MARTEDÌ’, 19 OTTOBRE 1954 Presszo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI : Annuo din. 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. ★ Nella stessa lotta nuovamente insieme L'intervista dei compagno Tito all'AN SA imciE a (inissimo livelli milt l’iicoilro 1 immilli INDESCRIVIBILE è la gioia dei combattenti che si incontrano nuo-/aments dono aver vinto una dif-neue battaglia, in quei momenti si dimentica ogni sacrificio, ogni sonerenza sopportata neu accanimento della lotta. Unica cosa che rattristi la felicità di quell’incontro è il pensiero delle vittime che la vittoriosa battaglia ha preteso inesorabilmente. Aja la coscienza che agni vittima è il presupposto della vittoria, che non c’è vittoria senza vittime, fa di questa uno stimolo a nuove lotte per la vittoria finale. Allorché in questi giorni c'incontreremo nuovamente fra combattenti di questa a dell’altra parta dell’attuale confine per festeggiare la giornata delia Liberazione e del-i unione ueuniuva alla comunità traierna aei popoli jugoslavi, ci riempirà quel senso di soddisfazione che tante volte ci ha animato dopo la vittoriosa lotta contro l'oc-cupatore. Nove anni sono già trascorsi da quando confini ingiusti ci separarono, imponendoci diverse vie di lotta: da questa parte, in condizioni particolari iniziammo a edificare le basi economiche di nuovi rapporti socialisti cercando dì non rimanere indietro alle altre regioni delia Jugoslavia; dall altra parte subimmo la restaurazione del capitalismo e, con esso, dei vecchi sistemi di sfruttamento, la riabilitazione dei criminali di guerra e dei fascisti, la continuazione dell’oppressione nazionale e della snazionalizzazione. E’ naturale che da quella parte la lotta abbia richiesto sacrifici enormi, coscienza e fermezza politica di fronte alla reazione coalizzata di Trieste, d’Italia e più ancora. E appunto perchè quella lotta ha- richiesto tanta fatica e tanti sacrifici, la nostra soddisfazione in queste giornate storiche sarà tanto maggiore. L’unione di quei luoghi al distretto di Capodistria a alia Jugoslavia socialista è attesa perciò da noi tutti con giustificata impazienza. In particolare salutiamo affettuosamente i combattenti e i compagni delle località neoliberate, salutiamo tutti quei lavoratori senza distinzione -li nazionalità, felicitandosi con loro per la vittoria conseguita con la lotta e il sacrificio, Questo avalla la fiducia nella propria patria socialista e nei fratelli di sangue. Molte cose sono mutate da noi in questi nove anni! La nostra gente ha fatto ed ha appreso molto in questo periodo. Ciò vale bene nove anni e molta strada è stata già percorsa. Ai nostri collettivi di lavoro verranno ad aggiungersi centinaia di braccia operose e centinaia di menti sagge potenzieranno la capacità lavorativa e lo slancio creativo della nostra collettività socialista. Anche di questo dobbiamo gioire &1 di qua e al di là della attuale linea in questo momento storico. Ai lavoratori delle località che si uniranno a noi, possiamo dire che qui da noi c’è sufficiente lavoro per tutti, che tuttora poche Giovedì scorso Vishinsky ha fatto pervenire al Consiglio di sicurezza dell’ONU una lettera in cui si dichiara che l’accordo per Trieste facilita l’insìtaurazione di normali relazioni tra Italia e Jugoslavia e contribuisce a diminuire la tensione in questa parte d’Europa. Il nuovo atteggiamento del governo di Mosca deve essere fatto rientrare nei quadro dei generali mutamenti avvenuti nella politica sovietica nei riguardi di numerosi problemi internazionali. La lettera di Vishinsky alimenta senza dubbio la speranza di un’ulteriore miglioramento delia situazione mondiale- Il governo sovietico ha mutato il suo atteggiamento. Per la soluzione del problema di Trieste è accaduto ciò che molto di raro accade e cioè che un’accordo intemazionale venga giustamente valutato da tutti i paesi indipendentemente dalle loro - controversie, come un contributo alla causa della pace. Di opinione contraria si sono dimostrati, come era del resto facilmente prevedibile, soltanto i fascisti ed i cominformisti italiani con la loro agenzia vidaliana a Trieste, i quali anche questa volta hanno rivelato di essere sprovvisti di qualsiasi senso di realtà politica. Per essi l’accordo' di Londra aumenterebbe la tensione nel mondo e rappresenterebbe la peggiore soluzione del problema triestino. La lettera di Vishinsky ha provocato un gravissimo imbarazzo nelle file dei dirigenti cominformisti in Italia e a Trieste. Viđali ha parlato dell’accordo come di un «baratto infame». Vishinski lo ha definito un contributo alla diminuzione della tensione in questa parte d’Europa. Togliatti ha dichiarato che l’accordo viola i diritti sono le braccia operose. Qualsiasi preoccupazione per l’impiego è fuori luogo, poiché ognuno potrà scegliere liberamente se lavorare sul vecchio o su un nuovo posto di lavoro. Così pure dobbiamo dir loro che, con l’unione a noi e con l’inclusione nella nostra produzione, verrà a mutare nell’essenza la loro posizione nella produzione, poiché essi non saranno più dei salariati, che vendono la propria forza lavorativa, ma lavoratori padroni, che partecipano alla gestione Uell azienUa. Questa è la granue conquista dei nostri lavoratori nel socialsmo di questo Paese che, unico al mondo, ha la fortuna di avere come guida la Lega dei comunisti aeua j ugosiavia, temprata in ogni battaglia, e alla sua testa il compagno ino. uggì dipenae esclusivamente dai nostri lavoratori quanta sarà la loro compartecipazione all’utile che essi creano. Da soli decidono, da soli distribuiscono il valore creato. Non cè alcun dunoio che ogni lavoratore delle località neoliberate sia cosciente di tali grandiose conquiste, che sappia distinguere giustamente i diritti acquisiti del lavoratore-padrone dalla situazione del lavoratore salariato. rei-questo ei rallegriamo dell’aiuto che ci verrà dai nuovi lavoratori ancnc nel campo della gestione operaia. Tutti co.oro che rimangono fuori dai confini clean nostra Patria, specialmente se rio veni, temono a ragione il ritorno dell'Italia polche nei passato questa non ha mai ri spettato i diritti che essa stessa aveva solennemente promesso. Essi hanno fondati motivi di malcontento, come li abbiamo noi e tutti i popoli della Jugoslavia. Ma per la popolazione democratica di Trieste, in particolare per la popolazione slovena, vale in ispecie la racco, mandazione che è necessario insistere nella lotta per il raggiungimento deU’obbietiivo principale. E particolarmente importante sapei trovare nel quadro delle forze democratiche s socialiste del nuovo Paese il proprio posto di combattenti attivi per i -diritti dei lavoratori, poiché in ciò sta la chiave di nuove vittorie o della desiderata, Più giusta soluzione. Abbiamo buone ragioni per ritenere che stia iniziando una nuova epoca di rapporti del tutto normali e amichevoli con l’Italia, in particolare con i lavoratori italiani. Quanto più fruttuosi saranno i nostri sforzi per il potenziamento della nostra economia a lo sviluppo dei rapporti socialisti fra gli uomini, tanto migliori saranno le prospettive della comprensione fra il nostro e i! vicino Paese. Alla luce ai queste prospettive, u significato dei sacrifici della Jugo slavia è tanto più nobile e grande. Nella persuasione della giustezza dì questi sviluppi, salutiamo 1 nuovi compagni, certi che alla lotta per ii raggiungimento di questi obbiet-tivi, per Televamento e l’edificazione della Patria socialista comune, non mancherà il loro contributo entusiasta. nazionali italiani. Vishinski ha affermato che raccordo è accettabile per i idue paesi direttamente interessati. Ai cominformisti italiani e triestini è giunto dunque da Mosca il benservito. Per anni e anni, dimenticando che l’espansione della borghesia italiana verso i Balcani non era un problema della classe operaia, dimenticando che 30 anni e più addietro i padri del socialismo italiano si erano astenuti dal votare i crediti per la guerra che a-vrebbe dovuto portare alla conquista dell’Istria, di Fiume e Zara, 1 cominformisti italiani hanno cercato di -condurre la classe operaia sul -terreno ad essa del tutto estraneo, -della lo-tta nazionalista. Il Il CPDdi Capodistria per i nuovi territori Il CP-C di Capodistria sta prendendo le misure necessarie per assicurare la continuazione della vita nelle zo-ne che verranno congiunte alla Jugoslavia in base all’accordo d-i Londra. A questo scopo, il Comitato -distrettuale ha nominato i membri de-l-la Commissione provvisoria del CPC di Capodistria -e Dintorni ohe assumerà l’amministra^ zione delle nuove zone.. Il nuovo Comitato si occuperà dell’attività culturale, igienica, sociale ed anagrafica nel-le zone che