e per marehaueuano pace ,pafsň prima nella Roma-gna,& indi a Roma uerfo il Decembrio co Fracaflb eGaleazzo figliuoli,e trentadue fquadre di caualli. Ma egli era ito alquanto prima, affretto dai mefsi del Pontefice,ilquale da Alfonfo Duca di Calauria era afflitto . Era cagione della guerra,il mouimento de gli Aquilani e d'alcuni Prencipi, i quali fatta una Onde nacque fubita congiura, eranfi dal Re ribellati. Et hauendo ^|*'*'r* chiefto aiuto da Innocentio contro il Re,e giudican \tgce\ doli degni il Pontefice,che furierň dall'ingiuria dife fi non (blamente con l'autoritŕ delfuo nome, ma con le forze della Romana chiefa.Eraauenuto, che Virginio Orfino,ilquale(come altroue moftrŕino) oltre le molte terrea Roma uicine,che teneua di qua e di la dal Teuere, pofledea molti luoghi nei Marfi fin'al lago Fucino trai confini del Regno , fi era tenuto al Re fedele. E fu d'animo da principio di non ribellarti dal Re , ne armarfi contro al Pontefi-ce,mafeguendo de' fuoi maggiori lo ftudio, hauendo con Ferdiuando difefo i confini del Regno , non NNN guer- DELLA QUARTA DČCA" guerreggiare contro Roma. Cofi adunquefěauafi in pace ne i primi mouimenti della guerra.Ma uenu to il Sanfeuerino,aperfuafione, come fi crede, de i Prencipi della parte auuerfa, le cafe de gli Orfini a Montegiordano,luogo cofi chiamato in Roma, furono da fubito concorfo de'foldati Taccheggiate & arfe. Da tale ingiuria commoflo Virginio,unito co gli altri Prencipi Orfini, apertamente da Innocen-tio G ribellň . Alfonlb con le fue forze aiutato, occupati alcuni ponti intorno Roma,dopo il uenire del Sanfeuerino, cominciň a moleftare il terreno Romano. Quefto č detto perche (ěa manifeftalaca gione della guerra tra il Pontefice e Ferdinando . Quello che feguě narrerň piů tofto in breuitd,come cola in qualche parte a Vinitiani pertinente. Sendo la motte de je CQ fe appreflo Roma In tale llato,morě il Moceni-VreticipeMo v» • i> r ¦ 11/- • o etnico. 8° Principe 1 anno lettimo del luo prencipato , & Mar. Barba- Mar. Barbarico huomo di fingular prudenza, per gli vico Doge. egregi meriti della paflata uita,& autoritŕ tra i Sena tori, fu per confentimento ,quafi di tutti,creato Prencipe. Coftui, Tendo la republica a cafa e fuori pacefica,diedelě a rifare il palagio,che giŕ era corniti ciato. Fecefi con Tua cura e diligenza, che fra pochi meli egli fu Prencipe ; la facciata uerfo Oriente fa con fuperba opera quafi alla debita altezza Jeua-ta. La peitilenza,che ne anche per il freddo eracefla ta, teneala cittŕ inpenfieri. Volfero adunque crea re trehuomini,a i quali fufle comraeilo che ufafle-ro ogni hutnano ftudio,per liberare la terra da quella calamitŕ . Q,uefl:i per leuar ma ogni occafio-ne, arfero in pubhco gran quantitŕ di uefli,da i beccamorti con fraude raccolte. E per fcaricare la cittŕ della moltitudine,parte del uolgo fu mandata lonta-nadalla terra . Cominciofsi a quel tempo anettare il Canai grande all'incontro dellapiazza,&innanti alle Colonne , e determinarono i Senatori, che ful-fe, quantunque icorra per tutta la cittŕ per lungo, e per LIBRO TERZO. 