(M= VITA GIOVANILE Editore il Circolo Giov. „ Fides". PERIODICO BIMENSILE GRATIS . Jj) Redazione : Via S. Pietro 594, II. Primauera e giouentù La vita nelle forme sue più vaghe e incantevoli si manifesta sempre più : nei prati, sui colli per i monti, sulla terra e nel mare, è uno sbocciare continuo, un rigoglio, un fremito di vite nuove e vecchie, che attraggono e incatenano l'occhio del mortale e ne rapiscono il cuore : è la primavera. E il trionfo della natura fra uno scintillio di luce e uno sfoggio dei più delicati colori. Ma a questa festa di gioia e di amore manca il più, manca la partecipazione di colui per il quale è fatta: dell' uomo. Quale contrasto fra la vaga bellezza delle corolle e la bruttura del vizio turpe e disonesto, che dilaga in questo tempo forse più che mai ; fra l'amore sincero e fraterno al quale la natura soavemente ci invita, e l'egoismo freddo del cuore degli uomini e 1' odio accanito di classi; fra l'armonia che regna sovrana nelle verdi vite, che si spiegano innanzi a noi e il disordine, la rivoluzione, che ad ogni istante minacciano di travolgere questa miseranda società. 0 giovani in questa accozzaglia di uomini di tutti i colori, di tutte le opinioni, che si chiama società progredita e si dovrebbe chiamare barbarie raffinata, non c'è vita non c'è amore. Per essa la primavera non ride più, altro che con bianchi e scialbi riflessi attraverso i vetri appannati dei caffè-postriboli. Noi però godiamo di questa festa di colori e di luce. È la festa nostra, la festa della gioventù. Noi abbiamo la primavera in noi stessi, perchè possediamo la vita vera, che è Cristo. Come ferve la vita nei giovani steli e si manifesta poi nei vaghi colori delle corolle variopinte, così s'agita la vita nel nostro cuore e nell' anima riboccanti di gioia perchè certi di possedere la verità, e scoppia poi nelle fiamme dell' entusiasmo che non conosce sacrifici e difficoltà, che non co nosce scoraggiamenti, vigliaccherie e patteggi con l'eterno nemico, che ci spinge, ci incalza, ci rovescia sulle rocche avversarie, che hanno giurato la distruzione del nostro ideale. È la festa della vita, della nostra vita, perchè noi soli la possediamo. Noi soli ; senza di Cristo non c' è che morte. E morte fu la guerra fraticida infame non ancor cessata, morte è la rivoluzione che vuole incominciare. Ma la vita non deve finire in noi; dobbiamo comunicarla a tutta questa povera gioventù, invecchiata prima ancora d'aver goduto la primavera dell' anima e del pensiero. A loro siano rivolti i palpiti più generosi del nosttro cuore. Oggi ci sono ancora nemici, perchè non sanno cosa voglia dire essere di Cristo, non sanno la bellezza del nostro ideale, avvezzi come sono al vizio e al piacere sensuale, disonesto. Coraggio ! Un sentimento di pietà ci deve muovere, trasciniamoli nella nostra orbita e avremo comunicato la felicità ai fratelli. La vita vuole l'espansione. Ra-doppiamo le file ! Fango e massoneria Delitti d'ogni genere, scandali inauditi, truffe, orgie, brutture innominabili ecco la vita del mondo odierno descritta coi più seducenti colori dai giornali, anche da quelli che poi cantano ogni giorno le loro note stonate sulla necessità di porre un argine al sovversivismo. Ipocriti ! Son legati mani e piedi alle sette perverse, che hanno prodotto questo fosco presente, ed ora vorrebbero, che tutti concorressero ad aiutarli a continuare la loro vita laida e disonesta. La massoneria, che dirama i suoi tentacoli anche da noi promuove la corruzione per i suoi loschi scopi come appare da un documento massonico riportato dalla «Civiltà cattolica". „Noi soli — dice la Massoneria — noi soli siamo quelli che possiamo esercitare una azione nel mondo. 