congiunte-Esso entrerà immediatamente in contatto con la popolazione delle località per assicurare l’insegna-men-to, l’attività degli artigiani, dei commercianti e degli osti, la fornitura di generi alimentari, di energia elettrica, di acqua. Sono previste pure misure -per un pronto aiuto ai disoccupati. Il Maresciallo 'l’ito, Presidente -della Repubblica jugoslava, ha fatto conoscere il suo pensiero sul recente accordo -per Trieste e sulle prospettive di collaborazione fra Italia e Jugoslavia nonché su varie questioni internazionali che interessano il nostro Paese nel corso di. una intervista concessa al corrispondente -dell’ANSA a Belgrado. Ecco il testo delle domande poste daU’intervistatore e delle risposte del Maresciallo Tito. DOMANDA: — -Se è parlato molto in questi giorni, con ottimismo, delle prospettive che si aprono alla collaborazione dtalo-jugoslaiva. Secondo lei, signor Presidente, verso q-uale obiettivo si deve -orientare 11-talia è verso quale la l-ug-oslavia? % Quali s-ono, secondo lei, gli ostacoli che deve rimuovere Tltal-ia e quali la Jugoslavia? ’ RISPOSTA: — Io penso che la soluzione del problema di Trieste apra ogni possibilità alla collaborazione tra Italia e Iugoslavia. Tale soluzione non è fine a se stessa, ma riveste un carattere squisitamente internazionale e proprio perchè il problema rivestiva un carattere internazionale, la soluzione avrà un grande significato. Parlerò anzitutto dell’importanza che la soluzione del problema triestino riveste per le re- L'Ammin, militare cesserebbe^ 26 ottobre La commissione speciale, costituita presso il Consiglia Esecutivo della Slovenia per l’esame della situazione economica nel distretto di Capodi-stria, è stata incaricata di elaborare un vasto piano di investimenti per lo sviluppo economico della fascia costiera dellTstria slovena. In base a tale piano1, che terrà conto -della attuale capacità industriale -del -distretto di Ca-podistria il reddito nazionale del territorio annesso aumenterà di circa il 50°/o. Si ritiene che una -delle prime misure, che verranno adottate nel distretto, riguarderà il miglioramento delle vie di comunicazione e la costruzione di un porto sufficiente per il fabbisogno della zona. * A Belgrado si ritiene che la commissione mista jugoslavo-anglo-aane-. ricana, incaricata di delimitare la nuova linea di confine tra l’Italia e la Jugoslavia, concluderà i suoi lavori. entro il 26 -ottobre. Gli stessi circoli prevedono che l’aimiministrazione militare .dell’Armata Popolare Iugoslava -di Capodistria cesserà le sue funzioni lo stesso giorno in cui avverrà il trapasso dei poteri in zona A ali amministrazione civile italiana. Secondo notizie -d-i. fonti competenti jugoslave e italiane, sono in corso i preparativi -per la conclusione di un accordo sul traffico di frontiera non appena cesseranno le funzioni delle amministrazioni militari sull’ex territorio libero -di Trieste. nuovo atteggiamento sovietico li ha coiti di sorpresa, senza che avessero avuto il tempo -di elaborare una politica -di ricambio. E che cosa hanno fat-to dopo la dichiarazione sovietica? Hanno tentato l’arrampicata sugli specchi. Alla Camera il direttore déll’UNlTA’ Ingrao con una improntitudine più unica -che rara, evitando la «gaffe» a Togliatti, ha dichiarato che i cominformisti italiani sono stati .sempre deU’o-pinione esposta dal governo sovietico nella lettera di Vishinsky al Consiglio di sicurezza. E senza accorgersi dell’ev-idecnte contraddizione, ha aggiunto che il governo italiano con Taccordo per Trieste ha venduto alla Jugoslavia un territorio che sqcondo lui è italiano per nazionalità e cultura, citando -dichiarazioni del Vescovo fascista di Trieste Santin. L’Unità, organo -del Partito cominformi-sta si è ben -guardata dal pubblicare nella pagina triestina il testo integrale della comunicazione di Vishinsky. Ha però pubblicato un articolo, a firma probabilmente dello stesso Viđali, in cui si afferma che la lettera -del delegato sovietico all’ONU non smentisce il precedente atteggiamento -di Mosca e non rappresenta un’approvazione dell’accordo italo-jugoslavo. Si afferma ancora che i cominformisti non muteranno la loro posizione al riguardo però non si chiede più la realizzazione del Territorio libero e si insiste invece sul rispetto dell’accordo. Poveri -dirigenti cominformisti! A quali acrobazie, a quali camaleontiche -trasformazioni non li costringe la politica del satelli-smiQ. Dovrebbe essere ora per loro più che evidente, che è un grave affare essere satelliti e ohe è molto difficile agire .giustamente se non si pensa con il -proprio cervello. lozioni tra Jugoslavia e Italia. Il desiderio che anche prima esisteva per una collaborazione economica, culturale e politica ora ha possibilità .di essere esaudito. E ciò nell’interesse di ambedue i Paesi. Che cosa devo-' no fare i Governi iugoslavo e italiano e quali ostacoli devono essere rimossi? Ritengo che qui non sia il caso di parlare dì rimozione di ostacoli che possa avvenire tutta in una volta. Essa deve avvenire grado a grado, e saranno necessarie pazienza e tenacia nel trovare il mòdo e le possibilità di collaborazione, nonché creare un’atmosfera favorevole nei nostri paesi. E’ evidente che i rispettivi- Governi possono e devono esercitare la loro influenza in questo senso," poiché questo creerà la base per un approfondimento della conoscenza reciproca e per una fruttuosa collaborazione fra Italia e Jugoslavia. DOMANDA: — Si è anche -m-o-lto parlato in questi giorni del contributo che Italia e Jugoslavia, risolvendo con sacrifici -da ambo le parti il problema di Trieste, hanno offerto a-lTeq-uilibrio; europeo. Pensa lei, signor Presidente, che tale contribuito debba limitarsi soltanto al lato, diciamo così, passivo, cioè allo avere eliminato un punto di frizione, oppure possa diventare nell’im-medi-at-o futuro un contributo attivo attraverso formule che Italia e Jugoslavia studieranno di concerto con gli alleati occidentali? RISPOSTA: — Ho già risposto prima in parte a questa domanda. Non poteva essere altrimenti. In Italia si parla dei vostri sacrifici e noi in Jugoslavia parliamo dei nostri: questo significa che i popoli italiano e jugoslavo non si sono chiusi nella .considerazione dei loro egoistici interesi, dei loro interessi unilaterali, ma hanno tenuto sopratutto conto della- pacificazione, della stabilizzazione & del rafforzamento della pace nel mondo. Si tratta in sostanza di avere voluto contribuire in grande misura a salvaguardare la pace nel mondo. Le reazioni della stampa e degli uomini politici più in vista confermano dappertutto che noi veramente abbiamo fatto non poco per consolidare la pace. DOMANDA: — Per approfondire la reciproca conoscenza fra italiani e jugoslavi, quali iniziative ritiene lei che possano essere più utili e più fruttuose? RISPOSTA: — Mi sembra che tale questione sia. molto importante ma non di difficile soluzione. E’ facile risolverla. Sono convinto che bisogna cominciare a collaborate in tutti i campi, dare inizio ad uno-scambio di visite di uomini di cid-tura, di artisti e di personalia, politiche. Ritengo della massima utilità l’incontro proprio delle personalità politiche per impostare le linee generali della sviluppo dei nostri rapporti. E questo anche ad alto livello. Certo senza precipitare e guardando le cose in prospettiva. Ma dal momento che abbiamo imboccato una strada dobbiamo procedere con audacia. Per quel che ci concerne, siamo abituati ad avanzare con audacia quando ci siamo decisi a concludere accordi che nella nostra politica estera hanno sempre dato utili risultati. E se dall’altra parté ci vengono incontro con lo stesso stato d’animo, perchè indugiare? Non si . tratta dunque di dover risolvere tutte le questioni in un solo incontro, ma piuttosto di procedere ad uno scambio di opinioni in vista di tino loro successiva elaborazione. DOMANDA: — Rimossa la questione di Trieste, la Jugoslavia si avvicinerà ulteriormente aH’Occidente? E la saldatura fra il suo sistema difensivo e quello occidentale finora mancante in che maniera -potrà avvenire? RISPOSTA: — E’ una domanda alla quale non si può rispondere in breve. Quanto ai rapporti con l’Occidente, nessuno potrebbe affermare che si sono finora sviluppati fiaccamente e perciò nessuno può aspettarsi che la soluzione del problema di Trieste apra la porta ad una collaborazione ancora più stretta. Tutta la nostra politica estera ha avuto sinora come scopo quello di contribuire il più possibile alla sicurezza e al rafforzamento della pace in questa parte d’Europa, nonché di collaborare nei campi economico, politico e culturale. Quanto più ci comprenderemo tanto più i nostri rapporti miglioreranno. L’accordo per