466 e per trauerfo,mondato tutto. Furono fcritte in Cipri alquŕte compagnie di pedoni per guardare Tifo la fecondo il coftume. In tanto.la guerra tra il Pon tefice e gli Orfini, che (come dicemmo) apertameli te s'erano uniti con Ferdinando , cominciata,uenu-te le genti del Sanfeuerino in Roma,fi fece piů arde te,perche ripigliato il Nomentano ponte, ch'eglino poco da Roma lontano haueuano occupato, nel la qual zuffa Fracafibd'un'artiglieriapercofTo quali morě,tutto il furore della guerra uoltofsi contro Sconfitta. Paolo Orfino,e gli altri congiunti di Verginio,per- „[; orfini, cioche il ponte preloaforza,e pofto a lacco, fu in buona parte rouinato; ftauail Sanfeuerino per andare a Monterotondo,quado Jiattilf a della famiglia Orfina, Cardinale, uenendo a piedi del Pontefice, promife di porre feičdlo e tutti i fuoi in poterti della fediaapostolica . Ne fu intorno Romalaguerra maggiore. Conteggiarono lefquadre della cauale-riadi Virginio il Romano territňrio, finche tornň Alfonfo di Tofcana. Ilqualehauendo hauutaperfa confederatione da Fiorentini e Melanefi una fiorita caualeria,e conducendola a Roma in fretta, il Sanfeuerino con minor efferato fé gli fece contro ne i Falifci. Cmiěuě fece un rumultuofo conflitto,& alcu ni caualli furono tolti danimici. Mail Calaurefe,fidatoli nelle forze de' fuoi, finalmente malgrado del Sanfeuerino pafsň nel Romano terreno . Il Pontefi ce che haueua fin'a quel tempo foftenuto coftante-mente tanto impeto di guerra, quantunque haueua determinato di chiamar aiuto dalla Fracia,eperlet tere & ambafciatori haueua chiamato in Italia Renato Duca di Loreno per opporlo a Ferdinando: e t haueua mandato a Vinitiani Nicolo Franco eletto Vefcouodi Triuigi,pet mouerli,fepoteffe allaguer ra/'perche gli aiuti di Francia fon giudicati lenti : et Vinitiani aftretti dalla confederatione fatta nella fine della guerra Ferrarele in Lombardia con Lodo- NNN 1 uico DELLA QVARTADECA uieo,Alfonfo, & iFioreotini,nonfi moueuano;perduta la fperanza, perche non uenifle lo flato Roma no in pericolo, accettň la pace dal nimico offerta con graui conditioni, & prouide afuo potere, che i compagni non patiflero difconcio. Roberto fatta la pace fu caffo , e udendo ridurre la Tua cauelenaio Lombardia, chiefe da Vinitiani per lettere e mefsi, che gli fuffe concedo di parlare ne i confini Vinitiani con due mila caualli,ilche non piacendo a i Senatori , egli mancando di configlio , & abbandonato , nonhauédo oue ridurfi in luogo ficuro;& eflendogh Alfonfo a i fianchi,ilquale l'haueafeguito nell'anda re in Romagna,feiv/.a combattere ui lafciň la gente, e con pochi fi ritirň fu quel di Rauenna. Coralfuc-ceflohebbe quella celebre andata di Roberto e fuoi figliuoli alla guerra Romana, della quale ho uoluto parlare,perche fuffe la Vinitiana fede e coftanzama nifeila. Perche harebbonopotuto, o rouinareFerdi nando, o uero condurlo a eftremo pericolo , mentre ch'egli era auolro nella guerra,quando haueffero uo luto acoftarfě a quella guerra, alla quale con larghi partiti erano inuitati, tuttauia per non uiolarela confederatone, fé ne attennero. Mentre che que-ilo fi faceua appreflo Roma, uenne la nuoua di Fran eia, Mdfsimiliano figliuolo di Federico Imperatore , eflere flato eletto Re de1 Romani. Ilqual no me alla Romana cittŕ fempreodiofo , potiamo credere hauer cominciato dai tempi di Carlo , che afflitte lo flato de' Longobardi in Italia , quantunque fi habbiada molti fcrittori, Pipino fuo figliuolo ef-fereflato Re in Italia, effendo il padre Imperatore , & eflere in proceflo di tempo flato chiamato nonfolamente Re d'Italia,ma Re de'Romani anco ra colui,che haueua qlia dignitŕ.Haueua tolto MaC-fimiglianoper moglie la figliuoladi Carlo Duca de* Belgi,che morě nella guerra de Suizzeri,e,|> tali noz ze accetuco in ampia Précipato/endo giouane ardi LIBR O TERZO. 