11 cattolicismo non teme la punta dei pugnali, ma la corruzione. Non stanchiamoci mai di corrompere ; popolarizziamo il vizio nelle moltitudini. Bisogna che esse respirino il vizio coi cinque sensi, che lo bevano, che se ne saturino. Fate dei cuori viziosi e voi non avrete cattolici". E pensare, che in un recente convegno della liberaleria istriana nacque un putiferio, perchè in buona fede alcuni volevano escludere dal partito democratico-nazionale chi fosse ascritto a qualche società secreta ! Lo dicevamo noi sempre che il liberalismo (fatte le debite eccezioni per molti che erano in buona fede) era legato alla setta v erde rovina delle nazioni ! Di trionfo in trionfo Dopo la guerra. Mentre il disordine, lo scompiglio, la rivoluzione anarchica vanno diffondendosi sempre di più, trascinando nella polvere gli idoli, che parevano immortali ed imperituri, mentre si cambia completamente la faccia di questa vecchia Europa rea di troppi delitti, di troppi misfatti, che gridavano vendetta al cielo, si delinea sempre più chiaro il vero trionfo del padre dei popoli, del Papa. Passarono le follie e le aberrazioni dei lunghi anni di guerra, svanirono come per incanto le folli accuse contro l'opera benefica del Papa, che non cercò mai altro, che la salvezza dell' umanità, da tutte le parti si esclama, magari a denti stretti, frementi di velenosa bile : „I1 Papa aveva ragione ! Quanti dolori di meno, se si fosse ascoltata la sua voce, se si avesse accolto sinceramente la Sua Nota per la pace nell'anno 1917. Non si volle ascoltarlo, lo si accusò anzi di disfattismo, si continuò la guerra fino alla distruzione degli imperi centraìi. Vittoria?!.. Si vinse difatti, i nemici dell'Intesa furono annichiliti, disfatti, la fame, la miseria, la guerra civile compirono l'opera della guerra mondiale in regioni un dì fiorenti, i popoli pagarono colla vita i falli dei loro governanti. Però „se Messene piange Sparta non ride" e le stesse Potenze vincitrici si dibattono adesso fra le spine di una crisi sì acuta, che sembra voler annullare di colpo i frutti sperati dalla vittoria. Svanirono gli ideali, tramontarono l'un dopo l'altro gli astri più fulgidi e adorati, Wilson, Clemenceau, Sonnino, Orlando ecc., ri ecclissarono per far risplendere sempre più Colui, che invano essi cercarono di relegare dal consorzio civile coli' ormai famoso e famigerato Patto di Londra. Gli effetti. Intanto ogni nostra previsione è stata superata. La potenza morale del Papato ascende sempre più. I governi tutti ormai — anche quelli socialisti — hanno annodato relazioni diplomatiche col Vaticano e ora perfino la Francia, il corifeo dell' anticlericalismo, si rimangia la sua politica anticattolica di 15 anni fa, e cerca di mettersi in relazioni col Papa. Giorni or sono poi il Cancelliere di stato dell'Austria tedesca Renner fu ricevuto solennemente dal Papa, che gli parlò privatamente per più di mezz' ora e poi gli diede un vaglia di 1 milione per i •bambini poveri di Vienna. Visibilmente Iddio assiste la sua Chiesa ! Amici! Diffondete il giornale. internazionale cristiana Si parla tanto del fallimento dell' internazionale rossa e della necessità di stringere sempre più anche nel campo sociale e politico i vincoli, che già uniscono coloro, che lavorano, per risanare la società coli' unico rimedio possibile, cioè col ritorno agli immortali principi del cristianesimo. A questo proposito ci piace riportare uno squarcio dalla „Rivi-sta del clero italiano" dove è dipinto brillantemente il compito di tale unione di intenti e di cuori. «Potrà sorgere la Società delle Nazioni, e sarà causa e mezzo di giustizia, di ordine e di progresso; solo però l'internazionale cristiana cioè l'unione dei cuori