Trieste ha pertanto rimosso quelli ostacoli che sì frapponevano alla collaborazione con un paese come l’Italia ricco di grandi tradizioni culturali. Il portolo iugoslavo si compiace per la collaborazione tra. il nostro Paese e l’Italia: collaborazione che sarà ancora più rafforzata nel quadro della difesa dal pericolo di una eventuale aggressione. Sarebbe erroneo parlare adesso di un affrettato sviluppo di questa collaborazione, ma questa sarà facilitata ancor più dall’ulteriore sviluppo dei nostri rapporti. D’altra. parte devo dite che gli impegni della Jugoslavia verso il mondo occidentale nel quadro della politica estera non escludono lo sviluppo dei nostri rapporti con i Paesi orientali e non implicano un rifiuto delle offerte che ci vengono rivolte da tali Paesi per una collaborazione su basi di parità di diritti. Sarebbe infatti sbagliato respingere proposte co- struttive dall’Oriente poiché questo non rappresenterebbe un contributo alla, causa della pace. Sono certo che la Jugoslavia, grazie alla sua politica estera di Paese indipendente, agisce da elemento pacificatore e contribuisce al consolidamento della pace nel mondo. E’ erroneo quello che scrive la stampa all’estero quando affermò che Tito sta facendo ritorno a Mosca. Noi non abbiamo mai voltato gabbana. Nel 1948 noi ci siamo trovati isolati e bloccati. E allora abbiamo trovato la strada verso la collaborazione più stretta con i Paesi occidentali. Questo non significa che noi non dobbiamo accettare il colloquio anche con altre parti. Non pensiamo però di abbandonare le raggiunte posizioni di un Paese indipendente e completamente autonomo nella sua politica estera. Al termine deU’i-ntervis-ta il Presidente Ti-t-o ha voluto riv-alge-re tramite PAgenzi-a ANSA, un s-uo particolare messaggio al popolo italiano. «Desidero convincere il popolo italiano ed il suo Governo — ha detto Tito — che i popoli jugoslavi con i loro dirigenti non nutrono nessuna riserva mentale nei loro com-fronti. Nostro desiderio è, dal momento che viviamo a fianco gli uni degli altri, di avvicinarci ancor più e di collaborare. Rivolgo al popolo italiano il mio saluto in nome dei popoli jugoslavi». Sacrificio e incoiiiorensione «Nel suo importante discorso alla Camera, a un certo punto il nostro ministro degli Esteri, on. Martino, ha -detto: «Quella parte della Zona A che non è restituita allTtali-a hala superficie di pochi chilometri quadrati e 3500 abitanti in prevalenza sloveni. «Per un dovere di precisione» dobbiamo ilire all’onorevole Martino che i suoi dati non sono purtroppo esatti. «Pochi chilometri quadrati» in una zona modesta, anzi modestissima, come la zona A, a un passo dal porto, sono una rinunzia che preoccupa e della quale la città sente là sofferenza. Ma a parte questo, che, ormai è un fatto compiuto, a cui il nostro realismo-, sia pure sanguinando, si pie-ga, ciò che va rettificato è I’affennazione che i 3500 abitanti -della -lingua di terra che cediamo alla Jugoslavia siano in prevalenza sloveni. Comunisti sì e disposti per disciplina di partito ad accettare il baratto che a suo tempo l’onorevole Togliatti stava per concludere a Belgrado con l’allora oompagno Tito: ma dal punto di -vista nazionale si tratta di gente nostra, tant-o è vero che, malgrado lusinghe e promesse da parte jugoslava, essi preferiscono le pene dell’asodo e dichiararsi italiani, con tutte le conseguenze che la loro risoluta decisione comporta.» (Dal «Giornale di Trieste» del 13 corr.). Infatti, fra il ministro Martino, che attribuisce la prevalenza numerica agli abitanti della «lingua di terra» in argomento è il giornale di Rino Alessi (che pochi giorni prima qualificava italiani ih ragione del 99% gli abitanti stessi) il contrasto è enorme. Ciò dimostra che• a Roma si ignora, oppure è mal concepita- la effettiva composizione etnica attuale degli abitanti di Trieste e delle terre che la circondano. Evidentemente il Ministro Martino, ben a ragione chiamato a «rettificare» quella sua errata «affermazione», ha dimenticato o trascurato il fatto che il fascismo — operando la «riduzione dei cognomi» degli abitanti di questa regione «nella primitiva loro forma» cioè in quella italiana (risalente all’epoca in cui la specie umana era contenuta, secondo la Bibbia, fra il Tigri e l’Eufrate) vietando, con Ventusiastica prestazione dei vescovi, l'uso dàlie lingue slave anche nelle chiese e sopprimendo inesorabilmente ogni scuola non italiana — ha impresso le stigmate della italianità al cento per cento a tutti gli abitanti, di queste terre. Inoltre, il Ministro, colto in fallo, non ha tenuto conto nella sua incriminato «affermazione» del particolàre, dì grande importanza, che una percentuale — sia pur minima — degli abitanti della precitata «lingua di terra» è rappresentata da Italiani ivi trasferitisi da località del litorale croato e sloveno, quindi da «super italiani» ognuno dei quali conta per cento italiani comuni, non fosse altro, per il costo pagato da1 popolo italiano per il loro esodo e per le indennità corrisposte a tutti coloro che hanno promosso, organizzato, diretto e sfruttato tale esodo. Che poi la rinunzia dei «pochi chilometri quadrati della modestissima zona A» preoccupi il quotidiano di Rino Alessi, appare cosa naturale e ovvia quando si consideri che il suo corpo redazionale e i circoli a cui fa capo, sono rappresentati da elementi adoperatisi in tutti i modi affinchè Trieste e la Regione Giulia formassero lo «Adriatisches Küstenland» di Hitler. In fine se la patente di italianità dovesse essere ottenuta attraverso «le pene dell’esodo e dichiararsi italiani» come proclama il «Giornale di Trieste» bisognerei> be concludere che noi non siamo italiani al pari di ogni altro della nostra stirpe che non ha lasciato il suo luogo natio a spese e per farsi mantenere dal popolo italiano. J. B. In seguito al «placet» sovietico per Trieste Arrampicata sugli specchi dei cominformisti Italiani OCCHIO FOTOGRAFICO sulle località tra poco libere I S. BARTOLOMEO (foto 1) LA BAIA DALLA QUALE PARTE IL 1 CONFINE, SEGUE IL CRINALE DELLA COLLINA TAGLIANDO CHIAMPORE IL CUI CIMITERO CON SEI CASE (foto 2) RESTA DALLA NOSTRA PARTE. SCENDE QUINDI DALLA CIMA DEL S. MICHELE, A VALLE PER RISALIRE NUOVAMENTE SUL CASTELLILE. AL DI QUA’ DEL NUOVO CONFINE RESTA UNA PARTE DI MONTI, CEREI, CREVATINI (foto 3) Busibi, irai jkd ujuliski (foto 4). DAL CASTELLIER IL C ONFINE SCENDE NUOVAMENTE NELLA VALLE DELL’OSPO PER CONGIUNGERSI COL VECCHIO CONFINE NEI PRESSI DI PREBE NICO. AL DI QUA’ DEL CONFINE RESTANO SCOFIE, (foto 5) e PLAVIE (foto 6) Il 24 ottobre nelle aziende e cooperative del Buiese I PRODUTTORI ALLE URNE loan Jurdana è candidato a Umago, dove si trova in qualità di direttore della «Istra-Auto». E' un combattente del 1941, sino a poco tempo fa apprezzato direttore dei Cantieri Piranesi Domenica, 24 ottobre i produttori del distretto di Buie si recheranno alle urne per eleggere i membri alla Camera Distrettuale dei produttori. Nelle riunioni e in tutta l’attività preelettorale i lavoratori del Buiese hanno dimostrato di comprendere l’importanza che questo organo assume nel novero delle misure prese dal nostro stato per avvicinare sempre di più il potere al popolo. Oltre a questo importante fattore, le Camere dei produttori non sono che il corollario di quella gestione operaia che tanti risultati favorevoli ha dato sia nella nostra politica interna che in que’la economica e che ha rappresentato un orientamento sostanziale di tutto il nostro sistema verso la democrazia socialista. Esse sono il completamento indispensabile dei con- Dumić Vinko, canditato a Cittanova, dove è particolarmente apprezzato tra i pescato’'-':, che dalle sue capacità organizzative hanno ricevuto molte sigli operai, senza le quali la gestione operaia sarebbe monca, poiché si dimostrerebbe inutile anche il potere più assoluto degli operai nei limiti idei loro collettivi di lavoro, se questo potere non venisse esteso anche a quella parte del plus lavoro che, sotto forma di accumulazione, va agli organi dello stato e sul quale devono decidere gli operai tramite i loro rappresentanti e nell’interesse della collettività. La Camera dei produttori uscente ha dimostrato di aver saputo svolgere i compiti affidatile dagli elettori. Nel periodo della sua carica, talvolta in lotta contro localismi e tendenze particolaristi- Abbandonato il muro che costeggia i baraccamenti di Lazzaretto giungiamo sul breve rettifilo che costeggia la baia di iS. Bartolomeo. Proprio accanto al torrentello i genieri americani hanno piantato il paletto giallo che segna la nuova linea di confine. Attorno ai poliziotti di guardia vi è il solito gruppo' di curiosi, giunti con le macchine da Trieste, ai quali