467 to ne i difficili mouimenti e guerre minaccieuoli, & cofi alle armijCorae alla pace pronto, coftrinfe quella géte ferocissima ad obedire al fuo ImperiOj& egli col padre Federico fece a Vinitiani corno amici lo-ro,tale elettione per lettere manifefta, per ilche furono mandati ad amendu e ambafciatori Dominico ^vr"* Triuifano,& Hermolao Barbaro huomo no folo tra HermoU» Vinitiani,ma in tutta l'Italia 4? lettere chiaro, i qua Barbari, li per nome della Republica fi rallegrarono di tal no me regale a lui attribuko,e furono amédue fatti ca ualieri. Mandarono i Senatori etiandio awbafciato-ri in Portogallo a rendere al Re le debite gratie, che hauea porto aiuto a le ciurme delle galee Vinitiane ne' fuoi liti abbadonate; Andň a quelto officio qua-fi nel medefimo tempo Girolamo Donato,huomo nella Filofofia chiaro. Cefsň la peftiléza uerfo la Pri mauera,& in guifa fi partě, che non era la Cittŕ per molti anni ftata piů fana,& feguě la felicitŕ, dal folle cito e diligente maneggio del Prencipe Barbarico nafciuta.Hebbe la Cittŕ copiofe uettouaglie,perche tanta quantitŕ di grano,uino,& oglio fu da fani huo mini portata nella terra,che rade fiate era ftata la eie taVinitiana per ocio e ficurezzapiu fiorita. Aggiu- F*tic!jěětm gneuanfi ilieti tempi,che godeuanfi Vinitiani allo- atotit'in* ra la pace per mare e per terra,la onde fu creduto da tutti non mai effer ftata la atta piů felice doppo che fu edificata. Eftudiando il Barbarico a mantenere un tal felice ftato,morte lo fece defiare da tutti, pri-uando la Cittŕ d'un tanto huomo il nono mefe della fua promotione, ma forfč piů feliceméte,che qua lunque fuo predecefiore, perche oltre i figliuoli che lafciň,e Phauer alla rehgione,alla patna,& a cittadi-nide qualunque conditione giouato, lafciň la patria fana č d'ogni cofa copiofa,& in cafa e fuori feli-cifsima. Et puofialla fua buona forte afsignare, che in quei di che morě,uenne a lui uno ambalciatore da Baufecto Re de Turchie di Maometo figliuolo con cari, DELLA QUARTA DECA Ciri doni,mentrechegiacea infermo. Ma in quefto forfč meno felice,che a moftrare uer la Republica la fua pietŕ hebbe poco tépo. Fu detto che egli ftan-do per morire,chiamati a fé quattro fuoi figliuoli, e fattogli un fermone dignifsimo,li confortň ad amare di continuo la Republica, & Jhauer memoria dei beneficio da quella riceuuto , laquale quanto maggior grado hauea dato al padre, hauendolo di huo-mopriuato,leuatoallafommadignitŕ,doueuano i fi ghuoli piů attentamente amare, non potendo egli farle, perii corto tempo,la fua pietŕ manifeiěa.Dol-fefi quanto dir fi pofla la Cittŕ per la fua morte, tue ti per defiderio di lui fi ramaricauano,predicauafi nel uolgo la fua manfuetudine e clemenza, come co lui che oltre i molti benefici uerfo huomini di baffo conditione fatti, da principio del fuo gouerno,accio che perle molte facende niuno pouero fufeefclufo d'entrare a lui, comandň che ogni otto giorni fi fcri netterň i nomi di quelli, che dimadauanoaudienza, &cofi erano condotti al tribunale per ordine, col Decretň pie- qualepietofo Decreto fece fi,che non rčfilrea ai pň *"•'• ueriPambitione,ne la grafia,ne alcuno mancauadi fperanza di poter eflcr udito . Il popolo a fan Gio uanni