nella carità di Cristo e nell'amore di Dio potrà non solo facilitarla, ma darle consistenza e forza, Il nazionalismo, l'affarismo il socialismo, nei loro principi e nella loro azione, portano alla lotta di razza per l'imperialismo, alla lotta di commerci per la plutocrazia, alla lotta di classe per la rivoluzione ; solo la fede cristiana, che assegna ai singoli un fine superiore la salvezza della propria anima nella gloria di Dio, che comanda all' uomo 1' amore non solo nel prossimo, ma delnemico, che affratella tutti nella redenzione e nella salvazione finale, può schiudere alle nazioni stesse le vie della concordia e della pace universale". Affinchè ciò abbia da avverarsi in breve cooperiamo anche noi, o giovani, colla nostra azione e colle nostre preghiere. Deponiamo noi ogni odio di razza, facciamo sì che tutti rispettandosi a vicenda possono sentire gli effetti della carità cristiana, che riscalda i nostri petti! Il nostro distintivo La nostra associazione si differenzia essenzialmente dalle altre che hanno tutti i nomi, tutti gli epiteti possibili, per il suo colorito profondamente cristiano. Noi unendoci insieme, ci siamo schierati sotto la bandiera di Cristo, noi abbiamo scelto Cristo come insegna, come segnale che ci di- stingua e indichi, che noi prima di tutto e sopratutto vogliamo essere apostoli della Sua dottrina. Forse che abbiamo sbagliato nel passato e oggi perseveriamo nell'errore ? No amici. Guardiamoci intorno. Prima della guerra c'era un partito che non sarabbe degno nemmeno di essere nominato, tanto ha rovinato questa povera Istria; si chiamava, tutti lo ricordate, liberalismo. Che cosa pretendeva? Di rappresentare i supremi interessi dell' italianità di queste terre, e faceva quindi guerra vile, disonesta a tutti quelli che lavoravano veramente per l'ideale cristiano. Presumeva che bastasse il nome di patria per salvar tutto e non sapeva che l'ideale di patria senza un contenuto morale e sociale è una sciocchezza, anzi è un delitto contro la patria stessa. Difatti che cosa ha fatto? Ci ha rovinato ; ha consegnato questa povera Istria nostra nelle spire sozze del bolscevismo. Ecco il risultato, il frutto di chi fino a ieri faceva del patriottismo anticlericale, anticristiano. Noi però abbiamo sempre aborrito il disonesto liberalismo, lo abbiamo sempre combattuto e oggi con la fronte serena combattiamo contro il figlio naturale suo: il socialismo. Sempre però sotto la bandiera bianca della democrazia cristiana. Sempre mettendo Cristo in cima ai nostri ideali. E di qui, solo di qui noi ricaviamo e ricaveremo ancora la forza necessaria, indispensabile per la lotta santa. È vero saremo bersagliati, derisi, anche insultati e calunniati, ma non verremo meno, perchè non lottiamo per un ideale passeggero, per un fuoco di paglia, ma nel nostro petto arde un'ideale sublime, che può comprendere solo chi sa fortemente amare : la riconcigliazione di questa misera società materiale, pagana sciocca, con Cristo Via, Verità e Vita. Abbiamo l'occhio fisso sempre a questa meta, le contraddizioni non ci atteriscano, anzi ci animino e ci spronino ad un lavoro sempre più intenso. Ricordatevi del vostro portavoce! CRONACA Il benvenuto. Sabato 10 corr. uscì a Trieste il primo numero del nuovo periodico nostro Vita nuova, che si propone di «consacrare la mente e il cuore, il corpo e l'anima dell' uomo nella fede, che è vita, di far sì che l'umanità torni a cercare la sua salvezza unicamente in Cristo». Al nuovo confratello il nostro benvenuto e l'augurio, che esso susciti veramente una vita nuova fra i cattolici di Trieste e dell' Istria, una vita più intensa di azione cattolica, capace di risparmiare alla nostra regione gli orrori