il povero vigile sta spiegando per l’enesima volta la linea del muovo confine. Il suo dito indica in alto, verso Ohiampo-re, una casa gialla attigua alle «Cooperative operaie» dicendo essere quella ancora in contestazione e che àll’incirca segna il secondo punto di riferimento della linea che dividerà la Jugoslavia dall’Italia. Al di qua di questa linea, nella terra per ora di nessuno, si stendono a sinistra, con la faccia a ponente, vigne e campi rigogliosi, costellati di case biancheggianti accanto alle quali la biancheria asciuga al sole. A mezzo colle rosseggia una casa colonica con il silos. Giù in valle, al di qua della strada è «La Caravella». Attorno al Amici deli' inlizia nel comune di Portorose Già la sera dei primo giorno della «Settimana del bambino» ha avuto luogo a Portorose l’Assem-bi-ea costitutiva dell’Associazione degli amici dell’infanzia per il Comune di Portorose. Presenziavano numerosi 'genitori e persone che si interessano dei problemi giovanili di Portorose, di S. Lucia e di Strugnano. Alle parole introduttive della comp. Cmiea sulFimporbanza e gli scopi della costituzione Associazione, fece seguito Za lettura dello Statuto. Si passò poi all’esame dei compiti specifici deU’Associazione nell’ambito del Comune di Porto-rose. Ar un’esauriente relazione in proposito, fece seguito la discussione cui partecipò un discreto numero di presenti, soffermandosi sia sui compiti generali, sia su quelli specifici per Portorose : si fece rilevare specialmente la responsabilità di tutta la società nell’educazione della gioventù nella nuova fase di sviluppo della nostra società; molti degli interventi fecero risaltare l’importanza di singoli problemi e della loro soluzione che verrà affidata al Comitato direttivo. L’Assemblea passò poi all’elezione dei 15 membri del Comitato direttivo e dei 4 membri per il Comitato di controllo. Da ultimo si passò alle adesioni scritte: la Segreteria dei Comitato direttivo ne ha già raccolto un bel numero. Auguriamo alla neo-costituita Associazione un proficuo lavoro e formuliamo i migliori auspici che essa possa realmente offrire ai gio vani ed ai genitori l’aiuto necessario per i vari problemi dell’educazione, poiché l’awendre della nostra comunità e del socialismo è nelle mani dei giovani di oggi. Ve—Mi che, essa ha indirizzato giustamente la parte del plus lavoro creata dai lavoratori verso quegli investimenti che hanno maggiormente giovato al benessere economico del distretto. Le numerose industrie, sorte o che cominciano a sorgere a Citta-nova e Umago, ne sono una prova eloquente. Nella prima è sorto il Maglificio, fonte di lavoro e di entrate per quelle popolazioni e per tutto il distretto. Nella seconda è solito it complesso deliljindustria alimentare «Istranka», mentre proseguono azeramente i lavori sulla fabbrica di colori. Tra poco vedremo stagliarsi le prime mura della grande fabbrica di cementi. E accanto a queste opere, altre pre- Z accaron Alfredo è stato invece candidato dei cooperatori di Cittanova per la sua infaticabile opera nel campo cooperativistico e agri- esistenti hanno ricevuto migliorie notevoli alle attrezzature e agli impianti, onde migliorare la loro produzione e il loro rendimento. Nè accanto all’industria, è stata dimenticata l’agricoltura. Milioni di dinari sono stati investiti per il suo progresso e oggi tutto il distretto" di Buie è cosparso di vigne nuove, piantate secondo gli ultimi dettami della tecnica. Molte è stato fatto nel campo sperimentale agricolo con il vivaio di Celega e il demanio agricolo della Valle del Quieto, sebbene in questo campo parecchio resti ancora da fare. Questo è stato l’indirizzo principale che la Camera dei produttori uscente da tenuto nella sua politica economica. Oltre a questo, milio- Bemié Libero, candidato alla fabbrica «Dra-gogna» di Umago dove è occupato in qualità di aiuto-tecnico. Era già membro della Camera dei Produttori, ni sono stati spesi per lo standard sociale, per dare agli operai case banco di vendita s’accalcano i clienti, mentre il resto del ristorante è vuoto chè il proprietario, il pa-Tentino Umberto Greatti, ha provveduto a rimuovere ogni cosa. «La Caravella» e le vigne e i campi e la casa rossa con il silos sono «suoi». L’altro giorno, quando qui era la commissione per la delimitazione della nuova linea, si sgolava gridando Italia, Italia! Riteniamo però che dell’Italia, come tutti gli affaristi, se ne faccia un baffo. Il grido era sinonimo di «non voglio la riforma agraria». Nelle case dei suoi coloni però tutto è tranquillo, la biancheria asciuga al sole e i polli rincorrono i moscerini. Gli sfruttati di oggi attendono la Giustizia sociale. Per la ripida e stretta strada che da S. Bortolomeo s’inerpica sulla cresta dei monti, giungiamo a Chi-ampore. Qui, il via vai di macchine è quasi frenetico. Il nostro autista si diverte a contare quelle ferme, una quarantina circa. La linea di confine a Chiampore non è ancora definitivamente tracciata e mentre dalla cima S. Michele, guardiamo il magnifico panorama che si stende a destra e a sinistra della cresta di monti, giungono alcuni militari inglesi per piantare sulla cima di questo monte uno dei pali «chiave» della nuova linea di confine. I curiosi attorno sono a decine. Alcuni fotografi scattano le istantanee. I militari. continuano imperterriti e fare la malta e a scavare il buco. Vediamo una donna ben vestita che si lascia cader qualche lacrima. Le chiediamo di dov’è e ci dice di essere di Trieste. Sul suo pastrano spicca il distintivo dell’Azione cattolica. «E perchè piange? — chiediamo nuovamente — per questa povera gente» risponde, mentre attorno vediamo tutta gente ben vestita proveniente da Trieste. Più in giù, a una donna che ci sembra del luogo, chiediamo se se ne va. «Perchè dovrei andarmene?» ci obietta a mo' di risposta. La sua casa resta dalla nostra parte ed anche i suoi campi. E’ un po’ preoccupata per suo figlio, che, dice, la terra non la vuole lavorare e lavora ai Cantieri San Rocco. La terra è poi poca e non riesce a sfamare. La sua speranza consiste che si potrà passare il confine ogni giorno e continuare il lavoro attuale, per suo figlio, naturalmente. Chiampore verrà divisa dal suo cimitero che resta da questa part? mentre gran parte del paese resta di là. Dalla cima del S. Michele si può vedere la retta che si congiunge al Castellier e che taglia in due la frazione 'di M. Serei, situata giù in valle, dall’altra parte dei monti che vediamo da Capodistria. Nella frazione di Monti, su di ima casa sventola la bandiera slovena. Parliamo con alcuni paesani. Dei paese, poche famiglie sgombrano, quella del commerciante tra queste. Solo a Crevatini si vede qualche segno del tanto strombazzato «esodo» -di cui a caratteri cubitali parla la solita stampa qualificata triestina, stimolandolo con suoi faziosi scritti che parlano del destino nero per quelli che restano al di là, e delle rose e fiori per quelli che se ne vanno e fabbricando nuove e moderne e agii agricoltori la luce elettrica. Scuole e case di cultura nuove sono sorte anche in questo breve periodo di tempo. Basta citare la casa di cultura di Cittanova e quella sorgente a U-mago Accanto a queste, la casa della salute pubblica e tutta una serie di ailtre opere che sono state la cura costante della Camera dei produttori. Nel memento in cui ci accingiamo ad eleggere i nuovi rappresentanti, la nastra attenzione dovrà essere rivolta acchè siano uomini che sappiano continuare con maggior vigore l’opera dei loro predecessori, uomini che alla Camera dei Produttori sappiano tutelare in primo luogo gli interessi della collettività ponendoli al disopra di quelli particolari dell’azienda in cui lavorano o della località dove abitano. Per puro caso abbiamo appreso a Parenzo 'dell’esistenza di un uomo-«straordinario». Straordinario, veramente, era la parola ohe più ricorreva in un gruppetto di persone, intente discutere di tecnica e di macchine. «Roba da Piera di Zagabria» diceva il direttore di un’azienda, scuotendo il capo come davanti a un padiglione delle meraviglie. Ma chi è, ingomma, questo' fenomeno, questo uomo di cui tanto si parla? CI hanno detto il nome : Antonio Brežević, ed hanno aggiunto tante altre cose, tante considerazioni sul suo conto, ohe ci siamo fatti l’idea di un mago alle prese con 'chissà quali segreti in un buio laboratorio. Quando poi abbiamo espresso il desiderio di incontrarlo, ci è stato detto che era quasi impossibile e che «l’inventore» — come lo chiamano — non ama la pubblicità e tanto meno i giornalisti. Figuratevi se non eravamo curiosi. Ci siamo messi alla caccia del «mago», domandando di qua e di là, e alla fine entravamo nella casa segnata con numero 3 in via Frane