e Paolo, accompagnň leeflequie,& egli alla Caritŕ fu fepolto. Piacemi narrare breuemente m che modo fi fepelifce il Prencipe di Vinetia. Morto lui cauanfileinterioradelcorpojes'imbalfima, dipoi tienfi tregiorni in publico nel palazzo coperto di panno d'oro con la fpada, & i fperoni d'oro polli allariuerf3,dipoi tutte lejfcuole della terra,chefono quali tante, quante le arti, precedono fotro i loro eonfalonicon religiofapompa, fuccede il numero-fo clero,feguendo i nefriti a nero con filentio, & o-gni fegnodi meftitia, edietroaquelti non poconu mero de Senatori di fcarlato e grana ueftiti,ilche tnanifefta, la Cittŕ libera non douer efler in pianto nella morte di quantunque buon Prencipe. Quiuii Senatori LIBRO TLRZO. 468 Senatori piů lietamente uefěitipofto nel Aio luogo il cadeletto gli fedono intorno, e fafsi a commenda-tione di lui nel pergamo una degna oratione.Torna-ti i Senatori al palazzo, determinali di fare il primo configlio per creare il nuňuo Prencipe,ma noi hab-biamo defcrittotalcoftume della cittŕ,per far mani feiro che durando la Republica in buono ftato,fuole eflere tutta la Cittŕ di medefimo afpetto, fenza mutarli j? dolore particolare . Succeffe al fratello Ago flino Barbarico huomo per innocenza diuitaegra uitŕ Senatoria riguardeuole,e procuratore di lati Marco. Fu queita publicatione al popolo tanto piů grata, quanto era piů ageuolmente a tutti perfuafo, non poterfi creare alcuna che fofle al morto Précipe piů fintile. Ilche egli manifeitň douer eflere il giorno feguéte che fu eletto co humanifsima oratione. Aggiugneuafi a quello la degna prefenza, fatta piů uenerabile dalla canuta barba, che al petto gli pen-dea.Sendo doppo la fuacreatione la Cittŕ come pri ma in piaceri e follazzi, egli feguendo le veitigie del fratellOjCominciň da principio a edificar il palazzo, laqual opra dalla facciata allaporta fu con magnifica e fontuofa fpefa quaů" compiuta. Quellainuerna ta furono mandati a Coičantinopoli a l'Imperatore de Turchi Antonio Ferro , e poco appreflo Giouan-m Dario. Antonio Loredano , che era al Pontefice ambafciatore,fu richiamato da Roma,perche fi ere-dea lui poco attentamente hauer maneggiato la Republica, huomo per altro di fommo ingegno edot-trina,e fu per dieci anni di Vinetia bandito.Poco do poi Sebaftiano Badoaro , e B. ernardo Bembo furono eletti ambafeiatori al Pontefice,con ilquale, poi che fu riuocato i 1 L oredano fecero Lega per opera d'Antonio Vinciguerra fecretario, come era loro dal Senato commeflň. Quafi nel tempo che fi publi co queiěa lega, fu creato Francefco Priuli capitano dell'armata. IlqualeuerfolaPrimauerahauuto dal Prencipe r^ DELLA QVARfA DECA Prencipe il cófalone,m la chiefa di fan Marco, fi par ti della Cittŕ. Erano ite auanti alquante galee arma te,& alquante poi lo feguirono . Studiaua il Senato-allora a difenderli il mare,quando nacque da Germa nia un'improuifa guerra per i confini,del cui principio & fucceflo, quando ne faremo piů chiaramente informati,abondantemente fermeremo. IL FINE. REGISTRO. APCDEFGHIKLMNOPQJ.STVXYZ AA BB CG DD EE FF GG HH II KK LL MM NN OO PP QCL RR SS TT VV XX YY ZZ AAA BBB CCC DDD EEE FFF GGG HHH III KKK LLL MMM NNN Tutti fono quaderni,eccetto NNN ch'č duerno. IN VINEGIA APPRESSO GIOVANNI DE* RO S SI. M. D. L V I I I. Osrednoa kmiJnica Sreika VilharJa Koper Biblioteca centrale Srecko Uilhar Capodistria 800003390