della rivoluzione e dell'anarchia, promossa o permessa dal socialismo. Ricambiamo pure il saluto dei giovani triestini, commossi per il plauso mandato all' opera nostra, che vediamo sì meschina e de-ficente. Iddio benedica i loro voti ! Il Pastore della Diocesi alla „Vita Giovanile" S. E. Rev.ma Mons. Bartolo-masi ha inviato aliàVita giovanile la generosa offerta di lire 25, accompagnandola dalla seguente bella lettera : „Alla cara *Vita giovanile» di „Capodistria, coll'augurio che continui a proiettare luce, ad ispirare calore di carità e di azione „cattolica nei nostri bravi e capissimi giovani benedice ed offre „lire 85. Angelo Bartolomasi Vescovo di Trieste e Oapodistria." Colla più grande commozione dell' animo nostro pubblichiamo questa nobilissima lettera di augurio e di approvazione, con la quale Sua Eccellenza accompagnava la sua munifica offerta al nostro periodico. Lo sappiamo, per i primi noi, quanto indegni siamo dell'elogio che S. E., nella sua bontà, volle fare della misera opera nostra, perchè vediamo palesemente quanto siamo lungi dal corrispondere allo scopo che ci siamo proposti e al bisogno del momento presente. Una così paterna approvazione però da parte di colui che il Signore mandò a reggere le sorti della nostra diocesi, mentre ci reca nuovi doveri, ci è stimolo potente a cercare di meritare, per l'avvenire almeno, coli'aiuto di Dio, la stima e la benevolenza sua. 1 giovani nostri ci sostengano e ci aiutino a far sì che la luce che cercheremo di proiettare e il calore di carità che procureremo di inspirare, abbiano da illuminare e da riscaldare tutta la gioventù sana di Trieste e dell' Istria. Noi intanto, al venerando ed amatissimo nostro Pastore porgiamo i più sentiti ringraziamenti e l'attestazione della nostra perenne gratitudine. Generosità paterna. Anche alla «Fides» il nostro amatissimo Presule volle dare una attestazione della paterna sua benevolenza inviando l'offerta di L. 100, «benedicendo ai cari gio-«vani cattolici coll'augurio che, «forti nella Fede e nelle opere, «onorino la Città e la Patria, si «rendano benemeriti fra i con-«cittadini, si guadagnino il Cielo». La Direzione della «Fides" confusa per sì grande onore e benefìcio rinnova pubblicamente i più sentiti ringraziamenti a S. E. pro-mettendoGli filiale obbedienza ed amore. Ne! Partito popolare. La direzione provvisoria della Sezione locale del Partito popolare italiano ha preso la nobile iniziativa di organizzare anche una sezione femminile, tanto necessaria, perchè se avesse da avere il sopravvento nelle nostre regioni il bolscevismo, quelle che ne esperimenterebbero per le prime i terribili effetti sarebbero appuuto le donne, la condizione sociale delle quali nella Russia è delle più la-grimevoli. Il divorzio, il libero amore, l'educazione dei figli a spese dello Stato sono cose che distruggono quanto ogni uomo civile ha di più caro : il santuario domestico, le gioie famigliari. Per questo, numerose corrisposero all'appello e intervennero alla bella conferenza tenuta dal prof. Gre-goretti l'8 corr. nella sede sociale. La sig.na Zebochin tenne domenica scorsa una conferenza all'Unione delle donne cattoliche. Perchè l'intervento sia più numeroso, sarebbe opportuno avvisare le soce almeno il giorno avanti la conferenza, chè molte si lagnano di non aver mai ricevuto alcun preavviso, altre di dimenticarsi senza lor colpa del giorno fissato per l'adunanza mensile che dovrebbe essere la seconda domenica d'ogni mese. Apposite incaricate si recheranno ora di casa in casa per ricevere le adesioni. Vita religiosa. La cronaca delle passate settimane non ha molto da registrare nella vita pubblica della nostra società. Tutta l'attività fu assorbita