Gravinić. E’ la casa di Antonio Brežević: una casa come tutte le altre di Parenzo. iSaliamo alcune rampe di scale, attraversiamo un lungo corridoio ed eccoci... in tante storielle e sfondo giallo su case tagliate a metà, su svenimenti, pianti, lacrime. In questo disgraziatissimo lavorio, ohe tende solo a un effetto propagandistico immediato, sono ben appoggiati dai co-minformisti e dai soliti sacerdoti che girano per i villaggi. Aizzando la popolazione contro la Jugoslavia, e dipingendola nelle rinite più nere finiscono col far presa su qualcuno. Anche a Elleri solo qualche famiglia sta sgombrando, a Skofie di più e infine Plavie resta quasi integralmente al di quà del nuovo confine fissato a 1.600 metri dall’attuale blocco, sulla strada Pola —Trieste. Anche qui c’è il solito poliziotto di guardia e i soliti curiosi attorno al palo giallo del confine. Da una e dall’altra parte alcuni o-perai stanno già provvedendo allo scavo delle basi per la costruzione dei nuovi caseggiamenti del posto di blocco che sorgeranno sia da una che 'dall’altra parte. Mentre giungiamo a Skofie, un autocarro carico di mobili abbandona la scuola. Il cominformisfca Pacco ha provveduto a far sgombrare anche l’asilo infantile oltre a tutti i banchi scolastici. Poi quando in queste terre verrà la Jugoslavia, strombazzerà sulla sua «Unità» come gli jugoslavi non hanno provveduto immediatamente ad aprire la scuola-Sono gli aspetti di una lurida politica che conosciamo già da anni. PER IL DECENNALE DELLA „F0NTAN0T" In tre diversi villaggi della Bela Krajina, non lontano da Črnomelj, nel mese di ottobre 1944 vennero costituiti, in formazione tu cvirnoauimtu io, i battaglioni di partigiani italiani che due mesi dopo diedero origine alla brigata «fratelli FON-TANOT» che combattè a fianco neue aure unita uei vii Korpus dell’Esercito di Liberazione della Slovenia. Per ricordare degnamente il decimo anniversario di questo importante avvenimento della nostra Lotta, gli ex combattenti della brigata Fontanot di Sicciole hanno preso l’iniziativa di organizzare una escursione in Bela Krajna nei giorni 23 e 24 ottobre, per visitare le località che videro impegnata in combattimento la brigata, e i cimiteri dove riposano i Caduti. II Comitato promotore delie celebrazioni invita tutti gli ex comDanenu, cne lecero parte della brigata FONTANOT ed i parenti dei caduti, a prenotarsi per la gita che verrà effettuata con autopulman dell’impresa Slavnik, telefonando alla Posta di Sicciole, presso il compagno iviano iviejaK, uai quale riceveranno anche informazioni sull’itinerario, che, in linea di massima, è stato così stabilito : partenza da Sicciole il giorno 23 ottobre, alle ore 7, pernottamento a Dolenske Toplice, quindi visita a Suhor, Metlika, Cerno-melj, Smuka, Kočevje, Babino Polje, ritorno a Sicciole il 24 sera. Leopolda Uršič è operaia al Maglificio di Cittanova dove è stata scelta a candidato per la sua infaticabile opera nel maglificio. un laboratorio di meccanica di precisione. Brežević ci accoglie gentilmente e ci mostra' compiaciuto il suo regno : ci sono arnesi di ogni genere, qualche macohina utensile e poi orologi, sveglie, macchine da scrivere e da cucire. Dategli u-na macchina qualsiasi, sia pure un groviglio di rottami, ed egli ve la restituirà fiammante. Questo potrebbe essere il suo .matto. E infatti Brežević è in grado di riparare tutto, dagli orologi alle calcolatrici, fabbricando da solo gli eventuali pezzi di ricambio occorrenti. Mentre ci mostra il suo laboratorio, Brežević sorride impercettibilmente dietro gli occhiali e accompagna il suo dire con un gestire pacato. Poi si sbottano un pò sulla sua vita. E’ nato a Visinada, 52 anni fa, ha fatto le scuole professianali a Pola, dove ha anche lavorato. Poi si è trasferito a Trieste, lavorando fra l’altro alla «Singer». A Trieste ha dato gli esami di abilitazione professionale di meccanico di precisione. E’ sposato, senza figli. Fin qui niente di strano. Brežević è un bravo meccanico e l’atteggiamento di tutta la sua persona, stretta in una tuta nera, non dice che egli aspira ad essere qualcosa d’altro. Ma c’è dell’alltro. Questo lavoratore ha costruito un compressore e una fiamma ossidrica a carburo, tutto di propria invenzione. Per il compressore ha lavorato relativamente poco, mentre invece per l’apparecchio a fiamma ossidrica ha impiegato ben 22 anni, dal 1926 al 1948. Quest’apparecchio gli permette di saldare qualsiasi metallo e di qualunque spessore. Mentre la comune fiamma ossidrica a ossigeno non è in grado di saldare piccoli spessori, questa a carburo riesce a farlo con i più minuscoli oggetti senza fonderli. Il compressore quindi è una macchina molto pratica per la pulitura automatica delle macchine, la lavatura e l’olea-tura. Strano che Brežević non voglia brevettare queste sue invenzioni, e non abbiamo bene capito perchè. Dovrebbe farlo, per permettere alla collettività di godente i vantaggi. Forse è solo modestia ciò che lo trattiene. Fra l’altro, ha rifiutato, con un isarriso schivo, di darci una sua foto. La nostra visita al «mago» è finita, ed ora sappiamo che si tratta di un bravo e capace lavoratore, che si è creato da solo mezzi nuovi per il proprio lavoro. Tuttavia a Parenzo sono convinti della «magia» del Brežević. Uscendo, infatti, qualcuno che ci aveva accompagnato nel suo laboratorio, parlava ancora di segreti ohe dovrebbero tro-varvicisi. CmnacUitU ISOLA DECESSI : Urbanazzi Antonia, nata Bullo di anni 64; Bosega Rosa nata Babić di anni 60; CAPODISTRIA NASCITE : Kleva Loredana di Ivan e Kaligarič Maria; Babič Savina di Albin Vinko e Jakomin Ljuba; Zucca Michela di Luciano e Faruta Jolanda; Dintinjana Bojan Darko di Vladimir e Zubailić Nada; Božić Mariella di Antonio e Posega Carmela; Markežič Sonia Liljana di Stanko e Grdina Vittoria; Doljak Nadia di Albino e Ber-netič Marta; Grabuar Frida di Jožef e Adlazek Stefania; Lovrečič Robert di Lovrečič Maria; Jerman nadia di Romano e Smottar Dra-gomila; Reja Elsa di Emilio e De-rin Ida; Marsetić Aldo di Jožef e Svab Anna; Volarič Nevica di Franc e Mikolj Maria. DECESSI: Skergat Angela di anni 38 ; Rasman Giovanna di anni 76. BUIE NASCITE : Kert Loriana di Srd-zan Alma; Vuk Livio di Lino e torza Romanica; Visencin or iella di Antonio e Zigante Maria; Pao-letic Paolo di Attilio e Busdachin Marcella; Grego Ruzir Pietro di Franco e Prioac Anna; Stokovac Franoa di Giovanni e Merlini Ne-rma. LICITÒ avviso Vendesi trattore «Fortsom» potenza 30 HP, costruito nel 1947 e rimmasso a nuovo. Per informazioni rivolgersi alla nostra redazione. RINGRAZIAMENTO Esprimo al dottor Luciano Fer-foglia la mia profonda riconoscenza per le amorevoli e disinteressate cure usatemi durante il mio lungo periodo di degenza presso l’Ospedale di Capodistria, colpita allora da grave malattia, ed ora felicemente guarita. Parma Antonia in Denise (Isola d’Istria) 12 ottobre 1954 min FflSQR BEI NUOVO CONFINE Cominformisti, preti e irrendentisti fabbricano disgrazie per ottenere solo un effetto propagandistico Il „mago" Brežević inventore parentino IL REGOLAMENTO TARIFFARIO 1955 STRUMENTO REGOLATORE DEL PIANO SOCIALE Il regolamento tariffario sta per assurgere, secondo le disposizioni del Piano sociale per l’anno 1955, -a fattore non isolo di distribuzione interna del fondo paghe, come lo è stato finora, ma a fattore determinante del fondo paghe stesso, iSinora esso veniva determinato dalle cosidette medie calcolate per ogni categoria, ma è stato constatato che il fondo paghe formato in questo modo, assieme ai suoi lati positivi, rappresenta un serio ostacolo all’ulteriore aumento della produzione individuale e collettiva, non permettendo alle aziende l’introduzione dei sistemi di pagamento a cottimo, a contratto, ecc. Lo schema del piano sociale della RPFJ prevede un sistema di distribuzione delle entrate, rispettivamente della formazione del fondo paghe, che stimolerà in misura maggiore i collettivi di lavoro ad aumentare la produzione e la produttività del lavoro e di conseguenza gli utili aziendali. Tale distribuzione delle entrato dovrebbe essere effettuata o regolata con il piano sociale del distretto, sulla base dei regolamenti tariffari delle singole -aziende. Di conseguenza, quest’ultime dovrebbero provvedere alla loro elaborazione prima dell’inizio del nuovo anno, proponendoli al Comitato) popolare del distretto, che li approva non solo nel loro insieme e nella sistematizzazione dei posti di lavoro, ma anche nelle singole posizioni tariffarie e in tutte le altre disposizioni contenute nel regolamento. Tale minuziosità si rende indispensabile per il fatto che i regolamenti tariffari stanno per diventare un importante strumento di regolazione del piano sociale e non isolo un mezzo di distribuzione interna del fondo paghe. I nuovi regolamenti tariffari dovrebbero prevedere il passaggio al pagamento in base al cottimo o alla norma in agni posto dove l’introduzione delle stesse è possibile, per cui si differenzieranno sostanzialmente dai regolamenti sinora in vigore. I regolamenti, ben elaborati e studiati, garantiranno alle aziende un aumento della produzione ed una giusta rimunerazione del lavoro delle loro maestranze in base al rendimento reale sul lavoro e contemporaneamente daranno la possibilità di una reale suddivisione yupio-ii utili fra l’azienda e il distretto in base alle necessità locali. Perciò, nel suo insieme, il compito che sta dinanzi alle nostre a-ziende e ai loro organi di gestione operaia si presenta importantissimo. Tanto più perchè, oltre ai problemi inerenti l’elaborazione dei regolamenti tariffari, dovranno essere discusse anche le modalità per la tassazione degli utili e la formazione del fondo paghe in base alla proposta del piano sociale federale. A tal riguardo l’analisi dovrebbe dimostrare e ricercare la possibilità di una distribuzione degli utili con cui le maestranze potranno essere pagate in base al loro rendimento individuale garantendo un sufficiente incentivo per i collettivi di lavoro. Allo scopo di diare un giusto indirizzo alla attività concernente l’dleborazione dei regolamenti tariffari, presso il Consiglio economico del Distretto di Capo distri a è stata formata una speciale commissione. Sarebbe opportuno che analoghe commissioni venissero formate anche presso le aziende, là dove non sono state già formate, affinchè passano immediatamente iniziare il- lavoro poiché prima della fine deiranno il Comitato popolare del distretto dovrà già approvare tali regolamenti. Ma prima di passare al lavoro concreto, riteniamo doveroso che le commissioni aziendali chiariscano i seguenti quesiti: a) quali variazioni saranno necessarie rispetto ai regolamenti tariffari attualmente in vigore, b) come impostare nel regolamento tariffario la questione della rimunerazione in base al rendimento sul lavoro e quali metodi di rimunerazione introdurre per stimolare l’attività del personale tecnico, amministrativo e di sorveglianza, c) quali sono le possibilità per introdurre nell’anno futuro le pa- POLA, ottobre — Buone notizie dalla fabbrica cemento «Giulio Re-velante». Notizie ohe parlano di un ottimo piazzamento dei suoi pro dotti all’estero e precisamente nei Brasile e nella Turchia. In Brasile, nel giugno di quest'anno sono state piazzate 7.000 tonnellate di cemento «Portland», mentre entro questo mese, con un nuovo con tratto, altre 6.500 tonnellate di cemento «Altoforno» verranno spedite sui mercati brasiliani ; fino ad ora quest’ultima qualità di cemen to non veniva esportata in quella nazione sud-americana. Ulteriori richieste giungono alla «Revelante» da parte di molte imprese brasiliane per l’acquisto di maggiori quantità del cemento «I-stra-brand», che prima non si vendeva laggiù in misura maggiore alle 20 tonnellate. In Turchia invece, con i contratti di quest’anno, delle 15.058 tonnellate di «portland* accordate, ne sono giunte sul suolo di quei Paese amico già 8.427. L’esportazione continua. Le richieste sono sempre maggiori e, con le richieste, sale il po tenziale produttivo e lo standard dello stabilimento. Tutto il collettivo si batte per aumentare la produzione e nel corso del primo se mestre 1954 la produzione pianificata è stata superata per un complessivo di 7000 tonnellate. I «cementisti» sono certi di poter accontentare le sempre maggiori richieste che piovono in fabbrica da im prese di tutte le parti del mondo * L’assortimento dei prodotti con duce a buoni risultati se ben curato. Lo si è compreso nella fabbrica lucchetti «Sergio Dobrič», della quale, sino a quest’anno, non si poteva certo dire un gran bene come efficienza. Il 1954 ha visto grandi miglioramenti nella fab-brichetta di Via Besenghi : gli organi della gestione operaia ce l’hanno messa tutta e, con il fruttuoso apporto di tutte le maestranze, nuovi articoli sono balzati fuori dalle or. ficine. Nei primi mesi dell’anno veniva messo in vendita il nuovo lucchetto i«Avala», quindi apparivano sul mercato quattro qualità di serrature ed alla fine, il vero colpo bučno, le stufe elettriche. Da una inchiesta condotta tra i consumatori, la qualità dei nuovi prodotti soddisfa i mercati di tutto il nostro Paese, Gradatamente quindi, la «Sergio Dobrič» metteva in circolazione durante quest’anno altri 8 articoli nuovi, tra serrature, lucchetti, chiavi e articoli vari. Nel 1953 la produzione di questa fabbrica era puntata sui soliti sette articoli, mentre alla fine di questo anno essi saliranno a 18. Dopo il ghe a cottimo, o accordo in tutti i posti di lavoro dove ciò è possibile, d) quale livello delle paghe prendere per base nell’elaborazione del regolamento tariffario. Come si vede, il lavoro che attende i nostri collettivi di lavoro e abbastanza vasto pur considerandolo dalle poche indicazioni generiche che in questo articolo abbiamo potuto dare ; esso si presenterà ancor più vasto nella discussione che d-ovrà svolgersi nell’ambito dei collettivi di lavoro, discussione che metterà in luce nuovi problemi che giocoforza dovranno essere risolti dovunque ci sia la possibilità. riordinamento produttivo della fabbrica, questi sono i primi risultati positivi, che offrono larghe prospettive per la vita e la prosperità dello stabilimento. * Quattrocento milioni di dinari saranno investiti nel 1955 per una grande opera da portarsi a termine nel popolare rione di Montegrande, che si trova sulTasfaltata Pola—Trieste, su un'alba collina che domina il porto. Ivi sorgerà uno stabilimento per la lavorazione della silice dei blocchi di pietra e dei lastroni della ben nota ei apprezzata pietra istriana. Si occuperà rii questi grandi lavori l’impresa delle« «Miniere Istriane non metalli», che avrà a Monte-grande pure un autoparco con l’officina, il palazzo dell’ammistrazio-ne ed i magazzini centrali. Questo anno, raddoppiando la sua produzione, questa impresa, una delle maggiori del Polese, esporta la sua pietra in Italia, Austria,- Svizzera, Belgio, Olanda, Germania occ., Inghilterra e Brasile. (rf) LOCOMOTORI sulla PoEa-Divača POLA, ottobre — Le ferrovie statali Jugoslave mette ranno in opera, durante la prossima stagione turistica, una nuova linea intemazionale con lo «Jugoslavia-express», il quale partirà da Londra, quindi continuerà il suo itinerario attraverso l’Olanda, la Germania occidentale e l’Austria. Esso avrà il collegamento con tutte la maggiori linee europee e conterà pure dei vagoni diretti Copenhagen—Spalato e Basilea—Fiume, costituendo la più veloce linea di comunicazione con la Jugoslavia per via terra. Il convoglio si dividerà a Lubiana in due' direzioni, per Belgrado e per Fiume. Comunicherà con il nastro Paese pure il muovo «Austrian-express», la cui continuazione porterà i viaggiatori direttamente sino a Fiume e Spalato, attraverso Lubiana. Una novità che interesserà lji città di Pola e Fistola in generale, sarà l’introduziome dei locomotori, il che accelererà i collegamenti ferroviari con Pola. La nostra città sarà quindi coilfegata per via aerea con Fiume, Zara, Spalato e Dubrovnik e da quest’ultima loca lità si potrà avere subito la coincidenza diretta con Monaco. 1 nostro invito un grazie antici-1 § pato! LA REDAZIONE I £ re miiiimtiitimimiiiimiiiiiimimiiiiiiimiiiiiiimii mimiiimiiiiimm SUPPLEMENTO DI CRONACA SPORTIVA AL N.369 DELL’ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI — 19 OTTOBRE 1954 mOBSLHVlB TOH 5:1 [2:0] JUGOSLAVIA: Beara, (Kralj), Stankovič, Zeković, Ljubeinović, Horvat, Boškov, Petaković, Veselinovič (Pašić), Mitič (Markovič), Bobek, Vukais. TURCHIA: Turgay, Nedim, Bahri, Esref, Ishae, Mustafa, Saud, Letter, Burghan, Mehmed Ali, Kadri. ARBITRO: Seifert della Federazione austriaca, coadiuvato dai segnalinee Lemešič e Makjedo. NOTE: Giornata ideale e soleg giata. Terreno in ottime condizioni, molto elastico. Lievi incidenti a Beara e Mitič, che dovevano venir sostituiti nella ripresa e a Vukas, STJEPAN BOBEK recordman delle presenze e dei goals segnati in nazionale che però terminava ,la partita. Angoli 4:3 in favore della Turchia. Spettatori 40.000 mila. MARCATORI : Bobek al 39’ e 40 ; del primo tempo. Nella ripresa al 2’ Pašić, al 29’ ancora Bobek, al 33’ Markovič per la Jugoslavia ed al 41’ Löefner per la Turchia. SARAJEVO, 17 —• La vittoria della Jugoslavia in questa quarta partita internazionale della nuova stagione era ritenuta per certa da tecnici e critici, i quali peraltro prevedevano un’incontro combattuto, veloce, da concludersi con il minimo dello scarto. La rappresentativa