dalle funzioni ecclesiastiche sì belle e toccanti della settimana santa e della Pasqua. La solita processione del Venerdì santo sì dovette farla in chiesa causa il tempo cattivo. Intervenne come di consueto Mons. Vescovo, il quale vedendo la chiesa zeppa di fedeli tenne un breve discorso d'occasione che lasciò in tutti la più profonda commozione per la foga con cui fu detto. Molto ben frequentata fu anche la Comunione sociale nella seconda festa di Pasqua. Aumento di paghe. Il consiglio comunale votò alcuni giorni or sono il nuovo organico di tutti i salariati impiegati e sotto impiegati, del nostro comune. Le paghe avevano bisogno di un ritocco corrispondente ai bisogni del tempo. Lasciando per ora ogni critica su 1' opportunità di un nuovo organico, la cittadinanza si aspetta un lavoro più sollecito e coscienzioso. L' approvato aumento porta una spesa maggiore per il comune, quindi per i contribuenti, di circa centomila lire a^l' anno, che, si noti bene, dovranno essere pagate con addizionali. È necessaria quindi la maggiore economia, per lenire almeno in parte le condizioni disastrose della civica cassa. Ospiti graditi. Domenica 11 corr. abbiamo a-vuto fra noi i giovani del Circolo «Michele Rua» di Trieste, che si recarono a fare una scampagnata sul monte S. Marco. Nel pomeriggio giunsero parecchi giovani di Muggia con Don Novach. Recita. Domenica 18 corr. dei giovani studenti daranno una recita alla Rotonda rappresentando : «Papà Fallot», dramma in 3 atti con prologo, e «Piccoli scioperanti». Fiori d'arancio. Sabato 10 corr. nella Chiesa Concattedrale si unirono in matrimonio la signorina Lucia Ra-sman con il nostro socio Umberto Suplina. Il Signore li conservi felici per tutti gli anni della loro vita, ecco l'augurio più fervido della «Vita giovanile». Concimi. Chi desidera solfato di rame, se non vuole più tardi esserne privo, vada a prenotarsi alla nostra famiglia agricola. Gesù Cristo predicò la pace; mettete in pratica il Vangelo, l'unico libro che vi sia di sprone sulla via del bene ed avrete quella pace che tanto e tutto il mondo agogna. &ra £Bepi e 'Goni Bepi. — Ah donca gavè spagheto ti e duti i padani? Toni. - Perchè? Bepi. — Perchè, perchè? Dividaremo le tere; varè finì de spoiarne noi operai e de ingrumàr soldi a le nostre spale. Toni. — Adasio. adasio, caro. Pina che se trata de divider le tere, no semo miga tanto contrari. Ma se ti me vegni fora con sempiessi e inso-lense xe 'n' altro- per de manigho. Bepi. — Ti te la ciapi massa alta, come no fussi vero quel che te digo. Toni. — Ti sa che serte cose no le vogio sentir manco per scherzo. Ghe ne go fina sora i oci de dute le sem-piagini de valtri socialisti. Bepi. — Ben lassemo star i scherzi. Spiegheme pitosto quel che ti me ga dito che vialtri paolani saressi contenti de divider le tere. Toni. — Me par che no ghe voi 'n studio per capirlo : mi e come mi tanti altri gavemo i ossi roti e la schena indolentrada de tanto sapàr, no ve-demo l'ora de cambiar mestier e de far la bela vita come vialtri operai che ancora col sol alto Ve finì la vostra zornada: altri poi spera de ciaparse qualche zornada de tera a visìn de uel che i gà e assicurarse un toco e pan più abondante. Bepi. — No se miga stupidi! Toni. — E te par che no saria ora che la finimo? Vialti a tirar la fiaca, a imbacuchirse col vin ogni zorno, noi paolani a inveciarse prima del tempo col lavòr continuo, sfadigoso da 'n sol a l'altro. Bepi. — Perchè l'ingordizia ve spense a far sta vita. Toni. — L'ingordizia? No xe mal: se capisse che xe ben vero la vostra 'version verso i campagnoi. Savemo, e dìghelo ai to compagni socialisti, che se no forno cussi, creparè de fame voi e poi anche nialtri. Bepi. — Bon