jugoslava è stata invece superiore a ogni aspettativa. L’attacco ha ingranato come già da anni non avveniva. Tutti gli attaccanti sono da lodare in blocco, giacché sono stati loro i veri protagonisti della partita e della schiacciante vittoria, che rispecchia giustamente i valori in campo. Troppo grande era, infatti, il divario di classe fra le due squadre. La Jugoslavia ha dominato letteralmente l’avvansa-rio, non permettendogli di presentarsi nella propria area ohe in qualche sporadica azione in contropiede, mentre la difesa jugoslava ha giocato prevalentemente nella metà campo avversaria. In complesso la 'squadra, con l’inclusione idi Ljubenović e Petaković prima e di Pašić e Markovič nella ripresa, ha guadagnato in combattività e velocità, restando allo stesso livello in linea tecnica- Tutti iin blocco meritano di essere elogiati. Beara, anche se poco impegnato, ha dovuto sfondare La V. giornata c lei Campionato italiano ( di colcio = Serie A DOMENICA p@r i padpoi D ni 1 1 i < MAGRA li casa Continua la serie vittoriosa del Milan -- Paleggio a Valmaura Bologna — Novara 2:2 (1:0). Il Bologna è andato in vantaggio allo scadere del primo tempo con un’autorete 'di Pomibia. Su una respinta di Pom-bia a mani aperte1, Cervellati ha centrato. La palla, sfiorata di testa da Randon, ha urtato contro Pombia ed è schizzata in rete. All’inizio della ripresa il Novara ha pareggiato. Per una carica di Gio-vamnini a Colombi l’aibitro ha concesso un rigore che Aree ha realizzato con un bel tiro. Il Bologna si è spinto allora all’attacco e al 19’ è andato di nuovo in vantaggio con una bolla rete di Bonafin che è fuggito solo, ha resistito alla carica -di due avversari, ha evitato il portiere e messo in rete. Tre minuti dopo Ejdefiäll, avuta la palla da Arce ha prevenuto l’uscita di Giorcelli e segnato il pareggio definitivo per il Novara. Fiorentina —• Juventus 0:0: La Juventus ha mantenuto la -tradizione che la vuole imbattuta allo stadio di Firenze ottenendo un risultato di parità ohe rispecchia l’anda-mento di una partita molto combattuta ma senza capacità realizzativa ramento in area di Cattaneo da parte di De Angete, ma Franzosi è riuscito a parare il tiro di K. Hansen. Nella ripresa il Genoa ha attaccato quasi costantemente, ma Bar-delli ha sfoggiato alcune -belle parate ed ha imoed-to in tal modo che i rosso blu -passassero. Internazionale — Sampdoria 1:0 (1:0). Un’unica rete su calcio di rigore ha deciso la sorte deU’incontro a favore dell’Intemazionale, dopo 70 minuti di giooo. I campioni d’Italia hanno dimostrato una buona superiorità offensiva, specie nel .pri- mo tempo, ma i loro attaccanti hanno fallito alcune occasioni da rete per indecisione e imprecisione nel tiro. La difesa Sampdoriana ha retto bene il confronto e così i primi 45 minuti sono terminati in bianco. Nella ripresa le cose sembravano avviate sullo stesso binario; ma al 25’ per un fallo di Mihalič pochi mehi dentro l’area sampdoriana, l’arbitro ha concesso un rigore ohe Armano ha realizzato. I blu cerchiati si sono allora portati più spesso all’attacco, però senza esito. (Segue in II. pagina) LA LEGA 1MTERREPUBBLICANA SLOVENO CROATA I POLESI IMPATTANO un incontro già vinto CAMPIONATO ITALIANO Serie A I RISULTATI Bologna — Novara 2:2 Fiorentina — Juventus 0:0 Genoa — Catania 0:0 Internazionale — Sampdoria 1:0 Lazio — Roma 1:1 Napoli — Milan 0:2 Atalanta — Pro Patria 2:1 Torino — Spai 1:0 Triestina — Udinese 0:0 LA CLASSIFICA Milan 5 5 0 0 15:2 10 Inter 5410 7:1 9 Bologna 5 3 11 13:11 7 Triestina 5 3 11 6:6 7 Atalanta 5 3 11 8:6 7 Juventus 5 2 2 1 9:7 6 Roma 5221 9:8 6 Fiorentina 5 2 2 1 7:6 6 Napoli 5 2 12 7:7 5 Torino 5 2 12 5:5 5 spai a - z z s: 4 4 Sampdoria 5 2 0 3 7:11 4 Catania 5 113 9:9 3 Lazio 5 113 8:12 3 Genoa 5032 3:7 3 Udinese 5 113 4:10 3 Novara 5 0 2 3 6:9 2 Pro Patria 5 0 14 3:8 1 da parte dei due attacchi, spesso confusionari. Nelli primo tempo, che è stato molto equilibrato, la Juventus ha svolto un gioco più organico colpendo un palo oon Boniperti e mancando due facili occasioni. Nella ripresa la Fiorentina ha attaccato a lungo ma non ha saputo sfruttare due o tre occasioni favorevoli. Genoa — Catania 0:0. Inoontro disputato con molta vivacità ma non scarso costrutto tecnico da parte di entrambe le squadre. Nel primo tempo il Catania ha beneficiato al 37’ di un rigore concesso per atter- KLADIVAR SCOGLIO OLIVI 2:2 ivLADIVAR : Klanjšek, Vuaee, KojniK, Makovec, Saper, Koiec, Frosinek, Marinček Dobrajnc Tav-lič, Virant. bv^ijcLlO OLIVI: i-iinis, Banovič, CiOrenziii, Richter, ±'av kovic, jnincede, inarinovic, luugorjevic, ui- mitrijevič, Drozina, Vlah. ARBITRO: Stefanovič di Lubia na. MARCATORI : Drozina al 32’ GL-gorjević al 50’ e Dobrajnc al 64’ e al 71’. (JE-LiJE, 17 — Lo Scoglio Oli»: ha perno 1 occasione propizia di vincere sui campo idi Celje una partita die sembrava aver già intascato. I polesi, trainile un breve- periodo delia ripresa, sono stati nettamente superiori ai padroni di casa. La difesa del Kladivar ha avuto, infatti, un bel daffare per mantenere la pressione degli avanti di Pola, ricorrendo spesso ai gioco duro che non ha fatto degenerare l’incontro soltanto grazie aH’emergia dei direttore di gara. Così fino a metà della ripresa, quando lo Scoglio Olivi comduceva per due a zero e sembrava ormai sicuro vincitore. A questo punto i polasani hanno inspiegabilmente ceduto alla, in verità, fortissima controffensiva degli ospitanti, lasciandosi raggiungere da due reti, seguite a distanza di circa dieoi minuti ’Runa dall’altra. A parte il fatto che poteva andar meglio (o peggio) lo Scoglio Olivi con il pareggio di Celje, riprende un pò d’animo e ridà la fiducia ai propri sostenitori in un futuro .risollevamento dall’attuale precaria posizione in classifica. Per la cronaca ci limiteremo alla azione dei goals. Al 32’ Drozina, ricevuta la palla da Dimitrijevič che, a sua volta, l’aveva raccolta LEGA INTERREPUBBLICANA SLOVENO CROATA I RISULTATI Železničar (M) — Segesta Kladivar — Scoglio Olivi Rijeka — Branik Split — Ljubljana Tekstilac — Trešnjevka Šibenik — Borovo LA CLASSIFICA 3:2 2:2 1:0 2:2 0:0 2:1 ! Rijeka 6 4 2 0 7:2 10 Trešnjevka 6 3 2 1 13:4 8 Borovo 6 4 0 2 10:8 8 Tekstilac 6 3 2 1 6:7 8 Branik 5 3 0 2 11:7 6 Segesta 6 3 0 3 8:9 6 Ljubljana 6 2 1 3 12:9 5 »put 5 2 1 2 7:7 5 Železničar (M) 6 2 0 4 12:15 4 Šibenik 6 2 0 4 6:8 4 Scoglio Olivi 6 1 1 4 6:10 3 Kladivar 6 F 1 4 6:18 3 due interventi da gran campione par rintuzzare altrettante pericolose azioni turche in contropiede. Stankovič, pur avendo sulla coscienza la rete dell’onore segnata dalla Turchia a pochi minuti dalla fine, ha giocato con sicurezza. Migliore di -lui è stato Zeković, imbattibile in difesa. Fra il trio della mediana ottimo Ljubenović," il migliore, come lo è stato ad’attac-co il sempre giovane Bobek, che ha raggiunto oggi due nuovi records assoluti e difficilmente superabili: le presenze in nazionale (59) e le reti segnate (39). Capitan Horvat ha giocato, con quella di domenica, la sua cinquantesima partita internazionale. Pašić, beniamino del pubblico di Sarajevo, militando nella campagine locale, ha segnato la (Segue in IL pagina) I ricuperi della I. Lega La Dinamo sola al comando Il programma dei ricuperi della IV. giornata del massimo campionato—iugoslavo di calcio, svoltosi mercoledì passato, era imperniato sul confronto diretto Dinamo-Parti-zan, disputato a Zagabria. L’incontro era atteso, perchè si era sicuri che sarebbe servito a dare i:n primo delineamento alla classifica generale, essendo le due squadre ancora a punteggio pieno assieme al BSK, al quale però nessun tecnico accorda molto affidamento, cosicché tutti prevedono la sua imminente scomparsa dai primi posti della classifica, Le speranze degli sportivi e tecnici non sono andate deluse. Benché l’incontro, in linea tecnica almeno, abbia lasciato alquanto a desiderare — cosa più clic comprensibile, poiché ambedue le squadre miravano più ai due punti che al bel gioco — la partita è stata all’altezza delle previsioni. Agonisticamente attraente ed incerta dal principio alla fine, con due squadre equivalenti che hanno praticato un gioco aperto e veloce. Alla fine hanno vinto i campioni della Dirruimo, sebbene durante rincontro si fosse trovata per ben tre coite consecutive in svantaggio. Sull’ultimo pareggio del 3:3 gli attaccanti della Dinamo hanno trovato ancora le forze per attaccare e con- sci un -allungo di Vlah, segnava al volo sulla sinistra di Klanjšek. Al 5’ della ripresa, Gligorijevič concludeva una rapida azione in profondità con un tiro ben dosato che andava a scuotere la rete dei padroni di casa senza che il portiere avesse potuto fare, nulla. Al 19' dei -sacondo tempo Dobrajnc riprendeva di testa un traversone dalla destra e, anticipando Punis, insaccava. Lo stesso Dobrajnc ripeteva li colpo qualche minuto più tardi, concludendo un lancio in profondità di Prosinek. Allo scadere del -tempo, il Kladivar per poco non passava in vantaggio : Punis toglieva temerariamente dal piede del isolito Dobrajnc, scattato a fondo fra i terzini polesi, il paltone che, in rete, avrebbe significato una immeritata sconfitta dello Scoglio Olivi. CAMPIONATO JUGOSLAVO I. Lega I RICUPERI (mercoledì, 13 ottobre) Dinamo — Partizan 4:3 Vojvodina — Hajduk 1:1 Vardar — B»S.K. 2:0 Radnički — Zagreb 1:0 I LA CLASSIFICA (dopo i ricuperi) Dinamo 4 4 0 0 13:8 8 Spartak 5 3 1 1 13:8 7 B.S.K. 4 3 0 1 11:5 6 Partizan 4 3 0 1 11:7 6 Hajduk 4 2' 2 0 10:7 6 Vojvodina 5 2 2 1 9:7 6 Sarajevo 5 1 2 2 11:10 4 Vardar 5 1 2 2 7:8 4 Proleter 4 2 0 2 11:12 4 Zagreb 5 2 0 3 6:8 4 Crvena Zvezda 1 1 1 '1 1 i ! 