viazo a voi per San Canziàn, ma noi no 'verno premura. Del resto, no ti me persuadi ancora, perchè vialtri ve se carigai de soldi durante la guera e no ve ne manca adesso. Toni. — So che i vostri capi, i vostri sfolgi, vialtri gavè sta convinsion e che la butè fora ogni ora del zorno, e che no bramè aftro che 1 paolan vadi 'n malora el prima possibile. Ma se xe vero che nialtri 'gricoltori cia-pemo qualcosa da la campagna, no so perchè podè brontolar vialtri operai, che gavè paghe de ministri. Mi so però 'na cosa sola, ahe i operai, socialisti duti, se ciàpa quatro, i magnarla oto : i paolani inveze se i beve, i lo fa a le feste, e ne la setimana i lavora senza fiadàr. Bepi. — No xe vero, adesso anche i paolani ven 'n ostaria de zoruo de lavor ! Toni. — I paolani? No, dixè pitosto qualche paolan. Bepi. — Si, xe vero, no tanti, ma 'n po' la volta vignare duti come nialtri. Toni. — Zerto, farà come ti e tanti operai 'gricoltori che ghe spuza la sapa, che no ga voia de far del ben, zente disgrasiada che in poco tempo i se magnerà la campagneta: e duti questi se butarà coi socialisti e magari coi anarchici. Bepi. - Alora secondo ti i socialisti soli xe i viziosi e i scansa fadighe. Toni. — No, proprio cussi ; poi esser anca qualche galantomo ma in bona fede; per mi solo te digo, che in general a l'agricoltor ghe piaze lavorar e sfadigar, che l'agricoltor ama la so tera e la so caseta e la so famegia, che l'agricoltor xe 'nomo de religion, che donca noi poi esser socialista. Bepi. — Anca mi se gavessi qualcosa al sol, te lo digo seriamente, no me adataria a darla via per i bei oci dei compagni. Toni. — Eben, ti vedi, caro Bepi, che ti me daghi rezon. No consumar duti i to guadagni in osteria: lavora un po de più : sii un bon Cristian e ti vedarà che no sarà imposibile che ti te fazi qualcosa del tuo. Questo xe '1 consegio che mi te dago. Bepi. — Vardarò, Toni, de meterlo in pratica, Parleremo ancora. Le 8 ore di lavoro. I socialisti esaltano l'introdu zione delle 8 ore di lavoro come uno delle più grandi loro conquiste. Invece già nel 1863 un cattolico Iohn Parnel le aveva introdotte fra i suoi operai nella Nuova Zelanda (Australia). Altro che invenzione socialista!... Giovani, a coloro, che vi predicano che nel bolscevismo c'è il rimedio di ogni male della società ricordate le parole dette da Filippo Turati al Congresso di Bologna: „I1 bolscevismo è la guerra che continua". Per la „Vita Giovanile" Lista precedente . L. 712.05 S. E. Mons. Angelo Barto-lomasi, affinchè la Vita giovanile diffonda sempre più la vera luce fra tutti i giovani.......„ 25.— Alcuni amici della Vita giovanile animati dall' esempio del loro amato Pastore . „ 20.50 Revmi. Mons. Rismondo, Pa-covich, Cozza e Bronzin L. 5, ciascuno, Don Agapito L. 2, Don Salvi L. 3, Don Verla L. 3. tutti da Parenzo.......„ 28.— Ban e Utel......„ 1.— Riccobon.......„ 1.— G. Apollonio ,,.,,,„ 1.— Manestrin per aver bevuto un caffè nero verso le 10 di sera in casa dell'Amico Giuseppe P......„ 2.15 Alcuni amici dignanesi . . „ 4.60 Mons. Antonio Urbanaz, Decano capitolare Capodistra „ 10.— Giuseppe Ban......„ 3.— Raccolte fra amici di Trieste, Muggia, Capodistria e Isola in una fraterna riunione a S. Marco......„ 52.— Nicolò Marsich . . . . . „ 1.— Carlo Runtich....... 2.— G. Apollonio......„ 2.— G. C.........._Z— Totale . . L. 867.30 Borghesi, a voi! Ricordatevi che vi sono dei poveri — non sprecate il vostro denaro in divertimento ed in lussi smodati. Ricordatevi le parole del Maestro : „Quod superest date pauperibus" e ricordate ancora che il popolo sfogherà su di voi — che siete la causa dei malanni attuali tutto l'odio ed il livore predicato dai... fratelli — se non cambiate registro.