7:8 3 Radnički 5 1 0 4 8:11 2 Željezničar 5 1 0 4 9:17 2 Lokomotiva 5 1 0 4 7:17 o eludere, per ironia della sorte e per il Partizan, non con una rete, ma con un’auto rete di Lazarevič, il quale, nella foga di liberare la porta incustodita, colpiva male la palla e fra la costernazione dei compagni di squadra, la spediva in fondo alla propria rete. Sul 4:3 la partita si faceva emozionante. Il Partizan partiva all’attacco alla disperata, infilato più di una volta in contro piede dai zagabresi. Nulla da faire. La più clamorosa sorpresa della giornata è venuta da Belgrado, dove l’alfiere della classifica BSK si faceva battere seccamente sul proprio campo da un Vardar ancora digiuno in fatto di vittorie. Comunque* vittoria più che meritata degli ospiti, che hanno rioonfermato il paiere dei tecnici, i quali pronosticavano pure per quest’anno Dinamo, Hajduk, Partizan e Crvena zvezda quali uniche in corsa per l’affermazione finale. A Novi Sad per poco l’H-ajdu-k non ci lasciava le penne. Ha dovuto sfoderare tutte le sue armi, per contenere le i-nnumerovoli incursioni della Vojvodina, la quale, special-mente nella ripresa, ha dominato letteralmente in campo, tanto che Beara era chiamato ad intervenire più o meno difficilmente quasi ogni minuto. Comun.ue, il pareggio, conquistato dagli spalatini, dimostra che essi sono sempre una squadra rispettabile o pericolosa per chiunque. L’ultimo ricupero ha visto la prima -affermazione del campionato dei belgradesi del Radnički, i quali si sono assicurati i primi due punti in classifica a spese dello Zagreb al 41’ del primo tempo con una prepotente rete di Petaković. SALINE PIRANO — AURORA 2:3 (1:2) AURORA: Pecchiari, Or.a ti II.. Turčinović, Ramami, Santm, Burlin, Gombač, Fa-vento, Cavalli, Carini, Della Valle, PIRANO: K-rušić, Saivestrini, Fonda, Ernestini, Dudine, Bonifacio, Dapretto, Stefani, Pilepić, Božić, Hvastja. ARBITRO: Logar di Lubiana. Pur senza aver convinto, i neroverdi capodistriani hanno incasellato altri due punti, vincendo anche questa volta fuori casa. Sebbene la tradizione, di solito, non voglia l’Aurora sconfitta sul campo -di S. Lucia, i capodistriani questa volta devono ringraziare la loro linea difensiva che non si è lasciata prendere dall’orgasmo' subentrato in tutti gli altri nella seconda fase deU’inoon-tno. Non bisogna poi dimenticare altri fattori che hanno influito sulla vittoria aurorima, e cioè, la precipitazione degli 'attaccanti piranesi e la convinzione anticipata della vittoria. Qualora gli attaccanti del Pirano nel momento cruciale delTincontro avessero avuto i nervi a posto, la vittoria non sarebbe loro certamente sfuggita, perchè occasioni di segnare ne hanno avute molte. L’Aurora infatti, dopo la sconfitta subita ad opera del Krim, sembra aver compreso che sul campo bisogna correre e che durante Tintelo inoontro non bastano solo i piedi, ma è necessario anche il cuore, che può supplire a diverse deficen-ze. Come accennato in precedenza, al reparto difensivo va la palma della vittoria, in quanto durante tutto i-1 secondo tempo ha dovuto sostenere la pressione avversaria. Malgrado la difesa affannosa, la (retroguardia aurorina è stata corretta. Le note dolenti sono invece all’at-tacco che, lalgrado i tre goal realizzati, non è ancora registrato a dovere. Comunque ha saputo sfrattare le poche occasioni da rete che ha avuto a disposizione. Un risultato equo avrebbe rispecchiato meglio i valori in campo, ma nel gioco del calcio, si sa, sono i goal a contare e l’Aurora questa volta ne ha massi a segno più del solito. Subito aU’inizio, i neroverdi oren-devano in mano le redini dell’incon-trd, portando lo scompiglio nella difesa avversaria. Lunghe sciabolate attraverso il campo, rendevano difficile il controllo delle ali capodi-striame. Infatti al 7’ Carini fa partire da centro campo un pallone verro Della Valle che fugge sino alla bandierina del cglcio d’angolo, poi crossa lungo verso il centro, dove si trova appostato Cavalli che, di testa, mette in rete. Al 14’. il Pirano usufruisce di un calcio d’angoio che non ha esito. Al 18’ è Cavalli a porgere un lungo pallone a Della Valle che fatti pochi passi, mette in rete, portando così a due le reti per la propria squadra. Quattro minuti più tardi, su madornale errore deda difesa neroverde, Pilepić inspiegabilmente lasciato libero, accorcia le distanze con un tiro da pochi metri. Sino alla fine del primo tempo nulla di notevole da segnalare, alTinfuori -della -leggera superiorità capodi-striana. Il secondo tempo vede un Pirano scatenato alla ricerca del pareggio. Al 5’ Stefani riporta il Pirano in parità con un bolide da circa dieci metri. Il pareggio mette le ali ai piedi dei Piranesi ohe tentano di passare a tatti i costi, premendo nell’area neroverde. Ma cinque minuti più tardi, su azione di contropiede, Pavento', su centro -di Cavalli riporta l’Aurora in vantaggio. A questo punto il Pirano aumenta l’andatura, costringendo l’Aurora a difendersi strenuamente, ma la pressione .pira-nese frutta soltanto qualche r| lcio d’angolo. Sul finire, il giooo accenna ad uscire dai binari della regolarità, ma il fermo polso del direttore di gara tiene rincontro in pugno e non permette eccessi di sorta. La fine vede ancora il Pirano proteso invano alla ricerca del pareggio. ISOLA — GRAFIČAR 1:1 (0:0) GRAFIČAR: Höffier, Doibriilovič, Žigon, Novak, Lenarčič, Hočevar, Humar, Kroupa, Potočnik, Čučnik, Martinčič. ISOLA: Russignan, Benvenuti Tomljanović, Pugheisjpi, Sorgo, Va-scotto, Felluga, Costanzo, Žaro, De-pase, Degrassi. ARBITRO: Sušnik di Lubiana. MARCATORI: Depase al 69’ e Potočnik aU’85. NOTE: Tempo ideale. Spettatovi 400 circa. Al 35’ Russignan parava un rigore. Al 73’ l’arbitro espelleva Pugliese. Angoli 5:3 a favore dell’Isola. Con un pò di fortuna gli azzurri isolani avrebbero potuto incasellare l’intera posta delTincontro casalingo oon il Grafičar di Lubiana. Il pareggio degli ospiti, infatti, è giunto inaspettatamente: su un calcio di punizione da trequarti di campo Russignan si lasciava sfuggire la sfera che, raccolta da 'Potočnik e da questi spedita nel sacco, rimmetteva in parità le sorti -di una partita che sembrava ormai appannaggio dei padroni di casa. Il risultato finale, comunque, rispecchia perfettamente l’andamento del gioco e il valore dimostrato in campo dai due undici. La partita, nell’assieme cavalleresca e. corretta, è stata di un contenuto tecnico ben modesto. Il suo unico pregio sta nella combattività di tatti i 22 atleti. Molto si è corso (più da parte del Grafičar) senza tuttavia possedere chiarezza di idee e tattica di gioco vera e propria. Forse un pò di colpa sta nel fatto che il terreno di gioco isolano è troppo stretto per permettere la manovra, ma è un fatto ohe ambo le squadre hanno badato (e hanno fatto bene!) a sfruttare piuttosto gli sbagli altrui e tamponare le falle proprie che a costruire azioni di fattura tecnica. Forse l’Isola non ha mostrato tutte le proprie possibilità o ha preso alquanto alla leggera jl modesto avversario. Fatto sta che la ritenevamo in grado (specialmente dopo il successo di Kranj) di far vedere qualcosa di meglio. Se, infatti, la difesa ha retto bene per tatto il corso delTincontro e gli uomini di punta dell’attacco hanno 'avuto qualche sprazzo di buon gioco, la mediana ha fatto invece cose meno pregevoli, badando soprattutto, a dare man forte alla difesa e preoccupandosi meno di lanciare i propri avanti. CAMPIONATO REPUBBLICANO SLOVENO Girone occidentale I RISULTATI Isola — Grafičar 1:1 Branik — Korotan 5:1 Postojna — Slovan 3:2 Krim — železničar 1:1 Saline Pirano — Aurora 2:3 * , < LA CLASSIFICA Krim 5 4 1 0 21:2 9 železnic. (N.G.) 5 4 10 23:4 9 Grafičar 5 3 11 15:9 7 Aurora 5 3 0 2 6:1|lT drammatico. La traduzione di EfCjS Sepich è aderente, immeri ta e, in altre parole, qua11] di meglio si poteva desidri I re.